Nel paese delle meraviglie. di qujnnest (/viewuser.php?uid=58623)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lettera numero uno. ***
Capitolo 2: *** Lettera numero due. ***
Capitolo 3: *** Lettera numero tre. ***
Capitolo 4: *** Lettera numero quattro ***
Capitolo 1 *** Lettera numero uno. ***
Carissima
Alice,
E’
passata un’eternità dall’ultima
volta che ti ho vista. Come stai?
Ho saputo che
sei cresciuta, che il
mondo ti vuole più grande!
Qui è
come sempre; nessuno viene mai
a prendere un te con me e con il mio amico Leprotto e lo Stregatto
ultimamente
ha intrapreso molti viaggi ma quel che racconta sembra tutto frutto
della sua
fantasia.
Voglio
però sapere di te, hai mica
dimenticato la mia follia?
Hai ancora il
ricordo delle nostre
risate, mia cara Alice?
Aspetto sempre e
pazientemente che tu
possa tornare, quando eri al mio fianco, credevo fossero gli altri ad
essere
pazzi!
A nessuno
è dato sapere quello che
realmente è accaduto ma, giuro, se potessi, mia amata Alice,
direi alle
creature del tuo mondo e a quelle del mio, che ti amo con tutta la
follia che
mi scorre nelle vene!
Abbiamo tanto da
dirci, mi adorata
Alice, eppure mi sembra che non ci sia mai nulla di cui parlare, come
se il
nostro amore bastasse per tutta la vita!
Non comprendo
gli innamorati che si
tengono per mano, se si perdessero si ritroverebbero lo stesso
perché si amano!
Almeno, credo
sia così.
Tu, per me, sei
sempre al mio fianco,
legata a me da un filo dorato come i tuoi capelli.
Mia preziosa
Alice, quanto vorrei
sentire ancora il profumo dei tuoi capelli, addormentarmi e svegliarmi
con te
tra le braccia!
Hai dato vita
alla mia esistenza e un
giorno, mia dolce Alice, saremo di nuovo insieme.
Ti amo.
Tuo, Cappellaio.
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Capitolo 2 *** Lettera numero due. ***
Carissima Alice,
Oggi
è stata una giornata di sole e
ti ho pensata, esattamente come quando piove o tira vento.
Ho pensato a
tantissime parole ma
quella che mi è rimasta impressa, oggi, è stata
“paura”.
Hai mai provato
questo parola?
Mi piace pensare
che le parole si
provino, come le sciarpe, o i cappelli nel mio caso, per vedere se si
intonano
con gli altri vestiti; le parole dovrebbero intonarsi alle persone.
Mia bellissima
Alice, la prima vera
volta che ho provato la paura, fu quando realizzai che saresti tornata
nel tuo
mondo, lontana da me; chissà come sarebbe stato se ti avessi
seguita!
Quando torno a
casa, la sera, metto
in tavola un piatto in più ma me ne pento subito
perché l’idea che tu possa
tornare da me, mi fa paura!
Se tu tornassi,
io dovrei farti
innamorare di me ogni giorno e non ne sono all’altezza!
Ma come posso
avere paura di amarti
se con te accanto potrei conquistare qualsiasi universo?
Vedi, mia
infinita Alice, tu sei la
debolezza da cui traggo la follia per andare avanti, per diventare
quello che
meriti!
Se un giorno
tornerai, io
apparecchierò la tavola anche per te e sentirò il
cuore più leggero perché tu,
con la tua bellezza, spaventi quel mostro chiamato paura.
Ti amo, ora e
sempre,
Tuo Cappellaio.
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Capitolo 3 *** Lettera numero tre. ***
Carissima Alice,
Sono trascorsi
pochi interminabili
giorni dall’ultima lettera;
aspetto
pazientemente ogni tua
possibile risposta, ma non una risposta alle lettere, una risposta alla
domanda
che il mio cuore ti chiede continuamente.
Tornerai?
Mi ami? Mi ami
ancora?
Chissà
se quest’agonia finirà mai;
vivo le giornate con molta intensità, per quanto un matto
come me possa
goderne.
La vera goduria
era farti ridere,
mille volte meglio che fare l’amore sui prati in primavera!
La
verità, mia tenera Alice, è che
sento sempre la tua risata, vedo i tuoi occhi riflessi nei miei,
percepisco il
tuo profumo e, quando mangio le pesche è come se avessi in
bocca il tuo sapore.
Tu sei il mio
sesto senso, le mie
terminazioni nervose, mi avvertono se sono in pericolo oppure mi fanno
provare
piacere, proprio come facevi tu, mi proteggevi dal mondo e mi regalavi
felicità!
Mia eterna
Alice, passo pomeriggi
interi ad aspettarti sotto il tuo ciliegio preferito.
Non importerebbe
se fosse inverno o
piena estate, io aspetto la primavera, io aspetto te.
Tuo, follemente
innamorato,
Cappellaio.
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Capitolo 4 *** Lettera numero quattro ***
Carissima Alice,
Questa
è la quarta lettera, o, come
preferisco chiamarla io, la lettera numero quattro.
Avrei potuto
scrivere di più per te,
mia amata Alice, ma è trascorso troppo tempo e, avendo un
cuore anch’io, mi sto
ammalando.
Credo si chiami
‘nostalgia’, la
mancanza di qualcosa che non avremo mai più; no, non
arrabbiarti, non cerco di
leggerti i pensieri, sto solo prevenendo un dolore che
involontariamente mi
procurerai.
Mia adorata
Alice, te ne sei andata e
ti ho lasciata andare credendo di fare il tuo bene invece ho fatto male
solo a
me stesso ed ora, egoisticamente, ti rivoglio con me.
Utopia, lo so.
Tu adesso hai il tuo
tempo e il tuo spazio e la tua vita e i tuoi affetti e poi avrai il tuo
futuro
e infine avrai il tuo amore, che non sono io.
Ti amo, giuro
sulla mia follia, che è
quanto di più caro un pazzo possa avere, che ti amo! Ti amo
da quando sono
venuto al mondo e ti amerò anche quando mi
innamorerò di nuovo, ti amerò perché
non potrei desiderare di fare altro e quindi ti amo e ti dico addio
adesso
prima che lo faccia tu.
Puoi dare tutte
le colpe a me,
liberati da tutti i pensieri e da tutti i pesi che ti ho dato; regala
tutto a
me, ti prego mia infinita Alice, lascia tutto a me, vai a conoscere il
tuo
mondo, ama ancora mia dolcissima Alice.
Io
andrò in un altro mondo e poi un
altro ancora e non lascerò traccia di me, il tuo Cappellaio
non esisterà più e
avrai spazio per nuove vite.
Grazie, di tutto.
Ti amo.
Tuo, Nessuno.
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