Il Gatto e Il Mago

di Puragu Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Fuga da un incubo ***
Capitolo 3: *** Un Disegno Particolare ***
Capitolo 4: *** Una Radura Mai Vista ***
Capitolo 5: *** Poteri Misteriosi ***
Capitolo 6: *** L'Inizio Di Tutto ***
Capitolo 7: *** Partenza ***
Capitolo 8: *** Ira ***
Capitolo 9: *** La Forza Di Rialzarsi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Nascosta dietro il fogliame di una quercia, Cathy aspettava impaziente l'arrivo della sua preda e, da un buco tra le foglie, osservava con i suoi occhi color ambra la selva illuminata dalla sola luce della luna piena. Dopo qualche istante li chiuse per concentrarsi meglio e ascoltò attentamente i rumori che regnavano in quel momento nella Foresta Rossa: sentì l'ululato del vento, il fruscio delle chiome degli alberi, lo scroscio del ruscello sottostante. Improvvisamente le sue orecchie percepirono qualcosa di diverso dai suoni della foresta: erano passi, passi di una persona che correva.
Sta arrivando…  pensò estraendo dalla faretra una freccia e incoccandola nell'arco d'argento.
Qualcosa comparve nel suo campo visivo: una figura incappucciata che scappava e teneva stretta tra le mani una bisaccia.

-Vai Cathy, adesso!- sentì gridare. La reazione fu immediata: il dardo scoccò silenzioso e preciso verso l'obiettivo trafiggendolo alla gola. Il tonfo sordo del corpo che cadeva a terra ruppe il silenzio che aveva dominato quell'interminabile istante. La giovane scese dell'albero e si avvicinò  all'uomo mentre la sorella gemella Dana l'affiancava. Cominciò a frugare nella tracolla dell'individuo e, con un sorriso soddisfatto , sfilò un cristallo abilmente lavorato.
-Recuperato. Adesso possiamo andare.- disse la ragazza incamminandosi per un sentiero.
Cathy osservò ancora una volta il cadavere: gli occhi erano vuoti, i capelli erano bagnati di sudore, il sangue uscito dalla gola si era mescolato con il terreno e una grande pozza scarlatta sporcava il soffice tappeto di foglie che copriva la strada.
Sul suo viso comparve una smorfia di disgusto: si alzò e, scostando una ciocca dei lunghissimi capelli neri, seguì la gemella lungo la via inalberata.
-Era un contadino delle campagne.- disse seriamente la corvina mentre guardava l'oggetto appena ritrovato -Sicuramente Evil gli aveva promesso che, se fosse riuscito a portargli il Cristallo di Mag, gli avrebbe dato del cibo per sfamare la sua famiglia.- Dana scrollò le spalle -Che stupido: come ci si può fidare di quell'essere spregevole?- il suo tono era quasi divertito. -Anche tu ti comporteresti da stupida se non avessi un pezzo di pane da mangiare.-rispose la giovane guardandola con severità.
Negli ultimi tempi, il comportamento di Dana era molto cambiato: era diventata di un'arroganza insopportabile e spesso si prendeva gioco dei bambini e degli anziani del villaggio dove abitavano. Da bambina, invece, era sempre molto gentile e aiutava con piacere coloro che erano in difficoltà.
Non la riconosco più.  pensò amaramente la ragazza.
Un rumore quasi impercettibile arrivò alle sue orecchie: si girò di scatto, ma non vide altro che la sorella. -Che ti prende sorellina? Tutto a posto?- Cathy si guardò attorno, come se cercasse qualcosa o qualcuno, ma vide soltanto alberi e cespugli... forse la stanchezza stava cominciando a farle qualche brutto scherzo.
Dana disse divertita -Incredibile, non ti sei accorta di niente.-  e le mostrò il Cristallo che aveva nascosto dietro la schiena. -La Guardiana deve sempre proteggere il Cristallo, te ne sei forse dimenticata?- la prese in giro. -Ancora con questa storia?! Sai benissimo che non sono stata io a decidere di essere...così!-  ringhiò la corvina.
La gemella la guardò con disprezzo -Ma questo non fa cambiare le cose. Per quanto io mi sia impegnata, per quanto io abbia sudato, pianto, sanguinato... le Tre Anime hanno scelto te. Soltanto perché sei diversa me!- urlò con rabbia, poi schioccò le dita.
Delle ombre vive emersero dall'oscurità della foresta e circondarono la giovane.
-Ma che diavolo stai facendo, Dana?!- gridò Cathy. In tutta risposta, Dana scostò dal petto il mantello nero e mostrò quello che portava al collo: un grande ciondolo rosso con una grande E nera scritta al centro.
La ragazza rimase esterrefatta. No... digrignò i denti quasi come se ringhiasse. -MALEDETTA!...- gridò mentre si lanciava addosso alla sorella, ma le ombre la bloccarono e, prima che potesse reagire, una di esse le scaraventò una ginocchiata nello stomaco. Cathy rovinò a terra, completamente senza fiato e piegata in due per il dolore: aveva la bocca spalancata nel tentativo di far entrare aria nei polmoni e con un grido che non voleva saperne di uscire dalla gola. Cominciò a tossire e dalla sua bocca colò un rivolo di sangue.
Dana sorrise soddisfatta, dopodiché si voltò e la salutò  -Arrivederci, cara sorella. Vorrei trattenermi ancora un po' con te, ma ho un altro impegno.- e si allontanò con una scorta di guerrieri ombra.
Bastarda... Cathy  non aveva mai provato tanta ira nei confronti di una persona. -Giuro ....che te la farò pagare... dovessi...anche morire per farlo.- disse a denti stretti.
La ragazza vide che la sorella aveva affidato il Cristallo ad una delle ombre: questa era l'unica occasione che aveva per salvarlo. Fulminea recitò parole incomprensibili e, per un istante, il Cristallo parve illuminarsi debolmente.
Quando il piccolo gruppo scomparve nell'oscurità della foresta, le ombre attorno a lei si dissolsero nel nulla.
La corvina si tirò su e si mise a sedere: massaggiandosi lo stomaco e respirando profondamente pensò  Un altro impegno... Ma di che stava parlando? Probabilmente deve portare il "Cristallo" a Evil anziché al...  i suoi occhi si spalancarono, colmi di terrore ...al villaggio.
Con uno sforzo estremo si alzò e cominciò a correre verso il villaggio di Three Souls. Come aveva potuto dimenticarsi del villaggio? Era lì che il Cristallo di Mag veniva protetto e custodito, e se fosse stato distrutto... no, non doveva pensarci. Ora doveva soltanto correre più velocemente possibile per arrivare e far evacuare tutti gli abitanti. Il villaggio era condannato, ma poteva almeno salvare le famiglie e tutte le persone che ci abitavano.
Fortunatamente non era molto distante della strada che entrava nel paese e in poco tempo l'avrebbe raggiunta.
Era ormai arrivata all'entrata del villaggio quando la sua corsa si fece più lenta, sempre più lenta, finché non si fermò. La giovane scivolò dolcemente per terra mentre guardava il fumo nero che copriva il cielo stellato sopra la sua testa. Le fiamme facevano risplendere come rugiada le lacrime che scendevano sul viso della Guardiana che guardava tristemente le case bruciare.
Un gufo volò via spaventato quando un urlo di disperazione squarciò il silenzio della Foresta Rossa.

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Capitolo 2
*** Fuga da un incubo ***


Capitolo I
-Fuga da un incubo-

 

Kevin percorreva tranquillamente la strada pedonale accompagnato da un panino. Un'altra giornata di scuola si era conclusa brillantemente. Quattro verifiche e due interrogazioni superate con il massimo dei voti, ma non c'era da stupirsi: il ragazzo era l'idolo della scuola, rispettato da insegnanti, studenti e, soprattutto, studentesse. Gli occhi ambra risaltavano ancora di più sulla pelle chiara, e i capelli neri gli davano quell'aria misteriosa a cui era difficile resistere.
Kevin, però, sembrava quasi all'oscuro di tutto questo: non si vantava mai e spesso si isolava da tutti.
Il giovane si fermò un attimo, sospirò e si avviò lungo una stradina alberata.
Sono già a casa... pensò aprendo la porta ed entrando nel soggiorno della villa. Un maggiordomo si precipitò da lui e gli prese la cartella, un altro lo scortò nella sala da pranzo.
-Signorino Kevin.- sussurrò l'uomo -Dimmi Fred.- disse il corvino, sussurrando a sua volta -Se sua nonna vi vede entrare con quel panino, non vi farà più mettere piede in questa casa- sorrise il maggiordomo lisciandosi i baffoni grigi -Lo dia pure a me; lo porterò in camera vostra.- -Sei grande, Fred.- il ragazzo sorrise a sua volta. Quando superò la soglia del salone, però, si rabbuiò. Seduta capotavola all'inizio di un tavolo che pareva infinito, sua nonna Sara lo fissava con occhi di ghiaccio. -Buongiorno Kevin- lo salutò la donna-ghiacciolo -Com'è andata oggi a scuola?- gli chiese ancora -Come vuoi che sia andata? 10 di biologia e francese, e le verifiche le consegneranno domani. Posso andare in camera mia o vuoi continuare l’interrogatorio?- rispose freddamente il ragazzo. La nonna lo guardò con severità -Il fatto che tu sia un ottimo studente non ti dà il diritto di parlarmi con questo tono di voce. Ma tranquillo: ti avrei spedito in camera comunque. Fred!- urlò.
Il maggiordomo si ripresentò nel salone -Sì, madame?- -Accompagna questo maleducato in camera sua: chissà che una giornata di digiuno non gli faccia passare la voglia di rispondere in questo modo.- ordinò la donna
Non avrei chiesto di meglio... pensò Kevin. -Sì, madame.- Fred s'inchinò e affiancò il giovane.
Arrivato davanti alla camera, Fred sussurrò nell'orecchio del ragazzo -Vi ho messo il panino nel solito posto. Buon appetito, signorino.- lui lo ringraziò -Grazie Fred, sei l'unico raggio di luce in questo cumulo di nubi grigie.- ed entrò nella stanza.
Povero signorino... il maggiordomo guardò tristemente la porta della camera che si chiudeva.

 

Quando sentì i passi di Fred che si allontanavano, Kevin si chiuse a chiave in camera e si tuffò nel mare di cuscini che occupavano il letto. Odiava quell'ambiente, quella casa, quella maledetta donna... non riusciva a credere che un mostro di quel genere avesse partorito un angelo. Sua madre.
Anche lei aveva odiato quella casa come lui, per questo compiuti i diciotto anni era scappata per andare a vivere con l'uomo che sarebbe diventato suo padre.
Il viso del ragazzo cominciò a rigarsi di lacrime. Maledizione... si morse talmente forte il labbro che ad un certo punto sentì il sapore del sangue in bocca.
Osservò il calendario appeso alla parete: il 31 marzo era stato cerchiato con un pennarello rosso. Ancora pochi giorni e sarà la fine di questo incubo.... pensò sorridendo.
Involontariamente, i suoi occhi ambrati si posarono sulla fotografia appesa alla parete davanti a lui: una donna che teneva in braccio un bambino dai capelli neri e un uomo barbuto gli sorridevano allegramente. Il corvino si alzò dal letto e cominciò ad accarezzare dolcemente i visi ritratti; prima lei, poi lui.
La mano si staccò dalla foto e il braccio scivolò lungo il corpo del ragazzo, quasi come se fosse senza vita: aveva preso la sua decisione.
Cominciò a riempire il suo inseparabile zainetto rosso: il portafoglio, un notes, una penna, la fotografia, il panino avanzato... . Dovrebbe esserci tutto... chiuse lo zaino e se lo caricò in spalla, poi aprì la finestra. Diede una rapida occhiata al giardino A quest'ora i giardinieri sono rientrati per la pausa pranzo: perfetto. pensò mentre saltava giù. Il salto nel vuoto non fu così terribile, infatti il giovane atterrò saldamente sui piedi. Si attaccò ai muri e cominciò strisciarci contro finché non arrivò dietro la villa. Diede un'ultima occhiata attorno a sé, dopodiché corse verso il cancello e, dopo averlo scavalcato, scappò in un boschetto.

 

 

Angolo dell'autore:
Salve gente :) Purtroppo, anche se sono in vacanza, ho pochissimo tempo libero. Abbiate pazienza se i tempi sono un po' lunghi tra un capitolo e l'altro.
Sono un po’ di sere che ho dei problemi a scrivere (avete presente quei momenti in cui vorreste che un incudine cadesse ACCIDENTALMENTE sopra il vostro computer? -.-” ), quindi se trovate qualche errore -o orrore- di ortografia ditemelo subito.
Ringrazio tutti coloro che leggono questa storia. Buone vacanze a tutti XD
Laelia__

 

 

 

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Capitolo 3
*** Un Disegno Particolare ***


Capitolo II
-Un Disegno Particolare-

 

Un boato fece tremare le case del villaggio di Three Souls.
I bambini che stavano giocando per le vie si rifugiarono immediatamente nelle loro case; gli uomini si armavano di forconi e bastoni; le donne accompagnavano gli anziani nelle abitazioni più solide e robuste.
Una donna dai lunghi capelli bianchi uscì da un tempio e rivolse lo sguardo verso la Foresta Rossa.
Un altro boato, molto più forte del primo, risuonò nell’aria e si videro volare via degli uccelli.
Ci risiamo… pensò sconsolata osservando lo stormo che si allontanava.
-Saggia Nhiira. Cosa sta succedendo?- chiese una bambina sfuggita dalle braccia della madre.
Un nuovo fragore scosse le fondamenta delle abitazioni. La piccola si aggrappò forte alla gonna turchese dell’anziana e cominciò a piangere a dirotto. Nhiira s’inginocchiò e, asciugandole il viso tremante, le disse sorridendo: -Non ti preoccupare: Lei ci proteggerà.-

 

Chaty schivò l’ennesimo proiettile di fango.
Stava combattendo contro un’orrenda creatura saltata fuori da una palude. Su quello che doveva essere il petto, una E nera circondata da un cerchio rosso emergeva dal corpo.
Dannazione… saltò, evitando un altro colpo Si sta avvicinando troppo a Three Souls. Devo inventarmi qualcosa per distrarlo…
Portò entrambe le mani alla bocca e gridò con tutto il fiato che aveva in gola: -EHI, COSO! GURADA CHE IL CRISTALLO C’È L’HO IO: L’HO INGHIOTTITO! SE LO VUOI DEVI PRENDERMI!- Ma che sto dicendo? pensò esterrefatta. Era la cosa più stupida che le fosse mai venuta in mente, ma l’idea funzionò. Anche troppo.
Il mostro si bloccò improvvisamente e la fissò per alcuni istanti. –CIBOOO.- disse cominciando a inseguirla con la bocca spalancata.
-OH, MISERIA! MA STIAMO SCHERZANDO?!- la corvina scappò e cominciò a zigzagare tra gli alberi della Foresta Rossa. Corse a perdifiato, ma non riusci a distanziare l’energumeno. Aumentò il passo, prese una bella rincorsa e saltò su una quercia: l’inseguimento continuò tra le chiome degli alberi.
Chaty saltava con estrema agilità da una ramo all’altro, quasi fosse senza peso. Sempre più veloce, sempre più in alto.
Un proiettile la raggiunse e la colpì alla schiena. La ragazza precipitò al suolo: l’impatto con il terreno fu così violento che dove cadde si formò un cratere.
La corvina imprecò, massaggiandosi la schiena dolorante e pulendosi il viso sporco di polvere, ma si zittì immediatamente. Era atterrata in una piccola radura e, in fondo ad essa, si ergeva un lastra di pietra. Si avvicinò e osservò stupita uno strano disegno: una zampa di gatto sopra una mano umana.
Che strano…. si osservò intensamente la mano.
A riportarla coi piedi per terra fu la “voce” del mostro alle sue spalle. –CIBOOO…- ripeté avvicinandosi a lei. –NONONO!!! MA CHE FAI?! GURDA CHE PRIMA STAVO SCHERZANDO. NON L’HO MICA INGHIOTTITO, IL CRISTALLO! E POI NON C’È BISOGNO CHE MI MANGI!- si affrettò a dire, agitando le mani preoccupata.
Peggiorò solo la situazione: il mostro s’infuriò –BUGIAAA.- disse furente scagliandole altri proiettili di fango.
Cathy continuava a schivare i colpi, ma l‘inseguimento e lo schianto di prima l’aveva sfinita: le gambe cominciavano a diventare pesanti e la sua velocità diminuiva sempre di più.
Nonostante la stazza, la creatura era molto agile e, in un piccolo momento di distrazione della ragazza, la colpì con un pugno.
La corvina rovinò a terra e rotolò finché la lastra di pietra non la bloccò. Lei si sedette e si appoggiò alla lastra: era coperta di polvere e il suo corpo era tutto un graffio.
N…non posso…mollare ansimava stanca. Stava per perdere i sensi quando qualcosa attirò la sua attenzione. I suoi occhi ambrati si girarono verso una luce misteriosa. Chaty osservò meglio: la zampa di gatto sulla lastra si era improvvisamente illuminata e sembrava quasi chiamarla.
Come ipnotizzata, la ragazza allungò la mano finché le sue dita non sfiorarono la calda pietra. La luce divenne abbagliante e lei si dovette coprire gli occhi.
Ma che sta succedendo?!  pensò mentre dal nulla stava spuntando un’ombra

 

 

 

 

 

Angolo dell’Autore:
Steve: Telecom Italia, informazione gratuita. Attenzione, informiamo i gentili lettori di Efp che Laelia__, per motivi personali, avrà alcuni ritardi a pubblicare i prossimi capitoli…
Laelia__: LEVATI DI MEZZO! QUESTO È IL MIO ANGOLO!!! *lo lancia via*
Steve: AHHHH!!!
Laelia__: scusate per l’entrata un po’….ehm…. un po’ brusca. Come stava dicendo Steve, molto probabilmente avrò parecchi ritardi sulla tabella che avevo organizzato. Chiedo scusa a tutti quanti *si inchina*
Abbiate pazienza, ma non sto mai ferma: devo andare al campo scout, a ballare in Puglia, un altro campo scout…. Oddio!!!
Auguro una buona lettura e, a tutti coloro che hanno finito (o quasi) la maturità, buone vacanze :)
Laelia__

 

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Capitolo 4
*** Una Radura Mai Vista ***


Capitolo III
-Una Radura Mai Vista-

 

Kevin si appoggiò al tronco di un albero per riprendere fiato.
Sono un'idiota... pensò il ragazzo osservando l'orologio da polso: le 15:45.
Quel pomeriggio aveva l'allenamento di tennis, di lì a poco Fred sarebbe andato ad avvisarlo di prepararsi e così la sua fuga sarebbe stata scoperta.
Ciò nonostante decise di continuare a scappare; tanto, ormai, il danno era fatto.
Si staccò dall'albero e proseguì sicuro lungo il sentiero completamente nascosto dalla vegetazione, spostando ogni tanto un ramo basso o evitando accuratamente alcuni rovi. Ad un certo punto si fermò ed alzò lo sguardo: attaccato a una vecchia cassetta delle lettere quasi del tutto arrugginita, un nastrino giallo svolazzava libero nell'aria. Finalmente... sorrise.
Era arrivato davanti ad una piccola casetta, simile a quelle delle favole, con la facciata bianca coperta ai lati da un po' di edera e con le finestre che riflettevano la calda luce del sole; sulla porta d'ingresso era appesa una targa dai colori vivaci e si poteva chiaramente leggere Famiglia Brave.
Kevin entrò nella casa: davanti a lui si scorgevano alcune poltroncine rivestite di velluto rosso e un grosso pianoforte nero; alla sua destra c'era un angolo cottura e un frigo; alla sua sinistra una rampa di scale.
Il ragazzo salì lentamente al piano superiore, assaporando la pace e il silenzio che regnavano nel abitazione.
Arrivò in cima alla rampa ed entrò in una camera da letto. La sua camera da letto.
Si sedette sul lettino coperto da una trapunta blu ricamata a mano e cominciò a osservare malinconicamente la stanza dalle pareti azzurre.
Forza tesoro: è ora di andare a dormire. diceva sua madre, affacciandosi sulla soglia della porta. Ancora dieci minuti mamma: papà deve finire di leggermi la storia! Posso ancora dieci minuti? chiedeva lui Il tempo di finire la storia di Peter Pan, Jessica. aggiungeva il padre, sorridendo alla moglie Non un minuto di più, Tom. rispondeva lei scompigliando i capelli a Kevin e dando un bacio al marito.
Le lacrime rigavano il candido viso di Kevin. Il ragazzo cercò di trattenere i singhiozzi che gli erano saliti in gola e si morse forte il labbro.
Si tolse lo zaino dalle spalle ed estrasse da una tasca una piccola scatolina, poi tirò su la manica della camicia. Aprì la scatolina e prese la lametta. La passò con forza sul braccio già pieno di tagli, stingendo forte i denti e sentendo il sapore del sangue in bocca, mentre un rivolo scarlatto colava giù dalla ferita.
Le calde lacrime scendevano sulle guance sempre più veloci, sempre più amare. Odiava. La sua vita, la villa, quel mostro di sua nonna.
Tutti lo invidiavano perché viveva in una villa, circondato da maggiordomi e lussi, per la sua bravura nello studio e nello sport. Ma lui avrebbe venduto l'anima per poter avere una vita normale e vivere felice. Con una famiglia. La sua.
Delle grida lo distrassero dai suoi pensieri -Dev'essere nella casa!- -Forza, controlliamo!- -Signorino! SIGNORINO KEVIN!- .
Fred! Kevin buttò nello zaino la scatolina e la lametta e si lanciò giù per le scale. Corse nel salotto e uscì come un fulmine dalla porta sul retro, la chiuse subito a chiave e scappò nel boschetto dietro la casa.
Corse, corse a perdifiato, senza voltarsi e senza badare ai rami che gli graffiavano il volto e il braccio ancora scoperto. Improvvisamente, qualcosa attirò la sua attenzione: una piccola luce splendeva alla sua sinistra. Senza neanche pensarci un attimo, girò a sinistra.
Il ragazzo si ritrovò in una piccola radura illuminata dal sole. Era affascinato da quel luogo incantato, ma anche stupito: quando viveva con i suoi genitori, aveva fatto parecchie escursioni nel boschetto ed era sicuro di non aver mai visto quella meraviglia.
I suoi occhi ambrati notarono qualcosa: un luccichio proveniva da una tavola di pietra, posizionata vicino a un piccolo ruscello.
Trattenendo il fiato, il giovane si avvicinò alla lastra e osservò meglio l'incisione nella pietra: una zampa di gatto sopra una mano umana. Era quest'ultima che brillava.
Come ipnotizzato, Kevin avvicinò la mano tremante al disegno e, quando sfiorò l'immagine illuminata, questa s'illuminò di una luce abbagliante.
Il ragazzo dovette coprirsi la mano con gli occhi per evitare di rimanere accecato. Poi fu come se la pietra lo assorbisse.
Ma cha sta succedendo?! pensò terrorizzato. Solo dopo che sentì di nuovo la terra sotto i piedi ebbe il coraggio di aprire gli occhi.
La sua bocca rimase aperta in una O perfetta. Il ragazzo si trovava sempre nella radura, ma non era più solo: di fianco a lui era accovacciata per terra una ragazza, mentre davanti a lui c'era un enorme mostro di fango.
-Ma... ma dove sono?- mormorò il ragazzo.

 

Angolo dell'Autore:
Buona sera a tutto il popolo di Efp!
Ragazzi, dopo una giornata intera a tagliare le siepi -iniziata naturalmente a mezzogiorno con 40 C°, se no che gusto c'è?- non vedevo l'ora di mettermi a scrivere un po'.
Che posso dire? Fabio93, spero di non aver fatto nessun errore. Ma se ne trovi qualcuno, sei autorizzato ad essere pignolo XD
Layla, non preoccuparti per Steve ;)
Mr_Pink, spero che questa volta la lunghezza vada bene :)
Nemainn, ora il carattere è un po' più grande ;D
YAMMM! sarà meglio che vada a dormire... *si strofina gli occhi*
Godetevi le vacanze e scappate dalle madri che vi propongono una giornata di giardinaggio. A presto :D
Laelia__

 

 

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Capitolo 5
*** Poteri Misteriosi ***


Capitolo IV
-Poteri Misteriosi-

 

Cathy era esterrefatta: ma che cosa stava succedendo?
A quanto pareva, anche lo sconosciuto era piuttosto confuso. Non faceva che passare lo sguardo da lei al mostro e viceversa.
La ragazza notò che il nuovo arrivato aveva un braccio scoperto e stava colando del...
Sangue? pensò inarcando le sopracciglia.
Non ebbe tempo di pensare ad altro perché il ragazzo piantò un urlo.
-Che...Che diamine sono quelle?!- chiese terrorizzato, puntandole un dito contro e indicando la testa.
-Uh? Queste? Mi sembra ovvio: sono orecchie.- disse lei.
-Ma quelle sono orecchie da... DA GATTO!!!- gridò ancora lui.
-Hai forse qualcosa contro le mie orecchie?- domandò lei, tastando delicatamente le morbide orecchie che spuntavano dai capelli neri e lanciandogli un'occhiataccia -Perché se è così... ATTENTO!- Cathy, velocissima, saltò gettandosi addosso allo sconosciuto a peso morto. Entrambi rovinarono a terra e schivarono per miracolo un proiettile di fango.
-Ehi! Che diavolo stai facendo?- le chiese il ragazzo.
-Ti ho appena salvato la vita, genio. Un grazie non farebbe mica schifo, sai?-
-Oh, scusa. Grazie per avermi tirato una gomitata nello stomaco e del bernoccolo che mi crescerà dopo questa bella caduta.-
Il mostro cercò di attirare la loro attenzione -CRISTALLOOO.- disse con tono lamentoso.
-ZITTO! Non vedi che stiamo parlando?!- gridarono i due all'unisono.
La creatura fangosa non prese affatto bene la risposta: s'infuriò e si preparò a scagliare un altro attacco.
Senza troppi complimenti, la corvina sollevò di peso il ragazzo e saltò dietro ad una grossa roccia non molto distante.
Prima che lui potesse controbattere in qualche modo, lei disse: -Non muoverti di qui, o sarò io ad ucciderti anziché quel mostro.- e si lanciò all'attacco.


Kevin si sporse cautamente dal suo nascondiglio: la ragazza-orecchie-di gatto stava combattendo quell'enorme massa di melma con le unghie e coi denti. Nel vero senso della parola.
Osservandola attentamente, il ragazzo notò che i canini erano molto più sviluppati del normale e degli affilatissimi artigli sostituivano le normali unghie.
-Vorrei proprio sapere che razza... che razza di COSA è... .- mormorò.
I suoi occhi ambrati furono attirati da un oggetto che emergeva dal corpo del mostro: un cerchio rosso con una grande E rossa al centro.
Qualcosa gli esplose nella testa: sentì una fitta terribile e un dolore lancinante alle tempie, mentre la vista gli si annebbiava. Barcollò e cercò sostegno appoggiandosi alla roccia portandosi una mano alla fronte. Nel momento in cui perse il contatto visivo con il petto della creatura, la testa cominciò a girargli meno e gli occhi tornarono lucidi.
Accidenti. Ma che diamine mi è preso? pensò; la mano ancora attaccata alla fronte, gli occhi socchiusi.
Un botto improvviso lo distrasse dai suoi pensieri.
Si sporse di nuovo dalla roccia, evitando accuratamente di guardare il mostro, e vide Orecchie-di-Gatto sdraiata per terra. Ansimava stanca e da parecchi graffi colavano piccoli rivoli scarlatti.
Senza neanche pensare a quello che stava facendo, le corse incontro.
-Ehi! Va tutto bene?- le chiese preoccupato, tirandola su a sedere.
-Alla grande. Non vedi?- rispose lei appoggiandosi alla sua spalla per evitare di cadere a terra.
Kevin la guardò torvo: era decisamente il momento meno adatto per il sarcasmo, e soprattutto per riprendere a litigare.
La creatura continuava a fissarli, immobile, silenziosa. Poi spalancò improvvisamente la bocca (Kevin almeno credeva che fosse la bocca) e cominciò ad avvicinarsi dicendo -CIBOOO.-
Un'ondata di paura e angoscia travolse Kevin. Cosa poteva fare? Era inerme. L'unica persona che poteva affrontare quella bestia era attaccata alla sua spalla, sanguinante e stremata.
Cominciò a tremare e sentì un formicolio alle mani.
Più il mostro si avvicinava e più il formicolio cresceva, fino a diventare qualcosa di pizzicante e doloroso. Ma era un dolore stranamente piacevole. Non faceva tanto male, sembrava solo che cercasse di uscire dalla mano tremante del ragazzo.
Per un motivo sconosciuto, il corvino sentì il cuore scaldarsi come il fuoco e , quando ormai l'energumeno distava pochissimi centimetri dalle loro teste, alzò istintivamente la mano verso quello.
Un fulmine si schiantò contro il mostro, colpendolo esattamente nel punto in cui spuntava il cerchio rosso, ed esso esplose spargendo fango da tutte le parti.
Mentre della fanghiglia gli colava sui capelli neri, Kevin rimase paralizzato a terra, esterrefatto: era stato un sogno? Era l'unica spiegazione plausibile per ciò che era appena accaduto.
Come se gli avesse letto nella mente, la ragazza gli pizzicò forte la faccia.
-Ahio! Ma sei matta?!- si massaggiò la guancia dolorante.
-Avevi un espressione imbambolata e ho pensato di scuoterti un po', tutto qui.- disse lei tranquilla.
-Allora trova un altro modo, grazie.- rispose lui irritato.
Con sua grande sorpresa, Orecchie-di-Gatto non ribatté in nessun modo.
Invece si tenne forte alla sua spalla e cercò di mettersi in piedi, ma con risultati deludenti.
-Aspetta: ti aiuto io.- il ragazzo le prese il braccio e se lo fece passare attorno al collo, poi, tenendola stretta per la vita, la tirò su.
-Dove devo andare?- le chiese gentilmente.
Lei lo fissò, stupita. Poi indicò con un cenno del capo un lato della radura e disse semplicemente -Segui il sentiero.-

 

Nhiira uscì per l'ennesima volta dal tempio.
I boati erano scomparsi già da un bel po' e gli abitanti di Three Souls, seppure ancora un po' allarmati, erano tornati alle loro faccende.
Ma dove si sarà cacciata... pensò la donna preoccupata, dato che sapeva perfettamente che l'incredibile abilità Cathy era quella di cacciarsi sempre nei guai.
Le urla di un abitante attirarono la sua attenzione.
-Saggia Nhiira!!! Cathy sta tornando! Ma c'è qualcuno con lei!- gridò l'uomo.
Mentre la treccia di capelli bianchi svolazzava libera nell'aria, lei si avvicinò all'entrata del villaggio e guardò attentamente le due figure che si vedevano in lontananza.
-Prendi un altro abitante e va ad aiutarli. Poi portali al tempio.- disse all'uomo che l'aveva chiamata.
Il momento è arrivato... pensò rientrando nel tempio.

 

Angolo dell'Autore:
Prof: *si schiarisce la voce* Buona sera a tutti i gentili lettori di Efp. Chiedo scusa per l'ora, ma Laelia__ ha insistito tanto per pubblicare il quarto capitolo de Il Gatto e Il Mago...
Laelia__: Prooof. Posso scrivere io sul mio Angolo?
Prof: SCORDATELO! Devi finire il riassunto di francese. E sappi che se ti becco ancora una volta a lanciare via Steve, ti beccherai la punizione più terribile.
Laelia__: No! Non vorrai dire...
Prof: Il GIARDINAGGIOOO...
Laelia__: NOOOO!!!
Prof: Muahahaha.
Oh, ancora un paio di cose:
1 è probabile che questo sarà l'ultimo capitolo che Laelia__ pubblicherà per un po': ha parecchi viaggi in programma.
2 i dovuti ringraziamenti a: Fabio93 (mi raccomando: pignolo *strizza l'occhio*), Layla Elric 98 e KonanKohai.
*s'inchina*
E tu, Laelia__, sotto con quel riassunto.

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Capitolo 6
*** L'Inizio Di Tutto ***


Capitolo V
-L'Inizio Di Tutto-
 

Il sole sorto da poche ore illuminava il tempio del villaggio di Three Souls: le pareti erano tappezzate di teli scarlatti ricamati d'oro; sottili fili di fumo salivano fino al soffitto cospargendo la stanza di un forte odore d'incenso; alcune statuine di pietra levigata erano posizionate negli angoli e illuminate dalla fioca luce di candele profumate posizionate ai loro piedi.
Kevin, che aveva dormito lì per una notte, era seduto su un tappetino steso sopra il liscio pavimento di legno e si guardava intorno, osservando con curiosità i pochi oggetti presenti.
Si voltò per l'ennesima volta verso la porta del tempio: sperava con tutto il cuore che Cathy arrivasse il prima possibile; al loro arrivo al villaggio, la ragazza era stata sommersa di domande dagli uomini che erano venuti loro incontro e, anche se per pochissimo tempo, gli sguardi di tutti gli abitanti erano puntati su di lui.
Probabilmente è per via dei miei vestiti pensò, osservando la giacca arancione della divisa scolastica.
Spostò gli occhi ambrati sulla donna dai capelli bianchi che, inginocchiata davanti ad una statua molto più grande rispetto alle altre, gli dava le spalle: portava una lunga veste color turchese, chiusa in vita da una cintura di tessuto di una sfumatura poco più chiara rispetto all'abito; la chioma candida era raccolta in una treccia talmente lunga che arrivava a coprire il pavimento e, al buio, la faceva sembrare un serpente; gli occhi argentei erano chiusi e le mani, congiunte davanti alla bocca come se pregasse, erano affusolate e lisce come le statuine illuminate dalle candele negli angoli.
-Arriverà tra poco.- disse la donna senza né voltarsi né aprire gli occhi.
-Come, scusi?-
-È la tredicesima volta che ti giri a guardare quella porta: hanno portato Cathy dal miglior medico del villaggio. Non preoccuparti, tra poco arriverà.- finalmente si alzò. Schioccò le dita e sulla punta dell'indice comparve una piccola lingua di fuoco. Senza badare allo sguardo stupito del ragazzo, cominciò ad accendere altre candele così da illuminare un po' di più la stanza.
Accesa l'ultima candela, l'anziana si voltò verso Kevin.
-Nhiira.- disse semplicemente.
Kevin la guardò perplesso.
-Nhiira?- chiese.
-Nhiira.- ripeté ancora lei -È il mio nome.-
-Oh, mi scusi.- si affrettò a dire il corvino -Io sono...-
-Kevin Brave.-
Kevin fu sorpreso di sentir pronunciare il proprio nome dalla bocca di Nhiira.
-Ma...ma come...- cominciò lui con voce sorpresa, ma un tonfo lo fece spaventare e la frase gli si spezzò in gola.
La porta si era improvvisamente spalancata e la luce esterna illuminava una sagoma dai lunghi capelli corvini lunga distesa per terra che imprecava ad alta voce.
-Dannato gradino.- ringhiò infine Cathy, mettendosi a sedere e massaggiandosi il naso dolorante.
-Possibile che tutte le volte te ne dimentichi?- chiese Nhiira con voce rassegnata mentre si accomodava su un tappetino.
La corvina fece finta di non aver sentito: si voltò verso il ragazzo e gli fece segno di sedersi.
Dopo alcuni istanti, in cui regnò un silenzio imbarazzante, la donna chiese alla ragazza di raccontarle cos'era accaduto.
Mentre Cathy spiegava, Kevin rimase in silenzio: nella sua testa lampeggiava un unica, sola, chiara parola. Sogno.
Tutto questo non poteva essere che un sogno: Cathy, il mostro, Nhiira, il fulmine partito dalla mano. Dalla sua mano.
Rivide la ragazza ferita appoggiata a lui, il mostro di fango che si avvicinava sempre di più alle loro teste e poi...una casa. Una piccola casetta bianca illuminata dalle fiamme che la stavano divorando. Sentì l'urlo di un uomo. Gridava qualcosa a proposito di un bambino. C'era anche una donna che gridava, e implorava l'uomo: aveva qualcosa tra le braccia... .
Kevin aveva visto quella casa bruciare davanti hai suoi occhi quando il fulmine si era schiantato contro la creatura.
-... ad un certo punto ha puntato la mano contro quell'energumeno- la corvina lo indicò con un segno del pollice - e un fulmine lo ha colpito, distruggendolo.- concluse.
Nhiira guardò prima la ragazza, poi il ragazzo.
-Non avete notato niente?- chiese.
Cathy alzò un sopracciglio; Kevin la guardò con aria interrogatoria. La donna batté le mani e un paio di specchi apparvero davanti ai due giovani.
-Guardate.- ordinò.
I ragazzi si specchiarono e per poco non cacciarono un urlo: nello specchio di Cathy era riflessa l'immagine di Kevin, così come nello specchio di Kevin c'era l'immagine di Cathy.
-Gli stessi occhi; gli stessi capelli; la stessa pelle chiara come la luna...- gli occhi argentei continuavano ad osservarli -Non avete notato quanto vi somigliate?-
-Io non ho quegli affari in testa.- osservò il giovane, guardando le orecchie pelose che spuntavano dalla testa della ragazza riflessa sulla superficie dello specchio.
-Ancora con questa storia?- ringhiò lei -Se hai qualcosa contro le mie orecchie, hai solo da dirlo. Ma prima...- e mostrò i canini super-sviluppati e gli artigli delle mani -...ti consiglio di riflettere sulle conseguenze.-
Nhiira scoccò un' occhiata di fuoco verso la ragazza che si ricompose subito.
-Prima di qualunque cosa, immagino che tu voglia qualche chiarimento su questa storia.- disse rivolta a Kevin. Il ragazzo annuì.
-Per farti capire- cominciò -dobbiamo fare un salto indietro nel tempo. Parecchi anni fa, questo mondo era diverso: era un mondo di pace, di serenità, dov'erano l'armonia e la fratellanza a regnare. Nessuno, in quei tempi felici, poteva minimamente immaginare che qualcuno bramava sogni oscuri: un uomo sconosciuto, il cui cuore era avvolto dalle tenebre, voleva il potere su tutto. Era desideroso di arrivare in un luogo sacro, quasi mistico, dove poteva trovare ciò che gli avrebbe permesso di dominare: la Tavola di Pietra.-
-La Tavola di Pietra?- ripeté Kevin.
-La Tavola di Pietra era ciò di cui aveva bisogno.- continuò Nhiira - Anzi, era il potere della Tavola quello che cercava. Un potere immenso, che permetteva ad una persona di avverare il suo desiderio più grande. Ma a custodire quel luogo tanto prezioso, c'erano tre ragazzi: un'abile arciera, un potente mago e la guardiana di un cristallo. Loro erano Kira, Alick e Mag. Loro erano le Tre Anime.
-A loro era stato affidato il compito di proteggere la Tavola di Pietra. Purtroppo, nonostante tutte le loro forze, quell'uomo riuscì ad arrivarci lo stesso.
-La battaglia infuriava; Kira era morta; Alick e Mag erano allo stremo delle forze. Mentre Alick tentava di trattenere ancora il potente avversario, Mag prese una decisione: raccolse il pugnale dell'amica perduta e utilizzò il potere della Tavola per fermare il nemico.
-Un potere simile, però, richiedeva un prezzo. Un prezzo molto alto: richiedeva un cuore colmo d'amore. L'amore verso una grande amica, verso un popolo, verso l'uomo di cui era innamorata.
-Mag si pugnalò con il coltello di Kira ed espresse il desiderio che il nemico fosse cacciato tra le ombre. E così fu: l'uomo contro cui stava combattendo Alick diventò un'ombra e sparì tra le tenebre.
-Alick, solo, tornò al villaggio natale di Mag e Kira: in loro memoria fu costruito un tempio - e fece un largo gesto con la mano, facendo capire a Kevin quanto fosse importante il luogo in cui si trovava - dove ora riposano le spoglie delle Tre Anime, e il cristallo prese il nome della sua guardiana, in ricordo del suo coraggio e del sacrificio che compì per salvare tutti.
-Sono passati tanti anni. Il Cristallo di Mag è passato tra le mani di tante persone, malvagie o pure di spirito, fino a quando non è andato perduto.- Nhiira si voltò verso Cathy, che arrossì in maniera terribilmente vistosa e, velocissima, abbassò lo sguardo al pavimento.
Kevin non capiva.
-Qualcuno decise di seguire le orme dell'uomo che fu chiamato Murk e cominciò a cercare il Cristallo. A quei tempi la Guardiana del Cristallo era Iris, la madre di Cathy. Purtroppo, Iris morì pochi anni dopo la sua nomina di Guardiana e così, all'età di soli dieci anni, Cathy è diventata Guardiana del Cristallo ed è toccato a lei proteggerlo.
-In una notte fredda di sette anni fa, una traditrice riuscì ad impossessarsi del Cristallo di Mag. Cathy, nell'ultimo disperato tentativo di proteggere il Cristallo, ricorse ad un piccolo incantesimo di sostituzione, ma era ancora inesperta. Così, involontariamente, lo ha teletrasportato in luogo sconosciuto.-
-Ma...ma il mostro di prima lo stava cercando... .- balbettò confuso il ragazzo.
-Evil non è ha conoscenza del “piccolo errore” commesso da Cathy.- Nhiira rivolse uno sguardo affettuoso alla ragazza e le accarezzò una spalla -È convinto che lo stiamo nascondendo. Così ci attacca.-
-Mi dispiace.- le parole uscirono tremanti dalla bocca della corvina -È tutta colpa mia se adesso ci troviamo così in difficoltà.-Kevin guardò la giovane e capì di essere dispiaciuto per lei. Le appoggiò una mano sulla spalla e le disse -Hai fatto il tuo dovere. E poi avevi solo...- s'interruppe -Ehm... quanti anni hai?- chiese.
-Ne compio diciotto tra sei lune.- disse lei mentre un timido sorriso le si allargava sul volto.
-Tra sei lune?- il ragazzo cominciò a contare.
-Sei lune, quindi sei giorni, quindi...IL 31 MARZO!- urlò, mettendosi le mani tra i capelli.
Cathy e Nhiira si guardarono perplesse.
-Non ci credo! SEI NATA IL 31 MARZO!- continuava a urlare il giovane, che nel frattempo si era alzato e aveva cominciato a girare in tondo per la stanza.
-Cosa c'è di strano?- chiese la ragazza.
-Anche IO sono nato il 31 Marzo e anche IO compio diciotto anni tra sei lun...giorni!- disse lui.
-Ma guarda, un'altra cosa in comune.- Nhiira sorrise -In compenso Cathy è metà gatto, mentre tu sei un mago.-
La camminata frenetica di Kevin si arrestò.
-Un...un che cosa?- chiese lui.
-Tu, ragazzo mio, sei un mago.- disse ancora la donna.

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Capitolo 7
*** Partenza ***


Capitolo VI
-Partenza-

 

-Un... un che cosa?- chiese lui.
-Tu, ragazzo mio, sei un mago.- rispose Nhiira sorridendo.
Kevin si bloccò sul posto.
-S-state scherzando, vero?- chiese ancora.
-Se dicessi che sto scherzando, mentirei.- disse la donna.
Nessuno fiatò.
Il cervello del corvino stava cercando di elaborare questa nuova, incredibile informazione: lui era un mago, un mago. Non un ragazzo come tanti, che studiava e praticava sport. Lui era un mago: niente di più, niente di meno.
Cathy si alzò e gli pizzicò forte una guancia.
-AHIO!- Kevin si staccò dalla presa della ragazza -Insomma, la vuoi smettere? È già la seconda volta, di oggi.- protestò massaggiandosi la guancia.
-Non è colpa mia se sei sempre assorto nei tuoi pensieri.- si giustificò lei.
Lui la guardò torvo, poi si rivolse a Nhiira.
-E...cosa posso fare?- chiese.
-Be', da quel che ha detto Cathy hai la capacità di dominare i fulmini. Scommetto - disse senza smettere di sorridere -che tu sei un Mago degli Elementi. Un mago con il potere di controllare l'acqua, la terra, l'aria, il fuoco e i fulmini, un mago in grado di padroneggiare tutti e cinque gli elementi.-
Di nuovo silenzio: Kevin non sapeva cosa dire, cosa fare, cosa pensare.
Gli occhi ambrati del ragazzo, involontariamente, caddero su Cathy: il corpo della ragazza era stato pulito da qualsiasi traccia di sangue o terra, ma era coperto di bende.
Evil non è a conoscenza del piccolo errore di Cathy: è convinto che lo stiamo nascondendo. Così ci attacca aveva spiegato Nhiira.
Dopo qualche istante sussurrò -Voglio aiutarvi.-
Le due donne lo guardarono stupite.
-Io- disse ancora piano -voglio aiutarvi. A sconfiggere Evil. Se riuscissimo a trovare il Cristallo di Mag e a distruggerlo, forse... -
Cathy parlò con voce soffocata -Tu...saresti disposto a combattere?-
Lui annuì.
Cadde il silenzio.
Il ragazzo era sicuro della sua decisione: dopo quello che gli era stato raccontato, dopo i volti magri che aveva visto al villaggio, dopo il combattimento contro la creatura di fango, sapeva che era la cosa giusta da fare. Non conosceva il perché, sapeva solo che era giusto.
-Se vuoi unirti alla nostra lotta- disse Nhiira seriamente -dovrai imparare a padroneggiare i tuoi poteri.-
Kevin la guardò.
-Immagino che nel tuo mondo ti stiano aspettando- continuò la donna -quindi Cathy verrà con te.-
Il ragazzo rimase a bocca aperta; per poco la corvina non ruzzolò a terra.
-CHE COSA?!- urlarono all'unisono.
Nhiira guardò Cathy -In quanto Guardiana, sarà tu dovere insegnare a Kevin i segreti delle arti magiche. Quando sarà pronto, allora e solo allora potrete cominciare la ricerca del Cristallo.-
-Ma...ma...- tentò di protestare la ragazza. La donna guardò i due ragazzi sorridendo.
-Mi fido di entrambi: so che andrà tutto bene. Cathy- e si voltò verso la Guardiana -vai a prepararti. Mi raccomando, porta solo lo stretto indispensabile. Kevin- e parlò al giovane -puoi cercare un posto dove Cathy possa vivere nel tuo mondo?-
-S-sì ma...- balbettò lui.
-Allora è deciso. Forza!- disse energicamente mentre i due ragazzi sospiravano rassegnati.

 

Dopo una ventina di minuti, Cathy tornò davanti al tempio con un sacco sulle spalle.
Mentre gli abitanti del villaggio le si avvicinavano, Nhiira e Kevin la osservavano da lontano.
Dopo qualche istante, il ragazzo chiese -Come fa a sapere tutte queste cose?-
La donna si voltò.
-Insomma: il mio nome; il fatto che vengo da un altro mondo; … come sa tutto questo?-
Lei gli sorrise -Anche io possiedo il dono della magia. Io, però, riesco a leggere dentro il cuore e dentro la mente delle persone.- alzò un mano per fermare il giovane, che aveva aperto la bocca per parlare -Creare piccole fiammelle è una magia semplice, anche per una Strega che non possiede la facoltà di dominare i cinque elementi.-
Fece una piccola pausa, poi lo guardò con dolcezza e gli disse -Ti consiglio di smettere.-
Lui la guardò con aria perplessa, allora la donna gli si avvicinò e gli tirò su la manica della divisa scolastica, scoprendo così il braccio pieno di tagli e cicatrici.
-Cathy potrebbe reagire molto male se scoprisse quello che ti sei fatto. E anche quel caro signore a cui tieni tanto.- gli disse con un sorriso pieno di affetto.

 

-No, no, no! Non voglio che te ne vai!- la bambina dai capelli castani tra le braccia di Cathy piangeva disperata.
-Non sarà per tanto tempo, Nemedi.- disse la ragazza accarezzandole i capelli.
Almeno spero pensò.
-E se ci attaccassero?- chiese la piccola.
-Non ti devi preoccupare: lo saprò subito e verrò ad aiutarvi. Dovesse anche cascare il mondo!- rispose la corvina con un sorriso.
-Ti mancherò?- domandò ancora.
-Mi mancherai tantissimo.- la Guardiana l'abbracciò forte.
-Allora non andare.- pregò la bambina tra le lacrime -Non lasciarmi.-
-Vorrei, ma non posso.- Cathy sentì terribilmente amare quelle poche, semplici parole. Lasciò andare la piccola e la guardò dritta negli occhi.
-Promettimi che, tutte le volte che sentirai la mia mancanza, non lascerai che le lacrime righino il tuo splendido viso.- le disse.
Nemedi sembrò stupita della strana richiesta, ma si asciugò in fretta la faccia e, cercando di controllare la voce tremante, sorrise e disse -Promesso!-

 

Kevin e Cathy si voltarono un'ultima volta a guardare il villaggio: ormai era soltanto più un lontano puntino che si confondeva all'orizzonte.
Ripresero a camminare lungo il sentiero, senza mai guardarsi o parlarsi, finché, ad un certo punto, la ragazza disse scocciata -Li odio.-
Il giovane la guardò perplesso.
-I silenzi imbarazzanti, intendo. Li odio.- spiegò lei -Conosci già un posto dove posso stare senza crearti problemi?- chiese.
-Sì, ti ho già trovato una sistemazione,- rispose il ragazzo -ma dovremmo sopportarci a vicenda: staremo insieme a casa mia.-
La corvina alzò un soppraciglio.
-Scusa, ma non credo che sia una buona idea. Penso che i tuoi genitori potrebbero insospettirsi vedendo queste.- e indicò le orecchie.
-Non preoccuparti: la situazione è sotto controllo. Ci saremo solo io e te.-
Cathy non sembrava molto convinta, ma non ribatté.
Continuarono a camminare, di nuovo in silenzio, fino a quando non raggiunsero la radura; i segni del combattimento del giorno prima erano ancora visibili.
I due si avvicinarono alla tavola di pietra.
-Nhiira ha detto che questa tavoletta di pietra ci porterà nel tuo mondo.- disse la ragazza, osservando il piccolo disegno inciso sopra la roccia.
-E come funziona questo...portale?- chiese Kevin, osservando anche lui l'incisione: una zampa di gatto sopra una mano umana.
-Ha detto di seguire il disegno.- rispose lei. Dopo qualche attimo di riflessione, la giovane afferrò il polso del ragazzo e gli fece coprire l'immagine con la mano.
-Ma che fai?- domandò il corvino, mentre la ragazza appoggiava la mano sopra la sua.
-Seguo le istruzioni.- disse.
La tavoletta s'illuminò e, per qualche istante, i due sentirono svanire il terreno sotto i loro piedi. Istintivamente, chiusero gli occhi e solo quando sentirono di essere seduti su qualcosa di soffice ebbero il coraggio di riaprirli.
Erano seduti sul morbido tappeto d'erba che ricopriva la piccola radura, con le mani ancora attaccate alla tavoletta e i muscoli tesi.
Delle voci echeggiarono i lontananza.
-Dov'è sparito?-
-Signorino Kevin! La prego, si faccia vedere!-
È tutto come quando sono sparito pensò.
Cathy si voltò verso il ragazzo e lo vide terribilmente triste.
Kevin urlò con tutto il fiato che aveva -SONO QUI!-
La corvina sentì il rumore dei passi di alcuni uomini avvicinarsi e si nascose dietro l'amico.
-ASPETTATE! Fate venire solo Fred! Per favore!- gridò ancora il giovane.
Delle voci si consultarono, alcune annuirono. Passò qualche attimo prima che parecchi passi si allontanassero. Un solo fruscio si stava avvicinando lentamente.
Un uomo sulla sessantina comparve dalla vegetazione: era sudato, come se avesse corso, e sembrava parecchio preoccupato.
-Signorino... .- sussurrò il maggiordomo, avvicinandosi.
Kevin si ritrovò stretto in un abbraccio.
-Mi prometta....mi prometta che non farà mai più una simile sciocchezza.- disse Fred tra un singhiozzo e l'altro.
-Perdonami.- il ragazzo aveva un nodo alla gola -Perdonami, amico mio.- sussurrò stringendo forte il vecchio signore. Quando si separarono, entrambi avevano il volto rigato di lacrime.
-Be', vedo che qui ad aspettarlo c'era una splendida signorina.- disse ancora il maggiordomo, asciugandosi gli occhi con un fazzolettino.
I due ragazzi si scambiarono un occhiata complice.
-Ehm...più o meno.- Kevin sorrise e prendendo sottobraccio Cathy e Fred aggiunse -Ho parecchie cose da raccontarti.-

 

Angolo dell'Autore:
BANZAI! WATTA!
Finalmente sono tornata! Ragazzi, queste vacanze sono state terribilmente faticose XD
Vi avviso subito: ho fatto casini con il quarto capitolo della storia e le vostre recensioni sono state cancellate... PERDOOOOOOONOOOOOOOOO!

Spero che la storia sia di vostro gradimento *sorride e s'inchina*
Per farmi perdonare -oltre che per il pasticcio che ho combinato -.-" - della luuuunga assenza, ho pubblicato non uno, ma ben DUE nuovi capitoli e ho anche disegnato la “copertina” della storia -sto anche scrivendo il prossimo capitolo XD vi piacerà-.
Dunque, per i capitoli non ci sono problemi. Per la “copertina” vorrei prima sapere una cosa: v'interessa vederla?
Se sì, tenterò di pubblicarla :)
I dovuti ringraziamenti a Fabio93 (W IL PIGNOLANOMETROOOOH), Layla Elric 98, KonanKohai e Padre57 :) che mi seguono e recensiscono sempre la mia storia.
Un grazie anche a tutti coloro che leggono senza recensire :D
Laelia__

 

p.s. NOOOOO! LA SCUOLAAAAH

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Capitolo 8
*** Ira ***


Capitolo VII
-Ira-
 
Fred aveva ascoltato con estrema attenzione la storia di Kevin: l'incontro con Cathy ,che nel frattempo aveva girato in lungo e in largo tutto il primo piano della casetta nel bosco. La notte passata al tempio del villaggio di Three Souls, il racconto della sacerdotessa Nhiira, la scoperta di essere un Mago degli Elementi.
Il maggiordomo si lisciò i baffoni, pensieroso.
-Be', signorino: quello che mi avete appena raccontato è a dir poco incredibile...-
Il ragazzo sussultò, temendo che Fred non avesse creduto ad una sola parola di ciò che gli aveva detto, ma quando vide un sorriso comparire sul volto dell'uomo, fu felicissimo di capire che si era sbagliato.
-Le credo. E le darò tutto l'aiuto possibile.- disse l'uomo, come se gli avesse letto nella mente -Fino a quando la signorina Cathy resterà qui, però, credo che dovrebbe frequentare anche lei la scuola.-
-Ma come possiamo fare? Non passerà di certo inosservata con quelle.- chiese Kevin, guardando le orecchie da gatto.
-Basterà coprirle con qualcosa.- rispose tranquillo Fred -Il punto è un altro: sua nonna sa che è scappato e, soprattutto, sa che è qui. Le persone che mi stavano accompagnando prima erano agenti di polizia: se un giorno di questi la Signora decidesse di mandarli a farle una visita di controllo, chissà cosa potrebbero pensare vedendo la signorina Cathy.-
-Be', direi che è un'amica che ospito.- azzardò il ragazzo.
-Un' amica con delle caratteristiche feline e una forza sovrumana? No, rimango del parere che sia meglio farla passare per una ragazza come le altre. Fortunatamente dopodomani cominciano le vacanze di Pasqua, quindi avremo abbastanza tempo per iscriverla a scuola e trovare tutto il necessario per la sua momentanea permanenza qui nel nostro mondo.-
Fred guardò l'orologio: erano quasi le sette. Si alzò dalla sedia e chiese -Signorino Kevin, mentre io vado a prendere qualcosa da mangiare, potete mostrare alla signorina la casa?-
Senza aspettare una risposta, salutò i ragazzi con un piccolo inchino e uscì.
 
-Accidenti, quant'è comodo!- Cathy era sdraiata su un lettino coperto da una graziosa trapunta blu.
Kevin lasciò cadere sul pavimento lo zainetto rosso sporco di fango.
La cena era stata veloce: Fred aveva recuperato un po' di viveri dal fornitissimo frigorifero delle cucine della villa. Tutti insieme, avevano mangiato un po' di affettati e del formaggio, e per la colazione del giorno dopo avevano latte e biscotti.
-Buona notte.- il maggiordomo aveva salutato i due ragazzi con un inchino ed era scomparso nel bosco in compagnia di una torcia.
-Era proprio necessario farti vedere ogni singola stanza del piano superiore?- chiese.
-Se dovrò vivere qui per un po', dovrò pur sapere dove mi trovo.- ridacchiò lei.
Il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato.
Gli occhi di Cathy si spalancarono: prese a fiutare l'aria sotto lo sguardo esterrefatto del giovane.
-Sento...odore di cibo.-  e si guardò attorno.
Kevin ebbe un'illuminazione: prese lo zainetto rosso e lo lanciò sulla coperta, sporcandola.
-Lì dentro c'è metà panino, mangialo pure se vuoi.-
La ragazza si avventò famelica sull'avanzo di panino e, mentre lo mangiava,  cominciò a frugare nello zaino.
-E quefti cofa fono?- chiese tra un morso e l'altro, tirando fuori il notes e la penna blu.
-Questo- e Kevin prese il blocchetto -serve per disegnare o segnare degli appunti, mentre questa- e prese la biro -serve per scrivere.- fece uno scarabocchio su un foglio -Così.-
-E quefto?- domandò osservando curiosa il portafoglio.
-Serve per tenerci i soldi: è un portafoglio.-
-E quefta qui?-
Il ragazzo ebbe un tuffo al cuore vedendo la lametta stretta nella mano di Cathy.
La giovane si bloccò e, lasciando cadere sul letto il panino, annusò l'oggettino.
-Ho già sentito questo odore...- disse, continuando ad annusare la lametta.
Kevin cercò di nascondere il braccio dietro la schiena, ma Cathy, fulminea, si alzò, gli prese con forza il polso e tirò su la manica della maglia.
Non mi sbagliavo... pensò lei, osservando le croste di sangue sul braccio del ragazzo. Anche se secco, l'odore era ancora forte.
-Posso sapere- ringhiò -perché ti diverti ad affettare il tuo braccio come se fosse un cavolo?-
Kevin aveva un nodo in gola, tremava. Aprì la bocca, ma non uscì nessun suono.
-Allora?- La voce della ragazza era furiosa.
-I-Io...sono debole.- sussurrò lui.
-Hai sconfitto un emissario di Evil, ti sei schierato con noi per aiutarci a sconfiggerlo e mi dici che sei debole?- ringhiò ancora Cathy -Sei un'idiota.-
-Tu non puoi capire: ho perso tutto, vivo con un mostro, sono solo...- farfugliò Kevin con voce tremante.
-Ah! Io non capisco?!- urlò Cathy -Sai che ho perso entrambi i miei genitori?! Che sono costretta a vivere come se fossi un mostro?! Sai che quella bastarda di mia sorella si è unita a Evil e mi ha tradito?! SAI CHE, PER COLPA MIA, TUTTO IL POPOLO DI THREE SOULS STA MORENDO DI FAME?!-
La stretta sul polso del ragazzo si fece più salda.
-Credi di essere l'unico ad avere dei problemi? Be', sappi che ti sbagli. E sappi anche che questa- la giovane alzò la lametta -è ancora più sbagliata.-
-Come puoi dire che è sbagliata se non sai neanche perché... - Kevin fu colpito in pieno volto da uno schiaffo.
-Non me ne frega. Non m'importa del perché usi questa roba.- disse lei -Riguarda qualcosa legato al passato, vero?- gli chiese.
Il ragazzo era scosso da tremiti di rabbia e paura. Si morse con forza il labbro, cercando di soffocare i singhiozzi, mentre le lacrime cominciavano a bagnargli il viso.
-Come immaginavo... .- sussurrò Cathy.
Gli occhi ambrati dei due ragazzi s'incrociarono.
-Io non ho la minima idea di quello che ti è successo, ma una cosa la so: farti del male in questo modo è la cosa più stupida che tu possa fare.
-Quel che è successo è successo, è inutile continuare a pensare al passato: non si può tornare indietro. Per quanto possa essere difficile e doloroso, si può solo andare avanti.-
Kevin riuscì a liberarsi dalla presa della ragazza e si allontanò.
-Ma smettila!- gridò lui -Non hai nessun diritto di dirmi quello che devo o non devo fare! La vita è mia, e ci faccio quel che voglio!-
Lo sguardo della ragazza era gelido. Le sopracciglia inarcate. La lametta stretta nella mano rigata dal sangue, uscito dalle piccole ferite che l'oggettino le aveva procurato.
-Ma ti rendi conto delle scemenze che stai dicendo?- ringhiò lei, afferrandolo per il collo -Stammi bene a sentire: se scopro che continui con questa idiozia, la prossima a farne una sarò io. E sappi che non sto scherzando.-
E con il pollice spaccò in due la lametta.
 
Angolo dell'Autore:
Buona sera ciurma :) mi spiace non essermi più fatta sentire.
Purtroppo sono sempre impegnata e faccio fatica a trovare il tempo di andare avanti.
Ho deciso di riscrivere il settimo capitolo: non mi piaceva com'era venuto (e non centrava niente con la bozza che mi ero fatta nella testa.)
Cercherò di organizzarmi meglio con tutto e per tutto.
Buon weekend a tutti!

Laelia__

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Capitolo 9
*** La Forza Di Rialzarsi ***


Capitolo VIII
-La Forza di Rialzarsi-

 

Erano passati due giorni da quando Cathy e Kevin avevano litigato.
Ed erano anche due giorni che Cathy era sparita. Dopo aver rotto la lametta era uscita dalla finestra della camera e non si era più fatta vedere.
Aveva corso per un lungo tratto, fino a raggiungere un laghetto nascosto da alcuni salici: per due giorni non si era mossa da quel luogo.
Ora era lì, seduta vicino alla riva, ad osservare delle anatre che nuotavano tranquillamente in acqua. Erano tre anatroccoli con la loro mamma. Due di loro nuotavano già benissimo, mentre il terzo faceva un po' più fatica. Mamma anatra lo aiutava a stare a galla e, dandogli piccoli colpetti col becco, lo spingeva verso i suoi fratelli.
Lo stomaco della ragazza brontolò e sul suo viso apparve una smorfia: stava morendo di fame.
Osservò di nuovo i paperotti: con un rapido movimento poteva facilmente catturare il più goffo.
Quasi quasi... pensò.
Dopo un attimo di riflessione, si alzò in piedi e s'incamminò per un sentiero: non aveva intenzione di uccidere dei cuccioli.
Camminò lentamente sotto l'ombra degli alberi, poi si fermò.
Sentiva uno strano odore. Alzò lo sguardo al cielo: la sera stava ormai calando e gli ultimi raggi di sole stavano scomparendo dietro grossi nuvoloni neri.
Un rumore insolito arrivò alle sue orecchie. Era come un lamento...un pianto.
Tornò di corsa al laghetto: sulla sponda opposta, al sicuro in un cespuglio, mamma anatra stava già portando i suoi piccoli al riparo.
Ancora quel rumore.
Si voltò verso la foresta e, senza pensarci due volte, si addentrò a passo svelto.


Seduto su di una sedia in cucina, Kevin osservava una coccinella che camminava pigramente sul tavolo.
Sbadigliò: si stava annoiando da morire. L'orologio segnava le sei ea trentacinque.
Meno male, tra un po' Fred finisce il turno... pensò il ragazzo.
Qualcosa attirò la sua attenzione: fuori dalla finestra, il cielo era completamente coperto da nuvoloni scuri. Un lampo, poi sentì un rumore in lontananza.
Si stava avvicinando un bel temporale.
Cathy!
Kevin corse su per le scale e recuperò due mantelline e una grossa torcia.
-Signorino Kevin!-
Kevin tornò al piano di sotto e trovò Fred: indossava una mantellina e aveva il fiatone.
-Fred! Cosa ci fai qui?- chiese il ragazzo, aiutando il maggiordomo a sedersi. Poi riempì un bicchiere d'acqua.
-Ho chiesto alla signora il permesso di finire il turno un po' in anticipo.- rispose l'uomo, tra un sospiro e l'altro -Volevo controllare che qui da voi fosse tutto a posto.- prese il bicchiere che Kevin gli porgeva. -Grazie.-
-Qui non c'è nessun problema, però Cathy è ancora là fuori.- disse il ragazzo, agitato.
-La signorina Cathy non è ancora tornata?- domandò Fred, stupito.
-Stavo per uscire a cercarla.- rispose il ragazzo.
L'uomo si alzò e disse -Allora andiamo: in due sarà più facile trovarla.-


-Signorina Cathy!-
-Cathy! Dove sei?!-
Era quasi un'ora che Fred e Kevin cercavano la ragazza, ma questa non si vedeva.
Ormai era buio e stava piovendo a dirotto. Le mantelline non riuscivano più a proteggere i due uomini, ormai fradici e tremanti.
Kevin diede un pugno contro un albero.
Dannazione. Dove diavolo è finita? pensò.
Cercò di farsi luce con la torcia. Niente. Non si vedeva un palmo dal naso.
-Cathy!- urlò ancora il ragazzo. Nessuna risposta.
Non sapeva più cosa fare.
S'inginocchiò a terra: era di nuovo colpa sua. Se non fosse stato per lui questo non sarebbe accaduto.
Era sempre colpa sua... com'era possibile?
-Che stai facendo?- ringhiò una voce sopra di lui.
Il ragazzo alzò la testa: davanti a lui, una bagnatissima Cathy lo guardava con occhi di fuoco.
-Signorino!- Fred comparve alle spalle della ragazza e lo aiutò ad alzarsi.
Senza troppi complimenti, Cathy sollevò il ragazzo e se lo caricò sulla spalla.
-Andiamo, Fred!- disse la ragazza cominciando a correre.
-Sì!- Fred la seguì.
-Ma che cavolo fai?! Mettimi giù!- protestò Kevin.



Fred aveva preparato due tazze fumanti di latte e miele e le aveva portate ai due ragazzi, seduti per terra davanti al caminetto del salotto.
Avvolti in due coperte e con gli asciugamani in testa, non si erano ancora rivolti la parola.
-Purtroppo devo tornare alla villa, ma se avete bisogno di aiuto chiamatemi, mi raccomando.- disse Fred. Con un leggero inchino, il maggiordomo salutò i due giovani e uscì.
Il temporale si era calmato, però continuava a piovere.
I due sorseggiarono in silenzio il latte caldo.
Quando lo finirono, Kevin portò le due tazze in cucina, poi tornò in salotto.
Silenzio.
Nessun dei due aveva il coraggio di parlare.
Dopo un altro minuto passato con le bocche chiuse, Kevin sbuffò.
-Certo che sei proprio strana.- disse -Mi dici che odi i silenzi imbarazzanti e poi non spiccichi una parola.-
-Se spiccicassi una parola, ti riempirei di insulti.- ringhiò la ragazza.
Kevin non rispose: non aveva voglia di litigare ancora.
Ci fu di nuovo un attimo di silenzio. Poi la ragazza si voltò verso Kevin e lo prese per le spalle.
Si guardarono negli occhi: Kevin era sorpreso e allo stesso tempo intimorito.
-Ma cosa...- non riuscì a finire la frase, perché Cathy gli tirò una testata. Lo colpì così forte che il ragazzo cadde all'indietro.
-Ma sei fuori?!- urlò.
-Ti stavi di nuovo piangendo addosso...- sussurrò lei. Teneva lo sguardo basso e le tremavano le mani.
-Dannazione! Ti stavi di nuovo piangendo addosso!- ripeté la ragazza, furiosa.
Kevin la guardò, stupito.
-Piantala di guardarmi così! Lo so a cosa stavi pensando!- ringhiò Cathy -È tutta colpa mia, se è scappata e solo colpa mia, sono un disastro... - disse rabbiosa -Stavi pensando questo, non è vero?!- gridò.
Il ragazzo non rispose: si sentiva privo di vita, senza un'anima. Non riusciva né a parlare, né a muoversi.
Cathy tremava dalla rabbia: quando, nel bosco, il ragazzo aveva alzato il viso, la prima cosa che aveva visto era la disperazione nei suoi occhi.
-Avevi paura, vero? Eri preoccupato, non è così?- gli chiese.
Lui si morse il labbro.
-Devi smetterla di addossarti tutto sulle spalle. Se ero nel bosco sotto il diluvio universale, quello è stato solo colpa mia!
-Ho trovato una volpe intrappolata da alcuni massi che erano caduti e l'ho aiutata a liberarsi.
-Tu non hai fatto proprio niente!-
Kevin rimase in silenzio.
Cathy non riuscì più a trattenersi: lo tirò su con la forza e lo prese al collo.
-Maledizione, di qualcosa!- ringhiò.
-... mi spiace ...- fu l'unica cosa che il ragazzo riuscì a dire.
-Ma piantala!- gridò lei – Ti senti debole? Hai paura del futuro e di quel che ti attende? Oppure temi il tuo passato?-
Kevin trasalì.
-Se ti senti debole, impegnati per diventare più forte.
-Se hai paura di quel che accadrà in futuro, concentrati solo sul presente.
-Se temi il tuo passato, diventa forte a tal punto da schiacciarlo... - Cathy gli lasciò il collo e gli porse la mano - … e non aver paura di chiedere aiuto agli altri, perché ci
sarà sempre qualcuno che sarà pronto ad alzarti quando cadrai.-

Gli occhi dei due ragazzi s'incrociarono.
-So quello che provi, Kevin.- sussurrò la ragazza.
Lui non disse niente.
-Kevin?- lo chiamò ancora.
Lui si tirò su, la prese per le spalle e le tirò una testata.
-Ahio! Che cavolo fai?!- disse Cathy.
-Promettimi...- sussurrò Kevin, fissando il pavimento - … Promettimi che mi aiuterai a diventare più forte... .-
Cathy lo guardò sorpresa.
Le scappò un sorriso. Gli staccò le mani dalle spalle e gli coprì il viso con un asciugamano.
-Bene, allora va a riposarti: domani comincia il tuo addestramento.-

 

L'ANGOLO DELL'AUTORE:
E dopo quasi un anno di assenza...TA DAAAAAA! Sono tornata gente! :D
Non credo che potrò mai scusarmi abbastanza per tutto il tempo che vi ho fatto aspettare, ma, almeno, posso finalmente farvi continuare le avventure di Kevin e Cathy.
Purtroppo questo è solo un capitolo di passaggio, ma presto (promesso!) arriveranno dei capitoli migliori.
Non so bene osa scrivere, quindi vi lascio qui.
Kiss
Laelia__

 

 

 

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