The truth

di WarriorGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***



I banchi disposti in cinque file parallele, divisi l’uno dall’altro, le luci al neon che davano fastidio agli occhi e quell’aria pesante che non abbandonava mai gli interni di quel vecchio collegio. Gli studenti già all’interno della classe si alzarono di scatto all’entrata dell’insegnante, il signor Lorence, un uomo alto, magro e spigoloso, tutti lo temevano perché poche cose accettava e il più delle volte puniva, colpiva le mani e le braccia con quel suo bastone dalla punta d’argento che portava sempre con se.
Giunto alla cattedra si sedette e poi diede il permesso di sedersi agli alunni e solo in quel momento il banco vuoto al fondo della classe di fianco alla finestra, fu notato dall’uomo, che strinse gli occhi a due fessure irritato al quanto da quella mancanza.
-Si può sapere dove è la signorina Hunter!?-
Tutti stavano in silenzio timorosi di dire qualcosa che  non gli fosse gradito e quindi di esser puniti.
-Allora…voglio una risposta !! Riuscite a parlare o la poca materia grigia che avete è stata rimossa del tutto!!- disse con tono sempre più duro
Allora tremante dalla fila centrale si alzò una mano
- Gilmore parla! - disse autoritario
Steven Gilmore  deglutì a vuoto - Beatrice è con la Signora Mills la doveva aiutare per un progetto - disse con voce piccola
Il Singnor Lorence chiuse gli occhi, si stava arrabbiando e dato l’odio che provava verso quella ragazza in particolare e ciò non faceva che peggiorare la situazione.
- Scusi Signore ma ci abbiamo messo più del previsto - Senza tanti convenevoli la signorina Beatrice Hunter entrò nella classe quando ancora l’insegnante aveva gli occhi chiusi che aprì solo al sentire la sedia spostarsi .
Il Signor Lorence prese senza fiatare i libri dalla sua costosa valigetta di pelle marrone mentre tutti gli alunni attendevano che il maestro dicesse cosa fare.
-leggete da pagina 435 a 454,non voglio sentire una mosca volare- diligentemente tutti si misero a leggere le numerose pagine tranne Beatrice conosceva la storia greca come le sue tasche ed era in quella classe da ormai così tanto tempo che anche il più ignorante del mondo ripetendo per quasi tutti i suoi 17 anni le stesse cose anche se in salse diverse, in un qualsiasi test sarebbe riuscito a prendere il massimo, oh meglio questo era ciò che pensava lei.
Beatrice Hunter in effetti ci era nata in quella fogna che chiamavano collegio o meglio per essere esatti vi era stata portata appena nata, conosceva ogni muro, anfratto ,stanza di quel posto e non vedeva l’ora di andarsene per sempre .
-Signorina Hunter - il Signor Lorence si era avvicinato al suo banco - Lei sa già tutto?!-chiese ironico con la voce più acida di un limone
-Per quanto riguarda questo argomento mi ritengo più che satura,ma se lei intende il sapere in generale beh su quello ho ancora da lavorare- Beatrice Hunter intelligente provocatrice ecco cos’era

A quanto pare la risposta della ragazza non piacque all’uomo che alzò il bastone e fece per colpirla - Brutta maleducata - peccato per il Signor Lorence che il bastone fu fermato a piene mani da Beatrice -Ho semplicemente risposto alla sua domanda,sarei stata maleducata se non l’avessi fatto- disse mentre ancora teneva saldamente la parte finale di bastone che avrebbe dovuto colpirla,altra caratteristica  aveva un abilità a dir poco eccezionale per una semplice ragazzina.
- Signor Lorence - una voce profonda e segnata dagli anni si sentì arrivare dallo stipite della porta, era il vecchio e ormai con un piede nella fossa, preside Jerard.
-La signorina Hunter è pregata di seguirmi - disse con lo sguardo rivolto al  bastone che Beatrice lasciò per poi alzarsi - Con permesso-disse rivolta al Signor Lorence incrementando ancora di più la sua rabbia, facendolo diventare ancora più rosso di quanto già non fosse.

Beatrice uscì dunque dalla classe seguita dallo sguardo di tutti gli altri ragazzi.

-Tornate a leggere non c’è nulla da vedere!- gridò Il signor Lorence per poi tornare alla cattedra.

Il preside Jerard non pronunciò una sola parola mentre attraversavano il lungo corridoio e così non fece neppure Beatrice che era stata piuttosto sorpresa da questa convocazione e ma non si era poi molto preoccupata  pensando che il preside dovesse parlarle di alcune lamentele che gli erano state rivolte riguardo al suo comportamento ma quando erano ormai giunti davanti al grande portone dell’ufficio del preside la testa di Beatrice non poté che non porsi milioni di domande.

“Perché non è venuta la segretaria a chiamarmi ma il preside in persona? Vuol dire che mi ha convocato qualcuno di superiore a lui e chi diavolo potrebbe essere? Non conosco nessuno fuori da queste mura e soprattutto nessuno conosce me.”

Beatrice era diventata tesa come un corda di violino e prima che Il signor Jerard potesse aprire la porta
- Aspetti - disse fermandolo-Perfavore-continuò ammorbidendo il tono della voce
Il preside la guardò interrogativo ,si poteva leggere chiaramente sul suo volto segnato dagli anni molta preoccupazione.
-Cosa c’è?- Chiese allora l’uomo respirando profondamente 
- Chi mi ha convocata?- chiese  tutto d’un fiato la ragazza, sperando che le desse una risposta che avrebbe potuto far cessare l’improvvisa preoccupazione del suo animo.
Il preside deglutii -Signorina Beatrice si stupirà nel sapere che non ne ho la più pallida idea-disse sincero per poi aprire la porta.

Nell’ufficio, illuminato dal sole proveniente dalla grande vetrata dietro la grande scrivania piena di scartoffie e portafoto, seduta comodamente su una delle poltrone davanti alla scrivania di mogano, c’era una giovane donna.
-Ciao Beatrice- la salutò con un sorriso intrigante seguito da uno sguardo come piacevolmente sorpreso.

Il preside nel frattempo si era seduto sulla sua poltrona nera dietro la scrivania mentre invece Beatrice era ancora ferma davanti all’ingresso.
- Salve-disse la ragazza più per dire qualcosa, che per gentilezza per poi dirigersi meccanicamente alla poltrona posta davanti a quella dove era seduta la donna e sedersi.
 
Il preside Jerard stava per cominciare a parlare ma fu velocemente interrotto dalla donna - Sicuramente ti starai chiedendo chi sono e perché sono qui ?-cominciò alzando il sopracciglio, Beatrice annui sostenendo il suo sguardo cangiante -Sono colei che ti porta via da questa fogna- terminò la donna come se fosse normale che una sconosciuta conoscesse e volesse adottare, perché vista la minore età di Beatrice era ciò che intendeva fare,  una ragazza abbandonata alla nascita e dei cui genitori nonostante le ricerche non si era venuto a sapere nulla.
 
Il preside si schiarì la voce prima di iniziare - Esatto la signorina Ray ti ha adottata i tuoi bagagli sono pronti e puoi andare-

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Da quel momento tutto si era svolto troppo in fretta e  Beatrice non aveva pronunciato una sola parola  fino a quando non si erano trovate su un jet privato diretto chissà dove.

- Mi avevano detto che non eri una chiacchierona - disse ironica la donna mentre Beatrice guardava fuori dal finestrino del Jet

- Ma speravo che la curiosità …- la donna non finì la frase

-Chi sei ?!- la domanda era giunta diretta e con un tono che non permetteva un semplice nome ma sottintendeva tante altre domande che la giovane donna seduta davanti a Beatrice aveva pienamente afferrato.
La donna sorrise

-sono Kira,conosco  i tuoi genitori o meglio Mood  li conosceva e come era loro volere, raggiunti i 17 ti abbiamo prelevata- disse tranquilla

- Conoscevate i miei genitori… e poi voi chi?!- chiese Beatrice

- Noi –rispose criptica Kira per poi guardare fuori dall’oblò del jet, cosa che creò un’ espressione alquanto seccata sul viso della ragazza .

-Non c’è bisogno di arrabbiarsi – cominciò continuando a guardare il paesaggio sottostante- saprai tutto molto presto.-
 
Era ormai notte quando il jet arrivò a destinazione, per altro sconosciuta a Beatrice che a causa del buio non poteva neppure immaginare dove si trovassero. L’unica cosa visibile nel buio della notte erano due fari accessi di una macchina a cui appena scese dal jet, si avviarono per poi salirci, Kira al posto di fianco al guidatore e Beatrice nei sedili posteriori.
Subito l’uomo al posto di guida accese l’auto per poi partire, il buio regnava sovrano e la poca luce che rischiariva il paesaggio giungeva alternata in sprazzi provenienti dai lampioni che costeggiavano la strada che per quel poco che era riuscita a notare,sembrava attraversare una foresta.

Era molto che viaggiavano ma l’asfalto era sicuramente cambiato viste le numerose buche che avevano incontrato e che avevano svegliato Beatrice che, ormai sveglia, per qualche minuto si era trovata a fissare davanti a se per capire dove si trovava per poi distogliere lo sguardo quando aveva incontrato quello ceruleo dell’uomo che subito aveva detto qualcosa a Kira,che però la ragazza non era riuscita a capire tanto era stordita dal sonno.

La luce fioca entrava dalla finestra sopra il letto dove Beatrice stava dormendo illuminandone il volto bianco come il marmo e le labbra rosse come il sangue che si aprirono in un sonoro sbadiglio nel mentre in cui si svegliò.
La camera non era sicuramente la sua camera nel collegio e non erano ancora in macchina quindi erano arrivati a destinazione. La ragazza si alzò lentamente e colpita dalla grande libreria che copriva un’intera parete si diresse davanti a essa, tra i numerosi titoli risaltavano nomi di grandi autori greci e latini e di antiche letterature. Affascinata passo lentamente il dito sulle copertine che riflettevano l’antichità di quei volumi.

-Buongiorno- disse una voce roca proveniente dalla porta

Beatrice si voltò e vide Kira appoggiata allo stipite della porta e solo in quel momento si rese conto  di essere  in intimo, allora cercando di non badare molto allo sguardo di Kira che seguiva ogni suo singolo movimento passò affianco alla giovane donna e prese i suoi vestiti appoggiati a una poltrona.

-  Potevi anche non scomodarti – disse con un sorriso sornione la donna

-  Certo- disse ironica Beatrice – penso che dobbiate, chiunque voi siate, spiegare qualcosa, quindi se per favore- disse indicando la porta,dopo essersi vestita.

- Ok ragazzina andiamo! – disse allora Kira uscendo seguita a ruota da Beatrice.

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