The Dark Angels

di geachan
(/viewuser.php?uid=174000)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Matsuri ***
Capitolo 2: *** Gaara ***
Capitolo 3: *** Il concerto ***
Capitolo 4: *** Salvataggio ***
Capitolo 5: *** Amici ***



Capitolo 1
*** Matsuri ***


                         Matsuri
Davanti al cancello della scuola superiore Okuma, tre ragazze erano sedute lì vicino e sembrava che stessero aspettando qualcosa o qualcuno.
Erano tre tipe non molto attraenti e dall’aria minacciosa:
La prima (che doveva essere sicuramente la leader del gruppo) aveva i capelli viola, ma questi avevano un taglio davvero particolare, infatti da una parte erano corti, dall’altra lunghi e davanti una frangetta, gli occhi erano grandi e neri, la carnagione chiara, ma la bocca talmente larga che sembrava quella di una rana.
La seconda invece aveva la pelle rosea, i capelli castano chiaro fatti stile afro degli anni 70’ e aveva un’espressione  molto minacciosa sul volto.
La terza, invece, aveva la carnagione olivastra, gli occhi anch’essi neri come la leader, ma capelli che erano rosso scuro, corti e a punta come quelli dei punk.
-Non vedo l’ora che arrivi Nakamura, ho veramente voglia di iniziare il primo giorno di scuola per bene.- Dichiarò la viola, -Hai ragione Ami, anche se è iniziata la scuola almeno avremo la soddisfazione di iniziarla pestando quella piccola troia!- Le rispose l’afro, -Sì, anch’io non vedo l’ora di dargliele e spero che per pranzo abbia qualcosa di buono da mangiare, mia madre mi ha fatto la solita cagata per quando vado a scuola!- Aggiunse la ragazza dai capelli a punta.-Statevi zitte voi due! I vostri commenti iniziano ad irritarmi!- Ordinò Ami innervosita dalle fastidiose voci delle sue amiche. Le ragazze tornarono di nuovo ad aspettare la tipa in questione, quella mattina per loro ci sarebbe stato veramente da divertirsi…..
-Ti auguro un meraviglioso primo giorno di scuola Matsuri-chan! Guarda, per l’ora di pranzo ti ho preparato  il tuo piatto preferito….. IL SASHIMI!- Esclamò una donna alta, magra, carnagione chiara, lunghi e lisci capelli castani ed occhi verdi. –Grazie mille Zia Eriko.- La ringraziò una ragazzina bassa, molto magra, capelli corti anche questi castani come quelli della donna, l’unica differenza che le distingueva era che quest’ultima aveva dei grandi occhi neri da cerbiatta. –Di niente tesoro!- Le disse sorridendo lei, anche se poi notò che negli occhi della nipote c’era preoccupazione anzi paura, ma di che cosa? –Ciao Zia! Ora devo andare o farò tardi va bene? Ciao!- La interruppe Matsuri dandole un bacia sulla guancia destra e prendendole il pranzo dalle mani. –Ehm….. Matsuri, aspetta un attimo!- La fermò prendendola per il braccio, meno male che aveva la divisa a maniche lunghe, faceva meno dolore quando la prendeva così. –Che c’è?- Le chiese la castagna, -Va tutto bene? Sei per caso nervosa che sia ricominciata la scuola?- Le chiese con aria preoccupata la donna. In quel momento, Matsuri rimase di stucco, avrebbe voluto dirle il problema che aveva, ma non poteva! Si vergognava troppo di questo e se poi si vendicassero? No! Non poteva dirlo! –No Zia, è solo che sono un po’ nervosa che inizi il nuovo anno scolastico, ma per il resto tutto a posto!- La rassicurò lei……..bugia.
-Ah! Ok, ma non ti preoccupare tu non sei stupida Matsuri-chan! Tu sei una ragazza molto intelligente! Devi solo avere più fiducia in te stessa!- Le consigliò Zia Eriko, -Hai ragione Zia! Grazie mille!- La ringraziò la castagna facendo finta di essere felice, di non avere problemi, -Ciao tesoro, divertiti a scuola.- La salutò poi la donna, -Ciao Zia!- La salutò lei prendendo la bici e iniziando a pedalare verso scuola anche se avrebbe mai voluto varcare l’uscita di casa.
Pedalò per un lungo tragitto fino ad arrivare alla scuola superiore Okuma, infatti era la stessa delle tre ragazze che erano davanti al cancello……….. sfortunatamente.
Vedendola arrivare, Ami si mise davanti alla via dove la ragazza pedalava e quest’ultima, pur di non prenderla, fu costretta a girare il manubrio e a frenare. La frenata però fu così forte che il suo mezzo oscillò davanti facendola cadere per terra e la bici anch’essa, ma addosso a lei.
-AH!- gemette lei per il dolore, si tolse il mezzo di dosso e notò che sulla coscia destra si era fatta un enorme livido viola e quando provava a muovere la gamba le faceva un dolore allucinante, Dio! Perché Ami doveva farla fermare sempre così? Forse perché era molto più divertente, sì! Quella era sicuramente l’unica risposta che si poteva dare. D’un tratto la viola la prese per i capelli e insieme alle sue amiche iniziò a strattonarla  oltre l’entrata fino ad arrivare in un angolo del campetto isolato dove nessuno le potesse vedere. Ami lasciò i capelli della povera Matsuri ma poi la prese per le spalle sbattendola sul muretto, -Ah!- Gemette ancora Matsuri per il dolore, cosa volevano da lei? Perché la trattavano sempre così?
-Lasciatemi stare ! Insomma, che cosa volete da me!?!- Chiese innervosita la castagna dimenandosi per cercare di sfuggire a quelle tre arpie. Quest’ultime si guardarono tra di loro e scoppiarono in una maligna risata. –Cosa sei Nakamura? Cretina? Sai, è appena ricominciata la scuola, ma noi non siamo proprio felici di questo. Quindi, per consolarci, abbiamo deciso di iniziarla per bene, pestandoti! Sei contenta?- Le chiese Ami con un falso sorriso amichevole. La castagna stava per rispondere, ma una violenta ginocchiata nello stomaco da parte della viola la bloccò. Stava  per urlare, ma decise di trattenersi, altrimenti se qualcuno l’avesse sentita, Ami gliel’avrebbe fatta  pagare, e tossì gocce di sangue. –Vedo che hai imparato a tenere la bocca chiusa, brava!- Le fece i complimenti la bulla mentre le sue scagnozze ridevano. –A proposito, grazie per il pranzo!- La ringraziò Fuki facendole vedere il suo pacchetto, -Ehy! Quello è il mio pranzo! Ridammelo!- Le ordinò la castagna, -Stai zitta puttanella!- La zittì Kasumi. La punk tolse il fazzoletto rosso a poà gialli dal piccolo vassoietto e guardò cosa c’era da mangiare. –Oh merda il sashimi! Lo detesto!- Disse inorridita per poi sbatterlo per terra. –NO!- Urlò Matsuri, il suo pranzo! Era lì, sul suolo, tutto sporco di terra! Adesso come avrebbe fatto per l’ora di pranzo? Sarebbe stata a digiuno? –E questo è per il pranzo!- Le urlò Fuki per poi darle un pugno sulla faccia che la interruppe brutalmente dai suoi pensieri, un altro dolore da trattenere. Una lunga scia di sangue le stava uscendo dalla bocca come le lacrime dagli occhi, perché le stavano facendo tutto questo? Perché? Perché aveva quella vita di merda? Che cosa aveva fatto di male per meritarsela? L’unica cosa che in quel momento poteva udire erano solo le sadiche risate di quelle tre infami, le odiava! Odiava che a quelle puttane le facesse divertire vederla soffrire  e si notava perfettamente come questo facesse eccitare Ami. –V-vi prego, l-lasciatemi andare.- Le pregò Matsuri con voce tremante, .Già ora? Ma come?- Chiese la leader del trio, poi si avvicinò all’orecchi sinistro e sussurrò –Ora inizia il vero divertimento.- . Detto questo,  tutte e tre iniziarono a malmenarla dandole ginocchiate e pugni, anche quando finì distesa a terra non la smettevano di continuare quella tortura e più la castagna piangeva ed implorava che la smettessero, più loro ridevano.
-Basta, credo che ne abbia avuto abbastanza…… per ora.- Disse Ami soddisfatta del lavoro svolto alle sue amiche che non la smettevano più di ridere, così le tre se ne andarono in classe. Matsuri, intanto, era ancora per terra e sentiva dolore da tutte le parti del corpo, erano così forti che quello alla coscia per la caduta in bici era una quanto una puntura di zanzara. Ma non si diede per vinta, anche se aveva avuto una bella batosta da Ami e le sue amiche , questo non le impediva di andare a lezione. Così, con tutta la forza che teneva, si rialzò  e andò a darsi una ripulita. Dopo essersi assicurata che il corridoio fosse vuoto,  andò al bagno delle ragazze. Si guardò in uno degli specchi e, come al solito, aveva una faccia piena di lividi, una bocca sporca di sangue  e una divisa sporca di terriccio. Non sopportando quell’immagine , tolse subito lo sguardò e iniziò a lavarsi il viso e ad aggiustarsi la divisa. Dopo si riguardò, il viso e la divisa erano di nuovo puliti, ma il ricordo dell’aggressione di quelle tre le era rimasto impresso nella mente, si ricordò di come la picchiavano, come le facevano male, per non parlare dei loro sguardi! Pieni di odio e di divertimento,  come godevano a vederla piangere e come ridevano quando gemeva e implorava pietà. A quei stramaledetti ricordi, la castagna non ce la fece più, prese la sua cartella e si chiuse in una delle toilette dove appena chiuse per bene la porte, srotolò la manica sinistra della sua divisa, aprì la cartella e da lì prese il suo taglierino, il suo migliore amico, lo avvicinò ad un braccio nudo pieno di tagli rossi e facendo oscillare la punta, ne compose uno fresco. Matsuri strinse i denti e trattenne il dolore, appena finì, si sentì sollevata, quel brutto ricordo era finalmente scomparso dalla sua mente. Per un momento, guardò il suo braccio, da quel nuovo taglio uscivano delle piccole gocce di sangue che iniziavano a comporre una scia sul braccio per poi andare a cadere sul pavimento.
Quella era la sua cura, il suo unico modo per sopravvivere a quell’inferno da cui non sarebbe mai uscita.
 
 
 
NOTA DELL’ AUTRICE:
Salve a tutti, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ho voluto scriverlo perché nelle mie precedenti scuole e campi estivi non sono stata vittima di bullismo, ma di prese in giro allora per sfogarmi ho deciso di scrivere questa fanfic. Vedrò di pubblicare il secondo capitolo, ora, scusate ma devo andare ciao a tutti! ^^
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Gaara ***


Gaara -Va bene ragazzi, è suonata la campanella. Vuol dire che riprenderemo la lezione a fine intervallo.- Disse il professor Baki chiudendo il libro di matematica. Così la ricreazione iniziò. Un ragazzo alto, magro, carnagione chiara, capelli rossi, corti e spettinati, occhi color verde acqua marina e un particolare kanji rosso tatuato sulla parte destra della fronte, si alzò dal proprio banco e uscì dall’aula "B3". Camminò fino ad arrivare a quella“ C3” dove fuori ad aspettarlo v' erano due ragazzi: Il primo era identico a lui, ma non proprio, era più alto, aveva i capelli castani e gli occhi neri. La seconda, invece, era una bellissima ragazza: alta, fisico statuario su cui faceva bella mostra un seno abbondante, capelli lunghi e ricci color biondo scuro, raccolti in quattro particolari code due alte e due basse e occhi color verde scuro. -Ehy Gaara!- Lo salutarono i due. -Ehy Kankuro, Temari! Siete pronti per provare?-Gli Chiese il rosso ai propri fratelli. –Noi sì, tu?- Chiese Kankuro. –Certo!- Rispose lui. –Allora, andiamo! Il concerto è stasera, dobbiamo sfruttare ogni momento libero per provare!- Rispose grintosamente Temari. Appena iniziarono ad incamminarsi, però, arrivarono tre ragazzi: Il primo era stupendo! Alto, magro, occhi azzurri come il cielo, capelli biondi che gli arrivavano fino al fondoschiena ma con uno stile molto particolare: alcuni raccolti con un codino sopra la testa, mentre un’altra parte copriva metà del viso. Il secondo, capelli rossi e occhi marroni. Il terzo, invece, era sicuramente il più minaccioso, capelli color argento tirati indietro con il gel, freddi occhi viola e un ghigno malefico stampato sul volto. -Bene, bene, bene, uh! Hey Sasori! Hidan! Guardate un po’ chi c’è, La band dei Darkettoni-sfigati, uh!- Li derise il biondo. I tre scoppiarono in una maligna e fastidiosa risata. -Ignorateli ragazzi.- Disse la bionda ai suoi fratelli continuando a camminare. –Ah! Ah! Hai ragione Deidara! Dove ve ne state andando? A provare? Attenti a non risvegliare i morti con la vostra musica satanica!- Questa volta fu Sasori a parlare. –Già, perché non andate a suonare in qualche cimitero, piuttosto che nei luoghi delle persone normali!?!- Aggiunse Hidan. I tre bulli continuarono a prenderli in giro ,finché, notando il loro menefregismo , capirono che era inutile continuare. –Basta, uh! Sta diventando noioso! Andiamo giù in cortile probabilmente Ami e le sue amiche saranno lì, uh.- Disse Deidara invogliando i suoi amici a camminare. –Sì e probabilmente anche Nakamura, la sfigata della scuola!- Disse Sasori. Al sol pensiero di quella ragazza, il biondo sorrise maliziosamente. –Già! Ci sarà sicuramente da divertirsi.- Disse Hidan ridendo al sol pensiero come sarà bello tormentarla, come al solito. I tre fratelli, intanto, camminarono fino ad arrivare ad una porta. La aprirono, accesero l’interruttore e scesero le scale che portavano ad una stanza dove c’erano solamente una batteria, una chitarra e un basso collegati a degli amplificatori e tre microfoni, ognuno vicino ad ogni strumento. Quello era il posto dove si esercitarono sempre. Infatti, lo scelsero perché era un posto talmente isolato che nessuno avrebbe sentito il rumore e così non avrebbero dato fastidio a nessuno. Ognuno se ne andò al proprio strumento, Kankuro alla batteria, Temari al basso e Gaara alla chitarra. Dopo essersela messa addosso, averla attaccata all'amplificatore ed aver regolato il microfono, il rosso disse-Ok, siete pronti? Uno, due, tre e quattro…..- Iniziarono a suonare. Intanto fuori, Matsuri camminava nel il corridoio. In mano teneva il suo ipod. Aveva molta voglia di andare giù in cortile a prendere una boccata d’aria sentendo le sue canzoni preferite. Sentendo la musica dalla porta chiusa, s'incuriosì e si avvicinò per sentirla meglio. (Gaara) “On the ground I lay” Motionless in pain I can see my life flashing before my eyes Dead I fall asleep Is this all a dream Wake me up, I'm living a nightmare (Kankuro e Temari) “I will not die (I will not die) (I will not die) I will survive I will not die, I'll wait here for you I feel alive, when you're beside me I will not die, I'll wait here for you In my time of dying On this bed I lay Losing everything I can see my life passing me by Was it all too much Or just not enough Wake me up, I'm living a nightmare I will not die (I will not die) (I will not die) I will survive I will not die, I'll wait here for you I feel alive, when you're beside me I will not die, I'll wait here for you In my time of dying I will not die, I'll wait here for you I feel alive, when you're beside me I will not die, I'll wait here for you In my time of dying I will not die, I'll wait here for you I feel alive, when you're beside me I will not die, I'll wait here for you In my time of dying La musica terminò. -Accidenti! Devo dire che siamo veramente migliorati dall’ultima volta che abbiamo provato.- Ammise Kankuro soddisfatto del loro lavoro. –Già, sentite, io dovrei andare un attimo in bagno.- Li avvertì Gaara togliendosi da dosso la chitarra. –Aspetta, vengo con te, ci devo andare anch'io.-Disse alzandosi il fratello. Ma Matsuri era ancora rimasta lì ferma con l’orecchio vicino alla porta. Il cuore le batteva all’impazzata, quella canzone l’aveva stregata, non riusciva a togliersi il ritmo dalla testa, ma la cosa che la colpì di più fu era la voce del cantante, sembrava quello di un angelo, anzi, un angelo metal! Purtroppo la porta si aprì e la castagna non essendosi tolta da lì, cadde per terra. -Ahia!- Gemette lei. –Ehy! Ti sei fatta male?- Le chiese preoccupato il rosso mentre abbasandosi per aiutarla. –No, no, sto bene, grazie!- Lo rassicurò lei. Gli suardi dei due ragazzi s'incrociarono per un'istante. La castagna dovette ammettere che era bellissimo: anche col viso truccato in maniera goth, il suo sguardo prometteva lo stesso dolcezza e protezione e quegli stupendi occhi color verde acquamarina, si sentì come immersa nel mare. Per il rosso, invece, era veramente carina, il viso tutto rosso, occhi grandi e neri, le parve un cucciolo impaurito. Continuarono a guardarsi finchè……. –Scusami!- Interruppe imbarazzatissima lei prendendo il suo Ipod caduto per terra, scappando via. –No! Aspetta un momento!- La pregò lui, ma era troppo tardi! Era già sparita. –Ma chi era quella? Bah, certo che gente strana in giro c’è ne!- Disse confuso Kankuro. Gaara, intanto, guardava il corridoio vuoto davanti a lui, non la conosceva, l’avrebbe mai rincontrata quella ragazza? Matsuri corse così velocemente che si ritrovò giù in cortile in pochissimi minuti , così si fermò per ripendendere fiato. Ripensò al ragazzo che aveva visto prima. Fu lui a cantare quella canzone? L’avrebbe rivisto? D'un tratto, decise di non farsi troppe illusioni, se poi lui avesse saputo che lei era “Matsuri Nakamura, la sfigatona del liceo Okuma” cosa sarebbe successo? Sicuramente l’avrebbe tenuta alla larga, come facevano tutti. Quindi bisognava lasciar stare e gordersi almeno una sola ricreazione, fin da quando era arrivata in quella scuola. Dopo aver cercato da tutte le parti un posto dove poter stare tranquilla, facendo attenzione dove andasse, trovò una panchina isolata in mezzo a degli alberi. Si sedette, scelse la canzone “Heaven out of hell” di Elisa sul suo Ipod, chiuse gli occhi e inspiro l’aria fresca. Adorava rilassarsi con una bella melodia in sottofondo. Fin da quando era piccola, amava la musica, per lei, era la l'unica cosa che l'aiutasse ad esprimere le sue emozioni. Si ricordò di quando suo padre le fece conoscere tutti i cantanti e le band che avevano fatto la storia, la sua gioia di quando sua madre la iscrisse a fare sia lezioni di pianoforte che di canto. Eh sì….. il canto, sua madre le diceva sempre che cantava come un uccellino, che la sua bravura era un Dono, perché nessuno della sua famiglia l’aveva mai avuto.Così, da quel momento, decise che da grande sarebbe diventata una cantante, sì, sarebbe stato quello il suo obbiettivo nella vita. Purtroppo, un violento spintone da dietro, la fece cadere per terra. La castagna non volle girarsi, sapendo a che cosa andava incontro, ma la curiosità di sapere chi era stato la tradì. Così, decise di voltarsi e vide Ami, Fuki e Kasumi che la fissavano divertite con il loro soliti sguardi minacciosi. –Ehy Nakamura! Che ci fai tu qui!?! Questo è il nostro posto preferito, sparisci!- La scacciò Ami. Alla castagna venne un colpo, quel posto che aveva trovato era quello preferito di Ami e le sue amiche!?! La sfortuna doveva averla proprio nel sangue! Comunque pur non volendo farle infuriare (e non essendosi scordata la batosta che aveva preso da loro quella mattina), decise di andarsene. Stava per riprendere il suo Ipod da terra quando la viola glielo prese prima di lei. –Ehy! Ridammelo! Quello è mio!- Le urlò la castagna. –Si vede proprio che è tuo! Ma dai! Un Ipod Classic di quinta generazione, è vecchissimo! Bene, vediamo un po’ che belle canzonette ti senti.- Le disse guardando la schermata. –No! Ridammelo!- Urlò ancora la castagna rialzandosi da terra, purtroppo non riuscì in tempo a raggiungere Ami che ognuna delle sue due tirapiedi la prese per un braccio per tenerla ferma, Kasumi tenne il destro e Fuki il sinistro. –Non solo è da sfigati l’Ipod! Ma anche le canzoni! Ehy Kasumi! Fuki! Guardate un po’- Disse la viola alle sue amiche mostrando su tutte due le facce l’apparecchio, le due ragazze scoppiarono a ridere. -Ehy piccola! Come va?- Disse, un tratto, Deidara comparendo insieme a Sasori e Hidan. A Matsuri, al solo sentirla, il sangue le si gelò nelle vene mentre il volto di Ami s’illuminò di una gioia immensa. –DEI-KUN! TESORO!- Urlò quest’ultima correndo verso il biondo per poi abbracciarlo. –Dov’eri? Perché mi hai lasciata tutta la mattinata tutta sola, soletta?- Gli chiese Ami guardandolo con uno sguardo da cucciola. –Scusa bambolina, è solo che questa mattina ho avuto da fare.- Sorrise il biondo mettendosi una mano dietro la nuca. Infatti lui non solo era considerato uno dei ragazzi più belli che avessero ma girovagato per i corridoi, ma anche perché era il ragazzo di Ami, la ragazza più popolare e temuta della scuola. Quei due formavano la coppia perfetta, la più amata ed invidiata. Ma probabilmente (come pensava sempre la castagna) Deidara stesse solo con lei per la sua reputazione. Infatti, l’anno scorso, quando erano ancora amici, il biondo, per farla distrarre un po’ dalle angherie della fidanzata e le sue scagnozze, la invitò in discoteca insieme ai suoi amici. Entusiasta, lei accettò. Ma quella sera, mentre era in mezzo alla pista a ballare insieme a quei tre, quest’ultimi, ballando, iniziarono ad allungare troppo le mani sul povero corpicino della ragazza. Lei tentò di farli smettere, ma ebbe l'effetto contrario, più lei si difendeva, più loro continuavano finché se ne scappò fuori quell’edificio in lacrime per poi chiamare lo zio Akira per farsi venire a prendere. Quando lui arrivò, per tutto il tragitto la castagna non fece che piangere, mentre lo zio cercava invano di sapere cosa fosse successo e giunti a casa lei si chiuse in camera sua e rifiutò chiunque provasse ad entrare. Ma non finì lì, il giorno seguente Deidara, infuriato per essere stato rifiutato dal lei, decise di punirla spargendo la voce che in discoteca, la castagna aveva tentato di sedurlo contro la sua volontà, ma lui si era rifiutato andandosene. Allora la ragazza decise di andare a letto con due uomini che aveva incontrato in discoteca. Di conseguenza, non solo Ami & Co. l'avevano picchiata perché aveva provato a rubarle il suo Deidaruccio, ma ogni volta che passava per i corridoi della scuola, i ragazzi di tutta la scuola avevano iniziato a chiamarla “Puttana!” e a dirle che non si meritava di stare nella loro scuola, che doveva andarsene in qualche bordello insieme a quelle come lei, ma il peggio doveva ancora venire, infatti da quel giorno il biondo, in assenza della viola, aveva iniziato a lanciarle degli sguardi maliziosi che la spaventavano molto. -Ehy Dei! Guarda un po’ qua!- Disse la viola mostrando al ragazzo l’Ipod della castagna. –Non ci credo! Un’Ipod Classic di quinta generazione! Ma è vecchissimo! Chi è quello sfigato che si tiene ancora questa roba!?!- Le chiese il biondo sorpreso. –E chi dovrebbe essere?- Le chiese poi Ami guardando la povera Matsuri che si stava rialzando, il biondo annuì. –Ah! Che stupido! Perché non l’ho capito!- Rise lui dandosi uno schiaffo in fronte. -Ehy Nakamura! Perché hai un Ipod da sfigati? Cos'è? Ti piace la moda retrò?- La derise il biondo. La castagna cercò di non ascoltarlo anche se la rabbia che teneva dentro stava diventando sempre più grande. –Oppure i tuoi clienti non ti pagano abbastanza dopo che te li sei fatti?- Aggiunse poi il biondo e mentre i suoi amici stavano morendo dalle risate. Quella era l’ultima goccia! –Ora basta Deidara! Ridammi il mio Ipod!- Gli urlò lei prendendo il controllo. Andò verso di lui per riprendere l’apparecchio, ma non tutto andò come sperava. –Ehy Sasori! Prendi!- Urlò al rosso tirandoglielo. Quest'ultimo lo prese e quando vide Matsuri avvicinarsi, lo tirò a Hidan, quest’ultimo ad Ami e viceversa. Continuarono a lanciarselo tra di loro mentre la castagna tentava invano di riprendersi il suo Ipod. Più lei si disperava più loro si divertivano finché Hidan, annoiatosi, quando gli capitò l’apparecchio tra lo mani, se lo tenne senza passarlo. –Hidan ma che fai? Dai, passa!- Lo incitò Sasori. Il ragazzo, però, sembrò non dargli ascolto, iniziò a guardare attentamente l’apparecchio e poi posò lo sguardo sulla castagna. –Dimmi Nakamura, quanto tieni al tuo Ipod?- Le chiese. –Ci tengo….. ovviamente! Se no perché starei perdendo tempo con i vostri scherzi idioti!?- Gli rispose nervosamente la castagna. –Ah, i nostri scherzi sono idioti?- Disse lui con finta sorpresa per poi prendere con una sola mano l'apparecchio e romperlo stringendolo fortemente con la mano. –No! Il mio Ipod!- Urlò la castagna inginocchiandosi per riprendere l'apparecchio ormai rotto. –Tu invece sei una sfigata!- Disse Hidan con strafottenza. Gli altri intanto, vedendo tutta la scena, avevano iniziato a ridere a crepapelle. –Ah!Ah! Hidan! Sei proprio un bastardo.- Disse Deidara che non la smetteva più di ridere. –Lo so!- Sorrise lui vantandosi. Matsuri, invece, stava il suo povero Ipod. Non ci poteva credere! Il suo Ipod! Il suo prezioso Ipod! Con lui aveva passato momenti felici e tristi fin dalla terza elementare, adesso era lì, distrutto! Aveva perso l'ultima cosa che le rimaneva della sua meravigliosa vita che aveva un tempo. –Nakamura, è inutile che piangi, è inutile che fai tutta questa scenata! Non fai pena a nessuno! Sei solo una sfigata!- Le urlò dietro Ami, -Sì, SFIGATA! SFIGATA! SFIGATA!- Iniziarono ad urlare gli altri e continuarono a dirle quella parola finché lei, non facendocela più a sentirla, se ne scappò via in lacrime, mentre gli altri ridevano di gusto. -Non meriti di esistere! Dovresti morire! Non mancheresti a nessuno! Fai schifo!- Questa fu l’ultima cosa che sentì uscire dalla bocca di Ami. La castagna entrò nella scuola, fece di corsa tutte le scale, i fermò un momento alla sua classe la “1B” dove, per fortuna, non c’era nessuno. Prese la sua cartella e si diresse in bagno. Arrivata, si chiuse in una delle toilette, si sedette sul coperchio del water e piegando le gambe verso di lei, mise la faccia sulle ginocchia e iniziò a piangere disperatamente. Non ce la faceva! Non ce la faceva più a sopportare tutto quello! Sentì un disperato bisogno del taglierino, così lo prese dalla sua cartella ed iniziò a farsi un altro taglio. La situazione stava iniziando a degradare, doveva pensare a come uscirne altrimenti sarebbe arrivata fare qualcosa di peggio dei tagli, ma come? Ore 15:00, la campanella di fine lezioni suonò e tutti gli studenti fecero immediatamente le loro cartelle e uscirono dalle loro aule felici di poter tornare a casa dopo la lunga e pensante giornata di scuola. Gaara, invece, era l’unico che si stesse preparando lentamente. Aveva in testa mille pensieri, ma quello che lo tormentava di più, era la ragazza che aveva visto durante la ricreazione, quella sensazione che provò quando la guardò nei suoi grandi occhi neri come la notte. Non seppe come, ma il suo cuore aveva iniziato a battere a mille, una sensazione piacevolissima! Peccato che lei sia fuggita. D’un tratto si fermò a questo particolare, “il cuore che batte forte quando si vede una persona”, colpo di fulmine? Di solito, lui era un ragazzo maturo, anzi, il più maturo della sua classe, e non credeva molto a queste cose, ma che fosse stato veramente quello? Che esistesse veramente? –Gaara!- Lo chiamò suo fratello maggiore Kankuro, facendolo tornare coi piedi per terra. –Oh! Ehy ragazzi! A-allora? Andiamo?- Chiese un po’ imbarazzato per la figuraccia che aveva fatto. I tre s’incamminarono verso l’uscita, arrivati al parcheggio, si fermarono davanti al grande furgone nero di Temari, dove c’erano già gli strumenti dentro (infatti prima che finisse la ricreazione li avevano caricati lì dentro). I tre ci salirono, Temari al volante, Kankuro vicino a le e Gaara al sedile di dietro. La bionda guidò fino ad arrivare ad un edificio dove si affittavano sale di prove, avevano deciso di provare prima di tornare a casa per prepararsi al concerto, ma per tutto il percorso, Temari aveva notato l’espressione pensierosa del rosso. –Gaara.- Lo chiamò. –Che c’è Temari?- Chiese lui. –Tutto a posto? Hai una faccia!-Rispose la bionda. –No, no, non ti preoccupare. Non è niente!- La rassicurò. –Sicuro?- Gli richiese assumendo un’espressione seria in volto. –Ma certo, stavo solo pensando al concerto. Sai, sono alquanto nervoso su come andrà.- Le dichiarò il rosso. –D’accordo, ma non ti preoccupare Gaara, sia io che Kankuro siamo nervosi. Ma tranquillo stasera faremo un grande concerto! I talent scout non ci lasceranno via d’uscita! Allora fratellino, sei pronto a provare?- Gli sorrise la bionda. –Ma certo, scusatemi tanto ragazzi.- Si scusò Gaara. –Figurati!- Gli risposero i fratelli ed iniziarono a suonare. Eh sì, per quei tre sarebbe stata la notte che avrebbe cambiato per sempre la loro vita, specialmente quella di Gaara! Nota dell’autrice Ehilà! Eccomi ritornata con il secondo capitolo, mi scuso per il ritardo ma ho avuto problemi con lo studio. Per chi non lo sapesse, Ami, Fuki e Kasumi non sono dei personaggi inventati da me, ma sono comparse in un flashback di Sakura nella puntata 41 della prima serie di Naruto e la canzone che Gaara e i suoi fratelli suonano è “Time of Dying” dei “Three Days Grace”. Ora devo andare, au revoir! La vostra geachan! ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il concerto ***


Arrivata a casa, Matsuri parcheggiò la bicicletta vicino alla macchina della zia Eriko. Prese la cartella e, prima di entrare, si specchiò un momento nello specchietto del veicolo per vedere se avesse qualcosa in viso (se la zia avesse notato qualche livido, di sicuro avrebbe fatto la pazza e sarebbe corsa a scuola per fare qualche denuncia, cosa che la castagna non voleva conoscendo bene Ami!). Finito di controllarsi, prese le chiavi di casa ed aprì la porta. -Ciao a tutti! Sono a casa!- -Ciao Matsuri-chan! Com'é andata a scuola?- Le chiese la donna andandole incontro. -Bene, grazie.- Aveva mentito, di nuovo, era diventato quotidiano anche se ogni volta che lo faceva era come una pugnalata al cuore. Non le piaceva farlo, da quando era andata a vivere con loro, l'avevano sempre trattata come una figlia. Ma era l'unico modo per evitare i problemi. -Hai visto che sarebbe andata bene! Che ti dicevo!- -Si hai ragione zia, scusami.- –Non preoccuparti tesoro.- -Cugina!- Esclamò una bambina comparendo. Era molto graziosa, capelli castani corti e spettinati, occhi marroni e guancie rosee, vestita con un vestitino a fiori rosa e scarpe del medesimo colore. La piccola corse verso la castagna a l’abbracciò amorevolmente. -Ciao Sachiko! Come stai? Com'è andata all'asilo? Ti sei comportata bene?- -Sì!- -Sachiko, perchè non le fai vedere il bel disegno che hai fatto all'asilo?- S'intromise la zia Eriko. -Sì, mamma.- Rispose la bambina. Si staccò dalla castagna, le prese la mano ed iniziarono ad incamminarsi. Salirono le scale ed andarono nella cameretta di Sachiko. La bambina si diresse verso il tavolino che era al centro della stanza,prese un foglio di carta che c'era sopra e lo porse alla castagna. Vedendolo, rimase molto sorpresa, Sachiko aveva disegnato lei! O meglio aveva disegnato lei con un vestitino azzurro ed in mano un microfono. Era su un palco, stava facendo un concerto e la gente le applaudiva. -Questa sei tu che fai un concerto. Tu hai una voce molto bella, mi piacciono molto di più le ninne nanne che canti tu che quelle della mamma.- Le spiegò la bambina. Sul suo volto si dipinse un sorriso, per fortuna che c'era Sachiko, quella babina riusciva sempre ad aggiustarle le giornate e, presa da un momento di enorme felicità, l'abbracciò. -Grazie Sachiko!- La ringraziò. Per un momento, la bambina rimase perplessa ma decise comunque di ricambiare il gesto. -Ti voglio tanto bene Matsuri!- Le disse. -Anch'io piccola.- Rispose lei. Avrebbe voluto stringere ancora un po' quella bambina che considerava come una sorella, purtroppo aveva degli impegni scolastici da rispettare. -Ora Sachiko devo andare a fare i compiti, va bene?- -Va bene ciao!- - Ciao!- Dopo essersi diretta in camera sua, si diresse verso l'armadio. Per studiare bene doveva stare comoda, quindi si tolse la divisa composta da giacca blu scuro, camicia bianca, cravatta nera, gonna scozzese rossa e parigine biance, per mettersi una maglietta color lilla a maniche lunghe e shorts neri. Una volta finito, prese libri, quaderni e penna, li mise sulla scrivania, si sedette ed iniziò a studiare. Con un ultimo colpo alla chitarra da parte di Gaara, la canzone terminò. -Cavolo! Questo è il pezzo che sappiamo fare meglio! Propongo di suonare questo stasera! Allora, chi è con me?- Chiese Temari alzando la mano. -Io ci sto!- Alzò la mano anche Kankuro. -Anch'io- Aggiunse Gaara. Subito dopo, Kankuro guardò l'orologio e notò che si erano già fatte le cinque, dovevano andare all' “Alternative World”! -Ragazzi, sono già le cinque, dobbiamo andare.- -Di già! Allora dobbiamo sbrigarci, forza! Andiamoci a vestire! Su Gaara!- Chiamò la sorella al fratello più piccolo. Gaara si tolse la chitarra, ma non smetteva mai di pensare alla ragazza che aveva incontrato quel giorno, era diventata un'ossessione! -Gaara, insomma! Sbrigati! O faremo tardi!- Gli disse Temari. -Oh sì, certo, arrivo subito!- I tre ragazzi uscirono dalla sala, pagarono l'affitto e tornarono a casa. Una volta aver parcheggiato nel parcheggio dell'edificio, presero l'ascensore e arrivarono al terzo piano dove c'era il loro appartamento. Dopo aver infilato le chiavi nella serratura, la bionda aprì la porta. Anche se l' affitto era molto basso, non era male come luogo dove vivere, infatti il soggiorno (che comprendeva un tavolo con delle sedie, un divano,un piccolo televisore e due poster, uno di David Bowie ed uno dei The Cure) e la cucina erano un'unica stanza, l'unica cosa che le divideva era un bancone, tre camere da letto ed un bagno, Ognuno andò nella propria stanza a prepararsi: Temari si vestì mettendosi un corsetto viola con il pizzo nero, pantaloni neri aderenti e stivali con le zeppe del medesimo colore, si truccò mettendosi come base un fondotinta bianco con sopra un po' di fard del medesimo colore, matita nera, ombretto viola, mascara nero e rossetto del medesimo colore sulla parte centrale della bocca. Kankuro, invece, si mise una maglietta nera con su disegnato un teschio bianco con le ali d'angelo e sotto c'era scritto “ROCK N' ROLL”, jeans neri e converse del medesimo colore e finì mettendosi la matita nera sugli occhi. Gaara si mise una maglietta nera aderente, pantaloni neri e converse del medesimo colore, mettendosi anche un collare con le borchie abbinato a dei braccialetti anch'essi con le borchie e finì mettendosi la matita sugli occhi. Finito di prepararsi i tre fratelli chiusero a chiave i loro appartamento e tornarono al furgone. -Ok ragazzi! O la va o la spacca!- Disse Temari mettendo in moto il suo veicolo. Alle 18:30, la castagna terminò di studiare. Era stanca, quelle ore incessanti di studio le avevano fatto venire il mal di testa. "Mamma mia, che mal di testa! Quasi, quasi guardo un po' fuori dalla finestra." Pensò. Così si sedette sul balcone a fissare il tramonto. Era bellissimo, quel sole che scendeva piano piano alle spalle della città di Tokyo colorando il cielo di giallo e rosa, eh sì, il tramonto era uno dei più bei spettacoli di Madre Natura. I suoi pensieri però furono interrotti da alcune risatine provenienti dalla strada del quartiere. Infatti, tre ragazze, che dovevano avere intorno all'età di Matsuri, stavano camminando per la strada, ridendo e scherzando tra di loro. -Wow ragazze! Non vedo l'ora di andare alla festa di Akio in discoteca.- -Hai ragione Masako! Ci divertiremo tantissimo!- -Già, è forse questa sarà la volta buona per te di dichiararti a Hisaki, eh Masy?- – Hiroko!- – Sto scherzando, dai! L'importante è che ci divertiamo, no?- -Ahahahahahahaha!- Girandosi, Matsuri notò che la manica del braccio sinistro era scesa un po', invece di risistemarla, la fece scendere ancora di più, mostrando un braccio pieno di cicatrici. "Wow ragazze! Non vedo l'ora di andare alla festa di Akio in discoteca" "Hai ragione Masako! Ci divertiremo tantissimo!" "Già, è forse questa sarò la volta buona per te di dichiararti a Hisaki, eh Masy?" "Hiroko?" "Sto scherzando, dai! L'importante è che ci divertiamo, no?" "Ahahahahahaha" Delle piccole lacrime dai suoi occhi uscirono e andarono a cadere sul braccio, le invidiava! Invidiava la loro libertà, la loro spensieratezza, la loro felicità e......... la loro amicizia. Eh già, "amicizia", da quanto tempo quella parola per lei non aveva più un significato, probabilmente da quando aveva finito le medie, da quando accadde quella tragedia, esatto, da quando era arrivata in quella maledettissima scuola, all'iniziò sembrò che andasse tutto bene che la sua vita tonasse a sorriderle, ma quando fece quell'errore, anche se per lei fu la cosa giusta da fare, per gli altri fu un grosso errore. Da quel momento Ami e le sue amiche iniziarono a prenderla di mira, e insieme a loro tutta la scuola. Basta! Non doveva più pensare a quelle cose, doveva trovare un modo per distrarsi, guardò da fuori la finestra e notò che la città di Tokyo aveva iniziato ad illuminarsi con un bel po' di luci, decise così di andarla a vedere come fosse di sera. Andò verso il suo armadio, lo aprì e si ricambiò mettendosi un abitino giallo chiaro che le arrivava fino alle ginocchia, un copri spalla a maniche lunghe bianco, ma non troppo trasparente, per non far vedere le cicatrici, delle ballerine anch'esse gialle. Dopo essersi vestita andò alla sua toeletta dove si pettino i capelli mettendosi un cerchietto del medesimo colore del vestito e delle scarpe, un profuno non troppo forte, del fard, un po' di mascara, un lucidalabbra rosa ed infine si mise dei piccoli orecchini bianchi. Prese la una borsetta bianca ed uscì dalla sua stanza. Scendendo al piano di sotto notò lo zio Akira, tornato dal lavoro, seduto sul divano rosso mentre stava leggendo il giornale, vicino a lui, Sachiko che sdraiata sul grande tappeto stava giocando con le sue bambole, mentre , sentendo i rumori dalla cucina, probabilmente zia Eriko stava preparando la cena. -Io esco.- Informò la castagna. -Dove vai?- Chiese lo zio togliendosi il giornale dalla faccia. -Esco, i miei amici mi stanno aspettando a Shibuya.-Mentì lei. -Va bene, ma torna per le dieci, intesi?- Le raccomandò l'uomo. -Va bene, ciao a tutti!- -Ciao.-La salutò la sua famiglia. Uscita di casa, la castagna camminò finché non arrivò alla metropolitana. La prese è arrivata a Shibuya, scese. Si meravigliò di quanto fosse dinamico quel quartiere, le illuminazioni quasi accecanti dei megaschermi, la vasta quantità di negozi e ristoranti e la cosa che rendeva quel posto ancora più bello erano alcuni ragazzi vestiti coi cosidetti cosplay ed alcune ragazze Kogal e Ganguro che esprimevano il loro modo di essere senza paura dei giudizi altrui. Quel posto era merviglioso si sentiva un po' come Alice quando arrivò nel Paese delle Meraviglie. Girò un po' in giro a vedere i locali che c'erano ed uno in particolare la colpì molto, aveva una struttura di un castello gotico con sopra l'insegna rossa e colosa, come se fosse fatta col sangue, c'era scritto "The alternative World".Incuriosita, Matsuri entrò. -A che punto siete?- Chiese Takashi ai ragazzi. -Abbiamo quasi fatto Takashi, dacci solo un minuto.- Disse Gaara posando la sua chitarra. Takashi era il proprietario dell'”Alternative World”. Era un uomo sulla quarantina d'anni, grassotello, capelli castani lungi raccolti in una coda bassa, occhi marroni e con degli occhiali rettangolari, indossava sempre jeans e maglietta. -Comunque grazie per averci fatto suonare nel tuo locale, sei un amico. - Gli disse Kankuro mentre organizzava la sua batteria. -È un piacere ragazzi, e poi siete davvero bravi.- Gli rispose l'uomo. Temari andò dai suoi fratelli, si tennero tutti e tre per mano. -Gaara, Kankuro, se riusciamo a far andar bene questa serata, di sicuro qualche talent scout ci noterà e forse avremo qualche contatto, forza diciamo tre volte quella parola che ci porta fortuna, siete pronti?- -Sì- -Ok! 1,2,3.....- -Merda! Merda!Merda!- Dissero tutti e tre in coro. A quella scena, Takashi si mise a ridere, erano dei ragazzi straordinari e con un gran talento. Entrata dentro, Matsuri si trovò davanti uno stretto corridoio nero con delle scale illuminate con delle luci viola per terra, nonostante l'aspetto un po' sinistro decise di percorrerle. Appena le finì si ritrovo in un pub in stile gotico illuminato da un caldelabbro nero ed ai lati c'erano molte foto di alcune band metal abbracciate ad un uomo messe in una cornice. Tutti i ragazzi erano tutti goth, parlavano e ridevano tra di loro. La castagna si sentì fuori luogo con il suo abbigliamento molto sobrio e colorato, ma ricordando come si chiamò il locale "The Alternative World" ovvero il mondo in cui si poteva essere se stessi, decise di rilassarsi e di godersi la serata, sicuramente non avrebbe trovato ragazzi tipo Ami e Deidara. -Che ti porto, ragazza.- Una voce maschile la interruppe dai suoi pensieri. Si girò e vide un ragazzo,dimostrava di averne sulla ventina ed aveva un'aspetto molto particolare: una carnagione molto pallida, occhi azzurri, capelli color verde smeraldo però messi col gel a cresta di un gallo, maglietta nera aderente senza maniche, jeans del medesimo colore e bracciali di borchie su tutti e due i polsi. L'espressione del viso era sorridente e tranquilla. -Una coca-cola, per favore.- -Arriva!- Quando se ne andò, due due ragazze si avvicinarono al balcone del bar. -Sai stasera che gruppo suona?- -Oh si! Si chiamano i "Dark Angels"! Che nome!- -Non li ho mai sentiti, come sono?- -Non lo so, oh guarda sono pronti!- Infatti, le luci della sala si spensero e si accesero quelle del palco dove si intravidero tre persone ai loro strumenti. Guardando il cantante/chitarrista, Matsuri rimase senza parole, era il ragazzo che aveva incontrato a scuola! -Buona sera a tutti, siamo i "Dark Angels" e questa sera suoneremo per voi!- Disse il rosso al microfono, poi, iniziarono a suonare. "Let's go!” With blood shot eyes, I watch you sleeping The warmth I feel beside me is slowly fading Would she hear me, if I called her name? Would she hold me, if she knew my shame? There's always something different going wrong The path I walk is in the wrong direction There's always someone f***ing hanging on Can anybody help me makes things better? Your tears don't fall, they crash around me Her conscious calls, the guilty to come home Your tears don't fall, they crash around me Her conscious calls, the guilty to come home The moments died, I hear no screaming The visions left inside me are slowly fading Would she hear me, if I called her name? Would she hold me, if she knew my shame? There's always something different going wrong The path I walk is in the wrong direction There's always someone f***ing hanging on Can anybody help me makes things better? Your tears don't fall, they crash around me Her conscious calls, the guilty to come home Your tears don't fall, they crash around me 
Her conscious calls, the guilty to come home 

This battered room I've seen before 
The broken bones they heal no more, no more 
With my last breath I'm choking 
Will this ever end I'm hoping 
My world is over one more time 

Let's go! 

Would she hear me, if I called her name? 
Would she hold me, if she knew my shame? 

There's always something different going wrong 
The path I walk is in the wrong direction 
There's always someone f***ing hanging on 
Can anybody help me makes things better? 

Your tears don't fall, they crash around me 
Her conscious calls, the guilty to come home 
 Your tears don't fall, they crash around me 
Her conscious calls, the guilty to come home 

 Better! 

Your tears don't fall, they crash around me 
 Her conscious calls, the guilty to come home Quando la canzone finì, il pubblico applaudì follemente, erano stati bravissimi. -Grazie, grazie mille. Questa è stata la prima canzone che io ed i miei fratelli abbiamo scritto ed aspettate di sentire le altre.- Disse Gaara al microfono. Seguirono altre canzoni una più bella dell'altra, Matsuri rimase lì affascinata da tanta bravura. Quando il concerto finì, un'altra band li sostituì, così i ragazzi poterono godersi la serata con le altre persone. La castagna,invece, era rimasta lì imbambolata, aveva le stesse emozioni di quando li aveva sentiti suonare la prima volta. -Ecco la tua coca.- Il barista arrivo con un bicchiere di coca-cola interruppendola dai sui pensieri. -Grazie, quant'è?- -Settecento yen.- La castagna pagò, il barista ringraziò e tornò a servire gli altri clienti. Mentre sorseggiava la sua bevanda, sentì qualcuno sedersi vicino a lei. Si girò per vedere chi fosse e gli venne un nodo alla gola, era il cantante coi capelli rossi! -Ciao Gaara che ti porto?- -Una sprite, per favore.- Matsuri, in pieno imbarazzo, girò il sediolino dall'altra parte per paura di farsi riconoscere. Doveva pensare ad un modo per tagliare la corda,perciò si alzò molto lentamente, purtroppo perse l'equilibrio. Stava per cadere quando si sentì due braccia che la presero e due occhi color verde acquamarina che la fissavano. -Ehy, stai bene?- Le chiese Gaara preoccupato. -E-ehm, si grazie.- Lo ringraziò Matsuri. Il rosso l'aiutò a rimettersi in piedi. -Devi stare molto attenta quando ti alzi, potevi farti male.- Le disse lui. È vero, grazie per il consiglio.- Lo ringraziò un'altra volta lei. D'un tratto Gaara la guardò attentamente ed era lei! La ragazza di quella mattina a scuola! -Ehy, ma tu, sei la ragazza di questa mattina!- Le disse. Matsuri divenne tutta rossa in viso, -Ehm, sì sono io.- Disse, voleva sprofondare! -Accidenti! Pensavo che non ti avrei mai più rivista!- Sorrise lui. -Eh, eh, nemmeno io.- Disse la castagna mettendosi una mano dietro alla nuca. -Allora, ti è piaciuto il nostro concerto?- Le chiese. -È stato bellissimo, suonate molto bene.- -Grazie mille, sai non è facile per tre fratelli arrivare al primo live, speriamo di averne degli altri, così qualcuno ci farà firmare un contratto.- -Secondo me , riuscirete nel vostro intento.- -Tu dici?- -Certo!- Gaara sorrise. I due ragazzi continuarono a chiaccherare tranquillamente, finchè Matsuri vide che ore erano sul suo orologio da polso. -Oh mamma mia! Sono le nove e mezza, devo tornare a casa.- Avvisò lei. -Ehy, vuoi un passaggio? Sai queste strade ad una certa ora diventano pericolose, è meglio farle in macchina e poi, anche io ed i miei fratelli dobbiamo tornarcene alla nostra.- Le propose Gaara. -Grazie, sei molto gentile!- Lo rigraziò. I due ragazzi uscirono dal locale dando la buonanotte ai baristi, appena fuori videro Kankuro e Temari intenti a caricare gli strumenti musicali sul furgone. -Matsuri, questi sono Kankuro e Temari, i miei due fratelli maggiori.- Li presentò Gaara. -Molto piacere.- Disse la castagna dandoli la mano. -Piacere, Kankuro.- Sorrise il castano dandoli anche lui la mano. -Piacere, Temari.- Sorrise la bionda dandogli anche lei la mano. Finito di caricare gli strumenti, i quattro ragazzi salirono sul mezzo e partirono. Per tutto il tragitto, nessuno aveva detto una parola, Gaara e Matsuri avevano in testa mille pensieri, la castagna non aveva mai incontrato dei ragazzi così gentili e simpatici, e fu molto felice di sapere che andassero alla sua stessa scuola, almeno così rincontrarli non sarebbe stato difficile ed era contenta di aver trovato finalmente degli amici al di fuori della sua famiglia. A Gaara, invece, le piaceva quella ragazza, ma in senso d'amicizia. Era molto dolce ed intelligente, non era come le altre ragazze della sua scuola, tutte oche e fissate con la moda. -Bene Matsuri, siamo arrivati, questa è casa tua, giusto?- Chiese Temari. -Certo è questa. Grazie mille per il passaggio, scusate il disturbo.- -Figurati, buonanotte.- -Buonanotte.- La salutarono i tre fratelli. La castagna scese dal veicolo e si diresse verso l'entrata di casa sua. Per un momento, controllò il suo orologio da polso per vedere che ore si erano fatte e fu molto sorpresa a vedere che erano le dieci in punto. Meno male! Altrimenti chi li sentiva Zia Eriko e Zio Akira. La castagna prese le chiavi di casa dalla sua borsetta ed aprì la porta. -Sono a casa.- -Bentornata Matsuri-chan, com'è andata?- La accolse lo zio Akira. -Bene, grazie zio, e a voi?- -Bene, grazie.- -Ora vado a letto, domani c'è scuola, buonanotte!- -'Notte Matsuri-chan!- Terminato di parlare, la castagna andò in camera sua, si cambiò mettendosi il pigiama e lavandosi i denti, e si mise nel suo caldo letto. Prima di riaddomentarsi ripensò a tutto quello che le era successo quel giorno, dall'orripilante primo giorno di scuola a quella serata. Su quest'ultima parte, ci rimase a lungo a pensarci. Pensò alla serata nel locale, al concerto, ai “Dark Angels”, a Kankuro, Temari e Gaara e prima di addormentarsi i suoi pensieri riccaddero proprio su quest'ultimo. 
 
 Eccomi qui, vi è piaciuto il capitolo? La canzone che i “Dark Angels” cantano è “Tears Don't Fall!”
 dei Bullet for my Valentine (è bellissima ç.ç). Beh, ora devo andare ma non vi preoccupate vedrò di pubblicare il prossimo capitolo alla svelta. Ciao a tutti! ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Salvataggio ***


Capitolo 4 Salvataggio Il giorno dopo, Matsuri non fece altro che ricordare quello che era successo la sera scorsa, da quando era uscita da casa per andare a Shibuya, ricordò il locale, il concerto, i Dark Angels, ricordò i componenti: Temari, Kankuro e …. Gaara. Su quest’ultimo ci rimase un po’ a pensare, Gaara, sempre quel nome le faceva battere il cuore, ma perché? Non era che forse si era infatuata di quel ragazzo? Di solito non credeva a queste cose, ma che potesse essere veramente quello? -Insomma Nakamura! Mi stai ascoltando?!- Disse la professoressa Kurenai spazientita. –Eh! Presente!- Disse la castagna alzandosi dal banco, tutta la classe rise, ecco! Si era fatta sorprendere distratta, che figura! -Si può sapere a cosa stavi pensando tanto seriamente?- Chiese la donna. –Probabilmente hai difficoltà sul lavoro. Infatti, in questo periodo sei più secca di una sogliola di merda!- Le disse Ami dal suo banco e tutta la classe rise ancora di più. La castagna abbassò lo sguardo e si rimise al suo posto mentre delle piccole lacrime le uscivano dagli occhi. Non ne valeva veramente la pena reagire, infatti i padri di Ami e Deidara erano i finanziatori del liceo Okuma, quindi se fosse successo qualcosa di brutto ai loro tesorini, la scuola ne avrebbe risentito un taglio alle spese, quindi la cosa più giusta da fare per lei era non dire niente e continuare a sentire la lezione. Quando la campanella dell’intervallo suonò, tutti i ragazzi si alzarono di scatto dai loro banchi e si diressero fuori la classe, si vede che non vedevano l’ora di uscire da lì. Matsuri sentì il bisogno di uscire giù in cortile a prendere una boccata d’aria, tutte le ore di lezione le avevano fatto venire un gran mal di testa. Mentre si stava dirigendo verso le scale, però, qualcosa attirò la sua attenzione. Infatti su una bacheca c’era un foglietto verde con la scritta in rosso, “LEZIONI DI CANTO”. Così, si fermò e continuò a leggere. “LEZIONI DI CANTO AL “INSTRUMETS N’ MELODIES” ALLE ORE 18:00” La castagna ne fu felicissima, finalmente qualche corso che le interessasse veramente da quando si era trasferita, se lo avesse fatto sarebbe migliorata e probabilmente avrebbe potuto realizzare il suo sogno di divenire una cantante. Così, tornata a casa dopo la scuola raccontò immediatamente a zia Eriko del corso di cui ne fu molto felici ed accettò e quando si fecero le 18:00. La castagna si diresse immediatamente alla scuola di musica. Arrivata si diresse nell’aula di canto dove c’erano altri ragazzi che sembravano avere tutti quanti la sua stessa età. Poco dopo entrò anche una donna: Era molto alta e molto formosa, capelli biondi, occhi marroni e un piccolo rombo disegnato sulla fronte. Indossava una camicia bianca a maniche lunghe, una gonna lunga nera e dei tacchi dodici del medesimo colore. -Salve a tutti ragazzi, il mio nome è Tsunade e sarò la vostra insegnante di canto. Dunque, prima d’iniziare vorrei sentirvi cantare per sapere di cosa siete capaci. Allora, partirò da te.- Disse indicando Matsuri. –Eh? Io?- Chiese la castagna sbalordita. –Sì, proprio tu! Fammi vedere cosa sai fare, non essere timida!- Rispose la donna. –Ehm, d’accordo.- Detto questo, Matsuri si mise al centro della sala, chiuse gli occhi ed iniziò a cantare…. Little girl, terrified She'd leave her room if only bruises would heal A home is no place to hide Her heart is breaking from the pain that she feels Every days the same, she fights to find her way She hurts, she breaks, she hides and tries to pray She wonders why Does anyone ever hear her when she cries? Today she's turning sixteen Everyone singing but she cant seem to smile They never get past arms length How could they act like everything is alright? Pulling down her long sleeves To cover all the memories the scars leave She says, "Maybe making me bleed Will be the answer that could wash the slate clean" Every day's the same, she fights to find her way She hurts, she breaks, she hides and tries to pray She wonders why Does anyone ever hear her when she cries? This is the dark before the dawn The storm before the peace Don't be afraid cause seasons change And God is watching over you, He hears you And every day's the same, she fights to find her way She hurts, she breaks, she hides and tries to pray She'll be just fine 'Cause I know He hears her when she cries Every days the same, she fights to find her way She hurts, she breaks, she hides and tries to pray She'll be just fine 'Cause I know He hears her when she cries She'll be just fine 'Cause I know He hears her when she cries Quando Matsuri smise di cantare, aprì gli occhi e notò che tutta la classe di canto la guardava ammaliato. Nessuno aveva mai sentito una voce così meravigliosa, sembrava quella di un angelo, dopo un po’ Mrs. Tsunade applause. -Complimenti! Hai una voce melodiosa!- Le sorrise. -Davvero?- Arrossì la castagna. La lezione proseguì tranquillamente, Tsunade spiegò delle tecniche da usare per allenare la voce e tutti facevano esercizio mentre lei suonava il piano. Dopo un po’ la lezione terminò e tutti se ne andarono a casa. -Ragazzi siete stati tutti bravissimi, ci vediamo venerdì prossimo, arrivederci.- Li salutò la donna. -Arrivederci Signorina Tsunade.- La salutarono tutti. Uscita dalla scuola, la castagna si sorprese che quella sera facesse così tanto buio e così tanto freddo! E lei doveva fare tantissima strada per arrivare a casa sua! Quindi decise di prendere una scorciatoia per un vicolo vicino. Quando ci entrò, era silenzioso, non sentiva proprio niente. Dopo un po’ s’iniziò a sentire della musica. Era di genere house. Infatti quando finì il vicolo, davanti a lei comparve una discoteca, era un piccolo locale illuminato da luci al neon blu e con su scritto “Silver house”. Niente di che finchè non uscirono fuori tre ragazzi dall’aria per niente sobria. Per un momento la castagna non riuscì a riconoscerli, ma quando li guardò attentamente, il sangue le si gelò nelle vene, infatti quei ragazzi erano Deidara, Sasori e Hidan. Stava per voltarsi indietro e scappare quando…. -Guarda un po’ chi si vede, ciao Matsuri-chan!- La salutò il biondo ghignando. Alla castagna venne un colpo, l’aveva notata! -Che ci fai qui? Torni a casa? Perchè non vieni a bere qualcosa con noi? E magari potremmo fare altro.- Disse malizioso. La castagna da una parte era spaventata, dall’altra schifata, quel ragazzo era veramente volgare! Non ci mise due volte a pensare che prese la sua sinistra e corse più che poteva. –Ehy! No, ferma!- Le urlò il biondo iniziando ad inseguirla insieme ai suoi amici. La ragazza corse più che poteva con quei ragazzi alle calcagne. Vide un altro vicolo a destra e pensò di prenderlo come ultimo e disperato tentativo di seminarli. Purtroppo si rivelò un vicolo cieco. Era in trappola! Quando li vide dietro di lei, indietreggiò così tanto fino ad arrivare a premere le spalle contro il muro. –Vedo che ti sei imprigionata da sola, meglio ci hai risparmiato la fatica.- Disse Deidara arrivando così vicino a lei da bloccarle qualsiasi via d’uscita mettendo semplicemente le braccia sul muro. La castagna non ce la faceva a guardarlo negli occhi, così decise di guardare da un’altra parte, il ragazzo invece iniziò a toccargli I capelli, lei fu veramente schifata da quel gesto –Che bei capelli che hai, che ne dici se ce la spassiamo un po’? Per prima cosa togliti i vestiti e poi…- Non terminò la frase che uno schiaffo da parte della ragazza gli arrivò dritto in faccia. –NON TOCCARMI!- Urlò lei. Ci fu silenzio per un paio di minuti finchè il biondo non diede un violento pugno in faccia a lei, facendola cadere a terra. –TU NON TOCCARMI LURIDA PUTTANA!- Urlò, era furioso, si vedeva proprio dalla faccia. La castagna stava per rialzarsi finchè, il biondo non si mise sopra di lei. –Ti prego Deidara, lasciami!- Lo supplicò piangendo lei. –Sta tranquilla, ti piacerà vedrai. Sasori, Hidan, aiutatemi a tenerla ferma.- Disse il ragazzo, così I suoi amici arrivarono ed ognuno teneva Matsuri per un polso inchiodata a terra, Sasori il sinistro e Hidan il destro mentre Deidara era intento ad alzarle la gonna. La castagna stava per prepararsi al peggio quando accadde il miracolo! Qualcuno alzò Deidara per I capelli e gli diede un violento pugno nello stomaco. –Ah! Mi hai fatto male! Ma chi cazzo sei!?!- Strillò il biondo in preda alla rabbia. –Perchè non te la prendi con uno della tua taglia invece che con le ragazze indifese?- Rispose il ragazzo. Matsuri lo guardò in volto e scoprì che era Gaara. Non ci poteva credere! L’aveva salvata! Dopo una violenta lotta tra il rosso e il biondo, quest’ultimo cadde a terra distrutto. Sasori ed Hidan provarono a fare qualcosa, ma seguirono anche loro l’amico. –Presto ragazzi, scappiamo!- Disse Deidara rialzandosi e mettendosi a correre insieme agli amici. Gaara intanto notando Matsuri a terra, si avvicinò per vedere come stava. –Stai bene?- Chiese preoccupato. La castagna fece cenno di sì ed abbracciò il rosso per poi mettersi a piangere. –Stai tranquilla, è tutto finito, ci sono qui io.- Disse lui. –Grazie *sigh, ho avuto tanta paura!- Si sfogò lei, -Non temere non ne dovrai più avere. Ora ti porto da Temari, ti medicherà.- Rispose il rosso. La prese in braccio e si diressero verso la casa del ragazzo che non era tanto lontano. -Oh Dio! Che cosa è successo?- Chiese Temari preoccupata alla porta. –Deidara e I suoi hanno tentato di violentarla, ma sono riuscita a salvarla in tempo. Presto Temari prendi del ghiaccio ha una guancia viola.- Disse il rosso. Detto questo, la fece sedere su una sedia mentre la bionda le mise del ghiaccio sul livido proprio come aveva detto Gaara. -Tutto a posto?- Chiese Temari. -Sì- Rispose la castagna -Adesso curiamo questa ferita e ti riporto a casa col furgone va bene?- -Va bene.- Dopo aver passato il ghiaccio, la castagna si rialzò e andò in garage con Temari e Gaara. Dopo aver preso il furgone I tre ragazzi arrivarono davanti alla casa della ragazza. -Grazie, come posso rigraziarvi?- Chiese lei. -Non c’è bisogno che ci ringrazi va bene, adesso vai o I tuoi si preoccuperanno ciao.- -Ciao.- Dopo essere scesa dal furgone la castagna si diresse verso l’ingresso. Stava per aprire quando la porta si aprì di scatto e si ritrovò una zia Eriko furiosa, infatti era rincasata tardi. -Dove sei stata signorina!?! Ci hai fatto preoccupare!- La rimproverò la donna e continuò così finchè la castagna non facendocela più scappo in camera sua. –Ma dove stai andando!?! Guarda che non ho ancora finito!- Continuò la zia, ma la ragazza la ignorò. Una volta entrata in camera sua si buttò sul letto e continuò a piangere. Fu in quel preciso momento che capì di aver bisogno della sua cura, così prese il taglierino dalla cartella e andò nel suo bagno personale dove si fece un nuovo taglio, perchè la sua vita doveva essere così ingiusta? Perchè? Nota dell’autrice: Hola! Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, la canzone che Matsuri canta è When she cries di Britt Nicole (è bellissim,a ç.ç) Beh adesso vi saluto. Adios!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Amici ***


Il professor Hatake, il professore di musica, aveva deciso di fare uno strappo alle "regole", mischiando le sezioni. -Buongiorno ragazzi, oggi faremo un esperimento, mischieremo la vostra sezione con l’aula B3- La classe guardò sorpresa il professore. -Entrate pure ragazzi- Dei ragazzi sui 17 ed i 18 anni, solcarono la soglia della porta. Nessuno potè notare un ragazzo in particolare .Capelli corti un po' spettinati rossi ,occhi di un verde acquamarina intenso come quello del mare ,pelle rosea ,fisico magro ma non troppo. E poi un Kanji rosso sulla fronte,gli davano un'aria particolare. -Gaara, puoi accomodarti vicino ad Nakamura-san- Sentenziò il professor Hatake indicando il banco libero vicino a quello di Matsuri, che conosceva bene quel ragazzo. Durante tutta la lezione,lui non potè fare a meno di guardare alla sua vicina di banco, che fingeva di non accorgersi di nulla. A un certo punto i loro sguardi si incontrarono casualmente. Il nero della notte contro il verde del mare.Gli occhi di entrambi indugiarono fin troppo in quello sguardo : il battito cardiaco sembrò accelerare in un istante.In modo semplice e spontaneo sulle loro labbra affiorarono in contemporanea dei sorrisi sinceri,poco prima di rigirarsi a guardare il professore,entrambi leggermente rossi e imbarazzati. E così appena suonò la campanella, tutti uscirono dalla classe per andare in mensa, in bagno o semplicemente fuori a fumare una sigaretta. Matsuri era in una parte tranquilla del cortile, Jane Eyre e quando arrivò alla parte della dichiarazione di Jane per il suo amato, era veramente felice. “No mai! come potete pensarlo? Non è la casa, è che qui ho vissuto una vita piena e vera. Non sono stata offesa, non mi sono sentita calpestata né minacciata. Non sono stata esclusa da ciò che potesse essere bello e devoto. Voi mi avete trattata da pari. Ho parlato faccia a faccia con l’uomo che venero. Vi ho conosciuto, signor Rochester, e l’angoscia mi attanaglia al pensiero di essere strappata da voi. Vedo la necessità della separazione, che mi si presenta come la necessità della morte." Chiuse il libro per riposare un po’ gli occhi, chiuse gli occhi ed respirò profondamente ,in attesa che il suo nuovo amico arrivasse. E poco dopo eccolo lì. Gaara:-Ciao...- Matsuri:-Ciao...- Gaara:-Come stai?- Iniziò il ragazzo abbozzando un sorriso. Matsuri sorrise dolcemente . -Bene, grazie.- -Senti, ti andrebbe di venire con me ed i miei fratelli alla fiera che si terrà questa domenica in piazza ? Sai, ci andiamo tutti gli anni, se ti vuoi unire a noi...- Disse il rosso con un’espressione che avrebbe fatto intenerire chiunque. -Va bene, visto che ora siamo amici ed mi hai anche salvata.- -Ci vediamo alle 5 davanti alla metropolitana allora?- -Ok!- -Allora ci vediamo Matsuri-chan..." Matsuri fu colpita dall'uso di quel suffisso,ma decise di non dargli troppo peso,infondo non le dispiaceva affatto. I due si salutarono e tornarono alle rispettive case, aspettando domenica.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1890859