A rose without pins

di tommoshorts
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo uno ***
Capitolo 2: *** capitolo due ***



Capitolo 1
*** capitolo uno ***



A rose without pins




 

Capitolo uno


A Louis Tomlinson piaceva definirsi un ragazzo ribelle di cui l'unico interesse era godersi la vita.
La gente in generale definiva Louis Tomlinson un ragazzaccio maleducato, menefreghista, pericoloso da cui stare alla larga.
I suoi genitori erano separati, viveva con sua madre e le sue sorelle minori.
Non era sicuramente da definire come il figlio o il fratello modello, era tutt'altro in effetti e Louis lo sapeva bene.
Anche solo il suo aspetto metteva in soggezione praticamente tutti, dalle amiche della madre, a quelle delle sorelline, ai compagni di scuola e Louis credeva persino agli sconosciuti per strada.
Capelli rosso fuoco tinti, una decina di piercing e tatuaggi, non ricordava nemmeno lui quanti erano, che gli ricoprivano le braccia, la parte superiore sinistra del petto e pure un pezzo del collo.
 
Louis era un ragazzo orgoglioso ma non era il tipo di persona che amava stare al centro dell'attenzione, gli piaceva più che altro la solitudine, lo skate, la musica.. si, la musica era l'unica in grado di capire davvero che cosa girava per la mente del ragazzo.
Ogni canzone che Louis ascoltava aveva un significato preciso, gli ricordava un emozione definita della sua vita oppure poteva ricordargli un evento del suo passato.
 
Nessuno conosceva realmente il vero Louis Tomlinson.
 
 

 
Stava suonando la chitarra in un aula scolastica, quella di scienze forse? poco importava.
Le lezioni sarebbero iniziate a momenti ma il ragazzo rimaneva li, seduto su un banco a pizzicare le corde dello strumento tenendo lo sguardo fisso verso la finestra, immerso nei suoi pensieri.
 
Ovviamente Louis non conosceva il significato della parola tranquillità, non poteva conoscerlo.
In realtà cercava con tutto sé stesso momenti di privacy ma alla fine arrivava sempre qualcuno a rovinare tutto.
 
Quella volta il motivo della rottura della sua quiete si chiamava Lucas Hamilton, era uno degli amici di Louis; se si potesse definire amico, il ragazzo dai capelli rossi non lo sapeva, ciò di cui era sicuro era che il moretto faceva parte del gruppo con cui girava maggiormente.
 
"Hey Tomlinson! Eccoti finalmente, ti ho cercato ovunque."
 
"Che vuoi Hamilton?" sibilò Louis girandosi lentamente verso la porta della classe da dove proveniva la voce del giovane.
 
"Devi assolutamente venire amico, devi vedere come s'è conciato oggi Styles. È puro spettacolo."
 
A Louis non interessava poi più di tanto di questo Styles.
 
Era un ragazzo particolarmente.. strano? si poteva definire così?
 
Era più piccolo di lui di tre anni e, da quando aveva messo piede in quella scuola, l'anno prima, era stato sempre la vittima prediletta di qualsiasi alunno avesse avuto voglia sfogarsi, sia a parole sia a fatti.
 
La cosa pazzesca era che a Styles sembrava non importare di tutto questo, girava sempre per i corridoi tranquillo sorridendo.
 
Se non era strano lui, chi lo era?
 
"Dai andiamo." insistette Hamilton.
 
Louis non rispose, si limitò a scendere dal banco e seguire il ragazzo tenendo sottobraccio la sua fedele compagna musicale.
 
 

 
I corridoi della scuola erano pieni di alunni intenti a fissare qualcosa, o meglio qualcuno che si aggirava indifferente.
 
"Styles hai deciso di fare coming out? Non preoccuparti sappiamo tutti che sei frocio non c'è bisogno del fiorellino." urlò un ragazzo poco distante da Louis e Lucas riferendosi palesemente al grosso fiore blu che si era infilato tra i ricci il ragazzo.
 
Louis rimase completamente neutrale davanti a quella scena.
Non si capacitava dell'infantilità di quelle parole.
Certo non era normale per un ragazzo girare con dei fiori tra i capelli ma ormai gli insulti che sentiva erano poi sempre gli stessi.
 
Proprio mentre stava riflettendo su quello, il ricciolo passò davanti a lui osservando la chitarra fra le braccia del ragazzo.
Alzò lo sguardo e, non appena i loro sguardi si incrociarono, sorrise semplicemente, era un sorriso sincero al quale, però, Louis rimase impassibile, nessuna emozione traspariva dal suo viso.
 
 

 
Prima lezione della giornata: letteratura.
Louis odiava la letteratura, non riusciva a capacitarsi di come certi brani senza alcun senso fossero diventati così famosi da doverli persino studiare a scuola.
Ma doveva rassegnarsi, il ragazzo avrebbe dovuto passare un'intera ora seduto ad un banco fingendo di ascoltare i vaneggiamenti della professoressa Madison.
 
Louis entrò in classe e si sedette ad uno dei banchi rimasti liberi vicino alla finestra, almeno avrebbe avuto una distrazione in più.
 
La professoressa non aveva fatto nemmeno in tempo ad entrare che aveva già iniziato la sua spiegazione riguardante qualche autore di quattro o cinque secoli fa.
Come previsto nessuno si era accomodato a fianco a Louis, avevano timore, ma questo non gli dava per niente fastidio, anzi ne era sollevato.
Avrebbe passato un ora tranquilla.
 
Ma mai dimenticare una cosa, Louis non poteva restare tranquillo.
 
Proprio in quel momento infatti la porta si spalancò e fece la sua comparsa, tutti trafelato, un ragazzino riccio con un inconfondibile fiore blu fra i capelli.
 
"Signor Styles, si sieda, svelto, che ho già iniziato la spiegazione e che non succeda più un ritardo simile. Al suono della campanella deve essere in classe come i suoi compagni."
 
Il riccio annuì semplicemente in tutta risposta.
Si voltò poi verso la classe alla ricerca di un posto dove sedersi e l'unico ancora libero era quello vicino al ragazzo misterioso dai capelli rossi.
 
A Louis non era concesso nemmeno un minuto di tranquillità.
 

 
 
L'ora di lezione sembrava non voler finire più, per lo meno per lo standard di Louis.
Il ragazzo aveva cercato di distrarsi osservando fuori dalla finestra la gente che camminava per le vie della piccola città ma c'era qualcosa che lo infastidiva, si, il riccio.
Da quando Harry Styles si era accomodato al banco a fianco al suo non gli aveva distolto nemmeno per un secondo gli occhi di dosso.
Riusciva a sentirli, quei fari verdi che lo scrutavano anche se aveva il capo girato dalla parte opposta rispetto a dove era seduto il ragazzino.
 
 

 
Finalmente dopo quei minuti che a Louis parvero ore risuonò per tutto l'edificio la campanella, simbolo della salvezza, almeno per quella prima ora.
Il ragazzo non fece in tempo a girarsi per riporre i libri nella tracolla che del riccio non c'era più nemmeno l'ombra.
 
Qualcosa però attirò l'attenzione di Louis.
A terra, sotto il banco del suo vicino c'era qualcosa.
 
Il resto della classe era già uscito per il cambio di aula per la lezione seguente.
 
Louis si chinò e raccolse l'oggetto misterioso, era un piccolo quadernino verde.
 
'Harry' questo era stato scritto a lettere cubitali con un pennarello nero sulla copertina insieme a qualche foto di band: The Script, The Killers, The Fray.
Doveva essere una specie di quaderno segreto.
Probabilmente era caduto a Styles mentre se ne stava andando.
 
 

 
"Hai il diario segreto di Styles, cazzo ma quanto può esser checca. Faccelo leggere, dai!" David, un altro dei così detti amici di Louis aveva preso parola.
 
"Non credo sia il caso" rispose Louis con voce ferma espirando il fumo della canna che teneva delicatamente tra le dita.
 
"Andiamo non vorrai perdere questa occasione?"
 
"Occasione per fare cosa? Ragazzi, a mio parere, sono solo puttanate quelle che vi passano per la testa." Louis si allontanò dal gruppetto di ragazzi, intenti a borbottare fra loro in quel cubicolo che la scuola continuava a definire bagno.
 
Ormai le superfici delle pareti, dei lavandini perfino alcuni specchi erano ricoperti di scritte volgari e non, numeri di telefono, commenti sulle ragazze della scuola.
Due bagni su quattro erano fuori uso, Louis non ricordava precisamente da quanto ma dovevano essere guasti circa da quando lui aveva frequentato il secondo anno in quella scuola.
Insomma era un posto squallido ma tranquillo dato che i professori non osavano metterci piede.
 
Louis spense la canna contro le piastrelle della parete lasciando cadere ciò che ne rimaneva a terra, si avvicinò all’uscita.
Stava per aprire la porta pronto per andarsene ma qualcosa lo bloccò.
 
"Codardo."
 
Louis si voltò con una lentezza estenuante.
I suoi occhi celesti erano furenti di rabbia.
Se c'era una cosa che odiava era esser chiamato 'codardo' e i suoi compari lo sapevano bene, era il metodo migliore per ottenere almeno in parte ciò che volevano da lui.
 
"Come scusa?" ringhiò a denti stretti il ragazzo dai capelli di fuoco.
 
“Tranquillo amico, dai, facci vedere quel diario."
 
"No." Louis non aveva intenzione di cedere, almeno riguardo a questo.
 
"Facciamo una scommessa Tomlinson" altro punto debole di Louis, non si era mai tirato indietro di fronte ad una scommessa e a dirla tutta non ne aveva mai perse.
 
Una volta aveva addirittura dato fuoco ai cassonetti dell’immondizia della scuola provocando svariati danni anche all’edificio stesso oppure aveva riempito di murales tutti gli armadietti del piano terra.
 
Era stato mandato in punizione almeno una volta al mese in quegli ultimi anni, era stato sospeso? Si.
Ma le sue scommesse le aveva sempre portate a termine da vincente, quando si trattava del suo onore non si faceva di certo scrupoli.
 
"Spara."
 
"Tu sai fare tatuaggi, giusto?"
 
"E allora?"
 
"Convinci Styles a tatuarsi qualcosa."
 
"Qualcosa di che tipo?"
 
"Non lo so 'ciao sono un fottuto frocio' o qualcosa di simile, a te la scelta, allora vuoi tirarti indietro come un codardo o ci stai?" replicò David tendendo una mano verso il ragazzo dagli occhi di ghiaccio.
 
Louis era combattuto, non poteva dargliela vinta ma non poteva nemmeno farsi chiamare codardo così per nulla.
Doveva fare una scelta, e doveva farla in tempi brevi.
 
"Affare fatto." rispose infine Louis stringendo la mano al compare.






Spazio Autrice (y)
Hey bella gente! Ciao a tutti.
Direi di cominciare con un bel 'a massive thankyou' a voi che siete arrivati alla fine di questo primo capitolo.
Grazie davvero, perchè ci tengo moltissimo.
Ho sempre adorato l'idea di scrivere una fan fiction con Loulou punk e Haz figlio dei fiori ed ora eccomi qui.

Vorrei sapere cosa ne pensate, ho provato tante volte a scrivere delle larry ma non ne ho mai pubblicate su efp.
Ora ho deciso di tentare con questa quindi beh fghjk
Oookay, basta non sono brava con questi spazi autrice lol
Vi lascio e, beh ditemi se vale la pena continuare !
Un bacione, alla prossima, speriamo.
SCIAOO BELLAAS

peace,  mari xx



se vi va, mi trovate qui sotto


 
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Capitolo 2
*** capitolo due ***







Capitolo due

 
Louis aveva pensato tutto il resto della giornata, tutta la serata e tutta la notte a come fare per poter vincere quella stupida scommessa.
Insomma avrebbe potuto benissimo chiudere Styles in un’aula e fare quello che doveva fare, poteva ricattarlo, in fondo aveva ancora il suo quaderno, ma era una sfida, in un certo senso era una sfida con se stesso e non voleva scendere ai livelli dei ragazzi della scuola, capaci solo di insultare e venire alle mani.
 
Dopo ore di riflessione accurata Louis era arrivato alla conclusione che il metodo migliore, forse, era guadagnare la fiducia del ragazzino per poi colpirlo quando meno se l’aspettava.
 
Si, avrebbe potuto funzionare, doveva solo trovare il momento giusto.
 
 
 
 
Eccola li, la sua preda, il riccio in quel momento stava riordinando i suoi libri nell'armadietto ignaro di tutto quello che stava macchinando il cervello di Louis.
 
Il ragazzo appoggiato al muro del corridoio osservava il minore.
 
"Hey amico." disse all’improvviso Louis avvicinandosi lentamente.
Il ricciolo si voltò sconcertato da quell'insolita presenza che gli aveva rivolto la parola.
Louis non si stupì vedendo tra i ricci del ragazzo una piccola margherita, quel giorno, a quanto pare, aveva scelto un fiore un po’ meno appariscente.
 
“Sono tuo amico?” chiese infine, semplicemente.
Louis frugò per qualche secondo nella tracolla estraendone il piccolo quadernino con la scritta 'Harry'.
 
"Emm.. Senti, ho trovato questo per terra in aula di letteratura e volevo ridartelo." sussurrò a denti stretti il ragazzo dai capelli fiammeggianti porgendo il piccolo diario.
"Tranquillo, tranquillo non l'ho letto, non mi piace impicciare il naso negli affari altrui." si affrettò a spiegare Louis dato lo sguardo incerto in quel momento dipinto sul volto del minore.
 
"Grazie." il riccio sorrise sfoggiando due adorabili fossette ai lati delle guance.
 
"Comunque io sono Louis, Louis Tomlinson."
 
"Lo so chi sei." Louis rimase leggermente spiazzato, voleva incominciare una conversazione con il ragazzo ma era più difficile di quello che aveva pensato.
In più come se tutte le difficoltà a far cominciare una conversazione non bastassero, il maggiore non riusciva a distogliere lo sguardo dai fari verdi che illuminavano il volto di Harry.
 
"Bene, e uh.. tu sei Harry Styles, giusto?" il ricciolo annuì mantenendo lo sguardo sulla figura eccentrica di Louis tenendo sempre il sorriso stampato sul volto.
 
Quella situazione stava diventando snervante, almeno per Louis, le risposte secce del riccio lo mettevano in difficoltà.
 
I due ragazzi furono interrotti proprio in quel momento dal suono della campanella che dava inizio alle lezioni.
Harry si affrettò a riporre il quadernino verde nell’armadietto per poi chiuderlo.
Si voltò nuovamente verso il maggiore che stava osservando ogni suo singolo movimento.
 
“Ciao Louis Tomlinson” detto questo si incamminò tra la calca dei ragazzi nei corridoi lasciando il ragazzo dai capelli rossi fermo a fissarlo mentre si allontanava scomparendo poi fra tutta la folla.
 
 
 
 
“E con questa lezione concluderemo le opere teatrali di Shakespeare, avevo pensato di programmare un test per la prossima settimana dove ognuno di voi dovrà concentrarsi su un’opera in particolare, quella che ha preferito, analizzandola.” alle parole della signora Madison Louis sentì il sangue raggelarsi nelle vene.
 
Lo sapeva che quel giorno sarebbe arrivato, era ormai quasi due mesi che le lezioni di letteratura si centravano sull’argomento Shakespeare, il giorno del test era vicino.
 
Il tintinnio della campanella di fine lezione risuonò nell’edificio.
La professoressa e tutti i ragazzi uscirono dalla classe velocemente lasciando Louis seduto, solo.
 
Dopo qualche secondo e qualche respiro profondo il ragazzo si alzò di scatto. “Cazzo!” urlò scaraventando la sedia a terra con un calcio.
 
 
“Che succede Louis Tomlinson?” il ragazzo dai capelli rubino, in quel momento estremamente scompigliati per i movimenti bruschi, alzò lo sguardo verso il fondo della classe.
Harry Styles lo stava fissando ancora seduto al suo banco.
Louis non si era minimamente accorto della presenza del riccio, almeno fino a quel momento.
 
“Niente.”
 
“Non sembrava niente.” sussurrò appena il riccio alzandosi e avvicinandosi al maggiore.
 
“Cosa te ne frega a te?”
 
“Tu mi hai riportato il mio quaderno e non l’hai letto, ti devo un favore” sorrise Harry mostrando ancora una volta quelle dolci fossette che si ritrovava.
Louis sbuffò.
 
“E’ questo test, okay? Non posso esser rimandato in letteratura, un altro anno.” il ragazzo più grande aveva i nervi a fior di pelle ma in realtà aveva proprio bisogno di qualcuno che lo ascoltasse.
 
“Studia Shakespeare, non è così difficile”
 
“Per te forse! io non capisco niente di tutte ‘ste opere teatrali, mi si fotte il cervello solo a pensarci!” gridò Louis sedendosi di scatto su un banco tenendosi la testa tra le mani.
Il riccio non rispose, fissava il maggiore con gli occhi spalancati.
 
“Scusa,  non volevo urlare, sono sotto stress per questa cosa.”
 
Silenzio, silenzio e ancora silenzio.
L’unico rumore percepibile in quell’aula erano i respiri dei due ragazzi, quello affannato di Louis e quello calmo di Harry.
 
“Posso aiutarti a studiare, se ti va.” il maggiore alzò la testa verso il riccio stranito all’udire quelle parole.
 
“Lo faresti davvero?” chiese Louis incerto, ancora perplesso da quell’offerta.
 
“Si.”
 
“Grazie.”
 
 
 
 
Le ruote dello skateboard strusciavano sull’asfalto.
La figura di Louis sfrecciava lungo le vie della città con un obbiettivo fisso nella mente. La biblioteca.
Lui ed Harry si erano accordati per incontrarsi li quel giorno per poter studiare Shakespeare.
 
Arrivato al cancello del giardinetto dove si trovava il grande edificio Louis fermò il suo quattro ruote prendendolo in braccio incamminandosi verso la scalinata che portava al ingresso.
Lì si sedette per aspettare.
 
Il ragazzo approfittò del ritardo dello strano ricciolo per fumare, infatti tirò fuori dalla sua tracolla una canna già pronta per esser consumata.
Se la portò alla bocca accendendola con uno scatto d’accendino.
 
 
Louis si stava rilassando, pensando alle ore di studio che lo stavano aspettando, quando fu attirato dal parlottare di alcune donne sedute li vicino ad una panchina del piccolo parchetto fuori dalla biblioteca.
 
Quanti anni avrà?”
“E’ pericoloso, fidatevi.”
 
L’aspetto di Louis, ecco l’unica cosa che appariva di lui alla gente, era snervante.
Il ragazzo dai capelli di fuoco sistemò meglio il cappuccio della felpa bordeaux che indossava, lasciando ricadere un ciuffo rosso sulla fronte.
Fissava le donne alla panchina tenendo gli occhi stretti in piccole fessure mentre espirava il fumo prodotto dalla sua fedele stecca.
 
I commenti diventavano sempre più pesanti e insopportabili, Louis doveva fare qualcosa.
 
“Avete qualche problema con me?!” gridò il ragazzo, non gli importava se così l’avrebbero sentito tutti i presenti, odiava esser criticato senza reagire.
Le donne però lo fissavano sbigottite senza rispondere.
“Allora? Sto parlando con voi cazzo!” urlò nuovamente alzandosi di scatto in piedi provocando agitazione alla panchina.
 
“Louis!” una voce familiare attirò l’attenzione del ragazzo.
 
In quel momento, camminando a grandi falcate, probabilmente dato il ritardo, fece il suo ingresso dal grosso cancello d’entrata Harry Styles.
Indossava una canotta bianca coperta da una camicia tenuta aperta, un paio di jeans fasciavano le sua gambe snelle, slanciate e ai piedi un semplice paio di converse, anche queste bianche.
Tra i ricci, come da routine ormai, risaltavano due piccoli fiori gialli.
 
Il minore si stava avvicinando sorridente con alcuni libri sottobraccio.
 
“Harry.”
 
Il maggiore lanciò un’ultima occhiata alle donne ammutolite alla panchina, che osservavano la scena, come se le stesse mettendo in guardia, poi ritornò a concentrarsi sulla figura del giovanotto.
Per la prima volta, da quando sapeva dell’esistenza di Harry, se l’era trovato davanti e immediatamente aveva notato che, seppur avesse tre anni in meno, era più alto di lui, infatti doveva alzare, seppur leggermente, il viso per poterlo guardare dritto in faccia.
 
“Sei alto.” affermò infatti subito dopo averlo pensato.
 
Il riccio non rispose, si limitò a sorridere, come sempre.
Poi, senza preavviso, afferrò la mano del maggiore iniziando a salire la gradinata della biblioteca.
 
“Andiamo a studiare.”
 
 
 
 
“Prima di tutto, tu cosa conosci di Shakespeare?”
 
A quella domanda Louis alzò la testa dal libro di letteratura aperto davanti a lui sul tavolo guardando quasi spaesato la figura del riccio.
Non era mai stato attento durante le lezioni della professoressa Madison ma alla fine non gliene era mai importato poi più di tanto.
 
“Ha scritto delle cose e.. beh, ed è per questo che è diventato famoso” rispose convinto il maggiore giocherellando con una matita.
Harry sogghignò osservando il viso di Louis.
 
“Fa male?”
 
Louis scosse il capo in segno di confusione.
 
“Intendo.. tutti quei piercing? Fanno male?” disse tranquillamente Harry come se fosse la domanda più normale del mondo.
 
“Che centra?”
 
“Sai, si pensa che anche Shakespeare avesse un orecchino. E’ ritratto molte volte con pendenti alle orecchie.” spiegò Harry.
 
“Interessante..” rispose con un mezzo sorriso tirato il maggiore.
 
“Lo vedo che non ti interessa veramente Louis.”
 
“Vedi, non credo che mi possa servire per il test e io sono qui per quello.”
 
“Sono curiosità, possono tornarti utili in qualsiasi momento.”
 
“Se ne sei convinto.” Louis si strinse nelle spalle dando poca importanza a quelle parole, di certo sapere che qualche autore portava gli orecchini non gli sarebbe mai servito.
 
“Comunque Shakespeare era un drammaturgo e poeta inglese, si può dire che sia un nostro grandissimo rappresentante, insomma dovresti conoscerlo.. lo chiamavano ‘il bardo’ e, beh, ha scritto molte opere tipo.. Romeo e Giulietta, L’Amleto..”
 
“Qual è la tua opera preferita?”
 
Sogno di una notte di mezza estate.”
 
 
 
 
I due ragazzi avevano passato il pomeriggio insieme in biblioteca.
Louis non l’avrebbe mai detto ma in fondo si era divertito, Harry Styles non era male come insegnante e a dirla tutta l’aveva fatto incuriosire per quanto riguarda questo famoso autore che era Shakespeare.
 
“Allora, grazie mille, davvero. Ti farò sapere se avrò bisogno di qualche altra lezione.”
 
“Se hai bisogno basta chiedere, sai dove trovarmi.”
 
Louis allungò un braccio verso il riccio tenendo la mano stretta in un pugno.
Harry lo guardò perplesso non sapendo che significasse quel gesto.
 
“Devi battere il tuo pugno contro il mio, così” spiegò il maggiore, con la mano libera afferrò una delle mani del piccolo, la strinse e la fece sbattere contro il suo pugno.
 
“Ecco, hai visto?” Louis alzò lo sguardo verso il riccio e vide sul suo viso un largo sorriso, i suoi occhi erano fissi in quelli del maggiore, ne era quasi ipnotizzato.
A dirla tutta era una reazione abbastanza, particolare.
Lo osservava come per ricordarsi ogni minimo particolare del suo viso, ogni sfumatura di quegli occhi colore del ghiaccio.
 
Appena Louis abbassò il braccio, Harry scosse la testa come svegliandosi da una specie di trance.
Il maggiore si voltò senza dire niente incamminandosi verso il cancello.
Stava per andarsene quando si voltò, gli occhi verdi del minore lo fissavano ancora in maniera insistente.
 
“Uh.. Harry, no, non mi hanno fatto male” disse Louis strizzando l’occhio al minore prima di sfrecciare via con lo skateboard.







Spazio Autrice (y)
Eccomi qui con il secondo chapteer yo.
Beh, come vi ho già detto nel primo capitolo diciamo che non sono una persona che fa degli spazi autrice stratosferici, sinceramente non so mai cosa scrivere lol
quindi non mi dilungherò moltissimo.
Voglio ringraziarvi davvero tantissismo per le visualizzazioni del primo capitolo per le recensioni, i preferiti e tutto il resto davvero
non sapete quanto mi faccia piacere!
uh, scusate se non rispondo alle recensioni ma preferisco ringraziarvi tutti qua <3
spero di riuscire ad aggiornare presto presto come pure spero di aggiornare presto presto 'mute' lol
abbiate pazienza, le vacanze sono vicine yeaah.
bene splendori, fatemi poi sapere come vi sembra questo nuovo capitolo e.. nulla.
un bacione enorme enorme!
sciaooo


love,  mari xx


e come sempre se vi va, mi trovate qui sotto yaay.




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