Feu, storia della mia vita.

di Feu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scoperta. ***
Capitolo 2: *** La lettera ritrovata. ***
Capitolo 3: *** La pioggia. ***



Capitolo 1
*** La scoperta. ***


Non ero la piu' talentuosa in famiglia o almeno credevo fino a quel fatidico  giorno. 
Sono una ragazza come tante, molto spesso alla mia età, quindi anni appena compiuti, si pensa all'amore, al sesso, ai ragazzi, ai capelli, io mi sentivo diversa, mi sentivo strana, sentivo presenze accanto a me.
Quando sono in difficoltà sento un sussurro vicino a me che mi dice che andrà tutto bene. 
Un giorno di mezza primavera, feci una ricerca in bibloteca, una delle tante ricerche per la scuola.
Dovevamo trovare l'origine del nostro nome, il mio era di origine francese, sfogliando il libro trovai una foto, mal ridotta, leggermente bruciata ai lati. Era la foto di una donna bellissima con i capelli rossi, aveva quasi la mia età quando la foto fu scattata. 
La donna aveva un'espressione dolce, ma negli occhi c'era forza quella donna aveva di sicuro vissuto qualcosa che l'aveva segnata, credo a vita. 
Appena vidi quella foto capì che c'era qualcosa di strano, sentivo quella foto mia, come un mio autoristratto.
Girai la foto, si chiamava Feu quella donna, la duchessa Feu. Mi incuriosiva il suo nome, volevo sapere tutto di lei, i suoi amori, il suo carattere, cio' che aveva passato, la sua storia. Dopotutto, era anche una ricerca. 
Iniziai a leggere e capì che lei era una duchessa, molto diversa dal solito, era una ragazza forte, ribelle.
Andai dalla bibliotecaria e presi in prestito quel libro, parlava dell'origine della sua famiglia, nonche', mia.
Era una mia antenata, ma io non ne avevo idea prima di quel libro, trovato per caso e inizialmente sembrato così grande. 
Tornai a casa, con l'aria di chi voleva scoprire e trovare qualcosa di nuovo, di eccitante nella vita e forse l'aveva trovato, anche in semplice libro. La mia cameretta la dividevo con mio fratello, una stanza piccolina ma che sentivo mia, ci avevo passato molti ricordi lì, con diverse persone. Ora stava iniziando una nuova parte della mia vita, ma io non lo sapevo ancora. 
Scappai nella mia camera e mi sedetti sul letto, presi il libro e lo aprì delicatamente come una mamma prende in braccio per la prima volta il suo bambino.
 
Mi chiamo Feu  ho sedici anni e vivo a Parigi. 
Prima figlia,erede,credo della nobilta' dei miei genitori,conti di Parigi e molto amici del Re.
Non c'è bisogno di sapere molto di me,mi descrivo dicendo solo che non sono la solita nobile,la solita perfettina,la solita gentil'donna. Non amo essere femminile,amo andare a cavallo,adoro stare con il mio scudiere,Francis,nonche' mio migliore amico,insieme andiamo per i boschi e di certo non vado con una bella gonna e delle belle scarpe.  I miei genitori mi riproverano ogni giorni,per il mio modo di vestire,del mio comportamento così ribelle,ma io sono fatta così,ma non pensate male,sono anche dolce e simpatica, Francis ride sempre alle mie battute! E anche la mia sorellina piccola Martina,8 anni ma  mi sapeva dare allegria ogni volta che la vedevo sorridere o corrermi incotro,perche' si era fatta male e voleva io la curassi,l'ho cresciuta sin da piccola,la mia piccola bambina,era la luce del miei giorni. 
Non sono una bellezza ricercata ,alta piu' o meno 1.70,capelli rosso fuoco,li ho dalla nascita così,da questa caratteristica ho preso anche il nome,Fuoco..mio padre volle anche metterlo perche' crede io abbia un fuoco dentro di me,pronto ad uscire fuori,ma che ancora non si accende. Non  so bene cosa intedesse con questa esclamazione,forse che ero troppo 'peperina',glielo chiedero' in futuro. 
Tornando a me,ho gli occhi verde smeraldo come quelli di mio padre e la carnagione molto chiara,quasi bianca,al contrario di mia madre,con una pelle olivastra,ma avro' modo di parlare di lei in futuro. 
Come avrete gia' capito,non sono figlia unica,siamo ben 4 figli e in ordine siamo Io,Elisabeth ,Martina  e i due gemellini, Alexander e Gioseph. Tutti in famiglia sono bravi a fare qualcosa persino Alessandro e Gioseph,io no,non so fare praticamente nulla. Martina era bravissima a suonare il piano era un prodigio,ogni domenica sera la ascoltavamo pigiare su quei tasti bianchi e neri e comporre melodie che facevano riaffiorare vari sentimenti,lei riusciva a trasmettere stati d'animo tramite la musica e non era da tutti. Elisabeth bravissima sin dall'inizio con gli studi,sempre meglio di me,che non ho mai voluto studiare,solo la letteratura mi interessava,soprattutto la poesia di quelle persone innamorate,che andavano contro a tutti e tutto per andare dalla persona che amavano,non gli importava di nulla,solo del loro amore,avrebbero affrontato Dio,la loro famiglia,il loro stato sociale,solo per stare con colui che amavano. 
 

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Capitolo 2
*** La lettera ritrovata. ***


Erano passati già diversi giorni e continuavo a sfogliare quel libro come se ci fosse scritta la mai vita dentro. Un giorno di Ottobre come tanti, piovoso e ombroso, poggiai il libro sul letto, vi cadde una lettera, stropicciata, leggermente bruciata, si sentiva quasi il rumore delle lacrime e del dolore cambiare aspetto e diventare parole, sembrava una lettera di addio. Non conoscevo abbastanza Feu per capire a chi fosse indirizzata, sembrava qualcuno di importante però. Volevo scoprirlo.. avetti una fitta allo stomaco quando lessi il nome. Era un ragazzo, capì subito perchè quelle parole sembravano così piene di dolore, sentivo dentro il dolore che provava nel dirgli addio, aveva solo 16 anni quando venne data in moglie ad un uomo che non amava. La lettera era indirizzata ad un altro uomo, forse il suo vero amore. La lettera era indirizzata a un ragazzo che viveva in Italia, così lontano eppure il loro amore era continuato, fino a quel giorno. Lessi in quel libro che spesso da Parigi veniva in Italia a trovare alcuni amici della famiglia, la lettera iniziava in modo normale, del tutto naturale. '11 settembre, Firenze. Ciao, sono io.. la tua Feu. Sai benissimo perchè ti scrivo questa lettera, sai benissimo che forse sarà l'ultima, amore mio. Ce l'abbiamo fatta per così tanto tempo, abbiamo vinto parecchie battaglie insieme perchè ci amiamo, forse il nostro amore non è così forte.. devo andare, non possiamo continuare a farci del male entrambi, sappiamo benissimo che la nostra è una storia senza lieto fine, non ci possiamo distruggere così, tu sei forte e bello. Sei l'uomo più bello che abbia mai visto, sei l'unico che amerò, ma dobbiamo dirci addio. Ci eravamo promessi che sarebbe stato per sempre, ma sappiamo entrambi che non è possibile, amore il per sempre non esiste, lo sai. Tu sposerai una donna più bella di me, più intelligente, più ricca, più coinvolgente di me, sarai felice, te lo prometto. Ricordati della nostra storia come il primo amore, non come una piaga nel petto che ogni volta si riapre e fa più male.. non puoi immaginare quanto per me sia difficile dirti addio, ma devo, dobbiamo. Non possiamo farci così del male, non te lo meriti. So che ci mancheremo tantissimo entrambi, ma tu devi essere felice, devi promettermelo. Sei forte. Ti amo. Tua, Feu.' Non so quanto sia stato difficile per lei dirgli addio, ma so quanto dolore ci ha messo nel farlo. Lo si capisce, era una donna, noi amiamo senza preoccuparci del dolore che farà, siamo state create così, per far del bene agli altri, tranne che a noi.

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Capitolo 3
*** La pioggia. ***


I giorni correvano, le lancette dell'orologio giravano ancora e ancora, guardavo fuori dalla mai finestra come ogni giorno, in cerca di qualcosa, qualcuno. Ormai mi affezionavo sempre di più a Feu come se fosse parte di me. Sentivo la sua storia cucita sulla mia pelle, sembrava strano eppure era così.. Cercavo lui inutile ignorarlo, i ricordi mi viaggiavano per la testa, come un film di cui conoscevo il finale, avrei voluto che quel film non finisse mai, purtroppo era finito presto ed il sipario era calato, calato su me, su lui, sul noi. Tutto era cupo ormai, mi sentivo nera, incenerita, persino io, la ragazza dal sorriso facile; solo dopo capì che quel sorriso era solo una grandissima finzione, dopotutto sapevo vingere bene, me ne accorgevo sempre di più. La pioggia cavala quel giorno, era strana, era più forte del solito, più pesante, amara. Sembravano lacrime, forse ero io che le immaginavo così, il cielo sembrava me. Dubito che quel giorno la pioggia ci fosse solo fuori anzi, era dentro di me, il clima era solo uno specchio. Non m'interessava della scuola, dei compiti in classe, delle interrogazioni, del rapporto con i miei genitori, non m'importava. Io avevo lui in mente e lui volevo, ero una piccola ragazzina innamorata, ero stata distrutta certo, non avevo imparato la lezione, lo volevo di nuovo, ancora e ancora. Nuotavo nei ricordi quel giorno di inizio autunno, ero sdraiata sul letto dove avevamo fatto l'amore, dove ci eravamo detti ti amo, dove ci eravamo promessi per sempre, dove aveva detto che non mi avrebbe mai abbandonata perchè ero la sua piccola e lui non poteva vivere senza di me, capite? Sono parole che per una ragazza di 15 anni contano, ci ho creduto, proprio come una bambina alla promessa di un nuovo giocattolo, sapevo che quelle promessere sarebbero svanite appena sarebbe tornato lì, dove doveva andare. Ero sdraiata, con la sua felpa addosso, il suo anello appeso alla collana, mi facevo del male da sola, mi strangolavo di ricordi, mi ubriacavo di speranze e bugie, vivevo nel mio mondo dove importava sempre e solo lui. Mi sentivo così sola, sentivo di aver lasciato una parte di me a lui, sapevo benissimo quella parte non sarebbe mai tornata.

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