L'ASSASSINA di Ino_Nara (/viewuser.php?uid=446483)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto cominciò ***
Capitolo 2: *** Un amore rivelato ***
Capitolo 3: *** La sfida della Volpe ***
Capitolo 4: *** Muori Borgia! ***
Capitolo 5: *** La sposa ***
Capitolo 6: *** Cecilia Auditore ***
Capitolo 7: *** I rapimenti ***
Capitolo 8: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 1 *** Come tutto cominciò ***
Come tutto cominciò
Cosi mi ritrovavo in quella buia cella, io che non avevo mai fatto nulla di male. Rapita così dagli assassini,senza un vero motivo. Quel giorno stavo facendo i miei soliti esercizi di tiro con l’arco e provavo qualche fendente e qualche affondo con la mia spada, quando udì un fischio che ben conoscevo, gli ASSASSINI! Da qualche giorno cercavano di catturarmi e io riuscì sempre a scappare, fino a quel giorno. Mi arrampicai sull’albero più altro e iniziai a scappare sui tetti fin quando una freccia mi colpì alla gamba. Fiotti di sangue uscivano dalla mia caviglia e non riuscì più a muovermi. “Avete vinto!” urlai e chiusi gli occhi.
Quando mi svegliai ero li, nella cella… Da due giorni avevo mangiato solo pane e bevuto solo acqua. Stavo proprio pensando a quello quando una voce mi scosse dai miei pensieri: “Tu! Guardami!”. Senza girarmi esclamai: “Tu ha un nome!” “E quale sarebbe?” disse l’uomo,con un tono cosi caparbio che con tono sottomesso bisbigliai “Isabella…” “Isabella potrei guardarvi in volto?” Quella voce severa e dolce al tempo stesso mi fece voltare immediatamente. Guardai quel ragazzo dritto negli occhi. Lui si tolse il cappuccio e mi porse la mano attraverso le sbarre. “Ezio Auditore, piacere.” Era bellissimo,profondi occhi neri e capelli castani lunghi fino alle spalle raccolti in una coda, corporatura possente. Il suo sguardo divenne cupo e sola a quel punto notai la sua mano e con grazia gli porsi la mia. “Perché sono qui?” dissi con il tono meno spaventato che avevo. “Ti ho osservato a lungo e ho una proposta da farti che mi auguro vorrai accettare.” “Ditemi.” “Siete molto agile,come avete dimostrato sfuggendomi varie volte,sapete giocar di spada molto bene e inoltre tirate con l’arco e la balestra.” “Arrivate al dunque.” “Volete essere dei nostri? Rifletteteci tornerò questa sera.” Così rimasi sola. Io….un assassina….la prima ragazza a entrare nella confraternita….mi ci vedevo bene….e poi…Ezio….non era affatto male come affare!
Quando Ezio tornò non era ancora sera,questa volta però entro in cella e si sedette affianco a me. “Allora Isabella… Avete riflettuto?” Un titubante si scivolò dalla mia bocca. Il ventenne mi guardò con aria stupefatta “ Come scusa?” “Sarò dei vostri!” risposi fiera. Ezio mi abbracciò ma si staccò immediatamente. “Seguitemi.” Mi portò sul tetto dove si volse la cerimonia. Il salto della fede. Ero la prima assassina! Ezio mi fece di nuovo cenno di seguirlo e questa volta mi condusse in una gigantesca sala dove dal pavimento era stata ricavata una vasca. La vasca era colma di acqua fumante. Sul tavolo dei vestiti, un pettine e uno specchio rotto. “Lavatevi e venite a cena nella grande sala al primo piano.” Detto ciò se ne andò.Mi slegai i lunghi capelli, mi tolsi i vestiti ed entrai in acqua. Era la cosa più rilassante del mondo! Dopo un po’ di tempo sentì una voce diversa da quella di Ezio gridarmi:”Signorina siete attesa a cena!” “Io di qui non mi muovo!” gridai. Passarono qualche minuti prima che la porta si spalancò. “ Ezio che ci fate qui?” urlai. “Isabella uscite dall’acqua stiamo morendo di fame e non si cena senza un frat…ehm….una sorella!” “Porgetemi un telo!” dissi uscendo dall’acqua e girandomi di schiena. Lui si girò e rimase interdetto ma mi avvolse il telo addosso. “Posso aiutala in qualche altro modo?” disse provocatorio. “Veramente si” mi affrettai a dire,”smettetela di darmi del lei e aiutatemi a stringere il corpetto.” Lui mi strinse i lacci e se ne andò. Mi vestii e lo seguì nella grande sala.
Un valletto mi fece accomodare in un piccolo tavolo a parte e poi portò il cibo in tavola. “Oggi carne al sangue” annunciò “e per la signorina abbiamo un ottima zuppa.” Disse mettendomi davanti una brodaglia puzzolente. “Puoi tenertela la tua zuppa.” mormorai a denti stretti per non farmi sentire. Gli altri facevano festa mangiando e bevendo mentre io non avevo ancora toccato cibo. Ezio se ne accorse e si alzò suscitando il silenzio di tutti. “Portatemi un piatto per favore!” venne al mio tavolo e mi porse la mano. Io mi affrettai a porgli la mia. Mi fece alzare e mi fece sedere affianco a lui porgendomi un boccale di vino e un piatto di carne. Mangiammo e bevemmo tutta la sera. Ad un certo punto Ezio prese parola e disse a gran voce:”Mostro alla signorina i suoi alloggi voi sgomberate la tavola e andate a dormire.” Il mio e il suo alloggio erano separati da quelli degli altri ma erano comunicanti l’uno con l’altro. Praticamente il mentore aveva dato a me metà del suo immenso alloggio. Mi mostrò la mia stanza e mi fece vedere che sul tavolo c’erano i miei vestiti da futura assassina. “Ti va di provarli?” chiese. “No! In questo momento vorrei avere meno cose possibili addosso…”parlava il vino, o forse no…. In fondo Ezio era davvero un gran bel ragazzo… Mi si avvicinò e con voce estremamente calma disse:”Lascia che ti aiuti.” Quella sera fu magnifica ma non ricordo nient’altro purtroppo.
Note dell'autrice
Ciao a tutti!!! Scusatemi tanto per la scarsa lunghezza del capitolo. Questa è la mia prima fanfiction e sono un po' agitata...non credo attirerà molti lettori ma per favore fatemi sapere! Nel frattempo sto scrivendo il secondo capitolo. Spero vi piaccia! |
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Capitolo 2 *** Un amore rivelato ***
Un
amore rivelato
L’indomani mi svegliai sul
petto del mio amato
Ezio….amato….già…mi ero
innamorata! Mi misi gli abiti da assassina, col pugnale
di Ezio mi tagliai i capelli alla meno peggio,corti più dei
suoi ma abbastanza
lunghi da legarli. In quel momento Leonardo da Vinci entrò
nella stanza. “Il
mio maestro ha commissionato questo suo ritratto ieri, lo lascio
qui”
“Aspettate” sussurrai “potreste prestarmi
un po’ di color porpora e pece?”
Leonardo senza fiatare mi porse le polveri.
Uscì dalla stanza insieme a lui e mi diressi verso la cucina
dove presi un
uovo. Andai dal fabbro della confraternita e mi feci dare due scarti di
ferro.
Tornai nei miei alloggi e mi preparai degli orecchini argentati, con
l’uovo
mischiato alla porpora feci della ‘vernice’ per le
unghie e allo stesso modo ma
con diversi procedimenti il rosso per le labbra. Con la pece colorai le
palpebre. Ero pronta. Presi a sistemare la camera di Ezio e andai a
preparargli
la colazione. Misi tutto su un vassoio e portai vino e pane dolce in
camera sua
cercando di sistemare il tutto nella maniera più carina
possibile. In quel
momento Ezio si svegliò. “ Chi sei tu?”
mi voltai e il suo volto cambiò. “Sono
Isabella non ricordi?”
“S….se…..sei davvero
….davvero…stai davvero bene con il
vestito degli assassini….ma….ma che hai fatto ai
capelli?” “Beh
non mi sarebbero serviti a niente tranne
a intralciarmi!” Ezio mi guardò fiero mentre io
gli allungavo i vestiti.
“Riguardo a ieri…” disse lui serio.
“Non dire niente ti prego!” Così
finì la
nostra conversazione. Ezio mangiò e mi fece i complimenti
per l’ottima cucina.
“Vediamo se sei altrettanto preparata sul campo.”
Mi portò in città passando
dai tetti. “ Vedi quelle guardie? Uccidile!” Io
senza una parola mi lanciai in
un covone di fieno,attesi che la prima delle tre guardie si avvicinasse
e la
uccisi con la lama celata nascondendola nel covone. Facendo
così però la
guardia infilò la lancia nel covone costringendomi a uscire.
Parai ogni suo colpo
e non avendo altra vai di scampo alzai il ginocchio e lo
colpì in pieno
stomaco, con un fendente lo tagliai da spalla a fianco. La terza
guardia era a
cavallo. Sentì la voce di Ezio urlare dal tetto
“Vediamo se infierisci su un
cavallo innocente.” Io attesi pazientemente che il cavallo
partisse al galoppo
verso di me e gli ferì la zampa facendo cadere lui e la
guardia che si meritò
la mia spada nel petto. Prima di risalire sul tetto strappai un pezzo
di stoffa
dalla mia sottoveste e fasciai il cavallo. Poi tornai da Ezio che mi
fece i
complimenti:”Sei più abile di quanto sperassi!
Domani verrai in missione con
me!”
Quel pomeriggio fu velocissimo,la
cena silenziosa e tutti a
letto presto per essere riposati per l’attacco a Cesare
Borgia. Io e Ezio
entrammo negli alloggi,io andai a letto ma poco dopo Ezio
entrò dalla porta che
collegava le nostre camere. Si sedette sul bordo del mio letto e disse
con tono
dolce “Se non te la senti di venire domani puoi rimanere qui,
ma avrò bisogno
di te per riuscire a entrare. Domani niente abiti da assassina dovrai
mettere
quelli sul tavolo. Le armi le terrai sotto il vestito e ci farai
entrare. Ti
auguro già ora buona fortuna. Domani verrò a
svegliarti io. Buona notte
Isabella.” Detto ciò si alzò mi
baciò sulla fronte e tornò nella sua camera. Al
canto del gallo Ezio venne a svegliarmi e mi portò un pezzo
di pane. Io mi
vestii e andai con lui nella sala principale. Decidemmo che io sarei
andata al
castello a cavallo e gli altri mi avrebbero seguito dai tetti. Nel giro
di due
clessidre io ero alle prese con dieci guardie. Una si
avvicinò pericolosamente
a me. Avrei sguainato la spada ma Ezio mi aveva detto di non farlo. La
guardia
mi prese il braccio e me lo piegò dietro la schiena
facendomi urlare di dolore.
Ezio in quel momento si era gettato dal tetto e aveva ucciso la guardia
che mi
teneva per il polso. Allora sguainai la spada e schiena contro schiena
uccidemmo quasi tutte le guardie. Stavamo per scappare quando una
guardia mi
buttò a terra e se non fosse arrivato Ezio non so cosa mi
sarebbe successo. La
guardia però l’aveva sentito arrivare e aveva
girato la spada conficcandola
nella spalla di Ezio e facendola girare. Ezio cadde a terra esanime e
io
all’apice della sopportazione urlai e conficcai la spada tra
le scapole della
guardia trapassandola da parte a parte, e come se non bastasse con la
pistola
della lama celata gli sparai alla testa. Presi Ezio come lo potevo e lo
caricai
a cavallo. Partimmo al galoppo e io mi beccai una freccia in piena
schiena.
Continuai a galoppare nonostante il dolore e raggiunsi il covo
dell’isola
Tiberina. Affidai Ezio agli assassini e andai a occuparmi del cavallo.
Non
sapevo come stesse Ezio e non riuscivo a stare tranquilla. Con la
freccia
ancora nella schiena corsi in camera di Ezio e vedendo che stava bene
mi buttai
tra le sue braccia che mi tendeva e mi misi a piangere disperata. “Scusa!Scusa non
volevo! E tutta colpa
mia!!!!” lui con tono calmo e pacato disse “Non
è affatto colpa tua tesoro non hai
fatto niente di male!” detto ciò mi
baciò davanti a tutti gli altri assassini
che rimasero in silenzio a guardare stupiti. “Ma che hai
nella schiena amore?
Medicatela!” ordinò. Mi tolsero la freccia dalla
schiena,disinfettarono e mi
fasciarono. Poi ci lasciarono da soli. Io un po’ preoccupata
per la risposta
chiesi a Ezio “Perché?”
“Perché sei meravigliosa e bravissima. E
perché tutte
le volte che ti guardo mi sento rinascere. Vieni
qua!” Mi avvicinai a lui e ci baciammo
di nuovo. Io sul suo petto e lui con le braccia intorno a me, quasi per
proteggermi ci addormentammo.
Note
dell’autrice
Scusate se nell’ultima
parte non sono riuscita a esprimere
bene i sentimenti ma ho fatto del mio meglio! Grazie a tutti quelli che
hanno
letto. Recensite per farmi sapere le vostre opinioni
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Capitolo 3 *** La sfida della Volpe ***
La
sfida della Volpe
La mattina dopo quella dolce voce mi svegliò facendo eco tra
le braccia di Morfeo. Io mi alzai e senza una parola lui mi porse i
miei
vestiti borghesi. “Perché questi e non quelli da
assassina?” chiesi. “Oggi
niente allenamenti messi tutti e due in questo stato. E poi la Volpe ci
onorerà
della sua presenza”lo disse con tono scherzoso
perché sapevamo benissimo
entrambi che se la Volpe veniva a farci visita era di certo per una
lavata di
capo. “Deve proprio?”dissi divertita
“Oggi mi ero svegliata bene!” Lui mi
guardò con la faccia da ‘non esagerare
dai’ e infatti disse “E’ comunque un
onore averlo tra di noi”
La mattinata passò
abbastanza in fretta ma io avevo imparato
tutti i nomi dei membri della confraternita, avevo incontrato la
sorella di
Ezio e sapevo a memoria il Credo degli assassini:
Quando gli altri
seguono ciecamente la luce,ricorda:
Nulla è
reale.
Quando gli altri si
piegano alla morale e alle leggi,ricorda:
Tutto è
lecito.
Agiamo
nell’ombra per servire la luce,
siamo Assassini!
Nulla è
reale,tutto è lecito.
Adoravo quelle parole,e poi sentirle
dire dalla voce calma e
profonda di Ezio era una cosa spettacolare! Poco dopo pranzo
arrivò la Volpe.
Ezio e lui stravano parlando già da mezza clessidra quando a
un certo punto
sentì gridare “E’ tutta colpa di quella
ragazza! Ti distrae devi dimenticarla,
SUBITO!” “Io non prendo ordini da un
ladro!” gridò Ezio “E poi lei non
è una
ragazza,cioè,è una ragazza ma non come le altre,
sa giocar di spada ed è una
abilissima arciera!” “Che me lo dimostri
allora!” Ezio stava prendendo le mie
difese,pensava che non avrei mai potuto nemmeno scalfire il capo della
gilda
dei ladri, e a dir la verità nemmeno io ne ero certa, ma
senza esitare aprì il
portone. “Volete una dimostrazione? Sono pronta!”
dissi arrogante. “Una sfida
di velocità,una di tiro con l’arco e infine un
combattimento. Vedremo se avrete
la meglio.”
Io andai a prendere le mie armi e
misi la tunica da
assassina. Poi andai in cortile,il punto di partenza della gara.
Dovevamo
correre sui tetti fino a ‘La Rosa in Fiore’
prendere una delle due bandiere e
tornare da Ezio il più velocemente possibile. Non appena
Ezio fischiò ero già a
metà dell’edificio e mi apprestavo a correre su
quelle scivolose mattonelle. La
volpe mi superò ridendo beffarda. Allora mi buttai in un
covone di fieno e
proseguì a piedi fino a un passaggio che portava a
‘La Rosa in Fiore’ salii sul
tetto e afferrai una delle due bandiere. La Volpe era quasi arrivata
allora mi
ributtai a terra e feci la strada al contrario. Arrivai da Ezio per
prima con
un tremendo fiatone. Dovevo vincere entrambe le sfide rimanenti per
essere sua.
La volpe arrivò dopo qualche minuto congratulandosi con
Ezio. Non voleva
rivolgermi la parola finché non sarebbe stato certo delle
mie capacità. Durante
la seconda prova diedi a lui l’onore di tirare per primo.
Fece centro, Ezio mi
guardò con aria sofferente. Mi voltai presi la mira e la mia
freccia divise a
metà quella della Volpe! Anche questa era fatta…
Ora veniva la parte più
difficile… Il duello! Inizialmente andò
tutto bene, tra un montante
e un fendente me la cavavo abbastanza bene. Finche la Volpe non mi
tirò una
gomitata nella schiena. Proprio nella ferita. Caddi a terra con il
sudore che
mi accecava la vista, era la fine! Feci un profondo respiro. “Se senti che la
forza muore buttaci il cuore!”
urlai. Rotolai su un fianco,saltai in piedi e mi fermai con la spada
appoggiata
alla sua schiena. Avevo vinto. La Volpe si arrese e chiese clemenza.
Riconobbe
così le mie capacità e se ne andò
approvando la nostra relazione. Quella sera
Ezio e io parlammo a lungo. Ezio con tono allarmante mi
disse:” Forse la Volpe
lo faceva per una
ragione però….Però non
può finire l'amore mio...Perché sei tu,il mondo e
forse più,la luna tu,la
terra, il sole,tu sei tutte le parole…
Ma questa sola basta...
Amore...
Amore...Come dire
acqua...Terra,
sole, luna...Amore...
Amore
mio...” Ezio mi si avvicinò e mi strinse forte a
sé. Io lo baciai e presi la
parola. “Noi donne contro i
prepotenti siamo disarmate,senza una difesa poveracce disperate. Contro
l'ingiustizia,senza una speranza,sempre alla ricerca di impossibile
uguaglianza.
Non ho mai avuto simili problemi prima di essere
un’assassina, ma per te tutto!
E poi ora mi sentirò sempre protetta. Mi proteggerai sempre
vero?” Ezio
mi stava ancora abbracciando. “Amore hai bisogno di
chiederlo? Certo che ti
proteggerò sempre tesoro mio!” Detto
ciò ci baciammo ancora e andammo a dormire
abbracciati. Lui si addormentò subito io rimasi a guardarlo
dormire. Era un
angelo, anche se in realtà eravamo assassini, aveva il viso
da fanciullo, ma la
barba e il pizzetto indicavano tutt’altra cosa. La cicatrice
sul labbro era un
particolare davvero grazioso. Lo amavo davvero moltissimo. Mentre
pensavo a
tutto ciò la voce di Ezio risuonò nel
buio;”Dormi amore, ti devo ammirare un po’
anche io.”
Note
dell'autrice
Mentre scrivevo ascoltavo "I
Promessi Sposi-Opera Moderna" per questo ho inserito qualche citazione
qua e la. Il Credo c'entra pochissimo con la storia ma mi ha sempre affascinato
tanto e, conoscendolo a memoria l'ho voluto inserire. Spero che questo
capitolo vi piaccia. Fatemi sapere. (Prossimo capitolo in fase di
scrittura, pubblicazione prevista entro questa sera. )
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Capitolo 4 *** Muori Borgia! ***
Muori Borgia!
Ci eravamo ripresi un po’ e
le erano quasi cicatrizzate. Ci
allenavamo da più di una settimana e la confraternita era in
subbuglio. Cesare
Borgia sarebbe giunto presto dalle nostre parti e stavamo preparando un
assalto. Quando fu il fatidico giorno io e Ezio cavalcammo fianco a
fianco finché
l’assassino di vedetta diede l’allarme e io caddi a
cavallo con di nuovo una
freccia in piena schiena. Il vestito si tinse subito di rosso e una
voce molto
famigliare disse:”E così ti ho colpito dove avevo
già colpito eh sorellina mia?”
il templare si tolse l’elmo e riconobbi mi fratello che mi
sollevò di peso e mi
mise il filo della spada a contatto con il mio collo. Iniziai a tremare
come
una foglia e mio fratello gridò:”Se la volete viva
annullate l’attacco!” Ezio
solo allora si accorse che il cavallo affianco a lui procedeva da solo.
Si
voltò e gridò “CESSATE
L’ATTACCO” Mio fratello allora mi caricò
sul suo cavallo
e mi portò a castel Sant’Angelo. Mi costrinsero a
far parte dei templari e io
stetti dalla loro parte. Segretamente io e Leonardo da Vinci avevamo
inventato
questo piano. Io sarei entrata nelle grazie di Cesare Borgia e lo avrei
condotto alla sua morte. Leonardo sapeva tutto ma non la confraternita.
Ezio,come Leonardo mi aveva raccontato in seguito, tornò al
covo, gettò le armi
a terra e si strappò la tunica. Qui dannati Borgia lo
stavano distruggendo!
Prima il padre e i fratelli ed ora pure la sua amata! Meritavano una
lezione. Mi
avrebbe salvata e non sarebbe più sceso in missione. Erano
questi i suoi
pensieri mentre io ero impegnata a ‘modellare’ a
mio piacimento Cesare con gran
successo. L’indomani mattina Ezio era alle porte del castello
con tutte le
balestre puntate addosso. Mi chiamarono e io scesi.
“Amore!”urlò “Sono venuto a
prenderti! Sono qui!!!” Io con la voce tremante dissi quello
che mai pensai e
che mai penserò: “Io lo so che ci sei e che ancora
mi vuoi! Ma io e te, né domani
né mai!” Ezio pianse,pianse lacrime amare,lacrime
scure,di chi ormai aveva
perso tutto. Saltò a cavallo e se ne andò. Io
corsi nelle mie stanze e mi
disperai come non avevo mai fatto. Non pensavo che la sua reazione
potesse
essere tanto forte! Ma n fondo era per il bene di tutti dovevo
farlo…
Lo spostamento di Cesare era
programma per il giorno dopo e
io chiesi a mio fratello di andare a controllare la zona con uno dei
migliori
templari. Mio fratello acconsentì. Per un po’
perlustrammo davvero l’area fino
a che non arrivammo vicino al covo e io lo uccisi. Presi i suoi vestiti
e
bussai alle porte della confraternita. Mi aprì Leonardo come
stabilito. Andammo
insieme da Ezio che quando mi vide scoppiò in lacrime ma poi
freddo e distate
disse “Che i fai tu qui traditrice?”
l’ultima parola la disse con tale disprezzo
che in lacrime uscii dalla stanza. Leonardo gli spiegò tutto
e Ezio uscì dalla
stanza cercandomi “Ecco perche mi sono innamorato di te
tesoro” mi baciò. “Fai
indossare a un assassino questi” dissi dandogli i vestiti da
templare. “Verrà
con me… e…noi ci vediamo domani amore
mio!” detto ciò lo baciai nuovamente e me
ne andai. “Aspetta, perché l’hai
fatto?” “Perché
per noi c'è sempre qualcosa che
diventerei e inventerei.” Quel giorno non parlammo oltre.
Stavo accompagnando quel cane di
Cesare Borgia in piazza
finchè…quel fischio! Ogni assassino, me compresa,
lanciò una bomba fumogena.
Io saltai addosso al Borgia e lo bloccai mentre gli altri scatenavano
una
tempesta di frecce. Nel giro di pochi minuti le guardie erano morte ma
il fumo
ancora molto denso. Ezio mi venne vicino e mi fece cenno di sollevarlo,
io feci
come ordinato, lui lo tenne saldamente e io mi sfilai l’abito
da templare: “E così il grande Cesare si lascia
abbindolare da un’assassina?” dissi
beffarda mostrando i colori della mia tunica. La densa coltre di fumo
si
dissolse nell’aria. Eravamo noi tre soli. Ezio
lasciò Cesare. Lui era molto forte
ma noi messi insieme lo eravamo molto di più. Avevamo la
forza di un uragano e
insieme eravamo una vera e propria tempesta furiosa. Lui ci teneva
testa e le
nostre forze cominciavano a venire meno,le ferite ripresero a
sanguinare e noi
non ce la facevamo proprio più. Ezio gridò:
“Se senti che la forza muore caro
Cesare… ” “Buttaci il
cuore!”finii io. Ci preparammo entrambi per un montante e
con la sincronia di un orologio lo colpimmo e tutto finì
definitivamente. Io
svenni tra le braccia del mio assassino, in fondo ero pur sempre una
donna!
Tornammo al covo e con molto piacere bruciai quegli abiti cosi
ingombranti e
inguardabili. Era solamente un umiliazione averli indossati…
Bleh!!! Quella
sera andammo a letto più tardi del solito. La confraternita
si era riunita e
pure Machiavelli era dei nostri. Fu un andirivieni di complimenti tra
tutti
quanti ma i migliori furono per me e Leonardo. In fondo era tutto
merito nostro
se il Borgia era morto. Quella notte fu veramente strepitosa, no, non
facemmo l’amore,
parlammo, parlammo ridendo e scherzando. Dalle sue domande
capì che mi nascondeva
qualcosa “Qualcosa mi nasconde
ma io non so cos'è,perché non vuole rivelare che
in lui c'è un vero re”
questi erano i miei pensieri quando Morfeo fece una visitina a Ezio che
mi
crollò esausto addosso. Quella notte non avevo molto sonno e
la passai a
coccolare il mio angelo che, pensai, era una benedizione del cielo. Una
benedizione che non avevo meritato, in fondo io non meritavo niente, ma
se l’Altissimo
me lo aveva concesso voleva qualcosa da noi. E non vedevo
l’ora di scoprirlo.
Note
dell'autrice
Il nostro Ezio ci nasconde
qualcosa,chissa che cosa! u.u Spero che la storia vi piaccia! Le
recensioni sono ben gradite soprattutto se avete
suggerimenti,nonostante abbia la storia tutta in mente potrebbero
aiutare! Un bacio a tutti i lettori!
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Capitolo 5 *** La sposa ***
La
sposa
Ezio da qualche giorno si comportava
in maniera molto
strana. Passava sempre più tempo con me, non che la cosa mi
dispiacesse,però
era strano per me e per tutti gli assassini vedere il mentore non
allenarsi
più. Leonardo però era al corrente di quello che
succedeva perche molte volte
guardava Ezio dritto negli occhi e ridacchiava di gusto. Ezio,da quando
i miei
capelli erano tornati lunghi, passava molto tempo a pettinarli con le
dita.
Una sera mi fece andare a letto da sola e io ci rimasi un
tantino male. Avevo bisogno di essere coccolata e lui se ne andava
così senza
nemmeno un bacio! Ero scioccata, non aveva mai fatto così.. Lo sentii arrivare a letto
molto tardi. Io
feci finta di dormire e lui mi schioccò un bacio sulla
fronte. Il giorno dopo
quando mi svegliai Ezio non era già più a letto.
Mi guardai intorno smarrita e
notai una specie di manichino che metteva in mostra uno dei vestiti
più
meravigliosi che avessi mai visto. Era un bellissimo abito da sposa
color panna.
Tutti gli altri miei abiti erano spariti e non avevo altra scelta che
indossare
quello. Andai per ‘truccarmi’ e pettinarmi davanti
allo specchio quando mi
accorsi che delle righe calde e bagnate solcavano le mie guancie. Mi
sistemai i
capelli e uscii di corsa. Andai nella sala grande grondante di lacrime.
Quando
spalancai il portone vidi Ezio con i suoi più belli abiti
borghesi. Piansi
ancora di più,lacrime allegre e gioiose. Andai affianco a
Ezio e con un lunghissimo
rito Machiavelli e la Volpe ci sposarono. Facemmo festa tutto il giorno
e al
calar della sera eravamo esausti. Tutti tranne me e mio marito. Per noi
cominciava tutto adesso, le dolci parole,le carezze proibite.
“Oh cavaliere, io
ti chiamo amore mio e ti amerò di più di quanto
credi tu!” Ezio mi guardò
stranito “Se ancora non lo so, lo so dagli occhi tuoi, che
fanno già con me l’amore
che tu vuoi.” Io che lo guardavo assorta abbassai lo sguardo
arrossendo. “Vieni
qui,amore!” disse dolce. Io mi avvicinai e ci baciammo, un
bacio lungo, come
non avevamo mai fatto.
Note
dell'autrice
Questo capitolo è molto
corto perchè serve da spiegazione per il prossimo.
Era fondamentale che sapeste ceh i due si erano sposati.
So bene che a quell'epoca non esistevano i trucchi e l'espressione truccarsi non era ancora stata inventata ma non sapevo come esprimermi altrimenti.
Ho una sorpresa per voi nel prossimo capitolo. Spero vi
piacerà!
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Capitolo 6 *** Cecilia Auditore ***
Cecilia
Auditore
Erano passati all’incirca
10 mesi da quando io e Ezio ci
eravamo sposati ed io ero da un bel po’ in dolce attesa.
Quella sera Ezio mi
stava raccontando delle
sue missioni. “Maledetto!”
dissi scherzosa mordendogli la spalla “è tutta
colpa tua se non posso venire
con te!” “Dai amore dormi! Ma prima dammi un
bacio…” gli diedi un bacio e ci
coricammo tutti.
Quella mi svegliai sudatissima e con un grandissimo dolore
al pancione. Tirai una manata in faccia a Ezio che svegliò
di soprassalto. “Arriva?!?”
gridò preoccupato. “Si!”dissi in
singhiozzi. Ezio e corse a chiamare Leonardo e
tornò in fretta da me. Si mise sul letto dietro di me,mi
fece sdraiare e mi
fece appoggiare la testa sul suo petto. Dopo
che arrivò e tre mille singhiozzi passarono le ore. Ezio mi
stringeva a sé sempre
più forte e mi scostava i capelli dalla faccia. Un ultimo
urlò e tutto finì
come era cominciato. “Preferisco cento volte avere una
freccia conficcata nella
schiena!” Ezio ridacchiò, mi abbracciò
e mi baciò,con la sua camicia mi asciugò
il sudore e mi legò i capelli. Dopo poco arrivò
Leonardo con uno scricciolo tra
le braccia. “E’ una femmina!” disse.
“Come la vuoi chiamare amore?” chiese
Ezio. Ci pensai un po’ su e dissi col sorriso sulle labbra:
“Cecilia” “Cecilia,
mi piace!” disse Ezio prendendo in braccio nostra figlia. Io
sorrisi e caddi
addormentata sul cuscino.
Quando la mattina dopo mi svegliai le tende erano
spalancate,il sole entrava dalle finestre,la bambina dormiva e Ezio era
seduto
sul bordo del nostro letto. “Come stai tesoro?”
chiesi. “Molto meglio grazie!”
dissi alzandomi “come sta la peste?” chiesi
sorridendo. “Uhm, ha pianto un po’
ma la sua mamma dormiva.” Disse guardandomi dolce. Mi vestii
e presi in braccio
Cecilia,svegliandola. Quella bestiolina aveva gli occhi azzurri e la
pelle
bianca come il latte. Pianse e io la adagia al mio seno,al quale si
attaccò avidamente.
Ezio mi guardai. Io gli tirai un cuscino in faccia e lui si
buttò a terra
ridendo a crepapelle. Cecilia si addormentò tra le mie
braccia e io la adagiai
nella culla. Mi risistemai il vestito e mi buttai addosso a Ezio che
era ancora
sdraiato a terra. “Amo sempre e solo te!”
sussurrai. “Io no!”disse Ezio
spavaldo mettendomi in allarme “Io amo te e la nostra bimba,
perché in fondo è
parte di te!” mormorò dolcemente. “Eh
no! Devi amare solo me!” dissi dandogli
un buffetto affettuoso. “Oh lo so!”disse
“Ti amo! Amo solo te!” mi abbracciò.
Ci alzammo e restammo a guardare Cecilia che dormiva beata.
Note
dell'autrice
Lo so che il capitolo è
corto ma nelle parti dolci non so andare avanti all'infinito. Nel
prossimo capitolo scene di guerra, le quali mi vengono molto meglio!
Recensite please! <3 Un bacio a tutti quanti!
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Capitolo 7 *** I rapimenti ***
I rapimenti
Cecilia cresceva felice,aveva ormai
due anni e io e Ezio ci
divertivamo un mondo a stare e giocare con lei. Gli assassini e il
popolo
dell’isola Tiberina andavano molto d’accordo negli
tempi e i templari si
stavano ribellando alla nostra strana alleanza. Alcuni bambini erano
stati
rapiti e io e Ezio lasciavamo Cecilia molto spesso a Leonardo e
andavamo a
recuperare qui poveri bambini sicuri che la nostra piccola Cecilia
stesse bene.
Un giorno tornando da una missione di salvataggio Leonardo ci disse che
Cecilia
era sparita, io caddi in ginocchio e mi a piangere mentre Ezio cercava
di
consolarmi. “Cecilia! Cecilia! Bambina mia! Cecilia!
Cecilia,i tuoi capelli,oro
e dolore. Cecilia,le tue vesti,la tua vita,la tua voce! Cecilia non
aver paura
domani vengo da te,torniamo insieme… ” urlai e
piansi.
Per parlare del problema organizzammo
un’assemblea con il
popolo e dopo meno di 3
ore tutti erano
riuniti sotto il nostro covo. Ezio cercava disperatamente di condurre
l’assemblea ma tutto il popolo diceva ad alta voce quello che
gli passava per
la testa. Io all’apice della sopportazione presi le redini di
quel discorso
tanto disordinato, e sguainando la spada attirai l’attenzione
di tutti. “Basta!
Discutere non serve più ormai i Templari sono qui. Rosie ti
vedo accanto alla
nostra Caterina. Da quanto tempo siete amiche?” Una vocina
rispose “Da quando
siamo nate” “Già come tutti noi. Siamo
amici da quando siamo venuti
al mondo e da quando abbiamo imparato
a camminare ci ritroviamo nelle piazze. Come oggi…
Conosciamo ogni singola
pietra di questo villaggio, ogni singolo rivo,ogni pianta ogni
lago,ogni
sentiero; sappiamo dove maturano le more più dolci e ogni
primavera aspettiamo
che fioriscano i ciliegi per le nostre feste. Voi donne, potreste mai
rinunciare alle passeggiate sui promontori coperti d’erica?
Uomini non vi piace
più ammirare gli stormi che attraversano i nostri cieli? Vi
siete stancati di
andare pesca? E
voi,giovani mamme come
me non aspettate con ansia di portare i vostri bambini a giocare nei
prati?
Davvero sareste pronti a rinunciare a tutto questo? Pensate che non
sarebbe
anche più facile per me,per noi, arrenderci, subito, pur di
rivedere la nostra
Cecilia? Ma non è questa la via. Noi dobbiamo combattere,
come fecero i nostri
padri e i padri dei nostri padri, e non cedere mai finché
l’isola Tiberina sarà
di nuovo libera. E saremo uniti, compatti, vinceremo, ve lo prometto. E
andremo
a riprenderci i nostri figli e i nostri cari. E torneremo a vivere la
nostra
vita, come piace a noi. Tutti,nessuno escluso!” La folla
applaudì e
io mi ritirai. Ezio concluse l’assemblea
non so come ma il popolo era dalla nostra parte. Non avremo di certo
sconfitto
tutti i templari ma li avremo spaventati a tal punto che non avrebbero
più
messo piede nel nostro villaggio!
Quella sera ero molto taciturna, mi
mancavano i gridolini di
gioia di Cecilia e Ezio era seduto sul tappeto dove solitamente
giocavano,
affianco al camino che Cecilia con le polveri di Leonardo aveva
colorato. Io
stavo facendo un maglioncino per Cecilia ma accecata dalle lacrime
smisi di
lavorare. “La nostra vita è annacquata, inutile,
finita!” Urlai ricominciando a
piangere. “Amore la Provvidenza vigila su di noi. Cecilia
tornerà!” “Ezio non
sopporto l’idea che non sia tra le nostre braccia,
sarà sola e disperata.” “Amore
alla mia nascita mi dissero ‘Sei un
Auditore,sei un combattente,perciò...combatti!’
lei è un Auditore, sa
proteggersi,abbi fiducia in lei come lei ha fiducia in noi.”
Io mi asciugai le
lacrime, indossai l’armatura e con tono autoritario dissi
“Io vado a salvare
mia figlia, se vuoi puoi venire.”
“Perché tu credi che ti lasci andare da
sola”
rispose il mio lui spavaldo. Quella sera partimmo, ma ci volevano 12
ore a
cavallo per arrivare dove tenevano prigionieri i bambini. Gli altri
assassini e
il popolo ci videro e armandosi e salendo a cavallo ci seguirono. Eravamo
un
esercito numeroso e io e Ezio sui tetti ci guardavamo compiaciuti.
Avremo
vinto!
Note
dell'autrice
Spero che questo capitolo vi piaccia
mi sono impegnata tanto per farlo!
Huntress of Artemis perdonami se i capitoli non sono mai più
lunghi di 800/900 parole ma proprio non ce la faccio :) Buona lettura a
tutti! <3
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Capitolo 8 *** Di nuovo insieme ***
Di
nuovo insieme!
Eravamo in viaggio da ormai undici
ore e io e Ezio eravamo
sfiniti di correre sui tetti ma non ci saremo fermati per nessun
motivo.
Rivolevamo Cecilia tra le nostre braccia! La gente cominciava a non
farcela più
e i cavalli rallentavano sempre di più. Solo gli assassini
procedevano con lo
stesso passo spedito di dieci ore prima e i loro cavalli sembravano non
voler
fermarsi per nessun motivo. Ormai le torri di quella specie di prigione
erano
ben visibili anche dalla gente che si riversava per le strade al nostro
passaggio. Eravamo arrivati davanti a quel luogo infernale e vederla da
così
vicino incuteva davvero paura, figurarsi la paura che doveva aver avuto
la mia
Cecilia. Ezio mi guardò preoccupato, io distolsi lo sguardo
e prendendo una
bomba dalla mia sacca e diedi fuoco a quel dannato portone. Ezio mi
guardò e
alzò gli occhi al cielo. Eravamo
dentro almeno. Tutto il popolo si
riversò in un immenso cortile d’entrata facendosi
scoprire. Le guardie di
vedetta diedero l’allarme ma ero troppo tardi. La protezione
e la sicurezza del
castello erano stati violati. L’arrivare veloce delle guardie
ci facilitò solo
le cose,venivano nelle nostre braccia e noi riuscivamo a liberarci di
loro più
facilmente. Ci disponemmo in semicerchio davanti all’entrata
e aspettavamo
pazienti che ci venissero incontro. Dopo pochi minuti duecento nemici
ci erano
addosso, altrettanti erano a terra, ma i nostri resistevano, non per
forza
fisica, resistevano per i loro cari, per le persone che amavano. Era la
cosa
più bella che avessi mai visto. Ezio mi guardava, mi fece
cenno di andare,
sgattaiolammo tra le guardi e arrivammo dentro il
‘corpo’ della fortezza. “Una
rampa di scale. Porteranno alle segrete!” scendemmo facendo
gli scalini a due a
due, ma delle guardie stavano lentamente portando al piano di sopra i
bambini e
gli anziani. Si stavano arrendendo! Li portarono in
quell’immenso cortile che
orami tutti i loro alleati erano a terra morti o stremati. I bambini
corsero
tutti verso i loro cari. Cecilia non c’era… Stavo
per mettermi a piangere
quando una bambina
venne incontro a noi
raggiante di gioia. Era vestita da principessa, profumava di rose, i
suoi
capelli erano setosi e raccolti in una treccia laterale. Sul suo capo
c’era una
coroncina d’oro finissimo. “Mamma!!!!!
Papà
papà!Papààààà!”
Cecilia si buttò
tra le braccia del padre. Lei lo adorava e lui adorava lei. Ezio era un
padre
fantastico. Non faceva mai mancare niente alla nostra piccola e se di
giorno
eravamo in missione la sera ci chiudevamo soli noi tre in una stanza e
lui
giocava e scherzava con lei. Mi sarebbe piaciuto prendere parte a quel
forte
abbraccio ma Cecilia non mi abbracciava quasi mai essendo sempre
attaccata al
padre. Ezio vide il mio sguardo triste e vuoto. Lasciò la
bambina e mi strinse
forte. Io senza un motivo ben preciso scoppiai a piangere, non riuscivo
a
smettere. Ezio chiese a Cecilia, sempre tenendomi tra le braccia:
“Tesoro chi
ti ha fatto così bella?” Cecilia indicò
un uomo. “Quello lazziù! L’omo
lazziù!
Lui lui!” tendeva la manina verso una guardia a cavallo che
si girò e le
sorrise. Io mi girai di scatto. Era mio fratello. Il suo amore superava
ancora
una volta il suo dovere.
“Ti odio!
Ti odio! Federico ti odio!”
“Fai pure
Isabella ma ricordati che io ti vorrò sempre bene e
farò di
tutto per dimostrartelo sempre!”
Aveva mantenuto la sua promessa.
Aveva preso in disparte la
sua nipotina per trattarla come una principessa. Federico mi aveva
sempre
stupito e continuava a farlo a distanza di tanti anni. Gli sorrisi,lui
ricambiò
e partì a cavallo. “Popolo!”
gridò Ezio
tenendo Cecilia tra le braccia “Come promesso: i vostri cari
e la libertà, la
vita!” Ezio non aveva fatto un gran discorso, ma il suo tono
rassicurante
infuse fiducia in tutti che esultarono lanciando in aria i cappelli e
gridando
di gioia. Cecilia solo in quel momento si staccò dal padre e
con la sua
graziosa vocina squillante parlò alla folla.
“Siete stati blavi, ci avete
salvati tutti glazie! Dobbiamo fale semple
così…uniti…” allora mi prese
la mano
e prese quella di Ezio sorridendo. Il popolo la guardava stupita.
Quello
scricciolo aveva poco più di due anni e già
parlava come il suo adorato papà. A
Ezio scappò una lacrima. Me ne accorsi e con Cecilia ancora
per mano andai ad
abbracciare Ezio che ci prese in braccio entrambe. Tornammo al nostro
covo e
per quel giorno nessuno ci vide più nessuno. Le due persone
più importanti
della mia vita stavano giocando ed era bellissimo guardarle ma sarebbe
stato
molto più bello essere con loro a divertirmi. Cecilia che in
quel momento
scappava ridendo dal padre si buttò su di me e Ezio mi fece
cadere sul tappeto.
Prese a farmi il solletico e Cecilia ridendo fece del suo meglio.
Eravamo di
nuovo insieme e stavolta per sempre!
Note dell'autrice
Questo è l'ulttimo capitolo della storia. Credo sia un
finale accettabile. Grazie a tutti quelli che hanno letto! Ora vi
chiedo solo un piccolo favore. RECENSITE vi prego! E' molto importante
per me. Vorrei sapere se vi è piaciuta e perche. Spero di
non chiedere troppo...
Grazie a tutti! Baci
Eva
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