La breve vita di Hannerose Stroud

di Marlene Ludovikovna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - Capitolo 1 - ***
Capitolo 2: *** - Capitolo 2 - ***
Capitolo 3: *** - Capitolo 3 - ***
Capitolo 4: *** - Capitolo 4 - ***
Capitolo 5: *** - Capitolo 5 - ***
Capitolo 6: *** - Capitolo 6 - ***



Capitolo 1
*** - Capitolo 1 - ***


Il Dottor King Schultz aveva tre doti: una buona mira, fascino, senso di giustizia.

Anzi, ne aveva anche altre, ma erano quelle tre a dominare la sua vita.

Prima di diventare cacciatore di taglie, prima della tragedia di El Paso dove aveva perso sua moglie, Paula, non era così. Ma ormai si era abituato alla crudeltà della vita.

Spesso la sua vita era stata cambiata da degli incontri, alcuni meno piacevoli di altri.

La tragedia di El Paso l'aveva cambiata. In peggio, e adesso stava tornando lì. Nel luogo che aveva segnato la sua vita, dopo ben otto anni.

 

El Paso, Texas – 1856

Il dottore entrò in un saloon. Sembrava davvero fuori luogo, vestito come un nobile signore, eppure pareva sentirsi pienamente a suo agio.

Il saloon, era come tutti i saloon nel Texas: pieno zeppo di gente ubriaca e di prostitute.

“Ehi, bellezza! Cosa vuoi da bere?” Chiese una delle cameriere con uno spiccato accento tedesco.

Aveva capelli ramati e occhi castani dall'aria furba.

“Una birra, per cortesia, fraulein.” Rispose King Schultz con galanteria.

Lei gli diede la birra.

“Vi ho già vista da qualche parte...” Commentò il dottore scrutandola.

“Oh, io non ricordo. Comunque piacere, Hannerose Stroud.” Si presentò la ragazza accennando un inchino.

“Dottor King Schutlz.” Lui le baciò la mano.

Hannerose rise. Si comporta come se fossi una lady e non una puttana, pensò lei.

Portava un vestito rosa scollato con delle rouches sul petto.

Restò per un po' ad osservare King Schultz, incuriosita.

Il dottore fece un cenno al signor Hallaway, il proprietario del saloon.

“Posso parlare con questa gentile donzella?” Chiese Schultz.

Hallaway ridacchiò. “Parlarci? Parla pure quanto ti pare.”

“E potrei anche chiedervi se potrei parlarle in un posto più tranquillo tipo... fuori da qui? Anche se è davvero un locale grazioso.” Disse King Schultz.

“Sono cinquanta dollari per fartela all'aperto, doc.” Rispose Hallaway.

Il dottore assunse un sorriso nervoso. “Intendo solo parlare con la signorina, nulla di più.” Precisò.

Hallaway tese la mano. “Sono cinquanta dollari.”

King Schultz prese il portafogli. “Facciamo sessanta per il disturbo e arrivederci.”

Tese gentilmente il braccio alla ragazza. “Volete venire fraulein?”

La ragazza lo guardò con curiosità. “D'altronde avete pagato sesssanta dollari.” Fu il suo commento.

Il dottore rise.

Solo quando uscirono dal saloon lui riuscì a parlarle seriamente.

“Allora, cosa ha portato una signorina tedesca così carina a fare la valletta ad El Paso?” Chiese King Schultz.

“è una lunga storia...” Rispose lei restando sul vago.

Lui si guardò in giro pensieroso. “Mi piacciono le storie.” Disse, infine.

“Ah, be'. Contento tu.”

Lui la guardò come per esortarla a continuare.

“Quando avevo dodici anni la mia famiglia si è trasferita in America dalla Germania. A New York, precisamente. Sono parente da parte di mia madre della famiglia Von Schaft, solo che mia madre e mio padre non approvavano il fatto che avessero acquistato delle piantagioni nel sud. Così non mi volettero aiutare quando i miei genitori morirono.”

King Schultz aggrottò le sopracciglia pensieroso. “Mi dispiace.” Disse in tedesco.

Lei lo guardò disillusa e continuò il suo straziante racconto: “Mi ritrovai a New York, da sola all'età di tredici anni. Ma lì non era difficile trovare un lavoro. Insomma, c'è un giro di prostituzione da far paura.”

Questa volta il dottore rimane spiazzato.

“Benvenuto nel mio mondo, amico.” Disse lei con quello sguardo smaliziato.

Per un po' regnò il silenzio, poi Schultz lo interruppe dicendo: “Vuoi un sigaro?”

La ragazza sorrise. “Si grazie! Sono tedeschi?” Chiese.

“Mi dispiace deluderti, ma no. Sono americani.”

“Oh. Va bene lo stesso.”

Hannerose lo guardò intensamente. “Quindi tu avresti pagato sessanta dollari per offrirmi un sigaro?” Disse.

King Schultz sorrise. “Ho saputo... Ho saputo che ci sai fare con le armi.”

“Se permetti, io sono un genio, con le armi.”

Il dottore accennò una risata. “Meglio ancora.”

“Cosa vuoi da me?” Chiese Hannerose scocciata.

“Vuoi lavorare per me?” Dissse King Schultz.

“Dipende da quanto mi paghi e da che tipo di lavoro vuoi.”

“Dovresti aiutarmi a trovare degli uomini, poi li uccidiamo.” Rispose il dottore.

“Oh, che progetto simpatico. Sei un cacciatore di taglie?” Chiese la ragazza.

“Si, e tu sei un sicario?”

“Si.” Rispose la ragazza.

“Vedi che abbiamo trovato entrambi la persona giusta.” Commentò King Schultz.

Hannerose Stroud rise. Aveva una risata cristallina, bellissima.

“Quanto mi paghi?” Chiese lei.

“Ci dividiamo le taglie?”

“Una domanda.” Lui fece un cenno di asssenso e lei continuò: “Io ti sono indispensabile per tutto questo?”

“Non indispensabile, ma... Utile.” Rispose Schutlz.

“Allora potrei pretendere anche il sessanta per cento?”

King Schultz rise. “Credo proprio di no.”

“Be', allora vorrà dire che mi accontenterò....” Commentò la ragazza. “Comunque ci sto... Sempre meglio che stare da quel cazzone del vecchio Hallaway.”

Schultz annuì.

“Allora dove si va?” Chiese la ragazza.

“New York, partiamo oggi.”

E così si torna alle origini, eh. Bella merda. Pensò Hannerose pensando ad un modo per truffare il dottore e tenere tutti i soldi per sé. 


Allora... Questa è la mia seconda Fan Fiction, quindi siate clementi AHAHAH. <3 
Come alcuni avranno notato è basata su alcuni collegamenti:
- In Kil Bil vol.2 "The Bride" (Uma Thurman) viene seppellita viva da Budd in una tomba, ad El Paso. La lapide che c'è sopra è quella di Paula Schultz con date 1823-1848. Ho ipotizzato che potesse essere la moglie di King. 
- In Django quando Django dice che sua moglie si chiama Brumhilde Von Schaft, Schultz si meraviglia come se conoscesse il cognome Von Schaft o la famiglia stessa. 
Bene, detto questo spero che il primo capitolo vi sia piaciuto e ne pubblicherò un altro al più presto.  (Penso ogni lunedì in caso di ritardo mi scuso in anticipo).
Le recensioni e i consigli sono ben graditi. 
E... boh, niente. Ciao a tutti. ;-) 

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Capitolo 2
*** - Capitolo 2 - ***


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New York – 1856


Spesso King Schultz guardava Hannerose Stroud. Era pensierosa, alla finestra, fumava un sigaro, guardava il vuoto. Quella ragazza era un'autentico mistero.

Sembrava così altera e regale a volte, eppure aveva imparato a vivere così bene in quel mondo sporco. Aveva imparato a nuotare nel fango e lo faceva bene.

King Schultz, anche se non voleva farlo vedere, era preoccupato per lei, aveva paura che ritornare a New York le ricordasse il suo passato.

Una sera si avvicinò ad Hannerose. “ Non vorrei disturbarti, ma... Posso farti una domanda?” Chiese.

“L'hai già fatta.” Rispose la ragazza.

Lui accennò un sorriso.

“Cosa ti ha spinto a venire con uno sconosciuto?” Domandò il dottore.

“Prima parliamo di cosa ha spinto un dottore a fare il cacciatore di taglie, sono curiosa.” Ribattè lei, sempre con la sua voce pacata e dalle note sarcastiche.

“Dolce signorina, rispondi sempre alle domande con una domanda?”

Spesso.” Disse lei, poi si sciolse i capelli e rigirandosi il fermaglio tra le mani aggiunse: “quando non ho voglia di rispondere.”

“In questo caso, ritiro la domanda per quando avrai voglia di porvi risposta, fraulein.” Si arrese Schultz.

“Domani andiamo a cercare un criminale che si nasconde qui a New York...” Aggiunse lui alzandosi.

“Fosse l'unico...” Commentò Hannerose.

Il dottore le passò il manifesto del ricercato. Sean Reed Mailler. Non aveva la classica faccia da ricercato, niente cicatrici o bende sull'occhio. Quello che appariva era un giovane dall'aria nobile e dagli occhi pieni di ambizione.

“Che ha fatto?” Chiese la ragazza.

“Ha rapinato treni, banche. Di tutto. Ma non è mai entrato in scena, è sempre stato dietro le quinte, tranne una volta. Nel suo ultimo colpo.”

“Interessnte... Con che nome falso si nasconde?”

“Jack Miller.”

“Banale. Se mi dovessi inventare un nome sceglierei... che so... Brumhilde Stigliz?”

“Ah, Brumhilde.” Commentò King Schultz pensieroso.

“Sai, c'era una schiava dai Von Schaft... Si chiamava proprio Brumhilde. Ci ho parlato, qualche volta. Tu...la conosci vero la leggenda di Sigfried?” Disse lei pensierosa.

“Si, la conosco, la conosco.”

Hannerose lo guardò attentamente. “Perchè quella faccia?” Chiese.

“Niente, mia cara. È che hai parlato di più negli ultimi cinque minuti che in tre giorni interi.” Rispose King Schultz, con un sorriso, poi la lasciò sola.

 

La porta in legno cadde a terra.

Si vide una sagoma avanzare in un contrasto di luce e ombra.

Che cosa vuoi?” Sbraitò King Schutlz spostandosi da Paula, sua moglie, che giaceva spaventata nel letto.

E tu cosa vuoi, doc?”

Vattene prima che io ti faccia pentire di essere venuto.” Lo avvertì Schultz, poi rivolgendosi a Paula disse: “Vai in cucina, cara, torno subito.”

No.” Disse lei con gli occhi offuscati dalle lacrime.

Ha ragione: lei non va da nessuna parte.” Disse l'uomo.

Ti prego ...” BUM.

Il corpo di Paula Schultz cadde a terra privo di vita e King tentò di trattenerla, bagnandosi le mani del suo sangue.

Sean Reed Mailler, davanti a lui, aveva ancora la pistola puntata.

 

Hannerose alzò lo sguardo. Erano in uno di quei bordelli, a New York. Come quelli in cui aveva lavorato lei...

“Dov'è Mailler?” Chiese con impazienza al dottore, dando una boccata alla sigaretta.

King Schultz indicò un punto con il dito.

“è lì, vicino a John lo Squartatore, che è...”

“... il capo dei bordelli della città. Tutte le sue donne lo temono e lo venerano come se fosse un Dio...” Concluse Hannerose per lui.

King Schultz bevve un sorso di birra. “Sai chi è quell'altro con cui sta parlando?” Chiese.

Lei annuì. “è Little Jason, suo fratello. Fa tutti i lavori sporchi per John.”

“Lo conosci?”

“Solo di nome.” Rispose Hannerose. “Ma da quello che so, è un figlio di puttana... Come del resto suo fratello. Stessa madre, stesso sangue bastardo.”

King Schultz aggrottò la fronte, come se fosse turbato.

La ragazza notò la sua reazione. “Benvenuto nel mio mondo.” Disse.

“Adesso è anche il mio.” Ribattè King Schultz con voce pacata.

“Come li ammazziamo?” Chiese Hannerose.

“Pistola puntata e premi il grilletto.”

Hannerose scoppiò in una risata isterica. “Credi davvero di poterli sconfiggere così nel loro regno? Ti troverai i loro scagnozzi contro di te e quando diranno chi è il colpevole... io farò finta di non conoscerti. Sono troppo vecchia per morire giovane, ma nemmeno così vecchia. Quindi credo di avere ancora un bel po' da vivere.”

Il dottore restò a guardarla pensieroso. “Hai un'altra tattica?”

“Veleno.” Rispose la ragazza con uno sguardo illuminato di vendetta.

“Cosa ti hanno fatto?” Chiese King Schultz.

La ragazza si alzò. “Arrivaci da solo.”

Hannerose andò al bancone e ordinò un bicchiere di rum. Lo bevve tutto d'un sorso.

“Mi concedi un ballo?” Chiese un ragazzo dal viso butterato.

Lei sorrise. “No.”

Il ragazzo se ne andò mortificato.

“Ma che simpatica...” Commentò il tizio seduto vicino a lei. Aveva un accento texano fortissimo e soprattutto era vestito come un texano.

Hannerose rise. “Vuoi che ti faccia vedere ancora un po' della mia simpatia?”

“Come ti chiami?” Chiese l'uomo, di rimando. Scostandosi dal pugnale che lei gli aveva puntato sul petto.

“Hannerose Stroud, piacere.”

“Metti via il coltello, dolcezza.” Raccomandò lui.

Hannerose lo scostò di poco. “Qual è il tuo nome?”

“Billy Sawyer.” Rispose.

Lei lo guardò intensamente negli occhi. “Mi ricordo di te!” Urlò. “Tu sei quello che ha ucciso la mia famiglia! Figlio di puttana!”

Hannerose puntò il coltello alla gola di Billy Sawyer.

“Sta ferma, puttana!” Hannerose sentì un urlò da dietro. Girò la testa. Aveva una pistola puntata contro. Alcuni uomini si unirono.

“Sono tuoi soci?” Sussurrò lei.

“Qui sono tutti miei soci.” Rispose Billy. “Vedi, lui è William Bucker, e sta caricando la pistola. Per ucciderti.” Fece un sorriso sghembo.

“Fermi tutti! Miei gentiluomini, volete davvero trasformare una piacevole serata in una carneficina?” King Schultz ammiccò suadente. “Ma certo che non lo volete. Mia moglie ha solo agito con troppo zelo, se così si può dire. Ora mettiamo via le pistole e godiamoci la serata, non vi pare?”

Poi il dottore guardò Hannerose. “Metti via il coltello, fraulein.”

Lei rise nervosa. “Ops! Ti avevo scambiato per qualcun altro.” Disse rivolgendosi a Billy Sawyer.

“Di niente, dolcezza.” Rispose lui, a denti stretti, massaggiandosi il collo.

La ragazza e il dottore si risedettero al tavolo, scortati da sguardi sospetti.

“Lo parli il tedesco, vero?” Le chiese Schultz.

“Si, certo.”

“Allora da adesso ti parlerò così. Tu sorridi annuisci e sostieni la mia farsa.” Disse.

Hannerose annuì.

“Perchè diamine hai puntato il coltello contro Billy Sawyer?”

“è per colpa sua che la mia famiglia è morta, per colpa sua che io sono diventata una puttana.”

“Sai che adesso non potremmo più giocarci il fattore sorpresa, vero?”

“Io ho qualcos'altro.” Hannerose sorrise.

“Cosa?” Chiese King Schultz.

“Lame affilate.”

Il dottore bevve una grossa sorsata dal suo secondo bicchiere di birra.

“Cosa sai a proposito di Billy Sawyer?” Chiese Schultz.

“è stato abbandonato dai suoi quando era piccolo ed è stato cresciuto nella comunità dei cinesi. Sa usare la spada meglio di chiunque altro.”

“E tu la sai usare?”

“Io ho i coltelli avvelenati, ma sì so usare anche la spada. Lo uccidiamo oggi?”

“Cosa?” Schultz, però, doveva ammetterlo, non rimase per nulla sorpreso.

“No, oggi eliminiamo Sean Reed Mailler. Se gradisci.”

“Ovvio.”
“Ho scoperto che Billy Sawyer partirà domani.” Disse King Schultz.

“Per dove?” Chiese Hannerose.

“Austin, Texas.”

“Perchè?”

“Affari. Traffica schiavi.”

“Ah, è questo che fa, adesso?” Commentò lei con amarezza.

 

King Schultz e Hannerose divisero la stanza.

“Prendi tu il letto, io dormo per terra.” Disse lui.

“Grazie...”

Hannerose si sciolse i capelli e si passò una mano sulla faccia.

“Mi sbottoni?” Chiese lei.

“Cosa?”

“Il vestito.” Precisò.

“Oh, certo...”

King Schultz si avvicinò a lei.

 

Lui la baciò intensamente. “Ti amo...” Sussurrò Paula.

King la accompagnò verso il letto. Si abbracciarono.

La stanza brilllava di luce bianca e dorata, come i suoi capelli...

Sai, non so che farei se dovessi perderti...” Disse il giovane King baciandola.

Non mi perderai. Resterò con te fino alla fine.”

I due si sdraiarono abbracciati.

Vuoi essere mia?” Chiese King.

La ragazza ebbe una risatina. Era molto carina quando rideva in quel modo, come se si vergognasse. E alcune ciocche bionde le ricadevano sugli occhi...

Paula gli diede la schiena. “Mi sbottoni?”

 

La mattina seguente si destarono presto.

Ogni volta Hannerose si sorpendeva del modo in cui King Schultz la trattava.

Quella mattina le aveva portato il tè.

Il dottore si soprese di quante armi avesse la sua complice.

“Sei molto accurata, complimenti.” Le disse.

“è il mio lavoro.” Hannerose sorride.

Schultz prese in mano una scatola e dopo aver chiesto il permesso la aprì.

“Allora erano queste, le lame affilate.” Disse ammirato guardando il set di coltelli.

“Dove le hai prese?” Chiese lui.

Hannerose fece un sorrisino. “Me le hanno donate dei capi della resistenza Apache quando ho ucciso un importante ufficiale americano e qualcun altro dei suoi. Quella volta hanno vinto.”

King Schultz annuì impressionato. Prese in mano il coltello più grosso. Aveva una lama che ricordava una sciabola orientale, l'impugnatura invece era semplice, in legno.

“Questo era il pugnale di uno dei capi della resistenza.” Commentò Hannerose.

“Davvero impressionante, la lama sembra molto affilata.”

“Lo è, ma la potenza di un coltello dipende dalla mano che lo impugna.” Disse Hannerose prendendone uno dalla scatola.

Centrò perfettamente il punto in cui era inchiodato un quadro, facendolo cadere.

“Complimenti.” Disse King Schultz.

“Come uccideremo Sean Reed Mailler?”

“Tra mezzora esatta uscirà per partire verso il sud. Fumerà una sigaretta, monterà il cavallo... ma noi dobbiamo aspettarlo all'uscita. Di solito esce da solo, se no uccidiamo anche gli altri.”

“è ok.” Disse semplicemente Hannerose.

 

Sbam. E Sean Reed Mailler cadde a terra.

Hannerose si avvicinò lentamente.

“Goodbye, son of a bitch.” Sussurrò con un sorrisetto assassino.

“Bel colpo, dottore.” Aggiunse poco dopo, osservando il cadavere.

King Schultz fece spalluccie come per dire che ci era abituato.

Poi accorse la gente. Erano armati di fucili, coltelli, quello che avevano trovato alla mano.

“Vi chiedo di mantenere la calma, signori miei.” Disse il dottore.

“Chiudi quella fogna. Hai combinato già abbastanza guai.” Gli sbraitò contro Little Jason. Poi si rivolse ad Hannerose. “E tu sgualdrinella, vieni con me.”

“La lasci!” Urlò un uomo alle sue spalle.

“Cosa?” Disse Little Jason strattonandola.

“Ho chiesto di lasciarla stare, piccola, lurida testa di cazzo!” Adesso Hannerose lo poteva vedere. Billy Sawyer.

La lasciarono andare. “Non toccatemi!” Urlò puntando la pistola contro il suo liberatore.

King Schultz si guardava intorno con aria nervosa. Tirò fuori la taglia.
“Quest'uomo si nascondeva qui come Jack Miller. Era in realtà un rapinatore, un criminale. Un ricercato con una taglia vivo o morto sulla sua testa. Taglia che io e la gentile signorina abbiamo riscosso. Potete controllare se volete.”

Si levarono dei mormorii. “è vero, la faccia è proprio quella...”

Parlò John lo Squartatore. “Gentili signori, avevo un criminale in casa e mi addolora essere stato tradito in questo modo.” Fece un gesto teatrale. “Ma i nostri ospiti hanno ragione, quindi trattiamoli con l'adeguato rispetto. Stavano solo adempiendo al loro compito nella nostra società. Quindi giù le pistole.” Mandò un'occhiataccia al fratello. “Si, anche tu, Little Jason. Abbassa quel fucile del cazzo.”

Poi rivolgendosi a King Schultz sorrise. “è stato un piacere. Mi scuso per i miei operai poco diligenti." 
"Si figuri." Rispose il dottore.

Poi lo guardò, si tolse il cappello e disse: “Auf Wiedeshen.”

Allour... Ecco a voi il nuovo capitolo della mia Fic!
Come al solito ho inserito molte citazioni:
- Il nome falso che vorrebbe avere Hannerose ha il cognome Stiglitz che è uno dei Bastardi di Bastardi Senza Gloria
- La New York corrotta e criminale che ho descritto è una citazione a quella di Gangs of New York di Martin Scorsese
- Billy Sawyer prende il nome da Bill di Kill Bill e il cognome da James Sawyer Ford di LOST. Ma sostanzialmente rappresenta Bill ai suoi inizi
- La capacità di usare spade e coltelli di Hannerose è una citazione sempre a Kill Bill. 
- Quando si vede la sagoma di Sean Reed Mailler è una citazione alla scena di Django Unchained quando lui torna da Brumhilde. 
Bene, è tutto... <3 Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto. 
Le recensioni e le critiche costruttive sono sempre gradite! <3 
Alla prossima, bacio! ;'-) <3 
 

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Capitolo 3
*** - Capitolo 3 - ***


La porta si aprì di colpo, facendo separare violentemente le loro labbra.

Paula sgranò gli occhi spaventata, mentre Hans ritrasse la mano dalla coscia di lei.

I due si voltarono verso la porta.

King lasciò cadere la giacca a terra.

Mi dispiace...” Sussurrò Paula.

King si avvicinò ai due che nel frattempo si erano alzati di scatto dal divano.

Aveva le sopracciglia aggrottate, Paula conosceva quel suo sguardo.

Lui la prese per il braccio con una violenza che non gli aveva mai visto e la trascinò lontana da Hans.

Va' in camera.” Disse King con voce pacata, ma decisa.

Mi dispiace...” Mormorò lei con le lacrime agli occhi.

Giuro che non volevo....”

Zitta e vai in camera. A te ci penso dopo.” La gelò lui con freddezza, poi si voltò verso il fratello.

Paula salendo le scale lanciò ad Hans parecchie occhiate tristi e piene di risentimento.

Che cosa credevi di fare con lei?” Sbottò King appena sentì che si era chiusa la porta.

Hans gli diede uno spintone.

E tu?”

Non è di questo che stiamo parlando, cazzo!”

Ah, no? Bene allora vai a chiedere a Paula che pensa del vostro matrimonio!”

King si bloccò all'istante, un'ombra di insicurezza nel suo viso.

Cosa?” Chiese con un filo di voce.

Oh, andiamo sai benissimo come è fatta.”

Conosco mia moglie, non...”

Hans lo interruppe subito: “è una ragazza un po' capricciosa e a volte...”

Ma questo non ti autorizza a scopartela!” Urlò King.

è stato solo per poco tempo! Non è una cosa seria! Tu eri via e lei...”

Te la sei scopata, seriamente?”

Hans deviò lo sguardo indagatore del fratello.

Rispondi, Cristo santo!”

Si, ma solo un paio di volte.”

Hans si ritrovò piegato in due a terrà con il naso sanguinante.

Urlò di dolore.

Il fratello si alzò di scatto coprendosi il naso con la mano sinistra.

'Fanculo tu e la tua puttana!” Biascicò, e uscì di casa prima che King potesse proferire parola.

Il ragazzo diede un calcio al divano dove i due prima erano seduti.

Li immaginò seduti... Vedeva lui sollevare la vestaglia di lei e... No. Non potevano... La sua amata Paula...

Salì le scale per andare in camera loro.

Appena ebbe aperto la porta vide la ragazza accasciata a terra, con la testa sulle ginocchia.

King non l'aveva mai vista piangere così tanto.

Gli venne quasi da andare a consolarla, ma qualcosa lo bloccò.

Paula... Davvero?”

Lei si girò. “Secondo te?” Fece sarcastica.

King strinse i pugni.

Hai anche il coraggio di parlare così adesso?” Disse con voce incolore.

Lei non disse niente.

Guardami.”

No.” Piagnucolò lei.

Quando faceva così sembrava terribilmente infantile.

Capisci o no quello che è successo?”

Nessuna risposta.

King la afferrò per la spalla e la girò verso di lui.

Guardami negli occhi e rispondimi.”

Le sollevò il mento con l'indice. Osservò i suoi occhi azzurri e luminosi.

Tu ami Hans?”

Io... non... no.”

King fece una smorfia di debolezza e si allontanò dalla ragazza.

L'ho fatto solo perchè ne avevo voglia.” Paula si alzò di scatto.

E ti sembra giusto?”

'Fottiti.”

Lui la fulminò con lo sguardo.

Ti ho chiesto se ti sembra giusto.” Disse King, sforzandosi di non alzare la voce.

No! No! Va bene? Ma faccio quello che voglio e ora se non ti dispiace vado da Hans a scoparmelo! E sai perchè? Perchè sei un patetico stronzo!”

Lo schiaffo arrivò inaspettato.

Paula restò di sasso e si coprì la guancia con la mano.

In quattro anni di matrimonio King non l'aveva mai picchiata nemmeno davanti al più insopportabile dei comportamenti.

La ragazza iniziò a piangere e lui non ebbe la forza di guardarla.

Scusa...” Sussurrò lei pentita di quello che aveva detto.

King strinse i pugni con aria contrita e chiuse gli occhi.

Io amo te non Hans, lo giuro. Scusa, io... sono stata terribile... non avrei dovuto.”

King guardava in basso con la fronte aggrottata, cercando in tutti i modi di non farsi intenerire da pianto di lei.

Il tradimento è un reato, Paula.” La rimproverò lui.

Io...” non riuscì a finire la frase.

King, tra sé e sé, ammise che lo schiaffo lo aveva meritato anche se non avrebbe mai voluto farle del male.

Paula osservava i cambiamenti d'espressione nel viso del marito, e le sfumature dei suoi occhi cangianti. Sembrava che cambiassero colore in base ai suoi sentimenti... Lo vedeva arrabbiato e deluso.

Poi King cedette. Si mise seduto sul letto vicino alla ragazza.

Anche se tu amassi Hans ti lascerei libera di amarlo. Non è per quello che ti ho...”

Paula ebbe un singhiozzo.

Lui le diede un bacio sulla guancia sentendo il sapore di sale sulle labbra.

Shhh...” Le sussurrò con dolcezza all'orecchio.

Le scostò i ciuffi biondi dal viso e iniziò a baciarla teneramente.

Mi dispiace...” Sussurrò lei aumentando i singhiozzi. “Sono stata una patetica stupida...”

Shhh, non piangere...” King fece un sorriso intenerito.

Le appoggiò una mano sulla guancia rossa e calda.

Paula gli accarezzò la mano, mentre le lacrime continuavano a scenderle sul viso.

Lei abbozzò un sorriso imbarazzato. “A volte mi comporto...”

Come una bambina viziata?” Disse lui con sguardo comprensivo accarezzandola.

La ragazza arrossì, in un modo che lo faceva sempre ridere.

King le abbassò la spallina del vestito facendola arrossire ancora di più.

Me lo devi, piccola...”

Lei mischiò le risate alle lacrime. “Sono solo tua e adesso hai il diritto di fare quello che vuoi.”

Ti amo, mein fraulein...” Le sussurrò baciandola con tenerezza. “Ich liebe dich.”

 

“Non riesci a dormire?” Chiese una voce alle sue spalle.

King Schultz si girò.

“E tu non riesci a dormire?” Lui la guardò intensamente.

“Si.” Hannerose sorrise.

“C'è qualcosa che vorresti chiedermi, fraulein?” Chiese King Schultz.

“Perchè mi guardi in quel modo?”

“Mi ricordi una persona.”

Hannerose frugò in tasca alla ricerca di un sigaro.

Il dottore la fermò con un cenno.

“Mi permetti di offrirtelo?”

“Certamente.”

Seguirono momenti silenziosi, in cui solo il fumo si muoveva lento perdendosi nell'aria della città di New York.

“C'è una cosa che devo chiederti.” Esordì Schultz.

“Se per te non è un problema, ci dovremmo fermare a New York ancora un po' di tempo. Ci sono ancora due taglie da riscattare.”

“E cioè?”

“Martha Yang e Howard Ruth.”

“Che hanno fatto?”

“Martha ha ucciso suo marito, Howard faceva rapine sui treni.” Rispose Schultz.

“Yang è un cognome cinese...” Commentò Hannerose.

“Si, ti dice niente?”

“Be', in realtà io ho conosciuto una Martha Yang quando ancora stavo a New York... Era una ragazza abbastanza solare e simpatica. Tra l'altro era un'ottima lanciatrice di coltelli.”

“Bene, magari sai dove trovarla.” Disse King Schultz.

Hannerose fece un sorrisetto. “Si, lo so eccome.”

King Schultz le rivolse uno sguardo deciso.

“Prima devi dirmi perchè conosci Martha Yang.”

“No.” Hannerose fece un sorriso amaro. “Se te lo dicessi non lavoreresti più con me.”

“Fraulein, ti chiedo gentilmente di dirmi tutto sulla comunità cinese di New York. È di estrema importanza per la riuscita di questa... chiamiamola... battuta di caccia.

“Credo che la comunità cinese di New York non sarebbe felice se io te lo dicessi. Però ti posso dire dov'è Martha Yang.”

King Schultz annuì.

“Sotto terra. E lo è da ben sei mesi.”

“Come lo sai?” Chiese il dottore aggrottando le sopracciglia.

“L'ho uccisa io.” Hannerose lo disse come se fosse la cosa più normale del mondo.

“Ma scommetto che non è questo che vuoi sapere dato che mi stai guardando in modo indagatore da tutta la sera.” La ragazza ebbe un sorrisetto.

“E va bene. Parlerò chiaramente. Non mi è piaciuto come ti sei comportata ieri. Fai un'altra azione impulsiva di questo genere e...”

“Cosa fai?” Chiese Hannerose sarcastica.

King Schultz rimase in silenzio. Strinse i pugni.

“Ho visto quello che hai fatto con Billy Sawyer e voglio che la cosa non si ripetà più.”

“Vuoi?” Chiese Hannerose.

Schultz alzò gli occhi al cielo. “Già, cosa si può volere da una gentil ragazza?”

Hannerose puntò il coltello contro il dottore.
“Ricordati, amico, che io faccio quello che voglio.” Detto questo la ragazza si alzò.

“Ah, e tanto per fartelo sapere: non ho davvero ucciso Martha Yang, me lo sono inventata.”

King Schultz sentì chiudersi la porta dietro di lui.

Ebbe un deja-vu.

 

La porta si aprì cigolando.

Hannerose si muoveva circospetta osservando ciò che aveva intorno.

Non era cambiato molto dall'ultima volta. Era... Orientale: lanterne rosse, separè dai ricami strani...

La comunità cinese di New York si era ampliata, adesso avevano molti più palazzi, ma dopo tutto era rimasta uguale.

“Ben tornata, dolcezza.” Disse Billy.

“Non sono qui per restare.” Hannerose lo fissò truce.

Billy Sawyer scoppiò a ridere. “è bello ricevere gratitudine dopo aver salvato una gentile donzella.”

Questa volta sorrise anche Hannerose.

Billy la accompagnò nella stanza del Maestro Jen Sun.

Hannerose fece un breve inchino con aria contrariata e il Maestro rispose con un cenno del capo.

Crepa. Cinese ritardato. Pensò lei.

Quando uscirono Hannerose fissò Billy per un po'.

“Cosa vuoi?” Domandò lui, con quel solito sorrisino sulle labbra.

“Cerco Martha Yang. E voglio una spada.”

Lui rise. “Allora è vero... Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Per chi lavori adesso? Per il tedesco?”

Hannerose bloccò Billy per il braccio e gli puntò un coltello alla gola. “Non ti conviene scherzare...”, sussurrò, “dammi una spada e portami da lei.”

Billy fece un sorriso. “Martha non è più quella che conosci. Adesso è una dei grandi capi. Se vuoi ucciderla sarà un po' difficile. Ma tu non eri un genio con le pistole, dolcezza? Già, com'è che ti chiamavano? La pistola più veloce del sud.”

Hannerose lo lasciò andare con violenza.

“Ho detto: portami da lei.” Disse scandendo bene le parole.

“Agli ordini, d'altronde anch'io non l'ho mai sopportata.”

 

è una ragazza di buona famiglia. Ti piacerà.” Disse Hans.

Tu credi?” Fece il fratello, poco convinto, leggendo da un foglio.

Si, lo credo.”

Senti, che ne dici che invece di mettere 'le lacrime cadevano calde dai suoi occhi' mettere 'asciugò le calde lacrime del cuore'?” Domandò King.

Hans alzò gli occhi dal suo spartito.

In pratica hai scritto una merda.” Commentò Hans secco.

King si accasciò sul divano. “Anche ai migliori scrittori capita un brutto momento...”

Hans mise completamente da parte il suo spartito.

Ti stavo parlando della tua futura moglie.”

Come si chiama?” Domandò King.

Paula – o Paulette – Cherì.”

è francese.”Commentò lui.

Hans si rigirò la penna tra le dita.“Forse fin troppo...”

 

“Hannerose! Dove sei stata? Sono andato a cercarti per mezza New York!” Chiese King Schultz.

Lei non gli rispose neanche e andò a passo deciso verso la bacinella d'acqua. Si sciaquò le mani.

L'acqua si tinse di sangue. Hannerose venne interrotta da Schultz prima che potesse buttare l'acqua sporca giù dalla finestra. Stavo davvero provando a non farmi scoprire? Pensò lei, sarcastica, guardando la gonna strappata.

“Sono costretto a domandarti cosa stai facendo.” Disse lui a denti stretti.

“Non sono fatti tuoi, lasciami in pace.” Ribattè lei, boccheggiando.

King la osservò: aveva il vestito un po' strappato, sporco e degli schizzi di sangue sul viso. Tremava.

“Cosa è successo?” Chiese lui deciso, in tono che non ammetteva repliche.

Lei non rispose.

Schultz strinse i pugni e iniziò ad imprecare in tedesco.

“Hai della birra?” Chiese Hannerose nella sua lingua madre.

“Scordatela.”

Il dottore la prese in braccio e la portò sul letto.

“Stai qui e non muoverti.” Disse lui, usando di nuovo quel tono che non gli si addiceva per niente. Ma il tedesco aiutò a renderlo più convincente.

Poi assunse un'aria imbarazzata. “Mi dispiace, ma dovrò toglierti il corpetto. Ho paura che tu sia ferita. Sempre che non ti dia fastidio.”

“Sono ferita sulla schiena e sul braccio, poi credo di avere un taglio sul collo.” Sussurrò lei.

“Ferma... Così... Shhh...” Sussurrò lui con dolcezza, ma Hannerose non potè fare a meno di urlare.

La sua ferita era molto profonda e stava perdendo sangue.

Poi ci fu solo il buio.

 

Quando Hannerose si risvegliò trovò King Schultz davanti a lei.

“Ben svegliata.” Disse lui con un sorriso.

Lei lo guardò intontita, poi iniziò a ricordare.

Billy Sawyer che le alzava la gonna e lei che urlava di non farlo.

Poi Martha e tanto sangue....

“Mi dispiace per prima.” Disse lei con gli occhi offuscati dalle lacrime.

“Shhh.” La zittì lui. “Riposati.”

Poi fece per andarsene.

“No, per... per favore. Resta.”

Schultz le sorrise teneramente.

“Qualcuno si sente in colpa...” Commentò.

“Sono disposta a raccontarti tutto di ieri sera, da quando sono uscita, a quando sono tornata.”

Lui le porse un bicchiere d'acqua e lei bevve.

King Schultz fece un gesto con la mano. “Racconta, ma parla in tedesco.”

Lei fece uno sguardo instranito.

“Stai perdendo la pronuncia. Ti ho sentita ieri.” Disse lui sorridendo.

“Oh, va bene...” Disse lei.

“Sono andata dai cinesi a cercare Martha Yang...” Hannerose si fermò. Aveva appena cominciato e già il dottore la guardava con aria di rimprovero.

“Cosa c'è?” Chiese scocciata.

“Non ci saresti dovuta andare da sola.”

“Quello è il mio mondo, Doc.”

“Parla in tedesco.” La rimproverò lui.

“In pratica sono arrivata lì per cercare Martha Yang che da simpatica ragazza si è trasformata in una stronza. Poi Billy Sawyer si è messo in testa strane idee ed... eccomi qui.”

“Ti ha stuprata.”

“Non...” Gli occhi le si riempirono di lacrime. “Non ne voglio parlare con te.”

“Invece ne parliamo.”

Hannerose stava per dire di no, ma venne fermata dallo sguardo di Schultz.

“Io gli ho dato un pugno, poi ho estratto il coltello e non so se sia morto o no. Poi degli uomini mi hanno preso, ma sono riuscita a liberarmi. Non so che fine ha fatto Martha, ma credo che Sawyer abba cercato di fare del male anche a lei. Non ne ho idea. Io...”

“Shhh. Va tutto bene.” Le disse il dottor Schultz quando vide che stava piangendo.

“Va tutto bene.” Ripetè.

 

Quando Hannerose si addormentò lui andò nella stanza di lei, deciso a scoprire di più di quella ragazza. Vide un baule...

All'inizio pensò che era scortese frugare tra le sue cose, ma poi si rese conto che era importante.

Quella ragazza aveva molti segreti...

La serratura del baule era rovinata, come se avessero provato a scassinarla.

Lo aprì.

Restò fermo immobile a guardare... No, non c'era dubbio.

Dentro a quel baule non c'erano vestiti o coltelli.

C'era il cadavere di Martha Yang.

 

WRITERS CORNER: 

Inizio con il dire che questo capitolo lo dedico ad una persona molto speciale, Maria Grazia, alias Jane97. 
Grazie a te ho iniziato a scrivere questa Fic, ed è soprattutto per te che la scrivo. 
Perchè conoscendoti ho trovato un'amica davvero speciale. Con cui condivido passioni e mi trovo in sintonia. Il merito qui è anche di Herr Waltz, perchè il nostro amore nei suoi confronti è stata la prima cosa che ci ha fatto unire. <3
Un saluto va a maymar che mi ha fatto sognare con la sua bellissima FanFiction. 

Come avrete notato in questo capitolo ci sono meno citazioni del solito: 
- Il nome del fratello di Schultz, Hans, è una citazione ad Hans Landa di Bastardi Senza Gloria (capolavoro di Tarantino, in assoluto il mio film preferito) 
- Quando Billy Sawyer chiama Hannerose "la pistola più veloce del Sud" è una citazione a Django Unchained

Inoltre volevo specificare che quando Hannerose dice "Crepa. Cinese ritardato" non ci sono fini razzisti, ma è semplicemente il suo pensiero. 

Detto questo... Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto (mi scuso per il ritardo) e ricordate: le recensioni sono sempre gradite! <3 
Alla prossima, Milly. ;-)


 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** - Capitolo 4 - ***



1856 – New York

 

King Schultz si mosse a passi affrettati verso la camera dove adesso stava Hannerose.

Si fermò davanti alla porta e bussò.

Quando non ottenne alcuna risposta decise che forse la ragazza stava dormendo, allora entrò.

Doveva controllare come stava, aveva delle gravi ferite. Non così gravi da procurare la morte, se curate.

Le cambiò le fasciature. Sembrava che lei non sentisse nulla, era addormentata in un sonno profondo. Come se dovesse recuperare tutte le forze che le erano state risucchiate via.

King restò ad osservarla per un tempo che sembrò infinito.

A volte il suo viso cambiava per farsi strada tra gli occhi e la mente offuscate dalle lacrime e prendere le sembianze di Paula.

Poi Hannerose si destò di soprassalto.

“Buongiorno.” Disse King.

“'Giorno...” Sussurrò Hannerose.

Seguì un lungo istante di silenzio.

“Tu non mi hai detto la verità a proposito di ieri sera, vero?”

“Avrei dovuto?”

“Ascolta, voglio che questa faccenda si chiuda qui.”

Hannerose riuscì ad alzarsi dal letto tra un gemito e l'altro.

“Si, tutti vogliamo qualcosa che non possiamo avere. Io per esempio voglio una nuova vita e degli oppiacei per calmare queste fitte, ma... non posso.” Hannerose ebbe un sorrisetto amaro.

“Ascolta, io non posso dire la verità a nessuno. Perchè nessuno dice la verità e finchè avremo dei segreti tutti nostri saremo sempre in vantaggio. E comunque una parte di ciò che ho detto è vera, ma dovrai capire tu quale. C'è una parte di me che è rimasta a New York, quando sono andata in Texas.

Ma sono segreti terribili, che è meglio non rivelare. È come quando tieni nascosto un tradimento.” Aggiunse lei abbozzando un sorriso.

King la guardò cercando di mascherare il dolore.

“Tutti abbiamo qualcosa da nascondere, mein fraulein.” Disse lui, infine.

Hannerose annuì con gli occhi pieni di dolcezza.

Questa ragazza riesce davvero ad uccidere? Si domandò Schultz, ma poi, vedendo le venature di amarezza nel suo sguardo capì che sì, poteva farlo. E lo aveva fatto.

“Adesso devo uscire, e tu ti devi riprendere. Quando sarai guarita continueremo la caccia.” Disse Schultz alzandosi.

“Va bene.” Sussurrò Hannerose guardando in basso per nascondere le lacrime.

 

King Schultz tornò da suo fratello Hans dopo molto tempo.

Dopo la morte della sua ama Paula era tornato in Europa. Si era preso un anno in cui aveva girovagato, scritto.

Per un anno aveva smesso di fare il dentista, lavoro che aveva iniziato a fare solo per garantire una stabilità economica alla moglie. Adesso, però, lei non c'era più.

Il suo unico familiare rimasto era Hans Schultz, suo fratello.

Entrò in casa sua. Era ancora come lo aveva lasciato. Scapolo, povero e genio incompreso.

Sorrise.

Hans, sei in casa?” Domandò.

Hans? C'è nessuno?”

Silenzio.

"Hans? Hans!"

King Schultz varcò la soglia della porta.

Hans, giuro che se è uno scherzo...”

Silenzio.

Nessuno scherzo.

A terra, sul pavimento, era steso Hans con due pallottole in testa.

King restò immobile ad occhi sbarrati, poi sentì le lacrime che si facevano strada nei suoi occhi.

Cadde in ginocchio, come se tutte le forze gli fossero state tolte di colpo.

Controllò il battito cardiaco, provò con diversi esercizi di respirazione, ma niente. 

Sentì la voce di sua moglie che gli sussurrava all'orecchio: "se n'è andato..." 

Le lacrime non uscirono.

King ebbe un urlo sordo.

Non era mai stato un uomo facile alle lacrime, ma dopo riuscì a piangere.

 

King Schultz non amava avventurarsi per i quartieri malfamati di New York, ma questa volta doveva farlo.

Era ancora un po' confuso dal ritrovamento del cadavere, ma non era pienamente sicuro che lo avesse messo Hannerose. Non era nemmeno sicuro del perchè Hannerose fosse tornata messa in quel modo, anche se qualche ipotesi la aveva.

E in quel giorno stesso doveva anche trovare l'altra taglia, Howard Ruth. Delle fonti attendibili avevano detto che si poteva trovare nel New Jersey. Ma adesso non poteva, sentiva che Hannerose si portava dietro un segreto troppo pericoloso e restare in questa situazione a lungo andare sarebbe stato un danno. Avrebbe provato a scoprire qualcosa di lei in modo discreto. O almeno, qualcosa in più del poco che già sapeva.

Decise di andare a cercare qualcosa nel quartiere cinese, dove era sicuro che fosse stata anche Hannerose il giorno prima.

Quella era la sua unica certezza, adesso doveva ricostruire gli eventi.

King Schultz sapeva una cosa : la ragazza aveva mentito non su quello che era successo, ma aveva invertito i ruoli, le persone e gli eventi. Di cose vere ne aveva detta solo una, cioè che era stata stuprata, ma non era sicuro di chi lo avesse fatto. Sapeva che Billy Sawyer era una connessione e sapeva che centravano anche John lo Squartatore e Little Jason, i due capi di New York.

Sapeva anche che quando aveva chiesto a Billy Sawyer – quella sera alla locanda – dove doveva andare aveva mentito. Perchè non era partito per il Texas, ma era restato a New York. Infatti lui ed Hannerose si erano incontrati poco tempo dopo.

Era un quadro molto più complesso di quando si potesse immaginare e Hannerose sembrava che ne fosse il centro.

Entrò in un bordello dei cinesi, il Pink Blossom. 

C'erano delle ballerine orientali che erano qualcosa di eccezionale. Tutte vestite pochissimo, con dei veli rosa, piene di gioielli.

King Schultz si sedette al primo tavolo libero che riuscì a trovare.

Subito molte ragazze si proposero di essere prese da lui, che rifiutò.

Non tradirò mia moglie neanche dopo tutto questo tempo. Anche se...

Il filo dei suoi pensieri fu interrotto da delle urla femminili.

“Lasciami! Lasciami!” diceva una ragazza.

Era una prostituta. Lì dentro erano proibite le ragazze che non ci lavoravano.

Un uomo tentava di spogliarla e le parlava con molta violeza provando a spogliarla.

“Lasciami! Ti prego!”

King Schultz non riuscì a trattenersi. Si alzò e si dirise verso il tavolo in cui stava la ragazza.

“Scusate, se mi intrometto...” iniziò Schultz, e con un cenno del capo disse: “gentiluomo, milady. Esigerei i servizi di questa gentile ragazza in particolare. Ha un fascino, diverso... La voglio per oggi.” Disse King cercando di mantenere la galanteria, ma soprattutto il controllo.

Controllo nei confronti di quell'uomo privo di rispetto.

“No, lei è mia!” L'uomo la strinse tra le sue braccia, ma senza dolcezza.

King rise in modo contenuto. “Oh, buon uomo! Com'è divertente!”

L'uomo lo guardò interrogativo, e lui tornò serio, d'un colpo.

“La costituzione di questo paese prevede che ogni individuo sia libero e con eguali diritti.” Disse King Schultz, scandendo bene le parole.

“E ora io vi sto chiedendo con le buone di lasciare stare questa gentile fraulein. E se con le buone non obbedirete sarò costretto a dirla in altri termini.”

L'uomo si alzò scaraventando a terra la ragazza.

Il dottor Schultz la aiutò ad alzarsi.

“Come osi parlare in questo modo a Kain Mon Xo?” Tuonò l'uomo.

King ebbe una risata nervosa. “Signore, sto solo difendendo le leggi di questo paese.”

Kain Mon Xo afferrò Schultz per il bavero.

“Suvvia, buon uomo. Non siamo precipitosi.” Cercò di calmarlo Schultz.

L'uomo lo buttò a terra e sfoderò una katana.

“Nessuno manca di rispetto a me.”

Poi come un angelo salvatore apparve Miss Lucy Chang.

“C'è qualche problema qui?” Chiese con una voce dolce come il miele.

Era la proprietaria del bordello da molto tempo. Una donna sullla quarantina, sorridente e raggiante. Una vera e propria bellezza orientale il tutto adornato da un kimono rosa e da dei fiori sui capelli.

“Quest'uomo indegno mi ha mancato di rispetto.”

King Schultz si alzò con indignazione pulendosi la giacca.

“Come mai questo gentiluomo ha subito un indegno trattamento, Kain?”

“Te l'ho già spiegato, puttana.”

Gli uomini di Miss Lucy afferrarono Kain Mon Xo per portarlo da qualche parte.

Erano tutti vestiti di nero, con il viso scoperto che lasciava intravedere solo gli occhi.

Adesso Lucy Chang non sembrava più così angelica.

"Immagino di essere davanti a Miss Lucy Chang! Incantato, mademoiselle." Si affrettò a dire King Schultz baciandole la mano. 

Lei rise raggiante. "Piacere mio."

“Allora, desideravate qualcosa?” Chiese lei con un sorriso.

“Oh, si. I servigi di questa gentile ragazza.” Disse Schultz indicandola.

“E... desiderate una stanza?”

“Se non è un problema.”

“Oh, no assolutamente! Si figuri! Per noi servirla è un piacere.”

King Schultz rispose con un sorriso.

“Venga, la faccio accompagnare alle sue stanza. Su troverà anche la nostra Reies pulita e profumata tutta per voi.” Sorrise.

 

King Schultz si fece accompagnare alla sua stanza.

Era tutta ornata sui toni del rosa e del rosso. Molto sfarzosa.

Il letto aveva l'aria di essere molto comodo.

King aspettò l'entrata della sua ospite.

Quando Reies entrò aveva un'aria spaurita.

Lui la accolse baciandole la mano.

“Si sieda pure, mein fraulein.”

Lei obbedì.

King le sorrise rassicurante.

“Vedi, non è come stai pensando. Non approfitterò della tua professione, inoltre sono... sposato. Devo solo sottoporti ad alcune domande.”

Reies annuì.

“Conosci una ragazza di nome Martha Yang?”

“Si! È mia sorella. Avete sue notizie? È scomparsa da quasi un giorno ormai.”

King Schultz non riuscì a guardarla in faccia quando le disse che era morta.

La ragazza scoppiò a piangere.

“Avevo solo lei! Avevo solo lei! Adesso... adesso...” Iniziò a singhiozzare.

“Si calmi, signorina. Se le servirà aiuto potrà chiedere a me.”

“Davvero?” Gli occhi di lei si illuminarono.

“Certo, certo.”

“Grazie...”

“Prima, però, dovrò porvi delle domande.”

Reies annuì tra un singhiozzo e l'altro.

“Conosci una ragazza di nome Hannerose Stroud?”

Reies restò pensierosa fissando il vuoto. “Si, credo... è una ragazza tedesca, vero? L'ho conosciuta un po' di tempo fa. Era una ragazza molto turbata. Soprattutto dopo l'incendio che ha sterminato la sua famiglia.”

“Sai di lei, a quanto vedo...”

“Oh, adesso che ci penso, si.”

“Potresti raccontarmi la sua storia? Tutto ciò che sai di Hannerose Stroud.”

“Cert.. certamente. Allora... ha iniziato a venire da noi ad allenarsi con la spada quando aveva tredici anni. Era davvero brava. La cosa che sapeva maneggiare meglio erano i coltelli. Prima che lei arrivasse la preferita di Miss Lucy era mia sorella Martha, ma poi è arrivata Hannerose. Credo che sia per questo che mia sorella la odiava tanto. Io in lei sinceramente non ci ho mai visto nulla di male. Era una ragazzina molto testarda. Billy Sawyer se ne invaghì subito, anche se adesso sta con altre ragazze. Credo che l'abbia dimenticata...”

Io non credo proprio, pensò Schultz.

Adesso credo di non vederla da dieci anni o giù di lì...”

Cosa l'ha fatta separare da voi?”

è andata a vendicare l'assassino della sua famiglia a sud.”

E voi l'avete lasciata fare senza dire nulla?”

Oh, no. Prima il maestro ha voluto che compiesse il suo ultimo omicidio.”

Capisco.” Annuì Schultz.

Credo che ci sia dell'altro che non mi hanno detto, finora è tutto. Se mai scoprirò altro ti farò sapere.” Disse singhiozzando sommessamente.

Grazie, mia cara. Ti sono immensamente grato. Se vuoi puoi andare...” Disse King Schultz prendendo il portafogli. Le diede venti dollari.

La ragazza lo ringraziò commossa, si mise i soldi nel reggiseno e lo lasciò solo.

King chiese udienza a Miss Lucy Chang per scoprire altro.

L'ufficio di Miss Lucy era ancora più sfarzoso delle camere. C'era addirittura una fontanella di marmo che raffiguarava due delfini.

Prego, entrate.” Disse lei, cordiale come sempre. “Accomodatevi, signor Schultz.”

Lui si sedette.

Desideravate qualcosa?” Chiese Miss Lucy.

Informazioni, mein fraulein. Ovviamente se per voi non è un problema.” il dottor Schultz sorrise malizioso.

Lei rise. “Ma si figuri! Dica pure!”

Allora... Conosce una ragazza di nome Hannerose Stroud?”

Lei si accigliò. “Non credo che dovrei parlarne con lei.”

è per una questione importante, signorina.”
“Le è successo qualcosa?”

Sono venuto qui per chiedervelo.”

Miss Lucy sostenne lo sguardo penetrante di King Schultz. Poi la bocca di lei si aprì in un sorriso.

Quanto mi dai perchè io risponda a tre tue domande?”

King Schultz non esitò. “Cento dollari.”

Il sorriso di Miss Lucy Chang divenne ancora più smagliante.

Vada con le domande allora, signor Schultz.”

Cosa è successo di preciso ieri sera?”

è arrivata qui Hannerose Stroud. Cercava Martha Yang e una spada.”

Per piacere, si limiti ad elencare l'accaduto. So che lo sa.”

Bene, è arrivata la ragazza. Le abbiamo dato la spada, poi Billy l'ha portata da Martha, ma la Yang aveva ancora del rancore nei confronti di Hannerose per una cosa successa tempo prima.

Allora non voleva che Hannerose prendesse la spada, ma Billy, gliel'ha data. Fa il suo gioco e il suo gioco era quello. Allora Martha si è arrabbiata con lui, Hannerose ha approfittato della situazione per derubarci. Poi Billy ha picchiato Hannerose quando se n'è accorto. Quella troia cerca sempre di fare il doppiogioco...” Lucy parlò con un disprezzo malcelato. Anzi, a nasconderlo non ci provava nemmeno.

Qual'è la cosa successa tempo prima?” Domandò Schultz, con un tono di voce che non ammetteva repliche e che esigeva risposta.

Non posso dirtelo.”

Ho pagato cento dollari, madame. Ed esigo risposte.” King Schultz ce la mise tutta per non alzare la voce.

Bene, allora ti basti sapere che Hannerose è stata tradita da noi. Le abbiamo giurato che le avremmo detto tutto sull'assassino della sua famiglia a cui lei stava dando la caccia se prima avesse compiuto il suo ultimo omicidio su commissione. Allora è tornata e ha fatto una strage. Ottantotto persone tra cui qualcuno di importante. Poi se n'è tornata in Texas. Credo che ancora adesso si senta in colpa per l'omicidio... povera stupida. Eppure mi sembrava intelligente quando l'ho conosciuta.”

King Schultz ebbe la conferma di quello che fino ad allora aveva solo pensato.

Miss Lucy lo fissò sorridendo. 

"La terza domanda non me la fa?" 

King Schultz si alzò di scatto. "Basta così."

Miss Lucy e Billy andarono a trovare Hannerose nella stanza insieme al maestro delle lame Yan Hanzo.

Avevano portato una spada. Gli occhi di Hannerose si illuminarono.

Davvero?” Sussurrò.

Billy le sorrise. “Si, dolcezza.”

Ma prima dovrai compiere il tuo ultimo omicidio, e poi potrai andare a vendicare la tua famiglia. Quando tornerai con la testa dell'uomo che devi uccidere ti diremo tutto sull'uomo che ha ucciso la tua famiglia e sarai libera di fare ciò che vuoi. Sarai libera di andare dove il vento ti porta.” Precisò Yan Hanzo con tono pacato.

Hannerose sorrise con gli occhi lucidi di lacrime.

Chi devo uccidere?” Chiese.

Un uomo tedesco che abita ad El Paso, in Texas, ha moglie e fratello nella stessa casa. Il fratello è passato solo per una visita breve. Non fare altre vittime se non lui.” Disse Lucy Chang.

Hannerose annuì e bevve un sorso d'acqua. “Quando parto?”

Oggi.” Rispose Billy.

 

King Schultz restò immobile osservando la città di New York che si diramava davanti a lui tramite vie. Dietro di lui c'era un mondo a sé, il mondo della prostituzione e del crimine.

Quello a cui Hannerose sarebbe stata sempre legata, quanto lui ne sarebbe sempre stato estraneo.

I volti di Paula e di Hannerose si confusero per un istante.

Era come se fosse stata una parte di sua moglie ad uccidere suo fratello.

Adesso non aveva dubbi.

Conosceva fin troppo bene l'ultima vittima di Hannerose Stroud.

Anche questa volta pensandoci non riuscì a piangere.

Non era mai stato un uomo facile alle lacrime.

 

Writers corner: 

Buonsalve a tutti! ;'-) 
Come ogni lunedì, un nuovo capitolo della mia fan fiction che spero vivamente vi stia piacendo. 
Questa volta ho introdotto un flashback di Hannerose, e spero che questa novità vi sia piaciuta, inoltre si vede la morte del fratello di King Schultz, Hans Schultz. 
(povero King che gli faccio ricordare una morte praticamente ad ogni capitolo! Anche se prometto che dagli altri sarò un po' più romantica. AHAHAH.) 
As always, vi elencherò le citazioni presenti in questo capitolo: 
- Il nome di Lucy Chang è un tributo a quello di Lucy Liu, l'indimenticabile O'Ren Ishii in Kill Bill. 
- Quando Miss Lucy Chang parla del passato di Hannerose dice che lei ha ucciso ottantotto persone da sola. Anche questa è una citazione a Kill Bill, cioè lo sterminio degli Ottantotto Folli. 
- La casa di prostituzione in cui si reca Schultz si chiama Pink Blossom. Questa è una citazione al film di RZA, "L'uomo con i pugni di ferro". 

Bene, per questa volta è tutto. Spero che la fic vi sia piaciuta! 
Bacione e alla prossima! <3 

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Capitolo 5
*** - Capitolo 5 - ***


 New York – 1856

 

Hans, ho una notizia decisamente positiva.” Annunciò King.

Che sarebbe?” Disse Hans con fare distratto.

“Ho pubblicato il mio libro!”

“Cazzo! Quando hai saputo che sarebbe stato pubblicato?”

"Un mese fa."

"E perchè non me l'hai detto prima?" 

King fece spallucce e sorrise.

Il fratello si mostrò incredulo, poi andò a prendere una giacca per lui e il fratello.

Preparati. Si esce. Dobbiamo festeggiare.” Annunciò tra il solenne  e il divertito.

King si mise la giacca e sorrise.

 

Hannerose si era ufficialmente ripresa.

Lei e King Schultz erano uniti da un tacito accordo :Hannerose non parlava e lui non le chiedeva di

farlo, a meno che non fossero questioni di grande importanza.

La taglia di Howard Ruth l'avevano presa, fondamentalmente grazie ai coltelli di Hannerose.

L'aveva centrato al braccio e poi al cuore.

King per un istante aveva quasi avuto paura di lei.

Adesso che sapeva com'erano andate le cose in qualche modo, si sentiva vicino alla ragazza.

Hannerose stava facendo colazione con un tè Earl Grey quando Schultz rientrò.

“Ce ne andiamo da qui.” Annunciò lui.

Hannerose restò a fissarlo.

“Va bene.” Disse.

“Prima però devo fare una cosa.” Aggiunse la ragazza fissando il vuoto.

“Ti consiglio di evitare cose poco convenienti, mein fraulein.”

“E quali sarebbero le cose poco convenienti?”

“Non tornare al Pink Blossom.”

Hannerose rise. “E a te cosa interessa?”

“Non so, cara. L'ultima volta mi è costato cento dollari, tanto per fare un esempio.”

“Sei andato a raccogliere informazioni su...”

“Ascolta, mein fraulein. Io devo conoscere la gente con cui ho a che fare. Non credi?”

“Bene, allora facciamo uno scambio equo.”

“Cioè, mia cara?” Chiese Schultz.

“Mi aiuti a fare quello che devo fare.”

 

Camminando tra le vie di New York, Hannerose sembrava spensierata a livelli inquietanti.

“Ehi! Guarda! Credo di dover prendermi un vestito!” Disse Hannerose indicando una bancarella.

“Cosa?” Fece King.

“Mi piace il vestito rosa.” Disse lei sorridendo.

King rise. “Non so quanto possa stare bene con gli stivali texani.”

Hannerose lo guardò con dolcezza.

Adesso era troppo uguale a Paula. Più del sopportabile.

Tutti si alzarono all’entrata di Paula De L’Arche.

Aveva un sorriso bellissimo, capelli biondi e occhi nocciola e profumava di rose.

Era racchiusa in un bellissimo vestito rosa chiaro, pieno di pizzi e ornamenti.

Lei e Hans si abbracciarono.

Paulette! Ti devo assolutamente presentare mio fratello King.” Disse allegro, poi fece le presentazioni.

Enchanté, mademoiselle.” Lui le baciò la mano.

Mon plaisir, monsieur.” La ragazza arrossì.

Oh, Hans mi ha parlato tanto di voi! Sembrate un così caro ragazzo! Prego miei ospiti, sedete!”

Il suo sorriso radioso e bellissimo ipnotizzava tutti. Era come se ti stesse dimostrando che in quel momento non voleva vedere nessun altro se non te.

Con i suoi modi gentili e dolci, e la sua voce soave come il miele.

Pauly, perché non porti King a fare un giro della casa?” Suggerì Hans.

Oh, ma certo! Scusate, signor Schultz. Sono una pessima padrona di casa!” La ragazza assunse un’aria mortificata.

King ebbe una risatina ironica. “Figurati, mia cara. Ah, ti prego, chiamami King.”

Lei fece di nuovo quel sorriso stupendo.

Farò di tutto per non farle perdere quel sorriso… Pensò lui alzandosi.

Vuoi dello champagne da bere?” Chiese lei .

Oh, grazie mia cara.”

Paula gli diede il bicchiere.

Che lavoro fai, signor... King?” La ragazza non riuscì a trattenere la risata e rischiò di sputare tutto lo champagne.

King sorrise teneramente.

Scrivo. Ho pubblicato da poco un libro.”

Paula applaudì eccitata. “Che bello! Mi piace tantissimo leggere! E… come si chiama questo libro?”

Il sospiro della pioggia.”

è intrigante!” Esclamò lei, sinceramente entusiasta.

King Schultz abbassò lo sguardo imbarazzato.

Tu invece che piani hai per il futuro, mia cara?”

Credo… sposarmi.” Lei arrossì.

E chi è il fortunato?”

I miei sono indecisi tra Winston Winnfield o Calvin Candie. Sono entrambi proprietari di delle piantagioni in Mississippi. Io odio il Mississippi.”

Si coprì la bocca con la mano.

Scusa, sono appena stata poco educata. Mi dispiace.”

Non ti preoccupare, mia cara.”

Lei sorrise timidamente.

Ehm, mi sa che dobbiamo tornare dagli altri. Insomma, non vorrei che si preoccupassero.” Aggiunse lei agitata.

Certamente, mein fraulein.”

 

King Schultz e Hannerose erano di nuovo davanti al Pink Blossom.

Quando entrarono l’atmosfera si irrigidì. Tutti gli occhi erano puntati su di lei.

Non c’era una persona che non la conoscesse, che non si fosse fermata a guardarla.

Ma lei continuava a camminare, noncurante.

Fino ad arrivare ad un tavolo.

Schultz la avvertì in tedesco poco prima. “Non so quanto questa sia una buona idea e se succede qualcosa non me ne prendo la colpa.”

L’uomo seduto al tavolo abbandonò per un secondo la ragazza.

“Hey, Billy.” Salutò lei lanciandogli un coltello. Lo mancò per pochissimo.

“Ma che cazzo! Cos’è, sei immortale?” Urlò con voce stridula prendendo la spada.

Hannerose gli puntò contro una revolver.

“Risparmiati i tuoi giochetti da sfigato. Tu non sei immortale, che io sappia.”

Intanto si era radunata la folla.

“Donna, torna a fare il tuo lavoro!” Urlò un grassone.

Cadde a terra morto con una pallottola in testa.

“Capisci che questa volta faccio sul serio, Bill?”

“Sei soltanto la stessa ragazzina impaurita di un paio di anni fa. Sei innocua. Non mi ucciderai mai.”

King Schultz in questo arco di tempo rimase immobile, la verità era che lui, sempre pronto a tutto non sapeva cosa fare. E si sentiva in apprensione, era come se sentisse che questa volta doveva salvare Hannerose perché rappresentava il fato che dava una seconda chance a lui e Paula.

Dio, che cosa stupida. Pensò.

“Billy, caro. Io ti ho avvertito.”

Poi lui scoppiò a ridere, seguito da Hannerose.

Lei andò verso di lui, lo baciò e si sedette sulle sue ginocchia ridendo.

Billy ricambiò il bacio.

Fu una reazione a catena, poi il mondo iniziò a girare intorno a Billy Sawyer, che invece di sembrare spaventoso adesso sembrava così cordiale e divertente. Hannerose aveva uno sguardo felice e luminoso mentre sorrideva. Sembrava terribilmente, irrimediabilmente innamorata.

Stavano ridendo tutti, tranne King Schultz.

Billy gli puntò contro una pistola.

“Fine dei giochi, amico. Dacci tutti i soldi che hai guadagnato con l’aiuto della mia Hannerose.”

King Schultz accennò un sorriso nervoso. “Temo di non aver capito bene.”

“I soldi, amico.”

King si ritrovò costretto a prendere il portafogli.

“Prima di andare devo parlare con la gentile signorina…”

Lei gli lanciò uno sguardo spaventato.

“Non so se ho voglia di farti parlare con mia moglie…” Disse guardandola.

“In fondo hai avuto così tanto tempo…. E adesso cos’è che vorresti dirle?”

“Bene. Signor Sawyer, è stato un enorme piacere conoscere lei e la sua bellissima... moglie.” Disse Schultz andandosene con risolutezza.

“Aspetta King! Billy, sei stato terribilmente maleducato, non si accoglie così un ospite!” Hannerose si alzò e andò verso King.

“Torno subito.” Disse Hannerose.

“Parliamo in tedesco, così non ci capiscono.” Suggerì Schultz, e lei annuì.

“Complimenti, è davvero un bel giochino.” Disse lui sarcastico, dopo un istante di silenzio.

Hannerose non l’aveva mai visto così. Sembrava arrabbiato e deluso.

“L’avete davvero fatta bene la messa in scena di lui che ti stupra e tu che rimani ferita…”

“Ascolta, abbiamo davvero litigato quel giorno. Ma non mi ha fatto del male. La ferita alla schiena me la sono fatta combattendo con Lucy.” King Schultz vide un tentativo di supplica nello sguardo della ragazza.

“Mia cara, ormai ti conosco abbastanza per capire che mi stai nascondendo qualcosa.”

“Lascia stare. Resta in circolazione, a New York. Ti farò riavere i tuoi soldi.”

“E, se permetti, tu cosa farai qui?”

“Chiuderò un conto in sospeso.” La ragazza sorrise con amarezza. Adesso King Schultz identificò quello sguardo.

“Sappi che alcune cose che ti ha detto Lucy sono vere. Io ho davvero fatto una strage qui, sono davvero andata in Texas per il mio ultimo omicidio… poi sono dovuta restare lì. Il che è un destino beffardo se consideri che odio il Texas.”

“Mein fraulein, tu non mi devi scuse. La parte del tuo ultimo omicidio già la conoscevo, e adesso ne ho solamente avuto la conferma. Sono seriamente dispiaciuto dei fatti recentemente accaduti…”

Hannerose lo interruppe. “Dimmi di te. Tu adesso sai tutto e non mi sembra un ragionamento alla pari.”

Lui annuì.

“Sono venuto in America dalla Germania quando avevo diciotto anni. Mio fratello era un pianista io uno scrittore. Ho sposato una donna che poi è morta. Per lei avevo abbandonato ciò che amavo per diventare dentista, per garantirle una stabilità economica. Quando è morta ho fatto un viaggio in Europa e al mio ritorno ho trovato mio fratello morto. Quando ho visto una sagoma correre lontano da casa mia con un fucile in mano, ho pensato che avrei vendicato mio fratello. Così sono arrivato a te. Il fatto che tu fossi un’assassina non mi importava, era tutta una farsa.”

Hannerose alzò lo sguardo verso di lui.

“E adesso?” Chiese.

“Io ti ho cercata per ucciderti, Hannerose.” Fu difficile dirlo, ma adesso non aveva importanza.

“E ne hai tutte le ragioni, ti lascerò alla tua vendetta tra due settimane, tra esattamente due settimane. Adesso vattene. Ti farò riavere i tuoi maledetti soldi.”

King Schultz lasciò Hannerose al suo destino, lasciando incompiuto il suo.

Perché quando si era trovato il momento giusto se l’era lasciato sfuggire.

La verità adesso era che non sarebbe mai morta per causa sua.

E ciò era inevitabile, dato che quando aveva visto Hannerose Stroud e quel sorriso, l’innamoramento sforzato, aveva rivisto Paula De L’Arche-Schultz che faceva di tutto per sembrare una brava moglie.

King riuscì a vedere la connessione tra le due in modo chiaro, adesso.

Erano due fuggitive, non sarebbero mai riuscite a stare nello stesso posto, con lo stesso uomo. Perché la fiamma sarebbe appassita.

Erano destinate ad essere libere, e finalmente capì, che Paula in King aveva visto la libertà.

Come Hannerose non l’aveva mai vista in Bill.

 

è stupenda, non trovi?” Lo stuzzicò Hans.

Mi hai presentato una ragazza che sta per sposarsi? Ma cos’hai nel cervello?”

Dai King! Non ti arrabbiare! Era solo per fare un’esperienza. Goditi un po’ la vita!”

Torniamo dagli altri se no penseranno che in Germania non esiste l’educazione. E nel tuo caso, Hans, direi che i nostri genitori hanno fatto un po’ di errori.”

Detto questo lo lasciò solo senza aspettare una risposta.

Paula scese dalle scale insieme a suo fratello e alla sua sorellina, che prima di arrivare dovevano terminare le lezioni che avevano.

Non sgambettare, Paulette.”

Si, mamma.” Rispose lei.

Tutti salutarono Marlene e Louis De L’Arche.

Louis aveva venticinque anni e si stava laureando in medicina, Marlene ne aveva dodici.

Marlene non aveva molto della sorella, i suoi capelli erano più scuri e il sorriso meno luminoso.

Louis invece era l’incarnazione del fascino.

Lui e King si strinsero la mano, invece baciò quella della sorellina, mentre Paula sorrideva emanando gioia.

Mi dicono che la cena è pronta.” Annunciò Claudine De L’Arche (loro madre) agli ospiti.

A tavola Walt Emerson intrattenne gli ospiti. Aveva un carisma eccezionale e King per un secondo lo invidiò. Paula pendeva dalle sue labbra, ma King non si trovava pienamente d’accordo in ciò che diceva.

Credo che ogni uomo sulla terra abbia un compito. Anche questi negri qua. Insomma il loro compito è di essere schiavi, sottomessi. In caso loro divenissero liberi il mondo si ribalterebbe perché sono nati per essere questo. Come noi bianchi siamo nati per essere i padroni del mondo. Io proporrei anche l’annientamento di queste creature inferiori, se non fossero così utili per il lavoro.” Diceva.

Si! Se no prenderanno il controllo del mondo, diventano sempre di più!” Intervenne Rosemary Hart.

Io credo che lo sterminio non sia una buona idea, Walt.” Commentò Archie Hicox con galanteria.

King osservava questa scena tenendo conto delle espressioni degli schiavi lì presenti, che ormai sembravano non farci caso, da quanto erano abituati a sentirsi inferiori.

King sentì il voltastomaco, era terribilmente contrariato, ma non capì subito il perché.

E voi, signor King Schultz, che ne pensate?” Chiese Paula interrompendo i suoi pensieri.

Credo che… Sinceramente in Europa abbiamo idee un po’ diverse. Dal settecento dilagano idee illuministe che mettono come prima cosa l’uguaglianza. Teorie con cui concordo.”

Da quel momento Paula decise che avrebbe dato a King tutta l’ammirazione che poteva dimostrare. Gli sorrise, ma dovette restare in silenzio, e il perché l’avrebbe confidato tempo dopo.

La vera schiava lì ero io.” Avrebbe detto.

 

 

Writers corner:

 

Bene, come ogni lunedì ecco il nuovo capitolo. <3

Come avrete notato ho iniziato ad approfondire i caratteri di Paula e Hans, e dal prossimo capitolo esplorerò anche Billy e Lucy.

Now, as always, la lista delle citazioni:

- Durante la cena parla un uomo di nome Archie Hicox, il nome è lo stesso del Tenente Archie Hicox di Inglorious Basterds.

- Rosemary Hart prende il nome da Rosemary di “Tenera è la notte” (capolavoro di F. Scott Fitzgerald) e il cognome da Roxie Hart del film “Chicago”.

- Il primo ipotetico sposo di Paula prende il nome da Winston Wolf (Pulp Fiction) e il cognome da Jules Winnfield (sempre da Pulp Fiction)

- Il secondo ipotetico sposo si chiama Calvin Candie (Django Unchained), qui in realtà non c’è tanto bisogno di specificare chi fosse, quindi ok. <3

Well, è tutto (credo). Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto, in caso contrario potete venire a picchiarmi su appuntamento (lol).

Ah, ricordate che le recensioni sono sempre gradite (anche in caso di critiche, purchè siano fondate) e ad ogni recensione Milly vi regala un biscotto! <3 YAY!

Baci e auf wiedersehen! ^*^

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Capitolo 6
*** - Capitolo 6 - ***



Una festa, l’ennesima. 
In poco tempo quel libro aveva venduto talmente tante copie da permettere a King Schultz di comprarsi una bellissima villa in Texas e dire addio all’ostello di Nonna Jones. 
Suo fratello aveva dimostrato di saperci fare. 
Organizzava delle feste in maschera degne di un re. 
Gli schiavi lavoravano duro per permettere un’abbondanza di materie prime. 
La casa era costantemente popolata dalle ragazze di Hans. 
Un giorno c’era Annette, l’altro Jenny, l’altro ancora Mary Elizabeth. E poi tutte insieme. 
King viveva una vita in isolamento nel suo quartiere di stanze. 
Non avrebbe mai pensato di trovare un amico così fedele nello scotch. 
Tra i due fratelli si era creata un crepa e adesso la situazione era irrecuperabile. 
Alle feste doveva parteciparvi, se no cosa avrebbero pensato gli ospiti? 
Così, ogni tre giorni si vestiva alla perfezione, nel suo completo bordò e grigio, si sistemava i capelli biondi e i baffetti ed era pronto. 
“King, indovina chi viene sta sera?” Fece irruzione Hans nella stanza. 
“Mio dio! Ma che inferno! Quando pensi di chiedere alle negrette di pulire?”
King lo guardò. 
“Hans, credo che tu debba tornare in Germania. Telegraferò la mamma domani.” 
“Cosa? Cosa cazzo stai dicendo?” Sbraitò Hans. 
“Ricordati che quello che ha i soldi sono io e posso decidere di farti vivere per strada.” 
“Non oserai.”
King guardò in basso, parlare così gli faceva troppo male. 
“Hans stai esagerando.” 
“Chi sei tu per dirmi cosa devo fare?”
“Sono tuo fratello maggiore e in ogni caso il modo in cui sparpagli i miei soldi mi sembra inaccettabile.” 
Hans fece un sorriso sarcastico. “Quando parli così mi ricordi nostro padre. Era tanto gentile con te, ma guai che io sbagliassi a fare qualcosa.” 
“Hans, non ricominciare.” Lo ammonì King. 
“Puoi anche smetterla di fare il saggio della situazione. E comunque non urlare, giù ci sono i De L’Arche al completo più qualche altro riccone, che guarda caso, mi aspettano.” 
King  fece finta di non ascoltarlo. 
Bussarono alla porta. 
Entrò una schiava sulla cinquantina.
“Signore, mi chiedono cosa devono fare con Kelly dopo averla frustata.” 
“Secondo te cosa dovrebbero fare?” Disse Hans con sarcasmo. 
“Non lo so, signore.” 
“Falla cambiare, lavala e rendila carina.” 
“Signore credo che non basterà, sta male…” 
“Cosa ti ho detto, Beatrice?”
“Di renderla presentabile, signore.” Disse lei con fare sommesso.” 
“E allora cosa devi fare?” Domandò Hans arrogante. 
“Renderla presentabile, signore..” 
Hans applaudì. “Ce l’hai fatta finalmente!” 
“Ho visto abbastanza.” Intervenne King spostando Hans per farlo passare. 
“Dove stai andando, fratellino?” Chiese Hans con fare canzonatorio.
“Cerco di insegnarti l’educazione.” 
Hans congedò la donna per restare in compagnia di una bottiglia di costosissimo whisky. 

“Fermi!” Urlò King. 
Tutti lo guardarono meravigliati. Era da tempo che non lo si vedeva in giro. 
Uno dei controllori della piantagione che stava frustando Kelly si fermò subito. 
“Vieni con me.” Disse indicando la ragazza. 
“Cosa?” Sussurrò lei tra le lacrime. 
L’uomo la frustò. “Il padrone ti ha dato un ordine!” 
King tirò fuori la rivoltella. 
“E io ordino a te, bianco, da tuo superiore che se toccherai un’altra di queste ragazze farai la stessa fine.” King  si rese conto che la sua voce non sembrava per nulla insicura. 
“In quanto a te, gentile signorina, ti aspetto nel salotto al piano di sopra. Vi auguro buona giornata.” Si congedò. 
Camminava affrettato e aveva le sopracciglia aggrottate. 
Una ragazza gli si parò davanti facendolo quasi cadere. 
“Ehi!” Disse lei. 
“Paula! Non immaginavo di vederti qui. Sono mortificato che una giovane creatura come voi abbia assistito a scene come queste.” 
Lei sorrise radiosa e la giornata sembrò illuminarsi. Aveva un vestito giallo e i boccoli dorati le scendevano per le spalle. 
Le sue guancie erano arrossate e gli occhi pieni di gioia. Aveva un’aria spensierata. 
“Uh, sciocchezze!” Rise lei. 
“Sa che sto imparando un po’ di tedesco, vuole sentire?”
King le sorrise teneramente. 
“Venga pure in casa, cara. Le faccio preparare un tè.” 
Lei arrossì. “Non so se posso, fuori c’è il mio futuro marito.” 
“Pas mal, sarà per un’altra volta.” Disse lui sorridendo. 
“No, no, no! Aspetti!”Urlò lei. 
Lui scoppiò a ridere. Il suo modo di gesticolare era ciò di più divertente che esistesse. Agitava le mani in modo concitato.
A volte le prendevano dei trilli, come quello di poco prima e poi lei si copriva la bocca con la mano e chiedeva scusa per la maleducazione. 
“Posso chiedere alla mamma, lei non rifiuterà mai l’invito del padrone di casa.” 
“Allora a dopo, mein fraulein.” Disse King.
Lei ebbe una risatina. Una folata di vento improvvisa le tolse il cappello e le scompigliò i capelli. 
Lui la vide lottare per rimettere in ordine la pettinatura in mezzo ai campi di cotone. 
Era ciò di più leggero che avesse visto.  
Per un istante riuscì a non concentrarsi sugli schiavi, su suo fratello. Per un istante la sua mente fu solo lei. 
E si innamorò di quella ragazza che usava la frivolezza come sua unica arma di sopravvivenza. Come un uccello che si migra verso sud, verso il caldo.

Hannerose si sentiva gli occhi di Bill addosso. 
In ogni suo movimento nella sala di addestramento, ad ogni coltello lanciato, sentiva che Billy la stava guardando. 
“Qualcosa non va, tesoro?” Chiese Hannerose. 
“Credo che tu debba smetterla con pistole e coltelli.” Disse lui. 
“E perché dovrei, ho solo diciotto anni. E poi Miss Lucy non me lo permetterebbe in ogni caso.” 
“Invece no, le ho già parlato. Annie, è ora che tu diventi una buona moglie, capisci?” 
Hannerose non disse niente. 
“Per sta sera ho fatto preparare una cenetta solo noi tre e Lucy, quindi è meglio se inizi a prepararti.” Disse lui sorridendo.
“Sei diventato bravissimo a dirmi cosa fare.” Commentò la ragazza. 
Lui le fu subito addosso. La costrinse a guardarlo negli occhi. “Vedi di comportarti bene alla cena.” 
La avvertì. 
Hannerose andò in camera sua con aria contrariata. 

“Allora, dolcezza. Ci racconti un po’ delle tue avventure con Mister Baffi?” Chiese Billy con un sorrisino beffardo stampato in volto. 
Lucy rise. “Sarei davvero curiosa, mia cara.” 
“Be’, l’ho conosciuto, siamo venuti qui e... Ha un accento un po’ idiota, non trovate?” 
Billy rise. 
“Bevi un po’ di questo, così ti sciogli.” Disse versandole dello champagne.
“Baciami, Bill Sawyer.” Chiese lei andandogli vicino, baciandolo sul collo. 
Lui la baciò appassionatamente. 
Hannerose rise e si buttò su di lui che la prese in braccio e la baciò. 
A vederli sembravano quasi innamorati. 
Lucy aspettò che i due finissero per iniziare a parlare. 
“In ogni caso ti sei comportata davvero bene nella missione. A parte il fatto che hai ucciso uno dei nostri.”
“Si be’, Ruth era sacrificabile.” Commentò Sawyer.
“Oh, Billy!”
“Comunque, dolcezza. Non avevamo qualcosa di importante su cui discutere?” 
“Ah, si. Hannerose, mia cara. Crediamo che sia meglio che tu adesso ti occupi solo ad essere la moglie di Billy. Continuerai il giochetto con Schultz, ma questa è l’ultimo compito che ti assegno.” 
Hannerose restò immobile. 
Poi si alzò di scatto, prese lo champagne e lo gettò a terra. 
“Hanne!” Le urlò dietro Billy. 
La fermò per un braccio. “Ti meriti una bella lezione.”
Lei si divincolò ma lui riusciva subito a bloccarla. 
Sentì le lacrime bruciarle negli occhi. 
Delle parole risuonarono nella sua mente. 
Fin che morte non vi separi.

Kelly è così timida che all’inizio fatica a parlare. 
Sta curva e tiene lo sguardo fisso verso il pavimento. 
Ogni tanto ha dei gemiti, la schiena le fa ancora male. 
“Come mai vi hanno fatto questo?” Domandò King per la terza volta. 
E per la terza volta ebbe la stessa risposta: “Ho fatto uno sbaglio, padrone.” 
La guardò con dolcezza. 
“Signorina, non dovete temere nulla. Non vi accadrà mai più una cosa simile. Lo giuro sul mio onore.”
Kelly alzò lo sguardo. “Signore, io ho fatto cadere delle tazze del servizio da tè preferito del signor Schultz che si è arrabbiato e allora ha detto…” la ragazza scoppiò in singhiozzi. 
King fece chiamare Dorothy, una signora in carne che si occupava di tutte le schiave. 
“Fa in modo che si riprenda.” 
“Grazie, signore.” Disse Kelly andandosene. 
“Oh, mein fraulein! Chiamami King, sarà più che sufficiente.” 
Lui sospirò e alzò lo sguardo verso il soffito bianco.
Si stava rendendo conto di essere più felice senza soldi. Ora che era una persona ricca e agiata si sentiva incompleto. 
E poi, Hans…con lui non sapeva più come fare. 
D’ora in poi sapeva che avrebbe fatto in modo che gli schiavi venissero trattati bene. 
Quella visita lo aveva profondamente turbato. 
Si chiedeva chi e cosa stesse diventando. 
All’entrata di Paula il suo mondo grigio si colorò. 
Si alzò e le andò incontro. 
Le baciò la mano, come faceva sempre. 
E lei sorrideva, come sempre. 
“Siediti pure.” Disse King. 
Lei si sedette, obbediente. 
“Sai, forse non dovrei dirlo…” iniziò lei, “ma credo che il tuo sia stato un bellissimo gesto. Insomma, aiutare quella ragazza indifesa” 
Lui le sorrise. “Perché non dovresti dirlo?” 
“I miei genitori non hanno approvato, dicono che Hans è più ragionevole di te e…” Poi si copre la bocca con la mano spalancando gli occhi e scusandosi. 
“Non fa niente.” Disse King. 
“Ho letto il tuo libro.” Mentre parlava Paula guardava il vuoto. 
“Come ti è sembrato?” 
“Molto… come dire… dolceamaro. Zucchero e cannella.” 
“Ed è positivo?” 
“Oh, si!” Ride lei. 
Seguirono lunghi istanti di silenzio. 
“King, so che è strano da dire ad una persona conosciuta da poco, ma… devi farmi una promessa.” 
Lui la esortò, come a farla continuare. 
“Non farmi sposare Johnny Koons.” L’ennesima proposta dei suoi genitori. 
Lei guardò in basso. 
King le parlò in francese, quando le promise che l’avrebbe aiutata, ad ogni modo. 
Lei lo guardò con gli occhi lucidi di lacrime. 
“Ma King, il matrimonio… il matrimonio è già stato fissato.” Paula venne pervasa da quell’angoscia che aveva sempre all’idea di restare per sempre intrappolata tra le braccia di un uomo. 
“Sarà tra cinque mesi, King.” 
Lei posò il suo sguardo su di lui. Un attimo prima sembrava così serena… 
Paula gli toccò la cravatta che portava al collo. 
“Sei un buon amico, davvero. Grazie.” Sussurrò lei. 
Lui le sorrise con dolcezza. “Faccio quello che posso, mein fraulein.”
Lei rise.
King strinse la sua esile mano tra le sue, e Paula arrossì di colpo. 
Adesso aveva gli occhi lucidi e le guancie rosse, come quando si era ubriachi. 
Rise, questa volta senza timidezza, senza vergogna. E King Schultz dovette resistere all’impulso di baciarla. 

“Fai ancora una volta una cosa simile e giuro che te la faccio pagare.” La avvertì Billy, guardandola negli occhi. 
Se non altro ha il coraggio di farlo, dopo avermi picchiata. Pensò Hannerose. 
“Forse non hai ancora capito come funzionano le cose qui. Tu hai un patto con noi, tu ci appartieni. Dal momento in cui ti abbiamo ritrovata. Hai voluto fare di testa tua? Bene, dolcezza, ma adesso la paghi.” 
Hannerose lo fissò con disprezzo. La testa le faceva male per gli schiaffi. 
Poi il suo volto si aprì in un sorriso. “Scusa Bill, caro. Mi dispiace.” 
“A che gioco stai giocando ora? Eh?” 
“Cosa? No. Voglio solo farmi perdonare, tesoro,” 
Lui le afferrò il viso e la guardò negli occhi. 
Le diede un bacio rude e violento. Come se volesse farle male. 
“Spogliati, dolcezza. Mi dicono che è da un po’ che non lavori, credo che tu debba mantenerti in esercizio.” Disse lui, ridendo. 
“Si, caro.” Rispose Hannerose slacciandosi il vestito. 
Poi lui le cinse la vita, e iniziò a baciarla. 
Le toccava i seni e lei gemeva.
Hannerose riuscì a soggiogarlo. 
Così, quando lei gli offrì del vino, non potè fare a meno di rifiutarlo… 
Bevve fino all’ultima goccia e non si domandò perché Hannerose non bevesse il suo tipo di vino preferito. Non si domandava perché sorridesse tanto all’uomo che più odiava. 
E lui beveva, mentre la possedeva senza ritegno. 
Sapete, ci sono ragazzi che non reggono l’arsenico. 

Hola! J
Ho deciso di postare il nuovo capitolo un giorno prima perché lunedì (il giorno in cui solitamente faccio l’aggiornamento) non potrò accedere al mio pc perché sarò a casa di mio padre eccetera eccetera. 
Allur, in questo capitolo avrete notato tre cambiamenti, cioè: che ho inserito meno citazioni, che la storia principale qui era quella di King e Paula e che ho lasciato in sospeso cosa fa King mentre Hannerose è con Billy, cosa che riprenderò dal capitolo successivo. 
Anyway, queste sono le citazioni presenti nel capitolo:
- Paula deve sposare un uomo di nome Johnny Koons. Koons è il cognome del Capitano Koons di Pulp Fiction.
- "Sapete, ci sono ragazzi che non reggono l'arsenico" è una citazione al film Chicago (^*^) detta da una delle ragazze che ha ucciso il proprio marito durante Cell Block Tango. 
Volevo fare un saluto a Maria Grazia (Jane97) senza la quale non avrei mai scritto niente, quindi grazie per il supporto, mein fraulein. <3 TI VOGLIO TANTISSIMO BENE, jfkdlg. <3 
Spero che gli sviluppi della storia vi stiano piacendo o quantomeno non vi disgustino e… basta. Non ho altro da dire se non… RECENSITE! Lol ^*^ No, seriously, le recensioni sono sempre gradite. 
Auf wiedersehen,

Milly <3 


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