Cosa hai fatto...

di Satiro Sfregiato
(/viewuser.php?uid=34818)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premonizioni spaventose ***
Capitolo 2: *** Pranzo movimentato ***
Capitolo 3: *** Serata allo Street's Angel ***
Capitolo 4: *** Il Fattaccio in macchina ***
Capitolo 5: *** Serata dal Boss ***
Capitolo 6: *** Capitolo Intermedio ***
Capitolo 7: *** Eccoti di Nuovo ***
Capitolo 8: *** Aiuti in Famiglia ***
Capitolo 9: *** Serata Power ***
Capitolo 10: *** Troppo fatto per farlo ***
Capitolo 11: *** Scelte Drastiche ***
Capitolo 12: *** Questo è facoltativo ***
Capitolo 13: *** Altro Finale ***



Capitolo 1
*** Premonizioni spaventose ***


Premonizioni spaventose

Questa storia è un seguito della fic “Una strana serata”. Mi è venuto in mente un seguito una notte... e perché no? Mi sono detto “Facciamolo” °__°

Tratta bene o male dello stesso argomento della fic precedente, i personaggi non mi appartengono e ogni riferimento è puramente casuale!

Cap. 1

Premonizioni spaventose

Bill si trovava in fondo alla fermata della metro. Era nervoso, aspettava una persona da, quello che ormai gli sembrava, troppo tempo.

Bill: “Ma dove s è cacciato? Lo sa che non mi piace aspettare!!”

Vide una figura arrivare dall’entrata, alta, magra, vestita di una sola maglietta nera e dei jeans attillati blu scuro.

We we allora? Ti ho fatto aspettare troppo?”

Bill rimase zitto, era stupito ma anche nervoso, non era lui che stava aspettando.

Bill: “Chi sei?! Fatti vedere!!”

La figura sbucò dalla penombra, era Rango, quel ragazzo che aveva conosciuto sotto il centro commerciale 4 mesi prima.

Rango: “Cos’è non mi riconosci? Pensavo di aver marcato di più la mia figura su di te, ma evidentemente mi sbagliavo”

Bill: “Rango! Che bello rivederti! Cosa ci fai in questa metro? Aspetti il Gringo anche tu?”

Rango: “Il Gringo? No. Sarebbe inutile aspettarlo, sai com’è… l’hanno blindato ieri sera all’una”

Bill: “NO NON CI CREDO!”

Rango: “Credici invece! Stava spacciando della cocaina alle persone sbagliate. Io mi chiedo come si possa fare a vendere della cocaina a degli sbirri in borghese. Li riconosci troppo in fretta per poter farti fregare.

Bill non stava ascoltando, pensava solo a quello che gli rimaneva, era rimasto senza un pusher.

Bill: “Ma tu che ne sai di queste cose? Tu fumi soltanto!”

Rango: “Ohi belloccio da quando sei diventato così scontroso? Comunque io ne so più di te al riguardo, siccome anch’io spaccio coca.”

Gli occhi di Bill si accesero di speranza, poteva di nuovo comprare della cocaina! Stavolta il pusher era anche un suo amico! Si sentiva al settimo cielo!

Bill: “Davvero? Non è che potresti lasciarmene giù uno?”

Rango: “Stai scherzando spero… da quando tiri?

Bill: “Non sono affari tuoi!”

Rango lo squadrò da capo a piedi, Bill capì di aver fatto uno sbaglio, si stava giocando l’ultima sua occasione.

Bill: “Cioè, volevo dire, come mai questa domanda? Penso che anche tu ormai lo faccia. D’altronde la spacci!

Rango: “Ti sbagli di grosso, la mia la tirano gli altri, io non voglio neanche sapere com’è. Anche se tutti continuano a chiedermela in continuazione, dicono che sia ottima.

Bill non ce la faceva più, Rango sembrava tentarlo con ogni mezzo e purtroppo per lui ci stava riuscendo alla grande.

Bill: “Ok, sono contento per te che tu non sia entrato in questo giro. Però potresti lasciarmene uno lo stesso? Sono disposto a pagartelo!”

Rango: “Mi sa che tu sei dentro fino al collo. Comunque gli affari sono affari dicevano… quanto te ne serve?”

Bill: “Quanta ne hai?”

Rango: “Ho tutta quella che ti serve, tu dimmi solo quanta ne vuoi.”

Bill: “Ne voglio 2!”

Rango: “Certo che non l’avrei mai pensato sai?”

Disse Rango mentre estraeva dalla sua tasca dei jeans due palline di carta velina grosse come una pallina del mouse.

Bill: “Cosa non avresti mai pensato?”

Rango: “Di vendere della coca proprio a te, Bill Kaulitz, pensavo di averti istruito per bene riguardo alle droghe quando ci siamo incontrati alle Porte.

Bill: “Non hai toppato! Sono stato io a capire male! Ora dammi quello che mi spetta!”

Rango: “Tu sei proprio sotto! Comunque tira fuori la grana se vuoi la coca! Non ho fatto i soldi regalando coca a credito, IO!”

Bill: “Senti ho i soldi in albergo, ora ci andiamo, ne faccio un paio e poi ti pago ok?”

Rango: “Tu sei completamente deviato! Vai a recuperare quel poco di dignità che ti rimane. L’hai lasciata per strada su un cd.

Bill: “Non puoi lasciarmi senza ti prego!”

Il dark scoppiò in lacrime inginocchiandosi davanti a Rango con le mani in faccia.

Rango: “Sei sotto la coca... che schifo... ti facevo più resistente, più determinato a seguire i tuoi principi, ma vedo solo che sei caduto, anche tu, in quel baratro che tutti chiamano tunnel. Vai a casa e racconta tutto a tuo fratello, lui potrà aiutarti a far uscire la droga da te.

Bill: “Rango ti prego non abbandonarmi, non arriverei a domani!”

Rango scosse il capo con delusione e disse: “Non mi va di vederti così, siccome è anche colpa mia ti aiuterò ad uscire da questo problema. Ora ... ALZATI!”

Bill si alzò, aveva delle lacrime nere in faccia, “Cosa vuoi fare?”

Rango: “Lasciarti a bocca asciutta! Ci vediamo quando guarisci. Ciao ciao!”

Lo salutò sventolando nella mano sinistra una busta prosperosa...

Fu un errore, Bill era accecato da quella vista, non capiva più niente, la voleva a tutti i costi così assalì Rango alle spalle!

Bill: “Non prendermi in giro! Dammela e non fare storie!”

Rango era in difficoltà, ma riuscì spingerlo via, nonostante fosse di schiena, contro un cestino dello sporco che si rovesciò in terra, svelando una bottiglia di birra vuota. Bill vide in quella bottiglia la soluzione ai suoi problemi.

Bill: “Sei finito!”

Rango deglutì nervosamente... “Saresti capace di farlo?”

Bill: “Sì! Anzi... l’ho già fatto”

Bill si lanciò contro Rango rompendogli la bottiglia in testa e tagliandoli la gola con il collo rotto della rimanente bottiglia.

Rango morì lasciando una gran pozza di sangue che si spandeva, rosso, denso che si mescolava con il sudiciume del pavimento metropolitano.

Bill si alzò dopo averlo derubato della cocaina e si diresse verso l’albergo.

Bill: “Eh eh! Gliel’ho spiegata per benino a quello stronzo! Ora è tempo di abbassare la testa su uno specchio e…”

D’un tratto la busta gli scomparve della mano, come se tolto di nervo.

Si girò e non poteva credere ai suoi occhi… Rango era ancora vivo, in piedi con la gola mezza aperta, il bianco dei suoi occhi era diventato rosso e la sua pelle aveva assunto un colore cadaverico.

Rango: “Pensavi davvero che sarebbe stato così facile? Non hai tenuto conto di niente tu con me piccolo impiastro. Volevo aiutarti con le buone… ma adesso è ora di darti una lezione del tutto personale che non scorderai facilmente.

Lo afferrò per i capelli e lo sbatté a terra con violenza, si piegò su se stesso e dalla sua schiena spuntarono un paio di ali squamose verde scuro. Guardò Bill e disse

Rango: “Andiamo a fare un giretto sul tetto del mondo. Offro io!”

Rango si innalzò di scatto tenendo Bill per i capelli, raggiunse in poco tempo un altezza dove facevo un freddo cane, quasi insopportabile.

Rango: “Come ti pare la vista dall’alto? Non è mozzafiato? Vediamo cosa succede se ti lascio cadere?”

Bill: “NON FARLO TI PREGO SMETTERO’ DI TIRARE LO GIURO!!!

Rango: “Sono balle, ecco cosa sono… ora ti convincerò sul serio.

Lo lasciò andare, erano a qualcosa come 13mila metri d’altezza, il freddo stava congelando il povero cantante ma Rango sembrava non curarsene e lo guardava cadere dall’alto.

Bill: “AIUTOOO! SALVAMI RANGO TI PREGOOOO!!!

Rango: “Non adesso, è ora che tu prenda il controllo di te stesso ora. Perciò… SVEGLIATI DA QUESTO MALEDETTO INCUBO!!!!

Bill si ritrovò sul pavimento della sua suite con un gran mal di schiena.

Bill: “Ma che… come mai sono in terra? Non stavo precipitando nel vuoto?”

Bill non capiva quel sogno, faceva solo un collegamento, se aveva sognato di nuovo Rango voleva dire che probabilmente l’avrebbe incontrato di nuovo, dopo quasi 4 mesi che non lo vedeva. Ma non capiva il nesso con la cocaina.

Guardò l’ora e vide che erano le 7:30 del mattino.

Bill: “Questa è la prima volta che mi alzo in orario!”

Si alzò da terra, un po’ dolorante, si vestì e scese nella sala da pranzo dell’Hotel per fare colazione.

Primo Capitolo finito! Recensite grazie! Grazie anche a quelli che la leggono soltanto!!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Pranzo movimentato ***


No Comment :(

No Comment :( ... sarà stato poco interessante... io la posterò tutta comunque, beccatevi anche questo capitolo!

Cap. 2

Pranzo movimentato

Dopo aver mangiato Bill aspettò gli altri membri del gruppo che, quando arrivarono, si stupirono di vederlo in piedi, fresco come una rosa.

Bill: “Buongiorno a tutti!”

Tom: “Che ci fai in piedi? Tu di solito dormi fino a tardi!”

Gustav: “Già di solito bisogna chiamare un bodyguard perché ti trasporti in macchina!”

Georg: “Che ti prende?”

Bill: “Non mi posso svegliare di buon’ora anch’io una volta ogni tanto? Qual è il problema?”

Tom: “Non è da te e a volte ci stupisce.”

Georg: “Dai andiamo dobbiamo registrare un paio di canzoni per la casa discografica”

Bill: “Ok andiamo, mi sento ispirato stamattina!”

Partirono verso la sala prove, a metà strada, per poco, la loro limousine non si scontrò con una macchina che andava lanciatissima, nella direzione opposta alla loro, con la musica ad alto volume.

Bill: “Chi è quel pazzo scatenato?”

Tom: “Sarà un pazzo ma la sua è una macchina che fa scintille!”

Georg: “È inutile avere un M3 se lo guidi così!”

Tom: “Io lo guiderei così ogni volta!”

Bill: “Sì, poi ti schianteresti contro ogni muro!”

Tom: “Spiritoso! Autista?! Andiamo”

Ripartirono, arrivarono alla sala prove e incisero un paio di canzoni, dopo aver riprovato più e più volte.

Gustav: “Io sono esausto ragazzi. Andiamo a mangiare qualcosa?”

Georg: “Fame eh? Che ore sono?”

L’orologio della sala prove indicava le 12:30

Bill: “HO FAME!”

Tom: “Ma il tuo stomaco va a cottimo?”

Bill: “Perché? Tu non hai fame?”

Tom: “In effetti... cosa vogliamo mangiare oggi?”

Gustav: “Cucina Italiana!”

Georg: “Cucina Francese”

Bill: “Cibo cinese!”

Tom: “Cucina tradizionale!”

Il gruppo si guardò deluso e poi scoppiò a ridere.

Tom: “Bello ridere... però non sappiamo ancora dove andare a mangiare.”.

Georg: “Vai con il classico Mc Donald? Ho voglia di panini!”

Gustav: “Ci si può adattare!”

Tom: “Perché no? Farò uno sforzo”

Bill non parlava ma la sua faccia era persa in uno sguardo che vedeva solo hamburger e patatine a perdita d’occhio.

Tom: “Allora è deciso?! Andiamo da MC Donald!”

Partirono affamati come lupi e all’una erano nel fast food a divorare una quantità di hamburger e patatine che avrebbe schifato persino un americano reso obeso dal cibo grasso.

Tom: “Così va meglio! Ora potrei suonare all’infinito.”

Gustav: “Che bello aver lo stomaco pieno!”

Bill: “Io vado in bagno, voglio darmi una sistemata!”

Georg: “Non restarci in eterno! Dobbiamo tornare in sala entro oggi!”

Bill fece una linguaccia mostrando il piercing agli altri prima di entrare in bagno, quando si girò si scontrò, naso contro naso, con un tipo che uscì di colpo dal bagno.

Tipo: “Sta attento EMO!”

Questo tipo se n’andò in fretta non sentendo una voce dall’interno che lo chiamava

Voce: “Che ti prende di nuovo?! Smettila di importunare la gente!”

Dal bagno uscì un ragazzo, era più di un metro e ottanta, aveva una berretta nera, da cui spuntava una frangia lunga, un paio di occhiali e una sciarpa appena sotto la bocca.

Ragazzo: “Ti pare il modo di fare? Torna indietro se non vuoi passare una brutta giornata!”

Seguì il tipo continuando a rimproverarlo, per il fatto accaduto poco prima, finché non tornò da Bill per scusarsi.

Tipo: “Scusami se ti ho urtato, e se ti ho chiamato EMO.”.

Bill: “Non è un problema, tranquillo.”

I due se n’andarono e Bill entrò nel bagno per pisciare e notò che sopra il porta carta igienica c’erano dei residui di polvere bianca, pochi granelli sparsi qua e là.

Bill: “Che è ‘sta roba?”

Uscì dal bagno, e insieme al gruppo ripartirono verso la sala prove e, una volta arrivati, ricominciarono a suonare.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Serata allo Street's Angel ***


Posto il capitolo pur non essendo nelle migliori condizioni umoristiche di scrittura

Posto il capitolo pur non essendo nelle migliori condizioni umoristiche di scrittura... leggete e commentate, chiedo solo questo.

Cap. 3

Serata allo Street’s Angel

Mentre finivano di suonare entrò il proprietario della casa discografica.

Boss: “Buonasera Tokio Hotel!”

TH: “Salve!”

Boss: “Ho sentito le vostre canzoni e il vostro modo di suonare, vorrei che stasera andaste in questo locale! Avrete tutto quello che volete da bere e, ovviamente, ci saranno ragazze d’ogni genere.

Nel sentire le parole “ragazze d’ogni genere” s’illuminarono gli occhi a Tom.

Tom: “Ragazze? D’ogni genere? E che siamo matti? Io ci sono di sicuro!!”

Bill: “Ma quand’è che crescerai? Comunque va bene anche per me, un po’ di svago dopo oggi va benone!”

Gustav: “Concordo in pieno!”

Georg: “Per me è ok! Basta che non ci chiediate di suonare un cd anche il giorno dopo!”

Boss: “Che problema c’è? Basta chiedere no? Comunque a che ora volete venire stasera? Io avevo pensato alle 22:00... che ne dite?”

Bill: “Che ore sono adesso?”

Boss: “Sono le 20:40 più o meno” disse estraendo un Rolex da sotto il polsino della giacca.

Gustav: “Se ce ne andiamo adesso possiamo arrivare in tempo per le 22:00!”

Georg: “Ha detto che non ci sono problemi quindi... andiamo con calma.

Boss: “Tutto giusto signori! Vi aspetto al locale, l’autista sa dove andare e non preoccupatevi di niente! Sarete miei ospiti stasera!

Tom: “Quand’è così allora, partiamo! Bill tu fai la doccia per primo che sei quello che ci mette di più!”

Bill: “Ah ah! Non fai ridere!”

Tom: “Non era mia intenzione far ridere.

Bill: -.-’

Detto questo salutarono tutti, salirono sulla limousine e tornarono in albergo.

Appena giunti in camera, Bill e Tom, ebbero subito da discutere appena il dark si piazzò sul divanetto davanti alla televisione

Tom: “Non cazzeggiare con quel telecomando e vai a farti la doccia!”

Bill: “Uffa che noioso che sei! Vacci tu per primo.

Tom: “No! Tu ci metti un’eternità a lavarti, vestirti e impiastricciare quella chioma! Datti una mossa se non vuoi che ti costringa con le buone. Disse Tom agitando le dita davanti alla faccia di Bill

Bill: “Io non soffro il solletico” disse Bill sorridendo a denti stretti mentre pensava alla conclusione della vicenda.

Tom: “Ah no? Dici davvero? Proviamo allora!”

Tom si lanciò contro Bill bloccandogli le braccia e cominciando a fargli il solletico un po’ ovunque.

Bill: “Smettila! Ah Ah Ah Tu mi farai morire!!”

Tom: “Ma tu non lo soffri o sbaglio?” disse mentre rincarava la dose di solletico al povero Bill che, ormai, lacrimava dal ridere.

Bill: “Va bene Va bene Va bene Va bene Va bene! Andrò a fare la doccia però ora smettila!”

Tom: “Lo sapevo che con le buone ti avrei convinto! Me l’ha insegnato mamma!”

Bill: “Scoprirò come costringerti a fare qualcosa anch’io, prima o poi...”

Tom: “Esatto fratello, prima o poi... ora va a lavarti che hai la faccia sporca.”

Bill si diresse verso il bagno, si svestì accese la doccia e mentre entrava nella cabina si ricordò della polvere bianca che aveva visto nei bagni del Mc Donald.

Bill: “Chissà cos’era...”

Alle ore 23:00 i Tokio Hotel erano all’interno del locale, chiamato Street’s Angel, seduti ad un tavolo pieno di bottiglie di birra vuote e piene e quelle piene duravano molto poco.

Tom: “Ma che bella serata! Ne è valsa la pena sgobbare per quel tipo... vero?”

Georg: “Niente male come posto davvero!”

Bill: “Sarà... ma io mi sento un po’ su di giri...

Tom: “Vai a farti un giro che è meglio, secondo me un po’ d’aria fresca farà miracoli.

Bill: “Che non voglia di uscire da qui... non mi accompagna nessuno?”

Gustav: “Hai mai pensato, anche solo per un attimo, che se ti alzi in piedi e lo chiedi alla prima tipa che passa sarai scortato all’ingresso?”

Tom: “Non è il tipo da fare certe cose. Ci penso io.

Tom si alzò dal tavolo e si diresse nel mezzo del locale dove ballavano parecchie ragazze sudate e mezze svestite.

Tom: “E andiamo, ora si pensa al fratellino e poi a me!”

Aveva puntato una coppia di ragazze, una alta e castana con i capelli lunghi e un corpo da modella, l’altra era più bassa e più magra dell’altra, ma aveva il suo fascino anche lei; si diresse verso di loro quando riapparve una figura già vista. Era il tipo imbacuccato uscito dal bagno del Mc Donald, stavolta aveva solo gli occhiali e un taglio da EMO in piena regola, si era avvicinato alle due ragazze e, dopo averle salutate, aveva infilato le mani nelle tasche posteriori della tipa più piccola, per un tempo decisamente lungo, e poi se n’era andato veloce com’era arrivato.

Tom: “Ma guarda che tipo! Neanche io sono così diretto e lui? Non si becca neanche uno schiaffo di richiamo... vorrà dire che sono due tipe facili! Meglio così, ora andiamo a prenderle.

Si avvicinò alle ragazze, le salutò, fecero le presentazioni, la più alta disse di chiamarsi Silvia, l’altra Sara.

Tom: “Ciao ragazze! Come va la serata?”

Silvia: “Non c’è male! Adesso poi è ancora meglio vero Sara?”
Sara: “Eh sì mi sento al settimo cielo adesso!”

Tom: “Sentite non è che avete voglia di venire al tavolo con me? Ho due posti in più con il vostro nome scritto sopra. Che ne dite?”

Sara: “Ecco io veramente vorrei uscire un attimo dal locale a... prendere un po’ d’aria

Tom: “Davvero? Senti anche mio fratello vorrebbe uscire dal locale, ti va di accompagnarlo?”

Sara: “Sì, perché no? Vai a chiamarlo noi ti aspettiamo qui!”

Silvia: “Ma non metterci troppo mi raccomando!”

Tom: “È come se fossi già tornato!”

Il rasta si lanciò verso il tavolo e in un attimo tornò dalle ragazze con il fratello appresso.

Tom: “Ragazze questo è mio fratello Bill. Bill queste sono Sara e Silvia.

Bill: “Ciao ragazze!”

Sara: “Ciao!”

Silvia: “Sì, ciao. Senti Tom che ne dici di andare a bere una volta al tuo tavolo? Ho una sete che non ci vedo.”

Tom: “Certo andiamo subito. Tu Bill che fai?”

Bill: “Ecco io...”

Sara: “Mi accompagneresti di fuori? Voglio prendere un po’ d’aria.

Tom strizzò l’occhio al fratello e si diresse verso il tavolo con la ragazza sottobraccio.

Bill: “Ok certo. Usciamo.”

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il Fattaccio in macchina ***


Ecco il seguito per chi segue la fic

Ecco il seguito per chi segue la fic!

Cap. 4

Il fattaccio in macchina

I due uscirono dal locale passando da una porta di servizio.
Sara: “Non mi va di prendere il giubbino per una cosa veloce. Non sei d’accordo?”

Bill: “Cosa veloce?”

Sara: “Dai non fare lo gnorri! Andiamo in macchina, te lo vedo in faccia che lo vuoi anche tu!”

Salirono su una piccola auto blu scuro, in quel momento Sara cercò qualcosa nelle sue tasche fino ad estrarre una busta bianca.

Sara: “Mi scalderesti il cd per favore?”

Bill: “Sono confuso... cosa vuoi fare?”

Sara: “Ma come? Non volevi uscire a “prendere una boccata d’aria”? Se è così cosa aspetti? Metti il cd sulla bocca del riscaldamento!”
Bill non rispose, si limitò a fare come gli era stato chiesto.

Sara: “Ok dammi qua e in un attimo saremo pronti a volare!”

Bill era sempre più confuso, non capiva cosa volesse fare la ragazza. All’inizio pensava che volesse scopare... poi pensò che una custodia di cd non aiuta un granché.

Sara: “Ecco qui,è tutto pronto... Perché te ne stai lì impalato?”

Bill: “Ecco... io non vorrei fare la figura dell’imbecille... ma cosa siamo venuti a fare qui?”

Sara lo guardò con aria stupefatta e poi fece un risolino.

Sara: “Davvero non sai cosa facciamo qui? Non hai mai visto questo prima d’ora?”

Gli mise il cd davanti agli occhi, Bill vide due righe bianche lunghe almeno 5 cm ciascuna

Sara: “Non dirmi che non sai che cos’è? Questa è cocaina! È qualcosa che aiuta a divertirmi!”

Detto questo la ragazza abbassò la testa sul cd e fece sparire una delle due righe in un attimo.

Sara: “Wow! Wow! Sapevo che non mi avrebbe deluso! Ora è il tuo turno.

Bill: “Cocaina? Io non faccio queste cose! Ma che ci faccio qui dovrei essere nel locale... non qui con una tossica come te! Addio!”

Sara: “Non dire così e poi non tentare di uscire, hai visto chi c’è di fuori?”

Bill rivolse lo sguardo all’esterno e vide una macchina dei carabinieri gironzolare per il parcheggio del locale.

Bill: “Loro sapranno cosa fare di te e di chi ti ha venduto questa merda!”

Sara: “Allora, se tu scendi da qui finirai in galera perché io saprò convincere i carabinieri che sei stato tu ad obbligarmi a farlo. A te la scelta. Crederanno di più a me che a te vedrai. Inoltre se aspetti ancora un po’ a tirare finisce che ci sbattono dentro entrambi per possesso di cocaina. Decidi alla svelta!”

Bill non sapeva cosa fare... finire in galera accusato di un possesso di stupefacenti oppure finirci per aver costretto una ragazza ad assumere cocaina? In seguito ad un rapido esame della situazione, stimolata dall’avvicinarsi dei carabinieri, Bill si abbassò sul cd e tirò la riga senza lasciarne traccia alcuna.

Sara: “Wow sei un professionista allora! Altro che pivello!”

Bill alzò la testa e cominciò a tossire, quando smise la sua faccia sembrava quella di uno che aveva appena bevuto qualcosa come una ventina di Red Bull consecutive.

Bill: “Ora hai finito? Possiamo andare? Voglio tornare dentro il locale! Voglio vedere mio fratello! Voglio...”

Sara: “Datti una calmata! Questa roba ti è salita dritta in cima vero? Dai ora ci divertiamo.”

I due si chiusero in macchina, i carabinieri erano già andati via, dall’esterno si poteva intravedere la figura di Bill che si muoveva avanti e indietro, i vetri dell’auto si appannarono poco a poco. Dopo una buona mezz’ora i due scesero dall’auto.

Bill: “Aaaah! Ora so cosa prova Tom quando torna a casa la notte.

Sara: “Mmm mi fa male la testa....

Bill: “È il sesso mia cara! Nient’altro.”

Sara: “Si magari... senti... hai un cellulare? Dovrei chiamare una persona.

Bill: “Tieni! Chiami la tua amica?”

Sara: “No, devo chiamare il Gringo.”

Bill: “Chi?”

Sara: “Non preoccuparti di chi o cosa, sappi solo che torna utile dato che l’altro se n’è andato...

La ragazza compose un paio di numeri sul cellulare del tedesco, ma non ebbe risposta da nessuno dei due.

Bill: “Niente?”

Sara: “Niente! Peccato...cosa fai tu adesso?”

Bill: “Vado a recuperare mio fratello e il resto del gruppo e poi andiamo insieme a bere una volta. Ti va di venire?”

Sara: “Non posso, devo andare adesso è già l’una! Mio papà mi lincia se torno tardi, sai com’è... è un carabiniere, anche se non sembra tale perché ha un pizzetto alla Ciccio Valenti che non gli lascia un briciolo di rigidità in faccia, non si fida a lasciarmi in giro da sola e poi la mia amica sta arrivando proprio adesso.

Silvia: “Ehii Saraa!”

Sara: “Sono alla macchina!”

Silvia: “Ma dove sei sparita? Siamo rimasti tutta sera ad aspettarvi al tavolo e... perché i sedili della mia auto sono completamente abbassati?

Sara e Bill si guardarono ridendo di nascosto.

Silvia: “Penso di intuire come mai... bricconcelli! Dai Sara è ora di andare se no chi lo sente dopo tuo padre! Ciao Bill salutami Tom, Gustav e Georg!”

Sara: “Ciao Bill! Alla prossima!”

Bill: “Ciao ragazze!”

Bill fece per rientrare nel locale ma fu trattenuto da una mano sulla sua spalla

Bodyguard: “Dove credi di andare?”

Bill si voltò e vide un energumeno vestito di nero con un auricolare che lo squadrava da capo a piedi.

Bodyguard: “Allora? Che cazzo pensi di fare?”

Bill: “Senti belloccio... chiama il tuo capo e digli che Bill è fuori dal locale e vorrebbe rientrare!”

Bodyguard: “Bill eh? Vediamo subito.” L’energumeno portò il dito all’auricolare e dopo poche parole si girò verso Bill.

Bodyguard: “Mi scusi signore. I suoi amici stanno per uscire, se vuole attenderli nell’atrio saranno subito da lei.

Bill: “Grazie King Kong.”

Arrivarono Gustav e Georg che sostenevano Tom, completamente ubriaco fradicio.

Tom: “Ehi fratello.... come è andata con quella ragazza..... a me non è andata bene continuavamo a bere e alla fine ho perso io.... ma non preoccuparti io ti voglio bene lo stesso perché...”

Bill: “Sì Tom ora calmati e chiudi la bocca, sembra una distilleria! Quand’è che crescerai... su ragazzi ora andiamo a....

D’un tratto Bill si sentì improvvisamente stanco, completamente privo di forze e per poco non cadde a terra.

Georg: “Che hai ti senti bene?”

Bill: “È stato solo un capogiro. Ora sto bene, andiamo in albergo”

I Tokio Hotel decisero che era meglio tornare in albergo; arrivarono verso le tre per colpa di Tom che ogni 200 metri doveva fermarsi per vomitare la birra bevuta in precedenza.

Una volta in camera da letto Tom crollò nel sonno più profondo, Bill invece sembrava non aver sonno... era stanco ma non era assonnato

Bill: “Che cazzo mi prende? Ho fatto una giornata spossante... e ora non riesco ad addormentarmi...”

Per tutta la notte Bill pensò ad un motivo plausibile al perché non dormisse, ma non riuscì a trovarlo; si addormentò alle 7:30 del mattino.

Continua

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Serata dal Boss ***


Cap

Non ho mai visto apparire tante recensioni tutte insieme °_____° .

Meglio così dai stavo per rinunciare a scrivere... skerzo non avrei smesso finché non avrei finito la fic.

Ora bisogna rispondere ad una recensione...

The Fighting Temptations: saranno dei santarellini... però ho preferito modificarne il personaggio, difatti è una OOC, così è più divertente e poi riesco a dire qualcosa di più. Ho letto la tua fic. Già anche commentata.

Ora ecco il seguito per chi segue! Grazie ancora per l e recensioni!!!

Cap. 5

Serata dal Boss

Tom: “Ti vuoi svegliare una buona volta?”

Bill: “.... che hai..... lasciami dormire..... è ancora presto....”

Tom: “Sì è presto per andare a dormire! Svegliati! È ora di cena!

Bill non credeva alle sue orecchie, ora di cena? Di già? L’orologio, purtroppo, dava ragione a suo fratello.

Bill: “Quanto tempo ho per rimettermi in sesto?”

Tom: “Mi piacerebbe sapere come hai fatto a ridurti così... sembri un cadavere! Io non ero un fiore di campo stamattina però tu mi hai sorpassato di brutto! Comunque hai tutto il tempo che vuoi, la cena a noi la portano su richiesta ad ogni ora.”

Bill: “Evviva il servizio in camera! Ora però devo alzarmi. Aiutami Tomi!”

Tom: “Sei un lazzarone patentato!”

Tom dovette aiutare Bill in quasi tutto.

Tom: “Sembri uno zombie!!! Che hai fatto ieri sera?”

Bill: “Mi sa che ho esagerato! Mamma mia... mi sento stanchissimo...”

Tom: “Ti converrà tirar fuori un po’ di animo! Dobbiamo andare dal Boss. Ci ha chiamato oggi pomeriggio, gli ho detto che saremmo andati da lui stasera, perciò riprenditi!”

Bill: “Questa sì che è dura da affrontare...

Salirono sulla limousine, appena toccò i sedili di pelle nera, Bill non riuscì a trattenersi e ad appoggiare la testa per recuperare ancora un po’ di sonno, ma Tom glielo impedì.

Tom: “Evita! Hai già dormito troppo!”

Georg: “Si direbbe che hai fatto serata ieri!!”

Gustav: “Sai che non riuscirei a riconoscerti se non sapessi che sei tu? Sembri completamente distrutto!”

Bill: “E basta con le domande! Mi sono mai interessato dei fatti vostri? E allora tacete!”

La limousine, in un attimo, divenne silenziosa come un cimitero... Tom non capiva cosa avesse suo fratello, all’inizio pensava solo che avesse dormito male o che non avesse dormito, però non riusciva a giustificare il suo comportamento.

Salirono dal Boss, 12° piano, ufficio in fondo al corridoio e ascensore in manutenzione.

Bill: “Anche le scale ci tocca fare? Ma dove siamo finiti?”

Gustav: “Che ti prende? Magari un po’ di moto ti sveglia i muscoli, o il cervello.

Bill: “Eh sì, magari potrebbe... forse non hai tutti i torti”

Tom era sempre più perplesso e non capiva questi sbalzi d’umore.

Arrivati varcarono la porta dell’ufficio del Boss.

Boss: “ECCOVI VI STAVO ASPETTANDO!”

Bill: “Si può sapere che hai da urlare?! Ti sentiamo non siamo mica sordi!”

Boss: “Vedo che qualcuno è di pessimo umore stasera eh? Veniamo al sodo allora, la vostra presenza nel locale ha riscosso molto successo, dunque anche molta gente è venuta nel mio locale. Volevo chiedervi innanzitutto quanto tempo vi fermavate qui con noi?”

Tom: “Dunque il contratto prevede che dobbiamo stare qui ancora due o tre mesi. Perché?”

Boss: “La mia idea era quella di farvi apparire come ospiti, o come gruppo in esibizione, nel mio locale fino alla scadenza del contratto. Ovviamente sarete ricompensati per questo sia ben chiaro.

Bill: “Dovremmo tornare in quel locale?” disse mentre pensava alla scena della sera precedente

Boss: “Avete avuto problemi? Non vi è piaciuto?”

Bill: “No, niente di questo. Mi chiedevo se una persona ricca come lei non avesse altri locali; sa, vorrei visitare altri luoghi della città.

Boss: “Mi sembra ragionevole. Ma sì dai parlerò con qualcuno e vi manderò in giro per locali. Va meglio così?”

Bill: “La ringrazio, molto gentile. Inoltre vorrei consultarmi con il gruppo se non le dispiace, per decidere della sua proposta.

Boss: “Fate pure signori!”

Bill: “Allora che ve ne pare? Faremo serata assicurata!”

Tom: “A me sta bene, poi io e te andiamo a fare un po’ di shopping che ne dici? Ho visto un paio di scarpe che sembrano fatte per i miei piedi.

Ovviamente Tom stava cercando una scusa per parlare, da solo, con suo fratello di cosa avesse fatto ieri sera.

Bill: “A me sta bene! E voi cosa dite?”

Gustav: “Concordo per la proposta e declino lo shopping!”

Georg: “Idem con patate!”

Bill: “Boss! Siamo felici di annunciarla che suoneremo e cazzeggieremo nei locali che lei troverà per noi!”

Boss: “Molto bene, potete andare allora. Lei Signor Kaulitz si trattenga ancora un attimo.

Bill: “Io o lui?” disse indicandosi e poi indicando il fratello.

Boss: “Lei, Bill!”

Bill: “D’accordo. Ragazzi ci vediamo fuori.”

Tom: “Sbrigati! Vorrei andare per scarpe!”

Quando Bill restò nella stanza da solo con il Boss, ebbe come la netta sensazione di aver smaltito la serata precedente.

Bill: “Wow così va meglio!”

Boss: “Signor Kaulitz... finalmente soli.

Bill: “Cosa voleva dirmi Boss?”

Boss: “Posso parlarle francamente?”
Bill: “Certo, se lo ritiene necessario”

Boss: “Ecco, io sono sicuro che una persona come lei” disse mentre si abbassava al cassetto della scrivania “avrà sicuramente già visto questa!” da cui estrasse, con cura, una piastrella di marmo nero con delle righe bianche sopra.

Bill si tirò indietro, per un attimo gli venne da vomitare, ma fu solo un falso allarme.

Bill: “Che roba è quella? Non l’ho mai vista prima d’ora. Disse un po’ spaventato.

Boss: “Non faccia il furbo con me, conosco il locale dove vi ho mandati come le mie tasche, l’ho vista su quell’auto blu attraverso i video a circuito chiuso. Avanti gliela offro io questa, è assicurata al 100% conosco il fornitore è un amicone, direi amico di tutti”. disse ridendo.

Bill: “Se non volessi? Cosa mi accadrebbe?”

Boss: “Niente. Però se la vedessi un’altra volta tirare una riga nei locali dove la mando io, farebbe una gran brutta figura, e non parlo di noi due ma di tanti fan. Nel caso lei tirasse anche adesso potrei diventare più comprensivo e lasciarla tirare anche nei locali a lei destinati. Mi sono spiegato?”

Bill: “Chiaro come l’acqua di fonte.” Così dicendo si abbassò sulla piastrella e fece sparire una riga.

Bill: “Wooow! Chi gliela dà sta roba? Spinge come quella dello Street’s Angel!”

Boss: “Magari è lo stesso pusher, che ne sai. Il mio è molto serio, in più è anche giovane, quindi mi aiuta nella scelta dei gruppi di adesso! Voi per esempio mi siete stati consigliati da lui!”

Sparì anche l’altra riga, per merito del Boss.

Boss: “Bene signor Kaulitz, non ho nient’altro da dirle se non arrivederci!”

Bill: “Io verrò ancora qui! Ogni volta voglio una scena simile! Diciamo che se la serata nel locale fa successo, voglio un paio di righe solo per me. D’accordo?”

Boss: “Se succede ci sarà anche un grosso premio per lei, ma mi dica è l’unico della band a fare queste cose?”

Bill: “Sì gli altri sono tutti puri, non sanno niente.

Boss: “La chiamerò io per ogni evenienza allora. Ancora arrivederci signor Kaulitz

Bill: “Arrivederci Boss.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo Intermedio ***


Capitolo intermedio

Capitolo intermedio

In un mese e mezzo Bill continuò a frequentare i diversi locali imposti dal Boss, ogni volta era un pienone di gente, sia ai concerti che alla loro semplice presenza; Tom non riuscì a cavare un ragno dal buco con suo fratello, di riflesso anche il suo gruppo perse ogni interesse nel suo atteggiamento, inoltre Bill, ormai, aveva imparato a controllarsi e a non farsi beccare da nessuno. Dopo 2 settimane dall’incontro del boss Bill cominciò a sniffare sempre a ritmi più elevati, per di più il Boss gli dava anche una mancia sottobanco per invogliarlo a restare, ma a lungo andare Bill voleva provarne dell’altra, così cominciò a cercare dei pusher esterni, ma senza successo...

Un giorno Bill si ricordò dei numeri usati da Sara ancora la prima volta. Decise di usarne uno, trovò un pusher chiamato Il Gringo; lo frequentò spesso, dandosi sempre appuntamento nella metropolitana cittadina, poi un giorno però Il Gringo fece tardi lasciando Bill in metropolitana a bocca asciutta. Da quel momento Bill cominciò ad innervosirsi e a sentire sempre più il bisogno di sniffare, ogni giorno andava alla metro nel tentativo di trovare Il Gringo o qualcuno che potesse aiutarlo...

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Eccoti di Nuovo ***


Mamma mia

Mamma mia! Non ho mai visto delle recensioni del genere O__o e soprattutto non pensavo che la fic interessasse tanto. Comunque ecco il seguito, il capitolo intermedio era solo una pausa di riflessione, niente di che.

The Fighting Temptations: Sono contento che ti piaccia la mia storia... però sono rimasto stupito di essere uno dei pochi maschi in tutta efp! °___° pensavo di essere tipo il trilionesimo non so se mi spiego...

P.S. comunque non sono fan, non sfegatato al massimo intendo!, dei TH... -.-’ mi hanno segnato per un bel periodo e mi sono piaciuti parecchio!

Gufo: A volte ritornano... è bello avere una grafomane che recensisce!! Mette allegria alle giornate!! Se continui a recensire probabilmente continuerò a cambiare finale alla fic! (Sono un sadico con le carte in regola! xD)

Ora tocca alla fic. Godetevela!

Cap. 6

Eccoti di nuovo!!

Bill si trovava in fondo alla fermata della metro. Era nervoso, aspettava una persona da, quello che ormai gli sembrava, troppo tempo.

Bill: “Ma dove sarà? Non mi piace aspettare!!”

Vide una figura arrivare dall’entrata, alta, magra, vestita di una maglietta nera e dei jeans attillati blu scuro.

We we allora? Ti ho fatto aspettare troppo?”

Bill rimase zitto, era stupito ma anche nervoso, non era lui che stava aspettando.

Bill: “Chi sei?! Fatti vedere!!”

La figura sbucò dalla penombra, era Rango, quel ragazzo che aveva conosciuto sotto il centro commerciale 4 mesi prima.

Rango: “Cos’è non mi riconosci? Pensavo di aver marcato di più la mia figura su di te, ma evidentemente mi sbagliavo” disse mentre tirava ampie boccate da uno spinello.

Bill: “Rango! Che bello rivederti! Cosa ci fai in questa metro? Aspetti Il Gringo anche tu?”

Rango: “Il Gringo? No. Sarebbe inutile aspettarlo, sai com’è… l’hanno blindato!”

Bill: “NO NON CI CREDO!”

Rango: “Credici invece! Stava spacciando della cocaina alle persone sbagliate. Io mi chiedo come si possa fare a vendere della cocaina a degli sbirri in borghese. Li riconosci troppo in fretta per poter farti fregare.

Bill non stava ascoltando, pensava solo a quello che gli rimaneva, era rimasto senza un pusher.

Bill: “Ma tu che ne sai di queste cose? Tu fumi soltanto!”

Rango: “Ohi belloccio da quando sei diventato così scontroso? Comunque io ne so più di te al riguardo, siccome anch’io spaccio coca.”

Gli occhi di Bill si accesero di speranza, poteva di nuovo comprare della cocaina! Stavolta il pusher era anche un suo amico! Si sentiva al settimo cielo!

Bill: “Davvero? Non è che potresti lasciarmene giù uno?”

Rango: “Stai scherzando spero… da quando tiri?

Bill: “Non sono affari tuoi!”

Rango lo squadrò da capo a piedi, Bill capì di aver fatto uno sbaglio, si stava giocando l’ultima sua occasione.

Bill: “Cioè, volevo dire, come mai questa domanda? Penso che anche tu ormai lo faccia. D’altronde la spacci!”

Rango: “Ti sbagli di grosso, la mia la tirano gli altri, io non voglio neanche sapere com’è. Anche se tutti continuano a chiedermela in continuazione, dicono che sia ottima.

Bill non ce la faceva più, Rango sembrava tentarlo con ogni mezzo e purtroppo per lui ci stava riuscendo alla grande.

Bill: “Ok, sono contento per te che tu non sia entrato in questo giro. Però potresti lasciarmene uno lo stesso? Sono disposto a pagartelo!”

Rango: “Mi sa che tu sei dentro fino al collo. Comunque gli affari sono affari dicevano… quanto te ne serve?”

Bill: “Quanta ne hai?”

Rango: “Tutta quella che ti serve! Tu quanta ne vuoi?”

Bill: “Ne voglio 2!”

Rango: “Certo che non l’avrei mai pensato sai?”

Disse Rango mentre estraeva dalla sua tasca dei jeans due palline di carta plasticosa sigillate.

Bill: “Cosa non avresti mai pensato?”

Rango: “Di vendere della coca proprio a te, Bill Kaulitz, pensavo di averti istruito per bene riguardo alle droghe quando ci siamo incontrati la prima volta.

Bill: “Non hai toppato! Sono stato io a capire male! Ora dammi quello che mi spetta!”

Rango: “Tu sei proprio sotto! Comunque tira fuori la grana se vuoi la coca! Non mi sono fatto un nome regalando coca a credito, IO!”

Bill: “Senti ho i soldi in albergo, ora ci andiamo, ne faccio un paio e poi ti pago ok?”

Dopo aver pronunciato questa parole Bill ebbe un dejavù, si ricordò del sogno fatto mesi fa e cominciò a sudare freddo.

Ma Rango pensò di assecondarlo, d’altronde sentiva che poteva fare qualcosa per lui, ancora una volta.

Rango: “Ok che male c’è nel fare un giretto con i clienti? Se poi sono anche conoscenti è anche un piacere. Dai andiamo prendiamo la tua o la mia?”

Bill: “La tua! Io sono venuto a piedi”

Rango: “Vieni allora, usciamo da questo buco”

Partirono verso il parcheggio, salirono sulla macchina di Rango, Bill notò che era una BMW

Bill: “È sempre la stessa?”

Rango: “No, sono passato ad un M3! Mi piace di più e poi va anche di più”

Bill annuì con la testa senza dire niente, salì in macchina e andarono verso l’hotel.

Rango: “Ma la tua band non ti dice niente al riguardo?”

Bill: “Non lo sanno, lo sai anche tu che non ha odore e che si può fare ovunque senza lasciar traccia.”

Rango: “Più o meno ad un occhio inesperto è così... vedrò io se sei cauto o indiscreto!”

Arrivarono all’hotel, salirono in camera e Rango cominciò subito a scuotere la testa

Rango: “Probabilmente anche uno sbirro in gavetta dedurrebbe che qui si tira coca da mattina a sera. Non puoi lasciare i cd in parte al comodino con le lamette in parte. Va bene che sembri un EMO e che sei un cantante, però così è troppo palese!!”

Bill: “Cosa mi consigli di fare?”

Rango: “Innanzitutto vai a prendere i soldi, ti do quello che ti spetta e poi ti darò anche qualche dritta gratuita che ne dici?”

Bill ribaltò un paio di pouf da dove estrasse qualcosa come più di 2500 €.

Bill: “Tieni! Quanto costano 2 da te?”

Rango: “Sono 160 in tutto!”

Bill: “Così poco? Non è che fa schifo?”

Rango: “Saresti il primo a dirlo, che fa schifo non me l’ha mai detto nessuno anzi, sono stato riempito di complimenti. Tieni!”

Ci fu lo scambio soldi-coca. La faccia di Bill si riempì di una luce che sembrava renderlo felice, non esitò a buttarla sul cd e a formare i colpi.

Bill: “Resti con me? O hai altri clienti?”

Rango: “Resto solo se posso fumare. In caso contrario me ne andrò”

Bill: “Mi dispiace dirtelo ma dovrai andare sul balcone. Sai nessuno fuma qui dentro.

Bill tirò il colpo e d’un tratto gli sembrava di vivere in un'altra situazione, si sentiva meglio, più contento e soprattutto quella voglia che lo assaliva si era placata immediatamente; Bill non disse e non sentì niente per 10 minuti filati.

Rango: “We rintronato!!! Riprenditi che è meglio!”

Bill: “Eh? Chi? Cosa?”

Rango: “Ah ah ah! Siete troppo divertenti quando tirate! Chissà perché fate tutti la stessa scena!!”

Bill: “Perché che è successo?”

Rango: “Ti sei quasi imbambolato dopodiché hai parlato per più di un’ora cominciando a cazzeggiare con qualsiasi cosa tu trovassi in giro!”

Bill: “Davvero? Non mi ricordo”

Rango: “Ne sono certo. Ti sto prendendo in giro!!”

Bill: “Infame! Non burlarti di me!”

Rango: “Senti io ho ricevuto un’altra chiamata, devo andare. Se vuoi ci becchiamo ancora!”

Bill: “Penso di farmi vivo io! Dovresti lasciarmi il tuo numero di telefono!”

Rango: “Tieni! Quando mi chiami mi dici solamente a che ora devo venire in albergo. Non dire altro, mi dici ‘Rango come va? Vieni a trovarmi dai!’ e io verrò senza battere ciglio. Se non rispondo sono a secco e non posso fare niente.

Disse Rango porgendo un bigliettino da visita che diceva ‘ Rango amico di tutti chiama quando vuoi ’ con il numero scritto sul retro.

Bill: “Ok grazie ci vediamo alla prossima!”

Rango: “Ciao stammi bene e fai in modo di non entrare in giri di merda!”

Aspettatevi di tutto! Ciao e grazie delle recensioni!!!

Ma anche solo chi legge!

Satiro Sfregiato

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Aiuti in Famiglia ***


O__O sono

O__O sono... boh neanche trovo le parole per esprimermi (maledetta serata!), mi farò aiutare da un dizionario allora ^_^

Dunque essendo io un sadico nato bastardo (non facciamo allusioni e commenti facili né?) continuerò a cambiare finale fino all’ultimo capitolo *ghigno sadico

Ero arrivato alla drammaticità per poi passare al tragico ma ora cambio di nuovo!

Inoltre vorrei aggiungere che se continuerò a ricevere recensioni che sembrano la descrizione del girone dei Tossici dell’inferno di Anfe (non il girone dei lussuriosi dell’inferno di Dante sia ben chiaro) continuerò a scrivere, in caso contrario... scriverò lo stesso (O__o? non so perché l’ho scritto ma suonava bene ^_^’ )

Gufo (non loggata e troppo stanca per farlo) : Che bel nick!! È spassoso! Spero tu abbia passato la sbronza! Davvero sono uno dei pochi? Ripeto che non l’avrei mai pensato; Comunque trovo il tuo aneddoto sulle candele nere, le fumerie di oppio e Bill molto interessante, potrei farci un’idea però devo ancora perfezionarla.

Vorrei chiederti chi è Plauto... non lo conosco e poi non riesco, causa tempo e condanne, a scoprirlo da solo.

hEiLig FuR ImMeR: Viva la sincerità! Grazie Mille!!!

Ecco la fic! Godetevela e recensite a nastro mi raccomando!!

Cap. 7

Aiuti in famiglia

*suoneria di un cellulare

Rango: “Ciao dark-singer!”

Bill: “Ciao Rango! Ascolta mi chiedevo se potevi passare di qua a trovarmi... mi sento un po’ solo...”

Rango: “Va bene arrivo! Però dovrai aspettare perché c’è un po’ di traffico!”

Bill: “Quando arrivi dillo al portiere, gli dirò di avvisarmi.

Rango: “Sei tu il capo. Arrivo, Ciao!”

Bill si trovava in camera, aspettava da più di un quarto d’ora con il cd vuoto, già raschiato più di una volta, nel cassetto e pensava

Bill: “Ma dove è finito, non ha mai fatto tardi neanche nell’ora di punta!!”

Era nella stanza con Tom, Gustav e Georg erano usciti per girare un album fotografico con degli strumenti musicali.

Tom: “Ehi che ti prende fratellino? Ti senti bene?

Bill: “Sì tutto bene, sono solo un po’ agitato”

Rispose Bill nervosamente e anche un po’ incazzato.

Tom: “Che hai per essere agitato? Aspetti qualcuno? O qualcuna? Penso di aver capito sai... deve arrivare una tipa e sei agitato perché non sai cosa fare vero?”
Bill stava per rispondere sgarbatamente a suo fratello che doveva farsi i fatti suoi e non rompergli le scatole; ma poi pensò che una scusa migliore di quella suggeritagli, involontariamente, dal fratellino non l’avrebbe mai trovata.

Bill: “Non ho segreti per te vero Tomi?”

Tom: “Ehi ti conosco troppo bene per non capirti al volo! Se vuoi che mi levi di torno è sufficiente che me lo chiedi, andrò giù al bar dalla barista con quel davanzale da record! Devi solo dirmi quando arriva e io alzo i tacchi.

Bill: “Penso che mi chiami la reception quando arriva.

Tom: “Le hai detto di farsi annunciare? Deve essere veramente importante per te!”

Bill: “Eh già, non sai quanto!”

Suonò il telefono della camera, Bill alzò la cornetta

Bill: “Sì?”

Reception: “Signor Kaulitz? Buongiorno è arrivata la visita che aspettava. Faccio salire l’ospite?”

Bill: “Sì grazie. Arrivederci.”

Tom: “È arrivata? Me la farai vedere una volta?”

Bill: “Sì certo. Ma non oggi. Ora vai al bar come mi hai detto, voglio restare tranquillo con lei.

Tom: “Al massimo la vedrò salire. Ciao e rendimi fiero di te!”

Bill: “Non preoccuparti....

Tom uscì dalla stanza

Bill: “.... la tirerò per le lunghe!!”

Tom chiamò l’ascensore e scese alla reception, non vide nessuna ragazza, solo famiglie con bambini, impiegati in ferie e notò un ragazzo al bancone del bar, alto magro vestito con una felpa nera e dei jeans un po’ larghi, che parlava con la barista.

Si avvicinò pensando “Ma guarda te questo tipo! Quella è mia non la toccare!”, arrivò al bancone intento a difendere la priorità sulla barista quando il ragazzo si girò verso di lui sorridendo quasi divertito.

Tom: “Che hai da ridere?”

Rango: “Niente stavo solo scherzando con lei.”

Barista: “Lo sai che è spassosissimo?”

Tom: “Davvero? Che ne dici di far divertire anche me?”

Rango: “Mi spiace ragazzo non sono di quella stirpe, preferisco le ragazze.”

Tom: “COME TI PERMETTI DI..

Rango: “Stai buono se ci tieni alla pellaccia! Ci sono circa una ventina di fan che stanno per entrare nell’hotel. Guardale e dimmi se ne vale la pena di farsi notare.

Tom si girò verso l’ingresso e vide che si stava pericolosamente riempiendo di fan che sembravano aver aspettato per un tempo infinito di poter entrare, nulla poteva fermarle dall’avere un autografo dai loro beniamini.

Tom: “Sono fottuto! E chi le ferma più quelle lì?”

Rango: “Serve una mano?” disse ironicamente “ti aiuto io ad evitarle, che ne dici?”

Tom: “Ma a me non da fastidio accontentare i desideri delle fan, finché si tratta di autografi e foto non c’è problema”

Rango: “Allora perché hai detto ‘sono fottuto’ ?”

Tom: “Perché vorrei stare un po’ per i fatti miei adesso! Ma a te che t’importa?”

Rango: “Non me ne frega niente! Comunque fai così, lei mi ha detto che finisce il turno fra poco e che vorrebbe andare in un pub a bere una volta” disse riferendosi alla barista “volevo accompagnarla io, ma ho un impegno a cui non posso mancare, ne andrebbe della mia reputazione, che ne dici di andare con lei?”

Tom: “Ma chi sei per propormi una cosa del genere? Neanche ti conosco e mi proponi, così d’improvviso, di uscire con lei che, probabilmente, neanche tu conosci.

Rango: “Se la cosa non ti sta bene, potrei far cadere questo bicchiere in terra, le fan si girerebbero verso il rumore, ti vedrebbero e tanti saluti alla tua quiete. Cosa preferisci?”

Tom: “Dai, per oggi farò uno sforzo e accetterò la tua proposta.

Rango: “Te l’avevo detto Federica che ti avrebbe accettato come compagnia!”

Barista: “Avevi ragione, grazie 1000 Rango!”

Rango: “Figurati!” Guardò l’ora sul cellulare “Ora devo andare, quanto ti devo?”

Barista: “Sei già a posto, non preoccuparti.

Rango: “Allora buon divertimento. Ciao Federica! Saluti signor Kaulitz!”

Tom lo guardò un po’ esterrefatto ma ricambiò il saluto mentre usciva dal retro dell’hotel a braccetto con la barista.

Continua... aggiorno al mio compleanno!

Concludo il capitolo augurando buon anno a tutti (anche se mi sa che sarebbe meglio dire tutte!) e felice 2008!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Serata Power ***


Evviva evviva è il 2008

Evviva evviva è il 2008! Auguri a tutti! Spero abbiate passato tutte un buon capodanno!

Comunque, come già detto in precedenza, metto il seguito il giorno del mio compleanno.

Federika: Spero di vedere altre tue recensioni. Mi sembri interessata alla fic

The Fighting Temptations: grazie degli auguri! Però dovrai spiegarmi l’immagine O__o?

Gufo: Bene ora so chi è Plauto. Però sono ancora confuso (ma probabilmente lo sono già di mio). La tua recensione stringata era troppo divertente!! Ma necessito delle recensioni da grafomane!!!

P.s. il finale è cambiato ulteriormente. Ora dire che è tragico è dire poco. Basta non dico altro.

Ecco la fic

Cap. 8

Serata Power

Rango intanto, dentro l’ascensore, continuava a guardare l’ora sul cellulare, “Cazzo è tardi! Probabilmente verrò rimproverato... ma basterà poco per essere perdonati.”

Si avviò verso la camera del cliente e appena entrò, Bill si piazzò subito davanti ai suoi occhi, faccia a faccia.

Rango: “We we allora?”

Bill: “Si può sapere dove sei stato? È tanto che aspetto! Mi avevi detto che arrivavi almeno mezz’ora fa!”

Rango: “Statti buono, ho avuto da fare, con la barista, con tuo fratello e con...

Bill: “Che hai con mio fratello? Lascialo stare!”

Rango: “Statti buono ti ho detto! L’ho solo congedato con la barista, mia conoscente italiana, ti pare una cosa brutta?”

Bill: “L’unica cosa brutta è che sei arrivato tardi. Fatti perdonare in qualche modo.

Rango: “Ok. Ho capito, ci penso io a tutto. Tu portami uno specchio o un cd e basta.”

Bill gli portò uno specchio, in un attimo era già cosparso di polvere bianca, caduta finemente come neve fresca in una mattina di Gennaio.

Rango: “Goditela! È appena arrivata!”

Bill ripulì mezzo specchio e si sedette sul divano in attesa dell’effetto.

Bill: “Quanto ci mette? Non voglio che gli altri mi vedano in questo stato? Non potevi arrivare prima? Perché ti sei fermato al bar? Lo sai che dovevi venire qui! Non mi piace aspettare lo sai anche tu!”

Rango: “SMETTILA DI TIRAR MENATE! Sembra che non tiri da una vita! Che cazzo ti prende?”

Bill: “È colpa tua! Sei arrivato tardi! Ora sono nervoso! Non riesco a far niente! Ne tanto meno a comportarmi come sempre! Mi beccheranno e sarà colpa tua!”

Rango pensò di aver preso una colossale bidonata, poi si convinse che era il momento di prendere una decisione drastica ma importante.

Rango: “Vaffanculo! Ora a te ci penso io”

Rango prese lo specchio e si chiuse nel bagno in fretta e furia senza permettere a Bill di fermarlo.

Bill: “Esci da lì! Non puoi stare lì dentro!”

Rango: “Fottiti! Vai a sederti aspetta, sono noto per la mia abilità manuale a tutti.

Bill: “Ho detto che...”

Rango: “Vaffanculo! SIEDITI E NON ROMPERE!”

Bill sembrò quasi spinto da quell’ordine, si sedette sul divano e appena appoggiò la schiena Rango uscì dalla toilette, con lo specchio del bagno della camera in mano, dicendo

Rango: “Con questa ora ti calmi. Stai pur certo che poi sarai tranquillo.

Bill vide che sullo specchio c’era una scritta, interamente fatta di cocaina, che diceva ‘ Take it easy man

Bill: “Sei un grande! Non me lo sarei mai aspettato da te sai?”

Rango: “È tua se sei disposto a pagarla! È la mia gran riserva, sono qualcosa come 1040 € di spesa, facciamo 1000 perché sei tu”

Bill: “Tieni! Dovrebbero bastare!” disse mentre gli porgeva una mazzetta ben pasciuta poi si abbassò sullo specchio

Rango: “Vediamo un po’ 100...200...300...400...

Bill intanto aveva ridotto la frase sullo specchio ad un mucchio di consonanti

Rango: “900...1000! Siamo a posto, tieni questo è tuo” gli porse il rimanente della mazzetta e intascò il suo guadagno.

Bill: “Wow così va meglio. Ma dove la trovi? Mi chiedo io, come fai?”

Rango: “Se te lo dicessi non avresti più bisogno di me. Poi chissà cosa faresti.

*suoneria del cellulare di Rango

Rango: “Ma guarda te chi chiama al giorno d’oggi! Pronto? Sì dimmi pure... sì certo ovvio, eh cosa devi dirmi? Ah sì? Bene ma... ah davvero?”

Bill guardava Rango al telefono e gli parve di vedere Al Pacino nel film scarface mentre trattava d’affari, la cosa sembrava divertirlo poi Rango cambiò espressione...

Rango: “Non dire queste cose, meglio di no... ascolta... TACI HO DETTO!! Sì non farò lo stupido non preoccuparti ho già la soluzione in mano. Sì ci sentiamo dopo, ti chiamo io ok? Va bene? Ciao ciao...”

Bill: “Tutto a posto?” Rango sembrava scosso

Rango: “No maledizione. Sono in giro a cercarmi e ora non posso uscire da questa camera.

Bill: “Davvero?”

Rango: “Non farti venire strane idee tu. Quello che ho con me, è in base a quello che mi chiedono di solito. In teoria adesso sarei dovuto andare in centro e girare per locali, mi sa che ti toccherà ospitarmi per almeno due o tre orette! Disturbo?”

Bill: “Dopo quello che mi hai fatto mi sembra il minimo ospitarti! Siediti e fuma pure se vuoi. Ormai qui fumo io!”
Rango: “Tu fumi?”

Bill: “Sì! Mi hanno insegnato a fumare i paini!”

Rango: “Questa sì che è una cosa inutile! Sai cosa facciamo? Un Coca-Erba!”

Bill: “???”

Rango: “Sì, sì ci penso io! Tu vai a prendere dei fazzoletti di carta per favore.

Bill: “Ok” Disse Bill non troppo convinto.

Quando tornò con i fazzoletti Rango aveva in mano un arnese cilindrico di terracotta, arancione con la punta completamente bianca, e sorrideva contento.

Rango: “Tu quando sei nato?”

Bill: “Primo settembre”

Rango: “Due Gennaio! E qua vige la regola del nonnismo, quindi lo accendi tu!”

Bill: “Non credo di aver capito...”

Rango: O__O

Bill: “Spiegami cosa vuoi fare! Non voglio fare giochetti gay capito?!”

Rango: “Ti dispiace evitare di fare queste cazzo di affermazioni di merda inutili che portano SOLO ALLO SFACELO TOTALE?!?!” Disse Rango incazzatissimo, con un tono di voce sempre più crescente, mentre si avvicinava a Bill

Bill: “Scusami non lo dirò più! Ma non ho capito cosa dovrei fare.

Rango: “Dunque... questo arnese che ho in mano si chiama cyloom, è un modo per fumare, senza usare cartine e filtri, e sballare immediatamente e tanto. Tu lo accendi come se fosse un sigaro, la fiamma te la do io, tiri piano e costante. Tutto chiaro?”

Bill: “Che bisogno c’era di arrabbiarsi? Ora ho capito!”

Rango: “Non ho avuto buoni rapporti con gli omosessuali! Ne loro con me. Mi sono spiegato?!”

Bill: “Tutto chiaro. Ora dammi la fiamma!”

Fumarono il cyloom, quando finì Bill non si sentiva più le gambe, le sue braccia parevano totalmente assenti, il torace era un battito cardiaco unico infine la testa sembrava essersi alleggerita di 20 Kg.

Bill: “uuuuuh

Rango: “Ah! Ah! Ah! Che bello vedere la gente che sballa in fretta!” Diceva Rango mentre cadeva sul divano

Le ore passarono in fretta, lo sballo in quella camera sarebbe bastato per ridurre degli avvocati e dei dottori in giornalismo degli ubriaconi di un romanzo irlandese, solo che cambiava la droga!

Rango: “Che ore sono?... È ora di andare!”

Bill: “Aspetta! Non andartene resta qui!”

Rango: “Ehi ho altra gente da accontentare! E poi non posso restare qui con tutta questa coca nelle tasche! Comunque adesso penso abbiano finito di cercarmi”

Bill: “Come? Se vuoi la nascondiamo per bene qui in camera! Non la toccherò lo giuro.”

Rango: “Sì come no, se credo a questa... vedo gli asini che volano!”

Bill: “Probabilmente hai ragione, almeno prendi questi. Disse porgendogli altri soldi

Rango: “Ne vuoi dell’ altra? Sei un tossico!” gli disse porgendogli altri due grammi. “Vedi di non esagerare e un consiglio, evitala prima di cantare. Non fa bene credimi, e non provare a curarla sarebbe peggio!”

Bill: “Ok ho afferrato. Ci vediamo Rango e buon lavoro!!” disse ridacchiando

Rango: “Si sticazzi buon lavoro. Ciao Bill ci sentiamo.”

Uscì dalla camera e si recò all’uscita dell’hotel, lì incrociò Gustav e Georg ma non si degnarono di nessuno sguardo, prese le chiavi della macchina e partì verso un nuovo cliente.

Fic un po’ carica! Però ero ispirato!

Non maleditemi per questo chop!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Troppo fatto per farlo ***


Cap

Mamma mia @__@ non mi sento più le gambe... ma neanche la testa... altro che Bill che fuma il cyloom mi sento molto più fuori!! Ora cerchiamo di rispondere alle recensioni (sarà dura mi sento molto non-in-grado!! @__@)

Thgarnet: Buaiò se posso ucciderlo dovrò dar sfogo all’essere sadico fino all’inverosimile!! Mi sembra doveroso!!!

The Fighting Temptations: Non preoccuparti che Bill non verrà beccato da nessuno... Rango gli ha insegnato bene!E poi in overdose non può andare! Anche se 7 grammi tutti in una volta sono veramente tanti [ O__O” ] perché non lo so dire (non ce la faccio!). Vorrei spiegarti inoltre che avere la testa che pesa 20 Kg in meno varrebbe a dire stare sospesi nell’aria rarefatta a 2000 m dal livello del mare... immagina tu come ci si possa sentire... io mi sento più o meno così adesso. Le tue ‘T’ sn perdonate. Sono anche contento che tu stia diventando sadica grazie a me!

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Mi sento rientrato! (d’altronde è passato un giorno da quando ho risposto alle ultime due recensioni soprastanti) Ora rispondiamo alle altre! Ieri sera giuro non ero in grado di far niente!!! Neanche di aggiornare!!

hEiLig FuR ImMeR: Grazie degli auguri!!! E comunque tranqui che Bill non verrà mai beccato!

Gufo: la tua recensione mi ha spiattellato il cervello ieri sera! Ho dovuto cedere e rispondere adesso... Io non sono Plauto (mi sarei sparato con un nome così anche se già il mio non mi piace...); Devo ancora leggere le tue fic... ma mi sento anche oggi come ieri sera... solo che adesso ho ancora un po’ di boh... qualcosa che mi rende in grado di rispondere e postare... (devo dirlo è stato un bel compleanno!!) Se vuoi gli effetti te li spiego personalmente tramite non-so-che-mezzo-di-comunicazione-preferito-da-te O__O!!

Se poi mi dici che [io se non vedo Rango divento più isterica di Bill!!! in astinenza da ff!!! ti giuro! sto come un'anima in pena davanti al computer aspettando... aspettando...aspetto sempre!!!] un po’ mi sento confuso (non che non lo sia abbastanza di mio) Dovrai spiegarmi anche un paio di cose più avanti... i finali alternativi te li spiego insieme a tutto il resto... sei molto curiosa comunque!

Bene... ora ho finito di rispondere (che fatica!) Questo capitolo sarà un po’, non direi triste ma vediamo cosa mi suggeriscono da dietro le quinte... sconsolante? malinconico? addolorante? Boh giudicate voi ragazze che di sentimenti capite, di sicuro, più di me!

Cap. 9

Troppo fatto per farlo...

Dopo che Rango uscì dalla stanza, Bill pensò bene di nascondere tutto... ma dove nascondere tutta quella cocaina? Sei grammi sparsi su uno specchio potevano sparire in due modi e purtroppo lui ne conosceva solo uno, tirarli

Bill: “Se li sniffo adesso probabilmente ci resto... che faccio?”

Era ancora sballato dal cyloom e non riusciva a ragionare

Bill: “Ma io mi chiedo come faccia Rango ad essere così lucido... Io non riesco a far niente

La mattina dopo Bill si era svegliato ottimamente, sembrava un nuovo giorno, era appena rifornito, era contento e soprattutto si sentiva invogliato a cantare.

Bill: “Oggi mi sento da Dio!!! Quasi quasi chiedo agli altri se hanno voglia di suonare un po’...”

Andò a svegliare suo fratello per primo

Bill: “Ehi fratellino!”

Tom: “...sì?... che vuoi?”

Bill: “Senti, sono le 8:30, io avrei voglia di cantare un po’; ora non ti sto chiedendo di saltar fuori dal letto immediatamente e suonare come non hai mai fatto prima d’ora, ti chiedo di farlo seguendo i tuoi tempi di sveglia... Ti va?”

Tom: “Chiesto così... non posso rifiutare” disse sbadigliando

Bill: “Ok bene! Vado ad avvisare anche gli altri allora!! Aspettami che arrivo!!!”

Tom: “Lascia perdere! Mi hanno detto ieri sera che sarebbero partiti alle nove per cercare delle corde da basso e un paio di crash. Ti conviene cominciare a scegliere le canzoni intanto che mi preparo.”

Bill: “Peccato... avevo voglia di un miniconcerto mattutino... mi adatterò!”

Nell’attesa di Tom, Bill preparava i testi delle canzoni da cantare, aveva ancora poca polvere sul cd ma la cosa sembrava non interessarlo, non più di tanto almeno...

Bill: “Sono contento di mio stamattina! Penso che non mi farà male se la tiro! È poca!”

In un attimo sniffò la coca rimanente.

Bill: “Ecco ora mi sento ancora più carico! TOOM quanto ci metti a uscire dal bagno?!?!”

Tom: “Io sono pronto! Prendo la chitarra acustica o elettrica?”

Bill: “Quella acustica! Non ho voglia attaccare gli amplificatori!”

Tom: “E acustica sia allora!”

Tom afferrò una Epiphone Gibson color nero lucido, mentre Bill sembrava fremere in attesa di poter cantare con suo fratello.

Bill: “Pronto? Ti va di fare -In Die Nacht- ?

Tom: “Certo. E me lo chiedi?”

Bill: “Bene allora, attacca pure!”

Tom cominciò a suonare le prime note ma nel momento in cui Bill doveva cantare... la voce non usciva

Tom: “Che ti prende?”

Bill: “..........”

Tom: “Oh che hai perso la voce?”

Bill: “Ti sembrerà strano... ma non riesco a cantare!”

Tom: “Stai calmo, sarà una cosa passeggera, magari hai solo bisogno di un po’ d’acqua. Aspetta vado a prendertene un bicchiere!”

Bill: “Grazie Tomi!”

Tom andò e tornò con l’acqua

Tom: “Tieni bevi una volta! Se non va neanche l’acqua ho della birra nel minibar!”

Bill: “No! Evitiamo la birra! Va bene l’acqua grazie!”

Bill bevve un buon sorso dal bicchiere.

Tom: “Ok, ora ricominciamo... dove eravamo rimasti?”

Bill: “.........”

Tom: “Non ci credo... sei strano fratello!”
Bill: “.......:”

Tom: “Ehi non scherzare! Dì qualcosa!”

Bill stava gesticolando come un dannato! Non riusciva a proferir parola. Sembrava che qualcosa gli bloccasse le corde vocali. Tom intanto continuava a fargli domande che ricevevano solo dei cenni fatti con la testa.

Tom: “Hai preso freddo?”

Bill: “......”

Tom: “Hai mangiato qualcosa di sbagliato?”

Bill: “......”

Tom: “Si può sapere che cazzo hai fatto? Fino a mezz’ora fa eri pimpante e straparlavi come un bambino quando riceve dei regali... ora sembri un muto!”

Bill cercava di pensare a cosa avesse potuto sbagliare in un quarto d’ora, fece mente locale.

“Dunque mi sono svegliato, bene, ho chiamato Tom, ho cercato i testi delle canzoni, ho fatto un colpettino minuscolo e...” quando si ricordò del colpettino, si ricordò anche di cosa gli aveva detto Rango la sera prima.

Rango: “...evitala prima di cantare. Non fa bene credimi, e non provare a curarla sarebbe peggio!”

Bill si mise le mani in faccia cadendo, per un attimo, in crisi. Poi pensò bene di mandare un SMS a Rango per chiedergli aiuto.

SMS: Rango non riesco più a cantare, ho fatto una cazzata! Che posso fare? Risp. È urgente!!!

Nell’attesa Tom raccontò a Bill la serata passata con la barista il giorno prima, cercando di distogliere la mente dal suo problema.

Dopo un quarto d’ora il telefono di Bill suonò... era arrivato un SMS, diceva

SMS: Sei un Cazzone!! Eh sì che te l’avevo detto! Comunque penso che la voce dovrebbe tornare da sola entro mezz’oretta. È solo questione di tempo, non innervosirti e soprattutto non bere niente di niente!!!! Ciao stammi bene!

Bill cominciò a preoccuparsi, si pentì di aver bevuto dell’acqua e cominciò ad entrare in paranoia mentre scriveva un altro SMS di soccorso.

SMS: Io ho bevuto dell’acqua, ti prego dimmi che non sono rovinato! Se perdo la voce perdo tutto! Se puoi fare qualcosa fallo subito!! Risp.!!!!!

Continuava a pensare a cosa gli sarebbe accaduto se avesse perso la voce, in un impeto di logica disse a suo fratello, tramite foglio di carta, di andare a prendere delle caramelle balsamiche giù al bar.

Tom: “Dici che funzionerà? Farò come vuoi tu, vado e torno!”

Nel momento in cui Tom uscì dalla porta Bill stava ripescando i grammi lasciatigli da Rango prima di andar via, non pensava ad altro che sniffare, li buttò giù tutti sullo specchio e li sniffò in tre colpi che avevano dell’incredibile, intanto continuava a pensare al suo futuro.

Bill: “Cosa faccio adesso? Se quello là non mi risponde più sono fregato! E se non c’è modo di recuperare la voce? Come ho fatto a cacciarmi in questo guaio? Me l’aveva anche detto! Non lo fare prima di cantare, ti fa male!”

Il cantante sembrava sull’orlo di una crisi di nervi, cominciò a convincersi che ormai non c’era più niente da fare, che aveva perso tutto quello che aveva di più caro e che la colpa era stata tutta di quella maledetta cocaina, di cui adesso sentiva un bisogno estremo. Decise che era ora di finire con quella droga, di finire con quella dipendenza che l’aveva portato alla perdita della voce. Prese carta e penna, scrisse un messaggio su un foglio, lo piegò e ci scrisse TOM sopra, dopodiché uscì dalla stanza.

In quel momento arrivò un SMS sul suo cellulare, dimenticato nella stanza, era di Rango... l’SMS diceva

SMS: Ok ho capito... vengo io a sistemare le cose, lasciami 5 minuti di tempo e poi metterò tutto a posto, nel frattempo cerca di rilassarti e di non farti venire strane idee!

Continua

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Scelte Drastiche ***


Un po’ mi dispiace di aver terminato la fic

Un po’ mi dispiace di aver terminato la fic..... però d’altronde che posso farci? Continuarla all’infinito la renderebbe pizzosa!! E poi così posso farne di altre!!

The Fighting Temptations: Ma perché deve essere beccato?! Vi giuro che è bruttissima come situazione! Non siate troppo sadiche... sappiate apprezzare il sadicismo finché merita...

Gufo: Mi spiace per la tua grafomania... comunque Bill perde la voce in seguito ad una perdita della salivazione (denotiamo che nei concerti c’è solitamente qualcosa da bere accanto ai cantanti) Poi il fatto che sia lui a perdere la voce è un fatto veramente scandaloso (così almeno ho capito da quello che ho sentito in giro...) Inoltre io sono un notturno... aggiorno poco di giorno @__@.

Per i finali alternativi vedrò... li manderò a chi farà la recensione che ci azzecca di più... se no li manderò e basta...

Cap. Finale

Scelte Drastiche

Rango arrivò davanti alla porta della camera e bussò, gli aprì Tom agitatissimo, ma quando lo vide cambiò subito espressione, apparendo più furioso che mai.

Tom: “Ah... sei il tipo che mi ha mandato con la barista... Cosa vuoi?”

Rango: “Sto cercando Bill. Dov’è?”

Tom: “Ora Bill non c’è, non vuole farsi vedere da nessuno. Vattene e torna domani.

Rango: “No. Tu non capisci, devo vederlo subito! Se tardo ancora un po’ finisce male!” disse guardandosi intorno

Tom: “Cosa vuoi dire?!” Tom spinse, di sorpresa, Rango contro il muro di fronte alla sua camera “Cosa intendi con ‘ finisce male ’ ??”

Rango lo fissò e vide che non era solo un atteggiamento difensivo nei confronti del fratello, era più una disperata ricerca di informazioni sul fratello.

Rango: “Senti, Bill non è qui vero? E tu non sai dov’è giusto?”

Tom: “Se sai dov’è ti conviene dirmelo!!!” Urlò strattonandolo contro il muro.

Rango: “Io posso aiutarti a trovarlo, ma prima devi dirmi da quanto è sparito!”

I due sguardi si incrociarono per un momento che sembrava interminabile poi Tom mollò la presa.

Tom: “Tieni. Leggi questo.”

Gli porse un foglio piegato con sopra scritto TOM.

Il foglio diceva:

Caro Tomi

Ti scrivo queste righe per poterti dire quanto mi dispiace di aver compiuto questo gesto. Con te non voglio avere segreti... quindi ti dirò tutto senza parafrasare, proprio come facevi tu con me; Quando siamo andati allo Street’s Angel e mi sono allontanato con quella ragazza, come forse pensavo tu, siamo andati a fare sesso in macchina; rallegrati fratello! L’abbiamo fatto! Il problema non è quello, il vero problema è che prima di scopare sono stato costretto ad assumere della cocaina. Diamine Tom se tu provassi questa roba diresti le stesse cose che ho pensato io la prima volta ne sono sicuro. Sta di fatto, che questa droga a lungo andare mi ha preso il cervello, ne sono diventato dipendente e non sono più riuscito ad uscirne. Riuscivo ad averla grazie ad un pusher che probabilmente avrai già incontrato anche tu. Se non ricordo male ti ha fatto uscire con la barista dell’hotel. Quel ragazzo è nostro coetaneo, mi ha già aiutato una volta quando eravamo in Italia... ora sono caduto nella dipendenza totale come un deficiente patentato. Ed è con queste parole che ti lascio Tomi, non mi cercare sto per uscire definitivamente da questa prigione. Ti voglio bene.

Bill

Rango: “Devi dirmi subito quando hai letto questa lettera!”
Tom: “Saranno dieci minuti che l’ho letta, l’ho cercato per tutto l’albergo
! Ho persino chiesto al portiere se l’aveva visto uscire! L’ho chiesto anche ai cuochi, ai camerieri ai bodyguards! Nessuno sa dirmi dove si trova! NESSUNO!!!”

Tom sembrava quasi piangere mentre pronunciava quelle parole, Rango si sentiva colpevole, sentiva dentro di lui che era colpa sua, che probabilmente era stato lui a far cominciare tutto.

Rango: “Maledizione ma dove si può cacciare uno come lui... mica fai fatica a notarlo... dai non serve neanche alzare la testa per....”

Rango si bloccò di colpo

Tom: “Perché ti sei bloccato”

Rango: “Questo hotel... ha una terrazza?” disse guardando nel vuoto

Tom: “Sì, è la prima cosa che abbiamo visitato appena arrivati.

Rango impallidì di colpo... d’un tratto scattò verso le scale urlando “TOM CHIAMA SUBITO AIUTO! TUO FRATELLO È SUL TETTO!”

Tom non perse tempo nel cercare aiuto, Rango intanto correva a più non posso sulle scale fino a raggiungere la porta che dava sul terrazzo.

Rango: “Ma tu dimmi cosa cazzo sono andato a combinare! Stavolta ho fatto una gran cazzata!”

Aprì la porta del terrazzo facendola sbattere, si guardò in giro in fretta e furia cercando Bill con lo sguardo. Lo trovò dietro di sé sul ciglio del cornicione in piedi che piangeva.

Rango pensò “È incredibile come accadono certe cose... cominci piano con poco e arrivi veloce senza più riuscire a fermarti nemmeno al troppo. Quanto mai ho cominciato questo giro!”

Rango: “BILL!!!

Bill lo sentì, si girò verso di lui urlando: “NON AVVICINARTI! VOGLIO SMETTERE DI SOFFRIRE! NON PUOI AIUTARMI STAVOLTA!”

Rango: “Non dire cazzate! Ti ho già aiutato in passato e...”
Bill: “Bell’aiuto mi hai dato! Guarda dove mi hai condotto! Sono un prigioniero della droga!”

Rango intanto si avvicinava lentamente a Bill, parlandogli, nel tentativo di impedirgli di saltare.

Rango: “È vero! Ti ho aiutato a drogarti. Ma non senti che ti è tornata la voce? Ricorda che non sono stato io a far cominciare tutto. E poi non mi dai la possibilità di rimediare! Lo sai che ti avevo già visto un paio di volte prima di vederti alla metro?”

Bill: “Menti! L’unica volta che ti ho visto, prima della metro, è stato in quel centro commerciale!!!”

Rango: “Non sto mentendo!” affermava mentre si avvicinava al ciglio del cornicione “Ti ho visto al Mc Donald con il tuo gruppo, non ricordi nessuno con occhiali e sciarpa?”

Bill: “Sei stato tu a convincere quel tipo a scusarsi?”

Rango: “Li ho in pugno i miei clienti! Specialmente appena sono fatti. Inoltre ti ho visto anche allo Street’s Angel!”

Bill: “Cosa ci facevi lì? Io non ti ho visto!”

Rango: “Lì ho visto tuo fratello. È andato con una mia cliente ed una sua amica, le avevo appena rifornite. Mi sembra strano che Tom non ti abbia detto niente.

Bill: “Sei stato tu a rifornirle? Non stai mentendo? E perché non sei rimasto con loro??”

Rango era ormai riuscito a far scendere Bill dal ciglio del cornicione ed ora si trovavano uno davanti all’altro.

Rango: “Avevo ricevuto una soffiata dal padrone del locale, è un mio amico se non un cliente, c’erano gli sbirri nel parcheggio. Non potevo rimanere, anche se mi sarebbe piaciuto stare un po’ con la Silvia.

Bill: “Hai detto di non essere stato tu a farmi cominciare vero? Invece no È PER COLPA TUA SE SONO RIDOTTO COSì ADESSO! SONO STATO COSTRETTO A TIRARE UNA RIGA QUELLA SERA ALTRIMENTI GLI SBIRRI MI AVREBBERO ROVINATO LA VITA!! Però vedo che ci hai pensato tu al loro posto.

Rango era spiazzato. Stavolta non sapeva più che dire...

Rango: “Bill... io... non credevo... come ho potuto lasciare che accadesse... come posso rimediare ora....

Bill: “Non puoi fare niente ormai” disse appoggiando un piede al muretto “sarebbe tutto inutile quello che faresti... ADDIO!” Di colpo Bill si lanciò a volo d’angelo chiudendo gli occhi....

.....il vuoto, l’aria che scorre sul mio viso, quel suolo che non arriva più, l’adrenalina che scorre dentro di me in tutto il mio corpo.... tutto questo finirà molto presto... finalmente non sarò più schiavo di quella droga chiamata cocaina.... Tomi perdona il mio gesto... ti voglio bene...

così dicendo, mentre cadeva nel vuoto, Bill perse i sensi...

....................................................................................................................................

Quando Bill riaprì gli occhi si trovava in terra, era vivo! Sembrava stesse bene, non sentiva ne dolori ne contusioni.

Bill: “Ma io ho saltato da un palazzo di 30 piani e sono ancora intero?”

“.....e...h....i......”

Bill si voltò verso quel lamento e vide Rango in parte a lui.

Bill: “Rango! Che hai!”

Era disteso sul fianco sinistro, sembrava non riuscisse più a muovere il braccio destro e neanche le gambe, Bill gli sollevò la schiena tenendogli la testa alta
Rango: “Cosa.....mi.....avevi.....detto....prima....di.....saltare?....”

In quel momento Bill capì che Rango lo aveva raggiunto in volo, afferrato e protetto dalla caduta con il suo corpo.

Bill: “Rango ma che hai fatto... ti avevo detto che sarebbe stato inutile! PERCHÉ L’HAI FATTO?!?!?”

Rango: “Inutile?....... Io....non....credo....proprio. Ggh meglio... che me ne vada io... ho già fatto troppo... tu resta... non hai ancora fatto niente... e puoi fare ancora tanto...

Sorrise... e poi perse i sensi.

Calò il silenzio

In quel quadro tristissimo si poteva vedere Bill in ginocchio reggere Rango tenendogli la testa, che sembrava pendere senza vita, con la mano...

mentre Rango sembrava un caduto di guerra, braccio rotto, gambe insensibili e voce roca appena spenta, dietro di loro c’era il retro dell’ Hotel, quell’Hotel che ha visto la dipendenza di Bill Kaulitz e i vari aspetti della cocaina...

finché...

“BIIIIIILLLLLLL!”

Si girò verso quella voce che gli sembrava familiare, era Tom.

Tom: “BIIILLLL!! Come stai?! Fratellino ti senti bene?!?!?!”

Bill: “Sto bene Tomi... sono vivo grazie a lui.

Tom vide Rango privo di sensi tra le braccia di Bill; in quel momento arrivò un ambulanza, chiamata da Tom in precedenza, insieme ad una pattuglia di Carabinieri, gli infermieri recuperarono Rango portandolo al più vicino ospedale, il caso volle che nel togliergli la giacca, dalla tasca interna, cadde un sacchetto pieno di bustine bianche e un rotolo di soldi. Un carabiniere con il pizzetto alla Ciccio Valenti si avvicinò seguito da un altro carabiniere

Carabiniere: “Bene bene... E queste cosa sono? Mi sa che quel ragazzo avrà dei problemi appena torna in vita!”

Carabiniere: “Magari è quel pusher che non riuscivamo a trovare? Quello scaltro e paraculato da tutti... quello con una rubrica immensa... come si chiamava?... Rango? Secondo me spacciava coca anche al Papa!!”

Carabiniere: “Spero sia lui... almeno chiudiamo il fascicolo e lo sbattiamo dentro una volta per tutte!”

Bill non esitò stavolta, si fece avanti.

Bill: “Lasci stare quel sacchetto se tiene al proprio lavoro! Quelli sono oggetti del ragazzo appena salito sull’ambulanza. Le lasci in terra.”

Carabiniere: “Chi sei tu per darmi degli ordini? Chi ti credi di essere?”

Bill si avvicinò al carabiniere cercando di strappargli il sacchetto dalle mani sussurrandogli all’orecchio

Bill: “Potrei rovinarti se dicessi in giro cosa mi ha fatto tua figlia sabato scorso... che ne dici?”

Carabiniere: “Come ti permetti di..

Bill: “Non sto scherzando! Tu rovina la vita a quel ragazzo e io rovino la tua carriera di carabiniere e di padre!”

I due si squadrarono a vicenda, Bill era deciso a non mollare aveva salva la vita grazie a Rango, questo era il minimo che poteva fare; finché il carabiniere non lasciò la presa dicendo

Carabiniere: “Ricordati lo faccio solo per mia figlia! Non pensare di avere potere su di me!”

Bill: “Ovviamente...”

I carabinieri composero il verbale scrivendo di un tentato suicidio sventato da un ragazzo ora in condizioni gravi, dopodiché lasciarono il posto in fretta e furia.

Bill e Tom tornarono in albergo, spiegarono la faccenda anche a Gustav e Georg che rimasero stupefatti di tutto; il loro manager non perdonò Bill, gli ritirò la cocaina di Rango e la gettò nel bagno della camera davanti ai suoi occhi, ma il cantante sembrava non subire ne caldo ne freddo da quella visione, mentre i soldi sparirono in modo a tutti ignoto. Dopo 5 giorni Bill voleva andare in ospedale per fare visita a Rango, ma il suo manager glielo impedì con ogni mezzo dicendo “Non ti ha già rovinato abbastanza? Lascialo in pace e non provare a cercarlo! Ora va a fare i bagagli... domattina partiamo per la Francia.” ma Bill non voleva ascoltarlo, la notte prima di partire andò a cercarlo in tutti gli ospedali che si trovavano vicino al suo hotel... senza successo, Rango sembrava non essere mai esistito in quelle cliniche...

Uscito dall’ultimo ospedale verso le tre e mezza di notte, accese una sigaretta e dopo un paio di tiri sentì alle sue spalle una voce.

E smettila con quelle cose! Di voce ne hai solo una!”

Si girò convinto di averlo trovato, finalmente poteva ringraziarlo del gesto compiuto, ma non era così... era Tom, l’aveva sentito alzarsi di nascosto e poi pedinato in caso di altri fattacci.

Tom: “Cosa sei venuto a fare? Stai cercando questo Rango?”

Bill: “Sì... volevo almeno ringraziarlo... sai com’è... dopotutto mi ha salvato la vita...”

Tom: “Senti fratellino... probabilmente non ne sei al corrente... ma Rango non è mai arrivato all’ospedale...”

Bill: “... è morto?...”

Si materializzò un espressione di dolore sul volto di Bill

Tom: “No... anche se dopo una caduta del genere sarebbe stato più logico trovarlo morto e non in stato di incoscienza... non è mai arrivato all’ospedale perché l’ambulanza è stata rubata da quattro uomini che poi sono scappati via.”

Bill: “Quindi che fine ha fatto Rango? Sta bene? Dove si trova?”

Tom: “Non lo so fratello... l’ambulanza è stata trovata vuota abbandonata in una strada chiusa.

Bill: “...”

Tom: “Ora purtroppo non ci resta altro che tornare in albergo, la partenza è alle cinque di mattina.

Bill: “Va bene... andiamo...”

Tornarono in albergo e alle cinque salirono sulla limousine che li avrebbe portati all’aeroporto per andare in Francia.

Mentre erano in viaggio Bill guardava fuori dal finestrino, cercando di trovare Rango, ma niente da fare... non c’era...

Dopo mezz’ora di viaggio stavano uscendo dalla città, ormai non ci sperava più... presero l’ultimo semaforo rosso... mentre Bill guardava il biglietto da visita di Rango, alzò la testa... vide un ragazzo... con un bastone e un braccio ingessato... stava appoggiato al muretto davanti alla sua limousine...

L’aveva visto... era Rango!!! Si era salvato dalla caduta e ora lo guardava, stava fumando uno spinello e sembrava stesse bene. Rango fece un sorriso e strizzò l’occhio.

In quel momento il semaforo cambiò colore e la limousine partì senza lasciare a Bill il tempo di alzare la mano per salutarlo. Bill cercò di fermare l’autista ma il suo manager non lo permise. A Bill non restò altro da fare che girarsi e vedere Rango che lo fissava, con uno spinello in bocca e un braccio rotto mentre dentro di sé pensava “Addio Rango... spero di riuscire a ringraziarti la prossima volta...”

Fine

We l’ho finita davvero... scrivo queste righe alle 4 di notte, appena tornato da una serata de poro (da paura) ho appena letto un paio di mail interessanti (una no a dire il vero...) spero di riuscire a pubblicare altre fic... una ce l’ho già in mente però mi serve aiuto.

Ok mi farò vivo io

Voglio delle recensioni da far rizzare i capelli! Ragazze non deludetemi!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Questo è facoltativo ***


Su consiglio, posto qui un finale alternativo

Su consiglio, posto qui un finale alternativo.

Partiamo!

Cap. Finale A1

Scelte Drastiche

Rango arrivò davanti alla porta della camera e bussò, gli aprì Tom agitatissimo, ma quando lo vide cambiò subito espressione, apparendo più furioso che mai.

Tom: “Ah... sei il tipo che mi ha mandato con la barista... Cosa vuoi?”

Rango: “Sto cercando Bill. Dov’è?”

Tom: “Ora Bill non c’è, non vuole farsi vedere da nessuno. Vattene e torna domani.

Rango: “No. Tu non capisci, devo vederlo subito! Se tardo ancora un po’ finisce male!” disse guardandosi intorno

Tom: “Cosa vuoi dire?!” Tom spinse, di sorpresa, Rango contro il muro di fronte alla sua camera “Cosa intendi con ‘ finisce male ’ ??”

Rango lo fissò e vide che non era solo un atteggiamento difensivo nei confronti del fratello, era più una disperata ricerca di informazioni sul fratello.

Rango: “Senti, Bill non è qui vero? E tu non sai dov’è giusto?”

Tom: “Se sai dov’è ti conviene dirmelo!!!” Urlò strattonandolo contro il muro.

Rango: “Io posso aiutarti a trovarlo, ma prima devi dirmi da quanto è sparito!”

I due sguardi si incrociarono per un momento che sembrava interminabile poi Tom mollò la presa.

Tom: “Tieni. Leggi questo.”

Gli porse un foglio piegato con sopra scritto TOM.

Il foglio diceva:

Caro Tomi

Ti scrivo queste righe per poterti dire quanto mi dispiace di aver compiuto questo gesto. Con te non voglio avere segreti... quindi ti dirò tutto senza parafrasare, proprio come facevi tu con me; Quando siamo andati allo Street’s Angel e mi sono allontanato con quella ragazza, come forse pensavo tu, siamo andati a fare sesso in macchina; rallegrati fratello! L’abbiamo fatto! Il problema non è quello, il vero problema è che prima di scopare sono stato costretto ad assumere della cocaina. Diamine Tom se tu provassi questa roba diresti le stesse cose che ho pensato io la prima volta ne sono sicuro. Sta di fatto, che questa droga a lungo andare mi ha preso il cervello, ne sono diventato dipendente e non sono più riuscito ad uscirne. Riuscivo ad averla grazie ad un pusher che probabilmente avrai già incontrato anche tu. Se non ricordo male ti ha fatto uscire con la barista dell’hotel. Quel ragazzo è nostro coetaneo, mi ha già aiutato una volta quando eravamo in Italia... ora sono caduto nella dipendenza totale come un deficiente patentato. Ed è con queste parole che ti lascio Tomi, non mi cercare sto per uscire definitivamente da questa prigione. Ti voglio bene.

Bill

Rango: “Devi dirmi subito quando hai letto questa lettera!”
Tom: “Saranno dieci minuti che l’ho letta, l’ho cercato per tutto l’albergo
! Ho persino chiesto al portiere se l’aveva visto uscire! L’ho chiesto anche ai cuochi, ai camerieri ai bodyguards! Nessuno sa dirmi dove si trova! NESSUNO!!!”

Tom sembrava quasi piangere mentre pronunciava quelle parole, Rango si sentiva colpevole, sentiva dentro di lui che era colpa sua, che probabilmente era stato lui a far cominciare tutto.

Rango: “Maledizione ma dove si può cacciare uno come lui... mica fai fatica a notarlo... dai non serve neanche alzare la testa per....”

Rango si bloccò di colpo

Tom: “Perché ti sei bloccato”

Rango: “Questo hotel... ha una terrazza?” disse guardando nel vuoto

Tom: “Sì, è la prima cosa che abbiamo visitato appena arrivati.

Rango impallidì di colpo... d’un tratto scattò verso le scale urlando “TOM CHIAMA SUBITO AIUTO! TUO FRATELLO È SUL TETTO!”

Tom non perse tempo nel cercare aiuto, Rango intanto correva a più non posso sulle scale fino a raggiungere la porta che dava sul terrazzo.

Rango: “Ma tu dimmi cosa cazzo sono andato a combinare! Stavolta ho fatto una gran cazzata!”

Aprì la porta del terrazzo facendola sbattere, si guardò in giro in fretta e furia cercando Bill con lo sguardo. Lo trovò dietro di sé sul ciglio del cornicione in piedi che piangeva.

Rango pensò “È incredibile come accadono certe cose... cominci piano con poco e arrivi veloce senza più riuscire a fermarti nemmeno al troppo. Quanto mai ho cominciato questo giro!”

Rango: “BILL!!!

Bill lo sentì, si girò verso di lui urlando: “NON AVVICINARTI! VOGLIO SMETTERE DI SOFFRIRE! NON PUOI AIUTARMI STAVOLTA!”

Rango: “Non dire cazzate! Ti ho già aiutato in passato e...”
Bill: “Bell’aiuto mi hai dato! Guarda dove mi hai condotto! Sono un prigioniero della droga!”

Rango intanto si avvicinava lentamente a Bill, parlandogli, nel tentativo di impedirgli di saltare.

Rango: “È vero! Ti ho aiutato a drogarti. Ma non senti che ti è tornata la voce? Ricorda che non sono stato io a far cominciare tutto. E poi non mi dai la possibilità di rimediare! Lo sai che ti avevo già visto un paio di volte prima di vederti alla metro?”

Bill: “Menti! L’unica volta che ti ho visto, prima della metro, è stato in quel centro commerciale!!!”

Rango: “Non sto mentendo!” affermava mentre si avvicinava al ciglio del cornicione “Ti ho visto al Mc Donald con il tuo gruppo, non ricordi nessuno con occhiali e sciarpa?”

Bill: “Sei stato tu a convincere quel tipo a scusarsi?”

Rango: “Li ho in pugno i miei clienti! Specialmente appena sono fatti. Inoltre ti ho visto anche allo Street’s Angel!”

Bill: “Cosa ci facevi lì? Io non ti ho visto!”

Rango: “Lì ho visto tuo fratello. È andato con una mia cliente ed una sua amica, le avevo appena rifornite. Mi sembra strano che Tom non ti abbia detto niente.

Bill: “Sei stato tu a rifornirle? Non stai mentendo? E perché non sei rimasto con loro??”

Rango era ormai riuscito a far scendere Bill dal ciglio del cornicione ed ora si trovavano uno davanti all’altro.

Rango: “Avevo ricevuto una soffiata dal padrone del locale, è un mio amico se non un cliente, c’erano gli sbirri nel parcheggio. Non potevo rimanere, anche se mi sarebbe piaciuto stare un po’ con la Silvia.

Bill: “Hai detto di non essere stato tu a farmi cominciare vero? Invece no È PER COLPA TUA SE SONO RIDOTTO COSì ADESSO! SONO STATO COSTRETTO A TIRARE UNA RIGA QUELLA SERA ALTRIMENTI GLI SBIRRI MI AVREBBERO ROVINATO LA VITA!! Però vedo che ci hai pensato tu al loro posto.

Rango era spiazzato. Stavolta non sapeva più che dire...

Rango: “Bill... io... non credevo... come ho potuto lasciare che accadesse... come posso rimediare ora....

Bill: “Non puoi fare niente ormai” disse appoggiando un piede al muretto “sarebbe tutto inutile quello che faresti... ADDIO!” Di colpo Bill si lanciò a volo d’angelo chiudendo gli occhi....

.....il vuoto, l’aria che scorre sul mio viso, quel suolo che non arriva più, l’adrenalina che scorre dentro di me in tutto il mio corpo.... tutto questo finirà molto presto... finalmente non sarò più schiavo di quella droga chiamata cocaina.... Tomi perdona il mio gesto... ti voglio bene...

così dicendo, mentre cadeva nel vuoto, Bill perse i sensi...

....................................................................................................................................

Quando Bill riaprì gli occhi si trovava in terra, era vivo! Sembrava stesse bene, non sentiva ne dolori ne contusioni.

Bill: “Ma com’è possibile?”

Bill alzò gli occhi al cielo, la situazione era proprio quella che pensava, aveva saltato da trenta piani ed era ancora intatto. Si alzò da terra, fece per andarsene ma urtò qualcosa ai suoi piedi...

Bill: “RANGO!!”

Rango giaceva a terra non dando alcun segno di vita, accasciato su se stesso con un braccio sopra il viso.

Bill: “RANGO CHE TI PRENDE NON FARMI SCHERZI!”

Niente... Rango non rispondeva, Bill era sempre più disperato e non sapeva cosa fare... i soccorsi chiamati da Tom non arrivavano... ma neanche Tom arrivava più

Bill: “Rango...”

Chiunque avesse visto quella scena sicuramente sarebbe accorso ad aiutare... ma in quella maledetta cittadina le uniche persone in giro, ad un’ora molto tarda, erano o sbirri, pessime persone a cui chiedere aiuto per un pusher, o tossici ormai fuori dal limite, che difficilmente avrebbero aiutato un pusher mrto.

*suoneria di un cellulare

Bill: “Cosa è stato?”

*suoneria di un cellulare

Bill: “Io non ho cellulari... È IL SUO! Spero di riuscire a chiamare aiuto... vediamo... Brò... chi sarà?”

Bill: “Pronto?”
Brò: “Ehi
! Sono io... dai che ora di tornare vieni da me...

Bill: “Ehm... non so come dirtelo ma io non sono Rango...”
Brò: “Ci credo, non è la sua voce... tu chi sei e come fai ad avere questo cellulare?”

Bill: “Ecco... vedi... Rango è qui con me... però non sta molto bene...

Brò: “COSA? CHE GLI È SUCCESSO?! DOVE SIETE? SE GLI HAI FATTO DEL MALE SEI MORTO!”

Bill: “Stai calmo! Se gli avessi fatto qualcosa non avrei risposto alla chiamata!”

Brò: “Molto vero... Comunque devi dirmi dove vi trovate! Non ci metteremo molto ad arrivare:

Bill: “Sono dietro ad un Hotel”

Brò: “L’Hotel dove alloggiano i Tokio Hotel? Mi chiedo ancora perché andava in quel posto... Resta lì, nasconditi e aspetta una Megàne Nera. Ok?”

Bill: “Ok ma fai presto!!”

Bill si nascose, con Rango, dietro dei cassonetti.

Non passarono neanche cinque minuti che una Megàne nera sgommò nel retro dell’hotel.

Scese un ragazzo sui 20 anni, alto, moro, capelli corti e abbigliamento elegante.

Brò: “Retro del’hotel eh? SALTA FUORI SE NON VUOI CHE TI TROVI IO!”

Bill: “Sono qui!”

Bill uscì allo scoperto... il ragazzo nel vedere Rango trascinato da quel dark cambiò espressione e cominciò a pensare...

Brò: “Dimmi cosa gli è successo, prima che mi scateni su di te in quanto unica persona in questa scena!”

Bill raccontò tutta la storia a quel ragazzo che vagamente gli ricordava qualcuno, ma non riusciva a focalizzare chi.

Brò: “Ah... è così allora... ho un pluriricercato in famiglia... perché fratellino sei andato a cacciarti in questi guai...

disse il ragazzo mentre tratteneva a stento le lacrime dagli occhi.

Brò: “Basta piangere adesso. Tu ora vieni con me, mi darai una mano a portare via mio fratello immediatamente. E sia ben chiaro... non ti ho chiesto una cortesia...

Bill aiutò il fratello di Rango portar via il cadavere del giovane Pusher.

Arrivarono in un violetto chiuso, molto buio dove c’era solo una porta...

Brò: “Tu adesso” disse mentre estraeva dei soldi “Prendi un cazzo di taxi e te ne torni in albergo. Chiaro?”

Bill: “Ma tu lo sai chi sono io?”

Brò: “Non me ne frega un cazzo chi sei tu! Potresti essere Dio in terra! Potresti essere un celebrità! Mio fratello mi ha fatto conoscere tanta di quella gente che neanche ti immagini ora sparisci!”

Lanciò i soldi addosso a Bill, poi caricò suo fratello sulle spalle ed entrò nella porta del vicolo.

Bill rimase in piedi davanti alla porta senza poter fare niente...

Bill: “Rango... neanche ho potuto ringraziarti... fanculo! Fosse l’ultima cosa che faccio!”

Stava per bussare alla porta quando d’improvviso uscì di nuovo il fratello di Rango che gli tirò un pugno diretto in faccia facendo perdere i sensi a Bill.

Brò: “Ti avevo detto di sparire...”

Dopo quelle parole Bill non sentì più niente...

Dopo un po’ di tempo, Bill si svegliò nel letto della sua suite circondato dai suoi amici e da un dottore.

Tom: “Come ti senti Bill?”

Gustav: “Ma non hai niente di meglio da fare che girare nei vicoli di questa città?”

Georg: “Fortunatamente sei stato riportato qui!”

Bill: “Cosa? Chi mi ha portato qui?”

Georg: “Un taxi, che però dopo se n’è andato via di corsa.

Tom: “Ti ricordi qualcosa?”

Bill: “Mi ricordo che stavo aiutando... un mio amico...

Dottore: “Davvero? Mi sa che l’hai aiutato male... hai un livido sulla guancia... che bell’ amico che hai.”

Bill: “No ma non capite, in pratica...”

Tom: “Smetti di pensare adesso, il dottore ha detto che hai subito una forte contusione alla testa”

Dottore: “Già, quindi non devi sforzarti di ricordare niente. Ora devi dormire un po’.

I quattro lasciarono Bill da solo in camera, ma Tom prima di andarsene gli lasciò un bigliettino dicendo...

Tom: “Ti è caduto... poco fa... “

Poi se ne andò.

Bill prese il bigliettino e lo lesse.

Fratellino mio cosa mi fai passare... abbiamo dovuto mentirti poco fa, non sei tornato in taxi, ma su una megàne nera. Un ragazzo ti ha portato da me e mi ha detto che ti aveva trovato per terra in un vicolo. Cosa facevi lì Bill... perché mi fai preoccupare... non sono riuscito a capire niente finché non ho trovato dei residui di cocaina sullo specchio, ce li hai lasciati prima di sparire... Non voglio che tu ti droghi... se veramente capisci quello che sto passando smetti immediatamente e dimentica tutto.

Bill rimase colpito da quella lettera, capì di essere stato riportato dal fratello di Rango, ma allo stesso tempo Tom gli aveva fatto capire di aver fatto qualcosa che non si può definire una sciocchezza. Dopo quel giorno Bill non cercò più Rango in nessun modo, per riuscire ad evitare qualsiasi avvicinamento alla cocaina e a quel periodo appena passato che gli aveva rovinato la vita.

Fine

Secondo voi era meglio di quello che ho postato?

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Altro Finale ***


Cap

Cap. Finale Alternativo

Mi hanno detto di fare alcune cose, io non so se le ho fatte giuste. . . però le ho fatte come me lo diceva la testa! Godetevi il secondo finale alternativo!

Rango arrivò davanti alla porta della camera e bussò, gli aprì Tom agitatissimo, ma quando lo vide cambiò subito espressione, apparendo più furioso che mai.

Tom: “Ah... sei il tipo che mi ha mandato con la barista... Cosa vuoi?”

Rango: “Sto cercando Bill. Dov’è?”

Tom: “Ora Bill non c’è, non vuole farsi vedere da nessuno. Vattene e torna domani.”

Rango: “No. Tu non capisci, devo vederlo subito! Se tardo ancora un po’ finisce male!” disse guardandosi intorno

Tom: “Cosa vuoi dire?!” Tom spinse, di sorpresa, Rango contro il muro di fronte alla sua camera “Cosa intendi con ‘ finisce male ’ ??”

Rango lo fissò e vide che non era solo un atteggiamento difensivo nei confronti del fratello, era più una disperata ricerca di informazioni sul fratello.

Rango: “Senti, Bill non è qui vero? E tu non sai dov’è giusto?”

Tom: “Se sai dov’è ti conviene dirmelo!!!” Urlò strattonandolo contro il muro.

Rango: “Io posso aiutarti a trovarlo, ma prima devi dirmi da quanto è sparito!”

I due sguardi si incrociarono per un momento che sembrava interminabile poi Tom mollò la presa.

Tom: “Tieni. Leggi questo.”

Gli porse un foglio piegato con sopra scritto TOM.

Il foglio diceva:

Caro Tomi

Ti scrivo queste righe per poterti dire quanto mi dispiace di aver compiuto questo gesto. Con te non voglio avere segreti... quindi ti dirò tutto senza parafrasare, proprio come facevi tu con me; Quando siamo andati allo Street’s Angel e mi sono allontanato con quella ragazza, come forse pensavo tu, siamo andati a fare sesso in macchina; rallegrati fratello! L’abbiamo fatto! Il problema non è quello, il vero problema è che prima di scopare sono stato costretto ad assumere della cocaina. Diamine Tom se tu provassi questa roba diresti le stesse cose che ho pensato io la prima volta ne sono sicuro. Sta di fatto, che questa droga a lungo andare mi ha preso il cervello, ne sono diventato dipendente e non sono più riuscito ad uscirne. Riuscivo ad averla grazie ad un pusher che probabilmente avrai già incontrato anche tu. Se non ricordo male ti ha fatto uscire con la barista dell’hotel. Quel ragazzo è nostro coetaneo, mi ha già aiutato una volta quando eravamo in Italia... ora sono caduto nella dipendenza totale come un deficiente patentato. Ed è con queste parole che ti lascio Tomi, non mi cercare sto per uscire definitivamente da questa prigione. Ti voglio bene.

Bill

Rango: “Devi dirmi subito quando hai letto questa lettera!”
Tom: “Saranno dieci minuti che l’ho letta, l’ho cercato per tutto l’albergo! Ho persino chiesto al portiere se l’aveva visto uscire! L’ho chiesto anche ai cuochi, ai camerieri ai bodyguards! Nessuno sa dirmi dove si trova! NESSUNO!!!”

Tom sembrava quasi piangere mentre pronunciava quelle parole, Rango si sentiva colpevole, sentiva dentro di lui che era colpa sua, che probabilmente era stato lui a far cominciare tutto.

Rango: “Maledizione ma dove si può cacciare uno come lui... mica fai fatica a notarlo... dai non serve neanche alzare la testa per....”

Rango si bloccò di colpo

Tom: “Perché ti sei bloccato”

Rango: “Questo hotel... ha una terrazza?” disse guardando nel vuoto

Tom: “Sì, è la prima cosa che abbiamo visitato appena arrivati.”

Rango impallidì di colpo... d’un tratto scattò verso le scale urlando “TOM CHIAMA SUBITO AIUTO! TUO FRATELLO È SUL TETTO!”

Tom non perse tempo nel cercare aiuto, Rango intanto correva a più non posso sulle scale fino a raggiungere la porta che dava sul terrazzo.

Rango: “Ma tu dimmi cosa cazzo sono andato a combinare! Stavolta ho fatto una gran cazzata!”

Aprì la porta del terrazzo facendola sbattere, si guardò in giro in fretta e furia cercando Bill con lo sguardo. Lo trovò dietro di sé sul ciglio del cornicione in piedi che piangeva.

Rango pensò “È incredibile come accadono certe cose... cominci piano con poco e arrivi veloce senza più riuscire a fermarti nemmeno al troppo. Quanto mai ho cominciato questo giro!”

Rango: “BILL!!!”

Bill lo sentì, si girò verso di lui urlando: “NON AVVICINARTI! VOGLIO SMETTERE DI SOFFRIRE! NON PUOI AIUTARMI STAVOLTA!”

Rango: “Non dire cazzate! Ti ho già aiutato in passato e...”
Bill: “Bell’aiuto mi hai dato! Guarda dove mi hai condotto! Sono un prigioniero della droga!”

Rango intanto si avvicinava lentamente a Bill, parlandogli, nel tentativo di impedirgli di saltare.

Rango: “È vero! Ti ho aiutato a drogarti. Ma non senti che ti è tornata la voce? Ricorda che non sono stato io a far cominciare tutto. E poi non mi dai la possibilità di rimediare! Lo sai che ti avevo già visto un paio di volte prima di vederti alla metro?”

Bill: “Menti! L’unica volta che ti ho visto, prima della metro, è stato in quel centro commerciale!!!”

Rango: “Non sto mentendo!” affermava mentre si avvicinava al ciglio del cornicione “Ti ho visto al Mc Donald con il tuo gruppo, non ricordi nessuno con occhiali e sciarpa?”

Bill: “Sei stato tu a convincere quel tipo a scusarsi?”

Rango: “Li ho in pugno i miei clienti! Specialmente appena sono fatti. Inoltre ti ho visto anche allo Street’s Angel!”

Bill: “Cosa ci facevi lì? Io non ti ho visto!”

Rango: “Lì ho visto tuo fratello. È andato con una mia cliente ed una sua amica, le avevo appena rifornite. Mi sembra strano che Tom non ti abbia detto niente.”

Bill: “Sei stato tu a rifornirle? Non stai mentendo? E perché non sei rimasto con loro??”

Rango era ormai riuscito a far scendere Bill dal ciglio del cornicione ed ora si trovavano uno davanti all’altro.

Rango: “Avevo ricevuto una soffiata dal padrone del locale, è un mio amico se non un cliente, c’erano gli sbirri nel parcheggio. Non potevo rimanere, anche se mi sarebbe piaciuto stare un po’ con la Silvia.”

Bill: “Hai detto di non essere stato tu a farmi cominciare vero? Invece no È PER COLPA TUA SE SONO RIDOTTO COSì ADESSO! SONO STATO COSTRETTO A TIRARE UNA RIGA QUELLA SERA ALTRIMENTI GLI SBIRRI MI AVREBBERO ROVINATO LA VITA!! Però vedo che ci hai pensato tu al loro posto.”

Rango era spiazzato. Stavolta non sapeva più che dire...

Rango: “Bill... io... non credevo... come ho potuto lasciare che accadesse... come posso rimediare ora....”

Bill: “Non puoi fare niente ormai” disse appoggiando un piede al muretto “sarebbe tutto inutile quello che faresti... ADDIO!” Di colpo Bill si lanciò a volo d’angelo chiudendo gli occhi....

.....il vuoto, l’aria che scorre sul mio viso, quel suolo che non arriva più, l’adrenalina che scorre dentro di me in tutto il mio corpo.... tutto questo finirà molto presto... finalmente non sarò più schiavo di quella droga chiamata cocaina.... Tomi perdona il mio gesto... ti voglio bene...

così dicendo, mentre cadeva nel vuoto, Bill perse i sensi...

....................................................................................................................................

Rango si sporse dal cornicione

Rango: “. . .”

Non aveva parole per esprimere quello che aveva visto... Bill si era buttato dal grattacielo per sfuggire alla dipendenza dalla cocaina? O si era buttato per sfuggire al suo pusher?

Rango: “Perché l’hai fatto Bill. . . saresti uscito benissimo anche senza dover arrivare a questo punto.”

Rango si rassegnò a quello che era accaduto e decise di andare ad avvertire, giustamente, il fratello di Bill.

Nel girarsi però, Rango vide che all’entrata, fermo immobile, c’era proprio Tom. . .

Tom: “Perché si è buttato. . ? Dimmelo! So che tu lo sai!”

Rango sentiva che non poteva più nascondere il suo ruolo in quella partita.

Rango: “Va bene. . . ti dirò tutto.”

Rango si avvicinò a Tom lentamente, intanto un’ambulanza chiamata in precedenza da Tom arrivò a soccorrere Bill, man mano che si avvicinava lo vedeva piangere silenziosamente. . . una volta arrivato faccia a faccia con Tom fece un respiro profondo e gli raccontò tutto dal principio

Rango: “Ed è per questo che tuo fratello si è buttato. . . pensava di non farcela. . . sono dispiaciuto per quello che è successo. . . neanche io volevo che si buttasse.”

Tom: “BALLE! A te non te n’è mai fregato niente di mio fratello! Per te era solo un cliente!”

Rango: “Ti sbagli. . . se fosse stato solo un cliente perché mi sarei sbattuto a venire fino qui per impedirgli di saltare?”

Tom: “Non lo so! Non mi interessa! Non voglio sentire neanche un’altra parola da parte tua!”

Così dicendo Tom si avventò su Rango con violenza ricoprendolo di pugni e calci;

Tom: “BASTARDO! ERI TU CHE DOVEVI MORIRE!”

Rango era a terra e cercava di rialzarsi mentre subiva i colpi di Tom, ad un certo punto Rango scalciò contro Tom e lo spinse lontano da lui.

Rango sputò del sangue. . .

Rango: “Spero ti sia sfogato. . . ora ho da fare. . . devo innanzitutto andarmene. . . stai tranquillo non verrò mai più a darti fastidio.”

Tom: “Non hai motivo di andartene. . . c’è qualcuno che ti aspetta!”

Rango non capì subito. . . poi. . . una volta afferrata la situazione abbassò la testa e disse

Rango: “Così finisce il gioco a cui ho giocato per molto tempo. . . purtroppo non posso dirti che hai fatto una cosa sbagliata. . . l’unica cosa che ti dico è. . . falli venire qui.”

Tom fece un fischio, pochi secondi dopo arrivarono quattro carabinieri armati e pronti a sparare che puntavano le pistole contro Rango.

Carabiniere: “FERMO NON MUOVERTI! ALZA LE MANI! ALZA LE MANI!”

Rango ormai si era rassegnato, seguì alla lettera le istruzioni del carabiniere e in poco tempo era già seduto nel sedile posteriore della loro macchina.

Carabiniere: “La ringraziamo per la collaborazione Signor Kaulitz, inoltre l’intero corpo dei carabinieri le fa le sue più sincere condoglianze per la morte di suo fratello.”

Tom: “Grazie agente, però vorrei farle una domanda se permette.”

Carabiniere: “Dica, le risponderò a qualsiasi domanda.”

Tom: “Che pena subirà Rango?”

Carabiniere: “Dunque per quello che ha fatto a suo fratello si beccherà un ergastolo, mentre per quello che ha venduto a mezzo mondo subirà altrettanto. Vuole sapere altro?”

Tom: “No grazie, sono soddisfatto così. Arrivederci agente.”

Carabiniere: “Arrivederci.”

La macchina partì con Rango a bordo, era sconsolato, triste e pensava a quello che gli sarebbe capitato.

Carabiniere: “Allora... Rango, come ti senti?”

Rango: “Mi sento malissimo, ho appena visto morire una persona, una gran persona... voi come vi sentireste al mio posto?”

Carabiniere: “Fossi in te? Mi sentirei molto male, ti aspetta una bella condanna ragazzo mio!”

Rango: “Già. . . proprio vero. . .”

L’auto si fermò ad un semaforo rosso

Carabiniere: “Maledetto semaforo!”

Rango: “Ih ih!”

Carabiniere: “Cos’hai da ridere? Ti sembra divertente?”

Rango prese un pugno diretto in faccia dal carabiniere in parte a lui, si girò verso il finestrino toccandosi la guancia e alzando la testa vide quattro persone, incappucciate e segretamente armate, che lo guardavano; fecero un paio di gesti a vicenda e in men che non si dica i carabinieri erano stati assaliti dai quattro, picchiati, tramortiti e derubati della volante.

Rango: “Ciao ragazzi!”

Boss: “We Rango come butta?”

Gringo: “Hai rischiato stavolta vero?”

Daniele: “Se mi fai prendere un altro spavento del genere è la volta buona che ti blindo io!”

Rango: “Hai ragione fratellone! Penso che sia ora di darsi una calmata. . . tu Gringo cosa ne dici di prendere in mano il mio giro?”

Gringo: “No grazie. Sono appena uscito.”

Rango: “Grazie a chi sei appena uscito?”

Gringo: “. . . grazie a te Rango. . . grazie per aver convinto il giudice a non sbattermi in cella.”

Rango: “Dai sto scherzando se non vuoi fai senza.”

Daniele: “Comunque adesso ti dai una calmata! Va bene!”

Rango: “Ok fratellone. Andiamo a casa ora.”

La volante si allontanava a gran velocità dal paese. . . Rango non sarebbe mai più tornato dove aveva perso un amico a cui teneva. . . prima di uscire dal confine Rango scese dall’auto si girò verso la città e urlò

Rango: “ADDIO BILL!! NON ERI UN CLIENTE!! ERI QUALCOSA DI PIÙ!!” si zittì per un attimo e poi disse a bassa voce “Riposa in pace. . . Dark Singer. . .”

Una volta fatto si mise alla guida dell’auto e se andò con gli altri.

Questo come sembra??

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=188750