Il lato tenero di Amaimon II [ Storia sospesa a tempo indeterminato. I'm sorry ]

di Girasolefelicissimo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il giardino segreto ***
Capitolo 2: *** Azazel..? ***
Capitolo 3: *** La casa di Mephisto ***
Capitolo 4: *** Loro hanno un piano ***



Capitolo 1
*** Il giardino segreto ***



-Ooh.. Quindi è quella la ragazzina, eh?- Sghignazzò, per poi alzarsi. -Allora, mi diverterò un mondo..-
 
 
Mattina, erano le sette precise. Suona la sveglia. Mozart. Le piaceva molto la sua musica, ne era appassionata, conosceva tutte le sue opere. Cliccò un tasto e la sveglia si spense.
Si alzò dal letto stiracchiandosi. Capelli scombinati, la frangetta sembrava un cespuglio e il pigiama bianco con i pallini verdi era tutto storto, poichè quella sera nelle coperte si era girata
parecchie e parecchie volte. Si sbottonò la camicia a maniche lunghe e se la sfilò con lentezza. Appena tolta, un brivido gelido la pervase e si irrigidì con le spalle. In fretta prese la maglietta
bianca a maniche lunghe e se la mise, poi prese il jilet di lana rasata a giromaniche di un giallino chiaro e si mise anche quello. Infilandoselo, la lana le fece elettrizzare ancora di più i capelli.
Si levò anche il pantalone del pigiama e di nuovo venne presa da quel vento gelido. Prese le calze bianche e se le alzò fin sopra il ginocchio, afferrò la gonnellina rosa e si mise anche 
quella. Prese la borsa che aveva affianco al letto e si avviò verso la cucina per fare colazione. 
-Oggi ho troppe cose da fare, purtroppo non potrò andare a trovare Amaimon.- Pensò tra se e sè. Mentre finiva di bere il suo succo alla mela. Gettò il bicchiere nel cestino e si avviò  verso l'accademia.
La strada era affollata, macchine che sfrecciavano velocemente e i marciapiedi brulicanti di persone. A mala pena sapeva dove mettere i piedi e quindi decise di prendere una scorciatoia che in pochi conoscevano. in effetti, fece più in fretta. Camminava a passo svelto e stare da sola, in mezzo a quella stradina isolata non le dava problemi.
Era arrivata a scuola, nessun problema, tutto come al solito. I professori iniziarono con le lezioni e lei, come al solito seguiva attentamente parola per parola tutto ciò che dicevano, senza 
dimenticare di prendere appunti.
 
 
-Mhmm..- Guardava l'orologio che aveva rubato a suo fratello. Un orologio da taschino, era di un oro molto luminoso che col tempo si era un po' inscurito, ma si portava ancora bene, con sopra 
intagliati dei riccioletti e al centro l'epoca in cui era stato progettato "XIX" e dietro, gli stessi riccioletti, con al centro però le iniziali del fratello "M. P." Scritti in una maniera bizzarra.
Era l'unico oggetto che aveva catturato la sua attenzione, era l'unico oggetto non effemminato che possedeva il fratello, ora che ci faceva caso. -E' tardi..- Disse con leggera tristezza, posando nella tasca dei pantaloni l'orologio e  alzandosi in piedi sul ramo. 
 
-Amaimon!- Gli urlò subito contro il fratello, non appena mise piede in ufficio. -Si? Aniue?- Chiese incuriosito.
-Dove l'hai messo?- Gli chiese, cercando di tenere i nervi saldi e mantenendo un tono di voce basso.
-Uhm? A cosa ti riferisci?- Domandò, andando verso il cassetto dei dolci. Mephisto si mise davanti al cassetto e lo bloccò. -L'orologio Amaimon. L'orologio.-
-Quale orologio?- Richiese con indifferenza. Mephisto sapeva di non dover urlare o altro, o Amaimon per  dispetto non glielo avrebbe più ridato. -L'orologio, che stava nella mia stanza, quello che avevo lasciato fuori al cassetto del mobile.-
-Aah.. Quello.- Rispose, mentre fissava il cassetto, bloccato dalla presenza del fratello. Capii che non avrebbe potuto ottenere i dolci se non glielo dava e quindi frugò nelle sue tasche, tirando fuori il piccolo oggettino, per poi porgerglielo. Mephisto diede un sospiro di sollievo e posò l'oggetto alquanto prezioso nella tasca dei suoi pantoloncini a pouf. Si spostò dal cassetto e Amaimon ci si fiondò contro, prendendo tutti i tipi di dolci possibili.
 
 
Lezioni finite, finalmente. Dopo tutte le lezioni che aveva avuto, finalmente stava tornando a casa. Non aveva le forze necessarie per passar a trovare Amaimon. Ormai si trovava all'ultimo
anno, e le lezioni, compiti e tutto il resto aumentavano a dismisura. Camminava lentamente per la stradina isolata, le si chiudevano gli occhi e se ogni tanto non si dava uno schiaffetto sul viso
rischiava di addormentarsi per strada. Sbadigliava senza sosta e improvvisamente, da una stradina buia si sentii un trambusto incredibile. Si voltò verso destra, da dove aveva sentito il rumore e strizzò gli occhi, cercando in qualche modo di vedere cos'era stato a provacare quel fracasso. Che fosse stato un gatto, lo aveva escluso. Un gattino non poteva. Si addentrò nella stradicciola per metà e appena vide che non c'era un bel niente, ma solo un cassonetto dei rifiuti con degli scatoloni, diede le spalle alla stradicciola e stava per tornare sulla sua strada, quando sentii uno spostamento d'aria. E bello forte. Deglutì e si voltò lentamente.
Una strana forma c'era a pochi passi da lei. Cercava di focalizzare, ma l'ambiente era troppo buio. La strana figura si avvicinava sempre di più ma lei non indietreggiava. Un piccolo fascio di luce
illuminò appena il volto dell'essere e Natalie strinse compulsivamente la cartellina. -Amaimon..- Disse con tono freddo.
-Ciao Natalie! Sono venuto a trovarti!- Le disse con nonchalance, mentre addentava un lecca-lecca.
-Potevi farlo in una maniera un po' più normale, mi hai fatto prendere un colpo.- Disse, mentre allentò la presa dalla cartellina e tornò sulla strada illuminata. -Perchè scusa? Ti ho spaventata?-
Le chiese, mentre si mise affianco a lei. -Beh, un pochino si.- Gli confessò.
-Ma dovevi sapere no, che ero io..-
-Che centra? Anche se uno ti conosce non è detto che ti può riconoscere nel buio.- Amaimon rimase indifferente, continuando a camminare insieme a lei, comunque convinto che avesse ragione lui. -Comunque, come mai stamattina non eri venuta?- Le chiese.
-Le prime lezioni erano parecchio toste e dovevo anche arrivare in anticipo, altrimenti in mezzo alla folla mi sarei persa e sarei arrivata in ritardo.-
-Ma perchè per te è così importante arrivare in anticipo? Che fai un po' di ritardo che può mai succedere?-
-Arrivare in ritardo, significa perdere l'inizio della lezione, e perdere l'inizio della lezione significa che dovrei studiare ulteriormente, per non parlare di come ti sgridino i professori quando sei in ritardo, e se sei sfortunato, ricevi anche una bella nota di demerito.- Amaimon la fissava perplesso, aveva perso il filo del discorso.
-Aah, capisco.- Annui leggermente. Fingendo di aver capito. -Comunque, ero venuto qui per portarti in un posto.- Si fermò.
-Un posto? E quale sarebbe?- Chiese incuriosita, fermandosi a fissarlo. 
-Un posto segreto.- L'afferrò per il braccio attirandola a sè e la prese in braccio. -Oplà!- Disse, mentre fece un grande balzo verso il tetto di una casa. 
Ormai Natalie ci era abituata ai suoi salti, e mentre Amaimon saltellava per i tetti, lei si guardava attorno, tenendosi lo stesso stretto a lui.
La posò per terra e lei fissò il cancello a cui si ritrovarono davanti. Era parecchio alto, non molto grande ma neanche troppo piccolo, era argentato e attorno alle sbarre c'erano delle rose 
rampicanti, con delle rose non ancore sbocciate e attorno a questo cancello c'era un muro di mattoni di color beige, ricoperto dalle rose rampicanti.
-Dove..- 
-Spingilo.- Non le fece finire la frase e le indicò con l'indice il cancello. Natalie, un po' perplessa, si avvicinò al cancello e facendo attenzione a non toccare le spine spinse il cancello ed esso si aprì lentamente. Una lunga distesa di verde appariva davanti ai loro occhi. C'era un piccolo sentierino, con delle mattonelle beige scuro e bianche, a modi scacchiera.
C'erano un paio  di alberi di ciliegio e al centro del giardino, una grande e maestosa quercia, con attorno diversi tipi di fiori, rose, tulipani, margherite,  gigli molti e molti altri fiori dai mille colori. Natalie era rimasta a bocca aperta, mai aveva visto una cosa del genere, le sembrava uno di quei giardini incantati. -M-Ma..- Era senza parole e Amaimon, che le era di fianco la fissava.
-Ti piace?- 
-S-Si..- Rispose, mentre continuava a guardare quel posto magnifico. -Ma come.. Cioè..-
-Ah, non è stato niente di che.- Le confessò mentre fece cenno di seguirlo.
-Sei stato tu?- Chiese incredula.
-Mhm.. Diciamo di si..- Si sedette per terra, vicino alla quercia poggiandosi con la schiena a gambe incrociate. Si diede dei colpetti alla coscia, facendole capire che doveva sedersi. 
Gli andò incontro e si sedette in mezzo alle sue gambe e poggiò la nuca sulla sua spalla. -E' veramente bello- Disse infine per poi socchiudere gli occhi, mentre Amaimon le accarezzava con 
delicatezza i capelli, facendo attenzione a non graffiarla con le sue unghie di quasi dieci centimetri.
Natalie subito cadde in sonno, la presenza di Amaimon, la faceva sentire sicura. "Come può un Demone far sentire al sicuro una persona?" Si chiedeva qualche volta. 
Amaimon la osservava, la pelle candida come la neve, i capelli biondi e gli occhi chiusi, mentre respirava lentamente. Il suo calore, sentiva il suo calore su di lui, lui che era gelido.
Vedendo che si era addormentata e che non si svegliava, la prese dolcemente in braccio e senza far movimenti bruschi la riportò a casa. Entrò dalla finestra che la 
ragazza lasciava sempre aperta e poggiandola delicatemente sul letto, le mise addosso delle coperte.
 
 
-Visto quant'è diventato patetico? Regalare un posto del genere a un comune mortale.. Hahaha!-
-Non si sarà davvero affezionato spero..-
-Credo di si, non vede, signore, che utimamente ha finito con le distruzioni? Con i terremoti... Ha persino perso interesse nell'uccidere le sue vittime!-
-Mhmm..- Mugulò per un po', fissando il figlio. -Eliminate la ragazza. Ma davanti ai suoi occhi, così forse, si riprenderà. E tornerà quello di un tempo.-
-Come desidera..- Fece un lieve inchino e se ne andò. -... E anche questa è fatta ..-  Pensò, mentre accennava un ghigno diabolico.
 
 
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Angolo dell'autrice:
 
Helloooooo! Ve lo avevo detto o no che questa storia non era finita? Haha! So che come primo capitolo, è un po' moscio, ma non pensate che sarà sempre così! Da questo in poi, tutta
la storia prenderà una bella piega! Di mistero, amore e combattimenti! E forse qualcos'altro ancora.. Quindi, spero che mi seguirete anche nel secondo capitolo! (Dopotutto, che vi costa)
E ditemi di cosa ne pensate di questo capitolo, che sò, ditemi, siete felici che la storia continui, oppure, che sò, siete curiosi.. di scoprire chi è quell'essere diabolico? Hehe..
Alla prossima! E mi raccomando, recensite! ^o^
 
Aloha!

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Capitolo 2
*** Azazel..? ***


Erano nel giardino segreto, il loro.
Natalie stava stesa a pancia in giù sul prato verde a svolgere i propri compiti, mentre Amaimon era appeso a testa in giù sul ramo di un albero e a parlarle, mentre mangiucchiava un pacchetto di patatine.
Tra la calma e la tranquillità, iniziò a soffiare un vento gelido e il cielo s'inscurì di poco.
-Oh no..!- Esclamò la ragazza, prendendo i libri. 
Piccole goccioline iniziavano a cadere dal cielo. Si riparò sotto l'enorme quercia e iniziò a piovere, con un paio di fulmini che squarciavano il cielo. -Ma bene..- Sospirò, stringendosi al petto i libri.
Il verde, si posizionò meglio sopra l'albero e si mise a sedere, guardando come velocemente tutto si bagnava attorno a lui. Diede una veloce occhiata alla ragazza, che aveva starnutito.
Si vide una figura in lontananza.
Amaimon assottigliò lo sguardo, per vedere meglio chi fosse per poi sgranare gli occhi, scendendo dall'albero e posizionandosi davanti alla ragazza, facendola indietreggiare.
Natalie, che neanche aveva visto quella figura, andò a sbattere contro il tronco dell'albero, per il gesto improvviso del verde.
-Amaimon..- Sussurrò con lieve dolore alla testa, mentre se la massaggiava. 
La figura, in lontananza, gli sorrise, per poi sparire dalla sua visuale. 
-Kyaa!- Urlò la ragazzina, mentre qualcuno da dietro la afferrava per i capelli, tenendole ferma la testa con un braccio. Amaimon si voltò di scatto, incupendosi e fissò male la ragazza dietro Natalie.
-Lasciala.- Le ordinò.
-Oh-oh Amaimon, da quanto tempo che non ci vediamo.- Gli sorrise maligna, facendo ondeggiare la propria coda a destra e a sinistra. -Mi sei mancato..- Disse, poggiando il mento sulla testolina bionda della ragazza.
Aveva dei capelli neri e ondulati che le arrivavano fino alle spalle, con una frangetta che le copriva appena gli occhi giallini, un vestitino nero parecchio corto con dietro 
un grosso fiocco e molto scollato in petto, degli stivali con tacco alto, anch'essi neri, delle calze bianche e infine un paio di guanti lunghi fino al gomito, merlettati.
-Sai quanto me ne frega?- Esclamò il Demone. La ragazza ghignò, stringendo appena con il braccio il collo di Natalie. 
-Però di lei, te ne frega..- Il verde ringhiò appena. -Calmino.. Voglio solo..- Si passò la mano sulla coscia, e prese dal reggicalze un coltellino. -Ucciderla..- Ondeggiò la piccola arma a destra e a sinistra.
Strinse i pugni, tenendo le mani lungo i fianchi. Non poteva agire d'impulso, o Natalie sarebbe rimasta ferita. -Che diavolo vuoi?- Le chiese, trattendo l'impulso di attaccarla.
-Uhm? Io? Ah, niente di che, solo la testa di questa adorabile ragazzina..- Puntò la lama del piccolo coltello contro la giugulare della ragazzina. -Hai maltrattato il mio fidanzato.. Quindi sarebbe più che giusto che io maltratti la tua fidanzata, no?- Accennò un sorriso perverso e sadico, mentre Amaimon sgranava gli occhi, lievemente shoccato.
Non poteva rimanere lì, imbambolato ancora a lungo o l'avrebbe fatta fuori sotto i suoi occhi, quindi si scagliò contro il suo braccio, graffiandolo e ficcandole il suo stesso coltello nell'avambraccio, per poi prendere Natalie in braccio e darsi alla fuga. Non voleva duellare con quella Demoniessa in presenza di Natalie, sarebbe potuta rimanere ferita!
La portò a casa, passando dalla finestra della sua camera.
-Chi era?- Gli chiese subito Natalie.
-Chi?- Rispose il verde.
-Sai benissimo chi!- Si posò le mani sui fianchi, aggrottando le sopracciglia.
-Aah..-
-Già.. Aaah! Allora?- Amaimon sospirò. 
-Lei è Lamia.. È un Demone.-
-Beh, diciamo che me ne sono resa conto, dato che aveva coda e corna. E cosa voleva da me?-
-Voleva ucciderti.- Disse con apatia.
-Lo avevo notato. E perchè?-
-Perchè io ho maltrattato il suo fidanzato. Azazel. Ti ricordi di lui?- Natalie sentendo quel nome rabbrividì da capo a piedi, ricordandosi tutto ciò che le aveva fatto. 
-Si.- Rispose breve, stofinandosi le spalle.
-E adesso si vuole vendicare.. Anche se qualcosa non mi torna..- Si massaggiò il mento, iniziando a parlare tra se e sè ad alta voce.  -Se Azazel è ancora in vita, perchè è Lamia a volersi vendicare? Ok, sarà pure una vendetta personale, ma se c'è uno che si vuole vendicare, quello è Azazel!- Mugulava, perplesso senza capire.
-Amaimon, il problema adesso non è di chi si voglia vendicare, ma quello che mi vogliono uccidere..-
-Giusto..- Continuava con i mugulii, per poi stopparsi e notando l'espressione della ragazza. Aveva sul volto un'espressione triste e preoccupata.
Si avvicinò ad essa, accarezzandole una guancia con le nocche e baciandole dolce la fronte. -Tranquilla, ti proteggerò io.- La rassicurò con dolci parole, mentre usciva dalla finestra e con uno schioccho di dita, la chiuse dall'interno, gettandosi giù dal balcone.
 
 
Amaimon, la notte stessa,  se ne stava seduto sul tetto di una casa che si trovava di fronte all'abitazione della ragazza, mentre ella leggeva un libro. La sorvegliava costantemente, senza spostare lo sguardo altrove, ovviamente tranne sulle cibarie che si era procurato. Non voleva che le accadesse niente.
-Ah! Lo sapevo!- Pensò tra se e sè, mentre vedeva Lamia sul tetto di una casa, che si apprestava a raggiungere la finestra di Natalie. Ma prima che potesse raggiungerla le andò da dietro.
-Perchè  non te ne torni a Gehenna?- Le chiese.
Accennò un ghigno, tirando fuori una katana e tentando di colpirlo al petto. Il verde indietreggiò e le apparì nuovamente da dietro, afferrandola per il fiocco che portava dietro al vestito e scaravetandola giù dal palazzo. La Demoniessa, fece una capriola, atterrando in piedi, mentre dall'alto veniva anche il Re della terra.
Tentò di colpirlo nuovamente con la spada, ma il verde evitava ogni colpo, o lo parava con le mani.
Le tolse la spada dalle mani e con un calcio allo stomaco la scaraventò contro ad un muro. Le andò incontro velocemente, stringendole il collo con le mani.
-Kyaaah!- Un urlo.. L'urlo di Natalie. 
Amaimon sgranò gli occhi, voltandosi di scatto e guardando verso l'alto, in direzione dove si trovava la finestra della ragazza. 
-Oh oh <3 Forse hai fatto un grave errore ad attaccarmi..- Sghignazzò Lamia.
Si affrettò per arrivare nella stanza della ragazza e lì trovò Azazel, che teneva sollevata verso l'alto la ragazza, tirandola per i capelli.
-Ciao, fratellino..- Gli sorrise, mostrandogli un sorriso agghiacciante.




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Angolo dell'autrice:

..... lo sò, lo sò.. Sono in ritardo.. Anzi, dire che sono in ritardo è dir poco e il capitolo non è neanche abbastanza lungo per soddisfare la vostra attesa.. *depress*
Spero che in fondo, questo breve capitolo vi sia piaciuto e abbia creato una lieve suspence, nell'attesa del prossimo capitolo, che pubblicherò presto, dato che tra poco vengono le vacanze di natale <3 

Aloha!

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Capitolo 3
*** La casa di Mephisto ***


Subito si fiondò sul fratello per  liberare Natalie, ma Azazel con un sol movimento del braccio cacciò una folata di vento che lo respinse via.
Amaimon sbattee con la schiena contro la finestra della ragazza, mandandola in frantumi. Si rialzò, rimanendo seduto sui pezzi di vetro che stracciavano appena i suoi vestiti, osservando quel maledetto che tirava i biondi capelli di Natalie. Lamia gli arrivò da dietro, tenendolo fermo per le spalle, per fargli osservare la scenetta.
Le strappò una ciocca dei suoi capelli.
Emise un urletto, tentava di fargli lasciare la presa graffiandogli la mano, ma sembrava che per lui fosse solo un solletico.
Amaimon, reagì subito, alzandosi e scaraventando giù dal palazzo la demoniessa che gli teneva le spalle, si scaraventò nuovamente verso di lui, evitò la sua folata di vento e gli diede un pugno sul ventre, in modo tale che lasciò Natalie, facendola cadere e il verde la prese in braccio. Gli lanciò nelle cosce due stalagmiti in modo da bloccarlo al suolo e saltò fuori dalla finestra, iniziando a correre via da quel luogo, tenendo la ragazza stretta a sè.
Si fermarono sul tetto di un palazzo abbandonato. 
Posò la ragazza, e la guardò attentamente per assicurarsi se quello schifoso del fratello non le avesse fatto del male. 
Natalie si fiondò tra le sue braccia, trattenendo a stento le lacrime. -Cosa facciamo..?- Chiese, tirando su la narice e tenendo la testa poggiata sul suo petto. Il verde, ricambiò l'abbraccio, accarezzandole i morbidi capelli. -Non preoccuparti.- Rispose, stringendola più forte. Voleva proteggerla e si era ripromesso che non le sarebbe più accaduto del male. -Ti proteggerò io.-
Natalie accennò ad un "Si" sforzato. 
 
Con una mano, spalancò il maestoso cancello,  la ragazza dormiva tra le sue braccia e iniziò ad incamminarsi verso la villa del fratello.
Non era ancora rientrato, per fortuna. Adesso si stava dirigendo verso le camere degli ospiti, dove far dormire la piccola Natalie, non poteva farla tornare a casa o quei due l'avrebbero attaccata nuovamente. La portò in una camera e la fece distendere sul letto, coprendola per benino con il piumone.
In silenzio, senza far rumore, uscì dalla camera, chiudendo piano la porta e appena chiusa qualcuno poggiò la mano sulla sua spalla, stringendola.
-Amaimon..- Sussurò Mephisto. -Devi dirmi qualcosa o sbaglio?- 
Il verde deglutì, pensando a cosa dovergli dire.
 
Si svegliò, stanca e assonnata. Strinse la mano nelle calde coperte rosa cipria per poi alzarsi col busto per osservare l'intero ambiente: era in un letto matrimoniale, difronte a lei attaccato al muro c'era una cassettiera gigante in bianco latte con sopra mille peluche dai vari colori, sopra c'era un grande specchio con i bordi pieni di adesivi, alla sua destra, sempre in fondo al muro c'era un armadio gigante, anch'esso in bianco latte ed a ogni porta sopra c'era il disegno di una margherita, ai piedi del  letto c'era un grosso tappeto peloso con due tonalità di rosa e alle sue spalle c'era una grossa vetrata. Un grosso prato si estendeva con al centro una piccola statua di elefante.
Si alzò dal  letto, poggiando i piedi scalzi sul morbido tappeto, e sempre a piedi nudi si avvicinò alla porta. Inizialmente guardò solo fuori attraverso la fessura, ma in seguito abbassò anche la maniglia, uscì fuori, vedendo un lungo corridoio, dove per terra c'era  un tappeto rosso e alle pareti c'erano appesi dei quadri. Titubante se uscire o meno mise fuori solo un piede, guardando attentamente a destra e a sinistra per vedere se arrivava qualcuno e subito vide una figura in lontananza: alta, snella e completamente vestita di bianco. Si richiuse dentro d'istinto e raccolse la chiave che c'era sulla cassettiera, la infilò nella serratura e chiuse a chiave la porta.
Indietreggiò e sentii dei passi sostare davanti alla porta, seguiti da un toc toc.
Si tappò la bocca con una mano, guardandosi attorno per una via di fuga.
-Signorina?- Parlò la voce estranea da dietro la porta. -Va tutto bene?- Chiese, ma non ebbe nessuna risposta. Sospirò. -D'accordo signorina, se ha bisogno di me sono in salotto a gustarmi una buona tazza di tè!- Le disse, mentre si allontanava dalla porta. Titubante, si avviò verso la porta, girò la chiave verso destra e lentamente la tirò verso di sè. Si affacciò nuovamente guardando prima a destra: nulla, nessuno in vista. Poi guardò a sinistra e vide a pochi centimetri di distanza dal suo viso il preside che la fissava con un sorriso smagliante. -Aaah, sapevo sarebbe uscita!- Si allontanò di poco per fare un piccolo inchino.
L'istinto di Natalie era quello di rinchiudersi dentro sbattendo la porta e nascondendosi sotto le coperte, ma non lo fece, rimase lì imbambolata a fissare il preside che le parlava, tentando di capire che cosa fosse successo. -Perchè sono qui?- Gli chiese subito, appena esso si rialzò dal suo inchino.
-Oh, Natalie!- Arrivò Amaimon, con delle varie schifezze racchiuse in sacchetti colorati tra le braccia. -Stavo per venire a portarti da mangiare.- Le disse, sostandosi in mezzo ai due.
-Amaimon, prima di tutto non puoi far nutrire questa signorina con certe porcherie,- Disse sorridendo, per poi mostrare un lieve turbamento. -Secondo, non sei autorizzato a svaligiarmi la dispensa.- Tossì, cercando di placare quel piccolo momento di rabbia. -Oh.. E cosa dovrei farle mangiare?- Chiese il verde. Mephisto sospirò, per poi posare lo sguardo sulla ragazzina.
-Signorina Rooney, sarei lieto di spiegarle tutto, davanti a un caldo e piacevole tè.- Indicò di seguirlo lungo il corridoio, mentre lanciava un'occhiataccia al fratello, facendogli capire di  posare tutto il cibo che aveva rubato dalla sua dispensa. La ragazza, seguii a stento il Preside, poichè era ancora assorta nei suoi pensieri.
Le avevano detto tutto. Le avevano detto che doveva rimanere lì poichè adesso la sua vita era in pericolo, che adesso era sorvegliata finchè Azazel e Lamia non si stufassero di darle la caccia o, non sarebbero morti. Teneva tra le mani quella calda tazza di porcellana e osservava il preside che sorseggiava come se nulla fosse il suo tè, e Amaimon che si rimpilzava di biscottini.
Guardava entrambi e subito capii, che anche il preside, John Faust era un Demone. Non se ne era mai accorta in tutti questi anni in cui era alla True Cross Accademy, anche le poche volte in cui lo intravedeva o veniva convocata nel suo ufficio, non aveva mai notato quelle orecchie lunghe e appuntite o di quei canini.
Era circondata dai Demoni, ma non nè aveva paura, anche perchè dopotutto, era sempre stata al fianco di Amaimon, il primo Demone che aveva incontrato.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Loro hanno un piano ***



Osservava la tazza e il lieve fumo che usciva. Avvicinò le labbra alla tazza e ne bevve un po'.
-E ora?- Pensò. Sarebbe morta? Cosa le sarebbe successo? Domande su domande, senza nessuna risposta.
Posò la tazzina sul piccolo tavolino in legno laccato e si alzò. -Con permesso.- Si passò le mani sulla gonnellina rosa, per poi dirigersi verso la camera in cui doveva alloggiare per chissà quanto tempo. -Uhm?- Il verde la fissò, mentre addentava un biscotto.
Si chiuse in camera, poggiata con la schiena contro la porta di legno bianco e tirando un lungo sospiro, rimanendo con la testa abbassata.
Strinse compulsivamente i pugni, mentre una piccola lacrima cadde. Si asciugò un occhio, decisa nel non voler piangere e andò a sedersi sul morbido letto.
La porta si aprì lenta ed entrò Amaimon.
Tirò un altro sospiro, osservando il paesaggio che si poteva vedere dalla sua finestra.
-Tutto bene?- Chiese il verde, con le mani nelle tasche e avvicinandosi.
Natalie aggrottò le sopracciglia, mandandogli un'occhiataccia. -Una coppia di Demoni mi vuole uccidere. Come potrebbe andare secondo te?- Gli occhi azzurri le diventarono lucidi e riabbassò la testa, asciugandoseli.
-Ma ci sono io che ti proteggo, non devi aver paura..- Affermò, mettendosi difronte ad essa.  
La ragazza non rispose, piangendo in silenzio. -È un po' difficile.. Non aver paura.. Amaimon..-
Amaimon la  fissava. Perchè aveva così tanta paura? Non ce ne era bisogno, non avrebbe mai permesso a nessuno di torcerle neanche un capello, ma soprattutto, perchè scendeva dell'acqua dai suoi occhi? Forse quella strana  acqua erano le "Lacrime", come aveva letto su un libro. -Gli umani cacciano le lacrime quando sono tristi.- Pensò. Ancora non capiva.
Si chinò col busto e raggiunse il volto della piccola Natalie, osservando come i suoi bellissimi occhi azzurri erano diventati ancora più luminosi grazie a quelle lacrime.
-Cosa c'è?- Gli chiese Natalie, spostando lo sguardo arrossito di lato e asciugandosi gli occhi con il palmo della mano.
-Mhm..- Mugulò, sedendosi affianco a lei e facendole appoggiare la testa sulla sua spalla, accerazzandole i capelli biondi.
L'aveva visto fare in un film, forse sarebbe servito per tranquillizzarla.
Natalie, inizialmente spaesata per questo suo gesto, si abituò alle dolci carezze da parte  del verde e riprese a  piangere, stringendogli la vita e poggiando la testa al suo petto.
-Amaimon..- Singhiozzò, stringendo quella presa, mentre lui le accarezzava la schiena e poggiava il mento su quei soffici e spettinati capelli.
-Te l'ho detto, non devi preoccuparti.- Tentò di tranquillizzarla e infine le diede un tenero bacio tra i capelli.


Era mattina.
Si alzò, confusa e preoccupata non vedendo Amaimon accanto a lei, ma subito si tranquillizzò, vedendolo seduto in fondo al letto mentre mangiava un cornetto alla nutella.
-Buonfionno!- Le disse, ma accorgendosi che probabilmente non si era capito ciò che le aveva detto, ingoiò il boccone e lo ripetè: -Buongiorno!- Ecco, ora di sicuro aveva sentito e le porse un piattino di porcellana con sopra un cornetto medio, fumante e pieno di nutella.
-Buongiorno- Disse sorridente e con dolcezza, mentre afferrava quel cornetto e lo mangiava serena.
-Hey, che ne dici di guardarci un  film?- Le chiese, avvicinandosi a gattoni e sedendosi di fronte a lei.
-Un film?-
-Si! Aniuè ha un sacco di film! Potremmo vedercene uno, che dici?-
-Mhm,- Mandò giù il boccone. -Per me va bene, ma quale?-
-Non lo sò! Andiamo a vedere!- Le afferrò il polso e la fece scendere da letto, dirigendosi verso la porta.
-Ah, aspetta Amaimon!- Tentò  di fermarlo, inutilmente. Quando Amaimon era felice, nulla poteva fermarlo.
Aprì la porta e sempre con foga la trascinò in diversi corridoi, per poi bloccarsi e guardandosi attorno. -Oh..-
-Che succede?- Chiese al verde, massaggiandosi il polso diventato rosso per la stretta un po' troppo forte.
-Non ricordo dove sia la stanza..- Si guardarono, in un estremo silenzio.
-Ti sei perso quindi?-
-...Si.-  La ragazza sospirò.
-Allora proviamo ad andare di qua.- Natalie girò vari corridoi a caso e si ritrovarono davanti ad una strana porta con linee verticali tutte colorate.
-Oh! È questa! Sei stata bravissima Natalie!- La lodò Amaimon e le pattò la testa come se fosse un cagnolino e aprì la porta, trascinandola dentro per il polso e facendola soffermare davanti ad un'enorme libreria, solo che al  posto dei libri c'erano un mucchio di film, dalle videocassette ai Dvd.
-Oh.. Quale ci vediamo..?- Chiese lei, rimanendo immobile. Quella libreria era attrezzata come una videoteca, o forse anche di più.
-Quello che vuoi!- Rispose lui, fissandola.
-N-Non saprei..-
-Ok, allora prendine uno a caso e ce lo vediamo.-
Annuì. Allungò la mano verso lo scaffale più alto, -o meglio, quello che riusciva a raggiungere- e afferrò a caso un dvd. S'intitolava "I due sanguigni"
-Oh, cavolo..- Pensò tra se  e sè, mentre il verde glielo strappava via dalle mani e stava infilando il cd nel lettore dvd. Aveva scelto un film horror. Quelli che odiava.
Ormai era fatta, Amaimon stava facendo partire il video col telecomando, mentre si sedeva su un enorme pouf color arancio con attorno diversi pacchetti di patatine, popcorn, lecca-lecca, dolci etc.
Invitò la ragazza a sedersi affianco a lui, dato che il pouf era molto grande.
La biondina si sedette affianco a lui, già preoccupandosi per l'intro del film.
Odiava quei dannati  film, odiava tutto di loro, soprattutto l'ansia, le scene troppo violente, odiava davvero tutto.
Alla prima scena, fece un piccolo sussulto e strinse pugni. -No, non posso mostrarmi così fifona davanti a lui, di sicuro riderebbe.- Pensò, mentre tentava di tornar calma, ma era un po' difficile,
dato che ogni dieci minuti compariva un mostro che la faceva sussultare.
Invece Amaimon, era impassibile, anzi, più le  scene erano spaventose più si appassionava. Era normale che non avesse paura di quei mostri da quattro soldi, chissà quanti mostri più spaventosi di quelli aveva già visto a Gehenna. -Se vuoi, possiamo cambiare film.- Le disse, sgranocchiando dei pop-corn. Si era accorto  dei suoi sussulti e di come fosse spaventata.
-N-No, se ti piace...-
-Vedo che ti spaventa.- Si alzò, pulendosi il gilet sporco di patatine e pop-corn, facendo  finire tutti i residui sul prezioso pavimento del fratello, per poi andar a mettere in pausa il dvd.
-Ora ne scelgo uno io!- Disse, mentre la sorpassava e andava a scegliere un dvd.
-Mhm..- Rifletteva. -Quale film potrà piacerle? È una ragazza.. Alle ragazze cosa piace? Le cose dolci.. Un film d'amore?- Pensò, spostandosi verso uno scaffale pieno di  dvd romantici.
Ne prese uno e lesse il titolo. "Titanic" Lesse velocemente ciò che c'era scritto  dietro e pensò subito che fosse adatto.
-Natalie! Ne ho scelto uno bellissimo!- Disse con apatia, togliendo  il dvd che c'era prima, riponendolo con cura nella custodia e infilando l'altro nel lettore.
Fece in fretta a tornare al proprio posto e si tuffò nel pouf, facendo avvicinare Natalie contro sua volontà.
Il film partì e il verde già si stava annoiando, quindi per evitare di guardarlo, si abbuffava come un porco.
Alla fine del film, Natalie aveva gli occhi lucidi,  cosa che lo fece preoccupare.
-Oh, ti ha fatto paura?- Chiese, non avendo seguito per nulla il film.
-Eh? Oh, no.. È stato molto bello.- Rispose.
-Ah ok. Cosa vuoi fare adesso?-
-Non saprei..-
-Che ne dici di giocare con i videogame di Aniuè?-
-Oh.. Non  saprei.. Non ho mai giocato a dei videogiochi..-
-Oh, è semplice, non preoccuparti!-
Amaimon iniziò a mostrare come doveva tener in mano il joistick e i pulsanti che doveva premere. Natalie apprese in fretta e iniziarono così a giocare.





-Secondo te, si divertiranno ancora per molto?- Chiese la demoniessa, facendo oscillare la coda libera vicino al Demone dell'aria.
-Non per molto..- Ghignò, cingendole un fianco.
















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Angolo dell'autrice:



..... Lo so, lo so. Sono in ritardo di 7 mesi. Lo so, potete uccidermi. Chiedo scusa a tutti coloro che volevano subito il continuo di questa storia, ma, sia
la scuola, che la mia immaginazione, o meglio, non sapevo come organizzare il tutto, me lo hanno impedito.
Chiedo immensamente scusa. State tranquilli, che il  prossimo capitolo, dato che sarà l'ultimo, arriverà in fretta.
Vi chiedo ancora scusa e non vi deluderò nel finale perchè.. Sarà un qualcosa di EPICO.
Epico, si, usiamo  questa parola.
Beh, spero vi sia piaciuto questo capitolo non degno di tutta questa attesa e, ci rivedremo prestissimo!



Aloha!

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