I Due Eredi

di DesmoBlack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuovi Incontri ***
Capitolo 3: *** Altri Incontri ***
Capitolo 4: *** Curiosando ***
Capitolo 5: *** Conoscendosi meglio ***
Capitolo 6: *** La Cena I ***
Capitolo 7: *** La Cena II ***
Capitolo 8: *** After dinner ***
Capitolo 9: *** Chiacchiere notturne ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 
Era una fredda notte di fine giugno. In una delle tante vie di Londra stavano camminando a passo spedito due uomini. Stringendosi nel suo mantello, l’uomo più alto si rivolse al suo accompagnatore, irritato: -Sei sicuro che sia la direzione giusta, Charles?-
 
-Sì- rispose l’altro paziente.
 
-Magari ti sei perso–
 
–Te l’ho detto, ci sono stato settimana scorsa-
 
L’altro sbuffò, ma non rispose. Svoltarono l' angolo e Charles si fermò e indicò al compagno un vecchio cartello, decisamente rovinato, che stava sopra le loro teste - Guarda, Grimmauld Place, siamo arrivati-
 
-…Finalmente!Dov’è questo benedetto numero 12?- 
 
-poco più in là- disse Charles, indicando con un cenno col capo le case dall’altra parte della strada. Poi aggiunse a bassa voce- ma è attivo un incantesimo di protezione, non riuscirai a vedere l'entrata se non leggi prima questa - Tirò fuori dalla tasca un piccolo pezzo di pergamena. Il suo accompagnatore la prese e lesse velocemente l’indirizzo scritto con una grafia piccola ed elegante, per poi alzare il capo giusto in tempo per vedere una casa che gonfiarsi tra altre due, dall’altra parte della strada.  
 
–Però...- sì limitò a commentare. 
 
Procedettero, guardandosi intorno furtivi. Charles raggiunse per primo i gradi che conducevano alla porta dell’abitazione e bussò, piano. Silenzio.
I due uomini si guardarono un po’ dubbiosi, poi inaspettatamente, la porta venne aperta di scatto. Colti di sorpresa, entrambi sfoderarono le bacchette, pronti all’attacco.
 
-Fermi!- Ordinò l’uomo che aveva aperto la porta, il volto nella penombra, anche lui armato di bacchetta: -Identificatevi- ordinò, scontroso.
-Signor Moody, sono Charles, Charles Delacour. Ho portato...- 
 
-Zitto-  Lo interuppe bruscamente Moody: - A quante missioni hai collaborato col Ministero da quando sei stato trasferito in Inghilterra?- Chiese in tono aggressivo a Charles.
 
Charles rispose risoluto:- Due, signore-
 
-E chi c’era dell’Ordine?-
 
-Kingsley Shackebolt e Ninfadora Tonks-
 
-Perfetto. E tu...- Si rivolse all’altro ragazzo puntandoli la bacchetta a due centimetri dal petto –Irvine Kinneas, immagino-
 
-Sì- ribatte l’altro con astio – E  punti quella bacchetta da un' altra parte, grazie.- ordinò secco.
 
-Non darmi ordini, ragazzo- 
 
I due si squadrarono per parecchi secondi, immobili. Fu Charles a stemperare la tensione: -Signor Moody, ci faccia entrare confermo io per lui-  sussurrò Charles, mesto.
 
Moody lanciò a Irvine un ulteriore occhiataccia, come se lo stesse valutando, l'occhio magico che ruotava veloce, esaminandolo da capo a piedi. Infine, abbasso la bacchetta e aggiunse, sgarbato:
 
-E va bene, ma muovetevi, e non fate rumore!-
 
I due ragazzi entrarono silenziosamente nella casa e Moody chiuse la porta alle loro spalle, per poi iniziare a percorre lo stretto corridoio. Mentre lo seguivano, Irvine si guardava intorno, stupefatto: era una casa assolutamente strana, se “casa” la si poteva definire. Sicuramente era abbandonata, lo dimostravano i parecchi strati di polvere depositati sul tappeto e sulle cornici dei ritratti di maghi e streghe dall’aria minacciosa appesi per tutto il corridoio, e le numerose ragnatele un po’ ovunque. Passarono davanti a una grossa tenda logora e infine attraversarono una porta e scesero delle scale decisamente ripide, fino ad arrivare in una stanza grande e ampia, che ospitava  un lungo tavolo in legno con attorno un discreto numero di persone, tutte impegnate a guardare con interesse i nuovi arrivati.
A capotavola c'era Albus Silente, l'illustre Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, che si alzò e allargò le braccia in segno di benvenuto verso i nuovi arrivati, sorridendo.
 
-Benvenuti!Venite, sedetevi pure qua!-
 
Detto ciò evocò un paio di sedie dall'aria comoda  che andarono a posizionarsi ai due lati dell'uomo. Irvine e Charles attraversarono rapidamente la sala, gli occhi di tutti i presenti puntati su di loro. Si sedettero di fianco a Silente.
 
-Signori e signore, di certo ricorderete Charles Delacour, il nostro nuovo membro dell'Ordine della Fenice, Auror proveniente dalla Francia- molte teste annuirono in conferma- Il nostro secondo ospite è Irvine Kinneas, Auror proveniente dall'Italia. Chi di voi lavora al Ministero, lo conoscerà sicuramente di fama: un Auror davvero promettente che sarà un valido aiuto per contrastare Voldemort- A queste parole, ci fu un diffuso mormorio di commenti sussurrati. - Ma prima di spiegarvi il perché della sua presenza qui, vi devo informare che la notte scorsa, prima di condurre Harry dai Weasley, mi sono accertato che questa casa sia ancora praticabile, con l'aiuto dell'elfo domestico Kreacher. Harry ha confermatò tutto ciò, risulatando l'effettivo erede dei beni di Sirius-  a queste parole ci fu un sonoro suono di disappunto, notò Irvine, da parte di un uomo vestito di nero, dall'aria arcigna. Molti lo guardarono torvi, ma Silente continuò imperterrito – Tuttavia, questa sarà l'ultima volta che utilizzeremo la casa dei Black come base, per ragioni di sicurezza. Vi informerò tra poco dell'esatta ubicazione della nostra futura sede. Ma veniamo all'argomento principale di questa sera...- disse, scambiando un cenno di intesa con Irvine.
 
-Ho avuto l'occasione di parlare con il signor Kinneas, che è venuto a farmi visita a Hogwarts qualche giorno fa- continuò Silente – perché sosteneva di avere una storia molto importante da raccontarmi e che avrei dovuto conoscere...- 
 
-E quale sarebbe?- lo interuppe Moody, impaziente.
 
-Beh...- prese tempo Silente, scambiando un'altra occhiata con Irvine – è una questione assai particolare, e non di facile comprensione, aggiungerei...Irvine?Puoi ripetere ciò che hai raccontato a me, cortesemente?-
 
Irvine guardò il Preside torvo per qualche istante,  come se non fosse di suo gradimento parlare a così tanti estranei. Tuttavia, espirò profondamente e si rivolse direttamente alla piccola folla curiosa, parlando rapido e schietto: - Ho due cugini, che vivono in Italia, da molti anni. Gemelli. Un maschio e una femmina, di sedici anni. Sono stati adottati ciascuno da due famiglie inglesi, quando erano molto piccoli, avevano meno di un anno. Le famiglie si sono entrambe trasferite in Italia, per la protezione dei bambini, andando ad abitare entrambe nello stesso paese, e mantenendo i contatti tra loro, perché volevano che i bimbi, anche se adottati da due famiglie distinte, crescessero insieme, mantenendo i contatti tra loro- ci furono dei mormorii, come se gli ascoltatori non capissero dove lo straniero voleva andare a parare, con questa storia. Ma Irvine continuò, imperterrito: - Quando ho raggiunto l'età giusta e iniziato il mio addestramento di Auror, mi sono fatto raccontare tutta la storia, da entrambe le famiglie. Mi hanno detto di non sapere nulla sulla madre dei bambini, ma di avere, seppur limitate, delle informazioni sul padre- fece un profondo respirò e continuò- Mi dissero tutto ciò che sapevano: il padre era inglese ed era stato allontanato dai bambini perché incarcerato nella prigione di Azkaban all'età di ventun'anni, colpevole di omicidio plurimo- Il mormoriò divenne di colpo più forte - Ho ragione di credere che il padre dei miei cugini sia Sirius Black. -

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Capitolo 2
*** Nuovi Incontri ***


 

 

Pov Harry

 

Stavo trascorrendo una tranquilla vacanza alla Tana, all'insegna delle partite di Quidditch e dei banchetti della signora Weasley, quando una sera, a cena, il Signor Weasley ci avvertì di preparare tutti i bagagli per l'indomani, dove insieme avremo raggiunto la nuova sede dell'Ordine della Fenice.

-E dov'è la nuova sede, papà?- chiese Ginny stupita.

-Neanch'io per ora so precisamente dov'è, mi comunicherà Kingsley l'indirizzo domani a lavoro, e vi raggiungerò direttamente lì. È prevista una riunione giusto domani sera. Silente ha detto che trascorrete lì buona parte dell'estate, come è stato l'anno scorso con Grimmauld Place.-

-Mi raccomando- aggiunse la signora Weasley -I bagagli di tutti devono essere pronti per domani alle cinque, verrà Remus con un altro paio di persone ad aiutarvi con il trasferimento.-

Annuì, ma non dissi niente. Il solo nominare Grimmauld Place mi bastò a farmi ricordare il Natale appena trascorso. E quindi Sirius. Mi si chiuse lo stomaco e posai la forchetta. Mi era passata la fame.

 

 

-Allora?!?Sono pronti i bagagli ragazzi?- urlò la signora Weasley dal piano terra, il giorno dopo.

Un coro di “siii” arrivò in risposta, e insieme a Ron e Ginny mi affrettai a portare i bagagli di sotto, facendo un gran chiasso. Hermione aveva appena finito di sistemare la sua roba all'entrata, affianco alle valigie di Fleur.

Ci avvicinammo, ma Hermione sì posò un dito sulle labbra, facendoci segno di fare silenzio. Poi indicò la cucina dei Weasley, che era stranamente affollata di persone.

C'erano Remus, Fleur e la signora Weasley in piedi, che stavano ascoltando ciò che stava dicendo un ragazzo, seduto al tavolo impegnato a mescolare una tazza di thè, che non avevo mai visto prima: era di bell'aspetto, col naso dritto e una bocca carnosa, gli occhi castani così come i capelli, corti, che sembravano stati spettinati volutamente con un poco di gel. Era molto muscoloso, ricordava un po' Charlie Weasley come corporatura, dava l'idea di uno che poteva mettere k.o. facilmente una persona con un solo e potente pugno, senza preoccuparsi di usare la bacchetta.

Quando si rese conto che tre nuovi paia di occhi erano posati con interesse su di lui, si bloccò e ci sorrise, un sorriso caldo e amichevole, che ricambiai. Poi si alzò, e notai quanto era alto: una montagna, molto più alto di chiunque nella stanza, forse arrivava a un metro e novanta. Da un certo punto di vista mi intimoriva, e forse questa sensazione era accentuata dal fatto che mi rendevo conto di essere molto più basso di lui.

Venne verso di noi e mi tese la mano. - Ciao, sono Irvine, Irvine Kinneas- ricambiai la stretta, un po' imbarazzato -Ehm..Har-Harry...Piacere!- Omisi accuratamente il Potter, anche se qualcosa mi diceva che sapeva già chi ero.

Si presentò anche agli altri e poi aggiunse: - Sono qui per portarvi alla nuova sede dell'Ordine. Dove sono i vostri bagagli?Così gli Smaterializzo-

-Lì- li indicò Hermione, un po' rossa in volto. La guardai, così anche Ron. Perché era arrossita?Che cavolo aveva? Poi intuì che forse il suo comportamento era dovuto all'avvenenza del nuovo arrivato. Notai, con una punta di fastidio, che anche Ginny lo guardava parecchio interessata.

-Aspetta Irvine, ti do una mano- sì offrì Lupin. Mentre raggiungeva Irvine, che sì era già avviato verso l'entrata, mi mise una mano sulla spalla e sorrise, un po' malinconico.

Smaterializzarono i bagagli in un attimo, e poi Lupin si voltò verso gli altri: - Allora, per voi ragazzi, che non siete ancora in grado di Smaterializzarvi, abbiamo pensato che la Smaterializzazione Congiunta sia l'ideale. Perciò, Harry andrà con Irvine, Hermione con me, Ron con Molly e Ginny con Fleur, d'accordo?- Annuimmo tutti, uscimmo dalla Tana, e vidi la signora Weasley iniziare a lanciare una serie di incantesimi protettivi alla Tana. Irvine l'affiancò per aiutarla. Una volta concluso, mi raggiunse e mi prese con forza per un braccio, scambiando un cenno di intesa con tutti gli altri. Dopodiché ci Smaterializzammo.

 

Per poco non caddi a terra, non ancora abituato alla forza della Materializzazione Congiunta. Riuscì a reggermi in piedi solo grazie a Irvine che mi tenne saldamente per il braccio. Lo ringraziai.

-Figurati. È tutto apposto?

-Sì- risposi, un po' scombussolato. Vidi gli altri Materializzarsi mano a mano di fianco a noi, poi mi guardai intorno.

Eravamo in una strada di campagna, in lontananza si intravedevano le sagome di grandi colline. Davanti a noi c'era un grande cancello con alte inferriate d'ottone. Era talmente ampio che poteva passarci comodamente un camion senza avere problemi né in larghezza né in altezza. All'apice, era posto un grande blasone, con una “R” incisa elegantemente al suo interno. Attraverso le inferiate si intravedeva un enorme giardino, con delle grandi fontane sia a destra che a sinistra del sentiero principale, che portava all'ingresso di un grande maniero, costruito su due piani. Era un posto davvero enorme e bellissimo, non me l'aspettavo e rimasi di sbalordito. Era così diversa dall'ultima sede dell'Ordine. Notai che anche gli altri erano sconvolti quando me.

Irvine, incurante del nostro sbigottimento, fece un incantesimo non verbale per aprire il grande cancello d'ingresso. Dopodiché avanzò nel giardino e lo seguimmo. Mentre ero impegnato a guardarmi intorno, scorsi poco lontano tre figure: una seduta al bordo della fontana sulla destra, e altre due poco più avanti, sul sentiero che stavamo percorrendo. Sembrava stessero giocando a palla. La più vicina era certamente una ragazza, lo capii dai capelli lunghi e scuri. La figura più lontana era un ragazzo, che stava sbraitando qualcosa che non riuscì a cogliere. A un certo punto, lo vidi fare dei giochi di gambe con la palla, come dei palleggi. Poi colpì la sfera con un calcio poderoso, che attraversò tutto il cortile come un missile e mi colpì violentemente, in pieno volto, rompendomi le lenti degli occhiali. Persi l'equilibrio a causa del forte e inaspettato urto e caddi violentemente picchiando forte la testa per terra.

-HARRY!!!!!-

-Ahiiiiiaaa...- riuscì solo a dire in risposta, toccandomi il volto e poi la testa.

-ALEXANDER!!!!!!!!!- sbraitò Irvine a qualcuno, furioso. Poi mi soccorse cercandomi di tirarmi su. -Harry...Stai bene?- mi chiese preoccupato.

-Aahhh...La testa...-

-Harry....- la voce di Hermione era piena di panico.

Non riuscivo ancora a riaprire gli occhi, li sentivo bruciare, forse per le lenti degli occhiali che si erano rotte in mille pezzi e mi avevano ferito. Sentì quindi solo dei passi arrivare di corsa.

-Scusa!!Scusa, scusa!!- era una voce di ragazza, che non conoscevo. Irvine le rispose arrabbiato in una lingua che non capivo, forse italiano, a giudicare dal suono.

Sentì qualcun altro arrivare e che rispose a Irvine in tono iroso, sempre in italiano. Dopodiché i due iniziarono a discutere tra loro, in toni abbastanza alti. Intanto, mi massaggiai il viso con la mano nei punti dove mi bruciava, e quando la allontanai vidi che le dita erano sporche di piccole macchioline di sangue. Nel frattempo era calato uno strano silenzio nel nostro gruppo, e sentì solo la voce di Lupin sussurrare piano: -Reparo-. Mi porse gli occhiali e li indossai.

Dopo qualche attimo di smarrimento dovuto al recupero delle mie facoltà visive, notai Ron, Hermione, Fleur, Lupin e la signora Weasley che stavano guardando con un espressione scioccata i due ragazzi che avevo visto da lontano, prima che la pallonata mi prendesse in pieno. E li guardai anch'io. E il mio cuore saltò parecchi battiti.

Assomigliavano in maniera incredibile a Sirius.

La ragazza, che poi ricollegai alla voce sconosciuta che prima mi aveva chiesto scusa allarmata, era veramente bellissima. Alta, magra, slanciata, con le curve nei punti giusti. Aveva un viso bellissimo dai tratti regolari, con un naso piccolo e dritto leggermente all'insù, occhi azzurro cielo, labbra sottili e lunghi, lisci, splendenti capelli corvini. Era difficile trovarle un difetto.

Ma fu soprattutto il ragazzo a lasciarmi senza parole. Era identico a Sirius da giovane, potevo affermarlo con sicurezza perché l'avevo visto pochi mesi prima nel Pensatoio, nell'ufficio di Piton. Era molto alto, più della ragazza, magro e slanciato. Occhi azzurri e luminosi, anche lui con dei capelli corvini lucenti, con dei ciuffi forse troppo lunghi sia dietro le orecchie sia davanti agli occhi, che gli davano l'aria da ribelle. I tratti simili a quelli della sorella, con le sopracciglia forse più arcuate, ma si assomigliavano molto. Sembravano gemelli. Era anche lui era oggettivamente molto bello, anche se ora aveva dipinto sul volto un espressione decisamente infervorata mentre litigava con Irvine. Sembrava stesse cercando di difendersi, spiegando le sue ragioni, come se Irvine non lo capisse. La ragazza li guardava preoccupata. Si avvicinò, camminando, una terza persona, la figura che avevo visto prima seduta sul bordo della fontana. Era una ragazza, abbastanza alta e molto magra...E molto carina. Aveva dei folti capelli ricci castani, che gli superavano di lunghezza le orecchie, ma non erano crespi come quelli di Hermione, ma al contrario molto definiti e curati. Aveva dei lucenti occhi castani e un naso piccolo e dritto. Si avvicinava sorridendo, guardando sia la discussione tra il ragazzo simile a Sirius e Irvine, come se si stesse godendo da matti lo spettacolo, e poi guardando me, reprimendo quindi una risata posando la mano davanti alla bocca. Mi sentì all'improvviso in imbarazzo...Chissà che figura da idiota avevo fatto!

I due continuavano a discutere, fino a che a un certo punto sentì il ragazzo gridare contro Irvine: -Ok!OK!- poi, girandosi verso di me con aria cattiva e contrariata, disse, in una strana pronuncia inglese: - Scusami!SCUSAMI, OK?- lanciò un'altra occhiataccia a Irvine, recuperò la sua palla, la spedì con un altro potente calcio dall'altra parte del cortile e si lanciò all'inseguimento. La ragazza riccia gli corse dietro.

Irvine lo richiamò, ma il ragazzo simile a Sirius si era già defilato. La ragazza dai lunghi capelli scuri si lasciò sfuggire una risata, ma poi intercettò lo sguardo furioso di Irvine e si zittì immediatamente, guardandolo circospetta, come se si aspettasse un esplosione da un momento all'altro.

Poi Irvine si rivolse a me, dicendo: -Scusa Harry. Era mio cugino, un' idiota. Lei invece è Lara.- Presentò la bella ragazza a me e a tutti gli altri. Lei si fece avanti e ci rivolse un sorriso cortese, forse un po' imbarazzata dalla piccola folla di curiosi, e sventolando la mano in segno di saluto, aggiunse in un perfetto inglese: -Ciao, sono Lara. La sorella dell'idiota-.

Ron rise, apprezzando la battuta.

Tutti le strinsero la mano a turno, basiti, soprattutto Lupin; Fleur, invece, la salutò con molta confidenza: -Salut Lara!Da quanto tempo!Comme ça va?- A quanto pare si conoscevano già, e questo ci stupì un po' tutti.

-Tutto bene, grazie!- rispose Lara allegra.

-Lara, ci fai strada?- propose Irvine.

-Sì, sì, certo-

Camminammo lungo il viale, in silenzio, impegnati ad osservare l'aspetto della nuova conoscenza. Notai che anche Lupin la guardava con molta attenzione. Ron, invece, con una faccia da pesce lesso che sembrava infastidire alquanto Hermione.

Poi Lara si avvicinò a me e disse, un po' preoccupata: -Stai bene?-

-Ehm...Sì, grazie- diventai rosso papavero, ripensando allo “spettacolo” che avevo offerto poco fa.

-Scusaci, ma mio fratello non vi aveva visto arrivare...Stavamo giocando- aggiunse come spiegazione.

-Tranquilla, nessun problema-. Le sorrisi di rimando, ma in realtà non potei far a meno di pensare che il fratello non sembrava poi così dispiaciuto per l'accaduto.

Mentre ci avvicinavamo all'entrata dell'enorme maniero, rividi di nuovo il fratello di Lara, ancora intento a palleggiare, mentre parlava concentrato con la ragazza dai capelli ricci. Sembrava che fosse arrabbiato e la ragazza lo stesse ascoltando per farlo sfogare. Poi notarono la nostra presenza, lui si girò e mi guardò con un'occhiata assassina, gelida e fredda, come se gli avessi fatto chissà quale torto al mondo. Poi guardò tutti gli altri, nessuno escluso, nello stesso modo freddo e antipatico.

Ci affettammo entrare dentro, mentre sentì Lara digli qualcosa in italiano, a cui lui rispose con un secco e acido: -NO!-. Irvine produsse un verso fortemente irritato e alzò gli occhi al cielo, come se stesse invocando pazienza.

 

Entrammo in un grande atrio, con un pavimento a scacchi bianchi e neri, molto lussuoso. Su ciascun lato c'erano delle enormi scale in legno che portavano al piano superiore della casa, dove si affacciavano molte altre porte. C'erano alte e grosse finestre, dove entrava molta luce dall'esterno, e grandi quadri, che assomigliavano come maestosità a quelli di Hogwarts, con ritratti di persone apparentemente importanti, ma con la grande differenze che le figure, all'interno, non si muovevano. Erano quadri babbani.

Irvine si risolse a tutti noi. - I vostri bagagli sono già al piano di sopra. Gli elfi domestici vi guideranno alla vostra stanza- Schioccò le dita e comparvero tre elfi domestici che si esibirono in un profondo inchino. - Se qualcuno desidera del thè, mi segua in cucina- Poi si rivolse a me – Harry, seguimi anche te per favore, ti faccio un paio di incantesimi per i graffi al viso-

-Cosa? No, sto bene!-

-Seguimi, non c'è problema, ci metto un attimo. Lara, vieni anche te-.

Vidi Ginny, Ron, Hermione fermarsi nell'atrio a confabulare tra loro; invece noi seguimmo Irvine, che ci fece attraversare l'ampio atrio fino a raggiungere una grande arcata i legno che oltrepassammo, seguimmo un vasto corridoio e a un certo punto svoltammo a sinistra per entrare nelle spaziose cucine, dove c'erano un paio di elfi domestici impegnati a spolverare. Ma c'erano elfi ovunque in questa casa?

-Portateci del thè, per favore- ordinò autoritario Irvine.

-Sì, signore!-

-Prego, accomodatevi pure- la signora Weasley, Fleur e Lupin si sedettero a un tavolo in legno, di forma quadrata, abbastanza, grosso, su un lato della cucina. Lara, invece, si appoggiò a uno dei ripiani, senza sedersi. Lo stesso fece Irvine, che mi invitò con un cenno ad avvicinarmi, per sottopormi a qualche incantesimo curativo. Notai che la signora Weasley osservava con interesse i marchingegni babbani presenti: non mancava nulla, lavastoviglie, fornelli, microonde, frullatore, tostapane...Mi chiesi se la signora Weasley fosse mai entrata in una casa babbana. E che cosa ci facevano loro in una casa babbana. E che casa babbana, mica da quattro soldi! E chi fossero quei due ragazzi. Okey, troppi pensieri insieme!

Comparve dal nulla un elfo domestico, che posò sulla tavola una grande quantità di biscotti. Un secondo elfo comparve da una porticina nascosta della cucina, servendo diligentemente a tutti un thè ben caldo.
 -Ok, apposto- disse Irvine, osservandomi con soddisfazione il viso.

-Ehm... Grazie- Andai a sedermi vicino a Lupin, anche se in realtà non avevo voglia né di biscotti né di thè. Osservai piuttosto Lara, impegnata a mangiare con soddisfazione un biscotto al cioccolato.

Cadde il silenzio per qualche secondo, fino a che Fleur non domandò: -Quando siete arrivati in Inghilterra, Lara?-

-Due giorni fa- rispose lei.

Iniziarono un'allegra conversazione, che non colsi perché ero troppo preso dai miei pensieri. Fleur conosceva questi ragazzi. Perché non l'aveva detto? Assomigliavano troppo a Sirius. Perché non aveva informato l'Ordine della curiosa somiglianza?Perché non l'aveva detto a Sirius? Ah no...Fleur non conosceva Sirius di persona...Non avrebbe mai potuto notare la loro somiglianza fisica. Stava cadendo nel paranoico. Ma voleva delle risposte. E le voleva adesso!

Interruppi in malo modo la conversazione tra le due ragazze – Scusate- tutti ora mi guardavano fisso – Ma chi sei esattamente tu?- chiesi con poco tatto.

-Chi sono esattamente io in che senso?- mi rispose lei abbastanza duramente, come se si fosse offesa, arcuando un sopracciglio.

-...Nel senso...- feci un respiro profondo, per calmarmi – è che assomigli veramente tanto al mio padrino. Anche tuo fratello. Perché?-

Lei mi guardò basita, e stava per rispondermi sicuramente in malo modo, finché non sentì Lupin mettermi una mano sulla spalla – Harry- mi disse, calmo – Aspetta...Ci spiegheranno tutto con chiarezza questa sera-

Nello stesso istante suonò un forte biiiippp che si sentì distintamente per tutta la casa.

-Irvine si alzò di scatto e disse: - è l'allarme, si è appena Materializzato qualcuno-.

-qualcuno chi?- chiese Lara

Irvine fece un complicato movimento di bacchetta, da cui scaturì del fumo che osservò con attenzione, come se gli stesse rivelando qualcosa.

-Tutto apposto...è il professor Silente-.

 

 

 

 

 

 

 

Hello! Scusate se per il prologo non è seguito nessun commento ma ero esaurita dall'editor di Epf e non vedo l'ora di chiudere il pc XD XD

Comunque si lo so, è una fic un po' particolare :) Ma mi piace così e così sarà! (Tanto su Epf ci sono fic di tutti i tipi, una in più non guasta, ah ah!! w la fantasiaaaaa)

Se avete domande, curiosità, scrivete pure.

Più che altro avverto subito che ci saranno aggiornamenti molto a rilento perché:

1)sono sotto periodo esami, e ovviamente la bella idea di postare la fic è venuta nel momento giusto!!!>.<''''

2) tendo a fare capitoli lunghi, quindi ci vuole anche tempo per scriverli :P

Perciò...Pazienza!!

Alla prossima,

Desmondina :*

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Capitolo 3
*** Altri Incontri ***


 

 

Pov Alex


-Quanto mi sta sul cazzo!-

Ero letteralmente infervorato, ovviamente per mio cugino qualsiasi cosa succedesse era sempre colpa mia. Ma che colpa ne avevo se stavo giocando a calcio, colpisco la palla, e vado a pescare l'unico cretino che se la piglia in piena faccia e finisce a terra come un' idiota?

Ero veramente arrabbiato e Raniel, la mia ragazza, stava tentando di farmi sbollire un po'. D'altronde ormai mi conosceva bene e sapeva come prendermi in queste situazioni.

-Sì, hai ragione Alex, non gli avevo visti neanch'io arrivare...-

-Ma ovviamente lui non mi ascolta, lui è quello che ha sempre ragione...!-

-Sì, a volte Irvine effettivamente esagera...-

-E poi chi sarebbe tutta questa gente?!?- urlai esasperato, dando un calcio poderoso al pallone e facendolo rimbalzare con violenza contro il muro.

-Mmmh...Mi pare dei suoi colleghi di lavoro, no?-

-Bé, io me ne sbatto dei suoi colleghi di lavoro...-

-Oddio...è quegli altri chi sono?-

Mi voltai e vidi una vera piccola folla di persone che stava percorrendo il viale in direzione dell'entrata del maniero. Lì osservai con attenzione, e molti ci guardavano con altrettanto interesse.

La folla era capitanata da un vecchio decrepito con barba e capelli lunghissimi, di un bianco candido. Dall'aspetto sembrava un po' il fratello perduto di Merlino.

-Buonasera!- disse staccandosi dal gruppo e avvicinandosi a noi, con un sorriso a trentadue denti. Pensai solamente: “non parlarmi in inglese, non parlarmi in inglese, perché io non ti parlo, eh!”

-Buonasera!- rispose Ran. Meno male che c'era lei, sempre pronta a salvare la situazione.

-Stavo cercando Irvine Kinneas- personalmente, della frase capì solo Irvine Kinneas, che bastò e avanzò. Alzai gli occhi al cielo e produssi un suono che voleva dire soltanto: “basta parlare di Irvine!”.

Ran gli indicò l'interno della casa e il vecchio la ringraziò esibendosi in un inchino. Sorrise ancora e fece cenno alla sua “banda” di seguirlo. Tra questi, notai un uomo vestito di nero (che soprannominai immediatamente tra me e me “l'uomo nero”), che mi guardava malissimo, chissà perché. Comunque, ricambia con altrettanto interesse, lanciandoli una delle mie occhiate più torve.

Il gruppetto, mentre stava entrando in casa, fu raggiunto da un' ultima figura, alta il doppio di un uomo normale, che percorreva a grandi falcate il sentiero, trascinando con sé una splendila, grossa, lucente e bellissima moto nera. Mi promisi mentalmente di provarla, quella moto, assolutamente. La parcheggiò davanti all'entrata della casa, stabilizzandola con il cavalletto. Poi si voltò verso di noi, mi guardò, disse qualcosa che non riuscì a capire e poi ci salutò con la mano, mentre si piegava per entrare nel portone.

Guardai Ran, completamente allibito.

-Ma chi diavolo sono questi?!?-

-Hai visto quanto era alto quel tipo?-

-Sì, difficile non notarlo....E la moto?L'hai vista?- ribattei, esaltato.

Corsi verso il gioiello, per esaminarlo da vicino. -Che figata!-

-Pensavo preferissi le macchine...-

-Beh...Ci si accontenta!Dici che se la provo il gigante se ne accorge?-

-Ma sei fuori?Se ti becca Irvine ti Schianta da qualche parte-

-Dai, provo a salirci!-

-Alex, no!-

Troppo tardi, ero già montato su. Era comoda, mi piaceva. Provai a impugnare il manubrio, e a girarlo un po'. Notai che la carrozzeria aveva un bel po' di graffi, sicuramente la moto ne aveva passate un bel po'. Feci caso anche a uno strano pulsante, rosso. Feci per premerlo, prima che Ran mi afferrasse la mano.

-Alex, evita!-

-Oh, andiamo, che vuoi che succeda?È solo un pulsante!-

Mi stavo liberando dalla sua presa quando sentì il portone di ingresso aprirsi di nuovo. Temetti che uscisse il proprietario della moto e che mi beccasse in pieno. Per fortuna era mia sorella Lara.

-Che stai facendo?- chiese, severa.

-Niente, provavo la moto- risposi con semplicità.

-Scendi, scemo!-

-Okey, okey!-

Smontai dalla moto mentre lei si avvicinava, le mani sui fianchi e un' espressione minacciosa in volto.

-Guarda che a quel ragazzo gli hai fatto male sul serio!-

-E guarda che ho già detto che non l'ho fatto apposta!-

-Beccarsi una pallonata in faccia già fa male, figurati se poi la tiri te!- mi rispose dietro imperterrita.

-Lo prenderò come un complimento-

Lei in tutta risposta strinse le labbra, ma evitò di commentare.

-Allora entrate o no?- chiese, con un tono un po' acido.

-Se proprio dobbiamo...- risposi con scarso entusiasmo.

 

 

Mentre entravamo nell'atrio, speravo che i visitatori si fossero “magicamente” volatilizzati per qualche ragione. Pensavo male, perché l'ingresso era pieno di persone. E si girarono tutti a guardarci appena varcammo la soglia.

Guardai gelido tutti i presenti mentre chiusi la porta violentemente alle spalle, e iniziai a camminare prendendo a piccoli calci il mio fedele pallone, per fare in modo che mi precedesse.

-Ma che hanno tutti da guardare?- mi chiese Ran in soggezione.

-Boh...Sarà che siamo molto belli, e sono invidiosi- Le sfuggì una risatina.

Avevamo attraversato quasi tutto l'atrio quando una voce conosciuta ci chiamò.

-Ehi, Alex!Ran!-

Era Charles Delacour, il miglior amico di mio cugino. Risposi con un: -Ehi, Della!- e cenno di saluto con la testa. “Della” era il soprannome che gli avevo affibbiato da tempo. Delacour era un cognome troppo lungo da pronunciare in fondo.

-Ehi, come stai Alex?-

-Una gioia!- risposi in tono ironico.

-Ha litigato poco fa con Irvine- spiegò Ran a Della.

-Sì, mi è giunta voce- rispose Della – Hai tentato di uccidere a pallonate un ragazzo, vero?- aggiunse con una mezza risata.

-Questa storia ormai la sanno tutti!Non dirmi che sto diventando talmente famoso che non potete far a meno di parlare sempre di me?!?- replicai, facendo scoppiare a ridere tutti.

-Ti sei scusato almeno, Alex?- mi chiese Della, tra le risate.

-Certo, Charles!Per chi mi prendi?!?Comunque...Il Della Due invece dov'è è finito?-

Della Due era suo fratello minore, Olive. È a scuola con noi, nell'altra classe però. Ha la nostra età, sedici anni, e assomiglia un sacco al fratello maggiore: capelli biondo chiaro, occhi azzurro ghiaccio, un bel viso. Sembravano tutte e due degli angioletti, pensandoci bene. Lo chiamo Della Due piuttosto da recente, per prenderlo in giro, visto che avevo scoperto che aveva una pazienza infinita e non si arrabbiava mai, anche se gliene dicevo di cotte e di crude e lo prendevo per i fondelli alla grande. Ah, dimenticavo: Della Due ha una cotta per mia sorella Lara più o meno da una vita. Lo sapevano tutti a scuola, l'unica che non se ne era accorta era proprio Lara. Un classico.

-Eccolo là, sta parlando con Fleur-

-DELLA DUEEEEEE!!!!!- urlò Ran, sventolando la mano. La sentirono più o meno tutti nell'atrio come se non ci stessero già guardando a sufficienza. Scambiai occhiatacce a tutti, così, per farmi voler bene.

-Ran, sshhhh!!- la implorò Della Due, portandosi un dito davanti alla bocca per farla star zitta, evidentemente imbarazzato da tutta quell'attenzione.

-Dove siamo, a un funerale, che dobbiamo fare tutti silenzio?- risposi acido a Della Due, quando lo raggiungemmo – Ciao, Fleur- aggiunsi, atono, salutando controvoglia la sorella di Olive e Charles, che era accanto a lui.

-Alex...-

Anche lei ricambiò il mio saluto poco con veramente poco entusiasmo. Che non ci sopportassimo a vicenda lo sapevano tutti, non era certo un mistero. Anzi, non è che non ci sopportassimo: non ci potevamo proprio vedere.

-Spero tu stia bene- le chiesi con palese finta cortesia.

-Molto, grazie-

-Perfetto, non ti trattengo oltre...-

La vidi lanciarmi un'occhiataccia, mentre afferravo Olive per un braccio e lo trascinavo più lontano possibile da lei, seguito da Lara e Ran.

-Non puoi far finta di andarci d'accordo, almeno?- mi chiese della Della Due esasperato, passandosi una mano tra i capelli.

-Ho fatto finta!Gli ho chiesto anche come stava!-

-Però, che sforzo incredibile- commentò Lara, ironica.

-E già fin troppo, per gli standard di Alex...- intervenne Ran con una risata, poi si rivolse a Della Due:

-Non ti abbiamo visto arrivare!-

-Ma come, sono arrivato poco fa, con Charles e il resto delle persone...Vi ho anche visto parlare con il professor Silente !-

-Con chi?- chiesi.

-Ma sì, il signore con la veste e la barba lunga- lo indicò con discrezione.

-Aaah, il vecchio decrepito!-

-ALEX!- mi rimproverò Lara.

Scoppiai un una risata: - Beh...È vero!-

-Cosa vi a chiesto?- ci domandò Della Due, parecchio interessato.

-Dov'era Irvine- rispose Ran.

-Già, conversazione interessante, devo dire- aggiunsi, ironico.

-Ehi, a proposito di conversazioni...Queste persone sono sospette- proclamò Lara, in tono cospiratorio.

-In che senso?- chiese Ran, smarrita.

-Bé..Prima ero in cucina, e quell'Harry...Quello che Alex ha steso con la palla...Mi ha chiesto chi ero, chi eravamo noi – indico me – perché assomigliamo molto al suo padrino, secondo lui...E uno degli ospiti ha detto che gli avrebbero spiegato tutto stasera, a cena!-

-Stasera?Cena?- chiesi confuso.

-Sì, stasera...- la guardai con sguardo vuoto, senza capire. Lara alzò gli occhi al cielo, poi sbottò, esasperata: - Alex, si fermano a cena!E anche a dormire, alcuni di loro!-

-COSAAAA???????- urlai come un pazzo -NOOOOO!!!!MA C' È LA PARTITA STASERAAAAA!!-

Gli altri si misero a ridere, ma io non ridevo per niente!Ero caduto in completo panico!Non capivano.. Era questione di vita o di morte!

Lì mollai lì, e andai a cercare Irvine nel mare di gente, dando anche qualche spintone pur di passare. Sentivo mia sorella chiamarmi, ma non mi importava granché.

Individuai mio cugino, una montagna svettante tra tutte le altre, e lo raggiunsi velocemente, arpionandoli un braccio. Stava parlando con qualcuno e li interruppi, ma non me ne importava un tubo.

-IRVINE!C'è la partita stasera!Devo vedere la partita, capito?-

-Alex, ti sembra il momento?- mi rispose indietro arrabbiato.

-Sì, mi sembra il momento!Lo sapevi che c'era la partita, te l'ho detto da due settimane!Stasera guardo la partita IO, capito?!? I tuoi “amici” si arrangiano!-

-ALEXANDER...VOLATILIZZATI!- mi urlò dietro, furioso.

-Io te lo detto, capito?-

Feci per andarmene, ma mi afferrò per una manica, e mi sussurrò all'orecchio, minaccioso: - Ehi, come hai notato stasera abbiamo ospiti, quindi te stai tranquillo e fai la persona educata, per favore, okay?Hai già fatto abbastanza danni per oggi-.

Educazione, sì, certo...Se c'era una cosa di cui mi ero sempre vantato che l'educazione stava da una parte, e io dal lato esattamente opposto.

-Altrimenti cosa fai, mi metti in castigo?- lo provocai, beffardo, cercando di liberarmi, dalla presa, invano. Aveva sempre avuto una morsa d'acciaio, maledetto.

-Può darsi, ma sicuramente informerò tua madre, così vedrai che la vacanza al mare in agosto te la scordi- mi rispose indietro gelido.

Colpito e affondato. -Ok!OK!Va bene!Capito...Starò tranquillo, va bene?-

-Grazie, molto gentile. Sapevo che avresti recepito il messaggio- sfotteva pure, adesso!Mi lasciò finalmente il braccio e tornai da Lara e gli altri.

-Alex..Ma sei scemo?!?- mi chiese Lara nel pieno di un attacco isterico di risa.

-Lara, piantala!Mi serve una radio, abbastanza piccola da nascondere, devo seguire la partita in qualche modo!È la finale di Coppa!-

Mi guardò allibita. -Ma sei scemo?- ripeté, in un tono molto diverso da prima.

-No, non lo sono, muoviti!Non c'è molto tempo!-

E li costrinsi tutti a tre a seguirmi, mentre sentì Ran sussurrare a Della Due in tono atterrito: - Non la vedo molto bene quest'idea.-  

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Capitolo 4
*** Curiosando ***


 

Pov Harry

 

Dopo l'arrivo del professor Silente e degli altri membri dell'Ordine, ero salito al piano di sopra per raggiungere Ron, Hermione e Ginny. Passo dopo passo, continuavo a osservare stupefatto la casa in cui ci trovavamo. Era davvero immensa: solo sul pianerottolo del piano di sopra si affacciavano almeno una decina di stanze. Sembrava quasi di essere in un albergo, talmente era vasta. Mi domandai quante stanze contenesse il maniero in tutto. Mentre procedevo, notai che sulle pareti si susseguivano diversi quadri con i ritratti di quelli che sembravano babbani di alto rango, forse aristocratici, a giudicare dal loro abbigliamento. Tutto ciò non faceva altro che contribuire a creare altri interrogativi nella mia testa.

-Ehi Harry, qui!-

Ron sbucò fuori da una delle stanze sulla destra, facendomi segno di seguirlo. Entrai in una camera da letto sufficientemente grossa da contenere due letti matrimoniali, due armadi, una spaziosa scrivania in legno, e una porta da cui si accedeva a un bagno privato. La luce entrava da un ampia finestra esattamente dietro ai letti.

-Un elfo domestico ha già sistemato i nostri vestiti nell'armadio- disse, indicando uno dei due grossi armadi in legno sul lato sinistro della stanza – Che posto enorme, eh?-

-Già- risposi, con voce spenta.

-Mi sa che divideremo questa stanza con qualcun altro però, l'altro armadio è pieno di vestiti. E anche il bagno è pieno di oggetti di qualcuno...-

Non risposi, visto che sul momento non ero per niente interessato all'aspetto organizzativo della faccenda. Invece, domandai: -Hermione e Ginny dove sono?-

-Nell'ultima stanza alla fine del pianerottolo, in fondo sulla sinistra-

-Ok...Vieni, devo parlare con Hermione-

Ron mi guardò in un modo strano, ma non fece commenti. Raggiungemmo rapidamente l'altra stanza. Se la nostra camera era spaziosa, questa aveva dimensioni mastodontiche: grossa almeno tre volte quella mia e di Ron, il pavimento era interamente in legno, aveva un ampio camino in pietra sulla sinistra, con affianco una grossa libreria, un grande letto a baldacchino con le tende e le lenzuola rosa e l'angolo più lontano della camera non era chiuso da normali muri, ma da ampie vetrate, ed era una sorta di salottino privato, con tre divani dall'aria comoda, un piccolo tavolino e una grande televisione. In fondo a destra c'era un altra porta, socchiusa, da cui si intravedeva un altro bagno privato, particolarmente grande e spazioso. Tutto era estremamente lussuoso. Affianco al letto a baldacchino, era stato posizionato un letto matrimoniale, evidentemente proprio per Hermione e Ginny.

-Caspita- commentò Ron, completamente sbalordito, avvicinandosi con curiosità al televisore.

-Credo sia la camera di Lara- constatò Hermione.

-Come fai a dirlo?- chiese Ron.

-Guarda, ci sono un sacco di sue foto attaccate al muro, sopra la testata del letto.

Io e Ron andammo a esaminarle da vicino. Effettivamente erano attaccate, alla bell'e meglio con dello MagicScotch, un sacco di foto, alcune magiche, altre no: quelle non magiche avevano tutte Lara come soggetto, quando era molto piccola, a volte da sola, a volte con un uomo e una donna che non avevo mai visto, tutte scattate in posti stranieri, come la Torre Eiffel e il Colosseo, altre in posti che non conoscevo, ma decisamente non inglesi.

Quelle magiche, invece, erano un po' un mix. Alcune con Lara impegnata a giocare a Quidditch come Cacciatrice (e da come si muoveva nella foto, agile e sciolta, sembrava anche piuttosto brava), altre abbracciata a suo fratello, entrambi sorridenti o che facevano facce buffe; in altre ancora c'era anche la ragazza riccia, coi capelli molto più lunghi di come li porta ora, tutti e tre insieme al mare; oppure a scuola, mentre si sfidavano a duello con le bacchette o facevano finta di dormire durante le lezioni. Tutte foto molto allegre e buffe.

Ero talmente impegnato a esaminare ogni singolo scatto, che non mi accorsi che Hermione mi stava guardando con uno sguardo preoccupato. Quando me ne accorsi, mi chiese, con voce delicata: -Harry...Tutto a posto?-

Non chiesi a cosa si riferiva, capì comunque.

-Sì...Più o meno-.

Scese il silenzio.

-Chi pensi che siano?- domandai dopo un po' a Hermione.

Sapevo già dentro di me la risposta, ma volevo conoscere la sua opinione, sicuramente più obiettiva della mia.

-Non lo so...- disse lei piano, abbassando lo sguardo.

-Assomigliano a Sirius- insistetti.

-È vero...- si limitò a dire, vaga.

Indispettito dal fatto che non mi stesse dando risposte esaustive, le chiesi con insistenza:-Pensi che sia possibile che Sirius avesse dei figli?-

-Beh...Diciamo che non lo credevo possibile...-

-Ma se è così...Come è possibile che nessuno lo sapesse?Lupin, Silente...!...E che Sirius non lo sapesse?!?- aggiunsi, quai urlando.

-Non lo so Harry...-

-E neanche loro sanno...!- continuai, senza ascoltarla -Ho chiesto prima a Lara, e non sapeva di chi stavo parlando...-

-Harry...Penso che ci spiegheranno tutto stasera...-

-È quello che mi ha detto anche Lupin...- risposi, frustrato. Volevo aggiungere che non avevo voglia di aspettare questa sera, e volevo sapere adesso, cosa stava succedendo...Ma mi trattenni, perché non volevo sembrare troppo polemico, e comunque era inutile sfogarsi coi miei amici, in fondo loro ne sapevano quanto me...

Nessuno parlò per parecchi minuti. Fu Ron a parlare di nuovo: -Ma pensate che siano dei maghi?Voglio dire...Guardate che casa...è chiaramente babbana!E il ragazzo...Quello che ha colpito Harry...Stava giocando con un pallone babbano!-

-Ron...- gli rispose Hermione, esasperata, alzando gli occhi al cielo -Certo che sono dei maghi!Guarda le foto!- e indicò sia quella dove Lara, Alex e l'amica riccia si sfidavano a duello; sia quella dove Lara giocava a Quidditch.

-Beh...A primo impatto non si direbbe...- puntualizzò lui timidamente, forse un po' in soggezione per non aver pensato subito all'ovvio.

-Penso che siano stati adottati da una famiglia di babbani, e poi abbiano scoperto di essere maghi. Un po' come è capitato a Harry...- rifletté lei, pensierosa.

-E perché non sono venuti a Hogwarts?- chiese Ginny.

-Beh...Credo non siano cresciuti in Inghilterra...-

-Però Lara sa l'inglese!-

-E questa casa, allora?-

-...È di mio padre.-

Tutti e tre sussultammo, colti in fragrante. Sulla soglia della stanza c'era proprio Lara, e nessuno di noi l'aveva sentita arrivare. Lei ci guardava storto, le mani sui fianchi, le sopracciglia aggrottate e le labbra strette.

Seguì un nuovo silenzio abbastanza pesante.

-Sapete...- disse lei, acidamente – Di solito se si hanno delle domande, le si pongono ai diretti interessati!-

-Scusa...Scusaci...Hai ragione...- disse Hermione, rossa peperone in volto.

-Non fa niente- disse lei, anche se dal tono in realtà sembrava ancora abbastanza alterata.

La guardammo avvicinarsi al comodino, che era a poca distanza da noi, chinarsi per aprire il primo cassetto ed estrarre quelle che sembravano delle cuffie babbane per la musica.

-Ero venuta a prendere queste- spiegò lei, sempre nel completo silenzio. Sì rialzò e aggiunse: - La casa è del mio papà adottivo, ne ha diverse. È un Lord inglese, piuttosto ricco. Babbano. Però ora non c'è, è in viaggio d'affari in America.- Snocciolò rapidamente, con una scrollata di spalle.

-Il tuo papà adottivo? E tuo fratello?-

stato adottato da un'altra famiglia. Sì- confermò, osservando i nostri sguardi basiti – Viviamo entrambi in Italia, con le nostre famiglie, che si conoscono e lo sanno che siamo fratelli. Abitiamo anche molto vicini, pochi isolati di distanza, se proprio vi interessa. È una storia un po' complicata, e ve la sto spiegando brevemente. Però non guardatemi così, siamo perfettamente normali, tranquilli!- aggiunse con una risata, tentando di sdrammatizzare.- L'inglese lo so perché me l'ha insegnato mio padre, e ho viaggiato parecchio anche- spiegò con semplicità. -Piuttosto- aggiunse, tornando seria e guardandomi con i suoi occhi azzurro cielo- Tu ti chiami Harry, vero?-

-Sì- risposi, appiattendomi nervosamente la frangia sulla fronte.

-Cos'è che mi stavi dicendo prima in cucina?-

-Ehm...- iniziai, imbarazzato, non sapendo da che punto partire. Ero stato preso abbastanza alla sprovvista. Avevo così tanto da dire, che non sapevo neanche da dove iniziare. Hermione intuì la mia difficoltà e mi venne incontro.

-Beh...Sai...Io non so se sai chi è il vostro vero padre...Intendo...Sai...Il vostro papà...
naturale.-

-No- rispose lei, seccamente, guardando Hermione sospettosa, come se pensasse la stesse prendendo in giro.

-Beh...Perché...Noi... Sai...Forse, lo conoscevamo...-

-LARAAAAAAA!!!-

Arrivò di gran carriera suo fratello, correndo come un pazzo e facendo un gran trambusto. Oltrepassò la soglia della camera e si bloccò, rimanendo perfettamente immobile, come se non si aspettasse di trovare così tanta gente in camera della sorella. Ci guardò stranito, cercando di capire cosa stava succedendo. Nessuno di noi parlò, non sapendo come comportarci. Poi lui chiese qualcosa in italiano alla sorella, e lei le rispose, ma non capì il dialogo, ovviamente. Lui rispose -Ok- ci guardò male, tanto per cambiare, e tornò da dove era venuto.

Lei tornò a rivolgersi a noi, seria: -Sentite...Ora devo tornare di sotto. Facciamo che ne parliamo dopo, ok?-

-Ok- rispondemmo noi, in un unica voce.

La guardammo uscire, i bei capelli corvini lucenti che si muovevano dietro la schiena. Dopodiché ci scambiammo tra noi delle occhiate significative: sicuramente stavamo pensando tutti che quando sarebbe arrivato il fatidico “dopo” si sarebbero spiegate un sacco di cose.




Ciao!!Nuovo aggiornamento!
Vado di fretta perché dovrei studiare :P
Capitolo non molto lungo, ma abbastanza importante, spero che con questo il contesto vi risulti più chiaro ;)
Il prossimo capitolo sarà forse verso fine settimana...:P
Ps. sorry per carattere sempre diverso per ogni cap, ma l'editor di efp non è molto agevole...:P...Appena ho tempo li sistemo!!
Alla prossima, ciaoooooo :)
DesmoBlack :*

 

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Capitolo 5
*** Conoscendosi meglio ***


il prossimo capitolo FORSE sarà verso fine settimana” autocit.

CERTO!Le ultime parole famose, ahahah!!!

Scusate la lunga assenza ma sono stata molto impegnata con gli esami dell'uni, poi appena conclusi sono stata due settimane in vacanza studio in Scozia...Non ho avuto proprio tempo per scrivere!!!

Quindi, perdono per la lunga assenza...In questo mese d'agosto spero di riuscire a scrivere un po' di capitoli...-.-''

Buona lettura, desmoblack :*

 

 

 

Pov Lara

 

-Ti ho preso le cuffie Alex...-

Ero scesa di sotto, in una delle stanze più grandi della casa che mio padre usa per le riunioni importanti oppure per le cene con numerosi invitati, poiché che c'era un enorme tavolo in legno che poteva ospitare circa venticinque persone, e sulla destra, una sorta di salotto, con tre grandi divani, un camino in pietra e, sopra di questo, un televisore da sessanta pollici affisso al muro. Alex, Ran e Olive mi aspettavano seduti su uno dei divani, li raggiunsi e passai le cuffie a mio fratello. Lui le prese, e mi guardò interrogativo: evidentemente, aveva capito che ero pensierosa.

-Che ti stavano dicendo quelli, Lara?- mi chiese, inserendo le cuffie nella presa jack della radiolina.

-Quelli chi?- chiese Ran, curiosa.

-Oh, i ragazzi di prima...Niente, nulla di importante...-

Ma dalle faccia di mio fratello, capì che non l'aveva bevuta. Gli lanciai un'occhiata che voleva dire “dopo ti spiego”, e lui annuì impercettibilmente.

-Comunque funziona ragazzi!- disse Alex allegro, sventolando la radiolina per aria -Mi dispiace, ma stasera non farò molta conversazione, ah ah-

-E se Irvine se ne accorge, genio del male?- domandai, ironica.

-Ma va, stasera saremo la metà di mille a cena. Mi siedo nel posto più lontano possibile da lui, e mi ascolto la partita. Perfetto!E...Acqua in bocca...- ci guardò tutti e tre male, come se spifferassimo tutti i giorni a chiunque le sue idee idiote.

-Comunque avete visto come è alto quel tipo là?Sembra un gigante!Assurdo!- disse Ran, divertita.

-Perché quel tipo con l'occhio di vetro?- aggiunse Olive.

-E l'uomo in nero?Ahahah...- rincarò mio fratello, scoppiando in una risata squillante.

-Sì beh...È gente un po' strana- conclusi, pensierosa.

Mentre parlavamo, la gente che era rimasta all'ingresso tutto questo tempo si mosse nella nostra direzione. Alex nascose velocemente la radiolina.

Irvine, entrando nella sala anticipando il gruppo, disse: -Ragazzi, potete uscire per favore?Ci serve questa stanza per la riunione-

Alex sbuffò scocciato, perfettamente udibile, ma io risposi: - Certo, nessun problema!- feci cenno agli altri di muoverci, mentre Ran tratteneva le risate per il modo di fare di Alex, che non passava mai inosservato. Non per nulla era la sua ragazza: riusciva a trovare divertente mio fratello anche quando almeno metà della popolazione del pianeta avrebbe voluto Schiantarlo da qualche parte.

Mentre facevamo il percorso inverso, superando il mare di gente che ancora ci guardava curioso, passammo davanti alla persona che Alex aveva chiamato poco prima “l'uomo in nero”.

Dire che ci guardava male era riduttivo. Era un espressione di odio puro. Lo guardai fissa e ostile per un po', poi rendendomi conto che non lo conoscevo neanche, distolsi lo sguardo, anche se ero piuttosto innervosita.

Alex, tuttavia, non fece lo stesso. Rallentò l'andatura arrivando quasi a fermarsi, fissando l'uomo con un'occhiata aggressiva che non poteva essere fraintesa, e che notarono almeno altre dieci persone intorno a noi. Lo sguardo dello sconosciuto si fece ancora più truce e l'espressione diventò quasi schifata. Mi resi conto che la situazione poteva facilmente degenerare, perciò afferrai per un braccio mio fratello e lo trascinai via, sibilandoli, sottovoce: -Piantala!-. Lui mi ignorò, si girò di nuovo verso l'uomo e lo guardò, malevolo.

Quando ci fummo sufficientemente allontanati, Alex sbottò, aggressivo: -Ma che cavolo vuole quello?!-

-Non lo so, ma ti pare il caso di guardarlo così?- esclamai, arrabbiata.

-Perché, hai visto come lui mi guardava?Ci guardava?-

-Sì, ho visto!Però evita lo stesso!O la prossima volta ti lancia una Maledizione, come minimo...-

-Deve solo provarci!- Concluse lui, sdraiandosi su uno dei divani nell'ingresso.

Notai che il gruppo di ragazzi con cui avevo parlato prima in camera, tra cui Harry, erano seduti all'inizio della rampa di scale per il piano superiore, intenti a guardarci.

Li salutai con la mano, così anche Olive, anche se rimanevo della mia idea: se avevano domande, era meglio che le facessero ai diretti interessati.

-Ehm...Che facciamo, li invitiamo qui con noi?- mi chiese Olive.

-No...Per carità...- rispose Alex, scorbutico. -...Ma chi li conosce...-

Ran rise e lo prese in giro: -Alex, dovrebbero darti il premio per “il ragazzo più socievole al mondo”...-

-Sono socievole quando ne ho voglia io...E ora, guarda caso, non ne ho voglia...- ribatté lui, acido.

-Io ci vado a far due chiacchiere, invece...!- disse Ran, facendoli una linguaccia. Si alzò dal divano e si portò Olive con sé. Stavo per andare con loro, quando Alex mi chiamò.

-Lara, aspetta un attimo.-

Lo guardai e capì subito cosa voleva: spiegazioni riguardo a ciò che Harry e gli altri ragazzi mi stavano dicendo, prima che arrivasse e ci interrompesse.

Mi sedetti vicino a lui, e iniziai a spiegarli tutto a bassa voce.

-Beh...Gli ho beccati in camera a guardare le mie foto e a fare mille congetture...Infatti, gli ho risposto male quando sono entrata, gli ho fatto notare che bastava chiedere a noi, se avevano qualche domanda...Comunque...- controllai se i ragazzi si erano accorti che stavo parlando di loro, ma fortunatamente erano impegnati con Ran e Olive. -...Poi hanno iniziato a fare discorsi strani...- guardai mio fratello dritto negli occhi azzurri – …Mi han detto che forse conoscevano il nostro vero padre...-

Mi fratello sollevò un sopracciglio, a metà tra il basito e lo scettico.

-E tu?-

-Niente, sei arrivato tu e ci hai interrotto!Gli ho detto che ne avremo parlato dopo...-

Alex rimase per qualche secondo in silenzio, poi riprese ad armeggiare con la radiolina.

-Che cazzata, non ci credo.-

Anche se guardandolo attentamente, sembrava un po' turbato. Scrollai le spalle, non sapevo cosa pensare.

-Forse ne dovremmo parlarne con Irvine...-

-Parlaci tu, se proprio. Io con Irvine non ci parlo!-

Alzai gli occhi al cielo, esasperata. Quando ci si metteva mio fratello era peggio di un bambino.

-Hai intenzione di continuare a litigare con Irvine tutta sera?- gli chiesi, scocciata.

-No, ho intenzione di ignorarlo tutta sera, è diverso.-

-Okey, divertiti allora.- mi alzai, già stufa di quella conversazione, e raggiunsi il gruppo di ragazzi, mentre lui mi guardava storto.

-Ciao!- salutai di nuovo.

-Ehi Lara!- disse Ran, allegra parlandomi in italiano – Lo sai che ho scoperto che lui...- indicò il ragazzo coi capelli rossi, alto – ...Si chiama Ronald, ma lo chiamano Ron!Come con me: Raniel, voi lo abbreviate in Ran!Ron e Ran, Ran e Ron...- improvvisò una specie di piccola canzoncina, con i due soprannomi -Non fa ridere come cosa?- chiese, divertita.

-Da morire...- commentò Alex dal divano, con un tono scocciato, ascoltando tutto.

Alzai per l'ennesima volta gli occhi al cielo, invocando pazienza, mentre anche Ran lo guardava male, così come i ragazzi inglesi: evidentemente si erano fatti un idea di quello che aveva detto Ran e della rispostaccia di Alex, visto che il tono era difficile da fraintendere.

Cercai quindi di minimizzare: - Tranquilli, se sentite l'impulso di dagli un pugno in faccia, è perfettamente normale...-dissi, con un sorrisino.

Ebbi il successo sperato, visto che mi sorrisero a loro volta.

-...Ma quindi...Ehm...- provò a fare conversazione Ran, in inglese. Non era male, ma non le veniva ancora spontaneo fare domande in maniera fluida, doveva pensare prima a quello che diceva - ...Quindi...Voi due- e indicò Ron e la sorella – Siete i fratelli...Ehm..del nuovo...Ehm...Fidanzato di Fleur?-

Scoppiai a ridere: il “dono” di Ran per il gossip in ogni momento non si arrestava neanche davanti alla difficoltà di dover parlare in un altra lingua.

-Di Bill, intendi?- chiese Ginny.

-Sì!...Il ragazzo alto...ehm..Coi capelli lunghi rossi...-

-Sì, è nostro fratello- concluse lei con un sorriso gentile. Poi rivolgendosi a Olive, disse:- Non sapevamo che Fleur avesse due fratelli...Ci ha parlato solo di Gabrielle...-

-Ah si, Gabrielle...- sorrise Olive – L'avete vista a Hogwarts quando c'è stato il Torneo Tremaghi vero?- domandò, in un inglese perfetto.

-Sì...Harry l'ha salvata durante la seconda prova...- spiegò Ginny.

-Ah, ma eri tu il campione di Hogwarts?- domandò Olive, sorpreso.

-Uno dei campioni...- rispose Harry, in imbarazzo.

E io d'un tratto capì, come folgorata. Quello non era un “Harry” qualsiasi. Era Harry Potter!

Il suo nome era famoso in tutto il mondo, essendo l'unico che era sopravvissuto alla Maledizione Senza Perdono per eccellenza, l'Avada Kedavra.

Guardando bene la sua fronte, potevo vedere anche la famosa cicatrice nascosta dalla frangia. Ma come avevo fatto a non capirlo prima? Certo, in Italia i problemi che aveva la Gran Bretagna con i maghi oscuri erano risaputi da anni, anche se non era il principale argomento di conversazione. Si considerava semplicemente come cronaca, ma comunque erano considerate faccende che riguardavano principalmente gli inglesi, non il resto dell'Europa. Almeno fino a poco fa, quando anche i migliori Auror europei, tra cui Irvine e Charles, erano stati inviati in Inghilterra per far fronte al nuovo allarme. Ma comunque, la storia di Harry Potter, da chi più, da chi meno, era conosciuta da tutti.

Lo osservai con più attenzione: gli occhiali che indossava erano un po' fuori moda, i vestiti decisamente larghi per lui, e le scarpe erano scollate, ma nonostante tutto non si poteva dire che fosse un brutto ragazzo. Ma soprattutto, sembrava un ragazzo tranquillo, modesto e molto riservato, per nulla montato o vanesio, problema che avrebbe potuto comportare la sua grande fama.

Ran interruppe le mie riflessioni, chiedendomi di tradurre ciò che ci stavano dicendo, visto che non stava capendo bene. Le spiegai tutto sottovoce, rivelandoli l'identità del ragazzo.

Anche lei lo guardò a bocca aperta, osservandoli spudorata la cicatrice, senza un minimo di delicatezza. Lui, ovviamente, se ne accorse, e arrossì, in imbarazzo.

-Ma tu conosci Viktor Krum, allora?- chiese Ran, in inglese, ad Harry.

-Ehm...Sì...-

-...Perché?- chiese Ron, sospettoso.

-Perché è mio fratello...- rispose Ran, in tono non troppo cortese, spostando lo sguardo sulla ragazza coi capelli crespi, che chiese, impallidendo: -Co-Cosa?Tuo fratello?-

-Sì!- confermò Ran, scorbutica, guardandola male.

Lei arrossì. -Ma io non sapevo che...-

Prevedendo guai all'orizzonte, mi affrettai a spiegare: -Ehm, in realtà non proprio fratelli. È suo fratello acquisito...Sapete, la madre di Ran ha sposato due anni fa il padre di Viktor, e di conseguenza...-

-....Di conseguenza, è mio fratello!- concluse Ran, aggressiva.

Calò il silenzio.

Sapevo il perché di quel comportamento da parte di Ran: se il ragazzo era Harry Potter, quella era la ragazza che aveva preso in giro due anni fa Viktor, facendoli credere di essere interessata, poi mettendolo da parte per Harry Potter. Si era parlato molto del Torneo Tremaghi anche in Italia, anche se non vi partecipava nessuna scuola italiana. Ma il gossip viaggiava sempre molto veloce, soprattutto se riguardava Viktor Krum, famoso campione di Quidditch in tutto il mondo. Ran mi aveva raccontato che Viktor si era preso proprio una bella cotta per la ragazza di Hogwarts, anche se alla fine lei lo aveva preso in giro. Tanto è vero, che Viktor continuava a scriverle ogni tanto via pergamena, nonostante tutto.

Che mondo piccolo.

Grazie al cielo, la pena di sciogliere il ghiaccio che si era creato con i ragazzi ci fu risparmiato dall'arrivo di Irvine, seguito da una certa moltitudine di gente.

-La riunione è terminata, ragazzi. Venite pure, tra poco si cena.-

-È già finita?Non è durata molto...-

-Pochi, ma importanti aggiornamenti...- disse lui, avvicinandosi. -Avete fatto amicizia?- chiese in inglese, rivolgendoci un sorriso gentile dopo aver gettato un'occhiata di disapprovazione ad Alex, ancora sdraiato sul divano da solo, la radiolina “misteriosamente” scomparsa.

-Sì, diciamo che ci siamo conosciuti meglio...- improvvisai.

Ran, invece, non si diede la pena di rispondere e tornò da Alex.

 

 

 

 

 

Ps: non dò tempistiche per il prossimo aggiornamento, che forse è meglio :P

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Capitolo 6
*** La Cena I ***


 

La Cena I

 

 

Alex

 

Ran aveva passato l'ultimo quarto d'ora lanciata in una filippica contro la ragazza dai capelli crespi, di cui non ricordavo neanche il nome, dopo che aveva scoperto che probabilmente era la stessa ragazza di cui il suo fratellastro Viktor si era preso una cotta poco più di un anno fa. Aveva passato il resto del tempo a lanciarli brutte occhiate, imbronciata. L'ascoltai paziente, per lasciarla sfogare, abituato al quel lato del suo carattere, molto simile al mio. Ran era la persona più simpatica e buona del mondo, ma se prendeva in antipatia qualcuno diventava vendicativa come un serpente. E la ragazza inglese di certo non aveva iniziato col passo giusto, anche se a osservarla, non sembrava quella mangiatrice di uomini che invece era stata dipinta tempo fa dai giornali scandalistici.

Irvine ci chiamò tutti quanti per la cena. Mi alzai stiracchiandomi e sbadigliando, e insieme a Ran, che si stava ancora sfogando come un fiume in piena, ci avviammo verso la sala dove si era appena svolta la riunione. Irvine, insieme a Charles e un altro paio di persone che non conoscevo, stavano facendo una serie di rapidi incantesimi per apparecchiare la tavola e sistemare le sedie intorno al tavolo. A giudicare dal posti, saremmo stati all'incirca una ventina di persone. Troppi.

-Sediamoci il più lontano possibile da Irvine- soffiai in un orecchio a Ran.

Osservammo un gruppo, tra cui Irvine, Charles, Silente e l'uomo in nero che prima mi aveva guardato malissimo sedersi in fondo alla tavolata, quindi noi ci sedemmo al lato esattamente opposto. Ero nel posto più esterno, con Ran alla mia destra, che poi fu affiancata da Lara e Della Due.

-Quanta gente- mi sussurrò Ran, guardandosi in giro.

Le risposi limitandomi a una scrollata di spalle. Stavo aspettando che si sedessero tutti per sintonizzare la radio e ascoltare in segreto la partita.

Mentre ero impegnato a controllare la situazione, mi raggiunse velocemente Irvine, mettendomi una mano sulla spalla.

-Ti ricordo di darti una calmata per stasera, Alex.-

Lo guardai male e gli risposi: - Ok, va bene, ho capito il concetto, Irvine-

-Voglio proprio vedere- ribatté scorbutico, andandosene.

-Irvine passa alle minacce!- scherzò con un sorriso Ran. Aveva sempre trovato il mio rapporto con Irvine estremamente divertente. Peccato che eravamo peggio di cane e gatto.

-See...Hanno molto effetto devo dire.-

I ragazzi inglesi entrarono nella sala e si piazzarono esattamente di fronte a noi.

-Ma questi qua dovevano sedersi?- commentai malvagio.

-Non dirlo a me!Quell'Hermione c'è l'ho praticamente davanti!Che nervi!-

Quando furono tutti seduti, notai che eravamo come divisi in due gruppi: gli adulti da una parte, noi ragazzi dall'altra. L'unica cosa positiva era l'essere totalmente fuori dalla portata di Irvine, con tutta quella gente era impossibile che mi vedesse. Perciò, accesi la radiolina che era nella tasca, misi le cuffie alle orecchie, il cappuccio della felpa in testa, e mi isolai completamente dal mondo esterno.

 

Lara

 

-Alex sta ascoltando la radio- annunciò Ran divertita, sussurrandomi a un orecchio.

Alzai un sopracciglio con disappunto. Sperai vivamente che non si facesse beccare, altrimenti Irvine l'avrebbe preso a calci.

Tornai a osservare la folla di persone seduta per la cena al tavolo di casa mia. Era strano pensare che la maggior parte erano dei perfetti estranei. Molti continuavano a guardarci, con sguardi curiosi. Iniziavano seriamente a scocciarmi.

-Sai che quella donna là, con il cappello a punta, vicino a Silente, è la vicepreside di Hogwarts?- mi disse Olive sottovoce.

-Ah sì?Come fai a saperlo?-

-Me l'ha detto Charles. Insegna Trasfigurazione. E l'uomo con la veste e il mantello nero, che prima stava guardando Alex, pure lui insegna a Hogwarts-

-Davvero?Che cosa?- chiese Ran sottovoce.

-Pozioni.-

Lo osservai con più interesse, glissando sul fatto che aveva guardato malissimo anche me. A primo impatto sembrava un uomo sgradevole, non mi piaceva. Non era neanche minimamente avvenente. Certo, c'era una certa differenza d'età, ma a poca distanza da Irvine, alto, muscoloso e di bell'aspetto, faceva una strana impressione. Sembravano diversi come il sole e la luna. Quindi era un insegnate di Pozioni, eh? Chissà se mi avrebbe guardato ancora in quel modo odioso se mi avesse avuto come alunna...

L'insegnante di Trasfigurazione, invece, sembrava una strega alquanto severa. Si vedeva che era una persona che difficilmente si poteva contraddire. Chissà com'era averla come insegnante...Sicuramente era molto esigente.

Spostai lo sguardo e mi soffermai su un ragazzo coi capelli rossi legati in una coda, seduto vicino a Fleur, che prima non avevo notato affatto.

Tirai per un braccio contemporaneamente sia Olive e Ran per avvicinarli a me, e sussurrai a entrambi: - Allora è quello è il fidanzato di Fleur!-

-Sì, è lui- confermò sottovoce Olive.

-Non ci credo!- esclamò Ran, perfettamente udibile.

-Shhh- la implorò Olive, mentre tutti e tre distoglievamo lo sguardo per non farci notare.

-Oh, scusa Olive se lo dico!...Ma che faccia tosta a portare il suo fidanzato qui!Dove c'è anche Irvine!Non ho parole!- esplosi.

-Beh...- rispose Olive mesto e anche un po' imbarazzato - In realtà, ho origliato un po' di conversazioni tra lei e Charles e mi è sembrato di capire che sia tutto a posto, ora...-

-Sì, certo, come no- commentai, gelida.

Irvine e Fleur hanno una storia di tre anni alle spalle. Si erano conosciuti quando Irvine, dall'Italia, era andato a fare il corso di addestramento Auror in Francia, a Parigi. Sono stati insieme fino a che lei non ha scelto di partecipare al Torneo Tremaghi a Hogwarts, due anni prima. Per questo aveva lasciato Irvine, dicendo di non poter sopportare la distanza. Sapeva che Irvine aveva sofferto molto, perché non se l'aspettava, e ci aveva messo un bel po' per superare la batosta. Avevano cercato di recuperare una sorta di rapporto d'amicizia, anche perché Irvine, una volta concluso l'addestramento, aveva iniziato a lavorare col fratello di Fleur, Charles, e quindi i rapporti dovevano sistemarsi in qualche modo, anche per una questione di lieto vivere. Fino a quando, un anno fa, Olive le aveva detto che Fleur aveva iniziato a lavorare in Inghilterra finita la scuola, e che aveva un nuovo ragazzo. Ma non mi aspettavo che avesse la faccia tosta di portarlo in casa mia, e soprattutto davanti a Irvine!

-È odiosa- concluse Ran.

-Ehm...Davvero, credo sia tutto apposto ormai, ragazze- tentò timidamente Olive, ormai rosso come un geranio – ...E comunque penso si siano già incontrati prima di stasera...Ehm...Credo faccia parte anche lui di questa società...Segreta, insomma...E si siano già incontrati in qualche riunione...-

-Come si chiama lui?- lo interruppi, senza ascoltarlo.

-Ehm...Bill-

Lo squadrai da capo a piedi. Non si poteva dire che era un brutto ragazzo, ma era molto particolare, alto, con un orecchino a zanna appuntito all'orecchio e abiti adatti per un concerto rock. Però Irvine era decisamente meglio, e non lo pensavo solo perché era mio cugino.

-È carino, ma Irvine è più bello- Ran diede voce ai miei pensieri.

Eravamo così impegnati a squadrare il nuovo fidanzato di Fleur, che non ci accorgemmo che il professor Silente, a capotavola, aveva preso parola.

-...Molti di voi si staranno chiedendo chi sono questi ragazzi perciò, ve li presento: il ragazzo biondo è Olive Delacour, fratello minore di Fleur e Charles- fece un largo sorriso a entrambi, mentre Olive diventava ancora più rosso per essere chiamato in causa davanti a tante persone. Stare al centro dell'attenzione non era decisamente il suo forte. Mentre il professor Silente parlava, senza dare nell'occhio, diedi diedi un calcio a Ran, sussurrandole, piano: - Dì a Alex di ascoltare......-

-L'affascinate ragazza riccia è Raniel Krum...E forse vi interesserà sapere che è la sorella del noto giocatore di Quidditch Viktor Krum...- ci fu un diffuso mormorio di stupore, mentre Ran, che non stava neanche ascoltando, si era girata verso Alex cercando di attirare la sua attenzione, mentre lui continuava a farsi gli affari suoi. Invece, intercettai lo sguardo di Irvine, che non prometteva niente di buono. Silente tirò dritto con le sue presentazioni.

-Al suo fianco, un'altra stupenda ragazza: Lara Richards, frequenta la scuola di Nemesi in Italia, una strega particolarmente dotata, almeno mi è stato detto...- mi stampai rapidamente un sorriso cortese in volto, anche se in realtà avevo già i nervi a fior di pelle, pensando che le “voci” che avevano raggiunto il preside di Hogwarts sicuramente provenivano da Irvine, che non perdeva occasione di tessere le lodi alla sua cugina preferita. Ma non poteva stare zitto?

-A questo proposito, anche la scuola di Hogwarts può vantare di avere a questo tavolo una strega molto brillante, la signorina Hermione Granger, non so se avete già avuto l'opportunità di conoscervi... - Ci guardammo negli occhi, lei era un po' rossa in volto ma compiaciuta, le feci un sorriso, ma in realtà volevo sotterrarmi. -Sono certo che potrebbero nascere delle grandi collaborazioni tra due giovani menti così dotate!-

-Certo!- rispose lei, entusiasta, come se non vedesse l'ora di mettersi all'opera. Non ero altrettanto emozionata, visto che almeno fino a settembre non ne volevo sentire parlare di scuola.

-...Comunque, Lara è qui in Inghilterra insieme a suo fratello Alexander Carlyle, che vedete seduto all'ultimo posto...-

Ran, spazientita, diede un violento calcio ad Alex, che sobbalzò di dolore e, imprecando, si girò verso di lei e sibilò, grazie a Dio in italiano, ma con un tono decisamente poco fraintendibile, uno scortese e gelido: - Che cosa vuoi? -. Poi, notando il piccolo dettaglio di avere lo sguardo di circa venti persone su di se, cerco di rincomporsi mutando alla velocità della luce lo sguardo gelido in un sorriso improvvisato e forse leggermente imbarazzato. Ran iniziò a ridere, portandosi la mano davanti alla bocca tentando di non farsi notare, senza successo. Poco dopo iniziò a ridere anche Alex, mentre il professor Silente portava a termine le presentazioni, stoicamente, ma con l'ombra di un sorriso

- ...Sicuramente hanno molto da raccontarci, ma prima direi di goderci questa che, ne sono sicuro, sarà un'ottima cena.- concluse, mentre i miei elfi domestici iniziarono a portare i piatti in tavola, un mix di specialità culinarie inglesi e italiane.

Alex e Ran continuavano a ridere come deficienti, fino a quando mio fratello non riuscì a ricomporsi a sufficienza per dire, in italiano: - Scusate...Ma qualcuno mi riassume cos'è che ha detto?-

Al ché Ran fu presa da un nuovo attacco di risa isteriche, che stavolta non si preoccupò di nascondere.

Alzai gli occhi al cielo: non potei far altro che pensare che sarebbe stata una cena molto molto lunga.

 

Alex

 

Non avevo fiatato per circa due ore a cena, visto che dopo la mia figuraccia e il conseguente attacco di ridarella mio e di Ran, mi ero isolato da tutto e tutti impegnato a seguire ogni sillaba della radiocronaca. Avevo rischiato di farmi scoprire quando la mia squadra aveva segnato, e avevo urlato neanche troppo sottovoce -GOOOL!- cominciando a festeggiare buttando i pugni in aria, ma per fortuna ci avevano fatto caso solo i ragazzi che erano seduti di fronte a me.

A partita conclusa, spensi la radio e mi tolsi le cuffie gridando: - VINTO! DUE A ZERO!-

-Alex, evita!- mi disse ridendo Lara, impegnata a mangiare il dolce.

-Abbiamo vinto!ABBIAMO....-

-ALEXANDER!- mi urlò minaccioso Irvine dell'altra parte della tavolata.

Chiusi la bocca, ricordandomi del mare che mi aspettava ad agosto. Era filato tutto liscio fino ad ora, non era il caso di rovinare tutto.

-Allora...Che si racconta ragazze?- chiesi a Ran e Lara, visto che ero rimasto escluso dalla conversazione per un bel po'. Ero di umore molto più allegro dopo la vittoria. -Ehi...Quel gatto da dove viene?- chiesi schifato, quando notai un “robo” tutto pelo seduto sulle ginocchia di mia sorella. Era un gatto veramente brutto, con il muso schiacciato e le gambe storte.

-Carino, vero?- disse Lara, con un gran sorriso. -È di Hermione, che dolce, è venuto poco fa, ha miagolato un po', e poi si è seduto sulle mie ginocchia...Sei un gattino dolce, vero?- chiese Lara con una voce da mongola alla palla-di-pelo.

Palla-di-pelo rispose con un lungo miagolio.

Mia sorella andava matta per i gatti. Io li detestavo, in compenso.

-In realtà era venuto prima da te, ha miagolato per un po', ma te non l hai sentito, poverino...- puntualizzò Lara, come se con quel gesto meritassi di essere incriminato per violenza contro gli animali. - Vero, che non ti ha ascoltato?-

Palla-di-pelo miagolò ancora, ubbidiente. Poi si girò verso di me, e iniziò a guardarmi fisso.

-Guarda come ti osserva!- disse Ran.

Guardai il gatto, in segno di sfida, ma lui continuò a guardarmi fisso, per nulla intimorito.

-Ti piace Alex, eh?- gli chiese Lara, come se il “robo” potesse rispondere.

Lui miagolò ancora.

-Oh!Ha detto di sì!Che carino...-

-Come si chiama questa palla di pelo?- chiesi, freddo.

-Grattastinchi-

-Ma che nome è?- chiesi, basito.

-Non lo so, non piace molto neanche a me...A te piace, Grattastinchi?-chiese al gatto, ancora con quella voce da idiota.

Il gatto la guardò e miagolò ancora, poi tornò a guardare me.

-Ma è intelligente!Risponde!- disse Ran, impressionata.

-È un gatto...Cosa vuoi che capisca?- minimizzai.

Lui mi soffiò contro, mentre continuava a osservarmi e a farsi accarezzare da Lara. Iniziava a inquietarmi, quindi decisi di ignorarlo, e iniziai a chiacchierare con Ran, che mi riassunse tutti i pettegolezzi, durante i quali mi segnalò anche il nuovo ragazzo di Fleur. Eravamo talmente assorbiti nelle chiacchiere, che ci accorgemmo a malapena che il vecchio bacucco, Silente, aveva riniziato a parlare. Adottammo la tecnica che usavamo tutte le volte in classe, durante le lezioni: parlare sottovoce solo mentre qualcun'altro stava parlando, in modo che andasse a coprire i nostri sussurri; quando invece calava il silenzio, smettevamo di parlare anche noi, dando l'impressione che stessimo ascoltando come tutti. Tanto parlavano in inglese: ci capivo poco o niente, e neanche avevo voglia di cercare di capire.

 

Harry

 

Avevo mangiato veramente poco. Era tutto molto buono, quasi ai livelli dei piatti della signora Weasley, e c'erano anche piatti italiani che in vita mia non avevo mai assaggiato. Ma non avevo per niente fame. Continuavo a scrutare i ragazzi che avevamo di fronte, incapace di farmene una ragione. Sembravano tutti così allegri. Olive, così simile alla sorella e al fratello maggiori, con gli occhi azzurri e i capelli biondi, parlava entusiasta con Lara, sorridente al suo fianco. Ero rimasto affascinato dalla sua bellezza, che incantava: i suoi capelli corvini erano lisci e lucenti, gli occhi azzurri erano luminosi e il sorriso splendente. Ma era stato anche il carattere a sorprendermi, sembrava una ragazza simpatica, allegra e disponibile, escludendo quando si era arrabbiata con noi prima, nella sua camera. Ma sarebbe stata una reazione comune a molti: anch'io mi sarei arrabbiato se avessi beccato qualcuno curiosare in camera mia.

Suo fratello, invece, era un completo mistero. Con sua sorella, la sua ragazza e Olive sembrava allegro e aperto, ma in generale non mi aveva fatto una buona impressione: con gli altri sembrava maleducato e scorbutico, addirittura aggressivo. A essere sinceri, mi ricordava molto Draco Malfoy. E non era una cosa positiva. Ma a guardarlo, era incredibile la sua somiglianza a Sirius.

-Harry... Stai bene?Non hai mangiato praticamente niente...- mi chiese Hermione, preoccupata.

-Sì, tutto a posto...-

Cercai di ignorare Hermione, che mi osservava dubbiosa. Guardai l'altro capo del tavolo. Silente stava chiacchierando con Irvine, l'Auror, alla sua sinistra. Tra loro, c'era Piton, che non proferiva parola, ma aveva uno sguardo che esprimeva disgusto puro: non l'avevo mai visto così. Immaginai fosse per la presenza dei due gemelli. Se Piton aveva odiato lui per cinque anni, avrebbe avuto il medesimo comportamento con loro, senza dubbio. Forse un odio ancora più forte, visto che aveva sotto i suoi occhi ben due gemelli.

La McGranitt, invece, ascoltava interessata Silente e Irvine, anche se ogni tanto gettava un'occhiata curiosa in direzione di Alex e Lara, come se stesse cercando di valutarli.

Spostai lo sguardo su Lupin, anche lui impegnato a guardare Alex e Lara con uno sguardo molto diverso da quello di Piton. Aveva un grande sorriso in volto. Lo stesso era per Tonks, seduta vicino a Lupin. Guardava i due ragazzi molto incuriosita, e ogni tanto scambiava qualche commento con Lupin, i capelli di un forte rosa acceso.

Silente finì con gusto il suo dolce italiano, una crostata di lamponi, e prese finalmente la parola: l'intero tavolo si zittì per ascoltarlo, evidentemente in attesa, come me, di avere qualche spiegazione. Gli unici che continuavano a parlare imperterriti erano Alex e la sua ragazza.

-Direi che è il momento di una piacevole chiacchierata...- disse Silente. - ...Forse dovremo fornire qualche spiegazione, non credi anche te, Irvine?-

L'Auror si limitò ad annuire con un cenno, senza dire niente.

-Ma prima di tutto, forse necessario un piccolo ma utile incantesimo, che assicurerà la piena comprensione dell'inglese ai nostri amici italiani, visto che questo magia permetterà a loro di capire noi e viceversa, senza nessuna difficoltà. Sa dirmi il nome di questo incantesimo, signorina Granger?- chiese Silente a Hermione.

-Languaseum - rispose lei, senza esitazione.

-Eccellente!- rispose Silente, entusiasta. - Minerva, ricordati di assegnare 10 punti a Grifondoro, quando rinizierà la scuola!-

La McGrannitt annuì con un sorriso, mentre Piton, divenne livido.

Silente eseguì rapido l'incantesimo.

-Ora suppongo che non ci sia più nessun problema di comunicazione- disse Silente, rivolgendosi a Lara.

-Già- confermò lei.

In quel momento, Ran e Alex scoppiarono a ridere sguaiatamente, non si sa esattamente per quale ragione.

-Ahahahah!!Sto male!- disse Alex, con le lacrime agli occhi. Erano le prime parole che gli sentivo dire, a parte il “sorry” di circostanza di qualche ora prima, quando mi aveva colpito con una pallonata.

-Oh, te lo giuro!Ha detto così!- gli rispose la sua ragazza, in preda a risa isteriche.

-No, ma dai, la gente sta male...Ahahahahah!!- le rispose dietro lui, totalmente incurante del fatto che tutti li stavano guardando, stupefatti.

-ALLORA?! LA FINIAMO, LAGGIÙ?- gli abbaiò dietro Irvine.

Alex smise di colpo di ridere, e guardò il cugino malissimo, mentre si lasciava cadere mollemente sullo schienale della sedia. Poi disse a Ran in tono serio, senza preoccuparsi di abbassare la voce: - Oh, non ridere perché Irvine non ha dato l'autorizzazione...Devi respirare?!Chiedi prima l'autorizzazione a Irvine, mi raccomando...-

E Ran fu investita da un nuovo attacco di ridarella.

-TI DÒ L'AUTORIZZAZIONE A CHIUDERE LA BOCCA, ALEX!-

-Dai, stavo scherzando, Irvine...-

-Ahahahha...Alex, hai chiesto l'autorizzazione per scherzare?- domandò Ran, le lacrime agli occhi.

-Ahahahahh...-

Per Irvine fu la goccia che fece traboccare il vaso.

-OK, BASTA! RAN VIENI A SEDERTI QUA PER FAVORE...-

-No!No!Sto bene qua!Viene Alex!- disse lei, non ridendo più.

-Lui in tutta risposta le rispose con un gestaccio, ovviamente intercettato dal cugino.

-ALEXANDER!MUOVITI!-

-Ma non ho fatto niente!Era lei che parlava!- disse in tono lagnoso, da bambino offeso, indicandola.

-Sì, però parlavo con te, non parlavo con i muri!-

-ALEXANDER!-

-E VA BENE!- scattò lui, spazientito, alzandosi di colpo dalla sedia, sussurrando quelle che sembravano parole ben poco garbate contro suo cugino. Ran riniziò a ridere, salutandolo con una mano, sfottendolo, mentre Alex attraversava iroso la stanza per andarsi a sedere vicino a Irvine, buttandosi scomposto su una sedia che il cugino aveva evocato. Ora Alex si ritrovava seduto Irvine e Piton, e molto vicino a Silente. I due cugini si scambiarono si guardarono storto per qualche secondo, poi Alex si voltò, e si accorse che Silente lo stava guardando con un grande sorriso in volto.

-Sei un ragazzo molto vivace, a quanto vedo!-

Alex lo guardò basito per cinque secondi buoni. - Ma lei sa l'italiano?- chiese, scioccato.

Silente scoppiò a ridere, così come buona metà della tavolata.

 

 

 

 

Eccomi con la prima parte della “cena” che ho diviso a metà perché era troppo lunga.

Ovviamente, l'incantesimo Languaseum me lo sono inventata di sana pianta, che novità!

Alla prossima, Desmoblack :*

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Capitolo 7
*** La Cena II ***


Lara

 

 

Mio fratello ebbe la decenza di zittirsi per una buona volta, dopo aver fatto questa figura colossale. Meno male che il preside di Hogwarts sembrava averla presa bene, facendosi una risata e spiegando con un sorriso ad Alex come funzionava l’incantesimo. Irvine, al contrario, era livido. Se avesse potuto Schiantare Alex sicuramente l'avrebbe fatto.

-Sei un ragazzo molto vivace, eh?- gli chiese il professor Silente con un largo sorriso.

-Così dicono…- rispose mio fratello, praticamente ridendogli in faccia.

-Nooo, vivace, Alex? Ma va! Cosa glielo fa pensare?- urlò Ran di fianco a me, facendosi sentire da tutto il tavolo e scoppiando a ridere.

Tutti la guardammo basiti.

-Io sono vivace, ma quella ragazza in fondo è pazza, poverina, ha bisogno di aiuto…- disse Alex a Silente in tono confidenziale. Ran gli fece un gestaccio dall’altra parte del tavolo, senza curarsi di essere vista o meno.

-Ran, dacci un taglio anche tu, per favore!- la rimproverò Irvine.

Silente rise di cuore, poi chiese ad Alex, sorridendo:

-È la tua ragazza?-

Alex lo guardò scioccato, evidentemente non si aspettava una domanda del genere, così su due piedi, ma si tolse dalla situazione spinosa con facilità:

-Mai vista in vita mia- rispose, con un sorriso smagliante.

-Che spiritoso- ribatté Ran dal suo angolo.

Tutti gli altri li guardavano basiti, come se non avessero mai visto degli elementi del genere. Pensai che si stupivano per ben poco, perché questo non era nulla: Alex e Ran potevano andare avanti a battibeccare per una vita, si divertivano così. Davvero una strana coppia.

-Comunque...Veniamo all'argomento che forse preme di più a tutti voi- disse Silente, guardando con un sorriso sereno Alex: – …vi sarete posti un sacco di domande su questi due ragazzi, ed è giunto il momento di darvi qualche risposta....-

Osservai il professor Silente abbastanza confusa, poi spostai lo sguardo su mio fratello, la traccia di ogni sorriso sparito. -Cioè?- chiese a Silente, alzando un sopracciglio.

-Beh, qualche giorno fa sono stato contattato da vostro cugino Irvine, che sosteneva di avere delle informazioni molto importanti che avrei dovuto conoscere...-

Scoccai un'occhiataccia a Irvine, chiedendomi che diavolo gli avesse detto esattamente.

-Mi ha raccontato di avere due cugini, sedicenni, che vivono in Italia da quando erano piccoli, ognuno adottato da una famiglia di origine inglese, che poi si è trasferita in Italia per tutelare la loro sicurezza. Ora, non mi soffermerò sui dettagli, ma vi basti sapere che mi ha rivelato di sospettare che voi possiate essere i figli di Sirius Black.-

Nella sala non volava più una mosca. Notai che il professore di pozioni, di fianco ad Alex, guardava il professor Silente come se stese per rimettere.

-Di chi?- riuscì a domandare Ran, decisamente confusa.

-Certo, è naturale che voi non ne abbiate mai sentito parlare. Sirius Black era un membro dell'Ordine della Fenice, fino a che non è venuto a mancare poche settimane fa. Ci sarebbero tante cose da dire, ma il punto focale è che Sirius Black era l'ultimo discendente dei Black, una delle più illustri e antiche famiglie Purosangue inglesi. L’ipotesi avanzata da vostro cugino è che voi possiate essere i suoi eredi diretti…Devo ammettere che all’inizio ero scettico, ma devo dire, ora che vi ho conosciuto di persona, molto plausibile…-

Avevo perso il dono della parola, letteralmente. Non sapevo cosa dire. Sapevo solo che mi stava venendo un gran mal di testa, in aggiunta a uno strano senso di panico.

-Senta, mi scusi...- lo interruppe mio fratello, alzando la mano come se fosse in classe e volesse fare una domanda durante una semplice lezione – Ma io, sinceramente, non ho capito niente.-

-Cos'è che non hai capito?- chiese cortese il professor Silente.

Alex fece finta di pensarci un po’ su, poi rispose: -Uhm...Tutto?-

-Alex, chiudi la bocca, grazie!- lo zittì rapidamente, acida. Stavo iniziando a perdere definitivamente la pazienza. -Io non ho capito, come ci sei arrivato a questa brillante.. ehm…teoria, Irvine?- sbottai, non troppo gentilmente, a mio cugino.

-Posso spiegarti io- intervenne un uomo di colore dalla voce profonda con cui non avevo ancora parlato. –Sono Kingsley Shakebolt, e fino a poche settimane fa ero il responsabile alla caccia di Sirius Black: era ricercato da tutta la comunità magica, ma per delle colpe che non aveva mai commesso...-

-Ricercato?- sussurrò Ran.

Io evitai di commentare, curiosa di capire dove sarebbe andato a parare con questa storia.

- Irvine quando si è trasferito in Inghilterra è venuto a lavorare nel mio ufficio. Avevo parecchie foto di Sirius Black appese alle pareti, e così ha notato una curiosa somiglianza…- fece un cenno verso Alex, poi estrasse dalla tasca della sua veste una foto un po’ spiegazzata, e la fece Levitare verso di me con un incantesimo.

L’afferrai e l’apri. Era la foto di un matrimonio di una bella donna dai capelli rossi e un uomo occhialuto coi capelli sparati in tutte le direzioni, dai tratti conosciuti. Di fianco a loro, c’era mio fratello. O meglio, un uomo che gli assomigliava veramente tanto a mio fratello, con i capelli neri e un sorriso smagliante, fin troppo famigliare. Osservai la foto per un bel pezzo, mentre i battiti del mio cuore acceleravano senza una ragione apparente.

Anche Ran, che era di fianco a me, si avvicinò per guardare la foto: - Wow…- fu il solo commento.

La foto fu Appellata da Irvine, che la richiamò a sé per poi passarla ad Alex che l’aprì, spalancò gli occhi basito, osservando la foto per qualche secondo, e poi la ripiegò senza nessun commento. Scambiò solo con me uno sguardo allucinato.

-Beh…Si c’è una somiglianza fisica…Però potrebbe anche essere un fattore casuale, ecco…- tentai, non troppo convita.

-Certo, potrebbe…- ribatté sereno il professor Silente, incrociando le mani. –Anche se Irvine mi ha raccontato la vostra storia, ed è molto interessante. Ma non entriamo nei dettagli, poiché per fortuna, c’è una prova semplice che ci permetterà di scoprire la verità…-

- Sarebbe?- chiesi lentamente, sospettosa.

-La famiglia Black ha un elfo domestico di nome Kreacher. Ora, per volere del testamento scritto da Sirius, è stato Harry Potter ad ereditare l'elfo domestico in questione…-

Lanciai un’occhiata poco lusinghiera a Harry Potter, mentre lui abbassava lo sguardo. Che cosa centra lui, ora?

-…Tuttavia, Kreacher rimane l'elfo della famiglia Black, e di conseguenza è obbligato a eseguire tutto ciò che un membro qualsiasi della famiglia gli chiede…-

Silente si alzò, mosse elegantemente la bacchetta, e un orrendo elfo domestico si Materializzò di fianco al divano, guardandosi intorno, smarrito. Silente si avvicinò alla creatura, nel silenzio generale, e si rivolse ad Alex: - Prova a dargli un ordine, se ti ubbidirà, vuol dire fate parte a tutti gli effetti della famiglia Black-

Il brutto elfo appena evocato stava tremando come una foglia, come se avesse davanti un fantasma: era terrorizzato. – Padron…Padron…Si…Sirius..- continuava a balbettare, come impazzito. Era uno spettacolo abbastanza penoso, mi dispiaceva vedere un elfo domestico in quello stato.

Mio fratello sembrava aver perso la facoltà della parola, come se non si rendesse bene conto di quello che stava succedendo. Dopo un po’ di secondi, chiese, confuso: - E cosa gli dovrei dire?- chiese, completamente allibito.

-Dagli un ordine qualsiasi, non importa cosa- rispose Silente, paziente.

Alex si alzò lentamente. Si avvicinò all'elfo e lo guardò. L'elfo lo guadò a sua volta, tremando sempre più visibilmente e afferrandosi le orecchie come a volersi proteggere.

-Ma che cavolo ha?- domandò un po’ turbato Alex.

-Penso che ti abbia scambiato per tuo padre- rispose Silente serafico.

Alex gli rispose con un’occhiataccia di quelle che poteva far capitolare un gigante, ma Silente sembrò non farci caso e sorrise.

-Forza, di qualcosa-

-Tipo?- ribatté lui, acido.

-Dai Alex, un ordine qualsiasi!- lo incitò, Irvine, spazientito.

Alex guardò male anche lui, poi sibilò alla creatura: – Smettila di tremare.-

E l'elfo gli ubbidì, immobilizzandosi.

 

 

Alex

 

 

-Noooooo....- esclamò in depresso Ran, come se si fosse appena decretata la nostra condanna a morte, anche se in realtà non mi sentivo di escluderlo totalmente.

-E quindi?- domandai al vecchio bacucco odioso, con estremo disappunto.

-Quindi siete gli Eredi di Black-

-Non c'è un altro modo, magari un po' più decente, per vedere se è vero o no?-

-Alexander, vediamo di moderare i termini, per favore- mi rimproverò Irvine, mentre Silente ringraziava l’elfo e lo congedava.

-Ma signor Silente…Mi scusi…Ma se ci pensa un attimo…Capirà che è impossibile che noi…- iniziò Lara, con l’aria di dover spiegare una cosa terribilmente ovvia e scontata che nessuno riusciva a capire.

-Perché è impossibile, secondo lei, signorina Lara?-

-Beh, non lo so il perché, però non è possibile…-

- …Pur essendo questa una prova inconfutabile, ci sarà il tempo di fare altre verifiche, ovviamente…- la interruppe Silente, con un sospiro – Ma devo informarvi che questo non è il problema principale, la problematica più grande è un'altra…-

-Sarebbe?- chiesi in tono funereo. Non c’erano abbastanza di problematiche per questa sera?

-Mi duole avvertirvi che la famiglia Black è da anni schierata, e quasi la totalità dei membri che sono ancora in vita combattono a fianco di Lord Voldemort…- molte persone sussultarono a sentirne il nome – …E se voi siete realmente i figli di Sirius Black, questo vi mette in una situazione molto difficile, perché se Lord Voldemort…- e di nuovo, ci furono delle reazioni scomposte – …lo venisse a sapere, nella migliore delle ipotesi tenterebbe di portarvi dalla sua parte…Invece, nell’ipotesi più plausibile e peggiore, temo potrebbe tentare di uccidervi, dato che vostro padre ha sempre combattuto dalla nostra parte...-

-Co-Come ucciderci?-

Silente sospirò: -Proprio così. Se venisse a sapere di voi, dubito sopporterebbe l'onta che ne deriverebbe non avere gli ultimi Eredi dei Black dalla propria parte. Tenterebbe di eliminarvi. Ovviamente, l'Ordine vi garantirà la massima protezione, ma...-

-No, aspetti…Sta dicendo che questo assassino potrebbe cercare di uccidere me e mia sorella?-

- Mi duole dir di sì…Per questo c’è bisogno di pensare a un piano adeguato…Consiglierei…-

-Oddio…- sussurrò Lara, portandosi le mani alle orecchie, come se non volesse sentire il resto. Era sconvolta, e questo mi spinse a prendere in mano la situazione.

- Ok…Facciamo finta che ci sia questa probabilità. La cosa migliore non sarebbe quella di tornare in Italia via Metropolvere o Smaterializzazione e lasciare questo paese il prima possibile?- chiesi serio.

-Sì, infatti!- mi diede manforte Lara - Facciamo finta che non ci siamo mai conosciuti, voi non sapete niente di noi, ognuno torna alla propria vita e non metteremo più piede in Inghilterra!-

Silente fece un altro lungo sospiro e rispose: - Si potrebbe anche fare, ma il problema rimane. Se Voldemort o i suoi Mangiamorte venissero a sapere in qualche modo di voi…Beh, diciamo che non sarebbe lo Stretto della Manica a fermarli. Vi verrebbero a cercare. Mettereste in pericolo le vostre famiglie.-

-E QUINDI COSA DOVREMO FARE SECONDO LEI?!?- gridai al vecchio, perdendo definitivamente le staffe.

Ma Silente rimase impassibile: - …la cosa migliore sarebbe che prendeste in considerazione l’idea di trasferirvi a Hogwarts. – affermò, schietto.

Ci fu un momento di silenzio. “CHE?!?” urlai poi in risposta. Ma che-cavolo-sta-dicendo-questo-cretino?!?

-Ora basta, Alexander- mi riprese severamente Irvine.

-Sta zitto, è tutta colpa tua Irvine!-

-Ah, è perché sarebbe colpa mia?-

-Sei tu che sei saltato fuori con questa storia!-

-…Ma senti…-

-Ok…BASTA!- urlò Lara, interrompendo un probabile litigio sul nascere. – Ci penseremo, professor Silente…- aggiunse in tono funereo, mentre la guardavo senza credere alle mie orecchie. Ci penseremo a cosa, esattamente?!

-Molto bene, sapevo che avresti capito la gravità della situazione, Lara….-

-E perché, io non l’ho capita?- ribattei scontroso, incapace di frenare la lingua.

-Ma certo…- Rispose Silente, affabile – Perciò, Alexander, spero che rifletterai attentamente sulla situazione, e sulla possibilità di un eventuale trasferimento a Hogwarts…-

Gli lanciai uno sguardo ben poco lusinghiero, che il vecchio fece finta di non vedere, continuando a sorridere, radioso. Poi batté le mani, e aggiunse: -…Penso che sia ora di andare a dormire. È stata una giornata lunga, e un bel sonno ristoratore non può che far bene a tutti- .

E aveva concluso il discorso così.

Lo osservai con disprezzo, mentre iniziava a chiacchierare amabile con Irvine. Lo guardai per qualche secondo, poi mi alzai, scoccai uno sguardo di estremo disappunto all’uomo in nero che era stato tutto il tempo a guardarmi schifato, e andai a recuperare Lara, Olive e Ran e intenzionato a defilarmi: non ne potevo più di stare lì dentro.

-Alex, Lara aspettate un attimo!- ci richiamò indietro Irvine.

Ci scambiammo degli sguardi esasperati e ci voltammo, chiedendoci che altre cattive notizie aveva ancora da dirci.

Irvine ci fece segno di avvicinarci. Di fianco a lui, c’era ancora il professor Silente che ancora sorrideva. Quanto avrei desiderato dargli un pugno!

-Sì?-

-Ascoltate, molte persone di fermeranno a dormire per la notte, quindi sono occupate molte stanze degli ospiti. Lara, Ran e le ragazze Ginny e Hermione dormiranno nella tua camera, visto che ci state comodamente, così Fleur e Bill staranno in quella di Ran. Alex…- mi guardò freddo, come a sfidarmi a dir qualcosa-…nella tua stanza ci sono i gemelli Fred e George, insieme al fratello Ron. Tu dormi in camera mia insieme me, Charles, Olive e Harry, ok?-

Se mi avesse detto che ero condannato al patibolo sarebbe stato meglio. Lo guardai impassibile, senza commentare. Mi girai e mentre mi allontanavo gli urlai dietro, scorbutico: - Vado a prendere la mia roba allora!-

-È già nella mia stanza!- mi gridò Irvine in risposta

Lara mi seguì e appena raggiungemmo gli altri, sbottai: - Se non lo uccido stasera, non so quando!-

Mia sorella fece una piccola risatina: - Beh, hai tutta la notte a disposizione per tentare di avvelenarlo!-

-Ma che storia…Assurdo, no?- disse Ran.

-Già…Andiamo a dormire, ci penseremo da domani.-

 

 

Ehilà! Dopo una vita e mezza, ecco il nuovo aggiornamento! Non do tempistiche per il prossimo, quando avrò tempo, lo scriverò eheh :D

Ps: se avete domande, chiedete pure

Baci, Desmoblack :*

 

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Capitolo 8
*** After dinner ***


Ciao!Siccome sono letteralmente mesi che non aggiorno per impegni vari, segue un piccolo riassunto della situazione e dei nuovi (numerosi) personaggi di mia invenzione.

 

Storia ambientata dopo i fatti del quinto libro. L'Auror Irvine Kinneas partecipa a una riunione dell'Ordine della Fenice insieme all'amico e collega Charles Delacour, informando i membri di sospettare che i suoi due cugini siano i figli del defunto Sirius Black. 
Pochi giorni dopo Harry, i Weasley, Hermione e Fleur vengono scortati da Irvine stesso al grande maniero babbano dei Richards, dove fanno la conoscenza dei due gemelli: Lara e Alexander. Lara si mostra abbastanza gentile e disponibile, al contrario di Alex che ha un atteggiamento abbastanza ostile con i nuovi arrivati. Entrambi sono molto aperti verso il mondo babbano, visto che sono stati adottati ciascuno da una famiglia non magica quando erano piccoli. Al maniero conoscono anche Raniel (detta Ran), la ragazza di Alex e sorella acquisita di Viktor Krum (la madre di Ran ha sposato due anni prima il padre di Viktor) che prende abbastanza in antipatia Hermione; e Olive, il fratello minore di Fleur e Charles, segretamente infatuato di Lara.
Dopo la riunione dell'Ordine, la maggior parte dei membri si ferma a cena, dove Alex e Lara vengono informati su gli ultimi sviluppi. Sulle prime i ragazzi sono fortemente perplessi, ma gli viene mostrata una foto di Sirius Black e viene convocato l'elfo domestico Kreacher, che obbedisce a un ordine diretto di Alex.
Anche se non ancora convinti, Silente informa i ragazzi del grande pericolo a cui sono esposti, poiché Voldemort se sapesse di loro esistenza tenterebbe di ucciderli, essendo gli ultimi eredi della famiglia Black. In ultimo, Silente consiglia loro trasferirsi a Hogwarts in modo che l'Ordine possa proteggerli al meglio.

 

 

 

After dinner

 

 

Harry

 

Lasciammo la sala da pranzo per avviarci verso le camere da letto ai piani superiori. Me ne stavo in silenzio, immerso nei miei pensieri, mentre Ron e Hermione discutevano su quanto accaduto poco prima.

-L’hai sentito, non vuole venire a Hogwarts…- stava dicendo Ron.

-Dovrà per forza, è molto più sicuro piuttosto che ritornare in Italia…-

-Non mi sembra uno che cambia facilmente idea…-

Non ero particolarmente interessato al discorso, stavo scrutando la moltitudine di gente che usciva dalla sala alla ricerca di una persona in particolare. Finalmente lo vidi, mentre parlava fitto fitto con Tonks. Lo raggiunsi velocemente.

-Lupin…Scusami…Posso parlarti un attimo?-

-Certo, Harry…- rispose lui cortese, anche se mi osservò con una strana espressione.

Lo portai in un angolo più appartato, in modo che nessuno potesse sentirci.

-Dimmi, Harry…-

-Lupin…Tu…Sapevi? Sapevi di loro? Sirius lo sapeva?-

Ma Lupin scosse la testa.

-No, Harry, nessuno sapeva niente. Tanto meno Sirius. Non mi ha mai parlato di loro. Non l’ha mai saputo…-

- Capisco…-

Sapevo che era quasi ovvia la risposta, però ci rimasi male comunque.

-Non è giusto…- dissi dopo qualche attimo di silenzio – Sirius l’avrebbe voluto sapere…-

-Lo so…- Lupin appoggiò la sua mano sulla mia spalla, come per consolarmi.

-Tu come stai Harry?- chiese, preoccupato.

-Bene…- mentì.

Lupin stava per aggiungere qualcosa quando vidi l'alta figura di Irvine avvicinarsi.

-Ehi, Harry…Ascolta, dormi in camera mia questa notte insieme a Alex, Olive e Charles ok?-

.Ok..Nessun problema-

-Remus, la tua stanza è al primo piano, secondo corridoio a destra-

-Grazie, Irvine. Vai, Harry ci vediamo domani mattina – disse Lupin con la sua voce gentile, facendomi un piccolo sorriso.

Annuì, lo salutai augurandogli la buona notte e seguì Irvine al piano di sopra.

 

 

Lara

 

-Questa faccenda non mi piace neanche un po’- esclamai.

-Neanche a me…- concordò Ran -…E poi questa storia di Hogwarts…-

Ero salita con Ran in camera mia mentre discutevamo degli sviluppi della serata. Mentre ci stavamo cambiando, qualcuno bussò alla porta.

-Avanti!-

Entrarono Hermione e Ginny.

-Ciao, ragazze...- le salutai, cortese, mentre Ran si zittì improvvisamente - Irvine vi ha detto che dormite in camera con noi stanotte, vero?-

Loro annuirono. Notai che Hermione guardava con uno sguardo abbastanza preoccupato Ran, che la squadrava con occhiate palesemente ostili.

-Ehm...Ok, io e Ran dormiamo qui- dissi cercando di far finta di niente e indicando il mio letto a baldacchino - quest’altro è per voi-. Irvine aveva Materializzato un altro letto a due piazze per le ragazze poco prima. - La vostra roba è già nell’armadio- aggiunsi, indicando l’armadio a muro di fronte.

-Grazie- disse Ginny.

Scese un silenzio imbarazzato.

-Ehm…Volete delle caramelle?- esclami allora, tirando fuori dal comodino la mia riserva segreta di dolci.

-Ok, grazie…Ma che caramelle sono?- chiese Ginny curiosa, mentre lei e Hermione si sedevano sul loro letto. Ran si ostinava a guardare male Hermione.

-Oh, un po' di tutto...Queste sono babbane, ma sono buone! Però ho anche delle Gelatine Tuttigusti +1 e Cioccorane se preferisci...-

-No no, vanno bene, solo che non le avevo mai viste, tutto qua…-

-Beh, sono noiosamente normali, ma sono buone…- dissi con una risata, ficcandomene in bocca una.

Lei sorrise e fece altrettanto.

-Stavamo parlando della discussione a cena…- tentai, cercando di proporre un argomento di conversazione comune - Cosa ne pensate?-

-È una situazione complicata…- iniziò Hermione.

-Oh sì, complicata come la storia tra te e Viktor, immagino...- scattò Ran acida.

-RAN!- esclamai, completamente basita.

-Ma come ti permetti?!- l'attacco Ginny.

-Tu stanne fuori, non stavo parlando con te, mi sembra!- le soffiò indietro Ran.

-OK!BASTA!Diamoci tutte una calmata, ok?- mi misi in mezzo tra le due visto che la situazione stava rapidamente degenerando e volevo evitare il pericolo di un improvviso duello notturno.

-Senti, non so che esattamente che idea tu abbia di me però...- tentò Hermione, che sembrava seriamente dispiaciuta della situazione.

-Abbastanza precisa, credimi...-

-Ran, ora non esagerare!Ok, Viktor è tuo fratello, ma le sue storie non sono affari tuoi...

-Sì, invece!-

-Ma non c'è nessuna storia!- intervenne Hermione, ormai rossa geranio - Cioè, siamo andati al Ballo del Ceppo insieme, certo...E ogni tanto ci sentiamo, è vero, ma non c'è mai stato nulla...-

-Si anche perché hai pensato bene di prenderti gioco di lui mettendoti insieme a quell' Harry..-

-No!Harry è il mio migliore amico mai non c'è stato niente...In quel senso...È stato tutto inventato dai giornali!-

-Sì, come no...-

-Ran!Ora piantala!Non sono affari tuoi!-

-Ok, ok...- disse lei in tono scocciato, alzando le mani in segno di resa e ficcandosi sotto le coperte senza dire più niente.

Guardai Hermione con uno sguardo di scusa e scuotendo la testa come per dire: “è fatta così, lascia stare”.

Dopodiché nessuno aggiunse più nulla, anche se la tensione che era nell'aria era palpabile. Mi misi sotto le coperte e spensi le luci senza che nessuno aggiunse altro, anche se pensai tra me e me che con i caratteracci che si ritrovavano Alex e Ran sarebbe stato un miracolo arrivare al giorno dopo senza che scoppiasse qualche duello.

 

 

Harry

 

 

Quando Irvine aprì la porta della camera entrambi assistemmo a quella che sembrava una lotta furiosa tra Olive e Alex per accaparrarsi il letto singolo, l’unico nella stanza poiché gli altri erano a due piazze. Charles, il fratello maggiore di Olive e Fleur, li guardava battersi palesemente divertito.

-No, Olive, hai capito male!- urlò Alex cercando di far alzare Olive dal letto tirandolo per le braccia, ma senza successo.

-Alexander, che stai facendo?-

-Voglio dormire io qui!- rispose in tono collerico. Poi buttò alle ortiche la dignità, e iniziò a fare il solletico a Olive, sperando di farlo cedere.

-No, Alex fermo!- urlava Olive in preda alle risate.

-Non mi arrendo, tranquillo!-

-Alexander vorrei dormire, se non ti dispiace!- sbottò Irvine, irritato. Ma visto che il cugino non diede segno di averlo sentito, alzò la bacchetta e gliela puntò addosso, e con un rapido movimento lo fece volare malamente sul letto di fronte.

-AHIA!…E va bene, ho capito!- esclamò Alex scocciato, mentre noi altri ridevamo della scena.

-Grazie tante per aver capito così in fretta, Alex- disse Irvine gelido, togliendosi la maglia mentre attraversava la stanza, per poi posarla sul letto di Alex. Evidentemente il cugino fiutò immediatamente il pericolo, e mi rivolse inaspettatamente la parola: - Harry, lo dividi con me il letto, vero?- mi chiese, scandendo bene l’ultima parola e alzando un sopracciglio come per dire: “prova-a-dir-di-no”.

-Ehm, ok…- accettai senza troppa scelta.

Irvine lo guardò storto, capendo benissimo le sue intenzioni, e spostò la maglia sull’altro letto.

Quindi mi preparai per la notte, mentre Alex faceva altrettanto. Infatti, una volta indossato il pigiama, si ficcò sotto le coperte senza troppi complimenti, dandomi la schiena.

-‘notte!-

- Ehi, signor “notte”, hai ascoltato quello che ha detto il professor Silente o no?- gli chiese acido Irvine, mentre si metteva il pigiama a sua volta e sedendosi sul letto che avrebbe diviso con Charles.

-Uhm…No.-

-Allora te lo ripeto io: dovete andare a Hogwarts quest’anno.-

-Se siamo effettivamente questi acclamati “eredi”, cosa di cui dubito…-

-Le prove le hai avute, mi sembra…-

-Io ho visto solo un elfo che mi ha ubbidito e una foto dove c’era uno che mi assomigliava, non ho visto chissà quali grandi prove…-

-Perfetto, domani ti porterò al Ministero della Magia e con un incantesimo esamineremo il tuo sangue. È custodito un campione per ogni famiglia, almeno avrai la tua prova.-

-Davvero?- chiesi, sbalordito. Non avevo mai sentito nulla del genere.

-Non mi interessa. Fai esaminare il tuo, di sangue.- gli rispose indietro Alex, sgarbato.

-Alex, certe volte vorrei darti un pugno in faccia, lo sai?-

-La cosa è reciproca-

-Ma non è rischioso portarli al Ministero della Magia?- Chiesi intervenendo nel litigio – Ci sono sicuramente persone sotto Maledizione Imperius, o comunque dalla parte di Voldemort…Non sarebbe facile che qualcuno venisse a sapere di Alex e Lara?-

Alex scoppiò a ridere a suo malgrado – Irvine, Harry è un Auror migliore di te…Non che ci voglia molto…-

Irvine gli lanciò addosso il cuscino, che mi passò circa a due centimetri dalla testa.

-Irvine non stava parlando seriamente Harry, non preoccuparti- intervenne Charles, pacifico. – Più Alex e Lara rimangono lontani dal Ministero meglio è…-

-Ma non escludo che un giorno ti possa consegnare direttamente a Voldemort, Alex…-

-Fallo!- lo provocò immediatamente il cugino.

Ma una lampadina si accese nella mia testa.

-L’anno scorso, mentre eravamo a Grimmauld Place e facevamo le pulizie, avevamo trovato una strana fiala con del liquido rosso: conteneva sicuramente del sangue di qualche membro della famiglia Black! Se esiste un incantesimo adatto, si potrebbe confrontare il sangue di Alex o Lara con quello…Così magari si avrebbe una prova definitiva!-

-Davvero?- mi domandò Irvine, molto interessato.

-Sì- confermai.

-Uhm...Chiederò al professor Silente...- disse Irvine pensieroso.

-E che sarebbe Grimmauld Place?- domandò Alex scorbutico, di cui vedevo solo qualche ciuffo di capelli neri, visto che era infagottato sotto le coperte.

-La vecchia sede dell’Ordine della Fenice. Era anche la casa dei genitori di Sirius, prima che…Insomma…Poi l’ha lasciata in eredità a me, in realtà…-

-A te?-

-Sì. Nel suo...Testamento…-

Lui tacque e si girò a guardarmi con un sopracciglio alzato. Poi domandò, senza un minimo di tatto:

-Perché a te?-

-Perché era il mio padrino.-

Lui non disse nulla ma mi fissò con i suoi occhi azzurri. Lo fissai a mia volta. Poi mi diede di nuovo la schiena, senza aggiungere una parola.

 

 

 

 

 

Alla prossima!

Desmoblack :*

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Capitolo 9
*** Chiacchiere notturne ***


Ho avuto un “attacco di scrittura” e c'è un nuovo aggiornamento in tempo record!O.o'

Stranamente sono anche piuttosto soddisfatta del capitolo!

Visto che non l'ho ancora fatto, ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia nei seguiti/preferiti :) Se volete lasciare una recensione, mi fa solo piacere!;)

Alla prossima, Desmoblack

 

 

Chiacchiere notturne

 

Lara

 

Mi svegliai soprassalto. Sentivo uno strano rumore provenire da dietro la porta della mia stanza, come se ci fosse qualcosa che continuava a sbatterci contro, cercando di aprirla. Le altre ragazze stavano ancora dormendo, ero stata l’unica ad accorgersene. Ero spaventata: dopo il discorso di poche ore prima poteva essere qualcosa, o qualcuno, di pericoloso. Se fosse un assassino? Rimasi qualche secondo ad ascoltare. Gli strani suoni continuavano. Ero indecisa sul da farsi: dov’era Irvine quando serviva? Decisi di farmi coraggio e andare a controllare. Mi alzai piano, facendo meno rumore possibile, cercando di non farmi sentire. Fortunatamente, tenevo la bacchetta nel secondo cassetto del comodino. La afferrai.

-Lumos- dissi in un sussurro.

Ora la stanza era illuminata dal mio incantesimo. Le ragazze ancora dormivano, mi chiesi se fosse meglio svegliarle. Gli strani rumori continuavano. Decisi di no. Qualsiasi cosa fosse l’avrei affrontato avvantaggiandomi dell’effetto sorpresa. In punta di piedi, mi avvicinai alla porta.

-Alohomora- dissi sottovoce, puntando la bacchetta alla porta, i nervi tesi e pronta per un rapido attacco. La porta si spalancò, ma davanti non c’era nessuno. Poi sentì un suono provenire dal basso.

-Miao!-

-Oh, Grattastinchi!- esclamai, sollevata, il cuore che batteva a mille.

Il gatto aveva urtato e grattato tutto il tempo la superficie della porta per cercare di raggiungere la sua padrona. Ora mi osservava sventolando la coda, curioso.

-Mi hai fatto prendere un colpo…- dissi chinandomi per dargli una piccola carezza. Lui miagolò soddisfatto ed entrò, raggiunse il letto della sua padrona, salì con un balzo e si acciambellò ai suoi piedi.

Rimasi ad osservarlo per un po’, riflettendo sul da farsi. Grazie all’incursione di Grattastinchi, ormai ero completamente sveglia. Era inutile tornare a letto. Decisi di andare in cucina a farmi una tazza di tè, almeno tirando le cinque di mattina mi sarebbe tornato il sonno.

Chiusi la porta della camera alle mie spalle, anche se mi portai con me la bacchetta: il risveglio non era stato per niente piacevole. Dal primo piano scesi silenziosamente al piano terra. Nella casa regnava il più assoluto silenzio.

Raggiunsi la cucina e aprì la porta, ma dentro c’era già qualcuno. Sobbalzai spaventata, cacciando un piccolo urlo. Poi riconobbi l’intruso, e mi posai una mano sul petto, per calmare i battiti cardiaci di nuovo saliti a mille.

-Mi hai fatto prendere un colpo!-

-Oh, scusa, non ti volevo spaventare!- disse Harry Potter, mortificato.

-Tutto apposto, è solo il secondo infarto in cinque minuti, ma tutto apposto…- dissi, cercando di calmarmi – Ma che ci fai qua?-

-…Io…Ehm…Non riuscivo a dormire…Ho pensato di farmi un tè…- spiegò, un po’ in imbarazzo –Ma come mai un secondo infarto? Che è successo?- chiese, con sguardo preoccupato.

-No, niente…Mi ha svegliato Grattastinchi…- spiegai, sventolando la mano come per minimizzare.

-Capisco…-

-È rimasto un po’ di tè?- chiesi, speranzosa, appoggiando la bacchetta sul tavolo.

-Sì, certo…Scusami se mi sono permesso di usare la cucina…- disse, mentre mi versava il tè rimasto in una tazza.

-Non c’è problema, non preoccuparti…- dissi, mentre mi avvicinavo alla dispensa per tirare fuori qualche biscotto. Lui mi osservò, e vedendo che tiravo fuori una confezione di famosi biscotti a base di burro scozzesi mi domandò, con un sorriso: -…Babbani?-

-Ah, sì, scusami, ho anche qualcosa più “da maghi”, se preferisci…- dissi sbadigliando e cercando più a fondo nella dispensa.

-No, no, vanno bene, tranquilla!- disse con un gran sorriso.

-Ah ok…- dissi, sbadigliando ancora, alzandomi e mettendo i biscotti sul tavolo e sedendomi sulla sedia, tirandomi indietro i lunghi capelli neri, scompigliandoli tutti. –Scusa ma mi scordo che in Inghilterra siete più “chiusi”, diciamo, riguardo la roba babbana…-

-Perché, in Italia non lo siete?- mi domandò Harry, sedendosi di fronte a me.

-No- cercai di spiegare, reprimendo un altro sbadiglio – Cioè…Solo un po’…Alcuni maghi…Più tradizionali…Nel complesso no…- mi resi conto che alle quattro e mezza di notte non ero in grado di mettere troppe parole insieme per formare una frase di senso vagamente compiuto.

-Ho capito…Sì, beh, anche qua dipende…Dalle persone…Comunque io vivo con i miei zii, che sono babbani, quindi conosco tutti e due i “mondi”, diciamo…- spiegò sorridendomi e prendendo un biscotto.

-Ah…Non lo sapevo…- esclamai, ogni traccia di sonno svanita di colpo –Sei andato a vivere con loro…Dopo la morte dei tuoi genitori?- chiesi, il più delicatamente possibile. Non lo conoscevo bene e magari non aveva voglia di parlare della sua vita con un estranea.

-Sì…Quando avevo un anno…- disse lui – Anche in Italia mi conoscete, quindi?- chiese, quasi depresso.

-Sì…Ehm…Diciamo che sei nominato in più o meno tutti i libri di Difesa Contro le Arti Oscure…- spiegai con una risatina – Ma non lo sai? Dovresti chiedere una percentuale…Un galeone a citazione!-

-Eh già, forse sì…- disse, con un timido sorriso.

Iniziava a piacermi, quell’Harry Potter. A dispetto della sua fama sembrava un ragazzo molto modesto e tranquillo. Certo, non era famoso per i motivi più felici, ma comunque aveva una certa notorietà. Insomma, se una cosa del genere fosse capitata ad Alex credo si sarebbe vantato da qua alla luna, cercando di farsi passare come una sorta di eroe di guerra, certo sventurato, ma comunque sopravvissuto. Invece la semplicità di questo ragazzo era quasi disarmante.

-Invece te hai vissuto con tuo padre?-

-Già, te l’ho detto, sono stata adottata da piccola…-

Ci fu un piccolo momento di silenzio, mentre Harry mi osservò attento, mentre bevevo un sorso di tè.

-…Sai, il vostro vero padre era il mio padrino…- disse, tutto d’un tratto.

Metà del tè mi andò di traverso. Iniziai a tossire come una matta, mentre mi davo piccoli colpi sul petto per cercare di mandare giù a forza il liquido caldo.

-Scusa!- disse lui allarmato poi, visto che non accennavo a riprendermi, si alzò velocemente e mi riempì un bicchiere d' acqua.

-No… Tranquillo…E che…Non mi aspettavo…- boccheggiai, tra un colpo di tosse e l’altro, e prendendo il bicchiere che mi porse. Bevvi velocemente, riuscendo così a respirare normalmente. Poi scoppiai a ridere della situazione.

-Tra Grattastinchi che mi sveglia di notte, te che mi spaventi, il tè che mi va di traverso, non so come ci arrivo a domani mattina!-

Anche lui rise, forse ancora un po’ in colpa.

-Comunque non lo sapevo...- dissi riprendendo la conversazione e bevendo un altro sorso di tè, questa volta con tutta la cautela del caso.

-Già…- si limitò a dire lui.

Poi visto che nessuno diceva più nulla, aggiunse, malinconico: - È morto tre settimane fa…-

-Oh…Mi dispiace…- dissi, mortificata.

Sinceramente non ero dispiaciuta tanto per il fatto stava parlando di quello che forse era mio padre. Alla fine non lo conoscevo. Ma mi dispiaceva per lui, si capiva dal tono depresso con cui ne parlava che era molto triste. E facendo un piccolo collegamento in più, doveva essere abbastanza destabilizzante per lui ritrovarsi me e mio fratello davanti agli occhi, così, da un giorno all’altro. Con la forte sensazione di stare mettendo il dito nella piaga, domandai, con più tatto possibile: - Come è morto?-

Lui scosse la testa e rispose: - Stava combattendo in battaglia…Mi stava difendendo… Ero lì, ho visto tutto…Ha un certo punto è stato colpito da…Poi è caduto…Oltre quel velo...-

-Oltre un velo?!- ripetei, decisamente spiazzata, cercando di capire.

-..Sì...Era un velo appeso a uno strano arco...Non so esattamente cosa fosse...-

Ero abbastanza confusa. Volevo saperne di più, ma pensai che non era il momento adatto per assalirlo di domande. Tuttavia presi mentalmente nota di indagare a fondo sulla faccenda.

-Harry, mi dispiace…- ripetei, sconsolata. Mi sporsi per prendergli la mano e la strinsi delicatamente cercando di fagli forza.

-Grazie…- disse, stringendo la mia a sua volta - Ma non preoccuparti, sto bene…- aggiunse, abbozzando un piccolo sorriso.

-Ok- dissi lasciandoli la mano, più rassicurata.

-Sai…Non assomigli molto a tua fratello…Di carattere, intendo.-

Scoppiai a ridere – Dici?-

-Sì…Sei molto più…Gentile, ecco.-

- Diciamo che non mi conosci ancora bene, allora.- dissi, facendoli una piccola linguaccia, riuscendo a tirarlo definitivamente su di morale - Beh, sì, Alex ha un carattere un po’ particolare…- continuai, cercando di spiegare - Complesso, direi.- Visto che Harry rimaneva perplesso, prosegui - Ecco sulle prime, può sembrare un po’ cafone…Maleducato…Volgare…Polemico…Asociale….E a tratti odioso, sì…- aggiunsi, pensando a come dare una descrizione veritiera di mio fratello, ma neanche troppo cattiva – Però se lo conosci bene, fidati, è un amico. Di quelli veri.- conclusi, semplicemente.

-Ok…- disse Harry, mentre rifletteva attentamente sulle mie parole -Mi piacerebbe conoscerlo meglio, in realtà…Però non mi sembra di stargli molto a genio…-

-Oh, non preoccuparti, è normale. Fa sempre così con le persone, all’inizio. Per esempio, siamo in classe con Ran da cinque anni…Già nei primi tre anni io e lei diventammo molto amiche, ma loro invece non facevano altro che litigare, non si sopportavano proprio. Anche perché hanno in comune di essere fondamentalmente due testoni. Alla fine hanno fatto amicizia, e qualche mese fa si sono messi insieme…Assurdo, no?-

-Già…Beh, spero di metterci un po’ meno per fare amicizia, in realtà….- osservò Harry un po’ preoccupato, facendomi scoppiare in un’altra risata.

- Vedrai, dagli tempo di capire che persona sei e tra qualche giorno sarete migliori amici!-

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