Ade Frost

di Ale2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questa sono io ***
Capitolo 2: *** Cap 2:La promessa. ***
Capitolo 3: *** Cap 3: una promessa non mantenuta e una partita emozionante ***
Capitolo 4: *** cap 4:Identità svelata! ***
Capitolo 5: *** Cap 5: Allenamenti, tecniche e... ***
Capitolo 6: *** Cap 6: Un attaccante infuocato ***
Capitolo 7: *** Cap 7: missione fallita...di nuovo ***
Capitolo 8: *** Cap 9: Sei una testa di coccio Gazel! ***
Capitolo 9: *** Cap 8: Di male in peggio... ***
Capitolo 10: *** Cap 10: Ora avrai quello che ti meriti! ***
Capitolo 11: *** Cap 11: E infine eccoci qui ***
Capitolo 12: *** Cap 12: e infine eccoci qui...seconda parte ***
Capitolo 13: *** Cap 13: E ora...? ***
Capitolo 14: *** Cap 14: Una partita... improbabile ***
Capitolo 15: *** Cap 15: E siamo giunti alla fine... ***



Capitolo 1
*** Questa sono io ***


Ade Frost
 
Cap 1: questa sono io
 
“Ade……i tuoi genitori, i tuoi fratelli…sono morti”
 
“Ammettilo, non hai mai visto giocare così vero?” dissi avvicinandomi a Xavier, intento a guardare la partita della Raimon contro la Foxshore.
Quest’ultimo Annuì velocemente e tornò a concentrarsi sulla battaglia.
Buttai un occhio anche io sui 22 ragazzi che giocavano, ma ne cercavo uno solo: Shawn Frost.
Ed eccolo lì, in mezzo al campo, fermo e disorientato, troppo impegnato a contrastare Aiden. Il mio fratellone…lo credevo morto dal giorno dell’incidente, ma poi lo avevo rincontrato nella lunga battaglia della mia scuola, la Alius Accademy, contro quei ragazzi.
Nella mia mente sentivo ciò che si dicevano quei due.
“Ma che fai!? Prendi la palla e lasciami giocare!” urlava Aiden. E Shawn che rispondeva:
“No! Voglio tirare io!” e alla fine non tirava nessuno dei due.
Il fischio dell’arbitro, che segnava la fine della partita mi riportò alla realtà.
“Vieni Ade. Andiamo prima che ci scoprano.” Mi sussurrò Xavier.
Mi girai un ultima volta e incrociai lo sguardo di Shawn, che mi guardò stupito. Mi affrettai a raggiungere Xavier che intanto si era incamminato per le strade della città.
“Che si fa? Torniamo al quartier generale?” chiesi curiosa al ragazzo dai capelli rossi.
Lui sembrò pensarci un attimo, poi mi disse con voce stanca:
“Dobbiamo stare in giro fino a stasera. Voglio chiedere a Mark se domani vuole fare una partita contro di noi.”
Io annuii poi rimasi a pensare, finché non mi venne in mente un’altra domanda.
“E io che centro?!” chiesi curiosa.
Xavier si fermò e disse con voce maliziosa:
“Non vuoi vedere Shawn?”
Mi si illuminarono gli occhi.
“Come pensavo.” Disse divertito.
Girammo per tutta la sera per la città fermandoci a mangiare in un bar.
La notte ci avviammo verso il cortile della Foxshore.
I gemiti di Mark che si allenava si sentivano a 10 metri dalla scuola.
Stavamo per entrare quando Xavier mi fermò:
“Lascia fare a me. Tu vai a vedere come sta Shawn. Ci rivediamo qui ok?” mi disse sussurrando per non farsi sentire.
Io annuii e mi avviai verso il dormitorio.
Le luci erano accese e le tende erano aperte, quindi mi fu facile vedere dentro.
I ragazzi della Raimon ridevano e scherzavano con quelli della Foxshore.
Passai velocemente lo sguardo su tutti, ma Shawn non c’era.
“E tu chi saresti?!” mi chiese una voce familiare alle mie spalle.
Mi girai di scatto e mi trovai davanti Shawn.
“Ma tu sei la ragazza di oggi, quella che guardava la partita. Giusto?” mi chiese ignaro di chi fossi realmente.
Tirai un sospiro e annuii. Ma ora come me ne andavo?! Incrociai un momento gli occhi di Shawn, poi feci la cosa più intelligente che mi passò per la testa in quel momento.
Scappai a gambe levate, seguita dagli urli di Shawn che mi dicevano di fermarmi.
Andai a sbattere contro Xavier. Cademmo entrambi per terra doloranti.
“Ade…ma da dove sbuchi?!” mi chiese il rosso curioso mentre si massaggiava la schiena dolorante.
“Emh… ti basti sapere che Shawn sta bene.” Dissi scoppiando a ridere.
Xavier mi guardò un attimo divertito e mi aiutò ad alzarmi.
Poi tirò fuori il pallone nero e bianco che, con un  fascio di luce ci teletrasportò davanti all’Alius.
Salutai Xavier e andai nel dormitorio femminile.
Aprii la porta.
“AAAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti. Sono Ale2000 e questa è la mia prima ff di Inazuma Eleven. Spero che i abbia incuriosito.
Bè, che dire…chi vuole lasciare un commentino sarà sempre gradito.
A prestooooooo!!!!!!!!!!
Ale2000
 

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Capitolo 2
*** Cap 2:La promessa. ***


Cap 2: La promessa!
 
“AAAAAAAAHHHH!!!!!!!!!”
Gli occhi albini e glaciali di Gazel erano qualche centimetro distanti dai miei.
“Ma sei andato fuori di testa!? Volevi farmi morire di paura?!” urlai infuriata.
Gazel restò impassibile.
“Dove eravate…tu e Xavier.” Mi chiese con il suo tono freddo e distaccato.
“Emh…ecco noi…”
“Ade! Gazel! Venite presto!” urlò una voce fuori dal dormitorio.
Mi affrettai ad uscire anche per evitare l’ira di Gazel. Torch era in piedi nel corridoio con le mani sui fianchi che ci aspettava impaziente come al solito. Di solito lo odiavo, ma in quel momento era il mio idolo.
“Che c’è Torch?” Chiesi curiosa.
“Dvalin ha chiesto una riunione con noi nella stanza delle ombre.” Rispose velocemente quest’ultimo.
Mi affrettai a raggiungere la sala in questione.
Appena entrata, trovai Dvalin in ginocchio, al centro.
Gazel si posizionò sul pilastro  e lo stesso fece Torch.
La prima luce ad accendersi fu quella del ragazzo glaciale che iniziò a parlare.
“Dvalin. Che brutta umiliazione.” Disse riferendosi alla partita giocata pochi giorni prima contro la Raimon.
Dvalin non disse nulla.
“Deve essere stata una gran brutta sconfitta, il fatto di aver perso contro degli umani.” Disse malizioso Torch.
Vidi Dvalin agitarsi.
“Sì. Per noi un pareggio ha lo stesso valore di una sconfitta.” Rispose nervoso il capitano della Epsilon.
“è stato divertente? Giocare contro la Raimon?” disse una voce troppo familiare alle mie spalle.
Mi girai e mi trovai di fianco Xavier.
Il pilastro su cui eravamo si alzò e la luce bianca ci investì.
“Sta zitto Xene!” urlò arrabbiato Torch.
“Sì, ma questo vale anche per te.” Concluse Gazel.
Stavo per ribattere, ma il braccio di Xavier che mi si parò davanti mi bloccò. Lo guardai, ma lui rimase impassibile.
Tornai seria e dissi freddamente:
“Dvalin, lascia che ci occupiamo noi della Raimon.”
“Sì, ma voi siete a conoscenza del fatto, che non abbiamo ancora usato a pieno tutto il nostro potere.” Rispose Dvalin.
“Sì, sappiamo che avete ancora tanto potere.” Finì Torch.
Le tre luci si spensero e il battibecco finì lì.
Uscii lentamente dalla stanza delle ombre e mi avviai verso il dormitorio, facendo particolare attenzione ad evitare Gazel che, dava tutta l’impressione di essere molto arrabbiato.
Entrai nella camera e trovai tutte le ragazze della Genesis, sedute in cerchio al centro della stanza che  sembravano aspettarmi.
“Ade finalmente! Ci stavamo preoccupando! Cos’è successo?! Dove eravate finiti tu e Xavier?” mi chiese curiosa Bellatrix trascinandomi a sedere vicino alle altre ragazze.
“Emh…Xavier voleva chiedere a Mark se voleva fare una partita contro di noi domani, ma poi non mi ha detto se ha accettato…”risposi semplicemente.
Tutte mi osservarono in silenzio creando un’atmosfera di imbarazzo.
In quel momento Xavier piombò nella stanza dicendo:
“Dimenticavo! Domani alle 11 in punto vi voglio tutte nella stanza di allenamento che preparo la squadra per la partita che giocheremo contro la Raimon.” E detto questo se ne andò lasciandoci tutte stupite.
“Ok, ha accettato:” dissi rompendo il silenzio che si era nuovamente formato.
Ci guardammo negli occhi qualche minuto e dopo aver constatato che non avevamo più niente da dirci andammo a dormire.
LA MATTINA DOPO…
“Ade…Ade! Dannazione Ade! SVEGLIATI!”
Le urla continue di Bellatrix mi svegliarono di soprassalto.
“Eh? Che succede?” chiesi strofinandomi gli occhi.
“Succede che sono le 11 meno dieci e che tra dieci minuti esatti dobbiamo essere in campo!” disse urlando.
“Siamo in ritardo!”
Mi alzai e corsi in bagno in fretta e furia.
Indossai velocemente la solita divisa bianca e nera e uscii dal dormitorio seguita da Bellatrix.
Entrammo nella stanza di allenamento. Tutta la squadra si stava posizionando in campo sotto gli ordini di Xavier.
“Eccovi finalmente! Allora vediamo…Bellatrix…tu giocherai a centrocampo, mentre tu Ade sarai seconda punta. Io sarò la prima.” Disse trascinandomi per un braccio al centro del campo.
Poi si fermò e ci studiò per bene qualche minuto rivolgendo particolare attenzione alla difesa, che sembrava non convincerlo particolarmente.
La mezz’ora rimanente prima della partita la passammo a spostarci a destra e sinistra, mentre Xavier cercava uno schema adatto.
Alle 12 in punto ci fece cenno di radunarci attorno a lui.
Tirò fuori il pallone bianco, che con un fascio di luce ci teletrasportò davanti alla Raimon, che rimase sbigottita.
Soprattutto Mark, che sembrava sconvolto.
Affiancai Xavier, che intanto parlava con il capitano della squadra avversaria.
Passai lo sguardo su tutta la squadra finché non  incontrare lo sguardo di Shawn, che mi osservava stupito e spaventato allo stesso momento.
Gli sorrisi. Lui sobbalzò e prese a studiarmi attentamente.
Dopo qualche minuto sussurrò una frase così piano che neanche Nathan che era di fianco a lui lo sentì.
“Tu sei…”
Gli sorrisi nuovamente e mi girai verso Xavier che ci stava ordinando di andare verso le panchine.
La squadra rimase unita, tranne me e il ragazzo dai capelli rossi che ci isolammo.
Vidi il capitano che osservava la Raimon come un cane affamato osserva una bistecca.
“Xavier ascoltami.” Dissi parandomi davanti a lui interrompendogli ,la visuale.
Lui mi guardò intensamente aspettando una ragione per quel gesto.
“Prometti…di non fargli del male.” Dissi velocemente.
Il rosso continuò a guardarmi, poi annuì.
“Bene ragazzi! Tutti in campo!” disse l’arbitro.
“Si comincia.” Sussurrai.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Come promesso eccomi qua con il nuovo capitolo. Forse sarà un po’ noioso, ma il prossimo sarà piuttosto movimentato!=)
Ora scappo!
Adiòs! Ale2000

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Capitolo 3
*** Cap 3: una promessa non mantenuta e una partita emozionante ***


Cap 3: Una promessa non mantenuta e una partita emozionante.

“Bene ragazzi, in campo per favore” disse l’arbitro.
Ci preparammo secondo lo schema che, dopo tanta attesa, Xavier aveva deciso. La cosa strana era che, nonostante i numerosi cambi, la modalità di gioco era la stessa identica di quella iniziale.
Studiai attentamente la Raimon e notai che anche Shawn era seconda punta.
L’arbitro fischiò e Suzette partì di scatto, ma fu facile rubarle il pallone.
Scattai in avanti seguita da Xavier e i centravanti. Mi fermai davanti a Jack e passai dietro il pallone, a Bellatrix, che di conseguenza lo passò al capitano.
Vidi il ragazzo dai capelli rossi, sbriciolare la Mano del Colosso di Mark senza usare alcuna tecnica micidiale.
Buttai velocemente un occhio su tutta la Raimon e vidi che ogni ragazzo, allenatrice compresa, erano rimasti a bocca aperta.
“Non se lo aspettavano” sussurrai a Xavier, mentre tornavamo al centro del campo.
“Peggio per loro.” Disse freddamente superandomi.
Mi fermai e lo osservai camminare. Non mi piaceva quando mi trattava così. In fondo in fondo mi piaceva e il fatto che mi trattasse male aumentava la mia rabbia. Ma poi, quando sorrideva mi passava tutto. Il suo sorriso allegra mi riempiva di felicità e mi faceva arrossire.
Il resto della partita durò poco. Si vedeva subito che la Raimon era troppo impaurita dalla nostra forza per contrastarci. L’unico che non aveva nessun timore era Shawn, ma per il semplice motivo che continuava a lottare contro Aiden. Non riusciva a concentrarsi, infatti era facile rubargli il pallone. Chiunque avrebbe capito che c’era qualcosa che non andava. Chiunque, tranne naturalmente i ragazzi della Raimon, che sembravano ignari di tutto. Che Shawn non gli avesse detto niente?
Il primo tempo finì con il punteggio di 15-0 per noi.
Mi avvicinai a Xavier e gli sussurrai:
”Nel prossimo tempo posso…”

Lui annuì prima che potessi finire la frase.
Mi girai verso la Raimon, che ci osservava con il terrore stampato negli occhi. Cercai mio fratello, ma non c’era. Avevo visto mentre parlavo con Xavier, qualcuno che qualcuno se ne andava verso il bagno. Ci andai anche io.
Entrai e vidi Shawn, davanti ad uno degli specchi che parlava.
“Io non…io non sono…io non sono Aiden! Nel prossimo turno riuscirò a segnare! Non gli chiederò aiuto.”
“Shawn! Mammamia! Smettila, così non risolverai un bel niente! Lo so anche io che non ti vedo ormai da anni, che tu non sai usare la Tormenta Glaciale!” dissi arrabbiata facendolo sobbalzare.
Il ragazzo si girò di scatto e appena mi vide tornò serio.
“Mi vuoi dire chi sei? Perché continui a seguirmi?! E cosa vuoi da me?” urlò arrabbiato, ma con una nota di paura nella voce.
“Wow. Capisco che non mi vedi da anni, ma dimenticarti di tua so…”
Xavier piombò nella piccola stanza interrompendomi.
“Vieni! Dobbiamo andare!” disse facendomi cenno di seguirlo.
Obbedii senza proteste.
Tornammo in campo. Le occhiate interrogative di Shawn mi tormentavano, ma cercai di assecondarle.
Al fischio d’inizio, Xavier mi passò il pallone.
Scattai in avanti, superando accuratamente tutti i giocatori avversari, fino a ritrovarmi da sola davanti al portiere.
“TORMENTA GLACIALE”
“MANO DEL COLOSSO”
Niente da fare. La potente tormenta disintegrò il colosso portandosi in porta anche il portiere, che ora mi osservava stupito, con le mani tremanti. Mi girai e tornai al centro, cercando di ignorare gli sguardi shoccati puntati su di me, battendo un leggero cinque a Xavier. "Non è possibile!" sentii sussurrare Shwn mentre tornava al centro campo. In effetti doveva essere stato un vero Shoc scoprire che qualcuno oltre in "grande e potente" Shawn sapesse usare una tecnica come la Tormenta Glaciale.
“Ora tocca a me.” Mi sussurrò.
Gli passai il pallone. Il ragazzo dai capelli rossi partì all’attacco. Come me prima, anche lui si ritrovò davanti al portiere, ma non solo.
Infatti Shawn stava correndo verso di lui nello stesso momento in cui Il capitano stava preparando la Meteora Dirompente. Cercai di avvertirlo, ma era troppo lontano. Scattai in avanti, con il desiderio di arrivare in tempo, che però non si esaudì infatti, il mio fratellone fu colpito in pieno volto dalla potente meteorite.
“SHAWN!” urlai correndogli accanto.
Era svenuto. Vidi tutta la Raimon avvicinarsi al ragazzo steso per terra, ma non appena mi videro si bloccarono tutti.
Mi girai con occhi di fuoco verso Xavier, che intanto era venuto a vedere ciò che aveva causato.
“Avevi promesso di non toccarlo…”urlai con le lacrime agli occhi e stringendo forte la mano di mio fratello.
Il rosso mi osservò intensamente qualche secondo poi disse socchiudendo gli occhi:
“Non è colpa mia se si è messo in mezzo. Ora dobbiamo andare. Vieni”
“No! Andatevene. Io torno dopo.” Dissi malinconica posando lo sguardo su Shawn.
“Basta che non fai tardi.” E detto questo se ne andò insieme al resto della squadra, lasciandomi sola insieme alla Raimon.
Qualche minuto dopo arrivò un’ambulanza che caricò Shawn.
Vidi tutti i ragazzi della Raimon, salire sull’autobus.
“Mark…” chiesi attirando l’attenzione del capitano che si girò a guardarmi.
“Che c’è?” mi disse con voce evidentemente arrabbiata.
“Ecco…volevo sapere se potevo…venire…con voi in ospedale. E che conosco bene Shawn e vorrei sapere se si rimetterà…” dissi titubante.
Mark restò a osservarmi qualche minuto, tanto che mi chiedevo se mi avesse sentito. Dopo un sospiro però acconsentì sotto gli sguardi attoniti degli altri ragazzi. Ringraziai tanto il capitano e salii sull’autobus.
Il viaggio durò poco e io non dovei sopportare i bisbigli dei compagni di squadra di mio fratello.
Infatti poco dopo ci ritrovammo nella stanza in cui Shawn era ricoverato.
Mi sedetti vicino a lui e gli presi la mano.
“Ma c’è ancora una cosa che non mi è chiara… chi sei tu?” mi chiese Jude curioso.
“Ah già, hai ragione non mi sono ancora presentata. Il mio nome è Ade… Ade Frost e sono la sorella di Shawn. Capitana della Genesis.”
“COSA???”




ANGOLO AUTRICE CALCIATRICE
Ciao a tutti! Eccomi con il nuovo cap! Ecco che l’identità della nostra protagonista viene svelata ai nemici.

L’unico che per ora sembra non capire chi è, è proprio suo fratello. Più strano di così non è possibile.
Spero che vi sia piaciuto.
A presto! Ale2000

P.S. non so quando riuscirò a pubblicare il prossimo cap, credo lunedì. Spero che riusciate a resistere fino ad allora! =) Ciau!

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Capitolo 4
*** cap 4:Identità svelata! ***


Cap 4: identità svelata!
 
“Fammi capire…quindi Shawn ha una sorella?” mi chiese Jude ancora stupito.
Io annuii lentamente.
“Ma…c’è una cosa che non mi è chiara. Il capitano della Genesis non è Xavier?”mi chiese Mark incrociando le braccia.
“Sì…in teoria è lui, ma dovrei essere io visto che la squadra obbedisce più ai miei ordini che ai suoi e poi…sono la più forte della squadra e… da noi conta la forza!”dissi lentamente.
“Allora perché è Xavier il capitano?” continuò Mark sempre più curioso.
“Perché…è stato deciso così.” Dissi semplicemente.
In effetti era vero. Il padre dei miei compagni aveva deciso di affidare il comando a Xavier invece che a me, perché lo considerava più affidabile e credeva avesse più talento di  me anche se si vedeva chiaramente che rispetto a me era indietro anni luce.
Ma ormai non ci facevo più caso. Avevo imparato a convivere col fatto che non sarei mai diventata capitana veramente.
“È strano pensare che Shawn abbia una sorella…per di più capitana della Genesis…” disse Silvia riportandomi alla realtà.
La guardai con stupore. Allora Shawn non aveva detto niente di Aiden!
“Comunque, tornando a Shawn…” cominciò Nelly
“…siete sicuri che fosse stato lui a tirare? Non so come dire…anche durante la partita contro la Epsilon. Quando andava in attacco non sembrava più lui…ed era troppo nervoso.” Disse la castana posando gli occhi su mio fratello.
“Aiden…” dissi piano.
Tutti si girarono verso di me.
“Chi è…Aiden?” mi chiese Erik tentennante.
Abbassai lo sguardo su Shawn.
“Ecco…Aiden era nostro fratello.” Dissi tristemente.
“Era?” disse Victoria.
“Sì…è morto tanto tempo fa…insieme ai nostri genitori…”dissi cercando di trattenere le lacrime.
Dei sospiri terrorizzati e pieni di compassione (?) si levarono nella stanza.
“Ci dispiace…forse non te lo dovevamo chiedertelo in un momento come questo…”mi disse Silvia.
Alai lo sguardo lucido sulla ragazza. Mi asciugai gli occhi sulla manica e dissi malinconicamente:
“No tranquilla…tanto…se non ve lo dicevo io probabilmente o la vostra allenatrice o lo stesso Shawn, vi avrebbe rivelato la verità…”
“Ma cosa centra vostro fratello con lo strano comportamento di Shawn?” mi chiese Mark grattandosi la testa.
“Giusto. Vedete il fato è che…Shawn…ha due personalità. Una è di suo…di nostro fratello. Infatti la Tormenta Glaciale…oltre ad essere la mia tecnica…era quella di Aiden.” Dissi spostando lo sguardo sulla sciarpa piegata sul comodino.
“Quella sciarpa…era di Aiden.” Dissi alzandomi.
Mi avvicinai al mobile e presi in mano la morbida sciarpa.
“Questo significa che quando Shawn tira in realtà non è lui, ma vostro fratello?” disse con voce tremante Bobby.
Io annuii lentamente stringendo la sciarpa.
“Questo è tutto. Dovete stare attenti a mio fratello. Non tanto a Shawn, ma a Aiden. In realtà non è pericoloso però…potrebbe comandare Shawn contro la sua volontà…” dissi piano.
“Stai tranquilla. Ci occuperemo noi di tuo fratello!”disse deciso Mark.
“Grazie mille!”
Detto questo la Raimon se ne andò, lasciandomi da sola nella grande stanza.
Mentre guardavo fuori dalla grande finestra cercando di distogliere la mia testa da Aiden, una mano si strinse alla mia.
Mi voltai di scatto e vidi Shawn che mi sorrideva debolmente.
“Ciao sorellina!” disse piano.
Mi vennero le lacrime agli occhi.
“Finalmente te ne sei accorto!” risposi allegra.
Il ragazzo annuì poi mi guardò malinconico. Piegai la testa da un lato come i cani in segno interrogativo.
“Capitana della Genesis…perché?” mi chiese.
“Perché…è l’unica squadra che mi ha accettato. Ero entrata in molte squadre, ma i compagni mi odiavano per la mia forza e trovavano sempre un modo per mandarmi via…”dissi abbassando lo sguardo.
“Finché non è arrivato Xavier…” continuò il ragazzo sorridendomi.
Io annuii lentamente.
“Aveva detto che con loro mi sarei trovata bene e, a parte il fatto che non posso essere capitana, sì, mi trovo molto bene.”
Dissi cercando di essere più neutra possibile.
“Non devi andare? Si sta facendo tardi!” mi disse indicando l’orologio bianco appeso al muro: 9:30.
“È TARDISSIMO!” urlai.
“Devo scappare! Ciao fratellone!” dissi velocemente scoccandogli un leggero bacio sulla guancia.
“Ade!” mi bloccò Shawn mentre uscivo. Mi girai.
“Ricorda che se anche la Genesis ti manderà via, qui potrai sempre venire e non preoccuparti. Per me puoi giocare dove credi, anche se…potevi  scegliere una squadra migliore…magari umana e non aliena!” disse con voce triste.
“Guarda che sono umani!” risposi.
Lo salutai con la mano e uscii dall’ospedale. Andai verso il campo della Foxshore, dove Xavier mi aveva lasciato il pallone nero e bianco che, con un fascio di luce, mi trasportò davanti all’accademia.
Corsi verso l’ingresso sperando di non incontrare il ragazzo dai capelli rossi.
Troppo tardi! Xavier era in piedi davanti alla porta a braccia incrociate, che mi aspettava battendo ripetutamente il piede per terra  in segno di impazienza.
“Fortuna che ti avevo detto di non tardare! Vieni!” disse tranquillo.
Tirai un sospiro di sollievo. Non si era arrabbiato. Non che avessi paura, ma era meglio non farlo infuriare.
Lo seguii mentre si avviava verso il corridoio che portava al  dormitorio.
“Come sta tuo fratello? Si è ripreso vero?” mi chiese preoccupato.
Io annuii lentamente, ancora titubante.
Era troppo strano che non fosse arrabbiato…
“Stai tranquilla! Non sono arrabbiato anzi… semmai dovrebbe essere il contrario. Non ho rispettato la promessa e ora dovresti odiarmi.” Disse abbassando gli occhi al terreno.
“Non…non potrei mai odiarti…va contro i miei principi.” Dissi catturando la sua attenzione.
Lo guardai intensamente negli occhi qualche secondo e mi avviai verso il dormitorio.
“Buonanotte!” dissi con un cenno della mano.
“Ade aspetta!” sussurrò Xavier prendendomi per un braccio.
Mi girai, ma non feci in tempo a fare alcun tipo di movimento che mi baciò. Assaporai quel momento, sperando che non finisse mai.
Quando ci staccammo lui mi guadò negli occhi con sguardo dolce.
“Basta, come scusa?” mi chiese pur sapendo già la risposta.
“Certo!” sussurrai abbracciandolo.
“Grazie…”dissi con le lacrime agli occhi.
 
Aprii la porta della stanza piano, in modo da non svegliare nessuno.
Un sacco di risatine divertite si diffusero per la stanza.
Accesi la luce e vidi tutte le ragazze che mi osservavano divertite.
“Abbiamo visto tutto! Il tuo sogno si è avverato finalmente eh Ade?” mi disse Bellatrix allegra.
Io annuii e andai verso il bagno.
Mi cambiai velocemente e mi infilai sotto le coperte senza ascoltare le altre domande che mi venivano poste e mormorando un “Buonanotte”, anche se sapevo che quella notte non avrei dormito affatto.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Come promesso eccomi di nuovo qui!
Cosa posso dire! Non vedevo l’ora di scrivere questo cap, soprattutto la fine!
Spero che vi piaccia!
Ah! Volevo ringraziare tanto:
Fede, Fuyuka, Gika e la mia carissima Cami,che hanno recensito ogni cap. Grazie!
Un bacio a tutti!
Ale

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Capitolo 5
*** Cap 5: Allenamenti, tecniche e... ***


CAP 5:Allenamenti,tecniche e…
 
Come avevo previsto la sera prima,quella notte non dormii affatto.
Ormai però era mattina. Guardai l’orologio: 6:30.
Era molto presto, ma  mi alzai comunque.
Andai in bagno a farmi una doccia veloce. Indossai la divisa bianca che serviva a distinguermi dalle altre squadre della scuola e uscii dalla camera, cercando di fare meno rumore possibile.
Mi incamminai per i corridoi bui, non sapendo che altro fare.
Istintivamente andai nella stanza di allenamento e vidi Xavier che parlava con suo padre. Sembrava arrabbiato.
“Ma non posso permettere che disinseriscano gli inibitori! Rischiamo di farci un male tale da non poter mai più giocare padre!”urlava esasperato.
Il signor Schiller ci imponeva di disinserire gli inibitori! Impossibile…non potevamo. La prima volta che ci aveva potenziato con la Pietra di Alius ci aveva chiaramente avvisato di non togliere gli inibitori per nessun motivo al mondo. Ci avrebbe disintegrati!
“No! Ho detto che durante quella partita, se vedete che vi stanno battendo dovrete disinserirli! E se tu hai paura allora affiderò la squadra a Ade!”rispondeva il signore che iniziava ad agitarsi.
A quelle parole sobbalzai. Voleva proprio affidarmi la squadra. A me piaceva come idea, ma non potevo sopportare la responsabilità di dare quell’ordine tremendo. No!
“Anche Ade non vorrà! Lei ci ama come fratelli e non permetterebbe mai che ci capitasse qualcosa!”disse Xavier piano lanciando uno sguardo nella mia direzione. Sapeva che ero lì.
“Tranquillo che qualcuno nella squadra ci sarà ancora di fedele a me!” e detto questo se ne andò, lasciando il ragazzo dai capelli rossi solo, in mezzo la campo con i pugni tremanti dalla rabbia.
“Xavier…” sussurrai entrando nell’enorme sala.
“Hai sentito no?! Io non darò mai l’ordine di disinserire gli inibitori, spero che anche tu non sia da meno..”mi disse osservandomi intensamente con le lacrime agli occhi.
“Come hai detto tu…io vi amo tutti come fratelli e non darò l’ordine!” dissi abbracciandolo.
Lui mi strinse a sé.
“Grazie Ade! Speriamo solo che non trovi nessuno…disposto ad accettare…”disse sciogliendosi e stringendomi la mano.
“Ti va di allenarti un po’?” chiesi cercando di essere più neutra possibile.
Xavier annuì e andò a prendere un pallone.
Passammo la mattinata ad allenarci, dapprima da soli, poi insieme agli altri compagni che man mano arrivarono.
Il pomeriggio, il signor Schiller convocò tutti noi nel suo studio per rivelarci una cosa.
“Presto…la squadra della Raimon verrà qui per sfidarvi. Ho un’altra tecnica da farvi imparare, si chiama Supernova.” Ci disse.
“Ma padre, noi ci stiamo già allenando con il Pinguino Spaziale! Non basta?” chiese Bellatrix.
Il signore scosse la testa.
“Quella squadra può tirare fuori delle tecniche nuove dal nulla e noi non dobbiamo essere da meno. Quelli che eseguiranno la Supernova saranno gli stessi del Pinguino Spaziale. Xavier, Bellatrix e Ade. Ora potete andare. Gli operatori nella stanza da allenamento vi daranno le istruzioni necessarie.” E detto questo ci congedò.
Tornando nella stanza di allenamento affiancai Xavier.
“Allora dobbiamo lavorare su un’altra tecnica eh? Chissà com’è questa Supernova…sono curiosa!” dissi
Xavier mi guardò un attimo con sguardo divertito, ma non disse nulla. Lo vidi tornare serio.
“Che c’è?” gli chiesi preoccupata.
“Conosco la Supernova, ma non capisco come possa esserci utile visto che abbiamo già il Pinguino Spaziale…questa è una tecnica meno potente…”disse abbassando gli occhi al terreno pensieroso.
“Per lo stesso motivo che ti ha spiegato tuo padre. Lo sai bene anche tu che la Raimon è una squadra dalle mille risorse. Dobbiamo essere preparati ad ogni evenienza. Se per caso durante la partita segnassero potremmo cercare di recuperare con questa tecnica. Se per qualche strano motivo la Raimon segnasse, per noi è meglio avere sempre una tecnica a portata di mano in modo da prenderli di sorpresa.” Risposi.
Il ragazzo annuì.
“Però dovresti iniziarlo a considerare anche tuo padre. Altrimenti tu per chi combatti?” mi disse piano osservandomi con i suoi occhi grigi.
“Io combatto per voi.” Dissi sorridendogli.
In quel momento arrivammo nella stanza.
Gli operatori che si occupavano di registrare tutti i progressi ci spiegarono la tecnica. Non era particolarmente difficile in teoria, ma in pratica sembrava impossibile!
Io Xavier e Bellatrix ci allenammo tutto il pomeriggio fino a sera tardi, quando finalmente eravamo riusciti a realizzare la tecnica anche se, come diceva il capitano, era meno potente del Pinguino Spaziale.

Quando ci dissero che potevamo tornare nella nostre camere caddi a terra in ginocchio. Non riuscivo più a reggermi in piedi.
Tornammo nel dormitorio lentamente, senza dire parola, con i nostri respiri affaticati che rimbombavano negli enormi corridoi.
Mi buttai sul letto senza forze.
Guardai Bellatrix che si era già addormentata.
Sorrisi e dormii anche io, senza neanche cambiarmi.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Scusate il ritardo, ma sono ancora qui!
La partita finale si avvicina e gli allenamenti sono intensivi! Spero che vi piaccia!
Ora scappo! A presto!!! Ale

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Capitolo 6
*** Cap 6: Un attaccante infuocato ***


Cap 6: un attaccante infuocato

 
La mattina mi svegliai lentamente. Doveva essere presto. Guardai l’orologio: 11:30.
Mi guardai intorno velocemente e vidi che non c’era nessuno a parte un biglietto di Bellatrix lasciato sul mio comodino che diceva:
Xavier ha detto di lasciarti dormire.
Quando ti svegli vieni a cercarmi nella stanza di allenamento.
Bellatrix
 
“Grazie Xavier!” sussurrai tra me e me.
Mi alzai e andai in bagno. Mi feci una doccia e indossai nuovamente la divisa.
Uscii dal dormitorio e mi avviai tranquillamente per i corridoi diretta alla sala di allenamento.
 Entrai e vidi la Genesis quasi al completo che discuteva animatamente. Mi avvicinai.
“Buongiorno ragazzi!” dissi stiracchiandomi.
Tutti si girarono verso di me.
“Emh…che succede? Ho fatto qualcosa di sbagliato?” chiesi titubante vedendo tutti gli occhi su di me.
Bellatrix tirò un sospiro.
“Non l’hai saputo? Dvalin ha potenziato la Epsilon e ha sfidato la Raimon.” Mi disse incrociando le braccia.
“E il capitano lo sa?”
Tutti scossero la testa.
“Non si è ancora svegliato.” Disse Nero con tono rassegnato.
Iniziai a correre verso la porta urlando:
“Bella ti affido la squadra per oggi!” e detto questo sparii dalla loro visuale.
Arrivai davanti alla porta del dormitorio maschile.
“Xavier dovevo dirti…” silenzio.
Trovai Xavier in piedi in mezzo alla stanza senza maglia che si infilava la divisa. Si girò verso di me dapprima stupito per poi scoppiare a ridere vedendo che avvampai.
“Ade! Sei rossa come un pomodoro! Comunque buongiorno anche a te!” disse continuando a ridacchiare.
“Ops…forse avrei dovuto bussare…”dissi piano osservandolo mentre prendeva le scarpe bianche.
“Comunque, a cosa devo questa tua visita?” mi chiese allegro.
“Bellatrix mi ha detto che la Epsilon si è potenziata e ha sfidato la squadra di Evans.” Dissi incrociando le braccia e appoggiandomi al muro.
“Allora andiamo anche noi!” disse il ragazzo dai capelli rossi alzandosi.
“Ma prima dobbiamo ricambiarci vestiti leggera!”
“Evviva andiamo al mare!” dissi iniziando a saltellare per la stanza con gli sguardi divertiti di  Xavier che mi seguivano.
“Guarda che non andiamo lì per rilassarci!” disse lui interrompendo ogni mia felicità.
“UFFA!” urlai arrabbiata uscendo dal dormitorio e avviandomi verso quello femminile.
Entrai e mi diressi verso l’armadio. Rovistai tra tutti i pochi vestiti che avevo fino a trovare ciò che cercavo.
Indossai una T-shirt azzurra con dei ricami a forma di fiocchi di neve e dei pantaloncini bianchi finendo il tutto con un paio di scarpe blu marino.
Corsi fuori dalla camera e vidi Xavier con il pallone bianco in mano vestito con la sua solita giacca arancione e i suoi pantaloni grigi con mille tasche.
Con l’abituale fascio di luce ci trovammo in una spiaggia con la sabbia chiara.
L’immenso mare blu era calmissimo e i raggi del sole si riflettevano su di essi formando un miscuglio di colori.
“Vieni dai!” disse Xavier avviandosi per la stradina che portava in città.
Guardai con meraviglia tutti i negozietti del piccolo paesino. Mentre esploravo il mio sguardo si posò su uno splendido faro blu piantato su una scogliera. Iniziai a correre verso la torre. La superai e rimasi qualche minuto ad osservare il mare. Ispirai l’aria salata che mi donò un senso di pace.
“Attenta Ade!” mi urlò Xavier da dietro.
Non feci in tempo a girarmi che qualcosa di molto caldo e potente mi colpì nella schiena. Caddi a terra con una fitta lancinante alle spalle.
“Ade!!”
Girai la testa e vidi davanti a me un ragazzo alto, con i capelli biondi a punta che teneva in mano un pallone.
Mi rialzai a fatica.
“Stai bene?” mi chiese Xavier aiutandomi.
Annuii lentamente e osservai il ragazzo.
“Ma che ca..o ti prende Axel! Perché l’hai attaccata?!” urlò Xavier furibondo al ragazzo che rimase impassibile.
“Cosa ci fate qui? Come mi avete trovato?” disse il biondo calmo.
“Noi…non ti stavamo cercando stavamo andando a vedere la partita della Raimon tutto qui!” dissi reggendomi a Xavier per non cadere per terra.
Il ragazzo davanti a noi ci guardò con occhi di fuoco.
“Credete forse che non vi conosca?! So benissimo che siete i capitani della Genesis. Andate pure a riferire ai vostri superiori che tanto non mi avranno mai!” disse Axel furibondo.
Guardai con sguardo interrogativo Xavier.
“Lui è Axel, il capocannoniere della Raimon. Mio padre voleva che si unisse alla Genesis, ma questo prima di incontrare te. Ora non gli servi più!” disse il ragazzo poi riferendosi ad Axel.
Il biondo si avvicinò a Xavier scostandomi malamente e facendomi cadere per terra. Lanciai un gemito e vidi Axel prendere il capitano per il colletto della giacca.
“Non scherzare con me. Non è vero che non mi volete più, perché tenete ancora d’occhio mia sorella!” urlò infuriato guardando con il suo sguardo penetrante gli occhi grigi di Xavier che però rimasero impassibili.
“Intendi…Giulia Blaze?” chiesi titubante alzandomi e attirando l’attenzione di Axel che lasciò Xavier per poi avvicinarsi a me.
“Sì! Che cosa volete da lei!” mi disse avvicinandosi.
“Ma Giulia Blaze è sparita! I tre servitori che la tenevano d’occhio non la trovano più!” dissi freddamente.
“No Ade! Ma che fai! Ora non avremo più speranze di reclutarlo!” disse Xavier battendosi una mano sulla fronte.
“Vuoi una partita interessante no?! Bene! Te la sto preparando!” dissi rivolta al rosso che mi guardò stupito.
“Ora Axel. Vai in campo dai tuoi amici. Tua sorella non corre più rischi! Puoi giocare tranquillo!” Dissi guardando negli occhi il biondo in modo che capisse che stavo dicendo il vero.
“Perché mi lasci andare così…in questo modo hai solo complicato le cose per la tua squadra.” Disse Axel continuando ad osservarmi.
“Perché so cosa significa non poter proteggere un fratello…”dissi abbassando lo sguardo e ripensando ad Aiden il giorno della valanga.
Il biondo che fino a quel momento era infuriato si calmò e se ne andò senza dire parola.
Guardai Xavier tirando un sospiro di sollievo.
“Axel…”dissi attirando l’attenzione dell’attaccante.
“salutami Shawn. Digli che è da parte di sua sorella!” dissi
Il ragazzo rimase un attimo fermo poi annuì e iniziò a correre verso il campo.
“Vuoi andare comunque?” mi chiese Xavier risvegliandomi dai miei pensieri.
Io annuii e ci avviammo anche noi verso il campo da calcio.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Questo cap è più lungo del solito, ma perché non volevo lasciare suspence visto che domai parto per una vacanza e torno domenica 30. quindi non riuscirò ad aggiornare fino ad allora.
Quindi…Ade ha conosciuto Axel e la partita si avvicina.
A prestoooo!
Ale

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Capitolo 7
*** Cap 7: missione fallita...di nuovo ***


Cap 7: Missione fallita…di nuovo

 
“Ce la fai ad andare avanti Ade? Mi sembra che tu stia peggiorando…” mi disse Xavier aiutandomi a camminare per la stradina di mare, verso il campo da calcio.
Annuii lentamente sorridendo. Quest’azione però non ebbe la reazione che avevo sperato…infatti Xavier era più preoccupato di prima. Però non fece più domande.
Arrivammo velocemente davanti al campo dove si svolgeva la partita Raimon vs Epsilon.
Una fiammata improvvisa attirò la mia attenzione. Guardai verso la porta di Dvalin, dove però non c’era il capitano, bensì Zell il centravanti.
Vidi Axel davanti alla porta che evidentemente aveva appena usato la sua tecnica.
“Hai visto…quel tiro aveva una potenza strabiliante…” dissi con voce tremante osservando l’attaccante che ora rientrava a centrocampo.
Incrociai il suo sguardo e capii con quanta determinazione giocava. Si batteva per i suoi compagni…come me.
“Ora capisco perché tuo padre lo voleva in squadra…ma capisco anche perché lui non voleva venire. Per sua sorella, ma questo è ovvio e anche per un altro motivo…” dissi girandomi verso Xavier che mi osservava confuso.
“Non voleva tradire i suoi compagni. Con loro ha un profondo legame di amicizia e se avesse accettato la nostra offerta avrebbe vissuto il resto della sua vita con un profondo vuoto nel cuore. Capisci ora? Capisci perché gli ho permesso di andare?!” gli dissi piano osservando Axel.
“Certo…” rispose il rosso semplicemente prima di osservare la partita.
“Ade…cosa ci fa Shawn in panchina con un asciugamano in testa?” mi chiese Xavier indicando la metà campo della Raimon.
Buttai l’occhio e vidi effettivamente Shawn che se ne stava seduto con lo sguardo posato sul terreno e con un telo bianco in testa.
“Fratellone…” dissi per poi scendere le scale e arrivare in prossimità della panchina.
Mi inginocchiai e presi la mano di Shawn che mi guardò debolmente.
I suoi occhi erano vuoti, senza emozione.
“Che ti è successo Shawn!” chiesi al ragazzo osservandolo intensamente negli occhi.
Lui non rispose, ma continuò a fissarmi.
“Nelly! Cos’è successo a mio fratello?!” chiesi attirando l’attenzione delle tre manager.
“Oh Ade! Sei tu…ecco, Shawn ,non sappiamo esattamente cosa ha avuto. Aveva appena tirato cioè…Aiden aveva appena tirato, quando Dvalin ha bloccato il suo tiro gli ha detto qualcosa e lui è caduto per terra. È così da metà del primo tempo…” disse la castana preoccupata. Mi osservò con uno sguardo strano. Sembrava quasi terrorizzata a sapere quale reazione avrei avuto.
Non ci feci caso e riguardai Shawn.
“Ade…cosa fai?! Non puoi stare lì!” mi urlò Xavier correndomi incontro.
“E questo chi lo ha detto!?” dissi lanciando un’occhiata glaciale all’allenatrice che non fece latro che girarsi dall’altra parte ad osservare la partita.
Mi sedetti vicino a Shawn.
Vidi Axel che si avvicinava correndo come una saetta alla porta in cui ora c’era Dvalin.
“TORMENTA DI FUOCO!” gridò l’attaccante.
Un’enorme vampata si scagliò contro il portiere sbriciolando la Trivella Spaziale.
“Non…non posso crederci…” dissi piano.
Mi girai con sguardo terrorizzato verso Xavier che però rimase impassibile, poi guardai Shawn che osservava anche lui tremante Axel.
In quel momento il fischio dell’arbitro segnò la fine di quell’avvincente partita suo 3-2 per la Raimon.
Vidi gli undici giocatori iniziare a correre verso Axel così felici da non accorgersi della presenza mia e  di Xavier.
Guardai Dvalin che osservava me e il capitano con il terrore stampato negli occhi.
“Xavier. Cosa facciamo con Dvalin?” chiesi girandomi verso il rosso che osservava anche lui il capitano della Epsilon Plus.
“Non lo so. Per Janus ho scelto io. Oggi scegli tu la punizione.” Mi rispose lui osservandomi con sguardo freddo.
Annuii e mi alzai avviandomi verso Dvalin.
Una voce glaciale interruppe la mia camminata. Mi girai e vidi Gazel in piedi a braccia incrociate che osservava la Epsilon.
“Bene, bene. Un’altra sconfitta! Complimenti Dvalin! Siete la squadra che ha ricevuto più sconfitte in una volta.” Disse il ragazzo posando poi lo sguardo su Mark.
“Tu devi essere Mark Evans giusto?” disse sorridendo maliziosamente.
“E tu chi saresti?” chiese il capitano della Raimon cercando di nascondere la voce tremante.
“Io sono Gazel. Capitano della Diamond Dust squadra di punta dell’Alius Accademy. Dvalin con questa sconfitta la Epsilon ha terminato il suo compito.” Disse Gazel girandosi verso di me.
Mi guardò qualche secondo intensamente per poi girarsi nuovamente verso la Epsilon.
Vidi Dvalin allontanarsi da Mark sorridendogli. Lo guardai con sguardo preoccupato e vidi il capitano che fece lo stesso.
“Aiutaci…” disse quest’ultimo piano in modo da non farsi sentire.
“Fermo Gazel!” dissi parandomi davanti alla Epsilon mentre il ragazzo glaciale preparava il pallone che avrebbe segnato la loro fine.
Quest’ultimo si fermò e mi osservò intensamente.
“Ade spostati!” urlò Mark.
Non gli diedi retta e continuai a guardare Gazel.
“Perché li proteggi…” mi chiese.
“Perché…sono miei amici. Avrei dovuto fare la stessa cosa anche con la squadra di Janus…ma non me l’ha permesso.” Dissi abbassando lo sguardo, riferendomi al padre di Xavier che non mi aveva permesso, tempo prima, di proteggere la Jaminie Storm dalla punizione che gli spettava. Ma non avrei fatto lo stesso errore anche questa volta.
“Se vuoi fallo. Ma dovrai colpire anche me. E sai questo che conseguenze avrà…” dissi sorridendo maliziosamente.
“Questa è l’ultima volta che ti permetto di intrometterti! Mark, attenderò con ansia il giorno in cui ci potremo sfidare!” disse Gazel per poi sparire inghiottito dalla luce azzurra del pallone.
Tirai un sospiro di sollievo e mi girai verso la squadra di Dvalin che intanto si era inchinata davanti a me.
“Grazie Signorina Ade. Ma ora cosa ne sarà di noi?” mi chiese guardandomi negli occhi.
“Non potrete tornare all’Alius Accademy. Ma questo lo sapevate già. Siete liberi di andare dove volete, ma fate attenzione a non farvi trovare dagli altri capitani! Soprattutto da Gazel.” Dissi freddamente.
Dvalin annuì e dopo aver lanciato uno sguardo d’intesa a Mark sparì.
Il silenzio calò nello stadio. Solo il rumore delle onde spezzava quella grande calma.
“Vieni andiamo.” Dissi a Xavier senza degnare di uno sguardo i giocatori della Raimon che ero sicura mi osservassero a bocca aperta.
Incrociai gli occhi di Axel e lo osservai impassibile per qualche secondo per poi sparire e ritrovarmi davanti alla scuola.
“Sei sicura di aver fatto la cosa giusta?” mi chiese Xavier mentre ci avviavamo verso i dormitori.
Io annuii e lo salutai avviandomi verso la camera femminile.
Delle mani mi afferrarono e mi sbatterono con le spalle contro il muro provocandomi una fitta lancinante alla schiena a causa del tiro di Axel. Lanciai un gemito e guardai chi avevo davanti.
Mi ritrovai a pochi centimetri dagli occhi infuriati di Gazel che continuava a spingermi verso il muro con le sue possenti mani per non farmi scappare.
“Lasciami…” urlai senza suscitare nessuna emozione nel capitano che mi continuava a tenere per le spalle aumentando l’intensità del dolore.
“Prova a fermarmi un’altra volta e te la vedrai con me. Non mi importa niente se sei capitana della Genesis. Se ti intrometti ancora ti spazzerò via a te e alla tua squadra. E il primo a pagare sarà Xavier.” E detto questo si allontanò, lasciandomi sola e spaventata nel corridoio buio.
“Ora sì che sono nei guai…”
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Eccomi qui come promesso di ritorno dalle vacanze e piena di ispirazione! Povera Ade…ora sì che è in un mare di guai. Trovarsi come nemico Gazel non deve essere una passeggiata. Non pensate anche voi?! ora vado.
Ciauuuu!!!
Ale2000

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Capitolo 8
*** Cap 9: Sei una testa di coccio Gazel! ***


Cap 9: Sei una testa di coccio, Gazel!
 
Il giorno seguente mi svegliai più tardi del solito. Per fortuna era giorno di riposo e non dovevamo allenarci.
Mi alzai lentamente e, prima di vestirmi, controllai che non ci fosse nessun biglietto.
Ne trovai uno sopra al letto di Bellatrix con su scritto in gigante : X Ade.
Lo aprii.
Ciao! Scusa se comunico così, ma in questi giorni ho la mania dei biglietti=).
Xavier mi ha detto di dirti che devi raggiungerlo al campo da calcio del Footbal Frontier, ma non ha detto il motivo. Ti aspetta.
Buona fortuna con il tuo amorino;)
Ciao!
Bella
 
Ripiegai il biglietto e lo misi sotto al cuscino. Mi vestii velocemente con i pantaloncini azzurri e le scarpe bianche cambiando però la maglia che ora se ne stava nel bidone della spazzatura. Indossai una semplice maglia azzurro cielo e passai dalla camera al corridoio, dove Xavier, aveva lasciato il pallone bianco.
Lo calciai e mi ritrovai fuori dal campo.
Entrai cercando Xavier tra le tribune. Lo trovai vicino a Torch che osservava attentamente il campo.
Lo raggiunsi velocemente.
“Xavier. Torch. Cosa ci fate qui?” chiesi attirando l’attenzione dei due ragazzi.
“Il motivo è proprio lì.” Rispose Torch indicando il campo.
Mi girai e vidi la Diamond Dust che giocava contro la Raimon.
“Ma cosa… Dov’è mio fratello?!” chiesi allarmata ricordando le parole di Gazel del giorno prima.
“È in panchina non preoccuparti!” mi rispose Xavier indicando la metà campo della Raimon dove effettivamente stava mio fratello.
“Come sta andando?” chiesi dimenticandomi che c’era il tabellone con il punteggio.
“Per ora sono ancora 0-0.” Disse malizioso Torch.
Sapevo che il capitano della Prominence era molto in competizione con la squadra di Gazel e provava un gran gusto nel provocarlo, così cercai di assecondare quel comportamento meschino, anche se dopo le parole del ragazzo glaciale per me poteva dire quello che voleva.
“Questa partita è noiosa.” Cominciò Torch con uno sbuffo seccato.
“Non giudicare dalle apparenze. Siamo solo all’inizio. Questa partita potrebbe rivelarsi molto interessante.” Disse Xavier non staccando gli occhi dalla partita.
“Non dire stupidaggini! Sei sempre il solito!” finì l’altro iniziando a scaldarsi.
Mi girai verso Xavier che però osservava con sguardo perso la partita. Evidentemente non stava scherzando.
La partita continuò in modo molto equilibrato e a metà del primo tempo nessuna delle due squadre aveva ancora fatto goal.
Ad un tratto il pallone finì nell’ingresso dello stadio che portava in campo, a causa di un’azione di Gazel, bloccata dai difensori della Raimon.
Il pallone tornò da solo.
“Che succede…” dissi piano.
Un ragazzo dai capelli lunghi e biondi entrò in campo, lentamente, come se passasse di lì per caso.
Sembrava particolarmente interessato a Mark.
“Voi lo conoscete?” chiesi ai due ragazzi che osservavano stupiti il nuovo arrivato.
“Lui è Byron Love, capitano della Zeus, la squadra battuta nella finale del Footbal Frontier dalla Raimon. Questa sì che è una sorpresa!” mi rispose Torch.
“Le cose iniziano a farsi interessanti!”disse poi Xavier.
Vidi in campo Gazel che parlava con Byron. Forse lo conosceva già…
Vidi tutta la Raimon avvicinarsi al nuovo arrivato. Dopo qualche minuto, Byron, entrò in campo con la maglia della Raimon.
“Come sospettavo…” sussurrò Xavier.
La partita ricominciò e per un po’ la Diamond Dust sembrò in vantaggio a causa della mancanza di fiducia con il nuovo arrivato. Ma quando il pallone arrivò tra i piedi di Byron, la situazione si capovolse e il capitano della Zeus riuscì a segnare il primo goal della partita.
“Che ti avevo detto? Mai giudicare un libro dalla copertina.” Disse Xavier con voce beffarda a Torch che si girò dall’altra parte con un sonoro sbuffo.
Vidi Xavier farmi l’occhiolino.
Gli sorrisi poi tornai a guardare la partita.
Questa volta era la Diamond Dust che attaccava e in una frazione di secondo, Gazel riuscì a segnare il goal del pareggio e in quel momento l’arbitro segnò la fine del primo tempo.
“Vieni.” Mi  disse Xavier per poi avviarsi giù per le scalinate.
Gazel ci aspettava girato di spalle in uno dei tanti corridoi dello stadio.
Torch si appoggiò al muro con le mani dietro la testa, mentre io e Xavier rimanemmo in piedi ad osservare Gazel.
“La Raimon era passata in vantaggio. Dovreste vergognarvi!” cominciò Torch con voce maliziosa.
“Sarà una passeggiata. L’hai detto tu vero?” disse Xavier. Anche lui voleva farlo arrabbiare.
Vidi Gazel stringere i pugni dalla rabbia.
“D’ora in poi si farà sul serio. La Diamond Dust non perderà. Non lo permetterò!” e detto questo se ne andò.  Anche noi tornammo alle nostre postazioni sulle scalinate.
“Siete sicuri che sia stata una buona idea farlo arrabbiare?” chiesi ai due ragazzi.
Risposero solo con un cenno con la testa.
La partita continuò come nel primo tempo, cioè molto equilibrata.
Cominciò a movimentarsi quando Gazel segnò il secondo goal.
“Ora si comincia a ragionare.”disse Torch.
“E se segnassero di nuovo?” chiesi io.
“Ci sarebbe davvero da divertirsi!” disse Xavier .
dopo qualche minuto infatti la Raimon riuscì di nuovo a segnare.
Ora che la squadra era riuscita a coordinarsi con Byron si era rafforzata.
“Bene. C’è da divertirsi.” Dissi ricevendo uno sbuffo da Torch e un’occhiata divertita da Xavier.
Finalmente la partita finì sul 2-2.
“È andata male eh, Gazel.” Disse malizioso Xavier avvicinandosi da dietro la squadra.
Lo affiancai e guardai attentamente tutta la Raimon che ci osservava con sguardo attento e vigile.
“Mi avete impressionato caro Mark.” Cominciò lui.
“Avete fatto dei grandi miglioramenti in un arco di tempo molto breve.” Continuai io.
“Xavier. Ade.” Sussurrò Mark osservandoci.
“Vi assicuro che diventeremo ancora più forti. Faremo di tutto per battere l’Alius Accademy.” Disse Mark deciso.
“Bene. È proprio quello che voglio. La più forte squadra della Terra.” Disse il capitano della Genesis.
“Stai parlando seriamente?” disse Mark serio.
Come poteva non credere alle sue parole. Vidi Xavier agitarsi un attimo poi sussurrare:
“Alla prossima Mark”
“A presto Evans. E non preoccuparti. La prossima volta vinceremo.” Disse Gazel per poi calciare il pallone che ci trasportò tutti davanti all’Alius.
“La partita si avvicina.” Disse Xavier avviandosi dentro.
Lo affiancai.
“Sei sicuro che riusciremo a batterli?” chiesi.
Lui sembrò pensarci un attimo prima di rispondere.
“Dobbiamo.”
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Allora…Gazel si è scordato di Shawn, o no?!
La partita si avvicina, ma ci vorrà ancora un po’ prima.
Ora scappo. Ciaoooo!!!! Ale

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Capitolo 9
*** Cap 8: Di male in peggio... ***


Cap 8: Di male in peggio…
 
Il giorno seguente alla sconfitta della Epsilon mi allenai con la squadra, sperando che la partita arrivasse presto.
Però, non riuscivo a togliermi dalla testa le parole di Gazel e ogni volta che mi veniva in mente quel ragazzo iniziavo a tremare e istintivamente passavo gli occhi su tutta la squadra.
Xavier se ne era accorto perché aveva iniziato ad osservarmi con sguardo preoccupato.
-Se ti intrometterai un’altra volta, spazzerò via sia te che la tua squadra e non mi importa se sei la capitana della Genesis! E il primo a pagare, sarà Xavier-
Stavo tirando, quando mi tornarono in mente le sue parole.
Finii comunque la mia azione, ma il pallone passò sopra la traversa.
“Che ti prendo Ade? È tutto il giorno che sei distratta!” mi disse Nero osservando il pallone che andava a schiantarsi contro una parete.
“Emh…niente. Sto bene tranquillo…” dissi tornando nella mia metà campo sotto gli sguardi stupiti e preoccupati dei miei compagni.
Cercai di non farci caso e continuai ad allenarmi, ma non riuscivo a non pensare a Gazel.
Finalmente l’allenamento finì. Non avendo voglia di tornare in camera, mi avviai per i corridoi.
Notai che era tutto buio. Doveva essere tardi. Guardai l’orologio: 19:30.
Non era proprio la mia idea di tardi, però era ora di cena.
Ci pensai un attimo e dopo aver constatato che non avevo fame continuai a camminare, immersa nei miei pensieri.
Andai a sbattere contro qualcuno. Mi scusai e andai avanti senza curarmi di chi fosse.
Una mano strinse delicatamente la mia. Mi girai e vidi Xavier che mi osservava con sguardo dolce.
“Ciao…” dissi piano per poi iniziare a tremare. Mi erano appena tornate in mente le parole…
“Si può sapere cosa ti prende? È tutto il giorno che ti comporti in modo strano e poi perché hai iniziato a tremare così di punto in bianco?” mi chiese preoccupato.
Lo guardai intensamente qualche secondo e poi gli saltai tra le braccia piangendo.
“Il fatto è che…Gazel mi ha minacciata…” dissi singhiozzando.
“Cosa…”
“Sì…ha detto che se mi sarei intromessa ancora avrebbe spazzato via sia me che tutta la squadra…e che il primo a pagare…saresti stato tu” dissi sciogliendomi dall’abbraccio e buttando gli occhi sul terreno.
“Ma tu lo sai che non può batterci vero? Ti ricordo che siamo la squadra più forte dell’Alius Accademy.” Mi disse Xavier tirandomi su il volto con una mano.
“È proprio qui che ti sbagli Xene!” disse una voce alle mie spalle.
Mi girai.
“Cosa intendi Gazel?” chiese Xavier vedendo che cercavo di trattenere il terrore che provavo in quel momento.
“Intendo dire, che voi non siete affatto la squadra più forte e ve lo dimostrerò sfidando la Raimon e battendola!” disse il capitano della Diamond Dust iniziando ad arrabbiarsi.
Incrociai i suoi occhi e vidi che mi studiava con sguardo di ghiaccio.
“E pensi di farcela?” chiese Xavier malizioso.
Gazel non fece altro che uno sbuffo per poi andarsene.
Tirai un sospiro di sollievo.
“Visto? Non riuscirà mai a batterci.” Mi disse sorridente.
Annuii lentamente anche se non credevo del tutto a quelle parole.
“Vieni dai, è ora di andare a dormire.” Disse il rosso per poi trascinarmi verso il dormitorio.
Arrivammo nel punto in cui dovevamo separarci a causa della posizione delle rispettive camere, che io continuavo a perdermi tra i miei pensieri.
Mi risvegliai quando le labbra si Xavier se posarono delicatamente sulle mie.
Dopo qualche secondo si staccarono e vidi il ragazzo dai capelli rossi che mi sorrideva dolcemente.
Chiusi gli occhi un attimo e dissi piano:
“Grazie…”poi mi girai e mi avviai verso il dormitorio.
Entrai facendo paura a tutte le ragazze che sobbalzarono.
“Dai…vi spaventate per così poco?! Sono solo entrata!” dissi vedendo le facce allarmate delle ragazze.
“Non è per te che ci allarmiamo!” disse Bellatrix indicando poi dietro di me.
Mi girai lentamente e mi ritrovai davanti a Gazel che mi osservava furibondo. Iniziai a tremare.
“Gazel…che c’è?” chiesi titubante.
“Vieni…” disse per poi avviarsi per i corridoi.
Lo seguii stando attenta ai suoi movimenti.
“Ti ricordi che ti avrei detto che il primo a pagare sarebbe stato Xavier vero?” mi chiese guardando fuori dalla finestra.
“S-sì, ma perché me lo vuoi ricordare?” chiesi tremando.
“Perché visto che giocheremo contro la Raimon domani, ho cambiato obbiettivo. E tu sai benissimo chi è.” Disse malizioso per poi tornarsene nel dormitorio.
“Sh…Shawn!”
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao!!! Ok, ammetto che questo cap è mooooltoo noioso vero?
È il prossimo che sarà movimentato…e ci saranno anche sorprese inaspettate=)
Alla prossima!
Ale

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Capitolo 10
*** Cap 10: Ora avrai quello che ti meriti! ***


Cap 10: Ora avrai quello che ti meriti!

 
La mattina dopo mi svegliai di soprassalto a causa di qualcuno che mi scuoteva violentemente.
Aprii gli occhi e misi a fuoco l’ambiente. Mi trovai davanti a Xavier che continuava a muovermi.
“Basta Xavier!” urlai.
Lui mi guardò e si fermò.
“Cosa succede…” chiesi alzandomi a sedere.
“Gazel e Torch si sono uniti e hanno sfidato la Raimon.”mi disse velocemente.
“E allora?” chiesi osservandolo con sguardo interrogativo.
“O cavolo…”sussurrai poi pensando a mio fratello.
“Sbrigati dai. Speriamo di non arrivare troppo tardi.”mi disse velocemente.
Mi vestii alla velocità della luce con la divisa, così come si era vestito Xavier, anche se avrei preferito vestirmi con dei vestiti normali.
“Bene. Andiamo.” Dissi prendendo il pallone dalle mani di Xavier e calciandolo.
Arrivammo sul tetto dello stadio della Royal Accademy.
Vidi Gazel che si avvicinava velocemente alla porta della Raimon.
Usò la sua Sfera di Ghiaccio, ma non contro il portiere, bensì contro la panchina, dove c’era mio fratello.
Con un balzo gli saltai davanti e calciai il pallone che gli stava venendo addosso, rimandandolo al mittente.
“Ade…” disse Shawn con voce tremante.
“Stai bene?” gli chiesi seguendo Gazel con lo sguardo.
“Sì, credo di sì…” rispose lui piano.
“Cosa credevi, che non sarei accorsa in aiuto di mio fratello?” urlai a Gazel che mi osservava impassibile.
“No. Volevo proprio che venissi qui, per far vedere ai terrestri la tua forza e fargli capire che non possono battere l’Alius Accademy!” rispose il capitano della Diamond Dust con voce maliziosa.
Sentii dietro di me, la Raimon che si agitava.
Vidi Gazel chiamare anche Torch al suo fianco.
“O no…quello è…Ade spostati da lì!” mi urlò Shawn.
“Non preoccuparti per me. Tu spostati piuttosto.” Gli risposi sapendo cosa i due capitani stavano preparando.
“GHIACCIO DI FUOCO”
Il pallone mi arrivò contro ad una velocità incredibile.
Lo osservai qualche istante e lo fermai con il ginocchio, facendolo cadere ai miei piedi.
“Non permetterò che voi facciate del male a mio fratello. Ora pagherete per le vostre azioni.” Sussurrai lasciando il pallone normale e afferrando il pallone nero.
Lo lanciai in aria.
“Torch, tu assaporerai il gelo del ghiaccio assiderante. TORMENTA GLACIALE!” urlai usando la tecnica sul pallone nero e facendo scomparire la squadra di Torch tra il vento glaciale del nord.
“E ora è il tuo turno Gazel. Pagherai per il male che volevi fare a Shawn e per il male che hai fatto a me. Sto per usare anche a te una tormenta, ma questa volta non di ghiaccio assiderante, bensì di fuoco scoppiettante! TORMENTA DI FUOCO!!” urlai usando nella tecnica tutta la rabbia che provavo nei confronti di quel ragazzo.
Lo vidi sparire con il resto della sua squadra tra le fiamme.
Un silenzio tombale calò nello stadio. Guardai il punteggio: 10-7 per la Chaos.
Tirai un sospiro e mi girai verso i ragazzi della Raimon che mi osservavano attoniti e terrorizzati.
Incrociai gli occhi di Shawn che mi guardava spaventato e quelli di Axel che non erano più impassibili.
“Gr…grazie Ade.” Sussurrò Shawn.
Lo guardai e gli feci un cenno del capo in segno di assenso.
“Mark.” Disse Xavier alle mie spalle.
Vidi il capitano agitarsi ancora di più.
“Per batterci dovrete fare del vostro meglio a quanto pare, dico bene?” disse beffardo.
“Certo. Non ci faremo di certo battere da voi alieni!” urlò lui di risposta anche se si vedeva chiaramente che neanche lui credeva alle sue parole.
“Ancora non avete capito che siamo umani come voi?” chiesi chiudendo gli occhi e incrociando le braccia.
“Umani voi?! Impossibile.” Disse Nathan.
“Però è vero. Sennò come spiegate che io sono la sorella di Shawn e Xavier il fratello della vostra allenatrice?” chiesi alla squadra che si girò lentamente verso l’allenatrice che ci guardava con sguardo gelido. Rimasi impassibile.
“Ade! Cosa combini! Non dovevano saperlo!” mi gridò Xavier arrabbiato.
“Lo avrebbero scoperto comunque. Saresti stato proprio tu a dirglielo.” Dissi al rosso con foce gelida.
“Bene. Noi vi aspettiamo tra due giorni sul Monte Fuji, dove ci affronteremo.” Dissi per poi calciare il pallone che ci trasportò davanti all’Alius.
“Ora chi lo dice a mio padre?” mi chiese Xavier.
“Vado io. Tu resta qui.” Dissi avviandomi verso il corridoio buio.
In fondo c’era una porta con su la scritta “Padre”.
Bussai.
“Avanti.” Disse una voce all’interno.
“Ade. Cosa succede?” mi chiese il signor Schiller mentre entravo.
“Ho detto alla Raimon di trovarsi qui tra due giorni.” Dissi lentamente.
“Molto bene! E che mi dici di Torch e Gazel?” mi chiese.
Sobbalzai a quella domanda, ma sembrò non accorgersene.
“Hanno avuto la punizione che si meritavano.” Risposi decisa.
“Bene. Puoi andare.” Mi disse.
Io annuii e mi avvicinai alla porta.
“Ah, Ade!” mi chiamò il padre di Xavier.
“Preparati a ricevere il comando della squadra.” Mi disse per poi farmi cenno di andarmene.
Uscii dalla sala e vidi Xavier che mi aspettava nel corridoio.
“Allora?” mi chiese.
“Tutto bene…” risposi freddamente abbassando gli occhi.
“C’è dell’altro, vero?” mi disse.
Scossi la testa. Non avrei permesso che si preoccupasse per me in un momento come quello. Dovevamo prepararci. La Raimon sarebbe presto arrivata. E io non avrei mai permesso, che i miei amici e fratelli si auto disintegrassero.
-Non lo permetterò. Non mi costringerai a fargli del male!- pensai.
 
ANGOLO AUTRICE
Bene! Siamo quasi arrivati alla fine…o no?! Per chi avesse domande sull’ultima frase, mi dica nelle recensioni.
Tutto il resto lo scoprirete nei prossimi cap.
Ciaooooo!!!!! Ale
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Cap 11: E infine eccoci qui ***


Cap 11: E infine eccoci qui…

 
I due giorni seguenti passarono molto velocemente e finalmente, eccoci nello spogliatoio in attesa che Xavier ci dica di entrare in campo.
“Ragazzi. Dobbiamo assolutamente vincere! Per nostro padre!” gridò quest’ultimo improvvisamente regalando una gran carica a tutta la squadra.
Su di me però non aveva avuto tanto effetto. Infatti ero ancora provata dalle parole del signor Schiller due giorni prima:
Stai pronta a ricevere il comando della squadra.
Non riuscivo a togliermele dalla testa.
“Sei pronta?” mi chiese Xavier risvegliandomi dai miei pensieri.
Annuii lentamente, anche se a giudicare dalla faccia del ragazzo non dovevo essere stata molto convincente…
Facendo attenzione che tutti fossero girati da un’altra parte, mi diedi uno schiaffo sulla faccia che mi risvegliò.
Mi girai, sentendo Xavier che parlava dietro di me.
Vidi la Raimon, che finalmente era arrivata.
-Quindi siamo alla resa dei conti…- pensai tra me e me.
Osservai i ragazzi davanti a me e li vidi con una determinazione nuova negli occhi. Paragonandola alla prima volta che li avevamo affrontati, sembravano quasi trasformati.
Ma ciò non sembrò preoccupare minimamente Xavier che, al contrario, sembrava ancora più invogliato a batterli.
Attirando l’attenzione della squadra ci spiegò lo schema.
Io ero seconda punta, come però in fondo mi aspettavo.
Nell’attesa, lanciai uno sguardo alla Raimon e vidi Axel che mi osservava.
Gli sorrisi e guardai il resto della squadra, stretta intorno a Mark, mentre quest’ultimo cercava di dare a tutti la carica e, la cosa buffa è che ci riuscì. E alla grande.
Vidi gli undici della Raimon entrare urlando un sonoro “VAI” e posizionarsi in campo.
Rimasi sorpresa nel vedere che mio fratello era in panchina.
-Shawn, cosa ti è successo…- pensai tra me e me interrompendomi quando l’arbitro ci chiamò.
Ci posizionammo in campo e il fischio segnò l’inizio della partita che avrebbe dettato il futuro del Mondo.
Feci notare, poco prima del fischio iniziale, a Xavier che Mark non era in porta, ma giocava come libero.
Ma il ragazzo dai capelli rossi sembrò assecondare la mia osservazione e si lanciò subito in attacco e, grazie a una serie di passaggi, riuscì ad arrivare davanti alla porta.
Tirò, senza usare tecniche, ma il suo colpo venne bloccato da Mark e dalla sua nuova tecnica, la “Respinta Inazuma”.
Vidi Xavier che osservava il capitano avversario ancora più determinato: adorava le sfide.
La Raimon riuscì a raggiungere la nostra porta. Si vedeva che erano migliorati.
La ragazza dai capelli verde acqua provò una conclusione che però Nero fermò senza troppa difficoltà.
Dopo poco anche Axel riuscì a tirare, ma il nostro portiere era abituato a prendere la Tormenta di Fuoco e non fece una piega, lasciando la Raimon a bocca aperta.
-Sono migliorati…-pensai.
Bellatrix riuscì ad arrivare da sola davanti alla porta e, superando Mark, la passò a Xavier che segnò il nostro primo goal grazie alla sua Meteora Dirompente.
-Che bello…-pensai tra me e me.
-Ma cosa dici! Non è il momento di sbavare dietro al capitano! Concentrati Ade!- mi dissi poi.
Buttai gli occhi sulla panchina e vidi Shawn che mi osservava stringendo i pugni dalla rabbia.
Lo osservai tristemente e tornai a centrocampo.
-i parenti e gli amici non contano durante una partita. Però è sempre tuo fratello…- mi dicevo. In quel momento ero leggermente combattuta.
“Adesso avrai capito, qual è la squadra più forte.” Sentii sussurrare Xavier diretto a Mark che lo osservò con la paura stampata negli occhi, ma allo stesso tempo con determinazione.
Evidentemente non ero l’unica ad essere combattuta.
Guardai il nostro capitano che tornava alla sua postazione vicino a me.
“Quello che stai facendo è sbagliato! Un vero atleta migliora soltanto con allenamento e tenacia!” urlò Mark attirando la mia attenzione e quella di Xavier.
“Non stando alla mia esperienza! Rassegnati, la Genesis è la squadra più forte dell’Universo e ora te lo dimostrerò.
“L’hai fatto infuriare.” Gli sussurrai vedendo lo sguardo di Mark.
“Lo so. È proprio quello che voglio.” Mi rispose.
Lo guardai qualche secondo poi tornai a concentrarmi.
Sentii la voce della sorella del capitano che urlava qualcosa alla Raimon che, a quanto pareva, si era demoralizzata.
In pochi secondi, la squadra avversaria tornò piena di energia.
Al fischio dell’arbitro, la Raimon si lanciò subito all’attacco e Axel tirò però verso alla propria porta.
Saltai e colpii il pallone verso Xavier, neutralizzando la Tormenta di Fuoco.
Il capitano provò di nuovo con la Meteora Dirompente che però la Raimon riuscì a parare per miracolo grazie ad un giocatore che riuscì a deviare il pallone all’ultimo secondo e che ora se ne stava a testa in giù dentro alla rete.
Alla fine di un’altra azione vidi con la coda dell’occhio Shawn che si sollevava e osservava il campo con sguardo molto determinato.
Mi guardò negli occhi e si avvicinò all’allenatrice.
“Signorina Schiller la prego mi faccia entrare in campo!” disse alla ragazza che lo guardò qualche secondo.
Dopo aver constatato che diceva la verità disse all’arbitro:
“Sostituzione! Entra Shawn Frost al posto di Suzette Hartland!”
Mi girai e guardai negli occhi il mio fratellone che faceva il suo primo passo dentro il campo dopo tanto tempo.
Lui mi guardò qualche secondo e si diresse verso la squadra con cui parlò per qualche minuto per poi posizionarsi in campo.
“Ora le cose si fanno interessanti eh?” sussurrai a Xavier che osservava la Raimon.
“Certo. Ma il risultato non cambierà.” Disse calmo.
“Io non ne sarei così sicura.” Gli risposi per poi girarmi verso la Raimon.
Incrociai gli occhi determinati e impauriti allo stesso tempo di Shawn.
-Bene fratello. Ora vedremo di cosa sei capace, dopo tutti questi anni.-
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Domani parto per una vacanza di tre settimane così oggi, in un momento di pura crudeltà, ho deciso di finire qui. Il prossimo cap arriverà tra tre settimane- Fa una risata malefica- e dopo questo, vi saluto.
Ora vado! Ciao a tuttiiiiii!!!!!! Ale
 
 
 

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Capitolo 12
*** Cap 12: e infine eccoci qui...seconda parte ***


CAP 12 e infine eccoci qui…2 parte

 
“signorina Schiller, mi faccia entrare in campo!” chiese Shawn con voce implorante all’ allenatrice che ora lo osservava intensamente.
Dopo qualche secondo quest’ultima si alzò e disse:
“Arbitro sostituzione! Entra Shawn Frost al posto di Suzette Heartland!”
Tutta la squadra della Raimon e la mia si girò verso la panchina in cui mio fratello ci osservava in piedi in attesa che la ragazza che doveva sostituire lo raggiungesse.
Shawn mise piede in campo dopo tanto tempo.
Corse verso la sua squadra che parlò con lui per qualche minuto per poi correre nella sua posizione.
Lo guardai intensamente attirando la sua attenzione.
-Ora vedremo cosa sai fare, fratellone.- pensai tra me e me.
“Le cose si fanno interessanti!” sussurrai a Xavier che si limitò a dire:
“Sì, ma il risultato non cambierà.”
L’arbitro fischiò e la partita ricominciò. Con l’entrata di Shawn, la Raimon sembrava molto più fiduciosa. Contavano sulla forza dell’attaccante appena entrato. Peccato che Shawn non fu molto attento.
Riuscì però ad arrivare alla nostra  porta e tirare usando la sua tecnica, anche se tutti sapevamo che in realtà aveva permesso ancora una volta che Aiden prendesse il sopravvento.
Nero riuscì a parare il suo tiro senza problemi e ciò lasciò mio fratello con un pugno di mosche in mano.
Dapprima sembrò non darci troppo peso e corse subito in difesa.
Cercò di usare la sua tecnica su Xavier, che però riuscì a resistere all’attacco.
Vidi mio fratello per terra, in preda al terrore a causa dello sguardo glaciale con cui Xavier lo osservava.
Subito dopo il ragazzo dai capelli  rossi usò la sua Meteora Dirompente che però il portiere riuscì a parare.
Con una serie di passaggi il pallone arrivò a Shawn che però, essendo distratto dai suoi pensieri, lo mandò fuori campo.
Vidi Axel afferrare il pallone tra le mani e calciarlo violentemente, colpendo il busto di Shawn.
Rimasi lì ferma ad osservare la scena.
“Perché non sei accorsa in suo aiuto?” mi chiese Xavier vedendo che osservavo intensamente i due.
“Perché Axel ha fatto bene. Si meritava una punizione. Lui non è lo Shawn che conoscono tutti. Lui è uno Shawn distratto e che pensa a tutto tranne che al calcio che in questo momento è la cosa che ha più importanza. Avrei fatto la stessa cosa se fosti stata in Axel” risposi sempre osservando il duo.
Li vidi parlare qualche secondo, poi Shawn si alzò e sembrò molto più determinato di prima.
-Spero che il tuo sforzo non sia stato vano…- pensai osservando Axel che tornava a centrocampo seguito da mio fratello.
La partita ricominciò e subito il pallone entrò in possesso della Raimon che con passaggi corti si faceva strada nella formazione.
Alla fine il pallone arrivò tra i piedi di Shawn che lo osservò stupito
Gli corsi incontro con l’intenzione di rubarglielo, in quel momento di distrazione.
Mi buttai in scivolata, ma appena fui a qualche centimetro dal pallone Shawn saltò in aria e si tolse la sciarpa.
“Ma cosa…” urlai.
cadde a pochi centimetri da me. Si sollevò e vidi con mio grande stupore che i suoi capelli e i suoi occhi erano cambiati.
La sua personalità si era unita con quella di Aiden. Ora era perfetto. Lo sentivo.
Lo vidi iniziare a correre con la sua vera velocità verso la nostra porta e segnare un goal perfetto con il Richiamo del Lupo, una tecnica che avevamo inventato io, lui e Aiden quando eravamo piccoli, ma nessuno di noi era riuscito ad impararla.
-Quindi è così. Finalmente sei guarito.- pensai sorridendo a mio fratello che mi osservava come dire “ Bada che non è ancora finita!”
Lo guardai in segno di sfida e mi girai verso il punteggio: 1-1.
“Mi sa che è ora di usare quella tecnica. Siete d’accordo?” sussurrai a Bellatrix e Xavier che annuirono all’unisono.
In una frazione di secondo recuperammo la palla e ci lanciammo all’attacco arrivando davanti alla porta della Raimon da soli.
“SUPERNOVA!” gridammo usando la tecnica imparata da poco.
Il portiere, un  ragazzino gracile con i capelli a scodella marroni chiari, era talmente spaventato che non ebbe il tempo di ragionare e noi arrivammo al secondo goal.
“Molto bene.” Sentii sussurrare Xavier.
“Non capite che state sbagliando? Che gusto c’è nel vincere una partita con l’inganno! Non vedete come vi ha trasformato quell’uomo?! Siete dei mostri!” urlò Mark.
“Mark, tu non puoi capire la nobiltà del pensiero di mio padre. Lascia perdere, tanto è inutile fermarci!” gli rispose il rosso osservandolo qualche secondo per poi scattare in avanti con l’intenzione di usare di nuovo la Supernova.
Usammo la tecnica speciale. Vidi il portiere esitare un attimo, poi usare la sua tecnica.
“MANO INSUPERABILE!” gridò quest’ultimo.
Con sgomento di tutta la squadra riuscì a parare il nostro tiro.
“Non è possibile…”sentii sussurrare da Xavier che guardava il portiere quasi spaventato.
Quest’ultimo tirò di nuovo verso Shawn che usò nuovamente il Richiamo del Lupo che però Nero riuscì a bloccare con il Blocco Temporale.
“Lascia perdere Mark! Tanto siamo noi la squadra più forte!” disse Xavier al capitano della squadra avversaria con cui stava litigando.
“Mark. Tu dici di non capire le mie idee e di disprezzare il mio metodo vero? Bè sappi che anche voi avete abusato della Pietra di Alius. Se siete arrivati qui è solo perché battendo la Giaminie Storm e la Epsilon, siete migliorati. Io ho solo scartato i più deboli, sostituendoli con giocatori nuovi e molto più forti. Come in fondo avete fatto voi. Perché i vostri compagni sono in ospedale secondo te? Perché erano deboli e voi li avete scartati come ho fatto io.” Disse il Signor Schiller facendo salire la rabbia di Mark ad un livello esasperante.
In preda alla rabbia gridò:
“Non è vero! Quei ragazzi non sono affatto dei deboli al contrario! Si sono sacrificati per proteggere la squadra e io non potrei mai scartarli.”
Vidi Evans iniziare a correre verso Xavier. Cercò di rubargli il pallone, ma Xavier lo schivò con un’elegante finta. Continuarono così per un bel po’, sotto gli sguardi attoniti di tutti, finché l’arbitro fischiò la fine del primo tempo.
Tornammo ciascuna squadra alla propria panchina.
Affiancai Xavier che osservava la Raimon.
“Con tuo fratello in campo è molto più difficile riuscire a fermare la Raimon.” Mi disse piano continuando ad osservare la squadra avversaria.
“Già. Da una parte però sono felice di vedere che mio fratello sia guarito.Ora però in effetti è stata una sfortuna che sia guarito proprio ora, ma non posso fare a meno di essere felice per lui.” Dissi osservando mio fratello con sguardo felice che però non si accorse di nulla.
Sentii lo sguardo di Xavier su di me, ma cercai di assecondarlo.
Dopo una breve pausa rientrammo in campo e la partita ricominciò. Cercammo di riprendere il controllo della palla. Stavo per rubarla ad Axel, quando quest’ultimo la passò dietro, a Mark  che mi superò velocemente.
La Raimon continuò a passarsi il pallone eludendo tutti i nostri tentativi di difesa e alla fine Axel arrivò davanti alla porta.
Tirò.
“TORMENTA DI FUOCO!”
“BLOCCO  TEMPORALE! È molto più potente!” disse Nero.
Il pallone infuocato entrò in porta.
“Non ci posso credere! Sono passati in vantaggio!” dissi.
“Disinserire gli inibitori!” sentii dire dal signor Schiller.
Tutta la nostra squadra si girò verso il volto del padre che era appena apparso dentro un quadrato virtuale.
“Ma padre…” sentii Xavier urlare terrorizzato.
“Come avevo previsto hai paura. Ade, ti affido la squadra.” Mi disse il signor Schiller.
“No.” Risposi con i pugni tremanti dalla rabbia. Guardai Xavier con gli occhi umidi.
“Non permetterò che succeda qualcosa ai miei fratelli.” Dissi passando gli occhi su tutti i ragazzi della Genesis per poi tornare ad osservare l’anziano signore che non mi staccava gli occhi di dosso.
“Pensavo di potermi fidarmi almeno di te, ma a quanto pare mi sbagliavo. Sono molto deluso da entrambi.” Disse poi indicando me e Xavier, mentre entrambi abbassammo lo sguardo.
“Bellatrix, la squadra è tua.” Disse per poi sparire.
Tutta la squadra si girò verso la ragazza dai capelli blu che si stava avvicinando a Xavier, che gli porse la benda da capitano.
“Bellatrix…no!” le sussurrai quando mi passò di fianco diretta a centrocampo. Lei pero non mi degnò di uno sguardo e prese posizione.
Il pallone era in mano alla Raimon.
L’arbitro fischiò e la squadra si lanciò subito in avanti.
“Disinserire inibitori.” Disse Bella spingendo il pulsante sulla divisa che si illuminò.
Tutta la squadra lo fece e anche Xavier. Lo osservai tristemente.
“Non abbiamo scelta…” mi disse con voce rassegnata.
Lo spinsi anche io e una forza immane si diffuse per il mio corpo.
Ma non era una forza normale…era una forza malvagia, che però non potevi contrastare.
Vidi la Raimon sorpassare Bellatrix che rimase ferma a braccia incrociate.
In una frazione di secondo la ragazza rubò il pallone a Jude che intanto era avanzato.
Insieme a Xavier la affiancai e alla velocità del suono arrivammo da soli davanti alla porta.
“PINGUINO SPAZIALE!” era la nostra tecnica più potente.
Facemmo goal, ma solo perché il portiere non si aspettava una mossa così potente
All’improvviso, un dolore atroce si diffuse nel mio corpo, dalla testa ai piedi.
“AAAHHH!” gridai afferrandomi le braccia cercando di far andar via il dolore.
Era per quel motivo che il signor Schiller ci aveva ordinato di non disinserire gli inibitori. Perché mettendo al massimo la nostra forza, ci saremmo disintegrati i muscoli.
“Ade! Cosa ti succede?!” mi chiese allarmato Shawn avvicinandosi a me e sorreggendomi.
Non gli risposi, perché non ci riuscivo.
“È il prezzo che dobbiamo pagare…per battervi e per rendere felice nostro padre. È doloroso, ma necessario.” Rispose Bellatrix al mio posto.
 Seguii lei e Xavier mentre tornavano a centrocampo, sotto gli sguardi preoccupati della Raimon.
Guardai mio fratello che mi osservava molto ansioso.
Gli sorrisi cercando di calmarlo, ma come se fosse una novità, la mia azione ebbe l’effetto contrario.
La partita ricominciò, ma nonostante il fatto di essere senza inibitori, i giocatori avversari continuavano a tenerci testa e a superarci.
Ad un tratto, Bella, riuscì a recuperare il pallone e noi usammo di nuovo il Pinguino Spaziale, con la certezza del quarto goal.
Con sgomento di tutti, il piccolo portiere parò anche quello.
Rimasi a bocca aperta davanti al portiere, mentre un’altra fitta lancinante mi attraversava nuovamente il corpo. Lanciai un altro urlo e questa volta fu Xavier che mi venne incontro.
“Non ci posso credere…” mi sussurrò mentre mi aiutava ad alzarmi.
“Era la nostra tecnica più potente…” disse Bellatrix osservando il portiere.
“Andiamo…” dissi a Xavier avviandomi verso la nostra squadra che ora ci osservava intensamente.
L’arbitro fischiò nuovamente. La Raimon ebbe subito il sopravvento e arrivò in pochi secondi al tiro.
“FUOCO INCROCIATO!” gridarono mio fratello e Axel usando quella tecnica spuntata dal nulla.
Nero non riuscì a parare quel colpo e ciò permise alla Raimon di raggiungerci.
“Dobbiamo segnare almeno un’altra volta!” urlai alla squadra che si caricò.
Riuscimmo ad arrivare davanti alla porta della Raimon altre due volte, ma il portiere riusciva a parare tutte le nostre conclusioni.
“Perché non riusciamo a segnare!” sussurrò Xavier.
“Perché sono troppo forti…” risposi rassegnata al rosso che mi guardò un attimo confuso per poi sussurrare:
“Non possiamo perdere.”
In quel momento la Raimon riuscì ad arrivare nuovamente davanti alla nostra porta.
Usarono una nuova tecnica, uscita da chissà dove.
“ENERGIA DELLA TERRA!” urlarono all’unisono Mark, Axel e Shawn.
Io Xavier e Bellatrix ci precipitammo dietro a Nero, che non riuscì a fermare il tiro.
Cercammo di bloccarlo, ma era troppo forte.
“Dobbiamo fermarlo! Per nostro padre!” urlò Xavier.
Ma le sue parole non servirono infatti, il pallone entrò in rete, segnando il quarto goal a favore della Raimon.
In quel momento l’arbitro segnò la fine della partita.
-E quindi hanno vinto…-pensai tra me e me, ancora provata.
Vidi Bellatrix cadere sulle ginocchia e abbassare lo sguardo. Sembrava disperata.
Vidi Xavier avvicinarsi a Mark che lo guardò un attimo pensieroso per poi tendergli la mano.
Xavier la guardò intensamente e sembrava non volersi muovere.
Gli andai vicino e annuii lentamente, vedendo che mi guardava.
Dopo questo, strinse la mano del capitano avversario.
“Siete stati bravi, caro Mark.” Disse il rosso con una nota di tristezza nella voce.
Mi avvicinai a Shawn e lo osservai intensamente qualche secondo, finché lui non mi abbracciò, attirando l’attenzione di tutti i presenti. Lo strinsi anche io con affetto.
“Shawn io…” dissi sciogliendomi dall’abbraccio. Mi interruppi quando il ragazzo mi posò due dita sulle labbra.
“Non c’è bisogno che parli.” Mi disse sorridendo dolcemente.
In quel momento mi girai e vidi il signor Schiller che avanzava lentamente verso il campo.
“Ragazzi, mi dispiace avervi fatto passare tutto questo. Lina, avevi ragione…il progetto Genesis è stato il peggiore sbaglio che potessi fare. Ho messo in pericolo la vita di questi ragazzi per i miei scopi…sono stato egoista. Spero possiate perdonarmi per tutto ciò che vi ho fatto…” Disse osservandoci tutti.
“Uno sbaglio…” disse una voce alle nostre spalle.
Tutti si girarono. Bellatrix si era alzata e ora guardava infuriata l’anziano.
“NOI ERAVAMO PRONTI A TUTTO PER TE, ANCHE A CORRERE DEI RISCHI E ORA HAI IL CORAGGIO DI RINNEGARCI!” gridò la ragazza evidentemente ferita nel profondo.
In un momento di pura rabbia, calciò con tutte le sua forze il pallone che se ne stava poco lontano da lei, contro il signor Schiller che non accennò a spostarsi.
Un’ombra si parò davanti a lui: Xavier.
Il pallone lo colpì nella pancia. Il ragazzo rimase fermo un attimo, per poi accasciarsi per terra. Per un momento il tempo sembrò fermarsi, nessuno si muoveva.
“Xavier…” dissi correndo incontro al ragazzo.
“Ade…” sussurrò lui per poi fare un lungo gemito probabilmente dovuto ad una fitta lancinante.
Vidi che si voleva alzare, così lo aiutai.
“Perché…perché ti sei messo in mezzo. Quell’ uomo ci ha usato per anni per il suo scopo. E ora, dopo CINQUE anni di sacrifici ci dichiara uno sbaglio. E pretende che io lo perdoni?! MAI!” gridò Bellatrix ancora infuriata.
“Hai ragione, le tue parole sono sacrosante, ma nonostante tutto…nonostante tutto il male che ci ha fatto, quest’uomo resterà sempre il mio adorato padre!” gridò Xavier, lasciando Bellatrix senza parole.
“Xavier…” sentii sussurrare il signor Schiller alle nostre spalle.
“Certo, so bene che non sono il suo vero figlio e che  Xavier non è altro che il nome del suo ragazzo e che non colmerò mai il vuoto che la sua morte gli ha lasciato, ma non m’importa. Perché io continuerò comunque a considerarlo come un padre!” disse il ragazzo dai capelli rossi con voce malinconica osservando intensamente l’anziano signore che aveva davanti sotto gli sguardi attoniti della Raimon che, non sapendo come comportarsi si limitava ad osservare in silenzio.
“Sono un mostro…questi ragazzi mi adoravano e io li ho usati senza scrupoli per i miei scopi… Bella!” disse all’improvviso il signor Schiller parandosi davanti a me e Xavier.
“Forza, colpiscimi. Se ciò serve a sfogare la tua rabbia…” disse tristemente.
“No papà!” gridò Xavier cercando di liberarsi dalla mia stretta.
“Tranquillo. Non lo colpirà.” Gli sussurrai con l’intento di calmarlo.
“E tu come lo sai?!” mi chiese infuriato.
Non risposi. Mi limitai ad osservarlo intensamente, scotendo la testa.
Vidi Bellatrix appoggiare il pallone per terra e posizionarsi davanti.
-Non farlo…- pensai.
La ragazza preparò il colpo, ma invece di calciare il pallone si accasciò a terra, in ginocchio a piangere e tra un singhiozzo e l’altro disse:
“Non posso…non posso farlo perché…anche per me, resterai sempre mio padre! Non potrei mai farti del male!” disse per poi scoppiare a piangere.
In quel momento iniziò la fiera del pianto, visto che ogni componente della squadra, oltre me ovviamente, iniziò a piangere, sotto gli sguardi sempre più stupiti dei ragazzi della Raimon.
“Non sarebbe ora di  spiegare ai ragazzi ciò che è successo? Il motivo di questa idea?” chiese un signore alto dall’aspetto burbero che indossava un lungo giaccone marrone, apparso dal nulla.
“Sì, forse è giunto il momento…”
 
ANGOLO AUTRICE RICOMPARSA DOPO TRE SETTIMANE
Rieccomi come promesso. Allora alla fine è finita. O no?
Voi cosa ne pensate? È veramente finita?
Scusate se questo cap è più lungo del solito, ma non sapevo dove tagliarlo….
Ora vado. Ciau!
Ale2000
p.s. in questi giorni sono piena di impegni, quindi non so quando riuscirò a pubblicare il prossimo cap. sorry.

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Capitolo 13
*** Cap 13: E ora...? ***


Cap 13: E ora…?
 
“Io avevo un figlio…” cominciò a spiegare il signor Schiller “…si chiamava Xavier. Era un ragazzino vivace e solare e come tutti i bambini, sognava di diventare un campione. Ma un giorno, mentre era in vacanza all’estero in un campo estivo di calcio, morì in circostanze misteriose.
Pregai in tutti i modi la polizia, chiedendo che si facesse luce sulla sua morte…ma il caso venne archiviato e nessuno ne parlò più. Ma io non lo potevo accettare. Il mio unico obbiettivo era vendicarlo. Ho vissuto anni di depressione, finché Lina non mi convinse a far visita all’orfanotrofio.
La prima volta non provai nulla, ma piano piano, quei visetti allegri mi fecero tornare voglia di vivere.”
“Che bei tempi…” sentii Xavier sussurrare. Lo guardai intensamente poi ripresi ad ascoltare. Io ero entrata qualche anno dopo nell’Alius Accademy ed ero curiosa di sapere come tutto era iniziato.
“Qualche mese dopo, la Pietra di Alius si schiantò qui sul monte Fuji.  Da quel momento, per me quella pietra diventò un’ossessione. Ora sapevo come vendicare Xavier. Così parlai a Lina del mio piano, anche se lei non era affatto d’accordo. Mi diceva di lasciar perdere, che non avrei mai raggiunto il mio obbiettivo, ma io non le diedi retta e continuai per la mia strada. Ho fatto tutto questo, senza rendermi conto del male che vi stavo facendo…” concluse infine il signor Schiller, spostando gli occhi dal terreno a quelli miei e dei miei compagni.
Un silenzio tombale calò sullo stadio, dove non volava una mosca.
Un’esplosione sorda, ruppe quel silenzio rilassante, poi un’altra e dopo un’altra ancora.
“Ma che succede?!” gridai terrorizzata.
“Sta esplodendo tutto! Dobbiamo andarcene!” gridò l’allenatrice della Raimon.
Mi girai verso l’uscita, che però era già bloccata dalle macerie.
“Siamo in trappola!” gridai in preda al panico.
“Guarda!” sentii Xavier gridare indicando alle mie spalle.
Un autobus, decorato con i segni della Raimon era appena entrato nello stadio.
“Venite presto!” ci urlò Shawn facendo cenno di seguirlo.
Obbedii e salii sull’autobus quando mi accorsi che Xavier non era con me.
Lo cercai e vidi che era fuori dall’autobus, con Mark e suo padre che a quanto pare non voleva salire.
Cercai di correre giù dall’autobus, quando Shawn mi bloccò afferrandomi per la vita mentre scendevo i gradini gridando:
“Lasciami! Non posso abbandonarlo!”e cercai di divincolarmi, ma ottenni solo una stretta più forte.
“No, Ade! È troppo pericoloso!” gridò mio fratello.
“XAVIER!” gridai con le lacrime agli occhi, mentre dei detriti giganteschi gli cadevano a pochi centimetri.
Lui mi sentì. Si girò e annuì velocemente per poi trascinare il padre di peso sul veicolo.
Lo osservai felicissima e lui mi sorrise dolcemente, mentre entrava nell’autobus, seguito da Mark.
“Vai a sederti!” mi gridò.
Trovammo tutti un posto e io mi sedetti vicino a mio fratello, visto che Xavier era con suo padre.
Il guidatore accese il motore e partì a tutta velocità, superando i corridoi che portavano all’uscita. Sentendo che barcollavamo parecchio mi girai e vidi che il fuoco dell’esplosione che stava distruggendo la scuola, era a pochi metri da noi.
Abbracciai forte Shawn, mentre tremavo e lui fece lo stesso.
“Stai tranquilla. Non succederà niente.” Mi sussurrò.
Per un attimo mi sembrò Aiden, visto che quando ero piccola era lui che mi consolava quando ero triste e mi tranquillizzava.
Guardai Shawn e vidi che aveva gli occhi gialli.
“Aiden?!” sussurrai.
Il ragazzo annuì e mi sorrise.
-Prenditi cura di Shawn, ma ora non preoccuparti di questo. Pensa a tranquillizzarti. Andrà tutto bene.- mi disse. La sua voce che mi rimbombava nella testa.
Io annuii e mi calmai.
I miei fratelli era vicino a me.
Dopo qualche secondo l’autobus si fermò e niente si muoveva più.
Scendemmo tutti dal veicolo.
Mi avvicinai a Xavier che osservava la scuola distrutta con gli occhi umidi, ma senza piangere.
“Quindi è finita…stai bene?” gli chiesi.
“Ora che vedo che tu stai bene, sono felice anche io.” Mi disse con la voce più dolce che avessi mai sentito.
Lo baciai appassionatamente. Avvampai a quell’azione, anche se ero stata io a farla. Mi staccai e lo guardai negli occhi.
“Una azione vale più di mille parole…” gli sussurrai.
Lui mi sorrise e poi raggiunse gli altri compagni della Genesis, facendomi segno di seguirlo.
Annuii e mi sedetti vicino a Bellatrix che piangeva.
L’abbracciai.
“Tranquilla. Dai calmati. Non c’è più bisogno di piangere no? E poi dai, non sei tu quella che non vuole mai mancare ai momenti love tra me e Xavier?!” gli dissi scherzosa cercando di tirarla su di morale.
Per una volta la mia “Terapia” funzionò e riuscii a farle tornare il sorriso.
Mi guardai in giro e vidi in quel momento a signorina Schiller che si inchinava davanti alla Raimon che la osservava basita.
“Ma cosa fa?” chiesi a Xavier.
“Li sta ringraziando…” mi rispose lui.
“Bene ragazzi, è ora di andare.” Disse il tizio burbero che avevo capito essere un poliziotto.
“Agente…” dissi attirando l’attenzione del tipo “…io vado con mio fratello.” Dissi tutto d’un fiato. Era stato difficile prendere quella decisione, ma alla fine avevo constatato che era meglio così.
L’ispettore mi studiò un secondo poi annuì.
“ADE NOOOOO!!!!!” La Genesis al completo mi venne addosso. Abbracciai uno per uno con le lacrime agli occhi.
Aspettai però a salutare Xavier.
“Perché te ne vai? Non vuoi rimanere con noi?” mi chiese Nero piangendo come una fontana.
“Ragazzi…ora il mio posto è vicino a mio fratello. Ma anche voi rimarrete sempre i miei adorati fratelli.” Dissi scompigliando i capelli del piccolo portiere.
Li salutai un’ultima volta e mi avvicinai a Xavier che mi osservava con le lacrime agli occhi. Era la prima volta che lo vedevo piangere.
“Wow... Xavier Foster che piange…questa è bella.” Dissi scherzosa mentre le lacrime calde mi scivolavano velocemente sulla guance. Lui mi osservò divertito qualche secondo.
Lo abbracciai stringendolo forte.
“Ade…non andartene” mi sussurrò stringendomi.
“Devo…ora devo stare vicino a mio fratello, ma non ti preoccupare. Ci rincontreremo…te lo prometto.” E detto questo mi sciolsi dall’abbraccio e lo baciai. Misi in quell’azione tutto l’amore che provavo per lui che fece lo stesso.
Quando ci staccammo ci osservammo qualche istante, sapendo già cosa ci aspettava e ci separammo.
Mi avvicinai alla Raimon e presi per mano Shawn che mi osservava tristemente.
“Non sei costretta a farlo…” mi sussurrò.
“Invece devo. Non potrei sopportare di perderti…non di nuovo.” Sussurrai senza però riuscire a smettere di piangere.
Sentii tutti gli sguardi dei ragazzi della Raimon addosso. Alzai gli occhi terreno e vidi infatti che mi osservavano. Sorrisi malinconicamente.
“ “Ehi Mark. Ci incontreremo ancora vero?” chiese all’improvviso Xavier attirando l’attenzione dell’intera squadra su di lui.
“Certo! E la prossima volta giocheremo insieme.”rispose il ragazzo facendo sorridere Xavier che salì sul camioncino della polizia.
Lo seguii con lo sguardo finché non sparì dalla mia visuale.
“È finita allora…” disse Erik.
“Ma Ade, perché sei rimasta?” mi chiese Axel curioso.
“Perché non potevo sopportare l’idea di essere divisa di nuovo da Shawn.” Dissi stringendogli la mano.
Lo  squillo di un telefonino ruppe il silenzio tombale che si era creato.
“Pronto…ciao papà…cosa?…Ah, ok…sì. Torniamo subito.” Disse Nelly per poi riattaccare.
“Che voleva tuo padre?” chiese curioso Mark.
“Ha detto che dobbiamo tornare subito alla Raimon.” Rispose la castana.
Salimmo tutti sull’autobus.
Io presi nuovamente posto vicino a mio fratello.
“Ehi, Ade! stai bene?” mi chiese Mark spuntando dal sedile davanti, probabilmente vedendomi giù di corda. Era normale dopotutto. Avevo appena lasciato i miei più cari amici e la persona che per me era la più speciale.
Sollevai lo sguardo dal pavimento e lo osservai qualche secondo.
Quel ragazzo era capace di farti sorridere con uno sguardo e con mia sorpresa fu proprio ciò che feci.
Sorrisi nonostante la situazione in cui mi trovavo.
“Senti Mark…” cominciai all’improvviso attirando l’attenzione del castano e del resto della squadra che mi osservò curiosa.
“Che c’è?”
“Ecco, volevo chiederti se potevo entrare in squadra. Nonostante, mi riporti alla mente brutti ricordi, non sopporterei di non poter giocare a calcio.” Dissi piano, mentre cercavo di rimandare indietro le lacrime.
Il ragazzo con la fascia arancione mi osservò qualche secondo, come stupito da quella domanda.
“Pensavo che ti fosse chiaro. Tu sei già in squadra.” Mi disse sorridendo, ricevendo l’assenso di tutta la squadra.
“Grazie Mark…grazie a tutti!” dissi sorridendo a mia volta.
Da quel momento il viaggio continuò tranquillo e io conobbi tutta la squadra.
Erano veramente molto simpatici, ma mi colpì soprattutto lo spirito che mantenevano, dopo una partita così difficile.
Sembrava che non fosse successo niente nelle ultime ore. Incredibilmente riuscirono a coinvolgere anche me nelle loro conversazioni. Principalmente parlavano della loro lunga sfida contro l’Alius. Io ascoltai persa. Era interessante scoprire come loro avevano passato quel lungo momento.
Gli spiegai anche io come avevo passato le varie situazioni e loro mi ascoltarono come se stessi raccontando la favola della buonanotte a dei bambini dell’asilo e si stupirono moto a conoscere i dettagli della vita all’interno della scuola che aveva creato tanti problemi al Giappone intero.
Alla fine, arrivammo alla Raimon. Ora che la vedevo con degli occhi diversi, la trovavo immensa e bellissima.
“Eccoci! Finalmente a casa.” Disse Mark appena sceso dall’autobus, stiracchiandosi.
“Hai visto? Questa è la Raimon. Bella vero?” mi disse Shawn.
Io annuii continuando ad osservare quella scuola fantastica. Sembrava indistruttibile, infatti mi domandavo come la Giaminie  Sotrm avesse fatto a distruggerla.
Era completamente il contrario del’Alius. La mia scuola era fredda e buia, lì invece splendeva un sole caldo e accecante che illuminava ogni cosa.
Poi all’improvviso, tutto scomparve, a causa di una nuvola nera di quelle che comparivano quando noi dell’Alius comparivamo dopo aver usato il pallone. Ma la scuola era stata distrutta.
“Non è possibile, l’Alius Accademy è qui!” dissi stupitissima.
Tutti si girarono verso di me.
“C’era un’altra squadra Ade?! Parla!” mi disse Jude minaccioso avvicinandosi.
“Non parlarle in quel modo.” Disse Shawn parandosi davanti a me.
Jude si scusò e mi porse la stessa domanda più gentilmente.
“No…non che io conosca…” dissi tutto d’un fiato.
“Forse Xavier poteva sapere qualcosa, ma ci avrebbe avvertiti sicuramente.” Continuai..
“Bene, bene. Alla fine sei una traditrice!” disse la voce di un uomo davanti a me.
“Ma tu sei…Wyles!” dissi indicando il signore che mi osservava malizioso.
“Chi è Wyles?” chiese Mark confuso.
“È l’assistente del signor Schiller. È lui che ha fatto esplodere l’Alius!” dissi capendo tutto.
“Sei sempre stata perspicace. Troppo.” Disse diventando serio all’improvviso.
“Non so chi tu sia. Cosa vuoi.” Chiese Mark all’improvviso.
“Ciao Mark.” Disse un’altra voce, dietro a Wyles.
Una figura incappucciata spuntò fuori dal dietro il signore poi tante altre.
Li contai: 11 esatti.
“Questa voce…” sussurrò Shawn a fianco a me.
Lo osservai confusa, poi vedendo che non mi rispondeva, riportai la mia attenzione sulla figura incappucciata.
Vidi nell’ombra dei lineamenti familiari, nel volto di quello che sembrava un ragazzo della nostra età.
Quest’ultimo si tolse il cappuccio, mostrandosi.
“N-Nathan?!” disse stupito e spaventato Mark indicando il ragazzo che sorrise maliziosamente.
Tutto il resto del gruppo si tolse la tunica mostrando i loro volti.
Mio fratello rimase stupito nel vedere il ragazzo dai capelli rosa, rasati, che a quanto pare era un suo caro amico.
“Cosa vi è successo?! Cosa state facendo?” continuò Mark spaventato.
Notai un bagliore, provenire dalle divise blu e nere aderenti, abitudinali dell’Alius Accademy.
Sobbalzai.
Vidi Mark che si avvicinava.
“Fermo Mark! Ha la Pietra di Alius!” gridai.
Il castano si bloccò a metà strada e si girò verso di me ad osservarmi stupidissimo e terrorizzato.
Nathan mi si avvicinò, facendosi strada tra i miei compagni, scostandoli malamente, fino a ritrovarsi a pochi centimetri da me.
“Noi siamo i Dark Emperors. La nostra forza non ha niente a che vedere con la potenza della Genesis. Voi rispetto a noi siete solo dei perdenti. E tu sei una traditrice.” Sussurrò con disprezzo.
Mi trattenni dall’impulso di dargli un pugno in faccia. Sapevo che sarei finita nei guai.
“Io non sono una traditrice…” sussurrai in preda alla rabbia, mentre Nathan si stava allontanando ridacchiando maliziosamente tra se e se. Lo vidi bloccarsi improvvisamente e girarsi lentamente verso di me osservandomi con occhi di fuoco.
Con un cenno della mano, il ragazzo dai capelli rosa gli passò un pallone che lui prese con la mano.
Capii poco di quello che successe dopo.
Vidi Nathan calciare con una potenza terribile il pallone.
Mi aspettavo il colpo, ma non arrivò.
Vidi di sfuggita un’ ombra, pararsi davanti a me e subire la pallonata al posto mio, per poi accasciarsi a terra.
Misi gli occhi sul corpo, identificandolo subito.
“NO!”
 
ANGOLO AUTRICE
Rieccomi! Allora vediamo..non ho niente da dire, solo una domanda.
Secondo voi chi è che si è parato davanti a Ade per proteggerla?
Lo scoprirete nel prossimo cap.
Ciao!
Ale2000
 

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Capitolo 14
*** Cap 14: Una partita... improbabile ***


"No!" Gridai.
L'ombra che aveva appena subito la pallonata al posto mio cadde a terra, contorcendosi a causa del dolore.
Mi chinai sul corpo e lo girai in modo da poter vedere il mio salvatore in volto, anche se sapevo già che era Shawn.
-Ma perché in un modo o nell'altro faccio soffrire tutti? - pensai mentre soccorrevo mio fratello.
Osservai il ragazzo che intanto aveva aperto gli occhi, colorati di un giallo intenso. Rimasi ferma, incapace di compiere alcun movimento troppo stupita per fare qualcosa.
Un folata di vento mi scompigliò i capelli facendomi rabbrividire mentre me ne stavo lì, incapace di compiere un qualsiasi movimento.
Sentii Shawn avvicinarsi da dietro, chiedendo mi se stavo bene, ma io non risposi.
Ma io non risposi, paralizzata alla vista del ragazzo ancora acasciato al suolo immobile.
Non appena l'avevo visto un turbine di emozioni mi assalì e non mi avevano ancora abbandonata.
"È tanto che non ci si vede... eh, sorellina?!" Mormorò quest'ultimo reprimendo un gemito di dolore.
"AIDEN!!" gridai abbracciando forte il ragazzo dai capelli color corallo, ancora disteso, che nonostante la pallonata appena presa.
Mio fratello ricambiò l'abbraccio mettendosi in una posizione un po' più composta che gli consentisse di farlo.
"Non ci si libera facilmente di me" continuò scoccandomi un'occhiata scherzosa.
"Ma ora non è il momento di certe smancerie. Abbiamo degli alieni da battere no?!" esclamò deciso cercando di alzarsi.
Lo aiutai, per poi osservare malefica i Dark Emperors, o per meglio dire, gli ex-giocatori della Raimon.
Perfino Nathan, il capitano avversario, rimasto impassibile per tutto il tempo, sembrava sorpreso; e non poco!
"Ade, aiutami a raggiungere le panchine. Dobbiamo prepararci. Sei d'accordo Mark?" Chiese Aiden volgendo lo sguardo sul castano che annuì senza esitazione.
La tranquillità e la determinazione del capitano in quella situazioni erao doti che non potri fare a meno di ammirare.
"Vi salveremo ragazzi. È una promessa." Lo sentii mormorare, avviandosi in coda al gruppo verso le panchine.
Io sorrisi: "Sì, ce la faremo." mormorai tra me e me continuando a sorreggere Aiden.
Solo quando fummo giunti al luogo in questione, Shawn e Aiden si abbracciarono.
Non vedevo Shawn così felice da così tanto tempo e anche se fece di tutto per occultarla notai una lacrima solitaria rigargli il viso.
"Quindi tu sei Aiden... Ma non eri morto?" chiese all'improvviso Mark, con il suo solito 'tatto'.
"Sembro morto?" Domandò di rimando il ragazzo scherzoso.
Mark si affrettò a scuotere la testa, alzando le mani in segno di resa.
"Tranquillo, scherzavo. Ci sarà tempo per spiegare. Ora dobbiamo concentrarci. Abbiamo una partita con un avversario da non sottovalutare." Aggiunse Aiden, posando lo sguardo sugli avversari.
Io feci altrettanto: -Sarà una partita difficile. - pensai sospirando.
"Allora, questo sarà lo schema: Darren in porta, Jack, Victoria, Hurley e Scott in difesa, Erik, Jude, Mark e Bobby a centrocampo, Shawn e Axel punte." Disse il mister Hillman all'improvviso. La squadra assentì: tutti erano abituati a giocare così.
"Aspettate! Li interruppe Aiden  attirando a se l'attenzione di tutti i presenti.
"Secondo me sarebbe meglio se Mark andasse punta al posto di Axel, Bobby vada in difesa al posto di Scott e Erik non possa passare in difesa." Aggiunse deciso.
Pensai un momento alla sua strategia, che in quel momento aveva lasciato tutti perplessi.
Ineffetti in un primo momento parve un po' troppo azzardata.  Incontrai lo sguardo di Aiden, che con aria spavalda e sicura di sé, mi fece l'occhiolino.
"Potrebbe funzionare..." assentì Jude pensieroso facendo sorridere il ragazzo dai capelli corallini.
In quel momento, non so esattamente come, capii tutto.
"Ma certo! In questo modo, mettendo due difensori a centrocampo, non solo sarà più semplice fermarli, ma se tirano da una certa distanza potremo riuscire ad indebolire i tiri e poi così per Mark dovrebbe essere più facile eseguire l'Energia della Terra! Sei un genio Aiden!!" Dissi improvvisamente.
Tutta la squadra si voltò istintivamente prima su di me e poi verso l'allenatore che aveva assunto un'aria pensierosa.
"D'accordo, facciamolo!" esclamò deciso il mister annuendo lentamente.
"Molto bene.  Ora andate e vincete!"gridai, regalando una enorme carica alla squadra che scese in campo piena di energia.
"Bella mossa sorella!" Mi sussurrò Aiden. Io gli risposi con un occhiolino. La partita iniziò dopo qualche minuto, dopo che Mark e Nathan ebbero avuto una..."amabile conversazione".
All'inizio, i Dark Emperors ebbero un enorme vantaggio,  sulla Raimon, che non si era ancora abituata al fatto che i loro amici fossero alieni. Perfino Shawn, in un momento che cercava di far ragionare il suo amico Kevin, fini per farsi male. Per fortuna non si trattò di nulla di grave, però aveva comunque fatto prendere un bello spavento sia a me che a Aiden.
Ma nonostante tutto, i giocatori della Raimon sembravano recuperare il vantaggio, piano piano.
Alla fine del primo tempo, erano 4-3 per i Dark Emerors.
Shawn si stava avvicinando alla panchina, quando all'improvviso cadde per terra, privo di forze.
Dopo un'occhiata d'intesa con Aiden, corsi in soccorso di mio fratello, che non riusciva ad alzarsi.
-La caviglia...- mormorò per poi lanciare un gemito di dolore.
Lo feci sedere e gli sfila i la scarpa e in successione il calzettone, mostrando la caviglia rossa e gonfia.
-Devi andare in panchina Shawn!- dissi appena ebbi visto l'arto.
Lui scosse la testa.
-No! Devo...restare in campo..- disse soffocando altri gemiti.
-Non fare lo stupido fratello!- intervenne Aiden.
Dopo qualche momento Shawn, sebbene riluttante nell'accettare la cosa, annuì lentamente.
"Ade Frost. Tu entrerai al posto di Shawn!" disse l'allenatore ricevendo l'assenso di tutta la squadra che nel frattempo era rimasta ad osservare la scena.
"Ma allenatore...io..." mormorai leggermente confusa.
"Niente ma! Ora tocca a te." replicò Mark deciso.
Io dopo un attimo di esitazione acconsentii; potevo farcelò
In quel momento l'arbitro ci chiamò e dopo una parola di Hillman annunciò la sostituzione
"Buona fortuna.".
"Fai attenzione. Sono molto forti." mi dissero in successione Aiden e Shawn.
Io li guardai un attimo intensamente e scesi in campo come prima punta.
-Ora te la vedrai con me.- pensai incrociando lo sguardo di Nathan.
Lui mi osservò malefico, come uno che sa già di aver vinto in partenza.

*-Ora si balla.- esclamai quasi in un sussurro.
L'arbitro fischiò e la partita ricominciò.
Io non essendomi ancora completamente ripresa dalla partita contro la Raimon di poche ore prima, iniziai un po' rallentata rispetto al resto della squadra e più affaticata.
-Forza Ade!- mi urlò Aiden incoraggiandomi.
Io lo osservai intensamente qualche secondo. Una forza nuova mi percorse il corpo facendomi rabbrividire. Osservai freddamente Nathan che si era fermato a pochi metri da me, con il pallone tra i piedi, guardamdomi negli occhi beffardo.
Io scattai in avanti. Lui scartò di lato, ma io riuscii ad anticiparlo, riuscendo a togliergli il pallone dai piedi.
-Non sei male. Ora capisco perché eri nella Genesis.- sussurrò il capitano avversario mentre gli passavo vicino.
Con un ghigno divertito lo superai e corsi verso la porta superando tutti gli avversari.
-Ora Vi presenterò una nuova tecnica! Molti la conoscono bene!- gridai avvicinandomi alla porta con la certezza che gli altri miei compagni mi stavano osservando.
-SCARICA STELLARE!- gridai.
Era una tecnica su cui mi ero allenata nel periodo finale dell'Alius Accademy di nascosto. Purtroppo non ero riuscita ad impararla. Ma ora ci ro riuscita e questa era la tecnica più forte anche della Supernova.
Infatti il portiere non riuscì a parare il colpo permettendo a noi di raggiungere i Dark Emperors.
Tornando al mio posto, passai al fianco di Nathan, che non poteva credere ad un pareggio.
-Sarebbe stato facile giusto?- dissi piano malefica per poi correre verso il centrocampo e scambiando un'occhiata veloce a Aiden e Shawn che mi osservavano stupitissimi.
-E quella da dove arriva?!- urlò Aiden.
-È...
-È l'evoluzione della Meteora Dirompente.- disse una voce di un ragazzo che spuntò qualche istante dopo da dietro le panchine.
-Xavier?!-


ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti. Allora prima di tutto devo scusarmi per due motivi:
-perdonate il ritardo, mai era partito il computer.
-scusate se questo cap è più corto del solito, ma volevo lasciare la solita suspense e non sapevo dove tagliarlo più avanti.
Spero che Vi piaccia.
A presto. Ale2000

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Capitolo 15
*** Cap 15: E siamo giunti alla fine... ***


Cap 15: E siamo giunti alla fine…

 
 
“Xavier?! Cosa…” iniziai sbalordita, bloccandomi ad un cenno della mano del rosso.
“Abbiamo saputo dei Dark Emperors e siamo accorsi in vostro aiuto.”aggiunse il rosso, indicando la Raimon alle mie spalle.
“E a quanto pare siamo arrivati in tempo…”aggiunse poi non appena buttai lo sguardo sui miei compagni.
Solo in quel momento notai che erano tutti esausti e pieni di ferite dalla testa ai piedi. Alcuni erano seduti per terra, approfittando  della piccola pausa.
“Ma aspetta: cosa intendi con “Abbiamo saputo”? A me sembra che qui ci sia solo tu…” replicò pensieroso Shawn.
“Credevate davvero che noi saremmo rimasti in disparte?” disse una voce alle spalle della squadra avversaria che si voltò di scatto.
L’intera Genesis stava camminando tranquillamente nel campo avversario, venendo verso di me.
“Bellatrix…ragazzi…” sussurrai incrociando il loro sguardo.
“E io che pensavo di avervi fatto una sorpresa ad arrivare all’improvviso…” sentii mormorare Aiden sconsolato.
Gli lanciai un’occhiata divertita, per poi girarmi nuovamente verso Bellatrix.
“Mark! Adesso ci pensiamo noi qui!” gridò la blu al capitano che la osservò come se gli avessero appena detto di buttarsi da un burrone.
“Ma…voi non vi siete ristabiliti! Non potete disputare una partita…” dissi pensierosa e preoccupata.
“Non preoccuparti per noi. Tu lasciaci fare. Sappiamo come si sentono e lo sai anche tu no?!” disse Nero, osservandomi intensamente.
Pensai un secondo a quelle parole e solo dopo, constatai che io ero uguale a loro.
Gli ex-ragazzi della Raimon si erano ridotti così, perché volevano essere più forti e non sopportavano l’idea di essere inutili alla squadra.
Io ero entrata nell’Alius perché cercavo la forza e la felicità e convinta che la pietra avrebbe funzionato accettai.
Ed ora eccomi lì, a combattere l fianco dei miei stessi avversari.
Dopo qualche secondo di riflessione, annuii lentamente al piccolo portiere che mi sorrise, per poi girarmi verso Mark.
“Capitano, hanno ragione. Non ti preoccupare, lascia fare a noi.” Dissi decisa.
Il portiere mi osservò intensamente qualche secondo e annuì.
Dopo una parola dell’allenatore, l’arbitro annunciò tutte le sostituzioni e dopo qualche minuto, al posto dei miei compagni infortunati, eravamo schierati noi della ex-Genesis con un'unica differenza: questa volta ero io la capitana.
“Ragazzi. Mi raccomando fate attenzione. Sono avversari temibili e voi non vi siete ancora ripresi del tutto.” Dissi osservando la squadra con sguardo preoccupato.
Xavier mi si avvicinò posandomi una mano sulla spalla e mi sussurrò:
“Non preoccuparti per noi. Saremo con te qualunque cosa accada…capitana.”
“CAPITANA!” gridò anche il resto della squadra.
“Io…grazie, e ora iniziamo.” Esclamai ricacciando indietro le lacrime e osservando negli occhi Nathan che mi osservava malefico.
Io feci una faccia altrettanto maliziosa, cosa che sembrò infuriarlo.
L’arbitro fischiò e la partita ricominciò immediatamente.
Il pallone era in mano dei Dark Emperors, ma dopo qualche secondo, Bellatrix riuscì  a rubarlo. Fianco a fianco, io Xavier e Bellatrix sfrecciammo come saette, arrivando davanti alla porta avversaria grazie a passaggi veloci e filtranti.
Bella mi lanciò uno sguardo veloce che io colsi al volo. Subito dopo la ragazza mi passò il pallone. Rimasi stupita dalla loro velocità e precisione nei passaggi. Altro che fuori forma erano perfettamente ristabiliti, anche se mi suonava un po’ strano il fatto che ci avessero messo così poco.
“SCARICA STELLARE!” gridai.
“GOOOOOOOOL!” fu l’unico commento del telecronista.
“Evvai!” esclamai non appena vidi il pallone che entrava in rete.
Abbracciai Bellatrix che ricambiò.
“Non è ancora finita. Non ci avete ancora battuto.” Disse Nathan osservandoci con occhi di fuoco.
“Tu dici…è qui che sbagli Nathan…voi non vincerete e tu lo sai.” Dissi avvicinandomi.
Il ragazzo dai capelli azzurrini scosse la testa.
“No…non ci batterete mai. Noi siamo i Dark emperors, la squadra più forte dell’universo e non ci faremo battere da dei giocatori da quattro soldi come quelli della Genesis.” Replicò stringendo i pugni.
“Ti ricordo che i giocatori da quattro soldi vi hanno appena fatto un gol.” Dissi con voce canzonante facendo incavolare ancora di più Nathan.
Infatti al fischio dell’arbitro scattò velocissimo e in una frazione di secondo si ritrovò davanti alla nostra porta, dove Nero attendeva pazientemente un avversario.
“FENICE OSCURA!”
“BLOCCO TEMPORALE!” gridò in risposta Nero.
Il pallone si fermò tra le mani del piccolo portiere che ora sorrideva felicissimo, ma anche con sguardo stanco. Aveva impiegato tutte le sue forze per riuscire a fermare quel tiro.
“Non è possibile…” disse Nathan tra se e se.
“Invece sì. Anche Ade te lo ha detto, voi non vincerete, perché si vince solo con il cuore e non con la forza. Tu ami il calcio no Nathan?! Se lo amassi sul serio, capiresti cosa intendo.” Disse Mark alzandosi dalla panchina in cui era rimasto seduto insieme agli altri della Raimon che ora annuivano lentamente.
Il capitano avversario, insieme a tutto il resto della squadra rimase fermo con lo sguardo fisso sul terreno. Rimasi ad osservarlo, fino a quando non vidi una lacrima cadere dal suo viso, per poi schiantarsi sul terreno. Stessa cosa fu per il resto della squadra.
“Nathan…” dissi avvicinandomi e posandogli una mano sulla spalla.
Lui la strinse e si girò verso di me. Vidi che mi sorrideva. Notai che aveva qualcosa di luccicante nell’altra mano. Il ragazzo la aprì, mostrando un frammento di Pietra di Alius che ora era ridotto in mille pezzi.
In quel momento, l’arbitro fischiò la fine della partita.
Osservai intensamente Nathan per poi abbracciarlo. Lui ricambiò e singhiozzando disse:
“Mi dispiace…ho messo in pericolo i miei amici e la tua squadra…”
io tirai un sospiro di sollievo e dopo che mi fui sciolta dall’abbraccio, osservai Mark e la squadra che mi osservava stupitissima.
Sorrisi mentre le lacrime mi scivolavano lungo le guance.
Vidi tutti intorno a me che iniziarono ad esultare, mentre le urla si facevano più fievoli. Vidi Aiden e Shawn che mi venivano incontro, poi buio.
Aprii gli occhi lentamente. Mettendo a fuoco l’ambiente intorno a me vidi che ero circondata dai miei amici della Genesis in quella che sembrava in tutto e per tutto una stanza d’ospedale.
“Xavier…ragazzi…cos’è successo?” chiesi confusa mettendomi seduta.
“Ade non ricordi? Abbiamo vinto sui Dark Emperors, ma poi sei svenuta e così ti abbiamo portata in ospedale.” Disse Xavier.
In quel momento ricordai tutto.
“E…quindi è finita sul serio questa volta.” Dissi tirando un sospiro di sollievo.
“Infatti. Ed è tutto merito tuo.” Disse Bellatrix.
“No non  vero. È anche di tutti voi. Se non fosse stato per il vostro arrivo…di sicuro non ce l’avremmo fatta. Grazie,” disse piano.
Tutti sorrisero.
“dove sono Aiden e Shawn?” chiesi curiosa, non vedendoli.
Sono qui fuori. Aspettano che noi ce ne andiamo perché vogliono parlarti.” Disse Nero indicando la porta.
Osservai la Genesis qualche secondo intensamente. Loro capendo cosa volevo dire se ne andarono, lasciando il posto ai miei due fratelli che non appena entrarono mi vennero incontro.
“Ade stai bene per fortuna…” disse Shawn abbracciandomi.ricambiai e poi osservai Aiden con le lacrime agli occhi.
“Ok…ora però devi spiegarmi tutto. Anzi dovete.” Dissi indicandoli.
“Ok vediamo allora…io durante la valanga, sono riucito a salvarmi. Poco prima che raggiungesse la macchina, sono riuscito ad uscire. Mi sono buttato in mezzo alla strada, in un punto dove la neve non cadeva.
Per me è stato un grande shock vedere l’auto venire travolta dalla neve fresca che noi adoravamo. Però non ho notato che anche Shawn si era salvato, così ero tornato a casa, ma quando sono arrivato…”
“Si lo so..era distrutta. Questo posso spiegartelo io. Vedi…la nonna era appena venuta a dirmi dell’incidente, quando sentii un rumore simile ad un fischio che aumentava sempre di intensità. La nonna evidente mente sapeva di cosa si trattava perché mi buttò letteralmente giù dalla finestra del salotto urlandomi di scappare. Io obbedii e qualche secondo dopo la casa esplose.
Rimasi pietrificata, poi scappai. Non ricordo quanto ho viaggiato, ricordo solo che ad un tratto mi avevano catturata e portata in un orfanotrofio. Io ho vissuto lì per molto tempo, quando finalmente ero riuscita a scappare, ma poco dopo fui catturata di nuovo, ma questa volta dall’Aliusche mi portò al quartier generale e…il resto lo sapete.” Dissi con voce malinconica nel ricordare tutto.
Aiden mi osservò intensamente qualche secondo e disse:
“Io ho viaggiato per tutto il Giappone. Anche io sono finito in un orfanotrofio, da cui però sono riuscito anche io a scappare dopo qualche anno. Era appena iniziata la guerra contro l’Alius e io ero deciso ad entrare nella Raimon. Così l’ ho seguita per tutto questo tempo, ma quando arrivavo, loro se ne erano già andati. Poi alla fine, sono riuscito a scoprire che eravate tornati qui. Così sono venuto anche io e…eccoci qui.” Concluse Aiden.
Un silenzio tombale calò nella stanza.
“E Shawn? Come mai aveva la tua personalità?”
Secondo lui ero talmente perso senza nessuno, che per un momento ho solo creduto di avere una doppia personalità.” Disse il ragazzo dai capelli argentei facendo spallucce.
“Sono felice che siamo di nuovo riuniti…vi voglio bene.” Dissi quasi in un sussurrò.
Aiden e Shawn si girarono verso di me e mi osservarono dolcemente.
“Anche noi ti vogliamo bene sorellina.”
Il giorno seguente, uscii dall’ospedale, completamente ristabilita, con Xavier.
Ci avviammo verso la Raimon, dove, dal quel che ero riuscita a capire dal ragazzo dai capelli rossi, c’era la squadra che mi aspettava.
Quando arrivammo, i ragazzi sia della Raimon che della Genesis mi corsero incontro e si complimentarono con me per la vittoria.
“Ragazzi, cosa ne dite se facciamo un’ultima partita prima di separarci?” propose Mark quasi urlando per passare sopra le voci di tutti gli altri.
“Genesis contro Raimon?” dissi maliziosa.
“Ok.”
La partita fu un puro divertimento. Non ci fu una squadra vicintrice. Giocavamo per divertirci, tutti insieme e non come avversari.
Alla fine eravamo però tutti distrutti.
Quella sera dormimmo alla Raimon, ci saremmo separati il giorno dopo.
“Mark. Grazie di tutto.” Disse Xavier a nome della Genesis, il giorno dopo al momento dell’addio.
Poi si avvicinò a me.
"Finché giocheremo a calcio, nessuno ci separerà" sussurrai baciandolo. Dopo quello lo seguii con lo sguardo mentre se ne andavano. “Allora è così eh?” disse Aiden malizioso dandomi una gomitata.
Osservai Shawn facendogli l’occhiolino, che lui ricambiò.
“Cos’è quello sguardo?” chiese divertito Aiden.
“Shawn ti ricordi quella scommessa che avevamo fatto da piccoli?” chiesi al ragazzo dai capelli argentei che annuì lentamente avvicinandosi a Aiden che indietreggiò fino a sbattere contro al muro alle sue spalle.
“Se resiste al solletico faremo le pulizie di casa, altrimenti le farà lui.” Dissi a mia volta avvicinandomi.
“Aiutooooooooo!” gridò Aiden ridendo e contorcendosi cercando di liberarsi.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ed eccoci finalmente giunti alla fine della nostra storia.
Ade ne ha passate tante non è vero. Ma alla fine si sa. L’amicizia trionfa sempre.
Ringrazio di cuore tutti quelli che mi sono stati vicino per tutto questo tempo e ora…bè vado. Questo era il mio ultimo angolino personale per Ade Frost. Ammetto che mi dispiace aver finito questa storia e prometto a tutti che tra poco arriverò con il continuo non  dubitate. Ciau!
Ale2000

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