La luce penetra in
obliquo dalla piccola finestrella e si spalma su tutti i computer. Quando entro
nel laboratorio per me è come ritrovarmi in un’altro mondo. Anzi è proprio
così. Il laboratorio è un altro mondo. Letteralmente.
-Agente 859, che cosa
fai? Perdi di nuovo tempo come al tuo solito? Non sai che qui c’è moltissimo
lavoro da fare?- sorrido.
Il caro professor
Holland. Osservo il suo camice sempre impeccabilmente bianco e la zazzera di
capelli sempre spettinati.-Arrivo, però lei veda di non chiamarmi così. Sa che
mi piace il mio nome!- non aspetto altro. Mi metto subito davanti ad un
computer e le mie dita scivolano sulla tastiera come d’abitudine. Del resto il
professore ha ragione. Quando si ha uno scopo nella vita non bisogna perdere
tempo inutilmente.
§
-PROFESSOR HOLLAND!!!- mi sveglio di soprassalto levandomi a
sedere. Il mio risveglio è brusco perchè finalmente ricordo qualcosa. Il
professor Holland.
Eppure questo non mi aiuta affatto a dare un nome alle facce
che ora mi guardano stupite .
-Ci dispiace di averti spaventata! Però non preoccuparti,
non vogliamo farti alcun male!- una ragazza con i capelli corti e arancioni si
è rivolta a me cercando di rassicurarmi.
-Che..che volete da me?- sono disorientata e spaventata.
Sento che le forze mi stanno tornando ma al contrario, i ricordi svaniscono. Ma
che mi sta succedendo?
Perchè mi trovo in questa stanza?
Gli interrogativi si affollano nella mia testa e, in preda
all’ansia, mi metto seduta sul bordo del letto. Il professor Holland. Devo
trovarlo subito. Lui mi saprà dire che fare.
Mi accorgo che quelle sensazioni di familiarità sono sparite
del tutto. Non riesco nemmeno a riconoscere i pantaloncini cortissimi di colore
blu scuro e il top che sto indossando.
Improvvisamente nella mia mente appare l’immagine di una
ragazza sporca di sabbia e terribilmente debole che sta camminando su una
spiaggia. Mi riconosco in lei. Ma allora perchè i miei vestiti sono diversi?
Quelli individui, sì deve essere così, mi avranno drogata perchè
la realtà mi appare distorta ed improbabile.
-Non dovresti sforzarti tanto!- quel piccolo procione di
prima mi parla di nuovo e io sento i brividi percorrermi la schiena.
Chiudo gli occhi e inizio a correre, facendomi spazio tra i
presenti. Gli animali non parlano! Gli animali non parlano! Io non sono pazza!
-Oi, ma dove vai?- qualcuno cerca di fermarmi, supplicandomi
di rimanere. Ma io devo fuggire!
Sbatto il naso contro qualcosa di duro e quando alzo la
testa per vedere di cosa si tratta, mi ritrovo davanti un mezzo sorriso sghembo
e uno sguardo penetrante. Indietreggio terrorizzata. L’espressione di quel uomo
che porta degli eccentrici capelli di colore verde non mi piace.
Evidentemente vuole cercare di sembrarmi più amichevole
perchè lascia cadere le mani sui fianchi e mi sorride di nuovo, con scarsi
risultati.
No, no, no! Non sto diventando pazza!
Mi volto e apro la porta!
Il vento mi frusta il volto.
Mi sarei aspettata di tutto, ma mai di ritrovarmi una
distesa infinita di mare davanti. L’acqua del mare questo pomeriggio è limpida
come cristallo ed un particolare tipo di turchese si espande sulla superficie
liquida. Alcuni gabbiani si pavoneggiano ad alta quota in acrobazie degne dei
più grandi trapezisti del mondo.
Sono su una nave.
Mi sporgo oltre il parapetto ed osservo un branco di pesci
argentati sferzare le onde.
La porta cigola e nel voltarmi, mi ritrovo davanti tutti
loro che stanno uscendo dalla cabina sottocoperta.
-Mi dite chi siete?-chiedo un po’ più calma.
Le gambe cominciano a tremarmi perchè ormai l’effetto
dell’adrenalina comincia a svanire. Mi sto sentendo male di nuovo.
-Hihihi, ma noi siamo pirati!-mi risponde quello con il
cappello di paglia mentre se ne sta sicuro di se con le mani sui fianchi e il
solito sorriso.
-Guarda! Quella bandiera rappresenta il simbolo delle nostre
promesse!-seguo con lo sguardo la direzione da lui indicata.
Vedo un teschio disegnato su uno sfondo nero agitarsi al
ritmo del vento e rabbrividisco.
Solo allora realizzo quello che mi ha detto.
-Voi...rabbrividisco dei...siete dei PIRATI???-
Un conato di nausea rischia di farmi soffocare. Un piede mi
scivola sull’altro e per poco non finisco a terra, ma un braccio forte e
rassicurante mi sorregge appena in tempo.
-Attenta Milady! Potresti farti male!-
Sento le farfalline nello stomaco e non so perchè.
L’uomo che mi sta tenendo ha i capelli biondi e un
sopracciglio a forma di ricciolo, gli occhi dolci e gentili.
Mi perdo nell’oceano profondo delle sue pupille mentre il
calore del suo contatto si diffonde in tuto il mio corpo.
Gli appoggio una mano sul petto nel tentativo di
respingerlo, ma mi rendo conto immediatamente dell’errore compiuto.
Un’energia mai provata prima mi esplode nella mano e da lì,
come una linfa vitale, comincia a scorrermi
nelle vene.
So che voglio interrompere il contatto perchè tutto questo
mi spaventa, però non ci riesco. Stare così mi fa sentire meglio. Quella specie
di malattia che mi ha rovinato le ultime ore sta svanendo piano piano e
incomincio a sentirmi veramente carica.
Lo guardo negli occhi e vedo che il loro colore diventa
sempre più chiaro e finalmente riesco a capire qual è la verità.
La memoria mi torna in un lampo.
Adesso so chi sono io e chi sono loro. Capisco la forza del
mio potere.
Guardo Sanji e mi rendo conto che è sorpreso e che non sa
spiegarsi la situazione. Tuttavia rimane immobile senza muovere un muscolo
aspettando che sia io a fare la prossima mossa.
Abbasso le palpebre e mi concentro sulle sensazioni che mi
invadono. Pace. Tranquillità. Sicurezza. Come una sorgente prosciugata
ricomincia a scorrere con la pioggia, allo stesso modo le mie forza stanno
tornando a gala.
Sorrido a Sanji, che non capisce perchè sta diventando
sempre più stanco. Inverto il flusso di energia finchè le forze di entrambi si
eguagliano.
Mi stacco da lui e mi concentro sugli altri. Che emozione
ritrovarsi faccia a faccia con loro.
Mi concedo qualche secondo per osservarli e chiedere
mentalmente scusa a Chopper per aver pensato che fosse un procione. Poi
sorrido, di un sorriso vero, di pura felicità.
-Il mio nome è Mary! Felice di conoscervi!-
E la mia avventura può avere inizio.