Let Your Heart Decide

di gloriamalfoy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mezzosangue ***
Capitolo 2: *** Gnomi da giardino ***
Capitolo 3: *** Decisioni in silenzio ***
Capitolo 4: *** Sarebbe questo il Sangue-Puro? ***
Capitolo 5: *** Visite ***
Capitolo 6: *** Tu non puoi capire ***
Capitolo 7: *** Raccontami ***



Capitolo 1
*** Mezzosangue ***


LET YOUR HEART DECIDE

 

 

 

 

"In quel momento il suo cuore si contorse, ogni atomo del suo corpo ribolliva, urlava, soffriva, moriva nel silenzio totale.

Il respiro gli si appesantì.

Doveva fare qualcosa, doveva portarla via da quell'inferno malsano."

 

 

 

 

1. MEZZOSANGUE

Hogwarts quel giorno risplendeva di una luce particolare, i raggi di sole illuminavano ogni stanza e corridoio del grande castello, oltrepassavano le alte ed ampie vetrate e mettevano tutti di buon umore.

Era una giornata perfetta, niente lezioni, niente studio. Quel giorno gli studenti si sarebbero recati a Hogsmeade, il villaggio vicino alla scuola per fare acquisti e passare una giornata in armonia.

Hermione e gli altri studenti del sesto anno erano fuori in giardino, in attessa della carrozza che li avrebbe scortati.

"Non vedo l'ora di arrivare da Mielandia" disse Ron compiaciuto.

Harry scoppiò a ridere.

"Non avevamo dubbi Ron" lo rimbeccò Hermione, anche lei ridacchiando.

 

"Bene ragazzi, la carrozza sta arrivando. Divertitevi" Disse la professoressa Sprite allontanadosi e dirigendosi verso le serre. Di lì a pochi secondi infatti, arrivò e in men che non si dica partì carica di studenti chiassosi.

 

Una volta lì i tre amici si guardarono "Cosa facciamo?" Domandò Harry guardandosi intorno.

"Mielandia!" Disse un troppo euforico Ron, talmente preso dal negozio di dolci davanti a lui che sarebbe stato difficile dissuaderlo. Così annuirono ed entrarono.

Mielandia era un posto quasi incantato, caramelle saltellanti, lecca-lecca sorridenti, liquirizie che mordevano... Era il peccato di gola per un mago.

Ron si buttò subito alla ricerca di qualcosa che potesse saziare il suo appetito, ma soprattutto le sue fantasie culinarie, Harry rimase al pian terreno ad ammirare la grande fontana all'ingresso, il liquido era dei colori dell'arcobaleno.

Hermione invece salì le scale e si fermò a guardarsi intorno al primo piano, scaffali ripieni di merendine di ogni colore, gusto e forma, le scaffallature erano strette e alte, sembrava un labirinto.

Improvvisamente urtò contro qualcuno accucciato a terra inciampando e rischiando di cadere dritta distesa sul pavimento colorato. "Oh..Scusami tanto!" esclamò dispiaciuta la ragazza.

"E se invece non ti scusassi?" Il cuore di lei si fermò dalla sorpresa, seguita da rabbia e disgusto. Tra tutti doveva inciampare proprio su di Lui, Malfoy.

La persona che disprezzava più di chiunque altra a scuola, quel dannato e troppo fiero sanguepuro.

"In quel caso me ne farei una ragione" Disse prontamente la ragazza guardandolo in segno di sfida.

Non lo sapeva neanche lei il perchè di quello sguardo, il fatto era che ogni volta che si trovava davanti a lui si sentiva in obbligo di essere all'altezza. Di essere forte e sempre con la parola pronta. Non voleva dargli la soddisfazione di vederla crollare in nessun momento. Mai.

Draco ridacchiò e si avvicinò a lei, con il dorso della mano le sollevò il mento di qualche centimetro e la guardò dritta negli occhi "Ma come Granger? Credevo che tra noi ci fosse un'intesa!" Disse serio, per poi scoppiare a ridere con cattiveria.

"Mi fai schifo!" disse lei di rimando con fare aggressivo e prima che lui potesse commentare o dire qualsiasi cosa si girò, scese le scale in fretta ma senza correre e uscì da Mielandia.

 

Mi fai schifo? Tutto qui quello che era riuscita a dire?

 

Maledizione Hermione disse a se stessa.

Ma poi cosa importa? Era solo Malfoy.

 

La ragazza si sedette su una panchina lì di fronte per aspettare l'uscita dei suoi due amici.

Fissava la porta, si incantava e quando se ne accorgeva, scuoteva con forza la testa per tornare in se. Così per tre volte prima che Harry e Ron apparvero finalmente sulla soglia.

Dietro di loro uscì anche Malfoy con una busta in mano, appena vide la ragazza le fece l'occhiolino e mosse le labbra come a mandarle un bacio, quando lei lo guardò torvo per il gesto, sul volto del ragazzo si formò un sorriso divertito.

"HERMIONE!" la ragazza sobbalzò dallo spavento. I suoi amici la stavano chiamando da un po'.

"S..scusatemi!" Arrossì imbarazzata "Ero distratta"aggiunse in fretta e furia.

"Tranquilla... Ti va una burrobirra?" Le domandò sorridendo Harry

"Perché no!" Si alzò e il trio si allontanò verso i Tre Manici di Scopa.

 

Hermione quel giorno era sempre di più immersa nei suoi pensieri, pensieri che non erano affatto carini del resto. Si domandava se era veramente diversa o se Malfoy era semplicemente matto. Però lui dopotutto aveva ragione, lei era una... mezzosangue... non aveva una nobile e antichissima stirpe di maghi al seguito, ne un nome potente.

"Mezzosangue" pensò a voce alta.

"Cosa?" Dissero sbigottiti Ron e Harry sussultando strabiliati nel sentirla pronunciare quella parola.

"Oh, nulla! Scusatemi, stavo solo pensando a voce alta" Si giustificò lei, ma il danno ormai era fatto e gli amici non avrebbero mollato la presa sicuramente.

"E a cosa pensi, per la barba di Merlino!" Disse Ron un po' contrariato.

"Beh..." Non sapeva se confessare o no. Cosa avrebbero detto di lei? L'avrebbero presa per matta. Li conosceva bene. Decise di non rischiare, non le andava affatto di discutere. "Stavo pensando all'origine di questa parola... Chissà chi l'ha inventata, se è sempre stato un insulto, quando è stata introdotta nel linguaggio dei maghi..." Mentì e sorrise.

Con quelle parole aveva fatto centro. Non le avrebbero sicuramente chiesto più nulla sull'argomento per paura che andasse ad approfondire annoiandoli con chissà quale aneddoto accaduto millenni prima ad un mago o una strega di cui nessuno, nemmeno Ruf, aveva mai sentito nominare.

I due maghi, come previsto fecero spallucce e si alzarono. Hermione fece lo stesso, pagarono e uscirono dal pub.

"Torniamo a scuola ora" Disse lei, gli altri due annuirono.



 

Angolo dell'autrice:
Questo era solo il primo capitolo, la storia e il suo sviluppo crescerà sempre di più ad ogni capitolo,
spero che vi piacerà e che la seguirete.

^.^

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Capitolo 2
*** Gnomi da giardino ***


 2. GNOMI DA GIARDINO

Harry e Ron quella sera avevano l'allenamento di Quidditch, il cielo fuori si stava annuvolando e premetteva pioggia.

"Sembra fatto apposta!" Disse Harry guardando fuori dalla finestra "Ogni volta che abbiamo un allenamento o una partita veniamo perseguitati dal freddo, dal vento, dal diluvio... Mai una volta che ci sia il sole!" Terminò sconsolato. Ron annuì dandogli una pacca sulla spalla "Dai amico, andiamo" fece cenno con il capo di seguirlo fuori dal castello, "Hermione! Tu vieni?" Le domandò il rosso voltandosi.

La ragazza guardò fuori dal vetro all'ingresso, sembrava fare davvero molto freddo lì fuori. Lei odiava la pioggia e il vento forte, la neve invece le piaceva, la trovava romantica. Purtroppo per quella avrebbe dovuto aspettare.

"Scusa Ron, questa volta passo!" Fece l'occhiolino ed esibì un sorriso dispiaciuto.

"Vabbè... a dopo!" La salutò Ron.

Insieme a Harry uscì dal castello per dirigersi al campo da Quidditch.

La strega li osservò per un po', sorrise sentendosi davvero fortunata ad avere due amici come loro.

 

Entrò nella Sala Grande, bellissima, come sempre.

Era arredata con tanti tavoli da tre, massimo quattro persone, in legno, disposti in maniera casuale e illuminati da grandi e bellissimi candelabri incantati a mezz'aria sopra ad ogni tavolo, emanavano una luce calda che dava alla Sala un tocco accogliente e tranquillo. Il soffitto riproduceva un realistico cielo stellato, limpido, esattamente il contrario dello scenario esterno al castello.

Hermione si sedette su un tavolo a caso, vuoto, tirò fuori un libro dalla cartella e cominciò a leggere. Era un libro che aveva preso al Ghirigoro l'estate scorsa, non lo aveva mai aperto così trovò quel momento opportuno per cominciare.

 

Gli gnomi da giardino

 

Dopo aver letto quel titolo le venne a mente il perché non l'aveva nè mai letto nè preso in considerazione prima di allora, sbuffò e lo aprì dai, magari sarà interessante si auto-incoraggiò ma senza alcuna convinzione.

 

Si guardò intorno, non c'era quasi nessuno a parte un gruppetto Tassorosso e due ragazze Corvonero che chiacchieravano in tranquillità.

 

"Draco!" Sentì urlare la ragazza e senza saperne il motivo, si voltò. Era Pansy Parkinson, inconfondibile con quella sua voce ultrasonica e squillante. Certo sarà più interessante degli gnomi, pensò.

 

In un angolo alla sua sinistra c'era Draco Malfoy che leggeva un grosso volume, Hermione si accigliò, non lo aveva notato e soprattutto non lo aveva mai visto leggere qualcosa che non fosse inerente alle lezioni, ammesso e concesso che il libro che aveva di fronte realmente non fosse un testo scolastico.

Vide Pansy avvicinarsi a lui saltellando, sfoggiando una folta chioma lucente. Si sedette di fronte al ragazzo che sussultò nel vederla. "Che vuoi?" Sentì dire da Malfoy, sembrava scocciato.

"Cosa fai qui tutto solo soletto?" Pansy gli stava facendo gli occhi dolci "Non ti andrebbe un po' di compagnia? ...Magari in un bel letto comodo?" Hermione fece una gran fatica a comprendere l'ultima parte della frase, Pansy lo aveva quasi sussurrato.

 

Se qualcuno l'avesse guardata in quel momento avrebbe sicuramente visto uno sgorbio, aveva ogni muscolo facciale teso per tentare di sentire. Si ricompose.

 

"Va bene, andiamo" Disse Draco freddo, gelido, si alzò e cominciò a camminare verso il grande portone, il suo viso non faceva intendere nulla, la Serpeverde evidentemente soddisfatta lo seguì.

 

Stupida oca.

 

Perché le venne quel pensiero? Due motivi.

 

Pansy Parkinson è stupida.

Pansy Parkinson è un'oca.

 

Ma non hai neanche un briciolo di amor proprio? Non lo vedi come ti tratta? Anzi, peggio ancora... NON ti tratta in nessun modo. Ti usa. E tu pure ti fai usare. Ti offri come cavia.

Malfoy non ha rispetto per nessuno. Altro che sanguepuro... lui è semplicemente un bastardopuro.

Aprofittare così di una ragazza...

Certo però che è stata lei ad offrirsi...

 

Non centra!

 

Mosse la testa in segno di disapprovazione. Richiuse il suo libro con forza e con passo deciso uscì nell'atrio.

Non sapeva con esattezza perché assistere a quella conversazione l'aveva turbata così tanto, erano liberi di fare ciò che volevano dopotutto.

Sbirciò fuori dalla finestra e notò che il cielo si era schiarito, aprì il grosso portone d'entrata e uscì in giardino, avrebbe aspettato il ritorno di Harry e Ron.

Si sedette sulla prima panchina che trovò, era vicina all'ingresso, in questo modo avrebbe potuto notare gli amici al rientro, prese ancora una volta Gli gnomi da giardino e finalmente lo iniziò.

 

 

Draco non faceva minimamente caso alla ragazza che gli saltellava intorno, era immerso nei suoi pensieri, almeno lei sarebbe stata una buona distrazione. Buona... beh, diciamo una distrazione e basta.

Improvvisamente si sentì tirare per la camicia ma che... era Pansy che lo tirava verso un'aula, aprì la porta e lo trascinò dentro.

 

"Ma che fai, stupida?" sbraitò lui.

Si guardò intorno, era una stanza piccola, con una finestra in alto, molto in alto, all'altezza del soffitto, qua e là per la stanza erano sparsi dei tavolini malridotti, sedie consumate dall'età e vari oggetti, tra cui due telescopi, grosse casse chiuse e molte coperte.

Vide Pansy prendere una coperta e stenderla a terra.

 

Così squallida è? Ma per chi mi ha preso? Lei crede davvero che lo farò con lei in un posto così putrido?...

 

Prima che potesse dire qualcosa si ritrovò scaraventato a terra sulla coperta, la Serpeverde era a cavalcioni su di lui, si tolse la maglietta e con la bacchetta infilata tra le fessure, fece saltare i bottoni della sua camicia.

Draco in quel momento scattò mettendosi seduto e la ragazza, con un tonfo, scivolò a terra.

 

"Ma che fai? Sei impazzito?" Gli urlò contro.

Lui si alzò "No, tu sei impazzita! Ma per chi mi hai preso?" Era arrabbiato.

"Io credevo che..." Il suo volto sembrava stesse per andare a fuoco. Era scarlatta dalla vergogna "Beh, credevi male..." Senza degnarla di uno sguardo uscì da quella stanza polverosa sbattendosi la porta alle spalle.

 

Ogni cosa ha il suo modo per essere fatta... Draco teneva molto all'ordine e rabbrividì al pensiero di trovarsi nudo tra la polvere.

Forse aveva esagerato e non era stato per niente cortese a lasciarla lì a quel modo.

Forse non sarebbe stato poi così male.

Probabilmente lo avrebbe trovato eccitante.

L'unico problema erano gli innumerevoli pensieri che gli offuscavano la mente, non ci stava più con la testa, si distraeva sempre più spesso, si deprimeva sentendosi sempre più in trappola.

Intrappolato e senza via d'uscta.

Non riusciva proprio a concedersi a Pansy in quel momento, forse domani.

 

Arrivato al cancello, lo aprì e uscì a prendere una boccata d'aria, fuori soffiava un po' di vento, sentiva un po' di freddo a causa della camicia aperta ma cercò di non farci caso. Prese dalla tasca un pacchetto di sigarette e se ne accese una poi si guardò intorno, cercando con lo sguardo una panchina, quando, notò una ragazza concentrata a leggere, gli dava le spalle, portava i capelli raccolti in una coda alta, foltissima e riccia.

 

Granger...

 

gli venne naturale un ghigno. Forse quella sera si sarebbe divertito lostesso.

 

 

"Ma cos'é questo odore? Sento puzza di... sanguesporco" Hermione turbata si voltò di scatto e vide Malfoy dietro di sè che la guardava sprezzante.

 

Ma come ti permetti stronzetto! Sentì gli occhi riempirlesi di lacrime che prontamente ricacciò indietro.

 

"Non hai di meglio da fare Malfoy?" Disse con un filo di voce spezzata, era riuscita a tirare indietro le lacrime ma la voce suonò come se stesse realmente piangendo. Era agitata, furibonda.

 

"No" disse lui con gusto "Sei il mio passatempo preferito" Aggiunse sarcastico.

"E con la Parkinson hai già finito?" Questa volta ridacchiò lei "certo che hai fatto in fretta!" rise ancora.

 

Draco ci mise qualche secondo per capire cosa volesse dire con quella frase.

 

"Almeno io qualcuno che mi vuole ce l'ho, a te chi mai potrebbe desiderare?" ribattè, poi, dopo aver posato lo sguardo sulla copertina del libro che la ragazza teneva in mano aggiunse "con te, uscirebbe sono uno gnomo da giardino, forse neanche quello".

 

"Di pure quello che credi" questa volta non riuscì a trattenere le lacrime che invasero il suo viso come un fiume senza controllo "almeno io posso vivere in pace con me stessa. Tu invece, come fai a vivere sapendo di essere te stesso?" Dalla rabbia, gli lanciò addosso il libro e asciugandosi le lacrime con la manica della divisa corse via, lasciandolo lì fuori, solo, con l'espressione di uno che era appena stato bastonato.

 

Arrivata al dormitorio si gettò sul grande letto e lanciò con forza, contro la parete adiacente, il cuscino.

 

"Schifoso!" Urlò.

"Bastardo! Lurido! Viscido!" Scoppiò a piangere. Lo odiava. No, non lo odiava... Lo DETESTAVA

 

Angolo dell'autrice
Eccomi tornata con il secondo capitolo, spero che lo apprezzerete e che commenterete numerosi.
Consigli e critiche sono sempre ben accette! :)
Vi mando un grande bacio,
al prossimo aggiornamento.
^.^

 

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Capitolo 3
*** Decisioni in silenzio ***


 3. DECISIONI IN SILENZIO
 

Draco era sdraiato sul letto, lo sguardo fisso nella penombra, la stanza era illuminata solo dal fioco bagliore della luna coperta per la maggiorparte da grossi nuvoloni.

 

Stupida ragazzina... Come ti sei permessa...

 

Il ragazzo si trovò ferito, ferito profondamente. Erano state poche parole, poche ma gelide come il ghiacchio, sincere, un vero e proprio colpo al cuore.

 

Come fai a vivere sapendo di essere te stesso?

 

Te stesso...

 

Hermione aveva colto nel segno, aveva colpito il suo più grande punto debole, l'insicurezza, nel suo cuore si celavano dubbio e paura, il terrore di fare scelte sbagliate e la quasi totale convinzione di aver vissuto fino ad allora una vita finta.

 

Erano pensieri che lo tormentavano da quando suo padre lo aveva portato al suo cospetto, senza chiedergli se era daccordo, senza voler conoscere il suo parere e le sue volontà.

 

Il Signore Oscuro era veramente... Oscuro... Non aveva scrupoli né provava pietà per nessuno, a sangue freddo aveva ucciso una mezzosangue per far vedere a lui, Draco, come era facile ripulire il mondo da quelle fecce.

 

Il biondino era rimasto pietrificato di fronte a quella scena, il suo cuore si era fermato nel vedere il corpo della donna cadere a terra senza vita.

Una donna che non aveva fatto niente di male, aveva studiato, lavorato e cresciuto due bambini. Una donna innocente era morta perché sua madre era una babbana. Ma che colpa ne aveva lei se sua madre era una babbana?

 

Ma allora, che colpa ne ha la Granger se i suoi genitori sono dei babbani?

E' una cosa differente Draco. La Granger non è mica morta.

Ma cosa significa? Che deve morire per far si che la veda sotto una prospettiva diversa?

Sempre così... Si rende onore ad un uomo dal momento in cui muore in poi.

 

Ma perché gli era venuta in mente Hermione Granger?

Forse perché lei, come nessuno era riuscita a sfiorargli il cuore. Non in maniera romantica e sdolcinata ma lo aveva lasciato di stucco. Aveva toccato un argomento per lui cruciale, era riuscita a far traballare la maschera che indossava ogni giorno. Quella del Bastardo Purosangue.

Lei aveva ragione, ma quello che non sapeva era che lui non poteva vivere sapendo di essere se stesso.

 

Quella notte non riuscì a chiudere occhio, si girò e rigirò nel letto finchè si arrese e si lasciò invadere dai più oscuri pensieri.

Arrivò ad una decisione.

Lui non sarebbe diventato un mangiamorte. Non sarebbe diventato un assassino.

 

Hermione era sdraiata sul letto, non riusciva a dormire.

Le lacrime erano andate via da un po' ma il sonno non si fece avanti, aveva passato quasi tutta la notte a formulare mentalmente insulti diretti a Malfoy.

 

Malfoy... Ma per quale motivo devi essere così... Così... Non le veniva la parola adatta per descriverlo ...Cattivo... Non sarà stata una definizione intelligente ma era quella che lo rappresentava meglio.

 

Lui era cattivo, malvagio, perfido. Provava gusto nel veder soffrire gli altri... Eppure quando era da solo, dava l'aria di una persona piacevole, solitaria e autorevole. Ovviamente le apparenze ingannano Hermione... Eppure, in un certo senso le faceva pena... Insomma, se una persona si comportava così non deve aver avuto un'educazione sana.

 

Si ma ciò che conta sono le scelte che si fanno disse a se stessa

 

...Si ma spesso, non si ha scelta...

 

Una vocina dentro di lei cercava un briciolo di luce dentro a quel ragazzo.

 

Perché lo sto difendendo? Non si merita alcuna compassione. E' una persona orribile! Mi ha sempre vista e trattata come spazzatura, se non peggio! Mi ha maltrattata, derisa, ferita... Non si merita NIENTE.

 

Era in crisi.

 

Chissà come si sente però, come dev'essere crescere in una famiglia dove tutti si aspettano che tu diventi il perfetto erede di un'intera stirpe ossessivo-purosangue...

 

Beh, lui sicuramente questi dubbi non li ha. O, se li ha, li sà nascondere davvero bene.

Ma poi a chi importa...

 

L'unica cosa di cui era certa, era che non avrebbe più fatto caso a quel dannato, lo avrebbe ignorato, sperando che prima o poi l'avrebbe smessa e che l'avrebbe lasciata in pace.

Aveva preso una decisione.

 

Quando finalmente le venne sonno, le prime luci del mattino si fecero intravedere nella stanza.

 

Per la miseria! Aveva passato la notte in bianco.

 

Tutta colpa di Malfoy.

 

***

 

 

Hermione era in biblioteca, di lì a poche ore ci sarebbe stata lezione di pozioni e lei non aveva ancora completato il suo compito. Doveva consegnare tre rotoli di pergamena sugli effetti della Felix Felicis.

 

Credeva sarebbe stato facile, infondo chi non conosceva la Felix Felicis? Purtroppo il suo compito risultò troppo corto, a malapena due rotoli.

Non sapeva dove andare a parare, gli effetti... cosa fa la Felicis a parte renderti davvero fortunato? Non era mai successo che non consegnasse un lavoro in tempo, questa volta si era sopravvalutata, non l'avrebbe fatto mai più.

 

"Felix Felicis... Felicis... " sussurrava tra se e se sfogliando volume dopo volume, capitoli interi, manuali piccoli e grandi, libri grossi, antichi e rovinati e altri nuovi mai usati.

 

Riuscì a trovare solo ciò che sapeva già ma niente che le permettesse di compilare una terza pergamena.

Era arrabbiata con se stessa, con il professore e con i libri che l'avevano delusa. Con una mano diede una spinta al tavolo e due volumi caddero a terra provocanto un tonfo sonoro.

 

Madama Pince accorse immediatamente "Signorina Granger! Questa è una biblioteca!" sbraitò, poi vedendo i libri a terra si fece paonazza "Quelli, quelli sono i miei libri?" li raccolse poi con una mano prese Hermione per il braccio. La ragazza fece in tempo a prendere le sue pergamene che si trovò sbattuta fuori dalla biblioteca. "Fuori di qui! Sei bandita da qui dentro per un mese intero!" Era davvero furibonda.

 

"Ma Madama Pince! La prego, ho bisogno di..." la bibliotecaria le sbattè la porta in faccia senza degnarla di uno sguardo "finire il mio compito" terminò Hermione sconsolata.

 

"Splendido! Brava Hermione!" si rimproverò.

 

Si lasciò scivolare a terra, appoggiata al muro della biblioteca, i rotoli le caddero dalle mani, fece per raccoglierli quando si accorse che questi non c'erano. Si alzò di scatto e trovò Malfoy intento a leggere il compito di pozioni.

 

Malfoy? No!

 

Era trascorsa più di una settimana da quando aveva passato la notte in bianco a causa sua, quella volta aveva deciso di ignorarlo e ci riuscì. Ogni volta che lo vedeva, distoglieva lo sguardo e cambiava direzione. Tutto andava bene.

Anche Harry e Ron dopo un po', si erano accorti che c'era qualcosa che non andava, ma nonostante l'insistenza di Harry che voleva a tutti i costi sapere se era successo qualcosa o se le avesse fatto qualcosa, Hermione non rivelò nulla. Non voleva che i suoi amici si turbassero a causa di problemi che riguardavano lei e lei solamente. Poi non si poteva nemmeno definire come vero e proprio problema, l'aveva ferita, come molte altre volte del resto, solo che questa volta aveva deciso di darci un taglio.

 

Niente Malfoy, vita più serena.

 

Ma ora come avrebbe fatto ad evitarlo? Non puoi Hermione.

 

Ci mancava solo lui per dare un finale veramente disastroso a quel momento.

 

"Mhm...Interessante..." Disse lui con il solito, odioso ghigno stampato in faccia. Hermione lo ignorò e con velocità sorprendente gli sfilò il compito dalle mani.

 

Devo ignorarlo.

 

"Calma Granger!" Ridacchiò in malomodo "Mica voglio rubarti un complito incompleto e per giunta scritto davvero male" Rise ancora.

 

E' incompleto? Lo sapeva benissimo anche da sola che era incompleto. E sarebbe rimasto tale visto che non le era permesso di entrare in biblioteca.

 

La ragazza non lo degnò di uno sguardo, si voltò e svelta cominciò ad allontanarsi lungo il corridoio. Bravissima! Ci sei riuscita. Ma ora come avrebbe fatto con il compito? Avrebbe dovuto per forza consegnarlo così.

 

Draco rimase accigliato, neanche una parola? Allora non avevo visto male...

Durante la settimana aveva notato il comportamento della ragazza, lo stava evitando.

 

Evitare è una cosa, ma ora mi ha palesemente ignorato.

 

Si sentiva un fesso, che fosse sul serio arrabbiata con lui?

 

Impossibile! Loro due hanno sempre avuto un rapporto strano, beh, non è mai stato un rapporto, erano più che altro battibecchi e frecciatine reciproche.

Ma andava bene così, ci aveva fatto l'abitudine ormai... E ora lei cosa faceva? Lo ignorava? Non si ignora Draco Malfoy!

 

Quel fatto lo aveva stranito a tal punto che non riusciva più a ricordarsi che cosa era venuto a fare in biblioteca. Fece spallucce e lentamente cominciò a camminare, diretto ai sotterranei, a lezione di pozioni.

 

Improvvisamente si immerse nei suoi pensieri.

 

Pensava alla lettera che suo padre gli aveva spedito esattamente cinque giorni prima, quella lettera che più che da un padre sembrava fosse stata scritta da un'estraneo.

 

"Draco,

 

Il giorno di Natale potrai finalmente rendere onore al nome di famiglia.

 

Sono sicuro che non commetterai errori,

 

che saprai che cosa scegliere, considerate le conseguenze in caso contrario.

 

Papà"

 

Quelle poche parole gli rimbombavano nella testa, era agitato.

Aveva mille dubbi sul suo modo di essere, sul suo io, su suo padre, su cos'è giusto e cosa invece non lo è. Ormai non lo sapeva più.

Doveva fare una scelta, diventare un mangiamorte oppure scappare. Ma lui aveva già scelto... Avevo deciso... avevo deciso di non diventarlo ma se quelle conseguenze includono la mamma?

 

Ogni viscera del suo corpo gli diceva di fuggire lontano dove nessuno lo avrebbe più trovato, mai più, ma non poteva, come avrebbe potuto lasciare lì sua madre a morire a causa sua?

 

Se lo faccio sarà sbagliato certo, ma se non lo faccio lo sarà comunque...

 

La testa gli pulsava forte. Ogni momento della sua vita era condizionato da quel pensiero. Doveva fingere di essere il solito Malfoy, l'idiota che ghignava ed insultava chiunque, interpretando il 'Nobile Malfoy' ogni giorno, in ogni momento e circostanza quando invece l'unica cosa che voleva era sparire, diventare aria, essere nessuno.

Mettere fine alle responsabilità insane che gli erano piombate addosso.

 

 

 

A lezione.

 

"...La Fortuna Liquida, può rivelarsi alquanto pericolosa se assunta in dosi eccessive, si vocifera di maghi che hanno rovinato le loro vite per colpa di questa pozione.

Se assunta in eccedenza infatti la Felix Felicis provoca l'effetto contrario, ovvero sfortuna, e oltretutto, crea dipendenza se assunta ogni giorno..."

 

Lumacorno terminò di leggere il compito di Draco alla classe intera.

 

"Hohoho! Vi chiederete perché vi ho letto un pezzo del compito del signor Malfoy? Semplice ragazzi, perché è stato l'unico ad aver esposto TUTTI gli effetti della Felix Felicis. Complimenti signor Malfoy!

 

Trenta punti a Serpeverde!"

 

Draco era indifferente, lo sapeva di averli elencati tutti anche senza che lo dicesse quel professore balordo.

 

Ma che motivo c'era di leggerlo a tutti poi?

 

Ma cosa importava.

 

Chi se la scorda l'espressione della Granger.

 






Angolo dell'autrice
Bene, eccoci qui ^^
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo,
E' un capitolo di transito, necessario, a mio parere per la comprensione del prossimo.
Rendetemi partecipe dei fostri pensieri più sinceri lasciandomi un commentino :3
Un bacione.

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Capitolo 4
*** Sarebbe questo il Sangue-Puro? ***


4. SAREBBE QUESTO IL SANGUE-PURO?

I tre amici erano seduti al tavolo di Grifondoro ormai da quasi due ore, da quando erano arrivati Ron non aveva smesso di mangiare, come al solito. Quel ragazzo bisognava trascinarlo via con forza, sembrava che avesse una relazione ossessiva con il cibo.

Harry stava leggendo la Gazzetta del Profeta "I mangiamorte terrorizzano i babbani" lesse sconcertato.

Erano tempi bui, tutti i maghi erano spaventati, sapevano che di lì a poco sarebbe successo qualcosa e pur temendo il peggio erano straniti nel notare nessun'azione significativa da parte dei suoi seguaci.

Era scomparsa una donna, una mezzosangue, ma dopo due mesi la notizia era andata in fumo e sembrava che nessuno se ne preoccupasse più.

 

Hermione invece aveva per la testa problemi molto più personali, non pensava minimamente ai mangiamorte, a Voi-Sapete-Chi e alla donna scomparsa, l'unica cosa a cui pensava era Malfoy. E si sentì stupida pensando che con tutto quello che stava succedendo, nella sua testa spiccava l'immagine di quel ragazzo.

Era da due settimane che non riusciva più a pensare ad altro, le parole che le aveva detto, gli sguardi

pieni di odio che le aveva lanciato... Lei non era riuscita a difendersi adeguatamente, le pesava il fatto che quelle sue parole l'avevano ferita così tanto.

 

Sento puzza di sanguesporco.

 

Quelle parole pulsavano dentro di lei come veleno, non si era mai sentita così.

 

Un veleno potente che scorreva denso nelle vene.

 

Quel ragazzo l'aveva offesa tante altre volte usando la parola mezzosangue, certo, le dava fastidio ma era sopportabile, sentirsi chiamare invece sanguesporco la faceva sentire una feccia, una cosa putrida, una persona da evitare.

 

Alla fine è vero, io non sono una purosangue come lui.

 

Ancora una volta nell'arco di poche settimane, quel pensiero si era fatto strada in lei.

 

Lei, la mezzosangue.

Lui, così diverso.

Lei, inadeguata.

Lui, sputasentenze.

Lei, così sbagliata.

Lui, il purosangue.

 

"Hermione... Tutto bene?" Hermione si voltò verso Harry pensò che forse, raccontando quell'aneddoto ai suoi migliori amici si sarebbe sfogata e di conseguenza, sentita meglio.

 

Mosse il capo facendo cenno di no e gli raccontò di quella sera evitando accuratamente di confidare i propri pensieri riguardanti lo stato di sangue, erano scandalosi, rimproverava se stessa per tutti i dubbi che si stava creando.

Sapeva che Malfoy era un idiota, un dannato razzista e che non doveva dar' peso alle sue parole, eppure, per quanto ci provasse, stava diventando un chiodo fisso, un'ossessione, una paranoia.

 

"CHE COS'HA FATTO IL MALEDETTO!?"

Harry si alzò di scatto prese la bacchetta e dopo essersi guardato accuratamente attorno nella Sala Grande uscì.

Ron non aveva sentito una parola del racconto della ragazza e lo guardò allontanarsi con aria accigliata.

Hermione si scosse e si fece largo per seguire Harry, ormai troppo lontano per essere raggiunto.

 

Ma cosa vuole fare? E' impazzito?

 

Probabilmente era andato a cercare Malfoy, ma dove? Era ovvio! Il primo posto dove cercare un Serpeverde erano i sotterranei...

La Grifondoro cominciò a correre, scese le scale e controllò in ogni aula, passò di fronte al bagno e sentì uno strano rumore, come fosse un pianto. Incuriosita tornò indietro ed entrò.

 

"Va tutto bene?" Disse con tonalità moderata, si adentrò ancora di più e vide di fronte a lei un ragazzo biondo appoggiato al lavandino... Stava piangendo a dirotto...

"Ti...Ti posso aiutare?" le uscì un tono quasi materno.

Il ragazzo in quel momento si voltò di scatto, probabilmente sorpreso nel vederla lì.

 

Il cuore le si strinse in una morsa.

 

Malfoy.

 

"SPARISCI RAGAZZINA" la attaccò facendo un passo verso di lei che impietrita, non si mosse.

 

Vattene...Vattene. Vattene. Vattene.

Stupida! Vattene!

 

Non ci riuscì, Draco era in uno stato pietoso, aveva gli occhi gonfi dal troppo pianto e lei era troppo Grifondoro e troppo umana per non turbarsi almeno un po'.

Per quanto lo odiasse non riusciva a fare a meno di chiedersi come era possibile che uno come lui si fosse ridotto così.

"S...Stai bene?" Sussurrò. Non voleva dire niente ma il suo cuore troppo buono non era della stessa opinione.

 

Ma che mi importa. Qualsiasi cosa sia, se la merita sicuramente.

 

"Fatti gli affari tuoi schifosa ficcanaso. Vattene da qui. Vai a giocare con gli aquidroni" Disse lui sprezzante e allo stesso tempo stanco.

 

Aquiloni idiota non aquidroni...

 

Si sentiva strana. Da un lato le faceva tristezza vederlo in quello stato, dall'altra ci godeva.

Lui infondo non si era mai fatto nessun problema vedendola piangere. Anzi, faceva di tutto per farla soffrire.

 

Se lo merita.

 

Si voltò per andarsene quando sentì un gran baccano, era arrivato Harry, "STAI LONTANO DA LEI BASTARDO!" gli puntò contro la bacchetta, Draco naturalmente tirò fuori la sua, fece per dire qualcosa ma Harry fu più svelto "Sectumsempra!", dalla sua bacchetta uscì un filo di luce che andò a colpire Draco in pieno petto.

Il Serpeverde immediatamente cadde a terra e Hermione rabbrividì dall'orrore e dalla paura.

Sul suo corpo si erano formati dei tagli profondissimi dai quali sgorgava sangue.

"Harry... Che cos'hai fatto..." Si voltò inorridita verso l'amico che sembrava più disorientato di lei.

"Io... Non... VADO A CERCARE AIUTO!" Impallidito corse via come un fulmine.

 

Hermione non sapeva che cosa fare, si accovacciò a terra, era agitatissima. "M..i senti? Malfoy! Parla! DI QUALCOSA!" Lo scosse e il ragazzo gemette lievemente. È vivo...

 

Harry dove sei...

Fantastico...

Bel modo per ignorare qualcuno, davvero un bel modo...

 

Non vedendolo tornare, prese la bacchetta e la agitò leggermente, in quel momento il corpo di Draco si librò in aria, riuscì a spostarlo di poco verso l'uscita ma era troppo lento. Sarebbe morto prima di uscire da quel bagno.

Lo posò lentamente a terra, stando attenta a non fargli male poi passò le sue mani sotto alle sue spalle e cominciò a trascinarlo fuori dal bagno, lungo i corridoi, su per la scalinata, ancora una volta lungo i corridoi, non c'era nessuno.

Erano tutti ancora a mangiare e leggere la posta.

Hermione stava sudando, faceva un'immensa fatica, ormai le faceva male anche la schiena ma non poteva fermarsi, doveva fare alla svelta.

Più il tempo passava più sangue perdeva, la camicia ne era completamente impregnata così come le mani e la divisa di lei. Aveva paura che fosse troppo tardi.

"Malfoy! Di qualcosa! FAI QUALCOSA DANNAZIONE! DRACO!" Urlava.

Draco si scosse debolmente in un brivido inconscio misto a dolore e freddo per la perdita di calore corporeo.

Almeno era vivo.

Agonizzante.

Con un piede nella fossa.

Ma vivo.

Era terrorizzata ma non si fermò un solo istante.

Finalmente scorse la porta dell'infermeria "MADAMA CHIPS! MADAMA CHIPS! AIUTO!" questa si spalancò e l'infermiera le corse incontro più veloce che poteva. Agitò la bacchetta e fece comparire una barella sulla quale sempre con la bacchetta adagiò il ragazzo. Di corsa entrò in infermeria "Signorina Granger, la prego di attendere all'esterno".

 

La porta le si chiuse davanti. Era spaventata.

Le ginocchia e le braccia le cominciarono a tremare, senza controllo.

 

Calmati.

Lui ti avrebbe lasciata lì a morire, ti avrebbe osservata gemere per il dolore, avrebbe goduto guardando il tuo sanguesporco scorrere via e infine un ghigno si sarebbe formato sul suo volto compiaciuto.

Avrebbe forse chiamato soccorso nel momento in cui fosse stato sicuro che non avessi più speranze di essere salvata.

Lui non avrebbe avuto paura,

non avrebbe fatto fatica,

non avrebbe urlato il tuo nome,

non sarebbe ora lì, a tremare per te.

A lui non sarebbe importato nulla.

 

Saresti stata questo per lui.

Nulla.

 

Quindi Hermione, calmati.

Non si merita questo, non da te, da nessuno a dire il vero, ma da te soprattutto.

 

"HERMIONE!" Era Harry che correva insieme alla professoressa McGranitt verso di lei.

La McGranitt le strinse le spalle "Stai bene Granger?" Hermione non rispose. "Abbiamo seguito la scia di sangue" aggiunse "Il signor Malfoy sta bene?"

La ragazza non rispose a nessuna domanda, era ancora sotto shock.

 

Calma.

 

La professoressa a quel punto la accompagnò in bagno perché potesse darsi una lavata.

 

Aprì il rubinetto e osservò il sangue scivolare via dalle mani sarebbe questo il sanguepuro?

Ma cosa ti viene in mente in questo momento Hermione.

 

Harry... Harry come hai potuto?

 

Cos'era quell'incantesimo? Dove l'hai trovato?

 

 

Calma.

 

 

Una volta pulita e lavata tornò fuori e guardò Harry con sguardo accusatore, lui invece lo distolse. Era rosso in viso, gli occhi esprimevano puro terrore.

Probabilemente non sapeva nemmeno lui cos'era successo.

 

Dopo un'ora di attesa, la porta si aprì e uscì una molto più tranquilla Madama Chips. "E' fuori pericolo" annunciò "Se l'è vista brutta... Era dissanguato quasi completamente, sarebbero bastati due minuti in più e sicuramente sarebbe morto."

 

Un grosso macigno si levò dal cuore di Hermione. Era vivo... Stava bene... Il resto non importava...

Chiuse gli occhi e sorrise debolmente.

 

Perché questa notizia ti scalda così tanto il cuore?

 

Perché non sono un mostro.

Non sono come lui.

 

"Signorina Granger, il merito è tutto suo... Se non fosse stato per lei... Ma cosa gli è successo, per Merlino?" Madama Chips la abbracciò.

Hermione arrossì e si allontanò di qualche passo.

"Quindi se la caverà?" Erano le prime parole che pronunciava da quando era lì, era l'unica cosa che le interessava in quel momento.

Evitò accuratamente la sua domanda.

Cosa avrebbe potuto dire? Che Harry lo aveva colpito con un incantesimo Oscuro, sicuro di sè perché Malfoy aveva ferito i suoi sentimenti?

No, non era il caso.

Eppure, sapeva che prima o poi quell'argomento sarebbe saltato fuori.

Malfoy si sarebbe svegliato e avrebbe spifferato ogni cosa. Harry sarebbe stato espulso sicuramente.

 

"Sì, certo! E' molto debole ma in un paio di giorni si riprenderà completamente. Ora sta dormendo" La rassicurò l'infermiera.

"Allora, se permettete vorrei tornare al dormitorio... Ho bisogno di cambiarmi e di stendermi un po'" Sorrise alla professoressa McGranitt che gentilmente scortò lei e Harry fino a metà strada.

 

Per il resto del tragitto nessuno dei due disse nulla e arrivati ai rispettivi dormitori si scambiarono solamente un debole cenno con il capo prima di dividersi.

 

E' vivo...

 

Ho salvato la vita a Draco Malfoy.

Draco Malfoy.

Malfoy.

 

Ignorarlo?

Arrivederci buoni propositi e decisioni andate in fumo.


 

Angolo dell'autrice
Questo capitolo è un po' più intenso,
ed è da qui che finalmente inizia la "storia".
Come e dove tutto ebbe inizio.
Spero che vi sia piaciuto, come sempre vi invito a lasciarmi i vostri commenti, positivi o negativi che siano.
Un bacio.
Glò

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Capitolo 5
*** Visite ***


Ciao a tutti,
Volevo approfittare per ringraziarvi :)
Grazie a chi mi ha seguito fino a qua e continuerà a farlo.
Detto questo, buona lettura ^^




5. VISITE

Hermione si era spogliata ed immersa completamente nell'acqua calda e schiumosa della vasca da bagno, cercava di rilassarsi, di calmarsi.

 

Ma cos'era successo lì dentro?

 

Sectumsempra... Mai sentito...

 

Sapeva di dover parlare con Harry, di dover chiarire quella situazione, anche perché non poteva credere che il suo migliore amico praticasse una magia tanto oscura.

 

Stavi per ucciderlo.

 

Draco stava morendo.

 

Non riusciva a togliersi dalla testa tutto quel sangue e il ragazzo agonizzante e pallido a terra.

Tutta la rabbia che provava per lui in quel momento si era trasformata in paura, terrore. Nessuno si merita di morire così... Nessuno si merita di morire per mano di qualcun'altro.

 

La vita è una cosa preziosa, e pur essendo Malfoy, una persona difficile e cattiva, aveva tutto il tempo di cambiare strada, perché se c'era una cosa di cui Hermione era maledettamente sicura era che chiunque, in qualsiasi momento della propria vita può cambiare, decidere e capire di sbagliare e finalmente fare la cosa giusta... Diventare una persona nuova. Una persona migliore.

Tutti si meritano una seconda possibilità.

 

In quel momento si ricordò di Malfoy appoggiato al lavandino, in lacrime.

 

Che strano... Vederlo in quello stato mi ha scombussolata...

 

Tu, il purosangue per eccellenza, il principino di casa, il bambino viziato che ha sempre avuto quello che voleva, sempre con quel ghigno stampato in viso, quell'aria di superiorità che ti avvolgeva...

 

Cosa può averti spinto fino a tanta disperazione...

 

Eri così vulnerabile...

 

Così indifeso...

 

Così solo.

 

La ragazza chiuse gli occhi e ripensò a quella scena, era così triste. Continuava a domandarsi il perché del suo comportamento.

 

Non sarà che...

 

Ripensò alla famiglia Malfoy, così devoti a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e Lucius Malfoy, il mangiamorte. Harry lo aveva visto al cimitero, il quarto anno.

E se Draco si trovasse di fronte ad una scelta?

O se non avesse scelta. Se gli avessero imposto di seguire le orme del padre?

 

Forse ha paura... Forse non vuole...

 

Ma certo che vuole Hermione. Lui è malvagio come il padre.

 

Rabbrividì vedendosi pensare in maniera così orribile di Malfoy. Lui era un ragazzo strano, insultava e odiava chi non era come lui. Perché così gli è stato insegnato.

Ma c'era differenza nell'essere un fiero sanguepuro e un mangiamorte.

Tra le due cose c'era un abisso.

 

Hermione uscì dalla vasca e si asciugò con cura, sistemò i capelli e si vestì.

 

Una volta pronta scese nella Sala Comune dove trovò Harry e Ron.

"Hermione!" Disse Ron venendole incontro, lei gli sorrise dolcemente "Tranquillo Ron, va tutto bene" poi si rivolse a Harry "Harry..." Lui non le diede il tempo di finire la frase "Hermione, non sapevo davvero che cosa stavo facendo... Quell'incantesimo... L'altro giorno a lezione di pozioni avevo dimenticato il libro e ne ho preso uno dalla dispensa, uno pieno di appunti e incantesimi vari scritti a mano, e c'era il Sectumsempra... Io non lo sapevo che cosa facesse... Davvero! C'era scritto 'Contro i nemici'... Non credevo fosse così pericoloso. Dico sul serio..." Harry era agitato, era evidente che quel discorso lo aveva provato migliaia di volte, senza successo, parlava troppo velocemente e cercava di dire troppe cose contemporaneamente come se ci fosse qualcuno che gli tenesse il tempo.

 

Per fortuna, Hermione capì. Non per niente era vista da tutti come la strega più brillante della sua età.

 

"Va bene, Harry" gli sorrise debolmente "Mi sono spaventata, tutto qui... Credevo che l'avessi ucciso" aggiunse. Non voleva agitarlo ancora di più.

 

"Herm..."

"Harry davvero, non voglio parlarne..." Era arrabbiata. Non si scagliano incantesimi a caso. Se non si conoscono gli effetti e i contro-effetti... Non si fa. Tutto qui.

"Hermione, mi dispiace" mugugnò il ragazzo

"Sì, anche a me"

 

 

"Dove vai?" Dissero Harry e Ron all'unisono.

"In infermeria..." era tranquilla.

I due amici si scambiarono uno sguardo accigliato, "Ti senti male?" le domandò Ron.

 

"No, sciocchi! Vado a vedere come sta Malfoy, mi pare ovvio." Senza aggiungere altro ne permettere ai due di farle perdere altro tempo, uscì e andò in infermeria.

 

 

 

Spinse la porta e lentamente entrò.

 

"Oh, signorina Granger!" Hermione sussultò, era Madama Chips assieme ad una donna, altezza media, capelli lunghi, biondi, raccolti a metà da uno chignon, aveva dei tratti del viso che le ricordavano qualcuno... Era bellissima.

"Prego cara, vieni pure avanti" L'infermiera le fece cenno di avvicinarsi con un sorriso. Dopo aver fatto qualche passo avanti lo vide.

Draco stava dormendo, era pallido e il suo respiro era irregolare. Le ferite erano sparite quasi del tutto ma non sembrava per niente in gran forma.

 

Gran forma. Come fa uno, dopo un simile attacco ad essere in gran forma?

 

Era debole e si vedeva, però sarebbe stato bene.

 

Si accorse che lo stava fissando così distolse lo sguardo andandolo a posare sulla splendida signora accanto al letto di lui.

 

Sarà la madre... Si assomigliano tantissimo.

 

"Quindi è te che devo ringraziare, giusto?" Disse la donna rivolgendosi a Hermione che rimase impalata, non sapeva che cosa dire.

La donna aveva la voce ferma, sicura di sè, facendo intravedere autorità da qualsiasi prospettiva la si guardasse.

"Tu hai salvato mio figlio. E io non so come ringraziarti." Hermione arrossì lievemente.

"Non deve... Non c'è bisogno" le sorrise imbarazzata.

 

"Draco è tutto ciò che ho..." Questa volta aveva un tono triste.

 

Si sedette su una sedia accanto al ragazzo e gli prese la mano tenendola stretta, con l'altra gli accarezzava la testa spostandogli delicatamente i capelli dalla fronte. "Figlio mio...". La dolcezza di quelle parole, dei suoi gesti, facevano dubitare a Hermione che Draco fosse davvero figlio suo.

"Andrà tutto bene, devi essere forte... Dobbiamo esserlo entrambi, prima o poi questa assurdità finirà. Fatti forza mio piccolo Draco..." Due lacrime le rigarono il volto, strinse la mano del figlio ancora più forte.

 

Hermione guardava incantata la scena. Era una famiglia così tormentata, così triste.

 

In quel momento Draco sospirò e debolmente aprì gli occhi, vedendo la madre ricambiò la sua stretta e le fece un mezzo sorriso.

"Amore mio! Finalmente!" Il suo viso si illuminò.

"Mamma..." sussurrò lui. Narcissa Malfoy lo accoccolò a sè.

 

Draco si voltò dall'altra parte per orientarsi meglio e alla vista di Hermione sussultò. "Che ci fai tu qui?" la aggredì stanco.

 

La Granger non sapeva cosa dire.

 

Non credevo si sarebbe svegliato... Non deve sapere che sono stata io a portarlo in salvo... Come faccio adesso?

Dannazione! Perché sono venuta qui...

 

"Signor Malfoy! Vedo che sta meglio!" Sbottò l'infermiera ironicamente.

"Prima di aggredire la signorina Granger, perché non la ringrazia?" Disse poi.

 

No. No. No. Madama Chips!

 

Hermione stava facendo moti facciali strani e agitati in direzione di Madama Chip che naturalmente non la notò.

 

"Ringraziarla? E per cosa mai dovrei ringraziarla?" Disse lui con un ghigno, sua madre lo guardò in malomodo.

 

"Devi sapere che..." Hermione in quel momento urlò. Doveva fermarla dal dire ciò che non voleva lui sapesse, doveva attirare l'attenzione, così urlò.

Le due donne e il ragazzo si voltarono stralunati verso di lei che come ogni volta, quando si trovava al centro dell'attenzione arrossiva come un pomodoro.

 

"Scusate... Nulla. Non deve sapere nulla naturalmente" Hermione guardò Madama Chips cercando nel suo uno sguardo complice. "E' stato un piacere aiutarla a preparare quelle pozioni Madama Chips. Ora vado. Buona serata." Fece una specie di cenno con il capo alla signora Malfoy e per meno di un istante i suoi occhi si posarono su Draco, infine si voltò e stava per andarsene quando accadde il disastro.

 

"Ferma lì signorina Granger!" La voce di Narcissa rimbombò nella stanza. Hermione si bloccò immediatamente e la fissò.

"Ma quali pozioni e pozioni?" Sembrava scocciata.

"Signora Malfoy... La prego... No..." Le era uscito in un sussurro ma era sicura che la donna avesse sentito comunque.

Gli occhi di Draco scattavano da sua madre all'odiata Grifondoro curiosi.

"Non posso permettere che tu esca da qui senza aver ricevuto il merito necessario"

Hermione era in soggezione, a disagio.

"Non voglio alcun merito, dico davvero, va bene così" Con una straordinaria velocità i suoi occhi si posarono su Draco.

Un ghigno.

"Che c'è Granger? Cos'hai fatto di così favoloso da essere entrata nelle grazie di mia madre?"

La ragazza aprì bocca per dire qualcosa ma si interruppe, non sapendo con esattezza come comportarsi.

Draco Malfoy si voltò verso la madre, "Che succede?"

Narcissa guardò Hermione e notando la sua espressione supplicante e desiderosa di essere ovunque tranne che lì, capì.

"Nulla, Draco"

Le sorrise "Bene, come desidera signorina Granger, allora immagino che lei voglia andare ora"

Hermione annuì e sotto lo sguardo intontito di Draco, senza aggiungere altro, uscì.

 

Draco si sentiva debole e aveva un lieve mal di testa, inizialmente non riusciva a capire dove si trovasse e alla vista di sua madre ricordò tutto.

Ricordò che si era fatto prendere dalla disperazione.

 

Lui vuole che io uccida.

Che diventi un mangiamorte.

 

E' così, papà, che dovrei rendere onore al nome dei Malfoy? Commettendo un omicidio.

 

Poi arrivò la Granger, era entrata e lo aveva visto, gli aveva chiesto se andasse tutto bene.

 

Dopo tutto quello che ti ho fatto, tu mi chiedi se sto bene? Gli venne spontaneo un sorriso.

 

Certo che sei strana mezzosangue, chiunque al posto tuo avrebbe colto l'occasione per usare quel momento di debolezza contro di me.

Tu invece no.

 

Infine ricordò Potter, era furibondo per qualche strana ragione, gli puntò contro la bacchetta e Draco non riuscì a difendersi in tempo.

 

Gli venne a mente il dolore profondo, la sensazione che provò fu come se delle lame lo stessero lacerando in continuazione, perdeva sangue, tanto sangue e faceva male.

Intorno a lui, l'oblio.

Improvvisamente ricordò di aver sentito una voce, una voce colma di terrore che urlava, gli diceva di dire qualcosa ma lui non ci riusciva. Per quanto volesse, non una parola uscì dalle sue labbra.

Quella voce, una ragazza... Pronunciò il suo nome, lo disse con tono preoccupato e agitato.

 

Una ragazza...

 

"Dovrebbe ringraziarla..."

 

Granger.

 

Sei stata tu. Eri tu a chiamarmi.

Eri lì, ed eri preoccupata per me.

 

Stupida, folle, masochista.

 

Grazie...

 

"Draco?" Narcissa lo riportò alla realtà. Il ragazzo notò che Madama Chips era scomparsa e al suo posto c'era... Impallidì, se possibile, ancora di più. Suo padre, l'ultima persona che voleva vedere.

 

Lucius lo guardava pensante, tenendosi ad adeguata distanza.

"Spero che riuscirai a rimetterti in tempo" Ghignò. A quelle parole la moglie scattò in piedi "Lucius!" Era rossa in viso e teneva stretta la bacchetta, Draco le sfiorò leggermente il braccio per tranquillizzarla senza dire nulla in risposta al padre.

 

"Papà... Vorrei parlarti" Decise di tentare.

"Ti ascolto"

Lucius Malfoy, in piedi davanti al suo letto che lo guardava cupo.

Inquietante.

"Io, mi chiedevo se... se sono poi così necessario" Scelse con cura le parole da dire.

"Non capisco a cosa ti riferisci"

Narcissa invece sembrava aver capito, in quanto impallidì.

"Bhè, mi chiedevo, sai riguardo a lui... A cosa gli servirei io infondo?" Stava sudando.

Lucius sembrava che avesse smesso di respirare.

"Tu mi stai dicendo che ci tradisci?" disse cauto in un sussurro, poi, prima che il figlio potesse dire o fare qualcosa si avvicinò smisuratamente a Draco "Non osare, tu non rovinerai tutto. Farai quello che ti è stato detto di fare, non fiaterai, non ti opporrai, non ti lamenterai. Obbedirai e basta." Le sue parole colpirono il cuore del ragazzo come fossero pallottole, si sentì bruciare.

"Narcissa? Andiamo cara?" Rivolgendo alla moglie un dolce sorriso si allontanò dal figlio e si incamminò verso l'uscita.

"E se io non volessi?" Draco urlò, si trovò seduto sul letto guardando il padre con aria di sfida.

"Ciò che vuoi non conta" La risposta incurante del padre lo fece infuriare ancora di più.

"Conta per me. Non lo farò!" sbottò.

"Sì che lo farai. Adesso smettila, non fare lo stupido! Ti avverto!" La voce di Lucius si fece minacciosa e stufa di quella conversazione.

"No, io ho deciso! Non lo farò. Non voglio farlo!" Quell'affermazione gli sarebbe costata cara, lo sapeva bene.

"CRUCIO!"

Draco si acasciò, contorse e gemette per il dolore.

Un dolore corrosivo, un male lacerante lo stava attraversando ma non gli avrebbe dato la soddisfazione di urlare.

Non gliel'aveva mai data quella soddisfazione.

"Ti avevo avvertito" Lucius Malfoy, trascinandosi dietro la moglie contrariata, sparì.

 

Sudore, dolore e lacrime.

Tutto ciò che era rimasto di un provato Draco Malfoy.

 

Angolo dell'autrice
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo,
vi invito come sempre a lasciarmi un commentino-ino-ino ^^

Le cose tra Draco e Hermione non potranno più essere le stesse. Dal prossimo capitolo inizia la Dramione. (almeno i primi cenni v.v)  ^-^

Un bacio grande grande,
Glò

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Capitolo 6
*** Tu non puoi capire ***




6. TU NON PUOI CAPIRE

 

Hermione camminava lungo i corridoi, si stava annoiando, Harry e Ron avevano ancora una volta l'allenamento e lei non aveva come passare il tempo, aveva finito tutti i compiti e ora non aveva distrazioni alle quali dedicarsi per far passare le ore libere più velocemente.

 

"Signorina Granger! Signorina Granger!" Hermione si voltò di scatto sentendo la voce della professoressa McGranitt chiamarla dall'interno del suo ufficio aperto, entrò.

"Si, professoressa?" Si bloccò vedendo Draco in piedi di fronte alla grande scrivania che la guardava.

Era la prima volta che lo incontrava da quando era stato dimesso, certo era che non aveva rimesso piede in infermeria.

Sembrava essersi ripreso.

 

"Senta Granger, potrebbe accompagnare il signor Malfoy a Hogsmeade?" Disse tranquilla guardandoli da sopra gli occhiali con la solita sua espressione di quando fa una domanda senza aspettarsi una risposta, intendendola come un'affermazione.

"Cosa?" Sbottarono la Grifondoro e il Serpeverde all'unisono.

"Il signor Malfoy mi stava giusto dicendo che avrebbe bisogno di cambiare un po' aria, comprensibile no? Essendo rimasto chiuso per una settimana intera".

"Si... Beh ma perché lo devo accompagnare?" La ragazza era accigliata.

"Infatti. Non serve." Lui le sembrò agitato almeno quanto lei.

"La signorina Granger la accompagnerà, così mi sentirò più tranquilla. Se si sentirà male almeno ci sarà qualcuno ad aiutarla o almeno a cercare soccorsi" Detto questo prese a scrivere una lettera, poi sentendosi osservata dai due alzò un sopracciglio "Beh? Andate, su su" Con quelle parole li congedò.

 

Arrivarono al villaggio in totale silenzio.

Lo sa... Lui sa che sono stata io... Perché non ha ancora detto niente? Non un insulto, niente!

Quella situazione era snervante.

 

Hogsmeade quel giorno era quasi deserta, almeno loro, essendo abituati a vederla pullulare di studenti, la trovarono così, nell'aria si respirava una beata tranquillità mista a svariati profumi provenienti dai tanti negozi e locali.

 

Hermione si guardava intorno, tutto era così colorato e allegro, e la mancanza dell'esagerata solita folla le permetteva di vedere il villaggio sotto un'altra luce.

Saltellava da una vetrina all'altra e i suoi occhi erano pieni di meraviglia.

 

"Ne hai per molto?" La voce di Malfoy la riportò alla realtà, si era completamente dimenticata di lui, arrossì dall'imbarazzo e lo raggiunse in fretta.

 

Che situazione assurda... Perché doveva andare dietro a Malfoy... Era un po' scocciata, tra tutti gli studenti proprio lei doveva passare davanti all'ufficio della vice-direttrice nel momento meno opportuno?

 

"E ora che dovremmo fare? Fare finta di andare daccordo, eh Granger?" sogghignò il biondo aprendo la porta de I Tre Manici di Scopa e spostandosi permettendo alla ragazza di entrare per prima.

 

Almeno non è un cavernicolo. Conosce le buone maniere... Si stupì nel sentirsi lieta per quella scoperta.

 

Forse non è irrecuperabile...

 

Si sedettero ad un tavolino isolato accanto al camino acceso che riscaldava l'ambiente.

"Cosa vi porto?" Madama Rosmerta era già pronta a ricevere l'ordinazione, evidentemente non ha avuto molti clienti quel giorno.

"Per me un whisky incendiario" Disse Malfoy con noncuranza, posando lo sguardo sulla Gazzetta del Profeta.

 

"Ecco, sì. Anche per me!" Cercò di sembrare il più convincente possibile ma ahimè, non è mai stata molto brava a mentire. Era così fin da quando era piccola, non era mai riuscita a dire neanche una piccola bugia senza che nell'arco di dieci minuti venisse scoperta.

La proprietaria, come previsto, la guardò di sottecchi "Ci hai provato ragazzina!" ammiccò "Purtroppo per te lavoro qui da parecchi anni e nessun minorenne sfugge ai miei controlli"

Draco rise sotto i baffi.

 

"Certo... Allora una Burrobirra..." Hermione sbuffò.

Una volta che Rosmerta si era allontanata abbastanza guardò Malfoy "Perché tu si?" gli domandò.

"Perché io sono bello" Rispose senza staccare gli occhi dal quotidiano, soffocando un ghigno divertito.

 

Hermione osservò Madama Rosmerta avvicinarsi al loro tavolo, appoggiò le loro ordinazioni e accennando un saluto con il capo se ne andò.

La ragazza sorseggiò la sua burrobirra, era così buona!

 

I suoi occhi, da dietro al boccale, si posarono sul Serpeverde.

 

Mi sento così a disagio...

E poi lui non ha fatto neanche una battuta di cattivo gusto finora.

Che succede...

 

Hermione sentiva quel cambiamento improvviso, non sopportava quel silenzio. Era quasi come se volesse essere insultata, lei infondo era ancora arrabbiata con lui. Lo odiava...

 

Tutti si meritano una seconda occasione... Tutti.

 

Stava per morire per copa mia...

Non lo odio poi fino a questo punto.

 

Non è stata colpa mia, no! Non devo neanche pensarlo, e poi se è vivo è grazie a me.

 

Da quando siamo così egocentriche?

Basta Hermione!

 

Stava piangendo...

Basta!

 

La sua mente combatteva contro se stessa, non sapeva più cosa pensare.

Quel ragazzo, così prepotente, viziato ed arrogante ha rivelato per sbaglio la sua vulnerabilità, e a questo Hermione non poteva rimanere indifferente.

Certo, non gli avrebbe mai perdonato tutti gli anni di malefatte ma almeno per quel giorno, aveva deciso di mettere da parte il rancore e per una volta, una sola, tentare un approccio.

Prima che Hermione riuscisse a dire qualsiasi cosa, Draco chiuse il giornale e la guardò.

 

"Grazie." Disse per poi buttare giù in un sorso il suo Whisky Incendiario.

"C..." La ragazza era confusa, poi capì.

"Al...allora lo sai..." Disse abbassando lo sguardo.

Non capiva perché quel momento le avesse recato tale disagio, ha sempre desiderato che Draco venisse umiliato e maltrattato come lui aveva sempre fatto con lei, ma in quel momento tutto le sembrava così sbagliato, al di fuori dal tempo e dallo spazio, come se si trovasse in un universo parallelo.

"Non sono un'idiota. L'ho capito subito che sei stata tu." Era freddo, rigido.

Neanche Draco doveva sentirsi indifferente nel gestire quella conversazione, solo che lui era molto bravo a camuffare le emozioni a differenza di lei che si tradiva neanche finita la frase da dire.

"Solo una cosa Granger... Perché?" la ragazza agrottò le sopracciglia, "Cosa perché?" era confusa, non era del tutto certa di aver capito la domanda.

"Beh, Dopo tutto ciò che è successo tra noi, dopo tutto quello che ti ho fatto, perché non mi hai lasciato lì?" Era come temeva.

Hermione si irritò.

"Come scusa?" Alzò la voce "Avrei dovuto lasciarti morire dissanguato in un sudicio bagno? Potrò odiarti, potrai non essere una persona piacevole, anzi, sarai anche un bastardo ma c'è differenza tra non sopportare la presenza di qualcuno e volerlo morto." Forse si era scaldata troppo, si accorse di essersi alzata in piedi e di avere i pugni sarrati.

Immediatamente tornò a sedersi e arrossì come mai prima di allora.

"Sei davvero strana Granger. In ogni caso, Potter non la passerà liscia, non credere che me ne dimentichi" bevve un altro Whisky.

"Certo, allora finora perché non hai detto alla McGranitt e a Silente che è stato lui?" Hermione lo guardò con un'aria divertita, un po' da prima della classe.

"E' stato il mio modo per ringraziarti." Disse lui piano, assicurandosi che nessuno a parte lei sentisse.

Hermione era stranita, incredula, chi era quel ragazzo? Che ne aveva fatto di Draco Malfoy?

 

Poi un pensiero le balenò in testa O forse... Chi era Draco Malfoy? che aveva fatto a quel ragazzo?

 

"Cos'hai da fissare?" Sbottò lui riportandola alla realtà.

"Nulla, voglio anch'io un whisky incendiario, non l'ho mai assaggiato" doveva pur inventarsi qualcosa.

Draco versò una goccia di liquido dal suo al bicchiere vuoto di Hermione, estrasse la bacchetta e l'agitò, mormorando qualcosa che Hermione aveva distinto come "engorgio", immediatamente il bicchiere si riempì di Whisky e Draco soddisfatto sorrise beffardo.

Gli occhi della ragazza si illuminarono, certo, era chiaro, ecco come aveva fatto a bere tutto il tempo! Hermione aveva finito la burrobirra da un bel po' mentre il bicchiere di lui era sempre pieno, nonostante bevesse in continuazione! "Geniale, Malfoy!" sfoggiò un grande, sincero, bellissimo sorriso e bevve un sorso.

"E' disgustoso!" balbettò schifata.

Malfoy rise, di gusto questa volta. "Cosa ti aspettavi? Succo di zucca?" scosse il capo e bevve ancora un po' dal bicchiere.

Hermione prese coraggio e con un gesto folle buttò giù tutto il contenuto del suo bicchiere in un colpo solo.

Draco sgranò gli occhi incredulo.

"Per la miseria, Granger!" Rise ancora divertito, poi fece lo stesso, lasciando un po' di liquido sul fondo.

Ne versò accuratamente una goccia nel bicchiere di lei e ripetè l'incantesimo, facendo attenzione che nessuno lo vedesse "A te, ragazzina" la guardò e glielo avvicinò.

Avvicinarono i bicchieri che tintinnarono al tocco, Hermione aveva accettato la sfida, insieme, buttararono giù il contenuto.

Hermione si sentì bruciare la gola e cercò da Madama Rosmerta un po' d'acqua, la donna la guardò sospettosa ma non disse nulla, raccolse i bicchieri vuoti e tornò dietro al grosso bancone.

"No, guarda, ci hanno portato via i bicchieri" La ragazza era rossa in volto, la vista era offuscata e tutto l'imbarazzo era scomparso. Stava bene. In un certo senso.

 

Draco era divertito, la Granger era completamente persa!

In fondo quella mezzosangue non era poi così noiosa.

 

Ma che vuole...

 

Hermione lo stava di nuovo fissando, questa volta però, senza disagi alcuni, parlò "Perché piangevi quel giorno in bagno?" A Draco si fermò il cuore e improvvisamente tornò serio, stava per urlare quando si bloccò, vide la ragazza, notò che era il whisky a parlare così si calmò e la prese con leggerezza. "Non stavo piangendo" Disse alzando un sopracciglio.

"Si invece! Piangevi, io ti ho visto" insistette lei alzando la voce.

Draco sospirò guardandosi intorno imbarazzato. Per fortuna nessuno sembrava aver sentito, non avrebbe certamente raccontato a quella mezzosangue i suoi segreti.

"Dai, usciamo da qui" le afferrò un braccio, dopo aver pagato, uscì.

Camminarono per un po' "Dove andiamo?" Domandò lei, come una bambina al suo papà.

"A caccia di draghi!" Era un po' scocciato ma allo stesso tempo divertito.

"Perché?" Draco si fermò, la posò a terra e si sedette accanto a lei.

"Dannazione Granger! Riprenditi! Cosa perché?!" Era stupefatto, non aveva bevuto una quantità significativa da ridursi in quello stato. Stava cominciando ad irritarsi, non aveva intenzione di fare da balia ad una sporca... ad una come lei.

"Non ti arrabbiare con me..." Gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime "Io non volevo...".

 

Eddai... No, non puoi fare così ora... Caspita, io sono Malfoy, ricordi? Cosa dovrei fare? Abbracciati? E riprenditi Granger!

 

Non era abitudine per lui dover consolare qualcuno, doversi preoccupare per qualcuno, tantomeno per la mezzosangue... Eppure sentiva di dover fare qualcosa.

 

Si calmò e sospirò, poi, dopo essersi guardato intorno accuratamente, le posò una mano sulla nuca e le accarezzò i capelli goffamente, erano così morbidi e voluminosi, piacevoli al tocco, la guardò negli occhi e le sorrise.

"Non piangere. Non hai fatto niente di male, e se non hai fatto niente, non hai motivo di piangere, davvero." Draco stupì se stesso, non credeva di esser capace di dire parole come quelle, con un tono simile per di più. Si sentiva ridicolo.

"Davvero?" Hermione si asciugò gli occhi con la manica della divisa "Tu allora? Cos'hai fatto per piangere in quel modo?" Draco sussultò, la Grifondoro lo penetrava con uno sguardo curioso, sincero.

Si rassegnò.

"Diciamo solo che, devo fare una cosa che non voglio, che non è, a parere mio, la cosa giusta da fare" Cercò di sembrare il più vago e schivo possibile, in quel momento si sentì un po' più leggero, come se si fosse liberato di uno dei tanti sassi che lo stavano schiacciando.

"Allora non farla, devi sempre fare ciò che ti senti di fare"

 

Hermione, a fatica, metteva insieme le frasi, anche se la testa le girava sempre di meno e la vista stava tornando normale.

"Non è sempre possibile" Rispose il ragazzo appoggiandosi al tronco di un albero, aveva lo sguardo basso, pensieroso.

 

Quanto deve essere tormentato...

 

"Si può sempre scegliere" disse Hermione sicura di se, si alzò di scatto e dallo sforzo barcollò, se Draco non l'avesse prontamente afferrata, sarebbe caduta dritta, distesa a terra.

La teneva stretta, con fare protettivo, si sentiva sicura.

Quel ragazzo che le aveva procurato così tanta sofferenza la faceva sentire così al sicuro. Come se niente e nessuno avrebbe potuto farle del male. Com'era possibile?

 

In quel momento la testa smise di girare e la vista si schiarì quasi completamente. Era tornata in se, finalmente.

Una morsa le strinse il cuore e la congelò quando si accorse chi la stava sorreggendo.

Lo sapeva tutto il tempo, ma non aveva fatto nulla.

 

Si scansò velocemente. "Torniamo al castello ora, è tardi" disse rigida e rossa in volto.

Draco alzò le mani in segno di resa e ghignò "Come vuole lei, mezzosangue" era agitato anche lui, riusciva a nasconderlo ma questa volta non poi così bene. Aveva forse parlato troppo?

"Smettila!" Urlò lei paonazza.

"Calma, calma, stavo scherzando! Certo che sei permalosa!" Le fece l'occhiolino e si incamminò verso casa.

"Permalosa Malfoy? Io so benissimo di essere solo una mezzosangue, anche senza te che me lo ricordi ogni volta che ne hai l'occasione!" Non capiva perché stava dicendo quelle cose, erano i suoi pensieri, non erano cose da dire, non a Malfoy poi.

"Solo, Granger?" Si accigliò.

"Beh, non è colpa mia se i miei genitori sono dei babbani..." Sapeva che avrebbe dovuto tenere per sè anche quest'ultima frase.

Draco le si avvicinò "Di cosa diavolo stai parlando Granger?" disse, Hermione abbassò lo sguardo "Non importa" bofonchiò.

"Si che importa. Non puoi avere un'autostima così bassa" sbottò.

"Proprio tu parli? Proprio tu che ha fatto di tutto per annullarmi, per farmi sentire un verme schifoso!!"

Draco abbassò lo sguardo "Tu non puoi capire, no, non puoi" aveva sussurrato quelle parole più a se stesso che alla Grifondoro.

"Spiegami allora" insistette lei.

 

"Si, Dracuccio, spiegalo anche a me!" una frase, una risata, una voce diversa, divertita e maligna echeggiò alla loro destra.

Draco impallidì e rabbrividì.

Era terrorizzato.

Accanto a loro che li osservava con sguardo affamato di crudeltà e una risata isterica c'era Bellatrix Lestrange.

 





 

Angolo dell'autrice
Spero tanto che vi sia piaciuto :)
Fatemi sapere cosa vi frulla per la testa lasciando un commentino :3
Un bacio,
Glò.
^^
 

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Capitolo 7
*** Raccontami ***


Ciao a tutti! ^^
Volevo ringraziare tutti coloro che hanno aggiunto questa storia nei preferiti, nelle ricordate e tutti coloro che la seguono.
Siete davvero numerosi e non posso fare a meno di ringraziarvi e di ricordarmi di voi.
Grazie!

Ecco a voi il nuovo capitolo, spero che vi piaccia ^^
PS: Chiedo scusa per il ritardo.

Buona lettura!
Un bacio,
Glò.


 




7. RACCONTAMI


 

Bellatrix gli girava intorno a passo lento, circondandoli e picchiettandosi il mento con la bacchetta, un'espressione gloriosa stampata in volto, la risata beffarda e agghiacciante le faceva da sfondo.

Si avvicinò a Draco, gli si avvicinò spropositatamente e con le mani gli contornò il viso.

Il ragazzo si irrigidì e rabbrividì.

"Draco, Draco, Draco... Lucius mi ha riferito che avete avuto una leggera incomprensione."

"Che ci fai qui? S...Se ti vedono?" Aveva la voce tremante.

"Passeggiavo..." Girò la testa di scatto verso Hermione, le si avvicinò lesta e la studiò dalla testa ai piedi.

La mangiamorte scoppiò a ridere, con la punta della lingua si inumidì le labbra e tornò a guardare il nipote, ancora fermo e immobile.

"Ottimo Draco, questo essere qui sarà un passatempo perfetto" Annunciò riferendosi a Hermione "Posso prenderla?" Fecce gli occhioni dolci al ragazzo che raggelò.

 

Maledizione! Non ci voleva proprio! E adesso che faccio?

Prenderla? Prendere la Granger? E' matta. Completamente svitata.

Pensa Draco... Pensa!

 

"Senti, non mi sembra il caso. Daremmo troppo nell'occhio. Poi a Hogwarts sanno che è con me" la buttò lì, sperando che attaccasse.

"E a chi può importare di questa cosa?"

Draco sussultò, con la coda dell'occhio notò un' Hermione gelida, immobile, ferita.

 

Io l'ho trattata male... Sì, è vero, ma questo è terribile.

 

Bellatrix era di nuovo di fronte alla ragazza.

"Crucio" Rise vittoriosa guardando la Grifondoro piombare a terra e contorcersi per il dolore.

Hermione si dimenava, soffocando le grida e trasformandole in gemiti strazianti, le lacrime ricolme di paura le rigavano il volto.

 

No! Cazzo!

Draco sgranò gli occhi, non si era aspettato un gesto simile da parte della Lestrange.

 

E ora che faccio? Questa la ammazza.

MERDA!

Non poteva sopportarlo.

NO!

 

Un folle gesto.

Velocità.

Nessun piano.

 

Draco si trovò a stringere la mano di Hermione, dopo aver spinto la zia, cominciò a correre.

"Corri Granger! Corri!" Urlava.

Hermione si mosse a stento così, in preda alla follia totale, la prese in braccio e con immensa fatica corse il più rapido possibile.

Tirò fuori la bacchetta e la agitò da dietro alla spalla, un cumulo di grossi massi, macerie e detriti comparve in aria cadendo di fronte alla Lestrange bloccandole il passaggio e provocando un tremendo frastuono.

 

Draco, senza lasciare Hermione continuava a correre, era come impazzito.

Improvvisamente si bloccò e freneticamente si guardò intorno.

"Malfoy!" Hermione si era ripresa e aveva aprofittato di quella sosta per rimettersi in piedi.

"Zitta Granger, non riesco a pensare." Era agitato.

Hermione prese posizione e si mosse in prima linea, prese Malfoy per un braccio e cominciò a correre. Lei almeno sembrava sapere dove si stava dirigendo.

 

Cazzo! Che fa?

 

Entrarono in una casa malridotta, sporca, rotta e putrida.

 

"Ma questa è..."

"La stamberga strillante" disse Hermione.

"Che schifo!" Ghignò divertito.

"Gratta e Netta" La ragazza agitò la bacchetta e per magia la polvere scomparve, illuminando la stanza dove si trovavano.

Draco agitò la bacchetta a sua volta e i vecchi mobili si ripararono, le ante penzolanti e mensole spezzate tornarono al loro posto, come nuove.

"Si sente più a suo agio, principino?" lo rimbeccò Hermione ridendo e facendo spazio per sistemare un vecchio divano rimesso a nuovo.

"Vedila un po' come vuoi" disse voltandosi verso la porta, chiuse gli occhi e si concentrò.

"Che stai facendo?" squillò la Granger.

Malfoy alzò scocciato un sopracciglio. "Sigillo e insonorizzo questo posto." disse noncurante "Zitta".

Hermione lo osservò agitare la bacchetta con attenzione, concentratissimo, doveva essere sicuro di fare tutto per bene, non poteva permettersi si sbagliare e vedersi piombare una pericolosa Lestrange all'improvviso.

 

E' così concentrato.

Attento.

Preciso.

Bello.

 

Bello? Ma a cosa pensi Hermione?

 

"Tutto bene?" sentì la voce di Draco riportarla alla realtà.

Sapeva a cosa si stava riferendo. Alla Maledizione.

Lentamente Hermione alzò le spalle e abbassò lo sguardo.

"Fa male, lo so. Ma tempo venti minuti dovrebbe essere passato tutto" Era così sicuro, sembrava non avere alcun dubbio riguardo a ciò che diceva.

"Lo sai per esperienza?" lo rimbeccò.

Di rimando non ricevette risposta ma uno sguardo vago, annoiato.

"Senti, chiudiamola qui con le domande personali" disse freddo, sembrava provato "io e te non siamo amici"

"Domande personali?" urlava "Tua zia, più fuori di un balcone si comporta come una matta, no, scusa, è una pazzoide con gli attributi, mi tortura, ti parlava di me come io parlo di una vecchia felpa o un libro scritto male e..." Draco la zittì con un dito sulle labbra.

Stava ridendo.

"P...Perché ridi? Cosa c'è di così divertente?" si sentiva presa in giro.

"Grager... Calmati cazzo!" non riusciva a smettere di ridere.

 

Non lo avevo mai visto ridere...

Non così almeno.

Ha una risata così... così... contagiosa.

 

Sorrise "Smettila!" gli diede una leggero colpetto sulla spalla per incitarlo a smettere di ridere come un matto.

"No, scusa, ma quante parole riesci a mettere insieme tu penso che non ci riesce nessuno.

L'idea di mia zia fuori dal balcone poi non ha senso e poi.... una pazzoide con gli attributi? Oddio Granger!" Si strinse la pancia e cercò di calmarsi.

Hermione scoppiò a ridere contagiata e incredula "Malfoy ricomponiti! Sei fuori come un balcone è solo un modo di dire"

"Mai sentito!" La ridaiola era scomparsa.

"Ovvio, lo dicono i babb..." Si bloccò e distolse lo sguardo per poi andare a sedersi sul divano.

 

Questo essere qui sarà un passatempo perfetto...

Posso prenderla?

E a chi può importare di questa cosa?

Questa cosa.

Cosa.

Essere.

 

Sanguesporco.

 

Si era bloccata, persa nei suoi pensieri e a giudicare dalla luce spenta nei suoi occhi, non erano pensieri piacevoli.

Draco sapeva cosa aveva in testa.

O almeno lo supponeva.

"Non far caso a Bella" disse cercando di farla rinsavire "E' matta. Per molti anni non ha avuto alcun contatto umano"

"Non è una scusa, non puoi giustificarla così" Hermione era allibita.

Draco scosse la testa frenetico.

"No, no, non la giustifico affatto. Non fraintendermi. Dico solo di non farci troppo caso. Non starci male." Era arrossito un po'.

"Non mi fa male ciò che ha detto. Mi fa male sapere di essere davvero una..."

Il ragazzo la zittì.

"La smetti? Smettila di sminuirti e di dire idiozie" Hermione lo guardò stranita.

"Ma che ti prende Malfoy? Sei sempre stato tu quello attento a ricordarmelo in ogni istante. A ricordarmi che sono una mezzosangue, una sanguesporco, un'indegna, una feccia, che non mi merito di trovarmi sotto al tuo stesso cielo!"

"Sono stato un idiota" Draco abbassò lo sguardo e Hermione si calmò incredula per il tono sconsolato e frustrato della sua voce.

"Malfoy... Che sta succedendo?" Il suono materno e preoccupato nella voce della ragazza intenerì Draco che si sedette e decise, in un impeto di follia, di sfogarsi con quella ragazza, quella piccola donna che pur essendo una mezzosangue, sarebbe stata l'unica, nel suo circolo di conoscenze, che non si sarebbe fatta beffe di lui, che lo avrebbe ascoltato.

La Granger si sedette accanto a lui e gli posò lo sguardo addosso.

"Raccontami". Un sorriso sbocciò lieve sul suo viso.

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