Allison in not real.

di _itsMonica_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


‘Cazzo’

Continuavo a ripetere questa parola nella mia testa mentre correvo tra le affollate strade di Londra per prendere la metropolitana.
Era la stessa storia tutte le mattine. Mi svegliavo tardi e quindi di solito perdevo la metropolitana arrivando tardi a lavoro.
‘la metropolitana del percorso verde sta per partire,affrettatevi’ sentì dire dagli auto parlanti sparsi per tutta la stazione mentre scendevo le scale per poi intrufolarmi nel mezzo che velocemente partì.
Mi sedetti,come tutte le mattine,al 'mio' posto.
Era diventato il mio posto quando una mattina decisi di inciderci il mio nome sopra per evitare che qualcuno me lo rubasse,sapete,in questi casi la gente è sempre pronta a dire ‘Non è tuo,non c’è mica scritto il tuo nome sopra’ così avevo eliminato il problema. Presi le mie cuffiette dalla borsa e le avvicinai alle orecchie iniziando a canticchiare qualche canzone. Non mi piaceva molto la musica che avevo sull’iPod,ma non avevo mai il tempo di aggiornare la mia raccolta. C’erano solo un paio di canzoni che ascoltavo tutte le volte perché in un certo senso mi rappresentavano.
Rappresentava Allison o meglio Al! 
Nessuno ormai mi chiamava più Allison da quando mio padre e mia madre scomparsero in quel terribile incidente. Erano gli unici a chiamarmi così. Anche mio fratello ormai mi chiama Al e sinceramente lo preferisco perché il mio nome completo mi ricorda i miei genitori e non voglio passare tutte le mie giornate a piangere immersa nei ricordi.
Tolsi le cuffiette qualche fermata prima della mia ed iniziai a scrutare chi salisse sulla metropolitana nella speranza di vedere qualche mio collega. Come quasi tutte le mattine,non riconobbi nessuno,anche se la mia attenzione si soffermò su un ragazzo seduto qualche posto più avanti del mio,che se ne stava in disparte a giocare con il suo cellulare.
Lo fissai per qualche secondo senza farci troppo caso,poi rimisi in borsa le cuffiette e l’iPod e mi avviai verso le porte scorrevoli per uscire alla fermata successiva. Passando accanto al sedile dello strano ragazzo,lo fissai ed anche lui fece lo stesso facendo riflettere nei miei occhi verdi i suoi marroni scuro. Subito girai la testa imbarazzata ed afferrandomi al palo di ferro avanti all’uscita,aspettai che la porta si aprisse. Non riuscivo quasi a resistere alla strana voglia di girare la testa,così prima di uscire definitivamente dalla metro e correre a lavoro,mandai un ultimo sguardo al ragazzo. Notai subito che anche lui mi stesse guardando ed anche se ancora imbarazzata imbarazzata,vidi anche il sorriso malizioso che mi rivolse. Scossi la testa e scappai fuori dalla metro sfoggiando un timido ma sincero sorriso.


***
 

‘Che santo è oggi?’ sentì dire ironicamente dal mio capo appena mi vide entrare nel negozio.

‘Non sei simpatico Steve!’ quasi ringhiai ‘Oggi sono felice,quindi non rovinatemi la giornata’ conclusi con tono ironico ma allo stesso tempo aggressivo.

Steve si avvicinò a me sorridendo e porgendomi la divisa mi sollecitò ad iniziare il mio turno di lavoro. Andai nel deposito sul retro del pub,indossai la mia divisa e salutai i miei colleghi che,anch’essi straniti per la mia puntualità,si preparavano per affrontare la nuova giornata. Mi piaceva abbastanza il mio lavoro,d'altronde non dovevo far altro che sorridere ed accontentare i clienti che varcavano la soglia del pub. Svolgevo il turno solo la mattina e con me c’erano sempre,o quasi, Matt,un ragazzo sveglio e simpatico che mi copriva tutte le mattine per il mio ritardo e poi Lola,una ragazza solare,timida ma sempre disponibile per qualunque cosa io avessi bisogno. 
Io e Matt andammo dietro il bancone per iniziare a preparare i soliti snack mattutini,mentre Lola si occupò di prendere le consegne dai tavoli che nel frattempo erano stati occupati nel locale.

‘Ehi Al,mi prepari un pancakes per favore!’ sentì dire da qualcuno seduto sugli sgabelli  accanto al bancone su cui stavo finendo di preparare gli snack.

Mi voltai e vidi Jackson,un ragazzo che tutte le mattine veniva al pub per fare colazione prima di andare in università. Era abbastanza alto,moro e con gli occhi color nocciola.
La prima volta che venne qui e non mi fece una buona impressione,anzi ogni volta che lo vedevo entrare sparivo e lasciavo che Matt o Lola lo servissero,poi però con il tempo mi era diventato persino simpatico. Avevo appena iniziato a preparare i pancakes quando arrivò Lola con le ordinazioni delle colazioni da portare ai tavoli.
Erano davvero tante.

‘Matt vienimi ad aiutare a preparare queste colazioni,da sola non ce la faccio!’ dissi con aria tranquilla.
Matt mi guardò sorridendo e poi si avvicinò a me per aiutarmi.

Diedi i pancakes a Jackson,che dopo aver consumato ed aver pagato mi salutò con uno dei suoi soliti sorrisi augurandomi una buona giornata,ed andai ad aiutare Lola a distribuire il cibo. Il locale era quasi tutto pieno e tra una colazione e l’altra riuscì quasi a scorgere un ragazzo che attirò la mia attenzione.
Non era un ragazzo qualsiasi,lui era il ragazzo della metro!
Inizialmente on ero sicura fosse lui però ero decisa a saperne di più. Mi avvicinai al tavolo vicino al suo e nascondendomi dietro un menù,lo scrutai meglio. Sapevo di avere una vista impeccabile e questa prova ne fu la conferma. Era seduto ad aspettare la sua colazione e nel frattempo rileggeva il menù del pub. Lo guardai meglio:aveva un’aria da duro o forse lo era per davvero;giubbotto di pelle nera,jeans stretti e stivaletti neri ed il tutto era coordinato da capelli castano scuro,occhi altrettanto scuri e furbi ed un sorriso da togliere il fiato.
Vidi il numero del suo tavolo,poi controllai dalle mie consegne cosa avesse preso.
Al tavolo numero 19 corrispondeva un succo alla pesca. ‘Wow,è anche il mio preferito’ pensai.

‘Signorina deve rimanere nascosta per molto dietro quel menù o posso avere la mia colazione?’ tuonò un signore seduto al tavolo che stavo servendo. Feci un sorriso arrabbiato,poi servì la colazione all’uomo scontroso.

‘Buon appetito’ dissi facendo una smorfia indispettita.

Notai che lo strano ragazzo del tavolo 19 sorrise al suono delle mie parole,poi mi avvicinai a questo per servirlo.

‘Non dovresti spiare i tuoi clienti nascosta dietro un menù,non è corretto!’.

Udì per la prima volta la voce dello strano tipo.
Era calda e rassicurante ma allo stesso tempo accattivante. Sobbalzai al suono delle sue parole,un po’ per la voce calda e dall'accento perfetto..un po’ per le parole che aveva pronunciato.
Forse era anche perché si era accorto che lo stessi guardando dato che prima aveva cominciato a ridere.

‘Tranquillo non stavo mica guardando te!’ risposi calma e alzando le sopracciglia in segno di sfida.  Lasciai il succo sul tavolino del locale per poi girare i tacchi e tornare al bancone.

‘Peccato’ sentì sospirare con lo stesso tono di sfida che avevo usato io in precedenza.

Feci un sorriso malizioso quando allontanandomi mi resi conto di chi avesse pronunciato quelle parole. Tornai dietro il bancone e cominciai a pulire le briciole che qua e la avevamo lasciato in e Matt nella preparazione del cibo.

‘Buongiorno principessa’ Sentì dire alla mie spalle da una voce conosciuta.

Era mio fratello Harry.
Scavalcai il bancone ed andati subito ad abbracciarlo. Harry ed io eravamo uguali,sia fisicamente che caratterialmente. Entrambi eravamo di media statura,occhi verde smeraldo e capelli castani..l’unica differenza era che lui aveva dei meravigliosi ricci mentre i miei capelli erano lisci come la seta. Abbracciandolo sentì il suo profumo e sentendo le sue forti braccia stingere il mio piccolo corpo,mi sentì protetta.

‘Vieni via con me ora,vero?’ mi chiese con aria innocente e cercando di convincermi. Io gli lasciai un grande bacio sulla guancia,poi chiamai Steve vicino a noi.

‘Emh Steve io volevo..ecco insomma…oggi sono stata puntuale e vorrei chiederti…’ sospirai confusa

‘E va bene puoi andare,però domani ti voglio puntuale come oggi,eh!’ sentì pronunciare con aria di rassegnazione da Steve.

Infondo sapevo che mi avrebbe accontentata perché voleva bene a tutti noi dipendenti e tutti sapevamo ci vedesse come quei figli che non aveva mai avuto. Non so precisamente per quale motivo ma sua moglie non poteva rimanere incinta e quindi vedeva noi come i ‘suoi piccoli’.
Diedi un bacio fraterno anche a Steve,poi andai nel retro a cambiarmi per tornare a casa con Harry.

Il locale però si era riempito a dismisura così prima di uscire decisi di aiutare ancora un po’ Matt e Lola che erano nel panico più totale perché non riuscivano a servire tutti.
‘Ehi aspettami fuori in macchina,vengo subito!’ dissi sorridendo ad Harry.
Lui mi fece un sorriso,poi si alzò dallo sgabello e varcò la soglia del pub. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Tornai dietro il bancone per alleggerire il lavoro a Lola che stava per diventare pazza,insieme a Matt,tra la folla di gente che richiedeva cibo di ogni genere. Accontentai,con il sorriso sulle labbra, una decina di clienti,poi però arrivò la telefonata di Harry che era in macchina ad aspettarmi da più di venti minuti.
 
‘Se non volevi tornare a casa con me,potevi anche dirlo invece di farmi rimanere in macchina tutto questo tempo…’ mi disse con tono disperato ma dalla vena un po’ ironica.
Di sottofondo si sentiva anche della musica provenire dalla radio della sua Range Rover nera. Amava quella macchina e la teneva come un gioiellino: nessuno poteva guidarla tranne lui.  Il suo comportamento però era comprensibile poiché aveva pagato quella macchina molti soldi e mantenerla era altrettanto costoso.
 
Accennai una risata,poi voltandomi verso il tavolo su cui avevo lasciato la borsa,gli risposi: ‘Stupido,arrivo!’ per poi chiudere la chiamata.
 
Salutai Lola e Matt che mi ringraziarono per averli aiutati anche se dall’altra parte,nei loro occhi,si vedeva una strana angoscia per il fatto che avevano ancora mezzo locale da servire prima di fermarsi per la pausa pranzo. Salutai anche Steve che era nel suo ufficio immerso nelle bollette del locale,ma tra la calcolatrice e computer,mi ricordò della puntualità che avrei dovuto rispettare il giorno seguente.
 
‘Non puoi andar via proprio ora!’ un sibilo dolce e divertito proveniva dalle mie spalle.
 
Riconobbi subito quella voce,mi era rimasta impressa dalla prima volta che l’avevo sentito parlare. Era come una di quelle canzoni che una volta entrate in testa non escono più ma rimbombano con un ticchettio incessante senza darti tregua.
Spesso sono canzoncine piacevoli,una di quelle che ascolti con passione e nelle quali ti rispecchi nelle parole,ma altre volte ti fanno solo innervosire,piangere ed a volte fare pazzie.
Chissà che effetto stava facendo a me la sua voce.
 
Mi voltai e vidi il ragazzo dalla pelle olivastra e l’aria da duro che mi guardava con sguardo furbo e divertito mantenendo tuttavia sempre la solita compostezza che lo caratterizzava. Lo conoscevo da poco più di 5 minuti eppure già aveva avuto uno strano effetto su di me,del quale non so dire se fosse positivo o negativo.
Forse lo era in entrambi i modi però non mi dispiaceva la sua presenza.
Non avevo idea di cosa volesse da me,anche perché la nostra ‘conoscenza’ non era iniziata proprio nel migliore dei modi.
Avevo appena fatto una figuraccia spiandolo da dietro uno stupido menù dei frappè.
 
‘Posso fare qualcosa per te?’ chiesi con tono cortese ma allo stesso tempo stufo ed imbarazzato.
 
‘Dimmi il tuo nome’ sussurrò mostrandomi un dolce sorriso che contrastava i lineamenti duri del suo viso. Il volto nell’insieme era dolce e le sue parole ed il suo sguardo ammiccante trasmettevano sicurezza. Sembravano quasi dire che di lui potevo fidarmi.
Tuttavia non lo conoscevo,anzi,al contrario sembrava un tipo assai misterioso,uno di quelli che non la raccontano giusta (ed io di questo tipo di ragazzi me ne intendo!) quindi sarebbe stato meglio non fidarsi evitando così rischi inutili.
 
‘Io non conosco mica il tuo!’ risposi mostrando un sorrisetto di sfida alquanto impaurito.
Lui mi guardò sorridendo notando la mia paura ed il mio imbarazzo.
Ripresi la mia determinazione ed aggiunsi
‘..scusa io ora devo proprio andare,mi stanno aspettando da tanto!’
 
Lui un po’ sbigottito continuava a fissarmi senza nemmeno dire una parola ma continuandomi a sorridere in modo dolce. Seguiva con le sue pupille scure tutti i miei spostamenti scrutando ogni singolo gesto da me compiuto.
Ero un po’ in imbarazzo nell’essere l’elemento al centro dell’attenzione del ragazzo ma allo stesso tempo dovevo sbrigarmi sennò Harry mi avrebbe davvero lasciata a piedi.
 
Frugai un po’ nella borsa per prendere le chiavi di casa ma non trovandole tornai dietro il bancone nella speranza di averle poggiate nel paraggi a causa della fretta. Feci un po’ di slalom tra Lola e Matt che non mi lasciavano passare con facilità,ma finalmente trovai le chiavi accanto alla macchinetta del caffè. Subito le afferrai,le rimisi in borsa e tolsi di mezzo le tazzine degli ultimi clienti che avevo servito poggiandole nel lavandino e lasciando che Matt le lavasse.
 
Salutai una seconda volta tutti quanti e rivolsi anche un sorriso al ragazzo che nel frattempo  si era spostato vicino alla porta del locale. Mi ci avvicinai per uscire e questo con molta gentilezza lasciò scorrere la sua mano sul vetro per aprirla e fami passare come un vero gentiluomo. Continuai a sorridere mentre velocemente superai la sua figura scura.
 
‘Grazie’ sospirai una volta usciti dal locale.
 
Fuori il tempo era nero,ma non c’era da meravigliarsi dato che qui il sole si vedeva una volta ogni mese (..si fa per dire,eh!). Pioveva a dirotto o forse grandinava l’unica cosa sicura era che faceva un gran freddo e che i miei pantaloncini non mi stavano di certo aiutando. Per fortuna sulle nostre teste sporgevano i balconi dei palazzi sopra il pub che faceva si che i goccioloni non si scagliassero contro di noi. Scrutavo meticolosamente il traffico presente in strada in cerca della Range Rover di mio fratello ma dato il gran numero di passanti era difficile da trovare. La pioggia poi aggravava la situazione!
Continuavo,sulle punte dei piedi, a dimenarmi in cerca della macchina scura senza accorgermi che lui era ancora accanto a me e che ero anche diventata il motivo del suo sorrisetto malizioso.
 
‘Stai cercando qualcuno?’ domandò.
 
‘Si,mi stava aspettando una persona ma non riesco a vederla!’ risposi voltandomi verso la sua figura che pian piano si stava confondendo con il grigio della città.
 
‘Se vuoi posso darti un passaggio io,la mia macchina è proprio qui vicino!’
 
Rabbrividì al suono di quelle parole. In fondo non mi conosceva nemmeno e per lui sarebbe potuto essere anche un rischio portarmi in macchina con sé. Io poi non ero per niente in confidenza,quindi approfittare della sua proposta non mi sembrava proprio la scelta migliore da adottare. Anzi a dirla tutta il rischio più grande l’avrei corso io perché riconoscevo tanto mistero nella sua persona e quindi fidarmi di lui era..impossibile!
 
‘Grazie per la proposta ma ho trovato la persona che mi aspettava!’ sibillai puntando l’indice della mia mano destra verso la macchina di Harry,poi pian piano sorridendogli aprì l’ombrello ed iniziai ad incamminarmi nel traffico per raggiungere l’altra parte del marciapiede.
Ogni tre passi mi giravo per guardarlo e lui era sempre li,fermo immobile.
 
‘Ciao Al,a presto!’  

Al suono di quelle parole fui io a fermarmi immobile in mezzo alla strada,come di pietra.
Io non gli avevo mai detto il mio nome,ne tanto meno avrebbe potuto averlo sentito nel locale perché nessuno mi aveva chiamata per nome. C’era qualcosa che non mi convinceva in quel ragazzo. Era strano,troppo strano. Ed infondo a me le persone così avevano da sempre fatto paura. Bisognava stare alla larga da lui.
Ero ancora sotto la pioggia con solo un ombrellino di plastica che mi divideva da quei terribili goccioloni.
 
‘Come fai a sapere il mio nome?’ urlai tra la folla nella speranza che riuscisse a sentire la mia voce da così lontano.
 
‘La prossima volta pensaci due volte prima di incidere il tuo nome sul sedile di una metropolitana,Al!’ urlò per rispondermi.
 
Io sorrisi dolcemente e lui fece lo stesso.
Aveva semplicemente letto il mio nome sul sedile come altre mille persone. Non era una specie di cartomante o killer che l’aveva scoperto in modi loschi o tirato ad indovinare avendo una fortuna incredibile.
Gli voltai le spalle lasciando che continuasse a fissarmi poi aprì la portiera della macchina di Harry,gli rivolsi un ultimo saluto con la mano e lascai andare il mio corpo sul sedile di pelle nera.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


‘Stavo per andar via!’ tuonò Harry appena poggiai il mio fondoschiena sulla pelle nera della macchina cercando di non bagnare,e quindi rovinare,niente.
 
‘Non l’avresti mai fatto!’ risposi prontamente facendo un dolce sorriso ed avvicinandomi ad Harry per lasciargli un bacio sulla guancia. Amavo le sue guancie,erano così dolci e poi impazzivo per le sue fossette come lui impazziva per le mie. Forse perché vederle sulle nostre guance significava essere felici ed era quello che l’uno voleva per l’altro.
 
‘Infatti,non l’avrei mai fatto,però devo sgridarti,sono tuo fratello!’ e sorrise.
 
Non mi aveva mai ‘sgridato’ nel vero senso della parola,non ne aveva avuto mai il coraggio. Sapeva che avevo sofferto molto,proprio come lui,dopo la morte dei nostri genitori e per lui sgridarmi voleva dire tirarmi sulle spalle altri problemi,altra sofferenza e non era quello che voleva per me.
Né lui né nessun altro poteva farmi del male,nemmeno per gioco.
Ero la sua piccolina e nessuno poteva portarmi via da lui.
Impossibile dimenticare che tutte le volte che tornavo a casa ubriaca dopo una serata passata in discoteca non riusciva a dirmi nulla,l’unica cosa che riusciva a fare era sorridermi,darmi un bacio sulla fronte ed accompagnarmi in camera mia per farmi dormire.
Era davvero il fratello perfetto ma glielo dicevo pochissime volte,quasi mai.
Spesso non riuscivo nemmeno a dimostrarglielo nel modo giusto anche se penso sapesse che era la persona più importante per me. Il mio unico punto di riferimento.
 
‘Beh,cosa facciamo adesso dato che la giornata non è delle migliori?’ domandai aprendo il finestrino e dando uno sguardo alla strada fuori. Non ci eravamo praticamente mossi nemmeno di un centimetro da quando ero salita in macchina perché a causa della pioggia il traffico impediva il flusso delle macchine. Diedi anche  uno sguardo al pub notando che all’entrata non c’era più nessuno tranne una ragazza che stava per entrare.
 
‘Chiudi il finestrino che sennò mi bagni tutta la macchina,stupida!’ disse allungando la mano sulla mia portella per premere il tasto della chiusura del finestrino. Io feci il mio sorrisetto falso per poi rigirarmi verso il riccio per aspettare la  risposta alla domanda che gli avevo posto prima.
 
‘Comunque io non ho avuto tempo di andare a fare la spesa dato che sono stato tutto il tempo ad aspettarti,quindi ce ne andiamo da McDonald’s, ti va?’
 
Annuì sorridendo per poi appoggiare il braccio alla portella e poggiare la testa sul pugno della mia mano per scrutare Londra fuori dal finestrino. Era una Londra tanto arrabbiata ed i londinesi non erano da meno. La pioggia però stava svanendo pian piano ed all’orizzonte si vedevano già delle nuvole chiare che promettevano l’arrivo del bel tempo.
Harry nel frattempo accese la radio lasciando che la Range Rover camminasse a ritmo di ‘Just the way you are’ di Bruno Mars. Amavamo entrambi quella canzone e forse in un certo senso ce la dedicavamo a vicenda.
 
“And when you smile 
The whole world stops and stares for a while 
'Cause girl you're amazing 
Tust the way you are”
ecco le nostre voci rovinare quella spendida di Bruno.
In fondo ci piaceva cantare. Non eravamo molto bravi perché la voce roca di Harry e la mia un po’ più acuta non stavano benissimo insieme,ma almeno ci impegnavamo ed il risultato era accettabile. A noi piaceva.
La canzone finì dopo un paio di minuti,giusto in tempo per parcheggiare la macchina nel parcheggio del Mc ed entrare finalmente dentro per mangiare.
 
‘Harry ho fame,muoviti!’ urlai appena scesa dalla macchina mentre mio fratello era ancora impegnato ad aggiustare il sedile per non rovinarlo.
Sollecitato dalle mie parole lasciò tutto,prese il telefono dalla macchina e premendo il tasto per chiuderla,mi prese la mano per entrare insieme.
Il McDonald’s era pieno di gente infatti facemmo una decina di minuti di fila prima di riuscire ad ordinare il nostro pranzo. Lasciai che Harry aspettasse che il cibo si cucinasse per prendere i vassoi,mentre io andavo in cerca di un tavolo libero.
Era difficile trovarne uno.
Cominciai a camminare avanti ed indietro come una stupida quando finalmente vidi un signore che si alzava da un tavolo sulla destra del locale. Mi precipitai vicino questo e con gentilezza chiesi se sesse andando via e quindi se il tavolo fosse libero e ricevendo da questo una risposta affermativa,poggiai la mia borsa e mi sedetti.
Presi il telefono e trovai un messaggio di Matt
‘Ehi mi sono dimenticato di chiederti se domani vieni alla festa di Scott,fammi sapere! xx’
Risposi velocemente al messaggio di Matt ‘Non so,ti faccio sapere domani! xo’
Poi entrai un po’ su facebook dal cellulare per controllare se ci fossero notifiche,messaggi o chissà..richieste d'amicizia!
Erano 2 ore che non ci entravo e trovai 12 notifiche e 2 messaggi. Iniziai vedendo le notifiche ma non mi interessavano così passai alla lettura dei messaggi.
Ce n’era uno di Scott che mi invitava alla festa del giorno seguente ed uno di una mia amica che non vedevo da tempo.
 
‘Cosa devo fare per uscire con te?’
 
Rabbrividì al suono di quelle parole perché conoscevo la sua voce meglio delle mie tasche. Alzai la testa e lo riconobbi subito,era Ray,il mio ex ragazzo. Non ci eravamo lasciati in buoni rapporti ed io non avevo nessuna intenzione di chiarire con lui dopo tutto quello che mi aveva fatto. Ci siamo lasciati circa quattro mesi fa perché mi tradiva con una ragazza dalla quale ho scoperto che la loro relazione andava avanti da ormai quasi un mese. Ma non solo,spesso mi aveva minacciata ed era arrivato quasi a picchiarmi. L’amore spesso riesce ad offuscarti la vista ed io in quelle circostanze non mi resi conto del male che mi stava facendo,in tutti i sensi. Aveva spesso cercato di tornare con me dicendomi che per la ragazza con cui mi aveva tradita non provava niente,che amava solo me…insomma tutte le cazzate che dicono i ragazzi quando vogliono farsi perdonare,ma con me non attaccava. Nel rivederlo ovviamente qualcosa dentro di me si fece sentire,ma non avevo intenzione nemmeno di rispondergli. Riabbassai la testa sul mio cellulare per continuare a navigare su facebook se non fosse stato per il fatto che Ray si sedette accanto a me,mi appoggiò una mano sul collo e mi alzo il viso verso il suo. Eravamo ‘face to face’ ma l’unico sentimento che riuscivo a provare per quel ragazzo era ribrezzo,solo ribrezzo. Mi faceva davvero schifo. Notai anche tra i suoi mille tatuaggi quello che rappresentava il mio nome scritto in cinese ed anche alla vista di quello rabbrividì. La sua faccia si stava pian piano avvicinando alla mia quando però gli afferrai la mano che mi aveva poggiato sul collo,allontanandolo da me.
 
‘Vaffanculo Ray. Come cazzo ti devo far capire che mi fai schifo? Esci dalla mia vita!’  gli urlai e  prendendo la borsa ed il cellulare dal tavolo mi alzai dalla sedia infuriata.
 
Per fortuna trovai un altro tavolo libero dall’altro lato del locale ed aspettai li Harry che arrivò dopo poco con i vassoi in mano.
 
‘Ecco a te picco…un momento che hai?’ disse vedendo la mia faccia arrabbiata.
 
Tra me ed Harry non c’erano mai stati segreti,ci confidavamo tutto perché sapevamo di poter contare sempre l’uno sull’altro.
 
‘Lo vedi quel ragazzo li..’ dissi puntando il dito verso Ray.
Non feci nemmeno in tempo a finire la frase che Harry capì tutto.
 
‘Che ti ha fatto? Giuro che se ti ha torto anche solo un capello io..io lo uccido!’ urlò.
Harry non era proprio un tipo manesco,ma quando si trattava di me lo diventava e non guardava in faccia chi fosse il suo avversario. Era già successo una volta,tempo fa,ma non avevo bisogno di lui per difendermi,sapevo farlo da sola..sono grande ormai!
 
‘Stai tranquillo non è successo niente,mangiamo adesso!’ dissi facendo un sorriso e rasserenandolo.
 
Notai subito che Harry non era convinto dalle mie parole dato che i suoi occhi continuavano a fissare Ray in modo minaccioso
 
‘Ho detto che va tutto bene,smettila Harry!’ cercai di chiudere il discorso voltandogli la testa verso di me.

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