Il rumore delle farfalle

di MaryluckHazza90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Prologo. ***
Capitolo 2: *** 1. Home. ***
Capitolo 3: *** 2. She ***
Capitolo 4: *** 3. Miele e lavanda. ***



Capitolo 1
*** 1. Prologo. ***


Un ringraziamento speciale a Federica che ha creato questo stupendo banner, adjshcnjknjc *-* 

 






Prologo.

E' su tutte le riviste del mondo.
'Harry Styles, uno dei cantanti della famosa band dei One Direction, è stato lasciato in diretta mondiale dalla sua fidanzata Rhonnie Jhonson'
I mass media non fanno che parlare di questa storia, soprattutto sui siti web.
'Per la prima volta il cantante riccio, desiderato da milioni di ragazze in tutto il mondo, è stato lasciato.'
Non la smetteranno mai, è sicuro.
Una delle poche certezze che mi rimane.
Io, Harry Styles, famoso cantante della band anglo-irlandese sarò perseguitato a vita da questa storia insulsa.
L'amavo questo è vero, ma poi lei mi ha rovinato la vita per la sua dannata voglia di soldi e fama.
Si è presa gioco di me, mi ha usato.
Di certo non è la prima e forse non sarà neanche l'ultima ma questa volta era diverso, io ero e sono innamorato di lei.
Inizialmente mi ha lasciato così su due piedi e poi ha fatto una delle sue scenate davanti al pubblico, alle mie fan.
Mi sento sporco, vuoto.
Le lacrime bagnano lo schermo del cellulare sul quale leggo la notizia.
Ho bisogno di riposo.
Di scappare da questo mondo fatto di stampa, paparazzi e intervistatori.
Ho la necessità di ritrovare me stesso, quella persona che ho abbandonato ad Holmes Chapel qualche anno fa.
Ora voglio solo stare un po' da solo ma tornerò, è una promessa.
Lo farò a testa alta e con una sola legge: non mi innamorerò mai più.
 

Hola c:
 
 Ecco a voi una nuova long!
Questa storia l'ho scritta (e continuerò a farlo) di getto.
Sarà una storia un po' diversa dalle altre,
questo prologo ha solo la funzione introduttiva perché la storia si basa 
su qualcosa di più complicato come è la protagonista stessa.
Non ho grandi aspettative ma se vi piace lasciate una recensione,
giusto per farmi sapere cosa ne pensate e se vale la pena continuare.
Mary

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Capitolo 2
*** 1. Home. ***


 

1. Home.


(Harry) 
Cammino con passo deciso tra la gente che affolla l'aeroporto.
Qualcuno mi sbatte contro senza chiedere scusa, altri corrono con velocità assurda per non perdere il volo mentre io cammino in controsenso, cercando di farmi spazio tra la massa.
Inforco meglio gli occhiali neri sul naso e controllo con una mano se il cappello è ancora al suo posto.
Nessuno mi ha ancora riconosciuto, per fortuna.
Mi avvicino ad una finestra dell'aeroporto e un brivido mi sale sulla schiena.
La folla impazzita di mille ragazzine fuori l'aeroscalo mi fa tremare e mi maledico di non aver accettato la proposta di Paul di scortarmi, anche questa volta.
Mi stringo meglio nel lungo cappotto grigio e continuo a camminare tenendo stretto il bagaglio a mano.
La porta principale è a pochi metri da me.
La dovrei attraversare? E se lo faccio cosa accadrebbe?
Sbuffo e attraverso la porta, le fan urlano ma non lo fanno per me, non mi hanno riconosciuto.
Mi dispiace fare questo alle directioners ma ho bisogno di pace, di tranquillità e ultimamente sembra che tutto questo non ci sia più nella mia vita.
Forse ora sto infrangendo il sogno di molte ragazze ma sento il bisogno di essere una persona come tante, almeno per una settimana e qualche giorno.
Sospiro avvicinandomi al bordo del marciapiede alzando la madre e aspettando un taxi.
Ci entro velocemente appoggiando la valigia al mio fianco e poggiando la testa al finestrino, iniziando a pensare.
"Dove la porto?" 
La voce del tassista mi riporta alla realtà.
"Holmes Chapel, A50 road Fortune City, prima casa a destra" 
"Perfetto" afferma guardandomi dallo specchietto retrovisore.
Faccio un sorriso di circostanza, per poi appoggiare di nuova la testa sul vetro e guardare le piccole gocce di pioggia che scendono impetuose.
Chiudo gli occhi cercando di far passare il leggero mal di testa che arriva sempre dopo aver viaggiato a lungo su un aereo.
Sbuffo, prima di prendere le cuffie e ascoltare un po' di musica.
Metto una playlist a caso e mentre le note di una delle canzoni parte io mi addormento sui sedili malconci di quel taxi.
 
***
"Siamo arrivati, ragazzo svegliati!" sento una voce in lontananza ma la voglia di svegliarmi è davvero poca.
"Altri cinque minuti Liam" mugugno girandomi dal lato opposto.
"Hey, hey io non so chi sia questo Liam ma è meglio che tu ti svegli se non vuoi che ti butti giù a calci nel sedere" borbotta il tassista.
Un momento il tassista? Allora sono arrivato a casa.
Apro gli occhi di scatto e con impeto mi metto seduto, provocando la risata rude dell'uomo.
"Finalmente" esclama tra le risate.
Lo guardo riducendo gli occhi a due fessure sotto gli occhiali neri.
"Bene" dico con tono autoritario scendendo dall'auto e prendendo il portafogli "Quanto le devo?" domando.
"Considerando che la corsa è stata lunga, che hai dormito dentro l'auto e che sei Harry Styles" afferma guardandomi.
"Cinquanta sterline e un autografo" sbarro gli occhi.
Vuole veramente così poco? 
"Sicuro di voler così poco?" domando poco convinto mentre l'uomo barbuto annuisce.
Caccio i soldi dando una paga molto più alta da quella da lui richiesta e firmo qualche foglio per poi prendere il bagaglio e dirigermi verso casa.
Cerco le chiavi all'interno della tasca e una volta trovate apro la porta mentre il taxi sfreccia via alle mie spalle.
"Sono a casa" urlo buttando sul divano la valigia.
Anne entra nel salotto con le lacrime agli occhi, un grembiule di pizzo giallo  e in mano un cucchiaio.
Mi corre incontro abbracciandomi e io la lascio fare, godendomi la sua presa calda che tanto mi è mancata e il suo profumo di rose selvatiche.
"Mi sei mancata" sussurro al suo orecchio, trattenendo le lacrime.
"Anche tu figlio mio, anche tu" 
 
***
Sono stanco, troppo.
I muscoli del corpo sono ancora in tensione, l'acqua della doccia li sta facendo rilassare a poco a poco.
Non sto pensando a nulla di che in questo momento, mi muovo in modo meccanico, prendendo un bagnoschiuma qualunque e spalmandomelo addosso.
Gli occhi mi bruciano per la stanchezza e la testa scoppia per la tensione.
Esco dalla doccia, avvolgendo il mio corpo in un morbido asciugamano che sa di casa.
Casa, quattro lettere, una parola, mille ricordi.
Mi è mancato così tanto questo posto perché, nonostante io abbia una casa tutta mia e i degli amici che non mi lasciano mai solo, sento ancora il bisogno di qualcuno che ti prepara la cena quando torni o che ti dia la semplice buonanotte prima di andare a dormire.
Scuoto la testa con forza riempendo di goccioline il vetro del mio bagno personale, a causa dei lunghi capelli appena lavati.
Li strofino con un asciugamano e poi li asciugo con il phone.
Entro in camera buttando il pezzo di stoffa che mi copriva il basso ventre sul letto e cerco in uno dei cassetti la biancheria intima che mia madre si ostina a comprarmi nonostante io non viva più qui.
Mi butto sul letto senza mettermi altro.
Fuori la pioggia continua a battere sul vetro in modo impertinente, non mi è mai piaciuta più di tanto anche se ci sono cresciuto in questo modo.
Chiudo gli occhi sul cuscino e mi metto sotto le coperte.
Mi rannicchio in posizione fetale, stringendo le mani al corpo e cerco di rilassarmi.
Nonostante abbia molta voglia di dormire non ci riesco e mentre mi giro per cercare una posizione comoda mi scontro con una felpa.
Il profumo di miele e lavanda mi persuade ma prima che possa pensare o dire qualcosa sono già tra le braccia di Morfeo.

Hola c:
 
 Mi perdo poco in chiacchiere questo è
un capitolo di passaggio il prossimo
sarà l'inizio di questa storia.
Spero che vi piaccia e che lasciate un commento se vi ha incuriosito.
Un bacio
Mary.

 
 
 

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Capitolo 3
*** 2. She ***




2. She.
 
Sbadiglio, alzandomi dal letto.
Guardo l'orario sono le undici e un quarto del mattino.
E' da tanto che non dormo per dodici ore di fila.
Muovo le braccia in modo convulso, alzandole.
Mi metto in piedi e indosso un pantalone di tuta anche se sono abituato ad andare in giro per casa nudo.
Sto per andare in cucina ma la suoneria del cellulare me lo impedisce.
"Pronto?" rispondo affannato.
"Hey amico sono Will, tutto bene?" 
E' una vita che non sento Will e ho sentito molto la sua assenza in questi mesi.
"Sì, sì ma come mai mi hai chiamato?"
"Senti io, Nick, Haydn e gli altri volevamo uscire un po' che dici ti va di venire?" mi domanda.
"Certo" esclamo sicuro, ho un bisogno estremo dei miei amici d'infanzia.
Prima di chiudere la domanda mi sale un dubbio.
"Ah Will?"
"Sì?"
"Come facevi a sapere che ero a Holems Chapel?" affermo preoccupato.
"Tranquillo Harry me lo ha detto tua madre e comunque andiamo da Joe's ma prima che dici di venire a casa mia, tipo ora!" 
Caccio un sospiro di sollievo poggiando una mano sul petto per poi ridere alla reazione del mio amico.
"Tipo sì, okay mi metto una maglietta e sono da te" 
Mi preparo velocemente e lascio un post-it a mia madre, visto che non è in casa, per poi raggiungere a piedi l'abitazione di Will.
 
***
Sono appena tornato a casa dopo l'estenuante giornata che ho passato con i ragazzi.
E' da tanto che non mi divertivo così.
"Mamma, sono a casa!" grido ma, l'unica cosa che sento, è l'eco della mia voce che rimbomba nella stanza.
Mi dirigo in cucina e noto un post-it giallo accanto al mio.
"Sono nella dependance" leggo ad alta voce ed esco dalla porta secondaria per raggiungerla.
Il tempo atmosferico sembra essere migliorato rispetto a ieri, ancora non sta piovendo.
Dopo pochi metri sono vicino alla casetta di legno dalla quale proviene della musica.
Cerco di ascoltare meglio tendendo l'orecchio e mi accorgo che non è una canzone qualsiasi ma è un pezzo che avevo inventato da piccolo insieme a mio padre, uno di quelli che vorresti solo dimenticare.
Sento la gola ardere e il cuore bruciare, non capisco più nulla.
Entro con impeto all'interno della dependance, pronto per sgridare mia madre ma resto di sasso non vedendola da nessuna parte.
Stringo le mani a pugno, quasi conficcando le unghie nella carne.
Quel CD per me è una delle cose più importanti che ho.
Lo avevo fatto qualche settimana prima che i miei mi annunciassero il loro divorzio con mio padre ed è una delle cose più care che ho e che custodisco con molta gelosia.
Faccio vagare lo sguardo all'interno della stanza fin quando non noto una ragazza seduta sullo sgabello del pianoforte.
E' girata di spalle ed ha una mano su una delle mie grandi casse sulla quale ha appoggiato la testa e sembra stia ascoltando con gli occhi chiusi.
"Sei stata tu a prenderlo?!" grido fuori di me.
Ma lei non si sposta, non accenna nessun movimento, resta ferma, immobile.
Mi avvicino con passo felpato e le prendo un braccio, chiudendolo nella mia presa con forza.
La faccio girare verso di me.
Lei sbarra gli occhi, fissandomi impaurita per poi chiuderli velocemente.
"Ho detto: sei stata tu?" scandisco meglio le parole.
Lei nuovamente non risponde.
La butto a terra, straziato da quella situazione e apro il lettore multimediale mettendo a posto il CD con cura.
Sento i suoi singhiozzi.
Arrivano alle mie orecchie nitidi.
Mi giro a fissarla.
Tasta per poco il pavimento, poi si mette in posizione fetale e dondola un po' su di se, troppo impaurita.
La testa è poggiata sulle gambe e le mani si tappano le orecchie.
Ha paura, troppa.
Forse ho sbagliato, anzi, sicuramente.
La guardo meglio, non parla.
"Io beh, io" cerco di dire ma lei sembra non ascoltare.
Poggia di scatto una mano a terra mentre io cammino.
Alza il viso rigato di lacrime e mi guarda.
"Oddio Harry cos'hai combinato!" mi urla contro mia madre, correndo ad abbracciare la ragazza.
Non avevo sentito la sua presenza nella stanza.
Si siede a terra tenendola tra le sue braccia, le massaggia dolcemente la schiena con una mano e non parla.
La ragazza dai ricci e scuri capelli alza lo sguardo verso di lei.
Si guardano per pochi minuti.
"Non ti preoccupare, va tutto bene, Harry non voleva farti del male" le parla lentamente e lei osserva le sue labbra.
Non capisco perché mamma si stia comportando in questo modo.
Annuisce leggermente, stringendosi di più ad Anne e insieme si alzano.
Mi madre le stringe una mano e si avvicina a me.
"Come ti sei permesso! Non ci provare mai più!" mi grida contro, dopo anni.
"Mamma lei stava usando il CD, il mio CD!" affermo.
"E tu che fai la butti a terra? Ti sembra un valido motivo!"
"Ma mamma quello è il mio CD! Capisci? Nessuno lo deve toccare o meglio ascoltare!"
"Smettila!" esclama.
"Ma mamma.." cerco di spiegarmi.
"Ma mamma nulla, capisci che non importano le tue giustificazioni? Cazzo Harry! Lei non può neanche ascoltarlo!"
Non capisco, non riesco a trovare il significato nelle sue parole.
"Cosa vuoi dire con questo?"
"E' sorda Harry, è sorda" afferma guardandomi male, per poi tornare da lei.
Lasciandomi inorridito e spaventato, cosa diamine ho fatto?

Hola c:
 
 Cosa dirvi? Innanzitutto voglio ringraziare chi ha messo la storia tra ricordate e seguite.
Ringrazio anche e soprattutto i lettori silenziosi.
Comunque questo è il primo vero capitolo della storia quindi che dirvi, non so.
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, fa schifo come idea?
Un bacio.
Mary



 

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Capitolo 4
*** 3. Miele e lavanda. ***


 
Il rumore delle farfalle.



3. Miele e lavanda.
 
'Sei una testa di minchia Harry, ma cosa cazzo ti è passato per la testa?! Ma porca boia!' mi maledico nuovamente per poi rigirarmi sul letto.
Chiudo gli occhi, massaggiandomi con le dita le tempie.
Mi scoppia la testa.
Vedo dell'immagini passarmi velocemente sotto le palpebre chiuse.
Il suo corpo tremante e così fragile è marchiato a fuoco nei miei pensieri.
Sicuramente non sarebbe più venuta in questa casa, a causa mia, e questo avrebbe procurato un dolore immenso a mia madre, accidenti a me!
Ci tiene così tanto a quella ragazza, l'unica cosa che le è rimasta per distrarsi dalla lontananza mia e di Gemma.
Apro gli occhi di scatto, il cuore palpita velocemente sotto la maglia bianca e la fronte inizia a imperlarsi di qualche goccia di sudore.
Sono un mostro! Solo questo posso definirmi.
Ho fatto del male ad una piccola, indifesa, ragazza sorda.. posso considerarmi più schifoso di così?!
Certo che sì!
I suoi lamenti rimbombano nella mia testa come una melodia straziante ma melodiosa allo stesso tempo.
L'ho terrorizzata, sono un fottuto bambino.
Mi alzo di scatto dal letto sospirando pesantemente.
Mi sento terribilmente in colpa ma di certo questa mia sensazione non può compensare con quella che prova lei in questo momento.
Passo una mano sul mio viso stanco mentre sento dei passi ben marcati sulle scale.
La ragazza non c'è, deve essere andata via.
Sono di spalle alla porta ma riesco a percepire la presenza incombente di mia madre dietro di me.
I muscoli iniziano a farmi male.
Quasi come se quel dolore inizialmente psichico si stia estendendo sul tutto il corpo, causandomi diversi problemi.
Mi giro lentamente, cercando di passare oltre ai dolori fisici e sperando di essere più forte di quanto io, in realtà, non sia.
Anne è appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate.
I suoi occhi chiari mi guardano furenti come mai hanno fatto prima.
Sento il suo sguardo perforarmi il petto, lasciando una scia di fuoco che brucia velocemente dentro di me. 
Non mi stupirei nel veder realmente quelle fiamme erodermi il corpo.
"Mamma io..." cerco di dire alzandomi e barcollando un poco.
Sono bastate quelle poche parole, farfugliate appena, per farla scattare. "Tu cosa Harry? Ti dispiace, vuoi chiedere scusa? Ma ti rendi minimamente conto di quello che hai appena fatto?!" mi grida contro quelle parole come frecce avvelenate pronte a perforarmi il cuore.
Sussulto nel vederla così arrabbiata nei miei confronti, mentre assume la classica posa di quando avevo fatto una marachella da piccolo.
Dito puntato contro il mio corpo, mano sulla vita, il viso che protende verso il mio viso e i piedi ben puntati mentre uno che sbatte ripetutamente a terra.
Abbasso lo sguardo colpevole iniziando a giocherellare con le mie grandi mani.
Sono cresciuto così velocemente ma quel bambino dentro di me, che fissa tutto ancora con i suoi occhi verdi e puri, non riesce a capacitarsene.
Perché alla fine non ho mai smesso di cercare quel bimbo che è ormai troppo cresciuto per mettersi i calzini del suo cartone animato preferito, per imbrattarsi la maglietta di gelato e per vedere il mondo con semplicità.
Quella semplicità che lascia così stupiti gli adulti perché troppo presi dalle loro cazzate e dai loro problemi assurdi.
"Mamma, io, sono veramente dispiaciuto! Ho solo agito d'istinto, sono uno stupido" sussurro prima di cadere sul letto e nascondere il mio viso nelle mie mani che si riempiono di lacrime.
Sento mia madre sospirare, prima di sedersi accanto a me e massaggiarmi la schiena come faceva quando ero un bambino.
Appoggio la mia testa sul suo seno, ascoltando il battito dolce del suo cuore che riesce, a distanza di anni, a tranquillizzarmi.
"Harold io non ti ho educato in questo modo! Non devi chiedere scusa a me, piccolo mio, ma ad Elizabeth" afferma lasciandomi solo in quella stanza che per anni è stato il mio rifugio ma che in questo momento mi sembra fin troppo stretta.
Sospiro uscendo dalla camera e dirigendomi verso il terrazzo, mia madre mi lascia in pace.
Sa bene che voglio stare da solo in questo momento.
Il vento fresco mi scompiglia i capelli e mi ritrovo da solo a fissare quel microscopico posto chiamato Holmes Chapel.
Quel luogo che nella mia vita ho dichiarato di odiare più di una volta ma di cui, oggi giorno, sento la forte nostalgia.
Il buio è calato sulla cittadina e solo le luci fioche dei lampioni illuminano le strade deserte.
Avrei tanto bisogno di una sigaretta in questo momento!
Sbuffo, sedendomi su una sedia di legno.
Perché sono sempre così stupido, eh? Perché non posso essere un ragazzo normale che non fa questi casini enormi? Ma certo! Che stupido a non pensarci prima! Io non sono una persona qualunque perdinci bacco, io sono Harry Styles! Giusto? Sono solo una persona nascosta dietro le opinioni della gente, dietro un nome e dietro quella persona che tutti chiamano idolo? Ma le fans non si rendono di che mostro sia io in realtà ed oggi ne ho data l'ennesima conferma.
Mi rannicchio di più sulla seduta, passandomi le mani nei ricci e sul viso ormai segnato dalla stanchezza.
Odio il mio nome dal profondo del cuore! E forse qui le fan vorranno replicare ma il vero motivo della mia ostilità verso quel dato anagrafico sono proprio loro, le persone che mi reclutano un idolo.
Oramai tutte le persone mi conoscono come Harry Edward Styles e al solo nominarlo una folla di gente si gira ed inizia ad adularlo!
Ma se qualcuno si azzarda a paragonarlo solo al figlio di Anne e Des, a parlare di quel semplice ragazzo che fino a pochi anni prima era una persona normale e che veniva apprezzato per i suoi principi, le sue cazzate e le sue emozioni beh, in quel caso nessuno sa dire chi sia e questo fa male cazzo, troppo!
Ed ora mi sento un piccolo bambino rinchiuso in un corpo troppo conosciuto, con un viso che non sembra più il suo, con degli occhi alcune volte spenti per il dolore che non molti notano, giostrato da manager e quant'altro, che non ha più una vita!
Mi porto le mani alle tempie iniziando a spingere l'indice contro di esse, come a voler far cessare quel terribile mal di testa che sta pian piano diventando più possente.
A volte vorrei non essere entrato ad X-factor, vorrei solo poter tornare ad essere il ragazzino di sedici anni che aveva quel sogno e che lottava con i denti e le unghie per realizzarlo, vorrei mollare tutto, chiudere la porta e tornare il me stesso che ho dovuto lasciare troppo tempo fa! 
Voglio chiederle scusa, perché alla fine lei non ha fatto nulla per farmi reagire in quel modo, voglio chiederle scusa perché forse lei sarà l'unica persona che può conoscere il vero Harry.
 
***

Finisco di vestirmi.
Un jeans, una maglietta e delle converse.
Scendo velocemente, poggiando la felpa di Elizabeth sul divano anche se a malincuore.
Sarebbe arrivata a minuti e devo sembrare perfetto, semplice e sicuro.
Le devo assolutamente chiedere perdono per il mio comportamento.
Mi sdraio sul divano aspettando il suo arrivo.
Il suono del campanello, minuti dopo, mi fa alzare di scatto ma come promesso ad Anne non andrò io ad aprire.
Mia madre si avvicina con un sorriso dolce alla porta ed apre.
"Buongiorno Ros" saluta.
"Buongiorno anche a te Liz" dice sempre in quel modo strano.
La ragazza le sorride.
"Entrate" afferma mia madre chiudendo la porta.
Elizabeth e sua sorella entrano nel salotto ed io le guardo dolcemente.
Liz mi guarda e sgrana gli occhi, mettendosi velocemente dietro le spalle della bruna che le accarezza un braccio.
"Rosalia questo è mio figlio Harry, Harry Rosalia" ci presenta Anne mentre la ragazza tende la mano sicura di sé.
La stringo notando la sua presa forte.
"Ros è una vostra grande fan" io le sorrido e lei ricambia.
"Ora vado, devo andare a scuola" sospira.
"Liz torno presto, vengo io a prenderti, ti voglio bene" esclama guardando la ragazza riccia negli occhi.
"Ti voglio bene anche io" dice lei, lasciandomi di stucco.
Non mi aspettavo che un sordo potesse parlare.
"A dopo ciao" 
"Ciao" sussurra Elizabeth.
"Dai Liz vieni con me, andiamo a preparare un dolce" le propone mia madre.
Lei sorride e annuisce seguendola, non prima di avermi dato una veloce occhiata.
 
***

Sto guardando una vecchia puntata di Spongebob, ho sempre adorato questo cartone e molto spesso lo vedo con i ragazzi della band.
Troppo preso dalla puntata, anche se banale, non mi accorgo di qualcuno che si siede accanto a me.
"E' molto bello questo cartone" afferma una voce delicata e il profumo di miele e lavanda si imprigiona dei mie sensi.
Mi giro di scatto, guardandola.
Come poteva sentire un cartone animato? Cioè le voci.
Mi osserva prima di farsi nascere un sorriso spontaneo sul volto che elimina subito.
"Hai ragione" sussurro quasi ipnotizzato dalla sua affermazione.
"Senti Harry" annuncia imbarazzata "Io ti volevo chiedere scusa" mi dice lasciandomi stupito.
"Non avevo il permesso di prendere quel CD, forse tu ci tieni davvero molto, scusa veramente" continua guardandomi ancora impaurita dal fatto accaduto ieri sera.
Lei sta chiedendo scusa a me? Non è lei che si è comportata male e che mi ha sbattuto a terra per un insulso CD! Sono io!
La guardo ancora scosso non riuscendo a professare parola.
Elizabeth si alza, infastidita dal mio comportamento.
"E comunque riesco a parlarti perché leggo il labiale" sospira prima di rientrare nella cucina.
Mi stendo sul divano.
Lei che chiede scusa a me? Che legge il labiale? Non la capisco!
Quella ragazza è così strana!
Sospiro sonoramente stringendo un cuscino al petto.
C'è una cosa, però, che non riesco a dimenticare, che ho marchiato a mente nei miei pensieri: lei ha paura di me.

 
Ciao:3
Emh scusate per il grande ritardo veramente!
Ho avuto vari problemi e non sono riusicta a pubblicare
per questo vi faccio le mie più grandi scuse.
Lasciando da parte ciò, come è venuto questo capitolo da schifo vero? Mi dispiace.
Comunque  vorrei ringraziare  le ragazze che hanno commentato questa storia
che sono state veramente molto gentili:
 
Ohmydog e terribleorriblespoon.
 Certamente ringrazio anche i lettori silenziosi, 
le persone che seguono questa storia e a chi l' ha messe tra: i seguiti, preferiti e ricordatio chi
l'ha appena letta ed arrivato fin qui.
Spero di ricevere qualche vostra recensione per capire cosa vi piace di questa storia e cosa no.
Un bacio.
Mary.

 

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