Legami perduti

di Yume Miyu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Memoria ***
Capitolo 2: *** Rifugio ***
Capitolo 3: *** Sunagakure, il Villaggio della Sabbia ***
Capitolo 4: *** Visione ***
Capitolo 5: *** avvistamento ***
Capitolo 6: *** Irruzione ***
Capitolo 7: *** Incontro ***
Capitolo 8: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 9: *** Kirara e Kankuro ***
Capitolo 10: *** La speranza di vedere ritorna ***
Capitolo 11: *** Cattura ***
Capitolo 12: *** Il glicine e la neve ***
Capitolo 13: *** L'origine dei demoni ***
Capitolo 14: *** L'incubo ***
Capitolo 15: *** Uno strano avvenimento ***
Capitolo 16: *** Un messaggio importante ***
Capitolo 17: *** Nuove conoscenze ***
Capitolo 18: *** chi era quella ragazza? ***
Capitolo 19: *** Un qualcosa d'inaspettato ***
Capitolo 20: *** Criminale di rango-S ***
Capitolo 21: *** Un acceso dibattito ***
Capitolo 22: *** Un'azione di fiducia ***
Capitolo 23: *** Alla ricerca della speranza ***
Capitolo 24: *** I sotterranei di Suna ***
Capitolo 25: *** Rivelazioni ***
Capitolo 26: *** Confidenza ***
Capitolo 27: *** Rimorsi ***
Capitolo 28: *** Infiltrazione non consentita ***
Capitolo 29: *** Un'inaspettata scomparsa ***
Capitolo 30: *** In cerca di spiegazioni ***
Capitolo 31: *** Senso di rimorso ***
Capitolo 32: *** False identità ***
Capitolo 33: *** Un tragico annuncio ***
Capitolo 34: *** Tutto in frantumi ***
Capitolo 35: *** In pericolo ***
Capitolo 36: *** Conoscenti ***
Capitolo 37: *** Lacrime e disperazione ***
Capitolo 38: *** Basta solo essere pazienti ***
Capitolo 39: *** Nuovi cambiamenti ***



Capitolo 1
*** Memoria ***


… Aprii gli occhi e non vidi altro che buio. Solo una piccola luce riusciva a penetrare tra le sbarre di una piccola finestra che si trovava in fondo a questo luogo molto umido dove si poteva sentire chiaramente lo sgocciolio dell’acqua che colava dai muri; le piccole barre della finestrella non lasciano intravedere nulla. Il mio corpo era tutto dolorante e avevo braccia e gambe legate a delle catene piuttosto pesanti inoltre, perdevo sangue. Nonostante tutto questo, non riuscivo a capire una cosa fondamentale: “Chi sono?”. Proprio mentre mi ponevo questa domanda, sentii un cigolio stridente e la porta lentamente si aprì, rimasi abbagliata dalla troppa luce entrata improvvisamente nella stanza ma, finalmente riuscii a capire dove mi trovavo: in una cella. Due uomini piuttosto robusti con addosso una divisa si avvicinarono a me, uno di loro tirò fuori una chiave e mi liberò dalle pesanti catene che avevo per sostituirle con altre più leggere, poi l’altro mi alzò a forza da terra: « Muoviti! Su forza, alzati! » mi ordinò. Volevo chiedergli molte cose, ma mi resi conto che non avevo le forze per parlare. Senza nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo, mi mise in piedi e non ebbi altra scelta che andare  fuori di lì con quelle due guardie che mi spingevano per farmi camminare più veloce. Fuori da quella cella mi aspettava un uomo, vestito in modo diverso dagli altri due, evidentemente era un loro superiore « Ecco Signore » dissero quegli uomini all’unisono, quest’ultimo si avvicina a me e io per un attimo pensai che mi volesse uccidere visto che mi si era così avvicinato che potevo sentire il suo cuore battere, ma non fu così: si allontanò di poco, tirò fuori una bacchetta e con quella mi tirò su il volto in modo che io potessi guardarlo dritto negli occhi, si mise a ridere e all’improvviso mi tirò un pugno dritto in viso, così, in men che non si dica mi ritrovai a terra con la bocca che sanguinava. Continuando a ridere si rivolse a me con un tono di superiorità: « Hai visto? E’ inutile che fai l’eroina, tanto ci rimetti lo stesso, è meglio che mi dici quello che voglio sapere, altrimenti farò in modo che tu abbia la più atroce di tutte le morti! »non attese una mia risposta e si affrettò a dare un ordine ai suoi uomini: « Avanti! Che aspettate, un ordine scritto?! Portatela nella stanza delle torture e fatela parlare! »i soldati non aspettarono un secondo in più e dissero all’unisono: « sissignore »mi presero, e mi trascinarono lungo un labirinto di corridoi tutti uguali, dietro di me si vedeva la striscia interminabile di sangue lasciata dal mio corpo; mi sembrava di morire per il troppo dolore e non volevo saperne di questa “stanza delle torture”. Quando, all’improvviso un suono spezzò l’eco dei passi delle due guardie che mi stavano trascinando: era un ruggito che proveniva da uno di quei corridoi e faceva gelare il sangue da quanto era spaventoso, non pensavo che un semplice suono potesse fare così paura. Guardai con gli occhi socchiusi i soldati che con una sola occhiata si capirono, sguainarono le spade e si precipitarono nella stanza più vicina trascinandomi con loro, ovviamente un’altra cella che però era vuota « Dobbiamo fare attenzione, il capo è stato molto chiaro al riguardo » sbuffò unodei due « Si, lo so! Comunque finché stiamo qui dentro non c’è motivo che quel dannato demone ci trovi, basta fare silenzio! »ribatté l’altro. “Demone”. Ero sicura che i demoni non esistessero e invece quel nome mi risuonava così famigliare. D’un tratto, come dal nulla, sentii una voce dentro me “...scappa” e poi ancora “Scappa …” sempre più forte “SCAPPA!” immediatamente si accese una luce dentro me: un ricordo, il mio primo ricordo da quel lugubre risveglio, era un nome, un nome che risuonava nel mio cuore, che sapevo benissimo che portava con se solo sicurezza, forza e speranza: Kirara.  Non so come, ma il mio corpo ricevette energia dal nulla, si alzò e iniziò a fare dei movimenti che nemmeno io capivo, successe tutto nell’arco di qualche secondo, non riuscii a capire come, ma, avevo steso quei due uomini. Quando mi resi conto che li avevo uccisi era troppo tardi per tornare indietro e ora, volevo solo rimanere li, in quel posto lugubre a disperarmi, ma di nuovo, quella voce si fece viva e continuava a ripetere “scappa, scappa, scappa!” d’istinto iniziai a frugare tra i vestiti delle due guardie per trovare le chiavi che mi avrebbero potute liberare da quelle strette catene; le trovai, riuscii a liberarmi e uscii da quella cella, mi guardai intorno e d’un tratto le mie gambe iniziarono a correre, non sapevo nulla di quel posto, eppure ero sicura che la strada che stavo percorrendo era quella giusta per andarmene da quel posto. Dietro di me sentivo il rumore chiaro di uomini che urlavano e che combattevano, ma in tutto quel trambusto si poteva sentire chiaramente quel ruggito, che era sempre più potente e terribile: eppure, per me quel ruggito dava un senso di sicurezza, sapeva di casa. Purtroppo non avevo tempo per chiedermi chi stesse facendo quel verso perché avrei potuto trovare un’altra guardia in qualsiasi momento e non potevo rischiare di essere catturata un’altra volta. Così le mie gambe incominciarono di nuovo a correre, mentre i miei polmoni chiedevano pietà perché non riuscivano a dare abbastanza ossigeno al resto del mio corpo dolorante. Mi fermai un paio di volte per prendere fiato: non ce la facevo più, ma dovevo continuare a correre, ogni volta che rallentavo il passo, la vocina interiore si faceva sentire continuando a esclamare “Non puoi fermarti, non adesso che manca così poco!” così io continuavo a correre. Notai che i corridoi erano vuoti: nessun soldato che controllava, nessun prigioniero, le uniche volte che incontravo dei soldati erano sempre agitati e correvano da tutte le parti, come se stesse per succedere qualcosa di terribile ma, poiché erano distratti, non fu difficile passare senza che loro si accorgessero di me. A un certo punto mi ritrovai in un corridoio diverso: era molto più spazioso, ai lati non c’erano più le porte delle celle, ma ogni tanto si vedeva una finestra, a far luce nei punti più bui ci pensavano delle luci a neon che emettevano una debole luce fredda. Ero sicura, sapevo che alla fine di questo corridoio c’era la fine di questo incubo, se così si può chiamare l’uscita. Ancora una volta il mio istinto aveva ragione, non sapevo come, ma in qualche maniera ero riuscita a fuggire. Dopo alcuni minuti passati a correre in quel tunnel senza fine vidi una luce che a poco, a poco si faceva sempre più grande; e finalmente eccola! Solo un enorme cancello con grosse sbarre mi separava dalla libertà, mi stavo quasi dando per vinta perché ovviamente era chiuso e io non sapevo come aprirlo, quando una voce risuonò dietro di me « Hei tu, ferma, chi sei? »molto probabilmente era uno dei soldati di guardia al cancello e non ci mise molto a capire che ero una prigioniera, così, armato di lancia prese la rincorsa e mi attaccò. In quel momento io ero immobile perché la paura aveva preso il pieno controllo sul mio corpo, ormai l’uomo era a pochi centimetri da me , ma all’ultimo momento il mio istinto di sopravvivenza prese il sopravvento su di me così feci un primo scatto per schivare il colpo, poi gli afferrai l’arma e lo colpì in pieno petto. Ecco, era successo un’altra volta: avevo ucciso senza nemmeno rendermene conto, rimasi ancora una volta lì, immobile, terrorizzata da me stessa; era per questo che mi tenevano rinchiusa in quel luogo? Perché sono un pericolo per tutti? “Che fai li ferma? Sbrigati! Prendi la chiave e scappa da qui, non rimane molto tempo!” la voce dentro di me si fece risentire, presi le chiavi appese alla cintura del povero custode, aprii il cancello e corsi, corsi il più lontano possibile. La caverna dove mi trovavo era al centro di un bosco e perciò mi misi a correre, avrei voluto fermarmi per ammirarlo, ma non potevo: non volevo rischiare che quegli uomini mi trovassero. In quel momento desideravo solo scappare il più lontano possibile da quel posto tremendo, corsi scalza e sanguinante nel terreno franoso, inciampai un po’ di volte ma cercavo sempre di rialzarmi il più velocemente possibile. A un certo punto decisi di fermarmi per concedermi un po’ di riposo alla riva di un ruscello, mi ripulii un po’ e mi accorsi che avevo tutto il corpo ricoperto di graffi e cicatrici varie, nel riflesso dell’acqua notai che avevo il viso piuttosto pallido, evidentemente era per la stanchezza e per la perdita eccessiva di sangue, i miei lunghi capelli bianchi erano tutti sporchi e ogni ciuffo della frangia stava per conto proprio; come se non bastasse, avevo una brutta ferita nella testa, sopra all’ occhio sinistro e al fianco destro avevo una profonda ferita, infine, i piedi erano doloranti a causa della feroce corsa per la foresta. Indossavo una lunga maglietta bianca che mi faceva da vestito da quanto grande era e un paio di pantaloncini neri tutti strappati che mi arrivavano al ginocchio. Guardai in cielo, il sole era esattamente sopra di me, quindi capii che era all’incirca mezzogiorno, così, dopo l’ispezione delle mie ferite decisi di riposarmi un po’, mi appoggiai a un albero con la speranza che quegli uomini non mi trovassero. Ero sul punto di addormentarmi quando notai che nella mano destra avevo una cicatrice molto strana: aveva la forma dello yin e dello yang, ma la cosa che più mi colpì fu il fatto che lungo i contorni di quella cicatrice c’era una strana luce che vi correva sopra, come se volesse definire meglio i contorni e a ogni giro diventava sempre più debole. Incantata, da quella stana cosa, mi ritornò alla mente quello strano nome Kirara, qual’era il suo significato?.
Nonostante tutte le emozioni provate nelle ultime ore, la stanchezza ebbe la meglio su di me, così nel giro di pochissimi minuti precipitai in un sonno profondissimo mentre ormai il sole stava per svanire.

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Capitolo 2
*** Rifugio ***


Mi risvegliai di soprassalto sentendo le voci degli stessi uomini che mi ero lasciata alle spalle, guardai il cielo: il sole stava per tramontare, avevo dormito troppo! Così mi rialzai ma sentì subito una fitta al fianco, la ferita si stava per riaprire, purtroppo non c’era tempo per medicarla allora mi misi a correre a perdifiato ma, dopo nemmeno una ventina di passi caddi a terra per il troppo dolore, mi guardai alle spalle, gli uomini ormai, mi avevano raggiunta, mi stavo per rassegnare ancora una volta, ma ecco che sentii di nuovo quella voce “forza corri! Corri più veloce che puoi e cercati un riparo!” e, come dal nulla, ancora una volta, ricevetti energia e in men che non si dica mi misi a correre, una cosa che ormai mi veniva di natura. All’improvviso, però mi dovetti fermare, non perché avevo male, ma perché ero sbalordita; improvvisamente il paesaggio era cambiato: davanti a me si stendeva un’ infinito deserto con dune incredibilmente alte e dislivelli a dir poco impressionanti. Rimasi stupefatta, non avrei mai immaginato che uno scenario potesse cambiare così velocemente; dietro di me c’era una fitta foresta, invece, davanti si poteva vedere solo ed esclusivamente sabbia. Guardai dietro e poi davanti a me un paio di volte perché ero indecisa se tornare indietro, nella foresta, dove avrei avuto l’opportunità di nascondermi, oppure continuare sempre dritta nella speranza che quegli uomini non mi inseguissero attraverso il deserto. Non sapevo cosa fare quando sentii una fitta alla spalla, d’istinto ci misi la mano sopra e sentii subito un oggetto tagliente: una freccia. Mi voltai in preda al dolore e ansimante per la corsa appena fatta; quei soldati mi stavano circondando, non mi diedero un attimo di sollievo e uno di loro mi corse in contro con un oggetto in mano, lo avvicinò al mio volto solo all’ultimo istante e mi spruzzò negli occhi qualcosa, all’apparenza semplice acqua, infatti mi chiedevo perché lo avesse fatto, ma dopo qualche secondo gli occhi iniziarono a bruciare, provai a sfregar via quella sostanza con le mani, ma ebbi l’effetto contrario, il bruciore aumentava ogni secondo e capii che era una soluzione acida o una cosa simile, allora provai ad aprire gli occhi ma fu tutto inutile perché vedevo tutto fosco. Urlavo come una disperata e mi agitavo a terra per la troppa sofferenza. I soldati mi saltarono addosso e iniziarono a darmi calci e pugni, proprio come i bulli fanno ai bambini più piccoli per farsi dare i soldi della merenda, sentivo le forze mancare, desideravo solo sparire nel nulla ma per fortuna quegli uomini si fermarono, forse avevano avuto un po’ di pietà. Nel silenzio quasi inquietante che si era fatto tutt’attorno, sentii i passi di uno di loro avvicinarsi, qualcuno mi prese per il mento, io riuscii ad aprire a mala pena gli occhi ma abbastanza per capire che quella persona era il comandante che avevo visto il giorno prima fuori della mia cella, ma qualcosa in lui era cambiato, il suo volto era attraversato da una nuova e fresca cicatrice che faceva rabbrividire la pelle « Ma che brava, i miei più sinceri complimenti, sei riuscita a scappare dalla nostra prigione. Devo ammette che non è cosa da poco. Se fosse per me ti ammazzerei qui, in questo momento »fece una breve pausa per guardarsi attorno come per capire se qualcuno ci stesse spiando « Purtroppo, però, ho dei superiori molto intransigenti: pretendono che tutto sia fatto in modo perfetto e questo implica che per farti fuori dobbiamo portarti nelle nostre celle. Hai delle informazioni molto utili che ci interessano, quindi non possiamo farti più di tanto male. Adesso ti riporteremo nel nostro nascondiglio e tu ci dirai quello che vogliamo sapere »anche questa volta non attese una risposta e mi prese per i capelli per trascinarmi « Lasciami! Lasciami! »tentai di urlare con la poca voce che mi rimaneva « Stai zitta brutta mocciosa! »mi ordinò subito quell’uomo e mi cacciò il colpo di grazia. Si voltò e mi diede un pugno dritto nello stomaco, sputai sangue e mi raggomitolai per il dolore; stavo per svenire, questa volta veramente le forze mi mancavano. Sbattei la testa nella sabbia e negli ultimi istanti di coscienza sentì il battito del mio cuore e in contemporanea il suono chiaro del battito di un altro cuore. Attorno a me vedevo solo nero, non a causa degli occhi chiusi, lo sentivo chiaramente: attorno a me il nulla più completo.
Sto per morire? E’ questo che si sente quando si sta per perdere la vita? Il nulla tutt’attorno e le forze che piano, piano se vanno?
Una luce si fece strada nel buio e questa volta udii chiaramente due parole “Kirara” “Brisingar” perché in un momento critico come questo mi vengono in mente queste parole così assurde e senza senso?.
Con l’apparizione di quella luce le forze mi ritornarono, ma questa volta era diverso, quell’energia che mi stava venendo aveva un non so che di diverso, di stano, di magico. In quel momento non sentii più il male causato dalle varie ferite, apii gli occhi e i contorni delle figure erano finalmente chiari; vedevo con piacere i soldati, che prima mi circondavano e mi malmenavano, ora invece terrorizzati da me; indietreggiavano e tremavano come una preda davanti al cacciatore, quella nuova forza che avevo appena ricevuto era molto gratificante e mi faceva sentire la più potente di tutti, la più forte. I miei occhi passarono in rassegna tutti quelli che prima mi guardavano con tanto disprezzo e odio, poi mi soffermai a guardare il volto di quell’uomo che prima si sentiva tanto superiore a me « P-presto, che aspettate, catturatela! »cercò di balbettare, ma questa volta nessun soldato osò avvicinarsi, e io non avevo intenzione di farmi sfuggire quell’occasione: mi mossi come se quello che stavo per fare lo avessi già fatto qualche centinaio di volte prima, anche se in realtà non avevo coscienza di quello che stavo facendo. Stesi il braccio, indicai tutti i soldati e alla fine, concentrai tutta la mia energia nella mano e la liberai tutta in un solo momento urlando con tutta la voce che avevo in gola « Brisingar! »d’ un tratto sentii il calore del fuoco avvolgere me e tutto quello che mi circondava, i corpi di quelle persone si agitavano in preda al panico tra le fiamme, mentre io stavo li a osservare la scena e, a differenza di loro, non bruciavo, anzi più stavo a contatto con le fiamme più mi divertivo e quella forza si faceva sentire, ribolliva nelle mie vene come se fosse contenta di vedere la morte di quella gente. Ma, come era comparsa, quella misteriosa energia scomparve e mi ritrovai inginocchiata e ansimante per quella mancanza improvvisa di potenza. Ero circondava da quei corpi carbonizzati, qua e là qualche cadavere stava ancora bruciando. Sono veramente io questa? Un’assassina spietata?. No, non potevo perdermi in quei pensieri perché molto probabilmente quella era solo una delle tante pattuglie che mi stavano cercando: in fondo quell’uomo aveva detto che io ero preziosa per loro. Gli occhi e le ferite tornarono a far male e così chiusi le palpebre per sentire meno male e cercai di fermare il sangue premendo le mani sulle ferite. Optai per il deserto, in fondo i soldati potevano benissimo pensare che nelle mie condizioni non avrei avuto il coraggio di addentrarmi li, così proseguii il mio cammino.
Andavo avanti a fatica, non avevo la più pallida idea di dove fossi, cadevo spesso ma l’idea che altri alleati di quei tipi mi trovassero, mi faceva rialzare; inoltre il sole era quasi sopra di me e volevo trovare un riparo per potermi rilassare all’ombra, mi faceva male ogni singola cellula del mio corpo e avevo una sete tremenda. Il caldo era diventato mio nemico, molto probabilmente era mezzogiorno perché si sentiva chiaramente l’afa e il ribollire della sabbia per la temperature troppo elevata, dovevo trovare un riparo o tutta la fatica che avevo fatto per sbarazzarmi di quella gentaglia sarebbe risultata inutile, provai ad aprire di più gli occhi, non immaginavo che farlo facesse così male tanto che caddi a terra per il dolore, ma comunque tutti i miei sforzi non risultarono vani: riuscii a vedere qualcosa di molto grande e alto davanti a me, una montagna molto probabilmente, finalmente potevo ripararmi dal sole e riprendere le forze. Mi incamminai verso quel luogo, nella speranza che i miei inseguitori non fossero arrivati li prima di me, sentii le gambe cedermi per la fatica e la sofferenza era sempre più assillante, così, ancora una volta, persi i sensi prima di arrivare in quel posto che in quel momento significava la mia salvezza. 

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Capitolo 3
*** Sunagakure, il Villaggio della Sabbia ***


Mi risvegliai dopo non so quanto tempo, provai a capire dov’ero, ma non ci riuscii, qualcosa me lo impediva , portai le mani agli occhi e sentii chiaramente che avevo tutta la parte superiore della testa fasciata, proprio come la gran parte del mio corpo; evidentemente qualcuno mi aveva vista a terra nel deserto e aveva pensato bene di curare le mie ferite. Le mie domande a questo punto erano molte: dove mi trovavo? In un letto ovviamente, ma dove? Chi mi aveva curata? Forse per pura fortuna questa persona mi ha aiutata perché mi conosce e quindi, vedendomi ridotta in quella maniera, ha deciso di aiutarmi; anche se, in quel momento la mia più grande preoccupazione era quella di trovarmi nelle grinfie del nemico. D’ un tratto udii provenire da poco distante da me diverse voci femminili « Anche se ci sono probabilità che riprenda la vista, speriamo che si riprenda presto » un’altra donna affermò « I ninja che stavano di guardia all’inizio, pensavano fosse un nemico, ma quando hanno visto che è caduta a terra si sono avvicinati e hanno capito che era una ragazza gravemente ferita, così l’hanno portata subito qua » « Poveretta » aggiunse una terza voce « Chi mai potrebbe ridurre in quel modo una ragazzina? Sicuramente sono stati loro! » Capii che stavano parlando di me e il fatto che non ero in mano nemica mi rassicurò molto, ma volevo capire di chi si riferisse la terza donna, allora provai ad ascoltare ancora « Comunque avete avvertito il kazekage? Sinceramente, mi preoccupa il segno che ha nella mano. Nessun esperto è riuscito a capire di che cosa si tratta » la voce della prima donna si fece risentire, si poteva percepire più terrore nelle sue parole, ma a risponderle non fu una delle due donne, questa volta toccò a un uomo « Non ancora, il Signorino non è ancora rientrato al villaggio, ma quando arriverà lo informeremo all’istante; nel frattempo possiamo solo sperare che si riprenda e che ci dica chi è veramente, comunque una cosa è certa, abbiamo avviato delle indagini e abbiamo capito che non è del nostro villaggio, per di più la squadra di ninja inseguitori, ai quali ho ordinato personalmente di seguire le tracce della ragazza per cercare di capire da dove viene, ha fatto rapporto giusto pochi minuti fa, ci ha informati che lei stava scappando da qualcuno visto che al confine del nostro territorio ci sono segni di una lotta » Avrei voluto continuare ad ascoltare quella conversazione, ma la fitta atroce al fianco mi fece inaspettatamente dolore e mi misi a urlare per il dolore, così tutte e quattro le persone corsero verso me e subito la domanda di uno di loro sorse spontanea « cos’hai? Dove hai male? » io riuscì a mala pena a parlare e dissi in un unico respiro « Il fianco … fa male » subito sentì le loro mani sul mio corpo e una voce « La ferita ha fatto di nuovo infezione, bisogna ripulirla un’altra volta, per favore maestro Baki, chiami immediatamente un ninja medico » e l’uomo si affrettò « Subito » correndo via. Le donne continuavano a parlare tra di loro con un linguaggio tipico delle infermiere « Prendi una benda » « Ecco » ma soffrivo troppo per ascoltare quello che si dicevano e persi nuovamente i sensi. Mi risveglia e mi ritrovai di nuovo su quel letto d’ospedale, stavo per alzarmi, ma qualcuno mi bloccò « No, no ferma, non puoi muoverti: il tuo corpo è troppo debole e ogni minimo spostamento potrebbe solo peggiorare la tua debole salute » avevo poche forze, è vero, però riuscii lo stesso a chiedere con un filo di voce « Chi siete? Dove sono? » ero molto confusa « Non preoccuparti, sei al sicuro adesso. Ti trovi all’ospedale del villaggio della sabbia » dalla voce riuscii a capire che era una delle infermiere di prima, probabilmente lei era rimasta lì per assicurarsi delle mie condizioni « Hai fame? » mi chiese a un certo punto, e a quelle parole la mia pancia iniziò a borbottare « Io … si un po’ … » arrossii, non mi aspettavo una reazione del genere dal parte del mio stomaco, ma era da un pezzo che non mettevo qualcosa sotto i denti e a pensarci bene, quella era una reazione abbastanza naturale « Bene, tra un po’ arriva la cena, e visto che hai gli occhi bendati mi occuperò io di te. Per qualsiasi cosa chiedi pure a me » la sua voce era rassicurante, ma avevo paura di lei; non sapevo nulla né di quel villaggio né di quella donna, come se non bastasse non ricordavo assolutamente di niente di me. A parte quelle due strane parole “Kirara” e “Brisingar” tutto il resto di me era tabula rasa. « Grazie per la disponibilità » mi limitai a dire. Ora che potevo riprendermi volevo sapere quel’era il significato di quei due termini, ma soprattutto volevo capire da dove veniva ogni volta quell’energia che mi veniva tutte le volte che ne avevo bisogno e perché quando ho detto Brisingar tutto attorno a me ha preso immediatamente fuoco. Ero intenta nei miei pensieri quando un’immagine piano piano iniziava a farsi strada nella mia testa, era un felino bianco con due code e denti a sciabola, gli occhi color rosso fuoco e la pupilla nera che si allungava proprio come quella dei gatti e il contorno degli occhi era definito da un contorno nero notte, le punte delle code, delle orecchie e la parte finale di tutte le zampe erano anch’esse nere; era grande come un cavallo e il suo fisico era robusto come quello di un leone ma nello stesso tempo agile « Kirara » bisbigliai « Come scusa? » la voce della dottoressa mi fece riportare la mente sul letto dell’ospedale e non mi accorsi che, da tanto ero presa dai miei pensieri, dissi quella parola strana ad alta voce « No, niente » mi affrettai a dire « Volevo sapere se si mangia, e per la stanchezza ho detto un’altra cosa » cercai di trovare una scusa nella speranza che quella donna mi credesse « Dovrebbero portare il cibo tra un po’, intanto … » fece una breve pausa « Ti va se mi racconti un po’ di te? » e ora? Cosa le dicevo? Non potevo di certo dirle di quell’essere a due code, sicuramente mi avrebbe presa per pazza, così decisi di dirle la semplice verità « Non ricordo niente di me » pronunciando quella semplice frase composta da poche parole si poteva sentire chiaramente la mia delusione, tristezza e amarezza; chissà se avevo una famiglia e se ce l’avevo, mi stava cercando in quel momento? Oppure mi avevano già data per morta?. In quel momento avevo più domande che risposte, odiavo quella situazione. « Non preoccuparti, io e gli altri medici che ti hanno curata lo immaginavamo: quando sei arrivata qua ci siamo subito preoccupati di te perché hai una brutta botta in testa ed è probabile che è a causa di quella che non ti ricordi più niente » mi spiegò « Ma oltre a quella botta, è probabile che tu abbia perso i ricordi a causa di uno shock, non è difficile ipotizzare che tu sia stata traumatizzata da qualcosa, in fondo, le gravi ferite che hai nel tuo corpo possono confermare il fatto che tu sia stata maltrattata per un periodo molto lungo » in un certo senso mi sentì rassicurata dal fatto che lei sapesse già queste cose perché io non avrei saputo spiegarle meglio, ma non volevo fidarmi troppo né di lei né di nessun altro, qualcosa me lo impediva, forse c’ entrano quei uomini che le ore prima mi avevano maltrattata e picchiata a sangue o forse non mi sono mai veramente fidata di nessuno, anche prima di perdere la memoria. In quel momento ero confusa, come se una parte di me non fosse realmente in quel letto d’ospedale ma fosse in un’altra parte “daimon” ecco, era successo un’altra volta. Proprio mentre facevo quei strani pensieri mi venne in mente quella strana parola, che cosa voleva significare? Perché, pensando a quel termine, mi ricordai quel felino a due zampe e a quel termine insolito Kirara? « Ecco, è arrivata la cena » la voce dell’infermiera interruppe di nuovo i miei pensieri « Cosa c’è da mangiare? » chiesi subito con la voce che mi rimaneva in corpo « una semplice minestra, ti sei ripresa da poco e il tuo stomaco non è in grado di digerire molte cose » spiegò, e notò subito la mia delusione « aspetta, ti aiuto a sederti, non devi sforzarti più di tanto » così, rassegnata, mi feci imboccare come una bambina appena nata. Dopo la cena, l’infermiera con l’aiuto di altri dottori, mi cambiò le bendature; mi dissero che le ferite alla spalla e al fianco, a causa della loro profondità, erano ancora aperte, ma almeno tutte le altre minori ferite si erano quasi completamente rimarginate, ed era strano, poiché a un’altra ragazza della mia età non si sarebbero mai rimarginate così velocemente. Dopo le medicazioni, l’infermiera si fermò a parlare un po’ con me, mi disse che, da quando mi avevano ritrovata, ero stata in un leggero coma per due giorni e per un altro giorno sono rimasta immersa in un sonno profondo, infine, al pomeriggio del quarto giorno, mi sono risvegliata. Quella sera non riuscivo a dormire, ero agitata e nervosa come se stesse per succedermi qualcosa, così decisi di scendere per la prima volta dal letto, disubbidendo all’ordine che la dottoressa mi aveva imposto cioè di rimanere ferma a letto. Provai a cercare, a tamponi, una finestra, nella speranza di respirare un po’ di aria fresca, ma niente da fare: toccai tutte le pareti per sentire se ce ne fosse stata una,ma pur troppo non tastavo nulla che ci potesse assomigliare, allora tornai a letto augurandomi di dormire.

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Capitolo 4
*** Visione ***


Il buio totale regnava su tutto quello che si poteva vedere, in qualunque direzione non si poteva vedere altro che nero. « C’è qualcuno? » l’eco di una voce da bambina mi suona lontano, mi guardo intorno per trovarla. Eccola avrà avuto poco più di 5 anni, capelli corti, a caschetto con la frangia, con qualche ciuffo che se ne stava per conto proprio e di un colore particolare: un bianco che luccicava. Un bianco puro. Un po’ alla volta, davanti alla bimba, parve un’ombra, un animale con molte code, era enorme più grande di una casa e aveva la forma di una volpe. Quest’animale aveva uno spirito fiero e orgoglioso di se stesso e di quello che stava per fare. Avvicinò una zampa alla bambina e la aprì; la piccola, incuriosita si avvicinò per vedere meglio che cosa ci fosse tra quegli artigli: un piccolo felino color bianco con occhi rossi. La bambina toccò il piccolo animale e all’improvviso una luce abbagliò tutto quello che c’era attorno, il buio e l’ombra scomparvero e al loro posto restarono la bambina e li felino. Lei si guardò intorno come per capire che cosa era appena successo, poi si guardò la mano destra, fece un sorriso, guardò il piccolo animale a due code e infine disse con un sorriso «Ciao Kirara, io sono Yume Miyu e tu sei il mio Daimon. Piacere di conoscerti» così Kirara, il piccolo felino, saltò sulla spalla della bambina, fece un piccolo verso e le leccò la guancia, come per salutarla. Mi svegliai di soprassalto, dopo quel sogno non ricordai nient’altro di quella notte. Quella bambina ero io e il felino a due code era Kirara; capì anche il significato di Daimon: quando un demone e una persona si legano i loro corpi e le loro anime si uniscono, la cicatrice che mi era comparsa sulla mano destra ne era la prova confutante. Questo significava che la voce che sentivo quando ero in quella prigione era la sua e l’energia che ricevevo improvvisamente tutte le volte che rischiavo di rimetterci la vita era la forza che Kirara mi inviava, inoltre, quella parola Brisingar significa fuoco, per questo quando l’ho pronunciata tutt’attorno a era andato in fiamme, ma ancora non sapevo bene il senso profondo di quella parola. « Il kazekage è tornato questa mattina all’alba, gli ho parlato e ha detto che appena troverà un po’ di tempo verrà a vedere la ragazza, intanto ha avviato delle ricerche su quel segno che ha sulla mano, per adesso bisogna capire che tipo di segno maledetto si tratta » l’uomo che avevo sentito parlare quando mi risvegliai la prima volta, stava discutendo ancora di me fuori dalla mia camera d’ospedale, se non avevo capito male si chiamava Baki « Bene perfetto, la ringrazio Maestro » questa invece era la voce dell’ infermiera che mi stava seguendo nel mio periodo di convalescenza, ora che mi veniva in mente, non sapevo come si chiamava; ma chissà quell’uomo cosa voleva dire con “segno maledetto”, è vero, come cicatrice era insolita, ma non capivo perché lo avesse etichettato maledetto e poi, chi era questo kazekage? Sentì i passi dell’infermiera ritornare nella stanza e io finsi di risvegliarmi « Buongiorno, spero tu abbia dormito bene » mi disse appena vide che ero sveglia « Si si ho dormito bene, la ringrazio » « Molto bene, tra qualche minuto dovrebbe arrivare la colazione » « Ok grazie » mi limitai a rispondere. Fisicamente ero in quel luogo, ma la mia mente era ancora a quel sogno e a Kirara. Chissà lei dov’era, inoltre quella mattina le mie forze erano molto diminuite come se un po’ alla volta mi stessero per svanire, probabilmente se Kirara poteva trasmettermi la sua forza, lo stesso potevo fare io con lei, di conseguenza senza volere stavo mandando la mia energia a Kirara, evidentemente ne aveva bisogno ed era in pericolo. Cacciai quei pensieri dalla mente, non volevo considerare l’idea che ma mia fidata compagna si trovasse nei guai. Passai il resto della giornata tra i miei pensieri e scambiando qualche parola con l’infermiera, a un certo punto però lei fu chiamata fuori dalla camera da una persona la cui voce non mi risultava conoscere « Tra un po’ riceverai una visita speciale » mi disse lei quando rientrò, a quelle parole rabbrividii, negli ultimi giorni di cose “speciali” ne avevo passate fin troppe per i miei gusti « Che genere di visita? » evidentemente sbagliai il tono della voce, che in effetti risultò piuttosto freddo, e la dottoressa, notando questa mia improvvisa serietà mi spiegò « Vedi, nella mano destra, hai un segno molto insolito, non se ne sono mai visti così qui al villaggio, per questo il Kazekage verrà di persona a esaminarlo, così da capire se è una cosa pericolosa o meno » « Kaze … cosa? » mi venne spontaneo dire, visto che non avevo la più pallida idea di che cosa fosse, o chi fosse « Non mi stupisco che non sappia chi sia, mi pare evidente che hai rimosso anche questo termine dalla tua memoria. Vedi, ogni villaggio ha un capo che lo guida, e ogni capo nel proprio nome ha il suffisso –kage, nel nostro villaggio c’è il Kazekage, nel Villaggio della Foglia c’è l’Hokage e così via. Ora hai capito chi è? » a dire il vero, non ero per niente entusiasta di conoscerlo, in effetti, l’ultimo ricordo di una persona che aveva più potere rispetto agli altri è quello dell’uomo che vidi fuori dalla cella dove è iniziato tutto e che ho carbonizzato al confine tra il deserto e la foresta, avevo paura che anche questo Kazekage fosse cattivo come quell’uomo; ma non potevo dire di quell’esperienza a nessuno, chissà cosa mi sarebbe successo poi « Si, è una fortuna che qualcuno di esperto mi aiuti » mi sforzai a dire e cercai di fare un sorriso tirato, ma anche se avevo gli occhi bendati si capiva chiaramente che la dottoressa non credette a quelle mie ultime parole e sicuramente ne rimase delusa « Quando arriva? » aggiunsi con un tono un po’ più interessato, come per farle capire che mi incuriosisse « Non si sa, molto probabilmente verso sera, ultimamente è molto impegnato perché questo è un periodo critico e deve cercare di organizzare molte cose in poco tempo » « Capisco » risposi «Comunque ora devi venire con me: ti accompagno da un altro dottore che ti cambierà le garze che hai negli occhi e nel resto del corpo. Ce la fai a camminare? O preferisci che ti porto con una sedia a rotelle? » mi disse cambiando completamente discorso « Preferisco camminare, così sgranchisco un po’ le gambe » ero stufa di stare seduta, una camminata era proprio quello che mi serviva. Mi alzai barcollante e accompagnata dall’infermiera, che ormai aveva preso il posto dei miei occhi, attraversai tutto l’ospedale e alla fine entrammo in un’altra stanza « Oh salve dottoressa, è lei la ragazza? » appena fummo lì dentro la voce un po’ bizzarra di un uomo mi travolse « S-Salve.. » balbettai, « Salve anche a lei, si è lei la ragazza » si affrettò a dire la donna « Bene forza, c’è molto lavoro da fare, siediti in questo lettino e in men che non si dica ti cambio tutte le bende » come finì di parlare l’uomo mi prese di peso e mi mise seduta su un lettino, per i miei gusti si stava prendendo un po’ troppe libertà, come se non bastasse aveva un tono di voce talmente alto che avevo già l’emicrania « Bene, ora devi fare molta attenzione a quello che dico » d’un tratto l’uomo si fece serio « ora ti slego le bende che hai negli occhi, tu però, non dovrai minimamente aprirli altrimenti rischierai di rimanere abbagliata dalla luce che c’è nella stanza e di accecarti: è da molto tempo che i tuoi occhi non vedono la luce per questo, un approccio troppo impulsivo con la luce potrebbe danneggiarti gli occhi. Sono stato chiaro? Mi raccomando, qualsiasi cosa succeda tu non devi aprirli » non pensavo che poter guardare potesse togliere la vista; così mi limitai ad annuire timidamente.

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Capitolo 5
*** avvistamento ***


« Signorino Kankuro, presto venga a guardare, c’è qualcosa che si sta avvicinando alle mura, non si riesce a  capire bene cosa sia » il ninja vedetta passò il cannocchiale al ragazzo e questo, dopo un’attenta osservazione fece fronte « Non mi sembra nulla di amichevole: ha chiaramente due code e il suo chakra non mi piace » un terzo ninja irruppe nella discussione « Non dirmi che è un …. No è impossibile! » « Ci ho pensato anch’ io Maestro Baki, le uniche creature che hanno più di una coda sono i demoni, a eccezione del monocoda; ma quell’essere che si sta avvicinando al Villaggio ne ha due, però a differenza di tutti gli altri quello è molto più piccolo: raggiunge al massimo l’altezza di un uomo. Forse è semplicemente una creatura che è stata richiamata, ma non vedo il ninja che lo ha evocato, oppure c’entra qualcosa con Alba » il ragazzo e il terzo ninja si scambiarono un’occhiata « Ho capito, vado a chiamare mio fratello, voi intanto tenete quella bestia lontano dagli abitanti e cercate di non farli allarmare »a queste parole il ragazzo corse verso il villaggio con lo scopo di trovare il fratello Kazekage; si girò a dare uno sguardo alle mura solo quando sentì che gli altri ninja avevano iniziato ad attaccare quell’animale.
 
« Ragazza, cos’hai? Stai bene? » l’uomo che mi stava per cambiare le garze si accorse che d’improvviso mi ero messa ad ansimare per la fatica, non sapevo cosa mi fosse successo, ma mi sentivo come una persona che ha corso per chilometri senza mai fermarsi e che per la prima volta dopo tanto tempo riesce a prendere fiato « Mi sento molto stanca, ma sto bene non preoccupatevi ». L’infermiera, che intanto era rimasta lì per fare da assistente al dottore, si offrì di portarmi un bicchiere d’acqua; fu quando me lo porse che per me arrivò il peggio, mi misi a urlare per il dolore: mi sentivo la testa scoppiare e ogni cellula del mio corpo mi faceva male. Mi accasciai a terra per il male e le forze se ne stavano per andare « Basta! Basta! » continuavo a urlare, intanto i due medici rimasero lì fermi perplessi, come per capire cosa mi stesse succedendo « Stai calma, e dicci cosa ti sta capitando » cercarono di dirmi per calmarmi. Il mio dolore però era troppo potente per parlare, ma capii che stava succedendo qualcosa a Kirara, la sentivo così vicina a me, ma terribilmente debole. Finalmente, dopo un interminabile minuto, non sentii più male e rimasi ferma a terra per qualche istante, ansimante e confusa « Stai bene? Cosa ti è successo? » mi presi un po’ di secondi per rispondere alle domande dei due, così raccontai cosa mi era successo negli ultimi minuti. Finito il mio racconto però, mi sentii inesorabilmente perdere le forze.
 
Mi trovo in un prato, davanti a me s’innalzava un enorme albero, seduta sopra uno dei rami più grossi di quell’arbusto c’era una bambina; tutt’intorno si vedeva solo erba. A un certo punto, la bimba, racchiuse le mani davanti alla bocca e ci soffiò dentro. Ne uscì un dolce fischio. D’un tratto, Kirara, sbucò poco lontano dall’albero, corse verso quel sempreverde, e quando fu sotto le sue fronde si guardò attorno e, udendo nuovamente il fievole fischio, guardò verso l’alto, dove c’era la piccola bambina che le fece un sorriso « Brava! Sei riuscita a trovarmi anche questa volta »prese il piccolo demone, che nel frattempo era saltato sopra all’albero fino a raggiungere il ramo in cui la bimba era seduta, e lo prese in braccio, portandolo all’altezza dei propri occhi « Quando sarai grande, sono sicura che diventerai un’ottima cercatrice »aggiunse la piccola bambina, Kirara le ringhiò in modo amichevole e si accovacciò sulle  gambe dell’amica. Quella bambina ero io da piccola, ancora una volta i miei ricordi si erano manifestati sotto forma di sogno …
 
« Hei, ragazza! Su forza stai bene? » appena ripresi i sensi mi resi conto che non ero più accasciata a terra, ma ero sdraiata in un lettino « Si, ora mi sento decisamente meglio. Ma che cosa è successo? » risposi confusa e subito i due medici mi spiegarono « Non appena ti sei ripresa ci hai raccontato cosa ti è successo, subito dopo hai provato a rialzarti ma appena ti sei messa in piedi hai perso i sensi, così ti abbiamo messa sul lettino » fu la dottoressa a dirmelo preoccupata.
 
Intanto alle mura del Villaggio …
« Accidenti! Quel demone ha scavato una buca e si è rintanato sotto terra, ora non sappiamo da dove possa uscire! »
« State calmi uomini! Non lo cercheremo più solo quando lo deciderò io! Ho bisogno di alcuni Ninja Sensitivi: provate a usare le vostre capacità per individuarlo »
« Capitano Baki, sembra si trovi sotto le mura e sia diretto verso il Villaggio, che cosa facciamo? Fino a quando rimarrà sotto terra non abbiamo modo di attaccarlo »
« Due squadre verrano con me così lo inseguiremo, il resto di voi rimarrà qui alle mura, per controllare che non ne vengano altri » così un gruppo di ninja corse verso il centro del Villaggio della Sabbia
« Capitano, si sta dirigendo verso l’ospedale. Come facciamo a catturarlo se il rischio di coinvolgere gli abitanti è tanto elevato? » domandò uno dei ninja sensitivi, che ormai aveva capito la direzione dell’animale.
« Per adesso limitiamoci a seguirlo, appena sbucherà lo attaccheremo cercando di non far male ai civili »

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Capitolo 6
*** Irruzione ***


« Kazekage, che le succede ? »
« No, niente. Mi è sembrato di sentire un
chakra insolito. Ora però portatemi dalla ragazza che avete trovato nel deserto »
« Si, subito. Ma … quello non è suo fratello? » il ninja che era stato incaricato di fare da scorta al Capo Villaggio, notò il fratello maggiore del Kazekage, che nel frattempo era entrato nell’ospedale, che si affrettava a raggiungerli « Kankuro, p
rendi fiato e dimmi che succede »
« Una strana bestia si sta avvicinando al Villaggio, non promette nulla di buono: il suo chakra non mi convince e ha tutta l’aria di essere un animale da richiamo che ha ricevuto ordine dal proprio evocatore di attaccarci » il giovane Kazekage non si mosse, rimase inespressivo come sempre e si limitò a dire « Sei sicuro di quello che … » il ragazzo non fece in tempo a finire la frase che il pavimento della sala d’accoglienza dell’ospedale inizio a sgretolarsi e poco dopo ne sbucò una bestia bianca ansimante. Questa, come se nulla fosse, si guardò intorno e iniziò ad annusare l’aria; tutti i testimoni rimasero immobili, stupiti per quello che nell’arco di qualche secondo era successo. Fu il Kazekage, il primo a procedere: con la forza del pensiero richiamò la sabbia che aveva nel contenitore che portava sulla schiena e attaccò la bestia cercando di non colpire i pazienti che in quel momento si trovavano lì « Portate i pazienti e i dottori lontano da qui » si limitò a dire. Poco dopo la comparsa di quell’animale, anche la squadra di ninja che era di guardia alle mura raggiunse l’edificio e circondò la bestia.
 
… « No! Fermi! Lasciatela stare! » mi misi a urlare. La testa mi scoppiava, stava succedendo qualcosa a Kirara. Ma cosa? Non riuscivo a darmi pace. « E adesso che ti succede? » mi domandò spazientito il dottore « Me ne devo andare da qui! Devo aiutarla! Voi non potere capire! » continuai a urlare con tono straziante « Aiutare chi? » continuava a chiedermi l’uomo. “Non resisterò per molto, mi devi aiutare” la voce di Kirara si fece strada nel mio cuore e qualcosa dentro me si accese; d’improvviso scesi dal lettino e mi misi a camminare; non sapevo dove stavo andando a causa degli occhi bendati ma sentivo che era la direzione giusta da prendere « Ferma! Dove stai andando? Da quella parte ci sono le scale, rischi di cadere! » la voce dell’infermiera che mi aveva accudita mi suonava lontana. Mi ritrovai su una gradinata e scesi le scale, non vedevo nulla ma fino a quel momento non ero mai stata più sicura di quello che stavo facendo. Quando scesi l’ultimo gradino, sentii le grida di terrore di alcune persone così mi feci coraggio « Mi scusi, che cosa sta succedendo? » chiesi a una persona che non mi parve troppo distante da dov’ero « Una bestia terribile è sbucata dal nulla e dei ninja con il Kazekage stanno cercando di fermarla, per fortuna che ci sono loro! ». Allora capì tutto: Kirara era stata etichettata con il nome di bestia, ma in realtà non è così; lei è dolce e un’ottima compagnia, la migliore di tutti.
 
« Quando è arrivata al Villaggio? » la domanda del Kazekage tagliò l’aria colma di tensione « Circa mezz’ora fa » fu il fratello a rispondere « Ho capito, sembra molto stanca, non le rimangono molte energie, dovremo riuscire a batterla senza troppe difficoltà » osservò l’altro « Kazekage, lei dica quello che vuole, ma forse quella bestia non vuole far niente di male » ribatté un altro ninja sensitivo « Che vorresti dire?! » sbraitò Kankuro « Grazie alle mie capacità posso ben capire quanto chakra ha a disposizione l’avversario, ebbene, quella bestia, ha abbastanza chakra per distruggere questo posto e tutti gli edifici che ci sono attorno, eppure da quando è comparsa non ha mai risposto ai nostri attacchi; si è sempre limitata a schivarli, per di più quando è sbucata dal pavimento poteva ferire tutti i presenti, invece, si è limitata a fare la sua comparsa » spiegò il ninja. La bestia al suono di quelle parole fece un mezzo sorriso, come se avesse capito le parole dell’uomo e fece un cenno con il capo. A quel gesto, tutti, compreso il Capo Villaggio, rimasero sbalorditi. L’animale, preso un po’ di fiato, iniziò ad annusare l’aria, come se volesse cercare qualcosa « Non fatelo scappare » ordinò Baki, e nell’udire quelle parole, la bestia fece un ghigno nei confronti dell’uomo che non abbassò l’attenzione. L’animale era nervoso e ringhiava per cercare di scoraggiare i ninja che invece avevano i kunai  in mano pronti ad attaccarlo. Nell’aria si sentiva chiaramente la tensione, nessuna delle due parti voleva attaccare per prima eppure tutti i presenti non volevano trovarsi in quella scomoda situazione; fu così che a rompere quel delicato silenzio fu un semplice fischio. Nessuno si aspettava una cosa simile, tutti gli umani erano scioccati e si guardavano attorno; il demone invece, parve dimenticarsi di quell’odio che regnava in quella situazione e si girò in direzione del fischio, parve rilassarsi, ma d’un tratto si ricordò di dov’era e ritornò a ringhiare e mostrò di nuovo il suo lato cattivo. La situazione tornò come prima e fu allora che si sentì, di nuovo, un altro fievole fischio. Questa volta l’animale fece qualche passo, sicuro di se verso la direzione da dove proveniva il fischio; ma la sabbia del Kazekage si mise tra lui e quel suono e l’essere non riuscì più a trattenersi: la bestia iniziò a circondarsi di cariche elettriche e quando fu pronta per attaccare le indirizzò verso colui che l’aveva fermata; fu una marionetta di Kankuro a fermare l’attacco e quando quest’ultimo stava per contrattaccare un terzo fischio si fece strada sull'udito di tutti i presenti. Questa volta i ninja che circondavano la bestia si allontanarono proprio nella direzione da dove proveniva il suono e aprirono un varco.
 

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Capitolo 7
*** Incontro ***


Non potevo vederla, ma potevo sentirla. Sapevo che Kirara era dall’altra parte di quel varco aperto da estranei; feci qualche passo, avvicinai le mani alla bocca, e feci uscire il quarto fischio dalla mia bocca, proprio come facevo una volta con Kirara per farmi trovare da lei quando eravamo piccole. Quando smisi di soffiare fra le mani, Kirara fece il suo solito verso che ero abituata a sentire nei miei sogni, nei miei ricordi. « Oh, Kirara sei tu! » non potei trattenermi e lo urlai commossa, lei mi venne vicino, appoggiò il suo enorme muso nella mia spalla e con una zampa mi abbracciò, e io feci lo stesso con lei, stringendo più forte che potevo il suo collo, perché lei in quel momento era la mia unica certezza, la mia unica speranza, tutto ciò che sapevo di me era lei, lei, era quella che mi legava a quel mondo, perché se non fosse stato per Kirara, io sarei ancora rinchiusa in quella cella umida a far chissà che cosa e in tutti i miei ricordi lei è sempre stata il motivo per cui sorridevo sempre ed ero sicura che sarebbe sempre stato così.
Avvertii chiaramente i sussulti di tutti i presenti, finché tra tutti quei bisbigli una voce che ben conoscevo si fece sentire « Ragazza, fermati! Che cosa sai facendo? » l’infermiera, che tanto si era presa cura di me, corse verso la mia direzione urlando dalla paura che mi fosse successo qualcosa; e in effetti era così visto che avevo appena ritrovato una cara amica; ma nemmeno il suo urlo preoccupato mi fece staccare dall’abbraccio di Kirara. « Che cosa significa tutto questo? » un ragazzo con un tono arrogante si avvicinò a noi e Kirara in men che non si dica si staccò da me e iniziò a ringhiare « Chi è questa ragazza? » e il tono di Kirara si fece sempre più forte « Signorino Kankuro, le chiedo umilmente scusa, questa ragazza è sotto la mia tutela. È uscita dalla sua stanza qualche minuto fa senza dirmi niente e mi sono messa subito a cercarla, Vi chiedo scusa per i problemi che ha causato » e con quelle parole la donna mi prese per il braccio e iniziò a trascinarmi di peso per farmi allontanare dalla bestia che era entrata clandestinamente nel Villaggio. L’ultima volta che una persona mi aveva trascinato fu quando ero in quel luogo lugubre; allora perdevo molto sangue e non sapevo nulla di me, neppure di Kirara; al solo pensiero di quell’esperienza la pelle mi si rabbrividì, Kirara percepì questa mia sensazione, andò su tutte le furie e si mise subito tra me e la donna, come se non bastasse provocò un’esplosione, fortunatamente i danni furono evitati grazie all’intervento del Kazekage che usando la sabbia aveva fatto da scudo. « No, Kirara fermati subito! » a quelle mie parole Kirara fece una strana faccia come per contrariarmi, così io mi avvicinai a lei e le spiegai tutto quello che le persone di quel Villaggio stavano faccendo per me: curarmi le ferite, nutrirmi, darmi un letto per dormire … Alla fine del mio racconto Kirara parve capire perché io non volevo che lei facesse del male a quella gente, sembrava che le cose stessero per risolversi quando qualcuno interruppe la discussione tra me e la mia amica « Un momento, infermiera, chi è questa ragazza? » la voce ferma e autoritaria di un’ uomo che non avevo mai sentito prima parlare mi riportò alla mente quello che Kirara aveva fatto appena entrata nell’edificio e ora, chiaramente, saremo finite entrambe nei guai « Signorino Kazekage, questa è la ragazza che doveva vedere proprio oggi, volevamo chiederle la sua opinione riguardo il segno che ha nella mano destra, è molto strano e non riusciamo a capire che origini abbia, visto che la ragazza ha perso la memoria » « Ho capito » si limitò a dire, poi si rivolse a me « E tu, che legami hai con … » fece una pausa, evidentemente non sapeva come definire Kirara « Come ha già detto l’infermiera ho perso la memoria, ma posso assicurarvi che Kirara è un demone docile; ovviamente se non viene istigato » gli risposi capendo le sue intenzioni « Come puoi affermare che è docile se ha appena distrutto l’entrata dell’ospedale? » mi rispose l’uomo. Avrei voluto rispondere a tono se non fosse stato che, quella persona era il Capo Villaggio « Conosco bene Kirara, anche se è un demone non farebbe male a una mosca, lei voleva solo venire da me, solo che nel suo cammino ha trovato qualcuno che l’ha attaccata senza che lei facesse nulla di male. I danni che ha fatto a questo edificio sono la conseguenza di quello che i tuoi uomini hanno fatto » avrei voluto aggiungere molto altro, ma non volevo stare di nuovo male, mi costava dirlo, ma quel posto mi piaceva molto. A quella frase Kirara si tranquillizzò e tornò a essere la Kirara che avevo imparato a conoscere nei miei ricordi, così mi rivolsi a lei con un tono da mamma « Forza Kirara, ora per favore, rimetti tutto com’era prima » Kirara fece un paio di passi indietro e come per magia riportò tutto alla normalità, si poté sentire chiaramente lo stupore delle persone che erano li attorno « Che cosa ha fatto il tuo demone? » di nuovo la voce fredda dell’uomo si fece sentire e io mi limitai a rispondere « Kirara è molto brava con le illusioni, può farvi cadere in trappola chiunque, anche senza guardarlo, così le è bastato entrare dalla porta e trasformare, tramite le illusioni, questo posto nel disastro più totale » mi stupii di me stessa, non sapevo come, ma la risposta mi venne spontanea, grazie  alla mia amica stavo recuperando la memoria più in fretta di quel che pensavo « Chi ci assicura che voi due non siete nemiche del Villaggio? » questa volta fu il ragazzo dall’aria spavalda a parlare « Kankuro calmati » il Kazekage intervenne « Come fai a comandare il tuo demone? » aggiunse riferendosi a me « Io … non lo so. Non ricordo praticamente nulla a parte il fatto che io e Kirara ci conosciamo dall’infanzia e da allora siamo sempre state insieme » sospirai, ancora non digerivo il fatto che avevo perso la memoria. Kirara percepì questa mia delusione così mi venne vicino e diede un buffetto con il suo musone nel mio viso che mi strappò subito un sorriso.
 

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Capitolo 8
*** Di nuovo insieme ***


« Ritornate tutti a fare quello che stavate facendo prima » ordinò il Kazekage, poi si rivolse a me « Come posso fidarmi di una sconosciuta con un demone? » nell’udire quelle parole tremai, il suo tono era cambiato: non era più autoritario, ma sapeva da sfida e mi ricordava dannatamente il tono di presunzione che aveva l’uomo che avevo visto all’inizio della mia avventura, quello che aveva fatto scatenare la mia ira e che carbonizzai. Kirara si accorse della mia reazione e provò a tranquillizzarmi appoggiando la sua zampa alla mia spalla tenendola lì per qualche istante, sentivo che mi stava guardando con aria tranquilla, poi fece un paio di passi verso il Kazekage, gli girò attorno un paio di volte guardandolo attentamente e a un certo punto si fermò proprio davanti a lui. Gli occhi del demone erano fissi in quelli dell’uomo, poi lei, alzò una zampa all’altezza del volto del giovane ragazzo ed estrasse un artiglio; a quel punto i ninja che erano presenti iniziarono a preoccuparsi per il loro Kazekage, lo avevano già perso una volta, non volevano perderlo di nuovo così si armarono di kunai e si prepararono a lanciarli verso la bestia « Fermatevi » ordinò il ragazzo dai capelli rossi, che nel frattempo non aveva ancora staccato lo sguardo da quello della belva, così quest’ ultima appoggiò il proprio artiglio alla fronte del giovane, proprio dove aveva il tatuaggio che, guarda caso, significava amore. Kirara a quel punto si mise al mio fianco e abbassò il capo in segno di rispetto nei confronti di quella persona che era riuscita a guadagnare la fiducia dell’intero villaggio. Tutti i presenti rimasero sbalorditi, io compresa, sapevo che Kirara era intelligente e furba, ma non mi aspettavo un gesto del genere.
« Non preoccuparti fratello, qualsiasi sia la tua decisione, noi l’appoggeremo » la voce di Kankuro ora era cambiata, non aveva più il tono da impertinente di prima, ma aveva piena fiducia nel fratello minore « Non si preoccupi Signorino Gaara, nessuno avrà niente da ridire riguardo la sua decisione » aggiunse Baki, ormai anche lui convinto che Kirara non è altro che un essere innocuo e tutti gli altri ninja si unirono all’ idea dei due « Visto che è la maggioranza a decidere, non posso far altro che adattarmi alla loro scelta; ma sia chiaro: alla prima mossa falsa, non esiterò ad affrontarvi ». Feci un sorriso che mi arrivò fino alle orecchie « la ringrazio infinitamente Kazekage, le prometto che non se ne pentirà, farò di tutto per rendermi utile e sdebitarmi » gli dissi inchinandomi e Kirara si limitò a fare un lieve cenno con il capo: oltre che essere intelligente, voleva mantenere la sua dignità di demone fiero e orgoglioso.
« Un’altra cosa … » aggiunsi « l’ho scoperto poco fa, il simbolo che ho nella mano … è la prova che io e Kirara siamo legate; non c’è nulla da preoccuparsi » « Bene, vuol dire che non ci sarà bisogno di analizzarlo » mi rispose senza indugio il Kazekage « C’è altro che devi dirmi? » evidentemente aveva notato che avevo un volto incerto « Si, bè … ecco … » indugiai, avevo paura di una sua risposta negativa; non volevo sentirla « Kirara starà nella mia camera, non è vero? » « No, mi dispiace ma gli animali non sono ammessi nell’ospedale » questa volta fu la dottoressa a rispondere alla mia domanda « Le prometto che Kirara sarà sempre pulita e non darà alcun fastidio ai pazienti » e  diedi una leggera gomitata a Kirara per farla stare al gioco e lei subito si mise ad annuire con il capo, come se non bastasse andò davanti alla porta dell’ospedale, dove c’era un tappeto, e si mise a pulirsi le zampe, proprio come fa una persona quando entra in casa di altri; a quel gesto l’infermiera e altri ninja rimasero sbalorditi e scappò anche qualche risatina « Va bene ragazza, hai vinto tu » mi rispose rassegata la donna e Kirara si rilassò: non piaceva nemmeno a lei il fatto di dormire distante da me. « Forza Kirara, andiamo nella mia camera adesso ». Lei mi corse incontro e con i suoi poteri psichici mi sollevò e mi mise nella sua groppa, non ero sbalordita da quella cosa; infatti Kirara aveva diversi poteri tra qui quello di poter muovere gli oggetti a proprio piacimento senza toccarli, bastava che usasse la forza mentale e il gioco era fatto « E questo? Cosa significa? » il Kazekage parve un po’ scocciato da quello che Kirara aveva appena fatto, così gli spiegati che tipo di potere era « Dottoressa, ora che Kirara è con me non ho bisogno di qualcuno che mi guidi: lei vede per me » aggiunsi infine « Fa come ti pare, ma io ti rimango a fianco fino a quando non ti tolgono quelle garze » e a quelle parole ritornammo tutte e tre in camera.
Quella notte, finita la cena, chiesi all’ infermiera di uscire dalla stanza, volevo rimanere sola con la mia amica, un po’ per capire se anche lei aveva perso la memoria come me e un po’ per malinconia: sentivo che era da tanto che non rimanevo da sola con lei tranquilla per scambiare un po’ di parole.
Kirara poteva sentire i miei pensieri, e io potevo sentire i suoi “ Che cosa è successo quel giorno? “ mi riferivo al giorno in cui era iniziato tutto, in quella lugubre cella in mezzo al bosco.
“ Non lo so per certo, ma so che dovevamo andarcene da quel posto o sarebbe successo qualcosa di terribile “ la sua era una voce confortante e sicura di se allo stesso tempo, in qualche maniera, riusciva a trasmettere un’energia positiva che mi tranquillizzava.
“  Tu … ti ricordi qualcosa?”  in un certo senso avevo paura della sua risposta, ma la sapevo già.
 No, anche io, come te, ho perso la maggior parte della mia memoria. Ho qualche vago ricordo di noi da piccole e so quali sono i miei poteri, ma non ricordo come posso fare per usarli ” la fine della sua frase ebbe una caduta di tono a dir poco triste, così presi il suo muso e appoggiai la mia testa alla sua « Non preoccuparti amica mia, questa storia è iniziata con noi e insieme arriveremo alla fine  di tutto questo »
 

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Capitolo 9
*** Kirara e Kankuro ***


La mattina seguente mi risvegliai con Kirara accovacciata ai piedi del letto, era rimasta lì a fare la guardia tutta la notte; le persone non le stavano più di tanto simpatiche, non voleva stare da sola con loro, in qualche modo non riusciva a fidarsi di nessuno, oltre che me.  Appena capì che ero sveglia si alzò in piedi e mi diede un buffetto per darmi il buondì “ buongiorno anche a te, hai fame? ”, aspettai una risposta, ma non mi arrivò “ Che hai? Qualcosa non va “
Non mi piace che quella donna sia rimasta lì tutta la notte, se avevi bisogno di qualcosa te lo prendevo io senza problemi” e con quelle parole si riferì all’infermiera
“ Kirara, lei è la dottoressa che si è presa cura di me tutto il tempo, un minimo di gratitudine glielo dobbiamo, e poi, tu non riesci a parlare, quindi non riusciresti in alcun modo a comunicare con qualcuno “
« Oh ben svegliate, avete dormito bene? » l’infermiera interruppe la nostra discussione
 « Si grazie, tutto a posto. Kirara, che ne dici se andiamo a farci un giro? » così scesi dal letto e a fianco di Kirara ci avviammo verso la porta
 « hei ferme voi  due! Non potete andare in giro per l’ospedale quando vi pare! »
 « Non si preoccupi, se c’è Kirara con me, non mi accadrà niente » così andai fuori da quella stanza.
Dove vuoi andare? Te la senti di camminare o vuoi che ti porti  in groppa? “
“ Kirara, per favore, non iniziare anche tu a farmi mille domande, comunque visto che sei tu la guida, decidi tu dove portarmi “
“ Sei sicura di volerti fidare? “ me lo chiese con aria di sfida, come per giocare un po’
“ Cos’è ? una minaccia? ” e io feci finta di stare al gioco
“ Ok, come vuoi. Ma non dire che non ti avevo avvertita. Forza attaccati al mio pelo che acceleriamo “  e così feci; era da tanto che non mi divertivo.
 
« Ma dove mi hai portata? Qui tira molto vento, però non mi sembra che siamo uscite »
“  Infatti, non siamo uscite, o meglio, non abbiamo ancora varcato la soglia dell’ ospedale, ma siamo all’aria aperta: ora ci troviamo sul tetto dell’ospedale “ feci una faccia strana così lei continuò a parlare “ non eri mica tu quella che voleva respirare un po’ d’aria fresca? O sbaglio? “
« Come fai a saperlo? » ero un po’ scioccata, non glielo avevo mai detto, eppure lo desideravo; se lo avessi chiesto all’ infermiera sicuramente mi avrebbe detto di no.
“ L’ho sentito, in fondo noi due siamo legate. Quello che una di noi desidera l’altra lo percepisce “ ora che me lo aveva detto mi sembrava una cosa ovvia, tuttavia non lo ricordavo.
 D’un tratto Kirara si voltò e iniziò a ringhiare “ Che ti succede? “ potevo chiaramente sentire la sua tensione “ Qualcuno ci sta spiando “ rimasi sbalordita da quello che mi aveva detto, non poteva essere vero.
« Hei, hei di alla tua bestia di calmarsi: non voglio fare a nessuna delle due del male, anzi, mio fratello mi ha incaricato di sorvegliarvi in caso vi succeda qualcosa »
“ Ancora quel rompiscatole! “ intervenne Kirara; un ragazzo con dello strano trucco in faccia e un vassoio comparve da dietro la porta che portava al terrazzo dove io e la mia amica ci trovavamo « Chi sei? » chiesi
« Sono Kankuro, il fratello maggiore del Kazekage e vedo che alla tua amica non vado per niente a genio  … » da quando Kankuro era comparso lei non aveva smesso di ringhiare
non mi sembra che sia difficile capirlo “
 “Kirara smettila, non mi piace che ti comporti così con tutti “
 “ Se me lo chiedi tu è un’ altra questione “  e appena smise di ringhiare mi rivolsi al ragazzo « Visto? Basta rivolgersi a lei con gentilezza ed è tutto risolto »
« Si ma … non mi sembra che tu le abbia parlato »
feci un mezzo sorriso « Io e lei possiamo comunicare tramite i pensieri, così a volte le parlo usando la voce e a volte le parlo usando i pensieri » spiegai
« Capisco,comunque come vi ho già detto, mi hanno assegnato lo compito di stare al vostro fianco a partire da questa mattina. Visto che l’ora della colazione era già passata ero andato in mensa a prendervi qualcosa da mangiare e quando sono tornato nella vostra camera l’infermiera mi aveva detto che eravate uscite e così vi sono venuto a cercare » spiegò a tutte e due, poi si riferì a me « visto che non conosco i tuoi gusti ti ho portato un vassoio con un po’ di tutto » e infine si rivolse a Kirara « visto i denti affilati che hai ho pensato che ti piacesse la carne così te ne ho portata un piatto pieno, spero ti piaccia »
“ E che ne dici se al posto di mangiare quella carne mangio te? Non ho mai mangiato un umano, ma c’è sempre una prima volta “
« Kirara, ora stai proprio esagerando » dissi ormai spazientita
 « Questa volta sono stato gentile! Perché il tuo demone ha ricominciato a ringhiarmi contro?! » anche Kankuro stava per perdere la pazienza
 « Non preoccuparti, ora la faccio calmare » “ Kirara, ti posso ricordare che è solo per pietà del Kazekage se abbiamo un tetto sotto cui dormire? Inoltre, quel ragazzo è suo fratello, questo significa che qualsiasi mossa facciamo lui lo verrà subito a sapere. Datti una calmata o qui non ne veniamo più fuori! Lo so che non ti sta simpatico, ma sai come si dice: bisogna fare buon viso a cattiva sorte “
“ hai ragione, scusa “ mi disse mortificata« Ti chiede scusa » dissi al ragazzo
 « Scuse accettate » poi aggiunse « Forza ora, la colazione si raffredda bisogna sbrigarsi a mangiarla » si poteva chiaramente sentire che era più rilassato ora.
« Non hai ancora detto a nessuno il tuo nome, tutti sappiamo quello della tua amica, ma nemmeno una  persona conosce il tuo » la domanda di Kankuro sorse spontanea, in effetti era vero e prima o poi qualcuno me lo avrebbe chiesto. Io però rimasi in silenzio, quando mi ero risvegliata in quel villaggio non lo ricordavo, però da qualche giorno i miei ricordi stavano piano piano ritornando; nonostante ciò decisi di non dire nulla, non me la sentivo di dare quella risposta così rivolsi il capo verso il ragazzo e dopo qualche istante mi girai abbassando la testa « Non preoccuparti, se non vuoi dirlo è comprensibile » “comprensibile” una parola che stavo iniziando a odiare, non mi piaceva il fatto che gli altri provassero pietà per me, non lo sopportavo. Sentii qualcosa di caldo e morbido sulla mia schiena: Kirara si era seduta dietro di me per fare in modo che io potessi appoggiarmi a lei, poi mi diede un buffetto con la zampa sul viso “ Yume Miyu, TU sei una ragazza speciale, non preoccuparti se qualcuno ti tratta in questo modo; in fondo ti devi rimettere in forma e devi recuperare la memoria, è naturale che le persone ti vogliano aiutare “ “grazie” mi limitai a dire « Per caso ho detto qualcosa che non andava? Di punto e in bianco vi siete rattristite entrambe … »
 mi misi a ridere « Non preoccuparti, piuttosto scusami se creo disagi »
« Non c’è niente da ridere » ribatté « dimenticavo di dirti che questo pomeriggio ti toglieranno le bende che hai sugli occhi, bisognava farlo ieri, ma con il trambusto che è venuto fuori non c’è più stato tempo, senza offesa per Kirara intendo » così lei come risposta fece un mezzo sorriso e con una delle due code diede una piccola pacca sulla schiena di Kankuro, evidentemente il colpo non era tanto moderato e andò a finire che al ragazzo cadde quel poco di colazione che si era portato dietro per sé così ci mettemmo tutti e tre a ridere.

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Capitolo 10
*** La speranza di vedere ritorna ***


« Cos’hai? » ormai ero nella mia camera d’ospedale e la domanda dell’infermiera spezzò il silenzio che circondava tutti: me, Kirara, lei e Kankuro. « Non si preoccupi, sono solo un po’ in ansia: quando il dottore mi stava per togliere le bende, mi aveva detto che dovevo abituare gli occhi alla luce un poco alla volta, altrimenti li avrei danneggiati ulteriormente, sono agitata solo per questo » le spiegai
« Oh bè non dovresti farti tante preoccupazioni per questo » intervenne Kankuro « accidenti che sbadato che sono! » urlò il ragazzo « Mi sono dimenticato di dirvi che ci sarà anche il Kazekage quando ti toglieranno le bende »
« Perché sarà presente anche lui? » chiesi subito titubante
« Non lo so, anche se è mio fratello non mi dice sempre tutto » rispose un po’ scocciato dalla mia domanda « Capisco » mi limitai a dirgli.
 
« Salve ragazzi! Come state? » quel dottore era sempre più strano « Oh, vedo anche che c’è la tua amica » mi disse riferendosi a Kirara
« Salve, stiamo tutti bene, grazie per l’interessamento » intervenne l’infermiera « vedo che Kazekage non è ancora arrivato » aggiunse.
“Kirara, com’ è questo Kazekage? Intendo, la prima volta che l’hai visto cos’ hai pensato? “
“ Non è il fatto che ti tolgano le bende a preoccuparti, ma conoscere quella persona non è vero? “
Avevo dimenticato che lei era l’unica che poteva capirmi “ Si “ sospirai
“ A dire il vero, ancora prima di vederlo, potevo percepire in lui qualcosa di strano, quando l’ho visto e mi sono avvicinata a lui ho potuto sentire una lieve traccia di chakra che in qualche modo ricordava il mio“
“ Una traccia di chakra simile al tuo? Che cosa vorresti dire?? “ iniziavo a non capire il senso logico del suo discorso
“ Non so dirtelo nemmeno io di preciso, ma in lui riuscivo a sentire alcune piccole tracce di chakra, che appunto, assomigliano al mio “
“ Ne sei veramente sicura? Pensi che lui sappia qualcosa di noi? “ a questo punto non sapevo più a cosa credere
« Hei ragazza! Tutto bene? Il Kazekage è arrivato da un pezzo e tu non hai mosso un muscolo, che ti prende? Non dirmi che stai ancora male, se è così devi dirmelo subito! » l’insopportabile voce del dottore riportò me e Kirara nella stanzetta dove ero arrivata poco prima con gli altri
« Chiedo scusa. Stavo pensando a un’altra cosa e poi mi sono persa a fantasticare con la testa, è tutto a posto dottore non si preoccupi, io sto bene » mi affrettai a dire « s-salve Kazekage, è un piacere incontrarla di nuovo » aggiunsi successivamente
« Il piacere è tutto mio » la sua risposta fu rapida, ma allo stesso tempo la sua voce era ferma e sicura di se; proprio come il giorno precedente « Spero che mio fratello non ti abbia causato troppi disturbi » aggiunse.
 « Ma con chi pensi di avere a che fare? Lo so che a volte ho un carattere un po’ difficile, ma tutto sommato sono un bravo ragazzo » Kankuro non aspettò un secondo a rispondere al fratello, così, dette quelle parole, gli diede una pacca sulla spalla e si mise a ridere, l’altro invece si limitò a sorridere.
« Su, forza ragazza » il dottore ricominciò a parlare « Vieni, siediti su questo lettino e ti tolgo queste garze » così, come l’ultima volta, mi prese e mi mise su un lettino che si trovava in quell’ambulatorio « ti ricordi cosa ho detto ieri? Quando ti toglierò le bende dovrai aprire gli occhi un po’ alla volta e se senti che ti bruciano me lo devi dire immediatamente o rischi di perdere la vista. Sono stato chiaro? » « Si dottore » mi limitai a dire. Sentii piano piano la tensione delle garze, che avvolgevano la mia testa allentarsi, fremevo dalla voglia di vedere quello che mi circondava “ Stai calma “ ma Kirara mi fece subito calmare con quelle due parole e sospirai. « Ho quasi finito, mancano gli ultimi strati » la voce del dottore mi suonò come un eco da quanto stavo fremendo dall’ agitazione; anche gli altri erano curiosi di vedere il mio volto chi più, chi meno, come ad esempio il Kazekage che come sempre aveva il volto inespressivo « Bene, le ho tolte tutte. Purtroppo ti sono rimaste alcune piccole cicatrici, ma vedrai che con il tempo andranno via » annunciò « sono proprio fiero di me! Quando eri arrivata, avevi il volto segnato da graffi, ora invece è scomparso quasi tutto » disse quasi a se stesso, come per auto-complimentarsi « ora però torniamo seri, apri gli occhi con calma e se senti male chiudili, lo so che te l’ho già detto mille volte, ma voglio essere sicuro che tu non ci rimetta » « Si, ho capito » risposi semplicemente.

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Capitolo 11
*** Cattura ***


… Una foresta con alberi alti; le loro fronde erano enormi ma si riusciva lo stesso ad ammirare il cielo stellato che la notte stava regalando. In mezzo a tutti quegli alberi, sbucava una piccola casa di legno circondata da una raduna d’erba e, infine,  una leggera brezza muoveva tutti quei ciuffetti d’erba al suolo e faceva danzare le foglie staccate che disegnavano piccoli vortici a mezz’aria.
« Kirara, c’è una bella serata, perché non esci da lì? » dopo aver guardato attentamente fuori dalla finestra, presi coraggio e uscii fuori dicendo quelle parole
“ In questa situazione non è sicuro uscire, lo sai bene “ borbottò
«non preoccuparti, se arriva qualcuno lo sentiamo; e poi lo sai benissimo che non mi piace stare sempre rinchiusa in quattro mura! »era da più di qualche giorno che stavamo rinchiuse dentro quella casa di legno e ormai l’aria era diventata viziata
“ sei la solita! Dovresti fare più attenzione, lo vuoi capire o no che non ci siamo ancora riprese dall’ultimo scontro? “ continuò a protestare “ non siamo in grado di difenderci: la tua ferita al fianco non è ancora guarita del tutto e io non sto molto bene “ mentre lei continuava a contrariarmi, io mi ero sdraiata sull’erba; era leggermente bagnata visto che la mattina aveva piovuto, ma non mi importava; ero interessata ad osservare quel magnifico cielo
“ E’ stupendo non trovi? “ Kirara, rassegnata, era uscita anche lei dalla casetta e si sdraiò di fianco a me
«Già »annuii «Ora della fine ti sei convinta anche tu ad uscire, visto che venire fuori ci si rilassa? »la stuzzicai
“ ora non esagerare, sono uscita per il semplice motivo che non volevo ti accadesse qualcosa “ cercò di accampare su qualche scusa
«ho capito »mi tirai su da terra e, seduta, incrociai le gambe «io ho ragione e tu hai torto, solo che come sempre non vuoi ammetterlo, o sbaglio? »le diedi una gomitata, lo sapevo che lei odiava quel genere di discorso, così la presi un po’ in giro, giusto per passare il tempo
“ la solita bambina “ si limitò a rispondere
«non è una risposta …. e poi cosa c’entra? »
“ c’entra eccome “ insistette. Sapevo che saremmo andate avanti in quel modo all’infinito così smisi di parlare per qualche minuto e il lieve mormorio del vento prese la scena.
«Guarda che bel fiore »ad un tratto spezzai il silenzio che avevo creato poco prima e raccolsi un fiore non molto distante da me «è di un blu intenso, proprio come il cielo di stasera e se guardi bene, all’inizio di ogni petalo ci sono delle sfumature di azzurro »
“ è l’unico che si trova in questo prato, ma anche se ce ne fossero stati degli altri, non penso che sarebbero stati belli quanto questo “ purtroppo però, un colpo di vento più potente del solito fece strappare i petali di quel fiore, solo due ne erano rimasti attaccati: un brutto segno
“ è meglio che entriamo “ pensò subito Kirara
“ si, andiamo. Mi serve solo un aiuto per alzarmi “ Kirara mi mise in piedi grazie ai suoi poteri e insieme ci avviammo verso la casetta.
Mancavano giusto un paio di passi per raggiungere la porta, quando uno stormo di uccelli si alzò in volo poco distante da noi, volando verso la direzione opposta la nostra “ ci hanno trovate! Sbrigati! Salta in groppa, dobbiamo scappare! “ Kirara ormai era agitata, non si era ripresa dallo scontro di pochi giorni prima e io non ero nelle condizioni ottimali di combattere visto che non riuscivo nemmeno a sollevarmi da terra.
Stavo per salire sulla schiena della mia compagna quando sentimmo degli strani rumori, ci girammo: qualcuno aveva lanciato kunai con carte bomba, non facemmo in tempo ad allontanarci che l’onda d’urto ci colpì e ci ritrovammo stese a terra. Mi guardai attorno, degli uomini con strane divise ci avevano circondare «KIRARA! »urlai, ma non si alzò: dei pezzi di legno appuntiti le avevano trafitto le zampe posteriori e, ora, non riusciva più a mettersi in piedi. Riuscii a rialzarmi per miracolo, la ferita si era riaperta, non avrei mai potuto affrontare tutti quegli uomini, ma forse potevo riuscire a scappare con Kirara
“ c’è la fai ancora a sputare fuoco? “ le chiesi
“ si, solo non posso muovermi “
“ appena vedi che si avvicinano usa il fuoco, io lo alimenterò con il vento, gli alberi che ci sono qua attorno dovrebbero aiutarci se prendono fuoco, inoltre il vento è diventato più forte “
E infatti una manciata di uomini corse verso di noi, Kirara usò il suo potere del fuoco per incenerirli e io alimentai le fiamme con il vento «Arte dell’acqua, tecnica dell’esplosione acquatica! ». Il colpo fu inevitabile, ne io ne Kirara ci aspettavamo una mossa così potente e fummo colpite entrambe. L’impatto fu fatale, tanto da far perdere i sensi alla mia amica «E’ tutto qui quello che un demone e una ragazzina sanno fare? »lo stesso uomo che poco prima ci aveva attaccate ora si avvicinava a me «tecnica del … »non feci in tempo a rispondere all’attacco che un altro uomo mi aveva attaccata di spalle: mi diede un calcio lanciandomi in aria e mi seguì dandomi una serie di pugni, non potevo rispondere a tutto quello così caddi a terra, la vista iniziò ad annebbiarsi, tutto quello che potevo vedere era Kirara, ma poi i suoi contorni non iniziavano più ad essere definiti, sbattei le palpebre un paio di volte e persi i sensi.
… E così anche gli ultimi due petali blu rimasti in quel gambo di fiore si tolsero …

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Capitolo 12
*** Il glicine e la neve ***


Dal buio piano piano iniziai a vedere una fievole luce, poi delle macchie di colore iniziarono a comparire e i contorni delle cose circostanti stavano prendendo forma, sbattei le palpebre un paio di volte e alla fine riuscii a vedere tutto quello che mi circondava. La stanza dove mi trovavo non era piccola ma nemmeno troppo grande, di fianco alla porta c’era una scrivania sopra alla quale si vedevano fogli sparsi ovunque, di fronte a questa c’erano due sedie e dietro si trovava il letto dove ero seduta, sulla mia destra c’era uno sgabello affiancato da un comò, mentre sulla sinistra c’era un altro letto; una tenda, aperta, separava i due letti e la scrivania, le pareti erano spoglie e notai che non tutte le luci al neon erano accese, forse non funzionavano o forse quel bizzarro dottore non le aveva accese per pigrizia, ma non volli fermarmi su quel dettaglio. Una volta osservata la stanza guardai chi c’era attorno a me: l’infermiera era alta e snella aveva capelli corti e castani, aveva un’ enorme sorriso stampato sulla faccia si poteva vedere chiaramente che era anche lei fiera del risultato che aveva ottenuto il dottore; più o meno davanti al letto dove ero seduta c’era una strano ragazzo con capelli rossi e occhi di un azzurro chiarissimo di un colore azzurro giada e definiti da un contorno nero, sulla fronte uno strano tatuaggio “ chi è? “ fu la prima cosa che pensai; accanto a lui c’era un altro ragazzo di circa 17 anni, nel suo viso c’erano strani segni viola e indossava maglia e pantaloni neri; sulla mia destra c’era un uomo alto e robusto con un camice bianco, capelli corti e neri, aveva anche lui un sorriso enorme che arrivava alle orecchie, in mano aveva delle bende  “così è lui il famoso dottore bizzarro “ pensai tra me e me; infine, proprio al mio fianco un’ enorme felino bianco con denti a sciabola ed enormi occhi rossi era seduto accanto a me; i tratti del muso rilassati davano l’impressione che stesse sorridendo mentre le due code si muovevano armonicamente come per scodinzolare « Ciao Kirara, è un piacere rivederti! » esclamai, feci per mettere la mano sulla sua testa per arruffarle il pelo, ma lei fu più veloce: da seduta si alzò, poi con il suo enorme musone iniziò a sfregarsi su di me « hahahaha! Dai su, smettila adesso! Sono felice anche io di vederti! » anche lei era felice.
« Allora? Come stai? Tutto bene? » appena Kirara si ricompose il dottore prese la parola
« Si, certo. Sto bene grazie » mi affrettai a rispondere « … posso farle una domanda? » un po’ mi vergognavo di quello che stavo chiedendo
« Sono qui apposta! » mi fece l’occhiolino
« si, dunque … ecco … » all’ inizio esitai ma poi mi feci coraggio « non è che avrebbe uno specchio da qualche parte? » gli porsi la domanda tutta d’un fiato; mi vergognavo ad ammetterlo, ma non ricordavo più il mio volto ed ero curiosa di vedermi.
« Immaginavo che me lo avresti chiesto » fece una mezza risata « vieni, in bagno c’è uno specchio »
Scesi dal lettino e lo seguii, ero ancora un po’ frastornata e facevo ancora fatica a mettere a fuoco la visione delle cose. Un paio di metri più in là c’era una seconda porta nascosta dalla tenda che portava a un piccolo bagno, l’uomo mi aprì la porta e io entrai.
In un certo senso avevo paura di vedere com’ ero, ma era una cosa che dovevo sapere, così mi misi davanti allo specchio: carnagione chiara e occhi né troppo grandi né troppo piccoli di colore viola glicine furono le prime cose che notai di me; passai le mani lungo i capelli bianchi come la neve poi mi sistemai la frangia, mi avvicinai ancora di più allo specchio per vedere meglio: il dottore aveva ragione, attorno agli occhi c’erano ancora delle piccole cicatrici. Mi allontanai dallo specchio, feci una faccia storta: il camice bianco che avevo addosso mi faceva sembrare uno zombi vivente, urgeva cambiare vestiti il prima possibile.
« Allora? » il dottore mi riportò al presente
« Hem, si sono felice grazie! » feci un piccolo inchino
« Bene, visto che ci siamo, passiamo alle presentazioni » la donna prese la parola « io sono l’infermiera Seiko, l’uomo al tuo fianco è il dottor Ayane, mentre loro sono Kankuro e il Kazekage Gaara »
 “ Il ragazzino dai capelli rossi è il Kazekage?! … ho capito bene Kirara? “ rimasi scioccata, com’ era possibile che uno che avrà avuto 1-2 anni più di me potesse essere il capo di un Villaggio?
“ proprio così, non te l’ho detto perché volevo vedere la tua faccia “ se avesse potuto si sarebbe messa a ridere
« Hei stai bene? Hai una faccia strana .. » Kankuro notò la mia reazione
« Ehm … no, no niente. E’ solo che sono accadute tante cose ultimamente » cercai di accampare su qualche scusa
« Dottore, ha finito con la ragazza? » Gaara si rivolse ad Ayane
« Si, certo » rispose l’uomo
Così il Kazekage si rivolse a me « se non ti dispiace vorrei parlarti e farti un paio di domande, puoi seguirmi? Andiamo in un altro posto a parlare » quella sua voce fredda e sicura di se mi metteva i brividi, ma allo stesso tempo aveva un che di affascinante; Kirara però non la pensava come me e come sempre iniziò a ringhiare
“  Kirara, smettila. Lo sai che  non devi ringhiare contro tutti “  cercai di farla calmare
“ Lo sai che non mi piace e poi non vai da nessuna parte senza di me! “  iniziò a protestare
« Va bene, vengo. Ma Kirara viene con me  » mi rivolsi al Kazekage sperando che la mia amica la smettesse
« non ci sono problemi » si limitò a dire, e Kirara si rimise tranquilla
« Mi raccomando: devi ritornare entro cena! » Seiko si rivolse con un tono da madre
« non si preoccupi, ritornerà presto » Gaara rispose per me.

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Capitolo 13
*** L'origine dei demoni ***


Il ragazzo fece strada mentre io e Kirara ci limitammo a seguirlo; usciti dall’ospedale iniziai a guardarmi tutt’attorno: un clima arido e caldo mi avvolse, lungo la strada principale abitazioni con strane forme impedivano lo sguardo all’orizzonte, gli abitanti avevano abiti neri mentre altri indossavano tuniche bianche come quella del Kazekage.
« Cos’ è quello? » mi avvicinai a Gaara e indicai un palazzo
«  Quello è l’edificio principale del Villaggio, la figura che vedi è il simbolo di Sunagakure » mi spiegò
« Capisco … » ne rimasi colpita.
“ Guarda … “  Kirara poco dopo si rivolse a me preoccupata
“ che cosa? “ le chiesi, non riuscivo a capirla
“ la gente, ci guarda in modo strano. Non mi piace “ concluse semplicemente. In effetti aveva ragione: le persone non ci guardavano bene, anzi, si poteva notare nei loro occhi paura e disprezzo.
“ Kirara … i loro volti … non mi piacciono “  iniziai ad avere paura, perché ci guardavano in quella maniera? Avvertendo questa mia sensazione la mia amica iniziò a ringhiare come al solito per far si che gli altri si allontanassero da noi
« Dille di smetterla » Gaara sbucò dalle mie spalle « la gente ha già paura, se lei ringhia la spaventa ancora di più » mi spiegò
« perché ci guardano così? » gli chiesi senza badare a quello che mi aveva appena detto
« è naturale che abbiano paura di un demone, ma non preoccuparti, presto si tranquillizzeranno » disse semplicemente con una calma che sembrava innaturale
“ Kirara proviamo a fare come ha detto, per adesso basta ringhiare “
“ Come vuoi, ma appena si azzardano a fare una brutta mossa li faccio fuori! “ non le piaceva quella situazione, ma non poteva fare altrimenti.
Entrammo nell’edificio più grande della città « Vieni, andiamo nel mio ufficio » fece strada lungo i corridoi
« Chi è tutta questa gente? » le persone andavano avanti e indietro, tutti agitati
« qui è dove le più alte cariche del Villaggio risiedono, questo è un brutto periodo, per questo vedi tutti così scossi »
« Perché? E’ a causa mia e di Kirara che sono così? » esitai un po’ a fare quella domanda, non riuscivo a togliermi di dosso gli sguardi delle persone che avevo visto per strada
« stai tranquilla, anche se sei preoccupata per prima, nessuno ce l’ha con te e la tua amica »
« come fai a dirlo? Tu sei il Kazekage, rispettato e amato da tutto il popolo, poco fa, mentre tutti mi guardavano in quella maniera, mi sono sentita un mostro, un essere non umano » iniziavo a disprezzare quel ragazzo
« siamo arrivati, entra » mi tenne aperta la porta e mi fece andare avanti, sottraendosi alla domanda che gli avevo appena fatto, ma a differenza di prima, ora non mi guardava più negli occhi, in qualche modo cercava di evitare il mio sguardo
perché si comporta così? “ mi rivolsi alla mia amica appena notai il suo cambiamento
“ non lo so, ma penso che ci nasconda qualcosa “  forse, l’unica  persona di cui mi potevo fidare era Seiko, l’infermiera che si era presa cura di me
« Siediti pure » mi porse una sedia.
 L’ufficio non era molto grande, ci potevano stare una decina di persone al massimo, al centro c’era una scrivania con dei rotoli e fogli sopra, dietro si trovava una sedia più grande di quella che mi aveva appena posto; ad illuminare la stanza ci pensavano alcune luci e dietro la scrivania c’erano molte finestre.
« Prima di iniziare, volevo chiederti se avevate intenzione di rimanere qui al Villaggio » il ragazzo iniziò a parlare non appena ci sedemmo
« sia io che lei abbiamo perso la memoria, entrambe ricordiamo solo piccoli frammenti del nostro passato e quindi non sappiamo né cosa fare nè dove andare, non abbiamo nessun punto di partenza » gli spiegai
« allora, sarò chiaro e sintetico con te, non mi piace fare giri di parole. Come hai già potuto notare, gli abitanti non gradiscono molto la presenza tua e di Kirara, vi temono » sintetizzò Gaara
Scommetto che ci vuole mandare via! “ Kirara iniziò subito a borbottare, e temevo che aveva ragione
« Purtroppo non posso dargli io la garanzia che voi non farete loro del male » 
« perché dovremmo fargli del male?! Voglio dire, mi sembra di averti già detto che Kirara è innocua, non farebbe del male a una mosca! » esclamai
« si, lo so … » in qualche maniera riusciva a rimanere calmo e impassibile anche ora, il suo volto era inespressivo come sempre « … ma ho bisogno di sapere come tu faccia a controllare Kirara, di che sigillo si tratta, potrebbe sciogliersi da un momento all’altro e lei potrebbe fare dei danni seri » Gaara era più serio di quanto si potesse immaginare
« c-come scusa? » non lo ricordavo, ma non avevo bisogno di averne la certezza: io non controllavo la mia amica, né lei aveva qualche influenza su di me, nessun sigillo ci legava, avevo solo quel simbolo sulla mano dello yin e dello yang, ma non era un sigillo, solo una semplice cicatrice che dimostrava il legame che avevo con lei, nulla di fisico o materiale, con Kirara avevo solo un legame spirituale; se lei sta male io lo posso capire, quello che lei pensa io lo posso sentire, possiamo comunicare con il pensiero, ma nulla di tutto ciò riguarda a un sigillo
« ho detto che devi dirmi di che sigillo si tratta quello che ti è stato applicato » Gaara insistette
« nessuno. Perché me lo chiedi? Mi sembra piuttosto ovvio che non ci sia alcun bisogno di usarlo » continuai ad affermare
« vorresti dire che quello che dici a Kirara non ha a che fare con tecniche o sigilli speciali? Com’è possibile? » lui non capiva, eppure per me era una cosa così ovvia
« esatto, non so dirti di preciso che cosa ci sia tra me e lei, posso solo dirti che non chiedo l’aiuto di quella roba. Perché dovrei usarli se Kirara è docile di suo? Per di più non mi piace il fatto di dover toglierle la volontà; io le cose gliele chiedo, se poi non le vuole fare sono fatti suoi » spiegai.
Dopo quelle mie parole ci fu un po’ di silenzio, evidentemente avevo lasciato il ragazzo senza parole, ma, trascorsi un paio di minuti riprese la parola « Potresti farlo anche con altri demoni? » mi chiese lasciandomi di spiazzo
« che vorresti dire? » quali altri demoni? Io conoscevo solo Kirara
« se potessi comunicare con altri demoni che vogliono solo distruggere tutto quello che li circonda, saresti in grado di riappacificarli? » la sua voce fredda aveva preso un altro tono, forse di speranza, ma non riuscivo a capirlo
« stai dicendo che ci sono altri demoni? » lasciai perdere la sua domanda
« a quanto pare hai dimenticato anche questo … » si alzò e prese un libro dalla libreria che c’era nella stanza, lo mise nella scrivania, rivolto verso di me poi riprese a parlare « in origine esisteva un unico demone, il Decacoda; successivamente il suo chakra si è diviso e ha formato 9 nuovi cercoteri. Ognuno di questi dispone di una o più code, il cui numero aumenta in proporzione del chakra. Il Primo Hokage divise i cercoteri nelle cinque grandi nazioni ninja per bilanciare i poteri. Durante le grandi guerre i ninja di ogni paese provarono ad usare i cercoteri per scopi militari, ma nessuno fu mai veramente in grado di sottomettere completamente le bestie. Così l’unico metodo efficace per poter sfruttare la forza di queste belve fu sigillare un Cercoterio dentro un essere umano, che prende il nome di forza portante; è a causa di questo trattamento, che i cercoteri detestano l'umanità e guardano tutti i ninja con estrema diffidenza » lesse un piccolo paragrafo di quel libro e quando finì, si sedette al suo posto e aspettò una mia risposta
« quindi … Kirara … fa parte di quella cosa? » indicai l’immagine del Decacoda presente nel libro
« è questo che non riesco a capire » fece una piccola pausa per pensare, poi riprese « fino ad ora, si pensava che esistessero nove demoni: Shukaku, demone Tasso Monocoda; il demone Gatto Bicoda, Matatabi; il demone Tartaruga Tricoda, Isobu; il demone Gorilla Tetracoda, Son Goku; il demone Cavallo Delfino Pentacoda, Gobi; il demone Lumaca Esacoda, Saiken; il demone Insetto Eptacoda, Chomei; il demone Bue Ottacoda, Hachibie infine demone Volpe Enneacoda, Kurama.Kirara ha lo stesso chakra di un demone, eppure, le sue caratteristiche fisiche sono molto ridotte rispetto ad un altro demone, inoltre è un bicoda e fino a poco fa si pensava che esistesse un demone per ogni numero … » il ragazzo si fermò quando vide la mia amica alzarsi e dirigersi verso il libro aperto che si trovava nel tavolo

“ nessuno di questi energumeni mi dice qualcosa, ad eccezione … “
“ della volpe a nove code, giusto? “ la interrompi
“ si esatto, non so perché, ma mi ricorda qualcosa … ho un vago ricordo di lei, come se già la conoscessi, eppure, non so nulla “ mi spiegò, e in effetti aveva ragione: nella mia prima visione vidi quella volpe tendermi una zampa e una volta aperta ne vedi uscire Kirara
« si ricorda qualcosa? » Gaara ci interruppe
« no, nulla » mentii « nemmeno lei ricorda qualcosa che ci potesse legare a questi demoni » non volevo fidarmi: avevo paura di quello che sarebbe successo dopo.
« Va bene, in tal caso se ricorderete qualcosa vi prego di informarmi immediatamente » il Kazekage riprese a parlare dopo un po’ « volete che vi riaccompagni all’ospedale? » aggiunse poi
« no, mi ricordo la strada. Grazie lo stesso » volevo stare un po’ sola per riflettere
« Come vuoi » si limitò a dire; così mi avviai insieme a Kirara verso l’ospedale

« Si può sapere che cosa ti sia preso? » Kankuro entrò nell’ufficio del fratello prendendolo in giro
« che vorresti dire? » Gaara rispose con la solita calma mentre leggeva dei documenti
« intendo dire che con quella ragazza non ti comporti come fai di solito » Kankuro lo continuò a stuzzicare
« mi sono comportato come sempre » ribatté l’altro continuando a fare quello che stava facendo prima
« quindi la faccia stupita e meravigliata che hai avuto quando lei ha aperto gli occhi è dovuta al caso? E poi è strano che tu porti qualcuno nel tuo ufficio, soprattutto se si tratta di una ragazza! » forse Kankuro aveva visto in Gaara qualcosa che pensava non potesse accadere mai
« non ho mai visto una persona con occhi viola, per questo mi sono stupito; e per la questione dell’ufficio, si trattava di un argomento importante, l’ho portata qui per lavoro » concluse semplicemente, posando il foglio e guardando il fratello dritto negli occhi, come per sfida
« come ti pare, ma a me non la dai a bere tanto facilmente » disse infine l’altro lasciandosi scappare una risata di scherno e poi se ne andò.

Nota dell’autore:

Ciao a tutti ^_^
Prima di tutto grazie mille per aver letto il capitolo
Volevo chiedervi piccolo favore: per piacere lasciate una recensione positiva o negativa, oppure anche solo un commento breve, perché vorrei sapere la vostra opinione riguardo questa fanfic
Ci tengo molto :3
Ancora grazie, ci sentiamo al prossimo capitolo ciaooo! (^w^)

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Capitolo 14
*** L'incubo ***


Quella sera, dopo cena, decisi di andare sul tetto dell’ospedale: mi piaceva quel posto, nessuno ci andava e da lassù si poteva ammirare tutto il Villaggio, inoltre tutte le notti erano fantastiche perché si poteva osservare ogni angolo del cielo che regnava sopra quel posto, mi sarebbe tanto piaciuto poter spiccare il volo e scappare da lì insieme a Kirara, ma purtroppo, non tutti i sogni si possono realizzare.

“ ti ricorda qualcosa questo cielo? “ Kirara si sedette vicino a me

“ non mi sembra “ risposi; ma poi mi venne un dubbio  “ perché mi fai questa domanda? “ le chiesi perplessa

“ ultimamente hai recuperato un po’ di memoria? “ mi domandò tutto d’un fiato

“ perché me lo chiedi? Sai benissimo la risposta “  le dissi, ma iniziavo a non capire doveva voleva arrivare con quel discorso

 Kirara sospirò “ vedi, giusto qualche secondo prima che il dottore ti togliesse le bende, ho ricordato alcune cose … “

“ ma è fantastico! Perché non me lo hai detto prima? “ la interruppi con grande entusiasmo

“ no Yume, non è come sembra … “  Yume … mi faceva un certo effetto essere chiamata per nome visto che solo lei lo conosceva

“ perché? Non è bello che ti ricordi qualcosa? “ continuavo a non capire; così lei iniziò a raccontarmi la sua visione: della casetta in mezzo al bosco, di quegli uomini, dell’attacco … man mano che Kirara proseguiva nei suoi ricordi, il sorriso stampato sulle mie labbra poco alla volta svaniva, potevo percepire chiaramente la paura che la mia amica aveva in quel momento e mentre ascoltavo i suoi pensieri anche io stavo iniziando a ricordare di quella terribile sera, quando tutto è iniziato. Quando finì di raccontare, la tristezza e il dolore conquistarono l’atmosfera circostante e l’aria si fece pesante; potevamo percepire le sensazioni negative l’una dell’altra ed entrambe non sapevamo cosa dire a riguardo. Il mio sguardo si bloccò su un punto del cielo, in quel momento avevo la testa piena di pensieri “chi erano quelle persone? “ “ perché ci hanno attaccate? “ un colpo d’aria, però mi fece ritornare nel presente, ero stanca, ormai si era fatto tardi

“ forza, ritorniamo in camera “ Kirara, intuendo la mai stanchezza, si alzò e iniziò a incamminarsi verso la porta

“ no, aspetta “ la bloccai “ voglio dormire qua fuori per questa notte “  le dissi

d’accordo, ma Seiko si arrabbierà “

“ pazienza, in fondo non è mia madre “ sbuffai

Kirara si sdraiò e io mi accovacciai vicino a lei in modo da non avere freddo; diedi un’ ultima occhiata a quel meraviglioso cielo stellato “ è dannatamente uguale a quella notte” pensai, ma la stanchezza prese il sopravvento e mi addormentai

 
Due punti viola apparvero in mezzo a tutto quel buio: due occhi, si guardavano attorno per capire in che luogo fossero, ma non fecero in tempo, qualcuno iniziò a parlare  « Finalmente ti sei svegliata » un uomo comparve dalla penombra, e insieme a lui delle lanterne lungo la parete iniziavano a fare luce tutt’attorno.
Delle catene legate ai polsi mi tenevano sospesa al centro di quell’enorme stanza, e altri catenacci erano attaccati alle mie caviglie e fissati al pavimento, in quella posizione, non avevo alcuna possibilità di potermi muovere. « Ma guarda chi si rivede, Iwao, prima che tu dica altro ti avverto che non ti rivelerò niente »
« Ragazzina cocciuta » quell’ uomo era alto, snello, aveva occhi grigi come la pietra e freddi come il ghiaccio « se tu non mi dirai niente ci rimetteremo tutti e due, inoltre … » fece una risatina
« Inoltre cosa?! » non mi piaceva il suo carattere
« nulla di importante. Non ti ha mai detto nessuno che sei egoista? » quell’ uomo amava provocare le persone e sapeva benissimo che io non sopportavo quella situazione
« che vorresti dire con questo? » provai a calmarmi per non dargli il piacere di avere la situazione in mano
« non dirmi che ti sei dimenticata della tua amica » sapeva benissimo che in quel momento lui avrebbe sempre avuto la meglio, e io da stupida mi ero dimenticata di Kirara. A quelle sue parole mi venne in mente la mia amica stesa a terra straziante e sanguinante
“ Kirara! Kirara mi senti? “ provai a mettermi in contatto con lei, ma nulla, non aveva ancora ripreso i sensi
« Dannato! » non riuscii più a trattenermi e la mia rabbia esplose
« hahahaha! Adesso che farai? Se tu stai zitta ce la prenderemo con te, se invece parlerai useremo la tua amica per i nostri esperimenti » Iwao sapeva quello che diceva, era un uomo di parola: tutto quello che diceva, poi avrebbe fatto; fece un’altra risata di scherno che questa volta bloccai
« Allora preferisco stare zitta: se non dirò niente i tuoi superiori se la prenderanno con te perché non avranno le informazioni che tanto desiderano » forse ero riuscita a trovare una piccola via di fuga « e se mi picchierai a sangue non sarò fisicamente in grado di parlare, a dirittura potresti rischiare di uccidermi, se così fosse tutti i miei segreti verrebbero nella la tomba con me »
« ragazzina … » questa volta il suo tono di voce era cambiato:stava iniziando a innervosirsi e allo stesso tempo si poteva sentire una leggera paura; evidentemente, non gli piaceva l’idea che i suoi superiori se la prendessero con lui « tu non hai la più pallida idea di chi ti stai mettendo contro » mi minacciò
« ohh, lo stesso vale per te » in fondo quell’ uomo sapeva che non ero una tipa facile da fermare e io volli tenere testa a quelle sue minacce, allo stesso modo però, dovevo assicurarmi che Kirara non venisse toccata
« te lo chiederò solo una volta » si fermò per farmi capire la gravità della situazione  « che legami hai con quel demone? Come fai a controllarlo senza difficoltà?! »
« tsk! Pensi veramente che te lo dica tanto facilmente? » dovevo in tutti i modi prendere tempo per consentire a Kirara di riprendersi e rimettersi in forze
« Voi due! Avvicinatevi! » Iwao si volse verso una parete oscurata della stanza e da quel buio uscirono due uomini  « Occupatevi della ragazzina, quando vorrà parlare chiamatemi » e con queste parole si congedò uscendo da quel luogo lugubre.
I due si scambiarono un’ occhiata poi posarono i loro occhi su di me, mi squadrarono dalla testa ai piedi, poi uno di loro si avvicinò alla porta e schiacciò un piccolo sasso che si trovava ai piedi di questa: un pulsante. Subito la stanza iniziò a cambiare forma, le pareti iniziarono a muoversi, un odore acre di sangue iniziò a farsi strada nell’aria, se prima quel luogo era lugubre ora era indescrivibile. Delle torce di fuoco illuminavano la nuova stanza e rendevano l’atmosfera ancora più tetra di come lo era prima, facevano intravedere numerosi strumenti di tortura, ce ne erano tra i più svariati tutti piuttosto antichi, la maggior parte di questi era gronda di sangue. Tremavo all’idea di quante persone fossero morte lì dentro e a quello che potevano farmi, ma non potevo, non dovevo assolutamente perdere il controllo di me
« Suppongo che tu non abbia voglia di dirci niente » di punto in bianco uno dei due uomini mi rivolse la parola con un ghigno malefico, si vedeva chiaramente che fremeva dalla voglia di iniziare a mettere in pratica quello che sapeva fare meglio: torturare a morte le proprie vittime.
Nonostante tutto cercai di tenergli testa, dovevo resistere « Ma che bravo, lo hai capito. Penso che anche un bambino lo avrebbe sottointeso » . I due uomini si scambiarono un’ altra occhiata poi presero una frusta a testa e iniziarono a fare quello che erano stati addestrati a fare.
 
Note dell’autore:
Ciao a tutti! ^_^
Come sempre grazie per aver letto :)
Mi raccomando, continuate a farvi sentire … vi voglio attivi ;)
A presto, ciao ciao! :3 

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Capitolo 15
*** Uno strano avvenimento ***


Mi risvegliai di soprassalto, quel sogno mi aveva traumatizzata; come se non bastasse, avevo ancora impresse nella mente le facce delle persone del Villaggio che mi guardavano con terrore e disprezzo
“ Kirara … “  quello che avevo appena ricordato mi faceva tremare dalla paura
si lo so … anch’ io ho fato lo stesso sogno “ mi spiegò, ma cambiò subito discorso “ sta arrivando qualcuno” Kirara si accorse che una persona stava arrivando, e come sempre aveva ragione
« Sapevo che potevo trovarvi qui » Seiko, l’infermiera, raggiunse me e Kirara sul tetto dell’ospedale « sono venuta per darti buone notizie: rimarrai qui al massimo un altro giorno per gli ultimi controlli, poi andrai ad abitare in un appartamento » annunciò .
« Bene … » le risposi
« che ti prende? » la donna si accorse del mio volto tirato
« nulla di importante … » non avevo voglia di parlare
« ti puoi fidare di me » mi disse con un tono da madre
« strano perché a giudicare dalle facce degli abitanti che ho visto ieri non mi sembra che qua io sia ben accettata! » se sperava di incantarmi con quelle paroline, si sbagliava di grosso
« che vorresti dire? » mi chiese come se non stesse capendo niente
« pensi veramente che non mi sia accorta di come mi guardavano gli abitanti del Villaggio? Le loro espressioni dicevano chiaramente “ andatevene! “ sia io che Kirara non siamo nate l’altro giorno, riusciamo a capire quando siamo un peso morto per qualcuno! » le sbraitai contro
« sei una nuova al Villaggio, e siamo in pochi a conoscerti, inoltre non è da tutti portarsi dietro un demone … » stava per dire altro, ma la bloccai
« vieni Kirara, mi sono stufata di rimanere qua fuori » mi alzai e mi diressi verso l’interno dell’ospedale per sfuggire a quella donna ma qualcosa me lo impedì: subito dopo essermi alzata iniziai a barcollare, all’improvviso, la testa iniziò a girare e le gambe stentavano a reggere il peso del mio corpo; provai a fare un paio di passi  titubanti ma, d’un tratto un’ energia strana comparsa dal nulla mi sbalzò un paio di metri più in là; poi, tutto scomparve.
“ Yume! “ subito Kirara si preoccupò per me e per l’evento improvviso appena accaduto, non poté far altro che corrermi incontro per vedere se stavo bene e in men che non si dica, anche la donna accorse verso me
« Che è successo? Stai bene? » Seiko era molto più preoccupata di quel che pensavo, perché si comportava così? In fondo nessuno le aveva chiesto di seguirmi dopo la mia guarigione
« La mano … la sento tutta informicolata … » guardai la mano destra e rimasi sbalordita da quello che mi stava succedendo: la strana cicatrice a forma di Yin e Yang era diversa dal solito. L’intera parte nera stava emettendo un’ insolita luce; non chiara, come di solito ci si aspetta, ma scura e di un nero intenso che pulsava a ritmo del mio cuore, poi, un po’ alla volta gli intervalli iniziarono ad essere più piccoli, duravano sempre meno, tre, due, un secondo e, una volta raggiunta la velocità massima, la luce nerastra esplose e avvolse me, Kirara e Seiko; tutte e tre per qualche secondo fummo immerse in un’atmosfera completamente diversa, avvolta dall’oscurità più totale.
L’aria era intrisa di odio e disprezzo, “ che sia questo il male? “ pensai tra me e me, ma qualcosa, un suono, mi impedì di fare la domanda; all’inizio quel suono sembrava aver paura di farsi ascoltare, si poteva udire minimamente e solo se si rimaneva in assoluto silenzio, poi, un poco alla volta, iniziò a farsi coraggio e si fece più forte, più che un suono era un rumore, che poi raddoppiò: due cuori che battevano all’unisono.
chi sono? “
“ non siamo noi … “  i pensieri di Kirara erano preoccupati, lo potevo sentire chiaramente dal tono della sua risposta.
Come però tutto era iniziato, tutto finì: d’un tratto tutte e tre fummo sbalzate nel terrazzo dell’ospedale, dove tutto era iniziato; il mio sguardo era esattamente uguale a quello di Kirara e della donna
« Cos’ è successo? » la domanda mi fu spontanea, ma era evidente che nemmeno le altre erano certe di quello che era appena accaduto 
« non lo so … n- non mi era mai successa una cosa simile » la donna era molto più spaventata di me, ma presto si ricompose « facciamo così: ti porto dal dottor Ayane, gli diciamo quello che è successo e poi ti farà delle analisi, va bene? »
Kirara, pensi sia il caso di dirlo al Kazekage? “
“ Potrebbe essere utile informarlo. Possiamo chiedere a lei di riferirglielo “ e puntò il muso verso Seiko
si forse è meglio, se andiamo noi, corriamo il rischio che ci blocchi ancora con i suoi discorsi “  le feci l’occhiolino, almeno se scherzavo riuscivo a togliermi dalla mente per qualche secondo tutto quello che era successo pochi secondi prima
« D’accordo, non ho problemi a farmi visitare … ma … non pensa sia meglio avvisare anche il Kazekage? »
L’infermiera fecce una faccia sbalordita dalla mia richiesta, ma subito si affrettò a rispondere « Oh cielo, che sciocca che sono stata! » si diede una pacca in testa « si certo hai ragione, non preoccuparti, lo avviserò io »
« la ringrazio » feci un lieve inchino con la testa.
Passai il tempo della giornata nell’ambulatorio del dottor Ayane, a raccontargli quello che era successo e della mia mano; mentre gli parlavo lui ascoltava attentamente e, allo stesso tempo, mi faceva vari esami per controllare se fossi in forma
« Bhè, a parte la brutta esperienza appena vissuta, posso dire che sei sana come un pesce! » alla fine tirò le somme di tutti gli esami e mi disse che non avevo nulla di cui preoccuparmi, l’infermiera però, era ancora preoccupata, così mi accompagnò alla mia camera e rimase lì fino a quando io e Kirara ci addormentammo.

« Recupera la memoria più in fretta di quel che pensavamo, bisogna fare qualcosa, e subito! » la voce roca di un uomo risuonò in una stanza buia, illuminata solo dalla luce della luna
« Si, lo so. Dobbiamo aspettare il momento giusto, bisogna far in modo che abbassi la guarda; l’unica scocciatura è quel maledetto demone » una voce di un’altra persona rispose a quell’uomo
« il Kazekage ha saputo di quello che le è successo oggi? » ora la voce dell’uomo risuonava un po’ incerta« sta tranquillo, ho fatto in modo che non venisse a conoscenza dell’informazione »
« bene. La ragazza e il demone sospettano qualcosa? »
« no » la risposta fu rapita, poi la seconda figura riprese a parlare cambiando discorso « Hai informazioni della nera? » il suo tono si fece più pesante su quell’ultima parola
« da quando è scappata nessuno ha più notizie di lei … »  

Note dell’autore:
Ciao a tutti ^_^
per prima cosa grazie per aver letto :)
come sempre fatemi sapere che cosa ne pensate del cap o della fanfic in generale tramite recensioni o commenti, anche se sono negativi o neutri, ci tengo a sapere il vostro parere :3
..pur troppo, con l’inizio della scuola non so se continuerò a pubblicare di martedì, ma farò il possibile, anche se, è probabile che prossimamente aggiungerò cap durante la settimana
Detto questo vi saluto
Ciao ciao a presto! (^w^)

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Capitolo 16
*** Un messaggio importante ***


 
 “ Tok, tok “ mi trovavo nella mia stanza quando qualcuno bussò alla porta
« Avanti » mi limitai a dire
« Ciao! Come stai? » Kankuro, insieme a un’altra ragazza bionda entrò
« potrebbe andare meglio … » mi limitai a dire
« non mi dirai che sei stanca! » scherzò lui « comunque lei è mia sorella, Temari »
« Finalmente ci incontriamo! Piacere di conoscerti! » la bionda sprizzava gioia da tutti i pori, già non la sopportavo
« piacere mio, lei è Kirara » tesi la mano verso la mia amica, e lei fece un cenno con il capo
« Oh, bene! Allora vi lascio sole così potete parlare tra voi ragazze! » Kankuro fece un mezzo sorriso poi, senza aggiungere altro, lasciò la stanza, che venne assalita dal silenzio.
Temari si guardò intorno, cercò di scrutare la stanza per trovare qualche modo per attaccare bottone, ma non ci riuscì, così fece la domanda più sciocca che in quel momento poteva fare « Posso? » e si sedette sulla sedia che era poco distante dal letto
« Perché non te ne vai? » le chiesi schiettamente
« c-come scusa? » rimase scioccata da quello che le avevo appena detto
« hai capito bene » risposi sempre più fredda
« perché dovrei? » parve scocciata dal mio tono di voce, ma non ci feci caso
« per il semplice motivo che tutti qui non ci vogliono »
« come fai a dirlo? » ribatté Temari, ma non le risposi, abbassai lo sguardo e mi fermai a guardare un punto fisso per riportare alla mente quel giorno quando tutte quelle persone guardavano me e Kirara a malo modo comportandosi come se noi fossimo dei mostri
« ho capito, è per la reazione negativa da parte degli abitanti, non è vero? » mi chiese dopo un po’ intuendo i miei pensieri
« si.. » dissi quasi bisbigliando e delusa da tutto ciò, era così evidente capirlo dopotutto
« forza allora, vieni con me! » la ragazza sorrise, poi mi prese la mano tirandomi giù dal letto di peso
« hei aspetta! Ma che stai facendo?! » ok, questo era veramente troppo, non poteva prendersi quella libertà.
 “ Kirara bloccala! “ lei non aspettò un secondo in più, si alzò e bloccò Temari con i suoi poteri psichici
« Ma che cosa .. ? » chiese la bionda con stupore
« ho detto a Kirara di bloccarti » risposi scocciata liberandomi dalla sua presa mentre era ancora ferma come una statua « che avevi intenzione di fare? » il mio tono era diventato molto ostile nei suoi confronti.
Nonostante questo, la ragazza sorrise « tranquilla, non ti avrei mai fatto del male » il tono della sua voce assomigliava a quel dell’infermiera « volevo solo potarti in un posto; sono sicura che dopo mi ringrazierai » e fece l’occhiolino amichevolmente
“ che ha intenzione di fare? “ come potevo fidarmi di una così?!
“ non chiedermelo, ormai non so più che aspettarmi dalla gente di questo Villaggio! “ anche Kirara si era innervosita
« dove vuoi portarmi? » chiesi seccamente
« se te lo dico, che sorpresa c’è dopo? » si vedeva che era la sorella di Kankuro, ora il suo modo di fare sembrava lo stesso del ragazzo
“ che ne pensi? “ chiesi un’opinione alla mia compagna
“ non lo so … proviamo. Mal che vada la faccio fuori! “ e a quel pensiero i suoi occhi divennero freddi come il ghiaccio, non l’avevo mai vista così e ammetto che mi faceva paura
« va bene, veniamo. Kirara, liberala » a quelle parole la mia amica lasciò andare Temari
« non te ne pentirai, vedrai che alla fine ti divertirai! » esclamò vivacemente lei.
 
« Signorino Gaara, abbiamo appena ricevuto un rapporto dalla squadra di Anbu che aveva mandato in missione un po’ di tempo fa per la cattura di quella criminale. Ecco, legga » l’uomo, entrato all’ improvviso nell’ufficio del Kazekage, porse la pergamena al giovane uomo
« Grazie » si limitò a dire quest’ ultimo.
Il messaggio diceva chiaramente:  “ Siamo riusciti a rintracciare la ragazza. L’abbiamo catturata, rientreremo con lei al Villaggio entro due giorni “ un testo breve ma chiaro.
 Finalmente, dopo anni di ricerche, non solo il Villaggio della Sabbia, ma anche tutti gli altri villaggi, erano riusciti a sbarazzarsi di una criminale di rango-S: Kiyokuro Kodoku, una ragazza di circa 15 anni con un passato sconosciuto, riuscita a farsi strada nella criminalità grazie alle sue particolari abilità innate di cui nessuno conosce le origini.
« Preparate una cella di massima sicurezza, non voglio rischiare che scappi, non dopo tutte le fatiche che abbiamo consumato per trovarla, la interrogherete in mia presenza » aggiunse il Kazekage dopo aver letto il messaggio
« come desidera » l’uomo chinò il capo in segno di rispetto poi se ne andò.
Quando fu sicuro che quella persona fosse distante dalla porta del suo ufficio, il ragazzo si concesse una pausa, non voleva farsi vedere stanco, eppure, negli ultimi giorni erano successe fin troppe cose per i suoi gusti: pochi giorni prima l’arrivo di una strana ragazzina nel suo Villaggio e subito dopo sbuca un demone di cui non si conoscono le origini; ora doveva assistere a un interrogatorio e mandare agli altre Kage una lettera per informarli di tutto quello che era successo al suo villaggio negli ultimi tempi “ troppe cose da fare “ pensò tra se e se.


Note dell'autore:
Ciao a tutti ^_^ 
come prima cosa grazie per aver letto e mi scuso per il ritardo, ma (so che non ci crederete), i prof stanno già iniziando a interrogare, mettendo i voti, quindi ho molto da studiare e sempre meno per scrivere ...
vi volevo chiedere solo un favore: per favore, fate delle recensioni almeno per farmi capire se la storia vi piace, anche se sono negative, anche perchè vado in crisi se non le fate (appunto perchè non riesco a capire se la fanfic vi piaccia o meno) e non riesco a trovare l'ispirazione .. inoltre, sentirvi attivi non mi dispiacerebbe per niente, anzi! :)
Detto questo, grazie per l'attenzione, non so dirvi quando pubblicherò il prossimo capitolo
Ciao ciao a presto! (^w^)

 

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Capitolo 17
*** Nuove conoscenze ***


« E’ quasi l’ora di cena, la gente sta rientrando nelle proprie case per cenare con la famiglia e i negozi stanno per chiudere, dobbiamo sbrigarci, altrimenti non riuscirò a farti quella sorpresa » una volta uscite dall’ospedale,Temari accelerò il passo
« io continuo a non capire » protestai
« forza sbrigati! » continuò ad incoraggiarmi l’altra fregandosene della mia replica.
L’ora del tramonto stava per arrivare e il sole iniziava a lasciar il posto a un bellissimo cielo color arancione, le nuvole cominciavano a diradarsi e una brezza notturna si accingeva a dominare tutt’attorno.
« se ti piace adesso, aspetta tra dieci minuti circa, e vedrai che spettacolo! » Temari si era accorta che mi ero incantata su quello spettacolo e così fu costretta a fermarsi per aspettarmi
« ogni tramonto e uguale all’altro » feci la dura, non volevo farmi vedere debole incantandomi per così poco, ma in fondo, stavo solo mentendo a me stessa, non avevo mai visto nulla di simile; se era vero quello che aveva detto, mi sarebbe tanto piaciuto rimanere lì ad aspettare, per vedere come sarebbe diventato il cielo più tardi, ma non potevo, avevo paura che fidandomi troppo dopo avrebbero potuto farmi del male « forza andiamo avanti » conclusi poi con un tono che risultò poco convincente
« come ti pare » alzò le spalle, ma anche lei si era accorta che stavo mentendo mentre pronunciavo quella frase.
Camminammo per un po’, dopo la ragazza si fermò davanti a un negozio che dall’esterno sembrava uguale agli altri
« siamo arrivate, forza entriamo » annunciò, lasciando entrare prima me e Kirara
« Signorina Temari! Che piacere vederla qui! » esclamò la commerciante alla vista della bionda
« Un negozio di vestiti? E’ questa la sorpresa? » le chiesi, non sapevo se essere stupita o delusa, in un certo senso mi aspettavo qualcosa di più interessante, ma d’altro canto, era anche felice perché era vero che avevo bisogno di sostituire il camice bianco che indossavo.
« Salve! Vorrei far provare qualcosa a questa ragazza, che cosa ha di bello per lei? » Temari ignorò nuovamente la mia domanda e mi presentò alla donna; quest’ ultima fece una faccia preoccupata alla vista di Kirara, ma Temari incoraggiò la negoziante a trovarmi dei vestiti, così lei non prestò molta attenzione alla mia amica e si concentrò su di me.
« stai scherzando? In tasca non ho nemmeno un centesimo! » protestai prima ancora che la negoziante potesse mostrarmi qualche capo d’abbigliamento
« non preoccuparti, offro io! » in fondo, Temari, stava facendo tutto questo per me, ma era la sorella di Gaara, e dovevo capire se faceva la gentile con me di sua spontanea volontà, o se lo faceva perché il Kazekage glielo aveva ordinato.
Alla fine, Temari mi costrinse a comprare uno dei classici completi del Villaggio: una canottiera e una gonna che arrivava a metà coscia, neri; io odiavo quel completo, soprattutto la gonna, ma sia lei che Kirara insistettero dicendo che mi stava bene “ contente loro “  pensai tra me e me, ormai rassegnata. Dopo l’ acquisto, la ragazza, mi portò a fare il giro completo del Villaggio, e come ultima cosa, mi fece osservare il panorama che si vedeva dalle mura che facevano da confine al Villaggio.
« non fate caso ai ninja, seguitemi e basta » disse a me e Kirara; in effetti erano tutti sull’agitato, evidentemente erano turbati per la presenza mia e della mia amica.
 « sono così a causa nostra, non è vero? » le chiesi titubante, immaginando già di conoscere la risposta
Di colpo si bloccò e si fece seria « vedi, purtroppo questo e un periodo molto critico, stanno succedendo molte cose ». Parlava cercando stare il più possibile vaga sull’argomento, poi riprese a parlare « qui al Villaggio sta per arrivare uno dei più pericolosi criminali » concluse il discorso in modo schietto e in seguito riprese il cammino, tranquilla e spensierata cercando di lasciarsi alle spalle la conversazione appena fatta. Rimasi senza parole: una cosa simile non me la sarei mai aspettata « forza! Siamo arrivate in cima » urlò.
Stavo per raggiungerla, quando mi accorsi che Kirara non era in se  “ che cos’ hai? “ mi rivolsi a lei
“ l’ultima volta che sono stata su queste mura tutti i ninja cercavano di uccidermi, mentre ora … “ si guardò attorno “ sembra che nessuno mi badi “ poi sorrise “ devo ammettere che tutta quell’adrenalina in corpo mi manca un po’! “ scherzò.
“ solo per questo? “ dissi sconcertata  “ e io che mi preoccupavo “ le arruffai il pelo poi raggiunsi Temari e Kirara mi corse dietro
« uffa! Siamo arrivate troppo tardi! » borbottò appena fui al suo fianco
« tardi per cosa? » non riuscivo a seguire il filo del suo discorso
« per il tramonto! Volevo fartelo vedere nel momento più bello! » disse come se fosse la cosa più ovvia di quel momento
“ oh no! Ancora quel tipo! “ i pensieri spazientiti di Kirara risuonarono nella mia testa
“ che succede? Come mai dici così?
l’uomo che viene verso di noi, non lo sopporto “ ringhiò per qualche secondo, ma per fortuna smise di sua spontanea volontà, prima ancora che io potessi dirle qualcosa
« Maestro Baki! Posso rubarle qualche secondo? » Temari andò verso quell’ uomo trascinandomi con sé
« Signorina Temari, è un piacere vederla » si limitò a dire
« volevo presentarle questa ragazza e Kirara » e a quelle parole Temari indicò me e la mia compagna
« piacere di conoscerti, io mi chiamo Baki. E’ bello vedere che stai bene: quando ho ti ho vista perdere i sensi poco distante dalle mura ho mandato subito un ninja a prenderti e all’arrivo all’ospedale tutti i medici erano in pena per te, tutti si preoccupavano per le tue condizioni fisiche e temevano che non ce l’avresti fatta; ora invece, da quello che vedo, sei tornata in forma, e piuttosto in fretta direi! » si presentò, poi riprese a parlare riferendosi a Kirara « ti chiedo scusa per tutto quello che ti abbiamo fatto passare quando sei arrivata qui, ti prometto che farò qualsiasi cosa per farmi perdonare »
“ digli che per adesso sono a posto e che lo perdono “ in un certo senso Kirara era felice dell’attenzione che l’uomo le aveva dato, si poteva sentire nei suoi pensieri che era orgogliosa e fiera, così io mi limitai a dire all’uomo quello che lei mi aveva appena comunicato.
« ora scusate, ma devo proprio andare: il dovere mi chiama » pertanto l’uomo si congedò immediatamente, senza dire nient’altro
« è sera, meglio che ti accompagni all’ospedale prima che l’infermiera si preoccupi troppo »
« ok va bene » dissi
Quella notte fu interminabile, il sonno stentava a venire e la mia mente era piena di domande
“ pensi che quegli uomini vengano a cercarci qui al Villaggio? “ chiesi a Kirara
non so darti una risposta precisa “ sospirò, anche lei era stanca ma non riusciva a dormire “ chi lo sa, se ci tengono tanto a noi è probabile, ma è anche probabile che non vogliono rischiare e che quindi rimarranno fuori dalle mura …”
“ quindi se non scappiamo da qui loro ci troveranno? “ chiesi terrorizzata dalla risposta
“ si, è probabile, in fondo, non ci hanno messo molto a trovarci in quella casetta sperduta nella foresta “
“ in parole povere siamo in gabbia … “  a quel punto ero scoraggiata
“ ora basta, dobbiamo dormire. Ti ricordi cos’ha detto l’infermiera? Domani avremo una nuova casa quindi dobbiamo riposarci “
“ come vuoi, ma non ho sonno “ mi lamentai. Kirara non ci fece caso, come al solito aspettò che mi sdraiassi nel letto poi prese la coperta con la bocca e la tirò in modo da coprimi e infine, con il suo musone si sfregò con dolcezza sulla mia spalla per darmi la buonanotte “ notte “ le bisbigliai semplicemente. In quel momento non ricordavo se avevo una famiglia che mi aspettava da qualche parte, ma sapevo, che finché avessi avuto al mio fianco Kirara la mia vita avrebbe sempre avuto riscontri positivi, perché in fondo al mio cuore sapevo che lei era la mia vera famiglia.

Note dell'autore:
Ciao a tutti ^_^
Come prima cosa grazie per aver letto :3
mi scuso se questo capitolo non è uno dei migliori, ma vi assucuro che dal prossimo cap ci saranno delle novità ;)
Per favore continuate a recensire per farmi capire che cosa ne pensate :)
A presto ciao ciao (^w^)
 

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Capitolo 18
*** chi era quella ragazza? ***


“ Chissà come sarà la nostra nuova casa “
“ non vedo l’ora di andarmene da questo posto, spero che sia un luogo più grande: questa stanza mi sento come in una prigione! “  in effetti era vero, per Kirara quella stanza d’ospedale era un po’ troppo piccola
“ tra poco dovrebbero arrivare “ . Infatti non passò molto tempo da quella conversazione che l’infermiera comparve per darmi gli ultimi saluti « Mi raccomando, se ti serve qualcosa vieni da me! » mi disse Seiko all’uscita dell’ospedale, dove Temari con un’altra ragazza dai capelli castani mi stava aspettando
« Non si preoccupi dottoressa, non le faremo del male » scherzò Temari venendomi incontro « allora? Siete pronte per il trasferimento? » domandò a me e alla mia amica; io mi limitai ad annuire « dimenticavo … » aggiunse poi Temari « lei è Matsuri » indicò la ragazza al suo fianco
« C-ciao! P-piacere di conoscervi » balbettò la ragazzina, si vedeva chiaramente che aveva paura della mia amica.
“ ed eccone un’altra che ci teme …! “  commentò subito Kirara
« Piacere » , risposi seccata dal suo comportamento, a primo impatto quella tipa non mi piaceva molto; Temari si accorse subito che l’atmosfera si stava facendo tesa, così iniziò subito a fare strada; la situazione non era cambiata rispetto ai giorni precedenti: tutti gli abitanti facevano spazio al passaggio mio e di Kirara e ci guardavano con occhi pieni di terrore e angoscia; ormai però, stavo iniziando a non dare più di tanto peso a quella situazione, lo stresso invece, non si poteva dire di Kirara che si infastidiva sempre di più.
Per nostra fortuna, quello stato cambiò radicalmente quando fummo dentro il palazzo dove, qualche giorno prima, Gaara mi portò nel suo ufficio.
« Che ci facciamo qui? Pensavo che ci doveste accompagnare al nostro nuovo appartamento .. » chiesi senza capirci niente
« Infatti, è quello che sto facendo, per questioni di sicurezza è meglio che tu stia qui » rispose Temari
“ questioni di sicurezza?! “ Kirara rimase sconcertata da quell’ affermazione, proprio come me
« cosa vorresti dire? » domandai seccata.
Lei si accorse solo più tardi di quello che aveva detto e così cercò di rimediare a quelle parole « non intendevo offendervi, anzi, è solo che … »
« lascia stare! » la bloccai schiettamente, non volevo saperne altro; poco dopo, ci fermammo davanti ad una porta
« Ecco siamo arrivati »,prese delle chiavi e aprì la porta, lasciò entrare prima me e Kirara, poi lei e Matsuri ci seguirono.
L’appartamento era piuttosto grande, all’entrata c’era un corridoio molto ampio e nel lato sinistro c’erano tre porte; la prima portava al salotto al centro del quale c’era un tavolo con delle sedie, lungo una parete si trovava un grande divano davanti al quale era steso un tappeto; la seconda porta lungo il corridoio era per la cucina, ben attrezzata, ma priva di cibo, una porta faceva da collocamento con il salotto; la terza porta era per il bagno; il corridoio, alla fine curvava a sinistra, svelando altre due porte che portavano a due camere da letto “una camera per ciascuna” pensò Kirara. Infine, cosa che più di tutte mi affascinò fu un enorme terrazzo che collegava le ultime due stanze. La vista non era un gran che, si poteva scorgere solo un piccolo pezzo d’orizzonte tra un palazzo e l’altro, sotto, invece, si poteva vedere una piazza del Villaggio, dove molti mercanti vendevano la propria merce “sarebbe tutto così fantastico … se solo ci accettassero … “  pensai tra me e me
« Allora noi vi lasciamo .. » Temari interruppe i miei pensieri
« Si, grazie di tutto » accompagnai le due ragazze alla porta, la bionda mi lasciò le chiavi dell’appartamento e ci congedammo.
Una volta che le due ragazze furono uscite io e Kirara ci guardammo attorno. Di per sé quell’ appartamento non era male, ma gli arredi non erano il massimo della bellezza, per giunta, gli stomaci di entrambe iniziarono a brontolare
 “ Che ne dici, andiamo fuori a prendere qualcosa? “ propose Kirara udendo il borbottio di quest’ultimi
non lo so … hai voglia di essere osservata da tutta quella gente? “  chiesi scoraggiata
“ no per niente … “ rispose fredda, per lei era una scocciatura essere fissata da tutte quelle persone, e soprattutto, non aveva voglia di passare per un  “demone mostruoso“ “ … però prima o poi dovremo uscire per comprare almeno del cibo, e poi ti conosco … non saresti mai in grado di rimanere qua dentro 24 ore su 24 “ aggiunse quasi scherzando
Mi misi a ridere, era proprio vero che mi conosceva “ hai ragione, allora andiamo “  così uscimmo.
Quell’ edificio era più grande di quel che io e Kirara pensavamo e, prima ancora ce ne fossimo accorte, ci perdemmo
“ magnifico, e adesso che facciamo? “  chiesi scoraggiata
“ è meglio chiedere a qualcuno “
“ se solo ci fosse qualcuno.. vorresti dire “  quell’ala dell’edificio era vuota e dava un che di lugubre; ad un certo punto ci imbattemmo in un’enorme corridoio, non c’erano porte, tantomeno finestre  “ dove diavolo siamo finite?! “ urlai nei miei pensieri, spazientita da tutto ciò.
Io e Kirara camminammo per un altro po’ in quel corridoio interminabile, poi un immenso cancello ci impedì di continuare il nostro cammino e, con grande stupore di entrambe, davanti ad esso si trovano dei ninja.
« Ragazzina! Ferma! Dove stai andando? » mi urlò contro uno di loro
« Chiedo scusa » abbassai il capo, ero leggermente imbarazzata da quella situazione « io e la mia amica ci siamo perse, volevamo uscire, ma ci siamo smarrite per i corridoi di questo palazzo » spiegai. Gli uomini  non ci misero molto a capire che io ero “la ragazza con il demone” e non furono molto bravi a nascondere la paura che avevano nei confronti di Kirara, ma nonostante questo, uno di loro si offrì volontario per accompagnarci verso l’uscita.
Iniziai a riconoscere la strada per l’uscita del palazzo; di colpo, però, sentii delle voci che venivano dalla parte opposta della mia direzione: un gruppo di ninja, con una divisa diversa dal solito, muniti di maschera, stavano venendo verso di noi e al centro del gruppo, qualcosa attirò la mia attenzione: una ragazza, bendata, con lunghi capelli neri. Aveva ai polsi grossi ferri attaccati a delle catene impugnate da due di quegli uomini.
« che succede? » chiesi al ninja che mi stava accompagnando
Lui, senza badare alla mia domanda, si fermò e mi bloccò per far si che quel gruppo di persone potesse passare senza problemi. Senza togliere lo sguardo da quella ragazza mi disse « quella che vedi, è una dei peggiori  criminali di rango-S, non prendere la sua strada, o riceverai il suo stesso trattamento »
Alla fine l’uomo mi accompagnò all’uscita, io e Kirara lo ringraziammo, ma per il resto della giornata non potei non dimenticare quella scena, chi era quella ragazza?


Note dell'autore:
Ciao a tutti ^_^
Come sempre grazie per aver letto :)
Volevo chiedervi due cose: la prima: da questo cap la storia s'intreccia con "legami distrutti" di Furugi no nai tsubasa de e quindi vi consigio di leggere anche la sua ff, in modo da capirci meglio :)
poi vi vorrei chiedere la solita cosa: per favore recensite, anche se sono recensioni negative o neutre, l'importante è che capisca che cosa ne pensiate di questa ff
Detto questo ciao ciao 
a presto! (^w^) 

 

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Capitolo 19
*** Un qualcosa d'inaspettato ***


Note dell’autore:  ciao a tutti, prima di tutto grazie di segurmi (*^-^*)
IMPORTANTE: come avrete notato, nell’introduzione c’è scritto che questa storia è gemellata con “legami distrutti” di Furugi no nai tsubasa de, dal prossimo cap le due ff s’intrecceranno, se volete leggere anche la sua in modo da capirci un po’ di più fate pure, io volevo avvertirvi! ^_^
Grazie per aver letto, vi lascio con il link della ff della mia amica :)
 
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2073305 
 
 
Da quando eravamo  trasferite, Kirara ed io  passavamo tutto il tempo nell’appartamento, uscendo solo di sera, quando non c’erano persone, per poter fare tutti i giri che volevamo senza essere disturbate da nessuno.
Quel giorno, Kirara mi propose di uscire un po’ prima del solito e appartarci nella periferia del Villaggio, dove passava poca gente.
… “ si sta facendo buio, che ne dici di rientrare? “  chiese la mia amica ad un certo punto, quando ormai il buio era alle porte e interrompendo così il silenzio che si era formato
“ si, d’accordo “  e così dicendo, mi alzai; proprio in quel momento però, sentii un improvviso calo di forze e caddi a terra
“ Yume! Che ti prende?” subito Kirara si preoccupò per me e mi si avvicinò
non lo so … per qualche istante mi è mancata la forza per fare qualsiasi movimento, ma ora sto meglio. Non preoccuparti …” subito cercai di rassicurarla, ma nemmeno io sapevo bene che cosa mi era appena successo; provai a rialzarmi ma immediatamente caddi nuovamente a terra, la testa mi girava, e iniziai a sentire uno strano formicolio alla mano destra, proprio dove avevo il segno dello Yin e dello Yang; mi venne spontaneo guardarci
“ ma che sta succedendo …?  “  percepii i pensieri di Kirara proprio quando stavo per porgermi la stessa domanda: la parte nera del simbolo si stava sbiadendo  e nello stesso momento le forze andavano a calare
“ non lo so … è meglio se rientriamo “ dissi alla mia amica, sapendo già che era favorevole a quella mia proposta e che eravamo entrambe turbate da quella cosa strana
“ si, ti porto in groppa “  si affrettò a rispondere lei, così con i suoi poteri mi sollevò e mi fece sedere sulla sua schiena, facendo in modo che io mi affaticassi il meno possibile.
Ci avviammo verso il centro del Villaggio, dove c’era l’edificio principale, quando qualcuno chiamò me e la mia amica « Kirara! Ciao, dove state andando a quest’ora? » la voce di un ragazzo risuonò alle nostre spalle, attirando l’attenzione mia e della mia compagna, Kankuro ci stava correndo incontro
« Ciao, stavamo andando verso casa » gli risposi una volta che ci aveva raggiunte cercando di non fargli capire che non ero in perfetta forma, ma non appena fu lì, ebbi ancora un inspiegabile mancanza di forze, questa volta però, caddi a terra con gli occhi socchiusi,  avevo abbastanza energia per riaprirli e così rimasi stesa a terra, priva di sensi.
Mi risvegliai seduta, con la schiena appoggiata ad una parete
« Che è successo? » chiesi frastornata, cercando di rialzarmi, ma qualcuno me lo impedì
« Ferma, non ti muovere, rimani seduta per un altro po’ » intervenne Kankuro obbligandomi a rimanere lì
“Hai perso i sensi..ora come ti senti? Stai bene?” i pensieri in pena di Kirara entrarono nella mia testa, lasciandomi di stucco
« sto bene » insistetti, cercando di tranquillizzare entrambi, con la coda dell’occhio guardai ancora una volta la mia mano: la parte nera era ancora più sbiadita di prima; nonostante tutto, non volevo farlo sapere a Kankuro
« ti è già successo oggi? » domandò il ragazzo provando a capire la mia situazione fisica
« che cosa? Svenire? No, è la prima volta da quando sono qua .. »
Yume..!” Kirara non era del tutto d’accordo con me, così iniziò a fare una specie di mezzi ruggiti, come per brontolare e contraddire quello che avevo appena detto
« che le prende? » chiese Kankuro sconcertato e incuriosito dal comportamento dell’enorme felino che in quel momento stava al suo fianco
« si, si ho capito, va bene … » interruppi subito Kirara accarezzando il suo enorme muso « … diciamo che … anche prima stavo per perdere i sensi » conclusi poi riferendomi al ragazzo, senza fare tanti giri di parole
« vorresti dire che faceva quei versi per farmi capire che mentivi? » il ragazzo rimase leggermente basito dal fatto che quello che pensavano fosse un demone pericoloso, in realtà non era altro che un grosso felino con le sole intenzioni di proteggermi e prendersi cura di me; ma subito si ricompose cercando di non farmi intuire tutto ciò  « ti accompagno all’ospedale » concluse successivamente tagliando corto
« sognatelo! Io non ci torno lì » protestai immediatamente sbraitando dietro al ragazzo
« non mi interessa! Stai male, ti devi far vedere! » a quelle parole mi sollevò di peso, mise un mio braccio attorno al suo collo e mise il suo attorno al mio fianco per far si che io potessi appoggiarmi mentre camminavo
« scordatelo! Ho detto no! » gli diedi uno spintone liberandomi dalla sua presa, ma fu evidente che non mi ero ripresa del tutto così le gambe per qualche istante mi cedettero di nuovo ed io andai dritta verso terra, se non fosse stato per Kirara che intervenne con i suoi poteri bloccandomi a mezz’aria
una o due volte puoi fregarmi..ma la terza no! “ mi disse fiera e scherzosa allo stesso tempo, riferendosi alle varie cadute che avevo fatto nel corso della serata  “è meglio però  che ascolti lui …” aggiunse poi facendosi più seria
« toglietevelo dalla testa! Non voglio ritornare all’ospedale! » continuai a ripetere fregandomene di tutto quello che dicevano
« un controllo non ti farebbe male .. » provò a insistere nuovamente Kankuro ma lo bloccai
« non preoccuparti, sono solo stanca. Vedrai che una bella dormita mi rimetterà in sesto » cercai di calmare tutti e due, provando ad avere un tono sicuro di quello che dicevo
« va bene. Ma ti accompagno » concluse il ragazzo dopo qualche istante di riflessione.
Così arrivai al palazzo dove si trovava l’appartamento scortata da Kirara e Kankuro, ma appena entrati, Gaara sbucò da un corridoio, subito si accorse della nostra presenza e ci venne incontro « Kankuro, ti stavo cercando » era evidente che gli serviva il fratello così salutò me e Kirara solo dopo la sua frase
« S-salve » borbottai incerta su quello che dovevo dire, non ero mai sicura se dare a quel ragazzo del “tu” o del “lei”; salutandolo, mi venne spontaneo alzare la mano destra e muoverla di poco da destra a sinistra. A quel mio gesto il ragazzo rimase sbalordito per un paio di secondi
« posso vedere la tua mano? » mi domandò non appena si ricompose
« si certo. Ma .. qualcosa non va? » chiesi preoccupata da quella sua reazione tendendogli la mano con cui lo avevo salutato. Il Kazekage analizzò il palmo della mia mano, la guardò a fondo; mi preoccupai per quel suo esame inaspettato, in fondo, quella era la mano dove avevo il simbolo dello Yin e dello Yang … perché gli interessava tanto?
« che succede? » anche Kankuro rimase sorpreso dal comportamento del fratello, quest’ultimo, si concesse qualche istante prima di rispondere
« Vedi, giusto poco fa, ho interrogato un’altra ragazza che, proprio come te, ha questo simbolo. Penso che abbiate qualcosa in comune » mi spiegò con calma e indifferenza come era solito fare
« una ragazza? E chi sarebbe? » domandai sconcertata ed emozionata allo stesso tempo, se era vero, potevo scoprire qualcosa su di me
« un criminale » rispose lui senza indugi, lasciandomi senza parole « che ne dici di fare un accordo? » disse con il suo solito tono
« che genere di accordo? » ero preoccupata per quello che poteva dirmi, ma dovevo sapere qualcosa in più su di me
« questa ragazza si ostina a non parlare, se magari provi a convincerla a dirci qualcosa, magari potrai capire se il simbolo che ha lei, c’entra qualcosa con quello che hai tu. Che ne dici? Hai voglia di provare ad aiutarci? Sappi però che non sarai sola mentre parli con quella ragazza » cercò di indurmi, forse per interesse del proprio Villaggio, o forse per aiutarmi …

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Capitolo 20
*** Criminale di rango-S ***


Nota dell'autore: Salve a tutti! :)
Allora, intanto grazie a tutti per aver continuato a leggere la mia storia :3
Per rendere le cose più interessanti, io e la mia "collega", in onore dei nostri OC, abbiamo deciso di dedicare loro una "sigla d'apertura" che in parte rappresenta le loro storie; i diritti non sono nostri, l'abbiamo solo preso da Youtube. Ecco a voi, buona visione e buona lettura :)  http://www.youtube.com/watch?v=g7mmYycRVRM
 
 
Iniziavo a pentirmi della decisione che avevo preso, forse, parlare con un criminale di rango-S non era  di certo la cosa migliore per iniziare la giornata
“ dovresti calmarti “ Kirara aveva capito meglio di tutti quanto ero tesa in quel momento
“ si lo so.. ma non ci riesco “ la guardai in maniera strana “ come fai a stare calma? Tu che di solito sei la prima ad agitarsi? “  ero basita dalla sua tranquillità
“ chi lo sa. Forse questa è la volta buona che sto calma “  scherzò, voleva confortarmi ma non ci riuscì molto
« Una volta che saremo dentro, non dovrai agitarti, altrimenti lei lo capirà e ne approfitterà » anche Gaara si era accorto del mio stato d’animo; per sicurezza, oltre agli Anbu, anche il Kazekage e Kankuro partecipavano all’interrogatorio « Ok va bene. Posso almeno sapere come si chiama? »
« Kiyokuro Kodoku » rispose semplicemente. Come al solito era calmo, forse fin troppo “come fa?” mi chiesi tra me e me.
Ormai avevamo raggiunto il locale nel quale doveva svolgersi l’interrogatorio; forse lì avrei scoperto qualcosa di più su di me, oppure avrei fatto semplicemente un buco nell’acqua.
Alla guardia della porta blindata c’erano due Anbu, che, alla vista di Gaara, l’aprirono.
La stanza era grande e circolare con un soffitto alto, lungo i bordi c’erano altri Anbu e al centro, c’era lei quella ragazza che tanto era odiata da tutti e da tutti considerata come un potenziale pericolo; era seduta su una sedia con mani e polsi legati. I lunghi capelli neri arruffati le cadevano lungo la schiena, il suo volto era per metà coperto da una benda che le impediva la vista e il suo corpo agile e snello era segnato da varie ferite. Di fronte a lei, distante circa cinque metri c’era un’altra sedia, vuota.
« accomodati sulla sedia » la voce di Gaara rimbombò nell’intera stanza, all’inizio non volevo sedermi, ma decisi di seguire comunque il suo consiglio
Appena sentita la voce del Kazekage la ragazza fece un ghigno « Ma guarda, chi si risente! Non ti bastava quell’ora che hai perso a farmi domande, vero? Ne vuoi consumare un’altra? » il suo tono suonava sarcastico e di totale menefreghismo, fregandosene delle varie ferite come se non sentisse il dolore
« mi dispiace deluderti, ma oggi non dovrai parlare con me ». Mi stupii delle parole di Gaara: per la prima volta la sua voce non sembrò indifferente, ma risultò seccato
« ah, e con chi avrò l’onore di parlare? Con questa tipa? Emana un’ aura troppo luminosa per i miei gusti .. » rispose con un tono sempre più arrogante.
A quelle parole Kirara si infastidì, non voleva che né io né lei ci sottomettessimo a quella ragazza, così, come risposta le ringhiò contro usando tutta la voce che aveva un corpo; non potei fare a meno di vedere un che di perplessità nel volto di quel criminale; nello stesso istante, anche Kankuro si stupì della reazione di Kiyokuro e si fece scappare una risata di scherno.
« si certo, voi non avete gli occhi bendati, quindi non vi impressionate da cosa avete attorno. Perciò, che ne dite di togliermi le bende? Così sarà più facile parlare a chi ho davanti, in più sarò più cortese nei suoi confronti » Kiyokuro aveva sempre la risposta pronta, in qualche maniera mi rivedevo nell’interrogatorio che avevo subito qualche tempo prima da quegli uomini sconosciuti,
« ha ragione, non mi avevate detto che dovevo parlare con una che ha gli occhi bendati »
“ se le hanno bendato gli occhi ci sarà un motivo! “ Kirara non si aspettava una cosa del genere da parte mia
“ si lo so .. ma voglio capire cosa può fare “ iniziavo ad essere curiosa delle sue capacità
« Scherzi?! Quella può uccidere guardandoti negli occhi » Kankuro prese la parola, si poteva sentire della paura nel suo tono
“ visto che ti avevo detto? “ Kirara amava avere ragione
“ … mi sa proprio che non andremo da nessuna parte “ non badai a quello che aveva detto, così cercai di cambiare discorso per non darle la soddisfazione di avere ragione
« … cos’è quell’essere che ti porti a fianco? » mi sorpresi quando quella ragazza si rivolse a me
« perché dovrei dirtelo? » la risposta mi fu spontanea, portavo un po’ di rancore nei confronti di quel criminale, ma allo stesso tempo, qualcosa in lei m’incuriosiva.

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Capitolo 21
*** Un acceso dibattito ***


Note dell’autore: Ciao a tutti! ^_^
IMPORTANTE: scusate, ma per sbaglio ieri ho pubblicato male e senza volere ho saltato il capitolo intermedio tra “Criminale di rango-S” e “Un azione di fiducia (ex un acceso dibattito)”
Vi chiedo scusa per lo scombussolamento.
Detto questo, come sempre grazie per aver letto :3
Ecco a voi la nostra "sigla" che metteremo tutte le volte xD (in onore dei nostri OC)
I diritti non sono nostri, l'abbiamo solo preso da Youtube.
Ecco a voi, buona visione e buona lettura :)  
http://www.youtube.com/watch?v=g7mmYycRVRM
 
«  Finalmente ti sei decisa a parlarmi! » Kiyokuro si rivolse a me con un tono provocante, forse voleva vedere quanto potevo arrabbiarmi
« Non sei il tipo di persona con cui mi piace parlare, tutto qui » cercai di rispondere alla sua provocazione, anche questo era un modo per vedere fin dove potevo arrivare
“ Povera illusa! Se pensa di tenerci testa si sbagli di grosso! “ Kirara iniziava a divertirsi in quell’interrogatorio
« oh, mi scusi signorina, mi dispiace ma così sono e così rimango, in più sono la prima a non voler parlare con nessuno di voi .. » la ragazza si ostinava a mantenere quel tono di arroganza, iniziavo a prendere gusto a risponderle
« non mi interessa! Sono affari tuoi se ti trovi in questa situazione, io non ci posso fare niente » le feci un mezzo sorriso
« appunto sono fatti miei, e voi non dovreste impicciarvene! »
« per quel che mi riguarda io non ti ho chiesto nulla, quindi non vedo il motivo per cui dovresti arrabbiarti con me! »
La stanza fu avvolta da qualche istante di silenzio
“ ah! Così impara a mettersi contro di te! “ Kirara era sempre più gasata da quell’interrogatorio e persino Kankuro stava iniziando a prenderci gusto, infatti stava per mettersi a ridere di nuovo
« … allora ce l’hai il carattere ragazzina .. » Kiyokuro interruppe quell’accenno di risata riprendendo a parlare; questa volta il suo tono sembrava allegro. Quell’affermazione, però, mi lasciò di spiazzo per qualche istante, cercai di trovare una risposta degna di quell’avversaria e così ricominciamo a controbattere
« non posso dire che tu sia da meno »
« ti ringrazio. Che onore ricevere un complimento da una che nemmeno conosco! »
« è inutile che dici così, tanto quella fascia non te la tolgono! »
« lo dici che hai paura? »
« di cosa? Di una ragazzina? »
« senti chi parla! »
« una che non è in catene! »
« almeno io ho una reputazione! »
« si ma da criminale! »
« Ok, ora basta. Smettetela di fare le bambine » purtroppo, di punto e in bianco, Gaara interruppe la discussione cogliendo di sorpresa me e Kiyokuro
« tu che vuoi?! Per lo meno con lei ci trovo gusto a parlare! » la ragazza parve scocciata da quell’ordine improvviso e io non potei trattenere una risatina, che però dovetti fermare in quanto il Kazekage mi lanciò un’occhiata minacciosa
« ora per favore, iniziamo a fare un discorso serio » in effetti aveva ragione, con quella discussione avevo perso di vista il vero obbiettivo
« va bene. Che ne dici di parlarci delle tue origini? »
« vi ho già detto mille volte, che nemmeno io lo so » Kiyokuro rispose alla mia domanda borbottando, evidentemente stava iniziando a scocciarsi di quella situazione
« Ancora con questa storia! Tanto lo sai che non ti crede nessuno! » sbraitò Kankuro, e il volto della ragazza divenne ancora più ostile di prima
« non importa, passiamo alla prossima domanda » cercai di evitare che Kiyokuro rispondesse a Kankuro, per evitare una nuova lite « perché hai iniziato a fare il criminale? » forse era una domanda sciocca, ma volli lo stesso fargliela
« perché fin da piccola, non ho avuto genitori o altri riferimenti, quindi non avevo altra scelta se non diventare un criminale .. » la sua risposta fu rapida, ma si poteva percepire chiaramente il rancore e la tristezza che aveva dovuto sopportare in tutti quegli anni passati da sola; tutti quanti rimasero stupiti, in molti avevano provato a farle quella domanda ma nessuno era mai riuscito a farsi dare una risposta
che ti prende? “ notai che Kirara aveva percepito qualcosa
“ non so bene che cosa sia.. ma in questo momento .. “
“ che cosa? “ insistetti
“ non so dirtelo di preciso .. ma sento in lei qualcosa che mi ricorda il nostro legame “
“ che vorresti dire?! “ ero sconcertata
“ sicuramente ci sta nascondendo qualcosa e sta facendo di tutto per nasconderlo “
“ va bene lascia fare a me “
« Per piacere, uscite tutti! » urlai, e tutti i presenti rimasero sconcertati
« Cosa stai dicendo?! » Gaara non voleva credere alle proprie orecchie

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Capitolo 22
*** Un'azione di fiducia ***


Note dell’autore: Ciao a tutti! ^_^ 
IMPORTANTE: scusate, ma per sbaglio ieri ho pubblicato male e senza volere ho saltato il capitolo intermedio tra “Criminale di rango-S” e “Un azione di fiducia (ex un acceso dibattito)” 
Vi chiedo scusa per lo scombussolamento. 
Detto questo, come sempre grazie per aver letto :3
Ecco a voi la nostra "sigla" che metteremo tutte le volte xD (in onore dei nostri OC)
I diritti non sono nostri, l'abbiamo solo preso da Youtube.
Ecco a voi, buona visione e buona lettura :)  
http://www.youtube.com/watch?v=g7mmYycRVRM


« Ho bisogno di stare da sola con lei » spiegai, cercando di essere il più naturale possibile 
« Nemmeno per idea! Cosa farai se ti attacca? » Gaara insistette, ma non volli dargli ascolto
« è legata, ricordi? Non può muoversi » ero sempre più convinta di quello che stavo dicendo e nessuno poteva farmi cambiare idea. 
Gaara rimase in silenzio per qualche istante, forse ero riuscita a convincerlo
« te lo concedo, però ti lascio poco tempo » non sembrava convinto del risultato, ma volle concedermi un opportunità e alla sua decisione tutti uscirono dalla stanza.
“ Kirara vieni con me “ 
“ Cos’hai intenzione di fare? “ mi chiese perplessa. Presi la sedia e la misi dietro alle spalle della ragazza, una volta che fui certa di essere nel suo punto ceco, da dietro, mi avvicinai da lei « che vuoi fare?! » provò a chiedermi, ma non ci badai, presi coraggio e le slegai il nodo che teneva ferma la fascia che aveva negli occhi, dandole così l’opportunità di vedere. 
« … perché l’hai fatto? » la sua voce era incerta, ma volevo farle capire che non avevo cattive intenzioni
« perché? Non dovevo farlo? In fondo non ti costa niente fidarti di me » dissi speranzosa
« ve bene. Però sappi che se i nostri sguardi si incroceranno, tu morirai » rispose senza mezzi termini e senza farsi scrupoli
Non mi feci scoraggiare da quella frase, ma il tempo era poco, dovevo cercare di arrivare dritta al punto« lo sai perché io sono qui? » 
« no, perché? » me l’aspettavo come risposta, in fondo, Gaara non le aveva detto nulla di me
« ho notato che nella pancia hai uno stano simbolo.. » 
« perché ti interessa? » chiese scorbuticamente
« che significato ha? » continuai a domandare ignorandola
« perché dovrei dirtelo? » insistette l’altra stando sulla difensiva
“ Kirara, glielo faccio vedere? “
“ se può servire a qualcosa …” ribadì, ma non pensava che potesse servire a qualcosa. 
Mi avvicinai alla ragazza, stando attenta a non incrociare il suo sguardo, e tesi la mano destra verso di lei, a palmo aperto, volevo farle vedere il simbolo dello Yin e dello Yang
« come?! Perché ce l’hai anche tu?! » si capiva chiaramente che dava tanta importanza a quel simbolo
« .. è quello che voglio capire anch’io .. » nella mia voce c’era un misto di delusione e tristezza
« da quanto tempo ce l’hai? » domandò, come se volesse sapere tutto su di me
« da quando avevo circa 5-6 anni.. » guardai la mia amica «… da quando ho conosciuto Kirara»
« e chi sarebbe? » chiese a stento
« il tempo a nostra disposizione sta per finire,scusa, ma devo farlo »
« fare che cosa? » ripresi la fascia, che poco prima le avevo tolto, e gliela rimisi negli occhi. 
Proprio in quel momento la porta si riaprì, con Gaara e Kankuro in prima linea, uno più teso dell’altro, e alle loro spalle arrivarono gli Anbu
« Tempo scaduto! » si affrettò a dire Gaara
« non si preoccupi Kazekage, ho finito » mi limitai a dire 
« Kankuro, riaccompagnala al suo appartamento, io provvederò a portare la prigioniera nella sua cella, due Anbu vengano con me » aggiunse il ragazzo
« e un’altra giornata è andata! Forza Kirara, torniamo in camera » e come risposta la mia amica mi venne incontro e fece un piccolo ringhio per affermare quello che avevo appena detto 

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Capitolo 23
*** Alla ricerca della speranza ***


Note dell’autore: Salve popolo di EFP ^_^
Prima di tutto grazie per aver letto e scusate il ritardo ma ci sono stati dei piccoli inconvenienti :|
Come sempre ecco a voi la “sigla” degli OC, fateci sapere che ne pensate :)
I diritti non sono nostri, l'abbiamo solo preso da Youtube.
http://www.youtube.com/watch?v=g7mmYycRVRM
 
 
“che cosa pensi di fare adesso?” i pensieri di Kirara risuonarono nella mia mente, con un misto di preoccupazione e curiosità, mentre lei si trovava nella sua stanza e io ero fuori nel terrazzo, seduta a terra, per respirare un po’ d’aria fresca e stare tranquilla, come se stessi aspettando che accedesse qualcosa, invano però.
non lo so ..”  le risposi molto semplicemente tutto d’un fiato; in quel momento non sapevo nemmeno io quello  che volevo veramente fare, nel frattempo Kirara mi raggiunse, accucciandosi accanto a me
“ hai intenzione di rivederla? …” domandò lei, ma subito la guardai un po’ confusa “ … intendo dire se hai intenzione o meno di rivedere quella criminale “ aggiunse poi, spiegandomi non appena vide il mio sguardo leggermente perplesso 
pensavo che la conversazione fatta con lei questo pomeriggio potesse portare qualche risultato soddisfacente, ma non ho ricavato nulla di utile, né per noi né per Gaara ... “  il tono dei miei pensieri andava diminuendo ad ogni parola, avrei voluto sdebitarmi con il Kazekage per l’ospitalità che mi stava offrendo in quei tempi, e mi sarebbe altrettanto piaciuto poter sapere di più riguardo il segno che avevo nella mano destra; avevo avuto l’opportunità di parlare con quella ragazza, ma ero stata in grado di sciuparla
“ che ti prende? “  chiese nuovamente la mia amica, capendo chiaramente che non ero in me quella sera e che mi comportavo in modo diverso dal solito
Così, senza dirle niente, mi alzai e mi spostai, sedendomi affianco a lei al livello del suo petto “ cosa dovrei fare? “  le domandai rassegnata da tutto ciò, forse cercando in lei il calore di una madre che, forse, non ho mai avuto, e allo stesso modo tentando di trovare una risposta a quello che stava accadendo ultimamente
“ ma che ti prende?! “  chiese ulteriormente lei a quella domanda che le avevo appena posto “ Yume Miyu, non sei per caso tu quella che nonostante tutto non si tira mai indietro?! Non sei tu quella che vuole sempre uscire, facendo di testa propria e poi si caccia sempre nei guai?! ..Cosa hai fatto nel deserto quando stavi scappando da quegli uomini?! Hai continuato ad andare avanti, avendo persino il fegato di attraversare il deserto e sconfiggendo quella gente! … non lascerai che un interrogatorio andato a male con quella ragazza ti butti giù di morale?! Reagisci dannazione!.. “ avevo sempre pensato che Kirara non fosse molto brava ad esprimersi a parole, ma, in fondo, anche se quel discorso non era il massimo, sapevo che lei si era impegnata per dirmi quelle parole e che non le riteneva “campate in aria” “… Domani andremo dal Kazekage e gli chiederemo se possiamo parlare ancora una volta con quella ragazza … che ne dici? “  aggiunse poi, addolcendo il tono dei suoi pensieri cercando di consolarmi
Chissà cosa avrei fatto senza di lei; in fondo, Kirara era la mia famiglia, tutto ciò che conoscevo era lei
Kirara .. “  solo allora mi resi conto che si era fatto tardi, e che la stanchezza generale si stava facendo sentire, pertanto, mi rannicchiai accanto a lei, assicurandomi di starle talmente vicino che il calore del suo corpo mi potesse far caldo « … notte … » le bisbigliai con un filo di voce talmente debole che sembrava quasi impercettibile « … grazie » aggiunsi poi pronunciando ancora più piano di prima, cercando di dirle tutto l’affetto che provavo per lei racchiudendo in quella parola tutti i sentimenti che avevo in quel momento. Lei come risposta non disse molto: “ buona notte” si limitò a pronunciare, e si racchiuse attorno a me coprendomi con le sue code.
 
« Ti ho già detto di no. Quello che ti ho concesso di fare ieri è stata una misura del tutto eccezionale: non avrei mai fatto parlare un civile con un criminale tanto meno lascialo da solo » la voce del Kazekage iniziava ad essere spazientita di tutte le volte che gli avevo posto la medesima domanda.
« Per piacere! Le prometto che questa volta mi farò dire qualcosa di utile! » e io non sapevo più in che modo convince il ragazzo a darmi un’altra opportunità per farmi parlare con quella criminale; ormai era da una buona mezz’ora che provavo a convincerlo, ma inutilmente.
Nel bel mezzo della discussione, però, tre suoni secchi molto chiari risuonarono dall’esterno dell’ufficio del ragazzo: qualcuno aveva appena bussato
« avanti » questa volto il tono di Gaara ritornò ad essere indifferente e ben marcato come al suo solito, e nell’udire quella semplice parola un ninja entrò nella stanza
« Signorino Gaara, mi scuso per il disturbo, ma è arrivata una lettera dal Villaggio della Foglia » l’uomo entrò leggermente perplesso, cercando di capire se la conversazione che stava facendo il Kazekage era importante, e quindi dire in parole semplici quello per cui era venuto a fare e togliere il disturbo, oppure dilungarsi nei dettagli e spiegare tutto per filo e per segno, ma fu evidente che scelse la prima opzione
Gaara lesse attentamente il messaggio e si concesse un paio di secondi prima di ordinare dell’altro all’uomo « ho molte cose da fare. Per favore possiamo rimandare la conversazione ad un’altra volta? » con sorpresa si rivolse a me con il suo solito sguardo che non lasciava passare nessun sentimento e cercò di congedarsi dalla discussione che stavamo facendo poco prima
« ma che?... » non mi sarei aspettata un cosa simile e mi lasciò di stucco, senza nemmeno una parola
« convoca i consiglieri, devo fare una riunione importante; dì che devono parteciparvi obbligatoriamente » senza nemmeno darmi il tempo di farfugliare dell’altro si rivolse al ninja che era lì presente, poi si alzò e fece per andarsene anche lui insieme all’altro uomo « scusami ma ho da fare. Ti chiedo solo di aspettare e soprattutto di non commettere nessuna imprudenza » mi tenne la porta aperta come per invitarmi ad andarmene, sperando che non facessi nulla dicendo quell’ultima frase
 « dici tanto di voler aiutarmi … ma non fai altro che fare i tuoi interessi e proteggere i tuoi ideali .. siete tutti uguali » andandomene gli misi il broncio e gli dissi quello che effettivamente mi girava per la testa in quel momento, non mi voltai, ma non potei fare a meno di notare con la coda dell’occhio del dispiacere e della delusione nel suo volto; nonostante tutto non ci feci caso, e me ne andai
“ e adesso? ..che hai intenzione di fare “ durante tutta la conversazione Kirara era rimasta nell’appartamento, non le piaceva uscire di giorno: troppa gente che la guarda in malo modo
“ sono Yume Miyu ricordi? Trovo sempre una soluzione a tutto! “ le risposi in modo scherzoso, ma c’era anche della serietà su quell’ ultimo pensiero.

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Capitolo 24
*** I sotterranei di Suna ***


Note dell’autore: Ciao a tutti! ^_^
Prima di tutto grazie per aver letto e scusate il ritardo ma ultimamente la scuola è più impegnativa di quanto pensavamo io e la mia amica "^^
Come sempre ecco a voi la “sigla” dei nostri OC, fateci sapere che ne pensate :)
I diritti non sono nostri, l'abbiamo solo preso da Youtube.
http://www.youtube.com/watch?v=g7mmYycRVRM



Non pensavo che potesse esistere un posto così lugubre: la prigione si trovava sotto terra e l’unico modo per raggiungerla era passare per un corridoio che era collegato al palazzo principale del Kazekage; due enormi porte si trovavano alla fine e all’inizio del passaggio ed erano sorvegliate ciascuna da diversi Anbu, per fortuna riuscii ad aggirarli raccontando loro che avevo il compito di controllare i prigionieri per ordine del Kazekage. Mentivo, lui non aveva voluto che entrassi lì dentro, ma dovevo sapere a tutti i costi che cosa mi legava a quella ragazza.
Nella prigione, i carcerati mi guardavano con sguardi pieni di odio, altri, invece, erano affascinanti dalla presenza di una ragazza, ma Kirara, zittiva tutti con i suoi ruggiti ogni volta che qualcuno di loro provava a fiatare.
Non sapevo dove andare esattamente, quel posto era un labirinto, poi però, le celle iniziavano a scarseggiare, finché, non ne vidi una isolata dalle altre con la sua struttura diversa: al posto delle sbarre aveva veri e propri muri
“ è lì! “
“..si..” indugiai qualche secondo prima di rispondere all’affermazione di Kirara, poi mi avvicinai
Kiyokuro era lì, seduta, con mani e piedi legati e gli occhi bendati
“ chissà cosa ha fatto per meritarsi tutto questo … “  forse Gaara aveva ragione a non voler farmi vedere quel posto, ma ormai ero davanti a lei ed era troppo tardi per tornare indietro.
La facciata principale era diversa rispetto ai lati: era l’unico punto dove c’erano le sbarre.
« Che ci fai qua? Perché sei venuta da me? » prima che potessi pensare a qualcosa lei iniziò a parlare
« Ho bisogno di parlarti.. » cercai di sembrare decisa, ma si poteva udire che avevo paura, soprattutto, non riuscivo a capire come avesse potuto intuire che ero io
« Dimmi, allora » si poteva capire chiaramente che non aveva voglia di parlare
« Quel simbolo, nella pancia … come hai fatto ad averlo? Io ti ho detto del mio .. » le chiesi titubante
« Quante volte ancora dovrò ripetere che ho dimenticato tutto?! Incluso ciò che mi hai chiesto » rispose con il suo solito tono di arroganza
« E del drago che hai tatuato attorno a quel simbolo? Che significato ha? Ti sei dimenticata anche quello? » proseguii con le mie domande, cercando di fregarmene della sua arroganza
« Esatto » continua ad affermare
“ mente! “  Kirara riuscì a capire il suo tranello
« Come posso credere a quello che dici? » cercai di smentire le sue affermazioni
« Nessuno ti ha chiesto di fidarti di me » disse senza indugi
“ Pensi che se si fida di me, possa raccontarci qualcosa? “  provai a trovare una soluzione
“ Non ne sono sicura, ma provare non nuoce ..”
“ stai pensando a quello che penso io? “ mi rivolsi a Kirara con un mezzo sorriso
“ tu sei proprio testarda! Ma possiamo provarci “ era evidente che a tutte e due era passata per la mente la stessa idea.

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Capitolo 25
*** Rivelazioni ***


Note dell’autore: Ciao a tutti ^_^
Come sempre grazie per aver letto e per continuare a seguire (anche se penso che ormai siate anche stufi delle mie solite frasi :’) )
Ecco a voi la sigla della fanfic e ci tengo a precisare che: i diritti non sono né miei né della mia collega, l'abbiamo solo preso da Youtube.
Buon ascolto e buona lettura (^w^)
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Bastò solo un’occhiata tra me e Kirara per capire che ad entrambe frullava per la testa la stessa idea.
Così io mi girai appoggiandomi con la schiena alle sbarre della cella, Kirara, invece, si spostò poco più avanti alla cella della ragazza in una zona in penombra, per evitare lo sguardo di Kiyokuro. Si appostò e iniziò a fare quello che per adesso le riusciva meglio: si concentrò sul volto della ragazza, poi focalizzò lo sguardo nei suoi occhi e nella benda che li avvolgeva; sciolse il nodo della fascia e per la seconda volta diedi l’opportunità alla ragazza di guadare tutto quello che aveva attorno.
« Perché ti ostini a rischiare la tua vita? »  mi chiese sempre con il suo tono da criminale
« Sono di spalle, non puoi uccidermi » le risposi semplicemente, cercando di stare calma
« … perché non ti presenti? » la domanda mi spiazzò, che cosa le dovevo dire?
“ricattala..!” Kirara intervenne
« se non mi dici cosa sai del tatuaggio a forma di drago io non ti rivelo niente » cercai di girare il discorso a mio favore
« è un regalo » rispose secca
« quindi, chi te l’ha fatto? » domandai nuovamente, tentando di trovare il modo per approfondire il significato di quel segno
« un amico » per qualsiasi cosa le chiedessi, riusciva sempre a trovare una risposta alternativa
« come si chiama? » questa volta non poteva girare attorno alla mia domanda
« … Ryuu » avevo ragione; finalmente ero riuscita ad ottenere qualcosa di concreto
“ aspetta un attimo..!” i pensieri di Kirara suonarono titubanti “… Ryuu significa drago …”
Non mi aspettavo una cosa del genere, sobbalzai quasi, ma non dovevo farle vedere le mie sensazioni, dopotutto, stavo parlando con un criminale …
« ah si? E com’è il tuo amico? » chiesi, sperando che mi dicesse qualcosa di più, sentivo che nascondeva qualcosa, forse il suo compagno c’entrava qualcosa con il suo segreto
« abbastanza arrogante, ma sa essere un ottimo amico » sarei stata pronta a scommettere che nel suo tono di voce ci fosse della malinconia
« … si può dire che vi assomigliate .. » feci una breve pausa « e di aspetto com’è? » l’interrogai cercando di andare dritta al punto e sperando che questa volta mi dasse una risposta chiara
« … è grande e muscoloso, con occhi azzurri » riuscì ad aggirare nuovamente la mia domanda
« deve essere un bel ragazzo … » dissi, ormai stufa dei suoi giri di parole e cercando di soffermarmi soprattutto su quell’ultima parola
“ quella tipa inizia a starmi sulle scatole con le sue risposte! “ Kirara iniziava a spazientirsi
“ calmati, o così non risolviamo nulla …”  le dissi tentando di tranquillizzare la situazione
“ Si, lo so … ma se fa quei continui giri di parole non andiamo da nessuna parte; siamo venute qui per scoprire qualcosa in più su di noi, non per … “  Kirara si bloccò di colpo, poi si puntò verso la direzione da dove eravamo venute
“ che succede? “ mi misi in allerta
“ dannazione! … si è accorto che siamo qui! Ora non possiamo far niente per svignarcela! … ” 

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Capitolo 26
*** Confidenza ***


Note dell’autore: ciao a tutti! ^_^
Prima di tutto mi scuso per la lunghezza del capitolo: so che è corto ma vi prego di portare pazienza :’) e grazie per continuare a seguire
Comunque.. passiamo a cose più belle :)  io e la mia collega abbiamo deciso che, per rendere le cose più veloci, dalla prossima settimana pubblicheremo 2 volte a settimana: il martedì e il venerdì, speriamo che questa cosa vi sia di gradimento ^_^
 
Ciao ciao a tutti e grazie per l’attenzione (^w^)
 
Come sempre ecco la sigla - i diritti non sono nostri, l'abbiamo solo preso da Youtube. -
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… Gaara era riuscito a scoprire dove eravamo Kirara ed io
“ si avvicina in fretta, insieme a lui ci sono altre due persone … probabilmente altri Anbu”. Per fortuna Kirara era riuscita a percepirlo prima che noi fossimo nel suo raggio di visione.
“ sbrigati! Rimettile la fascia! “  ordinai alla mia amica. Non osavo pensare a quello che avrebbe fatto il Kazekage se avesse scoperto che avevo dato ordine a Kirara di togliere la benda che copriva gli occhi di Kiyokuro. Di certo saremmo finite in grossi guai.
“ si subito”  e in men che non si dica fece quello che le avevo detto
« Che ci fai qui?! » la voce del Kazekage risuonò a metà via tra l’indifferenza e la rabbia lungo il corridoio dove io e la mia amica ci trovavamo
« Volevo uscire dal palazzo, ma mi sono persa e, spinta dalla curiosità …. ho continuato a camminare … così mi sono ritrovata nelle prigioni » cercai di accampare qualche scusa, provando ad essere il più possibile convincente, ma fu molto evidente che la cosa risultò tutt’altro che veritiera.
« allora perché gli Anbu mi hanno riferito che sei venuta qui per ordine mio? » Gaara riuscì ad andare dritto al punto, senza nemmeno lasciarmi il tempo di trovare una scusa che potesse andare bene per quella circostanza; si poteva capire chiaramente che era molto infastidito dal mio comportamento ribelle
« Smettetela di chiacchierare dei fatti vostri! » la ragazza bendata si intromise all’improvviso, lasciandomi il tempo di cercare una scusa abbastanza plausibile « ho fame, portatemi qualcosa di soddisfacente, invece che solo poche briciole! » si mise a protestare successivamente, portando su di lei l’attenzione di tutti i presenti
« Stai zitta, non centri niente tu! » la zittì immediatamente uno degli Anbu venuti con il Kazekage.
« voi non mi dite di stare muta, parlo quanto voglio! Perciò ripeto: ho fame! » insistette Kiyokuro controbattendo l’altro uomo
« le razioni di cibo che ti diamo sono uguali a chiunque altro si trovi qui dentro » ci tenne a precisare Gaara, vedendo che il ninja non riusciva a concludere.
Durante tutta questa discussione io continuavo a rimuginare una scusa plausibile che giustificasse la mia presenza in quel posto; mentalmente ringraziavo l’intervento provvidenziale di Kiyokuro.
« non mi interessa cosa date agli altri, ora state parlando con me e di me soltanto! Quindi ribadisco che ho fame! » continuò a insistere la ragazza, e proprio in quel momento anche il suo stomaco iniziò a brontolare sottolineando il fatto che aveva bisogno di cibo « avete sentito? Questa è la conferma! » aggiunse poi, fiera di se e aspettando che qualcuno le rispondesse, cercando di accontentarla
« adesso basta, non ho tempo da perdere con te » Gaara interruppe la ragazza, senza badare a quello che le aveva appena detto, successivamente riprese a parlare, questa volta rivolgendosi a me e Kirara « ora venite con me » ordinò mentre si stava già per avviare verso l’uscita delle prigioni
« dove? » domandai incerta su quello che voleva fare
« nel mio ufficio: ho intenzione di parlare riguardo a ciò che è successo » si poteva sentire chiaramente che era molto infastidito dal mio comportamento e proseguì dritto
« ciao … » dissi quasi bisbigliando alla ragazza, poi, cercando di non farmi sentire da nessuno aggiunsi con un filo di voce  « … Yume … ». Avevo sussurrato il mio nome sperando che lei lo avesse capito, poi fui costretta seguire Gaara, che non si era nemmeno girato per rispondere alla mia domanda.
Nel corridoio rimasero i due Anbu, probabilmente su ordine di Gaara che, quasi certamente da adesso in avanti avrebbe intensificato i turni di guardia per evitare che io tornassi in quel posto.

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Capitolo 27
*** Rimorsi ***


Note dell’autore: Ciao a tutti, come sempre eccomi qua! ^_^
Dato che la settimana scorsa il capitolo era decisamente corto, questa volta l’ho allungato, così adesso non potete brontolare :P
Come ormai è mia abitudine fare, vi ringrazio per continuare a leggere e a seguirmi.
 Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno messo la fanfic nelle seguite, nelle preferite e nelle ricordate; non faccio nomi, tanto i diretti interessati lo sanno ;)
Ricordo a tutti che da questa settimana io e la mia compare (spero di aver scritto giusto :’)) pubblicheremo due volte a settimana: martedì e venerdì ^.^
Vi saluto lasciandovi alla sigla.
Buona visione e buona lettura a tutti (^w^)
- i diritti della sigla non sono né miei né della mia collega, l'abbiamo solo preso da Youtube.-
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« Si può sapere che cosa ti è saltato in mente di fare? » mi trovavo con Kirara nell’ufficio del Kazekage insieme a sua sorella maggiore Temari, che, al momento del nostro arrivo si trovava già nella stanza.
« Ti l’ho già detto! Sono finita per sbaglio in quel posto! » gli ripetei per la millesima volta esasperata al massimo; ormai quelle parole mi uscivano di bocca spontaneamente da quante volte le avevo ripetute « al mio arrivo non c’erano gli Anbu e i portoni erano aperti, per questo ho continuato a camminare..! »
« gli Anbu sono sempre lì di guardia, inoltre stai dicendo che le loro parole sono delle menzogne: “è arrivata qui poco fa, ha detto che per suo ordine doveva sorvegliare i carcerati” ? » insisté il ragazzo quasi sul punto della disperazione anche lui.
« Esatto! » affermai a mia volta. Purtroppo però, ogni secondo passato in quella conversazione la mia teoria faceva sempre più buchi nell’acqua, non ero per niente brava a raccontare bugie
« come puoi dire una cosa simile? Perché gli Anbu avrebbero dovuto raccontare, a me, il Kazekage, questa falsità? » domandò come ultima cosa con il suo solito tono d’indifferenza, ma sicuro che questa volta avrei ceduto, raccontando la verità
« … come fai a non essertene accorto? » gli chiesi cercando di fare il più possibile la vittima. Distolsi lo sguardo dai suoi occhi azzurro giada, che ormai, avevo imparato ad apprezzare « tutti qui guardano me e Kirara con disprezzo e odio, tutto il Villaggio vorrebbe che io e Kirara ce ne andassimo per non farvi più ritorno … non pensi sia naturale che gli Anbu mi abbiamo ingannata per farmi finire nei guai? » Anche se all’interno di una bugia colossale, quello che stavo dicendo riguardo ciò che provava la gente per me e Kirara era vero e questo sentimento di odio misto a paura lo potevamo percepire chiaramente quando eravamo in mezzo alla gente.
« Non parlare male degli abitanti! Loro .. » Temari si intromise nella conversazione tra me e Gaara, più infastidita che mai dall’affermazione che avevo appena fatto
« Temari, per favore. » Gaara la bloccò immediatamente, intuendo che la sorella stava per dire cose che in quel momento avrebbero solo peggiorato la situazione « non ti devi preoccupare per quello che pensano gli altri; credimi: lo so che è difficile sopportare tutti quegli sguardi, ma dovete riuscire entrambe a sorvolare su questa cosa e pensare ad altro … » cercò di calmare le acque ma quell’ultima sua assicurazione mi irritò più di quanto potesse immaginare, non aspettai nemmeno che finisse la frase per rispondergli a tono, questa volta, dicendo veramente quello che pensavo
« Tu lo sai?! Come fai a sapere come ci si sente ad essere osservati da tutti in quella maniera?! Come fai a saperlo, dimmelo! .. » le lacrime stavano per raggiungere gli occhi, non sapevo se piangere per la rabbia o per la tristezza « tu non hai un demone, tu non sai cosa significhi averlo, non sai nemmeno cosa si prova a perdere la memoria e a non sapere nulla di se stessi, tu non puoi capire come ci si sente! Sei solo un ragazzino che non sa nulla ed è stato messo a capo di un Villaggio solo per la sua serietà! Sei il Kazekage, dannazione! Tutti ti rispettano, nessuno ti ha mai guardato con odio! » in realtà stavo piangendo per entrambe le ragioni: non sopportavo che mi dicessero quelle cose « tu di me non sai nulla, quindi non puoi permetterti di dirmi “porta pazienza!” » conclusi quel momento d’ira con il fiatone dalle troppe cose appena pronunciate, e quando mi resi conto di quello che veramente avevo detto, capii che non potevo più reggere un altro dialogo con quel ragazzo « Kirara andiamo. » conclusi schiettamente senza dire nient’altro, a nessuno dei due, lasciandoli lì, non degnandoli nemmeno di uno sguardo.
 
Non pensi di aver esagerato? “ mi trovavo immersa nella vasca da bagno dell’appartamento quando Kirara mi porse la domanda preoccupata, mente si trovava nel terrazzo ad osservare quello che succedeva in giro per il villaggio
“ ho solo detto quello che penso .. “  le risposi, immergendomi completamente, fino al naso, se non fosse stato per  la mia necessità di respirare mi sarei immersa fino alla punta dei capelli
“ ..cambiando discorso … non pensi di essere stata un po’ troppo lì dentro? “ mi chiese riferendosi al lungo tempo in cui ero nella vasca, quasi invidiosa del fatto che avevo passato più tempo lì che con lei
“ perché? Ci sarò da neanche mezz’ora!.. “  supposi scherzando e stuzzicandola, consapevole però, che ero in acqua da molto più tempo
“ spero che tu stia scherzando! Sei in bagno da un’ora e mezza ormai! “  ribadì immediatamente, infastidita sempre di più, dandomi la certezza che era irritata dal fatto che l’avevo lasciata da sola per così tanto
a mia difesa dico che stare nell’acqua mi rilassa! “
“ si, lo so..”  rispose lei, questa volta con un tono sereno “ lo sento che ora stai meglio “  aggiunse tranquillamente
“ e prima o poi anche tu ti farai un bagno come si deve! “  esclamai raggiungendola in terrazza vestita come sempre con un asciugamano arrotolato nei capelli, le arruffai tutto il pelo tra le orecchie e lei, come risposta si buttò a pancia all’aria spostando le mie mani con le zampone, così mi inginocchiai e mi misi a giocherellare con lei continuando ad arruffarle il pelo, mentre lei continuava a muoversi, era il nostro modo di giocare. Infondo non potevamo far altrimenti visto le grosse dimensioni della mia amica. In quel momento ridevo a crepapelle e il tempo sembrava infinito; avevo criticato il Kazekage dicendogli che era solo un ragazzino e che non sapeva niente, ma in fondo, anch’ io ero una ragazzina che, soprattutto, non sapeva nulla “forse è meglio che gli chiedo scusa …” pensai di punto in bianco, smettendo di giocare con Kirara
“ non farti troppi problemi, nemmeno lui doveva dire quelle cose ..” rispose immediatamente lei, cercando di consolarmi
vediamo come va a finire .. ora però è meglio che vada a sistemare il bagno. Tu che fai? “
“ non preoccuparti, tra poco entro” a quelle parole io andai a rassettare il bagno e Kirara rimase nel terrazzo, ci sarebbe stata un altro po’ se non fosse per il fatto che ad un certo punto mi misi ad urlare
« Kirara! Presto! Vieni qua! » ero spaventatissima
Nell’udire quell’urlo e il mio richiamo il demone ci mise un secondo ad alzarsi e ancora meno per correre verso il bagno in mio soccorso per capire cos’era successo
“ ma che … ?” anche lei era sbalordita da quello che mi era successo …
 
… « Quindi io sarei venuta qui per niente? » Temari era seduta nell’ufficio del fratello minore che si trovava proprio di fronte a lei, a separarli solo l’enorme tavolo con vari fogli che il ragazzo doveva compilare
« Si, pensavo fosse pronta, ma a giudicare dalla sua reazione è meglio aspettare un altro po’ prima di farle la proposta  » Gaara rispose indifferente come al solito, facendo finta che non fosse successo niente; nel frattempo si limitava a compilare alcuni dei documenti riposti nel tavolo
« cosa pensi di fare con lei? Sembrava abbastanza arrabbiata.. » insistette la ragazza leggermente infastidita da come si erano concluse le cose poco prima
« le parlerò, ho intenzione di scusarmi per quello che le ho detto » il ragazzo si ostinava a far finta di niente, cercando di comportarsi come sempre
« ma che ti prende?! » Temari non ci capiva più niente di quello che voleva fare il fratello « è lei che dovrebbe chiederti scusa: non ti ha portato rispetto e ti ha offeso! »
« dimentichi una cosa importante .. » affermò Gaara, calmo come sempre, attirando l’attenzione della sorella
« che cosa? » domandò immediatamente
« anch’io ero come lei ricordi? Ho subito lo stesso trattamento che sta sopportando lei adesso. Io ho avuto Naruto ad aiutarmi e ora, io devo aiutarla. Non posso permettere che lei diventi com’ero un tempo » lo sguardo del ragazzo si era fatto intenso,  credeva veramente a quello che aveva detto.

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Capitolo 28
*** Infiltrazione non consentita ***


Note dell'autore: Ciao a tutti! ^_^
Come sempre grazie a tutti per aver letto e per continuare a seguirmi :)
La mia amica ha avuto un inconveniente e pubblicherà un po' più tardi, ma non preoccupatevi, nulla di grave 
Ora vi lascio alla "sigla" buona visione e buona lettura a tutti 
- i diritti della sigla non sono né miei né della mia collega, l'abbiamo solo preso da Youtube.-
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Sei sicura di volerlo fare?” i pensieri di Kirara risuonarono nella mia testa molto turbati
“Si, devo farlo, non ho altra scelta” cercai di dirle provando a tranquillizzarla “sarò qui entro mezz’ora” aggiunsi dandole modo di credere di me
“va bene, ma se non arrivi, vengo a cercarti!” l’enorme felino aveva paura di quello che poteva succedermi, ma nonostante tutto cercò di fidarsi e sperare che, con un po’ di fortuna sarei riuscita ad eseguire il piano senza nessun intoppo. Uscii dalla porta dell’appartamento, avviandomi verso un posto che ormai avevo imparato a conoscere: le prigioni. Arrivai alla curva che portava al corridoio dove si ergeva il primo cancello che faceva da confine alle segrete, presi un ultimo sorso d’acqua per essere certa che il piano riuscisse in pieno, poi riportai alla mente gli allenamenti che avevo appena fatto con Kirara.
Poco alla volta il mio corpo iniziò a trasformarsi in acqua, la massa che ottenni però, era troppo vistosa e gli Anbu si sarebbero sicuramente accorti della mia presenza, così cercai di dividere quella pozzanghera d’acqua in minime parti sempre più piccole e, quando fui sicura che le gocce fossero abbastanza ristrette mi avvicinai verso il cancello sorvegliato. All’inizio stentai, ma quando fui certa che i ninja di guardia non percepivano la mia presenza, procedetti passando sotto l’enorme portone; una volta giunta dall’altra parte, sicura che non ci fosse nessuno, ripresi le mie sembianze. Avevo fatto un’enorme sforzo, non ero abituata a quel genere di cose, bevvi un altro po’, poi procedetti, e, poco prima del secondo passaggio, feci la stessa cosa; questa volta, però, non ripresi le mie sembianze subito, ma aspettai di passare le celle occupate dai prigionieri, per evitare che essi si accorgessero della mia presenza, successivamente presi nuovamente il mio aspetto naturale e così, lievemente affaticata, mi misi a camminare verso la cella di quella ragazza
« Vuoi farti rimproverare ancora? » domandò lei leggermente stupita della mia presenza appena arrivai davanti alle sbarre che la tenevano rinchiusa già da qualche giorno
« Non preoccuparti, questa volta non mi faccio beccare » le risposi orgogliosa di quello che avevo imparato a fare in poco tempo, così bevvi un altro sorso d’acqua, mi avvicinai ai pali che facevano da confine, nuovamente ripresi la forma d’acqua che avevo avuto poco prima e, quando passai quel confine, ritornai normale; in seguito mi avvicinai alla prigioniera, mi sedetti al suo fianco, poi le girai la testa e feci in modo d’avere a portata di mano la benda che le impediva di guardare, e infine, senza dirle nulla, le sciolsi il nodo. Non potevo guardarla, ma capii che era rimasta di stucco da quel mio comportamento; una volta fatto ciò, presi un piccolo fagotto di stoffa che mi ero portata appresso, lo misi davanti a me e lo slegai con cura, facendo attenzione a non muoverlo più di tanto.
« che cos’è? » mi chiese ad un certo punto alla vista della cosa che mi portavo dietro
« non eri tu quella che aveva fame? » domandai di conseguenza alla sua richiesta, così slegai il fagotto « di solito a tutti piace del formaggio e del latte fresco, così ho pensato che ti potesse far comodo … » aggiunsi svelando quello che avevo con me.
Provai a girarmi verso la ragazza, ma non ero sicura di quello che stavo facendo così stentai a farlo e ritornai subito nella posizione in cui stavo in precedenza.
« non ti preoccupare, non attiverò gli occhi » mi disse intuendo la mia paura.
Così, con cautela, spostai il mio sguardo verso di lei, assicurandomi, però, di non guardare subito il suo volto ma di spostare la mia visuale verso di esso poco alla volta.
Fatto ciò, presi il formaggio e lo divisi in pezzi più piccoli, per aiutarla a mangiarlo meglio; successivamente lo avvicinai alla sua bocca e lei, senza ulteriori indugi lo addentò gustandoselo e finendolo in poco tempo. Ripetei il gesto più volte, e all’arrivo dell’ultimo pezzetto di formaggio, provai ad osare, così, approfittando del fatto che lei era completamente immersa a mangiare, guardai per la prima volta il suo volto.
Lei si girò verso di me per fare lo stesso, rimasi stupita dal colore dei suoi occhi, il giallo oro li dominava, all’inizio rimasi scettica “è giusto quello che sto facendo?” pensai tra me e me, ma vedendo che non succedeva niente mi tranquillizzai.
Successivamente mi ricordai del latte così glielo porsi direttamente dalla bottiglia, ma, per paura di rovesciarglielo addosso, rimasi un po’ distante e glielo misi a pochi centimetri di distanza; di conseguenza, si sporse leggermente per arrivare a bere, ma subito qualcosa la bloccò e si contrasse in se dal dolore; mi venne spontaneo guardare in basso, dove era legata, rimasi scioccata e impressionata da quello che vidi: grosse catene la tenevano immobile incollata al muro e le facevano sanguinare i polsi e le caviglie.
« non dispiacerti per me, ne sono abituata » disse vedendo la mia faccia sconvolta, ma nel suo tono c’era un pò sofferenza
« te le hanno messe dopo la mia ultima vista? » domandai arrabbiata, ma, in fondo, sapevo già la risposta
« .. si .. » rispose alla mia domanda quasi bisbigliando, forse per evitare che io mi arrabbiassi ulteriormente.
Feci una faccia storta in quanto la sua risposta era esattamente quello che mi aspettavo, però, mi sforzai di cambiare discorso per evitare che lei si accorgesse troppo della mia rabbia
« sono quelli gli occhi con cui tu … » non sapevo come concludere la frase, nonostante quello, Kiyokuro capì quello che volevo chiederle e concluse lei la frase
« no, cambiano .. » rispose, senza però concludere il discorso che aveva iniziato, lasciando dell’ombra su di se
« come diventano? » chiesi senza ulteriori indugi, sempre più curiosa di quello che quella ragazza poteva fare
« quando li attivo si trasformano: diventando di colore argento e la pupilla si restringe, divenendo sottile » spiegò. Questa fu la prima volta in cui mi diede una risposta chiara, stava iniziando a fidarsi, e di questo ne ero fiera, ma allo stesso tempo il suo tono risultò freddo, senza lasciar passare alcuna emozione.
Successivamente, continuò a fissare la bottiglia di vetro ancora piena, con uno sguardo assetato « che sbadata! Scusami » le dissi immediatamente, una volta che mi accorsi che aveva sete, così le avvicinai nuovamente la bottiglietta e gliela porsi, in modo che questa volta, potesse bere senza problemi
“Yume la mezz’ora sta per terminare ..!” Kirara mi comunicò che il tempo a mia disposizione stava per terminare, così, aspettai che la ragazza finisse di bere
« Mi dispiace, ma adesso devo andare » così mi dovetti congedare, alzandomi in piedi e legandole la benda, assicurandomi che fosse nella stessa posizione di prima, in modo che nessuno potesse sospettare di nulla poi aggiunsi « domani tornerò … vuoi qualcosa in particolare da mangiare? » le chiesi in tono scherzoso per rassicurarla. Attesi per qualche secondo la sua risposta, che però, non arrivò, così mi concentrai nuovamente su di me per trasformarmi in acqua in modo da passare le sbarre senza problemi
« … che cos’è quella creatura  che ti porti di solito appressa? » mi chiese una volta che fui fuori dalla cella, prima di risponderle però, mi presi un po’ di tempo per bere dell’altra acqua
« un demone …» risposi indifferente, per capire la sua reazione « è una mia cara amica, ed è con me da molto tempo .. » continuai il discorso per non sconvolgerla troppo, ma fu molto evidente che rimase sbalordita da quella mia affermazione.
A quelle mie parole decisi di andarmene, da un lato per non dirle tutto su di me e dall’altro per il semplice motivo che Kirara stava iniziando a preoccuparsi, infatti, da lì a poco sarebbero arrivati degli Anbu per dare il cambio a quelli che già c’erano e mi sarei ritrovata con il doppio di ninja da superare, rendendo il mio ritorno più difficoltoso di quello che già era.
Nonostante tutto, però, riuscii ad arrivare all’appartamento in tempo.

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Capitolo 29
*** Un'inaspettata scomparsa ***


Note dell’autore: Ciao a tutti! ^_^
Prima di tutto grazie a tutti per continuare a seguire la ff (scusate il gioco di parole :’))
E poi .. comunicazione di servizio (?): io e la mia “collega” abbiamo creato un account di Facebook dove poter pubblicizzare meglio le due ff; se volete, potete creare un account vostro con il nome di EFP (per rispettare la propria privacy) così potrete conoscerci meglio ed essere più informati sulla ff
Se vi interessa ecco il link del profilo che è condiviso con le due autrici (noi xD) https://www.facebook.com/kiyokuro.yumeefp?ref=tn_tnmn
Detto questo vi ringrazio per l’attenzione (xD) e vi lascio alla sigla
(i diritti non sono nostri, l'abbiamo solo preso da Youtube)
http://www.youtube.com/watch?v=g7mmYycRVRM
 
 
… “ Fa attenzione: anche se ti è andata bene una volta, non vuol dire che vada a buon fine anche il secondo tentativo “ Kirara si trovava all’entrata dell’appartamento, mentre mi ripeteva questa raccomandazione.
Stavo andando ancora da Kiyokuro, come le avevo promesso e, come il giorno precedente, Kirara, preoccupata più che mai, era costretta a rimanere nascosta nell’appartamento ad aspettarmi.
“ Voglio continuare a parlare con quella ragazza, è l’unico modo per scoprire qualcosa di più su di noi. Ora che so come posso aggirare gli Anbu di guardia, nulla può impedirmi di rivederla “  anche se il Kazekage mi aveva impedito di rivedere Kiyokuro, non potevo lasciarmi perdere l’opportunità di parlarle
“ anche se ti impedissi con la forza di andarci, tu troveresti il modo; quindi nemmeno ci provo a fermarti..” disse scoraggiata la mia amica; ormai aveva capito fino a che punto poteva arrivare la mia testardaggine e io non potei trattenere una risatina a quella sua affermazione
“ sono arrivata al primo cancello “  le riferii, facendole capire che ora non potevo più distrarmi; così, come la volta precedente, diedi un sorso d’acqua e mi dissolsi in tanti piccoli frammenti di quel liquido e, senza nessun problema, oltrepassai il primo portone; feci gli stessi passaggi per il secondo ripetendo tutto in ugual modo della volta prima.
Raggiunsi la cella prima di quanto pensassi. Anche se non capivo cosa, mi sembrava che qualcosa fosse cambiato all’interno delle prigioni, però non ci feci tanto caso e continuai ad avvicinarmi sempre più nel posto dove si trovava quella ragazza misteriosa.
Arrivai alle sbarre che sbarravano la cella « Ohh … ma guarda che cosa c’è qui..! ». Ero talmente abituata a tenere lo sguardo basso con quella ragazza che non mi accorsi che al suo posto c’era un uomo pieno di lividi, legato per i polsi a delle manette che erano attaccate in un punto alto del muro costringendolo a rimanere in piedi. La sua voce suonò sbalordita, ma anch’io ero sconvolta dalla sua presenza in quanto pensavo che avrei trovato Kiyokuro. Feci un paio di passi indietro per capire se avevo sbagliato cella, ma nulla da fare, era il posto giusto … lei dov’era?
“ Yume … non la trovo ..” anche Kirara aveva capito la situazione “ non sento il chakra di Kiyokuro, non riesco a percepirlo da nessuna parte del Villaggio …! “ perfino lei rimase impressionata da quello scomodo inconveniente “ te ne devi andare prima che qualcuno ti scopra! Lo so che non vuoi ma devi farlo! “  mi ordinò subito il grosso felino, ma prima dovevo saperne di più riguardo quella faccenda
« Chi sei tu? E perché ti trovi in questa cella? » mi rivolsi a quell’uomo cercando di essere il più seria possibile, ma a quelle mie domande l’uomo si mise a ridere
« ma come? Non si capisce chi sono io? Sono un criminale insulsa ragazzina! » mi sbraitò non appena si riprese dalla risata.
« perché ti hanno messo in questa cella? Dove è andata la ragazza che prima si trovava qui? » gli domandai un'altra volta, lasciando perdere l’offesa che mi aveva appena detto
« ma per chi mi hai preso?! Per un topo da biblioteca?! Mi spieghi come faccio a sapere tutto?! Quando sono arrivato qui dentro non c’era nessuno! » continuò ad urlarmi
“ com’ è possibile?! “ pensai immediatamente “ che fine ha fatto Kiyokuro? “
“ mi dispiace .. ma non riesco a trovarla …”  neppure Kirara riusciva a scoprire dov’era
devo parlare con Gaara, dov’è adesso? “ se qualcuno poteva saperne qualcosa riguardo quella faccenda, quella persona era proprio lui
“ è uscito da poco dall’edificio principale; ci incontriamo nell’uscita del palazzo “ mi comunicò in meno di un minuto
“ no, rimani nell’appartamento. Ho bisogno di parlargli da sola “ le ordinai prima ancora che potesse fare un passo; pertanto mi avviai verso l’uscita delle prigioni, facendo attenzione che nessuno si accorgesse di me, alla ricerca del Kazekage. 

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Capitolo 30
*** In cerca di spiegazioni ***


Note dell’autore: Ciao a tutti ^_^
Prima di tutto grazie a tutti per continuare a seguire, volevo chiedervi un piccolo favore: per piacere fatemi sapere quello che pensate della ff anche perché ultimamente mi deprimo sempre di più dato che non so quello che posso scrivere dato che non ho una vostra opinione, anche se fate una recensione negativa o neutra non mi offendo, anzi, fa sempre piacere sapere quello che pensano gli altri
Detto questo vi lascio alla sigla ^_^ buona visione e buona lettura a tutti
(i diritti non sono nostri, l'abbiamo solo preso da Youtube)
http://www.youtube.com/watch?v=g7mmYycRVRM
 
 
 
Il Kazekage era accompagnato da un’altra persona ed entrambi avevano il passo svelto: attraversarono quasi tutto il Villaggio saltando da un tetto all’altro degli edifici ed io potei raggiungerli solo quando un gruppetto di ninja li fermò chiedendo loro qualcosa; quando il gruppo se ne andò i due si accorsero di me; avevo già percorso quella strada altre volte e non era molto lunga; nonostante ciò avevo perso molte forze a causa dei miei continui cambiamenti di forma, così quando li raggiunsi, Gaara sembrò leggermente preoccupato a causa del mio fiatone « Che cosa succede? Come mai sei così agitata? » solo allora mi resi conto della situazione: cosa potevo dirgli? Se gli chiedevo qualcosa riguardo Kiyokuro, lui poteva insospettirsi e capire che ero andata nelle prigioni nonostante il suo divieto e così facendo avremmo litigato un’ altra volta e io non volevo. « Allora? » Gaara mi incoraggiò a parlare
« Si bhè … vedi … » cercai di balbettare qualcosa, ma come al solito non ci riuscii a ricavarne nulla
« Ma che ti prende? » Kankuro, l’altra persona insieme a Gaara, cercò di capire ulteriormente quello che stava succedendo
« Stavo pensando che dovresti farmi parlare con quella criminale » decisi di dirgli tutto d’un fiato, sperando in una risposta positiva e aver quindi potuto capire dove si trovava Kiyokuro
« è tutto qui quello che volevi dirmi? » domandò ulteriormente il ragazzo
Mi aspettavo questa reazione, ma rimasi comunque un po’ delusa « si .. » gli risposi
« mi dispiace ma non è possibile » si limitò a dire ritornando alla sua classica aria d’ indifferenza
« C-cosa? Perché? » sicuramente era ancora arrabbiato per il fatto che qualche giorno prima ero andata nelle prigioni senza il suo permesso e ora, in qualche maniera, voleva farmela pagare
dovresti scusarti per il tuo comportamento dell’ultima volta “  Kirara continuava ad essere convinta del fatto che avessi alzato troppo la voce nei suoi confronti e che quindi dovevo farmi perdonare
 “scordatelo! Io non ho fatto nulla di male! È lui che ha parlato troppo!”  non lo avrei mai fatto
« se è tutto noi andiamo » Gaara interruppe involontariamente la discussione tra me e Kirara, cogliendomi di sorpresa; così facendo si girò di spalle pronto ad andarsene
« aspetta! » reagii d’istinto bloccandolo e prendendolo per il polso, questa volta fu lui a rimanere sorpreso per il mio gesto « … se sei arrabbiato per l’ultima volta scusami … » gli dissi con un filo di voce, ero imbarazzata e non riuscivo a guardarlo negli occhi, ma allo stesso tempo speravo che con quella mossa mi avrebbe fatto parlare con Kiyokuro. In fondo, era quello il mio obbiettivo principale
« se non vuoi dire una cosa, non dirla » Gaara aveva capito chiaramente che non era mia intenzione fargli le mie scuse, così si liberò dalla molle presa e se ne andò seguito da Kankuro
 “ma che mi è preso?” mi domandai scocciata dal mio stesso comportamento “non è da me comportarmi in quella maniera. Dannazione! “ continuai ad imprecare tra me e me
 
« Che cosa ti è successo? Perché ti sei comportato così? » Kankuro non aveva capito molto di quello che era successo poco prima
« pensavo di essere stato chiaro quando dicevo che non era possibile vedere quella criminale » rispetto al solito il tono d’indifferenza di Gaara era molto più tendente all’arrabbiato
« questo l’ho capito, ma perché non le hai detto che è stata trasferita? » domandò il fratello maggiore non capendo le intenzioni dell’altro
« prima o poi lo verrà a scoprire e quindi non c’era bisogno che glielo dicessi » spiegò in parole povere il Kazekage in maniera secca ma senza abbandonare del tutto la sua insensibilità
« appunto per questo avresti dovuto dirglielo. Conoscendola, quando verrà a sapere di questa storia si arrabbierà, e non poco! » Kankuro non riusciva più a capire le vere intenzioni di Gaara « e poi, perché hai mandato quella lettera all’Hokage? » il ragazzo era non poco curioso di comprendere la risposta del rosso
« sono più che sicuro su quello che le ho scritto in quel messaggio » tagliò corto il giovane
« come fai ad esserne sicuro? » forse Kankuro iniziava a dubitare del fratello minore, ma in fondo lui era il Kazekage e tutte le sue decisioni non potevano essere giudicate
« sono certo che se si lascia un po’ di fiducia a quella criminale, lei contraccambierà » rispose tranquillamente con la sua solita freddezza il Capo Villaggio
« cosa?! Come fai a dirlo?! » l’altro ragazzo rimase sorpreso dalla risposta del fratello e da quanto ne fu colpito si bloccò di colpo guardandolo sconcertato
« nonostante la nostra ultima discussione e le mie raccomandazioni, ero sicuro che prima o poi quella ragazza avrebbe trovato un modo per aggirare gli Anbu di guardia alle prigioni e raggiungere Kiyokuro, lei non se ne è accorta, ma dopo un giorno dalla discussione è riuscita ad entrare nelle prigioni senza che nessuno se ne accorga, tranne me, sono riuscito lo stesso a controllarla, assicurandomi che non commettesse imprudenze » Gaara si mise a spiegare al fratello tutto quello che lui non sapeva, quando quest’ultimo lo bloccò di colpo
« aspetta un attimo! Vorresti dire che quella ragazzina è riuscita ad evitare gli Anbu e raggiungere le carceri?! Ma come ha fatto?! » Kankuro era ancora più sbalordito di prima
« per adesso mi sono fatto solo delle ipotesi e non voglio dirti nulla; ritornando al discorso di prima, quando è entrata nelle segrete e ha raggiunto la cella di Kiyokuro ho attivato il mio terzo occhio cercando di capire più chiaramente le sue intenzioni: in qualche maniera è riuscita ad entrare nella cella e si è seduta accanto alla criminale, togliendole le bende e parlando con lei trattandola come una persona qualsiasi, portandole persino da mangiare » man mano che Gaara parlava, il fratello era sempre più colpito da quel che stava ascoltando
« ma se Kiyokuro aveva qualcuno con cui confidarsi, poi noi avremo potuto approfittarne e .. »  questa volta fu Gaara a bloccare Kankuro
« quella ragazza non sarebbe comunque stata al sicuro con quella criminale nei paraggi. Fidati, è meglio per tutti che Kiyokuro sia stata trasferita a Konoha »

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Capitolo 31
*** Senso di rimorso ***


Note dell’autore: Ciao a tutti! ^_^
Vi chiedo scusa per la lunghezza del capitolo e del ritardo, ma pur troppo la scuola mi sta togliendo tutto il tempo libero >.<
Comunque vi ringrazio per continuare a seguirmi :D
Vi volevo ricordare che io e la mia compare abbiamo creato un profilo Facebook e ci chiamiamo: Kiyokuro Yume EFP, quindi se ci tenete a vedere a nostri scleri o essere aggiornati riguardo la ff mandate un richiesta d’amicizia (con possibilmente un messaggio per dire che siete del sito, in modo che non ci ritroviamo una di lista con amici “fantasma” :’))
Detto questo grazie per l’attenzione x’D
Vi lascio alla sigla, buona visione e buona lettura! (^w^)
(i diritti non sono nostri, l'abbiamo solo preso da Youtube)
http://www.youtube.com/watch?v=g7mmYycRVRM
 
 
 
 
Camminavo sola per le strade secondarie di Sunagakure, mentre il vento arrido e secco mi accarezzava i capelli, forse l’unica cosa che in quel momento veramente mi consolava e mi faceva provare un senso di conforto. Gaara mi aveva delusa negandomi il permesso di rivedere Kiyokuro “Perché?” continuavo a chiedere a me stessa e sfogando la mia rabbia in un sasso che continuavo a calciare costantemente; non avevo voglia di tornarmene a casa, volevo solo rimanere sola con i miei pensieri e ripensare a quella scena “che mi è preso?”. Portai alla mente il mio gesto inaspettato, quando avevo fermato Gaara prendendolo per il polso. In quel momento avevo sentito un brivido lungo tutto il corpo. Lo stesso brivido che risentivo adesso ricordando quell’istante; chissà a cos’era dovuto. Mi misi a scuotere la testa cercando di rinnegare quegli assurdi pensieri e accelerando il passo, nella speranza di alleviarli.
« Ma guarda chi si vede! » una voce si fece udire alle mie spalle, per qualche strano motivo desideravo che fosse il Kazekage, ma ero più che consapevole che quell’accento era di una donna a cui, sapevo, dovevo molto perché mi era stata vicina quando non avevo al mio fianco Kirara e mi aveva dato un forte supporto nel periodo in cui avevo le bende agli occhi a causa delle numerose ferite.
« Salve infermiera Seiko … » nonostante tutto, però, non riuscii a dimostrare la mia gratitudine nei confronti di quella donna e continuai il mio cammino verso una meta che nemmeno io ero sicura di conoscere
« come mai quel muso lungo? » mi chiese con un tono deluso e demoralizzato dal mio insolito atteggiamento
« niente, lasci perdere per favore … » non avevo voglia di parlare, così continuai a dirigermi lungo la stradina isolata che avevo imboccato poco prima
« come mai sei così di fretta? » continuò a domandare, ignorando il mio stato d’animo e assumendo un tono quasi beffardo
« le ho detto di lasciar perdere » continuai ad insistere aumentando la velocità del passo nella speranza di far perdere le mie tracce alla donna e cercando di farle capire le mie intenzioni
« io so una cosa che in questo momento vuoi sapere …! » urlò d’un tratto l’infermiera attirando così la mia attenzione. Nonostante questo non mi girai, semplicemente bloccai il cammino facendo acuto l’udito in modo da capire quello che in realtà voleva la donna « … so dove si trova Kiyokuro » terminò la frase con tanta semplicità che solo lei poteva avere in quel momento con un tono freddo, che non mi sarei mai aspettata da una persona come lei
« come fa a saperlo? » le domandai, continuando a rivolgerle le spalle; aspettai la risposta per qualche secondo, che però non arrivò e stanca di aspettare glielo chiesi nuovamente gridando « Come fa a saperlo?! » questa volta, però, mi girai verso l’infermiera.
Non potevo sapere quello che mi stava per accadere una volta voltate le spalle …

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Capitolo 32
*** False identità ***


Note dell’autore: Salve bella gente! :’)
Dato che la volta scorsa il cap era corto, questa volta l’ho fatto un po’ più lungo ^^
Come ormai e mia routine fare, vi ringrazio per continuare a leggere la ff e di seguirmi
Ma ora non vi faccio perdere altro tempo, vi lascio alla “sigla”
(i diritti non sono nostri, l'abbiamo solo preso da Youtube)
Ciao ciao spero di sentirvi presto! (^w^)
http://www.youtube.com/watch?v=g7mmYycRVRM
 
 
 
 
 “Come fa a sapere Seiko che sto cercando Kiyokuro?” domandai tra me e me. Così mi voltai con l’intenzione di guardare la donna dritta negli occhi, ma rimasi sbalordita dal suo volto: i suoi occhi mi guardavano con odio e nel suo viso era stampato un sorriso sarcastico, si mosse verso me con una velocità a dir poco impressionante e una volta che mi raggiunse prese il mio collo alzandomi con una sola mano, come se fossi una piuma « Finalmente mi degni di uno sguardo ..! » sibilò, con una voce che non sembrava la sua
« ma cosa..? » ormai l’aria iniziava a mancarmi e il respiro si faceva sempre più affannato, provai a staccarle la mano dal mio collo ma fu tutto inutile « … P-perché? … » le domandai nuovamente con sempre meno voce, mentre continuavo a tenere fisso lo sguardo nel suo acido sorriso.
La donna si concesse una risata di scherno come per sottolineare che la mia vita era nelle sue mani « sai, siete richieste dal mio capo … » fece una piccola pausa, guardandosi attorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi « l’unica scocciatura è che vi desidera vive, quindi non temere, mi limiterò solo a farti perdere i sensi ..! » disse con un tono beffardo
« siete? » chiesi cercando dei chiarimenti sul perché mettesse la frase al plurale, ansimando per la diminuzione d’aria che respiravo secondo dopo secondo; poi ricordai, dandomi la risposta alla domanda appena fatta: lei vuole anche Kirara. Il mio volto si schiarì non appena capii, così Seiko intuì immediatamente che volevo avvertire la mia amica, perciò, prima ancora che potessi fare qualcosa, mi prese con entrambe le mani e mi scaraventò contro un muro; fortunatamente riuscii a percepire le sue intenzioni dissolvermi in acqua giusto un secondo prima dell’impatto « cosa diavolo..? » questa volta fu lei a rimanere di stucco per le mie capacità, ma avevo esaurito quasi tutta l’energia pertanto dovetti subito riprendere le sembianze umane « tu non sei la vera Seiko! » urlai indietreggiando, cercando di prendere le distanze da quella donna e sperando che fosse tutto un bruttissimo incubo troppo surreale « che cosa le hai fatto? » continuai a gridare a perdifiato, ma non vedendo dove mettevo i piedi inciampai e caddi a terra. L’infermiera non aspettò una seconda occasione e tirò fuori dal suo camice degli shuriken che mi scagliò contro. Mi vidi costretta a ritornare allo stato d’acqua e come prima ripresi le mie sembianze naturali dopo pochi istanti; bastarono quei miseri secondi di distrazione che la donna si ritrovò nuovamente davanti a me e ci mise ancora meno tempo a caricare il calcio che mi arrivò dritto all’altezza della mascella facendomi fare un volo di qualche metro « Complimenti, sei astuta. Ebbene si, non sono io la vera Seiko; ma questo come potrebbe influire in un momento del genere? » domandò quella donna con le sembianze dell’infermiera, continuando a mantenere il suo tono d’ironia e il suo sorriso sarcastico
« e allora chi sei? » le chiesi ulteriormente, alzandomi a stento con il sangue che ormai aveva iniziato ad uscire dalla bocca e stanca di tutto ciò. Fu solo allora che sentii un enorme dolore alla spalla sinistra, costringendomi a cadere in ginocchio davanti a quella persona e facendomi urlare dal dolore. “Che succede?” domandai al mio stesso intelletto, sicura che una risposta non sarebbe mai arrivata. In quel momento la donna si mise a ridere con gusto « a giudicare dalla tua espressione perplessa, non te lo ricordi … » cominciò a dire non appena si ricompose, intuendo i miei pensieri
« cosa dovrei ricordare? » le domandai sempre più afflitta dal dolore assumendo un tono acido nei suoi confronti
« devi sapere che tutto quello che succede a te, succede anche al tuo demone e viceversa; questo vuol dire che non potete sentire solo i sentimenti l’una dell’altra, ma anche il dolore che una di voi prova, in maniera automatica, lo sente anche l’altra » spiegò lei, come se fosse la cosa più ovvia del momento
« che vorresti dire con questo? » chiesi ulteriormente delle spiegazioni, capendo sempre meno « Kirara in questo momento si trova nell’appartamento e chi potrebbe entrarci oltre a me? In questo Villaggio tutti la temono! » affermai, convinta del mio discorso logico
« quasi tutti, vorresti dire » ribadì quella donna, ammirando con piacere il mio volto interrogativo nell’udire quelle sue parole « in questo Villaggio hai conosciuto poche persone, me compresa, eppure tra questa gente c’è qualcuno di cui non dovresti fidarti … » iniziò a pronunciare, contenta di saperne più di me, con un tono scherzoso, come se volesse uccidere qualcuno solo per puro divertimento
« Taci! Tu non sei Seiko! » le sbraitai contro, ma quella frase mi costò molto, dato che la mia gola non poteva sopportare molto dopo il colpo subito poco prima e mi misi a tossire sputando altro sangue
« … vediamo di fare un piccolo riepilogo: hai conosciuto il Kazekage e i suoi fratelli, una mocciosa che gli fa il filo, il suo maestro Baki, me e, infine, il dottor Ayane … dunque, chi pensi che sia l’altro complice? » fece un piccolo riepilogo sulle persone che avevo conosciuto fino ad allora divertendosi sempre più sulla situazione
“ Kirara … Kirara, mi senti? “ cercai di prendere i contatti con il felino, ma nulla da fare « maledetta! Che le avete fatto?! » domandai nuovamente, sempre più preoccupata per la mia amica “ Kirara! Rispondi ti prego! “  urlai ai miei pensieri guardando con disperazione il volto divertito della donna che mi stava dinanzi
“ Yume … “ d’un tratto una voce si fece strada nella mia mente, non avevo mai desiderato così tanto di risentirla
“ Kirara! Come stai? “  chiesi immediatamente alla mia amica
“ non molto bene .. penso che Ayane mi abbia rotto una zampa …” solo in quel momento mi resi conto che aveva la voce più bassa del solito, ma come potevo aiutarla se non riuscivo a sbarazzarmi nemmeno di quella donna?
« mi dispiace … » proprio quando ero riuscita a prendere i contatti con Kirara, quella vipera si mise in mezzo « … ma ora devo concludere il lavoro e portarti con me, non preoccuparti per la tua amica: presto ci raggiungerà » proferì, prendendo la rincorsa e caricando un pugno che sicuramente mi avrebbe fatto perdere i sensi, ma ormai non potevo più trasformarmi in acqua e non ero in grado di schivare il colpo; avevo esaurito le forze, non potei far altro che chiudere gli occhi e sperare che il colpo fosse meno doloroso di quanto mi aspettavo … un colpo, che però, non arrivò mai …

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Capitolo 33
*** Un tragico annuncio ***


Note dell’autore: Hola bella gente! ^_^
Il gelo è giunto alle porte e le vacanze si stanno avvicinando! x’D
Scusate ma è tutto il giorno che sono sotto i libri e ora sto sclerando D’:
Come sempre graSSie per continuare seguirmi :’3
Ora però passiamo a cose più serie e magari anche più brutte: pur troppo, a causa della scuola e altre robe non mi rimane molto tempo per scrivere e quindi già da questa settimana io e la mia collega ritorneremo a pubblicare solo il martedì D:
 Adesso però basta con le brutte notizie e vi lascio alla ormai classica sigla :’)
(i diritti non sono nostri, l'abbiamo solo preso da Youtube)
Bye bye spero di sentirvi presto! (^w^)
http://www.youtube.com/watch?v=g7mmYycRVRM
 
 
 
 
Mi trovavo lì ferma a terra, ansimante dal dolore con gli occhi chiusi, sperando che tutto quello che stava succedendo fosse solo il risultato di un brutto sogno e che una volta riaperti gli occhi mi sarei ritrovata nell’appartamento, accanto a Kirara; ma la sofferenza che avevo era troppo reale per essere finta e la visione della donna con le sembianze dell’infermiera era anch’essa troppo realistica per trattarsi di un sogno. Speravo che il suo colpo arrivasse presto, in modo che tutto finisse velocemente e così non dover più sentire dolore. Aspettai. Aspettai forse troppo tempo in attesa che quell’unico colpo arrivasse, così, stanca di attendere, riaprii gli occhi e rimasi sorpresa per quello che stava accadendo.
Gaara si trovava alla mia destra, con il braccio teso, rivolto verso la donna che era bloccata dalla sabbia di quest’ultimo e alla mia sinistra c’era Kankuro, in posizione d’attacco pronto a fare la prossima mossa con una delle sue inseparabili marionette.
Non mi sarei mai aspettata una cosa simile, non avevo nemmeno tenuto conto dell’idea che mi avessero aiutata di loro spontanea volontà, perchè ci tenevano a proteggermi? E come avevano fatto a trovarmi in una stradina isolata e poco conosciuta come quella?
« Stai bene? » notando la mia stanchezza Gaara si preoccupò. Lo tranquillizzai subito annuendogli, assumendo subito un’espressione compiaciuta per quell’inaspettato salvataggio « non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da parte sua, infermiera Seiko » pronunciò poco dopo il ragazzo, ritornando ad avere il suo tono freddo e distaccato da tutti.
Come se nulla fosse, la donna si mise nuovamente a ridere con quel tono che ormai ero abituata e sentire, incurante di tutto ciò « e allora? Una sorpresa è sempre gradita, non trovate? » rispose con semplicità tra una risata e l’altra, prendendo tutto questo come un semplice gioco.
« Quella non è la vera Seiko … » informai i due con un tono deluso. In quel momento nessuno sapeva dov’era la vera donna
« E che fine ha fatto quella vera?! » domandò Kankuro, che incominciava a spazientirsi della situazione; ma la risposta da parte della donna non arrivò; in compenso un mio nuovo urlo di dolore risuonò su tutta la stradina, costringendomi a ripiegarmi su me stessa: stava succedendo qualcosa di brutto a Kirara « che ti prende? » chiese ulteriormente il fratello maggiore
« Kirara … è in pericolo! » dissi immediatamente, tra un respiro affannato e l’altro e, di conseguenza, entrambi i ragazzi si misero in allarme
« … è inutile che cercate di capire quello che sta succedendo attorno a voi … » la donna iniziò a parlare con il suo solito sorriso sarcastico « … l’infermiera che amavate tanto è morta, così come l’altro dottore … » il suo tono era sadico e faceva sempre più paura « … ormai il corso degli eventi ha preso il via e voi non potrete fare nulla per fermarlo, presto avverrà un’enorme catastrofe e i cambiamenti e le decisioni precoci saranno le protagoniste di tutto ciò … » la donna si concesse una piccola risata di scherno poi continuò « … è meglio che nella vostra mente si faccia strada già d’adesso l’idea di vedere la morte in faccia numerose volte, perché presto, dovrete conviverci! » ero letteralmente terrorizzata da quello che aveva detto, che voleva dire? Notai che anche i volti degli altri due erano tesi
« adesso basta » Gaara si stufò di tutto quello che aveva sentito, così chiamò a se altra sabbia, in modo che la donna potesse esserne sommersa « Funerale del deserto » pronunciò stringendo il pugno del braccio teso; io rimasi ancora più colpita da quella scena, tutto accadde nel giro di qualche secondo, poi, il ragazzo rilassò il braccio, facendo cadere la sabbia e il corpo ormai senza vita della donna « ora dobbiamo occuparci di Kirara, dov’è? » mi domandò, inginocchiandosi a terra vicino a me.
« all’appartamento, sta combattendo contro il dottor Ayane .. » risposi scioccata dall’evento appena accaduto
« allora sbrighiamoci » si affrettò a dire, così senza chiedermi niente mi prese in braccio, assicurandosi di non farmi male, scambiò un’occhiata veloce con il fratello che annuì, poi spiccarono entrambi un’enorme salto, raggiungendo i tetti degli edifici, a quel gesto temetti di cadere così strinsi la presa sui vestiti di Gaara « non preoccuparti, ti tengo » cercò di tranquillizzarmi non appena percepì la mia preoccupazione
« si ma … » non riuscii a concludere la frase, allora mi limitai a guardare la direzione di partenza
« appena sarà tutto finito manderò dei ninja a prendere quella donna in modo da capire chi fosse in realtà » spiegò intuendo quello che volevo dire; proprio in quel momento, un’ esplosione attirò l’attenzione di tutti e tre: proveniva dell’appartamento
« Kirara! » urlai in vano, preoccupata per la mia amica
« sbrighiamoci » disse immediatamente il Kazekage mantenendo il suo classico tono
« si! » rispose subitamente l’altro; così entrambi accelerarono il passo, dirigendosi verso l’esplosione.

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Capitolo 34
*** Tutto in frantumi ***


Note dell’autore: Ciao a tutti ^_^
Scusate il ritardo ma, anche se è l’ultima settimana di scuola, sia io che la mia amica siamo ricoperte di compiti/verifiche/ interrogazioni >.<
Mi dispiace che il cap è breve ma vi prometto che la prossima settimana cercherò di farlo più lungo *^*
- Angolo sorpresa -(?)
Come “regalo di Natale” io e la mia collega abbiamo deciso di pubblicare anche il 25 dicembre, quindi la prossima settimana pubblicheremo il martedì e il mercoledì, contenti? :’D
E secondo voi le sorprese finiscono qua?! Certo che no! u.u   ;)
La prossima settimana ci sarà un’altra sorpresa che ovviamente adesso non vi dico :P
Ora vi lascio ciao ciao alla prossima! (^w^)
 
 
 
Mi stavo dirigendo verso l’appartamento con Kankuro e Gaara mentre quest’ultimo mi teneva in braccio in modo da far più veloce; ero stanca a causa del combattimento che avevo fatto poco prima con la finta Seiko e turbata dalle parole dette da quest’ultima poco prima di perdere la vita “ … è inutile che cerchiate di capire quello che sta succedendo attorno a voi; l’infermiera che amavate tanto ormai è morta, così come l’altro dottore. Ormai il corso degli eventi ha preso il via e voi non potrete fare nulla per fermarlo, presto avverrà un’enorme catastrofe e i cambiamenti e le decisioni immediate saranno i protagonisti di tutto ciò; è meglio che nella vostra mente si faccia strada già d’adesso l’idea di vedere la morte in faccia numerose volte, perché presto, dovrete conviverci! “ non riuscivo a capire quello che voleva dire, come se non bastasse non riuscivo a prendere i contatti con Kirara, l’ansia e l’angoscia stavano prendendo il sopravvento.
« Calmati. » la voce di Gaara ritornò ad essere fredda e insensibile; in un certo senso mi rassicurai e mi resi conto che, ero presa dai miei pensieri, avevo stretto le mani talmente forte da rischiare di far male al ragazzo, infatti non mi ci volle molto per capire il motivo di quella sua unica parola
« Scusa.. » gli risposi subito lievemente imbarazzata da tutto ciò
« Eccolo! » Kankuro annunciò l’arrivo, ci trovavamo su un tetto dinanzi al palazzo principale, dove si vedeva il terrazzo del mio appartamento con del fumo che vi usciva.
“ .. Kirara .. “ pensai tra me e me, quasi cercando di auto-convincermi che la mia amica stesse bene. Mio malgrado, però, sapevo meglio di tutti che non era così.
« tu rimani qua; noi due andremo dentro ad aiutare Kirara » e così dicendo Gaara mi mise a terra, si scambiò un’occhiata di complicità con il fratello ed entrambi fecero l’ennesimo grande salto che permise loro di arrivare proprio sul terrazzo; una volta lì, aprirono con prudenza la porta, infine entrarono.
In quel momento non potevo far altro che aspettare e guardare, stando immobile e sperare che tutto andasse secondo il verso giusto, mi sentivo del tutto inutile come se la mia presenza non fosse altro che un peso inutile, lasciando il lavoro sporco a quei due ragazzi che non c’entravano nulla con tutto quello che stava accedendo a causa mia e di Kirara.
D’un tratto, tutt’attorno si fece silenzio, per qualche effimero secondo; le persone sulle strade, gli uccelli: tutti ammutoliti come se fossero pronti per un qualcosa d’inaspettato e tragico; non potei far altro che concentrare la vista sulla facciata dell’appartamento, cercando di capire quello che stava per accadere: un bagliore iniziò a fuoriuscire dalle finestre che si frantumarono e un’enorme boato risuonò tutt’attorno, causando una grande esplosione, l’onda d’urto attraversò tutta la strada cogliendomi di sorpresa e sbalzandomi qualche metro più indietro. Mi rialzai poco dopo, correndo verso il bordo del tetto su quale mi trovavo « Kirara! No! » urlai quasi a me stessa, preoccupandomi più per la mia amica che per i due ragazzi che erano andati ad aiutarla.

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Capitolo 35
*** In pericolo ***


Nota dell'autore: Oh oh oh, Buona Vigilia! :D
Grazie per continuare a seguirci, anche in un periodo così critico.. (?)
La sorpresa tanto attesa (?) da tutti voi è... *rullo di tamburi*
...
...
...
Nuova sigla x'D ..ok, forse non era chissà cosa ma ci eravamo stancate anche noi della solita apertura xD
Questa volta è incentrata sul ruolo delle due OC, cioè luce (=hikari) e ombra (=kage); i due cantanti sono: in azzurro Kuroko Tetsuya, in blu Aomine Daiki e in rosso entrambi (anime: Kuroko no Basuke). Come la sigla precedente, i diritti non sono nostri, l'abbiamo solo presa da Youtube.
Ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=9TS-apU8fSE
Detto questo, grazie per l'attenzione, buon proseguimento di giornata/serata x'D
A domani, ciao :'D



La polvere e le macerie provocate dalla seconda esplosione, molto più potente della prima, poco alla volta iniziarono a depositarsi, lasciando il posto ad una visuale che era tutt’altro che rassicurante: un’enorme varco si era formato nel muro del palazzo principale, lasciando scoperta l’intera facciata dell’appartamento, tanto che si poteva benissimo vedere il suo interno.
Stavo cadendo nel panico più totale; nonostante questo, però, tentai di aguzzare il più possibile la vista, cercando di scorgere qualche traccia di Kirara o dei due ragazzi “non può finire così!“ mi dissi imponendomi di scrutare ancora più attentamente di prima quel che rimaneva di quel misero appartamento, ma le urla spaventate della gente che si trovava nella piazzetta sotto la terrazza crollata m’impedivano di concentrarmi, pertanto tentai di rintracciare la mia amica sperando di riuscire a percepire i suoi pensieri “ Kirara … dove sei?“ domandai, sempre più preoccupata per quello che non riuscivo né a vedere né a percepire.
I detriti continuavano a posarsi lentamente, dandomi la possibilità di cercare sempre più attentamente tra quel che rimaneva, così, dal nulla, qualcosa d’insolito attirò la mia attenzione: in un punto la sabbia si faceva più concentrata, ma non si trovava sparsa ovunque: era condensata in un vero e proprio globo di “ non preoccuparti … il Kazekage è riuscito a proteggerci grazie alla sua difesa assoluta … “ una voce familiare si fece strada nella mia mente, facendomi tirare un sospiro di sollievo “ Gaara …” pensai tra me e me, ma subito mi resi conto che Kirara aveva sentito quel mio misero pensiero e fui assalita dalla vergogna, facendomi venire un brivido su tutto il corpo; ciò nonostante mi ricomposi subito: non era il momento per certe distrazioni.
 “ State tutti bene? “  domandai alla mia amica non appena riuscii a tranquillizzarmi
“ Si, non preoccuparti .. “ i pensieri del felino risultavano stanchi e pesanti nella mia testa, era molto affaticato per il lungo combattimento fatto “ … c’è un problema però ..”  continuò poi Kirara
“ quale? “ la domanda mi sorse spontanea, fremevo dalla curiosità di sapere cosa non andava, ma allo stesso tempo temevo per la risposta
Non riesco più a percepire il chakra di quell’uomo che si spaccia per il dottor Ayane … “  mi comunicò subito lei, cercando di sottolineare la gravità della situazione “ … a dire la verità sento il suo chakra, ma sembra muoversi in modo confuso attorno a noi, come se non avesse un corpo ben definito ma potesse spostarsi mescolandosi a quello che ci circonda … “  Kirara era molto confusa su quello che sentiva, ma mi fidavo di lei e di quello che diceva.
Poco alla volta la Difesa assoluta di Gaara iniziò a scomporsi in granelli di sabbia sempre più piccoli, lasciando uscire i tre che erano dentro; il Kazekage e suo fratello mi sembrarono subito molto dubbiosi su quello che li circondava e dalle loro espressioni riuscii a capire che, come Kirara, sospettavano che il nemico fosse ancora lì presente.
« vi sembra che il nemico sia attorno a voi, eppure non lo vedete; è questo che vi turba? » urlai ai due ragazzi che subito si voltarono verso me
« Come fai a saperlo? » subito Kankuro sembrò incuriosito dal fatto che anch’io avessi capito l’attuale situazione
« me lo ha detto Kirara, è molto brava a percepire il chakra degli altri! » risposi con fierezza al ragazzo, orgogliosa di quello che la mia amica sapeva fare e così dicendo spostai lo sguardo verso di lei, che  aveva il muso serio e tirato, come se la sua preoccupazione fosse aumentata “Kirara, che ti prende? Come mai quel muso?“
si prese qualche istante per rispondere “ Yume … “  iniziò a dire con un tono molto più preoccupato
si? “ chiesi angosciata dal modo in cui mi stava guardando
“ Yume … “ ripeté il felino, sempre più angosciato “ … Yume corri! “ mi ordinò riprendendosi da quello stato d’agitazione
« cosa? » dissi pensando a quel sul comando che in quel momento si sembrava troppo assurdo per avere una vera e propria motivazione
« Spostati da lì! » la voce autoritaria e quasi preoccupata del Kazekage mi fece sussultare. Guardai anche lui in modo perplesso cercando di capire cosa stesse succedendo a tutti quanti. Quando iniziai a pensare che stessero tutti dicendo assurdità, un’ombra si stava materializzando poco alla volta dietro me, spostai lo sguardo a terra per capire le sue dimensioni, sperando che fosse piccola; ma quella non era una giornata positiva e sfidando la sorte, decisi di voltarmi.
Le mie preoccupazioni erano fondate: sapevo già chi avevo alle spalle, infatti, l’uomo con le sembianze del dottor Ayane si trovava a pochi centimetri di distanza da me. Sul volto aveva stampato un sorriso sarcastico con gli occhi pieni di odio e di male, era dannatamente uguale alla donna eliminata dal Kazekage proprio una manciata di minuti prima. L’immagine di lei stesa a terra mi ritornò alla mente “non voglio fare la sua stessa fine!” pensai tra me e me, guardandomi attorno per trovare un’eventuale via di fuga  “per di là!”  continuai a pensare, mentre correvo tentando di schivare i feroci colpi dell’uomo che aveva tutt’altre che buone intenzioni.

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Capitolo 36
*** Conoscenti ***


Note dell’autore: Oh Oh oh! Meeerryyyy Christmas!! O.o
Salve gente! ^^ Ci tenevo ad augurarvi un buon Natale passato con le persone a voi più care, sperando che siate riusciti a godervelo al massimo (^w^)
Ok ora la smetto di dare i numeri … scusate, ma… sapete com’è: dopo un pomeriggio intero passato con i parenti mi ritrovo in questa situazione =w.w=
Comunque, dunque .. (?) grazie a tutti per continuare a leggere e a seguirmi nonostante tutto :’D
Ecco a voi la nuova sigla fresca di giornata (?) i diritti non sono nostri, l'abbiamo solo presa da Youtube
http://www.youtube.com/watch?v=9TS-apU8fSE
Ed infine … vi lascio al “regalo” che abbiamo deciso di farvi io e la mia amica ^_^
Ciao ciao a tutti e ..buone festee! ^_^
 
 
 
 
Era accaduto tutto troppo in fretta: Kiyokuro se n’era andata senza che io sapessi nulla, la donna eliminata che aveva preso le sembianze della dottoressa Seiko, aveva fatto una previsione a dir poco scandalosa sul futuro di tutti, e ora rischiavo di perdere la vita a causa di un uomo che pensavo di conoscere.
Mi trovavo sul tetto di un edificio affiancato al palazzo principale, un uomo con le sembianze del dottor Ayane mi aveva messa alle strette ed io cercavo di scappare dalle sue losche intenzioni: i suoi colpi erano molto veloci e potenti ed io ero molto goffa nel tentativo di schivarli, facevo fatica a sfuggire agli attacchi potenti e precisi dell’uomo. Per fortuna anch’io iniziavo a prendere una certa agilità e velocità e cominciavo a capire il suo schema d’attacco: spesso cercava di puntare alle gambe, in modo che io perdessi l’equilibrio e cadessi a terra, così, in uno dei suoi attacchi che mirava alle ginocchia, feci un balzo in aria. Lui come risposta tirò un potente destro che riuscii ad attutire grazie ad un inspiegabile indurimento del corpo nella pancia, proprio dove l’uomo aveva colpito. Non si diede per vinto, caricò un altro colpo con l’altro braccio libero mirando all’altezza della testa. Mi abbassai e, a mia volta, mi venne d’istinto prendere la mira nel bacino dell’uomo, caricando con più potenza possibile il colpo che stavo per mettere a segno. Come primo attacco risultò molto più scarso di quel che pensavo; infatti non lo smossi nemmeno di mezzo millimetro concludendo di aver fatta solo del male alla mia stessa mano.
« La sai un cosa? » mi chiese subito dopo quel mio misero colpo, molto divertito dallo scarso risultato che avevo appena ottenuto « ti preferivo quando avevi la memoria: eri molto più forte e in un combattimento contro di te ci si poteva divertire molto » continuò a dire, lasciandosi scappare una risata
Rimasi colpita da quella sua affermazione “questo vuol dire che mi conosce!” pensai immediatamente rimanendo a bocca aperta dallo stupore “Non farti distrarre! Ricorda che è un nemico!” Kirara si accorse che stavo distogliendo troppo l’attenzione dall’uomo « Chi sei veramente?! » domandai a quest’ultimo, cercando di ricompormi e provando a ricavare qualche informazione utile, ma ottenni solo un’altra risata da parte della persona che avevo di fronte « Non distrarti, lo interrogheremo non appena l’avremo catturato. » le parole fredde e prive di qualsiasi emozione si fecero udire dall’edificio accanto, mentre Gaara guardava la scena. L’uomo, però, non era del tutto d’accordo con le parole che aveva appena detto il Kazekage « Sempre se riuscirete a prendermi! » così facendo prese la rincorsa verso me per attaccarmi “dannazione! Questa volta è più veloce!” ci misi poco a capire le sue intenzioni e, se non avessi fatto una contromossa, me la sarei sicuramente vista brutta « Kirara! » urlai dalla paura alla mia compagna, in segno d’aiuto, ma allo stesso tempo consapevole che sia lei che Gaara e Kankuro erano troppo distanti perché riuscissero a intervenire prima che l’uomo portasse a termine l’attacco.
Fu, tuttavia, questione di una manciata di secondi: proprio mentre l’uomo era ad un paio di metri di distanza da me, la mia mente mi fece ricordare un’esperienza passata giusto poco tempo prima, quando mi ero risvegliata in quel misterioso covo: mi trovavo nel confine tra il deserto e la foresta, dove degli uomini sconosciuti mi avevano messa alle strette. Anche allora io non avevo via di fuga. Persi per qualche istante il senso della realtà e pronunciai un parola strana, senza senso.
Qualcosa interruppe i miei ricordi di quel breve momento: un ruggito.
Sobbalzai all’idea che fosse stata Kirara ad emettere quel suono così potente e spaventoso, non aveva mai ringhiato in quella maniera, tanto che persino l’uomo dovette fermarsi e spostare l’attenzione da me alla mia compagna.
“ ma che … che sta succedendo?!”  pensai non appena guardai la mia amica ..

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Capitolo 37
*** Lacrime e disperazione ***


Note dell'autore: Ciao people! :D
Ringrazio everyone (?) to read my ff çwç And I don't know because I'm writting in English (?) o.o
Ok, ora la smetto (?) :')
Oggi non sono di tante parole, perciò vi lascio direttamente alla sigla x'D   http://www.youtube.com/watch?v=9TS-apU8fSE
Buona lettura/visione! :3
{Buon Capodanno! ;)}



Mi trovavo senza via d’uscita: l’uomo sconosciuto stava per attaccarmi. Per mia fortuna Kirara si accorse che mi trovavo alle strette così decise di dare il tutto per tutto in un unico potente attacco finale.
Attirò su di lei l’attenzione dell’uomo emettendo il più potente ruggito che io avessi mai sentito; non solo lui, ma tutti i presenti non poterono far a meno di guardare la mia amica, me compresa, e rimanerne stupiti.
Con quell’enorme ringhio, Kirara iniziò ad accumulare più chakra possibile; a sua volta questo stava iniziando a formare una vera e propria sfera all’interno della bocca del felino e quando Kirara capì che era il momento, inghiottì il globo d’energia. Passò appena qualche secondo che dalle fauci della bestia iniziarono ad uscire vari bagliori; fu così che la mia compagna tenne il respiro per un po’, infine riaprì le fauci facendo uscire un’enorme quantità di chakra che prese la direzione dell’uomo e che con il distanziarsi da Kirara iniziava a prendere la stessa forma del demone ma tre volte più grande e, quando fu vicino alla vittima, il “felino di chakra” aprì le fauci come per inghiottire l’uomo per poi richiuderle quando gli fu addosso, colpendo in pieno l’obbiettivo.
Il colpo trasformò in macerie una buona parte dell’edificio lasciando intatte solo le fondamenta, il tetto crollò e, di conseguenza, anch’io con esso. Nel giro di qualche secondo fui sommersa dai detriti “devo fare qualcosa o verrò schiacciata!” pensai guardando tutto quello che mi stava per cadere addosso; cercai di trasformarmi in acqua, in modo da potermi trascinare fuori dalle macerie senza provocarmi ulteriori ferite, ma nulla da fare: il combattimento di prima contro l’uomo, seppur breve, mi aveva stancata, inoltre la donna con le sembianze della dottoressa Seiko era riuscita a fiaccarmi molto: mi ritrovavo completamente senza forze “… Yume …” la voce di Kirara era molto stanca, aveva anche lei esaurito le sue forze, con quella semplice parola sembrò che stesse per esalare l’ultimo respiro e non potei che preoccuparmi per lei in quel momento, anche se forse io ero quella che rischiava di più. Tutto ad un tratto, tuttavia, in qualche maniera riacquistai molto chakra che avevo perso in precedenza, all’inizio mi stupii, ma subito mi ricordai che mi era già successo, così non persi tempo e mi trasformai in acqua giusto qualche istante prima di toccare il terreno ed essere sommersa dai detriti.
« Cercatela! Deve per forza essere lì sotto! » potei udire chiaramente la voce di un ragazzo mentre ero intenta a farmi strada tra le macerie; mi risultava molto difficile schivarle, inoltre, non ero ancora brava a mantenere quello stato d’acqua molto a lungo e questo causò una perdita di chakra maggiore di quel che immaginavo, per di più non avevo la minima idea di che direzione prendere per uscire da quello che ormai iniziavo a considerare un inferno.
« Provate a cercare da quella parte! » questa volta fu un uomo ad urlare, il suono era molto più distante della voce del ragazzo: mi stavo allontanando dalle persone che evidentemente mi stavano cercando “così non va bene!” pensai, decisi allora di andare verso l’alto “in teoria se salgo dovrei riuscire ad arrivare in superficie” non avevo tempo per cercare delle altre soluzioni, stavo per esaurire tutte le forze e se riprendevo la mia forma originale rischiavo di rimanere bloccata. Iniziai ad andare verso l’alto, poco alla volta una fievole luce cominciò a farsi strada tra le rovine “un ultimo sforzo!”  cercai di farmi coraggio mentre ero al limite del possibile; anche se in quel momento ero un liquido potevo sentire il calore del sole che iniziava a scaldare mentre la sua luce era sempre più potente “forza!”  gli ultimi centimetri e sarei ritornata alla superficie. Ormai stentavo a rimanere sotto forma d’acqua e poco alla volta iniziai a ritornare alla mia forma originaria, fortunatamente ero riuscita ad arrivare fino ai limiti delle macerie e dovetti solo scavare di poco per raggiungere la superficie.
Quando sbucai dal nulla, la luce del sole mi abbagliò e ripresi totalmente le mie sembianze « Eccola! È là! » immediatamente un ninja mi trovò e mi corse incontro comunicandolo ai suoi compagni; ero esausta e respiravo a stento « Come stai? Sei ferita? » mi domandò non appena mi raggiunse, mettendomi a pancia in su e alzandomi la schiena in modo che potessi respirare meglio
« Dov - dov’è? » chiesi a mia volta, ignorando l’uomo « Dov’è Kirara? » ripetei spiegandomi; la voce affaticata della mia compagna che mi chiamava mentre stavo cadendo sotto le macerie mi stava dando il tormento, avevo paura per lei perché non l’avevo mai sentita così debole.
« Sì … beh … vedi … » il ninja iniziò a farfugliare qualcosa d’incomprensibile
« Che cosa le è successo?! Cos’ha?! » urlai mentre cercai di rimettermi in piedi, ma non appena lo feci mi venne un girone di testa che mi costrinse a tornare seduta
« Non ti devi affaticare: hai perso molto chakra; per la tua compagna … » fece una brave pausa riflettendo sulle parole che poteva dire « Non preoccuparti per lei » cercò di consolarmi senza darmi alcuna spiegazione su quello che le era successo.
Mi guardai tutt’attorno, perplessa e scrutavo con lo sguardo tutto quello che stava accadendo: una folla di persone incuriosite stava osservando lo scenario desolato, mentre alcuni ninja stavano già iniziando a togliere le macerie; un paio di loro mi avevano raggiunta insieme all’altro che prima di tutti mi aveva vista
« Hai ferite? » uno di loro mi porse la domanda, si poteva intuire che era preoccupato, ma non riuscivo a capire se lo era per la mia salute, o per il fatto che io ero “la ragazza con il demone”.
« Dov’è Kirara!? » il mio era più un urlo che una richiesta; in qualche maniera sentivo che le era successo qualcosa
« Non preoccuparti per lei, ora pensa a te. Come ti senti? Hai male da qualche parte? » chiese nuovamente l’uomo che non capiva minimamente il legame che c’era tra me e il demone; di conseguenza io lo guardai con uno sguardo di biasimo « Come puoi dire così?! » iniziavo a spazientirmi del comportamento di quella gente che disprezzava la mia compagna « Lei è una mia amica! Non l’abbandonerò mai! Kirara ha fatto tutto questo per salvarmi, un minimo di riconoscimento le dev- » mentre urlavo all’uomo il mio sguardo si soffermò per qualche istante in un punto dove c’erano delle persone riunite; potei subito riconoscere Gaara e Kankuro tra di loro.
Non persi un secondo in più, cercai di rimettermi in piedi, barcollando, e poco alla volta ritrovai il mio equilibrio e andai verso il gruppo di gente, sentivo, che qualcosa mi stava chiamando, un qualcosa che proveniva proprio da dove c’era la cerchia di persone
« Fermati! Dove stai andando? » uno dei ninja che mi aveva soccorsa provò a fermarmi
« Non toccarmi! » gli urlai prima ancora che potesse bloccarmi; il ninja si fermò rimanendo di stucco dato che non si aspettava un comportamento del genere da parte mia; il mio grido attirò l’attenzione di tutti; un altro uomo, che si trovava insieme al Kazekage, venne colto di sorpresa dalla mia reazione e anche lui si spaventò. Così facendo si spostò di qualche passo, dandomi la possibilità di vedere perché tutte quelle persone si trovavano lì accerchiate.
Rimasi bloccata per qualche secondo, incredula allo scenario che stavo guardando.
« Ma che …? » iniziai a farfugliare e per qualche strano motivo, mi accorsi che il volto iniziava a inumidirsi « Cos’è successo? … » portai la mano sulla guancia, solo allora mi resi conto che era appena stata solcata da una lacrima …

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Capitolo 38
*** Basta solo essere pazienti ***


Note dell’autore: Salve a tutti! ^^
Scusate la lunga (?) attesa ma ieri ci sono stati degli inconvenienti e non siamo riuscite a pubblicare :/
-ramanzina di tutte le volte che ormai sono anche stufa di scrivere x’D- graSsie a tutti per continuare a seguirmi *-*
Detto ciò vi chiedo una cosa: preparatevi alla prossima settimana perché mi vedo costretta a darvi un brutta notizia ..
Ora però vi lascio alla sigla (^w^) ecco il link:  http://www.youtube.com/watch?v=9TS-apU8fSE
Ciao ciao alla prossima!
 
 
 
La scena in cui Kirara colpiva l’uomo con il suo potente attacco continuava a venirmi alla mente: l’impatto, il crollo dell’edificio, i detriti che stavano per crollarmi addosso … e quell’unico breve pensiero di Kirara che mi chiamava con un bisbiglio sussurrato a fatica …
« Kirara! No! » urlai “Perché l’hai fatto?!” gridai questa volta ai miei pensieri, nella speranza che lei potesse sentirmi, anche se sapevo che non era così.
L’enorme felino era steso a terra, i suoi occhi erano chiusi e il suo volto tirato, quasi da indicare il suo grande sforzo compiuto nei momenti precedenti.
Il Kazekage, Kankuro e altri individui erano attorno al piccolo demone steso a terra, tutti sbalorditi, tutti sollevati dal fatto che non avrebbero più avuto a che fare con un mostro; ma allo stesso modo, tutti dispiaciuti da quella scena: nessuno si sarebbe mai aspettato che un demone avrebbe mai fatto tanto per un essere umano, tanto meno per una ragazzina.
« Kirara..! » ecco, un’altra lacrima mi tagliò nettamente in due la guancia; mi gettai a terra, vicino alla pancia della mia compagna e iniziai a scuoterla il più possibile nella speranza che in qualche maniera si potesse risvegliare « Kirara! » la chiamai nuovamente, nuove lacrime scesero nel mio volto “Dannazione! Non sarebbe dovuta andare così!” urlai tra me e me per sgridarmi; avrei dovuto ascoltarla fin dall’inizio “non sarei mai dovuta andare alle carceri, così non ci saremmo divise e tutto questo non sarebbe mai successo!” continuavo a rimproverarmi pensando che tutto era accaduto a causa mia.
Qualcuno, da dietro, mi appoggiò una mano nella spalla « Sei troppo precipitosa ». Dal tono di voce consolatorio avrei giurato che fosse Kankuro o qualcun altro, invece, spostando di poco lo sguardo vidi Gaara, che, diversamente da tutte le altre volte, aveva uno sguardo più dolce e comprensivo
« Che vorresti dire? » chiesi con uno sguardo titubante tra un singhiozzio e l’altro
Il ragazzo si spostò, e mi mise di fronte a me, in modo che tra noi due ci fosse Kirara « Appoggia la testa qui, e dimmi che cosa ne pensi » il giovane indicò con la mano la spalla del felino all’altezza del cuore.
Deglutii, impaurita del risultato che avrei potuto sentire e allo stesso modo lo feci per farmi coraggio “Kirara ne ha passate tante a causa mia, e io non l’ho mai ripagata … sono un’incosciente!” pensai prima di fare quello che aveva detto Gaara; così appoggiai la testa sull’addome di Kirara.
Silenzio. Non sentivo niente. Perché Gaara me lo avrebbe fatto fare? « Io … non sento nulla … » costatai alla fine, gli occhi stavano tornando ad essere umidi, forse fin troppo per i miei gusti
« Sei sicura? » domandò il ragazzo, facendomi ritornare dubbiosa su tutto ciò « Te l’ho già detto: sei troppo precipitosa » continuò a spiegare lui, e con un cenno mi indicò di rifare il gesto che avevo fatto in precedenza; e così feci nuovamente.
Solo il silenzio rispose nuovamente al mio gesto di poggiare la testa sul petto del felino
« Tra te e Kirara c’è un legame profondo; non limitarti ad ascoltare solo quello in superficie, ascolta anche le cose più silenziose, scava a fondo e sentirai altro oltre al silenzio » Gaara continuò a parlare mentre io provavo a concentrarmi su quello che mi aveva appena detto.
In quel momento niente sembrava essere più potente del silenzio stesso, poi, poco alla volta, qualcosa iniziò a cambiare: il morbido pelo di Kirara si muoveva a ritmo del vento di Sunagakure, sembrava volesse danzare a ritmo del suo mormorio; ma il vento non era importante in quel momento, dovevo riuscire a scavare più a fondo. In quel preciso momento dovevo assolutamente capire che cosa volesse dire il Kazekage con quelle sue parole, così mi concentrai ancora più di prima, chiusi gli occhi per far in modo di chiudermi in un mio mondo dove potermi concentrare meglio.
Il silenzio sembrava essere padrone anche del mio mondo “Non può finire così!” urlai ai miei pensieri, questa volta però, non fu il silenzio a rispondermi …
tum .. Un battito, secco, piccolo e quasi impercettibile si fece udire per la prima volta; per qualche istante riaprii gli occhi dallo stupore, ma non potevo deconcentrarmi, così li richiusi immediatamente e ritornai  alla stessa concentrazione di poco prima
… tum … uno, due, tre … tum … il piccolo battito si fece risentire, ora stava iniziando ad avere coraggio e a farsi udire più forte di prima …
… tum … tum … tum … i miei occhi continuavano ad essere chiusi, avevo paura che, se li avessi riaperti, non avrei più sentito quel flebile e incantevole battito che prima aveva fatto tanta fatica a farsi udire. Feci un lungo e profondo respiro di sollievo, solo in quel momento mi concessi un po’ di calma e serenità “Kirara sta bene, è l’unica cosa che importa” pensai, felice, di essermi sbagliata.

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Capitolo 39
*** Nuovi cambiamenti ***


Note dell’autore: Salve a tutti gente! (^w^)
La settimana scorsa vi avevo detto che oggi vi avrei dato una brutta notizia, ebbene eccola qua: pur troppo, a causa del poco tempo libero che mi è rimasto non sono più in grado di continuare a scrivere  e la stessa cosa si può dire per la mia amica, quindi, abbiamo deciso che per un certo periodo di tempo bloccheremo la ff
Non preoccupatevi però!
Per rassicurarvi vi posso dire due cose certe:
1) l’11 Febbraio riprenderemo a pubblicare ;)
2) Vi garantisco che farò di tutto per incominciare con una bella sorpresa
Chiuderemo le due ff in corso è quando ricominceremo ne apriremo un’altra – tipo seconda serie (?) x’D –
Detto questo vi lascio alla normale routine (?) o.o … Grazie mille per avermi seguita fino ad ora, vi chiedo solo di lasciarmi un vostro parere (anche generale) su questa ff in modo che io possa un po’ orientarmi nei prossimi capitoli :’)
Come sempre vi do il link della “sigla”: http://www.youtube.com/watch?v=9TS-apU8fSE
Ultimissima cosa  e poi vi lascio leggere in sante pace, promesso :’D .. se volete contattarmi, per qualsiasi cosa, potete contattarmi su FB dove mi chiamo Kiyokuro Yume EFP
Ora però vi lascio … sono sicura che non ne potete più di queste note x’D Ciao ciao spero di sentirvi in molti! \(^w^)/
 
 
 
 
Mi ero fatta una brutta idea su quello che era successo a Kirara: l’avevo data per persa; una cosa che non avrei mai potuto accettare “Diamine! Come ho potuto essere così frettolosa!” pensai tra me e me, arrabbiata per le mie conclusioni troppo sbrigative, non me lo sarei mai perdonata!
« Kirara tutto sommato sta bene, ha solo esaurito quasi tutte le forze con il suo ultimo attacco, e questo suo brusco calo di chakra le ha provocato uno svenimento; inoltre ha una piccola frattura nella zampa anteriore, ma nulla di irreparabile » Gaara spiegò la situazione della mia amica in maniera molto semplice e sbrigativa
« Io … » mi costava troppo affermare quello che stavo per dire, forse ero troppo orgogliosa ma dovevo molto al Kazekage. In fondo, nonostante tutto, lui c’era sempre stato per aiutarmi « Ti chiedo scusa! Lo so, mi rendo conto che ho detto delle cattiverie su di te, ma ti assicuro che l’ho fatto a causa della collera » nonostante la mia fierezza fui sommersa dai sentimenti e mi venne spontaneo gettarmi al collo di Gaara, che rimase stupito dalla mia improvvisa reazione «Invece tu, mi hai sempre aiutata e quando ti ho criticato non hai fatto niente, anzi, sei venuto in soccorso mio e di Kirara e..- » stavo continuando a parlare con un tono più simile alla commozione che alla disperazione, quando Gaara fece un piccolo sorriso, ma abbastanza grande per essere visibile e percepibile, poi appoggiò le sue bianche mani alle mie e le staccò dal suo collo con delicatezza « Non ti devi preoccupare; sono il Kazekage, è mio dovere proteggere il mio Villaggio » si limitò a dire, cercando di rimanere il più indifferente possibile, ma questa volta gli risultò più difficile del solito e nella sua voce  si poterono sentire delle lievi note di sollievo.
Di punto e in bianco tra i miei pensieri si fece strada una voce che ormai avevo imparato a riconoscere tra mille “ … Mi sembrava di averti detto che dovevi scusarti con Gaara, non che dovessi saltargli addosso come una fan accanita ..!” Kirara cominciava a riprendere i sensi e il suo sarcasmo era un chiaro segno che si stava riprendendo piuttosto in fretta: i suoi  grandi occhi rossi iniziavano a prendere il dominio sul bianco pelo, fece un paio di versi, quasi per schiarirsi la voce, poi, poco alla volta iniziò ad alzarsi; prima rimase seduta per qualche secondo, successivamente provò a mettersi sulle quattro zampe, ma a causa della ferita non riuscì a mantenere quella posizione a lungo, così la zampa le cedette e rischiò quasi di cadere, fortunatamente, però, riuscì a riprendere un certo equilibrio anche se un po’ barcollante.
“ È meglio se stai seduta..” le suggerii, intuendo che era la cosa migliore per lei in quel momento
A quanto pare … “  rispose scoraggiata. In seguito feci un passo all’indietro per poterla osservare ed infine le diedi un piccolo buffetto sulla testa, lei mi guardò con uno sguardo interrogativo “ Hei! Ma che ti prende?” domandò immediatamente sconcertata dalla mia azione
« Non provare a farlo mai più! Sono stata chiara?! Mi hai fatto prendere un colpo! » le urlai subitamente, ma non lo dissi con un tono di rimprovero, al contrario: Kirara aveva perfettamente capito il mio stato d’animo.
Un momento..! Così mi offendi! Non penserai mica che sia così debole da farmi battere al primo colpo!“ cercò di sdrammatizzare la mia compagna; ma subito la mia attenzione puntò su altro: un ninja prese in disparte il Kazekage, Kankuro e Temari, dato che nel frattempo era arrivata pure lei. L’uomo iniziò a dire qualcosa ai tre ragazzi e alla fine del suo discorso si poté subito notare il volto sconvolto dei due fratelli maggiori, mentre Gaara rimaneva indifferente, ma non era difficile capire che per qualche motivo anche lui era preoccupato ..
« Vi chiedo immensamente scusa: se è successo tutto questo trambusto è a causa mia e di Kirara, non avremo mai pensato che potesse succedere qualcosa del genere … » dissi con uno sguardo basso, non appena il quartetto smise di parlare e pensando che si riferissero a quello che era appena accaduto
« Non preoccuparti » Gaara prese la parola « Non preoccuparti per la distruzione di questo palazzo, è un problema facilmente risolvibile; il problema è un altro »
« Quale ..? » chiesi immediatamente titubante
« I due individui che abbiamo affrontato e sconfitto sono scomparsi nel nulla. » tagliò corto il ragazzo, lasciandomi di stucco
« Che vorresti dire?! Com’è possibile?! » continuai ad  insistere, sperando di aver capito male dato che era impossibile una cosa del genere
« Non sappiamo nulla, né abbiamo informazioni a riguardo. » Gaara parve leggermente scocciato da questa situazione
« Ascolta ragazza, lo sappiamo che non ricordi nulla del tuo passato, ma sei sicura di non avere nessuna informazione utile per aiutarci a capire quello che è appena successo? Quegli esseri volevano sia te che il tuo demone. Vuol dire che vi conoscono e se è così, significa che vi siete già affrontati in passato; prova a concentrarti, magari ricordi qualcosa! » intervenne immediatamente Kankuro
« .. No. Mi dispiace, ma non ci riesco.. più mi concentro e provo a scavare nel mio passato, più mi è difficile ricordare .. » gli risposi delusa e affranta dal poco aiuto che potevo dare in quel momento
« È naturale per chi ha il tuo problema, non ti devi preoccupare. Vedrai che poco alla volta risolveremo tutto! » provò a consolarmi Temari dandomi una pacca sulla spalla e facendomi l’occhiolino, come segno di complicità. Io mi limitai a farle un mezzo sorriso sconsolato « .. però .. » continuò a dire Temari
« Cosa? » chiedemmo io e Kankuro all’unisono
La bionda ci guardò con uno sguardo perplesso, evidentemente pensava che la risposta fosse già troppo ovvia « Cosa? » rimandò lei, confermando quel che pensavo; poi indicò quel che rimaneva del mio appartamento « Dove vivrete tu e Kirara? » la domanda sorse da sé. In effetti non ci avevo pensato, e quel che aveva appena detto Temari era vero e fin troppo scontato
« In un posto non lontano dal Palazzo principale e abbastanza sicuro: se hanno attaccato una volta possono farlo ancora. » intervenne Gaara con la sua solita indifferenza
« Questo è vero, ma dove? » chiese la sorella « Kirara dovrebbe essere visitata, possiamo portarla all’ospedale; è vicino, ma allo stesso modo non possiamo riempirlo di ninja per tenere l’area sotto controllo »
« E perché non portarla a casa nostra? Si trova nel Palazzo principale, inoltre ci siamo noi che la possiamo proteggere in qualsiasi momento! » esclamò Kankuro d’un tratto, spiazzando tutti con quella sua trovata
« Ma certo! È un’ottima idea! » lo seguì Temari battendosi un pugno sulla mano
« C-cosa?! Ma state dicendo sul serio? Scusate ma non mi sembra il caso! » l’idea di vivere sotto lo stesso tetto del Kazekage e dei suoi fratelli mi faceva un certo effetto: abitare con persone così importanti del Villaggio mi faceva uno strano effetto e mi metteva in soggezione
« Kankuro ha ragione, la sua soluzione non fa una piega. » concluse Gaara, ponendo fine alla discussione.

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