Stray heart

di greendayy44
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Won’t you rain on me tonight? ***
Capitolo 2: *** I was made of posion and blood ***



Capitolo 1
*** Won’t you rain on me tonight? ***


CAPITOLO 1

“Mamma dov’è il biglietto dell’aereo?”
“Guarda sul comodino in camera tua sotto ai tuoi dischi di quei ragazzini con le borchie…”
“Ti ho già detto una marea di volte che si chiamano – Clash - e si dà il caso che siano il mio gruppo preferito!”
“Fa lo stesso…  Comunque l’hai trovato il biglietto?”
“Si eccolo.. Ci sentiamo appena sarò arrivata”


**********


Appena uscita andai a prendere la navetta che mi avrebbe dovuto potrare all’aereoporto.
Ero così eccitata.
Dovevo andare in America per frequentare ,a Berkeley , il Conservatorio.
Suonavo il violoncello. E la cosa bella è che mi piaceva tantissimo. Speravo davvero di diventare ,una volta finita la scuola una musicista di alto livello. La cosa strana però era che adoravo sentire la musica pop- punk. Infatti  quando la gente mi vedeva tutta vestita di nero, con Dr. Martens ai piedi, tutta truccata di nero, e capelli neri mossi con delle mesh rossissime sui capelli e un viloncello alle spalle rimaneva stupita. Come poteva una ragazza di 24 anni punk interessarsi alla musica classica?
Semplice. Io adoravo la musica qualunque genere essa sia.
 
 
Arrivata in America andai a vedere quella che da ora al prossimo anno sarebbe diventata casa mia.
Appena entrata percepii subito una sensazione di libertà e di sollievo.
Misi in ordine i miei vestiti e andai a riposarmi. Dopo circa due ore decisi di andare a vedere dove si trovava il Conservatorio.
Presi le mie adorate cuffiette, il telefono e uscii di casa.
L’edificio dove avrei dovuto studiare era ridotto maluccio con molte crepe  e scritte ovunque.
Scritte su scritte. Ce n’èra una ripetuta parecchie volte dove si leggeva “ Green Day “.
Non ci feci molto caso quindi decisi di andare a vedere la città.
Non era molto diversa dal quartiere dove vivevo io. Le case erano uguali l’una con l’altra: tutte grigie, con crepe, e macchie di vernice.
Mi appoggiai ad una panchina per ascoltare meglio la musica.
Dopo poco si sedettero vicino a me due ragazzi che iniziarono a parlare ad alta voce.
I due erano vestiti semplicemente : avevano delle magliette sporche e bucate, pantaloni di un colore non ben definito dato che erano sporchi di terra e capelli arruffati. A completare il tutto c’era poi un’enorme nuvola di fumo.
Parlavano di musica e dei…. Green Day. Incuriosita mi tolsi le cuffiette per capire chi fossero, ma smisero subito di parlare.
Ero troppo curiosa.
“Scusate potreste dirmi chi sono questi -Green Day-?” – Gli chiesi.
I due si guardarono come se gli avessi appena fatto la domanda più stupida del mondo.
“Siamo noi!”
Mi voltai e vidi tre ragazzi. Il primoera un po’ basso di statura e aveva dei capelli biondi con una ricrescita nera, matita sugli occhi vestito in modo modesto e degli occhi verdi smeraldo. Dietro di lui un biondino tinto abbastanza alto, con degli occhi che erano un misto tra azzurro e verde. Il terzo era bassino con dei capelli “arancioni” e degli occhi azzurri.
I tre avevano le braccia incrociate e le gambe larghe e avevano preso una posizione di sfida.
Curvai un sopracciglio. Sembrava che quei ragazzi si sentissero i più potenti del mondo quando, per me non erano ancora nessuno…
“E di che vi occupate?”- chiesi.
“Di musica: siamo la band più forte in circolazione!”-disse il ragazzo-dali-occhi-verdi.
“Siamo i migliori!”-disse il finto-biondo.
“Immagino …”
“Che c’è hai dei dubbi?”- disse occhi-verdi.
“No no”
Occhi- verdi, (ancora non mi aveva detto il suo nome …) mi stava fissando. Non capivo cosa avesse da guardare. Fino a quel momento non mi era mai interessato cosa la gente pensasse di me. Stranamente invece di lui si che mi interessava. Non diedi molto peso ai miei pensieri e forse sbagliai.
“Mi piacerebbe tantissimo continuare a parlare di quanto siete bravi- dissi in tono sarcastico-“ ma ora devo andare. Ci si vede in giro Green Day!”
I tre accennarono un sorriso.
Continuavo a pensare a quei ragazzi soprattutto a Occhi-verdi. Fui però distratta dalla meravigliosa melodia di “City of the dead”.



****




Ciao a tutti. Questa è la prima volta in assoluto che scrivo su questo sito…. Siate clementi e scivetemi cosa ne pensate. So che è un po’ corto però…. Per il filo della storia deve essere così.
Alla prossima!


St. Jimmy
 
 

 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** I was made of posion and blood ***


CAPITOLO 2 7.30. E’ ora di andare a suonare. Dopo aver fatto una colazione alla “Fast and Furious” di corsa al Conservatorio. Arrivata davanti all’edificio mi feci avanti. Come al solito centomila sguardi addosso. “ La lezione è finita dovete andare!”- disse una signora entrando nell’aula. “Non vedevo l’ora!”- disse una ragazza dietro di me. “ Non ti piace venire qui?”- chiesi perplessa. “Si, certo. Solo che preferisco la musica che fanno i Green Day!” “ Ma si può sapere cosa hanno di tanto speciale quei ragazzini?”- chiesi stufa di ritrovarmi quei soggetti in tutti i discorsi fatti con le persone di Berkeley. “ Scommetto che non li hai mai sentiti.. Vero? “No…” “Bè guarda io so che oggi alle 16.30 provano… Di solito io ci vado… Potremo trovarci lì.” “Ok…” ******** Uscita dal Conservatorio mi incamminai verso casa. Solo dopo mi venne in mente di non averle chiesto la cosa più importante: DOVE? Feci per tornare indietro quando vidi di sfuggita un ragazzo con dei capelli biondi mentre si stava nascondendo sotto una panchina. Sembrava si stesse nascondendo da me. Incuriosita mi volai e ricominciai a camminare. Mi voltai di scatto e vidi “occhi- verdi” voltarsi. “E’ inutile.. Ti ho visto!”- gli gridai. “Ciao…”- mi disse un po’ a disagio per la figuraccia appena fatta. “Perché mi stavi seguendo?”-dissi. “Così…. E poi non capita tutti i giorni di vedere una ragazza con questo coso enorme sulle spalle!” “Si chiama violoncello” “Ah… Comunque io sono Billie, Billie Joe.” “Piacere Livia” “Mi ha detto Annie che verrai alle nostre prove oggi…”-disse Billie. “Si mi piacerebbe… Però non so dove..” “Vedi quel capannone vicino a quel centro commerciale?”-disse avvicinandosi a me. Il mio stomaco sembrava inpazzito. “Come poteva essere? Lui mi si era solo avvicinato di qualche metro… Non sarà mica che… No! Non è possibile!”-Pensai. “Ok ci sarò”-dissi. “E io ti aspetterò”- disse facendo un sorriso immenso. Mentre tornavo a casa riuscii a pensare solo ai suoi occhi bellissimi. Verde intenso che sembrava scavare dentro alla tua anima, o meglio… Dentro al tuo cuore.

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