Love is...

di helly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Love is...hope. ***
Capitolo 2: *** Love is...freedom. ***
Capitolo 3: *** Love is...atonement. ***
Capitolo 4: *** Love is...star. ***
Capitolo 5: *** Love is...promise. ***



Capitolo 1
*** Love is...hope. ***






                   

Chiacchiere al vento.
 

Ohw, lo so, sono in ritardo *fischietta* ma fingiamo che non sia così suvvia, passatemela, ma ho dovuto lottare contro le intemperie per poter postare tutto ciò quasi in tempo ahahahaha xD
Spero davvero che non faccia troppo schifo, ma all'idea di non poter partecipare alla Jerza week stavo male, insomma, aspettavo questo momento da troppo per tirarmi indietro e quindi eccomi a postare questa roba così dannatamente stupida, che però boh non potevo lasciare a marcire in una cartella, so che me ne sarei pentita per tutta la vita, quuuuuindi, sopportatemi. LOL
Chiedo scusa se non ho anora risposto alle altre recensioni, ma giuro che presto mi rimetto in riga con recensioni e risposte xD scusate, ma siamo a fine anno ed è tutto più complicato xD ahah.
Vi giuro che le prossime pagine della raccolta si tingeranno d'altri temi e colri, quindi, se vi va, fate onore a questa spendida coppia e amatela, everywhere, nel manga nell'anime, nelle fanfiction, nelle fanart, amatela, supportatela, sempre, perché la Jerza week non è un periodo, quanto uno stato, perché l'amore, quello vero, andrebbe festeggiato ogni giorno dell'anno 






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Love is...hope.
 




Ogni volta, durante quel periodo dell’anno, c’era qualcosa di speciale nell’aria, nulla sembrava più ostile, quando la radura si colorava d’oro e cremisi.
Era anomalo quanto il bosco, nel mese d’Ottobre, potesse assumere colori così suggestivi, suggestivi al punto da lasciargli credere che tutto sarebbe andato per il meglio, suggestivi al punto da fargli trovare il coraggio di chiederle di accompagnarlo a raccogliere castagne. Che richiesta banale. Aveva imparato a cercarle durante gli anni in cui si nascondeva dal mondo; era più un passatempo che altro, ma intanto quel piccolo hobby gli aveva permesso di trascorrere la mattinata insieme, tra gli alberi e le foglie, da soli, senza paure, senza pensieri per la testa.
Quando la missione castagne fu quasi conclusa, si presero del tempo per loro.
Gerard, la portò in un posto non lontano da Magnolia e le suggerì di rilassarsi sotto il sole tiepido del tramonto.
Lei dal suo canto, desiderava una giornata così, da tempo, fin troppo, al punto che volle chiederglielo, chiedergli ciò che più la tormentava.
Deglutì facendosi forza.
-Gerard, è…è per caso un appuntamento, questo?
Arrossì.
Lui fissava la luce immobile di una lucciola posata sull’erba lucida di rugiada, poi socchiuse gli occhi appoggiando la nuca su una mano, quando un lieve sorriso gli spuntò sulle labbra.
-Appuntamento? Quel tipo di appuntamento, intendi?
Si morse il labbro.
-Vorresti che lo fosse?
Il vento gli regalava tracce di brividi lungo la schiena, o forse era l’idea della risposta a provocarglieli. Erza tremò.
-Spero che lo sia.
Lui aprì un po’ gli occhi e le sorrise, lei ricambiò.
-Quindi lo è?
Chiese, e Gerard sentì le guance andare in fiamme.
-Spero che lo sia.
Sussurrò guardandola e lei in quel momento, fece lo stesso, specchiandosi nei suoi occhi limpidi, mentre, lentamente, le dita delle loro mani, s’intrecciavano.
D’autunno tutto era più bello e reale quando il mondo si tingeva di rosso, rosso scarlatto, rosso Erza.













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Capitolo 2
*** Love is...freedom. ***





Saaaaalve, scusatemi, sto facendo le corse per riuscire ad aggiornare prima di mezza notte ma sinceamente, non so se ce la farò a premere invio in tempo ahaha xD Bando alle ciance, siamo già al secondo magnifico giorno di Jerza week, vorrei dire, e questo è uno dei prompt che più ho amato svolgere, quindi amo in particolar modo questa flash e mi auguro che sia riuscita a trasmettervi tutto ciò tramite le parole.
Ringrazio immensamente tutti voi che con tanta pasienza vi siete messi qui a leggere e recensire, grazie, davvero, vi risponderò presto, promesso e presto passerò anch'io a recensire le storie, sono tutte lì nell'archivio da recensire in attesa di un po' di tempo libero xD ahah
comunque, adesso, vi lascio alla storia e come al solito...


Buonanotte 


 

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              Quando il giorno finì, scese la notte.
Era di notte che i pensieri iniziavano a vagargli per la mente percorrendone ogni minimo spazio, era così che i tormenti, pian piano s’impossessavano di lui. Al buio, tra la fine del vecchio giorno e l’inizio del nuovo, c’era sempre qualcosa che gl’impediva di dormire, sempre qualcosa che lo rimandava, con l’anima e con il cuore, da lei.



 


Love is...freedom.

 




 
Due dita sfiorarono la porta blindata dietro la quale si celava la stanza di reclusione in cui, i prigionieri più pericolosi, erano stati isolati. Ognuno di loro giaceva, quasi inerme, in una teca che a prima vista poteva sembrare vetro. La cella di Gerard era la seconda, più in alto di quella d’un uomo barbuto, più in basso di quella di una donna dall’aspetto gracile e funesto.
Fece qualche passo avanti e si accorse che dormiva.
Aveva il volto scarnito dai giorni trascorsi a rifiutare il cibo, la pelle arida, le labbra screpolate e i capelli fitti di polvere; non sembrava neanche più lui. Il corpo era stato massacrato da notevoli punizioni, di cui si potevano ancora osservare la lunga serie di ferite rimaste; qualcuna doveva essere infetta, perché in quei punti la pelle era gonfia e rossa.
«Gerard!» sul viso un ghigno trionfale. Allungò il bastone di legno verso il vetro, penetrandolo con facilità; fu a quel punto che gli scosse il corpo con la punta. Lui sembrò non aver preso mai sonno, quando sollevò le palpebre in un sobbalzo. «Avanti, muoviti, vieni con me!». Si alzò lentamente, con le gambe che tremavano. Uscì dalla cella in cui era ormai rinchiuso da così tanto tempo, che neanche più portava il conto.
«Ti ho detto di muoverti Fernandes, non hai sentito forse?» urlò spintonandolo nuovamente con la punta del bastone, ma forse anche quello era troppo per il suo fisico malandato, dato che cadde.
Aveva le mani e le ginocchia puntate sul pavimento di pietra fredda, la pelle d’oca «Avanti, alzati!» stavolta lo prese per i capelli, costringendolo a rialzarsi, e così ripresero a camminare. Il corridoio era buio e silenzioso, avvolto nei sospiri di terrore che emettevano i detenuti meno pericolosi che albergavano nelle celle al loro fianco. Avrebbe voluto chiedergli dove stavano andando, ma in quel momento, ebbe quasi paura della risposta. Sì, aveva spesso paura, nell’ultimo periodo. Aveva paura quando sentiva venir meno nelle gambe, quando i crampi allo stomaco lo pervadevano, quando era troppo debole da non riuscire neanche a chiedere dell’acqua, quando vedeva arrivare una guardia, ormai fin troppo cosciente del trattamento che gli avrebbe riservato. Aveva paura sì, aveva paura perché ognuno di quei momenti, sarebbe potuto essere l’ultimo, e per quanto bramava la fine della sua stessa vita, un lampo di luce, ogni volta, lo riportava a combattere, con la speranza di poter rivedere anche per una sola volta, lo sguardo di Erza; anche se sapeva che non gli sarebbe mai bastato, perché con lei l’ultima volta non sarebbe mai esistita, ne avrebbe voluto sempre di più, non minuti, non ore, non giorni, non anni, avrebbe voluto poterla guardare per sempre.
Tutti questi fantomatici pensieri, lo aiutavano a trascorrere le giornate, a subire le torture più nefaste e adesso, lo avevano portato alla fine del corridoio, dinanzi la porta. Il suo carceriere aprì, intimandogli di uscire. Percorsero poi altri corridoi, fino ad arrivare in giardino, o meglio, lo spiazzale dedicato all’ora d’aria.
Non vedeva la luce da così tanto tempo, che appena la porta si aprì mostrando il candore della luna, sentì gli occhi bruciare, sentendosi costretto a coprirli quasi subito con una mano. «Avanti esci, Fernandes non farmi perdere altro tempo!» lo spinse fuori e richiuse il cancello. A quel punto non capiva, era libero o cosa? Guardò l’uomo, frastornato «C-cosa succede?» quello ghignò, preso dall’eccitazione «Avevo voglia di ucciderti con le mie stesse mani, e quindi, ho preferito farlo fuori di lì!» rise in modo sadico, spingendolo ancora verso il bosco, finché non cadde con le spalle sul terreno.
Lo guardava, inerme, sicuro di un destino che a breve lo avrebbe abbandonato. Abbassò lo sguardo sulla terra umida «Fallo e basta!» sussurrò.
L’uomo tese il bastone alla sua gola, premendo sulla giugulare per farlo tossire; e così accadde. Poi si guardò intorno e quando fu certo che tutto era tranquillo, sorrise ancora, lasciando cadere per terra gli abiti che fin’ora lo avevano etichettato come guardia. Subito dopo un bagliore di luce pervase il bosco e quando terminò, Gerard guardò il suo aguzzino mutare.
Il suo momento stava arrivando, quella luce, presto, lo avrebbe ucciso.
Ma quando l’uomo concluse il processo di metamorfosi, c’era lei «U-Ultear?», erta dinanzi ai suoi occhi a puntargli il bastone e quando il bagliore cessò, Ul sorrise lasciando cadere per terra tutte le armi. «Scusa, non volevo farti male, ma…era il copione!» rise appena accasciandosi per aiutarlo ad alzarsi «Se non ti avessi fatto un po’ male non sarei stata credibile!».
Gerard si aggrappò a lei ma restò in silenzio, ancora incredulo; ma quando realizzò di essere libero, la sua mente vagò senza sosta, attraversando tutti i pensieri che nei giorni precedenti gli avevano pervaso la mente fino quasi ad ucciderlo di malinconia. «Ultear, i-io…s-scusami…» si distaccò riuscendo a reggersi in piedi da solo «io devo andare!» le diede le spalle facendo per incamminarsi «Ma dove vai? Hai la febbre, sei ferito, puoi rimandare a domani!» strinse un pugno contro la cocciutaggine dell’amico che lo portava a proseguire. Quando fu abbastanza lontano da lei, si voltò a sorriderle «Ho rimandato fin troppo, Ultear!» sibilò tossendo ancora, mentre si trascinava la gamba destra dolorante. Lei lo vide svanire nell’oscurità, abbandonandosi all’idea che era Gerard e non poteva cambiarlo.
Così, percorse il bosco; tra gli spasmi di dolore, la stanchezza e la fame.
Albeggiava, quando, finalmente, mise piede sull’asfalto duro. Attraversò la strada e con metodi già ben sperimentati, aprì silenziosamente il portone di un palazzo. Salì le scale, confuso, ma poi sorrise nel vedere ciò che gl’interessava. Aprì l’ennesima porta, l’ultima della giornata, la più importante. Delicatamente prese posto sul materasso. Il respiro si fece accelerato quando avvicinò le mani ai capelli scarlatti di Erza, il cuore gli tremava, ma sta volta non era la paura. «Ciao…» sussurrò a fior di labbra, guardandola dormire. Si chiese cosa stesse sognando per sorridere così, e per un attimo si beò dell’idea che si trattasse di lui, di loro. Non voleva svegliarla, probabilmente, non ci sarebbe neanche stato al suo risveglio, ma doveva vederla, doveva assicurarsi che stesse bene, che fosse sempre lì doveva l’aveva lasciata, che le lacrime non le avessero consumato il volto e che la speranza non l’avesse abbandonata.
Adesso che era lì, in quella stanza, sì che la sentiva, la libertà, la libertà che solo il sorriso di Erza sapeva regalargli, la libertà d’amare.
 
 












 

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Capitolo 3
*** Love is...atonement. ***





Oh my sweetness, how're u? Io, sono piena di sonno, morta, stremata, stanca, ma ho conservato le ultime forze della giornata solo ed esclusivamente per la Jerza week!
Ragazze, credetemi, sto morendo dalla voglia di leggere le vostre storie, vedere il fandom così erudjshfnejskjd esageratamente pieno di Jerza mi fa sentire in paradiso e il fatto di non potermela godere a pieno mi fa sclerare in modo assurdo, ma vabbé, passerà ed io mi rimetterò in sesto con recensioni e letture, finally ** intanto, fatemi dire un grande grazie a tutti voi che ogni volta leggete e recensite le mie raccolte, non sapete quanto io vi adori e quanto mi facciate sorridere e star bene ogni volta che vedo quel numeretto aumentare, quindi GRAZIE GRAZIE GRAZIEEEEE <3 
Bon, ho finito anche per oggi lo sproloquio, buona lettura e...


Buonanotte 



Ps: se volete farmi una qualsiasi domanda, magari inerente alle storie o anche tutt'altro...mi trovate su Ask oppure su faisbiucco .

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"Dove sei? In che parte del mondo? 
Oppure sei ancora qui e non me ne accorgo"




Love is...atonement.







           S’era accorto che infondo, poi, non c’era proprio nulla di quello che si aspettava di avere, nella vita.
Non c’erano i cieli azzurri, le nuvole dalle forme astratte, la luna, le romantiche notti stellate, i pomeriggi passati a mangiare torte, le domeniche sul divano a guardare un film divertendosi ad imboccarsi pop corn, il profumo di cornetti appena sfornati, la nutella sul pane, il bacio del buongiorno e della buonanotte, le mani calde.
No, non c’erano le sue mani ad accarezzargli la fronte quando aveva la febbre, il piumone impregnato del suo profumo.
Non c’era nulla, neanche i suoi capelli sciolti al vento o legati in una folta coda; erano i più belli, avrebbe voluto dirglielo, dovuto, anzi.
Avrebbe dovuto dirle anche che non erano solo i suoi capelli, era proprio lei, ch’era la più bella.
Avrebbe dovuto dirle tutto questo e tanto altro, ma alla fine, era solo stato capace di farla soffrire, l’aveva vista piangere e poi andar via sotto il suo sguardo impotente. Non le aveva detto neanche ciao, non le aveva fatto neanche una carezza, mostrato un sorriso. Era rimasto freddo e immobile, quando, mentre lo portavano via da lei, la convinzione che non sarebbe mai stata sua, lo lasciava sprofondare nella terra più profonda.
-Cosa ci fai?
-Sono tornato!
-E…e il consiglio, la prigione, come hai fatto?
-Sono tornato, Erza…per restare!
Deglutì imbarazzato e le guance di lei si colorirono come i fiori di pesco nel mese d’Aprile.
-Per te
Soffiò.






"Tu sai già che cosa siamo noi."



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Capitolo 4
*** Love is...star. ***


Holaaaaaa minna! Ci siamo, anche il quarto giorno di Jerza week è quasi andato ed io sono qui,come al solito, in ritardo assurdo a postare la storia con il prompt di oggi! xD Beh che dirvi, so che questa raccolta è un po' diabetica e fluff, ma tutto ciò è solo in previsione di una long che probabilmente inizierò a scrivere presto, che tutto sarà furché fluff e romantica LOL quindi, tenetevi bene stretti questi momenti, se in futuro avrete intenzione di seguirmi ahahah
Mi trovo qui a ringraziare nuovamente tutti voi, adoarbili lettori silenziosi e non, il mio cuore batte sempre più forte grazie a voi e le belle parole che mi riservate, presto, avrò modo di ringraziare tutti voi, quindi stay tuned! :)
Adesso vi lascio, va la...
Buona Jerza week and...


Goodnight 


Ps: se volete farmi una qualsiasi domanda, magari inerente alle storie o anche tutt'altro...mi trovate su Ask oppure su faisbiucco .




 

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Ma tu sentila la pioggia, senti come viene giù rumorosa, guarda come bagna le foglie; ammira come riesce a portar via tutto…tranne te.

 

 

Love is...star.






C’è che bisognerebbe mettersi lì a guardare il sole, di tanto in tanto. Si dovrebbe restar lì, tra l’erba bagnata e i fiori profumati ad osservare come le nuvole si lasciano scivolare sotto il soffio quasi invisibile del vento.
Quel giorno, aveva deciso di farlo, ma più era lì che provava a concentrarsi sulle bellezze che la circondavano, più la sua mente vagava, girando intorno ad un unico punto, intorno ad un'unica voce, un unico corpo, un'unica persona; e allora capì che non erano le missioni, la magia, le lacrime o gli occhi verdi dei passanti, a ricordarglielo.
Era proprio lui, che non se n’era mai andato.
Era sempre stato lì, tra un sorriso e una lacrima, tra un ricordo felice e un attimo di tristezza. Era sempre stato nascosto lì, dietro il rumore sottile di una risata, dietro tutte le volte che si specchiava, dietro un film d’amore o una canzone.
Anche di notte, col temporale, lui c’era; eclissato dietro ogni lampo, e quando smetteva di piovere, chissà poi dove correva, ma era certa, l’avrebbe ritrovato, forse persino nel colore del cielo, torvo, come dopo ogni tempesta.
Quella sera dopo la grandine, il cielo si riempì di piccole ma intense luci, che timide, occuparono posto una a una nell’immenso blue della notte. Erza le fissò e le venne da sorridere quando nella mente le risuonarono, improvvise le parole di Mirajane “Dicono che esprimere un desiderio quando si vede una stella cadente, porti fortuna! Lo farò, esprimerò un desiderio per Lisanna, perché stia bene, ovunque sia! Dovresti provare, Er-chan…” glielo aveva suggerito con il suo solito sorriso dolce, ma lei infondo, non ci aveva mai creduto; scrollando le spalle le aveva risposto che non era un genere di cose per lei, quello; ma quella notte, c’era qualcosa di diverso nel cielo.
Indossò velocemente un cappotto e uscì a prendere un po’ d’aria. Il freddo le gelava le narici ma nonostante tutto non le fu impossibile sentire il profumo del terreno bagnato. Si stese su una panchina del parco, senza curarsi che fosse ancora umida, e tornò di nuovo a fissare quell’immensa vastità di punti luminosi. Sembravano così distanti.
Erza sospirò, pensando che forse l’idea di Mira, quella di appellarsi alle stelle, non fosse poi così stupida. Si sentì imbarazzata al solo pensiero pochi istanti dopo, ma poi, dopo essersi guardata intorno, accertandosi che non ci fosse nessuno a guardarla, quasi come se chiunque avesse potuto spiarle i pensieri, si lascio andare e fu più forte di lei quando la cometa tracciò la sua scia dorata….
“Vorrei solo…Gerard…”








 

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Capitolo 5
*** Love is...promise. ***





Saaaaaaaaalve, eccomi di nuovo in forte ritardo a postare la drabble con il nuovo prompt. Promessa. Ah quante ne avrei da scriverci su questo prompt, ma non solo per loro, conserverei anche qualcosa per me e per le persone che mi sono intorno. Insomma, io le promesse le vedo un po' a modo mio, forse perché sono tra quelle che ci credono davvero a quella piccola parola, magari banale. Ma vabbé non voglio stare qui ad ammorbarvi alle 23:42 di sera, quindi parliamo di cose belle e feliciiiii...come la fine della scuola! Ahhah è vicina e siam tutti più incasinati ma anche più contenti, quindi, forza e coraggio e facciamocela tutti insieme come se fossimo a ft :P
Tuttavia, mi sorge un dubbio...secondo voi, domani, nelle scan, ci sarà almeno un po' di Jerza? Ahahahahah suvvia, raccontatemi un po' di pareri e idee che poi magari domani ci commentiamo il capitolo all togheter :)
So...come sempre grazie per le recensioni, vi risponderò presto, giuro :P e vi ricordo che: se volete farmi una qualsiasi domanda, magari inerente alle storie o anche tutt'altro...mi trovate su Ask oppure su faisbiucco .
                                       Goodnight babes 




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Love is...promise.
 

                    Quando le labbra calde di Gerard, toccarono quelle morbide di Erza, ci fu il silenzio.
Né il battito d’ali d’un gabbiano, né il mormorio degli uccelli, né la corrente del fiume che s’infrangeva contro il terreno roccioso della collina. Nulla; solo il sordo palpito dei loro cuori che battevano all’unisono.
Era emozionato, Gerard. Il cuore sembrava uscirgli dal petto, ma probabilmente non ci sarebbe riuscito perché si sarebbe trovato contro il nodo che gli premeva alla gola.
Era preoccupato, Gerard, perché pensava a quando tutto quello sarebbe finito.
Aveva paura Gerard, perché temeva che forse avrebbe dovuto lasciarla ancora.
Erza tremava, tremava il suo cuore, tremavano le sue mani tra i capelli di lui. Ma era felice. Sorrise, mentre continuavano a baciarsi, quando Gerard iniziò a sfiorarle i capelli provocandole una serie d’indistinti brividi lungo la nuca, il collo; li sentiva scendere fin giù alla schiena e poi disperdersi, lenti. Quei brividi pian piano si dileguarono per tutto il corpo, quando si ritrovò sotto il peso del suo petto muscoloso. Tese le dita sulle sue spalle forti, stringendole, per fargli capire quanto lo desiderasse. Lui scese con le labbra fino al collo e facendo una leggera pressione con il naso, sotto il mento, le fece inarcare la testa per avere più spazio, per sentirsi più libero di tracciare scie di baci sulla tela nivea della sua pelle, orami calda.
Fu così che iniziarono, finendo poi a fare l’amore.
«Promettimi che non mi dimenticherai.»Erza ruppe il silenzio, portando lo sguardo in alto, verso il cielo vitreo. «Mai. Neppure tra cent’anni.»Soffiò. Non sapeva neanche, dove avesse trovato la forza di parlargli della sua paura più grande, quella di essere dimenticata da lui, lui che le prese la mano, stringendo le dita alle sue «L’unica storia che vorrei vivere, è con te, come potrei mai dimenticarti…» sussurrò arrossendo appena, ma notò nello sguardo di Erza ancora un po’ di diffidenza «E comunque, sì, promesso!» la rassicurò, e fu così che la vide sciogliersi in un sorriso. Il più bello.
 
 
 
 
 




 
 

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