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Salve a tutti! Questa ff che ho intenzione di
ripubblicare è la mia prima storia in assoluto su Inuyasha.
Pur pubblicandola a puntate, in realtà, questa storia l’o terminata da un
parecchio (più di due anni), anzi, ho scritto anche un seguito, che tuttavia ho intenzione di pubblicare solo se qualcuno vorrà leggerlo.
Ho più volte postato e poi cancellato
questa storia, perché non ho mai visto un solo commento ad essa.
Allora, mi chiedo, è così brutta? E’ vero che quando scrissi questa ff e la sua prosecuzione, non avevo
ancora letto il manga e mi basavo solo sull’anime, allora visto solo
fino alla prima serie. Ed è anche vero che molti personaggi, ora che sto
leggendo il manga e che ho visto altri episodi dell’anime,
hanno subito vari cambiamenti, e molti altri protagonisti si sono aggiunti,
sconvolgendo tutto. Ma questa storia, oltre a essere
un AU (e quindi non essenzialmente legata a questi cambiamenti), è anche una ff a cui tengo molto, perché i personaggi sono entrati
completamente in me, sono parte di me. Ed è per questo che, nonostante tutto ho
deciso di pubblicarla.
Ripeto, se qualcuno volesse un giorno
leggerne il seguito, io sono pronta a postarlo, con immensa felicità. Ma per
ora, spero vorrete leggere questa umile ff, che non ha nulla delle grandi opere, ma che comunque, è
scritta con il cuore di una ragazzina allora diciassettenne, che amò questo
anime e provò semplicemente a scrivere una storia.
I
UNO STRANO RAGAZZO
Quel
giorno Milena era furiosa e sapeva che qualsiasi cosa le avrebbe fatto perdere la pazienza. Non solo quella mattina era arrivata tardi a scuola e aveva dovuto sorbirsi una
ramanzina da quella di matematica che "non ammetteva ritardi", ma
aveva avuto anche un bel cinque al compito di latino, cosa che non si sarebbe
mai aspettata visto che al precedente aveva preso
sette. A farle perdere quel poco di pazienza che ancora aveva ci aveva pensato quell’idiota di Alessio, che
l’aveva presa in giro per tutto il resto della giornata, perché "da lei
non si sarebbe mai aspettato un voto del genere".
"Brutto
idiota senza cervello! E lui chi crede di
essere?" stava blaterando fra sé e sé pregando che quella giornata
migliorasse e non peggiorasse, come invece temeva.
Così,
persa nei suoi pensieri, le venne un colpo quando sentì una mano toccarle la
spalla. Si voltò e si trovò faccia a faccia con un ragazzo più o meno della sua
età, dai lunghi capelli neri, mai visto prima.
"Devi
venire con me!" disse senza troppi complimenti.
Milena
era talmente nervosa che non ebbe neanche paura che lui potesse avere brutte
intenzioni, ma aveva solo voglia di liberarsi da quello scocciatore.
"E tu che diavolo vuoi?"
"Ho
detto che devi venire con me! Ho bisogno del tuo aiuto!"
disse prendendola per il polso.
"Ehi,
ma chi diavolo credi di essere!" gli urlò contro
dandogli uno schiaffo sulla mano.
"Ma come ti permetti! Tu non puoi trattarmi così!"
"Ah
si? E chi ti credi di essere?" I suoi occhi brillavano
dalla rabbia: ma chi diavolo era quel ragazzo e cosa diavolo voleva da lei?
"Io
sono…"
Fu
allora che si accorsero che i passanti li stavano fissando curiosi.
"Al
diavolo!" fece allora lui e prendendole la mano, la trascinò lontano da
lì.
"Ehi
tu!! Mi vuoi lasciare? Ma chi diavolo sei? Ehi, mi
ascolti?" gli urlò dietro, ma lui non l’ascoltò.
Fu allora che per la prima volta ebbe paura di quel ragazzo così strano, constatando che si stavano dirigendo verso la periferia
della città.
Dopo
dieci minuti di corsa finalmente si fermarono: "Ecco, qui credo che
nessuno ci disturberà".
"Insomma…
si può sapere che cavolo vuoi da me?" urlò allora Milena prendendolo per
il colletto della maglia e scuotendolo con quella poca forza che le restava
dopo quell’assurda corsa.
"Calmati"
fece lui con la calma più assoluta di questo mondo e
Milena potè così costatare che sul suo volto non vi
erano gocce di sudore. "Forse non sono stato molto gentile, ma è una cosa
veramente importante per me" disse, con un tale accento malinconico nella
voce, che Milena non potè fare a meno di credergli.
"Ma… cosa vuoi da me?" chiese lei calmandosi e
lasciandogli la maglia.
"Io
mi chiamo Inuyasha…."
"Demone-cane?" chiese Milena esterrefatta.
Fin
dalle medie le era sempre interessata la cultura e la lingua del Paese del Sol
Levante e aveva comprato molti libri al riguardo, decisa a
imparare quella lingua così diversa dalla sua, ma così affascinante. "Ma chi ha scelto un nome così strano?"
"Beh
non è molto strano… mio padre era un demone…..".
Milena
sgranò gli occhi e iniziò a ridere "Si, si, e io sono RumikoTakahashi!" esclamò "Ma fammi
il piacere!".
Pur
amando molto la cultura giapponese, dove le credenze popolari su demoni e mostri erano considerate più che una fantasia, lei era
sempre stata convinta che si trattasse solo di superstizioni.
"Guarda
che ho detto la verità! Io provengo dalla Sengokujidai…"
"Vorresti
farmi credere che provieni dal passato e per di più
che sei un demone? E aspetti che io ci creda? Mi hai
preso per una stupida?" chiese Milena perdendo la pazienza "Senti,
credevo che dovessi chiedermi una cosa seria e io ho deciso
di seguirti, ma non sono certo qui per sentire stupidaggini!".
"Ascoltami
bene!" esclamò allora lui alzando il tono della voce e guardandola dritto
negli occhi: "Guarda che non ti sto raccontando frottole, ma è tutto vero!
Io non conosco nessuna RumikoTakahashi
o come diavolo si chiama, ma sono venuto qui per
chiederti di darmi il frammento della shikon no tama e permettimi così di tornare nel mio mondo!"
"La
cosa? E cosa sarebbe?"
"Questa"
esclamò prontamente e dalla maglia uscì una collana con appeso
un ciondolo rosa pallido, che all’epoca avrebbe dovuto essere una
sferetta, ma a cui mancava ancora un frammento. Milena la fissò e
inconsciamente avvicinò una mano per prenderla. La sfera brillò e lei si trovò
avvolta da una luce calda e dolce.
Guardò
il ragazzo di fronte a lei e sgranò gli occhi: i suoi capelli ora erano color
dell’argento, lo scuro dei suoi occhi era di uno splendido color ambra e sulla
testa un paio di orecchie canine.
"Inuyasha…" bisbigliò.
Improvvisamente
"seppe"… tutto. La sfera le aveva regalato i suoi ricordi, la sua
storia… vide gente con kimono e katana appesa al
cinto, demoni di tutte le dimensione, conobbe Kagome, kikyo, Shippo e tutti gli altri.
"Ma
come è possibile?" chiese fissando il mezzo
demone incredula.
"La
sfera ha voluto che tu mi credessi… è per questo che
hai visto quello che hai visto ed è per questo motivo che tu puoi vedermi per
quello che sono veramente. Un mezzo demone"
"Come
sarebbe a dire che la sfera ha voluto che ti credessi? Una sfera che ha
vita?" chiese ancora incredula per quello che le stava
accadendo.
Inuyasha le sorrise per la prima volta e lei notò che era davvero un ragazzo
molto carino "Non chiedermelo, è così e basta. E poi tu SAI. Non hai bisogno di farmi queste domande."
Rispose e Milena costatò che aveva ragione. Le sembrava di conoscere quel
ragazzo da sempre, di provare la sua stessa malinconia per la morte di Kikyo e per il suo ritorno, così diversa ormai dalla
ragazza che aveva amato cinquant’anni prima… . Le sembrava di sentire il dolore di Sango
per la morte della sua gente, l’amore di Kagome per
quel ragazzo così strano…. Eppure qualcosa mancava, un
ricordo importante….
"MaInuyasha…. come…
come hai fatto ad arrivare qui?"
Erano
mesi che lui aspettava quel momento. Sapeva che da quella battaglia dipendeva
non solo il suo futuro, ma quello di tutti gli esseri umani. L’ultimo frammento
era nelle sue mani, nelle mani di quel mostro che aveva portato lui e Kikyo ad odiarsi per cinquanta lunghi anni. Nelle mani di Naraku, che sogghignando girava il frammento fra le dita
della sua mostruosa mano.
Lui,
Kagome, Sango e Mirokuerano schierati dalla parte
opposta pronti a morire pur di recuperare quel frammento e uccidere Naraku, quel mostro che aveva rovinato le vite di tutti
loro.
La
battaglia ebbe inizio: Inuyasha si fiondò contro il demone, brandendo Tessaiga,
ma il colpo andò a vuoto.
"Dove guardi, sono qui!" lo beffeggiò il demone
spostandosi dalla parte opposta.
"Maledetto!"
esclamò l’hanyou e mirando alla testa di Naraku partì all’attacco, ma ancora una volta il mostro
evitò il fendente.
I
due continuarono così per un po’, mentre gli altri, che pur volevano aiutare il
mezzo demone, si videro costretti a lottare contro mostriciattoli, dono di Naraku, non molto forti, ma abbastanza numerosi da far
perdere loro del tempo.
Inuyasha balzò da un lato e questa volta riuscì a ferire il suo avversario.
"Maledetto!"
sogghignò Naraku e lanciò il frammento che ancora
teneva fra le mani, verso una semplice lepre che passava, ignara di quello che
stava accadendo sulla sua testa. E di colpo il mite
animale si trasformò in un demone di dimensioni colossali. (NdN
Lo so, lo so! Potevo trovare un demone un po’ più intelligente! Ma questo era
l’unico che mi è venuto in mente!)
"Ora
veditela con questo, stupido mezzo uomo! E vediamo se
oserai ferirmi una seconda volta!" rise e svanì tra la boscaglia.
L’hanyou non si perse d’animo e si scagliò verso il demone
volpe, ma l’animale, ancora più veloce per la trasformazione subita, evitò con
un balzo l’attacco della katana e rispose con una
zampata, talmente veloce che il mezzo demone fu scaraventato lontano.
"Inuyasha!" urlò allora Kagome
cercando di raggiungere il ragazzo, ma un’ulteriore
zampata del mostro la scaraventò su Miroku e Sango.
"Kagome!" esclamò il mezzo demone cercando di
raggiungerli, ma un colpo veloce del demone lo scaraventò dalla parte opposta.
Il
mezzo demone non si diede per vinto e continuò a combattere, ma il demone non
si fece sopraffare e in poco tempo Inuyasha si
ritrovò per terra stremato.
"Ma… maledizione!" stava per rialzarsi impugnando Tessaiga quando si accorse di quello che stava accadendo.
"Inuyasha!" l’urlo di Kagome
gli fece comprendere la verità. Si guardò le mani e notò di avere normali
unghie al posto degli artigli. Sempre più pallido si toccò i capelli. Erano
neri, neri come la pece!
"Maledizione!"
alzò gli occhi al cielo e si accorse che era ormai il tramonto. Quella
battaglia era durata più di quanto avesse immaginato.
"AHHHHHHH!"
il demone si era lanciato nuovamente all’attacco.
"Sono
perduto!" esclamò il demone ormai stremato. Istintivamente aveva chiuso
gli occhi, quand’ecco che sentì un vento fortissimo
sollevarlo da terra.
"Ma cosa…?"
"NO!!
MIROKU FERMATI!!" urlò Kagome quando vide il
bonzo togliere il rosario dalla mano.
"NON
ABBIAMO ALTRA SCELTA! PERDONAMI INUYASHA!!!"
esclamò indirizzando contro Inuyasha e il demone il
suo kazana, dono e maledizione ricevuta dallo stesso Naraku.
Kagome si avventò su di lui per fermarlo: "Miroku,
ti prego…. Ferma tutto questo!" implorò lei, ma il ragazzo scosse la
testa.
"Non
posso…."
"INUYASHAAAAAAAAAAAAAAA!"
urlò Kagome, comprendendo che non c’era più nulla da fare.
La
voce della ragazza fu l’ultima cosa che il mezzo demone riuscì a sentire, prima
di perdere completamente i sensi e lasciarsi inghiottire dal nulla.
"E poi?" chiese Milena senza fiato.
"Non
lo so. Mi sono svegliato in aperta campagna, ma del mostro e del frammento non
c’era alcuna traccia, però… strano, ma vero, mi sono ritrovato a stringere tra
le mani la shikonnotama."
"Ma... non l’aveva Kagome?"
"Si,
ed è questo la cosa che più mi ha stupito, neanche il ritrovarmi in questo
mondo così simile a quello di Kagome… non lo so…. All’inizio mi sentivo un po’ fuori luogo e avevo paura
che i miei abiti o il colore dei miei capelli attirassero
l’attenzione. Ma poi ho notato che nessuno mi prestava la benché minima
attenzione… finché non ho capito che loro mi vedevano come uno di loro… un
umano… forse grazie alla shikonnotama…. Non lo so... quella sfera è sempre stata un
mistero per me… l’unica cosa che so è che devo ritrovare il frammento mancante
e solo allora potrò esprimere il desiderio di ritornare a casa."
"Ma
come fai ad essere certo che ce l’abbia io?"
chiese.
Erano
seduti al tavolino di un bar e chi li avesse visti, avrebbe
potuto benissimo scambiarli per una delle tante coppiette che
affollavano i locali a quell’ora.
"Perché
ti ho osservata per molto tempo.. e ogni volta che tu
ti avvicinavi la sfera brillava… è da parecchio tempo che me ne sono accorto,
però…."
"COSA!!! " Milena balzò in piedi "E’ da parecchio tempo
che mi segui? E si può sapere perché poi sei saltato
fuori dicendo che non c’era tempo da perdere e mi hai trascinato per mezza
città!"
"Perché
non ne ero certo… avevo paura di sbagliare e
soprattutto di non essere creduto, come d’altro canto è successo… e pensare che
se avessi saputo che la sfera mi avrebbe dato una mano, l’avrei fatto prima!
Senza contare che non riuscivo a beccarti da sola, ma eri sempre in compagnia
di qualche tuo amico! E poi…"
"E poi….?"
Inuyasha prese la sfera tra le mani "L’ho notato
l’altro giorno… la sfera sta perdendo lentamente il suo colore… probabilmente
questo è dovuto al fatto che non si trova nel suo mondo… certo è che tra breve
la sfera perderà tutti i suoi poteri e io resterò bloccato qui per
sempre!"
Milena
lo guardava in silenzio: possibile che tutto quello che le stava capitando era
reale? Che era seduta in un bar con un demone venuto
dal passato? E che senza esserci mai stata lei grazie
a quella sferetta SAPEVA che Inuyasha non le aveva
mentito, ma le aveva raccontato la verità? Ma come era
possibile tutto questo? L’unico modo per trovare una risposta alle sue domande
era aiutare quel ragazzo nella ricerca del frammento mancante.
Beh, effettivamente il far
ricordare a Milena tutto in un attimo, è una soluzione non po’ veloce, ma non
potevo certo raccontarle tutto dalla A alla Z,
altrimenti ci sarebbe voluto un’intera ff! E poi, la shikonnotama,
secondo me, è capace anche di questo!
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! Mi
raccomando, anche se vi fa schifo, fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto!
Sistemare Inuyasha non fu un problema per Milena: i suoi genitori, essendo
persone d’affari stavano fuori città praticamente tutto
l’anno e lei non li vedeva anche per intere settimane e quindi era costretta a
vivere da sola, cosa che le piaceva talmente tanto che non le servivano neanche
dei domestici, ma si occupava della casa da sola.
“Caspita che bella casa!! Neanche quella di Kagome è così
bella!!”.
“Beh… qui siamo in Italia e le case sono molto diverse da
quelle giapponesi!” rispose aprendo la porta della sua stanza “E questa è la mia…”
“Spostati!”
urlò il mezzo demone scaraventandola da un lato e sguainando Tessaiga entrò
nella stanza.
Milena
si affacciò per vedere cosa fosse accaduto e a stento
riuscì a soffocare un urlo. Un mostro, di quelli che lei aveva visto solo nei
cartoni animati, era sulla sua scrivania, un pezzo di cristallo rosa nella
zampa.
“Il
frammento!” esclamò. Ma allora lo aveva veramente lei?
Possibile che non se ne fosse mai accorta?
“Resta
indietro!” le intimò il mezzo demone balzando sul mostro, ma questo non sembrò
neanche accorgersi dell’hanyou, anzi, si voltò verso la finestra da cui era
entrato e scappò via portando con sé il frammento della sfera.
“Maledetto!”
fece Inuyasha, ma Milena era più preoccupata per la
sua stanza che per la scomparsa del frammento.
“Guarda
che disastro! Ci vorranno delle ore per rimettere tutto a posto e io che devo
anche studiare per domani! Lo sapevo che questa giornata sarebbe finita peggio
di come era iniziata!”
“Piantala di lamentarti!” le urlò Inuyasha “Non me ne frega
niente della tua stanza! Per me quel mostro poteva anche distruggerla! So solo
che quell’essere si è portato vi il frammento! E tu invece ti lamenti per una cosa così semplice!”
“Abbassa
la cresta!” urlò allora Milena per tutta risposta “Chi lo avrebbe spiegato ai
miei se qua dentro fosse successo qualcosa?Loro non credono ai mostri o a cose del genere, e francamente neanche io
fino a poco fa, e se per caso raccontassi loro di te sarei rinchiusa in un
manicomio, e se anche qualcuno mi credesse TU e quella maledetta sfera finireste in laboratorio per essere analizzati e allora puoi
anche scordartelo di ritenere a casa tua!E poi un demone del genere in città non passerà
sicuramente inosservato! Senza contare che sarà lui a cercare te, perché tu hai
in mano il pezzo più grosso della shikon! Quindi adesso calmati e aiutami a
riordinare tutto sto macello!!!”
“Si….. come vuoi….” blaterò. Quella ragazza somigliava in un
modo impressionante a Kagome, così energica e decisa… l’unica oltre a lei ad
averlo zittito e senza neanche usare un comando come OSUWARI! Sospirò e
tuttavia decise di mettersi al lavoro.
Milena
guardò il mezzo demone che ripuliva la stanza con lei e si sentì in colpa per
averlo trattato in quel modo. In fondo Inuyasha non aveva tutti i torti, senza
contare che c’era qualcosa che non andava: perché il demone era scappato via
con il frammento più piccolo, quando il pezzo più grande della sfera era così
vicino? Aveva forse ricevuto un ordine preciso a cui si era scrupolosamente
attenuto? E come mai Inuyasha che era un demone anche
lui, non aveva sentito che quel mostro era nelle vicinanze? E
poi da dove era saltato fuori quel mostro? Davvero nel suo mondo esistevano
quegli esseri?Ed
erano della sua epoca o forse li aveva portai il mezzo demone attraverso quel
varco spazio temporale aperto da Miroku? Ma allora
questo significava che tutte le leggende a cui lei non aveva mai prestato attenzione
durante le sue letture sul Giappone, e che invece erano la colonna portante
della civiltà giapponese erano tutte vere?
“Ehi…
ma questo non è quello che ti sta sempre appiccicata!” la voce di Inuyasha la fece tornare al presente.
Si
girò nella sua direzione e vide che in mano stringeva un portafotografie. Istintivamente glielo strappò dalle mani arrossendo violentemente.
“Questi non sono affari tuoi!” urlò.
“Troppo
rossa per essere un semplice amico… è il tuo
fidanzato?” chiese Inuyasha con quel tono sarcastico che Kagome odiava tanto,
ma che poi aveva amato più della sua stessa vita.
“Questi
non sono affari tuoi!!” urlò lei.
No,
Alessio non era il suo ragazzo, ma avrebbe tanto voluto che lo fosse. Alessio
era uno dei suoi più cari amici, più grande di lei di un anno. Era un ragazzo
molto carino, alto, occhi e cappelli scuri, intelligente e un ottimo attore,
uno dei migliori del corso teatrale a cui partecipava anche lei. Era talmente
ammirato a scuola, che uno stuolo di ragazze era sempre presente ai loro
spettacoli e non faceva altro che urlare nella sua direzione (Avete presente i
classici bei ragazzi dei licei giapponesi che si innamorano
poi delle protagoniste? Beh, insomma quel genere!). Era forse quello uno dei principali motivi per cui, secondo Milena,
lui era irraggiungibile. Che cosa avrebbe potuto trovare di bello in lei quando
c’erano ragazze molto più carine di lei che lo
corteggiavano? E poi non facevano altro che litigare e
lui la criticava sempre dicendo “Ma chi ti ha detto di iscriverti a questo
corso? Non sai recitare per niente!!” e lei ci rimaneva
sempre male, anche se, a detta di molti, lei era abbastanza brava.
Quella
foto che ora stringeva al suo petto come qualcosa di inestimabile,
era stata scattata durante un campeggio che lo stesso Alessio aveva organizzato
con i ragazzi del corso. Erano stati giorni splendidi in cui si erano ritrovati
a chiacchierare davanti al fuoco diverse volte, suscitando commenti sarcastici.
E poi, alla fine, ironia della sorte, quando Luana
aveva deciso di immortalare quei giorni, si erano ritrovati fianco a fianco,
stretti come sardine per permettere a tutti di entrare nell’obiettivo. Quella
era stata l’unica volta in cui si erano ritrovati così vicini, tanto da toccassi.
“Lui
è solo un mio amico! E ora smettila di dire
sciocchezze!” esclamò Milena, decisa ad allontanare Alessio dai suoi pensieri.
Ci
volle un’oretta per aggiustare i danni causati da mostro, o forse sarebbe potuto servire anche meno tempo se Inuyasha non
avesse continuamente chiesto a cosa servissero tutti gli oggetti che toccava.
In fondo a Milena faceva quasi pena: solo, sperduto in un mondo così diverso
dal suo, senza i suoi amici… e poi in fondo lui era Inuyasha, il mezzo demone
conosciuto da tutti per la sua irruenza e cocciutaggine e che se non fosse
stato per Kikyo…
Si
voltò ad osservarlo: i capelli argentei gli scendevano lunghi sulle spalle e
gli occhi color ambra sembravano persi in un mondo lontano che lei non poteva
raggiungere in alcun modo.
“Ti
mancano molto vero?”
Lui
si voltò a guardarla e stranamente sorrise “Si. Il mio mondo mi manca, con le
sue regole semplici e senza quelle strane diavolerie che avete qui, come quelle
scatole mobili che chiamate automobili!”
“E gli altri? Ti mancano?”
“Tse!
Io sono Inuyasha e non ho bisogno di nessuno, io!” esclamò
con aria di superiorità.
“Davvero?
E allora perché hai chiesto il mio aiuto se non hai bisogno
degli altri?”
“AVEVO
bisogno del tuo aiuto! Ora che il frammento non ce l’hai
più tu, non mi serve più!!!” disse alzandosi in piedi, deciso ad andarsene.
“DOVE
CREDI DI ANDARE TU!!!!” Lo spostamento d’aria misto a
sorpresa lo fece cadere per terra.
“Insomma…
ma ti sembra la maniera di fare?”
“Tu
OSI andartene! Sei piombato nella MIA epoca, ci hai portato un mostro che per
poco non mi distruggeva la MIA casa e tu OSI andartene! Questo è il MIO mondo,
il MIO tempo e io VOGLIO proteggerli! CHIARO?”
“Ascoltami
bene!” fece allora lui balzando in piedi e guardandola dritto negli occhi “TU
mi saresti solo d’intralcio perché sei solo un’UMANA!
Almeno Kagome era capace di veder i frammenti, ma tu non sai
fare neanche questo!”
“Bell’affetto
che provi per Kagome, considerarla una semplice cerca sfera! In ogni caso tu
HAI BISOGNO di me! Come pensi di muoverti in questa immensa
città se non sai nemmeno cos’è una semplice automobile? IO TI AIUTERO’!!! E’ CHIARO?!” urlò con tutta la forza che aveva in corpo
e lui, nonostante non volesse, si trovò ad annuire senza sapere il perché.
“Molto
bene!” esclamò Milena raggiante “L'avventura ha inizio!!!”
“Non
hai proprio idea di dove possa essere quel mostro?” chiese Milena, mentre,
seduti in cucina, mangiavano qualcosa “In fondo sei un demone anche tu… dovresti sentire i tuoi simili… o no?”
“Già…”
fece Inuyasha perplesso “Infatti
non sono riuscito a percepire nulla neanche prima, quando quel mostro era nella
tua camera. Forse è una conseguenza del trovarmi in un mondo diverso da mio.”
“Forse.
Eppure…”
In
quel momento il citofono suonò e Milena corse ad aprire.
“Chi
è?” chiese.
“Sono Luana.”
Milena
rimase pietrificata. Luana? E ora? Cosa
avrebbe dovuto fare? Come spiegare la presenza di Inuyasha? Avrebbe dovuto mentire con la sua migliore amica?
“Ehi,
Milena ci sei?”
“Si…
sto scendendo!” fece prima che lei potesse chiederle di salire.
“Inuyasha non ti muovere di qui, hai capito?” gli urlò prima
di fiondarsi giù per le scale.
Milena
aprì il portone trafelata. Davanti a lei vi era Luana,
la sua migliore amica che la guardava preoccupata.
“Milena!
Che hai? Ti è successo qualcosa?”
“Nulla,
solo che… che per poco non facevo bruciare la cena.”
“La
cena? E da quando in qua tu ceni?! Non sei a dieta?”
“Beh…
era ora di smetterla, no? E poi non sono tanto grassa
da averne bisogno!” fece imbarazzata. Inutile, lei le bugie non sapeva proprio
dirle.
“Allora,
posso salire?”
“Come?”
“Ma come, non mi dire che ti sei dimenticata che dovevo
venire a studiare da te! Sei stata tu stessa a chiedermi di aiutarti con il
latino visto il risultato dell’ultimo compito!”
“Accidenti!
Con tutto il casino che è successo oggi, me n’ero
proprio scordata!”
“Perché, che è successo? Comunque
non ti preoccupare, Alessio sta posteggiando la sua auto e fra poco…”
“Alessio?
E lui cosa c’entra?” chiese.
“Ehi,
Milena, ma ti senti bene? Alessio era con me quando me lo hai chiesto e lui si
è offerto di aiutarti!”
“E’
vero… me ne ero completamente scordata! Oggi sono un
po’ distratta!”
“Tu
sei SEMPRE distratta!” fece una voce dietro di loro.
Milena
si voltò e incontrò lo sguardo sorridente di Alessio
“lo sapevo, ti eri dimenticata del nostro arrivo, vero? Sei sempre la solita!”
“Piantala!” gli urlò contro. Ma
perché non sapeva essere gentile una volta tanto?
“Allora
ci fai salire o no?” chiese Luana.
“Ecco,
vedete….”
“C’è
qualche problema?” chiese una voce dietro di lei.
Milena
si voltò e per poco non gettò un urlo. Ma perché era
sceso? E se gli avessero chiesto chi fosse, lui…?
Inuyasha vide la sua reazione e prevedendo una sfuriata per non aver ascoltato
le sue parole si affrettò a dire: ”Non risalivi e sono venuto a vedere cosa ti
era successo. Sai temevo che fosse il….”
“Va
tutto bene, grazie!” lo interruppe prima che dicesse qualcosa di sbagliato.
“Adesso
capisco… Ecco perché eri così strana e non volevi farci salire, eh?” la
stuzzicò Luana.
“No…
non è vero….” Blaterò lei arrossendo “Comunque lui è… Inuy… cioè Inuo è… ehm… mio
cugino. Abita in Giappone, in un paesino sul monte Fuji
ed è qui in vacanza.”
“Non
sapevo che tu avessi dei parenti giapponesi…” fece la ragazza sospettosa.
“Infatti non è proprio un cugino… i suoi genitori sono grandi
amici dei miei e io li considero degli zii….”
“Ah” fu il suo commento, mentre Alessio non
disse una parola.
“Sarà
ospite a casa mia per qualche giorno.” Aggiunse
notando il silenzio che si era creato.
A
quella notizia Luana sgranò gli occhi “Vi... vivrete
da soli?!”
“Certo,
perchè chi dovrebbe esserci con noi?” chiese Milena e
guardò Alessio come se si aspettasse un suo commento sarcastico. Invece il ragazzo si limitò a fissarla senza dire nulla. (NdN Qui gatta ci cova! ^_^)
“Allora,
volete salire o restate qui? Fa un freddo bestiale!” chiese allora Inuyasha, notando la tensione creatasi fra i due.
“No,
saliamo.” rispose Milena con un sorriso, precedendo
gli altri. Non si sarebbe mai aspettata una reazione simile da parte di Inuyasha: non l’aveva mai
interrotta e aveva accettato la sua storia senza battere ciglio. Quando poi aveva notato la tensione che era venuta a crearsi
fra lei e Alessio era prontamente intervenuto.
“Grazie”
disse accostandosi all’orecchio del mezzo demone per non farsi sentire dagli
altri.
“E di che?” rispose con un sorriso e Milena potè costatare che era molto più carino quando non assumeva
quell’aria di superiorità e menefreghismo che aveva
sempre.
“Sono
carini insieme, non trovi?” chiese Luana avvicinandosi a
Alessio.
“Sarà…”
fece lui non troppo convinto.
“Non è che sei un po’ geloso? Dopotutto vivranno insieme da
soli….”
“Io
non sono geloso di nessuno! E poi Milena è grande
abbastanza per caversela da sola!”
“Se
lo dici tu… comunque devo ammettere che è un ragazzo molto
carino…”
“Contenta
tu!”
Luana
lo guardò torvo “Guarda che se quei due finiscono
insieme sarà tutta colpa tua!”
Lui
la guardò “E io cosa c’entro?”
“Se
tu le avessi detto tutto prima adesso non rischieresti
di perderla!”
“Piantala di dire cavolate, Luana!” esclamò lui e accelerò il
passo.
“Eccociarriv….” Fece per dire
Milena, ma Inuyasha le tappò la bocca con una mano.
La ragazza seguì lo sguardo del mezzo demone e sgranò gli occhi.
“Ci
rivediamo… Inuyasha….” La voce del mostro sembrava provenire dall’oltretomba tanto era bassa e
profonda.
L’hanyou si parò davanti alla ragazza in modo da trovarsi
sullo stipite della porta. “Chi sei? Che vuoi?” chiese, anche se quella voce gli era familiare. Ma di chi poteva essere?
“Lo
sai chi sono… e sai anche cosa voglio” disse indicando il petto del mezzo
demone.
“Scordatelo!
La shikonnotama non sarà mai tua!” urlò e brandendo Tessaiga si scagliò contro il mostro, ma questi con un
balzo evitò il ragazzo e la katana, finendo sul
tavolino del salone.
“Ehi,
dove vai? Son qui!” chiese il mostro ridendo.
“Maledetto!”
il mezzo demone si scagliò ancora contro il mostro, ma anche questa volta
questi evitò il colpo.
“Sei lento Inuyasha... eri molto
più veloce prima... mi hai persino ferito…!”
“Ferito?
Ma allora sei……?”
Un
nuovo colpo lo investì in pieno, mandandolo contro il muro. Ma
il ragazzo non aveva intenzione di arrendersi: con un colpo di reni fu di nuovo
in piedi, impugnò Tessaiga e partì all’attacco. La
spada questa volta colpì il demone, ma il colpo non sortì alcun effetto, come
se si fosse trattata di una spada giocattolo.
“Ma come…?”
Milena
guardò Inuyasha e il demone di fronte a lui. PerchéTessaiga non si era
illuminata? Possibile che avesse perso i suoi poteri? E
se questo era vero, voleva dire che…
“INUYASHA!”
urlò con tutta la voce che aveva in corpo “STAI
DIVENTANDO UMANO!”
Luana
raggiunse Alessio “Perché te la sei presa tanto?” chiese.
Il
ragazzo si fermò e la fissò freddo “Per me Milena può
fare quello che vuole, hai capito?”
“Davvero?”
chiese in tono sarcastico, per nulla intimorita dal
suo sguardo. “Senti, io non sono scema. Mi sono
accorta da tempo di quello che provi per Milena, ma ho
sempre fatto finta di nulla, in fondo lei non parlava mai di te e quindi… Ma da
un po’ di tempo mi sono accorta che il tono sarcastico che usi con lei si è
fatto ancora più tagliente. Spesso la vedo con gli occhi lucidi, quindi
significa che le tue parole la feriscono. Credevo che ti comportassi così con
lei perché eri invidioso della sua bravura, in fondo sai
che molti la considerando anche più brava di te? Ma poi ho capito che era un
altro il motivo, me ne sono accorta quando vi ho visti
insieme al campo l’anno scorso ricordi? Avevi uno sguardo così… Sai bene
che chi recita è più sensibile degli altri a certi
gesti… (NdN potete anche non essere d’accordo, ma
secondo me è così! Esperienza personale! ^_-) E così ho capito che lei ti
piace. E’ per questo che ho proposto di scattare
quella foto…”
Lui
abbassò il capo, colpito: centro.
“Le…
le hai detto nulla?”
“Cosa? No, anche perché non avrei voluto
prendere lucciole per lanterne e poi non sono affari miei. Per quanto possa volerle bene questa situazione dovete risolverla fra
voi.”
“Continua a non dirle niente, ti prego. Ho bisogno di tempo
per…”
Un
urlo, che sembrava provenire dal piano superiore
attirò la loro attenzione.
I
due ragazzi guardarono verso l’alto, pallidi in volto.
“Cosa… cosa è stato?”
“Veniva da su. Presto,
andiamo a vedere!”
Beh, se qualcuno ha pensato
che fra Milena e Inuyasha potesse nascere qualcosa,
ha potuto notare che non se ne parla proprio! Adoro la coppia
Inu/Sagome, non potrei fare mai far nascere
qualcosa fra quei due! Spero che il personaggio di Alessio
vi piaccia. Io sono stata molto contenta di come è venuto
e mi sta davvero simpatico!
Spero che questo capitolo vi
piaccia! Mi raccomando, aspetto commenti!
“Cosa?” chiese guardando verso di
lei. Poi si guardò attentamente le mani e prese una ciocca di capelli. Erano…
neri!
“Non è possibile!” bisbigliò, ma non ebbe tempo di
indagare oltre perché il demone era già partito al contrattacco.
“E’… la fine….” Si trovò suo malgrado a pensare.
“Ehi,
cosa sta succedendo?” chiese una voce. Tutti si girarono: sulla soglia c’erano
una Luana e un Alessio trafelati.
“Maledizione!”
fece il demone e sparì senza lasciare tracce del suo passaggio.
“Inuo!
Stai bene?” chiese Milena correndo verso il mezzo demone che se ne stava ancora
per terra, non capendo più nulla.
“Si…
ma dove… dov’è finito Naraku?”
“Naraku?!
Vuoi dire che quel mostro era…?”
“Ma… cosa è successo a questa stanza?” chiese una voce. I due
ragazzi si girarono e incrociarono gli sguardi stupiti di Luana e Alessio.
“Ecco….”
Milena non sapeva cosa dire. COSA avevano visto quei
due? E soprattutto come spiegare il pandemonio che Inuyasha e Naraku avevano causato combattendo?
“Vi
sentite bene?” chiese Luana avvicinandosi ai due ragazzi.
“Si,
stavamo solo… allenando…. Inuo deve partecipare a una
gara quando torna in Giappone e io lo stavo aiutando….”
“Una
gara? E con cosa?”
“Con
la spada!” esclamò Milena indicando Tessaiga
Alessio
si avvicinò e prese la katana in mano.
“Caspita,
credevo fosse un giocattolo e invece sembra molto
antica.”
“Ehi!
Certo che è vera! Tutti nel mio paese ce l’hanno!”
“E di chi sarebbe?”
“E’ di mio padre… me l’ha data in punto di morte. Mi disse
che avrei dovuto usarla per difendere i più deboli!”
“Un
novello samurai eh?”
“Ma come ti permetti! Mio padre era uno dei migliori youkai
esistenti al mondo!”
“Uno
che?”
“Youkai”
si intromise Milena “E’ il cognome di suo padre.”
“Che strano cognome…”
“Ma
tu chi ti credi di essere?” chiese Inuyasha
infastidito.
Milena
sospirò: inutile, quei due non sarebbero mai andati
d’accordo.
Milena
curò le ferite del mezzo demone e poi si chiuse in camera sua con i suoi amici
a studiare, mentre lui fu costretto a improvvisarsi
per la seconda volta uomo delle pulizie e a riordinare tutto il soggiorno così
‘avrebbe imparato ad allenarsi senza distruggere nulla’.
“Maledetta!
Quella strega è anche peggio di Kagome!” SI fermò un
attimo al pensiero della giovane. Nonostante non
volesse ammetterlo neanche a se stesso, quella ragazza gli mancava da morire. Dov'era la sua Kagome? E Miroku,
Shippo Sango e tutti gli altri? Si sentiva così solo in quel mondo così simile
a quello di Kagome eppure così diverso…avrebbe tanto voluto
tornare nel suo mondo… “Kagome, dove sei?” si trovò suo malgrado a chiedersi.
“Inuyasha….”
Aveva
sentito la sua voce…
era
vicina, vicinissima a lui, lo sentiva….
eppure non sapeva dire con certezza dove fosse…
tutto era così buio…
“Inuyasha…”
“Finalmente
se ne sono andati!” sospirò Milena appoggiandosi alla porta.
“Certo
che una storia un po’ più intelligente potevi inventartela!
Che stupidaggine, dovrei gareggiare con qualcuno! Io
combatto sul serio e non per gioco!” esclamò Inuyasha.
“PIANTALA
DI FARE IL SUPERIORE!” Gli urlò Milena “Che altro potevo
inventarmi? Piuttosto, tu come ti senti?”
“Bene.”
rispose sedendosi sul divano dopo aver accuratamente
controllato di aver sistemato ogni cosa al suo posto “Per essere un semplice
umano….”
“Ma
come è possibile?” chiese lei sedendogli accanto
“voglio dire come hai fatto a tornare umano? Oggi non c’è la luna nuova….”
“Non
lo so… forse sto perdendo energie come la sfera, forse… sto morendo come lei.”le rispose prendendo la shikon no
tama fra le mani.
“SMETTILA
DI DIRE SCIOCCHEZZE!” lo rimproverò Milena “Vedrai che ritroveremo
quel dannatissimo frammento, così potrai tornare a casa da Kagome e da tutti
gli altri!”
“Inuyasha….”
Inuyasha
si voltò di scatto.
“Cosa c’è?” chiese Milena preoccupata.
“Nulla”
rispose. Eppure… non era di Kagome la voce che aveva
sentito? Ma com’era possibile? Possibile che anche lei
si trovasse in quello strano mondo? Del resto durante quell’uragano poteva
essere accaduto di tutto, anche che Kagome fosse stata
risucchiata anche lei dal vortice….
“Kagome…”
“Ti
manca molto vero?” chiese Milena notando lo sguardo triste del ragazzo.
“Ma
certo che no!” fece lui scattando in piedi, rosso in
volto “Anzi, per un po’ posso stare tranquillo senza rischiare di essere
scaraventato per terra da quella lì!”
“Ma
io non stavo parlando di Kagome!” obbiettò lei con voce maliziosa “Mi stavo
riferendo al tuo mondo… alla Sengoku jidai.”
“Eh…
si.. cioè… no…cioè, l’avevo capito…. E in ogni caso io
sono uno che riesce ad adeguarsi a tutto e che non ha
bisogno di nulla! Certo prima ne sentivo la mancanza, ma ora mi sto abituando a questo mondo! Se non fosse
per i miei poteri quasi quasi mi piacerebbe restare qui!”
“Se continuerai di questo passo, ti troverai da solo!”
“Che?” fece lui sgranando gli occhi.
“E’
così difficile ammettere di aver bisogno degli altri? Guarda che non c’è nulla
di cui vergognarsi, anzi…”
“IO
NON HO BISOGNO DI NESSUNO! Ho sempre vissuto lontano da tutti perché sono un
hanyou e sicuramente non cambierò proprio ora!”
“Pensala
come ti pare!” tagliò corto lei, dubbiosa che quel ragazzo potesse
migliorare “Però vuoi tornare a casa, giusto? Almeno per non dover vivere per
sempre come un uomo o peggio per non rischiare di fare una brutta fine….”
“E beh?”
“Beh,
allora alzati che dobbiamo andare in un posto!”
“Dove?”
“Vedrai!”
“NON
VORRAI FARMI METTERE ADDOSSO UNA COSA DEL GENERE?! PUOI SCORDARTELO!” urlò il mezzo demone,
“E invece te lo metterai! Non vorrai andartene in giro sempre
con quel coso addosso, vero?!”
“Ma io ci sto comodo!”
“E
IO HO DETTO DI NO!!!” tuonò lei “Per quanto puoi
sembrare normale agli occhi degli altri, devi almeno cambiarti una volta ogni
tanto! Quindi entra E NON DISCUTERE!” decise e lo
spinse nel negozio.
Inuyasha
si guardò intorno perplesso: Kagome qualche volta gli
aveva parlato dei negozi, luoghi dove
si vendevano i vestiti, quegli strani
kimono che indossava anche lei e ora quella lì voleva farli mettere anche a
lui? Ma era impazzita?
“Ecco,
prova questi.” disse indicandogli un paio di jeans
chiari e un maglione.
“E questi dovrei metterli io?!” Chiese indicandoli come se
fossero un mostro o qualcosa del genere.
“Perché,
non hai mai visto un jeans e una maglione?” chiese una
voce dietro di loro. Entrambi si voltarono e il volto
di Inuyasha assunse un’espressione di autentico disgusto “Ah, Alessio….” fece.
“Siete venuti a fare shopping, vedo.” chiese
questa volta rivolgendosi a Milena.
“E a te che te frega?” rispose per lei l’hanyou e, prendendo
gli abiti dalle mani di Milena, entrò nel camerino.
Alessio
e Milena rimasero soli, mentre aspettavano che il
ragazzo si cambiasse. Alessio osservò attentamente la ragazza accanto lui: era davvero carina, i capelli lungi sulle
spalle e gli occhi nocciola. Mai un filo di trucco, a differenza delle sue
coetanee, ma in fondo era questo che più ammirava in lei. la
semplicità.
Improvvisamente
lei si voltò e i loro sguardi si incrociarono. “Che c’è?” chiese lei.
“Nulla!”
rispose in fretta.
“Ti
vedo strano…”
“Io?
E tu allora? Da quando in qua menti
ai tuoi amici?”
“Io
non mento ai miei amici!”
“Ma davvero? Forse Luana può averti creduto, ma io certamente
no! Secondo me quel ragazzo nasconde qualcosa e tu vuoi proteggerlo!
“Stai
dicendo un mucchio di sciocchezze! Io ti ho raccontato la
verità!” esclamò lei decisa.
“Davvero?
E allora…”
Non
ebbe il tempo di finire la frase che un urlo agghiacciante attirò la loro
attenzione.
“KAGOME!”
Ambedue
si precipitarono nel camerino: Inuyasha era accasciato a
terra, ansimante e sudato, a torso nudo.
“Inuo…
cosa ti è successo?” chiese Alessio preoccupato.
“Ti
senti meglio?” chiese Milena accarezzando una guancia del mezzo demone.
“Si,
non preoccuparti… è stata solo una visione”
Erano
seduti sul sedile posteriore dell’automobile di Alessio. Erano circa le 18.30 e
ormai il sole era tramontato da tempo. Le luci al neon delle insegne rendevano
il volto di Inuyasha ancora più pallido e questo preoccupava non poco Milena.
“Che
genere di visioni?” chiese Alessio guardando il ragazzo dallo specchietto.
“Kagome…
era qui… ferita… ma dove?”
“Calmati,
Inuo... calmati….” Lo calmò Milena accarezzandogli dolcemente i capelli “Ma
come hai fatto a vederla?”
“Nello
specchio… io… l’ho vista riflessa nello specchio…!"
Nello
specchio… Milena si chiese se avesse voluto dire qualcosa. Poteva essere stata
una semplice allucinazione eppure... eppure in quelle ore aveva imparato a non
usare sempre la ragione e a credere anche a qualcosa di inspiegabile.
“Kagome…”
bisbigliò il mezzo demone mentre, cullato dal movimento dell’automobile e dal
dolce tocco di Milena, scivolava nel mondo dei sogni.
“Dorme?”
chiese Alessio, incrociando lo sguardo di Milena nello specchietto.
Lei
annuì.
“Chi
è Kagome?”
“Un
sua amica… la sua più cara amica, credo.”
“E’
la sua ragazza?”
“No.
però sono sicuro che ne sia innamorato, nonostante lui continui a dire che…” si
fermò. La sua situazione era molto simile a quella di Inuyasha e Kagome. Anche
lei aveva più volte asserito di non provare nulla per Alessio, eppure… eppure
sapeva che era una bugia.
“Siamo
arrivati” dichiarò Alessio e aiutò Milena a portare il ragazzo nella stanza che
Milena aveva preparato per lui. Poi si sedette nel soggiorno che, poche ore
prima era stato quasi distrutto da Naraku, mentre Milena gli preparava una
tazza di caffè.
“Ora
capisco” fece lui ad un tratto mentre stavano sorseggiando il caffè.
“Cosa?”
chiese Milena.
“E’
per lui… per lui che ami così tanto il Giappone.”
A
Milena il caffè andò di traverso. “Ma che sciocchezze! E’ vero, vorrei imparare
il giapponese, ma non certo per lui!”
“Davvero?
E allora perché ti preoccupi tanto per lui? Ti ho visito prima in macchina,
come lo coccolavi!”
“Inuo
per me è solo un amico, chiaro?” balzò in piedi “Possibile che tu non capisci
che…”
D’un
tratto si fermò osservando il suo volto riflesso nello specchio di fronte a
lei. Per un attimo, solo per un attimo, le era parso di veder un altro viso e
non il suo. Quello di…
“Milena,
che hai?”
Scosse
la testa “Nulla. Ho solo bisogno di dormire. Oggi è stata una giornata molto
pesante.” Fece lei e Alessio, senza aggiungere una parola, se ne andò.
Milena
prese la shikon no tama che aveva al collo e la fissò “Alessio…” bisbigliò
appoggiandosi alla porta e lasciandosi scivolare per terra.
“Inuyasha…”
Kagome….
Era
lì, ne era certo…..
si
guardò intorno.
Tutto
era buio intorno a lui….
poi
una luce…
una
luce fioca attirò la sua attenzione…
Si
avvicinò…
la
vide….
“Kagome!”
la chiamò.
“Inuyasha…”
“Kagome!”
la chiamò ancora, ma lei si allontanò da lui…
verso
il nulla…
“KAGOME!”
“C’è
qualcosa di strano… più ci penso, più sono convinto che ci sia qualcosa di
strano…” bisbigliò fra sé e sé Alessio guardando Milena.
Era
strana quella mattina: gli occhi spenti, rivolti chissà dove e due terribili
occhiaie. E poi era pallida, molto pallida. Possibile che fosse stata sveglia
tutta la notte ad accudire quell’Inuo? Era quello il motivo per cui non si
reggeva quasi in piedi? E anche se fosse stato vero a lui cosa importava?
“Ehi,
come mai la fissi con tanta intensità?” chiese la voce di Luana dietro di lui.
“Non
la sto fissando.” obiettò lui voltandosi verso la ragazza “E’ solo che più ci
penso più mi convinco che quell’Inuo nasconda qualcosa.”
“Non
è che sei un po’ geloso? Io invece lo considero un ragazzo simpatico!”
“Voi
donne, basta che vedete un bel ragazzo e subito lo considerate simpatico! Ma
hai visto che faccia ha oggi Milena? Sembra uno zombie!”
“Hai
ragione… oggi è distratta, ma non capisco cosa possa c’entrare Inuo…”
“Perché
non ti ha raccontato di ieri sera?”
Luana
lo guardò male “E che c’entra? La gelosia ti fa sembrare scambiare lucciole per
lanterne!”
“Io
non sono geloso!” borbottò allontanandosi da lei.
“Sì che lo sei….”
“Accidenti!”
sospirò Milena depressa. Non aveva chiuso occhio per tutta la notte e ora si
sentiva stanca e afflitta, oltre che molto preoccupata: aveva lasciato Inuyasha
solo a casa, profondamente addormentato, ma sapeva bene che quel sonno era
soltanto il risultato di lunghe ore di veglia.
“Poverino…
mi domando come possa aiutarlo… sembra che man mano che passi il tempo perda
sempre più la sua energia… come questa maledetta sfera!” pensò guardando la
shikon no tama che ancora portava al collo dalla sera precedente, quando
l’aveva tolta ad Inuyasha, temendo che agitandosi nel sonno, la sfera non gli
permettesse di respirare.
“Ehi!
Siamo pensierosi oggi!” disse Alessio a mo’ di saluto, toccandogli la spalla
con la mano.
“Ah,
sei tu, ciao Alessio!” sospirò Milena senza troppa allegria.
“Ehi!
Che allegria! Vedo che non hai dormito molto stanotte!”
“No,
infatti…”
“Ecco,
lo sapevo!” si disse Alessio. Poi ad alta voce “E Inuo come sta?” chiese.
“Non
lo so. Per tutta la notte non ha fatto altro che parlare nel sonno e solo verso
le 5.00 si è calmato un po’… Mi preoccupa… sembra che…”
“…
che diventi sempre più debole” concluse Alessio per lei “Dai, coraggio, non
devi preoccuparti, forse è solo il cambiamento di fuso orario!”
“Mi
auguro che tu abbia ragione!” disse, non troppo convinta.
“E
quella Kagome?”
Milena
alzò lo sguardo verso di lui “Kagome?”
“Si…
quella ragazza che lui ha visto… sei riuscita per caso a contattarla? Se è vero
quello che hai detto tu ieri sera, deve essere molto affezionato a lei… gli
farà piacere vederla!”
Ieri
sera…. Milena ripensò a ciò che era accaduto la sera prima. Alessio non aveva
capito nulla di quello che lei avrebbe voluto dirgli e in fondo era meglio
così. “Purtroppo Kagome è scomparsa l’anno scorso e lui da allora non sa darsi
pace.. poverino…” Odiava mentire proprio a lui, ma d’altro canto che poteva
fare? Raccontargli tutta la verità?
Stavano
uscendo da scuola, quand’ecco che gli parve di vedere un’ombra attraverso il
vetro della vetrata. Si voltò ma vide riflesso soltanto il suo viso.
“Come
uno specchio…” pensò “E se forse…”
“Ehi,
guarda chi c’è?” stava dicendo Alessio, quand’ecco che vide Inuyasha fiondarsi
su Milena furibondo:
“ECCOTI
FINALMENTE!!! CHI TI HA DATO ORDINE DI PRENDERTI LA SFERA? E SE NARAKU….?” Ma
non ebbe il tempo di finire che Milena lo prese per un braccio
“HO
CAPITO!” fece lei, gli occhio brillanti di gioia, il sonno e la stanchezza
completamente scomparsi.
Inuyasha
la guardò “Che… che cosa hai capito?”
“Non
c’è tempo per le spiegazioni! Vieni con me!” fece trascinandoselo fuori dalla
scuola.
“Ehi
ma…”
“Niente
ma! Taci e seguimi!” e il povero hanyou non potè fare altro che seguirla,
sicuro in cuor suo che quella pazza scatenata fosse la reincarnazione di
Kagome.
“Beh?
Solo? E Milena?” chiese Luana vedendo Alessio ancora sulla soglia del portone
della suola.
“Al
diavolo! Voglio scoprire cosa mi nasconde, fosse l’ultima cosa che faccio in
vita mia!” esclamò correndo nella direzione in cui aveva visto scomparire i due
ragazzi.
“L’amore!”
sospirò Luana e si incamminò verso casa.
“Eccoci
arrivati!” esclamò entusiasta Milena davanti all’entrata del luna park.
“Finalmente!”
ansimò Inuyasha “Ma questo cosa…?”
“Questo
è un luna park!” rispose la ragazza “Un parco per i divertimenti!”
“MA
TI SEMBRA NORMALE TRASCINARMI VIA DI CORSA PER PORTAMI IN UN POSTO PER
BAMBINI?”
“PIANTALA
DI DIRE STUPIDAGGINI E SEGUIMI!!!”
Ma
non ebbe tempo di chiedere altre informazioni che la ragazza lo trascinò
all’interno del parco.
“Ho
quasi nostalgia degli OSUWARI di Kagome!” sospirò Inuyasha, ormai rassegnato.
Camminarono
per un po’, ma la ragazza non sembrava interessata ai divertimenti che il parco
offriva, anzi sembrava cercare qualcosa di ben preciso.E infatti dopo un po’, Milena lo tirò per una
manica della camicia “Siamo arrivati!” disse, indicando una costruzione bassa
alla loro destra.
Inuyasha
lesse “La casa degli specchi?” chiese titubante.
“Si”
rispose, poi lo prese per un braccio ed entrarono. L’interno era formato da una
serie di specchi che deformavano l’immagine che si specchiava in essa,
rendendola a seconda dei casi più alta o più bassa, più grossa o più magra.
“Ma
si può sapere che significa?!” fece il mezzo demone, non capendoci più nulla.
Milena
non rispose subito, ma si tolse dal collo la shikon no tama e la diede al
ragazzo di fronte a lei.
“Ma
cosa…?”
“Prendi
in mano questa sfera e pensa a Kagome.”
“Che?”
“Ti
ho detto di prendere la sfera e pensare a Kagome! Ci ho pensato a lungo e sono
sicuro che questa sia l’unica soluzione. Ieri quando hai visto Kagome riflessa
nello specchio avevi al collo la sfera, mentre a me è sembrata di vederla ieri
sera, mentre parlavo con Alessio e, guarda caso avevo in mano la shikon.
Sarebbe potuta essere una coincidenza se oggi, all’uscita da scuola, non mi
fosse sembrato di vedere Kagome nella vetrata della scuola. E guarda caso, non
solo avevo la sfera al collo, ma poi, quando è scomparsa l’immagine, cosa ho
visto? Me stessa, come in uno specchio, allora ho capito. E quale può essere il
luogo migliore di una casa piena di specchi per vedere se ho ragione o meno?”
Inuyasha
prese la sfera dalle mani della ragazza e si fermò a contemplarla. Possibile
che Kagome fosse… in uno specchio? Sarebbe stato davvero così facile
ritrovarla? E tuttavia… perché non provare?
“Si”
Inuyasha annuì e sicuro di sé fissò uno specchio davanti a lui, l’unico che
rifletteva la sua immagine per quello che veramente era. Lasciò che sua mente
si liberasse da ogni pensiero e che solo uno ben particolare non lo
abbandonasse: Kagome.
Rivide
il volto della sua amica, i dolci lineamenti, i capelli castani e gli occhi di
cioccolata, quella sua strana divisa verde, il suo profumo… Ripensò al suo
volto, il primo che rivide dopo 50 anni, così simile a quello della donna che
aveva amato… rivisse il momento in cui lei, contro ogni aspettativa, riuscì ad
estrarre Tessaiga, mentre lui, il grande Inuyasha e suo fratello Sesshomaru, il
glaciale principe dei demoni, non ci erano riusciti… ripensò alle battaglie
fino ad allora combattute, ai loro frequenti battibecchi, finché…
La
vide.
Inuyasha
impallidì: sì, era proprio lei, Kagome. L’avrebbe riconosciuta fra mille,
quella ragazza pallida, ferita e svenuta che le appariva davanti avvolta da
un’aura chiara, che lentamente stava avvolgendo anche lui. Guardò la sfera
ritornare al suo colore rosa pastello e allora capì: era stata LEI a trovare
Kagome, forse perché la sfera era sua, perché era nel suo corpo, perché lei era
la reincarnazione di Kikyo… ma non importava. L’importante era averla trovata,
poterla riabbracciare… la sua Kagome.
“Kagome!”
urlò e tese le mani verso di lei.
La
ragazza aprì lentamente gli occhi e sorrise.
“Inuyasha…”
mormorò tendendo anche lei le mani verso il giovane. La shikon no tama brillò e
Inuyasha potè sentire le mani di Kagome fra le sue. Con uno scatto di reni la
tirò verso di sé e si ritrovò steso per terra sotto il peso della ragazza.
Inuyasha
si guardò intorno: tutto era tranquillo, la sfera lì per terra accanto a lui,
ancora più chiara di come lo era fino a pochi minuti prima. Gli sarebbe parso
tutto un sogno se Kagome non fosse stata lì fra le sue braccia.
“Inuyasha!
Kagome! Va tutto bene?” chiese Milena chinandosi accanto a lui.
Inuyasha
la guardò con un sorriso “Sì, grazie a te!”
Milena
sorrise e due grossi goccioloni fecero capolino nei suoi occhi. "Ne sono
felice!"
“Ma
cosa diavolo…?” chiese una voce dietro di loro.
I
due ragazzi si voltarono di scatto. Davanti ai loro occhi c’era un Alessio che
li fissava incredulo.
Alessio
avanzò verso di loro barcollando, chiedendosi se quello che aveva visto fosse tutto
vero o solo uno scherzo della sua immaginazione “Quella… quella ragazza… da
dove…?”
“Ehm….
Ecco….” Inuyasha e Milena si guardarono
incerti su cosa fare. Che altra scusa potevano
inventarsi? Ormai Alessio aveva visto e mentire ancora non sarebbe
servito a nulla.
“Allora?”
chiese il ragazzo alzando il tono della voce, più per far coraggio a sé stesso
che per intimidire i due ragazzi “Cosa è successo qui?
Insomma, ci deve essere una spiegazione plausibile! Quella ragazza non può…”
“No,
non c’è!” esclamò il mezzo demone alzandosi in piedi e prendendo Kagome fra le braccia “Quello che hai visto è tutto reale. Nessun trucco, nessuna bugia. Io… io sono
solo uno sciocco… per colpa mia Kagome ha rischiato
di restare intrappolata in uno specchio e tu, Milena, sei stata costretta a
mentire ai tuoi amici. Mi dispiace. Milena,” il mezzo
demone si voltò verso di lei “Grazie di tutto e scusami per i guai che ti ho
causato.”
“Ma… Inuyasha... dove vuoi andare?”
“Via.
Cercherò l’ultimo frammento e così potremo tornare a casa…nel nostro mondo….”
“Inuyasha…”
Il
ragazzo si incamminò con Kagome
fra le braccia verso l’uscita, poi si fermò e incrociò lo sguardo di Alessio
“Scusami anche tu…. In fondo non mi stavi poi tanto antipatico!” disse e
proseguì senza voltarsi.
All'improvviso
la shikonnotama si illuminò e l’hanyou si
accasciò per terra, Kagome ancora stretta fra le
braccia.
“Inuyasha!” urlò Milena preoccupata, precipitandosi verso di
lui.
“Va
tutto bene?” chiese Alessio accorrendo subito accanto a lui.
“Si…
sono solo un po’ stanco.”
“Ecco,
ora sai proprio tutto.” terminò Milena fissando
Alessio seduto di fronte a lei.
Erano
nel salotto della casa di Milena, mentre Inuyasha era
in camera sua che vegliava Kagome ancora priva di
sensi.
La ragazza sorrise: le sembrava di aver già visto quella scena non più
tardi della sera prima…. Ma questa volta era Kagome a trovarsi in un letto priva di sensi e non Inuyasha.
Alessio
l’aveva ascoltata in silenzio chiedendosi se tutto quello che gli aveva
raccontato fosse vero o un'altra bugia. Eppure quella
ragazza e quella luce accecante non erano state un’illusione, lui le aveva
viste davvero.
“Non
riesco ancora a crederci.” Fu tutto quello che disse.
“Eppure è tutto vero… anche se può sembrare impossibile.
Anche io all'inizio non riuscivo a crederci, invece….”
“Ma scusa, ma com’è possibile?! Cioè,
ti credo, ho visto anch’io quella ragazza sbucare dal nulla, però… non potrebbe
esserci un’altra spiegazione? Più… normale?”
“Tu
credi che sia pazza, vero?” chiese allora Milena balzando in piedi sull’orlo
delle lacrime “Eppure lo hai visto anche tu, l’hai
appena detto! Ecco perché non avrei mai voluto dirti la
verità, perché ero certa che tu non ci avresti creduto. Che non MI avresti creduto. Ma in
fondo, cosa vuoi? Le bugie so dirle meglio della
verità… forse hai ragione tu quando dici che non sono tagliata per il teatro…
non riesco più a distinguere il vero dal falso….!”
Una
lacrima spuntò dai suoi occhi. Alessio la guardò e non seppe cosa replicare.
“Sei molto brava invece.”riuscì
infine a dire.
Milena
lo guardò. Ma cosa stava dicendo? La voleva prendere
in giro? Ma per chi diavolo l’aveva presa? Per una
stupida?
“Balle!”
esclamò infine.
“Non
sto…”, iniziò lui, ma Milena non lo lasciò finire.
“Io
vado a vedere se Inuyasha ha bisogno di qualcosa.” E si incamminò verso la porta.
“Inuyasha è qualcosa di più che un amico da aiutare, vero?”
disse Alessio con voce atona.
Milena
si fermò sulla porta e si voltò verso di lui. “Ancora con questa storia?”
“Non
mentire! Si vede da come ti preoccupi per lui che te ne sei innamorata!”
Milena
si voltò decisa a continuare per la sua strada “E allora? Anche
se fosse vero, che t’importa?”
Alessio
in un secondo la raggiunse prima che uscisse dalla stanza e la fermò per un
braccio. “M’importa più di quanto tu possa
immaginare.”
“E perché? Per prendermi in giro per il
fatto che mi sono innamorata di un mezzo demone che proviene da un'altra
dimensione, o forse di un tizio mezzo pazzo, che sostiene di aver viaggiato in
un varco spaziale e che vede ragazze negli specchi e simili?” fece lei
voltandosi verso il ragazzo.
“Perché mi preoccupo per te! perché
non voglio vederti soffrire!” esclamò lui fissandola.
Milena
lo guardò. Il suo sguardo era stranamente dolce, protettivo, sincero. Il cuore
iniziò a batterle all’impazzata.
“Stai…
stai parlando sul serio?” blaterò lei continuando a
fissare i suoi occhi castani.
“Sh….”La zittì lui avvicinandosi lentamente a lei, accarezzandole
dolcemente una guancia.
Milena
era sicura che il suo cuore sarebbe fuggito dal suo petto per l’emozione.
“A… Alessio….. che
diavolo…? Non vorrai…?” blaterò, non sapendo cosa
fare.
Il
viso del ragazzo si avvicinò…
di
più…
sempredi più….
ancora di più…
poi….
“SCHERZETTO!!!” fece lui facendole una linguaccia. (Sono una bastarda,
lo so! ^_^)
Milena
prese un posacenere dal tavolino accanto a lei e glielo diede in testa “BRUTTO
IDIOTA SENZA CERVELLO, STUPIDO, SCIOCCO DEMENTE!!! MA
COME TI SEI PERMESSO!!!”
Alessio
le scoppiò a ridere in faccia “Ahhh!!!!Dovresti vedere la tua faccia! Sei tutta
rossa!” esclamò sbellicandosi dalle risate “Hai visto cosa vuol dire recitare?”
Milena
diventò ancora più rossa per la rabbia e gli diede una ginocchiata nello
stomaco “E tu, hai visto come si manda qualcuno all’ospedale?” controbatté lei
e detto questo uscì di gran carriera dalla stanza non dimenticandosi di
sbattere la porta dietro di sé, lasciando un dolorante Alessio che si teneva lo
stomaco per il gran dolore.
“Brutto
idiota, cretino!” stava ancora brontolando Milena, mentre si dirigeva in bagno
per sciacquarsi il viso. “Ma come diavolo si è
permesso!! E io che pensavo che fosse veramente
preoccupato per me! Ma se lo prendo io…” si fermò e in
un attimo la sua rabbia sbollì. Per quanto avesse potuto
essere bravo a recitare, il suo sguardo non poteva mentire. In fondo lui era davvero preoccupato per lei e questo la rendeva
immensamente felice.
Inuyasha prese la mano di Kagome fra le sue. Milena
l’aveva medicata e, a detta della ragazza, non aveva ferite gravi, soltanto
qualche contusione. L’unico modo per farla star meglio era lasciarla riposare e
aspettare che le forze le tornassero.
“Kagome…” era tutta colpa sua, continuava a ripetersi, se la
su Kagome si trovava in quello stato. La sua Kagome… possibile che si fosse innamorato di quella ragazza
venuta da un mondo lontano, così simile a quello in cui entrambi si trovavano? Eppure quella ragazzina
così coraggiosa e impulsiva gli era mancata da morire, nonostante avesse
tentato di nasconderlo a se stesso. Più volte in Milena aveva rivisto il suo
stesso modo di fare, eppure lei non era la sua Kagome
e lui lo sapeva bene. C’era qualcosa di diverso in quella ragazza, qualcosa di
speciale che neanche lui riusciva a spiegarsi. Non era il suo odore, così
simile a quello della defunta Kikyo, ma
qualcos’altro. La sua testardaggine, il suo coraggio, il suo
ardore, la voglia di vivere e di lottare. Era semplicemente Kagome e nessuno avrebbe potuto
prendere il suo posto.
E
lui? Cosa aveva fatto per ricompensare il suo coraggio
e la sua determinazione? L’aveva costretta a restare con lui per aiutarlo
acercare quei dannati frammenti e cosa
aveva fatto poi per ringraziarla? L’aveva costretta a vivere in un incubo fatto
di nulla, da cui non sarebbe mai riuscita a scappare, senza l’aiuto di Milena,
nonostante gli avesse chiesto più volte di aiutarla. Non era degno del suo
aiuto, del suo coraggio…. Non era degno di stargli accanto, eppure… cosa
sarebbe accaduto quando l’ultimo frammento della shikon
sarebbe stato recuperato e sarebbero tornati a casa? Lei avrebbe sicuramente
deciso di ritornare nella sua epoca, stanca di lui e dei pericoli che aveva
affrontato per lui, senza mai un ringraziamento o un sorriso da parte sua… e
lui? Cosa avrebbe fatto senza di lei? Espresso il
desiderio non sarebbe potuto diventare un demone completo per dimenticarla. E allora, cosa avrebbe fatto? Come avrebbe vissuto… solo?
“E’ così difficile ammettere
di aver bisogno degli altri? Guarda che non c’è nulla di cui vergognarsi,
anzi…” gli aveva
detto Milena il giorno prima e aveva avuto ragione.
Lui aveva bisogno di Kagome. Ma perchè
non riusciva ad ammettere che aveva bisogno di lei? perché era così cocciuto?
“Kagome…” si trovò suo malgrado a
bisbigliare “Kagome, ti prego svegliati! Non voglio
che ti accada qualcosa per colpa mia, io voglio che tu sia felice… anche se
dovessi soffrire io per la tua felicità… ma ti prego, svegliati, io… ho bisogno
di te!”
Inuyasha abbassò il capo e una lacrima solitaria bagnò la sua guancia.
D’improvviso sentì una fitta allo stomaco; una luce brillò e lui sentì le forze
mancargli.
“Di
nuovo…” pensò accasciandosi a terra e stringendo con tutte le sue forze un lembo del lenzuolo per resistere al dolore r restò
fermo per qualche minuto in attesa che il dolore sparisse. Prese lentamente la
sfera tra le mani e notò che questa era quasi completamente bianca.
“Kagome… potremo mai tornare a casa? Potrò mai riportarti
lì?” Si chiese e sentì gli occhi inumidirsi di
lacrime.
“Inu….Yasha….”
Il
mezzo demone alzò il capo, timoroso di essersi sbagliato.
“Ka… Kagome!” urlò.
“Inuyasha….” Lo chiamò ancora. La sua voce era poco più di
un soffio, ma il suo sguardo era vivo “La sfera… hai
tu la sfera, vero…?”
Inuyasha sgranò gli occhi “La sfera? Ma allora tu sei
rimasta intrappolata nello specchio, perché… perché hai tentato di farmi avere
la sfera! Ma sei impazzita?!”
Kagome arrossì “Io…”
“Tu
devi essere completamente matta!” urlò l’hanyou “E se
ti fosse successo qualcosa? Se non
ti avessi trovata?”
“Calmati
Inuchan! Io sto bene e
poi….” Arrossì leggermente “ SAPEVO che mi avresti
trovata….”
“Ma poteva anche non succedere! E’ stato solo un caso che ti abbia trovata! E se non fosse stato
così? Chi mi avrebbe aiutato a trovare il frammento mancante?”
Kagome scattò come una molla, di nuovo in forze “Cosa?! Allora a te importa
più della shikon no tama
che di me!”
“Io…
io non ho detto questo!” si difese lui.
“Invece è quello che hai appena finito di dire!”
“Sei
tu che arrivi a conclusioni affrettare!”
“Sei
tu che hai detto che ti servivo per trovare il frammento! E’ vero o no?”
“Io…
io….”
“Visto?
E io che invece ero preoccupata per te! OSU….”
“NO!!”
gridò Inuyasha coprendosi le
orecchie con le mani per non sentire quella malefica parola, dimenticandosi
che, essendo umano, non gli avrebbe fatto nulla. E
infatti, Kagome non terminò la parola magica,
ma si buttò su di lui. Il mezzo demone per la sorpresa si ritrovò per terra con
Kagome che lo abbracciava e piangeva.
“Sono
contenta che mi hai trovata!”
Inuyasha inizialmente rimase immobile, colpito dal suo gesto, ma poi
l’abbracciò anche lui affondando il suo viso nei capelli della ragazza e
aspirando il suo dolce profumo.
“Anche io, Kagome… anch'io…”
Chiedo umilmente perdono a
tutti i fan di Lucio Battisti per aver preso in prestito il titolo di una così
bella canzone per il capitolo della mia ff. Spero che vi sia
piaciuto comunque!
Per i fan della coppia
Milena e Alessio, mi spiace, ma tra loro è ancora presto perché nasca qualcosa.
Portate pazienza, ancora un po’, e vedrete! ^_^
Milena
e Alessio erano accorsi nella stanza di Kagome quando
Inuyasha li aveva avvertiti del risveglio della ragazza e in seguito, dopo le
classiche presentazioni, il ragazzo le aveva raccontato quella storia che
Alessio aveva sentito pochi minuti prima e a cui ancora non riusciva a credere.
“E a te invece?” chiese Milena con curiosità.
“Beh,
c’è poco da dire. Quando ho visto Miroku san togliersi il rosario dalla mano,
ho capito immediatamente cosa avesse intenzione di
fare, così ho pensato che la shikon no tama sarebbe stata più sicura nelle mani
di Inuyasha, senza contare che avrebbe potuto proteggerlo…. In fondo lo spirito
di Kikyo anima ancora la sfera...”si
fermò per guardare la reazione di Inuyasha alle sue parole, che invece rimase
impassibile. “Così mi sono avvicinata per lanciargli la shikon, ma poi mi sono
resa conto che anche io ero nell’occhio del ciclone. Tutto ciò è durato solo
pochi minuti perché ho perso i sensi quasi subito. Quando mi sono svegliata era tutto buio intorno a me, ma
sentivo che la sfera era vicina…. Ho provato a chiamare Inuyasha e qualche
volta mi è parso di vedere il suo volto e anche il tuo” e indicò Milena “ e poi
all’improvviso ho visto una luce… e Inuyasha che mi guidava verso di lei… non
ricordo altro, solo la sua voce….e poi mi sono svegliata qui.”
“Ehm…
non capisco come mai perché proprio in uno specchio.”commentò Inuyasha
“Non
so…. Forse perché il varco temporale si è richiuso e
io sono stata intrappolata in una dimensione ‘di mezzo’, anche se non capisco
perché in uno specchio…. Forse perché in fondo anche gli specchi sono porte
magiche… dopotutto anche il mondo che vediamo in uno specchio è un’altra
realtà, anche se simmetrica alla nostra….” Ipotizzò
lei.
Inuyasha
balzò in piedi “Adesso non importa. L’unica cosa veramente
importante è che dobbiamo cercare il frammento mancante per poter ritornare nel
nostro mondo!”
Kagome
annuì, ma Alessio fu più pratico.
“Ma dove potremmo cercarlo?” chiese “voglio dire… questa
città è grande e un frammento, per quanto grande possa essere, è pur sempre un
frammento!”
“Beh”
Inuyasha si voltò verso Kagome “Perché non provi a
rintracciarlo tu?”
La
ragazza scosse la testa: “E’ inutile non ce la farei, già non riesco a sentire
la sfera che hai tu che si trova a pochi centimetri di distanza!”
Inuyasha
sospirò: “Evidentemente perché la sfera sta perdendo i suoi poteri, come me del
resto…. Fra poco tempo sarà un pezzo di vetro inutile!”
Kagome
gli sorrise rassicurante “Non importa. In fondo Naraku
ha solo un frammento, mentre noi abbiamo tutta la sfera! Vedrai,
sarà lui a cercare noi! E poi anche lui…”
“….Anche
lui sta perdendo i suoi poteri!” Concluse Milena per
lei “L’unica cosa che possiamo fare, è aspettare.”
“Si… aspettare…. Solo questo
posso fare…. Aspettare il momento opportuno….”
“Allora
cosa ne dite di andare a farci un giro?” chiese Milena
“Non ha senso stare rintanati in casa ad aspettare!Meglio uscire e cercare di distrarsi un po’! E poi così avremo più possibilità di trovare il frammento!”
Alessio
sembrò entusiasta dell’idea. “E poi potremmo mostrare
loro la città! In fondo sono pur sempre turisti giapponesi!”
“No,
no e poi ancora no!” brontolò Inuyasha “Kagome è
ancora troppo stanca per…”
“Io
sto benissimo!” esclamò la ragazza saltando raggiante giù dal letto.
“Ma Kagome è pericoloso! E se poi Naraku ci
attaccasse in un luogo affollato?”
“Ma lo credi tanto stupido?” saltò su lei “E poi sai che ti
dico? Se non vuoi venire, resta pure qui!”
Inuyasha sospirò. “Le donne!” guardando storto sia Kagome
che Milena e Alessio che ridevano divertiti.
Milena
si voltò verso i due ragazzi seduti sul sedile posteriore dell’auto di Alessio “Allora, dove vogliamo andare? C’è qualche posto
particolare in cui volete andare?”
“Ehm….”
Kagome rimase pensierosa per qualche attimo, mentre Inuyasha sembrava non
volersi interessare a quello che gli accadeva intorno. “Non lo so…. Dell’Italia
mi hanno sempre parlato della cucina, mi hanno assicurato che è la migliore del
mondo.”
“Che dici di portarli a mangiare da qualche parte?” chiese
Milena al ragazzo seduto al volante.
“Perché no? Conosco un posticino niente male….” e accelerò.
Rimasero qualche minuto in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Poi Kagome si
voltò verso il mezzo demone che fissava la strada che gli scorreva accanto.
“Ehi
Inu chan! E a te cosa piacerebbe vedere?” chiese.
“Tse!
A me di questo mondo non interessa nulla! Per me potete andare dove vi pare!” e
voltò la testa dall’altra parte.
“Ma
dai, Inu chan!” continuò lei imperterrita “Possibile che non c’è un posto che vuoi vedere o qualcosa da fare? Dai dimmelo!”
“Vi
ho detto che potete fare quello che vi pare, basta che mi lasciate in pace!”
“INUYASHA
NO BAKA!” urlò lei così forte da far sbandare il povero Alessio “Possibile che
per tirati qualche parola di bocca, bisogna usare le tenaglie! Sei più testardo di un mulo! Non ti sopporto quando fai
così!” e indignata rivolse la sua attenzione alla strada.
Inuyasha
tornò a guardare la strada, torvo. In fondo Kagome aveva ragione: cosa c’era di
male a desiderare qualcosa? Anche lui, nonostante non
volesse dirlo, aveva un desiderio, un luogo che avrebbe voluto vedere. Ma avrebbe mai trovato il coraggio di dirlo agli altri? Eppure cosa c’era di male? Nulla! In fondo
cosa c’era di male nel voler vedere il…
“Umi….”
bisbigliò senza rendersene conto.
Milena
si girò e lo guardò “Cosa?”
“Eh?”
chiese Inuyasha distratto dai propri pensieri.
“Cos’hai
detto?” ripeté lei sedendosi a cavalcioni sul sedile e avvicinando il suo viso
a quello del ragazzo.
“Nulla…
mi pare…” il mezzo demone si allontanò da lei imbarazzato.
“Umi!
Tu hai detto umi!”
“E allora? Anche se fosse?” chiese
lui indignato.
“Avanti
Inu chan! Smettila di comportarti come un bambino!” Cercò
di calmarlo Kagome.
“Ma insomma si può sapere che ha detto?” chiese Alessio che
non si era perso una parola della conversazione.
Milena
si voltò verso di lui. “Umi in giapponese vuol dire mare. Vorresti vedere il
mare vero?” chiese rivolgendo di nuovo l’attenzione sul ragazzo.
“Può
darsi.”spiegò Kagome “In
fondo nella Sengoku jidai non si va al mare e solo nei laghi è possibile fare
il bagno. Nei paesi interni poi il mare è conosciuto solo di nome e non tutti
hanno la possibilità di vederlo.”
“Ma insomma volete smetterla? Io non voglio andare da nessuna
parte!” brontolò l’hanyou, ma nessuno lo ascoltò.
“Bene!
Allora tutti al mare!” fece Alessio eccitato.
Nonostante
Inuyasha volesse restare impassibile e non dare loro
la soddisfazione di aver colto nel segno, non riuscì a tener ferma la sua bocca
che si spalancò dalla sorpresa. Davanti a lui c’era una distesa infinita di acqua salata e in lontananza la palla rossastra del sole
che sembrava volesse tuffarsi in quella distesa violacea. Qualche onda
spumeggiante arrivava fin sulla spiaggia e gli bagnava le caviglie
solleticandogliele leggermente.
“Così…
questo sarebbe il mare?” chiese infine non sapendo trattenersi.
Kagome
gli fu subito accanto. “Si, Inuyasha. Ti piace?”
Inuyasha
annuì e Kagome sorrise. Rimasero lì, fermi, ad osservare l’immensa distesa
davanti a loro.
“Che ne dici di lasciarli soli?” propose Milena toccando
Alessio per un braccio.
“Che cosa?” sussultò lui.
Milena
scosse la testa soridendo. “Nulla!”
In fondo cosa c’era di male? Sembrava che quei due si fossero completamente
dimenticati di loro. E poi… anche a lei quello
spettacolo piaceva tantissimo, tanto da restarne stregata. Si appoggiò più
comodamente all’automobile di Alessio per contemplare
quello spettacolo mozzafiato e assaporare fino in fondo la dolcezza che
evocava.
Lentamente
il rosso del tramonto diminuì per lasciar spazio al blu intenso della sera. Uno
spicchio di luna fece capolino da una nuvola solitaria, mentre le luci al neon
dei negozi illuminavano a festa la spiaggia. Tutti sembravano essersi
dimenticati delle avventure che avevano vissuto e di quelle che ancora li
aspettavano, ma all’improvviso la voce di Alessio li
riportò alla realtà: “Allora, ragazzi vogliamo andare?”
I
tre annuirono e dopo pochi minuti si ritrovarono all’interno di una delle
pizzerie più famose della zona.
Inuyasha
si guardò attorno un po’ a disagio. Intorno a lui vi
erano parecchi ragazzi della loro età che mangiavo e chiacchieravano. Sebbene non lo degnassero di uno sguardo, lui si sentiva
osservato. Guardò Kagome e notò, con un po’ di gelosia, che la ragazza non
sembrava minimamente a disagio.
“Voglio
tornare a casa!” brontolò seguendo gli altri.
“Ehm….”
Inuyasha guardò Kagome e gli altri di fronte a lui. Poi chinò lo sguardo e
fissò quelle due cose ai due lati del piatto e si chiese cosa fossero: quello a
destra sembrava un pugnale, anche se più sottile; quello a sinistra…beh, non
sapeva proprio spiegarsi cosa fosse. Poi, ancora più perplesso, guardò il piatto e quella strana sostanza che c’era dentro.
“Cosa c’è?” chiese Alessio fissandolo.
“Cosa….? Come…?” Inuyasha era imbarazzatissimo. Ma perché proprio a lui era capitata un’avventura del
genere? Avrebbe preferito di gran lunga trovarsi nella
Sengoku jidai a combattere contro qualche demone, piuttosto che di fronte a un
Alessio e una Milena che lo guadavano come se fosse stato un extraterrestre! Ma in fondo… non era vero?
Kagome
lo guardò e sorrise, comprendendo benissimo la sua situazione. “Guarda. Questa
è una forchetta e si prende con la mano sinistra. Poi si mette
qui” disse mostrandogli come dovesse usare la posata “Poi con la destra prendi
questo. Si chiama coltello ed è un piccolo pugnale. Mettilo in questo modo e
taglia” e gli indicò come doveva fare. “Bene, ora
provaci tu!”
Inuyasha
prese la forchetta titubante “Allora… vediamo….” E
infilzò la pizza con tutta la forza che poteva, tanto da schizzare tutto il
pomodoro sulla maglia di Alessio.
“Piano!
La pizza non ti mangia mica! Sei tu che mangi lei non il contrario!”
“Va….
Va bene!” facendo attenzione, estrasse la forchetta
dalla pizza e delicatamente la inserì un po’ più sopra. Chiuse gli occhi per
non vedere il risultato ottenuto. Poi li riaprì e un sorriso si dipinse sul suo
volto.
“Bravo!
Adesso prendi il coltello e taglia molto lentamente partendo dall’alto verso il
basso, poi del basso verso l’alto, fino a che il pezzo non si stacca dall’intera
pizza.
“Hmmm….”
Incoraggiato il mezzo demone prese il coltello e cercò di tagliare la pizza,
con risultati scadenti. “Ma non taglia!” si lamentò.
“Per
forza! Prova a non metterlo di punta, ma in questo modo.
Fa finta… fa finta che stai tagliando qualche demone con Tessaiga… ma mi raccomando… lentamente, molto lentamente!”
Inuyasha
annuì e mise il coltello in posizione orizzontale, con la lama verso il basso e
la lasciò scorrere avanti e indietro fino a che il pezzo di pizza si staccò.
“Funziona!”
esclamò eccitato. Poi prese la forchetta e, come aveva visto fare agli altri,
mangiò il pezzo di pizza attaccato alla forchetta..
“Che bello! Ce l’ho fatta!!”
Alessio
scoppiò a ridere e gli altri lo seguirono “Certo che impari in fretta!”
commentò.
“Beh,
però è difficile mangiare con 'ste cose!” bofonchiò
ancora poco convinto.
“Perché in Giappone si mangia ancora con i bastoncini?”
chiese una voce dietro di lui.
“Luana!”
esclamarono insieme Milena e Alessio.
Il
mezzo demone alzò il capo verso l’alto, la forchetta ancora in bocca. Ma dopo pochi secondi la posata gli cadde dalla bocca con un
tonfo.
“Inuo!
Ma cosa…?” chiese Alessio guardandolo.
Tutti
fissarono il volto dell’hanyou che, a bocca aperta, fissava la ragazza sopra di
lui (NdN non pensate a male!). Gli altri seguirono con gli occhi il punto che
Inuyasha fissava con tanta intensità e nessuno di loro riuscì a reprimere un
moto di sorpresa.
“Beh ragazzi che vi è preso?” chiese allegramente Luana “Avete
delle facce!”
Ma d’un tratto Inuyasha balzò in piedi “Dove…
dove l’hai preso?”
Luana
seguì il dito del mezzo demone “Questo?” chiese indicando un ciondolo che aveva
appeso al collo, formato da una scheggia rosa pallido, quasi bianca. ”l’ho
trovato per strada e me ne sono innamorata subito. Così ho chiesto ad Emanuele
di trasformarmelo in un ciondolo. E’ stato carino, vero? Lo considero
un regalo prezioso… me l’ha dato lui!” esclamò con aria trasognata.
“Ma sei pazza!” saltò su Inuyasha
“Quello è un frammento della…”, ma Kagome gli diede
un calcio nel ginocchio per farlo zittire.
“Cosa?” chiese Luana.
“Nulla!”
rispose prontamente Kagome “Stava solo dicendo che è bellissimo!”
Milena
sospirò. Certo non avrebbero mai potuto chiedere a Luana di darle il frammento,
almeno senza spiegarle tutto quanto. Ma come poteva
rovinare i sogni e le speranze della sua migliore amica, raccontandole quella
storia? E soprattutto dopo quello che aveva appena
raccontato! Emanuele era il ragazzo che le piaceva e non avrebbe mai rinunciato
a qualcosa ricevuto dalle sue mani… come avrebbero potuto fare? L’unica
soluzione era…
“Rubiamoglielo!
Questa è l’unica soluzione!” stava dicendo Inuyasha quando, ormai sulla via del ritorno, aveva potuto
fare esplodere tutto il suo disappunto, soprattutto perché Luana e le sue amiche
avevano avuto la brillante idea di unirsi al loro tavolo.
“MA TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO?” urlò Kagome “Non possiamo fare una cosa del genere!”
“E invece sì che lo faremo, Kagome!
Primo perché ci serve per tornare a casa, secondo
perché anche lei è in pericolo: e se Naraku la
attaccasse?”
“NON
POSSIAMO FARLO!!!” continuò a ripetere lei “Quel
ciondolo per lei è qualcosa di più di un semplice pezzo di vetro! E’ un dono
ricevuto dalla persona che AMA! Glielo si leggeva chiaramente negli occhi che
non ci rinuncerebbe mai!”
“E chi se ne frega?” noi abbiamo bisogno di quel frammento, Kagome!”
“Tu
sei soltanto uno stupido insensibile!” esclamò lei.
“Non
sono stupido, ma realistico! E se Naraku
l’attaccasse?”
“Non
credo che ci sia questo problema” s’intromise Milena “Se era stato proprio lui
a rubare il frammento dalla mia stanza, come fa ora ad averlo Luana?
Evidentemente lui SA che ora lo ha lei e l’unico modo per saperlo è…”
“… che è stato lui a farglielo trovare!” terminò Kagome per lei.
“Ma perché?” chiese il mezzo demone.
“Forse
per evitare che noi lo trovassimo! Se hai notato
l’ultima volta che ci ha fatto visita non lo aveva con sé!”
“Accidenti…”
“Può
darsi, ma come può conoscere Luana?” domandò Kagome
“e poi come faceva a conoscere Milena e a sapere che aveva lei il frammento? La
sfera sta perdendo i suoi poteri… non riesco a sentirlo neanche io che l’ho qui
a pochi centimetri di distanza!”
Le
domande di Kagome sembravano cadere nel vuoto. In
fondo la ragazza non stava facendo altro che dare voce alle domande che loro si
erano già posti, ma a cui non sapevano dare una risposta.
“Alessio
tu invece che ne pensi?” chiese Milena.
Il
ragazzo sembrò solo allora accorgersi delle sue parole “Cosa?”
“Ehi,
ma a cosa pensi?” lo stuzzicò.
Alessio
la guardò “A nulla!”
Milena
lo guardò “Ti senti bene?”
“Si,
non preoccuparti. Stavo solo pensando che forse lui l’ha dato
a una persona a caso oppure… e se invece lui conoscesse Milena perché aveva
seguito Inuyasha visto che solo la parte di sfera che
aveva lui poteva rintracciare il frammento?”
Milena,
Inuyasha e Kagome pesarono
con calma le parole del ragazzo. In fondo non aveva tutti i torti e se era vero
che aveva seguito Inuyasha, aveva potuto benissimo
conoscere Luana perché l’aveva vista con lei. Ma
questo non avrebbe avuto alcun senso: perché lasciare il frammento proprio alla
sua migliore amica?
“Ma
il problema resta comunque. Come facciamo a recuperare
il frammento?” chiese Milena più pratica..
“Io
continuo a ripetere che sarebbe meglio rubarglielo!” dichiarò Inuyasha con insistenza.
“Ma non è giusto!” si oppose Kagome
“Tu non puoi capire cosa significa ricevere un dono dalla persona che si ama!”
“No
che non capisco! E francamente non voglio nemmeno! Voi
donne…!”
“SEI
UN IDIOTA!” gli urlarono contemporaneamente Milena e Kagome,
con tanta violenza che il ragazzo dovette coprirsi le orecchie con le mani.
“L’unica
cosa da farsi ora, è farsi una bella dormita. Forse una nottata di sonno ci presenterà il problema in una luce diversa!” propose Alessio
cercando di non scoppiare a ridere in faccia al mezzo demone.
Milena
aprì gli occhi e un raggio di sole la costrinse a richiuderli. Si spostò da un
lato in modo da evitare la visione del sole. Aprì completamente gli occhi e si
sedette al letto meditabonda. Solo in quell’istante si accorse di uno strano profumo di the che
riempiva la stanza. Guardò l’orologio sul suo comodino e sussultò “Le 10.30!
accidenti com’è tardi!” esclamò e corse a vestirsi.
Non
avrebbe voluto svegliarsi così tardi, visto che per quel giorno aveva programmato
di svegliarsi presto per riordinare un po’ la casa e studiare per il giorno
dopo, senza contare che avrebbero anche dovuto risolvere il problema shikonnotama.
Eppure era stato proprio il pensiero della sfera a non
farle chiudere occhio fino all’una, senza contare che la sera precedente non
aveva quasi dormito per vegliare Inuyasha… In soli
due giorni la sua vita era diventata peggio di un film d’avventura e Milena si
chiese cosa avrebbe riservato per lei quella giornata.
Era
ancora immersa in questi pensieri quando entrò in cucina.
“Konnichiwa!” la salutò una
raggiante Kagome.
“Konnichiwa!” rispose
inchinandosi leggermente “Vedo che hai preparato tu la
colazione. Scusa, sei un ospite e io…”
“Non
preoccuparti! Avevi bisogno di riposo, sai, Inuyasha
mi ha raccontato cosa è successo l’altra sera. Sei
stata molto gentile a prenderti cura di lui! Arigatougozaimasu!”
Milena
arrossì “Do itashimashte!” e si sedette di fronte a
lei. “A proposito di Inuchan! Dorme ancora?” chiese poi.
“Hai.
Si, stranamente, si. E’ strano, lui che è sempre così mattiniero! Deve essere
molto stanco per dormire così a lungo!”
Milena
abbassò il capo meditabonda: già, la giornata
precedente era molto dura e sembrava che il suo fisico ne avesse risentito. La
cosa però la preoccupava enormemente. Possibile che un mezzo demone come lui
potesse stancarsi per una giornata così semplice per lui che era abituato a
combattere contro i demoni dalla mattina alla sera? No, Inuyasha
non era semplicemente stanco… stava perdendo tutta la sua forza vitale, ne era certa, lui….
“Inuyasha però mi preoccupa” Kagome
sembrava leggerle nel pensiero “E’ diverso da come lo conoscevo e non parlo del
suo carattere, ma del suo aspetto, ma non per il fatto che
è umano…. Sembra più debole, più pallido…. Sembra…” Ma Kagomeebbe paura di terminare il suo pensiero.
Milena
la guardò. Capiva benissimo cosa pensasse in quel
momento Kagome, eppure… era un’ipotesi che non poteva
essere scartata… benché anche lei lo volesse. “Io ho paura che gli stia accadendo ciò che sta avvenendo nella sfera” disse
in un soffio.
“Sta…
sta perdendo le sue energie… sta…” una lacrima bagnò
il viso di Kagome, seguita da un’altra. Milena sentì
le lacrime pungere anche i suoi occhi “Kagome…” e
senza dire nulla si alzò e corse ad abbracciarla.
“Mi
spiace!” fu tutto quello che riuscì a dire.
Kagomecontinuava piangere cullata dall’abbraccio di Milena
“Non credevo di conoscerlo così poco…, non lo credevo proprio…”
Era
vero. Kagome in quel momento si rese conto di non
aver capito nulla di quello che stava attraversando Inuyasha,
nonostante lo conoscesse da molto tempo: la sua ostinazione a non voler uscire
la sera precedente, la fretta di recuperare il frammento, anche a costo di far
soffrire Luana, possibile che non si fosse resa conto prima
delle sue condizioni? Possibile che non si fosse accorta che Inuyasha rischiava di morire da un momento all’altro e che
forse a tenerlo ancora in vita, era la sua condizione di mezzo uomo? Non aveva
saputo capire i suoi problemi, né tanto meno aiutarlo. Non era
degna di stargli accanto e solo in quel momento se ne rese conto.
Milena
si sciolse dall’abbraccio e cercò di tirarla un po’ su di morale “Coraggio! Non
vorrai che Inuyasha ti veda in questo stato,
altrimenti si preoccuperà! E poi vedrai che oggi
troveremo un modo per recuperare il frammento! Fra un po’ arriverà anche
Alessio e troveremo una soluzione. In fondo come dice il proverbio? “La notte
porta consiglio”! qualche idea l’avremo! Dai! Fatti forza! Sai che faccio? Ora ti preparo un bel caffè forte! Il
mio è così forte che è capace di tirarmi su almeno per mezza giornata!”
Kagome annuì e Milena corse a preparare quello che lei chiamava un “caffè
ricostituente”, ma che in realtà era una brodaglia.
“Konnichiwa!” salutò una voce
sonnolenta alle loro spalle. Ambedue si voltarono e Milena non potè fare a meno di scoppiare a ridere.
“E piantala! Sei stata tu a darmi sta cosa!” s’innervosì Inuyasha.
“Lo
so! E’ che sei troppo buffoInuchan!”
“Invece
di ridere dammi qualcosa da magiare! Ho fame!”
“Ehi,
non ti scaldare! Stavo giusto preparando un po’ di caffè!”
“E
che cosa sarebbe?” chiese lui incuriosito “Non mi vorrai
uccidere, spero!”
“Lo
farò se non chiudi il becco!” ribatté acida e finì di preparare la colazione,
mentre ancora rideva. Aveva dato aInuyasha
un pigiama di suo padre, ma era troppo grande per lui di almeno due misure e lo
faceva assomigliare molto a un clown.
“Smettila
di ridere! Io non sono grosso come tuo padre! Forse a Kagome
starebbe meglio che a me! Per come mangia, potrebbe anche andargli stretto!”
Era
stata una frase buttata là, in realtà Kagome non era
una mangiona, né tanto meno grassa, ma lui l’aveva detta solo per vedere se lei
lo stesse ascoltando. Da quando era entrato in quella stanza, Kagome non gli aveva rivolto neanche la parola, anzi
sembrava che non si fosse neanche accorta di lui. E
come aveva sospettato, Kagome non aveva minimamente
prestato attenzione alle sue parole. Anche Milena se ne accorse,
ma non disse nulla.
“Ehi,
Kagome! Si può sapere che hai?”
“Nani?”
la ragazza sembrò solo allora accorgersi di lui.
“Ma che hai? Non ti sei nemmeno arrabbiata per quello che ho
detto!”
“Perché cosa hai detto?”
“Che sei grassa!” e si coprì il capo, convinto che questa
volta un bel ceffone non glielo avrebbe tolto nessuno.
E
invece “Forse hai ragione… forse è proprio così…”
“Ehi,
Kagome, ma mi senti?”
La
ragazza non lo degnò di uno sguardo, persa com’era nei suoi tristi pensieri e
se ne andò in un’altra stanza. Inuyasha
guardò Milena.
“Si
può sapere cosa le è preso? Non mi ha mai trattato in questo modo!”
Milena
non rispose, ma si limitò a scuotere la testa.
“E' ora di agire…. Non posso
più aspettare….”
Inuyasha trovò Kagome sulla terrazza, che contemplava
il cielo azzurro.
“Kagome?” chiamò ma la ragazza sembrò non sentirlo.
"Kagome!" la chiamò ancora, alzando leggermente il tono
di voce, ma la ragazza sembrava non essersi ancora accorta di lui.
Preoccupato
il ragazzo si mise alle sue spalle. Quindi:
“BUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!” le urlò in un orecchio.
Kagome sobbalzò” Inuyasha! Ma
ti ha dato di volta il cervello?!”
“Finalmente
mi hai sentito! Ti ho chiamato e tu non mi hai degnato di uno sguardo!”
Kagome abbassò la testa “Gomen.”
“Ma si può sapere che hai? Ti senti bene?”
Kagome arrossì “Niente... non ho niente…”
Inuyasha la guardò e si sedette per terra accanto a lei “Ce
l’hai con me per quello che ho detto ieri sera?
Kagome lo fissò senza capire “Quello che hai detto
ieri sera?”
“Si…
perché voglio prendere il frammento a quella Luana… voi ragazze avete
pienamente ragione, anche io non vorrei, come anche io stesso non darei mai a nessunoTessaiga, dato che è un
dono di mio padre, però…”
“Non
occorre che ti spieghi: so benissimo perché vuoi quel frammento!”
Inuyasha la fissò “Davvero?”
Kagome non seppe cosa dire “Mi dispiace” fece infine.
Inuyasha sembrava incredulo “E di che?”
Le
lacrime iniziarono a scorrerle lungo le guance “Se non fosse stato per Milena,
io… non avrei mai capito che tu stai così male…. Sono
stata un’egoista: ieri sera stavi male e ti ho costretto a
uscire, mentre per il frammento non volevo che tu lo rubassi a Luana, anche se
ti serve per guarire. Mi dispiace: nonostante ti conosca da più di un anno non
sono riuscita a capirti. Dopo tanto tempo che ci conosciamo non sono stata in grado di aiutarti! E pensare
che per aiutare me tu hai perso moltissima energia!”
“Basta,
basta!” Inuyasha balzò in piedi e si mise di fronte a
lei “Non dire più niente! A me non interessa di star male o di morire, io
voglio solo proteggerti!”
Kagome sgranò gli occhi dalla sorpresa “Da… davvero?”
Il
ragazzo annuì “Certo che sì! Sono stato io a cacciarti in questo guaio, ad
averti costretta a cercare i frammenti con me e a farti finire in questa
dimensione e io ti riporterò nel nostro mondo, fosse
l’ultima cosa che faccio in vita mia! Io non voglio che tu rischi la tua vita
per colpa mia, perché io…”
Lo
squillo del citofono gli impedì di terminare la frase. “Chi sarà?” si chiese
invece.
Silenziosamente
scesero al piano terra, preoccupati che si trattasse
dei genitori di Milena, rientrati senza preavviso. Arrivarono nel momento
stesso in cui Milena aveva alzato il citofono per rispondere “Chi è?” chiese.
Milena
ascoltò la voce dall’altro capo del filo e improvvisamente impallidì.
“Chi
è?” chiese Kagome preoccupata.
“Luana.
Ha detto che qualcuno che ha rubato il suo ciondolo.”
Capitolo 9 *** Il mio nome è Holmes, Sherlock Holmes! ***
IX
IX
IL MIO NOME E’ HOLMES.
SHERLOCK HOLMES!
“Ero
per strada, stavo andando in chiesa come ogni domenica” stava spiegando Luana
seduta in cucina davanti a una buona tazza di the
verde preparato da Kagome “E come potete immaginare
portavo al collo la mia collana… poi ho incontrato Alessio e abbiamo
chiacchierato un po’… poi ci siamo salutati e io ho svoltato l’angolo e lì…lì
la vista mi si è annebbiata e la testa mi ha fatto un male incredibile. Appena
mi sono ripresa, la collana non era più al mio collo! Oh
Milena cosa posso fare?”
“Ora calmati… sicuramente è stato qualche bricconcello.. non
credo che la troverai più…. Dimmi avevi l’impressione che qualcuno ti seguisse?”
Luana
rimase un po’ pensierosa, ma poi scosse la testa “Anche se fosse non me ne sarei mai accorta. In fondo, non potevo mica andare a
pensare che…!”
Milena
guardò Inuyasha e lui annuì, poi rivolse la sua
attenzione a Luana “Hai visto qualcuno quando hai girato l’angolo? Se qualcuno ti passasse accanto…?”
“No,
non c’era nessuno… quella è una stradina secondaria, poco trafficata.. l’ultima persona che ho visto è stato Alessio.”
Il
citofono suonò proprio in quell’istante e Kagome si offrì di andare a rispondere. Tornò
pochi minuti dopo, seguita da un allegro Alessio “Permesso, si può?
Ragazzi non indovinerete mai chi ho incontrato stamatt…” le parole gli morirono in gola, quando vide il
viso piangente di Luana fissarlo.
“Luana!
Ma che ti è successo? Non stavi andando in chiesa?”
Milena
gli rivelò per sommi capi cosa fosse successo e il
ragazzo rimase allibito.
“Non
posso crederci…” fu l’unica cosa che riuscì a dire “E pensare che io ero a
pochi passi da lei!”
Inuyasha lo guardò: a lui quella storia non piaceva neanche
un po’.
“Questa
storia mi puzza” fu infatti il suo primo commento
quando Luana se ne andò con Alessio, che si era gentilmente offerto di
accompagnarla a casa.
“Che intendi dire?” chiese Kagome.
“Che questa storia non mi quadra. Secondo me l’unica persona
che può aver rubato il frammento a Luana è Alessio!”
“Cosa?” Milena saltò su come una molla “Impossibile!”
Inuyasha la guardò storto “E perché?”
Milena
arrossì “Beh, perché …. Perché io lo conosco bene e so che non farebbe mai una
cosa del genere, soprattutto ad un’amica.”
“E infatti non credo che sia stato lui!”
“Ma cosa…?”
“Beh,
sappiamo tutti che Narakupuò
trasformarsi in chiunque desideri, quindi può essersi trasformato benissimo in
Alessio e averle rubato il frammento!”
“Vorresti
dire che quello non era il vero Alessio?” chiese lei titubante “Ma dai non può essere! Lo conosco da anni, avrei
dovuto accorgermene!”
Inuyasha la guardò male “Tu sei
troppo innamorata per potertene accorgere!”
Milena
avvampò “Ma come ti permetti!”
“Anch’io
sono d’accordo con Milena” s’intromise Kagome
“Proprio perché è innamorata di lui, avrebbe dovuto
accorgersene!”
Il mezzo demone sorrise sarcastico “Davvero? E allora come mai Kikyo non si accorse
che non ero stato io, ma Naraku a ferirla?”
Le
due ragazze rimasero senza parole e per un po' un pesante
silenzio regnò sovrano. Poi, “Ma scusa come avrebbe potuto sapere che
noi sapevamo che Luana aveva il frammento? Vuoi forse dire che l’Alessio di
ieri sera non era lui?” chiese Kagome.
“Impossibile!”
intervenne Milena “Lui era Alessio! I suoi occhi…”
Milena ricordò il momento in cui lei aveva temuto e anche sperato, che lui
volesse baciarla “I suoi occhi erano troppo sinceri… non poteva mentire….”
Inuyasha rimase allibito di fronte a tanta sicurezza “Beh,
poteva benissimo averci seguiti… o magari si era trasformato
in un cameriere o in uno dei tanti ragazzi che c’erano ieri sera in pizzeria…”
"Secondo
me ti stai facendo troppi film!" fu il commento di Kagome.
Milena
rimase pensierosa: possibile che quel ragazzo che era uscito pochi
minuti prima da casa sua, fosse realmente Naraku?
Possibile che lei non se ne fosse accorta? No non
poteva essere, e tuttavia il dubbio si era insinuato nella sua mente. “Sai, mi
sembri quasi SherlockHolmes!”
commentò divertita.
Il
mezzo demone la guardò “E chi sarebbe?”
Milena
e Kagome scoppiarono a ridere “Nessuno, sta tranquillo, nessuno!”
Il
ragazzo mise il broncio “Possibile che devo sempre
essere trattato così?”
Quando Alessio tornò a casa di Milena, trovò un’atmosfera tutt’altro che cordiale. Kagome,
Milena e Inuyasha, seduti sul divano, lo squadravano
da capo a piedi, poco convinti.
“Ma ragazzi… si può sapere che vi è successo? Avete delle facce!” chiese titubante.
“Da
dove vieni?” chiese Milena fredda.
“Ho
appena accompagnato Luana a casa sua. Poverina era sconvolta…”
Ma
Milena non si lasciò intenerire “Come ti chiami?”
Alessio
sgranò gli occhi sbigottito “Eh? Ma
sei impazzita?”
“RISPONDI
ALLA MIA DOMANDA! Come ti chiami?”
“A…
Alessio… Alessio Marinetti!” rispose senza capire
dove volesse andare a parare.
“Come
si chiama il tuo cane?”
“Io
non ho un cane, Milena, e tu lo sai bene!”
Ma
lei non gli diede il tempo di farle altre domande “Quando hai
preso la patente?”
“Quattro
mesi fa… il 15 dicembre per la precisione!”
“Quando sei nato?”
“Il
24 giugno del 1984. Milena, si può sapere che diavolo…?”
Poi
fu la volta di Kagome “Hai
una fidanzata?”
“NO!”
“Il
tuo hobby?”
“Recitare…
ma anche giocare a calcio.”
“Cosa vorresti fare dopo il liceo?”
“Scienze
politiche.”
“Il
tuo libro preferito?”
“Io
odio leggere!”
Inuyasha guardò Milena “Sembra che
dica la verità… possiamo fidarci?”
Milena
lo osservò e lui ricambiò lo sguardo: i suoi occhi castani si riflettevano nei
suoi. Sì, ne era certa era proprio lui, ma un’ultima
prova voleva farla. “Aspettate un attimo!” disse e corse via.
Ritornò
pochi secondi dopo con in mano un portafotografie.
Inuyasha sembrò sorpreso “Ma quello è…?”
Milena
non ci fece caso “Quando abbiamo scattato questa
foto?”
Alessio
le si avvicinò “L’estate scorsa, al campo che io
stesso avevo organizzato con quelli del teatro. Fu Luana
a proporre di scattare quella foto l’ultimo giorno, per immortalare quei
momenti così felici”. Alessio alzò lo sguardo dalla foto e lo concentrò su
Milena “Milena, si può sapere cosa significa tutto
ciò?”
Milena
aveva le lacrime agli occhi “Che sei Alessio…ecco cosa
significa!” e lo abbracciò.
Alessio
scoppiò a ridere “Davvero credevate che fossi io Naraku?
Ma siete impazziti?”
Milena
e Kagome guardarono male Inuyasha
“Il nostro SherlockHolmes
ha fallito!” commentarono acide.
Inuyashaarrossì “Mi dispiace! Gomen!”
“Ma se non è stato lui, allora chi può essere stato?” chiese Kagome.
“Naraku, è ovvio!”
“MaInuyasha!” esclamò “Luana ha detto che non c’era nessuno!”
“E allora secondo te chi è stato?”
Kagome non sapeva cosa rispondere “Ecco io…”
“Appunto.
Chi altri avrebbe potuto essere interessato a un
frammento della shikon no tama?”
“Forse
un ladro!”
“Ma non c’era nessuno!”
“E allora Naraku come avrebbe
fatto?”
“Forse
ricorrendo all’ipnosi!”
Kagome lo guardò storto “E da quando in qua, Narakuusa l’ipnosi?(NdN: veramente non lo so nemmeno io se la sa usare! Come vi
ho già detto all’inizio il manga io non l’ho mai letto e quindi non so quali siano i reali poteri di quel mostro!)”
“Forse
l’ha imparato adesso!”
“Inuchan!”
“Scusa
ma non può essere? Come altro avrebbe potuto fare?”
Milena
rimase pensierosa, mentre per Kagome e Inuyasha per poco non arrivavano alle mani e Alessio si
divertiva ad osservarli.
“Secondo
me” propose per calmarli “Dobbiamo più concentrarci
sul dove può essere finito più che sul come sia sparito. Quindi
l’unica soluzione è cercarlo!”
“Ma come?” chiesero i tre “Non sappiamo nemmeno da dove
cominciare!”
“E invece sì!”.
Gli
altri la guardarono increduli. “E da dove?”
Milena
fece un sorriso a trentadue denti “Sorewahimitsudesu!”
Slayersdocet! Per chiunque non lo sapesse “sorewahimitsudesu”, significa “questo
è un segreto!” ed è una frase tipica di quel pazzerello di Xel!
^_^
Spero che questo capitolo un
po’ “giallo” e a tratti comico, vi abbia divertito. Confesso che mi mancava un Inuyasha un po’ ingenuo e vederlo così pensieroso e serio,
proprio non mi piaceva! Spero che la piccola improvvisazione dell’hanyou a detective vi sia piaciuta! Mi raccomando, fatemi
sapere se l’avete gradita o meno! A presto!
Capitolo 10 *** La quiete prima della tempesta ***
X
X
LA QUIETE PRIMA DELLA
TEMPESTA
Inuyasha,
Alessio e Kagome fissarono pensierosi Milena che saltellava da una parte
all’altra della strada e si chiesero se non fosse impazzita tutt’a un tratto:
prima li aveva costretti a fare una “passeggiata”, poi li aveva portati in giro
per tutta la città, senza indicare loro una meta precisa.
“Ma
Milena” chiese d’un tratto Alessio “Si può sapere dove ci stai portando?”
“Al
luna park!”
“AL
LUNA PARK?! MA SEI IMPAZZITA? CON TUTTI GUAI CHE ABBIAMO TU PENSI A
DIVERTIRTI?!” urlò Inuyasha così forte da attirare l’attenzione dei passanti.
Milena
non si scompose minimamente, anzi sorrise, “Sì” fu la sua risposta e continuò
imperterrita a camminare.
Alessio
e Kagome si guardarono: ma cosa aveva in mente?
Poiché
era domenica, il parco era completamente pieno, a differenza del venerdì
precedente, tuttavia riuscirono ugualmente a entrare.
“Allora
da dove vogliamo iniziare?” chiese una raggiante Milena “Proponete!”
“Io
propongo di andare a cercare i frammenti!” borbottò Inuyasha, ma Milena fece finta
di non aver sentito, anzi, “E dai!” li incalzò.
Kagome
era preoccupata per la salute di Inuyasha, tuttavia non si oppose: Milena le
ispirava fiducia e proprio per questo sapeva che la sua idea aveva uno scopo
particolare.
“Hmmm…”Alessio
invece fissava la cartina del parco “Perché non iniziamo dalle montagne russe?”
Kagome
annuì, ma Inuyasha non era molto convinto “E cosa sarebbero?” chiese.
Milena
sorrise “Vedrai!”
“OHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
MA QUI’ GIRA TUTTO!!! VOGLIO SCENDEREEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!” fu la prima cosa
che Inuyasha urlò appena salito sulle montagne russe.
“Ma
come, tu che lotti con i demoni hai paura delle montagne russe?” gli chiese
Kagome ironica, ma lui non la sentì .
“VOGLIO
SCENDEREEEEEEEEEEEEEEEE!!!” continuava a urlare.
“Ma
dai di che ti lamenti?” ribatté lei “Almeno qui non rischi la pelle!”
“Non
ne sarei tanto sicuro!” pensò il mezzo demone, ma si tenne ben lontano dal dire
a voce quello che stava pensando.
“E
ora?” chiese Alessio.
“VOGLIO
ANDARE A CASA!!!” blaterò ancora l’hanyou, ma nessuno gli diede la minima
retta.
“Che
ne dite della casa dell’orrore?” propose Kagome e tutti annuirono.
Un
enorme gocciolone si formò sulle teste di tutti gli altri. Inuyasha guidava il
gruppo, che, pentendosi di esserselo portato dietro, lo seguiva a capo chino,
mentre tutti li fissavano. Accanto a bambino che urlavano dal terrore e a
ragazze che si facevano abbracciare dal loro partner, perché “non volevano
essere lasciate sole”, c’era un Inuyashache letteralmente si sbellicava dalle risate… con il risultato che
invece dei mostri erano diventati loro l’attrazione del momento.
“Inuyasha!”
lo rimproverò Kagome rossa fino alla radice dei capelli “Smettila!”
Inuyasha
si voltò verso di lei con le lacrime agli occhi per il gran ridere. “E questi
li chiamate mostri? Ma fanno solo ridere! Guardate questo, quanto è brutto! Un
mostro vero è molto più bello! Per questo la gente si spaventa!” e benché gli
altri avessero voluto trascinarlo fuori con la forza, Inuyasha, testardo,
rallentava di proposito il passo perché voleva “farsi due risate”.
Kagome
era a pezzi “Ma perché ti abbiamo portato con noi?”
Milena
invece sorrise compiaciuta.
“Che
esperienza terribile!” esclamò Kagome mentre sorseggiava una coca cola,
osservando in cagnesco la causa del suo malumore.
“Dove
andiamo ora?” chiese invece con fare allegro Inuyasha, alla ricerca di nuove
avventure dopo che, a detta degli altri, erano finalmente usciti da quel luogo
di tortura.
“No
eh?! Io con te non vado più da nessuna parte!” esclamò Kagome inviperita “Mi
hai fatto fare una figura terribile!”
Inuyasha
non capiva “Ma perché? Erano così divertenti? E poi ho visto che dopo un po’
anche chi urlava ha iniziato a ridere! Quindi hanno capito che non c’era nulla
da temere!”
Kagome
ora era più rossa dalla rabbia che dalla vergogna “RIDEVANO DI TE, RAZZA DI
IDIOTA!!! Ma perché tutte le sciagure a me! Potessi almeno urlarti un
bell'OSUWARI ma non posso neanche visto che sei un semplice uomo!!”
“Ma
Kagome chan, si può sapere che ho detto di male?”
“SEI
UNO STUPIDO, IDIOTA….!”
Alessio
li guardava divertito “Ma sono sempre così divertenti quei due?” chiese a
Milena seduta accanto a lui.
“Credo
proprio di sì. Certo che Kagome deve avere una pazienza…”
Alessio
si accomodò meglio sul muricciolo su cui erano seduti “Mi piacerebbe tanto
sapere come mai hai voluto portarci qui. Credo che ci sia un piano dietro la
tua scelta. O no?”
Milena
sorrise. “Vedi… Inuyasha è un tipo solitario che non si diverte con nulla e non
ama esternare i suoi problemi, anzi li accumula dentro di sé e solo in
battaglia riesce a sfogarsi in qualche modo. Certo lui preferirebbe morire,
piuttosto che venire a raccontare i suoi problemi a me o a Kagome e quindi li
accumula dentro diventando polemico e antipatico. Mentre ora, guardalo, sembra
più rilassato, più sereno… divertirsi un po’ ha fatto bene sia a noi che a lui,
perché ci ha permesso di dimenticare almeno per un po’ i nostri problemi… e non
mi riferisco solo a quelli che riguardano Naraku e la sfera…”
Alessio
non sapeva cosa dire “Milena io…”
“Perché
non andiamo in quel padiglione?” propose d’un tratto la voce di Inuyasha, che
indicava con un dito un padiglione alla loro destra.
Alessio
fece cadere la pepsi che aveva in mano; Milena arrossì violentemente; Kagome si
avventò su di lui, decisa a farlo fuori una volta per tutte.
“LA’
NO!” urlarono in coro.
Inuyasha
parve sorpreso “Perché no?”
“Beh
perché….” Milena arrossì e non ebbe il coraggio di parlare. Quindi Alessio
decise di intervenire “Ehm… guarda bene le persone che entrano.”
Inuyasha
prestò attenzione, ma non notò nulla di particolare “Entrano un uomo e una
donne. E allora? Qual è il problema? Noi siamo due ragazzi e due ragazze!”
“Inuyasha”
Kagome sembrava MOLTO nervosa “Osserva BENEla gente. Non noti nulla?”
Inuyasha
guardò bene,ma non capì.
“Si
abbracciano, maledizione! E’ il tunnel dell’amore!” esplose Milena non
riuscendo a sopportare più la sua stupidità. (NdI ehi! Io non sono così stupido!
NdA Ehi tu! La ff è mia e quindi decido io! NdI Ecco da chi ha preso Milena!
NdA OSUWARI!!! Ehm… scusate l'interruzione! ^_^).
Inuyasha
sbiancò “Il… il tunnel dell’amore?”
“E
allora? Vuoi entrare?” chiese Kagome ironica.
“No…
grazie….”
La
reazione di Inuyasha fece brillare gli occhi di Milena di una strana luce...
“Perché
no…” fece allora lei “In fondo tu ci volevi entrare…”
Inuyasha
impallidì ancora di più “Forse… è meglio di no….!”
Milena
si avvicinò al mezzo demone “Perché? Hai paura?”
Milena
sorrise enigmatica, poi si rivolse gli altri: “Che ne dite? Io sto con Inuyasha
e voi due state insieme! Per voi va bene?”
I
due annuirono, ma anche questa volta Inuyasha ebbe da ridire “NO! Io non voglio
entrare! Andateci solo voi!”
Milena
sbuffò “Ma lì si entra in coppia! Io dovrei restare fuori e io voglio andarci!”
“Non
sono problemi miei!”
Kagome
parve sorpresa “Ma Inu chan! Qual è il problema stavolta?”
Inuyasha
guardò Alessio e Kagome: LORO erano il problema!
Ma
Milena non accettava un rifiuto come risposta “E piantala vieni con me!” e se
lo trascinò dentro, nonostante lui facesse resistenza.
“Hmm…”
Inuyasha non poteva fare a meno di guardare la barca che li seguiva e
borbottare fra sé e sé.
Milena
invece sembrava tranquilla “Beh? Che hai? Geloso?”.
“Tse!
Niente affatto! E’ che stavo solo notando… che si divertono insieme!”
Milena
li osservò anche lei “Pare proprio di sì” e inconsciamente iniziò a pentirsi della
sua decisione.
“Ti
piace, vero?” chiese Kagome, notando lo sguardo assente di Alessio.
“Cosa?”
chiese lui.
“Da
come li stavi fissando mi sembri un po’ geloso!”
Lui
scosse la testa e arrossì “No… non è vero!”
“E
allora, perché continui a fissarli?”
“Non
li fisso… stavo solo pensando….”
“A
Milena.”
Alessio
guardò Kagome. I suoi occhi color cioccolata erano così simile a quelli di
Milena, ma al contempo diversi. In quelli di Milena c’era sempre un po’ di
malizia soprattutto quando lei lo prendeva in giro. La sua Milena…
“Sì”
ammise infine.
Kagome
sorrise “E allora perché hai accettato? Potevi benissimo rifiutare!”
“E
tu perché hai accettato?Non sei
preoccupata? In fondo Inuyasha…”
Kagome
scosse la testa “Milena è così simile a me… l’ho notato oggi” ripensò a quando,
poche ore prima, avevano pianto per Inuyasha “E’ proprio per questo che non mi
preoccupo minimamente…”
“Ma
scusa è proprio siete così simili…”
“…
che capisco cosa prova.”
Alessio
non capiva.
“Sarebbe
stato bello andare in barca con Inuyasha… e non litigare, almeno per una
volta…” lasciò scorrere le dita nel laghetto “però forse è meglio così. Credo
che anche per te sia la stessa cosa, no?”
“Credo
di sì” e insieme scoppiarono a ridere.
“Ma
insomma, cosa avranno da ridere quei due?!” Inuyasha ormai senza più ritegno si
era appollaiato sulla prua per fissare i due nell’altra barca.
Milena
era molto più preoccupata della figura che avrebbero fatto se loro l’avessero
visto, che per i due “Inuyasha! Torna immediatamente a sederti!”
Inuyasha
seguì il suo consiglio (che più che altro era stato un ordine!), ma nonostante
tutto continuava a fissare i due.
“Sei
geloso da morire!” esclamò.
“Io
non sono geloso!” borbottò “Piuttosto tu non hai paura che Kagome ti porti via
il tuo amatissimo Alessio?”
“Io
fossi in te sarei preoccupata del contrario.” fece lei con calma.
“Ma
come fai ad essere così tranquilla?” il mezzo demone non riusciva più a stare
fermo un secondo.
“Scusa
Alessio mica è il mio fidanzato! Che diritto avrei su di lui? Potrei forse
impedirgli di innamorarsi di Kagome?!”
“Certo
che sì! Se lo ami davvero dovresti farglielo capire!”
Milena
lo guardò storto “Ma guarda da che razza di pulpito viene la predica!”
“Ehi!
Io lo dico per te! a me non importa nulla!”
“E
allora perché stai sempre a fissarli? Lasciali in pace!”
“UFFA
BASTA CON QUESTE ILLAZIONI STUPIDE!”urlò balzando in piedi. Il movimento
improvviso di Inuyasha non fece altro che far ondeggiare la barca e i due
caddero in acqua.
“Ragazzi,
tutto bene?” chiese Alessio tendendo una mano a Milena per issarla su.
“Ma
si può sapere come avete fatto?”
Milena
guardò Inuyasha “Questo stupido è balzato in piedi e ci ha fatto perdere
l’equilibrio!”
“Baka!”
commentò Kagome rivolta al mezzo demone.
“Siete
bagnati fradici!” commentò invece Alessio “Andiamo a casa mia, che è molto più
vicina, così potrete cambiarvi, altrimenti rischiate di buscarvi un
raffreddore!”
“Arigatou
gozaimasu!” ringraziò Kagome sorridendo, mentre Inuyasha continuava a maledirsi
per la sua stupidità.
L’hanyou
si guardò intorno spaesato: inutile, lui a quelle strane case non si sarebbe
mai abituato. Se quella di Milena poteva anche somigliare a quella di Kagome,
quella di Alessio era troppo buffa. In un palazzo solo abitavano molte persone
e ogni appartamento, come lo chiamava
Alessio era grande neanche un decimo della casa di Milena. Per non parlare del
soffitto, talmente basso, da soffocarlo.
“Ma
che razza di posto!” stava blaterando, mentre se ne stava in cucina con Kagome.
“Ma
perché ti lamenti sempre?” chiese lei stufa del suo comportamento “Ringrazia
almeno Alessio per averti prestato i suoi vestiti!”
“Grande
cosa! Con tutti quelli che ha!” fece lui poco convinto.
“Inuyasha!!!”
lo rimproverò lei.
“Ma
scusa perché lo difendi tanto? Non è che anche tu ti stai innamorando di lui!”
“Idiota!”
fu la sua unica risposta, ma Inuyasha non ebbe il tempo di controbattere perché
in quell’istante giunse Milena. Indossava una maglietta aderente e un jeans a
vita bassa presi in prestito, per gentile concessione di Alessio, dal
guardaroba della sorella del ragazzo, Caterina, di due anni più piccola di lei,
ma di corporatura molto simile alla sua. “Ehilà! Di che parlate?” chiese.
“Di
nulla!” si affrettò a rispondere il mezzo demone.
“Sarà….”
Fece non molto convinta “Comunque… sapete dirmi dov’è Alessio? Lo stavo
cercando per chiedergli se avrebbe potuto prestarmi una busta per mettere i
miei vestiti e quelli di Inuyasha!”
Kagome
ci pensò un po’: “Aveva detto che andava in camera sua a fare non so cosa.
Credo che potrai trovarlo lì!”
Inuyasha
sbuffò “Ma che razza di maleducato!” fece “Mi ha dato i vestiti e mi ha
sbattuto fuori dalla sua stanza e si è chiuso dentro! Ho dovuto cambiarmi in
bagno! Senza contare che ci ha lasciati qui da soli! E va bene che ci ha detto
di fare come se fossimo a casa nostra, ma abbandonarci e andarsene via!”
Milena
ascoltò il suo sfogo perplessa: da lui non si sarebbe mai aspettata un simile
comportamento.
Milena
bussò alla stanza del ragazzo, ma lui non rispose. Riprovò una seconda volta,
ma neanche allora lui diede segno di aver sentito. Sempre più preoccupata
Milena provò ad abbassare la maniglia e la porta si aprì senza difficoltà.
Milena
entrò con un po’ di imbarazzo, come ogni volta che entrava nella sua stanza.
“Alessio,
posso entrare?” chiese titubante.
Il
ragazzo si voltò di scatto “Milena! Mi hai spaventato!”
“Ma
che, non ci senti più? Ti ho chiamato più volte e tu non mi hai risposto! Mi
stavi facendo preoccupare!”
Alessio
fece un sorriso forzato “No… ero solo soprappensiero…”
Milena
lo guardò “Ma che hai? Mi sembri strano!”
“No…
non ho nulla… Che cosa volevi?”
“Nulla
di speciale… una semplice busta per mettere i miei abiti e quelli di Inuyasha!”
“Ah….
Ma non preoccuparti… te la do dopo….”
Milena
capì che Alessio voleva che lei uscisse dalla sua stanza, ma lei fece finta di
nulla.
“Ma che hai?” gli si avvicinò lentamente “Sei
strano! Non è da te lasciare degli ospiti da soli per troppo tempo! Si può
sapere che stai facendo di tanto importante?”
Lui
evitò il suo sguardo “Nulla, te l’ho già detto! Stavo solo cercando una cosa
che volevo mostrare a Inuyasha.”
Milena
era sempre meno convinta delle sue parole “E i tuoi?”
Alessio
sembrò sorpreso “I miei?”
“Si.
Tua sorella e tua madre dove sono?”
“Loro…
sono andati a trovare mia zia…”
“E
come mai tu non sei andato con loro?” chiese sospettosa.
“Io…
all’inizio volevo andare, ma poi ho pensato che tu e gli altri avreste avuto
bisogno di me per recuperare il frammento e così….”
Milena
si avvicinò a lui e gli toccò la fronte. Il gesto di Milena fece sobbalzare
Alessio che indietreggiò.
“Ehi…
ma cosa c’è che non va? Da quando siamo arrivati a casa tua, ti stai
comportando in modo strano. Se ti diamo fastidio, puoi dircelo tranquillamente,
che ce ne andiamo!”
“No,
no, ma che dici!” si affrettò a negare lui, ma Milena non era intenzionata a
lasciar perdere. La ragazza lo fissò: eppure c’era qualcosa di strano in
Alessio, adesso lo scorgeva chiaramente, ma non sapeva dire esattamente cosa
fosse. Lo guardò ancora più intensamente. D’un tratto capì: i suoi occhi…..
così diversi da quelli che aveva fissato due sere prima, da quelli che lei
amava, erano così…
Istintivamente
abbassò lo sguardo che cadde sul ripiano della scrivania del ragazzo.
Milena
indietreggiò pallida e non potè fare a meno di gettare un urlo:
Kagome e Inuyasha balzarono in
piedi e si precipitarono nella stanza di Alessio.
“Milena!”
esclamarono entrando.
Alessio
in un balzo fu su Milena e prendendo un fermacarte dalla scrivania, lo puntò
alla gola della ragazza. (ok, come scena
non è molto alla Naraku, ma ho le mie ragioni
per farlo comportare così. Pazientate ancora un po’ e capirete! ^_-)
“Alessio!
Ma che ti prende?” Chiese Kagome.
La ragazza lo fissò: i suoi occhi erano iniettati di sangue e una strana paura
s’impadronì di lei. No, quel ragazzo non era lo stesso Alessio che avevano
conosciuto loro. E se invece fosse stato…?
“Naraku!” esclamò dando un nome alle sue paure.
Il
ragazzo sogghignò, prese il frammento sulla scrivania e lo mostrò ai due
ragazzi.
“Il
frammento! Ma allora… lo avevi preso tu!” Inuyasha non sapeva cosa pensare, mentre il sangue gli
ribolliva nelle vene: e pensare che quel mostro era andato in barca con Kagome!
Il
ragazzo sogghignò “Datemi il frammento o la vostra
amichetta farà una bruttissima fine!”
Inuyasha fece spallucce “E perché mi dovrebbe
importare qualcosa di una stupida umana?”
Alessio
sogghignò ancora e strinse la presa su Milena “Credi
forse che io stia scherzando? Guarda che so che hai un cuore umano… dopotutto
sei soltanto uno stupido mezzo demone! E adesso dammi
il frammento!”
“A…
Alessio!” Milena aveva il viso rigato di lacrime, ma non certo per la paura.
Possibile che quello fosse realmente il ragazzo che conosceva e amava?
“Ma quando lo capirai che io non sono il tuo amato Alessio?”
“Cosa… cosa hai fatto ad Alessio?” chiese, la voce strozzata
dalle lacrime.
Il
suo volto assunse un’espressione diabolica “Lui è
morto!”
Milena
gettò un urlo, Kagome si coprì il volto con le mani,
mentre Inuyasha strinse l’elsa di Tessaiga.
“No…
non è possibile!”
“E invece sì… più precisamente la sua anima è morta…. Mentre il corpo è MIO!”
“Ma perché proprio lui? Perché?” urlò
Milena fra le lacrime.
“Volete
che vi racconti ogni cosa, vero marmocchi? E perché no….” poi rivolgendo la
sua attenzione a Milena “Non ho voluto prendere IO il corpo del tuo amico…. Lui
è venuto da me!”
“Cosa?”
“Quando
quell’idiota di un bonzo, ha usato quel suo maledetto
potere, io ho avuto paura: non certo per la mia incolumità, visto
che sono pur sempre il grande Naraku, né tanto
meno per voi, ma per la shikon no tama.
Ormai era quasi tra le mie mani e non avrei mai permesso che voi me la poteste
portare via, avrei dato tutto pur di averla. Non avrei
mai permesso che il frammento mancante andasse perduto, a costo di gettarmi
anch’io nel vortice. E infatti quando ho visto lei” e
indicò Kagome “gettare la sfera, ho deciso di
rischiare e seguirla.
Quando la tempesta è finita mi sono ritrovato in un luogo
strano. Mi sono guardato intorno e non ho visto né il mezzo demone, né tanto
meno la sfera, così me ne sono andato un po’ a zonzo,
cercando di capire dove fossi finito e dover fosse la sfera.Finché… finché non
l’ho trovato.”
Naraku guardò il frammento “Era ancora conficcato nella
lepre, ma mi ci sono voluti pochi secondi per eliminarla e recuperare il
prezioso tesoro. E’ stato allora che ti ho trovato, Inuyasha.
Il frammento aveva avvertito la presenza della sfera nelle vicinanze e questo
mi aveva fatto venire in mente una splendida idea. Ho lasciato il frammento
nella tasca di una persona qualsiasi, la prima che mi è capitata a tiro….la tasca della tua giacca “e rivolse nuovamente l’attenzione
su Milena “deciso adaspettare che Inuyasha ti trovasse e che mettesse insieme la sfera. Poi
io l’avrei recuperata prima che lui realizzasse il suo desiderio… “
Ma con il passar dei giorni mi accorgevo che le forze
mi stavano lentamente abbandonando, così ho capito: le me forze di demone
stavano scomparendo, perché questo mondo non ha demoni. Dunque
se tu avessi trovato il frammento, poiché sei mezzo uomo non avresti perduto
troppe energie e quindi mi sarebbe stato impossibile riprendere il frammento,
perché mi avresti sconfitto.
Così
ho deciso di riprendermi il frammento. E’ stato allora che ci siamo incontrati,
ma allora tu non mi interessavi, mi importava solo
recuperare il frammento. ma dove potevo metterlo? Io
certo, se l’avessi tenuto con me, sarei stato esposto, cosa che non volevo
minimamente accadesse.Fu in quel momento che mi ricordai di quella tua amica che ti sta sempre
appiccicata… e così ho lasciato che lei trovasse “accidentalmente” il
frammento…. grazie a te sapevo dove vivesse e quali
fossero le sue abitudini, quindi avrei potuto facilmente recuperarlo.
Tuttavia preferivo che voi pensaste che io volessi anche
rubarvi la sfera, così sono venuto a farvi una visitina, senza contare che ero
curioso di sapere quanta energia ti fosse rimasta… sei pur sempre un demone…
per quanto solo mezzo… e ho potuto felicemente costatare che tu eri diventato
un semplice uomo, come me…. Dunque il frammento era al
sicuro.
Quando poi, mentre stavamo combattendo, ho visto questo
stupido ragazzo mi è venuta un’altra brillante idea. Perciò mi sono appropriato
del suo corpo, dove hovissuto in silenzio…. Mentre lui viveva la sua
vita, io mi ricaricavo della sua energia vitale…. Per tornare ad essere il
grande Naraku… poi una volta
recuperate appieno le energie, avrei potuto ritornare al mio piano
originale, dopo aver recuperato il frammento….”
“Ma perché non ammazzarmi subito e prenderlo, invece
di aspettare tutto questo tempo?” chiese Inuyasha.
Il
demone lo guardò “E allora dove sta il bello? Volevo che voi assaporaste il
sapore di una vittoria quasi raggiunta, ma sfuggita per un secondo di
distrazione… e restare bloccati in un limbo senza fine, in un mondo che ti
avrebbe ucciso lentamente….”
“Potevi
rischiare di non farcela.”
Naraku sorrise “Pensi davvero TU di poter sconfiggere ME?
Ma torniamo al racconto, visto che interessa tanto la
nostra signorina, che finalmente si è calmata” e guardò Milena “Lo sai, in
fondo quell’idiota aveva buoni gusti… non sei male
per divertirsi un po’…”
Milena
cercò di sfuggire alla morsa di Naraku, ma lui era
troppo forte.
“Calmati
ragazzina stavo solo scherzando.. “ ma i suoi occhi
facevano presupporre il contrario. “Ma torniamo a noi…
Andava
quindi tutto bene e presto avrei raggiunto il mio
obiettivo se non fosse stato per quella stupida. Quando ho visto il frammento
ho capito subito che voi avreste fatto di tutto per recuperarlo, ma visto che eravate poco sicuri sul da farsi, ho preferito aspettare la
mattina seguente. Ho lasciato che Alessio la incontrasse e parlassero un po’,
poi, appena si sono salutati, ho deciso di entrare in azione
.Tutto è durato pochi secondi: l’ho colpita per addormentarla e mi sono
impossessato per un secondo del suo corpo, lasciando che si sfilasse da sola la
collana, poi sono ritornato nel corpo di Alessio. Non
mi è stato poi tanto difficile crearle l’illusione che non ci fosse nessuno accanto a lei…. per
quanto riguarda questo sciocco… beh, ha dormito per tutto il tempo e non si è
accorto di nulla. Poi mi sono chiesto dove avrei potuto lasciare questo dannato
frammento…. mancavano poche ore alla mia completa
rinascita e dovevo fare in modo che voi non lo trovaste…. E
allora mi è venuta l’idea di portato qui.
Andava
tutto a gonfie vele e non ci sarebbe stato alcun
problema, se quest’idiota di un umano non avesse
avuto la brillante idea di portarvi qui. Purtroppo non sono riuscito a impedirglielo e così ho deciso di giocare la mia ultima
carta. Prendere il possesso del suo corpo con la forza. L’avrei fatto anche
prima, ma ero tropo debole per farcela e poi era un
modo per potervi spiare senza essere scoperto. Ma
ormai non c’era più tempo di giocare e così mi sono rinchiuso in questa stanza
per completare la mia rinascita. Spiacente ragazzina, ma se tu non fossi
entrata nel momento sbagliato forse il tuo amore
sarebbe ancora qui tra noi!”
Milena
impallidì “Cosa c’entro io?”
“Il
trasferimento energetico è molto complesso e forse avrei
anche potuto non ucciderlo, ma solo privarlo della sua energia. Ma
quando sei entrata ho dovuto velocizzare il mio lavoro e così
anche quella piccola percentuale di salvare il tuo amico è morta con
lui!”
“Bastardo!”
esclamò Inuyasha furioso “Esci
da lì e combatti se ne hai il fegato!”
“Mi
credi tanto sciocco? Questo corpo è giovane e possiede molta energia… l’ideale
per me! Ma se vuoi morire… ” gli occhi gli brillarono “forse
sarebbe meglio un campo fiorito… l’ideale per una donnicciola
come te!”
Naraku schioccò le dita e si ritrovarono in un campo fuori
città, quello stesso in cui Inuyasha si era svegliato
“Così almeno nessuno verrà a disturbarci!”
Inuyasha digrignò i denti. Cosa
poteva fare? In fondo lui ora era un semplice essere umano e non poteva
competere contro Naraku.,
non ora che aveva recuperato tutte le sue energie,
“Dammi
la sfera sporco mezzo demone!”
“Scordatelo!
Preferisco morire in questo mondo che non consegnartela!”
“Morirai lo stesso, stanne
certo! E ora dammela altrimenti….” E
sfiorò con la lama del coltello la guancia di Milena.
“No…. non
farle del male!”
“Inuyasha fa qualcosa!” lo supplicò Kagome.
Il
ragazzo non sapeva come comportarsi: non poteva consegnare la sfera a quell’essere, dopo tutto quello
che avevano corso per recuperare tutti i frammenti, ma allo stesso tempo non
poteva permettere che a Milena accadesse qualcosa. Dopotutto lei l’aveva
aiutato anche se a lei non importava nulla della shikonnotama, senza contare che
solo grazie a lei era riuscito a ritrovare Kagome.
Il
mezzo demone cedette “Vuoi la sfera? Bene
allora….”fece prendendola in mano e lanciandola verso l’alto “Prenditela!”
Naraku allentò la presa dal braccio di Milena giusto il
tempo per recuperare la shikon. Fu un attimo. Milena
strattonò la manica della giacca del ragazzo e si lanciò verso Kagome. Il demone preso alla sprovvista perse l’equilibrio
e incontrò il fendente del suo avversario, lasciando che la sfera cadesse per
terra pochi metri più in là.
“La shikon no tama!” urlò Kagome precipitandosi
a recuperarla, ma un violentissimo vento creato a Naraku
l’allontanò dall’obiettivo.
“Kagome!” il ragazzo cercò di precipitarsi da lei, ma Naraku lo trattenne per un braccio, facendosi leva per
rialzarsi.
“Ehi
tu! Dove pensi di andare? Stai combattendo con me!”
“D’accordo!”
esclamò facendo un passo indietro, brandendo Tessaiga,
ma la spada non reagì “Maledizione!” blaterò.
MaNaraku era già partito al
contrattacco “Cosa c’è, mezzo uomo? Non riesci ad usare la tua spadina?” chiese mentre con un balzo si avventava sul
ragazzo e, veloce come un lampo, gli conficcò il coltello all’altezza dello
stomaco. L’hanyou gemette dal dolore “Non mi ero
accorto del coltello….”
“INUYASHAAAAAAAAAAAAAAAAAA!”
urlò Kagome, ma il mezzo demone non poteva più
sentirla.
Naraku si diresse verso la sfera.
“Non
la prenderai!” urlò Milena, gettandosi su di lui, ma questi con uno strattone
la scaraventò lontano. Nel frattempo Kagome si era lanciata sulla sfera e, prima che il demone
potesse fermarla, la shikon no tama
era nelle mani di Kagome.
“Dammi
quella dannata sfera!”
“Scordatelo!”
“Dammi
quella sfera!”
“Mai!”
urlò lei con tutta la forza che aveva in corpo.
“DAMMELA!”
tuonò Naraku facendosi sempre più spaventoso, gli
occhi iniettati di sangue. “DAMMELA O MORIRAI!”
La
ragazza scosse la testa.
“L’hai
voluto tu!” urlò e lanciò una sfera luminosa nella sua direzione.
Kagome chiuse gli occhi convinta
che la sua fine fosse giunta.
Li
riaprì e urlò “Milena!”
La
ragazza le cadde fra le braccia semisvenuta.
“Milena!”
La
ragazza faticosamente riaprì gli occhi “Stai… stai
bene?” chiese.
Kagome ormai era in lacrime “Ma perché? Perché
l’hai fatto?”
Milena
le sorrise “Tu devi prenderti cura di Inuyasha…. Io invece…” le lacrime le scesero
copiose lungo le guance. “Non sono stata capace di salvarlo… anzi l’ho ucciso!
Sono un’assassina!”
“Milena
ma che dici?!”
“Se
io gli avessi voluto bene avrei dovuto accorgermene!
Avrei dovuto capirlo come l’aveva intuito Inuyasha! E invece…!”
“Ma che quadretto commovente!”
La
fredda e sarcastica voce del demone li destò dal torpore in cui erano cadute.
“Non
vi preoccupate! Fra un po’ anche voi raggiungerete il vostro amichetto e lo
stesso vale per il mezzo demone!” e preparò un‘altra
sfera luminosa.
Milena
si rialzò con le poche forze che le restarono e si parò davanti a Kagome. “Presto Kagome! Prendi Inuyasha e andate via di qui! Io cercherò di tenerlo occupato
per quel che le mie forze mi premetteranno!”
“Ma…”
“Fa
come ti dico!” ordinò e la ragazza non potè fare a
meno di obbedire.
Ma
Naraku non si lasciò intimorire “Due secondi e non
uno di più ci vorranno per te! E
poi toccherà immediatamente ai tuoi amici!” esclamò pronto a lanciare la sfera.
“Io
non ho paura!” urlò Milena pronta a ricevere il colpo di grazia.
Finalmente siamo arrivate
alle ultime battute di questa ff.
Scopriamo finalmente come Naraku è riuscito a impossessarsi
del frammento. Sì, devo dire che utilizzare un fermacarte, non è molto da Naraku, ma tenete conto che la trasformazione non è
completa e che comunque ci troviamo sul pianeta Terra,
lui non può usare tutti i suoi poteri. Senza contare che
cercavo un modo per potergli permettere di raccontare tutta la verità.
Spero che come spiegazione sia stata sufficiente… ok, forse potevo trovare qualcosa di meglio! ^^;;;
Mi raccomando, fatemi sapere
comunque cosa ne pensate!
“Due
secondi e non uno di più ci vorranno per te! E poi toccherà immediatamente ai tuoi amici!”
“Non farle del male!”
“Muori!”
“ALESSIOOOOO!!!"
“No
non farle del male! MILENA!!!!!!”
“Ancora
tu! Tu devi essere morto!”
“Lasciala
stare! Lasciala stare o te al farò pagare cara!”
“Davvero?
Ricorda che il tuo corpo è ormai mio!”
Milena
ascoltava le due voci litigare non credendo alle proprie orecchie. Era davvero
la voce di Alessio quella che ascoltava? Era realtà o
si trattava di un sogno? Forse era morta e ora l’aveva raggiunto lassù! Eppure la sfera era ancora nelle mani di Naraku, non era
stata scagliata! Ma allora….
“ALESSIO!Ritorna, ti prego!
Torna da me!”
“Sbagliato!”
fece allora Naraku “Sei tu che lo raggiungerai!”
“No!”
“Ancora
tu!”
“Lasciala
stare! Ti ho detto di lasciarla stare!”
“Sei
tu che devi piantarla! Ormai tu non mi servi più! Questo corpo ora è mio e solo
mio!”
“Sbagli!
Questo corpo è mio! E SARA’ PER SEMPRE MIO!”
“Tu
sei morto!”
“No
io sono vivo! Vivo per salvare la ragazza che amo!”
Una
luce fortissima investì il corpo di Alessio e Milena
dovette chiudere gli occhi per non restarne accecata, mentre Kagome abbracciò
il corpo svenuto di Inuyasha protettiva, non accorgendosi che il ragazzo si
stesse svegliando.
“NOOOOOOO!!!” l’urlo di Naraku rimbombò per tutta la zona come una
scossa sismica “NOOOOOOOOOOOO!”
Quando la luce si affievolì, Milena non potè fare a meno
di gettare un urlo: davanti a lei c’era un Alessio che ansimava, visibilmente
senza energia e accanto a lui un essere senza una forma precisa.
“Quello
è Naraku!” bisbigliò Inuyasha reggendosi a Kagome “Ormai ha perso tutta la sua
energia ed è tornato al suo stadio reale… una larva schifosa! Bravo Alessio,
sei stato davvero in gamba!”
Milena
guardò meglio e vide il frammento pochi centimetri lontano dal demone. Vincendo
la ripugnanza si trascinò fino al frammento. Lo stava per prendere, quando
qualcosa di viscido la prese per un polso.
“Maledetta!”
La voce di Naraku era così profonda da non sembrare essere
terrena “Ora tu morirai con me!”
“NO!
Vuole farsi esplodere!” urlò Inuyasha, e con le poche
forze che gli erano rimaste, prese Tessaiga e lanciò nel dorso del mostro.
“Nooooooooooooooooo!”
gemette e pochi secondi dopo del demone non rimase più
nulla.
“E’
tutto finito….?” Si chiese Alessio rialzandosi e guardandosi intorno.
Milena
non rispose, ma raccolse il frammento “Ora abbiamo tutta sfera” commentò e lo
diede al mezzo demone, ormai senza più energie “E grazie di tutto…” aggiunse.
Inuyasha
sorrise e prese il frammento. “Si…. Adesso è proprio tutto finito… e noi
possiamo tornare a casa…” e rivolse un largo sorriso a
Kagome.
Alessio
si avvicinò a loro stremato e Milena fu pronta a sorreggerlo.
Inuyasha
guardò Alessio e sorrise “Pensavo che ci avresti messo meno tempo….”
Milena
lo guardò “Ma allora tu sapevi che lui…”
“Nessuno
può uccidere l’anima…. Nemmeno il demone più potente del
mondo…. E lui non poteva saperlo… e neanche io se non me lo avesse detto la vecchia Kaede (NdN in realtà la sacerdotessa
lo diceva in una ff che ho letto tempo fa, anche se non ne ricordo il titolo, e
non l’ho sentito dire dalla vera)” rispose.
Alessio
annuì. “E Naraku?” chiese “E’ davvero… morto e
sepolto?”
“Non
lo so…. Quel mostro ha più vite di un gatto… può darsi che ce
lo ritroveremo ben presto nella Sengoku jidai… può darsi che sia ancora
qui, debole e senza energia…..”
“Ma tu l’hai colpito con Tessaiga!” obiettò Kagome.
Lui
sbuffò “Quante volte non abbiamo creduto che fosse
morto e invece ce lo siamo trovati ancora tra i piedi? Quello non è un demone,
ma un rompiscatole!” cercò di sorridere, ma un dolore allo stomaco trasformò il sorriso in una smorfia di dolore.
“Forse
è meglio che ora andiate!” sorrise Milena comprensiva.
Kagome
prese le mani dei due ragazzi e le strinse nelle sue “Grazie di
tutto ragazzi…. Non vi dimenticherò mai!”
Inuyasha sorrise, ma non disse nulla, benché i suoi
occhi esprimessero appieno la riconoscenza che provava per quei due ragazzi, ma
che non sarebbe mai stato in grado di esprimere a parole. Poi si rivolse a Kagome e
le tese il frammento “E’ un tuo dovere!”.
Kagome
prese il frammento e sorrise. Poi unì i due pezzi della sfera. I due frammenti
s’incastrarono perfettamente e una luce color ocra li avvolse.
“Issyo
ni eien ni!” esclamò Kagome prima che la luce si affievolisse e loro
scomparissero con essa.
“Cos’ha
detto?” chiese Alessio incuriosito.
Milena
arrossì, ma non rispose.
Stettero qualche minuto in silenzio, poi
“Che c’è?” chiese Alessio osservando che era stranamente silenziosa.
Lei
abbassò il capo “Senti…. È vero che hai detto prima…. Quando Naraku voleva uccidermi?” chiese infine.
Alessio
la guardò non capendo ”Scusa…. Cosa
avrei detto?”
Milena
scosse la testa “No... nulla d’importante…”. Poi alzò lo sguardo sorridendo
allegramente “Che ne dici? Riusciremo a tornare a casa
in queste condizioni?”
Alessio
sembrava poco convinto “Non credo proprio…. Ma come dice il proverbio? Tentar non nuoce, no?”
“Giusto?
Perciò…. In marcia!” esclamò lanciando il pugno verso
l’alto.
Non
le importava che Alessio non ricordasse di aver detto di amarla, non aveva alcuna importanza: avrebbe potuto avere tutte le ragazze che
avesse voluto, poteva prenderla in giro finché voleva: loro due erano uniti da
un magico e straordinario segreto… e lo sarebbero stati per sempre…
Milena
mosse i primi passi, ma Alessio rimase fermo.
“Beh?
Che hai?” chiese lei.
Alessio
la fissò: “Davvero credi che non me lo ricordi?”
Milena
non capì. “Cosa?”
“Che io non ricordi tutto quello che è successo quando Naraku
si è impossessato del mio corpo?”
Milena
non rispose.
“Certo
che me lo ricordo!” continuò lui facendo un passo avanti “Come ricordo il dolore che ho provato nell’averti visto là,
minacciata dalla mia stessa mano a piangere per me, o quando sei rimasta ferita
a causa mia! E la paura di non riuscire a recuperare
il controllo per scacciare quel demone dal mio corpo, mentre le forze
inesorabilmente mi abbandonavano! Certo che ricordo tutto! Come potrei non
farlo?”
“Era…
era vero quello che hai detto?” chiese lei in un soffio.
Lui
la guardò serio “E secondo te, cosa mi avrebbe dato la forza di reagire e di
scacciare quel demone dal mio corpo?” chiese e sorridendo, si chinò a baciarla.
Miroku cadde in ginocchio, le lacrime che rigavano io suo
volto.
“Cosa ho fatto? Cosa ho fatto? Inuyasha, Kagomesama, cosa ho fatto?” urlò.
Sango lo raggiunse e gli toccò la spalla con delicatezza.
“Miroku san, non devi prendertela così! Non è stata
colpa tua! Era l’unica cosa che potevi fare! Se avessi potuto
usare hiroikotsu contro quel demone…”
“NoSango, no! Tu non hai colpa!
Solo io ne ho!” esclamò con veemenza voltandosi verso di lei “Avrei dovuto andare in loro soccorso, o almeno evitare che
anche loro fossero colpiti dal kazana! Kamisama! Dove li avrò mandati? Dove saranno finiti? Sangochan, cosa ho fatto? Cosa ho fatto?”
Sango guardò Miroku e si sentì
impotente. Mai l’aveva visto in quello stato, tanto da non riconoscerlo. Dov’era in quel momento il bonzo pervertito che lei
conosceva? Avrebbe tanto voluto aiutarlo, ma non sapeva
come.
“Miroku san, coraggio….” Non potè
fare altro che dirgli e lo abbracciò, piangendo con lui la scomparsa dei suoi
più cari amici, fino ad addormentarsi, uniti nel
dolore e nella disperazione.
Una
luce violentissima li svegliò di soprassalto e si strinsero ancora di più
nell’abbraccio. Istintivamente chiusero gli occhi per non restare accecati
dall’intensa emanazione luminosa. La luce lentamente si affievolì,
poi svanì. I due ragazzi aprirono gli occhi e non poterono fare a meno
di sgranarli per la sorpresa.
“Non
è possibile!” esclamò Sango sciogliendosi
dall’abbraccio e portandosi le mani sul viso.
“Non
ci credo…. Sto sognando…!”
“No,
Miroku san! Siamo proprio noi!”
Miroku esplose in un pianto dirotto: “Inuyasha!
Kagomesama!” esclamò
prostrandosi per terra. “Kamisama!
Non posso crederci! Siete di nuovo qui con noi! Non posso crederci….. E’… stata tutta colpa mia! Non avrei mai dovuto….!”
Kagome era visibilmente imbarazzata. “Dai
Miroku san! Calmati! E’ tutto a posto! Ora
siamo qui!”
Ma
Miroku non accennava a calmarsi, anzi: si aggrappò a una caviglia di Kagome,
continuando a piangere. “Non so come farmi perdonare! Chissà quante difficoltà avrete dovuto attraversare per poter tornare qui sani e
salvi! E chissà quanti mostri avrete incontrato in
quel mondo ostile, dove tutto è buio, morte e desolazione, dove non esiste la
luce, la pace, l’amore….”
Inuyasha non ne potè più.
“E
piantala!” esclamò colpendolo in testa “Non abbiamo
incontrato né mostri, né demoni, ma solo persone che ci hanno aiutato a tornare
qui!”
Solo
allora Miroku sembrò accorgersi di Inuyasha “Inuyasha, non ti avevo
proprio visto! Ma… che razza di abiti porti addosso?!”
Il
mezzo demone si guardò e si accorse di indossare ancora gli abiti di Alessio. Ma lo colpì anche
qualcos’altro. Le sue unghie non erano più umane, ma al loro posto c’erano gli
artigli di un demone e solo in quell’istante si
accorse di non sentire più il dolore per le ferite infertegli da Naraku. Sempre più incredulo, si toccò una ciocca di
capelli e la scoprì argentata. Poi alzò lo sguardo verso il cielo e i suoi
occhi furono illuminati dalla vista del sole nascente
“Kagome!” esclamò rivolgendosi a lei e la ragazza si voltò a
guardarlo.
“Inuyasha… i tuoi capelli!” fu tutto quello che riuscì a
dire.
“Si.. sono tornato…. Siamo tornati…!”
“Inuyasha….!”
“Kagome…!”
Rimasero
a fissarsi così, per qualche minuto, dimenticandosi di Sango
e Miroku lì, accanto a loro.
“Forse
sarebbe meglio allontanarsi….” Bisbigliò Miroku
all’orecchio di Sango e lei annuì.
Ma i due non si accorsero di nulla.
“Kagome…”
“Inuyasha…”
(NdA Immaginatevi la scena stile RumikoTakahashi dei due che si fissano, si chiamano, ma non
riesco a risolvere niente! Ecco ci siete!)
“Kagome io… volevo dirti che….”
Un’improvvisa
emissione di luce lo distolse dai suoi pensieri “Ma cosa…?”
La
sfera, caduta per terra al loro arrivo, brillò e si sollevò, fino a portarsi
all’altezza dei loro visi. Kagome istintivamente
avvicinò la mano per prenderla, ma al suo tocco, la sfera si ruppe in mille
frammenti, che si dispersero nell’aria.
Kagome rimase pietrificata “Ma cosa è
successo? Io… io non ho fatto nulla!”
Inuyasha stranamente non si arrabbiò e non le inveni contro come al solito “Come
quando la colpisti con la freccia….” Fu invece il suo commento.
Miroku si avvicinò a loro “Evidentemente
non era giunto il momento…. Il nostro destino non si è ancora compiuto….”
Kagome annuì “Tra l’altro ora che
abbiamo sconfitto Naraku….”
“Io
non ne sarei così sicuro.” Esclamò una voce fredda come il ghiaccio che li fece
rabbrividire “Ora che la sfera è di nuovo in frantumi, posso riprendermi la mia
rivincita!” e veloce come era apparsa, l’aura malvagia
del demone scomparve nel nulla.
Inuyasha strinse Kagome per la
vita e guardò con decisione i suoi compagni di avventura.
“L’avventura
continua!” esclamò e insieme si diressero al villaggio della vecchia Kaede.
FINE…?
E finalmente siamo giunti alla fine della
nostra storia, o forse, soltanto all’inizio. Perché ci
sono molti punti ancora oscuri, non ancora risolti. La spiegazione di tutto
esiste, ma solo voi mi direte se avete voglia di conoscerla oppure vi siete
talmente scocciati, che non volete sentirne neanche parlare.
Beh, che altro dirvi?
Commentate, anche se questa storia vi fa terribilmente pena e siete felci di
non vederla più!
Grazie a chiunque l’ha
seguita, anche se non ‘ha mai commentata e a chi,
invece mi ha lasciato un commento.