Moments

di EllaC
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** live while we're here. ***
Capitolo 2: *** it's not how it seems. ***



Capitolo 1
*** live while we're here. ***


in fondo in questa città piove sempre, una vera noia. 
sì, la mia vita al momento è un pò una tortura. ma è mia, no?
è 'unica vera cosa Mia. mi appartiene. le appartengo. nessuno ha detto che sarebbe stato un gioco per bambini. 
nessuno ha detto che non ci sarebbero stati degli ostacoli o dei sacrifici.

ma oggi mi premio col sole. oggi voglio respirare un pò.
non presto mai molta attenzione alle persone intorno a me, se non decido volontariamente di leggerle.
ancora oggi i miei amici non mi credono. ma nel loro profondo lo sanno. sanno che io lo faccio per davvero. ma non fa comodo a nessuno ammetterlo.
in ogni caso non mi importa, tanto è a me che porta benefici avere questa innata propensione per la lettura delle persone no?
c'è troppo vento oggi. nonostante il bel sole ho i brividi. se non passassi quasi ogni notte insonne molto probabilmente starei alla grande oggi.

alla grande.. si.. aspetta, ma da quanto tempo non mi sento "alla grande"?

rido e penso che è inutile chiederselo.
-gelati artigianaliiiii!!-
Oh, ecco. Questo si che è un bel modo per dare un bel calcio alla malinconia.
-nocciola e pistacchio, grazie.-
Mentre mi allontano col mio cono decido di piazzarmi nel bel mezzo della piazza e guardare la gente.
Mi piace immaginare per ognuno di loro che vita hanno, che emozioni provano.
 Cono finito, devo buttare la carta. Ma sono una persona civile, perciò mi alzo e cerco un cestino.
Vengo urtata da uno contro la spalla, e mi faccio anche male, ma l’abitudine ha il sopravvento, succede spesso qui.
Se non fosse che questo tizio mi viene dietro e mi chiede scusa.
Toh. Qualcuno usa ancora gentilezza? Lo stupore mi assale. Mi giro e in un nano secondo mi trovo la sua mano sul braccio. Mi chiede –ti ho fatto male? Scusami, non stavo guardando dove andavo.-
prima di concentrarmi ad osservargli la faccia, l'occhio mi cade sul braccio. e ovviamente lui molla la presa.
fortunato, stavo per tirargli un pugno. brutte esperienze.
e poi finalmente alzo gli occhi.



-driiiiin-








spazio autore: dopo un pò di peripezie, storia nata un pò per caso. spero vi piaccia! attendo recensioni. servono in ogni caso!
ciao bellezze! :* Ella.

 

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Capitolo 2
*** it's not how it seems. ***


… e il telefono con a sua suoneria impossibile inizia a suonare.
Rispondo un po’ infastidita, è mio padre. –pupetta! – ecco qua. Posso avere 20, 25, 30 anni, ma certe cose non cambieranno mai. La chiamata dura poco. Mi sono quasi dimenticata dello sconosciuto cui ho voltato le spalle. Sono sicura che se n’è andato.
E invece eccolo lì, con i rayban sul naso, i capelli spettinati, la faccia da pesce.
Ma che vuole??  Silenzio. Beh, allora parlo, per la miseria. “ senti non c’è problema, sto bene, tranquillo!”
Silenzio. Che cavolo hai da fissarmi? Sempre se stai fissando me.

“oh ok. Io.. “
E dai, non ho tutto il giorno.
“vieni spesso qui?” wow. Vuoi fare conversazione adesso? Sul serio? Come se fossi una scema.  Che faccia però. Non capisco niente. Non leggo niente. È un enorme punto interrogativo.

“si, mi capita. Vivo in questa città da un po’ ormai. Mi piace girare, perdermi. Ne sono innamorata.” –ok el, stai decisamente dando troppe informazioni. Ma questa faccia mi incuriosisce, mi intriga il fatto che non ne colgo le espressioni. Come se parlasse in ostrogoto. Maledetto.
Ride. E sono morta. Cavoli che sorriso! Ora si che vedo qualcosa! Non sta solo facendo il fico.
“innamorata? Di una città??” si, di una città, sconosciuto numero uno! Embè?

“è complicato”. Beh, lo è. Come spiegare che l’unica cosa che mi fa stare bene è staccare la spina dai miei doveri e girare senza meta? Come spiegare il perché? Caro sconosciuto numero uno, No, non lo saprai.
“senti.. posso chiederti come ti chiami?” . col cavolo!

“solo se mi dici il tuo”.

E allora eccola là, l’espressione di stupore più evidente che abbia visto negli ultimi mesi. Si toglie gli occhiali da sole e dice solo: “sul serio? Non sai chi sono?” e i denti li vedo proprio tutti, in quel sorriso enorme.
 Ci penso un po’.

“dovrei?”

Ma poi qualcosa cambia nell’aria. Inizio a sentire delle grida multiple che si avvicinano. Mi giro e vedo 2 gruppi di ragazze che ci fissano, alcune abbastanza intenzionate a mettersi a correre.
Penso di essere un po’ nella merda, non so perché.

“oh, cazzo.” Mi giro, e  improvvisamente l’espressione rilassata e divertita è scomparsa, e su viso del mio sconosciuto c’è un ghigno strano, stizzito.
Mi guarda, si rimette gli occhiali e sbuffa. “ ascoltami. Io devo scappare proprio adesso, ma ti prego, dimmi il tuo nome. Solo il tuo nome.”
“ te lo dirò, ma non oggi”
“allora dimmi come faccio a ritrovarti. “
È facile. Non ho la più pallida idea del perché lo sto facendo. O forse si.
I casi difficili mi hanno sempre intrigata fino allo sfinimento.
Gli metto il biglietto in mano. “ alle 9”.
Sorride e si mette a correre. E appena lo fa, quei due famosi gruppi di persone scattano in un inseguimento incredibile, finchè le urla non mi superano del tutto.
 
Non capisco. Ma chi cavolo sei, sconosciuto numero uno? Uno famoso, ovviamente. Pensa te.  
Inizio a camminare verso la fermata della metro quando vengo praticamente braccata da due ragazze.
Le osservo. Capelli muticolor, vestiti di vario tipo, più giovani. Una sta piangendo e ha lo sguardo supplichevole di chi sta per chiederti un favore in punto di morte. L’altra invece.. sguardo da killer. Oh my my.

“chi cazzo sei tu?”. Wow. Carina.
“ma dico, lo sai chi era quello? Se ti rivedo in giro, non sai che ti succede”
Ma la sua spavalderia dura poco.  Molto poco. Intuisce la differenza di età e di forza,- 5 anni di allenamento sono serviti, cavoli- e si allontana dal mio naso.
Me ne vado, ma continuo a sentire questa frase.

“ma lo sai chi cazzo era quello?” e piange.
La gente è strana.
Mancano 3 minuti e finalmente torno a casa, ma no, non posso stare tranquilla con l’ipod nelle orecchie giusto?
La ragazza dallo sguardo di supplica di prima mi bussa alla spalla. È gentile, me lo dicono i suoi occhi.

“ti prego,digli che lo amo. Io sono sarah. Ti prego.”oh, Sarah.  Che ti avrà fatto per piangere così?
“senti tesoro, chiunque fosse, mi ha solo chiesto l’ora okay? Non preoccuparti”.

“oh mio dio. Sul serio non lo sai allora. Quello era Harry Styles.”
Vuoto.

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