Gladiator of sex! You'll fail this time

di lucyinthesky1
(/viewuser.php?uid=221285)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** 2 ***
Capitolo 4: *** 3 ***
Capitolo 5: *** 4 ***
Capitolo 6: *** 5 ***
Capitolo 7: *** 6 ***
Capitolo 8: *** 7 ***
Capitolo 9: *** 8 ***
Capitolo 10: *** 9 ***
Capitolo 11: *** 10 ***
Capitolo 12: *** 11 ***
Capitolo 13: *** 12 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve gente! Da qualche tempo avevo buttato giù delle idee per questa storia e finalmente... TATATATAAAAN! Ecco qui il prologo. L'idea mi è venuta in mente leggendo le CURIOSITà BEATLESIANE che pubblica la pagina La banda del club dei cuori solitari del sergente pepe su facebook (faccio anche pubblicità ahahah). Questo è il link da cui ho preso anche molto spunto per il prologo https://m.facebook.com/photo.php?fbid=505810599470883&id=254418201276792&set=a.254831924568753.85353.254418201276792&refid=13&ref=stream... Fa schifo ma vi auguro lo stesso buona lettura!

Lucy

 

Prologo

 

Tutti noi conosciamo i Beatles, giusto? John Lennon, George Harrison, Ringo Starr... E Paul McCartney. Conosciamo tutti il loro grande successo nel campo musicale ma, soprattutto, sul campo di conquiste: infatti tutti e quattro erano ben noti come grandi estimatori del gentil sesso, mi meraviglio del fatto che alle loro ragazze/mogli non siano cresciute corna simili a quelle di un cervo adulto. Però, dovete sapere che la relazione di Paul McCartney con le donne era molto più morbosa rispetto a quelle degli altri tre e nelle conquiste era molto più agevolato per il suo titolo da Cute Beatle, per i suoi modi di fare eleganti e sempre per bene e per la sua voce bellissima. Ma nessuno di voi conosce la storia dell'unica ragazza che è riuscita a tenere a bada questo 'gladiatore del sesso', la ragazza di un altro tempo che lo fece innamorare follemente, che lo fece impazzire di rabbia e di gelosia e che gli fece sprofondare la sua autostima. Questa ragazza del 2012 tornerà indietro nel tempo di 48 anni con un compito ben preciso: degradare Paul McCartney.




16 febbraio 2012

Era il suo compleanno, finalmente aveva compiuto i suoi adorati 20 anni! Non aspettava altro da sempre e anche per lei quel momento era arrivato. Quella sera i suoi amici avevano prenotato tutto il pub e adesso erano tutti riuniti intorno a lei e alla sua torta cantando.
-Perchè è una brava ragazza! Perchè è una brava ragazza! Perchè è una brava ragazzaaaaaaa.... E nessuno lo può negar!-
Lei era contentissima, si stava quasi per commuovere mentre soffiava sulle candeline. Tutti urlarono e fischiarono e brindarono con i loro bicchieroni di birra, chi rossa chi bionda.
-Layla?!-
Un ragazzo moro le si avvicinò e le mise un braccio intorno al collo: era ubriaco marcio, ma a lei cosa importava? Un po' brilla era anche lei.
-Dimmi caro Klaus!- disse ricambiando l'abbraccio
-Hai espresso un desiderio?!- rise
Tutti intorno a loro si misero a ridere e dopo qualche secondo si unì anche lei. Layla sapeva che loro stavano scherzando, era solo una presa in giro amichevole, ma nel profondo del suo cuore un desiderio l'aveva espresso, come quando era bambina: la bella ragazza ormai cresciuta desiderava ancora ardentemente tornare indietro negli anni 60, solo per poter vedere i Beatles suonare dal vivo o solo per vederli camminare dall'altra parte della strada. Per tutto il tragitto fino a casa sperò che quel desiderio diventasse realtà anche solo per un millesimo di secondo. Si tolse le scarpe, il vestito, le calze e l'intimo e infilandosi nella vasca da bagno chiuse gli occhi assaporando il calore e il profumo dell'acqua; si voleva solo rilassare ma senza accorgersene cadde in un sonno profondo.

"Mi trovavo in una stanza buia e fredda, ero seduta e non legata alla sedia, ma nonostante questo non riuscivo ad alzarmi. Improvvisamente una luce venne puntata contro i miei occhi accecandomi; un uomo con la giacca, il cappello, una pipa in bocca e l'aria da investigatore uscì dalla penombra, sembrava Sherlock Holmes. Aspirò il fumo dalla pipa e avvicinandosi a me lo buttò fuori facendomi tossire.
-Cosa vuoi da me?- dissi
-Sei tu che mi hai convocato...- disse alzando gli occhi al cielo
-Io non ho convocato proprio nessuno!-
-Smettila di blaterare e ascoltami! O vuoi che scelga qualcun'altra per questa missione?-
-Missione?! Ma di cosa sta parlando?!-
L'uomo sbuffò di nuovo il fumo e dopo avermi scrutato per qualche istante si girò per prendere dalla scrivania, che era apparsa in quel momento, un fascicolo
che cominciò a leggere.
-Tu sei Layla Gilmour? Nata il 6 febbraio 1992 a Londra?
-
-Esattamente...-
-E sei tu quella che poche ore fa ha desiderato di tornare indietro negli anni '60, giusto?-
Rimasi letteralmente a bocca aperta e sinceramente mi spaventai anche un po'... Chi era? Uno stalker
? Nonostante la rabbia e la curiosità l'unica cosa che riuscii a dire, o meglio, a mormorare, fu un semplicissimo 'Si...'
-Bene, mi presento: io sono Babbo Tempo e tu mi hai convocato desiderando di viaggiare
nel tempo-
Non riuscivo a crederci, eppure non riuscivo neanche a protestare o a ridere per quello che ritenevo fosse uno scherzo. L'uomo che si era presentato come Babbo Tempo mi diede l'ultimo foglio del fascicolo, dove era registrato il mio desiderio e con sotto scritto 'Missione'.
-La tua missione è molto complicata, non impossibile ma complicata... Soprattutto per una ragazza che ama i Beatles-
Babbo Tempo strappò il foglio dandomi solo la parte bianca e l'altra metà la rimise nel fascicolo.
-Il foglio lo porterai con te... Io esaudirò il tuo desiderio più grande, ma ovviamente in cambio non dovrai fallire o ci saranno delle conseguenze-
L'uomo mi fece alzare dalla sedia e dopo aver scosso le mani e recitato una filastrocca mi buttò nelle acque fredde di un lago"


Layla si svegliò e quando si rese conto di essere scesa con la testa in acqua si sollevò in fretta prendendo un respiro profondo con la bocca appena uscita. Dopo qualche minuto si riprese e ripensò a quell'assurdo sogno; si rilassò di nuovo appoggiando la testa al bordo della vasca. Gridando, saltò fuori dalla vasca spaventata dal soffitto: quel sogno era stato reale! Da cosa l'aveva capito? Beh, lì sopra la sua testa era inciso sul soffitto.
-La tua missione è quella di sgretolare l'autostima di Paul McCartney-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1 ***


Capitolo 1

 

Layla deglutì e pensò che quello era stato sicuramente uno scherzo, era impossibile! Tornare indietro nel tempo... Pff, ma quando mai? Insomma, cose del genere potevano accadere nei film di fantascienza e basta. La bella bionda prese un asciugamano, lo mise a mo di vestito e andò in salone in cerca della sua coinquilina per avere la rivincita su quello stupido, stupidissimo scherzo.

-Mary, vieni fuori! Lo scherzo è bello finchè dura poco!-

Nulla: la sua voce riecheggiava nell'appartamento e non c'era alcun cenno di risposta. Così, Layla si girò per andare in cerca dell'amica, ma non appena fece un passo andò a sbattere contro una porta.

“Ma che cazzo...? Non c'è mai stata una porta qui!” disse massaggiandosi la fronte

Piano piano si accorse però che tutto in quella casa era cambiato: i mobili, la loro disposizione e la carta da parati; la tv al plasma, lo stereo ultimo modello, la radio-sveglia e il telefono fisso senza fili erano spariti e al loro posto c'erano una tv a tubo catodico, un giradischi, una sveglia di quelle fastidiosissime e un telefono gigantesto con i fili. Un urlo stridulo e spaventato venne cacciato fuori dalla bocca di Layla, cominciò a pizzicare la sua pelle chiara e morbida con foga e agitazione per svegliarsi da quello che poteva essere un incubo come un bellissimo sogno.

-Layla! Che diavolo è successo?!-

Una ragazza mora e alta entrò di corsa dalla porta dove aveva appena sbattuto la fronte, una ragazza sconosciuta che non aveva mai visto, ma la prima cosa che le venne in mente di fare fu quella di prenderla per le spalle e urlarle contro.

-Dove mi trovo?!-

-A casa tua...?- disse la ragazza sconcertata e anche leggermente spaventata

-Ho sbagliato domanda... Quella esatta è Quando mi trovo?!(*)-

-Ma sei sicura di stare bene?-

-Dimmi la data di oggi!-

Stava urlando come se fosse in una crisi isterica, aveva l'ansia fino al collo e sentiva di dover esplodere.

-Oggi è il 17 febbraio 1964-

Le sue mani allentarono la presa sulle spalle della povera ragazza e, fissando il vuoto davanti a se, con la mente piena di quella data e l'espressione da ebete, esclamò:

-Grande Giove...(*)-

E poi il buio.

 

 

(*) Riferimenti al mitico “Ritorno al Futuro”


Saaaaalve a tutti! Eccomi qui con il primo capitolo di questa storia... Questo capitolo è cortissimo ed è anche un gran caga... Pardon, schifezza. Prometto che in seguito la storia sarà più movimentata e anche divertente... Grazie a tutti quelli che leggeranno!

Lucy

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2 ***


Capitolo 2

Londra era diversa, certo il cielo grigio era sempre quello, ma l'atmosfera e l'aria che si respirava era... Era nuova. Certo Layla era tornata indietro nel tempo ma non c'era più quell'aria caotica del 2012 e per il naso della ragazza era effettivamente nuova. Ancora non riusciva a credere di essere nel 1964, eppure tutto quanto intorno a lei sembrava convincerla: si, era decisamente tornata indietro nel tempo. Inoltre la sua coinquilina, Anne Mary Gamgee (*), che poi non era altro che l'alterego della sua amica futuristica, le aveva detto che aveva un lavoro come fotografa dei personaggi famosi di quel tempo e che quel giorno avrebbe avuto uno speciale ingaggio a sorpresa: all'inizio Layla pensò che forse quel giorno avrebbe dovuto fare un servizio fotografico ai Beatles, per compiere la sua missione, infatti, avrebbe dovuto per forza entrare in contatto con loro! Che Babbo Tempo la stesse aiutando almeno in questo? Nah! Layla abbandonò totalmente questa idea, se la stava mettendo alla prova sicuramente doveva cercare di raggiungerli da sola. Quindi cominciò a pensare come conoscerli e soprattutto come farli avvicinare a lei! Mentre cercava di elaborare qualche idea, arrivò nel posto dove lavorava: rimase letteralmente a bocca aperta quando vide quel gigantesco palazzo bianco, così bello e artistico. Davanti all'entrata c'era un grande cortile nel cui centro si ergeva una fontana rettangolare in marmo da cui uscivano tre colonne d'acqua limpida, intorno c'erano aiuole di erike viola e rosa e il prato che circondava il vialetto era perfettamente tagliato e verde brillante. Layla estasiata si avviò verso l'entrata dove c'erano due ragazzi, che lei ovviamente non notò: uno di loro la guardò attraverso le lenti nere degli occhiali entrare nel palazzo e quando la porta si chiuse si rivolse di nuovo all'amico.

-Niente male la biondina- disse buttando fuori il fumo

-Già... Niente male!-

-Se è lei la fotografa mi metto in posa volentieri- disse facendo una posa abbastanza provocante

-Sei un coglione! Ahahah- disse l'altro dandogli uno schiaffo sulla nuca

-Io coglione? Lo vedo dal tuo sguardo che le hai messo già gli occhi addosso-

-Come fai a non metterglili addosso?! Non hai visto che è uno schianto?!-

-Calmati ragazzo! Metti a freno la tua pistola- disse quello con gli occhiali alzandosi e prendendo l'altro per le spalle

-Parla quello che le ha fissato il culo-

-E tu le hai fissato le tette... Non negarlo-

I due ragazzi si fissarono per qualche secondo negli occhi e poi risero di gusto, gettando a terra i due mizziconi. I due ragazzi erano talemente diversi sia di aspetto sia di carattere, quanto uniti: erano ormai sette anni che si conoscevano e più il tempo passava e più era legati da qualcosa che, probabilmente, mai nessuno avrebbe compreso. Forse uno sconosciuto non avrebbe notato subito questo legame, forse anche loro negavano quel sentimento, ma nel profondo tutti sapevano che tra loro una certa intesa (forse anche al di là della semplice amicizia) c'era, grande e forte. Mentre i due continuavano a ridere, un uomo poco più grande di loro li raggiunse fuori.

-John, Paul... La fotografa è arrivata, siamo tutti pronti-

-Arriviamo subito Brian-

I due lasciarono le scale ed entrarono nella sala dove avrebbero fatto il servizio e non appena i due la videro si lanciarono un'occhiata d'intesa.

-La prendo prima io- sussurrò Paul

-Non ci contare, Macca-

-Quanto ci scommetti?- disse guardando Layla

Non ricevette alcuna risposta, quindi si girò: non si rese conto che John era già partito all'attacco insieme agli altri due.

"Eh no John, questa me la paghi!" pensò

Si alzò e si diresse verso quella ragazza bionda e dagli occhi azzurri.

 

(*) Riferimento al Signore degli Anelli (Sam Gamgee)

Welcome to Pepperland

Salve! Eccoci qua con il secondo capitolo e scusatemi per il ritardo... Beh non ho molto da dire quindi cocludo molto velocemente ringraziando quelle che hanno recensito, ovvero _SheLovesTheBeatles_ e Mrs_McCartney. E infine una foto della protagonista, Layla, inspirata all'attrice Wanda Ventham

http://www.google.it/imgres?hl=it&biw=1172&bih=476&tbm=isch&tbnid=c5qVe-nBnGaSRM:&imgrefurl=http://ufoseries.wikia.com/wiki/File:Wanda_Ventham.jpg&docid=rbP11JQpWdOUnM&imgurl=http://images.wikia.com/ufoseries/images/5/58/Wanda_Ventham.jpg&w=320&h=240&ei=5wLDUavOO6e54AT6ywE&zoom=1&iact=rc&page=1&tbnh=140&tbnw=178&start=0&ndsp=15&ved=1t:429,r:2,s:0,i:88&tx=112&ty=63 
 
Buona lettura e alla prossima


Lucy 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3 ***


Capitolo 3


 Appena entrata, Layla venne bloccata da una donna sulla 30ina d'anni, mora, vestita da segretaria e con una lista in mano.

-Buongiorno... Il suo nome?- disse con aria autorevole
-Sono Layla Gilmour-
-Ed e` qui per... Il servizio fotografico- disse leggendo la lista
-Esattamente-
-Bene, mi segua-
Dopo aver scritto qualcosa sul foglio, la donna porto` Layla lungo i corridoi di quel posto senza mai staccarle quegli occhi indagatori da dosso.
-Sei molto fortunata... Molte ragazze darebbero la vita per essere al tuo posto-
-E perche` mai? Non devo mica fotografare Elvis!- disse Layla ridendo
-No, infatti.. Meglio-
Detto quello, la bionda vide la mora ridere sotto i baffi e sparire dietro un'enorme porta grigia, lasciandola ai suoi pensieri: che voleva dire quella donna? E che diavolo aveva da ridere? Layla era rimasta abbastanza infastidita da quei risolini. Ma tornando ai suoi dilemmi... Lei era fermamente convinta che dietro a quella porta non ci fossero i Beatles, sarebbe stato troppo bello per essere vero. Ma chi in quel periodo era meglio di Elvis Presley se non loro? Chuck Berry, Little Richard, Bill Haley... Ma erano tutti artisti americani, era impossibile che fossero arrivati fino in Inghilterra per fare uno stupidissimo servizio fotografico in uno studio! E poi Elvis era il top tra gli artisti americani... Probabilmente era qualcuno che Layla non conosceva e che a quella donna piaceva piu` dei favolosi quattro. Mentre camminava avanti e indietro per il grande corridoio assorta nei suoi pensieri non si rese conto di un uomo che le venne addosso.
-Mi scusi signorina, non l'avevo vista- disse piuttosto contrito e dispiaciuto
Non appena Layla si ricompose e alzo` lo sguardo, rimase impietrita con occhi e bocca spalancati: quegli occhi azzurri, i capelli scuri con il riporto e quei lineamenti marcati li avrebbe riconosciuti ovunque.
-George Martin...- sussurro` incredula
-Gia`, sono proprio io- disse sorridente -Lei invece e`...?-
-Emh... Ah si! Sono Layla Gilmour, la fotografa... Piacere di conoscerla- disse porgendogli la mano
-Il piacere e` tutto mio- disse sorridendo e stringendogliela
-Io... Oddio non ce la faccio a trattenermi! Io adoro il suo lavoro con le canzoni dei Beatles, credo che lei sia molto sottovalutato dalle masse e credo che senza di lei i Beatles non sarebbero mai arrivati a questo punto! Diamine! Hanno scalato tutte le...-
Era emozionatissima, parlava a razzo senza sapere cosa stesse dicendo e agitando la mano dell'uomo stretta la sua, Layla adorava davvero George Martin e credeva veramente a tutto quello che stava dicendo. Avrebbe continuato a vita senza mai prendere fiato se solo George non l'avesse fermata per evitare che svenisse li` sul pavimento del corridoio.
-Ehi ragazza calmati! Se ti comporti cosi` con me non ti faranno mai entrare li` dentro lo sai?- disse ridendo
-Perche`?... Chi c'e` li` dentro?...-
-Lo scoprirai tra poco...-
Dietro di loro la porta dove poco prima la donna dai capelli mori era entrata si apri` lasciando intravedere due figure. Erano due ragazzi, uno alto, l'altro un po' piu` basso, uno magro, l'altro un po' piu` robusto, uno dagli occhi scuri, l'altro dagli occhi blu: uno era George Harrison, l'altro era Ringo Starr.


 

Welcome to Pepperland 
Buonasera gente! Ecco questa bella schifezza di capitolo appena uscita dal forno (?)... Allora, dovete aspettare il prossimo capitolo (forse) per il primo 'dialogo' tra Layla e Paul e vi assicuro che fara` ridere... Ho tante belle idee in mente, muahahah :3 Ok basta, la smetto... Spero che vi piaccia e ringrazio tutte quelle che hanno recensito e quelle che hanno soltanto letto e che hanno apprezzato.

Alla prossima! :D
Lucy

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 4 ***


Capitolo 4

 

Non aveva neanche fatto in tempo ad entrare in casa che aveva già cominciato ad urlare.

-MARY!!! AAAH!!-

L'amica spaventata le andò incontro cercando di capire, inutilmente, il perchè dell'euforismo di Layla, ma lei non faceva altro che saltare, agitarsi e gridare.

-Devo trovare un abito, al più presto!- disse correndo e chiudendosi in camera

-Layla?- disse Anne Mary bussando

-Mary, non rompere devo concentrarmi!-

-Si, ma potresti cortesemente chiuderti e cambiarti nella TUA camera-

'Che figura di merda!'

Layla uscì lentamente dalla stanza con un sorriso che voleva chiedere scusa sulla faccia e l'amica, sbuffando e ridendo, la prese per un braccio e la portò in camera sua.

-Allora, tu ora ti siedi sul letto e mi dici cosa diavolo è successo-

Layla fece un respiro profondo e guardò l'amica negli occhi, sorrise: era proprio come la sua migliore amica del 2012, come non poteva essersene accorta subito? Quegli occhi verde intenso, le labbra sottili e rosa, le guance morbide e comperte da qualche lentigine poco accentuata, i capelli neri... Forse erano i capelli corti e cotonati ad averla confusa, perchè per il resto era la stessa.

-Allora?-

Anne Mary la scosse per farla risvegliare dai suoi pensieri e quindi Layla parlò.

-Oggi... Ho dovuto fare un servizio fotografico... AI BEATLES! E dopo il servizio....... MI HANNO INVITATA A CENA! AAAAAH!!!!!- disse gridando

-Aaaah...- disse sbuffando

-Che hai da sbuffare?!-

-Ti sei dimenticata che non riesco a sopportarli quei quattro?- disse incrociando le braccia al petto

-Ah... Vero... Ma non puoi essere felice per me? Ti pregooooo...-

Layla congiunse le mani in segno di preghiera e assunse un'espressione da cucciolo bastonato, facendo così ridere la sua amica.

-Eh va bene! Sono contenta per te e ti aiuterò anche a cercare un vestito-

-Grazie!- disse Layla abbracciandola

-Allora... Apriamo quest'armadio-

Mary aprì le ante dell'armadio e solo a quel punto Layla si accorse che il suo guardaroba era arredato con vestiti adatti al 2012! Così corse verso l'amica e chiuse le ante in tutta fretta!

-Che diavolo...? Layla!-

-Emh... Mi sono accorta solo ora che non ho abiti adatti... Anzi non ne ho proprio per niente-

-Va bene ho capito, te ne devo prestare uno io... Come al solito. Ma un giorno di questi usciamo e ti porto a fare shopping, così la smetti di prendere i miei vestiti!-

 

 

Era ormai sera e Layla stava di fronte al ristorante ad aspettare i quattro: il ristorante era molto lussuoso, era uno di quei posti mozzafiato dove possono andare solo i super ricconi. Aveva in dosso un vestito di raso lungo fino alle caviglie blu con uno spacco laterale, un cappotto nero lungo e un decoltè bianco con un tacco non troppo alto: Mary aveva sempre avuto la passione per la moda, le chiedeva sempre consigli nel vestire, nel 2012 e a quanto pareva anche negli anni 60. Dopo qualche minuto di attesa, una Bentley del '61 nera e con i vetri oscurati si avvicinò al marciapiede ed abbassò il finestrino che era proprio di fronte a Layla: un Paul McCartney tutto sorridente si affacciò dal finestrino e aprì lo sportello scendendo dalla macchina.

-Buonasera- disse facendole il baciamano

-Buonasera signor McCartney, è da solo?- disse Layla cercando di sembrare il meno euforica e contenta posssibile

-Gli altri si stavano ancora preparando e non è carino far aspettare una ragazza bella come te-

Layla arrossì e pensò che il fascino di McCartney le stava già facendo effetto: si rese conto che non sarebbe stato facile resistergli quindi decise di attaccare subito.

-Grazie mister- disse ridendo sotto i baffi

-Ti prego, diamoci del tu-

-Perchè? Siamo già entrati così in confidenza?- disse fingendosi preziosa

-Beh, perchè no?- sorrise

'Cazzo che sorriso! Dal vivo è anche più bello' pensò Layla sentendosi morire dentro.

Stava per controbattere quando arrivarono, per sua fortuna, gli altri tre.

-Paul! Perchè non ci hai aspettato?!-

John sfoggiò uno dei suoi sorrisi più falsi e diede una pacca abbastanza sonora e dolorosa, a giudicare dall'espressione di Paul, sulla spalla di quest'ultimo.

-Il signor McCartney non voleva farmi aspettare tanto tempo qui davanti- disse Layla guardando Paul, sfoggiando anche lei un sorriso falso

-Ciao Layla-

George avanzò verso di lei baciandole le guance in segno di saluto, seguito poi da Ringo. John, invece, la prese per mano e la condusse (Da vero gentelman, come si definiva lui) al'interno del locale, lasciandosi alle spalle un McCartney abbastanza furioso.

 

Welcome to Pepperland
Buongiorno a voi gente! Ecco a voi il capitolo 4, questa volta è un po' più lungo rispetto agli altri e finalmente... Il primo 'dialogo' tra Paul e Layla! Spero che il capitolo vi piaccia, anche se a me fa un po' schifo.

A presto!
Lucy

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5 ***


Capitolo 5


 

La cena andò bene, se non fosse stato per le continue freccciatine che si lanciavano John e Paul, che erano rispettivamente seduti alla destra e alla sinistra di Layla. Mentre era un po' imbarazza di stare in mezzo a quella 'discussione', dall'altra parte del tavolo George Harrison e Ringo Starr se la ridevano per gli sguardi omicidi che si lanciavano a vicenda i loro compagni. George improvvisamente si sporse verso la ragazza e le fece segno di andare fuori a prendere una boccata d'aria; senza dargli la conferma, Layla si alzò di scatto ed uscì nel terazzo seguita da niente meno che GEORGE HARRISON.

-Vuoi...?- disse il ragazzo porgendole un pacchetto di Marlboro rosse

-Grazie mille- disse lei afferrandone una e accendendola nervosamente

George le sorrise (“e che sorriso” avrebbe voluto aggiungere!) e si appoggiò alla ringhiera di schiena accendendosi la sua sigaretta. Osservò Layla buttando fuori il fumo, mentre la faceva arrossire per l'imbarazzo sia del suo sguardo sia di quel silenzio interminabile. Fortunatamente per la bionda, fu lui a romperlo per primo.

-Ti senti meglio?- disse con tono apprensivo

-Eh?-

-Ti ho chiesto se ti senti meglio... Sai trovarsi nel bel mezzo di una lite tra Paul e John non è il massimo- disse ridendo

-Ah... Beh devo dire di sentirmi più che altro sollevata... Mi sentivo il motivo delle loro frecciatine...- disse lei abbassando la testa

-Infatti lo sei...- disse lui sussurrando

-Come?-

Layla fece finta di non capire, anzi non voleva capire perchè le sembrava impossibile che i famosissimi e bellissimi John Lennon e Paul McCartney si stessero litigando una tipa come lei!

-No niente- rise

Layla non fece in tempo di controbattere che gli altri tre li raggiunsero in balcone.

-George! Vecchio volpone che non sei altro!- disse John ridendo e dandogli una pacca amichevole sulla spalla

-Layla, dove abiti? Se vuoi ti accompagnamo in macchina alla fine della serata- disse Ringo in tono amichevole e permuroso

Layla si guardò intorno e notò che Paul era appoggiato al vetro della finestra, ancora più arrabbiato di prima o forse era stanco. Comunque non parlò per il resto della serata, se ne stava in disparte e seguiva il gruppo, sembrava anche infastidito quando Layla cercava di fargli prendere parte alla conversazione. Lei si rattristò un po' vedendo il suo muso lungo: Paul McCartney era il ragazzo più bello che Layla avesse mai visto in foto e dal vivo era anche più bello. Essere rifiutati dalla persona che ti piace, anche se non la conosci veramente, non è una cosa piacevole e Layla infatti stava male per questo. Dopo un paio d'ore i quattro accompagnarono la ragazza al suo appartamento e solo lì McCartney si avvicinò a lei per posarle sulle guancia un bacio in segno di saluto.


Il mattino seguente Layla si alzò non appena sentì la sveglia suonare: anche quel giorno avrebbe dovuto passarlo con i Beatles ad Abbey Road, negli studi di registrazione. Andò in bagno e si guardò allo specchio demoralizzata: il suo piano non aveva funzionato per niente, se non all'inizio! La sua intenzione era quella di attirare l'attenzione del povero Paul su di se per poi rifiutarlo e poi riconquistarlo e così via. Ma il bel ragazzo dagli occhi verdi e dai capelli nero carbone non sembrava essere più interessato a lei minimanimente e i continui sguardi preoccupati e dispiaciuti che Layla aveva continuato a lanciargli per tutta la serata non l'avevano di certo aiutata a farsi desiderare. La ragazza pensò, infatti, che Paul si fosse stufato subito di lei e che lei fosse caduta subito nella trappola dei suoi occhi magnetici e liquidi. Sospirò sconfitta, sapeva che non poteva fare nulla perchè quando l'avrebbe visto di nuovo quella mattina sarebbe subito caduta ai suoi piedi... E poi era assurdo, come poteva cadergli ai piedi se non lo conosceva neanche?! Layla assunse un aria combattente e cominciò a sistemarsi, convinta di voler tornare all'attacco proprio quella mattina. Di fretta e furia, prese una gonna molto anni 60 dal suo armadio, corta a metà coscia , nera e a vita alta; prese una camicia bianca e la infilò dentro la gonna, lasciando i primi tre bottoni slacciati per dare quell'effetto vedo/non vedo che piaceva molto ai suoi ex... Prese una spazzola e comincò a cotonare i suoi capelli, si mise un leggero filo di trucco, delle ballerine bianche e un foulard colorato intorno al collo, molto stile hostess.

-Layla dove vai in giro così?!- urlò Mary mentre la vedeva uscire, sbalordita dalla classe della sua amica che aveva tirato fuori quel giorno

Ma Layla non si fermò perchè aveva un obbiettivo fisso nella mente e non pensava ad altro: voleva solo far capire a Paul di che pasta era fatta.

 

Welcome to Pepperland
Salve gente! Sarò molto sintetica: questo capitolo è una merda rara! Chiudo così il mio capitolo ringraziando tutti i lettori e tutte quelle che hanno recensito, mi ha fatto veramente piacere sentire che qualcuno apprazzi questa storia ^^
Alla prossima gente!  

  Lucy

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 6 ***


Capitolo 6




Tanta era la voglia di ricominciare che Layla arrivò con mezz'ora di anticipo agli studi di Abbey Road, dove si sarebbe tenuto il servizio fotografico quel giorno. Prese il pacchetto azzurro di Pall Mall dalla borsa e sfilò una sigaretta portandosela poi alla bocca. Prima che potesse afferrare l'accendino una fiammella si accese improvvisamente davanti al suo naso e dopo aver aspirato il fumo alzò lo sguardo: davanti a lei splendevano un soriso mozzafiato e due occhi azzurro cielo scintillanti.

-Buongiorno- disse sorridendo

-Ciao Ringo...- disse Layla sorridendo timidamente

-Come mai già qui?- disse Ringo accendendosi una sigaretta

-Emh... La sveglia è... Suonata prima, si!- disse con un po' troppa enfasi

-Aaah, capito... Posso vederla?- disse indicando la macchina fotografica

-Ah si certo-

Layla gli diede la sua Nikon e Ringo cominciò a giocherellare un po' con lo zoom e a inquadrare tutto ciò che gli capitava.

-Mi sarebbe piaciuto fare il fotografo sai?- disse assorto nei suoi pensieri

-Beh non ti puoi lamentare del tuo lavoro- disse ridendo Layla

-Perchè no?-

-Avete tutto! Soldi, fama, donne... Tutto quello che desiderate è vostro-

-Non credere che sia tanto bello sa...- disse guardando il cielo

-Perchè no?-

-Sai il fatto di poter avere tutto senza guadagnartelo, è noioso: a me piace lottare per qualcosa, non c'è gusto se no... E poi la prima cosa che ti manca quando diventi famoso è la privacy... Sei sempre tartassato dai giornalisti, dalle fan, poi ci sono i concerti, i contratti e altre cose. Noi cerchiamo sempre di essere sempre simpatici e amichevoli con tutti, ma non sempre è facile... Soprattutto quando le fan ad ogni cosa che diciamo cominciano a urlare e a impazzire- disse con una voce acuta e stridula

-Ahahahahah... Non pensavo fosse così difficile-

-Stiamo molto negli studi per questo... Dentro è bello, è lì che lavori davvero, è lì che fai musica perchè ti piace... E poi ti diverti, almeno noi ci divertiamo- disse sorridendo

“Ringo smettila di sorridere o ti salto addosso!” pensò Layla

-Tu perchè sei arrivato prima?- disse cercando di non sembrare un ebete

-Io arrivo sempre prima per evitare le folle urlanti che verso le 11 si aggirano da queste parti- disse ridendo

-Vi fanno gli agguati?- rise Layla

-Una specie... Quando sono tante ci diamo alla fuga, quando sono poche invece alla caccia-

Risero e parlarono per 20 minuti, Ringo era un ragazzo fantastico, divertente e dolce: potevano dire che non era un bravo batterista, ma non che non fosse un grandissimo amico. Dopo un po' qualcun altro varcò il cancello degli studi di Abbey Road, era tutto vestito di nero ma Layla riuscì a capire comunque chi fosse: tolti gli occhiali, il ragazzo agitò leggermente la testa facendo ondeggiare i capelli color ebano così dritti e sempre in ordine e quando quello aprì gli occhi la ragazza venne attratta da un verde così liquido e intenso che neanche i prati britannici potevano competere con quegli occhi; la sua camminata era lenta ed elegante, con quel corpo slanciato e le gambe esili ma ben formate, ma allo stesso tempo lo rendeva talmente sexy ed eccitante che tutti gli esseri viventi di sesso femminile potevano rimanere folgorati solo guardandolo. Ora Layla comprendeva perchè le ragazze svenivano ai loro concerti.

-Ciao Paul- disse Ringo sorridendo

-Ciao Ringo- sorrise a sua volta sedendosi tra lui e Layla sulle scale dell'entrata

-Buongiorno anche a lei signor McCartney- disse lei un po' infastidita dal fatto che non l'avesse neanche notata

Paul guardò la ragazza che si stava sistemando i capelli biondi e cotonati: pensò di non aver mai visto qualcosa di più, forse era anche più bella di Jane. Sul suo volto comparve un sorriso malizioso e successivamente prese la mano di Layla e se la portò alla bocca.

-Buongiorno- posò un bacio sul dorso della sua mano -Signorina Gilmour-

Layla cercò con lo sguardo un appoggio da Ringo, cercando di intrometterlo nella discussione ed evitare di dover affrontare un 'discorso' con McCartney da sola... Quindi di evitare di fare figuraccie e di cadere nella sua trappola (anche se non le sarebbe poi così tanto dispiaciuto). Ovviamente, Ringo capì tutt'altro e, facendole l'occhilino, si dileguò all'interno degli studi lasciandoli soli.

-Ieri sera non abbiamo avuto molto tempo di parlare...- disse dispiaciuto

-Ma è lei signor McCartney che è stato in disparte, non è mica colpa mia- disse Layla fingendosi altezzosa

Paul, infastidito dal suo disinteressamento, si alzò di scatto e prendendole entrambe le mani catturò la sua attenzione.

-La prego, mi dia un'altra possibilità- disse fingendosi disperato

Aveva dei modi di fare quasi teatrali, molto shakespeariani, ma sulle donne facevano molto effetto... E Layla non faceva eccezione. La ragazza si morse l'interno del labbro, pensando a cosa avrebbe potuto dire, ma non concludendo nulla si alzò.

-Ci devo pensare...- sussurrò appena dandogli le spalle

Entrò negli studi seguita da un Paul McCartney sempre più esasperato, ma dopo essersi tolta la giacca non fece in tempo a fare un passo che si ritrovò tra il muro bianco e quegli occhi verde bosco.

-Ti prego Layla- disse Paul sussurrando

La bionda rimase impietrita davanti a quegli occhi da cucciolo abbandonato, o forse per via del fiato caldo di Paul... O quasi sicuramente perchè le bastava un piccolo movimento in avanti per far combaciare i loro corpi e le loro labbra. Mentre cercava di connettere i suoi pensieri e non perdere il controllo, Layla sentì il suo fianco incendiarsi sotto il tocco leggero della mano di Paul che si muoveva delicatamente massaggiando la sua pelle. A quel punto nella testa della ragazza si accese una lampadina: posandogli le mani sul petto, Layla spinse Paul dall'altra parte del corridoio facendo sbattere la sua schiena sul muro opposto, per poi appoggiarsi con tutto il suo corpo a lui. Inutile dire che Paul restò sorpreso e stupito da quel gesto, ma allo stesso tempo lo eccitò tanto da fargli uscire dalla gola un piccolo gemito strozzato. Intanto Layla mosse entrambe le mani: la sinistra scivolò più su fino a rangingere l'incavo tra la spalla e il collo, la destra, invece, più giù.

-Paul...-

La mano scendeva languida e lenta mentre i loro nasi si sfiorarono e i respiri si confondevano e quel sussurro così morbido e sensuale fece irrigidire Paul più in basso.

“Ti prego fallo!” pensò lui in preda all'eccitazione

Ma il suo desiderio non venne esaudito: quando la mano aperta di Layla si bloccò sul suo ventre, Paul la guardò perso e, dopo aver notato gli occhi rigidi e severi della ragazza, al suo sguardo si aggiunse anche la disperazione.

-Ti ho detto che ci devo pensare-

Detto quello Layla si staccò e nel corridoio entrarono anche George e John, così decise di dargli anche il colpo di grazia. Mentre se ne andava a testa alta verso la sala di registrazione e facendo attenzione che anche gli altri due la sentissero urlò:

-Ah McCartney? Siamo in un luogo pubblico, tieni a cuccia l'alzabandiera-

George e John cominciarono a ridere e Layla, con un sorriso vittorioso sulle labbra, si ritenne soddisfatta del suo lavoro.

 

 

 

 

Welcome to Pepperland

Non mi uccidete, lo so che sono in enorme ritardo, ma ho due materie da recuperare e per scrivere questo capitolo ci ho messo molto tempo. Comunque, e brava Layla! Finalmente ha dato la prima lezione a Paul belfaccino McCartney. Da qui comincia la vera storia, quindi spero che vi piaccia!

Grazie a chi recensisce e a chi segue in silenzio la mia storia!

Alla prossima... E spero il prima possibile :)  

Lucy 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 7 ***


Capitolo 7



Erano ormai ore che provavano sempre la stessa canzone, erano tutti un po' nervosi ma quello che sembrava stare sul punto di esplodere era Paul. Da quando era entrato in quella stanza aveva sempre tenuto lo sguardo sul pavimento o sul basso, o comunque lontano da Layla. Quest'ultima ogni tanto lo guardava sperando... Sperando cosa? Che non fosse arrabbiato con lei? Primo, lei era orgogliosa di quello che aveva fatto; secondo, non le importava che fosse arrabbiato, Paul se lo meritava. O almeno così ripeteva a se stessa, ma se lo meritava davvero? Insomma non lo conosceva, anche se sapeva che era un donnaiolo non poteva giudicarlo solo per quello. Si diede involontariamente una botta sulla fronte: perchè si stava facendo tutti quei problemi?
-Tieni cara-
Brian le comparve improvvisamente alla sua sinistra risvegliandola bruscamente dai suoi pensieri: le aveva portato il thè. Quell'uomo aveva una calma e una pazienza infinite, era veramente fantastico: era bello, alto, affascinante, dolce e si vedeva che teneva davvero al suo lavoro. Sarebbe stato un uomo perfetto se non fosse stato dell'altra sponda, pensò Layla... Scosse la testa per cercare di far smettere di girare le rotelle nella sua testa, ringraziò Brian per il thè e cominciò a berlo. Non appena la sua lingua entrò in contatto con la bevanda, scostò il bicchiere lontano da se di scatto e facendo di conseguenza cadere tutto il thè sulla maglietta.
-Perfetto...- sussurrò acida
-Ma chi abbiamo qua? Miss maglietta bagnata!- urlò John in sua direzione subito dopo aver emesso un fischio di approvazione
Solo in quel momento Paul alzò lo sguardo, ma lo riabbassò subito dopo perchè Layla guardò in sua direzione. Brian accompagnò la ragazza in bagno e disse ai ragazzi di continuare a provare e a tirare fuori qualcosa di decende. Paul bofonchiò qualcosa che non venne ignorato da gli altri tre e poi continuò a scrivere qualche accordo su un foglio pieno di scarabocchi; John si avvicinò lentamente e imitando la voce di Elvis cominciò a cantare qualche parola di una loro stessa canzone.
-Well she looked at me, and I, I could see-
-John smettila...- sussurrò a denti stretti
-That before too long-
-John-
-I’d fall in love with her-
-John! Io non amo proprio nessuno, a parte Jane!-
-Paul sta tranquillo- cercò di tranquillizzarlo George addentando una patatina
-Io sono calmo!-
Mentre urlava non si rese conto di aver spezzato la matita, se ne accorse solo quando sentì delle scheggie che gli impedivano di chiudere bene la mano. Buttò la matita a terra, posò il basso alla bel e meglio e andò in bagno. Mentre andava verso la porta del bagno, uscì Layla e si scontrarono.
-Paul!-
La ragazza sbarrò gli occhi non appena vide il viso di lui completamente rosso per la rabbia con la mano semi aperta tenuta dall'altra per il polso: ma che cosa aveva fatto?!
-Lascaimi stare- disse spingendola di lato
-Cos'è susccesso?- disse lei prendendogli la mano
-Ti ho detto di lasciarmi stare-
-Mi dispiace, ma mi avrai tra i piedi... Sei pieno di scheggie, come hai fatto?-
-Non sono affari tuoi, ragazzina-
-Non darmi della ragazzina! Ora sta fermo che te le toglo-
Layla prese dalla sua borsa la sacchetta dei trucchi, dove tenesa sempre una paio di pinzette e dei cerotti; mise la mano di Paul sotto l'acqua calda, poi con le pinzette toglieva le scheggie e ogni volta che ne estraeva una metteva uno di quei cerotti tondi sulla ferita. Paul la guardò all'opera e non potè non sciogliere i nervi a quella visione e si lasciò trasportare dalle cure di Layla: era anche premurosa, pensò sorridendo Paul. Quasi gli dispiacque quando lei finì e gli lasciò la mano con i tre cerotti sopra: se fosse stato un bambino le avrebbe chiesto di dare un bacio su ogni ferita. Scosse leggermente la testa per togliere dalla testa quel pensiero: insomma, lei lo aveva umiliato! Ma cosa aveva in testa quella ragazza? Perchè era così lunatica?
-Grazie- disse Paul  sussurrando
-Niente...- sorrise lei
Ci fu un attimo di silenzio, un attimo infinito in cui nessuno dei due volle alzare lo sguardo: improvvisamente le mattonelle del pavimento del bagno sembravano così interessanti a entrambi, erano bianche con qualche riga nera e marrone a causa di quelli che le calpescavano.
"Che cazzo ti prende Paul?! Parla! Insomma, ti sei portato decine e decine di donne a letto, sai come abbindolarle, lusingarle, farle fidare di te... Perchè cazzo non parli?! Dille qualcosa, idiota!"
La voce della coscenza di Paul gli fece alzare lo sguardo, ma non appena vide quegli occhi azzurri si bloccò nuovamente e vi si perse: cosa avevano di tanto speciale quegli occhi da lasciarlo senza parole? Perchè desiderava così tanto avere quella ragazza da rifiutare Jane?

(La sera precedente)
-Paul?-
Jane si voltò nel letto, trovando il torace nudo di Paul, il quale guardava fisso il soffitto senza battere ciglio. Lui prese la mano di lei e cominciò ad accarezzarla, ma ancora niente parole: era tutta la sera che non ne proferiva una, o se lo faceva parlava in monosillabi.
-Cosa è successo?-
-Nulla-
-Sicuro?-
Paul rispose con un cenno affermativo della testa e dopo qualche secondo si ritrovò le labbra di Jane sulle sue, ma lui non aveva neanche voglia di rispondere al bacio, così, essendosi accorta della sua indifferenza, lei accese la lampada sul comodino e si mise seduta.
-Paul cosa ti succede? Non dire che non è successo nulla perchè non ci credo-
-Non mi va- disse secco Paul senza distogliere lo sguardo dal soffitto
-Paul, questa è la frase più lunga che mi hai detto stasera... Qualcosa deve essere pur successa, no?- disse Jane seccata
Ma Paul nulla, non si muoveva, non parlava... Era già tanto se respirava! E poi se non aveva voglia era abbastanza strano visto che ogni volta che tornava tardi a casa la svegliava stuzzicandola. Dopo aver aspettato un po' e senza aver ottenuto nessuna informazione Jane spense la luce, si girò dandogli le spalle e si addormentò, mentre Paul ancora fissava il soffito.


-Paul?-
-Emh... Si?-
-Stai dormendo in piedi?- disse John schioccandogli le dita davanti agli occhi
-Smettila-
Era ormai tardo pomeriggio e i ragazzi avevano finito di incidere qualche pezzo; Paul e John erano andati a prendere un caffè aspettando che gli altri li raggiungessero.
-Da quando sei tornato dal bagno con miss maglietta bagnata sei sempre con la testa tra le nuvole...- disse John
Paul stava per fulminarlo con lo sguardo, ma poi pensò di poter rigirare a suo favore quella situazione.
-Beh, mi dispiace informati caro che ho vinto la scommessa- sorrise vittorioso
-Ah si?- disse John ridendo
-Già, Layla mi ha baciato- disse bevendo
John sputò il caffè e poi guardò incredulo Paul: com'era possibile? Dopo averlo umiliato lo aveva baciato?!
-Non ci credo...-
-Oh credici Johnny- disse sorridendo
Prima che John potesse parlare, arrivarono gli altri insieme a Layla che si stava infilando la giacca; John guardò Paul con un sorriso furbo sulle labbra e Paul non potè che sbiancare davanti a quegli occhi: da quando conosceva Lennon, aveva avuto sempre paura di quella faccia.
-Layla? Posso parlarti?- disse John prendendo sotto braccio la ragazza e portandola lontano dagli altri
-John ma che...?-
-Shh! Senti non è che questa sera saresti libera?- sussurrò
-Cosa?...- disse alzando un sopracciglio Layla
-Io, te, stasera. Ti va?-
-Sei molto diretto Lennon- rise Layla arrossendo leggermente
-Non spendo tempo- sorrise
Layla ci pensò su e poi accettò per due motivi: primo, avrebbe potuto far ingelosire McCartney (se solo lui avesse avuto un minimo interesse per lei), secondo e più importante... Sarebbe uscita a cena con John Lennon! Insomma quando le sarebbe mai ricapitata una occasione del genere?!
-Perfetto, dammi l'indirizzo così ti vengo a prendere in macchina stasera alle 8-
Layla fece come le disse John e, dopo averle lasciato un bacio sulla guancia, le disse di correre a casa a prepararsi e tornò dagli altri dicendo che lei era già andata via. Layla si accarezzò la guancia e uscì dagli studi più felice che mai, ma non appena girò l'angolo si ritrovò addosso a una cabina blu della polizia. Inizialmente, rimase un po' scioccata, dato che quelle cabine non c'erano più, ma poi si ricordò di essere nel 1964 e quindi continuò a camminare verso il suo appartamento, ignara del fatto che qualcuno la stesse osservando.



Welcome to Pepperland
Salve gente! Lo so, sono terribilmente in ritardo... Ho avuto molto da fare e alla fine non ho più avuto il tempo di buttare giù qualcosa. Ma visto che sono malata e non ho nulla da fare, ho deciso di scrivere e di apportare qualche modifica a questa storia. Infatti, ho deciso di fare una specie di cross-over tra Beatles e Doctor Who (per chi non lo sapesse Doctor who è una serie televisiva, a dir poco fantastic): in realtà la serie non avrà molta influenza... Vabbè lo scoprirà chi vorrà leggere :)
Scusate per il ritardo
Alla prossima

Lucy

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 8 ***


Capitolo 8

 

-Pronto?-
-Layla, sono John... Mi dispiace ma non posso passarti a prendere perchè ho delle cose da fare prima. Ci vediamo alle 8:30 davanti agli studi di Abbey Road, da lì andiamo insieme- disse abbastanza dispiaciuto
-Va bene prenderò un taxi, a dopo John- attaccò lei

Erano passati 3 quarti d'ora da quella telefonata e quando Layla uscì di casa in un tubino azzurro pastello e con un tacco bianco semplice si mise ad aspettare davanti all'entrata del palazzo il taxi che tardò ad arrivare. Quando lo vide da lontano la ragazza esclamò un 'alleluia' di sollievo, quando si fermò gli diede l'indirizzo e partì subito dopo. Come al solito Layla abbassaò il finestrino e cominciò a guardare fuori rapita come al solito dalla luce soffusa dei lampioni o come diceva la sua amica Anne ''con la faccia da ebete''.
-Non trova anche lei che Londra sia bellissima di notte?-
L'autista la risvegliò dai suoi pensieri guardandola dallo specchietto retrovisore e riportando subito lo sguardo sulla strada.
-Più che altro è diversa, è più silenziosa- rispose lei
-Beh... Diciamo di si...- disse grattandosi la nuca con una faccia poco convincente
Layla lo osservò meglio da dietro: aveva un cappotto marroncino dal cui colletto ne usciva un altro di una camicia bianca, i capelli erano cortisulla nuca e andavano ad allungarsi sulla parte alta della testa per formare una specie di cresta spettinata, sembrava un gallo. Se si spostava il più a sinistra possibile, Layla poteva vedere la sua coda dell'occhio sinistro, il naso aquilino e le labbra sottili... Le sembrava di averlo già visto e poi quella voce vagamente familiari...
-Ooooh... Eccoci arrivati!- disse sorridendo
Frenò improvvisamente e per poco Layla non andò a sbattere contro il sedile daventi a lei.
-Ma lei è pazzo!- urlò in preda al panico Layla
-Non sei la prima persona che me lo dice- disse sorridendo e girandosi verso Layla
-Quant'è?-
-Oh tranquilla offre la casa- disse aprendo le labbra in un sorriso smagliante
-Signore la prego vado di fretta... Quant'è?-
Layla si girò alla propria destra e vide John che la guardava appoggiato a un muro bianco con una sigaretta che pendeva dalle labbra, era una bellissima visione per i suoi occhi e voleva sbrigarsi.
-E va bene sono 8 sterline se proprio insiste- disse l'autista sbuffando
-Ecco a lei- disse Layla porgendogli i soldi
Detto quello scese dall'auto e raggiunse John: aveva un paio di jeans con un maglione grigio, una giacca nera sopra e un cappello che riconobbi come quello che portava nel film Help!, che sarebbe uscito l'anno dopo. Senza dire nulla posò una mano sul mio fianco e mi salutò con un bacio sulla guancia un po' troppo prolungato e Layla non potè fare a meno di arrosire.
-Ciao John- sorrise
-Stai benissimo...- sorrise di rimando
-Anche tu-
-Anche se stamattina con quella camicetta bianca bagnata eri un bello spettacolo- fece l'occhiolino
-John! Che bel modo di conquistare una ragazza che hai!-
-Guarda che io scherzo... Dai andiamo o faremo tardi-


La cena stava andando bene, parlavano del più e del meno, lavoro, hobby, gusti, famiglia... John era un ragazzo eccentrico, un po' vanitoso e molto divertente, sapeva anche essere sensuale al punto giusto da non dare troppo nell'occhio ma abbastanza da far arrossire Layla. Per lei era strano trovarsi lì, sapeva che se lei non avesse saputo che John Lennon era già maritato con figlio si sarebbe lasciata andare molto di più. Si sentiva un po' in colpa nei confronti di Cinthya, anche se non la conosceva nemmeno, così dopo il dolce se ne andò in bagno. Si lavò le mani e si inumidì le guance con l'acqua fresca.
-Ciao...-
Layla rimase con il respiro mozzato quando vide quell'imagine così familiare riflessa nello specchio, quando sentì quella voce già sentita da qualche altra parte; era l'autista.
-Tu! Ma mi segui?! Ti denuncio!- gli urlò contro
-Non puoi farlo...-
-E invece si!-
-No, fidati... E comunque devo dirti una cosa-
-Non devi dirmi proprio nulla!-
Velocemente si avvicinò alla porta, ma quell'uomo col completo blu e le converse rosse le bloccò il passaggio con il braccio e la guardò serio. Quell'uomo, oltre al fatto che era uno stalker, aveva l'aspetto di un trentenne ma i suoi occhi dicevano il contrario, sembravano aver visto tanto, tante cose, tanta sofferenza... Sembrava soffrire di solitudine. Ma a parte quel qualcosa che sembrava attirare Layla, lei era spaventata a morte e fece un passo indietro seguita dall'uomo che fece un passo avanti.
-Prova a toccarmi e giuro che...-
-Ascoltami Layla-
Gli occhi le si spalancarono e il respiro si mozzò di nuovo: come sapeva il suo nome?
-Per te il tempo scorre... E anche velocemente-
Detto quello, uscì con nonchalance dal bagno delle donne e sparì nel nulla, come era arrivato. Layla era rimasta abbastanza scioccata e John le chiese più e più volte se le fosse successo qualcosa e lei negava ogni volta. Non avrebbe saputo cosa dirgli, lei sapeva a mala pena cosa fosse successo e doveva ancora connettere tutto quanto... In realtà il tutto era una frase e un viso e una voce familiare.

 

Welcome to Pepperland 

Lo so sono in ritardo... In un ritardo stratosferico... Ma almeno l'ho scritto! :D
Spero vi piaccia... Ho incentrato questo capitolo sul ''nuovo personaggio'' quindi qui i Beatles ci sono molto poco.
Alla prossima e spero di essere un po' meno in ritardo <3
Per chi non conoscesse Doctor Who, il protagonista di questo capitolo è lui http://2.bp.blogspot.com/--gFoBRhxOvQ/UopH5pCYXxI/AAAAAAAAFu8/gPnlHYbKYI4/s1600/dw10.jpg
.
Lucy
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 9 ***


Capitolo 9



Layla non vedeva se stessa nello specchio, vedeva il riflesso di un mostro: aveva due occhiaie più viola di una prugna, i capelli arruffati, il trucco sfatto e le labbra gonfie. Provò a spicciare quella chioma bionda passandoci una mano in mezzo, ma era impossibile. Si rese conto di indossare solo una canottiera e un paio di pantaloncini da notte, entrambi stropicciati e che puzzavano di alcool... No aspetta, era lei a puzzare d'alcool, più precisamente di rum, gin e forse anche whisky. Senza pensarci due volte si spogliò di quei due stracci e si infilò nella doccia. Dopo un quarto d'ora sotto il getto dell'acqua calda lo spense e un attimo prima di uscire notò sul bordo della vasca una piccola bustina quadrata e argentata: ci mise un po' a capire, ma quando lo fece spalancògli occhi e cominciarono a susseguirsi nella sua mente una serie di immagini confuse e sfocate. L'ultimo ricordo chiaro che aveva erano lei e John in un pub e poi gli altri tre che li raggiungevano al bancone... E poi uno, due, tre bicchieri e così via e infine lei in un bagno con qualcuno che la sovrastava  ma di cui non riusciva a ricordare il volto. Si sbrigò ad uscire dalla vasca e a mettersi l'accappatoio quando un sussurro lontano e ovattato si inserì nella sua mente.

-Layla?...-

La ragazza credette che i ricordi stessero pian piano riaffiorando, quando invece improvvisamente qualcuno bussò alla porta del bagno.

-Layla? Sei lì?-

-Prova ad aprire la porta e ti tiro qualcosa, chiunque tu sia!- disse lei afferrando una bottiglia di crema

-Tanto per cominciare, sono George...-

-George?! Hai approfittato tu del fatto che fossi ubriaca?! Sei un porco!-

-Ma sei matta?! Non ho approfittato proprio di nessuno!-

A quel punto Layla, infuriata, prese la bustina vuota, aprì la porta e la sbattè in faccia a George: anche lui aveva un aspetto orribile, ma a differenza di Layla era vestito come la sera prima se non fosse stato per la giacca e la cravatta.

-Allora questa come la spieghi?!-

George inizialmente rimase perplesso e stupito, ma poi si accorse della bustina e cominciò a grattarsi la nuca.

-Ah beh... Quella credo sia della tua coinquilina... Quando siamo arrivati era sotto la doccia con il ragazzo... Almeno suppongo fosse il ragazzo-

In effetti, Anne Mary aveva avvertito Layla la sera prima del fatto che probabilmente avrebbe portato a casa un "amico" che aveva conosciuto a un corso di cucina.

-Ah... E perchè tu sei qui?- chiese un po' imbarazzata

-Lunga storia... Vatti a cambiare e poi ti spiego tutto a tavola-

Layla si accorse di avere solo un accappattoio addosso e quindi senza fiatare per la vergogna andò in camera a cambiarsi: non mise nulla di che, giusto una camicia da notte per restare comoda. Andò verso la cucina dove trovò George intento a cucinare  delle uova strapazzate coperte con pezzetti di qualunque cosa. Oltre al fatto che già quegli ingredienti facevano schifo messi tutti insieme, la ''omelette'' stava letteralmente fumando e nell'aria si stava diffondendo pian piano odore forte di bruciato.

-A me piace- disse George quando vide la faccia di Layla leggermente schifata

-Ti piacciono bruciate?-

-Mia madre le fa meglio, però mi piacciono anche così-

George prese un piatto e una forchetta e impiattò quella poltiglia di roba.

-La cosa che mi fa rimanere perplessa è... Tu per colazione ti mangi quella cosa?-

-No, è troppo pesante... La mangio per pranzo- disse addentando un boccone

-Pranzo?!-

-Si è l'una... Qualche problema?-

-Qualche problema?! Cavolo, è l'una!-

-E vabbè, una volta ogni tanto... Ne vuoi un po'?- disse George indicando il piatto

-No grazie ne faccio a meno...-

Layla prese un piatto e si preparò un sandwich, che era sempre meglio di quella roba che si stava divorando il ragazzo alle sue spalle.

-Mi potresti spiegare cos'è successo ieri sera?- disse dopo un po' finendo il panino 

-E' una storia un po' lunga...- disse lui continuando a mangiare

-E' domenica, ho tutta la giornata-

-Lo vuoi davvero sapere?-

-Vediamo... Beh direi di si-

George finì di mangiare, prese il piatto e lo lavò mettendo poi tutto a posto. Layla lo osservava mentre faceva quel lavoro così semplice e quotidiano: sembrava un ragazzo normale, un ventenne inglese che fa i lavori domestici. La ragazza sorrise al pensiero che lei era una delle poche persone al mondo che aveva visto George Harrison, un ragazzo ricco e famoso, lavare i piatti. Finito, George si girò verso di lei e si mise a sedere dalla parte opposta del tavolo.

-Qual'è l'ultima cosa che ricordi chiaramente?- cominciò lui

-Mi ricordo che io e John vi abbiamo incontrati al pub...-

-Ok allora devo cominciare dall'inizio: noi tre ci siamo uniti a voi e abbiamo iniziato a parlare. Poi, Paul ha lanciato una sfidda a chi beveva di più e tu hai cominciato a bere perchè lui pensava che tu non avresti retto: aveva ragione lui. Bevevi qualsiasi cosa ti passasse sotto il naso, principalmente erano John e Ringo a passarti le cose perché bevevano anche loro con te. Io e Paul stavamo ad osservare la scena con le nostre birre in mano, ma poi ha iniziato anche Paul e ho cominciato a preoccuparmi. Lo conosco bene e sapevo quali fossero le sue intenzioni: non gli è andato giù come l'hai trattato  ieri mattina in studio-

Mentre parlava, George teneva lo sguardo sulle sue mani intrecciate poggiate sul tavolo; Layla, invece, pendeva dalle sue labbra aspettandosi il peggio.

-Ti si avvicinava sempre di più e ha cominciato a toccarti il fianco, erano quei piccoli gesti che a voi donne piacciono. Io ti ho chiesto se ti andava di ballare, ma tu hai detto che volevi andare in bagno e hai chiesto a Paul se voleva accompagnarti:ovviamente lui ha accettato senza pensarci due volte. Siete stati 5 minuti in bagno, perchè, purtroppo per lui, è arrivata Jane e vi ha beccati a fare chissà che cosa-

Layla non poteva credere alle sue orecchie, a quello che usciva dalle labbra di George... Cercava di autoconvincersi che fossero tutte stronzate. Improvvisamente si concentrò su una piccola frase che aveva detto il ragazzo in mezzo a quel fiume di parole: perchè le avrebbe dovuto chiedere di andare a ballare? Insomma era normale per lui vedere i suoi compagni che tradivano le loro ragazze con qualcun'altra, lo faceva anche lui dopotutto. Pechè avrebbe dovuto fermare Paul e me? Ma soprattutto, perchè aveva dormito a casa sua?

-P.posso sapere come ci sono finita a casa mia insieme a te?- disse tremando

-Ti ho accompagnata a casa e ho asp... Emh, mi hai detto che potevo restare- disse guardandosi le mani

-Hai aspettato cosa?-

-Beh... Ho aspettato che ti addormentassi, se no avrresti bevuto ancora...-

Layla rimase colpita e sorpresa dalla premura di George nei suoi confronti, non capiva perchè avrebbe dovuto "salvarla" da Paul e portarla fino a casa sua... Dopo tutto lei era solo la sua fotografa.

-Io dovrei andare...-  disse George alzandosi

-Oh si certo-

Layla lo accompagnò alla porta e ci fu un momento di assoluto silenzio in cui entrambi restarono immobili davanti all'uscita; entrambi, per chi sa quale motivo, non avevano il coraggio di salutare l'altro. George non voleva andare via e Layla inconsciamente non voleva che lui uscisse: mancava qualcosa, entrambi pensavano che quell'incontro fosse incompleto. Il ragazzo tossì e uscì dall'appartamento correndo giù per le scale, qualche secondo dopo venne seguito da Layla.

-George aspetta!-

Lui si bloccò in mezzo alle scale e si girò ad osservarla: i capelli biondi erano ancora umidi, gli occhi azzurri erano ancora lucidi a causa della notte precedente, le guance rossicce e il fiato un po' mozzato per la corsa. Aveva in dosso solo quella misera camicia da notte azzurra che le arrivava fino al ginocchio, mentre i piedi erano scalzi e a contatto con il freddo marmo delle scale. Voleva dirle di tornare a casa perchè in quelle condizione si sarebbe ammalata, ma l'unica cosa che riusciva a fare era contemplare quella bellissima ragazza di fronte a lui.

-Dimmi...- disse sottovoce

Layla non disse nulla, si limitò a stringergli le braccia al collo e stampare un delicato bacio sulle labbra di George.

-Grazie-

Sussurrate quelle due sillabe, Layla corse in casa lasciando George immobile e stordito sulle scale: solo quando si rese conto di quello che era accaduto riuscì a sbloccarsi e ad andarsene con il sorriso sulle labbra.



 

Welcome to Pepperland

Salve a tutti! Mi scuso nuovamente per il ritardo, ma spero che siate rimasti soddisfatti del nuovo capitolo.
Alla prossima, spero di rivederci il prima possibile
Tanti baci

Lucy

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 10 ***


Capitolo 10



Quel pomeriggio Layla e Anne Mary uscirono a fare compere... In realtà, erano uscite solo per fare la spesa ma Mary durante il tragitto si era fermata davanti alla vetrina di una boutique.

-Oddio guarda com'è bello quel vestito! Ti prego entriamo?!- disse facendo gli occhioni

Rassegnata per l'amore spassionato dell'amica verso la moda, Layla annuì e subito venne trascinata dentro il negozio. Erano passati come minimo 40 minuti da quando Mary era entrata nel camerino con almeno dieci, dodici capi; Layla era rimasta seduta davanti alla tenda dietro cui si trovava l'amica e pensava a quello che era successo quella stessa mattina. George era stato così dolce con lei, le era sembrato così... Amichevole. Eppure non si era ritirato a quel bacio sulle scale, propabilmente perchè non ne aveva avuto il tempo vista la rapidità del gesto. Non sapeva cosa pensare, non sapeva neanche che cosa voleva: se era attratta da lui? Ovviamente si, intule negare a se stessa; se voleva provarci con lui? Beh forse; se pensava che fosse giusto? No, era l'unica cosa di cui era certa. La storia non era quella, lei non faceva parte della vita di George Harrison: lui avrebbe incontrato Pattie Boyd sul set di "A Hard Day's Night"*, si sarebbero sposati e poi... Beh il resto si sa. Inoltre, lei aveva una missione dalla quale non poteva distogliere lo sguardo, soprattutto ora che era così vicina al suo obbiettivo. E poi perchè George, uno scapolo famoso e pieno di fans di sesso femminile, doveva perdere la sua libertà per una ragazza comune come lei che era soltanto la sua fotografa?

-Layla!-

Mary la risvegliò dai suoi pensieri chiamandola e facendo uscire dalla tenda del camerino la mano con cui teneva un vestitino verde smeraldo.

-Secondo me, ti starebbe a pennello!-

-Mary, non mi arriverebbe neanche a metà coscia!-

-Sempre meglio di quella salopette slavata e stracciona che hai addosso...- disse uscendo dal camerino con tutti i capi sul braccio e vestita

-Fammi capire una cosa... Vorresti comprarli tutti?-

-Layla ti conosco bene, è inutile che cambi discorso. Provatelo, fallo per me ti prego! Non voglio che tu ti copra tutto quel ben di Dio che ti ritrovi!-

-Eh va bene, Anne!-

Mentre Anne Mary le dava soddisfatta il vestito, Layla entrò sbuffando e si cambiò: dire che quel vestito fosse provocante era poco, corto com'era e con scollatura a V sia davanti che dietro, con le spalline sottili e decorate con piccoli swaroskini, il corpetto verde fasciava il seno e la pancia fino alla vita per poi allargarsi in una gonna fino a metà coscia gonfiata dal tulle bianco. Ammetteva che con quel vestito non era niente male, ma era troppo per lei, il massimo che poteva mettere era una gonna sopra al ginocchio e una camicetta o anche qualcosa di più, ma solamente di sera e per occasioni davvero speciali, che per lei erano molto rare.

-Anne... io... Ok si mi sta bene... Ma quando dovrei indossarlo? Non ho occasioni per...-

-Sei stupenda tesoro! Non ti preoccupare pago tutto io, su su cambiati!-

Senza che potesse dire nulla la sua amica si diresse alla cassa con la pila di vestiti senza aspettare che Layla si togliesse quello che aveva indosso. Meglio così l'avrebbe posato e poi avrebbe raggiunto Mary non appena avrebbe pagato il proprio. Dopo essersi cambiata si accostò vicino ai camerini ad aspettare che Mary arrivasse alla cassa e quando ebbe solo un'altra ragazza davanti a lei, Layla lasciò il suo appostamento e andò a posare il vestito.

-Layla ma dove eri finita?!- disse Mary con le buste in mano

-Oddio scusami, mi sono distratta a guardare altri vestiti... Perdonami...- disse Layla fingendosi dispiaciuta

-Sisi, certo... Per tua sfortuna, c'era un altro vestito uguale e della stessa taglia così l'ho preso, in caso tu avessi fatto tardi- disse sorridendo soddisfatta

-Ah... Grazie...-

-Ti ho anche preso qualcosa un po' più sobrio per tutti i giorni-

"Bene!" pensò Layla ancora più rassegnata di prima e quando uscirono emise un sospiro di sollievo. Il sole stava ormai per tramontare, le giornate erano corte e il freddo la sera diventava molto più pungente mischiato all'umidità, i negozi cominciavano a chiudere e le due ragazze arrivarono tardi perchè una delle commesse del supermercato aveva appena spento le luci e abbassato le serrande: Avrebbero mangiato cibo "spazzatura" anche quella volta. Trovarono un fast food durante la strada, erano vicinissime agli studi di Abbey Road e Layla non potè fare a meno di notare la bellezza di quella strada al tramonto: il cielo aveva varie sfumature che andavano dal blu all'azzurro e le nuvole avevano un colore rosato o aranciato a seconda della vicinanza con il sole, i lampioni erano ancora spenti lasciando che la fievole luce riflettesse sui rami spogli che si intrecciavano tra di loro e superavano i muri che dividevano le case dal marciapiede; ogni tanto si vedeva qualcuno che andava a passeggio con il cane, oppure una macchina passare, due vecchietti parlottare su una panchina... Una felice coppia che passeggiava guardando il piccolo fagottino con tanto di cappellino che camminava davanti a loro... Layla si bloccò immediatamente e tornò a guardare quella famigliola e aguzzando la vista notò che quella famigliola era proprio la famiglia Lennon: John aveva il braccio intorno alla vita di una giovane ragazza bionda, dal sorriso raggiante e dallo sguardo splendente, la quale guardava il suo piccolo bambino giocare con i sassolini che trovava per terra. Cynthia era bella ed elegante nel vestirsi e nel postamento e John sembrava così innamorato di lei, nel modo in cui la guardava, e Jules era più dolce di come sembrava nelle foto: non erano e non sarebbero stati la famiglia perfetta, ma visti così in quel momento così intimo e comune erano stupendi.

-Layla cosa ti succede?-

La ragazza si girò verso Mary che la guardava incuriosita con un po' di maionese sull'angolo della bocca. Layla sorrise e in automatico pulì la bocca della sua amica, che altrettanto automaticamente la guardò con un pizzico di curiosità e spavento.

-Avevi un po' di maionese... Non vorrai fare figuracce, pensa se incontravamo Mattew e tu eri tutta sporca- disse smorzando la tensione

Detto quello, si incamminarono verso casa.




...In un'altra parte della città...

-Sono a casa!-

Paul gettò il cappotto sulla sedia accanto all'entrata dell'appartamento e si tolse le scarpe, che ripose accuratamente nella scarpiera in camera. Si tolse il maglioncino grigio e indossò una maglietta bianca più comoda, i pantaloni vennero invece sostituiti da una tuta di un pigiama: era stanco e non sapeva neanche il perchè, dopo di tutto era solo andato a casa di John per fare una chiacchierata e scrivere qualche pezzo. Eppure, era stanco di fare qualsiasi cosa, stanco di lavorare, stanco di quella casa... Stanco di Jane, il che era strano visto che era convinto di amarla.

-Dove sei stato?-

La sua ragazza era sulla porta della camera con le braccia incrociate al petto e lo sguardo crucciato, anche lei indossava il pigiama.

-Sono stato da John-

-Non ti credo-

-Sei libera di non farlo- disse dandole le spalle

-Paul! Non sopporto che mi tratti così per una puttana!- disse lei battendo i piedi in terra e urlando

-Non è una puttana!- disse fronteggiandola

-Ora la difendi anche?!-

Paul si portò una mano tra i capelli e sbuffò scocciato: stava davvero litigando con Jane per una stupida ragazza che gli teneva testa? Tenergli testa... A quel pensiero gli si formò un groppo in gola che cercò di ricacciare indietro, ma senza alcuno sforzo: nessuna ragazza poteva tenergli testa, lui era Paul McCartney. Mentre le rotelline nella sua testa giravano a più non posso, Jane era lì davanti a lui con gli occhi lucidi e spaventati e Paul non potè che sciogliersi a quella visione (forse più per pena che per altro) e la abbracciò.

-Paul... Perchè mi fai stare così male?...-

-Perdonami, sono un coglione... Ero ubriaco e lo so che non è una scusante, ma ero nervoso e tu non c'eri e...-

-Smettila di inventarti scuse... Lo so come sei, lo sei sempre stato-

-Che vuoi dire?-

-So che sei un ragazzo che attrae molte ragazze... Ed eri così anche quando ci siamo incontrati, quindi sapevo a cosa sarei andata in contro... Solo non spingerti più così "avanti", se mi ami davvero-

Paul la guardò negli occhi e notò le lacrime che erano state liberate sul suo viso: in quel momento si sentì in colpa per lei e l'unica cosa che gli sembrava giusta da fare era baciarla. E così fece e poi come al solito Jane cadde in un millisecondo ai suoi piedi... O meglio sul suo letto. Alla fine, quando la ragazza si addormentò e Paul rimase sveglio a guardare il soffitto, lui capì, capì il motivo: e ora si che sapeva esattamente cosa fare.



 

Welcome to Pepperland

Eccomi qua con un nuovo capitolo di questa storia che credo stia per volgere al termine... No scherzo, ancora manca un po'... Credo... Non ho le idee molto chiare ahahahahah. Comunque spero che questo capitolo vi piaccia: ho voluto lasciare un po' di spazio per John, Cynthia e Julian perchè... Beh perchè li amo e quindi volevo dare un posto anche alla famiglia Lennon in questa storia. Vi saluto e mando un grosso bacio a tutti quelli che leggono e recensiscono e quelli che, invece, leggono silenziosamente :*

Lucy

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 11 ***


Capitolo 11

 

-Mi spieghi perchè non posso venire con te? Ho paura a restare qua dentro da sola... Ma tu conosci tutte le stanze di questa scatola?-

La rossa non smetteva di parlare e lui non riusciva a concentrarsi su quel diario che gli era stato dato qualche tempo prima da una donna anziana, sui 60 anni. Alzò lo sguardo e guardò la donna girare intorno alla console con una coperta sulle spalle e delle pantofole pelose ai piedi.

-Donna, per favore! Non vedi che sono concentrato?- disse indicando gli occhiali

-Un paio di occhiali non fanno la differenza: hai sempre la faccia da... Da... Da pesce!- disse vaneggiando lei

-Io non ho la faccia da pesce!- disse offeso lui alzandosi in piedi

-Ma è la prima cosa che mi è venuta in mente...-

Lui si rimise seduto e andò avanti con la lettura: a volte Donna era insopportabile, pur di chiacchierare diceva la prima cosa che le passava per la testa. Sentì il sedile abbassarsi quando lei si sedette accanto a lui, stranamente rimase lì ad osservarlo senza dire nulla e a causa di quello strano silenzio chiuse il diario e lo ripose nella sua tasca.

-Perchè siamo qua, Dottore?- chiese lei tranquillamente

-Vorrei tanto saperlo, Donna... Non dovevo farlo, non posso infierire così tanto nella storia... Soprattutto nella loro- disse grattandosi la nuca

-La storia di chi? Sai a causa di questa febbre mi hai fatto perdere un po' di cose-

Il Dottore sorrise, Donna si era ammalata a causa sua: l'aveva messa, come al solito, in una brutta situazione e fortunatamente ne era uscita solo con una brutta influenza. Come aveva detto lei, a causa della malattia si era persa un po' di eventi, chiusa nel TARDIS.

-La storia dei Beatles-

-Cosa?! Siamo nell'epoca dei Beatles e tu mi tieni rinchiusa qui?!-

Donna cominciò a blaterare cose assurde sul fatto che lui fosse un alieno assolutamente crudele, che avrebbe dovuto avvertirla eccetera eccetera... Il Dottore neanche la ascoltava più, perso com'era nei suoi pensieri: cosa c'entrava una ragazza del 2012 con i Beatles? Perchè era così importante? E poi perchè quella donna era in possesso di quel diario? Non poteva avere un diario del genere era tecnologia aliena, non era umana e agli umani quella tecnologia sarebbe arrivata tra millenni. Odiava non capire! Era una delle cose che non sopportava in assoluto... Insieme alle pere e alla parola “equidistante”.

-Mi stai ascoltando?!-

Donna aveva il viso rosso come i suoi capelli e la coperta era stata gettata a terra, quando improvvisamente il TARDIS cominciò a fare strani rumori, come se si stesse lamentando. Il Dottore andò verso lo schermo della console e notò una figura femminile uscire dal vialetto de palazzo: era il momento.

-Donna tu aspetta qui!- disse prendendo il capotto e dirigendosi verso l'uscita

-Non ci penso proprio!-

Donna prese gli stivali e lasciando le ciabattine pelose in mezzo alla sala di controllo si mise le scarpe e seguì il Dottore fuori dal TARDIS.

-Tu stai male, non puoi uscire-

-Primo, non mi dici cosa devo o non devo fare; secondo, sto bene; terzo, non sei mio padre uomo dello spazio; quarto, non mi impedirai di vedere i Beatles- disse puntandogli contro l'indice

-Oh e va bene, andiamo!-

La roscia sorrise soddisfatta mentre il Dottore chiuse la porta della cabina sbuffando; di nascosto seguirono la ragazza fino agli Abbey Road Studios, dai quali restarono fuori. A quel punto Donna, stufa di non capire, chiese al Dottore per quale motivo avevano seguito quella ragazza e, soprattutto, per quale motivo non erano entrati.

-Hai presente quella cosa che stavo leggendo prima? Bene, è un diario che mi è stato dato da una donna nel 2056... Anno splendido, devo ammetterlo... Comunque! Questa donna mi ha dato un diario dove ha scirtto una storia, la storia di una ragazza che ha conosciuto i Beatles. Inoltre, mi ha dato delle istruzioni ben precise: mi ha detto di trovare la ragazza della storia e di portarla nel 1964. Di solito non faccio mai le cose che mi dicono gli sconosciuti, ho sempre dubitato...-

-Cosa c'è di diverso adesso?- chiese incuriosita Donna

-Il fatto è che questo diario ha una specie di sistema di sicurezza di tipo alieno-

-Che vuoi dire?-

-Questo è un diario che lei non avrebbe dovuto avere... E inoltre sapeva dei viaggi nel tempo-

-Fammi capire... Noi siamo qui perchè una signora ti ha detto di portare la ragazza del diario che ti ha dato in quest'epoca?-

-Si... Cioè, non proprio... La cosa è più complicata, ma se per te è tutto chiaro allora si-

-Ok... E quindi la ragazza che abbiamo spiato è la ragazza del diario?-

-Perspicace...-

-Marziano, non sfottere e pensa a come farci entrare là dentro-


-Ma... Io non sono un mar...-

-Sisi lo so, signore del tempo-




Welcome to Pepperland
Ecco qua un nuovo capitolo: si è corto, ma credo che dia una svolta alla storia. Detto questo non so che cosa dire di più, se non grazie a tutti coloro che seguono questa storia. Al prossimo capitolo, più lungo si spera :)
Una bacio a tutti <3


Lucy
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 12 ***


Capitolo 12

 


-Siete pronti ragazzi?-

George Martin era lì davanti al suo bancone che controllava gli ultimi dettagli prima di registrare Long Tall Sally, una delle loro cover più belle per Layla: in realtà, lei adorava il modo di cantare di Paul in quella canzone... Paul... Le sembrava strano chiamarlo anche nella sua mente per nome. Cioè, non è che non le fosse mai capitato di chiamarlo per nome nelle sue fantasie, ma quella volta era diverso, perchè lo conosceva davvero. Lo stesso valeva ovviamente anche per John, per Ringo e... Per George. Eh si, George, il ragazzo che continuava a sorriderle seduto su una sedia con in braccio la sua Rickenbacker rossa; lei ricambiava ogni volta che incontrava il suo sguardo e non poteva fare a meno di arrosire, lo sentiva dalle guance calde.

-Signorina Gilmour, potrà riprendere la sessione fotografica dopo la registrazione-

-Oh si certamente, scusi signor Martin-

Layla salì le scale per raggiungere Epstein e Martin e dopo poco che richiuse la porta dietro di se George diede il via ai ragazzi. La ragazza si sentiva di troppo dentro quella piccola saletta, così uscì e lasciò i ragazzi e i due uomini al loro lavoro: poteva anche essere la loro fotografa, ma comunque doveva stare lontana quando lavoravano, anche perchè aveva paura di fare qualcosa di male. Andò verso la macchinetta del caffè, ma prima che potesse fare qualcosa, un uomo la superò piazzandosi davanti la macchina e prendendo un caffè.

-Mi scusi signore, c'ero prima io- disse innervosita

Quando però quell'umo si girò verso di lei, le si gelò il sangue: ma perchè la seguiva?! Aveva un sorriso (bello, doveva ammetterlo) stampato sul volto e un paio di occhiali appoggiati sul naso, i capelli rigorosamente spettinati verso l'alto e le mani nelle tasche del lungo cappotto marroncino. Con lui questa volta c'era una donna dai lunghi capelli rossi e mossi e la carnagione pallida, avrà avuto all'incirca 40 anni... E non era di quell'epoca a giudicare dai vestiti.

-Offre la casa!- disse l'uomo sorridente

-Perchè mi segui?... E soprattutto chi sei?...- disse Layla indietreggiando


-Ma si può sapere cosa le hai fatto?-

A quel punto intervenne la donna attacndo quell'uomo: lui la guardò confusa non capendo cosa avesse fatto di male. La roscia sbuffò e prese il caffè che era ormai pronto dalla macchinetta e lo porse a Layla, che ancora non si fidava di nessuno dei due.

-Ti chiedo scusa da parte sua, è talmente testardo che non te lo chiederà neanche se ti avesse ucciso il cane... Comunque, io sono Donna e posso assicurarti che qualsiasi cosa ti abbia fatto non aveva la minima intensione di farlo a posta-

Anche se quella che aveva davanti era una totale sconosciuta, Layla cominciò a fidarsi e prese i caffè: il suo sguardo e il suo sorriso le davano sicurezza e, inoltre, quella Donna sembrava più normale del suo... Compagno?

-Allora ragazza, come ti chiami?- chiese di nuovo lei

-Mi chiamo Layla- disse lei tremante

-Bene Layla, piacere di conoscerti... Tu ti sei presentanto?- disse Donna rivolgendosi al suo compagno

-Beh io... No- disse l'uomo

-Beh che aspetti?-

-Eh va bene... Io sono John Smith e...-

Improvvisamente, Donna tossì forzatamente verso l'uomo dal lungo cappotto e Layla diventò sempre più confusa. L'uomo sbuffò ulteriormente e alzò le mani in segno di resa e poi porgendone una alla ragazza.

-Io sono il Dottore-

-Sei il dottor Smith?-

-Senza Smith-

-Il dottore?-

-Si-

-Ma... Dottore chi?-

-Solo il Dottore-

-Impossibile-

-E invece è possibile-

-Ma come?-

L'uomo che si faceva chiamare il Dottore stava per controbattere, ma Donna si mise in mezzo ai due per porre fine a quel battibecco. A quel punto, spuntò da dietro l'angolo il signor Epstein che osservò i tre incuriosito: Layla si avvicinò a Brian, per allontanarsi il più possibile da quei due e per chiedergli delle registrazioni.

-Layla cosa ci fanno quei due qua?- disse Brian incuriosito

-Facciamo parte dell'agenzia fotografica che ha mandato qui la signorina Gilmour per questo incarico. Volevamo sapere come procedeva il lavoro e determinare il termine di questo incarico... Insomma vari dettagli-

Layla non se ne rese conto subito, ma quella frase era piena di doppi sensi: appena finito di parlare, il Dottore le rivolse uno sguardo talmente profondo che avrebbe potuta spezzarla in due. A quale incarico si stava riferendo? A quello di fotografa o a quello di umiliare McCartney?

-Avete un documento?- disse Brian

-Certo!-

Il Dottore tirò fuori dalla sua tasca un porta-documento in plastica nera dalla tasca e la mostrò a Brian e a Layla: effettivamente c'era scritto ciò che aveva detto. Se era uno dell'agenzia, perchè la spiava? E perchè si chiamava il Dottore? Aveva troppe domande per la testa e neanche una risposta, era talmente persa nei suoi pensieri che non si accorse che l'uomo e la donna se ne erano andati.

-I ragazzi fanno una pausa e George ti stava cercando... Ha chiesto se lo potevi raggiungere fuori- disse Brian gentilmente

-Oh si, certo grazie-

Layla gli sorrise gentilmente e dimenticando tutto quello che era successo prima pensò alle parole di Brian: George aveva chiesto di me. Cercò di camminare il più velocemente possibile e quando uscì lo vide seduto sul muretto con una sigaretta accesa tra le labbra. Era bellissimo, no stupendo, meraviglioso... Un angelo. Sarebbe potuta restare lì, ferma a guardarlo mentre buttava fuori il fumo da quelle labbra soffici... Si ancora si ricordava quanto fossero morbide quelle labbra che aveva poco più che sfiorato qualche giorno prima. George si accorse che qualcuno lo stesse osservando e si girò verso di lei.

-Layla- sorrise

La voleva morta, era ufficiale pensò Layla; lui si alzò e andò verso di lei dandole un leggero bacio all'angolo della bocca, facendola ulteriormente andare a fuoco: si la volava morta.

-Ciao George...- sorrise imbarazzata

-Come stai?-

-Bene e tu?-

-Tutto ok... Un po' stanco, ma va bene-

-Che hai fatto ieri sera?- sorrise Layla cercando di sembrare indifferente, quando ovviamente non lo era

-Ho scritto una canzone, sono stato quasi tutta la notte sveglio... Stamattina mi sono svegliato abbracciato alla chitarra- disse sorridendo

-Mi immagino...- sorrise di rimando

Tra i due calò un silenzio imbarazzante ed entrambi si misero a guardare chi davanti a se chi per terra. Entrambi volevano parlare di quello che era successo la scorsa mattina sulle scale del palazzo di Layla, ma nessuno aveva il coraggio di iniziare: George aveva paura che per Layla quel bacio era solo un ringraziamento, Layla aveva paura che di quel bacio a George non fosse importato nulla. Il primo a rompere il ghiaccio non fu ne George ne Layla, ma fu qualcuno che comparve improvvisamente dietro di loro.

-Dobbiamo riprendere-

Paul era rigido davanti la porta e guardava quei due con i denti digrignati, chissà per quale motivo si chiese Layla. George prese la mano di Layla sostenendo lo sguardo di Paul che non si muoveva da quella posizione: i due si lanciarono sguardi di sfida che per Layla erano immotivati, ma le incutevano timore... Sembrava che dovessero esplodere da un momento all'altro.

-Arriviamo Paul- disse George freddo

-Dobbiamo andare. Ora- disse Paul con tono ancora più glaciale

-Paul va dentro arriviamo tra un secondo-

Quando Layla disse quella frase, Paul si girò verso di lei e non riuscendo a controbattere entrò dentro sbattendo la porta: ma che aveva quell'idiota?!




Welcome to Pepperland
Sono tornata! Con uno schifo di capitolo, ma sono comunque tornata. Non so cosa dire e quindi finisco qui ahahahah
Soltanto una cosa nel capitolo 10 (credo) ho messo un asterisco accanto a "Hard Day's Night" per chiarire che non so quando è stato registrato il film quindi non so quando George e Pattie si sono incontrati. La stessa cosa vale per Long Tall Sally. E qui c'è la chitarra di George menzionata nel capitolo http://www.guitarworld.com/files/imce-images/Rickenbacker.JPG , una delle chitarre migliori al mondo a mio parere
Alla prossima

Lucy

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1892319