Quella casa verde acqua.

di HoranYouAreMyLife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sembrava essere tutto perfetto, però.. ***
Capitolo 2: *** Addio per sempre. ***
Capitolo 3: *** Lo voglio davvero? ***
Capitolo 4: *** Ma chi sei veramente? ***



Capitolo 1
*** Sembrava essere tutto perfetto, però.. ***


Ero appena uscita da scuola, come al solito, andata male.
Le troiette della scuola insultano in continuazione ed io non le reggevo più. Per fortuna che c'era Harry, il mio migliore amico, qui al mio fianco. Già, per fortuna che c'era lui.
Parlammo per mezz'ora di cose inutili mentre invece io volevo solo baciarlo, dato che ero innamorata di lui da quattro anni.
"Aspetta un secondo, Harry, ma dove stiamo andando? La strada per casa è dall'altra parte." Dissi io ad un certo punto. Mi ero distratta e non mi ero accorta che stavamo facendo la strada opposta alla nostra casa. "Nostra", si fa per dire, abitavamo vicino, tutto qui.
"Ehehe, vuoi sapere troppo." 
"Io me ne ritorno a casa.. Mia madre starà già sbraitando."
"No dai, tua madre sa tutto tranquilla, ci ho già parlato io." Disse prendendomi per un braccio. 
"Uhm.. Ma dove vuoi portarmi?"
"Ti fidi di me?"
"Ciecamente, Harry."
"Perfetto, allora seguimi."
Camminammo per poco e ci trovammo di fronte una casa tutta verde acqua, casa che io non avevo mai visto.
Harry si voltò verso di me e mi sorrise.
"Allora, che ne pensi?" Mi chiese.
"Che dovrei pensare? E' una casa.."
"No, ma davvero? Pensavo fosse una barca. 
Alloraa, ti piace?"
"Si, è carina."
"Ti va di entrarci?"
"E come entriamo? Mica hai le chiavi."
"La porta è rotta." Disse sottovoce avvicinandosi al mio orecchio.
"Tu sei pazzo. No. E se ci vedono? E se passiamo guai? E se lo viene a sapere la mia e la tua famiglia? No, Harry, torniamo indietro."
"No, tu vieni con me. Non succederà nulla, te lo prometto." Mi fissò negli occhi. Era impossibile dirgli di no.
"Va bene." Dissi.
Mi diede un bacio nella guancia e in quel momento pensai a quanto fosse stato bello se mi avesse baciato le labbra e a come mi sarei sentita. Ma Harry era fidanzato da tre settimane e io dovevo stare lontana da questi pensieri. La sua ragazza mi aveva chiesto di stare lontana anche da Harry, ma no. Io non potevo farcela.
Entrammo in quella casa, era profumata, nonostante fosse abbandonata.
C'erano cinque camere: un soggiorno, una cucina, un bagno, e due camere da letto. In quel momento pensai che magari fosse stata perfetta per me e Harry, da grandi, con una bimba, me e lui e la nostra bambina, una famiglia. Mi immaginavo me e lui su quel letto matrimoniale, la bimba che giocava in soggiorno e i giocattoli sparsi per casa. Intanto sorridevo.
"Perché sorridi?"
La voce di Harry servì a farmi tornare nella realtà, purtroppo.
"Sorrido perché.. No, non lo so, sto sorridendo?"
"Si.. Dai ti prego, dimmi a cosa stai pensando."
"Non sto pensando a nulla." Dissi freddamente.
"Okay." 
Ci furono dieci secondi di silenzio ed io abbassai lo sguardo.
"Vieni con me." Mi disse Harry prendendomi per mano.
Il cuore mi sobalzò.
Mi portò in camera da letto e aprì le finestre.
Si sdraio nel letto e mi invitò a fare lo stesso ed io lo feci.
"Sai, questa casa mi piace molto. Vorrei creare una famiglia qua dentro. Avere tanti bambini che girano urlando e ridendo per le stanze.. Non sarebbe bellissimo?"
"Si." 
Si girò verso di me.
"E tu quanti bambini vuoi avere?" Mi chiese.
"Una femminuccia."
"Soltanto una bambina? Io invece voglio avere tanti figli." Sorrise.
Abbassai lo sguardo.
"E li voglio avere adesso." Continuò.
"Adesso? Hai solo diciotto anni.."
"Sono già grande. Desidero avere tanti bambini adesso."
Rise ed io feci lo stesso.
"Questa casa è perfetta." Disse.
In quel momento pensai che sì, quella casa era perfetta, ma solo per noi due. Per me e per Harry.
Mi abbracciò.
Dovevo essere felice, ma non lo ero. Anzi, stavo anche per esplodere a piangere. Sapevo che fra quelle braccia ci sarebbe stata e ci era stata la sua ragazza e non solo io. Odiavo quella ragazza, la odiavo a morte. Era solo una troia che aveva conosciuto in uno di quei soliti locali in cui Harry va a notte fonda. Una che la dava a tutti, una che lo stava solo prendendo in giro. 
Alzai la testa per fissarlo negli occhi e notai che c'era una distanza minima fra le mie labbra e le sue. Avevo la tentazione di baciarlo.
Chiusi gli occhi e lui mi strinse di più a sè.
Mi addormentai mentre Harry accarezzava i miei capelli.
Mi svegliai nella stessa posizione in cui mi ero addormentata. Credo che era ormai sera. Alzai la testa e notai che Harry stava dormendo.
Quant'era bello. Avevo solo voglia di baciarlo.
Si svegliò e mi sorrise.
"E' tardi." Dissi.
"No, non lo è."
"Mia madre mi uccide."
"Sa che dormi da Alicia. Alicia ci regge il gioco."
Io sorrisi e gli misi le dita sulle labbra e gliele sfiorai delicatamente.
"Che scemo che sei.."
"Tu lo sei più di me."
"No, non è vero."
"Si che lo è!"
Cominciò a farmi il solledico. E finimmo l'uno sopra l'altro. 
Diventammo seri. Misi le mie mani sul suo volto e lui le sue le avvolse attorno la mia schiena.
Un silenzio infinito. Si sentivano solo i nostri respiri. 
Ci avvicinammo pian piano. Stavamo quasi per baciarci, ma io mi tolsi di scatto su di lei mettendomi al suo fianco. Volevo scoppiare in lacrime.
"Scusa." Mi disse.
Io stetti in silenzio.
"In fondo, siamo solo migliori amici. Giusto?"
Io annuì mentre una lacrima percorreva il mio viso.
"Hai.. Hai un po' di fame? Beh io sì, ti va se.. Ordiniamo una pizza? O magari andiamo a prenderla noi, così magari facciamo due passi.. Che.. Che ne dici?"
"Va bene tutto per me, Harry. Scegli tu."
"Beh, allora la ordino."
"Okay."
Sentivo il bisogno di piangere.
"Vado un attimo in bagno."
"Aspetta, tieni la candela.. Sai, la casa è abbandonata e non c'è la corrente.."
"Ah, grazie."
Presi la candela che Harry aveva appena accesso e andai verso il bagno.
Cominciai a piangere ripensando alla scena di prima e mi ripetevo che Harry non era me che voleva. Se ci fossimo baciati sarebbe solo stato un danno per entrambi. Era meglio così.
"Aisha, va tutto bene?" 
"Si, tutto okay."
Asciugai le lacrime e uscì dal bagno.
"Hai pianto?"
"No, per niente, perché?"
"Hai gli occhi gonfi e tristi. Aisha, so che qualcosa non va. Vuoi parlarmene?"
"Tranquillo Harry, va tutto bene, sono solo un po' raffreddata." Cercai di sorridere.
Harry mi abbracciò e mi invitò a sederci sui gradini davanti la porta mentre aspettavamo la pizza.
Portò con se un pacco di marshmellow che li finimmo nel giro di cinque minuti tra risate e chiacchere.
Mi raccontò di Celina, la sua ragazza e di come era il loro rapporto. Mi disse che non si sentivano mai e che quando si vedevano l'unica cosa a cui lei pensava era fare sesso.
Sì, io ed Harry eravamo molto intimi, mi raccontava tutto della sua vita, tutto e io facevo lo stesso.
Se ve lo state chiedendo, si, sapeva che ero vergine.
"Non hai ancora trovato nessuno?" Mi chiese.
"Sono innamorata di un ragazzo, ma lui non lo sa e nemmeno voglio dirglielo."
"Perché?"
"Perché so che si rovinerebbe tutto."
"Spiegati.. Dimmi anche di chi sei innamorata.. Siamo migliori amici e ci diciamo tutto, no?"
Sospirai.
"Allora? Aisha.." 
Arrivò la pizza che mi salvò.
La mangiammo la fuori.
"Aisha, mi consideri o no il tuo migliore amico? Questo voglio capire."
"Si."
"Allora perché non vuoi dirmi di chi sei innamorata?"
Lo fissai negli occhi e stetti in silenzio. Harry anche.
"Harry.."
Non riuscì più a controllarmi. Lo baciai.
Volevo morire.
Harry stranamente ricambiò il bacio.
Ci staccammo. Io abbassai lo sguardo.
"Aisha.."
"Ho rovinato tutto. Tanto lo sapevo."
Stetti in silenzio e Harry fece lo stesso.
Mi coprì il volto con le mani e Harry mi fissò.
No, non lo so se era arrabbiato o meno, non lo so. Non avevo il coraggio di guardarlo.
Mi alzai.
"Io non so come stai in questo momento e probabilmente sarai incazzato con me, ma scusa. Io provo qualcosa per te da quattro anni, Harry, quattro fottutissimi anni, tu non puoi nemmeno immaginare quanto ho sofferto quando trovavi una ragazza, quanto ho sofferto quando ti sei lasciato con quelle centomila ragazze e quanto ho sofferto quando mi dicevi che ti stavi frequentando con qualcuna, sì Harry, sì è così. Io ti voglio. Ho tenuto segreto tutto questo per il tuo bene, per il nostro bene, per la nostra amicizia, Harry so di averti perso e sappi che sto già morendo dentro. Forse è meglio che io vada, tu rifletti, io anche, cerco di dimenticare tutto, di dimenticare che le tue labbra sono state sulle mie e cerco di dimenticare quanto cazzo mi sono sentita bene quando ti ho baciato, voglio dimenticare ogni cosa di questa sera, ogni cosa. E se sarà il caso, Harry.. Se tu lo vorrai, io dimenticherò anche te. Adesso vado. Ciao, Harry."
Scappai via e scoppiai in lacrime.
Harry corse verso di me mi afferrò per un braccio.
"Lasciami andare, non ti merito."
"Smettila."
Lo fissai con le lacrime agli occhi.
"Perché non mi hai detto tutto questo quattro anni fa?"
"Avevo paura."
"Ma di cosa, Aisha?"
"Di perderti.
Infatti adesso ti ho perso!"
"No."
Lo fissai sorpresa.
"Non mi hai perso. Non mi perderai."
"Non sarà più lo stesso."
"Lo so."
Io annuì e abbassai lo sguardo.
Harry mi baciò.
"Non sarà più lo stesso perché da oggi in poi tu sarai la mia ragazza."
Mi baciò di nuovo.
"Cosa?"
"Si Aisha. Voglio te. Da tantissimo tempo.
Mi avevano detto che per farti innamorare dovevo farti sorridere, ma ogni volta che sorridevi, mi innamoravo io."
Il cuore mi scoppiava.
Tornammo in quella casa. Ci sdraiammo sul letto.
"In questa casa ci sarà la nostra famiglia. I nostri bambini. Il nostro amore." 
Mi fissò.
Io sorrisi, non riuscivo a smettere.
Si voltò verso di me, mi sorrise.
"Qui dentro, in questa casa, ci saremo io e te."
"Per sempre?"
"Sì, per sempre."
Io sorrisi, lui anche, mi baciò e poi ci addormentammo.
Il mattino dopo, ci svegliammo e guardando l'orario, ci arcogemmo che era davvero tardi.
"Harry, è tardissimo, come facciamo?!"
Dissi dal bagno mentre mi sciacquavo il viso.
"Tranquilla, possiamo farcela.. Ne hai ancora per molto? Dovrei andare in bagno.."
Uscì dal bagno e lo fissai sorridendo, prima di entrare in bagno, mi baciò.
Io andai in camera da letto e mi sistemai i capelli, dopo mi voltai e fissai il letto. Quel letto, presto, avrebbe sostenuto me e lui e magari anche un bambino tutto nostro.
Avevo solo diciasette anni e lui diciotto, ma volevo già avere una famiglia insieme ad Harry. E' una pazzia, una cosa folle, ma lo volevo.
Lui uscì dal bagno e mi strinse da dietro.
"Harry, è tardissimo, andiamo!"
Lo trascinai con me fuori da quella casa mentre lui cercava invano, di baciarmi, ci riuscì e tirandomi per la mano cominciò a correre.
Urlavamo come dei bambini e ridavamo come deficenti. Era tutto bellissimo.
Arrivammo a scuola, sudati, stanchi, affannati, ma in orario, per fortuna.
Harry mi accompagnò in classe e mi baciò, poi mi lascio andare.
Le ore passarono velocemente stranamente, così appena uscì dalla classe trovai Harry che mi aspettava. Appena mi vide mi prese in braccio e mi baciò, ci fissarono tutti strani e noi sorridemmo.
Uscimmo mano nella mano da scuola e ci dirissimo verso casa mia, avevo telefonato a mia madre e le avevo detto che Harry veniva da noi per studiare, effettivamente era vero, ormai mia madre c'era abituata e non sospettava minimanete, lei sapeva che eravamo migliori amici, effettivamente lo eravamo fino a qualche ora prima.
Appena arrivammo, aprì la porta e trovai la casa vuota, tutto ciò era strano, dato che mia madre era in ferie, così mi dirissi in cucina dove trovai un bigliettino.
"Aisha, sono dovuta correre in ospedale, tua sorella Elisea sta male. Non preoccuparti, nulla di grave. Ti voglio bene."
No, qualcosa che non andava c'era, sicuro, era qualcosa di grave. 
Mi voltai verso Harry, pallida dopo aver ricordato quello che avevo visto un mese prima, in camera di Elisea. 
Ero semplicemente entrata a prendere la mia pennetta USB, ma appena entrai in quella camera, tutto ciò che vidi era sangue. Gocce di sangue che conducevano al bagno in camera di mia sorella. Mi avvicinai alla porta del bagno, si sentiva il rumore della doccia, mi accorsi che la porta era aperta, entrai, la trovai a terra, stava tagliando i suoi polsi, stava piangendo, stava male. Ricordo ancora il suo sguardo triste, malinconico, pieno di angoscia rivolto verso di me.
"Elisea, che stai facendo?"
"Vattene, vattene via! Vattene!" Disse agitata mentre cercava di fermare il sangue che scivolava dai suoi polsi.
Io mi dirissi verso di lei, la abbracciai.
"Perché? Perché lo fai?" Cominciai a piangere.
"Perché voglio morire."
"Non dire così, ti prego. Qui ti amano tutti, TUTTI, perché lo fai? Perché vuoi morire? Perché? Elisea, non posso sopportare il fatto che tu ti faccia del male, smettila, ti prego!"
"Smetterò solo se non dirai nulla alla mamma."
"Sì, te lo prometto!"
Da quel giorno, sembrava andare tutto bene, non si faceva più del mare, mi mostrava i suoi polsi tutte le sere, solo cicatrici, nessun taglio.
Era sicuramente successo qualcosa di grave e sentivo che tutto ciò era collegato a questo discorso, me lo sentivo dentro.
"Aisha, che succede?" Mi chiese Harry.
"Devo andare all'ospedale, è successo qualcosa di grave a mia sorella."
"Andiamo!"
Andammo prima a casa di Harry dove prendemmo la sua macchina e ci dirissimo all'ospedale, l'unico della zona.
Prima di trovare mia madre, lo girammo tutto, intanto il cuore non smetteva di battere per la paura e l'ansia saliva.
"Aisha, c'è tua madre!"
Io corsi verso di lei.
"Aisha, che ci fai qui?"
"Dimmi cos'è successo ad Elisea. Ora!"
Mia madre sospirò. Aveva le lacrime agli occhi. 
"Sono tornata da lavoro e come al solito stavo preparando il pranzo, quando all'improvviso vedo colare acqua dalle scale, così salgo e vedo che l'acqua proveniva dalla stanza di Elisea, pensai che si fosse dimenticata la doccia aperta, così mi dirissi direttamente verso il suo bagno in camera, quando vidi che era chiuso a chiave. Andai in camera tua per prendere la chiave del tuo bagno dato che le porte sono uguali, e mentre cercavo di aprire la porta del bagno di Elisea, notai che da sotto la porta spuntava acqua rossa, sporca di sangue, così urlai a tua sorella, appena riuscì ad aprire quella maledetta porta, la trovai in bagno con i polsi tagliati, dentro la doccia, accasciata, svenuta non so da quanto tempo, il sangue non smetteva di uscire, aveva tagli profondi su ogni sua parte del corpo. L'ho subito portata qui.. Si presuppone che non possa resistere.."
"No.." Dissi.
"Non può essere, dimmi che non è vero, ti prego." Scoppiai a piangere e mi lasciai cadere a terra. Harry mi abbracciò. Piangeva anche lui.
Le ore passavano, intanto i medici non ci davano nessuna risposta alle nostre domande. 
Venne sera e mandai mia madre a casa a riposare, era distrutta. Io rimasi in ospedale, Harry volle farmi compagnia.
"Ce la farà." Mi disse Harry abbracciandomi.
Io lo strinsi.
"Lei è forte, lei può farcela. Ne sono sicuro."
Lo strinsi ancora di più.
Andai a sedermi ed Harry mi seguì, mi appoggiai a lui e mi addormentai.
Mi svegliai a notte fonda, erano circa le quattro del mattino e vidi un dottore, così gli chiesi di mia sorella, ma lui non mi seppe dire nulla.
Mi andai a sedere, chiedendomi come fosse possibile che nessuno ci sapeva dare notizie.
Tornò quel dottore con cui avevo parlato cinque minuti prima e si avvicinò verso di me.
"Aveva detto che sua sorella si chiamava Elisea Artinson?"
"S..Si chiamava? Si CHIAMA! Si chiama così!"
Abbassò lo sguardo.
"Ci dispiace."
"Vi dispiace cosa?!"
Il dottore sospirò, io capì tutto.
"Sua sorella non ce l'ha fatta. Ho parlato con il dottore che l'ha trattenuta, mi ha detto che quando vostra madre l'ha portata era già morta. Ha perso troppo sangue. Questa è la causa della sua morte."
Urlai, scoppiai a piangere.
"Non è possibile, smettetela, lei è viva! E' viva! Smettetela! Fatemela vedere, fatela venire qui!"
Harry si svegliò e capì subito tutto.
"Oh no." Le uniche sue parole furono queste.
Venne verso di me e mi abbracciò mentre piangeva.
"Avevi detto che ce l'avrebbe fatta! L'avevi detto!"
Sbattevo pugni sul suo petto e piangevo.
Mi staccai da Harry e rivolgendomi al dottore gli chiesi se potevo vederla. Lui annuì.
Entrai in quella stanza gelida insieme ad Harry.
Era sdraiata su quel letto gelido anch'esso, era bianca, aveva le labbra violacee, era bella. Sembrava che stesse solo dormendo.
Mi avvicinai a lei, le accarezzai il viso, era gelido, sembrava di porcellana.
"Amore mio, perché mi hai abbandonata? Mi avevi fatto una promessa, mi avevi promesso che non l'avresti più fatto. Eri felice fino a due giorni fa, sorridevi, hai dormito in camera mia e mi hai raccontanto tutti i tuoi segreti ed io i miei. Mi hai chiesto di accompagnarti domani a quel concerto, sai, quello al quale desideravi tanto andare ed io avevo accettato, avevamo comprato anche i vestiti adatti. Ti ricordi?
Te ne sei andata via troppo presto. Hai solo quindici anni. Solo quindici. Sei piccola, avevi tutta una vita davanti, ma hai deciso di fermarla, perché? Volevi restare per sempre quindicenne? 
Non so cosa ti tormentava, cosa ti ha spinto a fare questo.. Io volevo ancora crescere con te. Averti al mio fianco, non solo nel mio cuore.
Sei stata, sei e sarai una principessa. Sì, lo sei anche adesso. Già, anche adesso. 
Vorrei che aprissi questi occhi, questi occhioni bellissimi, vorrei che mi fissassi ancora, vorrei stringerti ancora, vorrei.. Vorrei che tu fossi viva. Eri una ragazza forte e credevo che tu potessi farcela, ma hai rinunciato a tutto e a tutti. Anche a me, alla mamma.
Vorrà dire che adesso starai meglio, sarai in un posto migliore, magari hai incontrato papà, chi lo sa, magari adesso vi starete abbracciando e mi starete guardando dall'altro, magari siete in questa stanza entrambi e mi state stando accanto. Magari, dico magari, mi starete abbracciando.
Ti amo Elisea. Ti amo. Mi manchi."
La abbracciai per l'ultima volta e mi parve di sentire il suo cuore battere, ma era solo una mia immaginazione.
Presi i suoi polsi, tagliati, li baciai. Mi voltai verso di Harry, era in lacrime, singhiozzava anche lui.




Salve allora, è la primissima FanFiction che scrivo.. Continuo solo se vedo che a voi piace e vedo delle vostre recensioni.. Un bacione(:

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Capitolo 2
*** Addio per sempre. ***


Uscimmo fuori da quella stanza gelida ed io sentì una sensazione di rottura. Il mio cuore era rotto, era a pezzi.
"Che strana la vita, fino all'altro ieri sera la coccolavo fra le mie braccia, le accarezzavo i capelli, ridavamo insieme.. Adesso.. Adesso è finito tutto, per sempre." Dissi piangendo.
Harry mi strinse a se.
"Lei resterà per sempre vicino a te insieme a tuo padre."
Avevo perso mio padre quando avevo dieci anni, è morto in un incidente. Avevo un buon rapporto con lui e anche Elisea.
"Dovresti chiamare tua madre, farle sapere cosa è successo.."
"Ho paura Harry."
"Devi farlo.."
"Lo so."
Scoppiai in lacrime, così Harry mi prese il viso fra le mani e mi fissava dritto negli occhi.
"Non piangere, devi farti forza. Devi essere forte. Me lo prometti?"
Sospirai mentre una lacrima cadeva giù.
"Aisha, promettimelo."
Io annuì.
"Te lo prometto Harry."
Mi baciò, poi mi strinse a se.
Mi squillò il cellulare, guardai chi fosse, era mia madre.
Il cuore cominciò a battere, mi agitai.
"Rispondile."
Alzai lo sguardo verso Harry che mi rassicurò.
"Pr-pronto?"
"Aisha, sto arrivando. Notizie?"
"Ehm, s-si, ma te ne parlo quando sei arrivata."
"Che hai?"
"Nulla mamma, guida tranqulla."
"Uhm, va bene."
"Allora a.. A dopo."
Riattaccai.
"No, non ce la faccio. Come le dico che ha perso una figlia? Come? Giuro, non posso farcela."
"Non gliel'hai detto?"
"No, stava guidando, non potevo dirglielo.."
"Uhm.."
"Harry, torna a casa."
"Mai, io voglio starti accanto."
"Sei stanco, torna a casa a riposare."
"No."
"Stai morendo di sonno, hai due occhiaie nere sotto gli occhi, mi sento in colpa."
"Smettila scema, io devo starti vicino, sono il tuo ragazzo, ricordi?"
Cercai di sorridere e lo abbracciai.
Sentì la voce di mia madre.
"Ciao Aisha, ciao Harry. Allora, notizie?"
Mi scollai da Harry e mi voltai verso mia madre. Ero seria, avevo gli occhi pieni di lacrime e non riuscivo a parlare.
Non avevo il coraggio di parlarle, ma poi Harry mi prese la mano e mi fece coraggio.
"Mamma.." Mi scesero le lacrime.
"Aisha.. Parla, per favore."
Sospirai e trattenni il pianto.
"Mamma, non ha resistito." Esplosi a piangere.
"Cosa?!"
Io annuì e abbassai lo sguardo.
"Dimmi tutto, per favore."
"Quando l'hai portata al pronto soccorso, Elisea, era già morta, mamma."
"Voglio vederla."
Non piangeva, non ci riusciva.
Andò verso un medico e gli parlò istericamente, fino a quando quello le disse di seguirla.
Mi voltai verso Harry che mi asciugò le lacrime.
Passarono venti minuti e vidi spuntare mia madre e si avvicinò verso di me.
"Tornate a casa, qui ci penso io." Riuscì a dire solo questo per poi darmi le chiavi di casa e voltarsi.
Uscì dall'ospedale e mi dirissi verso la macchina di Harry.
"Andiamo nella nostra casa." Mi disse.
"Nostra?"
"Si, quella casa verde acqua."
Mi baciò e poi partì.
Arrivati, entrammo e subito andammo verso la stanza da letto e ci addormentammo.
Mi svegliai due ore dopo e mi alzai.
Presi il cellulare chiamai mia madre.
"Come stai?"
"Come dovrei stare? Ho perso una figlia.
Comunque, stasera la portano a casa e domani le diamo l'ultimo addio."
"Va bene, allora vengo direttamente a casa?"
"Si."
"Va bene mamma, a dopo."
Parlavo piano per non svegliare Harry, ma si svegliò ugualmente.
"Hai chiamato tua madre?"
"Sì, la stanno portando a casa e domani c'è il funerale. Harry, vado a piedi. Riposati."
"Scherzi? No, voglio starti accanto."
"Harry.."
"Sh.
Vieni qua."
Andai verso di lui e mi abbracciò.
"Ti starò sempre vicino, ricordatelo."
Un'ora dopo eravamo già in macchina, la direzione era casa mia.
Dovevo sistemare Elisea, abbracciarla per l'ultimissima volta, vedere il suo dolce viso per l'ultima volta. Mi preparai psicologicamente.
Arrivammo a casa mia e trovai mia madre già dentro e mi disse che aveva portato Elisea nella sua camera e che l'avremmo sistemata là.
Io salì, tremavo, il cuore era frantumato, ma si frantumò ancora di più quando la vidi sul suo letto. Sembrava stesse dormendo, mi sembrò di tornare alla normalità, ad una di quelle mattine quando la svegliavo io col solletico o con parole dolci, ma non era così.
Presi dall'armadio il suo vestito preferito e cominciai a vestirla. Mia madre non riusciva a farlo, era troppo sconvolta per farlo.
Appena finì di vestirla, la baciai, la abbracciai.
"Mi manchi principessa mia. Manchi troppo."
Poi la lasciai andare delicatamente contro il letto.
Passai tutta la notte in quella stanza con lei, sperando che potesse aprire gli occhi da un momento all'altro, sperando di poter rivedere quel suo fantastico sorriso, ma non successe, non poteva succedere. Il giorno dopo ci fu il funerale e dopo averle dato l'ultimo bacio e l'ultimo addio, la chiusero dentro una bara bianca, per poi metterla sotto terra. Il mio cuore se ne era andato con lei.
 
 
--
Capitolo un po' corto e triste, ma nel prossimo ci saranno molte sorprese, recensite la storia e ben presto avrete il terzo capitolo, siamo quasi alla fine, ne mancano due e la storia finisce ):
Un bacio, al prossimo!

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Capitolo 3
*** Lo voglio davvero? ***


Era passato un anno dalla morte di mia sorella, ormai io e mia madre ci eravamo rassegnate, la pensavamo ogni giorno, ogni ora, ma la ricordavamo sempre col sorriso.
Era una calda domenica di Maggio, ed io ero con Harry nella "nostra" casa, quando gli arrivò una chiamata: Celina. In teoria Harry e Celina stavano ancora insieme, ma dato che non si vedevano mai, Harry non faceva caso a questa cosa, soprattutto perché Celina era partita per non so dove, comunque, per il suo paese d'origine e quindi in quest'anno in cui lei non c'era Harry era "libero".
"Pronto?
Eh? Domani? Uhm.. Va bene, si, okay, si, senti domani devo parlarti. No, okay, ciao."
"Che succede?"
"Nulla, domani torna e vuole vedermi. Domani la lascio ufficialmente."
Io sorrisi.
Cominciammo a farci le coccole, per poi baciarci.
Cominciammo a farci il solletico, ma poi ci fermammo e ci fissammo negli occhi.
“Sei bellissima.”
Io abbassai lo sguardo e arrossì.
“Ammetto che sei anche molto sexy, sai?”
“Harry!”
“Che c’è? E’ vero, mica dico bugie io!”
Scoppiamo a ridere e lo abbracciai.
“Devo dirti una cosa..”
“Dimmi.”
“Questa casa, non è abbandonata, qui fino a qualche anno fa, prima di venire noi, ci abitava mio zio, poi si trasferì in America per lavoro e la lasciò a me. Sì, ti ho preso in giro per tutto questo tempo dicendoti che era abbandonata e tu come una scema c’hai creduto, HAHAHA, ma ce ne vuole eh!”
“Cosa?! Ma sei stronzo però!”
Harry scoppiò a ridere ed io anche.
“Andiamo al mare? C’è caldo.” Mi propose Harry.
“Va bene, ma prima devo passare da casa mia a cambiarmi, mica posso andare in mutande a mare.”
“No, se vuoi anche nuda.” Sorrise maliziosamente.
“Che porco che sei, Harry!”
“HAHA, dai che scherzo!” Sospirò. “Anche se non mi dispiacesse..” Aggiunse.
Io gli diedi una pacca sul braccio e mi voltai andando verso la stanza da letto, Harry non la smetteva di ridere.
“Vuoi sbrigarti?” Dissi io, facendo finta di essere arrabbiata e tornando verso di lui.
“Va bene, ma dopo passiamo anche da casa mia, devo cambiarmi anch’io. Mica posso andare in mutande al mare.” Disse ripetendo quello che avevo detto io.
“Ah beh, certo.”
Uscimmo da casa ed entrammo in macchina. In pochi minuti fummo già a casa mia mi cambiai velocemente e Harry fece lo stesso una volta arrivati a casa sua, dopo un’ora fummo a mare.
Faceva un caldo assurdo, così ci spogliammo e ci tuffammo in acqua, sembravamo dei bambini, schizzavamo acqua, ci spingevamo in acqua, insomma, avete presente quello che fanno i bambini di cinque anni? Ecco.
Uscimmo dall’acqua e andammo verso le nostre asciugamano che erano stese a terra.
Parlammo per più di mezz’ora di cose senza senso poi però Harry stette in silenzio.
“Adesso siamo grandi, no?”
“In che senso?”
“Rispondimi, adesso siamo grandi?”
“Beh, se intendi d’età, credo di sì, tu hai diciannove anni ed io diciotto, credo che adesso siamo maturi mentre di comportamento.. Non tanto..”
“Fa nulla.”
“Perché questa domanda?”
“Ti ricordi quello che ti ho detto un anno fa mentre eravamo distesi sul letto della nostra casa, quando ancora non stavamo insieme?”
“Ehm.. Non proprio.”
“Quando ti ho detto che volevo avere dei bambini subito?”
“Ah, si.”
“Ecco. Voglio avere dei bambini.”
“Uhm.”
Si voltò verso di me e mi fissò negli occhi.
“Beh, io questi bambini li voglio adesso, con te.”
“Siamo giovani, non ti pare?”
“Lo hai detto tu stessa che eravamo maturi.”
“Si, ma tu riusciresti a mantenere un bambino? E poi andiamo ancora a scuola..”
“Sì, io posso mantenere un bambino. Potrei lavorare grazie alla musica e un aiuto me lo darebbe anche la mia famiglia.
Per il fatto della scuola, non importa, per me è il quinto anno ed anche per te, riuscirai a finirla, siamo già a Maggio, a Giugno finisce ed a Luglio ci sono gli esami. La pancia non si vedrà ancora.”
Io mi voltai verso il mare, si, quel bambino lo volevo anch’io, ma eravamo giovani e avevo paura che Harry si tirasse indietro alla prima difficoltà. Mantenere un bambino, era un compito troppo pesante per noi.
Non ebbi il tempo di rispondere a quello che Harry aveva detto che sentì la voce di un ragazzo salutare Harry.
Alzai lo sguardo, era un suo amico che conoscevo di vista, Brandon.
Si salutarono e poi Harry, mi presentò al suo amico.
“Brey, lei è Aisha, la mia ragazza.”
“Piacere, Brandon.” Mi sorrise.
“Piacere.” Ricambiai il sorriso.
Dopo che Harry e Brandon parlarono un po’, venne l’ora di andare e Harry salutò Brandon ed io feci uguale, poi andammo.
“Andiamo a casa nostra e poi usciamo a mangiare qualcosa fuori, ti va?” Mi propose Harry.
“Certo!”
Appena arrivammo a casa nostra, feci una doccia e mi cambiai con i vestiti che avevo nella mia borsa del mare, Harry fece lo stesso.
Uscimmo e mi portò in un locale in riva al mare, ordinammo una pizza.
“Lo sai che ti amo?” Mi disse.
“Anch’io.”
“Beh, senti, so che non ti senti ancora pronta per un bambino, mi dispiace per tutto quello che ti ho detto ieri e scusa se ho fretta.”
“Harry..”
“E, non mi azzarderò a toccarti. No, non voglio fare le cose contro la tua volontà. Quando vorrai, si farà il prossimo passo, ma io non voglio metterti fretta di nulla.”
Sapevo a cosa si riferiva Harry, lui si riferiva al fare l’amore. Dopo un anno di relazione, non avevamo fatto ancora nulla, Harry sapeva che non ero pronta e non mi aveva mai toccata, mai andato oltre al bacio.
Ammetto che avevo pensato più volte di essere un peso per Harry o che comunque lui pensava che io fossi solo una bambina, che a diciotto anni non avevo ancora il coraggio di fare un passo avanti, ma quando ne parlavo con lui, mi toglieva ogni dubbio, lui mi amava per quello che sono e una persona che ama davvero, rispetta ogni tua decisione.
“Tranquillo Harry. Non hai bisogno di scusarti.” Lo rassicurai io.
“Sei perfetta.” Disse.
Dopo aver cenato, passeggiamo un po’ e poi distrutti, mi accompagnò a casa mia.
“Ti amo.” Mi disse abbracciandomi.
“Ti amo, ti amo anch’io!”
Mi baciò.
“Prometti di non lasciarmi mai?”
“Sì, te lo prometto.”
Poi mi diede la buonanotte e aprendo la porta di casa mia, entrai a casa e lo vidi allontanarsi con la sua macchina.
Ripensai a tutto quello che mi aveva detto, riflettendo sul fatto del bambino.
Ma io, lo volevo davvero? Il cuore diceva di sì, assolutamente, ma la testa, mi faceva pensare a troppe cose negative.
 
 
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Salve bellezze, okay, questo capitolo è abbastanza lungo, ma va beh, spero che non vi siete annoiate ):
Ehm, secondo voi, Aisha, che farà? Dirà ad Harry di volere un bambino con lui o lascerà perdere tutto? Recensite, recensite e recensite:3
Un bacione xx.

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Capitolo 4
*** Ma chi sei veramente? ***


Salì in camera mia e mi sdraiai sul letto, pensavo ancora alle parole di Harry e mi convincevo del fatto che effettivamente, io quel bambino lo volevo, IO VOLEVO AVERE UN FIGLIO CON HARRY.
Mi alzai e mi misi davanti allo specchio, presi un cuscino e lo infilai sotto la maglia per far sì di "falsificare" una gravidanza. Arrotondai per bene il cuscino e mi osservai.
Il pancione non mi stava per niente male, sorrisi ed accarezzai il cuscino, mi ero lasciata trasportare dall'immaginazione e ad un tratto, non vidi l'ora di avere un bambino.
Ero sicurissima che Harry sarebbe stato un padre perfetto, avremmo vissuto in una casa perfetta e la vita di nostro figlio sarebbe stata perfetta, ero sicura di tutto ciò.
Tolti il cuscino e mi spogliai per poi mettermi il pigiama, mamma non c'era, era ad un battesimo e mi toccava stare sola fino a notte fonda.
Andai in camera di Elisea e mi dirissi verso la sua foto e notai che la candela era spenta, così la riaccesi e le diedi la buona notte, come ogni sera. Tornai in camera mia e mi addormentai.
Il giorno dopo, lunedì, la sveglia suonò alle 6:30 AM, così sbuffando, mi alzai e mi sistemai per andare a scuola, mia madre dormiva a sonno pieno, così evitai di svegliarla, uscì direttamente, appena uscita, trovai Harry che mi aspettava con la macchina, così salì e andammo a scuola.
La giornata passò tranquillamente e come ogni giorno andammo a casa "nostra".
"Oggi devo incontrare Celina."
"Lo so."
Ci fu un po' di silenzio.
"Glielo.. Glielo dirai?"
"Si. Amore, io voglio stare solo con te. Non mi va giù questa cosa che io in questo momento sto insieme a due ragazze, insomma, io amo solo te, perché devo continuare una relazione con quella? Mi sono deciso a lasciarla e la lascerò."
Io sorrisi e lo abbracciai.
"Ah, ma hai dimenticato che dobbiamo preparare la tesina assieme?"
"No Harry.. Io la mia l'ho quasi finita, sei te che devi ancora cominciare, io l'ho cominciata già a Marzo."
"Cosa?!"
Io annuì.
"Beh, ciò però non vuol dire che non ti aiuterò, amore mio."
"Sei il mio angelo custone!"
"Ma che, voglio solo che passiamo entrambi."
"E perché?"
"Per sistemarci, per trovare lavoro, per.."
"Per..?"
No.
Allora, okay, io non volevo ancora comunicare ad Harry che volevo avere un bambino con lui. Non so il perché, ma non volevo dirglielo.
"Per.. Ehm, per poter vivere insieme."
Harry sorrise, io anche.
Le ore passarono ed Harry alle 18 PM, uscì da casa per incontrarsi con Celina, io ero a casa con milioni di libri che mi circondavano, avevo intenzione di finire quella maledetta tesina per poter poi aiutare Harry con la sua, quel pomeriggio la completai, mi mancavano solo due pagine riassuntive e avrei veramente finito, mi sarei tolta un pensiero.
Alle 20:15 PM, Harry tornò a casa con un sorrisone e qualcosa dietro la schiena.
"Ciao Harry, qualcosa non va?"
Quanto poteva essere bello? Quanto?
Harry mi diede un mazzo di fuori e poi mi prese in braccio.
"Sono tutto per te, mia signora!"
Mi baciò, finalmente era solo mio.
Accadde qualcosa di strano però, quel bacio, non fu uno dei soliti baci che si danno, quello fu.. Come dire.. Più intenso, ecco, più passionale, più bello.
Harry mi appoggiò al muro e continuò a baciarmi, io gli accarezzavo i riccioli e lo stringevo a me.
Ci staccammo, ci fissammo per un po', come se i nostri sguardi parlassero, come se si stesserò chiedendo qualcosa.
Harry mi portò in camera da letto e delicatamente mi appoggiò sul letto. Stava per succedere qualcosa ed io non mi stavo, stranamente, tirando indietro.
Harry si mise su di me, continuò a baciarmi, mentre io gli tolsi la maglia. Lui fece lo stesso, fino a quando non ci ritrovammo completamente nudi, su quel letto incandescente d'amore.
"Sei sicura?"
Mi chiese Harry prima di entrare in me.
"Si."
Delicatamente Harry entrò in me, io sospirai, sentivo dolore, un dolore assurdo, ma non volevo che tutto finisse così, non dissi nulla, non urlai, respirai affannosamente mentre stringevo la schiena di Harry. Mi abituai ed Harry spinse un po' più velocemente, a quel punto io gemetti, ma a bassa voce, Harry però se ne accorse e si bloccò.
"Tranquillo Harry."
Dissi affannata e con voce dolorante.
Harry continuò un po' più velocemente di prima, continuammo così fino a quando mi accorsi che Harry cominciò a respirare velocemente ed a sospirare, capì che stava per venire.
Harry stava per uscire da me, ma io lo trattenni, mi feci venire dentro. Harry mi guardò perplesso, non se lo aspettava, era chiaro.
Diede l'ultima spinta ed esausto uscì da me e si appoggiò su di me.
Eravamo l'uno sopra l'altra, avevamo fatto l'amore, avevo perso la verginità con il ragazzo più giusto di questo mondo, io appartenevo a lui.
Harry mi prese le mani e finalmente il mio respiro non fu più affannato.
"Perché non mi hai fatto togliere? Io mi ero accorto che stavo per venire, per questo mi stavo spostando.."
Io sorrisi e strinsi le mani di Harry.
"E' meglio così."
Alzò la testa e mi fissò.
"Ti amo."
Lo baciai.
"Anche io, amore."
"Adesso sei solo mia."
"Finalmente anche tu."
Mi baciò.
Quello fu il giorno più bello della mia vita.
Ci appisolammo in quella posizione, quando ci svegliammo erano già le ventitre passate così ci alzammo, ci vestimmo ed Harry mi accompagnò a casa.
Sinceramente sentivo un forte dolore al basso ventre, ma non dissi nulla ad Harry, non volevo farlo preoccupare.
"Buonanotte vita mia, ti amo tantissimo."
Disse Harry baciandomi.
"Notte amore mio, ti amo tantissimo anch'io."
Lo strinsi e poi scesi dall'auto.
***

Maggio passò e venne il giorno degli esami. Avevo aiutato Harry a fare ed a studiare la tesina, nel frattempo avevo anche studiato la mia e avevo anche studiato per gli esami scritti, ero prontissima ed ero sicura di potercela fare.
Feci gli esami e dopo una settimana uscirono i risultati, sia io che Harry li avevamo superati.
Avevo dato a mia madre questa notizia e finalmente la vidi felice, era felicissima di questa cosa.
 
Eravamo già a metà Giugno e un pomeriggio mi venne una curiosità, pensai a quando doveva venirmi il ciclo, così andai a prendere il calendario dove appuntavo le mie giornate di ciclo e notai che doveva venirmi due settimane prima.
Non mi meravigliai, anzi, sorrisi e chiamai Harry.
"Amore, come stai?"
"Benissimo amore. Senti, devo parlarti."
"Dimmi, è successo qualcosa?"
"In realtà sì."
"Ma qualcosa di grave? Amore, mi stai facendo preoccupare."
"Tranquillo dai, calmati se no non te lo dico."
"Okay, sono calmo. Allora?"
"Harry, ecco, ehm.. Non mi viene il ciclo da due settimane e.."
"Ti passo a prendere e andiamo a comprare quattro test di gravidanza. Arrivo."
Harry aveva una voce da ragazzo soddisfatto.
In meno di venti minuti fu già a casa mia, così scesi ed entrai in macchina, ci dirissimo subito verso una farmacia dove entrammo entrambi.
"Salve, quattro test di gravidanza."
La dottoressa che c'era, fissò Harry per un po', poi spostò lo sguardo verso di me e vide che stringevo Harry, poi andò a prendere i test e li diede ad Harry facendolo pagare.
Uscimmo e andammo a casa nostra dove subito Harry mi chiese di fare il primo test.
Entrai in bagno ed Harry aspettò fuori, feci il test e chiamai Harry che si sedette a terra accanto a me, aspettando ansioso il risultato.
POSITIVO.
Harry sorrise, ma incredulo mi chiese di farne un altro un'ora dopo, io accettai.
Passò un'ora e feci l'altro test. Anche quello risultò positivo.
Io fissai Harry e vidi che sorrideva, mi prese una mano e me la strinse.
"Se vuoi, ne facciamo altri due domani, tanto per essere sicuri."
Dissi.
"Va bene."
Rispose Harry sorridendo.
 
Il giorno dopo, di prima mattina, feci il test, anche quello positivo.
Inviai un messaggio ad Harry, scrivendogli che anche quel test era risultato positivo.
Il pomeriggio però, feci l'ultimo per sicurezza, quello però, risultò negativo, così lo comunicai ad Harry che mi disse che il giorno dopo saremmo andati dal ginecologo.
Così fu, il giorno dopo di mattina fummo dal ginecologo che ci fece accomodare.
"Sembrate molto giovani, quanti anni avete?"
"Io ho diciannove anni e lei diciotto."
"E perché siete qui?"
"Perché sicuramente la mia ragazza è incinta. Ha fatto quattro test di gravidanza, di cui tre sono risultati positivi e uno negativo."
"Uhm, vieni qua ragazza, sdraiati su questo lettino e alza la maglia."
Alzai la maglia ed il dottore mi passò una crema gelatinosa e molto fredda sulla pancia, per poi passarci su una specie di joistick.
"Bene bene, si cara ragazza, sei incinta. Vedete questo pallino piccolissimo? E' vostro figlio."
Harry sorrise e notai che aveva gli occhi lucidi. Mi strinse la mano ed il dottore si girò verso di noi sorridendo.
Ci diede appuntamento per il prossimo mese e ringraziandolo, uscimmo dalla stanza e appena fummo fuori, Harry urlò e mi abbracciò forte. Era felice, eravamo felici. Presto saremmo diventati genitori!
Mi accompagnò a casa e mi abbracciò.
“Sicura che non vuoi che ti faccia compagnia?”
“Tranquillo, andrà tutto bene, credo.”
“Speriamo.. Se.. Se ti chiede di abortire.. Tu..”
“No. Non lo farò. Harry, io lo voglio. Voglio essere mamma e voglio crescere questo bambino insieme a te.”
“Va bene, ma ho lo stesso paura della reazione di tua madre.”
“Anche io, ma siamo positivi.”
“D’accordo.”
“Adesso vado, ti amo.”
Gli dissi baciandolo.
“Ti amo anche io, fammi sapere amore.”
Annuì e scesi dalla macchina e dirigendomi verso la porta di casa mia, mi accorsi di avere ansia. Mi tremavano le gambe, mi cominciava a fare male lo stomaco, avevo paura. Sospirai ed entrai a casa.
“Ciao tesoro, dove sei stata?”
“In giro con Harry.”
“Okay.”
Ci fu silenzio ed io stavo per salire le scale.
“Hai fame? Sto preparando il pranzo.”
“Va bene, vuoi che ti aiuti?”
“No no, vai a fare le tue cose tranquilla.”
Io sorrisi e salì, andai in bagno e poi andai in camera mia. Dopo cinque minuti mi chiamò mia madre, così scesi e mi sedetti a tavola.
“Su, mangia se no si fredda.”
Disse mia madre sorridendo.
Cominciai a mangiare e nel frattempo pensavo a come cominciare il discorso, a cosa dire.
“Mamma, noi due dobbiamo parlare.”
Dissi con voce roca e bassa.
“Sono qui, parla su.”
Sospirai.
“Aisha, mi fai preoccupare così. Che è successo? E’ successa qualcosa a te? Harry è malato? Aisha, parla per favore.”
“Ecco, vedi mamma..”
Alzai lo sguardo verso di lei e lasciai cadere la forchetta sul piatto. La fissavo negli occhi, avevo un nodo enorme in gola. Sospirai e cercai di ingoiare quel maledetto nodo, ma non ebbi successo.
“Mamma senti, io non so come cominciare questo discorso, la situazione è molto particolare e complessa.”
Dissi mentre mi misi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Vai subito al succo del discorso senza giri di parole.”
Era seria, troppo. Aveva già capito tutto.
“Sono..”
Presi fiato.
“Sono stata dal ginecologo stamattina, con Harry. Vedi mamma, io.. Io aspetto un bambino.”
Mia madre smise di mangiare e mi fissò.
“Cosa?!”
Disse posando le posate sul tavolo.
“Aisha, tu stai scherzando. Questo è uno dei tuoi fottutissimi scherzi. Vero? Smettila, cresci, cazzo.”
“Mamma, io non sto scherzando.”
“Come non stai scherzando? Quindi, aspetta, mi stai dicendo che sei incinta? E’ così?!”
“Esattamente, mamma.”
“Aisha, hai diciotto anni.”
“Sono maggiorenne, mamma.”
“Sei piccola ancora.”
“No.”
“Tu non terrai il bambino.”
“Io terrò questo bambino, invece.”
“E come cazzo lo mantieni? Me lo spieghi? Senti, io ho già i miei problemi, ci manca quest’altro!”
“Quindi mi stai dicendo che mio figlio per te sarà un problema?
“Si, proprio così!”
“Che razza di persona sei? Non ti facevo così!”
“No che razza di persona sei tu! Non sei più casta e non sei sposata, ed inoltre sei anche incinta, sai che fine fanno le persone come te? All’inferno!”
“All’inferno ci vai te, che dici che mio figlio è un problema!”
“Questo è l’errore peggiore che tu possa aver commesso in diciotto anni di vita!”
“Non è un errore, vuoi capirlo?”
“Si che lo è! Dio questo non lo permette!”
“Dio? Dio? Ma ci credi ancora? Credi ancora in Dio dopo che ti ha fatto perdere una figlia? Dopo che ti ha fatto perdere un marito? Dopo che ti ha lasciata in povertà? Credi ancora in lui?!”
“Sta zitta! Fai silenzio, maleducata! Stai cominciando a dire cose assurde, non fare la cogliona!”
“Quindi sarei cogliona no? Sarei cogliona perché ti sto dicendo la verità? Per piacere, mamma!”
“No, non mi chiamare più mamma, sei una vergogna. Sei la vergogna della famiglia Anderson! Non sei degna di vivere qua dentro.”
“Come?! Mamma, mi stai cacciando?”
“Non voglio più vederti e ne sentirti.”
“Mamma..”
Si alzò venne verso di me e mi fece alzare, mi spinse verso le scale urlando, mi trascinò al piano di sopra e prendendo una valigia mise tutti i miei vestiti e dopo averla chiusa me la gettò a dosso.
“VATTENE VIA DA QUESTA CASA. VATTENE!”
“Sappi che non dimenticherò mai tutto quello che hai fatto e detto oggi. La vergogna qua non sono io, il problema, non è il mio bambino. La vergogna sei tu, l’unico problema sei tu!”
“HO DETTO DI ANDARTENE. DEVI ANDARTENE.”
Io presi la valigia da terra e cominciai a scendere le scale. Prima di uscire, mi fermò quell’essere.
“Lui ha commesso questo errore e adesso lui ne ripaga le conseguenze.”
“Vaffanculo.”
Dissi.
Uscì da casa trascinandomi quella pesante valigia. Scoppiai in lacrime mentre mi voltai verso casa mia.
Non potevo mai pensare che mia madre fosse così. Nemmeno lo immaginavo. Io conoscevo quella “mamma” serena, premurosa e dolce. Era solo una maschera. Vaffanculo a lei alla sua religione.
Mi voltai e mi dirissi verso la casa mia e di Harry in lacrime. Ero stanca, la valigia era troppo pesante, inciampavo continuamente, perdevo l’equilibrio, singhiozzavo, dovevo sopportare lo sguardo della gente.
Arrivai a casa, alla mia nuova casa e notai che c’era la macchina di Harry, salì i due gradini e suonai il campanello.
Mi aprì Harry sorrideva, ma appena vide lo stato in cui io ero ridotta cambiò totalmente espressione.
“Che è successo, Aisha?!”
Io lasciai la valigia e lo abbracciai, mentre non riuscivo più a smettere di singhiozzare.
Harry capì, mi strinse.
“Voglio morire.”
Gli dissi tra singhiozzi.
“No. Non puoi lasciarmi solo. Dobbiamo crescere un bambino.”
Harry mi fece entrare e mi fece stendere a letto mentre entrò lui la valigia, si accorse che era pesante. La portò in camera da letto e si sedette vicino a me.
“Ha detto che sono una vergogna, la vergogna della famiglia Anderson. Harry, non l’ho mai vista così. Non mi aspettavo che fosse il diavolo in persona, non mi aspettavo che nostro figlio per lei fosse un problema.”
Scoppiai a piangere ancora.
“Ricorda che abbiamo una casa, io con la musica posso mantenere te e nostro figlio. Non importa quello che ha detto tua madre, non importa se per lei nostro figlio è un problema, quello che importa è che non lo è per noi.”
Lo strinsi.
Harry asciugò le mie lacrime e dopo essere stata per ore tra le sue braccia, finalmente mi calmai.
“Ce la faremo?”
“Si, ce la faremo.”
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Hi everyone!
Come state? Finalmente ho postato il quarto capitolo, questo è il penultimo capitolo.. Che ve ne pare? Vi prego, recensite, se no non so se a voi piace o no e quindi non so come continuare e SE continuare.
Mi fa piacere ricevere recensioni, non sapete quanto.. Please ):

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