Dark Paradise - Amore Infernale di Ginnever (/viewuser.php?uid=33452)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pilota ***
Capitolo 2: *** I Gentiluomini del Sud Preferiscono le Rosse ***
Capitolo 3: *** Un Piccolo Errore, Un Grande Sbaglio ***
Capitolo 4: *** Il Bruto e La Fanciulla ***
Capitolo 1 *** Pilota ***
Pilota
"Dammi una buona ragione per cui dovrei parlarti, Malfoy."
"Perchè tengo a te, davvero... e mi dispiace... io..."
"Avresti dovuto dimostrarmelo."
"Granger, mi dispiace, sul serio..."
La riccia lo guardò negli occhi, ferita e umiliata, quegli
occhi grigi traditori che aveva imparato ad amare l'avevano tradita.
Era tutto finito? così?
"Lasciami in pace, Malfoy."
"Ti prego, Granger... tu devi perdonarmi..."
"Co...?" Hermione era talmente sconvolta e nervosa che nemmeno
riuscì a finire la frase, gli tirò un ceffone
così forte da lasciargli il segno e scoppiò in
lacrime.
"Ti odio, Malfoy! Ti detesto, sparisci dalla mia vita!"
"No! Hermione, aspetta!"
La afferrò per un braccio, bloccandola.
"Ti prego, Hermione, ti..."
"Adesso mi chiami per nome? adesso,
Malfoy, adesso?
Che cavolo hai nella testa? Io... io ti amo, Malfoy, tu... tu hai fatto
in modo che io mi innamorassi di te, tu mi hai coinvolta in questa...
in questa cosa... mi hai trascinato con te nel baratro e ora... ora mi
lasci sola... completamente sola!"
"Io non ti sto lasciando... Hermione, io non..."
"Ti lascio io. Tu menti, tu complotti, tu imbrogli! tu tradisci! Io...
io non lo merito."
"Hermione! Io..."
Ma la riccia corse via, le mani a coprire il viso coperto dalle
lacrime, i capelli ricci svolazzanti contro le guance.
Draco Malfoy rimase lì, impietrito, pentito, sconvolto,
senza un piano B, senza niente tra le mani, perchè l'unica
cosa bella che gli era capitata da quando era nato se l'era fatta
sfuggire così, scivolare via per un po'... di sesso.
I giorni passavano lenti, pesanti, insostenibili per Hermione Granger.
Stava chiusa in biblioteca, ogni giorno dopo le lezioni, per evitare di
incontrarlo, per evitare i suoi sguardi gelidi e carichi di scuse che
lei non voleva sentire.
Si sentiva come svuotata, sola, completamente.
"Hermione." Sola a parte i suoi amici, naturalmente. "Vieni in Sala
comune, ti va? siamo tutti lì che ripassiamo... ci sono
anche Ron e Harry, che vorrebbero il tuo aiuto." Sorrise mestamente
sperando di insnuarle una qualche reazione di ilarità.
"Preferirei finire qui, Ginny, grazie. Dì loro che li
aiuterò domani..."
"Hermione, io..."
"Ti prego, Ginny. Ti prego."
La rossa strinse le labbra tristemente. Le accarezzò la
guancia e uscì dalla biblioteca.
Per le sette, Hermione decise che non poteva rimanere lì un
secondo di più o sarebbe impazzita. Si diresse verso la Sala
Comune, guardando per terra, gli occhi rossi di lacrime, il cuore che
andava a mille. Svoltò l'angolo e, nel corridoio alla fine
del quale c'era il quadro della Signora Grassa, si fermò, il
cuore a mille.
non appena riconobbe la figura maschile seduta per terra,
però, si calmò.
"Harry?"
Il moro alzò gli occhi su di lei e sbadigliò.
"Ehi, ciao... ti stavo aspettando."
"Perchè? Non potevi aspettarmi dentro?"
Harry sorrise e alzò le spalle.
"Ti va di parlare un po'?"
"Io...", ma Harry non la fece finire.
"Sai, Pansy mi sta assillando. Temo che sia per via di te e
Draco."
Hermione rimase di sasso. Perchè Harry voleva parlarne
così, in quel momento, davanti alla Sala Comune?
"Co...? Non credo che..."
"Invece sì, Hermione. Sono passate settimane e tu ancora non
parli, mangi poco e non guardi in faccia nessuno. Ti voglio bene e
voglio che tu superi la cosa in modo sano."
Hermione era spiazzata.
"Harry, parlarne mi fa stare male. Ci sto male. Io sto malissimo."
"Lo so. Lo so, Hermione, lo so bene. Pansy è preoccupata
perchè anche Malfoy si sta comportando in modo strano. GLi
dispiace sul serio, Hermione, e secondo me dovresti provare a
parlargli."
"Stai scherzando, forse? Se pensi che potrei mai di nuovo...!"
"Non dico di rimetterti con lui, no. Ma di parlarne, di chiarire i
motivi per cui l'ha fatto. Per te stessa, per stare un po' meglio e non
punirti in questo modo assurdo."
"Io non mi sto..."
"Sì, lo stai facendo, e ti assicuro, Herm, che non ce
n'è motivo. Non devi. Basta."
Hermione lo fissò per un secondo, la gola era incandescente,
lo stomaco andato, gli occhi le bruciavano di dolore per trattenere le
lacrime, ma all fine dovette cedere alle emozioni e alla
verità che Harry le stava spiattellando in faccia senza
troppi giri d parole. Scoppiò a piangere, aggrappandosi
all'amico per cercare conforto e un rifugio per evitare tutta quella
sofferenza, ma era giusto così, doveva sfogarsi e non
nascondersi dal dolore: sarebbe comunque uscito fuori e probabilmente
nella maniera più sbagliata che avrebbe potuto.
****
Salve a tutti!
Che cosa ne pensate? l'ho buttato giu in poco tempo, devo ancora
definire bene la trama e gli intrighi, ma l'inizio mi piace molto e lo
trovo assai intrigante. ditemi voi se continuare o meno ^^
un bacione
Gin
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Capitolo 2 *** I Gentiluomini del Sud Preferiscono le Rosse ***
I
Gentiluomini del Sud Preferiscono le Rosse
Era Marzo in quel di Hogwarts, i fiori cominciavano a sbocciare, gli
alberi a rifiorire, il sole a scaldare le menti degli studenti
infreddoliti dal gelido inverno che si preparavano ad affrontare
l'ultimo trimestre di scuola.
Nuovi inizi, cambiamenti e novità avevano sconvolto i primi
sei mesi di soggiorno a scuola dei giovani maghi e streghe, i quali si
nutrivano principalmente di pane e pettegolezzi per poter combattere le
fatiche degli studi e degli esami imminenti, ma, com'è che
si dice? La volpe perde il pelo ma non il vizio? Ed eccoci qui, di
nuovo. I capovolgimenti di fronte avevano ritrovato il loro equilibrio
stantio, la coppia più discussa della scuola era scoppiata
sotto le bombe dei tradimenti, portandosi dietro le lacrime della dolce
Hermione Granger a riempire i bagni vuoti della scuola e gli sguardi
carichi di odio di un certo biondino Malfoy a cui nessuno poteva
rivolger parola senza rischiare di essere Cruciato.
Con l'inizio della nuova stagione, l'aiuto degli amici più
intimi e la concentrazione che la contraddistingueva, però,
la studentessa più brillante di Grifondoro si
ritrovò presto a camminare in piedi sulle macerie della
guerra con l'ex-fidanzato, il quale, peraltro, se poteva, preferiva
accuratamente evitarla. Pentimento, forse?
Harry Potter, ancora fidanzato, invece, con la bella e accativante
Pansy Parkinson, non smetteva un attimo di coccolare la povera
Hermione, la quale però un bel giorno decise che delle sue
premure ne aveva avuto abbastanza. Ma con stile, ovviamente.
"Herm, vuoi altro burro sul toast? o preferisci la marmellata?"
"Harry, ti prego, vuoi che diventi una botte così nessun
ragazzo potrà più filarmi e io morirò
sola e grassa nelle cucine della scuola?"
Harry rise e appoggiò il burro sul tavolo.
"Sono contento che tu stia meglio, Hermione."
L'amica sorrise, addentando un crostino invitante.
"Sai, pensavo davvero di parlargli. A Malfoy, dico. E' passato tanto
tempo, io sto molto meglio e evitarci così mi mette solo che
in imbarazzo."
"Caspita, Hermione! Un cambiamento coi fiocchi, brava."
"Cambiamento? Un altro? Vi prego, basta!"
Ginny Weasley si sedette accanto a loro, seguita da Ron che rise
all'affermazione della sorella.
"Hermione pensa di parlare a
Mister-Ti-Crucio-Con-Lo-Sguardo."Annunciò Harry, fiero.
"Wow! Ok, Sì, degna di un applauso, vero, Ron?"
Il rosso battè le mani con poco entusiasmo. Hermione sorrise
e, senza dare troppo peso alla reazione di Ron, addentò
nuovamente il toast, cercando di far calmare gli animi dei suoi amici.
"Ok, ok, però ora basta, vi prego. Sono adulta e vaccinata,
penso che sia una cosa normale provare a instaurare un rapporto civile
con il proprio ex. Ne abbiamo passate tante e... beh, acqua passata,
no?"
Ginny e Harry annuirono, ma Ron accennò a una smorfia che
probabilmente voleva essere un sorriso, ma riuscito molto male.
La mattinata, tra lezioni e ore buche dedicate allo studio,
passò abbastanza in fretta e la pausa pranzo non
tardò ad arrivare. Passata anche questa, Hermione aveva
un'ora buca che decise di usare per lo scopo che si era prefissata; si
appostò così fuori dalla Sala Grande
(incoraggiata dagli sguardi dei suoi migliori amici che si
allontanavano verso il Dormitorio) e lo attese. Erano praticamente
usciti tutti gli studenti, quando una chioma bionda attirò
la sua attenzione facendole battere il cuore, sensazione che la
spaventò un po'. Quando finalmente Malfoy era portata di
orecchio, fece un passo e gli afferrò il polso.
"Malfoy, scusa, posso parlarti un secondo?"
Blaise Zabini, il suo fidato amico, accennò a un sorriso e
annuì quando Draco gli rivolse uno sguardo indecifrabile,
quasi a dargli il permesso di andare. La cosa non fece molto piacere a
Hermione, ma alla fine ottenne ciò che voleva, ovvero
parlare da sola con Draco, così lasciò perdere e
si concentrò sul da farsi.
"Ehm... come stai, Granger?"
L'ultima volta che avevano "parlato" era stata la prima che
lui l'aveva chiamata per nome, per cui le fece un po' effetto il
cambiamento, anche se in realtà non vi diede molto peso. O
almeno lì per lì.
"Bene, grazie. E tu?"
"Tutto ok."
La cosa assurda tra ex è la prima volta che ci si parla dopo
la rottura. Se poi è avvenuta tr aun Serpeverde e una
Grifondoro la cosa si complica.
"Io... beh, volevo semplicemente parlare con te per cominciare un
rapporto civile e... normale, diciamo. Se a te fa piacere, chiaro..."
Malfoy fu alquanto sorpreso della calma con cui Hermione gi stava
parlando, soprattutto ricordando come era andata male l'ultima volta
che ci aveva provato, quasi tre settimane prima.
"Scherzi? Certo che mi fa piacere e, anzi, vorrei chiederi... scusa,
per tutto quello che è successo,che ti ho fatto e per
averti... beh, fatto... star male, ecco..."
Hermione sorrise senza farsi accorgere. Stavano camminando nel
corridoio che portava in giardino, il sole caldo fuori dalle mura del
castello era molto invitante.
"Direi che accetto le tue scuse, Malfoy. Nonostante l'apparenza dica il
contrario, sono una ragazza molto emotiva e piuttosto impulsiva, per
cui... beh, la mia reazione -assolutamente giustificata, chiariamolo -
non ha lasciato spazio a chiarimenti, quindi... ora sono qui. Lucida e
pronta ad ascoltarti e a chiudere questa storia."
"Oh", Malfoy rimase del tutto spiazzato dalle sue parole tanto quanto
ne fu contento, anche se dell'ultima parte non c'era da esserne
entusiasta." sono contento che tu voglia ascoltarmi."
Hermione sorrise e si addolcì, sentendolo leggermente
imbarazzato.
Si sedettero sotto un faggio, all'ombra e lontano dagli sguardi
indiscreti delle malelingue avide di capire che cosa stava succedendo
tra le persone che più si odiavano nella scuola.
"Mi dispiace molto, Granger. Io... non so cosa mi sia saltato in testa,
mi sono lasciato trasportare dal mio vecchio me e... ho sbagliato."
"Quello che non capisco, però, è il
perchè. Mi pare che stessimo bene... anzi, fin... troppo..."
Hermione rivisitò il momento in cui per la prima volta lei
gli aveva detto che lo amava, proprio il giorno prima che lui la
tradisse.
"Ehm... sì, infatti. Non so... spiegarlo bene e non pretendo
che tu lo capisca. La cosa non mi fa onore, in ogni caso."
"Di che cosa stai parlando?"
"Io... temevo di essermi addolcito, troppo, temevo di aver superato il
limite, quella ragazza mi ha provocato e... è stato facile
caderci di nuovo, come bere un bicchiere di veleno delizioso, di cui
però mi sono pentito amaramente, Granger, devi credermi."
Hermione sentiva la gola bruciare nuovamente. Sentire che tradirla era
stato come bere veleno buono la feriva un po', ma, dopotutto l'aveva
definito 'veleno' e non idromele. Le faceva ancora male rivivere quei
momenti, ma era giusto affrontare il problema, affrontare lui e
superarlo. Oppure...
"Granger, non che cosa provi tu per me, e soprattutto se provi ancora
qualcosa per me, ma io... io ti penso sempre, non ho mai smesso di
pensarti. Spero che un giorno tu possa perdonarmi e... noi due..."
"O-ok, Malfoy, si è fatto tardi. Devo... devo andare."
La riccia si alzò come scottata dalle sue parole e
non perse un minuto di più. Non credeva che Malfoy potesse
ancora provare qualcosa per lei e questo l'aveva un po' scombussolata.
"Granger, io..."
"No, lascia perdere, davvero. Ora devo proprio andare. Ci... ci
vediamo, ok?"
Draco Malfoy la vide correre verso il castello, un vuoto nello stomaco,
le guance calde e un animale che rinasceva dall sue ceneri nel suo
stomaco.
Sorrise appena vedendola rientrare, perchè si era voltata
per un attimo, in cerca del suo sguardo. Quegli occhi bellissimi color
del cioccolato gli erano mancati.
Mlaofy tornò in Sala Comune, le lezioni per lui erano finite
quel pomeriggio, deciso a chiedere un parere a Blaise della
chiaccherata - o chiarimento, come preferiva chiamarlo lui nella sua
testa -, ma quando entrò non c'era nessuno.
"Scusa, dov'è Blaise?"
Un ragazzino del primo anno era troppo sconvolto per rispondergli.
Pensò che era la sua reputazione a parlare, ma presto si
accorse che c'era qualcos'altro. Qualcosa di pazzesco.
"Tiger, Blaise è nel Dormitorio?"
Il ragazzo bruno quanto stupido annuì spaventato e schifato
indicando la porta del Serpeverde.
Malfoy cominciava a spazientarsi per la superficialità con
cui la gente si divertiva a rispondergli, ma quando entrò
nella stanza, un'immagine... strabiliante? Inaspettata? lo sconvolse.
"Zabini che diamine...?!"
Una chioma rosso fuoco si tuffò sotto le coperte color dello
smeraldo mentre un ragazzo bruno rise e afferrò il pacchetto
di sigarette dal comodino.
"Ciao, Draco."
Il biondo rimase a boca aperta, osservando il punto in cui la ragazza
si era nascosta.
"Che diavolo ci fa Ginevra Weasley nel tuo letto, Zabini?!"
Ginny uscì dal suo precario nascondiglio, le gunce rosse e
gli occhi divertiti.
Blaise l'avvicinò a sè con un braccio.
"Sai, le cose sporchette, quelle che tu e la Granger eravate soliti
fare... già dimenticato?"
Draco Malfoy alzò gli occhi al cielo e uscì dalla
stanza, di corsa.
***
Salve a tutti!
Cosa ne pensate? Spero che anche questa coppia vi sia di gradimento, io
amo Ginny e mi piacerebbe coinvogerla nelle avventure che
coinvolgeranno i protagonisti. La vicenda di Draco e Hermione
prenderà una piega inaspettata, ma non vi svelo altro. Spero
che vi sia piaciuto anche questo capitolo e che me lo facciate sapere ^^
un bacione
Gin
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Capitolo 3 *** Un Piccolo Errore, Un Grande Sbaglio ***
Un
Piccolo Errore, Un Grande Sbaglio
Pansy Parkinson, era risaputo, non amava le coccole, che fosse il suo
ragazzo o il suo gatto a fargliele, non vi era differenza: le
manifestazioni d'affetto non erano gradite alla principessina delle
Serpi. Si sapeva anche, però, che lei odiava i Grifondoro e
che mai avrebbe rivolto parola a un Harry Potter o una Hermione
Granger, nemmeno se fosse stata a rischio di morte o bocciatura; eppure
quella mora dalle labbra rosse spalmata contro il muro a sbaciucchiarsi
con un ragazzo occhialuto prima dell'inizio della lezione di Pozioni,
beh, sembrava proprio lei.
"Potter, finiscila."
"Ok.", ma il ragazzo non si staccò di un millimetro dalle
sue labbra carnose, continuando a mordicchiarle, facendola innervosire.
"Se non la smetti, ti Crucio... lo... giuro..."
"Va bene.", e Harry passò al collo, permettendole di
respirare.
A Pansy scappò un sorriso, che non sfuggì a Draco
Malfoy, appena arrivato dal suo Dormitorio, un ghogno divertito sul
viso.
"Ci diamo da fare, vedo.", commentò.
La bella moretta diede una spinta a Harry, che fu costretto a
indietreggiare, un po' confuso. Capì tutto, però,
non appena vide Malfoy dietro di lui.
"Oh, Potter. Speravo che la tua schiena fosse di qualcuno un po'
più sveglio, ma, come al solito, la speranza è la
prima a morire quando si tratta di te."
"Povero te, Malfoy, costretto a vedere i tuoi migliori amici darsi da
fare, mentre tu rimani a secco da... quanto sarà passato,
ormai? Illuminami."
Harry sorrise maliziosamente, mentre Draco girò i tacchi
imbufalito e entrò in aula. Quando sparì, Pansy
gli si avvicinò, incuriosita.
"Di chi stavi parlando, Potter?"
"Che cosa vuoi dire?"
"'I tuoi amici si danno da fare...'... parli di Blaise? Con chi si
vede?"
Harry rise, grattandosi la nuca.
"Pensavo te lo avesse detto lui, o Draco..."
"Ti avviso, Potter, comincio a innervosirmi..."
"Ok, ok! Si vede con Ginny."
Pansy non fece una piega, si limitò a incorciare le braccia,
una smorfia sul bel volto bianco.
"Merlino, come stiamo cadendo in basso."
"Granger! Granger!"
Hermione alzò gli occhi al cielo, esasperata. Un ragazzo
moro con gli occhi piccoli e chiari, l'andatura spavalda e i capelli
corti quasi rasati correva verso la Grifoncina intenta a studiare sotto
un pero in giardino.
"Ehm... ciao, McLaggen..."
Il ragazzo le rivolse un sorriso raggiante e aprì le braccia
come per abbracciarla mentre le si avvicinava minacciosamente. Hermione
afferrò in fretta i libri e si scansò per
evitarlo.
"Finalmente ti ho trovata! Dopo Pozioni sei fuggita via, per caso? Non
ti ho vista da nessuna parte..."
"Ehm, sono indietro con i compiti di Trasfigurazione, sai..."
Mise i libri e le pergamene in borsa e fece per avviarsi, ma McLaggen
le afferrò un braccio.
"Ehi, perchè scappi così?"
"Io... cosa? Devo solo... andare..."
Le strinse più forte il braccio, Hermione si costrinse a
mordersi il labbro per non urlare -un po' per la paura e un po' per il
dolore.
"Scherzi, vero? Ti ho cercato ovunque, ora che ti ho trovato non penso
proprio che ti lascerò fuggire via così..."
"Ma che... che diavolo vuoi fare?", poteva sentire il timore nella sua
stessa voce.
"E' così difficile da capire, Grifondoro?"
Hermione spalancò gli occhi, terrorizzata. Per chi cavolo
l'aveva presa quello sbruffone?
"Cosa stai dicendo?!"
Lui la guardò in un modo strano: sembrava un po' stupito e,
allo stesso tempo, divertito.
Che cosa gli stava passando per la testa?
"Andiamo, Granger... dopo essere stata con uno come Malfoy per te i
ragazzi di questa scuola devono essere un po'... infantili. Capisci
cosa intendo, no?"
Hermione lo guardò disgustata e con uno strattone
sfuggì alla sua presa.
"NO!"
Corse verso il castello a tutta velocità senza voltarsi
indietro e una volta dentro raggiunse in pochi secondi la Torre
Grifondoro, il cuore in gola.
"Gua... guazzabuglio." disse con un soffio, boccheggiante.
La signora Grassa la osservò annuendo con
curiosità e, non appena il quadro rivelò il
passaggio, Hermione non perse tempo ed entrò nella Sala
Comune dei Grifondoro.
Entrò ansante e si sedette su una poltrna vuota, la
più vicina.
"Hermione? Hermione, stai bene?"
Ginny le si avviciò con apprensione, gettando la borsa con i
libri per terra e sedendosile accanto.
La riccia impiegò ancora qualche minuto prima di riprendersi
del tutto, poi sorrise all'amica che la guardava preoccupata.
"Sto bene, ho solo fatto una... corsetta."
Ginny alzò un sopracciglio.
"Tu che fai unna corsetta con i libri sulla schiena? Non ci credo
nemmeno se me lo giuri, Hermione. Andiamo."
Hermione si guardò intorno titubante, poi si
avvicinò al suo orecchio.
"Stavo scappando da McLaggen. Mi ha... colto di sorpresa, diciamo."
"Colto di...?"
"Sì, diciamo. Ho avuto paura e sono... scappata."
Ginny la guardò preoccupata.
"Dobbiamo fare qualcosa, assolutamente. Dobbiamo dirlo a qualcuno."
"No, nemmeno per sogno!", le rispose, allarmata."Se Malfoy lo venisse a
sapere, sarebbe morto..."
"E non sarebbe meglio?"
"Ginny, è di Malfoy che stiamo parlando... ti ho raccontato
dell'ultima chiaccherata che abbiamo avuto?"
La rossa alzò gli occhi al cielo.
"No, Ginny, dico sul serio!", esclamò Hermione in risposta
al suo sguardo. "Non è uno scherzo, questo. Sappiamo tutte e
due come è fatto... non azzardarti a farne parola a Ron, ma
soprattutto a Harry... chiaro? Ginny, ti prego!"
Ginny sbuffò, ma alla fine annuì.
"Io... io devo andare, Herm. Ci vediamo a cena, va bene?"
Hermione annuì, abbozzando un sorriso. L'amica le
posò un bacio sulla fronte e usì dal Buco del
Ritratto. Quel McLaggen non poteva -nè doveva - cavarsela
così, Hermione era troppo buona. Doveva fare qualcosa,
avvisare qualcuno. Nè Harry, nè Ron... ma nessuno
le impediva di raccontarlo al suo ragazzo.
Si diresse nei sotterranei a passo svelto, l'aria che le scompigliava i
lunghi capelli vermigli.
Sussurrò la parola d'ordine e in un attimo era dentro la
Sala Comune dei Serpeverde. Si guardò intorno e sorrise
notando una chioma nera vicino alla finestra che fumava.
"Zabini?"
Il ragazzo si voltò, un ghigno sul bel viso appuntito.
"Guarda chi c'è. Hai anticipato di un po' il nostro
incontro, qualche imprevisto con la Granger?"
"Esattamente. Devo parlarti proprio di lei."
Blaise fece un ultimo tiro di sigaretta prima si spegnerla con un piede
e dedicarle tutta la sua attenzione. Tutto ciò sotto gli
occhi di una curiosa quanto irritata Pansy Parkinson.
"Draco, ci sei? Ho bisogno di parlarti.", e visto che non rispondeva,
aggiunse "Adesso."
Dal proprio Dormitorio, Draco Malfoy fece gli ultimi due tiri di
sigaretta, prima di alzarsi con calma e aprire all'amico.
"Cosa vuoi, Zabini?" gracchiò, senza troppo entusiasmo.
"Si tratta della Granger."
Draco alzò un sopracciglio. Ci fu una breve pausa.
"Entra." disse soltanto, e si spostò per farlo passare.
Fissò per qualche istante la parete bianca di fronte a lui,
poi, con occhi inespressivi, chiuse la porta.
*SpazioAutrice
Ehilà a tutti voi. Spero che il capitolo sia stato di vostro
gradimento, datemi qualche consiglio se volete e mi scuso per il
ritardo, ma non ero abbastanza ispirata per scrivere ^^
Aspetto vostri commenti in quantità! ^^ Al prossimo chap,
Ginnever
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Capitolo 4 *** Il Bruto e La Fanciulla ***
Salve a tutti! E' passato un po' di tempo, mi scuso con tutti quelli
che aspettavano l'aggiornamento! Spero cmq che tornerete a rileggerla.
penso che dovrei aggiornarla un po' più spesso, ora come
ora, anche se ho molto da fare con l'università e sono un
po' ansiata! Ma scrivere mi rilassa, quindi un po' di tempo dovrei
trovarlo. ^^
Fatemi sapere del capitolo!
A presto,
Ginnever
Il Bruto e la
Fanciulla
Ogni volta che era nervosa, Ginny Weasley si mangiava le unghie e
mentre lo faceva le appariva l'immagina della madre che la
reguardiva e il ricordo del suono dei suoi rimproveri la
facevano smettere. Ma il nervoso restava.
Era in Sala Grande, l'ansia e la preoccupazione che salivano
impedendole di pensare, di fare il quadro della situazione. Continuava
a ripetersi che non doveva rimproverarsi di nulla, che aveva fatto la
cosa giusta per Hermione, che era stato un suo dovere da amica, ma
nonostante questo sentiva un groppo allo stomaco, come se l'avesse
tradita. Si morse un labbro, nervosa, aspettando di veder sbucare
Blaise dall'alto portone da un momento all'altro. Non era mai stata
famosa, Ginny, per la sua pazienza.
"Blaise!"
Si alzò per corrergli incontro, ma accorgendosi degli
sguardi interrogativi degli studenti, si rese conto di sembrare una
stupida; si diede un contegno e con passo svelto lo raggiunse sulla
soglia.
"Allora?"
"La Granger può stare tranquilla."
"Cosa avete fatto a McLaggen?"
"Gli abbiamo dimostrato il nostro disappunto - e poi aggiunse,
accennando un ghigno - alla nostra maniera."
Ginny sgranò gli occhi.
"Ehi, ehi, rossa, che è quella faccia? E' stato un semplice
avvertimento che penso prenderà sul serio."
"Ma sta bene?"
Blaise si spazientì e guardò altrove.
"Senti, vedi di darci un taglio. E' vivo e sta fin troppo bene per
quello che ha fatto e detto alla Granger. Non capisco questa tu
apprensione verso quel verme schifoso..."
"Invece dovresti capirla, Zabini, ti ho confidato questa cosa per
proteggere Hermione, ma ti ho anche specificato che lei non voleva che
si sapesse in giro!"
"Infatti nessuno ha spifferato e spiffererà nulla ad anima
viva. Stai tranquilla, quello non ammetterà mai
com'è s'è fatto quei lividi, puoi credermi."
"Quindi lo avete sfigurato."
Blaise la guardò nuovamente, gli occhi adesso gelidi e degni
del nome che portava.
"Abbiamo fatto quello che secondo noi era giusto, Weasley, e tu lo
sapevi. Se non ti aggrada, la prossima volta cercati qualcun altro che
faccia il lavoro sporco per te. Ti saluto."
Ginny lo guardò allontanarsi tra la folla, i pugni stretti e
gli occhi preoccupati.
Il sole era basso e tiepido oltre le montagne che circondavano
Hogwarts, mentre una lente e soporifera lezione di Trasfigurazione
aveva ben poco seguito tra le facce assonnate degli studenti, ad
esclusione, come al solito, di Hermione Granger, la cui penna non si
stancava mai.
"Hermione, puoi dirmi..."
"Zitto."
Harry odiava chiederle le frasi che non scriveva perchè non
riusciva a stare al passo con la professoressa , ma non ci poteva fare
poi granchè. Sbuffò e posò la piuma,
sperando che l'amica in un secondo momento glieli facesse copiare. I
suoi pensieri si persero oltre la finestra, i confini del castello e le
montagne fino alla fine della lezione, quando la professoressa
McGranitt sbattè il libro di Trasfigurazione sulla cattedra.
"Bene, allora per domani il tema sull'argomento svolto ed esercitatevi
perchè ci sarà una verifica a sopresa uno di
questi giorni. Buona giornata!"
Harry, Ron e Hemione uscirono dall'aula, Ron sbadigliando, Harry
schiarendosi la voce ed Hermione con la cartellina colma di libri
pesantissimi.
"Hermione, stasera ti dispiace...?"
"Sì, Harry."
"Sei un tesoro!"
La riccia abbozzò un sorriso alla pacca amichevole di Harry
sulla spalla.
"Ehm..."
"Sì, Ron, pure a te."
"Hermione sei..."
"Grande, fantastica, altruista, generosa... lo so. Io..."
E si fermò. Harry e Ron le andarono a sbattere contro.
"Che cosa succede? c'è mica Malfoy il terribile..?", disse
Ron, con una nota di sarcasmo nella voce.
Ma Hermione non aveva visto un Serpeverde. Un ragazzo alto e possente
stava seduto sulle scale, la faccia devastata che spuntava dalle
braccia incrociate sulle gambe, due occhi neri colmi di terrore, le
labbra gonfie. Ebbe un tuffo al cuore.
Senza pensarci un momento si rivolse a Ron.
"Dov'è Ginny?"
"Non saprei... penso che queste due ore le abbia buche, ma non ci
giurerei."
Corse via senza voltarsi lasciando come due allocchi Harry e Ron nel
corridoio, incuriositi dal suo comportamento strambo.
"Perchè aveva bisogno di mia sorella secondo te?"
Harry alzò le spalle. Si guardò intorno, in cerca
di un indizio, ma continuò a non capire.
"Non ne ho idea, Ron. Andiamo a cercarla."
Hermione correva tra la folla, andando addosso agli studenti di tutte
le case senza badarvi, senza curarsi nemmeno del peso che i libri la
obbligavano a sopportare, del male al collo, alla milza. Lei non
correva mai! E se lo faceva era tutta colpa di Ginny. Ma cosa diavolo
le era saltato in testa? e poi, a chi lo avrebbe detto? A Malfoy?
Quindi era ancora amica sua alle sue spalle?
Se l'avesse presa, quella piccola imbrogliona impicciona...
"... anche tu adesso?? Eh no, ti prego!"
Qualcuno che gridava nel cortile, vicino ai portici, attirò
l'attenzione di Hermione, che rallentò, avendo riconosciuto
per un attimo le voci e ormai essendo incuriosita dal resto della
discussione che sembrava accesa.
"... ma come puoi pensarlo? Sei proprio un idiota, come il tuo fidato
amichetto."
"Senti, Pansy, smettila, so quello che faccio e sinceramente non mi
sembra che siano proprio affari tuoi."
Si sentì il rumore di uno schiaffo ed Hermione trattenne il
respiro.
"Pansy Parkinson, io..."
"Stai zitto, Blaise, e ascoltami. Sappiamo tutti che Draco è
ancora lì che si lecca le ferite, nessuno lo avrebbe mai
detto, nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ma è
così, e tu ed io sappiamo pure qual'è l'amicizia
che lega la tua rossa con la Mezzosangue, quindi non puoi stupirti del
fatto che venga a chiederti aiuto o consiglio quando si tratta
dell'amica, lo capisci? Non dovevi dirlo a Draco, perchè
ora, è vero, gli ha solo messo le mani addosso, si
è sfogato un po'con lui, ma,come sappiamo tutti, ancora una
volta, non la smetterà e l'input glielo avrai dato tu. Che
ti serva da lezione questo e tutto il resto che tra te e lui avete
combinato, perchè non potrete comportarvi sempre in questo
modo senza aspettarvi conseguenze. Se la Granger lo scopre che cosa
pensi che farà? Sarà contenta di esser stata
vendicata e scoprirà di amare Malfoy e quindi si
rimetterà con lui? Idiota!"
E, dopo aver dato un altro colpetto sulla nuca di Blaise, Pansy se ne
andò, lasciandolo contro il muro, la mano ancora su una
guancia, inconsapevole che Hermione Granger, oltre la parete a cui lui
era appoggiato, aveva ascoltato tutto.
Restò lì in silenzio, sperando che Blaise non si
accorgesse di lei, rimuginando su quanto appena sentito. Ginny usciva
con Zabini? Quindi lo aveva detto a lui... Pansy poteva avere anche
ragione a dire che Blaise avrebbe dovuto pensarci due volte prima di
parlarne a Draco, ma anche lei, andarlo a dire al suo migliore amico...
che sciocca! E Draco... che si stava ancora leccando le ferite... per
lei? E per chi altro? Disse una vocina dentro di lei, che le fece
bruciare lo stomaco di felicità... ma il viso rovinato di
McLaggen riapparve nella sua mente e il sorriso che era comparso sul
suo viso svanì...
"Mezzosangue!?"
Hermione trasalì, un mano al petto.
"Ohm..."
"Che cosa hai detto? Che diavolo ci fai qui? Che cosa... hai sentito
qualcosa?"
Hermione si guardò attorno: non c'era nessuno.
"No... no, niente, passavo di qui e..."
"E?"
"E... niente, mi sono fermata. E' un corridoio, è pubblico e
io ci posso fare quello che voglio.", disse, riprendendo coraggio
mentre il cuore rallentava.
Blaise la scrutò, gli occhi blu di ghiaccio, le sopracciglia
agrottate. Pochi secondi e accadde quello che Hermione non avrebbe mai
potuto prevedere. Blaise guardò a terra e poi lei,
avvicinandosi.
"Lei non c'entra niente, è stata colpa mia. Mi dispiace,
Granger."
E andò per la sua strada, camminando fluidamente
come da Serpeverde, ma avendo appena dimostrato di avere
un'intelligenza e una sensibilità che la Grifondoro mai si
sarebbe aspettata. Le Serpi erano così imprevedibili. Un
momento le odi e l altro le ami.
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