Black&White

di shes not afraid
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** one. ***
Capitolo 2: *** two. ***
Capitolo 3: *** three. ***
Capitolo 4: *** four. ***
Capitolo 5: *** five. ***
Capitolo 6: *** six. ***
Capitolo 7: *** seven. ***



Capitolo 1
*** one. ***


Black&White


È ancora molto strano per me.È strano riuscire a guardarmi allo specchio, vedermi in un corpo che non avevo mai visto.
D’altronde essendo un angelo non avevo una vera e propria consistenza, non avevo un mio riflesso.
Rimasi lì a fissare quella ragazza che seguiva i miei stessi movimenti, cercai di ricordarmi ogni dettaglio per quando sarei tornata alla mia forma originaria.
I capelli castano scuro ricadevano lisci fino alle spalle, il ciuffo mi copriva per metà la visuale e dovevo stare attenta a spostarlo. Gli occhi verdi  squadravano curiosi la mia figura, con la testa leggermente inclinata verso destra notai di non avere un brutto fisico tutto sommato. Misure giuste, non eccessive e nemmeno troppo ridotte.
Mi era capitato molte volte di vedere ragazze così mentre sorvolavo il cielo di varie città, sono sempre stata curiosa di conoscere gli umani.
E ora mi ritrovo ad essere tra di loro per colpa di uno stupido succhiasangue. La ragione per cui io e la mia famiglia siamo sulla Terra è proteggere gli umani da un vampiro che in questo periodo si diverte ad uccidere ragazze o farle finire in ospedale. Odio chiunque abbia il coraggio di togliere la vita alle persone e lui lo fa per puro divertimento.
L’urlo di mia madre al pian terreno mi risvegliò dai miei pensieri e lanciai un’ultima occhiata alla divisa scolastica che mi toccava indossare. Le ali piegate dietro la schiena erano un po’ fastidiose, le nascondevo sotto la maglietta e non vedevo l’ora di liberarle. Presi al volo la borsa con dentro i libri e corsi in cucina, lì trovai già mio fratello e mia madre.
“Charity, mangia qualcosa o ti sentirai male a fine mattinata” mi ricordò mia madre appena si accorse di me. Dovevo ancora abituarmi al bisogno di cibo e acqua del mio corpo.
“Sbrigati o perdiamo il tram” mio fratello mi scompigliò i capelli prima di andare in salotto.
Ero l’unica della famiglia a non essere scesa altre volte sulla Terra, eravamo arrivati un mese prima che iniziasse la scuola per farmi capire come funzionasse tutto.
Mi infilai un toas in bocca e seguì Lucas fuori casa dopo aver salutato mia madre.
“Allora, il vampiro è iscritto alla nostra scuola, dovremmo cercare di capire chi è il più in fretta possibile” mi disse appena fummo saliti sul tram, c’era poca gente e bastava parlare piano per non farsi sentire “ricordi le regole?”
“Si, Lucas. Devo tenere le distanze e non affezionarmi a qualsiasi essere umano, non devo fare azioni sconsiderate che possano smascherarmi e devo avvicinarmi con cautela al vampiro” roteai gli occhi, stanca di sentire ancora una volta le regole. Me le ripetevano da quando eravamo entrati nella nuova casa e mio fratello mi sembrava un disco rotto.
“Non è uno scherzo, Charity! Puoi finire in seri guai se non stai attenta!” mi lanciò un’occhiataccia.
“Calmati fratellino, ho imparato tutto a memoria, sono una ragazza in gamba io” gli feci l’occhiolino “ci vediamo dopo” gli diedi un bacio sulla guancia correndo giù dal tram, fermo davanti scuola, prima di lui.
Non era il solito edificio grigio e monotono, la facciata anteriore era costituita da mattoni rossi mentre le finestre e le porte erano contornate da marmo bianco. L’ingresso era coperto da un portico sorretto da quattro colonne e le grandi porte di vetro erano state appena aperte per farci entrare.
Tirai fuori dalla borsa l’orario che mi aveva dato mia madre e mi misi a cercare l’aula di storia, che trovai al secondo piano.
Rimasi qualche secondo fuori dalla porta indecisa se entrare o meno quando qualcuno mi diede una spallata per spostarmi.
“Vuoi stare qui ferma tutta la vita o mi fai passare?” sputò acido un ragazzo vicino a me, mi girai verso di lui e mi immobilizzai.
Appena il mio sguardo incrociò il suo mi sentii risucchiare in quel marrone particolare, la testa iniziò a girarmi e il sangue mi ribollì nelle vene. In un attimo capii, era lui il vampiro.
“Certo, scusa” mi spostai leggermente e lui mi rivolse un ghigno entrando in classe.
Lo seguii e mi sedetti nell’unico banco libero in seconda fila, affianco ad una ragazza che mi sorrise raggiante. Posai la borsa e lei batté sulla sedia incoraggiandomi a non essere timida, le rivolsi un lieve sorriso e mi sedetti, accorgendomi poi che mi stava tendendo la mano.
“Piacere, io sono Allyson. Tu sei quella nuova giusto?”
Annuii “Mi chiamo Charity, piacere mio”. Non affezionarti, ricordatelo. Continuai a ripetermi in mente quella frase ma il sorriso di quella ragazza non poteva essere ignorato.
“Passami il tuo orario, così vedo che lezioni abbiamo insieme!” me lo prese dalle mani senza aspettare una mia risposta e lo affiancò al suo accigliandosi “Che peccato, non siamo sempre insieme. Però abbiamo in comune storia, matematica, educazione fisica e letteratura, vedrai che ci divertiremo” mi diede una piccola gomitata facendomi scappare un sorriso.
Mi girai verso la classe per vedere le facce dei miei compagni e scoprì che il vampiro mi stava fissando, mi sorrise furbo e tornai di scatto a guardare la lavagna davanti a me.
Come avevo fatto a capire che era un vampiro? Nessuno mi aveva detto che sarei riuscita a riconoscerlo con un semplice sguardo, mi sembrava strano. Che anche lui avesse capito la mia vera natura? Sperai di no, sarebbe stato tutto molto più complicato così.
Passai tutta l’ora a guardarlo con la coda dell’occhio, era seduto una fila dietro di me verso la finestra quindi mi risultava facile.
Il ciuffo moro e alto spiccava attirando l’attenzione, gli occhi che prima mi sembrano attraenti ora mi facevano paura, riuscivo a percepire la sua sete di sangue in essi. Dimostrava sui diciannove anni e mi chiesi quanto tempo fa potesse essere morto. Cercai di concentrarmi sulla lezione, ma ero nel panico totale, ora che avevo il vampiro a poca distanza da me non sapevo come comportarmi, anche dopo aver ripassato mille volte le varie regole.
Suonata la campanella mi affrettai a raccogliere le mie cose e ad uscire ma una mano mi bloccò per il polso tirando indietro, andrai a sbattere contro un petto muscoloso e alzai lo sguardo trovandomi davanti il mio incubo. Lui mi sorrideva sfidandomi, forse sentendo la mia paura ben nascosta.
“Dove scappi angioletto?” il suo tono era ironico, mi ritrovai a deglutire rumorosamente.
“Come mi hai chiamata?” dissi a bassa voce, sperando di aver sentito male.
“Oh andiamo, non far finta di non aver capito. Sappiamo tutti e due cosa siamo, lo hai capito guardandomi negli occhi, no? È successo lo stesso a me” scoppiò a ridere e lo guardai confusa “sei venuta qui per fermarmi giusto? Perché voi angeli complicate sempre le cose. Sono secoli che non mi divertivo così e ora arrivate voi.”
“Divertirti? È così divertente uccidere persone?” risposi indignata incrociando le braccia al petto.
“Ci si potrebbe divertire anche in altri modi, magari adesso” si passò la lingua sulle labbra e si sedette su un banco.
“Smettila, mi fai schifo” gli dissi con tutto l’odio che provavo nei suoi confronti.
Non me ne accorsi nemmeno ma capì che si era mosso solo quando sbattei la schiena contro il muro, le sue mani che tenevano ferme le mie braccia ai lati della testa e il suo respiro sul mio collo.
“Il profumo del tuo sangue è irresistibile, sarebbe la prima volta che mordo un angelo. Non vedo l’ora” passò il naso sul mio collo e lo sentii prendere un bel respiro, come se si stesse beando del profumo.
Ero schiacciata dal suo corpo, non potevo muovermi e lui credeva di avermi messa in trappola, povero ingenuo.
Sorrisi maligna inspirando a pieni polmoni, chiusi gli occhi un paio di secondi e quando li riaprii formai un’onda di energia che lo fece finire dall’altra parte della stanza.
“Ma che diavolo...” mi guardò confuso “come hai fatto?”
“Piccola arma segreta degli angeli” gli feci l’occhiolino dandogli le spalle. La sua risata mi fece voltare la testa, mi trovava così divertente?
Camminai infuriata verso di lui e gli puntai il dito contro “Non hai nemmeno idea di quello che posso fare, non ti conviene ridere tanto”.
“Vedremo piccola” mi superò fermandosi però sulla porta “ah, io sono Zayn. Piacere di averti conosciuta angioletto”
Corsi in corridoio ma lui era già sparito, sbuffai già stanca della vita sulla Terra e presi la borsa che Zayn mi aveva fatto cadere.
La prossima ora era ginnastica ed ero già in ritardo, quindi era meglio sbrigarsi. Gli spogliatoi erano vuoti e ringraziai il cielo per non dovermi nascondere in uno dei bagni a cambiarmi, i miei genitori avevano provato a farmi togliere l’ora di ginnastica ma la preside non lo aveva permesso. Mi tolsi la maglietta, sentii la piacevole aria fredda della piccola stanza sfiorarmi le ali e la tentazione di aprirle fu enorme. Se lo avessi fatto metà dello spogliatoio sarebbe stato occupato da esse e avrei rotto sicuramente qualcosa. Strinsi i denti e indossai i pantaloncini e la maglietta sportivi, uscii e vidi i miei compagni correre per tutto il perimetro della palestra.
“Signorina Ross, vuole un caffè? Cominci a correre!” mi urlò contro il professore paffuto continuando a fischiare.
Chiesi scusa e raggiunsi Allyson che aveva già il fiatone, ma riuscì comunque a farmi una battuta “Appena arrivata e già salti le lezioni con Malik?” rise leggermente e dalla mia espressione capì che non la seguivo “Zayn! Ho visto come ti guardava a lezione, non credere che non mi sia accorta che alla fine dell’ora ti ha afferrata!”
“Oh, abbiamo avuto un piccolo malinteso.. niente di che” cercai di chiudere il discorso agitando le mani e sorridendo.
“Non mi fai fessa ragazza, scoppierà del piccante tra voi due, me lo sento” ridemmo insieme ma il professore ci zittì subito col fischietto.
L’unica cosa che poteva scoppiare tra me e Zayn era una battaglia e il vincitore dovevo essere io o molte altre ragazze ne subiranno le conseguenze. 


#ehilà
Allora, ho provato a scrivere questa ff perchè la trama mi frulla in testa da un po'.
Avevo in testa solo l'inizio però lol quindi i capitoli saranno tutti improvvisati, quello che penso al momento scrivo.
Non chiedetemi un'anteprima di qualsiasi cosa perchè non la so nemmeno io HAHAHAHAHAHH sorry.
ditemi cosa ne pensate :)
su twitter sono @drewshat seguitemi e se me lo cheideti ricambio tutti :)

Charity: 

Allyson: 
Zayn (so che lo conoscete ma mi piace mettere foto lol): 
Lucas: 

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Capitolo 2
*** two. ***


Black&White


Dovevo correre a casa al più presto, raccontare cos’era successo ai miei e non potevo di certo aspettare i comodi di mio fratello quindi decisi di prendere il tram prima. Scesi alla mia fermata e corsi verso casa mia, aprì la porta e chiesi spiegazioni a mio padre, seduto sul divano, senza nemmeno salutarlo.
“Perché non mi avete detto che posso riconoscere il vampiro al primo sguardo?” riuscì a dire anche se avevo il fiatone.
Papà spalancò gli occhi sorpreso “Tu cosa?!”
“Il vampiro è in classe con me in alcun e lezioni, anche lui ha capito cosa sono io guardandomi negli occhi.”
“Questo è un problema, ma è anche un punto a nostro favore. Segui i suoi movimenti e non lasciarlo avvicinare a nessuna ragazza” si alzò dal divano e si tolse gli occhiali che usava per leggere “Vado a parlare con tua madre” e si dileguò al piano superiore.
Sprofondai sul divano sentendo un altro capogiro, mio padre mi aveva praticamente detto di essere il suo cagnolino.
Feci una smorfia di disgusto, le mie intenzioni erano controllarlo da lontano ma ora mi toccava stargli alle calcagna. Invidiai mio fratello per non aver in classe Zayn.
Girai la testa verso la porta sentendola cigolare ed entrò mio fratello che mi guardava male “Perché non mi hai aspettato? Sono stato lì come uno scemo a cercarti.”
“Scusa ma dovevo parlare con mamma e papà, il vampiro è del mio anno. E vuoi sapere la novità? Ci prova anche con me” chiusi gli occhi maledicendomi, ero troppo abituata a dire tutta la verità e ora Lucas si sarebbe incazzato.
Non sentendo una sua risposta mi preoccupai, poi sentì dei respiri profondi “Io quello lo ammazzo!”
“So tenergli testa, non sapeva dei poteri che abbiamo noi” mi avvicinai posandogli una mano sul petto per calmarlo.
“Dei poteri che hai tu” sottolineò.
Da quando avevo cinque anni tutti gli angeli che mi vedevano dicevano che ero speciale, anche ora, a diciotto anni non riuscivo a capire cosa intendessero.
Più che altro non ci facevo molto caso, usavo di rado quei poteri ed era per essi che ero stata mandata anche io sulla Terra.
“Senti, Lucas, che ne dici se stasera usciamo?” cambiai discorso .
“Piacerebbe tanto anche a me tornare a volare ma stasera siamo già occupati”
“Ah si?” alzai un sopracciglio, non mi sembrava di aver preso alcun impegno.
Lui sorrise raggiante e mi mise sotto al naso un paio di biglietti neri con scritte argentate, li presi cercando di capire cosa fossero. ‘Festa alla nuova discoteca Kristal, dalle dieci all’alba’ questo recitava il biglietto.
“Sono riuscito a farmeli dare da alcuni miei compagni, è stasera e noi due ci andremo” mi circondò il braccio con il braccio.
“Stai scherzando spero” sbottai ridandogli i biglietti.
“Charity dobbiamo andarci, ci sarà pure il vampiro e potrebbe darsi alla pazza gioia con un’evento del genere”
“Lucas ammettilo che vuoi bere”
“Anche” mi fece l’occhiolino scherzosamente “mamma e papà però questo non lo sapranno” sussurrò infine.
A noi angeli non era permesso avere rapporti intimi quando eravamo in corpi umani, almeno fino a quando l’altra persona non ci diceva il fatidico ‘ti amo’ con vero sentimento. Se si finiva a letto con qualcuno per puro divertimento ci venivano strappate le ali e tutte le nostre sensazioni sparivano, se toccavamo qualcosa non sentivamo niente. Un corpo di una bambola, mi era sempre stato detto. Non sentivamo più dolore ma nemmeno piacere.
Per l’alcol era una storia diversa, non ci dava problemi, nessun angelo si ubriacava perché lo reggevamo bene.
Ma mamma e papà ce lo vietavano comunque, Lucas invece riusciva sempre a farlo di nascosto ed io ero costretta a coprirlo per amore fraterno.
“Vatti a scegliere un bel vestito” mi spinse verso le scale premendo sulla schiena.
“Lasciami almeno fare un giro, ti prego” dissi supplicante, lui acconsentì facendomi promettere di tornare il prima possibile e stare attenta a non farmi vedere.
Saltai dalla gioia e corsi in strada, diretta verso un campo che avevamo scoperto un paio di settimane prima. Era isolato e le case lì intorno erano abbandonate quindi era perfetto per volare. Mi fermai ad ammirare i tulipani che formavano un immenso tappeto rosso scarlatto, un enorme sorriso si formò sulle mie labbra e tolsi frettolosamente la camicetta della divisa che non avevo ancora cambiato. In un secondo aprii le ali con uno scatto inclinando la testa indietro in piena estasi, il calore e le scosse elettriche che mi provocava quel senso di liberazione era incredibile. Con gli occhi chiusi iniziai a muoverle piano e sentì i piedi allontanarsi dall’asfalto della strada irregolare. Avanzai scoppiando in una fragorosa risata per l’eccitazione, vorticai su me stessa e feci piccole acrobazie finendo oltre le nuvole bianche e soffici. Guardai in basso e scesi in picchiata per poi planare sui tulipani. L’aria mi graffiava la faccia e accarezzava ogni singola piuma come se stesse giocando con me.
Un battito di mani ruppe quella magia intensa e la paura di essere stata scoperta mi invase come un fuoco. Il battito cardiaco e il respiro aumentarono insieme, ero stata un’ingenua, troppo distratta.
La rabbia prese il posto della paura vedendo la risata di Zayn e il continuo battere delle sue mani, atterrai a pochi metri da lui.
“Bello spettacolo” fischiò indicandomi. Mi ricordai solo in quel momenti di non avere la camicia e portai le ali davanti a me per coprirmi.
“Cosa vuoi Zayn?” lo guardai di traverso, notai che aveva in mano lui la camicetta e stranamente le la lanciò.
“Sapere il tuo nome” disse mentre io ripiegai le ali per rivestirmi “io ti ho detto il mio ma non so ancora il tuo” si avvicinò con un ghigno.
“Charity” dissi secca.
Prese il mio mento tra le sue dita alzandomi la faccia e mi guardò negli occhi penetrante “Mi piace” sorrise inclinando la testa, gli sputai in faccia e il suo sorriso sparì. Mi sferrò un pugno nello stomaco e mi piegai dal dolore iniziando a tossire.
“Non giocare con me ragazzina” altro pugno “Sono più forte di te!” ancora uno.
Ero piegata in ginocchio guardando per terra, tirandomi per i capelli mi riportò con lo sguardo verso di lui “Ci si vede stasera, angioletto” mi diede un bacio a stampo e girò i tacchi andandosene.
Mi rialzai piano fissandolo, la rabbia che non potevo far esplodere adesso, maledizione alle regole degli angeli.
Una qualsiasi creatura, umana o no che sia, deve essere giustiziata con prove che la condannino ad una giusta punizione. In caso contrario, essa non può essere sfiorata altrimenti la punizione ricadrebbe sull’angelo colpevole dell’atto.
Lo avrei massacrato al minimo rivolo di sangue su uno solo dei suoi denti.
 
Salii le scale senza farmi vedere da nessuno, non volevo essere sottoposta a varie domande della mia famiglia.
Aprì l’armadio decisa a trovare qualcosa che andasse bene per la serata. Il cellulare iniziò a suonare e la scritta ‘Allyson’ apparve sullo schermo facendomi sorridere.
“Ancora non ci credo che verrai alla festa!” urlò e fui costretta ad allontanare il cellulare dall’orecchio.
“Sono stata costretta da mio fratello!” finsi di lamentarmi, tra tutti i vestiti che avevo comprato non sapevo cosa potesse andare bene.
“Tuo fratello mi sta già simpatico. Cosa hai intenzione di metterti?”
“Non lo so ancora, Ally..”
“Scommetto che ti sta bene tutto! Ma punterei su un color pesca o rosa chiaro per la tua pelle”
mi fu subito chiaro che Ally era un’esperta di moda.
Ne trovai uno semplice e carino, un po’ corto ma erano più meno tutti così i vestiti che mia madre mi aveva comprato dicendo ‘servono a farti confondere con le altre ragazze’.
“Trovato!” urlai anche io alzandolo come fosse un trofeo.
“Bene e ora un bel paio di tacchi neri”
“Mi rifiuto” non sapevo camminarci su quei cosi, le lezioni di mia madre non erano servite a niente.
“Niente storie, ora devo correre a farmi la doccia, ci vediamo dopo. Un bacio!”
“Ciao Ally!”
salutai prima di chiudere la chiamata e buttare il cellulare sul letto.
Me lo infilai senza problemi e mi posizionai davanti allo specchio del bagno decisa a far qualcosa per i miei capelli. Li raccolsi in una morbida treccia e la lascia sulla spalla sinistra, finii il tutto con un leggero mascara e della matita nera.
Scesi in salotto dove mi aspettava mio fratello, mi sorrise appena mi vide e nostro padre ci portò al locale.
Allyson corse ad abbracciami e mi fece fare un giro su me stessa, con grosse difficoltà visti i tacchi alti che portavo. Mi prese sotto braccio e la musica mi rimbombò nelle orecchie appena entrammo, il volume era altissimo e le luci saettavano cambiando colore. Persi subito mio fratello ma non me ne preoccupai più di tanto. Cercai con lo sguardo Zayn, se dovevo tenerlo d’occhio quello era il momento più adatto. Non lo vidi da nessuna parte e mi lasciai trascinare in mezzo alla pista da Ally.
“Forza Charity, sciogliti e balla!” mi disse ad alta voce nell’orecchio per sovrastare il volume della musica.
Feci come mi aveva detto e per una buona mezzora mi divertii, fino a quando la ragazza davanti a me non mi fece una domanda.
“Senti Charity, posso chiamarti amica?” mi rivolse un sorriso stupendo. Deglutii a vuoto.
Posso chiamarti amica? Non poteva farmi quella domanda. Un’amica, la mia prima e unica amica. Non dovevo affezionarmi. Non dovevo farlo.
“Certo” fu l’unica cosa che riuscii a rispondere, non era stato il cervello a comandarlo, forse era un mio desiderio.
Finalmente vidi Zayn, era in un angolo a parlare con una ragazza probabilmente ubriaca, le sorrise sensuale e la fece uscire da una porta secondaria spingendola dalla schiena con una mano. Dissi alla mia amica che dovevo andare al bagno e lei annuì continuando a ballare. Mi feci spazio tra la gente a gomitate e rischiai molte volte di inciampare, il mio sguardo era fisso sul mio obbiettivo, quella porta. La aprii e controllai sia a destra che a sinistra ma non vidi nessuno, delle voci venivano dal vialetto poco distante a sinistra. Sentii chiaramente la voce strascicata della ragazza, stava ridendo ad una probabile battuta o ad una proposta indecente di Zayn. Tolsi i tacchi per facilitarmi la corsa e piombai al loro fianco.
“Disturbo?” dissi con un finto sorriso, Zayn aveva già tirato fuori i canini e teneva il collo della ragazza tra le mani mentre lei sembra eccitata da tutto quello.
Si girò verso di me e lasciò cadere la sua preda. “Charity, Charity, Charity” cantilenò “sei proprio una guasta feste.”
Feci apparire una saetta nella mia mano nello stesso istante in cui lui si lanciò verso di me con i canini in bella mostra. Alzai il braccio per lanciargliela.
Zayn cadde sbattendo contro la parete della discoteca, si teneva un braccio sanguinante e gemeva di dolore. Io non avevo lanciato la saetta. Chi poteva essere stato? Mi guardai intorno, degli uomini erano all’inizio del vialetto e uno di loro teneva una pistola puntata contro di me. Guardai dall’altra parte per cercare una via di fuga ma era un vicolo cieco. L’uomo sparò ancora ma riuscì a spostarmi dalla sua traiettoria. Zayn si era alzato e correva verso di me.
“Charity dobbiamo andarcene!” urlò prendendomi il polso.
“Cosa sta succedendo?!”
chiesi spaventata.
“Ti spiegherò tutto dopo, ma ora andiamocene altrimenti ci uccideranno tutti e due!” mi urlò ancora.
Lancia un’altra occhiata agli uomini, si preparavano a sparare ancora e la pistola non era più una. Schioccai la lingua contro il palato e liberai le ali grazie a degli strappi che aveva fatto mia madre al vestito, nascosti dai miei capelli. Presi Zayn da sotto le ascelle e mi librai in volo, schivando per poco le pallottole e passammo sopra l’alto muro.
Stavo salvando un vampiro, se me lo avessero detto sarei scoppiata a ridere.
Io, un angelo, stavo salvando Zayn, un vampiro.



#ehilà
questo capitolo è più lungo degli altri, non so nemmeno io come ho fatto lol 
mi hanno detto che Lucas è piaciuto tanto HAHAHAHAHHAHAHAHAHHAHAHAHAH


vestito Charity: 
vestito Allyson: 

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Capitolo 3
*** three. ***


Black&White


“Perché mi stai aiutando?” disse Zayn e subito dopo gli uscì un gemito di dolore mentre gli medicavo la ferita.
“Semplicemente perché sono troppo buona” risposi fredda versando il disinfettante sul batuffolo di cotone.
Dopo essere sfuggiti a quei tipi armati, Zayn mi aveva indicato la strada di casa sua ed ero atterrata lì, ero decisa a riprendere il volo e tornare da mio fratello ma vederlo dolorante con una pallottola nel braccio mi aveva fatta rimanere. Mi ero offerta di aiutarlo e lui non aveva detto nulla in contrario, anzi, mi aveva aperto la porta con un sorriso malizioso. Lo avevo trascinato in bagno e dopo essermi attrezzata di pinzetta, disinfettante e bende avevo iniziato a medicarlo mentre lui stringeva i denti per non urlare, fallendo miseramente.
“Urla di più, in Cina ancora non ti sentono” lo schernì trattenendo una risata.
Mi lanciò un’occhiataccia. “Vorrei vedere te con una pallottola nel braccio!”
Presi le pinzette e con attenzione afferrai il proiettile tirandolo fuori con delicatezza, era di legno quindi quegli uomini sapevano che lui era un vampiro. I paletti non uccidono vampiri, li immobilizzano fino a quando non vengono estratti.
“Ringraziami invece di fare lo sbruffone. Non dovrei essere qui ad aiutarti, avrei dovuto lasciarti lì a morire, mi avrebbero facilitato il compito.”
Lui arrossì e girò la testa sussurrando un “Grazie” faticosamente, mi ritrovai a sorridere spontaneamente.
“Ah, giusto! Mi hai detto che mi avresti spiegato tutto, chi diamine erano quelli? Perché ci hanno attaccati?” gli fasciai il braccio e mi sedetti davanti a lui.
“Non sei l’unica a volermi morto, angelo, sono gettonato” sorrise e gli rifilai uno scappellotto dietro la nuca “Diciamo che ho involontariamente ucciso la figlia di un cacciatore di vampiri.”
Spalancai gli occhi. “Ma sei scemo?!”
“Cosa potevo saperne! Di certo non vado a chiedere a tutte le ragazze che mordo se hanno genitori assassini!” sbottò offeso.
Mi alzai scuotendo la testa e uscì dal bagno, seppi che lui mi stava seguendo dai passi pesanti dietro di me. Mi fermai e mi girai di scatto cogliendolo di sorpresa e si fermò a pochi centimetri da me. Era alto ma avevamo all’incirca dieci centimetri di differenza. Arrossii di botto e lui sorrise maligno, fece per avvicinarsi ma la saetta che avevo appena fatto apparire gli fece cambiare idea e arretrò di qualche passo.
“Nessuno deve sapere che sono stata qui! Se i miei genitori o mio fratello dovessero scoprirlo saremo tutti e due nei guai, sono stata chiara?” lo avvertii e aprii la porta.
“Cristallina. Già te ne vai?” mormorò deluso.
“Devo tornare da mio fratello e da Allyson, sono stata qui già troppo. Ciao.” Lo salutai fredda e mi avviai verso la discoteca. Visto l’orario e il buio potevo tranquillamente volare.
Prima di entrare qualcuno mi bloccò e trovai mio fratello guardarmi preoccupato e arrabbiato al tempo stesso.
“Continua a sparire mi raccomando! Intanto quello che si preoccupa sono io!” mi urlò contro.
“Scusa, Lucas! Mi dispiace, ma sto bene. Non c’è bisogno che ti preoccupi” lo abbracciai e gli bacia la guancia.
Trovai alluso al bar che beveva il terzo drink a giudicare dai bicchieri vuoti vicino a lei, le picchiettai sulla spalla e quando si girò verso di me già rideva.
“Charity! Avvisami quando vai a farti le scappatelle in bagno con Malik” rise ancora di più.
Le passai il suo braccio intorno al mio collo e la sorressi fino alla strada, mio fratello era ancora lì, stava aspettando nostro padre probabilmente. Quando arrivò la macchina chiesi a mio padre se potevamo portarla a casa e lui acconsentì lanciandomi una strana occhiata.
 
Il giorno dopo mi svegliai ancora frastornata dagli avvenimenti della sera precedente, in un primo momento credetti di aver sognato, però era tutto troppo vivido e dettagliato per averlo solo sognato.Mi alzai svogliata e indossai la divisa.
Continuavo a chiedermi come ci saremmo comportati io e Zayn quel giorno, non ne avevo la più pallida idea.
Sul tram mio fratello continuava a mandare messaggi e a sorridere, quando scendemmo lui non mi seguì a scuola ma restò fermo all’ingresso, alzai un sopracciglio fissandolo.
“Bhe? Entri o stai qui?”
“Aspetto Linda”
si lascio sfuggire “em..cioè..una persona.”
Feci un ghigno. “Non affezionarsi, eh? Chi me lo aveva detto?” scoppiai a ridere facendogli un cenno con la mano.
La prima lezione che avevo era matematica, Allyson era assente, sicuramente aveva un mal di testa da record. Sorrisi pensando di passare poi a darle gli appunti finita la scuola. Proprio in quel momento entrò Zayn e camminò deciso verso di me, non voleva veramente sedersi vicino a me, sperai. Posò la sua cartella proprio nel banco affianco al mio e mi sorrise come se fossimo amici di vecchia data prima di sedersi tranquillamente. Lo guardai come se fosse un pazzo e dopo interminabili secondi finalmente si accorse della mia indignazione.
“Ciao angelo!” salutò allegramente.
“Ti sei fumato il cervello?!” mi strozzai con la saliva nel tentativo di non lanciargli una saetta addosso, oppure di scaraventarlo nell’altra aula con un’onda di energia.
“Calma, calma. Ho una proposta da farti” sussurrò “aiutami a liberarmi di quei cacciatori di vampiri e prometto che non ucciderò più nessuna ragazza.”
“Credi davvero che possa fidarmi di te?” gli dissi telepaticamente, lui mi guardò stupito.
“Telepatia, bel trucchetto”
“Come posso fidarmi delle tue parole?”
“Un giuramento di sangue” mi guardò con una serietà tale da farmi quasi cedere.
“Ci devo pensare” mormorai distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
Il resto dell’ora passò velocemente come le altre due seguenti, al suono della campanella di inizio intervallo presi la mano di Zayn e lo trascinai sul retro della scuola. Feci apparire una saetta e strinsi la sua mano che ancora tenevo ferma, gli tagliai il palco formando una riga rossa che iniziò a gocciolare. Feci un taglio anche sul mio palmo e li feci combaciare.
“Forza, giura” gli ordinai.
“Io, Zayn Malik, giuro di non uccidere più ragazze nutrendomi di loro se l’angelo presente davanti a me mi aiuterà ad eliminare i cacciatori di vampiri che vogliono eliminarmi. Altrimenti il mio corpo verrà bruciato, ponendo fine alla mia vita immortale.”
“Io, Charity Ross, giuro di non uccidere il vampiro presente davanti a me se manterrà fede al suo giuramento.”
Un alone violaceo comparve intorno alle nostre mani e sui polsi comparve un disegno uguale, segno del giuramento fatto. Mi ripulì la mano e lo guardai intensamente negli occhi, lei mi fece indietreggiare fino ad muro dietro di me.
“Angelo, non mi hai fatto giurare di non morderti” merda, mi aveva fregata.
Non si poteva sovrapporre un giuramento ad uno già fatto in precedenza. In un istante sentì i suoi canini affondare nella carne, gemetti di dolore e non potei fare altro che stare ferma mentre succhiava avido il mio sangue. I vampiri avevano il potere di bloccare le vittime mentre ne bevevano il sangue. Si staccò da me al suono della seconda campanella, i suoi occhi erano diventati dorati, la pupilla si era allungata e i canini appuntiti erano colorati di rosso acceso. Si avvicinò di nuovo leccando l’ultima goccia di sangue uscita dalle ferite ed ebbi un fremito. Non si allontanava, continuava a guardarmi negli occhi mentre si leccava le labbra.
“Fallo ancora senza il mio permesso e ti ammazzo” lo minacciai ripreso un briciolo di lucidità.
“Mi stai dicendo che potrò morderti col tuo permesso?” mostrò un canino pulendolo dal sangue mentre quello si ritirava.
“Solo se non lo berrai più da altre ragazze” lo spinsi via staccandomi dal muro, mi toccai il collo e ringraziai di essere un angelo, le ferite si rimarginavano in fretta.
“Gelosa?”
“E’ solo per salvarle, non mi frega se te le porti a letto. Berrai solo da me in casi estremi, per il resto ti procurerò io altro sangue”
chiusi il discorso avviandomi in classe.
In che guaio mi ero cacciata?
 
Mi appoggiai al cancello aspettando Lucas, voleva farmi conoscere quella Linda. Lo vidi arrivare con un sorriso che partiva da un orecchio all’altro. Non volevo dire niente a mio fratello, l’unica cosa con cui ero riuscita a coprire il segno sul polso era stato un elastico di una mia compagna. Controllai ancora che non si vedeva niente e gli corsi incontro, dietro di lui c’era una ragazza coi capelli rossi. Appena mi vide mi tese la mano presentandosi, sembrava simpatica.
Lucas mi avvertì che non tornava a casa mangiare e ne approfittai per passare da Ally. Le avevo chiesto l’indirizzo per messaggio e mi ero fatta aiutare da qualche sua amica per farmi indicare la strada. Era una bella villetta bianca con una massiccia porta di legno.
Suonai e poco dopo mi aprì Allyson con i capelli che sparavano da tutte le parti e due occhiaie molto evidenti.
“Ti trovo in ottima forma” le sorrisi entrando.
“Non pigliarmi per il culo, Charity” mi invitò a seguirla in camera sua e ci sedemmo sul letto.
“Devo dirti una cosa.”
“Sputa il rospo ragazza.”
“Diciamo che io e Zayn siamo diventati amici, se così si può dire”
dissi tutto in un fiato.
“E prima cosa eravate? Cioè, sparivi tu e spariva lui, facendo due più due ho capito tutto” mi sorrise “puoi tranquillamente dirmi che siete amici di letto, lo sono stata anche io una volta.”
“Tu cosa?!”
ero scioccata, lei e Zayn? Iniziava a ribollirmi il sangue nelle vene.
“Siamo stati scopamici, ci si diverte con il ragazzo” mi fece l’occhiolino lasciandomi intendere “ma aveva la strana mania di mordermi il collo, mi diceva di trovarlo eccitante quindi lo lasciavo fare.”
“Oh, non so cosa dire” ammisi.
“Goditelo!” si mise a ridere trascinando anche me.
Arrivata la sera, la salutai e tornai a casa mentre i miei mi aspettavano per la cena. Mia madre servì le lasagne e mio padre attirò la mia attenzione.
“Charity, chi era quella ragazza che abbiamo accompagnato ieri sera?” chiese severamente.
“U-Un’amica, papà” deglutii.
“Vi abbiamo avvertiti, non dovete affezionarvi!”
“Eddai Marcus, lasciali un po’ liberi. Anche noi siamo stati giovani”
gli disse mia madre passandogli teneramente la mano sulla spalla. Mi sorrise rassicurante e la ringrazia mentalmente.
Finii in fretta la cena e salii in camera, esausta di quella giornata. Mi guardai il polso sotto la luce della luna che entrava dalla finestra e sospirai, ero troppo buona con lui.
Sentii un ticchettio provenire dalla finestra ma pensai fosse qualche ramo dell’albero in giardino. Il ticchettio continuò e mi alzai infastidita, per poco non urlai quando notai Zayn dall’altra parte del vetro, appollaiato sul ramo più grosso. Aprì la finestra e parlai cercando di non far tanto rumore.
“Cosa ci fai qui?!” chiesi allarmata, se i miei lo avessero scoperto..non osavo immaginare cosa ci avrebbero fatto. Anche se non potevano riconoscerlo come avevo fatto io era comunque un ragazzo nella mia stanza la sera tardi.
Entrò senza avere il mio permesso. “Ho bisogno di sangue” disse avvicinandosi.
“Come hai fatto ad entrare senza avere il mio invito a farlo?”
“Siete angeli, non umani” era sempre più vicino, la voce roca e lo sguardo pieno di desiderio.
“L’hai già bevuto oggi”
Mise una mano dietro la mia schiena e una dietro il mio collo. “Sei come una droga, angelo” disse prima di affondare di nuovo i canini in me e succhiare.
Scosse di piacere mi attraversarono tutto il corpo e dovetti mordermi le labbra a sangue per non ansimare. Quando si fu staccato fissò divertito le mie labbra sanguinanti.
“Vedo che inizia a piacere anche a te” passò la lingua sulle mie labbra senza staccare gli occhi dai miei. “Ci vediamo domani” mi salutò con un bacio a stampo prima di uscire dalla finestra così com’era entrato.
La richiusi e mi lasciai andare sul muro fino a sedermi per terra, ancora avevo qualche fremito per le sensazioni provate prima. 


#ehilà
questo capitolo lo dico alle mie migliori amiche a cui piace tanto questa storia e mi hanno minacciata di morte per cotinuarla. si vi amo anche io. Linda è una di queste che si è innamorata perdutamente di Lucas e ho fatto un atto buono mettendola uu

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Capitolo 4
*** four. ***


Black&White


Buio. Intorno a me vedevo solo buio. Dove diavolo ero finita?
“Sei in trappola” una voce familiare. Non vedevo nessuno, eppure la voce continuava a ripete quelle parole.
“Sei mia adesso, angelo” due braccia mi avvolsero da dietro, la bocca di Zayn si poggiò delicatamente sul mio collo.
“Solo mia” continuò a dire soffiando sulla mia pelle “solo mia.”
Mi sveglia urlando, sovrastando l’orribile musichetta della sveglia. La porta della mia camera si aprì di scatto e comparve mio fratello.
“Cosa è successo?” chiese percorrendo con grandi falcate la distanza dalla porta al letto.
“Un incubo” sussurrai, mi strofinai le braccia sentendo ancora le braccia di Zayn avvolgermi mentre mi sussurrava quelle parole. Scossi la testa energicamente e mi scostai i capelli dalla fronte imperlata di sudore.
“Charity Ross, cosa diamine è quel segno sul polso” scandì bene le parole con voce incrinata dalla rabbia.
Mi afferrò saldamente il polso girandolo verso di lui, trattenni il respiro mentre ci passava le dita sopra. Alzò lo sguardo verso i miei occhi, era furioso, sollevò una mano per tirarmi uno schiaffo e già sentivo il bruciore che avrei sentito sulla guancia. Ma non successe, abbassò lentamente la mano.
“Dimmi solo perché. Perché hai fatto un giuramento col vampiro” dalla sua voce trapelava tutta la delusione che provava in quel momento, quello fu più di uno schiaffo per me.
“Lucas, ha giurato di non uccidere più delle ragazze se lo avessi aiutato ad uscire fuori da un pasticcio” mi alzai gesticolando con le mani, sperando che capisse.
“E tu cosa hai giurato?”
“Di non ucciderlo”

Contrasse la mascella e uscì dalla stanza senza dire nulla. Avevo deluso mio fratello, perfetto. Ricacciai indietro le lacrime e mi preparai per andare a scuola.
 
 
 
“Il ragazzo che ho conosciuto in discoteca era così carino!” esclamò Allyson bevendo un succo alla frutta, stavamo passeggiando per i corridoi annoiate, come tutti i giorni.
“Per te tutti i ragazzi sono carini” risi leggermente.
Incrociammo mio fratello ma l’unica cosa che fece era guardarmi per mezzo secondo e superarci senza dire niente. Sentivo già la mancanza del suo abbraccio ogni volta che ci vedevamo. Mi fermai in mezzo al corridoio indecisa se corrergli dietro e scusarmi o andare avanti e lasciare che gli passasse.
“Avete litigato?” chiese premurosa la mia amica guardandomi dolcemente.
“Si, spero risolveremo presto” sospirai malinconica.
Due braccia forti mi avvolsero e una bocca piena si schiuse sul mio collo, tutto ciò mi provocò un deja-vù facendomi tornare in mente il sogno.
“Buongiorno, angelo” mormorò con voce rauca al mio orecchio. Sapeva come mandare in tilt il mio cervello.
Allyson per poco non fece cadere il succo di frutta. “Malik, non sei cambiato per niente.”
Lui si girò curioso verso di lei e sembrò illuminarsi. “Oh Ally, che bello rivederti. Vedo che ti tieni ancora in forma” ghignò guardando il suo corpo.
“Devi dirmi qualcosa Zayn?” domandai infastidita.
“Mmh? Niente, volevo solo salutarti. Ora devo correre, ti saluto” solito bacio a stampo e solita fuga.
Arricciai il naso pulendomi le labbra con il dorso della mano, i baci erano troppo, prendeva troppa confidenza.
Tornammo in classe, lei a inglese e io ad arte. Mezz’ora passò velocemente, tenevo la testa sul palmo della mano e stavo per addormentarmi.
“Charity!” mi rizzai sulla sedia, era Zayn che mi chiamava telepaticamente. Col giuramento il nostro legame si era rafforzato.
“Charity rispondi!” di nuovo.
“Zayn? Che succede?”
“Ho bisogno del tuo aiuto, corri sul retro!”
Mi morsi il labbro e alzai la mano richiamando l’attenzione della professoressa, chiesi gentilmente di andare in bagno. Chiusa la porta mi misi a correre giù per la tromba delle scale. Arrivai e un’ombra mi passò davanti a grande velocità, trasalii. Tre degli uomini che ci avevano attaccati la sera della festa erano addosso a Zayn, no lo teneva fermo tirandogli le braccia dietro la schiena, un altro impugnava un paletto. L’altro teneva dei fiammiferi in tasca, una mano su di essi, pronto ad estrarli per bruciarlo, unico modo per uccidere efficacemente i vampiri. Sparai una saetta vicino alla testa di quello che teneva Zayn, per avvertimento. All’unisono si voltarono verso di me, mi resi conto di non sapere cosa fare ma li avevo distratti e Zayn era riuscito a liberasi sferrando una gomitata nelle costole dell’uomo che indietreggiò. Il tizio con i fiammiferi, aveva un berretto blu calato sugli occhi, mi corse in contro lanciando un grugnito di rabbia per essere stato interrotto. Mi tirò un pugno alla testa ma riuscii a spostarmi e gli rifilai una ginocchiata. Zayn e gli altri due uomini combattevano dall’altro lato del giardinetto, sembrava in serie difficoltà. Guardai l’uomo col berretto blu ancora a terra e corsi ad aiutare Zayn, lanciai un’altra saetta senza colpire nessuno. Non volevo ucciderli, avevo detto di aiutare il vampiro a liberarsene, non ad ucciderli. La mia bocca venne coperta da una benda, mi tirò indietro e riuscì a vedere solo il berretto blu.
“Vieni con noi e lasciamo libera la ragazza” sibilò rivolgendosi a Zayn.
Lui mi guardo e guardò l’uomo dietro di me, continuava a guardarci senza muovere un muscolo.
“Andiamo, vampirello, fatti catturare e non le faremo del male” rise e la sua risata mi fece accapponare la pelle.
“Pendetela pure, non mi avrete mai!” esclamò prima di saltare su un muretto e sparire dalla mia vita.
Mi salirono le lacrime agli occhi. Gli avevo giurato di aiutarlo, ero andata contro il mio obbiettivo di ucciderlo e lui mi aveva abbandonata nelle mani quegli uomini. Come poteva averlo fatto? Io mi ero fidata di lui. Cosa avevo ricevuto in cambio? Dei cacciatori di vampiri mi avevano rapita mentre lui si era salvato il culo. Urlai ma l’urlo venne attutito dalla benda che ancora avevo sulla bocca, iniziò a girarmi la testa vorticosamente e le palpebre si facevano sempre più pesanti.
“Sogni d’oro bambolina” fu l’ultima cosa che sentii prima di svenire.
 
Spalanca gli occhi spaventata, dov’ero?
La stanzetta piccola e grigia assomigliava ad una cella di un carcere. C’era una piccola finestrella con delle sbarre e l’unica illuminazione erano i raggi del sole che vi entravano. Mi accorsi di essere distesa su di un materasso basso e vecchio, la schiena mi faceva male e la testa girava ancora. La porta di metallo, con la vernice verde scrostata, si aprì e vi entrò un uomo dall’aria autoritaria.
“Ben svegliata” sorrise e si chinò fino ad arrivare alla mia altezza, riuscii a sedermi.
Capii che qualcosa non andava, sentivo la schiena più leggera e solo in quel momento vidi le mie ali dispiegate che brillavano. L’uomo ne accarezzò una e mi salì un conato di vomito, odiavo chiunque mi toccasse le ali.
“Come mai un angelo come te aiuta un vampiro?” mi chiese senza guardarmi.
“Non sono affari tuoi” sputai fissandolo truce.
Staccò una piuma bianca e urlai dal dolore, una goccia di sangue scese per tutta l’ala e lui la raccolse sul dito. “Sai, potremmo essere alleati. Gli angeli non scendono sulla Terra senza un motivo, scommetto che la tua missione è quella di ucciderlo. Allora perché lo stai aiutando? Mica te ne sei innamorata?” una risata sprezzante uscì dalla sua bocca.
“Non provo niente per lui.”
“Allora perché stai aiutando l’assassino di mia figlia?!” gridò arrivando ad un palmo dal mio naso.
Non risposi, mi limitai a guardarlo inespressiva. Si allontanò e uscì sbattendo la porta. Mi rannicchiai nell’angolo della stanza ed iniziai a piangere. Le ali mi facevano da scudo, creandomi un piccolo spazio personale. Continuavo a rivivere la scena di quando Zayn mi aveva abbandonata, rabbia e tristezza si mischiarono insieme nelle mie lacrime. Dovevano essere passate ore da quando l’uomo era uscito, il sole non entrava più dalla finestra, al suo posto splendeva la luna. Mi guardava come se provasse pena per me, uno stupido angelo credulone.
“Perché piangi?”
Alzai la testa di scatto e allargai le ali per lasciarmi la visuale libera. Me lo ero sicuramente immaginato, non poteva essere lui. Invece Zayn era appoggiato sorridente allo stipite della porta aperta. Doveva essere per forza un’allucinazione. Stavo diventando pazza.
“Non sei contenta di vedermi?” non era un’allucinazione. Lo stronzo era lì davanti a me.
“Contenta?! Zayn tu mi ha abbandonata per salvarti il culo!” sbottai incazzata nerra.
“Ehi, ehi, calma. Davvero pensavi che ti avessi lasciata solo con quei tizi?” si spostò venendomi in contro.
“E’ quello che hai fatto!”
Scosse la testa sospirando, tese una mano verso di me ma mi allontanai come schifata.
“Charity, era l’unica cosa che potevo fare. Per salvare tutti e due.”
“Per salvare te!”
gridai.
“Se mi avessero preso e ucciso saremmo morti tutti e due per via del giuramento, ragiona! Sono scappato per andare a nutrirmi di altro sangue ed essere più forte, così avrei potuto salvarti. Infatti sono qui” mi accarezzò la guancia, i suoi occhi mi chiedevano scusa.
“Come hai fatto ad entrare?”
“Ti dico solo che non c’è un bello spettacolo fuori da quella porta.”
“Li hai uccisi? Allora perché hai bisogno del mio aiuto? Hai già fatto tutto tu”
non riuscivo a capire.
Inclinò la testa. “Ce n’erano solo tre a sorvegliarti, gli altri sono usciti a cercarmi. Angelo, non l’hai capito? Hank, il capo, è un arcangelo.”
Mi si mozzò il respiro, come avevo fatto a non capirlo. Forse la paura, la rabbia e la tristezza che provavo quando ce lo avevo davanti mi avevano annebbiato i sensi di angelo. Ecco come faceva a sapere quelle cose sugli angeli, come non si era minimamente sorpreso nel vedere le mie ali.
“Ho visto di cosa sei capace, gli altri angeli non hanno i poteri che hai tu. Per questo mi servi” spiegò con l’espressione più seria che gli avevo visto fare.
“Devo uccidere un arcangelo?”
“Bhe non proprio ucciderlo. Devi incatenarlo qui, senza i suoi poteri non può toccarmi, lo ucciderei subito.”
“E come faccio?”
ad ogni sua risposta nasceva una mia domanda.
“Strappagli le ali”
Avevo giurato dovevo aiutarlo o saremmo morti spezzando il giuramento. Annuii non sapendo cos’altro aggiungere. Lui sorrise e mi accarezzò un’ala, non provai ribrezzo come con Hank, lo trovai un gesto piacevole e rassicurante. Mi tese una mano per aiutarmi ad alzarmi, le gambe mi tremavano per lo shock e rischiai di cadere. Prontamente mi afferrò e mi prese in braccio come una principessa facendomi arrossire inevitabilmente.
“Ti consiglio di coprirti gli occhi” mormorò prima di uscire dalla piccola stanzetta.
Avevo ritirato le ali per facilitargli il compito. Incrociai le braccia dietro il suo collo e mi strinsi a lui, chiusi gli occhi appoggiando la fronte nell’incavo tra il suo collo e la spalla. Ignorai la curiosità di guardare, vedere un massacro causato da un vampiro era troppo per me. Mi disse di riaprirli quando fummo fuori e si offrì di portarmi a casa. Obbiettai ma lui mi zittì e gli indicai la strada.
“Puoi lasciarmi qui” dissi davanti alla porta di casa mia.
Suonò senza dire una parola e mia madre venne ad aprire con un sorriso. Le si spense nello stesso istante in cui vide Zayn con me in braccio.
“Oddio Charity, cosa ti è successo?!” chiese preoccupata cercando di togliermi dalle braccia del ragazzo.
Lui la schivò entrando e mi poggiò delicatamente sul divano, sotto gli occhi di tutta la mia famiglia. Dire che ero in imbarazzo era un eufemismo. Zayn si mise dritto in tutta altezza e guardando negli occhi mio padre dichiarò: “Sono Zayn Malik, il vampiro che stavate cercando.”
Sbarrai gli occhi, gli avrei tirato uno schiaffo se solo avessi avuto la forza di alzami. Era per caso impazzito?
Lucas sputò la birra che stava bevendo e a mio padre cadde il telecomando che aveva in mano, mia madre era ancora sulla porta e lo guardava senza parole. Mio padre si alzò velocemente caricando un pugno potentissimo, in tempo mi misi davanti a Zayn allargando le braccia. La mano di mio padre si fermò a pochi centimetri dal mio naso.
“Charity, spostati!” mi ordinò con voce ferma, guardava negli occhi il ragazzo dietro di me.
“No, papà! Lascia che ti spieghi!”
“Cosa c’è da spiegare?! Stai difendendo un assassino!”

Lo fissai negli occhi seria. “Siediti e lasciami spiegare” scandii bene. Mio padre, come sotto un incantesimo, fece quello che gli dissi.
Alzai il mio polso e feci lo stesso con quello di Zayn. “Abbiamo fatto un giuramento di sangue. Ho giurato di aiutarlo a difendersi dai cacciatori di vampiri e lui ha giurato di non far del male ad altre ragazze.”
Nessuno parlo, avevo tutti gli occhi puntati addosso. Mia madre si avvicinò lentamente, prese i nostri polsi e li guardò, poi chiuse gli occhi.
“Non possiamo farci niente, il giuramento non si può spezzare fino a quando non morirete” li riaprì e sorrise a me “Ho sempre detto che sei una ragazza speciale.”
“Uno dei cacciatori è un arcangelo e solo Charity può aiutarmi a spezzargli le ali. Non segue le regole che avete in Paradiso, visto che è una delle figure più potenti può giustiziare senza avere nessuna prova. Ha ucciso molti vampiri innocenti, giustificandosi con il fatto di dover ripulire la Terra da ogni male, ma in realtà lo fa per divertimento” prese parola Zayn “io ho ucciso sua figlia senza saperlo, mi merito una punizione e credo che il giuramento fatto con lei lo racchiuda. Non farò del male ad altre ragazze ma Hank va fermato.”
“Ti aiuteremo” affermò Lucas avvicinandosi.
“Lucas!” lo riprese mio padre.
“Papà, se non lo facciamo Charity morirà, non vuoi questo vero?”
In tutta risposta mio padre guardò da un’altra parte, non voleva ammettere che mio fratello avesse ragione, per lui aiutare un vampiro era offensivo.
“Inoltre” parlò ancora Zayn “se non posso bere il sangue da altre ragazze, vostra figlia sarà la mia unica fonte” sorrise abbracciandomi.
Lucas gli tirò un cazzotto, ben meritato, poteva starsene zitto e risparmiarmi certi particolari.
“Ho accettato io questo” ammisi e Lucas mi guardò di traverso “meglio me che molte altre.”
Zayn si massaggiò la guancia con il livido che sparì in fretta.
“Solo una cosa, ragazzo” il tono di mia madre era minaccioso “non fare sesso con mia figlia se non la ami veramente, non hai idea di quello che le faresti passare.”



#ehilà
sono come un treno a scrivere capitoli HAHAHAHAHHA vedo che questa storia piace sdfgh continuate a recensire!
più recensioni ho più mi sale l'ispirazione e la voglia di continuarla ewe

Hank:

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Capitolo 5
*** five. ***


Black&White


Zayn aveva preso l’abitudine di intrufolarsi in camera mia tutte le sere per bere sangue, dopo un paio di volte era piacevole ma non glielo avrei mai ammesso. Anche se era ovvio visti i gemiti che mi scappavano e lui sorrideva tutte le volte.
Era passata una settimana e di Hank non si avevano notizie, per il momento potevamo rilassarci.
“Sdraiati” mi disse Zayn spingendomi all’indietro, verso il letto. Mi aveva appena morso, i canini allungati e gli occhi dorati lo rendevano incredibilmente sexy. La voce rauca faceva la sua parte.
“Hai appena bevuto” mormorai, facendo comunque come mi aveva detto.
Si stese sopra di me sorreggendosi con i gomiti ai lati della testa per non pesarmi. Ribaltai la testa indietro per dargli maggiore accesso. La sua lingua picchiettava sui buchi lasciati dai suoi denti poco prima, ma non mi morde di nuovo. Muoveva le labbra esperto e deciso facendomi venire le vertigini. Per la prima volta portai le mie mani a stringergli i capelli, ero sempre stata succube delle sue carezze senza muovere un dito, lui sembrò gradire molto. Si fermò spostando la faccia davanti alla mia, lo guardai con gli occhi socchiusi.
“Sii la mia ragazza” sussurrò non staccando un secondo lo sguardo dal mio.
Il battito cardiaco aumentò, il cervello andò in tilt non riuscendo più a formare frasi di senso compiuto.
“E-ecco..non lo so, Zayn” spostai lo sguardo sulla finestra aperta da cui era entrato.
“Dammi una risposta, ti prego” il suo tono era implorante, non osavo guardarlo negli occhi.
“Non so cosa provo per te..”
“Però ti piace quando faccio questo, vero?” lasciò una scia umida di baci dall’orecchio alla clavicola, scariche elettriche partivano dalle sue labbra fino ad arrivare al mio cervello.
Mi prese il mento fra le dita girandomi. “Sappi che ti tormenterò finché non avrò una risposta” si alzò uscendo dalla finestra senza salutarmi.
Mi girai e rigirai nel letto tutta la notte pensando ad una risposta da dargli. Zayn mi piaceva? Era simpatico, gentile e qualche volta stronzo. Mi aveva abbandonata e poi salvata. Ogni volta che mi sfiorava mi venivano i brividi e mi batteva forte il cuore. Ma come facevo a sapere che quello era un vero sentimento?
La sveglia suonò ma fu inutile visto che non avevo dormito, guai il mio riflesso allo specchio, ero un disastro. Due occhiaie evidenti sotto i miei occhi mi sfidavano a coprirle col correttore, inutile dire che non funzionò. Mi costrinsi ad uscire di casa conciata in quel modo, avevo bisogno di rivedere Allyson.
Lei mi saltò letteralmente addosso stringendomi in un abbraccio, si allontanò guardandomi da capo a piedi.
“Tesoro, hai un aspetto disastroso” niente peli sulla lingua, tipico di Ally.
“Lo so, Zayn ieri mi ha chiesto di diventare la sua ragazza e ci ho pensato tutta la notte..”
“Frena, frena, frena. Malik? Una ragazza fissa? E’ innamorato perso allora” inarcò un sopracciglio.
“Oh andiamo! Adesso esageri” aprii l’armadietto infilandoci dei libri che non mi servivano.
“E tu cosa gli hai risposto?”
“Che dovevo pensarci.”

Mi diede uno schiaffo sul braccio. “Sei un’idiota!”
“Ahia, mi hai fatto male! Non so se mi piace” entrammo in classe, avevamo l’ora con Zayn e appena lui mi vide mi sorrise.
Lo salutai con la mano e mi andai a sedere. Non prestai un minimo di attenzione alla lezione, i miei pensieri erano tutti rivolti al moro. Maledizione a lui, al suo sorriso con la lingua tra i denti, ai suoi occhi magnetici e alla sua voce sexy. Maledizione al giorno in cui l’ho incontrato e al giorno in cui mi ha morso. Maledizione a me che avrei dovuto rispondergli con un ‘no’ secco. Dannazione, lui era un vampiro ed io un angelo!
All’intervallo andai in bagno e cercai di sistemarmi la coda di cavallo che continuava a disfarsi, strinsi bene l’elastico e sbuffai uscendo. Per l’ennesima volta mi ritrovai con le spalle al muro.
“Seriamente, dovresti smetterla” mi lamentai rivolta al vampiro che ghignava.
“Che belle occhiaie, merito mio?” rotei gli occhi senza dargli risposta. “Allora ci hai pensato?”
“Zayn, ci penso da ore ma-”
Tappò la mia bocca con la sua. Iniziò a muoverla e io mi ritrovai a rispondere a quel bacio in automatico.
“Dimmi di smetterla e mi avvicinerò a te solo per bere” sussurrò a una distanza tale che le nostre labbra ancora si sfioravano “fermami se vuoi.”
Mi morsi il labbro inferiore e tornai a baciarlo, allacciai le braccia dietro il suo collo tirandolo a me. Lo sentii sorridere sulle mie labbra, portò entrambe le mani alla base della mia schiena avvicinando i nostri corpi. Ci staccammo ansanti e mi sorrise.
“Sei mia” sussurrò e mi vennero i brividi.
“Come nel sogno” dissi senza accorgermene.
“Hai fatto un bel sogno su di me?” ghignò, per niente sorpreso. Gli tirai un pugno sulla spalla.
“Entra ancora nei miei sogni e ti ficco in paletto nel cuore” volevo sembrare minacciosa ma scoppiai a ridere.
“Baciami e basta” tornò famelico sulla mia bocca e gli morsi il labbro tirandolo.
Il fastidioso suono della campanella ci interruppe, lui imprecò e io sgusciai fuori dal suo abbraccio. Lo salutai e mi indirizzai verso la mia classe dove mi aspettava Ally.
“Si sentiva il rumore dei baci fin qui” mi prese in giro dandomi un colpetto col fianco.
“E tu? Ancora senza ragazzo?”
“Non voglio un ragazzo Charity, voglio uno che mi sappia far divertire”
concluse facendo la linguaccia.
 
Urlai a mio fratello di abbassare il volume della musica mentre salivo le scale, ovviamente non mi sentì ma preferii andare in camera mia e stendermi sul letto che andargli a spegnere lo stereo. Aprii la porta e la richiusi dando le spalle al resto della camera. Mi si gelò il sangue nelle vene quando mi accorsi di un’altra presenza nella camera, non serviva girarsi per capire che era Hank. Aveva sbloccato la sua aria da arcangelo e il suo potere mi travolse come una secchiata d’acqua gelida.
“Cosa vuoi da me?” mi girai lentamente con sguardo poco amichevole.
Era tranquillamente seduto sul bordo del letto e rigirava tra le mani un coltellino argento con cui probabilmente aveva scassinato la finestra.
“Charity, posso far in modo di spezzare il giuramento fatto con quel vampiro senza far ricadere niente su di te, dopotutto sono un arcangelo” mi sorrise.
“E se non volessi?”
“Sarebbe un problema. Abbiamo bisogno di te nella nostra organizzazione, potremmo fare grandi cose insieme. Far dominare gli angeli sulle creature degli Inferi, torneremo al potere di una volta” esclamò eccitato allargando le braccia come a mostrarmi un grande progetto. Un progetto malsano.
“Non sono questi i progetti del Paradiso” volevo fargli confessare tutto, così da poterlo giustiziare.
“Paradiso? Sono solo un branco di fifoni quelli che sono lì. Inventano stupide regole per proteggersi da qualsiasi cosa e non dover far niente.”
Ecco il momento giusto. Liberai le ali imprigionandolo tra di esse, mi insinuai nella sua mente bombardandola, il mio obbiettivo era confonderlo per renderlo più esposto. Stava funzionando fino a quando sentii una stretta al petto, come se una mano stesse stringendo il mio cuore. Vidi Hank sorridere maligno, raggiunse la finestra lasciandosi cadere all’indietro. Non mi sarebbe sfuggito. Presi la rincorsa e saltai fuori spiccando il volo, lo individuai subito e gli fui subito alle costole. Aveva le ali più grandi e quindi era più veloce di me, riuscivo a stargli dietro con difficoltà. Gli lanciai una saetta beccando un’ala, gridò di dolore e precipitò nel campo di tulipani. Era sdraiato supino, cercò di togliersi la saetta ma appena la impugnò gli scottò la mano facendola fumare. Mi guardò furioso e me la rilanciò, la schifai e non mi accorsi che si era alzato venendo verso di me, mi colpì con un pugno in piena faccia. Tirai un calcio al livello delle ginocchia e lo feci cadere, fui subito a cavalcioni sopra di lui riempiendolo di pugni sulla faccia. Alzai la mano formando una palla di energia, urlai buttandogliela addosso ma si spostò e colpii il cemento dove ora c’era un buco. Una gomitata nelle costole mi fece spostare, tossii e strinsi i denti dal dolore. Hank aggrappò una delle mie ali.
“Potrei strappartele e farti soffrire più della morte” sputò poco lontano dalla mia testa “è lo stesso che tu e quello stronzetto volete fare a me, dico bene?”
Iniziai a lacrimare ad gridare dal dolore quando tirò l’ala deciso a strapparla, qualche piuma si staccò poggiandosi dolcemente sulla strada. Il mio pianto si fece sempre più forte.
“Lascia stare mia figlia, Hank!” la voce di mio padre lo fece fermare.
Lucas volò verso Hank tirandogli un pugno talmente forte da farlo finire dall’altra parte della strada, continuò a picchiarlo e papà mi aiutò a tirarmi su. Lo abbracciai piangendo così forte da non sentire le grida di mio fratello. Avevo avuto così tanta paura.
“Lucas, fermati. Non puoi ammazzarlo tu. Le prove ce le ha Charity, solo lei può ucciderlo ma per ora è meglio rimandare” mi accarezzò i capelli dolcemente, voleva tranquillizzarmi ma non riuscivo a smettere di piangere.
Lucas mi prese in braccio e tornammo a casa lasciando Hank col viso tumefatto in mezzo alla strada, si sarebbe ripreso dopo un po’ ed era meglio andarcene. Chiesi di andare in camera e mi adagiarono sul letto , indecisi se rimanere o uscire dalla stanza. Li rassicurai dicendo che una dormita mi avrebbe calmata. Chiusi gli occhi ma qualcuno bussò alla finestra e seppi che era Zayn ancora prima di alzarmi. Appena aprii lui mi abbracciò di slancio, toccò il mio viso come per accertarsi che fossi veramente lì. Gli sorrisi e mi baciò, avevo bisogno di quel bacio. Le lacrime ricominciarono a scendere quando ancora le nostre bocche erano attaccate.
“Dio, mi dispiace così tanto. Sono stato io a trascinarti in questo casino, scusami” lasciò un bacio soffice sulla fronte.
“Zayn, ho giurato anche io quindi non mi hai trascinata da nessuna parte. Sono stata io ad accettare di aiutarti” lo zitti posandogli l’indice sulle labbra.
“Ora è questione personale” parlò più a se stesso che a me.
Inclinai la testa spostando il colletto della maglia che portavo. “Mordi.”
Fece cenno di no con la testa. “Adesso no, non dopo quello che ti è successo.”
“Zayn.mordi.questo.dannato.collo.” sibilai scandendo parola per parola, gli presi la testa portandola nell’incavo del collo “è l’unica cosa che può darmi forza in questo momento, ti sto supplicando.”
Sentii un suo lamento e subito dopo i canini affondarono nella mia carne facendomi ansimare. Il sangue abbandonò il mio corpo per entrare nella sua bocca. Chiusi gli occhi abbandonandomi sul letto, lui cercò di staccarsi ma lo trattenni per i capelli obbligandolo a continuare.
Si spostò al mio fianco pulendomi dal sangue che restava sulla pelle.
“Stai qui con me stanotte” lo guardai facendo gli occhi dolci.
“Va bene, angelo. È stata tua madre a chiamarmi, mi ha detto di quello che era successo e mi ha detto di venire qui.”
“Ricordami di ringraziarla” sorrisi, le palpebre si fecero pesanti a causa della stanchezza.
“Dormi, ti farò dimenticare tutto” mi abbracciò “te lo prometto.” 



#ehilà

questo capitolo lo dedico a jessica che schippa questi due da quando si sono presi a cazzotti AHHAHA
vorrei ringraziare chi recensisce la storia, sopratutto clarissa che mi fa morire tutte le volte, anche jessica.
vorrei ringraziare linda che appena finisce di leggere mi manda messaggi su whatsapp del tipo 'OH.MIO.DIO. SDFGHJK'
vorrei ringraziare alessia che legge la storia anche se studia ogni fottuto minuto per gli esami lol
vorrei ringraziare chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate
vorrei ringraziare chi legge la storia senza commentare, si amo anche voi.
much love, alessia.

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Capitolo 6
*** six. ***


Black&White



Aprii gli occhi infastidita dal sole, avrei dovuto chiudere la finestra la sera precedente. Provai ad alzarmi ma Zayn mi trattenne contro il materasso con forza.
“Non scappare, angelo” mi baciò una guancia.
“Stavo solo andando a chiudere le tende” dissi lamentandomi, mi girai per guardarlo in faccia.
Mugugnò qualcosa di incomprensibile prima di strofinare il naso contro il mio collo in un gesto affettuoso.
“Dobbiamo scendere, devo parlare con i tuoi” si alzò stiracchiandosi e mi trascinò con lui.
“Parlare di cosa?”
“Del tuo allenamento” aggiunge solo e scese le con molta calma, forse stava preparando le parole da dire.
Lucas e mio padre erano sorpresi di vederlo lì, mia madre invece si sedette sul divano cercando di sembrare disinteressata. Zayn si mise nella stessa posizione di quando si era presentato a loro per la prima volta e prese un bel respiro.
“Visto quello che è successo ieri ho preso una decisione, ci ho pensato tutta la notte. Allenerò Charity, sappiamo tutti che ne corpo a corpo non è pratica e non ha ancora capito quali siano i suoi poteri. Hank l’ha presa di mira ormai, so che è colpa mia, per questo mi offro per allenarla” disse.
“Allora i vampiri non sono così stupidi” rise mio fratello. Lo guardai male.
“Lucas, smettila. È una cosa seria. Hank stava per strapparmi le ali, se non foste arrivati voi sarei incatenata qui come una bambola” rabbrividii al pensiero di ciò.
“E come farai?” chiese mio padre.
“Ho una specie palestra personale nel seminterrato. Nei secoli in cui ho vissuto sono riuscito a raccattare qualche arma. Non sarò indulgente quindi l’allenamento sarà duro” disse l’ultima frase guardandomi. In pratica avrei dovuto picchiare a sangue il mio ragazzo. Mi morsi l’interno guancia, sarebbe stato molto difficile.
“Quando hai intenzione di iniziare?” parlò ancora papà.
“Oggi stesso.”
Deglutii rumorosamente, non mi sentivo pronta ancora. Ma non potevo sottrarmi se volevo mettere fuori gioco quell’arcangelo.
Discutemmo per un’ora su quell’argomento, avevo chiaramente detto che ero disposta a farlo. Mi ero andata a cambiare, un pantaloncino e una maglietta semplice a maniche corte. Papà ci portò a casa di Zayn in macchina e scesi prima che potesse dirmi altro per trattenermi. Zayn mi fece strada sul retro, c’era una botola che aprì rivelando una scalinata scavata nella pietra. Lì sotto faceva freddo e mi sfregai le braccia per riscaldarmi. Delle luci al neon attaccate alle pareti laterali illuminavano la grande stanza rettangolare, il pavimento era stato ricoperto con dei sottili materassini affiancati l’uno all’altro senza lasciare un minimo spazio vuoto. In fondo alla stanza c’era un grande armadio di metallo, mi avvicinai ed afferrai le maniglie per vedere cosa conteneva. Armi. Pieno zeppo di armi di ogni tipo. Una decina di pistole, scatole di pallottole, spade e pugnali. C’erano addirittura dei paletti di legno, ne presi uno girandomi stranita verso Zayn che si stava cambiando la camicia con una maglietta nera aderente. Mi incantai a fissare ogni contrazione dei suoi muscoli appena si muoveva, il fisico asciutto e muscoloso con alcuni tatuaggi sparsi qua e là. Si accorse che lo stavo fissando e sorrise malizioso, scossi la testa arrossendo.
“Come mai tieni anche dei paletti?” chiesi cambiando discorso.
“Diciamo che noi vampiri non siamo tutti amici” me lo tolse dalle mani rimettendolo al suo posto “non useremo queste armi, massimo le pistole.”
Annuii, mi legai i capelli in una coda di cavallo e seguii Zayn al centro della stanza.
“Ripeto che non sarò gentile solo perché sei la mia ragazza, non ho paura di farti male” ammise serio.
“Non mi aspetto che mi tratti da principessa.”
“Allora attaccami, usa tutta la forza che puoi.”
Gli sferrai un pugno che lui prontamente afferrò, fece scivolare un piede sotto ai miei facendomi cadere rovinosamente a terra. Mi rialzai sotto il suo sorriso di sfida, tirai un altro pugno al suo stomaco ma mi girò il braccio bloccandomi e mi diede una ginocchiata al fianco. Tossii piegandomi.
“Lenta, sei troppo lenta” mi sgridò.
Questa volta fu lui ad attaccarmi, tirò pugni in ogni parte del corpo ed io invano cercavo di pararli. Riuscì a colpirmi forte sulla guancia, girai la faccia e sentii le lacrime salirmi agli occhi. Le ricacciai indietro ed intanto pulii il sangue che mi usciva dal labbro. Zayn stava in piedi, senza il fiatone, senza la minima goccia di sudore.
“Colpisci qui” prese la mia mano chiusa a pugno e la portò alla sua mascella “così confonderai per un paio di secondi l’avversario, poi piegati e tira un calcio alle ginocchia per farlo sbilanciare. Prova.”
Dopo una decina di pugni andati a vuoto o parati, lo colpii nel punto esatto che mi aveva mostrato, Zayn chiuse gli occhi e subito mi piegai tirandogli il calcio. Cadde di schiena con un tonfo e lo bloccati a terra mettendomi sopra di lui. Sorrise soddisfatto.
“Complimenti, angelo” si tirò su per darmi un bacio e mi avvicinai anche io felice.
Non sentii il morbido delle sue labbra ma il freddo del materassino sotto di me. Ero nella posizione di quando Hank mi stava per strappare le ali.
“Mai farsi distrarre durante un combattimento.”
Mi salirono le lacrime agli occhi ripensando al giorno precedente. “Togliti, ti prego, spostati.”
Si spostò subito e mi sedetti abbracciando le mie gambe, le strinsi al petto con forza.
“Mi dispiace, non volevo farti rivivere quel momento” sussurrò spostandomi i capelli dal viso.
“E’ tutto okay. Devo superarlo in fretta. Non posso piangere ogni volta che penso a lui.”
“Allora non stare lì seduta, continuiamo!”
Continuammo a lottare per tutto il pomeriggio, ormai grondavo di sudore e non mi era rimasta un minimo di forza in corpo. Zayn mi aveva dato molti consigli su come attaccare e difendermi, non scherzava il ragazzo, ci era andato giù pesante. Salimmo in casa e mi buttai letteralmente sul divano mentre lui andava in cucina. Tornò con una bottiglietta d’acqua fresca e me la poggiò sulla guancia, sorrisi per la sensazione piacevole.
“Non te la cavi male” mi disse sorridente, mi tirai su e si sedette vicino a me.
“Tu sembri a malapena stanco” osservai fissandolo male.
Rise si sporse verso di me. “Più anni a combattere cacciatori, angelo.”
Ci baciammo e lascia che la sua lingua corresse a cercare la mia, caddi di schiena e la bottiglietta finì lontana sul pavimento. Gli tirai i capelli e lo strinsi di più a me, ci staccavamo solo per riprendere fiato e pochi istanti dopo eravamo già attaccati l’uno all’altra. Spostò la bocca a mordermi il lobo dell’orecchio e scese più in basso sul collo. Faceva saettare fuori la lingua e alternava piccoli morsi a dolci baci. Mi stava facendo impazzire. Alzò di poco la mia maglietta accarezzandomi la pelle nuda dei fianchi col pollice e l’indice, la mano salì e mi staccai prima che arrivasse al petto, tornando alla lucidità.
“D-dovremmo fermarci” dissi a fatica col fiatone. Sentivo le labbra gonfie pulsare per via dei baci.
Anche lui sembrò riprendersi. “Si, forse hai ragione” si alzò e feci lo stesso anche io “scusa, mi sono lasciato andare.”
“E' anche colpa mia” abbassai la testa per l’imbarazzo “ora devo andare, mi staranno aspettando per la cena.”
Gli lasciai un bacio sulla guancia e corsi verso casa, ancora rossa in viso.
 
“Tu cosa?!” gridò Allyson seduta a gambe incrociate sul mio letto.
“Shh! I miei non sanno che sto con Zayn, non urlare!” la sgridai.
“Fammi capire” riprovò con tono più calmo “tu e Malik eravate sul punto di fare sesso e l’hai fermato?! Sicura di non essere lesbica?” alzò un sopracciglio.
“Sono etero!” sbottai.
“Charity ma tu.. sei vergine?”
Arrossii e lei rise, divertita dalla mia reazione.
“E’ una cosa normale, di che ti vergogni! Se è così sei perdonata” mi abbracciò e risi anche io.
Iniziò a raccontarmi dei suoi segreti più piccanti e mi sentii morire dentro. Era orribile mentire alla mia unica amica, ogni secondo ero sul punto di raccontarle tutto. Rimandavo sempre un momento in cui le avrei detto cosa ero e la paura di essere abbandonata mi fermava. Le sorrisi ascoltando attentamente mentre parlava, aveva il diritto di sapere. Un giorno le avrei parlato.
Perché lei non aveva segreti con me, giusto?
O forse mi sbagliavo. 

#ehilà
so che questo capitolo è corto, mi dispiace tanto cc
vedo che le recensioni aumentano, grazie mille asdfghj

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Capitolo 7
*** seven. ***


Black&White


Entrai in classe in ritardo, bagnata per la pioggia scioccante che non cessava dalla sera precedente. Chiesi scusa alla professoressa di storia e lei mi rifilò un’occhiataccia.
“Ross, si vada velocemente a sedere vicino al nuovo alunno. Abbiamo cambiato i posti, spero non le dispiaccia” sorrise e credetti veramente che fosse una sottomessa di Satana.
Cercai con lo sguardo quella faccia nuova e la trovai nell’angolo in fondo alla classe, guardava distratto fuori dalla finestra, completamente disinteressato quello che succedeva in classe. Mi avvicinai e mi sedetti attirando la sua attenzione. Sorrise amichevolmente e mi porse la mano per stringergliela.
“Ehi piacere, io sono Ryan” si presentò, aveva un bella voce delicata.
“Charity” sorrisi di rimando.
“Sei molto bella” commentò guardandomi ed io arrossii ringraziandolo.
Cominciammo a parlare e ridacchiare sottovoce per non faci scoprire dalla prof, mi raccontò che suo padre era stato licenziato e si erano trasferiti qui per trovare un lavoro, era figlio unico. Sapeva moltissime barzellette con cui mi fece ridere fino a sentire i crampi alla pancia. Ero felice di aver trovato un ragazzo con cui scherzare quando Ally fosse stata assente. Lei mi rivolse un’occhiata ammiccante dalla prima fila in cui era stata spostata. Ryan aveva gli occhi azzurri e vivaci, i capelli biondi molto corti ed un sorriso coinvolgente. All’ora di pranzo scendemmo in mensa insieme ad Allyson. Ci sedemmo un tavolo vuoto, la mia amica si sedette davanti a me mentre Ryan era al mio fianco.
“Fatto nuove amicizie?”
Zayn apparve alle mie spalle facendomi prendere un colpo, posò le mani sulle mie spalle stringendole leggermente in modo possessivo. Guardava in cagnesco il ragazzo di fianco a me ma aveva comunque un sorriso, più che falso, stampato sulle labbra.
“Sono Ryan” gli porse la mano come aveva fatto con me all’inizio della mattinata.
“Sono Zayn, il ragazzo di Charity” specificò senza muovere un muscolo.
Ryan riportò il braccio lungo il fianco sorridendo, dallo sguardo sembrava volessero uccidersi a vicenda.
“Puoi venire un attimo con me, angelo?” mi chiese gentilmente ed io mi alzai annuendo.
Mi condusse nello sgabuzzino dei bidelli, una piccola stanzetta piena di scatole e scope. Non perse tempo ed iniziò a baciarmi poi passò velocemente al collo.
“Non ci sarò per qualche giorno quindi mi dispiace se stavolta ti sentirai più stanca.”
“N-nessun problema”
balbettai prima che affondasse i denti nella carne.
Diversamente dal solito mi prese in braccio facendomi stringere le gambe dietro la sua schiena. Succhiò il sangue in gran quantità e lo ringraziai mentalmente per avermi sollevata da terra o le gambe non avrebbero retto. Si staccò pulendosi le labbra dal rosso scarlatto ma non accennò a mettermi giù.
“Puoi farmi scendere” sorrisi.
“Sono sicuro che cadresti. Ti riporto in spalletta fino alla mensa.”
“Cosa?! No! È imbarazzante!”
“Preferiresti arrivarci strisciando?
” chiese retorico prendendomi in giro.
Nascosi il viso sulla sua spalla per tutto il tragitto, sentivo gli occhi di tutti puntanti su di noi e sarei voluta sprofonda in quello stesso istante. Mi fece sedere vicino ad Ally e mi salutò con un bacio poco prima di allontanarsi. Mi ero dimenticata di chiedergli cosa doveva fare in quei giorni ma una parte di me diceva che non me lo avrebbe sicuramente detto.
 
Al quarto giorno senza Zayn nei paraggi mi iniziavo a sentire presa in giro. Nessun messaggio, era sparito nel nulla e nessuno sapeva niente. Allyson continuava a ripetermi che era un coglione e Ryan le faceva da coro. Ero la sua ragazza, dannazione, non meritavo nemmeno una piccola spiegazione? Si era limitato a dissanguarmi e a scappare, gli avrei conficcato un paletto nel cuore appena lo avrei visto. Lucas passava il tempo su internet sperando ingenuamente di trovare qualche indizio su Hank. Mio padre si disperava pensando che Zayn stesse rompendo il giuramento ed io, di conseguenza, sarei morta a breve. L’unica tranquilla sembrava mia madre che tranquillizzava mio padre e sequestrava il computer a mio fratello ripetendo la frase “Più vi preoccupate, più la paura prenderà il sopravvento e meno sarete preparati a qualsiasi cosa”. In segreto stavo scrivendo un diario, ben nascosto in fondo all’armadio dietro varie scatoline. Scrissi di tutte quello che stava succedendo con arcangeli, vampiri e cacciatori senza un motivo preciso, forse lo avrei nascosto in giardino ed un umano lo avrebbe trovato dandomi della pazza. Oppure ero solo incazzata per la sparizione del mio ragazzo e non sapevo cosa fare. Non aiutavano gli inviti dei miei amici ad andare in piscina, a causa delle mie ali stavo rinchiusa in casa mentre loro si divertivano nell’acqua. Bella merda.
 
‘Mi dispiace per la mia assenza, angelo. Se vieni a casa mia ti spiegherò tutto.’
Finalmente, dopo cinque giorni, mi arrivò un messaggio di Zayn. Mi preparai in fretta e corsi verso casa sua, passavo dall’essere arrabbiata all’essere felice ogni cinque secondi circa. Suonai al campanello impaziente di saltagli al collo. Cosa che feci appena lui aprì la porta in tutta la sua bellezza.
“Sei un idiota. Dove diamine sei stato?!” sbottai ancora abbracciata a lui.
“Lo so, è una storia lunga. Te la spiego più tardi” mi sorrise caricandomi su una spalla come un sacco di patate.
“Che hai intenzione di fare?”
“Devo farmi perdonare.”
Dal corridoio che attraversammo capii che mi stava portando in camera sua e deglutii  eccitata e spaventata al tempo stesso. Chiuse la porta a chiave e mi fece cadere sul letto mettendosi sopra di me. Diede baci ovunque sulla mia faccia sfiorandomi solo una volta le labbra. Gli presi il viso tra le mani obbligandolo a baciarmi come si deve, gli scappò una risata quando gli morsi il labbro. Cercò frettolosamente i lembi della mia maglietta e la sfilò, rimase a guardarmi e mi ricordai della prima volta che mi aveva vista volare, quando mi aveva picchiata.
“Dimmelo.”
Mi guardò negli occhi con un’intensità tale da farmi girare la testa. “Ti amo.”
“Dillo ancora.”
“Ti amo, angelo.”
Lo baciai di slancio, sussurrai anche io quelle due parole ogni volta che le nostre labbra si staccavano. Ci spogliammo e ridemmo tutti e due a qualche mia gaf causata dall’inesperienza. Lui invece mi toccava sapendo esattamente come farmi provare piacere. Provai una strana e nuova sensazione di completezza quando entrò in me ed in quel momento tutto il resto passò in secondo piano. Non sentivo più niente oltre ai nostri respiri. Si sdraiò accanto a me e mi circondò la vita con un braccio, gli sorrisi e passai un dito sulla guancia con un filo di barba incolta.
“Ora spiegami cosa hai fatto in questi giorni” dissi con voce dura.
“Ho sempre detto che sei una guastafeste” sbuffò “sono andato da un mio vecchio amico, aveva delle informazioni per me su Hank.”
“È un vampiro pure lui?” lui annuì. “Zayn, quanti anni hai?”
“Ho diciannove anni dal 1658, in quel periodo ci fu una guerra civile qui e i miei genitori vennero uccisi mentre io venni costretto da dei vampiri a bere il loro sangue e morire, così da diventare come loro.”
Rimasi senza parole, aveva sofferto molto. Questo però non gli aveva dato il diritto di far soffrire altra gente.
“È acqua passata, Charity non ci pensare” mi accarezzò una guancia dolcemente e lasciò un bacio sulla mia fronte.
“Okay. Io devo fare una doccia.”
“Se vuoi ti raggiungo” mi fece l’occhiolino.
“Tu stai buono qui” risi e andai in bagno.
 
 
“Dove sei stata?” chiese Lucas autoritario vedendomi rientrare.
“Da Zayn, abbiamo fatto un po’ di allenamento visto che non ha potuto questi giorni” infondo era una mezza verità.
“Senti, devo farti leggere una cosa” salì le scale, convinto che io lo seguissi.
“Ma mamma e papà?”
“Sono usciti a fare la spesa, muoviti sorellina.”

Entrai nella sua stanza e guardai il computer aperto sul computer, sulla schermata c’era una pagina di internet su delle persone misteriosamente scomparse a Bradford, dove eravamo noi. Una decina di ragazze e qualche ragazzo con un paio di adulti. La mia mente non impiegò molto a collegare le ragazze a Zayn, di sicuro non avrebbe fatto ritrovare i corpi o la gente avrebbe capito dai morsi sul collo che c’era un vampiro in circolazione. Ma non capii cosa c’entrassero i ragazzi, cosa voleva farmi vedere mio fratello?
“Credo che sia stato Hank” affermò appena mi girai verso di lui.
“Come fai a dirlo?”
“I cacciatori di vampiri non si spostano di città in città per un vampirello, lo fanno se ci sono dei gruppi.”
“Ma Zayn non mi ha detto niente a riguardo..”
“Ti fidi troppo di quell’essere.”
“Essere? Lucas ti rendi conto di quello che stai dicendo?”
mi stavo incazzando, stava parlando senza sapere niente.
“Devo ricordati che è un vampiro? Svegliati Charity, anche se ha giurato ti sta solo usando!”
“Non lo conosci.”
“Nemmeno tu se è per questo.”
“Lui mi ama!”
“Ti prende in giro!”
“Abbiamo fatto l’amore, Lucas! Non mi hanno strappato le ali, lui mi ama veramente!”
risposi ormai oltre il limite e con le lacrime agli occhi.
“Charity! Stai facendo troppe azioni sconsiderate!” urlò facendomi arretrare.
“Non ne posso più. Continuiamo a litigare in questo periodo. Mi manca il rapporto che avevamo” mormorai asciugandomi le guancie con il dorso della mano.
Lucas sospirò e mi abbracciò. “Voglio solo il meglio per te” disse con tono più dolce.
“So quello che faccio, fidati di me.”
Si allontanò di poco sorridendomi. “Ti voglio bene e mi fido. Ora vado giù a cucinare, ti chiamo quando è pronto, okay?”
Annuii e lui si avviò verso la porta. Sentimmo dei rumori al piano di sotto e mio fratello mi fece segno di stare ferma, scese le scale ma non gli obbedii e gli andai dietro. Al centro del salotto c’era una figura incappucciata, non riuscivamo a vedere nemmeno un dettaglio del suo viso.
Lucas fece per aprire bocca ma la figura scattò e senza esitazione gli tagliò la gola con un pugnale che aveva tenuto nascosto nella larga manica del mantello nero. Non feci tempo ad urlare che mi fu subito a pochi centimetri dal viso, la lama del pugnale premuta contro la pelle del collo bruciava.
Il movimento veloce aveva spostato il cappuccio permettendomi di vedere chi fosse.
“Allyson?”

#ehilà
scusate il ritardo ma in questi giorni non ho avuto il computer.
da brava belieber non potevo non metterci Ryan nella storia, cioè io amo quel ragazzo, è un figo.
sinceramente a me questo capitolo fa cagare lol ditemi cosa ne pensate voi :) 
p.s. eddai, quanlche recensione in più potete farla no? dovete costringermi ad usare sporchi mezzi come:
'non continuo fino a quando non arriviamo a 478946589 recensioni'?

ryan: 
ciao figone.

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