Heaven is a Lie

di DiabolikalRapture
(/viewuser.php?uid=20778)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Streetwalker ***
Capitolo 2: *** Threshold ***
Capitolo 3: *** Black Sin ***
Capitolo 4: *** Iced ***
Capitolo 5: *** Broken Doll ***
Capitolo 6: *** Rain ***
Capitolo 7: *** Reflection ***
Capitolo 8: *** Speaking Mirror ***
Capitolo 9: *** Look Down ***
Capitolo 10: *** Slipping Away ***
Capitolo 11: *** What was Hidden Behind ***
Capitolo 12: *** Close your eyes ***
Capitolo 13: *** Veins of Glass ***
Capitolo 14: *** Misty Window ***



Capitolo 1
*** Streetwalker ***


Heaven is a Lie



Capitolo 1

Streetwalker

Masha gettò distrattamente le scarpe a terra, poi posò i suoi occhi verdi sull’uomo, a torso nudo, stravaccato sul letto e le sue labbra si incurvarono in un sorriso provocante

A paso lento e seducente si incamminò verso di lui per poi fermarsi a pochi centimetri da dal bordo del letto dove lui era seduto.

Il sorriso della ragazza si allargò, con misurata lentezza si portò le mani ai fianchi poi le fece scorrere verso il basso lasciando che la minigonna che indossava cadesse ai suoi piedi

Eric la fissò con desiderio, impaziente di poterla sfiorare, di sentire la pelle di lei sotto la sua mano. – Vieni – Le sussurrò allungando la mano per afferrarle il braccio ed attirarla a se.

Ubbidiente, Masha chiuse la distanza tra loro due e – fissandolo negli occhi azzurri- si inginocchiò tra le sue gambe e gli passò le braccia intorno al collo – Così va bene?- Mormorò iniziando a stuzzicargli l’orecchio con la lingua, cosa che fece rabbrividire di piacere l’uomo.

Lui fece scorrere le mani sulle sue gambe accarezzandole delicatamente. Poi iniziò a risalire, scivolando sotto la sua camicetta, cominciando a palparle i seni con le dite robuste. La ragazza sospirò e poggiò la bocca sulla sua spalla iniziando a tormentarne la pelle con veloci passate della lingua.

In quel momento Eric l’afferrò per le spalle e la scostò da se, ma solo per iniziare a sbottonarle la camicetta. Una volta che anche quel pezzo di stoffa se ne fu andato Masha si slacciò – con un abile gesto – il reggiseno , esponendo i suoi capezzoli. Eric si impossessò immediatamente di loro , succhiandoli con avidità e dalle labbra di lei uscì un gemito sommesso

Avido, il braccio dell’uomo passò intorno alla vita della donna e la sua bocca si impossessò delle labbra di lei, le loro lingue iniziarono a sfiorarsi poi entrambi si lasciarono cadere sul letto.

La ragazza fece scorrere le mani esili ed agili sul petto di lui , lenta e seducente, fino ad arrivare ai jeans di lui , cominciando a lottare con la zip. le mani di lui l’aiutarono a toglierli. il cuore di Eric iniziò a battere all’impazzata, il sangue a ribollirgli nelle vene , mentre Masha sfiorava con un dito la sua erezione, per poi modellare il suo corpo sopra il suo, tornando a baciarlo con foga.

Immediatamente Eric invertì le posizioni e seppellì la testa nell’incavo del collo di lei. Poi con un gesto dettato dalla fretta le strappò via gli slip, e si tolse i boxer. Lei, in risposta, divaricò le gambe e lui – incapace di aspettare un solo minuto in più- la penetrò con decisione, iniziando a muoversi dentro di lei a ritmo sempre più veloce. Ogni spinta lo portò sempre più vicino all’orgasmo finché – alla fine- non riversò il suo seme dentro di lei.

- Sei così bella- Le mormorò prima di accasciarsi sfinito al suo fianco

*

Masha guardò per diversi minuti il soffitto, poi scivolò giù dal letto ed iniziò a rivestirsi in fretta. Una volta fatto, si sistemò - con una passata della mano- i capelli, afferrò i soldi che erano stati lasciati per lei sul comodino e senza neanche guardarsi indietro uscì dalla stanza d’hotel in cui era stata portata

Una volta in strada si sistemo meglio la giacca di jeans che indossava e si incamminò verso casa, immergendosi completamente nei suoi pensieri, finché ne fu talmente presa che –senza accorgersene- finì con lo sbattere contro un passante

-Che diavolo fai?- Brontolò Ville, irritato

La ragazza gli lanciò un occhiata vacua e senza degnarlo di una risposta – e della minima attenzione- proseguì per la sua strada.

________________________________________________________________________


Forse un po’ corto come capitolo uno ma dovevo farlo così eheh. Beh non so che dire mi piacerebbe molto che voi lasciaste dei commenti, visto che non ho mai scritto una storia di questo genere, sono ansiosa di sapere cosa ne pensate , cosa ve ne pare. ^.^.(per problemi ho dovuto mettere la fic due volte, mi scuso per il mio errore ma per sbaglio l'avevo cancellata -.-)

Spero che continuerete a seguire la fic perché ho molte sorprese in serbo per voi *ride*

Alla prossima!!

DiabolikalRapture

'Questa storia è totalmente frutto della mia fantasia, non è stata scritta a scopo di lucro e non ha nessuna attinenza con la realtà. Inoltre , non ha intenzione di offendere i personaggi citati in alcun modo '


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Threshold ***


Capitolo 2

 

 

 

 

Threshold

 

 

 

 

 

La notte era quasi agli sgoccioli quando Masha arrivò davanti alla villetta che condivideva con il padre. Riluttante, aprì il cancello che dava sul minuscolo guardino e a passo lento e strascicato attraversò il vialetto.

 

Tutto intorno regnava il silenzio, l’unico rumore era quello dei suoi tacchi sulla ghiaia del viale, dalla casa non si intravedeva nessuna luce accesa. Augurandosi che suo padre non fosse ancora rientrato, la donna varcò la soglia di casa e si chiuse – silenziosamente- la porta alle spalle.

 

Attraversò l’ingresso avvolta dal buio ed in punta di piedi. Stava per metter piede sul primo gradino della scala che l’avrebbe portata al piano superiore – e nella sua camera- quando una voce che conosceva fin troppo bene la chiamò. Lei si girò lentamente, sforzandosi di mantenere la voce su un tono normale. Tuttavia Masha sapeva bene di non riuscir a fingere – con suo padre- così come faceva con i suoi ‘clienti’.

- I soldi sono qui- Mormorò appoggiando la borsetta ai piedi delle scale.

-Va bene-  Disse lui , non badando alla borsa e tenendo gli occhi azzurrognoli concentrati sulla ragazza. – Ti darò la tua parte, ovviamente- Proseguì mentre si passava una mano nei capelli biondo scuro

 

L’uomo si avvicinò , e avvolse le braccia intorno alla vita sottile della figlia. Masha non si mosse e si sforzò di mantenere regolare il suo respiro. Poi lui le scostò – con una mano callosa- i capelli via dal collo e posò le labbra su di esso, baciandone la pelle liscia.

 

La ragazza- nonostante i muscoli tesi e il cuore in gola- si impedì di agitarsi, anche se non riuscì ad evitare di tremare leggermente sotto il tocco del padre.

Mauri la fece voltare – ed un brivido percorse la schiena di lei – e chiuse la bocca sulla sua . Le labbra di lei- però- rimasero serrate e si dischiusero solo dopo un rimprovero – mugolato- da parte dell’uomo.

 

Immediatamente la lingua di lui serpeggiò all’interno. E la sua mano scivolò sotto la gonna di Masha , tra le sue cosce , dove iniziò ad accarezzarla senza delicatezza, per poi infilarsi sotto gli slip di lei.

La ragazza chiuse gli occhi e strinse i pugni, ricordando al suo corpo di non muoversi o le cose sarebbero andate peggio, eppure una vocina nella sua testa aveva preso a urlare silenziosamente, a dibattersi nella quiete della mente.

 

Quando Mauri spinse entrambi contro il muro, inchiodando il corpo della ragazza al muro , la furia di quella voce interiore aumento. “perché?perchè? un’altra volta…un’altra volta. Perché non ha mai fine?” Si domandava disperatamente mentre la bocca di lui tornava a devastare la sua e le due dita si immergevano dentro di lei.

 

Masha serrò ancora di più i pugni,  tanto che le sue nocche sbiancarono, e combatté strenuamente contro un singhiozzo che aveva intenzione di uscire dalle sue labbra a tutti i corsi. Con suo infinito sollievo, però, suo padre si staccò da lei. Lasciandola andare, almeno per il momento.

 

Appena Mauri fu scomparso dalla sua vista, la ragazza si rialzò- barcollando- in piedi ed in fretta salì le scale. Una volta nella relativa sicurezza della sua camera da letto, si accasciò contro il legno freddo e permise alle lacrime d’uscire. Portandosi una mano alla bocca si strofinò le labbra, per pulire o almeno provare a dimenticare quella sensazione che da anni odiava.

 

Purtroppo era cosciente di non poterci riuscire , di non poter cancellare ne’ la sensazione delle sue dita dentro di lei, delle sue labbra…ne’ tanto meno lasciarsi alle spalle, l’orrore e la paura di quell’uomo.

 

“Dovrei esserci abituata no?”Disse ironicamente tra se “ Ma ancora per poco. Devo trovare un modo, devo…“ Masha scacciò con forza quei pensieri, dicendosi che non era quello non era il momento giusto.

 

 Ancora non era arrivato il momento giusto “Ma quando?Quando arriverà?” Si  chiese mentre si chiudeva in bagno “Se quel bastardo non l’avesse saputo ora forse avrei speranza ma…” Entrò nella doccia “Posso davvero sperare di riuscire a sfuggirgli??”Sussurrò infilandosi sotto il getto dell’acqua calda.

 

Tuttavia nessuno le rispose e per il momento quella assillante domanda rimase senza una risposta.

 

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Altro capitolo non tanto lungo, ma non posso fare altrimenti : il tempo è quello che è, e poi trovavo adatto terminare il secondo così. – beh che dire…state conoscendo un po’ meglio Masha, non vi pare?- . Anche se, ancora, non avete visto niente! *ride e si sfrega le mani*….Come sempre mi piacerebbe avere qualche comentuccio da parte vostra *-**please*La finisco di dire cazzate!
Un grazie di cuore va a: Kuji13, Elychan, Silvia, Anima Bianca e Linkin park per i commenti che mi hanno illuminato *leggi: sono felice che il capitolo 1 non vi abbia annoiato terribilmente*

Diabolikal Rapture

Silvia: mh complimenti, hai inquadrato molti aspetti di Masha ^^. Cercherò di scrivere alla svelta – e di fare capitoli più lunghi- ^^. Oddio andare addosso a Ville e ignorarlo ma anche io farei come te…XD

Linkin park: spero che continuerà a piacerti >.>

Anima Bianca: Grazie ^o^ *sorriso a 36 denti*

Kuji13: già avevo combinato un casino!Allora grazie per la doppia recensione! Per il resto come ho detto i capitoli mi escono così – ma credo che più avanti si allungheranno di molto- anche perché per ora  mi limito ad una specie di panoramica sulla complicata vita di Masha (comunque la tua prima impressione sulla protagonista è quanto meno giusta – come si è visto in questo capitolo-)


 



Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Black Sin ***


Capitolo 3

Capitolo 3



Black Sin



Il pomeriggio di un nuovo giorno era da poco iniziato. Masha stava addentando un tramezzino al tonno quando Mauri fece la sua comparsa nella stanza.

- Questa sera ti ho trovato un lavoretto che ti piacerà- Le disse il padre , sedendosi di fronte a lei

La ragazza alzò un sopracciglio – Che lavoro?-
“Perché non lavoretto? Perché non lo dici chiaramente?“ Pensò

- Sai, ho parlato con Allan – Fece una pausa
- E allora?- Domandò lei chiedendosi perché diavolo non sputasse il rospo invece di girarla tanto per le lunghe.
- Beh stasera ti aspetta per …una specie di esibizione nel suo locale- Terminò compiaciuto

- E cos’è che dovrei fare precisamente?- Mormorò la figlia, nascondendo l’irritazione crescente.
Ogni volta Mauri le trovava qualche lavoretto, il “lavoretto” aveva irrimediabilmente a che fare con il sesso o cose del genere

- Vedrai- Si limitò a risponderle. Poi si alzò in piedi e fece per andarsene ma, all’ultimo momento, tornò sui suoi passi e diede un bacio affettuoso sulla guancia di Masha che si limitò a tirare le labbra in un sorriso forzato

“Bastardo!” Imprecò in silenzio mentre il padre usciva dalla cucina, lasciandola – con suo sollievo- da sola.


**

Emma sfogliava svogliatamente la rivista che aveva poggiato sul bancone. Era annoiata e il bar completamente deserto non stava di certo aiutando il suo umore.

Ad un certo punto sentì la porta aprirsi e – speranzosa – alzò gli occhi dal giornale per vedere chi fosse


- Ciao Masha – Salutò, delusa dal fatto che non si trattasse di un cliente.

La ragazza rispose al saluto con un cenno della mano
- Vedo che il locale è molto affollato- Commentò ironica
- Già- Rispose l’altra in tono piatto
- Allora suppongo che oggi non ti serva il mio aiuto – Proseguì Masha senza però nascondere la delusione –Torno a casa…- Disse tenendo gli occhi concentrati sul balcone

Emma si mordicchiò il labbro, sapeva che per Masha era importare rimanere fuori casa , e lontano dal padre, più tempo possibile - Puoi sempre farmi compagnia…- Suggerì

Immediatamente due occhi verdi la fissarono- Grazie-

- Non mi devi ringraziare …- Ribatté Emma, facendole segno di sedersi davanti a lei. – Mi fa sempre piacere un po’ di compagnia – Continuò sorridendo

La ragazza accettò e le sorrise in rimando, sinceramente grata di quel gesto.


**

La sera giunse fin troppo in fretta , almeno secondo Masha. “Un lavoretto al suo locale” Si ripeté mentre sorpassava i numerosi camerini situati nel retro del locale di Allan e – finalmente - trovò la porta in cui si sarebbe dovuta cambiare.

Da quanto le aveva detto il proprietario, all’interno avrebbe trovato i vestiti da indossare …il problema è che non gli aveva ancora spiegato cosa avrebbe dovuto fare di preciso.
Cosa che aveva finito per preoccupare Masha.

“Come minimo mi toccherà spogliarmi…” Rise amaramente “Ma , del resto, non è niente di diverso da quello che faccio di solito,no? ..Sembra che la mia unica qualità sia quella di avere un corpo , se non bello per lo meno decente” Costatò entrando nel camerino.

Una volta richiusa la porta, si guardò intorno: la stanza era piccola ed arredata con l’essenziale, ovvero una specchiera, una seggiola e uno sgabello.
- Non si può certo dire che sia spazioso…ma tanto chi se ne frega?- Domandò al vuoto mentre afferrava il vestito appoggiato sulla sedia davanti alla specchiera - completa di trucchi e prodotti di bellezza- .

Facendo una smorfia squadrò il pezzo di stoffa, poi senza indugiare un momento di più, iniziò a cambiarsi. Infine osservò il risultato allo specchio: il corto vestito nero lasciava davvero poco spazio all’immaginazione, fasciando strette le sue forme , lasciandole le spalle e la schiena scoperte. La minigonna nera era corta quel tanto da coprirla a sufficienza e dallo scollo a V si apriva uno spacco sottile che lasciava intravedere il suo addome piatto.

- Possibile che io mi debba sempre vestire così…da puttana?- Sorrise a se stessa - Ah è vero…è quello che sono- Sibilò allo specchio mentre sentiva la rabbia crescere dentro di se.

- Non ora, non adesso …ancora non è il momento- Si ricordò.

Afferrò il rossetto e lo stese, con gesti abili, sulle labbra; aggiunse un tocco di ombretto argento, l’eyeliner ed infine si pettinò i capelli, raccogliendoli dietro la nuca con un filo di perle nere.
Velocemente il suo sguardo vagò nella stanza, in cerca delle scarpe che – poi- trovò accanto alla porta.

Senza batter ciglio, indossò i sandali con il tacco a spillo e si allacciò il lacci neri intorno alla caviglia. Fatto ciò uscì dalla stanza – preferendo non guardare il risultato completo - , e pregando di finire presto con quello stramaledetto lavoro.


**

Mezzanotte era da poco passata quando Ville entrò in un locale chiamato “The Sin”. A suo parere non potevano dare ad un locale di spogliarelli un nome più che appropriato.

Mentre guardava l’insegna che brillava tetra nella notte, si accese una sigaretta e si fermò davanti all’ingresso per aspettare gli altri. Ma quando i minuti passarono e nessuno si fece vivo decise di entrare da solo. Alla peggio si sarebbero incontrati all’interno. Si disse

La sua convinzione però svanì quando vide che dentro il locale era zeppo di gente che – in quel momento- si stava accalcando ai lati della lunga passerella rialzata - inframmezzata da lucenti pali di metallo – delle spogliarelliste.

Non volendo neanche provare ad infilarsi in mezzo a tutta quella gente, si accostò al bancone ed ordinò da bere .

**

Masha osservò con paura la passerella su cui a poco sarebbe dovuta salire. “No non questo!” La vocina della sua mente aveva iniziato a gridare a pieni polmoni.

Allan le aveva infine spiegato cosa doveva fare…:doveva esibirsi “lì” Fissò con revulsione l’ultimo palo della pista rialzata. Peggio ancora non solo doveva spogliarsi – cosa che dopo tutto il tempo passato a fare la prostituta non gli importava più di tanto, in fin dei conti era diventata insensibile al fatto che gli altri la vedessero completamente nuda. Ormai, per lei, il suo corpo era solo un oggetto. Punto.

Quello, però, non significava che riusciva a fare tutto di buon grado, no a volte si spaventava, a volte l’orrore ed il rifiuto erano troppo forti da ignorare,…come in quel momento.

Fare lo spogliarello non la preoccupava ma dopo…. Se solo Allan non le avesse chiesto di “dare più spettacolo” masturbandosi davanti a loro. “Tutti loro” Ringhiò in un misto di disprezzo e disperazione, facendo una smorfia al solo pensiero.

“Non ce la faccio. Non ce la faccio” Si ripeté. Alla fine, però, si convinse a provare; e solo perché temeva che le conseguenze di un rifiuto sarebbero state molto peggiori. Sicuramente sua padre glie e l’avrebbe fatta pagare...e cara, troppo cara.

Masha prese un profondo respiro e nascondendo un tremito, si incamminò lungo quella strada rialzata. Mentre passava numerosi uomini lanciarono fischi di approvazione e diverse risate e commenti lascivi irruppero tra la folla.

La ragazza mantenne la testa alta e , ignorando chi la circondava, afferrò con decisione il palo e sondò la stanza con lo sguardo.

Le luci vorticavano intorno a lei, la sua testa vorticava mentre lo stomaco le si stingeva in una morsa dolorosa e l’aria rifiutava di uscirle dai polmoni.

Improvvisamente i suoi occhi supplichevoli incontrarono un altro paio di occhi verdi e si ritrovò a squadrare un uomo che, a differenza degli altri, la stava fissando con aria perplessa.

Confusa, Masha distolse lo sguardo.

Intanto il pubblico aveva iniziato a protestare ma lei era diventata sorda a tutto ciò. La testa aveva preso a girarle troppo velocemente, il fiato le mancava …si sentiva soffocare.

In un impeto di risolutezza, mandò al diavolo tutto e saltò giù. Finendo malamente contro a persona di cui – poco prima aveva incontrato gli occhi-

Stordita, avvolta dal buio e luci danzanti, si portò una mano al peto dove il cuore batteva più forte che mai.

- Masha!!- Ringhiò una voce che la fece trasalire

Lei alzò lo sguardo, incrociando quello del padre.

Istintivamente si scostò di lato – Io…- Le parole le morirono in gola

“Che dico??” Supplicò isterica

- Torna su – Le intimò l’uomo- Torna su Masha. Cazzo ti pagano per questo. Torna su quella maledetta pedana e fallo!!- Proseguì vedendo che lei non ubbidiva

Ville si trovò ad assistere a tutta quella scena, cercando di trovare un verso alla cosa, di capire cosa stava accadendo davanti ai suoi occhi. Poi il suo sguardo si posò di nuovo su Masha e – visto che gli era vicina- notò che la mano appoggiata sul bordo della passerella stava tremando visibilmente.

- No non posso – Supplicò lei,sperando che lui capisse e cercando di non prestare attenzione alla minacce che prima le aveva rivolto. Minacce, però, che l’avevano raggelata fino al midollo

- MASHA FALLO E BASTA, TE LO DICO IO! MI HAI CAPITO? POI NON CI SEI, FORSE, ABITUATA? …FAI LA PUTTANA E QUESTO E’ IL TUO LAVORO!!!!- Urlò l’uomo facendo per avvicinarsi, una mano alzata a pugno per colpire il volto della figlia.

- Quanto vuoi?- Domandò, improvvisamente, una voce

Mauri guardò nella direzione della voce – Come?-

- Quanto vuoi?- Ripeté Ville.
Probabilmente stava facendo una cazzata ma ormai l’aveva detto e tanto valeva andare fino in fondo.

Mauri lasciò perdere Masha e si concentrò su quello sconosciuto.

- Diciamo che sono interessato…ad uno spogliarello privato- Proseguì l’altro mentre l’uomo si avvicinava per parlare e sentire meglio – vista la confusione che c’era nel locale-.

Masha – ancora stordita e paralizzata dal terrore - si voltò lentamente, osservando i due uomini discutere di lei… del suo destino e provando solo odio nei loro confronti. Visto che la stavano trattando peggio di una bambola di pezza.

La ragazza non riuscì ad afferrare la conversazione, ma capì che avevano concluso un accordo quando il padre se n’andò e l’altro uomo tornava verso di lei
- Forza andiamo – Disse lui, prendendola per un braccio e conducendola fuori dal locale.

Masha non fiatò, si ricompose e mascherando l’odio nei suoi occhi con un espressione vacua, seguì il suo novo cliente. “Comunque meglio di papà” Constatò mentre attraversavano le porte d’ingresso, uscendo all’aria aperta, lontano dagli schiamazzi e dalla musica.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Iced ***


Capitolo 4

Iced

All’esterno l’aria era fredda e Masha rabbrividì a causa del passaggio tra il caldo ed il freddo; e il vestito che indossava non la copriva – di certo – molto.

Velocemente sbatté le palpebre e guardò , prima, la mano che Ville teneva stretta sul suo polso poi ,di sbieco, lui

- So camminare anche da sola – Commentò in tono pacifico.

Anche se l’intenzione era ben altra la donna sapeva come comportarsi in presenza di ‘clienti’.

Istantaneamente Ville la lasciò andare , non si era reso conto di averle tenuto il braccio per tutto quel tempo.

- Sali- Disse con tono distaccato indicando la macchina nera parcheggiata davanti al locale.

Masha ubbidì in silenzio, lui la seguì ma non mise in moto. No, prima doveva trovare un modo per uscire dall’assurda situazione in cui si era cacciato.

Per diversi minuti la ragazza fissò il parabrezza dell’auto, muta. ”Perché siamo ancora qui?”Si chiese e scoccò un occhiata di sbieco all’uomo, senza – però- lasciar filtrare nessuna emozione sul suo viso se non calma apparente.

- Dove vuoi andare?- Gli chiese infine, vedendolo stranamente confuso “I rincoglioniti tutti a me, eh?” Si lamentò

Ville la guardò – Bella domanda - Biascicò accendendosi una sigaretta.

Dove voleva andare? E ora che ci faceva con quella? Erano tutte belle domande per cui non aveva risposta.

- Senti deciditi- Lo richiamò alla realtà la ragazza – Se vuoi che lo faccia qui…-

Alle sue parole lui si girò di scatto – Non dire cazzate- La rimproverò, pentendosi – però- subito dopo.

Masha si accigliò – Bene – Rispose a denti stretti mentre iniziava a maledirlo in silenzio.

- Masha, vero?- Domandò Ville, mettendo, finalmente, in moto. Mica le doveva delle spiegazioni, giusto? Poteva benissimo accompagnarla in qualunque posto volesse andare e lasciarla lì!

- Si- Rispose la ragazza che , invece, avrebbe voluto dire: “Beh non è che fosse difficile…papà ha praticamente urlato il mio nome al mondo intero”

**

Il paesaggio stava sfilando veloce al di fuori dei finestrini dell’auto quando un’ immagine confusa e non ben definita fece capolino nella mente del cantante.

- Io e te non ci siamo già incontrati?- Chiese mantenendo lo sguardo sulla strada. Aveva infatti avuto la sensazione di averla già vista, ma non ne era sicuro.

La ragazza fece spallucce – Credo di no – Ribatté squadrandolo con finta attenzione.

“Ah capisco questo è il tipo che prima vuole fare due chiacchiere e poi scoparti…mah”.

– Perché fai così?- Sbottò. Il comportamento di Masha aveva , infatti, iniziato ad irritarlo.

Lei staccò gli occhi dal finestrino e lo guardò stupita - Cosa?-

- Così!! Potresti anche sforzarti di parlare?... no?- Proseguì lui lanciandole un occhiata in tralice per osservarne la reazione.

Un sorriso divertito si dipingesse sulle labbra rosse di lei , sorriso che però scomparve in un secondo, sostituito da un espressione piatta e vuota- Parlare? Se è questo che vuoi…- Acconsentì. “Si è davvero uno di quelli che prima parlando e poi passano al sesso. Contenti loro….”

Ville sbuffò, santo Dio quella donna sembrava un automa. “Cristo sembra così insensibile, altro che fredda. Sembra non le importi di nulla...E’ tutto fottuttamente strano”

- Beh dove vuoi andare?- Chiese , infine, in tono neutro, lasciando perdere la conversazione

“Forse non ho capito bene”Si disse lei -Hai detto dove voglio andare?- Chiese conferma

- Già- Commentò sarcastico lui

- In un albergo- Mormorò la solita risposta “Fantastico, questo è un indeciso cronico! Nessuno lascerebbe scegliere alla puttana. Di solito ti scelgono, ti pagano , ti portano dove vogliono…ci fai sesso ed ecco fatto.”

**

Alla fine si fermarono davanti ad un piccolo albergo poco distante dal centro di Helsinki.

Masha osservò con noncuranza Ville prendere le chiavi della camera, e sempre con falso disinteresse lo seguì al primo piano, fino a davanti alla porta della stanza 102.

- Tieni – Le disse porgendole le chiavi.

La donna le prese, poi aprì la porta della camera; domandandosi perché gli avesse passato le chiavi. Con aria insicura guardò l’interno scuro…

- Puoi stare fino a domani mattina, è pagata- Disse Ville, felice di potersi liberare finalmente di quella scocciatura

Immediatamente la testa della ragazza saettò verso di lui, un espressione quasi sconvolta in viso

- Vuoi dire da sola?- Due occhi verdi, più scuri de suoi, lo fissarono in attesa di risposta.

- Certo- Ville scrollò le spalle e fece per andarsene ma un sussurro lo bloccò suoi passi

- Cos’è nono sono abbastanza bella per te?- Masha fece trasparire la sua rabbia. Proprio non riusciva a capire un simile comportamento.

- Non—Il resto delle parole andarono perdute quando vide che lei aveva iniziato a togliersi il vestito

– Che fai?- Le domandò tornando indietro afferrando i polsi della ragazza

Gli occhi di lei lo fissarono , un espressione di sfida in essi e Ville si accorse di quanto potessero essere penetranti- Quello per cui mi hai pagata – Sibilò Masha

– Non ti ho pagata per questo, anzi a dire il vero non so perché l’ho fatto!- Ammise , non interrompendo il contato visivo.

In quel momento lei fece un passo avanti, portando i loro corpi vicini

– Allora è vero o non sono troppo bella per te o …cosa?-

- Cristo, Piantala. Non puoi entrare in quella stanza da sola?? Cos’è vuoi davvero che qualcuno venga a letto con te - La zittì , alzando la voce .

Poi , vedendo che Masha non si muoveva la spinse nella stanza e chiuse la porta

- Contenta?- Esclamò accendendo la luce

- Perché mi hai pagata allora?- Fu la risposta gelida e ricolma di rabbia. Cosa che sorprese Ville

Prima che lui potesse risponderle, Masha lo inchiodò con la pura forza dello sguardo

– Cos’è sei il classico bravo ragazzo che ha visto la povera ragazzina spogliarellista e giusto per fare la buona azione giornaliera si è detto: ooh povera salviamola ?!- Disse dando libero sfogo hai suoi pensieri

“Dio, Masha controllati. Sai fare di meglio. Che ti prende?”Rimproverò se stessa per quello scatto.

– Non sono affari tuoi il motivo per cui l’ho fatto. Ora se non ti sa difficile predi e vattene a letto, da sola – Rispose Ville dopo diversi minuti di silenzio in cui entrambi si erano limitati a squadrarsi

- Ah si?...Forse non ti piace il pacchetto? - Gli chiese portandosi a pochi centimetri da lui

- Dopo che mi hai comprata …ti sei pentito?- Proseguì sfiorando il viso di lui con una mano, lo sguardo basso.

Ville non si mosse e Masha proseguì – Sono davvero così schifosa?- Sibilo sprezzante, le labbra tanto vicine da sfiorare quelle di lui

Il cantante fece per rispondere ma prima di averne la possibilità, la ragazza indietreggiò e con un espressione di sfida dipinta in volto, si tolse – con un solo gesto- il vestito lasciandolo cadere a terra e rimanendo con la sola biancheria di pizzo nero e i tacchi a spillo; lasciandolo di stucco e con l’impossibilità di staccare gli occhi di dosso dalle suo corpo snello e ben proporzionato.

Solo dopo diverso tempo Ville riuscì a distogliere lo sguardo – Cazzo!- Imprecò voltandole le spalle e dirigendosi verso la porta

Come risposta ricevette uno sbuffo- Bene, giusto…. Vai pure. Passerò la notte da sola- Commentò la donna, facendo suonare le sue parole come un accusa, mentre lui si chiudeva la porta alle spalle, lasciandola sola, quasi nuda in piedi in mezzo alla stanza ed immersa nel silenzio totale.

- Che mi è preso?- Domandò Masha , sedendosi sul letto e passandosi una mano tra i capelli –Per una volta, per una dannata volta in cui incontro qualcuno di diverso che non vuole solo quello …che faccio? Insisto..- Constatò lasciandosi cadere su letto ed accavallando le gambe – Sarà che dopo tutti questi anni…non sono abituata ad essere trattata in modo diverso , sono abituata ad essere trattata solo ed esclusivamente da puttana- Constatò gettando le scarpe ed infilandosi sotto le coperte

- E’ tutta colpa tua papà...tu mi hai fatto diventare così – Mormorò con disprezzo mentre chiudeva gli occhi e si abbandonava ad un sonno tranquillo.


_________________________________________________________________________________________

Finalmente ho terminato il quarto capitolo e così…eccolo a voi. Devo dire che la storia di Masha è abbastanza complicata quindi ho ancora molto da scrivere eheh.

Bene, oggi taglio corto con le chiacchiere e come sempre vi invito a commentare.

Un ringraziamento speciale va a tutti colo che hanno speso il loro prezioso tempo per lasciarmi una recensione, ovvero: Kuji13, Ginny, Silvia, Trappy, Elyrock e Anima bianca

Grazie infinite!

- Diabolikal Rapture-

Kuji13: beh si mi sono impegnata per farli davvero parecchio schifosi (e ancora non hai visto niente…ma per saperne di più dovrai aspettare il prossimo eheh) . Eh si non do pace alla povera Masha , però come hai visto in questo capitolo Ville non l’ha trattata male

Ginny: siii conosci la misteriosa autrice >.>. Va beh si ce la farò. Oddio addirittura una meraviglia…beh non posso essere altro che felice che ti sia piaciuto

Silvia: beh ora hai scoperto le intenzioni di Ville. Si si so che il padre istiga alla violenza (mi sa che in molti lo vorrebbero morto)…oh davvero credo di non aver mai fatto un personaggio più perverso di Mauri

Trappy: *sospiro di sollievo* bene…verdetto positivo evvaii!! Sono contenta di rivederti qui nelle recensioni (non me l’aspettavo eheh). Ti ringrazio per i complimenti e beh non vedo l’ora di leggere i tuoi commenti riguardo questo capitolo

Elyrock:Ti ringrazio e sono contenta che tu segua dal primo capitolo. Mah del lavoro di Masha non ne ho fatto un segreto. Riguardo alle descrizione e al affatto di trasmettere un po’ di quello che prova la protagonista al lettore, è un po’ il mio punto di forza o meglio è una cosa che cerco di descrivere con precisione perché la trovo fondamentale e – insomma- ci tengo. Si ci hai azzeccato riguardo allo spogliarello

Anima Bianca: beh si forse non la più appropriata ma del resto chi non vorrebbe essere salvata da Ville? *bella domanda *.


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Broken Doll ***


Capitolo 5

Broken Doll






La mattina successiva , Masha lasciò l’albergo e si diresse a casa a piedi. Anche se non era una camminata corta, preferiva camminare piuttosto che chiedere un passaggio.

Diverse persone si voltarono a guardarla mentre lei passava in mezzo a loro. La ragazza si morse il labbro, trattenendo la voglia di girarsi contro quei stupidi ipocriti che la stavano squadrando da capo a piedi ed urlargli contro “Che diavolo guardate? Fatevi i cazzi vostri!”

**

Ville si stava accendendo l’ennesima sigaretta della giornata quando il campanello trillò, a brutto muso- e molto scocciato- aprì la porta

- Dio...Ville che faccia!- Lo salutò teneramente Migè

- Entra e non rompere le palle già di prima mattina- Rispose l’altro lasciandolo passare

- Si può sapere perché ieri non sei più venuto?- Gli chiese Migè prendendosi la birra che Ville aveva lasciato sul tavolo

- Fa come se fossi a casa tua eh- Commentò sarcastico il cantante mentre l’altro si accomodava, tranquillamente, sul suo divano - Venuto dove?- Chiese perplesso

- Al locale no?- Rispose Migè come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo

- Ah ci sono venuto …ma poi ho avuto- Fece una pausa, domandandosi quanto dire all’amico e decidendo per niente - ..un contrattempo- Terminò evasivo

- E che genere di contrattempo?- Migè lo guardò con l’aria da ‘chi vuoi fregare?’

Ville scrollò le spalle – Niente, lascia perdere- Disse portandosi alle labbra la sigaretta ed inspirando profondamente

“lascia perdere” Quelle parole- però- valevano anche per lui perché -chissà per quale motivo- non era riuscito a dimenticare gli occhi di quella ragazza.

Immediatamente le parole di lei gli tornarono in mente:“Cos’è non sono abbastanza bella?” .

“Come ha potuto dire una cosa del genere?” Si domandò mente le parole venivano accompagnate dalla sua immagine più vivida e provocante che mai…

**

L’ora di pranzo era vicina quando Masha attraversò la porta di casa. Una volta chiusasi la porta alle spalle, tese l’orecchie per cogliere il minimo rumore ma, con suo sollievo, sentì solo silenzio.

Tranquilla, la ragazza salì le scale ed entrò nella sua camera, ma una volta che ebbe chiusa la porta si sentì strattonare da una parte e due braccia forti la strinsero a se, lasciandola senza via d’uscita

Immediatamente il fiato le venne a mancare e boccheggiò per lo spavento

- Non t’azzardare mai più a fare una scenata del genere – L’ammonì in un sibilo la voce di Mauri.

La figlia rimase immobile, lottando- inutilmente - contro l’ondata di terrore che l’aveva investita. Era stato tutto così veloce che neanche se n’era resa conto: era caduta in trappola

- Hai capito?- Proseguì lui, ed il suo fiato le solleticò l’orecchio.

- S..Si- Biascicò lei

- Bene- L’abbraccio di lui s’addolcì ma solo per un secondo perché – poi- l’uomo la fece voltare con violenza – Ed ora …lascia che io e te ci divertiamo un po’- Ghignò

Masha avrebbe voluto scappare, correre via e supplicarlo di non farle del male- come spesso faceva quando era più piccola – ma ormai sapeva bene che sarebbe stato tutto inutile.

- Cosa vuoi che faccia- Scandì le parole con calma mortale. Quelle erano le conseguenze del suo gesto al locale e l’avrebbe affrontate.

Mauri le indicò il letto- Spogliati-

La ragazza prese un profondo respiro, poi si chinò e si slacciò le scarpe calciandole a pochi passi da lei. Poi con immensa calma e ferreo autocontrollo lasciò che il vestitino nero cadesse – per la seconda volta – a terra.

- Masha – Mormorò l’uomo prendendo il mento della ragazza nelle sue mani e lei

chiuse gli occhi

- Ti ho detto ‘spogliati’ – Cantilenò lui massaggiandole, con il pollice, la mascella. E prima che lei potesse replicare le strappò di dosso il reggiseno.

Masha strinse i pugni , controllando il suo respiro e - abbassando la testa in modo che i suoi capelli lunghi le coprissero il viso quel tanto da non permettere a Mauri di vedere le sue lacrime- si tolse le mutandine. Poi si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi mentre il familiare rumore di vestiti che venivano tolti le torturava le orecchie, riaprendoli solo quando sentì il familiare peso del corpo caldo di suo padre sul suo

- Guardami- La voce dell’uomo la chiamò ed al comando lei alzò gli occhi guardando dall’alto in basso l’uomo

“Che tu sia maledetto” Ringhiò

– Non ti preoccupare…farò divertire anche te - Disse sorridendo, accondiscendente. Detto ciò posò le sue labbra su quelle di lei e iniziò a giocare con la lingua della ragazza, dando vita ad una danza non corrisposta.

Poi le mani di lui iniziarono a scorrere , voraci, lungo tutto il corpo di Masha sondandolo ed esplorandolo.

La ragazza si impose di eliminare quella sgradevole sensazione, cercando d’ignorarla…

- Apri gli occhi – Ordinò ,di nuovo, lui prima di chiudere la bocca sul capezzolo destro della donna, iniziando a mordicchiarlo ed infastidirlo.

Masha ubbidì ma fissò, inerme, il soffitto.

Soddisfatto dal primo assaggio l’uomo continuò l’esplorazione di quel corpo che conosceva nei minimi dettagli e la sua lingua scese lentamente dal seno verso l’ombelico lasciando una scia bollente e viscida.

Infine le sue mani costrinsero la ragazza ad allargare le gambe e le sue dita la sondarono in profondità.

– Mh sei ancora un po’ stretta… - Constatò il padre con un ghigno stampato in faccia

A quelle parole, il sangue della ragazza di raggelò, il suo battito accelerò ed i suoi muscoli si stinsero ancora di più.

- Vorrà dire che sarà questa la tua punizione- Continuò lui e - senza aggiungere altro - la penetrò senza pietà, facendosi strada nella sua carne

Masha strinse i denti ed artigliò le lenzuola ma non riuscì lo stesso a fermare il gemito di dolore che uscì a forza dalle sue labbra.

Mauri ignorò il gemito della figlia e con aria compiaciuta continuò a cavalcarla, spingendo sempre di più. Sentendo il suo corpo tremare di paura sotto il suo si eccitò ancora di più , così aumento il ritmo…incurante di tutto il resto

La ragazza voltò la testa da un alto, strinse le palpebre e si chiuse nella pace della sua mente, cercando di ignorare il dolore che quel rapporto le stava causando, fingendo che quel corpo che l’uomo stava usando a suo piacimento non fosse il proprio…

Strano ma vero ecco di già il nuovo capitolo. Forse anche questo abbastanza forte ma mi serviva per spiegare meglio i motivi che spingono Masha ad essere tanto fredda. Naturalmente c’è ancora molto da spiegare e manca un pezzo importare della storia ma…avete fretta? No quindi con calma che relativamente presto saprete tutta la storia :p

Anche stavolta ringrazio con tutto il mio cuoricino: Ginny, Elychan, Elyrock, Kuji13, Anima Bianca, Musicaddict e Silvia per i commenti: Vi giuro che mi avete commossa * aria ebete*. In attesa di avere pareri anche sul 5 capitolo…vi lascio e vi saluto!!

-Diabolikal Rapture-

Ginny: uh la prima a commentare *se lo ricorda*. Beh che dire…eeeeeeeeeh si il mistero s’infittisce. E si povero Ville …ma no aspetta mica tanto povero. In questo caso dire di più povera Masha :P

Elychan: non preoccuparti a me vanno bene commenti di tutte le lunghezze eheh. Riguardo alla reazione di Ville mah io l’ho fatta in quel modo perché lui ha agito di impulso senza pensare al ‘dopo’. Masha dal canto suo non è abituata a un trattamento diverso dal solito. Questo è come l’ho ideato ma , ala fine, ognuno è libero di interpretare tutto come preferisce.

Elyrock: Stai pure ore ed ore a commentare, io non mi annoio di certo e mi fa sempre molto piacere sapere come la pensano i lettori. Quindi mi puoi scrivere anche un commento stile poema epico eheh. Ah hai inquadrato molto bene Masha, infatti è proprio come hai detto te . Ringrazio di nuovo per i complimenti e se vuoi la prossima volta dilungati pure ^_-

Kuji13: Si un tantino fredda ..beh ammetto, leviamo il tantino è proprio fredda. Però immagino che con questo capitolo si sia capita di più la sua freddezza. (si l’ha rovinata alla grande …sai che io stessa odio scrivere di Mauri ma devo XD). Finisco di parlare a vanvera e spero che anche questo capitolino sia stato di tuo gradimento

Anima Bianca: uh uh allora che dici…la storia si sta facendo interessante?(anche se direi pure un tantino perversa)

Musicadict: uh uh ma che bello! Quando ho letto che ti piaceva ho pensato ‘ ma sta parlando della mia storia?” . Eheh mi fa davvero piacere che Heaven’s abbia iniziato ad appassionarti! Alla prossima – spero-…Uh un secondo...perchè ti sto tormentando? …cosa ti tormenta? (vediamo se posso alleviare il tormento hihih)

Silvia: don’t worry. Grazie di tutto sia per i commenti via sms che in rete. Davvero non so quanto mi rendano felice. Tanto poi sai che ti tormento in chat ahahah.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Rain ***


 Capitolo 6

 

 

 

Rain

 

 

 

 

Emma guardò impaziente l’orologio, sembrava quasi che il destino fosse contro di lei.: il bar era strapieno e Masha era in ritardo. Per la quindicesima volta – mentre prendeva un ordinazione - guardò verso la porta, in attesa che la ragazza arrivasse

 

Quando, finalmente, la ragazza entrare si precipitò verso di lei

- Masha insomma sai che— - Si interruppe alla vista del viso pallido e degli occhi rossi di lei.

- Scusa per il ritardo – Mormorò lei, passandosi una mano sul viso slavato

 

Emma boccheggiò – Che diavolo è successo?- E, senza darle il tempo di rispondere, la trascinò sul retro, facendola sedere su una sedia.

- Niente.- Masha abbassò gli occhi a terra. Si sentiva peggio un verme , aveva la sensazione che ogni volta che quell’uomo la toccava, lei diventasse sempre più ‘sporca’ , Uno sporco che – ne era certa - non sarebbe andato mai più andato via , impresso per sempre nel corpo e nell’anima. 

 

- Poi mi spieghi- Le disse la ragazza all’orecchio, strappandola un attimo dai suoi cupi pensieri. – Ora stattene qui dieci minuti e poi mi dai una mano….- Proseguì Emma, con fermezza.

 

- No hai bisogno di aiuto- Ribatté lei.

Fece per alzarsi ma una mano la trattenne a sedere – No! Guardati…mi stupisco che tu ti regga ancora in piedi- Emma la guardò con fermezza, lo sguardo pieno di preoccupazione per l’aria spaurita e fragile di lei. Poi scosse la testa più per se stessa che altro – Masha … non ti si può vedere così…-

- Non posso andarmene- Ribatté  la donna  alzandosi in piedi

- Ma …- La voce dell’amica divenne un sussurro appena udibile -  mi chiedo quanto tu resisterai ancora-

 

Inaspettatamente lei sorrise – Resistere? Mi sono arresa già tanto tempo fa …- Sussurrò in risposta – Quello che è fatto è fatto- Sentenziò, uscendo dal retro ed ad Emma non rimase altro se non seguirla e rimandare quel discorso.

 

 

**

Alle otto di sera il locale si era ormai svuotato, rimanevano solo Emma e Masha

 

- Mi vuoi dire cosa è successo? – Le domandò  la proprietaria , approfittando del momento di calma per tornare al discorso lasciato in sospeso

- Non c’è niente da aggiungere – Rispose Masha, la voce vuota

- Diavolo!Non c’è niente d’aggiungere? Sei entrata qui che tremavi come una foglia e io voglio sapere cosa quel bastardo ti ha fatto!- Ribatté lei scalandosi.

 

Mollò lo straccio che stava usando per ripulire il bancone  e si avvicinò alla donna , posandole delicatamente una mano sulla spalla

 

Masha fissò il legno del tavolino che stava lucidando –  Niente- Ripeté, facendo perdere la pazienza ad Emma

 

- Ora basta! Siamo amiche no? Si può sapere cosa fa quell’uomo di preciso per ridurti così? Mi hai detto che ti tratta male …la sera sparisci e ti ho vista alcune volte sul…marciapiede in quel quartiere schifoso--ma perché cavolo lo fai? E non parlare ad enigmi come sempre-  Le intimò fronteggiandola direttamente

 

- Cosa fa?- Le parole uscirono rauche dalla bocca della ragazza – Cosa fa? Quello che continua a fare da anni…- Una lacrima fuggiasca le scese sulla guancia.

 

Avrebbe voluto raccontare tutto, sfogarsi ma credeva fermamente sulla necessità di mantenere il segreto, doveva o sarebbe andato tutto storto. – Emma non impicciarti più di così. Ti basta sapere quello che ti ho già detto- Replicò Masha, serrando le labbra in una smorfia sofferta

 

Emma prese un profondo respiro, calmandosi- Senti non ti conosco da molto, è vero ma …ma ti vedo Masha e sono abbastanza intelligente da capire  che la causa di tutto è tuo padre. – Fece una pausa-  E’ per lui che fai la battona ?- Chiese piantando i suoi occhi in quelli verdi di lei

 

- Perché lo faccio non ti interessa…- Rispose la ragazza distogliendo lo sguardo - Lascia perdere Emma!- Continuò in tono aspro- E’ meglio così credimi-  Sussurrò fievolmente – Meglio così …davvero-

 

Sistemò la sedia sul tavolino e senza dire altro afferrò la borsa e uscì dal bar, lasciando che Emma - in piedi davanti alla porta- la seguisse con lo sguardo…

 

 

 

Nel frattempo fuori aveva iniziato a piovere a dirotto ma a Masha non importava, anzi per lei era meglio così almeno l’acqua nascondeva e lavava via le sue lacrime.

 

La ragazza camminava a testa china, i vestiti fradici quando qualcuno le strattono la manica della maglia

 

Lei si voltò di scattò, colta alla sprovvista e squadrò la  bambina di otto anni in impermeabile e ombrello rosa che le si era avvicinata 

- Ciao…Eevj – La salutò per nome mentre un sorriso tenero le colorava le labbra  – Come va?- Chiese inginocchiandosi di fronte a lei ed accompagnando le parole con un gesto della mano. Eevj, infatti era sordo muta si dalla nascita.

 

La bambina , le rispose con un altro gesto e Masha sorrise.- Sono contenta che tu stia bene-

 

Eevj sorrise e le porse il suo ombrello, gesto che provocò una fitta al cuore della ragazza che scosse la testa  - Sono già bagnata- Rispose  e , dipingendosi un espressione serena e felice in viso, si rialzò in piedi. Con un gesto della mano salutò la bambina , poi si allontanò a grandi passi mentre, con la coda dell’occhio, vedeva che la madre di Eevj era arrivata e la stava prendendo per mano…

 

Nel vedere quella scena, si affrettò ad allontanarsi mentre un mentre un singhiozzo fuggiasco  la scuoteva da cima in fondo.

 

 

**

 

Il temporale aveva colto alla sprovvista Ville  che si era ritrovato a dover tornare alla sua macchina a piedi.

 

Stava per imboccare una viuzza laterale,  quando una ragazza gli passo accanto velocemente: la testa bassa, una mano serrata sulla bocca …

 

- Masha…?- Prima ancora di pensare Ville aveva già pronunciato il suo nome

 

 

 

La ragazza si fermò, confusa si guardò in torno e in quel momento incontrò gli occhi di colui che l’aveva chiamata. Due sguardi intensi si affrontarono, la pioggia continuava a scendere più violenta che mai…

 

Masha sbatté le palpebre , per scacciare l’acqua che le imperlava le ciglia lunghe e nere, poi si girò di scatto e prese a correre verso la sua abitazione, verso un luogo in cui poter nascondersi

 

- Ehi aspetta un attimo- Biasciò Ville mentre si lanciava all’inseguimento della donna

 

 

**

 

 

Masha aveva il fiato corto ,  la milza aveva iniziato a farle male ma non si fermò.  Non sapeva perché era scappata, non ne aveva un motivo reale…solo che non lo voleva rivedere, non in quel momento

 

Improvvisamente, nonostante il frastuono della pioggia, si rese conto che qualcuno la stava seguendo. Senza smettere di correre si voltò e lo vide.”Ancora lui…” .

 

- Che vuoi?- Gli domandò, bloccandosi di colpo e riprendendo fiato.

 

Ville si fermò pochi passi da lei, anche lui aveva il fiato corto e approfittò della pausa per riprendere fiato.

- Parlare …- Rispose spostandosi una ciocca di capelli fradici dalla fronte

 

- E di cosa?- Domandò lei in tono duro “Cosa vuoi da me?”

 

- Di…- Si bloccò. Di cosa le voleva parlare? Della sera precedente? Già e che le raccontava? Che non era riuscito a togliersela dalla mente per tutto il giorno?

 

- Di?- Lo incitò Masha, la bocca storta in una smorfia spazientita 

 

L’uomo sbuffò contro se stesso – Di qualsiasi cosa…- Borbottò –Insomma vorrei, semplicemente, parlare con te - Disse infine

 

La ragazza lo guardò stupita e dubbiosa – Parlare eh?  Non ti mettere in testa strane idee. Sia chiaro: io con i clienti non ci parlo e – Scosse la testa ridendo, tra se, del doppio senso di quelle parole – Ieri sera non è mai esistita, io e te non ci siamo mai incontrati. Fine della conversazione….Lasciami in pace- Aggiunse  voltandosi e piantolo in asso, sotto la pioggia.

 

Ville la osservò correr via.  “Non posso lasciarti in pace Masha, non so perché ma non posso …E cazzo neanche tu lasci in pace i miei pensieri”



__________________________________________________________________________________________

Strano ma vero siamo già al capitolo sei eheh. Devo dire che l'incontro con Ville sotto la pioggia mi è venuto in mente mentre ascoltavo It' can't rain for all the time . Uh uh  non vedo l'ora di leggere i vostri commenti (li attendo con ansia)
Alla prossima (dovrei aggiornare entro mercoledì sera eheh)
- Diabolikarl Rapture -

Thanks to: Ginny, Kuji13, Elyrock, Trappy per  commenti al capitolo precedente. Un grazie anche a N@i , Silvia  e Bite che mi hanno commentato per chat. Grazie ragazze, mi fa sempre un sacco di piacere leggere cosa ne pensate.


Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Reflection ***


Capitolo 7

Reflection

Fuori la pioggia continuava a scendere senza tregua, Masha era ormai tornata a casa e si era tolta i vestiti bagnati di dosso, sostituendoli con una semplice felpa e un paio di jeans sbiaditi.

Sdraiata sul letto fissava il soffitto della sua camera. Per un momento chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal rumore della pioggia e dal ticchettio dell’orologio a muro appeso alla sua destra.

-Parlare- Si ripeté tra se. “Vorrei, semplicemente, parlare con te “ La sua voce e le sue parole, tornarono a lei chiare come se fossero state pronunciate in quel momento

Per un attimo ripensò alla sera prima, al locale. “ Se non si fosse messo in mezzo chissà cosa avrei fatto” Ragionò e arrivò alla conclusione che probabilmente le cose (senza il suo intervento) sarebbero potute andare molto peggio. In fondo , poi l’aveva pagata per niente…per starsene una sera da sola., una notte in pace.

La ragazza sospirò - Perché mi vuoi parlare? Perché io?- Domandò al silenzio.

Infine emise un sospiro afflitto e si rigirò nel letto, cercando di risposarsi e di togliersi dalla mente le sue parole

L’orologio ticchettava instancabilmente, inesorabilmente il tempo passò.

Lentamente la porta della camera di Masha scricchiolò ed un piccolo spiraglio di luce si fece strada nella fitta oscurità della stanza

- Sei ancora qui?- Mauri domandò a quella che – apparentemente- era una camera deserta

- Si- Dal buio provenne un sussurro

- Sei in ritardo…- Proseguì l’uomo aprendo completamente la porta, e la sua figura apparve minacciosamente sulla soglia

Masha sospirò, distolse gli occhi dal soffitto e si alzò stancamente in piedi

– Arrivo subito- Mormorò scivolando giù dal letto

- Stasera torni al locale di Allan e voglio che tu faccia quello che ti chiede o…- Lasciò la frase in sospeso, cosa che non faceva presagire nulla di buono.

- Ho capito - Biasciò sua figlia mentre cercava di non pensare a cosa Allan le avrebbe potuto chiedere di fare…

- Muoviti- Borbottò l’uomo e chiuse la porta con un tonfo

Masha accese la luce e con aria stanca si infilò i primi capi che trovò a portata di mano, tanto l’avrebbero fatta cambiare no?

Una volta vestita guardò la sua immagine riflessa nello specchio: una donna alta e magra, dai capelli castani che le scendevano di poco sotto le spalle la stava fissando con un espressione abbattuta. Jeans neri le fasciavano le gambe la camicia rosso scuro corta ed attillata metteva n risalto la sua vita piatta ed il seno.

- Quanto resisterò?- Chiese all’immagine , ricordando le parole di Emma

In risposta due occhi verdi la fissarono vacui e spenti.

- Non lo so- Rispose, a se stessa, con amarezza - So solo che il punto di non ritorno si sta facendo maledettamente vicino. Ho paura di impazzire…ho davvero paura che tutto quello che sto tenendo dentro si riversi sopra di me, annegandomi- Mormorò

Infine, dopo essersi osservata in silenzio per qualche altro minuto, lasciò la stanza.

**

A casa di Ville il televisore era accesso ma nessuno lo stava ascoltando. Il proprietario di casa era intento a fumarsi una sigaretta ed era troppo preso dai sui pensieri per prestar la minima attenzione al chiacchiericcio del TV.

“Sia chiaro: io con i clienti non ci parlo. Ieri sera non è mai esistita, io e te non ci siamo mai incontrati. Fine della conversazione….Lasciami in pace” Le parole dure di Masha avevano preso a torturarlo, e l’immagine della ragazza ancora di più: I vestiti bagnati ed aderenti alla pelle, il viso imperlato d’acqua e i suoi occhi gelidi ma anche tremendamente potenti ed affascinanti

-Al diavolo!- Imprecò spegnendo la sigaretta. – Se devo continuare così …è meglio provare a rivederla- Disse al salotto vuoto

Era già arrivato alla porta quando si ricordò di non sapere dove andare a cercarla

- Dove potrebbe essere?- Si chiese rimanendo a fissare la porta chiusa.

Alla fine decise che tornare al locale del loro primo incontro – se così si poteva chiamare- era l’idea migliore. “ E una volta trovata cosa fai?” Si Domandò

- Vedremo –Rispose aprendo la porta ed uscendo di casa

**

Davanti al locale di Allan c’era già molta gente in coda, Masha li fissò con aria ostile mentre a testa alta li sorpassava ed entrava mestamente dalla porta di servizio.

Mauri la fiancheggiava, quella volta era deciso ad assicurarsi che la figlia facesse esattamente quello che le veniva chiesto.

La ragazza camminava a passo lento , non aveva nessuna voglia di affrettare l’inevitabile. Una paura gelida le aveva attanagliato lo stomaco, il suo cuore batteva a ritmo accelerato e i suoi muscoli erano in tensione. “Cosa vorrà farmi fare?” Si domandò mentre , agitata, si torturava le mani.

Poco dopo che padre e figlia ebbero varcato l’ingresso Allan venne loro incontro, indossava dei semplici jeans e una camicia nera aperta, in parte, sul torace. Inoltre portava i capelli brizzolati corti , cosa che metteva in risalto il viso ben curato e gli occhi grigi.

- Mauri!- Salutò ignorando completamente Masha

“Stronzo” Pensò lei. Odiava essere trattata come se non esistesse, come se fosse solo un bel pezzo di carne da usare se e quando se ne ha voglia.

- Ah Masha- Disse Allan in tono suadente, fingendo di essersi appena accorto della sua presenza – Mh…- Proseguì squadrandola da capo a piedi con fare meditabondo

La ragazza si limitò a stringere denti e pugni .

- Scusala per l’altra sera…non so cosa le sia preso- Intervenne il padre posando la mano sulla spalla dell’altro che si voltò a guardarlo

- Oh fa’ niente- Rispose sorridendo , poi la sua attenzione ritornò alla ragazza – Beh…visto che non vuoi salire sul palco...credo di avere un lavoro giusto per te- Disse allargando il sorriso ancora di più.

- Che---Masha stava per chiedere che genere di lavoro ma un occhiataccia da parte del padre la zittì.

- Il camerino dell’altra volta…poi vai al bancone e Hellä ti dirà cosa fare- Proseguì il padrone del locale

La donna annuì e guardando con freddo odio i due uomini parlottare e ridere tra loro si incamminò verso il camerino.

**

Ville guardò con aria corrucciata la fila all’esterno del “The Sin”, poi buttò la cicca a terra e si arrese a mettersi in coda ed aspettare, pazientemente, che fosse il suo turno d’entrare.

Una volta all’interno , nel vedere la gente accalcata sempre di più, si chiese come diavolo faceva a trovarla in tutto quel macello, sempre ammesso che fosse lì.

I suoi occhi vagarono irrequieti per il locale ma riuscì a distinguere ben poco vista la luce e la quantità di persone stipate nel locale

**

Masha osserva da una porta laterale la folla che accalcava la sala. Storse il naso quando una zaffata di alcol e sudore la raggiunse, poi -lanciando un ultima occhiata a quello che l’attendeva- fece un profondo respiro e ,facendosi coraggio, mosse il primo passo verso la folla.

Uomini più o meno sobri le sfilarono dinnanzi, lanciandole fischi e sorrisi deliziati. Le luci si abbassarono, la passerella si illuminò , la musica sommerse il brusio dei clienti e lo spogliarello ebbe inizio.

La ragazza guardò pensosa la prima spogliarellista a salire sul palco poi si voltò e prese a fare il giro dei tavoli.

Prima , quando era entrata nel camerino si era aspettata di vedere di nuovo un abito succinto, invece quella volta aveva semplicemente trovato un reggiseno di merletto nero e un tanga dello stesso colore, accompagnati da un paio di vertiginosi tacchi a spillo.

Hellä le aveva, poi, spiegato che doveva fare da cameriera e servire ai tavoli – fin lì niente di particolare si era detta- ma quando la donna aveva aggiunto che doveva permettere ai clienti di toccarla dove volessero, lì il cuore le era immediatamente saltato in gola ma si era lo stesso fatta coraggio ed imposta di farcela. E poi suo padre era lì e le aveva promesso conseguenze pensanti se si fosse rifiutata di fare come le era stato detto.

A passo felino e destreggiandosi tra i diversi uomini si fece largo verso le poltroncine, il vassoio in equilibrio sulla mano destra

- Per chi è la birra?- Domandò a voce alta per farsi sentire.

- Mia- Sussurrò un uomo robusto, improvvisamente apparso alle sue spalle, prendendo la birra dal vassoio e poggiandola sul tavolo.

- Rafael- Si presentò mentre con un sorriso malizioso tornava alle spalle di lei.

Masha lanciò un occhiata indifferente all’uomo e fece per andarsene ma venne afferrata malamente per un braccio

- Resta qui – Ghignò Rafael tirandola a se. Velocemente le sue mani forti si chiusero sui polsi di lei, costringendola a tenere le braccia ai fianchi - Non scappare- Continuò

La ragazza deglutì rumorosamente mentre le viscere le si contorcevano. Come faceva a liberarsene senza contravvenire a ciò che le avevano detto?

Poi, quando la mano di lui le accarezzò sensualmente i fianchi e la sua lingua calda le sfiorò la pelle dello sterno , il vassoio le scivolò dalle mani, cadendo a terra con un tonfo metallico. Masha strinse i pugni , ricordandosi che in fondo quello era ‘solo’ il suo corpo, che poi sarebbe passato tutto che –

Improvvisamente l’uomo cambiò posizione e fece aderire il corpo della ragazza al suo petto. – Sai che sei molto carina?- Ridacchiò mentre lo sguardo di Masha si induriva ulteriormente e la sua mascella si serrava

Rafael, ignorando la reazione della ragazza, prese il suo viso tra le mani e lo sollevò leggermente verso il suo. Poi con un ghigno stampato sulla faccia tonda e coperta da barba ispida la baciò con la lingua; mentre con un braccio continuò a tenerla stretta a se con la mano libera scese lungo la sua schiena nuda, insinuandosi sotto il tanga e cercando di toglierglielo

Le mani di lei si strinsero a pugno, tanto strette che le unghie lunghe e curate le si conficcarono nel palmo mentre tentava di divincolarsi da una stretta troppo forte per lei da battere

**

Ville si stava facendo largo tra la folla, quando il rumore di qualcosa di metallo che cadeva a terra lo fece voltare.

Fu in quel momento che la vide: su un piano leggermente rialzato da terra , schiacciata contro un grassone basso e tarchiato. Istantaneamente corse verso di loro.

Solo quando fu più vicino si accorse di cosa la ragazza stava indossando o meglio non stava indossando.

Istintivamente allungò la mano verso di lei, vederla così gli fece rabbia. Con lui non voleva nemmeno parlare e con quello, invece, si lasciava scopare in pubblico

**

- Lasciala andare!- Una voce conosciuta intimò

Colto di sorpresa, Rafael lasciò la presa e Masha indietreggiò con tanta fretta che per poco non cadde all’indietro. Però, invece di finire a terra come si era aspettata , si sentì afferrare saldamente per le spalle

Spaventata e confusa voltò la testa di scatto, ritrovandosi a da pericolosa vicinanza due occhi che cominciavano ad esserle familiari - Tu?- Boccheggiò quasi senza fiato

- Che cazzo vuoi te?- Ringhiò l’uomo che era stato interrotto sul più bello.

In risposta Ville attirò a se Masha – Mi dispiace ma per questa sera lei è impegnata con me – Rispose e senza aspettare che l’altro replicasse, trascinò entrambi in mezzo alla folla…

Ultimamente sono sempre di corsa ma come promesso siamo a mercoledì ed ecco il nuovo capitolo!

Un grazie a Dark Lunacy, Kuji, Silvia, Elychan, Trappy e Anima bianca per i commenti (grazie di cuore visto che più che scrivere per me, scrivo per chi legge e do molta importanza ai vostri pareri eheh)

Dark Lunacy: eehi amore!ehm si Eevj è finalmente comparsa (e ricomparirà più avanti) . Sono felice di sapere che anche il cap 6 non ti è dispiaciuto eheh ^///^. Riguardo alla reazione di Masha ognuno la vede come vuole

Kuji13: Si direi che ci voleva, non voglio fare strage di poveri lettori. Riguardo a Masha e alla sua freddezza, non posso affrettare le cose proprio perché visto il lavoro ed il tempo…non posso. (Sarebbe improbabile e molto O.C) Però anticipo che si ‘scioglierà’ un poco.

Silvia: Bel padre si! Eh come mi ha fatto notare qualcuno io non posso fare un cattivo solo cattivo lo devo fare perverso. :p

Elychan: Grazie e posso dire che andando avanti- a mio parere- la storia migliora sempre di più

Anima bianca: povera Masha, non le do davvero un attimo di tranquillità

Trappy: ahah Ville il povero incompreso, l’idea mi fa ridere. Comunque Thanks per i complimenti e i tuoi sempre splendidi commenti!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Speaking Mirror ***


Capitolo 8

Speaking Mirror

Buio , luci multicolori, caldo, sudore tutto mescolato in una girandola psichedelica. Masha chiuse gli occhi e si bloccò in mezzo alla pista.

La testa le girava in fretta, non sapeva dove quell’uomo che continuava ad incontrare la stesse portando, era confusa e in quel momento l’unica cosa che desiderava era solo un minuto di calma per riprendersi e riordinare la situazione.

- Che stai facendo?- Le domandò Ville che fu costretto ad avvicinarsi per farsi sentire sopra il rumore della musica alta

La donna si passò una mano sulla fronte, scostandosi i capelli dal viso – Per…di là- Biascicò al suo orecchio con voce confusa e – prima che lui potesse replicare- fece strada verso una porta laterale.

Una volta che entrambi furono entrati nel retro, lasciandosi indietro la confusione , Masha si divincolò immediatamente dalla presa di Ville e si diresse verso il suo camerino. Si sentiva prosciugata di ogni energia, le gambe tremanti e terribilmente a disagio: perché aveva portato lì anche lui?

Ville si stava guardando intorno, felice di essere finalmente uscito dal mezzo di quello schifoso ammasso di gente quando vide che la donna stava per andarsene.

- Ferma- Disse afferrandola per un braccio

Masha si bloccò sul posto e si voltò rivolgendogli uno sguardo raggelante – Cosa vuoi si può sapere?- Sibilò a denti stretti

- Mi pare ti avertelo già detto!- Replicò lui lasciando la presa.

- Non mi va di parlare- Ribatté lei a denti stretti. In quel momento voleva solamente mettersi qualcosa di decente addosso

Ville le scoccò un occhiataccia, cominciava ad essere nervoso – Ah con me non vuoi parlare. Bene allora puoi tornare da quello là visto che te lo stavi quasi per scopare davanti a tutti – Non appena lo ebbe detto si accorse di aver fatto un grosso sbaglio

- Che cazzo ne sai tu eh? – Ringhiò Masha che si scansò bruscamente e gli diede le spalle, prendendo a camminare a passo pesante lungo il corridoio

Come poteva dire certe cose senza neanche conoscerla. Come osava quello stronzo? SI domandò spalancando la porta della stava doveva aveva lasciato i vestiti

– Senti… - Mormorò Ville avvicinandosi alla porta che si aprì sotto la sua mano, rivelando la stanza e la ragazza intenta a rivestirsi davanti ad uno specchio. – Mi dispiace per prima – Continuò ma non finì la frase perché si soffermò ad osservare l’immagine riflessa nello specchio: una ragazza con la camicetta rossa quasi abbottonata, i capelli arruffati, gli occhi cerchiati di nero e lucidi

Immediatamente, la testa di lei scattò all’indietro ma resasi conto che così lui avrebbe visto che stava piangendo (cosa che non doveva succedere) abbassò immediatamente la testa e tentò di asciugarsi le lacrime con il dorso della mano

Il cantante rimase per un attimo ammutolito, aveva infatti visto le sue lacrime e per un attimo si era chiesto se ne era stato lui la causa.

- Vattene- Disse Masha a denti stretti

- No- Ribatté secco Ville

Allora la donna alzò lo sguardo. Al diavolo se la vedeva piangere.! – Vattene!- Ripeté con più durezza di prima

- No- Ripeté il frontman, sbattendo chiusa la porta

– Fa come diavolo ti pare – Sbuffò lei , tornando a voltargli le spalle e concentrandosi sul pulire le chiazze di mascara colato che le erano rimaste sotto gli occhi. - Oh insomma perché sei ancora qui? Io fra poco devo tornare di là- Masha si voltò nuovamente, fronteggiando ‘l’intruso’ e quella volta nei suoi non c’era più traccia di lacrime ma solo uno sguardo freddo come metallo

In risposta Ville immerse la mano nella tasca dei jeans, estrasse un pacchetto di sigarette e se n’ accese una – Ti resta tanto difficile capire che mi piacere parlare con te ?– Domandò

Masha fece un profondo respiro, calmandosi . – Mi pare di averti già risposto-

Alla fine cosa gli costava parlare? Non era anche un buon modo per svignarsela dal locale senza però disubbidire ad Allan? - Non posso parlare, non ora…devo lavorare – Sospirò infine.

Ville la guardò un attimo. Infondo quelle parole erano un inizio

- E se facessimo come l’altra volta?- Chiese ispirando una boccata di fumo

Lei lo squadrò perplessa- E cioè?- Domandò. Aveva intuito dove volesse arrivare ma preferiva sentire le parole dalla sua bocca

- Se ti pagassi per venire con me?- Domandò - …per parlare e basta- S’affrettò ad aggiungere

Gli occhi di lei divennero due fessure - Come …vuoi- Mormorò, poi, scuotendo la testa “Se vuoi sprecare i tuoi soldi così fa pure”

- Poi però lasciami in pace- Aggiunse pettinandosi i capelli con la mano ed afferrando la borsa - Allora andiamo- Continuò passandogli accanto e spalancando la porta

Ville spense la cicca a terra. Aveva la netta impressione che la loro conversazione non sarebbe stata facile. Ma era pronto ad insistere , quella donna lo intrigava troppo per lasciar perdere facilmente

- Ah proposito di parlare…- Disse Masha rivolgendogli un sorrisino compiaciuto – Tu conosci il mio nome…e il tuo?- Domandò

- Ville –

- Mhhh- Commentò la donna.

Non che le importasse veramente, ma visto che veniva pagata per parlare almeno si sarebbe sforzata quel tanto da scambiare due parole.

– Prima di ‘parlare’ però è meglio avvertire il mio capo – Disse sorridendo con falsità inquietante e iniziando a fare strada verso l’ufficio di Allan “L’importante è poter andarmene da questo schifoso posto.Tanto meglio se lo posso fare senza dover per forza fare sesso con qualcuno…”

Ville la seguì in silenzio, osservandola con minuziosa attenzione. Aveva la netta impressione che ci fosse qualcosa di freddo in lei, freddo e in qualche modo tremendamente ‘sbagliato’ solo che non ancora sapeva cos’era.

________________________________________________________________________________________

Thansk to: Ginny, Kuji13,Anima Bianca, Elyrock e Trappy per i commenti al precedente capitolo. Fa piacere sapere il parere dei lettori ^^ Thank you !

Kuji13: eh si ormai la preda preferita dei più schifosi. Povera ragazza. Eh ma come sempre c’è Ville che la salva eheh. Oh si ma certo con calma, piano piano si scioglierà un tantino. Eheh vedrete *si strofina le mani*

Ginny: come ho detto , prima o poi il ghiaccio si scioglierà! Eheh grazie cara fa piacere sentirtelo dire

Anima bianca: commento di poche parole ma la faccina rende bene ^.^

Trappy: Grazie per i complimenti. Vorrei rispondere alle tue domande ma credo che il fatto che il padre sia fondamentalmente perverso e ignobile …basti a dire tutto. Poi non posso rivelare tanto, non voglio svelare i futuri sviluppi ^_-. No stranamente , per ora, Ville non l’ha messa nei guai e si vedrà nel prossimo capitolo….

Elyrock: via per questa volta ti perdono!:p. Ti capisco anche io devo leggere tante storie ma rimango sempre indietro. (prima o poi recupero). Sono contenta che anche gli altri due capitoli ti abbiano emozionato ^^. Eh si l’incontro con Eevj è davvero malinconico….Alla prox. Spero.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Look Down ***


Capitolo 9

Look Down

-Aspettami qui- Mormorò Masha a Ville, dopo averlo condotto davanti alla porta di legno scuro dell’ufficio di Allan.

La donna aveva già posato la mano affusolata sulla maniglia e stava per abbassarla quando una voce la bloccò a metà del movimento.

- Perché sei vestita e non sei di là?- Domandò Mauri, una minaccia velata che però non sfuggì alla figlia. Istantaneamente Masha si irrigidì e strinse convulsamente la maniglia

- Perché …- Biascicò la ragazza che non si era aspettata di fronteggiare l’uomo così presto. – ho…- Si ficcò la punta delle scarpe nere. “Masha non è questo il momento di lasciarsi prendere dalla fifa, non qui e non davanti ad un cliente…capito?”

Al leader degli HIM bastò un occhiata veloce all’uomo e alla ragazza per capire che c’era qualcosa che non andava

- Sono stato io a chiederglielo- Intervenne e Masha si voltò di scatto e per un attimo sfuggente incontrò gli occhi verdi di lui.

– Si mi ha chiesto di andare con lui – Riprese il discorso voltandosi verso il padre e sorridendo maliziosamente

Mauri annuì lievemente, poi squadrò attentamente Ville – Tu non sei quello del l’altra sera?- Chiese , un espressione strana in viso

- Si- Rispose lui – Sa…sono rimasto molto soddisfatto dall’ultima volta- Proseguì reggendo il gioco

- Ah bene!...Ma sai questa sera lei doveva finire un lavoro qui …- Iniziò e sua figlia capì immediatamente dove , l’uomo, voleva arrivare: voleva alzare il prezzo

– Si me lo ha detto – Ribatté Ville cercando di suonare pacato ma con quell’uomo gli riusciva difficile, la sua sola faccia finiva per dargli sui nervi – Ma ho insisto – Aggiunse dopo una lunga pausa

- Quanto sei disposto a pagare?- Domandò, allora, l’altro; andando dritto al punto.

- Quanto vuole?- Domandò ma dentro di lui si chiese come si potesse dare un prezzo ad una ragazza.

Intanto, l’oggetto dello scambio sospirò e si appoggiò al muro. Sul viso affilato di Masha non comparve nessuna emozione ma dentro di lei si stava nuovamente svolgendo una lotta interna tra la rabbia per essere sempre tratta come una merce in bella confezione e la consapevolezza di non dover lasciar trapelare nulla di quei sentimenti. “Quanto durerà tutto questo? “ Si domandò mentre si lasciava trasportar via dal corso dei suoi pensieri.

La ragazza si risvegliò dalla specie di trance in cui era caduta solo quando Ville la richiamò.

- Ti senti bene?- Chiese , notando lo sguardo perso nel vuoto di lei che sbatté le palpebre e lo guardò con aria stralunata

– Si – Sibilò – Cosa avete deciso?- Domandò senza dar a vedere il se pur minimo interesse per la faccenda

Ville la fissò un attimo e i suoi occhi verde ghiaccio lo squadrarono in rimando. “ Si, c’è davvero qualcosa che non va…nessuno si comporterebbe così. “ Constatò, sicuro di quella sua analisi.

- Comunque …abbiamo una conversazione da fare- Rispose ignorando la sua domanda. Non voleva dire quando aveva pagato, altrimenti tutto sarebbe diventato più ‘reale’ in qualche modo.

La ragazza sospirò e si scostò dal muro, seguendolo fuori dal “The Sin”

***

- Allora di cosa vogliamo parlare?- Domandò Masha in tono piatto osservando con finto interesse il legno del tavolino del bar che il suo insistente cliente aveva scelto come luogo della loro “chiacchierata”

Il cantante la osservò un attimo prima di parlare, sinceramente non sapeva cosa chiedere. Quella donna poi gli faceva uno strano effetto e aveva la netta impressione che sarebbe dovuto star molto attento a cosa chiedeva e – soprattutto - come lo chiedeva

- Allora?- La ragazza si passò una mano tra i capelli e lo fissò negli occhi senza timore “Cosa gli è preso ora?”

- Niente di particolare. Raccontami qualcosa di te- Rispose lui sorseggiando la birra

La donna lo guardò e sorrise lievemente mostrando il sorriso raccapricciante e gelido di una bambola senz’anima – Perché dovrei farlo? Cosa vuoi realmente?... Vuoi che ti racconti tutto di me?- Rispose bruscamente.

- Non ti ho chiesto nulla in particolare- Cercò di calmarla Ville –Però…- Sospirò, lasciando la frase in sospeso. Era tutto così difficile con lei, sembrava quasi che per parlare gli dovesse estrarre le parole di bocca

- Però?- Lo sfidò lei sporgendosi in avanti – Ascoltami bene. Se speri di sapere qualcosa di me, scordatelo. – Sussurrò dura come il marmo

Ville scattò in avanti – Ah si allora ti dico una cosa io. Il tuo comportamento inizia a darmi sui nervi- Brontolò

Con sua sorpresa la donna sorrise di nuovo- Tu mi hai chiesto di parlare. – Lo rimbeccò acida. Se ne infischiava se il suo comportamento iniziava a dargli fastidio

– Ascolta, mi piacerebbe conoscerti ma se continui così come faccio?- Provò un'altra strada. Anche perché se avessero continuato in quel modo sicuramente la serata non sarebbe stata piacevole per nessuno dei due.

Masha lo guardò con finti occhi da cerbiatta ferita – Conoscermi? – Ripeté in derisione – Perché mai?- Esclamò fissandolo con odio

Ville alzò gli occhi al cielo – Cristo, insomma non puoi semplicemente dire qualcosa di te. Vorrei parlare con la vera Masha non con …- Ville lasciò la frase in sospeso.

Allora la ragazza si sporse di nuovo in avanti, il viso a pochi centimetri dal suo, gli occhi testardamente nei suoi – Dillo pure!- Lo incitò – Di pure ‘puttana’- Ringhiò

- Ascolta, questa volta te lo dico chiaro e tondo. Se speri di conoscermi, scordatelo! Vuoi fare una conversazione? Bene ma trovati qualcun’altra.- Bruscamente si rialzò – Quelle come me non sono fatte per parlare.- Aggiunse, facendo per andarsene

Il cantante scattò in piedi – Perché diavolo fai così?- Domandò brusco

A quelle parola Masha si voltò di scatto e lo trafisse con il suo sguardo - Perché insisti?- Domandò irritata

- Perché voglio conoscere la ragazza che ho intravisto nei tuoi occhi l’altra sera- Rispose francamente

La donna boccheggiò. Non si era resa conto che per una attimo la sua maschera perfetta le era scivolata via

– Non la puoi conoscere – Insisté incamminandosi verso la porta ma il braccio di Ville la bloccò

- Se la metti così… ti ricordo che ti ho pagata-Disse lui anche se non avrebbe voluto arrivare a quello. Ma lei non gli aveva lasciato scelta. Sembrava che minacciarla fosse l’unico modo se non convincerla a parlare per, almeno, farla restare – Quindi ora siediti e continuiamo a parlare- Proseguì

Masha non rispose e si limitò a fissarlo con odio tagliente. – Come vuoi – Sussurrò a denti stretti, divincolandosi dalla presa dell’uomo e lasciandosi ricadere pesantemente sulla sedia – Parliamo…- Proseguì in tono basso e minaccioso

– Sei uno stronzo – Lo insultò guardandolo in cagnesco

“Volevi parlare,no? Eccoti accontentato!” Brontolò tra se ma , per la prima volta dopo tanto , la ragazza si era concessa di dire esattamente quello che le era passato in mente.

Ville ignorò l’insulto e sorrise lievemente - Grazie della sincerità-

Se pur un insulto era comunque un piccolo frammento di sincerità da parte sua. Chissà forse poteva sperare di conoscere chi si nascondeva dietro la facciata fredda e dura di quell’affascinante donna dagli occhi penetranti e freddi più del ghiaccio. “Forse…”

Come avete visto la ‘conversazione’ non sta andando certo bene ma insomma da Masha cosa ci si poteva aspettare? In fondo le è difficile parlare , comunque nel prossimo – che va considerato come una II parte di questo capitolo ci sarà (diciamo) una piccola svolta - . O meglio se avete notato la svolta in Masha è iniziata già da qualche capitolo. Comunque basta con le chiacchiere, grazie a: Ginny, Kuji13, Elyrock, Trappy e Anima Bianca per i commenti al capitolo scorso. *commossa*

Alla prossima, commentante numerosi (ci spera)

- Diabolikal Rapture-

Ginny: sono sopravvissuta al cesso yeah! Eh per ora hai letto solo una parte del dialogo – chiamiamolo così-. Vedrai, vedrai!

Kuji13: W la tristezza. No stavo scherzando però – effettivamente – la protagonista è un personaggio molto malinconico e triste. Ora hai visto che la conversazione infatti non va…

Elyrock: uh bell’analisi. Si Masha è un pezzo di ghiaccio ma è il tempo che l’ha fatta diventare così (nel 10 saprete esattamente quanto tempo). Comunque si prima o poi se seguo una mia idea lei rivelerà tutto…ma quanto e perché è un'altra faccenda. ^^”

Trappy: per te vale lo stesso discorso di sopra. Ancora grazie per i complimenti

Anima Bianca: Perché? È una domanda a cui non posso rispondere ora altrimenti ti svelo tutto ^^. Sorry!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Slipping Away ***


Capitolo 10

Slipping Away

Nonostante fossero trascorsi diversi minuti Masha continuò a fissare Ville in cagnesco,le labbra serrate in un ostinato silenzio.

Ville si accese l’ennesima sigaretta ed inspirò una boccata di fumo. A quanto pareva la serata non stava andando nel verso giusto. Che cazzo doveva fare con lei?

La ragazza continuò a fissarlo e per quanto difficile lui mantenne il contatto visivo. Fu lei che per prima distolse lo sguardo

- Perché lo fai?- Chiese in un sussurro, tanto basso che il cantante pensò di essersi sbagliato - Perché non ti comporti come gli altri?- Proseguì inchiodandolo con lo sguardo.

- Ti dispiace forse?- Domandò Ville in tono scherzoso, per alleggerire la situazione

- Si- Mormorò Masga abbassando gli occhi .

Non che le dispiacesse il parlare in se, ma semplicemente non voleva, non si poteva permettere di farlo. Parlare, significava infatti aprirsi almeno un po’, abbassare la gelida barriera d’acciaio che con il tempo aveva creato tra se e il mondo…

Ville spense la sigaretta. Aveva detto sul serio? Si domandò osservando il profilo della ragazza.

- E allora te la faccio anche io una domanda- Iniziò e la donna tornò a guardarlo, dritta in faccia, senza timore - Perché tu comporti così?- Le chiese sporgendosi in avanti

- Sei insistente- Rispose lei sorridendo maliziosamente – Ma lo vuoi capire che non posso parlare?-

- Non vuoi!- La corresse lui, irritato. – Ti ho chiesto solo di parlare, solo questo. Ti ho dato una mano anche l’altra sera e tu cosa fai? Non ti sforzi nemmeno di considerarmi!- La rimproverò, dando sfogo alla sua frustrazione per quella situazione

Con sua sorpresa Masha rise , una risata senz’anima e calore – Cosa vuoi da me? Te l’ho già detto che quelle come me non sono fatte per parlare!- Ribatté alzandosi in piedi

Ville la osservò dall’alto in basso – Sei tu che non vuoi! – Le ricordò – Davvero avresti preferito che venissi a letto con te?-

La ragazza gli rivolse un occhiata fredda e vacua – Ah uno vale l’altro, non è una cosa che mi interessi poi molto – Replicò sistemandosi i capelli dietro le spalle – E ora …- Fece un passo indietro – Grazie di tutto, ma preferisco ridarti i soldi che passare un minuto in più con te- Proseguì acida. - Per l’ennesima volta: lasciami in pace- E senza preavviso uscì dalla porta d’ingresso lasciando Ville allibito a fissare un tavolo ormai vuoto.

**

Masha correva a perdifiato nella notte, l’aria le bruciava nei polmoni, la milza aveva iniziato a farle male ma non si fermò, anzi, aumentò l’andatura della sua corsa

Perché scappava? Non lo sapeva bene, aveva solo voglia di stare all’aperto e sentire il vento sul viso.

“Stupida!...Hai appena allontanato l’unico uomo che ti ha trattato come una ragazza normale , dopo tutto questo tempo!” “Quanti anni Masha? Quanti sono?” Gridò contro se stessa

- Dopo otto anni- Sussurrò nella notte

No! non ci doveva pensare…doveva lasciarsi tutto alle spalle e tirare avanti come faceva sempre.

- Sono stufo di rincorrerti!- Esclamò una voce maschile alle sue spalle

Colta di sorpresa, la donna si fermò per girarsi e quello diede il tempo a Ville di afferrarla per la vita. Immediatamente l’abbracciò di suo padre le tornò alla mente, vivido nelle immagini e nelle sensazioni

- Lasciami!!- Gridò lei, dibattendosi con tutte le sue forze per sfuggire a quella presa che le aveva ricordato cose spiacevoli e terribili.

- Scusa- Mormorò realmente dispiaciuto. Per un attimo gli era sembrata così spaventata, terrorizzata…ma da cosa? Si chiese fissando la donna piegata in due, con le braccia avvolte intorno al corpo magro, la schiena incurvata ed il viso nascosto dai capelli lunghi e perfettamente lisci.

“Che fai?” Si disse “Masha riprenditi che diavolo fai? “Si rimproverò la ragazza. Non poteva concedersi di mostrare quel lato, non davanti a qualcuno.

Masha chiuse gli occhi, cercando di scacciar via le immagini che avevano preso a scorrere davanti agli occhi e di regolare il suo respiro. Ma nonostante i suoi sforzi il suo cuore continuò a battere forte, il respiro ad essere irregolare…

- Ti senti bene?- Le chiese Ville, avvicinandosi e allungando una mano verso la ragazza, ma prima ancora che avesse l’opportunità di anche solo sfiorarla Masha indietreggiò, drizzando la schiena.

- Vattene lasciami stare! Cosa diavolo vuoi?? Non lascerò cadere tutto per te!! Maledetto- Ringhiò , le parole le fluirono veloci fuori dalle labbra

- Vai…allora, vattene Masha- Rispose Ville, incontrando volutamente i suoi occhi.

- Non puoi cambiare le cose- Sussurrò lei prima di voltargli le spalle ed andarsene, lasciandolo solo con i suoi pensieri.

- Non posso stasera, ma domani…- Mormorò al vento, accendendosi una sigaretta. Aveva infatti, ormai, capito che in Masha nascondeva qualcosa, ed era ben determinato a sapere cosa…

I can’t feel my senses

I just feel the cold

All colors to fade away

I can’t reach my souls

(Frozen-Within Temptation)

Evvai puntuale come ogni domenica (beh un tantino in ritardo rispetto alle alter domeniche). Ecco il nuovo capitolo di heaven’s a lie. Spero che vi sia piaciuto e come sempre vi invito a commentare numerosi.

Grazie di cuore a Ginny, Kuji. Musicaddict, Silvia, Anima Bianca e Elyrock per i commenti allo scorso capitolo. Sono così contenta che apprezziate questa mia storia *commossa*

Kuji: brillantissima conversazione e in questo capitolo non è di certo migliorata. Però rispetto agli inizi Masha si è scoperta un tantino di più (pochino pochino ma è qualcosa no?) .Ah riguardo alla storia della protagonista verrà illustrata piano, piano e un pezzo per volta. Grazie per i complimenti! Baci

Silvia: uh incognita delle incognite si! Sai che sono imprevedibile muahah *sadica* Grazie cara per i commenti! *ci si vede il 30 yeah!*

Musicaddic: eheh si si tanto forte o no scrivo sempre quello che mi viene in mente, il 5 lo trovavo giusto per far capire meglio Masha e serviva ai fini della storia eheh. Fa niente se eri rimasta indietro l’importante è che ora hai recuperato no?. Riguardo agli errori ricontrollo sempre ma gira gira c’è qualcosa che mi sfugge argh! Dannati!>.< Mi fa piacere che apprezzi il mio indagare psicologicamente su Masha è una cosa che mi piace fare e a cui tengo diciamo. E poi lei è un personaggio complesso e ha molto da dire . Ah Mauri…mah ancora non so che fine farà eheh

Anima bianca: ehm fa così perché…non te lo dico!:p

Elyrock: wow come sempre inquadri benissimo il personaggio. Mi piace fare cose realistiche nel limite del possibile per questo sono molto contenta di sapere di essere riuscita nell’intento di creare una conversazione reale. Si come ho più volte detto Masha ha i suoi motivi e una storia molto tormentata quindi…non ti resta che continuare a leggere per sapere i come e i perché . ^^

A domenica prossima (probabilmente)

Baci

- Diabolikal Rapture-

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** What was Hidden Behind ***


Capitolo 11

What was hidden Behind

Masha correva senza meta nella notte, il vento nei capelli.

Perché si riduceva sempre a scappare? Era una domanda che , ormai da anni aveva smesso di rispondere, perché sapeva bene che lo faceva per andare avanti, proseguire con quello schifo di vinta fino al giorno in cui avrebbe potuto mollare tutto e andarsene. “Se mai arriverà quel giorno” Pensò amaramente mentre s’infilava in un vicolo laterale.

Era scappata, si ma ora dove andava? Tornare a casa era fuori discussione! Quello era certo …e allora dove? Dove passare la notte?

***

- Fai schifo…- Si disse Masha fissando la porta dell’appartamento di Emma. Ci era sta poche, rarissime volte ma si era, ugualmente, ricordata la strada.”Fai davvero schifo”Proseguì l’invettiva contro se stessa, ed era vero non le piaceva dover chiedere aiuto a lei non dopo che il pomeriggio avevano avuto quella discussione.

La donna sospirò, fissando la porta, insicura se bussare o meno oppure prendere ed andarsene. Infine portò , lentamente, la mano vicino la porta - Scusami Emma…- Sussurrò mentre suonava il campanello

Passarono diversi minuti di silenzio, poi si sentirono dei rumori provenire dall’interno ed infine la porta venne aperta, lasciando intravedere un’Emma dall’aria assonnata e i capelli scompigliati ed in disordine. Per un attimo gli occhi di lei la fissarono stralunati , poi – finalmente – la ragazza si riscosse

- Masha…- Biascicò, la voce ancora impastata dal sonno

Masha si era,intanto, pentita di aver bussato e fece un passo indietro, intenzionata ad andarsene

- Scusa non dovevo…- Mormorò e fece per voltarle le spalle. “Non è giusto approfittare di lei… “

-Ehi aspetta!- La richiamò Emma colta di sorpresa. – Entra – La invitò sorridendo leggermente.

Aveva infatti capito che c’era qualcosa che non andava o Masha non si sarebbe presentata a quell’ora davanti al suo appartamento. Voleva sapere ‘cosa’ fosse successo vista, poi, l’aria piuttosto spaurita della donna ma era certa che lei non gli avrebbe detto la verità o risposto.

Masha rimase immobile dov’era – Io…non mi chiedere cosa è successo – Supplicò quasi. Non le poteva spiegare!

Con sua sorpresa il sorriso di Emma si allargò – Chissà perché mi ero immaginata una cosa simile… Non ti farò nessuna domanda, promesso!– Ridacchiò alleggerendo il tono della conversazione – Forza, donna dei misteri, entra…- la invitò con un gesto della mano

- Grazie- Le disse mentre, chinando la testa, entrava nell’appartamento della ragazza

Alle nove del mattino Masha rientrò a casa e tirò un sofferto sospiro di sollievo nel vedere che, per una volta tanto, la casa era vuota: realmente vuota.

A passo veloce salì le scale e si chiuse in camera. In fretta si fece una doccia e si cambiò i vestiti. Infine afferrò la borsa e uscì nuovamente; non avendo nessun desiderio di rimanere là dentro ancora un minuto in più. (più restava e più le possibilità di incrociare suo padre, aumentavano)

**

Come sempre, di prima mattina, il bar di Emma era deserto. La ragazza era seduta dietro il bancone ed osservava le persone passare oltre l’entrata del bar. Però, quando vide Masha arrivare si rianimò in fretta, felice della compagnia che lei offriva.

- Ciao- Salutò la nuova arrivata sorridendo pacificamente e prendendo posto su uno sgabello di fronte a lei – La mattina è un po’ morta eh?-

Emma ridacchiò - Già …molto morta – La corresse – Però che ci vuoi fare?- Scrollò le spalle – Le cose vanno così: la mattina non c’è un anima viva, il pomeriggio e la sera è quasi sempre pieno – Spiegò con un sorriso divertito stampato in faccia

L’altra donna la guardò un secondo, evitando però di guardarla negli occhi, poi spostò gli occhi altrove – Allora perché mi hai detto che stamattina ci sarebbe stato bisogno di me?- Domandò a voce bassa , fissando i tavoli vuoti

Emma sospirò – Detto sinceramente: capisco che tu voglia startene fuori casa il più possibile…e lontana da Mauri – Pronunciò il nome con evidente disprezzo – Ti ho solo offerto l’opportunità –Aggiunse in tono mesto

Improvvisamente lo sguardo di Masha tornò a posarsi su di lei e quella volta i suoi occhi verdi erano ricolmi di riconoscenza – Un giorno…- Abbassò lo sguardo sulle proprie mani - …ti spiegherò ogni cosa, non ti nasconderò niente. Quando arriverà il momento giusto…ti racconterò- Mormorò sincera. Il problema era se avesse resistito fino al momento giusto…

Una mano leggera si posò sulla sua – Mi fido – Rispose la ragazza , poi sorrise e le fece l’occhiolino – Ci conto eh!-

Masha sorrise leggermente e per un attimo i suoi lineamenti, di solito duri e freddi, si ammorbidirono – Sai, Emma tu sei …la mia unica e sola amica- La ragazza si morse il labbro indecisa se proseguire e rivelarle almeno una piccola, piccolissima parte del suo passato – Non ho mai avuto…amici – Aggiunse con un sospiro.

- Come? Cioè ma quando andavi a scuola…?- Domandò la ragazza, confusa

- Nessuno…mio…- Sussurrò fievolmente - …Mauri – Era troppo per lei chiamarlo padre a voce alta, da tempo aveva smesso di considerarlo tale - …non voleva-

Emma fissò sbalordita Masha ma si trattenne dal chiedere ulteriori spiegazioni. Quel poco che lei le aveva detto le era sufficiente, almeno le aveva mostrato una parte di se, del suo passato – Che bastardo – Le sfuggì detto

- Non sai quanto- Sibilò l’altra tornando a fissare il locale vuoto – Davvero non sai quanto…- Mormorò

**

Mezzogiorno era vicino quando Mauri entrò nel locale semideserto.

Non appena lo vide Masha si irrigidì ma lo fissò con indifferenza e finta naturalezza

L’uomo fece vagare, minacciosamente, lo sguardo sulle quattro persone presenti nella stanza, ovvero due clienti e Masha ed Emma. Poi si avvicino alla figlia

- Vieni un attimo fuori…- disse – Devo parlarti …in privato – Le sussurrò all’orecchio

- Arrivo subito – Rispose la ragazza con calma innaturale e prima di seguire al padre all’esterno lanciò un ultima occhiata ad Emma

La proprietaria del bar la fissò addolorata, avrebbe voluto fare qualcosa ma se Masha non le diceva il problema, non sapeva neanche da dove cominciare per aiutarla

**

Ville camminava per la strada, le spalle basse , strascicando i piedi.

Perché diavolo era andato tutto storto? Era,forse, stato un coglione a sperare che lei si aprisse almeno un po’ almeno quel tanto da fare una chiacchierata normale e decente? Sembrava di si

Eppure non voleva lasciare perdere, chissà perché si era intestardito tanto? Non riusciva a spiegarlo neanche a se stesso però sapeva che c’era qualcosa nel suo sguardo freddo, apparentemente gelido, qualcosa che l’aveva – per così dire – colpito.

**

Nel frattempo Masha aveva seguito il padre in un piccolo e squallido violetto tra due case, a pochi passi dal bar e ora se ne stava appoggiata al muro, le braccia conserte ed aspettava di sentire cosa mai Maui aveva da dirle

- Ultimamente non mi piace questo tuo comportamento – Iniziò l’uomo in tono duro

La ragazza lo fissò – Quale mio comportamento? – Domandò senza lasciar trasparire nulla sul suo viso “Che diavolo vuoi? Non è già abbastanza quello che sopporto da te….eh?” Ringhiò nella sua mente

In risposta l’uomo le si avvicinò e le accarezzò una guancia con la mano callosa – Ultimamente sei molto meno a casa…- Mormorò nel tono che si usa con una bambina che ha appena commesso uno sbaglio – Mi sento…trascurato – Ghignò con malizia mentre faceva aderire i loro corpi

“Trascurato? TRASCURATO!” Masha strinse i denti e serrò la mascella “Dove vuoi arrivare? Vuoi farlo qui? In questo posto schifoso…?” Gli urlò contro silenziosamente mentre ignorava il fatto che la sua bocca si fosse già impossessata della sua

A malapena diede peso al fatto che Mauri le avesse già slacciato la camicia e stesse torturando con la lingua il suo ombelico.

La donna socchiuse gli occhi, era strano provare quel torpore? Come se il suo corpo, la sua mente si stessero lentamente addormentato, incuranti del resto

Masha girò la testa ed immediatamente le sue pupille si dilatarono nel vedere la persona che li stava fissando allibita

“NO” Pensò e istintivamente spinse il padre via da lei, quelle schifose mani via da lei

Mauri la fissò stupito ma lo stupore durò poco perché senza clemenza l’afferrò per i capelli, costringendola a piegare la testa – NON PROVARCI MAI PIU’ – Borbottò mentre una smorfia di rabbia gli distorceva il viso – TU SEI LA MIA PUTTANA, HAI CAPITO? E FAI QUELLO CHE TI DICO!!- Proseguì –SEI MIA E FICCATELO BENE IN TESTA! – Portò il suo viso vicino al suo- ANZI SAI CHE TI DICO? NON SEI BUONA NEANCHE DA SCOPARE! SEI UNA FIGLIA INUTILE!- Le sputò ogni singola, tagliente parola in faccia.Poi lasciò la presa con tanta forza che la donna cadde a terra pesantemente

Senza aggiungere altro l’uomo girò sui tacchi e nel farlo si accorse di Ville –Se vuoi te la regalo, mi sono stufato di questa troietta – Ridacchiò ma vedendo che l’altro non rispondeva scosse la testa e proseguì per la sua strada

Lo stava davvero vedendo? Lo stava fissando?...Ville? Cos’era successo? Perché si sentiva …strana, intontita? Eppure non avrebbe dovuto vero? Non ci era abituata forse? Si, certo! Ma allora perché le orecchie le fischiavano e la testa le girava?

Ville fissava la donna inginocchiata a terra: la camicetta blu slacciata che lasciava intravedere il reggiseno, i capelli spettinati e gli occhi verdi ora non più freddi ma impauriti e addolorati . Quella era la vera Masha?

_____________________________________________________________________________
Grazie a tutti coloro che hanno commentato il precedente capitolo,i vostri commenti mi fanno davvero un gran piacere e perdonatemi per il ritardo con cui ho aggiornato. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e vi invito a farmi sapere il vostro parere
Kissss
-Diabolikal Rapture-

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Close your eyes ***


Capitolo 12

Close your Eyes

- Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a una scena così schifosamente pietosa- Le parole uscirono amare e fievoli dalla bocca di Masha, mentre barcollando si rialzava in piedi

- Aspetta…- Mormorò Ville facendo per avvicinarsi

- Non mi toccare- Sibilò tagliente la donna. “Stupida, stupida” Si disse tra se

Poi, lentamente, fece un passo in avanti ma senza guardare Ville in viso. No, non voleva vedere , preferiva non sapere cosa c’era dipinto sul suo volto. Pietà? Ripugnanza? Shock?

Masha fece un altro passo in avanti.Si sentiva ancora stranamente intorpidita ma ora al torpore si era aggiunta anche l’agitazione e il desiderio di andarsene immediatamente da quel vicolo, di stare lontano da Ville. E poi perché lui? Proprio lui aveva dovuto assistere a quella scena?

- Ripugnante, no?- Improvvisamente le parole le uscirono dalle labbra, mentre uno strano e tetro sorriso compariva sulle labbra, gli occhi verdi fissi a terra .

Quel sorriso fece accapponare la pelle al leader degli Him. Ville, del resto, non sapeva che dire , come comportarsi. Era successo tutto così con troppa rapidità e poi le parole di Mauri…per un attimo aveva desiderato di aver capito male ma poi si era reso conto di quanto fossero terribili…

- Schifoso- Proseguì la ragazza, parlando più con se stessa che con Ville, gli occhi ancora rivolti a terra mentre, senza accorgersene, la sua mano strava già strofinando le labbra rosee con tanta foga da farle arrossare.

Rendendosi conto che stava parlando a voce alta la donna strinse i denti, e fece per andarsene, senza una sola occhiata indietro. Doveva andar via da lì…doveva…lasciare tutto alle spalle.

-Aspetta!- La richiamò Ville

Masha fece per girarsi pronta a rispondere ma se lo ritrovò talmente vicino da farla rimanere a bocca aperta, stupita

- Non puoi andartene così- Disse la voce pacata di lui

– Ch— Boccheggiò la ragazza, fissando sconcertata le mani che le stavano richiudendo con precisione la camicetta

Masha sbatté le palpebre e quella volta fissò confusa gli occhi del cantante. Un fastidioso fischiare alle orecchie iniziò a tormentarla , improvvisamente la sua vista si offuscò un attimo e ondeggiò leggermente. Allora la donna chiuse gli occhi e quando una mano si posò sul suo braccio per sostenerla restò in silenzio ed immobile.

Alla fine un sospiro liberatorio uscì dalle sue labbra e riaprì le palpebre, fissando afflitta l’uomo che aveva di fronte.

Era forse preoccupazione quella che leggeva in quello sguardo vere? Si stava realmente preoccupando per una come lei? “Non ti deve importare” Si ricordò.

- Piaciuto lo spettacolo?- Commentò aspra mentre si scostava e prendeva le distanze.

Ville però non rispose alla sua provocazione e continuò, invece, a far vagare il suo sguardo su di lei. – E’ vero?- Sussurrò infine. Doveva chiederglielo – E’ davvero …-

- “Davvero”, cosa?- Mormorò acidamente la donna - … mio padre?- Pronunciò ogni singola parola con disgusto crescente e prima che lui avesse la possibilità d’annuire rispose - SI- Serrò la mascella quel “si” pesava parecchio. – Quel bastardo pervertito…beh in un tempo lontano era mio padre. Ora non lo posso più definire tale!- Aggiunse con foga crescente

“Masha controllati” Disse a se stessa, stringendo i pugni, talmente forte da conficcarsi le unghie nella carne

- Beh ora lo sai. Grazie dell’aiuto – Biascicò voltando improvvisamente le spalle a Ville

– Mi dispiace davvero che tu sia stato costretto ad assistere a una così….nauseante- Sussurrò scostandosi i capelli dalla faccia

- Come può farlo ? Dio, è tuo padre come diavolo può fare una cosa del genere ? – Esclamò Ville mostrando il disprezzo per quell’uomo schifoso

Improvvisamente Masha si voltò verso di lui, uno sguardo intenso ma anche rassegnato , lo sguardo di chi ha perso ogni speranza

- Non lo so, e ho smesso di chiedermelo da tempo. Per quanto tra di noi resti il legame di sangue, non è più mio padre.-

Ville scosse la testa. Tante domande avevano preso a vorticargli nella testa, di tutte quelle ne scelse una, una a cui forse lei avrebbe risposto…, forse.

- Perché fai…quel lavoro?-

La sua titubanza e soprattutto un omessa parola fece sorridere tristemente la ragazza

– Puoi dire “puttana” perché è tanto è quello che sono!- Fece una pausa e fissò l’orizzonte - …mi ci ha costretta.- Rispose infine

- Basta così- S’affrettò poi ad aggiungere – Non so perché ti ho risposto – Confessò la sua frustrazione – Forse perché hai visto….mi hai preso in un momento di debolezza, comunque sia ora basta. Lasciami da sola e dimentica cosa è successo oggi. – Sentenziò uscendo dal vicolo in cui Mauri l’aveva tracinata

Naturalmente il cantante neanche la stette ad ascoltare

- Masha per favore lasciati aiutare…-

La stava quasi supplicando?. Non poteva farsi i cazzi suoi? Certo che no , dopo quello che aveva visto….al solo pensiero gli veniva voglia di prendere a pugni quel bastardo. Come si poteva fare una cosa del genere? A tua figlia per giunta!

Masha si bloccò sui suoi passi e tornò a voltarsi verso Ville – Non puoi aiutarmi!- Disse fra i denti- Nessuno può- fece un profondo respiro – Ascolta nessuno può aiutarmi. E non posso andarmene, non posso scappare. Ti basti sapere questo. Da oggi per favore esci dalla mia vita, l’hai sconvolta abbastanza….-

Ville la fissò un secondo prima di rispondere – Non chiedermi di fare come se non avessi visto niente.!-

- Bene hai visto e allora?!- Esclamò subito infuriata la ragazza – Chi credi di essere per cambiare le cose? Non puoi cambiarle, non puoi come non posso io!-

- Perché?- Chiese il cantate con fermezza – Perché no? – Proseguì irritato. Perchè non combatteva?

- Perché ho…- Masha sgranò gli occhi e chiuse la bocca. Dio lo stava per dire? Davvero? – Perché no! NON SONO FATTI TUOI! DECIDITI A LASCIARMI IN PACE!- Riprese urlandogli contro

- Cazzo perché non ti entra in testa che voglio solo darti una mano? Vorrei anche solo starti vicino…-La risata della ragazza bloccò le sue parole

- Starmi vicino? Tu? Sei impazzito. Non montarti la testa…io non permetto a nessuno di starmi vicino. Ti ho anche detto troppo!- E senza aspettare altro riprese la sua fuga, verso il bar di Emma

Ville la guardò andarsene, era sicuro che seguirla non avrebbe di certo migliorato la situazione

– Dannazione- Imprecò sbattendo il pugno sul muro duro e freddo dello squallido vicolo - Stupida - Perché non si lascia aiutare? Perché??- Domandò, frustrato.

My river of tears has run dry
I never wanted to fool you, no
But a cold heart is a dead heart

(Buried Alive by Love – HIM)

Grazie a Kuji13, musicaddict, Elyrock, Silvia, La Angel, e Trappy per i commenti al capitolo 11. Non saprò mai dirvi quanto le vostre recensioni mi fanno piacere

Kuji13: Allora riguardo alla tua domanda, beh Masha ha rivelato un po’ di cose ma molto poche , della serie: il mistero si infittisce . Però si, prima o poi (e questo sta a me deciderlo eheh) rivelerà il resto. (Masha mi sta uscendo molto complessa, da una parte vorrebbe rivelar tutto e sfogarsi, dall’altra…eh c’è un bel motivo per cui mantiene il segreto)

Musicaddict: cerco di non far aspettare troppo ma il tempo è quello che è ed ultimamente ho avuto un calo d’ispirazione. Proprio non riuscivo a scrivere, ora è passato. Eh hai detto giusto, Mauri non è uscito dalla vita di Masha, affatto

Elyrock: Come sempre i tuoi commenti sono azzeccatissimi, inquadri i personaggi in modo perfetto. Allora, Masha si si aprirà un po’ ma molto molto lentamente in fondo sono anni che si tiene tutto dentro e non le è molto facile lasciar intravedere la vera se stessa, confessare tutto. Uh presto si vedrà in un flashback come tutto è cominciato.

Mh fa sempre piacere sapere di riuscire a descrivere bene le sensazioni, riguardo alla nausea per Mauri, io stessa …beh quando scrivo di lui mi fa schifo (ed è tutto dire) ma hai fini della storia, devo scrivere

Silvia: ehm cara…Mauri non se n’è andato, l’ha solo detto in un momento di rabbia. Grazie tesoro per i commenti

Angel: si si Ville cercherà di aiutarla ma lei non è molto facile da aiutare. Emma è un bel personaggio e sarà d’aiuto davvero.

Trappy: eh e invece ti ho fatto sudare anche per il 12. Perdono! Allora beh che dire? Wow accidenti che commento, anche te hai ben afferrato la psicologia di Masha. Si lei si è spaventata perché è stata vista da Ville, in un momento in cui era terrorizzata, in un momento di puro terrore che mai e poi doveva essere scoperto e invece …

Beh che dire? Per scoprire il resto non ti resta nient’altro che continuare a leggere (sono sadica lo so!)

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Veins of Glass ***



Capitolo 13

Veins of Glass

These Ghosts I keep inside

Shards of glass on my veins*



I tacchi di Masha risuonavano sull’ asfalto del marciapiede mentre la ragazza camminava a passo svelto lungo la via, voltandosi indietro di tanto in tanto per controllare che nessuno la stesse seguendo.

Non appena vide l’insegna familiare del bar di Emma accelerò l’andatura ed entrò con impazienza; finalmente era in un luogo accogliente, familiare…

La proprietaria era intenta a servire a due ragazzine delle cioccolate calde quando, il rumore della porta che si riapriva la spinse ad alzare lo sguardo. Da quanto Mauri aveva portavo via Masha, infatti, non aveva potuto fare a meno di controllare chiunque entrasse nel locale…in attesa di vedere l’amica ritornare.

Un sorriso spontaneo fiorì sulle sue labbra nel vedere che finalmente la ragazza era tornata; sorriso che però svanì nel vedere il volto della ragazza. Tanto angosciato da farle male al cuore…

Emma ritirò velocemente il vassoio e si diresse a lunghi passi verso la ragazza – Aspettami nel retro…- Le disse afferrandola saldamente per un braccio

- Non ti preoccupare, sto bene e poi c’è molta gente…non puoi farcela da sola- La tranquillizzò la ragazza, sforzandosi di far suonare la sua voce normale e piatta come sempre. Eppure il suo cuore non voleva smettere di battere a ritmo accelerato

“ Vorrei anche solo starti vicino…” le aveva detto

La barista la squadrò a lungo, prima di annuire lievemente – Dopo…parliamo – Aggiunse lasciando la presa e tornando a lavoro

***

Erano le tre del pomeriggio quando , con il bar vuoto, le due riuscirono ad avere un attimo di tranquillità.

- Allora, posso sapere…come è andata? Cosa voleva?- Iniziò Emma prendedo posto di fronte a lei, le mani poggiate sotto il mento, in attesa.

Masha socchiuse gli occhi e si chinò in avanti – Come vuoi che sia andata…- Iniziò. Che le diceva? Che non voleva niente di particolare se non scoparsela in un sudicio, ripugnante vicolo?

- Santo Cielo!- Sospirò l’altra alzando gli occhi al cielo, spazientita. – Anche questo è un argomento top secret? Va bene, mi dirai ma…non ce la faccio Masha. Devo sapere il motivo per cui

- Per cui cosa? Perché tutti volete aiutarmi? Cos’è vi faccio talmente compassione che dovete aiutarmi?- Ribatté dura lei ed Emma scattò in avanti

- Masha tu non permetti a nessuno di avvicinarti a te vero? Neanche se uno lo fa perché ti vuole aiutare…perché ti vuole bene…- Sputò il rospo fissandola, ostinatamente negli occhi.

La donna la fissò con gli occhi verdi insondabili, poi abbassò lo sguardo sulle sue mani , e tirò indietro la sedia, alzandosi con calma – Ci vediamo domani…- Si limitò a dire, voltandole le spalle e uscendo dal locale

- Accidenti…- Sospirò sonoramente la ragazza passandosi, stancamente, una mano sulla fronte. Forse non doveva dirglielo, forse…sicuramente…c’era un motivo per quel suo comportamento

“Hai un carattere che fa schifo!” Si rimproverò Masha mentre camminava diretta a casa “Riesci benissimo a far soffrire chi ti vuole bene….” Sorrise amaramente - Complimenti, sei davvero la degna figlia di tuo padre… -

***

Per fortuna quel giorno Mauri non tornò a casa così Masha poté avere un attimo di pace, anche se restava sempre la paura di vederlo tornare da un momento all’altro…

“Non permetti a nessuno di avvicinarti, vero?” Le parole di Emma le rimbombavano nella mente mentre si girava e rigirava nel letto

Cazzo, perché non ti entra in testa che voglio solo darti una mano?”La voce di Ville si unì la coro.

Quelle due persone volevano solo aiutarla, Emma…la cosa più vicina che avesse ad una amica. E Ville quel tignoso sconosciuto che era disposto ad aiutarla chissà per quale motivo….che l’aveva già fatto, togliendola più di una volta dalle grinfie di suo padre

- Perdonatemi…- Sussurrò nell’oscurità – Perdonatemi ma devo vivere così…- Mormorò asciugandosi una lacrima e fissando il soffitto della sua camera – non posso vivere senza fuggire dalla realtà, senza nascondermi dietro a qualcosa… -

***

Il giorno seguente Masha uscì di buon ora da casa. Un sorriso sulle labbra, Mauri non si era ancora fatto vedere, magari per una volta tanto aveva intenzione di fare realmente , quello che aveva detto: scomparire dalla sua vita.

“Non è possibile!” Si disse scuotendo la testa, non doveva farsi illusioni…era troppo bello per esser vero.

La donna si guardò intorno, la strada era ancora deserta. Controllò l’orologio: era ancora presto Così sospirando si appoggiò contro il muro grigio vicino al cancello che dava sul cortile dell’edificio che ospitava la scuola elementare e l’asilo di quel quartiere.

EevjPensò mentre fissava il cielo nuvoloso “ mio piccolo sole…”Così la chiamava ed era ciò che la bambina rappresentava per lei. Così dolce e sincera , così tenera…era un raggio di vero sole che illuminava la sua oscurità, che scioglieva – con la sua presenza – il ghiaccio del suo cuore.

- Masha…-La voce pacata e cortese di Carol la salutò e la giovane fissò la quarantenne bionda che la stava guardando con dolcezza, un sorriso incurvava le sue labbra rosse

- Buongiorno- Salutò lei, poi il suo sguardo si spostò sulla bambina al suo fianco e immediatamente la donna si inginocchiò per portare i loro visi alla stessa altezza

- Ciao – Disse sorridendo

Ville strascicava, irrequieto i piedi lungo il marciapiede che costeggiava l’asilo. Cosa voleva fare ? Cosa sperata di ottenere girovagando, là, senza meta?.... Di incontrarla così per caso?

- Scemo- Si disse mentre immergeva la mano nella tasca dei jeans in cerca del pacchetto di sigarette e proprio in quel momento i suoi occhi verdi si accorsero della ragazza inginocchiata a terra ed intenta a parlare con una bambina dai corti capelli castani e il viso paffuto.

Il cantante inclinò leggermente la testa, c’era qualcosa di diverso in Mahsa….Dopo un attimo si rese conto di cosa fosse: il suo sorriso! Quando quella ragazza sorrideva non lo faceva mai realmente con il cuore, e il suo più che un sorriso era un semplice incurvarsi di labbra, freddo ed indifferente; quella volta invece….il sorriso che stava rivolgendo a quella bambina mentre le parlava a gesti…era qualcosa di completamente diverso: caldo tenero e con una punta di sofferenza in esso.

- E’ ora di andare- Carol infranse a malincuore l’idillio delle due

Mahsa alzò gli occhi verso di lei e annuì tristemente, rialzandosi in piedi. Sorrise un ultima volta a Eevj e salutandola con la mano si allontanò dalle due, voltandogli le spalle.

La ragazza si strinse nel giacchetto, trattenendo a stento una lacrima e fu in quel momento che sentì una frenata stridula e poi…un grido straziante che la raggelò fino alle ossa. Il suo cuore si fermò per un attimo, Masha girò, di scatto, la testa all’ indietro, un orribile presentimento aveva invaso ogni sua singola cellula e il suo cuore le sembrava improvvisamente diventato più pesante di un ma ciglio

- Eevj- Mormorò ad occhi sgranati

*(Veins of Glass – Lacuna Coil)

Et voilà alla fine sono tornata! (perdono per l'attesa). Grazie di cuore alla Angel, Musicadicct e alla Siliva per i commenti al precedente capitolo. Thank you!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e vi invito a commentare numerosi!
Alla prossima
-diabolikalRapture-

@Angel:amora spero che se leggerai al tuo ritorno..beh che il capitolo sia stato di tuo gradimento

@Silvia: ehm hai già letto e commentato e grazie per l'aiuto che mi hai dato per la correzzione. Oh chiamato il telefono azzurro?

@musicaddict:ehm complicata la cosa, entrmai hanno il loro torto e ragione, entrambi hanno le loro motivazioni. (non dico di più). a presto e ..sono proprio curiosa di sapere il tuo parere su questa fic!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Misty Window ***


Capitolo 14

Misty Window

Urla, grida, rumore, confusione, una macchina….due corpi stesi a terra…

Masha scattò in avanti, una voce femminile aveva preso a urlare disperatamente , ed il mondo introno a lei vorticava vertiginosamente le immagini erano diventate improvvisamente sfocate ed incomprensibili.

- NO!- Urlò, di nuovo, la disperata voce di una donna, la sua voce. Cercò di fare nuovamente un passo avanti ma venne trattenuta

- Lasciami andare!! Lasciami andare!- Piagnucolò lottando contro l’aria mentre veniva, inesorabilmente, trascinata indietro

- Hanno già chiamato l’ambulanza…Andrà tutto bene- Venne rassicurata con dolcezza

Tutto bene? Nella sua vita niente andava bene! La donna scosse la testa, la vista offuscata dalle lacrime

– Lasciami, lasciami, lasciami!- Cantilenò scossa da singhiozzi

Non poteva essere vero, niente di quello che aveva visto doveva essere vero.

“Non c’è stato nessun incidente, non c’è stato nulla…è solo un brutto sogno” Le sussurrò la mente

*

Masha si passò una mano tra i capelli.

Gli sfiniti occhi verdi fissi su qualcosa che solo lei era in grado di vedere.

Non ricordava più da quanto fosse lì o come fosse arrivata nella sala d’attesa dell’ospedale. A malapena si era accorta della presenza di Emma che le stringeva la mano, non ricordava nemmeno il momento in cui aveva appoggiato la testa sulla spalla di Ville o da quanto tempo lui fosse lì, seduto – in attesa – al suo fianco.

Sotto lo sguardo della ragazza ogni cosa appariva ancora confusa, la realtà aveva preso ad essere talmente sfocata che …era come se lei fosse lì solo con il corpo, la mente al sicuro da un'altra parte.

Sospirando Masha chiuse gli occhi .Preferiva vivere un altro po’ in quello stato di trance in cui s’era rifugiata inconsciamente che affrontare a pieno le cose

*

Lento ed inesorabile il tempo passò

Ad un certo punto qualcuno strinse leggermente la mano della giovane donna

- Masha? - Chiamò Emma e lei aprì, controvoglia, gli occhi. Non voleva svegliarsi, non voleva sapere…

Confusa la donna si ritrovò a guardare dall’alto in basso un uomo sulla cinquantina, basso e tarchiato, con i capelli marroni striati di grigio parlare con un signore alto e magro come un chiodo, gli occhi neri infossati ed i capelli marroni scompigliati

Improvvisamente, riconoscendo Kari, il marito di Carol, saltò in piedi

- Come sta Eeviji?- Scattò mentre nuove ed irrefrenabili lacrime minacciavano di scendere

Il dottore fece per replicare ma l’altro lo fermò facendo segno che anche la donna aveva diritto di sapere

Allora l’uomo sospirò pesantemente e infilò le mani nelle tasche del camice, assumendo una posa austera e recuperando il coraggio per dire quello che doveva.

- Sua moglie è in gravi condizioni, se supererà la notte ci sono buone speranze che si riprenda – Disse nel tono professionale di chi è abituato, in certo modo, a dare un certo genere di notizie.

A quelle parole il marito della donna trasalì e si lasciò cadere pesantemente sulla poltrona, nascondendo il viso tra le mani malferme

- E Eeviji?-Proseguì in un gemito mentre Masha, accanto alla sua poltrona, restava immobile ed in attesa, ma vedendo l’espressione del medico si sentì mancare.

Tremante e con il fiato corto fece un passo indietro

Il medico chiuse gli occhi, scuotendo la testa – Mi dispiace…sua figlia non ce l’ha fatta…- Il silenziò assoluto calò su tutti i presenti

Masha singhiozzò ma avrebbe voluto urlare! Tremante si portò le mani al viso, qualcosa dentro di lei si era spezzato completamente

“Sua figlia non ce l’ha fatta…Eeviji” Le sue unghie affondarono nella carne unendo il sangue alle lacrime

-Fatemela vedere!!fatemela vedere!- Strillò scavando solchi rossi sulle sue guance candide, sotto lo stupore dei presenti

- Masha!! - Le voci sovrapposte della sua amica e di Ville la richiamarono ma lei a malapena le udì. Ormai non sentiva più nulla, ogni cosa era stata oscurata da un tremendo dolore proveniente direttamente dal profondo della sua anima.

- Non può essere vero! Non può essere morta!Eeviji non-- Balbettò indietreggiando ancora e scuotendo violentemente la testa – Non…- unghie affondarono ancora di più nella pelle e quella volta il medico le prese le mani nelle sue tenendola ferma, intimandole di calmarsi e cercando di farla ragione.

Purtroppo il suo comportamento fece solo agitare ulteriormente la ragazza che si divincolò con forza , riuscendo a sfuggire finalmente alla presa del medico.

- Andatevene!!! - Un tocco di vecchia freddezza filtrò nella sua voce mentre a gambe pesanti indietreggiava ancora. Il suo sguardo vagò irrequieto e ferito prima su Kairi, accartocciato su se stesso nella poltroncina bianca dell’ospedale, poi su Ville che la stava fissando con i suoi occhi verdi dallo sguardo insondabile e infine il suo sguardo si posò su quelli addolorati di Emma…

– State lontani da me!- Urlò, la voce così alta ed acuto da far male quasi alle orecchie e senza aggiungere altro, la donna corse verso l’uscita e si tuffò nel buio della notte.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=118886