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di wyoming
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Stamattina niente scuola, c'è tutto un mondo da scoprire giù nella gravina. Non è vero, non me ne frega quasi nulla della gravina. La conosco fin troppo bene. È che con quelle persone non ci voglio più stare. Io me ne vado giù nella gravina tutto il giorno e 'fanculo a tutti.

Nello zaino della scuola ci sono quattro libri a caso, l'astuccio, l'olympus, un fazzoletto, un panino al formaggio e la borraccia. Perfetto, posso andare.
Va bè, vediamo che libri ho messo, così, giusto per vedere...
Manuale di Geometria Analitica, il Bignami de I Promessi Sposi, le dispense di Storia dell'Arte e quaderno degli appunti.
Sì, sono abbastanza "mattoni" come testi, possiamo andare.

- Io vado, non aspettatemi per pranzo e neanche per cena e magari neanche per stanotte, buona giornata
- Pam, torna prima che faccia buio
- Certo...

Cazzo, il rullino.

- Mamma, apri
- Hai dimenticato qualcosa?
- Si, un quaderno
- Vedi che ora perdi il bus
- No mamma, non lo perdo il bus e se non mi fai passare so io cosa perdo, perdo la testa

Pam, lontra furibonda, pronta all'azione.
Cribbio, una lontra. Che merda di totem.[1]
Le lontre sono felici. Io non sono felice, io odio tutti. E oggi mi fiondo nella gravina così non devo vedere nessuno.
Quando tra poco riuscirò a comprarmi un walkman per riprodurre le cassette che mi ha registrato Freddie andrò a rifugiarmi in un eremo.
Freddie è gentile. L'unico che sopporto, seppur a stento. Se non fosse che si perde nelle piccole cose stupide.

Anche se, devo ammetterlo, da questo punto di vista lui non è troppo diverso da me.

Alla fermata c'è già un po' di gente. La solita gente.
Mrs Grey, una sessantenne che ogni due giorni va dall'altra parte della provincia a sistemare l'abitazione del terzo figlio, disoccupato.
Martin e Chloe, due gemelli biondi che se la tirano troppo, paninari odiosissimi che destano lo stupore di quasi tutti gli imbecilli della mia scuola imbecille.
Ortensia, o meglio Dorothy de Il mago di Oz, con tanto di gonnella azzura e capelli mossi rossicci, costantemente felice. È irritante.
Grant, giacca di pelle e anfibi, occhi ghiaccio e profilo perfetto, quasi più odioso dei due paninari.

Sorvoliamo. Gente inutile.
Da questo punto in poi manca un chilometro e poi raggiungo la Chiesa della Santa Croce. Di lì si va nella gravina. Se il parroco mi sgama sono fregata.
Il sole sta sorgendo, nascosto dalle stupide palazzine che stanno costruendo nella parte nuova di questa stupida città.

Con tutti i pianeti che ci sono nel sistema solare proprio qui dovevo capitare? Che diamine.

In poco tempo le strade cominceranno ad affollarsi, devo sbrigarmi. Sembra proprio che oggi sarà una giornata splendida: devo assolutamente fare delle foto fantasmagoriche, per vincere il contest locale, perchè voglio una macchina professionale. Così poi me ne vado via.

Un walkman e una macchina fotografica. Entro l'anno. Per forza.

-

Pam è arrivata al cancello della chiesa della Santa Croce. Si guarda attorno furtivamente e varca la soglia. Sente delle voci: il parroco sta celebrando la messa. Siamo all'offertorio.
La ragazzina sorride e senza far rumore si dirige al retro della struttura: scavalca un muretto e si ritrova davanti ad un cancelletto semi-aperto.
Vittoria. È andata.

Tutti i rumori della natura si concentrano in questo silenzio. Questo luogo mi fa impazzire.
I colori e la luce sono perfetti.
Oh, questa gente non si merita tutto questo: perchè questa gente è inutile e vuole solo distruggere tutto questo; perchè la gente è a favore del nucleare e pensa che distruggere tutto per costruire palazzi da millemila metri sia una cosa positiva. Chiacchere, dico io.

Oggi mi fiondo qui e ci rimango tutto il tempo che voglio. Sono libera. Come il vento. Okay, così è perfetto. Prendo la mia macchinetta. Aggangio il rullino. Chiudo il dorso.
Scatto.

Il paesaggio è intrappolato nella macchina. E lo sono anch'io.






[1] Il totem è il nome che viene dato ad uno Scout per sottolineare il suo carattere. Di solito comprende il nome di un animale (o di una pianta) e un aggettivo

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Capitolo 2
*** 2. ***


Una volta c'era un fiume, nella gravina. E c'erano persino i cervi che saltellavano qua e là. Le persone abitavano nelle grotte, e nelle cripte i bizantini ci affrescavano le icone sacre.
Poi hanno prosciugato il fiume, ammazzato tutti gli animali e costruito le abitazioni altrove.
Cioè, oltre il danno pure la beffa: non solo hanno distrutto tutto, se ne sono pure andati da un'altra parte.

E poi questa gente non è da odiare.
E poi quella strana sono io.

Con la macchina fotografica al collo, Pam si accinge ad arrampicarsi su un enorme masso, rischiando più di una volta di scivolare. Infine riesce a mettere le gambe a cavallo della roccia e, appoggiando le mani su di essa, guarda davanti a sè.

Verde natura. Odore di fogliame. È la primavera. Tutto questo ogni giorno sotto gli occhi di tutti, in senso letterale, perchè sopra tutto questo c'è un ponte che collega le due parti della città, e nessuno lo vede. Più cose si possiedono, meno valore si conferisce ad esse. È proprio vero.

E questa città di stupidi nè è la prova.

Apparenza e mediocrità quì sono all'ordine del giorno. Ecco perchè me ne andrò, appena finirò di sbrigare le mie ultime cose. Poi metterò tutto in una scatola e prenderò un treno per chissà dove.
Lascerò tutti. Anche Freddie.
...A meno che Freddie non voglia venire con me. Ma non lo farà, non è abbastanza forte, non lo è mai stato.

Occhio al mirino: scatto.

E ora vediamo un po' come scendere senza fare casini.

Pam ripone la macchina nello zaino e cerca di scendere giù dal masso. Scivola e cade sulle ginocchia. Le ginocchia e il tessuto dei jeans sono intatti, tuttavia questi sono imbrattati di terra. Si rimette in piedi e continua a camminare.

Non sono io che sono assolutista. È questo posto che è abitato da gente problematica. Superficiale. Ignorante. Fiera di esserlo.
Io invece no, non sono come tutti loro. Sarà che i miei mi hanno adottata, bho, non lo so.
Chissà se esiste qualcun altro nel mondo, che la pensa un po' come me. Sicuramente sì, fuori da questa provincia sì. Questo è il posto peggiore del mondo e nessuno mi capisce.
Non faccio la vittima, è questo posto che fa schifo. E tutti ti giudicano e ti emarginano, se sei un po' diverso.
La verità è che i diversi sono loro, sono loro le persone strane, che seguono idoli e valori strani, tutti quanti. Sono loro quelli da giudicare e da emarginare.
Ma come è per tutte le cose, la maggioranza vince.
E l'unico modo per sopravvivere è lasciare stare tutto e tutti: gli ignoranti bisogna saperli ignorare.

-

Scalando quest'altura dovrei riuscire a raggiungere l'entrata della grotta del Pastore. È abbastanza alto come punto: rischierei di fare delle belle foto.
Ci sono delle scale costruite nella roccia, dopodichè devo girare l'angolo e arrampicarmi. Il gioco è fatto.
Quanti fossili di conchiglie...
Mi fermo un attimo su questo gradino, scatto qualche foto.

Una goccia d'acqua bagna il naso di Pam.

Cazzo.

Alza lo sguardo al cielo.

Menomale che stamattina c'era un sole fantastico-- Ehi, ora diluvia sul serio qua.
Non posso mollare proprio ora, ci sono quasi.

Frettolosamente continua a percorrere la scalinata.
Con l'olympus in mano cerca di stare il più possibile attaccata alla parete rocciosa.
Inciampa su un gradino, cade sulla mano sinistra.
Infila l'olympus nella manica destra del maglione e gattona sulle nocche delle mani, svolta l'angolo e giunge presso l'entrata.
Per un pelo.

Che paura.
Non piangere Pam, ferma idiota.
Non è successo nulla.
Ora ti prenderai soltanto un'infezione sul palmo della mano, tranquilla.
La macchina ora la mettiamo nello zaino... Bagnato. Ma le cose dentro sono asciutte, grazie a Dio, quel tipo così lontano lontano lontano.
Facciamo una benda improvvisata col fazzoletto e non è successo nulla.

Ora me ne sto qua, dentro la grotta del Pastore, fin quando non finisce.
Sì, la grotta del Pastore: si chiama così perchè circa nel basso Medioevo, credo, una pecorella, allontanatasi dal gregge, andò a ficcarsi qui dentro. Quando il suo pastore andò a ripescarla, vide che c'era un affresco del Tardoantico di Gesù versione Pastore.

È molto carina come storia da raccontare ai bambini del paese. Intanto questa cripta è abbandonata a sè e nessuno la valorizza. Tipico.

E fin quando questa pioggia non finisce, io esploro un po'.

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Capitolo 3
*** 3. ***


Qualche giorno prima.
Su un muretto due ragazzini.
Lei capelli di media lunghezza marroni un po' spettinati, viso tondo, occhi azzurro-nocciola distanti tra loro, naso all'insù e lentiggini. Sembra una lontra.
Lui alto e magro, con la pelle e iridi degli occhi neri, labbra carnose, due grandi narici e scuri capelli corti ricci.
Silenziosi.
C'è un po' di vento.

"Quest'anno non ho speranze" ridacchia la ragazzina.
"Se solo ti decidessi a studiare..."
"Ma io non voglio avere niente a che fare con l'algebra, da grande"
"Ma non è così che devi ragionare"
Pam sospira. Freddie anche.
Il ragazzino si volta in direzione della sua cartella, la apre e afferra un oggetto.
"Ti ho registrato Car sulla cassetta che mi avevi dato" dice a Pam consegnandole la piccola cassetta nera.
"Sei fantastico" risponde la ragazzina guardando avidamente la sua seconda ragione di vita.
La musica.
La prende in mano.
"Ora che avrò il mio walkman potrò ascoltare le cassette che mi hai preparato anche quando andrò in giro" solleva lo sguardo e guarda Freddie
"Ora che me ne andrò."
Freddie sorride. Ammira il fare sognatore di Pam, in parte.
Lei alza lo sguardo verso il grigio cielo, e fantastica.
"Farò la cosa silenziosamente, nessuno se ne accorgerà. Entro la fine dell'anno, quando vincerò il contest di fotografia e mi comprerò la reflex. La mia reflex. Nuova. Sto già contrattando con Josh per i rullini. Mi farà un buon prezzo. E poi me ne andrò."
Freddie guarda la sua amica dubbioso, continuando tuttavia ad accennare un sorriso.
"Bel piano..."
"Che c'è, vuoi venire anche tu?"
Il ragazzo scuote la testa.
"Lo sai che non funzionerà." la smonta "Vedi di studiare, invece"
"Ma sentiti, sembri mia madre"
Pam abbassa lo sguardo e si mette la cassetta nella tasca destra dei suoi pantaloni di velluto neri.
"Devi cominciare a pensare al tuo futuro in maniera concreta..."
"Sul serio, ma vi siete messi d'accordo?"
Il ragazzo si gira verso di lei.
"Ma chi?"
"Tu e mia madre" risponde Pam, e si sistema lo zaino sulle spalle.
"No, ma che dici..."
"Bha."
Freddie infila le mani nelle tasche della giacca e si stringe un po'.
"Mi dispiace, sul serio, ma non riesco a stare al tuo gioco..."
Pam si irrigidisce.
"Io non sto giocando."
"Hai la possibilità di frequentare un liceo, di studiare all'università... Sei persino intelligente" risponde Freddie gesticolando, mentre da' inizio a un crescendo frenetico e agitato.
"...se non fosse che hai una visione distorta del mondo, ed è naturale, in fondo tu non lo conosci, il mondo"
Pam nervosamente batte il piede sinistro per terra e si imbroncia.
"Fuori non è meglio che qui. E intanto accetta questo 'qui' che ti è stato dato, non è il peggiore. Sei stata fortunata, come me, e non riesci a capire quanto. Accetta gli altri e permetti agli altri di ricambiare."
"Insisti su questo punto Freddie, solo perchè il tuo peggiore incubo è non riuscire a integrarti a questa gente."
Ormai Pam è esplosa, con gli occhi lucidi.
"Ma questo incubo non vale anche per me. Perchè io ho scelto un'altra via."
La ragazzina si inginocchia e inspira col naso, infila i lacci delle sue adidas all'interno delle scarpe e infine si rialza.
"Fai quello che ti pare, ma non mi giudicare."
"Io non ti giudico, Pam" ribatte Freddie mordendosi il labbro inferiore, nel pieno dell'ansia.
"Ti sto solo dando un consiglio, come amico, perchè tu non riesci ad apprezzare quello che hai, e io ti apro gli occhi, perchè ci sono cose che tu non sai, mentre io ne so qualcosa più di te"
Litigano.
"Sai che ti dico? Non fa niente, hai ragione tu."
Zaino in spalla, Pam, abbassa lo sguardo.
Non è giornata.
E la lotta contro il mondo pare proprio che debba proseguirla da sola.
Perchè anche il suo migliore, unico amico la pensa diversamente da lei.
In fondo, entrambi, hanno solo 15 anni.

Il ragazzino è appoggiato sul muretto, la sua amica gli è di fronte.
Due disadattati, due diverse ambizioni.
Uno vuole farsi accettare, l'altra vuole andarsene.
Un'amicizia sull'orlo della rottura.

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