Memorie dimenticate

di Ishyna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo-Desideri nascosti.... ***
Capitolo 2: *** Quella notte ***
Capitolo 3: *** ... di luna e lacrime ***
Capitolo 4: *** Glielo devo ***
Capitolo 5: *** Risveglio in una nuova vita ***
Capitolo 6: *** Bugiarda ***
Capitolo 7: *** La via d'uscita ***
Capitolo 8: *** Oggetto del desiderio ***
Capitolo 9: *** Sogno o son desta? ***
Capitolo 10: *** Riunione ***
Capitolo 11: *** Il rimorso dell'indecisione ***
Capitolo 12: *** L'inizio di una sopravvivenza ***
Capitolo 13: *** Incontro ***
Capitolo 14: *** Il villaggio di Ashe ***
Capitolo 15: *** L'arcano rivelato ***
Capitolo 16: *** Confessioni da una nemica ***
Capitolo 17: *** L'apparizione del principe ***
Capitolo 18: *** Una spalla su cui piangere ***
Capitolo 19: *** Gli uomini della mia vita ***
Capitolo 20: *** Il mondo di Bulma ***
Capitolo 21: *** Shin ***
Capitolo 22: *** Il portale ***
Capitolo 23: *** Una ghianda ***
Capitolo 24: *** Ogni fibra del mio essere ***
Capitolo 25: *** Quel che si può leggere in uno sguardo ***
Capitolo 26: *** Follia ***
Capitolo 27: *** L'orgoglio dell'eterno principe ***
Capitolo 28: *** La fiamma dell'ira ***
Capitolo 29: *** Nascita del male - parte 1 ***
Capitolo 30: *** Nascita del male - parte 2 ***
Capitolo 31: *** Regina...? ***
Capitolo 32: *** La donna di chi? ***
Capitolo 33: *** Una donna gelosa ***
Capitolo 34: *** Un uomo geloso ***
Capitolo 35: *** Ishabal ***
Capitolo 36: *** Il tempismo della perfezione ***
Capitolo 37: *** Ritorno alla normalità ***
Capitolo 38: *** Col cuore in mano ***
Capitolo 39: *** Sicurezza-Legame-Disperazione ***
Capitolo 40: *** Paura ***
Capitolo 41: *** Butterflies and Hurricanes ***
Capitolo 42: *** Una vita meravigliosa ***
Capitolo 43: *** Wish ***
Capitolo 44: *** Quella notte... di neve e lacrime ***



Capitolo 1
*** prologo-Desideri nascosti.... ***


L'aria quella notte era dannatamente fastidiosa... Come ogni notte ormai. I suoi occhi restavano fissi nell'oscurità, come a cercare un appiglio in tanto grigiore... Ma lui stesso si rendeva conto d'esser oscuro, nel suo cuore, nella sua anima. Era stato così, da sempre: scuro il suo futuro come le sue iridi, la sua chioma. Quasi prendendosi in giro pensò al secondo colore predominante nella sua vita: il rosso del sangue. Se le vite che aveva spezzato avevan un prezzo, certo ora lui lo stava pagando.
"Vegeta...."
Un flebile sussurro alle sue spalle attirò la sua attenzione, ma non così tanto da farlo voltare.
"Vegeta... a cosa pensi, mia oscura creatura?"
La figura si affiancò a lui e con un balzo si sedette sulla sottile ringhiera in ferro. A guardarla, l'unico aggettivo che ci si imprimeva nella mente era... oscena. Il sottile velo nero che le avvolgeva il corpo era a tratti trasparente, facendo risaltare le sue abbondanti forme. Il sayan la guardò senza interesse alcuno.
"Alla morte", sottilizzò infine, non permettendole di entrare nella sua mente.
La ragazza sorrise compiaciuta, fissando i suoi occhi sul suo volto... occhi ingannevoli e bugiardi, occhi più neri del buio che stava osservando fino a poco prima, nel vero senso del termine... giacchè le sue palpebre si alzavano danzando, solo il nero inghiottiva i suoi interlocutori. Il suo volto era... bello. Perfetto. Marmoreo... poichè era bianco come il marmo. E i capelli lisci e lucidi le incorniciavano quei lineamenti lattei e delicati.
Ma lui sapeva, sentiva... che era "sbagliata". Non aveva un aura, ma una pallida e glaciale sfera che l'avvolgeva e che non lasciava dubbi sulla sua natura.
"E morte sarà... Non temere... Ora ne hai il potere..."
Avrebbe dovuto gioire a quelle parole, ma il suo entusiasmo fu contenuto da quella sgradevole sensazione di schiavitù... Aveva fatto lo stesso errore di 5 anni prima, quando quella "M" si impresse sulla sua fronte... Aveva barattato la sua esistenza per avere quell'unica possibilità di riscatto nella vita. Gli era stato tolto tutto, non gli rimaneva che la vendetta... Kakaroth... era tutto ciò che gli rimaneva. E lo voleva vedere morto, schiacciato dalla sua nuova inesauribile forza. Sorrise d'un tratto, quasi follemente, ripensando alla sua inesauribile vena omicida di Saiyan, compiacendosi per la riconquista del suo orgoglio...
Nascondendo anche a sè stesso che tutto ciò che avrebbe voluto sarebbe stato che il suo ricordo fosse ancora presente...
Avrebbe voluto non mentirle quella sera...
Quando gli occhi della donna lo avevano scrutato e lui aveva negato ogni cosa, pur sapendo che era l'ultima volta che le avrebbe parlato....

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Capitolo 2
*** Quella notte ***


Quella notte...
Infastidito per l'ennesima volta dalla debolezza di quel pensiero, il principe girò stizzito sui tacchi, senza degnare l'interlocutrice d'una parola.
"... Vai già a dormire? Quando la smetterai di disdegnare la mia compagnia?" chiese sorridente lei, con l'espressione di chi possiede una sicurezza tale da affrontare chiunque.
Ma il saiyan non le rispose, spostando con una mano il pesante tendone che lo divideva dalla sua stanza, facendo così salire verso l'alto milioni di particelle di polvere che giocarono danzando nell'aria, proiettate solo dalle flebili luci delle candele sparse qua e là senza un ordine preciso.
Con un movimento netto si tolse il mantello color pece che gli avvolgeva le spalle, gettandolo distrattamente sulla prima poltrona incontrata e provocando così un'altra seccante ondata di acari.
Così come all'esterno, pure gli interni sembravan caduti in mano alle tenebre, coadiuvati dalla scurezza delle stoffe e dalle strane creature intarsiate nel legno del mobilio.
A vegeta quell'ambiente non andava per nulla a genio, lo trovava decadente e sporco... indegno al suo nome.
Ma agli occhi di chiunque altro, la sua dimora si presentava come un possente maniero gotico, sfarzoso seppur da ristrutturare... Ma l'aria tanto tenebrosa che lo avvolgeva aveva scoraggiato chiunque all'avvicinarsi.
Si gettò con un tonfo sordo sul letto, scotendo così le lenzuola granata del suo baldacchino, senza neppure prendersi la briga di togliersi gli stivali. Era chiaramente nervoso, come sempre del resto, ma al calare delle tenebre questo suo difetto diventava più visibile... Si costrinse a chiudere gli occhi, in cerca di un sonno ristoratore che ormai non giungeva da troppo tempo, quando nuovamente quella voce lo interruppe.
"Non temere... questa sensazione sparirà... una volta che avrai schiacciato con i tuoi piedi la persona che ti ha tolto tutto..."
La figura di lei era ancora più distorta dalla danza delle fiamme circostanti ed il principe si ritrovò a fugare lo sguardo, quasi intimorito all'idea di qualche oscuro potere che potesse definitivamente fargli perdere il controllo di sè. La trovava a tratti fastidiosa, a tratti interessante... ma sicuramente la sua presenza non lo metteva a proprio agio.
"Non ho alcuna sensazione se non l'odio. E ora vattene, non mi pare avessimo un accordo per discutere la sera"
Detto questo, con un gesto preciso piegò la gamba e con la punta dello stivale si sfilò l'altro facendolo atterrare a pochi centimetri dai piedi dell'ospite, che scoppiò in una risata cristallina... se limpida fosse l'inquietudine. Poi svelta si defilò chiudendosi l'uscio alle spalle, mentre la sua voce faceva ancora eco tra le mura...
L'uomo osservò ancora a disagio la porta, poi spostò le iridi color pece sul soffitto, seppur non lo riuscisse a vedere completamente a causa del poco chiarore.
"Quella notte...", si ritrovò a mormorare prima che se ne rendesse conto. Ma quando la sua stessa voce giunse alle sue orecchie, con un gesto d'ira si girò d'un lato, lo sguardo torvo di chi è incazzato, ma solo con sè stesso.
Per un attimo afferrò le coltri sotto di sè con la mano, chiudendole in un pugno, ma poi le lasciò lentamente scivolare via, come segno di resa... Lo avrebbe fatto, anche quella notte. Si sarebbe lasciato cullare da quel ricordo. E ci sarebbe stato male, sarebbe stato invaso dalla tristezza... Ma si sarebbe ricordato della sua vita. Con un sospiro quasi affranto richiuse gli occhi, facendo scorrere le immagini nella sua mente....


"Vegeta...?"
La voce più familiare che lui conoscesse lo stava chiamando, mentre lui (come aveva fatto prima), era appoggiato alla ringhiera, intento a guardare il nulla. Ma l'ambiente era diverso... era VIVO. Seppur fosse notte, qua e là poteva osservare un chiarore diffuso, quasi rassicurante, delle case poco distanti, delle finestre di casa sua. Poco lontano il suono di risate saliva verso i suoi timpani, scandito dalle voci degli astanti... E presero a culminare nel momento in cui, la voce di un Crilin annebbiata dall'alcol, iniziò lenta e stonata a scandire le note di una canzone d'amore.
"Vegeta!"
Si girò come destatosi, riconoscendo sul terrazzo, dietro di lui, la donna dai capelli color cielo rischiarata dalla luna. Negli occhi di lei non c'era rimprovero come negli occhi di chiunque l'avesse guardato dalla sua nascita... Era l'espressione di chi guarda un uomo come tanti, o forse qualcosa di più... "Dovresti scendere sai! Voglio dire... è la vostra festa! Avete sconfitto e Majin bu... e... sei tornato"
Lui la osservò di nuovo, chiedendosi in cuor suo cosa la spingesse a volere un assassino al suo tavolo... Un assassino che l'aveva portata a letto, ma non le aveva mai espresso neppure una volta i suoi sentimenti. Le parole eran per chi non sapeva combattere. Chi era più forte poteva sistemare le cose lottando, anzichè perdersi in mille discorsi forzati e vuoti. Forse per questo non vi era abituato, non l'aveva mai fatto... ed iniziare ora era difficile. Troppo per chi aveva un segreto da confessarle....
"Non voglio. Sono una mandria di dementi senza cervello con a capo Kakaroth... Guardali! Due giorni fa il mondo stava per cadere nell'apocalisse, e ora cantano canzoni popolari!"
Bulma lo osservò silente per qualche istante... poi scoppiò in un'incontrollata risata. Si avvicinò di qualche passo al suo uomo, gli appoggiò una mano sul suo braccio mentre l'altra era premuta sulla pancia a causa delle troppe risa, fino a quando con fatica riuscì a rispondergli.
"Hai ragione! Crilin non è portato per le canzoni d'amore! Dovremmo regalargli una parrucca lunga ed indicargli la strada del metal! Che ne dici?"
Si era ammattita! Vegeta la guardò stranito, non capacitandosi di come potesse avergli detto una cosa simile... forse lo shock per la morte... forse...
D'un lampo gli venne in mente l'immagine del miglior amico di Kakaroth con una cresta verde in testa e un catenaccio al collo... e si girò di scatto per nascondere l'immagine del suo labbro inferiore che tremava vistosamente. La donna cercò di riprendere il controllo della situazione, conoscendo bene il saiyan e sapendo che mai le avrebbe permesso di vederlo ridere. Diede due colpi di tosse per spezzare l'atmosfera e la sua espressione divenne terribilmente seria, prima che aprisse le labbra.
"Vegeta... mi devi dire qualcosa?"
La domanda entrò nel petto del saiyan come un pugnale e stupito si girò a guardarla. Lei.... aveva capito qualcosa?
Sì, avrebbe dovuto dirglielo... ma che importanza avrebbe avuto... da domani.... il domani in cui lei non avrebbe più ricordato la sua esistenza?


p.s.
Questa è la mia prima fanfiction, sebbene abbia scritto molti racconti personali... spero di riuscire a trasmettere ciò che voglio.kiss!

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Capitolo 3
*** ... di luna e lacrime ***


"Sì"pronunciò infine.
"Il tacchino faceva pena... impegnati di più la prossima volta"
Bulma restò ammutolita per qualche istante, a bocca aperta, mentre l'uomo con placida calma si rigirava dandole le spalle per chiudersi di nuovo in sè stesso. Le ci volle qualche minuto, certo... ma alla fine giunse al tanto atteso scatto d'ira.
"Brutto... brutto buzzurro d'un cafoneee!! Ci ho messo tutto il pomeriggio per prepararlo, e comunque non pensavo avessi sentito alcun gusto, visto come ti sei ingozzato!"
Le ciocche blu entrarono in contrasto con lo sguardo fiammeggiante d'ira e Vegeta, pur non girandosi minimamente ad osservarla, sapeva già quale sarebbe stata la sua reazione. Sorrise sornione, poggiando il gomito sulla striminzita balaustra, immaginando il suo viso. Fin da bambino, nessuno aveva osato rivolgersi in quel modo a lui, nessuno gli rivolgeva la parola neppure se non ad un suo esplicito ordine... Freezer a parte, il mondo girava intorno a lui, fino a che non era giunto su questo pianeta... Un pianeta che avrebbe dovuto rivendere e che si era ritrovato ora a "salvare". Non comprese bene il perchè, ma nel momento stesso in cui formulò questo pensiero, il suo stato d'animo cambiò rapidamente, facendo scomparire dal suo volto la tranquillità portata dalla quotidianetà.
"Se volevi qualcuno che si complimentasse con te comunque, saresti dovuta rimanere con quella mezza sega di umano"
Le parole scivolarono fuori dalla sua bocca, senza potersi fermare. Nel momento stesso in cui le pronunciò se ne pentì, ma d'altraparte... che differenza avrebbe fatto?
Non avrebbe neppure più dovuto scervellarsi per riavvicinarla senza perdere l'orgoglio...
NOn gli si sarebbe mai più avvicinato...
"Sì... lo penso seriamente... avresti fatto meglio..."ripetè sotto voce.
Silenzio. Cadde un profondo silenzio che insinuò il disagio nella sua mente. Perchè non si infuriava? Perchè non sbraitava come suo solito? Sarebbe stato meno doloroso andarsene sapendo che lei lo odiava.... Ma i minuti si protrassero e nulla pareva accadere. Fu così tentato dal girarsi: fece perno su un piede appoggiandosi con la schiena al balconcino, con aria di nulla, ma i suoi occhi, per una volta, tradirono la sua apparente tranquillità. Lei era di fronte a lui e lo guardava... Non aveva mai visto quello sguardo in vita sua, una sguardo triste e carico di cattiveria. Prima che potesse rendersi conto del fatto che quella era davvero lei, la mano di Bulma si aprì prendendo slancio verso il suo viso. Con una mossa secca, dettata dal suo istinto di guerriero, la bloccò semplicemente parandola con due dita. Quel contatto gli trasmise un profondo brivido, e per la prima volta in vita sua si sentì un codardo... Stava facendo questo...per soffrire di meno... Stava rovinando l'ultima notte... per non ammetterlo... Ma ogni sua elucubrazione si sciolse come neve al sole quando la donna aprì gli occhi, non più carichi d'odio... ma colmi di lacrime.
"Perchè... perchè Vegeta... non vuoi dirmi cosa c'è davvero? Valgo sul serio... così poco?"
Ormai il danno era irreparabile. Non avrebbe più trovato il coraggio di dirglielo, non ora, non dopo quell'espressione ferita. Si limitò a scostare la mano e passarle affianco, fermandosi alle sue spalle dopo pochi passi.
"Non sei tu a valere poco... sono io ad essere un bastardo. E tu lo sapevi già da un pezzo"
Riuscì a tenere un tono di voce fermo e risoluto e riprese il controllo delle sue emozioni, pur quando lei rientrò in casa di corsa, senza più guardarlo. Vegeta restò fermo in mezzo al terrazzo, mentre osservò la luna scomparire dietro nubi cariche di pioggia che presto si sarebbe abbattuta sulla città...
"Avresti dovuto dirglielo..."
Scorse un tono di rimprovero nella voce alle sue spalle, proveniente da dov'era poggiato lui fino a poco prima.
"Ma davvero?! E dimmi... quindi tu l'hai già detto a tua moglie... eh, Kakaroth?"
Il principe abbozzò un sorriso freddo, senza distogliere lo sguardo dagli ultimi raggi del luminoso satellite, superstiti del tempo atmosferico.
"Lei... lei non ha alcun presentimento. Sarebbe crudele farglielo venire."
In risposta si levò una risata, prima appena accennata, poi sempre più forte, quasi isterica, fino a quando Vegeta non scattò di colpo girandosi, arrivando davanti al suo interlocutore in un attimo, afferrandolo per il collo di quella ormai usurata tuta arancio.
"Sono stufo delle tue sporche scuse! La verità è che sei sudicio come me, come tutto il resto del mio popolo! E' colpa tua! E' sempre e solo colpa tua!! TUAAA!!!"
La voce si fece man mano più rabbiosa, quasi si spezzò in gola a causa della tensione, poi, di colpo, si scostò ansando, paonazzo. "Hai ragione... è colpa mia..."rispose Goku senza alcuna inflessione.
"Ma non me ne pento"aggiunse. I suoi occhi erano quelli di chi non si era mai dovuto vergognare in vita sua... quelli di chi aveva passato una vita a fare la cosa giusta. E Vegeta lo sapeva... e forse per questo sentiva il suo odio crescere ancora di più.
"Se non lo avessi fatto... questo pianeta sarebbe scomparso già da un pezzo... e tu non lo avresti neppure potuto conoscere"
Il sangue blu ribollì nel corpo dell'altro, facendogli tremare le braccia al punto tale da risaltargli maggiormente ogni singola vena.
"E io sarei stato felice... immensamente felice nel saperlo esploso... e con esso, chiunque lo abitasse..."
Col suo solito passo regale e stizzito, il saiyan rientrò attraversando le porte del balcone, dirigendosi di buona lena nella sua stanza. Rimase così solo un uomo a prendersi le prime lacrime di pioggia già annunciate, ad angosciarsi delle risate poco distanti, a mormorare tutto solo...
"Non riesci neppure ora... a essere obiettivo... eh, Vegeta...?"

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Capitolo 4
*** Glielo devo ***


Sudato ed ansante poggiò la schiena a terra dopo esser rotolato su un fianco, puntando gli occhi nel nulla... Il petto risaliva e scendeva ad intervalli regolari, scandendo un ritmo ormai conosciuto alle sue orecchie. Ma per il resto... il silenzio. Ci si era parzialmente abituato ormai, ma nonostante tutto gli mancava l'aria chiassosa di casa, la moglie che si lamentava per i loro problemi monetari, il figlio che si allenava nel verde dietro casa con la sua fidanzata nuova di zecca... Gli mancava la sua famiglia. Dèi, non aveva visto crescere il suo secondo genito ed ora che aveva avuto il modo di tornare, era di nuovo all'altro mondo! Abbozzò un sorriso malinconico, senza alcun rancore per la vita stessa, che certo non l'aveva risparmiato... Ma tutto sommato Son Goku era felice di vivere, per quanto le cose potessero sempre parere disperate... Aveva imparato, negli anni, che spesso nulla era irrisolvibile. Se la cavarono pur quando Cell possedeva una potenza combattiva maggiore rispetto a lui. Bè, era morto... ma diamine, morire è un po' come andare in bici: la prima volta solamente sembra difficile, poi ci si fa l'abitudine! Ed ancora avevano superato la crisi finanziaria che li aveva colpiti: fare una sottospecie di supereroe al posto di un normalissimo mestiere non era stato per nulla vantaggioso, diceva Chici! Eppure lui non avrebbe cambiato di una singola virgola la sua esistenza... Dio, come si era divertito! Aveva conosciuto persone straordinarie e visitato posti che pochi mortali potevano descrivere... Lui non aveva rimpianti... ma un unico dolore: aver dovuto decidere per tante persone, senza consultarle per un parere. Fra tutte, una lo preoccupava particolarmente... Aveva colto a piene mani quello che la vita gli aveva presentato: un folto gruppo di amici, un folto gruppo di nemici con cui confrontarsi e migliorarsi, una moglie e dei figli. Insomma, tutto ciò che si poteva desiderare.
Ma il suo eterno rivale...
No, lui no. Aveva scoperto da poco cosa significasse davvero la libertà, avere un'esistenza "piacevole"... Nel momento in cui l'altezzoso principe si era introdotto ad una vita che non significasse solo morte e lotta... Bè, lui aveva deciso per entrambi. Aveva deciso che avrebbe potuto rinunciare a tutto questo.
Ed era da quel giorno che una sola domanda continuava a ronzargli nelle mente...
"Ne avevo davvero il diritto?"
Come suo solito non si rispose. Si limitò a sospirare, socchiudendo gli occhi per immaginare la foresta accanto casa allo scopo di rilassarsi... Ma quando li riaprì, due iridi scure erano intente a scrutarlo, contornate da una folta ma corta pelliccia.
Il saiyan si rialzò di colpo a sedere, mettendo una mano sul cuore che aveva preso a battergli all'impazzata per lo spavento. La bestia che era stata causa di quell'agguato, si allontanò saltellando sulle zampe posteriori trascinando quelle anteriori, emettendo versi gutturali.
"Maledetta scimmia! Prima o poi mi farai morire di crepacuore davvero!", si ritrovò ad esclamare con gli occhi sbarrati, prima di scoppiare a ridere come un bambino.
"Come sono ridotto! Mi faccio prendere alla sprovvista da te!"
"Questo perchè sei distratto..."fece eco una voce dietro lui.
Goku si alzò, spazzandosi con una mano il pantalone della sua vecchia ma fidata tuta prima di girarsi sorridente come suo solito verso d'essa.
"Re Kaio! Sei venuto a chiamarmi per la merenda?"
"Veramente abbiamo mangiato pranzo un'ora fa..."-fece notare l'ometto tossicchiando-"Comunque no. Sono venuto a vedere come procedevano i tuoi allenamenti. Ma a quanto pare... non procedono."aggiunse avvicinandosi tenendo le mani una nell'altra dietro la schiena.
"Come sei fiscale! Sto solo riposando qualche minuto... giusto il tempo di riprender fiato e..."
"Non prendermi in giro, Goku. Una volta, un'ora di allenamento non ti avrebbe fatto alcun effetto. Tu non sei concentrato. Pensi ad altro... e penso proprio di sapere già di cosa si tratti..."
A quelle parole la scimmia iniziò nuovamente il suo strano balletto, come a sottolineare il suo accordo a quel pensiero.
Per tutta risposta, il guerriero si stirò alzando gli occhi verso l'alto.
"Insomma... forse un po' vero è... ma devi ammettere che magari mi stanco semplicemente perchè sto invecchiando!"aggiunse con aria poco sicura. Recitare non era mai stato il suo forte...
"Ma se sei sempre uguale!" gli sbraitò dietro il compagno, poco prima di riprender il controllo...
"Comunque... non capisco perchè ti ostini ad allenarti... mi pare si sia giunti ad un equilibrio, no?"
Il saiyan si girò dandogli le spalle, posando nuovamente le braccia lungo i fianchi, scorrendo con lo sguardo il desolato panorama della piccola sfera dove Re Kaio l'ospitava. "Senti... ma già che hai ricostituito per bene questo posto dopo l'esplosione di Cell... Non potevi aggiungerci qualcosa qua e là? Che so... Un campo da tennis..."
L'interlocutore rimase un attimo interdetto, come spiazzato. Poi aggrottò un sopraciglio, portando una mano sotto al mento.
"Bè, ci ho provato, ma Bubble non ci sembrava portato così... MA CHE MI STAI FACENDO DIRE?! Non cambiare discorso!"sbottò infine resosi conto del brusco cambio d'argomento.
Son Goku sospirò per l'ennesima volta... Non faceva che sospirare da quella sua fatidica decisione. Ma si rese conto di dover dare almeno una risposta, almeno per ripagare la gentilezza dell'amico.
"Un giorno tornerà a sfidarmi... e sarà pieno di collera.... Per allora voglio esser pronto. Almeno questo glielo devo..."si espresse infine tutto d'un fiato, senza ripensarci. "Capisco..." fu l'unica risposta che udì, ed in fondo non si aspettava nulla di più... Di certo non un "Ma hai fatto la cosa giusta!" o "... non avevi scelta..."
Si aveva sempre la scelta... ma non aveva avuto il tempo di pensarci.
Era stato tutto dannatamente improvviso...
Cacciò indietro quel barlume di tristezza che voleva avvolgerlo... No, non ci sarebbe caduto! Non era nella sua natura e non aveva senso ripensarci ora: tutto era già stato deciso. Si mise le mani sui fianchi e con spavelderia si girò sfoggiando con un sorriso la dentatura.
"Allora, dove lo mettiamo il campo da tennis?"


p.s.
Ringrazio tutti coloro che seguono la storia con affetto e, ancora di più, quelli che hanno la pazienza di commentare.
Grazie a lilly 81 per la sincerità d'opinione(spero sia sincero anche il complimento sullo stile^_^)
per iaia: Bè, Vegeta non è "buono"... sinceramente non amo troppo le fic dove appare così... Vegeta è esattamente come ha detto..."bastardo"...e contorto! Proprio per questo è interessante scrivere di lui:)
per lefteye: assieme a lilly81 sei una delle autrici che seguo più spesso! E' un onore sapere che leggi quel che scrivo!

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Capitolo 5
*** Risveglio in una nuova vita ***


La mattina di quel giorno, Bulma si alzò particolarmente tardi... Gli occhi erano gonfi ed arrossati per il troppo pianto ed ogni singolo muscolo del suo corpo pareva non rispondere ai comandi più basilari. Certo, il pensiero della lite con il suo uomo le aveva tolto il sonno quella notte e si era addormentata quando era ormai l'alba, però...
La donna (già, era una donna, ormai...) si sedette sul bordo del letto, le lenzuola erano disfatte come se tra di esse ci avesse fatto l'amore per ore. Magari fosse stato così, si ritrovò a pensare. Sebbene quelle parole le martellassero la testa, si ritrovò amareggiata nell'essere scappata. Non avrebbe dovuto. In tutti quegli anni, lei e l'altezzoso principe dei saiyan avevano litigato svariate volte... a volte per i motivi più futili, altre per la mancanza di rispetto che Vegeta pareva portare al prossimo. E in quei casi... oh, dèi... Trunks trovava ogni scusa per andare a giocare all'esterno, dove le grida dei suoi erano più ovattate. Eppure mai... mai lui le si era rivolto, dopo il Cell game, in maniera tanto crudele.
L'uomo che aveva scelto come compagno possedeva mille sfumature... dietro a quella sicurezza, quell'incrollabile stima di sè stesso, quell'orgoglio inesauribile, lei aveva intravisto della tristezza...
Ricordò con un sorriso accennato l'attimo in cui lo vide per la prima volta davvero come un uomo... Lì, seduto a terra accanto al muro di casa, affaticato dopo un lungo allenamento. I suoi polsi erano poggiati sulle ginocchia piegate ed il suo sguardo... bè, era accigliato, neppure a chiederlo. Bulma si trovò a ridacchiare tutta sola a quell'idea. Ma vi trovò pure un'enorme diversità rispetto a quello degli altri... tutti i suoi ospiti stavano cercando una pacifica convivenza gli uni con gli altri... scendevano in qualche modo a patti. Lui no.
Lui percorreva sicuro la sua strada... tutto solo. Fu così che, guidata quasi da un moto di pietà, gli si avvicinò per mostrargli la valida possibilità di costruire un congegno tutto per lui per intensificare i suoi allenamenti. E fu allora... oh, ne era certa! ... che intravide in lui quella luce, quella luce che aveva imparato ad adorare... era impossibile resistere a quell'espressione tipica solo di un bambino che entra in un negozio di balocchi per natale... ma trovò ancora più buffo che lui cercasse di celarla in maniera così persistente.
In fondo, aveva qualcosa di comune a tutti gli altri uomini... bisognava trovare il tasto giusto, quello che stimola l'interesse, ed il gioco era fatto! Bè, cielo, per gli umani erano le macchine e lo sport... per i saiyan la lotta all'ultimo sangue... ma che poteva farci?! Scacciò per un attimo tutti i pensieri dalla sua testa, come se avesse premuto un interruttore. Poi, con lentezza, portò entrambe le mani sul viso ed arrossì imbarazzata.
Dèi... la sè stessa d'un tempo non avrebbe approvato quello che stava per fare... ma ora era cresciuta e matura... e forse... bè, sì, senza il forse... aveva imparato... cosa significasse...
Avvampò ancora di più, ormai preda della sua natura romantica. Era comunque la stessa ragazzina che voleva trovare il principe azzurro esprimendo un desiderio! Solo... ora lo aveva trovato senza l'aiuto di quelle magiche sfere.
"Principe azzurro...? Io? ...tsè... I saiyan sono una razza guerriera, non un gruppo di finocchi in calzamaglia!"
Scoppiò a ridere incontrollatamente al pensiero della probabile risposta del compagno e capì di botto una sola cosa....
Voleva vederlo.
Corrergli incontro e chiedergli scusa. Oh, lei sapeva di non aver colpa... Ma anche lui. Avrebbe accettato il tutto con un fare superiore, ma avrebbe trovato infine il modo di farsi perdonare senza doverglielo esplicitamente domandare.
Era il SUO UOMO. E lei sapeva che non sarebbe mai cambiato...
Si alzò infine prendendo volontà e si accorse di avere addosso ancora i vestiti della sera precedente...
"... Chissà che figura con gli ospiti... non sono più tornata!..."
Finalmente risoluta, indossò in fretta e furia un paio di jeans ed una maglietta corta... Per diamine, aveva ancora il suo fascino, se lo poteva permettere! Annuì determinata poggiando i pugni suoi fianchi, lo sguardo sveglio e furbo immutato nel tempo. Passò rapidamente le mani nei capelli per domarli e si girò mestamente per dirigersi alla porta, che si aprì tutta sola.
"Mamma... cos'è questo baccano? Prima ti ho anche sentito ridere da sola... Ha telefonato qualcuno?"
un bambino in pigiama si trovava sull'uscio, strofinandosi gli occhi in maniera sonnolenta.
"No, tesoro, la mamma stava solo pensando ad una cosa divertente"lo rassicurò sorridendogli.
Ogni volta che lo osservava non poteva fare a meno di pensare che anche Vegeta avrebbe potuto avere un'infanzia come la così... Trunks aveva il suo sguardo, la sua determinazione, la sua passione per il combattimento... ma era felice. Glielo si leggeva in ogni suo sguardo, in ogni marachella... persino sulla maglietta che gli faceva da pigiama, quella che suo padre una volta indossava: la scritta "Bad man" troneggiava sul petto del ragazzino, infatuato come pochi della nomea del papà.
"Tesoro, Goten ha dormito in stanza con te?" si affrettò a chiedergli per conoscere la sorte dei suoi invitati.
"No... lui e suo fratello hanno portato la loro mamma a casa... Li ho fatti portare con uno dei nostri jet privati... Ho fatto male, mamma?"
Bulma lo guardò in maniera interrogativa... perchè prendere un velivolo di casa Brief che, per quanto veloce, ci avrebbe messo diverse ore in più rispetto al teletrasporto del suo migliore amico? Ma, non sapendo in che condizioni si fosse conclusa la serata, si limitò ad annuire seppur con una punta di indecisione.
"Bè... no... figurati... Senti, ne parliamo più tardi, va bene?! Ora voglio parlare con tuo padre!"gli disse raggiante, cercando di superarlo. Ma lo sguardo terrorizzato del figlio la bloccò.
"Trunks.... cosa c'è?"
Il bambino si trovava in evidente difficoltà, balbettò qualcosa di incomprensibile prima di riuscire infine ad esprimersi.
"Ma... mamma... io... io non ho mai conosciuto mio padre... è morto prima che nascessi!"
BUlma sbiancò un attimo e lo fisssò dritto negli occhi, ammutolita... poi la rabbia prese il sopravvento.
"Ma che diavolo stai dicendo?! Quante volte ti ho detto che non si scherza su cose così importanti!"
Il bambino fece un passo indietro, palesemente intimorito.
"Mamma... mamma cos'hai....? Vado... vado a chiamare aiuto...!"aggiunse prima di correre via, con i lacrimoni agli occhi.
La donna rimase interdetta... ancora furiosa ma in un certo modo spaventata... da quando Trunks sapeva recitare così bene? "Quante sciocchezze... e dire che c'è chi la vorrebbe davvero una famiglia e non direbbe mai una simile bugia!"
Automaticamente, il suo sguardo si posò sul comodino ove si trovava l'unico portafoto in tutta la casa che conteneva l'immagine della sua di famiglia... Lei, Trunks e... si ritrovò un attimo a dover sbattere le palpebre... una, due, tre volte... ma alla fine si arrese all'evidenza... La foto era cambiata: là dove abbracciava uno degli uomini più forti del mondo con il suo bimbo, ora vedeva solo una madre sola con il proprio figlio in braccio.
Non seppe per quale motivo si sentì crollare il mondo sotto ai piedi... d'altronde, poteva ancora esser frutto di uno stupido scherzo... ma in fondo a sè stessa sentì qualcosa di assurdo insinuarsi nella sua vita. Non resistette oltre... fu solo più il buio, mentre udiva la voce disperata di Trunks che la chiamava.


Per Lilly: volevo precisare che non l'ho detto per lecchinare, ma solo perchè conoscevo le tue fic prima di scrivere qui... Ho conosciuto questo mondo riguardo a Dragonball, infatti, sul sito di Aresian. Per quanto riguarda la lunghezza dei capitoli... hai ragione! Ma cerco di scrivere appena ho tempo e, spesso, non ne ho!(infatti se noti i miei nuovi capitoli sono sempre inseriti di notte...). Per tutto il resto, Grazie! prima di riuscire a svelare il mistero, vorrei dare una panoramica dei personaggi: ognuno vive la cosa a modo suo. E per le descrizioni... bè, mi considero una grande fan del manga e quando mi metto al pc per scrivere penso "Vediamo... immaginiamo un po' come si muoverebbe il personaggio in questa situazione!". SE riesco a rendere l'idea, sono molto felice!
Per Iaia: io sono per immaginarlo così come ci ha abituati il buon Toriyama... è quello il Vegeta che amo alla follia^^
Per Hotaru, Bambi, Migena e Memole: ringrazio anche a voi per i complimenti e sono inoltre contenta che ancora il vero intreccio non sia venuto fuori:)

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Capitolo 6
*** Bugiarda ***


"Bulma...."
"Mamma!"
Sentì voci familiari che la chiamavano, ovattate e distanti e per qualche lungo minuto non ebbe la forza di alzare una sola palpebra. Cosa... cosa era successo? Non ricordava... Oh, sì! Doveva fare pace con Vegeta ma poi... poi...
Un timido fascio di luce si affacciò alle sue iridi... Senza accorgersene aveva riaperto gli occhi e delle salatissime lacrime le scendevano incontrollate sul viso.
"Dove...? Come... ?"
Non riuscì ad esprimere la sua perplessità riguardo alla situazione... La sua mente era così dannatamente confusa! Ripercorreva attimo per attimo il poco tempo che aveva passato nella sua stanza dal risveglio... Ma il lampadario che vedeva sopra la sua testa, per quanto fosse familiare, non faceva parte della sua stanza. Con un po' di sforzò girò lo sguardo in cerca di quella briciola di orientamento che la facesse sentire meno spersa. Ma incrociò solo sguardi carichi di preoccupazione che le impedivano altre visuali.
"Bulma... ci siamo presi un bello spavento!"tirò un respiro di sollievo Crilin portando una mano sul petto,"Te l'ho sempre detto che lavori troppo!"aggiunse con un'aria seria che in fondo poco gli si addiceva se si pensava al suo karaoke della sera precedente...
"Già! Soprattutto considerando il fatto che potresti... che sò... fare una modella per un catalogo di biancheria!... No? Perchè tutti mi guardate così... ehm... parlo nel suo interesse!"
Il vecchio Muten attirò lo sguardo perplesso e sospettoso di tutti avendo sfoderato una faccia da maniaco che ormai avevano imparato a riconoscere. Il suo alito emanava un forte odore d'alcol e sulla nuca aveva calato una tipica maschera nipponica rappresentante un polipo, vistoso segno dei bagordi della festa appena passata.
"Piantala, vecchio rimbambito!... Bulma, come ti senti ora?"
Gli occhi carichi di apprensione che le si posarono lievi sulla sua figura le fecero quasi tenerezza... Occhi che in passato l'avevano fatta innamorare ma anche soffrire... Ma che nonostante tutto le volevano ancora bene.
"Sto... sto bene, Yamcha..."riuscì infine a balbettare dopo aver preso un respiro più profondo del solito, come per riacquisire la calma necessaria,"...Ma dove sono?"aggiunse infine.
"Ti abbiamo portata di peso sul divano della cucina... Sei crollata all'improvviso e così... abbiamo arieggiato la stanza sperando che ti riprendessi... e così è stato!"
Per un attimo, la ragazza scorse nelle iridi dell'ex amante un luccichio diverso da quello che era solita vedere... avrebbe detto speranza, se non fosse stata un'idea troppo folle.
"Dov'è Vegeta...?"chiese poi tutto d'un fiato, quasi in imbarazzo per quel pensiero.
Nessuno rispose. Si scrutarono tutti a lungo, come interrogandosi sulla sorte dell'uomo, ma infine fu solo Crilin ad avere il coraggio di porre fine a quel quesito.
"E' un tuo amico...?"
Bulma strizzò gli occhi qualche istante... la testa le doleva in maniera incredibile! Poggiò le mani sulle coltri morbide del divano e si rizzò a sedere, facendo scivolare via dalla fronte una pezza bagnata.
"Crilin... ti sei rincitrullito? Vegeta!V-E-G-E-T-A! L'eterno-finto antagonista del tuo migliore amico!"controbattè Bulma seccata, iniziando a ricordare la motivazione del suo mancamento... Quel gioco iniziava a seccarla e si sorprendeva del fatto che non la conoscessero abbastanza se le tiravano un simile tiro con il carattere che si ritrovava... Ma il basso ometto fissò a lungo Yamcha, prima di riprender parola.
"Un tuo nemico? E perchè non me l'hai presentato?!"
Questo era il colmo! Far finta di non conoscere una persona, passi... Ma una simile presa in giro non se la sarebbe mai aspettata!
"Adesso basta!"intimò, scura in volto, tirando giù i piedi scalzi dai cuscini,"Esigo che la finiate! Non mi diverte!"terminò prima di stringere innervosita la stoffa dei suoi pantaloni tra le mani... Come potevano farle questo?! Lei li ospitava e loro l'avevano fatta star male di proposito! D'un tratto avanzò tra le gambe degli astanti il figlio, visibilmente ancora scosso, preso a giocare con il bordo della sua cintura arancio come per non pensare.
"La mamma... la mamma prima parlava di mio padre... può darsi che questo Vege...bè, quello... fosse lui..."
Tutti si voltarono immediatamente a guardarla stupiti come dopo aver avuto la rivelazione d'una vita!
"E'... è così Bulma? E' questo il nome... di quel bastardo... che ti ha messa incinta?"trovò infine il coraggio di chiedere l'umano, scosso da quell'affermazione... trapelava nella sua voce un tono che non lasciava alcun dubbio: le parole di chi, ancora, non aveva digerito qualcosa... O di aver perso qualcosa che gli apparteneva.
"Ma... che razza di domanda è? Certo! E piantala di dargli del bastardo, tu non è che ti fossi comportato tanto meglio!"lo guardò esasperata... pensava che quella parentesi si fosse ormai chiusa da tempo, ma fissando l'ex fidanzato era evidente che non era così.
"Come?! Ma mamma, tu mi avevi detto che era morto...!... Non è così... eh?!"sbarrò gli occhi il bambino cercando risposte sulle labbra di tutti, pur non trovandole.
L'umana si sentì crollare la terra sotto i piedi... di cosa parlavano tutti? Addirittura la sua arrabbiatura si faceva sempre più flebile. Si ricordò improvvisamente di un particolare che la sua mente aveva rilegato in un angolo, forse per paura dello shock: la foto. Scosse il capo impercettibilmente, aggrottando le sopraciglia come per metter ordine in quel caos che si era venuto a creare, ma senza riuscirci pienamente.
D'un tratto un forte boato la scosse dai suoi pensieri. Girò immediatamente il viso in quella direzione, subito prima di sgranare gli occhi. Yamcha aveva dato un pugno con una violenza tale al muro da avervi creato una piccola voragine...
"Vegeta... bene, infine ci siamo... so come si chiama!"-sorrise esultante mentre il sangue gocciolava dalle sue nocche ferite-"Gliela farò pagare per aver fatto i suoi porci comodi per poi scappare come un codardo senza essersi preso le sue responsabilità!"
Bulma rabbrividì... ma di che parlava?! Eppure non sembrava recitare... dov'era finita?! Prese il coraggio a due mani, sebbene la voce iniziasse a romperglisi in gola.
"Non capisco... non capisco... chiamate Goku!"finì per chiedere disperata. Ma le reazioni intorno a lei non furono diverse.
"Dèi, ma quanti uomini conosce?! E dire che a me invece neppure un innocuo bacetto..."annuì fintamente spazientito l'anziano, incrociando le braccia al petto.
Lei non ebbe più alcuna reazione. Lo sguardo rimase vacuo, fisso in un punto indefinito. Non avrebbe avuto più senso continuare quella discussione... Si isolò dal resto del mondo... Poco importava che un suo ex compagno stesse sbraitando per cercare le sue cose prima di partire per un viaggio, come definiva lui, "Punitivo"... E neppure si interessò dell'incolumità della sua biancheria quando, con una scusa, il genio si prodigò per andarle a prendere una vestaglia nella sua stanza. Non si prese la briga di non passare per una matta al povero Crilin, che la fissava poco tranquillo... La scosse una sola ed unica frase...
"Bugiarda..." proferì suo figlio innanzi a lei, prima di scappare via fra le lacrime.
No, lei non lo era. Ed avrebbe riottenuto ciò che era suo, un giorno o l'altro...



Si inizia forse ad avere un quadro più chiaro di ciò che è accaduto, vero?^^
Passiamo ai commenti.
Per lilly: ritengo questa storia un seguito di dragonball z immediatamente successivo a Bu.... Non mi piace la serie GT e poi esiste solo in anime e non in manga, quindi avevo già afferrato ciò che volevi dire. E' nelle mie intenzioni proseguire proprio in questa direzione... Forse non nel tipico primo idillio Vegeta-Bulma, vista la stragrande quantità di fanfics già esistenti, ma sicuramente con qualche storia inserita nell'universo di Toriyama con protagonisti questi personaggi. Per il resto, come al solito, grazie!
Per sonsimo: Wow, c'è da arrossire! Non esiste complimento più grande che dire ad un'autrice che è coerente con i suoi personaggi... grazie! E spero, naturalmente, che continuerai a seguirmi.
Per migena: Già, ora qualche capitolo introdurrà nel vero senso della parola ciò che accaduto... in questo modo, finalmente, il titolo della fanfics prende un senso!
Per iaia: Non dire mai a Vegeta "Tascabile"... penso abbia complessi sull'altezza:P
Per Hotaru: Lo shock, come vedi, non si ferma allo scorso capitolo... Ma una donna come Bulma è un caterpillar, resisterà!
Un bacio a tutti, so che siete in tanti a leggere, ma i più pigri non commentato... vergogna!:P

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Capitolo 7
*** La via d'uscita ***


Attaccò per l'ennesima volta la corrente, dando vita ad una serie di piccole luci sopra un enorme pannello che, anche se solo guardato, dava il mal di testa. A capo dell'enorme marchingegno troneggiava un enorme schermo, che pareva però annebbiato.
"Dannazione!"-imprecò la giovane, con il viso segnato qua e là dal lubrificante-"Anche stavolta nulla..."aggiunse ormai stremata, facendosi cadere pesantemente sulla poltrona lì davanti, chiave inglese ancora alla mano.
"Non capisco... non capisco davvero dove sbaglio..."sospirò infine poggiando la fronte contro la macchina, lasciandosi andare allo sconforto. Era passato molto tempo, ormai... troppo. Ma lei non si era mai data per vinta. Aveva sperato, lottato, accumulato testimonianze per capire cosa fosse realmente accaduto, e il quadro che le si presentò fu sconcertante: nessuno ricordava in alcun modo il suo uomo e Goku, era un dato di fatto. Ma, cosa ancora più strana, le memorie dei suoi amici parevano manipolate... Nessuna vera minaccia, secondo loro, si era affacciata sul pianeta... Non Piccolo e suo padre, nessun saiyan, nè Freezer o Cell per non parlare di Bu... Il tutto era stato ridotto a qualche azione terroristica puramente umana, sventata miracolosamente dall'osannatissimo Mister Satan.
Persino il modo in cui si erano incontrati era stato stravolto: lei aveva incontrato Yamcha in uno dei primissi viaggi vacanza tutta sola, quando si era persa nel deserto, ed in un secondo momento Crilin e Muten, partecipanti al torneo a cui si era iscritto il suo ragazzo. Tutti sembravano nettamente persuasi di quello che le raccontavano e, in un primo momento, addirittura richiesero l'aiuto di uno psicologo a causa degli strani vaneggiamenti della ragazza.
Questi aveva infine proferito che la sua paziente si era creata un universo parallelo non accettando il fatto che l'uomo che l'aveva messa incinta fosse scappato lasciandole ogni onere... Già, a quanto pare tutti pensavano che lei, in un momento di ripicca per i tradimenti del fidanzato, si fosse lasciata andare ad una notte di follie da cui era infine nato Trunks. Nessuno quindi conosceva il padre del ragazzino.
Il giorno successivo alla fatidica festa si era anche affrettata a telefonare a Chichi per aver un qualche tipo di supporto, ma ebbe un'amara sorpresa...
"Mio marito... Oh, Bulma... che razza di discorsi.. sai che ogni volta parlarne mi mette il magone... Da quando il mio Gohan è morto a bordo di quell'aereo... io... io..."
Seguì un pianto dirotto per alcuni minuti, sebbene tra i singhiozzi Bulma intuì che non solo l'amica aveva subito la sorte di tutti gli altri, ma era convinta di aver sposato un giovane dell'aeronautica, morto quando era ancora incinta di Goten, in onore al quale aveva chiamato il suo primogenito!
Per un lungo periodo si chiese se non fosse effettivamente lei ad aver sognato ogni cosa... Poi le venne l'illuminazione, una bella mattina, e si fiondò in cucina dove sua madre stava cinguettando allegra preparando la colazione a Yamcha, che arrossì notandola ancora mezza nuda dal sonno.
"Ho trovato! Basterà collezionare le sfere del drago e tornerà tutto a posto! Mi aiuterai?!"
La sua voce era rotta dal fiatone tanto appassionata era stata la corsa per giungere a proclamare l'idea. Ma il suo entusiasmo si spense ben presto quando vide nuovamente nel volto di lui la perplessità...
Dunque neppure le sfere del drago erano esistite?! No, non ci poteva credere... non voleva crederci! Ancora trafelata corse nel suo studio, svuotando ogni cassetto le capitasse a tiro. Ed infine scivolò sul pavimento, l'oggetto delle sue brame... Esisteva!! Si sentì fremere dal piacere di aver sempre avuto ragione... Non importava se nessuno le credeva... Ora aveva la prova che tutto ciò che ricordava era vero!
I contorni metallizzati del dragon radar brillavano appena sotto la luce della lampada, facendolo apparire ancora più prezioso e desiderabile.
Bulma si chinò a raccoglierlo con delicatezza, quasi avesse paura scomparisse. Pigiò il dito sul piccolo bottoncino posizionato in alto all'aggeggio e sentì risponderle il solito, riconoscibile "BIP", mentre una fioca lucina prendeva vita oltre il vetrino... Gli occhi le si riempirono di lacrime a quella vista e si accasciò sul pavimento, lasciandosi andare in un pianto liberatorio.
Non era pazza... Era tutto vero... Vegeta... Vegeta!!! In fondo a sè stessa sapeva che, più d'ogni altra cosa, voleva esser sicura che fosse esistito... Ed ora aveva il primo vero segno che non era stato frutto della sua immaginazione.
Purtroppo non riuscì a realizzare ciò che si era prefissa... Passò ben due anni a raccogliere le sfere tutta sola, poichè ancora nessuno le credeva... Ma ne collezionò solo 5: una non le appariva sul monitor mentre l'altra... Bè, era ancora più frustrante saperla nella gola più profonda dell'oceano, dove neppure i suoi macchinari avevan potuto far nulla.
Promise a sè stessa di superare le sue possibilità costruendone uno di ancor maggior potenza per recuperarla nel momento in cui avesse almeno localizzato l'altra... Ma non accadde mai. Ogni mattina si alzava sperando di vedere nascere una nuova luce sul radar... Ed ogni mattina iniziava la sua giornata con il morale sotto ai tacchi.
Ma nonostante tutto non si arrese... Cercò infine una soluzione alternativa per il raggiungimento della sua ritrovata normalità... Vi pensò con tanta cocciutaggine da dimenticare a volte addirittura di mangiare.
Spesso Yamcha si affacciava al suo laboratorio con un paio di panini, rivolgendole parole ricche di premure... Lei gli sorrideva affranta, conoscendo il tipo di sguardo che lui le offriva...
Lui la amava ancora. Cielo, quegli occhi da cane bastonato le facevano un'immensa tenerezza... Con tristezza si ritrovò a pensare che nella realtà già da tempo invece il suo ex compagno si era definitivamente arreso... e lei era sicura che fosse successo perchè aveva capito che tipo di sentimenti ella provasse per il suo uomo.
Facendosi forte di questo pensiero, si dedicò ancor maggiormente al suo intento, volendo in qualche modo evitargli di soffrire ed illudersi ancora...
E per una mente vulcanica come quella di Bulma Brief fu normale trovare una via d'uscita in quell'enorme pasticcio, scappatoia che occupò ogni momento della sua giornata fino allo scoccare del quinto anno... Proprio nell'anniversario di quella tremenda scoperta, la ragazza aveva terminato la sua nuova creatura: un marchingegno che le permettesse di idividuare con precisione ogni tipo di aura che fosse superiore alla norma. Un lavoro arduo, che le era costato mesi di studio sui libri e sugli esseri umani... Ma che pareva aver portato i suoi frutti. Almeno sulla carta. La sua creazione, infatti, non pareva collaborare.
Sospirò nuovamente, ancora poggiando la fronte al freddo metallo, mentre lasciava una lacrima bagnarle appena una guancia. Poi, presa da un'impeto di rabbia, scattò in piedi, battendo entrambi i pugni là dove alcuni secondi prima c'era il suo capo.
"INSOMMA, VUOI DECIDERTI O NO A PARTIRE, STUPIDO ROTTAME!?!?"tuonò digrignando i denti.
In tutta risposta lo schermo si fece improvvisamente chiaro e le apparve sullo schermo la mappa del suo mondo, contornata da bianche luci. Incredula si risedette a bocca spalancata, portando la mano su uno dei tasti... Ci era riuscita.


E diamo il via alle danze!^^
Ormai penso abbiate un quadro chiaro di cosa abbia fatto Bulma in questi 5 anni...
Penso proprio che ora dovremmo andare a vedere come se la passa qualcun'altro!
X Lefteye: non ti preoccupare, spesso anche io sono stata pigra con le tue fic.. le ho lette tutte, ma molte non le ho commentate:P
x Iaia: bè... mi sa che presto lo rivedremo^^
x Mignea: penso che questo capitolo abbia risposto alla tua domanda:)
Alla prossima!

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Capitolo 8
*** Oggetto del desiderio ***


Quel giorno il vento sembrava portargli novità ad ogni soffio.. L'aria che gli sferzava la cute lo rendeva quasi euforico, senza un vero motivo. Eppure si autocompiaceva parecchio di ciò, essendo ormai da molti mesi caduto nell'apatia più totale. Aveva come l'impressione che, in quel giorno, fosse successo qualcosa di assolutamente importante, seppur ormai fosse volto al termine nel più normale dei modi.
Come ogni sera, Vegeta si recò nell'enorme quanto spoglia sala da pranzo, ove il tavolo pareva già imbandito delle migliori lecornie. Voleva mangiare così, solo, e aveva addirittura predisposto che tutto fosse già lì al suo arrivo, per non doversi subire spauriti camerieri al suo servizio.
Consumò in silenzio il suo banchetto, soffermandosi un po' più del solito sulle cibarie, vista la strana sensazione che gli aveva pervaso la giornata. Non si scompose mai, neppure al solito suono dei mugolii che provenivano dalle stanza affianco...
Ishabal pretendeva ogni notte amanti diversi, con i quali organizzava i giochi più perversi, che spesso finivano con la morte del suo accompagnatore. Ne aveva visti molti entrare... mai nessuno uscire. Ed inoltre i loro occhi parevano... morti, vitrei.
Quella donna era fisicamente tutto ciò che un uomo poteva desiderare, ma la sua malia era fonte di sventura, lui lo sapeva bene. Sebbene lei diverse volte lo avesse tentato, non aveva mai ceduto alla sua seduzione... Era certo fatto di carne anche lui, ma c'era qualcosa, come sempre, in quella creatura che lo attirava e disgustava al tempo stesso.
Ben presto iniziò a capire che quella sorte di attrazione colpiva ogni essere vivente di sesso maschile che incontrava sulla sua strada... Una sorta di paralizzante incantesimo dal quale nessuno usciva. Tranne lui. E, sebbene il suo orgoglio gli vietasse di pensarlo, aveva pur altri motivi per non cedere... Un mondo di ricordi e di fiducia, che aveva perso ormai per sempre ma che lo aveva profondamente segnato.
Un nuovo gemito, di più alto tono, gli fece lasciare il tacchino nel piatto d'argento splendente: quella sgradita dimostrazione di sensualità lo infastidiva quando si dedicava alle sue memorie. Optò quindi per pulirsi frettolosamente le punte delle dita sul tovagliolo di lino lì accanto e si diresse verso il corridoio sbattendo la porta, camminando spedito verso la sua stanza.
Ma dopo i primi metri fu costretto a fermarsi, seppur senza alcuna voglia.
"Vegeta..."proferì una voce poco distante, ancora rotta dall'affanno.
Si girò con immane lentezza, quasi a voler far capire alla sua interlocutrice quanto poco gli importasse di vederla lì, in quell'istante.
"Non mi hai aspettato per la cena... non è educazione.."sorrise lei maligna, appoggiata allo stipite dell'uscio della camera affianco, probabilmente richiamata dalla brusca dipartita del saiyan.
"Avevi altro da fare. E non mi fotte di mangiare con te."rispose lapidario lui, dandole una rapida occhiata. Si era appena presa la briga di coprirsi con una vestaglia di tulle nero trasparente, che lasciava intravedere la totale assenza di biancheria. Alla sola idea che ella potesse essere tanto disinibità, si creò una smorfia che gli deformò per qualche istante le labbra... Strano, per un regnante del suo calibro era normale che una donna fosse totalmente sottomessa. Ma erano ormai anni che non trovava alcun piacere in quella sfaccettatura femminile.
"Oh, bè, comunque ho finito... Non ho ancora trovato qualcuno di abbastanza... resistente..."rispose lei, circondandosi la vita con un braccio e portandosi alla bocca l'altra mano, grondante di un vischioso liquido vermiglio.
Il principe dei saiyan fu preso dalla nausea a quella scena, si girò senza più degnarla di uno sguardo nel buio del maniero, prima che la voce lo richiamasse.
"Domani non avrò bisogno dei tuoi servigi... sono a caccia... buonanotte"
"Io non sono al tuo servizio, chiaro?!"le gridò subito di rimando, con un movimento rotatorio veloce del bacino.
Ma lei aveva già richiuso la porta e non la vide più...
Cosa avrà voluto dire con "caccia"? La risposta più ovvia fu quella della ricerca di nuove prede "sessuali". Eppure anche quel giorno, in cui avevano messo a ferro e fuoco un intero villaggio senza risparmiare nessuno, lei aveva scelto i suoi amanti sotto ai suoi occhi... Perchè farsi tanti scrupoli ora? Senza un'adeguata risposta si ritrovò davanti alla sua camera, dove sprofondò volentieri nel letto fissando il soffitto, accavallando una gamba...
In fondo, che importava? Non era inutile il sapere per il suo fine... Ma ogni giorno diventava meno paziente e fremeva dal desiderio di assaggiare di nuovo il potere.
"Quando sarà il momento, io ti porterò da lui... E verrà riscoperta in te la forza, quella che brami con tanto ardore..."le aveva sussurrato lei il giorno in cui l'aveva incontrata. Non seppe perchè le aveva creduto, ma probabilmente la disperazione le aveva annebbiato i sensi...
Una settimana dopo esser fuggito dalla capsule corp. aveva sfogato giorno e notte la sua frustrazione su tutto ciò che gli capitasse a tiro... ed il risultato fu una vera e proprio deforestazione. Fu l'ottavo giorno, quando si rese conto di non esser ancora stanco per via degli allenamenti del passato che lo avevano temprato, che scoppiò a ridere in maniera folle... Non avrebbe trovato neppure nella stanchezza un' alleata per riuscire ad addormentarsi e non pensare così a ciò che aveva perso.
Fu proprio allora che incontrò lei, nel bel mezzo del nulla, l'unica speranza che le restava.
"Vieni con me... riacquisterai la tua voglia di vendetta... E non penserai più"
Nessuna frase avrebbe potuto avere più impatto sull'orgoglioso principe in quel momento. Ma, d'altronde, non aveva grandi alternative... Sebbene fosse psicologicamente devastato, si fece immediatamente conoscere ed impose delle severe regole: lui non doveva alcunchè alla sconosciuta, era stata lei a farsi avanti senza avanzare pretese. Avrebbe, in caso, preso parte ad alcuni assalti per suo puro piacere personale, senza però prendere alcun ordine.
Lei rise soddisfatta, e da allora era diventata la sua fastidiosa compagna di distruzione, seppur non si possa chiamare "compagna" una persona che non sa nulla dell'altro e alla quale non viene rivolta parola se non per insultare...
Lui non aveva mai chiesto il perchè di quelle smodate incursioni, lei non ne aveva mai fatto parola. Ma lui non era solito confondere il disinteresse con l'idiozia... Così, tutto sommato, si era fatto l'idea che stesse cercando "qualcosa". In un primo tempo rimase all'erta, per capire se l'oggetto del suo desiderio fossero o meno le sfere del drago... Ma nel loro viaggio si erano imbattuti addirittura in una di esse ed ella non le aveva dato alcuna importanza. Per precauzione, però, il saiyan preferì gettarla nel punto più profondo dell'oceano, dove nessun essere umano avrebbe potuto ripescarla.
Qualunque altra cosa fosse, ne era certo, non gli riguardava... E decise di rimandare al futuro le sue supposizioni.


Siamo tornati al nostro amato principino^____^
Lo so che adesso ci sarà una bella Ola generale...
Allora, passiamo ai commenti:
xLilly: Bè, sulle"motivazioni" di Vegeta avremo di che parlare... Mi spiace solo di non riuscire a scrivere capitoli più lunghi, ma d'altra parte non si può dire che un solo capitolo sia di riempitivo in questa storia! Sto cercando il più possibile di dare delle informazioni in ordine, in maniera da arrivare al punto cruciale avendo ben chiara la situazione^___^ E comunque... abbasso chi non commenta!:P
x iaia: Veg è proprio qui! Non si è mai mosso! Mi raccomando, dategli il bentornato^^
x Princess: Bè, sappiamo già dove sono Vegeta e Goku... non sappiamo solo perchè sono lì^^'
x hotaru, migena, sonsimo: certo che Bulma non demorde, non è il tipo! Una che da adolescente prende una moto e gira per il mondo a raccogliere sfere per trovare un fidanzato è fuori dal comune! E grazie, naturalmente, per i complimenti, come al solito graditissimi!
Baci, a presto!

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Capitolo 9
*** Sogno o son desta? ***


Si trovava sdraiata in un ampio campo verde, accanto alle spighe di grano, accopagnata dal frinire delle cicale. Con la punta della sua forcina per capelli stava armeggiando sul suo walkman, che quel giorno sembrava fare i capricci... Aveva sempre avuto il pallino dell'elettronica. D'un tratto, un urlo risvegliò il suo interesse, più di quanto stesse facendo l'aggeggio nelle sue mani, che lascio scivolare a terra senza pensarci due volte. I codini color del mare, sorretti da due fiocchi bianchi, ondeggiarono al vento, al ritmo del fruscio delle spighe. Lo sguardo vispo della bambina scrutò l'orizzone, cercando la fonte del rumore, ma per quanto si sforzasse non scorgeva nulla.
"Bulma!"la richiamò la voce della madre, molto più in là, sotto un albero dove aveva organizzato la merenda.
Ma ella non rispose, curiosa di scoprire cosa l'aveva distratta dal suo lavoro.
Mosse i primi passi titubante verso la marea color dell'oro, facendosi strada con le mani... Avanzò lentamente fino ad esser completamente immersa, fino a quando la sua statura fu completamente offuscata. Ed allora corse, sempre più veloce, guidata dall'istinto, fino a quando il sole riprese a baciarla nella sua interezza, ormai uscita da quella che a lei poteva sembrare una giungla più che un campo, vista l'altezza.
Si coprì d'istinto gli occhi con una mano, come a mettersi una visiera ed abbassando lo sguardo, in attesa che la luce non le stuzzicasse la vista. E fu allora che scorse, sulle foglie d'erba, una vermiglia macchia scura...

Il suono della sveglia risuonò nei suoi timpani, fino a farla risvegliare bruscamente. Non riuscì a mettere a fuoco le immagini che aveva appena vissuto in sogno, sebbene la sensazione provata fosse piuttosto vivida... accantonò il tutto, scendendo in cucina per una rapida colazione prima di tornare al suo laboratorio. Non incrociò nessuno nella casa... aveva ormai l'abitudine di addormentarsi talmente tardi e svegliarsi talmente presto che spesso per tutto il giorno vedeva sua madre portarle un paio di sandwich.
Era qualche giorno invece che non vedeva Yamcha, probabilmente preso da qualche procace nuova preda... La cosa non la infastidiva minimamente, ma non poteva fare a meno di pensare che in fondo non sarebbe cambiato mai e che seppur non avesse mai incontrato il suo personalissimo principe, non avrebbe avuto alcun futuro con quel ragazzo. Le voleva bene, certo, e nell'ultimo periodo era stato particolarmente preoccupato per la sua sorte... semplicemente non era il tipo di uomo capace di restare fedele ad una donna, non lo sarebbe mai stato...
Strano a dirsi, invece, Vegeta era agli occhi dei più una creatura totalmente imprevedibile e poco degna di fiducia... lei avrebbe messo invece la mano sul fuoco sulla sua onestà in campo affettivo, sebbene lui non gliel'avrebbe mai espressa a parole o con gesti troppo palesi.
Con la tazza ancora colma di caffè si sedette alla sua postazione, accendendo l'interruttore della sua nuova creatura. Dopo qualche minuto di riscaldamento del marchingegno, la mappa comparve di nuovo sullo schermo, colma di piccoli puntini azzurrati. Bulma li squadrò con poco interesse, sapendo bene che sia la forza di Vegeta sia quella di Goku eran ben al di sopra di quei miseri lumini, ma allo stesso tempo conosceva bene le loro possibilità d'annullamento dell'aura... Il chè rendeva la sua ricerca estremamente più difficile. Non aveva che da sperare che, se ancora si ricordavano l'uno dell'altro, prima o poi si scontrassero... In questo modo li avrebbe localizzati per certo. Oppure che, in un attimo di follia o di pericolo, perdessero il controllo della loro forza, che si sarebbe mostrata così a lei.
Se, se, se... I suoi propositi avrebbero anche potuto rivelarsi vani. Non era una stupida, aveva preso in considerazione questa possibilità. Ma ora come ora si profilava anche come l'unica, perciò aveva deciso di correre il rischio.
Passò le ore immobile a fissare gli stessi punti, fino a quando i suoi occhi arrossati non le imposero una pausa. Li stropicciò alzandosi dal sedile, quando per un attimo rivide sè stessa, da bambina, fare la stessa azione... Si accigliò un attimo, ripensando al perchè di quel lampo improvviso, e si fermò lì, al centro della stanza, senza un vero perchè. Sforzò la sua memoria perchè riportasse in superficie quell'attimo e riuscì infine a collegarlo al suo sogno notturno... ma era davvero solo quello? Socchiuse gli occhi, conscia come al solito che se ci si fosse messa d'impegno, sarebbe riuscita ad ottenere ciò che voleva, ma quando li riaprì seccata dal non aver ancora ottenuto una risposta, non potè fare a meno di sgranarli.
Due luci accecanti si dipanavano di fronte a lei, quelle che aveva per così tanti minuti bramato...
Una appariva nera e cupa, l'altra d'un giallo abbagliante, come quello della chioma di chi assaggia il vero potere...
Dopo i primi momenti di totale assenza, con un innato sorriso beota stampato sulle labbra, Bulma si lanciò in un urlo di gioia che ebbe perlomeno dell'incredibile. Annotò su un fazzoletto di carta le coordinate, ancora tremante notando che, vista la distanza, ci avrebbe messo come minimo una giornata intera in jet per raggiungere il luogo designato.
Senza pensarci un attimo di più, salì in camera e infilò in uno zaino ciò che l'istinto le suggeriva di scegliere, senza neppur davvero guardare cosa fosse più indicato. Calzò le scarpe capicollandosi quasi davanti all'uscio, scordandosi di lasciare un biglietto d'avviso ai suoi genitori, ai suoi amici, ma non un bacio sulla fronte di suo figlio...
Se tutto fosse andato come nei piani, presto sarebbe tornata con suo padre, sarebbero tornati come una famiglia... Niente bugie, quindi...
Rinchiuse in un angolo del suo cuore l'idea che potesse non essere l'aura giusta e gettò il suo bagaglio sul jet appena fuoriuscito dalla capsula, senza guardarsi indietro.
Per la prima volta da tanti anni, alla guida del velivolo, Bulma Briefs sorrideva di nuovo. E meritava la felicità di quel sogno...


A causa del lavoro, sono un po' in ritardo con l'aggiornamento, ma ora ho ritagliato un attimino!^___^
Passiamo ai commenti:
X Iaia: Bè, nella testa di Vegeta... uhm... l'orgoglio?:P
XLefteye: Ho corretto l'errore! Mi scuso, ma come ho detto sono un po' stanca per il lavoro e spesso aggiorno alle 3 di notte... quindi mi lascio andare alle sviste^^'
X Migena e Princess21ssj: Ishabal non piace... e questo mi fa piacere! Per uno scrittore è appagante riuscire a rendere antipatico un personaggio... spero sia caratterizzato bene.
X bambi: Come vedi, Bulma è ripartita per la riconquista^^
X Aleptos: oh, bravaaa^___^ mi fa piacere che la mia"predica" abbia sortito effetto:P Avremo modo di reicontrare la nostra bella seduttrice, questo è certo...
Scherzi a parte, ringrazio anche solo chi si prende la briga di leggere il mio lavoro, pur senza commentare^_^
Alla prossima!

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Capitolo 10
*** Riunione ***


"Re Kaio! MI avete chiamato per ringraziarmi della mia vittoria, eh? Bè, ma non ce n'era bisogno!"
Son Goku iniziò il proprio monologo in forma splendente, con il suo solito sorriso in quel momento più raggiante del solito. Non diede tempo al suo interlocutore di salutarlo, apparì dal nulla grazie alla sua dote di teletrasporto e gli si avvicinò immediatamente battendogli una mano sulle spalle ridendo... Era vistosamente di buon umore. E come non esserlo? L'ennesima minaccia per la Terra era stata sventata... L'ultima, terribile, mutazione di Bu era scomparsa grazie all'attacco combinato del suo potere assieme all'astuzia del principe dei saiyan: poteva ritenersi più che soddisfatto.
Ma Re Kaio ebbe una reazione assai diversa da quella aspettata, si sistemò gli occhiali sul naso a causa della brusca pacca ricevuta dall'amico e lo guardò silenzioso per qualche istante.
"Devo parlarti, ragazzo...."
Goku non si scompose troppo per la calma mostratagli, ma si grattò la nuca con aria imbambolata, continuando a sorridere.
"Mai una volta che mi inviti per una bella mangiata e basta! Ti sembra giusto?"proferì prima di sedersi a terra incrociando le gambe lì sull'erba. Ma, ancora una volta, non ricevette la reazione sperata e iniziò finalmente ad intuire che qualcosa, in quel momento, non andava...
Il sommo gli aveva dato le spalle, quasi non riuscisse a trovare le parole, o non volesse trovarle, e fu così lui infine a rompere quel silenzio che pareva agonia.
"...Qualcosa non va... avanti, tagliamo corto...", diede finalmente fiato alle corde il saiyan, portando lo sguardo ora più che serio sulla figura. Incredibile lo sbalzo caratteriale che quel ragazzo poteva avere!
"Non qui... non solo io devo informarti..."rispose pazientemente l'ometto incamminandosi, sicuro che l'altro l'avrebbe seguito. Con un abile scatto di reni, Son Goku poggio i palmi delle mani aperti a terra poggiandosi all'indietro e con slancio si riportò in piedi, ricalcando i suoi passi. Non aprì bocca per tutto il tragitto, ben breve a dire il vero, entrando nell'unica abitazione presente, trovandola per altro abbastanza cambiata dalla sua ultima visita: un grosso tavolo era posizionato al centro, contornato da diversi scanni, ognuno occupato da volti ben noti al saiyan. Osservandoli, dopo un primo attimo di smarrimento, sorrise salutandoli come se nulla fosse.
"Ehilà! Ma che bella riunione!"sdrammatizzò andando a prendere posto in maniera scomposta su una buffa poltrona dopo aver agguantato una mela dal vassoio poco lontano.
"Siamo lieti di rivederla, Son Goku... anche se speravamo ci fossero altre occasioni"ricambiò un po' malinconicamente Kaio Shin, che nella sua nuova forma post-potara sembrava un po'meno infantile.
"Bah, bando alle ciance! Io vi avevo avvertito!"aggiunse il sommo, molto spazientito.
"Si... si calmi, signore! Vedrete che si aggiusterà tutto!"aggiunse Dende, chiaramente nel panico, utilizzando la gestualità delle mani per cercare di frenare le ire del venerando.
"Nessuno mette in dubbio che tutto si metterà a posto... Il problema è il metodo"aggiunse una voce profonda e cavernosa alle sue spalle, come proveniente dall'unico angolo buio della stanza.
"Piccolo! Anche tu alla festa, eh? Caspita, voi namecciani avete il radar per queste cose!"scoppiò a ridere Goku, non curante della palese aria tesa presente nella stanza.
"Ragazzo..."iniziò quindi a prendere la parola Re kaio, non con pochi sforzi, dopo aver preso posto".... abbiamo un problema.."
"Non avevo dubbi! Siete gente problematica, voi..."rispose subito aggrottando le sopraciglia e recuperando una banana per sopperire al frutto ormai divorato.
"...un problema legato all'uso che abbiamo fatto delle sfere del drago..."continuò Kaioshin, poggiando i gomiti sul mobile per fissare meglio i suoi occhi.
"Non dite che non vi avevo avvisato... Oh, sì!"continuava a sussurrare l'anziano, come preso da un discorso tutto suo.
"Vedi... le sfere del drago sono state donate agli esseri umani come manna dal cielo... nei primi secoli, la loro ricerca era ostacolata dalle avversità del pianeta... Avversità che, ahimè, ormai sono quisquilie per voi... e per molti altri..."aggiunse il giovane Kaio, incupensodi con il progredire del discorso.
"Esse sono diventate uno strumento indispensabile per la salvezza umana, causando una profonda... "crepa", per così dire, con quelle che erano le intenzioni iniziali... Negli ultimi anni, Shenron è stato evocato a cadenza più che regolare.... e ciò non è normale..."gli fece eco il giovane namecciano, gli occhi profondamente preoccupati.
"Uhm.... bè.... sì! E' vero, eheh... Ne sono quasi sempre stato l'artefice o almeno spettatore..."rispose il saiyan senza scomporsi, sbucciando una seconda banana per passarla a Bubble, che saltellava ai piedi della sua poltrona da quando aveva iniziato a mangiarla.
"Lo sappiamo. Ed è questo il problema. Alla fine della vostra battaglia abbiamo avvertito una grande forza negativa espandersi nel giro di pochi secondi. Inizialmente non ne abbiamo compreso il motivo ma..."
"Ma è un DISASTRO! UNA CATASTROFE! E TUTTO PER VOI IMPIASTRI, CHE NON DATE RETTA ALLA VECCHIA GENERAZIONE!"
Il discorso di Re Kaio fu interrotto dalle grida esasperata del sommo, che si era alzato con foga in piedi sbattendo i pugni sul tavolo, provocando la fuga della scimmietta.
"Le sfere avvertono quando l'equilibrio viene infranto e risuonano fra loro! Comunicano, diciamo!"aggiunse poi con il fiatone e gli occhi fuori dalle orbite, mentre tutti si erano sistemati nel cantuccio più lontano della loro sedie e Goku stava faticosamente rialzandosi dopo esser letterlamente volato all'indietro capovolgendo la poltrona, per poter riprendere a parlare.
"Le sfere... chiaccherano?! Wow!"dichiarò una volta ricomposto. L'anziano a quella risposta tremò come non sopportando l'ingenuità del ragazzo.
"Singore... significa che il potere di tutte le sfere è collegato... e che di conseguenza attinge alla stessa forza. Come dire... Il principio che domina le sfere della Terra è lo stesso che domina quelle di Namecc..."cercò quindi di spiegare Dende "Ed esse... sono state troppo a lungo sfruttate... e stanno per ribellarsi..."concluse infine.
Calò un singolare silenzio nella camera, che venne spezzato solo dal rientro di Bubble, probabilmente tornata a reclamare altri viveri.
"Ehm... temo di non capire... Le sfere... mi picchieranno?!"
Il saiyan guardò perplesso il ragazzino, che sospirò arrendevole cedendo la parola a re Kaio.
"No, Goku... significa che il potere negativo accumulato potrebbe manifestarsi in molti modi... Abbiamo esaminato le possibilità... ed una di questa è che..."
"Tutti i desideri finora espressi vengano revocati"sibilò la voce di Piccolo, ancora appoggiato al muro con le braccia conserte.
La reazione, solo allora, fu immediata. Il giovane balzò in piedi, il volto preoccupato e teso...
"Non deve accadere! Se così fosse..."
"La terra sarebbe distrutta.... già"concluse Shin, poggiando ora la fronte sulle nocche.
"Ma non può essere! Ci dev'essere un modo, no?! C'è sempre stato, l'abbiamo sempre trovato!!!"
Ora Kakaroth sembrava davvero disperato ed esprimeva in quelle parole tutto l'amore espresso nelle sue mille peripezie per quel pianeta che lo aveva accolto, nel bene e nel male, come suo figlio.
"Potrebbe... esserci..."sentenziò infine Re Kaio, dopo qualche secondo di riflessione, attirando su di sè il suo sguardo speranzoso "Avremmo qualche speranza... se il mondo dimenticasse..."


TADAAAAAN!Siamo arrivati al punto cruciale, ben presto i nodi verranno al pettine!(se non tutti, diversi!)
Signore e signori, ecco cosa secondo me sarebbe successo se la serie gt non fosse mai stata creata... Ho tenuto la base, secondo cui le sfere sono state sfruttate, ma l'effetto è assai diverso... Spero sia a voi gradito!
Passiamo ai commenti:
X Princess21ssj: bè, in questo capitolo rivediamo Goku, anche se è un salto nel passato...^__^
X Iaia: bè, Vegeta qui non si è visto, ma spero ti piaccia lo stesso il capitolo:P
X Aleptos: ti ringrazio molto! trasmettere è proprio ciò che voglio!
x Hotaru e Bambi88: Bè, BUlma è una forza della natura, è naturale che si impegni^^
x Elisa: Accidenti, questa sì che è una recensione! Sono contenta che tu abbia fatto uno studio tanto accurato della mia fic, è buon segno! Come vedi, ora si stanno scoprendo le carte, anche se... Bè, lo vedrete^___^
X migena: Spero che la tua curiosità sia stata in parte appagata!
Per finire, un bacio a tutti!

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Capitolo 11
*** Il rimorso dell'indecisione ***


"Re Kaio... Io... non so come dirvelo... ma dubito che saranno tutti tanto sbadati da scordarsi ogni cosa..."sentenziò Goku dopo un paio di minuti di totale silenzio, dopo aver sfoderato una delle espressioni più serie che avesse mai avuto. Ma, nell'intendere la sua risposta, il diretto interessato perse letteralmente le staffe, alzandosi da posto e sbattendo i pugni sul tavolo. Mentre gridava a quello zuccone parole atte a fargli capire la sua enorme inettitudine, aprì talmente tanto la bocca da causare una vera e propria pioggia di saliva, dal quale solo Piccolo si salvò miracolosamente poichè fuori portata.
"Razza di idiota! Possibile che tu non connetta mai il cervello? E' ovvio che saremo noi a provocare questa perdita di memoria!"
Il saiyan lo osservò per un breve istante, poi percosse il palmo della mano con il pugno chiuso, gesto significante finalmente l'intesa delle sue parole.
"Oh, certo! Ne sapete sempre una più del diavolo!... Bè, non so se sia poi così esatto... Re Enma lo sa?", disse grattandosi il mento con aria pensierosa, mentre ormai tutti si erano arresi a quell'andazzo, ancora presi dal raccattare fazzolettini per asciugarsi a causa dell'inaspettato sfogo di Kaio.
"Comunque... bè, ora che ci penso... dimenticarsi cosa?"si riprese infine, ponendo finalmente una domanda sensata.
"E' nei nostri piani cancellare dalla memoria terrestre l'esistenza delle sfere del drago. In questo modo aumenteremo la possibilità di non utilizzarle almeno per un centinaio d'anni senza intervenire ancora nelle loro vite. Inoltre, l'equilibrio di questa razza si basa su alcuni concetti molto semplici di sicurezza... Molte persone, dopo gli ultimi avvenimenti, si sentono ormai minacciate...."continuò tranquillo Kaioshin, per dare il tempo al suo "collega" di sbollire. "Insomma, gli esseri umani si sentono più protetti quando sono sicuri di essere i padroni del loro pianeta. Nessuna forma di vita extraterrestre, nessuna minaccia aldilà della loro portata... Quest'annullamento della memoria gioverà in questo modo anche a loro, pur avendo un'altra motivazione di fondo...", socchiuse gli occhi intrecciando le dita.
"Oh, ora capisco... Bè, mi pare giusto... anche se... bè, mi spiacerà dimenticare le sfere! E cosa ne sarà dei ricordi legati alla ricerca di esse? Avranno sorte di.... vuoti di memoria?"
"No, bè... ecco... creeremo nuovi ricordi appositamente per l'occasione... in modo che si incastrino con la loro vita attuale, rimpiazzando i vecchi... però... però.... signor Goku..."Dende tese a sussurrare sempre più le sue parole, tanto che fu difficile comprenderle interamente per chiunque si trovasse nella stanza.
"Tu non dimenticherai, Goku" affermò con sicurezza Piccolo, uscendo come suo solito solo il tanto che bastava dall'ombra.
Il viso del ragazzo si illuminò d'allegria, mentre batteva le mani un paio di volte sulle ginocchia, per palesare l'effetto della bella notizia.
"Dici davvero?! Bè, meglio così allora! D'altronde, se la Terra è in pericolo, non svelerò di certo questo segreto!"sentenziò come dopo essersi tolto un peso dallo stomaco.
"Non dimenticherai perchè saranno gli altri a dimenticare te", esclamò la voce dell'anziano, senza alcuna ombra di pietà, "Tu sei una creatura aliena. E la tua vita è stata legata indissolubilmente alla storia delle sfere. Ricordare te equivale a ricordarsi di esse, poichè in ogni momento della tua vita ne hai avuto a che fare."
Nuovamente, nessuno proferì parola. Il saiyan parve comprendere d'un tratto il destino che gli era stato programmato e a malapena provò a controbattere.
"Questo significa che..."
"Io, te e Vegeta non saremo più parte della vita di nessuno."lo prese in contropiede Piccolo, senza sembrare particolarmente colpito da ciò... A differenza di Goku, egli era riuscito a mantenere quel velo di distacco necessario per assorbire con meno dolore l'impatto di quella decisione, seppur nel suo profondo probabilmente conoscesse la tristezza causata dalla repentina separazione.
"Non potete farlo... E Gohan, Goten.... Trunks?!"chiese ansioso, preoccupato per la sorte dei figli.
"Loro sono nati sul pianeta Terra.... e come tali sono riconosciuti come terrestri. Anche per Piccolo varrebbe la stessa regola... Ma, a causa della sua fusione con Dio, anche la sua esistenza sembra inscindibile dalle sfere",riprese il discorso il Re Kaio, ormai calmatosi.
Kakaroth si trovò d'innanzi ormai alla decisione già presa, bastava la sua approvazione... Il suo pensiero volò al principe della sua stirpe, tirato in ballo senza alcuna colpa all'interno di quel micidiale meccanisimo. Sapeva che non l'avrebbe presa bene... Come avrebbe potuto? Era certo per le sfere giunto fino a quel pianeta, ma col tempo aveva dimostrato di aver iniziato ad apprezzarlo assai più per i suoi caratteristici abitanti che per le possibilità di sviluppo. Forse aveva davvero abusato del potere delle sfere... Ripercorrè velocemente con la memoria ogni istante della sua vita e capì che il discorso appena fattogli era chiaramente sensato. Sospirò quasi arrendevole, rimarcando così la sua natura pacifica.
"Capisco...."aggiunse solo, come segno di cedimento. Solo con il passare dei mesi si pentì amaramente della sua arrendevolezza, di quella mancanza di forza che un saiyan come lui avrebbe dovuto avere. Più volte si ritrovò a pensare che Vegeta avrebbe agito in ben altro modo e che, probabilmente, avrebbe trovato una scappatoia.
"Bene, allora la decisione è presa". Le parole del saggio tagliarono quasi l'aria, per la durezza con cui furono enunciate.
"Quest'oggi stesso inizierò la danza che mi permetterà di purificare le loro menti dal ricordo delle sfere e di tutto ciò che ne ha avuto a che fare. Domani scenderà sull'intero globo una pioggia benefattrice che laverà via ogni residua memoria. Così è deciso."continuò prima di alzarsi da tavola, incamminandosi leggermente curvo fuori, con le mani dietro al schiena.
Il ragazzo non fece null'altro che osservarlo serio, nascondendo ogni rimorso che ormai si faceva strada in lui. Mentre già nella mente studiava le parole da proferire al suo più acerrimo e gradito nemico.

E rieccomi qui, dopo un weekend fuori! Siamo quindi giunti al termine delle spiegazioni di base, svelando un bel po' di arcani...
X Hotaru: spero ora il collegamento con Vegeta sia più chiaro!
X Aleptos: Goku ha questo grande pregio:la comicità! Anche se le barzellette che ha imparato da Re Kaio non sono il massimo...
X Bambi: già, il mondo dimenticherà... o per lo meno, quasi tutto il mondo!
X Princess: grazie per l'attento studio ed i complimenti, ora spero sia tutto ancora più chiaro!^___^
X Mela: non lascio nessuno a bocca asciutta, tranquilla! Eccomo qui col seguito!
X Iaia: terminate le spiegazioni di rito con questo salto nel passato, presto torneremo al presente...e ne vedremo delle belle!
Baci a tutti!

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Capitolo 12
*** L'inizio di una sopravvivenza ***


Si sarebbe maledetto all'infinito per la risposta che gli stava dando, ma non avrebbe potuto fare altrimenti... Il suo orgoglio lo guidava in quella direzione.
"Vai al diavolo, Kakaroth! Cosa pensi che me ne faccia della tua misera, pietà, eh?! Non ho bisogno di nessuno!"
Il nervoso lo faceva tremare in una maniera impressionante, portandolo a stringere i pugni sempre più forte, fino a farsi quasi male da solo. Ma il dolore lieve che provavano i palmi delle sue mani era poca cosa, in confronto a ciò che il suo eterno rivale gli aveva appena inferto.
"Vegeta... davvero, non c'era altra soluzione... Ma noi non dimenticheremo e ciò significa che... bè, noi due non siamo costretti a troncare ogni rapporto, perciò pensavo..."
"Rapporto? Quale rapporto?! Oh, certo, scusa... dimenticavo che, in un certo qual modo, l'odio potrebbe esser considerato tale!"gli sorrise sprezzante il principe, mascherando nel profondo la cupa tristezza che già si stava schiudendo nel suo cuore. Dopo il terribile scontro con Majin Bu per poco non era cascato nel tranello di quella sorta d'impostore... Colui che chiamavano Son Goku, considerato da tutti la persona più affidabile e sensbile del mondo, attirava tutti nella sua rete d'inganni con quello sguardo perso, quel modo di fare distratto... E nascondeva invece la forza indomabile dei saiyan, quella forza che lui non era riuscito a governare pienamente. Si era ormai quasi arreso all'evidenza, sforzato nel prestargli aiuto, adattato a quello strano modo di essere quando... Lui era tornato, facendolo piombare, per l'ennesima volta, in quello stato d'impotenza che tanto lo indisponeva. Dei, lui era un regnante... UN REGNANTE!! E non era considerato neppure per una cosa che tanto lo riguardava da vicino. La colpa era sua... quella sua esistenza sconcertante... quella fitta che solo lui sapeva provocargli... quella d'esser sempre un passo indietro a lui.
"MALEDIZIONE!!!" gridò una, due, dieci volta nella sua testa, incapace di invertire ormai il corso degli eventi, conscio che tutto ciò che aveva conquistato sarebbe finito nell'oblio, come il suo ricordo.
Ma Kakaroth era lì, con l'impudenza di chiedergli se, arrivati a questo punto, avesse voluto dividere parte di quel tragitto solitario assieme a lui, con la scusa di un allenamento perpetuo e duraturo, ben misera consolazione se paragonato a ciò che con tanta meticolosità era riuscito a preservare.
"Sai anche tu... che questa è la cosa giusta"affermò serio e sicuro Goku di fronte a lui, le braccia lasciate lungo i fianchi. Vegeta lesse quel gesto come un completo disinteresse per il suo gigantesco sgarro... e perse inevitabilmente quel poco di pazienza che possedeva, facendogli rilasciare la sua aura quel tanto che bastava per distruggere ogni più piccolo ostacolo nella radura in cui si trovavano.
"Che tu sia maledetto... Bastardo! Ora ascoltami con attenzione... Non importa quanti vorranno supportarti... Io ti ucciderò... Mi riprenderò da questa merdosissima umiliazione togliendoti la vita e l'onore"disse indicandosi col pollice, ormai preso dall'euforia del super saiyan che si era rivelato in lui, facendolo brillare intensamente"Visto che rispetti le decisioni altrui senza opporti... rispetta la mia... e aspettati di morire"concluse prima di spiccare un balzo che lo portò nell'aree, dove schizzò alla velocità della luce verso una meta ignota.
Son Goku non potè fare a meno di rilassarsi dopo quella dipartita... era così difficile parlare con lui, da sempre... ma questa volta era stato tutto reso più arduo da un'unica sicurezza: Vegeta aveva ragione. Non si era opposto in alcun modo a quel decreto così severo, che sapeva gli avrebbe distrutto l'esistenza. Che la spiegazione fosse da ricercarsi nella sua voglia latente di fuggire da tutto e tutti e ritrovare così quella gioia e quella spigliatezza che avevano fatto parte della sua infanzia? Non sapeva rispondersi... e forse nemmeno lo desiderava.
Era ritornato sulla Terra conscio del fatto che la sua proposta sarebbe stata rifiutata dall'altezzoso principe... tuttavia non era riuscito a fare a meno di esporla. La sua domanda non era stata dettata dalla pietà, così come aveva decretato il sangue blu della sua stirpe... ma dalla paura della solitudine. Per anni era rimasto nell'aldilà, con la sola compagnia del Re Kaio, ma allora la situazione era ben diversa. Sapeva, in cuor suo, che qualcuno sarebbe stato felice del suo ritorno, anche se non avrebbe mai sperato di poter davvero tornare a vivere. Ora, probabilmente, le facce dei suoi cari sarebbero rimaste immutate nello scorgerlo anche dopo diversi anni. Si incamminò verso casa a piedi, completamente perso nei suoi pensieri, attraversando la foresta che lo divideva dall'abitazione. Solo delle grida gioiose lo risvegliarono da quel torpore, e si ritrovò a sorridere intuendo anche a chi dovessero appartenere.
"Ma dici sul serio, Trunks? Che bellezza! Ci saremo tutti!"
"Già! E pensa che begli scherzi possiamo fare! Sarà meglio pensarci già da ora, non pen... Buongiorno, signor Goku!"si corresse immediatamente il piccolo Trunks, chiudendo con una mano la bocca di Goten, supponendo già che si sarebbe tradito facendosi scappare qualche parola di troppo sulle loro vere intenzioni. Il giovane Son, però, si divincolò in fretta, troppo eccitato per tacere.
"Papà, papà! Senti che bello!"si alzò il bambino correndo verso il padre, ormai uscito dalla vegetazione"Domani sera alla capsule corp Bulma ha indetto una festa in onore della nostra vittoria!"smanacciò entusiasta infine, tirandolo per una mano.
Il saiyan lo fissò a lungo, con uno sguardo quasi perso... Goten... Da quando era nato, non aveva avuto modo di vederlo crescere, di farlo affezionare a sè stesso... Ma il piccolo pareva già esserglisi così attaccato che per un momento il magone gli impedì di parlare. Fu solo dopo un profondo respiro che gli rese il sorriso.
"Naturalmente ci andremo... Non dirlo a tua madre, ma lì si mangia meglio!"gli strizzò l'occhio in segno d'intesa, mentre il ragazzino già saltellava verso Trunks, con il quale improvvisò uno sgraziato girotondo di gioia.
"Goteeeeeeennnn! Viene subito a mettere a posto la tua roba!"giunse improvvisò un grido di donna da dentro l'abitazione, frenando quell'entusiasmo.
"Subito mammaaaaaaaa!"sospirò il diretto interessato, mentre salutava svogliatamente l'amico che già spiccava il volo incamminandosi verso casa. D'un tratto, sull'uscio, si voltò verso la figura del padre, e con disarmante bontà lo colse in contropiede.
"Sai... sono felice che tu sia tornato... A volte la mamma è proprio nervosa!"rise lieve, prima di scomparire dentro l'abitazione.
Il vita del saiyan si bloccò in quell'istante... E la sua sopravvivenza iniziò la sera successiva... quella in cui, quella maledetta pioggia, prese a scendere dal cielo...

Dunque, in questo modo abbiamo finito il grosso flashback che ha per protagonisti i saiyan più saiyan di tutti i tempi!Spero d'aver tolto un bel pezzo di curiosità a tutti anche se... certo, molte cose non sono ancora chiare!
X Marina-heart:dieci capitoli d'un fiato! Wow! Spero di non deludere le aspettative!
X Erika: un attimo di pazienza e ci arriviamo^^
X Migena: sì, direi previsione esatta... tritacarne! Bè, cmq direi che non l'ha presa bene...
X Iaia: susu, le spiegazioni stan prendendo forma!
X Princess21ssj: Hai toccato uno dei punti salienti, Bulma ed i suoi ricordi... ma, chissà:P
Bacio a tutti!

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Capitolo 13
*** Incontro ***


Quel giorno, per tutto il giorno, Vegeta non vide quella maledetta donna. L'aria si faceva molto più respirabile senz'ella, seppur il saiyan non amasse particolarmente il dolce far nulla... Era uscita per cacciare aveva detto, che cosa cacciasse lui lo ignorava... E a volte l'ignoranza era un bene. Spesso si era infatti ritrovato a pensare quanto fossero dannatamente fortunati gli umani, che avevano dimenticato ogni cosa, ogni battaglia, ogni dolore... Lo avevano dimenticato. Ogni volta che ci ripensava, lo coglieva un moto di stizza... Stupidi terrestri, come avevano potuto cedere ad una semplice pioggia?! Sapeva bene che il suo pensiero era quanto di più irragionevole potesse esistere, ma si convinceva del fatto che lui, il principe della sua stirpe, non si sarebbe mai piegato a quel sortilegio, così come era accaduto con Babidy o con Ishabal stessa.
Nel cupo torpore di quegli anni, si era pur interrogato del motivo della sua presenza al fianco di quella truce ed affascinante creatura. Certo non era un bambino credulone, ma qualcosa gli diceva che al suo fianco avrebbe potuto davvero acquistare un'inimmaginabile forza. Non sapeva a quale prezzo, ma poco gli importava... Non aveva più nulla da perdere, ormai. Il suo intuito l'aveva guidato più volte nella giusta direzione e pensava che anche questa volta non avrebbe fatto eccezione.
Come ogni buon tattico che si rispetti, aveva a lungo osservato le tecniche combattive della donna, trovandole sempre più seducenti di volta in volta... La sua forza nasceva dal profondo, proprio come il suo odio per il rivale, e si manifestava in un crescendo di oscurità che avvolgeva le anime altrui, facendole contorcere dal dolore. Vedeva i volti delle vittime struggersi, lacerarsi e poi infiammarsi tra le grida strazianti... il tutto senza battere un ciglio.
La profonda ferita che gli era stata inferta nell'orgoglio l'aveva nuovamente anestetizzato nei confronti delle emozioni, e tutto ciò che vedeva era la vendetta che un giorno, ne era sicuro, avrebbe consumato.
Forse, rimanendo accanto a quella fantomatica signora, avrebbe imparato a governare la sua ira in modo da possedere un nuovo potere, più distruttivo e tremendo. Non poteva chieder di meglio.
Come suo solito, passò la giornata a scrutare l'orizzonte da quel balcone che ormai era la sua finestra sul mondo... Analizzava le auree più vicine come all'erta, pronto a scattare al minimo attacco, e ripensava ai suoi amati propositi di assassinio... Son Goku era il suo più carezzevole compagno in quelle occasioni. Vi si concentrava per diverse ore, assaporando mentalmente il momento in cui avrebbe potuto sopraffarlo, dando così sfogo al suo orgoglio ed alla sua prepotenza. Sperava in qualche modo, così, di soffocare piano piano i ricordi dolorosi che tormentavano già le sue nottate... Non gli avrebbe permesso di aggiudicarsi anche quelle ore della sua giornata baciate dal sole. Se vi ci fosse soffermato, avrebbe sentito prepotente il rimorso per le morti a cui aveva fatto da spettatore impassibile. Avrebbe dovuto esserci ormai avvezzo, ma il rammentarsi della sua precedente svolta lo rendeva più cedevole... Vegeta, il Vegeta che era nato dopo il Cell Game, non avrebbe più avuto motivo di farlo. Vegeta, il Vegeta che aveva salvato il pianeta, non avrebbe fatto strage di innocenti dopo averli salvati da una morte ignobile. Ma Vegeta... quel Vegeta disconosciuto da quel popolo ingrato e dai suoi Dei... Oh, sì, lui lo avrebbe fatto... E di ciò si faceva forte, parandosi dietro all'invisibile scudo della ragione che pensava di avere.
Da quella fantomatica festa, non aveva poi avuto più occasioni di incontrarsi/scontrarsi con l'odioso rivale, ma neppure l'aveva cercato... Certo, l'aura di Kakaroth non era certo poco degna di nota... Ma lui era capace a camuffarla. Tuttavia, il principe era sicuro del fatto che egli non si trovasse sul pianeta, non avendola mai neppure avvertita. Era infatti improbabile che, un saiyan, rimanesse inattivo per cinque lunghi anni senza sentire il minimo bisogno di testare le sue capacità.
Scese sicuro dalla balaustra poggiando i piedi a terra e, mantenendo sempre il solito vacuo sguardo, si diresse verso l'interno, superando la sua stanza senza troppi preamboli. Ascoltò silenzioso il rumore dei suoi passi sul marmo del corridoio, uno dopo l'altro, uniche note di vita in quell'atmosfera tanto tetra, fino a quando si ritrovò innanzi alla porta della sala da pranzo: il legno scrostato doveva esser una volta dipinto con i più svariati colori, sebbene al momento il grigiore che lo inondava rendesse assai arduo il compito all'immaginazione. Vegeta spinse a fondo la maniglia, facendosi strada nella grande camera. Il tavolo era già apparecchiato con ogni ben di dio ed i calici erano già stati riempiti di un profumato vino, mentre il tramonto del sole si specchiava sul vassoio argenteo sistemato nel centro.
Con suo grande stupore, il saiyan si accorse che la donna era già tornata e, cosa ancora più strana, era già accorsa a cenare. Perplesso si fermò a capo della tavolata, appoggiando le mani sullo scanno, fissandola. Per la prima volta, scorse sul viso di Ishabal un'espressione quasi umana che lo fece sussultare, mentr'ella gli rivolse un pacato sorrise.
"Eccoti dunque, mio principe."esordì lei, mostrandogli la sedia dove avrebbe dovuto accomodarsi con un cenno della mano.
"Hai usato un termine di troppo. Mio."rispose lui accettando l'invito ma sedendosi scompostamente accavallando una gamba e poggiando il gomito allo schienale.
La donna non si scompose, tenendo il calice tra le dita facendolo ondeggiare lieve creando un moto ondoso del liquido cremisi, e si chiuse stranamente nel silenzio a cui era invece solitamente avvezzo l'alieno.
"Bè? Durante la caccia, qualche bestia feroce ti ha finalmente mangiato la lingua?"esclamò infine disorientato lui... L'aveva sempre spazientito, con la sua incredibile misteriosità... ma ora quei muti sguardi lo infastidivano ancora di più di quanto non facessero le parole.
"Oh, no... Non sarebbe potuta andare meglio"sorrise di nuovo sorniona lei, con un'insolita calma. Poi fu di nuovo il silenzio, che calò come un macigno sulla testa del saiyan... Che cosa aveva voluto dire? Aveva infine ritrovato ciò che stava cercando?
"Domani partiremo... Ormai sei pronto. Conoscerai lui. Ed allora non conoscerai più il rimpianto."concluse lei d'un tratto, senza dar tempo di controbattere. Con grazia si alzò dal posto dopo aver terminato il nettare e poggiato il calice e mesta uscì dalla sala, lasciandolo con molti dubbi insoluti.
Era dunque giunto il momento... Il momento tanto agoniato... Eppure, cos'era quell'insopportabile sensazione? Rimorso, forse? Scacciò infastidito quel pensiero dalla sua mente, rialzandosi di scatto dando uno spintone alla poltrona, che cadde all'indietro rumorosamente. Nel tempo di quel breve dialogo, il buio aveva preso il posto dell'oscurità, ed ora la luna stava pian piano sorgendo prendendo il posto del luminoso astro. Per un attimo gli tornò in mente l'immagine della sua donna, quella maledetta notte in cui avevano discusso, illuminata dalla sua luce sul balcone di casa sua. Con passo posato si avvicinò alla ringhiera del lunghissimo balcone che, da quella stanza, comunicava con molte delle altre. Un rumore ruppe la quiete, un lungo basso sibilo che tanto avrebbe ricordato una sirena.
Vegeta alzò lo sguardo verso l'alta torre scura che troneggiava sulle altre, dalla quale sembrava provenire il segnale, ma quando le sue iridi si riabbassarono, il suo cuore smise di battere per qualche interminabile secondo.
Come nella visione poc'anzi avuta, Bulma si trovava lì, poco distante da lui, immobile e sconcertata, sfavillante nella sua stanca bellezza.
Mai il saiyan aveva avuto un'esperienza tanto realistica utilizzando il ricordo e ne restò immensamente stupito quando... si accorse che l'abito di quell'immagine non era quello della notte appena ricordata. La donna era avvolta in un cupo mantello scuro provvisto di cappuccio, che era però scivolato dolcemente sulle sue spalle. Neppure l'acconciatura era quella che lui rammentava... I capelli color del cielo erano più lunghi e meno ugualizzati, seppur le incorniciassero perfettamente i lineamenti.
Per qualche istante che parve eterno, il principe restò immobile, come per paura che quel riflesso scomparisse. Ma fu proprio esso ad avvicinarsi, improvvisamente quanto con lentezza, mentre lo sguardo le si velava di tristezza.
Con un gesto carico di dolcezza, la ragazza scostò una mano da sotto il pesante tabarro, aprendola ed avvicinandola al volto di lui, come per esprimere una carezza che però non riuscì a nascere.
"Vegeta... Come... come ti sei ridotto..."sussurrò appena.
L'uomo non riuscì a capacitarsi di ciò che gli stava accadendo... Non era possibile... Era infine impazzito... E poi lei lo aveva chiamato per nome... Non aveva forse dimenticato ogni cosa?
"E' di là! Prendetela!"gridarono delle voci dall'estremità della balconata, mentre già si intravedevano delle ombre in arrivo.
Bulma non ebbe tempo di dire null'altro. Lo osservò ancora, carica di sofferenza, come a voler dire molt'altro... ma fuggì, serrando nuovamente le labbra, scomparendo nelle tenebre ove si diressero a perdifiato le sentinelle che l'avevno trovata....

Buhahahaha! Lo so, sono perfida, vi abbandono così, sul più bello...
Come mai Bulma si trova lì?
Come ci è arrivata?
Presto riprenderemo le fila della sua vita ed allora sarà nuovamente tutto più chiaro!
X Vaniar: sono onorata che tu abbia iniziato a scrivere recensioni proprio con me!Per me è molto importante!^^
X Aleptos: Vegeta è Vegeta, è mia pura intenzione non farlo diventare ooc:)
x Erika: Forse l'ha trovato... ma l'ha già perso! Sì, lo so, son bastarda!
x Marina heart: sono le 5 e 40 di mattina e ho postato l'aggiornamento... bè, più di così non posso fare...^^'
x Iaia: Hai visto, c'è Vegetino:P
x Hotaru: sì, ogni cosa anche nei capitoli precedenti si ricollega... se ricordi bene, alla fine di quel fantomatico dialogo nel capitolo 3 aveva preso a piovere...
x princess21ssj: Bè, ancora il mistero di Bulma non è stato svelato, ma... spero stavolta mi perdonerete!
x Migena: l'amarezza c'è, da parte di entrambi... naturalmente, si spera si possa riparare agli errori.
x Elisa: le tue recensioni mi fanno sempre un immenso piacere, mi sono davvero utili per riflettere sul mio lavoro... So che il lungo flash back ha forse allentato un po' alla tensione, ma preferivo prima di arrivare a questo punto dare qualche spiegazione... Per quanto riguarda Goku, sì... Me lo vedo talmente preso dal fare sempre la cosa più giusta da dimenticare a volta la sua vita... esattamente come quando ha perso la vita contro Cell, lasciando tutto e tutti, tra cui sua moglie incinta...

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Capitolo 14
*** Il villaggio di Ashe ***


I suoi morbidi capelli ondeggiavano al vento, d'un tratto alzatosi, mentre i suoi occhi di bambina erano ancora puntati su quelle curiose macchie cremisi sul terreno... Non ebbe tempo di chinarsi per constatarne l' origine, quando il cielo si fece via via più scuro, fino a far scendere la notte. La voce di sua madre si fece ancora più incalzante mentre la chiamava impaurita, ma lei non l'ascoltava più...
La vegetazione del bosco innanzi a lei non le permetteva la piena vista sul cielo, ma quel fenomeno aveva inghiottito la sua cupidigia nei confronti della conoscenza. Accennò uno dopo l'altro dei passi che ricalcarono perfattamente la scia carminea sul suolo, mentre veniva così condotta nel folto della piccola foresta. Non esisteva più null'altro ai suoi occhi... Nè la sua famiglia, nè il walkman da riparare, nè i libri che aveva già imparato a leggere... Tutto ciò che voleva era sapere cosa si trovava all'origine di quell'affascinante mistero.
Per essere una bambina che andava all'asilo aveva già dimostrato di avere grandi doti intellettive. Ricordò così che effettivamente il fenomeno avrebbe potuto essere riconducibile ad un'eclissi, ma accantonò quell'ipotesi: suo padre gliene avrebbe sicuramente parlato e avrebbe preparato ogni tipo di attrezzatura per poterle far godere appieno di quella sovrapposizione.
I suoi piedi continuarono ad avvicendarsi, mentre i suoi sensi si acuirono sempre di più, ormai al loro limite. E fu allora che il suo udito le segnalò la presenza di qualcuno. La voce che impercettibilmente udiva era alterata... probabilmente da un'emozione troppo forte per poter esser retta da un cuore umano. Il suo intuito femminile le rivelò un leggero velo di amarezza e tristezza, seppur non distinguesse le parole nè riuscisse ancora a scorgere la figura.
Ma non avrebbe aspettato poi molto per incontrarla...
Quando scostò l'ennesimo cespuglio che le intralciava la strada, i suoi occhi trovarono la fonte della sua curiosità: un uomo si trovava inginocchiato a terra, i suoi abiti laceri erano imbevuti di quello che finalmente intuì fosse sangue, mentre le sue pupille erano puntate verso l'alto, cariche di un odio che lei non intuì però come pericoloso nei suoi confronti. Dalla sua bocca uscivano parole colme di strazio ed astio, ma lei si limtò ad ascoltarne la modulazione senza soffermarsi sul significato, come spesso sono avvezzi fare i bambini. Agli occhi di chiunque, l'uomo sarebbe apparso come il più atroce serial killer. Ai suoi, quelli di un'innocente, la pena era troppa per poter giudicare. Spostò le iridi oltremare nella traiettoria dello sguardo dello sconosciuto e rimase paralizzata ad una vista tanto possente, che durò qualche frammento di secondo: un enorme drago era sospeso nell'aria, e parve dire qualche parola prima di scomparire nel nulla, come per incanto.
Per Bulma, quello fu il colpo di grazia: mai aveva sognato di poter assistere ad un simile spettacolo! Che quell'uomo fosse stato attaccato da quella creatura? Non fece in tempo a finir di formulare nella mente quella domanda, che l'oggetto del suo interesse si piegò con il capo verso la terra, facendo tremare appena le spalle. Qualche istante dopo, con uno scatto, rialzò il collo mentre esplodeva in una risata che eccheggiò nell'aria, mentre a poco a poco la luce riprendeva il suo dominio sul buio calato improvvisamente.
La bambina fece un passo avanti, appoggiandosi al tronco di un albero, per nulla intimorita. Quelle risa ben presto si tramutarono in singhiozzi, l'umido delle lacrime bagnava il viso dello sconosciuto ed allora la tristezza fu troppa...
"Signore... sta bene?"bisbigliò appena, intimidita, mentre rapido l'uomo si voltava sbigottito verso di lei, trovandola con lo sguardo.
Bulma era sì molto istruita... ma non abbastanza ancora da capire, a 4 anni, che tutto il sangue su quel corpo non poteva esser suo... altrimenti l'individuo sarebbe già stato morto...

-BI BIP- BI BIP- BI BIP-
Il suono del pilota automatico la risvegliò prepotentemente da quell'incubo, che aveva come sempre qualcosa di troppo reale... Si ritrovò a pensare spaurita che avrebbe potuto continuare a sognarlo ancora, visto il precedente... Ma accantonò quel fastidioso pensiero, concentrandosi sul da farsi.
-ZONA SOTTOSTANTE: VILLAGGIO DI ASHE. RICERCA DI ZONA PER ATTERRAGGIO... RIUSCITA. ALLACCIARSI LE CINTURE-proclamò la voce metallica del suo jet. Ubbidiente seguì le istruzioni della macchina, mentre velocemente si dimenticò di quel sogno e riprendeva a sperare, come ormai troppo tempo a quella parte. Quel giorno avrebbe potuto segnare una svolta... O la più grande delusione della sua vita. Attese irrequieta il completo atterraggio del velivolo per aprire la piccola cupola in vetro che la sovrastava.
Estrasse dallo zaino un oggetto piuttosto familiare: uno scouter. Da quando Radish ne aveva portato uno sulla Terra, lei lo aveva studiato per la sua solita propensione alla scienza e, nonostante i suoi amici avessero imparato a farne a meno e lei lo avesse richiuso nel fondo di un cassetto, ora le poteva essere utile. Lo appoggiò all'orecchio, accendendolo tramite il piccolo tasto laterale, attendendo che le informazioni comparissero alla sua vista. Con enorme felicità apprese che due grandi potenze erano poco distanti, tanto da non far caso ai boati che prendevano vita proprio da quella direzione...
Riafferrò lo zaino che aveva poggiato a terra e si gettò in una corsa folle verso il villaggio, dalle mura diroccate.... così come ogni casa al suo interno. Sebbene Bulma non vi facesse caso a causa dell'entusiasmo, ben presto si dovette fermare e constatare l'evidenza: un'esplosione era avvenuta così vicino da far saltare in aria la casa appena superata, mentre si levavano in aria grida disperate che chiedevano aiuto. Un bambino rovistava tra le macerie da dove esse provenivano. La donna si bloccò, come paralizzata dal terrore... Dove... dove si era cacciata? Velocemente si sfilò lo scouter ed accorse verso il ragazzino, inginocchiandosi alla base di quella montagna di mattoni.
"Aiutami! Aiutami! Mia mamma e mia sorella...!"gridava tra le lacrime il ragazzino, attaccandosi alla manica della sua giacca di jeans.
"Sta tranquillo... In due riusciremo a liberarli"cercò di sembrare rassicurante lei, sebbene avesse ora una paura del diavolo... tutti quegli anni di ricerca... per finire schiacciata nel bel mezzo di una guerra che non conosceva neppure? Frenò per qualche istante il suo istinto di fuga, cercando con immane sforzo di scostare le macerie.
"Guarda, guarda... due straccioni che cercano di salvare altri straccioni... patetico, no?"sussurò ferina una voce alle loro spalle, facendo girare entrambi di scatto.
Una donna bellissima si trovava dietro di loro, vestita di nero come pece erano i suoi occhi. Il suo sguardo emanava una freddezza tale che Bulma si ritrovò colpita... Neppure il suo adorato principe aveva mai avuto una tale mancanza di sentimenti... In lui coesistevano odio, ferocia, voglia di rivalsa fin dall'inizio... Ma costei, invece, sembrava estranea a qualsiasi tipo di emozione... e quella sensazione era ancora peggiore.
"Non affaticatevi... andrete tutti a finire nello stesso posto..."riprese poi appena in un sibilo, mentre una sfera oscura si creò sul palmo della sua mano, mentre li fissava.
-E' la fine... non sono stata in grado di... perdonami, Trunks... Non ho neppure saputo essere una brava madre...-chiuse gli occhi infine, arresasi ad un nemico sconosciuto ma che lei riconosceva già come letale. Ma, con sorpresa, il colpo non arrivò mai. Quando ritrovò il coraggio di riaprirli, la donna mostrava finalmente un'espressione di sbigottimento sul suo volto.
"Ma tu... tu sei..." ,le sue labbra tremavano appena, mentre si aprivano.
Bulma si guardò intorno, poi con sbigottimento si indicò con un dito...
"D... dici a me?"trovò il coraggio di pronunciare.
La creatura si voltò, spiccando un balzo che le fece raggiungere un tetto dal quale prese la sua fuga.
L'umana restò di stucco, fissando ancora con aria intontita il punto in cui, pochi istanti prima, si era formata la sfera che avrebbe potuto toglierle la vita. Solo il suono dei singhiozzi la riportò alla realtà, facendole abbassare lo sguardo sul bambino affianco a lei. Calmato il tumulto del suo cuore, sollevò la mano posandogliela sul capo.
"Coraggio, piccolo... diamoci da fare"proclamò prima di rimboccarsi le maniche...

X erika: vegeta dovrà salvare lei... o lei lui?
x marina-heart:anche stavolta ho aggiornato alle 4 di mattina... ghghgh! Vedrete, presto sarà tutto più chiaro...
x iaia: ho aggiornato! Appena ho tempo, sapete tutti che lo faccio...^^' Ma tanto sapete anche che amo lasciarvi sul più bello...
x helly89: Uhm... Non so... io trovo che Veg è giusto sia bastardi... e basta! Troppo o non troppo dipende... Su Namecc è stato davvero bastardo, ma è stato poi cmq perdonato....
x Lefteye: Ciao, bellissima! Ne approfitto per farti i complimenti sulle tue fics, ne ho rilette diverse in sti giorni*___*
x migena: Suspance... sì, si sono accumulati un po' di misteri... ma andando con ordine tutto avrà una risposta...
x princess21ssj: non posso dare dettagli sul futuro, ma mi raccomando seguitemi^^ personalmente, come ho già detto, non amo la serie gt, quindi non la tengo mai in considerazione... anche per Veg coi baffi... diciamocelo... non è il massimo...
x Elisa: sì, mi piace molto giocare sull'elemento tempo... se fossi andata in ordine, tutti voi avreste saputo che si sarebbero incontrati... così, invece, l'impatto è stato più devastante... bacio!

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Capitolo 15
*** L'arcano rivelato ***


Con le ultime forze rimastele, spinse una pietra tanto da farla rotolare via. I corpi che si presentavano ai suoi occhi erano vistosamente sanguinanti e feriti, ma il petto si alzava ed abbassava regolarmente seppur debolmente. Il ragazzetto si precipitò preoccupato su di loro, tremante ed impaurito. Bulma, per qualche lungo istante, non seppe che fare. Osservò sporca e confusa lo scenario apocalittico che le si presentava: non era certo la prima volta che rischiava la vita, ma era una sensazione a cui non si riusciva mai ad abituare... la paura che tutto potesse finire in un istante era devastante... ragione di più ora, che desiderava ardentemente che le sue ricerche dessero esito positivo.
Si osservò le mani tagliate, ripensando agli attimi della sua vita in cui, giovane, quasi sveniva se gli si spezzava un'unghia. Forse per questo si era attorniata di così tanti valorosi guerrieri... ed, inconsciamente, era stata contagiata dal loro coraggio. O semplicemente aveva ritrovato quello stesso coraggio che aveva dimostrato da bambina, quando non ascoltando i richiami della madre, aveva attraversato il campio di stoppie per andare incontro a quell'uomo sul ciglio della morte...
-Hei... un momento! Ma che sto pensando?! Quello era solo uno stupido sogno!!!...-si ritrovò a contraddirsi mentalmente, quasi shockata dalla facilità con cui quel ricordo le era venuto alla mente... Ricordo?!
Si sedette poco distante, nel bel mezzo della strada, tra la polvere e le macerie, in balia della marea di dubbi che la stava travolgendo. Che... che non fosse solo un sogno? Ma no, che stupidaggini... perchè avrebbe dovuto venirgli in mente proprio ora... Passava gran parte del suo tempo a ripensare ai momenti passati con il suo compagno... Non aveva alcun senso...
"....ina..."avvertì la sua mente, troppo presa dalle supposizioni.
"... rina!"venne scossa nuovamente.
"Signorina!"riconobbe finalmente... aprì gli occhi, incrociando quelli di un anziano ometto che le stava scrollando le spalle per farla riprendere... per qualche lungo minuto si era estraneata così a fondo da dover sembrare pazza.
"S-sì"tentennò un attimo, riprendendosi appena.
"Oh, meno male... Stiamo portando i suoi amici alla chiesa, assieme agli altri sopravvissuti. L'edificio è ancora in piedi... Venga con noi, suo figlio ha bisogno di lei..."
La ragazza l'osservò muta per qualche istante, senza comprendere pienamente le parole del vecchio. Poi sentì una lieve stretta sulla sua giacca e ebbe finalmente la tentazione di constatare chi fosse: il ragazzino da poco aiutato si aggrappava a lei ancora traumatizzato, tremando come una foglia mentre osservava i corpi dei compaesani trasportati con le barelle. Un moto di pietà la colse prima che potesse rispondere che il bambino non era suo figlio, immaginando il proprio al suo posto. Gli posò un'amorevole carezza sulla nuca, annuendo infine allo sconosciuto.
"Sì... verrò..."affermò con voce rotta, afferrando la mano dell'innocente e conducendolo con lei.
Nel breve tragitto che percorse, intravide la disperazione in ogni angolo, in ogni rudere, in ogni volto... Si ritrovò improvvisamente triste nell'aver pensato che la sua situazione fosse la peggiore in assoluto, pentendosi amaramente dell'aver trascurato così a lungo il figlio... In quell'attimo in cui la vita le era sembrata volta al termine, il suo pensiero si era proprio posato sul suo stesso sangue, vittima come lei di quello che a tutti gli effetti le era sembrato un maleficio... Che qualcuno fosse così invidioso della sua felicità? Spesso si era trovata a porsi quella domanda...
All'orizzonte apparve a breve un grosso edificio piuttosto malconcio ma ancora in piedi... Le mura parevano solide e contrastavano con la rozzezza delle abitazioni circostanti.
"La nostra santa sede fin dai tempi delle guerre era un luogo di riparo per i suoi abitanti... Fortunatamente lo è ancora oggi, con la sua struttura possente..."tossicchiò l'anziano innanzi a lei, aiutato da un bastone. Gli uomini rimasti illesi con solerzia trasportavano le lettighe dei feriti, che sembravano non finire mai: quando varcò il grosso portone, un enorme tappeto di persone si prestò al suo sguardo. Intontita, si sedette sulla prima panca libera, ascoltando i pianti e le urla disperate che si levavano e facevano eco.
L'uomo che l'aveva condotta fino a lì si fece strada in mezzo alla folla, fino a raggiungere l'altare presso il quale si fermò e, raccolta l'attenzione generale, si schiarì la voce.
"Amici... la sventura ci ha colto. Questo secondo giorno di terrore è per noi tutti fonte di tristezza. Ma non disperate... siamo ancora vivi e possiamo ricostruirci un avvenire. Rendiamo grazie e..."
"Piantala, nonno!"sbottò una voce più infantile, ma tremante per la collera"Non abbiamo proprio nulla di cui ringraziare! Le nostre case non esistono e molti di noi hanno subito perdite negli affetti... E' il momento di ribellarsi!"
Un giovane di una quindicina di anni aveva salito i primi gradini verso l'altare stesso, stringendo un pugno.
"La megera e quel perfido uomo devono pagare con la vita!"
Grida di assenso si levarono a quell'affermazione. Bulma si ritrovò a pensare che, ancora una volta, aveva sbagliato traccia... Non era certo il suo uomo ad aver combinato quello sfacelo, erano anni che ormai ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Eppure i suoi sensi rimasero all'erta, pronti a scattare, sebbene non sapesse spiegarsi il perchè.
"Sen, sei giovane e ti capisco... ma la loro forza..."
"No! Sono stufo di vedere gente che muore! Di sentirmi dire che sono troppo piccolo! Se domani torneranno, noi agiremo!"
Altri uomini sembrarono approvare quell'idea. Nello schiamazzo generale, la donna scivolò sfinita sul legno della panca, appoggiandovi la testa... il sonno la colse prima che potesse rendersi conto che la cose migliore sarebbe stata quella di scappar via da quel luogo...

Lo sguardo che la stava fissando l'aveva colpita ed amareggiata... sì, non si era sbagliata... quell'uomo stava soffrendo. Sebbene nel momento in cui s'accorse di non esser solo le avesse fatto dono di un'espressione colma d'ira, la bambina non si era scomposta affatto, compiendo nuovamente un passo avanti.
"Non avvicinarti!"sbottò lui, quasi ne avesse paura. I suoi occhi limpidi ed azzurri svettavano in contrasto con i lunghi capelli neri. Era così bello... e così disperato.
"Non avvicinarti!" ripetè "Ti ucciderò se lo farai!"aggiunse mentre le lacrime sembravano frenate da quell'improvviso incontro.
Bulma si ritrovò spiazzata... perchè la voleva aggredire? Lei voleva aiutarlo... con tutta la semplicità di cui era capace, si abbassò lì sul posto e colse un fiore che era entrato casualmente nella sua visuale. L'uomo la fissava, attento ad ogni sua mossa, pronto a scattare come una bestia. Ma lei contituò risoluta nel suo intento.. riprese lentamente a camminare fino a giungergli vicino. Lo sconosciuto era visibilmente sconcertato da tanta forza e si ritrovò infine ad aprire la bocca dalla sopresa. Una piccola mano le si era parata davanti, recando una margherita.
"Tieni, signore... Non essere triste... Vedrai che le ferite guariranno..."sussurrò con voce angelica la piccola, fissandolo con dolcezza e comprensione negli occhi.
Lui aveva perso ogni mordente... ogni furore... sospirò sorridendo qualche istante prima di prendere quel dono.
"Se fossero... se fossero stati come te... ora non sarei così..."ansimò, guardando verso terra. Poi spostò nuovamente l'attenzione su di lei.
"Come ti chiami?"
"Bulma! E ho 4 anni! E so già leggere!"si inorgoglì lei, tirando il petto in fuori. L'uomo le regalò il più bello dei suoi sorrisi, che quasi la fece arrossire.
"Bulma... ci incontreremo ancora, sai? Fino ad allora... promettimi che non dimenticherai..."le disse poggiandogli una mano sulla testa. Per qualche istante, questa si illuminò, ma la bambina non sembrò farci caso, troppo presa dallo sguardo magnetico dell'uomo.
"BUUUUUULLLMAAAAAA!"sentì l'eco di una voce farsi sempre più vicino. Scocciata, sbuffò cercando di dare una spiegazione.
"E' mia madre... mi crede ancora una bambina..."annunciò con aria da donna di mondo.
"Va da lei..."sussurrò l'uomo, distraendo lo sguardo.
La piccola annuì, obbediente, voltandosi correndo verso il campo dal quale era venuta. Quando si girò nuovamente per salutarlo un'ultima volta, l'uomo era già sparito... Ma il suo ricordo era ben impresso nella sua mente....

Ansante, Bulma si svegliò di colpo dolorante per la scomoda posizione. Che... che ciò che aveva sognato si fosse veramente realizzato? Questo avrebbe spiegato molte cose... Tentennante, prese il cellulare satellitare dalla tasca e sortì dall'edificio per non svegliare nessuno... Era appena l'alba. Compose frettolosamente il numero di casa e fece squillare a lungo, fino a che qualcuno non prese la cornetta dall'altra parte.
"Pronto?"rispose una voce. "Papà! Papà, sei tu?"
"Oh, tesoro, ciao! Sei andata in vacanza? Torni a cena? Tua madre ieri ha dovuto buttare le carote e sai quanto poi faccia la paternale su..."
"Papà, per favore, non ho tempo!"troncò decisa il discorso, portandosi una mano sulla fronte "Ho bisogno di un'informazione... ti prego, cerca di ricordare... ecco... una cosa di quando ero bambina..."
"Uhm... forse avresti dovuto chiedere a tua madre, sai quante volte ha sfogliato il tuo album di foto..."rispose perplesso l'uomo.
"No, per carità! Mi terrebbe ore al telefono per una cosa... Senti... ecco... quando avevo più o meno... che so... 4 anni... siamo andati a fare un pick nic... e c'è stato un fenomeno simile ad un'eclissi?"
"Cribbio, Bulma, certo che sì! Ho studiato per mesi quell'accadimento senza ottenere buoni risultati!"annunciò finalmente il padre, colto nel vivo dell'interesse.
"Ah, ecco... e... ehm... io ho fatto qualcosa di strano?"aggiunse infine con aria di nulla.
"Strano, direi di no... semplicemente sei sfuggita al controllo di tua madre correndo come una pazza nei campi! Per la prima volta l'ho vista quasi preoccupata sai... ecco perchè lo ricordo!"
La donna sospirò rassegnata, lasciando scivolare lungo il fianco il braccio libero.
"Un'ultima cosa.. e poi puoi tornare al tuo lavoro..."
"Dimmi tutto, cara"rispose dopo aver dato un tiro di sigaretta il padre.
"A quel periodo... risale il mio interesse per qualche strana creatura...?"
"uhmm..."sentì a lungo il rimuginare del genitore"Bè, hai iniziato a chiedere che ti comprassimo più libri di genere fantastico... Sai, quelle cose da bambini... fate, elfi, draghi, eccetera..."
Il cuore di Bulma fece una capriola, mentre socchiuse gli occhi trattenendo le emozioni.
"Ho capito papà... grazie... Solo una cosa.... Dì a Trunks che gli voglio bene... E che presto la sua mamma sarà... diciamo... "guarita"..."
"Eh? Che vuoi dir"-TIC-
Dopo aver premuto il dito sul tasto di spegnimento, si concentrò infine su ciò che aveva appena scoperto... Era dunque questo il motivo della sua mancate dimenticanza? Il desiderio di uno sconosciuto di decine di anni prima?
Si voltò perplessa per ritornare al coperto, quando le sue gambe le imposero di bloccarsi quando i suoi occhi incontrarono una figura tristemente nota accanto allo stipite della porta.
"Guarda, guarda... La caccia non è più divertente come una volta... si riesce subito a trovare ciò che si cerca..."pronunziò divertita Ishabal, fissandola intensamente...

E' inutile, aggiorno sempre di notte... Ma è l'unico momento in cui trovo il tempo! Ricompensatemi dicendomi ciò che pensate^^
X erika: appena detto... questi sono i miei orari^^'
XLeftEye: ci siamo, presto scopriremo perchè Ishabal non ha ucciso Bulma... o non ancora...!
xAleptos: Bè, non ho aggiornato proprio prestissimo, ma l'aggiornamento è corposo! Perdonata?
Xmarina_heart: nooo, io non mi addorment... roooonffff!
Xeles: oddio, spero che non sia scritta tanto male da non capirci nulla O___O Per la risposta di quando dormo.. quando ho tempo:P
Xmigena: credo che ormai il sogno sia chiaro a tutti^^
X Hotaru_Tomoe: davvero è una delle tue fanfic preferite?O___O Questo mi inorgoglisce molto, ma mi da anche ansia... Essendo questa la prima, se poi in futuro ne scrivessi altre ma non piacessero come questa? Spero proprio di no!
Baci a tutti e buonanotte!(Adesso vado a ronfare*___*)

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Capitolo 16
*** Confessioni da una nemica ***


Indietreggiò sorpresa ed atterrita davanti a quella visione... No, non è possibile... come poteva avere tanta sfortuna? Il fato le era decisamente avverso... avrebbe dovuto, com'era nei suoi piani, andarsene subito dopo aver capito che nulla di quel luogo avrebbe potuto riportarla tra le braccia amate.
"Cosa c'è, bambolina? Il gatto ti ha mangiato la lingua?"sibilò l'altra in tono di sfida, mentre con eleganza moveva il primo passo in sua direzione "Sarebbe un peccato... è così utile in tante situazioni..."aggiunse in tono malizioso, giocherellando con la collana che portava al collo.
"V... vattene! Non hai già provocato abbastanza distruzione?"indietreggiò ancora lei, la cui paura poteva esser letta negli occhi.
"Uhm... a dire il vero... No! Anche perchè è opera mia solo per metà... sai, non amo prendermi tutti i meriti!"sorrise la sconosciuta con fare di nulla, quasi stesse parlando di un lavoro a maglia.
Bulma si ritrovò, per l'ennesima volta, inerme... In quei lunghi anni aveva imparato quanto fosse frustrante non poter decidere il proprio destino, non poter evitare che accadesse... Aveva finalmente compreso lo stato d'animo del principe, in continuo sforzo per migliorarsi, per migliorare le sue capacità. Lei, invece, più che togliere gli altri dai guai, vi ci si ficcava. Si ritrovò suo malgrado con le spalle al muro, dove con angoscia aprì il palmo delle mani tastandolo, quasi a cercare una via di fuga, che naturalmente non trovò. Guidata dall'istinto, impugnò la prima cosa che riuscì a toccare e, senza pensarci due volte, la scagliò verso la donna non troppo convinta a causa dell'ansia.
Il calcinaccio passò a diversi centimetri dal capo dell'avversaria, che neppure si scansò avendo già intuito la traiettoria. Si fermò invece qualche istante, divertita, posandosi una mano lungo il sinuoso fianco.
"Tsk tsk tsk" mosse il dito in segno di negazione davanti alle labbra "Non si fa... avresti potuto farmi del male, sai?"
La ragazza trattenne a stento le lacrime che si facevano imminenti... aveva appena detto a suo padre di riferire al piccolo Trunks che presto sarebbe tornata... ed era arrivata la sua ora. Socchiuse le palpebre, cercando il controllo che le stava sfuggendo di mano, stringendo in un pugno le esili dita martoriate dai lunghi pomeriggi di meccanica, costo della ricerca tanto agoniata. Pregò silenziosamente che non facesse troppo male, mentre nella sua mente viaggiavano ad una velocità impressionante 10, 100, 1000 "E se..." che non avrebbero mai avuto risposta.
D'un tratto sentì un flebile respiro a contatto delle sue labbra... avvertì una presenza vicinissima a sè e si costrinse a riaprire gli occhi, colta dalla curiosità.
Ishabal si trovava innanzi a lei, bellissima e selvaggia, ad una distanza irrisoria... Il tempo di un attimo e quella bocca avrebbe potuto poggiarsi sulla sua, togliendole l'aria, soffocandola, facendola perdere nel vortice nero di quelle iridi nemiche. Provò uno strano moto di repulsione a quell'idea, forse non tanto per l'atto in sè, quanto per il fatto che, dopo così tanto tempo, avrebbe voluto qualcun'altro... lui... per quel privilegio.
"Ti farò una sola domanda... Da cui deciderò la tua sorte... Come ti chiami, tesoro?"sentì il sussurro carezzarle il viso, facendola tremare. Tuttavia, la voce non le uscì dal corpo, forse cercando di prolungare quelli che pensava fossero gli ultimi istanti della sua vita.
"Forse non mi sono spiegata..."ripetè lei scostandosi. In un attimo, dalla sua mano comparve una torcia fiammeggiante nera come la morte... il fuoco crepitava desideroso d'ardere tra le sue grinfie e lei non ci mise molto a dargli libertà... Con un solo, netto gesto lo scagliò verso l'imponente chiesa, che in un attimo fu invasa da lingue roventi e scure che lo devastarono. Bulma udì le urla ed i rantolli delle persone che l'abitavano, scossa dall'orrore e dallo sgomento. Gli occhi le si sbarrarono mentre si appoggiò completamente alla parete, sentendosi cedere le gambe.
"Dunque, dove eravamo rimasti? Ah, sì, ci stavamo presentando..."incalzò la nera come se nulla fosse stato, incedendo nuovamente presso di lei.
la giovane non riuscì questa volta a dominarsi... due lacrime le solcarono il viso che esprimeva tutta la sua immane tristezza. Ma, nonostante tutto, riuscì a trovare nella sua mente quella sola, unica parola che avrebbe potuto metter fine a tutto...
"Bulma...."disse infine con un fil di voce, dopo tanta esitazione.
La reazione della donna, però, la sorprese ancora di più.
"Lo sapevo!"alzò il tono di voce, quasi con gioia, mentre battè una volta le mani non potendole tenere ferme "Lo sapevo!"continuò ridendo come una pazza.
Quel balzano spettacolo procurò a Bulma un tale carico di emozioni che ben presto chiuse gli occhi sentendo venir meno le forze... Proprio come quel giorno in cui, svegliandosi da quella dannata festa, aveva aperto gli occhi in quell'atroce incubo.

Aria.
Si sentì galleggiare in aria per diverso tempo.
Era forse morta?
Oh, quanto le dispiaceva non aver portato a termine i suoi propositi...
E Trunks?
Che gli dei tutti potessero proteggerlo...
Ma ora, la sensazione che fosse tutto finito... sì... era così appagante...
Niente più lotte, niente più incubi, niente più ricerche...
La sua vita era stata troppo movimentata per una ragazza sì intraprendente, ma non abbastanza da poter sopportare tanta tristezza...
Si sentì compiaciuta dell'aver combattuto fino all'ultimo... sì, non poteva biasimarsi...
Fin dai giorni in cui, uscita di casa poco più che bambina, era andata in cerca delle sfere del drago, aveva dato tutta sè stessa...
Le sfere... chissà quando le era venuta quell'idea balzana!
Ricordò appena il momento in cui lesse della leggenda, su quel vecchio libro polveroso...
Sì, ma... perchè aveva quel libro?

Una tenue luce le danzava sinistra davanti agli occhi, facendoglieli bruciare. Ci mise qualche minuto a mettere a fuoco di cosa si trattasse: una candela. Uh, era appena morta e già qualcuno accendeva ceri per lei? Che gentili!
Sentì il collo dolere e si ricordo della scomoda notte passata sulla panchina della chiesa... La chiesa che era arsa con i superstiti del villaggio. In ricerca di calore, si strofinò le braccia energicamente e con suo sommo stupore si accorse... di riuscire a toccarsele! E non solo... di essere stanca, infreddolita ed affamata! Come poteva da morta avere tante esigenze? Vegeta le avrebbe di certo detto che era troppo pretenziosa anche come ombra di sè stessa!
Dopo quello strano pensiero, si impose di mettersi seduta. Si accorse quindi delle soffici coperte che si trovavano sotto di lei e dello scomodo quanto elegante vestito che le fasciava il corpo. Stordita, posò una mano sul capo cercando di placare il malditesta.
"Allora, ci siamo ripresi?"sentì domandarsi. Con uno scatto che le costò non poco sforzo si alzò fiondandosi dalla parte opposta dalla stanza, tutta costellata di piccoli lumini. Accanto alla porta, invece, troneggiava la figura di Ishabal.
"Che cosa vuoi ancora?"si sforzò di domandarle, domando la rabbia.
"Parlare..."rispose pacata l'altra avvicinandosi al letto e sedendovisi. Con un gesto posato le fece segno di fare altrettanto e Bulma, impaurita da ciò che aveva visto precedentemente, non se lo fece ripetere due volte. La donna le sorrise notandola tanto accondiscendente.
"Non avere paura... non ti farò del male. Non a te..."parlò con voce soffusa.
"Innanzitutto, devo delle scuse... Ho fatto dire a te il tuo nome, ma tu non sai il mio... Mi chiamo Ishabal"continuò come se stesse chiaccherando del più e del meno" e tu... tu sei colei che ho cercato per tanti anni."
La ragazza dai capelli turchini la fissò sorpresa nella penombra, iniziando ad interessarsi a quell'inverosimile confessione.
"I-io..? Perchè...?"
"Perchè tu sei colei... Colei che avrebbe potuto salvarlo... se solo ti avesse conosciuto prima..."
Il suo cuore ebbe un sussulto. Che... stesse parlando di quello strano sogno?
"L-l'uomo... in mezzo al bosco..."
"Sì! Sì! Proprio lui!"proferì la donna che sembrava essere in quegli ultimi istanti profondamente cambiata e nei quali occhi si iniziava ad intravedere qualcosa di simile alla felicità.
"Lui è dotato di un grande potere ora, sai? E purificherà ogni cosa... ma tu... tu non hai bisogno di esser purificata... tu sei già, ai suoi occhi, perfetta..."pronunziò col tono di chi sta rivelando un segreto ad un'amica. Bulma, involontariamente, non potè fare a meno di arrossire.
"M-ma... com'è possibile! Mi ha visto solo da bambina e... e poi, comunque, io sono cambiata... insomma, non mi conosce..."ruzzolò su ogni parola senza trovare nè capo nè coda in quel discorso.
"In quel solo momento lui ha visto in te ciò che aveva perso di vista... E che gli ha fatto esprimere quel desiderio di perdizione..."confidò l'altra, poggiando la guancia nel palmo della mano.
"Desiderio?"ripetè a voce alta l'umana sempre più confusa, fino a che un'improvvisa rivelazione le si fece chiara nella testa"Desiderio... Lui aveva appena espresso un desiderio... al Drago Shenron! Ecco... ecco perchè il cielo si era oscurato...."disse ad alta voce, incapace di frenare il fiume di pensieri che finalmente convogliavano nella giusta direzione.
L'oscura signora inarcò un sopraciglio sorpresa.
"Conosci il dio Drago... Il destino vi ha aperto molte strade..."sussurrò infine, pensierosa.
"Comunque sia, avrete modo di parlarne... Il mio signore ti aspetta ormai con impazienza... da tanti... troppi anni... Domattina partiremo, con noi verrà il mio compagno di scorribande... colui al quale spetta metà del merito per il massacro giù al villaggio. Con lui al seguito, Shin non avrà più rivali..."aggiunse rialzandosi e voltandosi verso l'uscio.
"No! Aspetta! Io... io non posso venire con te! Io devo..."
A Bulma morirono le parole in bocca ad un solo sguardo di Ishabal.
"Ti porto rispetto, ragazza. Ma il volere del mio signore viene prima di tutto. Riposa. Tra poco di farò portare qualcosa da mangiare."tagliò corto prima di scomparire dalla sua vista.
.... Ed ora? Quella situazione non presumeva nulla di buono... Si guardò intorno sconsolata per alcuni istanti, fino a quando, nei suoi occhi, si specchiò solo più l'immagine del balcone... L'unica via verso la libertà...


Ed eccomi col solito aggiornamento mattinierissimo! Ormai abbiam in scena quasi tutte le tessere del puzzle, possiamo iniziare a ricomporlo... passiamo ai ringraziamenti!
X vegeta83:bè, finita la parte in solitario di Bulma, direi che presto daremo spazio ai due eterni rivali!
x aleptos: visto, sto cercando di allungare i capitoli per non frammentare troppo la storia... per la tua domanda, direi che abbiamo aggiunto un altro tassello...
X Lefteye: spero che tutto presto risulti più chiaro.. nella mia testa lo è, ma si sa, tra il dire e il fare...:P
X princess21ssj: uhm... non è esatto ciò che dici... rileggi lo scorso capitolo e le parole pronunciate dall'uomo...
X marina_heart: Me commossaç___ç Grazie per i complimenti^^
X Hotaru_Tomoe: Spero che tu abbia ragione, perchè scrivere mi piace tanto^^
X migena: Uhm.... no, forse stai facendo un attimo confusione, ma forse è colpa mia che ho messo troppa carne al fuoco^^'
X Elisa: Bè, sì, è la mia prima fanfic, anche se tengo un blog-racconto fantasy^___^ Cmq è vero, spesso lascio apposta le azioni sul più bello a fine capitolo...
Baci a tutti e notteee! Son di nuovo le 5...ç___ç

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Capitolo 17
*** L'apparizione del principe ***


Aprì con impeto l'armadio, l'unico mobilio letto a parte in quella spoglia e polverosa camera. Tra le nuvole di pulviscolo che la stordirono, riconobbe qualcosa e vi avvicinò le mani per appropriarsene: in meno di qualche secondo, il suo corpo era ammantato con un tabarro che le lasciava intravedere solo il viso. Le gambe le dolevano per le ultime ore di panico per cui aveva irrigidito involontariamente i muscoli e il riposo forzato sulla panca della chiesa che ormai doveva esser andata distrutta con i suoi rifugiati. La lucidità che la contraddistinse in quegli attimi la sorprese: doveva fuggire, prima che se ne pentisse come aveva fatto quel giorno stesso.
Quasi paurosamente si diresse prima verso l'uscio di legno della sua stanza, appoggiandovici l'orecchio... nessuno strano rumore pareva giungere al suo udito e, quindi, deglutendo decise di proseguire.
Si fiondò verso i vetri della porta del balcone che aveva osservato, aprendoli con una lieve spinta. Sussultò al cigolare delle imposte, per qualche attimo si immobilizzò, come se qualcuno potesse sentire il battito velocizzato del suo cuore, poi varcò quella soglia, sentendo il freddo vento della sera sferzarle la pelle. La luna illuminava un poco il percorso da correre, mentre titubante si affacciò dalla ringhiera: si trovava in un punto troppo alto per pensare di scappare, sospirò decidendo di proseguire per ora lungo la balconata. Ma la sua corsa ebbe una ben breve durata, quando si sentì all'improvviso bloccare una caviglia.
Senza pensarci su due volte, abbassò lo sguardo, per levarsi dall'impiccio, quando si ritrovò di fronte lo spettacolo più orrorifico di tutta la sua vita: un uomo, nudo ed inerme, l'aveva fermata con una mano, imbrattata dello stesso sangue che gli scendeva copiose dalle membra... e dagli occhi, cavati.
Bulma trattene le urla, aprendo la bocca sgomenta, mentre l'individuo ebbe la forza di pregarla.
"La prego.. la prego padrona... mi faccia morire! La prego, pietà!"rantolò, suscitando la pietà ed il disgusto allo stesso tempo.
Le gambe della donna sembravano essersi bloccate, il suo cuore aveva subito l'ennesimo colpo ed ora faceva fatica a riprendersi.
"Ehi! Chi è là?!"tuonò una voce dall'interno della camera aperta davanti alla quale stava passando, senza neppure essersene accorta. Probabilmente proprio da lì era sgusciato via il poveraccio così martoriato. Ma proprio grazie al fatto di essere scoperta, riuscì a riprendere il controllo della situazione. Si impose una forza che non pensava di avere e si strattonò via da quell'ostacolo, riprendendo a correre forsennatamente seguendo l'unica direzione possibile, mentre già sentiva diffondersi l'allarme che aveva probabilmente dato la guardia che l'aveva trovata.
Cercò di regolare la respirazione che a mano a mano si faceva più affannosa quando incrociò sul cammino una figura... E adesso?
Si bloccò esausta e sconsolata... era la fine. Con rassegnazione compì ancora qualche passo in avanti, permettendo all'ombra che le sbarrava la strada di entrare nell'unica zona di luce che la luna proiettava. Ciò che vide la colpì come un carico di mattoni sul capo.
Un uomo... IL SUO UOMO... Guardava un punto imprecisato nel nulla... Le lacrime riaffiorarono sui suoi occhi, ma le ricacciò indietro, per la troppa paura d'essersi sbagliata nuovamente. Prese il coraggio a due mani e riprese ad avvicinarsi, mentre quel viso conosciuto e bellissimo si voltava finalmente nella sua direzione. Quello sguardo... che trasmetteva tutto e nulla era ora puntato su di lei, come una carezza che rinfresca la mente, il corpo ed il cuore. L'abbraccio docile di quegli occhi restii alla dolcezza che lei aveva imparato ad amare e in cui avrebbe voluto cullarsi in tutti quegli anni. I muscoli guizzanti nascosti nella stoffa di un mantello che gli marcava l'aria regale che non aveva mai smesso di possedere...
Bulma non si chiese se lui si ricordasse o meno di lei... In quel momento esisteva solo quell'immagine rischiarata, resa pallida dal plenilunio e per questo simile ad un'apparizione.
Poi, lancinante, sovvenne il ricordo di quanto detto da Ishabal... Della coincidenza riportata dal suo ricercatore di aure... Della distruzione provocato ad Ashe... Del discorso del villano riguardo ad una presenza maschile accanto alla "strega". E lei comprese, nella sua infinita intelligenza, che l'immagine del suo uomo corrispondeva con quella del mostro che aveva seminato morte. Quando per l'ennesima volta sbattè le palpebre incredula, vide in Vegeta solo un uomo disperato e confuso.
Impresse tutto l'affetto possibile sui suoi palmi e cercò così di trasmetterglielo, cercando il contatto, sfiorando la sua pelle tendendo una mano verso il suo viso.
Le sue labbra si mossero da sole, pronunciando una frase che non si ricordò mai più, ma che sapeva esprimere la marea di emozioni che l'aveva travolta.
Sentì distintamente delle voci provenire alle sue spalle, interrompendo il suo idillio: a malincuore girò lo sguardo da dove esse parevano provenire e, dopo un'ultima occhiata all'uomo che, nel frattempo, non aveva spiccicato parola, sgusciò via riprendendo a correre, verso la salvezza. Ora sapeva che lui era lì. Sarebbe tornata.



Son Goku pareva seriamente arrabbiato con l'aria, vista la potenza dei calci che tirava a casaccio nel vuoto. L'espressione era seria, fino troppo per chi, come lui, era abituato a vivere in un perenne stato di felicità.
Bubble lo osserva a altrettanto seria, avendolo eletto ormai come passatempo preferito in quel monotono pianetino.
Durante l'ultimo assalto del saiyan, la voce di Re Kaio tuonò nell'aria, facendogli perdere la concentrazione necessaria... Il risultato fu l'abbattimento netto dell'unico albero presente, spezzato in due grazie alla potenza del suo piede. E proprio mentre il ragazzo si stava girando per rispondere al richiamo, il tronco gli cadde sulla testa di prepotenza, quasi a volerlo punire per la malefatta.
"Goku, insomma, ti ho chiam... Di nuovo? Questo è il diciottesimo albero che mi distruggi per distrazione!!"gli gridò dietro l'ometto, affiancandosi a Bubble.
Goku, per tutta risposta, si massaggiava la testa sulla quale svettava un grosso bernoccolo, lamentandosi come chi non fosse abituato in realtà a quel dolore.
"Ahia, ahia, ahia... ma quando si è avvicinato l'albero..? Non l'ho mica visto... Ho capito!! E' un allenamento nuovo a sorpresa che ha creato lei... Però, bravo Re kaio!"esordì infine sedendosi a gambe incrociate sul posto.
"Razza di scemo, come ti vengono in mente queste idee! Sei tu che ti sei avvicinato, mica l'albero!"rimbrottò ancora prima di prendere un gran respiro per calmarsi sistemandosi gli occhiali.
"Comunque... non è per questo che sono qui...",aggiunse mentre la scimmia guardava tristemente il fusto a terra,"ma per qualcosa di molto più importante". Il saiyan smise di tenersi la testa, mostrandosi finalmente interessato.
"Finora ti ho tenuto al di fuori dei problemi della terra... Ma forse è il destino, non ne possiamo fare a meno... Il pianeta corre un grande pericolo. E con lui... anche una persona che conosci bene..."deglutì infine, come se l'argomento non gli piacesse.
"Qualcuno che conosco?" ,rispose l'altro con lo sguardo già luccicante, "E chi sarebbe? E poi, cosa sta succedendo?"
"Te lo spiegherò... ma promettimi che starai attento..."rispose Kaio, armandosi di pazienza...


X Vegeta83:bè, aggiornare ho aggiornato.. ma prestissimo in senso di mattinata^^'
X marina_heart:grazieeeee*___* Comunque sì, è proprio lei!
X Lefteye: grazie per l'osservazione.. neppure a me piaceva, ma era per non ripetermi^^' comunque correggerò a farò in modo di non scriverlo più:)
X Aleptos: sì, lo so, son contorta^^' Cmq siamo arrivati ad un punto di svolta
X migena: Non si è ancora scoperto cosa vuole da Bulma, ma abbiamo raggiunto il punto già preso con Veg... tutto ora coincide^^

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Capitolo 18
*** Una spalla su cui piangere ***


La corsa le aveva fatto perdere la cognizione del tempo e d'ogni altra cosa... esisteva solo l'affanno... e la libertà. Sentiva voci, rumori, scalpicci alle sue spalle, che la rendevano conscia del fatto che, per quanto fuggisse, il suo fisico non era allenato e che, presto o tardi, l'avrebbero ripresa. Con orrore riconobbe l'angolo estremo della ringhiera ed un balcone semi chiuso alla sua destra... null'altro. Era in trappola. Le gambe le tremarono per la paura e la stanchezza, mentre con tristezza fissava quell'unico punto ove finiva la sua voglia di vivere.
Poi, l'impeto della vita la colse nuovamente nel ricordare quei pochi attimi che la dividevano dal suo fatale incontro col tenebroso principe... No, non era per lei che ce la doveva fare... ma per salvare lui... e ridare una vita normale a suo figlio.
Con l'ultimo barlume di ragione, fissò i numerosi rampicanti che si dipanavano dal ferro battuto e la sua intelligenza la cavò d'impiccio per l'ennesima volta: con un colpo secco aprì la porta della camera lì accanto, schiudendola appena, mentre fece appello a tutto il suo coraggio e scavalcò il davanzale calandosi a poco a poco sotto il balcone stesso grazie alla vegetazione che, con gli anni, si era fortificata attorno alle mura stesse. Attese immobile qualche attimo, poi potè apprezzare il frutto del suo ingegno.
Il rumore dei passi sovrastanti le rimbombò pesantemente nelle orecchie per un paio di secondi, che parvero interminabili... Poi, quella liberatoria affermazione.
"Ehi, le porte sono state forzate! Dev'essere scappata all'interno! Presto, ormai l'abbiamo in pugno, non può sfuggire!"
Un tremito di gioia mista ad eccitazione la pervase, mentre paziente attese ancora per sicurezza. Quando anche l'eco dell'ultimo passo scomparve, con impegno (e con la ferma intenzione di non guardare verso il basso) Bulma si preparò ad affrontare quella che le parve una vera e proprio scalata... o meglio, discesa.
Implorò sè stessa per trovare la forza necessaria per non mollare la presa decine di volte, soffermandosi appena si presentava la possibilità per riposare, appoggiandosi a qualche gargoyle che adornava fortunatamente l'edificio.
"E c'è anche qualcuno che dice che l'arte è inutile"sorrise tra sè e sè quando finalmente la distanza con la terra non le sembrava più così incolmabile. Forse impaziente però di giungere a destinazione, la ragazza scese con troppo impento i rampicanti ormai messi a dura prova, che cedettero sul più bello. I pochi metri che percorse cadendo non potevano certo risultarle fatali, ma lo spavento e la botta si tramutarono in un mezz'urlo che le costò caro.
"Chi va là?! Ehi, ho sentito qualcosa! Laggiù! Laggiù!"esclamò la guardia da sopra una balconata, riuscendo ormai a vedere la figura della fuggitiva.
Bulma si alzò di scatto, avvertendo dolore alla caviglia a causa del brusco atterraggio, ma se ne infischiò dando la priorità alla sua salvezza. Quasi con disperazione, si gettò in una folle corsa senza alcun punto di riferimento, con la netta intenzione di far perdere le sue tracce. Proprio per questo accolse quasi con sollievo lo scorgere della boscaglia che le si presentava, giunta come manna dal cielo a chi, come lei, aveva un disperato bisogno di nascondersi.
Sapeva bene, ormai, che non li avrebbe battuti in quanto a resistenza. Tutto ciò in cui sperava, ormai, era la fortunata ipotesi di non esser scorta. Diede quindi fondo a tutte le sue forze, allontandosi più che poteva, fino a quando la vista inizò ad annebbiarlese per la stanchezza. Solo allora, stremata si gettò tra alcuni cespugli, tenendosi saldamente la caviglia ormai bluastra.
Sentì il morbido letto di erba premere sulla sua schiena indolenzita e socchiuse gli occhi passandosi una mano sulla fronte... Ce l'aveva fatta... Lei, Bulma Briefs, eta sfuggita a morte certa con le sue sole forze. Sorrise incredula, mentre riapriva gli occhi che le avrebbero invece mostrato quanto questo pensiero fosse precario...


"Vegeta!"tuonò secca mentre spalancava le porte della sua stanza in cui lui, ancora, non aveva fatto ritorno.
Come imbambolato era rimasto lì, rischiarato dalla luna, nel punto in cui lei gli aveva rivolto la parola... In cui lei gli era apparsa.
"Vegeta!"rimbrottò ancora scocciata oltrepassando le vetrate del balcone, avvicinandoglisi. Con una smorfia di disgusto, il saiyan si sforzò di girarsi nella su direzione, come interrotto, recandole uno sguardo seccato e minaccioso.
"Che cosa vuoi... strega..."le rispose subitamente, come per volersi immediatamente togliere quel peso e tornare alla sua immaginazione. Ma lei non pareva la stessa di sempre ed, agitata, gli afferrò le braccia scotendolo.
"Brutto bastardo, perchè non l'hai fermata?! Perchè?!"gli gridò di rimando, alterata e nervosa come non mai. Quel singolare comportamento colpì il principe... ma più ancora di questo, lo stuzzicò l'idea che, a quanto pareva, ciò a cui aveva assistito era reale. Per assicurarsene ed ottenere maggiori informazioni, la stuzzicò come mai aveva osato fare prima.
"Perchè... avrei dovuto?"dichiarò in tono atono, con un'espressione vaga che fece ancor di più imbestialire la sua mecenate.
"Cane maledetto! Tu non sai neppure chi avevi tra le mani! Tu... tu... anni di ricerche sprecati! Per una stupida scimmia incapace di muovere un solo dito!"commentò Ishabal rabbiosa, riferendogli epiteti che lo sbalordirono e seccarono allo stesso tempo. Con un gesto veloce afferrò il collo del suo abito e la sbattè contro il muro, con un tonfo sonoro. In quell'istante vide dissiparsi le emozioni dagli occhi dell'avversaria, come se improvvisamente avesse ripreso il suo solito non-umore.
"Prova a ripeterlo... troia... e finirai là dove neppure Satana in persona potrà ritrovarti"sibilò con placida calma"E comunque... è l'ultima volta che ti ripeto che io non sono al tuo servizio. Non è affar mio la tua incompetenza."concluse mollando la presa, mentre lei lo fissava con quel misterioso sorriso che aveva imparato ad odiare.
"Bene... ora che ci siamo chiariti, riprendo la mia caccia..."sussurrò lei dopo essersi pericolosamente avvicinata alle sue labbra.
Vegeta si scostò immediatamente con disgusto e la osservò allontanarsi, cercando di non tradire l'ansia che lo stava invadendo.... Cosa voleva quella serpe dalla sua donna?
La sua domanda non ebbe risposta, interrotta dall'incedere improvviso di un'aura che mai aveva dimenticato....


"Eccoti qui, bambolina..."
La riportò alla realtà la sgraziata voce di un corpulento omone che le offuscava la luce della luna, chino su di lei.
"No!"gridò mesta cercando di arrancare strisciando via. Ma la sua corsa ebbe ben presto fine, circondata da altri 5 uomini con facce tutt'altro che raccomandabili. Ebbe appena la forza di rizzarsi quando si ritrovò con le spalle contro un grosso tronco. Con il respiro affannoso si osservò attorno, conscia ormai di non avere altra alternativa alla resa.
"Ehi, Tibs... che dici, prima di riportarla, possiamo....?"azzardò improvvisamente il più mingherlino, osservandola con lussuria. Bulma spalancò gli occhi terrorizzata dalla possibilità e subito portò lo sguardo sull'umano che pareva esser a capo di quello squinternato gruppetto.
"Perchè no? Le ci vuole una lezione, in fondo..."sorrise biecamente l'altro, iniziando già ad avvicinarsi.
La ragazza afferrò sbigottita il fusto dietro di sè con i palmi delle mani, quasi cercando di cogliere così la forza necessaria per uscire indenne da quella situazione. ma già le lacrime le offuscavano gli occhi, mentre le labbra proferivano a ripetizione dei "no..."sempre più flebili.
D'improvviso vide il primo del quintetto cadere a terra, premendo le mani sul ventre, con espressione distrutta dal dolore. La sequenza si ripetè veloce, senza ch'ella potesse capire cosa davvero stesse accadendo. Solo quando l'ultimo corpo inerme toccò terra si rese visibile, accanto al malcapitato, una figura che le era familiare... la più familiare in assoluto.
Il ragazzo si girò nella sua direzione, quasi più confuso di lei. Con un gesto imbarazzato si grattò la nuca, cercando le parole giuste da dove cominciare.
"Ehm... sta... sta bene?"sussurrò infine balbettando.
Le lacrime iniziarono a scorrere più velocemente sulle guancie di Bulma, allora... Con uno slanciò si gettò su di lui, abbracciandolo con un tale affetto che per poco non lo soffocò.
"Goku...."riuscì solo a dire, interrotta dai singhiozzi.


Yeah! Il ritorno dell'eroe!^__^ Innanzitutto, vi ringrazio per i 100 commenti! Siete grandiosi! Sono commossa ç_ç
X Vegeta83: non si sa cosa abbia detto Re kaio, ma ne abbiamo qui i risultati^^
X Elisa: mi sei veramente d'aiuto, non sai nemmeno quanto... mi aiuti sempre a riflettere su ciò che metto per iscritto! Grazie!
X Hotaru_Tomoe: eh sì, il lato oscuro di Vegeta non è mai morto... si è solo assopito. Il problema ora è: come farlo addormentare di nuovo?
X jejachan: accidenti, grazie per aver iniziato a leggere la mia storia:) Sono contenta risulti gradevole.
X migena: Bulma ha finalmente trovato una spalla su cui piangere... ci voleva dopo queste disavventure!
X bea1989: Ma wow, accidenti, un'altra nuova lettrice^___^ Grazie, spero di non deluderti.
X marina_heart: Sono bastarda... e Bulma e Veg non sono ancora insieme... l'ombroso principe ha bisogno ancora di redimersi... che possa iniziare il processo da quel semplice incontro?
Baci!

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Capitolo 19
*** Gli uomini della mia vita ***


Il ragazzo sbarrò gli occhi, facendo un passo indietro tenendole le mani sulle spalle.
"Ci... ci conosciamo?"chiese lui, come neppure un pessimo attore avrebbe potuto fare...
Lei lo guardò stupita, mentre qualche solitaria lacrima le scendeva ancora lungo il viso. Poi l'espressione smarrita scomparve, per far spazio a quella che il saiyan conosceva assai bene.
"Certo, zuccone! Non prendermi in giro! Tu sei Goku, Goku, GOKU! Nessuno ti conosce come me! Sono stata IO a farti intraprendere il viaggio... IO a parlarti delle sfere e del lor uso... IO che ti ho subito per tutti questi anni, mentre tu mi sfilavi la biancheria o palpavi qualsivoglia essere femminile per capirne il sesso! IO che..."
Non ebbe più tempo di continuare il lungo monologo che aveva in mente, presa dalla furia e dal delirio di onnipotenza che le faceva credere di esser troppo importante per esser dimenticata perfino da lui. Goku l'abbraccio stretta, dondolandola appena per farla calmare.
"Ho capito, ho capito... scusami per aver dubitato di te... Bulma..."sussurrò appena roco, sintomo che presto il pianto l'avrebbe travolto. A quella voce così maschia, la ragazza quasi sussultò... Sì, l'aveva conosciuto da bambino, aveva diviso la giovinezza con lui... Ed ora lui era un UOMO. A volte stentava a crederlo e lo ricordava così come lo aveva visto la prima volta, ingenuo ed infantile come non mai. Bè, a parte la tonalità e l'aspetto... Goku era sempre Goku. Potevano passare 1, 10, 100 anni... Ma lui non cambiava mai. Si allontanò appena per asciugarsi col dorso della mano le ultime lacrime, abbozzando un sorriso: si sentiva al sicuro. In quella notte così travagliata, il frutto del suo lavoro era infine giunto: aveva reincontrato il suo uomo... profondamente ferito, certo, ma lui... Ed il suo migliore amico. Ora sapeva con precisione di non esser pazza.
"Razza d'imbroglione... far finta di non conoscermi!"sorrise ancora, ridendo lieve.
"Bè, ma io sapevo che tutti avessero perso la memoria... Bah, che vuoi che ti dica, mi sarò perso un passaggio!"sentenziò il saiyan ridendo infine di cuore. Non si poteva non esser avvolti da quel suo disarmante buonismo...
"Ditelo anche a me... cosa avreste dovuto dimenticare...?"sibilò una voce alle loro spalle, come sbucata dal nulla. Ishabal era sdraiata lì, sul ramo più basso di un enorme faggio, a godersi la scena, la gamba che penzolava ritmicamente e sensualmente. Bulma si irrigidì all'istante.
"V-vattene! Non verrò con te!"trovò infine il coraggio di dirle, facendosi forte della presenza di Kakaroth.
"Io penso di sì, invece, mia cara... E dire che ero stata così gentile con te... Ma non preoccuparti, sistemato questo bamboccio ti riporterò a casetta... O magari, sarà lui di sua spontanea volontà a voler venire con me..."sussurrò maliziosamente prima di scivolare con un balzo felino a terra, proprio davanti a loro, avvicinandosi al ragazzo che era rimasto perplesso. Con un movimento ardito, poi, portò la punta delle dita sul suo collo, avvicinandoglisi fino a rimanere ad un soffio.
"Ahem... Bulma... Dì alla tua amica che Chichi non gradirebbe..."fece appena in tempo a pronunciare imbarazzato, prima di mutare improvvisamente espressione, come sfiorato da qualcosa di anormale.
"La tua aura... non è normale..." si fece serio "E' qualcosa di rabbioso... ed estremamente maligno... Chi sei tu?"la guardò infine torvo e concentrato, mentre si parava di fronte all'amica per proteggerla.
"Calmati, ragazzo... Mi pare tu abbia un ottimo potenziale... Non cadi facilmente nelle mie spire... Hai mai agoniato un potere maggiore? Io potr-"
Non la fece neppure finire di parlare, interrompendola sicuro.
"Io agonio solo di fare la cosa più giusta. E tu... sei tutto fuorchè questo"si espresse tagliente il saiyan, lasciandola di stucco.
Ma Bulma non fece neppure in tempo a sentire quella più che meritata risposta. La sua mente si era fermata quando la donna aveva proposto all'amico il potere... Ed il suo aver visto Vegeta al suo fianco, ora, aveva un senso... La sua smania di conquista non si era dunque placata? Era bastato qualche semplice anno di separazione per farlo ritornare ai giorni in cui non era null'altro che un assassino? Davvero il suo uomo... si sarebbe venduto a quello scopo? E Ishabal... si era avvicinata con tanta sensualità anche a lui? Sentì l'anima percossa all'idea di quella strega ansimante sotto il corpo perfetto del suo principe... ed annaspò con le dita sulla casacca arancio di Goku.
"Quanto veleno... e dire che io potrei rispondere alla domanda che ti eri posto poc'anzi... Parlavi di un'amnesia, non è vero?"si scostò d'un passo l'arpia, tenendo comunque il suo solito tono mellifluo. Il ragazzo non rispose.
"Ebbene, lei non può dimenticare... Il mio signore non lo permetterebbe mai... Non permetterà che vengano omessi i preziosi ricordi del loro incontro... Non so cosa avrebbe dovuto dimenticare.. Ma avete scelto la persona sbagliata."
Ancora shockata, la mente di Bulma rincorse il ricordo che le era ritornato tramite sogno... E la frase che quell'uomo le aveva proferito...

"Bulma... ci incontreremo ancora, sai? Fino ad allora... promettimi che non dimenticherai..."
E poi quel bagliore...

Era quindi questo il motivo per cui le sue memorie esistevano ancora?
"Goku... Goku... ti prego... andiamo via..."sussurrò con voce rotta accanto alla sua schiena, mentre l'interessato si limitò ad annuire.
"Non so di cosa tu stia parlando... Ma alla mia amica non pare piacere. Perciò penso proprio che sia arrivato il momento di salutarci..."annunciò mentre afferrava il polso della ragazza, che prontamente si aggrappò a lui in cerca di sostegno.
"Oh-o! Io non penso proprio! Quanta fretta..."sorrise lei glacialmente, mentre un piccolo globo d'oscurità iniziò a sfavillare nel palmo della sua mano. Ma non ebbe mai il tempo di lanciarlo...
Il saiyan dovette solo unire due dita e portarle alla fronte per scomparire alla sua vista, lasciandola di stucco.
Ma Bulma riuscì ugualmente a subire l'ennesimo tuffo al cuore di quella densa giornata. Mentre ormai l'alba stava prendendo piede in quella landa, lanciò un ultimo sguardo intorno a sè tenendosi stretta al suo migliore amico... Ed i suoi occhi catturarono l'immagine del compagno, appena giunto, fissarla stupito ed amareggiato mentre scompariva alla sua vista...

E' di nuovo tempo di saluti! Il titolo è, ovviamente, un riferimento ai due uomini di Bulma: Goku, il compagno d'infanzia, e Vegeta, compagno di vita.
x Hotaru:ghghgh, cmq Goku è un pessimo attore.
X gre e kia: non so ancora di preciso quanti capitoli saranno, spesso mi faccio trasportare dalle descrizioni... Cmq, non terminerà nell'immediato.
X migena: si è avvinghiata, sìsì! Però... bè... sul finire l'ha vista anche Vegeta!
X marina_heart: ora dovresti aver capito^^
X bea1989: Idem come per Marina... ovvio che facesse finta di non conoscerla, era convinto che fosse lei a non ricordarlo!

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Capitolo 20
*** Il mondo di Bulma ***


"Accidenti... non mi sbagliavo... addirittura il teletrasporto... altro che potenziale..."sorrise sorniona la strega mentre faceva scomparire tra le dita l'oscurità che si era preparata a lanciare.
"Peccato che non si unisca a noi..."sussurrò infine, girandosi verso il saiyan rimasto muto, che la fissò gelido.
"Non pensarci neppure... LUI è MIO..."sibilò con una tonalità tanto ambigua che per poco la donna non si fece un'idea errata. Poi, quasi felice, battè le mani in un'improvvisa illuminazione.
"E così è lui, eh? Che emozione, principe! Conoscere finalmente l'odiato rivale... Non male... "le si fece più vicina, leccandosi le labbra, " Hai la mia piena approvazione... Da quel poco che ho visto, lui e la mia bambolina hanno una relazione... E ciò non sarebbe dovuto succedere..."
Gli occhi del saiyan si riempirono di rabbia, come tizzoni rimasti troppo a lungo sotto le ceneri che trovano finalmente l'alito di vento che li riporta alla vita.
"Non osare neppure pensarlo!"tuonò con una tonalità minacciosa che quasi lei ne rimase turbata.
"Non alterarti, mio riottoso compagno... Non è mia idea quella di privarti della tua vendetta su quell'uomo... Non lo toccherò, anche se al mio padrone questa storia non piacerà... Sai, a lui non piace mai quando vengono toccate le SUE COSE..."aggiunse con un fil di voce, mentre lo sguardo si perse verso il terreno, malinconico.
Vegeta strinse i pugni lungo i fianchi, cercando di trattenere la collera che avrebbe di certo scoperto il suo debole per quell'umana. Si costrinse, anzi, a mentire spudoratamente, nella speranza di carpire qualche nuovo indizio.
"Le sue cose? Quella... donnicciola? Che interesse ci potrebbe mai essere per una... stupida umana?"pronunziò con quanto più disgusto possedeva.
La sua interlocutrice si diresse lentamente verso il maniero, rispondendogli ormai di spalle, senza più neppure guardarlo.
"Senza quella che tu chiami... "donnicciola"... Il mio padrone avrebbe già distrutto questo mondo... Per lui, solo lei è meritevole di vivere..."rispose infine, lasciando il saiyan nello smarrimento più totale.

Bulma si ritrovò sconvolta tra le braccia dell'amico, lontano da quella valle di emozioni... Cielo... Vegeta l'aveva vista... l'aveva vista così... avvinghiata! Che idea avrebbe mai potuto farsi? Certo, però... Lui era al fianco di quella megera... Di quella... Isha-qualcosa... E il modo in cui lei si poneva non faceva presupporre nulla di buono. Amareggiata ed alterata allo stesso tempo, la ragazza si scostò da Goku, che la guardò perplesso.
"Qualcosa non va?"le chiese infine grattandosi la testa.
"Qualcosa non va?! Me lo chiedi anche?! Tutto non va!! Tanto per cominciare, cos'è questa storia della memoria?! Ho passato cinque anni d'inferno, lo sai? Cinque anni in cui mi hanno dato della pazza!!"sbottò lei, troppo scossa per potersi contenere oltre... Sarebbe esplosa da un momento all'altro.
"Eh... lo so... E' strano, infatti... avresti dovuto dimenticare anche tu! Così sarebbe stato tutto a posto!"rispose lui, grattandosi il mento come in cerca di una risposta.
"Lascia perdere il perchè io ne sia stata immune! Non sarebbe stato a posto lo stesso! Come avrebbe potuto... Mi avete lasciata da sola con Trunks! E tua moglie... tua moglie è convinta di aver sposato un pilota dell'aeronautica! Dei, Goku, che disastro avete combinato?!"gli gridò ancora contro, portandosi una mano sulla fronte per domare il mal di testa.
Il saiyan sospirò sconsolato, sedendosi a terra sul posto.
"Ma lo sai che tu e Vegeta siete proprio fatti l'uno per l'altro? Reagite più o meno allo stesso modo... Anche per questa notizia..."riprese quasi per buttarla sul comico, ma l'effetto fu tutt'altro.
"Vegeta... Vegeta... sapeva... di questa amnesia...?"chiese Bulma titubante, sentendo pronunziare finalmente il nome del suo compagno da qualcun'altro.
Il ragazzo si fece serio ed annuì.
"Sì... quella sera... quella della festa... Non riuscì a dirtelo. Ma lui non c'entra... la colpa è mia..."
Come aveva potuto?! Sapeva ogni cosa e l'aveva tenuta all'oscuro...? Davvero ancora valeva così poco per lui? Rimase chiusa nel silenzio, attendendo il seguito.
"Gli dei Kaio non mi hanno dato molte possibilità... Le sfere del drago sono diventate... impure. Se fossero state usate anche una sola altra volta, potevano annullarsi tutti i desideri espressi... Compresi quelli del ripristino della Terra stessa... Così... hanno tolto ogni memoria... Era l'unico modo per..."
La voce rotta dal pianto di Bulma lo interruppe e lo lasciò amareggiato e pensieroso.
"Avresti potuto dire che vi sareste allenati per sempre per proteggerle! Avresti potuto minacciarli di morte se l'avessero fatto... tanto tu eri più forte! Avremmo potuto chiedere se era possibile sciogliere Dende dal suo incarico... ed allora non sarebbero più esiste! Avresti... avresti... avresti potuto fare qualsiasi cosa! Ma non... non rendermi così infelice!"si accasciò infine a terra, scossa dai singhiozzi, mentre il saiyan si trovava atterrito.
"Non... non fare così, ti prego, non so cosa devo... fare... Io... non sono intelligente come te... Ero confuso, non sapevo come comportarmi... Pensavo di preservare... il bene di tutti..."si avvicinò infine all'amica, piegandosi sulle ginocchia per confortarla.
"Ogni tanto... Goku... dovresti pensare ai sentimenti di chi ti è vicino... Non solo alla salvezza dell'universo..."sbiascicò lei tra le lacrime, spiazzandolo non poco. Era proprio così... Era quello che anche lui aveva pensato nel giorno in cui Goten gli aveva sorriso dopo esser stato alla fatidica riunione... L'aver vissuto da bambino solo, diviso dal resto del genere umano, forse lo aveva reso più insensibile ai rapporti interpersonali... In fondo, lui si era sposato così, su due piedi, per una promessa che neppure ricordava. Certo, aveva in seguito imparato ad amare quella donna così particolare. Ma per Bulma... no, il mondo agli occhi di Bulma era qualcosa di assai diverso. Era fatto di legami, di relazioni, di studio, di ricerche, di scoperte... Un mondo che lui non avrebbe mai conosciuto pienamente. Per un attimo la invidiò. Ma subito dopo si sentì in colpa al pensiero di poter seriamente esser geloso della felicità di una persona che aveva ferito così tanto. Con un sorriso, avvicinò un dito per asciugarle una lacrima, attirando la sua attenzione.
"Sai... anche io voglio tornare dalla mia famiglia... Troviamo una soluzione insieme..."concluse sincero.

Il pugno che colpì il muro creò una voragine che permise all'aria fredda di entrare nell'ambiente, sopperendo un po' al disgustoso odore di chiuso che inondava la stanza.
"Maledetto... maledetto Kakaroth..."sibilò piano, per paura di esser sentito.
"Mi hai rovinato la vita... Solo per portarmi via la donna... Era tutta una bugia!"sussurrò ancora mentre un secondo pugno allargava il buco. La mente del principe era corrosa dall'ira, un sentimento talmente forte da spazzare via anche il più piccolo barlume di razionalità... La razionalità che gli avrebbe permesso di capire che, in fondo, ciò non era possibile.
"Maledetto... maleddetto..."continuò a ripetere fino allo sfinimento, mentre la porta dalla stanza veniva senza avviso spalancata.
"Veg... oh... se ti serviva una nuova finestra, potevi dirlo..."sorrise senza mezzi termini la donna, accomodandosi sul letto.
"Sono occupato... lasciami in pace..."rispose senza degnarla di uno sguardo, gli occhi puntati sul piccolo cratere formatosi lungo la parete.
"Bè, faresti bene a liberarti... Dobbiamo partire. Te l'avevo già detto ieri."gli si rivolse osservandosi le unghie senza alcun interesse. Il saiyan si girò sorpreso.
"Pensavo che... non saremmo più andati..."
"Pensavi male. Ho bisogno che tu la prossima volta sia pronto... per distruggere quell'insetto che ha osato mettermi i bastoni fra le ruote..."ammiccò lei accavallando una gamba.
"... E lo sarò..."rispose lui, mentre un diabolico ghigno gli increspava le labbra...


X Iaia: DECISAMENTE vegeta ci è rimasto male vedendo Bulma avvinghiata:P
X vegeta83: prima di così non potevo aggiornare^^
X aleptos: grazie per i commenti in sequenza^^ Ishabal non poteva sapere del teletrasporto... vive con Veg, ma lui non lo sa fare...^^
x Marina: eeeeeh, Vegeta è accecato dall'ira... quel testone...

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Capitolo 21
*** Shin ***


Alla luce magnifica e immortale del satellite, la sua pelle candida e priva d'imperfezioni sfavillava, mentre il suo viso era staticamente rivolto verso l'alto, aggraziato ulteriormente da quella folta chioma liscia, lunga e corvina. Riaprii con dolcezza gli occhi, sfoderando un rapido sorriso che aveva dell'insensato, vista la sua sola presenza nella camera illuminata a malapena da qualche lume. D'improvviso, con uno scatto rapido del collo, portò il suo sguardo verso l'uscio che si aprì solo qualche secondo dopo, con il fare scocciato di chi era appena stato interrotto. Prima ancora che il basso ometto tarchiato e semi calvo potesse aprire bocca, Shin puntò un solo dito in sua direzione, statico.
"Spero tu abbia un motivo... per risvegliarmi dai miei ricordi..."sentenziò con una voce tanto bella da far quasi perdere il senso della minaccia.
"Sìsì signore! Un bel motivo! Enorme motivo! Felice motivo! Importante mot..."cercò di proseguire, prima che la sua voce fosse strozzata dalla presa decisa del suo padrone, che gli si era avvicinato con eleganza.
"Taglia corto, Neko... O taglierò te..."sussurrò poco distante dal suo viso prima di lasciarlo ripiombare a terra.
"... ivo!"finì la frase, annuendo poi freneticamente... Il suo modo di fare dichiarava apertamente un qualche recondito problema mentale, cosa che probabilmente però lo aveva salvato dalla follia pura.
"La signora Ishabal ha appena comunicato un messaggio. Dice di averla trovata!"sorrise il servitore mostrando pienamente la dentatura e le sue innumerevoli pecche. Ma l'uomo non ebbe tempo di schifarsene, troppo preso dalla notizia. Restò come pietrificato da quella rivelazione che quasi l'omino non gli si avvicinò per sventolargli una mano innanzi. Quando diede finalmente cenno di vita, sulla sua guancia scorrè una lacrima solitaria, subito catturata dal suo dito.
"Guarda... lacrime... e io che pensavo di non possederne più... Solo lei... solo lei è degna..."fissò la piccola gocciolina nata dal suo pianto con passione, con sguardo visionario.
"Ehm... signore.. dice anche che le è sfuggita. Ma che domani le porterà una persona che potrà ritrovarla."aggiunse Neko con una nota di paura, mentre osservava l'espressione del padrone cambiare in irritazione malcelata.
"Poco conta. Io e lei siamo fatti per stare insieme. Il tempo non ha importanza."rispose infine, dandogli le spalle mentre si dirigeva nuovamente verso la finestra attraverso la quale ancora splendeva immota la luna... Una delle tre...

"... e così, grazie alla tua complicata apparecchiatura, hai rintracciato due aure più potenti del solito e sei andata a controllare..."
"Proprio così"annuì Bulma seguendo l'amico attraverso una foresta che ancora non riconosceva. Ma la smania di raccontare le sue peripezie era stata tanto grande da farle dimenticare di formulare la semplice domanda.
"Cribbio se sei intelligente, Bulma! Hai fregato tutti, anche gli dei Kaio!"ridacchiò Goku, mentre spostava con il braccio alcuni rami che gli impedivano il cammino.
La ragazza sorrise di rimando, cercando di rilassarsi. Ma l'effetto fu assai poco duraturo, visto dove il suo discorso voleva andare a parare.
"Lì quella donna mi ha portato in uno strano maniero, dopo aver messo a ferro e fuoco il villaggio. Mi ha raccontato che la sottoscritta è molto importante per il suo padrone... Un tizio che avrò incontrato sì e no per quattro minuti quando ero piccola... Mentre stava evocando Shenron..."continuò lei seria, compendo gli stessi passi del saiyan per evitare la vegetazione.
"Cavoli, Bulma! Già da bambina... Il Dio Drago... La tua è una fissazione!"la prese ancora sul ridere lui, mentre si sgranchiva le braccia stirandole verso l'alto.
"... e quando sono scappata... ho incontrato... Vegeta.... su uno di quei balconi...."disse col magone, deglutendo rumorosamente.
"Sapevo che era lì. La sua aura... è inequivocabile..."senteziò Goku, tagliando corto.
"Pensi che lui... sia di nuovo caduto nella tentazione... del potere... anche a costo della distruzione?"chiese lei tutto d'un fiato, fermandosi un attimo per osservare la reazione dell'amico, che avvertì il suo sguardo sulla schiena e si girò in sua direzione, ricambiandolo.
"... Probabilmente... tu non sai quanto... fosse turbato, Bulma. Tu conti per lui molto più di quanto abbia mai dato a vedere..."le rispose con dolcezza, per riprendere immediatamente il cammino. Quella constatazione la lasciò amareggiata e sognante allo stesso tempo, ma ancora con una valanga di domande in sospeso. Prima che potesse formularle, però, lo scrosciare di una cascata soppresse i suoi pensieri, mentre Goku si chinò dandosi qualche pacca sul pantalone per ripulirlo dalla polvere.
"Ecco, siamo arrivati"proclamò guardando verso un punto definito in alto.
"Arrivati dov... aaaahhhh!"gridò lei, capitombolando indietro quando una figura le si presentò di fronte all'improvviso. Arabbiata, si rialzò con fatica osservandosi le mani sbucciate.
"Insomma! Tutti uguali, voi guerrieri! Un po'di rispetto, Piccolo!"si ritrovò a rimproverarlo. Sul viso del namecciano immediatamente si lesse lo stupore.
"...Piccolo? Goku, le hai detto ogni cosa?!"si rivolse al saiyan con sguardo torvo, mentre lui si affrettava a negare ogni cosa.
"Nononono! Guarda che lei non ha affatto perso la memoria!"
L'alieno la fissò ancora perplesso, prima di riprendere il controllo della situazione.
"Dende mi ha spiegato tutto. Venite, avremo di che parlare..."annunciò prima di prendere il volo seguito dal compagno e dall'umana prontamente aggrappatasi saldamente all'amico...

Col vento nei capelli, Vegeta seguiva a velocità folle nel cielo il bagliore scuro che lo precedeva. Non sapeva quanto tempo ci avrebbe impiegato, ma presto avrebbe incontrato colui che, da ciò che le aveva promesso Ishabal, gli avrebbe dato vendetta. Non pensò al mancato orgoglio nel ricorrere ad un mezzo tanto subdolo, ma solo al peso che si sarebbe tolto sapendo il suo acerrimo nemico lontano dalla sua vita... lontano dalla sua donna...


Facciamo la conoscenza di Shin, splendido nemico... capitolo di transizione necessario ai fini della storia! Wow, quanti commenti!*___*
X lefteye: Vegeta non è uno che tiene rancore per queste cose... dio, non riesco a star seria dicendo una tale cretinata!:P
x de_pi: Una cosa è certa... Bulma non demorde, per quanti guai ci possano essere!^____*
x Vegeta83: Insomma, insomma, non posso spoilerare :P
x marina_heart:eeeeh, ci fosse un fac simile di veg... o almeno un cartonato altezza naturale... sbavvv
x bea1989: sì, lo è!... Ma d'altronde, facciamo prima a contare quando non lo è!
x miky_stardust: grazie per aver deciso di scrivere! Bè, idem come sopra... non posso spoilerare!^_^
x Hotaru_Tomoe: ora lo conoscerai, anche se come puoi vedere è un po'... pazzo!
x jejachan: la gelosia è sempre un'ottima svolta in un racconto:)
x Elisa: hai centrato: il rapporto Shin/Bulma è pazzia... allo stato puro... per quanto riguarda Goku, da ciò che hai detto penso di aver fatto capire esattamente dove volevo andare a parare! Grazie!
x gre e kia: Mille grazie per i complimenti!

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Capitolo 22
*** Il portale ***


Bulma si sedette sulla fredda roccia, guardando con un certo disgusto il pantano che la circondava... Qua e là piccole pozzanghere si erano andate a creare nella grotta nascosta dalla cascata, rendendo forse più affascinante ma sicuramente meno vivibile l'ambiente.
"Allora... sto aspettando..."si accomodò a sua volta il namecciano incrociando le braccia mentre fissava inarcando un sopraciglio il saiyan.
"Ehm... forse è meglio che te lo fai spiegare da lei... Io non ho afferrato bene il perchè su di lei non abbia fatto effetto"rispose disorientato Goku, che effettivamente non aveva ancora carpito abbastanza informazioni per poter rispondere in maniera completa. L'attenzione quindi di Piccolo si spostò sull'umana, che si sentì vagamente a disagio nell'incontrare lo sguardo di quello che, rispetto a lei, pareva un gigante. Dapprima reticente, poi sempre con una maggiore scioltezza, narrò al suo interlocutore l'evento che l'aveva segnata da piccina, considerandolo la causa della sua mancata perdita di memoria. Nuovamente, come toltasi un peso, Bulma sentì nuovamente i muscoli dolerle per la tensione che si era allentata... non vi era più abituata.
"E così questo Shin... Così dici di averlo sentito chiamare... E' il tizio che sta creando la gran baraonda negli ultimi giorni..."sentenziò infine serio il guerriero, cercando di sistemare le informazioni come pezzi di un puzzle nella sua mente.
"Bè, tecnicamente non è così... E' Ishabal a creare scompiglio... Con l'aiuto di... Vegeta..."sussurrò l'ultimo nome quasi come per paura che la rivelazione potesse essere fonte di guai per il compagno.
"Sì, questo lo sapevo già. Sono rimasto sulla Terra apposta per poter tener d'occhio la situazione, in tutti questi anni... Ma finchè ci si limita a qualche strage, non posso intervenire. Gli esseri umani devono imparare a cavarsela da soli. Se lo avessero fatto prima, non sarebbe in questo guaio."dichiarò spiccio, lasciando la ragazza con l'amaro in bocca.
"Ma se la cosa aumenta di proporzioni tanto da mettere a repentaglio il pianeta... Bè, in quel caso si può anche scendere in campo..."pronunciò secco, prima di alzarsi per dar loro le spalle nel fissare l'acqua della cascata. Goku abbozzò un sorriso, poggiando un gomito sul ginocchio e la guancia sulle nocche della mano.
"Accidenti, come si può cambiare! Da conquistatore a difensore, chi l'avrebbe mai detto!"disse allegro nei confronti del compagno di disavventure.
"Non fraintendermi, Son Goku... Dimentichi che io non sono più solo il grande mago Piccolo... ma neppure Dio... Ed un giorno verrà anche il momento dello scontro che non abbiamo concluso diversi anni or sono..."si girò lievemente in sua direzione abbozzando quasi un ghigno.
"Lo so, lo so... Sono molto ricercato io! Non sei l'unico a volerlo..."
"Sì... Ma... con lui non sarà facile quanto con me, anche se mi scoccia ammetterlo..."represse subito l'ilarità il namecciano, facendosi cupo.
"Possiamo smettere una volta tanto di parlare di lotta e pensare al nostro futuro?!"sbuffò Bulma contrariata, sentitasi messa in disparte. Piccolo la fissò per un istante con una nota di rimprovero, pur però riportando il discorso sulla giusta via.
"Ultimamente le cosiddette piccole stragi hanno preso maggior piede... Le aure scomparivano come foglie spazzate via dal vento in autunno. Ho iniziato ad insospettirmi, sentendo proprio in quelle zone l'aura di Vegeta. Ed un'altra a me sconosciuta."
"Ishabal..."sussurrò tra sè e sè l'umana, perdendosi nei suoi pensieri.
"Mi sono recato a controllare con cautela una sola volta ed ho osservato il suo potenziale. Possiede un potere terribile e sconosciuto... E per questo ancora più letale. Avrei potuto provare comunque a scontrarmi con lei... Ma... contro Vegeta..."disse più piano con rabbia, quasi come quella constatazione gli facesse male all'orgoglio.
"Bè, il principino non ha mai lasciato gli allenamenti... E ora è furioso... Potrei fare fatica addirittura io..."rispose Goku balzando agilmente in piedi per fare qualche rapido esercizio di riscaldamento.
"Ragion per cui Re Kaio ha chiesto aiuto a te. Per molto tempo ha sperato di poterne fare a meno. Ma quando "lei" è stata presa in ostaggio, abbiamo avuto il serio dubbio che quella donna potesse in qualche modo attingere dai suoi ricordi sopiti e venire a conoscenza delle sfere. Ma, da ciò che mi dite, Ishabal lo sa già... Ed è quindi maggiormente pericolosa."proclamò appoggiandosi al muro Piccolo, assorto.
"Ah, quindi solo per questo mi siete venuti a salvare?!"sbraitò stizzita Bulma, alzandosi in piedi.
"Si capisce..."rispose con un freddo sorriso stampato sulle labbra il namecciano.
"Brutto...!!"
"Alt, alt, stop! Time out!"si fiondò in mezzo a loro Kakaroth, facendo con le mani il segno di pausa."Ora dobbiamo collaborare e trovare una soluzione... Piccolo è un ottimo stratega e combattente... Tu sei la mente più geniale dell'universo... E io, bè... non lo sono, ma ho altre qualità!"sdrammatizzò il saiyan ridendo.
"Zitti tutti!"alzò il tono di voce l'altro, fermandosi poi come per concentrarsi.
"Li senti?... Hanno iniziato a muoversi..."


Vegeta si fermò nel solitario spiazzo erboso, dandosi un'occhiata attorno. Grazie alla sua immane velocità aveva impiegato ben poco tempo per raggiungere il luogo designato dall'arpia... Ma, con delusione, non ci vide nulla di particolarmente interessante.
"Allora?!"iniziò a borbottare sempre meno paziente, poggiandosi al tronco di un albero.
"Di certo non si può dire che tu sia un uomo che sa aspettare... Ma... mi piace questo aspetto nei maschi..."sibilò l'altra avvicinandosi ad un muro di roccia apparentemente normale. Mormorò sottovoce qualche strana parola in una lingua dimenticata e fece qualche passo indietro, mentre di fronte agli occhi del saiyan pareva aprirsi un passaggio nel nulla. Il principe, guardingo, lo fissò per poi scrutare meglio lo sguardo della compagna.
"Non è una trappola... è solo il regno del mio signore..."sorrise lei falsamente, attendendo la mossa dell'alieno.
"Se è così forte, perchè non fa della Terra il suo regno?"rispose sprezzante, rivolgendo nuovamente l'attenzione al portale.
"Perchè tutto qui è contaminato ed impuro. Lo diventerà quando sarà per l'appunto epurato..."dichiarò lei meccanicamente, come se quella frase le fosse stata marchiata nella mente.
"Insomma, è un pazzo..."alzò un sopraciglio lui, studiando la situazione."Ma forse in fondo lo sono anche io..."disse abbozzando un ghigno e varcando il confine che lo separava dall'altra dimensione.


Ed eccomi ai vostri commenti^__^
x Vegeta83:nono, niente anticipazione! Ma l'aggiornamento è arrivato subito dopo il ponte, su!
x Iaia: su, vedrai che si muoveranno per risolverla... certo, speriamo che non diano ascolto alle idee di Goku!
x bea1989: Vegeta a Goku... bè, hai presento ciò che fanno ai tacchini i contadini prima di Natale?^^'
X sonsimo: allora, Goten è stato però in qualche modo la valvola che ha fatto capire a Goku dove stava sbagliando... hai ragione però nel dire che sono poco presenti... Ai fini della storia sono rimasti secondari... Chissà, magari una volta terminata la fic, potrei fare una oneshote per far vedere come se la sono cavata in casa Son in questi lunghi anni...
X migena: Far fuori tutti quanti? Bè, a Vegeta l'idea non pare dispiacere!

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Capitolo 23
*** Una ghianda ***


Compì i primi passi con lo sguardo acuto di chi si aspetta un'imboscata da un momento all'altro. Si sorprese, anzi, quando non accadde. Quando incontrò gli occhi della donna, vi lesse un'infinito compiacimento misto ad ironia.
"Allora... ancora scettico?"sussurrò goliardicamente.
"Sempre e comunque"le rispose di rimando lui, come se quelle parole facessero parte del suo modo d'essere.
L'ambiente era molto simile a quello terrestre, ma l'aria che vi si respirava era cupa e pesante. Improvvise raffiche di vento sollevavano montagne di polvere rossastra che creavano un forte disagio e soprattutto limitavano la visibilità. Nonostante tutto, Vegeta non si sentì in pericolo: aveva visitato, negli anni addietro, pianeti anche più inospitali quando, al servizio di Freezer, ne aveva ispezionati parecchi per la rivendita.
Ishabal prese le redini della situazione e lo sorpassò facendogli strada, senza esprimere più una parola... Era agitata ed emozionata allo stesso tempo... I suoi occhi guizzano quasi si fossero rianimati, le mani di quando in quando stringevano la stoffa dell'abito, più elegante e meno sexy del solito, le labbra si increspavano non volutamente e senza motivo in un tenue sorriso. Ad un attento osservatore come il principe dei saiyan, tutti quegli atteggiamenti non erano passati inosservati. Sapeva riconoscere una donna che andava incontro all'uomo che desiderava... e sapeva che era questo il caso.
Spesso la sua stessa donna aveva palesato quei modi di fare quando si era stabilito alla C.C. dopo l'esplosione di Namec e non aveva quindi dubbi in proposito.
Provò una dolorosa fitta al petto a quei ricordi che una volta avrebbe considerato solo tremendamente melensi, ma che ora gli suonavano come falsi ed ingannatori. Nella sua testa gli rimbombò continuamente l'immagine di lei aggrappata al suo rivale, poco prima di scomparire.
"Allora, ci vuole ancora molto?!"sbottò infine per interrompere il flusso dei pensieri.
"No..."si limitò a proferire lei senza degnarlo di uno sguardo. Sì, decisamente quella non era la solita strega che aveva conosciuto...
Quando per l'ennesima volta alzò lo sguardo verso l'orizzonte, gli apparve sfocata l'immagine di un enorme palazzo scuro che svettata nel mezzo del nulla. Per un attimo fu tentato di ritornare dall'altra parte ed affrontare Kakaroth con le sue sole forze... Ma, valutando la possibilità di un'ennesima sconfitta ed il pensiero della donna sottrattagli, il saiyan procedette senza dimostrare segni di cedimento... Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederlo finalmente agonizzante...


"Ma siete sicuri che sia il posto giusto?"sbuffò Bulma sedendosi pesantemente sotto un albero. Il suo fisico era incredibilmente provato... erano ormai troppe ore che non riposava.
"Sì, non ci sono dubbi! Solo... sono scomparsi nel nulla..."le rispose l'amico, che si guardava ancora perplesso intorno.
"Ed è un bene... Non so quanto sia stata buona l'idea di venire qui per vedere dove fossero finiti..."gli fece eco Piccolo, dall'appena accennato promontorio roccioso sulla sua testa.
"Bè, ma Vegeta non sa usare il teletrasporto! O almeno... credo... Cioè, prima non lo sapeva usare... e non è normale quindi che la sua aura sia sparita improvvisamente..."si arrese Goku, sedendosi poco distante dalla ragazza, scrutando in cerca di risposta le fronde verdi della quercia.
"Magari invece lo sa utilizzare lei... Non mi stupirebbe..."ipotizzò il namecciano, scrutando dalla sua posizione sopraelevata la zona. "Io non credo invece... Non pensi lo avrebbe utilizzato, allora, quando ho portato via Bulma da lì?"si impensierì il saiyan portando le braccia dietro la nuca, assorto.
"In questo caso, allora, la situazione è ancora più grave... potrebbero semplicemente aver occultato le auree ed essere rimasti nei paraggi..."si voltò ancora guardingo Piccolo, piuttosto teso.
"No... lei... ha qualcosa... non parlo dell'aura, capiscimi... E'... quella sensazione di distorsione... di... sbagliato... Ed ora non la sento."sospirò ancora il ragazzo, girando lo sguardo verso la compagna d'avventure, che era caduta in un sonno profondo...


Nuovamente quella strada... quelle spighe...
Quell'eclissi.
Le grida di sua madre la stordivano in un'insolita girandola di immagini senza alcun ordine, ma che avevano un solo filo comune: il giorno in cui aveva incontrato quell'uomo...
Il giorno in cui aveva incontrato Shin.
Come in trance per uno stato febbrile, Bulma ripercorrè in sogno ad una velocità incredibile le parole, le sensazioni, il suo volto...
Rimase stordita della quantità di informazioni che la affliggeva fino a quando il ricordo parve rallentare, fino a culminare nell'attimo in cui lui l'aveva sfiorata...
Il momento in cui, probabilmente, le aveva lanciato un sortilegio per non dimenticare... Non dimenticare la sua esistenza... Quel sortilegio che ora le aveva permesso di rimanere immune al piano degli dei Kaio...
Poi, come se qualcuno avesse tolto il dito dal tasto "pausa" di un film, le immagini ripreso a scorrere normalmente...
-hey... un momento... non ho mai sognato questa parte!-si ritrovò a farneticare, finalmente conscia di star dormendo.
"Bulma, per l'amor di Dio! Ti chiamo da ore!"la afferrò la madre per un braccio, facendola sussultare.
"Scusami mamma! Non ci crederai mai! E' che..."si arrestò. Conosceva bene la natura degli adulti... Non le avrebbero mai creduto. Formulò in breve una nuova scusa.
"... avevo visto un gatto senza coda..."disse infine guardandola negli occhi, valutando l'effetto della sua bugia.
"Bah, come tuo padre, cara! Non puoi veder qualcosa che sia diverso da come dovrebbe che subito vai a studiarne le cause..."la tenne ancora stretta per il polso la donna, riportandola verso il coniuge.
La bambina si zittì, in parte ancora sorpresa dalla sua prontezza di riflessi. Affascinata da ciò che aveva visto, pensò e ripensò a tutte le supposizioni plausibili, aggiungendo quel tocco di fantasia che certo non mancava alle ragazzine della sua età.
Superato il campo dorato del grano, intravide il padre ancora preso dai suoi studi, seduto su un grosso plaid colorato cucito dalla madre, circondato da un paio di gatti.
"Comunque, finisci la tua merenda e preparati... Tra poco andiamo via, tuo padre ha detto che vuole fare una ricerca su internet per scoprire il motivo di questo fenomeno naturale... E poi oggi al negozio di borse fanno i saldi!"aggiunse infine riprendendo quel lato del suo carattere tanto frivolo.
La bimba sospirò tra l'irritato e lo sconcertato dopo l'affermazione... Poi si diresse accanto al padre a mangiar qualcosa, all'ombra di quell'imponente quercia....


Si svegliò intontita... Il sonno, a causa di quei sogni piuttosto impegnativi, non era riposante come doveva, e lei rimase a lungo apoggiata con la schiena al tronco, osservando quasi ipnotizzata il movimento delle foglie al vento. Poggiò le mani a terra, come a sostenersi, quando incontrò sul terreno un oggetto molto piccolo. Con lentezza, lo alzò e se lo portò innanzi al viso, per poter constatare di cosa si trattasse.
"Una ghianda..."sussurrò a sè stessa, ancora preda del torpore.
Ma, chissà perchè, nonostante non fosse nulla di particolare, il suo cervello non voleva farle distogliere lo sguardo.
"Una ghianda..."ripetè corrucciata, infastidita dal non capire la ragione di quella sensazione.
Dopo qualche secondo, però, la sua espressione mutò in un muto stupore, che la fece alzare in piedi seduta stante.
Si guardò intorno freneticamente, per poi lanciare un urlo che avrebbe fatto accaponare la pelle anche al più coraggioso dei guerrieri. Goku cadde dall'albero su cui si era arrampicato per ottenere una migliore visuale spaventato e, dopo essersi massaggiato la testa, la guardò interrogativo.
"Bulma... ti sei ammattita?"
"La vedi? La vedi? E' una ghianda!"gli corse subito incontro lei, con l'oggetto in mano. Per tutta risposta, il saiyan, la guardò ancora più perplesso.
"Ehm... sì... grazie del pensiero... ma ora non possiamo pensare a mangiare..."le rispose sinceramente lui preoccupato del suo stato mentale.
"Ma cosa dici! Sai che albero fa le ghiande?!"incalzò lei eccitata.
"Sì... quelli vicino a casa mia, ad esempio..."la fissò l'altro per nulla convinto.
"Ma no! Le quercie, Goku! Le querce!"sventolò ancora davanti a lui l'oggetto delle sue elucubrazioni.
"Bene, sì, querce, lo terrò a mente... e allora?!"cercò di giungere ad una conclusione.
"C'è che questa non è una semplice quercia... E' una quercia che io conosco già..."sorrise l'altra, cercando di calmarsi, vedendo le espressioni dell'amico.
"Questo posto... è il luogo dove mi avevano portato i miei quella domenica di tanti anni fa... questo posto... è il luogo dove ho incontrato Shin..."


x Mikystardust:ti ringrazio dei complimenti^__^
x Iaia: come si suol dire, conclude più una donna da sola, che due potentissimi guerrieri maschi:P
x Migena: un po' di pazienza e lo scopriremo... nel prossimo capitolo, veg conoscerà il nostro bel nemico...
x marina_heart:... dire che non ti piace Vegeta cattivo è un po' come dire che non ti piace Vegeta:P Grazie per i complimenti!
x gre e kia: scusate il ritardo, aggiornerò comunque prima di natale!
Baci a tuttiiii!

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Capitolo 24
*** Ogni fibra del mio essere ***


Appena varcò l'enorme volta in pietra che l'introduceva al palazzo, Vegeta ebbe la netta sensazione di aver vissuto in quel luogo per 5 anni... Ogni cosa era più che simile ad ogni angolo del maniero che Ishabal, con tanta cura, aveva ricreato sulla Terra. Questo non fece che aumentare il suo presentimento e accrescere la tensione... mai fidarsi di una donna innamorata: era imprevedibile. Sebbene il termine "innamorata" suonasse così terribilmente strano se accostato a quella strega senza emozioni, il principe continuò ininterrottamente ad avvallare quella tesi, annotandosi mentalmente le sue stranezze comportamentali sempre più velocemente.
"Eccoci" sussurrò infine lei innanzi ad una grande porta in legno scuro, fremendo in maniera infantile. Con un attimo di titubanza, portò le nocche della mano destra a batter due colpi contro l'uscio, trattenendo il respiro. Un sicuro "avanti" spianò la loro entrata.
Non appena ebbe la possibilità di far qualche passo, subitamente la donna si inchinò a terra, poggiando un ginocchio scoperto sul freddo pavimento, non osando alzare lo sguardo.
"Mio signore... Vi ho portato l'uomo che conosce il nostro nemico..."pronunziò infine, tutto d'un fiato. Il saiyan inarcò un sopraciglio a quel comportamento, cercando invece con lo sguardo nel buoi della sala il suo interlocutore. Era rimasto molto deluso al non sentire una possente aura al suo arrivo... Ma ciò che lo rendeva curioso era il fatto che, effettivamente, non sentisse alcuna aura.
L'uomo, comunque, non rispose, e Vegeta iniziò ad avere dubbi sulla sua presenza fino al momento in cui, effettivamente, si palesò.
"La bellezza della Luna ci frastorna solo perchè è unica... inimitabile... ma qui, da questa mia finestra, altri due satelitti identici si stagliano nel cielo... Che spreco..."esponette infine una voce cristallina, chiara e suadente.
"Poche chiacchere! Se avessi la coda mi sarebbero molto utili, ma in questo caso non mi frega proprio nulla di quella sottospecie di dannato pianetucolo!"sbottò il guerriero, al limite della sopportazione, provoncando ilarità, invece, nell'altro.
"Come siamo impazienti... ed impuri... come tutti gli altri..."sentenziò Shin, portandosi alla luce che filtrava dai vetri color porpora, che creavano su di lui strani giochi di colore.
"Signore! Signore... Quell'uomo... Ogni momento che resta là fuori... potrebbe..."riprese Ishabal, con cautela.
"Non osare nemmeno pensarlo!"tuonò furente l'uomo misterioso, facendo cadere quel velo di impassibilità che pareva averlo contraddistinto. Con un gesto aggrazziato ma deciso, portò i suoi occhi su Vegeta, studiandolo a fondo.
"Non sei un umano... già per questo mi piaci un po' di più..."
In tutta risposta, il principe sprezzante si appoggiò ad una colonna incrociando le braccia, come a fargli chiaramente capire di non voler perdere altro tempo.
I passi di Shin rimbombarono innaturalmente nella stanza, mentre si avvicinava a lui con audacia e sfrontatezza. Quando fu ad un soffio da lui, prese con due dita il suo mento, sorridendo in maniera sgradevole e spiazzante.
"Sento in te disperazione ed odio... E ti capisco. Perderai te stesso, ma ritroverai la forza... La forza di uccidere chi ti ha reso infelice. La forza di cancellare... tutto ciò che ti ha distrutto. Accetti davvero...?"pronunziò a bassa voce, in maniera che lui e lui soltanto potesse ascoltare.
Vegeta lo osservò, silenzioso e serio, come per captare il significato intrinseco di quelle parole. Dopodichè accennò un sorriso amaro, che si spezzò solo quando aprì bocca.
"Con ogni fibra del mio essere..."


"Era di qui, ne sono certa!"disse nuovamente allegra Bulma, scostando l'ennesima spiga di grano, ricalcando il percorso che da bambina l'aveva condotta presso quell'uomo misterioso, ritrovando infine quello spiazzo tra la vegetazione, quel luogo che allora era macchiato di cremisi... Si fermò, quasi commossa, camminando più lentamente per concentrarsi ulteriormente sul suo passato.
"Insomma, Bulma... Non è che non mi fidi, ma non vedo nulla di chè, qui..."sbuffò Goku, piuttosto deluso da un luogo così anonimo.
"Ma che c'entra, scusa?! Cosa ti aspettavi, un'enorme freccia con su scritto "Shenron è stato evocato qui"?"ribattè ironicamente lei stizzita, distolta dalla sua concentrazione.
"No, è che... Va bene, mettiamo anche che sia stato qui..."rispose lui ancora scettico.
"Non mettiamo che... è stato sicuramente qui!"si innervosì ulteriormente la ragazza, battendo un piede a terra.
"Sìsì, vabbè... Ma... ehm... alla fine... per le nostre ricerche... a cosa serve?"chiese infine il saiyan, grattandosi la nuca.
L'amica rimase spiazzata e a bocca aperta a quell'improvvisa domanda, non sapendo che rispondere... Lo fece per lei il namecciano, intento a scrocchiarsi le dita mentre osservava i dintorni guardingo.
"Questa è comunque l'unica pista che abbiamo... Potrebbe non essere una coincidenza..."
"Se lo dite voi..."si arrese il giovane all'evidenza, incrociando le braccia dietro al collo ed un piede dietro la caviglia.
"Bah... che ne vuoi capire tu... Che pensi solo al cibo..."lo guardò ancora di storto lei, prendendo ad analizzare il terreno con cura, alla ricerca di indizi.
"Che misera considerazione hai del tuo salvatore!"la punzecchiò appoggiandosi ad una parete rocciosa, senza alcuna apparente voglia di unirsi alle ricerche.
"Invece di parlare, potresti aiutare!"gli puntò un dito contro l'umana, strigliandolo per bene.
"Mi spiace, ma non sono bravo in queste cose... Ma, se ci sarà da menar le mani, puoi star tranquilla che mi muoverò!"concluse con una risata il saiyan, facendo cadere in depressione la povera Bulma, ormai convinta della monotematicità di quella razza...
"Non vedo nulla di chè... accidenti..."imprecò sottovoce Piccolo, fermandosi al centro dello spiazzo dopo una breve escursione.
"Già... Nulla che possa farci risalire alla strega o a Vegeta..."sospirò la ragazza sconsolata mentre si sedeva su una roccia poggiando i gomiti alle ginocchia.
"Visto?! Che vi avevo detto? Stiamo perdendo tempo! Andiamo a mangiare... Prima o poi l'aura comparirà ed allora sapremo come fare!" si stirò Goku rialzandosi, facendo qualche passo in loro direzione. Ma fu allora che i sue due compagni si accorsero dello strano fenomeno che stava prendendo forma alle spalle dell'amico.
"Ehm... Goku....?"provò ad avvisarlo la ragazza.
"Dai, Bulma, non c'è bisogno che ti scusi... Anche una cervellona come te può sbagliare!"rise il saiyan, portando le mani sui fianchi mentre un bagliore diffuso stava ricoprendo la pietra dove, fino a poco prima, si stava riposando.
"Vieni via da lì!"gli urlò il namecciano, facendogli cenno di allontanarsi.
"Ehi! Quanta fretta! Hai fame anche tu, eh?!"si stupì non poco Goku per lo strano appetito del compagno, mentre la luce iniziava ad avere contorni definiti... I contorni di un'arcata.
"Alle tue spalle!"gridò Bulma in preda al panico, iniziando ad indietreggiare.
Per tutta risposta, ancora ignaro, il suo amico d'infanzia scosse un dito innanzi al viso.
"Guarda che non ci casco! Chi ci sarebbe, Vegeta? E anche se fosse?! Questa volta non sono in un atteggiamento compromettente con te!"rise di cuore infine, fino a quando una voce non distrusse la sua serenità.
"Perchè... solitamente lo sei?"
Una figura sortì da quel varco riapertosi... Con una voce tremendamente familiare... La voce che Bulma amava... Ma che ora, stava facendo tremare tutti e tre...


Aggiornamento prima di Natale! Vegeta, ti dedico "All I want for christams is you!"*___*
Non credo la ficcy continuerà ancora per moltissimo, anche se non accorcierò gli scontri per finire prima, questo è sicuro^___^. Passiamo ai ringraziamenti.
X Iaia: Ishabal... uhm... che rapporto ha con Shin si scoprirà prima della fine della storia!
x Aleptos: Vegeta è uno col sangue bollente... quando vede la sua donna nelle braccia di un uomo, non pensa sei lui sia sposato o meno!
x Nihal91: accontentata!^__^
x miky_stardust: ehm... mi sa che Goku non ha migliorato le cose, ora...:P
x migena: mi spiace se i cap sono corti, ma scrivendo di notte devo anche trovare il tempo per dormire... é__è
x Hotaru_Tomoe: ti ringrazio moltissimo, sono contenta che i personaggi inventati da me siano riusciti a creare una rete di rapporti tra quelli già esistenti...
Per finire, buon natale a tutti.. spero di riuscire a scrivere prima di capodanno, visto che poi parto! Baciiii!

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Capitolo 25
*** Quel che si può leggere in uno sguardo ***


"...Vegeta...."sussurrò lui con stupore evidente, mentre la sagoma brillante usciva dalla luce che lo aveva avvolto, rimanendo ben visibile finalmente ai loro occhi.
"Ti ricordi di me, quindi... Come non potresti... DEVI ricordarmi per potermi deridere..."parlò con calma lui, con quel sorriso accennato ed impudente che lo caratterizzava tanto.
Piccolo si mosse con cautela, avvicinandosi ad una terrorizzata e muta Bulma, che osservava il suo uomo come se fosse un'apparizione, bisibigliando accanto a lei come per cercar di risvegliarla.
"Stiamo vicini... La nostra unica possibilità è fuggire col teletrasporto di Goku... E gli renderemo le cose molto più facili se non ci allontaniamo."le disse con voce quasi impercettibile. La donna, però, comprese, e confusa annuì guardando il namecciano quasi con disperazione.
Spiazzando tutti, però, la mano del principe dei saiyan si diresse però proprio in direzione del cauto combattente. Nell'arco di un attimo, il palmo si illuminò di una luce che, a differenza del solito, possedeva inquietanti risvolti scuri. Nessuno ebbe il tempo di pensare ma, prima che potessero far qualcosa, l'energia scaturita dal saiyan aveva già colpito in pieno petto Piccolo scagliandolo a diversi chilometri di distanza, lasciando ancora più attonita la povera umana.
"Non prendetemi per uno stupido... Non vi lascierò fuggire. Oggi è il giorno che aspettavo con impazienza..."sogghignò di nuovo, riportando l'attenzione sul rivale. Non uno sguardo, invece, a quella che era stata la sua compagna. Non ne era degna... Lo avevano preso in giro, tutti loro! Lei non aveva dimenticato... Lo aveva chiamato per nome, lì, su quel terrazzo! E poi Kakaroth... Oh, lui era venuto a riprenderla, dopo avergli fatto credere che la sua vita fosse finita. Aveva riposto ogni fiducia in quell'umana... Ogni sorta di... affetto, se così si poteva chiamare la sicurezza di aver un tetto sopra la testa ed una persona al proprio fianco che non rimanesse per il terrore d'esser uccisa. Ma per lui tutto ciò rappresentava il massimo che un saiyan puro potesse offrire. E sperare, nel suo caso...
"Ho aspettato... aspettato tanto... il giorno della tua morte..."continuò ancora con un tono di voce normale, che rendeva ancora più inquietante il suo monologo, nato dal rancore che ancora lo acciecava.
"Vegeta, tu hai frainteso! Io e Bulma stavamo cercando..."cercò ancora di giustificarsi l'altro, sperando di potervi in qualche modo dialogare, nonostante le vane speranze.
"Di prendermi in giro! Di appartarvi in un angolo qualsiasi e procreare un altro sporco mezzosangue che non mi appartenese! Ma forse mi sbaglio... Forse c'è già! Forse vi ho sottovalutato..."iniziò a sproloquiare perdendo a mano a mano la calma che lo aveva contraddistinto.
"Dovrò assicurarmene... Non sarà male far saltare in aria questo pianeta per assicurarmene..."sentenziò infine, svegliando definitvamente dal suo torpore la povera Bulma.
"No!"gridò unicamente tremante, attirando finalmente la sua attenzione.
Vegeta voltò le sue iridi verso la sua figura... Era così bella... Così dannatamente bella... Aveva così agoniato un solo attimo in cui rivederla in quei cinque lunghi anni. Ed ora... Ora si apprestava a combattere contro il suo più grande nemico. E a metter fine alla vita di quell'insulso pianetucolo. Insieme a lei... Sentì lentamente la ragione farsi sempre più lontana, braccata da una prorompente oscurità che aveva barattato con il suo controllo. Per qualche istante si pentì di aver scelto quella via... Quella della morte. Capì che avrebbe potuto andarle incontro per scusarsi di non averle detto nulla, quella sera ormai lontana. Avrebbe potuto sentire l'odore del suo bagnoschiuma che le restava sulla pelle. E, tornando a casa, la voce del figlio che a gran voce gli chiedeva di allenarsi per fargli vedere i suoi progressi. Ma fu tutto inutile... Un solo sguardo tradì la sua fierezza, gli occhi in cui Bulma lesse un muto "Perdonami"...
Poi, il suo uomo si spense, per far spazio ad un crudele assassino che, di quel saiyan, aveva solo l'aspetto.
Come una bestia , si lanciò furioso contro Kakaroth, preda dell'istinto e di un oscuro potere che aveva divorato il suo essere. Senza alcuna tattica, si gettò sul suo troncò per tirarlo a terra, come a volerlo sbranare. Le mani si facevano strada verso la sua carne, bramose di sentirla lacerare.
Goku gli bloccò con non poca difficoltà i polsi, guardandolo stranito: gli occhi del suo rivale erano vitrei e completamente neri, nonostante possedesse ormai la chioma bionda. I muscoli delle braccia guizzarono in una spinta, che rimandò indietro il nemico dandogli lo spazio per rialzarsi.
Stava ansimando.
Per anni si era allenato per tener testa al principe della sua stirpe... Ma quello che aveva di fronte, ne era sicuro, non era lui.
Vegeta, come un animale deluso dall'attacco scampato, ruggì di rabbia emettendo un rauco digrignare, lasciando che la sua aura si espandesse.
Una forte folata di vento gettò Bulma a terra, tramortendola.
Copiose lacrime scendevano sul suo viso, lacrime che possedevano il gusto amaro della sconfitta. Aveva perso. Aveva speso ogni attimo della sua vita per reicontrarlo. Ed ora lui era scivolato via, lasciando al suo posto un involucro vuoto riempito da un demone.
Nel frattanto, il suo amico aveva ormai preso coscienza della situazione e rispose allo stesso modo: la sua criniera divenne più folta e lunga e venne avvolta da una luce abbagliante. L'aria in quel luogo divenne incredibilmente pesante, carica della tensione che sarebbe ben presto sfociata in un nuovo attacco.
Fu il principe a riaprire le danze con uno scatto fulmineo, che prese l'avversario di sorpresa: afferrò subitamente le sue braccia con le mani, lasciando scaturire piccole scosse nerastre che percosero il colpo dell'avversario, che gridò per il dolore. Ma Son Goku non era certo dedito alla sconfitta... Presosi il dovuto tempo, si sferrò in avanti piantando una rumorosa testata sulla fronte del contendente, che si scostò alterato.
Iniziò, da quell'istante, una danza costituita da colpi mancati e feroci contrattacchi, che si spostò nel cielo ad una velocità invisibile all'occhio umano. I rumori, però, non lasciavano sospetti: proprio lì, tra quelle nuvole, si stava disputando la battaglia decisiva per il futuro del mondo.
A bocca aperta, Bulma, dopo essersi rialzata, cercava con lo sguardo un solo segno che le facesse intendere ciò che si stava verificando, trascurando tutto il resto.
Perfino il fatto che, in assoluto silenzio, Ishabal si trovasse alle sue spalle...


Vi ho fatto attendere tanto, lo so! Sono tornata ieri dalla Francia! Auguri in ritardo a tutte le befane...
X iaia: Spero che questo capitolo risponda alla tua domanda^^'
X Nihal91: Vegeta arriva nel momento sbagliato.. Ma anche goku dice le cose nei momenti meno adatti!
X Aleptos: Sorry, non l'ho scritto subito!é___è spero mi perdonerete...
X migena: curiosità soddisfatta^__^
X Hotaru_Tomoe: Vegeta è peggio di com'era... mi sa che Goku se la vedrà brutta...
X gre e kia: attesa ricompensata!
Prometto di aggiornare prima, esami permettdendo! Baci!

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Capitolo 26
*** Follia ***


Rabbia...
Dolore...
Lacrime che non avrebbe mai versato...
Impotenza...
E lui lì, in un angolo della sua mente, come privo di ogni sensorialità...
Che fine aveva fatto la sua voglia di vendetta?
Dove il suo affetto per quell'umana?
Dove... la sua vita?
Ogni volta che provava ad aprire le labbra, la voce non usciva...
Ogni volta che apriva gli occhi... Vedeva il suo corpo muoversi senza che fosse la sua volontà a deciderlo...
Che cosa aveva fatto, questa volta? Anche se Kakaroth fosse morto... Lui sarebbe stato solo uno spettatore. Per l'ennesima volta, non avrebbe vinto...


"Vegeta... Vegeta, mi senti? Mettiamo fine a questa pazzia..."disse l'avversario con voce seria, pur preparandosi ormai all'inevitabile.
Il principe... non c'era più. V'era solo il suo corpo in quel luogo dimenticato dagli dei. Neppure il suo sangue puro lo avrebbe ridotto in uno stato tale... Era qualcosa che andava al di là della sua comprensione. Qualcosa che, con le sue radici oscure, si era insidiato nelle sue membra, rendendolo schiavo. Ironia del destino, colui che era stato per tutta la vita dominato dal suo orgoglio, sarebbe morto sotto la schiavitù di un pazzo con l'ossessione per la sua compagna.
L'ennesimo urlò sortì dalle labbra del guerriero ormai irriconoscibile, segno dell'immediata e sanguinolenta lotta che stava per reiniziare.
Son Goku sospirò con tristezza a quella visione, pur non abbassando la guardia.
"Se lo uccido... Non ucciderò lui... Quello non è lui... Io lo devo uccidere..."continuava a ripetersi come un mantra, pur sapendo quanto sarebbe stato difficile. Per la prima volta, però, non stava pensando alla difficoltà paragonata alla potenza dell'avversario... Ma, per quanto fosse assurdo ammetterlo, all'attaccamento per quel burbero e bellicoso compagno....


"Devo reagire... Non posso... non posso permettere che sia... questa cosa che mi ha posseduto... a battere Kakaroth... Io sono il principe... principe dei saiyan!", gridava il suo subconscio dibattendosi, senza alcun risultato.
Con orrore, infine, e per la prima volta, si maledì quando osservò ciò che accadde all'unica persona che lui, inconsciamente, avesse mai amato, senza che lui potesse muovere un muscolo...


"Goku, no! E'... è Vegeta! Non potete fare sul serio!"si sbracciava l'umana angosciata senza che lui l'ascoltasse più.
Aveva colto nell'espressione del suo amico d'infanzia quella determinazione che non prometteva nulla di buono... Questa volta, davvero, uno dei due sarebbe morto. Strinse le mani giunte, come in preghiera, di fronte al viso, tesa come una corda di violino. Ma le sue paure non ebbero tempo di crescere abbastanza, presiedute da un nuovo terrore: quello per sè stessa.
Come dal nulla, alle sue spalle, uscì una mano che agguantò il suo viso, chiudendole le labbra in maniera che neppure più una sillaba potesse uscirvi. Il suo amico le dava le spalle, preso dalla concentrazione, e lei non avrebbe potuto chiamarlo... Con disperazione, allora, le sue speranza si aggrapparono al suo uomo, flebilmente...
Ma il miracolo non accadde e, ormai in balia della strega, Bulma si ammansì, conscia ormai di non poter più fare nulla. D'altronde, nulla aveva più senso... Vegeta era impazzito ed aveva il forte dubbio che fosse oramai al di sopra anche delle possibilità dell'altro saiyan... Non avrebbe mai più incrociato lo sguardo del suo compagno ed il suo migliore amico sarebbe morto.
"Ecco, brava bambina... Non ti voglio fare del male..."le sussurrò all'orecchio Ishabal, stringendola a sè e trascinandola con sè verso la parete di roccia.
"Qui non è sicuro... Non è posto per te..."aggiunse poi prima di pronunciare in una strana lingua alcune parole che, nuovamente, fecero brillare un'arcata precedentemente invisibile.
La ragazza l'osservò meravigliata ed impaurita allo stesso tempo... Che cosa ne sarebbe stato di lei? Il suo destino era, come Vegeta, quello di ammattire per mano di Shin? Come leggendole nella mente, la sua rapitrice le rispose.
"Non temere... varcando questa soglia avrai tutto ciò che vorrai..."disse, prima che l'umana potesse leggere nell'altra un velo di malinconia. Cosa poteva mai significare? Che Ishabal in qualche modo... la invidiasse?

Il corpo del guerriero si scagliò nuovamente con inaudita forza contro quello dell'avversario... I classici attacchi che lo avevano contraddistinto si erano persi nella marea della follia e le sue labbra non pronunziarono quindi alcun "Final Flash" o "Big Bang Attack" che tanto avrebbero, stranamente, tranquillizzato l'avversario. Era, piuttosto, una bestia, e come tale si comportava.
Gli spostamenti d'aria che si creavano solo grazie alla velocità dei suoi colpi avevano sollevato un gran polvericcio,che li circondava come se fossero stati in balia di una tempesta di sabbia.
Son Goku parava ogni attacco con agilità ma non con poco sforzo. Lo stato di super saiyan finale consumava non di poco la sua energia e sapeva che, prima o poi, sarebbe tornato alla normalità. Era allora che la partita si sarebbe conclusa.
Utilizzò quindi più di una volta il teletrasporto per apparire alle di lui spalle per sferrare potenti Kamehameha che però non frenavano l'ardore del nemico. Per qualche istante ebbe l'impressione che, pur da morto, quel corpo avrebbe continuato a perseguitarlo, fino alla totale sconfitta.
"Ecco la ricompensa per aver preposto il bene del pianeta a quello di chi amo..."pensò sconsolato abbozzando un sorriso ricevendo l'ennesimo cazzotto in faccia a causa della distrazione.
"Goku!"tuonò una voce da terra, attirando la sua attenzione. Subitamente unì le mani sulla fronte per teletrasportarsi nel luogo in cui era stato chiamato, trovandosi faccia a faccia col namecciano.
"Siamo nei guai! La terrestre! Lei è..."il discorso di Piccolo fu bruscamente interrotto da un calcio ben piazzato sulla testa dell'interlocutore, a cura naturalmente dell'avversario.
Kakaroth accusò il colpo che lo sbalzò lontano, ma che gli diede la possibilità quindi di prendere una rincorsa per colpire il duellante tale da fargli subire lo stesso effetto.
"Che c'è?! Sono leggermente impegnato, se non avessi visto!"sbottò massaggiandosi la nuca iniziando ad alterarsi.
"L'umana! Quella donna... L'ha portata via!"


Aggiornamento a più breve distanza, senza dubbio!^___^
Ringrazio i fedelissimo lettori!
X Luisa: spero di aver fatto abbastanza in fretta:)
X De pi: forse dovevi gridare più forte... Bulma non ti ha sentito:P
X jejachan: me commossaç_ç guarda che ci conto, eh! Grazie^^
X Lefteye: wow, davvero? E dire che ho sempre paura quando si tratta di descrivere combattimenti...
X Migena:eh, no, direi di no...
X Nihal: Sono una donna, eh^___^
Baci a tuttiiiiii

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Capitolo 27
*** L'orgoglio dell'eterno principe ***


I suoi occhi, aperti per la paura, si stupirono quasi nel vedere che l'ambiente aldilà del portale era del tutto simile alla Terra... Non sapeva se esserne rassicurata o scossa o, addirittura, curiosa nel poter veder quella che doveva esser un'altra dimensione, quelle di cui tutti gli scienziati senton parlare ma che nessuno, in effetti, ha mai visitato.
Lei era la prima a farlo. Ma non ne era assolutamente felice.
La donna lasciò la morsa, rendendola libera di nuovo... Una libertà effimera, visto le inesistenti possibilità di fuga.
"Benvenuta nel regno che il mio padrone ha creato attendendoti..."iniziò il discorso tranquilla, iniziando a farle strada, sicura che la ragazza l'avrebbe seguita, conscia del pericolo di perdersi.
"Creato...?"sussurrò l'altra massaggiandosi la mascella dolorante scettica.
"Sì, creato... I suoi poteri van aldilà della tua immaginazione..."sorrise di rimando girandosi lievemente verso di lei avanzando con passo cadenzato.
"Come può aver... Insomma, io ne conosco di persone forti! Però, questo..."-è assurdo!-finì mentalmente la frase dopo essersi guardata attorno."Voglio dire... Che razza di desiderio avrà mai espresso?! E' da un po' che ci penso... E comunque io voglio finire questa pagliacciata il prima possibile! Di là qualcuno potrebbe morire! Quindi portami da lui e piantiamola!"sbottò infine, ancora in ansia per la battaglia a cui aveva iniziato ad assistere.
"Pagliacciata...?"storse la bocca Ishabal disgustata,"Questa NON è una pagliacciata... Tutto ciò che vedi è stato realmente costruito dal mio Signore..."
"Sì,sì... Come dici tu..."sventolò Bulma una mano davanti al viso, come per accantonare il discorso... Era giunta finalmente dove voleva: avrebbe incontrato Shin. E se lei veramente era così importante per lui, forse poteva convincerlo a concludere quell'assurda messinscena. Con serietà si ritrovò a fissare la schiena dell'arpia che la conduceva verso colui che possedeva la soluzione ai suoi problemi.
Improvvisamente, tra i due corpi, passò di corsa un'immagine sbiadita, di sembianze umane... L'umana raggelò: aveva tutta l'aria d'esser uno spettro.
"C-c-che co-os'era quello?!"si arrestò terrorizzata, temendo di fare la stessa fine.
La sua schiavista volse lo sguardo nella direzione indicatale e fece spallucce come se si trovasse innanzi ad una scena di vita quotidiana.
"Non è ciò che pensi... Capita, a volte, che i ricordi del mio Sovrano si materializzino... E camminino al nostro fianco. La costruzione di questo regno ha impiegato gran parte delle sue energie mentali ed, ovviamente, alcune memorie sono scivolate via con esse, diventandone parte integrante..."le disse tranquilla, mantenendo un'andatura costante.
Bulma si ritrovò affascinata ed intimorita dal discorso stesso, ma non ebbe tempo per riordinarlo: una volta diradatesi le nebbie, innanzi a lei troneggiava un imperioso maniero....

"Cooooosaaaa?!"ebbe appena il tempo di rispondere il saiyan, prima di trovarsi nuovamente impegnato in uno scambio di colpi velocissimo, che non lasciava possibilità di distrazione.
"Devi farlo tornare in te, Goku!"gli gridò il namecciano gettando il turbante a terra e preparandosi a dargli manforte.
"Ma va?!"rispose sarcasticamente l'altro incassando un calcio in pieno torace, che lo rispedì verso il basso creando una piccola voragine.
La furia omicida di Vegeta non sembrava calare... Sulle sue membra non v'era segno di stanchezza, nonostante lo scontro fosse serratissimo... Era un mostro.
"Accidenti... Io non durerò neppure un minuto contro di lui..."digrignò i denti Piccolo di fronte alla propria impotenza."Goku! Fallo arrabbiare!"gridò infine al compagno che stava facendo forza sulle braccia per uscire dalla buca.
"Ma sei pazzooo?!"rispose di rimando l'altro, mentre l'avversario riscendeva a terra, camminando verso di lui con un sadico ghigno stampato sulle labbra.
"Quello non è Vegeta! Ma lui dev'essere lì, da qualche parte, nel suo subconscio... Fai perno sul suo orgoglio e fallo riscattare! Anche la presa di Babidy non aveva avuto un totale effetto, su di lui!"gli si affiancò il Namecciano, stringendo i pugni e preparandosi alla battaglia.
"Ma bene... Non è male come idea..."sorrise compiaciuto il saiyan,"Vediamo se funziona... PRINCIPINO DEI MIEI STIVALI!"alzò il tono di voce gettandoglisi contro per primo, questa volta. Piccolo fece altrettanto portandosi con un balzo alle sue spalle ed in due lo attaccarono su entrambi i fronti.


Cosa stava facendo quello stupido saiyan?
Lo minacciava in un momento come quello?!
La mente di Vegeta si acuì, cercando di comprendere il motivo di un tale comportamento. Poi rassegnato, comprese...
Quella tecnica non avrebbe funzionato. Kakaroth era un pessimo attore e, certamente, non gli riusciva bene vestire i panni che erano invece suoi. Certo, sentire quelle parole gli procurò un lieve fastidio... Che crebbe con l'aumentare degli epiteti...


"Di cosa ti devo parlare, eh, Vegeta?! Di quanto, in questi anni, tu mi sia sempre stato inferiore? O del fatto che, pur essendo morto tuo padre, tu non diverrai mai re in quanto il tuo insulso pianetucolo si è fatto distruggere da un alieno che io, da solo, sono riuscito ad annientare?!"urlò disperato, scavando nel suo profondo per utilizzare nelle sue parole quell'odio che, in tutti quegli anni, si era sentito riversare dal suo rivale. In tutta risposta ebbe però solo un grugnito acuto ed un aumento dell'aura del nemico.
"Continua!"lo incitò l'altro, appena sbalzato via da una gomitata nello sterno.
"Vogliamo parlare, invece, del tuo incontro con Cell?! La tua incapacità mi ha costretto a sacrificare la vita per sistemare la situazione! E questo sai perchè?! Perchè IO solo ho il potere... Quando tu , invece, hai sacrificato la tua contro Majin Bu, non è stata che una misera perdita di tempo!"continuò convinto l'altro, galvanizzandosi col suo stesso discorso. L'espressione del nemico, questa volta, cambiò per qualche istante in fastidio.
Piccolo si liberò ancora del mantello e si precipitò nuovamente in aiuto, conscio del fatto che il suo piano avrebbe potuto sortire qualche effetto.
"Majin Bu... Già... Ti ricordi di quando ti sei fatto possedere da Babidy? Ed io non ebbi neppure bisogno di mostrarti questa mia trasformazione per umiliarti?! Sveglia, Vegeta... Neppure questa volta funzionerà!"lo derise teletrasportandosi poi sopra la sua testa lanciandogli contro un'onda energetica che lo sbattè al suolo. Il mostro si rialzò urlando e tese una mano verso il nemico, scagliandogli contro un attacco energetico che lo colpì in pieno.
Nonostante le gravi ferite riportate, Goku si rialzò ridendo... C'era riuscito... I suoi attacchi somigliavano sempre meno a quelli di una belva e sempre più a quelli del suo rivale. Decise che era giunto il momento di sfoderare l'arma finale, mentre il duellante gli si avvicinava camminando.
" E se la vuoi sapere tutta... Dopo averti umiliato in tutti questi anni... Ho provato un sottile piacere a farmi tua moglie!"gli disse tutto d'un fiato, come se temesse che il coraggio gli mancasse da un momento all'altro.
L'altro saiyan si bloccò sul posto... Per qualche secondo le sue braccia tremarono, poi la sua mano si rialzò nuovamente con il palmo rivolto verso l'avversario. Aprì lievemente le labbra e, per qualche secondo, non proferì nulla.
Ma quando il gridò "Big Bang Attack!" squarciò l'aria, gli occhi del principe erano azzurro cielo...
E con la sua solita espressione dichiarò torvo "Questo non te lo permetto... Kakaroth..."


E rieccomi qui! Mi sono fatta attendere... Come le dive:P
Passiamo ai commenti:
X de_pi: fatto!:P
X Nihal91:ehm, non record, però... più lungo, dai:P
X Elisa: oooh, finalmente anche un po' di rimproveri^___^ Bè, lo stile cambia molto da scrittore a scrittore... Rileggendo il testo forse è vero, avrei anche potuto utilizzare altri termini... Però non nego che non mi spiacciono quelli usati:) Grazie per tutto il resto e le tue recensioni sempre dettagliatissime!
X migena: uhm, sì, mi pare abbia stupito tutti, ma d'altronde... forse sa anche lei che l'unico modo per venirne fuori è andare dal fautore di tutto...
X Aleptos: detto fatto, accontentato:P

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Capitolo 28
*** La fiamma dell'ira ***


"Vegeta! Finalmente!"sorrise l'altro ingenuamente, beccandosi invece un altro bel cazzotto in pieno volto.
"Finalmente un corno!"digrignò l'altro, facendo crescere seriose preoccupazioni nella mente del rivale.
"Ahem... Forse c'è un equivoco... Possiamo chiarire!"si ritirò su in fretta sventolando le mani davanti al viso per negare ogni cosa. Ma il principe non pareva minimamente interessato al dialogo.
"I miei complimenti... Sei riuscito a farmi tornare in me... Sarà molto più interessante, ora distruggerti!"ghignò stringendo un pugno, mentre gli occhi riflettevano la tinta del mare .
"Che diavolo state facendo?! Vi pare il momento?!"gridò il namecciano ancora trafelato per il precedente scontro, con gli occhi sbarrati per l'improvvisa e strana piega che aveva preso la situazione.
"E' sempre il momento giusto quando si tratta di vendetta!"sentenziò il saiyan travolto da una nuova ondata di rabbia che, seppur più sana, non pareva rincuorare il povero Goku, che prese a schivare i colpi non sapendo come comportarsi.
Piccolo, dal canto suo, rimase perplesso qualche attimo... Poi si posò una mano sulla testa, scotendola appena.
"Razza di... guerrieri senza cervello..."sussurrò appena ormai senza speranze e decise quindi di incamminarsi verso la parete rocciosa dove Ishabal se l'era filata con il prezioso ostaggio. La osservò palmo palmo, senza ottenere nessun risultato e, sempre più sconsolato, sospirò riportando l'attenzione sui due eterni rivali, tutti presi da uno scontro in cielo in cui solo Vegeta attaccava un confusissimo Kakaroth. La situazione era a dir poco roccambolesca: il primo, ripresosi il controllo del proprio corpo, assestava attacchi sempre più precisi; il secondo utilizzava la tecnica del teletrasporto per riuscire ad evitarli, in uno scontro che probabilmente avrebbe potuto andare avanti per giorni...
"Codardo! Fermati e combatti!"insistette il guerriero, ulteriormente adirato per le "fuge" del nemico che, dal canto suo, non pareva minimamente intenzionato ad ascoltarlo.
-Pensa, Son Goku, pensa! Oh, Kami, avevo pensato a come farlo tornare in sè, non alla sua reazione!- si ripeteva mentalmente il saiyan, diviso tra il suo orgoglio di combattente e la sicurezza che, in quel frangente, Vegeta avesse totalmente ragione.
"Goku, adesso basta!! Non abbiamo tempo da perdere! Non mi interessa se abbia ragione o meno... Buttalo giù, almeno avremo modo di parlargli!"urlò Piccolo come avendogli letto nel pensiero.
Il saiyan rimase qualche attimo titubante, giusto il tempo di prendersi in pieno un Final Flash che lo lasciò abbrustolito ma integro.
"E va bene... E sia!"reagì finalmente togliendosi di dosso i pochi brandelli rimasti della maglia della divisa e fissando intensamente negli occhi il nemico.
"Era ora..."sentenziò l'altro, finalmente soddisfatto, scrocchiandosi le nocche delle mani. L'aria si fece tutto ad un tratto pesante, carica delle loro aure che andavano via via aumentando...


Si trovava ormai da diverso tempo in quella camera enorme ma polverosa, seduta sulle coltri di quell'enorme baldacchino che le ricordava quello della stanza da cui era fuggita nella sua dimensione...
Bulma si osservava con attenzione la pelle candida riportata nuovamente al suo splendore grazie al bagno defatigante da cui era appena uscita.
"Non potete mostrarvi così al mio signore!"le aveva detto quella stronza prima di chiuderla lì dentro con un armadio pieno di abiti e quell'enorme tinozza che avevan man mano riempito le inservienti. Aveva addirittura faticato a cacciarle quando si erano intestardite per lavarle la schiena! Ma aveva in qualche modo idea che, più che una vera e propria questione di presentazione, la mossa di Ishabal servisse a prendere tempo... Non aveva idea del perchè, ma di certo non sarebbe rimasta con le mani in mano sapendo che quei due pazzi eran al di fuori di quel portale a darsele di santa ragione!
Risoluta, si alzò dalle coperte stringendo i pugni ed aprendo appena appena la porta. Per poco non tirò giù un accidenti, notando l'ometto di guardia alla sua camera. Ma, con non chalance, sorrise e lo chiamò.
"Ehm... Scusi, baldo giovine!"sventolò la mano richiamando alla memoria le sue tecniche seduttive ormai da tempo sotterrate.
L'altro si guardò in torno... Era basso e piuttosto tarchiato... poi si indicò con un dito...
"Chi.... io?!"la guardò stupefatto, sbattendo più volte le palpebre incredulo.
"Sìsì! Proprio lei!"si profuse in un altro malizioso sorriso che per poco non le procurò una paresi. Con abilità sfilo la chiave dalla toppa nascondendola nella manica del vestito.
"Ci sono dei topi in camera! Belli grossi... Se mi mordono, ho paura che mi prenderò qualcosa..."continuò falsamente spaventata intrecciando le mani davanti al viso come per pregarlo.
"Oh! Ci penso io! Chi lo sente sennò il padrone..."corse subito l'altro, passandosi leggermente imbarazzato la mano dietro la nuca.
La ragazza lo lasciò passare e rimase sull'uscio, nell'attesa che si addentrasse un po' di più nella stanza, osservandolo con attenzione.
"Dove sono?! Non li vedo!"osservò l'altro guardandosi intorno, non sospettando minimamente alcuna trappola.
"Sotto il letto! E' scappato lì, prima!"rispose lei con un'interpretazione degna del premio oscar.
Quando il malcapitato si chinò per scovare i presunti roditori, Bulma scattò veloce verso la porta, uscendo nel corridoio e fermandola immediatamente a chiave. A nulla servirono i colpi dati sul legno o le grida che le intimavano di tornare sui suoi passi... L'umana corse veloce alzando l'ampia gonna dell'abito, svoltando l'angolo e perdendosi in quell'intricato castello...


Era ormai troppo tempo che quel duello aveva luogo e persino Piccolo iniziava a darsi per vinto... Le forze dei due contendenti erano ora quasi uguali e probabilmente ne sarebbero usciti entrambi distrutti. Non v'era speranza di affrontare subito dopo un nemico di cui la forza era ancora sconosciuta ma che, avendo un personaggio come Ishabal al suo servizio, sicuramente avrebbe dato loro filo da torcere... Diede un'ultima occhiata ai due, poi si alzò in volo sfrecciando verso un punto indefinito all'orizzonte...
Dal canto loro, i due saiyan, erano tanto presi dalla loro personalissima battaglia da essersi dimenticati d'ogni altra cosa. Persino Goku, così attaccato alla morale, aveva fatto emergere il sangue saiyan presente nelle sue vene e combatteva dando fondo alle sue forze.
"E dimmi, Kakaroth... è stato divertente prendermi in giro per rovinarmi la vita?"riprese il dialogo l'avversario, in un attimo di pausa preso da entrambi per rifiatare e studiare le mosse dell'altro.
"Eh? Di che parli?"gli rispose di rimando, facendolo scaldare ulteriormente.
"Delle memorie che avrebbero dovuto cancellarsi, idiota! Che altro, sennò!"sbottò il principe schizzando nuovamente verso l'altro ed esibendosi in un magistrale Big Bang Attack che avrebbe dovuto cogliere il nemico dall'alto.
Prevedibilmente, però, grazie al teletrasporto ciò non avvenne, ed il compagno riapparve davanti al suo viso, lasciandolo sbigottito.
"Nono, guarda che non scherzavo! Hanno dimenticato tutti... Tutti tranne Bulma!"riprese infine contegno, ricordandosi delle sorti dell'amica.
"Non dire cazzate! Non avrebbe avuto la forza necessaria per opporvisi!"lo riprese cercando di colpirlo di taglio con la mano, mancandolo grazie all'agilità dell'altro.
"Ma io dico davvero! E' stato... Ship? Sì, mi pare fosse questo il nome! Lui le ha fatto qualcosa..."gli rispose incrociando le braccia al petto portatosi alle sue spalle.
"Shin?!"lo osservò stupito Vegeta, prima di ricordarsi delle parole della strega... Ma certo! La caccia a cui si riferiva... E poi l'apparizione della sua donna il giorno dopo... La furia di Ishabal quando lui l'aveva fatta fuggire... Shin aveva un collegamento con Bulma! Come aveva potuto dimenticarsene, acciecato dalla rabbia? "E che cosa vuole da lei?!"trovò infine il coraggio di chiedere prima di guardarsi in giro spaurito... Era sicuro che fosse là! La donna era lì quando era arrivato!
"Bulma l'ha conosciuto da bambina! Ho capito solo questo..."si grattò perplesso la nuca Goku, a cui effettivamente ancora non eran chiari molti dettagli.
Ma l'ira di Vegeta non pareva placarsi nemmeno davanti all'ovvietà, e sfociò nuovamente nella violenza...
"Cazzate! Non può essere! Sono cazzate!"esplose di nuovo gettandosi contro l'amico, il rivale... Che finalmente, però, aveva trovato il suo equilibrio. Con il palmo della mano l'attacò prima che il sovrano della sua stirpre potesse torcergli un capello, sferrandogli quello che, a tutti gli effetti, sembrava uno schiaffo...
Non riuscì subito a capacitarsi del colpo subito... Lo osservò poi sgomento, notando che nell'altro non c'era traccia di rancore.
"Sei tu quello che dice cazzate... Bulma non ha mai amato altri se non te..."sentenziò serio Goku, riuscendo finalmente a placare la sete di sangue del suo nemico...


Arggg, sono in ritardissimo! Ho problemi col pc, sorry! Ho notato che ci sono meno persone che seguono e mi chiedo se sia dovuto alla qualità della storia... Se fosse così, ditemelo! I commenti, anche negativi, sono graditi! Ora passo ai ringraziamenti...
x beattrice: grazieee!^___^ Bè, mi ricredo un po' leggendo questi commenti...
x de pi: Ma povera Bulma, infatti, deve sempre scappare tutta sola! Sta diventando un genio anche in questo campo!:P
x jejachan: Goku non fa solo danni, però... e in questo capitolo lo dimostra!
x taisa: Non è facile cmq far fuori un saiyan... soprattutto se si tratta di Goku!
x migena: sì,e la tua teoria è confermata anche in questo capitolo!^__^

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Capitolo 29
*** Nascita del male - parte 1 ***


"Oh, Mamma! Di qua mi sembra di esser già passata..."sussurrò la ragazza portandosi un dito alla bocca, disorientata. Ormai erano venti minuti che correva lungo i corridoi spogli e quasi uguali tanto da avere ora seri dubbi sulla sua posizione...
"Forse dovrei entrare in qualche stanza... altrimenti non troverò mai Shin! Ma se trovassi qualche bestia strana...?"ragionava a voce bassa osservandosi intorno con circospezione: l'atmosfera non era certo delle più allegre e la poverina aveva il terrore che, da un momento all'altro, potesse uscire da un angolo oscuro una qualche grottesca creatura.
Fattasi forza, poggiò la mano sul pomello della porta più centrale e, dopo qualche attimo di panico, la spalancò con il cuore a mille. Fu una delusione, quindi, ritrovarsi nel giardino interno del maniero, sotto un cielo plumbeo ed alberi rachitici. Sbuffando, si incamminò fino a raggiungere una spoglia fontana in pietra che troneggiava nel nulla e, sconsolata, si sedette sul suo bordo cercando di far riposare i piedi dolenti.
Ma quando aprì gli occhi, socchiusi qualche istante per mettere ordine nei suoi pensieri, li spalancò sorpresa per il cambiamento: l'ambiente era totalmente cambiato, la vegetazione rigogliosa ed il clima favorevole. O, per lo meno, così sembrava...
Una foglia cadde danzando da sopra la testa di Bulma, che aprì il palmo della sua mano per accoglierla... invano: senza alcun rumore, cadde a terra trapassando la sua mano, inconsistente. Dopo il primo naturale stupore, si accigliò un attimo rimembrando le parole di Ishabal.
"Un... un ricordo?"disse osservando attentamente il cambiamento in ogni suo dettaglio. Per qualche istante rimase lì, imbambolata, cullandosi nell'illusione d'esser tornata a casa... O almeno nella sua dimensione. Poi intravide una figura, più piccola dapprima, più chiara poi, leggermente evanescente e inquietante. Si rese conto che sarebbe stata, come al cinema, spettatrice di un evento, e si zittì cercando di ricavarne qualche informazione.
Un uomo, con passo veloce ed espressione allegra, si fermò qualche istante per poggiare le mani sulle ginocchia, ansimante. I capelli neri ricaddero un poco sul davanti, seppur intrappolati in una lunga coda che li teneva ordinati.
"Signor Yon! E' lei, non è vero? Era una vita che non la vedevo da queste parti!"lo chiamò una voce alle sue spalle, attirando la sua attenzione.
"Oh! Buongiorno! Sì, sono proprio io! Che piacere rivederla!"sorrise cordiale, risistemando il pesante zaino che aveva sulle spalle.
"Sa, in campagna le voci girano... Il posto è piccolo... E si diceva ve ne foste andato per sempre..."gli si avvicinò l'omino piuttosto basso e di mezz'età ormai, recante un grosso cesto di ortaggi sulla schiena... A Bulma sembrò in qualche modo familiare...
"No, no! E' che qui... Bè, le possibilità sono poche. E Unmei... Bè, volevo darle la vita che si merita!"si grattò la nuca impacciato, facendo scaturire l'ilarità dell'altro.
"Non aggiungere altro, ragazzo! Sei innamorato, tanto basta!"gli rispose con aria bonaria l'uomo, battendogli una mano sulla spalla dopo aver posato il cesto a terra.
"Sì, certo... Mi è comunque spiaciuto lasciarla qui per cinque anni... Ma ora... Ora ce l'ho fatta! Ho lavorato tutti i giorni, tutto il giorno... Aldilà del mare, senza conoscere nessuno. E ciò che mi ha salvato dalla tristezza... E' stato solo il suo ricordo..."disse assumendo un'aria sognante ed estraendo un piccolo cofanetto dalla tasca. Con un moto di orgoglio, poi, lo aprì mostrandolo al contadino. All'interno, uno sfavillante anello di diamanti rimandava indietro la luce del sole...
"Per tutti gli dei, mai vista una cosa simile! Davvero!"esclamò l'altro visibilmente stupito, inorgogliendo ancora di più il ragazzo.
"Sono tornato, ora. Non la lascerò più sola... Sono venuto a chiederle di sposarmi. Finalmente, me lo posso permettere!"disse quindi fieramente, riposando il gioiello.
"Bè, buona fortuna allora! Terrò le dita incrociate per te!"rispose sincero il contadino, riprendendo il suo cammino.
"Grazie signor Neko! A presto!"sventolò la mano Yon, tornando poi a guardare il sentiero da percorrere.
Lo scenario si spostò col suo protagonista, fino ad una piccola casa in legno, appollaiata su una collina. Il ragazzo si fermò ad osservarla, quasi incredulo... Poi, con gli occhi lucidi, compì i primi passi avvicinandoglisi. Ma quando finalmente gli fu affianco, il suo udito gli svelò un'amara sorpresa...
Gemiti.
Urla.
Sospiri.
Il mondo si sgretolò sotto i suoi piedi... Ma ancora cieco nella sua fiducia, si precipitò all'interno dell'abitazione, per constatare con i suoi occhi quella incredibile verità.
Una donna, LA SUA DONNA, sudava sotto il corpo di un altro... Riconobbe in lui il raggazzotto quindicenne che aveva lasciato alla sua partenza in città... Il figlio di quel popolano che aveva appena incontrato.
Sentì le forze abbandonarlo e, incapace di muoversi, fece scivolare con un tonfo il pesante zaino a terra.
Il rumore attirò l'attenzione dei due, che si bloccarono all'istante. Il giovine, spaventato, si coprì alla bell'e meglio con il lenzuolo. Lei, impudicamente, lo fissò quasi scocciata.
"Unmei... perchè?"riuscì infine a proferire l'uomo, distrutto dall'evidenza.
"Perchè sei un fallito. Cinque anni di lettere, di soldi spediti a me, pensando alla fedeltà... Ma dove vivi, mio caro?"scoppiò a ridere con una freddezza che l'agghiacciò.
"A... avevi detto di amarmi..."singhiozzò ancora lui, mentre la voce gli si spezzava in gola.
"Avevo, appunto! Ora, mi chiedo io, che bisogno c'era di tornare qui e distruggerti da solo tutti i tuoi bei castelli in aria? Non era forse meglio rimanere lì dov'eri, continuare a mandarmi quei pochi risparmi che avevi, e credere che fossi tua? Tua soltanto?"si sedette meglio lei sulle coltri, lasciando sbigottito l'amante ed impietrito l'ex.
"Noi... eravamo felici, Unmei! Io ho fatto tutto questo... per te!"si sciolse lui in lacrime, cercando con la mano l'anello nella sua tasca.
"Felici?! Ma per favore! Come potrei esserlo! Sono figlia di contadini, rinchiusa in questo buco da quando sono nata! Pensavi di bastare tu a rendere la mia vita piacevole?! E a questo punto... perchè accontentarsi di uno? Perchè non avere una... due... tre persone a rendermi felice, eh?! Anzi, se vuoi unirti..."chiese ironicamente lei, spostando le lenzuola come per accoglierlo in caso di consenso.
Gli occhi di lui si velarono, per un istante... E da quel momento, tutto cambiò...


Vegeta rimase senza parole, sentendo ancora la guancia bruciare non per il dolore, quando per il colpo che l'aveva colpito nell'orgoglio. Avrebbe di sicuro contrattaccato con forza se Kakaroth non avesse detto, difficile a dirsi, una frase che l'aveva lasciato di stucco.
Non riuscì a contraddirlo all'istante e quell'attimo fu decisivo per la loro riappacificazione. A piena velocità, infatti, rientrò nel loro campo visivo il namecciano, che si fermò a qualche metro da loro, osservandoli stupefatto.
"Vi siete fermati da soli?! Questa, poi..."esclamò riportando i piedi a terra.
"Già, già, Piccolo! Dove sei andato?"chiese Goku riprendendo la sua solita espressione ingenua. Quell'espressione che, in assoluto, mandava il principe più sui nervi... Come poteva dire una cosa simile e poi far finta di nulla?! Con aria stizzita incrociò le braccia al petto spostando il viso dalla parte opposta, non rivolgendogli attenzione.
"Abbiamo un grande nemico di fronte... E voi avete consumato parecchia energia..."sorrise sornione prima di lanciargli due senzu che i saiyan presero al volo.
"Grande Piccolo! Come sapevi che non saremmo morti?"rise il primo trangugiando il seme e poi riprendendo a fare stretching.
"Non lo sapevo... Ho azzardato. Ma almeno abbiamo risparmiato tempo."gli rispose tranquillo riportando l'attenzione sulla parete di pietra.
"Tsk... aveva paura che lo coinvolgessimo... Questo penso io..."ghignò Vegeta deglutendo.
"Non mi interessa quello che fate! Ma fatelo dopo che quel pazzo sarà morto!"lo riprese subito il namecciano, piuttosto alterato per quel pensiero.
"Già! Chissà Bulma, poverina... Dopo cinque anni che ci cerca, ora che ci ha trovati morire così sarebbe davvero il colmo..."prese tranquillamente a parlare Goku intento a fare dei piegamenti sulle gambe.
"Che ci cerca?! Spiegati meglio!"si sbilanciò finalmente l'altro saiyan, desideroso di avere più notizie.
"L'umana ha subito, da bambina, un qualche incantesimo di Shin, ed è rimasta immune all'azione del Sommo Kaio. Ha quindi cercato un modo per ricontattarti tramite le sue invenzioni. E' così che ha trovato te e Ishabal. O, per meglio dire, Ishabal ha trovato lei..."tagliò corto Piccolo, facendo un rapido riassunto.
"Quindi non era un sogno... Era davvero lei..."lo osservò ancora perplesso l'interlocutore, prima che Goku gli desse una pacca sulla spalla che per poco non lo fece sobbalzare.
"A-ah! Hai capito il lato romantico del sayan? Pensava di sognarla!"lo schernì Kakaroth, provocando l'ira e l'imbarazzamento del rivale allo stesso tempo.
"Chiudi il becco, idiota! Io non sono come te!!"gridò l'altro per negare l'evidenza, sotto gli occhi di un Majunor ormai rassegnatissimo, che riprese infine il controllo della situazione.
"E piantatela! Parliamo di cose serie... Dobbiamo riaprire quel portale..."disse infine rimirando di continuo il punto in cui era comparsa l'arcata.
"Uhm... Bè, spiacente, io non conosco formule magiche!"esordì Goku dopo alcuni minuti di serioso silenzio.
"Testa di rapa! Non ho mai parlato di cose del genere!"inveì infine il gigante, prima di andare a posare una mano sulla fredda roccia.
"Ma ho un'idea..."


Tadannnn! Sono stata veloce, dai! Più del solito! Per quanto riguarda la prima parte del capitolo, bè... Verrà concluso nel prossimo. ma qualche indizio qua e là c'è già...
Ovviamente, i nomi non sono stati scelti a caso... Tutti i nomi giapponesi inseriti han un senso nella storia, li svelerò la prossima volta! Passiamo ai commenti...
xluisa87: Grazie per la rassicurazione! Nel prossimo capitolo avrai risposta alla tua domanda...
x de_pi: ghgh, Bulma è una ragazza carrarmato: una ne fa, 100 ne pensa!^___^
x jejachan: stragrazie per i complimenti e sono contenta che gli sviluppi piacciano!
x NIhal91: Bè... succede questo:P
x migena: scappare.. la vedo dura! Ma sicuramente ne saprà di più...
x Elisa: ogni volta che vedo una tua recensione, divento improvvisamente allegra! Perchè mi sembri davvero sincera in quello che dici e non ti fermi solo per mettere due commentini superficiali... Grazie! hai ragione per quanto riguarda la lunghezza dei capitoli.. Ma scrivere mi prende tempo e, facendolo di notte, non ne ho... Ho cercato, tutto sommato, di dividerli in sequenze che lascino quel po' di suspance che non fa male, poichè attira per la lettura del capitolo dopo. Per quanto riguarda Vegeta: sì, se ne era accorto, ma ha vissuto il tutto come una specie di.. "visione", quello per cui lo prende in giro Goku in questo capitolo! Insomma, la morale è: i sayan, quando combattono, dimenticano ogni cosa...

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Capitolo 30
*** Nascita del male - parte 2 ***


"Non finirà tutto così... Non dopo tutti questi anni..."pronunciò infine lui, con lo sguardo chino. Una strana ed inquietante pronuncia si era fatta strada sulle sue labbra, resa ancor più spiccata dai suoi passi che, cadenzati, lo avvicinavano a quella che era una volta la donna amata.
"Che diavolo vuoi dire?"rispose scocciata lei, ancora ingenuamente, non sospettando minimamente di aver ormai travolto il delicato equilibrio dell'uomo.
Non riuscì quindi ad intuire le mosse dell'ex amante quando afferrò velocemente la pesante lampada in ferro sul comodino sradicandola dalla presa. Non ebbe nemmeno il tempo di reagire quando, con infinita furia, la ricevette in pieno viso... cadde solamente a terra per il contraccolpo, nuda ed esamine.
Un grido invece squarciò l'innaturale quiete che era seguita, il grido del giovinetto che straziato cercava rifugio nella fuga. Ma la vendetta non lascia scampo... E con rapidità colpì anche lui sulla nuca, più e più volte, fino a quando il sangue, ormai copioso, non riempì il pavimento di quella atroce stanza.
Con pacatezza, Yon afferrò il cuscino e si chinò su di lei, ancora svenuta, pressandoglielo sul viso.
"Sai, Unmei... Ho studiato su un'infinità di vecchie scartoffie, ho dato la mia anima nelle mie ricerche... Avevo... avevo scoperto un modo per renderti felice! Finalmente felice... perchè vedi... un uomo vuole solo questo per la donna che ama..."continuò come estraneato, mentre lei con poche forze cercava, ripresasi, di allontanare la sua morsa.
"Esistono sette sfere... sette sfere sono il confine tra la gioia e la povertà... Posso chieder loro tutto! Ogni desiderio! Ma io... avrei espresso ciò che tu mi avresti chiesto..."prosegì mentre i mugolii della donna si facevano pressanti.
"Oggi... te le avevo portate qui... assieme ad un anello! Oh, se sapessi! Ho tanto faticato... in ogni luogo in cui mi sono recato alla ricerca di queste sfere, mi sono ingegnato per guadagnar qualcosa... Perchè tu ti sentissi una regina! Non volevo barare... quest'anello... doveva essere il frutto del mio sudore..."le parlò ancora con il sorriso sulle labbra, mentre la resistenza di lei si faceva man a mano più flebile.
"Ma tu... hai scelto l'inferno... Hai scelto la corruzione... E io sono qui per purificarti..."disse infine, mentre una lacrima solitaria gli solcava il viso immoto;"Tu... Non hai scelto me...".
Le sue parole, innaturalmente, rieccheggiarono tra quelle mura mentre la vita scivolava via dalle membra tanto agoniate.
Le mani di lui accarezzarono il suo viso da sopra il guanciale, quasi volessero assicurarsi della sua dipartita. Poi, incontrollatamente, il pianto gli tolse le ultime stille di quella ragione che già ormai vacillava da quand'era tornato in quella casa.
Le grida di Yon si fecero insopportabili, le lacrime scorrevano incontrollate sul viso rendendolo irriconoscibile.
E fu in quel delirio che, varcata la porta di quell'abitazione a lui tanto cara, pattuì quell'orrendo desiderio...


"Quindi... tu vuoi dire che se mi trasformerò nell'ultimo stadio di super saiyan, riuscirò a bucare questa parete?"osservò titubante Goku, rivolto al namecciano."Bè, non metto in dubbio che sarebbe un bel botto se volessi farla saltare... Ma servirà a qualcosa? E soprattutto... guarda che ci riesco anche così!"riprese poi grattandosi perplesso la nuca
"Ma cosa hai capito! Non è la roccia che devi bucare, ma il muro della dimensione!"rispose Piccolo battendo la mano sulla pietra, nel complicato tentativo di far comprendere al saiyan il suo piano.
"Chi ci da la certezza che funzionerà...?"sollevò un ciglio il principe, fino ad allora muto spettatore della vicenda.
"Molto semplice... quando mi trovavo nella stanza dello spirito e del tempo, per intrappolare Majin Bu ho distrutto l'ingresso... Ma Gotenks, con la sua aura, è riuscito per qualche secondo a creare comunque una breccia!"spiegò soddisfatto l'altro, sicuro della sua teoria.
"Accidenti... è davvero possibile...?"scrutò il muro Kakaroth, ancora non del tutto convinto.
"Sbrigati, maledetto! Provare non ti costa nulla!"si spazientì il compagno, ora più esagitato dopo aver capito il meccanismo.
"Lo dici tu... quella trasformazione mi costa un bel po' di energie..."sussurrò di rimando l'altro socchiudendo poi gli occhi per concentrare meglio il suo potere. Come un fiume in piena, le forze presero a scorrere attraverso le sue vene e poi al di fuori del suo corpo, esplodendo in un brillante splendore. Dopo quel palese cambiamento visivo, Goku si concentrò maggiormente, gridando per l'immane sforzo che quell'attività gli presentava. Ma i risultati non si fecero attendere e, trascorso qualche minuto, un piccolo foro era già visibile sulla roccia.
Vista la difficoltà per attraversare un passaggio così piccolo in tre (e trasportato dal suo immane orgoglio), Vegeta prese posto affianco a lui, dando il suo sostanzioso contributo grazie agli allenamenti a cui si era sottoposto in tutti quegli anni: ora avrebbero potuto fare il "salto" senza paura di non completare.
Con un muto accordo, i tre balzarono all'interno della nuova dimensione nel momento d'apice d'apertura, e si ritrovarono per terra dal lato opposto.
"Ce...anf... l'ho fatta! ...anf...anf"esultò Goku, tornando al suo solito aspetto.
"ABBIAMO... Ce l'abbiamo fatta...anf..."corresse subito l'altro saiyan con un ghigno di vittoria stampato in volto.
"Bè, non mi pare tempo per riposare... Vegeta, tu sei già stato qui... sai fare strada?"riprese le fila del discorso il namecciano, osservandosi attentamente attorno.
"Non c'era neppure da chiederlo"rispose in maniera secca l'altro, incamminandosi.


Le sette sfere erano posizionate a terra, nel mezzo di una piccola radura circondata da alberi. L'umano si trovava innanzi ad esse, in ginocchio, e le accarezzava come se fossero state figlie sue.
Non parlava più, ma piangeva ancora sommessamente, quasi non fossero esistite parole per riuscire ad esprimere quel dolore.
D'improvviso, però, con le sue ultime forze, si chinò su di esse, sussuurando una supplica.
"Vi scongiuro... vi scongiuro sfere... Drago Shenron... se esisti... Io sono qui... vieni, ti prego! Ho bisogno... Ho bisogno..."cantilenò ancora, mentre il cielo si faceva color della pece.
Il drago si manifestò in tutto il suo splendore... ma l'uomo non battè ciglio, alzò gli occhi verso di lui, tristi e disperati, osservandolo come la sua unica fonte di salvezza.
"Drago... drago Shenron! Io... io ho ucciso! Ho ucciso... la donna che amavo!"
"Esprimi un desiderio"rimbombò una voce dall'alto, sorda a quella rivelazione. Il ragazzo si fece piccolo piccolo, indeciso sul da farsi.
Balbettando pensò ad alta voce, dondolando il proprio corpo come alla ricerca di un sostegno.
"Ma non posso... non posso farla tornare in vita! Lei non mi amerebbe... Non mi amerebbe... Perchè non sono nessuno, lei è speciale... sì, è così..."delirò ancora, mordendosi una mano. Infine, l'atroce illuminazione...
"Ho... ho deciso! Così saprà... sì, saprà quanto l'amo! Drago Shenron... trasforma la mia angoscia e la mia tristezza in potere! Voglio che sia questo il mio potere! Lei vedrà come mi ha reso triste e mi amerà di nuovo... Me stesso... finalmente potente..."gridò su due piedi, non pensando affatto che lei ormai non lo potesse più vedere... Troppo folle ormai per poter ragionare...
"Sarai accontentato"tuonò il cielo, mentre le sue membra erano percorse da una nuova inquietante sensazione...


Ci sono! Ho dovuto formattare il pc, ma ci sono... Passo ora alla spiegazione dei nomi, come promesso.
UNMEI: destino
yON/SHIN: questi due nomi han un significato particolare... in Giappone il numero 4 si può dire in due modi, Yon, per l'appunto, e Shi, molto poco utilizzato. Il perchè è presto detto: Shi assomiglia troppo alla parola Shin, morte, che viene quindi considerata un porta sfortuna dai giapponesi. Ecco perchè questo cambio di nome!
NEKO: non significa null'altro che gatto, ma ho ripreso la tradizione secondo cui vedersi attraversare la strada da un gatto nero porti sfortuna... In questo caso, Yon l'ha incontrato prima di arrivare a casa di Unmei.
I più attenti si saranno accorti che... è lo stesso nome del servo di Shin!^___^
Non toglierò altre sorprese e passo ai commenti, ringraziandovi per l'entusiasmo.
x luisa87: dai, per il momento sembrano essersi riappacificati per una causa comune!
x Nihal: l'idea l'hai scoperta e ormai... penso ti sia risposta anche alla seconda...^^
x jeja chan: ti ringrazio molto! sono in mega ritardo, ma purtroppo il pc non vuole collaborare...
x lilly81: ehm, sì, lunghina... però è anche vero che ci sono fanfiction più lunghe e maggiormente commentate. Che ci devo fare! La matassa ormai però si è quasi completamente sbrogliata e questi capitoli servono proprio per questo! Sono contenta di sapere che la leggi ancora, prenderò in considerazione alla fine la correzione della fic.
x aleptos: ovviamente, non era buttata lì... nella mia fiction, tutto succede per qualcosa^^
x elisa: ti ringrazio e ci conto sulla sincerità! E' vero, ho creato un "cattivo" a cui ho cercato di dare un'anima ed una storia, in maniera che risultasse più credibile... Ciò che non ho mai apprezzato soprattutto nei film di db, infatti, era l'andamento ripetitivo delle storie...
x sanvegeta: spero che ora le cose per te si sian fatte più chiare! Grazie per aver commentato!

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Capitolo 31
*** Regina...? ***


Un'anima sola... un corpo squassato dal dolore... lacrime intrise del sangue che aveva sparso... La disperazione.
Piegato sulle ginocchia, ancora incredulo, sentì i propri sensi acuirsi, le proprie possibilità crescere... e la voce di una bambina che, timida, lo chiamava.
"Signore... sta bene?"rimbombò innaturalmente la voce nelle sue orecchie, incrociando lo sguardo color mare della sua piccola spettatrice.
Il sole, lentamente, tornò a fare capolino, illuminandola leggermente. Quell'espressione così innocente brillò grazie a quei tiepidi raggi che la contornarono d'un aura dorata, complici le spighe innanzi alle quali si era fermata.
Un... un angelo... sceso in suo aiuto... in quel momento di smarrimento.
"Non avvicinarti!"le gridò ancora impaurito da ciò che aveva appena fatto, "Non avvicinarti!" le ripetè sconvolto da quella visione... lui non era degno del suo aiuto!
"Ti ucciderò se lo farai!", la voce gli si strozzò in gola... Sporco... impuro! Un angelo era venuto lì per lui... Un assassino che aveva venduto la sua anima in cambio di uno sporco potere!
Ma, al contrario di quanto pensasse, la creatura non arretrò nè lo guardò con rimprovero. A nulla servì la sua espressione tutt'altro che amichevole... Lei si chinò sul posto e con coraggio le si avvicinò, passo dopo passo, facendo crollare il muro di reticenza in pochi secondi.
Quando gli porse, con grazia, una margherita, lui sentì il dolore sciogliersi nel suo petto... e capì di avere di fronte null'altro che... una bambina.
Le creature celesti avevano abbandonato la sua vita... Lui... Così fedele e dedito alla felicità altrui... Non era stato degno del loro sguardo benevolo... La sua salvatrice era solo... una bambina.
"Tieni, signore... Non essere triste... Vedrai che le ferite guariranno..."gli disse con dolcezza e comprensione, continuando a stupirlo sempre più. Possibile... possibile che in quel mondo così cattivo ancora esistessero anime tanto pure?
"Se fossero... se fossero stati come te... ora non sarei così..."si ritrovò a pensare a voce alta, visibilmente sconsolato. Poi, per paura di perdere l'attenzione della sua piccola salvatrice, le sorrise come non pensava più di poter fare.
"Come ti chiami?"riuscì a chiederle in un sussurro, temendo ancora che si trattasse della sua immaginazione.
"Bulma! E ho 4 anni! E so già leggere!"rispose lei tutta fiera, arricciando il naso ed esibendosi in un'espressione buffissima. Lui accentuò quel sorriso, rapito da tanto candore. Desiderò con tutto sè stesso essere contagiato da quella creatura, dissipare le nebbie dal suo cuore...
Senza rendersene conto, poggiò una mano sul suo capo, esprimendo per sè stesso il forte desiderio d'averla al suo fianco, di poter esser redento...
"Bulma... ci incontreremo ancora, sai? Fino ad allora... promettimi che non dimenticherai..."disse senza neppure sapere il perchè. Vide con sgomento la sua mano illuminarsi d'un energia candida, in contrasto con il potere che ormai lo stava pervadendo.
Spaventato, scattò via lontano da lei, con il terrore d'averle causato del male. Una voce che la chiamava inizò a giungere alle sue orecchie e, approfittando della distrazione della piccola, si allontanò di buona lena per non causarle possibili danni.
La bambina si voltò verso la voce conosciuta, diventando a poco a poco meno visibile, scomparendo poi completamente...
Bulma incrociò lo sguardo di quella sè stessa così giovane, ma non riuscì, tra le lacrime, a ritrovarcisi... Ora aveva capito tutto...


"Accidenti... Bulma diventerà regina di un regno così noioso?"notò Goku osservandosi attorno mentre sfrecciava nel cielo plumbeo della dimensione in cui erano appena entrati.
"Non diventerà regina di un bel nulla!"sbottò Vegeta contrariato, poco davanti a lui.
"Anche perchè quel tizio non è un re..."sussurrò Piccolo dietro ad entrambi, suscitando di nuovo l'ira del principe.
"Anche se lo fosse, non lo diventerebbe, chiaro?!"disse fra i denti, ancora piuttosto contrariato dal doversi esporre così tanto.
"Bè... lo sarebbe stata se tu l'avessi sposata! Bè, certo, senza regno... però.. tecnicamente..."incalzò l'altro saiyan, toccando un tasto dolente.
"Non c'è bisogno di quello stupido rito per sancire... Bè, che lei è la mia donna e basta!"gli rispose secco, aumentando ancora la velocità del volo per distaccarsi dagli altri due.
Nel giro di una mezz'ora i tre si trovarono davanti alle porte del castello, nascosti dietro ad una collinetta polverosa per studiare la zona.
"Bah! Non servirà proprio a nulla tutta questa prudenza! Saprà già che siamo qui!"incrociò al petto le braccia il primo, che scalpitava per fare irruzione.
"Non lo possiamo sapere... Ad esempio quella tipa, Ishabal, possedeva una forza distruttiva ma, a quel che mi dice Goku, non sa teletrasportarsi!"ribattè serio il namecciano, scrutando l'orizzonte.
"E ci credo! Su quel pianeta con quei vestiti assurdi solo Kakaroth ci poteva capitare!"lo indicò il principe, aumentando il tono di voce.
"Perchè? Cosa c'era che non andava in quegli abiti?"lo guardò perplesso il saiyan, con aria ingenua.
Vegeta gli lanciò un'occhiata, con i nervi a fior di pelle, poi senza preavviso, si alzò con un balzo dirigendosi verso il portone, lasciando gli altri due di stucco.
"Pazzo!"digrignò Piccolo, seguendolo a ruota, abbandonando il proposito dell'attacco a sorpresa, imitato poi dal compagno.
Il primo concentrò la sua aura nel palmo della mano e creò un piccolo globo che si andò ad infrangere, senza fortuna, contro il robusto legno delle porte. Stizzito, tornò a terra, osservando l'ostacolo con rabbia.
"Maledizione... un'altra barriera!"atterrò a poca distanza il namecciano, altrettanto nervoso.
"Me ne infischio delle sue barriere! Vedremo se non cederà!"ghignò il saiyan sadicamente, riconcentrandosi, mentre l'altro guerriero, più saggiamente, cercava di farlo ragionare, fino a quando la voce del rivale di entrambi non spezzò quella tensione.
"Ehi! Ho trovato una finestra aperta lassù... E' necessario entrare da lì o pensate che potremmo tagliare?"propose Goku indicando un punto del palazzo, lasciando entrambi di stucco....


"Maledizione... non pensavo si sarebbe liberato così in fretta!"sbuffava Bulma correndo tra gli angusti corridoi del maniero, inseguita a ruota dall'inserviente che aveva chiuso nella sua stanza e che, d'improvviso, era apparso nel giardino distruggendo quella quiete con cui si stava curando l'animo dopo quella emozionante visione.
"Milady! Signorina! Aspettateee!"gridava tenacemente lui, più per la paura di ciò che gli avrebbe fatto il suo padrone che per altro.
"Fossi scema..."sussurrò lei di rimando, decidendo di tentare la fortuna aprendo una porta a casa ed infilandosi nella stanza. Si osservò attentamente attorno per qualche istante e poi, inquadrata una picca, la tolse dal suo sostegno con un po' di fatica per fermare l'uscio.
Ansimò a lungo prima di voltarsi e scorgere una figura appena illuminata dal chiarore di una candela e dalla luna che appena faceva capolino da una finestra... Il respirò le si bloccò un istante, mentre con studiata calma colpì qualche passo in quella direzione e trovò il coraggio di schiudere le labbra per pronunciare il suo nome...
"Shin..."


Sono in mega ritardo, ma ho una buona notizia!
La prossima settimana mi dovrebbe arrivare il pc nuovo... e dovrei riuscire quindi a finire in tempi brevi!
Ci avviciniamo a grandi passi alla conclusione... Devo dire che quando ho iniziato questa storia mai avrei pensato d'arrivare fin qui e dirmi soddisfatta di ciò che avevo creato... Bè, lo sono abbastanza^___^
Ci sono autori che scrivono solo per sentirsi lodare, o farsi commentare... Ovviamente tutto ciò mi fa molto piacere e ringrazio tutti quelli che lo fanno, ma non è necessario per finire una fic o un racconto che ci piace particolarmente...
Detto ciò, passo ai dovutissimi ringraziamenti!
X Nihal91: sì, Shin è un personaggio controverso... malvagio, sì, ma umano...
X Elisa: sì, l'evocazione di Shenron da parte di Shin corrisponde all'incontro con Bulma, come si può capire meglio in questo capitolo, che non è null'altro che il punto di vista di Shin del sogno che già aveva fatto Bulma... Come al solito, il cerchio si chiude! Comunque ormai ci siamo: i due si stanno finalmente incontrando...
x sanvegeta: non pensare in termini di più o meno profondo: pensa al fatto che suscitare emozioni per un autore è quanto di più bello possa fare! Perciò mi fa molto piacere che la mia storia ti interessa!

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Capitolo 32
*** La donna di chi? ***


Ora che lo aveva lì, a due passi da lei, si ritrovò impreparata e tremante... Mai avrebbe sperato di trovarlo tanto presto! Psicologicamente, quindi, non si era preparata abbastanza.
L'uomo, dal canto suo, inizialmente aveva tenuto quell'espressione annoiata che tanto ormai pareva essergli cara ma, riconosciuta l'ospite, sgranò gli occhi ed aprì un poco la bocca, in un muto stupore.
Bulma si strinse le mani, deglutendo appena cercando di farsi forza... Ce l'avrebbe fatta. Gli avrebbe parlato e tutto sarebbe tornato a posto. Era d'innanzi ad un assassino, sì, ma sapeva pure che la situazione in cui si era trovato gli aveva fatto perdere il senno. Non doveva poi esser così tremendo come aveva pensato inizialmente... Però, pensandoci bene, aveva a che fare con un pazzo, già! Persa nel labirinto delle sue elucubrazioni, osservò con minuzia ogni particolare di quella stanza così scura, ritrovandosi ad assottigliare lo sguardo su quella che le sembrò una figura ai piedi dell'uomo. Non riuscì a riconoscerne i lineamenti ma, arrossita, si chiese cosa poteva farci una persona in quella posizione...
"Ishabal... tu... avevi detto che non era pronta ad incontrarmi..."tremò la voce di lui appena, guardando poi con rimprovero la donna comodamente appoggiata sulle sue gambe col capo, scostando la mano che stava accarezzando i suoi serici capelli.
La donna, per tutta risposta, sollevo il viso verso di lui, con espressione dolorante, come a chieder perdono.
"Ma... ma era così, mio signore, ve lo giuro! Lei... era scossa!"cercò di scusarsi, lanciando un'occhiata all'umana come ad intimarle di star zitta.
Dal canto suo, Bulma tirò un respiro di sollievo quando si accorse che quella "strega" così accucciata non stava facendo altro che godersi qualche coccola dal suo padrone... Quel pensiero gliela fece paragonare ad un cane e ciò le fece quasi disgusto...
Come poteva una donna abbassarsi fino a tal punto? A meno che lei... la sua rapitrice... non fosse...
Osservò sotto un'altra luce lo sguardo implorante che ancora l'arpia lanciava a Shin... E trovò finalmente la conferma alle sue elucubrazioni al suo arrivo lì... Ishabal AMAVA disperatamente quell'uomo, per un motivo a lei sconosciuto.
In vita, il suo padrone aveva amato una sola donna... Quella Unmei uccisa tragicamente. Che quindi si fosse innamorata di lui... in seguito? Innamorarsi di un assassino, del mostro che era diventato?
Però, lei stessa... lei stessa aveva affidato la sua vita ad un sanguinario saiyan, che si era macchiato di innumerevoli stragi fin dalla più tenera età.
Smise di guardarla stranita, comprendendo infine che l'amore non aveva regole... come aveva imparato sulla sua pelle.
"Ho semplicemente cambiato idea"ritrovò infine coraggio, facendo qualche passo avanti, acquisendo risoluzione.
Shin distolse l'attenzione dalla sua succube, perdendosi nell'oceano delle iridi della sua interlocutrice.
"Vattene ora. Sono impegnato."la liquidò infine senza neppure guardarla, mentre l'espressione di lei si faceva colma di disperazione. Eppure, non un'imprecazione uscì dalle sue labbra.
"Come desiderate... signore..."disse ubbidiente prima di rialzarsi ed avviarsi all'uscio.
Bulma provò una strana pena per la sua "rivale", sebbene fosse conscia del male che aveva fatto. Silenziosa, ascoltò i suoi passi fino a quando non scostò la picca per poter uscire. Ma, al dischiudersi delle porte, un altro intruso si intrufolò nella camera di corsa, raggiungendo il suo polso per serrarlo.
"Ti ho presa, piccola fuggitiva! Fortunatamente, prima che il padrone se ne accor... Oh... Salve, padrone!"salutò stupidamente l'ometto verso l'uomo, con un sorriso ebete stampato sulla faccia.
La maschera di apatia del sovrano, però, crollo inesorabilmente osservando quella scena e, colmo di rabbia, si alzò di scatto dal suo scanno.
"Pazzo!!! Come osi toccarla!!"gli gridò contro, facendogli lasciare la presa dalla ragazza ed indietreggiare quasi strisciando a terra.
"Perdono, perdono, padrone! Pensavo volesse scappare da voi, pensavo..."sbiascicò facendosi sempre più piccolo il servitore, fino a prostrarsi.
Ma la furia di Shin non parve calmarsi e, con passo veloce, gli si avvicinò afferrandolo per il colletto e portandolo all'altezza del suo viso.
"Io so a cosa miri, Neko... Bastardo il figlio, bastardo il padre... Ma questa... oh, no! Lei non me la porterete via!"sogghingò appena mentre la sua mano si ammantava di un oscuro potere che addirittura Bulma poteva percepire.
A nulla servirono le lagne di perdono dell'omino, a nulla i suoi occhi impauriti.
Solo una candida mano mese fine a quello scempio...
"No, Shin, per pietà, no!"intervenne la ragazza toccandogli il braccio.
A quel contatto, l'uomo la osservò beato, perdendo ogni voglia d'uccidere. Lasciò cadere a terra Neko che, ancora tremante, piagnucolava la sua innocenza.
"Se sei tu a ritenere che sia giusto così... Che sia così..."disse infine, facendo sentire Bulma, per la prima volta, davvero una regina.
"In quanto a te, miserabile pidocchio... Mi stavo quasi dimenticando la tua punizione..."lo osservò severo, senza ombra di misericordia.
"Tu vivrai e mi servirai... Sconterai i peccati di tuo figlio ed i tuoi... lurido bugiardo!"sentenziò infine con disprezzo, dandogli le spalle.
"Glielo giuro... glielo giuro... Io non sapevo che lui... avesse una relazione con..."sussurrò l'altro, cercando di ritirarsi in piedi.
"Non assicurerò più la tua vita se continuerai a blaterare. Ringrazia la mia donna e vattene."aggiunse su due piedi senza lasciarlo finire. L'altro, non facendoselo ripetere due volte, schizzò via alla velocità della luce, nella stessa direzione in cui Ishabal si era dileguata.
-La sua... donna?!"- si ritrovò sconvolta Bulma a pensare, immaginandosi la reazione di Vegeta ad una simile affermazione.
Ma non ebbe poi molto tempo di pensare...


"Ci dovranno pur essere delle cucine in questo posto... Io ho una fame!"sospirò il primo, appoggiato alla fredda parete.
"Stai zitto, Kakaroth! Quando mai si è sentito di mostri simili a tavola!"rispose l'altro secco, seppur la sua pancia facesse eco a quella del compagno.
"Io ne ho due accanto..."sentenziò il terzo, sporgendosi all'angolo per vedere se nei dintorni ci fossero guardie.
"Via libera."aggiunse riprendendo il cammino, seguito a ruota dai due saiyan.
"Ahaha, questa è buona, Piccolo! Hai iniziato a prendere lezioni dal Re Kaioh di battute?"rise l'altro di gusto, per nulla offeso.
"Ma chi se ne frega! Piuttosto, non capisco perchè tutta questa prudenza... Vi rendete conto della nostra potenza?"asserì il principe, sempre più turbato dalla lunga socializzazione con quei due.
"Non sappiamo di che calibro sia il nostro nemico... Ma di sicuro, al di sopra di Ishabal. E questo è già di per sè poco confortante..."disse il namecciano, coi sensi all'erta.
"Bah! Forse voi... Io l'ho già incontrato, mi sembra un pazzoide e niente più..."digrignò Vegeta, ovviamente minimizzando il potenziale dell'altro, che riconosceva come assai alto.
"Ah, ecco perchè andavate così d'accordo!"ridacchiò ancora Goku, passandogli un braccio intorno al collo, braccio immediatamente scrollato.
"Non mi toccare, pezzo di imbecille! Credi che abbia dimenticato ciò che hai detto?! Dopo Shin, toccherà a te!"gli gridò contro il rivale, per nulla di buon umore.
"Perdonami, però... questa frase l'avevo già sentita sia quando abbiamo combattuto contro Cell che quando abbiamo affrontato Majin Bu!"gli rispose con la sua solite indole l'altro, facendogli montare ancora di più la rabbia.
"Siete un branco ben strano di invasori..."disse la voce di una persona ben conosciuta alle loro spalle, seduta sul davanzale di una finestra con vetrata a mosaico.
Il trio si girò in simultanea, mettendo da parte i propri dissapori e preparandosi al combattimento.
"Ehi, calma... quanto siete poco galanti con una signora!"rise lei con quella sua solita malizia, andandogli incontro.
"Cosa vuoi, troia?!"le urlò contro vegeta, che la conosceva meglio degli altri.
"Voglio solo fare un patto..."rispose blandamente lei, sfoderando uno dei suoi sorrisi...


Sono di ritorno!
I saluti, super veloce...
x emyc: sono contenta ti piaccia e spero di non averti fatto impazzire troppo!
x Niahl91: sì, bè, ho sistemato le ultime cose e finalmente dovrebbe andare avanti anche la fic... pc nuovo for president!*___*
x sanvegeta: bè, penso che nessuno metta in dubbio che Bulma abbia fatto bene a lasciare lo sfig... ehm... yamcha, per Vegeta!:P
x aleptos: non ti preoccupare, anche io mi faccio sempre aspettare!
x LadyVegeta73: accontentata, sorry!

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Capitolo 33
*** Una donna gelosa ***


"Spiacente, non scendo a patti con la plebe!" ribattè sicuro abbozzando un ghigno.
"Allora per stavolta dovrai abbassarti... Ci mettereste una vita ad elaborare un piano come si deve per eludere Shin..." rispose lei con altrettanto sarcasmo, dondolando una gamba.
Nonostante la sua sicurezza, però, in Ishabal era visibile una punta di tormento, che non sfuggì agli occhi del Principe.
"Cos'è... gli sei già venuta a noia?"alzò un sopraciglio iniettando il veleno nella sua voce. Ma la risposta fu altrettanto mortale.
"Sì... Sai, quando arriva una nuova meretrice, solitamente i frequentatori del bordello diventano più curiosi nei confronti dell'ultima arrivata..."
Vegeta strinse i pugni... non poteva... non stava parlando di lei!
"Ahem... vorrei farvi notare che non stiamo cercando dolce compagnia... ma Bulma!"si accigliò l'altro saiyan, non avendo capito un'acca di quel discorso.
"Goku... penso stessero alludendo a lei..."sussurrò vicino a lui Piccolo, imbarazzato dalla sua inettitudine.
"COSA!? Bulma è diventata... E chi l'avrebbe mai detto! La sua famiglia era piena di soldi, non pensavo dovesse..."
La sua voce fu interrotta bruscamente dal compagno, più adirato che mai.
"Chiudi quella fogna, ogni tanto, Kakaroth! In quanto a te, mi sconvolge sentirti dare della poco di buono a qualcun'altro... Non ne eri tu la regina?"tagliò corto Vegeta, pensando così di togliere ogni possibilità di ribattuta. Ma, nuovamente, si ritrovò a tremare per il nervoso.
"Di regina qui ce n'è una sola... Ed è la vostra amica. E chissà che presto non dia un erede, vista la sua visita al mio signore...".
Il tono di voce di Ishabal però, stavolta, non era canzonatorio.
Seguì qualche lungo attimo di silenzio, imbarazzante per tutti i presenti.
"Io vi posso aiutare..."sentenziò infine la donna, decisa.

"Vieni qui, mia diletta."sorrise l'uomo in sua direzione, dopo essersi seduto su quel tetro trono.
Bulma si ritrovò suo malgrado a compiacerlo... Era certa che, visto il suo ascendente, lo avrebbe convinto a slegare Vegeta da quella assurda maledizione. Con passo leggero gli si avvicinò, fermandosi a pochi metri...
Si sfregò il braccio nervosa, spostando lo sguardo a terra, non sapendo che dire: come avrebbe reagito ad una sua possibile richiesta di...
Quel pensiero la scosse. Per qualche istante fu tentata di scappare da quella stanza, in cerca delle forti braccia del suo compagno, quelle braccia che non sentiva attorno al suo corpo da ormai troppi anni...
In compenso giunse fulminea la mano di Shin, che la afferrò per un polso e con uno scatto la fece sedere su di lui.
"Riconosco in te quella bellezza... quella sincerità... di allora... E' passato tanto... troppo tempo..."gli sussurrò lui dolcemente all'orecchio, come a volerla cullare.
Neppure uno degli amanti più esperti avrebbe saputo usare un tono tanto suadente, e la donna si ritrovò per un solo istante a vacillare...
Se non avesse avuto propositi tanto alti, probabilmente avrebbe ceduto a quel canto di malia...
"Sono sempre io. Ma sono invecchiata. Ormai... la purezza non mi si confà più..."stroncò quindi ogni sua fantasia sul nascere, ricordandogli lo stato delle cose: era una donna, ormai. Non una casta bambina.
"Questo lo so. Ma non è un problema...."si limito a rispondere lui con poco fiato.
Quando però alzò il suo dito medio per portarlo sulla sua giugulare, Bulma trasalì.
Quel contatto... era troppo sensuale per poterlo permettere al primo arrivato.
Trattenne ancora il fiato quando il polpastrello scivolò lungo il collo fino ad arrivare all'incavo del seno.
Lì si scostò, come ustionato dal suo stesso ardore.
Solo allora lei ebbe il coraggio di riaprire gli occhi, chiusi nella speranza di una concentrazione maggiore che le permettesse di sfuggire a quel calore... Era passato troppo tempo da quando aveva sentito un uomo su di sè...
Ma cribbio, lei non si sarebbe accontentata di un uomo qualsiasi!
Anche perchè le era impossibile, dopo aver "provato" un saiyan...
Quando si osservò però le mani, serrate nel tentativo di un maggior controllo, sbattè un paio di volte le palpebre...
"Ma che diavolo...?!"esclamò appena, spaurita e sorpresa allo stesso tempo.
La sua pelle, ormai rovinata dal tempo, era tornata levigata e liscia come quella dei bei tempi...
Come quella con cui, consapevole del suo fascino, aveva sedotto il suo compagno. "Ti piace? Questo è il primo di tanti regali..."sorrise lui nel veder andare a segno il suo "dono".
"Io... io non so! E' grandioso, però... non è normale!"si ritrovò a balbettare confusa lei, girandosi appena per guardarlo in volto.
"Non sono normali tante cose, sai... e la maggior parte di queste vengono chiamate ingiustizie. Facendo questo per te, invece, io non ho reso infelice nessuno... Non è forse così?"la rassicurò Shin con sguardo sornione, facendola arrossire.
"B-bè, suppongo di sì..."si ritrovò quindi convinta, seppur in imbarazzo.
"Piuttosto... ecco... io ti devo chiedere un favore!"trovò infine il coraggio di far uscire con il fiato la sua richiesta.
"Tutto ciò che vuoi."non le diede neppure il tempo di finire lui, poggiando la guancia sulla mano per poterla meglio osservare.
"Hai... hai fatto un incantesimo ad un uomo, lì fuori... Ti prego, liberalo!", si strinse il petto con una mano, cercando di celare il dolore che sentiva provenirle dal cuore. Ciò non fece altro che insospettire l'altro.
"...Come mai ti interessa tanto la sorte di un uomo...?"fece una smorfia lui.
"I due... i due che erano qua fuori erano miei amici di vecchia data. Goku... mi ha salvata in tante occasioni! E a me... a me dispiace vedere due persone che mi sono state così vicine combattere tra loro!"cercò di recitare al meglio delle sue doti. E vi riuscì.
Shin era talmente preso da quella che le sembrava la sua immane bontà che non si chiese neppure se stesse mentendo.
"Oh, mia cara... Non sapevo. Ma non temere... Non stanno più lottando. Non li sento più"
La mente di Bulma si frantumò in mille pezzi. Ed in ognuno di loro, c'era lo stesso riflesso: la morte.
Disperata si alzò di scatto, con le lacrime agli occhi.
Quella scena spiazzò l'uomo, che rimase immobile.
"Come hai potuto far loro... farmi!... questo... Ti odio!"gli gridò in faccia prima di fuggire via, ritornando di corsa verso la sua camera...

"Sentiamo... quale sarebbe questo grande piano...?"si appoggiò al muro Vegeta, incrociando le braccia.
"Ehi, un attimo, Vegeta! Perchè dovremmo fidarci di lei!?"affermò Piccolo, decisamente in disaccordo.
"Perchè non avete scelta..."rispose ferma lei, scrutando il namecciano con poco interesse.
"Bah! Se fosse solo per quello, ti farei fuori senza problemi... Sarei sicuro che ci tradiresti!"se la rise di gusto il saiyan, sicuro del fatto suo.
"Ehm... e allora perchè ci fidiamo?"alzò la mano Goku per parlare, come un dilgente scolaro.
Il principe sorrise amaro, fissando le iridi scure di Ishabal.
"Perchè non c'è nulla di più pericoloso che una stupida donna gelosa..."


E rieccomi qui, a scrivere per voi....
Sono imperdonabile, vi ho fatto aspettare un'eternità=_=
perdonate, ma mi sto ammazzando di lavoro per metter da parte i soldi per andare a vivere da sola:)
x marina_heart: eh, ma a Shin basta rimanere vicino a Bulma... ma penso che neppure questo vada bene a Veggie, no?!
x lilac: oh, una nuova recensitrice! Spero che questa lunga attesa nn ti abbia fatto demordere!
x emyc: eh,... non sei morta, vero?O_O non voglio avere nessuno sulla coscienza^^'
x NihaL91: non so, quanto ti piace?^____^ bacioni!
x Elisa: come dici tu, l'amore di Shin è platonico... almeno per ora! chi lo sa che in uno dei suoi tanti sbalzi di follia...
x lillax: non so se hai messo lo stesso nick due volte leggermente modificato...^^' a scanso di equivoci, ti ringrazio per avermi seguito^^
x iria: mille grazie, mi fa sempre piacere sentire pareri positivi sulla ficcy^____^
Bè, ragazzi, ci sentiamo presto! E stavolta davverooooo!

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Capitolo 34
*** Un uomo geloso ***


Bulma si chiuse nella sua camera, esausta e disperata. Con slancio, quindi, si abbandonò al suo giaciglio, nascondendo il viso al resto del mondo: tutto era perduto...
Il suo lavoro e le sue speranze... per l'ennesima volta distrutti. Eppure, se c'era una cosa che aveva imparato da quella esperienza, era il non dover esser così arrendevole.
Spesso si era ritrovata in situazioni catastrofiche. E sempre era riuscita ad uscirne. Forse un po'ammaccata... A volte ferita nell'orgoglio...
Ma, per chi era riuscito a scalfire la ruvida scorza del principe dei saiyan, nulla sembrava poi così impossibile.
Come una bambina, si rimise a sedere con un po' di sforzo e tirando su col naso si ripetè mentalmente che doveva reagire.
Per prima cosa, pensò alle possibilità che si dipanavano dallo scontro tra il suo compagno ed il suo migliore amico.
Certo, poteva essere... che la peggiore delle ipotesi...
No, non poteva crederlo! Scosse il capo con vigore battendosi le mani sulle guance, arrossandole appena.
Era escludibile il fatto che avessero entrambi perso la vita...
Bè, sapeva che a volte Goku aveva commesso gesti piuttosto estremi per la salvezza del mondo...
Ma sapeva che, in questo caso, non l'avrebbe fatto: come lei, desiderava tornare con il suo nucleo familiare, privo di ogni pesante vincolo di responsabilità verso il genere umano.
Quindi, solo uno dei due nel peggiore dei casi l'aveva persa.
Tremò al pensiero che si trattasse di Vegeta...
A cos'era servita quell'assurda avventura? Non avrebbe quindi fatto meglio a rifarsi una vita, magari con Yamcha, dimenticandosi del suo passato?
E ancora, cosa avrebbe detto a Trunks, a cui aveva promesso di non essere una bugiarda?
Nuovamente, come ad ammonirsi per quei brutti pensieri, si morse un labbro come per risvegliarsi.
Decise allora di escludere a priori quella possibilità.
E se fosse... e se fosse morto... Goku?
Stentava ormai a credere che il suo compagno d'infanzia potesse ormai perdere contro qualcuno, eppure... Era stato lui stesso a dire che il rivale lo aveva, in quegli anni, forse superato, forte del potere del risentimento.
Con una nota di cattiveria, si ritrovò a pensare che forse sarebbe stato meno doloroso piangere lui piuttosto che l'altro saiyan... D'altronde era colpa sua se si trovavano in quel pasticcio...
Si disgustò per quel suo stesso pensiero e, pensierosa, si alzò per andare a sedere sul piccolo sgabellino foderato di seta rossa innanzi alla petinoire.
Davanti a lei brillava ancora la luce tenue della candela che aveva lasciato accesa dalla sua fuga, di cui rimaneva ormai solo il picciuolo.
Come imbambolata, fissò il proprio riflesso nello specchio, osservando come le ombre sul suo viso "cadessero" meglio e la rendessero comunque bellissima...
Era forse un pensiero immodesto, certo, ma abituatasi ormai ad un'eta più avanzata, riscoprì con piacere il narcisismo che da sempre l'aveva caratterizzata.
Se solo lui fosse stato lì per poterla vedere...
Avrebbe potuto rivaleggiare in giovinezza con lui, dotato di quella lunga vita che a volte l'aveva fatta preoccupare...
Il tempo per lei passava, impietoso, lasciando i primi segni...
Il petto del suo uomo, invece, era lo stesso antro confortante di sempre.
Lo scrigno dei ricordi per lei.
Il terrore per gli altri duellanti.
Colta da quel principio di ottimismo, un ultimo pensiero la sfiorò, prima che si addormentasse sulle proprie braccia e stanca...
E se... e se... avessero smesso di combattere di propria volontà?

I tre si guardarono intorno, alla ricerca di una trappola che pareva non scattare all'interno della piccola stanza dove Ishabal li aveva portati.
Vegeta palesò una tranquillità che effettivamente non aveva, ma che voleva a tutti i costi mostrare...
Gli scocciava ammettere che, spesso, le situazioni sembravano scivolargli via dalle mani...
"Dunque, questo famigerato piano?"incominciò allora appoggiandosi alla porta stessa.
"Che fretta... e dire che volevo approfittare della compagnia di tre maschi nella mia camera... oh, pardon, due..."sorrise poi maligna lei squadrando Piccolo da capo a piedi.
Goku si avvicinò alla finestra, guardando attentamente l'esterno del maniero: in qualche modo, lo scrutare l'orizzonte lo rendeva sempre più tranquillo, seppur in questa dimensione non fosse null'altro che una scura foschia.
"Poche ciance... se ci puoi essere utile bene.. altrimenti, muori..."digrignò i denti il namecciano, snervato da quella lunga attesa.
"Che modi, con una signora..."aggiunse lei fintamente sdegnata, per poi trasformare la propria espressione in divertimento"Mi piace..."ammiccò sorniona.
"Basta giochetti. O vuoi davvero che il tuo pazzo sclerotico abbia un erede da qualcun'altro?"riprese il controllo il saiyan, cercando di pungerla sul vivo.
Qualche minuto prima si era esposto troppo... I suoi atteggiamenti avrebbero potuto essere tradotti come interesse per l'umana da quella strega. E lui non voleva che ciò accadesse! Anche se sospettava vivamente, viste le battute da poco fattegli, che ormai l'avesse palesato in maniera inconfutabile...
Eppure lei non diede segno d'averlo capito, e continuò con calma il suo discorso.
"Tra pochi minuti, il mio signore si recherà nelle sue stanze da notte. Se quella stupida è pudica come penso, non si farà certo avanti fin da subito... E Shin è troppo preso da quella visione infantile e pura della terrestre per costringerla ad un tale gesto!"parlò con calma lei, scandendo bene le parole come a voler rimarcare i suoi più profondi turbamenti.
"Sarò io, allora, a confortarlo... E tenerlo impegnato affinchè voi possiate agire..."sorrise poi sdraiandosi sul proprio letto in maniera poco composta e molto sensuale.
"E come farà?"la guardò perplesso Goku, per poi imbarazzarsi notevolmente "Ehm... forse ho capito..."aggiunse grattandosi dietro al collo.
"Tsk... idiota... a volte mi chiedo se non sia stata la tua stupida oca starnazzante ad usarti violenza per far figli!"gli scoccò una rapida occhiata Vegeta, prima di tornar concentrato.
"Vi indicherò la stanza della vostra... prediletta... Dovrete essere molto veloci. Non molti servitori girano in quest'ala del castello, poichè disturbano il mio padrone. Solo io... e Neko..."squadrò ancora il più ingenuo dei saiyan quasi a volerlo spogliare con lo sguardo... evidentemente la teoria del principe non l'aveva lasciata indifferente.
"Chi è questo Neko?"chiese preoccupato il namecciano, scandagliando le possibilità di altri nemici.
"E' un poveraccio senza alcuna particolare abilità... Vive qui come punizione..."tagliò netta lei, facendo cenno con la mano di lasciar stare.
"Quindi anche tu... anche tu sei qui per punzione..."affermò Goku, come avendo ricevuto un'illuminazione.
Questa volta, Vegeta non lo rimproverò per l'intervento, ma osservò curioso la reazione della donna, improvvisamente rabbuiatasi.
"No... Io... sono stata premiata..."sussurrò lei, come persa in un mare di ricordi confusi.
Ripresasi dopo qualche attimo di titubanza, guardò ad uno ad uno gli astanti, come per ritrovare il suo posto in quella discussione.
"Potreste usare le sfere del drago per trovare un modo di togliere i poteri a Shin... in questo modo, rimarrei io imprigionata qui con lui..."riprese, offrendo l'allettante prospettiva.
"Non possiamo. Le sfere del drago sono ormai inutilizzabili... L'usarle anche solo un'altra volta azionerebbe un disastro senza precedenti..."spiattellò senza mezzi termini Kakaroth, lasciando di sasso gli altri due.
"Goku!"gli gridò contro Piccolo, restando a bocca aperta per l'inettitudine dell'amico.
"Che c'è? Non dovevo dirlo? Ma adesso siamo alleati, no?!"rise tranquillo l'altro, inconsapevole d'aver appena dato un'importante informazione al nemico.
"Il ragazzo ha ragione... non ci dovrebbero esser segreti tra colleghi..."piegò lei una gamba al petto, scrutandoli divertita... quei tre eran tutto fuorchè noiosi!"Comunque, una volta passato il portale sarete momentaneamente al sicuro... Il mio signore odia venire nel vostro mondo... Si sente soffocare dall'impurità che lo sovrasta..."

"Per impurità... intendi inquinamento?"alzò un sopraciglio il namecciano, cercando di carpire più informazioni possibili sull'avversario.
"No... intendo odio... dolore... tradimento... morte... tutto ciò che si può respirare a pieni polmoni da voi..."rispose tranquilla lei, in vena di confidenze.
"Non mi pare tu sia poi tanto pacifista..."sorrise ironicamente Vegeta, avvicinandosi di qualche passo.
"Non importa cosa io faccia di là... è qui che tutto deve rimanere inalterato..."si umettò lei le labbra, un po' innervosita da quel protrarsi della conversazione.
"Ma... se quello che dici è vero... ehm... non sentirà l'odore del tuo... di tradimento?! Voglio dire, ti stai alleando con i suoi nemici per portargli via la donna! E tutto per la gelosia..."scosò infine la tenda Son Goku, per chiudere la visuale dell'esterno.
"Infatti è così... Per questo è essenziale che voi facciate presto..."si sbigottì lei per tanto acume... soprattutto da parte di chi, fino ad allora, aveva fatto la parte del "tonto" del gruppo.
"Bene... allora mostraci dove dobbiamo andare"si affrettò l'altro saiyan, scostandosi definitivamente dall'uscio.
"Mi raccomando, Vegeta... mi aspetto grandi cose da te..."ammiccò lei qualche istante, con sguardo particolarmente furbo.
"E perchè mai?"si stizzì lui, quasi sentitosi preso in giro.
"Perchè non c'è nulla di letale come uno stupido uomo geloso..."


Cielo, quanti commenti*___*
Me commossa!
Vorrei rassicurare sul fatto che non penso di far durare ancora tantissimo questa storia...
Sono anzi contenta di esser arrivata fin qui^___^
x iria: davvero? E dire che è snervante trovare sempre qualche sinonimo di "parlare" o "rispondere" per non rendere troppo monotoni i dialoghi... ma almeno son contenta che le descrizioni risultino ben fatte!
x lilac: parli di Shin o di Ishabal o di tuti e due?^^ Comunque, se davvero risultano così verosimili, forse è perchè prima ho pensato ad una trama solida dietro... c'è sempre un perchè sui loro comportamenti, e non posso far a meno di pensare "E' normale che faccia così, in questo caso...".grazie per il sostegno!^^
x luisa87: questo capitolo si è fatto attendere molto meno! e' anche vero che i tanti commenti ricevuti mi hanno spronato a scrivere... la storia è già tutta nella mia mente, solo a volte è difficile rendere bene ciò che si vuol dire:) Per quanto riguarda il tuo dubbio, penso di essere stata esaustiva con questo aggiornamento^^baci!
x jejachan: yes, I'm back! Mi sento quasi importante, visto che a quanto pare il seguito era attesoç___ç
x Nihal91: tornare giovane era uno dei sogni nel cassetto di Bulma... chi più di una persona cotta di lei alla follia poteva esaudirlo? bacioni!
x Simply91: Me commossissimaO___O Una delle poche per cui valga la pena? Son contenta^^ Anche perchè la mia prima fic e... a volte penso magari ad altre idee per one-shot e simili ed un po' rimpiango di averne iniziata una così lunga! Però son complicata, che ci devo fare:P
x taisa: ciao!No, no, solitamente non scompaio nel nulla... mi piace finire quello che inizio:D
x lillax: sono molto affezionata a Shin.. o meglio, all'idea di Shin! Per quanto riguarda la vittima ed il carnefice... Forse l'esser per troppo tempo vittime porta a sfogarsi e diventar a propria volta carnefici... A mio modo di vedere, siamo un po' tutti entrambi^^
x Tara: ah, ma il cervello mi è scoppiato già:P scherzi a parte, sono molto complicata, e preferisco dare un tassello per volta piuttosto che svelare tutto insieme. Ma ormai i misteri rimasti sono pochi...
Un bacio a tutti, grazie per l'affetto che dimostrate!

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Capitolo 35
*** Ishabal ***


Ishabal avvicendò i piedi in piccoli e silenziosi passi lungo il corridoio.
Sapeva che era stupido sentirsi in quel modo... Ma il suo cuore sembrava esplodere nel petto, colmo dell'ansia e di quel sentimento di tradimento che si era fatto strada in lei.
Aveva vissuto la sua vita, da quel fatidico giorno, in sua sola funzione...
Non aveva fatto altro che adorarlo, compiacerlo, amarlo per quanto le fosse possibile.
Quel tipo d'amore che non da spazio alla razionalità, che ingloba completamente senza possibilità di fuga.
Sentiva, pur ella, che c'era qualcosa di sbagliato in tutto ciò. Eppure non se ne poteva sottrarre.
Ricordava ancora la ferita che sentì in fondo all'animo quando Shin, con occhi colmi di passione, le aveva parlato della misteriosa figura che lo aveva "salvato" dal baratro...
Una bambina.
Quanto avrebbe voluto lei prenderne il posto?
Oh, ancora si ricordava la sua infanzia... il sole che le scaldava il volto, le sue risate solitarie, il canto degli uccelli...
Ed il suo sguardo, rivolto fin da allora solo e soltanto a lui. Come lo ammirava! Non poteva far a meno di guardarlo, ogni giorno, pensando al fatto che il suo futuro marito avrebbe dovuto esser proprio così.
E lui, inconsapevolmente, le sorrideva con gli occhi di chi null'altro guarda se non una... mocciosa.
Quella differenza d'età l'aveva straziata ed afflitta... Un peso troppo grosso, per un cuore così piccolo.
Sapeva che neppure ora, per lui, avrebbe fatto differenza...
C'era solo "l'altra" nei suoi pensieri.
Una misera umana che, di lui, non sapeva nulla. E vi aveva condiviso solo un attimo... Che per Shin era significato tutto.
L'attimo più importante della vita del suo signore... E lei se l'era perso.
Non passava giorno in cui non si maledicesse, per ciò.
Si era ormai arresa da tempo all'evidenza dei fatti e dei sentimenti, giurando di sottostare al suo volere sempre e comunque.
Lei non sarebbe stata mai felice.
Ma lui... lui sì! Lei sapeva, oh, se sapeva, cosa aveva dovuto sopportare...
Quella troia lo aveva umiliato, svilito, sfruttato... Per mesi aveva accolto fra le sue lenzuola ogni genere d'uomo... E Shin ne aveva ucciso solo uno dei tanti.
Non ebbe mai il coraggio... Non ebbe mai il coraggio di confidargli ciò che in quei lunghi anni la lontananza aveva nascosto al suo cuore...
Eppur, s'era ripresa la sua rivincita. Il giorno in cui le arrivò quella lettera... quella in cui l'aveva avvisata del suo prossimo rientro e della sua richiesta di metter al corrente la sua amata all'ultimo momento, come sorpresa...
Lei si assicurò invece che Unmei non venisse a scoprire della sua visita. Con un sogghigno osservò l'amante appropinquarsi alla casa, pregustando il dramma che si stava per consumare...
Più ci pensava, più si rendeva conto che... in fondo... l'artefice di tutto... era stata proprio lei...

"Possibile che tu ci metta così tanto, razza di decerebrato?!"sbottò Vegeta pur contenendo il tono di voce, adirato, come suo solito, con il saiyan più giovane.
"Non è così facile, Vegeta! Qui dentro... le aure si confondono... prima mi è sembrato addirittura di sentirla in due punti diversi!"cercò di giustificarsi quello, continuando a tenere le dita premute sulla fronte, alla ricerca di tracce dell'amica.
"Questo mi sembra infattibile..."alzò un sopraciglio il namecciano, ormai avvezzo ai loro battibecchi.
"Tsk, mi sono rotto! Non starò qui ad aspettare che ci scoprano... Io vado!"battè a terra il piedi il principe, avviandosi e lasciando indietro gli altri.
"Ehi! No, aspett... Vegeta! Trovata!"esultò infine Goku, attirando l'attenzione.
In tutta risposta non ebbe null'altro che un "Era ora!".
Le mani dei compagni si posarono sulla sua spalla, attendendo un teletrasporto che non si fece attendere.
In un battito di ciglia, i tre si ritrovarono all'aperto, eppur all'interno del castello.
"Dev'esser un giardino interno..."rimuginò Piccolo, staccandosi dal saiyan.
"E chi se ne frega glielo possiamo aggiungere?!"si incarognì ancora di più Vegeta, finchè non sentì una tiepida vocina alle sue spalle... Una voce conosciuta, certo, ma troppo infantile perchè fosse quella sperata...
"Signore... sta bene?"stava chiedendo verso un'altra figura a lui conosciuta una bimba... con i capelli color del cielo.
"Non avvicinarti! Ti ucciderò se lo farai!"le gridava Shin, con la voce tremante. Le sue membra erano completamente imbrattate di sangue...
Ma la bambina, senza perdersi d'animo, aveva raccolto un fiore e glielo porgeva.
"Tieni, signore... Non essere triste... Vedrai che le ferite guariranno..."
Il volto del loro nemico parve rilassarsi un attimo, colpito da quel gesto.
"Se fossero... se fossero stati come te... ora non sarei così..."

"Che cosa diavolo...?!"si ritrovò a balbettare Vegeta, incredulo e confuso.
"Bulma...?"disse Kakaroth piegando la testa d'un lato, come a volerla scutare meglio. "Come ti sei fatta... piccola!"
"Tutto ciò... non è reale..."sussurrò il namecciando, strizzando lo sguardo verso quello strano quadretto.
"Ehi! Ehi, tu, mocciosa!"parlò minacciosamente il saiyan, ormai stufo di giocare "Dov'è la donna?!"
"Vegeta... è una bambina..."cercò di calmarlo Goku, senza risultato.
"No... non è una bambina..."intuì finalmente il terzo, restato al di fuori dei loro discorsi a riflettere."Questo è un ricordo... Non vedi?! E' come ci ha detto la terrestre! Dev'esser il momento in cui si son incontrati!"
"Che?! Ma... persino la sua aura..."ribattè Kakaroth guardando alternativamente l'amico e quella scena sbiadita.
"Non so qui come funzioni... Ma probabilmente è come se la mente di quello Shin avesse fotografato ogni cosa di quell'attimo... Tutto..."gli rispose, pacato come suo solito.
"Persino l'aura..."non potè far a meno di storcere la bocca Vegeta... Era dunque così importante, la sua donna, per quell'omuncolo?

"Come ti chiami?"le chiese lui, con voce appena udibile.
"Bulma! E ho 4 anni! E so già leggere!"sorrise fiera la piccola, sfoderando la tipica espressione che anche d'adulta la avrebbe contraddistinta. Vegeta sentì un nodo nel proprio petto... Era dunque così... la sua donna... a 4 anni?
Già così incredibilmente... adulta?
"Bulma... ci incontreremo ancora, sai? Fino ad allora... promettimi che non dimenticherai..."disse Shin posandole una mano sul capo, facendo trasparire l'amore dal suo sguardo...
Nuovamente il principe tremò di rabbia... come... osava?!
Lo scenario cambiò radicalemente, lasciando titubante il trio... Ora sembrava loro d'esser al chiuso... Neppure più il cielo era visibile alzando lo sguardo verdo d'esso.
"Dove... dove siamo finiti?"si ritrovò disorientato Goku, con i sensi allerta.
"Dev'esser un'altra parte delle sue memorie..."incrociò le braccia al petto Piccolo, sempre più interessato.
"E noi dobbiamo stare qui a guardare il film della sua vita?! Dubito che addirittura uno stupido produttore umano troverebbe questo soggetto interessante!"sbiascicò il principe, sbuffando e sedendosi a terra.
"Studia i tuoi nemici, Vegeta..."abbozzò un sorriso il più saggio dei tre.
Finalmente i contorni si fecero più chiari... Una stanza... un letto... un ospedale... Una voce lontana.
"Non sappiamo ancora cosa sia successo, signorina... le visite sono proibite. E la polizia lo tiene sotto stretta sorveglianza."
"La prego, per favore! Cosa vuole che accada, in due minuti... Se dovesse svegliarsi, griderò!"chiedeva una voce implorante, dietro la porta ancora chiusa.
Attaccato ad un marchingegno terrestre, invece, vi era un uomo con lunghi capelli neri e carnagione lattea... Il suo viso pareva stravolto. Un ritmico BIP segnalava il suo battito cardiaco, indicandone la vita.
"Shin..." ringhiò Vegeta nel vedere l'odiato rivale.
L'uscio si aprì velocemente. Una figura vestita di biancò entrò, richiudendola con grazia, per paura di fare troppo rumore.
Con sguardo angosciato rimise l'attenzione sul moribondo, gli occhi tristi e scuri.
Per quanto potesse sembrare assurdo, la sua sensazione di disperazione pareva addirittura maggiore di quella dell'uomo che avevan visto poc'anzi.
Era bella... Dotata di quella bellezza pura che solo una vergine riesce a trasmettere col suo candore.
E tutto ciò non faceva che entrare in contraddizione con il corvino dei suoi capelli, lunghi e lisci.
Il saiyan aprì la bocca dallo stupore quando riconobbe in lei un viso conosciuto, sebbene diverso.
"Ishabal?!"
L'altro, imitandolo, sbarrò gli occhi incredulo.
"Che?! Quella strega?! Ma no! Non vedi... com'è... dolce?"sussurrò quasi sentendosi davvero in un ospedale.
"Il tempo cambia molte cose, Son Goku..."affermò serio Piccolo.
"Yon... Yon..."ripetè la fanciulla piangendo al suo capezzale.
"E' tutta colpa mia... se avessi saputo... ti... ti avrei fermato..."singhiozzò ancora, fino a quando una mano si posò fra i suoi capelli.
"Non piangere, mia cara... io sto bene..."le rispose l'uomo, con uno strano sorriso sul volto.
"Y-yon! Oh, dei! Meno male! Ero tanto, tanto in ansia!"continuò lei a singhiozzare, stringendo con le esili dita il lenzuolo.
"Tu... anche a te stava a cuore la mia sorte... e di ciò ti ringrazio... tu meriti di vivere..."sussurrò lui, attirando completamente la sua attenzione.
"I-io... ho saputo... Che cosa hai fatto...?"deglutì lei, trovando il coraggio di fissarlo negli occhi.
"Non è tanto cosa ho fatto... quanto cosa farò. Il mondo è in mano a folli e traditori. Non è così che dovrebbero andare le cose..."
Shin pronunciò quelle parole con tono talmente nobile da lasciarla incantata.
"C'è bisogno di un mondo migliore... un mondo ripulito dagli impuri... Vuoi... vuoi farne parte?"la carezzò ancora, avendola ormai in pugno.
"S-sì! Sì! Sarebbe... un onore..."ripetè lei, con l'espressione di chi è perdutamente innamorato.
"E allora così sia... saremo io e te a costuire un nuovo mondo... sorellina..."


Allora?!
Che ve ne pare?
Finalmente tutti i nodi vengono al pettine!
Era infatti ormai solo Ishabal a non aver un passato...
xluisa87:bè, come tempi sto migliorando, no?!^___^
xiria: ahahaha, se volete, disponibilissima! Anche perchè la gt la odio proprio...=_=
xSimply91: in cantiere ho già qualche idea... stay tuned!
xmarina_heart: Bè, questo capitolo è tutto dedicato alla tua prediletta>____<
xTara : sìsì, come ho detto sto migliorando a tempi!
xlilac: visto che ti piace la caratterizzazione dei miei personaggi, spero sia gradito il capitolo su Ishabal... Molti titoli di capitoli, se notate, son legati tra di loro:)
xtaisa: ti ringrazio*___* Non valesse la pena d'esser letta, mi sarebbero girate a far così tanti capitoli:P
xNihal91: Eh, no, Piccolo non è un uomo... Infatti i namecciani si riproducono sputando un uovo dalla bocca. Non han quindi... ehm... l'attributo.

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Capitolo 36
*** Il tempismo della perfezione ***


"Mio signore..."sussurrò la sua voce tremando appena.
Non aveva il coraggio di varcare quella soglia... avrebbe segnato per sempre il suo cuore. Lei, che non aveva che sperato di poterlo servire per sempre, stava per mentirgli.
Lei, che aveva giurato di donargli la sua anima per la sua felicità, stava tradendo la fiducia ripostale.
Era gelosa, maledettamente. Sentiva il petto ardere di quell'odio che solo una donna in preda agli spasmi dell'amore per la paura di perder il proprio uomo poteva conoscere.
Non era più suo fratello, per lei, da molto tempo.
Era stato colui che l'avrebbe protetta e coccolata nell'infanzia, l'uomo che l'avrebbe accompagnata all'altare con quello sguardo colmo d'ammirazione che solo un fratello maggiore può avere.
Era tutto svanito, eclissato dietro alla dedizione per lui.
Un'esistenza in fumo dietro all'accettazione di una non-vita che le era stata proposta e che aveva accettato di buon grado.
"Io..."deglutì perdendo improvvisamente la sua solita verve, persa nel turbine di quei pensieri che lo riguardava.
"Lei..."si sentì rispondere in un sussurro, nella penombra di quella camera tanto scura da non potervici distinguere le pareti.
"Come...?"assottigliò lo sguardo la donna, facendo un passo avanti, intuendo un qualche disturbo nella voce dell'amato.
"Lei... lei..."continuava a balbettare lui avvolto dalla tenebra, inginocchiato di fronte alla finestra e con il viso premuto contro il davanzale, come se questo l'avesse potuto nasconder al mondo.
"Lei... ha detto... di odiarmi..."trovò infine la forza di concludere quell'unica frase, abbattutto da quella rivelazione.
Ishabal non potè far a meno di stringere i pugni indispettita: quella piccola serpe... se solo lei avesse potuto esser al suo posto! Come osava rifiutare un uomo che aveva trascorso la vita nel suo ricordo, adorante?!
Quante donne avrebbero potuto dire lo stesso del proprio partner?!
Inviperita battè il piede a terra, riprendendolo come un bambino.
"E voi... e voi glielo avete permesso?! Dopo tutto quello che avete fatto per lei?!"
"Non parlare così! Io non ho fatto nulla per lei!"si girò subitaneamente lui, preso dalla foga.
"E' lei... lei... che mi ha salvato... però mi odia... lei mi odia..."ricadde poi nella monotonia di quel pensiero, lasciando che la depressione riprendesse il sopravvento.
"Ma vi ha davvero salvato?! No!! Altrimenti sarebbe arrivata prima!"constatò... se solo fosse arrivata lei... sì, lui avrebbe visto in lei quel modello di perfezione!
Fu allora che Shin sorrise, scotendo il capo. Quell'espressione era disarmante eppure così strana vista sul suo volto... Era da tempo che non gliela vedeva, benchè il parlar di Bulma gli fosse sempre stato caro.
"Tu... voi tutti... non capite. Non è questo mio essere, la condanna... Non è ciò che sono diventato..."continuò calmo, quasi si trovasse d'innanzi ad un'alunna da istruire.
"Lo sarebbe stata se non avessi avuto nulla per cui andare avanti..."si accomodò finalmente sul letto, dove si poggiò con cura dopo essersi rialzato.
"La vostra ragione d'essere... una bambina vista di sfuggita?!"storse la bocca Ishabal... non aveva mai osato contraddirlo, ma sentiva come un fiume in piena le emozioni contorcerle le viscere dentro di lei.
"Non è questione di tempo. Quanto ne dovrebbe passare perchè tu possa dire di conoscere davvero qualcuno? Non sono le azioni che facciamo a qualificarci... tanto quanto il momento in cui le compiamo."piegò leggermente la gamba per poterci appoggiare sopra il gomito, leggermente rilassatosi a quella conversazione.
"Ma... ma... non ha fatto nulla per... Insomma! Ho visto decine di volte in questo castello il vostro incontro... il vostro ricordo... lei vi ha dato un'erbaccia raccolta da terra! E questo la qualificherebbe come donna perfetta!"ribattè ancora la donna, sentendo gli occhi bruciare per le lacrime: ogni parola detta dal suo signore la stava ferendo.
Eppure sapeva bene quando, anni addietro, lui le aveva dato l'incarico di trovarla, che avrebbe dovuto mettersi da parte per la sua felicità. Ma ora non sapeva farsene una ragione.
"Io ero... un assassino. Io la minacciavo di star lontana. Ma lei capì il mio dolore e la mia perdizione... Quante... Dimmi la verità, sorella... Quante persone avrebbero fatto lo stesso, senza provar paura?"disse infine mentre si dipingeva un sorriso di vittoria sulle sue labbra. Aveva ragione... e lei lo sapeva.
"Era piccola ed ingenua! Il suo coraggio derivava da questo!"gli diede le spalle per non far trasparire troppo le proprie emozioni, seppur il buio rendesse difficile la visualizzazione.
"Oggi è adulta. Eppur mi ha detto d'odiarmi! A me, che avrei potuto ucciderla lì, sul posto! Lei... non è domabile. E' spirito libero, ribelle... E' intelligenza allo stato puro. Genio... e sregolatezza..."
Pronunciò le ultime parole con infinita armonia, come se fossero state la musica che per anni aveva cercato di comporre.
Non si sbagliava, lei lo sapeva. E questo faceva ancora più male.
"Ma questo non cambia i fatti... Cosa... cosa posso fare, sorella, per farmi amare?! Farei qualunque cosa..."si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore, che si tinse di una goccia cremisi.
Ishabal portò con esasperata lentezza una mano sulla spallina sinistra del suo abito, facendola scivolare giù, verso il suo braccio.
Ripetè poi quel gesto, dal lato opposto, lasciando che il vestito scorresse sul suo corpo, fino ai suoi piedi.
Si girò poi tremante verso di lui, deglutendo più volte per trovare le parole che dessero voce a quell'angoscia che ormai da troppo tempo l'aveva fatta prigioniera.
"Ci sono io, mio signore... Io... Già vi amo..."


Era lì, pronta, con il pesante candelabro in mano.
Pronta a dare il benservito a quel pazzo bastardo o alla sua sgualdrina tanto quanto a quello stupido omuncolo suo servitore.
Il respiro di Bulma era accelerato furiosamente mentre i suoi occhi erano puntati verso la porta della sua camera, dietro la quale strani rumori presagivano una prossima visita.
Non le importava se si sarebbe persa in quell'assurda dimensione, sarebbe nuovamente scappata. Non avrebbe reso la vita semplice a quel maniaco!
Il suo gomito si alzò di più, per prender un maggior slancio che potesse stordire il suo visitatore.
Così quando l'uscio si aprì neppure attese di veder chi fosse: era di sicuro qualcuno che lei non desiderava.
Ma l'" Ahio!" che si levò a causa di quel suo gesto le ridiede un po' della speranza che credeva perduta.


E sono qui, mentre tutti son in vacanza!
x lillax:irrazionale, sì. Ma neppure l'amore di Vegeta per Bulma ha granchè di razionale...^___^
x marina_heart: questo capitolo risponde alla tua domanda?bacio!
x jejachan: come al solito sono in ritardo, quindi se non stavi più nella pelle forse è un bene.. fa così caldo:P
x lilac: grazie per i complimenti e per esser così attenta alla mia trama^^
x iria: eh, la vedo dura metterla in pratica...
x Tara: ehm, davvero?O___O io mi rivaluto:P
x Nihal91: grazie^^
x taisa: mi piacciono i vari punti di vista! una storia è come se avesse più trame viste da altri occhi.
x Elisa: evviva, sono riuscita a sorprenderti^___^ E' grandioso, visto che mi analizzi sempre così bene...
x Simply91: oddio, questo tuo commento è grandioso... è quello che vorrei trasmettere sempre con le poche righe che scrivo... veramente grazie!

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Capitolo 37
*** Ritorno alla normalità ***


Sgranò gli occhi ammutolità, poi prese un gran respiro. Eppure, non riuscì a riordinare in tempo le idee per accoglierlo come avrebbe dovuto.
Goku si teneva la testa con una mano, piegato sulle ginocchia, colto completamente alla sprovvista... Il candelabro, scivolato dalle mani della ragazza, giaceva a terra piegato nel punto in cui la testa del saiyan aveva urtato.
"Ahi, ahi..." continuava a lamentarsi l'altro, come un bambino a cui il genitore avesse appena dato uno scappellotto.
"Kakaroth, smettila di fare l'idiota, abbiamo decine di altre camere da controllare! Vatti a fidare del suo teletrasporto..."bofonchiava Vegeta aprendo l'uscio della stanza innanzi, non ancora consapevole che fosse stato l'oggetto delle sue brame a provocargli dolore.
Bulma era una statuta.
Quella voce... quei battibecchi... l'avevan resa ancor più shockata di quanto già non fosse....
Che fosse dunque... arrivato il momento che tanto sognava? Lui era lì, ne era certa... ma perchè non sentiva la sua presenza? Che si fosse dimenticato di lei, e non certo per incantesimo?! Eppure no, aveva addirittura avuto l'impressione che fosse geloso...
Sì, geloso del suo eterno rivale, geloso di lei... La sua donna...
Per un attimo ebbe un tuffo al cuore a quel pensiero: avrebbe presto potuto sentirsi richiamare così, dopo tutto quel tempo... le sue orecchie avrebbero dovuto riabituarsi. Cosa che, senza dubbio, avrebbe fatto più che volentieri.
"Ehm... Bulma... ci sei?!"sventolò per l'ennesima volta la mano di fronte al suo viso Goku, mentre lei era ancora in trance.
"Boh... è andata... Ehi, Vegetaaaaa! Tua moglie si è rincoglionita!"gridò ai quattro venti, scordandosi pure d'esser in una fortezza nemica.
Questo era troppo! Tanto da rompere addirittura il muro di paralisi di Bulma...
Il suo ringhio fece presumere al suo antico amico di non aver scelto le parole più appropriate per riferirsi a lei... E ben presto si ritrovò le sue cinque dita ben piazzate sulla guancia.
"Come osi, screanzato?! Sono ancora giovane e bella, io! Inoltre pensa per te, che sei rincitrullito fin dalla nascita!"sbottò in una liberatoria ramanzina: era definitivamente tornata!
Per la prima volta sentì gli anni in meno di cui le aveva fatto dono Shin: era piena di energie!
Ciò nonostante, per poco non venne meno quando vide la figura del principe stagliarsi sulla porta: la stava fissando, stupito quanto lei.
Improvvisamente, si rese conto di non aver mai pensato come avrebbe potuto reintavolare un discorso con lui, una volta incontratolo...
Fu così che, dopo gli iniziali attimi di smarrimento e d'attesa, farfugliò un insulso "ciao"...
Come se non lo avesse visto solo per poche ore... Come se il tempo trascorso divisi non fosse mai esistito.
Il saiyan rimase spiazzato da quella misteriosa uscita: un semplice saluto?!
Non avrebbe dovuto sciogliersi in lacrime ai suoi piedi pregandolo di riportarla nel loro domicilio?! E poi perchè era tanto giovane? Quello era un suo privilegio!
Indispettito dalla mancanza di sottomissione da parte di lei, girò il mento d'un lato deciso, marcando le parole.
"Era ora che la trovassi, Kakaroth! Andiamocene!"disse senza neppure guardarla, come se poco gliene importasse.
"Coooosa?! E no, bello, ora mi stai a sentire!"si infuriò in tutta risposta sua moglie, puntandosi le mani sui fianchi dopo essergli arrivata innanzi.
Per poco Vegeta non scoppiò in una risata: eccola lì, la sua donna!
"Sentiamo, donna... Perchè dovremmo ancora perder tempo con le tue ridicole scenate?!"
"Perchè è colpa tua se sono qui! Era te che cercavo!"gli puntò un dito al petto lei, con espressione sempre più seria ed irata.
"...Qualcuno ti aveva chiesto forse di farlo...?"rispose con calma e compostezza il principe, divertendosi nel notare la fronte di lei aggrottarsi sempre più.
"B... Brutto cafone! Non sei stato che un mangia pane a tradimento!"chiuse la mano in un pugno che andò a sbattere sui pettorali, ovviamente senza alcun risultato.
"Se è solo questo che sono stato... perchè saresti dovuta venire a cercarmi...?"chiese quindi fingendosi ingenuo, ma sfoderando il più malizioso dei sorrisi.
Bulma prese a balbettare, diventando sempre più rossa dall'imbarazzo... Perchè glielo chiedeva proprio ora, di fronte al suo nemico?
Lei avrebbe voluto riprendere il discorso con calma, a casa loro, nell'intimità del loro letto...
O se fosse...
Se gliel'avesse proprio chiesto in quel momento per far capire al suo rivale a chi appartenesse?
Nel viso di lei si aprì un sorriso colmo della stessa malizia di lui.
"Mi serviva qualcuno che buttasse via quella stupida camera gravitazionale... occupa spazio, sai... Per te non dovrebbe esser un problema, visto che sei tanto bravo a farla saltare in aria! D'altronde, a Yamcha potrebbe dar fastidio il pensiero che avessi costruito quell'attrezzo per qualcuno che non fosse lui..."
Touchè!
L'espressione di Vegeta s'incupì di colpo e i suoi occhi si piantarono in quelli di lei, per verificare quanto di vero ci potesse essere in quell'affermazione...
"Ehm... scusate... non vorrei disturbare questo stupendo quadretto familiare, ma potreste continuare a discutere altrove?"s'intromise Goku seduto sul letto da ormai qualche minuto.
"Di che t'impicci, Kakaroth!"tuonò in risposta il compagno.
"Chiudi quella ciabatta, ogni tanto, Goku!"rispose in sincrono la donna. Il saiyan, per nulla preoccupato dall'irruenza dei due, continuò beato il suo discorso.
"E già che ci sono, Bulma... Hai usato una crema per la pelle?! Ti fa molto più giovane! Se mi dici dove l'hai presa, la porto a Chichi, così magari mi perdona per l'assenza!"
"Ehi, voi! Sento delle voci... Faremmo meglio a sbrigarci!"fece capolino il namecciano, fermatosi di guardia davanti alla stanza.
Il diverbio si concluse in fretta e furia, ma l'occhiata che si scambiò la coppia fece presagire un seguito a tempo debito...
Tutto stava tornando alla normalità.
E i giorni di separazione, le lotte, la vendetta... sembravano svanire come i ghiacci in primavera...

Rieccomi qui^__^
Ringrazio anticipatamente tutti per aver commentato pur essendo agosto... pensavo nessuno avrebbe letto:)
xTara:stavolta ho fatto aspettare di meno! Penso che il capitolo abbia già risposto alla tua domanda...
xharuhi_chan: grazie mille per i complimenti, mi incoraggiano sempre! ciao!
xtaisa: speriamo sia davvero come dici tu anche nelle prossime fic^^
xlilac: Bè, come si dice, meglio tardi che mai!baci!
xluisa87: ho preferito dedicare questo capitolo all'incontro che tutti attendevano da tempo.. e che sicuramente avrà deluso le romantiche... ma per me Vegeta è così, non c'è nulla da fare! Nel prossimo, comunque, potrai vedere come reagirà Shin:)
xbulma_89: purtroppo non penso che la mia storia sarebbe seriamente presa in considerazione come rimpiazzo del gt... la vena "romantica" è piuttosto trascurata in db, purtroppo... ma pensiamoci comunque noi a rinverdirla coi nostri scritti^___^
xIria: sì, siamo agli sgoccioli! Ormai ogni nodo è venuto al pettine... però trovo sia meglio concludere senza riempitivi, visto che li odio:) sorry!
xfunny: sì, è la mia prima fanfic... ciò non significa che sarà l'ultima, anzi... da una parte non vedo l'ora di finire questa per postarne una nuova! ciao!
xElisa: sei sempre gentilissima, commenti ogni capitolo^^ come ho scritto sopra, ho accantonato per qualche secondo Shin e Ishabal per riprenderli nel prossimo capitolo... Ma ormai siete abituati ai salti temporali, no?;) Buone vacanze!

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Capitolo 38
*** Col cuore in mano ***


"Che cosa fai, Ishabal? Sei impazzita?"
Shin aggrottò le sopraciglia, fissando senza interesse la splendida e pallida figura della sorella senza veli.
"I... Io non sono solo tua sorella! Sono una donna!" le fece notare lei, con quel magone che pareva spaccarle la voce insieme al cuore. Come... come poteva lui nutrirle tanta indifferenza?! Per anni non aveva fatto altro che prendersi cura di sè stessa solo per esser, un giorno, notata da lui.
Quante notti passate in letti altrui sotto i corpi ansimanti d'altri uomini, quante volte aveva immaginato che al loro posto ci fosse il suo benamato fratello...
"Fa ben poca differenza... Sai che per me, esisterà sempre e solo... lei..."rispose con calma lui, voltando lo sguardo altrove, per nulla imbarazzato da quella strana situazione: era evidente che la faccenda non lo colpisse.
Ishabal si sentì soffocare da quella mancanza di attenzione che da sempre aveva percepito. Aveva pensato, per un breve istante, d'esser importante per il suo padrone. Di aver avuto il privilegio d'esser graziata da lui in quel nuova potente veste per una sorta d'amore nei suoi confronti.
Si sbagliava.
"Questo perchè non ti guardi intorno! Io... io sono sempre stata più fedele di qualsiasi altra donna tu abbia mai amato!"sbottò lei pestando un piede a terra, con le lacrime agli occhi. Ogni cosa s'era infranta: la sua pace, la sua pazienza... le sue speranze.
"Rivestiti, ti ho detto... O rimani così, se vuoi. Ma vai fuori dalla mia stanza!"iniziò ad alterarsi un po' il suo interlocutore, infastidito improvvisamente da quella verità sbattutagli in faccia.
"Non me ne andrò! Non stanotte! Voglio una notte... solo per me! Me la devi! Perchè tu sei tutto ciò a cui ho pensato!"si avvicinò in tutta risposta incerta sui suoi passi... Quella, per lei, era una prova di grande coraggio.
In tutta risposta, Shin sogghignò di sottecchi nella penombra, palesemente divertito.
"Oh, sorella... Come sei divertente! Io... doverti qualcosa?!"
"S-sì..."sussurrò lei, triste per quella sua risposta ma rapita da quel modo di fare burbero collegato ad una voce così sottile e tagliente.
"Ma non farmi ridere! Ti ho sotratto ad una vita monotona e ad un matrimonio di convenienza in cui, prima o poi, saresti sicuramente incappata... Ti sei data alla bella vita per tutti questi anni, grazie al mio dono... Saggiando le capacità di molti e molti uomini... e tu... mi dici che mi sei stata fedele?!"la riprese lui prima di ridere lievemente, in un modo che la ferì.
"Io... avrei voluto... te..."singhiozzò lei, come per scusarsi. Eppure, non vide l'espressione di lui mutare.
"E nel frattempo, ti sei scopata il resto del mondo! Un bel modo, di passare il tempo!" la schernì ancora, facendola sentire sporca e meschina.
Possibile... possibile che lei si fosse fatta l'idea di quell'amore idealizzato, solo per non rivelare a sè stessa il fatto d'esser felice del suo esser una poco di buono?!
Eppure aveva pianto quando, la sua prima volta, aveva perso la verginità con un uomo sconosciuto... Eppur, la carne era carne... E lei sapeva bene che suo fratello non l'avrebbe neppure notata, così preso da quell'immagine di perfezione che s'era creato nella mente...
Bulma... quanto la odiava! Strinse i pugni con forza mentre le lacrime scorrevano sul viso e gocciolavano sopra i seni dalla circonferenza perfetta...
Piangeva... all'idea che la sua intimità non fosse mai stata vissuta come "donna", ma solo come "oggetto"...
Piangeva... pensando che forse neppure l'avrebbe mai provato...
Il suo corpo aveva solo goduto di quel piacere fisico puramente sessuale... Così suadente... Ma così privo di emozioni...
Era nata sbagliata. Ci doveva essere una buona motivazione se l'amore fra fratello e sorella era considerato illecito...
Ora, sentiva quel peso su di sè. Quella tremenda sensazione d'esser nell'errato mista alla consapevolezza che non sarebbe cambiata.
Lo amava.
Cosa c'era di sbagliato nell'amare? E cosa sarebbe costato... a lui... amarla a sua volta?
Il suo pensierto era così infantile... ma così tremendamente triste.
Bastava una sola persona... a cambiare drasticamente il corso della vita di un'altra.
Eppure era conscia che quello stesso pensiero avrebbe potuto esser di Shin nei confronti della rivale... Era davvero un triste rimpiattino.
"Gli altri... non contavano... nulla..."trovò il coraggio di dirgli senza la voce spezzata dal pianto.
"Oh, davvero?! E dimmi, sorella cara... Non hai mai goduto tra le loro membra? Non hai mai alzato la voce per il piacere tanto da urlare?! Non hai mai passato le tue dita fra i loro capelli pregando che continuassero?!"alzò la voce lui alzandosi in piedi. Dopo tanto tergiversare, infine, Shin sembrava essersi scocciato di quella discussione. E sapeva bene come porle fine. D'altronde, era così bravo a ferire le persone.
"Non sei che una puttana... come tutte le altre... Non avrei mai pensato saresti diventata così, quando ti ho fatto il dono di questa nuova vita. Ma, evidentemente, mi sbagliavo. Non sei migliore di tutte quelle persone da cui vorrei epurare il mondo..."aggiunse stringendo gli occhi in due fessure feline che parvero trapassare il corpo della donna.
Cadde il gelo.
Era dunque questo il conto di una vita sacrificata nell'ombra di un amore?!
Il frutto di una schiavitù perpetua?
Ishabal capì, in quell'istante, che la sua esistenza era stata vana.
Si era trasformata in una meretrice, in una serva... Non era più una donna.
Sentì infrangersi con l'ultima delle sue lacrime quell'umanità a cui il suo amore era attaccato.
E dalla sua bocca uscirono come lame le parole che avrebbero causato lo stesso processo nel fratello.
Il suo sguardo divenne vacuo, ma carico di un odio che mai avrebbe pensato di provare per quell'uomo.
"Anche lei... anche la donna che tanto ami prova piacere tra le braccia di un altro... Per anni ne ha raggiunto l'apice senza neppure rammentarsi della tua esistenza. Dimmi, Shin... Anche lei è una puttana?"
Shin si paralizzò.
Era così buffo... perchè non ci aveva mai pensato?
Perchè non aveva mai creduto a quest'eventualità?
Scosse la testa, come a non volerle credere... non poteva esser vero!
Eppure... sarebbe stato così logico...
"Tu menti!"gridò scattando verso di lei ed alzandola per la gola poco prima di sbatterla contro la parete.
"Dici?!"sghignazzò ormai in preda alla follia nel vederlo così travolto dal dolore così come lo era stata lei.
"Non lo avrebbe mai fatto! Lei... era una bambina..."vaneggiò lui, lasciandola scivolare a terra e mettendo le mani sul viso.
"Non più... ora è una donna... La donna di un altro!"sorrise vittoriosa, assaporando il gusto della vendetta.
"MENTI!!!"gridò più forte lui, come per coprire quella verità. E la nascose dietro la forza del suo braccio, che colpì in pieno il petto di lei strappandole il cuore.
Ishabal si accasciò sul pavimento, ancora irrealmente cosciente... Lo vide allontanarsi, col suo cuore in mano, continuando a sussurrare a sè stesso...
Che strano... pensò... aveva impiegato una vita per dimostrargli ciò che provava... Ed ora lui le aveva preso il cuore... Sorrise, facendo scivolare l'ultima lacrima rimastale... D'altronde, era a lui che apparteneva... E lei poteva andarsene felice.


Sono molto in ritardo, ma volevo farvi sapere che comunque la fic sarà finita (spero in tempo brevi).
Torniamo ora a Ishabal e Shin, come promesso. E con una svolta inaspettata. Passiamo ai commenti!
xTara:spero davvero continui a piacerti, anche se aggiorno poco ultimamente... perdonatemi!
xtaisa: sì, Vegeta e Bulma hanno un rapporto piuttosto "fisico" e "burrascoso"... non mi piace un Vegeta occ ed ho pensato quindi di renderlo così.
xfunny: grazie per avermi inserito nelle tue preferite^___^ Me happy!
xjejachan: non è nello stile di Bulma... anche se avrebbe voluto! Ma si sa, questi due sono troppo orgogliosi!
xlilac: grazie, rimanere ic è uno dei miei obbiettivi primari:)
xmoira78: grazie mille per i tuoi apprezzamenti! Spero di continuare a non deludere!
xElisa: già, di fronte a Goku mai e poi mai! Chissà, un giorno ne riparleranno, ed allora saranno un po' più sinceri...
xmerediana: ti ringrazio per la pazienza... leggere da capo la fic effettivamente è un bel lavoro! la colpa è anche mia, che scrivo capitoli brevi... però penso di non aver inserito riempitivi, quindi non avrei potuto togliere nulla... baci!
xlillax: presto torneremo a B&V, quindi stay tuned!
xfio91: un'altra coraggiosa che si è data alla lettura della mia fic >_____< grazie mille*___*

Bene, per ora è tutto. Vedrò di aggiornare il prima possibile, anche perchè ormai siamo agli sgoccioli (seppure non sappia quantificare in capitoli dalla fine...).
baci a tutti i lettori!(ancora meglio, ai commentatori:P)

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Capitolo 39
*** Sicurezza-Legame-Disperazione ***


"Non posso credere che questa qui dorma beata..."si finse seccato Vegeta, sistemando meglio il corpo della compagna sulla sua schiena.
"Bè, io non mi meraviglio... anzi, se vuoi portare anche a me, un sonnellino non mi spiacerebbe!"ironizzò Goku camminando davanti a lui scrutando l'orizzonte. "Piuttosto... se fai fatica, dalla a me!" gli propose poi, senza nessun secondo fine, guardandolo con la coda dell'occhio.
"Fatti i fatti tuoi, Kakaroth! Guarda dove stiamo andando, piuttosto!"gli rispose sgarbatamente l'altro, ben poco sicuro della via presa.
"Effettivamente... all'andata ci abbiamo messo meno..."si espresse il namecciano, corrugando la fronte: il paesaggio sembrava completamente mutato.
"Ovvio! Se è il mondo creato dalla mente malata di quel senzapalle, sarà distorto..."sbuffò Vegeta, mentre Bulma nel sonno si aggrappava meglio al suo collo, con uno strano sorriso in faccia...
Stava riposando beata. Era troppo tempo che non provava quella sensazione.
Neppure i loro più bei incontri notturni l'avevano fatta addormentare con quella sensazione in corpo...
Quell'idea di aver vinto. Di esser riuscita a far crollare, definitivamente, il principe dei saiyan...
Certo, non era stato che un battibecco, eppure nei suoi occhi neri, nelle sue parole marcate, aveva intravisto l'affetto che mai il suo uomo era riuscito a palesare.
Ed appena egli l'aveva presa in braccio per sortire dalle finestre del maniero senza esser visti, era crollata, sicura ormai d'averlo vincolato a sè.
Vegeta, ben conscio di ciò, non pareva però esserne turbato... Gli sarebbe bastato far finta di non aver colto quella sfumatura del loro rapporto per mantener saldo il suo onore. Eppure, in cuor suo, sapeva d'esser finalmente sollevato... sollevato dall'aver reincontrato quel "legame", ciò che in tutta la vita aveva cercato di evitare per non doversi preoccupare di nulla o nessuno. D'altronde, si giustificava con sè stesso ricordandosi che in quel modo avrebbe dovuto tenersi in costante allenamento per tirar fuori dai guai quell'impiastro di consorte...
Un sorriso abbozzato gli si disegnò sulle labbra, rendendogli un po' dell'antica luce dei giorni ormai lontani.
"Che c'è? Perchè sorridi?" chiese l'altro saiyan senza un briciolo di tatto.
"Te l'ho già detto prima, ora mi hai stufato! Fatti i cazzi tuoi e girati!"sbottò in tutta risposta il principe, imbarazzato del fatto che qualcuno se ne fosse accorto.
"Non ci siamo... Andando a caso ci potremmo mettere un'eternità... Shin ci troverà prima..."incrociò le braccia al petto Piccolo, meditando sul da farsi."Vegeta, tu non sai come Ishabal trovasse sempre la strada?"gli chiese infine, per ottenere qualche informazione in più.
"E che cazzo vuoi che ne sappia? Mica ero la sua balia!"rispose nuovamente in malo modo, impotente.
"Bè, io un'idea me la sono fatta..."disse Goku sedendosi a terra, come per prendersi una pausa.
"Ovvero?"alzò un sopraciglio Piccolo, poco ottimista.
"Quando siamo arrivati ho subito sentito l'aura di Shin... E, grosso modo, mi sono fatto un'idea della sua distanza. Secondo me, continuando di qui andiamo nella direzione giusta..."si grattò il mento seriamente, come a soppesare la sua affermazione.
"Ma Goku, anche io mi ero fatto un'idea della distanza! Ma ti ricordo che quella potrebbe rimanere immutata in qualsiasi direzione!"fece una smorfia il namecciando, come per accusarlo del fatto che non avesse preso in consideazione il suo intelletto.
"Eheh... hai ragione! Bè, allora chiamalo sesto senso!"rise divertito, spostando la mano sulla testa.
"Razza di... stavamo seguendo un cretino che pensa anche di avere istinto!"lo indicò Vegeta rivolgendosi all'altro, che si copriva gli occhi con una mano scuotendo la testa.
"Bè, ma l'avete detto anche voi che tanto questo mondo non è stabile.. anche se fossimo andati nella direzione giusta, magari l'entrata sarebbe stata spostata!"si difese Goku, rialzandosi e guardandosi intorno.
"Anche questo è vero..."sospirò il namecciano.
"E quindi?! Vogliamo stare qui ad arrovellarci il cervello! Bah... Lasciate stare, ci penso io!"disse Vegeta prendendo il comando del gruppo che, facendo spallucce e senza alternative, lo seguì senza batter ciglio.


Non era vero, non era vero, NON ERA VERO!!!
Shin camminava per i corridoi senza una vera e propria meta, con il cuore pulsante dell'unica donna che lo avesse mai amato fra le mani.
Non poteva essere vero!
Però... era passato tanto tempo...
Ma lei non gli avrebbe mai fatto una cosa simile...
Però... lei non sembrava rammentarsi davvero del loro incontro...
Ma era sicuro che l'avesse aspettato!
E se... così non fosse stato?!...
Il muscolo che aveva strappato tacque, finalmente. Ma per qualche istante, di fronte a quella possibile realtà, anche il suo avrebbe potuto fare la stessa fine.
Come allucinato, si fissò nuovamente le dita sporche di sangue che non era il suo...
Era successo di nuovo.
Ma non era colpa sua, no!! Nuovamente lo avevano illuso, nuovamente pensava di potersi fidare di qualcuno... che invece aveva calunniato l'unica sua ragione di esistenza!
Sua sorella aveva meritato la morte!
Eppure... in fondo alla sua anima maledetta... si celava una sensazione che da decenni ormai aveva dimenticato.
Che fosse... il rimorso?!
"Bulma..."sussurrò straziato da quella nascente verità, "Bulma..."ripetè come per agrapparsi a quell'ancora che aveva riempito i suoi pensieri, "Bulma!"gridò stavolta come per evocarla al suo fianco.
Come un pazzo corse attraverso i corridoi, affrettando i passi verso la camera della sua amata.
Sorrise, improvvisamente, come avendo trovato la soluzione... Lei era la soluzione...
Così come aveva placato il suo cuore al suo primo incontro, Bulma lo avrebbe nuovamente fatto.
Lei avrebbe capito il suo gesto, non lo avrebbe condannato... lei lo avrebbe sostenuto!
Con quella gioia scaturita dalla pazzia, spalancò la porta invocando ancora il suo nome, ancora e ancora... senza ottenere risposta...
Quella stanza polverosa e tetra non aveva alcuna luce... Nè quella d'un lume, nè quella della bellezza della donna agoniata.
I suoi occhi si riempirono di lacrime...
Dov'era lei?!
Girò lo sguardo in ogni angolo, senza trovar risposta al suo quesito.
Insensatamente scostò le lenzuola sperando di trovare il suo corpo addormentato, non pensando al fatto che un semplice drappo di tessuto non avrebbe comunque potuto occultarlo.
Sconvolto, si inginocchiò vicino al capezzale singhiozzando come un bambino, senza alcun pudore.
"Mi odiava! Me l'aveva detto..."sbiascicò disperato stringendo la stoffa tra le mani insanguinate.
"Mi odiava! Perchè..."si disse ancora poco prima di alzar lo sguardo verso il nulla, fissando un punto nel vuoto che solo lui probabilmente notava.
"Ha detto di odiarmi... per quei due..."ammutolì poi come dopo una rivelazione, mentre ancora le parole di Ishabal gli risuonavano nella testa "...Ora è una donna... La donna di un altro!"
Furioso si alzò in piedi, come caricato di nuova energia. Digrignò i denti guardando infine la finestra aperta.
"Sono stati loro... sono stati loro... a portarmela via..."sibilò prendendo una rincorsa verso quel punto e saltando con un'innata agilità verso la terra ferma.

"Vegeta?"
"Hm"
"Quando arriviamo?"
"Che vuoi che ne sappia! Taci, mi deconcentri!"rispose il principe dei saiyan all'ennesima richiesta del compagno.
"E che ti serve concentrarti?! Stai andando a caso?!"obiettò l'altro ingenuamente, suscitando le ire dell'altro.
"Ora basta! Toglimelo di torno o torneremo solo in tre dall'altra parte!"gridò in tutta risposta l'interlocutore verso Piccolo, come al solito tirato in mezzo alle loro liti.
"Hmmm... che succede....?"sbadigliò la ragazza sulle sue spalle, svegliata da quei continui litigi.
"C'è che il tuo amico è un rompicoglioni!"sentenziò immediatamente il suo uomo senza neppure darle il tempo di farla riprendere.
"Ok, e quindi cos'è cambiato da quando mi sono addormentata...?"rispose tranquilla Bulma, scendendo a malincuore dalla sua forte schiena.
"E poi scusa, Vegeta, ma non sono pure amico tuo?!"si indicò il ragazzo in questione con tutta la sfacciataggine che aveva in corpo.
"Sul mio onore, mai!"controbattè immediatamente l'altro, senza neppure dargli il tempo di illudersi.
La ragazza ridacchiò... quel clima le infondeva serenità nonostante il luogo non fosse quello sperato. Socchiuse gli occhi inspirando lentamente... presto sarebbe ritornata a casa! Con il suo consorte!
Ma, improvvisamente, i suoi 3 compagni di viaggio si ammutolirono.
Stranita, aprì gli occhi, e lesse nei loro una paura sconosciuta.
"Ragazzi... che cosa c'è?"riuscì infine a chiedere, timorosa.
"Ishabal..."sussurrò Vegeta.
"Eeeeh? Cosa? Sta venendo qui?!"si impaurì immediatamente l'umana, vedendo i suoi sogni di pace in frantumi.
"No..."
"E allora! Non farmi prendere spaventi..."la ragazza tirò un respiro di sollievo, rincuorata.
"E' la sua aura... è scomparsa..."riuscì a malapena a dire Goku, prima che il terrore si facesse di nuovo largo fra loro...


Eccomi qui!
Presto andremo incontro allo scontro atteso e, quindi, alla fine di questa fiction!
Un po' la cosa mi rattrista, un po' già penso ai prossimi progetti!
Innanzitutto, preferirei dedicarmi a qualche one-shot: me ne sono venute tante in mente in quest'anno, ma prima, avendo poco tempo, volevo concludere questa!
E poi, dopo questa che è davvero lunghissima, un po' di capitoli autoconclusivi mi faranno bene! Passiamo ai saluti...
xlacrime: è sempre un onore esser inserita nei preferiti! Grazie mille, perciò!
xpantheater: in realtà l'epilogo a me è sempre stato chiaro... quindi non è un problema di come continuate e finire la storia, ma avere il tempo per farlo:)
x Elisa: un po' meno, sì... sono contenta di esser riuscita ancora a sorprendere! Si sa, io amo i colpi di scena!:P
x lillax: no, macchè rinunciare! Figurati! Come scritto sopra, il problema è il tempo! Ciao!
x lilac: ancora Shin ed il gruppo al completo non si son incontrati... Questo perchè, come mio solito, mi piace dar grande spazio ai pensieri e alle emozioni dei personaggi... Mi pareva importante, in questo capitolo, chiarire le sensazioni di Bulma (crollata dopo le tante fatiche), Vegeta (finalmente conscio di aver bisogno di qualcuno) e Shin (che rivede in Bulma l'unica che lo può salvare dalla sua dannazione)... Non so se sia un bene o un male^___^ e proprio a questo è dedicato il titolo
x merediana: x i titoli... bè, spesso ho usato titoli che si ricollegassero fra loro... non nascondo che mi piace molto che si concatenino fra loro:)
x funny81: bè, si, drammatico... ma era inevitabile. Shin è pazzo, chi ha avuto il coraggio di dirglielo se lo doveva aspettare...
x Iria: eh, io ne so qualcosa del non aver abbastanza tempo... perciò sei perdonata! E grazie di avermi inserito tra i preferiti!

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Capitolo 40
*** Paura ***


"...e questo cosa starebbe a significare?"chiese la ragazza con falso candore... in realtà sapeva fin troppo bene, conoscendo quello strano gruppo di guerrieri da anni, cosa volevan intender...
Eppure, voleva in qualche modo esser rassicurata.
Peccato che avesse scelto le persone più sbagliate per cercar conforto...
"Che l'ha fatta fuori! A volte mi chiedo se tu sia davvero il genio che tutti decantano..."rispose immediatamente ed in malo modo il suo compagno, lasciandole un vistoso broncio.
"Merda... pur essendo lei così forte... è riuscito a farla fuori in pochi minuti..."sussurrò tra sè e sè Piccolo, dando corpo alle paure di tutti.
"M-ma perchè avrebbe dovuto farlo? Dopo tutto, lei era dalla sua parte..."balbettò Bulma, iniziando a guardarsi intorno: aveva timore che da un momento all'altro il viso di quell'uomo sarebbe comparso all'orizzonte.
"Bè, sì... Magari ha scoperto che l'ha tradito chiedendo a noi di portarti via!"esclamò sincero Goku, lasciandola a dir poco sbalordita.
"Cioè, vediamo se ho capito... E' stata lei che vi ha indirizzato da me?! Non ci posso credere! Prima mi porta qui, poi mi vuole cacciare... ma chi si crede di essere?!"sbottò infine sull'orlo dell'isteria, gesticolando come un'ossessa."Non poteva semplicemente lasciami dove mi aveva trovato?!"
"L'ho sempre detto che le femmine sono complicate... oltre che inutili..."si divertì Vegeta a rincarare la dose, riprendendo il cammino: rimanere ancora in quel luogo, ora che Shin poteva sapere della loro presenza, era assai sconveniente...
"... Forse dovrei rimanere con qualcuno che allora la pensa diversamente!"puntò i piedi la donna, vistosamente irritata dalla sortita del principe, che controbattè nel tempo d'un attimo.
"Dubito esista..."
"Ma davvero?! Si da' il caso che Shin mi voglia con sè!"gli si posizionò d'innanzi Bulma, le mani sui fianchi e lo sguardo fiero degno di una sovrana saiyan... Vegeta non potè che notarlo e trattenne a stento un sorriso di ammirazione per sè stesso... non avrebbe potuto scegliere compagna più adatta al suo rango.
"Questo spiega in parte perchè sia pazzo..."
"Tu!!! Brutto... brutto... non ci sono parole per definirti!!"esplose in tutta risposta la protagonista dei suoi pensieri, sferrandogli un pugno sui pettorali.
"Ora basta! Non mi pare il momento!"li riprese il namecciano, seriamente preoccupato delle loro sorti."Aumentate il passo e cercate di concentrarvi: abbiamo bisogno di trovare un'uscita al più presto! E tu, cerca di sbrigarti, o ci farai perdere del tempo!"indicò poi Bulma che, ancora furibonda, si alterò ulteriormente.
"Ma come osi?! Tu non... Ehi! Mettimi giù!"gridò la ragazza, sollevata da terra e posata sulla spalla del consorte come un sacco di patate.
"Hai sentito, no?! Sei un peso... Ora fai la brava e taci!"la stuzzicò ulteriormente il saiyan, divertito dalla sua inutile opposizione.
"Come puoi dire questo della madre di tuo figlio?! Razza di ingrato!"sbuffò lei, incrociando le braccia ma ormai conscia di non poter far altro. Eppur tremò quando, alzato lo sguardo, ne incrociò un altro, ricco di delusione, amarezza... e follia.
"Madre....? Interessante..."sussurrò con un tristo sorriso l'uomo, destando l'intero gruppo da quel senso di libertà che già andavan pregustandosi...
Vegeta subito si voltò, negandogli la visione della SUA donna... Lo infastidiva il solo fatto che quella creatura potesse in qualche modo sfiorare con il proprio sguardo qualcosa di SUO... Qualcosa che, lo sapeva, desiderava più d'ogni altra cosa...
"Ma com'è possibile?! La sua aura..."bisbigliò Piccolo, che per poco non rimase ammutolito dallo stupore.
"Non avrete pensato che una tattica così ridicola come quella del nasconderla fosse solo vostra prerogativa... non è vero?"allargò il proprio sorriso, scrutandoli tutti e tre con attenzione."Sapete, non avevo intenzione di macchiarmi ulteriormente le mani oggi... Forse vi avrei anche concesso la fuga... se non aveste fatto qualcosa di così grave..."scosse il dito in segno di diniego, con una tranquillità irreale.
"Come ad esempio venerci a riprendere una donna che di te non ne voleva sapere?!"rispose Vegeta con quella sfrontatezza tipica della sua indole. Sapeva che avrebbe dovuto tenere a freno la lingua... Ma ormai il danno era fatto. E perdipiù, era lui quello a cui era stato sottratto qualcosa!
"Non pretendo che tu, misero mortale, possa capire l'importanza di un legame che va oltre il tempo... Bulma, mia cara, vieni da me..."tese la mano verso di lei, sperando ancora nel suo sogno... sperando che lei potesse redimerlo... che fosse tutto un malinteso.
In tutta risposta, Bulma cercò di farsi sempre più piccola dietro le spalle del suo uomo ed amante. Per Shin, quella fu la scintilla che fece traboccare la sua ira.
"VIENI QUI, HO DETTO!!!"
La sua voce fece eco nel nulla che li circondava.
"Non mi pare che la signora gradisca le tue attenzioni, pazzoide!"ghignò sprezzante il principe, mentre Goku si preparava all'ormai sicuro scontro.
Ma il loro rivale, sospirando, li colse alla sprovvista reagendo in maniera alquanto insolita.
"Capisco... ci sei caduta anche tu, eh, mia amata?! So cosa provi... anche io ci sono passato... Ma per lui non sei che un diversivo... Non capisci?! Io e te siamo uguali! Ma non permetterò che siano le tue mani a macchiarsi del sangue di questo traditore... No... Io ti toglierò questo peso!"le sussurrò in direzione, come se solo loro due avessero il dono di sentirsi estraneando il resto del mondo. Solo allora l'umana uscì allo scoperto per prendere le difese del consorte.
"Ti sbagli, Shin! Vegeta non è così! Lui non mi ha tradito!"gridò verso di lui, come per farlo ragionare.
"Ne sei convinta...? Per tutti questi anni... Con Ishabal..."le rivolse un sorriso carico di compassione, che la gettò nello sconforto.
Bulma cercò con gli occhi Vegeta, acciecata dallo sconforto di quel pensiero: possibile che davvero... lui...?
"Sta mentendo! Bugiardo!!"non potè far a meno di rimbeccare il diretto interessato, sentendo sulla propria pelle scorrere i sospetti che si trasformarono presto in adrenalina... e sconsideratezza. Furioso, si gettò per primo contro il nemico senza attendere il suo primo passo.
Ottenuta la reazione sperata, Shin si scostò come uno spettro dalla direzione in cui il saiyan aveva impresso il primo, micidiale ma inefficace colpo. Riapparve alle sua spalle, coprendo la visuale al resto della banda con i lembi del liso mantello che, svolazzando, davano un'aura ancor più cupa all'uomo.
Le sue dita affusolate, molto più sottili di quelli d'un combattente allenato, erano ancora imbrattate del sangue precedentemente versato, e cercavano nel collo della vittima una facile vittoria.
Ma i movimenti del suo avversario non erano certo comuni e così Vegeta fece in tempo a rigirarsi di scatto ghermendo con le proprie le mani del dannato.
"Ebbene?!"sogghignò sentendo la sua stretta acuirsi e sperando nel dolore del suo avversario.
"Ebbene...?"sorrise in tutta risposta l'altro, conficcando le sue unghie nella pelle del saiyan, iniettando in lui gli incubi di cui aveva vissuto fino a quel giorno.
Il viso di Vegeta perse improvvisamente colore: tramite quel contatto, le sue certezze iniziarono a vacillare come infettate da un'oscura forza che rendeva inerme il suo coraggio e la stima in sè stesso.
Era come se Shin fosse portatore sano di paura... Pareva infatti esserne immune, ma sapeva quali tasti toccare per scatenarla negli astanti. Per un attimo gli ricordò Freezer ed il suo regno di paura... ma si rese conto che il paragone non poteva sussistere: quello che si trovava davanti era il risultato stesso del terrore e del degrado di un umano stesso, trasformato in potere dal drago Shenron...
Cosa poteva esserci di più devastante al mondo.... Cosa, se non la paura stessa tramutata in forza?!
Sentì il peso di quel pensiero, la propria inadeguatezza, la propria sconfitta... Sentì il dolore dell'essere inerme tagliargli la mente come una lama. Urlò in preda al panico... La ragione lo stava abbandonando.
Non aveva neppure iniziato a combattere... Il suo nemico non aveva fatto altro se non toccarlo appena... E già desiderava fuggire per non dover sottostare a quello strazio che gli dilaniava l'anima.
"Vegeta, no!"gridò Bulma udendo la voce del compagno sofferente... che cosa gli stava accadendo? Non capiva... Neppure stavn duellando... eran lì, fermi... Ma sentiva i brividi sulla pelle... Ne era certa: Vegeta era in pericolo.
Pure Son Goku, che così poco attento agli occhi altrui poteva sembrare, percerpì con chiarezza il pericolo corso dal proprio amico e vi si lanciò contro, scostandolo da quella morsa di tenebra. Caddero insieme a terra, l'uno perplesso, l'altro tremante...
Il principe dei saiyan... Il re dell'orgoglio... era ridotto ad un inerme omino timoroso della propria stessa ombra.
Kakaroth lo guardò sbigottito ed impotente: nell'attimo stesso in cui l'aveva sottratto a quel mortale abbraccio, aveva sentito per pochi istanti il proprio petto come lacerarsi di fronte alla paura... Che ne sarebbe stato, allora, di Vegeta, sottopostosi direttamente a quel contatto?!
Con lo sguardo vitreo, Bulma osservava quello spettacolo impotente.
Le sue labbra tremavano, come a voler chiamare il suo nome.
Le lacrime scendevano, senza che se ne potesse rendere conto.
Sola, nel suo cervello, rimbalzava l'idea che non potesse essere vero...
Non lo accettava.
Non capiva.
Non voleva...


ciao a tutti! Rieccomi qui! Ho cercato di essere molto veloce in questo aggiornamento, ma abbiate pietà... Bisogna studiarli un po' questi benedetti capitoli perchè tutto riesca a combaciare!
Inizio a quantificare un po' i capitoli alla fine... direi che in 3 o 4 capitoli, ormai, potremo finalmente assistere all'epilogo.
Passiamo ai commenti:
x pantheater: bè, a quanto pare sei stata accontentata! stay tuned, non è finita qui!
x taisa: i complimenti sono sempre graditissimi, così come le correzioni e le critiche... ti ringrazio per la passione con cui leggi!
x lilly81: Oh, non pensavo mi leggessi più... hai ragione, è passato troppo tempo... un po' per gli aggiornamenti poco frequenti, un po' per la lunghezza della fic... anche se devo dire la verità: non mi sentirei di togliere dei capitoli. Si perderebbe, in alcuni casi, il senso della narrazione...
x lilac: bè, vedo che qualcuno apprezza un capitolo tutto di sentimenti! Lo so, forse ci macero un po' troppo... ma mi piace!
x Elisa: una fan di Shin? Bè, vai a consolarlo tu:P Scherzi a parte, è veramente un onore fare affezionare i lettori ad un personaggio originale... E' un po' come se fosse una mia creatura, no?^^
Saluti al resto dei lettori che, anche se non commentan, son tanti... lo vedo dal mio account! Grazie a tutti! Mi raccomando, almeno a storia conclusa, ditemi cosa ne pensate!
Quasi dimenticavo: il titolo di questo capitolo è ovviamente dedicato alla fonte del potere di Shin: la paura da lui stesso provata nel momento in cui espresse il desiderio!
Jaa ne!<\font><\p>

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Capitolo 41
*** Butterflies and Hurricanes ***


"Vegeta..." sussurrò a fior di labbra guardando l'uomo amato a terra... si sentiva strappata dal sonno ristoratore che aveva appena concluso e gettata in uno dei suoi peggiori incubi. Per un attimo, sperò disperatamente di esser ancora nel mondo dei sogni e di star sognando ogni cosa. Eppure il gelo nel suo cuore non la faceva ben sperare.
"Che cosa gli hai fatto, mostro!"gridò Goku shockato dallo stato dell'amico... ancora era vicino al suo corpo, quasi volesse proteggerlo così come si fa con i cuccioli a causa di un istinto animale che era insito della sua natura selvaggia, seppur ormai da anni domata.
Shin sorrise trionfante, con un pizzico di quella malizia che lo contraddistingueva.
"L'ho messo di fronte alle proprie debolezze... Ai momenti della sua vita in cui è arretrato... in cui ha abbassato la testa... in cui si è sentito inerme. Ogni uomo lo fa, quotidianamente. Ma lui... Oh! Era troppo pieno di sè... Non ho dovuto far altro che rincarare la dose... e guarda il risultato! Un'ameba! Non un uomo! Di certo, non un essere degno di LEI..."abbassò il tono di voce quasi quest'ultimo pensiero gli fosse sfuggito dalla mente, seppur non osò guardare negli occhi la diretta interessata...
"Andiamo molto male..."proferì Piccolo in un sospiro, cercando di studiare le reazioni del principe dei saiyan per scoprire la letalità del potere nemico... ma ciò che vedeva non lo confortava...
"Anche tu sei un assassino! Anche tu non ne sei degno!"si alzò in piedi Goku, scrutando le sue iridi con invidiabile fermezza...
Per un attimo, si ricordò del giorno in cui Vegeta lo pregò di sconfiggere Freezer per lui... rivide i suoi occhi pieni di lacrime, l'infrangersi dell'orgoglio che faceva spazio all'umanità che poi avrebbe avuto sfogo nel futuro... Nel suo futuro con la sua migliore amica.
Si rimproverò di non averglielo mai detto... Di non avergli mai detto che, in quell'istante, Vegeta aveva conquistato per sempre la sua stima. Bastò solo quell'attimo per fargli decidere che mai avrebbe potuto porre fine alla sua vita.
Il sovrano della sua stirpe aveva saputo riconoscere la propria incapacità di fronte ad un ostacolo troppo grande. E aveva chiesto aiuto ad un suo diretto nemico...
Lui sarebbe mai stato in grado di farlo? Non sapeva darsi risposta... Ma sapeva, per certo, che senza di lui, le esistenze di molti sarebbero rimaste vuote...
Quella di Bulma, che l'amava...
Quella di Trunks, che aveva bisogno di un padre...
E la sua. Che aveva bisogno del suo eterno rivale... della persona di cui più si fidava al mondo.
Shin alzò un sopraciglio, sorpreso... Dove poteva, quell'uomo, raccogliere tutta quella forza d'animo?!
"Preparati... Se tu ti nutri di paure, sappi che io non ho paura di te!"concluse infine il saiyan, strappandosi di dossi la maglia e lasciandola cadere a terra, conscio del fatto che avrebbe dovuto impegnarsi più del solito per sconfiggere quell'insolita minaccia.

Dove si trovava?!
Nuovamente si sentiva sperso e confuso... Ma neppure più spettatore della propria vita quando, di sua spontanea volontà, aveva accettato il potere malevolo di quell'essere nel suo corpo per sconfiggere Kakaroth...
Perchè si era illuso di poterlo battere?
Perchè non gli aveva ceduto subito la sua donna...?
Sua... ne era poi sicuro...
Non aveva forse chinato la testa per anni sotto il dominio di Freezer, conscio di non poter far nulla?
La sua vita non era che un'immensa distesa di fallimenti... Aveva passato l'infanzia a prender ordini pur essendo un monarca... E da adulto aveva compreso di esser al di sotto delle aspettative pure di molti dei suoi tirapiedi: Zarbon, Dodoria, la squadra Ginew...
Aveva continuato a reprimersi... a reprimere il suo orgoglio... ad inghiottire...
Poi arrivò LUI. Kakaroth.... l'ennesimo insuccesso.
Schiacciato e rispedito al mittente da una banda di insignificanti moscerini.
Ferito non solo nell'anima, si sentì infliggere il colpo finale proprio là... su Namek.
Non solo il suo più antico usurpatore lo aveva assassinato... ma il più infimo della sua razza era riuscito dove lui aveva fallito.
Ricordò l'amaro sapore del sangue nella sua bocca... il pianto che non era riuscito a trattenere...
Eppure la sua vita continuò, nel disonore...
A nulla valsero i suoi allenamenti contro i cyborg. Tantomeno con Cell.
Per non parlare, poi, dell'insulsa morte che si era donato contro Majin Bu, nel misero tentativo di sentirsi, in qualche modo, finalmente appagato... Finalmente utile. Nulla.
Gli fu negato anche questo privilegio.
Pensò quindi di dover intraprendere una nuova strada... la strada della famiglia.
Non sarebbe mai stato all'altezza del suo rivale. Ma c'era qualcosa che lui e solo lui poteva fare per rendere felici due persone.
Bulma.
Trunks.
Ma il destino aveva scelto per lui... Era nato perdente, e così doveva rimanere. Non gli ero concesso neppure "abbassarsi" a vivere un'esisteza come tante...
Lo avevano portato via da quell'unica ragione.
In un attimo, era diventato tutto più chiaro.
Non era migliore degli altri.
Era un vile. Un codardo. Doveva avere paura... paura di tutti, anche di quell'idiota che pareva non capire nulla di quello che accadeva... anche lui decideva del suo futuro.
Tutti lo facevano.
Bastava un battito d'ali di farfalla per far prendere una piega del tutto inaspettata alla sua vita.
Aveva paura.
Paura che il tifone in arrivo lo avrebbe annientato.
Niente più Vegeta... mai più. Solo timore di aprire gli occhi e capire che davvero non c'era più nulla per lui, là fuori.

Piccolo si lanciò all'assalto ben poco convinto, consapevole della superiorità di quella "creatura"... eppure lui non doveva fare che da diversivo al proprio compagno, che già da qualche minuto infuriava battaglia con Shin.
Da dove il saiyan prendesse il coraggio proprio non se lo sapeva spiegare... "Dannazione..."sibilò fra i denti quando il suo ennesimo pugno colpì il vuoto... Il loro avversario si muoveva in maniera spettrale, disorientandolo non poco. Fortunatamente per lui, però, si trovava sempre alle sue spalle, rimanendo al di fuori della portata delle sue mani che, sapeva, su di lui avrebbero fatto altrettanto effetto...
Proprio come Vegeta, il potente namecciano non si era perdonato molte... troppe cose nell'arco dell'esistenza. E temeva di fare la stessa fine del Principe.
Al contrario, Goku scansava con agilità le sue prese, conscio però dei propri limiti: sapeva di aver sbagliato spesso, ma l'aveva sempre ammesso a sè stesso.
Sorrise al ricordo di uno dei combattenti della vecchia chiaroveggente che, lanciato su di lui il proprio attacco che aveva il potere di scatenare la malvagità latente, era andato a vuoto...
Erano passati anni da allora. E lui non era più così puro...
La ragazzina che all'epoca aveva seguito i suoi incontri era piena di vita e determinata... Ora, lo sguardo di Bulma era solo vacuo e privo di speranza.
Era suo dovere renderle il sorriso. Questo sarebbe stato il suo pagamento per averla divisa per così tanti anni dal proprio compagno.
"Goku! Attento!"strillò il namecciano, seguendo la traiettoria delle esili dita di Shin che si facevano strada nel petto del sayan, come a volergli raggiungere il cuore.
Un gridò ruppe quella battaglia, spezzando l'apatia di Bulma, spezzando i buoni propositi del suo amico, che sentì in un attimo la propria fine sempre più vicina...
Piccolo arretrò rabbrividendo, incapace di opporsi... Le scure unghie del loro rivale erano conficcate nella carne dell'amico, come a volerlo privare della fonte della vita.
La ragazza sbarrò gli occhi, guardando scendere dal cielo, come piccole gocce di pioggia, stille di sangue.
Guardò con orrore la smorfia di profondo dolore del suo più caro amico... Comprese in un attimo che presto sarebbe rimasta sola... E fu solo allora che capì che la sua voce avrebbe potuto fare più che la forza di tutti i suoi compagni... Le lacrime si asciugarono sulla pelle tesa dalla sforzo che precedette lo sforzo di quell'urlo sovraumano che le diede la forza di opporsi alla propria rassegnazione...
I suoi piedi si mossero da soli, fino a raggiungere il viso sconvolto ed adorante del primo uomo che fosse mai stato affascinato da lei...
In un attimo le sue braccia avvolsero il suo collo, senza cattiveria, senza risentimento.
I suoi capelli ondeggiarono per qualche breve istante, prima di fermarsi sopra la spalla di lui.
Il suo viso era nascosto sul suo petto, quasi a volergli trasmettere la sofferenza che la stava dilaniando.
"Basta... per favore... per pietà... così ucciderai anche me..."sussurrò allora carica della tristezza che l'aveva accompagnata fin da quel giorno in cui i ricordi di tutti eran stati cancellati.
Shin, stordito e sorpreso da quel gesto, con un rapido gesto estrasse la mano dal petto del giovane, lasciandolo scivolare a terra, portandola poi sulla nuca della donna...
Lo aveva fatto di nuovo. L'aveva fermato... mentre era sull'orlo della pazzia, intento ad infrangere un'altra vita.
Annuì impercettibilmente, frenando le lacrime di commozione che stavan per far capolino, riuscendo a malapena a risponderle.
"Sono per te così importanti queste vite...?"
Lei fece cenno d'assenso, ancora ansimante su di lui. L'uomo corse con lo sguardo al compagno dell'amata... ancora tremante, ancora steso a terra...
"Non posso fare nulla... io governo la paura... ma non so come fare... a farla tacere..."
Bulma sollevò gli occhi lucidi piantandoli in quelli di Shin... Per un attimo, egli si se la donna non possedesse un potere capace di far scivolare le persone nell'abisso o di portarle alla gioia... Non riuscì a sostenere la disperazione di quelle iridi...
"Aiutami a farti felice... aiutami ad evocare Shenron..."le disse straziato da quel dolore.
"No! Le sfere non devono più essere utilizzate!"gridò Piccolo, ancora chino ed intento alla cura di Son Goku. Eppure non riuscì a superare quel muro che Bulma Brief aveva costruito intorno alla sua felicità.
"Lo farò..."gli rispose lei, decisa a riconquistarla.


Capitolo lunghetto, eh?! Bulma sembra aver decisamente perso la ragione, tanto da non farsi scrupoli ed utilizzare le sfere per riportare Vegeta alla normalità...
Ci avviciniamo inesorabilmente al finale!
Sto intanto pensando alla one shot che presto la mia mente malata partorirà...
Il titolo di questo capitolo è ispirato all'omonima stupenda canzone dei Muse, che vi consiglio vivamente di ascoltare...
La teoria scientifica di base è che pure un semplice battito d'ali di farfalla dall'altra parte del mondo può far scatenare un tornado, poichè "devia" in qualche modo le correnti d'aria... questo spigato in maniera molto stringata.
passiamo ai saluti!
xpantheater: Bè, sì, direi che l'ha capito... comunque, da sempre ho in mente il finale di questa fic, quindi non ci dovrei metter molto a metterlo giù!
xLORIGETA: wow, un'altra coraggiosa che si legge tutta d'un fiato la mia fic... ti ringrazio tantissimo! spero di essere stata all'altezza delle tue aspettative e soprattutto che il tempo non sia stato perso... ciao!
xtaisa: per quanto riguarda il relazionarsi tra i personaggi, devo ammettere che a volte è un po' difficile non fare ripetizioni non scrivendo tutto in maniera discorsiva... eppure amo le descrizioni, anzi, devo dire che spesso mi risulta difficile leggere fic del tipo B:"blablabla" G:"blablablabla" senza neppure una frase d'intermezzo che spieghi gestualità, intonazione, ecc... secondo me toglie molta della bellezza dello scrivere!
xmerediana: la reazione di Bulma, pur se in ritardo, è giunta... inaspettata, direi...
xlilly81: ti ringrazio moltissimo... è vero, anche io non vedo l'ora di scrivere qualcosa di più corto, seppur le trame intricate rimangano la mia passione...
xlilac: sì, anche io mi sono affezionata a Shin... d'altronde, è vittima come gli altri... e soprattutto... non sa dire di no a Bulma... Certo, quando si conclude si rimane sempre con un po' di nostalgia, ma non avendo in previsione riempitivi mi sembrerebbe sbagliato portarla avanti...

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Capitolo 42
*** Una vita meravigliosa ***


"Che cosa vorreste fare?! Pazzi!"gridò Piccolo sgranando gli occhi, intuendo le intenzioni della strana accoppiata.
"Farla felice..."sussurrò Shin con un triste sorriso sul volto, accarezzando con il dorso della mano la guancia dell'amata.
"Non ve lo permetterò!"strinse i denti il namecciano, pur sapendo di non poter nulla da solo contro il rivale.
"Andiamo, Shin?"chiese placida Bulma, per nulla interessata agli sproloqui dell'ex compagno di viaggio.
"Certo..."rispose l'altro senza batter ciglio e prendendola in braccio.
"Non vi farò avanzare di un passo!"urlò ancora l'altro per darsi coraggio, al quale l'uomo controbatte con un singolo gesto.
"Non ho bisogno di avanzare... questo è il mio mondo... e l'uscita è dove decido io..."parlò con calma e sicuro di sè mentre uno squarcio nella barriera dimensionale si allargò alle sue spalle inghiottendolo e lasciando Piccolo tutto solo nel silenzio.
Lesto, frugò nelle tasche in cerca di un senzu che, in fretta e furia, fece inghiottira a Goku, ancora sanguinante.
La carne lacerata andò piano piano rimarginandosi, togliendo una smorfia dolorante dal suo volto. Ci volle comunque qualche secondo prima che il saiyan riuscisse a mettersi seduto... Forse ancora in lui era vivido il ricordo del male provato. Forse era semplicemente la paura che lo aveva fatto sussultare.
"P...Piccolo... cos'è successo?"lo guardò stralunato, toccandosi il petto come a volersi assicurare d'esser ancora intero.
"Shin..."rispose solo l'altro, senza aver bisogno di dir altro. Subito, il saiyan scattò in piedi cercando con lo sguardo il principe. Ancora lì, ancora scosso ed irriconoscibile.
"Non potremmo provare con un senzu?"chiese scetticamente, pur sapendo la risposta.
"Non è ferito... sarebbe inutile..."si voltò in un'altra direzione il namecciano, quasi non riuscissi a sopportare lo sguardo abbattuto di Goku. Mai lo aveva visto tanto giù di corda, così demotivato. Cercò comunque di fargli animo, presentandogli la situazione.
"Abbiamo altri problemi, ora. La tua amica lo sta portando dalle sfere, così che possano esprimere i due desideri!"si avviò verso il corpo tremante dell'altro loro compagno, cercando di tirarlo su per portarlo con loro.
"... e sarebbe tanto grave?"sorrise tristo Goku, aiutandolo e prendendolo dall'altro braccio.
"C-cosa? Ti sei ammattito?! Lo sai cosa succederebbe se..."si alterò appena Majunor, comunque conscio del fatto che, probabilmente, non avrebbero potuto ostacolarli.
"Lo so. E con questo? Chi sono io... per decidere di rendere infelice una persona al posto della tranquillità di altre...?"si fece serio, pesando le proprie parole ma sentendole sgorgare dal profondo.
Era la prima volta. La prima che non pensava al bene della Terra, ma a quello di chi gli stava a cuore. Ed al suo bene.
"Io... voglio tornare a casa, Piccolo..."sentenziò infine, guardandolo dritto negli occhi.
"Ma non ci sarà una casa, Goku! Nessuno ad aspettarti, se saranno annullati gli altri desideri!"lo osservò scandalizzato l'altro, non capendo il suo pensiero.
"Bè, allora ci incontreremo tutti nell'aldilà! Li porterò io, ad uno ad uno, da re Kaio... Gli ho anche fatto mettere un campo da tennis! Di nuovo... tutti insieme..."sorrise nuovamente, ma questa volta in maniera più tranquilla.
Piccolo sospirò. Era ovvio che la troppa solitudine aveva dato alla testa al suo amico. Sebbene quest'ultima sua idea gli apparisse sempre meno sgradevole...

Bulma frugò per qualche istante sul proprio velivolo, lì, a due passi dal villaggio di Ashe, dove lo aveva lasciato.
Shin stava lì a guardarla inespressivamente, non capendo cosa stesse cercando.
D'improvviso, ella rifece capolino con il proprio zaino e con in mano quello che appariva come un grosso orologio metallico: il dragon radar.
Mesta gli si riportò al fianco, sfilando la fibula del sacco per mostrare al suo nuovo compagno d'avventura il contenuto: 5 sfere brillavano al suo interno.
"Come te le sei procurate?"inarcò un sopraciglio il suo avventore, ricordando, sebbene con molta fatica, le migliaia di chilometri fatti e le immani ricerche che aveva dovuto eseguire per ritrovarle ormai molto tempo prima.
La ragazza, senza batter ciglio, accese con una semplice pressione il radar, mettendolo d'innanzi ai suoi occhi.
"Vedi? Questo l'ho creato io... Serve a localizzarle. Una so già dove si trova, ma per me era un po' difficile arrivarvici..."gli spiegò con calma, indicandogli col dito i puntini luminosi sullo schermo.
"Impressionante..."sussurrò lui, voltandosi poi ad ammirare la sua bellezza.
Gli faceva ancora così maledettamente male pensare che avrebbe dovuto rinunciare a lei.
Eppure, era certo che se l'avesse resa felice, avrebbe assunto com'ella per lui un significato particolare nella sua vita.
Bulma sembrò accorgersi di quello sguardo e si morsicò un labbro per fugare l'imbarazzo.
"Che c'è?"chiese tutto d'un fiato per rompere il silenzio che era calato, provocando una certa ilarità nel suo ex nemico.
"Bè, nulla. Pensavo che è difficile rinunciare... anche se ormai non ti conosco poi così bene."le disse guardandosi intorno con occhi straniti... da troppo tempo non faceva più capolino in quella dimensione. I ricordi legati ad essa erano dolorosi ma ormai lontanissimi. Eppure, si sorprese nel pensare che le memorie legate alla sua giovinezza, quella giovinezza strappatagli così bruscamente, gli recavan un certo senso di nostalgia. Allora, nessun'ombra inghiottiva il suo cuore. Era semplicemente felice d'esser un uomo come tanti.
"Se vuoi, puoi chiedermi quello che vuoi..."sussurrò lei riavvicinandoglisi per farsi prendere in braccio. Quell'uomo era senza dubbio affascinante, eppure lei sentiva in cuor suo di nutrire nei suoi confronti solo un certo senso "materno".
Gli era parso infantile e spaurito, proprio come la prima volta che l'aveva visto. Forse per questo gli aveva parlato allora con tanta naturalezza. I suoi occhi erano quelli d'un suo coetaneo.
"Dimmi di te.." chiese semplicemente lui, portando un braccio sotto le sue gambe sollevandola per librarsi nuovamente in volo avvolto da quel mantello che ora usava per coprire la ragazza dal freddo a cui andavano incontro a causa della velocità.
A Bulma non pesò per nulla quella domanda. Poteva finalmente sfogarsi con qualcuno di estraneo alla propria situazione, confidandoglisi e narrandogli ogni attimo della propria esistenza.
Il suo interesse per le sfere.
Il suo primo viaggio.
L'incontro con il suo migliore amico.
Il primo amore.
Il dolore che provò nello scoprirsi tradita.
L'avvicendarsi di nemici nella sua dimensione.
E la scoperta che proprio uno di questi era diventato il centro dei suoi pensieri.
L'arrivo di suo figlio dal futuro e la sua successiva nascita.
Si ritrovò infine leggera come l'aria, libera d'osservare sul volto di colui che la stava aiutando il mutare delle espressioni e la meraviglia di quel racconto fantastico.
Quando la sua voce si spense, Shin concluse con un "Capisco..." che ad ella non parve per nulla scontato.
Ora ne era sicura... stava mettendo a repentaglio la vita di un pianeta, ma quante volte aveva aiutato a salvarlo?!
Si accorse di provare più emozione nel narrare gli eventi più semplici che non le grandi battaglie...
Lo scontro con Cell impallidì di fronte alla forza con cui narrò il suo travaglio poco prima del parto.
Socchiuse gli occhi, intuendo che la sua vita, in fondo, non era poi più profonda di quella dei miliardi di persone che abitavano quel pianeta.
"Non morite..."si ripetè mentalmente, sperando che la sua preghiera fosse udita dal Dio drago.
"E' questo il posto?"la interrompè Shin, fermatosi in aria sopra l'oceano. Il bippare continuo del dragon radar non ammetteva repliche. Annuì ricacciando indietro le altre elucubrazioni.

Goku ammirò con interesse il cielo azzurro sopra di lui, quasi gli fosse mancato. Dopo aver come all'andata squarciato il muro che separava le dimensioni nel punto in cui era scomparso il loro rivale, il saiyan non aveva detto altro se non che sapeva dove andare. Senza sforzo, i due si erano riportati sulla colline ove, diverse ore prima, Bulma aveva detto d'aver incontrato Shin. Lì si fermò, facendo appoggiare Vegeta contro il tronco di un albero.
"Ebbene?! Il tuo piano?!"sbottò Piccolo, sempre meno sicuro della validità delle azioni dell'amico.
"Ho pensato che qui è iniziato tutto... e che qui tutto finirà..."si sedette a sua volta nell'erba fresca, osservando l'oscillare del grano.
"Ma loro sono chissà dove..."si battè una mano sulla faccia il namecciano, esasperato.
"Sì, ma verranno qui..."lo rassicurò l'altro.
"E perchè diavolo dovrebbero?"si sentì rispondere da un Piccolo sempre più stanco.
"Perchè io ho l'ultima sfera..."


Kyaaaaa, eccomi qui >_____<
Sto cercando di non farvi soffrire oltre e di darvi i capitoli a cadenza regolare...
Spero comunque di riuscire a concludere in un massimo di due capitoli!
Perciò, preparate i fazzoletti!
E soprattutto chi non ha mai commentato ma solo letto, almeno alla fine mi dia un suo giudizio!
E questo lo dico perchè sono rimasta molto impressionata... Il primo capitolo di questa fanfic, ad oggi, è stato letto 5322 volte...
Passo ovviamente ai saluti.
x taisa: mi piace riuscire a dare una parvenza di credibilità alla mia storia collegandomi con eventi successi davvero nell'opera di Toriyama... quasi come se fossimo d'accordo:P Ecco perchè mi piace tanto inserire ricordi della serie z!
x lilly81: hai perfettamente ragione, me ne rendo conto anche io! Ho cercato di limitarli, quindi, nelle descrizioni, lasciandoli solo nel discorso diretto. Questo perchè, se vedi le tavole di un manga, è difficile che venga usato il punto nei balloon... probabilmente mi sono lasciata trasportare inserendoli anche nella storia stessa! Comunque, ci farò più attenzione! Grazie infinte per la dritta!
x lilac: trepida ancora per poco! Anche io non riesco ad odiare Shin, e neppure la stessa Bulma... sebbene ciò che è successo a Vegeta!
x pantheater: accidenti, scopro tante fan dei Muse! La musica e la voce del cantante sono una droga. Se poi gli accosti un testo del genere, beh..
x merediana: altra fan dei Muse, cavoli! Brave, brave, ascoltate loro e non certe canzoni super commerciali... Comunque, se la tua non originalità, come la definisci tu, porta complimenti, ben venga!
x jejachan: continuerà però ancora per poco. Spero di non deludere nessuno con questo finale.
x BULMA0219: Mia cara, non mi pare tu abbia mai recensito la mia fic, altrimenti saresti stata citata di certo! Adoro rispondere ai commenti, per cui mi sembrerebbe strano... Se, per una svista, ti avessi dimenticata una volta, ti chiedo scusa!

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Capitolo 43
*** Wish ***


Bulma scrutò la sesta sfera tenendola stretta fra le mani. Era finalmente sua.
Shin ci aveva messo ben poco a raggiungerla dopo averla lasciata per qualche minuto sulla terraferma.
Ora brillava, avvicinatasi alle sue "sorelle", con quell'odore salmastro che infastidiva e cullava i sensi allo steso tempo.
"Il problema sarà la settima sfera..."sussurrò piano fra sè e sè, non pensando neppure di poter esser udibile.
"Perchè...?"gli chiese però Shin, che pareva accorgersi di ogni suo più piccolo pensiero, di ogni increspatura delle sue labbra.
"Bè, non compare sullo schermo."sospirò lei, accendendo poco convinta il dragonradar.
Ma, con sua somma sorpresa, la lucina intermittente dell'oggetto delle sue brame era finalmente visibile.
"Oh! Che fortuna!"sorrise blanda, indecisa tra l'esser felice del ritrovamento o triste per la sorte in cui avrebbe gettato l'umanità.
Il suo cervello, però, seppur quello di una scienziata, era stanco...
Stanco di dover elaborare nuove astuzie per farla sopravvivere in quel periodo così frenetico, troppo stanco per inventar ancora qualche congegno che avrebbe, improbabilmente, risolto la situazione.
Quei pochi minuti trascorsi sulle spalle dell'amato l'avevan resa debole ed un pizzico egoista: voleva riposare.
Voleva non doversi più sforzare di ricordarsi il suo volto, ma averlo affianco ogni giorno al suo risveglio.
Dopo averla fissata a lungo, quasi avendo afferrato quella tempesta interna che la scoteva, l'uomo decise di riportarla coi piedi per terra, intervenendo a bloccar quel flusso.
"Uhm... in quella direzione... c'è il tuo amico..."disse guardando un punto nell'infinito. Lei si chiese, per un istante, perchè la stesse mettendo al corrente di quell'informazione. Poi diede l'ennesimo sguardo al cerca-sfere, riuscendo finalmente a ricomporre il puzzle.
"Ma certo! E' Goku! Goku potrebbe avere la settima sfera! Ecco perchè non appariva mai sul radar... L'ha portata da Re Kaio! La sfera dalle 4 stelle!"voltò lo sguardo verso di lui, trovandolo immutato e per nulla impaurito.
"Bene. Sappiamo dove andare, dunque..."si avvicinò di qualche passo per cingerla e riportarla a folle velocità fin al punto designato.
"Aspetta!"lo bloccò, con un'espressione di vaga preoccupazione, "Promettimi che per impossessartene non gli farai del male..."posò la mano sul suo braccio, per carpirne l'attenzione.
Shin sorrise, un volto ormai segnato dal dolore, dalle lacrime, dal troppo amore. Che, infine, la paura che gli aveva dato il potere, si fosse dileguata rifacendo spazio all'uomo?!
Bulma si ritrovò a pensare d'esser lusingata nell'aver provocato quel cambiamento, ma nello stesso tempo amareggiata dal non poterlo ripagare come lui avrebbe voluto.
Senza attendere la risposta, gli passò le mani attorno al collo attendendo che lui ripartisse: presto, nel bene o nel male, tutto sarebbe finito.

Son Goku alzò lo sguardo verso il cielo, ormai al tramonto: gli anni si erano susseguiti senza alcun intoppo, nella noia e negli allenamenti.
Sebbene il suo corpo non ne mostrasse segno, sentiva in lui il tempo che passava, la vecchiaia avvicinarsi.
E come ogni uomo che guarda in faccia quest'ineluttabile parte della propria vita, sentiva il desiderio di non esser solo.
Una famiglia.
Qualcuno con cui ricordare con gioia gli ostacoli superati e le avventure trascorse.
Quando sentì l'aura di Shin avvicinarsi, chiuse gli occhi lasciandosi sferzare il viso dal vento freddo che gelava la terra.
Era dicembre, ormai.
Quanto era bello, su quel pianeta, accendere il camino e poltrire fino a tardi nel letto in compagnia di qualcuno!
"Sta arrivando..."sibilò la voce di Piccolo, teso ma allo stesso tempo impotente.
"Sta arrivando..."ripetè meccanicamente il saiyan, come se in quella frase ci fosse un che di liberatorio.
Passarono solo pochi istanti ed i piedi del loro "nemico" si posarono per terra.
Bulma mantenne la calma, rimettendosi in piedi. Lei ed il suo migliore amico... per la prima volta l'uno contro l'altro.
"So che la hai tu. Dammela, per favore."disse asciutta, tendendo la mano in sua direzione.
"Tu sei pazza! Pazza!"gridò il namecciano verso di lei, facendo sobbalzare il povero Vegeta, ancora ridotto in stato comatoso.
Goku si rialzò dal suo giaciglio di foglie secche seduto sulle quali aveva atteso l'amica e la compagna di tutta una vita.
La osservò nei suoi ritrovati lineamenti giovanili e immaginò sè stesso da bambino, al suo fianco.
Cosa avrebbe fatto il sè stesso d'allora? Davvero le si sarebbe opposto?
Le si avvicinò mite, fino a sfiorarle una mano con la sua: dal suo palmo scivolò in quello della ragazza la settima sfera.
La giovane, sbigottita, cercò il suo sguardo, non trattenendo le lacrime che ormai le appannavano la vista.
"Perchè... così...?"riuscì solo a dire, non ascoltando neppure le urla di rabbia che Piccolo stava rivolgendo loro.
"Perchè... neppure per un pianeta... vale la pena distruggere un'amicizia... no?"sorrise infantilmente, con gli occhi lucidi ed il cuore pronto ad esplodere.
"Su, Bulma... Andiamo a riprendere le nostre vite..."le strinse le dita su cui aveva fatto rotolare la sfera, per darle il coraggio necessario.
Shin si fece avanti, senza chiedere nulla, senza spiegare nulla.
La donna trascinò il saiyan via, ciecamente fiduciosa nell'operato di quell'uomo. In fondo, era grazie a lui se aveva incontrato quel bambino col bastone tanti, tanti anni prima... Grazie proprio a quella curiosità per le sfere che lui le aveva acceso.
Lui guardò a lungo quelle sfere dorate. Vide riflesse su ognuna di esse parti della propria vita. L'amore, la morte, gli sbagli. E Bulma. Colei per la quale avrebbe sacrificato ogni cosa.
"Appati, Drago Shenron!"gridò con voce spezzata dall'emozione, mentre un fascio di luce irridescente serpeggiò fin nel cielo, ove il Dio delle sfere apperì in tutta la sua possenza.
Il suo colore, però, era nero. Il nero della pece, di quel cielo invernale ed un tempo dell'anima di Shin.
Goku indietreggiò, portando l'amica sotto l'albero accanto a cui aveva sistemato Vegeta, in un istinto protettivo che sarebbe comunque stato inutile.
Piccolo sgranò gli occhi, ammutolito dallo sgretolarsi dei suoi propositi. La paura ricadde tra loro nel sentire la voce, assai distorta, di quell'immenso e conosciuto dragone.
"Mortale, esprimi i tuoi desideri. Ma accetta, in seguito, la punizione del cielo che io porterò a questo popolo!"tuonò mentre nubi oscure si addensavano sulle loro teste.
Bulma tremò, stringendosi al corpo dell'amato, consapevole che quelli avrebbero potuto esser gli ultimi momenti da trascorrere insieme.
"Non parlareee!!"urlò Piccolo in un ultimo disperato tentativo nei confronti di Shin, ma cadde nel vuoto miseramente.
"Ho un unico desiderio, Dio Drago..."abbassò la voce, quasi si vergognasse di ciò che stava per dire.
La concentrazione degli astanti cadde inevitabilmente su di lui.
"So che ora voi siete infuriato per il modo errato in cui gli umani han utilizzato il vostro dono... Io sono stato uno di essi. La mia anima, all'epoca, era densa della rabbia e della paura tipica della nostra specie. Sono stato un assassino con le aspirazioni di un semi-dio. Ma ora ho compreso... compreso cosa può redimere me. E forse anche gli errori degli altri! Questa volta, senza bisogno di nessuno..."pianse, colmo di quel sentimento che gli stava invadendo l'anima ed attraverso la sua voce sgorgava facendosi strada nel cuore degli altri.
"Vorrei non aver mai espresso quel desiderio, Dio Drago! Vorrei che fosse cancellato l'odio che voi avevate trasformato in potere! Se è sulla base della malvagità delle richieste fattevi che si basa la vostra ira, vi prego, distruggete quel desiderio!"si accasciò a terra, poggiando i palmi sul freddo suolo.
Il piccolo gruppo rimase stupito e decisamente in ansia: un barlume di speranza, sebbene nessuno di loro avrebbe osato ammetterlo, si stava piano piano accendendo.
Passò un interminabile minuto.
Parve quasi che Shenron stesse valutando l'offerta fattagli. Poi, i suoi occhi si illuminarono come ogni volta.
"Mortale, il tuo desiderio sarà esaudito. Ogni tuo potere ed ogni conseguenza di esso svanirà. Accetto il tuo proposito. Ma solo questa volta..."
La figura si riarrotolò su sè stessa, scomparendo come d'incanto e scindendosi nuovamente in 7 grosse pietre che presero a sparpargliarsi per il mondo.
Nel giro di un istante, molti dei presenti subirono un drastico cambiamento: Bulma tornò al suo aspetto di sempre, dimostrando nuovamente la sua età.
Shin invecchiò di colpo, sentendo le propria ossa scricchiolare sotto il peso d'un età ormai avanzata, bloccatasi un tempo solo per il suo dannato potere.
Vegeta riaprì gli occhi, come destatosi da un sonno profondo.
D'improvviso, il terrore che lo soggiogava non gli parve poi così insormontabile. Come sempre, schiacciò le sue paura con il proprio orgoglio, guardandosi interrogativamente attorno.
"Ce l'abbiamo fatta!"gridò di gioia Goku, alzando i pugni verso il cielo, liberandosi finalmente dal peso eccessivo di quella responsabilità presosi.
Piccolo cadde all'indietro sedendosi, non riuscendo ad articolare i muscoli ancore tesi.
La ragazza guardò perplessa il gruppo che la circondava, dirigendosi poi dal vecchio che si trovava a terra.
Con gentilezza, lo aiutò ad alzarsi facendolo poggiare a sè.
Fatta mente locale e notando gli abiti dell'anziano, il principe dei saiyan montò su tutte le furie, avvicinandosi a grandi passi e superando un sempre più festoso Goku.
"Donna, lascia che mi occupi io di quel bastardo! Non ci vuole alcuna pietà!"esclamò disgustato dalla visione del suo nemico.
Seppure oramai fosse abituato all'imprevidibilità, però, la risposta della propria consorte lo lasciò quantomeno spiazzato.
"Mi scusi... Ma lei chi è?"


Penultimo capitolo, ci siamo!!!
Chi sa dire il perchè Bulma non lo riconosca vince un biscottino:P
Devo ammettere di essermi un po' emozionata! E' così strano... ci penso da sempre a questo finale... Ma mi pareva così lontano!
Ed ora posso finalmente sapere da altre persone che cosa ne pensano...
Passiamo ai ringraziamenti, come sempre!
x pantheater: Shin è stato vittima di sè stesso, solo ora, penso, nonostante la vecchiaia, sia a posto con sè stesso.
x LORIGETA: alla fine sei riuscita a metterti al passo! Grandiosa! Ti ringrazio moltissimo!
x funny81: oh, sei tornata! Ogni tanto mi chiedo, non vedendo commentare per qualche capitolo, se qualcuno si sia stufato per la strada.. mi fa piacere sapere che non è così! tenete duro, comunque! Ormai ci siamo!
x nana987: evviva, evviva, un'altra lettrice^____^ per te che hai iniziato da poco, forse non scapperà neppure uno dei particolare di questa luuuunga fic che è stata per me un po' come un mosaico da costruire. Grazie!
x Elisa: aaaarg, fai benissimo a farmi notare gli errori di distrazione! Ho comunque intenzione, prima dell'ultimo capitolo, di sistemare tutto. In questi giorni, quindi, me la rileggerò... Sarebbe un peccato, dopo così tanto lavoro, rovinare il tutto perchè sono pigra=_= Baci!
x lilac: il suo destino non dovrebbe più esser un problema, ora, ma il destino della coppia più amata di dragonball (e se non è così, signori, convertitevi!)
A presto con l'ultimo capitolo!
Preparate i fazzoletti! Sig!

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Capitolo 44
*** Quella notte... di neve e lacrime ***


Lì, appoggiato a quel parapetto, rimaneva assorto nell'osservare lo scenario.
Nel cielo non riusciva a vedere nè la luna, nè le stelle, a causa di una spessa coltre di nubi candide che parevan far cappa su quella città.
Il freddo era pungente, eppure non sembrava impensierirlo: aveva passato, in quei lunghi anni solitari, notti molto più gelide.
Almeno, a riscaldare quell'atmosfera prettamente invernale, ora c'erano delle voci... Voci conosciute e festose, che giungevano al suo orecchio proprio come in quella lontana notte.
Una ghirlanda di luci colorate avvolgeva gli spogli rami degli alberi circostanti la C.C., riflettendosi nei suoi occhi scuri e malinconici.
Un sorriso si abbozzò sulle sue labbra nell'udire la voce del piccolo umano intonare nuovamente una nenia d'amore... il tempo cambiava molte cose... ma non il fatto che lui fosse dannatamente stonato!
"Che fai, Vegeta? Non scendi?"domandò una voce alle sue spalle, serena. Proprio quella serenità disturbò il principe.
"E a far che?! Siamo estranei per loro!"si girò appena guardandolo torvo.
"Bè, ma sai com'è fatta Bulma... Lei invita chiunque a casa sua. Compresi noi. E' vero che non si ricordan della nostra esistenza... Ma a me piacerebbe passare il natale con loro."sospirò Goku, avvicinandosi al saiyan ad osservar le nubi di quella serata.
"E' sempre stata incosciente... e sempre lo sarà... Invitare qualcuno così, su due piedi! Dopo aver scambiato non più di 2 frasi!"si immusonì infantilmente, non ammettendo che proprio quel suo "difetto" aveva permesso di fargliela conoscere.
"Che ci vuoi fare... Non sa neppure perchè quel giorno, vicino al campo di grano, eravamo lì con lei. Ma d'altronde prese pure in casa te, sapendo ch'eri un assassino..."appoggiò il gomito alla piccola balaustra, guardando nl vuoto.
"Però... tu vuoi davvero che vada così, Vegeta?"spostò lo sguardo su di lui, cercando di testare la sua reazione.
"...E cosa dovrei fare?"gli lanciò un'occhiataccia, pur cercando di soppesare la richiesta.
"Dille la verità..."sussurrò Goku scostandosi e voltandosi per andarsene.
"Tu la fai facile, Kakaroth! Allora perchè anche tu non..."
Gli si mozzarono le parole in gola, notando sulla soglia della balconata la SUA donna. Con quell'elegante abito rosso fuoco e quel collo di pelliccia bianco... Se in quel momento lei si fosse ricordata di lui, di sicuro le avrebbe detto che non aveva più l'età per esser un folletto di Babbo Natale. Eppure, in quell'attimo le parve stupenda.
"Ehm... scusatemi... Stiamo per aprire lo spumante, allora io..."cercò di scusarsi lei, conscia di aver interrotto un discorso.
In tutta risposta, Son Goku sfoderò un sorriso infantile e, poggiatale una mano sulla spalla, le rispose.
"Tranquilla, io stavo venendo di sotto. E' lui, piuttosto, che voleva parlarti!"
Il saiyan si allontanò lasciando di stucco il compagno. La donna, invece, arrossì come una scolaretta: era evidente che, pur non ricordandosi di lui, ne era attratta.
"Davvero?... E di cosa...?"fece qualche passo in avanti, avvicinandosi alla sua figura.
"Proprio di nulla! Ti ha preso in giro!" si rivoltò il principe, troppo imbarazzato per continuare quella conversazione.
"Capisco..."rispose lei, con quanta delusione aveva in corpo. Fece per tornare all'interno, quando la voce di Vegeta la incatenò nuovamente.
"Credi nel destino?!"le disse, attingendo da una forza che neppure lui conosceva.
Bulma lo fissò intensamente, prima di sorridere tristemente.
"Altrimenti non avrei invitato voi qui.. stasera..."
vegeta si morse un labbro, prima di farsi avanti fino a stringerle i polsi, assicurandosi così che lei non gli distogliesse lo sguardo.
"Io non più! Il destino è un bastardo! Ti da tutto ciò che volevi per poi togliertelo!"sussurrò con astio e voce roca, "Ma ancora di più, credo che una mano al destino gliela dobbiamo dare noi! Perchè altrimenti non abbiamo il diritto di piangerci addosso!"
L'umana, incurante del dolore provocato da quella stretta, si perse nelle sue iridi, come bevendo ogni sua parola.
"Io, in passato, non l'ho fatto! Ho lasciato che qualcuno decidesse per me! Proprio qui.. su questo balcone!"tremò appena, come per volersi liberare d'un peso.
"Non capisco..."accenò lei, imbambolata, mentre lento un fiocco di neve si posava sui suoi capelli di cielo, iniziando una lunga danza di suoi successori.
"Lo so che ti sembrerà tutto assurdo... ma quella volta non lo feci... te lo devo dire ora!"cercò di contenere le emozioni che lo avevano travolto. Per riprendersi ciò che era suo. Una volta per tutte.
"Tu mi hai dimenticato, Bulma! Allora io sapevo che sarebbe successo, ma non ti ho avvisata!"
Si bloccò, infine, seguendo la scia salata della lacrima che solcò il viso della sua donna. Sbiancò, chiedendosi interiormente il motivo di quella sua improvvisa tristezza.
Lei si portò una mano sulla bocca, osservandolo con occhi colmi di pianto.
"Vegeta..." sussurrò appena, mentre il candore del suo collo di pelliccia si confondeva con il manto candido che a poco a poco stava nascondendo la terra.
Il saiyan sbarrò gli occhi, stupefatto: come poteva, lei, ricordarsi il suo nome?! La osservò a lungo, prima di capire che lo sguardo della sua umana era colmo di quei ricordi che pensava fossero ormai persi per sempre.
Senza chiedersi il perchè, la avvolse nel suo abbraccio, lasciandola piangere sul suo petto, coprendo il suo capo dalla neve che li aveva baciati.
"Tanti auguri... Vegeta..."sussurrò Goku sorridente, osservando quei fiocchi bianchi che piano piano avrebbero restituito a tutti la propria vita.
La pioggia degli dei Kaio non aveva portato che lacrime. Ora, la neve era pronta per depurarli da tutto il male subito.
Sentì un grido, dal giardino sottostante. Una voce che lui conosceva bene. Una voce che chiamava il suo nome.
Si alzò dal tetto, spazzandosi i pantaloni. Non desiderava altro che portare a casa la donna che possedeva quella voce.
"Bè... tanti auguri anche a me..."si disse prima di scendere con un balzo sulla terra ferma.
Prima di tornare, finalmente, dalla sua famiglia.


Io... veramente... non so cosa dire.
Erano anni che pensavo a questo finale.
Sebbene possa sembrare strano, pensavo di farlo concludere proprio con questa scena natalizia.
La motivazione è presto detta: la pioggia dei primi capitoli toglie ogni ricordo.
La neve, simbolo di purezza, li ha restituiti. Ovviamente, Goku sapeva già che quella sera sarebbe successo.
Ma non ha detto nulla a Vegeta, poichè sapeva che se lui non avesse provato a parlarne a Bulma, lei si sarebbe ritenuta per sempre non degna di quella rivelazione.
Siamo a pochi giorni dal Natale... quindi direi che siamo in tema.
Prego tutti voi di farmi sapere che cosa ne pensate... è la mia prima ff. Lunghissima.
Ho bisogno di consigli, ovviamente. Per far sì che le prossime siano perfette!
Ci ho messo così tanto a postarlo poichè ho voluto prima sistemare tutti gli errori grammaticali ed ortografici dei precedenti capitoli! Così, ora, chi la vorrà rileggere, la troverà molto più scorrevole.
Apprestiamoci a fare gli ultimi saluti!
x pantheater: come molti di voi han intuito, dissolto il potere di Shin si è dissolto anche l'incantesimo che lui aveva lanciato affinchè Bulma non si dimenticasse delle sfere e del loro mondo... ti mando un bacione, ti ringrazio e spero davvero di averti trasmesso ciò che dici!
x nana987: bè, è un happy ending, in fondo... non mieloso, ma pur sempre tale... in certe scene, veggy, non me lo vedo proprio!
x scImMIA: ti ringrazio di aver letto tutta insieme la mia fic! Ora che è finita, ti dirò, sono un po' triste... Spero continuerai a seguirmi!
x taisa: sì, biscottino anche per te! Meno male che non ti sei persa nell'ingarbugliarsi della trama!bacio!
x maggie89: anche tu, tutta d'un fiato... che bello! E' come se ti fossi appassionata... Non sai che orgoglio è per me! Tanti auguri!
x bulma9: perfetta, addirittura... ogni volta che la leggo, vorrei cambiare qualche parola qua e là, ma d'altronde l'ho scritta d'impeto e forse trasmette meglio così... ecco a te, dunque, il finale: fammi sapere se è all'altezza!
x marina_heart: vinto anche tu biscottino! Siamo proprio al capolinea... Non scendete, però! Cercherò di non deludervi con la prossima storia, lo prometto!
x LORIGETA: No, non piangete... già l'ho fatto io scrivendolo! Che scema che sono! Baci!
x lilac: bè, sì, penso non fosse un finale prevedibile... ma d'altronde i Re kaio han capito forse l'errore... e han dato un'altra possibilità a Goku e all'umanità.
x funny81: grazieee, mi sto commuovvendo sempre più!
x lillax: bè, è questo il finale vero e proprio... perchè la mia passione, innanzitutto, sono Bulma e Vegeta!

Un bacio a tutti...davvero tutti quelli che mi han seguito! Ad oggi, il primo capitolo è stato letto circa 5600 volte... Stento a crederci. Un caloroso grazie per l'affetto che mi avete dimostrato... Sono spronata a far sempre meglio!
Nella prossima fic ringrazierò anche tutti coloro che commenteranno quest'ultimo capitolo.. perchè io adoro veramente troppo rispondere alle rece!
Un bacio, buon natale!
La vostra Ishy!
p.s.
Sono ben disposta a lasciare il mio contatto msn per suggerimenti o per 4 chiacchere! <\font><\p>

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