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Masha
gettò distrattamente le
scarpe a terra, poi posò i suoi occhi verdi
sull’uomo, a torso nudo,
stravaccato sul letto e le sue labbra si incurvarono in un sorriso
provocante
A paso lento
e seducente si
incamminò verso di lui per poi fermarsi a pochi centimetri
da dal bordo del
letto dove lui era seduto.
Il sorriso
della ragazza si
allargò, con misurata lentezza si portò le mani
ai fianchipoi le
fece scorrere verso il basso lasciando
che la minigonna che indossava cadesse ai suoi piedi
Eric la
fissò con desiderio,
impaziente di poterla sfiorare, di sentire la pelle di lei sotto la sua
mano. –
Vieni – Le sussurrò allungando la mano per
afferrarle il braccio ed attirarla a
se.
Ubbidiente,
Masha chiuse la
distanza tra loro due e – fissandolo negli occhi azzurri- si
inginocchiò tra le
sue gambe e gli passò le braccia intorno al collo
– Così va bene?- Mormorò
iniziando a stuzzicargli l’orecchio con la lingua, cosa che
fece rabbrividire
di piacere l’uomo.
Lui fece
scorrere le mani
sulle sue gambe accarezzandole delicatamente. Poi iniziò a
risalire, scivolando
sotto la sua camicetta, cominciando a palparle i seni con le dite
robuste. La
ragazza sospirò e poggiò la bocca sulla sua
spalla iniziando a tormentarne la
pelle con veloci passate della lingua.
In quel
momento Eric l’afferrò
per le spalle e la scostò da se, ma solo per iniziare a
sbottonarle la
camicetta. Una volta che anche quel pezzo di stoffa se ne fu andato
Masha si
slacciò – con un abile gesto – il
reggiseno , esponendo i suoi capezzoli. Eric
si impossessò immediatamente di loro , succhiandoli con
avidità e dalle labbra
di lei uscì un gemito sommesso
Avido, il
braccio dell’uomo
passò intorno alla vita della donna e la sua bocca si
impossessò delle labbra
di lei, le loro lingue iniziarono a sfiorarsipoi entrambi si lasciarono cadere sul letto.
La ragazza
fece scorrere le
mani esili ed agili sul petto di lui , lenta e seducente, fino ad
arrivare ai
jeans di lui , cominciando a lottare con la zip. le mani di lui
l’aiutarono a
toglierli. il cuore di Eric iniziò a battere
all’impazzata, il sangue a
ribollirgli nelle vene , mentre Masha sfiorava con un dito la sua
erezione, per
poi modellare il suo corpo sopra il suo, tornando a baciarlo con foga.
Immediatamente
Eric invertì le
posizioni e seppellì la testa nell’incavo del
collo di lei. Poi con un gesto
dettato dalla fretta le strappò via gli slip, e si tolse i
boxer. Lei, in
risposta, divaricò le gambe e lui – incapace di
aspettare un solo minuto in
più- lapenetrò
con decisione, iniziando
a muoversi dentro di lei a ritmo sempre più veloce. Ogni
spinta lo portò sempre
più vicino all’orgasmo finché
– alla fine- non riversò il suo seme dentro di
lei.
- Sei
così bella- Le mormorò
prima di accasciarsi sfinito al suo fianco
*
Masha
guardò per diversi
minuti il soffitto, poi scivolò giù dal letto ed
iniziò a rivestirsi in fretta.
Una volta fatto, si sistemò - con una passata della mano- i
capelli, afferrò i
soldi che erano stati lasciati per lei sul comodino e senza neanche
guardarsi
indietro uscì dalla stanza d’hotel in cui era
stata portata
Una volta in
strada si sistemo
meglio la giacca di jeans che indossava e si incamminò verso
casa, immergendosi
completamente nei suoi pensieri, finché ne fu talmente presa
che –senza
accorgersene- finì con lo sbattere contro un
passante
-Che diavolo
fai?- Brontolò
Ville, irritato
La ragazza
gli lanciò un
occhiata vacua e senza degnarlo di una risposta – e della
minima attenzione-
proseguì per la sua strada.
Forse
un po’ corto come capitolo
uno ma dovevo farlo cosìeheh. Beh
non so
che dire mi piacerebbe moltoche voi lasciaste dei
commenti, visto che non
ho mai scritto una
storia di questo genere, sono ansiosa di sapere cosa ne pensate , cosa
ve ne
pare. ^.^.(per problemi ho dovuto mettere la fic due volte, mi scuso
per il mio errore ma per sbaglio l'avevo cancellata -.-)
Spero
che continuerete a seguire
la fic
perché ho molte sorprese in serbo pervoi *ride*
Alla
prossima!!
DiabolikalRapture
'Questa
storia è totalmente frutto della mia fantasia, non
è
stata scritta a scopo di lucro e non ha nessuna attinenza con la
realtà. Inoltre , non ha intenzione di offendere i
personaggi citati in alcun
modo '
La notte era
quasi agli
sgoccioli quando Masha arrivò davanti alla villetta che
condivideva con il
padre. Riluttante, aprì il cancello che dava sul minuscolo
guardino e a passo
lento e strascicato attraversò il vialetto.
Tutto
intorno regnava il
silenzio, l’unico rumore era quello dei suoi tacchi sulla
ghiaia del viale,
dalla casa non si intravedeva nessuna luce accesa. Augurandosi che suo
padre
non fosse ancora rientrato, la donna varcò la soglia di casa
e si chiuse – silenziosamente-
la porta alle spalle.
Attraversò
l’ingresso avvolta
dal buio ed in punta di piedi. Stava per metter piede sul primo gradino
della
scala che l’avrebbe portata al piano superiore – e
nella sua camera- quando una
voce che conosceva fin troppo bene la chiamò. Lei si
girò lentamente,
sforzandosi di mantenere la voce su un tono normale. Tuttavia Masha
sapeva bene
di non riuscir a fingere – con suo padre- così
come faceva con i suoi
‘clienti’.
- I soldi
sono qui- Mormorò
appoggiando la borsetta ai piedi delle scale.
-Va bene-Disse lui , non badando
alla borsa e tenendo
gli occhi azzurrognoli concentrati sulla ragazza. – Ti
darò la tua parte,
ovviamente- Proseguì mentre si passava una mano nei capelli
biondo scuro
L’uomo
si avvicinò , e avvolse
le braccia intorno alla vita sottile della figlia. Masha non si mosse e
si
sforzò di mantenere regolare il suo respiro. Poi lui le
scostò – con una mano
callosa- i capelli via dal collo e posò le labbra su di
esso, baciandone la
pelle liscia.
La ragazza-
nonostante i
muscoli tesi e il cuore in gola- si impedì di agitarsi,
anche se non riuscì ad
evitare di tremare leggermente sotto il tocco del padre.
Mauri la
fece voltare – ed un
brivido percorse la schiena di lei – e chiuse la bocca sulla
sua . Le labbra di
lei- però- rimasero serrate e si dischiusero solo dopo un
rimprovero –
mugolato- da parte dell’uomo.
Immediatamente
la lingua di
lui serpeggiò all’interno. E la sua mano
scivolò sotto la gonna di Masha , tra
le sue cosce , dove iniziò ad accarezzarla senza
delicatezza, per poi infilarsi
sotto gli slip di lei.
La ragazza
chiuse gli occhi e
strinse i pugni, ricordando al suo corpo di non muoversi o le cose
sarebbero
andate peggio, eppure una vocina nella sua testa aveva preso a urlare
silenziosamente, a dibattersi nella quiete della mente.
Quando Mauri
spinse entrambi
contro il muro, inchiodando il corpo della ragazza al muro , la furia
di quella
voce interiore aumento. “perché?perchè?
un’altra volta…un’altra volta.
Perché
non ha mai fine?” Si domandava disperatamente mentre la bocca
di lui tornava a
devastare la sua e le due dita si immergevano dentro di lei.
Masha
serrò ancora di più i
pugni,tanto che le
sue nocche
sbiancarono, e combatté strenuamente contro un singhiozzo
che aveva intenzione
di uscire dalle sue labbra a tutti i corsi. Con suo infinito sollievo,
però,
suo padre si staccò da lei. Lasciandola andare, almeno per
il momento.
Appena Mauri
fu scomparso
dalla sua vista, la ragazza si rialzò- barcollando- in piedi
ed in fretta salì
le scale. Una volta nella relativa sicurezza della sua camera da letto,
si
accasciò contro il legno freddo e permise alle lacrime
d’uscire. Portandosi una
mano alla bocca si strofinò le labbra, per pulire o almeno
provare a
dimenticare quella sensazione che da anni odiava.
Purtroppo
era cosciente di non
poterci riuscire , di non poter cancellare ne’ la sensazione
delle sue dita dentro
di lei, delle sue labbra…ne’ tanto meno lasciarsi
alle spalle, l’orrore e la
paura di quell’uomo.
“Dovrei
esserci abituata no?”Disse
ironicamente tra se “ Ma ancora per poco. Devo trovare un
modo, devo…“ Masha
scacciò con forza quei pensieri, dicendosi che non era
quello non era il
momento giusto.
Ancora non era arrivato il
momento giusto “Ma
quando?Quando arriverà?” Sichiese mentre
si chiudeva in bagno “Se quel bastardo non l’avesse
saputo ora forse avrei
speranza ma…” Entrò nella doccia
“Posso davvero sperare di riuscire a
sfuggirgli??”Sussurrò infilandosi sotto il getto
dell’acqua calda.
Tuttavia
nessuno le rispose e
per il momento quella assillante domanda rimase senza una risposta.
Altro
capitolo non tanto lungo, ma non posso fare altrimenti : il tempo
è quello che
è, e poi trovavo adatto terminare il secondo
così. – beh che dire…state
conoscendo un po’ meglio Masha, non vi pare?- . Anche se,
ancora, non avete
visto niente! *ride e si sfrega le mani*….Come sempre mi
piacerebbe avere
qualche comentuccio da parte vostra *-**please*La finisco di dire
cazzate!
Un grazie di cuore va a: Kuji13, Elychan, Silvia, Anima Bianca e Linkin
park
per i commenti che mi hanno illuminato *leggi: sono felice che il
capitolo 1
non vi abbia annoiato terribilmente*
Diabolikal Rapture
Silvia:
mh complimenti, hai inquadrato
molti aspetti di Masha ^^. Cercherò di scrivere alla svelta
– e di fare
capitoli più lunghi- ^^. Oddio andare addosso a Ville e
ignorarlo ma anche io
farei come te…XD
Linkin
park: spero che continuerà a
piacerti >.>
Anima
Bianca: Grazie ^o^ *sorriso a 36
denti*
Kuji13:
già avevo combinato un
casino!Allora grazie per la doppia recensione! Per il resto come ho
detto i
capitoli mi escono così – ma credo che
più avanti si allungheranno di molto-
anche perché per ora mi limito ad una specie di
panoramica sulla
complicata vita di Masha (comunque la tua prima impressione sulla
protagonista
è quanto meno giusta – come si è visto
in questo capitolo-)
Il pomeriggio di un
nuovo giorno era da poco iniziato. Masha stava addentando un tramezzino al
tonno quando Mauri fece la sua comparsa nella stanza.
- Questa sera ti ho
trovato un lavoretto che ti piacerà- Le disse il padre , sedendosi di fronte a
lei
La ragazza alzò un
sopracciglio – Che lavoro?- “Perché non lavoretto?
Perché non lo dici chiaramente?“ Pensò
- Sai, ho parlato con
Allan – Fece una pausa - E allora?- Domandò lei
chiedendosi perché diavolo non sputasse il rospo invece di girarla tanto per le
lunghe. - Beh stasera ti aspetta
per …una specie di esibizione nel suo locale- Terminò compiaciuto
- E cos’è che dovrei
fare precisamente?- Mormorò la figlia, nascondendo l’irritazione crescente. Ogni volta Mauri le
trovava qualche lavoretto, il “lavoretto” aveva irrimediabilmente a che fare
con il sesso o cose del genere
- Vedrai- Si limitò a
risponderle. Poi si alzò in piedi e fece per andarsene ma, all’ultimo momento,
tornò sui suoi passi e diede un bacio affettuoso sulla guancia di Masha che si
limitò a tirare le labbra in un sorriso forzato
“Bastardo!” Imprecò in
silenzio mentre il padre usciva dalla cucina, lasciandola – con suo sollievo-
da sola.
**
Emma sfogliava
svogliatamente la rivista che aveva poggiato sul bancone. Era annoiata e il bar
completamente deserto non stava di certo aiutando il suo umore.
Ad un certo punto sentì
la porta aprirsi e – speranzosa – alzò gli occhi dal giornale per vedere chi
fosse
- Ciao Masha – Salutò, delusa
dal fatto che non si trattasse di un cliente.
La ragazza rispose al
saluto con un cenno della mano - Vedo che il locale è
molto affollato- Commentò ironica - Già- Rispose l’altra
in tono piatto - Allora suppongo che
oggi non ti serva il mio aiuto – Proseguì Masha senza però nascondere la
delusione –Torno a casa…- Disse tenendo gli occhi concentrati sul balcone
Emma si mordicchiò il
labbro, sapeva che per Masha era importare rimanere fuori casa , e lontano dal
padre, più tempo possibile - Puoi sempre farmi compagnia…- Suggerì
Immediatamente due occhi
verdi la fissarono- Grazie-
- Non mi devi
ringraziare …- Ribatté Emma, facendole segno di sedersi davanti a lei. – Mi fa
sempre piacere un po’ di compagnia – Continuò sorridendo
La ragazza accettò e le
sorrise in rimando, sinceramente grata di quel gesto.
**
La sera giunse fin
troppo in fretta , almeno secondo Masha. “Un lavoretto al suo locale” Si ripeté
mentre sorpassava i numerosi camerini situati nel retro del locale di Allan e –
finalmente - trovò la porta in cui si sarebbe dovuta cambiare.
Da quanto le aveva detto
il proprietario, all’interno avrebbe trovato i vestiti da indossare …il
problema è che non gli aveva ancora spiegato cosa avrebbe dovuto fare di
preciso. Cosa che aveva finito
per preoccupare Masha.
“Come minimo mi toccherà
spogliarmi…” Rise amaramente “Ma , del resto, non è niente di diverso da quello
che faccio di solito,no? ..Sembra che la mia unica qualità sia quella di avere
un corpo , se non bello per lo meno decente” Costatò entrando nel camerino.
Una volta richiusa la
porta, si guardò intorno: la stanza era piccola ed arredata con l’essenziale,
ovvero una specchiera, una seggiola e uno sgabello. - Non si può certo dire
che sia spazioso…ma tanto chi se ne frega?- Domandò al vuoto mentre afferrava
il vestito appoggiato sulla sedia davanti alla specchiera - completa di trucchi
e prodotti di bellezza- .
Facendo una smorfia
squadrò il pezzo di stoffa, poi senza indugiare un momento di più, iniziò a
cambiarsi. Infine osservò il risultato allo specchio: il corto vestito nero
lasciava davvero poco spazio all’immaginazione, fasciando strette le sue forme
, lasciandole le spalle e la schiena scoperte. La minigonna nera era corta quel
tanto da coprirla a sufficienza e dallo scollo a V si apriva uno spacco sottile
che lasciava intravedere il suo addome piatto.
- Possibile che io mi
debba sempre vestire così…da puttana?- Sorrise a se stessa - Ah è vero…è quello
che sono- Sibilò allo specchio mentre sentiva la rabbia crescere dentro di se.
- Non ora, non adesso
…ancora non è il momento- Si ricordò.
Afferrò il rossetto e lo
stese, con gesti abili, sulle labbra; aggiunse un tocco di ombretto argento,
l’eyeliner ed infine si pettinò i capelli, raccogliendoli dietro la nuca con un
filo di perle nere. Velocemente il suo
sguardo vagò nella stanza, in cerca delle scarpe che – poi- trovò accanto alla
porta.
Senza batter ciglio,
indossò i sandali con il tacco a spillo e si allacciò il lacci neri intorno
alla caviglia. Fatto ciò uscì dalla stanza – preferendo non guardare il
risultato completo - , e pregando di finire presto con quello stramaledetto
lavoro.
**
Mezzanotte era da poco
passata quando Ville entrò in un locale chiamato “The Sin”. A suo parere non
potevano dare ad un locale di spogliarelli un nome più che appropriato.
Mentre guardava
l’insegna che brillava tetra nella notte, si accese una sigaretta e si fermò
davanti all’ingresso per aspettare gli altri. Ma quando i minuti passarono e
nessuno si fece vivo decise di entrare da solo. Alla peggio si sarebbero
incontrati all’interno. Si disse
La sua convinzione però
svanì quando vide che dentro il locale era zeppo di gente che – in quel
momento- si stava accalcando ai lati della lunga passerella rialzata -
inframmezzata da lucenti pali di metallo – delle spogliarelliste.
Non volendo neanche
provare ad infilarsi in mezzo a tutta quella gente, si accostò al bancone ed
ordinò da bere .
**
Masha osservò con paura
la passerella su cui a poco sarebbe dovuta salire. “No non questo!” La vocina
della sua mente aveva iniziato a gridare a pieni polmoni.
Allan le aveva infine
spiegato cosa doveva fare…:doveva esibirsi “lì” Fissò con revulsione l’ultimo
palo della pista rialzata. Peggio ancora non solo doveva spogliarsi – cosa che
dopo tutto il tempo passato a fare la prostituta non gli importava più di
tanto, in fin dei conti era diventata insensibile al fatto che gli altri la
vedessero completamente nuda. Ormai, per lei, il suo corpo era solo un oggetto.
Punto.
Quello, però, non
significava che riusciva a fare tutto di buon grado, no a volte si spaventava,
a volte l’orrore ed il rifiuto erano troppo forti da ignorare,…come in quel
momento.
Fare lo spogliarello non
la preoccupava ma dopo…. Se solo Allan non le avesse chiesto di “dare più
spettacolo” masturbandosi davanti a loro. “Tutti loro” Ringhiò in un misto di
disprezzo e disperazione, facendo una smorfia al solo pensiero.
“Non ce la faccio. Non
ce la faccio” Si ripeté. Alla fine, però, si convinse a provare; e solo perché
temeva che le conseguenze di un rifiuto sarebbero state molto peggiori.
Sicuramente sua padre glie e l’avrebbe fatta pagare...e cara, troppo cara.
Masha prese un profondo
respiro e nascondendo un tremito, si incamminò lungo quella strada rialzata.
Mentre passava numerosi uomini lanciarono fischi di approvazione e diverse
risate e commenti lascivi irruppero tra la folla.
La ragazza mantenne la
testa alta e , ignorando chi la circondava, afferrò con decisione il palo e
sondò la stanza con lo sguardo.
Le luci vorticavano
intorno a lei, la sua testa vorticava mentre lo stomaco le si stingeva in una
morsa dolorosa e l’aria rifiutava di uscirle dai polmoni.
Improvvisamente i suoi
occhi supplichevoli incontrarono un altro paio di occhi verdi e si ritrovò a
squadrare un uomo che, a differenza degli altri, la stava fissando con aria
perplessa.
Confusa, Masha distolse
lo sguardo.
Intanto il pubblico
aveva iniziato a protestare ma lei era diventata sorda a tutto ciò. La testa
aveva preso a girarle troppo velocemente, il fiato le mancava …si sentiva
soffocare.
In un impeto di
risolutezza, mandò al diavolo tutto e saltò giù. Finendo malamente contro a
persona di cui – poco prima aveva incontrato gli occhi-
Stordita, avvolta dal
buio e luci danzanti, si portò una mano al peto dove il cuore batteva più forte
che mai.
- Masha!!- Ringhiò una
voce che la fece trasalire
Lei alzò lo sguardo,
incrociando quello del padre.
Istintivamente si scostò
di lato – Io…- Le parole le morirono in gola
“Che dico??” Supplicò
isterica
- Torna su – Le intimò
l’uomo- Torna su Masha. Cazzo ti pagano per questo. Torna su quella maledetta
pedana e fallo!!- Proseguì vedendo che lei non ubbidiva
Ville si trovò ad
assistere a tutta quella scena, cercando di trovare un verso alla cosa, di
capire cosa stava accadendo davanti ai suoi occhi. Poi il suo sguardo si posò
di nuovo su Masha e – visto che gli era vicina- notò che la mano appoggiata sul
bordo della passerella stava tremando visibilmente.
- No non posso –
Supplicò lei,sperando che lui capisse e cercando di non prestare attenzione
alla minacce che prima le aveva rivolto. Minacce, però, che l’avevano raggelata
fino al midollo
- MASHA FALLO E BASTA,
TE LO DICO IO! MI HAI CAPITO? POI NON CI SEI, FORSE, ABITUATA? …FAI LA PUTTANA
E QUESTO E’ IL TUO LAVORO!!!!- Urlò l’uomo facendo per avvicinarsi, una mano
alzata a pugno per colpire il volto della figlia.
- Quanto vuoi?- Domandò,
improvvisamente, una voce
Mauri guardò nella
direzione della voce – Come?-
- Quanto vuoi?- Ripeté
Ville. Probabilmente stava
facendo una cazzata ma ormai l’aveva detto e tanto valeva andare fino in fondo.
Mauri lasciò perdere
Masha e si concentrò su quello sconosciuto.
- Diciamo che sono
interessato…ad uno spogliarello privato- Proseguì l’altro mentre l’uomo si
avvicinava per parlare e sentire meglio – vista la confusione che c’era nel
locale-.
Masha – ancora stordita
e paralizzata dal terrore - si voltò lentamente, osservando i due uomini
discutere di lei… del suo destino e provando solo odio nei loro confronti.
Visto che la stavano trattando peggio di una bambola di pezza.
La ragazza non riuscì ad
afferrare la conversazione, ma capì che avevano concluso un accordo quando il padre
se n’andò e l’altro uomo tornava verso di lei - Forza andiamo – Disse
lui, prendendola per un braccio e conducendola fuori dal locale.
Masha non fiatò, si
ricompose e mascherando l’odio nei suoi occhi con un espressione vacua, seguì
il suo novo cliente. “Comunque meglio di papà” Constatò mentre attraversavano
le porte d’ingresso, uscendo all’aria aperta, lontano dagli schiamazzi e dalla
musica.
All’esterno
l’aria era fredda
e Masha rabbrividì a causa del passaggio tra il caldo ed il
freddo; e il
vestito che indossava non la copriva – di certo –
molto.
Velocemente
sbatté le palpebre
e guardò , prima, la mano che Ville teneva stretta sul suo
polso poi ,di
sbieco, lui
- So
camminare anche da sola –
Commentò in tono pacifico.
Anche se
l’intenzione era ben
altra la donna sapeva come comportarsi in presenza di
‘clienti’.
Istantaneamente
Ville la
lasciò andare , non si era reso conto di averle tenuto il
braccio per tutto
quel tempo.
- Sali-
Disse con tono
distaccato indicando la macchina nera parcheggiata davanti al locale.
Masha
ubbidì in silenzio,
luila
seguì ma non mise in moto. No,
prima doveva trovare un modo per uscire dall’assurda
situazione in cui si era
cacciato.
Per diversi
minuti la ragazza
fissò il parabrezza dell’auto, muta.
”Perché siamo ancora qui?”Si chiese e
scoccò un occhiata di sbieco all’uomo, senza
– però-lasciar
filtrare nessuna emozione sul suo
viso se non calma apparente.
- Dove vuoi
andare?- Gli
chiese infine, vedendolo stranamente confuso “Irincoglioniti tutti a me, eh?” Si
lamentò
Ville la
guardò – Bella
domanda - Biascicò accendendosi una sigaretta.
Dove voleva
andare? E ora che
ci faceva con quella? Erano tutte belle domande per cui non aveva
risposta.
- Senti
deciditi- Lo richiamò alla
realtà la ragazza – Se vuoi che lo faccia
qui…-
Alle sue
parole lui si girò di
scatto – Non dire cazzate- La rimproverò,
pentendosi – però- subito dopo.
Masha si
accigliò – Bene –
Rispose a denti stretti mentre iniziava a maledirlo in silenzio.
- Masha,
vero?- Domandò Ville,
mettendo, finalmente, in moto. Mica le doveva delle spiegazioni,
giusto? Poteva
benissimo accompagnarla in qualunque posto volesse andare e lasciarla
lì!
- Si-
Rispose la ragazza che ,
invece, avrebbe voluto dire: “Beh non è che fosse
difficile…papà ha
praticamente urlato il mio nome al mondo intero”
**
Il paesaggio
stava sfilando
veloce al di fuori dei finestrini dell’auto quando
un’ immagineconfusa
e non ben definita fece capolino
nella mente del cantante.
- Io e te
non ci siamo già
incontrati?- Chiese mantenendo lo sguardo sulla strada. Aveva infatti
avuto la
sensazione di averla già vista, ma non ne era sicuro.
La ragazza
fece spallucce –
Credo di no – Ribatté squadrandolo con finta
attenzione.
“Ah
capisco questo è il tipo
che prima vuole fare due chiacchiere e poi
scoparti…mah”.
–
Perché fai così?- Sbottò. Il
comportamento di Masha aveva , infatti,iniziato ad irritarlo.
Lei
staccò gli occhi dal
finestrino e lo guardò stupita - Cosa?-
-
Così!! Potresti anche sforzarti
di parlare?... no?- Proseguì lui lanciandole un occhiata in
tralice per
osservarne la reazione.
Un sorriso
divertito si
dipingesse sulle labbra rosse di lei , sorriso che però
scomparve in un
secondo, sostituito da un espressione piatta e vuota- Parlare? Se
è questo che
vuoi…- Acconsentì.“Siè
davvero uno di quelli che prima parlando e
poi passano al sesso. Contenti loro….”
Ville
sbuffò, santo Dio quella
donna sembrava un automa. “Cristo sembra così
insensibile, altro che fredda.
Sembra non le importi di nulla...E’ tutto fottuttamente
strano”
- Beh dove
vuoi andare?-
Chiese , infine, in tono neutro,lasciando perdere la conversazione
“Forse
non ho capito bene”Si
disse lei-Hai
detto dove voglio
andare?- Chiese conferma
-
Già- Commentò sarcastico lui
- In un
albergo- Mormorò la
solita risposta “Fantastico, questo è un indeciso
cronico! Nessuno lascerebbe
scegliere alla puttana. Di solito ti scelgono, ti pagano , ti portano
dove
vogliono…ci fai sesso ed ecco fatto.”
**
Alla fine si
fermarono davanti
ad un piccolo albergo poco distante dal centro di Helsinki.
Masha
osservò con noncuranza
Ville prendere le chiavi della camera, e sempre con falso disinteresse
lo seguì
al primo piano, fino a davanti alla portadella stanza 102.
- Tieni
– Le disseporgendole
le chiavi.
La donna le
prese, poi aprì la
porta della camera; domandandosi perché gli avesse passato
le chiavi. Con aria
insicura guardò l’interno scuro…
- Puoi stare
fino a domani
mattina, è pagata- Disse Ville, felice di potersi liberare
finalmente di quella
scocciatura
Immediatamente
la testa della
ragazza saettò verso di lui, un espressione quasi sconvolta
in viso
- Vuoi dire
da sola?- Due
occhi verdi, più scuri de suoi, lo fissarono in attesa di
risposta.
- Certo-
Villescrollò
le spalle e fece per andarsene ma un
sussurro lo bloccò suoi passi
-
Cos’è nono sono abbastanza
bella per te?- Masha fece trasparire la sua rabbia. Proprio non
riusciva a
capire un simile comportamento.
-
Non—Il resto delle parole
andarono perdute quando vide che lei aveva iniziato a togliersi il
vestito
–
Che fai?- Le domandò
tornando indietro afferrando i polsi della ragazza
Gli occhi di
lei lo fissarono
, un espressione di sfida in essie
Ville si accorse di quanto potessero essere penetranti- Quello per cui
mi hai
pagata – Sibilò Masha
–
Non ti ho pagata per questo,
anzi a dire il vero non so perché l’ho fatto!-
Ammise , non interrompendo il
contato visivo.
In quel
momento leifece un
passo avanti, portando i loro corpi
vicini
–
Allora è vero o non sono
troppo bella per te o …cosa?-
- Cristo,
Piantala. Non puoi
entrare in quella stanza da sola?? Cos’è vuoi
davvero che qualcuno venga a
letto con te - La zittì , alzando la voce .
Poi ,
vedendo che Masha non si
muoveva la spinse nella stanza e chiuse la porta
- Contenta?-
Esclamò
accendendo la luce
-
Perché mi hai pagata
allora?- Fu la risposta gelida e ricolma di rabbia. Cosa che sorprese
Ville
Prima che
lui potesse
risponderle, Masha lo inchiodò con la pura forza dello
sguardo
–
Cos’è sei il classico bravo ragazzo che ha
visto la povera ragazzina spogliarellista e giusto per fare la buona
azione
giornaliera si è detto: ooh povera salviamola ?!- Disse
dando libero sfogo hai
suoi pensieri
“Dio,
Masha controllati. Sai
fare di meglio. Che ti prende?”Rimproverò se
stessa per quello scatto.
–
Non sono affari tuoi il
motivo per cui l’ho fatto. Ora se non ti sa difficile predi e
vattene a letto, da sola
– Rispose Ville dopo diversi
minuti di silenzio in cui entrambi si erano limitati a squadrarsi
- Ah
si?...Forse non ti piace
il pacchetto? - Gli chiese portandosi a pochi centimetri da lui
- Dopo che
mi hai comprata …ti
sei pentito?- Proseguì sfiorando il viso di lui con una
mano, lo sguardo basso.
Ville non si
mossee Masha
proseguì – Sono davvero così
schifosa?- Sibilo sprezzante, le labbra tanto vicine da sfiorare quelle
di lui
Il cantante
fece per
rispondere ma prima di averne la possibilità, la ragazza
indietreggiò e con un
espressione di sfida dipinta in volto, si tolse – con un solo
gesto- il vestito
lasciandolo cadere a terra e rimanendo con la sola biancheria di pizzo
nero e i
tacchi a spillo; lasciandolo di stucco e con
l’impossibilità di staccare gli
occhi di dosso dalle suo corpo snello e ben proporzionato.
Solo dopo
diverso tempo
Villeriuscì
a distogliere lo sguardo –
Cazzo!- Imprecò voltandole le spalle e dirigendosi verso la
porta
Come
risposta ricevette uno
sbuffo- Bene, giusto…. Vai pure. Passerò la notte
da sola- Commentò la donna,
facendo suonare le sue parole come un accusa,mentre lui si chiudeva la porta alle spalle, lasciandola
sola, quasi
nuda in piedi in mezzo alla stanza ed immersa nel silenzio totale.
- Che mi
è preso?- Domandò
Masha , sedendosi sul letto e passandosi una mano tra i capelli
–Per una volta,
per una dannata volta in cui incontro qualcuno di diverso che non vuole
solo
quello …che faccio? Insisto..- Constatò
lasciandosi cadere su letto ed
accavallando le gambe – Sarà che dopo tutti questi
anni…non sono abituata ad
essere trattata in modo diverso , sono abituata ad essere trattata solo
ed
esclusivamente da puttana- Constatò gettando le scarpe ed
infilandosi sotto le
coperte
-
E’ tutta colpa tua papà...tu
mi hai fatto diventare così – Mormorò
con disprezzo mentre chiudeva gli occhi e si abbandonava ad un sonno
tranquillo.
Finalmente
ho terminato il quarto
capitolo e così…eccolo a voi. Devo dire che la
storia di Masha è abbastanza
complicata quindi ho ancora molto da scrivere eheh.
Bene,
oggi taglio corto con le
chiacchiere e come sempre vi invito a commentare.
Un
ringraziamento specialeva
a tutti colo che hanno speso il loro
prezioso tempo per lasciarmi una recensione, ovvero: Kuji13, Ginny,
Silvia,
Trappy, Elyrock e Anima bianca
Grazie
infinite!
-
Diabolikal Rapture-
Kuji13:
beh si mi sono impegnata
per farli davvero parecchio schifosi (e ancora non hai visto
niente…ma per
saperne di più dovrai aspettare il prossimo eheh) . Eh si
non do pace alla
povera Masha , però come hai visto in questo capitolo Ville
non l’ha trattata
male
Ginny:
siii conosci la misteriosa
autrice >.>. Va beh si ce la farò. Oddio
addirittura una meraviglia…beh
non posso essere altro che felice che ti sia piaciuto
Silvia:
beh ora hai scoperto le
intenzioni di Ville. Si si so che il padre istiga alla violenza (mi sa
che in
molti lo vorrebbero morto)…oh davvero credo di non aver mai
fatto un personaggio
più perverso di Mauri
Trappy:
*sospiro di sollievo*
bene…verdetto positivo evvaii!! Sono contenta di rivederti
qui nelle recensioni
(non me l’aspettavo eheh). Ti ringrazio per i complimenti ebeh non vedo
l’ora di leggere i tuoi commenti
riguardo questo capitolo
Elyrock:Ti
ringrazio e sono
contenta che tu segua dal primo capitolo. Mah del lavoro di Masha non
ne ho
fatto un segreto. Riguardo alle descrizione e al affatto di trasmettere
un po’
di quello che prova la protagonista al lettore, è un
po’ il mio punto di forza
o meglio è una cosa che cerco di descrivere con precisione
perché la trovo
fondamentale e – insomma- ci tengo. Si ci hai azzeccato
riguardo allo
spogliarello
Anima
Bianca: beh si forse non la
più appropriata ma del resto chi non vorrebbe essere salvata
da Ville? *bella
domanda *.
La mattina
successiva , Masha
lasciò l’albergo e si diresse a casa a piedi.
Anche se non era una camminata
corta, preferiva camminare piuttosto che chiedere un passaggio.
Diverse
persone si voltarono a
guardarla mentre lei passava in mezzo a loro. La ragazza si morse il
labbro,
trattenendo la voglia di girarsi contro quei stupidi ipocriti che la
stavano
squadrando da capo a piedi ed urlargli contro “Che diavolo
guardate? Fatevi i
cazzi vostri!”
**
Ville si
stava accendendo
l’ennesima sigaretta della giornataquando il campanello trillò, a brutto muso- e
molto scocciato- aprì la
porta
-
Dio...Ville che faccia!- Lo
salutò teneramente Migè
- Entra e
non rompere le palle
già di prima mattina- Rispose l’altro lasciandolo
passare
- Si
può sapere perché ieri
non sei più venuto?- Gli chiese Migè prendendosi
la birra che Ville aveva
lasciato sul tavolo
- Fa come se
fossi a casa tua
eh- Commentò sarcastico il cantante mentre l’altro
si accomodava,
tranquillamente, sul suo divano-
Venuto
dove?-Chiese
perplesso
- Al locale
no?- Rispose Migè
come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo
- Ah ci sono
venuto …ma poi ho
avuto- Fece una pausa, domandandosi quanto dire all’amico e
decidendo per
niente - ..un contrattempo- Terminò evasivo
- E che
genere di
contrattempo?- Migè lo guardò con
l’aria da ‘chi vuoi fregare?’
Ville
scrollò le spalle –
Niente, lascia perdere- Disse portandosi alle labbra la sigaretta ed
inspirando
profondamente
“lascia
perdere” Quelle
parole- però- valevano anche per lui perché
-chissà per quale motivo- non era
riuscito a dimenticare gli occhi di quella ragazza.
Immediatamente
le parole di
lei gli tornarono in mente:“Cos’è non
sono abbastanza bella?” .
“Come
ha potuto dire una cosa
del genere?” Si domandòmente le parole
venivano accompagnate dalla sua immagine più vivida e
provocante che mai…
**
L’ora
di pranzo era vicina
quando Masha attraversò la porta di casa. Una volta chiusasi
la porta alle
spalle, tese l’orecchie per cogliere il minimo rumore ma, con
suo sollievo,
sentì solo silenzio.
Tranquilla,
la ragazza salì le
scale ed entrò nella sua camera, ma una volta che ebbe
chiusa la porta si sentì
strattonare da una parte e due braccia forti la strinsero a se,
lasciandola
senza via d’uscita
Immediatamente
il fiato le
venne a mancare e boccheggiò per lo spavento
- Non
t’azzardare mai più a
fare una scenata del genere – L’ammonì
in un sibilo la voce di Mauri.
La figlia rimase immobile,
lottando-
inutilmente - contro l’ondata di terrore che
l’aveva investita. Era stato tutto
così veloce che neanche se n’era resa conto: era
caduta in trappola
- Hai
capito?-Proseguì
lui, ed il suo fiato le solleticò
l’orecchio.
- S..Si-
Biascicò lei
- Bene-
L’abbraccio dilui
s’addolcì ma solo per un secondo perché
–
poi- l’uomo la fece voltare con violenza – Ed ora
…lascia che io e te ci
divertiamo un po’- Ghignò
Masha
avrebbe voluto scappare,
correre via e supplicarlo di non farle del male- come spesso faceva
quando era
più piccola – ma ormai sapeva bene che sarebbe
stato tutto inutile.
- Cosa vuoi
che faccia- Scandì
le parole con calma mortale. Quelle erano le conseguenze del suo gesto
al
locale e l’avrebbe affrontate.
Mauri le
indicò il letto-
Spogliati-
La ragazza
prese un profondo
respiro, poi si chinò e si slacciò le scarpe
calciandole a pochi passi da lei.
Poi con immensa calma e ferreo autocontrollo lasciò che il
vestitino nero
cadesse – per la seconda volta – a terra.
- Masha
– Mormorò l’uomo
prendendo il mento della ragazza nelle sue mani e lei
chiuse gli
occhi
- Ti ho
detto ‘spogliati’ –
Cantilenò lui massaggiandole, con il pollice, la mascella. E
prima che lei
potesse replicare le strappò di dosso il reggiseno.
Masha
strinse i pugni ,
controllando il suo respiro e - abbassando la testa in modo che i suoi
capelli
lunghi le coprissero il viso quel tanto da non permetterea Mauri di vedere le sue
lacrime- si tolse le
mutandine. Poi si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi mentre
il familiare
rumore di vestiti che venivano tolti le torturava le orecchie,
riaprendoli solo
quando sentì il familiare peso del corpo caldodi suo padre sul suo
- Guardami-
La voce dell’uomo
la chiamò ed al comando lei alzò gli occhi
guardando dall’alto in basso l’uomo
“Che
tu sia maledetto” Ringhiò
–
Non ti preoccupare…farò
divertire anche te - Disse sorridendo, accondiscendente. Detto
ciò posò le sue
labbra su quelle di lei e iniziò a giocare con la lingua
della ragazza, dando
vita ad una danza non corrisposta.
Poi le mani
di lui iniziarono
a scorrere , voraci, lungo tutto il corpo di Masha sondandolo ed
esplorandolo.
La ragazza
si impose di
eliminare quella sgradevole sensazione, cercando
d’ignorarla…
- Apri gli
occhi – Ordinò ,di
nuovo, lui prima di chiudere la bocca sul capezzolo destro della donna,
iniziando a mordicchiarlo ed infastidirlo.
Masha
ubbidì ma fissò, inerme,
il soffitto.
Soddisfatto
dal primo assaggio
l’uomo continuò l’esplorazione di quel
corpo che conosceva nei minimi dettagli
e la sua lingua scese lentamente dal seno verso l’ombelico
lasciando una scia
bollente e viscida.
Infine le
sue mani costrinsero
la ragazza ad allargarele
gambe e le
sue dita la sondarono in profondità.
–
Mh sei ancora un po’
stretta… - Constatò il padre con un ghigno
stampato in faccia
A quelle
parole, il sangue della
ragazza di raggelò, il suo battito accelerò ed i
suoi muscoli si stinsero
ancora di più.
-
Vorrà dire che sarà questa
la tua punizione- Continuò lui e -senza
aggiungere altro - la
penetrò senza
pietà, facendosi strada nella sua carne
Masha
strinse i denti ed
artigliò le lenzuola ma non riuscì lo stesso a
fermare il gemito di dolore che
uscì a forza dalle sue labbra.
Mauri
ignorò il gemito della
figlia e con aria compiaciuta continuò a cavalcarla,
spingendo sempre di più.
Sentendo il suo corpo tremare di paura sotto il suo si
eccitò ancora di più ,
così aumento il ritmo…incurante di tutto il resto
La ragazza
voltò la testa da
un alto, strinse le palpebre e si chiuse nella pace della sua mente,
cercando
di ignorareil
dolore che quel rapporto
le stava causando, fingendo che quel corpo che l’uomo stava
usando a suo
piacimento non fosse il proprio…
Strano
ma vero ecco di già il
nuovo capitolo. Forse anche questo abbastanza forte ma mi serviva per
spiegare
meglio i motivi che spingono Masha ad essere tanto fredda.Naturalmente
c’è ancora molto da spiegare e
manca un pezzo importare della storia ma…avete fretta? No
quindi con calma che
relativamente presto saprete tutta la storia :p
Anche
stavolta ringrazio con
tutto il mio cuoricino: Ginny, Elychan, Elyrock, Kuji13, Anima Bianca,
Musicaddict e Silvia per i commenti: Vi giuro che mi avete commossa *
aria
ebete*. In attesa di avere pareri anche sul 5 capitolo…vi
lascio e vi saluto!!
-Diabolikal
Rapture-
Ginny:
uh la prima a commentare
*se lo ricorda*. Beh che dire…eeeeeeeeeh si il mistero
s’infittisce. E si
povero Ville …ma no aspetta mica tanto povero. In questo
caso dire di più
povera Masha :P
Elychan:
non preoccuparti a me
vanno bene commenti di tutte le lunghezze eheh. Riguardo alla reazione
di Ville
mah io l’ho fatta in quel modo perché lui ha agito
di impulso senza pensare al
‘dopo’. Masha dal canto suo non è
abituata a un trattamento diverso dal solito.
Questo è come l’ho ideato ma , ala fine, ognuno
è libero di interpretare tutto
come preferisce.
Elyrock:
Stai pure ore ed ore a
commentare, io non mi annoio di certo e mi fa sempre molto piacere
sapere come
la pensano i lettori. Quindi mi puoi scrivere anche un commento stile
poema
epico eheh. Ah hai inquadrato molto bene Masha, infatti è
proprio come hai
detto te . Ringrazio di nuovo per i complimenti e se vuoi la prossima
volta
dilungati pure ^_-
Kuji13:
Si un tantino fredda
..beh ammetto, leviamo il tantino è proprio fredda.
Però immagino che con
questo capitolo si sia capita di più la sua freddezza. (si
l’ha rovinata alla
grande …sai che io stessa odio scrivere di Mauri ma devo
XD). Finisco di
parlare a vanvera e spero che anche questo capitolino sia stato di tuo
gradimento
Anima
Bianca: uh uh allora che
dici…la storia si sta facendo interessante?(anche se direi
pure un tantino
perversa)
Musicadict:
uh uh ma che bello!
Quando ho letto che ti piaceva ho pensato ‘ ma sta parlando
della mia storia?”
. Eheh mi fa davvero piacere che Heaven’s abbia iniziato ad
appassionarti! Alla
prossima – spero-…Uh un
secondo...perchè ti sto tormentando? …cosa ti
tormenta?
(vediamo se posso alleviare il tormento hihih)
Silvia:
don’t worry. Grazie di
tutto sia per i commenti via sms che in rete. Davvero non so quanto mi
rendano
felice. Tanto poi sai che ti tormento in chat ahahah.
Emma
guardò impaziente
l’orologio, sembrava quasi che il destino fosse contro di
lei.: il bar era
strapieno e Masha era in ritardo. Per la quindicesima volta –
mentre prendeva
un ordinazione - guardò verso la porta, in attesa che la
ragazza arrivasse
Quando,
finalmente, la ragazza
entrare si precipitò verso di lei
- Masha
insomma sai che— - Si
interruppe alla vista del viso pallido e degli occhi rossi di lei.
- Scusa per
il ritardo –
Mormorò lei, passandosi una mano sul viso slavato
Emma
boccheggiò – Che diavolo
è successo?- E, senza darle il tempo di rispondere, la
trascinò sul retro,
facendola sedere su una sedia.
- Niente.-
Masha abbassò gli
occhi a terra. Si sentiva peggio un verme , aveva la sensazione che
ogni volta
che quell’uomo la toccava, lei diventasse sempre
più ‘sporca’ , Uno sporco che
– ne era certa - non sarebbe andato mai più andato
via , impresso per sempre
nel corpo e nell’anima.
- Poi mi
spieghi- Le disse la
ragazza all’orecchio, strappandola un attimo dai suoi cupi
pensieri. – Ora
stattene qui dieci minuti e poi mi dai una mano….-
Proseguì Emma, con fermezza.
- No hai
bisogno di aiuto-
Ribatté lei.
Fece per
alzarsi ma una mano
la trattenne a sedere – No! Guardati…mi stupisco
che tu ti regga ancora in
piedi- Emma la guardò con fermezza, lo sguardo pieno di
preoccupazione per
l’aria spaurita e fragile di lei. Poi scosse la testa
più per se stessa che
altro – Masha … non ti si può vedere
così…-
- Non posso
andarmene-
Ribattéla
donnaalzandosi in
piedi
- Ma
…- La voce dell’amica
divenne un sussurro appena udibile -mi
chiedo quanto tu resisterai ancora-
Inaspettatamente
lei sorrise –
Resistere? Mi sono arresa già tanto tempo fa …-
Sussurrò in risposta – Quello
che è fatto è fatto- Sentenziò,
uscendo dal retro ed ad Emma non rimase altro
se non seguirla e rimandare quel discorso.
**
Alle otto di
sera il locale si era ormai svuotato,
rimanevano solo Emma e Masha
- Mi vuoi
dire cosa è successo? – Le domandòla proprietaria ,
approfittando del momento
di calma per tornare al discorso lasciato in sospeso
- Non
c’è niente da aggiungere – Rispose
Masha, la
voce vuota
-
Diavolo!Non c’è niente d’aggiungere? Sei
entrata
qui che tremavi come una foglia e io voglio sapere cosa quel bastardo
ti ha
fatto!- Ribatté lei scalandosi.
Mollò
lo straccio che stava usando per ripulire il
banconee si
avvicinò alla donna ,
posandole delicatamente una mano sulla spalla
Masha
fissò il legno del tavolino che stava
lucidando –Niente-
Ripeté, facendo
perdere la pazienza ad Emma
- Ora basta!
Siamo amiche no? Si può sapere cosa fa
quell’uomo di preciso per ridurti così? Mi hai
detto che ti tratta male …la
sera sparisci e ti ho vista alcune volte sul…marciapiede in
quel quartiere
schifoso--ma perché cavolo lo fai? E non parlare ad enigmi
come sempre-Le
intimò fronteggiandola direttamente
- Cosa fa?-
Le parole uscirono rauche dalla bocca
della ragazza – Cosa fa? Quello che continua a fare da
anni…- Una lacrima
fuggiasca le scese sulla guancia.
Avrebbe
voluto raccontare tutto, sfogarsi ma
credeva fermamente sulla necessità di mantenere il segreto,
doveva o sarebbe
andato tutto storto. – Emma non impicciarti più di
così. Ti basta sapere quello
che ti ho già detto- Replicò Masha, serrando le
labbra in una smorfia sofferta
Emma prese
un profondo respiro, calmandosi- Senti
non ti conosco da molto, è vero ma …ma ti vedo
Masha e sono abbastanza
intelligente da capireche
la causa di
tutto è tuo padre. – Fece una pausa-E’
per lui che fai la battona ?- Chiese piantando i suoi occhi in quelli
verdi di
lei
-
Perché lo faccio non ti interessa…- Rispose la
ragazza distogliendo lo sguardo - Lascia perdere Emma!-
Continuò in tono aspro-
E’ meglio così credimi-Sussurrò
fievolmente – Meglio così …davvero-
Sistemò
la sedia sul tavolino e senza dire altro
afferrò la borsa e uscì dal bar, lasciando che
Emma - in piedi davanti alla porta-
la seguisse con lo sguardo…
Nel
frattempo fuori aveva iniziato a piovere a
dirotto ma a Masha non importava, anzi per lei era meglio
così almeno l’acqua
nascondeva e lavava via le sue lacrime.
La ragazza
camminava a testa china, i vestiti fradici
quando qualcuno le strattono la manica della maglia
Lei si
voltò di scattò, colta alla sprovvista e
squadrò labambina
di otto anni in
impermeabile e ombrello rosa che le si era avvicinata
-
Ciao…Eevj – La salutò per nome mentre
un sorriso
tenero le colorava le labbra–
Come va?-
Chiese inginocchiandosi di fronte a lei ed accompagnando le parole con
un gesto
della mano. Eevj, infatti era sordo muta si dalla nascita.
La bambina ,
le rispose con un altro gesto e Masha
sorrise.- Sono contenta che tu stia bene-
Eevj sorrise
e le porse il suo ombrello, gesto che
provocò una fitta al cuore della ragazza che scosse la testa- Sono già
bagnata- Risposee
, dipingendosi un espressione serena e
felice in viso, si rialzò in piedi. Con un gesto della mano
salutò la bambina ,
poi si allontanò a grandi passi mentre, con la coda
dell’occhio, vedeva che la
madre di Eevj era arrivata e la stava prendendo per mano…
Nel vedere
quella scena, si affrettò ad
allontanarsi mentre un mentre un singhiozzo fuggiascola scuoteva da cima in fondo.
**
Il temporale
aveva colto alla sprovvista Villeche si era ritrovato a dover tornare alla sua
macchina a piedi.
Stava per
imboccare una viuzza laterale,quando
una ragazza gli passo accanto
velocemente: la testa bassa, una mano serrata sulla bocca …
-
Masha…?- Prima ancora di pensare Ville aveva già
pronunciato il suo nome
La ragazza
si fermò, confusa si guardò in torno e
in quel momento incontrò gli occhi di colui che
l’aveva chiamata. Due sguardi
intensi si affrontarono, la pioggia continuava a scendere
più violenta che mai…
Masha
sbatté le palpebre , per scacciare l’acqua
che le imperlava le ciglia lunghe e nere, poi si girò di
scatto e prese a
correre verso la sua abitazione, verso un luogo in cui poter nascondersi
- Ehi
aspetta un attimo- Biasciò Ville mentre si
lanciava all’inseguimento della donna
**
Masha aveva
il fiato corto ,la
milza aveva iniziato a farle male ma non
si fermò.Non
sapeva perché era
scappata, non ne aveva un motivo reale…solo che non lo
voleva rivedere, non in
quel momento
Improvvisamente,
nonostante il frastuono della
pioggia, si rese conto che qualcuno la stava seguendo. Senza smettere
di
correre si voltò e lo vide.”Ancora
lui…” .
- Che vuoi?-
Gli domandò, bloccandosi di colpo e
riprendendo fiato.
Ville si
fermò pochi passi da lei, anche lui aveva
il fiato corto e approfittò della pausa per riprendere
fiato.
- Parlare
…- Rispose spostandosi una ciocca di
capelli fradici dalla fronte
- E di
cosa?- Domandò lei in tono duro “Cosa vuoi
da me?”
-
Di…- Si bloccò. Di cosa le voleva parlare? Della
sera precedente? Già e che le raccontava? Che non era
riuscito a togliersela
dalla mente per tutto il giorno?
- Di?- Lo
incitò Masha, la bocca storta in una
smorfia spazientita
L’uomo
sbuffò contro se stesso – Di qualsiasi
cosa…- Borbottò –Insomma vorrei,
semplicemente, parlare con te - Disse infine
La ragazza
lo guardò stupita e dubbiosa – Parlare
eh?Non ti mettere
in testa strane idee.
Sia chiaro: io con i clienti non ci parlo e – Scosse la testa
ridendo, tra se,
del doppio senso di quelle parole – Ieri sera non
è mai esistita, io e te non
ci siamo mai incontrati. Fine della conversazione….Lasciami
in pace-
Aggiunsevoltandosi
e piantolo in asso,
sotto la pioggia.
Ville la
osservò correr via.“Non
posso lasciarti in pace Masha, non so
perché ma non posso …E cazzo neanche tu lasci in
pace i miei pensieri”
Strano ma vero siamo già al capitolo sei eheh. Devo dire che
l'incontro con Ville sotto la pioggia mi è venuto in mente
mentre ascoltavo It' can't rain for all the time . Uh uh non
vedo l'ora di leggere i vostri commenti (li attendo con ansia)
Alla prossima (dovrei aggiornare entro mercoledì sera eheh)
- Diabolikarl Rapture -
Thanks to: Ginny, Kuji13, Elyrock, Trappy per commenti al
capitolo precedente. Un grazie anche a N@i , Silvia e Bite
che mi hanno commentato per chat. Grazie ragazze, mi fa sempre un sacco
di piacere leggere cosa ne pensate.
Fuori la
pioggia continuava a scendere senza tregua, Masha
era ormai tornata a casa e si era tolta i vestiti bagnati di dosso,
sostituendoli con una semplice felpa e un paio di jeans sbiaditi.
Sdraiata sul
letto fissava il soffitto della sua camera.
Per un momento chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal rumore della
pioggia e
dal ticchettio dell’orologio a muro appeso alla sua destra.
-Parlare- Si
ripeté tra se. “Vorrei,
semplicemente, parlare con te “ La sua voce e le
sue
parole, tornarono a lei chiare come se fossero state pronunciate in
quel
momento
Per un
attimo ripensò alla sera prima, al locale. “ Se
non si fosse messo in mezzo chissà cosa avrei
fatto” Ragionò e arrivò alla
conclusione che probabilmente le cose (senza il suo intervento)
sarebbero
potute andare molto peggio. In fondo , poi l’aveva pagata per
niente…per
starsene una sera da sola., una notte in pace.
La ragazza
sospirò- Perché mi vuoi parlare? Perché
io?- Domandò al silenzio.
Infine emise
un sospiro afflitto e si rigirò nel letto,
cercando di risposarsi e di togliersi dalla mente le sue parole
L’orologio
ticchettava instancabilmente, inesorabilmente
il tempo passò.
Lentamente
la porta della camera di Masha scricchiolò ed
un piccolo spiraglio di luce si fece strada nella fitta
oscurità della stanza
- Sei ancora
qui?- Mauri domandò a quella che –
apparentemente- era una camera deserta
- Si- Dal
buio provenne un sussurro
- Sei in
ritardo…- Proseguì l’uomo aprendo
completamente
la porta, e la sua figura apparve minacciosamente sulla soglia
Masha
sospirò, distolse gli occhi dal soffitto e si
alzò
stancamente in piedi
– Arrivo subito-
Mormorò scivolando giù dal letto
- Stasera
torni al locale di Allan e voglio che tu faccia
quello che ti chiede o…- Lasciò la frase in
sospeso, cosa che non faceva
presagire nulla di buono.
- Ho capito
- Biasciò sua figlia mentre cercava di non
pensare a cosa Allan le avrebbe potuto chiedere di fare…
- Muoviti-
Borbottò l’uomo e chiuse la porta con un tonfo
Masha accese
la luce e con aria stanca si infilò i primi
capi che trovò a portata di mano, tanto
l’avrebbero fatta cambiare no?
Una volta
vestita guardò la sua immagine riflessa nello
specchio: una donna alta e magra, dai capelli castani che le scendevano
di poco
sotto le spalle la stava fissando con un espressione abbattuta. Jeans
neri le
fasciavano le gambela
camicia rosso
scuro corta ed attillata metteva n risalto la sua vita piatta ed il
seno.
- Quanto
resisterò?- Chiese all’immagine , ricordando le
parole di Emma
In risposta
due occhi verdi la fissarono vacui e spenti.
- Non lo so-
Rispose, a se stessa, con amarezza - So solo
che il punto di non ritorno si sta facendo maledettamente vicino. Ho
paura di
impazzire…ho davvero paura che tutto quello che sto tenendo
dentro si riversi
sopra di me, annegandomi- Mormorò
Infine, dopo
essersi osservata in silenzio per qualche
altro minuto, lasciò la stanza.
**
A casa di
Ville il televisore era accesso ma nessuno lo
stava ascoltando. Il proprietario di casa era intento a fumarsi una
sigaretta
ed era troppo preso dai sui pensieri per prestar la minima attenzione
al
chiacchiericcio del TV.
“Sia
chiaro: io con i clienti non ci parlo. Ieri sera non è mai
esistita, io e te non ci siamo mai incontrati. Fine della
conversazione….Lasciami
in pace” Le parole
dure di Masha avevano preso a
torturarlo, e l’immagine della ragazza ancora di
più: I vestiti bagnati ed
aderenti alla pelle, il viso imperlato d’acqua e i suoi occhi
gelidi ma anche
tremendamente potenti ed affascinanti
-Al
diavolo!- Imprecò
spegnendo la sigaretta. – Se devo continuare così
…è meglio provare a
rivederla- Disse al salotto vuoto
Era
già arrivato alla porta
quando si ricordò di non sapere dove andare a cercarla
- Dove
potrebbe essere?- Si
chiese rimanendo a fissare la porta chiusa.
Alla fine
decise che tornare
al locale del loro primo incontro – se così si
poteva chiamare- era l’idea
migliore. “ E una volta trovata cosa fai?” Si
Domandò
- Vedremo
–Rispose aprendo la
porta ed uscendo di casa
**
Davanti al
locale di Allan c’era
già molta gente in coda, Masha li fissò con aria
ostile mentre a testa alta li
sorpassava ed entrava mestamente dalla porta di servizio.
Mauri la
fiancheggiava, quella
volta era deciso ad assicurarsi che la figlia facesse esattamente
quello che le
veniva chiesto.
La ragazza
camminavaa passo
lento , non aveva nessuna voglia di
affrettare l’inevitabile. Una paura gelida le aveva
attanagliato lo stomaco, il
suo cuore batteva a ritmo accelerato e i suoi muscoli erano in
tensione. “Cosa
vorrà farmi fare?” Si domandò mentre ,
agitata, si torturava le mani.
Poco dopo
che padre e figlia
ebbero varcato l’ingresso Allanvenne
loro incontro, indossava dei semplici jeans e una camicia nera aperta,
in
parte, sul torace. Inoltre portava i capelli brizzolati corti , cosa
che
metteva in risalto il viso ben curato e gli occhi grigi.
- Mauri!-
Salutò ignorando
completamente Masha
“Stronzo”
Pensò lei. Odiava
essere trattata come se non esistesse, come se fosse solo un bel pezzo
di carne
da usare se e quando se ne ha voglia.
- Ah Masha- Disse Allan in
tono suadente,
fingendo di essersi appena accorto della sua presenza –
Mh…- Proseguì
squadrandola da capo a piedi con fare meditabondo
La ragazza
si limitò a
stringere denti e pugni .
- Scusala
per l’altra sera…non
so cosa le sia preso- Intervenne il padre posando la mano sulla spalla
dell’altro che si voltò a guardarlo
- Oh
fa’ niente- Rispose
sorridendo , poi la sua attenzione ritornò alla ragazza
– Beh…visto che non
vuoi salire sul palco...credo di avere un lavoro giusto per te-Disse allargando il
sorriso ancora di più.
-
Che---Masha stava per
chiedere che genere di lavoro ma un occhiataccia da parte del padre la
zittì.
- Il
camerino dell’altra
volta…poi vai al bancone e Hellä ti dirà
cosa fare- Proseguì il
padrone del locale
La donna
annuì e guardando con
freddo odio i due uomini parlottare e ridere tra loro si
incamminò verso il
camerino.
**
Ville
guardò con aria
corrucciata la fila all’esterno del “The
Sin”, poi buttò
la cicca a terra e si arrese a mettersi
in coda ed aspettare, pazientemente, che fosse il suo turno
d’entrare.
Una volta
all’interno , nel
vedere la gente accalcata sempre di più, si chiese come
diavolo faceva a
trovarla in tutto quel macello, sempre ammesso che fosse lì.
I suoi occhi
vagarono
irrequieti per il locale ma riuscì a distinguere ben poco
vista la luce e la
quantità di persone stipate nel locale
**
Masha
osserva da una porta
laterale la folla che accalcava la sala. Storse il naso quando una
zaffata di
alcol e sudore la raggiunse, poi -lanciando un ultima occhiata a quello
che
l’attendeva- fece un profondo respiro e ,facendosi coraggio,
mosse il primo
passo verso la folla.
Uomini
più o meno sobri le
sfilarono dinnanzi, lanciandole fischi e sorrisi deliziati. Leluci si abbassarono, la
passerella si illuminò
, la musica sommerse il brusio dei clienti e lo spogliarello ebbe
inizio.
La ragazza
guardò pensosa la
prima spogliarellista a salire sul palco poi si voltò e
prese a fare il giro dei
tavoli.
Prima ,
quando era entrata nel
camerino si era aspettata di vedere di nuovo un abito succinto, invece
quella
volta aveva semplicemente trovato un reggiseno di merletto nero e un
tanga
dello stesso colore, accompagnati da un paio di vertiginosi tacchi a
spillo.
Hellä
le aveva, poi, spiegato
che doveva fare da cameriera e
servire ai tavoli – fin lì niente di particolare
si era detta- ma quando la
donna aveva aggiunto che doveva permettere ai clienti di toccarla dove
volessero, lì il cuore le era immediatamente saltato in gola
ma si era lo
stesso fatta coraggio ed imposta di farcela. E poi suo padre era
lì e le aveva
promesso conseguenze pensanti se si fosse rifiutata di fare come le era
stato
detto.
A passo
felino e
destreggiandosi tra i diversi uomini si fece largo verso le
poltroncine, il
vassoio in equilibrio sulla mano destra
- Per chi
è la birra?- Domandò
a voce alta per farsi sentire.
- Mia-
Sussurrò un uomo robusto, improvvisamente apparso
alle sue spalle, prendendo la birra dal vassoio e poggiandola sul
tavolo.
- Rafael- Si
presentò mentre
con un sorriso malizioso tornava alle spalle di lei.
Masha
lanciò un occhiata
indifferente all’uomo e fece per andarsene ma venne afferrata
malamente per un
braccio
- Resta qui
– Ghignò Rafael
tirandola a se. Velocemente le sue mani forti si chiusero sui polsi di
lei,
costringendola a tenere le braccia ai fianchi - Non scappare-
Continuò
La ragazza
deglutì
rumorosamente mentre le viscere le si contorcevano. Come faceva a
liberarsene
senza contravvenire a ciò che le avevano detto?
Poi, quando
la mano di lui le
accarezzò sensualmente i fianchi e la
sua
lingua calda le sfiorò la pelle dello sterno , il vassoio le
scivolò dalle
mani, cadendo a terra con un tonfo metallico.Masha strinse i pugni , ricordandosi che in fondo quello
era ‘solo’ il
suo corpo, che poi sarebbe passato tutto che –
Improvvisamente
l’uomo cambiò
posizione e fece aderire il corpo della ragazza al suo petto.
– Sai che sei
molto carina?- Ridacchiò mentre lo sguardo di Masha si
induriva ulteriormente e
la sua mascella si serrava
Rafael,
ignorando la reazione
della ragazza,prese
il suo viso tra le
mani e lo sollevò leggermente
verso il
suo. Poi con un ghigno stampato sulla faccia tonda e coperta da barba
ispida la
baciò con la lingua; mentre con un braccio
continuò a tenerla stretta a se con
la mano libera scese lungo la sua schiena nuda, insinuandosi sotto il
tanga e
cercando di toglierglielo
Le mani di
lei si strinsero a
pugno, tanto strette che le unghie lunghe e curate le si conficcarono
nel palmo
mentre tentava di divincolarsi da una stretta troppo forte per lei da
battere
**
Ville si
stava facendo largo
tra la folla, quando il rumore di qualcosa di metallo che cadeva a terra lo fece voltare.
Fu in quel
momento che la
vide: su un piano leggermente rialzato da terra , schiacciata contro un
grassone basso e tarchiato. Istantaneamente corse verso di loro.
Solo quando fu
più vicino si accorse di cosa
la ragazza stava indossando o meglio non stava indossando.
Istintivamente
allungò la mano
verso di lei, vederla così gli fece rabbia. Con lui non
voleva nemmeno parlare
e con quello, invece, si lasciava scopare in pubblico
**
- Lasciala
andare!- Una voce
conosciuta intimò
Colto di
sorpresa, Rafael
lasciò la presa e Masha indietreggiò con tanta
fretta che per poco non cadde
all’indietro. Però, invece di finire a terracome si era aspettata , si sentì afferrare
saldamente per le spalle
Spaventata e
confusa voltò la
testa di scatto, ritrovandosi a da pericolosa vicinanza due occhi che
cominciavano ad esserle familiari -
Tu?-
Boccheggiò quasi senza fiato
- Che cazzo
vuoi te?- Ringhiò
l’uomo che era stato interrotto sul più bello.
In risposta
Ville attirò a se
Masha – Mi dispiace ma per questa sera lei è
impegnata con me – Rispose e senza
aspettare che l’altro replicasse, trascinò
entrambi in mezzo alla folla…
Ultimamente
sono sempre di corsa
ma come promesso siamo a mercoledì ed ecco il nuovo capitolo!
Un
grazie a Dark Lunacy, Kuji,
Silvia, Elychan, Trappy e Anima bianca per i commenti (grazie di cuore
visto
che più che scrivere per me, scrivo per chi legge e do molta
importanza ai
vostri pareri eheh)
Dark
Lunacy: eehi amore!ehm si
Eevj è finalmente comparsa (e ricomparirà
più avanti) . Sono felice di sapere
che anche il cap 6 non ti è dispiaciuto eheh ^///^. Riguardo
alla reazione di
Masha ognuno la vede come vuole
Kuji13:
Si direi che ci voleva,
non voglio fare strage di poveri lettori. Riguardo a Masha e alla sua
freddezza,
non posso affrettare le cose proprio perché visto il lavoro
ed il tempo…non
posso. (Sarebbe improbabile e molto O.C) Però anticipo che
si ‘scioglierà’ un
poco.
Silvia:
Bel padre si! Eh come mi
ha fatto notare qualcuno io non posso fare un cattivo solo cattivo lo
devo fare
perverso. :p
Elychan:
Grazie e posso dire che
andando avanti- a mio parere- lastoria
migliora sempre di più
Anima
bianca: povera Masha, non
le do davvero un attimo di tranquillità
Trappy:
ahah Ville il povero
incompreso, l’idea mi fa ridere. Comunque Thanks per i
complimenti e i tuoi
sempre splendidi commenti!
Buio , luci
multicolori, caldo, sudore tutto mescolato in una girandola
psichedelica. Masha
chiuse gli occhi e si bloccò in mezzo alla pista.
La testa
le girava in fretta, non sapeva dove quell’uomo che
continuava ad incontrarela
stesse portando, era confusa e in quel
momento l’unica cosa che desiderava era soloun minuto di calma per riprendersi e riordinare la
situazione.
- Che
stai facendo?- Le domandò Ville che fu costretto ad
avvicinarsi per farsi
sentire sopra il rumore della musica alta
La donna
si passò una mano sulla fronte, scostandosi i capelli dal
viso – Per…di là-
Biascicò al suo orecchio con voce confusa e –
prima che lui potesse replicare-
fece strada verso una porta laterale.
Una volta
che entrambi furono entrati nel retro, lasciandosi indietro la
confusione , Masha
si divincolò immediatamente dalla presa di Ville e si
diresse verso il suo
camerino. Si sentiva prosciugata di ogni energia, le gambe tremanti e
terribilmente a disagio: perché aveva portato lì
anche lui?
Ville si
stava guardando intorno, felice di essere finalmente uscito dal mezzo
di quello
schifoso ammasso di gente quando vide che la donna stava per andarsene.
- Ferma-
Disse afferrandola per un braccio
Masha si
bloccò sul posto e si voltò rivolgendogli uno
sguardo raggelante – Cosa vuoi si
può sapere?- Sibilò a denti stretti
- Mi
pare ti avertelo già detto!- Replicò lui
lasciando la presa.
- Non mi
va di parlare- Ribatté lei a denti stretti. In quel momento
voleva solamente
mettersi qualcosa di decente addosso
Ville le
scoccò un occhiataccia, cominciava ad essere nervoso
– Ah con me non vuoi
parlare. Bene allora puoi tornare da quello là visto che te
lo stavi quasi per
scopare davanti a tutti –Non appena lo
ebbe detto si accorse di aver fatto un grosso sbaglio
- Che
cazzo ne sai tu eh? – Ringhiò Mashache si scansò
bruscamente e gli diede le
spalle, prendendo a camminare a passo pesante lungo il corridoio
Come
poteva dire certe cose senza neanche conoscerla. Come osava quello
stronzo? SI
domandò spalancando la porta della stava doveva aveva
lasciato i vestiti
–
Senti…
- Mormorò Ville avvicinandosi alla porta che si
aprì sotto la sua mano,
rivelando la stanza e la ragazza intenta a rivestirsi davanti ad uno
specchio.
– Mi dispiace per prima – Continuò ma
non finì la frase perché si soffermò
ad
osservare l’immagine riflessa nello specchio: una ragazza con
la camicetta
rossa quasi abbottonata, i capelli arruffati, gli occhi cerchiati di
nero e
lucidi
Immediatamente,
la testa di lei scattò all’indietro ma resasi
conto che così lui avrebbe visto
che stava piangendo (cosa che non doveva succedere) abbassò
immediatamente la
testa e tentò di asciugarsi le lacrime con il dorso della
mano
Il
cantante rimase per un attimo ammutolito, aveva infatti visto le sue
lacrimee per un
attimo si era chiesto
se ne era stato lui la causa.
-
Vattene- Disse Masha a denti stretti
- No-
Ribatté secco Ville
Allora
la donna alzò lo sguardo. Al diavolo se la vedeva piangere.!
– Vattene!- Ripeté
con più durezza di prima
- No-
Ripeté
il frontman, sbattendo chiusa la porta
–
Fa
come diavolo ti pare – Sbuffò lei , tornando a
voltargli le spalle e
concentrandosi sul pulire le chiazze di mascara colato che le erano
rimaste
sotto gli occhi. -
Oh insomma perché sei
ancora qui? Io fra poco devo tornare di là- Masha si
voltò nuovamente,
fronteggiando ‘l’intruso’ e quella volta
nei suoinon
c’era più traccia di lacrime ma solo uno
sguardo freddo come metallo
In
risposta Ville immerse
la mano nella tasca
dei jeans, estrasse un pacchetto disigarette e se n’ accese una – Ti
resta tanto difficile capire che mi
piacere parlare con te ?– Domandò
Masha
fece un profondo respiro, calmandosi . – Mi pare di averti
già risposto-
Alla
fine cosa gli costava parlare? Non era anche un buon modo per
svignarsela dal
locale senza però disubbidire ad Allan? - Non posso parlare,
non ora…devo
lavorare – Sospirò infine.
Ville la
guardò un attimo. Infondo quelle parole erano un inizio
- E se
facessimo come l’altra volta?- Chiese ispirando una boccata
di fumo
Lei lo
squadrò perplessa- E cioè?- Domandò.
Aveva intuito dove volesse arrivare ma
preferiva sentire le parole dalla sua bocca
- Se ti
pagassi per venire con me?- Domandò - …per
parlare e basta- S’affrettò ad aggiungere
Gli
occhi di lei divennero due fessure-
Come …vuoi-Mormorò,
poi, scuotendo la
testa “Se vuoi sprecare i tuoi soldi così fa
pure”
- Poi
però lasciami in pace- Aggiunse pettinandosi i capelli con
la mano ed
afferrando la borsa - Allora andiamo- Continuò passandogli
accanto e
spalancando la porta
Ville
spense la cicca a terra. Aveva la netta impressione che la loro
conversazione
non sarebbe stata facile. Ma era pronto ad insistere , quella donna lo
intrigava troppo per lasciar perdere facilmente
- Ah
proposito di parlare…- Disse Masha rivolgendogli un
sorrisino compiaciuto – Tu
conosci il mio nome…e il tuo?- Domandò
- Ville
–
- Mhhh-
Commentò la donna.
Non che
le importasse veramente, ma visto che veniva pagata per parlare almeno
si
sarebbe sforzata quel tanto da scambiare due parole.
–
Prima
di ‘parlare’ però è meglio
avvertire il mio capo – Disse sorridendo con
falsità
inquietante e iniziando a fare strada verso l’ufficio di
Allan “L’importante è
poter andarmene da questo schifoso posto.Tanto meglio se lo posso fare
senza
dover per forza fare sesso con qualcuno…”
Ville la
seguì in silenzio, osservandola con minuziosa attenzione.
Aveva la netta
impressione che ci fossequalcosa di
freddo in lei, freddo e in qualche modo tremendamente
‘sbagliato’ solo che non
ancora sapeva cos’era.
Thansk to: Ginny, Kuji13,Anima
Bianca, Elyrock e Trappy per i
commenti al precedente capitolo. Fa piacere sapere il parere dei
lettori ^^ Thank you !
Kuji13: eh si ormai la preda
preferita dei più schifosi. Povera
ragazza. Eh ma come sempre c’è Ville che la salva
eheh. Oh si ma certo con
calma, piano piano si scioglierà un tantino. Eheh vedrete
*si strofina le mani*
Ginny: come ho detto , prima o poi il
ghiaccio si
scioglierà! Eheh grazie cara fa piacere sentirtelo dire
Anima bianca: commento di poche
parole ma la faccina rende
bene ^.^
Trappy: Grazie per i complimenti.
Vorrei rispondere alle tue
domande ma credo che il fatto che il padre sia fondamentalmente
perverso e
ignobile …basti a dire tutto. Poi non posso rivelare tanto,
non voglio svelare
i futuri sviluppi ^_-. No stranamente , per ora, Ville non
l’ha messa nei guai
e si vedrà nel prossimo capitolo….
Elyrock: via per questa volta ti
perdono!:p. Ti capisco
anche io devo leggere tante storie ma rimango sempre indietro. (prima o
poi
recupero). Sono contenta che anche gli altri due capitoli ti abbiano
emozionato
^^. Eh si l’incontro con Eevj è davvero
malinconico….Alla prox. Spero.
-Aspettami
qui- Mormorò Masha a Ville, dopo averlo condotto davanti
alla porta di legno
scuro dell’ufficio di Allan.
La donna
aveva già posato la mano affusolata sulla maniglia e stava
per abbassarla
quando una voce la bloccò a metà del movimento.
-
Perché
sei vestita e non
sei di là?- Domandò
Mauri, una minaccia velata che però non sfuggì
alla figlia. Istantaneamente
Masha si irrigidìe
strinse
convulsamente la maniglia
-
Perché
…- Biascicò la ragazza che non si era aspettata
di fronteggiare l’uomo così
presto. – ho…- Si ficcò la punta delle
scarpe nere. “Masha non è questo il
momento di lasciarsi prendere dalla fifa, non qui e non davanti ad un
cliente…capito?”
Al
leader degli HIM bastò un occhiata veloce all’uomo
e alla ragazza per
capire che c’era qualcosa che non andava
- Sono
stato io a chiederglielo- Intervenne e Masha si voltò di
scatto e per un attimo
sfuggente incontrò gli occhi verdi di lui.
–
Si mi
ha chiesto di andare con lui – Riprese il discorso voltandosi
verso il padre e
sorridendo maliziosamente
Mauri
annuì
lievemente, poi squadrò attentamente Ville – Tu
non sei quello del l’altra
sera?- Chiese , un espressione strana in viso
- Si-
Rispose lui – Sa…sono rimasto molto soddisfatto
dall’ultima volta- Proseguì reggendo
il gioco
-
Ahbene!...Ma sai
questa sera lei doveva
finire un lavoro qui …- Iniziò e sua figlia capì
immediatamente dove , l’uomo, voleva
arrivare: voleva alzare il prezzo
–
Si me
lo ha detto – Ribatté Ville cercando di suonare
pacato ma con quell’uomo gli
riusciva difficile, la sua sola faccia finiva per dargli sui nervi
– Ma ho
insisto – Aggiunse dopo una lunga pausa
- Quanto
sei disposto a pagare?- Domandò, allora, l’altro;
andando dritto al punto.
- Quanto
vuole?- Domandò ma dentro di lui si chiese come si potesse
dare un prezzo ad
una ragazza.
Intanto,
l’oggetto dello scambio sospirò e si
appoggiò al muro. Sul viso affilato di
Masha non comparve
nessuna emozione ma
dentro di lei si stava nuovamente svolgendo una lotta interna tra la
rabbia per
essere sempre tratta come una merce in bella confezione e la
consapevolezza di non
dover lasciar
trapelare nulla di quei
sentimenti. “Quanto durerà tutto questo?
“ Si domandò mentre si lasciava
trasportar via dal corso dei suoi pensieri.
La
ragazza si risvegliò dalla specie di trance in cui era
caduta solo quando Ville
la richiamò.
- Ti
senti bene?- Chiese
, notando lo sguardo
perso nel vuoto di lei che sbatté le palpebre e lo
guardò con aria stralunata
–
Si –
Sibilò – Cosa avete deciso?- Domandò
senza dar a vedere il se pur minimo
interesse per la faccenda
Ville la fissò un
attimo e i suoi occhi verde
ghiaccio lo squadrarono in rimando. “ Si,
c’è davvero qualcosa che non
va…nessuno si comporterebbe così. “
Constatò, sicuro di quella sua analisi.
-
Comunque …abbiamo una conversazione da fare- Rispose ignorando la sua domanda.
Non voleva dire
quando aveva pagato, altrimenti tutto sarebbe diventato più
‘reale’ in qualche
modo.
La
ragazza sospirò e si scostò dal muro, seguendolo
fuori dal “The Sin”
***
- Allora
di cosa vogliamo parlare?- Domandò Masha in tono piatto
osservando con finto interesse
il legno del tavolino del bar che il suo insistente cliente aveva
scelto come
luogo della loro “chiacchierata”
Il
cantante la osservò un attimo prima di parlare, sinceramente
non sapeva cosa
chiedere. Quella donna poi gli
faceva
uno strano effetto e aveva la netta impressione che sarebbe dovuto star
molto
attento a cosa chiedeva e – soprattutto - come lo chiedeva
-
Allora?- La ragazza si passò una mano tra i capelli e lo
fissò negli occhi
senza timore “Cosa gli è preso ora?”
- Niente
di particolare. Raccontami qualcosa di te- Rispose lui sorseggiando la birra
La donna
lo guardò e sorrise lievemente mostrando il sorriso
raccapricciante e gelido di
una bambola senz’anima – Perché dovrei
farlo? Cosa vuoi realmente?... Vuoi che
ti racconti tutto di me?- Rispose bruscamente.
- Non ti
ho chiesto nulla in particolare- Cercò di calmarla Ville
–Però…- Sospirò,
lasciando la frase in sospeso. Era tutto così difficile con
lei, sembrava quasi
che per parlare gli dovesse estrarre le parole di bocca
-
Però?-
Lo sfidò lei sporgendosi in avanti – Ascoltami
bene. Se speri di sapere
qualcosa di me, scordatelo. – Sussurrò dura come
il marmo
Ville
scattò in avanti – Ah si allora ti dico una cosa
io. Il tuo comportamento
inizia a darmi sui nervi-Brontolò
Con sua
sorpresa la donna sorrise di nuovo- Tu mi hai chiesto di parlare.
– Lo rimbeccò
acida. Se ne infischiava se il suo comportamento iniziava a dargli
fastidio
–
Ascolta, mi piacerebbe conoscerti ma se continui così come
faccio?- Provò
un'altra strada. Anche perché se avessero continuato in quel
modo sicuramente
la serata non sarebbe stata piacevole per nessuno dei due.
Masha lo
guardò con finti occhi da cerbiatta ferita –
Conoscermi? – Ripeté in derisione –
Perché mai?- Esclamò fissandolo con odio
Ville
alzò gli occhi al cielo – Cristo, insomma non puoi
semplicemente dire qualcosa
di te. Vorrei parlare con la vera Masha non con …- Ville
lasciò la frase in
sospeso.
Allora
la ragazza si sporse di nuovo in avanti, il viso a pochi centimetri dal
suo,
gli occhi testardamente nei suoi – Dillo pure!- Lo
incitò – Di pure ‘puttana’-
Ringhiò
-
Ascolta, questa volta te lo dico chiaro e tondo. Se speri di
conoscermi,
scordatelo! Vuoi fare una conversazione? Bene
ma trovati qualcun’altra.- Bruscamente si
rialzò – Quelle come me non sono fatte per
parlare.- Aggiunse, facendo per
andarsene
Il
cantante scattò in piedi – Perché
diavolo fai così?- Domandò brusco
A quelle
parola Masha si voltò di scatto e lo trafisse con il suo
sguardo - Perché
insisti?- Domandò irritata
-
Perché
voglio conoscere la ragazza che ho intravisto nei tuoi occhi
l’altra sera-
Rispose francamente
La donna
boccheggiò. Non si era resa conto che per una attimo la sua
maschera perfetta
le era scivolata via
–
Non la
puoi conoscere – Insisté incamminandosi verso la
portama il braccio
di Ville la bloccò
- Se la
metti così… ti ricordo che ti ho pagata-Disse lui
anche se non avrebbe voluto
arrivare a quello. Ma lei non gli aveva lasciato scelta. Sembrava che
minacciarla fosse l’unico modo se non convincerla a parlare
per, almeno, farla
restare – Quindi ora siediti e continuiamo a parlare-
Proseguì
Masha
non rispose e si limitò a
fissarlo con
odio tagliente. – Come vuoi – Sussurrò a
denti stretti, divincolandosi dalla
presa dell’uomo e lasciandosi ricadere pesantemente sulla
sedia –
Parliamo…- Proseguì in tono basso e
minaccioso
–
Sei
uno stronzo – Lo
insultò guardandolo in
cagnesco
“Volevi
parlare,no? Eccoti accontentato!” Brontolò tra se
ma , per la prima volta dopo
tanto , la ragazzasi
era concessa di
dire esattamentequello
che le era
passato in mente.
Ville
ignoròl’insulto
e sorrise lievemente -
Grazie della sincerità-
Se pur
un insulto era comunque un piccolo frammento di sincerità da
parte sua. Chissà
forse poteva sperare di conoscere chi si nascondeva dietro la facciata
fredda e
dura di quell’affascinante donna dagli occhi penetranti e
freddi più del ghiaccio.
“Forse…”
Come avete visto la
‘conversazione’ non sta andando certo
bene ma insomma da Masha cosa ci si poteva aspettare? In fondo le
è difficile
parlare , comunque nel prossimo – che va considerato come una
II parte di
questo capitolo ci sarà (diciamo) una piccola svolta - . O
meglio se avete
notato la svolta in Masha è iniziata già da
qualche capitolo. Comunque basta
con le chiacchiere, grazie a: Ginny, Kuji13, Elyrock, Trappy e Anima
Bianca per
i commenti al capitolo scorso. *commossa*
Alla prossima, commentante numerosi
(ci spera)
- Diabolikal Rapture-
Ginny: sono sopravvissuta al cesso
yeah! Eh per ora hai
letto solo una parte del dialogo – chiamiamolo
così-. Vedrai, vedrai!
Kuji13: W la tristezza. No stavo
scherzando però –
effettivamente – la protagonista è un personaggio
molto malinconico e triste. Ora
hai visto che la conversazione infatti non va…
Elyrock: uh bell’analisi.
Si Masha è un pezzo di ghiaccio ma
è il tempo che l’ha fatta diventare
così (nel 10 saprete esattamente quanto
tempo). Comunque si prima o poi se seguo una mia idea lei
rivelerà tutto…ma
quanto e perché è un'altra faccenda.
^^”
Trappy: per te vale lo stesso
discorso di sopra. Ancora grazie
per i complimenti
Anima Bianca: Perché?
È una domanda a cui non posso
rispondere ora altrimenti ti svelo tutto ^^. Sorry!
Nonostante
fossero trascorsi diversi minuti Masha continuò
a fissare Ville in cagnesco,le labbra serrate in un ostinato silenzio.
Ville si
accese l’ennesima sigaretta ed inspirò una
boccata di fumo. A quanto pareva la serata non stava andando nel verso
giusto.
Che cazzo doveva fare conlei?
La ragazza
continuò a fissarlo e per quanto difficile lui
mantenne il contatto visivo. Fu lei che per prima distolse lo sguardo
-
Perché lo fai?- Chiese in un sussurro, tanto basso che
il cantante pensò di essersi sbagliato - Perché
non ti comporti come gli
altri?- Proseguì inchiodandolo con lo sguardo.
- Ti
dispiace forse?- Domandò Ville in tono scherzoso,
per alleggerire la situazione
- Si-
Mormorò Masga abbassando gli occhi .
Non che le
dispiacesse il parlare in se, ma semplicemente
non voleva, non si poteva permettere di farlo. Parlare, significava
infatti
aprirsi almeno un po’, abbassare la gelida barriera
d’acciaio che con il tempo
aveva creato tra se e il mondo…
Ville spense
la sigaretta. Aveva detto sul serio? Si
domandò osservando il profilo della ragazza.
- E allora
te la faccio anche io una domanda- Iniziò e la
donna tornò a guardarlo, dritta in faccia, senza timore -
Perché tu comporti
così?- Le chiese sporgendosi in avanti
- Sei
insistente- Rispose lei sorridendo maliziosamente –
Ma lo vuoi capire che non posso parlare?-
- Non vuoi!-
La corresse lui, irritato. – Ti ho chiesto
solo di parlare, solo questo. Ti ho dato una mano anche
l’altra sera e tu cosa
fai? Non ti sforzi nemmeno di considerarmi!- La rimproverò,
dando sfogo alla
sua frustrazione per quella situazione
Con sua
sorpresa Masha rise , una risata senz’anima e
calore – Cosa vuoi da me? Te l’ho già
detto che quelle come me non sono fatte
per parlare!- Ribatté alzandosi in piedi
Ville la
osservò dall’alto in basso – Sei tu che
non
vuoi! – Le ricordò – Davvero avresti
preferito che venissi a letto con te?-
La ragazza
gli rivolse un occhiata fredda e vacua – Ah
uno vale l’altro, non è una cosa che mi interessi
poi molto – Replicò
sistemandosi i capelli dietro le spalle – E ora …-
Fece un passo indietro –
Grazie di tutto, ma preferisco ridarti i soldi che passare un minuto in
più con
te-Proseguì
acida. -Per
l’ennesima volta: lasciami in pace- E
senza preavviso uscì dalla porta d’ingresso
lasciando Ville allibito a fissare
un tavolo ormai vuoto.
**
Masha
correva a perdifiato nella notte, l’aria le
bruciava nei polmoni, la milza aveva iniziato a farle male ma non si
fermò,
anzi, aumentò l’andatura della sua corsa
Perché
scappava? Non lo sapeva bene, aveva solo voglia di
stare all’aperto e sentire il vento sul viso.
“Stupida!...Hai
appena allontanato l’unico uomo che ti ha
trattato come una ragazza normale , dopo tutto questo tempo!”
“Quanti anni
Masha? Quanti sono?” Gridò contro se stessa
- Dopo otto
anni- Sussurrò nella notte
No! non ci doveva
pensare…doveva lasciarsi tutto alle spalle e tirare avanti
come faceva sempre.
- Sono stufo
di rincorrerti!- Esclamò una voce maschile
alle sue spalle
Colta di
sorpresa, la donna si fermò per girarsi e quello
diede il tempo a Ville di
afferrarla per
la vita. Immediatamente l’abbracciò di suo padre
le tornò alla mente, vivido
nelle immagini e nelle sensazioni
-
Lasciami!!- Gridò lei, dibattendosi con tutte le sue
forze per sfuggire a quella presa che le aveva ricordato cose
spiacevoli eterribili.
- Scusa-
Mormorò realmente dispiaciuto. Per un attimo gli
era sembrata così spaventata, terrorizzata…ma da
cosa? Si chiese fissando la
donna piegata in due, con le braccia avvolte intorno al corpo magro, la
schiena
incurvata ed il viso nascosto dai capelli lunghi e perfettamente lisci.
“Che
fai?” Si disse “Masha riprenditi che diavolo fai?
“Si
rimproverò la ragazza. Non poteva concedersi di mostrare
quel lato, non davanti
a qualcuno.
Masha chiuse
gli occhi, cercando di scacciar via le
immagini che avevano preso a scorrere davanti agli occhi e di regolare
il suo
respiro. Ma nonostante i suoi sforzi il suo cuore continuò a
battere forte, il
respiro ad essere irregolare…
- Ti senti
bene?- Le chiese Ville, avvicinandosi e
allungando una mano verso la ragazza, ma prima ancora che avesse
l’opportunità
di anche solo sfiorarla Masha indietreggiò, drizzando la
schiena.
- Vattene
lasciami stare! Cosa diavolo vuoi?? Non lascerò
cadere tutto per te!! Maledetto- Ringhiò , le parole le
fluirono veloci fuori
dalle labbra
-
Vai…allora, vattene Masha- Rispose Ville, incontrando
volutamente i suoi occhi.
- Non puoi
cambiare le cose- Sussurrò lei prima di
voltargli le spalle ed andarsene, lasciandolo solo con i suoi pensieri.
- Non posso
stasera, ma domani…- Mormorò al vento,
accendendosi una sigaretta. Aveva infatti, ormai, capito che in Masha
nascondeva qualcosa, ed era ben determinato a sapere cosa…
I can’t feel my senses
I just feel the cold
All colors to fade away
I can’t reach my souls
(Frozen-Within Temptation)
Evvai
puntuale come ogni domenica
(beh un tantino in ritardo rispetto alle alter domeniche). Ecco il
nuovo
capitolo di heaven’s a lie. Spero che vi sia piaciuto e come
sempre vi invito a
commentare numerosi.
Grazie
di cuore a Ginny, Kuji. Musicaddict,
Silvia, Anima Bianca e Elyrock per i commenti allo scorso capitolo.
Sono così
contenta che apprezziate questa mia storia *commossa*
Kuji:
brillantissima conversazione
e in questo capitolo non è di certo migliorata.
Però rispetto agli inizi Masha
si è scoperta un tantino di più (pochino pochino
ma è qualcosa no?) .Ah
riguardo alla storia della protagonista verrà illustrata
piano, piano e un
pezzo per volta. Grazie per i complimenti! Baci
Silvia:
uh incognita delle
incognite si! Sai che sono imprevedibile muahah *sadica* Grazie cara per i commenti!
*ci si vede il 30
yeah!*
Musicaddic:
eheh si si tanto
forte o no scrivo sempre quello che mi viene in mente, il 5 lo trovavo
giusto
per far capire meglio Masha e serviva ai fini della storia eheh. Fa
niente se
eririmasta
indietro l’importante è che
ora hai recuperato no?. Riguardo agli errori ricontrollo sempre ma gira
gira c’è
qualcosa che mi sfugge argh! Dannati!>.< Mi fa piacere
che apprezzi il
mio indagare psicologicamente su Masha è una cosa che mi
piace fare e a cui
tengo diciamo. E poi lei è un personaggio complesso e ha
molto da dire . Ah
Mauri…mah ancora non so che fine farà eheh
Anima
bianca: ehm fa così perché…non
te lo dico!:p
Elyrock:wow come sempre inquadri
benissimo il
personaggio. Mi piace fare cose realistiche nel limite del possibile
per questo
sono molto contenta di sapere di essere riuscita nell’intento
di creare una conversazione
reale. Si come ho più volte detto Masha ha i suoi motivi e
una storia molto
tormentata quindi…non ti resta che continuare a leggere per
sapere i come e i perché
. ^^
Masha correva
senza meta nella notte, il vento nei capelli.
Perché
si riduceva sempre a scappare? Era una domanda che ,
ormai da anni aveva smesso di rispondere, perché sapeva bene
che lo faceva per
andare avanti, proseguire con quello schifo di vinta fino al giorno in
cui
avrebbe potuto mollare tutto e andarsene. “Se mai
arriverà quel giorno” Pensò
amaramente mentre s’infilava in un vicolo laterale.
Era scappata,
si ma ora dove andava? Tornare a casa era
fuori discussione! Quello era certo …e allora dove? Dove
passare la notte?
***
- Fai
schifo…- Si
disse Masha fissando laporta
dell’appartamento di Emma. Ci era sta poche, rarissime volte
ma si era,
ugualmente, ricordata la strada.”Fai davvero
schifo”Proseguì l’invettiva contro
se stessa, ed era vero non le piaceva dover chiedere aiuto a lei non
dopo che
il pomeriggio avevano avuto quella discussione.
La donna
sospirò, fissando la porta, insicura se bussare o
meno oppure prendere ed andarsene.Infine portò , lentamente, la mano vicino la
porta - Scusami Emma…-
Sussurrò mentre suonava il campanello
Passarono
diversi minuti di silenzio, poi si sentirono dei
rumori provenire dall’interno ed infine la porta venne
aperta, lasciando
intravedere un’Emma dall’aria assonnata e i capelli
scompigliati ed in
disordine. Per un attimo gli occhi di lei la fissarono stralunati , poi
–
finalmente – la ragazza si riscosse
-
Masha…- Biascicò, la voce ancora impastata dal
sonno
Masha si
era,intanto, pentita di aver bussato e fece un
passo indietro, intenzionata ad andarsene
- Scusa non
dovevo…- Mormorò e fece per voltarle le spalle.
“Non è giusto approfittare di lei…
“
-Ehi aspetta!-
La richiamò Emma colta di sorpresa. – Entra
– La invitò sorridendo leggermente.
Aveva infatti
capito che c’era qualcosa che non andava o
Masha non si sarebbe presentata a quell’ora davanti al suo
appartamento. Voleva
sapere ‘cosa’ fosse successo vista, poi,
l’aria piuttosto spaurita della donna
ma era certa che lei non gli avrebbe detto la verità o
risposto.
Masha rimase
immobile dov’era – Io…non mi chiedere
cosa è
successo – Supplicò quasi. Non le poteva spiegare!
Con sua
sorpresa il sorriso di Emma si allargò –
Chissà
perché mi ero immaginata una cosa simile… Non ti
farò nessuna domanda, promesso!–
Ridacchiò alleggerendo il tono della conversazione
– Forza, donna dei misteri,
entra…- la invitò con un gesto della mano
- Grazie- Le
disse mentre, chinando la testa, entrava
nell’appartamento della ragazza
Alle nove del
mattino Masha rientrò a casa e tirò un
sofferto sospiro di sollievo nel vedere che, per una volta tanto, la
casa era
vuota: realmente vuota.
A passo veloce
salì le scale e si chiuse in camera. In
fretta si fece una doccia e si cambiò i vestiti. Infine
afferrò la borsa e uscì
nuovamente; non avendo nessun desiderio di rimanere là
dentro ancora un minuto
in più. (più restava e più le
possibilità di incrociare suo padre, aumentavano)
**
Come sempre,
di prima mattina, il bar di Emma era deserto.
La ragazza era seduta dietro il bancone ed osservava le persone passare
oltre
l’entrata del bar. Però, quando vide Masha
arrivare si rianimò in fretta,
felice della compagnia che lei offriva.
- Ciao-
Salutò la nuova arrivata sorridendo pacificamente e
prendendo posto su uno sgabello di fronte a lei – La mattina
è un po’ morta
eh?-
Emma
ridacchiò - Già …molto morta
– La corresse – Però che
ci vuoi fare?- Scrollò le spalle – Le cose vanno
così: la mattina non c’è un
anima viva, il pomeriggio e la sera è quasi sempre pieno
– Spiegò con un sorriso
divertito stampato in faccia
L’altra
donna la guardò un secondo, evitando però di
guardarla negli occhi, poi spostò gli occhi altrove
– Allora perché mi hai
detto che stamattina ci sarebbe stato bisogno di me?-
Domandò a voce bassa ,
fissando i tavoli vuoti
Emma
sospirò – Detto sinceramente: capisco che tu
voglia
startene fuori casa il più possibile…elontana da Mauri – Pronunciò il nome
con evidente disprezzo – Ti ho solo
offerto l’opportunità –Aggiunse in tono
mesto
Improvvisamente
lo sguardo di Masha tornò a posarsi su di
lei e quella volta i suoi occhi verdi erano ricolmi di riconoscenza
– Un
giorno…- Abbassò lo sguardo sulle proprie mani -
…ti spiegherò ogni cosa, non
ti nasconderò niente. Quando arriverà il momento
giusto…ti racconterò- Mormorò
sincera. Il problema era se avesse
resistito fino al momento giusto…
Una mano
leggera si posò sulla sua – Mi fido –
Rispose la
ragazza , poi sorrise e le fece l’occhiolino – Ci
conto eh!-
Masha sorrise
leggermente e per un attimo i suoi lineamenti,
di solito duri e freddi, si ammorbidirono – Sai, Emma tu sei
…la mia unica e
sola amica- La ragazza si morse il labbro indecisa se proseguire e
rivelarle
almeno una piccola, piccolissima parte del suo passato – Non
ho mai avuto…amici
– Aggiunse con un sospiro.
- Come?
Cioè ma quando andavi a scuola…?-
Domandò la
ragazza, confusa
-
Nessuno…mio…- Sussurrò fievolmente -
…Mauri – Era troppo
per lei chiamarlo padre a voce alta, da tempo aveva smesso di
considerarlo tale
- …non voleva-
Emma
fissò sbalordita Masha ma si trattenne dal chiedere
ulteriori spiegazioni. Quel poco che lei le aveva detto le era
sufficiente,
almeno le aveva mostrato una parte di se, del suo passato –
Che bastardo – Le
sfuggì detto
- Non sai
quanto- Sibilò l’altra tornando a fissare il
locale vuoto – Davvero non sai quanto…-
Mormorò
**
Mezzogiorno
era vicino quando Mauri entrò nel locale
semideserto.
Non appena lo
vide Masha si irrigidì ma lo fissò con
indifferenza e finta naturalezza
L’uomo
fece vagare, minacciosamente, lo sguardo sulle
quattro persone presenti nella stanza, ovvero due clienti e Masha ed
Emma. Poi
si avvicino alla figlia
- Vieni un
attimo fuori…- disse – Devo parlarti
…in privato –
Le sussurrò all’orecchio
- Arrivo
subito – Rispose la ragazza con calma innaturale e
prima di seguire al padre all’esterno lanciò un
ultima occhiata ad Emma
La
proprietaria del bar la fissò addolorata, avrebbe
voluto fare qualcosa ma se Masha non
le diceva il problema, non sapeva neanche da dove cominciare per
aiutarla
**
Ville
camminava per la strada, le spalle basse ,
strascicando i piedi.
Perché
diavolo era andato tutto storto? Era,forse, stato un
coglione a sperare che lei si aprisse almeno un po’ almeno
quel tanto da fare
una chiacchierata normale e decente? Sembrava di si
Eppure non
voleva lasciare perdere, chissà perché si era
intestardito tanto? Non riusciva a spiegarlo neanche a se stesso
però sapeva
che c’era qualcosa nel suo sguardo freddo, apparentemente
gelido, qualcosa che
l’aveva – per così dire –
colpito.
**
Nel frattempo
Masha aveva seguito il padre in un piccolo e
squallido violetto tra due case, a pochi passi dal bar e ora se ne
stava
appoggiata al muro, le braccia conserte ed aspettava di sentire cosa mai Maui
aveva da dirle
- Ultimamente
non mi piace questo tuo comportamento – Iniziò
l’uomo in tono duro
La ragazza lo
fissò – Quale mio comportamento? –
Domandòsenza
lasciar trasparire nulla
sul suo viso “Che diavolo vuoi? Non è
giàabbastanza quello che sopporto da
te….eh?” Ringhiò nella sua mente
In risposta
l’uomo le si avvicinò e le accarezzò
una
guancia con la mano callosa – Ultimamente sei molto meno a
casa…- Mormorò nel
tono che si usa con una bambina che ha appena commesso uno sbaglio
– Mi
sento…trascurato – Ghignò con malizia
mentre faceva aderire i loro corpi
“Trascurato?
TRASCURATO!” Masha strinse i denti e serrò la
mascella “Dove vuoi arrivare? Vuoi farlo qui? In questo posto
schifoso…?” Gli
urlò contro silenziosamente mentre ignorava il fatto che la
sua bocca si fosse
già impossessata della sua
A malapena
diede peso al fatto che Mauri le avesse già
slacciato la camicia e stesse torturando con la lingua il suo ombelico.
La donna
socchiuse gli occhi, era strano provare quel
torpore? Come se il suo corpo, la sua mente si stessero lentamente
addormentato, incuranti del resto
Masha
girò la testa ed immediatamente le sue pupille si
dilatarono nel vedere la persona che li stava fissando allibita
“NO”
Pensò e istintivamente spinse il padre via da lei,
quelle schifose mani via da lei
Mauri la
fissò stupito ma lo stupore durò poco
perché senza
clemenza l’afferrò per i capelli, costringendola a
piegare la testa – NON
PROVARCI MAI
PIU’
– Borbottò mentre una smorfia di rabbia gli
distorceva il viso – TU SEI LA MIA
PUTTANA, HAI CAPITO? E FAI QUELLO CHE
TI DICO!!- Proseguì –SEI MIA E FICCATELO BENE IN
TESTA! – Portò il suo viso
vicino al suo- ANZI SAI CHE TI DICO? NON SEI BUONA NEANCHE DA SCOPARE!
SEI UNA
FIGLIA INUTILE!- Le sputò ogni singola, tagliente parola in
faccia.Poi lasciò
la presa con tanta forza che la donna cadde a terra pesantemente
Senza
aggiungere altro l’uomo girò sui tacchi e nel
farlo
si accorse di Ville –Se
vuoi te la
regalo, mi sono stufato di questa troietta –
Ridacchiò ma vedendo che l’altro
non rispondeva scosse la testa e proseguì per la sua strada
Lo stava
davvero vedendo? Lo stava fissando?...Ville?
Cos’era successo? Perché si sentiva
…strana, intontita? Eppure non avrebbe
dovuto vero? Non ci era abituata forse? Si, certo! Ma allora
perché le orecchie
le fischiavano e la testa le girava?
Ville fissava
la donna inginocchiata a terra: la camicetta
blu slacciata che lasciava intravedere il reggiseno, i capelli
spettinati e gli
occhi verdi ora non più freddi ma impauriti e addolorati .
Quella era la vera
Masha?
_____________________________________________________________________________
Grazie a tutti coloro che hanno commentato il precedente capitolo,i
vostri commenti mi fanno davvero un gran piacere e perdonatemi per il
ritardo con cui ho aggiornato. Spero che anche questo capitolo vi sia
piaciuto e vi invito a farmi sapere il vostro parere
Kissss
-Diabolikal Rapture-
- Mi
dispiace che tu abbia dovuto assistere a una scena
così schifosamente pietosa- Le parole uscirono amare e
fievoli dalla bocca di
Masha, mentre barcollando si rialzava in piedi
-
Aspetta…- Mormorò Ville facendo per avvicinarsi
- Non mi
toccare- Sibilò tagliente
la donna. “Stupida, stupida” Si
disse tra se
Poi,
lentamente, fece un passo in avanti ma senza
guardare Ville in viso. No, non voleva vedere , preferiva non sapere
cosa c’era
dipinto sul suo volto. Pietà? Ripugnanza? Shock?
Masha fece
un altro passo in avanti.Si sentiva ancora
stranamente intorpidita ma ora al torpore si era aggiunta anche
l’agitazione e
il desiderio di andarsene immediatamente da quel vicolo, di stare
lontano da
Ville. E poi perché lui? Proprio lui aveva dovuto assistere
a quella
scena?
-
Ripugnante, no?- Improvvisamente le parole le uscirono
dalle labbra, mentre uno strano e tetro sorriso compariva sulle labbra,
gli
occhi verdi fissi a terra .
Quel sorriso
fece accapponare la pelle al leader degli
Him. Ville, del resto, non sapeva che dire , come comportarsi. Era
successo
tutto così con troppa rapidità e poi le parole di
Mauri…per un attimo aveva
desiderato di aver capito male ma poi si era reso conto di quanto
fossero
terribili…
- Schifoso-
Proseguì la ragazza, parlando più con se
stessa che con Ville, gli occhi ancora rivolti a terra mentre, senza accorgersene,
la sua mano strava
già strofinando le labbra rosee contanta foga da farle arrossare.
Rendendosi
conto che stava parlando a voce alta la donna
strinse i denti, e fece per andarsene, senza una sola occhiata
indietro. Doveva
andar via da lì…doveva…lasciare tutto
alle spalle.
-Aspetta!-
La richiamò Ville
Masha fece per
girarsipronta a
rispondere ma selo
ritrovò talmente vicino da farla rimanere
a bocca aperta, stupita
- Non puoi
andartene così- Disse la voce pacata di lui
–
Ch— Boccheggiò la ragazza, fissando sconcertatale mani che le stavano
richiudendo con
precisione la camicetta
Masha
sbatté le palpebre e quella volta fissò confusa
gli
occhi del cantante. Un fastidioso fischiare alle orecchie
iniziò a tormentarla
, improvvisamente la sua vista si offuscò un attimo e
ondeggiò leggermente. Allora
la donna chiuse gli occhi e quando una mano si posòsul suo braccio per
sostenerla restò in
silenzio ed immobile.
Alla fine un
sospiro liberatorio uscì dalle sue labbra e
riaprì le palpebre, fissando afflitta l’uomo che
aveva di fronte.
Era forse
preoccupazione quella che leggeva in quello
sguardo vere? Si stava realmente preoccupando per una come lei? “Non ti deve
importare” Si ricordò.
- Piaciuto
lo spettacolo?- Commentò aspra mentre si
scostava e prendeva le distanze.
Ville
però non rispose alla sua provocazione e
continuò,
invece, a far vagare il suo sguardo su di lei. – E’
vero?- Sussurrò infine.
Doveva chiederglielo – E’ davvero …-
-
“Davvero”, cosa?- Mormorò acidamente la
donna -…
mio padre?- Pronunciò ogni singola parola
con disgusto crescente e prima che lui avesse la possibilità
d’annuire rispose -
SI-Serrò
la mascella quel “si” pesava parecchio.
– Quel bastardo pervertito…beh in un tempo lontano
era mio padre. Ora non lo
posso più definire tale!- Aggiunse con foga crescente
“Masha
controllati” Disse a se stessa, stringendo i
pugni, talmente forte da conficcarsi le
unghie nella carne
- Beh ora lo
sai. Grazie dell’aiuto – Biascicò
voltando
improvvisamente le spalle a Ville
–
Mi dispiace davvero che tu sia stato costretto ad
assistere a una così….nauseante-
Sussurrò
scostandosi i capelli dalla faccia
- Come
può farlo ? Dio, è tuo padre come diavolo
può fare
una cosa del genere ? –Esclamò Ville
mostrando il disprezzo per quell’uomo schifoso
Improvvisamente
Masha si voltò verso di lui, uno sguardo
intenso ma anche rassegnato , lo sguardo di chi ha perso ogni speranza
- Non lo so,
e ho smesso di chiedermelo da tempo. Per
quanto tra di noi resti il legame di sangue, non è
più mio padre.-
Ville scosse
la testa. Tante domande avevano preso a
vorticargli nella testa, di tutte quelle ne scelse una, una a cui forse
lei
avrebbe risposto…, forse.
-
Perché fai…quel lavoro?-
La sua
titubanza e soprattutto un omessa parola fece
sorridere tristemente la ragazza
–
Puoi dire “puttana” perché è
tanto è quello che sono!-
Fece una pausa e fissò l’orizzonte -
…mi ci ha costretta.- Rispose infine
- Basta
così- S’affrettò poi ad aggiungere
– Non so
perché ti ho risposto – Confessò la sua
frustrazione – Forse perché hai
visto….mi hai preso in un momento di debolezza, comunque sia
ora basta.
Lasciami da sola e dimentica cosa è successo oggi.
– Sentenziò uscendo dal
vicolo in cui Mauri l’aveva tracinata
Naturalmente
il cantante neanche la stette ad ascoltare
- Masha per
favore lasciati aiutare…-
La stava
quasi supplicando?. Non poteva farsi i cazzi
suoi? Certo che no , dopo quello che aveva visto….al solo
pensiero gli veniva
voglia di prendere a pugni quel bastardo. Come si poteva fare una cosa
del
genere? A tua figlia per giunta!
Masha si
bloccò sui suoi passi e tornò a voltarsi verso
Ville – Non puoi aiutarmi!- Disse fra i denti- Nessuno
può- fece un profondo
respiro – Ascolta nessuno può aiutarmi. E non
posso andarmene, non posso
scappare. Ti basti sapere questo. Da oggi per favore esci dalla mia
vita, l’hai
sconvolta abbastanza….-
Ville la
fissò un secondo prima di rispondere – Non
chiedermi di fare come se non avessi visto niente.!-
- Bene hai
visto e allora?!- Esclamò
subito infuriata la ragazza – Chi
credi di essere per cambiare le cose? Non puoi cambiarle, non puoi come
non
posso io!-
-
Perché?- Chiese il cantate con fermezza –
Perché no? –
Proseguì irritato. Perchè non combatteva?
-
Perché ho…- Masha sgranò gli occhi e
chiuse la bocca.
Dio lo stava per dire? Davvero? – Perché no! NON
SONO FATTI TUOI! DECIDITI A
LASCIARMI IN PACE!- Riprese
urlandogli contro
- Cazzo
perché non ti entra in testa che voglio solo
darti una mano? Vorrei anche solo starti vicino…-La risata
della ragazza bloccò
le sue parole
- Starmi
vicino? Tu? Sei impazzito. Non montarti la
testa…io non permetto a nessuno di starmi vicino. Ti ho
anche detto troppo!- E
senza aspettare altro riprese la sua fuga, verso il bar di Emma
Ville la
guardò andarsene, era sicuro che seguirla non
avrebbe di certo migliorato la situazione
– Dannazione-
Imprecò sbattendo il pugno sul muro duro e freddo dello
squallido vicolo -
Stupida - Perché non si lascia aiutare? Perché??-
Domandò, frustrato.
My river
of tears has run
dry
I never wanted to fool you, no
But a cold heart is a dead heart
(Buried
Alive by Love –
HIM)
Grazie a
Kuji13,
musicaddict, Elyrock, Silvia, La Angel, e Trappy per i
commenti al capitolo 11. Non saprò mai
dirvi quanto le vostre recensioni mi fanno piacere
Kuji13: Allora riguardo alla tua
domanda, beh Masha ha
rivelato un po’ di cose ma molto poche , della serie: il
mistero si infittisce
. Però si, prima o poi (e questo sta a me deciderlo eheh)
rivelerà il resto.
(Masha mi sta uscendo molto complessa, da una parte vorrebbe rivelar
tutto e
sfogarsi, dall’altra…eh c’è
un bel motivo per cui mantiene il segreto)
Musicaddict: cerco di non far
aspettare troppo ma il tempo è
quello che è ed ultimamente ho avuto un calo
d’ispirazione. Proprio non
riuscivo a scrivere, ora è passato. Eh hai detto giusto,
Mauri non è uscito
dalla vita di Masha, affatto
Elyrock: Come sempre i tuoi commenti
sono azzeccatissimi,
inquadri i personaggi in modo perfetto. Allora, Masha si si
aprirà un po’ ma
molto molto lentamente in fondo sono anni che si tiene tutto dentro e
non le è
molto facile lasciar intravedere la vera se stessa, confessare tutto.
Uh presto
si vedrà in un flashback come tutto è cominciato.
Mh fa sempre piacere sapere di
riuscire a descrivere bene le
sensazioni, riguardo alla nausea per Mauri, io stessa …beh
quando scrivo di lui
mi fa schifo (ed è tutto dire) ma hai fini della storia,
devo scrivere
Silvia: ehm cara…Mauri non
se n’è andato, l’ha solo detto in
un momento di rabbia.Grazie
tesoro per
i commenti
Angel: si si Ville
cercherà di aiutarla ma lei non è molto
facile da aiutare. Emma è un bel personaggio e
sarà d’aiuto davvero.
Trappy: eh e invece ti ho fatto
sudare anche per il 12.
Perdono! Allora beh che dire? Wow accidenti che commento, anche te hai
ben
afferrato la psicologia di Masha. Si lei si è spaventata
perché è stata vista
da Ville, in un momento in cui era terrorizzata, in un momento di puro
terrore
che mai e poi doveva essere scoperto e invece …
Beh che dire? Per scoprire il resto
non ti resta nient’altro
che continuare a leggere (sono sadica lo so!)
I tacchi di Masha risuonavano sull’ asfalto del
marciapiede mentre la ragazza camminava a
passo svelto lungo la via, voltandosi indietro di tanto in tanto per
controllare
che nessuno la stesse seguendo.
Non appena
vide l’insegna familiare del bar di
Emma accelerò l’andatura ed
entrò con impazienza;
finalmente era in un luogo accogliente, familiare…
La
proprietaria era intenta a servire adue
ragazzine delle cioccolate calde
quando, il rumore della porta che si riapriva la spinse ad
alzare lo
sguardo. Da quanto Mauri
aveva portavo viaMasha, infatti, non aveva
potuto fare a meno di controllare chiunque entrasse nel
locale…in attesa di
vedere l’amica ritornare.
Un sorriso
spontaneo fiorì sulle sue labbra nel vedere
che finalmente la ragazza era tornata; sorriso che però
svanì nel vedere il
volto della ragazza. Tanto angosciato da farle male al cuore…
Emma
ritirò velocemente il vassoio e si diresse a lunghi
passi verso la ragazza – Aspettami nel retro…- Le
disse afferrandola saldamente
per un braccio
- Non ti
preoccupare, sto bene e poi c’è molta
gente…non
puoi farcela da sola- La tranquillizzò
la ragazza,
sforzandosi di far suonare la sua voce normale e piatta come sempre.
Eppure il
suo cuore non voleva smettere di battere a ritmo accelerato
“
Vorrei anche solo
starti vicino…” le
aveva detto…
La barista
la squadrò a lungo, prima di annuire
lievemente – Dopo…parliamo – Aggiunse
lasciando la presae tornando a lavoro
***
Erano le tre
del pomeriggio quando
, con il bar vuoto, le due riuscirono ad avere un attimo di
tranquillità.
- Allora,
posso sapere…come
è
andata? Cosa voleva?- Iniziò Emma prendedo posto di fronte a
lei, le mani
poggiate sotto il mento, in
attesa.
Masha socchiuse
gli occhi e si chinò
in avanti – Come vuoi
che sia andata…- Iniziò. Che
le diceva? Che non
voleva
niente di particolare se non scoparsela in un sudicio, ripugnante
vicolo?
- Santo
Cielo!- Sospirò l’altra alzando gli occhi al
cielo,
spazientita. – Anche
questo è un argomento top secret?
Va bene, mi dirai ma…non
ce la faccio Masha.
Devo sapere il motivo per cui—
- Per cui
cosa? Perché tutti volete
aiutarmi? Cos’è vi faccio talmente compassione che
dovete aiutarmi?- Ribatté
dura lei ed Emma scattò
in avanti
- Masha tu non permetti a
nessuno di avvicinarti a te vero? Neanche se uno lo fa
perché ti vuole
aiutare…perché ti vuole
bene…- Sputò il rospo
fissandola, ostinatamente negli occhi.
La donna la
fissò con gli occhi verdi insondabili, poi
abbassò lo sguardo sulle sue mani
, e tirò indietro la
sedia, alzandosi con calma – Ci vediamo domani…-
Si limitò a dire, voltandole
le spalle e uscendo dal locale
-
Accidenti…- Sospirò sonoramente
la ragazza passandosi, stancamente, una mano sulla fronte. Forse non
doveva dirglielo,
forse…sicuramente…c’era un motivo per
quel suo comportamento
“Hai
un carattere che fa schifo!” Si rimproverò Masha mentre
camminava diretta a casa “Riesci benissimo a far soffrire chi
ti vuole bene….”
Sorrise amaramente-
Complimenti, sei davvero la degna figlia di tuo padre… -
***
Per fortuna
quel giorno Mauri
non tornò a casa così Masha
poté avere un attimo di
pace, anche se restava sempre la paura di vederlo tornare da un momento
all’altro…
“Non
permetti a nessuno di avvicinarti, vero?” Le parole di Emma le rimbombavano nella
mente mentre si girava e
rigirava nel letto
“Cazzo, perché non ti
entra in
testa che voglio solo darti una mano?”La voce di Ville si
unì la coro.
Quelle due
persone volevano solo aiutarla, Emma…la cosa
più vicina che avesse
ad una amica. E
Ville quel tignoso sconosciuto che era disposto ad aiutarla
chissà per quale
motivo….che
l’aveva già fatto, togliendola più di
una
volta dalle grinfie di suo padre
-
Perdonatemi…- Sussurrò
nell’oscurità – Perdonatemi
ma devo vivere così…-
Mormorò asciugandosi una
lacrima e fissando il soffitto della sua camera – non posso
vivere senza
fuggire dalla realtà, senza nascondermi dietro a
qualcosa… -
***
Il giorno
seguente Masha
uscì di buon ora
da casa. Un sorriso sulle labbra, Mauri
non si era ancora fatto vedere, magari per una volta
tanto aveva intenzione di fare realmente
, quello che
aveva detto: scomparire dalla sua vita.
“Non
è possibile!” Si disse scuotendo la testa, non
doveva farsi illusioni…era troppo bello per esser
vero.
La donna si guardò intorno, la strada
era ancora deserta. Controllò
l’orologio: era ancora presto Così
sospirando si appoggiò contro il muro grigio vicino al
cancello che dava sul
cortile dell’edificio che ospitava la scuola elementare e
l’asilo di quel
quartiere.
“Eevj” Pensò mentre
fissava il cielo nuvoloso “ mio piccolo
sole…”Così la chiamava ed era
ciò che
la bambina rappresentava per lei. Così dolce e sincera ,
così tenera…era un raggio di vero sole che
illuminava la sua oscurità, che
scioglieva – con la sua presenza – il ghiaccio del
suo cuore.
- Masha…-La voce pacata e cortese di Carol la
salutò e la giovane fissò la quarantenne bionda
che la stava guardandocon
dolcezza, un sorriso incurvava le sue
labbra rosse
-
Buongiorno- Salutò lei, poi il suo sguardo si
spostò
sulla bambina al suo fianco e immediatamente la donna si inginocchiò
per portare i loro visi alla stessa altezza
- Ciao
– Disse sorridendo
Ville strascicava, irrequieto i
piedi lungo il marciapiede che costeggiava l’asilo. Cosa
voleva fare ? Cosa
sperata di ottenere girovagando, là, senza meta?.... Di incontrarla
così per caso?
- Scemo- Si disse mentre
immergeva la mano nella tasca dei jeans in cerca del pacchetto di
sigarette e
proprio in quel momento i suoi occhi verdi si accorsero della ragazza
inginocchiata a terra ed intenta a parlare con una bambina dai corti
capelli
castani e il viso paffuto.
Il cantante inclinò leggermente la
testa, c’era qualcosa di diverso in Mahsa….Dopo
un attimo si rese conto di cosa fosse: il suo sorriso! Quando quella
ragazza
sorrideva non lo faceva mai realmente con il cuore, e il suo
più che un sorriso
era un semplice incurvarsi di labbra,
freddo ed indifferente;
quella volta invece….il
sorriso che stava rivolgendo a
quella bambina mentre le parlava a gesti…era qualcosa di
completamente diverso:
caldo tenero e con una punta di sofferenza in esso.
-
E’ ora di andare- Carol
infranse a malincuore l’idillio delle due
Mahsa
alzò gli occhi verso di lei e
annuì tristemente, rialzandosi in piedi. Sorrise un ultima
volta a Eevj
e salutandola con la mano si
allontanò dalle due, voltandogli le spalle.
La ragazza
si strinse nel giacchetto,
trattenendo a stento una lacrima e fu in quel momento che
sentì una frenata
stridula e poi…un grido straziante che la raggelò
fino alle ossa. Il suo cuore
si fermò per un attimo, Masha
girò, di scatto, la
testa all’ indietro,
un orribile presentimento aveva
invaso ogni sua singola cellula e il suo cuore le sembrava
improvvisamente
diventato più pesante di un ma ciglio
- Eevj- Mormorò ad
occhi
sgranati
*(Veins
of
Glass – Lacuna Coil)
Et
voilà alla fine sono tornata! (perdono
per l'attesa).
Grazie di cuore alla Angel, Musicadicct
e alla Siliva per i
commenti al precedente capitolo. Thankyou! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto,
e vi invito a commentare numerosi! Alla prossima -diabolikalRapture-
@Angel:amora
spero che se leggerai al tuo ritorno..beh
che il
capitolo sia stato di tuo gradimento
@Silvia: ehm hai già
letto e commentato e grazie per
l'aiuto che mi hai dato per la correzzione.
Oh
chiamato il telefono azzurro?
@musicaddict:ehm
complicata la cosa, entrmai
hanno il loro torto e
ragione, entrambi hanno le loro motivazioni. (non
dico
di più). a
presto e ..sono proprio curiosa di sapere
il tuo parere su questa fic!
Urla, grida,
rumore, confusione, una
macchina….due corpi stesi a terra…
Masha
scattò in avanti, una voce
femminile aveva preso a urlare disperatamente
, ed il mondo introno a lei
vorticava vertiginosamente le immagini erano diventate improvvisamente
sfocate ed
incomprensibili.
- NO!-
Urlò, di nuovo, la disperata
voce di una donna, la sua voce. Cercò di
fare nuovamente un passo avanti ma venne trattenuta
- Lasciami
andare!! Lasciami
andare!- Piagnucolò lottando contro l’aria mentre veniva, inesorabilmente,
trascinata indietro
- Hanno
già chiamato
l’ambulanza…Andrà
tutto bene- Venne rassicurata con dolcezza
Tutto bene?
Nella sua vita niente
andava bene! La donna scosse la testa, la vista offuscata dalle lacrime
– Lasciami,
lasciami, lasciami!- Cantilenò scossa
da singhiozzi
Non poteva
essere vero, niente di
quello che aveva visto doveva
essere
vero.
“Non
c’è stato nessun incidente,
non c’è stato nulla…è solo un brutto
sogno” Le sussurrò la mente
*
Masha si
passò una mano tra i
capelli.
Gli sfiniti
occhi verdi fissi su
qualcosa che solo lei era in grado di vedere.
Non
ricordava più da quanto fosse
lì o come fosse arrivata nella sala d’attesa
dell’ospedale. A malapena si era
accorta della presenza di Emma che le stringeva la mano, non ricordava
nemmeno il momento
in cui aveva appoggiato la testa
sulla spalla di Ville o da quanto tempo lui fosse lì, seduto
– in attesa – al suo
fianco.
Sotto lo
sguardo della ragazza
ogni cosa appariva ancora confusa, la realtà aveva preso ad
essere talmente sfocata
che …era come se lei fosse lì solo con il corpo,
la mente al sicuro da un'altra
parte.
Sospirando
Masha chiuse gli occhi
.Preferiva vivere un altro po’ in quello stato di trance in
cui s’era rifugiata
inconsciamente che affrontare a pieno le cose
*
Lento ed
inesorabile il tempo
passò
Ad un certo
punto qualcuno strinse
leggermente la mano della giovane donna
- Masha? -
Chiamò Emma e lei aprì,
controvoglia, gli occhi. Non voleva svegliarsi, non voleva
sapere…
Confusa la
donna si ritrovò a
guardare dall’alto in basso un uomo sulla cinquantina, basso
e tarchiato, con i
capelli marroni striati di grigio parlare con un signore alto e magro come un chiodo,
gli occhi neri
infossati ed i capelli marroni scompigliati
Improvvisamente,
riconoscendo Kari,
il marito di Carol, saltò in piedi
- Come sta
Eeviji?- Scattò mentre
nuove ed irrefrenabili lacrime minacciavano di scendere
Il dottore
fece per replicare ma l’altro
lo fermò
facendo segno che anche la
donna aveva diritto di sapere
Allora
l’uomo sospirò
pesantemente e infilò le mani nelle tasche del camice,
assumendo una posa
austera e recuperando il coraggio per dire quello che doveva.
- Sua moglie
è in gravi
condizioni, se supererà la notte ci sono buone speranze che
si riprenda – Disse
nel tono professionale di chi è abituato, in certo modo, a
dare un certo genere
di notizie.
A quelle
parole il marito della
donna trasalì e si lasciò cadere pesantemente sulla poltrona,
nascondendo il
viso tra le mani malferme
- E
Eeviji?-Proseguì in un gemito
mentre Masha,
accanto alla sua poltrona,
restava immobile ed in attesa, ma vedendo l’espressione del
medico si sentì
mancare.
Tremante e
con il fiato corto fece
un passo indietro
Il medico
chiuse gli occhi, scuotendo
la testa – Mi dispiace…sua figlia non ce
l’ha fatta…- Il silenziò assoluto
calò
su tutti i presenti
Masha
singhiozzò ma avrebbe
voluto urlare! Tremante si portò le mani al viso, qualcosa
dentro di lei si era
spezzato completamente
“Sua
figlia non ce l’ha
fatta…Eeviji”Le sue unghie affondarono
nella carne unendo il sanguealle
lacrime
-Fatemela
vedere!!fatemela
vedere!- Strillò scavando solchi rossi sulle sue guance
candide, sotto lo stupore
dei presenti
- Masha!! -
Le voci sovrapposte
della sua amica e di Ville la richiamarono ma lei a malapena le
udì. Ormai non
sentiva più nulla,ogni
cosa era stata
oscurata da un tremendo dolore proveniente direttamente dal profondo
della sua
anima.
- Non
può essere vero! Non può
essere morta!Eeviji non--Balbettò
indietreggiando ancora e scuotendo violentemente la testa –
Non…- unghie
affondarono ancora di più nella pelle e quella volta il
medico le prese le mani
nelle sue tenendola ferma, intimandole di calmarsi e cercando di farla
ragione.
Purtroppo il
suo comportamento
fece solo agitare ulteriormente la ragazza che
si divincolò con forza , riuscendo a
sfuggire finalmente alla presa del medico.
-
Andatevene!!! - Un tocco di
vecchia freddezza filtrò nella sua voce mentre a gambe
pesanti indietreggiava
ancora. Il suo sguardo vagò irrequieto e ferito prima su
Kairi, accartocciato
su se stesso nella poltroncina bianca dell’ospedale, poi su
Ville che la stava
fissando con i suoi occhi verdi dallo sguardo insondabile e infine il suo sguardo si
posò su quelli
addolorati di Emma…
–
State lontani da me!- Urlò, la
voce così alta ed acuto da far male quasi alle orecchie e
senza aggiungere
altro, la donna corse verso l’uscita e si tuffò nel buio della notte.