Condannati dall'anima

di nande no ai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1.Kaito e Hitomi ***
Capitolo 3: *** 2. Un legame particolare ***
Capitolo 4: *** 3. La confessione di Kaito ***
Capitolo 5: *** 4.Decisioni ***
Capitolo 6: *** 5. Il lato oscuro di Hitomi ***
Capitolo 7: *** 6.Come lasciarti andare ***
Capitolo 8: *** 7. Paura ***
Capitolo 9: *** 8. La maschera si spezza ***
Capitolo 10: *** 9. Un nuovo arrivato ***
Capitolo 11: *** 10. La prima volta di Kaito ***
Capitolo 12: *** 11. Situazioni - Parte 1 ***
Capitolo 13: *** 12. Situazioni - Parte 2 ***
Capitolo 14: *** 13. Ancora un bambino ***
Capitolo 15: *** 14. Un Ti amo detto dall'anima ***
Capitolo 16: *** 15. Ricordi del passato ***
Capitolo 17: *** 16. La persona speciale ***
Capitolo 18: *** 17.Insieme ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                         Prologo
 
La musica suonava forte nella piccola sala da ballo della discoteca, facendomi rimbombare piacevolmente i timpani. Le luci, ondeggiavano abbaglianti, ipnotizzando e creando un’atmosfera diversa … quella di tutte le sere.

Bevo un sorso della birra che ho in mano, e accorgendomi che è finita la guardo e poi rivolgo lo sguardo al basso tavolino davanti a me. Ad occhio e croce ci saranno una trentina di bottiglie, grandi e piccole, e bicchieri, di vari alcolici, da dividere in sette persone, io, Kaito, Rengo, Tengo , Kyuichi , Maya e una sua amica, di cui ora mi sfugge il nome; non so riconoscere quante siano le mie, ma a giudicare dal giramento di testa e la sonnolenza intuisco che devono essere fin troppe.
 
Mi guardo in torno per cercare gli altri in mezzo alla folla, che accaldata si struscia sulla pista. Dopo un po’ riesco a intravedere Maya e la sua amica che ballano scatenate. Con fatica mi avvicino facendomi strada tra la gente , quando finalmente riesco a raggiungerla mi sorride e mi bacia, lasciandomi il sapore dell'alcool in bocca.
Mi avvicino al suo orecchio e gli urlo, per farmi sentire:
- andiamo via ? - glielo ripeto più volte finché non capisce e annuisce.
- dov'è Kaito ? -
La vedo alzare le spalle e guardarsi attorno. Lo cerchiamo per un po’, ma niente.
Siamo nei guai. Kaito, più alcool in una discoteca significavano problemi, e non intendo per lui e nemmeno per me. Spero solo che sia abbastanza intelligente da non farsi beccare da me qualsiasi stronzata stia facendo.
I miei pensieri vengono interrotti, quando una zazzera arancio attira la mia attenzione. 
 
Eccolo !
 
Mi avvicino a lui e quando ce l'ho davanti sbuffo; è a dorso nudo che balla sul cubo con Rengo e Tengo, che scatenate venivano tenute d’occhi da Kyuichi che dal bancone le sorvegliava, mentre attorno tutti urlavano come degli animali in calore.
Mi metto ai piedi del cubo fluorescente e cerco di attirare la sue attenzione, senza riuscirci.
- nudo, nudo, nudo ... - iniziano a urlare, e lui come un cretino comincia a sbottonarsi i pantaloni lentamente, ondeggiando i fianchi.
Mi innervosisco e prendendolo per un braccio lo trascino giù con il dissenso di tutti. Lui mi guarda stranito poi riconoscendomi mi sorride e dice qualcosa che non sento, ma capisco: - ciao hito-chan -
 
Idiota.
 
Me lo trascino dietro, senza proteste da parte sua e facciamo per uscire tutti e quattro; faccio un cenno con il capo a Kyuichi che annuisce, capendo che ce ne andiamo e che dovrà tenere d’occhio da solo le due ragazze.
Non lo invidio per niente.
 Rengo e Tengo sono le migliori amiche di Kaito, e come lui sono energia pura, casiniste e festaiole, come il baka, anche loro adorano bere fino a non capire più niente e gli va bene che c’è sempre Kyuichi ha curarle e riportarle a casa.
 
Subito fuori le orecchie mi fischiano e l'aria fresca mi impregna le narici.
- aah che bella serata - dice Kaito inciampando nelle parole, rischiando anche di cadere se non lo tenessi stretto a me.
- hahahha già - ridacchiarono le due ragazze divertite .
 
-HEY ! voi .. - sentiamo e fermandoci ci voltiamo; una ragazzo biondo si avvicina a me e Kaito. Non guarda me però, guarda lui sorridendo.
- vai già via ? - gli chiede.
Mi volto subito verso di lui e lo vedo guardarlo confuso, ma poi il suo sguardo cambia, riconoscendo lo sconosciuto e sorridendogli di rimando.
- haaa, ma tu sei quello del bagno. Si, vado via ... - dice facendo delle facce strane a causa della sbronza.
 
Quello del bagno ?
 
- dai rimani un pò qui con me, dopo ti riaccompagno io a casa - gli dice prendendolo per mano e tentando di allontanarlo da me che lo stringo più forte.
- ma certo, se mi accompagni tu ... - gli sento dire, tentando di allontanarsi, ma continuo a tenerlo stretto.
- ma sei cretino ... - gli urlo - senti e meglio che te ne vai, lui viene con noi
- e tu chi saresti il suo ragazzo ? -
- ma noho, lui è hito-chan - dice lo scemo, baciandomi una guancia.
- allora, non intrometterti, hito-chan. Lui sa decidere da solo - mi canzona.
 
- dai hitomi, lascialo qui, che si diverta un po’. Cosa vuoi che succeda ? - mi sussurra Maya, avvicinandosi a me, e baciandomi il collo, per persuadermi.
- ma stai scherzando spero, non intendo lasciarlo con questo qui - gli dico.
 
 Ma questa sera sono tutti impazziti o cosa ?
 
-ma cosa ti interessa di cosa farà con questo ragazzo, Kaito è grande e vaccinato e .. -
- .. e ubriaco. Non lascerò che il primo coglione che passa se lo scopi -
- perché ti interessa così tanto, chi si porta a letto ? -
-mi interessa e basta, ora smettila ... vacci tu con questo coglione se vuoi, ma lui no – dico d’istinto, riflettendo solo dopo sulle parole che ho detto, e lasciando Kaito mi avvicino a lei.
- ah è così allora ... ho sopportato fin troppo - la vedo tremare leggermente e delle piccole lacrime scendono a rigargli le guance.
- piccola scusa, io … -
 - se è così allora perché non stai con lui invece che con me, stronzo - mi urla prima di correre via seguita a ruota dall'amica.
 
In un primo momento penso di seguirla ma dei lamenti mi fanno voltare, e quello che vedo mi fa dimenticare tutto. Quel biondino da strapazzo tiene Kaito stretto alla vita e avido gli bacia il collo, per poi salire sulla guancia e dirigersi sulle labbra; il contatto delle loro labbra dura pochi instanti e in un attimo gli sono addosso, come una furia.
lo colpisco ripetutamente in faccia, poi facendolo alzare gli dò una ginocchiata alla stomaco.
- non .. ti .. permettere mai .. più - gli dico mentre lo prendo a calci.
 
Ogni dannata sera va a finire così, cambiava solo il cretino di turno, che faceva lo scemo con Kaito; lui ovviamente ubriaco marcio e stra fatto, ci prova anche con i pali della luce e dopo tocca a me spaccare il naso allo sfortunato di quella sera. Sempre la stessa storia, con l'unica differenza che stasera ci sono anche la mia, ormai, ex ragazza e la sua amica.
Mi sento prendere per le spalle e mi volto di scatto.
 
Kaito
.
- basta hitomi - mi dice. 
Gli passo una mano sul collo dove un piccolo segno rosso, sfoggia sulla pelle abbronzata, poi gli guardo le labbra con disprezzo. Lo vedo passarsi la mano su di esse, come a pulirle ma non è abbastanza, mi avvicino a lui e prendendolo per la vita gli bacio la fronte, il naso, le guance e poi gli sfioro appena le labbra, baciandolo piano.
Le mie labbre si dirigono poi sul piccolo segno rosso, baciandolo e passandoci piano la lingua, che timida assaggia quel pezzo di pelle liscia.
Mi stacco da lui che con gli occhi lucidi dall’alcool mi guarda sorridendo.
- andiamo - gli dico, prima di cingergli le spalle e avviarci a piedi a casa mia, dove ci aspetta una bella dormita.

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Capitolo 2
*** 1.Kaito e Hitomi ***


                                                             I
POV KAITO
(Tre settimane dopo)
 
I caldi raggi del sole mi svegliano dolcemente con il loro tepore. Mi strofino forte gli occhi e mi metto a sedere sbadigliando.
 
Dio mi gira di brutto la testa. 
 
Socchiudo gli occhi ancora assonnato e mi alzo per andare in bagno, ma un blocco allo stomaco mi ferma. Dirigo la mia attenzione verso quel peso e lo vedo. Accucciato sul mio stomaco, che mi cinge la vita con le braccia, lui, il mio migliore amico. 
Passo la mano tra i suoi soffici capelli blu, sorridendo e portando l'altra ai miei, di un arancione elettrico. 
Mi viene da ridere a pensare che il colore dei nostri capelli e dipeso solo da una banale scommessa di poche settimane prima; avevamo scommesso con Rengo che saremmo riusciti a preparare un ottima torta per il suo compleanno, e se così non fosse stato ci avrebbe costretti a fare qualcosa a sua scelta, e potete già immaginare come è finita la cosa.
Quando tornammo a casa le nostre madri ci tirarono dietro le prime cose che si trovarono tra le mani, la mia persino una pentola; come dargli torto, visto che abbiamo fatto andare a fuoco la cucina di casa mia, e poi non sapendo dove andare a finire il dolce, abbiamo distrutto anche quella di casa di Hitomi.
 
Gli accarezzo piano una guancia. 
 
E' così bello.
 
lo vedo agitarsi piacevolmente nel sonno e poco dopo aprire piano gli occhi.
Si osserva un pò attorno spaesato, poi mi guarda e sorridendo mi sussurra: - buon giorno - con voce roca.
Allunga un braccio per accarezzarmi i capelli e farmi sdraiare di nuovo, questa volta sul suo petto. Il suo braccio forte mi stringe e il suo calore mi avvolge, facendomi rilassare; aspiro piano il suo profumo e mi accoccolo sul suo petto nudo, chiudendo gli occhi.
Mi sento bene, tra le sue braccia so di essere al sicuro da tutto e tutti; vorrei stare così per sempre.
- buon giorno, anche a te -
 
Restiamo così per non so bene quanto, finche', la porta non si spalanca bruscamente, ed entra mia madre.
- HEY, pigroni svegliatevi ... - sbraita lei facendoci sobbalzare. Mugugnamo infastiditi, coprendoci la testa con le coperte, ma lei ce le strappa di dosso e urla: - ... su in piedi, che è già mattina -
La sua voce squillante, mi fa dolere la testa e in più il freddo glaciale, a cui e stato esposto il mio corpo, coperto solo dai boxer come quello di Hiroto, è un trauma. Mi volto verso il muro raggomitolandomi, con la pelle d'oca e sento lui stringersi a me subito dopo; ci scaldiamo a vicenda e facciamo per continuare a dormire.
- SE NON VI VEDO IN PIEDI TRA 10 MINUTI VI PRENDO A SECCHIATE ... ALZATEVI !!! - urla mia madre prima di sbattersi la porta alle spalle.
Restiamo immobile per qualche minuto, poi di malavoglia, mi volto verso di lui e lo scuoto, facendogli capire che era meglio alzarsi prima che mia madre ci inzuppasse.
Ci alziamo, dirigendoci in bagno dove ci sciacquiamo velocemente la faccia, i denti e ci mettiamo la divisa scolastica. 
 
A due millimetri dallo specchio, mi massaggio la faccia, stiracchiandola.
- ho una faccia orribile ... guarda che occhiaie - dico allarmato.
lo sento sbuffare divertito e avvicinarsi a me da dietro abbracciandomi.
- dai kacchan, non ti preoccupare sei bello lo stesso -
- davvero ..? - gli chiedo voltando la faccia. Lui mi sorride e mi bacia sulla guancia, sussurrandomi:- certo, sei uno splendore -
Arrossisco un po' e sorrido come un ebete appoggiando le nostre fronti una all'altra; ci guardiamo per un po'.
I suoi profondi occhi blu si specchiano nel verde dei miei, quando:
 SPLASHHHH !!!
 
L'acqua gelida ci bagna da capo a piedi, i brividi cominciarono a percorrermi tutto il corpo facendomi fremere forte, scuotendomi  dall'interno. 
- avevo detto 10 minuti !!! - dice mia madre con il secchio di acqua vuoto in mano.
- eravamo pronti mamma -
- mh! bhe questo e anche per essere tornati tardi ieri e per di più ubriachi -
Impallidisco, come ha fatto ad accorgersene ?
- m-ma come ... ?? - balbetto, mentre Hitomi se ne stava in disparte, non volendo essere interpellato ancora sotto shock per il "gentile" risveglio.
- amore mio, ne devi fare di strada prima di fregare la tua mamma ... un indizio però, la prossima volta potreste anche evitare di portarvi la bottiglia vuota di vodka a casa, lasciarmi i vestiti in giro e soprattutto, evitare di cantare alle 4 del mattino .. - dice prima di dirigersi verso la porta – Kaito, noi due abbiamo già parlato. Vedi di darti una regolata ! ... fate il bagno e pulite tutto prima di andare a scuola, altrimenti vengo su con la canna dell'acqua -
 
Io e Hitomi ci guardiamo in faccia terrorizzati, prima di cominciare velocemente a toglierci i vestiti e accendere la doccia.


 
Corriamo veloci per le strade.
Siamo in ritardo.
Sfrecciamo uno di fianco all'altro, non evitando spintoni e sgambetti, nel tentativo di far cadere l'altro. Tagliamo per un parco e, mi trovo un gruppo di ragazzi davanti all'improvviso e ci vado a sbattere cadendo a terra con uno di loro.
Tenendomi una mano sopra la testa, a massaggiarla mi alzo e chiedo scusa, prima di guardarlo in faccia. Lui mi guarda schifato, così come i suoi amici; li riconosco, sono degli studenti della nostra scuola.
- stai attento, idiota ... - mi dice uno spintonandomi.
Hitomi interviene subito, mettendosi davanti a me, e facendo cadere a terra l'interessato gli dice minaccioso:
- metti giù le mani ... vi ha già chiesto scusa -
lo affianco subito. 
 
Ancora . E meglio che lo porti via subito.
 
- lascia star... - provo a dire venendo interrotto.
- tsk ... perchè non fai un favore a tutti e sparisci... frocio -
Gli occhi mi si sgranano e pochi attimi dopo mi volto verso Hitomi, terrorizzato. Lo vedo guardare il ragazzo malissimo, poi mi viene vicino e mi fissa, chiedendomi il permesso. Sa che non voglio che lo faccia, anche se lo diverte.
Ghigno beffardo.
Come posso dirgli di no.
 Annuisco e voltandoci verso il gruppo ci scambiamo l'ultima occhiata complice prima ci andargli addosso.

 
POV AUTRICE
 
Schivano velocemente i colpi, per poi rispondere e atterrare uno dopo l'altro il gruppo di ragazzi che li circondano.
Due contro otto, sembraimpossibile uscirne illesi, ma non per loro due. 
 
Fujimaru Kaito, 16 anni, 1.70 m, magro, tonico, occhi verdi, capelli tinti di un'arancione elettrico che rispecchiano la sue personalità, solare ed esplosiva. Adora le feste e soprattutto gli alcoolici. Gay dichiarato. Nonostante in molti, sia maschi che femmine, se lo sbatterebbero volentieri, Kaito è vergine, e in tutta la sua vita ha avuto solo un ragazzo che Hitomi ha provveduto a sistemare per le feste.
 
Nakajima Hitomi, 17 anni,1.82 m, corpo asciutto ma muscoloso, occhi e capelli blu; come il primo adora le feste, le risse e fa un alto uso di sostanze come, marijuana, hashish e qualche volta anche allucinogeni e MD. Casinista, Incredibilmente possessivo e suscettibile. Soprannominato “lo stronzo” dalle ragazze, in quanto, il giorno dopo non lo trovi mai e non ha mai avuta una relazione che durasse più di 1 settimana; va letteralmente pazzo, per i voluminosi decolté, anche se la cosa che preferisce in assoluto e Kaito.
 
In poche parole i soliti delinquentelli dalla testa calda ,anche se loro in un certo senso sono diversi.
 
Due presi dall'ira, atterrarono Kaito, che però riesce velocemente a liberarsi grazie anche al più grande che interviene subito.
La rissa va avanti per diversi minuti, finche il silenzio scende all'improvviso, dopo un tonfo sordo, che fa alzare un leggero velo di polvere dallo sterrato del parco. Si sentivano solo i respiri affannati dei due ragazzi che se ne stavano uno affianco all'altro, troneggianti.
- cinque - ansima l'arancione, con un ghigno sulla faccia.
-tsk ! ti ho dovuto aiutare più di una volta - borbottò l'altro.
- hehhe si come no ... -
Mettendosi piano, perfettamente in piedi si guardano, sorridendosi a vicenda.
- dai, andiamo che è tardi- dice il più grande dirigendosi fuori dal parco di corsa.

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Capitolo 3
*** 2. Un legame particolare ***


                                                        II
 
POV HITOMI
Arriviamo a scuola in un ritardo astronomico e le sentiamo come sempre su dal professore. Ci sediamo ai nostri posti e aspettiamo l'intervallo.
Durante la lezione mi appisolo più di una volta, e puntualmente Kaito mi sveglia, mentre scarabocchia su un foglio, ascoltando quello che dice il professore. La scuola mi annoia a morte, ma nonostante questo riesco sempre a strappare una sufficienza all'ultimo, mentre Kaito, strano a dirsi, ma a casa studia sempre ed è molto intelligente.
Ogni tanto, lo punzecchio con la matita, tanto per dargli fastidio e da li partiamo con giochetti strani e fastidiosi, che vengono interrotti solo dalla urla del prof.
Quando stavo, per l'ennesima volta, per addormentarmi sento la campanella e sbadigliando mi alzo. Prendo lo zaino e aspetto che Kaito faccia lo stesso.
- la devi smettere di dormire in classe scemo - mi dice.
- mmmm .. dai kacchan non fare la mammina, che nemmeno tu ascoltavi cosa diceva grande puffo -
Gli rispondo, cingendogli le spalle, riferendomi al professore di matematica.
- bhe almeno facevo finta ... -
- kaito-chan -
 
Quella voce.
 
Ci voltiamo, rivolgendo l’ attenzione alle nostre spalle. Un ragazzo dai capelli, biondi e gli occhi marroni, ci guarda sorridendo.
 
Se si avvicina gli spacco la faccia.
 
- oh ciao, iichi... - lo saluta kaito, mentre io mi limito a fulminarlo con lo sguardo.
Odio questo tipo, ci prova sempre spudoratamente con kaito, e nonostante più di una volta gli abbia detto di stargli alla larga, non si arrende.
 
- ti vedo stanco kaito-chan, hai fatto le ore piccole anche ieri sera, vero . Posso fare qualcosa per te !? - gli dice apprensivo, stringendoli una mano tra le sue, e lì scatto. lo allontano da Kaito mettendomi tra di loro, tenendolo per il colletto.
- non lo toccare - sibilo tra i denti.
- maledizione hitomi, lascialo, non ha fatto niente - mi urla, allontanandomi, per poi voltarsi verso il biondo e dire:
- iichi ... se mi devi dire qualcosa fallo veloce, altrimenti noi ce ne andiamo -
- oh scusami kaito-chan ... bhe volevo sapere quando ci potevamo vedere per il progetto di scienze -
Vedo kaito un pò confuso, e poi realizzando il tutto, gli risponde spicciato:
- si hai ragione, bhe ti faccio sapere io ok?
- certo, prenditi tutto il tempo che vuoi ... non vedo l'ora di lavorare insieme .. da soli -
 
Questo se le va proprio a cercare.
 
 Faccio uno scatto verso di lui ma Kaito mi intercetta subito e mi blocca.
- toccalo solo con un dito, e stai certo che ti faccio ingoiare i denti... non scherzo - lo minaccio e lo vedo sbiancare.
Lui sa bene che deve stare lontano dal baka, perchè se vengo a sapere che ci ha anche solo parlato quando io non ero nei paraggi non gliel'avrei fatta passare liscia, ma sa anche che finchè ce Kaito non rischia di andare all'ospedale.
- Hitomi !! … andiamo. Ciao iichi... -
Mi faccio trascinare, docile, fuori dalla classe, ma non prima di aver fatto ammirare bellamente il mio dito medio a quella sotto specie di piattola al maschile.
 
Andiamo nel cortile e ci sediamo sotto grande salice, lontano dall’edificio e seminascosto a mangiare. Finito il bento, mi metto a rollare e faccio sedere Kaito tra le mie gambe, io con la schiena appoggiata al tronco. Tenendo una mano intrecciata alle sue, affondo il muso nella zazzera arancio.
- ci vengo anche io a casa della piattola.. quando ci andrai - gli dico serio.
- mmm .. dai Hito-chan ... -
- quello ti salta addosso appena ti vede, se non sono li a curarti .. -
- non mi dispiacerebbe affatto, sai. Iichi.. non si può certo definire brutto- gli sento dire.
 
Lo allontano, non sono arrabbiato, non solo, mi sento solo ... nn lo so nemmeno io. Lo so che è sbagliato proibirgli di vedersi con chi vuole, ma non ce la faccio, solo il pensiero di vederlo con qualcun'altro mi strazia. Faccio un paio di tiri dalla canna e faccio per andarmene, ma lui mi blocca, facendomi risedere a terra di fronte a lui; mi si siede in braccio e appoggiando la sua fronte alla mia mi accarezza la base del collo.
- stavo scherzando Hito-chan .. - mi sussurra piano, ma continuo a non guardarlo in faccia, andando avanti a fumando.
- non ho il diritto di proibirti di uscire con qualcuno, non è giusto, quindi ... -
- non dire cretinate - mi interrompe, così alzo il viso e scruto il suo sorridente, bellissimo come sempre. Lui mi si avvicina ancora di più, e sfiorandomi le labbra, mi sussurra:
- io sono tutto per te ... finche mi vorrai -
 
Gli stringo la vita e faccio aderire le nostre labbra baciandolo piano. Strofino il mio naso con il suo e approfondisco il bacio, rendendolo più intenso, lo sento affondare le mani nei miei capelli, mugugnando piacevolmente e regalandomi delle scariche elettrice lungo la spina dorsale, che si intensificano quando l'erba comincia a fare il suo effetto.
Ci stacchiamo e sorridiamo a vicenda.
- Tutto mio - sussurro. Sorridendo mi da' un'altro bacio veloce e dopo aver finito di fumare, torniamo in classe.

 
POV AUTRICE
Finita la scuola decidono di andare a casa di Hiroto. Fecero il tragitto, tra spintoni, scherzi e risate; quando poi giunsero a destinazione. Entrano nella grande casa, accogliente ma completamente deserta. In silenzio salgono le scale e si dirigono direttamente al bagno.
- l'hai sentita Maya ? - chiede Kaito mentre si spoglia completamente.
Hitomi apre il rubinetto della spaziosa vasca per riempirla di calda acqua e schiuma, poi risponde : 
- si, ieri. Ha detto che li dispiace e che ci vorrebbe riprovare .. -
- bhe … è un bene no ? -
Il più grande fà una pausa prima di rispondere.
Era contento che maya avesse riflettuto sulla situazione, perché si rendeva conto di essere stato un bastardo anche se ancora non gli andava giù del tutto quello che aveva detto quella sera, e non solo.
- si - gli risponde secco cominciando a spogliarsi anche lui.
In pochi attimi i vetri e gli specchi si appannano, per il calore nella stanza.
Kaito si sciacqua con il doccino e si immerse nell'acqua calda, chiudendo gli occhi godendosi il rilassante calore dell'acqua, che gli scalda i muscoli; poco dopo vi entra anche Hitomi.
Rimasero in silenzio per un po’ finché, dal nulla non cominciarono e schizzarsi con l'acqua e tentare di annegarsi a vicenda, allagando il bagno di acqua.
Continuando a giocare si lavarono la schiena a vicenda e tutti il resto, prima di uscire.Ripulirono a fondo il bagno e poi con uno striminzito asciugamano sui fianchi andarono in camera del più grande.
 
 Appena dentro la stanza Kaito si sdraia pesantemente sul letto, quando Hitomi gli lancia un paio di boxer che mette subito, senza vergona alcuna, davanti all'amico. Si mettono il pigiama e scendono a mangiare.
 
- quando tornano i tuoi ? -
- non lo sò - risponde Hitomi, prima di rubare un pezzo di carne dal piatto del arancio, che gli morde un braccio per farsi ridare il pezzo; passarono mezzoretta buona a litigarsi il cibo e poi tornarono in camera.
Il pomeriggio passò nella più assoluta normalità; se ne stavano davanti al televisore, sdraiati sul letto, Kaito tra le braccia di Hiroto, che con una mano lo stringeva e con l'altra gli accarezzava i capelli.
 
- mi dispiace - sussurra ad un certo punto il più piccolo.
- per cosa ? -
- per Maya ... io davver.. -  - smettila ! - lo interrompe.
Kaito si allontana mettendosi a sedere e guardandolo dall'alto.
- lo sappiamo tutti e due che e colpa mia se lei si e voluta prendere una "pausa" ... e non parlo solo di quello che è successo quella sera. lo so, che più di una volta lei ti aveva detto che quello che ce tra noi è strano..che io sono strano  - Pronuncia l'ultima frase rabbuiandosi, venendo spinto subito dopo verso il basso dalla mano di Hitomi che lo stringe.
- non dire più certe stronzate, altrimenti ti spacco quella testa da arancia che hai. A me non importa cosa pensa Maya, certo lei mi piace, ma se non sarà in grado di accettare la nostra amicizia allora non ho nessunissima intenzione di tenerla al mio fianco ...
Il più grande si interrompe, unendo le loro fronti.
- ... tu sei molto più importante di qualsiasi ragazzina, capito ? E non dimenticarlo mai baka . -  Conclude prima di baciarlo teneramente, venendo ricambiato dall'altro.
Stanno tutta la sera stretti, fino ad addormentarsi uno nelle braccia dell'altro, cullandosi con l'aroma e il calore che l'altro emanava.
 
Non sono amanti, non hanno una relazione, sono solo due amici che condivido un sentimento talmente forte da non poter fare a meno l’uno dell’altro. Non importa cosa gli altri possano pensare, l’importante e che ci siano l’uno per l’altro, perché loro si amano. Un amore puro e sincero, travolgente. Sono due entità, che sono state separate, ma ritrovatesi per stare sempre insieme. Il loro amore e forte, ma non sono più bambini, saranno in grado di controllarlo ?





Ok, stiamo piano piano entrando nella storia, si può dire che fino a qui è stata una sorta di introduzione alla storia vera e propria; ma adesso andiamo avanti !!!
Spero di essere riuscita a incuriosirvi anche solo un pò, aspetto con ansia qualche vostra recensione X) ADIOS alla prossima..

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Capitolo 4
*** 3. La confessione di Kaito ***


                                                          III

 
POV KAITO
Il telefono suona sul comodino di fianco al letto, svegliandomi. Mi volto sotto le coperte calde infagottandomi ulteriormente sul petto di Hitomi che mi stringe assonnato mentre prende il cellulare e risponde.
- Pronto ? … ah buongiorno anche a te Maya – gli sento dire.
- Mh ? … ha bhe … si si certo … ok, a dopo
Riappoggia il telefono sul comodino e si volta verso di me, stringendomi meglio, cominciando a strofinare il suo naso sulla mia nuca.
- Che ti ha detto ?
- Mmm … ha detto che sarebbe passata di qui questa mattina. Per parlare
- Ok … - dico, prima di alzarmi lento dal letto, ma lui mi prende un braccio e mi blocca.
- Dove vai ? – 
- Me ne vado a casa. Se dovete parlare e meglio che io non sia qui, no ?
Lui mi strattona e mi fa cadere sul letto sovrastandomi e baciandomi la fronte.
- mh mh … stai qui
- Sei sicuro ? – gli chiedo, riluttante.
- Certo, baka
 
Restiamo sul letto per un po’, stretti sotto le coperte. Adoro quando mi riserva delle attenzioni, mi fa sentire protetto e rilassato, sento che non potrei mai rinunciare a quei momenti di dolcezza. Guardo l’orologio sul comodino, sono quasi le 10 del mattino. Sfrego il naso sul suo petto e mi alzo, seguito da lui. Ci dirigiamo in bagno dove ci laviamo i denti e poi ci vestiamo, bhe per così dire. Lui si mette un paio di pantaloncini corti scuri, rimanendo a petto nudo, io invece mi metto una delle sue magliette bianche, leggermente attillata e rimango in boxer.
Ci sediamo nel tavolo della cucina a fare colazione. Mangiamo in silenzio, finche le nostre mani non si incontrano sull’ultimo biscotto. Ci guardiamo, negli occhi con sguardo di sfida e poi ci saltiamo addosso scannandoci per il biscotto e finendo per terra. Lottiamo ridendo e rotolandoci sul pavimento, alternandoci, prima io sopra poi lui. Arriviamo a un punto che non lottiamo per l’ultimo biscotto, ma per il semplice bisogno di battere e sentire il “legame” con l’altro.
Lo spingo per terra e gli fermo i polsi ai lati della testa, lui prova ad alzarsi ma sedendomi con sul suo bacino lo blocco. Mi guarda negli occhi e io faccio altrettanto ghignando, e gli dico:
- Ho vinto, Hito-chan
- Non ci contare … -
- Cos… ?
In un attimo, mi ritrovo per terra con lui sopra di me tra le gambe, sorridendomi furbo. Lo guardo spaesato e poi metto un broncio.
- Hai barato – 
- Hehehhe ma come sei carino kacchan – mi sussurra all’orecchio e poi appoggia piano le sue labbra sulle mie, regalandomi un tenero sfiorarsi di labbra, alzandomi mi fa sedere sulle sue gambe, ancora per terra, e appoggia la sua fronte sulla mia sorridendomi dolce.
Gli metto le mani alla base del collo e sfrego il suo naso con il mio affettuoso. 
- facciamo una partita alla play – propongo.
- Mmm … perché invece non torniamo a letto. Ho voglia di coccole – mi sussurra sul collo, baciandomelo piano.
- Che ce hai paura che ti batta di nuovo hito-chan ? – lo provoco, aspettando una sua reazione che non tarda ad arrivare, infatti mi prende per mano e mi porta al piano di sopra dove cominciamo una partita all’ultimo sangue, che ovviamente,vinco io.
 
DRIIIIN 
 
Sentiamo il campanello suonare e spegnendo il gioco lui scende. Maya è arrivata. Mi siedo sul letto appoggiando le spalle al muro. 
Maya è una ragazza determinata e forte, anche se devo ammettere che non mi va proprio a genio.

Lei è Hitomi si sono messi insieme qualche mese fa, dopo che spronato da me lui aveva accetta di uscire con lei. Infatti, all’inizio non ne voleva proprio sapere di uscire con nessuno : “io ho te, kacchan” mi diceva sempre e ogni volta io mi abbattevo senza però farglielo notare.
Pensavo sempre che se io non ci fossi stato forse lui avrebbe una ragazza e non dovrebbe fare a botte praticamente ogni giorno perché qualcuno mi prendeva in giro o perché dicevano che il nostro legame era strano. Ma non posso fare a meno di stare con lui; ci tengo troppo. Nonostante tra lui e Maya le cose andassero bene, non mi ha mai trascurato, trovava sempre dei momenti per me, finendo a volte per rinunciare a passare del tempo con la ragazza; lei all’inizio non se ne importava più di tanto, o almeno sembrava, da un momento all’altro cominciò a far presente il problema a Hitomi, che però gli ha semplicemente chiarito il fatto che siamo solo amici, e lei si deve essere arresa all’idea, nonostante spesso e volentieri mi lanciasse delle occhiatacce, di cui non ho mai parlato a Hitomi.
 
Li sento salire le scale e mi irrigidisco un po’. La porta si apre e piano entrano, prima Hitomi e poi lei. Appena mi vide, fa subito una smorfia che tenta malamente di nascondere, squadrandomi.
- Non mi avevi detto che c’era anche lui – dice, cercando di tenere un tono gentile.
- C’è qualche problema ? – risponde Hitomi, mettendosi a sedere sul letto e cingendomi le spalle. 
Ha sempre voglia di provocare.
- No, solo che preferivo parlare in privato
- No, lui resta qui. E poi gli racconterei tutto comunque, quindi … -
- D’accordo. Allora … ho riflettuto su quello che è successo l’altra sera, e ho deciso di perdonarti, infondo avevo torto anche io, in parte … e poi … mi dispiace Kaito, sono stata stupida ed egoista a volerti lasciare con quello là … -
- Non preoccuparti – le dico sorridendogli, sincero..
- Contento ? Gli ho chiesto scusa
 
E’ stato Hitomi a chiederglielo ? bhe non mi dovrei stupire.
 
- Si – dice lui alzandosi e andando da lei. Si baciano davanti a me, un bacio intenso ma non troppo. Abbasso lo sguardo, subito, non volendo vedere quella scena. sento il cuore che mi si gonfia nel petto fino a farmi male, per poi stringersi di botto, e come un buco nero assorbirmi tutte lle energie. Sento che potrei piangere da un momento all'altro.
Umiliazione.
Pentimento.
Dolore.
Non sò distinguere separatamente tutte le emozioni che ora hanno il controllo di me. Tengo gli occhi bassi, finchè lei non si stacca dalle labbra, che prima mi avevano fatto sentire tanto bene,e dice:
- Voglio che le cose di cui ti ho parlato però cambino
- Cosa intendi ? – chiede, con la stessa faccia interrogativa che ho io.
- Come “cosa intendo” ? intendo lui … - sbraita indicandomi.
- Ho accettato di chiedergli scusa ma, passi più tempo con lui che con me, ma sono io la tua ragazza, per non parlare del modo in cui lo tratti. Io capisco tutto hitomi, ma ti rendi conto che non è normale; per quanto l’affetto che vi lega possa essere grande questo … lui … hito-chan a lui piaccio i maschi, chi ti dice che non ti venga dietro o cose del genere, eh? Io non voglio che il mio ragazzo tratti così un altro, non lo sopporto più.
Guardo Hitomi, che non parla, si limita a fissarla, poi con movimenti calcolati apre la porta della stanza.
- Bene, se è quello che pensi, mi dispiace … - si volta verso di me e mi si ghiaccia il sangue. È normale che scelga lei, penso.
 
Allora doveva finire tutto in questo modo.
Sarei stato disposto a lasciartelo, a patto che lui fosse felice. 
Perchè me lo vuoi portare via del tutto ?
 
Sono già pronto ad andarmene, anche se il mio corpo non accenna a volermi obbediare; poi però lui mi sorride e dice:
- … credo che allora sia finita, no ? – con tranquillità.
 
Ma è impazzito.
 
- Cosa ? Stai scherzando vero. Preferisci lui a me ?
- Si. Tu mi piaci Maya, ma nonostante questo, lui verrà sempre prima di tutto
Rimango a bocca aperta e immobile. A scelto me, ancora una volta. Questo mi rende felice, ma anche colpevole.
- Hitomi … - intervengo, ma lui mi interrompe.
- Aspetta kacchan … Maya ti accompagno alla porta
Lei lo guarda sbigottita e chiaramente offesa. Dopo avermi guardato con disprezzo, scende le scale e se ne va sbattendo la porta, ma non prima di avermi urlato una parola che mi fece male, nonostante tutto – frocio - .
 
Rimaniamo in silenzio per un po’, finché Hitomi non si avvicina a me e mi abbraccia. Non me ne rendo nemmeno conto, ma ho gli occhi lucidi.
Sono abituato ormai a quegli insulti, ma continuano a farmi male lo stesso. Non rispondo all’abbraccio anche se ne ho un gran bisogno; non mi sento “degno” di lui. – mi dispiace – gli dico con un filo di voce.
- Kacchan smettila, ti ho già dett… - si interrompe quando mi sente uscire dal suo abbraccio e cominciare a vestirmi. So già cose vuole dirmi, lo dice sempre .
- Dove vai ?
- A casa – gli rispondo secco, finendo di vestirmi e prendendo le chiavi e il cellulare dal comodino.
- Stai scherzando vero … non è colpa tua cazzo Kaito. Non puoi prendere per oro colato tutto quello che dicono gli altri … - mi si avvicina e fa per stringermi, ma mi scosto.
- Smettila ! E’ colpa mia invece, se io non ci fossi avresti una ragazza, non dovresti sempre litigare con qualcuno. Ti prendi sempre cura di me, ma non devi … e poi lei a ragione, è … è meglio se la finiamo qui – Gli dico. 
 
Tento di trattenere le lacrime, non voglio piangere davanti a lui. Mi prende per le spalle e mi strattona forte.
- Cosa stai dicendo ? Che non dovremmo vederci più ?
- No, perché non ce la farei a starti lontano nemmeno se volessi, ma semplicemente di smetterla con … carezze, baci e cose del genere, che di solito gli amici normali non fanno
- “normali” ? mi stai prendendo per il culo. A me non interessa cosa fanno gli altri, cosa secondo loro sia normale, chi ha il diritto di scegliere cos’è nella norma ? Se io ho voglia di comportarmi così con te lo faccio e basta … non puoi dire sul serio Kaito, tu sai bene cosa c’ è tra di no..
Lo spingo via stringendo i pugni.
- Ma non ti rendi conto, che così facendo ti stai allontanando da tutto … - gli urlo, facendo scendere le lacrime, mentre il mio corpo trema della rabbia. Lui mi dà un pugno in piena faccia, facendomi cadere per terra. Ripulendomi un rivolo di sangue al lato del labbro, mi alzo e in un attimo gli sono addosso.
Ci picchiamo per non so quanto. Lo so di star facendo un errore, ma non voglio che lui soffra più per colpa mia. Ci prendiamo a calci e pugni finché ci ritroviamo accasciati a terra stremati e ansimanti. Non parliamo, guardiamo il soffitto in silenzio, finché lui non lo spezza.
- Credo di aver qualche osso rotto – 
Lo so cosa stai cercando di fare, ma questa volta non funzionerà. Si volta verso di me e mi prende una mano nella sua, ma non lo guardo.
- Lei ha ragione … - -Kaito … - mi interrompe - … no, aspetta, lasciami finire. Lei non ha capito niente di quello che c’è tra noi , ma su una cosa ci ha azzeccato … io … – tentenno un attimo, timoroso.
Devo farlo .
- … Io sono innamorato di te – dico tutto d’un fiato.
 lo sento sussultare piano e la sua mano irrigidirsi. Le lacrime mi sgorgano veloci.
- … non so quando sia successo, credo, di esserlo sempre stato, ma confondevo quest’affetto con l’amicizia. Avrei voluto dirtelo, ma … era tutto così perfetto; poi è arrivata lei. Io ti ho convinto a darle una possibilità, anche se mi faceva star male, perché vedevo che ti piaceva … mi dispiace Hitomi … -
 
Lui non parla.
Il suo silenzio mi ferisce, procurandomi delle fitte al petto. Sicuramente ora mi odierà; perché proprio lui. Mi alzo e faccio per andare via, non lo guardo nemmeno in faccia, corro giù dalle scale e me ne vado.
- Kaito ! – sento urlarmi alle spalle, ma non mi fermo, so già cosa mi vuole dire. Che non può ricambiarmi, che è meglio se non ci vediamo più ed è quello che succederà; ma non voglio sentirmelo dire da lui.

Entro in casa, lentamente con la testa da un’altra parte.
- Ben arrivato tesoro – mi dice mia madre, non la saluto nemmeno, salgo le scale e vado in camera mia dove mi metto sotto le coperte e piango, finché non mi addormento.
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** 4.Decisioni ***


                                                          IV


POV HITOMI
- Io sono innamorato di te
 
Le sue parole mi girano ancora in testa. Non ho avuto la forza di fermarlo ed è scappato da me. Come ho fatto a non accorgermene.
Quanto l’ avrò fatto soffrire ?
Non voglio che lui stia male, e non voglio nemmeno che si allontani da me.

Provo per l’ennesima volta a chiamarlo al cellulare, ma non mi risponde; ho provato anche a chiamare al telefono di casa ma sua madre ha detto che non c’era.
Una scusa, pessima.
 
Io non lo posso ricambiare, a me piacciono le ragazze, ma è più forte di me … pretendo comunque di averlo al mio fianco, in un modo o nell’altro. Non so quando sia cominciata questa mia ossessione nei suoi confronti, da quanto ricordo e sempre stato così.
Quando ci incontrammo la prima volta all’asilo, non andammo d’accordo, anzi ci odiavamo, ma poi con il tempo siamo diventati amici, inseparabili.
Il nostro legame crebbe sempre di più toccando livelli che nessuno avrebbe mai pensato potessimo raggiungere; ero io, in particolare, quello ossessionato da Kaito, quando ci separevamo facevo sempre mille storie e se per un giorno non lo vedevo, diventavo a dirittura violento, tanto che mia madre terrorizzata dal mio comportamento decise, con il consenso dei genitori di Kaito, di farci passare ogni giorno almeno qualche ora insieme.
Ci portarono persino da degli psicologi che pero non riuscivano a spiegare il nostro comportamento, se non come un fenomeno passeggero; quanto si sbagliavano. Per nessuno dei due questo rapporto è cambiato, sopra tutto per me, che ancora adesso non riesco a stargli lontano per più di qualche ora. Con il tempo il nostro legame, infatti, piuttosto di scemare nel tempo, si rafforzava sempre di più, coltivato dai piccoli gesti di affetto che ci scambiamo ogni giorno. 
 
Siamo sempre stati insieme fino al secondo anno di medie, quando lui mi confessò di essere gay, che gli piacevano i maschi
. Mi allontanai, non gli parlai per settimane. Non volevo accettarlo, soffrendone a mia volta, non mangiavo, non dormivo e non parlavo con nessuno . Non mi allontanai per il fatto che gli piacessero i maschi, non del tutto almeno, ma per la prima volta, mi posi il problema che un giorno, inevitabilmente, un’altra persona sarebbe stata al suo fianco, e che lui mi avrebbe dimenticato; e questo mi distruggeva. Sapevo, inoltre, che avrebbe sofferto appena la voce del suo orientamento sessuale si fosse diffusa, e ne ebbi la conferma un giorno …
 
Flash back
 
POV HITOMI
Mi dirigo a casa, dopo una giornata di scuola.
Sta’ piovendo a dirotto, così corro per non bagnarmi, quando passando davanti a un parco vedo qualcosa che mi fa’ fermare.
Kaito, e dei ragazzi lo stanno picchiando. Lo vedo difendersi e mettere a KO alcuni di loro, lui è forte lo so, ma sono troppi.
Quando lo vedo cadere a terra dopo una pugno allo stomaco, intervengo.   
- È tu .. che diavolo vuoi ? sei qui per il tuo frocetto ?!? – mi dice beffardo uno di loro.
- Perché, sei geloso ? – lo provoco e lui reagisce subito, venendomi addosso.
Cerco di tenerli a bada come posso, ma la rissa scoppia nel vivo quando Kaito si rialza e insieme
gli abbattiamo uno dopo l’altro, riportando però diversi graffi, botte e un occhio nero a testa. 
- Perché mi hai aiutato ?
- Dovevo lasciare che ti pestassero ? … - mi avvicino a lui senza toccarlo.
- … mi dispiace, sono stato stupido ad allontanarmi da te e … - lui mi interrompe, con le lacrime agli occhi.
- Non devi farlo solo perché ti faccio pena, non voglio la tua pietà – veloce mi avvicino a lui
e lo prendo per il colletto scuotendolo forte.
- Davvero pensi che sia per questo ? Allora faccio bene a chiamarti baka. Io ho paura maledizione, paura che un giorno un altro ragazzo stia al tuo fianco, prendendo il mio posto. Ho paura che tu mi lasci per qualcun altro, non lo sopporterei. – sento le lacrime rigarmi le guance e perdersi in mezzo alle goccioline di piaggia, che mi inzuppano.
 Mi sento stringere da lui e ne sono stupito e felice.
- Tu sei troppo importante per essere rimpiazzato, Hito-chan – lo stringo forte a me, mentre mi lascio al pianto, prima di staccarmi leggermente e guardalo negli occhi; quei profondi e limpidi occhi verdi, che non sono cambiati da quando era piccolo. Appoggio la mia fronte alla sua e gli sussurro;
- Io sarò sempre l’unico; Me lo prometti ? – una richiesta stupida, ma di cui ho bisogno.
- Si – lo sento rispondere piano e il mio cuore perde un battito, quando sento le sue labbra timide sulle mie, che presto
si schiudono per lui. Come per sugellare quella promessa, ci baciamo, il nostro primo bacio.

 
Fine flash back
 
Me lo ricordo ancora quel bacio, era dolce e caldo; ricordo che mi sentì avvampare e una strana sensazione allo stomaco mi colse. Da qual giorno le cose cambiarono, anche se non saprei dire in che modo. Con il passare del tempo ci ritrovavamo sempre più spesso a stringerci, toccarci e baciarci, solo per il semplice bisogno di sentire l’altro. Ma con questi momenti pieni di amore arrivarono anche le risse sempre più frequenti, che avvenivano principalmente per qualcuno che si lasciava sfuggire un “frocio” o “finocchio” davanti a me, che perdevo subito le staffe, ho per qualche coglione che era troppo “amichevole” con Kaito. 
La mia gelosia cresceva ogni giorno di più, consumandomi da dentro, tanto che sono arrivato a picchiare il primo, e ultimo, ragazzo di Kaito, qualche anno fa.
Quando me lo avevo presentato ero certo che li sarei saltato al collo, ma lo vedevo come li sorrideva e non potevo spezzare quel sorriso, non potevo; quindi mi mangiai il fegato per settimane, resistendo ma quando il baka mi aveva detto che aveva intenzione di andare a letto con lui; non ci ho visto più.
Non so perché l’ho fatto, ma semplicemente non volevo che lui dasse via la sua prima volta, perché … tutto di Kaito deve appartenere solo a me. Lui è tutto per me è solo il pensiero che mi venga portato via mi fa impazzire.
 
Ma cosa devo fare adesso, non lo sò proprio. 

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Capitolo 6
*** 5. Il lato oscuro di Hitomi ***


                                                         V

 
POV KAITO
 
Me ne stò sul letto, mentre i singhiozzi continuano a uscirmi dal petto.
le ultime lacrime, lo giuro saranno le ultime, continuo a ripetermi da ore ormai.
13 ore 36 minuti per l’esattezza.
 
Non ce la faccio più.
 
Perchè ... perchè gliel'ho detto.
 
Mi stringo nelle spalle, ancora più forte.
La testa mi scoppia, sto male, mi fa male tutto, ogni singola fibra del mio corpo urla di dolore alla sua lontananza.
 
Io ho bisogno di lui.
 
Ho rovinato tutto. Per molto tempo ho represso questi sentimenti, accontentandomi, confortandomi col pensiero che lui, mi vuole, che non mi lascerà mai e di questo ne sono certo, fino a ieri almeno.
Mi sono giocato tutto.
 
Il telefono squilla, non lo guardo nemmeno, invece, le lacrime mi escono più veloci. 
Se fosse lui ?
le unghie mi graffiano la pelle, lasciando solchi profondi in essa, mentre mi tappo le orecchie, come a non voler ascoltare quello squillo che mi martella, in testa come lame affilate.
 
DRIIII DRIIIIN DRIIIN . . . . 
Il suono si interrompe sostituito adesso dal rumore della porta che si apre.
- tesoro ? ... -
Non mi volto; so di star ferendo mia madre, ma non ce la faccio proprio a reagire.
- ... ce una visita per te - prosegue timorosa. Fremo leggermente. Non so se pregare perchè non sia lui, ho meno. Voglio vederlo, ma ho paura.
Sento dei passi e il respiro mi si spezza nel petto. sudo freddo.
- ciao kaito-chan - mi saluta.
 
 
POV HITOMI
 
Prendo le chiavi il telefono è scendo le scale, vado a chiarire questa storia.
Arrivo sotto casa sua in pochi minuti e mi attacco al campanello finché sua madre non mi apre.
- Hitomi-kun, che ci fai qui ? – mi chiede
- Buona sera signora Fujimari, mi scusi per il disturbo ma avrei bisogno di parlare con Kaito
La vedo un po’ nervosa – mi dispiace Hitomi-kun, ma Kaito non c’è
- La prego, lo so che c’è, ho bisogno solo di un minuto – la supplico.
Lei mi guarda con un misto tra rabbia e timore, probabilmente ha già capito che sono io la causa delle lacrime di suoi figlio; poi mi dice:
- mi dispiace hitomi-chan, ma non c'è veramente
- e dove sarebbe !?- gli chiedo forse con troppa irruenza, visto che, la vedo indietreggiare.
- Non te l’ ha detto ? hE’-E’ andato a studiare a casa di ... eiichiro … -
Divento livido di rabbia di colpo è corro via.
Perché è andato da lui senza dirmi niente.
 
E’ vero abbiamo litigato, ma lo sa maledizione … sa che non voglio che stia da solo con lui .. Kaito è forte si sa difendere in ogni evenienza, ma non voglio lo stesso.
Non riesco a ragionare con lucidità. Mi stò facendo consumare dalla rabbia, come succedeva qualche anno fa. Credevo di aver superato tutto questo ma credo sia peggio di prima. Aumento la velocità, diretto a casa di eiichiro, dove dopo avergli spaccato la faccia mi sarei ripreso il mio Kaito.
Nel giro di pochi minuti sono davanti alla casa di iichiro, non busso nemmeno, entro e comincio a cercarli. La casa è completamente deserta; meglio così.
Corro di sopra e spalanco tutte le porte finche non trovo quella giusta e alla scena che mi sta davanti, perdo del tutto la lucidità. Affamato salto addosso a eiichiro.
 
 
POV KAITO 
 (Qualche minuto prima)
 
Picchietto con la matita sul basso tavolino sbuffando stanco, sono 20 minuti che sono a casa di eiichiro e già mi annoio. 
- kaito-chan ! Ho portato qualcosa da mangiare – gli sento dire mentre entra e si richiude la porta alle spalle.
Mi volto, non sforzandomi nemmeno di sorridergli e lo fisso, non guardandolo veramente, mentre si sedeva al mio fianco e mi porgeva dei biscotti e un bicchiere di succo.
 
Non so nemmeno io perchè mi sono fatto convincere a venire, forse la faccia stravolta di mia madre, che sembrava supplicarmi di uscire dal mio guscio o il semplice pensiero di riuscire io stesso, con le mie forze ad andare avanti. 
Ma chi sto prendendo in giro; non ci riuscirò mai, io ho bisogno di lui, come la stessa aria che respiro. Siamo separati da meno di un giorno e già io mi sento morire, non durerei allungo senza di lui.
- tutto bene kaito-chan ? - la voce di iichiro, mi distrae dai miei pensieri.
- si – 
Lui è sempre cosi affettuoso, anche se gli piace molto stuzzicare … come a hitomi. certe volte mi capita di pensare, che se mi fossi innamorato di uno come lui, probabilmente, non avrei sofferto così tanto, ma ogni volta mi auto ammonisco; io sono di hitomi, solo suo.
eiichiro allunga una mano e mi accarezza una guancia, faccio per allontanarmi, ma non ne ho la forza. Lui mi si avvicina, so cosa vuole fare. Mi sento gli occhi pizzicare.
 
Hitomi …
 
Per pochi istanti la figura di eiichiro viene sottoposta a quella di una ragazzo dai due grandi occhi blu e una zazzera del medesimo colore. Una lacrima mi scende e mi sporgo verso di lui, baciandolo.
 
… perdonami.
 
Il bacio e lento e morbido, pieno di tenerezza, ma ha qualcosa di sbagliato. Socchiudo gli occhi e lo vedo. Un bel ragazzo dei capelli biondi, e mi sento male. ora che ci penso, non ho mai baciato nessuno in questo modo al di fuori di Keigi e ..Hitomi ... non mi piace; non è la stessa cosa.
la nausea mi assale ma proprio quando stavo per staccarmi, disgustato da me stesso, il contatto con le labbra di eiichiro si interrompe bruscamente. sgrano gli occhi, appena realizzo l'accaduto.
Hitomi. E proprio lui.
Il mio cuore perde un battito, ma subito impallidisco.
- ti avevo avvertito di stargli lontano ... - sibila Hitomi, prima di dare un pugno in faccia al biondo e farlo sbattere contro il muro. Poi lo prende per i capelli e alzandogli la testa gliene da un altro. comincia con calci, forti e precisi. 
A ogni colpo, vedevo eiichiro perdere sempre più sangue e Hitomi infierire su di lui feroce.
Non l'ho mai visto così; non riesco a muovermi.
Non gli dava tregua continuava imperterrito a infierire su di lui, anche dopo che questo lo supplicava di smettere. Poi, vedo eiichiro, reagire spintonando hitomi che cade a terra e riprendo il controllo del corpo, sporgendomi verso di lui; ma con il minimo sforzo si rimette in vantaggio, riprendendo a massacrarlo letteralmente.
- lui è roba mia ... gli devi stare ... alla larga - e un altro pugno ancora partì, prima di ricominciare brutalmente a picchiarlo, mentre eiichiro tentava di difendersi, inutilmente; hitomi è abituato a fare rissa anche contro cinque ragazzi per volta, ne ha prese e date talmente tante, da essere paragonato a un giocatore di boxe professionista; e la cosa peggiore e che si diverte pure a massacrare la gente, quindi per quanto eiichiro ci provi, non riuscirà mai a fermarlo.
 
E' venuto qui per me. solo per me. Vedo eiichiro cadere a terra senza sensi e lì decido di intervenire.
- HITOMI !!! - urlo, e lui si detiene subito; prima mi guarda con disprezzo poi spaesato, e infine dopo aver realizzato tutto quello che aveva appena fatto, mi fissa ... con quello sguardo che dice " aiutami " e "perdonami" allo stesso tempo ... lo sguardo che riservava solo a me, in quei momenti in cui perdeva il controllo, qualche anno fa.
I suoi occhi si velano di lacrime, fa un passo verso di me, per farsi stringere, ma indietreggia subito.
Strano a dirsi ma … ha paura.
Gli sorrido dolce e spalanco le braccia in un invito chiaro, lui mi corre in contro e mi stringe, avvolgendomi la vita e la schiena, mentre io gli cingo il petto.
- s-scusami ... - mi dice tra i singhiozzi - ... ti p-prego kacchan, r-resta con.. me .. -
-sh sh sh tranquillo hito-chan, sono qui, tranquillo - lui mi stringe ancora di più e restiamo abbracciati per pochi istanti, quando Poi il fuoco, divampa. E' vicino a me, è qui, mi stà stringendo a lui.
improvvisamente, mi sento sporco in quel limpido abbraccio; mi stacco da lui, che mi guarda con terrore. io mi porto una mano alla bocca e faccio per pulirla; ho il sapore di “un altro”. non riesco a guardarlo in faccia.
- m-mi dispia... - non finisco nemmeno la frase che lui mi bacia e io lo ricambio subito. mi da un bacio tenero che però non sazia, ma che presto diventa passionale, aggressivo. gli odori e i sapori si mischiano, la sua lingua gioca con la mia per poi abbandonarla e mordicchiarmi vorace le labbra. 
E' questo il solo e unico bacio che voglio. ci stacchiamo per riprendere fiato, ma non interrompiamo una miriade di bacetti che ci scambiamo, non avendo la forza di rompere quel contatto che, per un tempo, per noi infinito, non abbiamo avuto.
Sentiamo dei lamenti e ci voltiamo verso la provenienza di quella voce.
la scena che abbiamo davanti e raccapricciante. eiichiro e per terra agonizzante, ricoperti di sangue, tagli e quant'altro per tutto il corpo, il viso prima bello e ben fatto ora era gonfio è livido.
Mi avvicino piano a lui, mentre hitomi se ne stà in disparte. Lo tiro su e lo faccio sedere. Vado in bagno e prendo il promo asciugamano che vedo portandoglielo.
- E .. e meglio … che t-te ne vai … mia madre … star-a per tornare … - mi dice debolmente. Lo guardo. Vorrei stare qui con lui, ma se sua madre ci trova qui, hitomi si troverà in un bel casino, e per quanto io voglia bene a eiichiro, non posso permetterlo.
- Grazie … - sussurro, prima di avvicinarmi a hitomi, che tiene il viso chino, e prenderlo per mano.
Corremmo subito fuori, e non ci fermammo fino a casa sua.

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Capitolo 7
*** 6.Come lasciarti andare ***


                                                       VI

 
POV HITOMI
Appena siamo arrivati a casa kaito è corso in camera mia e si è chiuso dentro, senza la minima intenzione di uscirne; mi ha solo detto di lasciarlo un attimo da solo.
Resto fuori dalla porta della stanza, seduto per terra, ad aspettare che lui si decida ad uscire.

Non è spaventato, non è la prima volta che le do a qualcuno davanti a lui, che tra l’altro, quando perde le staffe, anche lui non scherza ... non è nemmeno preoccupato per iichiro, perchè sa che non gli ho colpito punti vitali, ma solo quelli che gli avrebbero fatto un male cane per un pò ... anche se non ne abbiamo parlato, poi, mi sembra che abbiamo chiarito, anche se adesso che ci penso è probabile che il problema stia proprio qui.
 
Quell'idiota.
 
Apro piano la porta, della mia stanza, e lo trovo appisolato sul letto, con indosso una delle mie camicie da notte. Squadrandolo sorrido al viso rilassato, dal sonno, i capelli spettinati e umidi dal bagno che si deve essere fatto, il corpo raggomitolato, come un bambino, nella larga camicia bianca, che gli lascia scoperte le morbide cosce, perfettamente lisce e depilate.
Mi avvicino a lui e gli accarezzo una guancia facendolo svegliare.
Apre gli occhi piano, per poi subito allontanarsi da me, mettendosi dalla parte opposta del letto.
 
- Dobbiamo parlare – gli dico, guardando i suoi occhi rossi. Ha pianto .
- No invece, vai via … - mi dice, portandosi le mani alla testa come a proteggersi.
Lo prendo per i polsi e lo faccio sdraiare ancora, mettendomi sopra di lui e stringendolo.
- Ascoltami … - comincio mentre lui si dimena. - … Kaito maledizione. Io non posso vederti in quel senso … - lui si blocca, per poi dimenarsi ancora più furiosamente facendomi cadere e cingendosi le spalle mi urla contro.
- Vai via, non voglio ascoltarti … vattene
 
Veloce mi rialzo e gli do uno schiaffo, che lo fa ricadere sul letto.
Lo vedo portarsi una mano sulla guancia arrossata e cominciare a singhiozzare. Faccio per avvicinarmi, sentendomi in colpa, ma le sue parole mi fermano.
- Ti prego … ti lascerò in pace, non mi vedrai più, ma … lasciami stare – 
 
 Quelle parole e il suo sguardo mi ferisco; soffre così tanto. Come pensavo, non ha capito niente. 
- Non posso. Io ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo Kaito, ma … non ti vedo in quel modo … -
Alle mie parole, i singhiozzi cominciano ad attenuarsi e proseguo - … non voglio e non posso stare lontano da te, perché e troppo doloroso; forse è vero, quello che c’è tra di noi, il sentimento che provo per te va ben oltre l’amicizia e se solo lo vorrai io ti starò accanto per sempre, ma non nella maniera in cui, forse vuoi tu … perdonami
Pochi secondi di silenzio, in cui non ho la forza di alzare lo  sguardo per legarlo al suo, e poi :
 
- Non mi odi ? – gli sento dire, mentre ancora sdraiato, mi guarda, con gli occhi lucidi e timorosi.
- Non potrei mai odiarti baka ... tu ... tu sei tutto per me – rispondo restando però immobile, con il timore che tutto si sgretoli da un momento all’altro; come se ogni singola parola debba essere perfetta, per non far crollare quel castello di fragili carte che stò tentanto di ricostruire. 
Lo guardo mentre tende le braccia timide verso di me; è così bello. Mi avvicino e sedendomi al lato del letto lo stringo forte, assaporando il suo calore e odore, che mi riempiono il petto come.. non so spiegarlo; è come se dell'aria calda mi riempisse il petto e mi gonfiasse il cuore, tanto che ogni volta ho paure mi possa uscire dal petto.
Amare qualcuno è la cosa più bella che possa esistere.

Rimaniamo così per un po’, poi mi stacco piano, faccio aderire le nostre fronti, lui tiene gli occhi chiusi mentre io gli guardo le carnose labbra senza fare niente però, non voglio farlo soffrire ancora, deve essere lui a darmi il permesso.
- Lo puoi fare, se vuoi – gli sento dire.
Alzo lo sguardo e lo vedo sorridermi leggermente, non me lo faccio ripetere due volte e lo bacio, piano, con dolcezza.
Mentre gli regalo un bacio a fior di labbra, mi sdraio di fianco a lui e porto una delle sue gambe sul mio bacino, accarezzandogli la coscia liscia. Affonda la mano nei miei capelli e approfondisco il bacio portandomi sopra di lui; per poi prendergli anche l’altra coscia e alzargli leggermente i fianchi appoggiandolo sulle mie gambe, ora in ginocchio, prima di alzarlo del tutto e voltandomi appoggio la mia schiena contro il muro. (ok forse è un pò contorta è poco comprensibile, spero abbiate capito :)
 
- Che stai facendo ?– mi chiede, ancora con le labbra che sfiorano le mie.
- Mmm … niente – taglio corto, baciandogli un punto dietro l’orecchio, che lo fa rabbrividire; ho una voglia terribile di toccarlo, baciarlo, di … di qualcosa che mi spaventa ma che voglio a tutti i costi.
Dio ho bisogno di scopare.

Sorrido mentre continuo a vagare sulle sue cosce, quando poi gli sfioro il sedere lui si irrigidisce e fa per allontanarsi un po’.
- Fermo … -
- Che ce che non va ? – gli chiedo semplicemente, guardando il suo viso rosso e pieno di vergogna. Non mi risponde così seguo il suo sguardo fino a un punto, in mezzo alle sue gambe; ed ecco lì il suo “problema” quasi risvegliatosi del tutto.
- Hehhe ammettilo sono bravo, ci so fare – gli dico ghignante.
- No, sei solo un cretino – mi dice, spingendomi via per scendere dalle mie gambe ma io lo tengo stretto.
- Lasciami
- Non ci penso nemmeno
- Guarda che ti mordo
- Provaci … no asp- ahia, no fai male, fermo -
 
Andiamo aventi così per un pò. funchè non propongo di far sù una canna e lui accetta ben volentieri. Poi il suo telefono suona, e sua madre dopo averci perforato un timpano gli dice di tornare a casa senza discutere.
lo guardo sorridere e fare delle facce buffe, al telefono mentre parla con la madre e non posso fare  ameno di pensare a quanto sia bello, e avrei potuto perderlo.
Prendo un sordo di acqua per sciacquarmi la bocca impastata da far paura.
Mette giù il telefono.
Mi avvicino e gli dò un veloce bacio a stampo, o almeno era quella l’intenzione. Mi sdraio sul letto e prendendolo per i fianchi lo bacio intensamente. Lui affonda le sue mani nei miei capelli finendo per giocare con la mia lingua. la sua saliva sà di menta e fumo. Mi sento letteralmente andare a fuoco mentre lui, inconsciamente, muove i fianchi verso di me. 
 
Ci stacchiamo per prendere aria, restando ancora vicini.
- S-scusa – mi dice imbarazzato. Gli cingo la vita e gli sussurro direttamente all’orecchio: 
- Devo chiederti una cosa … perché, se veramente, sei … innamorato di me , quella sera volevi andare via con quello ? – non gli chiedo del bacio di oggi, perchè mi ha già spiegato che era confuso e io gli credo.
Lo sento irrigidire e mi innervosisco un po’. Non lo voglio mettere a disagio, ma io devo sapere.
Restiamo in silenzio per attimi poi lo sento, sussurrarmi:
- Io, volevo solo distrarmi … pensavo che se magari .. non so, se fossi andato con lui sarei stato meglio … lo so è stupido ma ero anche ubriaco … io non so come spiegarlo … -
- Distrarti da cosa? Cosa ti faceva stare male ? – gli chiedo guardandolo dritto negli occhi, ma lui subito abbassa lo sguardo.
- Io … io non sopportavo di vederti insieme a Maya mi faceva star male. Ero felice per te, ma allo stesso tempo avrei tanto voluto che lei sparisse … mi dispiace – mi dice, arroccando la voce, nell’ultima frase . I miei occhi si granano per poi, socchiusi, guardare i suoi da cui ora fuoriesco delle calde lacrime salate, che gli rigano le guance. 
Lo sto facendo soffrire ancora.
Lo stringo forte, affondando il suo corpo nel mio. Sento i suoi singhiozzi aumentare e le sue braccia, esili ma forti, stringermi.
- Perdonami … ti prego perdonami … - cominciò. Gli prendo il viso tra le mani e lo guardo dritto in quei pezzi di smeraldo, che tanto mi hanno rapito.
- … kacchan … ti prego, perdonami … - gli dico prima di baciarlo, un bacio disperato, e debole.
 
Non lo voglio farlo soffrire, lui e tutto per me, non posso farlo soffrire. 
Sotto le coperte ci baciamo per interminabili minuti; le nostre lingue danzano, i respiri si mischiano, le mani esplorano quanta più pelle scoperta e coperta possibile, stringendo e saggiando le forme. Muovo il mio bacino contro il suo sfregando il suo membro eccitato con il mio che non è messo meglio.
Sono talmente in astinenza che mi stò per scopare il mio migliore amico.

Mi stò per staccare realizzando la cazzata che stò facendo, ma lui mi precede e Improvvisamente, si stacca.
Rimango sconvolto, le convinzio di pochi millesimi fà vengono spazzate via di getto e con ancora il fiatone, mi riattacco subito alle sue labbra, come se fossero la mia ancora di salvezza.
Mordo e succhio quelle dolci labbra che mi stanno facendo impazzire, toccandolo e sfregandomi sul suo corpo, del tutto senza controllo, morendo dalla strana, e nuova, voglia di averlo, ma lui si allontana di nuovo. – fermo – dice, e cosi gli ubbidisco.
- Non voglio … che … mi tratti in … modo diverso – esclama massaggiandomi la base del collo. Mi avvicino a lui piano, e gli accarezzo le labbra con le mie, socchiudendo gli occhi.
- Scusa … io volevo solo … mh ! non lo so nemmeno io, kacchan … -  gli confesso confuso. Lui mi accarezza una guancia e mi da un tenue e sensuale sfiorarsi di labbra.
- Vorresti toccarmi hito-chan? … - mi dice, muovendo i fianchi verso di me e portando la mia mano sotto la stoffa morbida della camicia.
- Vuoi baciarmi ancora ? – prosegue con voce provocante, sfiorandomi le labbra con le sue.
Sono del tutto rapito da lui, non so nemmeno cosa sto facendo .
- Si – gli rispondo, in trans.
- Perché ? – continua, seducendomi.
- Sei stupendo … -
Piano, avvicina le sue labbra alle mie e mi bacia, un bacio profondo ma veloce, troppo. 
- Vuoi fare l’amore con me ?
Non penso, rispondo in automatico.
- Si – dico, prima di avventarmi sulle sue labbra … labbra che non raggiungo mai, visto lo spintone che mi arriva. Finisco a terra e subito lo guardo … è furioso. Mi alzo velocemente e gli chiedo :
- Ma che ho fatto ?
- Vaffanculo hitomi … me ne vado
 
 Cosa ?
 
- Ma cosa diavolo ho fatto adesso … - gli chiedo mentre lui e sempre più scocciato.
- Ti ho detto di non trattarmi diversamente … dire che vuoi venire a letto con me, secondo te e comportarsi come al solito ?
- Bhe io … e colpa tua che mi provocavi in quel modo e non mi facevi ragionare … l-lo sai che .. che è quasi un mese che non batto ferro, maledizione – dico tutto d’un fiato, rosso fino alla punta dei capelli.
- Sono un maschio a te fanno uno strano effetto solo, gli essere umani con due grosse tette … -
- … e tu – rispondo imbronciato.
 
Dopo un attimo di pausa lo vedo ridacchiare e avvicinarsi a me . Mi appoggia le mani alla base del collo, come fa sempre, e mi bacia la fronte.
- Scusa allora musone … ma non a tutti gli etero viene duro quando un loro amico gli fa le .. coccole sai … - mi canzona e faccio per allontanarmi ma lui mi blocca .
- Tu sei diverso, non so perché mi succede … - borbotto.
- Hai ragione. Noi siamo diversi … vuoi un altro bacetto hito-chan ? – mi sussurra sorridendo; come un bambino sorrido feliccimo e faccio aderire le nostre labbra; lo sento sorridere nel bacio e poi rispondermi. 
 
Rimaniamo nel letto ancora per un po’ poi, lui si riveste sotto il mio sguardo indagatore e poi se ne va. 
- Buona notte kacchan – sussurro dolce, non volendolo però lasciarlo andare; lui mi sorride e dandomi un bacetto sulla fronte se ne va.
Salgo e mi rintano in camera mia.
 
Devo lasciarlo andare. Kaito potrebbe avere chiunque, così come io l'unica cosa che ci blocca e quella maledetta promessa che non sono in grado di spezzare. Io non voglio che lui vada con altri, non riesco nemmeno a sopportare l'idea che qualcuno lo tocchi o lo faccia suo, non posso accettarlo, ma non capisco perchè. Credo di vederlo come un fratellino, e non voglio che nessuno gli faccia del male.
 
Apro il cassetto della mensola e ne tiro fuori una canna già pronta; ho bisogno di rilassarmi un po’. Fumo piano cercando di scacciare tutti i pensieri che ho in testa ma è inutile. Mi stringo forte i capelli, confuso, mi raggomitolo e prendo il cellulare.
Guardo l'ora. Se ne è andato da circa un ora.
Devo lasciarlo andare.
 
- hito-chan !! – mi saluta raggiante.
- hey ... ti sono mancato ? -
- hehe si, tanto tanto -
 
Mi dispiace kacchan, non sono ancora pronto a lasciarti andare.

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Capitolo 8
*** 7. Paura ***


                                                       VII


POV KAITO
Camminiamo uno affianco all'altro dirigendoci a scuola svogliatamente.
Entriamo nel cortile e andiamo nella nostra classe, dove ci sediamo negli ultimi banchi ad aspettare il professore.
 
- buon giorno ragazzi -
- buon giorno professore - risponde la classe in coro come dei bravi soldatini.
 
Vedo Hitomi al mio fianco prepararsi a ricominciare il sonno interrotto quella mattina, e gli do una gomitata, facendogli sbattere la testa contro il banco.
- siamo in classe da nemmeno 5 minuti e tu già vuoi dormire !? -
- ma io ho sonno - mi risponde con gli occhi semi chiusi, così gli do un pizzicotto talmente forte che lo fa urlare.
- AHIA !!!-
- Hey ! Fujimaru, Nakajima ... non cominciamo già di prima mattina -
- scusi
Lancio un' occhiataccia a Hitomi che raggelando mi sorride.
 
- allora ... purtroppo ci è giunta la notizia che il vostro compagno Eichiiro non verrà a scuola per un pò, a causa di un'incidente ... -
 
Io e Hitomi ci guardiamo seri, per poi far ritornare lo sguardo in avanti.
Mi sento raggelare mentre il professore fa una pausa. Da ieri non ho fatto altro che pensare cosa sarebbe successo quando fosse venuto fuori che era stato Hitomi a ridurre così ichii; anche se non era la prima volta. Già molte altre volte e capitato che Hitomi o io facessimo rissa con qualcuno della scuola, riducendoli, e riducendoci a volte, anche piuttosto maluccio, ma questa volta Hitomi si era fatto prendere un po la mano, anzi troppo.
- ... a quanto pare ha fatto un incidente in motorino, e .... -
 
Un incidente in motorino ? scusa peggiore non poteva trovare.

Mi avvicino a Hitomi e gli sussurro:
- te la sei cavata anche stavolta
lo vedo ghignare, con una spensieratezza che ha dell'incredibile in una situazione del genere.
- un'altra notizia e che da oggi in poi avremo un nuovo studente ... entra pure .. -
 
Tutti si voltano verso la porta e in un attimo spalanco gli occhi.
Il nuovo compagno e semplicemente … pazzesco ... occhi e capelli castani, pelle ambrata, altro, magno e muscoloso al punto giusto. Con un sorriso amichevole sulla faccia si avvina alla cattedra e dopo che il professore lo presenta lo fa sedere al posto di fronte a mente.
 
Edo Keiji
 
Mentre si avvicina piano, ondeggiando impercettibilmente i fianchi, non gli stacco gli occhi di dosso, assaporando ogni suo movimento. Poggia la cartella al lato del banco e con movimenti lenti si gira per sedersi. tre quarti della classe, se lo stà praticamente mangiando con gli occhi.
 
Oddio.
 
Mi sporgo un pò sul banco per vedere meglio il fantastico fondo schiena del tipo che mi sta davanti e rimango a bocca aperta mentre si arrotonda piano, quando si siede; improvvisamente.. BUM
Mi ritrovo con la testa sbattuta contro il banco.
 
Con una mano sulla fronte dolente, mi volto verso Hitomi, che furioso mi fissa con le mani incrociate al petto.
- ma che ho fatto ?- dico a bassa voce, non capendo, e lui si volta dall'altra parte e mi ignora.
 
Per tutte le tre ore che precedevano l'intervallo Hitomi non mi parlò e quando la campanella suonò prese il suo zaino e usci velocemente. Gli corro subito dietro in cerca di una spiegazione ...
- hey hito-chan, perché fai così, che ho fatto ? -
- tsk - mi risponde secco, aumentando il passo e andando sotto l'albero dove andiamo di solito.
- che vuol dire "tsk" ? rispondimi ... - insisto sedendomi davanti a lui che continua a restare muto.
Così mi siedo sulle sue gambe, e gli metto le mani al posto di sempre, alla base del collo, che accarezzo piano, facendo incontrare le nostre fronti.
- daii ... almeno dammi un'indizio ...- gli dico, con voce tenera, a cui so che non resiste.
- te lo stavi praticamente divorando con gli occhi ...- borbotta infine lui, voltando la faccia.
-mh? ma chi ?-
- il ragazzo nuovo, chi !? cazzo sembravi in calore ...
 
Se ne è accorto ... bhe che non era molto difficile, ma addirittura in calore.
 
- ma cioè lo hai visto ... scusa- gli dico strofinando il naso sulla sua guancia.
Lui mi toglie dalle sue gambe e comincia a mangiare, non guardandomi nemmeno in faccia
- non stiamo insieme, quindi non mi devi chiedere scushhu ... -
Gli mollo un pugno in faccia, non troppo forte, ma che comunque lo fa zittire e sputare quello che aveva in bocca.
- non cominciare con le stronzate ... -
Dio che ragazzo complicato; e vero non stiamo insieme, ma il nostro rapporto e simile, anzi quasi del tutto uguale a quello di una coppia vera e propria con l'unica differenza che ... non andiamo a letto insieme, e questo lui lo sa.
 
Da quando gli ho detto quello che provo per lui, diciamo che abbiamo stipulato questa specie di contratto non scritto: io non esco con nessuno (come già facevo -.-) e lui nemmeno ( per adesso ci sta riuscendo) .
Questa situazione rende tutto più sopportabile, il fatto che non debba avere il timore ti trovarmelo avvinghiato a qualche puttanella di turno è confortante, ma ce anche da dire che comunque non ha molto senso come cosa; e lo sappiamo entrambi.
 
Ma come si può essere gelosi del ragazzo nuovo, mi sono solo rifatto un po gli occhi, che poi per quando sia stupendamente figo, preferisco mille volte Hitomi; con quegli addominali durissimi, la pelle abbronzata, le braccia forti, un sedere sodo e ben fatto, labbra sottili e piene, Dio Hitomi bacia benissimo, per non parlare del suo ...
 
Divento rosso fino alla punta dei capelli, quando nella mente mi appare l'immagine del mio migliore amico completamente nudo, immerso nella vasca da bagno e con ben in mostra il suo ... amichetto.
 
- oi ... ci sei ?- mi desto dalle mie fantasie, guardando il protagonista di esse, che ora mi sta davanti e mi fissa stranito; non perdo tempo e in un impeto gli salto addosso baciandolo.
Gli affondo le mani nei capelli e faccio penetrare la mia lingua nella sua bocca, ondeggio forte il bacino sul suo, gemendo piacevolmente quando i nostri cavalli si scontrano. Dopo un momento di esitazione lo sento rispondere con lo stesso ardore, facendo vagare le sue mani per la mia schiena, poi nei capelli e ancora giù, per le cosce e infine il sedere che stringe forte.
Non so perché così all'improvviso, ma ho una voglia matta di sentirlo, di toccarlo, di ... fare l'amore con lui.
 
- quello non era essere in calore ... questo lo è ... - dico tra i baci, sentendolo ghignare, prima di spingermi sull'erba con lui sopra, tra le mie gambe, che mi bacia il collo.
- ah ... hito-chan hah- continuo a gemere, mentre gli occhi mi vanno all'indietro e stringendolo per i capelli, spingo il mio bacino contro il suo, che capendo i miei movimenti, mi prende per i fianchi e si strofina forte su di me, facendomi quasi urlare.
Riporto le sue labbra sulle mie, e lo sento accarezzarmi sotto il tessuto della camicia così faccio lo stesso, facendo vagare le mani, su tutta la morbida e forte pelle, ora bollente, eccitandomi sempre di più, rendendo i movimenti istintivi, rudi e pieni di inconscia passione.
Perso in tutte quelle sensazioni, non sento lui mentre mi slaccia la camicia e mi accarezza tutto il petto, finché non mi stimola i capezzoli, facendomi gemere nel bacio.

 
POV HITOMI
Mi stacco dalle sue labbra e gli riempio il petto di baci e morsi, che lo fanno scuotere piacevolmente verso di me, spingendo il suo bacino contro il mio con movimenti sempre più impaziente.
Mi sento la testa affollata da mille sensazioni: passione, felicità, voglia, paura, confusione. non so bene come abbiamo fatto a ritrovarci, di nuovo, in questa situazione, ma vorrei che non finisca mai. Già “di nuovo”, perché ultimamente succede spesso.
 
E sbagliato, lui è il mio migliore amico, ed è innamorato di me, finirò solo per farlo soffrire ... ma non posso farne a meno ... quando si avvicina ogni mio senso si accutisce per poterlo percepire a pieno, per poter sentire il suo odore, sapore, la morbidezza della sua pelle e il suono della sua voce. Mi sono ritrovato più di una volta a pensare a lui, in maniera diversa, ma mi sono sempre tirato indietro, spaventato dai miei stessi sentimenti; ma ora è diverso. Sento il bisogno di averlo, di marchiarlo a fuoco come mio, senza pensare alle conseguenze.
I miei pensieri vengono deviati, quando Kaito inverte le posizioni e si piazza sul mio bacino, baciandomi e sbottonandomi la camicia.
In un bisogno inspiegabile lo prendo per i fianchi e lo melo lo sfrego addosso, facendolo gemere forte e inarcare la schiena, verso di me. lo sento passarmi le mani sul petto nudo, soffermandosi sugli addominali.
Me lo riporto di nuovo sotto e mentre lo bacio avvicino le mie mani alla cintura dei pantaloni, mentre lui fa lo stesso. In un attimo la cintura è andata e passiamo hai bottini e la zip.
 
Per un attimo mi blocco, timoroso, ma lui affonda una mano nei capelli e il cervello mi si appanna ancora. Ci stacchiamo per prendere aria, rimanendo legato con gli occhi e il respiro; potendo saggiare il calore dell'altro. l'odore della pelle. I pensieri che confondono, non sapendo dove finiscono i miei e comincino i suoi. La passione bollente. La purezza della amore che fuoriuscendo dal suo essere mi avvolge come vengo fresco. 
 
Ci guardiamo negli occhi mentre metto la mia mano sotto la stoffa dei boxer, facendolo tremare.
- Hitomi- sussurra languido.
Nemmeno il tempo di realizzare. Non so perché lo faccio, non lo so proprio, ma mi stacco da lui all'improvviso guardandolo terrorizzato, quasi ... schifato. Con quello sguardo che da anni gli riservano, e da cui lui continua proteggersi; da cui io stesso avevo promesso di difenderlo. Vedo i suoi occhi, prima confusi, riempirsi di lacrime. Si alza in piedi e sistematosi come stracci i vestiti corre via.
 
Cosa mi sta succedendo ? perché è successo tutto questo ?
 
Le lacrime mi escono copiose dagli occhi, e non in grado di muovermi, rimango li, come il codardo che sono, senza nemmeno la forza per andare dal mio migliore amico, a cui ho spezzato il cuore; senza la forza di ammettere a me stesso un verità che ormai è fin troppo palese. Un peso che da anni mi porto dietro; prima per ignoranza ora per codardia. 
Per paura di essere.. diverso.
 

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Capitolo 9
*** 8. La maschera si spezza ***


                                                          VIII
 
Cosa diavolo sta' succedendo ?
Perché è diventato tutto così difficile, all'improvviso ?
 
Corro via da lui. Umiliato.
Era così bello, per un momento, uno solo, ho dimenticato tutto; pensavo potesse funzionare veramente, ma per l'ennesima volta mi sono sbagliato.
I cambiamenti avvenuti nell'ultimo periodo, erano palesi; era difficile non accorgersene. La sentivo bene la passione che ci metteva, anche in una sola carezza, la dolcezza che mi avvolgeva quando mi guardava e io facevo finta di non accorgermene e lo sbuffare rassegnato, quando evidentemente si rendeva anche lui conto che quello che ci sta accadendo è sbagliato.
Noi non possiamo accettarlo. 
Lui non può.
I pensieri mi vengono interrotti, da due voci, squillanti: - Kacchan !!! -
Mi volto e vedo due ragazze sorridenti che mi vengono in contro correndo, Rengo e Tengo.
- Kacchan, quanto tempo -
- Non ti sei più fatto sentire -
 
Rengo e Tengo, sono le mie migliori amiche, due ragazze fantastiche, che conosco dalle elementari, e le uniche che Hitomi non si e portato a letto e non si sono allontanate quando ho fatto coming out, anzi; si sono scoperte due yaoiste sfegatate.
- ciao ragazze - dico cercando di controllare la voce, che però mi esce spezzata, e loro mi circondano subito.
- che succede kacchan ?? Hitomi ha portato un'altra sciacquetta a casa ?? -
- kacchan, non piangere ... -
 
Si, sanno che sono innamorato di Hitomi, anzi si può dire che lo hanno sempre saputo, e sono sempre loro che mi confortano, ogni qual volta che lo stronzo si porta una a casa, di cui probabilmente non conosce nemmeno il nome o quando il peso di portami dentro tutti questi sentimenti mi schiaccia. 
 
- no, non è quello ... - sussurro prima di allontanarmi, diretto fuori dalla scuola; loro mi seguono in silenzio, e ci dirigiamo verso un parco vicino, dove seduti su una panchina gli racconto tutto.
Piango, piango tanto mentre racconto gli ultimi avvenimenti, di quando gli ho confessato tutto, di ichii e di quello che è successo dopo, dei momenti particolari in cui, io e Hitomi, ci ritroviamo sempre più di frequente ultimamente, del cambiamento.
Insieme loro mi stringono, come fanno sempre, cullandomi amorevoli, asciugandomi le lacrime salate che mi rigano le guance.
- tranquillo kacchan, si risolverà tutto vedrai ... -
- già Rey rey (Rengo) a ragione, anche se .... tutta questa storia potrebbe essere una cosa positiva ... - dice Tengo.
Io e Rengo, la fissiamo, fulminandola con lo sguardo e lei per niente intimidita, con il solito carattere spavaldo e forte che la caratterizza, prosegue:
- cioè, pensaci ... hito-chan è sempre stato moolto affettuoso con te, e nonostante questo si possa spiegare, come la conseguenza al vostro legame particolare, non ce dubbio che ci possa essere dell'altro ... forse si sta rendendo conto di certe cose che sent ...-
- No - la ammonisco, ma Rey rey interviene.
- e perché no kacchan, insomma ... -
- ho detto no, è impossibile, a lui piacciono le donne ... me lo ha detto lui stesso che non mi vede in quel senso ... -
- è confuso kacchan, devi dargli tempo -
- già. non c'è dubbio che hito-chan tenga tanto a te, ma quello che sta succedendo ultimamente, va ben oltre anche per voi ... -
 
No, non è vero; a lui piacciono le donne. lo vorrei con tutto me stesso, che lui mi vedesse in maniera differente, ma non è così e me ne sono già fatto una ragione.
Solo che forse ... hanno ragione ... lo sto confondendo.
Non sono pessimista, è solo che ho imparato a non aspettarmi troppo dalla vita.
Non sa cosa fare, e con il mio comportamento lo metto solo in difficoltà ... devo chiudere questa storia, in un modo o nell'altro, non voglio che lui soffra, ma soprattutto ... non voglio che lui mi guardi più come ha fatto oggi, non lo sopporterei ancora.
Mi alzo, le due gemelle mi fissano curiose, e voltandomi verso di loro, gli sorriso nascondendo l'angoscia.
- grazie ragazze, ora so che devo fare ... - le vedo illuminarsi e saltarmi al collo abbracciandomi.
- allora kacchan è da tanto che non andiamo a ballare insieme, quindi ... - comincia Rengo.
- ... quindi, questo sabato tutti in discoteca !!! - conclude l'altra super esaltata, riuscendo a strapparmi un sorriso.
 
Ci avviamo a scuola, e ci  separiamo al momento di entrare nelle classi; tentenno per un attimo, venendo assalito dalla paura, ma poi entro e vedo subito Hitomi al suo posto, mi siedo al mio e cominciamo la lezione nel più assoluto silenzio.

 
POV HITOMI
lo vedo sedersi e non guardarmi nemmeno in faccia. Non sopporto quest'aria tesa che c'è tra di noi.
Ma non capisco cosa stia succedendo. Un giorno giochiamo e scherziamo come sempre, l'altro invece ci ritroviamo a scuola, sul letto, in bagno, sul divano, persino in cucina o negli spogliatoi di scuola a saltaci addosso, strusciarci l'uno all'altra come cani in calore.
Non so più cosa pensare, da quando mi ha confessato di essere innamorato di me, mi sento strano ... non faccio che pensare a lui, con ancora più intensità di prima e ... Dio, cosa devo fare, lui è kacchan, il mio migliore amico, è un maschio, e io ogni volta che lo vedo me lo vorrei sbattere sul primo appoggio che trovo.
lo guardo di sottocchio e mi perdo inevitabilmente nel verde dei suoi occhi, faccio scivolare lo sguardo sui lineamenti morbidi ma mascolini, le labbra piene, le braccia magre e forti, il corpo tonico; mi perdo via a guardarlo, con sempre più maggior intensità quando:
- Fushimaru Kaito .... - comincia il professore.
- ... visto e considerato, che ichii non c'è ... tu il progetto di scienze lo farai con ... -
 
Ti  prego fa che sia io.

Guardo di sfuggita il mio compagno di progetto e ci fulminiamo con lo sguardo, io odio lui e lui odia me, proprio belli gli accoppiamenti.
Il professore mi osserva dubbioso, e gioisco mentalmente, ma poi sbuffa forte e dice:
- Edo Keiji -
 
Cosa? No, perché proprio lui.
 
Mi volto verso il ragazzo nuovo, e gli lancio un occhiataccia da uccidere chiunque, quando vedo come sorride complice a Kaito. Passo tutta l'ora a scervellarmi e innervosirmi sempre di più, quando quel moretto da strapazzo si voltava verso Kaito, sussurrandogli non so che cosa, facendolo  ridere di gusto ogni volta.
lo sta facendo apposta. Ne sono sicuro, vuole solo farmi ingelosire ... vuole farmela pagare per quello che gli ho fatto prima.
Ma cosa sto dicendo, lui non è così.
la campanella suona e lo vedo alzarsi e uscire fuori dalla classe con il moretto palestrato; rimango sbigottito, non mi ha nemmeno guardato; nemmeno una parola, uno sguardo, un'accenno a qualcosa. Qualsiasi.
 
E' mai possibile che si finito tutto così ?
Mi alzo e li cerco, ma non li trovo da nessuna parte, ma poi mi viene un'idea, vado in biblioteca e lì li trovo.
Li vedo in disparte seduti a sfogliare libri di scienze; passo qualche minuto a spiarli, guardandoli parlare, scherzare e fare ipotesi sul progetto, poi il moretto tira fuori un sacchettino pieno di caramelle.
Pensa di comprarselo così ? Bastardo.
Il mio Kaito non resiste hai dolci.
 
 E così strano vederlo con un'altro ... il mio peggior incubo ... lo sapevo che sarebbe successo; ma tu avevi promesso che questo momento non sarebbe mai arrivato. Ma ora è tutto diverso; e dopo tutto, io avevo giurato di difenderti e non farti soffrire, quando invece l'ho fatto per anni.
Mi sento gli occhi pizzicare e la rabbia salirmi, ma rimango li, affliggendomi ancora di più di fronte a alla scena del mio migliore amico mentre flirta con uno tizio appena conosciuto.
 
Ti prego kacchan, vieni da me.
 
Supplico, poco prima che mi venga afflitto il colpo di grazia.
Vedo il ragazzo avvicinarsi a Kaito e toglierli un pezzo di cioccolato dal lato della bocca per poi, velocemente baciarlo. 
La rabbia mi travolge come un uragano, ma poi scompare all'improvviso, venendo rimpiazzata dal dolore più atroce che io abbia mai sentito, quando vedo Kaito ricambiare il bacio. Vorrei correre via, urlare, massacrare quel bastardo che mi staportando via tutto il mondo.
Non pensavo fosse possibile sentire il cuore dilaniarsi in uno, dieci, cento, migliaia di piccoli pezzi, che pargono scivolarmi dalle mani come linfa vitale.
Calde lacrime mi rigano le guance e corro via.
Perché fa così male, sapevo che sarebbe arrivato questo giorno ed è giusto così ... lo devo lasciare andare, se starà con me soffrirà soltanto, lo so.. però .... fa male lo stesso … e non capisco perché.
 
Continuo a correre, finché arrivo a casa e mi rintano nella mia fortezza.
- Perché mi sento così male, maledizione … - impreco, stringendomi la testa tra le mani.
Credo … credo di starmi innamorando del mio migliore amico.
 
Ecco, l'ho detto. Non ci sono mai riuscito, ma adesso l'ho detto; adesso che l'unico essere che sia mai riuscito a tenermi a galla, ad allontanare il marcio che nasconde la mia sgretolata maschera se ne è andato.
Adesso.
Solo adesso; la corrotta anima che governa il mio misero corpo riesce ad ammettere l'amore.

 
Mi alzo e mi avvicino all’armadio, lo apro e scavo tra i vestiti, finché non trovo una bottiglia; la sua bottiglia di scorta. Mi risiedo lento sul letto e me la porto alla bocca, riversandomi all’interno il liquido amaro.
Come ho fatto a non accorgermene prima … mi sono innamorato di lui; pensavo fosse impossibile, a me piacciono le donne, ma ormai è inutile mentire a me stesso. Prendo un altro sorso di vodka e annaspo, sentendomi bruciare lo stomaco.
Come diavolo fa a piacergli così tanto questa roba. 
Frugo nel cassetto del comodino, e dopo aver trovato quello che cercavo tiro fuori un accendino.
E’ inutile anche solo che glielo dica …
Nella mente rivedo l’immagine di quel pomeriggio
 
… lui non sceglierà più me.

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Capitolo 10
*** 9. Un nuovo arrivato ***



                                                            IX


POV KAITO
 
Mi stacco dal bacio e mi porto una mano alla bocca, nascondendo appena il viso.
- C’è qualcosa che non va ?
    
  Non ci riesco, per quanto io ci provi non riesco a farmelo piacere.
  
- No – mi alzo, e raccolgo le mie cose, preparandomi ad andare.
- … mi dispiace, ma devo andare – gli dico e lui abbassa lo sguardo.
Prendo la cartella e faccio per allontanarmi, ma mi blocca.
- sei innamorato di lui vero? … - comincia, facendomi impallidire; mi fissa con i suoi caldi occhi nocciola e sorridendomi dolce prosegue.
- … sono un buon osservatore. Non voglio costringerti ad amarmi, perché sarebbe impossibile, vorrei solo una possibilità … che ne dici ? sabato sera ?
 
 Oltre che bello e persino sensibile. Gli regalo un sorriso sincero e annuisco, prima di andarmene.
E’ facile farsi piacere un ragazzo come lui, ed e quello che spero di riuscire a fare.
Keiji potrebbe essere l’unica possibilità che ho di uscire da questa situazione con Hitomi.
Hitomi
 
Dopo quello che è successo questa mattina, non l’ho nemmeno guardato, volevo stargli un po’ lontano, per poter riflettere e per dare un po di spazio anche a lui, che ne ha sempre avuto bisogno; poi Keiji mi ha distratto. Sto bene in sua compagnia, talmente tanto da non farmi pensare all’episodio di questa mattina, ed è strano; forse è veramente il ragazzo perfetto.
 
Mi fermo, e interrompo i miei pensieri osservando il posto in cui inconsciamente mi sono condotto e sorrido rassegnato.
Per quanto Keiji possa essere il ragazzo perfetto, credo che sarà sempre la mia seconda scelta.
 
Entro, con il duplicato delle chiavi, in casa del mio migliore amico.
Salgo le scale, e mi dirigo in camera di Hitomi, dove trovo uno spettacolo famigliare, ma diverso in un certo senso; stranamente angosciante. Hitomi semi sdraiato sul letto, con la mia bottiglia di vodka alla fragola in mano e un giunto nell’altra.
Lui si volta verso di me e mi guarda, con gli occhi rossi e lucidi dal fumo, ma anche dal pianto, che gli ha lasciato delle sottili righe di lacrime umide sulle guance. 
La situazione è così terribile ?
 
-kacchan – mi saluta, appoggiando la bottiglia e avvicinandosi a me, mi mette la canna in bocca e faccio un lungo tiro, prima di staccarmi e buttare fuori il fumo bianchissimo.
- che stai facendo ?-
- niente .. – lo vedo guardarmi serio, e poi accarezzarmi una guancia, prima di appoggiare la sua fronte sulla mia e stringermi a lui dalla vita.
- sei così bello – mi sussurra, ondeggiando i fianchi con i miei in una leggera danza.
Cerco di staccarmi, dicendo:
- Smettila ! sei completamente fuori -  - no .. –  Gli metto le mani alla base del collo, mentre gli accarezzo una guancia e gli alzo il viso e lui sospirando, si ferma.
- che succede ? – non mi risponde subito, mi rivolge uno sguardo colpevole e poi parla.
- Mi dispiace … per sta mattina -  
- non è successo niente – gli dico, ma lui mi interrompe.
- No, “non è successo niente” … sai benissimo anche tu che dopo diverse volte che ci ritroviamo in questa situazione, non puoi dire ancora “non è successo niente” .. – 
Bisogna veramente affrontare questa cosa; ma prima di fare di testa mia voglio sapere che vuole fare lui.
- Si … hai ragione. Ma cosa dovremo fare ?
Lo sento allontanarsi, per sedersi sul letto e ricominciare quello che stava facendo prima; sto immobile a fissarlo, finché lui non mi dice:
- Hai intenzione di restare ?
Lo guardo con aria di sfida, mi tolgo piano felpa e calzini, mentre lui continua a fissarmi attentamente. Mi sposto davanti all’armadio e lo apro, voltandomi. So che mi sta continuando a guardare e questo mi fa ghignare.
Nonostante tutto, mi piace apparire al meglio, magari muovermi con un po di finta malizia che fa sempre scattare qualcosa in lui, anche se non so definire precisamente, se sia attrazione o altro; sta di fatto che mi posso permettere di giocare un po con lui, e a questo non ho intenzione di rinunciarvi.
- Ti ho visto in biblioteca oggi !
- Ah si ! Scusa, se non ti ho aspettato ma io e Keiji, abbiamo cominciato il lavoro di scienze
lo sento ridacchiare e fare un tiro di canna, così dopo aver scelto i vestiti, comincio a togliermi la maglietta.
- Immagino che noia … – dice beffardo.
- … Ma lui ha saputo allietarti il lavoro, da quello che ho visto - continua alzando leggermente la voce, ma senza aggressività.
Mi volto appena; nonostante tutto tra di noi non molto è cambiato.
Passo un dito sul bordo dei pantaloni, per poi slacciarli.
- Già, è stato divertente … mi ha chiesto di uscire; sabato sera viene con noi … forse
- Pensavo di essere io il favorito – mi dice, con un pizzico di acidità nella voce. Mi volto, dandogli le spalle.
- Già, ma visto che non ci sarà mai niente, non mi sembra il caso di farmi sfuggire quest’occasione, che poi … -
Comincio ad abbassarmi i pantaloni, sotto il suo sguardo, inconsapevolmente languido, e proseguo:
- … non si sa mai, che sia … la volta buona – ammetto, con le mani alle caviglie, tornando su poi, lentamente.
- Non credevo che la verginità ti pesasse così tanto – 
Mi metto una sua maglietta larga e prima di infilarmi anche i pantaloni mi avvicino a lui. Sorrido della sua insensata gelosi.
- Non mi pesa infatti, ma dovrò farlo con qualcuno prima o poi, e non mi dispiacerebbe che fosse lui questo qualcuno, viste le circostanze
Salgo sul letto, mettendomi in ginocchio davanti a lui, e dalla sua mano faccio un paio di tiri. Lui si innervosisce e mi fa sedere sulle sue gambe con uno strattone.
- “Le circostanze” ? … che intendi kacchan? … - comincia facendo l’ultimo tiro per poi spegnere il giunto nel posacenere; mi rimette le mani sulle cosce e continua:
- … che daresti la tua virtù a me ?
Faccio una pausa, guardandolo dritto negli occhi con decisione.
- Già, a quanto pare – piano mi si avvicina e mi da un solo bacio lento. Allungandomi prendo la bottiglia, quasi del tutto piena e mi ci attacco, scolandomene metà, facendo scendere per la gola quel liquido  acido che tanto mi piace. Annaspo ustionato, guardando poi Hitomi con occhi socchiusi e lucidi.
 
Scendo dalle sua gambe e mi siedo di fianco a lui con ancora la mia bottiglia in mano;si toglie piano la canotta bianca, mettendo in bella mostra il suo fantastico fisico, facendo sì che io lo assaggi con gli occhi fino quasi a consumarlo.
- Che facciamo allora ? – gli chiedo, riferendomi alla situazione in cui ci troviamo, sforzandomi di guardarlo in faccia; lui resta in silenzio, e mentre rolla un’altra canna mi risponde :
- Non lo so. Dobbiamo per forza affrontare questo argomento … ? -
- Si – 
- Per te è un problema quello che è successo ? – mi chiede, avvicinandosi a me e cominciando a fumare.
- Non lo so … credo di no. L’unica cosa che vorrei sapere e se cambierà qualcosa .. – gli dico sincero, guardandolo dritto negli occhi. Non mi risponde, ci limitiamo a fumare, bere e mettere un po di musica, ignorando ancora una volta questo problema, che ci portiamo dietro da non so quanto ormai.
 
Mi alzo dal letto e subito il pavimento comincia a girare. Mi avvicino allo stereo e scelgo una canzone per poi fare un tiro di canna e accorgermi che è finita.
- Hey, è finita anche questa … -
- Bhe abbiamo due scelte … o ... ci facciamo la 4 della giornata o .. ci facciamo un beel bagno e shcendiamo a mangiare… sto morendo di fame hehhehe  – blatera lentamente, inciampando nelle parole, sdraiato sul letto intento a guardare Cleveland show.
Mi avvicino a lui e lo prendo per mano facendolo alzare.
- Andiamo a fare un bagno … -
- Ai suoi ordini kacchan … - mi dice stringendomi e saltellando verso il bagno.
 
Restiamo sotto la doccia per un po, poi decidiamo di uscire.
Ci mettiamo un asciugamano alla vita e andiamo in camera. Prendo una paio di boxer e Hitomi fa lo stesso; si toglie l’asciugamano e si asciuga davanti a me, che non posso fare a meno di fissare il suo corpo perfetto di sfuggita. Mi volto e mi avvicino al letto, per non far vedere l’espressione da ebete che ho in faccia.
Sto per mettermi i boxer quando mi stringe da dietro e sento il mio corpo trasalire.
- C-che fai ? – gli chiedo, quando comincio a sentire il suo sesso sul mio sedere e avvampo.
Lui mi volta e mi avvicina a lui unendo le nostre fronti e fissandomi negli occhi.
- Le cose non devono cambiare se non vogliamo … se per te va bene, vorrei che restassero sempre così; non so spiegarti perché sono successe … quelle cose … non lo so davvero, ma non voglio che tra di noi le cose cambino in modi che non possiamo controllare
 
Ha fatto la sua decisione; avrei tanto voluto fosse un’altra ma va bene anche così.

Con occhi lucidi lo guardo e lo vedo nervoso per un attimo, così gli porto le mani al collo e sussurro :
- Certo che va bene hito-chan – lui sorride raggiante e mi stringe ancora di più per poi baciarmi; d'istinto affondo le mani nei suoi capelli quando mi mette la lingua in bocca e mi prende per i fianchi, facendo aderire le nostre virilità, facendomi andare a fuoco. Mi bacia con talmente tanto amore da farmi perdere l'aria; ci stacchiamo per riprendere fiato e lui mi dice :
- Per quanto riguarda .. Keiji, questa volta non farò niente te lo prometto … se hai scelto lui, avrai avuto i tuoi motivi, e..  - si blocca un attimo e gli vedo gli occhi diventar lucidi e abbassare lo sguardo vago, tentando malamente di fare l'indifferente, per poi continuare.
- … se hai deciso di dare a lui la tua prima volta, lo accetterò senza discutere, solo … stai attento, d’accordo ? – conclude accarezzandomi una guancia, e lì non ce la faccio più e scoppio a piangere stringendomi a lui, che mi abbraccia possessivo.
 
Io voglio solo te Hitomi, vorrei dare tutto me stesso solo a te … 
 
- Ho detto qualcosa che non va .. Kaito parlami, per favore – mi sento dire da lui, che mi alza il viso. Lo guardo con gli occhi pieni di lacrime, che mi rigavano le guance e mi stringo a lui appoggiando le nostre fronti e singhiozzando.
- G-grazie … ti a-mo – concludo l’ultima frase, come l’ultimo alito di vita che possiedo in corpo, racchiudendo in quella parola tutto; tutto il mio amore per lui, la sofferenza, la paura, la consapevolezza di essere destinato a stargli a fianco solo come suo amico, non potendo intervenire o avere voce in capitolo, quando lui sceglierà qualcuno con cui stare veramente, lasciandomi indietro.
Sono terrorizzato dalla reazione che potrebbe avere ma presto questa scompare, quando lui mi stringe ancora più. Lo sento riempirmi la faccia di teneri bacetti, per poi sfiorarmi le labbra e dirmi :
- Anche io kacchan, non ti immagini nemmeno quanto
In quel momento la mia felicità esplode in me e lo bacio, un bacio lento, ma provocante e passionale. Lui mi passa le mani per tutto il mio corpo nudo, accarezzandomi e stringendomi a lui con sempre più forza. Mi spingo verso di lui, come a voler farci diventare un unico essere, gli tiro i capelli, gli mordo le labbra, facendomi travolgere da lui; improvvisamente mi sbatte sul letto e mi apre le gambe posizionandosi tra di esse, e li capisco che ci siamo ricascati. Cerco di staccarmi da lui, con non poca fatica, e ansimando gli dico:
- … basta … - lo sento accarezzarmi un’ultima volta la coscia, salendo poi dietro al collo e appoggiando la testa all'incavo della mia spalla, sussurra :
- Scusa … -
Si alza e si veste in silenzio, tralasciando sempre la maglietta, così mi metto i boxer e mi avvicino a lui.
- Hey … non è mica morto qualcuno … -
- No, ma è molto peggio … - comincia, allontanandosi da me e andando in cucina; mi metto una maglietta, gli corro dietro e gli chiedo:
- Cosa intendi dire ?
- Io, non lo so … non so cosa diavolo mi passa per la testa … solo, che … - mi si avvicina - … non so come spiegarlo … -
Intreccio le mie mani alle sue e gli bacio la fronte.
- Parla con me, sono qui … - fa un attimo di silenzio, per poi cominciare sospirare e fare “no” con la testa, guardando in basso, così porto le sue mani a cingermi la vita e le mie, una su un braccio e l’altra alla base del collo, e lo bacio piano; quasi fossi incapace di stare lontano dalle sue labbra.
- Il problema è Keiji o .. quello che continua a succedere … -
- Ti ho promesso che non ti avrei dato problemi per quanto riguarda .. lui … -
- Si, ma questo non vuol dire che il problema non ci sia lo stesso … -
- Non sono entusiasta ok, ma solo … perché … -
- Vai avanti … -
Lo vedo mettersi le mani tra i capelli e stringersi forte la testa, come a voler cercare di far chiarezza nella confusione che ha in testa.
- … vorrei solo che tutto di te mi appartenesse, non mi chiedere perché, e’ così e basta … ma te l’ho promesso e ho intenzione di lasciarti vivere la tua vita ..
- Mi dispiace … -
- Non è colpa tua, se sei irresistibile … - scherza prima di baciarmi e sorridermi cercando di nascondere l’amarezza, ma i suoi occhi non mentono.
Mi sento malissimo; mi sento in colpa, perché e solo colpa mia se ora lui sta così male.
- Vorrei darti tutto … - vorrei che tu prendessi tutto di me.
- mi stai già dando più di quando potessi sperare di ricevere, quindi non ti dispiacere. Per il resto, se mai succedesse di nuovo, e per te diventasse un problema, voglio che tu me lo dica … -
- ok … adesso, mangiamo dai

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Capitolo 11
*** 10. La prima volta di Kaito ***


                                                             X


POV HIROTO
Fisso la mia figura allo specchio, non guardandola veramente e sospiro ancora una volta.
Il fatidico giorno è arrivato.
Sento nell’altra stanza Kaito, che finisce di prepararsi, così lo raggiungo e non posso fare a meno di sorridere quando lo trovo per terra, che tenta di entrare in un paio di pantaloni.
- Ahaaaa non ce la faccio più – sbraita alla fine.
- E’ inutile kacchan, sei ingrassath – ancora prima di poter finire la frase, mi interrompe fulminandomi.
- S-scherzavo kacchan
 
Lui sbuffa e si toglie i pantaloni, mettendo su quell'adorabile broncio da bambino di 2 anni, a cui non riesco mai a resistere, scoppiando di tenerezza, così mi avvicino all’armadio porgendogliene dei mie. I miei preferiti, gli unici che non gli ho mai fatto mettere; e stupido lo so, ma voglio che quando sarà con lui, ci sia qualcosa di mio. 
Che gli ricordi me. O forse voglio semplicemente saperlo ancora mio.. in qualche modo.
- E’ la tua sera, prendili … -
Sorridendomi li mette, mentre continuo a guardarlo.
- Come mi stanno ?
Mi chiede, e mi avvicino prendendolo per la vita.
- Sei fantastico
Avvicino il mio viso al suo, mentre mi porta le mani al collo, ma solo sfiorandoci ci allontaniamo; il suo telefona suona e risponde.
- E’ arrivato Keiji -
 
Corre al piano di sotto e stringendo i pugni lo seguo; questo dolore e la stessa cosa che provava lui, quando mi vedeva con qualcun'altra ? 
Tsk! Penso, quando il moretto si presenta alla porta con un fiore in mano.
 Guardo Kaito mentre lo ringrazia felice, e si volta verso di me dicendo:
- Lui è Hitomi … -
- Oh … è un piacere, ho sentito molto parlare di te … hito-chan - dice lui.
Vedo Kaito ridacchiare leggermente imbarazzato, guardandosi con complicità i due stanno come nel loro mondo, fatto di piccoli stupidi segreti e chiacchiere in cui io non ho avuto voce, in cui ha saputo stregarlo. La vallata verde che sono i suoi occhi, si allontano dai suo per fare immergere me nella foresta in cui continuo a perdermi.
- … dai vieni qui
Mi volto ignorandolo, il silenzio cala e salgo al piano di sopra.
Mi siedo sul letto e resto lì, al buio, finché pochi minuti dopo sento dei rumori dal piano di sotto, e intuisco che gli altri stanno arrivando. 
La porta si apre facendo entrare uno spiraglio di luce e sorrido beffardo.
- Stiamo andando, che hai intenzione di fare ?
Alzo il volto rivolgendolo verso l’alto ragazzo dai capelli corvini che mi fissa intensamente. 
Kyuichi.
- Arrivo ! – gli risponde spicciato.
- … lo sai che stai facendo una cazzata vero !?
- .. a che ti riferisci ? – gli chiedo con finta confusione.
- Lo sai benissimo … hai davvero intenzione di lasciarlo andare proprio adesso ? -
Mi alzo.
- Devo farlo. E’ la cosa migliore per lui … -
- Ma non capisci che l …
- basta, ormai ho deciso … - lo ammonisco.
- Fai come vuoi, mah …
Si interrompe, voltandosi e io faccio lo stesso; Kaito mi si avvicina lentamente.
- Vuoi che restiamo qui ? – pigola quasi, mostrando il suo modo smielatamente dolce e permissivo che ha solo con me.
Gli affondo una mano nei capelli, e lo sento avvicinarsi di un passo, così da premerci l'uno contro l'altro.
- No, andiamo
Metto un braccio sulle sue spalle, mi avvicino alle scale e lì Kyuichi conclude …
- Hitomi … stai sbagliando, e lo sai bene! Sapevo fossi masochista, ma non fino a questo punto cazzo !-
Sorrido amaro, e stringendo a me Kaito, scendo le scale diretto al piano di sotto, dove due ragazze dai capelli blu e lilla, si sistemano i cortissimi vestitini da sweeth e gotich lolita, davanti a un imbarazzatissimo moretto.



 
Entriamo allo Spiral e ci sediamo al solito tavolo, lontano dalla pista, ordiniamo qualche bottiglia e il primo giro.
- Giù, giù, giù, giù … - gridano Rengo e Tengo, mentre Kaito si scola la seconda bottiglia di vodka alla fragola.
- Hehehhhe ce l’hai fatta kacchan
Ridacchiano le due ubriache, così Kaito si alza in piedi di colpo, rimanendo per qualche secondo a guardare in un punto fisso colto da una balordone, per poi togliersi la felpa.
- Andiamo a ballare
Le gemelle mi trapassano i timpani con un urlo di battaglia degno di un vichingo e ci dirigiamo tutti alla pista. Mentre i quattro ballano io e Kyuichi ci sistemiamo al fianco per fumare.
Dopo un paio di tiri la testa mi diventa leggera, perdendomi tra la musica e le luci, guardo Kaito mentre balla con Keiji, muovendo innocentemente i fianchi, sensuali. I suoni e le nuvolette di fumo si sovrappongono, mescolandosi in una danza lenta, che segue i lineamenti del corpo di Kaito, facendomelo divorare con gli occhi, assaggiare, odorare la fragranza forte.
Avrei tanto voluto dirgli tutto, così quello che balla con lui adesso sarei stato io, e questa sera, sarei stato ancora io a prendere la sua prima volta.
 
Faccio un altro tiro, volendo scacciare quei pensieri, ma vedo Kaito avvicinarsi a me con un bicchiere in mano. Mi mette una mano sul fianco e prende un paio di tiri, per poi buttare fuori il fumo direttamente nella mia bocca che poi bacia. Lo attiro a me e approfondisco il bacio, cacciandoli la lingua in bocca, sotto lo sguardo divertito di Kyuichi; poi Keiji si avvicina e, anche se di mala voglia, mi allontano da Kaito, che bevendo l’ultimo sorso dal bicchiere, si toglie la maglietta e non curandosi di lui mi ribacia velocemente, affondandomi le mani nei capelli, regalandomi un singolo bacio, veloce, profondo, apparentemente patetico ma pieno di quell'amore travolgente che mi consuma dall'interno riscaldandomi il petto. Si allontana, mi guarda appena sorridendomi e prendendo per mano Keiji lo porta a ballare.
Mi volto verso Kyuichi, che mi fissa beffardo; aspetto qualche minuto, ignorando, per la prima volta, tutte le ragazze che mi si avvicinavano, puntando solo Kaito. Immaginandomi con lui. Mentre lo accarezzo, lo bacio, lo stringo a me facendogli ondeggiare i fianchi stretti, ma fantastici come quelli femminili, vista la loro leggera rotondità e sensualità.
Quando arriva la mia canzone, mi tolgo la maglietta per evitare di morire dal caldo, faccio gli ultimi tiri e finisco in un sorso il bicchiere di coca rum, lanciandomi in pista, dove tolgo Kaito dalle mani di Keiji, che viene intercettato e portato via dalle gemelle. Balliamo distanti, come a studiarci, avvicinandoci a tempi alterni nel pezzo finale della canzone, interpretando la canzone. In un impeto me lo schiaccio addosso, quando la musica riparte forte, tenendolo per le cosce e lo bacio, mentre ondeggio i  bacini insieme; poi, seguo l’istinto e basta. Approfondisco il bacio e passando una mano sul sedere a Kaito, fisso Keiji come a sfidarlo.
E quello fu il tragico errore.
Lui si avvicina, e interrompendoci dice qualcosa all’orecchio a Kaito, che mi dice:
- Vado a casa !
Dbbioso gli rispondo:
- Ti accompagno!?
- Andiamo a casa. Mia madre non ce, fino a domani pomeriggio – 
Specifica la prima parola, rivolgendo lo sguardo verso Keiji, e lì capisco.
Mi avvicino di più a lui.
- Stai attento. Se non te la senti, non andare avanti, e … se succede qualcosa, qualsiasi cosa .. chiamami che arrivo.
Gli dico serio, lui mi prende per mano e cominciamo ad andare verso l'uscita, Keiji esce lasciandoci soli, in un angolo semi illuminato della discoteca. Resto a testa basta, pensando a un modo per non lasciarlo andare. Andrebbe bene qualsiasi scusa, e lui resterebbe con me. Mi mette le mani alla base del collo e appoggiando la sua fronte alla mia, mi accarezza una guancia teneramente.
- Ok hito-chan … -
Non resisto e stringendolo per la vita gli do il bacio più dolce che ho, facendo aderire il suo corpo al mio, lui mi porta un braccio dietro al collo e una mano nei capelli, rendendo il bacio più intenso, incatenandomi a lui. Sento che sto per fare qualcosa di stupido e infatti, mi faccio scappare una lacrima mentre con lentezza gli sfioro la schiena calda. Ci stacchiamo appena, ma già la sua lontananza mi attanaglia il petto, facendomi tanto male da farmi quasi boccheggiare.
- Hito-chan, stai piangendo ? … -
Gli bacio la fronte e asciugandomi la guancia gli dico:
- No… finalmente verginello è arrivato il grande momento, sarai suo … dai vai ! – 
Ironizzo e faccio per allontanarmi, ma lui mi blocca.
- Non sarò suo …
Gli sorrido tenero, nascondendo malamente una smorfia.
- Invece si … dai non lo fare aspeth … -
- Prima di andare.. devo dirti una cosa …. – comincia avvicinandosi a me e portandomi le mani al linguine, ancora scoperto.
- …  anche se.. darò la mia prima volta a qualcun altro … voglio che tu sappia che per me … sei e sarai sempre l’unico – arrossisce fino alla punta dei capelli e lo sbatto contro il muro baciandolo per l'ennesima volta in quella sera.
Avevi ragione Kyuichi, sto facendo una vera cazzata.
Me lo spingo addosso, toccandolo famelico, mentre lui mi risponde; schiacciati contro il muro ci scambiamo un bacio mozzafiato, l’ultimo.

Mettendo in quel contatto tutte le parole non dette, i sentimenti ogni singola goccia di sangue versata dal cuore, cancellando il mondo attorno, amandoci. Noi siamo uno la continuazione dell'artro, due anime dannate, condannate l'una dall'artra a bruciare di un'amore talmente puro, che un diamante grezzo non è nulla paragonato. Talmente doloroso, intenso.. Dio come fai a essere tutto il mio mondo ?!

Ci stacchiamo per prendere aria, ma a nemmeno due millimetri da lui, comincio a sentirmi male, e mi porto sul suo collo, mordicchiandolo, facendolo gemere forte. L’idea che quei piccoli versetti di piacere, glieli sto provocando io mi eccita da morire e comincio a passare le mani sulle cosce, per poi tirarlo su, e appoggiandolo al muro, mi metto tra le sue gambe. Mi riattacco alla sua bocca e lui mi stringe i capelli forte con entrambe le mani, così incitato comincio a muovere il bacino verso il suo. Sento il suo respiro diventare sempre più affannato, finché:
- Basta … -
Nonostante queste parole escano dalla mia bocca, non mi fermo e vedo lui che continua a tenere gli occhi socchiusi baciandomi il collo.
Sto sbagliando tutto.
Dio.
Penso, quando lo sento poggiarmi una mano sulla zip dei pantaloni. Lo faccio scendere e aspetto di non avere più fiato, prima di staccarmi dalle sue labbra; senza dire niente, ci mettiamo le magliette, lo accompagno fuori e li lascio andare, senza dire più una parola a Kaito, dando solo un piccolo avvertimento a  Keiji .
“stai attento a quello che fai, perché ti vengo a cercare”



POV KAITO
Sul mio letto ci baciamo piano cominciando a spogliarci.
Non ce passione, ma pura e semplice dolcezza; mi accarezza piano, come se fossi fatto di vetro, riservandomi mille attenzioni, e questo mi tranquillizza e mi incita.
Lo sposto sotto di me e comincio a baciargli il collo, muovendo il bacino sopra di lui e gli tolgo la maglietta. Improvvisamente si accende, diventando bollente, comincia a baciarmi avido divorandomi le labbra, mentre mi accarezza lascivo.
Si vede che non è la prima volta per lui, sa come muoversi e mi sento un po’ a disagio, forse rendendomi conto per la prima volta, che lo sto per fare con uno che conosco da due settimane. Scaccio quei pensieri, che continuano comunque persistenti a infastidirmi.
Faccio ondeggiare i fianchi, con più intensità e sbattendomi sotto di lui, mi slaccia i pantaloni, e percorrendomi il petto con la bocca, arriva in mezzo alle mie g\ambe. Lo sento giocare con l’elastico dei boxer, mentre li tira giù piano e le lacrime cominciano a scendermi. 
Hitomi
Non so perché, anzi lo so, ma non ce la faccio proprio, vorrei scappare di qui e andare da lui.
Ho provato a dimenticarlo, e per un po’ ho pensato anche di poterci riuscire, di esserci riuscito, ma niente; voglio solo lui.
Sento Keji aprirmi leggermente le gambe e lì scatto, allontanandomi. Mi stringo in me stesso nascondendo il viso da lui, vergognandomi della mia debolezza. Mi faccio schifo.
Restiamo in silenzio per un po’, poi mi si avvicina e mi sussurra.
- Non ti farò male, te lo prometto … -
Le lacrime continuano a scendermi senza che io possa fare nulla per fermarle; faccio “no” con la testa e aggiungo:
- … l-lo so .. –
Lui si ammutolisce, e intuisco che abbia capito il problema, così parla.
- Io ti piaccio, Kaito ?
Con ancora la testa bassa gli faccio “si”.
- Però non abbastanza per darmi la tua prima volta … o almeno, per farti dimenticare lui … - comincia e non rispondo.
Lo sento sospirare piano e rivestirsi lentamente, poi sulla soglia della porta mi dice con tono gentile, ma anche malinconico:
- Come ti ho già detto, non posso costringerti ad amarmi, ma credo proprio di essermi innamorato di te, quindi non ho intenzione di arrendermi … -
Sgrano gli occhi sorpreso e lo fisso. Lui mi sorride.
- … lui ti ama più di quanto pensi, basta guardare come gli brillano gli occhi quando ti guarda … quando avrai risolto chiamami, io ci sarò !
E poi se ne va.
 
Resto sul letto a versare lacrime per diversi minuti; lo so che Hitomi mi ama, ma non in quel senso, non potrebbe mai.
Perché deve essere tutto così difficile, perché proprio lui; non riesco nemmeno a dimenticarlo maledizione … non ci riuscirò mai.
Improvvisamente la porta si spalanca di colpo, facendomi sobbalzare, e vedo … Hitomi.
- Che è successo … Keiji mi ha detto che mi aspettavi. Che ti ha fatto ?
Lo guardo negli occhi, è in pochi secondi tutto quello che mi tenevo dentro esplode, e scoppiando a piangere mi fiondo verso di lui restando però sempre sotto le coperte che mi coprivano il corpo semi nudo. Lui mi stringe forte, come a protegermi.
- Kaito maledizione, cosa cazzo ti ha fatto ? … -
- N-niente, non ab-biamo fatto niente … io-io .. non ce l’ ho fatta … - dico tra i singhiozzi.
Lui mi stringe ancora più forte, accarezzandomi i capelli e cullandomi, acquietando il mio pianto; mi da teneri bacetti sulle guance e sulle mani.
- Mi dispiace, ci ho provato davvero, ma io … voglio solo te – sussurro l’ultima frase, quasi a non volergliela far sentire,vergognandomi di quelle parole e stingendomi maggiormente in me stesso, ma lui mi sorprende, alzandomi il viso e baciandomi possessivo.
 
Quel bacio dato in quel modo, con il suo sapore, mi fa sentire talmente bene che sgusciando fuori dalle coperte me lo trascino sopra e lo ricambio; fa danzare la sua lingua insieme alla mia, finché senza fiato ci stacchiamo e lui in ginocchi sul letto, davanti a me comincia a spogliarsi.
Passo le mani, su ogni centimetro di pelle che scopre, eccitandomi ad ogni tocco.
- Devo dirti la verità kacchan … sono contento di essere ancora il primo … mi dispiace, ma non voglio che tu ti dia a qualcun altro … non lo sopporto … -
Mi riporto sulle sue labbra felicissimo, sussurrandogli un languido:
- Prendimi hito-chan … -
Mi bacia, con talmente tanta passione da farmi mancare il respiro, sfrego il mio bacino contro il suo, cingendogli la vita con le gambe, quando comincia a muoversi come a simulare quello che arriverà dopo. Mi porta le labbra sul collo e giù fino ai capezzoli, che lecca e succhia forte, mordicchiandoli leggermente.
- Hahha – mi faccio sfuggire un gemito; lo sento alzarmi, togliermi i boxer facendo lo stesso lui e cominciare a sfregare forte il suo sesso pulsante sul mio. Gli afferro forte i capelli, per farlo sdraiare e dopo avergli dato un bacio veloce, mi abbasso, mettendomi a carponi e prendendogli in mano l’erezione.
La guardo attentamente, restando affascinato da quel grosso e duro pezzo di carne, che mi pare tanto invitante. Mi avvicino, finché non mi ritrovo a leccarlo piano, assaggiandone il sapore, e poi mettermelo in bocca; lo sento inarcare pericolosamente la schiena e dire tra i denti un “oh dio” che mi da alla testa, facendomi succhiare e pompare più forte. Sentirlo gemere così forte per qualcosa che gli sto facendo io mi eccita da morire.
Vado avanti per diversi minuti, fin quando lui mi alza leggermente e sdraiandomi, si porta sopra di me, formando un 69. Mi sento un po’ a disagio in questa posizione, poi …
- Hhhhh oh crsh-sto … hithomhi – urlo, quando lui me lo prende direttamente tutto in bocca. Dimenticandomi della vergogna, riprendo in bocca il cazzo del mio migliore amico e lo succhio avido, gemendo senza pudore e arrivando al culmine, quando lui aggiunse il terzo dito sporco di lubrificante.
Mi sento una puttana. Si, proprio una di quelle. Ma sono la sua puttana cazzo, e non me ne vergogno.
 
Mi appoggia la testa sul cuscino e si mette su di me, scaldandomi con il suo corpo bollente e prendendo un preservativo dal portafoglio. Lo guardo male, e lui ridacchia.
- Bisogna essere previdenti e pronti ad ogni evenienza kacchan …
La sua espressione felice mi rilassa talmente tanto, che gli cingo il collo e aprendo le gambe per sistemarmelo meglio in mezzo ad esse, gli do un bacetto in bocca, che subito lui vuole approfondire e lo accontento. Mi dà il preservativo in mano e di fronte alla mia faccia mezza sconvolta mi dice:
- Mettimelo – 
Lo guardo terrorizzato e gli dico:
- Per forza ? … non te lo puoi mettere tu !?
Lo vedo guardarmi in procinto di ridere, ma lo fulmino con lo sguardo e cerca di fare il serio.
- Dai kacchan, fai il bravo … non mi dire che non sei capace a mettere un preservativo … - mi beffeggia lui; strappando la piccola bustina argentata con i denti, lo tiro fuori e con le mani un po’ tremanti glielo metto, per poi guardarlo come a dire “hai visto, che sono capace”.
- Ma che bravo … - mi sussurra tenero all’orecchio; ricominciamo con carezze e baci roventi che in poco tempo me lo rimettono sull’attenti. Quando sono pronto, Hitomi si sistema bene tra le mie gambe e se le mette sulle spalle per poi posizionare la punta del suo sesso sul mio buchino bagnato.
E poi.. cominciamo.


 
POV HITOMI
I caldi raggi del sole mi svegliano e lentamente apro gli occhi, quando una zazzera arancio mi abbaglia, facendomi sorridere. Stringo delicatamente il corpo caldo di fianco al mio, assaporandone il profumo e la morbidezza; sfiorando la pelle nuda e liscia di un Kaito dormiente.
Per la prima volta, la persona con cui mi sveglio il giorno dopo è quella giusta.
Guardo il suo viso rilassato, accarezzandogli una guancia, pensando a quanto sia bello, ma soprattutto mio.
Dopo avergli baciato piano le labbra, scendo in cucina dove canticchiando a bassa voce preparo la colazione. Di solito sono io l’ultimo dei due ad alzarsi, invece ora sono qui, a preparare la colazione per lui.
Questo pensiero mi fa sorridere, e dopo aver versato due tazze di caffè, aver preso del succo e della frutta (che kacchan, ama mangiare a tutte le ore del giorno; tanto quanto ama la sua adorata vodka alla fragola e le caramelle), salgo al piano di sopra.
Tenendo in equilibrio il vassoio in legno, abbasso la maniglia ed entro in camera, dove lo faccio quasi cadere per terra, quando vedo Kaito, raggomitolato sotto le coperte che piange.
 
Appoggio velocemente il vassoio sulla scrivania e mi precipito da lui sul letto, senza toccarlo però.
- Che succed… te ne sei pentito vero ? – chiedo con la voce spezzata, abbassando lo sguardo verso terra.
Lo sento tirar fuori timido la testa dalle coperte e fissarmi.
- P-pensavo te ne fossi andato !!?-
Gli rivolgo uno sguardo alterato e lo stringo forte a me. Pensava fossi io quello a essersene pentito.
- Non ti avrei mai lasciato da solo … - comincio, asciugandogli le lacrime – … sei stato fantastico – confesso alla fine, mentre le immagini della sera prima mi attraversano la mente, percorrendomi il corpo come una scarica elettrica. Arrossisce e distogliendo lo sguardo mi risponde:
- Anche tu !
 
Gli sorrido e prendo il vassoio che poso sul comodino, mi siedo appoggiando la schiena alla spalliera del letto e tenendo Kaito tra le mie gambe, gli stringo la vita con un braccio e gli do una delle due tazze di caffè. Lo vedo annusare la tazza attento.
- E senza zucchero tranquillo, solo perché sono le nove del mattino non vuol dire che non capisca niente …. –  Mi fissa con un sopracciglio alzato e lo guardo male, così mi sorride. Prendo qualche pallina di uva e me la metto in bocca, per poi imboccare anche lui, che raggiante mangia tutto quello che gli do.
Si stringe a me sorridendo, per niente in particolare, illuminando la stanza e abbagliandomi; io lo avvolgo a mia volta, tenendomelo stretto anche mentre “faccio su”, coccolandolo il più possibile .
 
Rimaniamo sul letto a fumare, e poi andiamo a farci un lento, e al quanto faticoso bagno. Perché faticoso ?!?… bhe provate voi a fare il bagno, completamente in aria con a due centimetri di distanza Kaito completamente nudo e bagnato; non è la prima volta, ma adesso mi è quasi impossibile resistergli. Lo divoro con gli occhi, guardandogli le spalle forti e morbide, la schiena sinuosa, quel fantastico fondo schiena, le cosce invit … Dio… penso quando si mette sotto il getto dell’acqua e si abbassa per prendere il bagno schiuma.
Lo voglio. Ma adesso non posso averlo, non sarebbe giusto trattarlo come quelle puttane che portavo a casa ogni sera, di cui raramente conoscevo i nomi. 
Finito il bagno ci rimettiamo a letto dove, dopo l’ennesima canna, non resisto e gli salto letteralmente addosso.
- Vuoi farlo ancora ?! – mi chiede ansimante, mi avvicino al suo collo e gli bacio tutta la pelle morbida, per poi sussurrargli:
- Mmmm, ci vuole la pratica per raggiungere la perfezione
Lui gemendo forte alle mie attenzioni mi accarezza, surriscaldandosi subito. In pochissimo tempo, ci ritroviamo avvinghiati e accaldati sul pavimento, assaporando sia con le mani che con la lingua il sapore dell’altro; lo vedo voltarsi e spingere il bacino contro la mia erezione pulsante, facendomi concentrare ulteriormente il sangue in quella dura spugna desiderosa di lui.
Sistemandomi bene alle sue spalle gli passo la punta bagnata e bollente sulla sua entrata, rabbrividendo al ricordo del piacere immenso che ho provato quando sono entrato per la prima volta dentro di lui.
Mi allungo per prendere un preservativo che gli do in mano; lui lo apre con i denti e me lo mette, spalmandomi il lubrificante per poi velocemente, ma non con poco imbarazzo rimettersi a carposi per me. Lo comincio a penetrare piano con leggere spinte, che con lo scorre dei minuti diventano sempre più veloci, fino a che é Kaito stesso a spingersi forte verso di me, arpionandomi il sedere mentre dalla sua bocca dei gemiti strozzati fuoriescono, come il suono più bello che possa esistere, eccitandomi da morire.
 
- Sei mio … dillo kacchan. D-dimmi che sei mio … - lo supplico, sentendo il bisogno di udire anche quelle parole fuoriuscire dalla sua bocca.
- S-si … s-sono tuo – mi dice tra i gemiti, prima che uscendo da lui, lo faccia sdraiare sul letto e glielo metta dentro fino in fondo, godendomi il calore intossicante del suo corpo stretissimo, ma soprattutto l’urlo che non è riuscito a soffocare e che adesso echeggia ancora nella stanza, venendo coperto piano dagli ultimi gemiti affannati, prima della spinta più bella, la migliore di tutte, come l’ultimo fuoco d’artificio, mi svuoto dentro di lui e lui sulle coperte. 
Ma non sono ancora soddisfatto, gli do 10 minuti di riposo e subito mi rimettermi sopra di lui, che non si oppone affatto, anzi, non perde tempo e vorace mi prende in bocca l’asta succhiando, quasi con golosità, per poi cavalcarmi forte e farsi sbattere per più di due ore da me, che insaziabile lo prendo sul pavimento, sul letto, su un muro e sul tavolo della cucina, che ora siamo costretti a pulire, insieme al pavimento.
 
Appoggiato con i gomiti sul tavolo della cucina, lo fisso, mentre con solo in dosso un paio di pantaloni, strofina il pavimento, dove degli schizzi di sperma macchiano le mattonelle fredde. Ha il viso concentrato, anche se gli occhi gli si chiudono praticamente da soli; sospiro, sentendomi un po in colpa. 
Infondo sono le sue prime volte, dovrei andarci giù meno pesante.
Gli tolgo lo straccio dalle mani e lui mi fissa interrogativo.
- Cosa fai ?!?
- Lascia finisco io, vai a dormire tu – gli dico, dandogli un piccolo bacio.
- No, faccio io tranquillo, sto bene … - ribatte subito, facendo per togliermi lo straccio di mano, ma facendolo alzare, senza dire niente lo porto al piano di sopra e lo metto sotto le coperte.
- Stai praticamente dormendo in piedi … dormi ! –
Dico, non ammettendo repliche. Faccio per scendere al piano di sotto, ma torno indietro da lui che posa i suoi occhi su di me, che sorridendo un po imbarazzato lo abbraccio. Mi sento un'idiota, ma solo ad averlo vicino il mondo diventa meraviglioso; in questo momento non posso fare a meno di lui, ancora più di prima. Annuso l'odere dalla sua pelle, dei capelli, intreccio le mie mani con le sue baciandogli le nocche e il palmo. Amo tutto del suo corpo; è perfetto.
Lui con la mano libera mi accarezza una guancia, sorridendomi incantevole. Mi bacia la fronte, la guancia e mi sfiora le labbra con le sue.
- Ti amo. Torno subito - gli dico prima di andarmene.

 
POV KAITO
Sto scoppiando dalla gioia. Ho tutto quello che ho sempre desiderato, anche di più. Lui.. lui è perfetto; passerei tutte le mie giornate tra le sue braccia. Lo amo, lo amo con tutto me stesso.
Sotto le coperte, sto cadendo lentamente nelle braccia di Morfeo quando il telefono squilla. Un messaggio.
 
Kacchan, Hitomi non mi risponde al telefono, se è lì da te potresti dirgli di chiamarmi, per favore.
Grazie

 
Scendo al piano di sotto, dove Hitomi sta finendo di pulire il pavimento, gli riferisco il messaggio della madre e me ne torno al piano di sopra mentre lui telefona.
La porta si apre qualche minuto dopo e Hitomi entra cominciando a rivestirsi. Non ce bisogno di parlare, perché la sua faccia mi dice tutto.
Suo padre.

Me ne resto in silenzio sotto le coperte, coprendomi metà faccia e infagottandomi per scaldarmi.
Suo padre, è un fattore che non avevo teneduto in considerazione. Ce ancora un ostacolo. Un ostacolo che non so se potro abbattere.
Improvvisamente, il rumore di vestiti cessa, per essere sostituito da dei passi che mi si avvicinando e poi dal cigolio del materasso, che sprofonda leggermente. La sua mano, mi accarezza piano i capelli, poi il collo, le spalle, fino ad arrivare ai fianchi, che cinge piano.
- Ma non ti stanchi mai ?!? – gli chiedo, riferendomi al fatto di essere così pieno di energie quando io invece sono distrutto da tutto l’esercizio fisico.
Lo sento ridacchiare e dire:
- Sono abituato … -
 
Già, con tutte quelle che si è portato a casa.
 
Lui mi guarda e capisce.
- Scusa, mi è scappato
Non rispondo.
- Ci vediamo dopo ?!?!! – mi chiede, mentre strofina il naso sul mio collo; così mi volto verso di lui.
- Questo pomeriggio esco con Keiji -
Lui non dice niente, si limita ad alzarsi a sedere e guardarmi scettico. Così, con tanta semplicità, mi avvicino a lui e dandogli un bacetto sulla guancia gli dico con il sorriso sulle labbra:
- Grazie Hito-chan … -

 
POV HITOMI
 
Ma cosa sta dicendo ?!?
 
- Per cosa ?!
- Per aver preso la mia prima volta e .. per tutto il resto. Credo ci essere pronto per una relazione decente adesso … -
 
Davvero pensa lo abbia fatto solo per quello !?!?
 
Osservo il dolce sorriso che ha in faccia, e non ho il coraggio di spezzarlo; quindi mi limito a sorridergli e nascondere una smorfia nella sua spalla, sussurrandogli:
- Quando vuoi kacchan
Vorrei rimanere lì ancora per un po’, ma non ce la faccio proprio a stargli vicino adesso; così me ne vado subito, salutandolo con ancora quel sorriso falso sulle labbra, che scompare però, non appena i suoi occhi non posso guardarmi. Lì, il mio viso manifesta quello che il mio cuore prova, con delle semplici e piccole lacrime, che per i passanti sono insignificanti, ma per me pesano così tanto.




Ecco finalmente il capitolo, mi scuso per il ritardo ma non ho avuto internet per alcuni giorni quindi mi è stato impossibile andare avanti a pubblicare i capitoli. Comunque spero che vi piaccia e che vi abbia incuriosito tanto da spronarvi a continuare a seguire la storia :) Spero in tanti consigli ( di ogni genere) visto che stiamo per arrivare al punto morto che avevo anticipato, in cui non mi viene l'illuminazione per proseguire la storia !!! Dopo il mio appello di aiuto.. Alla prossima !!! ^__^

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Capitolo 12
*** 11. Situazioni - Parte 1 ***


POV KAITO
Mi vesto velocemente, saltellando da una parte all'altra della stanza per mettermi i pantaloni; sono le 7, ho perso il pullman, dove Keiji mi aspettava e adesso Hitomi sta per arrivare a prendermi.
Sento il telefono vibrare e mi precipito a prenderlo.

"Sono qui!"
Hitomi


Prendo la cartella, le chiavi, le sigarette e esco.
-Scusa, non mi è suonata la sveglia .. -
-Che novità. Dai andiamo - mi dice, tendendomi una mano, e io la prendo avvicinandomi e baciandolo piano; ma Hitomi si stacca quasi subito, cominciando ad avviarsi.

Andiamo a prendere il pullman, e ci facciamo la strada verso la scuola in assoluto silenzio.
Mentre l'aria fresca mattutina mi entra nei polmoni, il fumo mi insapora la bocca e le narici di nicotina mista al caffè preso poco fà. Furtivamente, guardo il suo viso di sotto'occhi e fisso l'espressione seria, quasi scocciata che non tenta nemmeno di nascondere.
Da quando ho deciso di stare con Keiji, da quando ha preso la mia prima volta, è cambiato; non solo lui, ma tutto. Non ci sentiamo più come prima, certe volte capita che trovi mille scuse per non vederci e questo mi fa stare male; ma ho paura a farglielo presente, perché ... non lo so perché, forse ho paura che lui si allontani ancora di più. Resta il fatto che ho paura.

Arrivati nei pressi della scuola, non facciamo nemmeno in tempo ad avvicinarci al cancello che qualcuno attira la nostra attenzione.
-kacchan ! -
Ci voltiamo e come non è difficile immaginare, vediamo Rengo e Tengo venirci in contro, strette a braccetto a Kyuichi.
- ... saltate la prima ora con noi ?!? -
Mi volto verso Hitomi, che fa spalluce e annuisco per entrambi.


- ... questo sabato volevamo cambiare, e vestirci da conigliette -
- Ho già detto di NO ! - sbraita Kyuichi, mentre rolla, aggiungendo: - ... è già abbastanza difficile tenervi d'occhio, se poi andate in giro in stile burlesque .. e come scriveri in fronte " Sono qui, stupratemi per favore" -
- hahahha ma che esagerato che sei ... io la trovo una bella idea invece - dico, pentendomi poi amaramente delle mie stesse parole quando le due mi si avvicinano e con un sorrisetto, a dir poco inquietante, continuano dicendo: - abbiamo un vestitino anche per te kacchan ! -

Non le lascio nemmeno finire la frase, che sbiancato, mi allontano di mezzo chilometro e faccio dei vigorosi NO con la testa. L'ultima volta che quelle due mi avevano preso un "vestitino", mi sono ritrovato a spiegare a mia madre come mai tenessi un costume da caramella, a dir poco minuscolo, nel cassetto dei calzini e perché, ancora nello stesso cassetto, ci fosse anche un'ambiguo completino da ape Maya versione sexy, con tanto di ali, pungiglione e antenne.
- Daii kacchan sarai bellissimo !!! - dicono, cercando di fare il faccino dolce, ma sta volta non attacca.
- Non ci penso nemmeno !!! -
- Dai Hitomi diglielo anche tu, che serà bellessimo..- insistono le due, coninvolgendo anche hitomi nel discroso.
- Già, tu sei sempre stato un grande fan dei completi che scegliamo per Kaito, questo sarà la cigliegina sulla torta.. digli che lo deve assolutamente provare hahhha -
Lui non risponde.
Resta per i fatti suoi a fumare ignorando tutti, come se fosse nel suo mondo; volendo volutamete escludersi.

 
- Ma guarda chi c'è -
Ci voltiamo tutti quanti verso quella voce, e ... Maya, insieme al suo nuovo ragazzo; la guardo e lei fa altrettanto con un'aria altezzoza che mi fa sorridere compiaciuto.
Dopo tutto di cosa si dovrebbe vantare ?!? Di essersi messa con quella specie di gozzilla biondo ?!?!
Restiamo tutti in silenzio a fissarci in cagnesco, spostando lo sguardo solo quando il ragazzo appena arrivato, fissa con aria di sfida Hitomi, che però lo ignora bellamente, ricominciando a fumare come se niente fosse e scatenando la rabbia del ragazzo.
- Me lo avevano detto che tutti i tossici e le puttane si incontrano qui.. a quanto pare è veramente così -
- Già ! -
Rengo ribatte subito.
- E dimmi è stata la cagna che hai di fianco a dirtelo ?! O Mitsuiko ?!
Lui si acciglia appena, tentando di nascondere l'evidente disagiò. Il toro che da del cornuto all'asino. Mitsuiko era uno degli uscenti di Rengo, quindi questo coglione pensa davvero che non sappiamo tutte le volte che è andato a comprare qualche deca da lui ?
 
- Ma con chi credete di parlare ... -
- Hey, se avete dei problemi ditelo subito - gli sbraitano contro le due gemelle.
Probabilmente non sapeva più cosa dire, visto che non riusciva a guardare nemmeno in facciMaya che lo fissava interrogativa, così spavaldo le porta un braccio a cingergli le spalle.
- Vieni che ti porto in un bel posto piccola ... la presenza di un frocio me lo fa ammosciare -
 
Con estrema calma mi alzo dirigendomi verso Hitomi, che era già pronto ad andargli a dosso e mi siedo sulle sue gambe, appoggiando la fronte alla sua, aspirando il fumo che soffia direttamente a due millimetri dalla mia bocca socchiusa.

- Bleh ! Che schifo ... dai, andiamo ! - annuncia prima di baciare Maya come in un gesto di ignorante dimostrazione di non sò cosa. Fà per allontanarsi,ma ovviamente Hitomi deve SEMPRE e comunque avere l'ultima parola.
- E' buona la bocca di quella che me lo succhiava ?!?! -

Rengo e Tengo scoppiano a ridere, mentre Kyuichi se la ghigna. Poi, succede tu in un'attimo, il biondo innervositosi si avvicina a noi con fare minaccio, ma la sua corsa si interrompe subito, lasciando spazio alla faccia da ebete che ha adesso, davanti alla scena che le si para davanti.
Non posso fare a meno di ridacchiare di gusto mentre lo vede indietreggiare davanti a due furie armate di bombolette spray al peperoncino (ovviamente, regalategli da Kyuichi e talmente dannose da essere fuori produzione, non che illegali da un pezzo ) Kyuichi che si sistema un lucidissimo tirapugni nero dalle punte quadrate in ferro e Hitomi con in mano un semplice Clip Point, dalla lama e impugnatura neri, tutto interamente scheletrato, ed era quello che mi faceva più paura, e se mai vi capiterà di vederlo usare quel coso, bhe credo che ne avrete anche voi. Io invece ... io, me ne sto comodamente su di Hitomi, sia per bloccarlo da fare una strage, che per la mancanza di armi, visto che, non si direbbe, ma me la cavo abbastanza bene con le mani.
Lo vediamo allontanarsi, tentando sempre di mantenere l'aria distaccata e superiore che aveva in precedenza, prendere Maya per mano e allontanarsi velocemente.
- tsk ! -
- Pivello ! -
Dicono Rengo e Tengo, come se sapessero già cosa l'altra pensasse, imitando i film wester.
- hahaha -



Restiamo ancora un po al parchetto, per poi accorgerci dell'ora, e fare una corsa fino alla scuola dove riusciamo ad entrare in classe prima del professore della seconda ora.
- Hey splendore ! -
- Keiji - dico felice, mentreil mio ragazzo mi stringe baciandomi.

Il mio ragazzo, è ancora strano definirlo così, infondo non ho avuto molte storie, anzi, ne ho avuta solo una e sono passati quasi due anni ormai, invece adesso è un mese che sto con Keiji, è sto bene con lui; è sempre presente, mi cerca sempre, ma non eccessivamente, e questo rende la cosa interessante, per non parlare del fatto che in molte nella nostra scuola gli hanno messo gli occhi addosso, ma lui guarda solo me, e non posso negare di esserne terribilmente compiaciuto; certo dopo anche le prestazione in privato sono da considerare e anche mooolto .
Mi siedo al mio posto e lui mi si mette di fianco sorridendomi, ma questa volta il mio sguardo non è rivolto al suo splendido viso ambrato, o hai suoi occhi nocciola, no, sono solo per Hitomi; lo fisso mentre tira fuori la PSP e mettendosi le cuffie comincia a giocare, ignorando tutto e tutti, anche me.

Il professore entra in classe poco dopo, e dopo aver fatto l'appello e aver compilato le varie scartoffie, comincia la lezione.
Scarabocchiando su un foglio, riporto il mio sguardo su Hitomi che non ha ancora smesso di giocare.
Lo so che per lui questa situazione è difficile; Keiji si è introdotto tra di noi, sconvolgendo le cose, cambiando quello che fino ad allora era stato il nostro mondo e modo di essere l'uno per l'altro.
Ora non passiamo più quasi tutte le notti insieme, ma non possiamo stare lontani e quindi il pomeriggio ci dedichiamo del tempo solo per noi, ma solo poche ore, nelle quali quasi sempre Hitomi fuma e gioca alla play, non calcolandomi tanto; ma lo so che in fondo ci tiene a me.
Nonostante il suo comportamento mi faccia male, non è niente paragonato a quando stiamo tutti insieme, perché mi devo dividere tra di lui e Keiji ed essendo due bambini mi rendono il tutto terribilmente difficile, mi spiace ammetterlo ma, praticamente si odiano; non si posso proprio vedere.

Passiamo due ore nel più assoluto silenzio, io parlo solo con Keiji e qualche compagno di classe, mentre Hitomi resta in disparte a giocare.
Al termine della lezione la campanella suona e il mio ragazzo mi fa sedere sulle sue gambe per baciarmi teneramente, mentre tutti esco dalla classe; restiamo lì per un po’ quando vedo Hitomi dirigersi alla porta e lo fermo.
- Hito-chan, aspettaci -
Lui si volta e, togliendosi una cuffia, si ferma.
Scendiamo in cortile e andiamo sotto il solito albero nascosto, dove poi arrivano anche gli altri.

- Dov'è il tuo bento ?! – mi chiede Keiji, e sorridendo guardo Hitomi che tira fuori un grosso panino, super farcito.
Keiji ci guarda con un sorriso a trentasei denti che dice tutto, mentre ammira il super panino che io e Hitomi abbiamo preparato il pomeriggio prima, impiegandoci la bellezza di un’ora. Senza aspettare oltre ci ingozziamo come dei maiali, litigando per chi avrebbe dovuto tenere in mano il panino e quindi essere più a portata di morso.
- Fhauo mh hve ! (Dallo a me !) - cerco di dire, ancora masticando.
-  No ! Questo è mio !! – risponde Hitomi togliendomi l’ultimo pezzo dalle mani, e portandoselo alla bocca per mangiarlo, ma non gliene do il tempo, e gli salto addosso, prendendo a morsi il pezzo, creando una scena in stile “Lilli e il vagabondo” a modo nostro.
Gli finisco sopra e dopo una corta lotta ci ritroviamo a mangiucchiare, con le labbra incollate. Con l’ultimo leggero morso, da parte di entrambi, stacchiamo gli ultimi pezzi, per poi masticarli e mandarli giù senza mai allontanarci l’uno dall’altro però, anzi … d’istinto, socchiudo gli occhi e premo le mie labbra sulle sue, che si dischiudono immediatamente per me; ci scambiamo un bacio lento, uno solo. Nel momento in cui le sue labbra si staccano dalle mie, una sensazione di vuoto che ormai conosco mi assale, spingendomi ad andargli ancora in contro, ma il cervello mi blocca subito … non posso più.
Lo fisso negli occhi per pochi istanti, che però ci bastano per capire che stiamo pensando la stessa cosa; per quanto io non lo voglia ammettere, per quanto io mi senta ancora suo, non lo sono più … non sono più del ragazzo che amo.

 
POV HITOMI
-     Ci vediamo sta sera –  dice Keiji a Kaito prima di cingergli i fianchi e baciarlo, stringendolo; mentre li guardo con finta indifferenza, quando vorrei invece strapparglielo dalle mani.
- Ciao
Dopo averlo salutato ce ne andiamo verso casa mia.

Sono andata a prendere papa all'ospedale, torna prima delle 9, senza Kaito.
Mamma

Arrotolando il bigliettino, lo butto nella spazzatura, prendiamo da bere e mangiare,saliamo in camera e ci sistemiamo sul tappeto ai bordi del letto.

Due mesi .
Sono passati in un'attimo; ora lui sta per tornare.

Guardo Kaito che sceglie un gioco da mettere.
- A che giochiamo. PES, AC.. colossus..eeee, bho..medal of honor ?!
-.. quello che vuoi – gli rispondo, quasi mi seccasse la sua presenza; lo guardo appena vedendolo un po’ offeso.
- Perché non mettiamo un po’ d musica invece ?! – mi dice, mostrandomi un finto sorriso, che simile a una maschera nasconde la sua vera espressione. Mi apro una bottiglia di birra mentre armeggia con il computer; poi mi si avvicina e fa lo stesso.
Restiamo nel silenzio della musica per qualche minuto.
Non sò se odiare lui ho me stesso per essermelo fatto portare via; non riesco a sopportare l'idea che lui lo tocchi, chi lui lo consideri suo, anche se è così ormai. Devo farmene una ragione, perchè lui è felice, finalmente ha trovato una persona che corrisponde i suoi sentimenti, che gli dà tutte attenzioni di cui ha bisogno, e merita.
Eppure, nonostante sono consapevole del fatto che lui sarà più felice se io mi arrendessi a questa situazione, cercando per quando sia possibile di andare daccordo con il palestrato, non ci riesco proprio.
lo considero mio, e io non sopporto chi tocca le mie cose, per questo aspetto solo il pretesto per aprire il culo a quel bastardo.

Ma lo farò soffrire.
Lui.. lui mi odierà.

L’aria tesa è palpabile. Vorrei dirgli qualcosa ma so che è inutile.

Chissà cosa succederà quando varcherà quella soglia.


Improvvisamente si volta verso di me, e cerca di dire parole che blocco subito.
- Sc..
- No !
- Ma, io ..
- Non voglio litigare – lo fermo per la seconda volta.
Non voglio davvero; gli dico con gli occhi.
- A che ora arrivano ?! – mi chiede allora.
Faccio una breve pausa.
- Non lo so. Mi ha solo detto di tornare per le 9.-
Prendo le cartine, e ci sdraiamo sul letto a guardare i cartoni. 

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Capitolo 13
*** 12. Situazioni - Parte 2 ***


                                                               XII


POV KAITO
La sigla dei Griffin comincia, e mi sistemo bene sul letto alzando i cuscini sulla testiera.
I personaggi non fanno in tempo a parlare, che io già rido, piegandomi quasi in due, e saltando giù dal letto se non ci fosse Hitomi sdraiato sulla mia pancia il cui peso non mi permette di cadere.
Attentissimo al cartone, sento all’improvviso il respiro di Hitomi sulla pelle, e abbassando lo sguardo, lo vedo dormire sulla mia pancia scoperta. Mentre con una mano mi stringe la schiena e l’altra la tieni molle su una delle mie cosce.

Ma quando mi ha tirato su la maglietta ?!

La schiena si muove al ritmo del suo respiro. Gli guardo la bocca leggermente socchiusa; sono fini e rosate. Mi sembra un bambino piccolo, e non posso non sorridere e portare una mano ad ccarezzargli i capelli morbidi, per poi scivolare sulla guancia, le labbra, il collo liscio e scendere sulle braccia forti con movimenti lenti.
Godendomi ogni muscolo, ogni singolo pezzo di pelle dipinto da piccoli segni che raccontano tutti una lora storia. Come la voglia chiara che gli macchia la spalla sinistra, o la cicatrice bianchissima alla base del collo, quella quasi invisibile di fianco al pollice e qualche piccola lentiggine che gli ricoprono le guance.
Tutto. Ogni centimetro della sua pelle è ben impressa nella mia mente.
Assaggiandolo con gli occhi; mi sento il corpo surriscaldarsi, quando involontariamente penso a quella sera di poco tempo fa.
La mia prima volta.

Quella volta è stata probabilmente una delle più belle che abbia mai avuto; lui è stato fantastico. Ha avuto tutta la pazienza del mondo, ha fatto tutto con estrema calma, facendomi impazzire ad ogni nuova tortura che si inventava.
Ma quello che mi ha stupito di più: è stata la dolcezza che metteva ad ogni singola carezza, bacio o sguardo.
Era tutto perfetto .
Avrei tanto voluto che qual momento non finisse mai; ma non è forse vero che, siamo nati per rincorrere i nostri sogni ?! io credo di sì, altrimenti non potrebbero essere definiti tali.
 Così, per questo esilarante scherzo del destino, ho deciso di rinunciare al l’unico ragazzo che tuttora amo, per mantenerlo uno dei miei sogni e non rischiare che diventi una di quelle pallide realtà senza significato o sapore, che col tempo perdi o semplicemente ti dimentichi che esistano.
Lui è troppo importante perché io mi decida a rinunciarvi non ce la farei proprio.

Mi sistemo meglio al suo fianco, accoccolandomi a lui che, ancora dormiente, mi stringe a se, facendomi appoggiare alla sua spalla. Mentre il suo respiro caldo mi penetra le narici a pochi centimetri dalle mie labbra, socchiudo gli occhi stanco, cullato dalla sua presenza.
Sono settimane, che non mi stringe mentre dormo, se fosse stato sveglio infatti, non lo avrebbe mai fatto; non più.
Il nostro rapporto si sta sgretolando lentamente. Pensavo che fosse solo un momento passeggero, che sarebbe tornato presto tutto come prima; ma invece stiamo scivolando inesorabilmente in un baratro senza fine. E tutto per colpa mia.
Per aver scelto Keiji. Per non averti detto Sì quella mattina, e aver deciso invece di fare quella sceneggiata da quattro soldi.

Fingevo.
Quando ti dissi che mi sarei visto con Keiji quel pomeriggio; fingevo.
Mentre non mi rendevo conto dello sguardo che avevi negli occhi, lo stesso che ho io quando guardo te, quello di un ragazzo innamorato.

Fingevo.
Mentre mi autoconvincevo del fatto che se fossimo stati insieme ti avrei rovinato solo la vita, avrei peggiorato i rapporti con tuo padre, con tutta la scuola; non potevo farlo.

Mi sento le guance bagnarsi di calde lacrime. Con lo sguardo un po’ appannato ti guardo con occhi socchiusi, e ti accarezzo una guancia, soffocando i singhiozzi per non svegliati.
Non ho mai voluto farti soffrire; avrei dovuto starmene zitto, non confessarti mai i miei sentimenti; sarebbe stato tutto più facile.
Ma è inutile piangere sul latte versato; ormai ti ho spezzato il cuore e tu non mi potrai mai perdonare, lo so.
Ma non sai quanto anche io stia male.
“Chiodo, scaccia chiodo” dicevano.
Cazzate.
Perché sei ancora l’unico che sogno la notte, che nell’arco della giornata è sempre in un angolino della mia mente; l’unico da cui vorrei farmi toccare.
Keiji è un ragazzo fantastico, davvero. Mi da tanto amore, non mi fa mancare niente; c’è sempre per me; ma ce un problema: Non sei tu.
E io e te che voglio.

- Kacchan ?!
Sento la tua voce chiamarmi, e colto in fragrante apro gli occhi traboccanti di lacrime.
Riesco a guardarti solo per pochi secondi, poi non reggo il tuo sguardo e scoppio a piangere, liberando i singhiozzi e alzandomi dal letto cercando di allontanarmi, che mi blocchi stringendomi più forte che puoi a te.
- Lasciami – ti sussurro, senza un minimo di convinzione.
Non mi devo mostrare debole davanti a te; ho tenuto saldamente viva la mia maschera fino ad ora, non posso permettermi che crolli un’altra volta.
Ma nonostante i miei pensieri mi stringo forte nel tuo calore , sentendo la bruciante mancanza  del tuo profumo, delle tue carezze, di te.
Mi mancavi da morire.

Con una mano ti stringo il viso, passando lo sguardo su ogni centimetro di pelle.Come un ceco che vede il sole per la prima volta.
Ti passo il pollice sulle labbra morbide, prima di appoggiarci su le mie, in un veloce bacio; traboccante di bisogno.
Hitomi. Mi dispiace .. io- mi dispiace – ti singhiozzo sulle labbra, continuando a baciarti, portandomi su di te. Non capace di fermare la scia di baci che ti sto dando; ti stringo a me, assaporo le tue labbra, la tua lingua.
Dopo un momento di indecisione, mi avvolgi forte i fianchi e ribalti le posizioni, rendendo più vorace il bacio.
Ti tiro i capelli con entrambe le mani, facendoti alzare. Ti metto in ginocchio, mi siedo sulle tue gambe, riallacciando velocemente le nostre bocche. Sento che mi tiri su leggermente la maglietta, ma poi subito cambi idea; così ti tolgo la tua e ti vedo guardarmi un po’ confuso.
Non sai se interpretare il mio gesto come un invito o no; così mi tolgo velocemente anche la mia, e sbattendoti sul letto porto le mie labbra sul tuo collo, mentre con il bacino compio movimenti inequivocabili.
Il tuo cavallo si indurisce con una velocità che ha dell’incredibile e in un attimo ci troviamo senza vestiti.

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Capitolo 14
*** 13. Ancora un bambino ***



                                                         XIII


POV HITOMI
Mi sveglia in leggero eco fuori dalla finestra.Una macchina. La macchina dei miei che entra nel vialetto.
Con un leggero nervosismo, che cresce ad ogni attimo, mi guardo di fianco, trovando il posto vuoi.
Passa la mano sulle lenzuola stropicciate, che ancora mantengono la sua forma, accorezzo con il palmo sulla superficie tiepida. Affondo leggermente il viso sul cuscino, annegando nel suo odore ancora presente.

Può essere perdonato il mio insano desiderio di pretenderlo qui, ora ?
Anche solo per uno sguardo. Anche al caro prezzo
di spazzare quel poco che ora resta del sentimento di un tempo.

Ma credo io avrei fatto la medesima cosa .
In fondo, cosa sarebbe successo ? Cosa gli avrei detto nel momento in cui risvegliatosi al mio fianco, lui mi avrebbe guardato, aspettandosi chissà cosa da me; non esseno in grado nemmeno lui di proferire parola ?

Mi vesto, mettendo qualcosa di comodo, mentre la porta di casa scatta, annunciando l'eltrata in scena di mia madre.. e mio padre.

... e se scendessi ?

Non sono obbligato a salutare, non l'ho mai fatto, sono sempre stati loro a venire in camera mia a salutarmi quando arrivavano; bhe veniva. E' sempre stata mia madre, solo lei a rivolgermi la parola dopo che mi hanno scoperto a fumare con Kaito e ho cominciato anche a portare dei problemi in casa, per risse in giro e cose del genere; anhce se comunque questa è solo sta la degna conclusione di un circolo vizzioso e opprimente di evente che risalgono a diversi anni prima.

Non ho mai avuto questo gran rapporto con mio padre; già da quando ero piccolo mi incuteva terrore, se la prendeva con me per qualsiasi cosa, magari anche alzandomi le mani, ancora adesso non so come facesse a non capire che ero solo un bambino accidenti.
Poi era facile ricomprarmi. Un giocattolo nuovo, videogiochi, vacanze.Era troppo facile.
Ma quello che non sapeva e che le cicatrici, anche se bendate, rimangono.
Che almeno in quell’età mi era concesso di sbagliare. Ma no. Io dovevo essere un uomo anche all’ora. Dovevo essere perfetto, impeccabile.
Ma non ci riuscivo mai.
Per quanto mi ricordi, sono sempre cresciuto nel terrore di fare qualsiasi cosa, per paura che lui lo venisse a sapere e lo reputasse sbagliato, persino il dire la mia opinione era diventato un peso. Ma per fortuna cera mia madre, che mi copriva sempre, che mi trattava come il bambino che ero. Ero solo un bambino con un’infinita vogli di spensieratezza. Volevo solo riuscire a respirare senza che il fiato mi si mozzasse in gola, come il primo tiro di sigaretta di tutta una vita, appena sentivo la macchina entrare nel vialetto. Volevo solo avere la forza, e non provare vergogna nel andare in contro a mio padre quando tornava dal lavoro come facevano tutti gli altri; mentre io tremavo già quando sentivo i suoi passi pesanti avvicinarsi.
Quando tornava a casa, ripensavo nervosamente a tutto quello che avevo fatto durante la giornata, analizzando scrupolosamente ogni parola, gesto da me fatto, per essere sicuro di non aver sgarrato.
Se pensavo di aver sbagliato qualcosa mi assaliva il panico, la testa cominciava a girarmi, la nausea mi inchiodava lo stomaco, mentre sodavo freddo e in mobile aspettavo, tentando di prepararmi la spiegazione che gli avrei detto, di trovare la verità che gli sarebbe andata bene.

Con il passare del tempo, ho imparato a ribellarmi, non apertamente, no, quello non avevo il coraggio di farlo, ma tentavo, per quanto mi fosse possibile, di godermi gli attimi di libertà, di svago, di vedere le cose con più leggerezza, cercavo di respirare.
E ci sono anche riuscito, con l’aiuto di Kaito, che da quando è entrato nella mia vita l’ha illuminata, come il sole accecante dopo un eclisse, o almeno questo cercavo di far credere a me stesso; perché sono consapevole che in fondo, quel terrore ce ancora.
Ma non delle sberle, calci, pugni, quelli ormai non li sento nemmeno più, sono gli sguardi che mi gelano il sangue.
So che anche adesso, quegli occhi riescono a farmi piangere del nervoso come un bambino, perché a 17 anni, non sono ancora in grado di reggerli.
Sono incazzato con me stesso per essere così debole e patetico cazzo.
Per questo mi chiedo ancora dove abbia trovato la forza di fare ciò che ho fatto quel giorno. Non era la prima volta che lo trattava così, ma quella volta aveva esagerato, o forse no, forse ero solo io che ero scoppiato. Non ce la facevo più a sopportare tutta quella fottuta pressione che mi schiacciava, mi distruggeva del tutto, volevo solo che uscisse. Avrei tanto voluto scoppiare come la bomba a Fukushima e Nagasaki, e portare tutti loro con me. Volevo. Portare lui con me.
Mi ri sdraio sul letto.
Ora è tornato, sento i suoi passi salire le scale. Con calma mi metto sotto le coperte, portandomele fin sotto il naso tremando, parlando sotto voce, ridacchiando da solo, ripensando a qualche scena divertente.
Patetico.
Domani andrò da Kaito. Magari ha perso ancora il pullman come suo solito, in fondo è stata solo una scopata. Per lui non vuol dire niente, domani lo troverò sotto casa ad aspettarmi o in pensilina.
La luce del corridoio si accende.
Si.. si,lui sarà li ad aspettarmi.
Codardo.
Una porta che cigolando si apre, e delle voci.
Fa caldissimo, sto sudando.
Sposto lo sguardo sulla finestra. E’ chiusa.
Di nuovo dei passi.
In fondo non fa tanto caldo, posso restare qui.
Cerco di sentire cosa stanno dicendo. E’ mia madre a parlare poi.. lui. La sua voce bassa e roca mi sfonda i timpani come lame acuminate, mi penetra in testa facendomi male, paura. Smettila.
Perché non vai a dormire, sono stanco.
Stò supplicando.
Patetico.
Lui sarà li ad aspettarmi. Lo sa che sarebbe tornato oggi, sarà lì, si. Lui ci sarà come sempre.






Hey hey hey 
scusate tantissimo per gli ultimi ritardi ma stà diventando sempre più difficile andare avanti, sia per i mille impegni che per la mia scarsa immaginazione degli ultimi tempi.. inizialmente avevo una scaletta ben precisa di questa storia ma adesso la sto rivoluzionando un pochetto, e visto che risulterebbe troppo lunga ho deciso di tagliarla, ma sono solo ipotesi :)
Spero comunque che la storia vi stia continuando a interessare, ho notato con piacere che le persone che hanno messo la storia tra le seguite e le visite stanno aumentando quindi sono fiduciosa !!! ma voi comunque...  LASCIATE UN COMMENTINOOOOOO XD Spero rispondiate al mio appello perchè davvero vorrei diversi pareri ... Alla prossima. Adios !!!

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Capitolo 15
*** 14. Un Ti amo detto dall'anima ***


                                                        XIV



POV KAITO
Maledizione maledizione maledizione
Non riesco a farne una giusta
Maledizione
Continuando a dannarmi corro come un forsennato verso casa di Hitomi .

Sono un autentico idiota.
Ho messo cinque sveglie per riuscirmi ad alzarmi in tempo questa mattina, ma non ne ho sentita nemmeno una. Sono arrivato tardi a scuola, le ho sentite su dal professore e Hitomi non c’era.
Gli ho inviato messaggi tutta la mattina.
Davvero non volevo.
Ieri sera ho preferito con chiamarlo, perché lui è arrivato e non sapevo la situazione che c’era in casa. Immagino la sua di situazione. Mentalmente sarà distrutto e io non ci sono stato. Io che dovrei essere sempre in prima linea per lui, ma non per obbligo ma perché lui lo è sempre stato per me. Ha messo a ferro e fuoco il mondo per me e io ci devo essere; soprattutto in questa situazione, perché è colpa mia.
Ispiro forte in mancanza d’aria, ma quella che mi penetra le narici è tanto scarsa da farmi annaspare, apro la bocca controllando meglio la respirazione evitando i capogiri che prima mi picchiettavano le tempie.
Comincio a vedere in lontananza la mia meta e.. rallento.

E se suo padre fosse in casa ?!


Come un pugno alla bocca dello stomaco in pochi attimi dei flash di ricordi mi attraversano al mente.

Non voglio in casa mia un deviato come te _
L’unico motivo per cui tuo padre se ne andato sei tu. Hai rovinato al tua stessa famiglia_


Gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Quelle parole mi avevano fatto male allora, ma è più il fastidio, la delusione. Io l’ho sempre trattato con il massimo del rispetto. Da quando sono piccolo. Mi conosce da quando ho 5 anni.
Com’è possibile che si possa cambiare così velocemente il giudizio che si ha di una persona; solo per una pura scelta sessuale.
Cosa interessa a loro cosa faccio nella mia vita privata. Non vi interessava prima, perché mai vi deve interessare adesso ? Solo perché non è più come la vostra ? Perché non è nella norma ? Ma chi diavolo vi credete di essere per decidere ciò che è normale o no ?
Io voglio solo poter vivere come tutti, con i diritti di tutti; è così sbagliato per un frocio voler essere considerato normale; o è sbagliato che un ragazzo arrivi a supplicare il mondo di trattarlo come un essere umano ?

Ma ora non importa, la porta di entrata si apre e preso dal panico mi nascondo dietro un muretto dall’altra parte della strada.
Respiro pesantemente, tremo, sudo.
Ma il cellulare ancora muto in tasca pesa terribilmente dei messaggi senza risposta di Hitomi.
Faccio un forte sospiro, catturo tutto l'ossigeno che i polmoni riescono a contenere, riempiendomi il petto di coraggio, faccio uscire l‘aria e scruto al di là della pila di mattoni.
E’ sua madre.
Mi illumini e faccio un grossi sospiro di sollievo, andando incontro alla donna quando lei attraversa la strada con in mano una borsa per la spesa.

Si avvicina lenta, osservando la strada ben conosciuta con occhi accesi e vivi, identici a quelli di Hitomi.
Si può dire sia davvero una bella donna. Vestita in modo molto semplice, con una camicetta maniche corte beige, una gonna scura che arriva quasi alle ginocchia e delle scarpette simili a ballerine; i lunghi capelli castani, gli ricadono morbidi sulle spalle incorniciando il chiaro e bel viso. Un viso amichevole di una donna matura e intelligente quale è.

- Nakajima-san – attiro la sua attenzione. Lei mi riconosce subito, regalandomi un sorriso raggiante.
- Kaito-kun è da tanto che non ti vedo, e chiamami Chou tesoro, te lo devo dire tutte le volte ?
Mi dice, dandomi un buffetto su una guancia. E’ sempre stata dolcissima con me; come una seconda madre.
Ridacchi un po’ e parlo.
- S-si Chou-san !.. ecco io
- E’ in camera sua. Non ce nessuno a casa fino a questa sera. Io torno tra qualche ora – Afferma con sguardo complice. E’ fantastica come sempre, corro subito verso casa Nakajima, lo voglio vedere subito. Ma mi blocco per voltarmi verso di lei facendo un veloce inchino.
- Grazie mille Chou-san
Faccio per ritornare sui miei passi velocemente ma questa volta e lei ad attirare la mia attenzione fermandomi.
- Kacchan.. lui.. ha bisogno di te, fallo sorridere ancora per favore
Sorpreso annuisco e vado da Hitomi.

Entro in casa e salgo al piano di sopra, irrompendo in camera sua come un uragano facendolo sobbalzare e cadere dal letto dallo spavento.
-K-kacchan !? – sussurra sorpreso.
Indossa un paio di pantaloncini e una canotta bianca, i capelli spettinati gli danno un’aria sbarazzina completata dagli occhi assonnati e leggermente arrossati.
Mi fiondo verso di lui stringendolo a me, stringendomi a lui.
- Scusa.. scusami scusami
- Kacchan
Mi stringe forte a lui restando immobile. Gli accarezzo le spalle, i capelli, le guance e la fronte che trovo bollente. Respiro appena l’odore della sua pelle e allontanandomi appena, gli passo le mani sul collo per poi portarla di nuovo alla fronte.
- Hai la febbre ?!
Lui passa il naso sul mio petto. – Già, un po’
Lo tiro su da un braccio e lo faccio sdraiare sul letto, coprendolo bene, mentre lui si lascia fare tutto per poi tirarmi da un per farmi distendere al suo fianco. Non oppongo resistenza, accoccolandomi a lui.
- Come.. è andata ?!
- Pensavo peggio, non ha detto niente.. non mi parla proprio. Ed è meglio così – conclude con un sospiro, stringendomi di più. Lo guardo e lui fa altrettanto.
Leggo negli occhi, la sincerità delle sue parole. Per davvero non gli pesa questa situazione, o per lo meno non come in precedenza, anche se ce qualcosa che ancora non va.
Improvvisamente mi rendo conto di essere piombato lì d’istinto, non pensando a cosa gli avrei potuto dire. Ho passato tutta la mattina e la sera a scervellarmi su quale stupida scusa inventare per giustificare quello che era successo l’altro giorno. Pensavo di dirli che ero solo un po’ depresso perché avevo litigato con Keiji, ma sarebbe stato stupido e insensato, forte l’erba mi aveva dato alla testa, sarebbe stata una buona idea, ma non mi va di mentirgli adesso. Non su questo.
Ci ritroviamo stretti in un muto scambio di leggeri tocchi. Le nostre mani giunte si intrecciano, giocando, accarezzandosi. Lui mi bacia le nocche, aspetta che io dica qualcosa, ma nulla fuoriesce dalle mie labbra.

Fumiamo un po’ restando sempre nel silenzio del televisore ch’è l’unico che riempie la stanza.
- Dammela a me, che sei malato e poi peggiori – gli dico, finendo di fumare prima di spegnere il giunto.
- Non è vero non mi più fare che bene -
-Già già.. sarà anche un medicinale, ma vista la roba chimica che compri per sballarti, non credo sia la stessa cosa -
- Bha sarà - ridacchia.
poche battute. Poi, ancora silenzio.
- Ti amo

E lui a pronunciare queste parole. Che mi sembrano tanto diverse dal “ti amo” che mi ha sempre urlato al sole. Lego i miei occhi ai suoi; incatenandoli ai loro gemelli, completando l’uno l’orizzonte dell’altro. Cercando ti comprendere il significato delle sue parole. Cercando un altro senso ad essere, che comportino che il suo “ti amo” è quello di un bambino, un fratello, un migliore amico; non di un amante.
Sorrido leggermente insicuro.
- Anche io Hito-chan
- No. Non hai capito.. io Ti amo, per davvero. Quel ti amo.. quello sincero, vero. Quello delle favole che ci raccontava tua madre quando eravamo piccoli … -

Cazzo. No non  farmi questo Hitomi per favore.

Mi alzo non volendo sentire.
Vuoi pormi davanti a una decisione che non sono pronto ad affrontare adesso; che non voglio affrontare. Non spazzare tutto via così; per favore.
Lui mi prende per i polsi e mi fa sedere sul letto, mi si mette in ginocchio davanti e continuando a tenermi stretto prosegue.
- ... ascoltami. Quel ti amo che non sono mai riuscito a dirti. Che tu mi hai sempre urlato con gli occhi ma che io non sono mai riuscito a capire. Ad accettare. Ti amo. Così tanto da non farmi più solo male, ma da uccidermi del tutto.
Il naso mi gocciola, gli occhi mi si riempiono di lacrime, il petto si riempie di sussulti. Faccio no con la testa. Voglio che la smetta.
- Hitomi .. – un sussurro.
- Mi dispiace.. mi dispiace di aver trovato il coraggio solo adesso. Ma non posso più restare zitto, è più forte di me. Io ti voglio più di qualsiasi altra cosa al mondo.. e lo sai
Si, lo so. Perché tu sei la stessa cosa per me. Poggia i palmi caldi sulle mie guance, avvicinandomi al suo viso
- Quindi Kaito..

Ti prego, ti prego.
Gli porto una mano senza forza alla bocca, cercando fermare quel fiume di travolgente amore, passione, dolore, quegli strazianti sentimenti che ha sempre cercato di tenersi dentro per non ferirmi, inconsapevole del fatto che io fossi già a conoscenza di essi, in quanto sono condivisi dal mio stesso cuore e anima.
I suoi occhi si accecano di me. la mia figura si riflette nel blu profonde degli pecchi che ha al posto degli occhi colmi di calde lacrime, che sta lottando per non far uscire, come io del resto, che tento, ma fallisco, macchiandomi la pelle di gocce roventi e pensanti.
Mi scosta la mano e tremo.
- Io non ce la faccio più Kacchan. Perdonami, ma.. se mi ami, se davvero il sentimento che credo tu provi ancora per me è ancora vivo, ti prego amami. Non importa a quale costo, perché metterò in ginocchio chiunque proverà ad allontanarti da me. Niente e nessuno potrai mai portarti via anche solo un sorriso, e se mai ci separeremo, sarà tua la decisione, perché ogni fibra di me non vede nient’altro che te. Tu sei la mia luce, sei in grado di farmi sorride con un solo sguardo, quando fai quelle strane facce mentre studi o quando sei malato e ti arrabbi perché nessuno vuole stare con te nel letto perché sei peggio di una piovra. Quando mi dimostri affetto ed è come se tutto il mio mondo si accendesse

Mi sento un vero schifo. Dio solo sa quanto io ti ami. Con tutti i tuo fottuti difetti e con tutto l’amore e la dolcezza che mi regali.
Ti amo quando mi tiri matto, quando te ne freghi della gente, quando fai il gran bastardo che sei, e quando fai dei chilometri in motorino sotto la pioggia per andare in farmacia a prendermi il broncodilatatore per l’asma, quando mi stringi fortissimo nei momenti di gelosia e quando ti ingozzi come un maiale. Ti amo.

- … ma se n-non provi niente. Se quello che c’era un tempo resterà ormai nel passato.. ti prego Kaito, dimmelo.. così così potrò lasciarti andare. Perché io… io non posso andare avanti così, è t-troppo
Lo abbraccio, lo stringo più forte che posso.

Non piangere.


Che idiota, io stesso continuo a versare lacrime ininterrottamente.
Perdonami.
 
- E tu chi sei ? –
- I-io mi chiamo Kaito, e tu ? –
- Hitomi –


 
- Nono io voglio rimanere con Kaito. Diglielo, diglielo di non portarti via.–
- Anche io voglio, anche io voglio stare con Hito-chan mama –


 
-Kacchan ci sono io. Non piangere io non ti lascerò come ha fatto il tuo papà. Io sarò sempre con te –
- lo prometti ?! -


 
- Mamma vado da Hitomi –

 
- Mamma vado a dormire da Kaito –

 
- Io e Kaito andiamo a fare un giro –

 
- Kaito oggi resta qui –

 
- Andiamo al cinema–


 
- Hitomi ?! Non credi sia il momento di trovarti la fidanzati ?! –
- No mamma io voglio solo Kacchan –


 
- Hai rovinato la vita di mio figlio. Quelli come te dovrebbero essere allontanati dalla società. Vattene frocio –
 
Come uno schiaffo in piena faccia, vengo ributtato nella realtà. Cruda e dolorosa.
Gli accarezzo i capelli, gli bacio una guancia.
Cerco di guardarlo negli occhi ma quello che vedo mi fa sprofondare.
Dubbi. Rimorsi. Sofferenza. Speranza.
Perdonami.
Lo faccio solo per te Hitomi.
- Io ormai non ti amo più




Hey hey hey ecco qui il nuovo capitolo, ho cercato di fare il più presto possibile. Spero vi piaccia e commentate dai dai dai XD Alla prossima Adios a tutti !!!
 
 

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Capitolo 16
*** 15. Ricordi del passato ***


                                                   XV
Flash back

POV HITOMI
- Smettila cretino mi fai mal, no hahaha fermo
- Cosa vuoi fare ?! Non ce la fai tanto a liberarti
- Nono asphahahaa haha Hitomi non per favore hahahha muoio giuro hhaha

La risata cristallina di Kaito echeggia nella stanza, riempiendola della gioia di cui strabocca. Continuo a fargli il solletico, mentre lui si dimena cercando di liberarsi dalla mia presa, ma portandomi sopra di lui gli rendo impossibile la fuga.
- Okey okey hai vintooooo – sbraita ancora ridendo.
Interrompo la mia tortura, alzo le braccia vittorioso, per poi ghignare beffardo al piccolo mostriciattolo sorridente che ho sotto di me.
-  Hehhe braavo kacchan, allora andiamo a fare da mangiare, così poi ci fumiamo una cannetta, ci facciamo il bagnetto e ci guardiamo un bel porno, me ne hanno prestato uno che è la fine del mondo
Affermo prima che lui ribalti di botto le posizioni e sedendosi sul mio bacino mi dica:
- Brutto teme pervertito, cosa ti fa pensare che io me lo voglia guardare con te. Non mi piacciono i tuo film, sono noiosi. Sono pieni di scrofe urlanti incagnate, che se lo farebbero mettere anche nelle orecchie se fosse possibile
-  Ma questo l’ho scelto proprio per te Kacchan, è un film romantico.. davvero ! – cerco di convincerlo non resistendo alla tentazione di massaggiarli i fianchi. Lui storta la bocca stizzito, fissandomi indagatore e io di ramando gli sorrido innocente.
- Mmmm non mi fido molto
- Ma così mi offendi. Io che mi sono impegnato tanto a trovare un film adatto alla nostra seratina – borbotto, passando il naso sul suo collo facendo le fusa, per avvinarmi alla guancia che bacio piano, il piccolo naso e in fine le labbra, che dischiude leggermente portandomi anche le mani al collo.
- Sei proprio un bastardo ruffiano e doppiogiochista –
- E’ per questo che mi adori  -
- Hehhe baaka !!
Mi da un piccolo bacetto, quelli caldi ed estremamente dolci che mi da a fior di labbra stringendomi appena alla base del collo.
Sono un dei baci che preferisco, mi rendono felice.

Scendiamo al piano di sotto, mangiamo e poi torniamo su a fumare.
Il telefono squilla.
- Si ?! Sisi tutto bene ma. Si questa sera resta qui.. cos.. e perché ? Non mi importa, lui resta qui, lo sai che… ok. Si okok, vaabbene ciao. Ah ti saluta Kacchan – metto giù e mi sistemo di fianco a Kaito, che ancora sdraiato acccende la tv.

Non mi interessa che lui non lo voglia in casa, che gli dia fastidio. Quando eravamo piccoli Kaito rimaneva anche dei giorni da noi e adesso, non ci può nemmeno mettere piede ma scherzi ? E per cosa poi, perché ha scoperto che stava con il figlio di un suo conoscente. Fanculo. Lui qui resta. E se vuole tirare in piedi i suoi soliti casini che faccia pure, tanto ormai; sembra faccia sempre tutto il necessario per farsi odiare da me, non gliene frega niente nemmeno del suo fottuto unico figlio.
-Tuo padre ?!
- Si
- Ok, ascolta so che non vuoi me è davvero meglio che vada. Dopo che è venuto a sapere la storia di Mitsuo non mi può nemmeno vedere, e non è che prima ci fosse tutta questa simpatia
- Fermo lì, non ci provare nemmeno, se fosse per lui dovresti finire sotto un tram per tenrmi lontano da te, e poi giusto per completare l’opera che mi ci butti sotto anche io.
Gli tolgo la maglietta e velocemente anche i pantaloni. Poi mi spoglio anche io sotto il suo sguardo che dice: “ Ma che cazzo stai facendo ? “
- Dai Kaito lo conosci, devi lasciarlo nel suo altrimenti non vivi più. Andiamo a fare il bagno piuttosto, che poi ci guardiamo il film – dico dietro di lui, stringendolo alla vita e saltellando verso il bagno.
 
 
- Ma un pigiama pulito non ce l’hai vero ?! – borbotta Kaito ancora in mutande.
- Pigiama ? E da quando dormi con il pigiama, ci saranno 40 gradi.
Lui incrocia le braccia al petto fissandomi con un broncio che più che esprimere rabbia, sembrava un bimbo a cui non hanno dato le caramelle.
E adesso che ci penso e proprio l’espressione che faceva da piccolo.
Sua madre lo portava tutti i giorni al parco per vedermi e gli comprava tantissime caramelle, di ogni tipo, soprattutto delle piccole cicche a forma di meloncino, o delle spacca mascella che ci metteva ore a mangiare ma che non mollava fino alla fine. Quelle caramelle erano per entrambi, che ci mettevamo sotto uno scivolo e le mangiavamo. Ma già allora mi piaceva tirarlo matto, e lasciavo sempre nel sacchetto una della sue preferite per poi fargliela vedere e mangiarmela. Lui metteva su questo stesso broncio adorabile, finché io non ne tiravo fuori dalla tasca un’altra uguale che davo a lui.

Addolcito gli faccio segno di avvicinarsi. Si mette in ginocchio sul letto davanti a me aspettando. Più vicino dico con un altro segno muto, così mi si siede di fianco. Mi sdraio sulle sue gambe appoggiando il naso alla sua pancia piatta e profumata dal bagnoschiuma.
Il respiro caldo si scontra con la sua pelle facendola vibrare sotto le mie labbra, che hanno preso ad accarezzalo. Salgo piano fino al petto, permanendo nella scia di leggeri baci di cui lo sto ricoprendo. Il petto di alza e abbassa ad ogni sua presa d’aria. Il respiro diventa irregolare.
La pelle bollente.
Dischiude appena la labbra.
Socchiude gli occhio.
Affonda morbida una mano nella mia testa, massaggiandomi la cute.
Ora siamo fronte contro fronte. Cominciamo uno sguardo che dura pochi attimi, e poi un altro bacio. Questa volta più coinvolgente dell’altro, più forte. Lo stringo forte lasciandomi prendere da esso. Sopra di lui conduco il gioco, accarezzandolo dappertutto, mordendogli le labbra, saggiando la lingua.
- Ti voglio così.. – gli sussurro sulle labbra - .. niente pigiama
Gli passo una mano sulla coscia, che poi scivola in basso verso il fondo schiena. Muove appena il bacino verso l’alto ricongiungendo le nostre labbra. Poi si stacca velocemente quasi scioccato. Mi guarda, poi ridacchia leggermente nervoso.
- Mettiamo il film ?!


POV KAITO
Sul letto guardiamo in silenzio il film. Questa volta ci ha veramente azzeccato.
Ha scelto un film, che cercavo di trovare in giapponese da settimane e lui ce l’ha fatta. Un film romantico, con un alto coinvolgimento emotivo e soprattutto a tematica gay.
Mi volto leggermente verso di lui.
- Hey tu.. dimmi un po, dov’è che l’hai trovato questo film ?!
- Ho chiesto un po’ in giro e ho scelto questo. Se non ti piace ne ho degli altri.. puoi mettere quello che vuoi
Ribatte subito con estrema naturalezza.
- Hai chiesto in giro ?! E a chi di grazia ?! – gli chiede cercando di trattenermi dallo scoppiare dal ridere.
Insomma, l’immagine di lui che và in giro per la scuola a chiedere “ Scusa mi sapresti consigliare qualche film romantico. Magari anche gay. “ No dai sarebbe esilarante.
Gonfia il petto fiero, come un moccioso.
- Ti stupirebbe sapere quante depravate yaoiste ci siano nella nostra scuola kacchan. Persino quella Sakura me ne ha consigliano una cosa tipo 25
- Sakura ?! La stessa Sakura che ha preso a sberle il suo migliore amico perché gli ha detto che era uscito con me ?!
- Già già proprio lei. Ma ce da dire che lo ha fatto solo perché ne era innamorata, e poi secondo me ha fatto davvero bene – dice.
- Ah si. E per quale motivo ? – chiedo beffardo, avvicinandomi leggermente al suo viso. Lui arrossisce fino alla punta dei capelli. Capita molto di rado ma quando succede è la cosa più tenera del mondo. Sorrido a trentaquattro denti e gli do un piccolo bacio sulla guancia prima che la tv attiri la mia attenzione in una scena che deve essere la rosa di tutto il film.

Rimasti soli in una stanza ricolma di luce, i due si osserva scrutano ogni singola sfumatura nello sguardo dell’altro. Gli occhi pargono legati da robuste catene, perché non si separano nemmeno per un secondo, nemmeno mentre i vestiti cominciano uno a uno a scivolare al suolo. A tempi alterni si denudano di ogni velo, mostrando la loro completa nudità dell’altro senza vergogna.

Sento Hitomi irrigidirsi. Così, fingendolo un gesto casuale, mi avvicino un po’ di più a lui, sfiorandolo appena. I suo muscoli diventano morbidi e mi porta un braccio a cingermi le spalle.

Un passo del più piccolo. Uno dell’altro. Si avvicinano al centro della luminosa stanza. Studiando i movimenti fluidi che il corpo compie. Poi la scena cambia. Distesi in un letto che ha visto il loro amore peccaminoso consumato. La leggera luce bluastra della sera domina nella camera.
Ti amo –
E perchè mi ami ? –
Ti amo perché sei mio. Ti amo perchèhai bisogno di amore. Ti amo perché quando mi guardi, mi sento un eroe.. ed è sempre stato così-
Il più piccolo si volta verso il fratello maggiore, facendosi stringere. Regalandogli una risata infantile. Poi l’uomo prosegue.
Ti amo perché quando ti tocco, mi sento più uomo di chiunque altro.-
Gli accarezza con un’estrema dolcezza una guancia, baciandolo.

Mi sento stringere, mentre la sua mano gioca con qualche ciuffo di capelli.

- Anche io ti amo – dice con voce roca il fratello minore.
- E tu perché mi ami invece ? –
- Ti amo, perché quando ti tocco ti faccio sentire più umo di qualsiasi altro –

Rido appena, alla dolcezza e spontaneità di quella scena. E Hitomi non è da meno.
Appoggio la testa sulla sua spalla, dandogli un leggere e velocissimo bacio sul collo. Imbarazzandomi tantissimo, pochi millesimi di secondo dopo. Proprio mentre le mie labbra si posavano sulla sua pelle calda, il discorso continuava con:
- Ti amo, perché non ci potranno mai incolpare per questo amore. –

E’ come se io in prima persona stessi pronunciando queste parole a lui. Adoro questo film. Mi spoglia davanti dei dubbi e delle parole troppo complicate che non riesco a dire, senza bisogno che io faccia niente; perché è come se lui già sapesse tutto.

- … ti amo perché per capire questo amore bisognerebbe, girare e rigirare il mondo. Ti amo perchè potresti scegliere un’altra persona da amare; ma invece ami me. –
- Sole te –
Poggia una mano su una delle mie cosce, e mi volta verso di lui. Intreccia le dita con le mie. Baciandomi le nocche e poi il palmo, che si porta all'altezza del cuore stringendolo un po’. Si avvicina piano, e socchiudo gli occhi.

- Solo te – pronuncia ancora, portandosi sopra di lui. Avvolgendolo in un bacio appassionato. Le coperte si scostano, scoprendo i loro corpi nudi, che ora si sovrastano.

Lo stomaco già mi si stringe in una leggera morsa fastidiosa, che mi fa salire una leggera nausea. Come delle scosse elettriche, mi attraversano in lunghezza il corpo. Il suo respiro si mescola al mio surriscaldami fino alle viscere.
Faccio appena in tempo a sentire il sapore leggero delle sue labbra, che una luce fortissima mi abbagli al aprirsi della porta.
Gli occhi riescono a distinguere solo pallide ombre che prendono forma troppo lentamente. Ma in quelle nuvole biancastre due pozzi di petrolio fuso non scappano alla vista.
Profondi e penetranti.
Glaciali, ma alcun tempo ribollenti di astio.
Il padre di Hitomi.

Il sangue diviene ghiaccio.
Il cuore pompa faticosamente. L’aria cerca di rientrare nei polmoni, rimanendo immobile, per la paura di fare il minimo suo alla sua presenza.
Tremo.
La vista mi si appanna; non più per il fastidio di quella luce, ma per il terrore.
- Che diavolo stavi facendo ?!
Non so bene a chi dei due si riferisca, ma rimaniamo muti.
I suoni sono come ovattati. Rimbombando nelle pareti colpiscono piatti i timpani dolenti.
Con presa ferrea mi trascina giù dal letto; cadendo pesantemente su un fianco.
Gli occhi rimangono persi sul pavimento freddo, non avendo il coraggio di guardarlo. Mi torce un braccio facendomi alzare e solo per darmi un sonoro schiaffo che mi fa ricadere a terra. Questa volta picchio la testa contro un muro.
La nuca mi formicola quando noto di aver evitato di poco uno spigolo.

Umiliazione.
Sono nudo come un verme a casa di un uomo che per me prova solo astio; che se solo mi trovassero morto sotto un ponte ne gioirebbe.
- Non voglio in casa mia un deviato come tu. Hai rovinato la vita di mio figlio
Mi sento gli occhi pizzicare, ma mi faccio violenza per non far uscire nemmeno una singola lacrima; nessun segno di debolezza deve trapela. Tutto questo è giù troppo umiliante. Davanti a Hitomi. Perché proprio davanti a lui. Mi prende per un braccio mettendomi in piedi.
Per un millesimo di secondo incontro i suoi occhi e mi è parso di morire sul posto.
Come può una persona avere uno sguardo simile. E’ odio puro. Potrebbe fare impazzire chiunque. I suo occhi è come se ti scavassero a suon di picconi all’interno. Come se ti stuprassero l’anima.
- L’unico motivo per cui tuo padre se ne è andato sei. hai rovinato la tua stessa famiglia
- Fugaku - interviene la madre di Hitomi. Con uno strattone mi libero dalla sua presa e lo guardo con furia. Come se gli volessi saltare al collo da un momento all’altro. Ma non lo farò.
Il mio non è coraggio, ma un palese ricordo dello spirito di sopravvivenza che ancora ci lega a delle bestie.

- Cos'è quello sguardo ? Vedi di portarmi rispetto piccolo bastardo, perché te ne potresti pentirtene. E tu ! – si rivolge a Hitomi che sbianca, se fosse possibile impallidire di più. Ha il solito sguardo sfrontato, che cela la tachicardia frenetica che gli bombarda il petto.
- Come faccio ad avere un figlio cosi ignorante. Non ti rendi conto di quanto stai cadendo in basso. Ti ho detto che non lo voglio in casa mia e finché vivrai sotto il mio tetto così deve essere. Se non fosse per me finiresti in mezzo ad una strada hai capito ?!cosa pensi di fare dopo la scuola è .. quali altre scelte pensi di avere se non venire a lavorare da me. pensi che qualcuno assumerebbe un delinquentello da quattro soldi con problemi di droga ?

Vorrei provare a difendermi ma il solo pensiero di contraddirlo.. non ci penserebbe due volte a massacrarmi. E’ uno degli avvocati più abili e scaltri, per non parlare del fatto che la famiglia di Hitomi economicamente non è messa male. Se anche avessi tutte le ragioni del mondo, potrei solo soccombere sotto di lui.

Usa parole taglienti, dolorose. Quasi fossero calibrate in maniera soggettiva per affondare un obbiettivo preciso.
Una mano gentile, mi accarezza la guancia leggermente arrossata. Tremi scostandomi di pichi millimetri. Chou-san mi guarda con occhi tristi, cercando di sorridermi.
Soffre più lei di me. Come fa una donna di così nobile animo a stare con un mostro del genere.
- Non lo toccare – ruggisce. Lei ubbidisce.
Mi spintona verso il corridoi.
- Vattene. Non ti avvicinare mai più alla mia famiglia frocio schifoso.
Un’altra spinta che mi fa scivolare per l’ennesima volta a terra e questa volta non mi è andata bene però. Picchio di faccia contro il corrimano in ferro. sbatto forte il naso e il labbro superiore spaccandomelo.
Mi porto velocemente i palmi a pressare le parti lesa e sanguinanti. Il sapore ferreo del sangue riempi l’aria, e mi vaga in bocca. Liquido cremisi pullula. Piccole gocce ricado sul freddo marmo delle scale. Macchiando la superficie immacolata.
La testa mi scoppia in spasmi interni continui.
Poi succede tutto all’improvviso. Non lo vedo nemmeno arrivare. Sento solo carne colpita da ossa d’acciaio.
Un suono sordo è un sospiro spezzato.
Poi lo vedo cadere dalle scale. Il corpo morto ricadere all’indietro. Muscoli è ossa scricchiolano. Il cranio picchia contro la lama di marmo.
CRACK !

Il mio corpo non ha bisogno di capire, che rabbrividisco a quel suono. La pelle d’oca mi cosparge rapida.
La paura. Posso quasi sentire il sapore della morte.
E alla cima della rampa.
Il boia.
Suo figlio.
Hitomi.
 
Contusione celebrale.
Tre costole fratturate. 
Possibili debilità motorie.

Fine Flash back





Ed ecco qui il nuovo capitolo. :) volevo solo precisare che il film che i due hanno visto ( o almeno tentato) si intotola " Do comeco ao fim" ( ciòè, letteralmente " Dal principio alla fine")un film brasiliano a mio parere bellissimo, che però si trova solo, o in portoghese o con sottotitoli in spagnolo o inglese. bene solo questo. Spero il capitolo vi piaccia. Al prossimo capitolo, che caricherò tra non molto. Ciao ciao :) :) :) RECENSITEE !!!!

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Capitolo 17
*** 16. La persona speciale ***


                                                        xvI



POV HITOMI
Tornato a casa mi stendo sul letto.
Accendo la stereo.
Preparo la mia ennesima dose di marijuana.
Sento il vuoto dentro. Come se non possedessi organi, muscoli o ossa.
Non credo di avere più un cuore.
Una massa fredda e pesante ingloba quello che un tempo era quel muscolo pulsante che batteva ai tuoi sguardi.
Prosciugato di ogni linfa vitale mi chiedo se avrò ancora il coraggio di guardarti in faccia. Persino vederti o sentire la tua voce è diventato difficile. Mi manchi, ma a starti vicino mi sfregio di ustioni dolorose. Ho troppe ferite.
Troppe cicatrici non guarite ancora sanguinanti.
Ti voglio qui a darmi l’ennesima tortura, solo il dolore riesce a farmi sentire vivo. Nella felicità ho smesso di sperarci da molto ormai. Voglio solo trovare la forza di lasciarti del tutto.

Lo specchi riflette la figura di un mostro, i cui peccati rivestono il volto.
Non riconosco nemmeno più gli occhi di una persona umana nei miei. In me un’insana voglio di cadere nel buio più profondo.
Stare nella mia stessa pelle mi da fastidio. Mi schifa. Le unghie mi scavano la carne. Fatemi uscire.
Ho avuto l’onore di conoscerti, di vedere come si vive dell’altra parte. Ma io non sono come voi. Io ho bisogno di stare lontano da tutto e tutti.
Sarei pronto a uccidere per renderti felice. Sono un egoista che ti ama più di se stesso, e che all’unica cosa a cui pensa e strapparti dalle mani di una persona che riesce a farti sorride, solo per rinchiuderti ancora nella gabbia di cristallo da cui sei scappato.
Sei sempre stato lì, come un piccolo angelo a vegliare su di me. Non mi hai mai giudicato, nonostante sapessi tutto.
Nonostante io stesso ti abbia confessato il povero malato di mente che sono. Io schizofrenico del cazzo che sono diventato. Anche quando avevo cominciato a farmi di coca eri li.
Mi hai aspettato.
Mi hai aperto il tuo cuore.
Sei rimasto chiuso in quella dannata stanza per una intera settimana con me, per farmi ragionare. Mi hai sempre sorretto.
Mi hai stretto a te e mi hai sorriso. Hai detto che credevi in me. Hai detto che potevo farcela.
E io ci ho creduto.

Butto per terra tutto ciò che ho sulla scrivania. Piango. Urlo.
Sei rimasto anche quando preso da crisi ti urlavo dietro. Ti offendevo e umiliavo.
Persino quando la mia nauseante gelosia ti portava a non parlare con le persone per giorni. Quando ti stringevo fino a mozzarti il fiato e piangevo senza motivo. Sei sempre stato tu il più forte.
Sei importante per me. Eppure sono così idiota da essermene reso conto solo adesso.
Almeno si felice. Si felice e vivi per entrambi.
Non mi sarei mai dovuto innamorare di te. Ne di nessun altro. Io non so amare.
Il mio non è un amore che posso dimostrarti o scriverti a parole.
Se questo vuol dire amare allora non capisco come le persone facciano.
Mi hai rubato la mente, il cuore.
Quando mi capita di pensarti, mi sento il corpo leggero. Mi sudano le mani e mi eccito da morire. Il mio umore cambia come il giorno e la notte. Un secondo prima vorrei spaccare il mondo e quello dopo se mi accarezzassi mi metterei in ginocchio davanti a te a supplicarti di abbracciarmi.
A volte ti farei anche del male per sottometterti a me. Non per cattiveria. non per farmi disprezzare; ma per sentire che ti sto dominando a pieno. Per farti capire che sei mio.
Quante volte mi sono svegliato annaspando, morendo dalla voglia di sentire il sapore della tua pelle, il tuo calore.
Svegliarmi nel pieno della notte, sentendo ancora l’eco della tua voce urlare il mio nome.
Dio sto impazzendo.
L’unica cosa che voglio è inglobarti, perché tu ritorni una parte di me.
Vorrei soffocare il tuo respiro con un bacio. Divorare la tua carne a morsi. Voglio immergermi nel tuo stretto e bollente corpo fino a non avere più forze per muovere nemmeno un muscolo. Restare a corpo nudo al tuo fianco, stringendoti nonostante il dolore, che rende tutto solo più sofferto. Più desiderato. Sei il respiro che ora non sento nei polmoni
.
Cado in ginocchio nel fango in mancanza d’aria. Butto un urlo talmente forte che mi si squarcia il petto.
Sono patetico. Patetico.
Piccole gocce di pioggia mi ripuliscono il viso imperlato di sudore e lacrime.
Tieni duro, perché il mondo non sa che tu ci sei. Sei poco più di un granello di sabbia vagante in una galassia troppo affollata.
Vivi, vivi anche per me. Sorridi. Ama per entrambi, perché io non ne sono capace.
- Kaito – Un soffio d’aria calda che cerca la forza di richiamarti a me.
- Kaito - ripeto. Un sussurro arrendevole.
- Kacchan – Come l’ultimo soffio di vita esalato dal corpo. Dischiudo le labbra per l’ultima nota, che si spezza nel petto. Risucchiata dal buio profondo che mi sta infettando.
Lo sento.

Le vertigini mi buttano a terra. Non riesco a respirare. L’aria si fa afosa, pesante.
Deve star piovendo.
Il pavimento diventa gelido sotto la pelle. Per un attimo sento di star uscendo dal corpo. I brividi mi attraversano il corpo intorpidito. Di fianco a me intravedo ancora il piccolo sacchetto in cui era rinchiuse le pasticche di MD.
E’ stato una botta di fortuna trovarle nella tasca di una felpa. Non ci ho pensato due volte a prenderle.
Non l’ho fatto per soffocare il dolore. Per non pensare a lui, perché la droga non me lo fa dimenticare. Lui e qui di fianco a me. Si accoccola sulla mia schiena accarezzandomi i capelli, dandomi qualche bacio sulla testa, il collo.
Il suo fiato caldo mi rilassa le spalle e l’animo.
Mi sento scivolare nell’oblio. La sonnolenza e troppo forte per essere contrastata, e nemmeno ci provo.
Come schiacciato al suolo perdo del tutto le forze. Socchiudo gli occhi. Sei qui.
Sorrido. Sorriso innamorato.
Mi ritrovo in un prato in piena fioritura. Aria fresca che penetra nel corpo. Disteso sul soffice verde, il sole mi scalda. Ma tu mi guardi terrorizzato.
- Hitomi !!!


POV KAITO 
Scrocchio le mani nervosamente, torturandomi le labbra con i denti.
Mi strofino forte gli occhi lasciandomi in faccia l’aroma della nicotina.
Accendo il display, solo per frustrarmi ancora di più e buttarlo sul banco. Ancora nessun messaggio.

Gli ho spezzato il cuore. Anzi gliel’ho direttamente strappato dal petto ancora pulsante e poi trafitto davanti a gli occhi.
Pensavo di sapere cosa provasse. Pensavo fosse lo stesso dolore che ho provato io . Ma mi sbagliavo.
Ho visto il lato di lui che ha sempre represso. Che probabilmente non sapeva nemmeno di possedere.
Il suo amore non è quello che lui pensa di provare per me.
Il suo non è l’amore puro e spensierato che vuole provare. Il suo amore è oscuro. È un lago di in piena, troppo forte da controllare. La corrente ti trascinerà inevitabilmente nell’oblio della tua ossessione. Perché questo è: Un ossessione.
Un’ossessione malata  che viene confusa per amore, ma che è quel tipo di amore di cui tutti dovrebbero avere paura.
Perché ti distrugge, corrompe e tortura l’anima fino a farne impazzire la mente.
Pensavo avrebbe solo sofferto un po’, ma i suo occhi mi facevano paura.
Lui non stava solo male, non stava soffrendo, stava morendo dentro.
E’ cambiato. Quella sera quando sua madre è arrivata ha notato subito che qualcosa in lui si era spezzato.
Se prima avevo la speranza che avremmo potuto in qualche maniera, con il tempo, sistemare le cose adesso ne dubito.
Sono arrivato io a tutto questo con le mie mani, e ora mi danno per le scelte fatte.

- Hey
Mi volto alle mie spalle, quando qualcuno mi scuote un po’ le spalle.
- Sono 5 minuti che ti chiamo tesoro. Che hai ?! – mi chiede apprensivo Keiji sedendosi al mio fianco.
- Scusa ero distratto
- Già
Il suo braccio mi cinge le spalle, e per la prima volta provo un senso di fastidio. Ma non mi muovo.
Non mi chiede niente, si siede li e cerca di coccolarmi, mentre io mi isolo mentalmente da tutto.
Mi manca. Davvero troppo.
- Come mai non è venuto oggi ?
sollevo le spalle.
- Ti interessa davvero ?!
- Veramente no, ma non mi piace vederti così.. e ho la strana sensazione che lui centri qualcosa.. come sempre
Sbuffo alzandomi in piedi e uscendo dalla classe. Resto giusto il tempo di prendere una bocca d’aria. Tutta questa gente mi soffoca. Aspetto l’ultima ora e resto seduto al mio posto mentre tutti escono. Poi mi accorgo di Keiji ancora nel suo posto dietro di me.
- Cosa fai ancora qui ? – la voce mi esce piatta con una leggera nota di fastidio alla sua presenza.
- Ti guardavo.
- Un bello spettacolo immagino
Cala il silenzio.
Da fuori si sentono il rombo dei motorini e macchine, e le risate di varie persone che uscivano ancora dalla scuola.
- Sai.. alcune volte mi capita di pensare che sia davvero crudele che per ogni uno di noi ci sia solo una persona speciale. Cioè siamo in più di 6.5 miliardi. Alcuni di noi non si incontrano nemmeno durante tutta una vita. E’ strano persino che io possa incontrare una persona che vive a migliaia di kilometri da me, così come non incontrerò mai una che invece vive nel mio stesso paese… -

Ascolto le sua contorta riflessione in silenzio.

- .. la persona perfetta per noi la potremmo incontrare per strana, non riconoscerla e non incontrala mai più. Così ne incontreremo un’altra che nella nostra mente prende il suo posto. Daremo a questa persona tutto l’amore del mondo, ignari del fatto che non era lei a cui eravamo destinati

- E’ chi ha deciso chi è la persona per me ? Dio ? Che stupidaggine.. – lo ammonisco stizzito.

- Chiamalo Dio, destino, scienza o come vuoi, ma credo che la persona speciale ci sia veramente. Quella che ti fa vivere un sogno tutti i giorni. Con cui le giornate sono tutte coronate da un solo abbagliante. Quella che non riusciresti mai a tradire perchè faresti un torto a te stesso. Quella che vedi al tuo fianco nei giorni più felici della tua vita.
Mi alzo di colpo dalla sedia facendola cadere rumorosamente a terra e lui mi guarda dalla finestra in cui si era affacciato. Sbatto forte le mani sul banco.
- I sogni una volta che gli hai raggiunti non lo sono più. I sogni vanno inseguiti. Le giornate non sono tutte belle; alcuni giorni sono orribili. Vorresti sprofondare nella fossa più buia di questa fogna di mondo e restare li. Ci sono giornate in cui ti senti uno scarto, ti senti come la persona più miserabile. Ci sono giorni in cui pagheresti oro per prendere la vita di qualcun' altro o per evadere da tutto. E il tradimento.. quello non è indispensabile. E’ sbagliato. Fai soffrire e basta.. ma credo sia umano. Per fortuna non siamo perfetti. Siamo fatti anche dei nostri sbagli.

- E dimmi. Se ci lasciassimo trascinare da quello che sappiamo che è la vita.. dove pensi arriveremmo ?!
Non rispondo.
- Se la sera non avessi un luogo in cui tornare. Se ci trovassimo nel buio più profondo, se la testa ci esplodesse nel caos del mondo. Se ci ritrovassimo a vagare per una strada affollata, dove siamo vulnerabili, dove i passanti non ci penserebbero due volte a pugnalarci alle spalle.. cosa faresti ? Abbiamo tutti bisogno di qualcuno

- Si ma per questo ci sono i famigliari e gli amici –

- La famiglia e gli amici sono importanti, ma anche loro anno le loro vita ..

- E la “persona speciale” non ce l’ha ?!

- Si, la tua. Se hai una persona al tuo fianco questa vive la tua stessa vita. I tuoi problemi SONO i suoi. Le tue paure. Le tue gioie. Lei non è solo quella che ti fa toccare il cielo con un dito. Ma anche quella che la sera ti toglie il sonno. Che hai paura di perdere ogni minuto. Che a volte ti viene voglia di stringere per nessun motivo, sentendoti frustrato e deboli e tal punto da scoppiare a piangere e strappare i capelli. Quella che ti fa perdere la testa. Che tira fuori la parte peggiore di noi..
Sgrano gli occhi volendo annegare al mio interno.
- .. puoi non capirlo chi sia fino all’ultimo o puoi perderla come sabbia tra le dita. Ma se la incontriamo questa ci lascerà un marchio che ci porteremo sempre dietro.-
Lui mi si avvicina.
Non alzo gli occhi. Resto a testa bassa, cercando di dare un volto alle sue parole.
- Fa paura pensare che si possa provare una cosa del genere, e per quanto possa essere un’esperienza unica non credo di essere abbastanza forte da affrontare un amore così malato. Credo impazzirei
- Se.. – cerco di dire qualcosa ma un groppo in gola mi spezza le parole in bocca.
- Se tu la trovassi.. se trovassi la tua persona speciale. Cosa faresti ? Metti caso che sia un amore impossibili, di quelli impossibili per davvero. Che potrebbero causare danni irreparabili. Anche alla persona che ami. Ci proveresti lo stesso ?
Trattengo il respiro per qualche secondo, aspettando la sua risposta.
- Si
Lo guardo perplesso, come se non fosse quella la risposta che mi aspettavo. Ma non so nemmeno io cosa volevo sentirmi dire. Forse che non ne valeva la pena. Che lasciare stare e andare aventi con la tua vita sarebbe stata la scelta più saggia.
Sulla mia guancia si posa il suo palmo caldo, che mi accarezza. Mi da un bacio sulla fronte spiazzandomi.
Prende la sua cartella e si avvicina alla porta. Ma prima di uscire mi rivolge un ultimo sguardo e mi sorride.
- Se su 6. 5 miliardi di persone sono riuscita a trovarla, e persino a riconoscerla.. bhe a questo punto striscerei fino all’inferno per lei… Buona fortuna splendore – poi se ne va.

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Capitolo 18
*** 17.Insieme ***


                                                                                                 XVII


POV HITOMI
Caldo.Quasi ustionante. Ma stranamente famigliare e rilassante.
Il corpo galleggia come in una piscina di acqua tiepida.
Piccole bolle mi escono dalla bocca. La luce del sole si riflette sulla superficie dell’acqua disegnando ragnatele luminose sul fondo color vaniglia.
- Hitomi
Alle mie spalle mi chiama. Mi volto ma non vedo nulla.
La piscina diventa più profonda e vado verso il fondo. La pressione mi spinge finché mi ritrovo quasi seduto sul suolo rigido e guardo verso l’alto dove rivedo la mia figura. E solo li mi accorgo di essere nudo.
- Hitomi .. svegliati
La voce calda di prima continua a chiamarmi ma attorno a me ce solo acqua, acqua e ancora acqua. Un’infinita distesa di cui non vedo la fine. Da dietro un paio di mani leggere mi abbracciano, facendomi sfiorare la pelle morbida del suo petto.
Stringo uno dei suoi polsi sottili con estrema delicatezza. Facendo attenzione, come se fosse fatto del cristallo più fragile e prezioso.
Mi fa chiudere gli occhi con le mani delicate.
Ora il solo contatto che ho con quello che suppongo sia un corpo umano è appena un accenno. Non posso vedere, ma lo spostamento d’acqua mi fa capire che si sta muovendo.
Davanti a me. Poggia la sua fronte alla mia portandomi le mani al collo rivolgendolo verso l’alto dove dischiudo gli occhi allo specchio d’acqua. La sua figura è resa più sinuosa e slanciata dall’acqua. La sua pelle abbronzata sembra oro. I capelli arancio elettrico galleggiano come stoffa, dandogli un’aria sovrannaturale. L’acqua dona anche a i suoi occhi, verdissimi come due pietre di giada, un colore ancora più intenso e profondo.
Fa combaciare il suo petto con il mio mettendomi le mani ai lati delle guance. Abbasso lo sguardo e ringrazio dio di non aver bisogno di respirare, perché sarei soffocato all’istante. La sua bellezza mi mozza il fiato.
La pelle è perfetta, la forma a mandorla leggermente più grande del normale fa notare bene la purezza del suo cuore tramite gli occhi che ti parlano. Il piccolo naso. Le labbra leggermente piene color bronzo acquarello.
Lo stringo continuando ad ammirarlo e lui mi sorride. Ma non ha il suo solito sguardo che esplode di allegria. Sembrano tristi.
- Per favore. Devi svegliarti
Vengo risucchiato in un improvviso vortice che mi sputa contro un muro bianco. Sono completamente sudato. Crampi addominali fortissimi ed emicrania mi fanno annaspare.
Sposto velocemente lo sguardo attorno, infastidito dalla luce troppo forte mi copro velocemente gli occhi.
- Hitomi.. Hitomi guardami..
Mi volto subito. Kaito.
Come nel mio sogno è qui al mio fianco, con quello sguardo. Seduto sul letto, mi tiene stretto a lui accarezzandomi frenetico i capelli, studiandomi minuziosamente. I suoi occhi diventano liquidi. Ho quasi la sensazione che le lacrime che ne usciranno saranno di un verde menta.
- Hitomi. – sussurra prima di stringermi fortissimo.  Inizialmente sono inquieto e non so come reagire, ma il desiderio è troppo forte e lo stringo a mia volta.
- Baka baka baka. Cosa pensavi di fare Baaka – singhiozza dandomi deboli pugni sulla schiena. Lo stringo più forte. Non avrei mai voluto che mi vedesse in questo stato. L’ho deluso. Gli avevo promesso che non lo avrei mai più fatto.
- Scusa
Mi allontana tenendo lo sguardo basso. Torturandosi le mani nervosamente come cercando di trovare il coraggio. Gli porto una mano a un braccio cercando di attirare le sua attenzione, ma si alza e mi da le spalle. Resto a guardare la sua schiena leggermente curva. Non ho idea di cosa voglia dirmi. Abbiamo parlato solo ieri. Mi trovo a sperare che qualsiasi cosa sia non tocchi quel discorso. Non ne voglio sentire parlare.
Si volta, mi fissa con sguardo criptico e resto spiazzato dalla voglia di soffocare l’angoscia nel suo corpo. Tiene le labbra leggermente socchiuse. Le braccia lasciate a peso morto sui fianchi, in un segno arrendevole.
I battiti aumentano. Come un vortice di dolore e desiderio esplodono ad ogni linea e curva del suo corpo su cui poso lo sguardo.
Indossa una canotta bianca leggermente attillata e un paio di bermuda a fantasia scozzese, che gli fasciano le cosce, lasciando scoperti i polpacci tonici.
Avvicinatomi gli carezzo una guancia. Con la paura che si allontani dal mio tocco. Mi prende la mano e ondeggia la testa su di essa. Quasi fa le fusa.
Incentivato gli cingo i fianchi e mi si appoggia al petto, mantenendo la testa bassa. Esploro il suo corpo non spingendomi troppo oltre. Solo carezza superficiali. Appena cenni di presenza. Risponde positivamente ad ogni mio gesto. Come se quello che era stato distrutto, ora potesse essere sanato, o almeno così sembra. Continua a mantenere il suo cuore lontano da me. Non mostrandomi i suoi occhi posso solo immaginare cosa stia accadendo al suo interno. Ma non basta. Se solo un minuscolo pezzo verrà posizionato in maniera errata, potrebbe sgretolarsi tutto. Ancora una volta.
Gli do un leggero bacio sulla guancia.
- Scusa. Mi dispiace davvero..
Mi zittisce con una mano, passando i polpastrelli sui bordi delle labbra. Lo avvicino ancora di più a me. le nostre fronti combaciano. Mi liscia i capelli. Posa una mano su un braccio, sale sulla spalle e si sofferma sul collo.
- Non ti ho detto la verità – sussurra a pochi millimetri dalle mie labbra. Cerco i suoi occhi e rimango spiazzato. Sono fatti di fuoco. E’ deciso e sicuro di se. Ha lo stesso sguardo di qualche mese fa. Non ce dolore, nessuna accusa, nessun disagio. I suo occhi mi mettono coraggio.
Accenno un sorriso incerto. Studio ogni espressione che prende il suo viso, cercando qualche cenno di non so bene cosa. Mi sorride di rimando, raggiante luminoso.
Sento il cuore riempirsi, come se mi stesse per esplodere nel petto. Mi viene da piangere e anche da vomitare allo stesso tempo.
Sono in ansia. Non basta. L’ultima certezza tené prego.
- Anche io ti amo. Ti amo cosi tanto che non saprei come spiegarlo al mondo.. sei tutto. Sei veramente la prima cosa che penso la mattina. Sei l’unico che sia mai riuscito a farmi stare talmente male da pensare che la vita facesse davvero schifo e sei anche quello che mi porta via il sonno e i pensieri. Sei il bastardo che solo con una carezza e capace di farmi sciogliere. Io.. io ti amo cazzo ti amo !!!
Inciampando nelle parole, gesticolando, non staccando gli occhi da me si confessa. Mi urla in faccia i suoi sentimenti. Non so se piangere o baciarlo fino a morire per mancanza d’aria, ma e lui a decidere per me e stringendomi imprigiona la mia bocca alla sua.
Il bacio parte subito passionale, al limite della ferocia.
Affonda la mano nei capelli, li tira, mi si spinge contro come a volermi penetrare dentro, e se fosse possibile lo ingloberei. Lo stringo talmente forte che ho paura di poterlo soffocare. Gli divoro le labbra. Penetro con la lingua nell’antro caldo della sua bocca. Prendendolo per le cosce lo tiro su e lo faccio sdraiare sul letto, mettendomi tra le sue gambe.
Cerco di baciarlo il più possibile, mi sembra di morire al solo pensiero di staccarmi da lui, ma il fiato si spezza e sento di soffocare. Come quando si strappa un cerotto mi stacco in cerca d’aria. Gli accarezzo le guance, i capelli. Non riesco a smettere di sorride e annegare nei suoi occhi.
- Dio quanto ti adoro !!! -
Lui ride. Una risata cristallina e bellissima. Mi toglie la maglietta. Mi da un bacio troppo veloce e ribalta le posizioni. Mi squadra, lambendomi con gli occhi e le mani. Ma poi anche la bocca vuole la su parte.
- Fai l’amore con me
Non me lo faccio ripetere due volte e comincio a spogliarlo e mangiarlo. Se prima il buio dominava la mia mente e anima, adesso ce solo lui. Restiamo in quelle stanza per non so bene quanto tempo, ricordo solo che quando ne siamo usciti per fare un bagno veloce era notte fonda. Ci siamo amati come mai prima d’ora. Una volta più fantastica dell’altra.
Non gli ho chiesto perché mi avesse mentito perché il motivo già lo sapevo. Mio padre. Gli ho sempre detto che lo avrei protetto, ma davanti a lui non sono mai riuscito nemmeno a proferire parola. Ma lui ha deciso di rischiare tutto per me e glielo devo.
Mi sono reso conto di quanto faccia male perderlo, e adesso sono pronto a lottare per lui.

Di fianco a me sonnecchia rilassato contro il mio petto. Gli passo una mano tra i ciuffi di capelli corti. Respiro il profumo delle sua pelle.
Da fuori si sentono ogni tanto motori passare nel silenzio della notte, mentre i fari attraversano le tende illuminandogli il viso dormiente. L’aria della notte mi asciuga il sudore sulla pelle rinfrescandomi alcun tempo.
- Non riesci a dormire ? – dice la voce roca sotto di me.
- Stavo solo pensando. Dormi.  – sussurro con tanta dolcezza che stupisce anche me.
- Senti Kacchan.. questa volta non ti deluderò. Ti giuro che riuscirò a proteggerti. –
Lui mi guarda con gli occhi sgranati, mentre gli stringo le mani.
- Questa volta non scapperò. Giuro.. ti giuro che non sarò più un vigliacco
Mi stringe. Nascondendo il viso nella mia spalla. Riempiendomi la faccia di baci.
- Non lo sei mai stato. -
- Non ti ho difeso -
Lo stringo vergognandomi di me stesso.
- Si invece lo hai SEMPRE fatto
- Non con lui..-
- E’ diverso
- No ! no non lo è
Interrompo i suoi tentativi di evitare la mia autocommiserazione.
- Da lui non sono mai riuscito a proteggerti, mai. Nemmeno quella volta – mi rendo conto di star piangendo solo quando mi asciuga le lacrime.
- Tu mi hai sempre difeso dal mondo intero Hitomi. Lui è tuo padre.. non ti rimprovero di niente. Io stesso non sono mai riuscito nemmeno a guardarlo negli occhi. Guardami
Mi stringe la faccia tra le mani obbligandomi a non staccare gli occhi da lui.
- Noi ce la faremo.. insieme. Capito ?  -
Resto a guardarlo. Sei sempre stato il più forte.
- Hai capito ? – mi ripete.
Annuisco.
Mi sorride e mi bacia. Mi stringe a se.
Restiamo nel letto ancora svegli per qualche minuto poi sospira.

- aaaa adesso mi hai fatto passare il sonno -
- Che ne dici se facciamo un altro round allora ?!
Cerco di corromperlo, strisciando verso il basso ventre. In un secondo però mi ritrovo a pancia all’aria con lui su a cavalcioni. Si abbassa. Dischiudo le labbra per ricevere il mio bacio, che non arriva. Lui ghigna.
- Non ci pensare nemmeno. Ho intenzione di camminare o almeno di riuscire a sedermi io domani.
Rido di guasto alla faccina da idiota che mette su ,e mi viene un lampo di genio. Mi avvicino al comodino e non facendomi vedere tiro fuori un pallina verde che gli mostro. I suoi occhi diventano enormi. Mi regala un sorriso a trentaquattro denti c azzannandomi la mano. Ma velocemente mi metto la caramella in bocca e lui si ghiaccia. Poi esplode.
- BASTARDOO lo hai fatto apposta. Ridammela ridammela ridammela . aaaaa a a a
Mi trattengo dallo scoppiare dal ridere altrimenti ingoierei la caramella intera ma visto i pugni e le sberle che mi sta dando probabilmente la ingoierò comunque. Lo lascio sfogarsi un po’. Godendomi le sue facce assurde, poi si arrende e mettendosi al borde del letto mi volta le spalle con le braccia incrociate.
- Non è giusto però. Me ne potevi dare almeno metà – borbotta.
- Scusami Kacchan, ma pensavo che piuttosto di questa caramellina.. preferissi queste
Si volta e intercetta subito il sacchettino pieno zeppo di caramelle che tengo in mano. Tiro fuori una grossa spacca mascella rossa e me lo ritrovo addosso, senza più il sacchetto in mano. Fa tutto da solo. Mi fa sedere, mi allarga le gambe, si siede tra di loro e divora una dopo l’altra le caramelle del sacchetto.
Lo stringo e gli bacio le guance gonfie.
- Thi ahmuo
- hahhaha anche io piccolo dipendente da zucchero. Adesso … - gli liscio una coscia. La alzo e provo a mettere la mano nei boxer ma mi da una gomitata.
- no no no .. –
- Ma ti ho dato le caramelle
- Doppiogiochista. Nooo fermo le mie caremelle.. sono mi- fermo
- Visto che mi lasci in bianco, ridammele
- Basthardo. Fermo.. aaaaaaa le hai fatte caderee. BAAAAAAAKA !!!



Ed eccoci finalmente alla fine !!! ci sono arrivata moolto lentamente ma ce l'ho fatta !!! Spero davvero di aver soddisfatto tutti e soprattutto di non aver dimenticatoi niente. Niente cose in sospeso vero. Vaaabene speriamo in bene !!! Grazie a tutti quelle che mi hanno seguita..
ADIOOS gente alla prossima !!!

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