It's a promise.

di fightforlouis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un giorno come tanti.. ***
Capitolo 2: *** Il tanto e aspettato regalo. ***
Capitolo 3: *** Andiamo a conoscere Louis Tomlinson. ***
Capitolo 4: *** La gamba rotta. ***
Capitolo 5: *** L'arrivo a Londra. ***
Capitolo 6: *** L'incontro. ***
Capitolo 7: *** Ancora tu! ***



Capitolo 1
*** Un giorno come tanti.. ***


Erano le 6:00 di mattina di un Mercoledì come tanti..  Ero stesa sul mio letto, a pancia sotto, con la faccia sul mio cuscino blu mare.Sentivo che i miei vicini avevano acceso lo stereo, se si può definire tale, con una melodia classica. Un pianoforte accompagnato da altri strumenti, tra cui un violino. Cercai di aprire gli occhi, ma non era così semplice. Quando li aprii, notai che le tende di camera mia si muovevano. Evidentemente la finestra era aperta. Quella mattina, non avevo la benché minima voglia di staccarmi da quel calduccio. Decisi di riprendere a dormire, quando.. “Yeah, so tell me girl if every time we touch, you get this kinda of rush..” No. Non iniziate a pensare che quella sia la mia sveglia. Vi sbagliate di grosso. Io a quei cinque coglioni non li sopporto neanche. Purtroppo, la mia migliore amica qui di fronte è pazza di loro.  -“Ah, buongiorno Carly.”-   Salutandomi, aveva afferrato il telefono che aveva sul comodino alla sua destra. -“Buongiorno Jenny.”-  Non mi degnò neanche uno sguardo. Era presa da quel telefono. -“Jenny, si può sapere che stai guardando?”-   A quel punto Jenny si alzò di scatto dal letto, corse verso di me, e mi fece vedere una foto di Harry Styles seduto su una sedia, che sorrideva ad una telecamera. -“Ecco, questo sto guardando.”-   Sbuffando, mi misi seduta sul letto. -“Tzè, non capisci proprio niente. Meno male che sei simpatica"-, mi disse, inarcando il sopracciglio destro.  A quel punto presi il mio cuscino blu mare e glielo tirai addosso. Jenny cercò di difendersi con le mani. -“Carly e Jenny scendete, la colazione è pronta!”- Mi fermai di scatto. Posai il cuscino, mentre lei mise le mani apposto. -“La padrona ci chiama.”- Guardai Jenny, dicendole: -“Ehi, non chiamare mia mamma padrona!”- Ridemmo insieme. Jenny si alzò dal mio letto. Andò verso lo specchio, si guardò un secondo, e poi si avviò in cucina. Io, al contrario, sono un po’ - molto - più lenta di lei. Mi alzai dal letto, stiracchiandomi. Andai verso l’armadio, dal quale presi le ciabatte e la vestaglia. Non passai neanche vicino allo specchio, tanto lì c’erano solo mia madre e la mia migliore amica. Nessuno di cui vergognarsi. Andai verso la cucina, dove la tavola apparecchiata di tutto ciò che poteva solo piacermi mi aspettava. -“Giorno mami.”-  Mia mamma mi venne vicino, dandomi un bacio sulla guancia. -“Stanotte ho sentito vari rumori.. Avete dormito male?”-  Jenny già si stava abboffando con latte e biscotti. -“Mamma, dormire e male nella stessa frase non stanno bene. E poi, io sono sonnambula, se non ricordi.”- Mamma sorrise, ed io ricambiai il sorriso. Ero seduta sulla parte destra del tavolo, mamma alla mia sinistra, e Jenny di fronte a me. -“Jenny, mi passi i cereali?”-   Jenny allungò il braccio, prese i cereali, e me li porse. -“Oggi quali professori vi tocca subire?”- A quel punto, Jenny smise di mangiare, girandosi verso mia mamma. -“Meryl, oggi c’è la professoressa directioner, quella di tecnica.”- Mia mamma fece un sorriso grande quanto tutta la sua faccia. Jenny, intanto, batteva le mani a tempo. Io le guardavo, indifferente. Non che mia mamma fosse una loro fan, ma le piacevano, ed io non avevo ancora capito il perché. Schiarii la gola. -“Oltre a quella malata di tecnica, abbiamo storia, due ore di matematica e filosofia.”-  Mamma e Jenny si girarono verso di me, facendo ‘si’ con la testa. -“Mh, quindi oggi è una giornata interessante per te, eh Carly?”- Jenny scoppiò in una risatina. “Si, se non ci fossero quelle due ore di matematica. Tu e la matematica non andate molto d’accordo, anzi per niente!”- A quel punto, tutte e tre scoppiammo a ridere. -“Ragazze, su, è tardi, vedete di andarvi a vestire. Non vorrete mica far aspettare il tanto simpatico professore Mabilia di matematica!”- Mamma si credeva tanto divertente, ma in effetti, un tantino lo era pure. Io e Jenny andammo in camera mia. Jenny cacciò dalla sua borsa rossa che stava sulla sedia, un jeans, una maglietta, ed un codino. -“Jenny, tu che ti metti il codino?”- Jenny mi guardò, con uno sguardo piuttosto ironico. -“Si, certo Carly, e domani vado a sposarmi con Niall Horan.”- Scoppiai in una risatina. -“Mi serve solo per lavare il viso, se no mi si bagnano i capelli.”-  Mentre lei si vestiva, andai vicino all’armadio. Presi la prima maglia, il primo jeans, e le prime scarpe che trovai. Uscirono una t-shirt blu chiaro, le converse blu, e il jeans nero. Dopo essermi vestita, passai alla ‘fase bagno’, la fase che per molte ragazze, è la più lunga della giornata. Feci innanzitutto i bisognini dove le persone chiamano water. Mi avvicinai allo specchio. Mi pettinai quelli che dovrebbero essere capelli, ma che nel mio caso, sembravano un nido di api incinte. In seguito, passai al trucco. Mi misi il mascara e un po’ di matita. Sono sempre andata sul leggero. Misi il burro cacao alle fragole e dopo essermi guardata nuovamente allo specchio, uscii dal bagno, andando in camera, notando che Jenny era già pronta. Notai - inoltre - che la mia scrivania era diventata una camera di bellezza. C’era uno specchio grande quando un libro di Storia, di fronte al quale c’era il set dei trucchi di Jenny. Accanto c’era la spazzola, con delle mollettine qua e là. Jenny indossava una maglietta mono - spalla verde, con i leggins neri, e le blazer verde petrolio. Eh si, io e la mia migliore amica avevamo gusti molto diversi, e non solo riguardo i vestiti. Presi il mio telefono, per poi metterlo nella mia borsa blu e nera, mentre Jenny raccolse tutte le sue cose, mettendole nella sua. Vado a sottolineare che nella sua borsa di scuola, c’erano solo cose che con la scuola non c’entravano affatto. -“Andiamo?”-   Guardandola, feci ‘si’ con la testa. Ci avviammo in cucina, per salutare mia mamma. Nel frattempo, accesi il telefono.
Era un tantino tardi. -“Mamma, noi andiamo, ciao!”-   Le mandai un bacio, e uscii di casa. Io e Jenny ci avviammo verso un nuovo e noioso giorno di scuola.
                                                                                                       
***

Mi presento. Sono Carly, della quale il cognome lo scoprirete presto, ho 18 anni e vivo nella città più bella del mondo, la mia New York. Sono nell’ultimo anno del ‘City College Of New York’, il liceo più importante nella mia città. Sono una di quelle ragazze studiose, amanti della letteratura, ma contro la matematica. Sono una ragazza piuttosto timida, precisa, amante dell’ordine. Il mio aspetto? Bè, non sono né miss america, né la ragazza più brutta del mondo. Ho i capelli marrone chiaro, ho gli occhi verdi, e sono un metro e cinquantacinque. Per quanto riguarda il fisico? Bè, sono accettabile. Il mio genere sia dei film sia dei libri è sicuramente il giallo. Il mio personaggio preferito è Sherlock Holmes. Ho letto tutti i libri di Sir Arthur Conan Doyle, che io reputo il più grande genio dopo Steve Jobs. Per quanto riguarda la musica? Penso di avervi fatto capire che i One Direction non mi piacciono. Non che li odi, ma non ne vado pazza. Io sono una tipa ‘antica’. Ritengo che la musica di oggi, non sia vera musica. Secondo me la vera musica è quella suonata dai Beatles, dai Police, dai Kiss. Si, sono una ragazza piuttosto strana. Ma, non vi immagine quella ragazza seria, che quando sta a tavola mangia non dice una parola. Sono una di quelle ragazze a cui piace uscire, stare con gli amici, andare al cinema. Sono anche piuttosto emotiva. Le mie guancie diventano rosse facilmente, amo le cose romantiche, e soprattutto, la mia passione è ridere. Adoro quando una persona mi fa ridere, particolarmente quando è un ragazzo. Per quanto riguarda i ragazzi? Non c’è molto da dire. Il mio primo bacio l’ho dato in quinta elementare, quando feci una scommessa con le mie amiche, di dover toccare la lingua di un bambino con la mia lingua. In cambio, avrei avuto una caramella. Ed essendo golosa, accettai. Ho avuto qualche ragazzino qua e là, ma mai avuto un ragazzo serio. Sono una ragazza che dice ciò che pensa, anche se è una cosa negativa, o un giudizio orribile - nella maggior parte dei casi - su qualcuno. Non me ne frega di niente e di nessuno. Ma, don’t worry. Imparerete a conoscermi con il tempo. Affianco a me, invece, c’è Jennifer Brown, 17 anni, anche lei nella mia stessa classe del mio stesso liceo. Oltre a questo è esattamente il mio opposto. Jenny ha i capelli neri, gli occhi azzurri, ed è un metro e settanta. E’ una ragazza che con lo studio non va d’accordo. Questi anni li ha superati grazie alle mie lezioni private, ed alle sue copie perfette dei miei compiti. E’ una ragazza introversa, menefreghista e disordinata. Ama la matematica, ma è contro la letteratura. Il suo genere sia di film sia di libri è il thriller. Non so come faccia a vedere certi film, che spesso sono anche costretta a vederli con lei. Per quanto riguarda la musica, penso che vi siete fatti un’idea. E’ una directioner sfegatata, che ama i suoi idoli più della sua stessa vita. Ma, al contrario di me, preferisce starsene a casa, a mangiare ed ascoltare i suoi idoli. Beh, queste siamo noi. Siamo due migliori amiche, che non si divederebbero per nulla al mondo.
                                                                                                       
 ***

Finalmente - finalmente? - eravamo a scuola.  Il cortile era vuoto, le lezioni erano già iniziate. Corremmo nei corridoi, arrivando in classe. Ad aspettarci c’era il bello e caro professor Mabilia. -“Buongiorno ragazze.”- Sorrise. Si, odiavo la matematica, ma quel professore era l’unico motivo per cui riuscissi a studiare quella materia. Era un uomo sui cinquanta, con pochi capelli bianchi. Indossava sempre camicia e pullover, con i suoi occhiali Ray-ban per ‘immedesimarsi nei giovani’. -“Andate a posto su, stavolta non vi metto il ritardo.”-   Lo ringraziammo, e ci avviammo ai nostri posti. Eravamo sedute vicine, al quarto banco della fila di destra, quella vicino le finestre. -“Quindi, facciamo che siete entrate alle.. alle 8:05.”-   Io e Jenny ci guardammo, sorridendo. Appoggiai sulla sedia la borsa, dalla quale cacciai il libro e il quaderno di matematica. -“Dato che sei venuta in ritardo, sei interrogata Tomlinson.”-   Ecco, uffa. Purtroppo ho avuto quella cazzo di sfortuna ad avere il cognome come uno dei cazzo dei One Direction, Louis. Ecco, questo è il primo motivo per il quale odio Louis Tomlinson.  Ma mi chiedo, proprio la ragazza che non li sopporta, doveva avere il cognome di uno di loro? Guardate, io non lo capisco. Andai alla lavagna a fare qualche equazione. Stranamente mi uscirono bene. Passò un’ora, due, tre, quattro, cinque.. e suonò l’ultima campanella. Ovviamente, squillò il cellulare della Smith di tecnica. Vi lascio immaginare la suoneria. “Let’s go crazy, crazy, crazy, till we see the sun!” La Smith aveva una simpatia particolare per Jenny, mentre provava l’esatto opposto per me. Misi libri e quaderni nella borsa, presi Jenny per la mano, e la trascinai fuori, andando in cortile. -“Carly, che c’è? Hai visto forse, finalmente, un ragazzo carino?”- Staccai la mano da quella di Jenny. -“Ma che dici? Devo fare la pipì, non ce la faccio più!”-   Jenny scoppiò a ridere. Ed in quel preciso momento passò Andrew, che mi squadrò dalla testa ai piedi. Jenny lo notò subito. -“Allora andiamo Carly. Ti accompagno a casa.”-   Sapeva che cercavo di evitarlo, anche se lei non era poi così d'accordo. Mentre mi allontanavo da scuola, mi girai un attimo, e notai che Andrew continuava a fissarmi. Mi metteva i brividi quel ragazzo. - “Io non so come fa a non piacerti quel dio di ragazzo. Piace a tutte, è il più carino della scuola. Il più carino della scuola ti viene appresso e tu non lo pensi minimamente! Ma mi puoi dire cos’hai in testa?”-   Mi fermai, e Jenny fece lo stesso. -“Jenny, sai come sono fatta. Un ragazzo se mi deve piacere, mi deve piacere sul serio. Non è che, basta che sia il più carino della scuola, e succede il colpo di fulmine. Basta stronzate, sono abbastanza grande per avere una relazione seria. Poi cos’ha di tanto speciale quell’Andrew?”- Jenny sbuffò. -“Bah, solo che è uno dei più bravi a scuola, è alto, bel fisico, biondo, occhi azzurri, simpatico, dolce.. Niente di che insomma.”- A quel punto sbuffai anche io. Arrivammo sotto casa mia. Casa di Jenny era a qualche metro dopo. -“Allora, domani è il grande giorno!”-   A Jenny si illuminarono gli occhi. -“Si, domani faccio finalmente 18 anni! Ladies and gentleman, domani sarò maggiorenne!”-   Ballammo e salterellammo per qualche minuto in mezzo alla strada. D'improvviso, una sorrisino mi riempì le labbra. -"Si può sapere cos'hai da ridere?"- Sembrava essere piuttosto curiosa. -“No niente, stavo solo mmaginando la tua faccia quando vedrai il mio regalo!”-   Jenny mi guardò, con la faccia da cucciolo appena abbandonato per strada da un bambino. -“No Jenny, fregati, non ti dico niente.”- Jenny ritornò normale. -“Allora a domani!”- Mi diede un bacio sulla guancia, e corse verso casa sua. Io entrai a casa di corsa. -“Mamma, mamma!”Si avvicinò a me. “Li hai presi?”-   Mamma fece ‘si’ con la testa. Saltellai per la casa con lei. Erano solo le due del pomeriggio, ma io già aspettavo di vedere la faccia di Jenny quando vedrà il mio regalo. Infondo, glielo avevo promesso.
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Angolo autrice.

Beh, ladies and gentleman, ecco a voi il primo capitolo!
Non so come mi è uscito, ma ieri ero ispirata, e, boh, l'ho scritto su Word, e l'ho pubblicato.
Spero che vi piaccia.

Praticamente qui la protagonista è questa Carly, una diciottenne NewYorkese (beata a lei), con la sua migliore amica Jenny, praticamente il suo opposto.
Beh, c'è altro?
Mh, su twitter sono @xshedreamlouis, quindi se avete qualcosa da chiedere\dire, sono lì.
Grazie ancora per le recensioni, e..
E niente.

Kisses! 
Gaia.

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Capitolo 2
*** Il tanto e aspettato regalo. ***


So che era presto. So che lei doveva riposarsi. Ma, non stavo più nella pelle. Dovevo - assolutamente - chiamarla. Mi alzai di scatto dal letto, e andai verso la mia scrivania. Era ancora buio, così buio che non riuscivo a vedere un bel niente. Strusciai la mano sulla scrivania, facendo cadere qualcosa. Finalmente, mi ritrovai il telefono in mano. Quando accesi lo schermo, mi si accecarono gli occhi. Cazzo, che luce. Vidi che erano le 4:26. Mh, forse era davvero un po’ troppo presto. Ma, sono sempre stata una ragazza d’impatto. Misi il PIN, e scrissi il suo numero, che oramai sapevo a memoria. Il telefono squillava, ovviamente si era dimenticata di spegnerlo. -“Si può sapere chi cazzo è a quest’ora?! Io dormire, io stare nel letto, tu rompere me palle!”-   Uau, neanche sapeva che fossi io. E se era tipo, non so.. Harry St.. -“Ehm, Hi! I’m Harry. Harry Styles. Are you Jennifer Brown?”-   Ero proprio cattiva. Jenny stette zitta per un po’, quando iniziò ad urlare, urlare ed urlare. -“Ehm, Yes, I am. HARRYYY! I LOVE YOU, YOU’RE MY IDOL! OH MY GOD, I DON’T BELIEVE IT!”- Ma proprio cattiva, eh. -“Ah, comunque sono Carly.”-   Urlo, parte seconda. -“Carly! Ma che cazzo?! Mi hai fatto prendere un colpo, troia!”-   Immaginavo come i suoi genitori l’avrebbero cazziata in seguito. -“Auguri migliore amica ormai maggiorenne!”- Jenny si calmò, e fece una risatina. Le piaceva essere considerata tale. -“Ehm, grazie mille Carly.. Eh scusa per la parte da isterica, solo che.. Oh, Harry Styles, ma come ti è venuto in mente?- In effetti, ho una mente molto aperta. -"Ahahaha, eh, boh, non lo so.”-. Ridemmo insieme. -“Allora, che si fa? Vogliamo scendere? Dai, una bella passeggiata all’alba, è un bell’inizio per una fantastica giornata."- Volevo renderlo un giorno indimenticabile quello, fin dal mattino. -"Ok babe, ti aspetto fuori casa tua, e non farmi aspettare!”-, mi disse un po' assonnata. Mi avvicinai al letto, e mi ristesi sul mio cuscino blu mare. -“Ehm, si, scendo subito"-, le dissi. Attaccai il telefono, e lo posai sul comodino. Ma chi me lo aveva fatto fare. Ora dovevo vestirmi, prepararmi, scendere, e.. e camminare! Help me, please. Mi alzai nuovamente dall’amore mio, quell’amore che non si scorda mai, il mio lettuccio caldo caldo. Andai verso l’armadio. Presi una t-shirt bianca a strisce blu, il jeans rosso, le converse rosse, ed, ovviamente, non potevano mancare le bretelle. So a cosa state pensando. No, non copio Louis. Casomai è lui che copia me! Mi sono sempre vestita così, le bretelle sono sempre stata la mia passione. Ecco, secondo motivo per il quale odio Louis Tomlinson. Andai alla ‘fase bagno’. Feci la pipì, mi pettinai, mi misi matita e mascara, dopodiché uscii dal bagno. Mi avviai in cucina, dove presi il regalo per Jenny. Lo avevo incartato con cura. Andai all’ingresso, dove presi il giubbino di jeans dall’attaccapanni, ed uscii. Fuori al cancello, ovviamente sempre in orario, Jenny non c’era. Andai verso casa sua, quando la vidi che stava venendo verso la mia. Le corsi incontro, e la abbracciai, forte forte. -“Auguri bellissima!”- Notai che Jenny si era truccata benissimo quella mattina. Aveva mascara, matita, rossetto, fard, fondotinta. Uau, sembrava un clown, un bellissimo clown. -“Grazie! Ehm, cosa nascondi dietro la schiena Carly?”- Dovevo ancora decidere se glielo avrei dato in quel momento, o a seguire. Ma, ormai lo aveva visto, e non potevo deluderla. -“Ehm, auguri!”- Jenny allungò le mani, e prese la scatola incartata da una tela verde e rossa. Scartò il primo strato. C’era una scatola delle converse. La aprì, e c’era una scatola più piccola. La aprì, e ce ne era un’altra, poi un’altra, ed infine, ecco il regalo. Jenny scartò quella carta, quel pezzo di tela che la separava da quel regalo. Finalmente, li vide. Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime, che le scesero lentamente su tutto il viso. -“C-c-carly, io non so che dire.”- Era felicissima, e quello mi bastava. -“Niente, magari solo un grazie.”- D’un tratto, Jenny iniziò a correre e a saltellare per tutta la strada. Tanto c’eravamo solo noi. -“MIO DIO, HO I BIGLIETTI PER IL LORO CONCERTO A LONDRA, HO I BIGLIETTI PER VEDERE I ONE DIRECTION, HO I BIGLIETTI PER VEDERE I MIEI IDOLI, HO I BIGLIETTI PER VEDERE LA MIA VITA!”- Si, era più che felice. Ad un certo punto, mi saltò addosso. E lì, iniziò a piangere, a piangere forte. -“Grazie Carly, sei la migliore amica più dolce del mondo.”- Ricambiai lo stritolamento. -“Lo so. Guarda è un sacrificio che faccio per te, perché se fosse per me, non andrei mai a vederli. Ma non ti posso lasciare sola, perciò ti accompagno."- A Jenny scesero ancora più lacrime. -“Carly, ma sul biglietto c’è scritto che partiremo.. Questo week-end?!”-  Le sorrisi. -“No, non ci credo. Quindi il concerto è il.. Il 24 Febbraio?  Ma, è tra una settimana! Cazzo. Ok, da ora mi devo psicologicamente preparare al fatto che li vedrò tra breve. Carly, mi devi promettere che se svengo..”- Le misi la mano sulla spalla. -“Si Jenny, ti prenderò.”- Jenny me la tolse. -“Ma che hai capito, se svengo devi chiamare Harry!”- Si mise a ridere, con le lacrime che le continuavano a scendere per il viso. -“Ahaha, simpatica la maggiorenne.”-
 
***

La professoressa Jones entrò in classe, seria come se le fosse appena morto il cane. Ma che dico cane, sembrava che le fosse appena morto il figlio! -“Buongiorno ragazzi.”-    Jenny aveva ancora quei biglietti in mano, non riusciva a staccarsi. Se le avessi fatto vedere il resto del regalo, sarebbe impazzita. Avrei aspettato alla festa a sorpresa che avevo organizzato a casa mia. -“Brown, si può sapere che stai facendo!?”- Jenny alzò gli occhi, guardando la professoressa.  -“Niente, prof, stavo..”- La Jones si avvicinò al nostro banco. Vide quei biglietti, e li prese. A quel punto Jenny si alzò di scatto. -“Professoressa, che vuole fare? Sono miei, me li ridia.”-   Intanto, la Jones leggeva, e quando capì.. -“Ah, quindi tu invece di ascoltarmi, guardavi quello stupido biglietto per quello stupido concerto!”- Non doveva dirlo, non doveva. -“Professoressa, casomai quella stupida è lei! Ed ora mi ridia quel biglietto!”- Quando la gente li criticava, Jenny perdeva completamente il controllo di se stessa. Decisi di intervenire. -“Dai Jenny, non attaccare così la professoressa.”- La Jones mi guardò, abbassando la testa. -“Brava Carly, tu si che sai come si ci comporta con una professoressa. Ora, le restituirò i biglietti, e che non si ripeta mai più!”- Jenny prese i biglietti da mano della professoressa, e si risedette. E così, iniziò la lunga giornata di scuola.. Dopo le prime tre ore di assoluto stress, incominciò l’intervallo. E dato che era Giovedì, potevamo uscire dalle classi. Andammo in corridoio, con le nostre compagne. -“Allora Jenny, Carly ci ha detto del regalo. Uau, sono felicissima per te, te lo meriti.”- Jenny si girò verso Stacy, facendo si con la testa. -“Ma quando partite?”- Jenny portò la bocca all’orecchio di Ally.  -"E’ un segreto.”- A quel punto scoppiammo a ridere, tutte e quattro. Loro sono Stacy Evans e Ally Thomas. Sono sorellastre, hanno la stessa madre. Ma non sono come le scontrose sorellastre che si vedono nei film americani. Loro si adorano, si definiscono migliori amiche, e a mio parere è una cosa fantastica. Mentre parlavamo della cazziata da parte della Jones a Jenny, quest’ultima mi fece l’occhiolino, un occhiolino un po’ strano. A quel punto, sentii qualcuno toccarmi la spalla. Mi girai, e mi ritrovai Andrew. -“Ciao pupa.”-  Odio quando mi chiamava così. -“Ciao.”- Cercai in tutti i modi di arronzarlo, ma non si dava mai per vinta. -“Stasera che fai? Sei libera? Ti va di venire a casa mia pupa?”- Quanto lo odiavo, quanto. -“No, stasera ho un impegno, sarà per la prossima volta.”-   E così, lo chiusi definitivamente, e senza dire una parola, si allontanò da me, e subito una decina di ragazzine gli si avvicinarono. -“Andrew sei il più bello!”; “Andrew, ti meriti di più!”- Ma lui non voleva loro. Lui voleva me. -“Allora, stasera quindi a che ora a casa tua?”- Mi girai tutta incazzata verso Ally. Jenny se ne accorse. -“Perché, che fate stasera?”-  Mi guardai intorno, e notai un manifesto sul muro di fronte. 'Stasera, un nuovo programma andrà in onda. ‘Ballando sulle stelle’. Diedi una spintarella ad Ally, per farle capire che mi doveva appoggiare. -“Stasera inizia quel nuovo programma! Infatti, vi invito ufficialmente a casa mia, alle 20:00, e non tardate!”- La campanella suonò, salvandomi. Le ragazze fecero si con la testa. Jenny entrò in classe, mentre io, Ally e Stacy ci stavamo organizzando per la festa di quella sera. -“Allora, alle 18:00, perfetto.”- A quel punto entrammo in classe. Due ore, ed uscimmo da quel carcere minorile. Come era solito fare, Andrew stava vendendo verso di me. -“Ciao pupa!”- Mi girai verso di Jenny, che però era girata verso altre ragazze. -“Ciao Jenny! Allora, auguri!"- Quelle ragazze portarono Jenny via da me, e rimasi sola. Andrew ormai mi era vicino. -“Ti accompagno a casa pupa? Non vorrei che ti succedesse qualcosa.”- Ero sola, ed il viale dove vivevo era un po’ isolato, ed io ho paura di andarci senza aver compagnia. -“E va bene, stavolta hai vinto tu.”- Andrew sorrise, compiaciuto.  In effetti, è proprio bello quel ragazzo. -“Senti Carly, lo so che io non ti vado a genio. Ma tu non mi conosci, e mi impedisci di starti accanto. Perché lo fai?”- Non potevo dirgli la verità. No, non lo conoscevo. Magari lo avrebbe raccontato a tutti. O mi avrebbe ricattato. -“Ehm, non mi sembri un tipo da conoscere, ecco.”- Arrivammo finalmente a casa mia. -“Sai vero che non mi arrenderò mai?”- Stranamente, quella frase mi piacque. -“Si, lo so.”- Andrew si avvicinò a me, dandomi un bacio sulla guancia. -“A presto pupa.”- A quel punto si allontanò. Entrai in casa. Mamma me l’aveva lasciata libera, andandosene a dormire a casa dei miei nonni. Era l’ora di organizzare tutto. Innanzitutto, chiamai tutti gli invitati, per avere la conferma di quanti eravamo. Mi accorsi di non aver invitato Andrew, ma infondo era meglio così. Eravamo circa una trentina. Poi cucinai un paio di cosette. Ed infine, incartai il regalo per Jenny, il regalo che le avrebbe cambiato tutto. Bussarono alla porta. Andai ad aprire, erano Ally e Stacy, puntuali come un orologio Svizzero. Finimmo di preparare. Ed alle 19:00 iniziarono a venire gli invitati. Contai tutti, ed eravamo finiti, mancava solo la festeggiata. Qualcuno bussò alla porta. -“Ragazzi, silenzio, è lei. Nascondetevi tutti.”- Andai ad aprire io, mentre Ally e Stacy se ne stavano sedute sul divano del salotto. Aprii la porta, ed era lei. -“Sera Jenny!”-  Jenny entrò, normalissima, senza alcun sospetto. Ma, appena oltrepassò il tappeto.. -“SORPRESA!”- Tutti uscirono dai loro nascondigli. Jenny si commosse, cacciando qualche lacrima. A quel punto, uno alla volta le andò vicino, dandole il regalo e facendole gli auguri. Ricevette di tutto e di più. Jenny era adorata da tutti. -“Carly, tocca a te.”-  Jenny si girò verso di me, essendo all’oscuro di tutto. -"Carly, ma tu il regalo già me lo hai fatto, o era solo un sogno? Dimmi che era vero!”- La maggior parte degli invitati scoppiò a ridere. -“Jenny, questo è per te, per la migliore amica migliore di sempre. Per quella ragazza che mi fa sempre salire su il molare, per quella ragazza che si merita tutto questo ed altro.”- Non lo avevo preparato, le parole mi uscirono da sole. Jenny allungò le mani, aprendo questa volta solo una tela blu. Rimase pietrificata, non riusciva a crederci. In men che non si dica, il suo viso fu riempito di infinite lacrime. -“C-c-carly, questo è il biglietto per il meet&greet.”- Mi avvicinai a lei, abbracciandola. -“Si Jenny, lo è.”- A quel punto Jenny iniziò ad urlare, era più che felice. -“AVETE SENTITO! IO LI VEDRO’! IO LI ABBRACCERO'! MIO DIO, NON CI CREDO.”- Ad un certo punto, si fermò. -“Carly, ma è solo un biglietto.”- Ci avevo provato a prenderne due, ma costava troppo. -“Si Jenny, mi dispiace. Ma non importa, basta che ci vai tu, io ti aspetterò fuori.”- A quel punto, si buttò addosso a me. -“Carly, sei perfetta, PERFETTA. Grazie d’esistere.”- Le sue lacrime influenzarono anche me, ed altrettante lacrime scesero sul mio viso. -“Grazie a te.”-   Dopo tutta quell’emozione, la festa iniziò. Chi ballava, chi mangiava, chi parlava. Si, ero stata abbastanza brava. Quando finì, e tutti se ne andarono, la porta bussò. Pensai che era qualcuno che aveva dimenticato qualcosa. -“Si?.. Andrew? Che ci fai qui?”- Andrew mi prese la mano, e me la baciò. -“Grazie per non avermi invitato pupa, sei proprio brava a farti desiderare.”- Cazzo. Mi sentivo una merda, poverino. -“Ehm, pensavo che non ti saresti divertito.. Non ho invitato nessuna delle tue care amiche ‘paperelle"- Andrew scoppiò in una risata. -“Ma non capisci che per me l’importante sei solo tu?”- Quelle parole. Le avevo già sentite. Non ci riuscii a trattenermi, e scoppiai in lacrime. -“Carly, ho fatto qualcosa di male?”- Cercai di asciugarmele, non volevo mi vedesse così. -“No Andrew, va tutto bene. Vai a casa, è tardi.”- Andrew si avvicinò a me, lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra. -“Ciao pupa, ti amo, e ti amerò per sempre!”- Sinceramente, quelle attenzioni mi piacevano. Ma, avevo troppa paura. Paura di una relazione che potesse finire come quell’ultima. Dovevo dimenticarlo. Per colpa sua, non riuscivo più a fidarmi di nessuno. Ti odio Josh, ti odio.
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Angolo autrice.

Hey bellezze! 
Ed ecco a voi il secondo capitolo *batte le mani*.
Si beh, quella culosa di Jenny ha avuto come regalo i biglietti per il concerto, e per il meet&greet.
Avessi io un'amica come Carly..
Beh, tornando alla storia, Josh..
Josh, chi sarà mai Josh?
Muahaha, sono perfida, *risata malvagia*.
Lo scoprirete, ma tra un po' di tempo.
Beh, spero vi piaccia, e grazie ancora per le recensioni. 
Ah, su twitter sono @xshedreamslouis
Un kiss,
Gaia.

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Capitolo 3
*** Andiamo a conoscere Louis Tomlinson. ***


LOUIS' POV

Erano le 6:00 di mattina di un Merc.. No, blef. Io non mi poteri mai svegliare così presto. Erano, probabilmente, le 11:00 di mattina di un Mercoledì come tanti. Anche se non ne ero certissimo. Ero steso a pancia sotto, con il viso sul mio cuscino verde acqua. Aprii lentamente gli occhi, notando che la finestra di camera mia era aperta. Quella mattina non avevo la benchè minima voglia di svegliarmi. Volevo semplicemente restare a dormire, in quel lettino caldo caldo. Ma, ahimè, quello scassacazzo del mio migliore amico era già sveglio, e quando Harry è sveglio, tutti sono svegli. -"Yeah, so tell me girl if every time we touch, you get this kind of rush.."- Non lo avevo mai sentito urlare così forte. Perchè, vi spiego, Harry Styles canta quando sta ad un concerto, o in studio. Negli altri momenti, urla e rompe i timpani a tutti, soprattutto al sottoscritto, che, sfortunatamente, divide la stanza con lui. -"Harry, te ne prego, abbassa quelle tue cazzo di corde vocali!"- Harry abbassò lo sguardo, fissandomi con il sopracciglio destro alzato. -"Guarda che io canto come un uccellino."- Ricambiai il sopracciglio alzato. -"Si, cornacchia!"- A quel punto Harry mi buttò tutti i suoi cuscini addosso, ed io lo picchiavo con il mio cuscino verde acqua. Eravamo uno addosso all'altro, quando Liam entrò in stanza. Dopo averci fissato per un qualche secondo, richiuse la porta. -"Ragazzi, appena la smettete di fare i gay, venite a fare colazione"-, sentii dall'altro lato della porta. A quel punto io e Harry posammo i cuscini, e senza dire una parola, scoppiammo in una grande ed infinita risata. -"Dai Lou, ha ragione Liam, così non aiutamo per niente la nostra reputazione."- Intanto Harry passò davanti allo specchio, e dopo esserci stato per almeno dieci minuti, si allontanò. Prima di uscire dalla stanza, si girò verso di me, e mi fece l'occhiolino. -"Su muoviti, sfaticato", mi disse. E, a quel punto, uscì e chiuse la porta. Intanto io, pigro qual'ero, stavo ancora seduto sul letto. Abbassai un'attimo il capo verso il cuscino verde acqua, e mi immagina degli occhi di quel colore. Beh, occhi perfetti, immaginavo. Mi alzai lentamente dal letto, mi avviai verso l'armadio, e cacciai vestaglia e pantofole. Così, dopo essermele messe, mi avviai verso la cucina. Non mi avvicinai neanche lontanamente allo specchio, tanto lì c'erano solo i miei migliori amici, niente di cui preoccuparsi. 
-"Harry, mi passi i cereali?"- Dopo avermi passato i cereali, Zayn ci guardò con'aria piuttosto sconvolta. -"Ragazzi, Liam mi ha detto che siete gay"-, disse il nostro amico. Io e Harry ci guardammo, scoppiando in una risata. -"Dai su, ragazzi, sapete benissimo che non lo siamo. Louis è fidanzato, ed io mi scopo una ragazza a sera, quindi.."-. Zayn scoppiò in una risata, mentre io lo guardavo sconcertato. -"Che schifo Harry!"-, dissi. A quel punto, io, Liam, Zayn ed Harry scoppiammo in una grande risata. -"Niall, sei vivo?", chiese Liam. Niall alzò lo sguardo, posandolo su ognuno di noi. -"Ragazzi, cosa vi ho sempre insegnato? Mentre si mangia, non si parla! Si ci concetra solo ed esclusivamente sul cibo."- Beh, c'era da aspettarselo da uno come lui. -"Allora, oggi dobbiamo andare agli studi, e..", iniziò Liam, prima di essere interrotto da Zayn. -"O mio dio, ed io che cazzo mi metto?"-. Si certo, Zayn è sempre stato il più vanitoso, ma cazzo, certe volte sembrava di parlare con una ragazza. -"Vieni nudo, no?", disse il divoratore di cibo. -"Niall ma tu non eri concentrato solo ed esclusivamente sul cibo?"-, dissi. A quel punto, tutti noi scoppiamo in una grande risata. Beh, questi sono i One Direction a colazione. -"Ah Liam, che stavi dicendo?"-, continuò Zayn. Improvvisamente Liam alzò lo sguardo verso l'orologio, e, alzandosi di scatto, iniziò ad urlare. -"Cazzo, tra dieci minuti dobbiamo stare agli studi! MUOVERSI!"- A quel punto, i One Direction divennero dei militari, pronti per una lunga spedizione. Ci avviammo ognuno nelle proprie stanze, a vestirci tipo Flash, degli 'Incredibili'. Appena essermi vestito, jeans rossi e maglia a strisce, scesi velocemente le scale. Insieme a me, scesero Harry e Niall, e subito dopo Liam e Zayn. Presi i giubbini, e i telefoni, aprimmo la porta. -"Cazzo!"-, imprecai. Harry si girò verso di me. -"Chi è morto?"-, disse Harry. -"Io, se non mi presento da Eleanor in questo momento!"-. I ragazzi mi guardarono sconcertati, ma io non potevo mica appendere la mia ragazza. -"Va Lou, ti copriamo noi"-, disse Zayn. Quanto amavo quel ragazzo, o meglio, quella ragazza. -"Grazie ragazzi, siete i migliori!"-. A quel punto, chiusa la porta di casa, loro corsero nella limousine, mentre io entrai nella mia macchina. 
 
***

Mi presento. Sono Louis Tomlinson, 20 anni, cittadino di Londra. Ho i capelli marroni, gli occhi azzurri, sono abbastanza alto, e ho un bellissimo fisico, modestie a parte. Faccio il cantante, faccio parte del famoso grupppo One Direction. Sono un tipo particolarmente coglione, che non passa minuto senza che dica una cazzata. Sono disordinato, odio la scuola, e sono contento di averla lasciata. Amo la mia vita, e spero che niente la rovini. Infine, sono fidanzato con Eleanor Calder, una ragazza simp.. dol.. sensib.. beh, una ragazza. Non so dirvi se amo quella ragazza, o no. Non lo so neanche io. Beh, credo che mi conosciate già, per cui, non mi fermerò tanto su me stesso. Vi dico solo una cosa in più. Spero di trovare, un giorno, la mia anima gemella. Un bacio, il vostro Tommo.
 
***

Credo di aver perso almeno venti punti sulla patente. Al semaforo rosso, mi squillò il cellulare. Lo tirai dal giubbino, e lessi sullo schermo 'El' scritto in grande e rosso. Cazzo, questa mi uccide. -"Amore, sto venendo, cinque minuti e sono da te."-, le dissi, in fretta e furia. -"No Lou, non ti preoccupare, vai a lavoro, io non posso oggi."- Ma vaffanculo, va. Ed io che avevo fatto le peggio corse. Imprecai nella mia mente, dicendole un 'va bene' e 'ci vediamo'. Alla prossima rotonda, invertii la marcia, andando verso gli studi. Lì si che sarei morto davvero. Dopo circa cinque minuti, costati altri venti punti sulla patente, arrivai agli studi. Posai la macchina al solito posto, e corsi dentro. Aperta la porta della sala di prove, i ragazzi mi guardarono con'aria stupita. -"Tomlinson, lei non era in ospedale, con una gamba rotta?"-. Cazzo. I ragazzi mi guardavano con gli occhi spalancati. -"Ehm si, ma sono venuto perchè sapevo che era una prova importante, ed il gesso l'ho lasciato in macchina."-, risposi. -"Bene, iniziamo."- Dopo aver registrato "Heart Attack", ci avviammo fuori. Io zoppicavo, tanto per far vedere che mi faceva male davvero la gamba. -"Louis, sei un coglione. El dov'è?-", mi disse Zayn. Sospirando, gli risposi che aveva avuto un contrattempo, e che potevo venire a lavorare. Zayn alzò il sopracciglio destro, emettendo un lungo sospiro. -"Ragazzi, io ho fame, andiamo a casa a mangiare, su."-, disse Niall. Scoppiai in una risatina, mentre aprivo la portiera della mia macchina. -"Ci vediamo a casa", dissi. I ragazzi fecero segno di approvazione, mentre salivano sulla limousine. Accesi il motore, e partii. Dopo qualche minuto, arrivai a casa. Loro erano già lì. -"E così, Eleanor non voleva vederti, ahah"-, disse quello stronzo del mio migliore amico. -"No, aveva solo avuto un contrattempo"-, risposi, infastidito. -"Si, vabbeh."- Aperta la porta, mi avviai in salotto, mentre Harry mi seguiva. -"Senti Hazza, so che Eleanor non ti sta simpatica, ma evita di rompere i coglioni a me"-, gli risposi con scioltezza. -"Si signor Tomlinson"-. Per un attimo risi, ma poi mi ricordai di dover essere arrabbiato con lui. Dopo aver pranzato, giocato alla Play, e sentito le storielle di Niall e il cibo, si fecero le nove. -"Ragazzi, io vado a dormire", dissi. I ragazzi mi salutarono, dandomi la buona notte. Mi avviai in camera mia. Dopo essermi spogliato, e dopo aver indossato il pigiama, mi infilai nel mio lettino, appoggiando il capo sul mio cuscino verde acqua. Quella sera sognai una ragazza con gli occhi dello stesso colore del mio cuscino. 
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Angolo autrice.

Eh, non vi aspettavate il LOUIS' POV, eh?
Oooooh, quanto mi sento potente (?)
Comunque, che dire, questa è una tipica giornata del nostro tanto amato Tommo.
Eh niente, non c'è altro di dire.
Grazie ancora a tutti quelli che seguono la ff.
Su twitter sono @xshedreamslouis, chiedete se è qualcosa!

Un bacio, Gaia.

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Capitolo 4
*** La gamba rotta. ***


LOUIS' POV
So che era presto. So che lui doveva riposarsi. Ma, non stavo più nella pelle. Dovevo fargli quello scherzo. Mi alzai di scatto dal letto e andai verso la mia scrivania. Era ancora buio, così buio che non riuscivo a vedere un bel niente. Strusciai la mano sulla scrivania, facendo cadere qualcosa. Finalmente, mi ritrovai la matita in mano. E così, con l'arnese in mio possesso, mi avvicinai al letto di Harry. Mi scappò una risatina. La veduta della posizione di Harry mi faceva ridere. Era steso a pancia all'aria, senza coperte ovviamente, con le gambe aperte. Mi dava tanto un'aria da gay. Ma, entrambi sapevamo che non era così, affatto. Innanzitutto, io sono fidanzato con la ragazza più bona del paese. Invece Harry si scopa una ragazza diversa a sera. Per cui, gay non siamo, ve lo garantisco. Portai la mia mano con la matita sul volto di Harry. Gli disegnai qualcosa che, sinceramente, neanche io avevo capito cosa fosse. Dopo aver concluso il 'piano di smerdare Harry Styles', riandai alla scrivania. Dopo aver fatto cadere ancora più cose, magari anche un elefante, mi ritrovai il telefono in mano. Misi il PIN, e cliccai sulla fotocamera. Posizionai il telefono esattamente di fronte il suo viso. Scattai la foto, ed iniziai a postarla su Twitter. Oh, che pena. Anzi no, se lo merita. Così impara a interpretare la cornacchia di mattina. -"Oh, già 32.568.342 retweets. Quanto amo le mie directioners, mh."- Harry si mosse, aprendo lentamente gli occhi. Sembrava tanto quella ragazza posseduta di 'Paranormal Activity'. Dei brividi mi rizzarono i peli. Mio dio, che paura. -"Louis, ma sono uscito dall'armadio, o il tipo cavallo-uomo mi sta ancora rincorrendo?"- Beh si, praticamente gli risi in faccia. Anzi, gli sputai quasi addosso. Povero, piccolo, inutile Harold. -"Louis ma.. Ma non stiamo a Narnia!-" Mio dio, ma cos'ho fatto di male? Come si fa ad essere così coglioni. Anche se, proprio non dovrei parlare, che ho il titolo di 'coglione' dei One Direction, ma questa è un'altra storia. -"No Harry, non stiamo a Narnia. Anche se tu, tra poco, ci vorrai andare a vivere."- Poverino, poverino. Secondo voi non si traferirà a Narnia, dopo che avrà visto la sua foto più imbarazzante dappertutto? Io ho i miei dubbi. -"Louis, si può sapere perchè stai ridendo?"- Inarcai il sopracciglio, nascondendo il cellulare dietro la mia schiena. -"Niente-", gli risposi, continuando a ridacchiare. Harry sbuffò, alzandosi dal letto. Andò dritto, fino allo specchio. Oh cazzo. -"PORCA MERDA ASSETATA DI SANGUE, CHE CAZZO TENGO SUL VISO?"- Merda assetata di sangue? Ma come cazzo gli vengono? Secondo me se le prepara il giorno prima. -"Chissà chi sarà stato", gli dissi ironicamente. -"LOUIS, GIURO CHE TI PRENDO A CALCI NEL CULO E CHE TI FARO' INVESTIRE DA UN'ELEFANTE INCINTO!"- Beh, dopo questa, sono sicurissimo che se le prepara. -"Dai Harry, è un innoquo scherzetto."- Si, certo, innoquissimo. -"Vabbeh dai, hai ragione.. Scusa per la parte isterica, ma.. Dai, che cazzo mi hai disegnato in faccia? Un'ape?! Ma come ti vengono? Ahaha."- Ah, ecco cos'era. -"Mh, a me sembra più un'ape incinta"-, gli risposi ridendo. Harry scoppiò in una risata, una di quelle risate che.. Un attimo, era una risata troppo forte per essere uscita da una sola persona. -"VI PREGO, STO CREPANDO! AHAHAHAHA, GIURO CHE NON ME LO ASPETTAVO! AHAHAHA!"- Niall era entrato in camera, ridendo come un pazzo drogato. Evidentemente aveva visto la foto. -"Che ti ridi Niall?", disse Harry, essendo all'oscuro di tutto. Niall prese il suo cellulare, posizionandolo di fronte il viso di Harry. -"PORCA MERDA ASSETATA DI SANGUE!"-, urlo, parte due. -"LOUIS, IO TI UCCIDO!"- E fu così che da camera mia, io e il mio caro migliore amico arrivammo per strada, correndo come due pazzi ubriachi. Io non riuscivo proprio a non ridere, anche perchè le directioners fuori casa nostra facevano lo stesso. Ed è meglio ridere in gruppo, che da soli, no? 
 
***

-"Louis, sei proprio un grande stronzo! Ahaha!"-, mi disse Malik, ridendo come un pazzo. Beh si, di mattina noi One Direction siamo proprio pazzi. Anzi, non solo di mattina. Beh, neanche solo pazzi. -"Dai ragazzi, basta. Dobbiamo muoverci, che tra poco dobbiamo stare agli studi."- Oh, dimenticavo. Tutti pazzi tranne Liam. -"Si, mi scoccio di rifare tutta quella corsa", disse Niall, pigro qual'era. -"Ah, Louis tu hai la gamba rotta, devi restare a casa."- Gamba rotta? Ma se io me la sento benis.. Ah già. -"Ma il concerto è domani! Io come faccio?"- Liam si alzò, venendo verso di me. -"Ha detto Paul che potrai fare il concerto, ma che ti dovrai 'riposare' durante il meet&greet."- -"Cosa intendi per 'riposare'?"- -"Si Louis, al meet tu non ci sarai."- In quel momento avrei tanto voluto uccidere qualcuno. E già sapevo chi era la mia preda. -"Uh, tutto questo per colpa di Miss Simpatia della sua ragazza!"-. Delle volte il mio migliore amico era proprio un coglione ritardato. -"Fanculo Harry."- Lo guardai con'aria di sfida, come se dovessimo iniziare uno sconto di pugilato. -"A noi due."- Mi alzai, andando verso di lui. -"No, no, no. Niente 'a noi due'. Harry vieni, dobbiamo andarcene. Vatti a vestire. E tu Louis, vedi di restare a casa, senza farti vedere."- Lo chiamavano Liam ROVINO GLI INCONTRI DI PUGILATO Payne. Si, James come secondo nome è poco trasgressivo. I ragazzi si alzarono in piedi, avviandosi verso le loro camere. Io, al contrario, me ne stavo ancora seduto al tavolo della cucina, ingozzandomi di cereali. -"Louis, il telefono"-, mi urlò Harry. Addio comfort. Corsi le scale, entrando in camera. Il mio cellulare squillava, ed a chiamare era proprio Miss Simpati.. Volevo dire Eleanor. -"Hey bellezza!"- Per un attimo non rispose, come se stesse pensando. -"Hey Lou! Senti, so che ieri sono stata una stronza epocale, ma.." Harry stava sentendo tutto. -"Non solo ieri. Beh, non solo stronza", disse. Non riuscivo a non ridere, tamto che risi in faccia ad El. -"Louis, ma che hai?"- -No, niente."- Con dei gesti icomprensibili, cercai di dire ad Harry di uscire da camera mia e di farsi i fatti suoi. Ma, come faceva a capire cosa stessi mimando, se neanche io lo sapevo? -"Ti va di venire con me al parco?"- Beh, non era una cattiva idea. Infondo, non avevo un cazzo da fare. -"Si, per me va bene. A che ora?"- Eleanor stette zitta per qualche secondo, poi mi rispose semplicemente di anadarla a prendere al lavoro ora, in questo momento. -"Ok, aspetta che sto arrivando."- Attaccammo insieme. Presi subito la giacca e il telefono, ma mentre uscivo dalla porta Harry mi fermò. -"Louis, se non te ne sei accorto, tu sei ancora in pigiama".- Ma cosa farei senza di lui? -"Oddio, è vero. Corro a vestirmi. Ci vediamo stasera, ciao!". I ragazzi erano già in salotto, mentre io correvo come un pazzo ubriaco verso la mia camera. Quando sentii la porta sbattere, capii che erano usciti. Presi in fretta e furia i vestiti dall'armadio. In fretta e furia li indossai. In fretta e furia andai in bagno a lavarmi. Ed in fretta e furia caddi dalle scale. Cazzo, che botta. Imprecai tutti i santi esistenti, mentre cercavo di rialzarmi. Ci riuscii, ma faceva ancora male. Avete presente quei graffietti che fanno un fottuto male cane? Beh, io ne avevo uno proprio sulla gamba. Tò, che coincidenza. Cacciai il telefono dalla borsa. Chiamai El, dicendole che per motivi sanitari non potevo andare all'appuntamento. Lei mi disse che sarebbe venuta da me tra mezz'ora. Di male in peggio. Ora mi toccava anche mettere a posto la casa. Che noia. Lavai la cucina, il salotto e camera mia. Per le altre stanze ci penseranno i ragazzi, pft. La porta suonò. Giusto in tempo. Andai ad aprire, e la sagome di Eleanor mezza nuda mi si trovò davanti. -"Ciao bellezza."- Senza rispondermi, Miss Simpatia, volevo dire Eleanor, si unì a me in un lungo e passionale bacio. Ma passionale un cazzo. Sinceramente, mi faceva solo schifo baciarla. Beh, meno male che è bella. Ci mettemmo sul divano del salotto, uno addosso all'altro, o meglio, lei addosso a me. Guardammo un film d'amore, e non le uscì neanche una lacrima. Che falsità. Io amo le ragazze romantiche. Finito il film, raccontai qualche battuta, ma lei non fece segno di nessuna risata. Uffa. Io amo le ragazze con un gran senso dell'umorismo. Beh, entrambi sapevamo cosa era l'ora di fare. Era l'ora di fare l'amore. Ma che dico, era l'ora di scopare. Fare l'amore è una cosa che si fa con sentimento, non solo con il corpo. E lei solo quello aveva di bello. Andammo in camera, e piano piano ci spogliammo, stendendoci insieme sul letto matrimoniale di camera mia. Essendo a pancia sotto, notai che il mio cuscino verde acqua era caduto a terra. Beh, di male in peggio.
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Angolo autrice.

Hey voi!
Ecco un bel quarto capitolo! *dadadadaaaan*
Che dire, Louis ed Harry mi fanno morire.
No, seriamente, mentre scrivevo certe parti, ridevo da sola come una mongola, tanto per cambiare, lol.
Anyway, grazie ancora a tutte, per le recensioni e per il supporto.
E niente.
Su twitter sono @xshedreamslouis, domandate, o miei soldati (?)
Ok, basta.


Baci, Gaia.
 

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Capitolo 5
*** L'arrivo a Londra. ***


CARLY'S POV
Mi stavo ancora vestendo, quando sentii Jenny dalle scale gridare: -"Carly muoviti!"- Non potevo farla aspettare, perchè se fossimo arrivate in ritardo all'aeroporto, mi avrebbe cazziata per tutti gli anni a venire. Così presi in fretta e furia il telefono. In fretta e furia presi la giacca. E in fretta e furia caddi dalle scale. -"Ai! Che male boia."- Jenny corse verso di me. -"Dai Carly alzati, se no facciamo tardi!-" Bell'amica, davvero. Mi alzai di scatto dalle scale, sperando di non rinciampare in qualcosa. Ripresi la giacca e il telefono, caduti dopo il mio 'fretta e furia', e mi avviai verso la porta d'ingresso. -"Sei pronta ad esaudire il tuo sogno, Jenny?- Mi guardò con occhi pieni di felicità, e mi fece segno di si. Salutammo le mamme, mentre piangevano per le loro figlie che andavano a stare semplicemente una settimana a Londra. Certo che sono esagerate, ma tralasciamo. Agitammo le braccia dalla macchina, di mia mamma, ma non lo dite a nessuno, e ci avviammo verso un nuovo orizzonte, che.. Che fu bloccato da un camion di gelati a terra. Che sfiga, oh. Io e Jenny scendemmo dall'auto, per vedere cosa stesse succedendo. Il camion aveva frenato di botto, e la macchina dietro gli era andato addosso, facendo cadere i gelati a terra. Jenny guardava sconvolta, anche perchè nell'auto dietro delle persone erano ferite, ma non gravemente. -"Poverini-", le dissi. Jenny mi guardò, abbassando poi la testa. -"Si, chissà se ce la faranno.-" Io la guardai, e mentre Jenny mi rivolse gli occhi le dissi: -"Ma che hai capito, io intendevo i gelati. Uff, li avrei mangiati volentieri."- Se devo essere sincera, inizialmente intendevo le persone. Ma Jenny sembrava così abbattuta. E' sempre stata molto sensibile. E non potevo vederla così proprio il giorno prima di quello che sarebbe stato il giorno più bello della sua vita. Volevo sdrammatizzare. E ci ero riuscita. Jenny infatti aveva un sorriso che le copriva tutto il viso. -"Sei unica, ahaha."- Mh, non mi sentivo tale, ma ero felice che qualcuno lo pensasse. Un'ambulanza intanto aveva preso i due signori feriti, e li aveva portati con sè, probabilmente all'ospedale. Il camion era stato alzato, e lo portarono via. E mentre raccoglievano il gelato, ed io me ne prendevo uno, ma silenzio, io e Jenny ritornammo in macchina, per andare in aeroporto. 
 
***

"Ma non è possibile!-" -"Cos'è successo stavolta?-"Jenny teneva gli occhi fissi sul suo telefono, come se l'avesse appena chiamata Harry Styles. Poi alzò gli occhi, e guardandomi mi disse: -"Sono le due.-" No, vi prego, ditemi che sta scherzando. -"Le due?! Jenny, il volo è alle sei"-, le dissi infuriata. -"Si bè.. Ops."- Ops? OPS? Ops un cazzo. Ora dobbiamo aspettare quattro ore in aeroporto. -"Mh. E dimmi, cosa facciamo per quattro ore?-" Più notavo la sua tranquillità, più mi incazzavo. -"Mh, io mi preparo psicologicamente al fatto che domani sera vedrò i One Direction. E credimi Carly, ci vorrà tempo. Mentre tu.. Mi assisti.-" Mio dio, sparatemi. Ma chi me lo ha fatto fare? Devo essere più cattiva, almeno per la prossima volta. Anche se in realtà, non mi dispiaceva quel viaggio. Andare a Londra è sempre stato uno dei miei sogni. Ed un giorno, chissà, magari ci andrò anche ad abitare. Lo spero. Volete sapere la cosa per la quale sono più eccitata di tutte? No? Fottetevi, ve la dico comunque. Il biglietto per il meet che non ho. Almeno non dovrò guardarli in faccia. Mio dio, quanto se la credono. E poi, ammettiamolo, non sono mica così tanto belli. Magari solo in televisione. Immaginate quanto trucco gli mettono in faccia? E le lentine coloratissime negli occhi? Vi prego, non scherziamo. -"Facciamo una cosa. Che ne dici di andare a fare un giro?"- Jenny mi prese per mano e mi portò con sè. Lo prendo per un si. Ah, quanto amo fare shopping. L'abbigliamento è una delle cose che mi piace di più. Anzi no, lo stile. Si, ecco la parola esatta. Quando una persona ha stile, ha stile anche nel carattere, credetemi. E odio le persone che si vestono come indica la moda. Cioè, andiamo, un po' di iniziativa. Entrammo in quasi tutti i negozi, misurando e comprando tutto. Le mamme ci avevano dato 1.000 euro a testa. Bè, infondo erano brave. Mangiammo anche un gelato, o meglio, il secondo gelato, almeno per me. Facemmo anche da stalker a qualche ragazzo carino. E si, io e Jenny potevamo diventare spie tanto che eravamo brave. -"Questa nostra dote la potremmo usare per stalkerare i One Direction."- La guardai con ironia. -"Non si sprecano queste doti, babbana."- Jenny sorrise, continuando a passeggiare. All'improvviso, una voce attirò la nostra attenzione. "Questo è l'ultimo avviso per il volo New York-Londra. Preghiamo i signori clienti di andare alla biglietteria, grazie." Guardai Jenny, che ricambiò lo sgaurdo impaurito. -"Merda"-, dicemmo in coro. Le valigie le avevamo imbarcate prima, quindi correre non era tanto difficile. E fu così che io e la mia migliore amica che eravamo da OVS, arrivammo davanti alle biglietterie. Facemmo strappare il biglietto, e subito dopo ci ritrovammo in aereo. Prima classe, ovviamente. Non voglio atteggiarmi, ma sono piuttosto ricca. Mia madre fa un lavoro grazie al quale guadagna milioni al mese. Ed io i soldi li uso esclusivamente per divertirmi. E come mi posso divertire, se non con la mia migliore amica? Della musica classica accompagnava le nostre orecchie. Ed io amo quella melodia. Ah, è vero, non ve l'ho detto. Suono il pianoforte da ben nove anni. E non pensate a Louis. Dio, il fatto che lui si atteggi perchè sa suonare il piano mi fa andare in crisi. Ecco, questo è il terzo motivo per il quale odio Louis Tomlinson. -"Ma che merda di musica è?"- Jenny si accorse del mio sguardo omicida. -"Volevo dire, è bellissima."- Mh, brava la mia bambina. Impara in fretta. Dopo ore di cioccolata calda, coca cola, qualche film, e dormite, arrivammo a Londra, esattamente all' 1:30. Uau, bell'orario. -"Merda, siamo arrivate."- Jenny sembrava piuttosto eccitata. Scendemmo dall'aereo, e dopo aver fatto il controllo delle borse, e dopo aver preso le valigie, prendemmo un Taxi ed arrivammo in Hotel. -"O cristo, stiamo respirando la loro aria!-" Respirare la loro aria? Mio dio, che esagerazione. Andammo dal receptionista, che ci diede il numero ed il piano della camera. Salimmo al sesto piano, ed entrammo nella stanza numero 37. Mio dio, che cazzo di camera. -"Dio Carly, ma per chi ci hanno preso, per Beyoncè?"- Almeno l'avevo resa felice. -"Ehm, più o meno."- La camera era praticamente una piccola casa. Aveva un'angolo cucina, un salotto con una televisione enorme, un divano enorme, e.. Bè, ve lo racconto domani. Il divano mi chiama. Mi sedetti, ma che dico, mi lanciai sul divano. -"Carly, non credi che dovremmo sistemare le valigie, lavarci, o altro?"- -"Jenny dai, carpediem! Cogli l'attimo!"- Jenny si avvicinò a me, dicendomi :-"E mi spieghi che cazzo c'entra?"- Mi girai dal lato opposto. -"Boh, dovevo dire qualcosa."- Jenny sbuffò, andando in camera sua. -"Merda!"-, imprecai all'improvviso. Jenny corse subito verso di me, impaurita. -"Cosa succede?"- Mi alzai e andai verso la valigia. E dopo aver cercato e buttato tutto a terra, magari anche un elefante, il mio cuscino blu mare era nelle mie mani. Mi rilanciai sul divano, e chiusi gli occhi. Sentii Jenny sbuffare, e andarsene di là. E così, mi addormentai come un cagnolino vicino al suo padrone.
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Angolo autrice.

Hey, hey, hey.. Jude! (?)
Bellezze, ecco il quinto capitolo (yeah!).
Beh, finalmente sono arrivate a londraaaaaa.
VOGLIO ANDARCI ANCHE IO PERO', EWE.
vabbeh, ognuno di noi avrà il suo momento, quindi.. BELIEVE!
grazie bieber, grazie.
Bando alle ciance, grazie ancora a tutte.
Vi amoooooooooooooo
su Twitter sono @xshedreamslouis, non vergognatevi, vi rispondo! cwc

Tanti baci, gaia.

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Capitolo 6
*** L'incontro. ***


CARLY'S POV
-"Sei pronta Jenny?"- Jenny portò la mano tra i capelli, aggiustandoseli. Mi sembrava piuttosto agitata. Anche perchè, vidi le sue unghie completamente assenti delle mani. Mi pare che è segno di paura, ansia, timidezza. Oh, che cucciola. Non ricevendo risposta, mi avvicinai a lei. La circondai con le braccia, sussurandole "Io sono qui", all'orecchio destro. Jenny annuì, e insieme scendemmo dall'auto. Dopo aver attraversato un lungo, lunghissimo, cortile, arrivammo davanti all'edificio. Era rosso, con qualche striscia gialla. Mh, che gusti. Un signore pittosto anziano porse la sua mano davanti a noi. Cacciai dalla borsa i due biglietti, mostrandoglieli. Dopo aver fatto una veloce 'guardata', li strappò e successivamente ce li porse. Li presi con disinvoltura, al contrario della mia amica qui accanto. La mano le si era bloccata. Il signore la guardava, allungando ancora di più il braccio. Ma era inutile. Era diventata una statua. E così li presi entrambi io, mettendoli nella mia borsa. A quel punto Jenny si girò verso di me, guardandomi con aria posseduta. Tipo quella del celebre film "Paranormal Activity". A momenti impazzisce, me lo sento. -"Jenny, tutto bene?"- Jenny allungò la sua mano, cercò qualcosa nella mia borsa i biglietti, ed appena se li ritrovò in mano si incantò ad essi, come quando una bambina si incanta ad un pony. D'improvviso una lacrima le accarezzò il viso. Le andai vicino, abbracciandola. -"Dai Jenny, stai per esaudire il tuo sogno. Devi essere felice. Dai, fammi un sorriso."- Jenny alzò gli occhi verso di me, e con un sorriso grande quanto l'intera faccia, si incamminò verso l'ingresso. Brava la mia ragazza. -"Dai Carly, che fai lì incantata! Corri dai!"- Bè, si era ripresa. Corsi verso di lei, e una accanto all'altra iniziammo a camminare. All'improvviso ci imbattemmo in una fila di ragazze. Il corridoio non era ancora finito, e non riuscivo neanche a vedere la porta d'ingresso. -"Scusa, questa è la fila per il concerto?-, chiesi. La ragazza si girò verso di me dicendomi di si. Oh cristo. Quante saranno, un centanio? E sono solo le quattro! Uccidetemi. -"Lo sapevo che dovevamo venire più presto Carly!"- Ecco, ed ora la colpa è mia. Ovviamente. Ma non volevo rovinarle la giornata, così le dissi semplicemente "Scusami". Ma, dovete sapere, che non è affatto colpa mia. E' stata lei a fermarsi in un bar, bere una coca e mangiare una crostatina. E' stata lei a fermarsi in un negozio a comprare una maglia dei One Direction. E' stata lei ad incantarsi ad un cartellone del concerto, posto a sole due ore dall'arena. Ma che fa, la colpa tanto è mia. Lasciamo perdere, va'. Dopo circa un'ora arrivammo, finalmente, all'ingresso, dove ci sottoposero ad un ulteriore controllo. Quando arrivammo dentro l'arena milioni di ragazze ci salutarono molto cordialmente. Infondo le directioners non sono così pazze. Anche se questo era ancora da vedere. Jenny intanto abbracciava tutte le ragazze che si trovava davanti, provando con loro uno strano sentimento per il proprio idolo. Un sentimento che non è amizia, nè amore. E' un qualcosa che li lega, come una grande famiglia. E devo ammettere che è proprio una bella famiglia. Passò una mezz'oretta e finalmente trovammo i nostri posti, praticamente in faccia a loro, e praticamente se avessero sputato, lo avremmo sentito. Bleah, non fatemelo pensare. Io mi sedetti, ascoltando "She's the one" di Robbie Williams con le cuffie. Ma, ahimè, quella fu la prima canzone di quasi tutti i miei 190 brani dell'iphone. In quelle tre ore non feci altro che ascoltare musica, musica, musica e musica. Mi tolsi le cuffie quando vidi tutte le ragazze sedersi ed un uomo salire sul palco. Annunciò l'arrivo della band di supporto, della quale non avevo capito il nome. Jenny fu quasi l'ultima a sedersi, non riusciva a stare ferma. Ma appena toccò la sedia con il culo si immobilizzò, senza muovere più un muscolo. La band iniziò a suonare, anche se nessuno se la cagava. Vedevo ragazze piangere, urlare, ridere, abbracciarsi, sclerare. Jenny invece era completamente immobile, assorta da chissà quali pensieri. -"Jenny, tutto bene'-. Jenny si girò verso di me, e guardandomi mi disse:-"Bene? Carly, io sto male."- Le posi la mia mano destra sulla sua spalla sinistra, ma lei me la tolse. -"Carly, non so cosa mettere domani al meet."- Ok, Carly, stai calma. E' pur sempre la tua migliore amica. Non puoi eseguire un tentato omicidio proprio a lei. -"Ma vaffanculo, ahahaha."- Jenny ridendo guardò il palco, ma stavolta con un sorriso sul volto. Mi sentivo soddisfatta, anche se non so il perchè. D'un tratto la band si alzò in piedi e salutò tutti, andandosene. Lo stesso signore di prima annunicò l'arrivo dei One Direction. Ogni volta che li nominava, le ragazze urlavano come delle pazze ubriache. Però, che cucciole. All'improvviso il signore uscì, e sul grande schermo comparì un video d'apertura. C'era chi piangeva, chi si abbracciava, chi urlava. E poi c'ero io, che non la smettevo di ridere. La capra rosa, la scimmia, Harry Styles in una biblioteca. Ma scherziamo? Ahaha. Alla fine, dopo il tanto aspettato '3-2-1' uscirono i ragazzi. Jenny si alzò in piedi, e non si sedette più. Stranamente, conoscevo quasi tutte le canzoni a memoria. Stranamente un cazzo. La mia migliore amica mi parla di loro dalla mattina alla sera. Comunque, malgrado tutto, ammetto di essermi divertita un sacco. Alla fine del concerto, i One Direction salutarono il pubblico, con frasi tipo 'You're amazing, you're perfect', eccetera, eccetera, eccetera. Jenny andò in contro a due ragazze conosciute all'ingresso, abbracciandole e piangendo. Dopo qualche minuto, rivenne da me, e mi disse di andarcene. In macchina, mi abbracciò dicendomi -"Grazie Carly."- Posso essere felice anche io ora.
 
***

LOUIS' POV
-"Louis, sei pronto?"-, mi disse quel rompipalle di Liam. -"Liam, cazzo, sono le 7:00 di mattina, come faccio ad essere pronto? Dammi il tempo di respirare!"- Non lo dite a nessuno, ma io mi trovavo ancora nel mio letto caldo, con il pigiamino, e con il dolce russio di Harry Styles. E si, purtroppo è colpa sua se la notte mi sveglio. Ad un certo punto Liam spalancò la porta, e vedendoci ci disse: -"Scansafatiche, state ancora così! Harry svegliati"-. Povero Harry, che zompo che ha fatto. -"Tra dieci minuti vi voglio giù-". Ebbene si, se Liam dice così, così dobbiamo fare. Se no sono cazzi. Mi alzai piano dal letto, mi vestii, andai in bagno, e scesi giù. -"Louis, dove minchia sta Harry?"-. Ops, me lo sono dimenticato. Tornai su, svegliai Harry, e riscesi. Harry scese dopo cinque minuti. Record internazionale gente. E così tutti e cinque eravamo pronti per il meet. O dovrei dire tutti e quattro. Ma, io uscii comunque, dato che mi rompevo il cazzo di restarmene a casa con una giornata così bella." Uscimmo di casa, ed entrammo nella limousine che ci portò direttamente all'edificio dove si sarebbe svolto il meet&greet. -"Salve ragazzi. Accomodatevi nella sala, le fans arriveranno tra un'ora."- I ragazzi si sedettero sulle sedie, mentre io fissavo il cartellone all'entrata 'Louis Tomlinson non ci sarà a causa di un infortunio'. Mi sentivo una merda. I meet mi piacevano tantissimo. Mi piaceva incontrare le mie directioners. E per quella cessa di Ele.. Vabbeh, lasciamo perdere. -"Ci vediamo alle cinque qui"-, mi disse Zayn. Feci segno di sì, ed uscii. 

CARLY'S POV
 -"Louis Tomlinson non c'è?! Ma come si permette? Infortunio di sti cazzi. Bah."- Ecco, ora Jenny stava malissimo. La prima volta che li incontra, quel demente non c'è. Fanculo. Ed ecco il quarto motivo per il quale odio Louis Tomlinson. -"Mh. Dai, non fa niente, se si è fatto male non è colpa sua.-" Odio quando gli da ragione. Dio, quanto lo odio. -"Vabbeh Jenny, io vado a fare una passeggiata, ti vengo a prendere.. Alle cinque hai detto?"- Jenny si girò verso di me dicendomi di si. La salutai abbracciandola forte ed augurandole buona fortuna, e poi me ne andai. Dio, quant'è bella questa città. La gente, i negozi, l'aria.. E' tutto così perfetto. Mi fermavo davanti ad ogni vetrina, cioè ogni vestito era perfetto. Camminavo beata quando mi sbattei in un ragazzo. Dio, che botta. -"Sta' più attento la prossima vol.. Ma tu sei..!"- Il ragazzo mi tappò la bocca, chiedendomi di non urlare il suo nome. -"Infortunio di sta minchia. Bravo Louis, bravo. Ora milioni di fans rimarranno deluse.-" Louis cercò di spiegarmi, ma non volevo ascoltare niente. -"Vaffanculo, e addio"-, gli risposi sorridendo. Louis inarcò il soparcciglio destro, e girandosi se ne andò. Dio, che giramenti di palle che ho oggi. 

LOUIS' POV
Ma chi cazzo era quella per dirmi quelle cose? Non sa chi sono io? Ormai la gente non ha più rispetto. Strano, però, Vista la sua età, più o meno come me, secondo i calcoli - o meglio le statistische - mi sarebbe dovuta venire addosso, e non mi avrebbe dovuto prendere a parolacce. In conclusione, la gente ormai oltre a non avere rispetto, è anche strana. Dovrei informarmi. Non voglio essere estraniato dal mondo. Soprattutto dalle persone - ragazze - che ci abitano. Perchè - lo ammetto -  quella ragazza era proprio carina. Beh, sarà per la prossima volta. Anche se non credo che ci sarà. Sono talmente sfigato da acchiappare una bella ragazza che mi odia? Dio, che giramenti di palle che ho oggi.
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Angolo autrice.

Oh, Oh, Oh, il sesto capitolo!
L'ho pubblicato io, si, proprio io, babbo natale in persona?
Cosa vorreste per natale?
Io i one direction, cwc.
Beh, che dire, Louis e Carly si sono incontraati (ati!)
Anche se, sarebbe potuto andare meglio.
Sono antipatici entrambi, e sarà proprio questo ad accomunarli.
Comunque..
Volevo solo dire a massive thank you per le recensioni..
Su twitter sono - forever and ever - @xshedreamslouis.

Un besito, gaia.

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Capitolo 7
*** Ancora tu! ***


CARLY'S POV
Mi fermai da Starbucks, dove presi ciambelle, cornetti, shwueppes al limone ed un caffè. Non so perchè ma quando sono incazzata mangio. E' come una seconda valvola di sfogo, dato che la prima sta a casa. No, quegli stronzi non mi hanno fatto portare il pianoforte in aereo. Dopo essermi ingozzata di tutto ciò che non mi sarebbe affatto servito al corpo, andai alla cassa per pagare. Ma mentre uscii, sbattei contro una seconda persona. Secondo me esistono due Dio. Ognuno dei quali è convinto che a prendersi cura di me sia l'altro. No seriamente, cosa cazzo vi ho fatto di male? Questa volta però era una ragazza, una 'wow' di ragazza. Minchia, quanto è bella. Alta quanto una montagna, secca come una mazza di scopa e bella come un fiore d'autunno. Mi sorrise, e a quel punto la mia autostima era pari all'intelligenza di London Tipton. E tutti sappiamo che è praticamente inesistente. -"Scusami, davvero. Aspetta che ti aiuto.-" Ed è anche gentile! Qualcos'altro? Corse dentro il bar a prendere qualche fazzoletto e, quando venne da me, mi asciugò la maglietta macchiata dal suo caffè. -"Però, che peccato. E' proprio una bella maglia."- Cristo, che sorriso. Ma seriamente, volete farmi suicidare? -"Beh, me ne farò una ragione"-, le dissi sorridendo. Lei ricambiò il sorriso, e dopo aver buttato il fazzoletto nel cestino sulla destra dell'entrata del bar, mi allungò la mano e mi disse: -"Piacere, sono Eleanor."- Strano, ma ora che la vedo bene mi sembra di averla già vista. Nah, forse è soltanto la ragazza che ho sempre desiderato essere. -"Carly"-, le dissi, prendendole la mano. -"Senti Eleanor.. Ti posso chiedere un favore?"- Eleanor fece 'si' con la testa, e mi fece segno di continuare. -"Ti andrebbe di farmi da guida in questa grande città? Sono di New York, e non conosco affatto Londra."- Eleanor mi prese per mano, e corse come una matta fino ad arrivare davanti un cartello "Mappa di Londra". Mh, anche intelligente. -"Ecco, questa è la mappa. Ma dato che non ho praticamente niente da fare, si, ti faccio da guida turistica."- 
                                     
***

-"Merda, ma questo è il famoso museo delle cere!"- Mi avvicinai davanti la porta d'ingresso, sbalordita da così tanta bellezza. Seriamente, quel museo è semplicemente spettacolare. Non mi aspettavo tanta bellezza da una così piccola città. Vabbe, piccola rispetto a New York. Sono stata abituata al chiasso, alle macchine, allo smog. E, pensandoci bene, quest'aria campagnola non mi dispiaceva affatto. Mentre Eleanor pagava i biglietti, mi avvicinai alla guardia vestita di rosso con un parruccone nero. Cose che si vedono nei film insomma. -"Scusi, quando è stato fondato questo museo?"- Ebbene si, volevo davvero informarmi. Ma a quanto pare, la guardia di fronte a me, non ne aveva voglia, lasciando un grande silenzio. A quel punto mi sentii imbarazzata, e grazie a Zeus e tutti gli dei esistenti, Eleanor corse verso di me, dandomi uno dei biglietti. -"Perchè ne hai comprati tre?"-, le chiesi, guardandomi intorno ed accertandomi che non ci fosse nessun'altro con noi. -"Dopo deve venire il mio ragazzo.. Spero che non ti dia fastidio."- Eleanor abbassò gli occhi, facendo diventare le sue guance praticamente due pomodori, ed io amo i pomodori. Come potevo dirle la verità? -"Nah, non ti preoccupare"-, mentii. Odio tutto ciò che riguarda maschi barra fidanzati barra perfezione. No, non sono lesbica. Il punto è che agli occhi dei maschi non sono mai piaciuta, e con il tempo, ai miei occhi loro non sono piaciuti. Ci sarebbero alcune eccezzioni, ma.. Beh, come fa Robert Downey Jr. a non piacere ai miei occhi? Per non parlare di Robbie Williams! -"Entriamo?"- Eleanor mi fece resuscitare, e i miei sogni svanirono nel nulla. Sogni? Quali sogni? Che stavo dicendo? Ah, non importa. -"Certo."- La feci passare per prima. Beh, si sa che le donne 'perfette' hanno la precedenza. In ogni reparto di quel fottuto museo, c'era sempre qualche statua che mi impressionava. Finalmente, arrivammo al reparto attori. Robert aspetta solo me. E grazie a Giove - si, amo gli dei - lo trovai. Come si poteva non notarlo? Era vestito da Sherlock Holmes, con il suo sguardo ipnotico e la sua pipa che teneva nella mano destra. -"Eleanor. Foto. Robert. Ora."- Eleanor mi guardò stupita, ma quando anche lei notò quell'affascinante statua, prese in mano il cellulare, mettendo la fotocamera. Mi avvicinai alla statua, pronta per una foto artistica vicino al mio idolo, quando, ahimè, il telefono di El squillò. Non so bene con chi stesse parlando, mi venne semplicemente voglia di pomodori quando vidi le sue guance andare a fuoco. Mh, il ragazzo, sicuro. -"Senti Carly, il mio ragazzo è dentro al museo, ma non riesce a trovarmi. Tu aspettalo qui, io intanto vado da quell'altra parte. Non ti perdere, e se lo vedi fammi chiamare!"- A quel punto Miss Perfezione corse verso destra, mentre io ero ancora seduta sulle gambe di Mister Perfezione. Guardai tutte le persone, cercando di trovare il suo ragazzo. Un attimo. Ma io non lo conosco. Merda, come faccio a trovarlo? Mi alzai di scatto, facendo cadere il cellulare dalla tasca. Mentre mi abbassai per prenderlo, due mani - giganti - mi anticiparono, raccongliendolo e posandolo nella mia mano destra. Stavo per ringraziare, quando incontrai degli occhi azzurri dannatamente conosciuti. -"Ancora tu!"-, gli dissi. Louis si alzò, sbuffando. -"Se avessi saputo di chi era quel telefono, non lo avrei di certo raccolso. Anzi, lo avrei schiacciato."- Oh, che simpy. Avrei dovuto ridere? Beh, non l'ho fatto. Scuse me. -"Oh, Maestà, la prossima volta non le farò sprecare quelle fatiche, la informerò del proprietario del telefono che raccoglierà."- Louis sorrise - minchia, che sorriso - dandomi la mano. -"Sua Maestà, come mi chiami tu, ha un nome. Louis, piacere."- Tanto per non sembrare una sfigata ritardata, gliela strinsi. -"Lo so, idiota"-, gli dissi con un falso sorriso. -"E lei come si chiama, Miss Simpatia?"- A quel punto scoppiai in una risata, ammettendo di non esserlo affatto. -"Carly Miss Simpatia Tomlinson."- Louis alzò il sopracciglio destro, rimanendo a bocca aperta. -"Eh si, sua maestà, a mia dannata sfortuna io e lei abbiamo lo stesso cognome."- Louis rimase scioccato. Ma che credeva, che quel nome fosse tutto suo? Pft, che coglione. -"Capisco.. Quindi, siamo.. Fratello e sorella?"- Ho detto coglione? Beh, mi correggo. E' proprio un ritardato mentale. -"Louis cazzo, io non ti conosco e tu non mi conosci. Non siamo fratelli barra sorelle barra parenti. Abbiamo solo lo stesso cognome, punto."- Dopo aver riflettuto qualche secondo, sembrò annuire. Certo che è proprio lento. -"Bene, ed ora scusami, ma sono in cerca di un ragazzo. Addio."- Ma prima che potessi allontanarmi, Louis mi afferrò il braccio, dicendomi: -"Sei così sola che cerchi un ragazzo al museo?"-, ridendo. Mi sganciai dalla sua presa, e continuando a sorridere gli risposi: -"No, coglione. E' per una mia amica, che non lo trova. Ah e, tanto per la cronaca, io non lo conosco, e non ho idea di chi sia."- Louis mi guardò stranito, poi sbuffò, aprendo la bocca, come per dire "aah", come se una lampadina - molto, molto sporca per la non utilità - gli si fosse accesa. -"Carly, piacere Louis. Il fidanzato della tua amica.-" C-c-cosa? Lui? Io? Eleanor? Come può una ragazza così fine e dolce a stare con uno così.. così.. andiamo, così Louis! -"Come? Davvero? Merda, che palle. E quindi tu sei il ragazzo di El."- Louis annuì, mentre mi guardava stranito. -"Perdona la domanda, ma mi sembra che non ti faccia così piacere."- Alzai lo sguardo, incontrando i suoi - meravigliosi - occhi azzurri. -"Louis, se non lo avessi capito di tuo, io ti odio."- Louis mi guardò a bocca aperta, come se non capisse, come se nessuno gli avesse mai detto una cosa del genere. -"Odiarmi? E perchè? Sono così perfetto!"- Alzai gli occhi al cielo, imprecando Giove, Zeus e stavolta anche Poseidone. -"Ma vaffanculo. Ecco, questo è uno dei tanti motivi per i quali ti odio."- Ma, ahimè, Louis ormai non mi guardava e - non sia mai - ascoltava più, troppo concentrato a guardare dalla finestra. -"Certo che Londra è proprio bella."- Ma come minchia gli è uscita? Gli stavo dicendo che.. -"Guarda quel palazzo quanto è grande!"-, gli dissi, dimenticandomi - tanto per cambiare - di ciò che gli stavo dicendo. -"Oddio, si! E poi che bel colore.."- Louis indicò con il braccio destro il palazzo tanto da noi ammirato, ed io mi avvicinai a lui, proprio come se fossi.. -"Amore, sei qui!"- Oh, è arrivata Eleanor. Cosa stavo dicendo? Oddio, ma sono così vecchia da non ricondarmi neanche cos'ho mangiato oggi a pranzo? Mh.. No, niente da fare, svanito nel nulla. -"Mh, vedo che vi conosciete già. Comunque, Carly, Louis. Louis, Carly."- Strinsi - di nuovo - la mano di Louis, che mi fece l'occhiolino. Risi, portando lo sguardo su di Eleanor, che ci fece segno di seguirla, e di intraprendere - finalmente - la visita. Io ero - tanto per cambiare - dietro di loro, mentre questi ultimi camminavano mano nella mano. Non so, ma guardandoli qualcosa dentro di me si accendeva, come se sarebbero diventati qualcosa di molto importante, come se sarebbero diventati qualcuno, nella mia inutile e insignificante vita. Anche se c'era la mia migliore amica che.. Oh cazzo. Memoria di merda. 

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