Nel paese dei Ninja

di Ines_11
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio del viaggio ***
Capitolo 2: *** Un disperato combattimento ***
Capitolo 3: *** Il mio arrivo ***
Capitolo 4: *** Il funerale ***
Capitolo 5: *** Una verità sconvolgente ***
Capitolo 6: *** La reazione dei ninja ***
Capitolo 7: *** Il patto di sangue ***
Capitolo 8: *** Incontri ***
Capitolo 9: *** Sakura ***
Capitolo 10: *** L'arrivo di Itachi ***
Capitolo 11: *** Occhi rossi come il sangue ***
Capitolo 12: *** Un accordo tra nemici ***
Capitolo 13: *** Esistere ***
Capitolo 14: *** Imprevisti ***



Capitolo 1
*** L'inizio del viaggio ***


Appena entrai rimasi subito affascinata da quella biblioteca. Era piccola, con gli scaffali in legno scuro, piccoli tavolini tra una sala e l'altra e morbide poltroncine di velluto rosso per la lettura. Le poche persone presenti leggevano silenziose appoggiate ai tavoli o seduti sulle poltrone. Nell'aria aleggiava un buon profumo di incenso e legno. Vagai per gli scaffali perdendomi tra gli stretti corridoi e le piccole sale semibuie. Mi ero trovata lì per caso, camminando per le strade del centro di Roma e una volta vista la biblioteca mi ci ero fiondata dentro eccitata. Io ho sempre adorato le biblioteche. Per me sono dei luoghi quasi sacri, da visitare in religioso silenzio; piccoli o grandi anfratti che racchiudono segreti, storie e leggende passate di mano in mano, da lettore a lettore. Da vera amante della lettura solitaria, quella biblioteca mi attirò da subito.
Voltai l'angolo e mi ritrovai in una piccola stanza di passaggio, addossato alla parete un solo  scaffale basso con a lato due poltrone. Da subito intravidi ciò che vi era dentro: manga, usati e nuovi, pochi, ma pur sempre manga erano. Non avevo mai visto in una biblioteca dei manga e per questo rimasi un pò sorpresa. Sicuramente ne avevo visti molti di più nelle fumetterie ma la cosa bella era che mi trovavo in una biblioteca e quindi potevo leggere tutti i manga che volevo fino alla sua chiusura. Mi sedetti su una poltrona e scorsi interessata le dita sui manga, in bella vista. Afferrai il 27 di Naruto tutta contenta di poterlo continuare. Sapevo di essere molto indientro rispetto agli ultimi usciti, quindi volevo sbrigarmi a prendere tutti i fumetti. Ero già immersa nella lettura del manga quando mi cadde l'occhio su un enorme libro in un angolo dello scaffale.
E quello cos'è? 
Mi chiesi sporgendomi dalla poltrona per afferrarlo. Lo tirai fuori in una nuvola di polvere. Sembrava di stare un pò in un film: avevo in mano il classico, grande libro impolverato che nascondeva chissà quali segreti. Stavo di nuovo fantasticando quando mi accorsi che la copertina non si sollevava neanche di un centimetro; sembrava incollata al resto delle pagine. Cercai un' ipotetica apertura, un lucchetto tra le rilegature di cuoio, tra i ricami dorati ma non trovai nulla. Rimasi ancora un pò a rigirarmi il librone tra le mani, per cercare di aprirlo. Alla fine mi arresi, posandolo a terra delusa e tornando a leggere Naruto. Passarono pochi minuti quando sentii delle vibrazioni provenienti dal basso. Guardai a terra corrucciando la fronte e vidi il libro vibrare rumorosamente. Mi scappò un sorriso, quella buffa situazione mi stava divertendo. Quando ripresi il tomo tra le mani e le vibrazioni terminarono di colpo sollevai la copertina con molta più facilità. Sembrava che il libro si fosse accorto di potersi fidare di me e quindi di potersi mostrare, vibrando per attirare l'attenzione. Le prime pagine erano vuote, riempite solo di qualche appunto e schizzi poco chiari. Poi vidi il titolo: Il Libro dei Manga. Mi venne da ridere pensando alla situazione in cui mi trovavo. Iniziai a leggere ma dopo poco tempo la mia espressione divertita si trasformò in stupore. Se ciò che c'era scritto era vero, si trattava di un libro che permetteva di fare un viaggio, un viaggio oltre i confini della realtà e della fantasia, del tempo e dello spazio: potevo viaggiare all'interno di un manga. L'origine di quel libro era misteriosa e lo scrittore anonimo però c'era scritto che si mostrava solo a persone davvero degne per poter affrontare quel viaggio. Mi ritenni fortunata anche se ciò che c'era scritto era abbastanza ridicolo e surreale. Nelle pagine seguenti erano dettate le regole per l'utilizzo del libro. Nonostante il fatto che non credevo ad una singola parola scritta su quelle pagine, mi alzai e me lo portai dietro. Passai davanti al bancone della biblioteca:
-Buon giorno- Dissi al commesso occhialuto davanti a me- vorrei prendere in prestito questo- 
Stavo già tirando fuori dalla tasca la tessera della biblioteca quando notai l'espressione stranita dell'uomo:
-Ti va di scherzare?- Chiese lui sollevando le sopracciglia con sdegno.
- Non capisco... Volevo solo prendere questo libro- Dissi io confusa
- Ragazzina, ti prego di smetterla con questo stupido gioco! Io non vedo alcun libro!-
Io sgranai gli occhi. Ripensai a ciò che vi era scritto. Davvero questo libro lo potevano vedere solo alcune persone, persone veramente appassionate, dei veri otaku? 
- Giusto!- Risposi io dopo un pò - Mi perdoni, credevo di averlo preso e invece l' avevo lasciato nello scaffale- E me ne andai con una stupida risatina.
Il commesso non si era accorto di niente, non si era accorto del tomo che avevo tra le braccia quand'ero uscita. Solo allora iniziai a prendere in considerazione ciò che era scritto nel libro. Corsi per strada e arrivai a casa col  fiatone sia per la corsa sia per l'emozione di ciò che stava per accadere. Mi fiondai in camera mia chiudendomi la porta alle spalle e lessi le regole: dopo le istruzioni di sarebbero susseguite altre migliaia di pagine, ognuna dedicata ad un manga. Il nome della storia era in alto ad ognuna e il resto della pagina vuoto e ingiallito. Sarebbe bastato posare la mano sulla carta e sarei potuta essere risucchiata dalla realtà. Il tempo per stare via poteva dipendere dalle varie situazioni del manga, però lessi che poteva essere camuffato. Seguì subito dopo un esempio e capii che anche se fossi stata via un anno, nella realtà sarei sparita al massimo per un secondo, come se niente fosse mai accaduto. L'unica cosa che determinava il mio ritorno era un bracciale che mi sarei ritrovata al polso. Inoltre i personaggi del manga avrebbero parlato la ligua conosciuta dal viaggiatore ed era assicurata al novanta per cento la sucurezza del viaggio. Presi un profondo respiro. Niente mi impediva di provare, anche se non credevo ancora alle parole del libro. Avevo già deciso in che manga viaggiare: tra i numerosi che conoscevo il più bello rimaneva Naruto. Chiusi gli occhi e ragionai a lungo, seduta sul pavimento freddo della camera. Quando li riaprii avevo deciso e una sicurezza mai provata prima mi invase le membra. Decisi di portarmi dietro il primo di Naruto per sicurezza. Sfogliai le pagine per arrivare alla lettera N. C'erano proprio tutti dai più vecchi ai più nuovi, dai meno conosciuti ai più famosi. Intanto l'agitazione e l'eccitazione crescevano sempre di più: i gesti erano più rapidi, le mani tremanti, il sudore mi iperlava la fronte sempre più corrucciata. Arrivai alla pagina di Naruto. In alto in una grafia gotica c'era scritto il titolo, per il resto la pagina era solo ingiallita. Feci l'ennesimo respiro e, con il manga tra le braccia, posai la mano sulla carta. Non accadde nulla per un bel pò e lentamente si faceva largo la mia delusione, frettolosa di dipingere sul mio volto una macchia scura di illusione e di tristezza. Stavo per togliere la mano, quando vidi la carta sotto il mio palmo incresparsi. Sentii intorno a me delle onde invisibili che mi circondavano e pulsavano sulle mie tempie. Il cuore tornò a battere forte, più di prima. Lentamente i contorni della mia stanza scomparirono e rimasero solo indefinite macchie di colore. L'agitazione scomparve lasciando il posto ad una strana incoscenza e confusione. Quando realizzai ciò che stava accadendo gli angoli della mia bocca si piegarono all'insù. Sparii in un vortice guizzante e luminoso con il sorriso tra le labbra.
 
Questa è la mia prima storia, quindi sono un pò emozionata. Spero che vi sia piaciuta e mi aspetto da voi otaku tante recensioni XD. Comunque accetto anche critiche, eh? In ogni caso la storia continua e cercherò di aggiornarla presto!
 

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Capitolo 2
*** Un disperato combattimento ***


Naruto ansimava, aveva paura. Di fronte a lui quel mostro di sabbia deformato gli parlava con cattiveria: -Se non mi sconfiggerai la stretta di sabbia attorno a questa ragazza non si allenterà, anzi col passare del tempo la sabbia si stringerà fino ad ucciderla!! Naruto guardò terrorizzato Sakura, svenuta nella stretta di sabbia per proteggere Sasuke. Era iniziato tutto durante l'ultima prova dell'esame dei chunin, dopo il combattimento tra Sasuke e l'inquetante ninja della sabbia, Gaara del Deserto. In poco tempo tutti gli spettatori e i partecipanti erano stati addormentati, Gaara era fuggito assieme ai suoi due fratelli e Sasuke si era lanciato al loro inseguimento. Allora Kakashi aveva affidato una missione di livello A a Naruto, Sakura e Shikamaru: dovevano andare da Sasuke e riportarlo indietro prima che fosse troppo tardi. Il maestro Kakashi aveva anche dato loro Pakkun, uno dei suoi tanti cani, un elemento abbastanza inutile per la missione. Naruto aveva capito quasi subito cosa stava succedendo: il villaggio della foglia era stato attaccato dai ninja del suono, alleati con quelli della sabbia. Appena Naruto, Sakura, Shikamaru e Pakkun avevano iniziato l'inseguimento, avevano sentito dei ninja nelle vicinanze. Shikamaru si era offerto come diversivo per permettere agli altri di proseguire, così erano finiti nelle sue mani. Quando Naruto, Sakura e Pakkun erano arrivati Sasuke era sotto il controllo del Sigillo Maledetto, rannicchiato su un ramo degli alberi che circondavano il villaggio, emetteva rantoli di dolore ed era attaccato da uno strano essere di sabbia. Sakura era andata subito da Sasuke e Naruto si era ritrovato a dover fare i conti con quell'essere. Pakkun gli aveva detto che era Gaara, il ninja che aveva sconfitto Rock Lee alla precedente prova e colui contro il quale doveva combattere Sasuke. Naruto ancora non ci credeva. Poi Gaara si era gettato su Sasuke ma Sakura gli si era parata davanti per proteggerlo e lui l'aveva intrappolata in una morsa di sabbia ad un albero. Naruto aveva provato a colpire Gaara ma aveva troppa paura, aveva anche cercato di evocare un rospo ma era apparsa solo una ranocchia piccola e chiaccherona. Ricordava benissimo le parole del ninja della sabbia dette poco tempo fa, all'ospedale di Konoha. Gaara era entrato nella stanza dov'era ricoverato Rock Lee (ancora convalescente dopo l'ultimo scontro sostenuto proprio contro di lui) per terminare ciò che voleva fare in precedenza. Erano arrivati per caso anche Naruto e Shikamaru ed erano riusciti a fermarlo in tempo prima che lo uccidesse. Gaara aveva detto di essere nato come il più forte dei ninja per proteggere il Villaggio della Sabbia, per volere del padre, ma che presto era diventato una fonte di pericolo, un mostro da eliminare. Infatti dentro di lui viveva il Demone Tasso della Sabbia, un antico protettore del Villaggio della Sabbia altrettanto indomabile e pericoloso. Alla fine Gaara si era chiesto il motivo per cui viveva, dato che era nato uccidendo la propria madre, era rifiutato da tutti e ritenuto un mostro. Poi era giunto alla conclusione che esisteva per uccidere tutte le persone tranne se stesso. Doveva amare solo se stesso e proteggere solo se stesso: "Finchè esisteranno persone da uccidere per farmi provare la gioia di vivere in questo mondo... LA MIA ESISTENZA NON VERRA' CANCELLATA!!". Quelle erano le sue ultime parole in quella stanza d'ospedale e solo allora Naruto si era accorto di quanto potesse capire quel ragazzo, di quanto fossero simili. Gaara iniziò ad attaccarlo ripetutamente, se lo voleva levare subito di torno per poi fare i conti con Sasuke. Naruto era sempre più terrorizzato, quasi incapace di proteggersi dai potenti colpi di sabbia. Poi vide il triste sguardo di quel mostro, i suoi occhi che esprimevano una solitudine infinita. Più passava il tempo più si sentiva uguale a lui. Però mentre Gaara era rimasto solo, continuando a vivere nel suo terrore e nel suo amore solo per se stesso, Naruto aveva trovato degli amici, delle persone che lo apprezzavano: il maestro Iruka, il maestro Kakashi, Sasuke, Sakura. Si chiese se era possibile battere un avversario del genere. Intanto Gaara si era trasformato ancora diventando più grande, più mostruoso. Continuava a gridargli contro, a provocarlo e Naruto non resistette a lungo. Doveva salvare Sakura e riportare indietro Sasuke; non riusciva a combattere per se stesso, come faceva Gaara, doveva salvare i suoi amici! Provò con la moltiplicazione del corpo ma peggiorò solamente le cose. Il mostro di sabbia lo colpiva da tutte le parti, continuamente. Naruto non si arrese, non voleva essere sconfitto. Stava per tirare fuori la BombaCarta per avvolgerla attorno al kunai, quando volle riprovare ad evocare un rospo. Prima di utilizzare tutto il chakra che aveva per sconfiggere Gaara, voleva vedere se sarebbe stato capace di eseguire la Tecnica del Richiamo in una situazione come quella. Si portò il dito alla bocca e lo morse. Poche goccie di sangue caddero sul grande ramo dell'albero dove aveva combattuto fino ad allora. Tracciò un segno sul palmo della mano sinistra e iniziò ad eseguire le posizioni degli animali. Si chinò e posò la mano aperta sulla corteccia del ramo. I simboli iniziarono a comparire sul legno e in poco tempo Naruto riuscì ad individuare in una nuvola di vapore dei contorni indistinti di quello che poteva essere un animale. Stava già per esultare: la figura sfocata che apparve nella coltre di fumo sembrava grande rispetto alle solite ranocchiette che evocava, ma quando il fumo si dissolse vide qualcosa che lo lasciò a bocca aperta. **************************************************************************************************************************************** CIAO! Perdonate il ritardo nel pubblicare questo capitolo. Però vedo poche, pochissime recensioni :(. Comunque mi è venuta un' idea: pubblicherò il prossimo capitolo solo se questo avrà due recensioni (sarà difficile mantenere la promessa quindi non aspettatevi niente. Molto probabilmente lo potrei pubblicare anche a zero recensioni -.-') Bene, una domanda: si è capito in che situazione di Naruto siamo? Spero di si! Fatemi sapere e... recensite :P

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Capitolo 3
*** Il mio arrivo ***


Fumo. Intorno a me c'era solo fumo. Una bianca e fastidiosa nuvola di fumo che mi impediva di vedere oltre. Poi lentamente il fumo si diramò ed individuai una figura indistinta e confusa davanti a me. Strinsi di più gli occhi per cercare di identificarla. Poi il mio cuore quasi si fermò. Forse avevo capito chi poteva esserci proprio di fronte a me, ma provai a convicermi che forse era mio padre o mia madre che entrava in camera mia e che quindi non era successo un bel niente e quel libro neanche esisteva. Però i tratti di quella figura erano inconfondibili: il corpo magro, forse un pò basso e tozzo; i capelli a punta, tutti spettinati. Era lui. Poi mi guardai i polsi. Alla mano sinistra c'era uno strano braccialetto, ben aderito alla pelle, con un ciondolo a cerchio di un bianco opaco. Su un lato un incisione: Il Libro dei Manga-Naruto. Mi venne da ridere, poi da piangere, poi mi venne fame, sete e sonno. Sentii che stavo impazzendo. Ripensai alle parole del libro: "...un piccolo bracciale apparirà al polso del viaggiatore, solo se entrato nel manga, e determinerà il suo ritorno...". Quindi quel bracciale che ora avevo alla mano era la prova che ero davvero entrata nel regno di Naruto! Rimasi immobile a fissare il bracciale con gli occhi sgranati sia per evitare di alzare la testa e ritrovarmi davanti Naruto in carne ed ossa, sia per capacitarmi del fatto che non ero in un sogno e che quel bracciale esisteva davvero e non faceva parte della mia immaginazione. Poi una voce squillante ruppe quei pochi attimi di irreale silenzio che si era creato da quando il fumo era scomparso del tutto:
-E questa chi è??!- 
Questa volta non potei evitare di sollevare la testa di scatto. Un ragazzetto poco più grande di me con i capelli biondi un pò per aria, luminossissimi occhi azzurri e strani baffi disegnati sulle guance mi guardava con un espressione stupita. Io all'inizio provai a balbettare qualcosa con la bocca spalancata, ad un passo dalla pazzia. 
"Ora sclero!" pensai e subito dopo urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, senza una ragione precisa. Naruto si tappò le orecchie e indietreggiò. Poi si sentì un tonfo e una specie di ruggito che spense il mio grido. Mi voltai di scatto nella direzione di quel rumore, terrorizzata e vidi poco più in là tra i tronchi di alti alberi, un mostro gigantesco color sabbia. Allora ripresi a gridare ancora più forte. 
-Ti vuoi stare zitta??!- Gridò Naruto.
Io non lo ascoltavo, continuai a gridare come una pazza. Ma non gridavo solo perchè avevo paura di quel mostro; gridavo perchè sapevo che quello davanti a me era Gaara, trasformato nel demone della Sabbia. Avevo già capito in quale situazione mi trovavo: Naruto stava per affrontare lo scontro epico contro Gaara, dopo la fine dell'esame dei chunin, mentre a Konoha i ninja del suono avevano attaccato il villaggio e Orochimaru avrebbe ucciso l'Hokage. 
Io non sapevo che fare, ero in preda alla pazzia. Non potevo credere di essere finita davvero nel manga di Naruto, di avere davanti Naruto e soprattutto Gaara. Lui è da sempre il mio personaggio preferito, da quando l'ho visto me ne sono innamorata. E ora era davanti a me, anche se trasformato. Continuavo a gridare incapace di fare altro, di comunicare, di ragionare. Poi Naruto si precipitò su di me e mi afferrò per la pancia, caricandomi sulla sua spalla come un sacco di patate. Io mi zittii di colpo, diventando tutta rossa in viso, tenendo gli occhi sgranati. Con pochi balzi Naruto si allontanò dal luogo dello scontro e mi posò poco più in là, su un grande ramo. 
-Stacci attenta- Mi disse solo, poi tornò da Gaara, che si ergeva proprio di fronte a me.
Io rimasi ancora un pò immobile, muta, gli occhi sbarrati. Pensai di tornare ad urlare, dopotutto ancora non mi ero ripresa dallo spavento e dalla consapevolezza di essere entrata nel Regno dei Ninja. Poi mi tornarono in mente le parole di Naruto: stacci attenta. Corrucciai la fronte. Stare attenta? A chi? MI voltai incerta da entrambe le parti e vidi alla mia destra un ragazzo tutto piegato su se stesso, che mi guardava severo. Occhi scuri, profondissimi, capelli neri e strane macchie nere che gli ricoprivano metà del viso. Sasuke. Mi scappò un'altro breve grido e feci un salto allontanandomi. Ripresi a balbettare come una scema.
 Sasuke sollevò un sopracciglio:-Si può sapere che ti prende?
Dalla mia bocca uscì solamente un mugolio confuso. Pensai solo a quant'era bello Sasuke. Era in preda al sigillo maledetto e ricordai che prima aveva combattuto anche lui con Gaara, poi erano accorsi in suo aiuto Naruto e Sakura. Mi guardai attorno ricordandomi anche di Sakura e poi la vidi, imprigionata nella sabbia, attaccata ad un tronco. Mi si illuminarono gli occhi. C'erano proprio tutti!Lentamente mi stavo calmando. Avevo Sasuke accanto a me, che aveva qualcosa di rassicurante, di fronte Naruto combatteva nel suo modo esagerato ma efficace. Non riuscii a rispondere a nessuna delle poche domande che mi aveva posto Sasuke. Ero rimasta tutto il tempo in silenzio, con gli occhi sempre più spalancati, a guardare il combattimento tra Naruto e Gaara, vivendolo questa volta non sulle pagine ma nella realtà. Naruto aveva attaccato Gaara con la BombaCarta poi era stato scaraventato proprio dove si trovava Sasuke. Parlarono poco, dicendosi quelle frasi che avevo letto milioni di volte commuovendomi sempre. Sasuke voleva sacrificarsi per permettere a Naruto di salvarsi e portare al sicuro Sakura, ma lui aveva rifiutato e si era fatto forza. Aveva capito che se si combatte solo per se stessi è inutile, lui invece aveva qualcuno da proteggere, era motivato e sicuramente più forte di Gaara. Da quel momento in poi lo scontro fu epico. Lo seguivo in silenzio, come se fossi al cinema e invece era tutto vero. Alla fine avevo notato anche un piccolo rospo (probabilmente evocato da Naruto), Pakkun (uno dei cani di Kakashi) e Temari, nascosta tra gli alberi, terrorizzata dallo stesso fratello. Ormai Gaara si era trasformato del tutto nella vera forma del suo demone e Naruto aveva evocato Gamabunta, il rospo gigante. A volte mi giravo verso Sasuke e guardavo  divertita e adorante la sua espressione colpita. Sapevo a cosa pensava, l'avevo letto migliaia di volte nel manga: era sorpreso dall'abilità e la tenacia del suo compagno. Gamabunta e Naruto avevano continuato a combattere contro Gaara che si era lasciato addirittura dominare dal demone. Lo vedevo addormentato sulla testa di quell'animale, avvolto dalla sabbia. Ho seguito in lontananza i passaggi e le mosse che ha dovuto fare Naruto per risvegliarlo. Poi il demone era stato sconfitto e Gamabunta era sparito assieme al piccolo rospo evocato in precedenza. Così erano rimasti solo Naruto e Gaara, caduti tra i rami degli alberi, a darsi un pugno finale a vicenda. A quel punto io avevo già le lacrime agli occhi. Avevo pianto così tante volte semplicemente leggendo quelle avventure, figurarsi se non piangevo in quel momento che le potevo vedere dal vivo. Sapevo cosa si stavano dicendo lì a terra, mentre Naruto si trascinava con il mento verso Gaara, entrambi privi di forze. Sapevo a cosa pensavano, conoscevo il significato di quegli sguardi, di quei movimenti e li amavo. Li amavo come può amare tutti loro un vero Otaku. Una vera fan sfegatata come me. Conoscevo le loro storie, le loro origini e ora me ne sentivo davvero partecipe. Erano giunti alla fine dello scontro. Temari e Kankuro erano arrivati in soccorso di Gaara, Sasuke si era precipitato da Naruto. La sabbia che stringeva Sakura si era sciolta e io avevo tutte le guancie bagnate da quelle lacrime di commozione, ma anche di sfogo e di stanchezza per tutto quello che era successo. E ora dovevo seguire i ninja fino al Villaggio della Foglia e sostenere gli incontri con tutti gli altri personaggi di Naruto. E poi avrei dovuto dare delle spiegazioni, far capire a tutti che ci troviamo in una realtà che non esiste, inventata da Masashi Kishimoto. Vidi Naruto e Sasuke venire verso me e Sakura (ancora svenuta), per tornare indietro. Compresi lo sforzo che avrei dovuto affrontare di lì a poco: cercare di parlare con tutti loro, senza urlare e sclerare più di quanto avevo già fatto. Continuai a guardare in silenzio Sasuke e Naruto, il cuore che batteva più forte. Solo adesso avevo realizzato davvero che davanti a me c'erano proprio loro, accanto Sakura e intorno il Paese dei Ninja e non era un sogno. Poi quando i due erano ormai a pochi passi da me svenni, senza motivo, forse, solamente per la stanchezza.
 
Hola! :D 
Sono arrivate due bellissime recensioni e per questo sono andata avanti. Perdonatemi, forse ho davvero avuto una reazione troppo esagerata nel vedere Naruto e compagnia (calcolando poi il fatto che sono svenuta quando ormai non c'era più da svenire o fare altre robe matte!); ma voi non avreste fatto lo stesso??! Comunque pubblicherò il prossimo capitolo solo se avrò due recensioni, come al solito - perchè è moooolto utile XD!!

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Capitolo 4
*** Il funerale ***


 
Ciao a tutti!!! Perdonate il ritardo nell'aggiornare il capitolo! Vi assicuro che però è abbastanza lungo (anzi a me sembra lunghissimo, poi però giudicate voi XD)!! Quindi buona lettura, spero vi piaccia :3!
 
Aprii gli occhi e mi guardai intorno, spostando velocemente lo sguardo da una parte all'altra. Però vedevo tutto appannato, proprio come vede una persona che si è appena svegliata. Poi iniziai a distinguere gli angoli e i profili bianchi di un soffitto, le pareti pulite, un comodino proprio a destra del mio viso e una porta in un angolo. Poi sentii al tatto qualcosa di morbido e caldo che mi avvolgeva il corpo e odore di fresco. Intravidi delle coperte, il morbido del materasso sotto di me. Stavo sdraiata su un letto in una stanza sconosciuta, anche se aveva un che di familiare. Lentamente i ricordi riaffiorarono e la prima immagine che occupò la mia mente fu quella di un grande, gigantesco mostro di sabbia, gli occhi circondati di nero, freddi, gelidi. Poi lentamente si fecero largo le altre immagini e vicende. Ero nel mondo di Naruto e ancora non ci credevo del tutto. Ero apparsa proprio nel mezzo della battaglia tra Naruto e Gaara, attraverso la Tecnica del Richiamo. Ma invece di un rospo Naruto aveva evocato me. Poi avevo assistito allo scontro da un ramo, accanto a Sasuke e infine ero svenuta, proprio quando ormai era tutto finito e non c'era più motivo di svenire. 
"E ora mi trovo qui, probabilmente in una stanza dell'ospedale dei Ninja"  Pensai.
Mi alzai barcollando. Proprio sul comodino c'erano un bicchiere d'acqua e una piccola busta. La aprii e vi trovai dentro il primo manga di Naruto che mi ero portata da casa. Sorrisi e mi diressi alla finestra. Vidi le case colorate, basse e tozze, disposte in modo disordinato, in mezzo a quello strano collegamento di fili e cavi che piaceva tanto disegnare a Masashi Kishimoto. E poi in fondo una costruzione che si riconosceva subito come l'Accademia dei Ninja e i volti dei primi quattro Hokage, scolpiti nella roccia. Sentii un tuffo al cuore, stavo vedendo quelle costruzioni dal vivo, proprio davanti ai miei occhi. Guardai in basso, c'era un giardino interno dell'ospedale. Feci un profondo respiro. Quanto tempo era passato da quando ero svenuta? Ore? O settimane? Che cosa avrei dovuto fare a quel punto? Come avrei fatto a fare un dialogo normale con personaggi del genere? 
Domande che mi terrorizzavano. 
Poi dei rumori all'interno dei corridoi ruppero il silenzio. Sentivo solo lo spostamento delle persone al di fuori della stanza. E anche più movimento in strada. Mi affacciai alla finestra e guardai oltre il giardino. Per le strade uomini e donne camminavano velocemente verso i volti degli Hokage e tutti erano vestiti di nero. Provai anche a sbirciare dalla serratura della porta ma non vidi altro che macchie scure che passavano davanti alla mia visuale. Rimasi un attimo a riflettere poi ricordai della morte del Terzo Hokage. 
-Il funerale!- Esclamai.
Non me lo potevo perdere assolutamente. Aspettai che tutti fossero usciti dall'ospedale, poi in punta di piedi uscii fuori. Attraversai i corridoi deserti e mi intrufolai anche in una stanza dove dormiva un povero vecchio, che non aveva la possibilità di andare al funerale. Su una sedia trovai un abito nero, probabilmente dell'uomo. Lo presi e me lo infilai sopra gli altri vestiti, mi stava molto largo ma era perfetto per confondermi tra la folla. Mi ritrovai per le strade del Villaggio della Foglia. I pochi ritardatari si affrettavano a raggiungere il luogo del funerale. Poi vidi passare proprio accanto a me un personaggio inconfondibile. I capelli bianchi, corti, spostati dal coprifronte piegato su un'occhio. Kakashi. Feci un salto all'indietro e mi tappai la bocca per evitare di gridare il suo nome. Lui neanche si accorse di me, era insieme ad altri ninja che di tanto in tanto apparivano tra le pagine del manga. Preferii prendere un'altra strada, deserta, per evitare di avere altri incontri del genere e dopo svariati giri mi ritrovai nella piazza, colma di uomini, donne e ragazzi disposti in fila, vestiti di nero, davanti a un piccolo altare. Mi nascosi dietro un'albero e seguii in silenzio il funerale. C'erano proprio tutti. Riuscii a distinguere per primo Kakashi, poi Gai, infine Iruka. Solo dopo vari spostamenti ho potuto vedere anche i più giovani: Naruto, Sasuke, Sakura, Hinata, Ino, Shikamaru, Choji, Rock Lee, Neji, Tenten, Kiba, Shino... 
Ad ogni persona che vedevo e poi riconoscevo sentivo un tuffo al cuore e iniziavano a tremarmi le ginocchia. C'era anche il piccolo Konohamaru che piangeva come un disperato accanto a Iruka. Sapevo cosa pensava ognuno di loro, capivo ciò che si sussurravano all'orecchio, ricordavo ogni singola parola scritta nei manga. Spostai ancora lo sguardo, ormai già con gli occhi lucidi e vidi in lontananza, in disparte proprio come me, una figura alta e imponente. I capelli lunghi e bianchi, i vestiti ingombranti... Era Jiraya! L'Eremita dei Rospi, il Ninja Leggendario o semplicemente l'Eremita Porcello, come lo chiamava Naruto. Sorrideva, un sorriso malinconico di chi aveva la mente persa nei ricordi di un lontano passato che non sarebbe mai più tornato. Del resto il Terzo Hokage era stato pur sempre il suo maestro. E quel suo maestro era stato ucciso dal suo stesso allievo, Orochimaru. Nel pensare a quel nome mi venne una rabbia cieca. Mi resi conto che ormai mi ero già immedesimata in quella situazione, quasi fosse la nuova realtà. I sentimenti che ora provavo erano più vivi, veri, reali e facevano anche più male. Perchè in Naruto le emozioni erano quasi sempre di dolore, rabbia, tristezza e provarle sapendo che tutto ciò lo stavo vivendo davvero faceva molto più male. 
Rimasi ancora un pò a fissare Jiraya, emozionata, quando lui si girò e si girò proprio verso di me. Io abbassai velocemente lo sguardo e mi nascosi dietro un'albero. Avevo già il respiro affannato. 
"Fa che non m'ha visto, fa che non m'ha visto!"  Mi ripetevo nella mente, con gli occhi chiusi così forte da farmi male. 
Li riaprii incerta. Davanti non c'era nessuno. Mi girai verso destra e mi sporsi dietro l'albero per vedere se c'era il ninja . Niente. Solo gli alberi, fermi, immobili, senza un filo di vento che li smuovesse. Feci la stessa cosa a sinistra ma dietro l'albero tutto sembrava normale. Nessun ninja leggendario, grande, grosso e pervertito che mi guardava severo. Tirai un sospiro di sollievo mentre che mi giravo per tornare con la testa dritta, al suo posto. Ma il sospiro si fermò a metà e morì in gola quando vidi proprio di fronte a me, a pochi centimetri di distanza, proprio lui. Jiraya. Il mio cuore perse un battito e io urlai sia per lo spavento che mi ero presa nel vedere all'improvviso una persona davanti a me, sia perchè lui mi aveva visto e io avevo visto lui, quasi fosse impossibile da crederci. Ma questo lui purtoppo non era una persona qualunque. Era Jiraya, così mi giustificai da sola pensando che era impossibile non urlare in una situazione del genere.
 
Un urlo acuto scosse tutte le persone che erano nella piazza, in religioso silenzio. Naruto si girò di scatto versò il suono, pronto già a riempire di pugni colui o colei che avesse disturbato e interrotto un momento così importante. Quando lui sarebbe morto come grande e onorevole Hokage non avrebbe mai accettato una cosa del genere. Poi riconobbe il tono di voce di quell'urlo e gli venne da urlare a sua volta. Ma si trattenne. Era quella ragazza che aveva evocato per sbaglio due giorni prima, nella battaglia contro Gaara. Alla fine era svenuta mentre lui e Sasuke raggiungevano la ragazza e Sakura, così l'avevano portata all'ospedale. Da quel momento non aveva avuto più notizie di lei. E ora era di nuovo là e urlava chissà per quale altro motivo. Lentamente la folla si diramò e tutti si voltarono con le orecchie tappate verso il suono dell'urlo. Naruto allora vide il maestro Jiraya proprio di fronte a lei. 
"Ti credo che urla quella poveretta! Chissà cosa le stava facendo quel pervertito!"  Pensò Naruto. 
Lentamente si fece spazio tra la folla, nel suo solito modo egocentrico e a grandi passi si diresse verso l'Eremita Porcello, puntandogli il dito in faccia. 
-Ehi, tu!! Si può sapere che cosa le stai facendo per farla urlare in quel modo?!- Urlò arrabbiato, cercando di superare la voce della ragazza.
-Assolutamente niente! Volevo solo sapere chi fosse...- Borbottò Jiraya tornando a guardarla.
Lei allora si zittì di colpo. Guardò un'attimo Naruto poi Jiraya e infine la folla dietro di loro che li guardava. Riprese a urlare più forte e corse via. 
 
Erano lì. Tutti davanti a me. Tutti si erano girati dopo avermi sentito urlare. Tutti mi guardavano. Sasuke mi aveva riconosciuto e mi guardava con quell'espressione impossibile da decifrare. Chissà a cosa stava pensando! Gli altri mi guardavano dubbiosi e confusi: Sakura e Ino aveva le orecchie tappate, Shikamaru sembrava ancora più scocciato del solito, Hinata più timida, Choji più affamato. Ognuno esprimeva la sua curiosità a modo suo. Io intanto continuavo ad urlare. Naruto poi si avvicinò a me e Jiraya e si rivolse a quest'ultimo, urlando e gesticolando:
-Ehi, tu!! Si può sapere che cosa le stai facendo per farla urlare in quel modo?!- 
Io avvampai ancora di più, lo guardai, poi vidi tutte le altre persone là dietro e corsi via urlando di nuovo.
"Che razza di situazione!! Perchè? Perchè? Perchè???"  Pensavo maledicendomi, ansimando.
Jiraya era venuto da me e me l'ero ritrovato di fronte e poi avevo urlato attirando l'attenzione di tutti. Ormai non ero più una sconosciuta. Nel villaggio tutti avrebbero parlato della "pazza che urla senza motivo". Poi dopo un pò che correvo mi fermai, ormai ai margini di Konoha. Il respiro era veloce e affannato, sudavo e la testa girava vorticosamente. Avevo paura, terrore che venissero tutti a cercarmi. Della fine che potevo fare. Forse rinchiusa nelle segrete del villaggio o in un manicomio fino a quando il braccialetto non avesse dato il segno di poter tornare a casa, nella realtà. Mi sedetti per terra, con gli occhi rossi per la fatica e per la disperazione di quel momento. Poi alzai lo sguardo. Passi. Di poche persone, felpati. Erano nemici? E io? Ero sola ai margini del bosco che circondava Konoha. Poi voci sussurrate basse, bisbigli. 
"Che faccio? Che faccio?"  Mi chiesi alzandomi in piedi. I passi e i movimenti erano più vicini. Pensai di nascondermi. Forse non mi avrebbero vista. Provai a spostarmi silenziosamente verso una casa. Ma quel giorno probabilmente avevo fatto qualcosa per guadagnare l'antipatia della fortuna, così inciampai e caddi facendo troppo rumore.
"Sono troppo vicini. Mi avranno sentita!"  Pensai con orrore.
Poi una voce che riconobbi, squillante:
-Che cos'era questo rumore? Ehi, tu laggiù, stai bene?-
Alzai lo sguardo e vidi venirmi incontro Naruto, dietro Sasuke e Jiraya. Solo allora i miei nervi si calmarono e mi buttai tra le braccia di Naruto. Il mio respiro era ancora veloce e irregolare, ma io strinsi ancora di più Naruto che era rimasto inerte sotto le mie braccia, confuso. Non so perchè lo abbracciai, probabilmente per la paura e l'ansia di pochi secondi prima, ricordo però che fu uno dei momenti più belli di tutto il mio viaggio. Sento ancora il profumo della sua pelle quando ripenso a quella volta. 
 
Ecco qua!! Ci siamo! Cosa succederà ora che ho avuto questo momento di intimità con quel fesso di Naruto? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!! XD! Sembro scema o.0
Ah... lo pubblico solo a due recensioni, come al solito (non uccidetemi!! E' che ne ho bisogno :P)
 
 

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Capitolo 5
*** Una verità sconvolgente ***


Nel paese dei ninja. Nvu Ciauu! :P! Sono tornata con un nuovo capitolo :D! Forse è un pò corto... Poi non lo so! Bè, buona lettura :3...


L'aveva abbracciato. Così, all'improvviso e lui neanche sapeva il suo nome. Era solo diventato rosso come un peperone mentre Sasuke e Jiraya lo guardavano divertiti. La ragazza lo strigeva sempre di più a se e singhiozzava sulla sua spalla. Solo dopo un pò Naruto si era ripreso e lentamente si era sciolto dall'abbraccio:
-Ehi, t-tutto bene?- Le aveva chiesto gentilmente.
Quasi non si era ricosciuto. Non era mai stato così affettuoso e premuroso verso una persona, tantomeno una ragazza. Era aperto e spontaneo, questo si. Di solito, come prima impressione poteva apparire allegro, forse un pò impulsivo, ma ora quella ragazza avrebbe potuto pensare di aver a che fare con una persona dolce e gentile. Una persona differente da quella che era in realtà.
La giovane aveva risposto solo dopo un lungo silenzio:
-Si- Aveva detto con voce tremante e subito dopo c'era stata di nuovo una lunga e pesante pausa -Grazie, Naruto- Aveva concluso infine.
Naruto non sapeva più che dire. Si sentiva così stupidamente imbarazzato. Poi era intervenuto Sasuke:
-Aspetta...- Aveva iniziato -Tu, Naruto, non gli hai mai detto il tuo nome, giusto? Come diavolo fai a saperlo?- Si era rivolto poi alla ragazza.
Allora lei aveva parlato. Dapprima piano, un pò timorosa, dopo aveva accellerato lo scorrere delle parole e non si era più fermata. Si era trasformata in un fiume infinito di parole e nessuno dei tre era riuscito a fermarla. Anche perchè ciò che diceva si stava facendo sempre più inquietante.

Dissi tutto. Raccontai ogni cosa. Partii dai manga, dai fumetti giapponesi  e dalla loro diffusione. Poi parlai di un manga in particolare, la trama, l'autore, il suo successo. E dissi il titolo. Naruto. Infine raccontai della biblioteca, del libro e dell'arrivo. Delle emozioni che provavo, della stima che avevo verso ognuno di loro. Poi Jiraya mi interruppe:
-Hai delle prove per confermare quello che dici?-
Stavo per dire di no quando mi ricordai del primo manga di Naruto. Così li guidai fino all'ospedale. Per tutto il tragitto c'era un innaturale silenzio. Le strade erano deserte perchè tutti erano ancora al funerale. Io preferii non parlare, per evitare di tirar fuori una voce tremante e sottile per l'agitazione e gli altri tre erano probabilmente sconvolti da quello che gli avevo detto. Percorremmo i corridoi dell'ospedale velocemente, i passi che ribombavano in tutto l'edificio. Mi concentrai su quel rumore. Notai che i miei passi erano felpati e più delicati, mentre Naruto camminava velocemente e rumorosamente, sembrava nervoso. Sasuke invece avanzava fiero, ritto e composto, i suoi passi erano ritmati e scandivano il tempo. Mentre Jiraya aveva un icedere pesante e lento, sicuramente i suoi sandali di legno risuonavano più di tutti nelle stanze. Non c'era nessuno neanche in ospedale. Una volta arrivati in stanza presi la busta e tirai fuori il manga. Lanciai un'occhiata a Sasuke, poi spostai lo sguardo verso Naruto e infine Jiraya. Li vidi impallidire tutti e tre.

Era lui quello sulla copertina, proprio lui. Naruto. Lui strappò il libricino dalle mani della ragazza e fissò a lungo quell'immagine. Gli occhi erano più grandi del solito e tradivano la sua angoscia.
" Non può essere. Non è possibile!"  Si ritrovò a pensare.
Sasuke tolse anche a lui l'oggetto dalle sue mani e iniziò a sfogliare le pagine con mani tremanti, anche lui stava perdendo il controllo.
-Ma, q-questo... Questo sono io. Qui sulla pagina... I-io le ho dette sul serio queste cose!- Scuotè la testa, leggendo le parole scritte sulle vignette -No, non è vero. Non è vero niente. E' una bugia, è impossibile! Tu chi sei, eh? Merda, chi diamine sei?- Urlò con cattiveria alla ragazza -Una traditrice, ecco cosa sei! Che cosa vuoi da noi, bastarda?- E continuò così, sempre più arrabbiato.
Lei provò a difendersi:-Io... Io dico la verità. Guarda, lo stai vedendo con i tuoi occhi. Lo so, è difficile da accettare il fatto, ecco, che voi... voi non e-esistete nella realtà, insomma.
Allora Sasuke, la guardò con occhi di fuoco. Sembrò volerla colpire. Solo quando il pugno era ormai a pochi centimetri dal suo volto, Jiraya lo bloccò.
-Ora basta- Disse con voce ferma e con una calma che Sasuke non era riuscito a mantenere -Questa giovane non è una bugiarda e tantomeno una traditrice. Lo puoi vedere benissimo anche tu, Sasuke. Quel fumetto conferma ciò lei ha appena detto. Ora dobbiamo soltanto accettarlo. Adesso ognuno se ne va per conto proprio e riflette su quello che è successo. Ma soprattutto non dite niente a nessuno, chiaro?-
I ragazzi annuirono poco convinti. Sasuke guardava ancora con uno sguardo carico d'odio quella ragazza, di cui non sapeva neanche il nome. Lentamente Jiraya e Naruto uscirono dalla stanza e Sasuke li seguì a ruota. Poco prima di uscire si fermò sull'uscio della porta e le lanciò un'altra occhiata.
-Come ti chiami?- Chiese, serio.
Lei alzò lo sguardo. Sasuke vide nei suoi occhi una gioia e un'emozione infinita. Doveva essere davvero un'appassionata.
-Ines. Mi chiamo Ines.

Naruto era sdraiato sul letto e guardava il soffitto, assente. Stava pensando alle ultime cose che erano successe, come aveva detto Jiraya. Spostò la testa di lato, con un sospiro, e guardò la finestra spalancata. La vita era tornata subito a Konoha. Sentiva le urla dei ragazzini e il vociare delle persone davanti alle bancarelle. Normalmente a quell'ora anche lui era lì, nelle strade, con i suoi amici. Oppure si allenava con il maestro Jiraya o con il maestro Kakashi. Invece quella volta non aveva né tempo, né voglia di fare altro. Volevo solo riflettere su tutto quello che era accaduto. All'inizio non aveva tanto fatto caso a quella ragazza. Eppure era strano che fosse stata evocata durante la Tecnica del Richiamo. Lui aveva stretto un patto di sangue con i rospi, non con le ragazze. Aveva pensato che poteva essere uno scherzo di quel pervertito di Jiraya. Però sapeva che era impossibile. Così aveva preferito lasciar correre. Ma quella mattina qualcosa era cambiato. Ciò che stava vivendo era grave quasi quanto l'ultimo scontro sostenuto contro Gaara. Stava avendo una vera e propria crisi d'identità. Lui era un personaggio di un... manga, se non ricordava male. E i manga erano dei fumetti giapponesi che avevano avuto molto successo in tutto il mondo. Migliaia di ragazzi avevano una vera e propria passione per quei cosi e amavano i loro personaggi, i loro scrittori e disegnatori.
Lei aveva detto di chiamarsi Ines ed era una di quei fan sfegatati. Aveva trovato un libro che la poteva portare nel mondo di un manga. E lei aveva scelto quel manga che si chiamava Naruto, proprio come lui. E il protagonista... era lui! Poi c'erano tutti gli altri personaggi. Anche Sasuke era molto importante e poi c'era anche Jiraya, Sakura, Kakashi, Iruka, Shikamaru... Probabilmente anche Gaara. Insomma tutti. E tutto ciò che avevano fatto fino ad allora, il loro destino, il loro passato era tutta opera di un tizio che neanche conosceva. Tutto proveniva dalla sua fantasia. Ma la cosa più assurda era che nella realtà non esisteva niente di tutto ciò. Il Paese dei Ninja, Konoha, i suoi amici, lui stesso... Nessuno era mai esistito. Tutti erano nati dentro la mente di un uomo e poi si erano diffusi in tutto il mondo ed erano diventati presto famosi. Peccato che erano personaggi inventati. Davanti a lui quindi aveva già una strada da seguire, un destino scritto e tracciato. E Ines, così come molti altri, sapeva tutto. Passato, presente e futuro di tutti. O almeno in parte. Almeno fino a quello che aveva letto sino ad ora. Forse lui sarebbe anche morto e non sarebbe mai diventato Hokage. Forse sarebbe morto Sasuke o qualcun'altro. Sarebbero morti tutti o anche nessuno. Passò il resto del suo tempo in quel modo capacitandosi del fatto che non esisteva. Che era il personaggio di un dannato fumetto. Inifine giunse ad una conclusione:
" Tutto questo non ha assolutamente senso!"  Si disse " Io non esisto, Konoha non esiste, nessuno esiste! E' inutile che vada avanti per raggiungere il mio obbiettivo di diventare Hokage! Potrei  vivere una vita tranquilla in un mondo immaginario mentre che intorno a me c'è la guerra e i morti. Tanto è inutile... In realtà nessuno muore e nessuno vive! Però non posso. Non posso proprio evitare di andare avanti e di continuare il mio percorso. Non posso pensare che in futuro potrei perdere qualcuno che a me è caro e non fare niente. Voglio continuare ad allenarmi e a combattere per diventare sempre più forte e per farmi rispettare da tutti. E poi è colpa di quel tipo che mi ha inventato che ora sono qui, orfano con la Volpe a Nove Code dentro di me! Se nella realtà non esisto io, qui a Konoha, sono vivo e non sono uno stupido disegno sulla carta! Seguirò il mio destino, farò di tutto per proteggere i miei amici. E poi sono pur sempre il protagonista. Mi conviene continuare ad esistere qui dentro."
Rimase così solo il sorriso e lentamente la tensione si sciolse. Ora si sentiva ancora più motivato ed era felice del suo ruolo nel manga che portava addirittura il suo nome. Nella realtà forse era nella bocca di tutti. E tutti lo adoravano e lo stimavano. E poi c'era Ines. Probabilmente anche lei nutriva un grande affetto per lui. Lo adorava come può adorarlo una fan e questo lo fece sorridere ancora di più .
"Senza contare che è anche molto carina, con quegli occhi scuri e la pelle così chiara da sembrare trasparente"
Pensò, ma subito dopo si pentì e si alzò dal letto scuotendo la testa. Uscì di casa e si riversò sulle strade ormai buie ma piene di gente di Konoha. Doveva trovare Sasuke e Jiraya e parlarne con loro.


Eccomi qui! Vi è piaciuto questo capitolo??! Spero di si u.u! Bene, pubblicherò il prossimo a... booo! Almeno 1 recensione, ok? Però se ne arrivano di più mi farebbe più piacere (ma vaaa' o.0)
Alla prossima :DDDD!










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Capitolo 6
*** La reazione dei ninja ***


Ciao a tutti!! :DD! Sono molto stanca per questo il capitolo sarà breve e poco fruttoso per la storia. Cioè, non accadrà niente di nuovo e sconvolgente. E' tanto per pubblicare il capitolo prima di godermi le meritate vacanze ;D!
Buona lettura u.u


Il rumore dei colpi faceva vibrare l'aria. Le fronde degli alberi si muovevano e frusciavano, nonostante non ci fosse un filo di vento e gli uccelli volavano via numerosi. Sasuke grondava di sudore, ansimava e gli facevano male le mani. Tirò un altro pugno e poi, finalmente, decise di smettere. Rimase fermo, piedi e in silenzio, le braccia lungo i fianchi. Lanciò uno sguardo al tronco che aveva davanti. Nel punto dove Sasuke aveva colpito la corteccia era andata via e il legno era segnato da solchi profondi. Ma non era solo l'albero ad essere rimasto ferito. Sasuke vide le sue dita nere di lividi e da sotto le unghie usciva un pò di sangue. Anche le nocche erano sbiancate e avevano molte ferite sanguinanti. Jiraya aveva detto di pensare su quello che aveva detto Ines. Ma lui non aveva bisogno di rifletterci sopra. Aveva capito fin dal primo momento che lei stava dicendo la verità, ancor prima di vedere quel dannato volumetto. Era riuscito a capirlo dal suo sguardo puro e genuino. Proprio per questo non era riuscito a mantere la calma. Perchè se ne era reso conto da subito. E non era spaventato solo perchè aveva scoperto di non esistere, di essere un personaggio inventato, ma anche e soprattutto perchè Ines sapeva. Sapeva forse più di lui. Probabilmente non sapeva  molto, da quello che diceva sembrava stare molto indietro rispetto al punto dove era arrivata la storia. Però conosceva il suo passato, i suoi pensieri, le sue preoccupazioni, il suo obbiettivo e anche un minimo del suo futuro. Sapeva di Itachi, Ecco che cosa sapeva. Sapeva davvero troppo su lui ed Itachi!
Sasuke colpì ancora più violentemente l'albero. Poi sentì la voce stridula di Naruto che lo chiamava. Prima pensò di andarsene a picchiare un altro albero, magari più lontano. Poi vide la figura imponente di Jiraya assieme a Naruto. Quel ninja non era affatto stupido, del resto era uno dei tre Ninja Leggendari. Aveva capito cosa stava passando, l'aveva perlomeno intuito.

Naruto correva per le strade illuminate nella notte. Passò velocemente accanto alle bancarelle piene di gente.
"Nonostante il villagg
io è stato attaccato da poco, si è subito ripreso. Guarda quante persone ci sono in giro"
Pensò allegro. Poi subito un altro pensierò gli scurì il volto:

"Tu
tta gente che non esiste... e non se ne rende neanche conto"
Solo in quel momento ebbe anche tempo di pensare a tutti gli altri. A tutti i suoi amici che l'avevano apprezzato per quello che era, nonostante avesse dentro di sé quel demone che un tempo distrusse il Villaggio della Foglia e uccise il quarto Hokage. Tutto ciò non era vero, era solo una stupida invenzione. Capì che quel momento di felicità era durato veramente poco. Era praticamente impossibile prendere così alla leggera quella scoperta. Poco prima si era illuso di potercela fare e di poter andare avanti facendo finta di niente. Di fregarsene di ciò che aveva scoperto quella mattina.
"Cazzo!! E' ridicolo! Come diamine posso fare finta di niente! Non posso! Devo andare avanti, lo so, lo farò! Però... a volte mi sembra così inutile questa stupida decisione!"
Poi intravide il maestro Jiraya da dietro le tendine di una bancarella. Doveva dirgli che voleva continuare a seguire il suo cammino perchè sentiva di esistere per tutti coloro che vivevano lì a Konoha. Doveva dirgli che forse adesso era ancora più motivato. Ma poi gli avrebbe detto una bugia. Non era più affatto sicuro. Era disperato. Si avvicinò lentamente a Jiraya. Rideva rumorosamente e parlava con altre persone lì accanto. Sul bancone c'era un grande bicchiere, colmo di Sakè. Ubriaco. Ecco cos'era.
"Certo! Del resto ognuno ha reagito a modo suo. Lui ha pensato bene di sfogarsi  e di affogare nell'alcool. Chissà Sasuke come se la passa!"  Pensò Naruto osservando il Sennin.
-Maestro Jiraya- Provò a chiamarlo.
-Mh... Oh, Naruto! Che ci fai qua?- Disse Jiraya chinandosi su di lui. Naruto sentì la puzza dell'alcool penetrargli nelle narici. Era proprio un pessimo soggetto il suo maestro.
-Maestro, ti devo parlare da solo- Ribattè Naruto serio.
-Naruto, lo so cosa stai passando. Ma non fa niente. Adesso non pensarci, vieni qui, siediti e rilassati-
-No, maestro!- Provò a controbattere lui -E' una cosa seria. Sai di che cosa sto parlando, ti prego. Ne ho bisogno...- La sua voce si spezzò in un lamento disperato.
-Ragazzo mio, segui il mio consiglio. Più ci pensi, più è peggio. Vedi come sei teso? Dai, non pensare a nulla e sfogati in questo modo. Guarda, come faccio io- Jiraya prese il bicchiere e si scolò mezzo liquido.
Naruto non sapeva più che fare. Era stanco e spossato per protestare. Quando Jiraya si ubriacava era difficilissimo allontanarlo dal Sakè. Pensò che, almeno in parte, aveva ragione. Naruto si sentiva veramente a pezzi. Era disperato e non era riuscito ad arrendersi a quella cruda verità. Che fare in una situazione del genere? Quando sembrava che avesse preso bene quella scoperta mentre si rendeva conto solo ora che il mondo gli stava cadendo addosso.  Jiraya lo guardava con fare complice. Allora Naruto si sedette accanto a lui e ordinò un grande boccale di birra. Prima di allora non si era mai ubriacato per davvero. Quella volta voleva farlo. Sentiva che se lo poteva permettere dopo tutto quello che gli era successo.


Bene!! E con questo ho concluso. Come ho già detto prima domani parto, quindi per un pò non pubblicherò altri capitoli. Precisamente starò via due settimane. Quindi se non avrete novità sulla storia non pensate che mi sia scocciata di scriverla! :DDD!
Bene, mi aspetto tante recensioni (xD) e spero non vi dimentichiate di me in queste 2 luuuuuuuuuuuuuuuuuuuuunghe settimane XD!

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Capitolo 7
*** Il patto di sangue ***


Nel paese dei ninja provvisorio

Heilà!! Si lo so... Non mi sembra vero neanche a me! Finalmente ho deciso di continuare a scrivere! Scusate... chiedo perdono a tutti i miei lettori (spero che ci sia qualcuno che legge ancora questa storia, altrimenti sembro proprio una fallita :/). Il fatto è che ci sono state le vacanze di mezzo e... ok, non è una scusa. La scuola è ricominciata da un mese! Bè, però in compenso il capitolo è abbastanza lunghetto, spero vi piaccia! Buona lettura ^^

Allungai le braccia verso la finestra. Notai che avevo la pelle particolarmente chiara, le dita delle mani erano lunghe e affusolate e i palmi grandi e magri. Spalancai le ante della finestra e un piacevole vento estivo mi colse alla sprovvista. Era ormai notte eppure l’aria era calda e asciutta lì a Konoha e, come al solito, le strade traboccavano di gente. Mi sentivo bene, finalmente. Dopo un pomeriggio di pensieri torturanti e sensi di colpa ero riuscita a trovare quella strana e beata calma. Sembrava che ormai non ci fosse più niente su cui riflettere e torturarsi, che mi corrodesse la mente. Mi sentivo svuotata da tutte le angosce e le preoccupazioni che avevo avuto sino ad allora. Prima l’enormità delle emozioni dell’arrivo improvviso lì, nel Paese dei Ninja; poi quel fuggi, fuggi da tutti i vari personaggi di Naruto; la stanchezza; la disperazione e, di conseguenza, la più grande cretinata che avessi mai fatto, cioè dire a quei tre poveracci (Naruto, Jiraya e Sasuke) che vivevano in un mondo inesistente e che erano loro stessi inesistenti. E infine ovviamente il pentimento totale di quella dichiarazione. Avevo passato l’intero pomeriggio in quell’infernale stanza di ospedale a rodermi e a dimezzare le unghie delle mie povere dita. A sentirmi in colpa per tutto ciò che stavo facendo passare a loro tre.
“Chissà cosa staranno facendo ora… Probabilmente Jiraya si starà affogando nell’Alcool e starà andando a prostitute. E Naruto!? Oddio, fosre si sarà lasciato dominare dalla Volpe con tutte e nove le code, così in anticipo e per colpa mia! Mentre Sasuke… si sarà suicidato. Si, magari presentandosi di sua spontanea volontà davanti a Itachi e chiedendogli di ucciderlo. Del resto, se sa di non esistere la sua vendetta non ha più alcun senso…”
E avevo continuato con questi pensieri, peggiorandoli e ingigantendoli sempre di più. Avevo pensato a mille altre possibilità di cavarmela in quel posto, senza dover spifferare ai quattro venti tutta l’assurda verità. Eppure solo quelle stupide parole erano riuscite ad uscire dalla mia bocca. Ma purtroppo il danno era fatto. Ora sapevano e avrebbero dovuto accettare quella consapevolezza, nel bene o nel male. Al massimo, avrei cambiato una sola e unica storia di Naruto. Lì dentro, in quel mondo, tutto era già pronto per essere sconvolto. Ma poi una volta tornata mi sarei accorta che niente era cambiato: le mie amiche avrebbero parlato sempre delle stesse vicende, il manga sarebbe andato avanti seguendo la sola logica di Masashi Kishimoto. E allora tanto valeva godersi quell’avventura paradossale. L’unica cosa che ancora mi faceva un po’ male, mentre guardavo sorridendo le strade di Konoha dalla finestra, era che stavo facendo soffrire non poco quei poveretti. Naruto, Sasuke, Jiraya… Tutti impauriti dalle mie parole.
“Speriamo che si riprendano. Che sappiano come reagire, ora che sanno di essere degli stupidi disegni di carta e inchiostro”


Le strade del Villaggio della Foglia erano ormai quasi deserte. In effetti, a quel'ora, alle tre di notte, le poche figure che camminavano per quei viottoli erano, per la maggior parte, ubriache e barcollanti. Tra quelle c’erano anche un ragazzino basso dai capelli vagamente a punta e un uomo sulla cinquantina molto imponente, i cui sandali di legno facevano non poco rumore sui sampietrini. Jiraya, l’uomo, rideva rumorosamente di tanto in tanto, mentre Naruto, il ragazzino, si lamentava a voce decisamente troppo alta.
-Naruto!- Lo ammonì Jiraya -Smettila di piagnucolare! Sei o non sei un uomo?! Affronta le cose a testa alta, senza lamentarti-
-Ma, Eremita Porcello! Come diavolo fai a far finta di niente! Tu ridi e intanto io più cose faccio e dico più mi rendo conto che tutto quello che sto facendo e dicendo è frutto dell’immaginazione di un tizio qualunque!! E anche io sono il frutto della sua immaginazione! E anche tu! Quindi… che diamine ti ridi!?- Urlò Naruto, di rimando.

-Rido per non piangere- Rispose Jiraya.

Naruto lo guardò stupito, poi spostò la testa di lato e la scuotè forte:-Naah, non ha comunque senso! Siamo solo dei poveri idioti che non sanno più che farsene della loro inutile vita.
-No, Naruto, tu una vita ce l'hai e non è inutile come pensi. Guarda ti stai muovendo, mi stai parlando. Se riesci a fare queste cose allora vuol dire che la tua vita è piena di significati, perchè ogni singolo, piccolo gesto è un elemento significativo della tua vita. Ed è ciò che non la rende inutile, capisci?
-Di' un pò...- disse Naruto accigliandosi -Ma tu, Ero Sennin, quando sei ubriaco diventi più intelligente? Voglio dire, da dove ti escono certi discorsi?  A me sembra di sparare solo enormi cavolate!!
Jiraya esplose in una sonora risata. 
" Uhm... No, forse no! Mi sbagliavo: è ubriaco ed è pure più scemo"  
Pensò Naruto osservando il maestro ridere come un matto.
Jiraya fece un pesante sospiro, spargendo nell'aria la puzza d'alcool:
-Eeeeh, caro Naruto, goditela questa vita se puoi. Quella di noi ninja è già abbastanza complicata... Me ne sono accorto osservando quella ragazza, Ines. Hai visto com'è tranquilla? Vive serena, senza troppe preoccupazioni. Nel suo mondo, nel vero mondo, le persone vivono normalmente. Immagina: senza arti magiche e illusorie, senza i frequenti attacchi di ninja più o meno forti, senza le missioni che ti fanno rischiare la vita, senza la morte dei nostri cari. A noi sembra una normale routine, invece tutto è molto più difficile e faticoso rispetto alla realtà di quella ragazza. 

-E' vero... ora che ci penso vorrei vivere anch'io in quel mondo più facile e meno doloroso... A questo punto, se vivessi lì, i miei genitori non sarebbero morti... forse non esisterebbe nemmeno la volpe che vive dentro di me...
Le parole di Naruto sfumarono in un triste sorriso. Jiraja tossì peggiorando la sua stabilità:
-Beh, ragazzo mio, devi pensare anche che questo è tutto finto. Voglio dire, tu hai questa situazione perchè l'autore, il mangaka, come l'ha chiamato Ines, ha inventato per te la tua vita...
-Cavolo che bella vita!!- Ribattè Naruto offeso. Dopo un attimo di pausa riprese a parlare -Però sai che ti dico? Io non voglio dipendere da quel pallone gonfiato! La vita è mia! E dato che ho la fortuna di viverla, questa vita, in questo mondo pericoloso, perchè abbandonarmi a me stesso e lasciarmi condizionare dalla verità?!
Jiraya sorrise soddisfatto:-Bravo Naruto, è così che devi fare! Sarà dura accettare questa scelta ma è la cosa migliore!- Esclamò l'uomo dando una pesante pacca sulla spalla a Naruto.
Il ragazzo barcollò e subito la sua espressione entusiasta si spense:-Si, certo! E' stata la stessa cosa che avevo pensato prima,
eppure non è cambiato niente, anzi, guarda come mi ritrovo: mezzo ubriaco assieme ad un pervertito ad urlare come matti i nostri problemi d'identità!
-Oh, Naruto! Prendi una decisione, allora! Facciamo così, ora o mai più: o rimani per sempre con il dubbio, il rimorso, la paura, l'inutilità di quello che sei se non rimedi a questa situazione, oppure vai avanti, reagisci e te ne freghi del fatto che esisti oppure no!- Jiraya fece una pausa ad effetto per dare il tempo a Naruto di ragionare.
-Dunque... cosa scegli?-
Naruto rimase a lungo in silenzio poi gridò:-E che cavolo!! Ma è un interrogatorio??! E va bene, se la metti su questo piano, allora dico si! Vado avanti, ok?!
-E che sia per sempre- Continuò Jiraya convinto.
-Per sempre, ovvio!! 
-E' un patto, eh?
-Scritto e certificato!
I due si scambiarono un' occhiata d'intesa, poi si morsero contemporaneamente un pollice e uscì un pò di sangue che colò giù, lungo le dita. Poi si strinsero la mano, i palmi rigati dal sangue che colava a fiotti dalla ferita sul pollice. Così fu sancito il loro patto. Un patto di sangue.
-E ora andiamo da quell'altro sfigato!- Disse Jiraya contento.
-Si... Ehi aspetta, perchè sfigato?
-Bè, sfigato come noi, no?
-Io non sono sfigato! Tu magari...
E continuarono a discutere, mentre le loro voci sfumavano lentamente fino a far svanire ogni suono.

Quando finalmente trovarono Sasuke, in un bosco ai margini del villaggio, lo videro ansimante di fronte ad un albero privo di corteccia in più punti. Il tronco sembrava smangiucchiato da un castoro e Sasuke guardava con odio l'albero. Forse era davvero diventanto un povero sfigato, pensò Naruto, si era ridotto a litigare con un albero! 
"La situazione è grave..."  
-Allora, ragazzo mio, come te la passi?- Disse Jiraya con un espressione da pesce lesso sul volto.
Sasuke lo guardò come per dire: zitto vecchio!  
Allora intervenne Naruto prima che l'eremita non ci rimettesse la pelle.
-Senti Sasuke- Cominciò -Noi abbiamo preso una decisione. Abbiamo deciso di continuare il nostro percorso, sperando che magari, presto o tardi, quest'angoscia perenne che è dentro di noi, si spenga, capisci? Con il tempo passerà anche questo e tutto tornerà normale. Ma per fare ciò, noi dobbiamo continuare con la nostra vita facendo finta di niente. Così faremo vedere a Ines e a quel deficiente che ci ha creati di che pasta siamo fatti!!- Terminò il ragazzo con un sorriso da ebete. Forse la sbronza non gli era ancora passata del tutto.
Sasuke lo guardò quasi con pietà. Quello scemo non capiva niente. Lui aveva già avuto troppi problemi nella vita, ora non gli importava se qualcuno arrivava e gli diceva che non esisteva e che non era mai esistito. Il vero problema era che lei sapeva troppo su di lui e sui suoi segreti. Guardò prima Naruto, che continuava a sorridere e poi Jiraya. Quest'ultimo lo guardava severo e intransingente. Sembrava volergli dire con gli occhi: o sei con noi o sei morto! 
Sasuke lo ingnorò, ma a quanto pare neanche Jiraya sopportava più quel suo caratterino di chi voleva fare tutto da solo, senza chiedere aiuto a nessuno. 
-Allora? Sasuke che vuoi fare?- Insistè Naruto
-Sono affari miei, non v'impicciate-
-Affari tuoi? Ma sei scemo? Vuoi davvero rimanere qui a dare pugni agli alberi, senza fare nulla per rimediare? Sasuke, io ti stimo in fondo, ma se fai così mi sembri solo un fallito- Naruto lo guardava deluso.
-Ma ti vuoi stare zitto? Che ne capisci tu? Lo sai quali sono i miei veri problemi? Lo sai perchè mi comporto così?- Sasuke non diede all'altro neanche il tempo per rispondere -No! Non lo sai, non sai niente! Tu... non puoi capire. Continua a lottare per quei tuoi stupidi ideali, fa quello che ti pare, ma a me lasciami perdere. E soprattutto, non darmi del fallito, perchè non mi conosci affatto.
A Naruto salì la rabbia da dentro, si fece tutto rosso in viso. Aveva voglia di sputargli i faccia tutto ciò che provava, ma tanto quel cretino non avrebbe mai capito:-Sei tu che non capisci niente! Stupidi ideali, dici eh? Tu neanche ce l'hai un ideale! Il tuo scopo è solo la vendetta! Se continui così presto sarai accecato dalla rabbia e dal rimorso e...- Jiraya lo interruppe all'improvviso.
-Ora basta! Siamo tutti provati per questa rivelazione ma non dobbiamo prendercela con noi stessi- Guardò Sasuke e continuò -Allora, che vuoi fare? Ti unisci a noi oppure rimani qui per conto tuo?
Il ragazzo lo guardò arrabbiato. Quelli non potevano capire. Però avevano ragione: non poteva continuare a rodersi dentro, senza prendere una decisione. Doveva continuare in qualche modo con la sua vita, anche se ora era bloccato da Ines, quella strana ed inquietante ragazza che sembrava sapere tutto di lui.
-E va bene...-Disse infine -Sono con voi-
Naruto lo guardò con indifferenza ma il suo volto non riuscì bene a nascondere la sua felicità:-Bè allora devi fare anche tu il nostro patto di sangue- Disse.
-Che?
-Si, morditi il pollice e poi insieme ci stringeremo la mano. E' così che si fa!
-Ah, no! Questo te lo scordi.
-No, ehi! Allora no  potrai mai stare dalla nostra parte- Si zittì un attimo davanti all'espressione intransingente di Sasuke -Insomma, è incompleta la cosa!
-Naruto, solo tu puoi dire cose del genere. Io non mi riduco a fare certe bambinate!
-Bene, bene... Non fa niente Naruto, ok?- Inervenne ancora Jiraya -Ora dobbiamo parlare con Ines e decidere cosa fare con il resto del villaggio-
I due ragazzi si zittirono e seguirono in silenzio il maestro. 

"Che noooooooooooooia!!"  Pensai gettandomi sul letto. Ero rimasta davvero tutta la notte in quella camera d'ospedale senza chiudere occhio. Ero tropo eccitata. Ormai mi ero calmata, non avevo più né sensi di colpa, né altro. Però, ora volevo uscire. Cavolo, ero a Konoha! E invece di spassarmela tra le vie del Villaggio della Foglia, rimanevo chiusa lì dentro, per ordine di Jiraya. Mi aveva detto che per ora quella sarebbe stata la mia stanza e che non sarei dovuta uscire fino al loro ritorno. Ma loro non tornavano! Ormai era l'alba e il sole illuminava diversi angoli della stanza creando giochi di luce rosata. E poi non avevo niente con cui passare il tempo. Mi ero letta circa una decina di volte il primo di Naruto. Ormai sapevo a memoria anche le parti che prima non ricordavo. Allora decisi di cantare. 
"Che cosa ridicola!"  Pensai. Nonostante ciò, iniziai a cantare lentamente alcune note di una canzone. Dopo mezz'oretta, stavo già cantando a scuarciagola ogni tipo di canzone: dal pop inglese al rock, dal rap alle sigle giapponesi degli anime. Per questo all'inizio non sentii bussare alla porta. Poi entrò qualcuno, non sentendo ricevere risposta. Io avevo gli occhi chiusi, ero sdraiata sul letto con le lacrime agli occhi per lo sforzo alle corde vocali. Sicuramente la mia voce era un pò più rauca e dovevo avere delle occhiaie pazzesche, era da un sacco che non dormivo. In più, i capelli erano sporchi perchè me li sarei dovuti lavare il giorno prima e quindi mi stavano appiccicati al viso come colla. Insomma, immagino che non avevo un bell'aspetto. Quando aprii gli occhi mi accorsi di tre figure che stavano davanti alla porta. 
-WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH- Il mio urlo riecheggiò per tutto il corridoio. A quanto pare lì avevo preso l'abitudine di urlare come una matta.
Naruto, che prima mi guardava preoccupato, fece un piccolo salto, mentre Sasuke indietreggiò visibilmente scosso. Jiraya invece granò gli occhi fissandomi spaurito. Però mi ero presa un bello spavento, erano apparsi così all'improvviso. E poi chissà da quanto tempo era che mi sentivano cantare quelle frasi stonate. Volevo sprofondare... e dire che mi ero appena abituata al fatto di vedere quei tre senza farmi prendere dal panico.
-Si può sapere che ti prende, ogni volta???! Ma faccio così schifo?- Si chiese Naruto alzando la voce.
"Oh, no, Naruto! Sta pur tranquillo che non fai schifo... anzi sei stupendo!!!"  Pensai, ma mi trattenni dal dirlo. Balbettai invece qualche parolina sconnessa:
-E'... è solo che... ecco...- Mi interruppi vedendo le facce annoiate dei tre -Insomma, apparite così all'improvviso! Io sono già abbastanza spossata, se poi voi sbucate davanti a me senza dirmi niente mi fate prendere i colpi!
-A dire il vero abbiamo bussato più volte ma da dietro la porta sentivamo solo te che sbraitavi come una matta... Ma forse nel mondo reale è normale urlare in questo modo ogni volta, no?- Disse Jiraya, sarcastico.
-Ehm... no. Sono io che qui ho preso ad urlare così spesso. Scusatemi. Ah, comunque era una canzone quella di prima-
-E allora dovresti prendere lezioni di canto- Disse Sasuke. Lo guardai male, ma lui sostenne il mio sguardo e io, dopo un pò, per paura di sciogliermi direttamente davanti a lui, distolsi gli occhi dai suoi, così penetranti. 
-Comunque, cara Ines, noi siamo arrivati ad una conclusione- Disse Jiraya, arrivando al dunque senza troppi preamboli -Dopo diversi dubbi, problemi e angosce abbiamo deciso di lasciarci tutto alle spalle, di non pensare a questa triste verità e di andare avanti senza troppe preoccupazioni. Sarà dura, soprattutto all'inizio, ma speriamo che con il tempo tutto tornerà alla normalità.
L'eremita parlò così spedito che mi lasciò un pò interdetta. Forse quella frase l'aveva ripetuta parecchie volte e ormai la sapeva a memoria. Io tirai un sospiro di sollievo: -Meno male! Non sapete la nottataccia che ho passato! Ero in pensiero per voi... devo avervi traumatizzato con questa storia. Io vi giuro, non volevo dirlo ma ero spaventata, stanca e non sapevo più come comportarmi e poi...- Fui interrotta da Naruto che fu ancora più sbrigativo del suo maestro: -Ok, tranquilla, tutto passato. Ti capiamo, sarai terrorizzata, ma vedrai che poi passa tutto.
Come al solito Naruto non aveva capito una cicca di quello che avevo detto. 
-Ora però dobbiamo pensare a quale sarà il tuo ruolo qui dentro- Continuò Jiraya. Io lo guardai spaventata -Bè, devi capire che non si deve spargere troppo la voce su chi sei realmente. Molte persone ne approfitterebbero per sapere cosa accade nel Paese dei Ninja. Perchè immagino che tu sai parecchie cose su di noi, no?
A questa frase Sasuke parve innervosirsi ma io lo ignorai e annuii poco convinta.
-Ecco, dunque, dobbiamo capire a chi dirlo e a chi no. E poi dobbiamo trovarti una sistemazione e un ruolo nel villaggio. Senza contare che potresti essere utile anche a noi.
-Si ma... Io vorrei non dire nulla. Ho già provocato abbastanza danni e cambiamenti nella storia. Non dirò mai niente su di voi e sugli altri a nessuno. Anche perchè potrei sconvolgere ancora di più le vostre vite. E in caso di bisogno sappiate solo che ve la caverete sempre, senza che io vi dica nulla.
Quello era vero solo in parte. Purtroppo la vita di Jiraya non avrà un lieto fine. Provai a non pensarci per evitare di piangere. Mi sentii un pò in colpa, li vedevo già tutti e tre più sollevati dopo quello che avevo detto eppure... di difficoltà e dolori ce ne sarebbero stati ancora molti per ognuno di loro. 
-Capisco... quindi in questo senso non ci sarai per niente utile?
-No, cioè, magari qualcosa ve la dirò, ma non vi aspettate molto. Scusate, ma ho i miei buoni motivi.
-Wow...- Disse Naruto, offeso. Il poverino fu ignorato da tutti e Jiraya proseguì:
-Bene, allora non ci resta altro che trovare un modo per farti entrare a far parte del Villaggio della Foglia!
E poi se ne escono con certe frasi che un otaku non può trascurare. Sentii un emozione salirmi dentro, e pensai che da lì a poco sarei espolosa come un palloncino.
-Si... ehm... c-certo...
-Sai quanto rimarrai qui?- Mi chiese Sasuke.
-No, non ne ho idea-

"Tanto, tanto, tanto!!"  
Pregai diperatamente dentro di me.
-Sai qualcosa sulle arti ninja?- Chiese allora Naruto. Sembrava un interrogatorio, ma del resto a loro erano utili quelle domande per capire chi fossi.
-In teoria si. L'ho letto nel manga: conosco diverse tecniche segrete e so come si praticano le varie arti marziali, magiche e illusorie ma... credo di non saperle sviluppare. Io non sono un ninja. Diciamo che potrei essere come Rock Lee, perchè neanche lui sa utilizzare le arti magiche e illusorie. In effetti, però, lui è una bestia in confronto a me... io potrei esse sconfitta benissimo anche da Konohamaru, per esempio.
-E allora devi avere un minimo di preparazione marziale. Qui non sopravviveresti neanche un giorno senza qualcuno che ti protegga e poi con le varie persone che vorranno sapere qualcosa sulla situazione del paese dei ninja...-Disse Jiraya, pensoso.
-Potrei... potrei stare un pò con voi. Cioè, vi posso seguire nelle missioni o altrove in modo da essere sempre protetta da qualcuno e intanto imparerò alcune cose basiche direttamente sul campo. Anche perchè credo che ormai sia un pò tardi per mettermi a frequentare l'Accademia dei Ninja.
-Si! Non è una cattiva idea!- Esclamò Naruto.
-Ma dovresti partire con missioni molto semplici, altrimenti potresti impicciarci e provocare l'avanzamento di ulteriori nemici- Disse Sasuke.
-Ma potrebbe anche fungere da esca, no?- Analizzò Jiraya.
-No!! Neanche morta!!
L'uomo sospirò: 
-Per ora rimaniamo con questo accordo. Ho chiesto ai medici se ti possono dare una stanza inutilizzabile. Quella diventerà la tua casa, la potrai personalizzare mentre per i viveri ti aiuteremo noi. Intanto io parlerò di te con persone di cui ci possiamo fidare. Tu dovrai dire che sei una ragazza venuta da molto lontano per imparare il mestiere di ninja perchè ti sono morti tutti i parenti. So che non è molto credibile come storia ma servirà solo all'inizio, poi vedremo di dire chi sei realmente a diversi elementi della Foglia in modo da non sembrare troppo sospetta.
-Ah ok... Quindi potrei anche uscire, no?
-Certo che puoi uscire!
-Ah... uscire, qundi... parlare anche con altre... persone, insomma... A-altri personaggi di Naruto...
Loro sembravano aver intuito il problema. Naruto mi guardò paricolarmente divertito:
-Si, si! Ti faremo conoscere i nostri amici...
Io lo guardai offesa:
-Tu sta zitto! Che ne capisci di otaku e manga? Oddio... ho già il panico- Conclusi con angoscia.
-Bah, che sarà mai!- Disse Sasuke, indifferente.
-Ecco, vedete? Non ci capite un tubo!- Sbuffai. Sasuke accennò anche lui un mezzo sorriso. Sembrava che li facessi ridere a tutti quanti. Che strana sensazione... Più li vedevo più volevo saltare al collo di ognuno di loro. Li stavo fissando con la bava alla bocca a sembrava che se ne fossero anche accorti.
-Bè, dai! Capisco che sono uno schianto ma ora non guardarmi in quel modo, mi fai sentire in imbarazzo!- Scherzò Naruto. 
Io abbassai lo sguardo diventando tutta rossa in viso. Lui si avvicinò e mi prese per le spalle. Divenni ancora più paonazza, il cuore che batteva a mille. Naruto sorrise:
-Rilassati...- Disse senza trattenere una risatina.
Guardai Sasuke di sottecchi, senza sollevare troppo la testa, e notai che aveva un espressione così soddisfatta e divertita che mi fece impazzire. E poi c'era Jiraya che guardava la scena a metà tra l'interessato e l'indifferente. Del resto lui era anche un adulto, non si interessava più di tanto alle cavolate che facevano i ragazzi. A quanto pare si stavano proprio divertendo con me. 
"Non c'è che dire! Se l'approccio iniziale è questo..."  Pensai. Intanto, sentii che stavano andando in cortocircuito tutte le mie cellule. Sentivo l'odore di Naruto che mi faceva girare la testa e davanti c'era Sasuke che mi fissava con quegli occhi profondi che mi facevano svenire. Dovevo essere peggio di Hinata. Naruto ridacchiava con quell'espressione felice meravigliosa. Poi avvicinò le labbra al mio orecchio e soffiò piano. Non potevo più trattenere un urlo. Mi presi la testa fra le mani e m'inginocchiai a terra.
-Basta! Basta! Bastaaaa!- Gridai ridendo per l'imbarazzo.
-Scherzavo, dai!- Disse Naruto abbassandosi di fronte a me. Fece in modo che io lo guardassi negli occhi e poi mi disse:
-Allora? Partecipi anche tu al nostro patto di sangue?-
-Ancora con questa storia?!- Sentii dire a Sasuke, dietro di noi. 
Io li guardai con aria interrogativa. Dovevo ammettere che mi stavo divertendo troppo. Pochi avevano la possibilità di stare in una situazione del genere, forse nessuno. 
-Allora, Ines, basta che ti mordi un pollice assieme a me e poi ci stringiamo la mano!- Spiegò Naruto allegro.
Mi si illuminarono gli occhi:
-Woooow... che figata!!-
-Ahahah... vedi, Sasuke? Lei si che capisce!
-A quanto pare è scema quanto te- Rispose il compagno di rimando.
-Bah... allora?- Fece Naruto, rivolgendosi a me.
-Allora cosa? Io mica so far uscire il sangue dal pollice con un semplice morso!- Dissi.
-Che??! E' impossibile!
-Ci ho provato fin troppe volte... Guarda che non sono un ninja, eh?
-Riprova!
Io portai il pollice alla bocca e provai a mordere. Mi scorticai un'unghia ma di sangue non ce n'era traccia. 
-Ecco, così neanche lei può ridursi a certe cavolate- Disse Sasuke, fiero di me.
-Almeno Ines ci ha provato!
-Ok... credo di aver sopportato abbastanza ognuno di voi!- Disse infine Jiraya, scherzando -Ora che ne dite di uscire e far fare un giro ad Ines per il villaggio?
Ebbi un tuffo al cuore. Ero davvero pronta a vedere tutti i più grandi eroi della foglia?
" A parte Sakura..."  Pensai, maligna. Provai a trovare una scusa, nonostante la nausea che provavo ormai in quella stanza:
-Bè... ma tanto già lo conosco! Forse anche meglio di voi- Provai a dire cercando di essere il più convincente possibile. 
-Si ma stavolta lo potrai vedere dal vivo, no?- Disse Sasuke. Era chiaro che volesse farmi un dispetto. Si stava davvero divertendo quella faccia tosta.
-Infatti, Ines... Non era una buona scusa, ragazzina- Disse Naruto. E con questo mi afferrò per un polso, appoggiò un braccio sulla spalla di Sasuke invitandolo ad uscire e mi guidarono fino all'ingresso dell'ospedale. Jiraya era già scomparso, andandosene in giro per i fatti suoi. Io guardavo preoccupata le vie di Konoha traboccanti di gente. Provai a tirarmi indietro ma Naruto e Sasuke mi tenvano stretti. 
-Allora? Calmati! Non sei nel paese dei tuoi sogni?- Disse Naruto ridendo. 
E io presi alla lettera le sue parole. Da quel giorno ero un ninja della Foglia.

Ecco quii!! Ok sono  un pò ammattita in questi giorni! (solo un questi giorni??! A me pare sempre o.O) Senza contare che ho iniziato a parlare da sola, povera me! :(((( Ma ora devo parlare della storia altrimenti vi annoio u.u Duuuunque, non so se è stata troppo noiosa e esagerata la reazione di quei tre poverini... ma dovevo rendere l'idea! Spero che non io vi sembri troppo "coccolata" da i due ragazzi più fighi di tutto l'universo (Sasuke e Naruto), ma se fosse pensate che solo qui, quando scrivo posso davvero fare tutto ciò che voglio senza regole e vincoli. Quindi capitemi vi prego! :3

A presto! ;D

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Capitolo 8
*** Incontri ***


Ciao a tutti! Perdonate il ritardo imperdonabile o.O
Sono riuscita a pubblicare il nuovo capitolo, finalmente. Scusate, ma ormai non è più estate (sniff... nostalgia) e sono cosparsa di compiti, verifiche, sport, incontri extrascolastici per lavori di gruppo e bla, bla, bla... Ok, non mi dilungo :P
Buona lettura :3


Sudavo. Le sentivo, le gocce di sudore che scendevano lungo la mia tempia. E il cuore batteva forte in petto, forse tra un pò sarebbe esploso. Sentivo sulle guance un calore infuocato che rendeva il mio viso paonazzo. Naruto accanto a me cercava di tranquillizzarmi:
-Dai, calma! Non ti agitare così tanto per così poco!
-No, no! Non ce la faccio! Ho pauraaaaa!- Dissi io urlando come un'ossessa attirando ancora di più l'attenzione dei passanti.
-Ma se ancora non hai incontrato nessuno!
-Appunto! E se girassimo l'angolo e trovassimo davanti a noi Kakashi? O Sakura? O shikamaru??! Oddio che angoscia!- Dissi con ansia. 
-Certo che è una tortura camminare con voi due messi assieme- Replicò Sasuke sbuffando, appena dietro di noi.
Era da soli cinque minuti che eravamo usciti dall'ospedale e io non avevo fatto altro che agitarmi sempre di più. Le parole emozionanti di Naruto erano andate in fumo non appena avevo visto Konoha stracolma di gente. Eppure, neanche Roma era così chiassosa! Da subito avevo iniziato a camminare velocemente, con la testa bassa, senza guardare in faccia nessuno. Sasuke non si preoccupò minimamente di come mi sentivo e continuava a camminare tranquillo con un passo lento e rilassato, mentre Naruto si agitava con me e quasi correva per starmi dietro. 
-Su, Ines... Guarda là, hai visto che c'è?- Mi chiese.
-Chi c'è???! Oh, dio mio! Chi è?- Dissi incastrando ancora di più la testa fra le spalle.
-No, no, tranquilla... Non c'è nessuno! Volevo solo farti vedere i volti scolpiti degli hokage...
In effetti era uno dei miei più grandi desideri vedere quelle enormi statue dal vivo ma ora non me lo potevo davvero permettere:
-Ah... Bè, tanto l'ho già viste...
-No, le hai viste disegnate su quei cosini che chiami manga. Dal vivo sono tutta un'altra cosa.
Indugiai un pò e Naruto ne approfittò.
-Non c'è niente da temere, non c'è nessuno in giro che conosci- Disse e mi sollevò delicatamente il mento con due dita, restando alla mia destra. Io divenni rossa come un peperone ma lui non ci fece caso e sorrise davanti alla mia espressione a metà tra l'imbarazzo e la meraviglia. Quelle statue erano magnifiche... Enormi, scolpite nella pietra in ogni dettaglio, che ti fissavano fiere. Naruto aveva ragione: viste dal vivo erano totalmente diverse. Era una visione così emozionante! 
-Sai, un giorno anche io sarò scolpito lì tra quei volti di pietra- Fece Naruto commosso.
-Si, lo so...- Mormorai. 
Già, ne ero sicura. Ci raggiunse anche Sasuke, che si fermò accanto a me e mi guardò curioso. 
-Dì un pò... Quanto sei appassionata a questo benedetto manga?- Mi chiese.
Io sospirai. Se avessero saputo le emozioni che provavo stando lì dentro.
-Tanto, davvero tanto. Credo che ce ne siano poche di persone così appassionate. Dovreste vedere la mia camera: ricoperta di poster con sopra i vostri volti... E poi ho il coprifronte e il kunai. E colleziono lattine con sopra i personaggi.
Abbassai lo sguardo. Sasuke continuò a fissarmi intensamente. I suoi occhi, le sue intenzioni erano impossibili da decifrare. Se nei manga potevo sapere a cosa pensava, dal vivo era molto più difficile. Non avrei mai capito cosa passava per la testa a quel ragazzo. Naruto invece fu molto più aperto, anche se anche lui era da sempre uno dei più imprevedili. Infatti, mi prese la mano e la strinse con forza. Io lo guardai interrogativa. Da quando Naruto faceva tutte quelle dimostrazioni d'affetto? Stavolta era lui ad essere arrossito, non si girò verso mi me e continuò a guardare le statue. Sembravamo tre scemi, immobili, in mezzo alla strada e con i nasi in su a guardare quelle statue come se fosse la prima volta. Eppure, sentivo che quello era il simbolo di un legame prezioso che stava nascendo tra di noi. Ovviamente Sasuke sarebbe stato più distante, più solitario, però anche lui ne faceva parte. Pensai che loro due mi avrebbero sempre protetta per tutto il tempo in cui sarei rimasta nel Paese dei Ninja, superando anche le proprie divergenze. Forse più tardi, sarei anche riuscita a riallacciare il legame che si sarebbe spezzato tra loro due. Ma era solo un desiderio lontano. E poi, da una parte, non ci tenevo così tanto a cambiare il corso della storia. Volevo solo assistere da vicino alle loro avventure. Sapevo che prima o poi Sasuke e Naruto si sarebbero riuniti proprio come lo erano ora. Senza che io facessi nulla per modificare il loro intenso ed unico rapporto. 

Jiraya camminava a passo spedito, cercando con gli occhi la figura di Kakashi. Doveva parlargli al più presto su tutto ciò che era accaduto fino ad allora. Oltre all'arrivo di quella ragazza, proprio in quel momento il consiglio gli aveva dato la notizia. Anche se un pò se l'aspettava. Dopo la morte del terzo hokage era urgente trovare una nuova guida per il Villaggio della Foglia e gli anziani del consiglio avevano scelto lui come nuovo quinto hokage. Ovviamente, Jiraya era un uomo libero, un'eremita, non voleva sulle spalle tutte quelle responsabilità. Però conosceva chi poteva ricoprire quel ruolo. 
"La vecchia Tsunade è perfetta per diventare il futuro quinto hokage"
L'aveva già riferito al consiglio. Ora gli restava solo da intraprendere il viaggio alla ricerca della donna e convincere Naruto a seguirlo. Il ragazzo era l'unico che voleva portare con sé. Lo voleva prendere sotto la sua ala protettrice, gli voleva insegnare la tecnica del quarto hokage e farlo diventare sempre più forte ora che incombeva la minaccia dell'organizzazione Alba. Per questo doveva parlarne con Kakashi, per dirgli che d'ora in avanti Naruto sarebbe passato sotto la sua custodia. Kakashi, per ora, non si sarebbe dovuto occupare di Naruto, avrebbe pensato a tutto lui. Infine lo vide, accanto all'Accademia dei Ninja.

-Ti devo parlare- Disse, avvicinandosi a lui.
I due trovarono un luogo più riparato e Jiraya prese un bel sospiro. Kakashi lo guardava in attesa che cominciasse a parlare. 
-Dopo quest'attacco del Villaggio del Suono qui è successo di tutto e te ne sarai accorto. 
-Già...- Disse Kakashi, guardando il vuoto.
-Ma non è finita qua, caro mio! Io... ti devo dire una cosa riguardo quella ragazzina al funerale.
L'altro lo guardò intereressato:
-Finalmente! Allora tu forse ne sai qualcosa! Tutti si chiedono chi sia quella lì. E poi... da quando tu, Sasuke e Naruto l'avete raggiunta il giorno del funerale, non vi siete fatti più vivi. Si può sapere che combinate?
Jiraya sospirò:
-Sarà dura... sia da raccontare, ma anche da ascoltare-
-Parla, non mi spavento mica per una ragazzina- Disse Kakashi, sicuro.
-Non è lei che fa paura ma ciò che sa-
Kakashi lo guardò. I due si scambiarono una rapida occhiata e senza aggiungere altro Jiraya raccontò in modo breve e conciso quello che era successo ad ognuno di loro. Furono poche frasi, nette e precise, che illustrarono a Kakashi la mappa di un nuovo Paese dei Ninja, forse quello vero. Se fosse stato qualcun'altro ad avergli raccontato quelle cose e con un tono diverso non gli avrebbe creduto. Ma lui si fidava di Jiraya e sapeva che non avrebbe mai scherzato su una cosa del genere. Anche se... restava difficile da credere. Però, più guardava l'espressione dell'uomo più capiva che anche lui ne era uscito colpito e traumatizzato. Ed erano coinvolti anche Naruto e Sasuke, chissà come avevano reagito loro. 
Kakashi rimase a lungo in silenzio, mentre Jiraya aspettava senza mettergli fretta. 
-Lo sai che è assurda questa situazione, vero?- Disse infine il primo, sospirando.
-Già, lo so. Ma ti giuro che è vero. Ines, la ragazza, è così semplice: si vede che non ha cattive intenzioni, non è una bugia quello che racconta.
-Si, l'ho capito... Ed è questo che è assurdo. 
-Scusa, ma a qualcuno dovevo pur parlarne. Più di tanto, i due ragazzi non possono aiutarmi.
-Ovvio, hai fatto bene a dirmelo. Ora, però, non ti voglio intrattenere con i miei dubbi. Siamo adulti e non dobbiamo lasciarci impressionare, anzi, adesso bisogna analizzare la situazione per trovare un ruolo alla ragazza. 
-Noi ci abbiamo già pensato. Ha una bella preparazione teorica, l'unico problema è che non ha nessuna competenza pratica e fisica, capisci? Da una parte ci sarebbe d'impiccio, ma dall'altra sarebbe molto utile. Lei si è proposta per  accompagnarci nelle missioni più semplici per imparare sul campo.
Kakashi ascoltò attentamente, poi prese la parola:
-No, così non funzionerebbe mai. Provocherebbe danni e rallentamenti alla squadra...
-Già, per questo mi è venuta un'idea. Però prima dovrei parlarti di un'altra cosa.
-Che altro c'è?
-Ecco, vedi, il consiglio mi ha proposto il ruolo di quinto hokage. Io ovviamente ho rifiutato, ma conosco qualcuno perfetto per questo.
Kakashi lo guardò incuriosito.
-Tsunade. Lei è l'unica. L'ho già riferito al consiglio. Ora devo andarla a cercare e una volta trovata la convincerò a tornare e a diventare quinto hokage. In questo viaggio  volevo portarmi dietro Naruto per insegnargli una nuova tecnica e aiutarlo a difendersi dalle minacce di Alba. 
-Tsunade dici, eh? Sei sicuro che accetti la proposta?
-Lo spero. Riguardo a Naruto, volevo prenderlo io. L'organizzazione Alba tra un pò si metterà in azione e il ragazzo è ancora troppo debole. Tu da solo non ce la puoi fare. Lascialo a me, ho le capacità adatte per controllare il chakra della volpe, almeno in parte. Lo devo fortificare, capisci? E poi ho scoperto che tra l'Akatsuki c'è anche Itachi.
-Itachi? Vuoi dire...- Kakashi non terminò la frase, incredulo.
-Si, lui. Quello che ha sterminato l'intero clan Uchiha... Il fratello di Sasuke.
Kakashi sospirò:
-E va bene, non mi offendo: prenditi Naruto. Ma con questo dove vuoi arrivare?
-Ecco, vedi... Nel viaggio alla ricerca di Tsunade volevo portare Naruto con me, no? Dato che non è una missione ma solo un viaggio d'allenamento, avevo pensato che Ines poteva
accompagnarci. Ci potrà anche aiutare a cercare Tsunade.
-Non è una cattiva idea. Ma a questo punto hai bisogno di una scorta. Potrebbe essere che qualcuno sia già a conoscenza del fatto che c'è una ragazza che conosce il nostro futuro. Ne approfitterebbero in molti.
-Infatti... Per questo volevo sapere se tu mi potevi aiutare.
-No, noi Jonin siamo tutti impegnati da domani nelle prossime missioni. Puoi avere una scorta di Genin.
-Cheee??! Vuoi che mi porti dietro tutti quei mocciosi? Guarda che io devo anche allenare Naruto, non può avere troppe distrazioni.
-Jiraya, è pericoloso. Se tu sei impegnato sia nella ricerca sia nell'allenamento di Naruto, hai bisogno di qualcuno che ti aiuti. Non sono mica così imbranati quei ragazzi. E poi l'idea di portare con te Ines è buona. Bastano un paio di team.
Jiraya fece un sospiro sconsolato:
-E va bene... Chi mi consigli?
-Io direi Sasuke e Sakura, sicuramente. Poi, fammi pensare... Mi sembra che il team 10 non sia impegnato in nessuna missione. Porta loro.
-Ma non uno di più, chiaro?
-Tranquillo. Ora, scusa ti devo lasciare. Devo vedermi con Sasuke che mi ha chiesto una mano.
-Vai, grazie di tutto.
Jiraya era riuscito anche a sistemare quella situazione. Ora doveva solo iniziare il suo viaggio.

Quella situazione era così pesante! Ormai era impossibile da sopportare. Camminare, continuando a tenere la testa bassa fino a farsi venire il torcicollo, l'ansia e il caldo, le chiacchere di Naruto appena dietro di me e le persone che ci passavano accanto. Avevo paura di riconoscere le scarpe di qualcuno (in quel momento non mi ricordavo che i ninja avevano tutti le stesse scarpe) e di ritrovarmi di fronte altri personaggi del manga. Dopo esserci fermati davanti alla scultura sulla degli Hokage sulla montagna rocciosa, Naruto e Sasuke mi avevano trascinato in ogni angolo del villaggio, ma non capivano che io non mi stavo godendo per niente quella situazione. L'unica cosa che vedevo erano i sampietrini.
"Certo! Che bello questo villaggio! Devo dire, però, che la cosa più interessante che ho visto finora è il sampietrino accanto a quel gradino. Guarda com'è ben rifinito..."
Pensai sarcastica. Sentii Sasuke, un pò più dietro di noi, chiamare Naruto. Io continuai a camminare spedita, altrimenti se mi giravo rischiavo di vedere qualcuno. Naruto invece indietreggiò e raggiunse Sasuke. Ora che non avevo più Naruto accanto a me camminavo ancora più veloce, non vedevo quasi più nulla. Poi accadde l'inevitabile. Mi ritrovai bloccata da qualcosa o, molto probabilmente, da qualcuno. La fronte andò a sbattere su qualcosa di morbido, ma non troppo. Bastarono pochi attimi: le scarpe nere, la retina sulle caviglie, i pantaloni larghi, la maglia verde un pò aperta sul petto. Sgranai gli occhi e indietreggiai paonazza. Non osai alzare lo sguardo, ma Naruto mi fece capire chi avevo davanti.
-Hey, Shikamaru!- Urlò allegro. Sembrò zittirsi subito, nel vedere me con la testa china di fronte a lui.
-Oh, no...- Mormorò avvicinadosi. 
-E' la fine- Disse Sasuke dando poca importanza alla cosa, con il suo solito tono sfrontato.
Naruto mi raggiunse e mi guardò. Provò a chiamarmi ma io non rispondevo. Poi aprii la bocca prendendo fiato, ma Naruto mi prevenì afferrandomi
da dietro e tappandomi la bocca impedendomi di urlare. Dalla gola uscì solo qualche mugolio ovattato. Ormai avevo alazato il capo e potevo vedere in faccia Shikamaru, che mi guardava con un sopracciglio alzato. 
"Waaaaaaaaaaaaaaaaaah... quant'è belloooo!!!"  Pensai, non potendolo urlare. 
-T-tutto a posto?- Chiese lui guardandomi. 
Sasuke venne accanto a noi con un espressione divertita.
-Dipende- Disse enigmatico.
"Dipende da che cosa, scemo!? Ovvio che non è tutto a posto!"  Pensai offesa.
-Ma... questa non è la ragazzina del funerale?- Chiese Shikamaru indicandomi.
A quanto pare avevo una nuova reputazione.
-Si, esattamente- Disse Naruto sbrigativo, con un sorrisetto da ebete.
-Ah... Bè, che ci fa qui? Con voi?- Shikamaru era sorpreso.
-Ahem... Bè, ecco...- Balbettò Naruto.
-Ricordi che io, Naruto e Jiraya l'abbiamo seguita quando era scappata dal funerale?- Intervenne prontamente Sasuke.
-Ah si... è vero!- Esclamò Shikamaru.
-Ecco, si chiama Ines. Ci ha raccontato la sua storia. Gli sono morti i genitori durante una missione e ha subito un tremendo shock. Non ha altri parenti vivi, così è venuta qui. Le hanno consigliato il nostro villaggio per imparare le arti ninja.
Sasuke si era ricordato della bugia che si era inventato Jiraya. Naruto lo guardò invidioso ma Sasuke non ci fece caso, era abituato a quel tipo di occhiata. 
-Ah... m-mi dispiace- Disse Shikamaru titubante, poi si rivolse a me -Bè, qui ti troverai bene, tranquilla!- Concluse con un sorriso rassicurante.
Io avvampai e mi dimenai tra le braccia di Naruto, cercando di scappare dalla sua presa. Volevo sprofondare, sparire sotto terra e tornare indietro nel tempo per rimediare a quella figuraccia. 
-Ma... perchè fa così?- Chiese Shikamaru.
Sasuke stava per parlare ma Naruto lo anticipò, spavaldo:
-Sai, è lo shock... Dopo la morte dei genitori è stata traumatizzata. A volte ha attacchi di panico, è normale tranquillo. Basta tenerla ferma finchè non si calma- Concluse, lanciando un' occhiata soddisfatta a Sasuke, che lo guardò accennando un sorriso scettico. 
Se non mi trovassi in quella situazione di fronte a Shikamaru sarei già scoppiata a ridere per il loro buffo comportamento. Era incredibile come riuscissero a comunicare con un semplice sguardo, anche quando erano impegnati a parlare con qualcun'altro. Ma non avevo né voglia né coraggio di ridere. Shikamaru mi guardava preoccupato ma, se continuava a fissarmi così, avrebbe solo rischiato di farmi evaporare nell'aria e volare via in tante piccole bollicine. Era da quando ero entrata nel mondo di Naruto che credevo di sciogliermi davanti agli sguardi fieri e profondi dei ninja. Provavo sempre una strana sensazione. Il cuore sembrava che si fermasse e io non riuscivo più a comportarmi normalmente. La stessa cosa la stavo sperimentando in quel momento di fronte a Shikamaru, uno, secondo me, dei ninja più fighi di tutto il villaggio. Poi, sentivo anche di avere qualcosa in comune con lui, almeno per quanto riguardava la prigrizia. Per il resto, non è che possedevo un'intelligenza così spiccata come la sua. Continuò a tenere gli occhi scuri puntati su di me per un pò, scrutandomi attentamente. Naruto assisteva con il fiato sospeso sperando che ci cascasse, mentre Sasuke era pronto ad intervenire se avesse replicato qualcosa. Mi sembrava impossibile che uno sveglio come lui non si accorgesse che quelle che gli stavamo raccontando erano solo bugie. Eppure, distolse lo sguardo dal mio e si rivolse agli altri:
-Bene... Ora io devo andare da Choji-
-Ciao- Disse Sasuke con tono piatto.
-Ciao, a presto, ci si vede!- Esclamò invece Naruto, sfoderando un sorriso a trentadue denti, destando ancora più sospetti a Shikamaru.
Il ragazzo si allontanò lentamente e solo quando girò l'angolo della strada Naruto tirò un sospiro di sollievo. Poi mi guardò, come se volesse punirmi. Io ero ancora appoggiata al suo petto e sorretta dalle sue braccia. Sasuke ci passò accanto e si rivolse a me, spavaldo:
-Ci devi un favore- Disse, soddisfatto dell'occhiata offesa che gli lanciai.
Naruto sorrise divertito, poi mi aiutò a rimettermi in piedi, proprio come se fossi un bambino che imparava a camminare. Sasuke, a pochi passi davanti a noi, si fermò nuovamente, bloccandosi all'improvviso.
-E ora che c'è?- Disse Naruto, allarmato.
Sasuke sospirò solamente, ma l'altro sembrava avere già capito di che si trattava. Lo raggiunse, trascinando anche me per un polso. Vidi una figura femminile avanzare decisa per la strada. Io sbuffai spazientita:
-No! Anche lei ora?

Ecco qui ^^
Terminato anche questo capitolo! Spero vi sia piaciuto :D
Chi sarà la misteriosa "figura femminile"? No, ok, sembrano le domandine che fanno nei cartoni per inquietare i bambini xD
Comunque, ritorniamo un'attimo alla questione "recensioni" *sorride sadica*...
Che ne dite di recensire, così, se vi capita? Sapete, ho trovato una ff che sto seguendo da poco: solo 2 capitoli e già 5 recensioni per ognuno D:
Vbb... tanto per farvi un esempio, sarà che i miei lettori sono particolarmente crudeli >.<
Alla prossima ;)

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Capitolo 9
*** Sakura ***


cancielliare

Sakura si scostò di lato per far passare un'anziana signora con le buste della spesa in mano. Poi riprese a camminare rapida verso Sasuke e Naruto. Li aveva cercati ovunque, era dal funerale che non li vedeva, e finalmente li aveva trovati. Però... chi era quella ragazza accanto a Naruto? Perchè una sconosciuta stava passeggiando assieme a Sasuke? Sakura assottigliò gli occhi, facendoli somigliare a lame pronte a tagliare chiunque si fosse messo tra lei e Sasuke. Continuò a guardare male quella tipa fino a quando non se la ritrovò davanti. Solo allora spostò di scatto la testa verso Naruto e lo guardò severa:
-Si può sapere dove vi eravate cacciati? Vi ho cercati dappertutto.
Naruto si passò una mano tra i capelli, lanciando un'occhiata preoccupata verso la misteriosa ragazza:
-S-scusa... Abbiamo avuto qualche problema.
-Che tipo di problemi?
-Problemi che non ti riguardano- Tagliò corto Sasuke.
Immediatamente Sakura addolcì il tono e guardò in modo mieloso il bel ragazzo dagli occhi color cenere:
-Oh... Bè, non fa niente, allora! Se sono cose private...- Lasciò sfumare la frase lentamente, vedendo Sasuke parecchio disinteressato dal suo atteggiamento provocante. Guardò allora la ragazza che fino a quel momento era stata in silenzio.
-S-si può sapere chi è questa?- Chiese acida.
La ragazza continuò a fissarla senza cambiare espressione. Sembrava quasi ipnotizzata.
-Ah, lei è...- Naruto stava per parlare ma lei lo bloccò per un braccio e guardò Sakura determinata. Che diamine di intenzioni aveva? La ragazza allungò un braccio tremolante e si presentò:
-P-piacere... Piacere! I-io... Io s-sono...- Deglutì, fermandosi un'attimo -Sono I-Ines...-
Sakura la guardò sollevando un sopracciglio. 
-Ah... Io sono Sakura, piacere- Disse sorridendo, anche se in realtà avrebbe voluto picchiarla. Tese la mano verso la sua e la strinse con forza. La tipa sgranò gli occhi guardando la loro stretta di mano come se avesse visto un alieno. Tirò rapidamente indietro la mano e barcollò. Naruto provò ad afferrarla per le spalle per sorreggerla meglio, ma lei si divincolò e tornò a fissare il vuoto, paonazza.
-Ines? Tutto bene?- Chiese il ragazzo dai capelli biondi.
La ragazza annuì poco convinta, guardando un punto lontano. A Sakura sembrò che il suo sguardo trapassasse il suo volto, sentì che con gli occhi le aveva forato la fronte per vedere oltre.
-Ma... sta a posto?- Chiese quasi inquietata.
-Si, sta benissimo- Disse Sasuke, lanciando un'occhiata severa alla strana tipa.
Ines si accorse dello sguardo di Sasuke puntato su di lei e si schiarì la gola, tornando composta. L'altro la guardò divertito. Sakura sentì una fitta di gelosia colpirla nel petto come un kunai. Che cos'era tutta quell'intesa fra quei tre?
-Posso capire anch'io cosa sta succedendo qui?- Disse accigliandosi. 
-E' semplice- Esclamò Naruto, sorriedendo -Ines è la ragazza del funerale! Ha perso la famiglia in una missione ed è rimasta solo lei nel suo piccolo paese d'origine. Le hanno detto di venire qui, nel nostro villaggio, per imparare il mestiere di ninja, per difendersi ora che è sola. A volte si comporta in modo strano, com'è successo prima, ma è solo perchè ha subito davvero un brutto colpo quando ha visto i suoi genitori morire e quindi a volte ha queste crisi. Ma è normale, prima o poi passerà.
Naruto raccontò quella triste storia con facilità e mantenendo il sorriso. Questo rese il racconto poco credibile, ma Sakura pensò che Naruto non si era interessato minimamente alla sofferenza di quella povera ragazza. E poi, cos'altro poteva essere altrimenti quella lì? Rimase, comunque, ancora un pò dubbiosa. Scrutò attentamente Ines, poi le sorrise, questa volta facendo un sorriso quasi sincero.
-Qui ti troverai bene, non pensare più al tuo passato, ora il presente è questo che hai intorno a te e non ti accadrà più niente di brutto!
-G-grazie!- Mormorò lei abbassando lo sguardo.
Quel momento di silenzio fu rotto dalla sonora esclamazione di Sasuke:
-Cazzo!-
-Ehi!- Naruto lo guardò storto.
-"Ehi" un corno! Io dovevo incontrarmi con il maestro Kakashi!-
-Bè, dai! Allora ti accompagnamo- Disse Sakura continuando ad ammirarlo.
Ines trasalì:
-No!! I-io direi proprio che non è necessario!- Disse lanciando un'occhiata d'intesa a Naruto.
-Perchè no? Hai già visto il sensei per caso?- Chiese Sakura.
-No, non lo conosce. E' solo che voleva da subito allenarsi senza perdere altro tempo- Disse prontamente Sasuke.
-Si, però può aspettare ancora un pò, giusto? Dai che ti costa?- Disse Naruto con lo sguardo supplicevole.
Ines fece una smorfia minacciosa contro il biondino e lui scoppiò a ridere.

"Questo qui vuole morire!"  Pensai guardando Naruto con odio. Ci mancava solo Kakashi! L'incontro con Sakura era già stato abbastanza traumatico. Mi ero resa conto da subito della sua gelosia, anche perchè se ne sarebbe accorto chiunque. Fino a quando Naruto non gli aveva mentito sulla mia storia, aveva mantenuto quell'espressione torva sul volto per tutto il tempo. Mi voleva vedere morta ancora prima di conoscermi. Però, sapevo che non sarei riuscita a sopportare l'incontro con Kakashi. Ormai i personaggi principali in parte li avevo già conosciuti, ma la mia reazione non sarebbe mai cambiata anche se avessi dovuto incontrare il personaggio più inutile del manga. E Kakashi non era neanche un personaggio inutile. 
-Va bene, ragazzi. Voi fate come volete ma io devo andare- Tagliò corto Sasuke.
Sakura gli trotterellò dietro come un cagnolino:
-Io ti accompagno, tanto devo passare di lì!-
-Va bene, allora veniamo anche noi- Li seguì Naruto trascinandomi.
-E-ehi! No, aspetta! Io devo fare una cosa!- Provai a ribattere. 
Ma ormai mi trovavo di nuovo a camminare rapidamente per le vie del villaggioe ad evitare di farmi vedere da persone che potevo conoscere. Gli altri cercavano il maestro Kakashi mentre a me tornava a girare
vorticosamente la testa per l'ansia. Solo Naruto non era intento a cercare il sensei, ma continuava a guardarmi di sottecchi. Feci finta di non accorgermi e per un'attimo vidi un leggero rossore ricoprirgli le guance. Però, svanì subito e lui raggiunse Sasuke e Sakura lasciandomi indietro. Pensai di scappare, ma tanto non avrei saputo dove andare. Preferivo restare lì con i miei nuovi amici: Naruto, Sasuke e Sakura.

Salve a tutti! ^^
Questo capitolo è veramente molto corto. Ma non vedevo l'ora di pubblicarlo e stasera non avevo più voglia di scrivere quindi, in sintesi, eccoci qui!
Spero vi piaccia! Continuate a recensire! E' un'obbligo U.U
Anzi, non pubblico se non ho due recensioni, ok? Mi sa che sto iniziando a farmi odiare xD
Bè a presto ^^
Ines ;)

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Capitolo 10
*** L'arrivo di Itachi ***


canc.

Salve, salvino a tutti!
Come va? Ok, non perdo tempo in chiacchere .-.
So di aver detto di pubblicare questo capitolo solo dopo aver ricevuto 2 recensioni ma... Ieri sera mi sono buttata a capofitto sulla scrittura e una volta finito il capitolo non mi andava di aspettare delle recensioni che forse non sarebbe ro mai arrivate u.u
Quindi... BUONA LETTURA :D

-E' lui?
-No, tranquilla, non siamo ancora arrivati.
-Aspetta, guarda che quello è lui!
-Santo cielo!! Ti ho detto che non c'è!
-E invece eccolo, sta lì davanti...
-Quella è una vecchietta.
-No, io intendo quello dietro.
-Quello è un lampione.
-Che??! Seriamente? Sembrava Kakashi, però...
Naruto mi prese per le spalle e mi costrinse a guardarlo negli occhi:
-Senti, non è passato neanche un minuto da quando abbiamo ripreso a camminare. Ti dico che non vedrai il maestro Kakashi spuntare all'improvviso e comunque ti avviserò io quando saremo vicini.
Abbassai lo sguardo afflitta. Naruto aveva ragione, erano passati solo pochi minuti da quando ci eravamo incontrati con Sakura, eppure io avevo una paura folle di vedere il maestro Kakashi. Perchè dovevo essere così dannatamente appassionata? Se non fossi stata così malata di Naruto, avrei avuto meno problemi a sostenere tutti quegli incontri. 
-Ehi, muoveteti, non rimanete così indietro!- Urlò Sakura che camminava poco più avanti.
-Dai, sta tranquilla- Mi disse Naruto, poi raggiunse Sakura e Sasuke.
Io avanzai con la testa china, esasperata. Alzai lo sguardo analizzando ogni piccolo dettaglio di quella strada. Non era molto trafficata, ma c'erano comunque piccoli negozi di verdure e di artigianato frequentati dalle signore con in mano enormi buste della spesa colorate. Due bambini mangiavano un gelato e si guardavano negli occhi a vicenda, poi scoppiavano a ridere senza una ragione precisa. Un uomo lavorava il legno seduto ad un tavolo all'esterno della sua bottega, mentre tre persone guardavano interessate i suoi movimenti rapidi ed efficaci. Mi voltai con disinteresse e scorsi in lontananza quattro figure famigliari. Sgranai gli occhi e cacciai un urletto, raggiungendo gli altri e nascondendomi dietro Sasuke. 
-Si può sapere che ti prende?- Esclamò lui cercando di strapparmi di dosso.
-Aiuto...- Mormorai, stringendo con le dita la sua maglietta.
-Oh, no! Non dirmi che conosci anche loro!- Disse Naruto che si era girato per vedere chi fosse. 
-Ma perchè parlate in arabo? Non capisco niente di quello che dite- Si lamentò Sakura passandosi una mano sulla fronte.
-Non è niente Sakura- Disse Sasuke, mentre provava ancora ad allontanarmi da lui -Si, però tu staccati immediatamente, granchio!- Mi urlò, spazientito.
-Ehilà, ragazzi, che ci fate qui?- Sentii la voce di una di quelle persone che avevo visto prima e mi nascosi ancora di più tra le braccia di Sasuke che mi lanciò un'occhiata di fuoco.
-Che vuoi, sopracciglione?- Chiese Naruto, cercando di fare l'indifferente.
-Ti ho detto di non chiamarmi così!- Rispose Rock Lee. 
-Chi è quella?- Chiese Ten-ten, individuandomi subito.
-Quella chi?- Naruto fece finta di niente.
-Quella che crede di non essere vista se si nasconde dietro Sasuke- Disse Neji diretto.
Che vergogna! Volevo smaterializzarmi all'istante oppure potevo svenire nuovamente, tanto mi ero già ridicolizzata abbastanza. 
-Bene, ora direi che è stato inutile questo nascondiglio, quindi... levati di torno!- Disse Sasuke, allontanandomi con forza da lui e mettendomi di fronte ai quattro.
 Il maestro Gai, Rock Lee, Neji e Ten-ten mi scrutarono attentamente poi, uno dietro l'altro, mi riconobbero subito.
-Ehi, è la pazza del funerale!- Esclamò Rock Lee.
-Non sono pazza...- Mormorai, stanca di quell'immagine stereotipata di me che si stava diffondendo in tutto il villaggio.
-Una che urla durante il funerale del sommo terzo Hokage come altro può essere definita?- Disse Sakura, che fino ad allora era rimasta in silenzio cercando di capire il perchè di tutto quel trambusto. 
-Oggi Sakura sei davvero bella...- Disse Rock Lee accorgendosi di lei e arrossendo leggermente.
La ragazza accennò un sorriso, che sembrava più una smorfia di disgusto:
-G-grazie.
-Bè, giovani, posso sapere chi è questa fanciulla?- Disse Gai, sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi a trentadue denti.
Naruto ripetè la stessa storiella di prima. Disse che mi erano morti i genitori e che ero venuta a Konoha per rafforzarmi moralmente e fisicamente. Sul volto dei quattro si dipinse la solita espressione dispiaciuta, forse anche un pò dubbiosa. Io continuavo a fissare ognuno di loro immobile e rossa in volto. Notai che nel manga Rock Lee sembrava più brutto. In realtà era un ragazzo normale, né troppo bello, né troppo brutto. Il problema era che su Naruto quasi tutti gli altri maschi erano belli come il sole. Come ad esempio Neji, che stava di fronte a me e mi scrutava anche lui con interesse. Io preferii non guardarlo per non ritrovarmi a fissarlo imbambolata con la bava alla bocca.
-Bè... mi dispiace tanto per i tuoi genitori- Disse Rock Lee.
-Su con la vita, ragazza! Ora sei qui, al Villaggio della Foglia! Vedrai che d'ora in poi andrà tutto per il meglio- Esclamò Gai, sollevando un pollice all'insù.
-Si! Siamo tutti con te!- Lo seguì a ruota il suo allievo preferito, rifacendo i suoi stessi movimenti.
Accennai un sorriso e dissi con filo di foce:
-Grazie... p-per il sostegno...
Ten-ten lanciò un'occhiata in direzione del sole:
-Ora, però, dobbiamo andare a riferire il nostro rapporto sulle condizioni del villaggio alle alte sfere, ci si vede.
Il team si dileguò tra i vari saluti e tra di noi calò un silenzio inaspettato. Sasuke, Naruto e Sakura mi guardavano aspettandosi un urlo o qualche altra pazzia. Ma io tirai solo un sospiro di sollievo e mi girai verso di loro con un espressione stremata sul volto:
-Ecco, ora manca solo Kakashi!- 
Naruto sorrise e mi lanciò una strana occhiata. Forse voleva dirmi: scusa per tutto quello che stai sopportando...
Sasuke invece sembrava si stesse divertendo nel vedermi così afflitta, mentre Sakura continuava  a guardarmi dubbiosa. In effetti, lei non aveva idea del perchè avessi così tanto timore nell'incontrare uno di loro. 
-Bè?! Tu, Sasuke, non eri così impaziente di incontrare il sensei? Muoviamoci!- Dissi per sfuggire a tutti quegli occhi puntati su di me.
Sasuke fece uno splendido sorriso e si incamminò:
-Si, andiamo...

Il suono ritmico della sua scarpa che batteva sul lastricato riempiva le orecchie di Kakashi, appoggiato al muro del locale dove aveva appuntamento con Sasuke. Era una delle poche volte in cui era lui ad aspettare qualcun'altro. Anche se in quel momento non stava facendo molto caso all'attesa, aveva altre cose per la testa. Aveva parlato da poco con Jiraya e aveva ricevuto un sacco di notizie. Per prima cosa, gli dispiaceva di non avere più Naruto, quel ragazzino così buffo e imprevedibile, sotto la sua tutela. Ma non si era pentito della sua scelta, era perfettamente consapevole del pericolo di Alba e sapeva che con Jiraya sarebbe stato al sicuro. Ma la cosa che lo turbava di più, ovviamente, era stata la rivelazione su quella ragazza, Ines. L'aveva vista solo da lontano, ma sembrava avesse un volto un pò pallido, grandi occhi scuri e un sorriso molto dolce. Il suo aspetto stonava con la sua verità così inquietante. Erano bastate poche parole dette con una sincerità assoluta per provocargli un vero complesso esistenziale. In un attimo tutto ciò in cui aveva sempre creduto si era sciolto davanti ai suoi occhi, come neve. I suoi amici, le sue missioni, la sua vita, la sua storia... Obito, che gli aveva donato quel potere oculare così potente e unico; il padre, la Zanna Bianca della Foglia, suicidatosi per aver fallito la sua missione nell'aiutare i suoi compagni. Tutto si rivelava una finzione, frutto della fantasia di un solo uomo, che aveva deciso le sorti di ognuno di loro. Pensò anche a Naruto, che sapeva la verità, al suo dolore e alla sua solitudine che lo avevano accompagnato durante la sua infanzia. Pensò a Sasuke, che aveva visto suo fratello tradire il villaggio e i suoi genitori uccisi davanti ai suoi occhi. E anche al sommo Jiraya, che conservava tanti di quei segreti su Naruto, sulle sue origini, sul quarto Hokage... Dunque, tutte le loro storie, i loro dolori, erano solo falsità? La realtà era un'altra, fuori dal  Paese dei Ninja, fuori dal fumetto in cui si trovava. 
Quei pensieri continuavano a tormentarlo, tanto che per poco non si accorse delle due figure misteriose che mangiavano all'interno del ristorante. Dei grandi cappelli di paglia, dai quali partivano lunghe frange di stoffa, coprivano i loro volti. Una tunica larga e nera con dei disegni rossi, che non riusciva ad indentificare, avvolgeva i loro corpi. Una sola parola gli venne in mente: 
Akatsuki...
"Ho scoperto che tra l'Akatsuki c'è anche Itachi..."  Ricordò le parole di Jiraya. 
Proprio in quel momento vide Asuma e Kurenai venire verso di lui.
-Hey, voi due!- Disse Kakashi richiamando la loro attenzione -Sembrate una bella coppia!- Scherzò, facendo l'indifferente. 
-Idiota, siamo qui solo per comprare degli onighiri per Anko...- Rispose fredda Kurenai.
-Invece tu cosa stai facendo qua?- Intervenne Asuma.
-Ho un' appuntamento con... Sasuke- Kakashi pronunciò quel nome alzando il tono della voce. Vide uno dei membri di Alba alzare la testa. Non aveva dubbi, quello che aveva dietro di sé era veramente Itachi, era tornato. E Kakashi ne conosceva anche il motivo: Naruto.

Bene, terminato anche questo capitolo ^^
Ci ho messo tutta me stessa nel trovare un titolo adatto ma non mi veniva proprio in mente niente, quindi siete giustificati se pensate che non centra un cavolo con il capitolo o.0
Poi, volevo parlarvi di una cosina piccina...
Ecco, ho aperto da poco una pagina su facebook su naruto, quindi vi chiedo di andare a darci un'occhiata e poi, magari, ad aggiungere un like xD
L'ho aperta da poco assieme ad una mia amica nonchè collega qui su EFP, quindi ci sono ancora pochi "Mi piace", capite? 
Comunque io sono l'admin Kushina e questo è il link: 
https://www.facebook.com/pages/I-999-motivi-per-amare-Naruto/1412603468971089
Bene, allora alla prossima, cerco di pubblicare il prima possibile, tanto adesso iniziano le vacanze natalizie ^^

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Capitolo 11
*** Occhi rossi come il sangue ***


-Ecco, ora si che siamo arrivati!- Esclamò Naruto vedendo comparire dietro un angolo i capelli bianchi e tirati in su del maestro Kakashi. 
-Finalmente! Non ne posso più di andare in giro come una matta!- Disse Sakura, mentre lanciava una delle sue solite occhiate timide a Sasuke, il quale ovviamente non la degnò di uno sguardo. 
Io ormai mi ero arresa. Avevo già incontrato mezza Konoha, a quel punto poco importava se vedevo anche Kakashi. Sasuke andò avanti e lo raggiunse subito, salutandolo con un cenno del viso. Mentre Naruto gli urlò da dietro:
-Heilàà, maestro Kakashi! Come va la vita?-
-Naruto, ma che ti urli??!- Disse Sakura, dandogli uno schiaffo dietro il collo.
"Sembra che l'umore di Naruto non sia cambiato di una virgola... E io che mi preoccupavo!"  Pensò Kakashi, poi si rivolse a Sasuke:
-Come mai ti sei portato dietro tutto il team?- 
-Mi volevano accompagnare per qualche motivo che non m'interessa sapere... Oh, buon giorno maestro Asuma e maestra Kurenai!- Salutò accorgendosi anche di loro.
Io continuavo a rimanere in disparte, cercando di farmi il più piccola possibile dietro Naruto. Mi voltai verso la porta sul retro del locale dov'era l'appuntamento con Kakashi. Questa si spalancò e vidi uscire due figure coperte da un mantello nero. Una di queste si fermò a fissarmi con degli occhi gelidi che riconobbi immediatamente, dietro le lunge frange del cappello di paglia che gli coprivano il volto. Erano occhi rossi come il sangue, erano occhi con lo sharingan. Mi ricordai che in quel punto del manga appariva Itachi per la prima volta. Sgranai gli occhi e continuai a fissare quello sguardo ipnotico. Fortunatamente non mi sottopose ad uno dei suoi genjutsu, si voltò facendo svolazzare il suo mantello e raggiunse Kisame, coperto anche lui dalla tunica nera.  Io mi tappai la bocca per non urlare e solo a quel punto Kakashi si accorse di me.
-Ehi, ma chi c'è là dietro?- Chiese avvicinandosi.
Mi voltai ritrovandomi il suo volto davanti ai miei occhi. Se non fossi stata così timida e non avessi appena visto il fratello di Sasuke, gli sarei saltata addosso, ma l'unica cosa che riuscii a fare in quel momento era indicare con un dito tremante il punto in cui avevo visto Itachi.
-L-lui... Lui è q-qui...- Dissi senza rendermi conto che c'era anche Sasuke con noi.
-Lui chi?- Chiese Naruto confuso.
-I...I... Ita...- Kakashi non mi fece continuare.
-Ah, Itarai! Si, il proprietario del bar! Allora lo conosci anche tu, ragazza!- Disse, fingendo un espressione tranquilla. 
Lui aveva capito, del resto se n'era accorto ancora prima di me. E da come parlava si vedeva che sapeva anche la mia vera storia, Jiraiya doveva averglielo detto.

Era riuscito a bloccare la ragazza prima che potesse pronunciare il nome di Itachi. Se Sasuke avesse sentito quella parola, tutti i suoi sforzi per tenerlo alla larga dalla vendetta sarebbero stati inutili. Era ovvio che quella tipa conoscesse Itachi, però non poteva reagire in quel modo. Anche se Jiraya gli aveva detto che diventava sempre un pò strana ogni volta che incontrava uno di loro. 
-Visto? Non sei impazzita vedendo il sensei- Disse Naruto avvicinandosi a lei.
-Sono già impazzita vedendo lui...-
-Ma chi è questo "lui"?- Chiese Sakura spazientita.
-Ti ho già detto che è Itarai!- Ripeté Kakashi.
-Ah, ma quindi è un tipo importante nella storia? Non sembra...
-Maestro Kakashi, noi abbiamo da fare- Concluse Sasuke sbrigativo. Per un attimo aveva avuto la sensazione che non stessero parando di Itarai, bensì di suo fratello. Però pensò che Itachi non doveva essere un personaggio molto conosciuto e importante nel manga, dato che viveva sempre nell'ombra. Per fortuna c'erano poche probabilità che Ines conoscesse quel maledetto bastardo. O questo era quello che credeva. 
-Si, infatti, lasciamo perdere- Rispose Kakashi.
-Scusate se m'intrometto, ma la ragazza chi è?- Chiese Asuma.
-Ah, lei è quella del funerale- Rispose Naruto guadagnando un'occhiata d'odio di Ines. 
Come al solito il biondo ripeté il falso racconto sulla sua storia e per un attimo tutti assunsero un'espressione dispiaciuta. Tutti tranne Kakashi. Lui, piuttosto, sembrava stesse scoppiando a ridere. Non poteva credere alla stupida barzelletta che si erano inventati, eppure, stranamente, ci avevano creduto tutti. Sasuke, guardando il maestro si accorse con una semplice occhiata del fatto che Kakashi sapeva chi fosse realmente Ines. 
La giovane si schiarì la voce e fece un cenno insicuro ai presenti.
-P-Piacere...- Mormorò, con il viso più rosso che rosa. 
Asuma e Kurenai sorrisero mentre Kakashi tratteneva a stento le risate. Prima che scoppiasse a ridere senza un apparente motivo, Sasuke lo trascinò via.
-Ci si vede- Disse, sparendo dietro l'angolo. 
Narutò agitò la mano salutandoli e poi si voltò a guardare Ines: -Bene, direi che l'incontro non è stato così traumatico. Ora che facciamo?
Sakura aveva perso tutto l'interesse nello stare accanto ai due ora che Sasuke se n'era andato. Si dileguò assieme ad Asuma e Kurenai, lasciando Naruto e Ines da soli. 
-Direi che siamo rimasti solo noi- Mormorò pensieroso il ragazzo. Poi ebbe l'illuminazione. -Ehi, ma tu hai mai assaggiato il ramen? Io sto anche morendo di fame.
Ad Ines le si illuminarono gli occhi e sorrise emozionata, annuendo. Naruto pensò che aveva un bellissimo sorriso. 
-Dai, allora andiamo da Ichiraku!- Disse prendendole la mano e avviandosi verso il chiosco.

Finalmente mi ero liberata anche dell'incontro con Kakashi, Asuma e Kurenai. Forse era stata una fortuna aver visto Itachi perchè avevo già perso tutta l'adrenalina quando mi ero trovata davanti a loro. Certo, non mi sarei mai liberata da quegli occhi rossi che mi fissavano. Itachi mi aveva vista e mi aveva guardata con tanta intensità che avevo creduto di essere già morta. Anche se, di fronte a lui, non avevo avuto paura dei suoi poteri, piuttosto della reazione che avrebbe potuto scatenare in me quell'uomo così misterioso, affascinante... ipnotico. Vedere Itachi non era cosa da poco, io non conoscevo una sola persona che non amasse quel personagggio. Però finalmente mi ero calmata. Se n'erano andati tutti ed ero rimasta sola con Naruto e finalmente avevo la possibilità di assaggiare del vero ramen. Quelli che mangiavo ai ristoranti giapponesi erano privi di consistenza e di sapore. Era solo un brodo con dentro degli spaghetti. Ma quello che avrei assaggiato lì era il ramen di Ichiraku, il ramen che ha conquistato Naruto, l'unico cibo che lui abbia mai mangiato. Finalmente mi sarei potuta riposare dopo una mattinata piena di incontri, ansie ed emozioni. Finalmente potevo mangiare il fatidico ramen di Ichiraku.

Buona Sera, ragazzi! Come promesso non ho tardato a pubblicare :DD
Il capitolo non è molto lungo ma è intenso, per il semplice fatto che ho finalmente incontrato Itachi */_\*
Come ho detto nella storia non c'è persona che non ama quel personaggio, me compresa :3 Bè, comunque siamo agli sgoccioli. Forse sembra un pò strano che solo all'undicesimo capitolo arrivi il clou della storia, ma sfortunatamente non sono una scrittrice professionista e se pensate che mi sia dilungata un pò troppo all'inizio della storia, vi do ragione u.u 
Comunque ora arriva la parte bella, tenetevi pronti xD
A presto otaku :3

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Capitolo 12
*** Un accordo tra nemici ***


nel paese die ninjia cianc

Ciao a tutti ^^
Come va la vita? Ok, lo so, è da un mese che non pubblico, mentre io avevo promesso farlo presto. Quindi perdonatemi °si inchina umilmente (come sempre xD)° 
Bè, il capitolo è lunghetto e abbastanza consistente quindi buona lettura :DD
PS: alcuni discorsi tra i ninja sono presi e copiati dal manga come avrete notato. Cioè, se non fosse arrivata Ines, tutto si sarebbe svolto come sempre, no? Dunque è ovvio che alcuni discorsi rimangano invariati u.u

Il fumo profumato salì nell'aria dalla ciotola bollente, aleggiando sotto il mio naso. Presi le bacchette, gustandomi ogni attimo di quel momento, e le separai con uno schiocco. Naruto mi guardava compiaciuto, mentre terminava di bere il resto del ramen nella ciotola. Sollevai con le bacchette alcuni fili di pasta che scivolarono lungo il bastoncino di legno. Quando assaggiai per la prima volta del vero ramen, sentii un esplosione di sapori nella mia bocca, unita all'emozione del momento. Avevo così fame che mi ero scordata di essere precipitata nel Paese dei Ninja, di aver conosciuto diversi personaggi bellissimi di Naruto e di aver visto negli occhi Itachi. C'eravamo solo io e il mio ramen. Le rotelline bianche e rosa galleggiavano nel brodo, invitanti. Non avevo mai assaggiato i naruto, quel cibo che aveva dato il nome al protagonista del mio manga preferito. Guardai il biondo accanto a me, ancora non sapeva quel piccolo segreto del suo passato. Era ancora un ragazzetto imprevedibile che voleva diventare l'Hokage del villaggio. 
-Dunque, ragazza, che mi dici? Ti piace il mio ramen?- Chiese Teuchi, il padrone del Ramen Ichiraku.
-Certo che le piace! Non vedi la sua espressione estasiata?- Esclamò Naruto soddisfatto. 
Io alzai lo sguardo con gli occhi luminosi e la bava alla bocca:
-E' la cosa più buona che abbia mai mangiato nella mia vita- Dissi fissando il signor Teuchi come se fosse un dio.  
L'uomo rise calorosamente:
-Grazie, sei l'unica assieme a Naruto che mi fa tutti questi complimenti!
Proprio in quel momento le tende del chiosco si aprirono ed entrò una figura imponente.
-Oh, ciao Jiraya!- Salutò Teuchi. 
Mi voltai verso l'uomo, cercando di non pensare a ciò che gli sarebbe accaduto in futuro. 
-Ehi, eremita porcello! Che ci fai qui?- Disse Naruto, pulendosi la bocca con la manica della felpa arancione.
-Possibile che mangi solo ramen? E ora hai trascinato qui anche lei?- Lo rimproverò l'altro scherzosamente. 
-Oh, no! Io non ho niente in contrario- Dissi in difesa di Naruto, che mi guardò adorante. 
-Bah, allora sei fissata come lui...- Sbuffò il maestro sedendosi accanto al suo allievo, poi aggiunse, rivolgendosi al signor Teuchi -Per questa volta, però, vi seguirò. Una porzione di ramen, vecchio mio!
-Vedi che neanche tu puoi farne a meno?- Disse Naruto, lanciandogli un occhiata beffarda. 
-Non c'entra niente... Sono qui per parlarvi di un'altra cosa. 
Jiraya era diventato immediatamente serio e Naruto lo guardava interrogativo. Forse, se mi ricordavo bene, sapevo cosa ci avrebbe detto. 
-Io devo andare a cercare una persona, colei che diventerà il nuovo quinto hokage- Disse senza troppi preamboli.
Le mie deduzioni non erano sbagliate allora. Jiraiya parlava del viaggio alla ricerca di Tsunade. 
-Che??! No, aspetta, guarda che ce l'hai davanti il nuovo quinto hokage!- Disse Naruto con 
un' espressione improponibilmente seria. 
Jiraiya lo ignorò:
-Per cercare questa persona devo fare un viaggio abbastanza lungo. Naruto, vorrei che tu venissi con me-
Il biondo sbuffò in modo infantile, gonfiando le guance:
-Ma perchè dovrei seguirti? Non vorrei ritrovarmi in uno di quei bordelli che frequenti tu-
-Se ti dicessi che sarà anche un viaggio d'allenamento, cambieresti idea?- Ammiccò Jiraiya in direzione dell'allievo. 
-Davvero? E mi insegnerai una tecnica nuova? Io voglio superare il mille falchi di Sasuke- 
-Oh, si! Sarà una tecnica abbastanza potente...- Queste parole uscirono dalla mia bocca curvata in un sorrisetto sarcastico, senza che io me ne rendessi conto.
-Già e sembra che lei ne sappia già qualcosa- Disse il sennin, lanciandomi un'occhiata d'intesa. 
-Non vale! Dai, muoviamoci a partire, allora!- Disse Naruto alzandosi di scatto.
Solo in quel momento una ciotola fumante di ramen si posò davanti alla faccia di Jiraya. 
-Bè, prima fammi finire di parlare e soprattutto di mangiare- Disse, arrotolando gli spaghetti sulle bacchette.
-Ho intenzione di portarmi dietro anche te, Ines, così, mi aiuterai nella ricerca e inizierò ad allenarti. Però, se vieni ho bisogno di una scorta di genin, dal momento che jonin e chunin sono impegnati in altre missioni. Sapete, le informazioni girano in fretta e tutti potrebbero approfittarsi di una semplice ragazza che ha in mano l'intero futuro dei ninja- Continuò Jiraiya. 
-Capisco... Ma chi vuoi portare?- Chiesi titubante. 
-Kakashi mi ha consigliato il team dieci e ovviamente il team sette. Voi cercateli e poi insieme gli spiegheremo la situazione.
-E la bugia su Ines?- Chiese Naruto.
-Bè, almeno a loro verrà svelata la sua vera identità. Saranno i nostri compagni di viaggio, senza contare che avremo anche Shikamaru e lui è un ragazzo difficile da ingannare.
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Non avevo nessuna voglia di far soffrire altre persone. 
-Ma loro accetteranno il fatto di non esistere?- Chiesi retoricamente.
-Dovranno farlo- Concluse Jiraiya, terminando il ramen e pagando per tutti. Si vedeva che andava di fretta e non vedeva l'ora di partire.
In effetti anche io ero piuttosto impaziente. Si trattava di un viaggio con il sommo Jiraiya e i miei due team della foglia preferiti alla ricerca della mia kunoichi preferita. Senza contare che l'ero-sennin aveva anche intenzione di allenarmi. Sarebbe bastato superare l'emozione iniziale, anche se la cosa, per ora, mi risultava abbastanza difficile. 

Le ombre nere si muovevano silenziose lungo la strada periferica del villaggio, che si affacciava sul fiume che scorreva altrettanto silenzioso. Asuma fece un cenno con la mano a Kurenai e la coppia si mise di fronte alle due figure, bloccandogli il cammino. Uno di loro portò la mano sul bordo del grande cappello di paglia e parlò tenendo la testa ancora bassa. 
-Asuma, Kurenai... Quanto tempo- 
Asuma sentì pronunciare il suo nome da quella persona sconosciuta e si chiese chi potevano essere quei due che stavano girando per Konoha da un pò di tempo. A Kakashi era bastato un cenno del capo e lui aveva capito chi doveva seguire e fermare. Però, ancora non aveva idea di chi fossero.
-Se ci conosci vuol dire che eri un ninja di questo villaggio- Dedusse Kurenai. 
L'altro sollevò di poco il cappello e i due intravidero il rosso dello sharingan. Gli occhi erano allungati e ricordavano quelli di un gatto. Eccetto Sasuke, l'ultimo Uchiha rimasto poteva essere solo... 
Itachi.
-Non ci sono dubbi, tu sei Itachi Uchiha- Disse Asuma guardando con odio l'uomo che aveva di fronte. Si era tolto il cappello ed ora i suoi capelli lunghi erano scossi leggermente dal vento e andavano a coprire gli occhi rossi e lucenti. 
-Itachi, sono vostri conoscenti? Allora mi presento anch'io...- Disse il suo compagno, togliendosi anch'esso il cappello e mostrando un volto azzurro che ricordava quello di uno squalo. 
-Mi chiamo Kisame Hoshigaki- Continuò lo strano personaggio -Così la prossima volta saprete chi sono.
Asuma fece un breve sorriso sarcastico:
-Non ci sarà una prossima volta- Disse determinato.
-Conosco anche te. Kisame Hoshigaki, ex ninja del villaggio della nebbia. Un traditore ricercato ovunque dal paese dell'acqua, con l'accusa di aver assassinato un daimyo e di aver ordito un colpo di stato. Nella lista dei ricercati siete entrambi segnalati come criminali speciali- Disse Kurenai, riducendo gli occhi a due lame sottili. 
Itachi sollevò piano la testa, continuando a guardarli con un espressione indecifrabile:
-Asuma, Kurenai, vi prego di non ostacolarmi. Non ho intenzione di uccidervi- Disse.
Asuma era molto diffidente nei confronti di quel traditore:
-Poco credibile detto da uno che ha sterminato il proprio clan; poi, non penso proprio che verresti qui senza un motivo preciso- Prese una breve pausa d'effetto -Qual'è il tuo scopo?
Dopo quelle parole non ci fu più tempo per dire altro. Kisame portò la mano sul manico di una spada che spuntava da dietro la sua schiena e in un movimento quasi invisibile fece scivolare l'arma lungo la sua custodia e la puntò a terra a pochi centimetri da Asuma e Kurenai. 
-Questi qui parlano troppo per i miei gusti, li uccidiamo?- Chiese disinvolto, come se stesse ordinando un panino. 
Itachi sospirò esasperato. 
-Pare che non ci vogliano far uscire dal villaggio. Però non esagerare, le tue tecniche saltano un pò all'occhio- Concluse preparandosi al combattimento. 

Una lunga coda bionda spuntò da dietro l'angolo di una casa e Naruto indicò quel punto saltellando come un bambino che aveva visto un aquilone. 
-E' Ino! Dai, corri, dobbiamo dirle del viaggio!- Esclamò impaziente.
Io arrossii lievemente e guardai in basso. 
-Ehi, guarda che non ti mangia nessuno!- Sbuffò il biondo, intercettando miei pensieri. 
-Lo so, è che... ecco, è imbarazzante... lo sarà sempre e non posso evitarlo...- Mormorai torcendomi le mani. Naruto le prese e le strinse tra le sue con forza, guardandomi negli occhi. 
-Loro non sanno chi sei, non sanno il motivo per cui sei così imbarazzata ogni volta che ci vedi. Fino a che non scopriranno la verità tutti continueranno a comportarsi normalmente. Le novità a Konoha arrivano e svaniscono senza che nessuno dica niente. Tu, per ora, sei una di queste novità e vieni considerata una semplice ragazza senza genitori che si è rifugiata nel villaggio. Non so quanto io possa capire ciò che provi nel vedere qualcuno di noi, però tu devi riuscire a fingere. Devi reprimere l'emozione e riservarla per quando tutti sapranno chi sei, capisci?
Naruto parlò con voce calma senza staccare i suoi occhi azzurri dai miei. Era difficile quello che mi stava chiedendo; aveva ragione, non poteva capire ciò che provavo di fronte a lui, di fronte a tutti loro. 
-Ci proverò- Dissi abbassando lo sguardo.
-Bene, allora muoviamoci!- Esclamò, trascinandomi con sé. 
Era tornato il Naruto di sempre, quello spontaneo, impulsivo, energico. Era difficile immaginarsi un Naruto più dolce e premuroso e io non volevo che modificasse il suo modo di fare per me; lo volevo così com'era, lo amavo proprio e solo per questo. 
Voltammo l'angolo e vidi l'intero team intento a pranzare. Ino era appena arrivata e, mentre si sedeva, guardava indignata Choji che affondava letteralmente la faccia paffuta nella bistecca. Shikamaru sbuffava ogni volta che affondava la forchetta nella carne fumante e guardava altrove, come se stesse aspettando qualcuno. Io sussultai e provai a voltarmi per scappare, ma Naruto mi teneva ferma accanto a lui, a costo di rompermi un braccio. 
-Naruto?! Che ci fai qui? Credevo stessi mangiando il tuo adorato ramen- Osservò Ino incuriosita. 
-In questo momento una causa primaria è subentrata alle mie normali abitudini culinarie- Esclamò il ragazzo mettendosi sull'attenti, come se fosse un militare. 
-Si, certo... Cosa c'è di più importante del ramen per te?- Disse Choji con la bocca piena e grondante d'olio. 
-Forse lei- Rispose Shikamaru per lui, indicandomi con un cenno del viso.
Naruto arrossì leggermente, ma si riprese subito, scuotendo forte la testa in un gesto di diniego. 
-Non si tratta di lei, bensì di un viaggio che riguarda anche voi, carissimi colleghi-
-La vuoi smettere di fare il cretino e ci spieghi bene il motivo per cui tu e quella tipa sconosciuta siete qui?- Esclamò Ino sbuffando sonoramente. 
Naruto annuì deluso e mi fece sedere accanto a lui, stando bene attento a tenermi il più possibile lontano dagli altri. Si appoggiò alla spalliera della sedia, allungando le gambe sotto il tavolo e mi lanciò un'occhiata distratta.
-La tipa sconosciuta, per chi ancora non lo sa, è la ragazza che ha urlato al funerale del Terzo Hokage, penso che ve la ricordiate tutti. Ha perso i genitori e dice di essere venuta a Konoha per diventare un ninja- Spiegò conciso. 
Ino sollevò un sopracciglio senza un minimo di compassione nello sguardo:
-Un ninja, eh? Bè, sappi come prima cosa che i ninja non urlano senza motivo durante i funerali dell' Hokage- Disse in tono freddo e distaccato. 
-Bastarda! Non hai un minimo di tatto! Purtroppo a volte ha degli attacchi di panico per colpa dello shock subito dalla perdita dei suoi cari...- Mi difese Naruto, mentendo spudoratamente.
Shikamaru ridacchiò cercando di rimanere composto, evidentemente non aveva creduto a quella favoletta sin dall'inizio. Gli altri due però non ci fecero caso: uno era troppo intento a mangiare e a commuoversi per la triste storiella che gli avevamo raccontato, l'altra ad analizzare il mio stile trasandato e il volto pallido e sudato. 
-Naruto... Potresti arrivare al dunque?- Dissi con un filo di voce, sentendo troppi occhi puntati su di me. 
-Si, hai ragione!- Esclamò tornando a sorridere -L'eremita porcello ha detto che deve fare un viaggio alla ricerca di una persona e vuole che io e Ines andiamo con lui, così allenerà entrambi. Però, ha bisogno di una scorta di genin e vuole il vostro team, dato che non siete impegnati nelle missioni- Spiegò rapidamente.
-Una persona? Quale?- Disse Choji, distendendosi sulla sedia e posandosi una mano sulla pancia soddisfatto. 
Naruto fece una smorfia infantile: -Un cretino... Il futuro Quinto Hokage.
-Un cretino? Il tuo eremita va a cercare il Quinto Hokage e tu dici che è un cretino?- Disse Ino incredula.
-Ovvio che è un cretino, chiunque esso sia! Non è giusto... Io devo essere l'unico e grande Hokage di Konoha- Replicò il biondo con una punta di fierezza nella voce.
La ragazza si passò una mano sul volto sconsolato:
-Ah, vero... Me ne ero dimenticata- Sospirò sarcastica.
Notai che era davvero molto bella. Ogni movimento che faceva risultava elegante e preciso, i suoi occhi azzurri lanciavano degli sguardi determinati e severi che la rendevano molto affascinante. I capelli biondi erano lucidi e le ricadevano sulla fronte in modo perfetto. Anche il corpo era bello e delicato: la sua statura ben proporzionata, i fianchi tondi e il seno sodo e misurato. Quando parlava le sue labbra si increspavano appena e la sua espressione era sempre molto ammaliante. Continuai ad ossevarla con discrezione, decretando infine che Ino era una ragazza perfetta e priva di difetti, almeno all'apparenza. 
Shikamaru si piegò sul tavolo di legno del locale e appoggiò il mento sulle sue mani intrecciate, assumendo un'espressione concentrata. Poi, si voltò verso Naruto:
-Dici che il sommo Jiraya ha bisogno di una scorta di genin in un viaggio d'allenamento con due ragazzini?- Il biondo lo guardò allarmato -Voglio dire, lui è uno dei tre ninja leggendari. Non dovrebbe aver bisogno di aiuto in un viaggio del genere- Continuò Shikamaru. 
Naruto sospirò, guardando quei tre volti dubbiosi e consapevoli del fatto che gli stavamo nascondendo qualcosa. Mi lanciò un'occhiata significativa e io annuii lenta.
-In effetti, ci sarebbe qualcosa che ancora non vi ho rivelato- Disse infine, facendo cadere quel velo che proteggeva la mia vera identità. 
Proprio in quel momento si udì una voce che distolse la nostra attenzione da quelle ultime parole e una figura apparì da dietro l'angolo del locale, trovandosi di fronte a noi, profondamente imbarazzata. 
-Stupida, hai rovinato tutto!- Disse una seconda persona, appena sbucata dal suo nascondiglio.
Perfetto, ora anche quei due sapevano che stavo nascondendo un triste ed inquietante segreto. Quel segreto che avrebbe assorbito l'esistenza di ognuno di loro. 

Kakashi si accasciò a terra privo di forze. Riusciva a stento a restare in equilibrio sulla superfice trasparente dell'acqua. Quel bastardo l'aveva praticamente sconfitto con un solo sguardo iniettato di sangue. Aveva raggiunto quasi subito Asuma e Kurenai sapendo che si stavano scontrando con Itachi Uchiha e Kisame Hoshigaki, i due ninja traditori e ricercati. Voleva avere da loro la conferma di quello che gli aveva detto Jiraiya perchè, se erano davvero alla ricerca dei cercoteri, Naruto stava correndo un grave pericolo. All'inizio aveva sostenuto abbastanza bene gli attacchi di Itachi, ma poi si era ritrovato impotente quando l'Uchiha aveva attivato lo Tsukuyomi su di lui. Per settantadue ore gli era sembrato di essere stato trafitto con una spada e mai prima di allora quel dolore era stato così reale. Asuma e Kurenai tenevano le palpebre abbassate, consapevoli che non sarebbero mai stati capaci di fronteggiare quella tecnica unica e letale. Però Kakashi aveva perso tutto il suo chakra in poco tempo ed era troppo debole per continuare. 
-Cosa ti è successo Kakashi? Dobbiamo continuare a tenere gli occhi chiusi?- Esclamò Asuma avvertendo il compagno cadere pesantemente sull'acqua. Non sentendo risposta continuò ad urlare sempre più agitato:
-Che ti prende? Sei crollato all'improvviso nel momento in cui hai finito di parlare!
-Non... aprite... gli occhi- Kakashi trovò la forza per biascicare quelle quattro parole. 
-E' impressionante che non sia crollato psichicamente dopo aver subito la tua tecnica. Tuttavia, Itachi usare troppo quell'occhio è pericoloso anche per voi- Intervenne Kisame avvicinandosi all'Uchiha.
Kakashi sospirò stancamente, poi si rivolse a Itachi con fatica:
-E' Sasuke che cerchi?- Voleva sapere qual'era il loro scopo. 
-No- Disse l'altro assottigliando gli occhi cremisi -E' l'eredità del Quarto Hokage- Concluse cupo. 
Come immaginava. Ora Kakashi ne aveva la conferma, almeno quella battaglia si stava rivelando utile, in qualche modo.
-E poi...- Aggiunse Kisame con titubanza.
-Poi?
-Abbiamo bisogno anche di lei- Disse Itachi per lui. 
-Lei chi?- Chiese Kurenai tenendo gli occhi chiusi.
-La ragazzina... Quella che conosce passato e futuro-
"Merda! Sanno già di Ines" Pensò Kakashi allarmato.
-Come fate a sapere di lei?- Chiese, notando le espressioni dubbiose di Asuma e Kurenai che non avevano idea di chi stessero parlando.
-Quando l'ho vista mi sono incuriosito così ho chiesto a Kisame se poteva raccogliere informazioni su di lei. Lui ha seguito te e Sasuke e ha ascoltato i vostri discorsi. Vi siete traditi da soli, praticamente- Spiegò Itachi atono.
Kakashi digrignò i denti, dandosi dello stupido. Come aveva potuto parlarne con Sasuke con quella superficialità, sapendo che c'era Alba nelle vicinanze?
-Non provate a rivelare in giro la sua identità- Sibilò.
-Tranquillo, sarebbe stupido da parte nostra parlarne con altre persone. Se si spargesse la voce tutti vorrebbero catturarla e così noi avremmo dei rivali insperati- Disse Kisame, con una punta di noia nella voce. 
Kakashi si alzò a fatica.
-E non vi ha causato alcun tipo di problema sapere che non esistete?- Chiese con un lieve sorriso sulle labbra. 
-Evitiamo di parlare di questo per favore- Disse Itachi spostando lo sguardo incerto. 
-Cazzo! Ti prego, dimmi che stavate scherzando!- Esclamò invece Kisame angosciato.
-E' tutto vero purtroppo...
-Posso dire addio ai miei giorni felici, allora! Tutta la mia vita non ha mai avuto senso!- Urlò ancora Kisame, sempre più afflitto. 
-Scusate, credo di essermi perso alle ultime frasi- Asuma, in effetti, era un pò confuso e guaradava Kurenai in cerca di risposte, la quale però scuoteva la testa e alzava le spalle sconsolata. 
-Bè, ragazzi, vi spiegherò dopo- Disse Kakashi sorridendo stancamente. 
Tornò a guardare Itachi e Kisame con un cipiglio sicuro sul viso.
-E così, avete intenzione di prendervi sia Naruto sia la ragazza... Sarà interessante- Disse sorridendo enigmatico.
-Da oggi è aperta la caccia ai cercoteri... e alle ragazzine che ti rovinano l'esistenza- Disse Itachi accennando un sorriso. Il primo dall'inizio del combattimento.
Kakashi ridusse gli occhi a due fessure, dichiarando silenziosamente guerra ai due nemici.
-Non sarà così facile prendere Ines, non la lasceremo mai completamente sola- Disse quasi sussurrando.
-Ci sottovaluti, Kakashi- Kisame si scrocchiò le dita sonoramente, continuando a sorridere minaccioso.
Stavano litigando per una ragazza che all'apparenza sembrava piccola e insignificante. Ines, invece, era la chiave di tutti i segreti e se fosse capitata in mani sbagliate l'intero Paese dei Ninja si sarebbe trovato in pericolo. Dovevano tenersela stretta e proteggerla più di loro stessi. Tra l'Akatsuki e la Foglia si stipulò così un accordo silenzioso, costituito da sguardi minacciosi e occhiate d'intesa. Erano gli unici a conoscere l'identità di Ines; quello sarebbe stato il segreto che li univa. Nel bene e nel male.

Benissimo! Siamo giunti alla fine ^^"
Spero che il capitolo vi sia piaciuto u.u
Che dire? Cercherò di pubblicare in fretta ma non prometto niente. Intanto spero che voi continuiate a seguirmi e a recensire, recensire, recensire! °Si lo so è una minaccia xD°
-Ines, sei cattiva :(
Zitto, Naruto, vai a dormire che è tardi!
-Ma non è tardi! Sono solo le quattro del pomeriggio!
Chissene, non interferire nella mia ff, chiaro??
-Uffa, e io che volevo parlare con i lettori >.<
Meglio di no, che poi li distrai... E ora fila via!
-Ok, ok, ciao a tuttiiiiiii °Se ne va correndo come un matto°
Bene, scusate l'inconveniente xD (ma quanto posso essere stupida??! O.o)
Allora a presto, 
Ines ;)

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Capitolo 13
*** Esistere ***


Buongiorno a tutti ^^
Scusate il ritardo, scusatemi davvero tanto! Saranno passati... boh, tre mesi? Oddio, perdonatemi! Il problema è che purtroppo esiste anche la vita reale, piena di impegni! Inoltre quest'anno ho gli esami quindi penso che fino a giugno sarà difficile che riesca ad aggiornare in poco tempo. Ma giuro che mi rifarò nell'estate ;)
Speriamo che il capitolo vi soddisfi e che non vi siate dimenticati di me :3

-Stupida, hai rovinato tutto!
Esclamò Kiba uscendo dal suo nascondiglio, appena dietro l'entrata del locale. Vide un'imbarazzatissima Hinata torcersi le mani davanti ai ragazzi che stavano spiando fino a un momento fa. Ino la fissava con uno sguardo assassino, che bramava desideroso la sofferenza dell'amica.
-Cosa sta succendo qui?- Sibilò spostando lo sguardo negativo su Kiba. 
Il ragazzo stava per aprire la bocca, pronto per riversare tutta la colpa su Hinata, quando l'altra rispose bruscamente per lui, superando la sua costante timidezza:
-Vi stavamo cercando ma, quando vi abbiamo trovato, Kiba si è nascosto e mi ha costretto a spiarvi sentendo che stavate parlando della tipa del funerale. Quindi, io non centro niente, chiaro?- Concluse lanciando un'occhiata offesa all'amico. 
Shikamaru sbuffò sonoramente passandosi una mano sul viso. Ines, invece, continuava a fissare i due con un'espressione indefinita: da una parte sembrava emozionata, dall'altra invece pareva rassegnata e infastidita, come se i nuovi arrivati non avrebbero mai dovuto ascoltare quel loro discorso di poco fa. 
-N-non è colpa mia!- Provò a difendersi Kiba -Sei tu che sei caduta come una scema davanti a loro!- 
-Ovvio, tu mi hai spinto!- Ribatté l'amica.
-Va bene, va bene, ora è inutile continuare a discutere, però tu, Kiba, lasciatelo dire: sei un deficiente!- Intervenne Choji infine, ponendo fine alla stupida discussione. 
Kiba incrociò le braccia sul petto con un'espressione offesa e infantile.
"Non è solo colpa mia...
" Pensò elaborando nella mente una prossima vendetta per quella 'bastarda, traditrice di Hinata'. 
Naruto spostò le iridi cerulee verso Ines che si stava mordendo il labbro inferiore pensierosa. 
-Avete ascoltato ogni singola cosa, quindi? 
-Bè, più o meno...- Sussurrò Hinata chinando il capo.
Il biondo scosse la testa poi finalmente si rivolse alla diretta interessata:
-Ines, che facciamo con il segreto ora che lo sanno anche 'sti qui?ì
La ragazza sbuffò rassegnata: 
-Tanto gli unici che soffriranno saranno loro!- Esclamò, accigliandosi sempre di più. 
Naruto abbassò lo sguardo. Lo sapeva, sapeva benissimo  quanto quel segreto fosse distruttivo. Ines aveva parlato senza neanche accorgersi di ciò che stava facendo e ora soffriva. Non voleva portare altro dolore ad altre persone. Lui stesso l'aveva provato sulla sua pelle quel dolore; e tutt'ora lo stava provando. Si sarebbe portato dentro di sé quell'angoscia, quella consapevolezza per tutta la vita. La consapevolezza di non esistere. Una cosa assurda anche solo a pensarla. Ora invece, Ines doveva ripeterla ad altri sei poveri ragazzi, che a loro volta si sarebbero ritrovati con un pesante macigno sulla coscienza, con un folle desiderio di non credere a parole tanto assurde. Più si aggiungevano persone, quindi, più era difficile dire la verità.
-Non capisco, è così... doloroso questo segreto?- Chiese Kiba ingenuamente, notando i volte preoccupati di Ines e Naruto. 
-Dipende da voi- Disse una voce del tutto nuova alle spalle del gruppo.
Ino appena vide arrivare il ragazzo a cui apparteneva la voce, arrossì e si morse un labbro con fare seducente.
-Sasuke?! Anche tu...?- Disse Choji sorpreso, lasciando volutamente la frase incompleta. 
-Già, anche io- 
Il moro stava appoggiato su una delle ampie vetrate che costeggiavano l'ingresso secondario del locale. Puntava i suoi occhi impenetrabili su Ines, la quale cercava invano di sfuggire al suo sguardo.
-Si, bè, manca ancora qualcun altro!? In quanti ancora ci dobbiamo ritrovare qui dentro a confabulare sulla storia di una ragazzina apparsa all'improvviso a Konoha e che passa il suo tempo ad urlare?
Sbottò Shikamaru spazientito da quella situazione così stagnante e ripetitiva. 
-Infatti io non avevo nessuna intenzione di rimanere qui a mangiare bistecche. Sono solo venuto a dirvi che il sommo Jiraya ci sta aspettando vicino alla tomba del Terzo Hokage. Vuole parlarci del viaggio. 
Disse freddamente; poi si voltò e se ne andò, così com'era arrivato, lasciando il resto del gruppo sempre più allibito. 

"Voi non esistete..."

                                  "Voi non esistete..."

"Non esistete..."

                                 "Non...

                                  ...Esistete..."

"VOI NON ESISTETE!"

Le parole aleggiavano pesanti nell'aria densa e vischiosa che teneva intrappolate quelle lettere che cercavano invano di liberarsi da quella strana ragnatela. Le mie parole... Perchè non volevano fuggire? Perchè non sparivano per sempre, lasciando solo un ricordo di quel triste momento? Questa volta c'era l'intenzione mentre lo dicevo e faceva molto più male. Ci avevo pensato troppo, la verità si era caricata di tutta la mia angoscia e ora la cacciava fuori assieme al mio fiato. Angoscia che si andava a posare sugli animi di qualcun altro. 
Sasuke, Naruto e Jiraya assistevano in silenzio, consci di quello che provavo io e soprattutto di quello che provavano loro. C'era anche Kakashi assieme ai tre. Stava con Jiraya fin dall'inizio, quando tutto il gruppo, dal locale dove ci eravamo riuniti, si era spostato fino alla tomba del Terzo Hokage seguendo le indicazioni di Sasuke. Sakura ci aveva raggiunti poco dopo, incuriosendosi nel vedere tutti i suoi compagni riuniti assieme per chissà quale motivo. Solo allora, ad un cenno silenzioso di Jiraya ho incominciato a parlare, così come avevo parlato la prima volta. L'unica differenza era che la prima volta avevo parlato così rapidamente da non rendermi neanche conto della cavolata che stavo facendo; la seconda volta, invece, ne ero fin troppo consapevole per questo soffrivo quasi quanto loro.
Le mie ultime parole erano quelle che ancora rimbombavano nelle orecchie di tutti i presenti: "Voi non esistete."

Spostai lo sguardo su ognuna delle mie insperate vittime e analizzai con curiosità le loro reazioni. 
Sakura aveva gli occhi verdi spalancati, che diventavano sempre più enormi ad ogni parola che dicevo. A volte sbatteva le palpebre per soffermarsi un attimo sulle cose che ascoltava e capire se fossero vere oppure no. Vedevo le sue labbra muoversi lievemente, di tanto in tanto; forse si ripeteva sottovoce quello che le dicevo in modo da realizzare bene il mio discorso assurdo. 
Choji mangiava molto più voracemente rispetto al solito e continuava a girare la testa verso Shikamaru, sperando che il ragazzo sarebbe intervenuto per assicurargli che quello che stavo dicendo non aveva alcun senso logico. Cosa che però ovviamente non accadde. Shikamaru rimase immobile, mantenendo ferma la sua espressione concentrata. Aveva la fronte corrugata, gli occhi fissi su un punto indefinito del mio volto e una mano appoggiata sul mento. Probabilmente stava riflettendo sul credere o no alle mie parole. 
Kiba, invece, aveva un sopracciglio alzato ed era completamente sbracato sulla ringhiera, per nulla preoccupato, sicuro che le cose che avevo detto erano solo idiozie. Forse era il comportamento migliore da assumere in quella situazione, almeno avrebbe vissuto sempre senza nessun tipo di preoccupazione.  
Ino a volte scuoteva la testa lievemente. Lei non poteva credere alle mie parole, ma aveva paura che avessero un fondo di verità, per quanto assurde potessero essere. Era semplicemente terrorizzata all'idea di non esistere; voleva provare a non credermi però non ci riusciva. Tutti erano fin troppo seri e consapevoli: non c'era nessun sorrisetto da parte di Naruto, niente indifferenza da parte di Sasuke. Si sarebbe dovuta rassegnare a quel dato di fatto, in che modo ancora non lo sapeva.
Hinata, infine, rimaneva immobile. L'unica cosa che si muoveva erano i suoi occhi che passavano da me a Naruto e viceversa. Cercava dal ragazzo quel coraggio e quella determinazione che sempre l'avevano caratterizzato. Lei già lo sapeva. Sapeva che non stavo scherzando. Così come Ino, anche lei si era resa conto della serietà che avevano persino i due maestri in quella situazione. Non poteva essere una bugia, ne era certa. Per questo cercava convinzione proprio in lui, in quella persona che aveva sempre creduto in sé stessa e non si sarebbe mai arresa davanti a niente. Naruto.
Quel silenzio così pesante e soffocante fu interrotto dalla sonora risata di Kiba.
-Dai, ma come te ne esci?- Esclamò, continuando a ridere -Una bugia migliore non ve la potevate inventare. Su, qual'è la verità, quella vera intendo? 
Possibile che non aveva creduto neanche ad una singola parola di quello che avevo detto?
-Kiba! Cretino, ma non ti rendi conto che fa sul serio?!- Disse Ino, ancora scossa dalla rivelazione.
-Che? Aspetta, vuoi dire che tu ci credi?
Ino non riuscì a rispondere e abbassò lo sguardo dubbiosa. 
-Kiba, so che può sembrare assurdo però... guardala, è seria. Non sembra stia mentendo- Intervenne Hinata sospirando.
-E chi ti dice che non sia stato Naruto ad inventarsi questa cazzata?- Insistette ancora il ragazzo.
-Hey, io che centro?! Guarda che il suo discorso vale anche per me!- Si difese allora Naruto alzando il tono della voce.
-Ragazzi, se iniziamo a gridarci l'uno in faccia all'altro non penso che riusciremo mai a risolvere la questione... Shikamaru, tu che dici? Non ha senso ciò che ha detto, vero?- Intervenne Choji, sperando una risposta positiva da parte dell'amico.
-Logicamente è una cosa impossibile- Iniziò Shikamaru, facendo tirare a tutti un sospiro di sollievo. -Però, non è detto che non sia vero. C'è solo un modo per capire se è la verità. Ines... Sai del tipo di rapporto che c'è tra i clan Nara, Yamanaka e Akimichi?
Era davvero furbo. Mi aveva chiesto una cosa conosciuta solo a pochi nel villaggio, figurarsi se lo poteva sapere una tipa appena arrivata a Konoha. Peccato che io non ero appena arrivata. Conoscevo il Villaggio della Foglia meglio di tutti. 
-Si... Questi tre clan, cioè quello tuo, quello di Ino e quello di Choji, padroneggiano speciali tecniche segrete. Sono legati da un particolare rapporto perchè hanno unito le forze da molto tempo. Per tradizione, i tre clan ricevono degli orecchini dal clan Sarutobi e pronunciano un giuramento stabilito da generazioni per consolidare il rapporto che li lega e per proteggere la loro famiglia. Una volta ricevuti i nuovi orecchini, quando sarete chunin, dovrete consegnare alle vostre famiglie quelli vecchi, simbolo che da quel momento sarete adulti e indipendenti rispetto ai vostri clan. 
Spiegai tutto d'un fiato.
-Ok, è la verità- Affermò allora Shikamaru vagamente sorpreso dalle mie conoscenze. 
-Sul serio? Davvero i vostri orecchini hanno quel significato?- Chiese Naruto ingenuamente.
-Si, ma non penso che sia questo il problema principale ora... Sai, abbiamo appena scoperto di non esistere!- Rispose Ino sempre più abbattuta.
-Oh, bè, tanto poi si supera...
-Tu lo superi!
Jiraiya prese un libricino dalla tasca e lo porse ai ragazzi. Era il primo di Naruto. Sakura alzò lo sguardo e si mosse, dopo essere stata immobile per tutto quel tempo. Prese il volumetto con mani tremanti e con gli occhi sgranati iniziò a sfogliarlo lentamente. 
-Ma... ma, questa sono io?!
-Hey, fa vedere!-
Kiba glielo strappò dalle mani con foga.
-Aspettate! Però io qui non ci sono... Magari non faccio parte del manga!- Esclamò sollevato, sfogliando il fumetto.
-Si che ne fai parte...-Affermai con voce piatta.
-Hey, qui ci sono Naruto e Sasuke che si baciano!- Continuò Kiba leggendo una parte ben precisa del manga.
Sasuke assottigliò gli occhi pregustando una morte lenta e sofferente per quel cretino
; Naruto, invece, li sgranò inorridito.
-Eh?! No, non leggetelo! Quello era stato un errore di quando eravamo all'accademia!
-Perchè ogni volta che Naruto vede Sakura nel manga ci sono sempre tanti cuoricini intorno?- Chiese Ino maliziosamente.
Naruto impallidì ancora di più: 
-Vi ho detto di non leggerlo!!- Urlò avventandosi contro il manga.
-Qui... Sakura sta tentando di baciare Sasuke- Disse ancora Choji, incuriosito. 
La ragazza arrossì violentemente.
-Non è vero!!
-Ahem... Non è mai successa una cosa del genere- Intervenne il moro, lievemente turbato.
Kiba prese il manga e lo sollevò in modo da farlo vedere a tutti.
-Guardate, è proprio qui- Disse indicando la vignetta interessata.
-Quello non è Sasuke...- Intervenni io, sogghignando. 
Naruto mi fulminò con lo sguardo, sapeva di cosa stavo parlando. Sasuke, però, ebbe l'illuminazione e si ricordò di quel giorno in cui Nartuo l'aveva catturato e sostituito con una sua copia.
-Quello era Naruto che si era trasformato in me...
-Ti devi stare zitto, bastardo!- Provò a difendersi ancora Naruto. 
Sakura sollevò la testa dal manga, con le guance tutte rosse per il momento imbarazzante.
-Ecco perchè avevi cambiato atteggiamento così all'improvviso... Per quale cazzo di motivo l'hai fatto, Naruto?!
Io continuai a ridacchiare, tenendo la testa china. Quella situazione si faceva sempre più divertente.
-Se la smettessi di ridere come una scema mi farebbe molto piacere- Asserì Naruto tetro, dato che conosceva perfettamente il motivo della mia risata.
-Scusami, è che... Sei troppo buffo. Poverino, ora non hai più segreti per loro- Risposi io, continuando a ridere.
-Bè, per te no di certo, giusto?- Aggiunse lui, incrociando le braccia sul petto. 
-Hey, è vero! Tu con questa storia conosci tutto di noi!- Esclamò Choji.
Io smisi di ridere, provando a darmi un minimo di contegno. Però, la domanda di Choji mi fece tornare a sghignazzare; se c'era una persona che si stava divertendo alla grande nell'intero Paese dei Ninja, quella ero io.  
-Bè, no... Conosco solo il vostro passato, il vostro futuro, la vostra storia e i vostri pensieri- Dissi ironicamente.
Shikamaru mi scrutò leggermente turbato:
-Ma questa o urla o ride? Cioè, non ci sono vie di mezzo?
-Wow, davvero consolante! Una tizia che ride e urla solamente ci ha appena rivelato che non esistiamo ed inoltre dice di conoscerci alla perfezione. Che giorno di merda! Hinata, facevamo meglio a non spiare quel loro maledetto discorso!- Disse Kiba, rassegnato. 
-Ragazzi, sono contento che abbiate superato in fretta questa rivelazione. Però ora dobbiamo affrettarci- Kakashi si intromise nei nostri discorsi frivoli, avanzando di qualche passo. Poi diede a Jiraiya il compito di spiegari gli ultimi dettagli sul viaggio:
-Come avrete capito, vi abbiamo raccontato la verità così conoscete i veri motivi per cui Ines ci seguirà nel viaggio alla ricerca del Quinto Hokage. Kiba e Hinata, anche se all'inizio non dovevate partecipare, verrete con noi, come ulteriore scorta. Si parte domani mattina alle otto. Vi voglio sempre attenti durante il cammino e soprattutto poco rumorosi... Questo oltre ad essere un viaggio di ricerca è anche d'allenamento per Ines, ma soprattutto per Naruto. Tutto chiaro?- Spiegò conciso.
Noi annuimmo silenziosi, poi ognuno si diresse verso casa. Io mi avvicinai alle ragazze che parlavano con Kiba e Naruto. 
-Ehm... Scusate, volevo chiedervi una piccola cosa- Dissi a bassa voce.
-Si, certo! Dì pure.
-Ecco, sapete, nella mia stanza non c'è la doccia, dato che è una camera d'ospedale. Quelle con la doccia sono riservate solo ai pazienti. Io però avrei bisogno di lavarmi, quindi mi chiedevo se...
-Nel mio bagno c'è la doccia!- Mi interruppe Naruto con un sorriso ebete sulle labbra.
Sakura gli diede uno schiaffo dietro la nuca, alterandosi immediatamente:
-Naruto! Cosa ti fa pensare che possa venire da te a farsi la doccia?! E' una ragazza, cretino!
-Ah, scusami, non ci stavo pensando...- Ribatté il biondo imbarazzato, massaggiandosi la testa dolorante.
Ino sospirò rassegnata:
-Scusalo, è un pò scemo.
-Si, guarda che lo conosco meglio di lui- Dissi con una punta di orgoglio.
Naruto mi guardò male:
-Grazie, rinfacciamelo ancora di più!
-Senti- Intervenne Sakura. -Se ti va puoi venire da me a farti la doccia. Abbiamo una vasca molto grande e stasera mio padre non c'è perché è in missione. Siamo solo io e mia madre, quindi, se ne hai bisogno, non c'è problema.
-Oh, g-grazie...
-E di che? Però dobbiamo passare di qui- Disse lei, indicando una strada a destra, piena di piccoli negozietti. 
Salutammo gli altri e insieme ci avviammo verso casa di Sakura. Il cielo stava imbrunendo e il sole tramontava dietro il bosco che confinava il villaggio. Gli ultimi negozi si apprestavano a chiudere mentre i locali notturni e serali aprivano le porte ai passanti. Quella era la terza sera che mi trovavo nel Paese dei Ninja. La prima sera l'avevo passata dormendo beatamente, subito dopo essere svenuta e la seconda non avevo chiuso occhio. 
-E così... Tu dici che io non esito, eh?- Disse Sakura sicuramente ancora scossa per quello che avevo rivelato. 
-No, non dico questo. Non lo direi mai- Dissi, notando l'espressione incuriosita della ragazza. -Insomma, non vorrei dirlo. Certo, obbiettivamente, è vero; nel senso che in effetti voi siete solo i personaggi di un manga. Però, pensaci, tu adesso senti di non esistere? Immagino di no perché se non esistessi, non ne saresti neache consapevole. Quindi io credo che tu esista, qui, a Konoha, tu vivi. Nella realtà, anzi, nella mia realtà sei nata dalla mente di un uomo e tutti ti considerano un semplice disegnino sulla carta. Ma nella tua realtà esisti e penso che tu possa essere anche molto differente da come ti ha ideato Kishimoto. Sei tu e basta. Capisci?
Sakura abbassò lo sguardo e accennò un lieve sorriso:
-Si, capisco... Oggi mi hai letteralmente traumatizzato con questa storia però, allo stesso tempo, sei riuscita ad aiutarmi più di quanto abbiano fatto tutti gli altri. Grazie- Mormorò.
Sorrisi. A quanto pare, cominciavo a piacerle; all'inizio sembrava mi odiasse. 
Arrivammo fino a casa sua. La kunoichi mi presentò a sua madre con la bugia che si era inventato Jiraiya quella stessa mattina. La donna mi diede degli asciugamani e mi lavò i vestiti che avevo fin dalla partenza.
-Che strani abiti che hai- Commentò Sakura, una volta dentro la vasca da bagno.
Avevamo deciso di farci la doccia insieme, per non sprecare tempo. All'inizio ero un pò timida, poi notai la sicurezza e la serenità di Sakura nel compiere quei semplici gesti mentre si spogliava e cercai di reprimere il mio imbarazzo. Del resto eravamo due ragazze.
-Bè, sono dei vestiti normali da me- Dissi, passandomi il sapone sui capelli e facendo colare la schiuma bianca sulle mie tempie e sulla mia fronte.
A pensarci, erano solo dei semplici jeans e una maglietta scolorita.
-Davvero? Noi abbiamo sempre dei pantaloni enormi! Non che mi dispiacciano però a volte vorrei qualcosa di più aderente...- Continuò lei, facendosi scivolare l'acqua sulla schiena insaponata.
-Si, ti capisco. Dalle mie parti si vestono tutte così, anche se io odio quel tipo di pantaloni- Dissi ridacchiando.
A ripensare a quei soliti e dannatissimi leggins mi venne la nausea. Odiavo quei cosi che mettevano in bella mostra culo e cosce. Non che io fossi grassa o altro, semplicemente mi sembrava ridicolo il fatto di esaltare così tanto le gambe di una ragazza. Inoltre erano anche scomodi e caldi, mi sembrava di avere le chiappe schiacciate come due sardine.
Sakura scoppiò a ridere:
-Hai ragione! E poi ormai la divisa da ninja non se la mette quasi più nessuno, figurati se la indosso io!
-No, cavolo, sarebbe fantastico avere un bel vestito da ninja. Uno tipo il tuo o quello di Hinata o Ino- Dissi gonfiando le guance infantile.
-Ti consiglio di andare da Ino, trabocca di vestiti da tutte le parti.
Io annuii e osservai la ragazza intenta ad insaponarsi il corpo. Non era brutta, aveva dei bei fianchi, le gambe magre e i lineamenti molto morbidi. Certo, di seno ne aveva ben poco, probabilmente ne avevo più io. Però le dava comunque uno stile, era una sua caratteristica, anche se un pò ridicola come tale. 
Ridacchiai pensando ai commenti che facevano i fans riguardo quella povera ragazza.
-Perchè ridi?- Chiese notando la curva sulle mie labbra.
-No, niente. Sono solo felice di trovarmi qui, a Konoha- Mentii, anche se in fondo non era una bugia.
-Direi che è come un sogno che si avvera...
-Esatto! E'... è una cosa quasi assurda. Non so, sarebbe difficile da spiegare. Questo era un desiderio impossibile da concretizzare e, invece, è diventato fin troppo concreto- Dissi preparandomi ad uscire dalla vasca.
Sakura tornò a ridere e io la squadrai incuriosita.
-Qui mi sembra che quella che ride sempre sei tu!- Dissi divertita. 
-Adesso stai ridendo!- Ribatté lei continuando a ridacchiare. 
Restai in quella casa anche per cena. Mi misi i vestiti puliti e finalmente riuscii a dare ai miei capelli il loro aspetto originario: marrone chiaro, leggermente ondulati, che poggiavano gentilmente sulle mie spalle e sfioravano di poco la schiena. Non li avevo mai avuti troppo lunghi né troppo corti. 
Dopo cena Sakura mi accompagnò fino alla strada principale, poi mi indicò il punto in cui si trovava l'Ospedale di Konoha e mi salutò con un leggero bacio sulla guancia. 
Iniziai a camminare nel silenzio della sera. I locali erano ancora aperti e molta gente si trovava ancora per strada a passare tra le bancarelle. Però erano quasi tutti adulti e ragazzi grandi di circa vent'anni che bevevano e ridevano rumorosamente ai lati dei bar. Sembravano... normali. Si, normali, erano esattamente come noi, non c'era molta differenza tra la realtà e la fantasia. E quella cosa mi fece sorridere. Svoltai in una stradina più buia e solitaria. Sakura mi aveva detto che alla fine di quel viottolo mi sarei trovata direttamente di fronte all'ospedale. 
Camminavo piano e udivo solo i miei passi poggiare sui sampietrini scoloriti dal sole. Non avevo paura, ero solo un pò spaventata. Mi trovavo in un posto che non conoscevo, da sola, di notte e con la possibilità di avere intorno qualche tipo mezzo ubriaco. Ok, forse un pò di paura l'avevo. Sospirai lievemente cercando di calmare il tremore alle mie mani. Possibile che mi stavo suggestionando così tanto?
"Sarà la stanchezza" Pensai guardandomi intorno. 
Poi sentii un sospiro. Era proprio dietro di me, ad un passo da me. Ed eccolo lì, il passo. Felpato, lieve, però lo sentivo benissimo. Un altro passo, un altro sospiro. E il mio cuore che batteva a mille. Un fruscio e mi ritrovai una mano sulla mia spalla. Urlai spaventata al quel tocco e mi voltai quasi pietrificata.
Un ragazzo spaventato quasi quanto me, con i capelli biondi spettinati e dei baffetti conosciuti sulle guance mi guardava con occhi sgranati.
-Naruto... Oh, cazzo, sei tu!- Sospirai ancora tremante accasciandomi completamente su di lui.
-Oh, ehm, si... M-ma possibile che tu urli sempre?- Disse con voce lieve.
Io mi misi a ridere, forse per la stanchezza, per il sollievo, per la paura. 
-E' che mi hai spaventato- Sussurai sciogliendomi da quello strano abbraccio imbarazzante.
Naruto si passò una mano dietro la nuca scompigliandosi ancora di più i capelli.
-Scusa- Disse sorridendo gentilmente. Poi diede un'occhiata intorno turbato. -Ma che ci fai qui tutta sola?
-Ah, sono appena uscita da casa di Sakura. Adesso dovrei tornare all'ospedale, sono stanchissima.
-Capisco... Se ti va ti accompagno.
Io annuii e insieme continuammo a camminare per la strada buia. Ora non avevo più paura. Con Naruto accanto mi era tornato il sorriso perchè sapevo che il ragazzo al primo malintenzionato che si sarebbe avvicinato l'avrebbe fatto fuori con uno schiocco di dita. Naruto si schiarì la gola rompendo quell'ennesimo silenzio imbarazzante.
-Allora, come ti sembra che l'abbiano presa i nostri compagni?- Chiese continuando a guardare davanti a sé.
-Bè, non so... Apparentemente sembra che l'abbiano superato con facilità. Anche se, in effetti, Sakura all'inizio mi sembrava molto scossa. Poi, le ho detto quello che pensavo io su questa situazione e pare che si sia rasserenata almeno un pò. 
-E cosa ne pensi tu?- Naruto mi guardava divertito. 
-Penso che voi esistiate, forse in una specie di universo parallelo. Mentre nella mia realtà siete solo i personaggi di un manga- Spiegai brevente quasi offesa dalla domanda del biondo.
Lui sorrise:
-Già speriamo sia così...
-E tu? L'hai superato?- Chiesi enigmatica.
-Certo che l'ho superato! Glielo farò vedere io a quel Kishimoto cosa so fare! Questa vita è mia, non sua, dico bene?
Io scoppiai a ridere soddisfatta.
-Hai ragione, anche perchè se dai retta a Kishi rischi di brutto!- Dissi pensando a tutte le cose che  ha fatto passare a quel povero ragazzo. 
-Posso dare retta a te allora?- Chiese lui avvicinando il suo volto al mio.
Io ridacchiai quasi maligna:
-Non penso... Da' retta solo a te stesso. 
-Lo farò- Disse portandosi le due braccia dietro la nuca. -Grazie- Aggiunse infine.
Eravamo arrivati proprio davanti all'ospedale, la stradina mi era sembrata più corta del previsto. 
-A proposito, ma tu che ci fai qui in giro a quest'ora?- Chiesi.
-Oh, bè, non avevo molto sonno per questo sono uscito a fare una passeggiata. Faccio sempre così... 
Annuii. Come quella sera in cui aveva saputo della morte di Jiraiya. Perchè doveva tornarmi in mente proprio in quel momento così bello e unico? Perchè doveva rovinarmi quella situazione quasi magica... Trattenni a stento le lacrime chinando il capo. Vivendo realmente a Konoha sentivo che i sentimenti che provavo leggendo il manga erano più vicini e concreti. Come se facessero parte di me e della mia vita. E sapere che quella persona che mi aveva aiutata al mio arrivo nel villaggio, sarebbe morta faceva male. Forse prima o poi, avrei dovuto parlarne con qualcuno, magari per alleviare il dolore. O per evitare che morisse. 
-Tutto bene?- Chiese Naruto accorgendosi del mio strano comportamento.
Alzai lo sguardo da terra e lo puntai su di lui, tornando a sorridere.
-Si, tutto bene. Sono solo molto stanca.
-Si, adesso mi è venuto sonno anche a me. Allora ciao- Disse Naruto con un sorriso imbarazzato.
Io mi strinsi nella felpa rossa che mi aveva prestato Sakura e feci qualche passo verso l'entrata dell'ospedale.
-Ciao, buona notte Naruto...- Mormorai verso di lui.
Il ragazzo sorrise ancora, poi se ne andò quasi correndo per la strada buia. Entrai all'interno della struttura e salutai l'infermiera di turno dietro il bancone vuoto e solitario dell'ospedale. Andai fino alla mia stanza, chiusi a chiave la porta e mi catapultai letteralmente sul letto. Mi addormentai con un sorriso imbarazzato stampato sul volto, ripensando a Naruto che mi salutava con un lieve cenno sulla mano e con quei suoi occhi luminosi.

Ecco terminato dunque il capitolo. Bah, non so, io ci ho messo un botto a scriverlo. Non mi ha soddisfatto per niente... speriamo che per voi sia diverso. Recensite se potete perchè mi farebbe molto piacere (ovvio u.u). Alla prossima, vi prometto che farò del mio meglio <3
Ines :D

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Capitolo 14
*** Imprevisti ***


Salve ninja! Scusate il ritardo, come avevo detto dovevo studiare per gli esami di questo periodo ^^ Ma ora sono tornata, spero il capitolo vi piaccia.

Un colpo secco. Poi un'altro. Ancora un altro.

"Un sogno... Si, dev'essere un sogno"

Il rumore di una maniglia che si alza e si abbassa rapidamente, e ancora un altro colpo.

-E che palle! Ma è affogata nel water??
Una voce stridula, che riconoscevo appena.
-Vuoi aprire questa cazzo di porta!?
Ancora. Ma quanto poteva essere insistente quel sogno? Mi convinsi che forse non lo era. Aprii gli occhi lentamente, riconoscendo quella stanzetta ormai familiare. Mi sollevai puntellando i gomiti sul materasso poi feci forza su quei pochi addominali che avevo e mi misi a sedere sul letto caldo.
Un altro colpo. Proveniva dalla porta.  
Mi alzai con le gambe deboli e tremani, mi avviai verso l'ingresso della stanza e con due scatti della serratura aprii la porta. Davanti c'era... tanta gente. Distinsi quasi tutti i ragazzi di ieri pomeriggio e dietro Jiraiya che spuntava da quella massa di nanetti.
Erano i personaggi di Naruto.
"I personaggi... di Naruto? Ma che-"
-Che cazzo ci fanno i personaggi di Naruto in casa mia?!- Urlai scioccata.
Sakura, che stava proprio di fronte a me, sollevò un sopracciglio.
-Ma possibile che questa qui quando si risveglia si scorda di tutto quello che le è successo nei giorni precedenti?- Si chiese Naruto.
Io continuai a guardarli con occhi sgranati per un pò.
-Ah, giusto- Realizzai strofinandomi gli occhi ancora assonnati. -Sono a Konoha...
-Già, e stai anche facendo tardi! A quest'ora dovevamo già stare tutti fuori, e noi che pensavamo che fosse Naruto quello più ritardatario- Disse ancora Sakura incrociando le braccia sotto il poco seno che aveva.
-Senti un pò, tu- Intervenne allora Ino puntandomi un dito contro. -Sbrigati a scendere e fila a cambiarti che stai in mutande!
Un ricordo della sera precedente passò fulmineo nella mia mente. Mi ero sdraiata sul letto, levandomi i jeans per stare più comoda. Abbassai lo sguardo e vidi che avevo solo la maglietta lavata di ieri e gli slip bianchi che spuntavano sotto di essa, lasciandomi coscie e gambe all'aria. Arrossii improvvisamente e d'impulso chiusi la porta con un colpo netto.
-Potevate dirmelo prima, brutti maniaci?!- Urlai con foga.
-Tu, però, devi darti una mossa, tesoro mio!- Ripeté Ino dall'esterno.
Sbuffai e lasciai scivolare la mia schiena sul legno freddo della porta. Ero appena arrivata a Konoha e già dovevo partire. Non che non mi dispiacesse, però era successo tutto così all'improvviso e avevo voglia di rilassarmi, di godermi la vita di tutti i giorni nel villaggio, di vedere anche gli altri personaggi...
Uno scossone appena dietro di me. Sentii la porta spingere contro la mia schiena, ansiosa di essere aperta.
-Che volete ancora?!- Sbottai innervosita.
-Sono solo Ino, Sakura mi ha detto che ti servivano dei vestiti nuovi...
Sgranai gli occhi all'improvviso e sentii l'emozione farsi avanti ed esplodere nel petto. Mi alzai velocemente e lasciai che la porta si aprisse, lasciando spazio alla figura femminile. La bionda entrò in camera con dei vestiti tra le braccia.
-Tieni- Disse Ino sorridente.
Io guardai i vestiti piegati nelle sue mani.
-Davvero saresti disposta a prestarmeli?- Mormorai emozionata.
-No, che dici? Ora sono tuoi!
-Eh? Aspetta, vuoi dire che... me li hai regalati!?
-Certo! Ho preso quelli che, secondo me, ti rispecchiano di più e che sembrano più simili alle cose che indossi- Spiegò Ino.
-Oh, grazie! Non potrò mai ringraziarti abbastanza!- Esclamai gettandomi tra le sue braccia.
I suoi capelli profumavano di buono e il suo corpo morbido era perfetto per un abbraccio.
-Dai, tranquilla, non è niente di che- Disse la ragazza ridendo.
Io presi gli abiti e li spiegai. Nelle mani avevo una lunga maglia che sembrava scivolasse sulla mia pelle per quanto era morbida. Aveva un enorme disegno che ricopriva interamente il retro dell'abito. Sembrava lo yin e lo yang. Amavo quel simbolo perché era carico di significati e ognuno poteva attribuigli quello che più lo rappresentava. La infilai velocemente: dietro mi arrivava fin sotto il sedere, ma davanti era ancora più lunga. I pantaloni, invece, erano totalmente neri e cortissimi.
-Sei sicura che possa andare in giro così? Insomma, faccio prima a restare in mutande- Dissi sarcatistica.
-Infatti ci sono queste- Disse Ino mostrandomi un paio di calze a rete dai buchi molto piccoli che si rendevano quasi invisibili.
Le misi. Andava decisamente molto meglio. Infine, presi dei piccoli guanti di pelle nera che lasciava le dita scoperte. Corsi a guardarmi allo specchio. Cos'ero? Un ninja, forse? Il cuore cominciò a martellarmi nel petto e gli angoli delle labbra si curvarono in un sorriso così grande che le due estremità per poco non toccavano gli occhi. Mi voltai verso Ino che mi guardava soddisfatta.
-Ora si che sei decente!- Disse appoggiata allo stipide della porta.
-O mio dio... Grazie- Mormorai con voce strozzata.
La bionda scoppiò a ridere, poi mi tese la borsa nera che mi ero preparata per il viaggio. Io la caricai su una spalla e diedi un'ultima occhiata allo specchio.
-Dai, ora smettila di adularti da sola. Ci stanno aspettando- Disse ancora Ino, avviandosi alla porta.
Sorrisi e annuii seguendola in silenzio, finalmente pronta per il mio stupendo viaggio.

Camminavamo già da un pò di tempo, ormai, forse un'oretta. Eravamo usciti dal villaggio non appena io e la bionda avevamo raggiunto gli altri. Stavamo attraversando il bosco che circondava l'intera Konoha. Per fortuna non si erano soffermati molto sul vestito che mi aveva regalato Ino. Le ragazze mi avevano fatto solo un pò di complimenti e Naruto aveva esclamato "Wow, ora sei un ninja a tutti gli effetti!", provocando in me un rossore improvviso. Durante quel primo tragitto ero stata abbastanza silenziosa. Non sapevo che dire, né come comportarmi davanti a tutti quei ragazzi. Ancora non ero parte integrante del gruppo e per questo mi limitavo ad osservarli ammirata. Erano pur sempre i personaggi di Naruto e la situazione era quasi senza senso. Nessuno aveva fatto riferimento al fatto di non esistere, per fortuna; significava che in una notte ci avevano riflettuto e avevano cercato di superarlo... forse.
Naruto continuava a parlare animatamente. Passava da un discorso all'altro con estrema facilità e aveva qualcosa da dire a tutti. Il più silenzioso era ovviamente Sasuke che se ne stava in disparte proprio come me e a volte sorrideva alle facce buffe di Naruto o alle urla stridule di Sakura. I nostri sguardi si erano incrociati un paio di volte e, quando accadeva, io abbassavo sempre lo sguardo imbarazzata, mentre lui ridacchiava soddisfatto.
Comportamento tipico da Uchiha sadico-bastardo.
-Hey, tu, hai finito di fare l'asociale?
Un dito che puntellava la mia spalla con insistenza. Mi voltai e vidi Sakura che mi guardava con un mezzo sorrisetto sulle labbra. No, forse Sasuke non era l'unico sadico-bastardo.
-Ahm...- Mormorai arrossendo. -Ma io non sto facendo l'asociale.
-Ah, no?
Scossi la testa convinta.
Proprio allora si intromise Jiraiya che fino ad allora non aveva parlato molto.
-Hey, Ines... C'è qualcosa che puoi dirci riguardo la nostra storia?
-In che senso?- Dissi sollevando un sopracciglio.
Notai che si erano interessati tutti all'argomento. Poverini, si illudevano davvero che gli avrei spoilerato la loro stessa vita?
-Boh, qualcosina sul manga o su di noi...- Continuò l'uomo sul vago.
-Mi era sembrato di essere stata chiara. Non dirò niente, la mia bocca è cucita.- Dissi incrociando le braccia al petto.
-E daaaai, solo qualche piccola cosa. Ti preeeego...- Supplicò allora Naruto aggrappandosi alle mie spalle.
Me lo scrollai di dosso con stizza.
-No, Naru...- Mi interruppi nel vedere i suoi occhi azzurri quasi liquidi che sembrava contenessero l'intero oceano al loro interno. Sbuffai rassegnata. Non sarei riuscita a resistergli, era da mangiarselo di baci.
-Bè, forse qualcosa si. Ma niente spoiler!
-Spo-che?!- Chiese Shikamaru.
-Spoiler... E' l'anticipazione di una determinata storia.- Notai le espressioni ancora dubbiose dei ragazzi. -Insomma non posso mica dirvi se morirete oppure no!
-Perché qualcuno morirà?- Disse allora Hinata.
Mi schiarii la gola cercando di essere più calma possibile. "No... non muore nessuno eccetto metà paese dei Ninja" 
Pensai sarcastica.
-Ahm... domanda di riserva?- Dissi infine con un sorriso di giustificazione sulle labbra.
La moretta sgranò gli occhi impressionata, seguita da Choji.
-Bene! Ora si che la mia vita è a posto!- Disse Kiba ironicamente.
Scoppiai a ridere.
-No, dai! Non è detto che siate voi a morire!- Dissi, sentendo un amaro retrogusto di bugia nel vedere il maestro Jiraiya camminare sorridente e ingaro di tutto.
-Io tanto non rischio, sono il protagonista!- Esclamò Naruto saltellando da un piede all'altro.
-Fossi in te, non ne sarei così sicura...- Ringhiò Sakura già pronta a dargli una sonora sberla sul viso.
Notai Sasuke guardarmi a metà tra l'odio e la curiosità. Perché? Cosa gli avevo fatto poi di così tanto doloroso? Capivo che era un bel colpo scoprire di non esistere, però tutti bene o male l'avevano superato. Sasuke invece era sempre più cupo e silenzioso. Che dietro ci fosse qualcos'altro?
-Diciamo che so... cosa provate- Dissi ridacchiando per deviare l'argomento "anticipazioni sul futuro" e per non pensare all'Uchiha.
Sakura si voltò verso di me con uno sguardo raggelante, Hinata arrossì violentemente, Naruto sgranò gli occhi spaventato e Ino sollevò un sopracciglio poco convinta. 
-Oh, ma tu... insomma, non avevi la bocca cucita?- Chiese retoricamente Naruto con voce tremante.
Jiraiya intanto se la rideva di gusto, dal momento che sapeva cosa provava il biondino per Sakura.
-Dai, Naruto, è inutile nasconderlo. Lo sanno tutti che ti piace Sasuke!- Dissi ridacchiando.
L'Uchiha inarcò le sopracciglia guardando il biondo interrogativo.
-Hey, non è vero!- Urlò allora Naruto avvampando.
Scoppiai a ridere, quasi finivo a rotolarmi per terra con le lacrime agli occhi.
-Bè, aspetta un paio d'anni e poi vedrai come lo rincorrerai ovunque lui vada- Dissi continuando a stuzzicare la mia tendenza al sasunaru.
Era uno spoiler? No, allora non ci sarebbero mai potuti arrivare.
-Eh? In che senso?- Chiese Sakura ora vivamente preoccupata.
Io agitai la mano nell'aria con indifferenza:
-Nah, niente, lasciate perdere.
-Sia chiaro a tutti, a me non piace Sasuke! E' lei che dice cazzate!
Scoppiai a ridere nel sentire la sonora esclamazione di Naruto, quando vidi Jiraiya bloccarsi improvvisamente sollevando una mano e facendo calare il silenzio intorno a lui.
-Che c'è eremita porcello?
Jiraiya non rispose. Si limitò a spostare prima a destra e poi a sinistra il volto rimanendo in allerta.
Sasuke si accigliò muovendo rapide le pupille scure degli occhi e per un attimo sembrò bloccarsi ogni cosa. Si trattò di un secondo in cui tutti furono immobili, comprese le foglie degli alberi che prima frusciavano nel vento. Fu allora che lo sentii, indistintamente e lontano. Mi estraniai completamente da tutti gli altri suoni che lo sovrastavano.
Anche se non sembrava un vero e proprio rumore, era più una presenza. Un qualcosa appena percettibile. Rimasi ancora con il fiato sospeso fino a quando non vidi Jiraiya riprendere il passo come se niente fosse.
-C-cos'era?- Momorai.
-Cos'era cosa?- Chiese Hinata allarmata.
-Niente, era solo una volpe...- Disse Jiraiya fingendosi indifferente.
Io però dovevo capire. Se n'erano accorti solo pochi di noi, forse solo io, il sennin, Sasuke e Shikamaru. Ma quello era il Paese dei Ninja e sapevo che il pericolo esisteva sempre e ovunque, per questo provai ad insistere.
-Non mi era sembrata una volpe... era qualcos'altr-
-Giu!
Fui interrotta dalla voce di Sasuke che ordinava di abbassarsi. Mi chinai di colpo come fecero tutti gli altri e intravidi qualcosa sfrecciarmi sopra la testa a pochi centimentri di distanza. Alzai lo sguardo e vidi di fronte a me un uomo dal volto completamente coperto con delle fasce che lasciavano intravedere solo gli occhi di ghiaccio. Prima che il ninja mi attaccasse, Sakura si parò davanti a me posizionando il kunai a pochi centimetri dal viso del nemico. L'arma però incontrò le bende e sfuggì di mano alla ragazza come se avesse colpito un muro invece che semplice stoffa. Doveva essere una specie di armatura. Mi alzai indietreggiando velocemente e notai che l'uomo coperto non era solo. Altri due ninja con il volto parzialmente nascosto ci attaccarono, uno puntando dritto su Jiraiya e l'altro su Hinata. La mora mantenne poco la difesa e fu scagliata a terra con un pugno alla bocca dello stomaco. Provai ad avvicinarmi alla ragazza per soccorrerla e trascurai il nemico che sembrava svanito nel nulla. Ma prima di poterla raggiungere, qualcosa mi afferrò alla gola, bloccandomi il respiro e constringendomi a sputare saliva rossastra. Sgranai gli occhi nel vedere il sangue macchiarmi la maglia nuova regalatami da Ino. Un coltello si posò all'altezza del collo puntellando la pelle con la lama gelida e tagliente. Vidi aggiungersi un quarto uomo al gruppo e notai confusamente che ognuno era impegnato a difendersi e a combattere, compresa Hinata ora aiutata da Choji. Io invece non potevo fare nulla. Però non ero addolorata per questo, ero consapevole di non essere un ninja e non sarei mai riuscita a difendermi da quell'attacco. L'uomo premette ancora di più l'arma sul mio collo, così strinsi forte gli occhi e mi lasciai trascinare dall'istinto e dalla paura che mi percorreva. Mi dimenai incurante della lama che mi sfiorava la pelle, cercando di far uscire qualche suono strozzato dalla gola.
Era una sensazione mai provata prima. Non mi ero mai trovata nel bel mezzo di un attacco nemico, forse perché, in effetti, erano un pò meno frequenti nella normale vita di una quattordicenne. Tutto intorno a me era confuso e distante. Avevo gli occhi accecati dalla paura e l'adrenalina si stava facendo strada abbattendo tutti gli altri sentimenti. Non ero più Ines... ero un'animale istintivo e ribelle.
Nonostante i miei sforzi e le mie urla non mi liberai del nemico fino a quando Kiba con un colpo netto alla schieno lo annientò. Sentii le sue mani abbandonare la presa e donarmi nuovamente la bellezza di respirare. Rimasi immobile con gli occhi spalancati, troppo scossa per abbassare le palpebre. Erano morti tutti e quattro, riversati a terra, qualcuno con ferite visibili, altri con ferite interne. Quand'era stato il momento esatto in cui li avevano uccisi? Corrucciai la fronte confusa, sicura di essermi persa qualche pezzo.
-Tutto a posto, ragazzi?- Chiese Jiraiya rinfoderando il kunai.
-Chi erano?- Fu l'unica risposta di Ino.
-Mercenari probabilmente.
-E che volevano?
Jiraiya spostò lo sguardo serio su di me:
-La domanda giusta è chi volevano.
Rimasi in silenzio ancora turbata, poi passai la mano sul collo arrossato per controllare se avevo ferite.
-Mi stanno cercando- Mormorai grave.
-Com'è possibile? Nessuno sa chi è realmente, oltre noi!- Esclamò Sasuke lanciando un'occhiata di sdegno verso il ninja a terra sulla sua sinistra.
Jiraiya sospirò e riprese a camminare.
-Muoviamoci, dobbiamo trovare un posto dove mangiare.
-Ero-sennin... Che significa?- Insistette Naruto.
L'uomo si prese un' ulteriore pausa.
-Significa che le voci girano in fretta e che qualcuno ne è venuto a conoscenza; significa che ora vogliono Ines per interessi personali dal momento che la ragazza è a conoscenza del futuro del nostro paese. E per questo noi dobbiamo stare attenti e pronti a tutto.
Abbassai il capo rimandendo in silenzio.
-Scusatemi. Io... io ho sbagliato.- Dissi poi mossa da chissà quale volontà. -Non volevo rivelare chi ero. Me ne sono pentita. Non volevo ferire nessuno con tristi verità né rendere pericoloso un viaggio che sarebbe dovuto essere tranquillo. Anche se, in effetti, non sarebbe stato tranquillo comunque.- Aggiunsi, pentendomene immediatamente dopo.
-Che vuoi dire?- Chiese Shikamaru arcuando le sopracciglia.
-No, niente... mi sono sbagliata.
Abbozzai un sorriso, maledicendomi mentalmente. Non potevo neanche parlare che dalle mie labbra uscivano spoiler a non finire.
Jiraiya trattenne un sorriso e intervenne.
-Non devi chiedere scusa, non è colpa tua.
-Si invece! Io avrei potuto benissimo mentire su di me. Le cose sarebbero state migliori. Ora dovete cercare tutti di proteggermi e stare attenti ai nemici che di volta in volta aumenteranno per il villaggio. E questo è così sbagliato!- Esclamai arrabbiata più con me stessa che con altri.
-E chi ti dice che ti proteggeremo?- Continuò il sennin.
-E' vero, se hai partecipato a questo viaggio è per diventare un ninja. E una volta che sei diventata ninja non avrai più bisogno del nostro aiuto.- Disse allora Naruto sorridendo.
-Si ma... io non sono un ninja. Non potrò mai esserlo.
-Bè, questo non è lo spirito giusto per iniziare!- Ridacchiò Kiba.
Sbuffai, stavolta accennando un sorriso.
-Io non sto scherzando! Non utilizzo l'arte magica.
-Neache noi scherziamo- Disse Sasuke atono.
Sakura si avvicinò a me, posandomi una mano sulla spalla.
-Senti un pò, Ines, la cosa è molto semplice. Io non voglio perdere tempo dietro a te, per farti da guardia ovunque tu vada e penso non lo voglia nessuno. Quindi o ti impegni e diventi un ninja oppure sei fottuta. Non è difficile.- Spiegò rude.
Ok, Sakura era stata abbastanza convincente, più di tutti gli altri.
Incrociai le braccia fingendo un espressione infantile:
-Sei cattiva!- Dissi nascondendo un sorriso.
Sakura provò a rispondermi ma uno strano rumore la fece voltare di scatto verso la sua fonte. Naruto si stava massaggiando lo stomaco, imbarazzato.
-Ahem... ero-sennin, avrei un pò di fame.- Disse sorridendo appena.
-Appunto dicevo, andiamo a trovare un posto dove fermarci. Dovrebbe esserci un villaggio qui vicino.- Concluse Jiraiya ridacchiando e
riprendendo la strada.
Mi sarei impegnata, mi dovevo impegnare. Non per me, ma per loro che mi avevano aiutato e protetta fino ad allora. Anche se non avevo idea di come si praticasse una tecnica di trasformazione del corpo.

Quel posto mi preoccupava. Era fin troppo familiare e, soprattutto, reale. Avevamo mangiato in un piccolo villaggio, sempre se quello poteva definirsi villaggio. Io lo vedevo più come un gruppetto di cinque o sei case ammucchiate e un unico negozio che vendeva di tutto, dagli utensili alle zuppe di miso, dalle katane ai vestiti che portavano le signore la domenica. Lì avevamo consumato il pranzo velocemente e ci eravamo rimessi in cammino. Era ormai quasi sera e il sole stava calando, allungando così le ombre sulla strada quando Jiraiya ci portò in una piccola cittadina per fermarci la notte. L'uomo sembrava quasi emozionato, anche se dovrei dire eccitato, all'idea di trascorrere la notte in quel posto. Le insegne erano tutte luminose, i negozi brillavano di colori sgargianti, le strade colme di gente e ovunque si volgeva lo sguardo si potevano vedere bancarelle, bar, e locali imbarazzanti completamente occupati da giovani e bellissime ragazze.
Naruto si guardò intorno incerto:
-E' una città un pò equivoca, o sbaglio?
Io non riuscivo ad essere presente. Ero concentrata, con la mente affondata nei ricordi per scoprire in quale punto del manga avevo già visto quell'atmosfera, ma soprattutto dovevo capire il motivo di quell'ansia che mi attanagliava da quando eravamo arrivati. Tutto in quel luogo sembrava nascondere un pericolo, un avviso, un presagio. Non riuscivo a capire cos'era, dovevo ricollegare ogni immagine del manga per capire il più velocemente possibile cosa mi preoccupava. Le parole pronunciate da Naruto poco fa risuonavano ancora nella mia mente.
"Dove l'e ho già sentite? Dove?" 
Pensai, inquietata.
Gli altri erano sereni invece, non troppo preoccupati. Ovvio, loro non potevano capire, non potevano sapere.
Jiraiya voltò la testa di scatto, notando una bellissima donna con gli occhi a mandorla e i capelli mori e lisci che le ricadevano sulle spalle come seta. Il vestito era corto ed esaltava il corpo perfetto e formoso della ragazza che ci guardava enigmatica. La donna fece l'occhiolino all'eremita che per poco non iniziava a perdere sangue dal naso.
-Ragazzi!- Esclamò eccitato. -Queste sono le chiavi delle stanze. Precedetemi in camera, tu Naruto allenati ad impastare il chakra e qualcuno insegni ad Ines la moltiplicazione del corpo!
Detto questo si dileguò in cerca della bella donna di poco fa.
Sgranai gli occhi, realizzando finalmente cosa stava succedendo. Proprio in quella città, in quella stanza d'albergo lui sarebbe arrivato. E con noi c'era anche Sasuke e lui era lì!
Itachi avrebbe bussato alla porta di Naruto per portarlo alla base dell'Akatsuki, sarebbe intervenuto Sasuke, senza una possibilità di successo contro suo fratello e l'Uchiha avrebbe maturato l'idea di consegnarsi ad Orochimaru per diventare più forte e compiere la sua vendetta. Dovevo evitare tutto questo. Non riuscivo neanche più a respirare all'idea di trovarmi davanti al grande Itachi Uchiha, io che conoscevo la sua storia e il suo passato.
Decisi di rimanere indifferente fino a quando non me lo sarei trovato davanti. Non potevo compiere lo stesso errore di nuovo, dovevo essere cauta, non destare sospetti e fare in modo che Itachi e Sasuke non si scontrassero. E pensai, soprattutto, a come evitare sentirmi male per la seconda volta di fronte ai due dell'Organizzazione Alba. 
-Ines, tutto a posto, sei impallidita all'improvviso.- Disse Hinata, notando la mia espressione allarmata.
-Eh? Si, si, tranquilla. E' solo che non ho idea di come possa praticare la moltiplicazione del corpo...- Mentii, solo in parte.
-Dai,
ce la farai.- Naruto mi guardò negli occhi. -Io credo in te!
Abbassai lo sguardo, colta di sorpresa. Se non fossi stata così preoccupata dalla storia di Itachi, sarei già scoppiata a piangere per l'emozione. Le parole di Naruto mi avevano dato una nuova energia, mi avevano tramesso la sua fiducia.
Quella frase aveva tanti, troppi significati, era il simbolo dell'intero manga e ora era stata detta a me! Io che mai mi sarei immaginata di vivere un'avventura pazzesca come quella. Per un attimo mi dimenticai del posto dove mi trovavo, dell'Akatsuki, degli Uchiha. Pensai solo a me stessa, convinta di riuscire a fare qualunque cosa, lottare per un bene più grande, per me e per nessun altro.
"Io credo in te!"
Presi quella frase e me la stampai in fronte, portandomela sempre con me e rendendola la mia nuova guida.
-Grazie...- Mormorai commossa.
Il biondo piegò la testa di lato preoccupato.
-Hey, aspetta, però ora non piangere. Non volevo mica agitarti e- Fu interrotto dalla mia risatina.
-Tranquillo, non hai fatto niente.- Dissi, chiudendo lì il discorso e anticipando gli altri fino all'albergo.
Non dovevo deconcentrarmi. Il mio obbiettivo era semplice e chiaro, portava una tunica nera, aveva gli occhi allungati come due lame di un rosso cremisi ed era l'essere vivente più bello che avessi mai visto. Sentii Naruto borbottare qualcosa a Shikamaru seguito dallo sbuffare del ragazzo moro.
Salimmo ognuno nelle proprie stanze e posammo i nostri piccoli bagagli. Poi, non so come riuscii a convincere tutti a stare nella stanza di Naruto. Provai a fare in modo che Sasuke rimanesse nella propria camera però non potei fare molto, dovendo cercare di non destare sospetti.
Lentamente presa dalla situazione, dai discorsi divertenti che si creavano quasi mi dimenticai di ciò che sarebbe accaduto da lì a poco. Shikamaru provava a spiegarmi invano come praticare una tecnica di trasformazione. Era la cosa più assurda che avessi mai fatto.
-Dai, è semplice! Concentrati, posiziona le mani e pensa alla persona che vuoi sostituire. Richiama la tecnica e trasformati. Non può essere così complicato.- Ripeté vivamente scocciato.
-Ti ho detto che non sono un ninja! E' impossibile per me!
-Ma se nemmeno ci provi.- Si aggiunse Ino.
Un attimo. Cos'era quello? Quel rumore?
-Ah, sta bussando qualcuno alla porta. Vedete che l'ero-sennin non è riuscito neanche a parlarci con la tipa.- Disse Naruto alzandosi in piedi.
Sollevai la testa verso la porta, spalancando gli occhi, sentendo il cuore battermi in petto velocemente. Non era Jiraiya, lo sapevo. Era lui, era arrivato. E io che a momenti me ne scordavo.
-Fermo Naruto.- Dissi con voce bassa.
Il biondo si girò verso di me perplesso, con un sopracciglio alzato e la bocca arricciata. Sospirai, chiusi gli occhi e continuai:
-Non. Aprire. Quella. Porta.- Dissi scandendo bene ogni singola parola.
-E perché mai?- Chiese Choji già visibilmente agitato.
-Non è Jiraiya. Vi prego, non apritela.
I ragazzi continuarono a fissarmi incerti. Questa volta tirai un sospiro quasi esasperato.
-Hey, non sto scherzando! Fidatevi di me, so quello che dico. Lì dietro c'è qualcuno che preferirei non vedere.-"Per evitare di sciogliermi, grazie"
 Spiegai tenendo per me queste ultime parole.
-Un nemico?- Chiese Kiba circospetto.
Non seppi come rispondere inizialmente. Itachi non era un nemico, anzi era una specie angelo protettore che si era sacrificato per la pace e la giustizia del villaggio. Non potevo chiamarlo nemico, sarebbe stata una crudeltà. Era anche vero però che allora non si conosceva la sua storia e pochissimi erano a conoscenza della sua vera identità. Per loro come si poteva definire uno come Itachi?
-Bè, non è propriamente un nemico...- Mormorai poco convinta.
-Che vuoi dire? Un nemico è un nemico!- Mi interruppe rude Sasuke.
-Okay, diciamo che è un nemico, quindi non aprite quella porta, chiaro?
Intanto avevano smesso di bussare e per un attimo si era sentito solo silenzio, un silenzio d'attesa che sembrava dovesse precedere una bufera.
-Scusa, Ines,- Disse improvvisamente Shikamaru, rompendo quella calma prima della tempesta. -Se dici che lì fuori c'è un nemico intenzionato ad entrare, non pensi che butterà giù la porta o qualcosa del genere?
Non feci in tempo a realizzare ciò che mi era appena stato detto che sentii un rumore sordo e una folata di vento che mi trapassò da parte a parte come una spada. Rimasi immobile fissando spaurita la porta che rovinava a terra e le due figure mantellate di nero spuntare dietro la polvere alzatasi dall'impatto creato dalla lunga spada di Kisame.
La cosa che ricordo meglio di quel momento furono i suoi occhi rossi e taglienti che mi scrutavano con serietà, senza il minimo spostamento delle palpebre. E quel senso di vuoto che si creò dentro di me non appena caddi nella sua trappola ipnotica, dalla quale, ne ero sicura, non sarei più fuggita.

Ecco qui! Lasciate una recensione, please :3
PS. L'abbigliamento da ninja che mi ha dato Ino è una roba improvvisata sul momento xD Però ho trovato una cosa che la ricorda, immaginatemi più meno vestita così:

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