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di Nephilim13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** She's Rebel. ***
Capitolo 2: *** You just came here. ***
Capitolo 3: *** Be brave. ***
Capitolo 4: *** Memories. ***



Capitolo 1
*** She's Rebel. ***


-Ce ne sono altri, come v... come noi? - disse Ewan.

Sofia apprezzò lo sforzo del ragazzo ed abbozzò un sorriso, cosa che Fabio sembrò notare subito.

-No. I draghi Guardiani dell' Albero Mondo sono 5. Di conseguenza anche i Draconiani sono 5. Beh, in questo caso sei. -spiegò Schlafen.

Gillian e suo figlio si scambiarono un' occhiata. Fabio capì subito cosa significava. Quell'occhiata rappresentava un'indecisione. Un'indecisione a rivelare un segreto. Anche lui e sua madre ne scambiavano spesso di simili.

Ewan parlò per primo. -Noi ne conosciamo un'altra. Un'altra come noi.

Una strana botta proveniente dall'esterno non diede loro il tempo nemmeno di stupirsi.

Tutti schizzarono in piedi tranne Ewan e Gillian, la quale si portò le mani agli occhi, coprendoli. Suo figlio invece era quasi divertito.

-Oh, per l'amor del cielo.. - borbottò Gillian.

-Non uscite! Potrebbe essere pericoloso. - disse cauto Karl.

-Se per pericoloso intendi due adolescenti che sbattono contro le pareti ogni volta che si sbacciucchiano, non so quale sia il tuo senso del pericolo.

Uscirono tutti fuori, e la situazione, in effetti, proprio come l'aveva descritta la madre di Ewan e Chloe. Due ragazzi si stavano baciando con un pò troppa passione per i gusti del professore. Lei era spalle alla parete, lui aveva le mani appoggiate al muro, ai lati della testa della ragazza.

Appena si accorsero di essere fissati, si separarono, ma continuarono comunque a tenersi la mano. Lei cominciò ad arrossire, mentre la faccia di lui era impassibile. L'unica emozione che trapelava dal suo sguardo magnetico era irritazione.

-Andiamo, ragazzi! Qualche giorno mi ritroverò a dover ristrutturare la casa.. - farfugliò Gillian.

Erano entrambi molto affascinanti. No, affascinanti non era la parola giusta. Erano semplicemente perfetti.

La carnagione della ragazza era quella di una bambola di porcellana. Aveva dei profondi occhi verdi e dei capelli biondo platino che scendevano in morbide onde fino alla fine della schiena. Era un tantino più alta di Sofia ed aveva delle bellissime curve, oltre al suo fisico slanciato.

Se lei era l'alba, lui era la mezzanotte: capelli scuri e ondulati, occhi neri e imperturbabili, carnagione pallida. Aveva un fisico che avrebbe fatto invidia a Raoul Bova; Era ovvio che faceva palestra. E tanta. Ma c'era una cosa che attirò l'attenzione degli ospiti di Gillian: la ragazza aveva un neo in faccia. Sulla fronte. Dove è posizionato l'occhio della mente.

-Oh. Mio. Dio. - sussurrò Schlafen

-Non p-può essere, insomma, i-i draghi sono c-cinque... - balbettò Lidja.

-Che sta succedendo? - chiese timida lei. Aveva una voce soffice e dolce. Sembrava un angelo.

Il ragazzo si mise dinanzi a lei con fare protettivo.

-No, Tristan non c'è bisogno. Beth, mostra loro le tue ali – disse dolcemente Gillian, come se stesse parlando ad una bambina.

-Cosa! Quali ali!? Io... non.. -cominciò lei.

-Perchè dovremo fidarci di loro? - concluse pacato il ragazzo.

-No, Tristan. Sento che possiamo fidarci. Me lo sta dicendo lei. -sussurrò la ragazza al suo fidanzato.

Tristan guardò in faccia la sua ragazza. Le parlò tanto piano che Sofia fece fatica ad udirlo.

-Sei sicura, angelo?

-Si. Mi fido di loro. Non so perchè, ma sento che ci possiamo fidare.

Lui annuì e tornò a guardare in faccia i ragazzi.

Si fida ciecamente di lei. - pensò Sofia con un pizzico di gelosia. -potrebbe anche dirgli che Hitler sta per resuscitare, lui le crederebbe senza esitazioni.

-Quindi, volete vedere le.. ali? - chiese lei.

-Si. - rispose Fabio schietto. Sofia gli scoccò un'occhiata di fuoco. Beth era già nervosa così. Non c'era bisogno di gettare benzina sul fuoco.

-Ma...possiamo... ecco... andare in un luogo più... -fece una pausa per trovare il termine giusto. -appartato?

-Andiamo sul retro. Lì la vista da sulle campagne. -disse Gillian.

Lei annuì e tutti seguirono la donna sul retro.

Il professore si aggiustava continuamente i suoi occhiali dorati, segno che stava riflettendo. Per Sofia il professore era ormai un libro aperto: riusciva a capire i suoi pensieri tramite i movimenti del corpo, come se lei e il suo padre adottivo fossero una sola identità.

-Non ti sembra strano? – gli sussurrò Sofia all'orecchio.

-Mi sembra impossibile- replicò il professore. -Mi sembra impossibile che un altro drago possa essersi rifugiato tra gli umani tramite l'Occhio della Mente.

Arrivati, lei si tolse la maglietta e rimase solo con una canottiera nera, lasciando intravedere un reggiseno di pizzo. Nero. Ora che Sofia ci pensava era tutta vestita di nero, tranne che per i jeans.

Francesine con il tacco. Nere. La maglietta che si era appena sfilata. Nera. Lui invece indossava comunque jeans, ma aveva una maglia bianca e scarpe da ginnastica rosse. Erano tutti accerchiati intorno a Beth. Sembrava stessero assistendo ad uno spogliarello.

Lei cominciò a concentrarsi e il suo Occhio della Mente si illuminò di bianco.

Sofia sentì al professore sussurrare qualcosa tipo Teber , ma non riuscì a distinguere bene il suono, perchè la luce che emanava la ragazza la stava accecando. E non era l'unica. Avevano tutti le braccia davanti agli occhi per ripararsi da quella immensa luce bianca.

Così come era arrivata, la luce sparì. Sofia aprì le palpebre e non riuscì a credere a ciò che i propri occhi stavano guardando. La ragazza emanava luce da tutti i pori. Le ali che le spuntavano dalla schiena erano semplicemente uno spettacolo unico. Erano bianche, grandi e maestose. E non erano squamose, come tutte le loro ali, bensì erano ricoperte di piume, come quelle degli angeli. All'improvviso una parola esplose nella mente di Sofia: Rebel!

-Ribelle.. - disse senza accorgersi di aver parlato ad alta voce.

Il professore le scoccò un'occhiata orgogliosa per il suo inglese, per poi tornare a concentrarsi su quello che aveva davanti.

-Come è possibile, lei non si è mai reincarnata negli umani... - riflettè tra sè e sè.

L'unica persona a cui Beth aveva osato rivolgere una sola, breve occhiata era Tristan.

Per il resto, contemplare le sue scarpe le sembrava il passatempo più bello del mondo.

E' troppo spaventata.

Karl la stava studiando come se fosse stata su un vetrino di un microscopio, Fabio la guardava scettico, Lidja incredula.

-Allora? - chiese Tristan.

-Allora non so che dire. - rispose il professore grattandosi il capo.

-So io cosa dire.

Quella maledetta voce. Era fin troppo familiare ai Draconiani.

-Consegnatemi la ragazza e nessuno si farà male.

Nida era proprio dietro di loro, circondata da donne mezze corvo e mezze umane: arpie.

-Perchè dovrei seguirti? - chiese Beth con una calma che incuteva quasi paura. I suoi occhi erano socchiusi, il mento alzato, quasi per indicare una sfida.

-Se non vuoi che i tuoi amichetti qui presenti ci rimangano secchi, ti conviene seguirmi senza fare storie.

Beth sorrise.

-Cosa ti fa credere che io ti lasci ucciderli così? - chiese con una voce che non apparteneva a quella ragazza bionda.

-Sono qui apposta per aiutarli a sconfiggere il tuo signore, mia cara Nida.

Dei viticci verdi si innalzarono dal terreno, andando ad imprigionare la maggior parte delle arpie. Erano cresciuti così rapidamente che nessuno di loro si era accorto di niente. Era stato un movimento fulmilineo, che li aveva colti tutti alla sprovvista. Inclusa Nida.

Le arpie libere si scagliarono contro Beth, ignorando completamente gli altri Draconiani che gridavano invano il suo nome. Stavano per intervenire, ma non ce ne fu alcun bisogno. Tutte le arpie che avevano superato la soglia di distanza di due centimetri dalla ragazza avevano preso fuoco. Il fuoco si diresse anche verso le altre arpie, senza però sfiorare un capello ai ragazzi. Il resto delle arpie prese fuoco nello stesso identico modo in cui si erano carbonizzate anche le loro amichette, lasciando Nida completamente sola. Non sembrava minimamente turbata o spaventata. Più che altro sembrava compiaciuta di ciò che aveva appena visto.

-Proprio ciò che avevo bisogno di sapere. - sussurrò. Poi, semplicemente, scomparve.

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Capitolo 2
*** You just came here. ***


-Mi state mandando il cervello in pappa, ragazzi! - disse Beth mettendosi la testa tra le mani, evidentemente esasperata. I ragazzi stavano provando a spiegarle qualcosa in più sui Draconiani, visto che Rebel non le aveva spiegato granchè. Beh, nessuno dei loro draghi lo aveva fatto in fin dei conti.

-D'accordo, d'accordo. - disse Karl. -Abbiamo provato a spiegarti tutto ciò che abbiamo potuto sui Draconiani. Adesso, perchè non ci parli un pò di te e dei tuoi poteri?

Beth scrollò le spalle.

-Non c'è molto da dire.

-Oh, si che c'è. - disse Fabio incenerendola con lo sguardo. Lei ricambiò lo sguardo, e il primo a cedere fu proprio Fabio. Era evidente che lui non si fidava per niente di Beth.
Quando vuole ci sa fare. - pensò Sofia, compiaciuta che ci fosse qualcuno più tosto di Fabio.

Beth guardò Schlafen.

-Immagino che tu sappia tutto, no? - disse il drago dentro di lei. -Sei un custode, giusto?

Schlafen annuì, poi sospirò e si rivolse ai ragazzi.

-Rebel è un caso particolare di drago. Come sapete, ognuno di voi ha un dono. Ognuno dei vostri draghi. Ecco... Lei ne ha quattro.

-Si, lo avevamo notato. - disse Fabio freddo. Beth sembrò notare il tono, perchè disse:

-Ma si può sapere che diavolo ti ho fatto?

-Sei arrivata. - rispose lui senza esitazioni.

-FABIO! - Sofia non resistette e gridò il suo nome a tutta forza.

-Bel modo di ringraziarmi, Eltanin. - disse Rebel offesa.

-Ehi, Rebel! Io non c'entro proprio niente! Fa tutto lui! - rispose il drago interpellato.

-Basta, draghi e Draconiani! Rebel, perchè ti sei incarnata in questa umana?

-Per aiutarvi. Contro tuo fratello, Thuban. - disse rivolgendosi al drago verde.

Sofia sentì dentro di sè Thuban irrigidirsi.

Sofia si ricordava molto bene quando l'aveva scoperto, qualche giorno prima. Si era sentita rifiutata da tutti, persino da sua madre, che le aveva letteralmente sbattuto la porta in faccia.

-E' diventato troppo pericoloso. - sentenziò Sofia sforzandosi di tenere la voce ferma.

-Voglio riportare indietro Draconia tanto quanto voi, ragazzi. - disse Beth guardando di sottecchi Fabio, che fece finta di non vedere.

-Ciò che non capisco – disse Lidja. - E' perché Nida se ne sia andata così. Perché non ha finito di attaccarci?

-E' vero. - disse Sofia. -Se n'è andata con un'aria compiaciuta.

-Voleva metterla alla prova. - Tristan era improvvisamente apparso nella stanza e si sistemò vicino a Beth, prendendole la mano.

-Mi vogliono dalla loro parte. Me l'hanno già offerto un paio di volte. - disse la ragazza.

-Menomale che non ti sei unita a loro. - disse Lidja. -Quando te l'hanno chiesto?

-Prima che Chelone venisse rapita. Evidentemente volevano me al suo posto. Lei era la seconda scelta. - rifletté. Poi guardò Gillian mortificata. -Mi spiace, Gillian. Se solo avessi saputo che avessero preso tua figlia, sarei andata al suo posto senza esitazioni...

-No, tesoro, non preoccuparti. - disse la donna. -Non è colpa tua.

-Da dove vieni? - chiese Fabio a bruciapelo.

Beth valutò attentamente se rispondere o meno, poi rispose:

-Cosa ti dice il mio nome?

-Inghilterra o America. - s'intromise Karl.

-New York. - disse la ragazza. -Sono nata in Italia ma sono cresciuta in America. Sono arrivata da poco ad Edimburgo.

Non sembrava che fosse cresciuta a New York. La sua pronuncia italiana non veniva per niente compromessa da quella inglese.

-Quanti anni hai? - chiese Fabio freddo.

-Perché ti interessa tanto? - rispose lei altrettanto fredda.

-Mi interessa. Punto.

-Quindici, ok? - rispose alzando le mani. -Ma che vi frega?

Lei era la più piccola di tutti. Se Rebel era davvero la più potente, perché aveva scelto un'umana così piccola?

-Da quanto ospiti Rebel? - chiese Schlafen.

-Più o meno tre mesi. - sospirò. -Il giorno del mio quindicesimo compleanno ho ricevuto questa bella sorpresina – indicò il neo. -Poi ho scoperto di poter controllare i quattro elementi.

-Me l'ha rivelato solo un mese fa. - disse Tristan indispettito. -Stiamo insieme da quasi due anni e non si fidava abbastanza di me. - scherzò.

-Aspetta! Frena! - disse Lidja. -Vuoi due state insieme da quasi due anni? - esclamò sbalordita.

-Si. Ci siamo conosciuti a New York. Poi ci siamo trasferiti qui il mese scorso.

-Perché? - chiese Karl, che a stento riusciva a trattenere la sua curiosità.

Tristan guardò Beth, che chinò il capo. Forse avevano toccato un tasto dolente.

-Io vivevo da solo. I miei se ne sono andati molto tempo fa. - disse Tristan, che continuava a tenere stretta la mano di Beth.

-Siamo rimasti entrambi soli. - sentenziò la ragazza.

-I tuoi genitori...? - sussurrò piano Sofia, col timore di urtare i sentimenti di Beth.

Beth assentì.

-Oh, mi dispiace tanto... - cominciò Schlafen, ma Beth lo bloccò con un cenno della mano.

-Come? - chiese Fabio schietto.

-Ma sai provare un po' di compassione, tu? - gli gridò contro Lidja.

-E' solo curioso. - disse la ragazza.

Beth alzò il capo mentre delle lacrime le rigavano il volto. Le asciugò con il palmo della mano.

-Nida. - disse.

-Nida ha ucciso i tuoi genitori? - chiese Karl sbalordito.

-Si. - disse Gillian. -E quando ha scoperto che Chloe era stata rapita da lei, non ha esitato a darmi una mano per ritrovarla.

Beth si alzò dalla poltrona dove stava seduta.

-Scusatemi.

Uscì dalla stanza e corse al piano di sopra. Sofia fece per seguirla, ma Tristan la trattenne.

-Ha bisogno di stare un po' da sola. - disse. -Non l'ha ancora superato del tutto.

Beh, neanche lei aveva superato la morte di suo padre. E non l'aveva nemmeno mai conosciuto.

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Capitolo 3
*** Be brave. ***


 Chiuse la porta alle sue spalle e si lasciò ricadere contro di essa, mentre calde lacrime le rigavano le guance. Sentì il tonfo del suo sedere che cadeva sul parquet e il rumore del suo corpo che strusciava contro la porta. Ma che cavolo aveva fatto di male per meritarsi questo? Ripensò al combattimento di poco prima; lei non era così coraggiosa, era stato il drago dentro di lei a parlare, ad agire.
Lei aveva persino paura di fare un tuffo da bordo piscina per paura di scivolare, figuriamoci affrontare un'arpia o come diavolo si chiamavano quegli esseri. Si coprì il viso con le mani e scosse la testa, pensando di non appartenere a questa vita. Questa vita di coraggio, combattimenti, lotte per il bene. Non era il suo posto. Magari era il posto di Tristan, non il suo.
- Non essere sciocca, Beth. - le disse il drago dentro di lei.
- Che devo fare? - sussurrò lei di rimando.  - Non voglio soffrire ancora, non più.
- Ascolta il tuo istinto, e non succederà nulla di male. - Pausa. - Non lascerò che succeda niente. Nè a te né agli altri ragazzi, capito?
Annuì, poi come per automotivarsi, mormorò un sì poco convinto. Strinse le ginocchia al petto e vi poggiò la fronte sopra, desiderando di restare in quella posizione fin quando tutto quello che stava succedendo non si fosse rivelato un sogno.
Una folata di vento le investì le braccia scoperte, facendole venire la pelle d'oca. Alzò il viso, e vide che la finestra era spalancata. La tenda si muoveva a ritmo del vento, producendo un gioco di luce sulla parete opposta. Beth si sollevò mentre ogni singolo nervo del suo corpo le gridava di stare in allerta. Si avvicinò alla finestra e la chiuse velocemente. Il cuore le batteva furiosamente, tanto che pensava potesse saltare fuori dal petto ed andarsene in giro a cantare e fischiettare. Fece un passo indietro ed un altro ancora, poi si voltò. Gridò. O almeno pensò di averlo fatto, visto che sentiva la voce bloccata in gola. Davanti a lei, una Nida con le braccia incrociate. Indossava un vestito rosso e lungo fino alle caviglie di seta, ed osservava con sguardo divertito la ragazza. Beth sentì il suo Occhio della Mente riscaldarsi, segno che Rebel stava prendendo il sopravvento sul suo corpo.
- Smettila, ragazzina. - disse Nida, aggirandosi per la camera e fermandosi davanti alla
finestra. Erano vicinissime, e se avesse voluto avrebbe potuto uccidere Beth tranquillamente.
Ma non fu ciò che fece.
- Sono qui per farvi una proposta. - annunciò in tono piatto.
- Che tipo di proposta? - rispose Beth con una voce che non le apparteneva.
- Semplice. Voi Draconiani mi offrite protezione da Nidhoggr, io in cambio vi dico dove tiene prigioniera la ragazza e come liberarla. - Scrollò le spalle. - E' una proposta equa.
- Quale ragazza? - chiese Beth, anche se la risposta la conosceva.
- La Draconiana di Kuma. - Fece una pausa. - Chloe.

Fabio guardò Beth allontanarsi con occhi accusatori. Quei capelli biondi facevano riemergere in lui vecchi ricordi che dovevano restare sepolti, non tornare in superficie. Troppo dolore, ricordare. Per tanti anni aveva vissuto cercando di non pensarci, di non pensare a sua madre, alla sua morte. Ma ogni cosa in quella ragazza faceva andare a puttane tutto ciò per cui lui aveva duramente lavorato.
- Molto delicato, Fabio. - commentò Lidja, che nel frattempo non aveva smesso di fissarlo
con uno sguardo di fuoco. Lui la ignorò. Notò che Tristan non faceva commenti: evidentemente lo stava maledicendo in tutte le lingue per aver fatto scappar via così la sua ragazza, ma non aveva il coraggio di ammetterlo. Beh, non era colpa sua se la sua fidanzata scatenava in lui quella reazione.
- Ma che ti è passato per la testa? - continuò la ragazza. Sembrava fosse l'unica, oltre a Sofia,
capace di rifilargli una ramanzina coi fiocchi.
- Quello che mi passa per la testa non è affar tuo.
- Smettila di essere così! - gridò Sofia. Fabio la guardò: i suoi capelli rossi si abbinavano
perfettamente al colore della sua pelle: paonazza per il furore. - Quella ragazza non ti ha fatto niente! Anche tu hai perso tua madre, o mi sbaglio?
- Sofia! - gridò il professore, scandalizzato quanto Fabio di quell'improvvisa reazione.
Sofia scosse la testa, facendo sobbalzare i lunghi riccioli. Fabio reprimette l'impulso di giocherellarci ed annusare il profumo dei suoi capelli.
- D'accordo che sei arrabbiata... - intervenne Karl, che fu interrotto da Lidja.
- Ha tutti i diritti di esserlo, Karl.
Fabio guardò nuovamente Sofia; teneva le mani intrecciate in grembo e guardava corrucciata il soffitto.
- Sofia, tutto bene? - chiese Schlafen alla ragazza. Lei non rispose.
- Sofia? - la richiamò Lidja. Sofia alzò una mano facendo segno di aspettare.
Si alzò. - Ho un brutto presentimento. Saliamo al piano di sopra.
- Forse è meglio non disturbare Beth... - cominciò Gillian, cauta.
- E' proprio su di lei il cattivo presentimento. - rispose fredda la ragazza.
Detto questo, i Draconiani, Gillian, Tristan e il professore si avviarono al piano di sopra. 

Author's corner
Hello to everybody!
Ok, non speditemi da Nidhoggr per la pietosa lunghezza del capitolo e per 
l'enooorme ritardo ad aggiornare. Ma non avevo proprio idee sul come continuare la storia.
Ho un vuoto totale LOL. Ok, ovviamente ringrazio i recensori,
i lettori silenziosi e quelli che hanno inserito la mia storia 
nelle preferite/ ricordate / seguite.
Prometto che il prossimo lo faccio lungo lungo. e.e
Ditemi che ne pensate, per me è importante, vi prego!
Bacioni!

N13

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Capitolo 4
*** Memories. ***


 Fabio prese il posto di Sofia come apri fila e guidò il gruppo fino in cima alle scale.
- Lidja, controlla la prima porta. - ordinò alla ragazza, che obbedì controvoglia.
Lidja passò in testa al gruppo mentre Fabio si avvicinò alla porta di fronte a quella di Lidja.
I ragazzi furono i primi a trasformarsi, seguiti a ruota da Karl e Sofia, i quali superarono Tristan, il professore e Gillian e si posizionarono a fianco dei propri compagni.
- Al mio tre. - disse Fabio. Karl, che era al suo fianco, ripiegò le ali e creò una palla di ghiaccio, pronto a scagliarla contro il nemico. Ewan osservava la scena con una punta di invidia negli occhi.
- Uno. Due. Tre!
Scattarono tutti come una sola persona: spalancarono la porta e piombarono all'interno della rispettiva stanza. Fabio sbuffò, irritato mentre la palla di ghiaccio di Karl si sciolse come se fosse appena stata messa sotto il sole di Agosto. Sofia e Lidja comparvero dietro di loro, e annunciarono che anche l'altra stanza era completamente vuota.
- Resta solo un'altra stanza. - disse Gillian, padella nella mano.
- Ma chi credete che ci sia? E come avrebbe fatto ad entrare? Le finestre sono tutte chiuse! Le ho controllate personalmente stamattina. - proruppe Ewan.
- Non rispondo a domande così stupide. - rispose Fabio mentre usciva dalla stanza e si dirigeva verso l'unica stanza rimasta. Sentì Sofia spiegargli tutta la situazione e gli si rivoltò lo stomaco per la gelosia. Si guardò indietro e notò che Schlafen osservava la scena corrucciato e con occhi inquisitori, proprio come aveva guardato Sofia quando aveva li aveva sorpesi a baciarsi sul tetto di quell'albergo.

Flashback
Fabio si mise seduto sul letto e si infilò le sue amate scarpe da ginnastica. Indossò la sua giacchetta leggera, stravaccata sulla punta del letto, e prese il suo MP3 dal comodino. Si mise in piedi e uscì silenziosamente dalla stanza, anche se immaginava che avrebbe anche potuto indossare un paio di tacchi e mettersi a saltellare e a cantare per la stanza: Karl era addormentato così profondamente che sembrava avesse ingoiato una motosega, tanto russava forte.
Raggiunse il tetto e l'aria fredda della notte lo investì come un secchio d'acqua ghiacchiata.
Si avvicinò al parapetto e fece partire a palla la musica, desiderando solo di immergersi in quelle note lente e malinconiche e di dimenticare tutto e tutti. Sentì la porta aprirsi e richiudersi alle sue spalle, e subito capì chi era la persona che l'aveva seguito. Sofia gli chiese se andasse tutto bene; no, niente andava bene. Tutto era sbagliato, nulla era come sarebbe dovuto essere. Invece di dirle ciò che pensava, Fabio le porse un auricolare, e lei lo infilò nell'orecchio e ascoltò per qualche secondo.
- Triste, come canzone. Come si chiama?
- Unintended, dei Muse. - rispose lui – Ti piace?
- Si. Mi piacciono le cose tristi. Io lo so che ti succede. E' per quel che è accaduto.
- Sciocchezze.
Sofia cominciò a parlargli della sua vita in orfanotrofio, di come le ribolisse il sangue a doversi tenere tutto dentro e a non poter mai parlare con nessuno dei propri dubbi, fin quando non era arrivata Lidja. Fabio l'ascoltava, ma continuava a guardare la città che si stendeva sotto i loro occhi.
- Io non ho problemi. - mentì. Come se Sofia gli avesse letto nel pensiero, gli chiese di Ratatoskr.
- E' una guerra. Che mi sia piaciuto o no ucciderlo, sarebbe dovuto accadere ad ogni modo. Se non lo avessi ucciso io lo avrebbe fatto qualcun altro.
- Ma questo ti sta uccidendo dentro. - disse dolce Sofia. Gli mise una mano sulla spalla.
- Ci penso anche io, sai? Spesso. Penso che prima o poi dovrò uccidere Nidhoggr, e che sia o no il mio dovere, e non so se ne sarò capace.
Sembrava davvero triste mentre ne parlava. Un'improvviso impulso di abbracciarla lo dominò, ma lui lo respinse.
- Devi sapere che quando ho ucciso Ratatoskr, non ho provato il minimo rimorso, la minima compassione per lui. L'unica cosa che provavo era soddisfazione per aver fatto fuori colui che ti aveva fatto del male.
- A me non importa, sai. Per me conta soltanto tutto quello che hai fatto per me, Fabio. E poi è normale che tu ti sia sentito soddisfatto: è la foga della battaglia.
- Non voglio più essere la persona che ero prima di conoscervi, Sofia.
- E non lo sarai, lo so che non lo sarai mai più.
Fabio afferrò le mani di Sofia e gliele strinse, forte.
- Ho paura per quando verrà il mio turno, ho paura di non riuscire a fare ciò che devo, di non riuscire a portare a termine ciò per cui sono nata. - confessò Sofia.
- Fa schifo, tutto questo.
- Non lo so. So solo che averti riconosciuto mi ripaga di tutto.
Quell'improvvisa rivelazione fece diventare Sofia di tutti i colori, e lo divenne ancor di più quando Fabio disse che era carina quando arrossiva. Ciò che lei non sapeva era che per lui era lo stesso.
- A me piacevi da quando stavi con Nidhoggr. Ho sempre percepito il buono che c'era in te.
Fabio rimase di stucco, sorpreso per un momento. Poi sorrise. Le mise una mano dietro la nuca e,  quasi bruscamente l'attirò a sé. Le labbra di Sofia erano morbide, morbide e calde sulle sue. Ora capiva cosa significava avere le farfalle allo stomaco, il cuore in subbuglio, il respiro affannato. Sofia sembrava stupita da quell'improvviso gesto, e del resto lo era anche Fabio. Esistevano solo loro due, adesso. Un universo tutto loro, dove non esistevano guerre, draghi e sangue, dove esisteva solo l'amore che provavano l'uno per l'altro.
- Sofia! Fabio!

Fine Flashback

- Allora, ragazzina, che ne pensi? - chiese Nida fissandola con uno sguardo freddo e calcolatore.  Nemmeno il tempo di rispondere, che la porta si spalancò e Tristan e gli altri Draconiani fecero irruzione nella stanza, con artigli sguainati e Occhi della Mente illuminati.
- Che ci fai qui, Nida? - chiese Fabio, teso come una molla e pronto a scattare al minimo movimento del nemico.
- Fattelo spiegare dalla ragazzina che tanto odi, il perchè della mia visita.
Nida guardò Beth con sguardo trionfante: sapeva di aver colto nel punto debole della ragazza, la sua timidezza, e ne godeva immensamente. Beth non le avrebbe dato questa soddisfazione: prese coraggio e, mentre tutti gli occhi dei presenti le si puntavano addosso, parlò.
- Ci dirà dove si trova Chloe in cambio di protezione da Nidhoggr.
- E' uno scambio equo. - intervenne Nida. - Non trovate?
- Neanche per sogno! - gridò Fabio. - Chi ci garantisce che manterrai la parola?
- Stà zitto, Fabio! - gli rispose per le rime la ragazza mora, Lidja.
- How is my child?! Tell me! - Gillian avanzò con la padella alzata, ma il professore la bloccò giusto in tempo prima che potesse combinare qualche guaio.
Tristan si avvicinò a Beth e le si affiancò, infondendole coraggio con una semplice stretta di mano.
- Te lo dirò non appena avrete accettato l'offerta. - disse Nida. Schioccò le dita e in mano le comparve dal nulla una specie di mini-doll, che porse a Sofia.
- Sei tu il capo no, Thuban? Quando avrete deciso, vi basta premere il pulsante dentro la mano della bambola, e la mezzanotte di quello stesso giorno ci incontreremo stesso qui alla villa. Mi farò viva io.
Detto questo, una nuvola di fumo nero l'avvolse e Nida scomparve. 

Author's corner.
E rieccomi!
Scusate l'immensissimo ritardo, ma con la scuola e i migliaia di corsi PON che devo fare sono piena fino alla gola.
Ho un pò rimodellato il primo bacio dei miei cucciolini adorati. Ho pensato sarebbe stato carino legegrlo dal punto di vista di Fabio,
così mi ci sono messa e l'ho costruito secondo quello della Troisi.
Spero vi piaccia il capitolo, e ringrazio tutti i lettori, silenziosi e non.
Alla prossima, e vi invito a seguire le altre storie sulla ragazza drago.
A breve ne aggiungerò un'altra, quindi se vi interessa tenetevi informati!
Bacioni!
N13

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