L'ASSASSINA

di Ino_Nara
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto cominciò ***
Capitolo 2: *** Un amore rivelato ***
Capitolo 3: *** La sfida della Volpe ***
Capitolo 4: *** Muori Borgia! ***
Capitolo 5: *** La sposa ***
Capitolo 6: *** Cecilia Auditore ***
Capitolo 7: *** I rapimenti ***
Capitolo 8: *** Di nuovo insieme ***



Capitolo 1
*** Come tutto cominciò ***


Come tutto cominciò

Cosi mi ritrovavo in quella buia cella, io che non avevo mai fatto nulla di male. Rapita così dagli assassini,senza un vero motivo. Quel giorno stavo facendo i miei soliti esercizi di tiro con l’arco e provavo qualche fendente e qualche affondo con la mia spada, quando udì un fischio che ben conoscevo, gli ASSASSINI! Da qualche giorno cercavano di catturarmi e io riuscì sempre a scappare, fino a quel giorno. Mi arrampicai sull’albero più altro e iniziai a scappare sui tetti fin quando una freccia mi colpì alla gamba. Fiotti di sangue uscivano dalla mia caviglia e non riuscì più a muovermi. “Avete vinto!” urlai e chiusi gli occhi.
 Quando mi svegliai ero li, nella cella… Da due giorni avevo mangiato solo pane e bevuto solo acqua. Stavo proprio pensando a quello quando una voce mi scosse dai miei pensieri: “Tu! Guardami!”. Senza girarmi esclamai: “Tu ha un nome!” “E quale sarebbe?” disse l’uomo,con un tono cosi caparbio che con tono sottomesso bisbigliai “Isabella…” “Isabella potrei guardarvi in volto?” Quella voce severa e dolce al tempo stesso mi fece voltare immediatamente. Guardai quel ragazzo dritto negli occhi. Lui si tolse il cappuccio e mi porse la mano attraverso le sbarre. “Ezio Auditore, piacere.” Era bellissimo,profondi occhi neri e capelli castani lunghi fino alle spalle raccolti in una coda, corporatura possente. Il suo sguardo divenne cupo e sola a quel punto notai la sua mano e con grazia gli porsi la mia. “Perché sono qui?” dissi con il tono meno spaventato che avevo. “Ti ho osservato a lungo e ho una proposta da farti che mi auguro vorrai accettare.” “Ditemi.” “Siete molto agile,come avete dimostrato sfuggendomi varie volte,sapete giocar di spada molto bene e inoltre tirate con l’arco e la balestra.” “Arrivate al dunque.” “Volete essere dei nostri? Rifletteteci tornerò questa sera.” Così rimasi sola. Io….un assassina….la prima ragazza a entrare nella confraternita….mi ci vedevo bene….e poi…Ezio….non era affatto male come affare!
Quando Ezio tornò non era ancora sera,questa volta però entro in cella e si sedette affianco a me. “Allora Isabella… Avete riflettuto?” Un titubante si scivolò dalla mia bocca. Il ventenne mi guardò con aria stupefatta “ Come scusa?” “Sarò dei vostri!” risposi fiera. Ezio mi abbracciò ma si staccò immediatamente. “Seguitemi.” Mi portò sul tetto dove si volse la cerimonia. Il salto della fede. Ero la prima assassina! Ezio mi fece di nuovo cenno di seguirlo e questa volta mi condusse in una gigantesca sala dove dal pavimento era stata ricavata una vasca. La vasca era colma di acqua fumante. Sul tavolo dei vestiti, un pettine e uno specchio rotto. “Lavatevi e venite a cena nella grande sala al primo piano.” Detto ciò se ne andò.Mi slegai i lunghi capelli, mi tolsi i vestiti ed entrai in acqua. Era la cosa più rilassante del mondo! Dopo un po’ di tempo sentì una voce diversa da quella di Ezio gridarmi:”Signorina siete attesa a cena!” “Io di qui non mi muovo!” gridai. Passarono qualche minuti prima che la porta si spalancò. “ Ezio che ci fate qui?” urlai. “Isabella uscite dall’acqua stiamo morendo di fame e non si cena senza un frat…ehm….una sorella!” “Porgetemi un telo!” dissi uscendo dall’acqua e girandomi di schiena. Lui si girò e rimase interdetto ma mi avvolse il telo addosso. “Posso aiutala in qualche altro modo?” disse provocatorio. “Veramente si” mi affrettai a dire,”smettetela di darmi del lei e aiutatemi a stringere il corpetto.” Lui mi strinse i lacci e se ne andò. Mi vestii e lo seguì nella grande sala.
Un valletto mi fece accomodare in un piccolo tavolo a parte e poi portò il cibo in tavola. “Oggi carne al sangue” annunciò “e per la signorina abbiamo un ottima zuppa.” Disse mettendomi davanti una brodaglia puzzolente. “Puoi tenertela la tua zuppa.” mormorai a denti stretti per non farmi sentire. Gli altri facevano festa mangiando e bevendo mentre io non avevo ancora toccato cibo. Ezio se ne accorse e si alzò suscitando il silenzio di tutti. “Portatemi un piatto per favore!” venne al mio tavolo e mi porse la mano. Io mi affrettai a porgli la mia. Mi fece alzare e mi fece sedere affianco a lui porgendomi un boccale di vino e un piatto di carne. Mangiammo e bevemmo tutta la sera. Ad un certo punto Ezio prese parola e disse a gran voce:”Mostro alla signorina i suoi alloggi voi sgomberate la tavola e andate a dormire.”  Il mio e il suo alloggio erano separati da quelli degli altri ma erano comunicanti l’uno con l’altro. Praticamente il mentore aveva dato a me metà del suo immenso alloggio. Mi mostrò la mia stanza e mi fece vedere che sul tavolo c’erano i miei vestiti da futura assassina. “Ti va di provarli?” chiese.  “No! In questo momento vorrei avere meno cose possibili addosso…”parlava il vino, o forse no…. In fondo Ezio era davvero un gran bel ragazzo… Mi si avvicinò e con voce estremamente calma disse:”Lascia che ti aiuti.” Quella sera fu magnifica ma non ricordo nient’altro purtroppo.

Note dell'autrice
Ciao a tutti!!! Scusatemi tanto per la scarsa lunghezza del capitolo. Questa è la mia prima fanfiction e sono un po' agitata...non credo attirerà molti lettori ma per favore fatemi sapere! Nel frattempo sto scrivendo il secondo capitolo. Spero vi piaccia!

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Capitolo 2
*** Un amore rivelato ***


Un amore rivelato

L’indomani mi svegliai sul petto del mio amato Ezio….amato….già…mi ero innamorata! Mi misi gli abiti da assassina, col pugnale di Ezio mi tagliai i capelli alla meno peggio,corti più dei suoi ma abbastanza lunghi da legarli. In quel momento Leonardo da Vinci entrò nella stanza. “Il mio maestro ha commissionato questo suo ritratto ieri, lo lascio qui” “Aspettate” sussurrai “potreste prestarmi un po’ di color porpora e pece?”  Leonardo senza fiatare mi porse le polveri. Uscì dalla stanza insieme a lui e mi diressi verso la cucina dove presi un uovo. Andai dal fabbro della confraternita e mi feci dare due scarti di ferro. Tornai nei miei alloggi e mi preparai degli orecchini argentati, con l’uovo mischiato alla porpora feci della ‘vernice’ per le unghie e allo stesso modo ma con diversi procedimenti il rosso per le labbra. Con la pece colorai le palpebre. Ero pronta. Presi a sistemare la camera di Ezio e andai a preparargli la colazione. Misi tutto su un vassoio e portai vino e pane dolce in camera sua cercando di sistemare il tutto nella maniera più carina possibile. In quel momento Ezio si svegliò. “ Chi sei tu?” mi voltai e il suo volto cambiò. “Sono Isabella non ricordi?” “S….se…..sei davvero ….davvero…stai davvero bene con il vestito degli assassini….ma….ma che hai fatto ai capelli?”  “Beh non mi sarebbero serviti a niente tranne a intralciarmi!” Ezio mi guardò fiero mentre io gli allungavo i vestiti. “Riguardo a ieri…” disse lui serio. “Non dire niente ti prego!” Così finì la nostra conversazione. Ezio mangiò e mi fece i complimenti per l’ottima cucina. “Vediamo se sei altrettanto preparata sul campo.” Mi portò in città passando dai tetti. “ Vedi quelle guardie? Uccidile!” Io senza una parola mi lanciai in un covone di fieno,attesi che la prima delle tre guardie si avvicinasse e la uccisi con la lama celata nascondendola nel covone. Facendo così però la guardia infilò la lancia nel covone costringendomi a uscire. Parai ogni suo colpo e non avendo altra vai di scampo alzai il ginocchio e lo colpì in pieno stomaco, con un fendente lo tagliai da spalla a fianco. La terza guardia era a cavallo. Sentì la voce di Ezio urlare dal tetto “Vediamo se infierisci su un cavallo innocente.” Io attesi pazientemente che il cavallo partisse al galoppo verso di me e gli ferì la zampa facendo cadere lui e la guardia che si meritò la mia spada nel petto. Prima di risalire sul tetto strappai un pezzo di stoffa dalla mia sottoveste e fasciai il cavallo. Poi tornai da Ezio che mi fece i complimenti:”Sei più abile di quanto sperassi! Domani verrai in missione con me!”

Quel pomeriggio fu velocissimo,la cena silenziosa e tutti a letto presto per essere riposati per l’attacco a Cesare Borgia. Io e Ezio entrammo negli alloggi,io andai a letto ma poco dopo Ezio entrò dalla porta che collegava le nostre camere. Si sedette sul bordo del mio letto e disse con tono dolce “Se non te la senti di venire domani puoi rimanere qui, ma avrò bisogno di te per riuscire a entrare. Domani niente abiti da assassina dovrai mettere quelli sul tavolo. Le armi le terrai sotto il vestito e ci farai entrare. Ti auguro già ora buona fortuna. Domani verrò a svegliarti io. Buona notte Isabella.” Detto ciò si alzò mi baciò sulla fronte e tornò nella sua camera. Al canto del gallo Ezio venne a svegliarmi e mi portò un pezzo di pane. Io mi vestii e andai con lui nella sala principale. Decidemmo che io sarei andata al castello a cavallo e gli altri mi avrebbero seguito dai tetti. Nel giro di due clessidre io ero alle prese con dieci guardie. Una si avvicinò pericolosamente a me. Avrei sguainato la spada ma Ezio mi aveva detto di non farlo. La guardia mi prese il braccio e me lo piegò dietro la schiena facendomi urlare di dolore. Ezio in quel momento si era gettato dal tetto e aveva ucciso la guardia che mi teneva per il polso. Allora sguainai la spada e schiena contro schiena uccidemmo quasi tutte le guardie. Stavamo per scappare quando una guardia mi buttò a terra e se non fosse arrivato Ezio non so cosa mi sarebbe successo. La guardia però l’aveva sentito arrivare e aveva girato la spada conficcandola nella spalla di Ezio e facendola girare. Ezio cadde a terra esanime e io all’apice della sopportazione urlai e conficcai la spada tra le scapole della guardia trapassandola da parte a parte, e come se non bastasse con la pistola della lama celata gli sparai alla testa. Presi Ezio come lo potevo e lo caricai a cavallo. Partimmo al galoppo e io mi beccai una freccia in piena schiena. Continuai a galoppare nonostante il dolore e raggiunsi il covo dell’isola Tiberina. Affidai Ezio agli assassini e andai a occuparmi del cavallo. Non sapevo come stesse Ezio e non riuscivo a stare tranquilla. Con la freccia ancora nella schiena corsi in camera di Ezio e vedendo che stava bene mi buttai tra le sue braccia che mi tendeva e mi misi a piangere disperata.  “Scusa!Scusa non volevo! E tutta colpa mia!!!!” lui con tono calmo e pacato disse “Non è affatto colpa tua tesoro non hai fatto niente di male!” detto ciò mi baciò davanti a tutti gli altri assassini che rimasero in silenzio a guardare stupiti. “Ma che hai nella schiena amore? Medicatela!” ordinò. Mi tolsero la freccia dalla schiena,disinfettarono e mi fasciarono. Poi ci lasciarono da soli. Io un po’ preoccupata per la risposta chiesi a Ezio “Perché?” “Perché sei meravigliosa e bravissima. E perché tutte le volte che ti guardo mi sento rinascere.  Vieni qua!” Mi avvicinai a lui e ci baciammo di nuovo. Io sul suo petto e lui con le braccia intorno a me, quasi per proteggermi ci addormentammo.

Note dell’autrice

Scusate se nell’ultima parte non sono riuscita a esprimere bene i sentimenti ma ho fatto del mio meglio! Grazie a tutti quelli che hanno letto. Recensite per farmi sapere le vostre opinioni

 

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Capitolo 3
*** La sfida della Volpe ***


La sfida della Volpe


La mattina dopo quella dolce voce mi svegliò facendo eco tra le braccia di Morfeo. Io mi alzai e senza una parola lui mi porse i miei vestiti borghesi. “Perché questi e non quelli da assassina?” chiesi. “Oggi niente allenamenti messi tutti e due in questo stato. E poi la Volpe ci onorerà della sua presenza”lo disse con tono scherzoso perché sapevamo benissimo entrambi che se la Volpe veniva a farci visita era di certo per una lavata di capo. “Deve proprio?”dissi divertita “Oggi mi ero svegliata bene!” Lui mi guardò con la faccia da ‘non esagerare dai’ e infatti disse “E’ comunque un onore averlo tra di noi”

La mattinata passò abbastanza in fretta ma io avevo imparato tutti i nomi dei membri della confraternita, avevo incontrato la sorella di Ezio e sapevo a memoria il Credo degli assassini:

Quando gli altri seguono ciecamente la luce,ricorda:

Nulla è reale.

Quando gli altri si piegano alla morale e alle leggi,ricorda:

Tutto è lecito.

Agiamo nell’ombra per servire la luce,

siamo Assassini!

Nulla è reale,tutto è lecito.

Adoravo quelle parole,e poi sentirle dire dalla voce calma e profonda di Ezio era una cosa spettacolare! Poco dopo pranzo arrivò la Volpe. Ezio e lui stravano parlando già da mezza clessidra quando a un certo punto sentì gridare “E’ tutta colpa di quella ragazza! Ti distrae devi dimenticarla, SUBITO!” “Io non prendo ordini da un ladro!” gridò Ezio “E poi lei non è una ragazza,cioè,è una ragazza ma non come le altre, sa giocar di spada ed è una abilissima arciera!” “Che me lo dimostri allora!” Ezio stava prendendo le mie difese,pensava che non avrei mai potuto nemmeno scalfire il capo della gilda dei ladri, e a dir la verità nemmeno io ne ero certa, ma senza esitare aprì il portone. “Volete una dimostrazione? Sono pronta!” dissi arrogante. “Una sfida di velocità,una di tiro con l’arco e infine un combattimento. Vedremo se avrete la meglio.”

Io andai a prendere le mie armi e misi la tunica da assassina. Poi andai in cortile,il punto di partenza della gara. Dovevamo correre sui tetti fino a ‘La Rosa in Fiore’ prendere una delle due bandiere e tornare da Ezio il più velocemente possibile. Non appena Ezio fischiò ero già a metà dell’edificio e mi apprestavo a correre su quelle scivolose mattonelle. La volpe mi superò ridendo beffarda. Allora mi buttai in un covone di fieno e proseguì a piedi fino a un passaggio che portava a ‘La Rosa in Fiore’ salii sul tetto e afferrai una delle due bandiere. La Volpe era quasi arrivata allora mi ributtai a terra e feci la strada al contrario. Arrivai da Ezio per prima con un tremendo fiatone. Dovevo vincere entrambe le sfide rimanenti per essere sua. La volpe arrivò dopo qualche minuto congratulandosi con Ezio. Non voleva rivolgermi la parola finché non sarebbe stato certo delle mie capacità. Durante la seconda prova diedi a lui l’onore di tirare per primo. Fece centro, Ezio mi guardò con aria sofferente. Mi voltai presi la mira e la mia freccia divise a metà quella della Volpe! Anche questa era fatta… Ora veniva la parte più difficile… Il duello!   Inizialmente andò tutto bene, tra un montante e un fendente me la cavavo abbastanza bene. Finche la Volpe non mi tirò una gomitata nella schiena. Proprio nella ferita. Caddi a terra con il sudore che mi accecava la vista, era la fine! Feci un profondo respiro.  “Se senti che la forza muore buttaci il cuore!” urlai. Rotolai su un fianco,saltai in piedi e mi fermai con la spada appoggiata alla sua schiena. Avevo vinto. La Volpe si arrese e chiese clemenza. Riconobbe così le mie capacità e se ne andò approvando la nostra relazione. Quella sera Ezio e io parlammo a lungo. Ezio con tono allarmante mi disse:” Forse la Volpe lo faceva  per una ragione però….Però non può finire l'amore mio...Perché sei tu,il mondo e forse più,la luna tu,la terra, il sole,tu sei tutte le parole…
Ma questa sola basta...
Amore...                                                                                                                                                                  Amore...Come dire acqua...Terra, sole, luna...Amore...  
Amore mio...” Ezio mi si avvicinò e mi strinse forte a sé. Io lo baciai e presi la parola. “Noi donne contro i prepotenti siamo disarmate,senza una difesa poveracce disperate. Contro l'ingiustizia,senza una speranza,sempre alla ricerca di impossibile uguaglianza. Non ho mai avuto simili problemi prima di essere un’assassina, ma per te tutto! E poi ora mi sentirò sempre protetta. Mi proteggerai sempre vero?” Ezio mi stava ancora abbracciando. “Amore hai bisogno di chiederlo? Certo che ti proteggerò sempre tesoro mio!” Detto ciò ci baciammo ancora e andammo a dormire abbracciati. Lui si addormentò subito io rimasi a guardarlo dormire. Era un angelo, anche se in realtà eravamo assassini, aveva il viso da fanciullo, ma la barba e il pizzetto indicavano tutt’altra cosa. La cicatrice sul labbro era un particolare davvero grazioso. Lo amavo davvero moltissimo. Mentre pensavo a tutto ciò la voce di Ezio risuonò nel buio;”Dormi amore, ti devo ammirare un po’ anche io.”

Note dell'autrice

Mentre scrivevo ascoltavo "I Promessi Sposi-Opera Moderna" per questo ho inserito qualche citazione qua e la. Il Credo c'entra pochissimo con la storia ma mi ha sempre affascinato tanto e, conoscendolo a memoria l'ho voluto inserire. Spero che questo capitolo vi piaccia. Fatemi sapere. (Prossimo capitolo in fase di scrittura, pubblicazione prevista entro questa sera. )

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Capitolo 4
*** Muori Borgia! ***


Muori Borgia!

Ci eravamo ripresi un po’ e le erano quasi cicatrizzate. Ci allenavamo da più di una settimana e la confraternita era in subbuglio. Cesare Borgia sarebbe giunto presto dalle nostre parti e stavamo preparando un assalto. Quando fu il fatidico giorno io e Ezio cavalcammo fianco a fianco finché l’assassino di vedetta diede l’allarme e io caddi a cavallo con di nuovo una freccia in piena schiena. Il vestito si tinse subito di rosso e una voce molto famigliare disse:”E così ti ho colpito dove avevo già colpito eh sorellina mia?” il templare si tolse l’elmo e riconobbi mi fratello che mi sollevò di peso e mi mise il filo della spada a contatto con il mio collo. Iniziai a tremare come una foglia e mio fratello gridò:”Se la volete viva annullate l’attacco!” Ezio solo allora si accorse che il cavallo affianco a lui procedeva da solo. Si voltò e gridò “CESSATE L’ATTACCO” Mio fratello allora mi caricò sul suo cavallo e mi portò a castel Sant’Angelo. Mi costrinsero a far parte dei templari e io stetti dalla loro parte. Segretamente io e Leonardo da Vinci avevamo inventato questo piano. Io sarei entrata nelle grazie di Cesare Borgia e lo avrei condotto alla sua morte. Leonardo sapeva tutto ma non la confraternita. Ezio,come Leonardo mi aveva raccontato in seguito, tornò al covo, gettò le armi a terra e si strappò la tunica. Qui dannati Borgia lo stavano distruggendo! Prima il padre e i fratelli ed ora pure la sua amata! Meritavano una lezione. Mi avrebbe salvata e non sarebbe più sceso in missione. Erano questi i suoi pensieri mentre io ero impegnata a ‘modellare’ a mio piacimento Cesare con gran successo. L’indomani mattina Ezio era alle porte del castello con tutte le balestre puntate addosso. Mi chiamarono e io scesi. “Amore!”urlò “Sono venuto a prenderti! Sono qui!!!” Io con la voce tremante dissi quello che mai pensai e che mai penserò: “Io lo so che ci sei e che ancora mi vuoi! Ma io e te, né domani né mai!” Ezio pianse,pianse lacrime amare,lacrime scure,di chi ormai aveva perso tutto. Saltò a cavallo e se ne andò. Io corsi nelle mie stanze e mi disperai come non avevo mai fatto. Non pensavo che la sua reazione potesse essere tanto forte! Ma n fondo era per il bene di tutti dovevo farlo…

Lo spostamento di Cesare era programma per il giorno dopo e io chiesi a mio fratello di andare a controllare la zona con uno dei migliori templari. Mio fratello acconsentì. Per un po’ perlustrammo davvero l’area fino a che non arrivammo vicino al covo e io lo uccisi. Presi i suoi vestiti e bussai alle porte della confraternita. Mi aprì Leonardo come stabilito. Andammo insieme da Ezio che quando mi vide scoppiò in lacrime ma poi freddo e distate disse “Che i fai tu qui traditrice?” l’ultima parola la disse con tale disprezzo che in lacrime uscii dalla stanza. Leonardo gli spiegò tutto e Ezio uscì dalla stanza cercandomi “Ecco perche mi sono innamorato di te tesoro” mi baciò. “Fai indossare a un assassino questi” dissi dandogli i vestiti da templare. “Verrà con me… e…noi ci vediamo domani amore mio!” detto ciò lo baciai nuovamente e me ne andai. “Aspetta, perché l’hai fatto?”  “Perché per noi c'è sempre qualcosa che diventerei e inventerei.” Quel giorno non parlammo oltre.

Stavo accompagnando quel cane di Cesare Borgia in piazza finchè…quel fischio! Ogni assassino, me compresa, lanciò una bomba fumogena. Io saltai addosso al Borgia e lo bloccai mentre gli altri scatenavano una tempesta di frecce. Nel giro di pochi minuti le guardie erano morte ma il fumo ancora molto denso. Ezio mi venne vicino e mi fece cenno di sollevarlo, io feci come ordinato, lui lo tenne saldamente e io mi sfilai l’abito da templare: “E così il grande Cesare si lascia abbindolare da un’assassina?” dissi beffarda mostrando i colori della mia tunica. La densa coltre di fumo si dissolse nell’aria. Eravamo noi tre soli. Ezio lasciò Cesare. Lui era molto forte ma noi messi insieme lo eravamo molto di più. Avevamo la forza di un uragano e insieme eravamo una vera e propria tempesta furiosa. Lui ci teneva testa e le nostre forze cominciavano a venire meno,le ferite ripresero a sanguinare e noi non ce la facevamo proprio più. Ezio gridò: “Se senti che la forza muore caro Cesare… ” “Buttaci il cuore!”finii io. Ci preparammo entrambi per un montante e con la sincronia di un orologio lo colpimmo e tutto finì definitivamente. Io svenni tra le braccia del mio assassino, in fondo ero pur sempre una donna! Tornammo al covo e con molto piacere bruciai quegli abiti cosi ingombranti e inguardabili. Era solamente un umiliazione averli indossati… Bleh!!! Quella sera andammo a letto più tardi del solito. La confraternita si era riunita e pure Machiavelli era dei nostri. Fu un andirivieni di complimenti tra tutti quanti ma i migliori furono per me e Leonardo. In fondo era tutto merito nostro se il Borgia era morto. Quella notte fu veramente strepitosa, no, non facemmo l’amore, parlammo, parlammo ridendo e scherzando. Dalle sue domande capì che mi nascondeva qualcosa “Qualcosa mi nasconde ma io non so cos'è,perché non vuole rivelare che in lui c'è un vero re” questi erano i miei pensieri quando Morfeo fece una visitina a Ezio che mi crollò esausto addosso. Quella notte non avevo molto sonno e la passai a coccolare il mio angelo che, pensai, era una benedizione del cielo. Una benedizione che non avevo meritato, in fondo io non meritavo niente, ma se l’Altissimo me lo aveva concesso voleva qualcosa da noi. E non vedevo l’ora di scoprirlo.

Note dell'autrice

Il nostro Ezio ci nasconde qualcosa,chissa che cosa! u.u Spero che la storia vi piaccia! Le recensioni sono ben gradite soprattutto se avete suggerimenti,nonostante abbia la storia tutta in mente potrebbero aiutare! Un bacio a tutti i lettori!

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Capitolo 5
*** La sposa ***


La sposa

Ezio da qualche giorno si comportava in maniera molto strana. Passava sempre più tempo con me, non che la cosa mi dispiacesse,però era strano per me e per tutti gli assassini vedere il mentore non allenarsi più. Leonardo però era al corrente di quello che succedeva perche molte volte guardava Ezio dritto negli occhi e ridacchiava di gusto. Ezio,da quando i miei capelli erano tornati lunghi, passava molto tempo a pettinarli con le dita.
Una sera mi fece andare a letto da sola e io ci rimasi un tantino male. Avevo bisogno di essere coccolata e lui se ne andava così senza nemmeno un bacio! Ero scioccata, non aveva mai fatto così..  Lo sentii arrivare a letto molto tardi. Io feci finta di dormire e lui mi schioccò un bacio sulla fronte. Il giorno dopo quando mi svegliai Ezio non era già più a letto. Mi guardai intorno smarrita e notai una specie di manichino che metteva in mostra uno dei vestiti più meravigliosi che avessi mai visto. Era un bellissimo abito da sposa color panna. Tutti gli altri miei abiti erano spariti e non avevo altra scelta che indossare quello. Andai per ‘truccarmi’ e pettinarmi davanti allo specchio quando mi accorsi che delle righe calde e bagnate solcavano le mie guancie. Mi sistemai i capelli e uscii di corsa. Andai nella sala grande grondante di lacrime. Quando spalancai il portone vidi Ezio con i suoi più belli abiti borghesi. Piansi ancora di più,lacrime allegre e gioiose. Andai affianco a Ezio e con un lunghissimo rito Machiavelli e la Volpe ci sposarono. Facemmo festa tutto il giorno e al calar della sera eravamo esausti. Tutti tranne me e mio marito. Per noi cominciava tutto adesso, le dolci parole,le carezze proibite. “Oh cavaliere, io ti chiamo amore mio e ti amerò di più di quanto credi tu!” Ezio mi guardò stranito “Se ancora non lo so, lo so dagli occhi tuoi, che fanno già con me l’amore che tu vuoi.” Io che lo guardavo assorta abbassai lo sguardo arrossendo. “Vieni qui,amore!” disse dolce. Io mi avvicinai e ci baciammo, un bacio lungo, come non avevamo mai fatto.

Note dell'autrice

Questo capitolo è molto corto perchè serve da spiegazione per il prossimo.
Era fondamentale che sapeste ceh i due si erano sposati.
So bene che a quell'epoca non esistevano i trucchi e l'espressione truccarsi non era ancora stata inventata ma non sapevo come esprimermi altrimenti.
Ho una sorpresa per voi nel prossimo capitolo. Spero vi piacerà!

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Capitolo 6
*** Cecilia Auditore ***


Cecilia Auditore

Erano passati all’incirca 10 mesi da quando io e Ezio ci eravamo sposati ed io ero da un bel po’ in dolce attesa. Quella sera Ezio mi stava raccontando  delle sue missioni. “Maledetto!” dissi scherzosa mordendogli la spalla “è tutta colpa tua se non posso venire con te!” “Dai amore dormi! Ma prima dammi un bacio…” gli diedi un bacio e ci coricammo tutti.
Quella mi svegliai sudatissima e con un grandissimo dolore al pancione. Tirai una manata in faccia a Ezio che svegliò di soprassalto. “Arriva?!?” gridò preoccupato. “Si!”dissi in singhiozzi. Ezio e corse a chiamare Leonardo e tornò in fretta da me. Si mise sul letto dietro di me,mi fece sdraiare e mi fece appoggiare la testa sul suo petto.  Dopo che arrivò e tre mille singhiozzi passarono le ore. Ezio mi stringeva a sé sempre più forte e mi scostava i capelli dalla faccia. Un ultimo urlò e tutto finì come era cominciato. “Preferisco cento volte avere una freccia conficcata nella schiena!” Ezio ridacchiò, mi abbracciò e mi baciò,con la sua camicia mi asciugò il sudore e mi legò i capelli. Dopo poco arrivò Leonardo con uno scricciolo tra le braccia. “E’ una femmina!” disse. “Come la vuoi chiamare amore?” chiese Ezio. Ci pensai un po’ su e dissi col sorriso sulle labbra: “Cecilia” “Cecilia, mi piace!” disse Ezio prendendo in braccio nostra figlia. Io sorrisi e caddi addormentata sul cuscino.
Quando la mattina dopo mi svegliai le tende erano spalancate,il sole entrava dalle finestre,la bambina dormiva e Ezio era seduto sul bordo del nostro letto. “Come stai tesoro?” chiesi. “Molto meglio grazie!” dissi alzandomi “come sta la peste?” chiesi sorridendo. “Uhm, ha pianto un po’ ma la sua mamma dormiva.” Disse guardandomi dolce. Mi vestii e presi in braccio Cecilia,svegliandola. Quella bestiolina aveva gli occhi azzurri e la pelle bianca come il latte. Pianse e io la adagia al mio seno,al quale si attaccò avidamente. Ezio mi guardai. Io gli tirai un cuscino in faccia e lui si buttò a terra ridendo a crepapelle. Cecilia si addormentò tra le mie braccia e io la adagiai nella culla. Mi risistemai il vestito e mi buttai addosso a Ezio che era ancora sdraiato a terra. “Amo sempre e solo te!” sussurrai. “Io no!”disse Ezio spavaldo mettendomi in allarme “Io amo te e la nostra bimba, perché in fondo è parte di te!” mormorò dolcemente. “Eh no! Devi amare solo me!” dissi dandogli un buffetto affettuoso. “Oh lo so!”disse “Ti amo! Amo solo te!” mi abbracciò. Ci alzammo e restammo a guardare Cecilia che dormiva beata.

Note dell'autrice

Lo so che il capitolo è corto ma nelle parti dolci non so andare avanti all'infinito. Nel prossimo capitolo scene di guerra, le quali mi vengono molto meglio! Recensite please! <3 Un bacio a tutti quanti!

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Capitolo 7
*** I rapimenti ***


I rapimenti

Cecilia cresceva felice,aveva ormai due anni e io e Ezio ci divertivamo un mondo a stare e giocare con lei. Gli assassini e il popolo dell’isola Tiberina andavano molto d’accordo negli tempi e i templari si stavano ribellando alla nostra strana alleanza. Alcuni bambini erano stati rapiti e io e Ezio lasciavamo Cecilia molto spesso a Leonardo e andavamo a recuperare qui poveri bambini sicuri che la nostra piccola Cecilia stesse bene. Un giorno tornando da una missione di salvataggio Leonardo ci disse che Cecilia era sparita, io caddi in ginocchio e mi a piangere mentre Ezio cercava di consolarmi. “Cecilia! Cecilia! Bambina mia! Cecilia! Cecilia,i tuoi capelli,oro e dolore. Cecilia,le tue vesti,la tua vita,la tua voce! Cecilia non aver paura domani vengo da te,torniamo insieme… ” urlai e piansi.

Per parlare del problema organizzammo un’assemblea con il popolo e dopo meno di  3 ore tutti erano riuniti sotto il nostro covo. Ezio cercava disperatamente di condurre l’assemblea ma tutto il popolo diceva ad alta voce quello che gli passava per la testa. Io all’apice della sopportazione presi le redini di quel discorso tanto disordinato, e sguainando la spada attirai l’attenzione di tutti. “Basta! Discutere non serve più ormai i Templari sono qui. Rosie ti vedo accanto alla nostra Caterina. Da quanto tempo siete amiche?” Una vocina rispose “Da quando siamo nate” “Già come tutti noi. Siamo amici da quando siamo  venuti al mondo e da quando abbiamo imparato a camminare ci ritroviamo nelle piazze. Come oggi… Conosciamo ogni singola pietra di questo villaggio, ogni singolo rivo,ogni pianta ogni lago,ogni sentiero; sappiamo dove maturano le more più dolci e ogni primavera aspettiamo che fioriscano i ciliegi per le nostre feste. Voi donne, potreste mai rinunciare alle passeggiate sui promontori coperti d’erica? Uomini non vi piace più ammirare gli stormi che attraversano i nostri cieli? Vi siete stancati di andare  pesca? E voi,giovani mamme come me non aspettate con ansia di portare i vostri bambini a giocare nei prati? Davvero sareste pronti a rinunciare a tutto questo? Pensate che non sarebbe anche più facile per me,per noi, arrenderci, subito, pur di rivedere la nostra Cecilia? Ma non è questa la via. Noi dobbiamo combattere, come fecero i nostri padri e i padri dei nostri padri, e non cedere mai finché l’isola Tiberina sarà di nuovo libera. E saremo uniti, compatti, vinceremo, ve lo prometto. E andremo a riprenderci i nostri figli e i nostri cari. E torneremo a vivere la nostra vita, come piace a noi. Tutti,nessuno escluso!” La folla applaudì  e io mi ritirai. Ezio concluse l’assemblea non so come ma il popolo era dalla nostra parte. Non avremo di certo sconfitto tutti i templari ma li avremo spaventati a tal punto che non avrebbero più messo piede nel nostro villaggio!

Quella sera ero molto taciturna, mi mancavano i gridolini di gioia di Cecilia e Ezio era seduto sul tappeto dove solitamente giocavano, affianco al camino che Cecilia con le polveri di Leonardo aveva colorato. Io stavo facendo un maglioncino per Cecilia ma accecata dalle lacrime smisi di lavorare. “La nostra vita è annacquata, inutile, finita!” Urlai ricominciando a piangere. “Amore la Provvidenza vigila su di noi. Cecilia tornerà!” “Ezio non sopporto l’idea che non sia tra le nostre braccia, sarà sola e disperata.”  “Amore alla mia nascita mi dissero ‘Sei un Auditore,sei un combattente,perciò...combatti!’ lei è un Auditore, sa proteggersi,abbi fiducia in lei come lei ha fiducia in noi.” Io mi asciugai le lacrime, indossai l’armatura e con tono autoritario dissi “Io vado a salvare mia figlia, se vuoi puoi venire.” “Perché tu credi che ti lasci andare da sola” rispose il mio lui spavaldo. Quella sera partimmo, ma ci volevano 12 ore a cavallo per arrivare dove tenevano prigionieri i bambini. Gli altri assassini e il popolo ci videro e armandosi e salendo a cavallo ci seguirono. Eravamo un esercito numeroso e io e Ezio sui tetti ci guardavamo compiaciuti. Avremo vinto!

Note dell'autrice

Spero che questo capitolo vi piaccia mi sono impegnata tanto per farlo!
Huntress of Artemis perdonami se i capitoli non sono mai più lunghi di 800/900 parole ma proprio non ce la faccio :) Buona lettura a tutti! <3

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Capitolo 8
*** Di nuovo insieme ***


Di nuovo insieme!

Eravamo in viaggio da ormai undici ore e io e Ezio eravamo sfiniti di correre sui tetti ma non ci saremo fermati per nessun motivo. Rivolevamo Cecilia tra le nostre braccia! La gente cominciava a non farcela più e i cavalli rallentavano sempre di più. Solo gli assassini procedevano con lo stesso passo spedito di dieci ore prima e i loro cavalli sembravano non voler fermarsi per nessun motivo. Ormai le torri di quella specie di prigione erano ben visibili anche dalla gente che si riversava per le strade al nostro passaggio. Eravamo arrivati davanti a quel luogo infernale e vederla da così vicino incuteva davvero paura, figurarsi la paura che doveva aver avuto la mia Cecilia. Ezio mi guardò preoccupato, io distolsi lo sguardo e prendendo una bomba dalla mia sacca e diedi fuoco a quel dannato portone. Ezio mi guardò  e alzò gli occhi al cielo.  Eravamo dentro almeno. Tutto il popolo si riversò in un immenso cortile d’entrata facendosi scoprire. Le guardie di vedetta diedero l’allarme ma ero troppo tardi. La protezione e la sicurezza del castello erano stati violati. L’arrivare veloce delle guardie ci facilitò solo le cose,venivano nelle nostre braccia e noi riuscivamo a liberarci di loro più facilmente. Ci disponemmo in semicerchio davanti all’entrata e aspettavamo pazienti che ci venissero incontro. Dopo pochi minuti duecento nemici ci erano addosso, altrettanti erano a terra, ma i nostri resistevano, non per forza fisica, resistevano per i loro cari, per le persone che amavano. Era la cosa più bella che avessi mai visto. Ezio mi guardava, mi fece cenno di andare, sgattaiolammo tra le guardi e arrivammo dentro il ‘corpo’ della fortezza. “Una rampa di scale. Porteranno alle segrete!” scendemmo facendo gli scalini a due a due, ma delle guardie stavano lentamente portando al piano di sopra i bambini e gli anziani. Si stavano arrendendo! Li portarono in quell’immenso cortile che orami tutti i loro alleati erano a terra morti o stremati. I bambini corsero tutti verso i loro cari. Cecilia non c’era… Stavo per mettermi a piangere quando  una bambina venne incontro a noi raggiante di gioia. Era vestita da principessa, profumava di rose, i suoi capelli erano setosi e raccolti in una treccia laterale. Sul suo capo c’era una coroncina d’oro finissimo. “Mamma!!!!! Papà papà!Papààààà!” Cecilia si buttò tra le braccia del padre. Lei lo adorava e lui adorava lei. Ezio era un padre fantastico. Non faceva mai mancare niente alla nostra piccola e se di giorno eravamo in missione la sera ci chiudevamo soli noi tre in una stanza e lui giocava e scherzava con lei. Mi sarebbe piaciuto prendere parte a quel forte abbraccio ma Cecilia non mi abbracciava quasi mai essendo sempre attaccata al padre. Ezio vide il mio sguardo triste e vuoto. Lasciò la bambina e mi strinse forte. Io senza un motivo ben preciso scoppiai a piangere, non riuscivo a smettere. Ezio chiese a Cecilia, sempre tenendomi tra le braccia: “Tesoro chi ti ha fatto così bella?” Cecilia indicò un uomo. “Quello lazziù! L’omo lazziù! Lui lui!” tendeva la manina verso una guardia a cavallo che si girò e le sorrise. Io mi girai di scatto. Era mio fratello. Il suo amore superava ancora una volta il suo dovere.

“Ti odio! Ti odio! Federico ti odio!”

“Fai pure Isabella ma ricordati che io ti vorrò sempre bene e farò di tutto per dimostrartelo sempre!”

Aveva mantenuto la sua promessa. Aveva preso in disparte la sua nipotina per trattarla come una principessa. Federico mi aveva sempre stupito e continuava a farlo a distanza di tanti anni. Gli sorrisi,lui ricambiò e partì a cavallo.  “Popolo!” gridò Ezio tenendo Cecilia tra le braccia “Come promesso: i vostri cari e la libertà, la vita!” Ezio non aveva fatto un gran discorso, ma il suo tono rassicurante infuse fiducia in tutti che esultarono lanciando in aria i cappelli e gridando di gioia. Cecilia solo in quel momento si staccò dal padre e con la sua graziosa vocina squillante parlò alla folla. “Siete stati blavi, ci avete salvati tutti glazie! Dobbiamo fale semple così…uniti…” allora mi prese la mano e prese quella di Ezio sorridendo. Il popolo la guardava stupita. Quello scricciolo aveva poco più di due anni e già parlava come il suo adorato papà. A Ezio scappò una lacrima. Me ne accorsi e con Cecilia ancora per mano andai ad abbracciare Ezio che ci prese in braccio entrambe. Tornammo al nostro covo e per quel giorno nessuno ci vide più nessuno. Le due persone più importanti della mia vita stavano giocando ed era bellissimo guardarle ma sarebbe stato molto più bello essere con loro a divertirmi. Cecilia che in quel momento scappava ridendo dal padre si buttò su di me e Ezio mi fece cadere sul tappeto. Prese a farmi il solletico e Cecilia ridendo fece del suo meglio. Eravamo di nuovo insieme e stavolta per sempre!

Note dell'autrice
Questo è l'ulttimo capitolo della storia. Credo sia un finale accettabile. Grazie a tutti quelli che hanno letto! Ora vi chiedo solo un piccolo favore. RECENSITE vi prego! E' molto importante per me. Vorrei sapere se vi è piaciuta e perche. Spero di non chiedere troppo... 
Grazie a tutti! Baci
Eva

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