You're my sweetheart.

di Nikush
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Midnight in Paris. ***
Capitolo 2: *** Br(ok)en ***
Capitolo 3: *** We can't stop. ***



Capitolo 1
*** Midnight in Paris. ***


 
 
Midnight in Paris.
 
 
Parigi 18:31 p.m
Hotel Napoleon Paris.
 
Parigi.
Cosa si può desiderare di più dalla vita?
Parigi, Parigi, la città dall'atmosfera speciale, saranno le luci, la Tour Eiffel, lo Champs-Élysées, la gente, la lingua, Parigi è veramente la città degli innamorati e tutto è così dannatamente fantastico.
E... straordinariamente romantico.
«Chi prende il divano?» 
SBAM.
La voce di Ziva mi riporta alla realtà.
«Tony svegliati perfavore, smettila di fissare fuori dalla finestra e vieni qui ad aiutarmi con le valigie.» 
La donna cercava invano di far passare tutti i bagagli suoi e di Tony dalla porta.
«Ma qui le porte le fanno più piccole? Diamine!» 
«Calma Mossad, smettila di aggredire la porta, questo hotel sarà costato una patrimonio, insomma lo hai visto dove siamo?» dico in modo in entusiasmante, agitando le braccia verso la finestra.
«Si DiNozzo so dove siamo.»
Mi giro, un panorama mozzafiato, l'hotel si trova a due passi dallo Champs-Élysées, velocemente faccio due scatti stando ben attento a non farmi notare da Ziva.
«Invece io credo di no, vieni forza»
«Tony lascia perdere»
La prendo per un braccio portandola verso la finestra mentre lei tenta di divincolarsi.
«Guarda»
 
 
-------------------------
 
 
 
Mi ha costretto a portare quelle valigie, e l'ho fatto, perchè lui era troppo preso dalla città e a scattare foto, quasi come bambino.
E ora cerca di trascinarmi verso la finestra, per farmi ammirare il panorama.
Lo lascio fare, d'altronde Parigi è Parigi giusto?
Apre la finestra velocemente e adesso riesco a vedere...
Il vento mi colpisce in pieno viso,  milioni di persone che camminano, persone felici, l'Arco di Trionfo è proprio davanti a noi, in lontananza si riesce a vedere la Tour Eiffel, è veramente bellissimo.
Sento qualcuno che mi sussurra all'orecchio.
«Che ti dicevo guanciotte dolci?»
Lo vedo con la coda nell'occhio, è ancora una volta troppo vicino, sento le sue labbra che sfiorano il mio orecchio, il suo corpo vicino al mio e non posso fare a meno di sentire un brivido lungo la schiena.
Mi giro leggermente, lui sorride e non riesco a non sorridere pure io.
 
                                                                            *  *  *
Lo guardo disfare la valigia, resteremo qui solo una notte, perchè portarsi così tanta roba.
«Si può sapere perchè hai portato così tanta roba?»
«Bhe..ho portato due abiti da sera...» dice lui timidamente.
«Perchè?»
«Bhè io stavo pensando..»
«Cosa, esattamente?»
«Potremmo fare un giro
»
Lo guardo accigliata.
« Sai Ziva, Parigi può essere veramente magica, dopo la mezzanotte» 
«NO TONY! Non andremo in giro a mezzanotte come in Midnight in Paris!» gli urlo contro, anche se mi piacerebbe da morire.
«Tu?Cosa?No!Aspetta come fai a conoscere quel film?»
Ordino a me stessa di smettere di arrossire violentemente.
«E' molto famoso...»
«Eh Eh, a Ziva piace Midnight in Paris...»
«Smettila o giuro su Gibbs che ti prendo a colpi di borsa.»
«Okay, Okay Ninja, so che lo faresti...ora preoccupiamoci di questioni più serie»
«Chi prende il divano?»
Ci voltiamo nello stesso momento per osservare il divanetto davanti a noi.
Scomodo.
Tony mi guarda, so già cosa ha intenzione di fare.
Lo fermo con la mano prima che possa compiere un solo gesto.
«No Tony!Vinci sempre tu a coltello forbici e sasso!»
«Si dice carta forbici e sasso, Ziva. »dice sorridendo.
Sorrido anche io, ormai è una dolce e involontaria abitudine.
«Quindi che si fa?»
«Lo decidiamo più tardi, okay?
 
 


 
 
 
Per un attimo vorrei che quel divano sparisse.
Non voglio dormire sul divano, ma sopratutto non voglio che lei dorma sul divano.
So che è troppo presto, lei è ancora turbata, è appena tornata dalla Somalia, crede di stare bene ma infondo non è così, ha bisogno che le persone le stiano vicino, non che gli altri si aprofittino di lei.
Io vado a prepararmi.»
Dove vai?»
A fare un giretto per la città»
Ma in realtà ho altri piani, certo girare Parigi è uno di quelli ma...
Sa che ho mentito ma mi lascia fare.
Dopo essermi rinfrescato esco velocemente con la mia fedele macchina fotografica.
«A dopo»
 
La Hall dell'albergo è molto lussuosa, le pareti sono di un colore dorato, uno stormo di turisti con i calzettoni sino alle ginocchia mi passano davanti interrompendo il mio momento da investigatore.
Mi avvicino lentamente alla reception ancora contemplando il posto.
Un piccolo signore sorridente si sporge per chiedermi di cosa hoo bisogno.
«Excusez-moi, où est le magasin de film? »dico sperando che abbia capito il mio pessimo francese.
«Autre»
L'omino sparisce sotto il bancone per qualche secondo e ne riemerge con una cartina.
«Merci beaucoup!»dico afferrando la carta.
Mi avvio verso l'uscita aprendo la cartina, una grande X rossa segna la mia destinazione.
Aaaa, Ziva David, io te lo avevo detto.
 
 
 
--------------------
 
 
 
Tony sarà sicuramente andato in qualche bar, a cercare qualche francese da abbordare.
Che nervi.
NO.
Non puoi essere gelosa.
Guardo la finestra e mi ricordo di un secondo fa, perchè deve farmi questo effetto? Perchè lui sa essere così...così.
Non saprei come definirlo.
Lui è semplicemente lui.
E lui non è qui.
Butto giù la maglietta che sto piegando, e corro alla finestra.
Mi fermo ancora una volta a fissare quel panorama mozzafiato.
Lascio che l'aria mi scompigli i capelli, cerco di rilassarmi chiudendo lentamente gli occhi.
Pace.
Ho bisogno di questo, ne ho passate troppe ultimamente, e non ho tempo di essere gelosa, non ho tempo di andare a cercare Tony.
Ho bisogno di sentirmi bene, ho bisogno di guarire anche se questo significa alzare dei muri alti kilometri per impedire agli altri di entrare.
Inizia a farsi buio fuori, sono quasi le otto e un quarto.
Mi accascio sul divano sfinita, il volo mi ha davvero stancato.
Sarà il jet leg.
Sento la porta sbattere, dei veloci passi nella mia direzione.
Il mio istinto mi dice di prendere la pistola ma so che non è l'occasione.
«EEEEEEEEHY ZIVAAAAA»
Smettila di sorridere David.
«GUUUARDA CHE HO PORTATO!!TADADAADADAAA!!»
Guardo Tony che sventola il dvd di Midnight in Paris davanti a me.
Ogni volta che cerco di alzare dei muri per non far entrare nessuno nel mio mondo, lui riesce a buttarli giu, e io da stupida lo lascio fare...perchè non c'è cosa migliore.
«Che intenzioni hai?»
«E' ovvio Zee, adesso lo guardiamo, e non accetto no come risposta!» dice piegandosi per infilare il disco nel lettore dvd.
Si lancia nel divano affianco a me, ma poi si rialza per andare a cercare una coperta perchè pensa che io possa avere freddo.
Forse lui ha freddo.
Che uomo DiNozzo.
 
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«Vedi, questo è un film veramente bellissimo, insomma io credo che il personaggio di Gil...» 
Stavo continuando a parlare e parlare, anticipando ogni battuta.
«Non lo trovi bellissimo Ziva?»
«Ziva?»
«Hey»
Ziva stava sulla sua spalla addormentata.
Non posso fare a meno di sorridere, lei è così bella.
Sembra così vulnerabile.
Le rimbocco le coperte, sta tremando dal freddo.
Stoppo il film che ormai è giunto al termine.
Continuo a fissarla spostandole una ciocca di capelli dal viso.
«Forza Ninja, è ora di dormire.» le sussurro.
Si mi hai fregato, toccherà a me dormire sul divano.
Faccio per spostarla quando la sento muoversi
«Leàn atèm sholkhìm otì??»
Vedo i suoi occhi muoversi da sotto le palpebre. Sta sognando.
Stringe il mio braccio come per aggrapparsi.
«Hey Ziva, è tutto okay. Ci sono qui io.» 
«Tony» sussurra.
Continua a muoversi, non sta sognando.
Questo è un incubo.
La prendo di peso per portarla in camera da letto mentre continuo a fissarla preoccupato.
Non posso proteggerla da tutto questo.
La appoggio dolcemente sul letto coprendola con la coperta.
Le stringo la mano per darle conforto.
Non so per quanto rimaniamo così, so solo che quando provo ad andare a dormire sul divano la sento sussurrare.
«Non te ne andare.»
«Mai»
Non posso fare altro che stendermi vicino a lei e abbracciarla, sembra così giusto. Vorrei proteggerla, proteggerla da tutto quel male là fuori.
Perchè?
Perchè ci ostiniamo a non dirci in faccia quello che proviamo?
Appoggio la testa nei suoi capelli quasi respirandoli.
Si calma, sento il suo respiro regolare sul mio petto.
Capisco che sta dormendo bene quando inizia a russare.
Sorrido come un ebete.
Di sfuggita leggo l'ora.
Mezzanotte.
Si Ziva.
Decisamente, Parigi a mezzanotte.... è magica.
















Nicoletta's Corner.
Scusate è uscita davvero male.
CCCCCCCCCCCCCOOOOMUNQUE,  questo è solo l'inizio gente.
A presto :)

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Capitolo 2
*** Br(ok)en ***



 
La fanfiction è ambientata nell'episodio 5x16 "Manomissioni", quando Ziva va a letto con Micheal.
Mi sono chiesta cosa stesse facendo Tony e quali fossero i loro pensieri.
 

Br(ok)en
 
NCIS 19.50 p.m
 
E sta lì a telefonare.
Mentre i suoi occhi parlano, lucidi da ieri mattina.
Ha le occhiaie, non avrà sicuramente dormito.
Poi ci sono sempre quei muri, i suoi muri, che crea ogni volta che è in difficoltà, sempre più duri da abbattere e neanche il tempo li potrà guarire.
So anche che chiedere come sta non cambierebbe le cose, avrò sempre la stessa risposta:
 
«Sto bene.»
 
Ma non è così.
Ha ripetuto così tanto quella frase che ormai non ha più senso.
Vi siete mai chiesti perchè le persone mentono?
Mentire è sbagliato, almeno così ci dicono, continuamente, fin dalla nascita.
Il fatto è che mentire è una necessità. Mentiamo a noi stessi perché la verità ferisce maledettamente. Non importa quanto cerchiamo di ignorarle o di negarle, alla fine le bugie piano piano svaniscono. Che ci piaccia oppure no. 
Ma questa è la verità sulla verità: la verità fa male. 
Per questo mentiamo.
 
«Ziva?»
«...Si?»
Beccata.
Non riesce ad alzare la testa, ha sempre gli occhi attaccati alla sua scrivania.
«Io credo che dovresti andare...vedi, riposati...poi quando stai meglio potresti...»
«Sto bene.»
L'ha fatto ancora.
Basta.
«Se stai così bene allora guardami.» 
Non riesce nemmeno a guardarmi.
Alza il viso.
E' stanca e turbata ma continua a non ammetterlo.
Deve finirla.
«Che vuoi DiNozzo?»
Mi alzo dalla mia scrivania.
Vorrei sputare fuori tutto quello che sento dentro.
Arrivo quasi vicino al suo viso.
«No Ziva tu non stai bene, finiscila perchè mi stai dando fastidio. Smettila di mentire a te stessa. Capita a tutti okay?»
«Io sono del Mossad Tony, non deve capitare a me. Non può.»
«Ti preoccupi di questo? Ti preoccupi di essere umana?» dico ridendo.
Mossa sbagliata DiNozzo.
Si alza di scatto visibilmente arrabbiata.
«Stavo per morire, stavo per morire perchè ho sbagliato.»
«Tu non hai sbagliato.»
«INVECE SI, HO SCHIVATO LA PALLOTTOLA PER UN SOFFIO!» urla.
«E per un attimo mi sono chiesta...perchè
Abbassa lo sguardo.
«Perchè di cosa?»
«Mi sono chiesta perchè sono qui. Mi sono chiesta perchè sono sopravvissuta anche questa volta.»
Mi guarda un secondo negli occhi.
«Io non ho nessuno, non ho una famiglia, non ho neanche un cane per cui tornare a casa la sera. E solo per un secondo mi sono chiesta che scopo avesse sopravvivere ancora.»
La sua voce si rompe.
Cerco di avvicinarmi per consolarla ma si ritrae.
«Sto bene, ora sto bene.»
Mi lascia lì.
Non ho neanche il tempo di replicare e riesco solo a vederla entrare correndo in ascensore.
 
 
 NCIS 20:08
 
«Capo! dico correndo nel corridoio.»
«Ziva è andata via.»
«Che hai detto?» dice leggermente preoccupato.
«Perchè dovrei aver detto qualcosa? Insomma sono sempre io quello che...»
Aia!
Basta con gli scappellotti.
Cerco di rimettere a posto la mente per riuscire a dire qualcosa.
«Ho cercato di farla parlare, ma...sono preoccupato. Non so dove sia andata.»
«Che ti ha detto?»
«Io...bhè...devo trovarla.»
Mi lancia uno sguardo come solo lui sa fare.
Trova Ziva.
Mi dicevano che eri una persona di poche parole, vero Jethro?
 
 
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BAR 20:30
 
Sono scappata.
Sono scappata perchè non riuscivo più a reggere le domande di Tony.
Mi dispiace.
Quando qualcosa ci minaccia reagiamo in due modi, fuggiamo oppure reagiamo. 
Esiste un termine scientifico per questo, combatti o fuggi. 
È l'istinto. Non possiamo controllarlo.. oppure si?
Se non fosse per il mio istinto ora non sarei qui.
Continuo a dire a tutti di stare bene.
Che senso ha stare bene?
Forse io non lo sono mai stata, magari piacerebbe anche a me. 
Bisogna avere una ragione per stare bene, una persona.
Tony.
 
 
«Ziva?»
Mi giro di scatto.
«Micheal...»
 
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Casa di Ziva 20:38
 
Parcheggio la mia auto proprio davanti a casa di Ziva.
Quanto mi piacerebbe venire qui per altre ragioni.
Il cielo è buio e fa freddo, mi stringo di più nella mia giacca di pelle.
La mini rossa manca.
Sorrido al pensiero di quella macchina.
Povera macchina.
Potrebbe anche essere da qualunque parte, magari schiantata contro un albero data la guida spericolata di Ziva.
Salgo le scalette per poi aprire la porta, non mi spreco neanche a suonare il campanello.
Mi preparo mentalmente alla rampa di scale che dovrò fare.
So già che Ziva molto probabilmente non sarà a casa, ma una parte di me continua a sperare che ci sia, è sempre stato così.
Più le persone si rendono disponibili più lei alza i suoi muri.
Non mi rendo neanche conto di aver raggiunto la porta di casa sua.
Tic Toc.
«Zivaa?»
Provo a suonare il campanello.
Niente.
Provo ad aprire la porta ma è chiusa.
Mi toccherà usare uno dei miei trucchetti anche se va contro tutto quello in cui credo.
Anthony DiNozzo che forza la porta di casa di una donna!
Ci manca solo che Gibbs si metta a ballare il Valzer con McPivello.
Dove la andremo a finire?
Riesco ad aprire la porta senza molti complimenti e mi stupisco che Ziva non usi un buon sistema di sicurezza.
Magari avrà messo milioni di coltelli all'entrata per spaventarti.
Ziva?
La casa è vuota.
E' leggermente diversa da come me la ricordavo.
Le foto sono state spostate sul tavolino e la casa sembra più disordinata.
Mi siedo sul divano toccandolo.
Una foto cattura la mia attenzione, la prendo con cautela tra le mani.
Una bambina dai ricci capelli neri che sorride in braccio a un un uomo.
Sorrido senza volerlo.
Riappoggio leggermente la cornice, fissando le altre foto in giro per la casa.
Forse è troppo presto?
E' come se il destino ci dicesse di aspettare, causandocene di tutti i colori.
Perchè non capisce che io sarò sempre qui per lei?
Dove sei Ziva?






Nicoletta's corner.
Hey, ecco la seconda ones della raccolta.
Non è uscita come doveva essere e lo so, ma ho sempre voluto provare a esprimere le sensazioni di Tony in questo episodio.
Mmmmmh, niente :) 
mi dispiace solo che non sia molto coinvolgente ma mi mancava l'ispirazione D:


LA FRASE:
*
Mentire è sbagliato, almeno così ci dicono, continuamente, fin dalla nascita.
Il fatto è che mentire è una necessità. Mentiamo a noi stessi perché la verità ferisce maledettamente. Non importa quanto cerchiamo di ignorarle o di negarle, alla fine le bugie piano piano svaniscono. Che ci piaccia oppure no. 
Ma questa è la verità sulla verità: la verità fa male. 
Per questo mentiamo.



*
Quando qualcosa ci minaccia reagiamo in due modi, fuggiamo oppure reagiamo. 
Esiste un termine scientifico per questo, combatti o fuggi. 
È l'istinto. Non possiamo controllarlo.. oppure si?


 

sono prese da delle puntate di grey's anatomy ;)




a presto!! (:


 

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Capitolo 3
*** We can't stop. ***


We can't stop.
 
 
This is our house
     This is our rules
And we can’t stop
                      And we won’t stop
 
Non l'ho rubata!» Sbraita Ziva, indicando la sua nuova maglia di lana beige.
«E' molto elegante, non è esattamente da te.» Dico giocando con la mia sedia girevole.
«Ah si DiNozzo? Perchè per una volta che decido di indossare qualcosa di diverso voi mi trattate così?»
La adoro quanto si infuria.
«Io non ho detto che non mi piace» le rispondo.
«Io credo che ti stia bene Ziva e non credo che tu l'abbia rubata.»
Ecco che McGattoMorto deve fare la sua parte.
«Grazie Tim»
«Magari un uomo te l'ha regalata... uno con molto gusto.»
«Stai dicendo che io non ho gusto?»
«Dico solo che hai avuto una sorta di evoluzione nel vestirti diciamo che.. »annaspo.
«Stai dicendo che mi vesto male?»
Oddio le donne.
«Sto zitto, però credo che se stasera dovessi uscire con un uomo potresti metterla. dico alzandomi con il rapporto per Gibbs, andando volutamente nella sua direzione.»
«O forse, dovresti. le sussurro all'orecchio senza che nessuno ci veda.»
Aia Aia!
Ecco la sua vendetta.
Sorride mentre mi vede saltellare su un piede. Ci mancava solo che Gibbs uscisse dall'ascensore ora.
«Le scarpe capo, mi fanno un male cane.» Biascico mordendomi violentemente il labbro per il dolore.
«Non mi interessa DiNozzo, notizie di Edwards?» Chiede preoccupato.
«Non lo abbiamo ancora trovato, ma sappiamo che è in città e molto probabilmente è nei guai.» McGee accende lo schermo gigante.
«Ha comprato un cellulare usa e getta in un supermercato sulla 14°, ho interrogato il commesso e mi ha detto che Paul era molto nervoso e impaziente.»
«Wao McTuttofare si è impegnato.»
«Trovatelo.»
La domanda mi sorge spontanea: «Capo come conoscevi Edwards?»
«Era un mio compagno alle scuole superiori.»
«Andavi a scuola?» chiedo sconvolto.
Aia! «Ma oggi è la giornata picchia Tony salva un albero?»
«Bella maglia Ziva.» Dice Gibbs camminando verso l'ascensore con il suo immancabile caffè tra le mani.
Posso vedere il sorrisetto di Ziva con la coda dell'occhio.
 
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«Chissà come era il capo alle superiori.» Chiede sbattendo i piedi sopra la scrivania.
«Magari era uno da ultimo banco.»
«Tu McGee eri uno da primo banco?»
«Credo che tu sappia già la risposta Tony.»
Sbuffo riordinando le carte sulla scrivania, sono quasi le 9:00 e non sto più nella pelle.
«Tra dieci minuti possiamo andare a casa, si!» Esulta Tony con le mani all'aria «Grazie Dio per aver creato il sabato!»
«Avete piani per stasera?» Chiede McGee sorridendo.
«Oh si esco con una donna
No No, non sta accadendo questo vero?
«Wao Tony ha fatto colpo. sorride.»
«Già diciamo che è una donna davvero davvero bella» Dice lanciandomi diverse occhiatine, ma non gliela darò vinta continuerò a fissare il foglio davanti a me.
«Diciamo?» Chiede McGee incuriosito.
«Oh vedi Pivello se tu la conoscessi a fondo capiresti che la bellezza non è la prima cosa che possiede» Dice sorridendo.
Smettila di avvampare Ziva, smettila cazzo smettila.
«Vero Ziva?» Chiede divertito.
Questa me la paghi.
«La conosci?»
Rimango spiazzata per un secondo.
«Io?Si.. la conosco, è una lunga storia» Annuisco a McGee poco convinta.
McGee abbassa la testa per rimettere a posto la pistola, è solo un secondo ma faccio in tempo a lanciare un occhiataccia a Tony. Perde il suo sorriso e sbianca.
Facciamo i conti dopo.
«Dove la porti?» «Ha ha McGee vuoi sapere troppo, se hai bisogno di consigli puoi chiedermeli direttamente.»
«Non credo che mi servano oggi Tony»
«Tu Ziva?»
Ti prego no.
«Io?» Chiedo facendo una faccia da finta tonta.
«Già Ziva cosa fai stasera?» Chiede Tony fintamente incuriosito.
«Bhe starò a casa e leggerò qualcosa.» Butto lì.
No, stasera ucciderò qualcuno nel sonno.
«Sarebbe molto interessante sapere cosa devi leggere vero guanciotte dolci?» Mi chiede sorridendo, gli sorrido di rimando, non sono famosa per essere una persona che molla.
«Bhe ragazzi io vado, ci vediamo domani.» Dice Tim alzandosi.
«Dove vai McFretta?» chiede Tony allargando le braccia.
«Ecco, vedi, non sei l'unico ad uscire con una donna oggi.»
«Wooh ho hohoho!! Grande McRimorchio!» Ride.
Ridi finchè puoi.
«Nome, altezza, provenienza, occhi, capelli, breve descrizione della sua vita. »Chiede annotando tutto nella mano destra.
«Oddio come sei infantile Tony!» Ma nessuno mi ascolta.
«Si chiama Martah è mediamente alta, è di Chicago, ha gli occhi verdi e i capelli biondi, è qui per un convegno.»
«Wao è una bomba di Chicago, perchè non me la presenti?»
Stai calma Ziva, calma o rischi il carcere.
Lui continua a ridere e a battere il cinque a McGee.
«Tim sono molto contenta per te, Tony finiscila.»
«Gelosa David?» Mi chiede sorridendo. Gli piace vedermi arrabbiata, bene allora sarò calmissima.
«Ha ha credo che tu non la vedrai mai Tony. Bhè io vi saluto, buona fortuna Tony e buona lettura Ziva.» Dice McGee sorridendo e dirigendosi in ascensore.
«Ciao Timothy!»
«Ciao Pivello e fatti valere!» Urla Tony alzando un pugno in aria.
Passano alcuni minuti di silenzio, poi sento una presenza familiare davanti a me.
«Okay Mossad, io vado a casa. Ci vediamo presto...»
«Ciao Tony.» Gli dico sorridendo.
 
 
Din-Don
 
Anthony DiNozzo in persona apre la porta con uno dei suoi più bei sorrisi.
«Lo sapevo che ti seresti messa questa maglia» Dice facendomi entrare e scoccandomi un veloce bacio sulla guancia.
«Tony dobbiamo parlare.» Inizio stancamente
«Di cosa guanciotte dolci?» Fa lui cercando di prendermi tra le sue braccia.
Non sono dell'umore adatto per questo.
«Ehi che ti prende?» Chiede preoccupato.
«Che ti prende?La devi finire! McGee lo avrebbe potuto capire! Per una volta dovevi tenere la bocca chiusa!» Esplodo iniziando a camminare su e giù per casa DiNozzo.
«E' McGee, non lo avrebbe mai capito, poi sarebbe anche ora diciamo...» Inizia lui.
«E tu cosa ne sai? Se lo avesse capito. Devi finirla di.. di» Cerco di spiagare gesticolando in una maniera ridicola.
«Di essere me?» Chiede lui aprendo le braccia.
«Di essere così arrogante, irritante e fastidioso. Di spifferare a tutti stupidaggini, di apprezzare la ragazza di McGee, di mangiare in continuazione e .. e di sorridere così, di guardarmi così, di farmi arrossire a lavoro, di avere quegli occhi così verdi, di passarti le mani sui capelli quando sei nervoso, di farmi ridere, di riuscire a trovare la vera me, di essere così...così DiNozzo.»
Concludo, certamente non era così che avrei voluto finire ma è troppo difficile essere arrabbiata con lui.
Si avvicina sempre di più a me.
«Quindi dovrei anche smettere di fare questo»
Con uno scatto mi prende per i fianchi e mi bacia intensamente.
E rido, rido perchè è tutto quello che ho sempre desiderato anche se a volte mi fa imbestialire, perchè lo amo, amo tutte le sue piccole stranezze, il suo essere bambino, e tutto ciò che mi porta ad odiarlo mi spinge ad amarlo.
«Lo sai che la donna di cui parlavo con McGee eri tu?» mi chiede dopo essersi staccato da me. Riesco quasi vedere le sue ciglia ma sono sfocate perchè è troppo vicino.
Tutto ciò che sapevo è scomparso da quando è arrivato lui. E' riuscito a buttare giù tutto, e a creare qualcosa, qualcosa di bello dentro di me.
«No, davvero? Non lo sapevo. Mi credi davvero così stupida? E aggiungi questo alla lista " Tony è irritante perchè" numero 112° "Fa domande ovvie".»
«Sai perchè ti ho fatto questa domanda?» Chiede sorridendo «No.»
«Solo per vederti fare questa faccia.»
Sorrido ancora a lui mentre le nostre labbra si avvicinano pericolosamente.
Mi prende alla sprovvista prendendomi in braccio.
«Dai Tony fammi scendere» Dico ridendo.
«Mai »Ride anche lui mentre mi trascina in camera.
Ma infondo questa è la nostra casa e queste sono le nostre regole.
Non possiamo fermarci.
E non vogliamo fermarci.
 
 
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Tatatatatatattaataa-din-din.
Esegurò gli ordini della regina.
Sento la musica. La pista da ballo è sopra di me. 
Apro il condotto dell'aria, è stretto. Va bene, dovrò fare un'altra delle mie magie.
La musica si fa sempre più vicina
Tatatadadatatadada- Taddadadatatatata-din-din.
Estraggo la pistola di scatto, delle persone parlano nel condotto dell'aria.
Come è possibile?
Attivo il mio orologio con la torcia incorporata. Non c'è nessuno.
Continuo a camminare, la mia missione è l'unica cosa che mi interessa.
Sento degli strani cigolii provenienti dal condotto dell'aria. Tutto si fa più scuro e sento il tubo tremare.
Vengo sballottato da una parte all'altra.
Riesco a trovare la radio per mandare un segnale.
«Qui 007, non so se riuscirò a portare al termine la missione. Terremoto!»
«Pronto!Qui 007 missione Mosca sabotata!»
La musica si fa sempre più forte e le scosse non accennano a diminuire.
«Tony Tony!»
«Chi va là?»
Tutto si fa più buio e una luce giallastra mi impedisce di aprire gli occhi.
 
La luce del sole che filtra tra le persiane mi rende impossibile vedere.
Sento un colpo caldo vicino a me avvolto tra e coperte.
Tadadada-tatatata-din-din
«TONY RISPONDI CAZZOO.» Sbraita ficcando la testa sotto il cuscino.
«Ziva dormi.» Le sussurro.
«Tony Tony Tony è Gibbs.» Dice lei, rispondi prima che venga a sfondare la porta della tua camera da letto. 
«Pronto capo? «Dinozzo?» La voce dall'alto capo del telefono mi sveglia velocemente. «Vi voglio subito a casa mia.»
«Perchè? Riunione speciale?» Chiedo stropicciandomi gli occhi.
«Che ci facciamo a casa sua?» Sussurra Ziva mettendosi la vestaglia.
«Abbiamo trovato Edwards.» «Dove a casa tua?» «Si DiNozzo». «Allora portalo all'NCIS.» «Non posso.» «Perchè?»
Sento la voce dall'altro capo del telefono esitare.
«E' morto.»
«Capo, mi dispiace tanto.»
«Arrivo subito.»
«Ziva, Ziva ehi alzati hanno trovato Edwards in casa di Gibbs, è morto.»
Ziva è bellissima di mattina.
«Morto?In casa di Gibbs? Quando? »
«Dimentico quanto sei sveglia la mattina.»
«Parla lui:"Qui 007 missione Mosca sabotata!"» Dice imitando la mia voce.
Poi scoppia a ridere indicandomi.
«Se ti prendo...» Faccio alzandomi.
Lei scappa in cucina ridendo ma riesco ad acchiapparla da dietro e la stringo in un abbraccio.
«Buongiorno Guanciotte Dolci» Dico baciandola da dietro.
Sbrighiamoci che siamo in ritardo.» Quasi mi scotto mentre preparo il caffè
«Tony dove hai lanciato la mia maglia?» «Eh, potrebbe essere ovunque. Prendi una delle altre 1000 che hai nel tuo cassetto.»
«Maa... la mia nuova maglia» Dice lei facendo gli occhi dolci.
«Sbrigati» Le dico lasciandole un veloce bacio a stampo.
«Va bene 007, io vado a farmi una doccia. »
«Oh sai Ziva credo che non ci sarà il tempo.»
«Non posso lavarmi?» «No intendo che non c'è abbastanza tempo per due persone. In parole per spie assassine significa che non ti puoi lavare da sola. » Dico sorridendo.
Questa volta ride anche lei.
                                            - - -
 
«Questo è perchè lasci sempre la porta aperta. » Inizia Ducky.
«Sono rientrato alle 2.00 di notte e lui era qui, con la pistola in mano per terra.»
«Si tratta di un suicidio?» Chiedo scattando alcune foto al cadavere.
«Non ne posso essere certo, sai mi viene in mente un vecchio caso del 2004, il sergente Thomson, ricordo ancora il suo nome...»
«Ducky, quante ora fa è stato ucciso?» Taglia corto Gibbs
«Credo verso mezzanotte.»
«Pensi sia stato un omicidio?» 
«Lui era il tipo che non si sarebbe mai suicidato.» Dice Gibbs abbassando lo sguardo. «Porta le prove a Abby.»
«Ah Jethro questa è una scena del crimine, non è più casa tua. Potresti venire a casa mia ma ti avviso che è pieno di uccelli imbalsamati, con la deliziosa Signora Caroline partecipo alla mostra del 2013, speriamo di vincere il titolo nazionale, lei ha una collezione formidabile.» Dice il Dr. Mallard sorridendo a Palmer. 
«Non c'è problema capo, puoi venire da me.» 
«Grazie Tony.»
«Prepara un borsone e lo carico subito.»
 
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«Ecco questa è la cucina e il bagno è infondo a sinistra. Birra? »
«Si. hai una bella casa DiNozzo» Constata Gibbs guardando intorno.
«Grazie capo, ho lasciato un cassetto per te nella mia camera nel caso ti servisse spazio per questi giorni. Io dormirò nel divano puoi prendere tu la mia camera.»
«Capo?» Chiedo vedendolo un pò spiazzato.
«Mi dispiace per Edwards, insomma... so che vi conoscevate e mi dispiace.»
«Grazie.»
«Eravate molto amici?» Chiedo a Gibbs mentre gli passo una birra.
«E' grazie a lui se sono entrato in marina. Non capisco perchè è stato ucciso era una brava persona.» Dice bevendo un sorso dalla bottiglia.
Ci sediamo comodamente sul divano, penso di accendere la Tv, ma non sarebbe il momento.
«Troveremo quel bastardo.»
Restiamo in silenzio per quelle che sembrano ore.
Con Leroy Jethro Gibbs non servono le parole.
«E' Ziva quella?» Chiede Gibbs indicando la foto davanti a noi.
Il mio cuore perde un battito, mi ero dimenticato di togliere quella foto dalla mensola.
«Si capo» Deglutisco a fatica «...l'ho scattata a Parigi
«E' una bella foto, sarebbe meglio in bianco e nero.»
«Lo penso anche io.» Dico rimettendo la foto sulla mensola.
Sento lo sguardo di Gibbs su di me e mi affretto ad andare a dormire in fondo sono molto stanco.
Mi dispiace solo di non possedere delle barche di legno nello scantinato.
Sarebbe divertente.
 
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Paul è stato ucciso.
E io sono a casa di DiNozzo.
Apro il borsone per trasportare la poca roba che mi servirà in questi giorni nel cassetto.
L'appartamento di DiNozzo è stranamente in ordine, crede che non mi sia accorto di certe cornici vuote. E' strano come le persone cerchino sempre di nascondere la loro vita.
Daltronde io sono un professionista in questo.
Prendo due o tre camicie e apro il cassetto.
Ma che diavolo?
Cerco di far spazio tra i vari indumenti.
Menomale che lo avevi fatto tu DiNozzo.
Una maglia beige cade dal cassetto, la riprendo velocemente ma c'è qualcosa che non va.
C'è un odore familiare.
Dò una veloce occhiata agli indumenti dentro il mobile, sono vestiti da donna.
Il capo di lana beige è ancora nella mia mano.
Lo osservo attentamente.
Ziva.
DiNozzo che stai combinando.
Bene qualcuno dovrà spiegare al mondo perchè i miei vestiti in questi giorni avranno sapore di violetta.
O più semplicemente odoreranno di Ziva.
 
 
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Nicoletta's corner
 
Hoooola :)
Scusate il ritardo ma ero a Barcellona hjfdsgjgagj *-*
una città bellissima, consiglio a tutti una bella vacanza lì.
Questo piccolo sgorbiettoo è stato scritto ben 5 volte. Perchè?
PERCHE' IL MIO COMPUTER E' DA PRENDERE A COLPI ALL DAY AND ALL NIGHT.
SI SPEGNE QUANDO FINISCO DI SCRIVERE OGNI VOLTA. UCCIDETELO.
Bene ragazzuoli <3
A presto.
 
p.s We can't stop è una canzone è di Miley Cyrus, all'inizio non mi era piaciuta per niente, ma me l'hanno fatta riascoltare sino alla morte e ho estrappolato delle frasi che mi sono servite molto. :)
http://www.youtube.com/watch?v=Km3wOjaRyE4  :) besitos.
 
 
Hasta luego <3
 
 
 
 
 
 

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