Love Always, Kurt.

di Andy14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Letter Numer One ***
Capitolo 2: *** Letter Number Two ***



Capitolo 1
*** Letter Numer One ***


Titolo: Love Always, Kurt
Capitoli: 1/?
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Giallo (per ora)
Avvertimenti: OOC, Slash.
Parole: 1792
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Eccomi qui con una nuova storia. Un esperimento, oserei dire. Come avrete capito, il tutto è ispirato da "The Perks Of Being a Wallflower", ma con trama totalmente diversa. Da li ho preso solo l'amico morto e il fatto delle lettere. Per ora ho pronto solo questo capitolo, ma arrischio a dire che sono parecchio ispirata, quindi non dovrei metterci molto. (E fu così che pe ril secondo capitolo passarono due mesi). No, cercherò di fare il prima possibile, lo giuro! Grazie mille a AcidQuinn che, come sempre, beta i miei capitoli con tempestività. Buona lettura, spero vi piaccia.

I


Blaine Anderson parcheggiò con cura la macchina nel vialetto di casa sua, sospirando. Spense il motore e aprì la portiera, uscendo all'aria fresca di metà ottobre. Si mise la cartella di scuola a tracolla, sistemandosi anche il bordo della manica della divisa, cercando di coprire la camicia sottostante. Bloccò le portiere mentre attraversava il vialetti di ciottoli chiari, sentendoli scrocchiare sotto le suole dei mocassini lucidi.

Passando accanto alla cassetta delle lettere notò la levetta laterale alzata, quindi deviò il suo percorso e ci si fermò davanti. La aprì con uno scatto, prendendo con una mano sola tutto il contenuto. Guardò distrattamente le lettere e le cartoline che aveva in mano, mentre raggiungeva la porta principale. Sua madre lo accolse nell'ingresso, pronta per uscire.

-Ciao tesoro.- lo salutò con un sorriso, scoccandogli un bacio sulla guancia rasara. Blaine sorrise, posando la posta sul mobile dell'ingresso, insieme all chiavi della macchina e a quelle di casa.

-Dove vai?- le chiese, appoggiando la borsa a terra e sfilandosi la giacca blu, appendendola all'appendiabiti in legno scuro.

-Shopping. Ti serve qualcosa?- il ragazzò negò, dirigendosi in cucina mentre si slacciava i polsini della camicia e si allentava un po la creavatte a strisce rosse e blu. Aprì lo scolapiatti e prese un bicchiere, riempiendolo subito dopo di acqua fresca. Lo bevve in un sorso solo, sospirando soddisfatto una volta finito.

-Blainers?- si sentì chiamare da sua madre e si voltò, guardandola avvicinarsi a lui con una busta fra le mani sottili e curate. -Questa è per te.- continuò, passandogli la busta affrancata. Blaine la prese con le sopracciglia aggrottate, leggendo curioso il proprio nome scritto sulla carta bianca.

Chi poteva mai avergli scritto una lettera? La calligrafia era fine e ordinata, e il ragazzo lo notò già mentre tirava fuori i fogli dalla busta, visto che la penna aveva penetrato un po la carta. Scorse distrattamente tutto lo scritto, andando poi sul divano per poter leggere con più attenzione. Si sistemò sui cuscini, accavallando le gambe, e cominciò a leggere fra sè e sè.


Caro amico,

so che non mi conosci e probabilmente mi prenderai per un maniaco (spero che tu non lo faccia),

ma ho saputo che tu eri amico di Daniel.

Ho trovato il tuo indirizzo in uno dei suoi diari e pensavo che parlare con qualcuno

che lo conosceva mi avrebbe aiutato.


Daniel Raynolds si era suicidato una settimana prima. Lui e Blaine frequentavano lo stesso campo estivo e spesso si inviavano qualche cartolina e piccola lettera, nonostante avessero uno il numero di telefono dell'altro. Blaine era rimasto spiazzato quando una sera, al notizziario delle sei, aveva sentito il giornalista annunciare la morte del suo amico. Si era impiccato con una cinta di cuoio, attaccata ad una delle travi del soffitto. Sapeva che aveva lasciato una lettera ai suoi genitori, scusandosi di averli delusi e che gli avrebbe sempre voluto bene.


Daniel parlava spesso di te, diceva che la prossima estate mi avrebbe portato al campo

estivo e e ci avrebbe presentati. Spero che non ti dispiaccia se non ti dico chi sono,

o se non ti invio un indirizzo a cui rispondere a questa lettera.

Vorrei che tu mi conoscessi solo come Kurt per ora. Un semplice ragazzo di sedici anni,

intrappolato in una cittadina troppo piccola e opprimente. Un ragazzo che forse ha solo

bisogno di parlare con qualcuno.

Puoi anche ignorare queste lettere se vuoi, anche se mi piacerebbe che tu le leggessi..

scusa, ingnorami, tendo a straparlare.


Blaine sorrise fra sè e sè, togliendosi le scarpe e mettendosi a gambe incrociate sui cuscini.


E' che Daniel era praticamente il mio confidente. Ho qualche problema a scuola con la

squadra di football, ma affrentarli sarebbe come comprare un biglietto di sola andata

per l'ospedale.


Il moro avrebbe voluto dire a Kurt che lo capiva, che anche lui aveva avuto problemi con i bulli, ma non poteva.


Quindi è meglio tenersi tutto per sè e sopportare. Un giorno lacoreranno tutti per me,

me lo sento. Allora vedremo chi avrà il coltello dalla parte del manico.

Forse far parte del glee club non aiuta il mio voler stare in disparte, come l'essere gay.

Ecco, ora avrò perso il tuo interesse.


Al contrario, Blaine si sistemò sul divano, per poter prestare maggior attenzione a quello che leggeva. Dove era stato Kurt per tutto quel tempo? Perché Daniel non li aveva presentati prima? Era forse il suo ragazzo?


Però anche a Daniel piacevano i ragazzi, quindi non ti darà così fastidio. Sto straparlando

ancora, mi dispiace.

Credo ti scriverò ancora, mi viene facile confidarmi, ma se ti infastidisce puoi solo

buttare le lettere senza aprirle. Spero solamente che terrai per te il contenuto di

ognuna, è l'unica cosa che ti chiedo.

Ora devo andare alle prove del glee e poi ad imbucare questa lettera. È stato un

piacere "parlare" con te.

Con affetto,

Kurt.


Blaine accarezzò con la punta delle dita il nome di Kurt scritto in penna blu, sporcandosi leggermente d'inchiostro. La data sulla lettera era del giorno prima, quindi o al ragazzo si era rotta la penna, oaveva ripassato la sua firma più volte con forza. Ripiegò con cura i fogli, infilandoli nuovamente nella busta. Si alzò dal divano e salì le scale per andare in camera sua. Aprì il cassetto e ci ripose la busta con attenzione.

La riprese quella sera, prima di andare a dormire, leggendo nuovamente quelle parole. Si chiese se Kurt avesse solo Daniel come amico o se avesse altre persone intorno. Se si sentisse solo, e scriveva a lui quelle lettere per poter parlare in libertà.

Si chiese se Kurt fosse alto, biondo o moro, o di che colore fossero i suoi occhi. Se l'espressione nelle sue iridi fosse la stessa che aveva lui un anno prima.


***


Blaine ricevette un'altra lettera due giorni dopo. La trovò sulla sua scrivania, dove l'aveva messa sua madre quella mattina. La lesse in pochi minuti, curioso di sapere cosa fosse successo a quel ragazzo.

Gli raccontava che suo padre si stava per risposare e che d'ora in poi avrebbe avuto un fratellastro, il capitano della squadra di football della sua scuola. Gli aveva scritto che sua madre era morta otto anni prima, e che era contento del fatto che suo padre avesse trovato un'altra donna da amare e che lo amava a sua volta. Si era sfogato, quasi a metà lettera, dicendo che gli mancava sua madre. Gli mancava il suo profumo, il suo tocco gentile fra i capelli o sulla pelle e come riusciva a tranquillizzarlo con un semplice sguardo quando era triste.

Blaine sentì gli occhi lucidi mentre leggeva Kurt scrivere di sua madre, cercando di immedesimarsi nella sua situazione. Probabilmente, se fosse stato lui ha perdere la madre, la famiglia Anderson sarebbe stata persa. Lui, suo padre e suo fratello non avrebbero potuto andare avanti da soli.

Anche in fondo a quella lettera Kurt aveva scritto "con affetto" e Blaine si ritrovò di nuovo ad accarezzare quelle parole.

Avrebbe tanto voluto rispondergli, o incontrarlo. Poterci parlare e stringere la sua mano per dargli conforto.


***


Dopo qualche tempo Blaine cominciò ad attendere le lettere di Kurt sempre più impaziente. Quel venti novembre, Blaine si precipitò letteralmente sulla cassetta della posta appena tornato a casa da scuola. La aprì subito e vide immediatamente la lettera. La prese e la soppesò, c'era qualcosa nella busta. Entrò dentro casa prima di aprire la missiva, sistemandosi come sempre a gambe incrociate sul divano del salotto.

Caro Blaine, iniziava. Aveva cominciato a chiamarlo così circa una settimana prima. Era decisamente meglio di "amico".


Caro Blaine,

ho sentito il bisogno di scriverti questa lettera, spero non ti dispiaccia riceverne una

così presto.


In effetti, Kurt era sempre stato piuttosto regolare nell'inviargli le lettere, una ogno due o tre giorni. Ripensandoci, gliene aveva mandata una giusto il giorno prima.


Dovevo parlarne con qualcuno e mi sei venuto in mente tu. Ieri stavo sistemando il

libro di francese nell'armadietto (seguo il corso di francese avanzato), quando il

bullo che mi infastidisce mi ha spinto contro l'armadietto. Ho sbattuto la spalla, e

per la sorpresa sono caduto seduto a terra.

Però, vedendolo allontanarsi da me come se niente fosse... ho pensato di esssere

stufo. Stufo dei lividi. E soprattutto stufo degli insulti.

Gli sono corso dietro, fino agli spogliatoi maschili e ho urlato. Non credo di essere

mai stato così arrabbiato con qualcuno prima. Quando l'ho visto alzare il pugno

credevo volesse picchiarmi. E gliel'ho detto. Che se voleva colpirmi poteva farlo,

ma che non avrebbe cambiato ne me, ne il mio modo di essere.

È stato allora che si è avvicinato di più e io ho chiuso gli occhi, pronto a

ricevere il pugno in faccia...


Blaine accarezzò piano la carta da lettera, dove l'inchiostro era leggermente sbafato. Con una stretta al cuore, il moro capì che Kurt stava piangendo mentre scriveva quelle parole.

Invece non ho sentito nessun dolore. Almeno, non in faccia. Ho sentito il suo viso

attaccato al mio e le sue labbra sulle mie... è durato poco, si è staccato quasi subito.

Però ci ha riprovato, e io mi sono staccato di botto. A quel punto mi apettavo

il pugno, invece ha colpito l'armadietto dietro di me.

Dopo di che se n'è andato, sbattendo la porta. Io non ho potuto fare altro che lasciarmi

cadere a terra.

Mi sono alzato quasi mezz'ora dopo, sentivo Rachel chiamarmi da fuori per il glee...

Non mi mai mancato Daniel così tanto come ora. Quando c'era lui affrontavo meglio

queste cose. C'era lui che mi stava vicino quando mi spingevano e insulatavano...

forse ero troppo preso dai miei problemi per guardare i suoi. Sai, mi sento un po

in colpa se non c'è più. Ma questo è un altro discorso...

Ora vado, ti ho rubato già troppo tempo. Alla prossima.

Con affetto,

Kurt.

PS: ti ho allegato il programma di una piccola competizione di canto coreografato. 

Mi piacerebbe che tu venissi a vederci, anche se non sai chi sono... ok è un'idea stupida 

ma io te lo mando uguale.


Il moro tirò fuori dalla busta il depliant e lo aprì. Era una competizione secondaria, anche i arblers partecipavano a volte. Non era per concorrere alle Nazionali ma era più che altro un allenamento. Blaine sorrise e si rigirò il programma fra le mani. Ci sarebbe andato sicuramente, ne era certo ancora prima di pensarci su. Avrebbe anche portato qualcosa a Kurt.

Si alzò dal divano, e salì in camera sua. Mise la lettera nel comodino insieme alle altre, richiudendo il cassetto con cura. Poi, dopo essersi tolto la camicia, si mise a sedere alla scrivania e prese un foglio e una penna. Si tirò su le maniche della camicia e cominciò a scrivere.


Caro Kurt...

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Capitolo 2
*** Letter Number Two ***


Titolo: Love Always, Kurt
Capitoli: 2/?
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Giallo (per ora)
Avvertimenti: OOC, Slash.
Parole: 2137
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Lo so ci ho messo una vita! Ma come sa chi segue l'altra mia storia in corso, ci metto un po' a postare e mi scusi davvero. Grazie mille a AcidQuinn che, come sempre, beta i miei capitoli <3 PS: se c'è qualche errore avvisatemi, colpa mia che non ho ricontrollato a causa della mia patologica pigrizia!

II


Blaine si sistemò per l'ennesima volta le maniche della giacca, stringendo nella mano libera una busta bianca. La competizione non era ancora iniziata, ma gli ospiti potevano già prendere posto dove volevano. L'auditorium del liceo Carmel era stracolmo. Ma il moro non ne rimase sorpreso, anche l'unica volta in cui i Warblers avevano partecipando a quell'evento insieme ai Vocal Adrenaline, glee club della Carmel High School, l'auditorium era pieno.

Il ragazzo si avviò verso le prime file, voleva avere una buona visuale. Tuttavia dovette accontentarsi di un posto laterale, visto che i posti centrali erano tutti occupati. Si mise a sedere e si guardò intorno, chiedendosi se magari Kurt era li intorno. O magari se lo stesse guardando.

-Finn dove diavolo stai andando?-

-Aspetta Rachel, Kurt mi ha chiesto di fare una cosa...- A quel nome, Blaine si voltò di scatto. Un ragazzo anche troppo alto si guardava intorno, con accanto una piccola ragazza mora. L'amica di Kurt, si disse mentalmente.

-Stai cercando quel Blaine delle lettere? Non sai nemmeno se è venuto davvero...- cominciò lei sistemandosi la larga felpa rossa e blu sul corpo minuto, notando poi lo sguardo insistente del moro su di loro. Finn, sorpreso dell'improvviso silenzio della fidanzata, seguì il suo sguardo e sorrise.

-Blaine?- chiese, e l'interpellato non potè fare altro che annuire. La coppia si avvicinò a lui, che nel mentre si era alzato in piedi, stringendo la lettera fra le mani. -Per fortuna ti abbiamo trovato! Se avessimo riportato la busta intatta a Kurt sono sicuro che sarebbe impazzito.- gli disse Finn, porgendogli una busta gialla con il suo nome sopra. Blaine la prese con un sorriso.

-Perchè non è venuto lui a portarmela?- chiese poi ingenuamente, inclinando la testa di lato.

-Non ha voluto dirmelo. Forse aveva paura che tu non fossi qui.- Blaine annuì. Paradossalmente, il discorso filava. -Ora andiamo, Kurt ha detto che devi aprire la busta dopo l'esibizione.- il ragazzo annuii, posando di nuovo gli occhi sulla lettera appena ricevuta.

-Oh, aspettate!- disse poi mentre gli altri due stavano andando via, risvegliandosi di colpo. Prese la giacca che aveva lasciato sul sedile, tirando fuori dalla tasca interna la busta che aveva portato per Kurt. -Potreste dargli questa da parte mia, per favore?- chiese, porgendola e Finn con sguardo implorante. Il ragazzo la prese con un sorriso sincero, annuendo.

-Spero che un giorno prendiate tutti e due il coraggio di muovere il sedere e incontrarvi.- disse, prima di allontanarsi con la sua fidanzata a braccetto, che lo salutò con uno sfarfallare di dita.


***

-Oddio non l'ha accettata vero? No, peggio, non è proprio venuto! Sono stato uno stupido a credere...-

-Kurt, rena! È venuto, ha accettato la tua lettera, e questa è per te!- disse Finn, porgendo a Kurt la missiva. Il ragazzo la prese con mano tremante, e la strinse come se avesse paura che potesse sparire da un momento all'altro. -Io ti consiglierei di leggerla in fretta, hai un po di tempo prima che tocchi a noi.- Kurt annuì, seguendo il consiglio che il fratellastro gli aveva appena dato. Si andò a sedere un po' isolato dai suoi amici, aprendo la busta. Dentro ci trovò un foglio ripiegato e una fotografia. Riconobbe subito Daniel, sorridente e con la pelle abbranzata, con sullo sfondo un lago di cui non si vedeva il fondo. Di fianco a lui, con lo stesso sorriso felice, c'era Blaine. Aveva i capelli ricci tutti scompigliati, e lo stesso colorito dell'altro ragazzo. Girò la foto e sussultò, nel vedere lascrittura frettolosa e disordinata di Dan.


"Lima, 15 Settmbre 2010

Ho fatto stampare questa come ricordo.

Grazie davvero per tutto,

sei il migliore.

Ti voglio bene, Daniel."


Kurt si asciugò una lacrima, riponendo con cura la fotografia nella busta. Aprì finalmente la lettera, accarezzando le parole impresse nella carta.


"Caro Kurt,

spero davvero di aver trovato il coraggio di inviarti questa lettera,

ma soprattutto spero di trovare qualcuno che te la consegni.

Chi lo sa, magari troverò proprio te.

Devo ammettere che ho pensato molto a cosa scrivere,

ho accartocciato un bel po' di fogli di carta prima di decidermi.

Vorrei dirti tante cose, talmente tante che mi si affollano in testa,

e questa penna è come un imbuto.

Non riescono a uscire tutte insieme.

Va bene lo ammetto, la cosa dell'imbuto non è mia. Ma suonava bene, no?"


Kurt sorrise, mordendosi il labbro inferiore.


"Ma il concetto è quello.

Mi sembra di conoscerti anche se effettivamente non ci siamo mai incontrati.

Devo ammettere che le tue lettere mi hanno aiutato,

non ho realmente capito dino a che punto.

Finchè non ho ritrovato la foto che ti ho allegato nella busta.

Ne ho tante con Daniel, ma quella ha un significato particola.

E non solo perché è l'ultima che abbiamo insieme.

Non so se Daniel ti ha mai parlato di un certo Matt.

Ma sicuramente si, probabilmente viene ancora a scuola con te.

Beh, quest'estate Dan mi ha raccontato tutto, di come lo maltrattasse

e gli facesse del male... per un attimo, quando mi hai scritto di quel bullo

e del bacio... mi hai ricordato Dan.

Una parte di me voleva venire a scuola da te, e chiedere ad ogni studente dove

potevo trovarti... ma poi ho pensato che di te conosco solo il tuo nome.

Quanti altri Kurt ci sono in Ohio?"


-Nessuno...- mormorò il castano, continuando a leggere cona ttenzione.


"O forse avevo solo paura della tua reazione. E se non sono come credi?

Non voglio rischiare di perdere anche le tue lettere.

Però sono venuto qui per vederti e cercare di capire chi sei.

La foto la puoi tenere, ci tengo che la abbia tu.

Ti allego il mio numero di cellulare, magari potremmo usare dei modi

di comunicazione un po' più moderni.

Non che le tue lettere non mi piacciano, anzi!

Okay, sto straparlando.

Buona fortuna per l'esibizione, faccio il tifo per voi.

Con affetto, Blaine."


-Kurt? Kurt che hai?- Rachel gli scosse una spalla e il ragazzo si riprese.

-Come?-

-È il nostro turno, devi sbrigarti!- Kurt annuì e si mise la foto e la lettera in tasta, sistemandosi la giacca del completo prima di seguire i suoi compagni.


***


-Ed ora da Lima, Ohio, le Nuove Direzioni!- Blaine si sistemò sulla poltroncina, raddrizzando la schiena come un bambino emozionato. Le luci dell'auditorium rimasero spente per un bel po, finchè un unico faretto di luce aranciata si accese, illuminando la ragazza che poco prima gli aveva portato la lettera di Kurt. Rachel aveva i lunghi capelli che le ricadevano sulle spalle ed indossava un vestito nero dalla gonna svolazzante, che non era riuscito a vedere prima a causa della felpa larga. Quando iniziò a cantare il moro rimase sorpreso, come poteva contenere un corpo così piccolo una voce così potente?


R: Our love runs deep like a chevy
If you fall I’ll fall with you baby
Cause that’s the way we like to do it
That’s the way we like
You run around open doors like a gentleman
Tell me girl every day you’re my everything
Cause that’s the way you like to do it
That’s the way you like

Tutti i faretti del palco si accesero, mostrando al pubblico gli altri componenti del gruppo, disposti in modo ordinato sul palco rialzato in tre diversi punti. Finn si fece avanti, affiancando la ragazza.


F: Just a little West Coast, and a bit of sunshine
Hair blowing in the wind, losing track of time
Just you and I, just you and I
Woah, woah


Il gruppo si fece avanti iniziando a cantare il ritornello e Blaine non riusci ad evitare di guardarli uno per uno. Quale poteva essere Kurt?


I:
No matter how far we go, I want the whole world to know
I want you bad, and I wont have it any other way
No matter what the people say,
I know that we’ll never break
Cause our love was made, made in the USA
Made in the USA, yeah


Poi lo vide. Doveva essere lui, se lo sentiva. Gli occhi azzurri si notavano fin dove era seduto, di quel blu che lascia senza fiato. Pieni di insicurezza anche in quel momento importante, mentre si faceva avanti insieme ad una ragazza bionda.


Q:
You always reading my mind like a letter
When im cold, you’re there like a sweater

Cause that’s the way we like to do it
That’s the way we like

La musica cambiò a causa del taglio della canzone ma Blaine non se ne accorse. Kurt stava aprendo la bocca e stava per cantare. La sala divenne vuota alle sue orecchie, riusciva solo a sentire quel ragazzo cantare.


K:
Cause baby i’ll break the bullet
And take the blow for love
Woahhhh, our love was made in the usa


I:
Made in the usa, made in the usa
No matter how far we go, I want the whole world to know
I want you bad, and I wont have it any other way
No matter what the people say,
I know that we’ll never break
Cause our love was made, made in the USA
Made in the USA, yeah
Made in the U.S.
Made in the U.S.
Made in the U.S.A

La musica terminò e le luci si spensero nuovamente. Il pubblico applaudii entusiasta ma Blaine rimase fermo, ancora perso nel suono di quella voce angelica. Se la immaginava così, la voce di Kurt? Ovviamente si. Si immaginava così il suo viso? I suoi occhi? I suoi capelli perfetti? Era come se nel suo cervello qualcuno avesse preso una matita e creato per tutto quel tempo un immagine di Kurt che rappresentava la realtà. Kurt era proprio come si era immaginato, e un sorriso spontaneo si impossessò delle sue labbra, mentre le luci del palco si accendevano di nuovo per mostrare le Nuove Direzioni sedute ognuno su uno sgabello. Rachel, Finn, Kurt e la ragazza bionda erano seduti davanti, gli altri dietro, probabilmente per il coro.


F: It started out as a feeling
Which then grew into a hope

R: Which then turned into a quiet thought
Which then turned into a quiet word

Q: And then that word grew louder and louder
'Til it was a battle cry

K: I'll come back
When you call me
No need to say goodbye

F:Just because everything's changing
Doesn't mean it's never
Been this way before

K: All you can do is try to know
Who your friends are
As you head off to the war

R: Pick a star on the dark horizon
And follow the light

Q: You'll come back
When it's over
No need to say good bye

I: You'll come back
When it's over
No need to say good bye


R: Now we're back to the beginning
K : It's just a feeling and now one knows yet
F: But just because they can't feel it too
Q: Doesn't mean that you have to forget

I: Let your memories grow stronger and stronger
'Til they're before your eyes
You'll come back
When they call you
No need to say good bye

You'll come back
When they call you
No need to say good bye


Blaine questa volta si alzò in piedi e si fece venire le mani rosse a furia di applaudire. Gli usci anche qualche grido di incoraggiamento, ma non se ne vergognò. Le Nuove Direzioni scesero dal palco e il moro prese di corsa la sua giacca e la lettera di Kurt, senza sedersi di nuovo. Uscì dalla fila e si diresse verso il lato del palco. Mentre si avvicinava vedeva i compagni di Kurt allontanarsi, esultanti e pieni di adrenalina. Accelerò il passo, ma il suo cammino venne comunque interrotto dal glee club che stava andando in scena. Allora fece la prima cosa che gli venne in mente, senza pensare a chi lo circondava.

-Kurt!- chiamò a voce alta, poco meno che un urlo. Il ragazzo sussultò un attimo qualche metro più avanti e si voltò verso di lui con le guance arrossate e una ciocca di capelli sulla fronte sudata. Blaine sorrise, un sorriso sincero. Kurt sbattè le palpebre sorpreso e aprì un poco la bocca. Poi sorrise, un sorriso che arrivava gli occhi e li fece luccicare. Per un attimo i loro sguardi si unirono, come in un abbraccio. Attimo che svenì subito, quando Rachel si mise in mzzo a loro e portò via il castano verso i camerini. Blaine fece un passo indietro e sospirò, posandosi una mano sul petto. Il cuore gli batteva forte, quasi impazzito. Sorrise ancora e andò verso l'uscita. Era inutile aspettarlo fuori, sicuramente non sarebbe riuscito a parlargli. Uscì dalla scuola e salì di nuovo sulla sua macchina, posando la lettera e la giacca sul sedile del passeggero. Mise in moto e partì, a casa aveva una leggera da leggere.

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