E' così facile; non lo è stato mai

di Haney Jardin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Traslochi e birre. ***
Capitolo 2: *** Be too perplexed. ***
Capitolo 3: *** Ricordi al sapore di birra vuota. ***
Capitolo 4: *** Io sono mio fratello. ***
Capitolo 5: *** Sette ore(I parte). ***
Capitolo 6: *** Sette ore(II parte). ***
Capitolo 7: *** Strage di confetti. ***
Capitolo 8: *** Figlia degli Haruno. ***
Capitolo 9: *** La paura del silenzio. ***
Capitolo 10: *** Le colpe del passato. ***
Capitolo 11: *** La fine della pace apparente. ***



Capitolo 1
*** Traslochi e birre. ***


 

 -Traslochi e birre. 

 

 
''Secondo me è solo un egoista''.
Disse la ragazza mentre continuava a fissare una parete mezza colorata e continuava a stringere le labbra sporcate dalla birra che stava sorseggiando.
 
''Anche''.
Rispose la donna che portava avanti e indietro il pennello che teneva in mano mentre dipingeva una parete di una stanza completamente vuota.
Il rimbombo scoppiò all'improvviso,arrivando dritto nelle orecchie dell'altra ragazza.
Approvò roteando le sopracciglia e continuando a fissare il vuoto.
Fece qualche passo in avanti,facendo dondolare la bottiglia di birra vicino alle sue gambe.
Si poggiò al muro sporcandosi la canotta marrone con il bianco che prepotentemente si era avventato sulla sua schiena.
Mise una mano nella tasca dei jeans cortissimi che indossava e intanto continuò a fissare l'altra donna.
Sorseggiando un altro po' di birra,poi disse:
''Io sento puzza di bruciato,mamma''.
 
Per tutta risposta l'altra donna si fermò dalla sua attività,e nonostante fosse ancora inginocchiata per terra si girò e fissò nel volto la figlia.
Inarcò un sopracciglio.
 
''Io sento puzza di nuovo''.
Rispose lei.
 
''Non è tutt'oro quel che luccica,mamma''.
 
 
''Infatti,Sakura,in questo caso non si tratta di oro.Si tratta di vita''.
 
''Nuova''.
 
''Esatto''.
Concluse la donna più anziana.
 
Sakura avanzò incerta.Poi si fermò accanto alla madre che nel frattempo si era alzata e così tutt'e due uscirono dalla stanza.
Entrarono nella sala principale,dove le accoglieva una finestra enorme che dava vita a spettacoli terrificanti:Phoenix,Arizona.
 
Era notte;le luci dei grattacieli avevano completamente oscurato il ruolo che dovrebbero fare le stelle.
Anzi,a dire la verità le stelle si vedevano,ce n'erano a miliardi,ma si trovavano molto più sotto,e continuavano ad andare veloci come tanti puntini impazziti:macchine.
 
Sakura,che aveva poggiato la bottiglia di birra vuota su un tavolino di vetro,si avvicinò alla grande finestra e infilò le mani nelle tasche dei jeans.
Quanto aveva sognato quel momento;sì,però nei suoi incubi.
Sospirò come se volesse maledire quello spettacolo che stava vivendo.Si voltò in direzione della madre,mentre cercava di sciogliere i suoi capelli dalle trecce in cui erano legati.
 
''Andrà tutto bene''.
Disse ad un tratto la madre mentre poggiava un pennello per terra.
 
''Lo vorrei tanto,mamma''.
Disse lei mentre allargava le braccia in segno di un abbraccio.
 
Le possenti braccia della madre riuscirono a proteggere completamente Sakura.
 
Quanto si assomigliavano quelle due.
I capelli rosa spesso le avevano fatte scambiare per sorelle.La madre nonostante avesse una quarantina d'anni,se li portava proprio bene.
Anche Sakura,nonostante avesse sedici anni,sembrava molto più giovane.
 
Era una cosa di famiglia,in realtà.
Una sorta di condanna,alla fine.Perché per certi aspetti non era mai stato preso come un complimento il fatto che sembrassero così giovani.
Tutta quella perfezione nella quale avevano vissuto fino ad adesso a Sakura aveva sempre dato il voltastomaco.
Nonostante i suoi capelli rosa confetto,la sua pelle così candida e morbida,il fisico perfetto così tanto da sembrare una bambola,non le era mai andato giù.
 
Lei non era così,dentro sè non era per niente come appariva fuori.
 
La cosa seccante era farsi conoscere di nuovo.Adesso che si era trasferita a Phoenix lei poteva modificare a suo piacimento la sua nuova vita.
Ma doveva essere molto cauta.
 
La California le mancava.Le mancava tanto.Aveva lasciato tutto lì:i suoi amici,il suo vivere quotidianamente,le sue prime esperienze.Il suo ragazzo,soprattutto.
 
Sakura e la madre Ame avevano deciso una volta per tutte di cambiare vita.
Ame lavorava in un ospedale in California,essendo passata come primario,aveva deciso di accettare un posto all'Arizona Heart di Phoenix.
Dopo solo un mese lei e la figlia avevano già traslocato e ad agosto erano già nel loro nuovo appartamento.
 
Un appartamento spettacolare.
Situato al 19° piano di un grattacielo,chi poteva mai farsi scappare un'occasione così?
 
La casa era molto grande,in ogni stanza le finestre enormi dominavano incontrastate.Naturalmente Ame e Sakura dovevano finire di ritoccarla,le pareti erano troppo bianche per i loro gusti.
Le stanze erano veramente tante,tutti i mobili più moderni che potevano esserci sul mercato in quel periodo erano stati acquistati senza esitazioni,ma la maggior parte doveva ancora arrivare.
 
Le motivazioni di tale spostamento erano state piuttosto banali,spiegate ai loro parenti:aria di cambiare.Stanche della monotonia.Ferite dall'abitudine.
 
Ferite soprattutto dopo la morte del padre di Sakura.Era passato un anno da quel fottuto giorno,e le due donne erano ancora tormentate,schiacciate dall'idea che il loro uomo non ci fosse più.
Alzarsi la mattina,andare in cucina e insistere fissando quella sedia sulla quale Shou si sedeva sempre,cercando disperatamente di farlo apparire in qualche modo,come se facendo così lui ci fosse ancora.
E faceva male,tanto male.
 
Ame aveva trovato più motivazioni per andarsene piuttosto che restare.Certo era che Sakura non era molto d'accordo sull'idea di andarsene.
La ragazza era una delle più popolari della sua scuola,aveva un bel caratteraccio e naturalmente,tipico da film americani,era la ragazza del leader della banda più famosa di motociclisti di Sacramento.
La sua vita era perfetta,lei era perfetta,ma quel piccolo pizzico di infelicità,che continuava a bruciarle ogni fottuto giorno della sua vita dentro la gola,non se n'era mai andato.

Non aveva altre scelte.Doveva per forza andarsene.
 
Quando era partita era stata lasciata in balìa di tutte le lacrime,false e non,dei suoi amici e dei suoi parenti.C'erano tutti il giorno della sua partenza e di Ame.
Hidan,il suo ragazzo,non c'era.
E non c'era nemmeno quando lei era arrivata a Phoenix.Tralasciando il fatto che anche tutti i ragazzi dell'Akatsuki,la banda di motociclisti,era presente il giorno in cui Sakura partì,un'amica di quest'ultima aveva esplicitamente dichiarato che Hidan aveva detto che non poteva permettersi che la sua ragazza se ne andasse,perciò aveva preferito non assistere alla partenza.
Eppure tutti lo sapevano che non era così.Hidan era solo un piccolo uomo strafottente e cinico.E questo Sakura lo aveva sempre saputo.
Era passato un mese e si erano fatti sentire tutti,il suo migliore amico,i ragazzi dell'Aka,ma quel ragazzo dai capelli color cenere non si era degnato di farle una chiamata.
 
La ragazza dai capelli rosa però non se n'era fatta una tragedia.Lei aveva sempre sopravvissuto,era sempre riuscita ad andare avanti,da sola.

Ora era semplicemente nel panico;aveva paura della nuova scuola in cui sarebbe andata,e se nessuno l'avesse accettata?In fondo era sempre stata una sotto i riflettori,ricercata e temuta da tutti.
Doveva comandare,e l'avrebbe fatto sempre.
 
''Secondo me è morto''.
Disse ad un certo punto Sakura mentre continuava a fissare il vuoto dell'enorme finestra.
 
''Anche''.
Disse Ame sorridendo.

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Capitolo 2
*** Be too perplexed. ***


-Be too perplexed.





''Sakura alzati!''.
Era,probabilmente,la ventunesima volta che Ame entrava nella stanza di Sakura e cercava inutilmente di svegliare la figlia.
Ventuno,come l'età di Hidan.
 
La stanza era completamente invasa dai raggi del sole di mezzogiorno,le pareti bianche trasmettevano tutta la loro lucentezza che prepotentemente andava contro gli occhi di Sakura che dormiva sdraiata su uno scomodissimo materasso a due piazze.
Il suo letto matrimoniale doveva ancora arrivare,e nella stanza c'erano una miriade di scatoloni che aspettavano solo di essere aperti.Le lenzuola del materasso coprivano appena le gambe sode di Sakura,che portava una semplicissima culotte nera e una canotta dello stesso colore molto leggera.
Nonostante la leggerezza,il sudore aveva comunque deciso di arrivare.
Sakura infine aprì gli occhi e iniziò ad asciugarsi la fronte bagnata.
 
Sbuffò osservando la porta finestra che dava sul terrazzo.La sua stanza non solo aveva un bagno personale,ma anche un balcone immenso con tanto di jacuzzi(e non era l'unica dell'appartamento).
Quanto si trattavano bene quelle due!
 
''Sakura,alla buon'ora!E' mezzogiorno e mezza,stanno per arrivare i mobili del salone e guarda come sei conciata!''.
 
''Non ti preoccupare mamma,tanto io vado a correre!''.
 
''A quest'ora?Sakura ma sei pazza?''.
 
La ragazza sbuffò osservando la madre.Quest'ultima era vestita elegantemente come al solito.Portava una gonna leggera bianca che aderiva completamente sulle gambi esili e perfette fino ad arrivare a metà coscia.
Sopra portava una maglietta a palloncino di seta color oro.Le scarpe con il tacco dello stesso colore erano spettacolari.
I capelli color rosa erano avvolti in uno chignon così perfetto da far concorrenza a tante ballerine professioniste di danza classica.
 
Il look della madre però,così sobrio ed elegante in ogni occasione,non era mai piaciuto a Sakura.
La rosa aveva sempre preferito uno stile più comodo e più giovanile.Ma alla fine era così che doveva essere.Lei doveva fare la figlia,giovane e ribelle come altre migliaia di ragazze.
 
''Ma io...''.
 
''Sakura devi aiutarmi con i mobili!''.
 
''Ma ci sono gli operai...''.
 
''Sakura...''.
La madre non fece in tempo a finire la frase che suonarono alla porta.
 
Di corsa Sakura sgattaiolò nella sua stanza ed iniziò a rovistare in uno scatolone aperto per cercare qualcosa da mettersi.A causa del grande caldo di quel giorno,consideriamo anche che era agosto e Phoenix non era mai stata una città fredda,la ragazza optò per vestiti molto leggeri.
 
***
 
Erano le sette di sera.
Sakura si trovava nell'ascensore del grattacielo intenta a fissarsi allo specchio,sistemandosi la fascia nera sulla fronte e legandosi i capelli in una lunga coda.
Si era allacciata la felpa alla vita.
Portava una canotta scurissima e da sopra una maglietta grigia molto più larga che scopriva le spalle possenti e arrivava alla vita.
I pantaloncini erano sul marrone ed arrivavano a metà coscia.Le scarpe da ginnastica abbastanza consumate erano molto sporche ma essendo nere era facile non notarlo.
I fili delle cuffiette sfioravano delicatamente il collo di Sakura,partendo da sotto al seno.Infatti la ragazza,ogni volta che andava a correre legava il suo iPod ad una fascia che metteva in vita in modo tale da non crearle fastidio.
 
L'adrenalina stava salendo,i battiti del cuore acceleravano e Sakura iniziò ad avere il fiatone prima ancora di correre.
Attraversò poi la strada e si diresse verso il parco che si trovava di fronte al grattacielo.
Non era un parco vero e proprio,era una lunga pista ciclabile che si affacciava sul mare.Il tramonto era appena visibile,mancava almeno mezz'ora prima che incominciasse ad arrivare il buio.
Sakura iniziò a correre.
 
La musica pulsava nelle vene quanto il sangue e il cuore che batteva nel petto,il ritmo seguiva velocemente le gambe della rosa e le costole avevano iniziato ad indolenzirsi.
A Sakura piaceva,però,quel dolore.
Era un dolore fisico che le faceva provare sensazioni estremamente piacevoli.I polpacci che s'indurivano,i muscoli che bruciavano,erano piccoli movimenti che la facevano stare bene.
Dopo circa mezz'ora,Sakura ad un certo punto si fermò.Di scatto.
Lentamente si toccò i fianchi,poi le pupille si dilatarono.
 
''Merda!''.
Disse lei sottovoce.
 
Aveva perso la sua felpa.Ma come aveva fatto a non accorgersene?
Il lungomare era quasi vuoto,la gente se n'era già andata dal mare e questo facilitava le cose,ma di certo sarebbe stata un'impresa ritrovarla.
La ragazza sbuffò ed iniziò a tornare indietro camminando velocemente.
Passò davanti ad una panchina con i pugni che stringevano forte.
 
''Scusa...''.
Disse una voce.
 
Sakura nemmeno se ne accorse e proseguì per la strada.
 
''Scusa!''.
Urlò di nuovo la voce.
 
Sakura non si voltò.
Così quella voce corse da lei.
 
''Ehy!''.
 
Sakura si voltò solo quando una mano non la prese per un braccio.
 
''C-cosa?''.
Disse lei con un tono alquanto alterato.
 
''Ma quando qualcuno ti chiama fai sempre così?''.
 
La ragazza era perplessa.
 
''E tu chi saresti?''.
Chiese lei osservando il ragazzo che la teneva per il braccio.
 
''Quello che ti ha ritrovato le felpa''.
 
''Oh,la felpa...gr-grazie...er...''.
 
''Sas'ke!''.
Rispose il ragazzo sorridendo e porgendole la felpa.
 
''Oh,grazie Sas'ke''.
Lei non sorrise,lo fissò dritto negli occhi e poi avanzò per cercare di andarsene.
 
''Akatsuki's gang,eh?''.
 
''C-cosa?''.
Chiese Sakura ancora più perplessa.
 
''La felpa...''.
Rispose lui in tono serio.
 
''Ah,già..ehm,si...''.
In totale imbarazzo la ragazza osservò la sua felpa.Questa era la divisa che indossavano normalmente i ragazzi dell'Akatsuki.Lo stemma erano delle piccole nuvole rosse che ricoprivano l'intero indumento(i colori variavano,lo stemma era normalmente su uno sfondo nero,ma questa felpa di Sakura era grigia) e dietro c'era la scritta ''Akatsuki's gang''.
 
''Come fai a conoscerli?''.
Chiese Sakura.
 
''Vecchia storia''.
Rispose lui.
 
''Oh beh,si è fatto veramente tardi,spero che tu abiti qua vicino,è molto pericoloso il lungomare di notte quando non c'è nessuno,è lunedì per di più...sembri nuova,o mi sbaglio?''.
 
''No,non ti sbagli...a-abito qui da un mese''.
Rispose la ragazza.Era completamente incantata dal giovane.
Aveva dei lineamenti perfetti,i capelli composti ma ribelli allo stesso tempo,nonostante fossero di un colore molto scuro le donavano un senso di tranquillità.S'intravedevano i pettorali scolpiti da sotto la canotta bianca leggera che portava,i muscoli sulle gambe coperte da una tuta piuttosto larga erano veramente da fare invidia a tanti ragazzi ed impazzire tante ragazze.
 
''Oh,l'avevo notato,qui conosco tutti!Va bene,ehm...''.
 
''Sakura''.
 
''Va bene,Sakura...è stato un piacere,a presto...tieniti la felpa stretta...e anche le gambe!''.
L'intonazione calò quando Sasuke pronunciò l'ultima parte della frase,sorrise maliziosamente,fece l'occhiolino alla ragazza e si voltò dall'altra parte per andarsene.
 
''L-le gambe?A-aspetta Sas'ke...''.
Mormorò Sakura.
 
Il ragazzo non sentì.
Sakura rimase impietrita per qualche secondo,poi,la musica riuscì a riportarla alla realtà.
Dannazione,era tardi ed era anche buio.Ma quanto tempo era passato?Doveva tornare a casa.
 
Si dimenticò completamente del ragazzo ed iniziò a correre veloce lungo la pista rossa.
Quando arrivò di fronte al grattacielo sgattaiolò dentro l'ascensore.Mentre impazientemente aspettava che le porte si aprissero Sakura iniziò ad immaginarsi già le sceneggiate della madre per il suo ritardo.
Quando arrivò davanti la porta dell'appartamento la madre aprì senza che lei avesse prima bussato.
 
''Ma'?''.
Disse lei.
 
''Sakura,ti stavo aspettando,ho sentito l'ascensore aprirsi...vieni,c'è una sorpresa per te...''.
 
''Mh?''.
Mugugnò Sakura.
 
Appena entrò i suoi occhi caddero completamente su di una figura che era distesa sul divano.Iniziò a sorridere e s'illuminò di felicità.
 
''Suigetsu!''.
Urlò la ragazza prendendo la rincorsa e andando incontro al ragazzo.
Buttò le braccia al collo del giovane ed iniziò a ridere senza sosta.
 
''Bastardo!''.
Urlò lei stringendolo ancora di più.
 
''Ciao Sakura...''.
Disse lui inondandola del profumo inebriante che lui era solito portare.
 
''Mi sei mancato,ma quando sei arrivato infame?''.
Disse lei sistemandosi la felpa che si era messa in precedenza.
 
''Da pochissimo,piccola.''.
 
''E per quanto resti?''.
 
''Beh,chiediglielo a lui...''.
L'uomo indicò qualcuno che si era affacciato all'ingresso della porta che era rimasta aperta.
Le pupille di Ame e di Sakura si dilatarono.
 
''Hi-Hidan?''.
Chiese Sakura completamente perplessa.
 
''Buonasera,little cherry''.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Ricordi al sapore di birra vuota. ***


-Ricordi al sapore di birra vuota.   





''E ti ricordi di quella volta quando tu e Kakuzu vi siete ritrovati insieme nella tenda in campeggio,completamente nudi e con dei preservativi usati accanto ai sacchi a pelo?Per un giorno intero ci hanno massacrato chiedendoci cosa fosse successo veramente...il bello è stato quando Sasori li ha detto che era soltanto uno scherzo!Avresti dovuto vedere le loro facce,Sakura!''.
L'albino continuava a barcollare e a ridere sulla sedia di legno mentre teneva una bottiglia di birra in mano. [*]
Una bottiglia di birra,vuota,in mano.
 
Nella parte opposta del tavolino c'erano una giovane che rideva allegramente e un uomo che continuava a fissarla imbambolato.
 
''Suigetsu...dai!''.
Urlò Hidan,fissandolo attentamente come se volesse rimproverarlo per aver appena rivelato un segreto piuttosto imbarazzante.
 
''Che vuoi che sia,Hidan...non te la prendere così tanto,quanto sei noioso!''.
Urlò divertita Sakura che aveva appena accavallato una gamba poggiando l'altra sul legno fresco.
 
I tre ragazzi si trovavano in un pub nel cuore di Phoenix,era piuttosto tardi e si stavano divertendo come matti.La madre di Sakura non aveva esitato a proibire alla figlia di uscire e non si era fatta scrupoli anche a litigare con Hidan.
Non lo aveva mai sopportato quel ragazzo,semplicemente pensava non fosse affidabile.
 
Suigetsu aveva calmato Ame promettendole che avrebbe ''protetto'' Sakura a qualsiasi costo e non avrebbero fatto tardi.
L'albino era come un secondo figlio per quella donna.La famiglia della rosa e quella del ragazzo erano sempre state molto unite,si conoscevano da tempo e avevano cresciuto i loro bambini insieme.

Lei si fidava del ragazzo,ma da quando era entrato a far parte dell'Akatsuki's gang aveva iniziato ad avere qualche dubbio.

Suigetsu era poco più grande di Sakura,aveva diciannove anni e faceva parte del gruppo da due.
La rosa conosceva da un anno esatto Hidan;si,era piccola;era consapevole del fatto che il suo uomo fosse molto più grande,ma appena lo vide la prima volta se ne innamorò completamente dimenticando tutto il resto.

Il corteggiamento durò circa un mese,dopodichè lei era già caduta ai suoi piedi.
Una cosa assolutamente circospetta rispetto al suo carattere.Lei era sempre stata una dominatrice,non una da essere domata.
Ma subito tutti capirono le reali intenzioni di Sakura,di cui c'era d'aspettarsene:la rosa voleva dominare Hidan.
Dopo un anno lei ancora non sapeva se ci fosse riuscita realmente,sapeva però che l'uomo provava un forte senso di rispetto nei suoi confronti,e questo già le bastava. 
Lui era un egoista,menefreghista,narcisista,egocentrico,bastardo e cinico ma Sakura più il tempo passava più si rendeva conto di amarlo follemente.
 
Non si era fatto vivo per un mese,ma la donna lo conosceva fin troppo bene perciò più di tanto non si era preoccupata.
Sarebbe tornato,quel fottuto bastardo,sarebbe tornato da lei,sempre.
 
Ama qualcuno.
Non importa se soffri.
Non importa se piangi.
Non importa se combatti.
Perchè alla fine potrai dire: ho sofferto, ho pianto, ho combattuto.
Ma ti ho amato.
 
 
 
''E poi,naturalmente,alla mia festa dei diciotto anni hai conosciuto il gruppo,e da lì è inutile raccontarti le nostre cazzate perché le hai vissute anche tu con noi..''.
Suigetsu continuava a parlare,Hidan continuava a fissarlo sorseggiando il suo Mojito e lei continuava a navigare persa nei suoi pensieri.
 
''E ora,cosa avete combinato in questo mese?''.
Chiese ad un certo punto Sakura mentre iniziava a delineare sul bordo del suo bicchiere stracolmo di Martini piccoli cerchi con l'indice destro.
 
''Quasi tutto ok,Sakura...l'unico problema è Itachi che ultimamente rischia grosso...''.
Rispose Suigetsu in tono serio.
 
''Itachi?Non lo sento da un bel po',come sta?In-in che senso rischia grosso?''.
 
''Lui sta bene...mah,affari di gruppo bimba,la polizia sospetta di lui...''.
 
''Merda!E ora?Il traffico non procede più?Come cazzo facciamo?''.
 
''Little cherry,non sono cose che ti riguardano...''.
Li interruppe Hidan mentre fissava in volto Suigetsu per dirgli di stare zitto.
 
''Hidan!Sono cose che mi riguardano!Sono stata comunque la vostra segretaria,diamine,a volte proprio non ti sopporto!''.
 
''No,non sono cose che ti riguardano!''.
Urlò lui mentre sbatteva una mano sul tavolo.
 
La ragazza lo fissò come un cane bastonato,con gli occhi lucidi.Era troppo dolce,ma soprattutto sembrava una bambina che era stata appena rimproverata dalla madre.
Suigetsu stava per zittire Hidan,era pur sempre la sua migliore amica e odiava assistere a scene del genere senza dire niente.
Ma nemmeno dopo qualche secondo,la musica nel locale era partita e gli occhi della ragazza s'illuminarono.
 
''Hanno messo la musica,dai andiamo!''.
Senza esitazioni si alzò in piedi,si sistemò i vestiti e corse nella pista che iniziava a riempirsi.
I due uomini la seguirono con gli occhi,sorridendo entrambi.
 
''E' pur sempre una ragazzina...''.
Sbuffò Hidan.
 
''La mia ragazzina...''.
Sorrise Suigetsu.
 
''Trattala bene,Hidan...quella bambina si merita il meglio,e so che tu puoi permetterti di farlo!''.
Riprese.
 
''Lo farò,te lo prometto...''.
Se c'era una cosa in cui Hidan era abilissimo era la sua capacità di mentire.Eppure,quella sera,non sapeva realmente se stesse mentendo o stesse facendo sul serio.
 
Come se si fosse mentito da solo.
 
Sakura aveva iniziato a correre per tutta la pista da ballo,portando l'attenzione di molta gente.La sua felicità sprizzava da tutti i pori,la sua voglia di vivere,la sua voglia di andare contro il mondo.
Indossava una semplicissima minigonna scozzese rossa.Da sopra portava una maglietta nera con scritto ''It's only rock n'roll,baby!''.
Le si intravedevano gli addominali perfetti,avendo il ventre scoperto per via dell'indumento abbastanza corto.Infine portava qualche collana,degli stivali stile cowgirl e i lunghi capelli rosa legati in una coda alta e un ciuffo di capelli che le cadeva ogni tanto in avanti sorretto da piccole mollettine che non reggevano per niente,come ogni classica mollettina per capelli.
 
''Hidan!''.
Chiamò la ragazza facendo segno con la mano.
 
L'uomo si alzò,fissando Suigetsu.
 
''Vi raggiungo presto!''.
Disse sorridendo l'albino.
 
Poco dopo,prima che il ragazzo portasse la bottiglia di birra verso le sue labbra,squillò un telefono.
 
''Pronto,chi parla?''.
 
''Sono Pain,Suigetsu.C'è Hidan con te?''.
Disse la voce metallica da dietro l'apparecchio telefonico.
 
''In questo momento è abbastanza impegnato,cosa c'è?''.
 
''Suigetsu...ascoltami bene,riguarda quel problema...''.
 
''Si,spara''.
 
''Ecco,la polizia è arrivata alla conclusione che non c'era di mezzo solo Itachi,ma anche il resto del gruppo...''.
 
''Cazzo...''.
 
''Si,oggi ne abbiamo discusso in consiglio.Ho chiamato il mio avvocato.Abbiamo un piano...da oggi il nuovo c-capo...il nuovo presidente,sono io!''.
 
''Eh?E perché diamine dovresti esserlo tu?''.
 
''Perché sì,Suigetsu!''.
 
''No,cazzo,no!Sai bene che io sono il vicepresidente del gruppo,quindi lo sarei dovuto essere io!''.
 
''Suigetsu non stiamo giocan..''.
 
''Cosa succede?Suigetsu perché stai urlando?''.
Hidan era tornato al tavolo e con le braccia conserte fissava il compagno.
 
''Tieni...''.
Il ragazzo gli passò il telefono.
 
Intanto Sakura si era avvicinata e preoccupata chiese al migliore amico cosa fosse successo,senza ottenere risposta.
 
''Che cazzo?Stiamo scherzando,spero!Pain vengo lì e faccio scoppiare una tragedia!''.
L'uomo gesticolava troppo preso dalla telefonata mentre si grattava convulsamente il petto muscoloso scoperto dalla camicia sbottonata.
Si avviò verso l'uscita lasciando perplessi gli altri due ragazzi.
 
''Suigetsu cosa sta succedendo?''.
Chiese la rosa.
 
''Niente,affari di gruppo,bimba...''.
 
''Come prima!Ma perché cazzo mi trattate sempre così?''.
Sbuffò incrociando le braccia.
 
Il ragazzo non la fissò,continuò a fissare il vuoto per poi portarsi la birra alle labbra,ma appena toccò il collo della bottiglia,Hidan entrò nel locale e nervosamente si diresse verso il tavolo.
 
''Suigetsu andiamo...dobbiamo tornare a Sacramento''.
 
''Eh?''.
Dissero Sakura e Suigetsu in coro.
 
''Ma..ma siamo arrivati ora!''.
Protestò Suigetsu gesticolando con le mani,poi allargò le braccia.
 
''Non m'interessa!''.
Hidan lo prese dalla sedia.
 
Intanto Sakura si era avvicinata al suo uomo e poggiò una mano sul suo braccio,lo guardò dritto negli occhi.
 
''Hidan...''.
 
''Sakura,devo risolvere questo casino,giuro che tornerò il prima possibile...''.
 
''E' fine agosto,fra due settimane inizia la scuola,non ci sarà più tempo...''.
 
''Sakura smettila di fare la bambina,è così e basta!''.
 
''Hidan,se ora esci da questo locale,e non tornerai con me a casa,non ci vedremo mai più!''.
 
''Eh?''.

''Se ora te ne vai non tornare più!''.
 
''Non farmi perdere tempo!''.
La spinse contro Suigetsu,il quale la prese delicatamente.
 
''Hidan!''.
Urlò Suigetsu spingendolo dall'altra parte.
 
''Oh,a fanculo Suigetsu!''.
Disse Hidan mentre si allontanava.
 
''Sakura...-il ragazzo la prese per un braccio e la fissò dritta nei suoi occhi smeraldo-andrà tutto bene.Sono cose importanti,so che non lo puoi sopportare,ma devi capirlo,le cose stanno così,le cose sono cambiate,punto.Ora devo andare anche io,vieni,ti accompagno a casa e poi torno a Sacramento''.
 
''Ma fanculo Suigetsu!''.
La ragazza buttò una mano all'indietro spingendolo e poi girò i tacchi andandosene.
 
Suigetsu cercò di fermarla ma fu colpito fortemente nel ventre.Sospirò affranto,sapeva che quando Sakura s'infuriava non c'era più nulla da fare.
Si posò di nuovo sulla sedia,prese la bottiglia di birra e la portò,finalmente,alle labbra.
 
Trasalì improvvisamente:era vuota.


[*] -Volevo specificare che in questa fanfiction vale l'eccezione di alcune caratteristiche di alcuni personaggi.Ovvero che anche segni particolarmente inconsueti e fittizi sono considerati reali e assolutamente normali.
Per esempio proprio Suigetsu,il quale ha i capelli bianchi e gli occhi viola.Per non parlare dei suoi denti aguzzi.Anche Kisame,che è un uomo squalo,è considerato normale.
Oppure Pain,che ha il colore degli occhi uguale a quello di Suigetsu,ma anche Sakura con i capelli rosa,Kiba e Naruto con i loro segni particolari in faccia e così via-.

    
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Io sono mio fratello. ***


-Io sono mio fratello.



.


 
Fa freddo.Tanto freddo.
Ma..dove cazzo sono?
E' buio.Non...cosa?
Sto indossando solo una felpa?La felpa dell'Aka?Porto le mutande ma non ho nient'altro,ma cosa diamine...
 
Sono davanti casa,devo entrare,ho troppo freddo per restare qui fuori al buio.Busso alla porta.
 
''I-Itachi?Che ci fai qui?''.
Chiedo perplessa,Itachi...Itachi Uchiha è qui,davanti a me.
 
''Io sono Sas'ke''.
 
''Eh?''.
Rispondo io,non capisco.Cosa significa?
 
''Itachi è mio fratello,Sakura''.
 
''Cosa?Non capisco!Tu s-sei Itachi...''.
 
''No,io sono mio fratello!''.
 
Mi spinge all'indietro...cado...nel vuoto?
 
 
Si svegliò di soprassalto.Era sudata,tanto,troppo sudata.
Qualcuno accanto a lei,nel letto,aveva iniziato a balbettare qualcosa.
 
''Sakura,cosa c'è?''.
 
La ragazza cercò di orientarsi.Si guardò attorno nonostante fosse totalmente buio.Fissò la finestra,che trasmetteva l'unica luce presente.
La luce della città che mai dormiva.
 
Guardò la madre che si trovava ccanto a lei,e ora la stava fissando.
 
''N-niente mamma!''.
Disse lei sistemandosi i capelli.
 
''Incubo?''.
 
''N-no,questa volta no...''.
Rispose Sakura.
 
Ora si ricordava:quando era uscita dal locale,da sola,aveva preso l'autobus.
Per fortuna aveva una memoria molto salda e un senso dell'orientamento ben preciso,così era riuscita ad arrivare vicino casa sana e salva in una decina di minuti.
Quando entrò la madre non fece nemmeno in tempo a sgridarla che lei era già nelle sue braccia e piangeva disperata.
Le cose da fare,in quelle situazioni che accadevano,purtroppo,troppe volte,erano davvero poche e semplici:un tè,una coperta ed un letto.
 
Si erano addormentate tutt'e due cullate dal calore del vento che sibilava da sotto il vetro della porta-finestra.
E Sakura aveva fatto quello strano sogno.Troppo strano,per i suoi gusti.
Ci stava pensando solo adesso;Sasuke e Itachi si assomigliavano tantissimo.Ma cosa stava a significare ''Io sono mio fratello'' ?
La turbava tantissimo quella storia.
Non le piaceva affatto,doveva trovare una risposta,al più presto.
Sbuffò,e poi si portò una mano vicino alla fronte.Era sudata.
Faceva caldo.
Non ci pensò due volte,prese e si buttò immergendosi nel materasso e chiuse,di nuovo,gli occhi.
 
 
***
 
Una settimana e mezzo.
Una settimana e mezzo e la scuola sarebbe iniziata.
Sakura non aveva fatto altro che andare a correre tutti i giorni,con la speranza di trovare quel ragazzo,quel Sasuke,e di trovare una risposta alle sue domande.
Ogni volta che usciva il cuore le batteva fortissimo;quel giovane le aveva lasciato un segno.
E ogni volta tornava a casa ancora più delusa di prima;non lo aveva più visto da quel giorno.
E come se non bastasse Hidan non si era per niente fatto vivo.Solo Suigetsu,dopo due giorni dalla sua partenza,si era degnato di chiamarla,ma la conversazione era stata piuttosto fredda,atona e sbrigativa.
Sakura era ancora molto delusa,nei suoi confronti e in quello di Hidan,soprattutto.

***
 
Sakura sbuffava tenendo una penna fra le dita e tenendo poggiato un gomito sul tavolo di vetro nel salone della sua casa.
Fissava la finestra che dava sulla città,poi ogni tanto fissava l'orologio.
 
''E' tardi!''.
Pensò lei mentre portava lo sguardo verso il foglio che si trovava sul tavolo.Era una lista con annotate alcune cose,fra cui oggetti e vestiti da comprare.
Stava aspettando la madre;dovevano andare a fare shopping.
In fondo,era semplicemente da nove giorni,sette ore e ventuno minuti,che non facevano shopping.
 
Poi squillò il telefono.
 
''Sakura,scendi!''.
 
''Arrivo,mamma!''.
Disse Sakura alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la porta di casa,prendendo la borsa che si trovava per terra accanto ad uno specchio immenso.
 
Ci misero poco per arrivare al centro commerciale.
 
''Sakura,non abbiamo molto tempo per stare qui,dobbiamo andare ad ordinare la divisa scolastica''.
 
''Che cosa?''.
Chiese lei.
 
''No,io la divisa scolastica non la metto!''.
 
''Ma in questa scuola...''.
 
''Non m'interessa-la interruppe sonoramente la rosa-io la divisa non la voglio mettere,nella mia vecchia scuola non si metteva!''.
 
''E in questa sì,ora smettila e fai come ti dico!''.
Bastò un gesto per zittire la figlia,la quale semplicemente sprofondò nel sedile della macchina e incrociò le gambe.
 
Si fissò i vestiti che indossava:una semplice minigonna rosa e una magliettina verde chiarissimo con le maniche nè troppo corte nè troppo lunghe,il tutto abbinato con dei semplici sandali color oro. 
 
E così che sarebbe voluta andare a scuola.E non poteva.
Non era giusto.
 
Quando tornarono a casa le gambe delle due donne chiedevano pietà.E soprattutto anche la carta di credito di Ame,chiedeva pietà.Avevano semplicemente svaligiato un centro commerciale intero,e pensare che non avevano molto tempo...
 
Sakura era molto soddisfatta dei suoi acquisti,lo zaino che aveva comprato era semplice ma molto raffinato,sicuramente avrebbe fatto una bella figura,il giorno dopo,nella nuova scuola.
 
''L'estate è finita...''.
Penso fra sè e sè la ragazza.
Osservò la sua casa,quasi del tutto arredata.
Sicuramente quando i lavori sarebbero stati completati avrebbe dato una festa.
Una festa strepitosa che tutti avrebbero ricordato,per sempre.

Sorrise,poi corse in camera prendendo il pigiama e dirigendosi in bagno.Quando uscì,fresca dalla doccia,sospirò contenta e si diresse in salone.
La luce era scarsa;la tv accesa era padrona della stanza insieme ai bagliori del traffico della domenica sera che arrivavano fiochi verso le due donne.
La madre era accucciata sul divano con una coperta addosso.Sakura non ci pensò due volte:si buttò vicino ad Ame,nascondendosi fra i cuscini giganti.
 
Mentre guardavano un film horror,ad un certo punto qualcosa le distrasse.
Una figura molto pelosa si era avvicinata a loro.
 
''Doki!''.
Bisbigliò Sakura.
 
Il gatto scostò la testa,con gli occhi gialli a palla.
 
''Mau''.
Rispose Doki.
 
Quella gatta di nove mesi era come una seconda sorella per Sakura.L'aveva amata dal primo istante da quando l'aveva trovata per strada.
Amore a prima vista,sostanzialmente.
Era una piccola palla di pelo completamente bianca,con due occhi gialli spettacolari.
 
''Ah,Doki...i film così sono sempre stati noiosi,eh?''.
Disse Sakura alzando una parte della coperta per far entrare dentro la sua gattina.
Quest'ultima si accucciò fra le gambe della sua padrona e poggiando una zampa morbidissima sulla coscia destra di Ame.

''Dorme..''.
Sospirò Sakura.
 
''Quello che dovremmo fare noi adesso!''.
Ame sorrise.

Sakura sospirò di nuovo,poi poggiò completamente la testa sulla spalla destra della madre,sentiva le gambe tremare per via delle fusa che faceva Doki.
Finalmente il sonno la colse all'improvviso:chiuse lentamente gli occhi,per dare spazio ai brevi sogni che l'avrebbero sempre seguita,anche quella notte.
 
 

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Capitolo 5
*** Sette ore(I parte). ***


-Sette ore(I parte).



 
Ridicola.
Una stupida ragazzina ridicola che si sveglia presto la mattina per andare a correre.
Ridicola,perché alle cinque del mattino non avrebbe mai trovato Sasuke sul lungomare.
Qualcosa le impediva di fermarsi,il suo sguardo puntava su ogni parte,ma non riusciva a smettere di fissare i raggi appena nati del sole che baciavano le onde calme del mare.
Il freddo intenso sinuosamente combatteva contro il calore corporeo della ragazza;il sudore scendeva lento.
 
Quando Sakura tornò a casa,la prima cosa che fece fu scapicollarsi nella doccia sotto l'acqua bollente.
Da sola,con i suoi battiti emozionali del cuore.
Da sola,con i suoi pensieri.
Da sola con i respiri di rilassamento.
Da sola con il niente.
 
In poche parole:stava cercando di resistere.
 
Ad un certo punto Sakura fissò il vetro della doccia.Era appannato,così con un dito iniziò a scrivere qualcosa.
Si fermò di scatto,non aveva la più pallida idea di cosa scrivere,semplicemente perché non stava pensando a niente.La sua mente era azzerata.

Quando uscì dalla doccia la rosa aveva già in mente tutti gli impegni della giornata:la madre sarebbe tornata a casa durante la notte,i turni all'ospedale la tenevano impegnata,essendo le sue ferie terminate,perciò,sarebbe andata a scuola da sola.
Non sapeva proprio come vestirsi,però.
Optò per un paio di jeans a pinocchietto e una magliettina stretta in vita che si allargava scendendo verso i fianchi.Era corta,ma Sakura non ci badò molto.
Poi avrebbe indossato un paio di semplici sandali.
Il trucco era appena visibile:la rosa non era una grande appassionata di trucchi,poi,per una come lei,non servivano a niente.
 
Prese l'autobus:era stracolmo di gente.Ragazzini con il cellulare in mano con la musica a palla,ragazze che chiacchieravano del più e del meno,uomini e donne che sbuffavano reggendo qualche cartella o qualche libro in mano.
Lei silenziosamente rimase in piedi tutto il tempo,finchè non scese alla sua fermata:davanti alla sua scuola.
 
Il casino più totale era lì,proprio davanti a lei.
Stessa scena che aveva visto nell'autobus,moltiplicata per cinque.Ma quanti cazzo di ragazzi c'erano,in quella scuola?
Sbuffò:la giornata sarebbe stata piuttosto lunga.
 
Mancavano dieci minuti all'entrata,e poi solo sette ore,solo.  [*]
 
Si sedette su un muretto,che si affacciava all'entrata della scuola.Iniziò a fissare il telefono,poi,come se lo avesse già previsto,le arrivò un messaggio.
Sakura sorrise.
 
''Little cherry...perdonami,davvero!Ho avuto tanto da fare in queste settimane,poi ti spiegherò tutto appena avrò più tempo.
Volevo semplicemente augurarti buona giornata...coraggio,baby!''.
 
Fino ad adesso nessuno,eccetto Hidan,le aveva augurato buona giornata.Nemmeno la madre.
Era inevitabile il fatto che avesse iniziato a sorridere come un ebete:era troppo innamorata.
 
''C-ciao..''.
Qualcuno si era messo davanti alla rosa,così la ragazza alzò subito lo sguardo.
Un ragazzo alto,piuttosto imponente,con un sorriso da ebete quanto il suo(che in quel momento svanì immediatamente),i capelli mori baciati dai raggi profondi del sole stava lì,davanti a lei.
 
''Er,ciao...''.
Mormorò senza imbarazzo Sakura.
 
Il ragazzo le strinse subito la mano,portando l'altra dietro la nuca,grattandosela convulsamente.
 
''K-Kiba Inuzuka,perdona la mia avventatezza,piccola.Tu sei quella nuova,giusto?''.
 
Sakura era irritata,stava diventando completamente rossa.
 
''Si,sono quella nuova...''.
Prima di tutto ''piccola'' lo avrebbe dovuto dire a qualcun altro,e non a lei.Poi,''quella nuova'' era inaccettabile.''Quella'' era un aggettivo dimostrativo che non le andava molto a pennello.
Proprio no.
 
''C'è qualcosa che non va?''.
 
Sakura lo fissò in volto senza dire niente.
 
''Sai...io e il mio gruppo ti abbiamo osservata prima,mentre entravi,da quanto abbiamo capito starai in classe con me...con noi..e niente,prima abbiamo fatto una scommessa,e chi perdeva doveva,beh...doveva invitarti ad uscire.Ecco,io ho perso e perciò...''.
 
''Avrei preferito perdere io!''.
Una voce interruppe l'Inuzuka.
 
''Ciao,Sakura''.
La ragazza fissò in volto colui che aveva appena parlato,poi le pupille si dilatarono.
 
Sasuke,il ragazzo che aveva incontrato un mese prima,era lì.
Lì davanti a lei.
 
''Sa-Sas'ke?''.
 
''Vi conoscete,per caso?''.
Chiese l'Inuzuka.
 
''In un certo senso sì...''.
Rispose l'Uchiha sorridendo.
 
Sakura arrossì disinvoltamente,e i due ragazzi se ne accorsero.
 
''Ho detto per caso qualcosa che non va?''.
Chiese Sasuke osservando in volto la ragazza.
 
''N-no...''.
Rispose Sakura.
 
Non poteva comportarsi così,ma cosa le stava prendendo?Un ragazzo che nemmeno conosceva l'aveva appena chiamata ''piccola'',apostrofandola con ''quella'',un altro ragazzo le stava facendo perdere completamente la testa,così,senza motivo.
E lei balbettava.
Balbettava e diventava rossa.
No,non era la Sakura che era sempre stata fino ad ora.
Non poteva comportarsi così.
Non era una stupida ragazzina,almeno non poteva esserlo in quel momento.
 
''Potresti-osservò in modo provocatorio l'Inuzuka-accompagnarmi in classe?Io,beh...essendo quella nuova-alzò il tono della voce,alla parola ''quella''-non conosco ancora bene la scuola''.
 
''A questo ci penserò io''.
Rispose una voce.
 
Sakura osservò per bene la figura davanti a lei.Chi era,adesso?
 
''Piacere,io sono Ino,Ino Yamanaka''.
 
Una donna estremamente bella le aveva appena stretto la mano.
 
''Piacere,Sakura Haruno''.
 
''Sono la rappresentante della nostra classe,nonchè futura rappresentante d'istituto!''.
 
''Se-la interruppe Kiba-aspetta e spera,Ino!''.
 
''Baka!''.
Urlò lei in preda ad una furia assurda.
 
''Er,ragazzi...io vorrei semplicemente entrare in classe,la campanella è suonata da almeno cinque minuti...''.
Disse Sakura.
 
''E ti preoccupi pure?Cinque minuti,che vuoi che sia...non sarai mica una che rispetta le regole,eh,confettino rosa?''.
Rispose in modo provocatorio Sasuke.
 
La rosa lo fulminò con un solo sguardo.
 
''Io?Che peccato,se mi conoscessi-si avvicinò al ragazzo e lo fissò intensamente negli occhi facendolo sobbalzare-sapresti dire nettamente il contrario...''.
 
''Posso iniziare a conoscerti quando vuoi''.
Rispose con nonchalance Sasuke.
 
''Quando vuoi''.
Sakura smise di fissarlo mordendosi un labbro.
 
Lo aveva cercato per tutti i giorni,e poi lo aveva trovato.Ma quello che aveva incontrato la prima volta,di sicuro non era lui.Non quello stupido ragazzino con cui aveva appena conversato in maniera estremamente irritante.
 
Girò i tacchi andandosene,non voleva perdere un minuti di più con quelli lì.
Ecco,proprio ''quelli''.

Entrò nell'ingresso della scuola,si ritrovò in un lungo corridoio che dava spazio ad immensi muri con armadietti,e a spazi verdi enormi.
L'edificio era composto da due piani,al pian terreno il giardino circondava ogni cosa,anche la mensa,che era sia all'aperto sia al chiuso.
In poche parole:una tipica scuola americana.

E proprio come in un film tipico americano,Sakura si perse subito,durante il suo primo giorno di scuola.
Nei corridoi non c'era più un'anima viva,e lei proprio non sapeva dove dirigersi.
Finalmente riuscì a farsi dire da una bidella la collocazione del 2A.
Secondo piano,prima porta a destra.
 
Quando arrivò bussò quasi sfondando la porta,poi entrò.
 
''Si?''.
Chiese un uomo appoggiato allo spigolo della cattedra con il registro in mano che aveva iniziato a fissare Sakura in volto.
 
''Ehm,professor Hatake,giusto?''.
 
''Sì,lei chi sarebbe?''.
 
''Io...io sono Haruno''.
 
''Ah,Haruno,eccoti!Giusto al tuo cognome ero arrivato,vieni,entra pure''.
 
Sakura fece qualche passo deciso e si ritrovò di fronte ad una classe piuttosto grande,le finestre erano enormi:il sole filtrava riscaldando i venti corpi dei ragazzi e delle ragazze che si trovavano lì,seduti sulle sedie.Ognuno di loro,naturalmente,aveva iniziato a fissare dalla testa fino ai piedi la ragazza,soprattutto per un motivo ben preciso:non portava la divisa.
 
La rosa iniziò ad osservare i suoi futuri compagni.
 
''Ecco,ragazzi,lei è l'alunna nuova,Sakura Haruno.E' qui da poco in città e mi piacerebbe che voi durante la pausa pranzo le faceste visitare la scuola e magari per chi fosse ancora più disponibile a farle fare un giro per la città.Che ne pensi,Haruno?''.
 
La ragazza riprese a fissare il professore.
 
''S-si...''.
 
Qualcuno,dopo la presentazione dell'alunna nuova aveva sussurato qualcosa all'orecchio del proprio compagno.
I banchi erano doppi,e i ragazzi diciannove.Solo una ragazza era in banco da sola,così,naturalmente,il professore fece mandare a sedere Sakura proprio lì vicino.
Quando la rosa arrivò,in fondo all'aula,iniziò a scrutare la sua nuova compagna.
Era bella,veramente bella.
Gli occhi erano perlacei,e trasmettevano la purezza.I capelli erano sul viola scuro,erano lasciati sciolti,molto lunghi proprio come i suoi.
Quest'ultima le sorrise subito,e notò l'evidente imbarazzo dell'altra.
 
''Piacere,Haruno''.
 
''P-piacere,Hinata...H-Hyuga''.
Le guance bianche erano diventate completamente rosse,tanto quanto i capelli di una ragazza che continuava,dall'altro lato dell'aula,a fissare Sakura,la quale ricambiò fissandola in modo provocatorio.
Cosa c'aveva da guardare così insistentemente?
 
Aprì lo zaino,prendendo l'astuccio e il diario.Accavallò le gambe,e iniziò a fissare il professore che aveva iniziato a parlare di qualcosa che a lei proprio non interessava.
 

Mancavano quattro ore,ce l'avrebbe fatta.

 
 
 
[*] -Sette ore:dalle 8 a mezzogiorno,poi la pausa pranzo fino all'una e mezza,e poi si ricomincia fino alle quattro e mezza.
Nelle classiche scuole americane si cambia aula ogni volta,lo so,però in questo caso la classe è una sola e i professori in una giornata sono soltanto due(e vengono loro nelle classi,come in Italia):uno per la prima parte delle lezioni,cioè dalle 8 alle 12,e un altro dalle 13,30 alle 16,30-.




 

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Capitolo 6
*** Sette ore(II parte). ***


-Sette ore(II parte).






Lei aveva sempre amato il suono della campanella,sempre.
Eppure,proprio quel giorno,cinque minuti prima che le lezioni finissero,Sakura aveva sperato ardentemente che la sua compagna più fedele,quel suono che aveva sempre gradito,non arrivasse.
Questo perché ad un certo punto,mentre il professore continuava a girovagare per la classe silenziosamente,la rosa si accorse che qualcuno la stava fissando.
E non uno qualsiasi.
Naturalmente,Sasuke.
Ed una strana sensazione che arrivava,mentre i loro sguardi s'incrociavano,iniziava a provocargli un piccolo piacere.Una piccola soddisfazione.
E questo le piaceva.
Certo era che due ore di introduzione sui nuovi argomenti,e due ore di test d'ingresso non erano cose allettanti da farla così tanto sorridere.
Ma quando la campanella suonò,lei sorrideva come un ebete,proprio come prima di entrare a scuola.
 
I rumori delle sedie trascinate,i sospiri di sollievo dei ragazzi,gli zaini che venivano aperti per prendere il pranzo,le occhiatacce delle altre ragazze verso Sakura,non erano per niente riuscite a farla ritornare con i piedi per terra.
Solo Hinata,la sua nuova vicina di banco,c'era riuscita.
 
''Ha-Haruno...''.
Balbettò lei.
 
''Chiamami Sakura,non ti preoccupare''.
Rispose la rosa fissandola.
 
''Oh,va bene...lo stesso vale per me,naturalmente.Senti S-Sakura,ti va se pranziamo insieme,oggi?Ti po-porto a fare un giro della scuola,se vuoi...''.
 
''Certo!''.
Accettò la rosa con disinvoltura,quella ragazza le piaceva troppo,anche se aveva già notato la sua timidezza e la sua goffaggine.Non le ci volle molto per capire che Hinata era una molto riservata che non aveva molti rapporti con il resto della classe.
Il contrario di Sakura,sostanzialmente.
Però,come si suol dire,gli opposti si attraggono,perciò la rosa si ritenne soddisfatta della sua nuova amicizia.
 
La classe non era completamente vuota,i maschi erano ancora tutti lì,e qualche ragazza gironzolava per l'aula intenzionate ad avvicinarsi a Sakura.
 
''Ehy,Haruno!''.
Urlò qualcuno.
 
Sakura si voltò.
''Piacere,io sono Karin,loro sono Temari,e lei TenTen''.
Una donna alta e possente sprizzava acidità ed arroganza da tutti i pori mentre porgeva la mano verso Sakura.
Le altre due ragazze non erano da meno,però sembravano promettere qualcosa di buono,rispetto all'altra.
 
''Piacere,Sakura!''.
Rispose allegramente la rosa.
 
Hinata cercò,senza darlo a vedere,di nascondersi dietro le spalle della sua nuova amica,forse per evitare lo sguardo di Karin.
 
''Allora,Haruno...che ci puoi raccontare di bello,di te?''.
Chiese Karin.
 
''Nulla di interessante...''.
Rispose Sakura.
 
''Oh,meglio così...perché l'interessante ce lo possiamo avere solo noi!''.
Se ne andò girando i tacchi e facendole l'occhiolino,lasciandola così,ammutolita e più sconvolta di prima.
 
''Ma quella cornacchia?''.
Chiese Sakura fissando Hinata che si trovava dietro di lei,in totale stato d'imbarazzo.
 
''Ehm...quella...quella è Ka-Karin,la ragazza più popolare della scuola,insieme a Temari e TenTen,due ragazze che sono state bocciate già due volte....è da due anni che formano un gruppo e...e....anche quelli del quinto,le temono...''.
Divenne rossa completamente,stringendo i pugni e stuzzicandosi ogni tanto le goti.
 
''Certo è che io non le temo affatto...''.
Rispose Sakura.
 
''S-Sakura,non ti mettere contro di l-loro...''.
 
''Che vuoi che sia...tre ochette truccate dovrebber...''.
 
''Allora,Haruno,che ne pensi della classe?''.
Qualcuno la interruppe,un ragazzo biondo era lì davanti e le sorrideva tranquillamente.
Hinata appena lo vide fece qualche passò all'indietro inciampando nei lacci del suo zaino e andando a sbattere contro lo spigolo del banco.
Divenne ancora più rossa di prima,ormai non si vedevano nemmeno più le labbra per quanto fosse diventata panoazza.
 
''E tu,chi saresti?''.
Chiese Sakura.
 
''Naruto,Naruto Uzumaki!''.
Urlò lui con un sorriso a circa quaranta denti.
 
''Beh,la classe è tranquilla,mi piace...''.
 
''E io?''.
Chiese Naruto.
 
Sakura impallidì e lo guardò in volto,accorgendosi poi che Hinata era rimasta completamente pietrificata dopo la domanda del giovane.
 
''Ma che razza di domande fai?''.
Urlò Sakura infastidita.
 
''Oh,scusa...''.
 
''Naruto!''.
Qualcuno lo chiamò da fuori l'aula.
 
Il ragazzo si girò.
 
''Arrivo,dobe!''.
Urlò lui,poi si girò e salutò Sakura,ignorando completamente l'altra ragazza.
 
''Hinata,ma che ti prende?''.
Domandò la rosa osservando Naruto uscire dall'aula.
 
''I-io?N-niente!''.
Rispose Hinata.
 
L'Haruno la guardò perplessa,c'era qualcosa che non le tornava,eppure,non capiva di cosa potesse trattarsi.
Poco dopo lei e la sua nuova compagna di classe andarono a fare un giro per la scuola,mordicchiando di tanto in tanto dei tramezzini che avevano preso alle macchinette.
Hinata le parlò di tutti i ragazzi della classe,i gossip recenti dell'estate e del loro primo anno all'High School. [*]
Da quanto Sakura aveva capito,Sasuke,Naruto,Kiba e altri ragazzi facevano parte di un gruppo piuttosto famoso all'interno della scuola.Naturalmente erano i tipici bulli,Karin e il suo gruppo invece erano le tipice bacchettone della scuola e lei,Hinata,era la tipica ragazza timida della classe completamente emarginata da tutti.
La rosa proprio non s'immaginava Sasuke nei panni del tipico bullo.Per quanto poco lo avesse conosciuto,si era fatta un'idea riguardo quel ragazzo completamente diversa dalla realtà.Ma da quando aveva fatto quel sogno,lui non se ne era più andato dalla sua mente.
 
Lei ed Hinata,a circa 10 minuti prima della fine della pausa pranzo,decisero di tornare insieme in classe.Quando arrivarono,Sakura si accorse che alcuni ragazzi stavano in prossimità del suo banco,e guardando più attentamente notò Sasuke che teneva in mano il suo diario scolastico.
La rosa corse verso di lui e gli strappò di mano quell'oggetto.
 
''Ehy,ma cosa stai facendo?''.
Chiese perplessa Sakura.
 
''Niente....''.
Rispose Sasuke sorridendole.
 
''A me non sembra!''.
Protestò lei.
 
''Diamine,Haruno,quanto sei noiosa...''.
 
La ragazza rimase di pietra.Mai nessuno in tutta la sua vita le aveva detto una cosa del genere.
 
''E tu sei così...finto''.
Rispose lei a tono,spingendolo all'indietro.
 
''Ehy,ehy confettino...non mi sottovalutare-aveva ripreso l'equilibrio avvicinandosi all'orecchio della ragazza e stringendo al petto la sua magliettina-fai attenzione,hai capito?''.
 
''Non mi fai paura''.
 
''Fai male...''.
Lui si stava avvicinando sempre di più,quasi sfiorando con le labbra la pelle candida di Sakura.I suoi respiri la stavano facendo quasi sobbalzare,per quanto fossero caldi e soprattutto calmi.
 
''Uchiha!''.
Chiamò qualcuno.
Sasuke lasciò la presa della magliettina di Sakura e girò la testa in direzione della porta.
 
La rosa continuava a fissarlo nel volto.Tutto,poi,apparve più nitido.
Uchiha.
Lei conosceva quel cognome.Itachi,uno dei membri dell'Akatsuki,faceva di cognome Uchiha.E facendo due più due riuscì subito ad interpretare quel sogno.
 
''Sas'ke...''.
Mormorò lei mentre il bruno si stava voltando per andarsene.
 
''Sì,confettino?''.
Lui non si volse.
 
''Uchiha...Uchiha Itachi,sai chi è?''.
Di colpo Sasuke,che intanto si stava allontanando,si bloccò.Tornò veloce come un fulmine verso Sakura e le scosse le spalle.
 
''Stai zitta!''.
 
Sakura inarcò un sopracciglio.
 
''Non pronunciare mai più quel nome...''.
Gli occhi del ragazzo erano di un colore così buio che trasmettevano l'odio più immenso.
 
''Io...io...''.
Sakura era spaventata.
 
''No,stai zitta''.
Detto ciò il ragazzo si voltò e se ne andò stuzzicando le vene che si contorcevano nei pugni stretti.
 
Hinata era lontana di qualche metro,mente aveva seguito per tutto il tempo la scena fra l'Haruno e l'Uchiha.Lentamente,quando Sasuke le passò accanto,si diresse verso l'amica,non voltandosi per nessun motivo al mondo.
 
''Sakura,stai bene?''.
 
''S-si...''.
Blaterò lei,mentre continuava a fissare Sasuke che si allontanava in compagnia dei suoi amici.
Poi,suonò la campanella.
 
Lei e Hinata tornarono a sedersi al loro banco,mentre l'aula cominciava a riempirsi.Solo dopo qualche decina di minuti,arrivarono il gruppo di Sasuke e di Naruto che entrarono in classe interrompendo il discorso del nuovo professore,Iruka Umino.
 
Quasi alla fine delle lezioni,Sakura,mentre sfogliava lentamente le pagine colorate del suo diario,leggendo di tanto in tanto articoli o barzellette tutt'altro che interessanti,si accorse poi che al giorno 22 settembre,esattamente una settimana dopo il primo giorno di scuola,c'era scritto un indirizzo di un pub e un numero di telefono,il tutto firmato con una ''S''.
Non le ci volle molto per capire che si trattava di Sasuke,anche se aveva qualche dubbio a riguardo.
Iniziò a fissarlo,si trovava di qualche banco più avanti,nella fila accanto.Era intento a messaggiare con il cellulare,nascosto alla visuale dell'insegnante grazie all'astuccio.
Lui poi,ad un certo punto,si girò e fissò negli occhi Sakura.Quest'ultima di scattò abbassò lo sguardo riportandolo all'indirizzo e al numero scritti sul foglio del diario.
 
Poi,la campanella suonò,per l'ultima volta.
 
Sakura tranquillamente preparò lo zaino e si alzò dalla sedia sistemandosi i vestiti.Fissò Hinata che stava infilando dei libri nella sua borsa e poi le sorrise.
Si diressero insieme verso l'uscita,e furono le prime ad uscire dall'aula.
 
Quando arrivarono al cancello della scuola si salutarono.
 
''Ci vediamo domani,ciao Hinata!''.
Sakura le sorrise.
 
''A d-domani Sakura...grazie!''.
 
La rosa non potè fare a meno di notare la tenerezza e le gentilezza di Hinata racchiuse nella parola ''grazie''.Era contenta di averla conosciuta,sarebbero state ottime amiche,ne era certa.
 
Si diresse verso la fermata dell'autobus.Notò molti dei suoi nuovi compagni,e intravide anche le bacchettone di Karin e le altre due,che,sfortunatamente,si stavano avvicinando proprio vicino a lei.
 
''Haruno!''.
Urlò Karin.
 
''Haruno!''.
Di nuovo.
 
''Sì?''.
Rispose Sakura.
 
''Haruno,senti,poichè la scuola è iniziata ora,avevo intenzione di organizzare qualcosa con la classe,magari a casa mia,e volevo invitarti,essendo nuova...a breve avrai la conferma...che ne pensi?''.
 
''Ci penserò su!''.
Disse lei.
 
Karin le sorrise acidamente,quanta ipocrisia che nascondeva da sotto quel sorriso forzato.
E questo Sakura l'aveva notato fin troppo bene.
 
''Va bene,ci vediamo domani...''.
Mormorò girando i tacchi e andandosene.
 
Sakura sospirò.Quando si erano presentate era stata ancora più fredda,cercando di essere superiore a qualsiasi costo.E ora la invitava ad una festa?
Qualcosa non quadrava,per niente.Mentre cercava di entrare nella testa di quella bacchettona,arrivò il suo autobus.
Salì,e stanca,iniziò a fissare il paesaggio estivo.
 
Quando aprì la porta di casa,l'accolse subito un alone di silenzio accompagnato da un semplice miagolio di Doki.
La ragazza si chinò per accarezzare la sua gatta,poi buttò con nonchalance lo zaino a terra,e si diresse verso il bagno.

Si fece un bagno caldo,immergendosi nella vasca e restando in ammollo per circa un'ora.
Semplicemente perché aveva perso tempo a guardare la tv che si trovava su un mobiletto sospeso che volgeva la faccia verso la vasca.
E poi,lei aveva sempre amato restare nell'acqua bollente a pensare.
Navigava con il corpo,con i suoi respiri e i suoi battiti,e soprattutto con i suoi pensieri.
Cercò di non pensare a quanto fosse accaduto durante la mattina,eppure,Sasuke era lì,era rimasto lì nella sua mente per tutto il tempo.

C'era qualcosa che non le quadrava.E aveva intenzione di scoprire di cosa si trattasse,anche perché quel sogno era rimasto così in sospeso.
Uscita dalla vasca iniziò ad asciugarsi i capelli.
Iniziò ad ascoltare la musica dal suo iphone,cantando a squarciagola e ballando come una forsennata.
Quando finì erano le otto passate,così si preparò qualcosa e,indossato il pigiama,guardò un film in televisione insieme alla sua Doki.
Si addormentò presto;era completamente distrutta.
 
Quando la madre tornò a casa trovò la figlia sul divano con un gatto che le dormiva sul collo.Il piatto pieno di briciole era sul tappeto,e così anche il suo cellulare.
Ame sorrise:quelle sette ore l'avevano proprio sfinita.



[*]-Mi ero dimenticata di scrivere che,essendo abbastanza ignorante in materia di scuola americana,nonostante si tratti di High School ci tenevo a precisare che non so esattamente quanti anni si debbano fare lì,in America,perciò nella storia scriverò che gli anni sono cinque,sostanzialmente come in Italia-.

 

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Capitolo 7
*** Strage di confetti. ***


-Strage di confetti.




Correva veloce,e aveva iniziato ad avere il fiatone.
Aveva appena perso l'autobus,Sakura,e non sapeva a che ora sarebbe ripassato.
Era appena arrivata alla fermata mentre osservava il suo autobus che se ne andava,senza di lei.
Sbuffò.
 
''Cazzo!''.
Urlò tirando un calcio per terra.
 
Si girò evitando che dei ragazzi che si trovavano alla fermata la spingessero,poi si allontò arrivando vicino ad un bar.
Si sedette su di una panchina,poi prese il cellulare per chiamare Ame,ma non rispose,come al solito.
 
''Ma fanculo!''.
Urlò lei richiudendo l'iphone.
 
''Ehy!''.
Qualcuno l'aveva appena chiamata da lontano.
 
Quest'ultima si girò verso la voce.
Un ragazzo la stava salutando.
 
''Er...''.
Mormorò la rosa mentre l'altro si avvicinava.
 
''Uzumaki,sono...''.
 
''Sì,mi ricordo di te''.
La ragazza era acida nel tono della sua voce,non che lo facesse a posta,però essendo preoccupata del ritardo che avrebbe fatto a scuola,era molto nervosa.
 
''Che ci fai qui?''.
Chiese Naruto.
 
''Sono uscita in ritardo da casa,la sveglia non era suonata,ho perso l'autobus e niente,eccomi qui...e tu?''.
 
''Io?Beh,ero con dei miei amici,ma stavo per incamminarmi verso scuola...''.
 
''Ma è lontano da qui,l'autobus è già passato,e mancano solo venti minuti!''.
 
''Infatti io non sarei andato con l'autobus,io ho il mio motorino...ti serve un passaggio?''.
 
Il ragazzo le fece segno di seguirla.
 
''Non ho il casco...''.
 
''Capirai,è per poco!''.
 
Sakura non aveva mai rispettato le regole,mai.Ma quando si trattava di moto,niente e nessuno l'avrebbe mai battuta nella serietà e nel rispetto della legge.
Hidan era sempre stato rigido riguardo queste cose,e così lo era diventata anche la sua ragazza.
Non che non si fidasse,ma senza il casco...per di più si trattava di un motorino.
 
Un sacrilegio per un motociclista,sostanzialmente.
 
Sakura ripensò subito ad Hidan,cosa avrebbe dovuto fare?
Esitò per un attimo,ma poi,dopo quello che stava passando,chi era Hidan per impedirle di fare un giro in motorino?Non lo sarebbe mai venuto a sapere,per giunta.
 
''Allora,Haruno?''.
 
Sakura si riprese dai suoi pensieri e fissò in volto Naruto.
Annuì e salì sopra il motorino.
Partirono velocissimi,anche se la rosa se l'era aspettato.
 
''Uzumaki,quanto manca?''.
Urlava lei con i capelli lunghi che le volavano in faccia.
 
''Dieci minuti all'entrata,possiamo farcela!''.
 
In quel momento il ragazzo accelerò ancora di più.Sakura era abituata,nemmeno si scompose e godè del paesaggio,anche se poi iniziò a preoccuparsi.
I sensi di colpa stavano salendo.Lei si strinse di più a Naruto,e il ragazzo se ne accorse.
 
''Hai paura?''.
Domandò il ragazzo.
 
''No!''.
Urlò Sakura lievemente irritata.
Non sapeva proprio con chi aveva a che fare,quel ragazzo.
 
Arrivarono dopo dieci minuti davanti all'ingresso della scuola.
Sakura scese subito e Naruto si tolse il casco.
La ragazza si sistemò,mettendosi su tutt'e due le spalle lo zaino.
Iniziò a sorridere quando si sbottonò la felpa a maniche corte,da sotto portava la maglietta dell'Akatsuki.
Dei semplici jeans a pinocchietto accompagnavano il suo abbinamento,con delle scarpe grigie da ginnastica.
I capelli li aveva legati,con due ciuffi davanti e il resto che si ''alzava'' in aria.
 
''Ha-Haruno...ma sei bellissima!''.
 
Naruto teneva in mano il casco,e ancora seduto sul motorino continuava a fissare Sakura.
Quest'ultima gli sorrise.
 
''Grazie per il passaggio!''.
Disse lei,avvicinandosi al ragazzo e dandogli un bacio sulla guancia.
 
Naruto arrosì completamente,rimase pietrificato e non disse nulla.
Mentre la ragazza si allontanava,considerando che lui neanche se ne accorse,urlò qualcosa,ma prima che potesse aprire bocca,qualcuno lo bloccò.
 
''Teme,fai colpo così e non mi dici niente?''.
 
Naruto si girò e fissò in volto colui che aveva parlato.
 
''Dobe!''.
Urlò lui,sorridendo.
 
Sasuke era lì davanti,con lo zaino posato sulla spalla destra,la camicia della divisa sbottonata in petto e i capelli scompigliati.
E nonostante si notasse da chilometri di distanza,il fatto che avesse ancora una faccia a forma di cuscino,era bellissimo lo stesso.
 
''Le ho dato un passaggio...''.
Disse Naruto.
 
''Sei un infame,avevi detto che me l'avresti lasciata a me...''.
 
''Non è successo nulla,purtroppo''.
 
''E nulla dovrà accadere...''.
 
''Un giretto però....''.
 
''Teme,il confettino ancora non ha capito con chi ha a che fare...appena tutto sarà pronto,potrai farti tanti di quei bei giretti...''.
Sasuke sorrise maliziosamente.
 
Naruto invece sbuffò,e continuò ad osservare Sakura che nel giardino della scuola cercava qualcuno,probabilmente Hinata,infatti aveva notato che le due il giorno prima erano state molto insieme.
 
 
***
 
''Ehy,Hinata!''.
Sakura faceva segno con la mano mentre salutava la sua compagna.
 
Hinata era appena arrivata dall'entrata secondaria,insieme ad un ragazzo al suo fianco,che si separò subito da lei,senza dirle niente.
 
''C-ciao Sakura''.
Hinata la salutò sorridendo timidamente,forse anche troppo.
 
''Chi è quello?E' molto carino...è il tuo ragazzo?''.
 
''Eh?C-chi?''.
 
''Quel ragazzo che è entrato poco fa con te''.
 
''N-no,quello è mio cugino...si chiama Neji''.
 
''Oh''.
Mormorò la rosa.
 
''Che classe frequenta?''.
Riprese chiedendo lei.
 
''Il quarto,ha diciotto anni''.
 
''E non ti ha presentato ancora nessuno dei suoi amici?Non dirmi che ancora non hai avuto l'occas...''.
 
''Haruno!''.
Urlò qualcuno interrompendola.
 
Hinata era diventata completamente rossa e ringraziò il cielo che Sakura si fosse distratta.
 
''Mh?''.
Sibilò Sakura,poi si girò.
 
''Haruno...buongiorno!''.
Un ragazzo l'aveva appena salutata,e dietro di lui ce n'erano altri,della sua classe.
 
''Inuzuka,Uchiha...''.
Sakura calcò il tono della voce sull'ultimo cognome.
C'erano altri ragazzi,ma non si ricordava come si chiamassero.
 
''Ehy,confettino...tutto bene?''.
Chiese Sasuke avvicinandosi.
 
''Potresti smetterla di chiam...''.
Un cellulare squillò interrompendo,di nuovo,Sakura.
Però,la suoneria proveniva dal suo,di telefono,perciò prese subito il suo iphone per vedere chi fosse,e appena lesse il nome,sorrise e rispose subito.
 
''Hidan''.
 
''Little cherry''.
La voce metallica era piuttosto alta,Naruto,Sasuke e Hinata sentirono subito.
 
''Allora,come stai?''.
Chiese atona Sakura.
 
''Bene...e tu?''.
 
''Chi è-Naruto interruppe la ragazza-il tuo fidanzatino?''.
Sogghignò stupidamente.
 
''Sakura,chi è?''.
Chiese Hidan sentendo la voce dell'Uzumaki.
 
''Oh,no,nessuno,Hidan...''.
Rispose Sakura guardando male Naruto e zittendolo sul colpo.
 
''A-Allora,come procede?''.
Chiese lei per sciogliere la tensione che si era andata a creare.
 
Prima che l'uomo potesse risponderle,Sasuke tolse il telefono di mano alla ragazza.
 
''Ehy!''.
Sakura colpì l'Uchiha al braccio.
 
''Confettino,e sta' calma!''.
La bloccò lui.
 
''Pronto''.
Disse lui portandosi il telefono all'orecchio,poi sorrise maliziosamente.
 
''Chi sei?''.
Chiese Hidan alquanto infastidito.
 
''Sei il ragazzo del confettino?''.
Sasuke osservò Sakura,intanto,che cercava inutilmente di afferrare il telefono,colpendolo più volte al ventre.
 
''Eh?Ma chi cazzo sei?Dov'è Sakura?''.
 
''Uchiha mi hai stancata!''.
Sakura era talmente infuriata che colpì al volto il ragazzo che subito urlò dal dolore.Il telefono cadde a terra,anche se fortunatamente non si ruppe,annullando però la telefonata con Hidan.
 
Sasuke intanto si era coperto il naso,il sangue iniziava a scendere,e come un pazzo si avventò contro la rosa che cadde a terra.
 
''Bastarda!''.
Urlò lui bloccandole i polsi.
 
Lei di tutta risposta cercò di liberarsi dalla presa spingendo con le gambe,riuscì ad alzarsi,ma l'Uchiha le bloccò la caviglia destra,di conseguenza lei cadde portandosi dietro Naruto.
 
Hinata aveva assistito alla scena senza dire una parola,ma appena vide Sakura graffiata in volto si diresse verso di lei cercando di calmare l'altro ragazzo,e Naruto fece lo stesso.
 
''Ehy,voi quattro!''.
Urlò qualcuno.
 
Ino,la rappresentante di classe,si stava dirigendo verso i quattro ragazzi insieme ad una donna che si poteva benissimo notare da tre chilometri di distanza quanto fosse infuriata.
 
Sakura e gli altri si bloccarono subito.
 
''Cazzo,la preside!''.
Mormorò Naruto.

''Voi quattro-urlò la donna puntando un dito contro i ragazzi-in presidenza,ora!''.


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Capitolo 8
*** Figlia degli Haruno. ***


-Figlia degli Haruno.






''Non m'interessa!''.
Continuava a dire la donna che sbatteva le mani sulla scrivania di legno ogniqualvolta qualcuno la interrompeva.
 
''Tsunade-sama...''.
Continuava,invece,a dire il professor Hatake che cercava,inutilmente,di calmarla.
 
''Questa scuola è sempre stata la più importante di tutta Phoenix,il primo passo falso e finiamo subito in prima pagina su tutti i giornali...e voi,il secondo giorno di scuola,scatenate una rissa?Per giunta davanti a tutta la scuola,dove tutti possono vedervi!Ah,no...questa non ve la faccio passare...e poi tu,signorina,perché non indossi la divisa?''
La donna puntò un dito contro una ragazza che sedeva su di una sedia nera,con le gambe accavallate,le gambe incrociate e il broncio notabile a tre metri di distanza.
 
''Non mi sono ancora arrivate,il negozio ha tardato con la prenotazione''.
Rispose acida tutto d'un colpo.
 
''E non potevi prenotarle prima,oppure indossare quelle dell'anno scorso?''.
Ribattè Tsunade.
 
''Sono nuova''.
Concluse secca la ragazza che nemmeno si degnò di fissarla negli occhi.
 
''Ha-Haruno...?''.
 
''Sì''.
 
Le pupille della donna si dilatarono.Sapeva che quella ragazza era la figlia di una donna molto importante,la stessa donna che salvò la vita a suo marito vittima di un gravissimo incidente.
 
''Uchiha,Uzumaki...professor Hatake,aspettatemi fuori''.
 
La ragazza stava per alzarsi dalla sedia quando qualcuno la interruppe.
 
''Tu,ferma lì dove sei,non ho finito con te''.
 
Sakura rassegnata si risedette sulla sedia.Sapeva cosa le avrebbe detto ora la preside.
Era sempre andata così,sempre.
Essendo la figlia di una famiglia molto importante,conosciuta quasi in tutto il mondo,era normale che tutti abbiano sempre avuto un profondo timore nei suoi confronti.

Perché lei è la figlia degli Haruno...non possiamo permetterci di farceli nemici...e le solite storie.
 
''Haruno...non posso permettermi di giungere a patti con te,come sicuramente sei sempre stata abituata a fare''.
 
La ragazza non si scompose,ma la guardava perplessa.
 
''Eh?''.
Disse la rosa.
 
''La punizione l'avrai lo stesso,come tutti gli altri''.
 
''Bene...''.
 
''Invece di arrivare alla sospensione di due settimane,come scritto dal regolamento d'istituto,posso limitare la punizione a qualcosa di più sopportabile.Dovrete venire qui a scuola in orario extra scolastico,quasi tutti i giorni per due ore.Le ore obbligatorie sono 34,in totale 40,quindi per tre settimane esatte''.
 
''E se per qualche motivo io non possa venire un giorno?''.
 
''Semplice,con il permesso di tua madre puoi saltare quel giorno''.
 
''Sa che mia madre non sarà d'accordo su questo,vero?''.
 
Qualcuno,poi,mentre le due donne si guardavano dritte negli occhi da ormai molto tempo,iniziò a bussare alla porta.
 
''Avanti''.
Disse Tsunade che guardava acida negli occhi della ragazza.
 
''S-salve''.
 
Ame era appena entrata nell'ufficio della preside e guardò subito storto la figlia.
 
''Mi hanno appena chiamata,e sono corsa immeditamente...''.
 
''Si accomodi pure,signora Haruno''.
 
''Tsunade!Quante volte ti devo dire che puoi benissimo chiamarmi per nome?''.
 
La donna si avvicinò all'altra e la strinse forte in un abbraccio.
 
''Come sta tuo marito?''.
 
''B-bene-disse Tsunade con un po' in imbarazzo,poi riprese-si è ripreso alla grande!Non smetterò mai di ringraziarti,Ame!''.
 
''Allora,qual buon vento mi porta qui?''.
 
''Eh...purtroppo oggi-Tsunade sospirò fissando Sakura-ci sono stati degli inconvenienti a scuola.Niente di cui preoccuparsi,ma non potevo chiuderci un occhio sopra...''.
 
Dopo che Tsunade finì il discorso,limitandosi a raccontare all'altra donna accenni di una rissa e passando a parlare della punizione,Sakura fissò speranzosa negli occhi della madre per sapere se fosse consenziente oppure no alla proposta di Tsunade.
 
''Mi pare una giusta punizione!Mi dispiace di averti creato problemi,Tsunade...davvero!''.
 
''Oh,no,Ame...non preoccuparti,davvero!Quella a scusarsi qui dovrei essere io,ma purtroppo non posso farci niente...il regolamento è molto rigido qui...''.
 
''Capisco''.
Ame rimproverò la figlia con il solo sguardo acido e minaccioso.
 
''Bene,allora io me ne vado...è stato un piacere rivederti,Tsunade!Ci vediamo presto!''.
Ame fece segno per andarsene e si avviò alla porta.
 
Sakura era ancora a bocca aperta,la madre aveva appena approvato alla sua punizione.
Non ci poteva credere!
 
''Bene,Haruno...puoi andare.Fai sapere agli altri quali sono le condizioni nelle quali vi troverete d'ora in poi.A presto...''.
 
''Arrivederci''.
Rispose atona la ragazza.
 
''Haruno...''.
Sakura si girò mentre apriva la porta.
 
''Fai attenzione...''.
Disse Tsunade fissandola.
 
Poi Sakura,finalmente,uscì.
 
***
 
''E che palle,tutto a me deve succedere!''.
Continuava a lamentarsi Sakura mentre sorseggiava una sprite vicino alle macchinette insieme ad Hinata.
 
''M-mi dispiace Sakura..è c-colpa mia...''.
 
''Ma che dici!Tu non c'entri niente!''.
 
''Ma io...''.
 
''Diamine,ti rendi conto?Dovrò passare due ore ogni giorno con quei due coglioni...''.
 
E Sakura non sapeva,che Hinata avrebbe dato qualsiasi cosa,per essere al suo posto in quel momento.
 
''Passerà tutto in fretta...''.
Approvò Hinata sorridendole.
 
''Beh,per fortuna un mese non è tanto...no?''.
 
''Haruno!''.
Qualcuno la spinse da dietro le spalle,mentre la chiamava.
 
Sakura si girò e si ritrovò Sasuke,Naruto e Kiba di fronte a lei.
 
''Sei impazzito per caso,Inuzuka?Che spingi a fare?''.
 
''Confettino,siamo un po' nervosette,eh?''.
Disse Sasuke in tono sarcastico.
 
''Uchiha,non ti è bastato il pugno di prima?''.
Rispose lei osservandolo attentamente.
 
''Bastarda...''.
Mormorò lui.
 
''Quanto vorrei essere al vostro posto...''.
Commentò Kiba osservando dalla testa ai piedi Sakura.
 
''Ma magari,Inuzuka...così almeno io mi levo dai piedi!''.
Urlò lei prendendo per il polso Hinata ed andandosene frettolosamente.
 
Quella giornata doveva finire,o le stragi sarebbero sicuramente continuate.
 
***
 
''E' tutto a posto?''.
Chiese l'uomo poggiando una mano sulla spalla dell'amico.
 
''S-si...''.
Mormorò l'altro.
 
''Hidan,le cose si sono sistemate,di cosa ti preoccupi ancora?''.
Itachi l'osservava con i suoi occhi sempre cupi e scuri,inutile dire che anche se avesse voluto consolarlo non avrebbe proprio potuto permetterselo,perché se non fosse riuscito prima a consolarsi da solo,mai e poi mai ci sarebbe riuscito con gli altri.
 
''Itachi...io non sono più sicuro di voler continuare così''.
 
''In che senso?''.
 
''So che Pain sta meditando su qualcosa di grosso,contro l'Akatsuki,ne sono sicuro''.
 
''Ti sbagli,Pain non farebbe mai un torto ai propri compagni...voglio dire,sembrava che ti volesse soffiare il posto da un momento all'altro,e invece lo ha fatto solo per il gruppo,infatti poi è tornato tutto come prima,no?''.
 
''S-sì..ma ho uno strano presentimento...''.
 
''Su quello devo darti ragione...''.
 
''Grazie,Itachi''.
Hidan lo guardò dritto negli occhi e gli sorrise.
 
Il bruno ricambiò e fece per andarsene.
 
Mentre usciva dalla porta,anche se in modo quasi impercettibile,si fermò e sussurrò qualcosa rivolgendosi ad Hidan che non poteva sentirlo.
 
''No,non ti sei sbagliato,Hidan...ti devo dare ragione...su tutto''.
 
 

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Capitolo 9
*** La paura del silenzio. ***


-La paura del silenzio.




 
''Mamma...tu proprio non vuoi capirmi,vero?Mi hai stancata,ti odio!''.
Sakura urlava da dietro la porta della sua stanza.
Porta chiusa a chiave,naturalmente.
 
''Sakura,esci da qui!''.
Urlava Ame,da fuori la porta della stanza della figlia.
Non era infuriata,di più.
E soprattutto era ferita dentro,tantissimo.
 
''Sakura ho detto di uscire da questa stanza!''.
 
E mentre Ame sbatteva i pugni contro la porta,quest'ultima si aprì.
Sakura aveva appena sorpassato la mamma e si stava dirigendo in salone,così lei prese e la inseguì.
 
''Dove stai andando adesso?''.
 
''Via da questa casa!''.
Urlò lei aprendo la porta di casa e sbattendola forte.
Ame la riaprì ma non fece in tempo che la figlia era già scesa per le scale.
 
''Sakura!''.
Urlò lei.
 
''Sakura,dai torna indietro!''.
 
''Sakura...''.
Ame,sentendo i passi che Sakura stava facendo mentre scendeva,sbuffò,e,rassegnata,tornò dentro casa.
 
''Tanto le passerà...''.
Mormorò lei.
 
''Le passerà...''.
 
Intanto Sakura era appena uscita dell'edificio e prese a correre nervosamente.
Arrivò sul lungomare e,dopo una camminata svelta da nevrotica,posizionò lo sguardo su uno stabilimento libero.
Lei deviò ed entrò nella spiaggia.
Colpì un sassolino mentre arrivava alla deriva,poi,stanca,si buttò senza tanti complimenti per terra.
Iniziò a rannicchiarsi su stessa,mentre osservava il mare che violentemente arrivava alla riva.
Trascinava via le cose inutili che non servivano più a niente,proprio come Sakura si sentiva in quel momento.
 
''Sakura...''.
Chiamò qualcuno.
 
Sakura non sentì.
 
''S-Sakura...''.
Per farla girare la donna che la stava chiamando poggiò una mano sulla sua spalla,così,di scatto,la rosa si girò immediatamente.
 
''Hinata...''.
Salutò lei con un sorriso falso.
 
''Sc-scusami,non volevo disturbarti...io...''.
 
''Mica disturbi!-la interruppe Sakura cercando di sforzarsi in un sorriso ancora più evidente per cercare di rassicurarla-Piuttosto,che ci fai qui?''.
 
''Mio cugino Neji è uscito con i suoi a-amici,dimenticandosi che oggi c'era la riunione di tutto il nostro Clan,e così...beh,ecco...m-mi hanno chiesto di a-andarlo a chiamare...però mentre lo c-cercavo ti ho vista e volevo chiederti se ti andava di ve-venire con m-me...''.
Era diventata completamente rossa.Senza un futile motivo,alla fine.
 
''Certo Hinata,volentieri...però...ti prego,non essere timida...almeno non con me!''.
Sakura si mise in piedi e le diede una pacca sulla spalla,facendola sobbalzare.
 
''Ok...''.
Hinata era appena riuscita a dire qualcosa senza balbettare,anche se si trattava di un semplice suono monosillabico.
 
''Un bel passo avanti'',pensò Sakura.
 
''Dove dobbiamo andare?'''.
Chiese lei rivolta verso Hinata.
 
''In un locale qui vicino...''.
 
''Sakura-riprese Hinata-Posso farti una domanda?''.
 
''Certo,dimmi tutto''.
Approvò lei,però con aria molto interrogativa.
 
''Perché s-stavi piangendo,prima?'''.
 
La rosa rimase spiazzata.
Davvero non si era accorta che si era messa a piangere,prima?Portò una mano verso una guancia,ed effettivamente constatò che era molto umida.
 
''Merda...''.
Commentò lei.
 
Hinata sbiancò.
 
''N-non era rivolto a te,non ti preoccupare Hinata...comunque,beh...ho discusso con mia madre.La storia è lunga,diciamo che la prossima settimana,quando inizierò la punizione assegnatami da Tsunade ci sarà una festa qui,a Phoenix,un raduno di motociclisti.
Direi il più importante di tutta l'America,per celebrare i 100 anni dell'Harley Davidson.Ecco,io,naturalmente,non posso andarci.
Mia madre non vuole farmi la giustificazione il primo giorno di punizione,e io,così,me ne sono andata di casa''.
 
''M-mi dispiace...''.
 
''Eh,anche a me...così non potrò nemmeno vedere il mio ragazzo...''.
 
''S-Sakura...''.
 
''Sì?''.
 
''Puoi andarci''.
 
''Eh?-Sakura fissava Hinata che era diventata ancora più rossa di prima,poi iniziò ad incurvare la fronte-E come?''.
 
''Ti copro io,vado al posto tuo per una volta...''.
 
''D-davvero?Hinata,tu faresti questo per me?''.
 
''S-si...per una mia amica..sì''.
Hinata le sorrise.
 
''Grazie Hinata,davvero!''.
Sakura si fermò e iniziò ad abbracciarla forte.
 
''Non potevo avere di meglio,che un'amica come te!''.
 
Hinata non arrossì,però,iniziò a sorridere a 32 denti.
Era davvero contenta,un po' per il fatto che sarebbe riuscita a stare con Naruto,il ragazzo che aveva sempre amato fin dalla più tenera età,un po' perché era la prima volta che era riuscita ad avere un'amica.
E non le importava se Sakura l'avrebbe usata,sapeva che era impossibile,è vero che la conosceva da poco,eppure,dal primo momento che l'aveva vista,si era sentita di doversi fidare.
 
Ad un certo punto,la rosa,prese il telefono e allegramente iniziò a digitare sulla tastiera dei numeri.
Poi,portò l'Iphone all'orecchio.
 
''Aspetta Hinata,devo fare una telefonata''.
Sakura bloccò l'amica.
 
''Hidan''.
Disse la rosa rispondendo al saluto dell'uomo che aveva appena chiamato.
 
''Sì,tutto bene-acida,come al solito-Senti,volevo dirti che al raduno posso andarci e...''.
Fu interrotta subito dal suo ragazzo.
 
''Come sarebbe a dire che non posso permettermelo?''.
Era diventata paonazza,infuriata completamente.
 
''Hidan,tu non mi dici quello che devo o non devo fare,hai capito?''.
Gesticolava vorticosamente,per poco non andava a colpire Hinata che si trovava accanto a lei.
 
''E da quando ti preoccupi così tanto per me?Senti,Hidan,che tu lo voglia o no,io ci andrò lo stesso!''.
Rimase immobile per un momento,così Hinata pensò che lui le stesse chiedendo scusa,o che comunque sia lei che il ragazzo si fossero calmati.
E invece...
 
''Ma vaffanculo!''.
Urlò,infine,Sakura,facendo sobbalzare la corvina che rimase di sasso all'insulto dell'amica,completamente avvolta da un'aria interrogativa.
 
''Oh no-iniziò a dire Sakura mentre richiudeva il telefono-Hinata non fare così,ho solamente discusso con Hidan,il mio ragazzo...dice che non posso permettermi di rischiare di essere scoperta a scuola,ne avevamo già parlato qualche giorno fa,e lui non era contrario,anzi..e ora,tutto ad un tratto...ma che si è messo d'accordo con mia madre?Dannazione,perché tutti devono complicarmi così tanto la vita?''.
Disse Sakura parlando più a sè stessa che con l'amica.
Quest'ultima,ancora più confusa di prima,annuì falsamente;Non sapeva proprio cosa dire.
E mentre la rosa continuava a sbuffare vistosamente,arrivarono davanti al locale.
 
''Sa-Sakura...''.
 
''Sì,Hinata?''.
 
''S-siamo arrivati''.
 
''Bene,ho proprio bisogno di un po' di svago!''.
Disse lei sorpassando Hinata ed entrando prima che potesse accorgersi che l'amica le stava dicendo qualcosa.
 
''Sa-Sakura,n-non possiamo resta...''.
Non fece in tempo a finire la frase,la corvina,che dovette immediatamente bloccarsi non appena entrata perché Sakura anche era rimasta immobile a fissare qualcosa.
O meglio,qualcuno.
 
Sasuke,Naruto,Kiba,Neji,Shikamaru,Ino,Karin,TenTen e Temari erano lì,seduti al bancone che chiacchieravano e bevevano animatamente.
 
''Ma guarda chi c'è...''.
Disse Kiba,sorridendo maliziosamente a Sakura e portandosi la bottiglia di birra verso la bocca.
 
La rosa sbuffò,e si girò in direzione di Hinata.
 
''Non mi avevi detto che c'erano anche loro...''.
Le disse piano all'orecchio con fare rimproverante.
 
''Io...io...''.
Balbettò Hinata completamente mortificata.
 
''Non fa niente,non preoccuparti''.
Disse infine Sakura.
 
''Hinata,cosa ci fai qui?''.
Chiese Neji che nel frattempo si era avvicinato alla cugina.
 
''O-oggi i-il nostro C-clan ha indetto una riu-riunione,Ne-Neji,e d-devi essere presente e-e....''.
 
''E 'sti cazzi-la interruppe il cugino guardandola male.Puzzava dannatamente di alcool:era decisamente ubriaco-Non ce li metti,eh,Hinata?''.
 
''Io..io-Hinata era completamente diventata pallida,non sapeva cosa dire,sicuramente aveva paura-N-Neji sei u-ubriaco...''.
 
''No-disse in modo ironico lui-Sono solo un poco brillo''.
Poi si girò in direzione degli amici e iniziò a ridere come un ebete.
 
''Ehy,tu-Sakura aveva preso per la felpa il cugino di Hinata e aveva iniziato a guardarlo male-Vai a casa con Hinata,sei ubriaco''.
 
''E chi cazzo sei tu per dirmi quello che devo fare?''.
Disse lui iniziandosi ad arrabbiare e spingendola abbastanza forte.
 
''Quella che sicuramente ti spaccherà il culo se non la finisci di trattare male Hinata!''.
 
''Oh,ma sentila...ragazzina,abbassa la cresta!''.
Urlò lui spingendola ancora e stringendola forte alle spalle.
 
''N-Neji!''.
Urlò Hinata cercando di bloccarlo.
 
''E tu non intrometterti,rompipalle!''.
Disse lui rivolto alla cugina.
 
''Ehy,Neji-chiamò ad un certo punto Sasuke che nel frattempo si era avvicinato ai tre-Vai con Hinata,stavolta hanno ragione loro due...se non vai sei fottuto,lo sai bene''.
 
Neji barcollò un attimo,ma ritornò subito lucido.Osservò male,di nuovo,Sakura,lasciando la presa e avvicinandosi a Hinata che tremava come una foglia.
 
'' Va' ''.
Ammonì Sasuke facendo cenno di un saluto.
 
''Ciao,ragazzi...''.
Disse lui uscendo frettolosamente dal locale,lasciando Hinata ancora indietro.
 
''Ciao,Hinata''.
Disse Sakura sorridendole.
 
La corvina rispose al saluto,poi,si girò e iniziò a correre verso l'uscita per inseguire il cugino:sarebbe stato un lungo tragitto,lo sapeva.
 
''Sakura...''.
Disse nel frattempo Sasuke.
 
''Ti ha fatto male?''.
Chiese.
 
''No...''.
Disse lei di tutto punto.
 
''Sicura?''.
 
''Anche se fosse non avrei bisogno del tuo aiuto''.
 
''Ma come siamo acide!''.
Disse lui alterandosi.
 
Sakura non rispose,però cerco di ricomporsi,sistemandosi la maglietta e guardando attorno a sè.
 
''Ehy,Haruno,vuoi prenderti qualcosa con noi?''.
Chiese ad un certo punto Karin che si era avvicinata,percependo l'ostilità che era salita fra quei due.
 
Sakura ci pensò su un attimo,osservò Sasuke,Naruto e gli altri,poi,si voltò in direzione della rossa.
In fondo ci poteva anche essere una tregua,almeno per quella sera.E comunque non poteva ancora tornare a casa,non ne aveva la minima voglia,ed essendosi fatto buio,dove sarebbe andata?
Tanto valeva restare lì a prendersi qualcosa,in fin dei conti,avrebbe anche avuto l'opportunità di conoscere di più quelle tre ochette.
 
''Va bene,ci sto''.
Disse lei iniziando ad avanzare verso il bancone.
Sasuke sorrise beffardo,seguendola.
 
''Ciao,Haruno''.
Disse Naruto guardandola come incantato.
 
''Uzumaki''.
Disse lei.
 
''Almeno per stasera-si avvicinò Kiba verso la rosa-Possiamo fare una tregua?''.
 
''Era proprio quello che mi aspettavo''.
Disse lei sorridendogli con aria superiore.
 
''Cosa prendi?''.
Chiese il ragazzo moro.
 
''Un bacardi alla fragola''.
 
''Bene confettino...''.
 
''Nella tregua-lo interruppe Sakura-Prevedete anche di non chiamarmi confettino?''.
 
''Oh,no,questo mai''.
S'intromise Sasuke facendole l'occhiolino.
 
''Ma proprio non ti arrenderai mai,eh,Uchiha?''.
Iniziò lei alterando leggermente il tono della voce facendo capire che non stava poi così male,lì.
 
Karin si accorse dell'atmosfera che si era alleggerita,mentre tornava in sala essendo appena uscita dal bagno con le sue due amiche.
Vedeva il suo Sasuke conversare allegramente con Sakura,e questo,non andava bene.
 
''Ma come cazzo si permette?''.
Disse lei inarcando un sopracciglio.
 
''Oh-mio-dio''.
Disse TenTen osservando a bocca aperta.
 
''Ma quei due...''.
 
''No-la interruppe la rossa-Non lo dire nemmeno per scherzo,ora...ci penso io''.
Iniziò ad avanzare con passo provocante verso il bancone,ma nessuno si accorse della sua presenza.
Questo iniziò ad alterarla ancora di più.
 
''Haruno...''.
Disse ad un tratto,facendo voltare la rosa che era intenta a chiacchierare con Naruto e Sasuke.
 
''Er...Karin!''.
 
''Allora,come ti trovi,qui?''.
Chiese acidamente la rossa.
 
''Bene,la città è bellissima e...''.
 
''Io intendo a scuola''.
La interruppe subito.
 
''Se mi lasciassi finire di parlare,potrei anche risponderti...beh,comunque non è male,è...tranquillo''.
Lanciò un'occhiata verso Sasuke,Naruto e Kiba,poi riflettè sull'ultima parola detta.
 
''Tranquillo?Sei già finita in presidenza e chiami tutto questo tranquillo?Haruno,non sei molto coerente...''.
 
Effettivamente,no,non era molto coerente.
 
''Vero,ciò non toglie che la classe mi piace lo stesso...nonostante quell'accaduto...''.
 
''Son contenta per te''.
Rispose infine Karin facendo finta di dimostrare interesse,sforzandosi con un sorrisino altamente falso.
Poi se ne andò sedendosi accanto a Kiba,e così fecero le altre due.
Il ragazzo iniziò a filtrare con TenTen,che si dimostrava molto interessata.
Sakura li osservò per un paio di secondi completamente sconvolta,poi,si girò in direzione di Sasuke.
 
Si accertò che gli altri fossero intenti a fare qualcos'altro,e poi iniziò a parlare con l'Uchiha.
 
''Nemmeno tu sei molto coerente,Sas'ke''.
 
''Mh.E perché?''.
Chiese lui continuando a sorseggiare la sua birra.
 
''Beh,prima fai tutto il carino restituendomi la felpa,poi per poco non finivamo all'ospedale insieme,e ora fai finta che non sia successo niente?''.
 
''La tregua...non ricordi?''.
 
''Ma la tregua vale solo per stasera,quindi...''.
 
''Sakura,sei noiosa''.
La interruppe lui.
 
''P-per questo che hai deciso di non provocarmi più?''.
La rosa ancora doveva riprendersi dalla risposta del ragazzo.
 
''No''.
 
''E allora per co...''.
 
''Ragazzi!''.
Urlò Naruto avvicinandosi:era ubriaco.
 
''Andiamo a ballare?''.
 
''Che ore sono?''.
Chiese Sakura osservandolo.
 
''L'ora di ieri a quest'ora''.
Disse Naruto iniziando a ridere convulsamente,segno che stava dando di matti.
 
''Fanculo!Sas'ke,che ore sono?''.
 
''Le 10 e mezza''.
 
Sakura sbiancò.
 
''Cosa c'è,Haruno,la mamma ti aspetta a casa?''.
Chiese Karin avvicinandosi,guardandola in modo provocatorio.
La rosa la squadrò con gli occhi,poi sorrise.
 
''Oh,certo che no.E tu,come fai ancora a reggerti in piedi,non dovresti andare a dormire che mamma ti aspetta con il biberon già pronto?''.
 
''Ehy tu,ora mi hai proprio stancata!''.
Karin anche aveva leggermente bevuto,così bruscamente prese la ragazza per un braccio,la strattonò e poi la prese per i capelli.
 
''Ma cosa cazzo stai facendo?''.
Urlò la rosa cercando di colpirla.
 
''Sei solo una piccola stronzetta''.
Urlò lei.
 
''Karin fermati!''.
Urlò una delle sue amiche.
Nemmeno si erano accorte che la rossa era stata colpita violentemente da Sakura che si era ripresa quasi avendo la meglio.
 
Nel frattempo i ragazzi non si erano mossi,però Naruto si buttò subito nella mischia per cercare di fermarle.
 
''Karin,basta!''.
Urlò lui ad un certo punto prendendola per un braccio.
 
Sakura era caduta a terra,e fu aiutata da Shikamaru a rialzarsi.
 
Prima che potesse dire o fare qualcosa,fu presa per un polso e fu portata via dal locale,mentre Naruto cercava di tenere a bada la rossa e le sue amiche che continuavano a urlare come delle oche.
Del resto,lo erano.
 
Appena uscita,Sakura iniziò a provare molto freddo e un fortissimo mal di testa,dovuto al dolore dietro la nuca provocato da Karin.
Si guardò attorno,notando che oramai era buio pesto,sul lungomare illuminato da pochissimi lampioni.
 
''G-grazie...''.
Mormorò lei in direzione del ragazzo che le stava accanto,il quale l'aveva anche portata via dalla rissa.
 
''Abiti qua vicino?''.
Chiese Sasuke osservandola,freddo.
 
''S-si...''.
Rispose lei facendo fatica a parlare per via del freddo che prepotentemente s'insinuava nel suo corpo.
Essendo fine settembre,le temperature erano molto calate,soprattutto nelle zone vicino al mare.
E quella sera,di certo non si scherzava,con il freddo.
 
''Tieni''.
Disse ad un tratto Sasuke porgendole la sua felpa.
Sakura lo guardò per un attimo,poi non ci pensò due volte e indossò subito l'indumento.
Era bellissima:le donava un tocco di semplicità pura,di quasi perfezione.
I jeans chiari andavano in sintonia con i colori blu della felpa gigante,nella quale lei quasi ci navigava.
Si legò i capelli in una lunga coda,erano tutti stropicciati per via di Karin e per questo Sakura si sentiva abbastanza a disagio,cosa di cui Sasuke si accorse immediatamente.
 
''Guarda che stai bene''.
 
''Eh?''.
Chiese lei non capendo l'affermazione dell'Uchiha.
 
''Voglio dire,puoi anche evitare di stuzzicarti ogni tre secondi i capelli,Karin non te li ha rovinati''.
 
''Non me ne importa molto,di quello...''.
Disse lei.
 
''E allora perché sei a disagio?''.
 
''Non lo sono,semplicemente''.
Rispose lei.
 
Mentre camminavano sul lungomare oramai deserto,di domenica sera,il silenzio calò sulle bocche dei due ragazzi.
Poi,dopo circa una decina di minuti,Sakura si bloccò,facendo fermare anche Sasuke.
 
''Cosa c'è?''.
 
''S-sono arrivata''.
 
''Ma qui non c'è niente''.
Sasuke si guardò attorno,vedendo effettivamente che di case lì vicino non ce ne erano,ma solo distese chilometriche,dalla parte opposta del lungomare,di pinete e chioschi chiusi.
 
Sakura l'osservò negli occhi.
 
''Sono quasi arrivata,continuo da sola''.
Detto questo si girò per andarsene,ma fu subito fermata dall'Uchiha.
 
''No,ti voglio accompagnare fino a casa''.
 
''Io non ci torno a casa,adesso''.
Rispose infine Sakura,arrendendosi.
 
''E perché?''.
Chiese Sasuke quasi irritato.
 
Sakura non gli rispose,ma continuò ad osservarlo.
Così,il ragazzo,forse indispettito o comunque alterato,la prese per un braccio ed iniziò a correre.
 
''Sas'ke,dove mi stai portando?''.
Chiese lei mentre correva.
 
Lui non rispose,ma continuò a guardare dritto davanti a sè.
Attraversarono la strada,entrando in una pineta,poi,vicino ad un chiosco ancora aperto,Sasuke si fermò davanti ad un parchetto con delle altalene e degli scivoli.
 
Prima che lei potesse dire o fare qualcosa,lui la bloccò.
 
''Togliti le scarpe''.
 
''Co-cosa?''.
Chiese lei completamente perplessa.
 
''Fai come ti dico''.
Così,togliendosi anche lui le scarpe,Sakura iniziò a slacciare i lacci delle sue.
 
Quando entrarono nel parchetto,coperto attorno da molti alberi,Sakura si accorse,poggiando i piedi per terra,che c'era la sabbia,al posto del cemento.
Sabbia umida e soffice.
Sorrise,poi,osservando Sasuke che allo stesso tempo non aveva mai smesso di fissarla,si diresse verso un'altalena.
Si sedette,e iniziò a dondolarsi lentamente.
 
''Perché mi hai portata qui?''.
Chiese lei in tono serio.
 
''Questo è il posto dove venivo,fin da quando ero bambino,ogni volta che mi sentivo solo.Ci venivo di sera,scappavo di nascosto da casa e me ne venivo qui,al buio.Oh,se ho amato questo posto...mi faceva stare bene.Crescevo sempre di più,stare da solo mi fortificava,cacciavo via ogni problema,anche se per poco...''.
Rispose Sauke avvicinandosi e sedendosi sulla sabbia fresca vicino all'altalena di Sakura.
 
''Hai detto ci venivo,ora,non ci vieni più?''.
Domandò la ragazza osservandolo ancora più attentamente di prima.
 
''No...da quando i miei genitori sono morti,da quando Itachi,Itachi Uchiha,se ne è andato di casa,io...io non vengo più,qui''.
 
Sakura si bloccò completamente,smise di muoversi e spalancò la bocca:era sconvolta.
 
''Sas'ke...mi dispiace''.
 
Il ragazzo sorrise ironicamente,portando lo sguardo verso il basso.
 
''Credevo che mi avresti detto di più,di un semplice mi dispiace''.
 
''E cosa potrei mai dirti?Che ti capisco?Può sembrare assurdo,ma sì,ti capisco...ora ti va bene?''.
 
''No-Sasuke si era alzato dall'altalena e si era avvicinato infuriato di fronte a Sakura,squadrando i suoi occhi e portando le mani sulle catene che reggevano l'altalena-Come puoi capirmi,Sakura?Mi dispiace è banale,da te non me lo aspettavo,ma capirmi,no...tu non puoi capirmi!''.
 
''E perché non potrei?''.
 
''Perché tu sei come tutti gli altri,sei solo una ragazzina viziata che giudica senza sapere realmente come stanno le cose!''.
 
''Ti sbagli!-Sakura si era alzata,trovandosi faccia a faccia con il ragazzo che le impediva qualsiasi movimento,incastrata con le sue braccia che tenevano le catene-Io non sono,come tutti gli altri.Tu sì,invece,tu sei uguale agli altri...pensi che tutto ti sia dovuto,per questo ti ritieni sempre una vittima giustificata a fare tutto quello che le passa per la testa,ma il mondo non va così,non puoi fare quello che si chiude definitivamente in se stesso rifiutando gli approcci con la realtà...Sas'ke,il mondo va avanti,e infatti è quello che ho fatto io quando mio padre è morto!''.
 
''Co-cosa..tu...''.
 
Sakura lo spinse cercando di andarsene,ma lui la teneva ancora bloccata.
 
''Va' via!''.
Urlò lei tirandogli uno schiaffo.
 
''Sakura...io...io...''.
 
''Mi dispiace,eh?Ora che fai,ti metti a dire mi dispiace? ''.
 
''Io...io...''.
 
E mentre sulle guance di lei le lacrime iniziavano a scendere copiose,lui,senza preavviso,la fissò intensamente,il più che poteva,dritta negli occhi.
Lei smise di respirare,perdendosi nelle pupille color pece del ragazzo.
Poi,come se tutt'e due avessero delle calamite al posto delle labbra,entrambi si avvicinarono sempre di più,eliminando ogni forma di distanza.
Iniziarono vorticosamente a baciarsi,lei chiuse gli occhi,e lui invece spinse sempre di più la bocca verso quella della rosa.
Le lacrime si mischiavano,senza più sapere a chi appartenessero.
Oltre alle lacrime,i due condivisero insieme moltissime altre cose:la passione li avvolgeva,l'odore della polvere del passato che usciva dalle loro teste,i ricordi dei pianti,le incomprensioni.
 
Il silenzio li accompagnava in quel ballo di sentimenti.
Si stavano divorando l'un l'altro,ma allo stesso tempo,anche la paura,li stava divorando.
Silenziosamente.
 
 


[*]-Quest'immagine l'ho presa io da un doujin animato di Naruto ''Hero's ComeBack'',su deviantART...è veramente molto bello,qui c'è il sito: http://annria2002.deviantart.com/gallery/25326485 -.
 
 
 

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Capitolo 10
*** Le colpe del passato. ***


-Le colpe del passato.

 

  

 

 












 



 

Mi ricordo di una volta, probabilmente risale a qualche mese fa. Avevo litigato per l'ennesima volta con Hidan, e come al solito lui pretendeva di avere ragione, anche se aveva decisamente torto. Dopo avermi calmata, disse delle cose che mai e poi mai scorderò in vita mia:
''Sai, Sakura... i tradimenti esistono. E in questi casi, l'amore no, invece, quello non esiste. Io posso guardare altre donne, posso fantasticarci sopra quanto voglio, desiderare il loro corpo; ci posso giocare, usarle. Ma non potrei amarle. Come si fa ad amare un corpo ed una semplice faccia truccata? Affermazione non a favore dei culturisti, naturalmente...Tralasciamo,va! Che stavo dicendo?, ah, già.. sì... Io, però, Sakura, amo te. Non solo il tuo corpo. Ed è in questo che si trova la differenza. L'attrazione fisica è una cosa, l'attrazione fatale è un'altra.
Io, ti amo. Tu, mi ami, no? E così siamo noi. E il noi, gioca a nostro favore''.
Quindi, Sas'ke, adesso dammi un motivo per rimanere qui, con te. Perché noi, Sas'ke... Ma io, Sas'ke..., io...


''Ma io non ti amo''.
Lo aveva detto non appena le sue labbra si furono staccate da quelle di Sasuke, senza nemmeno guardarlo negli occhi, senza nemmeno dargli il tempo di riprendere a respirare. Infatti il ragazzo ancora era decisamente scombussolato, e non percepiva il vento della dura realtà che lo aveva appena sfiorato in volto.
''Sakura?''. 
Lo aveva detto così, non intenzionalmente. Aveva visto negli occhi del ragazzo confusione e delusione, per questo iniziò a spingerlo via e mordendosi un labbro iniziò ad allontanarsi.
''Sakura!'', Sasuke insistette e alzò un braccio per bloccarla, ma lei guardando per terra scosse la testa in segno di disapprovazione.
''No, Sas'ke...''. Iniziò a correre, permettendo alle lacrime di riscaldarle le gote fredde.
''Sakura, cosa significa che tu... Non...'', Sasuke la osservò andarsene, e appena sentì la donna piangere gli si strinse lo stomaco, i capelli erano guidati bruscamente dal vento che s'insinuava ovunque, così come il dolore che lento gli ostruiva le vie respiratorie.


***
 

La rosa intanto non aveva smesso di correre, anzi, accelerava sempre di più.
''Cosa cazzo ho fatto? Cazzo, cazzo, cazzo! Hidan... Perché, perché Sas'ke?'' , continuava a tormentarsi mentalmente, sentendosi troppo sporca e colpevole.
''Perché Sas'ke...''.

''Ehilà, confettino!''. Sakura sobbalzò all'istante, fermandosi e osservando intorno a sé sul lungomare. Era buio, i lampioni illuminavano appena, e la ragazza non riusciva a vedere più lontano di qualche metro. Aveva focalizzato una panchina, e proprio da quella proveniva la voce. Lei era rimasta immobile per circa qualche secondo, poi, iniziò di nuovo a camminare cercando di non pensare al potenziale pericolo.
''Ragazzina!'', la voce era insistente, e in quel modo la ragazza ebbe un sussulto di terrore. Decise così di accelerare sempre di più il passo, ma ad un certo, quando pensava di aver sorpassato la presenza, proprio quest'ultima la bloccò. Sakura rabbrividì, percependo il respiro intenso della figura che si trovava proprio di fronte a lei. Ne osservò i pettorali, chiusi da una felpa grigia a maniche lunghe, per poi passare al volto, che però, era coperto in parte dal cappuccio. Col buio non riusciva ad identificare l'uomo, ma sapeva solo che non prometteva nulla di buono.
''Chi sei?'', domandò lei osservando sempre e comunque il suo petto. Poiché non ricevette nessuna riposta, decise di proseguire ignorandolo, ma appena lo sorpassò, si ritrovò davanti altri due uomini. In quel momento iniziò a sudare freddo, deglutì aria, avendo la gola secca, e si accorse di tremare lungo tutte le gambe. I due davanti a lei ghignarono, poi si avvicinarono sempre di più fino a circondarla.
''Co-cosa volete da me?'', chiese lei osservando che si avvicinavano sempre di più. Il respiro accelerava, così come l'odore di pericolo che diveniva sempre più intenso. Finalmente, uno dei tre, un uomo alto e possente coperto per metà viso dal cappuccio della sua felpa nera e coperto anche dai lunghi capelli biondi che scendevano per una lunghezza abbastanza discreta, prese parola:
''Haruno, se farai la brava e non cercherai di ribellarti, ti spiegheremo tutto il prima possibile''. Essere felici per aver realizzato almeno che non fossero dei pedofili o stupratori, non ne aveva il tempo, e per questo Sakura iniziò a girare intorno a sé per vedere meglio chi fossero quelle persone. Conoscevano il suo cognome, quindi doveva essere tutto ''programmato''. Non aveva più paura, perché sapeva di potercela fare; era forte, lei.
Iniziò ad avventarsi contro uno di loro, dritta davanti a sé, e lo colpì in pieno volto. L'uomo indietreggiò portandosi una mano sul naso dolorante, e urlò stizzito.
Il primo che aveva chiamato la rosa la prese subito per i polsi, mentre lei cercava di dimenarsi, dando un calcio al secondo e tentando di colpire anche quello che le impediva di fare ulteriori movimenti. Iniziò a gridare, colma di rabbia e di forza. Passarono altri svariati minuti di lotta movimentata, fin quando qualcuno non arrivò in aiuto di Sakura.
Era un solo ragazzo, ma aveva una potenza inaudita, infatti riuscì subito a stendere uno di loro che cadde per terra senza troppe cerimonie, privo di sensi.
Sakura doveva resistere, e mentre veniva con alcune difficoltà portata via da uno degli aggressori, urlò a squarciagola per farsi sentire dall'altro ragazzo, il quale stava combattendo a mani nude con il secondo rimasto ancora in piedi. La sua bocca fu tappata da un fazzoletto, ma lei riuscì a mordere la mano dell'uomo che subito abbassò un braccio facilitandole la fuga. Riuscì quindi a spingere via anche l'altro, pestandogli poi un piede ed infine correndo a perdifiato verso il suo ''salvatore'', che aveva appena steso l'ultimo. Lo abbracciò come se non ci fosse un domani, e in preda ad una crisi, iniziò a piangere disperatamente. Affondò la testa nel suo giubbotto di pelle, chiudendo istintivamente gli occhi.
Quel ragazzo non era uno sconosciuto, perché non era nient'altro che Suigetsu, il suo migliore amico. Non aveva la forza, Sakura, di chiedergli cosa stesse succedendo, perché lui si trovasse lì, a migliaia e migliaia di chilometri distante da casa, chi fossero quelli e cosa volessero da lei.
No, non ne aveva la forza. O almeno, non per il momento. Il pericolo, però, non era ancora del tutto scomparso. L'ultimo aggressore, quello dal quale la rosa era riuscita a scappare, stava tornando all'attacco.
Di tutta risposta, Suigetsu, nonostante fosse ferito ad un braccio, tirò fuori dalla sua giacca una pistola di piccolo calibro puntandola dritto verso l'uomo.
''Non ti muovere o ti faccio fuori!'', urlò stringendo più forte Sakura abbracciata al suo petto muscoloso.
''Suigetsu, da te non dovrei proprio prendere ordini... sei un novellino del cazzo''. L'uomo ghignò, mostrando i denti lucidi e bianchi.
''Hai messo fuori gioco i nostri compagni, e già per questo non potrei comunque prendere ordini da te...''. Una folata di vento scosse il cappuccio della felpa del ragazzo che si faceva sempre più vicino, poi, sotto la luce di un lampione, finalmente egli si mostrò.
Suigetsu sapeva chi fosse, ma Sakura, vedendolo con la coda dell'occhio, mai e poi mai avrebbe potuto immaginare che si trattasse proprio di lui: Sasori, un membro dell'Akatsuki's gang.
''Potresti benissimo prendere ordini da me, perché nel caso...''.
''Sì,sì- Sasori sbuffò portando una mano nella tasca dei suoi jeans scuri e larghi, poi, avendolo interrotto, continuò a parlare al posto dell'albino- Nel caso Hidan lasciasse il posto, tu saresti il nuovo leader, e quindi tutti dovrebbero eseguire i tuoi ordini, giurarti fedeltà e cazzate varie. Ma il capo, adesso, Suigetsu, non sei tu.
E io, come del resto Kakuzu e Deidara che si trovano ora per terra, stavamo solamente eseguendo gli ordini... del capo''.
''Hidan non farebbe mai una cosa del genere!'', urlò Sakura staccandosi da Suigetsu e gesticolando velocemente.
''Lei, lei non sa niente..., non le avete detto niente, non è così?''.
''Co-cosa dovrei sapere, eh?'', la rosa era confusa e decisamente turbata.
''Sasori, vattene'', Suigetsu sembrò ignorare totalmente la domanda di Sakura e continuò a puntare la pistola contro il rosso.
''Suigetsu..., Suigetsu, sei proprio un piccolo fottuto bastardo... lasciami la bambola, non fare storie''.
''Sasori, prendi Kakuzu e Deidara e vattene via da qui, prima che perda il controllo''. Il ragazzo, bello e dannatamente ben fatto, fece scomparire quel ghigno sadico che gli si era stampato sulla bocca, infine, si avvicinò ai compagni stesi per terra ed osservò Suigetsu e Sakura.
''Suigetsu, ricordati che noi stiamo solo eseguendo degli ordini..., e non esiteremo a tornare, nel caso ci fosse assegnato un altro compito del genere... Tu, ragazzina insolente, obbedirai, senza fare storie..., certo che la grinta ce l'hai, eh? Figlia degli Haruno, non c'è niente da fare!''.
Si chinò verso gli altri per verificare le loro condizioni, senza degnare di uno sguardo l'Haruno e l'Hozuki.
''Io... non capisco, Suigetsu''. Mormorò Sakura mentre si aggrappava ad una spalla e continuava ad osservare il rosso.
''Non ora, Sakura'', l'albino si girò iniziando ad allontanarsi, zoppicando vistosamente.
''S-sei ferito, Suigetsu?'', chiese lei cercando di limitare l'imbarazzo e i pensieri acuti che tormentavano il ragazzo. Stava sicuramente pensando a qualcosa, qualcosa di cui Sakura non era a conoscenza, e questo le dava decisamente fastidio. Perché non poteva sapere anche lei? Era sconvolta emotivamente, probabilmente senza quasi più forze, per questo gli fece solo quella semplice domanda formale che necessitava solo di una risposta secca e semplice.
''No, sto bene'', lui sperò vivamente che lei non gli chiedesse più niente, oltre a quello, infatti aveva riposto decisamente atono. Sì, stava pensando, fin troppo. Era deciso fino in fondo a rispettare gli ordini impartiti da Pain, e doveva proteggere ad ogni costo la ragazza.
Era in pericolo, e lui doveva proteggerla, perché Hidan, adesso, non poteva.
''No, tu sei ferito. Vieni, ti porto a casa''. Si rassicurò, Suigetsu, perché almeno non aveva insistito col chiedergli altro. Annuì, la proposta non doveva e non poteva rifiutarla, aveva bisogno di parlare con Ame, perché lei, doveva sapere.

 

***

 

''Ma cosa cazzo è successo?, Suigetsu!? E tu, Sakura..., ma dov'eri finita? È da oggi che sei sparita, santissimo dio!'', Ame iniziò a dimenrasi, non appena vide i due ragazzi entrare bruscamente dalla porta di casa che lei non aveva smesso un attimo di fissare da qualche ora a questa parte.
Sakura fece sedere Suigetsu sul divano; era ferito al braccio, e sanguinava nonostante avesse una ferita, per fortuna, non profonda. Procurata comunque da un'arma a taglio, e per questo servivano dei punti. Sostanzialmente, necessitava dell'ospedale. La rosa se l'era cavata meglio, con qualche graffio sul viso e una leggera storta al piede destro.
''Sakura, lasciaci soli'', disse ad un certo punto l'albino mentre rifiutava per l'ennesima volta l'offerta di essere accompagnato al farsi dare un'occhiata al pronto soccorso da parte della donna più anziana. L'Haruno rimase dapprima sconcertata, dall'ordine del migliore amico; non riusciva a percepirne la regione. Si sentiva infatti messa in disparte. Quindi osservò la madre, che ricambiò lo sguardo trasmettendole di aver dato ulteriore appoggio all'uomo.
''No, io non me ne vado!'', protestò lei affondando un pugno nel cuscino morbido.
''Invece farai proprio come ti ha detto Suigetsu, Sakura. Vai in camera tua, adesso'', Ame la guardò, di nuovo, troppo serie in volto.
''Ma fanculo!'', Sakura era ancora più sconvolta di prima, per questo sbraitò e si allontanò immediatamente sbattendo la porta del salone e correndo verso la sua camera. Una volta dentro, si chiuse a chiave ed infine si buttò sul letto iniziando a piangere. Le lacrime la fecero addormentare all'istante; era distrutta emotivamente, reggere ancora era diventato troppo difficile, per lei.

Nel frattempo, nell'altra stanza, Ame e Suigetsu iniziarono a parlare.
''Lo avevo capito da quando tu e Hidan siete venuti qui a trovarci, che c'era qualcosa che non andava'', la donna sospirò mordendosi un labbro.
''Ame, ascoltami, da ora in poi non sarà più per niente facile, l'ora è arrivata''.
''Non deve succedere nulla a Sakura, Suigetsu, ti prego..., io... Io gliel'ho promesso!''.
''Ame, calmati e ascoltami.., Pain ha infine ripreso le redini dell'Akatsuki, adesso ne è il capo ufficiale. E non si fermerà, stavolta. Sakura è figlia degli Haruno, ed è proprio per questo che ha incaricato agli altri di venire a prenderla. Ora come ora noi siamo in netto svantaggio, la guerra inizierà tra breve, e l'unica cosa che io e Hidan siamo riusciti a fare è stata quella di riunire il Clan Hyuga ed il Clan Uzumaki per formare un'alleanza.
Il Clan Uchiha, per quel che ne rimane, ci farà da scudo finché potrà resistere: Itachi è dalla nostra parte. Cercheremo di fermarli il prima possibile, al prossimo raduno che si terrà fra una settimana; sarà un evento importante, per questo non corriamo rischi e nessuno ci noterà, però non dobbiamo assolutamente far avvicinare Sakura, per nessuna ragione al mondo... Hidan sta ripagando per i suoi danni, darebbe la sua vita per lei, questo poco ma sicuro..., però, io, non voglio altri spargimenti di sangue''.
''Questo solo perché il Clan Haruno ha deciso di vendere la propria anima al Diavolo...''.
''No, Ame, non dire così... è una cosa troppo vecchia per poter dare la colpa a qualcuno..., no, oramai non si può più!''.
''Mia sorella quindi è morta così? Per puro caso? Suigetsu ma cosa cazzo dici?''. Suigetsu si morse un labbro, mentre la donna gli medicava la ferita; decise di non continuare con la conversazione, capiva che adesso lei era fin troppo provata e preoccupata per l'incolumità di Sakura, e su questo non poteva darle torto, lui stesso provava una forte sensazione d'angoscia che non lo aveva abbandonato per un minuto, da quando Hidan gli aveva detto tutta la verità.
Prima o poi tutto sarebbe dovuto tornare a galla, e adesso, tutti loro dovevano fare i conti con il passato.
''È colpa del passato, Ame'', sibilò appena il ragazzo, guardando Ame negli occhi.
''Il passato...'', ripetè lei, sembrava stesse osservando il vuoto, nonostante lo sguardo fosse rivolto all'albino.
''Colpa del passato..., quindi, adesso..., diventerà colpa...., del futuro?''.

 

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Capitolo 11
*** La fine della pace apparente. ***


-La fine della pace apparente.



 

 

 

I suoi respiri annegavano. Lenti, poi celeri, poi sempre più affannosi. Lei si rigirava e rigirava nel letto, il sudore scendeva veloce lungo le tempie bollenti, il petto era in fiamme.
Non stava avendo nessun tipo di incubo, Sakura, semplicemente, stava iniziando a ricordare.

''Papà, dov'è papà?''.
Una bambina dai lunghi capelli rosati, lisci come seta, forse un po' rovinati per via della trascuranza di alcuni giorni senza un pettine, continuava disperatamente, e anche inane, a chiedere a qualcuno dove fosse finito il suo papà. La turba di gente che passava di lì, lungo il corridoio sterile e vuoto, non la degnava di un solo sguardo; la bambina minuta ed esile, con il suo orsacchiotto stretto tra le mani tremanti, girava attorno a sé stessa senza sosta, sola e letteralmente terrorizzata.
Era successo tutto durante la notte: la madre l'aveva trascinata via dal suo guscio protettivo, il letto, ed erano corse in ospedale, lì dove lei lavorava. Ame aveva detto a Sakura che il suo papà si era sentito male, e finché la mamma non sarebbe tornata, avrebbe dovuto aspettare in quel corridoio. Da sola. Così, senza nemmeno poterle chiedere altre spiegazioni, quella bambina di soli sei anni era rimasta senza una parola ed una confusione totale in testa. Non sapeva nemmeno quanto fosse passato, da quando la madre si era allontanata, girando l'angolo della lunga sala e non tornando più. Si sentiva stordita, ma soprattutto impaurita.
Ad un certo punto, le sue gambe iniziarono istintivamente a muoversi, accelerando sempre di più. Sakura, la bambina di sei anni, iniziò così a correre in quell'immenso spazio, andando spesso a sbattere contro altre persone, finché non giunse davanti ad una grande porta chiusa e rossa; aveva due ante, con due oblò scuri come finestre, e appeso al muro, accanto, c'era un divieto d'accesso; lei si fermò proprio davanti a quel cartello.
''Qui ci sono la mia mamma e il mio papà'', mentre appunto lo diceva, un uomo con il volto coperto da un cappuccio della felpa grigia, si avvicinò silenziosamente verso la bambina. La prese per mano senza esitare, e quando ella lo ebbe guardato spaventata e sorpresa, lui si limitò solo a sorriderle.
''Non sei papà!'', urlò Sakura, cercando di far scivolare via la mano tenuta da quello. Mentre si dimenava, le porte si spalancarono e ne uscì una donna affannante.
''Sakura!'', gridò, correndo verso la bambina e tirandola via dall'uomo misterioso. Non riuscì a vedere chi fosse in volto, ma indignata, mentre prendeva in braccio sua figlia, Ame gli disse: ''Cosa stavi pensando di fare, eh?, chi dannazio-''.
''M-mamma, lui non è il mio papà!'', Sakura interruppe la madre, indicando l'uomo.
''No, non sono tuo padre, Sakura-chan... ma nemmeno lui, lo è'', quello indicò un uomo coperto da un lenzuolo steso su un lettino, portato da alcuni uomini con il camice verde, la mascherina alla bocca e i guanti perlopiù macchiati di sangue, che nel frattempo si stavano avvicinando proprio verso Ame.
''C-cos-'', la donna riuscì giusto in tempo a posare delicatamente per terra sua figlia, perché poi, il panico s'impossessò completamente di lei. Iniziò ad urlare, il suo volto divenne completamente rosso, i nervi del collo erano più che evidenti, le lacrime uscivano a dirotto.
''Haruno-sama, m-mi dispiace, ma lui non ce l'ha fatta...'', il chirurgo poggiò una mano sulla spalla di Ame, la quale era entrata nella più completa delle disperazioni. Sakura continuava muta a fissare la madre; non riusciva a decifrare cosa avesse detto esattamente quel signore, ma quel pianto, lo sapeva, la stava contagiando. Poi, dopo le prime grida della donna, l'orsacchiotto della rosa, infine, cadde per terra.


Come quando un uomo affoga e tirato su con forza dall'acqua si aggrappa ai più profondi respiri per liberare i polmoni, così Sakura scattò dal letto piegando il bacino ed iniziando a urlare forte. Qualcosa la opprimeva, i suoi occhi erano ancora pesanti, semichiusi. I ricordi del sogno erano troppo violenti, troppo vivi, troppo veri, e fottutamente confusi. Che significava?, ne era sicura, quell'episodio era successo quando suo padre era morto, eppure, per quanto fosse tutto spiegabile, la cosa che la inquietava era l'uomo dalla felpa grigia e il suo ''ma neanche quello è tuo padre''In quel momento Sakura iniziò a tremare, e stranamente nervosa, si rannicchiò su sé stessa iniziando a piangere.
Aveva bisogno di spiegazioni, si sentiva tradita senza motivo, tradita da Suigetsu, dalla madre, tradita da sé stessa, e allo stesso tempo, ma non meno grave, si sentiva totalmente sola. Hidan dov'era? Dov'era stato fino ad ora? Non c'era stato e non c'era tutt'ora.
Poi ci mancavano solo Sasuke e quel suo dannato bacio, quella dannata confusione in testa, quei dannati sensi di colpa. Scoppiare era l'unica soluzione possibile e che le riuscisse perfettamente, infatti abbandonarsi da sé stessa le riusciva molto bene, da sempre.
Sicuramente si sarebbe sentita meglio, dopo aver vomitato tutti quei sentimenti confusi, e avrebbe avuto più forza per poter reagire alle nuove incognite che quelli dai quali si sentiva tradita custodivano segretamente.
Avrebbe chiesto spiegazioni a sua madre e a Suigetsu, dopodiché avrebbe chiamato Hidan (a vederlo ci aveva perso le speranze), gli avrebbe detto che non aveva più senso continuare la loro storia, e come ciliegina sulla torta, sarebbe passata da Sasuke e si sarebbe scusata per il bacio, purtroppo intenzionale, ma fin troppo istintivo. L'idea parve ancora più solida quando realizzò che quel giorno si sarebbe tenuto il raduno di motociclisti al quale Hidan le aveva proibito di andare. Un sorrisetto spontaneo le disegnò le linee della bocca, e i suoi respiri iniziarono a diventare più regolari.
Sakura sarebbe andata a scuola, avrebbe chiesto conferma per il favore ad Hinata, e da lì sarebbe subito corsa in centro, nel cuore della città di Phoenix, dove si teneva il grande motoraduno.
Quando si alzò dal letto le sue gambe ci misero un po' ad abituarsi, ma dopo nemmeno qualche secondo la rosa era già in azione in mezzo all'armadio a scegliere i suoi abiti. Prese due cose alla svelta, indossò dei blue jeans che le arrivavano in vita, una maglietta bordeaux dalle maniche corte ma il collo lungo che le arrivava giusto un po' prima dei blue jeans, lasciandole scoperta un lembo di pelle lattea, e infine un cardigan di un blu piuttosto acceso che le teneva calde le braccia fredde. Le sue scarpe nere, per finire il corredo, e il capello del medesimo colore le rendevano un tocco di pura spontaneità.
Nonostante il suo colorito in volto non fosse dei migliori, le sue labbra, accorgendosene allo specchio, erano di un rosso ciliegio molto forte, e questo le aveva appena creato un problema: Sakura aveva sempre avuto questa piccola particolarità che quando baciava un ragazzo, le sue labbra, per un certo periodo dopo, divenivano più scure, in modo semplice e naturale. Hidan non se ne sarebbe accorto, lei ne era sicura, ma quel colore le dava un senso di tristezza, di ricordi troppo vicini che lei doveva già allontanare, ma anche se ci avesse messo tutta la forza del mondo, lei, non voleva ancora dimenticare.


***


Quando Sakura arrivò a scuola, da subito gli occhi dell'intera scolaresca furono puntati su di lei. Stessa cosa valeva per la ragazza, i suoi occhi senza sosta continuarono disperatamente a cercare gli occhi di Sasuke, che mai, ciononostante, riuscì ad incontrare. Le lamentele dei suoi professori, per la prolungata dimenticanza della sua divisa scolastica non bastarono a farla distogliere dai suoi pensieri, per l'intera durata di scuola lei non pensò ad altro se non al discorso che avrebbe dovuto fare ad Hidan. Aveva accennato qualche saluto ai suoi compagni; non aveva fatto domande riguardo l'assenza di Sasuke, Hinata e Naruto. Un po' le parve strano che mancassero, soprattutto Hinata, ma per quanto era presa dai suoi crucci, non ci si era soffermata più di tanto. Dopo le lezioni comunque non si sarebbe fermata, il fatto che Sasuke e Naruto non ci fossero, le agevolava la situazione, e quando sarebbe tornata a scuola, se le avessero chiesto perché non si fosse presentata in orario extra-scolastico, lei avrebbe risposto che pensando a Sasuke e Naruto e alla loro assenza, lei sarebbe stata giustificata a non rimanere.
Finalmente, quando la campanella dell'ultima ora suonò, Sakura scattò dalla sedia e senza nemmeno dare il tempo al suo professore di aprire la porta dell'aula, lei lo aveva già fatto al suo posto ed era già sfuggita all'ammasso di studenti che si stava formando nei corridoi.
Calcolando i tempi di distanza, la rosa constatò che se l'autobus fosse arrivato subito, in un'ora lei sarebbe stata già in centro. Prendere la metropolitana era stata l'altra ipotesi, ma il mezzo era arrivato quasi subito perciò non ci pensò due volte e salì immediatamente.
Mentre osservava il paesaggio sulla strada trafficata, la ragazza si accorse poi che un consistente gruppo di motociclisti, schierati in colonna, sfrecciava a tutta velocità in mezzo alle altre macchine. Le scappò un sorriso automatico, morbido ma allo stesso tempo molto fioco. Pensò subito ad Hidan, a quando impazziva mentre lo stringeva forte perché lui in moto accelerava troppo, o quando per poco non si addormentava perché quando stavano in gruppo andavano sempre troppo piano. Lei non voleva rinunciare a quello, non voleva rinunciare ad Hidan. Ma sapeva che doveva rinunciare a quello che il gruppo era diventato, a quello che Hidan, era diventato. I ricordi appartenevano ancora a loro due insieme, a loro tutti insieme, ma quelli di ora non appartenevano più a nessuno. Ed era difficile da accettare, ma era così, era così che doveva andare; nessuno lo avrebbe mai immaginato, il giorno che doveva arrivare, e lei era stata la prima, a rifiutarci di credere, ma il giorno era arrivato, e con esso, stava arrivando anche Sakura. Stava arrivando anche Hidan. Stavano arrivando loro due, insieme; il gruppo, l'intero Akatsuki's gang. Sì, stavano arrivando. Ma alla fine. Al capolinea. Quello che l'Haruno aveva appena raggiunto. Al centro della città di Phoenix, dove era in corso il motoraduno più famoso degli ultimi tempi.

Scesa dall'autobus, insicura e con le gambe che le continuavano ad offrire la possibilità di ritirarsi, si addentrò nei meandri della città, ottenendo varie informazioni dai passanti per la via corretta verso l'evento. Non ci volle molto prima che arrivò nel centro; moto e bancarelle brulicavano ovunque, motociclisti che sbraitavano, ragazze con la giacchetta di pelle e un casco che barcollava appeso alle loro braccia; tantissima gente passeggiava per quelle vie osservando quelle scene di motociclisti ubriachi divertita. Sakura non si degnava molto di osservare il paesaggio, l'unica cosa che continuava a cercare imperterrita era un qualcosa, magari una scritta, che le potesse accertare che l'Akatsuki's gang fosse lì. Solitamente, ai motoraduni, tutti i gruppi si stanziano dove meglio vogliono montando tendoni, tavoli e sedie e per identificarsi portano con sé un grande striscione appeso ad una delle loro grandi tende con su scritto il nome del gruppo motociclistico. Sakura quindi cercava disperatamente quello striscione, quel gazebo, con su scritto ''Akatsuki's gang''.
Dopo svariati chilometri, finalmente, mentre la rosa passeggiava sulla lunga strada principale, adornata da una grande quantità di altissimi pali della luce, bar e negozi colorati, gente che passeggiava chiacchierando animatamente e moto di ogni genere, intravide di sfuggita un membro del gruppo di Hidan, Deidara. Istintivamente le sua gambe accelerarono, e attraversando in mezzo alla turba di persone, giunse a pochi metri più distante da quel ragazzo, e prima di rendersene conto si era già avventata contro.
''Tu!'', urlò, afferrandolo per la maglietta bianca di seta e impostando dei pugni ben saldi.
''Deidara! Tu eri uno di quei ragazzi dell'altra se-''.
''Ehy, vacci piano!''- Deidara si riprese subito dall'intrusione improvvisa della ragazza, e senza nemmeno pensarci due secondi, le aveva afferrato i polsi e con lo sguardo torvo iniziò ad avvicinarsi pericolosamente all'orecchio dell'Haruno- Cosa ci fa un confettino come te in un posto del genere? Non sapevi che avresti corso pericoli, così? Non sarà facile tornare dalla mammina, ora che...''.
''Sa-Sakura?'', una voce interruppe immediatamente Deidara, che di scatto si girò, osservando la figura posta a pochi passi da lui e dalla ragazza che, esattamente in quel momento, mentre si girava, divenne completamene dilavata.
''Cosa cazzo ci fai, qui, eh?'', continuò, stavolta avvicinandosi e duramente colpì il petto di Deidara facendogli lasciare la presa sui polsi di Sakura; la afferrò subito, afferrandole le spalle e stringendogliele forte.
''Ti avevo detto che non saresti dovuta venire, cazzo! Tu, Deidara, stalle lontano!'', il ragazzo, ormai chiaramente identificabile, e quindi Hidan, si girò definitivamente verso la ragazza e la guardò dritta nelle pupille dilatate degli occhi.
''Sakura, non voglio spiegazioni sul perché sei venuta qui; voglio che tu sparisca all'istante, senza fiatare, ora!'', la lasciò andare e con un braccio indicò la parte dalla quale lei era arrivata.
''Va', ora!'', continuò, con lo sguardo corrugato e linee di preoccupazione che gli impregnavano la fronte oltre a leggere goccioline di sudore. Sakura, però, continuò ad osservarlo, un po' ancora sconvolta per il comportamento di Deidara, e un po' perplessa per quello che le stava dicendo Hidan. Così, visibilmente delusa e infuriata, picchiò contro il suo petto e lo guardò dritto negli occhi:
''Hidan, ma chi cazzo ti credi di essere, eh? Ma come osi darmi degli ordini, così? Io resto qui quanto mi pare e piace, non devo sottostarti in alcun modo e poi... sparisci così, senza dirmi niente, non mi hai mai chiamata, non ti sei degnato di sapere mai, come stavo... proprio ora, che sta succedendo tutto così inspiegabilmente; e poi sei tu quello che mi deve delle spiegazioni, a partire dal fatto che l'altra sera per poco non venivo aggredita da nientepopodimeno che Deidara, Sasori e Kakuzu... e tu, tu dov'eri? Non hai saputo niente di tutto ciò, non è ve-''.

''Oh sì, sì che lo sa'', l'infuriata di Sakura, che ora si trovava a sbraitare contro il ragazzo, con un dito puntato al petto e il viso flebilmente rosso, fu interrotta dalla voce di un altro ragazzo, Pain, che, sghignazzando silenziosamente, si stava avvicinando ai due.
''Non è vero, eh, Hidan?'', continuò, puoi, fermandosi e sorridendo con uno sguardo perverso e perfido allo stesso tempo.
''C-che significa, Hidan?'', chiese fiocamente Sakura, osservando prima Pain e poi soffermandosi di nuovo sul volto immobile dell'uomo di fronte a lei. Hidan era rimasto muto, ma le sue pupille continuavano acidamente a guardare dalla parte dell'altro uomo, e
quel suo silenzio micidiale era semplicemente un odio che stava per esplodere.

''Hidan, allora, non dici niente, a Sakura Haruno? Non mi sembra educato, da parte tua, comportarti così'', il ragazzo dai capelli di un intenso color arancione si avvicinò minacciosamente a Sakura, e mentre Hidan lo guardava ancora più acidamente, ma ancora immobile, le afferrò un braccio, tirandola verso il suo lato.
''Pain, non la toccare!'', finalmente, l'altro dai capelli brizzolati e gli occhi di un particolare colore violaceo, iniziò a muoversi verso il provocatore, preoccupato per Sakura.
Quest'ultima, visibilmente turbata e assolutamente sconcertata, fissò il ragazzo che si avvicinava, poi fissò Pain che le teneva un braccio, e dopo nemmeno qualche secondo lo strattonò per liberarsi così da cominciare ad andarsene. Mentre lei se ne andava, arrivò di corsa Suigetsu, che si posizionò accanto a lei e la fissò tristemente negli occhi. Lei gli degnò uno sguardo pieno di amarezza e delusione, forse un po' troppo pesante e trucido. Ma ad un certo punto, mentre camminava lentamente, fu afferrata da Sasori, che era apparso improvvisamente dalla sua parte, e girandosela le aveva portato un coltello accanto alla gola. Quando Sakura cacciò un urlo, Hidan e Suigetsu si girarono verso la sua parte, e subito allarmati iniziarono a correrle in contro, chiamandola, ma, prima che potessero arrivare, Pain si posizionò di fronte al ragazzo brizzolato, mentre Deidara e Kakuzu di fronte a Suigetsu.

''Pain... tu, stronzo!'', Hidan si avventò contro, ma anche altri membri del gruppo, un tempo subordinati del ragazzo, si immischiarono e così iniziò a crearsi una folla spessa e movimentata, che lasciava poca visuale alla rosa che continuava disperatamente ad urlare in un tentativo che qualcuno accorresse in suo aiuto.
''Sasori, dannazione, lasciami andare.. ma perché, perché sta succedendo questo...'', la sua voce era roca, sibilava quasi, per via dei denti che stringeva fortemente, allarmata dalla lama fredda che le carezzava la pelle lattea.
Intravide, nella folla, Hidan, sentì più volte chiamare il suo nome, sentì Suigetsu che gridava frasi senza senso, collegate al loro gruppo che non esisteva più, che era cambiato, che tutti stavano sbagliando. Ad un certo punto, dalla turba di gente che accorreva, con un sorriso soddisfatto stampato in volto, ne uscì Pain, che mentre avanzava verso Sakura portò una mano accanto alle labbra per lavare via una piccola goccia di sangue fresco e scuro. Arrivato accanto a Sasori, osservò la ragazza.
''Ora vieni con noi, senza fare storie''. Detto ciò, s'incamminò tranquillamente sulla strada ormai svuotata per via di tutta l'attenzione da parte della gente sulla rissa, e poco dopo qualche passo, deviarono passando attraverso un corto stretto vicolo, alla fine del quale li attendeva un furgoncino anonimo e completamente bianco.
Sasori, così, lasciò il suo braccio e portò il coltello appena dietro la schiena della ragazza; poco dopo, quando la porta anteriore del mezzo fu aperta, la incitò ad entrare in maniera alquanto brusca, e una volta spinta dentro, si sedette su un materasso abbastanza rovinato, iniziando a giocherellare con il grande coltello. Pain era rimasto fuori, e, sempre vestendo il piccolo ghigno, osservava compiacente la ragazza seduta malamente a terra, nel furgoncino. Ad un certo punto, Sakura sentì le portiere del furgone sbattere violentemente, e così direzionò lo sguardo verso Pain, corrugando la fronte.

''Sta arrivando...'', asserì Zetsu, un altro membro del gruppo di Hidan, probabilmente appena sceso dal mezzo. Pain lo guardò, poi, prese dalla tasca della sua giacca nera di pelle un pacchetto di sigarette, e ne tirò fuori una intenzionato a fumarla.
''Quante volte ti avrò detto di non fumarla...'', l'azione fu interrotta dalla voce di una donna che era sbucata fuori dal nulla, la quale fece scattare un automatico sorriso malizioso sulla bocca dell'uomo.
''Konan...'', mormorò lui, osservando la ragazza dai capelli blu notte e gli occhi di profondo giallo color luna.
''Ehy, quindi è davvero lei l'Haruno?- lei indicò elegantemente la rosa, regalandole un sorriso- Che ragazzetta, mi piace'', finito di commentare, e finita la sigaretta dell'uomo, ricordò a Zetsu di risalire a bordo, così, salutato Pain, entrò con l'altro nella parte davanti del furgone; Sakura, nel frattempo, sentì dei passi pesanti che si facevano sempre più vicini. Dopo nemmeno un minuto, il ragazzo dal sorriso malizioso scattò sull'attenti, e l'Haruno poté notare che una figura si era affacciata alle porte del mezzo e ora aveva iniziato a fissarla soddisfatta.
''Eccoti, finalmente...'', sibilò quell'uomo, coperto in viso da una luce scura.
''E tu chi saresti, ora?'', chiese subito la ragazza, sentendosi stranamente minacciata da quello sguardo misterioso che insistentemente continuava a fissarla.
''Garbata, la ragazza, eh, Pain?'', l'uomo cominciò a ridere fortemente, influenzando Pain e anche Sasori, che per poco la rosa non lo avrebbe preso a pugni, se non fosse stato per il coltello che teneva orgogliosamente in mano. Poco dopo il suono di un improvviso silenzio squarciò l'aria, e un'insolita paura pervase il cuore della ragazza.
L'uomo misterioso salì a bordo del mezzo, e ora facilmente visualizzabile, si avvicinò a Sakura. Lei lo fissò completamente: non superava la trentina d'anni, la sua carnagione era abbastanza chiara, la capigliatura abbastanza corta e i suoi occhi, invece, erano entrambi molto scuri. Il fisico era stazionario e piuttosto possente; indossava una maglietta nera di cotone, attillata, che gli lasciava intravedere dei pettorali ben fatti e delle braccia molto toniche, indossava, poi, una tuta abbastanza larga di un particolare grigio scuro e delle semplici scarpe da ginnastica di un bianco sporco. Sakura si soffermò su due particolari che la colpirono molto: la parte destra del viso era completamente coperta da grandi cicatrici, assomigliavano quasi a delle lunghe rughe, accompagnate in determinati punti da leggeri lividi violacei, invece, l'altra parte non presentava imperfezioni, se non qualche graffio pesante. Sakura notò anche che al collo indossava una catenina con una semplicissima lettera argentea, una ''R''.
Mentre, però continuava ad osservarlo, il volto dell'uomo cambiò, e al posto del sorriso sadico, le sue espressioni divennero d'un tratto completamente serie.
''Sakura... Haruno'', mormorò, avvicinandosi definitivamente e afferrandole il mento con le mani gelide. Lei lo osservò acidamente, cercando di trattenere la paura e tentando di dimostrare la sua calma.
''Tu mi conosci... sono l'uomo che ti ha rovinato la vita, che ti vuole morta... io sono... Obito, Obito Uchiha''. 
L'Haruno si sentì improvvisamente debole, strana e inspiegabilmente confusa. Osservò ancora, freneticamente, delle risposte nelle pupille color pece del ragazzo, chiedendogli mentalmente che cosa significasse tutto ciò, e soprattutto, perché stava succedendo tutto a lei. Mentre mille idee confuse si impossessavano del suo corpo, mentre delle lacrime di smarrimento completo ottenevano il libero arbitrio di dominare i suoi occhi lucenti, però, il suo flusso di pensieri e gocce di pianto furono bloccati da un improvviso colpo veemente dietro la nuca, e infine, prima di mormorare il suo centesimo ''perché'', chiuse gli occhi, svenendo all'istante.

 



 

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