Ghiaccio e Ametiste

di gaeshi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ricordi ***
Capitolo 2: *** il ciondolo ***



Capitolo 1
*** ricordi ***


Ciao! questa è stata la mia prima fanfiction, e seppur non sia delle migliori che abbia mai scritto, c'è bisogno di alcune avvertenze:
1_la storia è quella di Beyblade 2001, e più precisamente il torneo che si è tenuto in Russia
2_c'è un nuovo personaggio: Stella Hiwatary, la sorella di Kei di un anno più piccola. Una ragazza allegra e solare, con grandi occhi viola e lunghi ricci rossi; ha l'incredibile capacità di controllare l'elemento acqua, e per questo motivo quando piange piove. Appartiene alla squadra dei Bladebreakers solo grazie a Kei che ha insistito per fare entrare la sorella in squadra con lui (e bravo fratellone...)
3_Takao e Yuriy sono decisamente OOC: il capitano dei Bladebreakers è un ragazzo tonto (va beh, questa non è una novità), antipatico e altezzoso; è quello che si è opposto più di tutti all'ammissione della ragazza in squadra (Mi scuso con quelli a cui piace Takao, ma io l'ho sempre odiato con tutto il cuore).
Yuriy, al contrario, è molto dolce, un po' timido, e con una gran paura dei propri sentimenti... Insomma, il ragazzo che probabilmente è in realtà. Inoltre possiede anche lui dei poteri: controlla il ghiaccio (che sorpresa!), è insensibile al freddo e nei suoi rari pianti fa grandinare (grande mago!). Era molto amico di Stella e Kei durante il loro soggiorno al monastero Barkov, e quando Kei ha perso la memoria ed è dovuto tornare in Giappone con la sorella ha sofferto molto e non è riuscito a dimenticarli

4(questa è l'ultima, giuro che poi vi lascio in pace) Stella è il mio personaggio preferito, infatti la storia è incentrata su di lei, perchè è l'unica che viene dalla mia fantasia: da piccola adoravo fantasticare sui cartoni animati (e il mio preferito era Beyblade, appunto) e avevo creato questa ragazza, che era la personificazione dei miei sogni e desideri: bella, forte, disinvolta, magica. Come avrei voluto essere io... Poi crescendo non ho smesso, e mi sono detta: perchè non mettere tutto per iscritto? e così da questa idea malsana è nata la mia prima fanfiction...accetto tutti i commenti!!!



GHIACCIO E AMETISTE


CAPITOLO 1
RICORDI


LUOGO: Centro di Mosca, subito dopo l'arrivo dei Bladebreakers in Russia

“Bene ragazzi, questa è Mosca” esclamò allegro il Prof K guardandosi attorno.
“Yes, It' s fantastic! Come si chiama questa piazza Professore?” chiese Max
“E' la Piazza Rossa” rispose Kei al suo posto “c'è scritto là” aggiunse indicando col braccio un cartello semicoperto dalla neve.
“Sì, ma è scritto in russo...tu come fai a conoscerlo?” domandò Rei.
“Non lo so...semplicemente...lo conosco!” fu la risposta.
“Come fai a non saa-aa-atchuum!!!” la domanda di Takao si perse in un poderoso starnuto “Accidenti che freddo! ma lo sento solo io?” chiese il capitano tirando su col naso.
“Sì” gli risposero all'unisono i fratelli Hiwatary, ricevendo un'occhiata stupita dai loro compagni di squadra: Stella indossava una felpa, e Kei era addirittura in canottiera...
“Certo che voi due siete strani. Come fate a non avere freddo?”
Kei non rispose, e Stella disse, guardandosi attorno, “beh...diciamo che...ci siamo abituati...”
Takao si lamentò “Se voi siete esseri insensibili non è un buon motivo per cui noi comuni mortali dobbiamo congelare! Forza, andiamo alla sede locale della BBA, che il Presidente Daitenji ci starà aspettando!”.
Fece qualche passo, poi si voltò verso gli altri “A proposito... qualcuno sa dove si deve andare?”
“Aspetta, ho una mappa...Cavoli, è scritta in russo! Comunque...credo si vada di qua...” disse titubante il Prof K iniziando ad incamminarsi, seguito dal resto della squadra.
Kei, vedendo che la sorella non si muoveva, le chiese “Ehi piccola, tutto bene? E' da quando siamo atterrati che mi sembri strana...”
Stella lo guardò sorridendo e disse “Sì, tutto a posto Kei, non ti preoccupare”
“sicura?”
L'interrogatorio non continuò, perchè un Prof K disperato urlò “Naaaaaahhh!!!!!! Non ci capisco nienteeeeee!!!!! Kei!!! Puoi venire un attimo per favore?”.
Il Dranzerblader lanciò un'ultima occhiata alla sorella, poi si diresse rassegnato verso la mappa.

"Kei... ti preoccupi per me... anche se dovrei essere io a preoccuparmi per te... lo shock non ti fa ancora ricordare niente..."
Come in un sogno Stella rivisse quello che era successo:
Kei che voleva lanciare a tutti i costi Blackdranzer, lei che aveva provato a dissuaderlo in ogni modo...
E poi quella notte, in cui si era svegliata non trovando Kei nel suo letto, e si era recata all'arena dove tenevano Blackdranzer... Trovando la porta aperta era entrata, e aveva visto Kei svenuto a terra, con il malefico bey nero che ancora roteava minaccioso vicino a lui.
Si era precipitata verso il fratello, ma in quel momento erano sopraggiunte le guardie che l'avevano agguantata per non farla scappare.
Poi era arrivato Barkov, seguito da Hito, il quale, vedendo i nipoti, capì quello che era successo e prese provvedimenti.
Dopo una veloce visita medica, nella quale i dottori dichiararono che Kei aveva subito uno shock e non conservava alcun ricordo, Stella si ritrovò su un aereo per il Giappone con suo nonno e il fratello ancora privo di sensi.
Senza aver avuto nemmeno il tempo di salutare i suoi amici Ivan, Boris, Sergej... e soprattutto Yuriy.
"Yuriy... chissà se ti ricordi ancora di me..."
“Stellaaaa!!! ti sei addormentata o semplicemente congelata?” la voce canzonatoria di Takao destò bruscamente la ragazza dai suoi pensieri, che si accorse di essere rimasta piuttosto indietro rispetto al resto della squadra. Li raggiunse (con Kei che la guardava estremamente preoccupato) e Max le chiese “Ehi Stella, are you ok?” “Yes, I am. Don' t worry”

La squadra si recò dal Presidente Daitenji, il quale li informò che gli incontri di campionato si sarebbero svolti tre giorni dopo. Consegnò loro una mappa, in giapponese stavolta (con gran sollievo del Prof K ma soprattutto di Kei, che era stufo di fare da traduttore), dove gli indicò il loro albergo e il Beystadium, e suggerì di visitare la città prima di cominciare gli allenamenti, poiché dopo sarebbero stati troppo occupati per farlo.

I ragazzi accettarono volentieri la proposta, e dopo una tranquilla passeggiata arrivarono davanti ad un'imponente costruzione in pietra.
“Deve essere un monastero” fece Rei “Ehi guardate, ci sono dei ragazzi con i beyblade!”.
In effetti il cortile era pieno di adolescenti dall'aria molto seria che si allenavano sorvegliati da guardie dalla faccia truce.
“Venite, entriamo! Vediamo se qualcuno di loro ha voglia di una sfida!” esclamò allegramente Takao.
Stella, che era nuovamente persa nei suoi pensieri ed era rimasta indietro, quando arrivò davanti al cancello e vide i suoi compagni che entravano ebbe un tuffo al cuore:
il Monastero Barkov!
L'incubo della sua infanzia era ricomparso!
Istintivamente portò una mano dietro la schiena, dove le numerose frustate ricevute in quegli anni le avevano lasciato segni indelebili, che aveva giustificato col fratello come allenamenti troppo intensi...
Il suo primo impulso fu quello di scappare, ma poi Kei la chiamò “Stella, che hai? Vieni, forza!”
Si riscosse e corse verso il fratello, che le disse a bassa voce “è strano... ma questo posto mi sembra di averlo già visto...”
La ragazza si girò sorpresa. Che stesse iniziando a ricordare?
Non fece in tempo a rispondere che un uomo vestito di nero con i capelli viola venne loro incontro.
“Buongiorno ragazzi, io sono Vladimir Barkov. E voi dovete essere i Bladebreakers... benvenuti nel mio Monastero per blader”
“Monastero per blader?”
“Esatto. io raccolgo da famiglie e orfanotrofi i ragazzi appassionati di beyblade, poi li porto qui e li cresco, istruendoli in questo sport. Tutti diventano molto forti, se non ci credete potete sfidarli”.
“Una sfida? Fantastico, io sono pronto, ditemi contro chi devo combattere!” gridò Takao estraendo Dragoon e mettendosi in posizione davanti ad un'arena.
“Dimitri, vieni, mostra a quest'esuberante ragazzino cosa sei capace di fare” disse Barkov, e ad un suo cenno un ragazzo moro di circa 15 anni si fece avanti per combattere.

Stella non prestò attenzione all'incontro. Era troppo intimorita da Barkov: aveva sempre avuto paura di quell'uomo odioso, e ora temeva che il vecchio aguzzino la riconoscesse; dopotutto erano passati quattro anni dall'ultima volta che si erano visti, ma non si sentiva al sicuro...
Si tirò il cappuccio della felpa sulla testa, cercando di farsi piccola piccola, e iniziò a cercare, fra tutti quei ragazzi, quegli occhi di ghiaccio e quei capelli color fuoco che ricordava così bene...
"Yuriy, Yuriy, dove sei?"

Alla fine Takao vinse, ricevendo i complimenti di Barkov, il quale annunciò che al campionato i suoi Demolition Boys li avrebbero distrutti.
“Cosa? Avete anche una squadra? Voglio conoscerli!” esclamò Takao
“Come vuoi, due dei miei ragazzi sono là fuori. Arrivederci. E...-abbassò la voce- bentornati Kei e Stella...”>
Il ragazzo lo guardò in modo strano, la rossa rabbrividì, ma poi si unirono al resto della squadra che usciva a conoscere i famigerati Demolition Boys.

La curiosità di Takao fu soddisfatta: nel cortile c'erano un ragazzo alto e magro, con capelli rossi e gelidi occhi azzurri, che parlava con un piccoletto con grandi occhiali da cecchino.
I due si voltarono quando videro i Bladebreakers che si avvicinavano, guidati da un ragazzino dai capelli neri che baldanzoso chiese “Siete voi i Demolition Boys?”
“Sì, io sono Yuriy, il capitano, e lui è Ivan. Voi chi siete?” rispose il rosso squadrandolo con fare sospettoso.
“Io sono Takao, il capitano dei Bladebreakers. Loro sono la mia squadra; siamo i più forti, vi stracceremo al campionato e diventeremo i campioni del mondo!”
“Questo è tutto da vedere!” esclamò Ivan, che non sopportava gli sbruffoni, e si mise in posizione pronto a far tacere quel tipo così presuntuoso.
Ma Yuriy lo fermò. “No Ivan, non ne vale la pena. Lascia che dimostrino quello che sanno fare in campo...” disse sogghignando.
“Così loro sono la tua squadra? A vederli non...” s'interruppe a metà della frase: i suoi occhi erano bloccati su Kei, il quale ricambiava con un' aria interrogativa.
“K-Kei? No...Non è possibile... Allora tu devi essere...” continuò portandosi davanti a Stella.
Con un fil di voce disse “...Stella?”
La ragazza si tolse il cappuccio, esibendo uno sfavillante sorriso. “Ciao Yuriy! Allora non ti sei dimenticato di me!”

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Capitolo 2
*** il ciondolo ***


...I Bladebreakers hanno vinto, il torneo è finito, è giunto il momento dei saluti. Yuriy è sempre stato innamorato di Stella, e adesso che l' ha rivista non riesce a smettere di pensare a lei; ma non trova il coraggio per rivelarle i suoi sentimenti (povero piccolo dolce lupacchiotto...). Non può immaginare che anche Stella prova la stessa cosa...

LUOGO: Mosca, Monastero Barkov

Leggere gocce di pioggia scendevano dal cielo grigio...
“No Stella, non voglio che tu pianga! Vedi, inizia anche a piovere...”
“m-mi dispiace... non è colpa mia se faccio piovere quando sono triste...”
“Non è per la pioggia...semplicemente non voglio che tu pianga!”
“Ma lo stai facendo anche tu!”
In effetti una lacrima era rotolata sulle guance pallide di Yuriy... La ragazza vedendolo riuscì a sorridere, un sorriso molto triste, ma pur sempre un sorriso.
“Ecco vedi, sei molto più bella quando sorridi... Aspetta, ti voglio fare un regalo”
Raccolse le loro lacrime in una mano, e grazie ai suoi poteri creò un ciondolo azzurro a forma di cuore fatto con le due lacrime unite
“Così non ti dimenticherai di me” sussurrò
“sarebbe impossibile... Yuriy...Grazie, è stupendo” rispose Stella con voce rotta
“Con questo al collo non sentirai più freddo, ti ho trasmesso parte dei miei poteri”
“grazie...” ripeté la ragazza.
Poi le lacrime ricominciarono a scendere dai suoi occhi viola
“Yuriy non voglio andarmene, non voglio perderti, non voglio doverti dire addio, non voglio!” e lo abbracciò forte; Yuriy la strinse a sè e le mormorò all'orecchio “Non è un addio. Ci rivedremo, te lo prometto; dai, non piangere, o farai piangere anche me...E quando piango io grandina, lo sai...”
“hai mai pianto in vita tua?” “Con questa fanno tre volte...”

In quel momento la voce di Kei si fece sentire nell'aria fredda del chiostro del monastero “Stella!”, seguita da quella di Takao, che con la sua solita gentilezza e il suo tatto da ippopotamo urlò “dai, datti una mossa, o perderemo l'aereo!”.
Poi borbottò “lo sapevo, non dovevamo ammetterla in squadra, se non era per Kei...” “Takao, vuoi un pugno adesso o subito?” lo minacciò il ragazzo in questione.

“Arrivo” rispose Stella.
Abbracciò di nuovo Yuriy, sperando che facesse qualcosa, qualsiasi cosa che le facesse capire che i suoi sentimenti erano ricambiati... Sentiva il cuore battere all'impazzata...
Ma il rosso si limitò a stringerla forte.
“Ciao, Stella” “Ciao, Yu” rispose con un fil di voce desiderando una sua reazione... Yuriy si limitò a sorridere molto tristemente e a guardarla negli occhi.

"Dai Yuriy, dillo, dillo! Sono anni che la sogni tutte le notti, ora è qui davanti a te, diglielo!" si disse il Wolborgblader.

Non fece in tempo ad aprire bocca che due colpi di clacson e gli strilli di Takao riportarono i due coi piedi per terra.
“Alloraaaa!!!! Veh che ti lasciamo qui!!!!”
“Magari...” sussurrò Stella, poi si voltò e si diresse verso il taxi che avrebbe portato i Bladebreakers all'aeroporto per tornare in Giappone.
Chiuse le portiere, Stella si girò l'ultima volta verso i cancelli: Yuriy era ancora lì, che la guardava con i suoi meravigliosi occhi color ghiaccio che esprimevano una tristezza infinita.
Proprio in quel momento l'auto partì, e Stella si sentì vuota e sola come non lo era da tempo.
Suo fratello le chiese “ehi Stella, tutto a posto?” “Sì Kei, non preoccuparti” rispose continuando a guardare fuori.

Arrivati all'aeroporto, l'altoparlante iniziò a gracchiare qualcosa in russo; Max, Rei, Takao e il Prof K si voltarono verso i fratelli Hiwatary, gli unici che avessero potuto capire il messaggio.
Kei riferì che tutti i voli erano annullati a causa di una tempesta improvvisa.
“Una tempesta improvvisa?” Max corse alle finestre e disse “Ehi ragazzi, it' s right, guardate che grandine!”

"Grandine?"

Il cuore di Stella fece un salto, e le parole di Yuriy le tornarono in mente "...quando piango io grandina, lo sai..."
Senza pensarci un attimo si alzò e corse fuori dell'aeroporto.
I suoi compagni la videro e le urlarono dietro “Stella, che fai? Torna indietro, è pericoloso uscire!”
La ragazza si girò solo un attimo per guardare suo fratello negli occhi, sperando che capisse.
Per fortuna fu così, perché Kei disse agli altri “Ragazzi, lasciatela andare, è importante” “perché? Dove sta andando?” chiese quel curiosone del Prof K
“Non lo so, lo sai che le donne sono strane...” gli rispose il Dranzerblader con un sorriso strano.

Una volta fuori dell'aeroporto Stella si rese conto di non sapere da che parte fosse il monastero; si fermò un attimo e guardò il ciondolo che le aveva dato Yuriy.
Al suo interno era comparso un ideogramma giapponese... Stella lo vide, il cuore le saltò nuovamente in petto, e riprese a correre seguendo solo il suo istinto.

Finalmente riconobbe da lontano la sagoma del monastero dove aveva trascorso l'infanzia.
Si precipitò verso la lugubre struttura che in mezzo alla tempesta appariva ancora più inquietante, ma trovò il cancello chiuso... e nessuna traccia di Yuriy.
Allora si fermò a riflettere, con la grandine che le sferzava il viso... ma grazie al magico ciondolo non sentiva il gelo polare che si era abbattuto su Mosca.
All'improvviso si ricordò del parco appena fuori città che piaceva tanto a Yuriy, e pensò che uno come lui non avrebbe gradito molta gente attorno in quel momento.
Vi si recò, e finalmente lo vide. Il ragazzo era seduto su una panchina ricoperta di ghiaccioli, con il viso tra le mani, scosso da evidenti singhiozzi.

“Yuriy!”

Il rosso si costrinse a non alzare lo sguardo, temeva fosse un'invenzione della sua mente e non voleva soffrire ancor di più.

“Yuriy!”

"No, non devo guardare, vedrei solo il nulla, non devo guardare, sicuramente a quest'ora lei è già sull'aereo..." si disse il Wolborgblader. Non gli veniva in mente che con un tempo così nessun aereo poteva anche solo pensare di decollare!

“Yuriy...” ripeté Stella, arrivando proprio di fronte a lui.

Allora il ragazzo non ce la fece più, sapeva che avrebbe sofferto ancora, ma la sua voce gli sembrava così vicina, così vera... Incredibile che scherzi possa giocarti la mente proprio quando ne hai meno bisogno...
Ormai senza più forze alzò gli occhi di ghiaccio, consumati dal pianto che non faceva da tanti anni, e la vide.
Bella, bella come non l'aveva mai vista prima, con i lunghi ricci rossi scompigliati dalla corsa, il fiato corto che disegnava piccole nuvole nell'aria fredda, mentre lo guardava con i suoi stupendi occhi d'ametista.
"Troppo bella per essere vera..."

“Stella...”
“Yuriy!”

In quel momento capì che era lei, davanti a lui, non era un sogno.
Si alzò in piedi.
"Presto Yuriy, dille qualcosa!" si costrinse a pensare, ma lei lo anticipò.
“Yu ti prego dimmi la verità: cosa c'è scritto qui?”
Sperava con tutta l'anima che non fosse un errore di scrittura, dopotutto il giapponese è complicato da scrivere, figuriamoci poi per un russo...
Gli mostrò il ciondolo, in cui compariva splendente una scritta...

TI AMO

Yuriy fece un respiro profondo, poi guardò Stella negli occhi, quegli occhi che erano riusciti a sciogliere il suo cuore di ghiaccio.
“C'è scritto ti amo. Perché io ti amo Stella. Mi dispiace non avertelo detto prima, ma non trovavo il coraggio. Non posso vivere senza di te”
La ragazza restò immobile, tanto che Yuriy iniziò a preoccuparsi seriamente.

Ma poi lei respirò di nuovo e sorrise.
Un sorriso più luminoso di un raggio di sole, accompagnato dalle parole che resero Yuriy il ragazzo più felice della Terra.
“Anch'io ti amo...”

E mentre tutta Mosca gioiva al rispuntare del sole, i meteorologi si interrogavano su quel cambiamento di tempo così anomalo, i Bladebreakers si chiedevano dove fosse finita la loro seconda riserva (“Lo sapevo, non ci si doveva fidare di lei...” “Takao, vuoi un pugno adesso o subito?” “Uffa Kei, è tua sorella, valla a cercare!” “E perché? è al sicuro” “e tu che ne sai?” “Ne so, ne so...”) e un fratello nascondeva una punta di gelosia verso la sorella che ora immaginava tra le braccia del suo amico d'infanzia, un ragazzo di 16 anni con gli occhi di ghiaccio e una ragazza di 15 con gli occhi d'ametista, uniti nel loro primo bacio sentivano di poter toccare il cielo con un dito.


Beh... allora che ne dite?^^
Ho anche scritto una breve one-shot su un seguito, che forse pubblicherò, sempre che questa non faccia così schifo!

See ya
Gaeshi

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