total eclipse of the heart

di i love kurt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** dream comes true ***
Capitolo 2: *** intruse ***
Capitolo 3: *** surprisee ***
Capitolo 4: *** capello ***
Capitolo 5: *** evil plan ***
Capitolo 6: *** stolking ***
Capitolo 7: *** The age of Glory ***
Capitolo 8: *** girlfriend? ***
Capitolo 9: *** pizza for us ***
Capitolo 10: *** magic ***
Capitolo 11: *** espe ***
Capitolo 12: *** sicret ***
Capitolo 13: *** broken heart ***
Capitolo 14: *** oops ***
Capitolo 15: *** tutta la verità ***
Capitolo 16: *** l'assedio ***
Capitolo 17: *** è tutto finito ***
Capitolo 18: *** make a wish ***
Capitolo 19: *** auguri ***
Capitolo 20: *** change ***
Capitolo 21: *** the end ***



Capitolo 1
*** dream comes true ***


CAPITOLO 1. dreams come true

Francesca: sei sicura che il concerto sia qui?
Tania: al cento per cento.
Francesca: come facciamo a sapere dov’è l’entrata?
Tania: basterà seguire la folla accanita.
Era davvero un giorno molto speciale per Tania, il suo cantante preferito sarebbe venuto dall’Inghilterra per cantare nella sua città. Tania e Francesca vivono a Dallas, in Texas, e hanno dovuto aspettare che il mitico Olly Murs facesse il suo primo tour in America per vederlo. Tania lo adorava: aveva la camera piena di poster e cd autografati. Anche a Francesca piaceva, non troppo, era andata al concerto per accompagnare Tania, il suo cantante preferito era un altro…
Tania: non vedo l’ora di essere dentro, sarà fantastico quando lo ascolteremo dal vivo!
Francesca: se lo ascolteremo…
Eh già, erano senza biglietti. Si erano esauriti in meno di cinque minuti e Tania non aveva avuto nemmeno il tempo di registrarsi. Dovevano assolutamente trovare un modo per entrare.
Francesca: non ci conviene entrare dell’entrata principale, ci sono i controllori, guardiamo sul retro.
Tania: va bene.
Fecero il giro di quell’enorme stadio. Da fuori si sentiva della musica.
Francesca: oh caspita, siamo in ritardo! Olly sta già cantando!
Tania: tranquilla, ancora è presto. Il vero concerto inizia a mezzogiorno, manca ancora mezzora.
Francesca: e allora di chi è questa musica? Mi sembra così familiare…
Tania: in genere ci sono dei cantanti che aprono i concerti, magari un cantante emergente…
Francesca non riusciva a ricordarsi dove aveva sentito quella canzone, non la sentiva molto bene. Arrivarono sul retro dello stadio ma c’era un butta fuori grande e grosso davanti alla porta. Si nascosero dietro un cespuglio.
Tania: e ora?
Francesca: emm… inventiamoci qualcosa e entriamo.
Il buttafuori aprì la porta e prese un panino che gli portò un tizio. Si avvicinarono a lui correndo. Come sentì il rumore dei loro passi si girò di scatto.
Buttafuori: chi siete?
Tania: stagiste.
Il buttafuori inarcò un sopracciglio, non ci credeva molto.
Buttafuori: stagiste di chi?
Francesca faceva parlare Tania perché sapeva più cose sul conto di Olly.
Tania: stagiste di Clio. Aveva finito il blush pesca e ci ha mandato a comprarne un altro. Non sia mai rimanga senza…
Fece una risata isterica e aspettò la risposta del buttafuori che cominciò a grattarsi il pizzetto.
Buttafuori: voglio vedere i vostri tesserini, adesso!
Tania: non li abbiamo, ce li siamo scordati dentro.
La voce di Tania cominciò a tremolare. Il buttafuori chiamò il tizio del panino e gli chiese di controllare se sulla lista erano presenti, Francesca ne approfittò per tirare Tania per un braccio e trascinarla dentro.
Il buttafuori quando si girò e non le vide più pensò che se ne erano andate.
Tania: ci siamo intrufolate? E se ci beccano?
Erano in un piccolo corridoio pieno di porte, non c’era nessuno.
Francesca: dovevamo imbucarci per forza. Stagiste di Clio? È davvero la cosa migliore che ti sia venuta in mente?
Tania: almeno ci ho fatto entrare!
Risentirono quella canzone ascoltata fuori, ora Francesca la riconosceva.
Francesca: Oh santo cielo, non è possibile!
Presentatore: e ringraziamo Austin Mahone per la sua esibizione!!
Dal pubblico si levò un applauso. Tania e Francesca cominciarono a saltellare per il corridoio.
Francesca: questo è il giorno più bello della nostra vita, i nostri due idoli suonano allo stesso concerto!!

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Capitolo 2
*** intruse ***


intruse Sentirono dei passi provenire da dietro una delle porte che davano nel corridoio, dovevano nascondersi.
Aprirono la prima porta che videro ed entrarono.
Francesca: che posto è?
Si guardarono intorno.
Tania: oh cavolo… siamo nei camerini!
Francesca: se ci beccano siamo nei guai fino al collo, però ne vale la pena.
Tania: puoi dirlo forte!
Francesca: forza, cerchiamo la postazione di trucco di Austin e Olly.
Cominciarono a girare per quell’immensa stanza, c’era un silenzio tombale. Arrivarono davanti a una postazione di trucco con sotto un borsone blu.
Tania: dai, apriamolo.
Lo sollevò da terra e lo posò sulla sedia. Aprì la zip e ci frugò dentro. Dopo pochino tirò fuori un capello verde a righe nere e cominciò a saltare.
Tania: aww questo è il borsone di Olly, riconoscerei questo capello ovunque!
Francesca: provatelo.
Tania se lo mise in testa e le stava benissimo, come tutto del resto. Cominciò a specchiarsi.
Tania: come sto?
Francesca: benissimo.
Tania: ma ci pensi? Questo cappello prima di stare sulla mia testa stava su quella di Olly!
Francesca: da girati che ti faccio una foto.
Tania si girò e si mise in posa. Francesca scattò qualche foto con il cellulare e rimise il borsone apposto dopo aver chiuso la zip.
Francesca: anch’io voglio una foto con qualcosa di Austin, poi andiamo in mezzo alla folla e ci godiamo il concerto.
Tania: ti seguo.
Andarono allo specchio accanto.
Tania: guarda, ha lasciato il cellulare sul tavolo.
Francesca allungò una mano per prenderlo ma sentirono dei rumori provenire da fuori i camerini, qualcuno stava applaudendo.
l’esibizione di Austin era finita.
Sentirono delle voci provenire dal corridoio, erano le voci di un ragazzo.
Tania: ma… questa non è la voce di Austin?
Francesca: si, non è bellissima…?
Tania: forse non hai capito, sta per venire qui!
Francesca: oh…
Iniziarono a correre in cerca di un nascondiglio, Austin sarebbe entrato a momenti. Decisero di nascondersi dentro un armadietto. Era chiuso, Francesca schioccò le dita e come per magia si aprì. Ci entrarono a malapena, ci stavano strettissime. Riuscirono a nascondersi in tempo, Austin subito dopo entrò.
Tania: e adesso?
Francesca: rimaniamo qui fino a che non se ne va e poi ce ne andiamo.
Tania era nella parte più vicina allo sportello e dallo spiraglio osservava parte della stanza.
Francesca sussurrando: è andato via?
Tania: no, gli vedo le scarpe.
Francesca: che sta facendo?
Tania: non riesco a vederlo, comunque sta qui dei dintorni, secondo me vuole prendere qualcosa dal suo armadietto.
Francesca: siamo solo a pochi metri di distanza...
Calò di nuovo il silenzio. Francesca cominciò a curiosare tra gli oggetti dell’armadietto e intravide una foto, ma non riusciva a vederla bene perché c’era Tania che le tappava la visuale.
Francesca: spostati così vedo la foto attaccata dietro di te.
Tania si spostò e la vide: era una foto di Austin, si erano nascoste nel suo armadietto. Lì fu il panico. Francesca cominciò ad agitarsi.
Francesca: oddio! Ma quanto potremmo mai essere sfortunate?!
Tania le si avvicinò e le tappò la bocca con la mano.
Tania: la smetteresti di urlare? Vuoi forse che ci senta??
Troppo tardi, qualcuno aprì lo sportello facendole cadere ai suoi piedi.
se potete lasciateci qualche recensione cosi almeno capiamo se vi piace o no e se dobbiamo continuare #grazie

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Capitolo 3
*** surprisee ***


surprise Capitolo 3: surprise!!

Era una situazione a dir poco imbarazzante. Si alzarono in piedi timidamente e si tolsero dai pantaloni la polvere.
Austin: chi siete?
Era un po' infastidito.
Tania: ciao io mi chiamo Tania e lei è...
Austin: che ci facevate nel mio armadietto? Siete venute per me?
Francesca: in realtà eravamo venute per Olly però anche tu ci vai bene!
Tania le diede una gomitata.
Austin: sedetevi!
Accanto a loro c'era una panchina e si sedettero. Arrivò un tizio.
Tizio: Austin hai fame?
Austin: è mezzogiorno e mezzo, certo che ho fame!
Era anche fin troppo infastidito.
Tizio: allora ti porto la bibita.
Austin: ricordati di metterla dentro un bicchiere che non sia trasparente.
Francesca si avvicinò a Tania e le sussurrò una cosa:
Francesca: Austin ha da nascondere qualcosa...
Tania: e tu come lo sai?
Francesca: ha chiesto la bibita in un bicchiere che non faccia vedere cosa c'è dentro.
Tania: quindi?
Francesca: quindi non vuole che gli altri vedano cosa beve. Secondo me prende delle medicine o qualcosa di simile...
Tania: ma davvero in un momento simile pensi a queste cose?!
Austin: cosa state confabulando?
Francesca/Tania: niente!
Ritornò il tizio con in mano il bicchiere.
Tizio: vai via?
Austin: si, ho delle faccende da sbrigare, e di certo non starò qui a perdere tempo con delle pazze furiose.
Disse indicando con la testa Francesca e Tania e fecero finta di nulla.
Tizio: mettiti il cappuccio perché sta iniziando a piovere.
Austin stava andando via, era l'occasione che Francesca aspettava da una vita. Gli andò incontro.
Francesca: già che siamo qui... Possiamo fare una foto insieme?
Austin: col cavolo! Ho ben altre cose più interessanti da fare che fotografarmi con una fan schizzata!!
Francesca: ma io non sono schizzata.
Austin: ah no? Quindi per te nascondersi dentro il mio armadietto è da persone normali?
Francesca: beh ecco… vedi… io…
Austin secco: ci vediamo.
Francesca sentì una fitta al cuore, quello era stato ufficialmente il giorno più brutto della sua vita. Tornò negli spogliatoi da Tania, sarebbero rimaste in compagnia del tizio fino alla fine del concerto o fino a ché non avrebbero saputo che farne di loro. Il concerto era più o meno a metà.
Francesca si sedette accanto a Tania che le accarezzò la spalla.
Tizio: e ora che me ne faccio di voi?
Poi se ne andò a parlare con un altro assistente.
Francesca: filiamocela.
Tania: scordatelo. Non voglio rinunciare alla mia unica occasione di vederlo!
Francesca: in certi casi non è consigliato conoscere i propri idoli…
Si misero ad ascoltare la conversazione tra i due assistenti.
Tizio: potresti farmi il favore di accompagnare tu oggi Olly all'albergo?
X: va bene. In quale albergo alloggia?
Tizio: al plaza.
Tania si avvicinò a Francesca: ricordati questo nome, plaza!
Passò un'altra ora e il concerto terminò.
Tizio: d'accordo signorine, è tempo di tornare dalle vostre mamme!
Due omoni le presero di forza e le alzarono dal suolo. Le trascinarono fuori dallo spogliatoio proprio mentre stava entrando Olly che fissò Tania con faccia curiosa e divertita.
Olly: ehi che bel cappello!
Tania: oh no! Quando mi sono provata il suo cappello mi sono scordata di rimetterlo nella sua borsa!!!

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Capitolo 4
*** capello ***


capello
I due omoni le lanciarono fuori dall'edificio.
Tania: Che bei modi!!!
Avevano tutti i vestiti pieni di lezzo.
Tania: ma ci pensi? Il suo cappello sarà per sempre mio!!
Rise raggomitolandosi su se stessa, accarezzandosi le mani e guardando in su verso il suo nuovo “acquisto”.
Francesca: la tua risata malvagia mi spaventa un sacco...
Tania: non vedo l'ora di mostrarlo a tutte le mie amiche!
Francesca: assolutamente no! Ora tu gli riporti subito il cappello.
Tania: ma non voglio separarmene!
Francesca: pensaci: così avrai un'altra scusa per vederlo...
Tania: ma non so dove alloggia.
Francesca: ne parlavano prima i due assistenti, sta all'hotel plaza.
Tania: d'accordo, andiamo!
Francesca: no vacci da sola. Non sono dell'umore adatto.
Tania: dai su non abbatterti!
Fece per avvicinarsi ma Francesca se ne andò. Ci era rimasta troppo male…
Tania...
Con il mio magico mezzo di trasporto arrivai davanti all'hotel plaza. Ero nervosissima. Olly non sapeva che ci eravamo intrufolate al suo concerto, ma forse qualcuno glielo aveva riferito.
Mi misi sul ciglio della strada aspettando che arrivasse. Vidi in lontananza una limousine bellissima: era di sicuro lui. C'erano una serie di ragazze che gli andarono incontro chiedendogli l'autografo.
Guardia del corpo: ok, ok, signore, adesso lasciatelo in pace!
Olly: tu vai pure in camera, io firmo qualche autografo e ti raggiungo.
Cominciò a farsi le foto con le fan che a mano a mano che avevano finito se ne andavano. Erano rimaste solo due ragazze poi sarebbe stato il mio turno, ero l'ultima.
Le due ragazze se ne andarono felici e contente e io mi avvicinai a lui.
Olly: ciao tu sei...?
Tania: Tania, ma non è questo il punto. Volevo ridarti una cosa...
Olly: ci siamo già incontrati? Hai una faccia familiare.
Tania: oggi ero al tuo concerto... Ma non come spettatrice... Io e la mia amica siamo quelle che si sono intrufolate...
Olly: qualcuno si è intrufolato al mio concerto? Non ne sapevo nulla.
Fantastico, mi ero rovinata con le mie stesse mani. Tipico mio.
Tania: ...si ma poi Austin ci ha beccate e cacciate. Senti mi dispiace ma avevano finito i biglietti e io DOVEVO venire ad in tuo concerto che poi...
Olly: ehi va tutto bene, non sono arrabbiato, non me ne sono nemmeno accorto!
Adoro la sua clemenza!
Rimase immobile per un minuto, ma che stava facendo??
Olly: ecco chi sei: sei la ragazza con il bel cappello! Questo che hai in testa.
Tania: già... A proposito di quello...
Mi tolsi il cappello dalla testa e glielo restituii.
Tania: questo è tuo. Quando ci eravamo intrufolate ho voluto provarlo e mi sono scordata di rimettertelo nella borsa...
Olly: ecco dov'era!! Sai è il mio cappello portafortuna.
Fece un bellissimo sorriso a trentadue denti e si avviò verso l'entrata dell'hotel quando lo fermai, che emozione!!
Tania: possiamo fare una foto insieme?
Olly: ma certo!
Presi la macchina fotografica dalla borsa, spalle verso la strada, spalla a spalla, che emozione!
Avevo la mano tremolante ma riuscii a scattare la foto e la guardai subito, Olly era proprio davanti a me.
Tania: sei venuto malissimo!! Hahahaha sembra che hai un occhio storto!!
Scoppiai a ridere e gli mostrai la foto, anche lui vedendola rise.
Olly: che scema sei!
Mi diede una leggera spinta per scherzare e caddi giù dal marciapiedi. Sarebbe stata una scena divertente, se non fosse stati che qualcuno mi prese in pieno.

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Capitolo 5
*** evil plan ***


evil plan Capitolo 5

Il giorno del concerto di Olly e Austin aveva piovuto, e di brutto anche. Quando il concerto era finito, però, aveva smesso. Tuttavia la strada era sempre scivolosa. Un signore andava verso casa con la sua moto, vide una ragazza scendere all'improvviso dal marciapiede, frenò di colpo ma le ruote gli scivolarono sull'asfalto e investirono la ragazza.
Quella ragazza era Tania.
Era sdraiata per terra e si mise a sedere.
Olly: oddio scusa! Stai bene?
Le braccia le muoveva bene, poi provò a rialzarsi ma non ci riuscì.
Tania: ahi! la gamba, mi fa malissimo la gamba!
Olly: va bene chiamo subito un'ambulanza.
Il signore in moto rimise il mezzo di trasporto sul cavalletto, sul ciglio della strada, e si avvicinò a Tania.
Uomo: ma come ti è venuto in mente di attraversare la strada senza guardare??
Olly: scusi è colpa mia che l'ho spinta...
Uomo: ti è andata bene che la mia adorata moto non si è fatta un graffio, altrimenti avresti passato dei guai seri!!
Salì in sella alla moto e se ne andò.
Olly: che tipo...
Tania era lì seduta per terra con una gamba che le faceva malissimo, forse era rotta. Olly si mise a sedere sul marciapiede accanto a lei. Dopo cinque minuti arrivò l'ambulanza.
Olly: senti, tua mamma può venire all'ospedale?
Tania fu folgorata da un'idea fantastica: se gli avesse detto di no lui sarebbe rimasto a farle compagnia in ospedale.
Tania: no... Purtroppo oggi lei lavora e non può andarsene...
Olly: d'accordo allora ti accompagno io.
Piano malvagio riuscito.
Dopo qualche minuto arrivò l'ambulanza. Due medici la fecero salire sulla barella e la issarono sull'ambulanza. Salì anche Olly e si sedette accanto al medico di bordo e gli disse di avvertire la mamma di Tania.

Francesca stava camminando verso casa quando sentì un clacson chiamarla: era la mamma di Tania.
Francesca: ciao Victoria!
Victoria: vuoi un passaggio?
Francesca: volentieri.
Salì al posto del guidatore e spense la radio.
Victoria: com'è andato il concerto? E perché Tania non è con te?
Francesca: a Tania è andata benissimo! Ci siamo intrufolate, lei si è provata il cappello di Olly Murs, poi ci hanno beccate e non si sono accorti che Tania aveva il suo cappello e ora glielo sta riportando così ci parla!
Victoria: quindi non é stato Olly ad accorgersi che vi eravate intrufolate? Le è andata bene sennò si sarebbe arrabbiato di brutto.
Francesca: e infatti ci ha beccate Austin (che sarebbe il mio idolo) e si è infuriato e mi ha trattata malissimo.
Victoria: ci sei rimasta male?
Francesca: si parecchio, non credo che lo seguirò più...
Victoria: povera cucciola...
Poi le squillò il cellulare e rispose. La sua faccia sbiancò in un attimo e fece un'inversione a U.
Francesca: dove stiamo andando?
Victoria: all'ospedale, a quanto pare Tania è stata investita ma nulla di troppo grave.

Tania era stata portata in ospedale e le avevano fatto le lastre. Mentre aspettavano i risultati l'avevano messa in una stanza libera. Con lei c'era Olly che stava in silenzio, era in imbarazzo. Tania ruppe il silenzio.
Tania: allora... Per quanto ti trattieni a Dallas?
Olly: beh... Questa doveva essere la terzultima tappa del mio tour in America, sarei dovuto andare a Denver per poi fare il concerto finale a Las Vegas.
Tania: ma...?
Olly: ma il concerto a Denver è saltato e così rimango qui per circa due settimane.
Tania era contentissima, ora che sapeva dove abitava sarebbe potuta andare a spiarlo ogni volta che avrebbe voluto.
Qualcuno bussò alla porta e entrò.
Olly: Austin che ci fai qui?
Austin: volevo parlarti di una cosa, puoi venire un attimo fuori?
Olly: va bene. mi Accompagni dai dottori? Devo sapere i risultati della sua lastra.
Austin: si.
Austin e Olly uscirono e dopo pochi minuti arrivarono anche Victoria e Francesca.
Tania: mamma che ci fai qui?
Victoria: come che ci faccio?! Ti hanno investita!!
Francesca: ci siamo tanto spaventate. Come ti senti?
Tania: mi sono fatta male solo alla gamba.
Victoria: la prossima volta dirò a quel tipo di prenderti in pieno!!
Ovviamente scherzava e Francesca scoppiò a ridere. Rientrarono Olly e Austin nella stanza e a Francesca si gelò il sangue nelle vene. Si vergognava tantissimo. Victoria gli andò incontro a chiedergli cosa gli avevano detto i medici.
Francesca avvicinandosi a Tania: che cosa ci fanno qui Olly e Austin????
Tania: Olly mi ha spinta giù dal marciapiede e mi ha investito una moto. Si è sentito in colpa e mi ha accompagnata fin qui in ambulanza. Non è la cosa più bella che mi sia mai capitata?
Francesca: e Austin??
Tania: non lo so, è venuto poco fa dicendo che doveva dirgli una cosa.
Francesca: devo andarmene da qui!!
Si avviò verso l'uscita quando la mamma di Tania la richiamò.
Victoria: dove vai?
Francesca: mamma mi sta aspettando e se non vado ora poi si preoccupa.
Si girò di spalle e corse via. Non si ricordava la strada per uscire da quel labirinto di ospedale.
X: da questa parte.
Oh cavolo, era di nuovo Austin. Anche lui doveva uscire.
Fuori dall'ospedale Austin le si avvicinò un'altra vola.
Austin: vuoi un passaggio?
Francesca: e perché dovresti darmi un passaggio?
Austin: perché io accontento sempre le mie fan.
Francesca: ah si? Come oggi quando io volevo una foto e mi hai maltrattata?
Austin: eri tu?
Francesca: si. comunque grazie ma torno a casa a piedi. E se ne andò.

Tornata a casa Francesca aprì la porta e salutò sua mamma.
Francesca: scusa per il ritardo ma Tania si è fatta male.
Enrica: non ti preoccupare. Vai in camera tua che ti sta aspettando qualcuno.
“I nonni di sicuro” pensò lei. entrò e ci trovò qualcun altro.
Francesca: Julian che ci fai qui?
julian: ieri a scuola ti avevo fatto una domanda ma poi è suonata la campanella e non hai potuto rispondere. quindi adesso: ti vuoi mettere con me?
Francesca: ... si.

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Capitolo 6
*** stolking ***


stolking Tania...
Olly: adesso io devo andare. Stammi bene!
Mi saluto velocemente e andò via, che peccato.
Tania: che hanno detto i dottori?
Mamma: hanno detto che è solo una frattura. Adesso li raggiungiamo e ti mettono il gesso.
Tania: e quanto lo dovrò tenere?
Mamma: due settimane. Tranquilla voleranno.
Tania: e come faccio ad andare a scuola?
Mamma: obbligheremo Francesca ad accompagnarti.
Sorrisi e mamma mi accarezzò una spalla.
Mamma: ti è andata veramente bene, sei proprio una maga!

Il giorno dopo Francesca accompagnò a scuola Tania. Stavano camminando sul marciapiede.
Francesca: com'è stato rompersi la gamba per colpa del tuo idolo?
Tania: bellissimo, e la parte migliore è che rimarrà a Dallas per due settimane!!
Francesca: e ora che sappiamo dove alloggia potremo andare a spiarlo ogni giorno!
Erano come telepatiche, quello che pensava una lo pensava l’atra.
Tania: lì vicino c'è una pasticceria buonissima, dopo scuola andiamo a prendere qualcosa mentre aspettiamo che torni in albergo e poi troviamo un modo per infiltrarci.
Francesca: credi che ti riconoscerà?
Tania: lo spero... Comunque mi dispiace per Austin, ci sono rimasta male anch'io.
Francesca: non puoi immaginare quanto ci sia rimasta male io. Non ci ho nemmeno dormito la notte!
Si avvicinarono al cortile della scuola dove c'erano i loro compagni.
Tania: guarda, c'è Julian! L'altro giorno non avete avuto modo di parlare, ora di sicuro verrà a chiederti qualcosa.
Francesca: a proposito... Ieri sera, quando sono tornata a casa, l'ho trovato in camera mia... E mi ha chiesto se volevo mettermi con lui.
Tania: e aspetti solo ora a dirmelo?? Tu ovviamente gli hai detto di si, vero?
Francesca: certo, non sono mica scema! Oh eccoli, stanno arrivando.
Julian e Michael le si avvicinarono.
Julian: ciao Francesca.
E le diede un bacio sulla guancia.
Michael: Tania ma cosa hai fatto alla gamba? Perché hai le stampelle?
Tania: per prima cosa, il concerto è stato un successo!
Francesca: parla per te, siamo riuscite ad intrufolarci ma Austin ci ha beccate nei camerini!
Julian: e non è una bella cosa?
Francesca: no perché non l'ha presa tanto bene.
Tania: comunque quando i buttafuori ci hanno buttato fuori (?) mi sono accorta che mi ero provata il cappello di Olly e non l'avevo messo apposto
Michael: quindi ci hai parlato? Haha invece Franesca è stata trattata di merda hahahaa
Francesca gli diede una botta.
Tania: sicché sono andata al suo albergo e ci ho parlato, è stato il giorno più bello della mia vita!
Francesca: se non fosse per la gamba... Olly l'ha spinta giù dal marciapiede e una moto l'ha investita. Ecco perché ha il gesso.
Michael rise ancora, la trovava una cosa divertente. La campanella suonò e i ragazzi si avviarono verso l'entrata.
Julian: cosa fai oggi? Ti va di uscire?
Francesca: scusa oggi non posso proprio, accompagno Tania a spiare Olly.
Julian: come si fa ad avere una fidanzata che spia le persone?!
Francesca: che scemo!
Julian: va bene ma domani sei tutta mia.
Francesca: d'accordo.
Quel pomeriggio, come da programma, andarono alla pasticceria vicino all'hotel di Olly e si sedettero a un tavolo.
Francesca: fammi indovinare: tu non prendi niente.
Tania: lo sai che non posso mangiare perché sono grassa.
Francesca: non vuoi nemmeno un morsino del mio dolcetto?
Tania: sono obesa! Se mangio dell'altro scoppio!!
Francesca ordinò un bombolone alla crema e aspettò che glielo portassero.
Erano sedute al tavolo e guardavano fuori dalla vetrina quando videro passare Olly di lì.
Tania: guarda, c'é Olly. Mangia il bombolone in fretta e andiamo!
Francesca: ancora non me lo hanno portato.
Olly guardò attraverso la finestra e vide Tania. Con una mano la salutò. Tania ricambiò il saluto e Olly entrò nella pasticceria.
Tania: viene verso di noi.
Francesca: si certo, come no.
E invece Olly si stava proprio avvicinando al loro tavolo e si mise a sedere accanto a loro.
Olly: come va la gamba?
Tania: devo tenere il gesso per due settimane.
Olly: scusa di nuovo.
Tania: niente.
Francesca: Olly vuoi qualcosa da mangiare?
Olly: no grazie. Ho appena fatto merenda.
Una cameriera arrivò e diede il bombolone a Francesca che ci si avventò contro. Tania rimaneva a guardare.
Olly: perché tu non mangi?
Tania: perché sono grassa.
Francesca: non mangia mai niente. A volte beve un po' di tè e poi basta.
Olly: a che ora uscite da scuola?
Tania: alle quattro.
Olly: allora alle quattro passo prenderti e ti porto a far conoscere una persona.
Tania: me? Awww va bene.
Cominciarono a sentire dei rumori provenire da fuori, erano i paparazzi.
Olly: oh cavolo! Ora non mi lasceranno più in pace!
Tania: passa dal retro.
Olly: ok, ciao belle ci si vede.
E andò via. Intanto Francesca aveva finito il bombolone.
Tania: hai sentito? Ci ha chiamato belle!!
Francesca: e domani uscirete insieme!!!
Tania: ti prego vieni con me. Mi vergogno troppo.
Francesca: mi spiace ma esco con Julian. Dovrai cavartela da sola.
Tania: non ce la faccio, lo sai che sono timida!
Francesca: ma levati! Hai perfino inventato un piano malvagio per passarci più tempo insieme!!
Tania: hai ragione... Dai usciamo.
Volevano uscire dal bar e entrare nell'albergo ma qualcosa le bloccò. I paparazzi.

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Capitolo 7
*** The age of Glory ***


adge of glory Decine e decine di macchine fotografiche erano puntate su di loro. Alcuni microfoni erano talmente vicini a loro che le sfioravano.
Con le mani cercavano di spostarli.
Francesca: ma che cosa volete?
Tania avvicinandosi a Francesca: poco fa eravamo con Olly...
Francesca: oh… capisco.
Paparazzo: conoscete Asya per caso?
Francesca: chi è Asya?
Tania: è quella ragazza uccisa dal tritacarne ambulante fan di Olly.
Francesca: noi non la conosciamo.
Paparazzo: e allora una di voi è la sua ragazza.
Tania: era meglio...
Paparazzo: avanti, a noi potete dirlo. Da quant'è che state insieme??
Francesca: ma di che cosa sta parlando?!
Un uomo alto e grosso passò e con un braccio le portò via. I paparazzi continuarono a seguirle.
Francesca cercando di liberarsi dalla stretta: e lei chi sarebbe?
Tania: è la guardia del corpo di Olly, ci sta aiutando.
I paparazzi cominciarono a fare domande anche alla guardia del corpo, che stufata, li fece una sfuriata. Scapparono via a gambe levate. Comunque sarebbero tornati a breve.
Tania: adesso però può lasciarci.
Guardia: scusate ragazze ma non posso lasciarvi andare a casa da sole, verreste aggredite in men che non si dica.
Francesca: e quindi adesso che facciamo?
Guardia: resterete in albergo fino a che non viene Alfred.
Ci fece alloggiare nella Hall dell'albergo, era bellissimo.
Arrivò anche Olly di corsa asciugandosi la fronte.
Olly: fiu, ce l'ho fatta!
Poi si accorse di Tania e Francesca.
Olly: oh voi? Ancora qui?
Tania: scusa è che siamo state "aggredite" dai paparazzi.
Olly si sedette sulle poltrone accanto a loro.
Olly:oh... Mi dispiace.
Francesca: non importa, abbiamo avuto il nostro momento di gloria.
Tania: è stato breve ma intenso.
Olly rise. La guardia del corpo se ne andò.
Francesca: chi è Alfred?
Olly: è il mio autista. Appena arriva vi riporterà a casa.
Tania: e non poteva farlo quell'altro?
Olly: no perché è inglese, e non può guidare qui in America.
Stettero un pochino a sedere.
Olly: dovrei andare in camera mia, ma mi fa fatica.
Tania rise: ci mancherai quando te ne sarai andato.
Olly: tranquille, tanto poi ritorno.
Francesca: che significa?
Olly: concluderò il mio tour in America con il concerto a Las Vegas, e poi tornerò qui a Dallas perché ho intenzione di scrivere una canzone con Austin.
Francesca: come scusa????
Era rossissima in viso.
Tania: ecco perché ieri era venuto in ospedale...
Olly: dovrebbe venire a momenti per creare insieme la melodia.
Francesca cominciò a dimenarsi.
Francesca: COSA??????
Olly: scusa ma che problemi hai?
Francesca: emm... Io vado un attimo al bar.
E sparì di corsa.
ordinò un bicchiere di succo e si mise a sedere davanti al balcone. Sentì la porta d'ingresso aprirsi e si girò di scatto, era Austin. Si girò verso il barista e si strinse nelle spalle. Bevve in un sorso il succo e poi si sentì chiamare da dietro.
Francesca: si...?
Voleva scomparire.
Austin: ti posso parlare un attimo?
Tania entrò nella stanza.
Tania: Checca è arrivato Alfred.
Francesca scese dalla sedia e si avviò da Tania.
Francesca: devo andare.
Disse a Austin.
Andarono con Alfred che le fece accomodare dentro una bellissima limousine. Si mise alla guida e partì. Francesca si avvicinò allo specchietto che permetteva di dialogare con il guidatore.
Francesca: quindi quando Olly se ne sarà andato, tu sarai senza lavoro.
Alfred: non sono solo l'autista di Olly Murs, accompagno un sacco di persone in un mucchio di posti.
Francesca: chissà con quanti cantanti avrai avuto a che fare!
Alfred: non solo, accompagno anche un sacco di persone ricche. Ai suoi tempi ho accompagnato Bouche...
Francesca: si,si certo... Mi piacerebbe tanto avere un'autista personale, ma costa troppo...
Alfred: il primo viaggio lo offre la casa.
Francesca: forte! Dammi il tuo numero così un giorno ti chiamo.
Tania: quindi poco fa su questi sedili c'era seduto Olly?
Alfred: esatto.
Tania: di conseguenza qui ci sono tutte le sue cose?
Alfred: esatto.
Tania: come si fa ad avere un po' di privacy qui dietro?
Alfred: chiudi lo sportelletto.
Tania lo chiuse e cominciò a frugare tra i sedili.
Francesca: Tania, hai tenuto il suo cappello in testa per più di un'ora, domani ci esci insieme, non hai bisogno di prendere un altro suovenir!
Tania estrasse da sotto il sedile una penna.
Tania: non posso nemmeno prendere un ricordino piccolo piccolo?
Fece la faccia da cucciolo.
Francesca: eh va bene.
Alfred le riportò a casa sane e salve.

il giorno dopo finita la scuola, Francesca e Julian andarono al parco.
Julian: mi accompagni alla'edicola? devo prendere il giornalino dello sport.
Francesca: va bene.
andarono verso l'edicola. Julian andò a pagare il giornalino e Francesca si mise a guardare i giornalini di gossip, le piacevano tantissimo. ma non quello di quel giorno.
in prima pagina c'erano lei e Tania.

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Capitolo 8
*** girlfriend? ***


girlfriend Francesca...
Non riuscivo a crederci, ero in prima pagina del giornale più letto da adolescenti e adulti. Julian mi si avvicinò.
Julian: hai una faccia...
Io: guarda, è scandaloso!
Gli porsi il giornale e lui sbaragliò gli occhi.
Julian: perché sei in prima pagina?!?!
Lessi la didascalia: "le nuove fidanzate di Olly per caso??"
Io: COSA?!?! Devo assolutamente comprarlo per vedere che c'è scritto.
Lo comprai e andammo a sederci al parco. Sfogliai la rivista fino a ché non trovai l'articolo che mi riguardava. C'era una foto di noi sedute al bar con Olly e una di me e Tania fuori dalla pasticceria con i microfoni puntati addosso. Cominciai a leggerlo.
Io: c'è scritto: " di sicuro il nostro amatissimo cantante non ha perso tempo durante il suo tour in America"
Julian: ma cosa vi siete detti?
Io: io e lui nulla, parlava solo con Tania.
Julian: va bene...
Io: comunque... "é stato beccato nella pasticceria vicino al suo hotel con le due ragazze nella foto. Dopo un'oretta le stesse due ragazze sono uscite dall'albergo scortate dall'autista di Olly"
Julian: ovviamente non é successo sul serio, vero?
Che cucciolo, era geloso. Gli accarezzai una spalla.
Io: tranquillo, sono stata lì per un minuto poi mi sono rifugiata al bar dell'hotel perché era arrivato Austin.
Julian: ma davvero non ti interessa più?
Scossi la testa: no... Ho anche tolto tutte le sue canzoni e foto dal telefono. Adesso il mio sfondo è un gattino che gioca con un gomitolo...
Julian: hahaha che cosa triste! Dai, facciamoci una foto insieme!
Mi prese il cellulare e ci scattò una foto, che dolce! Mi misi a guardarla.
Io: a me sarà andata anche male, ma a Tania è andata alla grande, pensa che oggi esce con Olly...
Julian: dopo chiamala per sentire com'è andata.
Io: si certo, bella battuta.
Dovete sapere che Tania non ha un telefono. Non ci stavamo muovendo dal parco, ci faceva troppa fatica, e alcune ragazze si stavano avvicinando a noi senza dire nulla.
Io: emm... Che state facendo?
Ragazza: io lo so chi sei, sei la nuova fidanzata di Olly Murs. Sappi che se provi solo a farlo soffrire ti tiro il collo come a una gallina.
Io: guarda che ti sbagli. Non stiamo insieme.
La ragazza se ne andò con lo sguardo minaccioso, mi sentivo osservata.
Io: vorrei poter nascondere la mia faccia.
Julian: io ho un'idea...
Si avvicinò a me e cominciò a baciarmi. Era un momento magico, ma delle fan impazzite decisero di rovinare tutto. Continuavano ad assillarmi, non ne potevo più.
Io: ma volete lasciarmi in pace?! É Tania la sua fidanzata, non io.
Le ragazze se ne andarono.
Julian: lo sai che ora tartasseranno Tania fino alla sua morte?
Io: beh non è una brutta cosa per lei: ha sognato tutta la vita di esserci fidanzata, ora lo è nella mente delle sue fan, é un passo avanti!
Julian: si, ma ora sta uscendo con Olly...
capii il nesso.
Io: oops... Meglio sbrigarsi.

Tania...
Olly era venuto a prendermi fuori da scuola. Mi accompagnò all'auto dove ci stava aspettando Alfred. Ci fece accomodare e partì.
Io: dove mi stai portando?
Olly: lo sai? la troupe non aveva messo Dallas come tappa per il mio tour, ma io ho insistito.
Io: e perché?
Olly: qui ci vive una mia vecchia amica di infanzia, che quando aveva circa venti anni si è trasferita qui per morivi di lavoro.
Io: che cosa dolce andare a trovare una tua amica.
Ero un'adulatrice spaventosa. Dopo poco Alfred accostò e noi scendemmo. Olly suonò a un campanello e una donna anziana ci aprì. Quando vide Olly le lacrimarono gli occhi e lo abbracciò forte.
Donna: oh Olly... Ci sei mancato così tanto!
Olly: lei come sta?
Donna: ... Non bene... Sei stato fortunato a venire ora, il dottore ha detto che non le rimane molto da vivere...
Ci fece accomodare e ci accompagnò al piano di sopra.
Donna: a Denise farà molto piacere vederti, e questa chi è?
Disse indicando me.
Olly: un'amica.
Oh che bello mi considerava una sua amica!
Sentimmo un rumore provenire dalla finestra, ci affacciammo e l'idiota del mio compagno di classe Pilu si era schiantato contro un palo.
La donna che ci aveva aperto ci portò fino a una stanza, quella di Denise. Era sdraiata nel letto con le coperte che la ricoprivano, le vedevo solo il viso mangiucchiato da qualche malattia. La donna le si avvicinò e io ne approfittai per dire a Olly: da che malattia è affetta? Il cancro?
Olly: ora lo vedi.
La donna levò le coperte da Denise e la vidi: soffriva di anoressia.
Aveva tutte le ossa del torace in fuori, le braccia rattrappite e non riusciva a muovere un muscolo. Si accorse di noi.
Denise: oh.. Olly... Sei venuto.
Olly: sono passati due anni dall'ultima volta che ci siamo visti, sei bellissima.
Denise: e lei chi è?
Olly: lei si chiama Tania.
Denise: piacere di conoscerti.
Io: piacere mio.
E le strinsi la mano. Mossa alquanto inappropriata, le feci un male cane. Cominciò a dimenarsi nel letto urlando dal dolore.
Io: ma che ho fatto?
Olly: è talmente denutrita che ha le ossa debolissime e ogni tipo di contatto le fa malissimo.
Io: scusami tanto Denise, non lo sapevo.
Rientrò sua mamma con una scodella in mano, dentro c'era un po' di zuppa.
Denise: no mamma non la voglio.
Donna: ti prego amore ti scongiuro, è una settimana che non mangi!
Denise: mamma, non posso mangiare. Guardami, sono grassissima!!!
Donna: tesoro ti scongiuro anche solo una cucchiaiata, per favore fallo per me!
Denise non ne voleva sapere di mangiare, sua mamma aveva tutti gli occhi luccicanti. Se ne andò.
Olly mi fece vedere una foto di Denise cinque anni prima.
Io: era bellissima!!
Olly: si vedeva grassa, e così ha smesso di mangiare, e non ha più ricominciato. Voleva essere sempre più magra sempre più magra fino a ridursi in quelle condizioni.
Io: oddio è una cosa orribile...
Olly: ora mi prometti che lascerai perdere gli stereotipi di ragazza magra e ricomincerai a mangiare?
Io: va bene va bene ma solo perché me lo dici tu.
Olly: dimostramelo.
E tirò fuori dalla tasca un dolcetto pieno di calorie, mi faceva ribrezzo.
Io: brutta merda!
Comunque lo mangiai, mi sentivo indecente, ma non volevo finire come Denise.
Olly: ascolta Denise, ora io devo andare. Ogni mattina però verrò a trovarti.
Denise: per quanto rimani a Dallas?
Olly: due settimane, ma poi ritorno.
Denise: io ti aspetto qui, non mi muovo.
Uscimmo dalla casa e fummo invasi da paparazzi e fan. Tutti gridavano.
Paparazzo: ecco la coppietta!! Siete fidanzati?
Olly: non ancora...
Come scusa?!

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Capitolo 9
*** pizza for us ***


pizza for us Tania...
Ha davvero detto "non ancora"? Questo significa che intendeva provarci.
Paparazzo: non provate a mentirci, in tre giorni siete stati visti insieme tre volte. Ora state uscendo da una casa insieme e oggi l'amica della ragazza qui presente ha dichiarato che state insieme.
Io: cos'ha fatto la mia amica?!?!
Dall'angolo della strada vidi arrivare Francesca e Julian a corsa.
Francesca: scusate è tutta colpa mia!!- urlava.
Io: ma che hai combinato?!
Francesca: il fatto è che siamo sulla prima pagina del giornale del gossip...
Cominciai a saltellare.
Io: oh mamma siamo in prima pagina!!
Francesca: c'era scritto che una delle due era la fidanzata di Olly, così le fan non mi lasciavano in pace. Io e Julian eravamo usciti insieme ma loro ci stavano rovinando l'appuntamento, e allora per farle allontanare le ho detto che eri tu la sua fidanzata, così mi avrebbero lasciata in pace.
Julian: ci dispiace tanto...
Olly: non importa. Sgomberare gente non c'è più niente da vedere!
A poco a poco cominciarono ad andarsene tutti.
Olly: allora... Vi va di andare tutti a mangiare fuori?
Francesca: oh no scordatelo! Noi è tutto il giorno che si corre per cercarvi non ne possiamo più!
Io: come avete fatto a trovarci?
Julian: ci è bastato seguire l'orda impazzita.
Olly: e dai vi prego! Ci accompagnerà Alfred.
Francesca: no davvero noi siamo troppo pigri, andateci voi due.
Francesca stava cercando di lasciarci soli. Arrivò Alfred tutto sorridente e Francesca gli si avvicinò.
Francesca: ascoltami, stasera Olly e Tania escono insieme. Quando ci rivedremo voglio il resoconto di tutto quello che hanno detto.
Alfred: guardi che non sono il suo schiavo.
Francesca: e non vorresti diventarlo?
Alfred rise.
Io portai Olly in una pizzeria, non mi piacciono i ristoranti esclusivi. Come al solito presi una pizza ai funghi, la mia preferita, Olly prese una semplice margherita. Cominciai a mangiarla, ma a metà non mi andava più, erano troppo calorie.
Olly: non la finisci?
Io: no. Guardami, sono obesa!
Olly: mangiala!
Io: no.
Mi rifiutai. Olly aveva una faccia molto seria. Si alzò, fece il giro del tavolino e si avvicinò a me. Indicò la pizza.
Olly: finiscila!
Mi rifiutai di nuovo. Olly, stufo, mi pestò un piede. Io strillai dal dolore e lui ne approfittò per prendere un pezzo di pizza e mettermelo in bocca. Provai a sputarlo ma mi tappò la bocca.
Olly: ingoia!!
Mi ordinò. Non capisco perché gli interessasse così tanto che io finissi quella pizza, infondo era solo una pizza.
Cominciai a mangiarla, ma il mio stomaco non resse e mi venne da vomitare tutto. Mi precipitai verso il bagno, mi ci rinchiusi dentro e cominciai a vomitare. Sentii bussare alla porta.
Io: occupato.
X: sono io, Olly.
Io: non entrare, non voglio che tu mi veda così.
Ero in ginocchioni davanti alla tazza del water, non era una cosa bella da vedere.
Olly: ti prego aprimi la porta prima che qualcuno mi veda nel bagno delle femmine.
Mi alzai e gli aprii la porta. Lui entrò e chiuse la porta a chiave. Mi rivenne su tutta la pizza e tornai a vomitare. Olly si inginocchiò accanto a me.
Olly: ok, forse ho esagerato a farti mangiare tutta quella pizza, il tuo stomaco non è ancora abituato, ma riuscirai a stabilizzarti.
Smisi di vomitare.
Io: cosa? Non voglio stabilizzarmi e in questo momento avrei preferito stare sola, hai idea di quanto sia umiliante vomitare di fronte al proprio idolo? E poi mi dici come mai ti interessa tanto se mangio o meno un trancio di pizza?!
Olly cominciò ad alterarsi.
Olly: Perché la mia migliore amica sta per morire per colpa di uno stupido stereotipo! Tu invece hai idea di quanto sia massacrante non aver potuto aiutare una tua amica perché eri troppo impegnato a cantare negli stadi di tutta l'Europa? Ogni giorno sono divorato dai sensi di colpa, non riesco a dormirci la notte, e adesso non permetterò che tu finisca come Denise!!
Rimasi in silenzio.

In quelle due settimane a Dallas Olly si occupò moltissimo di me. Ogni mattina, mentre io ero a scuola, andava a trovare Denise. Alle quattro veniva a prendermi e uscivamo. Si interessava al mio disturbo alimentare ma non mi assillava, solo durante i pasti. Era veramente dolcissimo, anche la mia mamma mi vedeva cambiata.
La sera prima che lui partisse per Las Vegas siamo usciti e lui mi ha baciato ma non abbiamo avuto modo di parlarne poiché stavano arrivando i paparazzi e siamo scappati. Nello scappare ci siamo persi di vista. Ma io non potevo stare una settimana senza chiarire, ero troppo eccitata. Mamma mi diede uno strappo fino all' aeroporto, scesi dalla macchina e cominciai a cercarlo. Quando lo trovai mi precipitai verso di lui che non si accorse di me perché era di spalle.
Olly: sisi ora ci facciamo una foto.
Io: veramente non voglio una foto...
Olly si girò spaurito.
Olly: ...Tania?
Io: ehi!
Olly: che ci fai qui?
Io: beh... Ieri...
Arrivò un facchino che trascinò via Olly.
Facchino: signore è in netto ritardo con il programma, è tempo di salire sul suo aereo privato.
Io: oh ma andiamo aspetti! Il mio discorso è davvero breve!
Olly cercava di dimenarsi ma riuscii a capire cosa diceva.
Olly: vuoi essere la mia ragazza?
Io: SI!!!!
Le porte che ci separavano si chiusero ma non mi importava: mi ero fidanzata con il mio idolo fin da quando ero alle medie. Non vedevo l'ora di tornare a casa e raccontare tutto a Francesca.
Aspetta un attimo: e ora come ci torno a casa? Andai al telefono pubblico dell'aeroporto e composi il numero della mia amica.
Francesca era al negozio di fumetti a comprare il nuovo numero di Iron Man quando le squillò il cellulare.
Francesca: pronto.
Tania: sono Tania, e sono nei guai.
Francesca: che ti è successo?
Tania: ho accompagnato Olly all'aeroporto perché è partito ma non ho considerato il fatto che non posso tornare indietro.
Francesca: e lo dici a me? Nemmeno io ho la macchina. Tua mamma non può venire?
Tania: è a lavoro, non posso aspettare stasera. Ti prego aiutami!
Francesca: aspetta mi è venuta un'idea. Ora vengo a prenderti.
Riattaccó e chiamò la salvezza di Tania.
Francesca: ciao Alfred sono Francesca, non è che potresti offrirmi ora il passaggio sulla limousine gratis?
Alfred la passò a prendere, Francesca aprì lo sportello e si mise a sedere.
Oh no, c'era Austin seduto nel sedile accanto al suo.

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Capitolo 10
*** magic ***


magic Austin era seduto sul sedile dell'auto e leggeva il giornale. Francesca si sentiva tremendamente in imbarazzo.
Austin: qui dice che una professoressa ha fatto il bagno nella benzina e poi è passato un barbone con una sigaretta in mano, l'ha lanciata e lei ha preso fuoco.
Francesca: quella era la mia insegnante di scienze, nuota prof nuota...
Aveva uno sguardo assassino, Austin la guardò male poi tornò a leggere il giornale.
Austin: inoltre dice che presa dall'agonia ha iniziato a correre e ha sbattuto contro un muro ripetutamente.
A Francesca scappò una risata.
Alfred: come mai ti serve un passaggio?
Francesca: Tania è bloccata all'aeroporto e nessuno può andarla prendere.
Alfred: e cosa ci fa all'aeroporto?
Francesca: è andata da Olly per chiarire non ho capito cosa...
Austin: si sono messi insieme.
Francesca: secondo me Tania gli ha fatto un incantesimo...
Alfred: stanno molto bene insieme...
Francesca: a proposito... Raccontami un po' di gossip.
Alfred: questa è bella: l'altro giorno Tania ha mangiato un piatto di pasta intera!
Francesca: non ci credo! Nemmeno mi ricordo i tempi in cui mangiava senza preoccuparsi di ingrassare.
Alfred: Tania è contentissima, ha conosciuto il suo idolo che si prende cura di lei!
Francesca: almeno una delle due è riuscita a realizzare il proprio sogno...
Austin: adesso basta!
Chiuse lo sportelletto che permetteva di parlare con Alfred.
Francesca: ehi ma cosa fai?!
Austin: mi dispiace di averti trattato male, ok? Il fatto é che ero molto affamato e nervoso.
Francesca: affamato? Ma se hai bevuto?!
Austin fece un sorrisino malizioso.
Austin: ma allora te lo ricordi...
Francesca chinò lo sguardo per nascondere un sorriso.
Austin: voglio farmi perdonare: amici?
E tese la mano verso di lei. Francesca la guardò un po' e poi la strinse sorridente.
Francesca: amici.
Alfred bussò allo sportelletto e Francesca lo aprì.
Alfred: Austin siamo arrivati.
Austin salutò timidamente Francesca con la mano e scese dall'auto.
Alfred: c'è niente che devi dirmi?
Francesca sorrise: proprio non capisco di cosa tu stia parlando.
Alfred: quindi vorresti farmi credere che non vi siete detti niente di piccante?
Francesca: ma smettila, io sono fidanzata.
Alfred deluso: oh... Quindi siete solo amici?
Francesca: SOLO?! E'già tanto per me! Mi va più che bene!! Comunque il viaggio gratis vale anche per il ritorno, vero? Perché ho speso tutti i miei soldi in fumetti.
Alfred rise. Francesca lo prese come un si
Quando arrivarono all' aeroporto, fu un'impresa ardua trovare Tania, l'aeroporto è molto grande e Tania non ha il telefono. Alfred rimase in macchina ad aspettarla. Dopo più di mezzora le due amiche si trovarono a rientrarono in macchina.
Tania: grazie di tutto Alfred.
Alfred: di niente care.
Francesca eccitata: allora: raccontami tutto!!
Tania: beh... Da dove cominciare? È fottutamente perfetto, ancora meglio che nei video!
Francesca: grazie al cavolo...
Tania: è dolcissimo, simpaticissimo e... Si interessa a tutto ciò che mi riguarda.
Francesca: anche nonna tifa per voi!
Tania rise ma poi un pensiero le affiorò alla mente e il suo viso si rabbuiò e chiuse lo sportelletto di scatto.
Tania: mi raccomando, non dovrai mai dirgli del mio segreto.
Francesca: come tu non lo dirai a Julian.
Tania: me lo prometti?
Francesca: tranquilla, non gli dirò mai che tu sei una maga...

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Capitolo 11
*** espe ***


espe “magico mezzo di trasporto” “sei proprio una maga” “gli ha fatto un incantesimo” non erano modi dire. Francesca e Tania sono maghe, si sono sconosciute alla scuola di magia estiva.
La loro identità deve rimanere segreta, nessuno può venire al corrente del loro piccolo segreto.
Vengono da un mondo parallelo molto simile alla Terra, con l’eccezione che lì i maghi e esseri magici vagano per le strade della città come se niente fosse. All’età di sei anni Tania e Francesca si sono trasferite sulla Terra per poter frequentare la scuola come delle ragazze normali. Loro avrebbero preferito restare là, ma i loro genitori insistettero dicendo che era pericoloso rimanere nel mondo magico. Non le hanno mai detto il motivo del pericolo. Ma moltissime altre famiglie si sono trasferite come loro.
Tania: andiamo che Frederick ci sta aspettando.
Frederick è l’unicorno di Tania: quando aveva circa dieci anni e andava a trovare i nonni nel mondo magico durante le feste di Natale trovò disteso a terra un unicorno ferito. Lo portò a casa della sua nonna e lo curò; quando guarì, però, non voleva separarsene, decise allora di tenerlo con sé nella cantina di casa sua in modo che nessuno lo vedesse. Era l’insegnante di magia di Francesca e Tania.
Frederick: bene ragazze, accomodatevi.
Aveva trasformato la cantina in un’aula, con due banchi, due sedie e una specie di cattedra dove c’erano appoggiati dei libri di magia.
Francesca: allora… quante miglia cavalchiamo oggi?
Frederick: adesso smettetela, la cosa di cui vi voglio parlare oggi è molto seria, non ci scherzate.
Con il muso indicò un libro, Tania si alzò, lo prese e lo mise in mezzo ai due banchi.
Frederick: credete di essere gli unici esseri magici con sembianze umane esistenti? Purtroppo no. Esiste un’altra specie, molto maligna e spietata che vuole la nostra distruzione. Vi state chiedendo chi siano, eh? Sono i vampiri.
Fecero un’espressione sconvolta.
Tania: esistono veramente?? Non sono solo il frutto della fantasia di qualche scrittore?
Frederick: sfortunatamente no. Un tempo vivevano nel mondo magico assieme a noi, ma poi qualcosa cambiò: ci vedevano esseri inferiori incapaci di fare niente di utile. La situazione peggiorò quando scoprirono che con un morso potevano farci diventare come loro. Molti maghi vennero trasformati in vampiri, il Consiglio degli anziani decise di cacciarli. C’è stata una guerra durata mille anni, ma alla fine siamo riusciti a scacciarli dal mondo magico. Attualmente vivono nella palude oscura ai confini con il nostro regno.
Tania: ecco perché da bambine ci siamo trasferite…
Francesca aprì il libro e cominciò a leggerlo, ma si accorse che qualcosa non andava.
Francesca: ehi, ma qui mancano delle pagine!
Frederick trottò velocemente verso di lei e buttò il libro a terra.
Frederick: non sono affari che ti riguardano! Ad ogni modo volevo invitarvi a fare particolare attenzione: alcuni vampiri irrompono nel nostro regno per disturbare gli abitanti, ma altri si sono trasferiti sulla Terra perché non ne potevano più di vivere in una situazione di disagio estrema. Dovete stare attente ed evitarli come la peste, una volta trasformate in vampiri non potrete più tornare indietro ed essere ammesse alla comunità magica.
Tania: perché allora ci siamo trasferite se anche sulla Terra sono presenti dei vampiri?
Frederick: perché qui siete mescolate agli umani, e non sanno quali sono maghi e quali no. Ecco perché non potete svelare il vostro segreto: non sareste più al sicuro.
Francesca: appena ne vedo uno gliene suono di santa ragione.
Frederick: non fatelo! Per nessuna ragione al mondo dovrete interagire con quegli esseri, sono manipolatori e ti spingono a fare ciò che non vorreste. Se il consiglio degli anziani scoprisse che avete una qualche tipo di relazione con loro vi trasformerebbe in… unicorni…
Tania: non ci credo, tu hai avuto a che fare con dei vampiri!
Frederick: ebbene si. Stavo con una maga molto potente, non molto tempo fa. Un giorno la lasciai perché non mi interessava più e lei non la prese molto bene. Cominciò a rincorrermi con l’intenzione di uccidermi. Scappando sono finito nella palude oscura e mi sono imbattuto in una comunità di vampiri che mi nascose dalle perfide grinfie delle mia ex. All’inizio sembravano delle persone pacifiche e pacate, stavo cominciando a guardare le cose dal loro punto di vista senza rendermi conto che mi stavano solo manipolando per costringermi a rubare il primo ministro. Così feci, ma nella fuga loro mi abbandonarono e io fui catturato insieme al primo ministro. Lei era salva e a me toccò subirmi la mia punizione, cioè questa.



Francesca…
Tania: aspetta un attimo, non ho capito una cosa: quindi noi possiamo essere trasformate ma non possiamo trasformare? Ma questo è ingiusto!
Frederick: la vita è ingiusta tesoro… ad ogni modo c’è qualcosa che potreste fare. Quando qualcuno viene trasformato in vampiro ha un mese di tempo in cui non è un vampiro vero e proprio, lo sta diventando. Se in quel mese riesce a trovare un fiore rarissimo torna come era prima della trasformazione.
Francesca: e dive si trova questo fiore?
Frederick: è rarissimo trovarlo, ma è tutto scritto nel libro che vi ho dato.
Stettero zitti e guardarono il libro.
Francesca: secondo me è tutta una balla, non ne ho mai sentito parlare e non li vedo mai in giro.
Frederick: perché di certo non vanno in giro dicendo “ehi guardatemi, sono un vampiro”!
Francesca gli lanciò un’occhiataccia.
Frederick: ma esistono veramente, non vi accorgete di niente quando uccidono qualcuno fingono incidenti per dargli una spiegazione di morte.
Tania: ecco perché ogni tanto muoiono persone così a caso…
Frederick si avvicinò a loro e le levò il libro da sotto il naso. Lo ripose in uno scaffale in alto poi si rimise davanti alla cattedra.
Frederick: oggi parleremo di un’altra cosa, un nuovo incantesimo. Un incantesimo particolare, quello che fa fermare il tempo.
Francesca diede il cinque a Tania: finalmente, era ora!
Frederick: la formula è: non sarà la fine del mondo, ferma il tempo per qualche secondo.
Tania: e quanto dura?
Frederick: il tempo che volete, una volta formulato fino a che non schioccherete le dita rimarrà in funzione. Quando lo formulate congelate tutte le persone intorno a voi nell’arco di un miglio eccetto i maghi.
Francesca: questo lo useremo quando ci chiameranno per essere interrogate.
Frederick: fate bene attenzione: ogni volta che fate questo incantesimo danneggiate la corteccia spaziotemporale, perciò il Consiglio degli Anziani ha limitato l’utilizzo di questo incantesimo a una volta al mese per ogni mago. Una volta utilizzato dovrete aspettare trenta giorni per rifarlo.
Tania: ma le persone intorno non si accorgono che qualcosa è cambiato?
Frederick: secondo voi da cosa derivano i déjà vu?
Sorrise beffardo e sparì dietro una porta, dopo poco tornò con una gabbia per umani a seguito. Dentro c’era la espe. Chi è la Espe? È solo la scema del villaggio.
Francesca: Espe? Che ci fai lì?
Frederick: so che per voi può essere un insignificante essere, ma lei è la prova che i vampiri esistono.
Espe tirò fuori i denti e si scontrò contro le sbarre che cigolarono.
Tania: mi sa che quella gabbia non la reggerà per molto, perché non la facciamo uscire?
Frederick: assolutamente no! Sarebbe troppo pericoloso.
Tania: E dai, facci divertire un po’.
Frederick non demordeva, Tania gli pestò uno zoccolo e aprì la gabbia. Espe uscì infuriata e si scaraventò contro la libreria.
Francesca: ma sa almeno camminare?!
Frederick: che cosa avete fatto?
Tania: stai calmo, adesso sistemiamo tutto.
Mentre parlavano, sottovalutando la presenza di una vampira, Espe si gettò su Francesca facendola cadere a terra.
Francesca: sparisci bestiaccia!!
Allungò le mani cercando di prendere qualcosa per distrarla, Tania venne in suo soccorso, prese dallo stivale la bacchetta magica e formulò un incantesimo: “vali quanto una formica, non farai del male alla mia amica”
Intanto Francesca era riuscita a prendere una pallina di plastica che usavano per far giocare Frederick (?), l’incantesimo di Tania andò a finire nella pallina e si annullò.
Francesca: ma cos’è successo?
Espe lascio la presa tuta contenta, si alzò in piedi.
Espe: eccolo, eccolo il vostro punto debole, muhahahhaha presto verrete spazzati via!
E correndo scappò via. Tania aiutò Francesca a rialzarsi in piedi.
Frederick: ti rendi conto di cosa hai fatto?
Tania: no, in realtà non ci ho capito niente di quello che è successo?
Frederick: io non ci riderei fossi in te, hai svelato il nostro punto debole ai nemici.
Tania: sarebbe?
Frederick: la plastica. Le sostanze chimiche che vi sono all’interno catturano e annullano ogni tipo di incantesimo.
Francesca: io non mi preoccuperei troppo, infondo parliamo della Espe, nessuno le crederà.

Frase molto, molto sbagliata. Espe riuscì a tornare nel mondo della magia, nella Palude Oscura e a riferire tutto ai suoi superiori, si sarebbero presto preparati per un attacco.

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Capitolo 12
*** sicret ***


sicret Capitolo 12
Francesca...
Era una bellissima giornata, era un mese che stavo con Julian e Olly era tornato la sera prima. Peccato solo che dovevamo andare a scuola.
Arrivati in classe ci sedemmo ognuno al proprio banco, io accanto a Julian e Tania accanto a Michael.
Julian: buon mesi versario tesoro.
E mi diede un bacio.
Julian: ti ho fatto un regalo.
Mise la mano in tasca e tirò fuori una scatolina, la aprì e io la vidi: una collanina d'argento con un ciondolo fatto a forma di orsacchiotto.
Io: awwww ma quanto è bella!
Mi girai di spalle e mi alzai i capelli. Julian mi mise la collana intorno al collo e la chiuse. Avrei voluto ringraziarlo come si deve ma entrò la professoressa in classe. Eravamo prossimi alle vacanze di Natale, dopo meno di un mese ci sarebbero state le pagelle, quindi la professoressa di informatica ci stava dicendo le medie.
Julian: tu hai già comprato il libro per narrativa?
Francesca: no, pensavo di andarci oggi...
Julian: oh non sai che fatica ho fatto io per trovarlo!
È cominciò a raccontarmi tutte le sue disavventure. Il mio sguardo si posò su Tania che stava litigando con la professoressa.
Tania: ma come! Io ho la media di otto punto tre, non può mettermi sette.
Prof: io posso fare quello che voglio e in pagella ti becchi sette!
Tania: ma perché?
Prof: perché l'ho deciso io.
Tania: adesso ti faccio vedere!
Si stava chinando per prendere la bacchetta e farle un incantesimo, ma se l'avesse fatto avrebbe rivelato a tutti l'esistenza della magia, dovevo agire in fretta. " tempo, mi serve più tempo" pensai "aspetta un attimo, mi è venuta un'idea!"
Julian stava continuando a parlarmi, ma mi alzai in piedi e formulai l'incantesimo.
Io: non sarà la fine del mondo, ferma il tempo per qualche secondo.
Il tempo si fermò, tutti si fermarono, tranne me e Tania che si stava guardando intorno.
Tania: ma cos'è successo?
Io: ho fermato il tempo, come ti è venuto in mente?
Tania: scusa, è che sono furiosa con la professoressa, non può darmi sette!
Io: non puoi nemmeno incenerirla!
Tania: perché no? È una bella idea.
Io: dobbiamo tenere nascosto il nostro segreto e i nostri punti deboli, non come hai fatto ti l'altro giorno con la Espe...
Tania sbuffò. il fatto che fossero tutti immobili significava che nessun di loro era un mago.
Tania: e allora che spregio posso farle?
Io: potresti disegnarle dei baffi finti.
Tania prese da un astuccio accaso un pennarello e disegnò delle basette vicino alle orecchie della professoressa, si, era un po' banale come scherzo ma sempre meglio che incenerirla. Tania finì di disegnare le basette alla professoressa che sembrava una statua di cera.
Tania: va bene, fa' tornare tutto come prima.
Schioccai la dita e tutto tornò alla normalità, tornai al mio posto.
Julian: .... E poi alla fine ce l'ho fatta a trovarlo... Ehi ma dove sei?
"Oops! Mi sono scordata di ritornare al mio posto prima di annullare l'incantesimo!!"
Io: qui, non mi vedi?
Julian: ma tu un attimo fa eri qui davanti a me e adesso sei dietro di me, com'è possibile?
Io: ti sarai incantato un attimo.
Non potevo dirgli del mio segreto, anche se gli voglio un bene dell'anima.
Julian sembrò credere alle mie parole, ma poi si girò e notò le basette disegnate alla professoressa e si ricredette.
Julian: sei stata tu, vero?
Non demordeva.
Io: ma come ti viene in mente?!
Julian: guardami negli occhi e dimmi che non sei stata tu a disegnarle le basette con il pennarello.
Lo guardai e glielo dissi, in fondo non ero stata io, ma lui non mi credette ugualmente.
Julian: non ti credo.
Io: eddai! Perché non facciamo finta che non sia successo niente e oggi pomeriggio ci andiamo a prendere un frullato?
Julian: no! Secondo me tu hai una sorta di super poteri, come la velocità supersonica, ecco perché ti piacciono tanto i fumetti.
In parte aveva ragione, leggo i fumetti perché mi sento molto simile a loro, ma dovevo rimanere zitta.
Io: ciò che dici è ridicolo!
Julian: parla parla, tanto scoprirò cosa nascondi!
Quel pomeriggio andai con la mia mamma a prendere il libro di narrativa, mi ero completamente scordata della minaccia di Julian. Attraversammo il parco dove le persone ci portano a spasso i cani e ci ritrovammo in strada.
Mamma: mi sono appena ricordata che devo comprare la frutta per stasera.
Io: vai a comprarla, io vado in libreria e ci si vede a casa.
Mi misi sul ciglio del marciapiede, davanti a mia mamma.
Mamma: d'accordo, ti sei ricordata di prendere le chiavi di casa?
Io: si mamma.
Due ragazzini stavano giocando a tirarsi i sassi, un di loro lo lanciò contro mia madre.
Mamma: ci vediamo fra un'oretta a casa.
Con uno schiocco di dita feci deviare la direzione al sasso, così che non prese nessuno.
Io: ok ciao.
Salutai mia madre e attraversai la strada mi stavo avvicinando alla libreria quando qualcuno mi fermò: Julian.
Io: ehi ciao!
Julian: ti accompagno a prendere il libro?
Io: si certo, andiamo.
Julian: lo sai? Mio cugino sta giocando con un suo amico nel parco dal quale sei uscita pochi minuti fa...
Aveva un tono minaccioso, meschino e arrogante, ma sorvolai e cercai di restare sul vago.
Io: mi fa piacere, anch'io adoravo giocare nel parco da piccola.
Julian: mio cugino però è una vera peste, pensa che gioca sempre con i sassi!
Ok, in quel momento un brivido mi percorse lungo la schiena, entrai nella libreria e cercai il mio libro tra gli scaffali.
Io: beh, che ci vuoi fare...
Trovai il libro e lo presi, mi avviai verso la cassa.
Julian: mio cugino è quello che ha tirato il sasso a tua madre poco fa.
Io: sono sicura che mia mamma saprà perdonarlo.
Pagai il libro, ringraziai la commessa e uscii dalla libreria con Julian al seguito che cercava di cavarmi qualche informazione.
Julian: smettila.
Attraversai la strada a passo svelto ma dall'altro lato della strada lui mi bloccò.
Julian: guarda che io ero proprio dietro di te e ho visto tutto: ho visto che hai fatto in modo che il sasso cambiasse traiettoria.
Cominciai a sudare, avrei voluto scappare ma lui mi teneva per un polso.
Julian: che cosa sei? Una stregona?
Io: non proprio...
Julian: andiamo basta con le bugie! Tu non sei una persona comune.
Decisi di cambiare argomento, sperando che non se ne accorgesse.
Io: lo so, sono bellissima!
Julian: ti prego basta con tutte queste menzogne! Sei una maga!
Eravamo in mezzo di strada, e lui stava strillando, non potevamo farci sentire da tutti. Lo trascinai verso il parco.
Io: la vuoi smettere di urlare? Vuoi che tutti ci sentano?!
Julian: è solo questo ciò che ti importa? Non ti interessa sapere che sono furioso con te??
Io: lo so che sei arrabbiato, ma prima devo assicurarmi che tu mantenga il segreto.
Julian: certo, perché io passo sempre in secondo piano, sempre prima i tuoi problemi!
Io: non cercare di trovare sempre una scusa per arrabbiarti di più.
Julian: come hai potuto nascondermi un segreto tanto grande?!
Io: proprio perché è così grande l'ho dovuto tenere nascosto a tutti.
Lo stavo supplicando di perdonarmi, soprattutto di non dire niente a nessuno, ma lui era furioso e se ne andò senza dire nulla. Allungai il passo e lo ragguonsi.
Io: aspetta.
Julian si girò.
Io: promettimi che non dirai a nessuno quello che sai.
Julian: e io che mi ero illuso che mi avessi rincorso per chiedermi scusa! Sei un'egoista, ti interessa più del tuo stupido segreto che di me.
Io: ma è ovvio!
Julian: ovvio? Beh allora sai che ti dico? È finita!!
È andò via lasciandomi con l'amaro in bocca. Mi addentrai nel parco e cercai nella tasca del giacchetto le chiavi di casa, me le ero scordata a casa! Chiamai mamma al telefono.
Io: mamma, mi sono scordata le chiavi in casa.
Mamma: dove sei?
Io: nel parco
Mamma: rimani lì e quando arrivo a casa ti chiamo.
Io: va bene, ciao mamma.
Riattaccai e mi misi a sedere su una panchina in mezzo al parco. Non sapevo cosa fare: non potevo chiamare Tania perché non aveva il cellulare, così decisi di leggere il libro di narrativa.
Dopo quaranta minuti ero sempre lì, che leggevo, quando una pallina da tennis si posò sopra il mio libro. Non feci in tempo a guardarla che il muso peloso di un cane si appoggiò sul libro.
Io: ma ciaoooo!!!
Cominciai ad accarezzargli le bellissime orecchie penzoloni, il cane riprese la palla e la buttò a terra. Sentii i passi del suo padrone avvicinarsi.
Padrone: ciao!
Un momento, io conoscevo quella voce come se fosse la mia.
Io: Austin?
Austin: che ci fai qua?
Io: sono senza chiavi di casa.
Il cagnolino continuava a leccarmi la mano.
Io: che bel cane che hai!
Mi squillò il cellulare: era mia mamma.
Io: pronto.
Mamma: sono arrivata a casa.
Io: dove sei andata a prenderla la verdura? In Africa?!
Mamma: ho trovato un'amica e mi sono fermata a chiacchierare.
Io: tu hai una figlia in balia del mondo e ti fermi a chiacchierare?
Mamma riattaccò, dovevo andare.
Io: mi accompagni a casa?
Austin: non puoi andarci da sola?
Io: e se dei marocchini in vespa mi aggrediscono? Come mi difendo?
Austin: marocchini in vespa?!
Scoppiò a ridere, ma io non stavo scherzando, sono un pericolo serio.
Austin: e va bene!
Strinse dolcemente il guinzaglio del cane e camminò proprio al mio fianco. Mentre camminavamo il tenero cagnolino mi saltava intorno e io lo riempivo di carezze.
Austin: però, ti piacciono davvero tanto i cani!
Io: avrei sempre voluto averne uno...
Austin: ma?
Io: mia mamma è allergica.
Austin: comprati un gatto.
Io: mia mamma è allergica anche a quello, è allergica al pelo di tutti gli animali, bello eh?
Austin si fermò, io lo guardai e lui mi porse il guinzaglio.
Austin: tieni, portalo tu aggiro.
Awww che cucciolo era. Presi il guinzaglio e ricominciai a camminare, e ricominciai a pensare a Julian, e Al fatto che avrebbe potuto parlare da un momento all'altro.
Austin: tutto bene?
Io: in realtà no... Hai mai avuto un segreto che non potevi rivelare a nessuno, per motivi più che validi?
Austin: si...
Io: immagina che una persona a te molto cara lo venga a sapere ingannandoti, e fosse arrabbiato nero con te, tu che faresti?
Austin: emmm... Non saprei, non mi è mai successo. Però ti capisco, e hai fatto bene a non dirglielo, sennò che segreto è?
Era come se riuscisse a capire quello che pensavo, come se mi leggesse nella mente e trovasse lì le risposte da dirmi.
Io: in effetti hai ragione, però abbiamo festeggiato proprio oggi un mese di fidanzamento, forse dovrei mandargli un messaggio e chiedergli scusa.
Austin: assolutamente no! Non aveva alcun diritti di intromettersi nei tuoi affari, doveva fare quello che gli avevi detto e non fare il curioso. Ha sbagliato lui in principio ad arrabbiarsi, vuol dire che non ti capisce.
Quanto aveva ragione, slegai la collana dal collo e la diedi a Austin.
Io: hai ragione, se lui non mi vuole più io non starò qui ad aspettarlo. Ho ragione al cento per cento!
Austin: scusa ma cosa dovrei farci con la collana del tuo ex fidanzato?
Io: boh, cosa ti pare. Bruciala, rompila, vendila, fai come vuoi.
Austin se la mise in tasca, poi guardò l'ora.
Austin: scusami devo scappare, devo andare a trasformare Olly.
Io: come scusa?!
Austin: si, devo trasformare la canzone che stiamo scrivendo io e Olly.
Austin mi salutò dolcemente con la mano e un accenno di sorriso e si avviò verso l'angolo della strada.
Io: ti stai scordando il cane!
Tornò indietro impacciato e prese il guinzaglio.
Austin: allora... Ci vediamo.
Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò.
Aspettai che girasse l'angolo e poi cominciai a saltare come una gazzella. Era come se le mie paure e incertezze fossero volare via, il potere di questi ragazzi...
Tania era in casa a ripassare diritto quando le squillò il telefono di casa.
Tania: pronto
Olly: sono io, vieni subito perché è urgente.

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Capitolo 13
*** broken heart ***


ff Tania...
Mi sedetti accanto a Olly, era una bella mattina per essere in dicembre. Ma tutte le persone intorno a noi erano tristi.
Io: mi dispiace tanto...
Olly si asciugò una lacrima e provò a sorridere.
Olly: va tutto bene.
Io: sei sicuro?
Olly: no...
Chinò la testa, mi venne l'istinto di posare la mia mano sopra la sua, era a pezzi. Aveva gli occhi gonfi e le occhiaie, segno che non aveva dormito la sera prima.
Io: so che le volevi un grand bene, ma ora sta meglio.
Olly: non ce la faccio a lasciarla andare.
Cominciò a singhiozzare,gli accarezzai la schiena con delicatezza .


Francesca era seduta poche file più indietro, accanto a Austin.
Austin: ma guarda questa foto del micetto che cammina su una zampa sola, è divertentissimo!!
Francesca glielo strappò di mano scocciata.
Francesca: siamo ad un funerale, non dovrebbero esserci cose divertenti.
Austin fece il broncio, era così carino quando lo faceva.
Francesca: ancora mi chiedo perché sei venuto.
Austin: perché sono un grande amico di Olly, tu sei più obsoleta di me.
Francesca: almeno io ho un minimo di dignità e sono seria.
Austin le fece il verso e lei gli diede due manate, ma si fermò perché stava attirando l'attenzione di tutti.


Olly: mi mancherà così tanto.
Io: la morte di una persona cara è sempre difficile da accettare, ma devi ammettere che ora soffre molto meno.
Olly: lo so ma è doloroso lo stesso. Avrei voluto starle più accanto.
Io: credimi, sei stato un amico fantastico! Il migliore in assoluto.
Olly: vorrei poter essere ottimista come te.
Io: ti prometto che starai meglio.
E lo abbracciai.
Io: te lo prometto.

Il funerale finì, ci avvicinammo alla bara e salutammo la povera Denise.
A pranzo andammo tutti insieme a mangiare una pizza, io Olly Francesca e Austin. Stavamo tutti in silenzio, soprattutto Olly che non mangiò nemmeno.
Austin: questa sera si va tutti a vedere in film? Danno la replica di Sharke Tale.
Francesca: sarebbe carino, e ci farebbe distrarre un po'.
Olly non rispose, provai a tirarlo su di morale.
Io: dai, è divertente, io adoro Lenny lo squalo!
Francesca: ehi c'è l' eco, ecoooooooooooooo!!
Niente da fare, non rispondeva.
Austin se ne andò e anche Olly, senza nemmeno salutare.
Francesca: poverino, è a pezzi!
Io: mi dispiace davvero molto, vorrei poter alleviare il suo dolore, ma mi respinge sempre.
Francesca: anche se lo fa non è per cattiveria, secondo me dovresti stargli vicino, è quello che io vorrei che tu facessi se mi succedesse una cosa del genere.
Io: hai ragione, stasera andrò a trovarlo, porterò un po' di cibo e ci guarderemo un bel film insieme. So che non riuscirò mai a sostituire Denise, ma posso sempre provarci.
Francesca: ben detto.
Quel pomeriggio andai a comprare degli hamburger e andai a sotto il suo albergo. Mi accomodai sulle scale e lo aspettai. Non era in camera, ma prima o poi sarebbe venuto. Aspettai e aspettai. Era mezzanotte, e lo vidi entrare barcollando, era ubriaco.
Gli andai incontro.
Io: ma che ti è successo? Su forza, dammi la bottiglia di vino.
Me la diede e io la buttai nel cestino.
Io: dai, ti accompagno in camera.
Mi avvicinai a lui per sorreggerlo ma mi scansò e passò oltre.
Olly: no grazie, ho già chi mi rende felice.
Ma che carino, era ubriaco e non mi aveva riconosciuto, ma si ricordava di me e della nostra storia. Ero felicissima. Lui si girò e guardò dietro di me sorridente.
Olly: andiamo signorina.
Da dietro di me spuntò una ragazza squillo, lo vedevo da come era vestita, che andò al fianco di Olly. Lo abbracciò e gli diede un bacio a fior di labbra. Ma allora non stava parlando di me, non ero io che sapevo renderlo felice, ma lei! Capace mi aveva anche riconosciuto e me lo aveva sbattuto in faccia. Magari proprio quello no, ma fatto sta che salirono in camera di Olly senza neanche degnarmi di uno sguaro. Non mi è stato difficile capire cosa sarebbe successo. Le lacrime cominciarono a scendermi dagli occhi e scappai via di corsa.
Corsi fino a casa di Checca e suonai al campanello. Sua madre mi accolse dolcemente, so che non era l'ora adatta, ma non poteva cacciarmi specialmente quando ero in lacrime, ovviamente si accertò che mia madre ne fosse al corrente.
Salii fino in camera della mia amica che stava dormendo e provai a svegliarla.
Io: ti prego Francesca devo parlarti!
Francesca: e non puoi farlo domani mattina quando sarò più lucida?
Io: ma sono molto triste.
Francesca: vieni qui.
Mi misi a dormire accanto abbracciata a lei.
il giorno dopo le raccontai quello che era successo, anche lei doveva dirmi una cosa.

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Capitolo 14
*** oops ***


ff Tania: ora tocca a te, dimmi che ti è successo?
Era sera, erano uscite tutto il giorno per distrarsi, Tania aveva raccontato a Francesca tutto riguardo alla sera precedente su Olly. Francesca le aveva consigliato di lasciarlo perdere, anche se era sconvolto per la storia di Denise non aveva alcun diritto di tradirla, anche perché lei cercava solo di aiutarlo.
Francesca: andiamo a prenderci in frullato, che ti racconto.
Si sedettero a un tavolo.
Tania: cos'è che dovevi dirmi?
Francesca: Julian ha scoperto che sono una maga.
Parlava a bassa voce per non farsi sentire dalle persone vicine a lei, e Tania non capì.
Tania: cosa? Non capisco.
Francesca: ho detto che....
Arrivò la cameriera, ordinarono il frullato e continuarono a parlare.
Francesca: stavo dicendo: Julian sa che sono una maga.
Tania stava bevendo in sorso d'acqua e lo sputò.
Tania: Julian sa di noi?!
Francesca: sa di me, di te non ha nemmeno sospettato.
Tania: e come è successo?
Francesca ricominciò a pensare a quel giorno quando realizzò, strappò il bicchiere d'acqua da Tania e glielo tirò addosso.
Tania: ehi! Ma che stai facendo?!
Si alzò e cercò di pulirsi i pantaloni bagnati.
Francesca: mi sono appena ricordata che il motivo dal quale è iniziato tutto è la tua voglia di incenerire la professoressa di informatica!!
Tania cercava un tovagliolo e un cameriere glielo portò, ma non era proprio un cameriere, era Austin.
Tania: Austin? Oh te qui?
Austin: ehi la! Che fate?
Tania: renditi utile e prendimi un tovagliolo!
Austin: già fatto.
Alzò il braccio e le porse il tovagliolo, era stranamente accondiscendente, anche fin troppo. Tania si asciugò un po' i pantaloni e si mise a sedere, Austin si autoinvitò.
Francesca: fai con comodo non disturbi.
Austin: grazie allora rimango.
"Ma è scemo?" Pensò Francesca, però non poteva parlare a Tania di Julian con lui presente, anche se era il ragazzo più bello della terra doveva tenere la bocca chiusa.
Francesca: ma non hai niente da fare? Autografi da firmare? Concerti da aprire?
Austin: no, dall'ultimo concerto in cui due pazze si sono intrufolate ho deciso di fare una pausa.
E le fece la lunguaccia. Francesca sarebbe rimasta a scherzare con lui per ore, scordandosi di Julian, ma Tania era curiosa di sapere. Austin diventò serio.
Austin: seriamente, devo parlavi di una cosa importante.
Tania: si, perché prima non ci vai a prendere i frullati?
Austin acconsentì e si alzò dal tavolo.
Tania: ora che se ne è andato, raccontami tutto.
Francesca: quel pomeriggio, al parco, ha chiesto a suo cugino di tirare un sasso addosso alla mia mamma. Io non sapevo che lui era nei paraggi e allora con una piccola magia ho fatto in modo che il sasso cambiasse direzione e lui se ne è accorto.
Tania: che impiccione! Che gliene frega di cosa sei?
Austin tornò pimpante e le diede i loro frullati.
Austin: allora, posso parlare?
Tania: aspetta aspetta... Quindi sei sicura che non parlerà?
Francesca: quando glielo ho chiesto si è arrabbiato e mi ha lasciata.
Tania: e non gli hai mandato un messaggio? Non lo hai più sentito?
Austin: ma chi quello dell'altro giorno? Lasciatelo perdere!
Francesca: lo spero proprio che non parli.
Cominciarono a bere i loro frullati in silenzio, poi si ricordarono di Austin.
Tania: oh scusa volevi dirci qualcosa?
Austin: si, volevo parlare con te,Tania.
Tania: io? E cosa vuoi dirmi?
Austin: torni con Olly?
E fece una delle sue facce da cucciolo se che solo lui sa fare. Francesca cominciò a sbavare ma ritrasse velocemente la saliva, Tania era seria.
Tania: no.
Austin: ti prego!
Tania: no.
Austin; ti preeeeeeeeego!!
Tania: ma cosa te ne frega?
Austin: io e lui siamo amici, e mi dispiace vederlo soffrire.
Tania: ma la colpa è solo sua!
Finirono velocemente il frullato e si alzarono verso l'uscita. Tania camminava a passo svelto ma Austin riusciva a starle dietro.
Austin: ti prego aspetta, voglio solo parlarti!
Tania si fermò, ma non per Austin, ma per aspettare Francesca che le faceva troppa fatica per correre accanto a lei.
Tania: Francesca, vuoi muoverti? Mi spieghi come faccio ad evitarlo se cammini più lenta di una lumaca?!
Francesca; eccomi, eccomi.
Quando li raggiunse sentirono dei rumori provenire dal fondo della via: dei marocchini in vespa stavano sfrecciando sul marciapiede. Francesca e Tania si scambiarono uno sguardo di intesa
Tania/ Francesca: correre!!!
Francesca prese per un braccio Austin e iniziarono a correre a per di fiato. Corsero fino al parco dei cani. Li avevano seminati.
Austin: avevi ragione ad avere paura dei marocchini in vespa, sono un pericolo pubblico!!
Francesca: già...
Tania annaspava e guardò Francesca.
Tania: ehi, nel correre ti sei tagliata al braccio.
Francesca si tirò su la manica della camicia e si guardò la ferita, era un graffio, nulla di che.
Francesca: oh... Devo essermi graffiata con una fronda di un albero mentre scappavo.
Austin cominciò a diventare nervoso, si guardava intorno con aria circospetta e poi iniziò a mordersi un braccio.
Francesca: emm... Austin? Stai bene?
Austin: stammi lontana!
E nel parlare Francesca li vide: due canini più lunghi del normale pendevano dalla sua bocca perfetta. Lei è Tania cominciarono ad urlare, ma non se ne andarono.
Austin: shh! Volete che i marocchini in vespa ci sentano?!
Tania: si certo, come se fossero loro il vero problema...
Francesca le diede una gomitata, ma ancora era sconvolta: ora che conoscevano la sua vera natura avrebbero dovuto evitarlo ad ogni costo, non potevano rischiare di essere morse.
Austin: vi prego, non dovete dire a nessuno quello che avete visto.
Tania: oh scordatelo! Ora noi andiamo a dirlo a chiunque ci capiti intorno! Andiamo Francesca.
Le prese il braccio e fece per allontanarsi ma Austin le fermò, teneva stretta la presa al braccio di Francesca.
Austin: vi prego no! Noi vampiri scappiamo da qualcuno che vuole farci del male, potrei finire in guai seri. Francesca, è la stessa cosa che è successa a te qualche giorno fa, ti avrebbe fatto piacere se lui avesse detto a tutti il tuo segreto?
Francesca si rivolse a Tania: Austin ha ragione, non possiamo svelare il suo segreto.
Tania: e va bene! Comunque adesso dobbiamo andare.
Austin: ehi non dovete avere paura di me, non farei del male a una mosca!
Francesca: non è per quello...
Rimasero un po' in silenzio.
Austin: scusate un attimo: perché non siete scappate appena mi avete visto i canini? Cosa siete vampiri anche voi? Oppure delle disperate?
Francesca: esattamente quello!
Tania cercò si strattonarla lontana ma Austin non voleva lasciare la presa.
Austin: vi prego non mi giudicate, possiamo continuate a essere amici.
Francesca: mi dispiace, ma non possiamo più vederci.
Austin: perché?
Francesca: perché...
Con la coda dell'occhio vide arrivare i marocchini a piedi e affacciarsi nel parco.
Francesca: non abbiamo alternativa, crea una bolla protettiva!
E la bolla si attivò, i marocchini non videro nessuno e passarono oltre. Francesca scoppiò la bolla e rimase in silenzio, ecco perché non potevano più vedersi.
Austin: qui voi siete...
Francesca: esatto! Siamo quello da cui voi scappate.
Tania: e per la cronaca siete voi a torturare noi!
Austin: noi?! Ah questa è proprio bella!
Tania: smettila di fare il sarcastico, sappiamo quello che avete fatto a noi maghi!
Austin: evidentemente vi hanno raccontato la favola sbagliata, perché per come la vedo io siete voi i veri mostri.
Tania: si si certo...
Austin: c'è un libro che lo può provare, volete vederlo?
Tania: scordatelo! Noi ce ne andiamo!
Austin: ti prego Francesca, fidati di me.
E tese la sua mano verso Francesca con aria innocente.

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Capitolo 15
*** tutta la verità ***


ff Francesca...
"Non andare!" Diceva Tania "vieni!" Diceva Austin. Cosa dovevo fare? Ovvio che la ragione era dalla parte dei maghi, Frederick ci aveva perfino fatto leggere in libro che raccontava ciò che ci avevano fatto. Aspetta un attimo: a quel libro mancavano delle pagine! E se il libro del quale parla Austin fosse lo stesso nostro con delle pagine in più? E se avessero strappato delle pagine apposta per far sembrare la storia in modo diverso?
Strinsi la mano di Austin.
Io: d'accordo vengo.
Austin sorrise, i canini erano scomparsi.
Tania: ma sei impazzita?! Vuoi farti mordere?
Io: se avesse davvero voluto farlo lo avrebbe fatto prima, non credi?
Tania: Frederick ci ha chiaramente detto che non dobbiamo interagire con i vampiri, non voglio che tu diventi un unicorno!
Io: e allora tu non dire niente a nessuno. Mancavano delle pagine al libro che ci ha fatto vedere Frederick, devo sapere cosa c'è scritto!
Tania: ma sta' attenta!
La abbracciai, era davvero la migliore amica del mondo.
Tania sparì dietro un albero e io andai a casa di Austin. Era il mio sogno visitare casa sua, ma mi portò in cantina. Prese dallo scaffale un libro e me lo porse, era lo stesso che ci aveva fatto vedere Frederick. Lo aprii e cercai le pagine mancanti, le lessi.
Io: il mondo della magia fu formato in origine da sette persone: sei maghe e un vampiro. Questo era sposato con tutte e sei le maghe e governava incondizionatamente su tutto e tutti. Non permetteva ai maghi di prendere alcun tipo di decisioni, decideva tutto lui. I maghi non avevano la forza di ribellarsi, erano troppo terrorizzati. Tutto cambiò quando una sera il vampiro sovrano morse una delle sue mogli, trasformando in vampiro anche lei. Nel villaggio si scatenò il panico: i maghi si rifiutavano di assomigliare all'essere che aveva rovinato la loro esistenza, tirarono fuori il coraggio e si ribellarono. Il vampiro sovrano fu cacciato ai confini del regno insieme alla sua sposa trasformata, non volevano rischiare che anche lei mordesse qualcuno.
Rimasi un po' in silenzio a pensare, Austin mi si avvicinò ma io lo allontanai.
Io: ancora non ho capito una cosa: perché da un vampiro e una maga nasce una maga?
Austin: hai presente la genetica? Occhi marroni più occhi blu uguale occhi marroni? Qui è la stessa cosa.
Io: ha-ha noi siamo la razza più forte!
No, non era il momento di scherzare.
Austin si avvicinò di nuovo.
Io: stammi lontano.
Austin: cosa? Hai letto quello che c'è scritto!
Io: infatti, e ho visto che abbiamo ragione in pieno.
Austin: come? No! Ci avete cacciati nella palude oscura per secoli senza nemmeno ascoltare quello che avevamo da dirvi!
Io: vi abbiamo cacciati perché siete degli approfittatori, ci costringete a fare il lavoro sporco.
Austin: ecco dove è il problema di voi angeli: fate di tutta l'erba in fascio.
Io: che vuoi dire?
Austin: che a sottomettervi e sfruttarvi è stata una persona sola, non tutti i vampiri! Ci state giudicando per gli errori che ha commesso uno di noi. Ma anche se lui ha sbagliato non vuol dire che siamo tutti come lui!
Io: e noi come facciamo a saperlo? Non possiamo farvi rientrare in città come se niente fosse con il rischio che possiate mordere qualcuno.
Austin: è un rischio che dovete correre, non ci credo che tutti i maghi siano persone corrette...
Stavo per dargli ragione ma mi tornò in mente il discorso di Frederick:" i vampiri sono in grado di giocare con i tuoi pensieri e farteli cambiare, sono in grado di farti credere e pensare cose che non vuoi"
Dovevo andarmene prima che succedesse anche a me.
Austin: ma dove vai?
Io: via, non ti permetterò di manipolarmi la mente!
Austin; aspetta solo un secondo!
Salii velocemente le scale quando mi fermò, mi girai e guardai i suoi dolci occhi verde smeraldo brillare, sembravano supplicarmi.
Austin: capisco che tu non mi voglia parlare, ma devi promettermi che in questo periodo non andrai nel mondo della magia.
Io: e perché scusa?
Austin: tu promettimelo e basta.
Tolsi velocemente il braccio e corsi a casa e raccontai tutto alla mia mamma, per me era come un'amica.
Mamma: tesoro non te ne occupare, sei giovane e a volte le cose possono sembrare per quello che non sono.
Io: ma sono sicura che le pagine del libro di Frederick siano state strappate.
Mamma: e io ti credo, ma non vale la pena scoprirlo e rischiare di essere punita per un ragazzo.
Io: ma lui non è in ragazzo qualunque, è Austin!
Mamma: per me può essere anche dio, ma se rischia di metterti in pericolo va scansato.
Io: va bene mamma.
Mi buttai giù e dormii.
La mattina dopo qualcuno mi chiamò, era la casa di Tania.
Io: pronto.
Tania: sono io, vieni subito perché è successo qualcosa nel mondo della magia!

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Capitolo 16
*** l'assedio ***


ff Francesca....
Mi precipitai a casa di Tania senza nemmeno salutare mi madre, sembrava molto seria al telefono. Scesi nel seminterrato dove trovai Tania e Frederick cupi e pensierosi.
Io: allora, cos'è questa emergenza?
Frederick sospirò: i vampiri hanno attaccato il mondo della magia.
Mi sentii mancare, mi sedetti e guardai Tania.
Io: sul serio?
Tania fece segno di si con la testa.
Frederick: purtroppo si... Questa notte hanno invaso il nostro molto, sono stati molto meticolosi nel rubare e saccheggiare ogni cosa che gli capitava tra le mani.
Io: almeno hanno solo rubato...
Tania: non proprio, hanno assediato il nostro regno, ecco perché dobbiamo andare là.
Mi venne in mente l'avvertimento su Austin sul non andare nel mondo della magia, doveva essere roba molto seria.
Io: e adesso? Che si fa?
Frederick: dovete andare nel mondo della magia ad aiutare i vostro coetanei.
Tania: tu non vieni?
Frederick: non sarei che di intralcio, voi però potete fare la differenza.
Cominciai a tremare, non volevo andare.
Io: ma... Per quanto dovremo state lì?
Frederick: dovreste sperare il prima possibile, ma non è così semplice.
Tania: va bene... Allora noi andiamo.
Frederick: aspettate, prima di andare mettetevi in borsa il libro di magia che abbiamo letto alla nostra ultima lezione di magia, potrebbe esservi utile.
Tania prese il libro e se lo mise in tasca, poi entrambe si addentarono nel mondo della magia, abbracciate per non sentire la paura. Arrivarono dall'altra parte e trovarono la desolazione: erano tutti rintanati chissà dove nascosti, nemmeno i vampiri se ne andavano normalmente in giro.
Io: ma dove dobbiamo andare?
Tania: segui me, mi ha detto tutti i dettagli Frederick mentre stavo arrivando.
Ci addentrammo nel bosco che portava al centro della città, dove nei sotterranei c'erano rintanati i maghi superstiti.
Io: sono un po' nervosa, anche perché in un certo senso mi avevano avvisata...
Tania: e chi lo avrebbe fatto?
Io: Austin ieri sera.
Tania: già è vero, perché non mi hai mandato un messaggio? Mi hai fatta stare in pensiero tutta la notte!
Io: se avessi un cellulare magari te lo avrei mandato il messaggio.
Tania si fece seria, non amava scherzare sul fatto che non aveva in telefono.
Tania: comunque, come è andata con Austin ieri?
Io: non troppo bene... A quanto pare avevo ragione riguardo alle pagine mancanti. Mentre mi parlava, però, sentivo dentro di me che aveva ragione.
Tania: non stare a sentire cosa ti dice la testa, sei troppo suggestionata da lui, sia come idolo che come vampiro.
Io: ma stava cercando solo di proteggermi, mi aveva detto di non venire nel mondo della magia, come se sapesse cosa mi sarebbe successo e avesse voluto solo evitarmi tanta sofferenza.
Tania: beh che dire io penso che... La senti anche tu questa voce?
Tesi l'orecchio e in effetti stavo stentando qualcosa, come il mugolio di un anima in pena. Ci avvicinammo lentamente cercando di non farci sentire e lo vedemmo: Olly era sdraiato per terra e cercava di grattarsi via qualcosa dalla pelle. Ci avvicinammo.
Io: Olly... Che ci fai qui?
Si girò di scatto e ci guardò impaurito, aveva gli occhi gonfi e rossi.
Io: oh mio dio stai bene?
Olly: no affatto, non voglio più esserlo!!
Io: essere cosa?
Mi avvicinai a lui è gli strappai di mano il sasso, non sarebbe servito a nulla.
Tania: perché sei nel mondo della magia?
Olly: non ho tempo di parlare, devo cambiare, non voglio farvi del male!
Io: non ci credo... Tu sei un vampiro!
Mi fece segno di stare zitta, come se dicendolo si rendesse vero tutto.
Avrei voluto aiutarlo, o almeno capirci qualcosa di più, ma eravamo in guerra e non potevo aiutarlo, Tania poi non lo avrebbe aiutato mai.
Io: scappiamo prima che si riprenda.
Olly: vi prego aspettate! Non voglio rimanere così, intendo cambiare.
Decidemmo di ascoltare la sua storia, ovviamente alla dovuta distanza di sicurezza.
Olly: mentre lavoravo alla canzone con Austin mi sono accorto che lui è... Ecco...
Io: un vampiro. Sapevo che lui ci entrava qualcosa!
Olly: così gli chiesi di trasformarmi, l'idea di essere immortale e invincibile mi piaceva.
Mi tornò in mente la frase di Austin quando eravamo al parco "devo andare a trasformare Olly" tutto aveva un senso.
Olly: e credetemi, è fichissimo! Ma stanotte sono stato chiamato per fare l'assedio nel mondo della magia e tutto mi sembrò diverso, io non voglio fare la guerra, non me ne frega nulla di che ha ragione o torto, voglio solo tornare a casa e dormire. Non voglio più essere un vampiro.
Fui fulminata da un'idea presi dalla borsa di Tania il libro che ci aveva dato Frederick e lo sfogliai fino a trovare la pagina che mi interessava.
Io: qui c'è scritto che un vampiro appena trasformato ha un mese di tempo per cercare un fiore magico e mangiarlo, se ci riesce ritornerà com era prima della trasformazione.
Olly: e dove si trova questo fiore?
Io: tieni il libro.
Lui lo lesse.
Olly: ma qualcuno deve fare un incantesimo al fiore prima che io lo mangi.
Guardai Tania con uno sguardo i intesa che lei non corrispondeva.
Tania: scordatelo!
Continuai a guardarla e alla fine cedette.
Tania: e va bene, ti accompagnerò io a cercare questo fiore! Ma lo faccio solo così c'è un vampiro in meno da uccidere.
Io: brava Tania, fallo per la patria!
Olly e Tania se ne andarono lontano lasciandomi da sola, ripresi il mio cammino verso l'alloggio segreti dei superstiti.

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Capitolo 17
*** è tutto finito ***


ff Francesca....
Camminai, camminai e camminai. Pensavo a quanto fosse noioso il mondo della magia senza persone che camminano e scherzano quando qualcuno mi atterrò.
Io: ahia! Levati di dosso!
Quell'ammasso di muscolosi si levò da sopra di me e mi alzai.
Io: oh santo cielo, ma sei una maledizione!
Austin mi sorrise beffardo, sembrava cambiato dalla sera precedente, non era più apprensivo e premuroso, era diverso. Non era Austin.
Austin: ti avevo detto di non venire nel mondo della magia.
Era serio, freddo, mi faceva rabbrividire.
Io: ma io sono una temeraria!
Cercai di sdrammatizzare ma lui rimase impassibile, non mosse in muscolo.
Io: eh mamma mia come siamo arrabbiati! Non ti ho fatto nulla.
Austin: perché non hai fatto ciò che ti avevo detto? Sei solo una testarda!
Io: testarda? Avrei preferito cento volte starmene nel mio comodo lettino a godermi le vacanze di natale, cosa credi? Ma di certo non sto con le mani in mano quando le persone a cui voglio bene hanno bisogno di me!
Austin: lo capisci vero che così ti farai del male?
Io: ma tanto non ho ancora incontrato nessun vampir... Oh cavolo!
Austin: mi dispiace ma l'ha i voluto tu.
Stava succedendo per davvero, io contro lui, io contro il mio idolo. Ma non avrei mai potuto fargli del male serio, dovevo solo bloccarlo momentaneamente per avere il tempo di scappare.
Io:"codardo ricopriti di lardo!"
È l'incantesimo più stupido nella storia degli incantesimi, ma almeno lo avrebbe tenuto lontano da me per un po', o meglio, avrebbe dovuto funzionare, ma l'incantesimo rimbalzò sulla sua maglietta e schizzò lontano. va bene che aveva il fisico, ma così era esagerato!
Io: ma che...?!
Austin si alzò la maglietta, speravo mi facesse vedere gli addominali, ma mi mostrò come un busto fatto di plastica.
Io: accidenti, la plastica è la nemica naturale della magia!
Austin: ringrazia Tania che ha fatto scappare la Espe.
Io:Stupida Espe che ha spifferato il nostro punto debole!
Austin: è stato grazie a lei che ci siamo decisi ad invadervi.
Austin iniziò a gongolare sul fatto di essere migliore di me, mi aveva davvero stancata la sua esuberanza.
Austin: visto? Non puoi più farmi nulla!
Io: oh non credo proprio...
E gli tirai in pugno dritto nel naso, lo stesi. Era sdraiato a terra e si dimenava. 
Austin: ma sei impazzita?! Mi hai sfigurato la faccia!
Io; tranquillo tanto sei bellissimo comunque.
Me ne andai di corsa ma con un balzo mi atterrò di nuovo. Si alzò e mi trascinò per i piedi aggiro per il bosco. Diedi una pedata alla sua mano e lui lasciò la presa, mi alzai in piedi ma lui mi buttò contro un albero. Aveva gli occhi rossi di rabbia, ma cosa voleva da me? Con le sue braccia mi bloccava. Feci in ultimo tentativo disperato.
Io: non sarà la fine del mondo ferma il tempo per qualche secondo!
Niente.
Io: cavolo, ho sprecato il mio incantesimo per colpa di Tania!
In quel momento odiai Tania con tutta me stessa.
Era attivata la mia ora, lo sapevo. Eravamo soli, a pochi centimetri di distanza e lui aveva gli occhi affamati del mio sangue. Chiusi gli occhi di istinto, quando sentii il suo fiato allontanarsi dal mio collo.
Io: che stai facendo?
Austin: non ce la faccio ad ucciderti, ti voglio troppo bene.
E lì scoppiò il panico, ero passata dalle stalle alle stelle in men che non si dica, che dolce era? Si certo, aveva cercato di uccidermi, ma poi si era ricreduto.
Io: beh grazie, allora io vado.
Austin: aspetta, non ho detto che sei libera.
Come non detto, è tornato ad essere stronzo.
Austin: adesso tu vieni con me.
Io: dove?
Austin: ti rinchiuderanno in prigione.
Io: grazie per l'offerta, davvero, ma dove sto andando io mi aspettano dei muffin bollenti e non voglio perdermeli.
Mi girai dandogli le spalle quando mi legò le mani dietro la schiena e mi prese in collo.
Austin: non puoi scegliere! Ormai hai in giorni contati!! Non lo capisci?!
Non poteva dirmelo sul serio, non con quel tono. Come poteva un ragazzo tanto dolce e adorabile essere il peggiore dei tiranni?

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Capitolo 18
*** make a wish ***


ff Francesca....
Era inutile agitarsi, era più forte di me, e non avevo nemmeno i miei poteri, mi sono lasciata trascinare fino alla loro prigione.
Austin: certo potresti anche camminare...
Io: scordatelo! Non voglio passare gli ultimi istanti della mia vita camminando!
Austin: che passione la pigrizia!
Ci mettemmo un bel po' ad arrivare alla loro base, Austin era al quanto stanco, aveva il fiatone e gli sudava la fronte.
Austin: ho trovato una maga, fatene cosa volete.
E mi scaraventò ai piedi di due guardie. Mi sollevarono e mi trascinarono dentro. Prima di mettermi in prigione mi portarono in una stanzina, simile a quelle che si vedono nei film dove ci fanno gli interrogatori.
Mi accomodai su una sedia ed entrò un tizio spaventoso.
Tizio: allora... Giovane maga, dove si trovano i maghi superstiti?
Io: e io che ne so, non mi avete neanche dato il tempo di trovarli!
Sputò in terra. E oltretutto era la sua di base, che gente...
Tizio: non scherzare ragazzina, questo non è un gioco!
Io: crede che non lo sappia?! Ma davvero non ho idea di dove siano, ogni giorno cambiano luogo di ritrovo per non essere scoperti.
In realtà lo sapevo, ma dovevo rimanere in silenzio, tanto avrei fatto una brutta fine comunque.
Tizio: e dove potrebbero nascondersi?
Io: non lo so, il mondo della magia è così vasto...
Il tipo losco chiamò dentro una guardia robusta.
Tizio: lei non ci serve più, rinchiudetela nelle segrete fino a nuovo ordine.
La guardia mi sollevò di peso ma ancora volevo capire una cosa.
Io: che cosa ne sarà di me?
Tizio: non hai sentito cosa ho detto un attimo fa? Ancora non ho deciso!
Io: ma almeno sarò circondata dai miei coetanei, vero?
Tizio: no, sei stata la nostra prima cattura, congratulazioni!
Fantastico, ero perfino da sola, e io odio state da sola!
Rimasi in quella cella per giorni, non potevo fare niente, non avevo nessuno con cui parlare, e mi annoiavo a morte. Cosa aspettavano a decidere cosa farne di me?
Era una sera fredda, congelavo dal freddo e non avevo nulla con cui tapparmi. Ero rannicchiata nel letto quando qualcuno entrò.
Io: è inutile che mi controlliate, tanto non posso scappare, avere perfino rivestito i muri di plastica!
Erano stati molto meticolosi.
Austin: in realtà era una visita di piacere...
Mi misi a sedere sul letto.
Io: piacere un cavolo...
Tese la mano verso di me e mi porse una coperta di pail, la mia salvezza. Mi ci raggomitolai attorno, come un gattino con il proprio gomitolo. Austin girò i tacchi e se ne andò
Io: aspetta.
Austin: si?
Io: rimani a farmi compagnia? Mi annoio qui tutta da sola.
Fece segno di si con la testa e si sedette accanto a me. In realtà non parlavamo, stavamo in silenzio a guardarci intorno.
Io: perché non mi hai fatto fuori nella foresta? Mi avresti risparmiato tutta questa noia.
Austin: non ce l'ho fatta, se devi morire non sarà per mano mia.
Era un discorso macabro, però ci lessi un che di dolce.
Tremava dal freddo, gli allungai un lembo della coperta e ci si avvortolò anche lui.
Io: potevi portarne due di coperte.
Austin: pensavo mi avresti cacciato subito dopo.
Io: la solitudine gioca brutti scherzi.
Sorrise, dopo guardò l'orologio.
Austin: sono le undici e undici, esprimi un desiderio.
Chiusi gli occhi e lo espressi, dopo battei undici volte le mani e ci soffiai sopra.
Austin: che stai facendo?
Io: è così che si fa quando esprimi un desiderio, non lo sapevi?
Austin: no...
Io: fallo anche tu.
Batté undici volte le mani e ci soffiò sopra.
Austin: che cosa hai desiderato?
Io: non posso dirtelo, altrimenti non si avvera.
Austin: ti fidi più di me o di un orologio?
Io: almeno l'orologio non mi sta portando alla morte.
Austin: ho capito... Quindi da qui in avanti sarò solo un porta guai ai tuoi occhi?
Io: ma è quello che sei! No sarei qui se mi avessi lasciata andare.
Austin: non saresti qui se voi maghi non ci aveste cacciati dal vostro mondo!
Io: vedi? È questo il problema, ci giudicate per quello che hanno fatto alcuni maghi migliaia di anni fa, noi nemmeno ci pensiamo a voi!
Austin: me ne vado, non si può ragionare con una come te!
Io: no ma perché il problema sono io, ovvio!
Austin: vuoi sapere che cosa ho espresso?
Io: si, certo.
Austin: ho chiesto che tu mi creda una volta tanto, ma fai sempre di testa tua!
Io: non ci vuole un genio per capire che hai sbagliato!
Se ne andò senza nemmeno rispondermi.
Però ne avevo abbastanza di tutte queste guerre, che me ne frega se un vecchio vampiro voleva comandare e non ci è riuscito, che me ne frega se i maghi hanno cacciato i vampiri con crudeltà.
Che desiderio ho espresse alle undici e undici? "Vorrei solo che tutto finisse"

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Capitolo 19
*** auguri ***


ff Francesca...
Erano passate più di due settimane da quando mi avevano rinchiusa e non ne potevo più, quanto gli ci voleva per decidere?? Bah!
Con Austin le cose andavano sempre meglio, avevo smesso di definirlo un danno alla mia vita, anche perché in passato mi aveva salvata anche senza rendersene conto. Veniva a trovarmi quasi tutti i giorni, con un mazzo di carte e si giocava a briscola (?) è roba da vecchietti ma potevamo fare solo quello, il tizio non voleva che mi divertissi troppo.
Ero rannicchiata nel mio letto quando Austin piombò nella cella.
Austin: auguriiiiiiiii!!
Io: il mio compleanno è di estate genio.
Austin: non sai che giorno è oggi?
Mi guardava sconcertato, come se mi fossi scordata di chissà cosa.
Io: non ho nemmeno il calendario.
Austin: vieni con me e lo scoprirai.
Mi prese per mano e mi fece uscire, non dovetti nemmeno levarmi il pigiama perché non ce l'avevo, avevo un solo paio di vestiti.
Io: non credo che vogliano che io esca...
Austin: fidati.
Mente attraversavamo il corridoio non vedevo nessuno a lavorare.
Una volta usciti fui avvolta da un fresco venticello che non sentivo da settimane, e che credevo non avrei più sentito.
Io: brr che freddo!
Austin: vieni qui.
Mi diede io suo giacchetto e mi trascinò nella palude oscura, avevo i brividi, ma non di freddo. Era colpa di quel posto.
Io: perché non ti sei portato un giaccone anche per me?
Abbassò la testa e sorrise.
Austin: volevo fare come nei film...
Arrossii, ma cambiai subito argomento.
Io: mi dici dove stiamo andando?
Austin: a casa mia.
Voleva presentarmi alla sua famiglia? Bene bene...
Ancora non capivo che evento potesse esserci fino a quando non arrivai nel loro paesino: era natale.
Perché me lo ha dovuto ricordare? Odio il Natale, per motivi personali che non starò a dirvi, fatto sta che lo odio.
Io: non importava che mi facessi uscire, stavo bene lì dentro.
Austin: nessuno rimane da solo il venticinque dicembre.
Io si.
Il paesino era così tranquillo che non sembrava nemmeno che ci fosse in corso una guerra.
Io: come mai tutta questa pace? È finita la guerra?
Austin: seeeee era meglio! Ma per noi il Natale è sacro, per un giorno ci fermiamo.
Io: non hai paura che ti facciano qualcosa se ti vedono con una maga?
Austin sbuffò: perché mai dovrebbero?!
Io: non rischi di diventare un unicorno se interagisci con noi maghi?
Lasciò la mia mano e scoppiò a ridere, ma il mio era un discorso serio.
Austin: cosa?! Unicorni?!?! È la cosa più stupida che abbia mai sentito!!
Io: abbi rispetto! Sono le tradizioni di noi maghi!
Si chetò, avevamo fatto un patto in cui promettevamo di non parlare della nostra vera natura, come due persone che hanno opinioni opposte riguardo alla politica.
Austin: scusa, ma non immaginavo facessero una cosa così crudele.
In fondo aveva ragione, le nostre idee erano troppo rigide e vincolanti, i vampiri sono più spensierati.
Arrivammo a casa sua e mi accolse la sua mamma con tanta dolcezza.
Dopo mangiato mi appoggiai alla finestra e guardai fuori con tanta malinconia, mi sentivo così tutti gli anni. Austin mi si avvicinò.
Austin: che hai?
Io: non mi va di parlarne...
Austin: ha a che vedere con il desiderio che hai espresso un paio di settimane fa?
Io: te lo ricordi sempre? Comunque no, in realtà non pensavo al natale fino a quando non mi hai portata qui.
Austin: beh mi dispiace...
Cambiai velocemente discorso.
Io: che regalo hai ricevuto per natale?
Austin: l'amnistia.
Io: amnistia per cosa?
Austin: il regolamento impone che in un mese trasformi almeno dieci maghi, io non ne ho trasformato nemmeno uno.
Io: perché? Ti sentivi in colpa?
Austin: no figurati, mi faceva fatica!
Scoppiai a ridere, e io che pensavo che fosse una cosa seria.
Austin: perciò mi sarebbe dovuto aspettare come un corso di recupero ma per natale ho chiesto che mi sia tolto.
Io: però, anche i vampiri hanno delle regole ferree...
Il mio doveva essere un pensiero, ma Austin sentì tutto.
Io: oh scusa...
Austin: ci pensavo adesso, dove è Tania?
Io: con Olly, chissà come sta...


Tania era alla ricerca di quel dannato fiore da settimane, senza trovare niente.
Olly: è troppo chiedere come regalo di natale di trovare quel Benedetto fiore?!
Tania: non ce la faccio più, sono settimane che arranchiamo su questa montagna senza trovare niente.
Olly: sei sicura che esista per davvero?
Tania: prima si, ma ora non ne sono tanto certa...
Si sedette su un masso.
Tania: perché non lasciamo perdere?
Olly: assolutamente no, non voglio restare vampiro per sempre.
Tania: dai ma cosa vuoi che ci sia di così tremendo?
Olly: è che non voglio combatterti.
Tania: come scusa?
Olly si tappò la bocca, aveva detto troppo.
Si sedette sul masso accanto a Tania.
Olly: quando ho scoperto che Austin era un vampiro la cosa mi sembrava fica e mi feci trasformare da un suo amico, la mattina che ci siamo visti nel bosco avevo appena parlato con Austin: mi aveva detto della sera prima e che avrei dovuto farti del male. A quel punto non volevo più essere contro di te, so di aver sbagliato quella sera dopo il funerale di Denise, ma io ti amo e non potrei mai farti del male, o almeno fisico...
Tania gli si avvicinò e gli diede un bacio.
Tania: buon natale Olly.
Lui le sorrise.
Olly: buon natale Tania.

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Capitolo 20
*** change ***


ff Austin: mi dispiace di averti rovinato il natale.
Io: oh tranquillo, è stato il miglior natale degli ultimi dieci anni.
Austin: e scusa se mia mamma cercava di abbindolarti con quei discorsi sul fatto che devi passare dalla nostra parte.
Io: fa niente...
Austin: comunque potresti davvero considerare l'offerta.
Io: non sarò mai una di voi.
Austin: lo sai che ci meritiamo di vivere insieme a voi senza alcuna paura. Devi ammettere che abbiamo ragione noi.
Io: sarò franca con te: ebbene si, avete ragione. Tutto questo astio verso tutti voi non ha senso, questa guerra poi ancora meno.
Rimasi un attimo in silenzio e cominciai a pensare. Mi tornò in mente Frederick e i suoi discorsi mi inondarono la mente, e se Austin fosse riuscito a manipolarmi i pensieri proprio come diceva Frederick?
Austin era seduto sul balcone della finestra e saltellava dalla gioia, di sicuro era contento di avermi fatto pensare cose sbagliate.
Io: aspetta a cantare vittoria, non mi lascio abbindolare tanto facilmente.
Austin: ma a cosa ti riferisci?
Io: so benissimo che voi vampiri sapete manipolare la mente delle persone e spingerle a fare e pensare cose che non vogliono. E ora tu non mi convincerai ad unirmi a voi.
Austin: come? Ma è ridicolo! Non ho bisogno di usare strane stregonerie per farti vedere la realtà. Chi è che ti ha messo in testa queste stupidaggini?
Io: il mio insegnante di magia, Frederick, mi ha detto che si era imbattuto in una comunità di vampiri e che lo aveva manipolato fino a portarlo a rapire il primo ministro dei maghi, ecco perché è un unicorno.
Io ero seria, lui sembrava scherzare.
Austin: non credi che la cosa sia andata diversamente? Del tipo che si era accorto che non eravamo così cattivi, e che una volta catturato dai maghi sia stato costretto a dire quelle cose.
Potrebbe aver avuto ragione,Frederick era molto teso e nervoso mente ce ne parlava, che i maghi siano davvero così crudeli? Chissà se mi hanno portata sulla terra per evitare le cattiverie dei maghi e non quelle dei vampiri. Ma non lo avrei mai ammesso davanti a Austin, non gliela avrei mai data vinta.
Io: ad ogni modo nemmeno i vampiri sono tanto accondiscendenti, quella della scuola di recupero mi sembra una cosa estremamente strana... Ci vorrebbe qualcosa che metta insieme le parti positive di tutti quanti ed elimini quelle negative, non so se mi spiego. Ci vorrebbe come... Un'amalgama!
Austin mi sorrise soddisfatto.
Austin: finalmente ci sei arrivata! Allora... Ti va di formare una squadra per fermare questa guerra inutile?
Gli sorrisi, stavo per dirgli di si, ma poi pensai alla mia mamma, a mio fratello, a Tania, a tutte le persone a cui voglio bene, non potevo.
Io: mi dispiace, per quanto sia un'idea grandiosa devo declinarla, non posso rischiare di mettere in pericolo la mia famiglia. Tu non li conosci i maghi, sarebbero capaci di fargli del male.
Austin: ma tu non conosci i vampiri invece, sono capaci di fare del male a te!
Aveva smesso di scherzare, mi stava supplicando.
Austin: nemmeno il tipo che ti ha messo in prigione sarebbe tanto felice di saperlo ma almeno non ti ucciderebbe.
Io: chi ha parlato di morire?
I suoi occhi erano inumiditi dalle lacrime, ma non pianse, cercò di rimanere forte.
Austin: ti prego vieni con me.
Io: mi spiace, ma me ne torno in prigione.
Mi girai e mi alzai. Me ne stavo andando dandogli le spalle, errore fatale: con un balzo mi si avventò contro e mi morse.
Caddi a terra come un sacco di patate.
Io: smettila mi fai male!!!
Non rispose, i suoi denti erano conficcati nel mio collo e non accennavano a lasciarlo. Provai ad agitarmi ma mi bloccava con le mani le braccia.
Io: ti prego! Smettila subito!!!
Cominciai a piangere, non volevo diventare un vampiro, o peggio, morire. I contorni della stanza cominciarono a farsi sempre più sfuocati, fino a che non si alzò dal mio esile corpo. Mi alzai barcollando.
Io: come ti è venuto in mente?!
Austin: non agitarti troppo, sei debole.
Io: grazie al cazzo, mi hai succhiato via tutto il sangue!!
Austin: adesso ti riporto in cella, così riposerai.
Come mai era calmo dopo quello che aveva fatto?
Io: perché? Perché mi hai trasformata?
Austin: non posso dirtelo, ma credimi, l'ho fatto per te.
Io: non ti aiuterò comunque, e allora perché?
Austin:...
Cosa aspettava a rispondere?
Persa ogni speranza mi feci accompagnare nella cella e mi addormentai di botto, ero stanca morta.


Tizio: d'accordo, il natale è passato, è tempo di giustiziare la ragazza catturata.
Austin arrivò correndo tutto trafelato.
Tizio: oh eccoti qua, mi dispiace ragazzo, ma i patti erano patti.
Austin: vi scongiuro non uccidetela.
Tizio: non possiamo tenere una zavorra magica in eterno, non sei riuscito a convincerla a venire dalla nostra parte? Lei ne pagherà le conseguenze!
Austin: no, non fatelo! Ora è una di noi.
Tizio: a cosa alludi?
Austin: l'ho trasformata, ora che lo vogliate o no non potete più toccarla.
Tizio: bene. Quando si risveglierà la manderemo via da questa prigione.

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Capitolo 21
*** the end ***


ff Francesca...
Dormii per giorni e giorni, un po' perché mi avevano trasformata, un po' per pigrizia  :3
Quando mi svegliai mi ritrovai accanto Austin che giocava al cellulare. Mi stropicciai gli occhi.
Io: per quanto ho dormito?
Ero calma, non ricordavo quasi più niente.
Austin: sedici giorni, complimenti, hai fatto un nuovo record!
Mi misi a sedere e mi massaggiai le tempie, a poco a poco stavo ricordando tutto.
Io: un momento... Ora ricordo tutto!
Austin mise il cellulare in tasca e si sedette accanto a me.
Austin: devo parlarti di una cosa importante...
Io: ok, parla.
Austin: innanzitutto scusa per quello che è successo ha natale ma avevo i miei motivi: il tizio che ti ha messo in prigione aveva preso una decisione riguardo a te, ti avrebbe fatta fuori.
Il mio cuore si fermò, l'avevo scampata bella.
Austin: io ero presente mentre lo annunciava e gli chiesi cosa avrei potuto fare per evitare il peggio, lui mi ha detto che l'unico modo era farti passare dalla nostra parte. Ecco perché ho insistito tanto sul discorso "unisciti a noi" non mi interessava cosa pensassi, cercavo solo di farti cambiare idea. E ci ero quasi riuscito quando il tuo buonsenso si è messo in mezzo, non avresti mai messo in pericolo la tua famiglia per salvare te stessa. Te ne stavi andando e io dovevo fare qualcosa in fetta, il giorno dopo di natale ti avrebbero giustiziata, perciò pensai velocemente che non saresti mai stata una dei nostri a meno che non ne fossi stata costretta. E dopo ti ho trasformata. Mi avevi raccontato che se un mago diventa vampiro non potrà più accedere alla propria comunità, di conseguenza mi è sembrata un'idea geniale, però a pensarci bene è stata un'idea stupida...
Mi gettai tra le sue braccia calde.
Io: grazie per avermi salvata.
Mi strinse a se.
Austin: di nulla.
Mi accarezzava i capelli con tanta dolcezza.
Io: e ora che cosa ne sarà di me?
Austin: io pensavo di proporti...
Mi venne in mente una cosa importantissima.
Io: oh santo cielo, Tania!
Austin: che cosa c'entra Tania adesso?
Io: più di un mese fa è andata con Olly a cercare un fiore per guarirlo, devo sapere come sta e raccontarle tutto quello che mi è successo.
Austin: non potresti semplicemente chiamarla al telefono? Avrei da dirti una cosa importante
Fiondai giù dal letto e iniziai a correre attraverso la prigione, nessuno badava più a me.
Io: Tania non ha il telefono
Austin mi correva dietro.
Austin: chi mai non ha un telefono con se?!
Io: Tania.
Uscii fuori dalla prigione seguita da Austin.
Austin: sai almeno dove potrebbero essere?
Io: ai piedi del monte dove cresce quel fiore.
Dopo circa un'oretta arrivammo, io ero in collo a Austin perché mi faceva fatica correre troppo, in realtà mi faceva fatica correre e basta. Come previsto c'erano Olly e Tania seduti sotto un albero. Quando mi vide mi venne in contro abbracciandomi.
Tania: quanto sono stata in pensiero per te!!
Io: pure io, non immagini quanto.
Austin si avvicinò per battere il cinque a Olly.
Austin: ehi amico come andiamo?
Olly non lo guardò nemmeno.
Olly: male andiamo.
Io: perché? Cos'è successo?
Tania: non siamo riusciti a trovare il fiore, Olly rimarrà vampiro per sempre.
Fui invasa da una doppia tristezza, dovevo dirle anche di me.
Io: a proposito... In questo mese io sono stata catturata dai vampiri, è una storia lunga e complicata, perciò te la farò breve: per non morire sono diventata una vampira anche io.
Le pupille di Tania diventarono un puntino minuscolo.
Tania: che cosa?! No non ci voglio credere!
Io: mi dispiace tanto ma d'ora in avanti non potremo più vederci, non potrei sopportare l'idea di vederti sotto forma di unicorno, la coda non ti dona!
Abbozzò un sorriso.
Austin: scusate ragazze, in realtà ci sarebbe una soluzione.
Olly: sarebbe?
Austin: le cose si stanno mettendo male per i maghi, non so per quanto tempo riusciranno a resistere all'attacco dei vampiri. La loro sottomissione è inevitabile. Ma una volta conquistati niente ci impedisce di trattarli come persone normali. Io e Olly abbiamo molta influenza sulle persone, riusciremo a convincerli a non fare niente ai maghi, e nel giro di pochi anni tutto si sistemerà.
Tania: vuoi dire... Una pace equa?
Austin: esatto. Non ci saranno più discriminazioni, solo abbracci amichevoli.
Olly: secondo voi potrebbe funzionare?
Io: possiamo sempre tentare.
E fu così che due neo vampiri, un vampiro, e una maga senza cellulare tentarono di assottigliare le differenze createsi nel corso dei millenni. Ce la faranno?
Io: quindi diventerai il re dell'anti razzismo?
Austin: solo se tu sarai la regina.
Gli sorrisi.
Io: preferisco essere chiamata sovrana.
Mi prese per mano.
Austin: abbiamo salvato il mondo, e ora? Cosa facciamo?
Lo guardai con sguardo malizioso.
Io: ora andiamo a dare la caccia ai marocchini in vespa.
Austin: è per questo che ti amo.
E mi diede un tenero bacio sulle labbra.



SPAZIO AUTRICE
bimbe è finita :') non sapevo come farla finire perciò questo capitolo lo ha scritto mia nonna, non giudicate dall'apparenza, mia nonna è la meglio! grazie a tutte per le recensioni e i complimenti che ci avete fatto :D

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