Un sogno è abbastanza per sorridere

di Kucchan_
(/viewuser.php?uid=420721)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ospiti ***
Capitolo 2: *** Emozioni ***



Capitolo 1
*** Ospiti ***


                                                              Un sogno è abbastanza per sorridere
 

"Sìì! DAI! Puoi farcela! Vai così, sei grande!"
 
Delle terribili urla provenivano dal piano di sopra di una piccola casetta a Soffiolieve.
"Anita, la vuoi smettere? Sono le undici di sera e anche i vicini dormono, e se continui così farai svegliare Zorua. Lo sai che ha i suoi bisogni specie se si parla di dormire."
Un rimprovero arrivò dritto all’orecchio sinistro di Anita, per uscire dal destro.
"Ancora un piccolo sforzo, non puoi perdere il posto, suvvia!"
"ANITA!!!" La madre della ragazza entrò in camera sua.
"Sì, mamma?Urli come se mi avessi chiamata 5 volte, che pizza. Cosa c’è?"
La faccia della madre, dalla classica “Ora ti sistemo io”, diventò una faccia seccata mista a una che esprime totale.. come dire, quella forte emozione che ti prende quando qualcuno mostra tanto interesse nei tuoi confronti.. [Ironia ovunque] Ah sì, una faccia innervosita.
"Nulla, semplicemente – Iniziò la madre spegnendo il televisore – Non potresti dormire? È tardi e urlare così ti rovinerà quella bella voce che hai." Concluse accarezzando la testa della figlia, che però, ostinata, riaccese il televisore. "Ok, abbasserò la voce, oppure urlerò con le cuffie così mi sentirà solo il televisore (?). Ma sai com’è, Nardo ha già perso il posto, e ora anche Iris sta per essere battuta da quella mocciosetta con i codini? Ma dai! E.. Cosa?! Ancora! Ma cosa ca– .. Mh, sì, ok.. spengo...Buona notte.." Terminò in fretta la ragazza, appiccicandosi al muro e strisciando passo per passo verso il letto.
"Buona notte." Disse la madre, e poi chiuse la porta.
Era passato troppo tempo da quando Anita aveva fatto qualcosa di divertente. Due anni prima aveva girato Unima, aveva incontrato persone simpatiche e non, si era divertita collezionando medaglie e aveva sventato i piani del Team Plasma, ma soprattutto aveva conosciuto un nuovo sentimento, uno indescrivibile, che le faceva battere il cuore. Non conosceva nemmeno il nome di questo sentimento, ma la faceva star male, perché sentiva la mancanza di qualcosa.. di qualcuno di importante. E poi, tutti i suoi amici, che fine avevano fatto? Alcide, ormai era partito per un’altra regione. Komor, era diventato capopalestra. Belle, invece, era diventata l’aiutante della professoressa. Quel ragazzo misterioso, quello che tanto le stimolava l’immaginazione [Interpretatelo come volete o.o].. Dove era andato? Che fine avevano fatto tutti?
Infilato il pigiama, Anita si accucciò sotto le coperte, avvolta dal solito profumo dell’erba bagnata dalla pioggia e nascosta al mondo dai suoi pensieri.
"Oh Mio Arceus!"  Esclamò durante il sonno, alzandosi di scatto. Sua madre corse da lei: "Stai bene? Cosa ti è successo?" chiese subito preoccupata.
Dopo attimi di riflessione, Anita confermò: "Nulla.. Sto benissimo. Anzi, troppo bene. Stavo sognando uno Zoroark e un Darmanitan che si divertivano, c’era anche un ragazzo.. e poi il cuore ha iniziato a battere forte e.. Ok, insomma, sto bene." Concluse osservando la madre che la guardava allibita e sentendosi mancare il fiato. "Mi fa piacere, cara."
Ma ad un certo punto suonò il campanello. “Chi sarà mai..? Ora è tardi.. è mezzanotte e venti..” Furono i pensieri di entrambe. "Apro io, mamma!"
Quando aprì la porta, un tunnel di pensieri si creò nella mente di Anita. Dove aveva già visto quel ragazzo? Quegli occhi grigio perla.. E i lunghi capelli color speranza.. Ricordava quel volto, ma poi venne chiamatà alla realtà: "Emh, scusa.. Mi senti?" chiese la voce del ragazzo alla porta. "Oh, eh.. Sì, dimmi!" Rispose confusa lei, prendendosi tutta la confidenza che con un estraneo si potesse avere.
"Non che voglia sembrare un cane abbandonato, ma sono un allenatore e stavo viaggiando da queste parti quando a cominciato a piovere a dirotto.. Quindi, scusa se sembro scortese, potrei passare qui la notte? Se domani pioverà andrò comunque via, lo prometto." Domandò il ragazzo con quello sguardo un po’ implorante ma anche furbetto.
"Ah, certo! Entra pure!" Anita chiuse con un sorriso la discussione: non riusciva a parlare ancora di più, sentiva che le grida di prima non erano nulla rispetto al dire poche parole a quel ragazzo così misterioso. Ma si riprese subito: "Mamma! Abbiamo ospiti!"
 

--------------------------------Note 
'Emma Verè'.. Come si diceva? Bho.. Dovrebbe essere napoletano xDD
Comunque è la terza volta che pubblico sta storia, non mi visualizza i grassetti quindi li ho eliminati.
Allova.. Storia richiesta da Rin e Len forever.
Natsuki mi aveva consigliato di fare i discorsi in corsivo ma non mi piacevano e quindi li ho fatti normalmente, pardon Natsuki "-" Il corsivo l'ho usato per i miei commentini °o° Che ho sparso un po' in giro.
Beh, Recensite! 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Emozioni ***


[Punto di vista di N]

“Mamma! Abbiamo ospiti!”
 
Quella voce squillante, a quell’ora di notte era piuttosto stordente.
Entrai. La casa era lucida da capo a fondo, un profumo di fiori freschi si spargeva nell’aria.
Mi guardai intorno: anche i mobili erano belli, in stile antico.
E quel profumo.. Profumo di nostalgia.. [ma..?]
“Scusa..” mi sentii toccare la spalla. Era la ragazzina. “A che cosa pensi?” mi chiese. E subito risposi: “Ah, niente di che, stavo ammirando la casa.” E sorrisi. Lei ricambiò, e subito dopo mi disse, con un’aria un po’ imbarazzata: “Scusa, puoi aspettare un attimo? Dovrei chiedere a mia madre dove farti dormire.. – Poi, guardandomi in silenzio, aggiunse, come se si sentisse in colpa – Ah! Non intendevo che sei di disturbo!” E corse da sua madre. Rimasi accanto alla porta d’entrata, mentre ascoltavo i loro discorsi.
“Mamma! Dove dormirà il ragazzo?” “Dormirà in camera tua..” Un momento di silenzio. Ammetto che anche io mi sentivo in imbarazzo all’idea. “.. Non urlare, Anita, tu resterai sul divano.” Mi lasciai scappare un sospiro di sollievo. “Ma comunque, sei proprio sciocca.” Un altro momento di silenzio. E un altro. Finché Anita, a quanto pare si chiamava così, pronunciò scioccata: “C.. Cosa? È davvero.. ?”.
Non ho idea di cosa la madre le avesse detto, ma a me non importava. Tanto il giorno dopo avrei dovuto andare e non avrei mai più rivisto la ragazza. Subito tornò da me, mi guardò per un po’ senza muoversi o dire nulla, e poi disse: “Seguimi, ti mostro la tua camera.” Mi prese per mano e mi portò al piano di sopra, indicando una stanza. Stavo per chiederle: “Ma.. come mai non sei più così allegra?”, ma decisi di tenermelo per me, essendo una ragazza in qualche modo l’avrebbe potuta prendere come un’offesa. E poi mi rispose subito, come se mi avesse letto nella mente. “Ok, continuo ad essere allegra per portare allegria!” e sfoderò un sorriso bellissimo, di quelli che poche persone riescono ad avere. Sentii il mio cuore battere più forte, ma si calmò subito. Che mi succedeva?
 
[Punto di vista di Anita]
 
Aprii la porta e, con un breve inchino scherzoso, gli feci segno di entrare. Entrai anche io, cambiai il cuscino su cui pochi minuti prima avevo tenuto la testa, socchiusi la finestra, e sistemai un po’ le cose in disordine, solo alcune. Poi misi sul letto dei vestiti del papà, di quando era giovane, per far cambiare il ragazzo.
Feci per andarmene, ma poi, proprio sulla soglia, mi girai di scatto e rimasi a fissare.. N, Natural Harmonia. Volevo che anche lui si ricordasse di me. Poco prima mia madre mi aveva mostrato una sua foto che le avevo regalato per farle capire chi era il ragazzo che mi piaceva.  Ed ora l’avevo rammentato anche io. Però.. lui mi conosceva? Sapeva chi ero? Oppure, passati due anni, si era dimenticato di conoscere una certa “Anita”?
Cercai di fingere di essere arrabbiata, mettendo un broncio. “Che c’è? Dovrei cambiarmi.” Disse con aria fredda e distaccata. E io continuai a fissarlo. “Guarda che sembri un maialino così. Fece qualche passo verso di me. E io lo stesso, finché ci ritrovammo faccia a faccia. Il suo sguardo non trasmetteva emozioni.. Come faceva una volta. Erano emozioni non tanto allegre, ma pur sempre emozioni. Mi mise una mano sulla testa, e mi accarezzò. “Certo che mi ricordo di te...” Sussurrò accanto al mio orecchio. “Pensi che non abbia capito chi sei? Anita.. questo è il tuo nome. E lo so bene.”
Non sapevo il motivo, ma una lacrima mi scese sulla guancia. E una sull’altra. Volevo dirgli parole romantiche, ma non esageratamente..  come “Sei il ragazzo più importante della mia vita..” o “Senza di te non riuscivo a stare..”, ma, maldestra come sono, riuscii a pronunciare solo “Mi sei mancato!”, seguito da un singhiozzo. L’abbracciai forte, e quando fui sicura che le lacrime non sarebbero più scese, mi avvicinai alla sua faccia, in punta di piedi. Era cresciuto, io invece ero rimasta la solita tappetta, come mi diceva lui.
 
“Anita! Che combini ancora nella camera dell’ospite?” Sentii urlare. E sentii anche il mio viso avvampare. Mia madre era capace di interrompere momenti come questi anche se ne era consapevole. E questo è uno dei suoi difetti. “Su, che è tardi.. Il ragazzo dovrà dormire, no? Ha detto che ha viaggiato tanto, quindi lascialo stare.” Mi spinse fuori dalla porta e la chiuse scusandosi con N: “Scusami, mia figlia ama parlare con gli altri, se li conosce da poco.” 


--------------Note 

Eccomi con il secondo capitolo, scusate per l'attesa xD Non avevo l'ispirazione :l Dai, oggi vi ho portato un altro capitolo e sono speranzosa che vi piaccia! ;) Per favore recensite! >.< <3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1906320