All'Altezza di mia figlia

di Nede
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ricordi ***
Capitolo 3: *** Verità nascoste ***
Capitolo 4: *** Sogni? ***
Capitolo 5: *** La sfera del drago dalle quattro stelle ***
Capitolo 6: *** Tutto come una favola ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve a tutti! Prima di farvi un quadro generale della trama, volevo informarvi che il titolo della storia è somigliante al titolo della storia “All'altezza di mio padre” di 9Pepe4. Non è una tentativo di copiare quel titolo, perché l'ho chiesto alla stessa autrice se potevo utilizzarlo. Proprio perché era l'unico che potesse far risaltare la trama della Long. Passando alla storia, questo è un piccolo prologo per farvi capire un po' gli eventi successvi. Nel primo capitolo si svolgerà la vicenda di come Aiko e Goten si sono incontrati fino ai mesi dopo questa adozione. Nella prima parte della storia, forse il personaggi di Goten apparirà OOC ma successivamente sarà trattato con il suo carattere originale. Inoltre volevo ringraziare Pepe per la disponibilità e dedicare questa storia a tutte le autrici che mi stanno vicine. Se trovate errori di qualsiasi genere, segnalate senza problemi.

Un saluto Nede.

 










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All ' Altezza di mia figlia

 

 

 

 

Prologo.

 

 

 

Non c'era qualcosa da fare!
Non c'era più qualcosa da fare!

Doveva rassegnarsi all'idea di non rivedere più il suo dolce sorriso, di non poterla tenere tra le sue braccia e che tutto ciò che aveva programmato per il suo futuro era diventato fumo; come quella sigaretta che portava sulle labbra...

 

Il secondogenito di Goku era in quella terrazza d'ospedale con gli occhi spenti, con un sguardo vago e con una sigaretta, tenuta tra le due dita, a cercare di dimenticare.

Si sentiva tradito dal destino e ...sì, anche da suo padre. Quel padre che era scomparso, che non sapeva nulla della sua vita e di cosa stava passando; perché? Perché lui era un eroe e in quel momento, il piccolo Goten, avrebbe voluto un suo abbraccio o almeno un misero “ Mi dispiace, figliolo”.

In quello stesso istante, preoccupato e dispiaciuto, atterrò Gohan che vide suo fratello diverso, freddo e tremendamente bisognoso di qualcosa che gli cambiasse la vita.

Si avvicinò a lui, gli prese l'oggetto puzzolente che non aveva mai sopportato e lo gettò via; Goten non si mosse, ma qualcosa dentro lui lo fece tornare il bambino di una volta.

 

 

Sei proprio un pasticcione, Goten!

lo prese in giro la sua dolce compagna che gli tirò una palla di neve sul viso. Lei rise come una bambina mentre, inseguita da Goten, correva verso un albero al riparo.

Tanto ti prendo, non riuscirai a sfuggir...

ed in quel piccolo istante, senza riuscire a terminare la frase, egli cadde sulla ragazza provocando le rise di entrambi.


Aiko, tesoro, ti avevo detto che non mi saresti sfuggita!

lei lo guardò dolcemente, con il suo sorriso sulle labbra, gli mise le braccia intorno al collo e lo baciò all' improvviso.


Goten, sei proprio imbranato! Anzi ...il mio imbranato

disse non prima di riavere le labbra del corvino sulle sue e volare nel cielo per tornare nella loro abitazione.

 

Aiko era la sua ragazza, la sua migliore amica, la sua anima gemella e l'unica donna che aveva cambiato la sua vita.

Ed ora lei non esisteva più, perché se n'era andata via a causa di qualcosa che nemmeno gli stessi medici sapevano spiegare. Dicevano che lei aveva chiesto, come ultimo desiderio, che Goten facesse quell'atto di bontà che avevano sempre desiderato.

Lui aveva accettato, perché l'avrebbe fatto solo per lei, causando il disappunto di Gohan e dei suoi famigliari. In quel momento non importava ciò che la sua famiglia pensava; per lui contava solo il desiderio suo e di Aiko.

— Goten non puoi farlo! Non hai un lavoro e non puoi assumerti questa responsabilità. So che saresti un ottimo esempio, ma non hai nemmeno una moglie e hai perso lei da poco. Rifletti e non prendere decisioni affrettate, non puoi portare sulle spalle un peso più pesante di te

Senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, Goten s'incamminò per rientrare nell'ospedale, non prima di rivolgersi al fratello, facendogli capire che il desiderio di Aiko era più importante di qualsiasi opinione.


— Gohan, io farò ciò che ritengo giusto e nessuno si dovrà mettere in mezzo. Nemmeno tu! E' la mia vita, il mio e il suo desiderio e non devi immischiarti. Secondo te, come credi mi senta? Aiko era tornata una settimana fa, dopo essere stata in Cina un anno, e io l'ho persa senza nemmeno starle accanto in quei sette giorni. E ogni giorni mi chiedo il perché non mi abbia detto che era tornata, quindi fatti gli affari tuoi e pensa alla tua famiglia.

 

 

Goten scomparve dietro quella porta, lasciando Gohan privo di un piccolo spiraglio di razionalità nel fratello.Sapeva che stava sbagliando e che presto se ne sarebbe accorto da solo.

 

E così che il secondogenito di Goku fece la richiesta di adozione, nello stesso ospedale dove era stata Aiko, e fermandosi a guardare nella sala dei neonati si soffermò sul visino paffuto di una piccola creaturina. I suoi occhi vennero catturati da una bambina dagli occhi color pece, dai ciuffetti neri che le ricadevano sul viso e dal modo in cui scalciava tra le braccia dell'infermiera.


 

La povera donna cercava in tutti i modi di farla calmare, ma non c'era nessun verso di riuscirci. Alcune ragazze, neo infermiere, tentarono di calmarla senza successo ed in quell'attimo un brivido, un sesto senso, un istinto o qualcosa che nemmeno lo stesso Goten aveva ben compreso fece segno all'infermiera di uscire. Lei lo guardò disorientata, uscì di corsa con in braccio la bambina per chiedere quale informazione desiderasse quel ragazzo.

— Giovanotto, hai bisogno di qualcosa? Dimmi in fretta per favore, questa piccola non vuole saperne di calmar...

 Non riuscì a terminare di parlare che gli occhi della bambina, con ancora piccole lacrime ai lati degli occhi, fissarono Goten incuriositi e lui la guardò sorridendo.
La prese in braccio, sotto lo stupore dell'infermiera, e la bambina cominciò a ridere contenta e a guardarlo felice.





 

Ora sapeva quale bambina, avrebbe fatto parte della sua nuova famiglia.

 

 

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Capitolo 2
*** Ricordi ***


Salve a tutti! Eccovi il primo capitolo della Long, ma prima ripremetto che il titolo della storia è somigliante al titolo della storia “All'altezza di mio padre” di 9Pepe4. Non è un tentativo di copiare quel titolo, perché l'ho chiesto alla stessa autrice se potevo utilizzarlo.
Passando alla storia, questo è il primo capitolo e spero che non deluda le vostre aspettative anche perché i prossimi capitoli saranno di questo genere, basato sui ricordi di Goten per farvi a poco, a poco entrare nel personaggio di Aiko. Avrete notato che non sarà una ragazza tranquilla, ma che avrà mille qualità che faranno di Goten l'adulto che è diventato. Premetto che in questa storia Goten ha 29 anni e la ragazza la stessa età, però nei flash back ha l'età di 26 anni. Ripeto che nella prima parte della storia, forse il personaggi di Goten apparirà OOC,  ma successivamente sarà trattato con il suo carattere originale. Inoltre volevo ringraziare Pepe per la disponibilità e dedicare questa storia a tutte le autrici che mi stanno vicine. Se trovate errori di qualsiasi genere, segnalate senza problemi.


Ps: Non sono brava a scrivere capitoli eccessivamente lunghi, quindi perdonatemi se ogni capitolo avrà all'incirca questa lunghezza.

Un saluto Nede.

 










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All ' Altezza di mia figlia

 

 

 

 

 

 

 

Quando arrivano i suoi occhi tutto intorno si distorce e di luce mi ricopre,

Se con il suo sguardo mi si posa addosso.

[Cit. Modà – Quando arrivano i suoi occhi]

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano passati ben due mesi dal quel giorno!

Goten non aspettava altro che la sua bambina...

Quella bambina che aveva amato al solo vederla ridere tra le sue braccia, stringergli un dito stretto nella sua mano e accoccolarsi al suo petto.

Tutto questo l'aveva unito a quella piccola creatura che gli avrebbe riscaldato i suoi giorni.

Non sapeva se era giusto che i suoi famigliari sapessero, Gohan non ne aveva parlato a nessuno, e non aveva voglia di spiegare o, peggio, giustificare una decisione venuta dal cuore.

Era il suo desiderio, il desiderio di Aiko...

Goten si trovava steso sull'erba con gli occhi al cielo e con il viso da adulto; non era più il piccolo di casa Son, non era più il playboy alla ricerca di ragazze, non era più il ragazzino al centro dell'attenzione di tutti e questo lo doveva alla sua adorata Iko; proprio come la chiamava sempre lui.

Chiuse gli occhi, sfuggendo al quel manto di stelle, si girò su un fianco e qualche lacrima rigò il suo viso.

La voleva sposare, voleva avere un futuro insieme a lei...
Ed ora la sua vita era solo un pezzo di vetro rotto da una pietra scagliata sul suo cuore.

 

— Sì, Aiko, sono un povero imbranato...

disse a quella persona che ormai non era al suo fianco, ma che era, e sarebbe stata, una parte di lui.

Una miriade di ricordi affollarono la mente del giovane saiyan che ripensò al loro piccolo, imbarazzante, incontro.


Trunks, quand'è che le nostre madri ci lasceranno andare?


Il lilla lo guardò senza nemmeno un briciolo di speranza, avendo ormai compreso una cosa molto importante: non accettare mai di accompagnare la propria madre a fare shopping, nemmeno se vi è una minaccia di digiuno assoluto.
Goten aspettava impaziente che quella giornata finisse presto per potersi concedere un po' di tempo per sé.

 

— Credo che dovremmo sopportarle per un'altra mezz'ora! Ed io che volevo andare a vedere quelle moto esposte...quelle bellissime moto!

 

Il corvino annuì non curandosi delle ultime frasi pronunciate da Trunks, ma i suoi occhi si soffermarono sui ciliegi in fiore che coronavano il viale ,costruito appositamente per quei grandi alberi, in quella strada piena di negozi.

— Anch'io vorrei comprarmi una moto, il problema e che i miei fondi son...

Non riuscì a terminare la frase che una ragazza, piena di libri con una visuale della strada molto scarsa, cadde su di lui inciampando. I grossi volumi piombarono sulla testa di Goten, provocandogli un dolore spiacevole.


— Ma che modi sono! Guarda la strada, invece di piombare sulle pers...
 

Chiuse la bocca d'impulso e stette a guardare quella ragazza che gli fece battere il cuore a mille. Aveva lunghi capelli color carota, due grandi occhi corvini, il fisico simile a Valese e uno sguardo dolce, solare e...

Uno schiaffo gli fece riprendere il senso della ragione, dopo essere rimasto imbambolato per una manciata di minuti che sembrano infiniti, la vide guardarlo furiosa con ancora il suo corpo su quello di Goten.

— Sta attento a ciò che dici! Tu ti sei fermato all'improvviso ed era normale che ti sarei venuta addosso. Per favore non guardarmi con quella faccia da scimmia impaurita!

Disse diventando rossa e definendo “ imbarazzante” la posizione di due giovani, sdraiati sul marciapiede a dirsene di tutti i colori, quando un giovane presidente comincia a ridere del proprio amico.



— Senti bellezza, non sono io che sto rimanendo sopra di te a insultare una persona che non conosco! E non c'era bisogno di schiaffeggiarmi!

 
Goten mise un broncio, così infantile e da bambino, che fece ridere di cuore quella giovane ragazza. Si alzò e gli tese la mano per aiutarlo a rialzarsi, il moro  accettò e l'aiuto con quei grossi libri che la giovane riprese in mano.


— Grazie Goten, mi sei stato d'aiuto!

 

Il saiyan rimase perplesso un attimo, chiedendole come facesse a sapere il suo nome e lei le indicò Trunks che aveva in mano il suo cellulare che indicava la scritta “ Si chiama Goten!”.


— Bell'amico che sei, grazie!

Disse offeso a Trunks che ricominciò a ridere, fin quando si girò di scatto per parlare con la ragazza ma lei si era già incamminata avanti a loro e così le gridò di dirle il suo nome; un piccolo passo verso il loro futuro.



— Ehi, così non vale! Non mi hai detto come ti chiami e dove posso trovarti!

 

Lei si girò, lo guardò sorridendo e gli disse...



— Mi chiamo Aiko e ...beh, scoprilo da solo, mi sembri un tipo sveglio.

 

Sul volto di Goten si delineò un sorriso ammiccante e uno sguardo carico di curiosità per quella personalità così forte e...molto bella.

 

 

Quello era stato il loro primo incontro, quell'incontro fatto di ricordi, quell'incontro fatto di baci e carezze, quell'incontro fatto d'amore per rimanere eterno.

Perché Son Goten non l'avrebbe dimenticata mai...

 

Il moro tornò a casa e ad attenderlo, preoccupata, vi era Chichi che con il solo guardarlo chiedeva a suo figlio di dirle cosa stava vivendo in quei giorni; voleva rivedere sul suo viso quel suo luminoso sorriso solare che l'aveva sempre contraddistinto da tutti.

Goten si fermò dinanzi allo stipite della porta e guardò sua madre con decisione, sapendo bene che quella sua scelta faceva parte della sua vita.


— Sto per adottare una bambina, so che non sarai favorevole, ma voglio farlo perché è il nostro sogno.

 

Chichi rimase a fissare suo figlio per qualche secondo, pietrificata dalla sua espressione del viso, così si alzò, si avvicinò a lui, gli prese una mano e sorrise con alcune lacrime a rigarle il viso. Goten l'abbracciò stretta e capii che almeno qualcuno in quella famiglia sapeva capirlo, meglio di chiunque altro. Non vi furono spiegazioni, ma solo qualche piccola frase...

— Più diventi adulto e più somigli a tuo padre, ma non solo di aspetto anche nel cuore

Goten rimase lì senza parole, mentre una Chichi rasserenata baciava la fronte del suo bambino e s'incamminava a prepararsi per la notte.

 

 





 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Verità nascoste ***


Salve a tutti! Eccovi il terzo capitolo della Long, ma prima ripremetto che il titolo della storia è somigliante al titolo della storia “All'altezza di mio padre” di 9Pepe4. Non è un tentativo di copiare quel titolo, perché l'ho chiesto alla stessa autrice se potevo utilizzarlo.
Perdonate l'immenso, ed imperdonabile, ritardo nel postare. Come saprete non ho avuto tempo e ispirazione per concludere qualcosa di buono.
Avevo pensato di cominciare a rivivere un pò la storia d'amore  di Goten e Aiko  da subito,ma ho pensato di iniziare nel prossimo capitolo dove che s'incentrerà da quando si sono conosciuti sino a quella fatidica notte. Ho anche pensato fosse stato intuile nascondervi che Geiyn è davvero figlia di Goten e che gli è cresciuta la coda dopo la nascita * lo so che i saiyan già dalla nascita c'è l'hanno, ma ho voluto cambiare questo piccolo particolare.*  Spero ne sarete soddisfatti e che non deluda le vostre aspettative, il prossimo aggiornamento sarà il 18/09/13. Se trovate errori di qualsiasi genere, segnalate senza problemi.
Un saluto, Nede.


Ps: Non sono brava a scrivere capitoli eccessivamente lunghi, quindi perdonatemi se ogni capitolo avrà all'incirca questa lunghezza.

 








 

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All ' Altezza di mia figlia

 

 

 

Ma poi arrivi tu, sorridi e mandi via le nuvole.

Perché niente è impossibile.

[Cit. Gianni Morandi- Insieme saremo felici]

 

 

 

 

 

Finalmente, aveva tra le sue braccia quella piccola creatura.

E nessuno gliel' avrebbe portata via, perché quella era sua figlia.

Un motivo per continuare a vivere ed un altro per scoprire la verità.

La piccola Geyin Aiko Son aveva trovato una famiglia che l'avrebbe amata e coccolata come una principessa.
Goten era riuscito nel suo intento e, con sua somma sorpresa, Gohan si era scusato con il fratello; perché anche lui, finalmente, aveva compreso.
Chichi era rimasta basita, un po' incredula, nel vedere quella bambina tanto somigliante al figlio.
Il suo sesto senso di donna le diceva che sotto c'era qualcosa, che forse quell' adorabile ragazza – che era stata Aiko – aveva un segreto.
Non sapeva spiegarsi il perché, ma ogni volta che si sentiva quel brivido percorrerle la schiena non sarebbe successo nulla di buono.
Per quanto privo di senso era quel brivido, Chichi tentava di non dare ascolto ai suoi sensi per il bene del figlio.



Il destino, purtroppo, non è sempre dalla parte di chi vuole bene ai propri cari.

 

Quella mattina, quando Chichi andò nella camera del figlio, per svegliarlo e per minacciarlo di scendere subito, vide il suo bambino stretto a quella creaturina che era diventata sua nipote.
S'intenerì a quella scena, notando la somiglianza del figlio con il suo Goku, fin quando i suoi  occhi non si posarono su ciò che ciondolava nel vuoto andando a destra e a sinistra, freneticamente.
Gli occhi le si sbarrarono dalla stupore e dalla completa confusione. Si stropicciò gli occhi cercando di capire se stava sognando.
Si avvicinò al letto e vide una codina marroncina e un foro sul pannolino, proprio sopra il fondo schiena della piccola.
In quel piccolo istante, maledì i suoi stupidi sesti sensi e quei brividi che avrebbero solo portato scompiglio nella sua famiglia.
La bambina aveva aperto i suoi bellissimi occhi neri ed ora, mentre rideva, aveva portato la coda sotto il naso del presunto padre adottivo e quest'ultimo starnutì e aprì gli occhi.
Vide la madre seduta sulla poltrona, dinanzi al letto, con una faccia poco rassicurante e subito dopo i suoi occhi si posarono proprio sul  simbolo  di tutti i saiyan.

 

« Com'è possibile?! Perché, Geiyn, ha la coda? »

 

Quella domanda era diretta più a se stesso che alla madre, ancora in stato si shock, che osservava tutto senza dire una parola.
Si, stupì per non essere svenuta al suolo come aveva sempre fatto in questi casi.

 

« Non ne ho idea, tesoro! Ma se tuo padre fosse qui, credo che direbbe: “ Urca, evviva, mia nipote è davvero mia nipote” »

 

Goten la guardò spaesato e confuso, com'è possibile che quella era davvero sua figlia. Che Gohan avesse combinato qualche disastro? O Trunks, oppure Vegeta? Che uno dei tre abbia avuto un bebé illegittimo?

Si diede subito dello sciocco per le sue trovate geniali!

Trunks gli diceva sempre,che un suo futuro figlio doveva per forza ereditare gli occhi turchini o i capelli lilla: era scritto nel loro DNA.

Vegeta non avrebbe mai tradito Bulma, nemmeno se lei l'avesse lasciato, l'amava troppo.

Gohan adorava Videl, e quindi era da escludere. Suo fratello non si sarebbe mai abbassato a tanto.

E allora, era davvero sua figlia?

 

 

Goten, quello stesso giorno, era andato all'ospedale per richiedere un test del DNA e capire se quella bambina che già amava aveva il suo stesso sangue nelle vene.

 

In quel momento si trovava seduto sull'erba, nel luogo in cui da piccolo giocava con Gohan, aveva i risultati di quel test nella mani e doveva solo avere una conferma.

Così si fece coraggio e aprì quella busta, contente la verità.

Eh, sì!

Il test era positivo.

Nella mente del giovane saiyan, si affollarono una miriade di domande confuse tutte collegata ad una, ed una sola, domanda.

 

Perché Aiko gliel' aveva tenuto nascosto?

 

« Lei è il signor Son? »

Il moro, dopo aver preso i risultati del test, fu fermato da un' infermiera grassoccia che richiedeva la sua attenzione. Aveva l'aria di chi doveva togliersi un grosso peso dalle spalle e  Goten si fece sempre più curioso.

« Sì, sono io. Cosa deve dirmi?»

L'infermiera lo guardò con aria triste, e forse con un pizzico di tenerezza, gli prese un braccio e lo trascinò nello studio del dottore.

Il dottore – un uomo basso e con dei folti baffi – fece cenno alla donna di lasciarli soli e quando il giovane si sedette sulla sedia, cominciò a raccontare.

« Mi voleva parlare, dottore? Ho come l'impressione che mi state nascondendo qualcosa!»

« Signor Son è una cosa importante e delicata! Vede io ho abolito la sua richiesta di adozione...»

Il cuore di Goten perse un battito ed in un secondo la rabbia cominciò a ribollirgli nel sangue, stava per parlare ma il dottore lo anticipò.

« Mi sembrava inutile che lei adottasse sua figlia, visto che è sangue del suo sangue. Vede la sua compagna, o fidanzata se preferisce, mi ha costretto a mantenere il segreto. Io so perché lei non c'è l'ha fatta...»

Ed ora Goten aveva compreso e voleva soltanto svegliarsi da quell'incubo.

Perché, per quanto il suo cuore facesse i balzi di gioia  nel sapere che Geyin era sua figlia, lui si sentiva rinchiuso e tenuto distante dalla verità.

« ...non è riuscita a sostenere il parto e ha perso molto sangue, ma lei sapeva bene che non doveva rischiare e che non poteva restare incinta. Era una ragazza troppo debole per sostenere una gravidanza. Mi ha costretto e mi ha fatto promettere una cosa: Se lei avesse tenuto fede alla vostra promessa di adottare un bambino, io avrei dovuto affidarle vostra figlia in caso lei non c'è l'avesse fatta. E mi ha fatto anche promettere di dirle ...di perdonarla e che sarebbe diventato un ottimo padre »

Il dottore terminò di raccontare quella verità, alzò gli occhi e vide quel giovane – che pareva tanto forte e coraggioso –lasciarsi andare ad un pianto liberatorio.

Per quanto professionale era, non ci pensò due volte ad abbracciare quel ragazzo ed infondergli coraggio.

 

 

« Mi hai chiesto di perdonarti...proprio come lui, proprio come quel padre che odio.»

Disse tenendo tra le braccia la sua piccola saiyan che dormiva beata – con la coda penzolante – inconsapevole dei tormenti del suo papà.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Sogni? ***


 

 









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All ' Altezza di mia figlia

 




 

Quel prato non l'aveva mai visto in vita sua.

Un prato senza fiori, morbido e maestoso.




 

Goten non sapeva dove si trovasse, non sapeva nemmeno perché si trovasse lì.

Sapeva solo che doveva cercare qualcuno, ma non ricordava chi dovesse cercare.

Così cominciò a correre - per quel prato che diventata sempre più splendente – e sotto un albero vide una bambina di quattro anni.

Un bambina bellissima con gli occhi e i capelli color pece.

Restò imbambolato a guardarla e si sorprese nel vedere calde lacrime solcarle il viso.

Senza pensarci si avvicinò a lei, le mise una mano sulla spalla e con l'altra le asciugò il visino pieno di lacrime.

«Papà, perché io sono sola? Perché io non posso avervi entrambi?»

Goten restò a guardarla sorpreso, ma come illuminato capì che quella bambina era la sua dolce Geiyn.

«Tesoro mio, tu non sei sola. Non lo sarai mai! Tu hai la nonna Chichi, lo zio Gohan, lo zio Trunks e - soprattutto – hai me.»

La guardò intenerito, l'attirò a sé, la tempestò di baci sulla guancia e la strinse forte al petto.

Geiyn rispose all'abbraccio e sussurrò, al suo orecchio, qualcosa che perforò l'animo del suo giovane padre.

«Riportami la mia mamma, papà. E se puoi, perdona nonno Goku.»

Si staccò dalla figlia, la guardò confuso, vide che si stava dissolvendo, cercò di afferrarla ma sparì nel nulla.



 

**


 

Goten si svegliò di soprassalto, si toccò la fronte sudata e – come un flash back – cercò con gli occhi la sua bambina.

Era lei, la sua Geiyn.

Una neonata di appena un anno che lo faceva impazzire, che lo faceva disperare , ma che riempiva la sua vita di gioia.

Non capiva il significato del sogno – che aveva appena fatto ma non volle più pensarci e pensò bene di raccontarlo, l'indomani, al fratello.

Così si sdraiò sul letto, avvicinò la sua bambina a sé e la strinse al suo petto donandole un dolce bacio sulla fronte.

« Non ti lascerò mai sola, piccola mia. Te lo giuro.» E si addormentò con il sorriso sulle labbra.


 

 

**






 

L'indomani mattina Goten, insieme alla sua bambina, andò a trovare il suo caro fratellone.

Da quando aveva deciso di vivere per conto suo, con la sua bambina nei pressi dei Monti Oaz – i monti opposti ai Paoz – , si sentiva più responsabile e più grande di quanto avesse mai immaginato; lui che per tutti era il piccolo Goten.

Atterrò davanti alla porta, della casa di Gohan, suonò il campanello e ad aprirgli fu proprio il primogenito di Goku.

« Ehi, ben trovato fratellino! Come mai qui?»

“ Mio fratello è sempre il solito” pensò Goten, nel vano tentativo di non rispondere per le rime.

«Ci dev'essere sempre un motivo, se voglio venire a trovarti?»

Gohan capì tutto!  E sapeva cosa il fratello avesse voluto dirgli, così gli fece la linguaccia e lo lasciò entrare.

Poi prese la nipotina in braccio – sapendo bene quanto suo fratello ne fosse geloso – e cominciò a fare quello che tutti gli zii, fanno.

Viziarla e coccolarla a più non posso.

« Tesorino, ma quanto ti sta bene questo vestito? Piccola, non sei affatto uguale a quello sconsiderato di tuo padre.»

Disse abbracciando la sua nipotina, a cui si era molto affezionato, che rideva divertita.

Goten non potè non inarcare un sopracciglio, guardalo truce e trattenere la voglia di prenderlo a calci.

« Gohan, piantala di fare lo sdolcinato! Ecco perché Pan è così acida, da piccola le avete dato troppo dolcezza.»

Vendetta?

Uno a zero per Goten!

Gohan lo guardò e assottigliò gli occhi, facendoli diventare due fessure.

«Sei venuto per fare due chiacchiere o per insultare?»

Questo era il Gohan che conosceva!

« No, tranquillo, fratello! Sono venuto in pace! Volevo solo raccontarti un sogno che ho fatto questa notte, perché – nella nostra famiglia – niente è nella normalità e volevo un consiglio.»

Gohan si aggiustò gli occhiali, fece cenno al fratello di accomodarsi sul divano, si accomodò nella poltrona con in braccio la nipote e Goten cominciò il suo racconto.

Il fratello maggiore ascoltò ogni parola, ma non sapeva come aiutarlo e non sapeva se il suo sogno – fatto molti anni prima – era collegato.

Era quasi identico...

« Non riesco a capire cosa significhi e come mai proprio Geiyn.»

Gohan mise una mano sotto il mento, non sapendo cosa dire, ma tutto il suo sogno era strano.

« Anch'io ho fatto un sogno simile, molti anni fa, e mamma non sapeva di essere incinta di te. Perché sognai un bambino – identico a papà – che mi accusava e mi incolpava di essere stato un vile irresponsabile e che non volevo bene a Goku.»

Goten sgranò gli occhi incredulo, confuso dal quel racconto.
Era palese che il bambino che aveva sognato Gohan...era proprio lui.

«E questo che significa?»

Suo fratello lo guardò serio – non sapendo trovare una soluzione – capendo che, in qualche modo, entrambi avevano questo dono in comune.

Era come se... potessero sognare il loro futuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 







 

 

Salve a tutti! Innanzitutto,  se potete, perdonatemi davvero. Sono una FRANA, perché non riesco a scrivere capitoli lunghi e soddisfacenti e, a volte, mi vergogno di postare cose così piccole e insoddisfacenti. Però ho provato, sempre, a scrivere qualcosa di più lungo ma non riesco. Perdonatemi davvero
Come consigliato da Sayuri_92 ho sposato le note sotto. Così posso spiegarvi meglio il perché dei sogni.
Allora, in questa storia, Bardack ha concepito Goku dopo essere stato colpito dall'alieno che gli ha concesso il potere di vedere il futuro.
Goku non ha avuto questo dono, ma a Gohan e a Goten è stato trasmesso questo potere.
Attenzione! So benissimo che ciò non è successo, però mi sembrava perfetta l'idea per farvi comprendere quello che avverrà dopo. Cosa che lascerà a bocca aperta tutti.
Io non sopporto Gohan – non riesco a reggerlo, mi dispiace – per questo non riesco a “trattarlo bene”. E' più forte di me! Ho cercato di apprezzarlo, mi sono sforzata, ma non lo sopporto.
Quindi comparirà e sarà importante solo in questi due capitoli.
La bambina del sogno non è Geiyn, ma è sempre legata a lei e a Goten.
Dovevo lasciarvi questo spoiler XD
Spero di non essere peggiorata, invece di migliorarmi, accetto critiche di qualsiasi tipo.
(E spero di non aver fatto gli erroracci(?) commessi nel precedente, in caso segnalate senza paura e problemi)
Un saluto, Nede.

 

 

 

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Capitolo 5
*** La sfera del drago dalle quattro stelle ***


 

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Capitolo 05. 
La sfera del drago dalle quattro stelle.










Erano passati quattro anni da quando Goten aveva fatto quello strano sogno. Alla fine non si era avverato e ciò l'aveva portato a dimenticare quella bambina.

Quella bambina senza nome che l'aveva chiamato “ papà” e che rivoleva indietro la sua mamma.

Goten era abbracciato alla sua piccola, che stringeva stretta a sé, e ripensava a quello strano incontro.

Aveva portato la figlia all'asilo, per la prima volta, e, andando a riprenderla, aveva visto Geiyn camminare – mano nella mano – con una giovane donna dai capelli color carota e dagli occhi neri come la pece.

Identica alla sua Aiko.

Il saiyan era rimasto paralizzato, non riusciva né a muovere un muscolo, né a spiaccicare parola.

Quella non poteva essere Aiko, lei non c'era più.

Eppure quella donna le somigliava in modo incredibile; due gocce d'acqua agli occhi di Goten.
 

« Eccolo lì, quello è il mio papà, signora maestra.»

Disse la bambina, indicando Goten e sorridendo felice.

La piccola liberò la mano da quella della maestra e corse ad afferrare quella del padre.

« Lei dev'essere il signor Son. La mia collega mi ha detto che era in pensiero per Geiyn. Posso assicurarle che non deve preoccuparsi, è una bambina dolcissima e non avrà problemi ad ambientarsi... Signor Son, mi sta ascoltando?»

La maestra vide il saiyan guardarla sconvolto e non capì il suo disagio.

« Qual è il suo nome?»

Riuscì a dire, guardandola negli occhi.

« Bhe, non so a cosa possa servirle sapere il mio nome. Arrivederci. »

Disse la donna, stranita da quello strano atteggiamento. S'incamminò verso l'entrata e Geiyn rimase confusa.

La bambina tirò la giacca del padre per avere la sua attenzione, ma lui pareva non ascoltare, troppo confuso e stranito da quello che aveva visto.

« Papà, perché volevi sapere il nome della maestra?»

Goten non le rispose, la prese in braccio ed insieme volarono verso i monti Oaz.

Geiyn stava per addormentarsi, stanca e spossata per quel primo giorno di scuola.
Goten, una volta entrato nella sua stanza, le sistemò le coperte e si preparò a darle la buonanotte.

« Buonanotte scimmietta, dormi bene.»

Geiyn mise il broncio, offesa da quel nomignolo e facendo ridere il suo papà.

« Uffa, tu e la maestra Aiko non fate altro che chiamarmi così. Non so nemmeno perché anche lei mi chiami così e...»

Smise di parlare notando il padre guardarla sconvolto per aver udito quel nome.
 

E dopo quella mattina non la rivide più.

Era stata trasferita in un altro asilo e non sapeva dove trovarla, non sapeva nemmeno se fosse davvero lei.

Rise al sol pensiero.

Non poteva essere Aiko.

Lei non esisteva più e quella donna poteva essere sua sorella.
Ma Aiko era figlia unica.


 

 

****


 

 

In una mattina luminosa, con il sole alto nel cielo, il saiyan andò insieme alla sua piccola a fare un bel picnic sui Monti Paoz, precisamente dove Goten andava a giocare da bambino e dove con suo padre si allenava spesso.

Non c'era gioia più grande per il saiyan che vedere la sua bambina, di appena quattro anni, imitare benissimo lo zio Gohan e poi ridere di cuore ai ricordi delle frasi buffe del suo zietto.

« Su tesoro, smettila, non è bello imitare zio Gohan. Lo so che è tanto buffo e fa tanto ridere , ma ora va a giocare un po' e non allontanarti per nessuno motivo. »

Geiyn gli fece la linguaccia, lo abbracciò e corse verso il centro di quell'enorme prato a cercare qualche bella farfalla.

Goten si distese sul prato, chiuse gli occhi e si beò del calore del sole sulla pelle. La piccola saiyan -come un uragano- corse verso il padre e gli mostrò l'oggetto che aveva trovato tra i fiori.

« Guarda papà! Guarda cos'ho trovato, non è bellissima? »

« Cos' hai trov...»

Non terminò la frase. Tolse quell'oggetto misterioso dalle mani della piccola e lo guardò attentamente.

La sfera dalle quattro stelle era nelle sue mani, ma le sfere del drago erano scomparse da anni insieme a suo padre.

« Questa è la sfera dalle quattro stelle. »

Rimase per un paio di minuti a fissarla e poi prese la sua decisione.

Goten afferrò tra le braccia la figlia, spiccò il volo in direzione della casa di sua madre, affidò Geiyn a lei senza darle spiegazioni e si avviò a gran velocità alla Capsule Corporation.

Durante il tragitto mille emozioni avevano travolto il suo cuore.

Se avesse trovato tutte le sfere del drago, avrebbe avuto una speranza.

Riportare in vita la sua Aiko e non lasciarla più andare.

Sapeva che il drago non resuscitava tutti, ma solo i casi eccezionali, come quando avevano riportato in vita tutta la popolazione della Terra, ma non sapeva più cosa pensare.
La fiamma della speranza stava bruciando di nuovo nel suo cuore.

Il saiyan, conoscendo benissimo la Capsule Corporation, entrò dalla stanza di Trunks ed evitò tutti i possibili “ ostacoli “.

Durante la ricerca, nelle varie stanze, dimenticò di mettere tutto in ordine – come prima - e qualcuno se ne accorse.

« Dove accidenti l'avrà nascosto, Bulma, il radar!»

Disse a bassa voce, entrando all'interno del laboratorio e cominciando a cercare.

All'improvviso una voce ben conosciuta lo colse di sorpresa e lo fece voltare verso la figura che lo stava osservando.

«Vegeta! Che ci fai qui?»

Il saiyan più anziano ghignò divertito ed incrociò le braccia al petto.

« Io ci abito qui, tu invece? Cosa stai combinando?»

 

 

 

 

 

 

 

 















 

 

 

 

 

 















 

Salve a tutti! Mi scuso immensamente per il super ritardo nel postare, ma avevo rinunciato a continuarla e l'autrice Sayuri_92 e riuscita a darmi coraggio. Io so bene di non saper scrivere Long e quando ci provo fallisco miseramente, perché io non ci riesco a scrivere capitoli lunghi e soddisfacenti.
Informo, inoltre, che il capitolo è Betato da Sayuri_92, in quanto io sono la dea della distrazioni e degli errori. Quindi la ringrazio di cuore :)
Spero che il capitolo piaccia e che non abbia deluso nessuno.
Banner: Il Banner è stato creato da me e la ragazza che vedete è Aiko per come l'immagino.
Spero di non essere peggiorata, invece di migliorarmi, accetto critiche di qualsiasi tipo.

Un saluto, Nede.

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Capitolo 6
*** Tutto come una favola ***


 

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Capitolo 06. 
Tutto come una favola.

 


 

Goten era rimasto immobile a fissare il viso contrariato del principe.

Non voleva dargli spiegazioni o giustificarsi per il gesto che stava compiendo, voleva solo trovare quel maledetto radar e riaverla con sé.

Il principe lo scrutò, lo guardò attentamente e sorrise divertito.

Conosceva quel marmocchio sin dalla culla e sapeva leggere nei suoi occhi, ogni sua piccola emozione, così gli lanciò l'oggetto della sua ricerca.

Goten lo afferrò al volo e, soltanto, quando Vegeta accese la luce del laboratorio poté vedere tra le sue mani ciò che cercava.

Il saiyan più giovane alzò lo sguardo verso di lui e rimase confuso.

« Cos'è quella faccia? Stavi cercando il radar, no? Quindi vai a cercare le sfere del drago e se, per qualche strano motivo, vedi Kaharoth digli che è un idiota e che non deve permettersi di fare quello che ha fatto. »

Si voltò, fece per incamminarsi, ma la voce di Goten lo fermò.

« Cosa significa, Vegeta? Tu come sapevi che io stavo cercando le sfere? E poi cosa avrebbe fatto mio padre? »

Vegeta non si voltò, mise una mano in tasca e gli lanciò la sfera del drago a tre stelle che cadde al suolo provocando un rumore assordante.

« Questa l'ho trovata in giardino ed oggi quasi tutte le persone che conosci ne hanno una. Crilin, Tensing, Yamcha, Junior e Bulma che l'ha intravista sul fondo della piscina. Ti sembra una casualità? E ora vai dove devi andare e non farti vedere da nessuno. »

Uscì dal laboratorio, senza aggiungere altro, lasciando Goten sorpreso e felice del buon cuore del principe.

Sotto quella corazza c'era sempre stato un cuore.

 

****

 

 

« No, devi smetterla tu! Draghetto. Puzzolente. Namecciano! Io mi alzerò da questa roccia solo quando farai ciò che ti ho chiesto. Guarda che me ne vado prima dei cento anni e sta certo che lo faccio! »

Goku e Shenron si trovavano sulla Terra, in un luogo invisibile agli occhi umani e che sorgeva al centro della pianeta stesso. Li Shenron stava cercando di convincere, invano, il saiyan a smetterla di comportarsi come un bambino e di cercare di capire.

« Lo devi accettare, Goku. Devi capire che non si può cambiare, ciò che è stato fatto. »

Il saiyan, seduto su di una roccia dava le spalle al drago, avrebbe fatto di tutto per suo figlio e la sua bellissima nipotina.

« Capire? Capire, cosa? Shenron. Hai fatto una cosa crudele e meschina. Io ti avevo detto di aiutarla, di salvarle la vita e tu cosa hai fatto? Mi hai ripetuto la bella poesia “ Il Destino di ognuno è già stato scritto ed io devo fare il mio compito per equilibrare l'avvenire della Terra”. Se non aiuti MIO figlio, ti strappo i tuoi lunghi baffi e li uso come bastoncini per i miei spaghetti di riso, oppure ...sai cosa farò. »

Goku era deciso, non avrebbe accompagnato Shenron nel suo viaggio, pretendeva che quella povera ragazza venisse aiutata e portata dalla sua famiglia.

Il Drago gli aveva restituito la vita, nell'ultima battaglia contro i draghi malvagi e gli sarebbe restato accanto per cento anni, come ringraziamento, e avrebbe fatto di tutto per aiutare quel figlio che aveva bisogno di lui.

Lui non c'era fisicamente e ci sarebbe sempre stato, in qualsiasi universo, dentro il suo cuore.

Non aveva abbandonato nessuno.

Aveva, anche, avvertito Vegeta in un sogno.

Chiedendogli un favore.

Chiedendogli di aiutare un fratello.

Perché Goku considerava Vegeta un fratello.

« Va bene, Goku. Hai vinto. Ma la ragazza, riportata in vita, si ricorderà solo chi le è stato vicino nella sua vita precedente. Posso fare solo questo, se lo desideri, ma non chiedermi altro Goku. Sto facendo un eccezione, perché sei l'essere più testardo che abbia mai incontrato. »

Goku si voltò verso Shenron, con un luminoso sorriso a trentadue denti, e si fiondò ad abbracciarlo sul muso.

« Ma che bravo il mio draghetto! Sei un mito, Shenron! Sappi che ho sempre tifato per te. »

Shenron se avesse potuto avere uno sguardo truce l'avrebbe di certo fulminato, ma non poteva negare che quel saiyan era un'ottima compagnia.

 

 

****

 

 

Goten stava per uscire, dalla Capsule Corporation, quando le due sfere del drago che possedeva si materializzarono di fronte a lui...sparendo.

Il saiyan restò immobile a fissare il vuoto senza capire cosa era accaduto.

Un forte mal di testa, la vista appannata e poi ...il buio.

 

In quel preciso momento tutto cambiò.

La vita di Goten cambiò.

Perché ...tutto fu di nuovo speranza.

Tutto fu di nuovo...vita.

 

Il corvino fu svegliato dalla figlia e Goten, senza capire come ci fosse arrivato, guardò Geiyn non rendendosi conto di cosa fosse accaduto.

« Tesoro, dammi un pizzicotto. »

Geiyn lo guardò confusa, ma senza chiedere altro lo accontentò.

Strizzò un occhio, scompigliò i capelli alla piccola e il campanello suonò.

Il saiyan corse ad aprire la porta e si trovò davanti una donna dai capelli color carota, dagli occhi neri come la pece e con il capotto di sua figlia in mano.

« Mi scusi se sono venuta a quest'ora, ma avevo dimenticato di darle il capotto di sua figlia quel giorno e, a causa del mio trasferimento, non ho potuto restituirglielo. E poi...non è solo per questo.»

Goten era rimasto a guardare il viso della sua Aiko.

Goten era rimasto intrappolato a guardare le sue iridi nere.

Goten non sapeva spiegarsi il perché, ma quella era lei.

Non era una donna che gli somigliava.

« E-e p-poi...»

Riuscì a dire, vergognandosi per la sua trovata.

Lei lo fissò un attimo, sgranò gli occhi e lo abbracciò stretto.

« Tu sei Goten...noi...io....la nostra bambina. Oh, no, non è possibile. Perdonami, perdonami.»

Cominciò a singhiozzare, senza fermarsi, sentendosi una stupida.

Per aver voluto fare ciò che era giusto.

Aveva sacrificato sua figlia.

Aveva dimenticato Goten e ciò che provava per lui, credendo che fosse stata la cosa giusta.

Il saiyan l'abbracciò stretta, le alzò il viso, la guardò negli occhi e le regalò un bacio.

Quel bacio che aveva bramato per ben quattro anni.

Quel bacio che sapeva d'amore.

Quel bacio che sapeva di benvenuto ad una nuova vita.

Quel bacio che li avrebbe uniti sempre.

 

 

 

« Il principe ritrovò la sua principessa.

Ed insieme costruirono il loro nuovo castello.

La principessa conobbe la sua mamma e un'altra principessa cresceva nel suo grembo.

Ed il giorno in cui piovve nel regno, la sfera del drago dalle quattro stelle si materializzò sul comodino del Re e da li capì ogni cosa.

Proprio come nelle favole, c'è sempre quell'amico – o parente – che aiuta chi è in difficoltà senza farsi vedere.

Proteggendo ed amando i suoi cari.

E gli abitanti del castello... vissero per sempre, felici e contenti.»

 

 

 

Aiko terminò il racconto di una favola speciale per la sua bambina.

S'interì nel guardare il suo Goten dormire, russando a più non posso, stringendo la loro dolce Geiyn.

Li coprì con la coperta, li guardò sorridendo e uscì dalla stanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 




 

 

 

 

 

 















 

Salve a tutti! Mi scuso immensamente per il super ritardo nel postare e mi scuso, davvero, con chi sperava in qualche altro capitolo.
Ma ho deciso di scrivere l'ultimo capitolo e non dilungarmi, perché sapete bene che sono negata a scrivere Long.
Voglio " sconfiggere " questo mio muro e prossimamente dedicarmi ad una Long seriamente e impegandomi.
Spero che il capitolo piaccia e che non abbia deluso nessuno.
Ringrazio tutte le persone che mi stanno vicine, che hanno letto questa storia sino alla fine e che continuano a darmi coraggio.
Grazie di cuore a chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Vi ringrazio davvero.
Spero di non essere peggiorata, invece di migliorarmi, accetto critiche di qualsiasi tipo.

Un saluto, Nede.

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