Ci vuole un miracolo perché io mi innamori di te

di Sophie_Niall
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro improvviso ***
Capitolo 2: *** Una notte movimentata ***
Capitolo 3: *** Giornata no ***
Capitolo 4: *** Discorsi e brutte scoperte ***
Capitolo 5: *** Nuove notizie, poi Margherita ***



Capitolo 1
*** Un incontro improvviso ***


CAPITOLO 1 – UN INCONTO IMPROVVISO
 

Sophie

Certe volte ripenso ancora a quel giorno. Avevo diciassette anni e mi ero trasferita a Mullingar dopo la terza media, prima vivevo a Milano. Andavo a studiare in un collegio di Dublino. Era un venerdì di giugno quando stavo camminando in una vietta isolata dal mondo per tornare a casa dopo essere uscita dalla mia scuola che mi scontrai con un ragazzo e caddi per terra. Lui mi aiutò a rialzarmi e io riuscii finalmente a guardarlo in faccia. Era alto, biondo e con degli occhi blu oceano. Per me fu amore a prima vista. Restai a guardarlo per un po’ senza dire una parola, infatti fu lui il primo a parlare. Ragazzo: “Scusami, non ti ho vista e... ti sei fatta male?” Io: “No, no, tranquillo, tutto a posto.” Ragazzo: “Sicura che è tutto a posto? Ti sta sanguinando il ginocchio!” Io abbassai la faccia per guardarmi la gamba e caddi nuovamente a terra svenuta.
Mi risvegliai e davanti a me c’era quel ragazzo ad un centimetro dalla mia faccia. Probabilmente sono svenuta per l’ennesima volta, pensai. Io gli sorrisi e lui si spostò. Ragazzo: “Scusami tanto, non volevo.” Io: “Non devi scusarti, non hai fatto nulla, credo.” Ragazzo: “Non farti illusioni con me, ok?” Io: “Ok, ma io non mi stavo facendo illusioni.” Ragazzo: “Era per precauzione.” Io: “Tranquillo, non sono stupida.” Ragazzo: “No, non ho detto che sei stupida...” Io mi alzai dal letto. Io: “Ma l’hai pensato. Ora è tardi, dovrei tornare a casa.” Ragazzo: “No, no, aspetta ancora dieci minuti!” Lui uscì di corsa dalla stanza. Mi guardai attorno: c’era un muro azzurro con attaccati un sacco di poster di Justin Bieber e degli One Direction. Fu in una di quelle tante foto che vidi la faccia di quel ragazzo biondo con gli occhi azzurri e sotto c’era scritto Niall, probabilmente il suo nome. Dopo un po’ la porta della stanza si aprì e lui entrò con in mano un vassoio e lo posò sul comodino vicino al letto su cui ero sdraiata. Io: “Cosa mi è successo?” Ragazzo: “Sei svenuta e io ti ho portato qui, a casa mia.” Io: “Grazie mille, se vedo anche la più piccola gocciolina di sangue svengo.” Lui si sedette sul mio letto e io gli indicai un poster. Io: “Sei tu quello?” Ragazzo: “Sì, scusa se non mi sono ancora presentato, mi chiamo Niall.” Io: “Io sono Sophie.” Niall: “Dove abiti?” Non credi che sarebbe meglio non correre? Io: “A Mullingar, in periferia.” Niall: “Anche io, guarda, questa è casa mia!” Mi affacciai alla finestra di fianco al letto. Io: “Ecco, io abito lì. Wow, di fronte a te! E’ strano però che non ci siamo mai incrociati...” Niall: “Non è strano.” Io: “Come non è strano?” Niall: “Io faccio parte di una band di ragazzi cantanti strafamosa ed è chiaro che non ci siamo mai incontrati.” Io: “Come una band di cantanti strafamosa? Quella lì?” Niall: “Sì. Non ci conoscevi?” Io: “A dire il vero... no.” Quello che dicevo era la pura verità, non mi ero mai interessata tanto ai concerti di Dublino, odiavo quella città. Ci andavo soltanto per andare a scuola. Addentai uno dei tre biscotti che c’erano sul vassoio. Niall: “Ah, certo, la merenda!” Io: “Sì, ho fame.” Niall: “Anche io sono un gran mangione. Ti ho portato anche del tè.” Temevo quell’affermazione. Niall: “Perché quella faccia? Non ti piace?” Io: “No! Sì che mi piace!” Una bugia del genere non l’avevo mai detta. Presi la tazzina e assaggiai il tè: lo trovai molto buono. Questo ragazzo deve essere magico, magari ho di fronte un angelo: biondo, occhi azzurri, riesce a farmi bere il tè e a farmelo piacere! Niall: “Ti piace? Avevi una faccia prima!” Io: “Certo che mi piace, il primo tè che mi piace in vita mia.” Perché non ero riuscita a controllarmi? Niall: “Allora non ti piace il tè!” Come rimediare? Io: “In generale no, ma questo stranamente sì.” Che figuraccia! Finii di bere il tè e mi alzai dal letto. Anche Niall si alzò e mi accompagnò fino alla porta. Niall: “Domani è sabato, ti va di uscire?” Io: “Uhm... Non so... dammi il tuo numero, così posso pensarci tranquillamente. E tu non farti illusioni!” Niall: “Ahahahah, ok. Tieni.” Mi scrisse il suo numero su un pezzetto di carta e me lo diede in mano. Infine mi aprì la porta. Io: “Ciao!” Niall: “Ciao!” Attraversai  la strada e arrivai a casa. Mia mamma era furiosa. Mamma: “Ora mi dici immediatamente dove sei stata per tre ore! Ti aspettavo per le due e tu arrivi alle cinque!!” Io: “A casa di un amico.” Mamma: “E non mi avvisi né niente!?!! Ma ti sembra normale?!” Io: “Sì mamma, abita nella casa qui di fronte.” Mamma: “Ah, ok. Ma la prossima volta ricordati di avvisarmi.” L’avevo smerdata completamente. Evvai! Andai nella mia stanza, mi tolsi l’uniforme che avevo addosso (per andare a scuola avevo l’uniforme – gonna a quadri bianca e rossa, polo bianca con lo stemma della scuola in alto a destra, calze bianche fino al ginocchio, all star rosse e per l’inverno avevo anche una giacchetta rossa – ) e indossai un paio di jeans corti con una maglietta verde. Guardai gli impegni che avevo scritto sul mio calendario.
 

Venerdì 6 Scuola – pomeriggio libero
 
Sabato 7 Allenamenti nuoto tutto il giorno (portare il pranzo)
 
Domenica 8
 
Giornata libera
Lunedì 9  
 
Martedì 10 Allenamenti nuoto del pomeriggio
 
Mercoledì 11 Appuntamento con Fede alle 3:00 p. m. a Dublino per il compito d’inglese
 
Giovedì 12 Allenamenti nuoto del pomeriggio
 
 
Avevo gli allenamenti per le gare di nuoto... che noia! Certo, il nuoto era la mia vita, ma gli allenamenti proprio no!
Per entrare nella squadra femminile di Dublino non c’era voluto molto e l’allenatrice che avevamo era gentile e comprensiva. Da poco lei se n’era andata e ne era arrivata un’altra che era tutto il suo contrario: severa e non ammetteva un minimo sbaglio in tutti gli stili, ci riteneva delle perdenti. Noi poverette dovevamo sopportarcela così com’era perché non c’era verso di farle cambiare opinione. Mandai un messaggio a Niall dicendo che non sarei potuta uscire con lui perché dovevo andare a Dublino per allenarmi. Lui mi rispose con un semplice ‘Non importa, sarà per un’altra volta.’ Mi sedetti sul letto, presi il mio computer e scrissi a Margherita un’e-mail.
 
Cara Meggy, devo dirti una cosa molto importante! Ti ricordi quando mi hai detto che Fede era partito per studiare a Dublino? Ho scoperto adesso, alla fine dell’anno, che lui viene nel mio stesso collegio!!!!!!!! E pensa che bello: la prof. d’inglese mi ha assegnato una ricerca sull’Australia da fare durante l’estate con un ragazzo nuovo. Io ho scelto Federico! Ok, sì, lo so che non è tanto bello farla durante l’estate, infatti ci siamo accordati per terminarla entro la fine del mese. E devi assolutamente sapere la novità! Oggi mi è capitata una cosa super fantastica: stavo camminando e poi un ragazzo mi è venuto addosso, sono caduta e mi sono sbucciata un ginocchio, poi sono svenuta e lui mi ha portata a casa sua e per finire in bellezza quando mi sono svegliata lui era a un centimetro dalla mia faccia. Aspetta, non so se hai capito, ma sono praticamente innamoratissima di lui... Non puoi neanche immaginare quanto è bello! E vederlo a così poca distanza da me... secondo te posso piacergli almeno un pochino? Però ha detto che con lui non devo farmi illusioni... E io me le sto già facendo. Già penso al nostro primo bacio, penso a quante volte mi dirà ‘ti amo’ e a tutto il tempo che passeremo insieme io e lui. Ah, non ti ho detto come si chiama. Niall, si chiama così (che nome complicato da pronunciare!) e fa parte di una band superfamosa di cantanti. Aspetta, penso che si chiami ‘One Direction’ o qualcosa del genere... Un nome molto simile al tuo gruppo preferito. Domani ho gli allenamenti per la prossima gara e non sai quanta voglia ho di rivedere quella lì.
Ti scongiuro, rispondimi al più presto.
La tua Soph.

 
Era da tanto tempo che non scrivevo più alla mia amica Margherita. L’Italia era lontana e mi mancava tanto. Da quando ero atterrata in Irlanda con l’aereo non facevo altro che sentire parlare inglese da tutte le parti e ormai perfino i miei genitori mi parlavano in inglese. Anche quell’insopportabile di mia sorella. L’unica persona con la quale parlavo in italiano da una settimana era Federico e poi c’era il mio diario, ma quello non conta. Avevo sempre scritto in italiano su di esso, non avevo mai cambiato lingua. E poi c’erano i miei migliori amici: Marco, Elena e Sonia. Erano anni che non li vedevo più, tante cose erano cambiate nel frattempo e i contatti tra di noi si erano quasi sciolti del tutto. Presi il mio primo diario, iniziato in quinta elementare e lo lessi. Avevo scritto tutto del mio primo fidanzamento, un fidanzamento per convenienza, niente che c’entrasse con l’amore vero. Impiegai mezzoretta per leggerlo e poi passai al mio diario della seconda media. Lì avevo scritto di quanto mi stavo staccando dalla mia famiglia, di quanto ero triste e di quanto avevo bisogno del supporto degli amici più stretti. Rilessi più volte la prima pagina, era tutta dedicata a Marco.

Caro diario, oggi ho scoperto una cosa terribile. Marco e Sonia stanno insieme da una settimana. Dovevo sbrigarmi prima, dovevo rendermi conto prima che Carlos era solo un coglione! E soprattutto, ora cosa devo fare? Devo dirlo a Marco? Come potrebbe reagire? Devo dirlo a Soni? Si arrabbierebbe? O forse è meglio se sto zitta? Sento che sto tradendo un’amica e non posso permettere a me stessa di tacere davanti a questa situazione. Credo che devo parlarne con Marco. Marco, sempre Marco. Non faccio altro che pensare a lui da tutta l’estate. Sono un po’ stufa, ma in fondo non posso farne a meno. Lui è così bello, simpatico, dolce,… Chissà, magari anche un po’ romantico. Devo smettere adesso, alla prossima volta.

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Capitolo 2
*** Una notte movimentata ***


CAPITOLO 2 – UNA NOTTE MOVIMENTATA
 

Sophie

Dopo aver letto ripensai a quell’anno, così bello e così difficile. Mi scese qualche lacrima, ma le ricacciai indietro strofinandomi gli occhi con la mano sinistra. Passai dieci minuti a pensare, poi, alle sei e mezza, mia madre mi chiamò per la cena. Io andai in cucina con tutto il mascara colato sotto gli occhi. Mamma: “Sophie, hai pianto?” Io: “No, mi sono strofinata gli occhi per togliere il trucco in bagno perché non trovavo lo struccante.” Papà: “Che impegni hai per domani?” Io: “Allenamenti.” Papà: “E hai intenzione di andarci questa volta?” Io: “Ma che t’importa!?!!!!” La cena terminò nel silenzio. Mi chiusi nella stanza per sfogarmi un po’ da sola. Accesi lo stereo e misi ‘Unintended’ dei Muse. Era una canzone triste, ma che in quel momento mi faceva bene. La giornata che avevo passato era stata orrenda, nonostante quello fosse stato l’ultimo giorno di scuola. Contemporaneamente, guardavo la tv. Davano in diretta un concerto a Bournemounth in Inghilterra degli One Direction: riconobbi immediatamente le canzoni che Margherita mi aveva detto di ascoltare per e-mail e rimasi incantata dalla voce di quel biondino con gli occhi azzurri. Mi stavo forse innamorando sul serio di lui? Erano davvero finite qui tutte le storie mentali che mi facevo con Marco? Alle nove mi infilai sotto le coperte e dopo un’ora non ero ancora riuscita a chiudere occhio. Avevo passato tutto il tempo a pensare a Niall, a quanto erano belli i suoi occhi (era la prima volta che mi facevo piacere gli occhi azzurri), a come ci eravamo ‘incontrati’, a quando sono svenuta e a quando mi sono svegliata. Cosa ci faceva lui a così poca distanza da me? Aveva intenzione di baciarmi? No, se l’avesse voluto l’avrebbe fatto. Era rimasto accanto a me tutto il tempo? Perché mi ha portato a casa sua e non ha semplicemente chiamato un’ambulanza? Perché mi ha invitata ad uscire già domani? Gli piaccio? Mi piace? A tutte queste domande non c’è risposta. Mi alzai dal letto e mi calai con una corda dalla finestra della mia stanza (cosa imparata agli scout per scendere dalle sopraelevate quando manca la scaletta). I miei genitori non mi avrebbero mai fatta uscire di casa a quell’ora, ma io volevo vederlo, dovevo assolutamente vederlo. Dimenticai di prendere la felpa, ma inizialmente non me ne accorsi neanche. Arrivai davanti alla villa dove abitava Niall e notai che dall’interno si sentiva musica ad alto volume e persone che si divertivano. La finestra della sua stanza era un piano più sopra. Avrei dovuto fare un nodo alla mia corda per arrampicarmi, ma come? Non mi sarei arrampicata. A quel punto mi ricordai che certe volte, la sera tardi, l’avevo visto da lontano affacciarsi alla finestra. Erano le dieci e un quarto quando mi decisi ad aspettarlo sotto le stelle. Poco dopo però mi addormentai contro un muro. Verso l’una di notte venni svegliata dal tocco di una mano calda sulla spalla destra. Niall: “Oddio come si chiama... Sophie?” Mi sentii scuotere e aprii gli occhi lentamente. Niall: “Sophie?” Io: “Dai papi, lasciami dormire... Oggi è sabato...” Mi girai sul fianco. Niall: “Sophie? Sono Niall.” Mi voltai di scatto verso di lui con gli occhi spalancati. Io: “Niall...” Niall: “Cosa ci fai qui? Non ti avranno cacciato di casa, vero? E quella corda?” Io: “No, non mi hanno cacciata di casa, sono uscita con questa corda dalla finestra della mia camera. Non riuscivo a dormire e... E questi chi sono?” Niall: “Sono i miei amici: Louis, Harry, Liam e Zayn. Stavamo andando a fare un giro e ti abbiamo vista qui.” Io: “Ma che ore sono?” Niall: “L’una di notte.” Cosa devo fare adesso? Devo chiedergli di poter andare con loro o devo tornare a casa? Niall: “E’ sabato.” Io: “Ora che ci ho pensato bene, posso uscire con te, sempre che i tuoi amici mi vogliano.” Niall gettò loro uno sguardo e quelli annuirono senza esitare. Mi tirai su con fatica visto che ero mezza addormentata e Harry mi aiutò. Io: “Grazie.” Harry: “Prego. Sei molto carina, è un peccato abbandonarti qui.” Niall gli rivolse un’occhiataccia di disprezzo. Niall mi prese per mano e tutti insieme iniziammo a camminare verso il centro (che distava un po’ dalla periferia), ma fu dopo una mezzoretta che iniziai a tremare ricordandomi di aver lasciato a casa la felpa. Harry pensò subito a mettermi un braccio attorno al collo e a stringermi a sé, io lo fermai perché avevo notato che Niall era gelosissimo. Mi sentivo una bambolina contesa tra due bambine. Io: “Ragazzi, adesso basta. Ho dimenticato la felpa, mi arrangio. E non serve che mi prendiate per mano, non ho più due anni.” Harry e Niall ci restarono male. Perché ho reagito così? Soph, ricordati che sei innamorata persa di Niall! Per tutto il tempo che restammo insieme nessuno osò dire una parola. I ragazzi ricominciarono a parlare tornati indietro per salutarsi. Harry mi prese in disparte e fece per baciarmi, ma io mi ritrassi immediatamente. Io: “Ma che cavolo fai? Ci conosciamo da appena un’ora e tu già mi vuoi baciare come se fosse niente?!” Harry: “Mi sono innamorato di te.” Io: “E sai una cosa? Non me ne importa un bel niente!” In quel momento arrivò Liam. Liam: “Ragazzi, ma cosa è successo? Sophie, ti ho sentito urlare e...” Il muto ha parlato!!!!!!! Io: “Urlo perché questo tale Harry mi voleva baciare! E se non vi dispiace adesso me ne vado con piacere!” Non salutai neanche gli altri e mi avviai verso casa, solo che incontrai mia madre ancora più furiosa del giorno prima. Mamma: “Ma che sta succedendo qui? Sophie, insomma, che ci fai a quest’ora in mezzo a un gruppo di ragazzi così?” Niall: “Ehm, io le posso spiegare tutto se vuole...” Mamma: “Sì, avanti, spiega!” Io: “Non c’è bisogno che spieghi niente Niall, posso farlo anche io.” Mamma: “E allora spiegami tutto tu!” Io: “Vedi... qualche ora fa ero un po’ strana perché lui, il mio amico, mi aveva invitata ad uscire e io ero troppo eccitata.” Ma cosa ho detto!?! Mamma: “Ok per lui, ma tutti gli altri?” Io: “Sono i suoi amici.” Niall: “Sì, sono venuti per una festa, quando...” Io: “Quando invece abbiamo deciso di fare un giro.” Mamma: “E chi era quello che ti stava per baciare?” Harry: “Io.” Mamma: “Come ti permetti di baciare mia figlia, eh?!” Io: “Mamma, stai calma, non è successo niente.” Mamma: “Comunque sei in punizione: domani mi consegnerai il tuo calendario e per due settimane non uscirai più di casa se non per il nuoto e per gli impegni scolastici! E adesso vieni!!!!” Io guardai gli altri e seguii mia madre in casa senza dire una parola.

Niall

Io: “Harry, ma che hai fatto?” Harry: “Non ti è abbastanza chiaro? Lei mi piace, stavo per baciarla e Sophie si è messa a urlare come una gallina, visto che spostarsi non le bastava per spezzarmi il cuore!” Zayn: “E aveva ragione a urlare.” Louis: “Vi conoscete da poco più di un’ora.” Harry: “E questo cosa vuol dire? Se mi sono innamorato è chiaro che ho voglia di baciarla!” Liam: “Ma non puoi farlo.” Harry: “Ah sì? E chi me lo impedisce?” Io: “Io, io Harry, io te lo impedisco. Mi hai fatto fare una figura da schifo davanti a lei e a sua madre, ti sembra poco? E che ti sia chiara una cosa: Sophie diventerà la mia ragazza, non la tua.” Raccolsi la corda che era rimasta sotto la mia finestra, salutai i miei amici non traditori e me ne andai a letto. Dalla finestra della mia stanza intravedevo la sua camera. Sophie era nel suo letto con in mano il computer. Era bellissima, Harry aveva ragione a volerla baciare. E dai Niall, ma cosa pensi? Che uno dei tuoi migliori amici possa toglierti la ragazza da sotto al naso? Ce l’hai in pugno, devi solo invitarla ad uscire un po’ di volte ed è fatta. E’ in punizione. Lo so, infatti dovrai mettercela tutta. La mia voce interiore mi era sempre stata d’aiuto, ma non quella sera.

Sophie

Scrissi un’e-mail a Sonia. Avevo un assoluto bisogno della mia psicologa in quel momento.

Cara Soni, è un sacco di tempo che non ti scrivo e questo mi dispiace. Devo raccontarti una cosa che mi è successa poco tempo fa. Ieri ho conosciuto un ragazzo che mi ha invitata ad uscire già oggi. C’erano dei suoi amici e proprio uno di loro ha provato baciarmi, ma io l’ho rifiutato. Gli ho spezzato il cuore, me ne sono resa conto, e quello che mi chiedo è se ho fatto bene a scostarmi. Sapresti darmi qualche suggerimento per rimediare? Cambiando argomento, come stanno Ellie e Meggy? E con Marco la relazione continua? Ho bisogno del tuo sostegno morale!
A presto, Soph.


Iniziai a pensare che non avrebbe mai ricevuto la mia e-mail, che non avrebbe mai potuto leggerla e rispondermi con i suoi super consigli. E poi a Niall. Per colpa mia aveva fatto una figuraccia. Presi il mio cellulare sperando in un suo messaggio, ma non sentii nessuna suoneria. Fui io, allora, a mandargli un messaggio di scusa. Lui mi rispose con ‘Fa niente. Tu non puoi uscire, vero? La tua corda ce l’ho io, ma possiamo vederci lo stesso.’ Gli scrissi chiedendogli come, ma non mi arrivò nessun messaggio. Ormai erano le quattro. Dopo pochi minuti vidi una corda volare all’altezza della mia finestra, mi alzai dal letto e mi affacciai prendendola e facendo un nodo alla maniglia. Poi Niall scavalcò il davanzale ed entrò nella mia stanza. Io: “Ehi!” Niall: “Volevo vederti. E restituirti la corda.” Io: “Certo. Quella che ti si presenta davanti è la mia stanza: cabina - armadio, bagno, letto, scrivania,...” Niall: “E’ molto bella, ti si addice.” Io: “Bah, non dire sciocchezze. Ma perché volevi vedermi?” Niall: “Volevo chiederti di essere mia amica. Lo so che ci conosciamo da poco e che ti ha sconvolta il comportamento di Harry, ma il fatto è che...” Lo feci sedere sul mio letto e io mi misi accanto a lui. Io: “Il fatto è che mi sta bene che diventiamo amici. Ho bisogno di una persona con cui confidarmi.” Niall: “Ci sono i tuoi genitori, non ti bastano?” Io: “Non posso neanche parlarci! Secondo te posso ragionare con una persona così, come mia madre? L’hai vista prima.” Niall: “Forse hai ragione.” Io: “Menomale che tra un mese compio 17 anni, forse capiranno che so quello che faccio! Ma i tuoi non erano a casa oggi?” Niall: “No. Sono via fino a luglio e mi hanno affidato la casa. Posso farci tutto quello che voglio.” Io: “Sei davvero fortunato. Ma quanti anni hai?” Niall: “Diciotto, diciannove a settembre.” Io: “Wow! Manca poco! Sai già come organizzare la festa chi invitare e tutto il resto?” Niall: “Veramente non ci ho ancora pensato... mancano tre mesi!” Io: “Io penso come deve essere la mia festa cinque mesi prima. Agli invitati, al cibo, alle bevande, alla musica, tutto deve essere perfetto. Vuoi venire alla mia festa?” Niall: “Uhm, no so, che giorno la fai?” Io: “Pensavo di farla a settembre, visto che a luglio non c’è mai nessuno perché sono tutti in vacanza.” Niall: “Settembre, settembre... forse posso.” Io: “Lasciamo perdere le feste adesso, raccontami un po’ di te.” Niall: “Come vedi sono bello, biondo, con gli occhi azzurri,… il principe perfetto che ogni ragazza vorrebbe avere.” Io: “Ma come siamo modesti! Comunque intendevo dire le cose più serie, non so, per esempio il film che ti piace di più, che animale domestico hai, cose che a prima vista una persona non può sapere.” Niall: “Allora... come film, Grease, avevo due pesci, si chiamavano Tom e Jerry, ma mio fratello li ha uccisi dando loro troppo da mangiare, il mio ristorante preferito è Nando’s, sono stratifoso del Derby County e soprattutto adoro la pizza e tutte le cose italiane.” Io: “Io sono italiana! Per metà, cioè.” Niall: “Che bello! Io adoro l’Italia e il suo cibo un casino!!” Io: “Ahahahah! E’ vero, si mangia bene in Italia.” Niall: “E adesso raccontami di te, non so proprio nulla a parte che sei italiana per metà.” Io: “Per cominciare sono anche belga, parlo cinque lingue, amo i cavalli, sono sempre stata tifosa dell’Inter, adoro il nuoto e il pattinaggio sul ghiaccio, mi rilasso ascoltando canzoni tristi mentre disegno o leggo un libro e infine mi piace poter stare da sola quando ne ho bisogno.” Niall: “Che tipi di ragazzi ti piacciono?” Io: “Perché questa domanda?” Niall: “Così, è la domanda che ci fanno sempre le fan e io adesso la faccio a tutte le ragazze che incontro!” Io: “Sì, vabbeh. Comunque il mio ragazzo ideale deve avere un buon senso dell’umorismo, deve sapermi ascoltare e deve anche capirmi. Poi se ama le cose che amo io è meglio. Ah, e se mi arrabbio è perché sono nervosa, di solito.” Niall: “Certo che sei una ragazza complicata!” Io: “Leggermente... E a te che ragazze piacciono?” Niall: “Sicuramente devono essere acqua e sapone.” Oh cavoli, proprio quello che non sono! Se l’ho pensato, vuol dire che mi piace Niall!!! Niall: “E poi non deve cercare di fare colpo su di me in qualsiasi modo.” Ok, qua ci sto. Io: “Sì certo, sarebbe fastidioso altrimenti.” Niall: “Ti va di dormire a casa mia per le poche ore che ci rimangono di buio?” Io: “Perché no? Mi piace quest’idea!” Entrò nuovamente in gioco la corda. Attraversata la strada, Niall aprì la porta di casa e mi disse che avrei dormito nel suo letto e che lui si sarebbe coricato sul divano in salotto. Ero iper contenta di poterlo sentire di fianco a me anche durante la notte. Niall stette seduto sul letto di fianco a me finché non mi addormentai. 

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Capitolo 3
*** Giornata no ***


CAPITOLO 3 – GIORNATA NO
 

Niall

La mattina (quella che tutti normalmente chiamano mattina) mi svegliai alle otto. Andai nella mia stanza a vedere se la mia principessa stava ancora dormendo, ma la trovai sveglia mentre osservava attentamente i miei poster. Sophie: “Niall!” Io: “Sei sveglia vedo! Vieni a fare colazione?” Sophie: “Con te? Devo proprio?” Io: “No, se non vuoi non devi...” Sophie: “Ma le capisci le battute? Ok, va bene, lo so che a farle sono pessima, però potresti darmi la soddisfazione di ridere, anche per finta, qualche volta!” Io: “Sì, sì, facciamola breve, vuoi venire a fare colazione oppure no?” Sophie: “Ma guarda te che domande fai! Certo che sì, ho una fame blu!” Io: “La fame è una cosa astratta... non può essere colorata…” Sophie: “Avere una fame blu è un modo di dire. Non si usa qui?” Io: “No... Dai, scendiamo giù, la colazione dobbiamo andarcela a comprare.” Sophie: “Aspetta un attimo, che ore sono?” Io: “Le otto e dieci più o meno.” Sophie: “Oh caspiterina sono in ritardo per gli allenamenti!” Io: “Quali allenamenti?” Sophie: “Mi porteresti a Dublino? hai la macchina, no?” Io: “Certo, certo, ma...” Sophie: “Aspetta che devo prendere la borsa! Cavoli, ci mancava anche il ritardo, adesso sì che sono fritta!” Io: “Ma potresti dirmi cosa...?” Sophie: “Ieri, cioè oggi alle quattro, mi sono dimenticata che tra un’ora devo essere a Dublino quindi ti scongiuro portami tu.” Io: “Va bene, ma cosa devi fare? Perché sei così di fretta?” Sophie si precipitò per strada. Sophie: “La tua auto?” Io: “Quella lì in fondo.” Non feci in tempo a chiudere casa che era già entrata. Io salii dall’altra parte. Io: “Scusa, ma come sei entrata?” Sophie: “Questo non importa, adesso vedi di accendere quel motore e di portarmi a Dublino il più velocemente possibile!!” Io: “Ok.” Accesi il motore della macchina e partii assieme a lei per Dublino. Io: “Ma adesso mi spieghi?” Sophie: “Allora... Devo essere a scuola alle nove perché ho gli allenamenti di nuoto di un’intera giornata e se arrivo tardi quella scema della mia allenatrice mi sfracella. Quella mi odia e io odio lei con tutto il mio cuore, la mia anima e la mia mente.” Io: “Wow, e perché non smetti di andare in piscina se quella ti secca tanto?” Sophie: “Per due motivi: perché voglio terminare il campionato giovanile e perché il nuoto e i cavalli sono la mia vita. Per queste due cose do tutta me stessa.” Io: “Ho capito che per il compleanno dovrò regalarti un cavallo.” Sophie: “No, ti scongiuro, ne ho quattro e penso che siano già troppi da gestire!” Io: “E dove li tieni?” Sophie: “In Belgio, da mia cugina, è lei che me li ha regalati. Purtroppo però li vedo un giorno su trecentosessantacinque dell’anno e quindi mi consolo con il mio coniglietto.”

Sophie

In quel momento mi squillò il cellulare, era Sonia che aveva appena letto la mia mail. Io: “Soniiiiiiiiiii! Ciao!!!!!!!!!!!” Sonia: “Ciauuuuuu Soph! Come stai?” Io: “Bene bene, grazie. Allora, tu e Marco?” Sonia: “Non me ne parlare neanche! Ci siamo lasciati, non potevo neanche studiare con un amico che lui mi diceva che ero già la sua ragazza, non sai quanto lo detesto quando fa così. Per fortuna abbiamo chiuso per sempre.” Quella notizia non mi fece alcun effetto. Perché non sto esultando? Marco ha lasciato Sonia, caspita! Io: “Come posso capirti, i ragazzi gelosi sono sempre uno stress!” Sonia: “Ora basta parlare dei miei problemi con quell’imbecille, passiamo a te. Secondo me hai fatto bene a rifiutarlo, ma dimmi, l’hai fatto per un altro ragazzo, vero?” Io: “Uhm... Sì e no, ecco. E’ stato strano, non so se mi piace il mio vicino di casa o se allontanarmi è stato semplicemente un impulso.” Sonia: “Ah, lo sapevo che c’entrava qualcuno dei tuoi amori!” Io: “Vacci piano a parlare al plurale, ti ricordo che io ho avuto una sola relazione ‘seria’ tralasciando che sono stata con quel tipo solo ed esclusivamente perché mi conveniva.” Sonia: “Dai, dimmi, chi è? Come si chiama?” Io: “Non posso dirti il nome in questo momento perché è di fianco a me, ma è un cantante di quel gruppo che piace tanto a te e a Margherita. E sembra che anche io piaccia a lui, ma certe cose vanno gestite con cautela.” Sonia: “Sì, sì, hai ragione. Sai che tra due settimane vado a Londra?” Io: “No, non ci credo.” Sonia: “Invece devi crederci! E verrà anche Marco perché siamo in vacanza insieme da soli io e lui per un regalo che ci hanno fatto i nostri genitori. Se me lo avessero fatto ieri e non tre mesi fa l’avrei rifiutato, ma per fortuna che c’è Ellie.” Io: “Tra due settimane io sarò lì per degli impegni con il campionato giovanile di nuoto, forse ci possiamo vedere.” Sonia: “Speriamo di sì! Ora devo andare a musical, ci sentiamo un’altra volta, ok?” Io: “Ok. Ciao!” Sonia: “Ciau!” E che stress questo ‘ciau’!!!!! Forse è meglio che glielo dica la prossima volta. Niall: “Chi era?” Io: “Sonia, una mia amica italiana. Tra due settimane va a Londra e io andrò a trovarla perché sarò lì per le gare dell’inizio del campionato. Vuoi venire con me?” Niall: “Certo, ma posso invitare i miei amici di ieri sera a vederti nuotare?” Io: “Ovviamente sì!” Dopo un’ora Niall mi depositò davanti alla mia scuola, entrai, indossai il costume velocemente sapendo di essere in ritardo e mi precipitai alla piscina. Le mie compagne erano già in acqua. Io: “Mi scusi per il ritardo allenatrice, ma ho avuto un contrattempo...” Allenatrice: “Ma ‘mi scusi’ cosa? Sei in ritardo di un quarto d’ora, l’altra volta non sei venuta agli allenamenti e adesso dici ‘mi scusi, ho avuto un contrattempo’? Pensi che io creda a queste menzogne da bambini? Ti informo che sei esclusa definitivamente dal campionato e che non sei più il capitano della squadra.” Io: “Lei non può farmi questo!” Ho l’impulso di rispondere, non posso farci nulla. Allenatrice: “Infatti avresti dovuto dire ‘lei non può farmi solo questo’ perché io posso fare questo e molto altro, vuoi che continui?” Io: “Che continui pure! Lo sa benissimo che senza di me la squadra perderà il campionato e non trovo affatto grave arrivare in ritardo ad una lezione e saltarne un’altra su un milione che ne ho fatte!” Allenatrice: “Ti farò ripetere l’anno se continui! Adesso vattene via, tornatene a casa, qui non c’è posto per chi scherza con lo sport!” Adesso me ne vado e se lo faccio è solo perché c’è Niall con me, ma dimostrerò a quella stronza deficiente di merda che io non mi arrendo, lei non mi fa nessuna paura, io non ripeterò l’anno per quello che è appena successo. Tornai nello spogliatoio a cambiarmi e uscii di corsa piangendo. Avevo bisogno di Niall, ma non lo volevo, ero convinta che piangere da soli fosse meglio. Mi vergognavo troppo a farmi vedere da lui in quello stato, sicuramente mi avrebbe chiesto il perché di quella situazione. Nathan, il mio best! Lui sapeva consolarmi sempre, mi dava degli ottimi consigli e... perché non andare da lui in quel momento? Tornai indietro fino al collegio, entrai, incontrai Niall, ma non gli diedi alcun peso, salii le scale fino al terzo piano e bussai alla porta della sua camera. Lui mi aprì e io entrai come se fossi a casa mia. Federico: “Ehm... Ciao!” Io: “Ciao. Mi posso sfogare?” Federico: “Sì...” Mi stesi sul suo letto e piansi ancora più di prima affogando la mia testa nel suo cuscino. Federico: “Ma cos’hai? Scusa, ma tu adesso dovresti essere in piscina, che ci fai qui?” Io: “Quella cretina...! Deve sempre rovinare tutto! Deve rovinare la mia vita, il campionato giovanile, la squadra femminile di nuoto di Dublino e pure la mia media dei voti! Ma chi cavolo si crede di essere quella!!!!!?” Fede mi venne vicino e anche lui si sdraiò sul letto, guardando il soffitto però. Federico: “L’allenatrice?” Io: “Per me da ora in poi si chiama ‘quella cretina’.” Federico: “Ti faccio notare che tu l’hai sempre chiamata ‘quella cretina’… e che non l’hai mai stimata di una virgola, forse è per questo che ce l’ha con te.” Io: “E magari anche perché le rispondo sempre...” Federico: “Anche. Quando imparerai ad essere un’alunna diligente?” Io: “Io non voglio esserlo. Io voglio essere me stessa, quello che sono realmente. Non voglio più indossare la maschera della brava bambina che hai conosciuto alle medie. Ora sono più grande, sono cambiata e so quello che sono e quello che faccio.” Federico: “Non ti riconosco più... tu non sei così e lo sai bene che sei diversa. Quello che sei ora è quello che vorresti essere ed è una strada sbagliata.” Io: “Neanche tu mi capisci adesso?! Sai cosa ti dico? Che me ne vado! Se non mi capisci più è inutile che siamo amici, io con te ho chiuso per tutto il tempo che resterò ancora in vita! E per quanto riguarda la ricerca... fattela da solo!” Federico: “Non intendevo dire questo...” Io: “Tieniti le parole per un’altra occasione.” Me ne andai arrabbiata ancora più di prima o, come è più solito dire, incazzata nera. Mi rinchiusi a chiave nella mia stanza e feci strage di tutte le cose che mi aveva regalato Fede per i miei compleanni. Dopo aver visto ciò che avevo fatto piansi, piansi e piansi all’infinito. Mi guardai allo specchio e feci una gran fatica a riconoscermi. Cosa sono diventata...? Un mostro. In che parte del mio corpo sono nascosti i miei sentimenti d’affetto per gli altri? Dove si trova la vera bambina che c’è in me? Sono scomparsa, non esisto più! Sentii bussare alla porta. Io: “Non ci sono.” Niall: “Sì che ci sei, adesso aprimi per favore.” Io: “Ho detto che non ci sono!” Niall: “Aprimi dai, che ti ho fatto di male?” Io: “No, non mi hai fatto niente tu. Non ti apro perché non ti voglio vedere.” Niall: “E perché adesso non vuoi vedermi?” Io: “Entra e non rompere.” Girai la chiave nella serratura e aprii la porta facendolo entrare. Niall: “Perché ce l’hai con me?” Io: “Non ce l’ho con te, sono arrabbiata con me stessa e tutto il resto non t’importa.” Niall: “Sì che m’importa. Io sono tuo amico e quello che ti succede mi interessa.” Io: “Allora vedi di fartene una ragione, ma questa cosa non te la racconto.” Niall: “Tu stai piangendo. E che hai fatto alla tua stanza? Sembra che ci sia passato un uragano!” Io: “Forse la mia pronuncia inglese non è eccellente, ma credo di essere stata abbastanza chiara: io non ho intenzione di dirti nulla.” Niall: “Perché hai deciso di studiare in un collegio?” Io: “Per stare lontana il più possibile dai miei genitori. Loro devono capire che io sono grande.” Niall: “Tu grande? Sei ancora una bambina, non lo vedi da sola?” Io: “E ti ci metti anche tu adesso! Dimmi ora, di me ti interessa ogni cosa che faccio e che penso e poi mi sottovaluti?” Niall: “Volevo sapere perché eri arrabbiata e l’ho capito. Hai litigato per lo stesso motivo con un’altra persona, vero?” Io: “Sì... e mi sono pentita.” Niall: “Ora puoi raccontarmi perché non sei in piscina a nuotare?” Io: “L’allenatrice mi ha esclusa dal campionato e mi ha tolto il ruolo di capitano della squadra femminile di nuoto di Dublino... perché sono arrivata in ritardo oggi e ho saltato la scorsa lezione.” Niall: “E’ colpa mia, io non lo sapevo che fosse così severa con voi.” Io: “Non è colpa tua.” Sentii bussare di nuovo alla porta della mia stanza. Io: “Avanti.” Entrò Fede. Niall: “Forse è meglio che vi lasci soli, non voglio intromettermi.” Lui se ne andò e si chiuse la porta alle spalle. Federico: “Non posso credere a quello che i miei occhi stanno vedendo. Sei cambiata troppo Sophie.” Io: “Non sono cambiata per niente, sono rimasta la stessa. Sei stato tu a dirlo e mi hai convinta.” Federico: “E perché hai distrutto tutti i regali che ti ho fatto per i tuoi compleanni?” Io: “Ero fuori di me e non sapevo quello che stavo facendo...” Federico: “Non ti ricordi quanto eri felice il giorno che ti ho regalato quel vestito rosa? Guarda che fine ha fatto.” Io: “Davvero, Fede, mi dispiace tantissimo averlo strappato e mi sono pentita di tutto quello che ti ho detto prima, ho capito che ho sbagliato e ti prometto che non farò più niente del genere... per favore, credimi...” Federico: “Non ti ho mai visto più triste e sincera di così. Vieni.” Mi consolai in un suo caldo abbraccio. Io: “Però, voglio che tu sappia una cosa: non sono più la stessa di prima, non puoi più considerarmi la ragazzina di 14 anni che hai lasciato partire per Dublino tre anni fa. Quella ormai è scomparsa per sempre.”

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Capitolo 4
*** Discorsi e brutte scoperte ***


CAPITOLO 4 – DISCORSI E BRUTTE SCOPERTE

 

Sophie

 
Mi staccai lentamente dal suo abbraccio. Io: “Scusami Fede, non volevo essere così...” Federico: “Basta parlare di questo adesso, piuttosto, chi era quel tipo?” Io: “Fede, Fede, Fede... che curiosone... E’ un ragazzo che ho conosciuto ieri...” Federico: “Ma non sembrava un ragazzo qualsiasi...” Io: “Infatti lui è il mio vicino di casa e devo ammettere che come ragazzo non è per niente male.” Federico: “Sapevo che prima o poi me l’avresti detto! La sai la novità?” Io: “Quale novità?” Federico: “Sonia e Marco si sono lasciati. Non sei contenta?” Io: “Ah, sì lo so già e non capisco perché dovrei essere contenta.” Federico: “A te piace Marco, giusto?” Io: “Sì, giusto.” Federico: “Allora dovresti essere felice di avere qualche chance con lui.” Io: “Non saprei... se me lo chiedesse mi metterei con lui certamente senza pensarci due volte! Però...” Federico: “Uhm... sei un po’ strana oggi...” Io: “Sarà perché ho dormito a casa di Niall? Dai Fede, su! Basta con tutte queste domande dirette e indirette!! Facciamo qualcos’altro.” Federico: “Io devo finire quella parte della ricerca che mi hai chiesto, adesso.” Io: “Ah, ok. Allora io esco con Niall, sempre che lui mi voglia!” Federico: “Ahahah, ok, ciao allora.” Io: “Ciao.” Cercai Niall nei corridoi e quando lo trovammo uscimmo dalla scuola. Niall: “Voglio farti un regalo, per saldare la nostra amicizia, ma mi piacerebbe che fossi tu a sceglierlo.” Io: “Mi piacciono i regali! Vengo subito a sceglierlo!” Mi portò in una gioielleria molto costosa proprio vicino a scuola. Era quella davanti alla quale mi fermavo a vedere i gioielli più belli che avessi mai visto ogni volta che ci passavo davanti e ne rimanevo sempre incantata. Niall: “Cosa vorresti?” Io: “Tu sei completamente pazzo! Non lo vedi quanto costano?” Niall: “Certo che lo vedo, ora scegli.” Giusto, mi ero dimenticata che lui è un cantante famoso. Girai un po’ tra i banchi dove erano esposti i bracciali. Io: “Mi piace molto questo... ma non comprarlo ti prego.” Niall: “Ok, non te lo compro. Però ammetto che mi dispiace, è l’ultimo del modello.” Io: “Non importa.” Niall: “Aspetta che devo comprare una collana per mia madre, fai un giretto.” Io contemplai qual bracciale ancora una volta, poi guardai gli altri gioielli. Mi squillò nuovamente il cellulare, questa volta però era Margherita. Io: “Ciao Meggy!” Margherita: “Ciao Soph!” Io: “Allora, novità?” Margherita: “Ecco... avrei bisogno del tuo aiuto...” Io: “Dimmi tutto.” Margherita: “Posso soggiornare da te per una settimana?”-.- Per una settimana!? Io: “Boh, non so, devo chiedere ai miei, ma credo di sì. Quando pensi di venire a Mullingar?” Margherita: “Esattamente venerdì prossimo.” Venerdì prossimo!? Devo riordinare la mia stanza! Io: “Ok ti aspetto. Ciao.” Margherita: “Ciao.” Mi quanto odio parlare al telefono! Niall era dietro di me, io mi voltai verso di lui. Niall: “Andiamo?” Io: “Andiamo. Io adesso dovrei tornare a casa.” Niall: “Ti ci porto io in macchina.” Io: “Perfetto.”
Tornata a casa, però, le mie sfortune non erano ancora finite. Mamma: “Sophie! Devi darmi il tuo calendario!” Io: “Sì, mamma, tanto so che l’hai già preso e che è tutta una scena. Devo dirti una cosa.” Ma cosa dici, Sophie!? Mamma: “Dimmi.” Io: “No, niente, mi sono dimenticata... Anzi, no! Adesso mi ricordo: Meggy viene da noi per una settimana venerdì prossimo.” Io: “Sei sicura che è venerdì prossimo e non quello dopo?” Io: “Sicurissima. E c’è un lato positivo: la mia punizione è finita! Marie?” Mamma: “E’ da Amelie.” Io: “Ah, ok. Papà?” Mamma: “Nel suo studio, come al solito.” Io: “Possiamo parlare?” Mamma: “Sì. lo stiamo già facendo.” Io: “Di cose serie intendo.” Ci sedemmo sul divano. Mamma: “Ti ascolto.” Io: “Ecco... riguarda il mio compleanno. Non voglio più fare la festa.” Mamma: “Ok, nessuna festa.” Io: “E niente regali.” Mamma: “Ok, anche niente regali.” Io: “Compirò 17 anni.” Mamma: “Lo so cara.” Io: “Quindi potrò avere più libertà.” Mamma: “Questo è da vedere, se ti comporti bene, ne possiamo riparlare in futuro.” Io: “Mamma, non voglio più aspettare, dobbiamo parlarne adesso.” Mamma: “Allora... Penso che sì, potrai essere più libera, ma non dovrai fare nessuna cosa spericolata!” Io: “In breve potrò fare tutto!” Mamma: “Ehm... Sì, forse... Pranzo?” Io: Già fatto.” Non avevo nessuna fame quel giorno. Era andata a farsi friggere per quello che era successo: espulsione dal campionato, litigio con Federico e tutte le attenzioni di Niall. Le apprezzavo, certo, ma avevo anche bisogno di stare un po’ da sola per i fatti miei e poi io ero innamorata di Marco. Lui era sempre stato il migliore. Ma quando stavo con Niall le cose erano diverse. Forse un po’ mi piace... Devi solo riuscire ad ammetterlo a te stessa. Ma perché non ce la faccio? Sei cotta di lui. Però... io non posso dimenticare Marco, semplicemente non ci riesco! Ho sempre sognato di essere la sua ragazza e, quando ne ho l’opportunità, guarda caso, si creano tutti i problemi. Probabilmente il Fato mi vuole con Niall, ma... e se io non volessi? Cosa succederebbe? Basta pensare agli antichi Greci, Sophie! Sei cresciuta nel frattempo! Sì, ma è l’unica spiegazione che riesco a darmi. Non c’è bisogno di avere le spiegazioni a tutto nella vita, bisogna lasciare sempre qualche incognita. Questo è importante! Io non mi spiego perché ho sempre bisogno di Niall, è come se lo volessi, solo che non è così. Io lo vedo come un amico e niente di più. Il mondo è fatto di amici, ma anche di famiglie e di fidanzati, di conseguenza. Stupida voce interiore che non capisci un fico secco! Ho detto che non voglio Niall come ragazzo, ma Marco. Lui non è quello giusto. Ok. Allora mettiamo che io e Niall stiamo insieme: cosa ottengo? Soldi. Però, come dici tu, il mondo è fatto non solo di soldi, ma anche di libertà, di felicità e di amore. Se mi metto con lui avrò tutti i paparazzi intorno, mi ritroverei con Facebook e Twitter pieni di insulti da parte delle fan, giornalisti sotto casa,… E, soprattutto, non voglio vivere la mia vita con una persona che non amo, non sarei felice. Non ti rendi conto che hai la possibilità di diventare famosa? Se diventare famosi significa questo non voglio più esserlo. Quanto la fai complicata... tanto lo sai che prima o poi sarete fidanzati. Non so dove, non so come, non so quando, ma so che andrà a finire così. Boh, tu mettila pure come credi che sia. Mamma: “A cosa stai pensando, tesoro?” Io: “A niente, mamma. Vado a fare un giro.” Mamma: “Non puoi.” Io: “Giusto.” Mamma: “Dove hai la testa?” Io: “Da un’altra parte.” Scommetto che c’entrano quei ragazzi delle tre.” Io: “No, no, cioè sì, beh... uno di loro in particolare.” Mamma: “Quello che ha cercato di baciarti?” Io: “No. Quello biondo.” Mamma: “Sembrava un ragazzo per bene.” Io: “E’ un ragazzo per bene.” Mamma: “Lui ti piace.” Io: “No! E’ solo un amico.” Io: “Come si chiama?” Io: “Niall. E’ tipo un nome fantastico, qualcosa che...” Mamma: “Adesso dimmi che lui non ti piace perché io non ti credo affatto.” Io: “Non crederci allora, comunque lui non mi piace neanche un briciolo, è il suo nome che mi colpisce solo per il fatto che è impronunciabile e tutto qui.” Mamma: “Va bene... Dopo pranzo vado per negozi, devo prenderti qualcosa?” Io: “Una matita nuova.” Mamma: “Te l’ho comprata sabato scorso!” Io: “E’ alta due centimetri.” Mamma: “Bah. Come fai a conciare le matite in quel modo?” Io: “Semplicemente le uso tanto per disegnare.” Mamma: “E che disegni fai? Non ce li mostri più da anni.” Io: “Sono i miei disegni privati.” Mamma: “Ah, ora i tuoi disegni sono anche privati. Mi ricordo quando venivi sempre da me e papà a mostrarci dei fogli davvero orrendi, certe volte, altre, ce n’erano anche di belli.” Io: “Mamma sei crudele.” Me ne andai in camera sorridente, per una buona volta ero riuscita a non litigare con lei. Mi sdraiai sul letto e controllai le mie notifiche di Facebook. Già c’erano foto mie con Niall a Dublino seguite immediatamente da insulti e già i paparazzi sapevano il mio nome. Che? Come è possibile tutto questo? Le star non vengono lasciate in pace durante l’estate? Forse è meglio che non mi veda più con Niall, io non voglio tutta questa popolarità o almeno non la voglio così negativa! Noi due siamo solo amici, non provo niente per lui e lui non prova niente per me. Perché le Directioner fraintendono tutto? Cosa succederebbe se Marco vedesse queste foto? Non voglio neanche pensarci! Chiusi la finestra e provai Twitter, ma ricomparve la stessa scena. Il mondo non si rende conto che la privacy di una persona è importante. Esistono le star, ma esistono per cantare, ballare, recitare, guidare moto e auto e non per diventare dei ficcanaso. Non sopporto la gente che mi insulta: primo perché non è vero che io e Niall stiamo insieme e secondo perché lo fanno solo per riempirsi il tempo durante il quale normalmente si annoiano. Così nasce un pettegolezzo che diventa sempre più grande fino a finire sui giornali e sulle riviste. Telefonai a Niall. Niall: “Ciao, ci siamo visti fino a poco fa, perché questa chiamata?” Io: “Non ti fa piacere parlare con me?” Niall: “No, no, sì mi fa piacere.” Io: “Ti amo.” Niall: “Davvero!?” Io: “No, ma sei fuori? Ti pare che te lo dico così come se fosse niente? Era solo per sapere come reagivi!” Niall: “Ah... ora però lo sai e dimmi perché mi hai chiamato.” Io: “Non voglio più che ci vediamo, neanche di nascosto o di notte, niente messaggi e chiamate sul cellulare, cancella tutto dal tuo registro, il mio nome dalla tua rubrica,…” Niall: “E perché dovrei farlo?” Io: “Perché te lo sto chiedendo io.” Niall: “E perché me lo chiedi?” Io: “Perché sì.” Niall: “Perché questa richiesta?” Io: “Perché non ne posso più di te!” Niall: “Come!?” Io riattaccai. Non volevo dirgli quella cosa, non volevo arrivare fino a quel punto e non potevo dirgli che avevo paura, semplicemente non potevo abbassarmi a quel livello! Mi squillò il cellulare, ovviamente era Niall. Io non risposi. Dopo un po’ mi sentii chiamare dalla finestra, non mi affacciai neanche, sapevo che era lui. Sentii suonare anche il campanello e dissi a mia madre di non aprire la porta. Mamma: “Sophie, non posso lasciarlo fuori, ha urgenza di parlare con te!” Io: “Chi se ne frega!” Mamma: “Sta salendo!” Io cercai di chiudermi a chiave dentro la stanza, ma Niall ormai era già arrivato e mi aveva buttata per terra spingendo la porta. Io: “Ma che sei, impazzito per caso?” Niall: “No, tu sei impazzita! Mi dici che ti è preso?” Mi porse una mano per alzarmi da terra e io la rifiutai scortesemente. Io: “So alzarmi anche da sola. Vattene.” Niall: “Prima tu mi spieghi cos’hai.” Io: “Non te lo dico.” Niall: “Invece sì.” Io: “Te li fai mai i cavoli tuoi?” Niall: “Sempre e questo mi riguarda visto che tu non vuoi me.” Io: “Sei un vero stress! Ok, lo vuoi proprio sapere? Mi romperai per il resto del pomeriggio? Allora te lo dico. Ho paura che ci vedano insieme.” Niall: “Stai scherzando, vero?” Lo sapevo che mi avrebbe presa per scema. Io: “No, non sto scherzando.” Niall: “Per favore... Chi dovrebbe vederci insieme?” Io: “Me lo domandi pure! Ti dicono niente queste foto? E che ne pensi di questi commenti? Eh?” Niall: “Siamo noi due... prima... a Dublino...” Io: “Certo che siamo noi due, chi altro se no?” Niall: “Non c’era nessuno però che ci stava seguendo...” Io: “Apparentemente, ma le apparenze ingannano.” Niall: “Comunque non cancellerò nulla dal mio cellulare e noi due continueremo a vederci.” Io: “Non sono d’accordo.” Niall: “Perché?” Io: “Non voglio essere conosciuta come la tua ragazza quando non lo sono e, inoltre, voglio che tu sappia che non provo alcun sentimento per te se non amicizia, niente di più. Quindi fammi il piacere di smentire quelle voci che girano.” Niall: “Sì, certo. Così la nostra amicizia finisce qui...” Io: “Non ho detto che deve finire tutto.” Niall: “Hai detto che non ne puoi più di me.” Io: “Non è così. L’ho detto perché voglio che smettiamo di vederci e di sentirci per telefono o per e-mail.” Niall: “Peccato... Avevamo un’intera estate davanti...” Io: “Lo so però adesso vattene da qui e risolvi questo orribile problema, non voglio che le foto arrivino fino a Marco.”





Spazio autrice:
Ecco, da ora i capitoli si fanno più interessanti e spero che siano migliori dei precedenti (che, detto onestamente, non mi piacevano tanto).

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Capitolo 5
*** Nuove notizie, poi Margherita ***


CAPITOLO 5 – NUOVE NOTIZIE, POI MARGHERITA
 

Niall

Me ne tornai a casa, accesi il mio PC, scrissi dei tweet e dei messaggi su Facebook cercando di smentire tutto, ma era praticamente impossibile. Come posso essere stato così idiota da non rendermene conto subito? Ora sì che non ho più possibilità con lei! Me lo ha detto chiaramente in faccia che non vuole essere la mia ragazza, che per me non prova niente e che è innamorata solo di quel tizio. Sarà bello? Sarà simpatico? Cosa c’è in me che non va? Mi era sembrato che lei provasse per me qualcosa di più della semplice amicizia, ma... E se invece fosse proprio lei a non rendersi conto che le piaccio? O se mi stesse solo prendendo in giro per farsi desiderare? Sarebbe davvero un’approfittatrice. O forse lo è? Non riesco a pensarlo, però è così ovvio... Sono innamorato, sì, innamorato perdutamente di lei. Perché Sophie non capisce? E’ palese, se ne è accorto anche Harry e ci ha provato in tutti i modi a soffiarmela da sotto al naso, e come fa lei a non vedere che sto male? Devo smetterla di farmi passare per la testa questi pensieri senza senso, è meglio che vada a dormire.

Sophie

Dopo che Niall se ne andò iniziai ad escogitare un possibile piano per andare a Londra. Dovevo assolutamente farlo perché avevo detto a Sonia che sarei passata a trovarla e che scusa inventare con lei? Mi servono i soldi per l’aereo e una scusa credibile, ma quale se sono stata eliminata dal campionato?
Quattro giorni dopo (intanto avevo pensato di scappare di casa al solito modo) ricevetti una lettera dalla scuola. Francamente mi aspettavo molto peggio di ciò che avevo letto. C’era scritto che ero stata riammessa al campionato giovanile di nuoto e che era tornata l’allenatrice precedente. Io non ero mai stata così felice. Volevo dire tutto a Niall, volevo chiamarlo perché mi mancava, ma non potevo e per cui non lo feci. Ne parlai però con Federico e lui sembrava contento per me. Inoltre, era arrivata la copia che avevo richiesto di una rivista e vi trovai un articolo sugli One Direction. Lo lessi. Gli One Direction sono sempre in cima alle classifiche con il loro secondo album “Take me home”, ma girano voci di un presunto litigio tra i componenti della band.Come è possibile? No! Si dice infatti che Harry e Niall non si siano presentati ad un intervista e Louis afferma che probabilmente è a causa di una ragazza. Ma quale ragazza? Sarà quella che girava mano nella mano Dublino con il nostro biondino irlandese? Secondo Zayn Malik si tratta proprio di lei, una certa Sophie, apparentemente la vicina di casa di Niall. Liam conclude dicendo: “Harry ha provato a baciarla e in seguito ha avuto una discussione con Niall.” Nonostante tutto la ragazza sembra smentire ogni voce dicendo che lei e lui si sono appena conosciuti e che non le piace il ragazzo in questione, ma un altro. Sarà mai vero? Oh caspita! Ok, in certi casi vorrei poter essere davvero famosa, ma seriamente e non per uno stupido articolo su una rivista!! Quella stessa sera, al telegiornale, davano un servizio sempre sui ragazzi. Intervistatore: “E’ successo qualcosa con la band? Mi aspettavo di vedere cinque di voi e ne incontro solo tre.” Louis: “Harry e Niall hanno litigato per una ragazza.” Intervistatore: “E voi sapete chi è lei?” Zayn: “Sì, era a Dublino con Niall quattro giorni fa.” Intervistatore: “Nome?” Liam: “Meglio che non lo diciamo.” Intervistatore: “E come hanno litigato Harry e Niall?” Liam: “Harry a provato a baciarla e in seguito ha avuto una discussione con Niall.” Louis: “Però lei non sembra interessata né all’uno né all’altro, devono solo capirlo i nostri amici.” Intervistatore: “E i vostri manager non sono preoccupati per il futuro della band?” Zayn: “Sicuramente lo sono e anche tanto credo, questo è un colpo basso per tutti noi.” A quel punto spensi la tv, non ne volevo sapere di continuare a vedere quanto tutti gli altri ragazzi della band mi odiavano. Devo assolutamente chiamare Niall, questa storia non può continuare un minuto di più. Però devo sottolineare che proprio non mi aspettavo che litigassero così duramente. Ma in fondo non è colpa mia se i maschi sono stupidi.
Il venerdì arrivò velocemente. In quei due giorni non avevo avuto preoccupazioni, tralasciando l’articolo sulla rivista, e quindi ero rimasta per lo più serena e annoiata passando il mio tempo libero appiccicata ventiquattro ore su ventiquattro al computer. La mattina ero molto di fretta perché dovevo andare a prendere all’aeroporto di Dublino Margherita. Arrivai, ovviamente, con il mio solito quarto d’ora di ritardo di tutte quelle volte che prendevo il taxi. Margherita: “Soph! Da quanto tempo!” Io: “Meggy!!! Mi sei mancata tanto, tanto, tanto!!” Margherita: “Anche tu Soph, quattro anni sono tanti!” Io: “Sì, lo so, ma sono quattro anni e un quarto d’ora e posso assicurarti che ne è valsa la pena di trasferirsi qui.” Margherita: “Allora? Che mi racconti di bello? One Direction?” Io: “Ho capito... I giornalisti già pensano che io e Niall siamo fidanzati, cosa che non è vera.” Margherita: “Come non è vera? Non si sprecano certe opportunità!” Io: “Sai bene che sono una ragazza fissata e con i piedi ben incollati al pavimento. Io non sogno.” Margherita: “Ho visto il servizio al telegiornale dell’altra sera... certo che tu fai strage di tutti i ragazzi del pianeta! Quando ne lascerai qualcuno anche per me?” Io: “Ce ne vorrà di tempo mia cara! Ma perché stiamo palando in inglese quando possiamo parlare italiano tra di noi?” Margherita: “Italiano no, solo inglese, grazie.” Io: “Non capisco...” Margherita: “Ho una sola settimana di tempo per imparare l’inglese alla perfezione, non sai che figuraccia ho fatto quando ero in seconda elementare.” Io: “Racconta, ora sono curiosa.” Ormai eravamo su un taxi che ci stava portando a Mullingar. Margherita: “Sono andata a Londra per andare a trovare mia sorella e, siccome ero troppo piccola per visitare la città, me ne stavo sempre in casa e mi annoiavo. Uno di quei giorni, mia madre mi ha proposto di andare a giocare con i bambini della mia età nel cortile. Io ci sono andata tranquillamente e più felice che mai perché finalmente potevo fare delle nuove amicizie, ma tutto andò nel verso sbagliato per colpa di quel poco che dicevo e per giunta con un’orribile pronuncia italiana. Quei bambini hanno cominciato a ridere e mi hanno preso in giro fino a farmi piangere! Allora, per questa volta, ho deciso di contattare te per migliorare il mio inglese, anche se, come tu ben sai, vado al liceo linguistico e ho anche un bel 9.” Io: “Sì, hai ragione, lo so! Raccontami adesso perché hai tutta questa voglia di imparare l’inglese.” Margherita: “Settimana scorsa, per l’esattezza il giorno che ti ho chiamata, mi è arrivata a casa una lettera, nella quale c’era scritto che settimana prossima dovrei essere in un hotel a Londra per incontrare Danielle Peazer, una ballerina professionista. Ebbene, questo perché due settimane fa proprio lei è venuta a Milano a vedermi ballare poiché cercava nuovi talenti. Anche quel giorno ho fatto una figuraccia memorabile.” Io: “Perché?” Margherita: “Mia nonna mi aveva lavato il body e quindi dovevo ballare con una normale tuta sportiva, però ho fatto del mio meglio e i risultati si sono visti.” Io: “Ho sempre saputo che prima o poi tu e la tua danza avreste fatto carriera! Ecco siamo arrivati.” Taxista: “Devo fermarmi qui?” Io: “Sì, grazie.” Pagai il taxista e insieme con Margherita uscii dalla vettura. Io: “Ti presento la mia nuova casa!” Margherita: “Oh mio Dio! Vivi in una villa a due piani!!” Io: “Sì, qui tutti hanno una villetta. Questa è Mullingar, non Dublino.” Margherita: “Entriamo?” Io: “Ok. Questo è il salotto, lì il bagno e lì c’è la cucina. Al piano di sopra ci sono le tre stanze da letto, ognuna con il bagno in camera.” Margherita: “Mi sembra di essere alla casa bianca.” Io: “Ah ah ah, non è divertente. Non sai quanto è comodo avere in casa quattro bagni. Quando ci sono tanti ospiti, per esempio per il mio compleanno, non ci sono le file davanti alla porta.” Margherita: “Su questo hai ragione.” Io: “Siccome la mia stanza è abbastanza grande per farci dormire due persone, ho fatto un po’ di posto per il tuo letto nel mio disordine, va bene?” Margherita: “Sì, così dormiremo insieme. Ora però, dammi un posto dove mettere queste quattro valigie gigantesche.” Io: “Viaggi leggera tu! Dai, vieni.” La portai nella mia stanza. Margherita: “Alla faccia dell’‘abbastanza grande’! E’ enorme!” Io: “Per gli irlandesi non è enorme, ma modesta.” Margherita: “Allora tu ti sei irlandesizzata troppo. No, non posso credere che tu hai anche una cabina armadio! Oh santo cielo, perfino il bagno è... è... è... pieno di foto di Niall!” (Vi prego, non è nulla di perverso, è solo per indicare la mia esagerazione) Quello è un piccolo particolare che ho tralasciato in precedenza. Infatti, in tutta la mia stanza, compresi cabina armadio e bagno, avevo incollato ai muri foto di Niall, tutte esclusivamente sue. Io: “Ehm, sì, come puoi vedere anche da sola.” Margherita: “Tu sei pazza di lui.” Io: “No! E’ solo il mio cantante preferito!” Margherita: “Ci credo poco se mi dici che ti piace ancora Marco.” Io: “Lui mi piace ancora e tanto. Io non mi fidanzerei mai con Niall!” Margherita: “Sei cambiata dai tempi delle medie, sai?” Tutti con questa storia, non ne posso più!! Io: “Non dire cavolate! Sono cresciuta, sono più bella, lo so e nient’altro.” Margherita: “Sognavi di essere la ragazza di... Hai ragione, era Marco.” Io: “Visto? Su certe cose non mi sbaglio mai. Che ne dici di uscire stasera? Voglio farti vedere Mullingar.” Margherita: “Fantastico, magari incontro Niall!” Questa già si monta la testa.

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