All'inverno infinito di SakiJune (/viewuser.php?uid=25189)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Leggenda sconvolta ***
Capitolo 2: *** Officina d'amore ***
Capitolo 3: *** Morte di un attore ***
Capitolo 4: *** All'inverno infinito ***
Capitolo 5: *** Alla tua saggezza ***
Capitolo 6: *** 1984 per sempre ***
Capitolo 7: *** Onda ***
Capitolo 8: *** Splendido nulla ***
Capitolo 1 *** Leggenda sconvolta ***
Sono sempre io. O meglio, ero io qualche anno
fa, quando mi esprimevo
esclusivamente in versi. Per chi segue le mie fic non è una
novità
vedermi poetare, per lo più in inglese.
Infatti la maggior parte delle mie composizioni
sono state in origine pensate in quella lingua.
Non
mi aspetto recensioni, né complimenti. C'è una
parte della mia vita,
qui dentro, espressa alla meno peggio, ma pur sempre reale. Leggete, se
vi va, e capite quello che potete.
Saki
1.
LEGGENDA SCONVOLTA
I
folletti non sono angeli gettati dal cielo
giù nella
boscaglia
né demoni sgusciati dalla terra muschiosa
con
la colpa d’esser troppo melensi nel linguaggio
né
pronipoti di Zeus,
né dimenticate divinità del
vicino Oriente
in pensione.
Cancella ciò che hai letto
su di loro.
Un
folletto è figlio di una fanciulla
dai capelli grigi,
balbuziente,
che vaga nel folto per sottrarsi alle risa.
Ma i
boscaioli hanno sete,
dopo
una giornata di lavoro,
e ad una certa ora poco importa se una
donna zoppica, sbava
o non sa perché respiri forte.
Poi
mani maldestre aprono sacchetti di pelle
o maneggiano spille da
balia,
e tutto va a posto, e se la ragazza muore
è
ancora meglio.
Così
i folletti prendono vita
dove sono stati concepiti -
figli di
sputi in una cisterna che non riflette.
Degli alberi rubano
l’odore, delle lepri l’andatura,
dell’erba incolta - la
capigliatura,
senza sesso né arte.
Del
padre hanno il profilo - un poco più umano
tra le gambe il
vuoto
per non ripetere il suo errore.
Calamite
di sangue, nei secoli attendono
sgranocchiando bacche aspre e
dure
come i loro cuori
che la fortuna si conceda al discendente
di turno
per fermare la porta dalla quale è entrata
e
sgattaiolare dentro.
Ma poi, si può chiamare vendetta
un
poco di miele rovesciato sulla sedia?
Bisogna nascere per agire.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Officina d'amore ***
OFFICINA
D’ AMORE
Non
puoi vedere l'azione della mia mente
ti troveresti a guardare una
fabbrica indaffarata
ecco i magazzini - occhi, mani, labbra
dorati
dal ricordo
e una collezione di armonie chiamate parole
il
tutto etichettato e messo in ordine di tempo.
Poi, le macchine: le
due lacrimatrici
a pieno regime - la stampante di pensieri
edipici,
e il distruttore sistematico di buon senso!
Gli
uffici, puliti e ordinati,
dove i computer che avviano un software
ideologico
mostrano come questo amore fosse programmato
dalla
mia nascita...
Ora guarda all'esterno, quei furgoncini in fila
che
aspettano di essere caricati
di merci affettuose
da quando
questo sentimento è esploso:
motori e ruote e
carrozzeria
desiderano trasportarti
per tutti i miei giorni e
le mie notti
e i paurosi crepuscoli.
a
Declan
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Morte di un attore ***
3. MORTE
DI UN ATTORE
Abbiamo
bisogno di fiori nuovi
che
sappiano mentire con classe
mani,
abbozzate
dal genio
che
cesellò il cuore,
levate
a specchiarsi,
lo
sguardo avvilito
e
divertito dal mestiere.
Abbiamo
bisogno di un'altra primavera
di
gesti e di voci
perché
la scorsa eternità
si
è conclusa in un secolo
perché
un viso mai scoperto
avvizzisce
in segreto
mentre
la maschera risplende
notte
dopo notte
a
Vittorio
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** All'inverno infinito ***
ALL’INVERNO
INFINITO
Ritorna
Orione nel cielo d’estate
pur
se nei boschi non s’odono spari,
quando
la luce sua è d’altri emisferi,
quando
i suoi Cani non seguono odori,
tra
i rami carichi, sull’arida volta
dove
rotola tiepida la luna
avvolgendo
la notte, gomitolo bianco
di
un’alba dagli occhi felini.
E
vedo, un passo prima del giorno,
spuntare
atroci tre stelle in fila,
dov’è
rugiada crescere brina,
dove
un ricordo inchiodato respira.
Febbraio
è vicino, accartocciato
nell’anima
fredda che sbatte
ad
ogni fermata del 56.
Febbraio
vigila in fondo al sole
e
salendo getta neve
sulle
piccole ore di luce,
e
t’increspa i capelli, e congela
la
paura di dimenticare.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Alla tua saggezza ***
Alla tua saggezza
Costante come il tempo che non vivo Rimani, mentre torrida s'increspa La fulgida realtà, cupa d'un tratto, O in gocce di diamante si scolpisce Gelida, a far da specchio al cielo e il cielo a lei; Quel che non può Novembre lacrimoso Distruggere, né Agosto fiammeggiante Si perde poi nell'agitarsi insonne D'inquieta primavera, come il mare Avida sì di sogni e di parole, Ma chiusa, stagno informe d'incertezze. Ritorna quando sorge la sua luna A chiedere, punire e sospirare.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** 1984 per sempre ***
6
- 1984 PER SEMPRE
Dovresti avere uno specchio
dovunque vai
controllare di sorridere abbastanza
adeguare il respiro
alla media generale
ridurre i millimetri
di lacrime
per non annacquare l'apparenza
misurare i passi
spogliarti il viso
chiuderti in una scatola
urlare...
nascere
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Onda ***
ONDA
Tu sovrano d'ogni sottile e sfuggente parola,
tu onda cangiante
che s'infrange sulla sabbia del pensiero -
onda rovente, marea infinita.
Notte di stelle vivide,
notte di luna candida,
sogno d'ogni inquieto sonno.
Cerco tracce di te
in ogni crepa del muro
ad ogni svolta che mi riporta alla partenza
in ogni foglia che s'accenna al mondo,
o che scricchiola di vivace morte
sotto i miei passi che a te si affrettano.
Profumo che mi segue
testardo
come una nebbia dorata.
Onda tiepida, marea di luce.
Bellezza di pochi colori,
vestita d'acquerello.
D'altri tempi,
di un'altra vita che soltanto la mia pelle
può ricordare:
il brivido è memoria muta al tuo sguardo -
Onda gelida, cristallo immobile...
io che giuravo di non aver eroi
adesso ho un dio, un dio crudele
un sole invernale
che mi riduce in fiocchi di cenere.
a G.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Splendido nulla ***
SPLENDIDO NULLA
Che sia questo piccolo mondo
un nido di comprensione,
in cui il tempo scorra più lento,
dove i giudizi del mondo siano banditi.
Se la mia mente segue una visione
che senti grottesca sotto le dita del possibile
scomponila come sai,
nei suoi più semplici elementi
e l'imbarazzo saprà evaporare.
Oppure, forse,
ti spaventa il volto della mia emozione?
Non l'hai vissuta mai?
Dunque io posseggo un regno,
e amo il nulla che sta cieco all'orizzonte.
A te, splendido nulla.
a G. |
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=190538
|