la battaglia e l'amore

di cri86lea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il topo ***
Capitolo 2: *** Spiegazioni e ricordi ***
Capitolo 3: *** Il messaggio ***
Capitolo 4: *** Il ritorno ***
Capitolo 5: *** Assestamento ***
Capitolo 6: *** La famiglia ***
Capitolo 7: *** Le verità ***



Capitolo 1
*** Il topo ***


Buongiorno a tutti!!! È la mia prima storia, spero vi piaccia. Ringrazio chiunque voglia lasciare un commento, anche solo per dirmi di cambiare hobby!!! È una mia visione di come vorrei che fossero certe cose nei libri di Harry Potter: coppie diverse. Morti che non volevo morissimo, che sono vivi…Vi avverto di una cosa: ci sono parecchi riferimenti al 5° e 6° libro. Quindi se non volete anticipazioni…

Buona lettura.

Harry era sdraiato su un fianco in un profondo sonno, non si era ancora accorto di un ombra dietro di sé che si avvicinava. Un’ombra piegata in avanti scorse sul piccolo armadio, finché non si ritrovò la bacchetta puntata alla gola:

" Buongiorno Harry, "

disse con un sorriso misto a paura, perché Malfoy era ancora restio ad abbandonare la propria natura…insomma si spaventa facilmente. Avendo ormai imparato a dominarla proprio grazie alla persona davanti a lui, Draco continuò a sorridergli sinceramente:

"Non volevo spaventarti. Ho pensato di portarti la colazione a letto, la signora Weasley voleva farla portare su da Fleure… ma ho pensato non fosse una buona idea."

Così dicendo arrossì lievemente. Harry che aveva subito abbassato la bacchetta, non era ancora abituato ad avere un Malfoy così vulnerabile e adorabile allo stesso tempo in giro per casa. Da quella notte, quando Draco non aveva trovato il coraggio di uccidere Silente, aveva scoperto una persona coraggiosa e spavalda utile nella battaglia contro Voldemort, ma anche dolce e premurosa, che gli fece ricordare perché si trovavano nella Tana: per trovare e uccidere Tom Riddle. Provò pena e paura per ciò che sarebbe successo, ma non per lui, per le persone che amava, conscio che presto sarebbero state attaccate per prime per un sadico piano di voldemort, che ormai aveva imparato a conoscere a sue spese. Ma Harry si godette ancora qualche istante sdraiato con Draco che lo sovrastava ai piedi del letto,scacciando gli orribili pensieri. Sorrise a Draco e si alzò ringraziandolo, senza dover proferire altro perché ormai i due si capivano solo guardandosi.

Draco aprì la porta, varcando la soglia si rigirò verso Harry, che si stava vestendo, e gli disse un semplicissimo :

"Ti amo"

e se ne andò.

Fu la volta di Harry di arrossire per un istante, ma si riprese a vestire. Nel frattempo sentiva le voci di Hermione e di Ron intenti a chiacchierare allegramente e quella di Draco, che annunciava che lui stava per scendere.

La signora Weasley stava togliendo le decorazioni della notte precedente sparse per la casa, o meglio, a ogni movimento di bacchetta, ghirlande e festoni svanivano creando una nebbiolina che rigirava su se stessa per poi svanire. La casa era ormai spoglia della gioia della notte prima, così come i due festeggiati, Sirius e Remus, che a sorpresa di tutti tranne di Harry, avevano dichiarato il loro amore a tutta la famiglia. Sì, perché ormai quella era per tutti un’unica famiglia. I due furono lasciati soli dopo la festa, ma Harry si ritrovò a pensare che sarebbero dovuti essere già di ritorno, e anche se non voleva essere il solito guastafeste, il cui compito spettava da sempre a Hermione, si maledì per non aver insistito di più nel far rimandare i festeggiamenti. La battaglia si stava avvicinando e non era quello il momento di abbassare la guardia. Ma la verità era che non se la sentiva di festeggiare insieme agli altri, perché avvertiva uno strano presentimento, di quelli che purtroppo sapeva che si sarebbero manifestati, così come era accaduto in passato. Finché non avrebbe potuto dimostrare i suoi presentimenti, le sue non erano altro che teorie. Buffo, pensò Harry, teorie!così Silente chiamava i suoi sospetti. Diceva che potevano anche essere sbagliate, ma non si aspettava che una di queste potesse dargli la morte.. la fiducia illimitata che aveva in Piton…la sua immagine gli comparve nella mente e una collera incontrollabile lo invase, fortunatamente bloccata dal rumore della porta, che si apriva alla parola d’ordine: "Lupus" e Lupin e Sirius riapparvero. Harry si sentì molto più sollevato vedendo che stavano bene e che forse non erano mai stati così felici da molto tempo, e tutto grazie all’amore…il suo pensiero tornò a silente che gli aveva già spiegato che solo con l’amore poteva sconfiggere Voldemort, essa era la sua unica arma contro malvagità e maledizioni senza perdono. Ritornò a chiedersi se anche quella non fosse solo un’altra teoria di Silente che sarebbe costata loro la vita. Ricacciò subito quel pensiero, lui era l’uomo di Silente, no?! E quindi si sarebbe fidato ed era inutile cercare di ricordare quante volte gli aveva salvato la vita in passato. A quel ricordo un sorriso gli comparì sul viso, che si allargò a dismisura quando vide Draco intento a studiare le scartoffie prese in prestito,ormai in modo definitivo perché le gettò nel camino, dal Ministero della Magia.

" Hanno idea di dove si nasconde Voldemort così come io so come funzione un aeroplano",

Harry gli rispose: " non mi aspettavo niente di diverso dal ministero, hanno ancora in custodia tre falsi mangiamorte".

Erano passati tre mesi dall’ultimo incontro con il ministro Scrimgeour e della sua offerta di mettere un paio di auror a sua disposizione. Del suo rifiuto non si era ancora pentito e mai l’avrebbe fatto anche perché di auror in casa ne aveva già a sufficienza. Quell’estate la Tana sembrava il nuovo ritrovo dell’ordine della fenice, per il via vai che c’era!

Sentì Moody dire alla signora Weasley di non preoccuparsi perché suo marito era arrivato in ufficio tranquillamente e che nessuno li aveva seguiti lungo il tragitto. Arrivarono i gufi della posta che consegnarono a Hermione la "Gazzetta del profeta" :

"Herm,chi è morto oggi di quelli che conosciamo?" disse Ron, e per tutta risposta:

"Non ti sei ancora stufato di chiedermelo tutti i giorni?".

Harry che si era preparato all’ennesimo inizio di una nuova lite si ridestò perché i due si lanciarono un’occhiata divertita e si diedero un bacio. Harry non era ancora abituato a quella situazione. Le cose erano cambiate molto in quei pochi mesi: il tradimento di Piton, la morte di Silente, Lupin e Sirius, Ron e Hermione e… lui e Draco. Gli ultimi cambiamenti però non gli dispiacevano per niente.

Sirius era seduto su una sedia attorno al tavolo, che all’occorrenza e secondo i sempre numerosi ospiti, si allungava o cambiava la sua forma, da rettangolo a rotondo o viceversa. Remus che non lo lasciava un istante si fermò dietro di lui, e gli mise le mani sulle spalle intento a richiamare l’attenzione su ciò che stava per dire.

" abbiamo trovato una cosa che ci potrebbe essere d’aiuto a trovare o perlomeno per sapere gli ultimi spostamenti di Voldemort" disse Lupin.

"Ma non dovevate godervi una serata romantica?" disse Ginny.

E subito Lupin rispose : "Si beh, la notte abbiamo festeggiato…"

e così dicendo lanciò un’occhiata furtiva a Harry il quale distolse subito lo sguardo per non dovergli dare la soddisfazione di vedere nei suoi occhi che lui sapeva esattamente a cosa si riferiva. Ma un’altra persona, il biondo accanto a lui, intercettò lo sguardo lanciato dai due e sentì una morsa allo stomaco e doveva essere diventato piuttosto paonazzo perché Harry nel guardarlo soffocò una risata…

"poi abbiamo deciso che il resto lo lasceremo per un momento più tranquillo."

Ritornando serio, Remus prese a cercare qualcosa nella sacca che portava ancora in spalla e ne estrasse qualcosa che gettò con violenza sul tavolo della signora Weasley.

" Che òrorè" disse Fleure, il cui sguardo si distaccò immediatamente dal topo che le stava di fronte.

" beh" continuò Ron "se non è Crosta non è tanto male, nessuno è òrèndo come lui".

Ma Sirius intervenne interrompendo la sua risata solitaria ."

Ron è proprio il tuo Crosta, gli manca un dito, vedi?"

e indicò la zampa dell’animale che stava disteso immobile.

"Ma è morto?-Dove l’avete trovato?-Perché è in questo stato?-Avete combattuto?"

Hermione come al solito aveva espresso i pensieri di tutti ma in modo certamente più accalorato.

Moody con entrambi gli occhi fissi sull’animale rispose anticipando Lupin che stava per parlare:

" Non è morto, ma è ridotto piuttosto male, più che aver combattuto credo che qualcuno abbia smesso di torturarlo per uno strano senso sadico, senza attribuirgli il colpo finale. Per farlo morire più lentamente forse."

Harry si sentì quasi soddisfatto dalle parole dell’auror, non riusciva a provare pena per quella "cosa" che non poteva chiamare persona perché aveva tradito i suoi genitori. Provò un forte senso di odio pari forse per quello che sentiva per Piton, anch’egli responsabile della morte dei Potter. Non si capacitava della calma di Sirius, lui era lì seduto che guardava Peter Minus come se non fosse stato la causa di tutto il dolore che aveva provato, di ciò che Azkaban gli aveva preso. I suoi pensieri furono interrotti da Fleure:

" Bisogna curarlo allora, nessuno merita una fine così."

Harry ritenne che forse lei non aveva ben compreso chi si trovava di fronte. Ma Sirius si alzò e disse:

" si, proviamo ogni singolo incantesimo che conosciamo per farlo vivere perché…"

ma non finì la frase che Harry urlò al colmo della rabbia:

" Perché? Sentiamo?! Dovremmo essere noi a finirlo, è lui… è colpa sua se…"

ma non riuscì a finire la frase, le parole li morirono in bocca e Hermione si gettò su di lui per abbracciarlo. Sirius prese la parola:

" Harry, era da solo in questo stato, se il servo di Voldemort che lo ha riportato in vita è stato abbandonato alla sua sorte deve esserci un motivo, dobbiamo scoprire quale.

" e se fosse una trappola, voglio dire" intervenne Hermione " se l’avesse mandato Voldemort per spiare i nostri movimenti?"

" o magari Tu-Sai-Chi non sa della sua scomparsa"

"ben detto Molly" fece Remus:

" era nella casa Babbana di Piton, siamo andati a fare un sopralluogo più approfondito dell’ultima vola e lo abbiamo trovato."

" se è stato Severus" continuò Sirius "deve esserci una ragione. Per quanto vile fosse Peter, è sempre stato utile a Tu-Sai-Chi"

e così dicendo guardò la signora Weasley pensando che quella era pur sempre la casa di sua cugina e un po’ più di rispetto per le sue paure fosse d’obbligo.

" è quindi un comportamento pericoloso toccare Minus per un fedele mangiamorte che vuole rimanere vivo."

" la sola cosa da fare per ora"continuò Moody " è curarlo per avere qualche informazione, altrimenti lo terremo in vita per consegnarlo ai dissennatori quando saranno tornati sotto il controllo del Ministero."

Continua...

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Capitolo 2
*** Spiegazioni e ricordi ***


Tutti si guardarono negli occhi per un istante e, ognuno con le proprie teorie, incominciarono a parlare. Approfittando della confusione Draco afferrò per un braccio Harry e lo trascinò di sopra nella sua camera e chiudendo la porta alle loro spalle. Non fece in tempo a parlare che Harry :

“ come ha potuto portarlo qui?! Non lo capisco davvero…”

Draco si fece più scuro in volto che mai:

e io non capisco te!” urlò,

e Harry si fermò a guardarlo negli occhi. Draco riprese:

 

"Come hai potuto dirglielo?

 “Oh,”fece Harry che finalmente comprese il significato del rapimento in camera sua.

Draco continuò a parlare poiché Harry sembrava in preda a un incantesimo per cui non riusciva a far uscire le parole dalla bocca.

" Ho visto come ti ha guardato Lupin e ho visto anche te,Harry, che cercavi di non ridere”.

 

 Ma Harry questa volta lo interruppe:

“ non stavo certo ridendo di te,Draco. Sì lo ammetto ho detto di noi a Lupin e a Sirius…” .

 

“anche Sirius lo sa?”

continuò Draco e Harry gli rivolse un sorriso:

 

 “Certo, ma credo che mi abbiano incastrato Draco. Un paio di sere fa sono venuti da me e mi hanno detto quel che provavano l’uno per l’atro.

 

 “ma che carini” interruppe Draco con tono piuttosto arrabbiato.

 

Harry continuò come se non fosse mai stato interrotto

 

“ E mi hanno detto che avevano l’intenzione di renderlo ufficiale davanti a tutti noi di lì a pochi giorni.”

 Draco intervenne : “ ma non ti hanno chiesto nemmeno… non so… una sorta di permesso?… non si sono preoccupati di sapere come l’ hai presa?si tratta pur sempre del tuo padrino.”

 

 “è questo il punto” continuò Harry “ io già sapevo di loro, l’avevo capito da tanto tempo così come loro sapevano…”

e qui Harry sospirò “…di te e me. Mi hanno detto la verità per sapere la mia,credo.”

 

Draco era sempre più spazientito e Harry continuò a parlare nella speranza di fargli capire che non si era confidato con il suo padrino per prendersi gioco di lui. Riteneva che Draco si comportava ancora come un principino,come se tutto ruotasse intorno a lui. Ma non rendeva Harry dubbioso dei suoi sentimenti,quei difetti lo rendevano solo più interessante. Draco girava sempre più furibondo per la stanza finche non decise che era meglio sedersi ai piedi del letto e guardando Harry, disse:

 

“ Hai ragione, scusami” e così dicendo riprese a camminare su e giù per la stanza.

 

“ loro sono la tua famiglia, è della mia che non ci si può fidare, è tutto così difficile da quando me ne sono andato, non voglio che si sappia…mi capisci,no?”

 

Ma Harry lo interruppe prima che finisse la frase e gli mise una mano sul fianco per fermare la sua corsa per la stanza:

 

“sì ti capisco, ma sei al sicuro qui. Tutti si fidano di te, lo sanno che sei cambiato”.

 

Ma Draco che non riusciva a sostenere il suo sguardo così vicino, guardando il tappeto rosso gli uscì:

 

“Loro si fidano di me solo perché tu sei il primo a farlo, è diverso Harry”.

 “ti sbagli” gli rispose Harry in un soffio, senza aver spostato la mano dal fianco di Draco.

 

Posò l’altra mano sotto il mento di Draco per guardarlo negli occhi. Le mani del Prescelto passarono sotto la maglia del biondo e lo spinse verso di sé, i due si abbracciarono, entrambi sapevano quel che pensava l’altro. Non c’era bisogno di ulteriori parole, si capivano subito, il loro abbraccio era l’unione di due corpi ma anche di due anime, i cui destini erano già stati scritti da tempo, ma da cui uno era riuscito a fuggire, ed era stato capace di unirsi al destino di un altro per combattere insieme ciò che di più malvagio c’era sulla terra.

Draco fece per scendere di sotto tenendo Harry per mano ma lui non lo seguì, gli disse che preferiva fermarsi un secondo a riflettere. Draco non chiese spiegazione e lo lasciò solo. Harry gli era grato per quella comprensione e si distese sul letto per riflettere sul reale motivo della presenza di Peter Minus. Che Hermione avesse ragione? Se fosse stata veramente una spia di Voldemort? Ma i suoi pensieri presero a vagare liberamente e si trovò a pensare all’arrivo di Malfoy alla Tana due giorni dopo il funerale di Silente:

 

 

Lui e i suoi amici avevano sentito un boato venire dal giardino. Harry corse subito alla porta per vedere cosa fosse successo ma Bill lo fermò e andò lui a controllare, seguito però da Harry che non aveva la minima intenzione di farsi da parte, non in quel momento soprattutto quando la sua battaglia contro Voldemort era appena iniziata. Armati di bacchetta videro in lontananza sulla collina di fronte alla casa una persona distesa a terra che tentava di alzarsi. Bill subito lanciò un incantesimo verso quella figura, che però seppe deviarla magistralmente. “Fermo” urlò Harry a Bill e con la bacchetta a portata di mano corse velocemente verso quella figura, messa in ombra per il sole alle sue spalle che però accecava Harry. In un lampo l’aveva raggiunto. Harry era pronto a compiere ciò che non aveva avuto il coraggio di fare l’ultima notte a Hogwarts, e se si fosse trovato davanti un nemico, era sicuro di poter lanciare una maledizione che questa volta non potesse essere deviata. Proprio un nemico si ritrovò davanti. Era ridotto male però, era visibilmente provato, il volto stanco e sofferente. Malfoy era lì, ancora seduto a terra stavolta senza l’intenzione di alzarsi per non ricevere un altro incantesimo contro di lui.

“Tu”

fece Harry ma Malfoy lo interruppe.

 

 "Non voglio fare del male a nessuno, sono appena scappato…ho tentato di materializzarmi in casa però mi sono ritrovato sbattuto qui. Potter abbassa la bacchetta e portami in casa potrebbero vedermi”

 

I due non si erano mai tolti gli occhi si dosso, nessuno voleva abbassare lo sguardo per primo:

 

“E non hai pensato di bussare?”

ma Bill che nel frattempo li aveva raggiunti lo scortò in casa. Mentre entravano Harry sentì Moody dire che si era precipitato lì appena aveva avvertito il tentativo di infrazione dello scudo da lui creato e posto sulla casa contro eventuali nemici che avessero avuto la sconsiderata idea di attaccarli lì. Ma si bloccò, così come tutti gli altri quando li videro di ritorno con Malfoy. Forse per via degli sguardi non troppo benevoli iniziò a difendersi e a dire ciò che Harry aveva già intuito:

 “sono qui per aiutarvi nella lotta contro Lord Voldemort”.

 

Moody immediatamente trascinò Malfoy per la collottola verso il piano superiore, il quale tentò di liberarsi, ma invano.

 

“ lo interrogo io, così vediamo se dice la verità, altrimenti…”

e così dicendo guardò il ragazzo nelle sue mani

“sarà l’ultimo errore che hai fatto da uomo libero”.

 

Dopotutto era una buona idea, Moody non si convinceva facilmente e se ci fosse riuscito, allora significava che di Draco ci si poteva fidare. Nessuno osò andare di sopra, per quelle che sembrarono ore di un interrogatorio. Verso sera Moody tornò in salotto, da solo.

 

“Dice la verità, ora dorme, e a quanto pare è pentito. È scappato due giorni fa dalla casa di Piton e si è nascosto a Londra e per un po’ e ha cercato la madre, ma a quanto pare poi ha preferito venire qui.” 

 

 I giorni passarono in fretta e anche se Harry si era ripromesso di tenere d’occhio Malfoy, non riusciva a non fidarsi di lui. Moody era stato convinto, così come tutti gli altri, ma questo, un tempo, non gli sarebbe bastato ad arrendersi. Quell’ultima notte a Hogwarts però era servita a Harry per vedere un Malfoy diverso da come l’aveva immaginato e ora vederlo lì,confermava le sue congetture. I primi giorni li passarono senza parlarsi, evidentemente entrambi erano bloccati nel ricordo di quella notte, ma si guardavano spesso. Ormai Harry era abituato a sentire lo sguardo di Malfoy posasi su di lui ovunque andasse e la cosa lo divertiva molto. In uno dei loro spostamenti,dalla Tana a Grimmauld Place, Harry capì che non era solo divertimento il suo, si rese conto di provare una strana sensazione accanto a lui mai provata prima.

Si ridestò improvvisamente dai suoi pensieri e si rese conto di essere rimasto li disteso troppo a lungo. Quei ricordi in ogni modo lo avevano ristorato. Scese di sotto e vide Draco sorridergli, poi lo sguardo si posò su Sirius intento a guardare Crosta, ormai nelle mani di Bill per essere curato. Harry capì l’importanza della sua presenza e si sentì un po’ sciocco per aver perso inutilmente la calma con il suo padrino. In fondo quella era la guerra di tutti. Molti avevano perso i loro cari nel corso degli anni.

Continua…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Il messaggio ***


Per prima cosa: Grazie Lake per aver recensito! Spero proprio di non deluderti.

Buona lettura a tutti. Per favore commentate.

Hermione, Fleure e Lupin tentarono in tutti i modi di far rinvenire il topo. Moody prima di lasciarli per andare a Grimmauld Place, disse loro che non era il caso di trasformarlo in uomo finché non si fosse ripreso, sempre che riuscissero a farlo guarire. C’era il rischio di riaprire qualche ferita e per di più curarlo in misura rimpicciolita sarebbe stato molto più facile. Nel frattempo Sirius e Harry sedettero sul divano a parlare del più e del meno come se fosse la cosa più naturale da fare in quel frangente. La realtà era che entrambi facevano ciò che ritenevano più giusto, ma non per questo erano contenti di farlo. Peter era sotto le cure di mani esperte e quindi loro non ci tenevano poi tanto ad essere d’aiuto.

Sirius guardò Harry negli occhi e gli mise una mano sulla spalla:

 “ Allora, dimmi, Remus ti ha creato qualche problema poco fa con Draco?”

"Oh, no figurati è solo preoccupato per la madre. Si arrabbia facilmente, ma va tutto bene”.

Fu la sua risposta ma furono interrotti quando Draco, che si era aggiunto agli altri tre,         
lanciò un incantesimo su Minus. Il tavolo si riempì di un uomo grasso   
e 
anche uno strano 
odore si sparse per la casa. Draco si voltò verso Harry sorridendo 
 pieno di soddisfazione:  
“E’ pronto”.  

Peter Minus rinvenne ma tuttavia apparve ancora molto debole. Per non correre il rischio di farlo scappare Sirius si lanciò di fronte a Lupin e insieme fecero apparire delle corde che si legarono a Minus, immobilizzandolo completamente. Per diversi minuti non fece altro che piangniucolare per il dolore. Ron era convinto che esagerasse ma gli fu data tuttavia una pozione per farlo riposare e che nel frattempo guarisse le ultime ferite.

 

“ La mia Hermione l’ ha curato perfettamente, ne sono sicuro, non so di cosa si possa lamentare”.

Ron guardò Hermione nella speranza di ricevere un premio per quel che aveva appena detto ma lei lo raggelò:

Ma se non stavi neanche guardando. Non hai fatto altro che mangiare le merendine di Fred e George”.

“Cosa?” dissero loro in coro “ dovevamo ancora stregarle, Ron”.

“Lo so” rispose lui con aria beffarda.

 Hermione continuò, con il suo solito tono saccente:

“ Tuttavia è stato Draco, che prima di trasformarlo ha trovato il giusto incantesimo di guarigione”.

 

Anche se voleva far finta di niente, in qualche modo Draco si fece più alto e Harry lo interpretò come il ritorno del suo fiero principino Serpeverde. Draco si andò a sedere sul divano accanto a lui:

“Smettila di pavoneggiarti” gli disse.

“Non mi sto pavoneggiando, non sto facendo niente”.

Ma Harry continuò su quella strada:

  Oh, si, invece, io ti conosco”.

“ E anche se fosse?” Draco lo guadò dritto negli occhi con aria di sfida: “ Ho battuto sul tempo un professore di difesa contro le arti oscure, non dovrei esserne fiero?.

 “ Beh, io lo sono. Sempre” gli disse Harry sorridendo con tono velato e avvicinandosi al suo orecchio così che solo lui poté sentirlo.

 

 Poco dopo Peter emise dei sospiri, i quali preannunciarono il suo imminente risveglio. Sirius da una parte e Remus dall’altra, con in mezzo una brandina fatta apparire per l’occasione per reggere Minus, erano pronti per l’imminente interrogatorio. Il loro vecchio amico invece, a malapena riuscì a schiudere gli occhi e con un tono di voce molto debole anticipò tutti tentando di parlare:

 

“Harry…” il quale subito si avvicinò e disse con il tono più duro che aveva:

“Sono qui, ora dimmi dov’è Voldemort”.

 

 Minus, però parve non avere le forze neanche per udire le sue parole. Tuttavia continuò con l’ultimo fiato che gli restava:

 

“ Scuola….”

 

E così dicendo si accasciò. Harry sempre più rabbioso tentò di farlo parlare ancora ma accanto a lui apparve la signora Weasley che gli cinse le spalle con un braccio e gli intimò di calmarsi, tuttavia lo fece con un tono triste:

“Non credo ci siano molte speranze che si risvegli”.

 

 Ma cosa è successo? Fece Hermione:

“ Credevo che l’incantesimo avesse funzionato”.

 Le rispose Lupin: “ Era già molto debole, evidentemente non potevamo fare altro”.

 

Nessuno riuscì a piangere per quella perdita tuttavia con lui moriva la speranza di riabilitare il nome di Sirius Black nella comunità magica. C’era però un altro problema da affrontare in quel momento.

“Cosa aveva voluto dire Minus con quelle parole?” fu Ron il primo a rompere il silenzio che si era creato.

“Non lo so” gli rispose Lupin secco, era visibilmente preoccupato per Sirius.

Quest’ultimo, però non si perse d’animo, anzi fu l’unico a ridestare l’attenzione dei presenti per costringerli a pensare. Quello era decisamente un messaggio per Harry e andava decifrato. Remus che parve rinvigorito dalla prontezza di Sirius iniziò con lui a discutere:

 

“C’è qualcosa a Hogwarts  che riguarda Harry?”.

“ Oppure ha sentito di un piano ai danni di Harry che si dovrebbe consumare a scuola” fece Ron.

“Allora perché ridurre così Peter?” gli fece eco Draco.

“Forse ha tentato di scappare per avvertirlo, dopotutto era in debito con Harry ma qualcuno l’ ha fermato” gli rispose Sirius.

 “Potrebbe essere questo, allora però potrebbe essere qualsiasi cosa” affermò Harry che trovava inutili quelle teorie.

 

 Sapeva già cosa doveva fare. Sirius che parve avergli letto nel pensiero disse:

 “Andremo lì, domani mattina. Hogwarts è la nostra seconda casa, sapremo come non farci vedere se è un agguato quello che ci aspetta”.

“ A questo ci pensiamo noi” fecero in coro i gemelli Weasley: “conosciamo tutti i passaggi segreti a memoria”.

“Ma davvero” rispose Lupin in tono ironico:

“ E dove li avete scovati? Da una mappa per caso? Siamo andati a scuola prima di voi…” Lupin fu interrotto da Sirius:

“Dai Remus, non fate a gara su chi ha infranto più regole, domani la mappa del malandrino ci sarà utile”. Così dicendo fece l’occhiolino a Harry.

 

Hermione e la signora Weasley erano decisamente contrariate e non mancarono di farlo sapere, tuttavia nessuno dette loro retta. I dettagli del piano furono studiati durante la notte insieme ad altri membri dell’Ordine della Fenice che nel frattempo furono convocati per l’occasione. Per quella mattina furono tutti pronti a partire, ognuno con il proprio compito. Volarono fino ai confini di Hogwarts , erano una squadra veramente numerosa. C’erano tutti i membri dell’Ordine che Harry conosceva, più alcuni che non aveva mai visto. Arrivarono a destinazione senza problemi e Harry si stupì della desolazione della sua scuola. Nessuno viveva lì da mesi ormai, e sembrava che senza studenti Hogwarts avesse perso la sua anima. Tutti, chi con la polvere che rende invisibili, chi con incantesimi e Harry con il suo mantello dell’invisibilità andarono a pattugliare i luoghi loro assegnati. Giunti nei pressi della capanna di Hagrid, Harry che camminava accompagnato da Ron, Sirius e Draco tirò fuori la Mappa del Malandrino:

“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”.

“ Oh,” fece Sirius

 “ Ho sempre ammirato tuo padre per il suo genio, è lui che ha inventato questo incantesimo.”

 

Notando che Harry non rispondeva, lo chiamò, ma invano. Andò a tentoni alla sua ricerca, per poi sbatterci contro:

“ Che cosa c’è Harry, hai visto dei Mangiamorte sulla mappa?”.

Harry, però, aveva visto qualcun altro che, come al suo solito faceva su e giù per il suo ufficio e con lui si muoveva la targhetta con il suo nome: Albus Silente.

“ E'…Sirius vedo… Silente, è nel suo ufficio”.

Non credeva nemmeno lui in quello che leggeva.

“Non è possibile. D’altronde la mappa non mente mai”.

Dopo un attimo di silenzio che a tutti parve un secolo, Sirius riprese:

“Non ci resta che andare a controllare”.

Continua…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Il ritorno ***


Grazie mille a lake e fiamma90, spero di aver aggiornato abbastanza in fretta. buona lettura.

La Mappa non indicava il nome di nessun altro a parte loro e … Silente. Non poteva, quindi essere stregata, intorno a loro non c’era nessuno…

Harry fece mille congetture mentre si recava insieme con gli altri tre dentro la scuola. Chiunque fosse stato in quell’ufficio, Harry si sentiva pronto ad affrontarlo. Non permetteva a nessuno di usare impunemente il nome di Silente. Finalmente si trovarono davanti al passaggio che portava in ufficio. Era stranamente aperto. Presero a salire le scale a chiocciola che però in questa occasione non si mossero verso l’alto. Nel modo più silenzioso possibile e bacchetta alla mano si apprestarono alla porta. Harry la spalancò ma rimase immobile:

"Impossibile" disse. Entrando videro Silente intento a parlare col proprio ritratto appeso alla parete. Si girò verso i suoi ospiti:

"Oh, cari ragazzi, che gioia rivedervi, non che il mio ritratto non mi tenesse compagnia, ma a volte sembra più intelligente di me, forse anche troppo."

E così dicendo rivolse a tutti un sorriso ma questi erano ancora paralizzati per la sorpresa.

"Gradite una tazza di The?" Era decisamente lui, il solito egocentrico, fissato con le buone maniere.

" Professore" fece Harry " io l’ ho vista mori…" non riuscì a finire la frase.

" Morire Harry?" "Si, un fatto increscioso, vero?".

"Com’ è possibile che lei…?" continuò Harry.

" Mio caro ragazzo non ti ho insegnato niente? E se fossi un mangiamorte?"

Harry che aveva già intuito, con una grande gioia nel cuore gli chiese:

" Mi dica Qualcosa".

Silente non esitò: " Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre".

Harry sorrise e si accomodò su una delle sedie che Silente aveva fatto comparire per i suoi ospiti. Mentre serviva loro del The, Harry era impaziente si sapere cos’era accaduto, ma Silente non sembrava intenzionato a dare spiegazioni, ormai si era perso nell’elogio del suo servizio di porcellana. Harry cercava il momento giusto per interromperlo ma vide al suo fianco Draco alzarsi bruscamente e dire:

" Professore, mi dispiace tanto…" vide lacrime scendere sul suo viso.

Silente gli sorrise: " Ci sono cose che si possono non dire, ciò che è importante sono le azioni che scegliamo di compiere". Silente fu enigmatico come sempre, ma Draco sembrò più tranquillo e tornò a sedersi. Lo stesso fece Silente e guardando Harry disse:

"Hai portato avanti il compito che ti ho affidato?". Harry era così contento e sopraffatto dalla gioia che ritornare alla realtà fu un brutto colpo:

" Sì, professore" disse semplicemente. Ora che Harry era tornato in sé, prese coraggio:

"Professore, cos’è successo? Lei doveva essere morto." Per tutta risposta Silente:

" Non ti è ancora chiaro, Harry? Eppure se sei arrivato fin qui, dovresti aver compreso.

" Il Professor Piton, signore? fece Draco.

" Esattamente mio caro. È lui che vi ha avvertito di venire qua. Giusto in tempo direi, ho appena concluso i miei affari. Dove mi porti Sirius?" e rivolse a quest’ultimo un sorriso complice.

"Beh, nessun luogo è come casa. Andremo a Grimmauld Place, è il posto più sicuro" gli rispose Sirius.

Harry era sempre più confuso:

" Non ci ha avvertito Piton, è stato Peter Minus, che ora è morto".

" Il professor Piton ha sempre avuto un modo oscuro di portare a termine le missioni, ma c’è una ragione per tutto, Harry." Vedendolo sempre più furente e senza nessuna intenzione di muoversi nonostante si stessero tutti apprestando verso il camino con la metropolvere, Silente si decise a dargli le sue spiegazioni.

"Vedi Harry, la fiducia è uno dei più grandi doni che possiamo offrire a questo mondo. So che tu mi capisci" e così dicendo rivolse lo sguardo a Draco " il professor Piton mi ha avvisato del pericolo incombente. Preparandomi lui stesso una pozione" e addolcendo il tono di voce aggiunse " dal gusto assai sgradevole Harry, che ahimè ho dovuto assumere per lungo tempo, cosicché la sua bacchetta su di me non potesse sortire un potere pieno. Rendendomi quindi morto, solo temporaneamente."

Questa volta non solo Harry era sbalordito ma anche i suoi due compagni di viaggio. Si rifiutava di crederci nonostante fosse stato Silente a dirgli di fidarsi. Soprattutto però era preoccupato per Draco. Si era reso conto del suo sguardo triste e in qualche modo colpevole. Mentre si avvicinavano al camino per recarsi a Grimmauld Place, Harry sfiorò la mano di Draco, era l’unico segno di comprensione che poteva dargli in quel momento. Lui alzò gli occhi su Harry, ma nulla più. Insieme, loro quattro, presero la via per il quartier generale. Qui trovarono una persona che non erano ancora pronti a rivedere. Piton era in salotto intento a disfarsi di uno degli ultimi mollicci rimasti nascosti negli armadi. L’unico a parlare fu Silente che prese Piton da parte e andarono in cucina. Mentre Piton si allontanava, Harry gli vide rivolgere a Draco un’occhiata maligna. Non fece in tempo a chiedere spiegazioni che Sirius gli avvertì di dover tornare a Hogwarts e poi alla Tana per gli aggiornamenti e per dire loro dello spostamento in Grimmauld Place.

 

 

Continua...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Assestamento ***


Buongiorno a tutti!!! scusate il ritardo ma ero in vacanza. Grazie di cuore a Lake e fiamma90 per aver recensito.  Buona lettura...

 

 

Harry era rimasto immobile in salotto, indeciso su cosa fare. In quel momento voleva stare con Draco, riprendersi dagli ultimi avvenimenti e riposarsi. Benché nell’ultimo periodo le cose da fare per l’Ordine fossero poche, quei due giorni l’avevano sfinito. Draco invece aveva le idee ben chiare su ciò che andava fatto. Con passo spedito si avviò verso la cucina, poco prima però di varcare la soglia, si guardò indietro e vide Harry che lo fissava:

"Vieni con me per favore?"

Il moro lo seguì immediatamente. I due entrarono in cucina e videro Silente e Piton che stavano parlando. Draco si avvicinò a Silente ben intenzionato a evitare lo sguardo di Piton:

" Signore, vorrei chiederle…". Piton lo interruppe:

" Oh, ecco qui il fuggitivo, e col suo nuovo amichetto".

Il biondo non rispose ma continuò a fissare gli occhi di Piton, i quali sembravano voler incendiare all’istante il ragazzo che gli stava davanti. Harry fece per correre in soccorso di Draco ma non gli fu permesso da Piton, il quale si rivolse di nuovo al biondo con un sorriso beffardo:

" Perdona la mia curiosità, hai creduto veramente di essere riuscito a scappare, da me?".

Draco non esitò a rispondere: " L’ ho capito quando ho visto Silente" si interruppe brevemente e distogliendo lo sguardo dal suo professore continuò: "Ho capito che mi ha lasciato andare avendo intuito ciò che stavo per fare…cioè scappare lontano da lei". Sul volto di Piton tornò lo sguardo di disgusto con cui li aveva accolti pochi minuti prima.

Questa volta Harry fu più svelto. " Sembra quasi deluso da Draco. Lei, che per primo dovrebbe conoscere le difficoltà cui è andato incontro" ma Piton lo interruppe di nuovo:

" E’ ancora vivo. Data la sua ingenuità credo sia merito mio."

"Spero non se ne sia pentito" gli rispose Harry guardandolo con odio.

Draco che sembrò non aver gradito l’intervento di Harry andò a sedersi e iniziò a parlare:

" Cosa ne è stato di mia madre?"

Le parole gli si fermarono in gola e tutti compresero che quella era la sua più grande preoccupazione.

" Il Signore Oscuro non le ha fatto nulla, se è questo quello che ti preoccupa" gli rispose Piton "Per il resto, è profondamente delusa."

Draco senza dire altro si alzò e passando accanto a tutti, guardò ognuno di loro negli occhi e uscì.

Il moro in quel momento avrebbe voluto raggiungere Draco, ma sapeva che se l’avesse fatto avrebbe solo aumentato il disgusto di Piton per entrambi, ben conoscendo quanto poco apprezzasse le dimostrazioni d’affetto. Questo a Harry non importava, tuttavia sapeva quanto potesse dar fastidio a Draco perdere ulteriormente la sua stima. D'altronde aveva una devozione per Piton quanta lui ne aveva per Silente e sicuramente le ultime scoperte avevano già destabilizzato a sufficienza Draco.

Decise quindi di rimanere nella stanza con i due professori, quando sentì suonare il campanello e contemporaneamente uscirono dal camino diverse persone. In pochi minuti la casa era piena. C’era la famiglia Weasley al completo con Hermione, Sirius e Remus. Harry vide Piton amareggiato da quella compagnia, soprattutto quando il gruppo si avvicinò a Silente per sincerarsi delle sue condizioni, costringendo il professore di Difesa ad allontanarsi.

"Mocciosus" urlò Black vedendo Piton allontanarsi dalla confusione cui Sirius non aveva partecipato. Il professore lo guardò ma non disse nulla. Sirius gli andò incontro e quando a loro si avvicinò Remus, Piton si decise di parlare:

" Non ho avuto tempo di prepararti la pozione, temo che questo mese non sarà facile per te."

Remus e Sirius sorrisero, al contrario di Piton che aveva assunto il suo solito sguardo di superiorità:

"Non preoccuparti, durante la tua assenza abbiamo fatto buon uso delle boccette da chimico che abbiamo trovato a casa tua" disse Lupin e così dicendo videro Harry ridere mentre andava loro incontro.

Fu Remus a tornare serio per primo e rivolgere a Piton uno sguardo accusatorio:

"Come hai potuto uccidere Peter Minus?" disse brutalmente. A rispondergli però fu Sirius:

" Non ha più importanza ormai, ha fatto la fine che meritava".

Ma Harry e Lupin che avevano a cuore la libertà di Sirius si fecero più vicino a Piton costringendolo a indietreggiare. Harry aveva già la bacchetta stretta in mano ma a un certo punto sentì Remus gridare. Lupin era tra le braccia di Sirius e si stava trasformando in lupo.

Nel caos che quei pochi secondi avevano generato, Harry sentì Piton afferrargli un braccio: " Quando smetterai di mancarmi di rispetto?" gli disse.

Non riuscì però a continuare la frase che Harry si divincolò per andare in soccorso di Lupin. Quest’ultimo non era solo, accanto al lupo mannaro comparve Felpato. Insieme andarono ai piani superiori. Harry li seguì sapendo che ormai la pozione aveva fatto effetto e Lunastorta non avrebbe attaccato nessuno. Vide Lupin rannicchiarsi in un angolino. Pensò, Harry, che quella situazione lo avrebbe fatto soffrire per sempre, ma vide anche il suo padrino accucciarsi nei pressi della porta e sorvegliarlo. Rincuorato che Lupin stesse bene, prese a scendere le scale e a raggiungere gli altri.

 

Nel frattempo Draco era andato a sdraiarsi sul suo letto, era stanco e arrabbiato ma soprattutto si sentiva impotente. Si ritrovò a pensare agli ultimi avvenimenti e a quanto questi avessero cambiato la sua vita. Sapeva che sua madre lo disprezzava per quello che aveva fatto. Tuttavia non aveva resistito dal sapere da Piton se qualche cosa fosse cambiato. L’aveva vista, pochi mesi prima, in lacrime a casa loro e proprio mentre si era deciso di farsi vedere e fargli sapere che dopotutto stava bene, sentì una donna che la consolava. Era sua zia Bellatrix, le cui parole di conforto per la sorella non furono favorevoli a Draco. Egli si irrigidì nel nascondiglio dal quale stava osservando la scena, quando sentì sua madre dire che avrebbe preferito vederlo morto durante la missione piuttosto che avere un traditore per figlio. Di questo, Draco, non aveva mai parlato con nessuno, eccetto Harry. Proprio quel discorso, il far conoscere le sue ansie a Harry li aveva definitivamente avvicinati. Ancora, in quel momento, Draco sapeva che la loro storia sarebbe durata per sempre. Lì, disteso sul letto continuò a pensare e si ricordò dei primi giorni dopo il suo arrivo alla Tana. Non faceva che bearsi degli sguardi che gli concedeva Harry, anche solo quando quest’ultimo gli dava qualche incarico per conto dell’Ordine. Sentiva, ogni tanto gli occhi di Harry su di sé anche quando credeva che non lo avrebbe visto nessuno, ma si convinse che fosse solo una sua fantasia. Dovette ricredersi un giorno, mentre volavano dalla Tana a Londra. Durante il viaggio Draco si era offerto di scortare Harry insieme a Tonks. Standogli vicino, inavvertitamente, sulle scope in volo, si sfiorarono le gambe e Draco certo non si aspettava il caloroso sorriso che gli rivolse Harry. La sera stessa, approfittando del fatto che in casa erano rimasti solo loro due, protetti in teoria da Remus e Sirius, Draco, nel silenzio della casa era pronto a dichiararsi a Harry. Aveva passato tutto il giorno a pensare alle conseguenze di quel suo gesto. Il peggio che poteva capitargli, pensò, sarebbe stato un rifiuto. Sapeva poi che Harry, in qualunque modo l’avrebbe presa, non lo avrebbe cacciato dall’Ordine, o almeno era quello che sperava.

In cucina Draco chiamò Harry: "Posso parlarti?" gli disse.

"Certo" fu la risposta del moro,

" Speravo ti aprissi con me, so che è successo qualcosa con tua madre, è ora che ti liberi di questo peso."

Draco era incredulo, non era certo quello che si aspettava. Era abituato, ormai a considerarlo come l’unico in grado di leggergli nella mente, ma questa volta non era quello di cui aveva intenzione di parlargli. Tuttavia sentì i suoi occhi farsi umidi e le parole uscirono da sole. Senza rendersene conto raccontò a Harry ciò che quel giorno aveva sentito dire da sua madre. Gli raccontò anche altro, sentiva che in quel momento era al sicuro e soprattutto ascoltato e compreso da Harry. Parlarono per ore, di angosce per il futuro e di errori del passato. Uno dei quali la loro mancata amicizia. A quel punto Draco fissò intensamente Harry negli occhi cercando le parole giuste per dirgli finalmente quello che provava, ma fu anticipato dall’avvicinarsi del viso di Harry al suo e a quel punto sapeva esattamente cosa fare. Si baciarono e Draco sentì le sue paure svanire. Non era più solo, con lui c’era Harry, qualsiasi cosa il futuro gli riservasse, i due ormai erano legati, uno nella mente e nel cuore dell’altro.

 

Continua...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** La famiglia ***


Buongiorno a tutti! chiedo perdono per l'enorme ritardo. Prima cosa, grazie a lake per aver recensito, poi...Buona lettura!!!

"Contenuta evasione ad Azkaban". L’articolo della Gazzetta del Profeta annunciava il successo delle "Pattuglie di Merlino". Solo un detenuto dei pochi rimasti era riuscito a fuggire in seguito alla rivolta della notte precedente.

"Chissà chi è, non hanno detto il nome" disse Draco quando Hermione finì di leggere l’articolo ad alta voce.

"Credo nemmeno lo sappiano" disse Ron, con la bocca ancora piena di torta preparata da sua madre per la colazione. " Papà afferma che i nuovi guardiani sono dei novellini, non sanno gestire i prigionieri, né tanto meno sapranno chi è realmente rimasto all’interno. Sono neo assunti al Ministero e messi a sorvegliare Azkaban".

Ma un altro assassino in libertà non era certo un successo come affermava la Gazzetta.

L’orologio che ormai viaggiava da solo durante ogni viaggio per un incantesimo fatto da Hermione segnò il sig. Weasley allontanarsi dall’ufficio. La lancetta si fermò su "in viaggio". Ron ed Hermione stavano giocando a scacchi magici, la sig.ra Weasley come al solito stava per iniziare a cucinare. Harry odiava quei momenti in cui non poteva fare nulla. Avrebbe dato qualsiasi cosa per gioire di quella atmosfera familiare, ma sapeva di non poterselo permettere in un periodo, che per lui durava ormai da tutta la vita, così inquieto. Avrebbe voluto poter uscire, andare a cercare Voldemort piuttosto che rimanere chiuso in casa, anche se con lui c’era la sua famiglia. Anche Sirius sembrava irrequieto. Silente e Piton non facevano altro che discutere tra loro e spesso scomparivano senza avvisare nessuno. A rompere la routine di quei giorni fu Artur Weasley. Entrò in casa, sebbene fosse presto non era insolito il suo ritorno dal Ministero. Spesso si allontanava dall’ufficio per delle ricerche. Tuttavia comparve a Harry piuttosto ansioso. Si mise a sedere, si guardò intorno alla ricerca di qualcosa. Quando guardò in direzione del divano su cui c’erano Harry e Sirius, finalmente si alzò e andò loro incontro.

"Sirius… io non potrei, ma devo parlarti di una faccenda…puoi seguirmi nell’altra stanza? Disse balbettando. Black non aveva alcuna intenzione di nascondere quella conversazione, ma vedendolo così agitato lo seguì ugualmente in un luogo appartato.

Qualche minuto dopo il sig. Weasley tornò, e se fosse stato possibile, sembrava ancora più sconvolto di prima. Prese le sue cose e senza salutare nessuno, scomparve dentro al camino. L’orologio della famiglia lo segnò "In ufficio". Lupin, rimasto in disparte fino a quel momento, prese ad alzarsi faticosamente a causa dei dolori rimasti dall’ultima notte di luna piena e andò, nella direzione in cui i due erano scomparsi poco prima, alla ricerca di Sirius.

Quest’ultimo anticipò le mosse di Lupin comparendo sulla soglia. Sembrava sereno, per nulla turbato, all’opposto di come era apparso Artur poco prima. "Vi chiedo scusa dell’assenza" disse accarezzando il braccio di Remus, che gli era andato incontro, sospingendolo verso gli altri così che tutti potessero udirlo.

Sorridendo continuò il suo discorso: "Artur mi ha detto, all’insaputa del Ministero, che l’uomo fuggito da Azkaban è Regulus Black, niente di cui preoccuparsi."

L’ultima frase la disse in tono ironico, ma Harry non parve averlo intuito, mentre Remus, come tutti gli altri era rimasto a bocca aperta, lui iniziò a inveire contro l’apparente ingenuità del padrino.

Stava ancora urlando quando Lupin iniziò a ignorarlo e rivolgendosi a Sirius disse: "Ma… lui, insomma, è tuo fratello?".

"Già" disse Sirius: "Ti sei guadagnato un cognato."

Hermione come al solito riportò l’attenzione sulla questione più importante: "Due anni fa, dicesti a Harry che tuo fratello era un Mangiamorte. È proprio lui?"

"Così pare", gli rispose Sirius "Artur non ha avuto tempo di darmi tutti i dettagli ma sembra che quindici anni fa non fu assassinato da Voldemort o un suo servo come credevo."

Sirius sorrise lievemente ma Harry si accorse che i suoi occhi per un istante parvero spegnersi, era entrato in una dimensione tutta sua. Si riprese immediatamente ma Harry pensò che non era così sereno come voleva apparire, al pensiero del ritorno inaspettato del fratello.

Anche Lupin sembrava stranito, salì le scale e da lì scomparve. Poco dopo Sirius lo andò a cercare. Era nella loro camera, seduto sulla poltrona accanto al letto.

Quando la porta si aprì, Remus sembrava già sapere chi fosse: "Sirius, perdonami." disse con le lacrime agli occhi. "Non ho retto. Tu sei così forte, ma io ho paura... non bastava l’intero esercito di Voldemort da sconfiggere, non so se riuscirò a combattere anche tuo fratello. Gli altri penseranno che sono un debole. Tu penserai che sono debole" così dicendo senza prendere fiato, la voce gli tremò in gola a quelle ultime parole e abbassò lo sguardo dagli occhi di Sirius.

Per quella sincerità, Sirius non poté fare a meno di gettarsi vicino a Remus: " Tu non sei debole. Nessuno qui lo è."

Cercando di nuovo gli occhi di Lupin continuò: "Lo sai che ho paura quanto te. Non voglio perderti, neanche Harry. Siete la mia vita."

Rimasero abbracciati per un tempo infinito, i dubbi sulle proprie capacità scomparvero. Uniti erano più forti, e lo sapevano.

L’ora di cena si stava avvicinando e tutti aspettavano l’arrivo del sig. Weasley per conoscere i dettagli sull’evaso. Erano ormai tutti riuniti quando si sentì un tonfo provenire dai piani superiori. Nessuno ci fece caso perché Fierobecco era piuttosto irrequieto in quei giorni.

Poco dopo però, una voce allegra e sconosciuta chiamò: "Sirius, da quanto tempo!" Era Regulus. Il viso era stanco, i vestiti sgualciti, ma gli occhi, erano quelli del fratello. Vivi, caldi e intensi. Lupin e Sirius impugnarono immediatamente le loro bacchette e le indirizzarono contro l’intruso.

"Come hai fatto ad entrare?" urlò Lupin.

Neanche il tempo di ricevere una risposta, immediatamente dietro di loro si materializzarono Silente e Piton che subito proibirono qualsiasi incantesimo verso il nuovo Black. Nella confusione che si era creata, Sirius decise ugualmente di disarmare il fratello e lo immobilizzò. Anche se l’ordine era arrivato da Silente, tutti si sentirono più sicuri ora che il nuovo arrivato non poteva più muoversi.

Rivolsero lo sguardo verso i due professori. Furente, Sirius si rivolse a Silente: "Quello è un mangiamorte" gli urlò.

Fu interrotto quando il preside gli disse di calmarsi: "L’abbiamo portato qui con noi" disse con la solita calma.

"Ma professore" intervenne Harry "E’ scappato da Azkaban".

"Lo sappiamo e il merito credo sia di Severus". Gli rispose Silente.

Piton rivolse a Harry il solito sorriso sarcastico. I due professori, uno accanto all’altro, finalmente si mossero e Piton andò a liberare Regulus e lo accompagnò a riposarsi sul divano. Ancora increduli e spaesati, Sirius e tutti gli altri aspettavano solo che qualcuno potesse dare loro una spiegazione.

Silente avvertì quel bisogno e chiese a tutti di accomodarsi per ascoltarlo.

"Bene, avete delle domande?" disse allegro. Ma nessuno parlò.

Sorridendo lievemente iniziò: " In questi giorni io e Severus eravamo alla ricerca di un oggetto e dopo molta fatica l’abbiamo trovato. Ad Azkaban.

Come potete immaginare non è stato difficile entrare"

"Ma hanno trovato ugualmente un problema" interruppe Regulus sorridendo amaramente, ma abbassò lo sguardo quando tutti si volsero verso di lui.

Silente allora continuò: "Si, esatto. Regulus ci aveva appena preceduto. Né io, né Severus sapevamo chi fosse. Appena ci vide però ci consegnò l’oggetto e ci disse che avremmo dovuto consegnarlo a Harry."

Dopo un attimo di silenzio intervenne Hermione: "Ma, signore,non poteva farlo lui stesso?"

Silente le sorrise dietro gli occhiali a mezza luna: " E’ così che abbiamo capito. Non aveva alcuna intenzione di fare del male a qualcuno. Regulus ci disse che preferiva rimanere lì dov’era ora che la sua missione era conclusa perché della famiglia Black ormai non restava più nessuno. L’unico cui aveva voluto bene era suo fratello ed era fuggito da lì pochi anni prima e pensava che ormai fosse morto. Dopo avergli spiegato la situazione, Severus l’ ha portato qui."

Piton prese la parola e col suo tono mellifluo continuò: "Volevamo nasconderlo per qualche ora, per potervi spiegare la situazione ma" e qui fece una pausa " si sa che la famiglia Black non riesce a rispettare le regole."

Nessuno osò parlare per qualche secondo, finché Hermione prese la parola: come facciamo a fidarci di lui?".

"Beh, vedi, se fosse davvero un Mangiamorte non avrebbe cercato di aiutare Harry" le rispose Silente.

"aiutato, ma come?" continuò la ragazza.

Quando Sirius vide che Silente non intendeva rispondere alla domanda, si rivolse a Regulus: " Perché volevi aiutare Harry?"

Quasi in lacrime e moderando a fatica la voce per non singhiozzare gli rispose: "Non sono un Mangiamorte, o quasi. Ho eseguito gli ordini di Tu-Sai-Chi ma non ho mai ricevuto il marchio. Quando mi dettero la prima missione importante non ebbi il coraggio di eseguirla e per paura che il potere del Signore Oscuro potesse soggiogarmi e costringermi a compierla mi consegnai ad Azkaban. A quel tempo avevo commesso solo qualche piccolo reato ma, si sa, i tempi erano oscuri…" fece un sospiro e poi riprese: " mi arrestarono. Sui giornali furono scritte le cose più terribili su di me, finché mi dettero per morto."

"Ma come hai fatto a sopravvivere lì dentro?" gli chiese nuovamente Sirius. "fu il mio cambiamento, quando volevo" e l’ultima parola la urlò in forza di una vitalità che lo stava colmando "essere un Mangiamorte, avevo udito molte cose e decisi poi di approfittarne. Ad Azkaban mi creai una missione per potermi redimere. Così non permisi alla mia mente di impazzire. Anche tu mi hai aiutato, sai Sirius?" disse sorridendo per la prima volta. " Sentivo tutto. Pochi giorni dopo il mio arrivo sentì che ti avevano catturato e sapevo che anche tu eri innocente e la tua vicinanza mi diede forza. Poi qualche mese fa ho letto su una pagina di giornale abbandonato che il mondo aveva trovato in Potter il Prescelto. Così decisi che era tempo di agire. Fortunatamente dopo la tua fuga, Azkaban non era poi così tetra e soprattutto era facile scappare. Mentre i miei compagni se ne andavamo io potei finalmente girare per la prigione e compiere la mia missione. Ci ho messo sedici anni, ma ce l’ ho fatta. Non sai quanto io sia felice di sapere che stai bene, Sirius." E così, non riuscendo più a trattenere le lacrime, si abbandonò ad un breve pianto.

 

Continua...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Le verità ***


Ciao a tutti. Questo è l'ultimo capitolo. Buona lettura!

Harry era preoccupato, nello stesso momento però era contento per il suo padrino. Si ricordò di come lui fosse stato felice, di aver incontrato Sirius anni prima e di aver trovato una persona da poter definire come la sua famiglia. Immaginò la felicità di potersi riunire con il proprio fratello. Sapeva che Lupin sarebbe già stato preoccupato per Sirius abbastanza per entrambi. Decise di non indagare con Felpato o insinuare perplessità, per l’arrivo di Regulus. Lupin li stava spiando da quando i due si erano appartati per chiacchierare tranquillamente. Erano seduti a discutere e Sirius sembrava sollevato, quasi allegro. Entrambi si misero a ridere. Regulus gli stava raccontando di come l’avesse fatta franca una volta con la loro madre, incolpando Sirius per aver fatto un buco nel muro della loro camera nel tentativo di provare uno Schiantesimo. Lupin benché distante non distolse lo sguardo da Regulus, anche Harry d’altronde faceva finta di non ascoltare e di essere concentrato sul suo libro sul quidditch, ma le orecchie erano puntate sui due fratelli. Quando questi ultimi decisero di riunirsi agli altri, Lupin era ben deciso a non nascondere i suoi dubbi e ad affrontare Sirius il prima possibile. Sirius parve notarlo subito e allontanò Lupin. Gli occhi di Sirius cambiarono, la luce giocosa parve scomparire per poi tornare quando ancora una volta rievocò i tempi passati con Regulus in quella casa. Regulus, certo si accorse dell’astio nei suoi confronti e, se fosse stato per lui non avrebbe accelerato i tempi, avrebbe aspettato con pazienza che tutti si convincessero della sua onestà ma non voleva che a soffrire fosse Sirius. Decise così, di affrontare Remus e di chiarire la situazione. Approfittando della cena, silenziosamente Regulus prese posto proprio davanti a Lupin e iniziò a fissarlo intensamente. Remus, certo non perse l’occasione di sfidarlo, si guardarono intensamente e con astio per un periodo che sembrò interminabile ma la signora Weasley, per paura che succedesse qualcosa in casa, si precipitò a distrarli. Appena questi la notarono avvicinarsi abbandonarono qualsiasi piano per dimostrare chi di loro odiasse di più l’altro. Regulus, accertatosi di avere la sua piena attenzione, iniziò. La premessa era di rendere chiara la sua redenzione, il suo pentimento. Lupin, però non sembrava intenzionato ad ascoltarlo e lo interruppe quasi subito:

" Voldemort non si lascia sfuggire un traditore, come puoi essere ancora vivo? Karkaròff è durato un anno e sarà stato fiero di aver stabilito un record di sopravvivenza tra coloro che hanno tradito il loro signore. " disse tutto d’un fiato.

" Nessuno sa che sono vivo..." tentò di ribattere ma fu nuovamente interrotto.

" Tu sei ancora un Mangiamorte!" fece Lupin.

Regulus tramortito da quell’odio non sapeva cosa dire e Lupin ne approfittò e incalzò le accuse:

" Sarebbe un caso che il fratello del padrino del Prescelto si ripresenti nel momento cruciale? Altrimenti perché anni fa ti avrebbe scelto?" gli urlò con tutto il fiato che aveva in gola, tremando per quello che aveva detto. Sapeva di avere addosso gli occhi di Sirius e quello che aveva detto poteva essere ingiusto, ma era una questione troppo importante da chiarire, ed era soprattutto preoccupato per la cieca fiducia, riposta così velocemente in Regulus.

Mentre Sirius se la prendeva con Remus per il suo comportamento, Regulus raggelò tutti:

"E’ vero, Lupin ha ragione".

Con gli occhi sbarrati, il lupo mannaro era incredulo, si stava già sentendo in colpa per la sua aggressione, e invece…Regulus prese a spiegare, data l’incredulità sul volto dei presenti.

"E’ come dici tu, ma non è più la realtà ormai.

Sono stato scelto anni fa, dal Signore Oscuro per portare a termine una particolare missione, ma ora è tutto differente. La mia prima missione consistette nell’ingannare Sirius, è la verità. Dovetti dimostrarmi degno della sua fiducia per farmi rivelare il luogo in cui i Potter si sarebbero nascosti. Obbedì al mio signore. L’ostinata diffidenza di Sirius però mi fece riflettere, ed io vacillai. La mia missione procedette lentamente, anzi la interruppi completamente. Questa mia decisione si rivelò poi fatale. Purtroppo ciò che successe durante la mia assenza l’ ho appreso solo recentemente. All’epoca, avevo osservato mio fratello ed ero sicuro che nessuno sarebbe riuscito a estorcergli alcuna informazione a parte me e così mi rifugiai ad Azkaban, così da garantirmi sicurezza ma soprattutto in modo da trovare ciò che stavo cercando, perché ero a conoscenza della voglia d’immortalità di Voldemort" e così dicendo indicò l’urna che Silente aveva deposto con cura sul tavolo.

Tutti guardavano Regulus perplessi, Hermione, però chiese:

" Perché proprio tu? Voglio dire, Peter Minus poi ci è riuscito" e guardò nervosamente Harry. Regulus continuò:

" Vedi, tra parenti si crea un forte legame e tra maghi questo è rafforzato dalla magia, come Harry sa già e Voldemort era deciso a utilizzare qualunque metodo per portare a termine il suo piano. Benché non facesse molto affidamento su questo tipo di magia antica, mandò me per primo nella speranza che Sirius si confidasse e mi rivelasse il nascondiglio dei Potter. Ma io abbandonai il mio compito e credo che Voldemort tornò a sottovalutare il legame magico tra fratelli, sbagliandosi, perché Minus portò a termine la sua missione solo per errore."

"Già, perché fui io a convincere James a scegliere Codaliscia come custode segreto." Intervenne Sirius con gli occhi velati di lacrime.

Silente, benché contento che la questione fosse risolta, o perlomeno tale la giudicò visto il silenzio che era calato, si alzò in piedi e attirò l’attenzione su di sé:

" Desidero comunicarvi, uniti ora come siamo, dell’importanza di portare a termine la nostra missione" girandosi verso Harry il preside continuò: " Mi hai detto di aver lavorato sul tuo incarico Harry, ed è giunto il momento, ora che abbiamo l’urna, di porre fine a questa storia."

"Si, signore" gli rispose Harry " abbiamo trovato due horcrux, la coppa e il medaglione, li vado a prendere."

" Abbiamo? Tu e…" il preside lasciò in sospeso la frase ed Harry la finì " Io e Sirius, professore."

" Ottimo, ottimo" disse lui " sono lieto di sapere che non eri solo." E così dicendo guardò Sirius allegro. Harry tornò e pose i suoi horcrux vicino a quello di Silente, scrutandolo con curiosità.

" Ti chiederai perché quest’oggetto, vero?" Harry annuì.

" Beh, vedi " continuò il professore " quest’urna raccoglie pezzi delle anime perse di Azkaban, non molti ne sono a conoscenza perché si è creata spontaneamente. La mole delle anime e la brutalità con cui queste sono strappate dai corpi dei prigionieri ha creato quest’urna. Lord Voldemort, evidentemente trovava divertente unire un frammento della sua anima con quelle dei suoi seguaci ormai caduti. Ma sono solo supposizioni le mie. Tuttavia dopo averlo esaminato io e il professor Piton abbiamo appurato che si tratta proprio di un horcrux, che la mia sia fortuna o bravura non sta a me dirlo" e fece l’occhiolino a Harry al di sopra delle lenti a mezzaluna sfoderando un sorriso da ragazzino.

" Harry, " disse Silente abbassando il tono di voce e accompagnandolo lontano dalla folla per parlare privatamente " Desidero domandarti scusa"

"Di cosa?" fece Harry perplesso.

" Mio caro, di averti, in un certo senso abbandonato con la mia morte, è stato necessario, lo capisci? Nella battaglia che stiamo per affrontare di certo Voldemort non si aspetterà la mia presenza"

Abbassando lo sguardo dal viso di Silente, Harry lo interruppe: " Ma professore, perché non mi ha avvertito?" anche se si sentiva un po’ infantile, era da molto che si poneva questa domanda. Silente gli rispose con voce ferma e rassicurante: " Sarebbe stato troppo pericoloso, con la Legilimanzia avrebbero potuto scoprire la verità. Ed è stato anche per questo che ho aspettato tanto a tornare da te. Dovevo prima assicurarmi di sapere dove fosse l’urna e che tu fossi al sicuro con i tuoi amici. A quel punto pregai il professor Piton di avvisarti di venirmi a prendere cosicché il vostro shock nel vedermi potesse essere minore piuttosto che vedermi piombare in casa vostra. Come ben sai, però il piano non è andato come previsto e purtroppo il messaggio è stato recapitato in modo rocambolesco. Il professor Piton, sfortunatamente, è stato costretto a lottare contro Peter Minus perché aveva scoperto ogni cosa e intendeva avvisare Voldemort. Puoi immaginare chi fu sconfitto" continuò Silente " e il professor Piton riuscì con una pozione a costringere Minus a recapitare il messaggio per te, lasciandolo in casa sua, sicuro dei numerosi sopralluoghi che sarebbero stati fatti dall’Ordine a Spinner’s end."

Dopo un attimo di silenzio, Harry con le guance arrossate per la rabbia rispose. " Quindi lei afferma che non è stata colpa di Piton se Minus è morto e con lui la speranza di rendere finalmente Sirius libero."

"Vedi Harry" rispose Silente" il professor Piton è stato costretto a duellare. Ma nonostante questa perdita, potremo in ogni caso riabilitare il nome di Sirius." Silente guardò negli occhi sbalorditi di Harry e continuò: "Si, useremo il pensatoio, faremo vedere tutti i nostri ricordi riguardanti la sua innocenza al Primo Ministro. Come sai è difficile, se non impossibile, alterare i ricordi senza lasciare tracce. Quindi i nostri pensieri saranno accolti come prove inconfutabili e soprattutto dopo aver sconfitto Voldemort, nessuno dubiterà della lealtà di chi ha combattuto contro di lui."

"E’ così sicuro che vinceremo, allora?"

Silente gli sorrise e con un cenno del capo annuì.

Si riunirono agli altri che nel frattempo li stavano aspettando ansiosi e Silente continuò il discorso interrotto poco prima: " Bene, dopo aver distrutto questi oggetti" disse guardando tutti negli occhi "non ci resta che dedicarci a Nagini e Lord Voldemort e sono sicuro che li troveremo insieme."

 

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E così era stato. La lotta era stata tremenda, all’ultimo sangue, ma l’unico a scorrere fu quello di Tom Riddle. Una luce verde lo colpì in pieno petto e Tom, privo ormai della sua anima si accasciò di fianco al corpo immobile di Nagini. I Mangiamorte al suo fianco scomparvero all’istante. Si nascosero, forse, nella speranza di risorgere, così come il loro signore aveva già fatto una volta. Questo però, Harry era sicuro, non sarebbe più accaduto. E per quanto riguarda i Mangiamorte, ormai questa era una faccenda del Ministero.

Alcuni mesi dopo, ognuno nelle proprie case, ognuno con le proprie famiglie, tutti erano felici e per la prima volta da anni potevano guardare al futuro senza angoscia. In Grimmauld Place, Remus e Sirius attendevano l’alba nel loro letto, stretti in un caldo abbraccio a ridere e chiacchierare. Nell’altra stanza Draco e Harry erano profondamente addormentati uno di fianco all’altro. Ormai ad attenderli c’erano solo lunghe giornate da passare insieme. Giorni dopo, i quattro si recarono in visita dai Weasley.Harry, Draco, Hermione, Ron, Ginny, Bill, Fleur, Charlie, Sirius, Lupin, Fred e Gorge erano tutti in una stanza alla Tana a ridere e scherzare nell’attesa delle lettere di Hogwarts che comunicassero loro i libri da prendere per il loro ultimo anno e Harry vide con gioia che il nuovo insegnante di Difesa contro le arti oscure era Lupin. Benché già grandi, il preside Silente impose a tutti coloro che non avevano potuto completare gli studi, di terminare la scuola.

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Hogwarts era così bella da lontano. Si poteva ammirare in tutto il suo splendore. Lo sfondo del cielo che da azzurro diventava del colore della notte, lo rendeva ancora più magico e bello. Harry sentiva l’umidità e l’odore degli alberi scendere nei polmoni e non desiderava altro che vivere lì per sempre, nei pressi della stazione, che dava una visuale di Hogwarts magnifica e gli faceva avvertire tutto ciò che di più bello al mondo c’era. Avrebbe vissuto lì davvero se Hermione non lo avesse spinto su per le carrozze con Draco e Ron al suo fianco. Ancora pieno della sensazione di benessere sì ricordò che tante esperienze, odori e sensazioni lo attendevano, perché lui, finalmente era tornato a Hogwarts.

 

 

 

Fine.

Grazie a tutti per aver letto la mia storia e per aver commentato...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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