If my life was a movie...

di Jade Tisdale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Chapter One. ***
Capitolo 3: *** Chapter Two. ***
Capitolo 4: *** Chapter Three. ***
Capitolo 5: *** Chapter Four. ***
Capitolo 6: *** Chapter Five. ***
Capitolo 7: *** Chapter Six. ***
Capitolo 8: *** Chapter Seven. ***
Capitolo 9: *** Chapter Eight. ***
Capitolo 10: *** Chapter Nine. ***
Capitolo 11: *** Chapter Ten. ***
Capitolo 12: *** Chapter Eleven. ***
Capitolo 13: *** Chapter Twelve. ***
Capitolo 14: *** Chapter Thirteen. ***
Capitolo 15: *** Chapter Fourteen. ***
Capitolo 16: *** Chapter Fifteen. ***
Capitolo 17: *** Chapter Sixteen. ***
Capitolo 18: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.

 

Mi chiamo Ashley Tisdale e ho ventisette anni. Che dire di me? Beh, tutti mi conoscono sicuramente per la mia carriera da attrice o da cantante, ma come tutti, anche io ho una vita privata al di fuori del lavoro. La mia famiglia è costituita da Lisa, mia madre, Mike, mio padre, Jennifer, mia sorella, Mikayla, mia nipote, Maui, la mia cagnolina e da Christopher, il mio ragazzo. Sono fidanzata con lui da circa sei mesi, ma non sono ancora del tutto sicura dei miei sentimenti. Prima di mettermi con Christopher, sono stata fidanzata per parecchi anni con Scott. Abbiamo deciso di lasciarci perchè ci vedavamo pochissimo a causa dei nostri lavori super impegnativi: avevamo capito entrambi che non poteva funzionare. Eppure io sentivo di provare ancora qualcosa per lui... Credevo che con Christopher l'avrei dimenticato, invece la lontananza da Scott mi faceva sempre più male... Gli unici che si sforzano di capirmi erano Zac e Vanessa, i miei migliori amici. Io e Zac c'eravamo conosciuti sul set di High School Musical e abbiamo avuto una storiella insignificante, che non ha funzionato. Così siamo rimasti in contatto e oggi per me è l'amico migliore che possa desiderare. Vanessa invece l'ho conosciuta qualche tempo prima del film ed è rimasta sempre la mia migliore amica. Lei e Zac sono stati insieme per diversi anni, ma poi, senza un motivo valido, Zac l'ha mollata. Vanessa dice che l'ha lasciata perchè ama me, ma io non ho mai creduto a questa storia. Zac avrà avuto dei motivi validi per lasciarla. Comunque sia, nonostante queste piccole divergenze, sono riuscita a restare in buoni rapporti con entrambi, che accettano la mia amicizia con l'altra persona e a volte, con un po' di fatica, siamo usciti tutti e tre insieme. Sono felice di avere degli amici come loro.

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Capitolo 2
*** Chapter One. ***


Capitolo 1.

 

Era un gelido pomeriggio d'inverno. Il 31 dicembre, per la precisione. Ero in un bar con Vanessa, entrambe armate di sciarpa e cappello, a bere una cioccolata calda. Avevo la mente occupata e stavo fissando il vuoto: ad un tratto, Vanessa cominciò a battere le mani velocemente davanti ai miei occhi.
"Vane ma sei scema? Per poco non mi scivolava la tazza dalle mani!" dissi un po' scocciata.
"E' tutto il giorno che hai quello sguardo perso... A che pensi?" chiese posando la sua tazza sul bancone del bar.
Io cominciai a soffiare dentro alla tazza bollente.
"Pensi ancora a lui? A Scott?" disse poi Vane accennando un sorriso.
"Beh, ecco, si..." dissi sorseggiando un po' di cioccolata. "E' più forte di me... Non riesco a dimenticarlo!"
"Allora perchè vi siete lasciati?"
"Perchè da un lato era la cosa giusta da fare.. Io ero sempre sul set di qualche film e lui essendo un regista era sempre via, in un'altra città..." dissi sospirando e posando la tazza sul bancone. "Devo smetterla di pensare a lui. Sto con Christopher adesso."
"Ma sei sicura di amarlo?"
Quella domanda mi lasciò senza parole.
"Certo." risposi con la voce tremante. "Amo lui tanto quanto amo Scott. Amo entrambi, è questo il problema..."
"Secondo me il problema è che tu ami Scott, ma hai paura di ferire Christopher perchè sai che lui ti ama da morire... Giusto?"
"Ti sbagli. Amo anche Chris."
"Amerai pure Chris, ma Scott di più."
Forse non aveva tutti i torti, ma era troppo difficile da ammettere. Cominciai a giocherellare coi fili della mia sciarpa.
"Beh.. Può darsi." sussurrai poi, guardandola negli occhi.
Restammo qualche minuto in silenzio, poi sentii la mano di Vanessa poggiarsi sopra la mia.
"Stasera cosa fai?" chiese lei.
"Boh, starò a casa con Christopher... Tu?"
"Io e Austin andiamo in una discoteca, ci divertiamo un po', aspettiamo la mezzanotte e poi ce ne andiamo..." rispose lei con un sorriso malizioso.
"Fai la brava bambina, mi raccomando!" dissi poi io scoppiando a ridere.
"Quindi non avete nulla in programma?"
"A quanto pare no. Con Scott andavamo sempre in vacanza alle Hawaii o da qualche altra parte."
"Ma non avevi appena detto che Scott te lo dovevi dimenticare?" mi disse poi Vane, facendomi l'occhiolino.
Io le risposi semplicemente sospirando.
"Dai, stasera tu e Chris venite con me e Austin..." disse poi sorridente.
Austin Butler era il suo fidanzato. L'avevo conosciuto durante le riprese di Alieni in Soffitta. Vane l'ha conosciuto grazie a me: un giorno, durante le riprese di Sharpay's Fabulous Adventure, l'avevo invitata a conoscere tutto il cast e fra loro fu amore a prima vista. Stanno davvero bene insieme.
"Sai, a dir la verità non ne ho tanta voglia..." risposi io.
"Dai, ti prego, vieni anche tu! Te lo chiedo per favore!" mi chiese implorandomi.
Vanessa ha tre anni in meno di me, ma a volte si comporta peggio dei bambini! Forse è proprio per la sua pazzia che le voglio bene.
"Ma lo sai che il tuo grado di intelligenza è minore di quello di mia nipote?" dissi scherzando.
"Beh, modestamente..." rispose lei stando al gioco. "E' un si?"
"E' un si..."
"Che bello! Devo dirlo subito ad Austin!" disse prendendo il cellulare. 

L'accordo era di ritrovarci alle nove e mezzo in discoteca. Sentii suonare il campanello ed andai ad aprire.
"Chris! Stavo giusto finendo di prepararmi... Entra!" dissi spalancando la porta di casa, con un grande sorriso.
Lui nemmeno mi salutò: la prima cosa che fece fu baciarmi. Poi si staccò e mi guardò da testa a piedi. I miei lunghi, mossi, capelli castani li avevo lasciati sciolti, avevo un vestito nero che mi arrivava quasi alle ginocchia, una marea di braccialetti e ovviamente, non potevano mancare i miei inseparabili tacchi.
"Sei bellissima..." mi sussurrò poi all'orecchio.
"Oh, ti ringrazio..." dissi arrossendo.
Poi presi la borsa e il cellulare.
"Okay, possiamo andare a divertirci!" dissi tirandolo fuori di casa per il braccio.
Andammo con la sua macchina. Vanessa e Austin erano all'entrata ad aspettarci.
"Ashley!!!" urlò Vane tutta felice, correndomi incontro.
Io, a mia volta, le andai incontro e la abbracciai forte.
"E' bello vederti, Ashley!" mi disse Austin tutto felice.
"E' lo stesso per noi!" disse Chris prendendomi a braccetto.
Entrammo in discoteca.
"Io e Austin andiamo in pista. Venite anche voi?" chiese Vane.
"Ma certo!" rispose Chris. "Vero Ashley?"
"Oh, voi cominciate ad andare. Se non mi dispiace mi prendo qualcosa da bere..." risposi.
"Okay, a tra poco." disse Chris mollandomi il braccio e seguendo Vane e Austin.
Io andai a sedermi nel bancone del bar e restai a sorseggiare un drink per qualche minuto. Stavo per andare nella pista da ballo, quando andai a sbattere contro qualcuno.
"Oh, chiedo scusa..." disse voltandomi.
No, non può essere vero: mi ritrovai davanti Scott. 
"Ashley?" disse lui.
"Scott... Ciao..." 
Restammo a guardarci negli occhi qualche secondo, ma poi sentii chiamarmi.
"Ashley? Vieni a ballare?" era Christopher.
Senza dire un'altra parola, mi allontanai da Scott e andai nella pista da ballo.
"Ehi, è tutto okay?" mi chiese Chris. "Hai una faccia strana.."
"Oh, si, sto bene, tranquillo!" dissi fingendo un sorriso. 

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Capitolo 3
*** Chapter Two. ***


Capitolo 2.

 

Passò qualche giorno. Non avevo parlato a nessuno del mio incontro con Scott. Rivederlo dopo quasi sei mesi mi aveva fatto uno strano effetto... Sentivo il bisogno di sfogarmi con qualcuno. Così, nonostante quella domenica mattina nevicasse, mi coprii per bene e andai a casa di Zac. Lui mi venne ad aprire, ancora in pigiama.
"Ehi, Ashley..." disse sbadigliando.  "Come mai qui a quest'ora, col freddo che fa?"
"Devo parlarti.. E' importante."
Si spostò e mi fece entrare. Mi tolsi il giubbotto e ci andammo a sedere nel divano, in salotto.
"Allora, qual'è la cosa urgente?" disse mettendo il suo braccio attorno al mio collo.
"Ecco, la sera di capodanno..." mi bloccai e sospirai. "Sono andata in discoteca e ho incontrato Scott."
Zac tolse il suo braccio dal mio collo.
"Oh... E vi siete parlati?" mi chiese.
"No, ci siamo solo scambiati uno sguardo..." dissi, con le lacrime agli occhi. "Sai, mi ha fatto un effetto strano rivederlo dopo tanto..."
"Lo ami ancora, non è vero?" disse con un piccolo sorriso.
Io abbassai lo sguardo e poi cominciai a piangere.
"Si, da morire!" le lacrime scendevano velocemente.
Zac mi prese tra le sue braccia e cominciò ad accarezzarmi i capelli per calmarmi.
"Io sto con Christopher, una persona che mi ama... Dovrei essere felice, invece di pensare ancora a Scott!"
"A volte non si può controllare l'amore... E' un sentimento troppo forte."
"Lo so, ma io non so proprio cosa fare.. Sono disperata!"
"Perchè non ti rimetti con lui?"
"Perchè non voglio ferire Christopher, lui mi ama per davvero... E poi ho paura che Scott non provi gli stessi sentimenti!"
"Beh, perchè non provi a chiederglielo?"
"Non lo so. Forse perchè so che non riuscirei ad accettare una risposta negativa..."
"Ashley, ti do solo un consiglio..." continuò lui. "Non stare con Christopher se non lo ami. Non è giusto... Fregatene di Scott e di tutto il resto, ma non stare con una persona per poi farla soffrire. E anche se Scott non volesse tornare assieme a te, sappi che avrai fatto la cosa giusta lasciando Christopher. Pensaci bene..."
"Forse hai ragione..."
Mi distaccai dall'abbraccio e guardai la maglia di Zac.
"Oddio, perdonami, ti ho sporcato col mascara..." dissi dispiaciuta.
"Ma va, stai tranquilla... La lavo e torna come prima!" rispose lui sorridendo.
Mi alzai e mi diressi verso la porta, seguita da Zac.
"Grazie per il consiglio... Ma non mi sento ancora pronta a fare un passo del genere. Devo rifletterci bene... Magari un giorno di questi mi sento con Scott e poi sistemo la faccenda con Christopher." dissi infilandomi il giubbotto.
"Brava, devi fare la cosa giusta." disse Zac passandomi la mia borsa.
"Ascolta.. Posso farti una domanda? Però devi promettermi di essere onesto." dissi io.
"Ma certo! Dimmi tutto."
Sospirai.
"Sono vere le voci che circolano?"
"Quali voci?"
"Beh, quelle che dicono che hai lasciato Vanessa perchè ami me."
Scoppiò in una sonora risata. Non sapevo se esserne felice o meno.
"Stai scherzando? Innamorato di te? Io!? Ma se ti considero come una sorella!" disse ancora con un grande sorriso.
"Oh, infatti non ci credevo!" dissi io aprendo la porta.
Poi mi alzai in punta di piedi e gli diedi un bacio sulla guancia.
"Grazie ancora Zac! Spero che i tuoi consigli mi siano di aiuto..."
"Lo spero anche io! Fammi sapere..."
"Lo farò!" dissi allontanandomi.

Aveva smesso di nevicare, ma le strade erano ancora sommerse. Ero quasi arrivata a casa, quando sentii tirarmi per il braccio.
"Ma che cav..." mi voltai.
"Come mai sei andata a casa di Zac?" disse Vane quasi preoccupata.
"Cos'è, un interrogatorio?" dissi scherzosamente.
"Ashley, sono seria: quando vai a casa sua senza dire nulla vuol dire che c'è qualcosa che non va... Allora!?"
Sospirai.
"Andiamo a casa mia, ti racconto tutto..."
Ci dirigemmo verso casa e le raccontai cos'era accaduto la sera di capodanno davanti ad un caffè caldo.
"Come mai non me l'hai detto?" disse quasi scocciata.
"Scusami, è che non ho preso molto bene il suo incontro..."
Sorseggiai un po' di caffè.
"Secondo te dovrei ascoltare il consiglio di Zac?" le chiesi.
"Beh, se è vero che non ami Chris allora ha ragione..."
"In realtà non lo so nemmeno io. E' ovvio che amo Scott, ma non sono del tutto sicura di ciò che provo per Christopher..."
"Se fossi in te, lo mollerei subito. E' un bravo ragazzo e non merita che qualcuno lo faccia soffrire! Lo dico sia per il tuo che per il suo bene." 
"Infatti è quello che farò.. Ma non adesso, non è ancora il momento..." 

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Capitolo 4
*** Chapter Three. ***


Capitolo 3.

 

Vanessa se ne era andata via solo da qualche minuto e io avevo appena finito di lavare le tazze quando sentii suonare il campanello.
"Chris, ciao!" dissi con un falso sorriso, facendolo entrare.
"Ciao amore!" disse lui, dandomi un bacio a stampo.
"Come mai qui?" chiesi.
"Oh, devo parlarti di una cosa..." rispose lui, sedendosi sul divano.
"Dimmi tutto." continuai io, sedendomi a fianco a lui.
"Ecco, è una cosa abbastanza delicata..."
Deglutii. Cos'aveva di così importante da dirmi?
"Oh, va bene..." dissi con la voce bassa.
"Vedi, ormai è da un bel po' che stiamo insieme e pensavo che forse, beh, magari è arrivato il momento di andare a vivere insieme..."
Mi lasciò a bocca aperta, letteralmente. Cosa potevo dirgli? No, non possiamo perchè amo il mio ex?
"Sai, Chris..." dissi io, prendendogli la mano. "Io credo che sia ancora troppo presto..."
"Oh, capisco..." disse lui con lo sguardo triste.
"Non prenderla male... E' solo che, prima di andare a vivere insieme, voglio esserne sicura."
"Va bene, capisco." rispose sorridendo. "Scusa, è meglio che vada... Adesso che fai?"
"Non ne ho idea. Magari, dato che ha smesso di nevicare, ne approfitto e vado a fare un po' di shopping..."
"Ahh okay.. Allora ci vediamo domani?"
"Va bene." dissi abbracciandolo.

Dopo circa una mezz'ora uscì il sole. Non era una cosa strana a Los Angeles: il tempo cambiava velocemente e non nevicava quasi mai. Quell'inverno era l'eccezione che confermava la regola. Dato che il tempo era ritornato sereno, decisi di concludere la mattinata andando a fare un po' di acquisiti: in realtà non comprai nulla, stranamente non ne avevo molta voglia. Dopo un po' di tempo che giravo a vuoto, uscii da un negozio e decisi di andare a casa, quando, improvvisamente, andai a sbattere addosso a qualcuno e mi ritrovai per terra.
"Oh, scusi..." disse il ragazzo, porgendomi la mano.
Io alzai lo sguardo. No, ancora lui...
"Oh, ciao Scott..."
"Ciao Ashley." disse lui, regalandomi uno dei suoi bellissimi sorrisi.
Io allungai la mano e mi aiutò a rialzarmi.
"Perchè quando ci incontriamo andiamo sempre a sbattere uno contro l'altro?" dissi io.
"Se sei bassa e non ti vedo, mica è colpa mia!" 
Io risposi con un linguaccia. Poi rimasi incantata per qualche secondo dai suoi meravigliosi occhi verdi che, come sempre, riuscivano ad ipnotizzarmi.
"Allora.. Sei tornato a Los Angeles per le vacanze?" chiesi, non sapendo cosa dire.
"Oh, no, sono proprio tornato a casa. Abbiamo finito di girare il film ed è venuto davvero bene... E tu? So che ti sei messa con Christopher..." 
"Oh, si. E' successo qualche giorno dopo che te n'eri andato..."
Scott e Christopher si erano conosciuti alle scuole superiori ed essendo coetanei, erano grandi amici da sempre: sono venuta a sapere che, dopo essere entrata a far parte del mondo dello spettacolo, entrambi si sono presi una cotta per me e quando mi sono fidanzata con Scott, Christopher è diventato geloso e da quel momento l'ha odiato.
"Vivete insieme?" chiese poi lui.
"No, ma lui vorrebbe che fosse così. Io però non la penso allo stesso modo..." 
"Posso chiederti come mai?"
"Beh, diciamo che non mi sento ancora pronta..."
Ripresi a guardarlo negli occhi.
"E tu hai avuto altre relazioni?" chiesi tutto d'un fiato.
"Oh, a dire il vero no..."
Si guardò il polso.
"Oh, che sbadato che sono, ho dimenticato a casa l'orologio... Non è che puoi dirmi che ore sono?"
"Ma certo..." dissi prendendo il mio cellulare. "Le undici e mezzo."
"Di già!?"
"Beh, si..."
"Scusa Ashley, devo andare... E' stato bello rivederti."
Detto questo, se ne andò di fretta. Cos'aveva di così importante da fare? Mah... Mi sembrava molto cambiato e mi guardava in modo diverso. Che si fosse pentito di avermi lasciata? Che anche lui mi amasse ancora? Non avevo ancora le idee chiare, quindi capii che sarebbe stato meglio chiederglielo al più presto.

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Capitolo 5
*** Chapter Four. ***


Capitolo 4.

 

Passò qualche giorno ed ero sempre più confusa. Cos'avrei dovuto fare? Lasciare Christopher? Io lo amavo, ma mai quanto Scott, questo è certo... Vanessa diceva che, secondo lei, quello per Christopher non era amore, ma passione; io invece sapevo di amarlo e anche tanto. Ma con Scott era tutto diverso, tutto... Semplice, ecco. Con lui, nonostante tutto, mi sentivo al sicuro e sapevo che era una persona onesta. Christopher invece lo conoscevo da poco.. "Basta con tutti questi pensieri negativi! Stasera chiami Scott e gli dici che devi parlargli!" era ciò che Vane mi aveva detto quella mattina. Così feci: gli inviai un messaggio con scritto se quella sera poteva venire da me, perchè avevo una cosa urgente da dirgli. Lui rispose positivamente che sarebbe venuto verso le otto e io cominciai ad agitarmi più di prima. Quella sera, all'ora prevista, non si presentò. Restai sul divano ad aspettarlo per quasi due ore, ma poi mi resi conto che non sarebbe venuto e mi diressi verso camera mia, per andare a dormire. Ma in quel momento, sentii suonare il campanello.
"Oh, sei tu.. Ormai non ci speravo più che venissi." dissi io.
"Mi dispiace, ma avevo paura..." mi rispose Scott, entrando.
"Paura di cosa?" chiesi perplessa.
"Di ciò di cui devi parlarmi."
"Ma non sai nemmeno cosa dovevo dirti..."
"Si invece!" disse sicuro di sé.
"Dai, sentiamo allora!"
"E' più bello sentito dalla tua voce..."
"Si, certo, come no. In realtà non sai niente."
"Ashley, entrambi sappiamo bene ciò che stai per dirmi: quindi ti prego, dillo e basta."
Feci un bel sospiro e mi scese una lacrima.
"Non ho mai smesso di amarti. Contento adesso?"
Lui mi sorrise e mi abbracciò.
"Perchè stai piangendo?" mi chiese, accarezzandomi la testa.
"Perchè ho paura... Ho paura di rovinare tutto come ho già fatto in passato..."
Iniziai anche a singhiozzare.
"Ehi, non è stata affatto colpa tua!"
"Ah no? Allora perchè hai cominciato a trascurarmi e a farmi sentire sempre più distante? Perchè mi hai fatta arrivare al punto di credere che lo stessi facendo a causa dei nostri lavori complicati, quando in realtà c'è qualcos'altro sotto?" dissi tutta d'un fiato.
Lui rimase a bocca aperta.
"Ashley, mi dispiace, io non pensavo di averti fatta soffrire così tanto... Come posso rimediare?"
"Dicendomi perchè eri così strano con me."
"Mi dispiace, non posso..."
"Perchè no?"
"Perchè è complicato. Non è ancora il momento, mi spiace..."
Mi avvicinai sempre di più a lui. Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata. Improvvisamente, dimenticai tutto ciò che c'eravamo detti: dimenticai Christopher e tutti gli altri. In quel momento, c'eravamo solo io e lui. Mi misi in punta di piedi e gli diedi un bacio a stampo. Cercai di allontanarmi, ma lui mi tirò per i fianchi e mi diede un bacio, uno vero.
"Ti amo Scott... Ti amo da morire..." gli sussurrai nell'orecchio.
"Anche io Ashley... Ti amo..."  disse lui sorridendo.
Cavolo, era così bello quando sorrideva... Ormai era certo: io amavo lui e lui amava me. Eravamo pronti a ricominciare.
"Domani lascio Chris..." dissi guardandolo negli occhi.
"Gli spezzerai il cuore..."
"Lo so e mi dispiace, ma io amo te..." conclusi.
Scott mi sorrise e mi diede un bacio sulla fronte. Andammo in camera mia e si sa, una cosa tira l'altra... Restammo tutta la notte insieme, a fare l'amore. Stavo male per Christopher, ma poco importava: avevo appena fatto pace col ragazzo che amavo e stare con lui mi rendeva la ragazza più felice del mondo.

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Capitolo 6
*** Chapter Five. ***


Capitolo 5.

 

La mattina seguente mi svegliai prestissimo: non saranno state nemmeno le sei. Era stato Scott, mentre si alzava, a svegliarmi.
"Ehi, dove vai?" chiesi ancora mezza addormentata.
"Scusa, devo andare via velocemente... Ci sentiamo okay?" disse lui.
"Uhm, okay..." risposi, mentre lui mi diede un bacio sulla fronte.
Ero talmente intontita che mi riaddormentai subito. Quando mi svegliai, per la seconda volta, erano già le dieci. Scrissi dei messaggi a Scott per tutta la mattina, ma non rispose. Decisi di lasciarlo in pace, magari era impegnato per lavoro; così, cambiai i miei piani e chiamai Christopher, dicendogli che avevo preso una decisione importante.
"Buongiorno amore!" disse lui sorridente, una volta davanti alla soglia di casa.
"Ehi, ciao.. Entra pure."
"Come mai quel visto triste? E' successo qualcosa?"
Sospirai.
"Chris, questa cosa che devo dirti non è affatto facile, proprio per niente..." dissi abbassando lo sguardo. "Ti chiedo perdono in anticipo. So che da oggi mi odierai..."
"Ehi, così mi fai preoccupare..."
"Chris, voglio lasciarti... E ti spiego anche il motivo. Ultimamente mi sono sentita con Scott e sento di provare ancora qualcosa per lui. Non riesco a stare con te con la coscienza sporca: io amo lui e il pensiero di stare con te non dicendoti la verità mi fa star male..."
Lui non reagì. Mi guardò negli occhi per tutto il mio discorso.
"Perchè non dici nulla? Non sei arrabbiato?" chiesi preoccupata.
"Arrabbiato? Niente affatto! Sono solo un po' confuso..."
"Aspetta, perchè non sei arrabbiato?"
"Perchè sapevo che un giorno sarebbe accaduto.. Tu hai sempre preferito Scott, fin dal principio."
"Si ma, amo anche te... E' complicato!" dissi con le lacrime agli occhi.
"Capisco benissimo.. Non hai ancora capito bene i tuoi sentimenti e preferisci prenderti una pausa."
"Esatto..."
Si diresse verso la porta.
"Fai i miei complimenti a Scott..." disse ancora voltato di spalle.
"Non dire così, ti prego..."
Poi si voltò e io mi avvicinai a lui.
"Posso solo chiederti un'ultimo bacio?" disse lui, con le lacrime lì lì per cadere.
"Ma certo..."
Presi le sue guancie tra le sue mani e gli diedi un bacio.
"Grazie..." mi sussurò poi, lasciando cadere una lacrima.
"Chris, non fare così, ti preg..."
"Vi auguro tanta felicità, ma sappi che io per te ci sarò sempre.. Ti amo e continuerò a farlo." furono le sue ultime parole prima di andarsene via.
Mi aveva fatta stare male la sua reazione. In quel momento, mi squillò il cellulare: speravo tanto che fosse Scott, ma in realtà era un messaggio di Vane. Diceva "Ehi, ti va di venire da me a bere un caffè? Vieni a casa mia tra un quarto d'ora!" Mi andai a preparare e mi recai in fretta a casa sua.

"Oh, non pensavo la prendesse così bene..." disse Vane, sorseggiando del caffè, dopo che le avevo raccontato della rottura con Christopher.
"Nemmeno io. Pensavo che mi avrebbe urlato in faccia o cose simili..." risposi io, guardando per l'ennesima volta lo schermo del mio telefono.
"Cosa ti preoccupa?"
"Come dici?" dissi io.
"E' da quando sei entrata che guardi in continuazione lo schermo del cellulare.."
"Oh, hai ragione, scusa... E' solo che, stamattina, quando Scott se ne è andato.."
"Woo! Frena un secondo! Scott era a casa tua!??" disse lei tutta curiosa.
"Beh, si, ieri l'ho chiamato e abbiamo fatto pace... E' per questo che ho lasciato Christopher!"
"Ahh, capito!" disse lei facendomi l'occhiolino.
"Comunque, questa mattina se ne è andato via prestissimo senza dirmi il motivo e l'ho riempito di messaggi, ma non mi ha risposto.. Sono un po' preoccupata."
"Ma va, sta tranquilla.. Magari è andato al lavoro senza dirti nulla!"
"Non ne ho idea.. Più tardi magari lo richiamo." conclusi, sorseggiando il mio cafè caldo. 

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Capitolo 7
*** Chapter Six. ***


Capitolo 6.

 

Nonostante quel pomeriggio inviai a Scott una quantità innumerevole di messaggi e chiamate, lui non rispose. Preoccupata, quella sera mi presentai a casa sua. Per fortuna, mi venne ad aprire quasi subito.
"Scott, che bello vederti! E' tutto il giorno che ti invio messaggi.. Mi hai fatta preoccupare!" dissi io.
"Oh, hai ragione, scusa. E' che sono stato impegnato.."
Cercai di entrare, ma lui si piazzò davanti alla porta e capii che non voleva.
"Ma che succede?" chiesi. "C'è qualcosa che non va?"
"No Ashley, è solo che.. Vedi, credo che abbiamo fatto un errore.."
"In che senso?"
"Beh, intendo dire, rimettendoci insieme..."
"Non ti capisco.. Perchè dici così?"
Sospirò.
"Ashley, non mi sento pronto a ritornare con te... Forse non è vero che provo ancora dei sentimenti nei tuoi confronti."
Avevo le lacrime agli occhi, ma riuscii a trattenermi.
"Scott, non puoi dire così.. Ti prego.." dissi.
Mi avvicinai, ma lui mi respinse.
"Mi dispiace, non possiamo..." disse sottovoce.
"Vuoi dirmi cosa ti sta succedendo? Lo so che c'è qualcosa sotto, ma prima o poi dovrai dirmelo!"
"Non posso, mi dispiace..."
Gli tirai uno schiaffo sulla guancia e iniziai a piangere. Lui mi guardò, quasi dispiaciuto.
"Ashley, mi dispiace..."
"Basta.. Non voglio più vederti!"
Furono le mie ultime parole prima di andarmene. Girai un po' in macchina. Non sapevo dove andare. Poi capii che avevo bisogno di sfogarmi...

"Ashley, ciao!"
"Ehi.. Posso entrare?"
"Certo ma, che ti è successo?"
Entrai in casa. Zac mi accolse con un grande sorriso stampato in faccia. Quando chiuse la porta, mi buttai tra le sue braccia e ricominciai a piangere, più di prima.
"Ehi, calmati..." disse lui accarezzandomi i capelli. "Vuoi dirmi cos'è successo?"
"Ho lasciato Christopher... Perchè Scott mi ha detto che mi amava ancora... E ieri siamo stati insieme... Ma oggi non si è fatto sentire, così mi sono presentata a casa sua.. E lui mi ha detto che mi ha mentito, che non mi ama più e che non vuole stare con me!"
Zac restò a bocca aperta.
"Cosa!? No, non è possibile.. Scott ti ha sempre amata!" disse poi lui.
"Lo so.. Ma sono anche sicura che mi nasconde qualcosa che non vuole dirmi.."
Mi accompagnò in cucina, mi fece sedere e mi porse un bicchier d'acqua.
"Stai meglio?" mi chiese poi, ancora sorridente.
"Non basta un bicchier d'acqua per farmi calmare..." 
Si allontanò per qualche secondo e ritornò con una bottiglia in mano.
"Cos'è?" chiesi perplessa.
"Solo un po' di vino.."
"No Zac, sai che non posso bere... Una misera goccia può farmi ubriacare in una maniera impressionante!"
"Dai, solo mezzo bicchiere..."
Mi implorò e alla fine accettai. Come avevo previsto, mi ubriacai subito. Non ricordo molto di quella sera... Anzi, non ricordo proprio nulla! Ricordo solo che Zac mi ha dato un bacio e poi black out totale. Il giorno seguente mi svegliai al fianco di Zac: eravamo entrambi completamente nudi.
"Buongiorno!" mi disse lui, come se niente fosse.
Io mi allontanai, mi coprii con un lenzuolo e mi alzai in piedi.
"Oh mio Dio.. Cosa cavolo è successo!?" dissi quasi urlando.
"Ashley, posso spiegare..."
"Spiegare? Spiegare cosa!?"
Si infilò i boxer e si avvicinò a me.
"Tutto quello che vuoi.. Basta che ti calmi..." mi disse lui.
"Okay... Allora spiegami perchè non ricordo nulla e spiegami perchè eravamo nudi nello stesso letto.."
"Ecco, probabilmente non ricordi nulla perchè ti sei ubriacata e..."
Abbassò lo sguardo.
"Oh no.. Ti prego Zac, non dirmi che abbiamo fatto sesso..."
Non rispose.
"Ti rendi conto di cosa mi hai fatto fare? Ti sei approfittato del fatto che ero ubriaca per prendere in giro me ed i miei sentimenti!?" avevo cominciato ad urlare per davvero.
"Ma no, fammi spiegare..."
Le lacrime cominciarono a scendere, piano piano. Avevamo fatto una cosa orribile.
"Ashley, la verità è che... Io ti amo e ti ho sempre amata... E si, ho lasciato Vanessa perchè ti amavo e ti amo tutt'ora. Ti chiedo scusa per stanotte, ma non ho resistito..." si giustificò lui.
Lo guardai, quasi schifata.
"Perchè non me l'hai mai detto?" chiesi.
"Perchè tu stavi con Scott al tempo e sapevo che non lo avresti mai lasciato per me..."
"Zac, tu lo sai che per me sei come un fratello..."
"Si, lo so. Non lo so nemmeno io perchè mi sono innamorato di te: forse per i tuoi meravigliosi occhi nocciola, per i tuoi capelli castani o per il tuo sorriso splendente.."
Si avvicinò, ma io lo respinsi.
"Zac, hai fatto una cosa orribile! Non voglio vederti mai più!"
Dopodiché mi chiusi in bagno, mi vestii e poi me ne andai velocemente, nonsotante lui mi avesse implorata di ascoltarlo. 

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Capitolo 8
*** Chapter Seven. ***


Capitolo 7.

 

Dopo quella notte con Zac caddi in una seria depressione. Non sapevo dove andare... Stare in casa da sola a piangere non era una delle cose migliori da fare. Così, mi trasferii temporaneamente a casa di mia sorella. Temporaneamente per modo di dire: ormai era una settimana che ero a casa sua. Passavo la maggior parte del tempo nella camera degli ospiti a pensare e a volte a giocare con Mikayla, sua figlia, nonché mia nipote. Era una bambina bellissima, simpaticissima e sempre in movimento. Nonostante avesse solo tre anni, era molto furba e diceva spesso che voleva fare l'attrice, proprio come me! Avevamo detto a Mikayla che mi ero trasferita a casa loro perchè volevo passare più tempo assieme a lei. In quel momento, stavamo proprio giocando nella 'mia' camera, quando, all'improvviso, Jennifer aprì la porta.
"Mikayla, vieni che è ora del riposino..." disse Jenny, ancora sulla porta.
"Ma non ne ho voglia!" sbuffò la piccola.
"Dai Miki, fa come dice la mamma, così dopo giochiamo ancora!" dissi dandole un bacino sulla guancia.
"Va bene zia..."
Jennifer prese in braccio la figlia e la portò nella sua cameretta. Tornò dopo qualche minuto, con una tazza in mano.
"Ho pensato che magari volessi bere qualcosa di caldo.." disse sedendosi nel letto con me.
"Uhm... Cos'è?" chiesi.
"Camomilla."
Gliela tolsi dalle mani e iniziai a sorseggiarne un po'. Jennifer e Vanessa erano le uniche a sapere cos'era successo con Scott e Zac. Quando gliel'ho detto a Vane ero preoccupata. Avevo paura che si arrabbiasse con me per il fatto che Zac l'aveva lasciata perchè mi amava: invece lei mi ha abbracciata e mi ha detto "Stai tranquilla, Ashley! Non sono arrabbiata, anzi, se non mi fossi mai lasciata con Zac, magari a quest'ora non starei col mio Austin..." Lei si che era un'amica. Avevo finito la camomilla, così posai la tazza sul comodino.
"Sai Jenny, mi dispiace tanto di darvi fastidio... Ti giuro che nei prossimi giorni me ne torno a casa mia!" le dissi.
"Ma va, figurati! Sei mia sorella e in questo momento voglio starti vicina... Puoi stare qui tutto il tempo che vuoi!" rispose lei, sorridente.
In quel momento, qualcunò suono il campanello.
"Vado ad aprire!" disse Jennifer, andando al piano di sotto.
Tornò di sopra dopo un po' di tempo. Entrò e mi disse "Perdonami, ma ho dovuto lasciarlo entrare..." Se ne andò via e mi ritrovai davanti Scott.
"Scott... Che ci fai qui? Vuoi farmi soffire un'altra volta?" dissi con la voce tremante.
"No, in realtà voglio solo chiarire..." disse lui, chiudendo la porta alle sue spalle. "Solo se me lo permetti, ovviamente."
Non risposi e voltai lo sguardo dalla parte opposta.
"Come hai fatto a trovarmi?" chiesi.
"A casa non c'eri e ho pensato subito che fossi da tua sorella..."
Continuai a tenere lo sguardo girato dall'altra parte.
"Ashley, c'ho pensato molto e mi dispiace.. Non pensavo di averti fatta soffrire."
Iniziai a piangere e incrociai i suoi occhi verdi. Notai che era seduto al mio fianco.
"Credevi che fossi contenta?" dissi quasi scocciata. "Cavolo, ti amo, pensavo l'avessi capito!" 
"Lo so Ashley, ti amo anch'io..."
"Allora perchè mi hai lasciata per ben due volte?"
Restò senza parole.
"Okay, va bene, lo ammetto, c'è una cosa sotto che non posso dirti..."
"Perchè?" chiesi ancora con le lacrime agli occhi.
"Perchè è una cosa brutta e non so come la prenderai.."
Continuai a guardarlo negli occhi.
"Ascolta, so che queste parole per te saranno inutili, ma ti chiedo perdono e voglio riprovarci..." disse anche lui, quasi con le lacrime agli occhi.
"Vuoi riprovarci per la terza volta?" chiesi io accennando un sorriso.
"Per la terza volta, si!" rispose lui, sorridendomi.
Restai in silenzio qualche secondo e poi risposi.
"Accetto.. Ma ad una condizione: promettimi che mi dirai il tuo segreto..."
"Va bene, te lo prometto... Ma devi essere paziente."
"Quanto?"
"Il tempo necessario. E' l'unico favore che ti chiedo..."
"Okay.."
Mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio. Poi quando ci staccammo ci guardammo negli occhi e ci abbracciammo.
"Sono felice che sei tornata da me..." mi sussurrò nell'orecchio:
"Anche io sono felice, tanto." 
Però ero ancora a pezzi per la storia di Zac: come avrebbe reagito Scott se gliel'avessi detto? Si sarebbe arrabbiato di sicuro.. Non potevo dirglielo, o almeno non in quel momento. Eravamo appena tornati insieme e non volevo rovinare subito la nostra relazione. 

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Capitolo 9
*** Chapter Eight. ***


Capitolo 8.

 

Io e Scott avevamo fatto pace da più di una settimana ormai e lui si era già ritrasferito a casa mia. La nostra vita era tornata quella di prima; o almeno, per modo di dire. Entrambi ci nascondevamo un segreto a vicenda.. Io non gli avevo detto della notte passata con Zac e lui non mi voleva dire cosa lo aveva tanto turbato nell'ultimo periodo. Comunque, quella settimana non mi ero sentita molto bene: vomitavo spesso e avevo dei forti dolori alla pancia. Una mattina, Scott era andato al lavoro e nel dubbio, andai in ospedale a fare una visita. L'esito dell'esame mi aveva lasciata a bocca aperta... Nel tardo pomeriggio, quando Scott rientrò, gli chiesi di sedersi, perchè avevo una cosa importante da dirgli. 
"Sai, questa mattina sono andata in ospedale a fare un controllo per i miei crampi allo stomaco..." dissi quasi sorridendo.
"Oh, non dirmi che ci sono cattive notizie..." mi chiese lui quasi preoccupato.
"No, anzi! E' una cosa bella..." risposi arrossendo. "Scott... Sono incinta!"
Lui rimase a bocca aperta, letteralmente. Rimase in silenzio per qualche secondo.
"Ehi, ma non sei contento? Hai una faccia..." dissi quasi dispiaciuta.
"Ma no, in realtà sono super contento!" rispose lui, accennando un sorriso.
"Scott, guarda che ti conosco ormai... Cosa c'è che non va? Hai sempre detto che desideravi avere figli..."
"Infatti è così. Sono felicissimo!" disse, dandomi un bacio a stampo.
Mi sorrise, ma avevo comunque capito che non era del tutto contento. Poi dissi subito la bella notizia anche a Vane, a Jennifer e ai miei genitori. Tutti erano molto felici, tranne Scott. Mi chiedevo il motivo: lui era sempre stato eccitato all'idea di diventare padre...

Si erano fatte le nove passate. Ero molto stanca e sarei andata volentieri a dormire, ma poi mi arrivò un messaggio di Zac. Diceva "Devo parlarti, è una cosa urgente. Ti prego, vieni da me e fidati..." Quel messaggio mi stava preoccupando. Presi la mia borsa e le chiavi della macchina al volo.
"Ehi, dove stai andando?" chiese Scott, seduto sul divano a guardare la tv.
"Oh, ecco, vado da Jenny: la settimana scorsa ho lasciato a casa sua un documento importante... Torno tra poco!" risposi io, precipitandomi fuori casa.
Andai velocemente a casa di Zac, che mi aprì con uno sguardo serio.
"Che succede? Perchè quella faccia?" chiesi io agitatissima.
"Mi sono ricordato di una brutta cosa.." disse lui, abbassando lo sguardo.
"Ti avviso che se è una delle tue maniere per fare colpo..."
"Non ho usato precauzioni quella notte."
Restai lì, impietrificata, senza parole. Chiusi gli occhi e li riaprii, nella speranza che si trattasse solo di un incubo: ma era la realtà e io non sapevo come affrontarla. Quando mi resi conto del casino in cui sicuramente mi trovavo, iniziai a piangere e mi accasciai a terra, prendendomi la testa fra le mani, sussurrando "No, no, no, no..."
"Che succede? Ashley, che ti prende?" urlò Zac preoccupato per me.
Alzai lo sguardo, ancora con le lacrime agli occhi.
"Zac, sono incinta..."
Per poco non gli scendevano le lacrime pure a lui.
"Di quanto tempo?" mi chiese.
"Due settimane... e adesso non so chi è il padre."
"Come!?"
"La sera prima di stare con te, sono stata anche con Scott.." dissi, facendo cadere l'ennesima lacrima. "Cavolo Zac, in che casino mi hai trascinata... Se questo figlio è tuo, non mi potrei mai perdonare di essere stata zitta con Scott!"
"Ashley, mi dispiace tanto.. E' tutta colpa mia..." disse sbuffando. "Aspetta un secondo.. C'è un'altra soluzione!"
"Sarebbe?" chiesi io.
"Beh, credo che magari potremmo..." iniziò a sorridere. "Potremmo scappare insieme..."
Lo guardai quasi schifata.
"Zac, ma che diavolo dici? Io amo Scott... Tra noi due non c'è nulla, te l'ho già spiegato!" dissi quasi scocciata.
Mi alzai in piedi e mi diressi verso la porta.
"Ashley, ti prego... Io ti amo e ti prometto che farò di tutto per il bambino, te lo giuro..."
"E se il bambino fosse di Scott?"
"Lo amerei comunque."
"Zac, tra di noi non c'è nulla..."
Si avvicinò e mi prese la mano.
"La mia vita non ha un senso se tu non la completi.." disse iniziando a piangere.
"L'amore a volte fa male e lo so bene... Ma devi andare avanti. Ci sono un milione di belle ragazze in giro per il mondo!"
"Si ma io amo te..."
"Mi dispiace Zac, mi dispiace da morire... Ma per me non è lo stesso. Eri il mio migliore amico.."
Gli feci una carezza sui capelli e lo abbracciai. 
"Ti farò sapere se il bambino è tuo e se così fosse, mi giustificherai tu davanti a Scott. Intesi?" dissi infine.
"Va bene..." rispose lui tristemente.
Dopodiché me ne tornai a casa, ancora scioccata per quella strana situazione in cui mi trovavo. 

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Capitolo 10
*** Chapter Nine. ***


Capitolo 9.

 

Ero appena rientrata a casa e la prima cosa che feci, dopo essermi calmata un po', fu sedermi nel divano al fianco di Scott.
"Ehi.. recuperati i documenti?" mi chiese lui, accennando un sorriso.
"Oh, ehm, a dire il vero ce li avevo già a casa.. Che sbadata!"
"Ahh... Capito."
Appoggiai la mia testa sulla sua spalla e guardammo un po' di tv. Ma io ero pensierosa. Pensavo alla mia gravidanza. Certo, ero solo all'inizio, ma se il bambino fosse stato davvero di Zac? Come l'avrei spiegato a Scott? La cosa mi preoccupava molto. Era passata circa un'ora. Mi ero addormentata tra le braccia di Scott e fu proprio lui a svegliarmi.
"Mmh.. Che succede?" dissi sbadigliando.
"E' Vane.. Dice che è una cosa urgente..." disse passandomi il telefono, che presi al volo.
"Pronto?" dissi.
"Ashley, è successa una cosa terribile..." sentivo la voce di Vane tremare.
"Sarebbe? Cosa può esserti successo di così grave a quest'ora?" dissi io incuriosita.
"Infatti io sto bene... Raggiungimi, sono davanti a casa di Zac."
Non appena sentii quel nome, cominciai a tremare.
"Che succede?" mi chiese Scott, notando la mia agitazione.
"Non lo so.. Vanessa mi ha detto di andare a casa di Zac. Dev'essere successo qualcosa.."
"Oh, se vuoi ti accompagno..." si propose lui.
Non sapevo cosa rispondere.
"Beh, okay, se vuoi.." dissi io.
Prendemmo la macchina e in meno di cinque minuti arrivammo davanti a casa di Zac. Tutto il quartiere era lì davanti e non potevano mancare i soliti giornalisti. Intravidi Vane ed Austin nascosti in un angolo per non farsi fotografare dai paparazzi.
"Che cos'è successo?" dissi agitata, andandogli incontro.
Il cortile era pieno di auto della polizia e c'era anche un'ambulanza.
"Ashley, mi dispiace.." mi disse Vane, abbracciandomi.
"Cosa? Che intendi dire?" dissi quasi scocciata.
Lei mi guardò con uno sguardo triste.
"Mi dispiace per te..." sussurrò poi.
No, non poteva essere vero. Corsi dentro casa, nonostante non fosse possibile. Andai al piano superiore e trovai Zac disteso a terra, immerso in un lago di sangue. Si era suicidato con un coltello. Mi accovacciai e mi cadde una lacrima.
"Zac, ma cos'hai fatto?" sussurrai a bassa voce.
Era il mio migliore amico, nonostante tutto. Intravidi un fogliettino uscirgli dalla tasca. Lo presi e lessi il mio nome, così decisi di aprirlo. C'era scritto "Perdonami, ti prego. Se il figlio che porti in grembo è il mio, ti chiedo scusa per ciò che ho fatto, ma non avevo scelta. Dopo quello che mi hai detto stasera, mi si è congelato il cuore. Io ti amo Ashley e se non abbiamo un futuro insieme, allora la mia vita non ha più un senso. Buona fortuna per tutto. Zac." Non sapevo come reagire. Strappai in mille pezzi quel bigliettino e uscii di casa. C'era molta più gente di prima, ma non ne feci caso: io ritornai dal mio gruppo. Mi buttai tra le braccia di Scott: continuavo a piangere. Certo, Zac aveva fatto una cosa orribile, ma gli volevo bene. Era una brava persona e non riuscivo a credere che fosse morto. Ero troppo agitata, così Scott mi portò a fare una passeggiata in quel quartiere.
"Vuoi dirmi che è successo?" mi chiese ad un tratto.
"Che vuoi dire?" chiesi io. "Zac si è suicidato..."
"No, intendo dire cos'è successo tra voi due."
Deglutii.
"Guarda che l'avevo capito che qualcosa non andava fra voi due.. Mi sembrava molto strano che non vi siete ne visti ne sentiti per una settimana intera. Insomma, era il tuo migliore amico..."  concluse.
Mi bloccai e ricominciai a piangere.
"Mi dispiace.. Mi dispiace da morire Scott..." dissi mettendomi una mano davanti alla bocca.
"Aspetta, cosa intendi?" disse lui preoccupato per la mia reazione.
"Scott.. La sera che mi hai lasciata sono andata da Zac per sfogarmi.. Mi sono ubriacata e.. E poi non ricordavo più nulla.. La mattina seguente mi sono svegliata al fianco di Zac... Eravamo nudi, nel letto.. Mi dispiace! Ma è stata colpa sua! Mi ha trascinata lui in questa situazione! E' per questo che si è ammazzato.. Perchè io gli ho detto che non lo amo.. E avevamo paura che mi avesse messa incinta e tutt'ora non so chi di voi due è il padre!" mi accasciai letteralmente a terra e Scott non disse nulla.
Poi si tolse la giacca, me la mise sulle spalle a causa dell'aria fredda e se ne andò senza battere ciglio. 

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Capitolo 11
*** Chapter Ten. ***


Capitolo 10.

 

Erano passati un paio di giorni. Scott non si era più fatto sentire e io non ero più uscita di casa. Quella mattina, qualcuno suonò il campanello. Andai ad aprire alla porta.
"Scott!" dissi, sorridendogli.
"Ehi.. Posso entrare?" chiese lui.
"Certo! Questa è anche casa tua!" gli risposi io, aprendogli la porta.
Ci accomodammo in salotto.
"Ecco, ho pensato tanto in questi ultimi giorni e... Non sono arrabbiato con te." disse tutto d'un fiato.
"Dici sul serio?" chiesi quasi sorpresa.
"Beh, si.. Insomma, quel giorno non eravamo più fidanzati e poi, ti conosco bene: so che ti ubriachi facilmente."
"Già!" dissi accennnando un sorriso, ma lui restò serio. "Quindi.. Che faremo se il bambino è di Zac?"
"Non lo so." rispose lui. "Quando potrai saperlo?"
"Beh, non prima dei tre mesi.."
Ci fissammo per un po'. Poi si avvicinò a me e mi sussurrò all'orecchio "Io ti amo. Di tutto il resto non m'importa." Mi commossi e gli diedi un bacio sulla guancia. Poi gli vibrò il cellulare.
"Oh, scusami.. Ti dispiace se rispondo?" mi chiese agitato.
"No no, fai pure."
Andò in cortile e tornò dopo circa dieci minuti, con uno sguardo strano..
"Che succede?" gli chiesi istintivamente.
"Oh nulla..."
"Scott, adesso basta! E' da una vita che mi nascondi qualcosa.. Ti prego, dimmi cosa ti turba!"
Non rispose e fece cenno di no con la testa.
"Scott, te lo chiedo per favore.. Possiamo superare questa cosa insieme!"
"No, non possiamo invece! Se te lo dico peggiorerò solo le cose!" disse quasi sul punto di piangere. "Posso solo dirti che se il figlio è mio, devi abortire.."
"Cosa? Perchè dovrei?"
"Perchè peggiorerei la vita a tutti e due." disse abbassando lo sguardo.
Io mi alzai in piedi e andai vicino alla finestra.
"Ultimamente sei troppo strano. Non ti capisco.." dissi quasi sottovoce.
"Mi dispiace, ma non è una bella cosa.."
"Neanche ciò che c'è stato tra me e Zac è stata una bella cosa, ma ho preso in mano il coraggio e te l'ho detto: perchè tu non puoi fare lo stesso?"
"Perchè la cosa che devo dirti io è molto brutta.."
"Peggio della notte con Zac?"
"Si, molto peggio."
Mi riavvicinai a lui e gli presi la testa fra le mani.
"Scott, sono adulta. Posso superare qualsiasi cosa.." dissi guardandolo negli occhi.
Gli scese una lacrima, ma se la asciugò subito.
"Quando l'anno scorso ti ho lasciata, l'ho fatto perchè non sapevo ancora in che situazione mi trovassi. Avevo paura che si trattasse di una cosa grave, anche se non ne ero sicuro al cento per cento. Ho fatto diversi esami e risultano tutti positivi..."
"Aspetta ma, di che parli?" chiesi.
"Ashley, poco fa ho scoperto.." si bloccò. "Ho un cancro al cuore e.. Mi hanno dato poco più di sei mesi di vita."
Io mi accasciai a terra ed entrambi iniziammo a piangere.
"Solo sei mesi?" dissi con la voce bassa.
"Si, ma dicono che con alcune cure potrei resistere anche un anno... Ho tanta paura per te.."
"Cosa centro io?" chiesi ancora con le lacrime agli occhi.
"Dicono che c'è il cinquanta per cento di probabilità che abbia trasmesso il cancro pure a te e al bambino se ti ho messa incinta."
"Meglio, così ti raggiunge tutta la famiglia nell'aldilà.." dissi con un filo di voce.
"Ti prego, non dire così."
"Cosa dovrei dire allora?"
Si accovacciò vicino a me e mi abbracciò.
"Qualsiasi cosa accada, ti starò vicino. E' una promessa.." gli sussurrai all'orecchio.
"Grazie.. Avevo paura che mi avresti lasciato."
"Perchè credevi a una cosa del genere?"
"Perchè molte persone lasciano il proprio fidanzato solo perchè ha un cancro e non dice di non volerlo vedere morire: in realtà non sanno che abbiamo bisogno di sostegno, soprattutto da parte delle persone che amiamo."
"Infatti io non ti lascerò."
Poi presi la sua mano e la portai al mio ventre.
"Noi, non ti lasceremo!" dissi sorridendogli.
"Ti amo, lo sai?" mi disse.
"Certo che lo so.."
Gli diedi un bacio e restammo uniti per quasi due minuti. 

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Capitolo 12
*** Chapter Eleven. ***


Capitolo 11.

 

Era passato un po' di tempo: parecchio, direi. Ero giunta al terzo mese e mezzo di gravidanza. Scott cominciava ad andare frequentemente in ospedale per cominciare a fare quella cura. Purtroppo la verità era che sarebbe morto, prima o poi. Ma con quella cura, magari, avrebbe potuto resistere un po' più di tempo; certo, sempre se avesse fatto effetto... Io ci stavo sempre più male. Lo amavo da morire e il pensiero che presto mi avrebbe lasciata sola mi faceva star male. Ma gli avevo promesso che avrei cercato di essere forte, così evitai di farmi vedere triste davanti a lui. Quella mattina saremmo dovuti andare insieme in ospedale: lui per un controllo e io per fare la prima ecografia, che avrebbe determinato non solo il sesso di nostro figlio, ma anche se possedevo anch'io un cancro. Prima però, avevo bisogno di stare un po' da sola a riflettere: così mi svegliai di mattina presto e andai a fare una passeggiata. Improvvisamente, immersa nei miei pensieri, andai a sbattere contro qualcuno.
"Oh, scusi. Avevo la testa per aria.." dissi, con lo sguardo basso.
"Beh, me ne sono accorto!"
Alzai la testa: Christopher mi salutò con un grande sorriso.
"Chris, ciao... Quanto tempo!" dissi imbarazzata.
"Già, saranno quattro mesi.. Allora, come va? Ho saputo che tu e Scott siete ritornati insieme.."
"Oh, beh, si.."
"Sono felice per voi!" disse accennando un altro sorriso.
"Non dire così.."
"E' la verità.. Comunque, ho saputo anche di Zac e mi dispiace tanto.."
"Ah, già, Zac.." stavano per tornarmi le lacrime agli occhi, ma riuscii a trattenermi.
Oltre all'ecografia avrei fatto un altro esame per stabilire chi fosse il padre del bambino.
"Allora, a che pensavi?" mi chiese.
"A che ti riferisci?"
"Oh, hai detto che avevi la testa per aria.."
Abbassai lo sguardo.
"E' qualcosa che riguarda Scott?" disse, cercando di incrociare il mio sguardo.
Io però iniziai a piangere, senza un motivo. Le lacrime scendevano silenziosamente. Istintivamente, mi buttai tra le sue braccia.
"Ehi, calmati dai.. Andiamo a prendere un caffè, così mi racconti tutto..." disse poi per tranquillizzarmi.
Andammo in una caffetteria e io cercai di far finta che non fosse accaduto nulla, ma sapevo che presto avrebbe cominciato a farmi domande. Infatti, dopo aver terminato di bere il mio caffè, iniziò subito l'interrogatorio.
"Allora, vuoi dirmi che ti è preso prima?" mi chiese con un tono di voce comprensivo.
"Non voglio parlarne. Scusa se mi sono lasciata andare.."
"Riguarda Scott, non è così?"
Gli feci un mezzo sorriso, come per fargli capire che aveva ragione.
"Ha un cancro..." sussurrai poi, di nuovo sul punto di piangere.
Lui mi guardò e poi mi disse ironicamente "No, non ci credo! Mi stai prendendo sicuramente in giro.."
"Allora secondo te mi sono messa a piangere così, solo per farti uno scherzo?" dissi io, quasi scocciata.
"Oh, scusa, non immaginavo.."
Cercava di fare l'indifferente, ma in fondo gli dispiaceva. Ricordo che al tempo che li ho conosciuti eravamo tutti e tre famosi: io come attrice e cantante, Scott come regista e Chris come cantante della sua band. Erano migliori amici da sempre, ed entrambi erano innamorati pazzi di me. Io però amavo solo Scott e quando ci siamo messi insieme per la prima volta, Chris ha deciso di rompere la sua amicizia con Scott. Per lui fu come un tradimento da parte del suo migliore amico. Scott aveva cercato in tutti i modi di riallacciare i rapporti con Christopher, ma lui non ha mai voluto riprovarci.
"Cambiando argomento.. Sbaglio o ti è venuta un po' di pancetta? Non sei più andata in palestra, scommetto.." disse ridendo.
"Se ti dico questa cosa però svieni.." dissi ironicamente.
"Che intendi dire?" chiese lui perplesso.
Io sospirai.
"Ecco, voglio dire che.. Sono incinta, di tre mesi e mezzo.."
Restò a bocca aperta.
"Ah, capisco.." sussurrò poi.
"E' successo poco dopo che ti ho lasciato.. Mi dispiace.."
"Oh no, sono felicissimo per voi, lo sono davvero. In fondo, tu appartieni a Scott: è sempre stato così.."
"Se non ti importa più di me, allora credo che dovresti riallacciare i rapporti con lui. Questo è un brutto periodo per Scott e ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino... Ha bisogno di un amico."
"Non lo so.."
"Ti prego Chirs, fallo per Scott..."
In quel momento, mi vibrò il cellulare: era un messaggio di Scott, che mi chiedeva dove fossi perchè rischiavamo di arrivare in ritardo.
"Adesso devo andare, ma poi ne riparliamo.." dissi io.
Dopodiché ritornai a casa e io e Scott ci dirigemmo in ospedale.

Era passata circa una mezz'ora da quando avevo fatto ecografia ed esame. In quel momento, io e Scott ci trovavamo nello studio del medico.
"Allora, per quanto riguarda l'esito degli esami.." cominciò a spiegare il dottore. "Il sesso di vostro figlio è stato determinato.. Volete saperlo o preferite aspettare che nasca?"
"Oh, abbiamo deciso di aspettare." risposi io.
"Molto bene. Allora credo che userò comunque il maschile per parlare del bambino. Per quanto riguarda il test, sono felice di dirvi che il padre del bambino è al cento per cento il signor Speer..."
Improvvisamente, sentii tanta felicità nel mio cuore. Il figlio che portavo in grembo era dell'uomo che amavo. Scott mi guardò negli occhi e poi mi prese la mano.
"Ma purtroppo..." continuò il medico. "Non siamo ancora in grado di determinare se anche la signorina Tisdale e il bambino abbiano ricevuto il cancro dal signor Speer. Si potrà sapere con certezza dopo la nascita del bambino. Nel frattempo, possiamo cominciare a fare delle cure anche se non si è sicuri; sempre se lei lo desidera, ovviamente.."
"Oh no, non voglio fare nessuna cura." dissi sicura di me.
Scott mi diede un'occhiataccia, ma restò zitto. 

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Capitolo 13
*** Chapter Twelve. ***


Capitolo 12.

 

"Ma sei impazzita!? Ti rendi conto di ciò che hai detto?" furono le prime parole che Scott mi urlò contro una volta usciti dall'ospedale.
Io restai in silenzio, con lo sguardo basso. Poi, ad un tratto, esclamai "Perchè scusa? Cos'ho detto di male?" anche se in realtà sapevo benissimo a cosa si riferiva.
"Me lo chiedi anche?" disse con un tono di voce doppiamente arrabbiato. "Se tu non fai quelle cure e se poi ti viene un cancro, rischi di morire!"
"Come te, giusto?" risposi con un tono di voce malinconico.
All'inizio non rispose, anche perchè avevo detto una cosa poco bella, però mi dava fastidio il fatto che mi giudicasse: era la mia vita e io potevo fare ciò che mi pareva e piaceva.
"Beh, si, come me. Infatti è per questo che voglio che tu ti curi.. Se hai un cancro, non voglio che tu faccia la mia stessa fine." disse poi, abbassando il tono di voce.
"E se io volessi seguirti?" 
"Saresti solo una stupida, perchè sei giovane e devi goderti la tua vita.."
Ci guardammo un po' negli occhi. Avrei tanto voluto buttarmi tra le sue braccia e mettermi a piangere, ma gli avevo promesso che sarei stata forte. Ma ormai ci stavo male e piano piano il dolore si stava impossessando di me...

Riprendemmo il cammino verso casa e cominciammo a parlare del bambino.
"Secondo te è un maschio o una femmina?" chiesi ad un tratto.
"Non so. Ho la sensazione che sia un maschio.." rispose lui.
"Io invece credo che sia una femmina..." dissi, accarezzandomi il ventre.
"Già e diventerà bella come te." esclamò poi lui, sorridendomi.
"Oh, non dire così.." risposi arrossendo.
"E' la verità. Tu sei la più bella di tutte."
Eravamo ormai arrivati a casa. La prima cosa che fecimo fu coricarci insieme nel divano per continuare a parlare.
"Come vorresti chiamarli?" disse Scott mentre prendeva in braccio la mia Maui, che grattava le unghie sul divano per farci capire che voleva salire.
"Mmh.. Non saprei! Se è una femmina Hannah e se è un maschio Scott..."
All'inizio lui mi guardò perplessa, ma poi scoppiò a ridere.
"Non crederai davvero di chiamare mio figlio col mio stesso nome, vero?" mi chiese lui continuando a ridere.
"Beh, si.. Scott è un bel nome e non credo che sia una cosa stupida."
Quando si rese conto che non scherzavo, smise di ridere.
"E tu?" chiesi.
"Beh, se è una femmina Olivia e se è un maschio Nicholas." 
Lo guardai negli occhi e poi sussurrai "Che bei nomi.."
"Vorrei stringere un patto con te, in modo da non scontentare nessuno.." disse lui.
"Spara.."
"Direi di dare il doppio nome al nostro bambino." cominciò a proporre, poggiando la sua mano calda sulla mia pancia. "Se è una femmina, la chiameremo Hanna Olivia; se è un maschio invece, si chiamerà Nicholas Scott. Intesi?"
"Si, l'idea mi piace!" risposi mettendo la mia mano sopra alla sua.
Ci fissammo un po' negli occhi e poi ci baciammo. Parlammo per il resto del pomeriggio di nostro figlio. Scott era andato in cucina a bere un bicchier d'acqua: ad un tratto, sentii un forte tonfo. Corsi in cucina e lo vidi inginocchiato a terra, voltato di spalle.
"Scott, va tutto bene?" chiesi sulla soglia della cucina, avvicinandomi a lui piano piano.
"Oh.. si.." aveva la voce bassa.
Si voltò di scatto e per poco non mi venne un colpo. Aveva del sangue vicino alla bocca. Mi avvicinai di più a lui e notai che aveva vomitato sangue. Mi accovacciai vicino a lui.
"Scott..." non riuscii a dire altro, perchè iniziai a piangere.
"Ashley, è tutto a.."
Altro tonfo. Era svenuto, o almeno così speravo. Il mio pianto si fece sempre più forte e per poco non svenivo pure io.
 

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Capitolo 14
*** Chapter Thirteen. ***


Capitolo 13.

 

Poco dopo l'accaduto, chiamai un'ambulanza. Giunti in ospedale, mentre Scott era ancora senza sensi, l'hanno portato via e mi hanno detto che ci sarebbe voluto un po'. Passai tutta la notte in sala d'attesa, ad aspettare. Ero stanchissima, ma sapere che la vita della persona che amavo era a rischio mi faceva restare sveglia. La mattina seguente, verso le nove e trenta, un'infermiera mi venne a dire che Scott si era svegliato e che presto avrei potuto vederlo. Decisi di chiamare Vanessa per raccontarle dell'accaduto: avevo bisogno di parlare con qualcuno. Non appena chiusi la telefonata, sentii una mano posarsi delicatamente sulla mia spalla. Mi voltai di scatto.
"Christopher.." sussurrai.
Lui continuò a fissarmi. Aveva il fiatone e uno sguardo triste.
"Christopher, che ci fai qui?" chiesi.
"Ho saputo.. Ho saputo di Scott.." rispose lui, ancora col fiatone.
"Come?"
"Ti ricordo che i paparazzi ti seguono ancora.." disse accennando un sorriso.
"Hai ragione.." risposi a mia volta con un piccolo sorriso. "Perchè hai il fiatone?"
"Perchè ho corso per venire qui.."
"Si ma, non mi hai ancora detto il motivo.." dissi sedendomi nella sala d'attesa.
"Ecco, io.. Ho pensato a ciò che mi hai detto e..."
"E vuoi fare pace con lui, vero?" chiesi quasi felice della sua risposta.
"Beh, non lo so.. Adesso voglio solo vedere se sta bene."
In quel momento, la stessa infermiera di prima si avvicinò e mi disse "Signorina, se vuole può andare a trovare il suo ragazzo."
"Oh, la ringrazio.." dissi facendo cenno a Chris di seguirmi.
"Ah, un secondo!" ci bloccò l'infermiera. "Sarebbe meglio che entrate uno alla volta.. Ha battuto la testa e gli fa ancora male. E' meglio che non faccia troppi sforzi.."
Mi rivoltai verso Christopher.
"Vai tu. Ne hai più bisogno!" mi disse lui.
Io risposi sorridendogli e poi mi avviai verso la stanza di Scott. Aprii la porta di scatto e dopo averla chiusa mi fiondai verso di lui.
"Scott!" urlai andandogli incontro.
Lui mi accolse con un grande sorriso e un forte abbraccio.
"Come ti senti?" chiesi agitata, prendendogli le guancie tra le mie mani calde.
"Ehi, sto bene.. Più o meno.." disse ironicamente. "Mi gira un po' la testa.."
"Si, immagino!"
Stavo trattenendo le lacrime. Aveva lo sguardo perso e si vedeva che stava male. Ad un tratto, posò il suo sguardo nei miei occhi. Io feci lo stesso.
"Sai, qua fuori c'è una persona che vuole vederti." dissi sorridendogli.
"Davvero? Chi è?"
"Lo scoprirai da solo!" dissi dandogli un bacio a stampo. "Ritorno più tardi, va bene?"
"Okay.."
Dopodiché, uscii dalla stanza e tornai da Christopher.
"Allora, come sta?" mi chiese lui.
"Perchè non lo scopri da solo?" gli chiesi scherzosamente. "Ascolta Chris, adesso Scott ha bisogno di un amico vero al suo fianco.. Dovete fare pace! Hai fatto scoppiare una guerra per una sciocchezza!"
"Non sarei venuto qui se non avessi in mente qualcosa.." disse con lo sguardo basso.
"E allora fallo. Buona fortuna.." dissi dandogli una pacca sulla spalla.
Lui si allontanò piano piano. Io restai lì, ad aspettare..

*Intanto, dentro alla stanza di Scott.*

Christopher bussò alla porta.
"Avanti!" disse Scott.
Christopher entrò e Scott restò quasi stupito dal vederlo.
"Ciao.." sussurrò Chris.
"Christopher, ciao!"
Chris si avvicinò a lui e si sedette in una poltroncina.
"Come ti senti?"
"Oh, mi gira un po' la testa ma, a parte questo, direi che va tutto alla grande!" rispose Scott ironicamente. "Cosa ti porta qui?"
"Beh, la tua ragazza! Non fa altro che dirmi che dobbiamo fare pace.."
"Noi non siamo in lotta. Sei tu quello che ha rotto i rapporti." sottolineò Scott. "Io sono sempre restato tuo amico.. Ma la penso come Ashley. E' passato tanto tempo ormai e credo che dobbiamo risolvere questa faccenda da persone mature che siamo."
Chris voltò lo sguardo dalla parte opposta di Scott e sospirò. Poi cominciò a dire "Ricordi quando l'abbiamo vista per la prima volta in televisione?"
"Come dimenticarlo.." disse Scott cominciando a ridere. "Ce ne siamo subito innamorati.."
"Già e le abbiamo sbavato dietro per un bel po' prima di conoscerla dal vivo.."
"All'inizio non credevo che avrei lavorato per lei. Il pensiero mi eccitava.." disse Scott. "Ma poi, quando ci siamo fidanzati, tu all'improvviso ti sei ingelosito e non ci hai più parlato insieme.."
Chris riportò il suo sguardo verso Scott.
"L'ho sempre amata, fin dal primo momento che l'ho vista, proprio come te. Ma quando l'ho saputo, ho provato un sacco di invidia.."
"Sapevamo che prima o poi sarebbe successo." lo bloccò Scott. "Sapevamo benissimo che se Ashley si fosse innamorata di uno dei due, l'altro avrebbe sofferto. E io ero già pronto ad accettare questa situazione.."
"Beh, io no." puntualizzò Chris. "Sono contento che almeno uno dei due c'è riuscito.."
"Chris, non dire così. Ashley si è fidanzata anche con te.."
"Già e poi mi ha lasciato per te."
Scott non sapeva più cosa dire. Christopher si alzò in piedi e si diresse verso la porta, ma la voce dell'amico lo fermò. Disse "Se non vuoi far pace con me, allora perchè sei venuto fino a qui?"
Chris si voltò.
"Per due semplici motivi. Il primo è perchè voglio veramente ritornare ad essere tuo amico, è solo che non sapevo come fare."
Scott gli sorrise e poi gli chiese "E il secondo?"
"Il secondo è che.." cominciò a dire Chris, avvicinandosi al letto di Scott. "Amo ancora Ashley. A dire il vero, non ho mai smesso di farlo.."
"Anche lei ti ama, Chris.." sussurrò Scott.
"Ma che dici!?"
Scott gli sorrise e poi gli disse "E' la verità, me l'ha detto lei la sera prima di lasciarti. Ti amava, ma allo stesso tempo amava me. Ha scelto di lasciarti non perchè non ti amava più, ma perchè si sentiva male al pensiero che ti stava tradendo con me."
Chris rimase scioccato dalle parole di Scott.
"Ascolta Christopher.. So che adesso non abbiamo ancora allacciato totalmente i rapporti, ma ho un grosso favore da chiederti.. Riguarda Ashley." disse poi Scott.
"Ma certo Scott.. Chiedimi tutto quello che vuoi.." 

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Capitolo 15
*** Chapter Fourteen. ***


Capitolo 14.

 

Passò qualche giorno. Ero arrivata in ospedale da poco e andai subito in camera di Scott.
"Ehi! Come ti senti oggi?" gli chiesi sorridendo.
"Come sempre." rispose lui.
"Come mai quel muso lungo? E' successo qualcosa?" gli chiesi andandogli vicino.
"Ecco, Ashley, c'è una cosa che non ti ho detto.."
"Sarebbe?"
 Lui sospirò.
"I dottori mi hanno detto che devo restare qui per un po' di tempo.."
"Per quanto di preciso?"
"Poco più di tre settimane."
"Perchè?" chiesi confusa.
Ci fissammo negli occhi.
"Ashley.. Mi hanno dato poco tempo di vita." disse tutto d'un fiato.
"Cosa intendi per poco tempo?" chiesi sedendomi, perchè sennò sarei svenuta.
"Dicono che se arrivo a Natale è un miracolo.."
La mia gola si stava seccando: a breve avrei cominciato a piangere. Incrociai il suo sguardo e notai che aveva gli occhi lucidi.
"Ehi.." dissi accarezzandogli i capelli.
Iniziò a piangere. Lo abbracciai, ma cominciai a piangere pure io. Poi mi distaccai dall'abbraccio e ci guardammo negli occhi.
"Ho tanta paura.." mi disse, asciugandosi le lacrime.
"Anche io."
Mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla fronte.
"Non pensavo che me ne sarei andato così presto.. Non ci siamo nemmeno sposati.." sussurrò.
Io lo guardai perplessa.
"Aspetta.. Sposati? Volevi sposarmi?" chiesi.
"Ci avevo pensato.. Speravo di sposarmi poco dopo la nascita del bambino, ma sono più che certo che mi perderò anche la sua nascita.."
"Adesso non esageriamo.. Scott, io ti prometto che riuscirai a vedere il nostro bambino, anche se solo per pochi secondi.. Ti prometto anche che ci sposeremo e che festeggeremo il tuo compleanno insieme, fuori da qui. Intesi?"
Lui si limitò a sorridermi.
"Perchè ridi adesso?" chiesi.
"Perchè mi è tornato in mente uno dei tanti motivi per cui mi sono innamorato di te.."
"Sarebbe?"
"La tua testardaggiane!" disse facendomi una linguaccia.

Passò un po' di tempo. Il mio pancione si fece sempre più grosso e Scott riuscì a stringere un rapporto di amicizia sincero con Christopher. Inoltre, gli erano caduti i capelli. Non l'aveva presa molto bene. Arrivò il 5 Giugno, il compleanno di Scott. Era uscito dall'ospedale nel pomeriggio. Gli avevo promesso che l'avremmo passato insieme, da soli. Eravamo in macchina.
"Dove andiamo?" mi chiese lui perplesso.
"In un bel posto.." mi limitai a dirgli, con un sorriso.
Dopo circa una mezz'ora, arrivammo a destinazione. Una spiaggia lontana da dove vivevamo noi, quasi sempre vuota. Scott amava il mare e siccome con il cancro si era un po' demoralizzato, pensai che portarlo in un luogo che gli piaceva l'avrebbe fatto star meglio. Quando gli raccontai il motivo, scoppiò a piangere dall'emozione.
"Grazie Ashley! Non so proprio come ringraziarti!" mi disse abbracciandomi.
Un attimo dopo, cominciò a correre in mezzo alla spiaggia vuota. Decisi di seguirlo e ci divertimmo come due bambini. Dopo qualche minuto, mi buttai a terra, sfinita.
"Ehi, sei già stanca?" mi chiese avvicinandosi.
"Beh, ti ricordo che adesso peso di più, quindi mi stanco prima.." dissi, accarezzandomi il ventre.
Scott si sedette accanto a me.
"Sai, all'inizio, quando ho scoperto di essere incinta, ero spaventata.. Ma adesso che so che tu non sarai al mio fianco, lo so ancora di più." sussurrai.
Poi lo guardai negli occhi e quasi sul punto di piangere dissi "Come farò senza di te?"
"Dovrai essere forte.. Per lui.." mi disse, posando la sua mano sulla mia pancia.
"Sognavamo da sempre di crearci una famiglia e magari di cambiare vita, allontanandoci dal mondo dello spettacolo.." dissi poi, poggiando la mia testa sulla sua spalla.
"Mi dispiace crearti tutti questi problemi.."
"Non dirlo neanche per scherzo!" dissi quasi arrabbiata. "Scott, io ti amo e ho giurato che sarei rimasta al tuo fianco fino alla fine, ed è ciò che intendo fare. Capito?"
Lui non rispose. Si avvicinò a me. Mi persi tra i suoi occhi verdi e presi le sue guancie tra le mie mani. Mi avvicinai un po' di più e gli diedi un lungo bacio...
 

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Capitolo 16
*** Chapter Fifteen. ***


Capitolo 15.

 

Era un giorno di fine agosto. L'estate stava giungendo al termine. Christopher passava molto tempo con me e Scott: aveva esaudito il mio desiderio. Scott era in ospedale da circa una settimana, perchè si era sentito male. Vomitava in continuazione, aveva dei forti mal di testa e non riusciva nemmeno a tenersi in piedi. I dottori me l'avevano detto: se ne sarebbe andato molto presto... Io non riuscivo ancora ad accettare la brutta situazione in cui mi trovavo. Quella mattina sarei dovuta andare in ospedale da Scott, ma non me la sentivo. Stavo troppo male. Nonostante fossi sola in casa, mi ero chiusa in bagno a piangere da più di un'ora. Ero depressa. Ero quasi sul punto di scoppiare, ma fui distratta da un rumore proveniente dal piano inferiore. Decisi di scendere per vedere di cosa si trattasse. Mentre ero ancora sulle scale, vidi una figura: c'era qualcuno in casa. Era sera e c'erano le luci spente, quindi non riuscii a capire di chi si trattasse. La persona si stava avvicinando sempre di più a me. Ero spaventata e non riuscivo a muovermi. In quel momento, vidi la figura accendere la luce.
"Ashley, allora ci sei.."
Tirai un sospiro.
"Christopher, mi hai fatto prendere un colpo.." dissi scendendo le scale.
"Oh, scusami, è che la porta era socchiusa.."
"Devo averla dimenticata." conclusi sedendomi nell'ultimo gradino.
Lui si sedette vicino a me e cominciò ad accarezzarmi i capelli.
"Vuoi dirmi che succede?" mi chiese, notando che avevo pianto.
Inizialmente non risposi, ma poi capii che avevo bisogno di sfogarmi.
"Chris.." iniziai a dire guardandolo negli occhi. "Mi hanno detto che Scott non riuscirà a sopravvivere per più di una settimana.. Può morire da un momento all'altro.."
Lui restò a bocca aperta ed io ricominciai a piangere. Mi strinsi forte a lui.
"Ho paura Chris.. Ho tanta paura! Non credo di potercela fare senza di lui..." sussurrai.
"Ti prometto che ti starò accanto Ashley... Se avrai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, prometto che per te ci sarò."
"Grazie Chris.." dissi asciugandomi le lacrime. 
Mi alzai in piedi. Sentii una forte fitta nello stomaco e se Chris non mi avesse presa in tempo sarei sicuramente caduta.
"Ashley, che cos'hai?" mi chiese lui, agitato.
"Non lo so.. Mi fa malissimo la pancia.." dissi accarezzandomi il ventre.

La situazione non migliorò e dopo un po' Chris mi portò in ospedale. Mi fecero una visita veloce e mi dissero che c'era il rischio che il bambino, o la bambina, nascesse prematuro. Anche perchè ero solo al settimo mese di gravidanza... Comunque sia, mi dissero che era meglio restare in ospedale, almeno per quella notte. La prima cosa che feci fu tranquillizzare Christopher, che si propose inoltre di starmi vicina. Dopodiché, siccome io a differenza di Scott le gambe riuscivo ancora a muoverle, andai in camera sua per vedere come stava.
"Avanti.." disse lui, dopo avermi sentita bussare.
Entrai e gli sussurrai un semplice 'ciao'.
"Ah, sei tu.." notai che gli ritornò il sorriso. "Come mai qui a quest'ora? Per di più con il camice da notte dei pazienti?" 
"Oh, ecco, mi sono sentita poco bene e Chris mi ha accompagnata in ospedale.." dissi sedendomi vicino a lui. "Sai, mi hanno detto che c'è il rischio che il bambino nasca prematuro.."
"Ah, allora passi la notte qui?"
"Si." dissi prendendogli la mano. "La mia stanza è proprio qui accanto.. Così se avrai bisogno di qualcosa potrò esserci."
"Ti ringrazio.." disse lui, a bassa voce.

Ritornai nella mia stanza poco dopo e nonostante fossero le due del mattino, mi misi a parlare un po' con Christopher. Ci addormentammo dopo pochi minuti. La mattina seguente, quando mi alzai, Christopher era già sveglio. 
"Buongiorno!" mi disse lui sorridendo.
"Buongiorno.." dissi io sbadigliando.
In quel momento, mentre mi stavo alzando dal letto, mi resi conto di aver perso le acque. 
"Oh mio Dio.." dissi ad alta voce.
"Che succede?" mi chiese Chris preoccupato.
"Mi si sono rotte le acque.." dissi con le lacrime agli occhi.
Christopher andò subito a chiamare i dottori. Mi prepararono e dopo quasi un'ora, mi chiesero se volevo il padre del bambino al mio fianco.
"Il mio compagno è in quest'ospedale e purtroppo non si può muovere.." dissi con la poca voce che mi era rimasta.
Guardai Chris e gli chiesi 'Vuoi venire tu?'
"Ne sei sicura?" mi chiese lui.
"Si.. Ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino e al momento tu sei l'unico che può aiutarmi.."
Mi strinse la mano, come per farmi capire che sarebbe stato al mio fianco. Il grande momento si stava avvicinando.. 

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Capitolo 17
*** Chapter Sixteen. ***


Capitolo 16.

 

Quando aprii gli occhi ero di nuovo nella mia stanza. Chris era seduto al mio fianco.
"Ti sei svegliata, finalmente!" mi disse sorridendomi.
"Cos'è successo?"
"Subito dopo il parto, probabilmente per la stanchezza, sei svenuta."
In quel momento, si alzò in piedi e mi disse "Andiamo, devo presentarti una persona!" 
Feci come mi disse e lo seguii. Mi portò in una stanza con alcune infermiere. Una di queste, aveva un bambino in braccio.
"Lei è la signorina Tisdale?" mi chiese.
"Ehm, si, sono io.." risposi.
"Le presento il suo bambino allora: è un maschietto!" mi disse, porgendomi quell'esserino meraviglioso.
All'inizio avevo paura a prenderlo in braccio, ma un istante dopo mi sentii già meglio. Cominciai a cullarlo piano piano. Poi mi voltai verso Chris e gli sorrisi; ma lui non ricambiò.
"Ashley, credo sia meglio che tu vada da Scott.." mi disse.
"Beh, è ovvio: devo presentargli il suo bambino!"
"Oh no, non intendevo quello... Prima sono andato da lui e non stava molto bene."
"Ah, va bene, ci vado subito..."

L'infermiera mi permise di portare il bambino in camera di Scott. Quando entrai, lui aveva gli occhi chiusi. Mi avvicinai cercando di non fare rumore e gli diedi un bacio sulla fronte. Aprì gli occhi, ma non mi sorrise come faceva di solito.
"Ehi.." sussurrò. "Che ci fai qui?"
"Devo presentarti qualcuno.." dissi porgendogli il bambino. "Ti presento il piccolo Nicholas Scott!"
Prese in braccio il bimbo e finalmente sorrise. Il piccolo sembrava a suo agio tra le braccia del papà.
"E' bellissimo.." disse Scott, tenendoselo stretto.
"Proprio come te." risposi facendo una carezza al bambino.
Passammo un po' di tempo con nostro figlio, ma poi un'infermiera lo venne a prendere perchè non poteva stare a contatto con le persone per troppo tempo. Io restai in camera di Scott.
"Allora, come ti senti? Christopher mi ha detto che stavi poco bene..." chiesi preoccupata.
"Ashley, sto per cedere... Non ce la faccio più.."
"Aspetta, che intendi dire?"
"Voglio dire che.." si bloccò un attimo. "I dottori non sono sicuri di assicurarmi che riuscirò ad arrivare a domani mattina..."
Improvvisamente, fu come se qualcuno mi avesse dato una pugnalata nello stomaco.
"Non puoi dire così, capito?" dissi iniziando a piangere. "Tu non mi lascerai, non stanotte!"
"Ash, non complicare la cosa..."
"E cosa dovrei fare? Fingere che la mia vita d'ora in poi non cambierà per niente? Scott, io ti amo! Come faccio ad andare avanti fingendo che non sia successo nulla? Come faccio?"
Restò in silenzio e ci abbracciammo.
"Non lo so, ma devi farlo! Non potrai andare avanti per tutta la vita a piangere.."
"Ma non posso nemmeno fingere che la mia vita sarà perfetta."
Ci guardammo negli occhi e poi, facendogli una carezza sulla guancia gli dissi "Non posso farcela senza di te. Non posso farlo.."
"Ashley!" disse lui prendendomi la mano. "Tu sei una delle persone più forti che io conosca! So che sarà difficilissimo, ma devi farlo.. Devi farlo per nostro figlio."
Purtroppo era tutto inutile. Io ci stavo male e quella conversazione non avrebbe affatto cambiato le cose.

Decisi così di passare la notte in camera con Scott, dormendo nella poltrona di fianco al suo letto. Sarà stata circa l'una quando venni svegliata da uno strano rumore emesso da un macchinario..
"Scott, ma che succede?" gli chiesi agitata.
Si voltò verso di me e notai che aveva le lacrime agli occhi.
"Io.. Io sto morendo.." disse con un filo di voce.
"Ma che dici!?" continuai io.
"Mi dispiace Ashley, mi dispiace di averti messa in questa brutta situazione.." tirò un lungo sospiro e iniziò a piangere più di prima. "Non volevo, mi dispiace.." 
Presi le sue guancie tra le mie mani.
"Scott, adesso basta! Tu non mi hai trascinata in questa situazione: sono io che ci sono voluta entrare!"
"Mi dispiace.. Mi dispiace.." continuò a sussurrare lui.
Lo guardai in quello stato e non riuscii a fare a meno che mettermi a piangere con lui. Poi gli diedi un bacio e riuscii a calmarlo. Ma quel macchinario continuava a fare quel rumore assordante.. 
"Ashley.." sussurrò.
"Dimmi Scott, sono qui.."
"Ti amo.. Ti amo tanto.."
"Anche io Scott. Ti amo da morire.."
Poggiai il mio orecchio sul suo petto. Riuscivo a sentire il battito del suo cuore rallentare sempre di più, fino a scomparire...
"E' stato bello conoscerti Ashley... Mi hai cambiato la vita. Avere un figlio con te è stata la cosa più bella che potessimo fare per dimostrare il nostro amore!" anche la sua voce cominciava ad abbassarsi sempre più.
"Scott, ti prego, non puoi..."
"Ora devo andare.. Ma ricorda che ti amo!"
"Anche io ti amo.."
Mi sorrise. Dopo quel momento, black-out totale. Il macchinario cominciò a fare un unico suono lungo e capii subito che era morto. No, non potevo accettarlo. Cominciai a piangere come una fontana e ad urlare "Non è possibile! Non è possibile!" Mi era stata portata via la persona che amavo. La persona che era riuscita a cambiarmi la vita. 

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Capitolo 18
*** Epilogo. ***


Epilogo.

 

Qualche mese dopo la morte di Scott, scoprii di avere il suo stesso cancro. All'inizio credevo di esserne contenta, perchè magari l'avrei potuto raggiungere nell'aldilà: ma poi, come per miracolo, il mio cancro scomparve. I dottori mi dissero che era quasi impossibile: nessuno era mai sopravvissuto ad un cancro del genere. Dopo la morte di Scott, avevo inoltre riallacciato buoni rapporti con Christopher. Mi aveva raccontato che, il giorno in cui lui e Scott avevano fatto pace, quest'ultimo, sapendo che Chris era ancora innamorato di me, gli aveva chiesto se dopo la sua morte potesse starmi vicino. "Anche se non mi ami, non fa nulla. Scott mi ha chiesto un favore da amico e io intendo realizzare il suo desiderio.." mi aveva detto un giorno Chris. Io non potei fare a meno che rispondergli con un bacio. Dopo due anni, ci sposammo. 

Era il giorno del dodicesimo compleanno del mio bambino. In quel caldo giorno d'estate, come le mattine precedenti, mio figlio si svegliava presto per uscire con alcuni amichetti e verso l'ora di pranzo, ritornava a casa. Era mezzogiorno passato e quando aprì la soglia di casa, si ritrovò davanti, oltre che una grande torta, me e Chris a urlargli "Buon compleanno Nick!"
"Mamma! Papà!" urlò lui sorpreso.
"Forza Nick, esprimi un desiderio prima che le candeline si spengano da sole!"
Fece come gli fu detto e dopo aver posato la torta sul tavolo, ci abbracciò forte.
"Vieni che ti diamo il tuo regalo!" esclamai dirigendomi in salotto.
Gli porsi una scatola blu. Lui la aprì in fretta e restò molto felice da ciò che conteneva.
"Oh mio Dio.. Vi ringrazio! Grazie mille!" esclamò abbracciandoci per l'ennesima volta.
Era un cellulare: Nick non ne aveva mai avuto uno.
"Adesso però andiamo a mangiare prima che si raffreddi tutto!" dissi io.

Dopo pranzo, andai a prepararmi: quel giorno avrebbe conosciuto suo padre. Tutto ciò che sapeva era che Chris non era il suo padre biologico, ma non sapeva nient'altro. Gli avevo promesso che quel pomeriggio gli avrei raccontato tutta la verità e lui ne sembrava molto entusiasta.
"Forza mamma, andiamo! Sei sempre la solita ritardataria!" esclamò lui, che era già seduto in macchina.
"Un secondo! Arrivo subito!" dissi io, prendendo la borsa.
"Ehi.." sentii la voce di Chris. "Buona fortuna.."
"Grazie, ne avrò bisogno!" dissi dandogli un bacio sulla guancia.
Dopodiché, ci dirigemmo al cimitero. Giunti davanti al loculo con la foto di Scott, Nick restò ad osservarlo con stupore.
"Questo.. Questo è papà?" mi chiese indicando l'uomo nella foto.
"Si amore, è proprio lui!" risposi io, con gli occhi lucidi, ma sorridendo.
"Wow, mi somiglia moltissimo... E ha anche il mio stesso nome!"
Anche io mi soffermai per un po' a guardare quella foto.
"Mamma.."
"Si?"
"Adesso però mi devi parlare di papà..."
"Oh, si, hai proprio ragione. Su, andiamo!"
Andammo a sederci in macchina e gli mostrai un libricino con tante foto mie e di Scott che avevo conservato nella mia borsa. Mentre io parlavo, lui sfogliò quel piccolo album. 
"Allora.. Quando ho conosciuto tuo padre, avevo solo vent'anni. Lui e Christopher erano migliori amici da tanto tempo: praticamente da sempre! Entrambi però si sono innamorati di me e quando io e papà ci siamo messi insieme, Chris si è arrabbiato e non ci ha più parlato insieme.. Poi, dopo diversi anni, ho scoperto che papà aveva un cancro al cuore."
Notai che gli erano venuti gli occhi lucidi anche a lui, ma cercai di far finta di niente e proseguii con il mio discorso.
"Nel frattempo, avevo anche scoperto di essere incinta di te. Per noi furono mesi difficili e il giorno in cui sei nato tu, lui se ne è andato.. E dopo qualche anno, io e Chris ci siamo innamorati e ci siamo messi insieme."
"Quindi tu non ami più papà?"
"No, non intendevo dire questo.. Io amo da morire papà, ma la mia vita deve continuare.."
Era difficile spiegare quella situazione ad un dodicenne.
"E lui mi ha conosciuto?" mi chiese lui, ridandomi l'album.
"Si tesoro, ti ha conosciuto poche ore dopo la tua nascita." risposi io, accarezzandogli i capelli.
Gli scese una lacrima, ma io gliela asciugai prima che si tramutasse in un pianto.
"Sai, avrei tanto voluto conoscerlo.." sussurrò.
"Credo che se lo avessi conosciuto, te ne saresti innamorato. Era molto simpatico e adorava i bambini.. Non puoi nemmeno immaginare quanta gioia ho visto nei suoi occhi il giorno in cui sei nato tu."
Mi guardò e mi sorrise.
"Mamma, grazie per avermi detto la verità dopo tanto.. Posso farti un'ultima domanda?"
"Ma certo.."
"A volte non senti la mancanza di papà?"
Sospirai.
"Sento la sua mancanza ogni giorno. Poi guardo i tuoi meravigliosi occhi verdi e mi rendo conto che papà è con noi ogni giorno." risposi io, accennando un sorriso.
Scott era morto da un sacco di tempo ormai, ma io non avevo mai smesso di amarlo e anche se a volte avrei preferito morire, mi resi conto che dovevo continuare a vivere per mio figlio Nicholas. Quando stavo con lui, mi sembrava come se fossi con Scott. Solo in quel momento mi resi conto di quanto padre e figlio si assomigliassero e solo in quel momento mi resi conto di amarli allo stesso modo. Una cosa era certa: mio figlio era la mia ragione di vita. 

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