Amici o poco più...

di Lily James
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** I primi tempi ***
Capitolo 3: *** Regali ***
Capitolo 4: *** Un regalo di compleanno inaspettato ***
Capitolo 5: *** Inizio di un nuovo anno ***
Capitolo 6: *** Iniziano i problemi... ***
Capitolo 7: *** Finalmente la verità! ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


Si guardava allo specchio che c’era nel grande armadio nel dormitorio vuoto. Sospirò ed esclamò tra se e se “Come farò a farmi piacere da lei? Guardami, non ho niente di speciale. Cosa potrei offrirle che qualcun altro non possa darle?”.
Per capire a cosa si sta riferendo bisogna fare un passo indietro di circa quattro anni. Siamo alla stazione ferroviaria di King’s Cross di Londra al binario 9 e ¾ dove stava per partire una locomotiva scarlatta diretta alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Scorpius aveva undici anni, un bel ragazzino dai capelli di un biondo così chiaro da sembrare bianco, come suo padre, e mossi, come la madre. In tasca aveva la sua bacchetta nuova di zecca, quercia e corda di cuore di drago, 9 pollici e adatta alle trasfigurazioni, o almeno così aveva detto Olivander, e nel baule una scorta di prodotti de I tiri vispi Weasley. A suo padre non piaceva quel negozio, lo definiva rozzo e pieno di traditori del loro sangue; lui invece lo trovava affascinante, pieno di luci e cose buffe che andavano in giro per il negozio.
Dato un bacio alla madre e salutato con un lieve “a presto” il padre, salì sulla locomotiva trascinando il baule troppo pesante e una bella civetta bruna in una gabbia. Riuscì a trovare uno scomparto semivuoto alla fine del treno.
All’interno c’era un ragazzino che aveva più o meno la sua età con i capelli neri arruffati e gli occhi verdi dietro gli occhiali. Non si girò quando lui entrò nello scomparto, guardava il panorama fuori senza guardarlo veramente, aveva un’aria quasi preoccupata. Stanco di stare là senza far niente si decise a parlare allo sconosciuto “Qualcosa non va?”.
Il ragazzo si girò sorpreso, non si era davvero accorto della sua presenza.
“Bhè qualcosa c’è. Ho paura di finire a Serpeverde e di deludere i miei genitori, loro erano entrambi Grifondoro e così tutta la mia famiglia”
“Ti capisco. Io sono sicuro di finire in Serpeverde invece, la mia famiglia è Serpeverde da generazioni”.
E’ già, la famiglia Malfoy e Greengrass erano Serpeverde da generazioni, tutti fissati con la storia del sangue puro, tutti eccetto la sua nonna materna, Altaria Legan in Greengrass, Corvonero, era la donna più gentile che avesse mai conosciuto.
I due ragazzi incominciarono a parlare di tutto c’ho che frullava per la testa e scoprirono di avere molto in comune, si trovavano in disaccordo sul quidditch, ad Albus, era il nome del ragazzo, non piaceva un granché.
“Ecco dov’eri Al! Sono ore che ti cerco”.
Una ragazzina era appena entrata nello scompartimento sedendosi nel posto libero accanto a Albus. Scorpius la trovava buffa, ma allo stesso tempo molto carina. Aveva lunghi capelli rossi, mossi, dai riflessi castani e grandi occhi marroni tendenti all’oro e lentiggini che le coprivano la faccia. Avevano già indossato la divisa.
“Perché mi cercavi Rose?” chiese di rimando Al.
“Mi stavo annoiando con Victoire, sta sempre attaccata a Teddy. E James sta facendo il cretino per il treno insieme a Fred. Oh ciao!” si era accorta della presenza di Scorpius
“Come ti chiami? Io sono Rose!”.

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Capitolo 2
*** I primi tempi ***


Si trovava nella Sala grande insieme a tanti altri ragazzi. Come sospettava era stato smistato a Serpeverde. Anche Albus era con lui, sembrava gli avessero annodato la bacchetta; era sicuro che stesse pensando ai suoi genitori. Mentre la strana ragazzina del treno era stata smistata a Grifondoro. Aveva scoperto che era una Weasley, una famiglia da cui suo padre lo aveva sempre messo in guardia. Dopo averla conosciuta non riusciva a spiegarsene il motivo, perché suo padre ce l’aveva tanto con loro? Al faceva di cognome Potter, aveva l’impressione di averlo sentito da qualche parte, ma non riusciva a ricordare dove. Il giorno dopo iniziarono le lezioni, erano più dure di come le immaginava. A casa la magia per lui era solo un gioco, ma lì era tutto regole e divieti. L’unica materia che gli piaceva era trasfigurazioni. La professoressa Mc Donald era molto simpatica e allo stesso tempo determinata e severa, quando serve. L’unica materia che avevano con i Grifondoro era incantesimi, e in quelle ore non riusciva a staccare gli occhi da Rose, e non riusciva a dare una motivazione a questo. Ad Albus incominciava a piacere stare in Serpeverde, il giorno dopo il loro arrivo aveva ricevuto un gufo da parte di ogni membro della sua famiglia, nonni compresi, per dirgli che erano fieri di lui.
La prima lezione di volo si sarebbe tenuta quel sabato pomeriggio e lui aveva un po’ di paura, era agitato in quanto si sarebbe svolta con i Grifondoro e aveva il timore di fare brutta figura. Ogni volta che ne parlava con Al, lui sbuffava e “Cosa ti prende? Eppure hai sempre detto di essere bravissimo!”. In effetti, non per vantarsi, era molto in gamba a volare, ma aveva una sensazione strana. Il venerdì notte non riuscì a chiudere occhio, aveva davanti agli occhi la sua immagine su un manico a testa in giù e l’immagine di Rose e Albus in rilievo che ridevano a crepapelle … non riusciva a sopportarlo!
La persona che odiava di più in tutta la scuola era Heric Finnegan, studente del suo stesso anno di Grifondoro. Heric era figlio di un certo Seamus Finnegan e di una babbana, compagno di scuola di suo padre. Ogni volta che lo vedeva in giro per i corridoi lo copriva di scherzi e prese in giro, e una volta gli aveva messo un pezzo di torrone sanguinolento nella sua fetta di torta di melassa. Ancora si chiedeva come avesse fatto, ma dovette correre al bagno con un’emorragia tremenda, perdendo così l’ora di pozioni.

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Capitolo 3
*** Regali ***


Il tempo passò in fretta e arrivarono le vacanze di Natale. Lui aveva deciso di rimanere a Hogwarts, litigando per più di un’ora con sua madre nel parco della scuola quando lo era venuto a prelevare personalmente dopo il gufo che le aveva mandato comunicandole la sua decisione. Anche Al era rimasto, insieme a suo fratello e a tutti i suoi molteplici cugini Weasley, Rose compresa. I suoi genitori e i suoi zii avevano deciso di andare in Romania a trovare lo zio Charlie, a quanto pare are un allevatore di draghi.
Tutti gli altri studenti di Serpeverde erano andati a casa e perciò il dormitorio era tutto per loro. Cosa poterebbero fare due ragazzini di undici anni in un dormitorio tutto per loro? Fatto sta che non andarono mai a dormire a letto per tutte le vacanze.
Tutto il castello era addobbato a festa con ghirlande di agrifoglio dappertutto e le armature intonavano una canzoncina di Natale, storpiata come sempre da Pix e la Sala Grande era piena di alberi di Natale carchi di neve magica, fatine e ghiaccioli.
Passava molto tempo con la famiglia Weasley-Potter, a giocare a palle di neve o dentro la capanna di Hagrid, l’ex guardiacaccia di Hogwarts che ora viveva in Francia con la moglie. Il più simpatico di tutti era Fred Jr, il figlio del proprietario dei tiri vispi.
Il padre gli mandava il prototipo di tutti i nuovi articoli; cosa della quale la mamma, una certa Angelina Jonson, non era proprio contenta a causa dei continui gufo che riceveva da parte della scuola. James invece era un impiccione cronico, a volte sembrava una pettegola; sapeva tutto quello che succedeva a Hogwarts e Hogsmade. Scorpius non sapeva come facesse a sapere tutto di Hogsmade visto che era al secondo anno e non gli era permesso andarci. Si convinse che era meglio non fare troppe domande.
La mattina di Natale non si accorse della montagna di regali che coprivano il suo letto in quanto aveva preso sonno su una poltrona vicino al caminetto in sala comune mentre leggeva un fumetto babbano che James gli aveva prestato.
Mentre si recava in Sala grande per la colazione si sentì chiamare dall’alto della scalinata di marmo. A pronunciare il suo nome era stata Rose, o come preferiva chiamarla lui Rosellina.
Scendeva di gran carriera la scalinata, i suoi capelli erano sciolti sulle spalle e indossava un maglione giallo fatto ai ferri con una grande rosa rossa sul petto e aveva un pacco tra le mani. La ragazzina si accorse che Scorpius stava guardando quel curioso maglione, arrossì, e come per giustificarsi disse “Me lo ha fatto nonna Molly per Natale, è una tradizione di famiglia”.
Lui invece era un po’ geloso di quel maglione. I suoi genitori gli facevano sempre regali molto costosi e non gli facevano mancare mai nulla, ma mai sua madre si era messa a lavorare a maglia per confezionargli qualcosa.
“A proposito, questo è per te” e gli spinse il pacchetto in mano “Buon Natale Serpe!” e così dicendo lo baciò sulla guancia.
Lui non capì più niente, ne Al che gli diceva che gli faceva gli auguri, ne la presenza di altre persone in Sala grande, nemmeno mentre festeggiava nella capanna di Hagrid con gli altri e, soprattutto, non batté ciglio quando scartò il regalo dei genitori quella sera, una magnifica Firebolt 4.0 nuova di zecca. Lui non riusciva a pensare ad altro che al bacio di Rose e alla cornicetta d’argento che gli aveva regalato, che ora faceva capolino sul suo comodino. Albus provvide subito a nasconderla. Gli studenti del primo anno non potevano possedere un manico di scopa personale e se solo l’avessero scoperto avrebbero passato un brutto quarto d’ora con la preside, la professoressa Mc Grannit

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Capitolo 4
*** Un regalo di compleanno inaspettato ***


L’inverno lasciò presto il posto alla primavera, e lui era sempre più sotto pressione. La squadra di quidditch di Grifondoro era in vantaggio su tutte di 200 punti, grazie alle strepitose prestazioni di Teddy Lupin con cacciatore, cosa che faceva arrabbiare molto la fidanzata Corvonero Victoire, e di Fred Weasley, che al pari del padre e dello zio, era un ottimo battitore.
Lui l’anno successivo avrebbe voluto aspirare al posto di Cercatore, un po’ per il suo fisico agile e un po’ per le ragazze.
Le vacanze estive sarebbero iniziate di lì a un mese, ma lui non aveva alcuna intenzione di tornare a casa. A Hogwarts si trovava bene, aveva tanti amici e stava in compagnia, invece a casa lo aspettava un maniero enorme, il padre che lavorava per una carica importante al ministero e una madre con una sorellina in grembo che sarebbe arrivata a luglio. Stava già progettando di nascondersi in uno degli armadi del dormitorio e rimanere lì per l’estate, ma Al lo minaccio di mettere delle caccabombe i tutti gli armadi della scuola.
Il giorno prima della partenza per Londra sarebbe stato il suo dodicesimo compleanno.
La mattina del trenta giugno si svegliò di malumore. Le lezioni erano finite da un pezzo e anche i loro esami, aveva passato ore in biblioteca con Albus e Rose a ripassare tutto il programma svolto. Rose era bravissima in tutte le materie, forse la più brava del loro anno. Al diceva che aveva ripreso dalla madre, una strega molto intelligente e una studentessa brillante quando era a scuola.
Scorpius si recò sulla riva del lago e si sedé ai piedi di un grande albero.
“Ecco dove cavolo ti eri cacciato? Rosy l’ho trovato!”
Al si avvicinava insieme a James con il suo mantello tra le mani; non si era accorto di essere uscito in pigiama! Che figuraccia!.
Lo trascinarono in Sala Grande, dopo essersi andato a cambiare, anche se Fred pensava che entrare a fare colazione, insieme a tutta la scuola, in pigiama fosse uno spasso.
Immaginava la faccia e le risate di scherno di Heric se avesse dato retta solo per un minuto a Fred.
L’unico a sapere del suo compleanno era Al, ma ci pensarono i suoi genitori a fallo sapere a tutta Hogwarts.
Si presentarono nel pomeriggio a prenderlo in anticipo e portarlo a casa, per fortuna si impose la professoressa Mc Grannit, in quanto quella sera ci sarebbe stato il banchetto finale e la consegna della coppa delle case. Invitò i Malfoy a unirsi a loro per la cena, e loro accettarono di buon grado. Scorpius era felice di avere i suoi genitori lì prima della nascita di quella che lui definiva “la piccola peste”.
A un certo punto della cena sentì la madre irrigidirsi al suo fianco e il padre scattare verso di lei. Successe tutto in un minuto: il padre fece comparire una barella dal nulla e la faceva levitare al suo fianco, la madre stava male, lui fu strattonato da Al che seguiva il signor Malfoy su per la scalinata di marmo. Gli venne in mente un pensiero orribile “La mamma stava per morire. E la sorellina?”.
Malfoy portò la moglie da Madama Chips, l’infermiera della scuola, se qualcuno poteva aiutare Astoria Molfoy, quella era lei. Cacciò tutti dall’infermeria, con molta riluttanza di Draco. Scorpius non aveva mai visto il padre in quelle condizioni. Dopo un tempo che a lui era sembrato un’eternità si sentì un rumore, un debole vezzo, come un pianto.
Il ragazzo pensò che fosse Madama Chips, aveva ipotizzato il peggio, e invece l’infermiera usci dalla stanza con un sorriso raggiante e un fagottino rosa tra le mani.
Astoria Malfoy aveva dato alla luce la sua bambina prematuramente.
Scorpius pensò che era un bellissimo regalo di compleanno. Il padre prese la piccola e improvvisamente abbracciò il ragazzo dicendo “Sono fiero di te piccolo mio, Ti voglio bene sai!”. In quel momento Scorpius scoppiò in lacrime e sentì sotto si se “la piccola peste” ridere. Quando Madama Chip gli permise di entrare in infermeria la mamma era ancora sotto shock, ma raggiante. Il marito la baciò dolcemente sulla fronte e gli depose la piccola tra le braccia. Scorpius l’abbracciò e gli sussurrò “Ti voglio bene, mamma!”

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Capitolo 5
*** Inizio di un nuovo anno ***


Il primo anno era volato via, il secondo lo stesso e ora stava per iniziare il suo terzo anno di istruzione magica. L’anno precedente aveva capito come James riusciva ad andare, insieme a Fred, a Hogsmade. Aveva rubato dalla scrivania del padre una certa “Mappa del malandrino” che riportava dettagliatamente tutti gli ambienti di Hogwarts, i suoi abitanti e gli svariati passaggi che portavano al di fuori della scuola. Per loro il migliore era quello che portava sotto la cantina di Mielandia, il negozio di dolci migliore di tutto il mondo magico. La piccola Bella aveva poco più di un anno e aveva già distrutto la maggior parte delle sue boccette di inchiostro cambia colore e il modellino del Petardo Cinese, una specie di drago asiatico, che Albus gli aveva regalato per lo scorso Natale. La mattina del 1 settembre si svegliò tardissimo, come al solito, e non aveva nemmeno di finire di preparare i bagaglio. Per fortuna si era ricordato di chiudere Eli, la sua civetta bruna, in gabbia, cosa che alla civetta non piaceva per niente. Al binario incontrò i suoi amici Albus e Rose, ma aspetto che fosse sul treno per raggiungerli perché a suo padre non piaceva che frequentasse quella “feccia”. Ancora ricordava la sfuriata che gli fece il padre un anno prima quando vide chi l’aveva accompagna in infermeria. Riconobbe in Albus il suo compagno di scuola Harry Potter, colui che è famoso per aver sconfitto Lord Voldemort nella battaglia di Hogwarts 20 anni fa, e per giunta Draco Malfoy e Harry Potter si odiavano ai tempi della scuola. Albus e Rose lo aspettavano in uno scompartimento super affollato, c’erano tutti, tranne Teddy e Victoire che avevano finito la scuola già da un pezzo; ma quest’anno li avevano raggiunti la sorella minore di Albus e James, Lily, e il fratello di Rosy, Hugo. I piccoli erano entrambi spaventati, ma anche molto eccitati all’idea di frequentare Hogwarts. Passarono tutto il viaggio a provare i nuovi articoli dei Tiri vispi Weasley portati da Fred, e lui e James spaventarono Lily e Hugo raccontando storie assurde su dei mostri nei bagni, specialmente in quello delle ragazze al secondo piano, cosa che face mettere a piangere la povera Lily. Tutti a Hogwarts sapevano che non c’era nessun mostro e che quella nel bagno delle ragazze era solo Mirtilla Malcontenta, un fantasma particolarmente permaloso. Lui l’anno precedente era diventato cercatore per la squadra di Serpeverde, ma ,ironia della sorte, si era ritrovato di fronte proprio Rose nella sua prima partita contro i Grifondoro. Mentre lui aveva messo i manifesti della sua nomina, lei aveva deciso che sarebbe stata una sorpresa. La sera quando chiamarono il nome di Lily, Scorpius sentì Albus agitarsi al suo fianco. La sorella, come lui, temeva finire in Serpeverde, ma la piccola non aveva fatto in tempo ad indossare il Cappello Parlante che l’aveva già assegnata a Grifondoro, e la stessa cosa successe per Hugo, spedito subito accanto a sua sorella. Quando entrò nel dormitorio la prima cosa che sistemò fu una piccola cornice d’argento che conteneva una foto animata di lui e Al.

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Capitolo 6
*** Iniziano i problemi... ***


Le lezioni erano un disastro. Come materie aggiuntive scelse Rune Antiche e Cura delle Creature Magiche. Rune era interessante, ma complicatissima e la professoressa Caporal, che insegnava Cura delle Creature Magiche, era una iena. Prediligeva le ragazze e perciò la maggior parte delle volte loro stavano al limite della Foresta Proibita a osservare gli unicorni, o altre creature che l’insegnante gli faceva vedere. Lui era distratto a vedere Rose. Non gli importavano le creature, aveva scelto quella materia solo per stare un ora in più con lei. Era bello vederla lì accanto agli unicorni bianchi, sembrava una principessa delle favole. Sapeva che con Al non poteva parlare di questo, dopotutto era sua cugina. Ma le faceva male vederla così, bella, solare, divertente e con i suoi occhi che al sole rivelavano la loro sfumatura dorata. Gli faceva male vederla tra le braccia di un altro. Ebbene si, Rose Weasley era fidanzata con un certo Michel Enden, un battitore mega pompato di Corvonero e pieno di se, forse troppo per i gusti di Scorpius. Non si riusciva a capacitare come alla sua Rosellina potesse piacere un tipo come quello. Già, la sua Rosellina, magari lo fosse. Stava tornando dal primo allenamento dell’anno, tutto infangato e bagnato come un pulcino a causa di un acquazzone improvviso, quando vide quel parassita rubarle il suo primo bacio, il bacio che sarebbe dovuto essere suo, così davanti a tutti, poco fuori la Sala grande. Avrebbe voluto fargli del male, ma male fisico, senza l’ausilio di bacchette o magia, a mani nude. Sarebbe stato gratificante, ma sapeva che lei non l’avrebbe apprezzato, anzi l’avrebbe odiato per questo. Si limito a passare accanto a quella scena a scendere nei sotterranei dove si trovavano i dormitori per lavarsi via, non solo il fango, ma anche quella scena . “Ma a cosa diavolo stai pensando?” chiese Al per la centesima volta, vedendo l’amico distratto. “Sto ascoltando quello che la Caporal sta dicendo sugli unicorni” fu la sua risposta indignata. In quei momenti ricordava in maniera impressionante il padre. “Infatti stiamo parlando dei centauri adesso”.
Comunque la Caporal non era la professoressa peggiore che si potesse avere. Sentiva di continuo Fred e James lamentarsi della professoressa Cooman, insegnante di Divinazioni.
Scorpius trovava Divinazioni una scemenza. “Ma dai, come si può prevedere con esattezza il futuro?” diceva sempre a Lia Baston, una ragazza di Tassorosso molto simpatica al quale piaceva la materia. Lei di tutta risposta gli faceva una linguaccia e se ne andava divertita. A lei piaceva molto Scorpius, ma sapeva di non avere speranze, non si era mai sentita in tutta la storia di Hogwarts che un Serpeverde si fosse innamorato di una Tassorosso. Quella sera il ragazzo stava un po’ giù di corda e quando incontrò nell’atrio Lia. Non ci pensò due volte, la prese per mano sotto gli occhi increduli di Albus e Rose, stranamente “senza mister muscolo”, la trascinò vicino alle clessidre dei punti delle case e la baciò.

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Capitolo 7
*** Finalmente la verità! ***


Nei giorni successivi non seppe spiegarsi nemmeno lui il motivo di quel gesto. Forse perché stava giù di tono, forse perché voleva far vedere a Rose che viveva bene anche senza di lei, o forse perché era lo stesso luogo in cui aveva visto la sua amata regalare il primo bacio ad un altro. Non riusciva a spiegarselo. Lia si dimostrò la ragazza ideale, dolce, gentile, leale, disponibile ad aiutarlo nei compiti e, cosa fondamentale, non era invadente. Albus continuava a chiedergli “Come ti è venuta in mente una cosa del genere? Che ti è preso? Baciarla così davanti a tutta la scuola! Io non ti capisco più”. Lui non capiva, non poteva capire. Rose si rifiutava di parlargli, cosa alquanto infantile e ipocrita, pensò lui, non era stata lei poche settimane prima a permettere a quell’energumeno di sfiorarla nella stessa circostanza? Arrivò Novembre e con esso la prima gita a Hogsmade. Non aveva voglia di fare la sua prima gita in città con Lia, non aveva intensione di bruciarsi la sua prima escursione fuori per stare un pomeriggio da Madama Piediburro, il ritrovo delle coppiette. Per fortuna Lia era una ragazza molto comprensiva e, spiegata la situazione, acconsentì a fare la gita separatamente, ognuno con i propri amici.
Il sabato mattina più freddo che Scorpius avesse mai visto, lui e Al si coprirono bene, tanto da lasciare scoperti solo gli occhi e partirono alla volta del villaggio. Fred e James ci andarono con le loro rispettive conquiste del momento, due belle ragazze di Corvonero, e Rose ci andò con Micheal.
Si divertì molto in tutti i negozietti che visitarono, da Mielanda alla filiare dei Tiri vispi che George aveva aperto subito dopo la Battaglia Finale. Fred gli aveva spiegato che il padre l’aveva aperta in memoria del fratello gemello scomparso, ucciso da un mangiamorte, in quanto era stata un’idea di Fred Senior quella filiare a Hogsmade. La giornata andò avanti così, tra una risata, un idromele e un dolcetto di Mielandia.
La sera quando tornò si decise che doveva parlare con Lia. Ma come poteva fare a lasciarla senza ferirla, senza che lei ci soffrisse troppo. Come faceva a spiegarle che quello era stato solo un memento di debolezza dovuto al fatto che lui stesso soffriva di un amore non corrisposto.
Ma dopo tutto era proprio sicuro di essere innamorato di Rose?
O era solo un aspetto possessivo del suo carattere? Come se volesse proteggerla da ciò che era sbagliato per lei. Ma era proprio sicuro di cosa fosse realmente giusto o sbagliato per lei? E se lui fosse quello sbagliato e Micheal quello giusto?Se era realmente così, non se lo sarebbe mai perdonato.
Come se i suoi problemi sentimentali non bastassero, ci si mettevano anche i suoi compagni Serpeverde a rincarare la dose di malumore. Lui apparteneva a una delle famiglie di sangue puro più antiche e gli altri ragazzi non riuscivano a concepire come potesse frequentare quel Potter, che era per caso finito in Serpeverde, e i Weasley. I peggiore di tutti era Andrew Opac, un ragazzo idiota del suo anno. Lo detestava, forse più di Finnegan. Si pavoneggiava per tutto il castello con quella sua faccia da tacchino arrosto e abbracciato a quella sua specie di fidanzata, che non poteva essere più sgradevole. Se li incontravi non facevi che pensare che fossero fatti l’uno per l’altra, una sgradevole coppia di Serpeverde.
Una sera Albus, stufo di vedere l’amico sempre assente e pensieroso, prese il coraggio a due mani e lo affrontò. Quando Al lo trovò, Scorpius era in sala comune. Lo prese e lo trascinò fuori “Ma che cavolo fai?” “No tu cosa cavolo fai? Mi spieghi che ti succede Hip? Ora ci mettiamo qui e parliamo.”
“Niente Al! Cosa vuoi che sia successo?” Albus lo scrutava torvo. I suoi occhi verdi erano così penetranti che non riuscì a sostenere lo sguardo. “Non fare il cretino con me Scorpius Hyperion Malfoy! Sei il mio migliore amico. So che c’è qualcosa. Se è per quello che ti dice Andrew lascia perde. Da quando ti importa quello che pensa?” aveva un tono grave. “No, non c’entra niente quell’idiota.”
“E allora mi spieghi dove hai nascosto il solito Scorpius?”
Scorpius crollò. Si accasciò a terra vicino a un’armatura. Tremava tutto. Albus si sedette al suo fianco. Il ragazzo continuava a dire tra se e se
“Non posso dirglielo, non posso dirglielo” “Ma cosa non puoi dirmi?”
“ NON POSSO DIRTI DI ESSERMI INNAMORATO DI ROSE!”
Quelle parole gli rimbombarono in mente e vide Albus pietrificato e confuso, come se non avesse capito le parole che l’amico aveva appena pronunciato. “Rose? Mia cugina Rose?” Dal tono piatto della sua voce, Scorpius non presagì nulla di buono. Il ragazzo si alzò di scatto. Scorpius imitò il gesto e nello stesso istante sfoderò la bacchetta per difendersi in caso di attacco improvviso, ma l’attacco non arrivò mai. Albus scoppiò a ridere, una risata che penetrò in Scorpius come aria fresca e sentì il suo cuore alleggerirsi. Sapeva che non c’era niente da temere, che l’amico aveva capito e lo appoggiava.

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