A life in pain

di NadShepCr85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro: Tell me your story ***
Capitolo 2: *** Slavers ***
Capitolo 3: *** Tropical Storm ***
Capitolo 4: *** Jar of Hearts ***
Capitolo 5: *** Destiny Ascension ***
Capitolo 6: *** Per Aspera ad Astra ***
Capitolo 7: *** Duty ***
Capitolo 8: *** Wind of change ***
Capitolo 9: *** Not a man for compromise ***
Capitolo 10: *** Bridges ***
Capitolo 11: *** Byzantine game ***
Capitolo 12: *** Embrace Eternity – part 1 ***
Capitolo 13: *** Embrace Eternity – part 2 ***
Capitolo 14: *** Rendez-vous with the past ***
Capitolo 15: *** Primitive Life ***
Capitolo 16: *** The Cypher - part 1 ***
Capitolo 17: *** The Cypher - part 2 ***
Capitolo 18: *** Back in time ***
Capitolo 19: *** I'll return where all began ***
Capitolo 20: *** Something to fight for ***
Capitolo 21: *** Keplero's Law ***
Capitolo 22: *** Shades of the past ***
Capitolo 23: *** Bloody Hearts ***
Capitolo 24: *** Cold as Ice ***
Capitolo 25: *** Little Wings's Song ***
Capitolo 26: *** Fighting for the lost: The Hades's Mastiffs-part 1 ***
Capitolo 27: *** Some time ago... ***



Capitolo 1
*** Intro: Tell me your story ***


Intro: Tell me your story

 

Il suono di carta che veniva arrotolata e gettata in un cestino. Detestava imprimere i suoi pensieri su un datapad, così come leggere su di essi. Sulla libreria, ben allineati, libri antichi di un paio di secoli, carta vecchia conservata con una religiosità simile al culto degli Illuminati degli Hanar, o della Dea delle Asari. Era la sua religione quella, i libri, la conoscenza. Un vecchio terminale, una stampante, altrettanto vecchia che per farla funzionare si fabbricava l'inchiostro da sola. Sua madre, una ricercatrice dell'Exogeni, le aveva insegnato i trucchi del mestiere anni prima. Un piccolo laboratorio in un'area isolata dal resto della casa. Sul muro una riproduzione a olio della Normandy SR-2, ormai diventata un museo, che solcava i cieli della Cittadella, prima dell'attracco, mentre indistinte figure di Turian e Umani si affannavano sui moli.

Fuori, su Londra, si stava scatenando un furioso temporale. La Capitale inglese, in cui molti anni prima si erano decisi i destini della Galassia, stava rinascendo e i segni di quella battaglia, ormai erano quasi spariti del tutto. Palaven, Thessia, Tuchanka e Rannoch, nomi sulle mappe galattiche di navigazione. “Archangel”, un nome che veniva pronunciato con rispetto in casa sua e nel suo clan, temuto e odiato dai mercenari e criminali di tutta la Galassia. Per metà umana e per metà Turian, solo nell'albero genealogico, ma quell'albero genealogico era germogliato dal sangue di due eroi, di cui la gente conosceva i nomi, ma non la reale storia dietro quei nomi.

Storia che veniva conservata gelosamente all'interno delle mura famigliari, e che lei aveva deciso di far conoscere ai detrattori che spuntavano come funghi, quando il tempo scava nella verità e pian piano la fa diventare leggenda.

Storia che le era stata raccontata molte volte durante le notti insonni della sua infanzia, o durante le lunghe notti e giornate invernali da un vecchio Turian morto da tempo. Quando lei ancora era una bambina.

L'ispirazione sembrava non arrivare, così estrasse dal cassetto della sua scrivania una cornice olografica, con all'interno la foto dell'equipaggio di entrambe le Normandy al gran completo. Quei nomi li conosceva a memoria. Jack, James, Zaeed, Wrex, Grunt, Jacob, Miranda, Tali, Kaidan, Javik, Liara, Samantha, Samara,Steve, IDA, Joker, Garrus e Shepard. Comandante Nadira Shepard. La sua bisnonna. E Garrus Vakarian, il suo bisnonno.

Decise di iniziare dal principio. Da Shepard, quando ancora non era la grande eroina che la Storia dell'Alleanza dei Sistemi ricordava a tutti. 

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Capitolo 2
*** Slavers ***


Premessa:
Ho voluto inserire Jeff, in questo capitolo, perché ho dei piani ben precisi per questa mia fan fiction. Nei miei due primi gameplay ho sempre avuto l'impressione che Joker e Shepard si conoscessero già, Nel caso invoco la licenza artistica. Luoghi, nomi e personaggi appartengono a Bioware. Fatta eccezione per quelli che mi sono inventata di sana pianta. Chiedo inoltre scusa per il ritardo con cui pubblico. Siate liberi di darmi consigli, critiche e suggerimenti(soprattutto se trovate qualche errore grammaticale, vi sarei grata se me lo segnalaste.). E per la lunghezza di questo capitolo. Spero di non annoiare. Nel caso...buttatemi fuori dal portellone. A presto.
 

Prologo: Slavers .

 

 

 

Di queste case
Non è rimasto 
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato

S. Martino del Carso”- G. Ungaretti

 

 

Garrus si sedette stancamente sulla poltrona, il viso rivolto a quella foto e a lei. Stappò la bottiglia di brandy Serrice Ice, vuotandone il poco liquore rimasto in un bicchierino apposito, posandolo poi davanti alla sua foto in divisa da Contrammiraglio, la gola riarsa dalla tristezza e dalla solitudine.

Era il suo compleanno. Il compleanno del Comandante Nadira Shepard.

Arrivare a centocinquanta anni, senza di lei, era stata dura, considerando anche gli altri amici che aveva dovuto seppellire. L'ultima era stata Tali, l'anno prima, su Rannoch. A lui sarebbe sarebbero sopravvissuti Wrex, Liara e Grunt.

Buon compleanno, Nad.”

 

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Nadira Shepard era nata un giorno piovoso dell'aprile 2154 su Mindoir, un anno prima della Guerra del Primo Contatto. Il padre, un Incursore della da poco costituita Alleanza dei Sistemi, aveva sposato un'italiana e si era trasferito insieme a lei, in quella colonia di nuova fondazione nella Fascia di Attica.

Gli Shepard, dopo che James era tornato a casa dopo la guerra, e si era congedato, avevano optato di trasferirsi appena fuori dall'insediamento principale della colonia e diventare agricoltori.

Tutto sommato, nonostante le ristrettezze economiche in cui vivevano, la loro era una vita tranquilla.

Una piccola guarnigione dell'Alleanza era l'unica difesa della colonia, così i coloni avevano deciso di organizzare una loro milizia, e per James Shepard, responsabile dell'addestramento, era una piacevole distrazione dal duro lavoro nei campi.

Nadira intanto cresceva, e quando fu abbastanza grande, il padre le mise in mano il suo primo fucile di precisione, insegnandole tutto ciò che sapeva e che aveva imparato sotto le armi. Non perchè volesse farla arruolare, ma per far sì che sapesse difendersi da sola.

La vita nelle colonie era pericolosa, un po' meno violenta di quella sulla Terra, ed essendo gli ultimi arrivati, gli Umani non erano ben visti, a causa anche dell'incidente del Portale 314: Turian a parte, c'erano anche i Batarian a mostrarsi apertamente ostili verso i terrestri, rei, secondo loro, di privarli di spazi vitali.

Ogni tanto arrivavano notizie di raid di schiavisti Batarian in colonie umane, ma su Mindoir nessuno se ne preoccupava, fiduciosi che da lì non sarebbero passati.

Quei raid, iniziarono a farsi pericolosi all'inizio del 2170, quando nella fascia di Attica, iniziò ad intensificarsi l'attività degli schiavisti.

James Shepard, che aveva intuito il pericolo che la colonia correva, si era messo in contatto con l'Alleanza dei Sistemi, attraverso il suo vecchio Tenente, ora Comandante, David Anderson, per ottenere un incremento delle forze di presidio dell'Alleanza nella colonia.

Anderson era di ritorno da una missione che non era andata come aveva previsto, quando il padre di Nadira lo aveva contattato. Con una scusa era sbarcato nella colonia, e ora era davanti alla porta della fattoria degli Shepard.

Bussò alla porta un paio di volte, prima che qualcuno venisse ad aprire: si trovò davanti una ragazzina di sedici anni, dai capelli castani, corti ed arruffati, e un paio di occhi verdi smeraldo che fissavano la sua uniforme e il suo basco senza ammirazione o disprezzo. Neutri. Come qualcuno che analizzava la situazione e ne soppesava la gravità. David si schiarì la voce e fece un paio di passi indietro.

- Sono il Comandante David Anderson, Marina dell'Alleanza. Cerco James Shepard. È in casa?- la ragazzina indossava vestiti logori sopra un paio di vecchi anfibi militari, sporchi di letame e paglia disseccati. Un'altra voce femminile, che sovrastò quella dell'adolescente, attirò l'attenzione di Anderson che fece un breve sorriso nel riconoscerla. La voce ferma, dolce e autoritaria di un'insegnante.

- Nadira Shepard! Quante volte ti ho detto di non entrare in casa con gli anfibi che usi per andare nelle stalle?!- la giovane sollevò gli occhi al cielo, e poi si rivolse alla madre.

- C'è un Ufficiale dell'Alleanza che cerca papà. Ho sentito bussare e sono andata ad aprire.- David sentì i passi della donna avvicinarsi.

Anna Shepard si aprì in un sorriso quando vide Anderson.

- David! Ma che bella sorpresa! Entra pure, James è al presidio ad addestrarsi con la milizia. Non ci aveva avvisate del tuo arrivo.- Anna abbracciò David che ricambiò il gesto d'affetto, mentre Nadira, indifferente, cercò di defilarsi e tornare a lavorare nel fienile prima che il padre rientrasse. Ma la madre la bloccò.- Non ti ho forse insegnato la buona educazione, Nadira Jane Shepard?!- Nadira sbuffò, se c'era qualcosa che più odiava era sentirsi chiamare con il suo secondo nome.

- D'accordo, mamma....Buonasera, signore.- si pulì la mano nei pantaloni e la porse ad Anderson. David la strinse senza esitazione, continuando a studiare la ragazza con attenzione.

- Piacere di conoscerti, Nadira. Anna, vorrei entrare, ma ho poco tempo e James sembrava abbastanza preoccupato.- la donna sulla quarantina, scosse la testa.

- Sai com'è fatto, quando si impunta su una cosa, è difficile fargli cambiare idea. È in congedo da quasi dieci anni, ma la divisa non l'ha mai veramente tolta...- un'ombra di tristezza passò sul volto di Anna, ma David, con classe sorvolò, lasciandola continuare a parlare.- Comunque, se vuoi parlargli, è al presidio.-

Anderson sghignazzò, non si era aspettato nient'altro di meno da James.- Come ci arrivo?- chiese il Comandante, con un piglio militaresco che fece sorridere Anna Shepard, mentre la donna chiese alla figlia di accompagnare Anderson dal padre. Anderson riuscì a cogliere alcuni frammenti del dialogo tra madre e figlia.

- ….ora d'aria? Perchè non ce lo accompagni tu, mamma, visto che siete così amici?- altre parole che vennero catturate dal silenzio della casa e dal rumore di un veicolo nell'aia della fattoria.- D'accordo, mamma, ho capito!- Nadira uscì e guardò Anderson per un secondo. Il Comandante le sorrise incoraggiante. Lei sbuffò.- A volte mi domando se abito in una fattoria o in una caserma.- disse Nadira a bassa voce sperando che l'Ufficiale dell'Alleanza non la sentisse. David ridacchiò. Aveva un figlio anche lui e poteva capire bene lo stato d'animo della ragazza, ma da genitore, non poteva fare altro che comprendere Anna Shepard. Quella ragazza non aveva un minimo di disciplina, nonostante gli sforzi dei genitori di darle un educazione adeguata. O forse c'era dell'altro sotto.

- Sai, a volte noi genitori vorremmo che siate la nostra fotocopia. Non dovresti essere così dura con i tuoi genitori. Fanno il possibile per darti gli strumenti necessari ad affrontare ciò che ti aspetta là fuori.- Diamine, mi ha sentito...avrei dovuto aspettarmelo. È un soldato come lo era papà.- Ho combattuto al fianco di tuo padre durante la Guerra del Primo Contatto. Se esiste qualcuno che si getterebbe nel fuoco per qualcuno che ama, quello è lui. Vuole solo il meglio per te, credimi.-

Nadira guardò il soldato a lungo, con maggiore attenzione stavolta. Le parole non la interessarono più di tanto, erano soltanto parole che aveva già sentito molte volte, costantemente. Ogni volta che Lay riusciva a coinvolgerla nelle sue strampalate avventure, che finivano inevitabilmente col crearle guai con il responsabile della colonia e suo padre.

Evidentemente il Comandante Anderson aveva un figlio anche lui. Nadira analizzò l'Ufficiale: seppur stesse parlando con lei, teneva d'occhio l'ambiente circostante, le persone che di volta in volta incontravano, era rilassato, ma se lo immaginò scattare al minimo segno di pericolo. D'altronde, le occhiate dei coloni, non erano molto benevolenti nei confronti dell'uniforme che indossava il Comandante Anderson: nella colonia c'erano alcuni reduci della Guerra contro i Turian, non tutti erano come suo padre, e nutrivano rancori molto forti verso l'Alleanza dei Sistemi. Non che lei potesse dargli torto.

I timori per un attacco da parte dei pirati Batarian, anche se non detti ad alta voce, aumentavano ad ogni notizia di una nuova colonia saccheggiata e quasi completamente distrutta, e il fatto che dalla Terra non giungessero nuovi aiuti o rinforzi alle poche unità stanziate lì, rendeva il clima piuttosto pesante. E Anderson lo aveva notato. Anche se non detto ad alta voce, Nadira poté vedere comprensione e frustrazione negli occhi del Comandante. Lei diede voce alle preoccupazioni dei suoi concittadini, se così si potevano definire.

- Non amano molto l'Alleanza, signore. Non state praticamente alzando un dito per difenderci, in più molti vi odiano per principio. Se non fosse insieme a me, probabilmente cercherebbero di linciarla o di provocarla.- Robert sarebbe uno di quelli. Anderson annuì.

- Ho notato. Manca ancora molto?- Nadira scosse la testa.

- Siamo quasi arrivati, signore.- Anderson guardò la ragazza. Era sicuro che se le avesse detto di osservare il Regolamento militare, le avrebbe fatto il saluto. James era il tipo di uomo, di militare, che se fosse stato ancora in servizio, e la figlia passasse sotto il suo comando, l'avrebbe trattata alla pari degli altri. La domanda arrivò non del tutto inattesa.- Com'era mio padre sotto le armi? Intendo...non quello che mi racconta mia madre o quello che racconta lui.- Anderson ridacchiò. Davvero voleva la verità? Sembrava idolatrarlo. James Shepard aveva fatto parte dell'unità che aveva provveduto ad esfiltrare il Generale Williams da Shanxi. Anderson era stato il Comandante di Shepard, James aveva consigliato a Williams di suicidarsi, invece di farsi arrestare e aveva promesso di falsificare il rapporto, facendo ricadere la colpa sui Turian, pur di salvare l'integrità e l'onore del Generale. Ovviamente il generale aveva rifiutato e David ricordò ancora che il Sergente aveva urlato contro l'uomo.

E' pazzo?! Crede che l'Alleanza le parerà il culo, signor Generale?! Questa sua azione ricadrà non soltanto su di lei, ma sul resto della sua famiglia! Comprendiamo il motivo per cui si è arreso, signore, ma vale davvero la pena? Una morte onorevole, a volte è preferibile a una vita in disgrazia, signor Generale.”

Lui lo aveva ripreso, mentre Williams restava diritto davanti a loro. Gli occhi chiusi a metà, che osservavano Shepard, le mani bloccate dietro la schiena.

La ringrazio, Sergente. Apprezzo molto il suo consiglio, ma preferisco affrontare le conseguenze delle mie azioni. Quanto ho fatto, l'ho fatto in piena coscienza e per salvare vite umane. E lo rifarei. Sono un soldato, e indossando questa divisa ho accettato sia gli onori che gli oneri di indossarla. Vogliono processarmi? Vogliono degradarmi? Lo facciano pure. Ma sarò l'unico ad avere la coscienza pulita e a continuare a guardarmi nello specchio la mattina sapendo di aver fatto la cosa giusta.” Il Generale aveva smesso di parlare, e aveva porto i polsi volontariamente. “Che razza di Comandante sarei se cercassi una scorciatoia per scappare dalle mie responsabilità? Io per primo devo dare l'esempio. I Williams non scappano. Ho giurato fedeltà all'Alleanza. E intendo mantenere tale Giuramento fino in fondo. In onore degli uomini e le donne che sono morti qui. Muovete il culo e fate ciò che siete venuti a fare. È un ordine.” James aveva cercato di nuovo di convincere il Generale ad evitare l'arresto, era a quel punto che Anderson era intervenuto e aveva messo Shepard al suo posto.

Sergente Artigliere, ha sentito il signor Generale? Esegua i suoi ordini, prima che sia costretto a spianarle il sedere a calci.” David si era poi rivolto a Williams. “Mi dispiace, signore. Il mio Sergente a volte dimentica il Regolamento e le buone maniere.” Williams aveva brevemente sorriso, mentre James lo aveva ammanettato, leggendo malvolentieri i diritti al Generale.

Anderson decise di non dire niente alla ragazza. Suo padre non era il soldato perfetto che lei credeva che fosse. - Penso che quello sia il presidio della milizia, giusto?- Anderson segnò con una mano un edificio prefabbricato, container impilati uno sopra l'altro, come a creare una specie di fortezza, due garitte all'ingresso con soldati evidentemente non dell'Alleanza di guardia, Anderson poteva vedere benissimo che non erano militari, ma cittadini che si atteggiavano a tale ed erano molto giovani, un paio di anni più vecchi della figlia di Shepard. Avevano l'età per arruolarsi, ma evidentemente volevano soltanto giocare a fare i soldati. Poco lontano, il presidio dell'Alleanza, con accanto il centro di reclutamento. Sui prefabbricati, poster sgualciti e scarabocchiati in cui Anderson riconobbe i manifesti di reclutamento: “Join the Alliance, Join the fight!” e sopra frasi non propriamente educate e gentili. David si segnò mentalmente di fare rapporto all'ufficiale reclutatore del posto, sulla scarsa considerazione in cui erano tenuti quei manifesti. Nadira lo bloccò appena passarono il check in all'ingresso della struttura, dimenticandosi che gli Ufficiali dell'Alleanza potevano passare senza autorizzazione diretta del Comandante di quella milizia. Cioè suo padre. La ragazza parlò con il miliziano di piantone, chiedendogli di andare a chiamare suo padre. Il piantone si era alzato e aveva salutato Nadira con rispetto, anche lui era molto giovane. Anderson si chiese se avevano una specie di sezione boy scout in quella specie di esercito privato della colonia, dal numero di giovani presenti lì, in età valida per il reclutamento.

Quando Shepard junior tornò da lui esternò i suoi dubbi.- Non siete un po' troppo giovani per prestare servizio in una milizia?- Nadira sospirò profondamente quando Anderson le rivolse quella domanda.

- Lo ha deciso mio padre. Dice che è un modo per impartire una lezione di disciplina ai giovani scapestrati, e il responsabile della colonia è d'accordo con lui. Se qualcuno combina guai in giro, è obbligato a prestare un tot di ore di servizio nella milizia in base a ciò che ha commesso. Il Tribunale interviene solo in casi molto gravi.- Anderson annuì. Era un metodo che poteva funzionare. Inoltre, visto la quantità di militari dell'Alleanza presenti, era un piccolo aiuto. E soprattutto, se si convincevano ad arruolarsi, perchè no?

- Conosci molto bene i motivi per cui questi tuoi coetanei sono qui.- la ragazza si grattò la nuca.

- Beh...ecco...a parte essere la figlia del capo...ci sono finita un paio di volte in questa, ehm, situazione. Alla fine mi hanno incaricata di fare da supervisore agli altri ragazzi, quindi per forza di cose devo esserne a conoscenza.-

James Shepard arrivò poco dopo. Si rabbuiò vedendo la figlia, e la riprese subito, aspramente.

- Mi sembrava di averti detto e fatto capire che eri in punizione fino al tramonto, e che dovevi occuparti dei lavori alla fattoria in mia assenza.- Nadira fece per scusarsi e giustificarsi.- Silenzio, ne riparleremo a casa. Ora, mentre sei qui,- James passò un fucile di precisione alla figlia. Anche se la parola “passare” era un eufemismo.- fila ad esercitarti un po' al poligono di tiro. Almeno farai qualcosa e non gironzolerai per la base inutilmente, mentre parlo con il Comandante.-

Nadira si irrigidì sull'attenti.- Signorsì, signore.- Anderson sollevò un sopracciglio, non sapeva che cosa la ragazza avesse combinato, ma James era sembrato eccessivamente duro con lei. Come la ragazza scomparve, Shepard si rilassò e liberò un sospiro profondo e scosse la testa, poi salutò David con una pacca sulla schiena.

- Cristo, che piacere vederti, David! Sono contento che tu non abbia dimenticato il tuo vecchio Sergente e amico. Vedo con piacere che sei in forma.- Anderson ricambiò con una vigorosa stretta di mano.

- Non posso certo rifiutarmi di sentire cos'hai in quella testa bacata, spero che tu abbia un valido motivo per avermi fatto venire fin qui. Sai, che ho cose importanti di cui occuparmi.- James sorrise.

- Entra, non voglio che i bambini si spaventino. Poi ti faccio fare un giro, se hai tempo.- Anderson seguì James Shepard all'interno del prefabbricato su cui c'era un cartello e sul quale c'era scritto, con un pennarello indelebile“Commanding Officer”.

 

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Tutto quanto attorno a lei era buio. Sentiva in lontananza voci sconosciute che parlavano tra di loro, le sembravano umane, ma non voleva rischiare ad aprire gli occhi. Temeva di essere finita nelle mani degli schiavisti.

Sempre in lontananza, sentiva il ronzio di un motore, o di una macchina, e l'azione di antidolorifici. L'ultima cosa che ricordava erano un paio di occhi chini su di lei, una figura indistinta che le diceva di non muoversi e di non mollare. E una riga rossa che le passava sopra l'occhio sinistro.

Il rumore costante e ritmico di un macchinario, la cullava nel suo sonno senza sogni, e a lei stava bene così. Qualcosa le passò nelle vene, qualcosa di fresco che le calmava il bruciore e il dolore che ogni tanto si presentava talmente intenso da sovrastare l'effetto degli antidolorifici e dei sedativi che la tenevano lì.

Non aveva sentore dello spazio e del tempo, solo quei pochi brevi segnali che le indicavano che in qualche modo era ancora viva. Quando ci fu di nuovo silenzio, Nadira si arrischiò ad aprire gli occhi: la luce del luogo in cui si trovava era artificiale, richiuse immediatamente le palpebre, serrandole e poi riaprendole lentamente. Il soffitto era bianco, come quello dei prefabbricati in cui era nata, subito dopo, iniziando ad avvertire maggiormente l'ambiente circostante, percepì odore di medicinali e antisettico. Era in un'ospedale forse? I macchinari a cui era attaccata iniziarono a protestare e una figura femminile, si alzò da una sedia accanto a lei, per controllare le letture su quei macchinari.

Shepard iniziò ad orientarsi meglio, e sentì delle pareti in metallo vibrare a causa di un motore: un rumore famigliare, che aveva sentito molte volte durante il lavoro invernale allo spazioporto. Capì di essere su una nave e iniziò ad agitarsi, la vista ancora annebbiata,cercando di andarsene da lì. Quei bastardi l'avevano presa, e doveva scappare, ma qualcuno la bloccò costringendola a restare coricata, e subito dopo quella figura femminile parlò.

- Stai calma. Sei al sicuro. Sei nell'infermeria di bordo della SSV Einstein della Marina dell'Alleanza.- nel sentire la parola “Alleanza”, Nadira si calmò e accettò di tornare a coricarsi, continuando a guardare spaesata la donna che aveva parlato.- Sono la Dottoressa Chakwas, è stato il Comandante Anderson a trovarti e a portarti a bordo, appena in tempo. Come ti chiami?-

Shepard aprì e chiuse gli occhi finché la vista non le si schiarì del tutto e vide meglio il volto della donna, che era andata a prendere un bicchiere di carta, riempiendolo d'acqua, e ora sorreggeva la ragazza, avvicinandoglielo alle labbra. Nadira ghermì l'acqua con slancio, come se cercasse qualcosa a cui appigliarsi per capire perché si trovasse lì, su quella nave. I ricordi erano confusi, raffazzonati. Quella Dottoressa staccò il bicchiere quando si accorse che la ragazza stava correndo troppo, stava ingoiando l'acqua tutta di un colpo.

- Ehi, ehi...fa piano...- la Chakwas appoggiò il bicchiere di carta su un mobile spartano accanto. Osservò il volto della ragazzina con attenzione, stava riprendendo un po' di colore.- Ora, tornando a noi. Come ti chiami?-

Nadira si era un po' rilassata, quel medico era dell'Alleanza. E suo padre diceva sempre di fidarsi dell'Alleanza. Così, rispose.- ….Nadira- si sorprese di quanto la sua voce fosse debole, limitata quasi a un sussurro impercettibile.

La Dottoressa Chakwas annuì, esalando un sospiro di sollievo.

Le fece qualche altra domanda, le diede di nuovo da bere, poi, quando stava per lasciarla tornare a riposare, la porta dell'infermeria si aprì.

Karin si voltò e scattò in piedi, dopo aver messo un paio di cuscini dietro la schiena di Shepard per sorreggerla, Nadira guardò nella stessa direzione dell'Ufficiale medico di bordo: una donna non molto alta, occhi freddi come il ghiaccio, fasciata nell'uniforme blu e oro dell'Alleanza, i capelli raccolti in uno chignon regolamentare, le braccia raccolte dietro la schiena.

La voce roca, che sillabava chiaramente ogni lettera come una cascata, scivolò sopra Nadira che, esausta si stava lasciando di nuovo trascinare nell'oblio e nel torpore del sonno, si riscosse.

- Vedo con piacere che la nostra ospite si è risvegliata.- con una mano rassicurò la Chakwas, ordinandole a quel modo di restare comoda. La donna si avvicinò al lettino dove Shepard si era risvegliata senza sapere com'era arrivata su quella nave. L'unico nome che la ragazza aveva riconosciuto, era stato quello del Comandante Anderson.- Sono il Capitano Gabrielle O'Shee. Marina dell'Alleanza. Benvenuta a bordo, Shepard.- Gabrielle allungò la mano destra, Nadira guardò la mano senza stringerla, posando poi lo sguardo sul Capitano. Voleva risposte, non mani da stringere. Per quello ci sarebbe stato tempo. Non dovette formulare alcuna domanda. Il Capitano O'Shee le disse che avevano ricevuto comunicazione da parte di una nave non identificata dell'attacco alla colonia, loro erano l'unica nave della Marina dell'Alleanza in zona con a bordo forze sufficienti ad evacuare Mindoir. Purtroppo erano arrivati troppo tardi. Quando iniziavano a perdere la speranza di non trovare più altri superstiti, Anderson si era spinto negli insediamenti appena fuori dall'insediamento principale e l'aveva trovata nel cortile della sua fattoria armata, e ferita. Non le dissero quanto gravemente, o al contrario, non lo sentì.

 

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Nei giorni seguenti, mentre la SSV Einstein veleggiava verso Arcturus, per riparazioni e una normale turnazione nelle pattuglie, Nadira ebbe modo di parlare con Anderson e conoscere la sorte dei suoi genitori e dei suoi amici.

Suo padre era morto nel tentativo di strappare dagli schiavisti una bambina di sei anni, tra le braccia di Anderson, sua madre l'avevano trovata a pochi metri di distanza da lei nel fienile, e non le dissero altro. Dei suoi amici, compresi Robert e Lay, non era rimasto quasi nessuno. Quelli che non erano stati uccisi, erano stati catturati dai Batarian, forse una sorte ben peggiore della morte.

Anderson passava con lei ogni minuto libero che aveva e la Dottoressa Chakwas anche.

Quando finalmente arrivarono ad Arcturus, Anderson la raggiunse sulla passerella della nave, guardando quel posto si rese per la prima volta da quando si era risvegliata in quella nave che era da sola. Da sola in quella grande stazione, sede del Parlamento dell'Alleanza, delle Flotte e il centro nevralgico delle difese militari. Diretta verso il centro per rifugiati. Una parola diplomatica che designava la zona del campo profughi, costruito inizialmente come un ostello per i diplomatici stranieri di passaggio e per i militari, che avevano poi optato per le Caserme e le foresterie che erano sorte man mano.

Shepard sospirò profondamente, come bagaglio aveva quello che indossava, un uniforme dell'Alleanza datagli dal Comandante su autorizzazione del Capitano O'Shee, un borsone con gli effetti personali che Anderson aveva trovato dopo la riconquista della colonia, tra le macerie della fattoria dei suoi, e i crediti che gli aveva dato suo padre qualche sera prima dell'attacco, dopo aver scontato l'ennesima punizione. Pochi a dir la verità. Aveva speso quasi tutto, quella sera.

Nadira cercò di non pensarci. Era difficile non farlo. Sapeva che quello era tutto ciò che le restava della sua vita. Anderson le disse che quella sera, sbrigati alcuni affari avrebbe cenato con lui.

L'unica cosa che voleva fare lei, era rintanarsi in un angolo e piangere, dopo giorni passati a reprimere rabbia, dolore e frustrazione, anche se continuava a ripetersi che doveva essere forte, che la rabbia la rendeva debole, che doveva mantenere la calma.

David blaterò di liceo, futuro dopo il liceo, e altre amenità varie, ma lei non ascoltava, non voleva ascoltare. Nadira si chiese se davvero avrebbe portato a termine gli studi, il Comandante sembrava esserne sicuro, e nel suo delirio parlò alla ragazza dell'Accademia Navale. Lei lo guardò come se stesse parlando ad un'altra persona. Aveva perso i genitori da una settimana, non se la sentiva ancora di pensare ad altro, così salutò Anderson promettendogli senza troppa convinzione che avrebbe cenato con lui. David appoggiò la mano sulla spalla non ancora guarita di Shepard

- Fatti coraggio. Tutto si sistemerà. Promettimi soltanto che non ti caccerai nei guai, ok? Passo a prenderti verso le sette stasera. Tieni come riferimento l'orario di Vancouver. Buona fortuna, Shepard.- un lieve sorriso di incoraggiamento attraversò il volto del Comandante, ma lei si scostò, dopo essersi sistemata il borsone sulla spalla buona, in modo che non le desse fastidio e da bilanciarne il peso sulle gambe. Per il centro per rifugiati la strada era lunga. Avrebbe chiesto informazioni lungo la strada.

Attraversò la folla, fendendola, a testa bassa, senza accorgersi della gente che le passava accanto, si scostava, l'insultava, le chiedeva se avesse bisogno d'aiuto oppure la derideva, non le importava di niente. Solo di arrivare a quel maledetto centro per rifugiati.

Era quasi arrivata, quando individuò un gruppo di soldati importunare un ragazzo, che aveva più o meno la sua età, a terra, che cercava di rialzarsi ancorandosi al terreno con un paio di stampelle. Poco lontana, una sedia a rotelle distrutta. Nadira si fermò, la sua mano destra che si stringeva a pugno, la testa che si rialzò di colpo, mostrando i suoi occhi indignati, mentre attorno a quel gruppo, la gente passava accanto con indifferenza, oppure guardava con sufficienza il ragazzo steso a terra che veniva malmenato da soldati in libera uscita, oppure cambiava strada. Fece un passo avanti, poi si ricordò della richiesta di Anderson di non cacciarsi nei guai. Non ti riguarda, troverai un'altra strada per il centro. E fece per attraversare la strada, quando capì che quella cosa la riguardava eccome. Quel ragazzo era indifeso, in mezzo a quei prepotenti, e lei poteva fare la differenza. Si tolse la fasciatura al braccio sinistro, aprì e chiuse la mano finché non riuscì a sentirla muoversi di nuovo. Buttò a terra il borsone, e si frappose tra il ragazzo e i suoi assalitori.

Questi si misero a ridere in faccia a Nadira quando lei gli intimò di lasciar stare il ragazzo mentre questo, intuendo una tempesta in arrivo, si rialzò sulle stampelle e si scostò, quel tanto che bastava per non essere coinvolto nella rissa che scoppiò da lì a poco.

Quando la Polizia Militare arrivò, i soldati si erano dileguati e Shepard rimase al suo posto, il naso sanguinante, la mano destra che comprimeva la spalla sinistra, gli occhi pesti, e le vesti strappate da cui si intravedevano alcuni lividi. I punti sulla fronte saltati. A testa alta. Seguì senza battere ciglio i militari a una clinica lì vicino insieme al ragazzo suo coetaneo. Lì, sfortuna volle che trovasse la Chakwas, chiamata per un consulto medico, a farle una paternale di mezz'ora. E ad avvisare Anderson. Mentre aspettava il Comandante, il ragazzo, si avvicinò a lei.

- Eh...grazie, presumo.- Nadira sollevò le spalle. Aveva i suoi stessi occhi, verdi, castano di capelli anche lui e un berretto da baseball sul volto glabro da adolescente.- Il mio nome è Jeff.- nessuna mano tesa, solo uno sguardo riconoscente negli occhi. Shepard lo guardò a sua volta.

- Nadira. Di nulla, avevo bisogno di sfogare un po' lo stress.- Jeff sollevò un sopracciglio.

- Quegli stronzi mi tormentavano da mesi. Era ora che qualcuno desse loro una lezione.- Nadira accennò un breve sorriso forzato.- Che cosa ne diresti se ti assumessi come guardia del corpo?- il tono era ironico, e quel ragazzo appena conosciuto le strappò un altro sorriso.- Sai, sicuramente torneranno e tu ci sai fare. E potrei guardare le navi in santa pace, mentre tu ti occupi di loro.- Nadira ridacchiò.

- Mi sembra un ottimo accordo...e al momento non ho nient'altro da fare.- Shepard si sistemò contro la sedia, quando l'infermeria le disse per la terza volta di tenere la testa sollevata e la garza premuta sul naso. Una donna entrò di corsa nella clinica, agitata cercando qualcuno con lo sguardo.

Jeff la vide e deglutì.- Oh, merda...mia madre!- Nadira si voltò verso la donna, che indossava degli abiti da lavoro.- Non guardarla, ti prego...meglio far finta di niente. Con un po' di fortuna non si accorgerà della Polizia Militare e mi risparmierà l'ennesima predica. Avrei già dovuto essere a casa per pranzo da un paio d'ore...-

- Jeff Moreau!- Shepard tornò a pensare al suo naso, mentre aspettava di venire chiamata in sala visite.

- Giusto....ehi, ehm, grazie per l'aiuto, eh? Ora mi spennerà vivo, perchè non ho già abbastanza ossa rotte...- Nadira ridacchiò di nuovo, smettendo quasi subito.

- Di nulla...- un'infermiera uscì dalla sala visite. Si guardò attorno, poi chiamò Shepard.

- Nadira Shepard!- Nadira si alzò, raccolse la sua roba ed entrò nella sala visite. Quando uscì il ragazzo che aveva salvato da quei prepotenti non era più lì, al suo posto c'era Anderson.

- Dunque? Non ti avevo forse detto di non cacciarti nei guai?- Nadira serrò le mascelle. Non era suo padre.

- Stavano picchiando quel ragazzo. Non me la sono sentita di lasciarli fare. Che cosa avrei dovuto fare?! Tirare dritta per la mia strada?- Anderson incrociò le braccia, Shepard aveva alzato la voce, mentre l'Ufficiale della Polizia Militare spiegava al Comandante che cos'era accaduto. David la lasciò sfogare. Cercava qualcuno su cui sfogare la propria rabbia.- Non accadrà mai che non mi fermi ad aiutare qualcuno che abbia bisogno di me, nemmeno se fosse il Signore in persona ad ordinarmelo!- Anderson non rispose, non annuì, restò immobile. Lasciando che il silenzio calasse tra di loro.

Poi David parlò. E rispose alle prime domande.- No. Ma la prossima volta, chiama la Polizia Militare. Altrimenti alla Chakwas verrà un infarto. Vieni, ti accompagno al centro per rifugiati. Lì potremo parlare con più calma.- Anderson si voltò l'Ufficiale.- La prendo sotto la mia custodia, ha la mia parola che non darà più problemi.- l'Ufficiale della Polizia Militare scosse la testa.

- Mi dispiace, signore, deve fare almeno una notte di detenzione.- Nadira si ribellò.

- Cosa?! Mi buttate in prigione perché ho fatto la cosa giusta?!- David le fece segno di tacere.

- Lascia fare a me.- prese l'Ufficiale da parte dopo aver fatto sedere Shepard.- Ascolti, Sergente...la ragazza è l'unica sopravvissuta della sua famiglia del raid su Mindoir, ne avrà sentito parlare. È sconvolta, e non è molto lucida in questo momento. Sbatterla nella vostra camera di sicurezza, non gioverà alla sua condizione sia fisica che mentale. Può chiudere un occhio per stavolta?- il Sergente guardò Nadira che si era presa il volto tra le mani per coprire i suoi tentativi di non piangere davanti a tutti, riuscendoci a stento. L'uomo si convinse, aveva sentito del raid come tutti. E la lasciò andare.

 

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Jeff stava osservando, come tutti i giorni, le navi ancorate alla stazione,quando sentì dei passi avvicinarsi. Erano passati un paio di mesi da quando quella misteriosa ragazza spuntata dallo spazio, lo aveva salvato da Carl Tisikis e compagni, non l'aveva più rivista da allora e i suoi torturatori erano svaniti anch'essi.

Eccoli di nuovo...è stato bello finchè è durato. E ora mi daranno il resto con gli interessi. Merda.

Si voltò, cercando di sdrammatizzare il pestaggio che stava per subire, quando invece si trovò davanti la ragazza che l'aveva salvato due mesi prima. Sorrise e tornò a guardare le navi.

- Credevo che fossi stata risucchiata da un buco nero....ricordami il tuo nome, per favore.- la ragazza sembrava essersi trascinata lì per disperazione o per noia.

- Nadira Shepard. E tu devi essere Jeff, giusto?- Moreau si tolse il berretto, si asciugò la fronte e annuì, contento che, almeno si ricordasse il suo nome. Guardando più attentamente si accorse che non aveva più la fasciatura alla spalla sinistra.

Restarono in silenzio, per un po', guardando gli incrociatori, le fregate, le corazzate dell'Alleanza che attraccavano e partivano. Tra di loro, la SSV Einstein. E Anderson con loro. Un altro addio.

Jeff finalmente parlò.- Un giorno, piloterò anch'io una di quelle navi. Fosse l'unica cosa che farò nella mia vita.- Nadira continuava a guardare oltre lo spazioporto. Non sorrise. Sospirò soltanto nel vedere lo spazio, le stelle. Poi si raddrizzò e guardò il ragazzo accanto a lei.

- Come hai detto che ti chiami?- Jeff la guardò, sorpreso.

- Sei sicura di non aver sbattuto la testa con forza in questi giorni?- Shepard sorrise brevemente, per poi tornare seria.

- Può darsi...- Jeff scosse la testa.

- Beh, allora non posso fare a meno di dirtelo, dopo un'ammissione simile. Jeff Moreau, Shepard.- lei si staccò dalla balaustra del molo su cui si erano affacciati per osservare le navi e gli posò una mano sulla schiena, per poi ritrarla subito.

- Tenente Timoniere Jeff Moreau...suona bene.- poi si incamminò, con le mani nelle tasche, voltandosi poi di nuovo verso il ragazzo, che non le staccava gli occhi di dosso.- Buona fortuna, Jeff Moreau.- lo salutò con un cenno di mano, riprendendo il suo cammino, senza voltarsi indietro.

Buona fortuna anche a te, Nadira Shepard.

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Capitolo 3
*** Tropical Storm ***


Premessa: Akuze. Prima di infilarmi nel labirinto del gioco vero e proprio, ecco la seconda parte del passato del Comandante Nadira Shepard. Ho voluto dare un taglio diverso nel raccontare questo spaccato del passato della mia Comandante. Non sarà un racconto dettagliato dell'evento. Ho faticato a scrivere questo capitolo e questo è il risultato di un lungo ragionamento che ho fatto pensando a come ho delineato Nad nel prologo. Molto controverso, non me ne vogliate per il finale che ho scritto. Alla fine tra tutti quelli che ho scritto in questi giorni, è quello che mi soddisfa di più. E non ne sono ancora molto convinta. E, promesso, Garrus farà capolino nella storia al più presto. Probabilmente nel prossimo e non sarà solo. 
 

Capitolo 1: Tropical storm.

 

 

 

 

Nadira chiuse la porta della sua stanza. Una dura giornata, passata ad addestrare truppe. Come tutti i giorni. Osservò la cornice olografica davanti a sé, la prese in mano e si sedette sulla scrivania con quarantanove datapad impilati e ancora vuoti. Giacevano lì da mesi, non aveva ancora trovato il coraggio di riempirli e spedirli alle famiglie dei commilitoni.

Shepard socchiuse gli occhi, respirando a fondo e rimettendo la foto al suo posto. A fine di ogni giornata la guardava per ricordarsi di loro, di ciò a cui può portare l'incompetenza. Potevano dirle che era un'eroe, che aveva fatto ciò che era giusto fare in quel momento. Ma il contesto della storia non cambiava. I suoi uomini, quelli che aveva promesso di riportare a casa, erano morti. Tutti. E lei era sopravvissuta.

Il resto, il primo contatto, il fatto di non sapere come affrontarli, aver agito d'iniziativa...erano tutte chiacchiere fumose da caffè. Un modo per dare una giustificazione plausibile ai suoi errori davanti alla Corte Marziale.

Alcuni famigliari dei suoi soldati erano stati presenti al processo, e avevano protestato davanti alla stampa per quella sentenza d'assoluzione, e da mesi, non passava giorno che Westerland News non si occupasse di quella vicenda. Un'intervista al giorno, nel peggiore dei casi. L'ultima era stata mandata in onda proprio quel giorno, e le aveva fatto male più delle altre, perché quegli avvoltoi avevano intervistato i genitori di Toombs.

Nadira si trovava in mensa, su un tavolo isolato rispetto agli altri Ufficiali, e lo schermo, aveva riproposto come al solito, il volto di Khalisah Bint Assin Al Jilani e il suo riassunto della vicenda, mentre tutti gli sguardi convergevano su di lei, che fingeva, come sempre, di non vederli e aveva continuato a mangiare. Aveva resistito finché la giornalista non aveva sottolineato la mancanza di qualsiasi comunicazione da parte sua ai famigliari delle vittime a distanza di mesi, adducendo indifferenza verso quelle morti, e facendo polemica sulla sua assoluzione. Aveva sbattuto il cucchiaio sul vassoio, dopo averlo svuotato quasi del tutto, e si era alzata, uscendo poi dalla mensa e recandosi ai suoi alloggi, prima di riprendere l'addestramento del suo plotone di reclute.

Shepard scosse la testa. Che cosa ne sapeva quella donna, di ciò che provava lei? Del motivo per cui non aveva ancora scritto quelle lettere?

Mentre era immersa in quei pensieri, si accorse che il suo Factotum lampeggiava a causa di una chiamata in arrivo, sospirò quando vide che proveniva da Anderson. Indecisa se rispondere o meno, iniziò a cambiarsi e a prepararsi per la notte insonne che avrebbe passato a guardare il soffitto riempirsi dei volti dei suoi fratelli e sorelle morti laggiù, ad aggrapparsi al letto, ogni qualvolta sognava di nuovo quel tremore sotto di sé, prima di svegliarsi madida di sudore e confusa.

Alla fine, non rispose, ed escluse ogni possibilità di venir contattata. Lo faceva da mesi, ormai, di evitare David e Jeff, sapeva che loro lo facevano per cercare di aiutarla a superare quel momento, ma era in quella fase del dolore in cui ogni aiuto era inutile, ogni parola di conforto era falsa alle sue orecchie. E allontanava tutti, anche gli amici più cari.

Nadira non parlava con nessuno di quello che era accaduto veramente sul pianeta, si limitava a raccontare a memoria il rapporto che aveva steso, nel freddo gergo militare, per il Comando quando si era ripresa, poco prima che il JAG bussasse alla sua porta.

L'orrore di quel giorno la travolgeva quando meno se l'aspettava, ma fortunatamente accedeva sempre tra quelle quattro mura, quando svolgeva compiti d'ufficio, ed era sempre peggio. Sapeva di dover chiedere aiuto specializzato, che sarebbe arrivato il momento di fare i conti con tutto, ma fino a quel momento, non avrebbe permesso che accadesse davanti ad altri.

Shepard si svegliò di soprassalto, quando le finestre iniziarono a sbattere a causa del vento e il sibilo le ricordò le grida dei Divoratori, saltò giù dal letto con la pistola spianata, guardandosi attorno, madida di sudore freddo: una volta che si rese conto che era soltanto in arrivo una tempesta tropicale, e la sirena d'emergenza risuonò per la base, si vestì in fretta e uscì a dare una mano a predisporre le misure per evitare danni.

Le squadre erano già schierate, il servizio meteorologico aveva già messo in preallarme la struttura addestrativa da una settimana, ma quando si trattava della natura, non si poteva mai essere sicuri come poteva agire. Lei lo aveva imparato a sue spese.

Quando il vento si intensificò, i sacchi di sabbia erano già stati predisposti, ma i civili erano ancora in fase di evacuazione: vedendo che altri ufficiali erano impegnati altrove, a coordinare altre attività, lei si mise alla testa delle squadre d'evacuazione, sostituendo il suo Capitano.

Ci furono alcuni soldati che espressero il loro malcontento, ma la mancanza di tempo per discutere, li costrinse ad accettare il Tenente Shepard come loro Ufficiale Comandante: i MAKO si diressero verso le abitazioni civili, mentre la pioggia battente e le raffiche di vento intralciavano le operazioni di soccorso.

Nadira organizzò le varie squadre in modo da coprire le varie zone, appoggiando la cartina sul cofano del MAKO comando, diramando le varie istruzioni ai vari Sottufficiali lì presenti: la maggior parte delle case avevano rifugi propri, ma si trattava di soccorrere e portare via da lì quei civili che non predisponevano di rifugi ed erano in zone a rischio.

L'impossibilità di utilizzare navette con quel tempo, aveva costretto l'Alleanza a utilizzare mezzi militari come il MAKO e il Grizzly, per cui dovettero affrontare anche le proteste di alcuni civili che non volevano salire su quei mezzi. Ci volle tutta la pazienza di Nadira per convincere una coppia di anziani a lasciare la propria casa prima che questa venisse sventrata da un albero caduto sul tetto dell'abitazione.

Poco prima della fine dell'evacuazione però, una chiamata d'emergenza da uno dei rifugi, costrinse il MAKO di Nadira a tornare indietro: una bambina e la madre erano rimaste bloccate in casa, e il padre, Caporale dei Marines dell'Alleanza, aveva contattato Shepard per far sì che venissero soccorse e portate in salvo, nel rifugio lì vicino, da lui.

- Tenente, dobbiamo rientrare alla Base, ordine del Generale.- Shepard scosse la testa.

- Negativo, dobbiamo assicurarci che quella donna e quella bambina raggiungano il padre, Sergente. Non mi interessa cosa farà lei dopo, io vado. Ho ricevuto ordine di occuparmi dell'evacuazione dei civili, ed è ciò che farò.-

- Signora, con tutto il rispetto, metterà a rischio l'intera squadra, se restiamo qua, con la tempesta in avvicinamento. Lasci fare a Vigili del Fuoco e Polizia, signor Tenente.- Nadira non lo ascoltò. Scese dal MAKO, una volta a destinazione, e ordinò al Sergente Sanchez di rientrare alla base con il resto dell'unità, lei se la sarebbe cavata da sola. Non avrebbe lasciato alla mercé degli elementi quella donna e sua figlia. Attese che il Sergente salisse su un altro MAKO, e si allontanasse, poi sfidando le raffiche di vento, si fece strada verso la casa. Vide che i vetri erano rotti, e una palma era caduta nel giardino, infilandosi per metà nel soggiorno. All'interno l'abitazione iniziava ad allagarsi e sentì la bambina piangere: Shepard ruppe alcuni vetri della finestra con il calcio dell'Avenger, poi scavalcò il davanzale e con la torcia montata sul suo fucile d'assalto, cercò la donna e la figlia del Caporale, mentre fuori la tempesta si tramutò in Uragano.

Cristo! Questa non ci voleva proprio....Con l'aumento delle raffiche di vento, la sua postura faticava a restare stabile, quando trovò la donna e la bambina si qualificò, rassicurandole che le avrebbe portate presto in salvo: doveva fare in fretta, per quanto solido, il MAKO non era comunque immune alla potenza di un Uragano e se le strade si fossero allagate anch'esse, addio speranze di raggiungere la base o il rifugio in tempo, ma ci doveva provare.

Stavano per uscire dalla casa, quando il soffitto crollò, travolgendo Shepard che fece scudo con il suo corpo sia alla madre che alla bambina, restando incastrata sotto il peso di una libreria, ma permettendo alla famiglia del Caporale di raggiungere l'uomo al rifugio poco prima che la situazione peggiorasse.

Nadira cercò in tutti i modi di liberarsi e andarsene da lì, il comunicatore che continuava a chiamarla, ma alla fine si convinse a restare ferma in attesa dei soccorsi. Sono un'idiota. Me lo merito.

A poco a poco, gli occhi le si chiusero a causa della stanchezza. E si addormentò.

 

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- Santo Dio! Che cosa sono queste cose?!- Toombs sgranò gli occhi quando, nel cuore della notte, vide sbucare dal terreno una specie di verme gigante.

Nadira era già sveglia, non si esimeva dal fare turni di guardia extra per permettere ai suoi sottoposti di riposare, il tremore del terreno l'aveva colta alla sprovvista, nonostante i brutti presentimenti che aveva avuto sin dall'inizio di quella missione per cui si era offerta volontaria. Una colonia in pericolo, non aveva avuto bisogno d'altro per alzarsi in piedi e proporsi. Nessuno era stata in grado di farla desistere, Jeff non ci aveva nemmeno provato e Anderson aveva dovuto capitolare. “Posso farlo, Anderson.”

David aveva annuito, non molto convinto, e poi gli aveva augurato di fare una buona caccia.

Shepard puntò il suo fucile d'assalto, erano troppo vicini per utilizzare il fucile di precisione, se quella era una caccia, quelle erano prede troppo grosse. Vide che il verme si contorse e sputò qualcosa in direzione di Toombs, lei corse più che poté e buttò a terra il Caporale appena prima che l'acido lo colpisse, facendogli scudo con il proprio corpo. Sentì la sua schiena bruciare, ma si rialzò e cercò di riorganizzare i suoi sottoposti, Toombs cercò di trascinarla via dalla linea di tiro del verme gigante, ma il verme tornò sotto terra e spuntò proprio in mezzo a loro due, colpendo sia Shepard che Toombs.

Nadira venne scaraventata contro un MAKO, poi il verme si concentrò a fare pezzi Toombs il quale si era messo a sparare con il fucile d'assalto, come il resto del plotone. Altre grida, altri tremori: e altri vermi che si unirono alla festa. Shepard si rialzò appoggiandosi all'Avenger, e corse ad aiutare l'ingegnere del plotone, Xavier Salazar, cercando di evitare che venisse trascinato sottoterra: estrasse il suo coltello, corse per quello che le ferite glielo consentiva, poi si slanciò contro il verme gigante, quello più piccolo dei tre, se “piccolo” poteva considerarsi un aggettivo adatto per quei mostri vomitati fuori dal terreno. Infilzò la lama più e più volte nei bargigli di quell'affare, riuscendo a liberare Salazar, ma rimase prigioniera di quella trappola da cui aveva appena liberato il compagno d'arme.

Nadira estrasse la pistola e scaricò interi caricatori in quell'affare, finendo per surriscaldarla e rendendola inutilizzabile, senza nemmeno scalfire il mostro. La sua mano corse a una granata, trovandola per caso mentre cercava di aggrapparsi al terreno, per resistere a quel verme troppo cresciuto. Due suoi soldati, impegnati a ritirarsi dietro al MAKO, la videro e corsero a soccorrerla, Shepard sganciò la linguetta, e in preda alla follia fece attrito con la gamba sinistra, che era libera, e lanciò la bomba a mano dritta nella fogna di quel bestione, attivando poi la detonazione. Frattaglie del verme a parte, che la ricoprirono immediatamente, Nadira rise trionfante, mentre due soldati la trascinarono via da lì: la sua corazza era stata tagliata come burro, e gli scudi erano completamente partiti.

- Cristo, questa sì che è un'esplosione! Il mio vecchio ne...- non riuscì a finire la frase. Uno dei due vermi sopravvissuti saltò fuori proprio da sotto il MAKO dietro al quale i due soldati l'avevano portata e iniziato a curarla, ribaltando il mezzo e intrappolandola lì sotto. Mentre i soldati vennero uccisi davanti ai suoi occhi.

Shepard non si accorgeva neanche di essere in preda al delirio. Quelle immagini erano tremende, lo stato di shock in cui versava le impediva di ragionare razionalmente. L'istinto di sopravvivenza prese il sopravvento sul resto, e con le mani cercò di sollevare il mezzo in fiamme che le bloccava la gamba destra. Intorno a lei, i suoi uomini morivano senza che lei potesse fare niente. E il MAKO stava per esplodere in faccia. Salazar, ancora stordito dal precedente attacco, vedendo il suo Comandante di plotone bloccata sotto un MAKO che stava per saltare in aria, si riscosse e corse ad aiutarla.

- Salazar! Mettiti in salvo, questo coso sta per esplodere!- l'ingegnere scosse la testa e utilizzò come martinetto una delle sue torrette, per sollevare il mezzo quel tanto che bastava per poter poi tirare fuori Shepard da lì. Poi prese Nadira per le ascelle e la estrasse dal MAKO.

Uno dei Divoratori, lontano dal punto in cui il mezzo stava per esplodere, si inabissò nel terreno e riapparve proprio in quel punto, e venne investito dall'esplosione, così come Salazar, che venne ucciso da una scheggia della torretta che aveva utilizzato per estrarre Shepard, trapassando la sua corazza. L'ingegnere cadde proprio su Nadira, che lo scostò brutalmente, facendo sì che Salazar guardasse il cielo un'ultima volta.

- Te...Tenente...- Nadira prese la mano di Xavier, stringendola più forte che poteva.

- Resisti, Salzar...ti porterò fuori da qui, torneremo a casa. Ora chiudi quella bocca, Sergente . Ce la farai.- l'uomo sorrise, in mezzo al sangue, tenendosi lo stomaco in mano.

- E'...stato...è stato un'onore, Shepard...- Salazar vide con la coda dell'occhio una gettata d'acido da parte di uno di quei grossi vermi, l'unico superstite, che raggiunse Nadira prima che potesse evitarlo.

Shepard sbatté la testa contro il terreno, violentemente. Il casco le si aprì in due, e svenne. Con le urla dei suoi uomini nelle orecchie.

Quando si riprese, la battaglia era finita. Disorientata, gettò a terra il casco ormai inservibile, appoggiandosi alla carcassa del MAKO carbonizzato si trascinò in giro per quello che era stato l'accampamento del suo plotone, alla ricerca di qualche altro superstite oltre a lei.

Non incontrò altro che cadaveri, ogni passo che faceva era una stilettata nella gamba destra, evidentemente fratturata.

Si fermò, stremata, appoggiandosi contro il muro di un prefabbricato. Aveva preso un comunicatore dal casco di uno dei suoi uomini, e cercò di contattare la Kilimangiaro.

- Qui...qui Shepard. Kilimangiaro, mi ricevete?- Niente, le comunicazioni erano ancora disturbate, ma non poteva restare lì. Aveva recuperato alcune delle dogtags dei suoi soldati. Dei cinquanta che erano partiti dalla nave dell'Ammiraglio Hackett, restava soltanto lei. Ma di quei corpi, ne restavano in superficie sì e no una decina.

L'odore di carne bruciata, lubrificante e polvere da sparo impregnava l'aria. In aggiunta, quell'acido maledetto stava corrodendo la sua corazza, non poteva fare altro che alzarsi e trascinarsi al punto d'estrazione: Nadira raccolse un Avenger dal corpo di un suo soldato. Li conosceva da quando si era arruolata, uno per uno. Avevano fatto l'addestramento insieme a Parris Island, poi li aveva ritrovati dopo l'addestramento come Incursore nel Primo Battaglione Ricognitori del Corpo dei Marines dell'Alleanza. E ora quello.

Shepard si sollevò, puntellandosi con il fucile, ma non riuscì a fare più di un paio di passi, prima di crollare ancora a terra, scivolando sul terreno viscido a causa del sangue e della battaglia. Gettò il fucile d'assalto lontano da lei, sostituendolo con una palina lasciata sul terreno da qualcuno della squadra di colonizzazione. Qualcuno addetto alla misurazione dei terreni. Fu la scelta azzeccata.

Le sue armi erano fuori uso, abbandonate sulla schiena. Utilizzando quella palina, riuscì a raggiungere la zona d'atterraggio, dove un'altra squadra, inviata dalla Kilimangiaro,

appena la individuarono, corsero a sostenerla e a depositarla su una barella, fornendole i primi soccorsi. Quando furono a bordo, Hackett corse immediatamente nell'infermeria, buttato fuori dall'ufficiale medico della SSV Kilimangiaro, il Maggiore Medico Wilcox.

 

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Tutto quello era accaduto sei mesi prima, e ora era finita di nuovo con quella gamba bloccata sotto una libreria. Sentì che qualcuno la scuoteva, aprì gli occhi e vide che la tempesta era passata. Sanchez e un paio di Vigili del Fuoco, erano inginocchiati accanto a lei.

- La bambina?- la prima cosa che le venne in mente fu quella di chiedere notizie delle persone che aveva trovato lì dentro. Non gliene importava niente in che condizioni si trovava lei. Provava un gran freddo, dovuto probabilmente all'essere rimasta esposta alle intemperie per buona parte della durata della tempesta tropicale o dell'uragano. Ma se fosse riuscita a salvare quella donna e quella bambina, almeno avrebbe ottenuto una piccola vittoria.

- Sane e salve, signor Tenente. Entrambe sono riuscite a raggiungere il rifugio e sono insieme al Caporale che ha richiesto il nostro intervento.- Sanchez aveva un sorriso incoraggiante, e strinse la spalla di Nadira.

- Bene...Ora potete tirarmi fuori da qui... credo di avere la gamba fratturata. Fate attenzione.- Nadira tirò un sospiro di sollievo, quando il Sergente l'afferrò per le ascelle, mentre i Vigili del Fuoco sollevavano la libreria, stando attenti a non scivolare, mentre Sanchez la fece scivolare fuori da lì. I paramedici entrarono e la caricarono sulla navetta ambulanza.

 

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Il sacco andava avanti e indietro, ondeggiando sotto i colpi dei suoi pugni, feroci, rabbiosi. Era da sola, nella palestra della base. In quei due anni dopo Akuze, erano accadute molte cose. Aveva ottenuto la promozione a Comandante, era tornata operativa e lentamente aveva iniziato a superare il trauma della morte dei suoi commilitoni, a piccoli passi stava superando anche il senso di colpa per essere sopravvissuta. Le memorie di quel massacro, erano ancora vivide e continuavano ad assaltarla. Non più spesso come i primi tempi.

Aveva capito che doveva affrontare gli errori e utilizzarli per migliorarsi, per rendere onore alla memoria degli uomini e le donne che aveva perso su Akuze. E ora, in quella palestra vuota, scaricava la sua rabbia.

Nadira aveva trovato un nuovo scopo nell'addestrare le reclute, guidarle e prepararle al meglio, pur continuando a svolgere ciò per cui aveva sudato in quegli anni, e che ora campeggiava sulla sua corazza e sul suo nuovo equipaggiamento. Il logo N7. Sapeva che doveva compiere ancora molta strada per meritarsela incondizionatamente, ma una piccola parte di sé si sentiva come se fosse padrona della Galassia. Come si sente chiunque riesca a raggiungere un obiettivo prefissato.

Era fiera di appartenere all'Alleanza dei Sistemi. Una fierezza che non mostrava girando impettita nell'uniforme blu e oro di rappresentanza, ma nel compiere il suo dovere. Dopo Akuze si era ripromessa di rigare dritto, di rispettare le regole. E ci stava riuscendo, aveva accantonato il suo orgoglio personale e si era messa completamente e incondizionatamente al servizio degli altri.

Sentì dei passi dietro di lei, misurati, marziali, ma continuò il suo allenamento: dopo una combinazione jab-gancio- diretto, colpì il sacco con un calcio frontale, stampando l'anfibio proprio sulla pelle, al centro, concludendo la serie di colpi con una ginocchiata da manuale. Il sacco finì contro il muro, tornò indietro, lei lo schivò con un tempismo perfetto, bloccandolo poi con entrambe le mani, coperte dalle fasce che servivano a proteggere i polsi dal contraccolpo, mentre i guantoni in pelle da sacco, giacevano abbandonati a terra.

Nadira si fermò a riprendere fiato, raccolse la bottiglietta d'acqua appoggiata sulla panca con i bilanceri, bevve e poi se la vuotò in testa, asciugandosi poi con un asciugamano che mise attorno al collo.

Anderson approfittò di quella pausa per farsi avanti. Due anni che non la vedeva. I capelli erano sempre corti, arruffati, il volto era solcato da cicatrici, la più vistosa delle quali, le attraversava diagonalmente il naso partendo dal sopracciglio destro, mentre un'altra deturpava la guancia sinistra, oltre alla solita vecchia cicatrice sulla fronte. I soliti, tristi, occhi verdi. Le mascelle e i lineamenti che si erano ulteriormente induriti.

- Mi spiace interrompere il tuo allenamento, Shepard. Ti ho cercata nei tuoi alloggi, ma poi Sheridan mi ha detto che ti avrei, molto probabilmente, trovata qui.- Nadira appoggiò la bottiglia a terra, un lieve sorriso a incorniciare il suo volto quando vide il Capitano. Gli porse la mano, che David strinse con foga, portando l'altra mano sulla spalla destra del Comandante.- Come stai, Shepard? Ti trovo in forma.-

- Si va avanti, Anderson. È dura, ma...ce la farò. Non pensavo che addestrare reclute potesse piacermi.- Shepard raccolse la sua roba e la mise nel suo borsone, sedendosi poi sulla panca per gli addominali, seguita poi da Anderson che si mise proprio in fronte a lei.- A cosa devo l'onore di questa visita? Credevo che la Tokyo fosse ancora sulla Cittadella.

- Devo avere un motivo per passare a trovarti, Comandante? Ero da queste parti, e ho pensato di farti una visita.- Nadira sollevò un sopracciglio. Dubitava che Anderson avesse fatto tutta quella strada solo per venire alla base. Lo conosceva bene. L'ultima volta che era andato a trovarla l'aveva costretta a sfidarlo sul percorso di guerra, battendola. Dopodichè, ansimanti, avevano fatto una lunga chiacchierata su Akuze. E anche allora, era stata una visita di cortesia, incoraggiata dal Generale Sheridan.

- Anderson, devo proprio rispondere?- David sghignazzò.

-Non ti si può proprio nascondere niente, eh, Shepard?- Nadira scosse la testa.- Il mio Primo Ufficiale è stato trasferito sulla Orizaba, e Hackett mi ha dato la possibilità di sceglierne uno nuovo, senza passare attraverso la catena di comando. Ho pensato a te, Shepard.- Nadira si portò una mano al mento, piegando leggermente il busto e appoggiando il gomito destro sul ginocchio. Sospirò, era un'ottima opportunità, quella che gli veniva offerta, avrebbe rivisto anche Jeff, dopo tanto tempo. E non avrebbe più dovuto preoccuparsi dei mal di testa a fine giornata a causa delle reclute.

L'unico ostacolo era rappresentato dalla scarsa esperienza nella Flotta. Era sempre stata dislocata nelle forze di terra, era un Marine. La differenza tra le forze di terra e il servizio nella Flotte era marcato, non aveva mai considerato una simile opzione. Inoltre non aveva mai seguito i corsi all'Accademia Navale. Sperò che Anderson avesse preso in considerazione questi parametri prima di proporle una simile occasione. Si alzò dalla panca e guardò fuori dalla finestra.

- Un posto nella Flotta....- si massaggiò i muscoli delle braccia, non muscoli da culturista, ma da chi si allenava con costanza, nei tempi e modi giusti, senza esagerare. Secondo le necessità operative. Lei indossava corazze medie di routine. Quella muscolatura era necessaria per sostenere il peso della corazza e delle armi. E per un Marine, voleva dire circa tra i 35 ai 40 kg di equipaggiamento, anche se la situazione, rispetto al ventunesimo e ventesimo secolo era nettamente migliorata.

Anderson la guardò. Quasi ad intuire i pensieri di Shepard.- Sei un N7, hai avuto esperienze di comando...e col tempo imparerai a gestire l'equipaggio.- Shepard, senza voltarsi incrociò le braccia e divaricò leggermente le gambe.

- Mi sta chiedendo molto, Anderson...sicuramente c'è qualcun altro più qualificato di me per prendere il posto del suo Primo Ufficiale.- David, stupito dalla risposta di Shepard, stava per replicare, per cercare di convincerla ad accettare quell'offerta. Dietro all'offerta, lui lo sapeva, c'era molto altro. Ben più di un suo desiderio personale di guidarla e darle possibilità di carriera più gratificanti, di quelle che avrebbe ricevuto restando nelle forze di terra. Il suo viaggio alla Cittadella non era stato un viaggio di piacere. Per quanto odiasse il nuovo Ambasciatore umano, quel Donnel Udina che aveva sostituito Anita Goyle, dopo l'incidente di Camala, era d'accordo con lui nel fare al meglio gli interessi dell'Umanità. Anderson quasi si convinse che Shepard avesse intuito il vero scopo di quell'offerta, e stesse scappando da quella possibilità che gli stava servendo su un piatto d'argento.- Non mi fraintenda, Anderson. Sono onorata che lei abbia pensato a me. Ma per quanto possa esserne entusiasta, devo pensarci bene. Ho bisogno di tempo. Non una settimana o un mese. So anche che lei non può aspettarmi in eterno. Avrò la mia occasione, ma in questo momento...mi vedo costretta a rifiutare la sua offerta.- Nadira si era voltata verso Anderson, guardandolo negli occhi. E vide la delusione sul volto del vecchio amico di suo padre. Non poteva essere altrimenti, era combattuta anche lei, avrebbe voluto accettare. Ma sapeva che una promozione del genere era prematura, come lo erano i tempi. Akuze era ancora fresca, e molti avrebbero storto il naso per quella decisione di Anderson. Non voleva assolutamente trascinarlo nel suo stesso fango. Non se lo meritava, dopo tutto quello che aveva fatto per lei, da Mindoir in poi. Anderson tornò alla carica.

- E' per via di Akuze, Shepard? Hai paura che qualcuno potrebbe mettere in dubbio il tuo operato?- David si stava alterando, una rabbia causata dalla delusione.- Shepard, tu non eri quella che mi disse una volta, che non sarebbe mai accaduto che non ti saresti fermata ad aiutare chiunque ne avesse bisogno? Anche a costo di cacciarti nei guai? Quella stessa Shepard che appena sbarcata su Arcturus si è fatta avanti per difendere un ragazzo invalido dal pestaggio di alcuni soldati, invece di chiamare la Polizia Militare?- Nadira restò immobile, le mani dietro la schiena, nella posizione del riposo. Senza battere ciglio.- Ti sto offrendo la possibilità di dimostrare a quegli idioti là fuori quanto vali, Shepard. E non voglio che ti considerino carne da cannone per il resto della tua vita. La stai sprecando, restando in questo buco. Se davvero vuoi fare la differenza...forse dovresti solo renderti conto che sei nel posto sbagliato.-

Anderson non aggiunse altro. Si alzò, dando un ultimo sguardo a Shepard. Poi uscì a grandi passi dalla palestra, senza voltarsi indietro. Sbattendo la porta dietro di sé.

Contemporaneamente, Shepard diede un pugno al sacco. Sì, sono un'idiota.

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Capitolo 4
*** Jar of Hearts ***


Premessa: Cambio di scena e di personaggi. Fa il suo ingresso il Turian dei nostri cuori. Che gli Spiriti di Palaven mi aiutino in questa impresa....Abbiate pietà di me....

Ho deciso, per questo capitolo, di utilizzare alcune canzoni che mi hanno aiutato nella stesura del testo. Spero davvero tanto di non aver stravolto troppo Garrus. Nel caso, vi do licenza di uccidermi o di fustigarmi a sangue .
Concludo, ringraziando kikkisan e shadow_sea per il supporto che mi dimostrano e per le loro recensioni. Mi auguro presto di leggere qualche altro parere in merito a questa storia. Non vi preoccupate, qualsiasi consiglio, suggerimento, critica, sono preziose per me[soprattutto se trovate qualche errore grammaticale, od ortografico che a me possa essere sfuggito, segnalatemelo pure. Non ho nessuno che mi rilegge il tutto prima di pubblicarlo, e in questo sono abbastanza pigra.], quindi non abbiate paura a dirmi cosa ne pensate. Buona lettura.

Capitolo 2: Jar of Hearts

 

http://www.youtube.com/watch?v=qGaOlfmX8rQ

 

Garrus si sganciò la corazza, lentamente, appoggiandone i pezzi con metodo sopra il letto, staccandosi poi il visore e appoggiandolo sul semplice comodino alla sua destra. Aprì un cassetto, tirandone fuori abiti civili puliti, e aprendo l'acqua nella doccia.

Abitava in quell'appartamento sulla Cittadella da pochi mesi, da quando era entrato nell'SSC, il servizio di sicurezza della Stazione Spaziale. Dopo una breve parentesi nell'Esercito, aveva deciso di seguire le orme paterne.

Il suo fucile di precisione era appoggiato in un angolo, la canna rivolta verso l'alto. Finita la doccia lo prese in mano e iniziò a smontarlo, pezzo per pezzo, per pulirlo e cambiare la MOD ormai usurata. Non che avesse modo di usarlo, dato che il suo compito era quello di pattugliare il Presidium. E ciò voleva dire, per la maggior parte, controllare che i predicatori Hanar restassero lontani da lì qualora non avessero il permesso per predicare all'interno della zona IN della Cittadella, accompagnare gentilmente i visitatori della Consorte fuori qualora avessero causato problemi, evitare che chiunque non fosse autorizzato si introducesse nella Torre della Cittadella, e soprattutto arrestare chi violava le regole sui Custodi.

La MOD usurata volò in un cestino poco lontano, un cestino che Garrus teneva appositamente per quel genere di rifiuti. In servizio utilizzava principalmente la pistola, ma si teneva comunque in allenamento anche con il fucile di precisione, nel caso fosse capitata una situazione in cui sarebbe potuto servire. Un paio di mesi di paga e si sarebbe potuto permettere un nuovo fucile di precisione, anche se a quello ci era affezionato, glielo aveva regalato suo padre il giorno in cui era partito per il campo d'addestramento. A casa, su Palaven, appeso al muro della stanza che condivideva con sua sorella Solana, c'era il primo fucile che aveva ricevuto come regalo. E con cui suo padre gli aveva insegnato a sparare.

Garrus passò lo scovolo nella culatta, la pulizia la faceva dopo ogni sessione di tiro, come gli era stato insegnato. Era necessario farlo, altrimenti la morchia, i residui della polvere incombusta si sarebbero depositati nella canna e nelle parti mobili come l'otturatore, provocando spiacevoli inconvenienti, oltre che a renderli poi difficili da eliminare.

Finito di pulire quel fucile e rimontatolo con la stessa calma e perizia con cui lo aveva smontato, passò alla pistola d'ordinanza, una Kessler III, ed eseguì le stesse operazioni, sparando poi un colpo a vuoto per verificare se erano stati montati entrambi correttamente ed erano scarichi. Poi smontò di nuovo la pistola e ne mise le parti nel solito posto, dentro al comodino aveva quella di riserva, come ogni buon poliziotto. Poi uscì a bere qualcosa con i suoi nuovi colleghi.

 

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http://www.youtube.com/watch?v=vx2u5uUu3DE

 

Vakarian si alzò di buon ora, si fece una rapida doccia, e dopo essersi preparato, si recò all'Accademia SSC. Iniziò così la sua giornata. Vide alcune reclute dell'esercito Turian gironzolare per gli agglomerati, alla ricerca di un modo per sfogare lo stress in qualche modo, mentre alcuni agenti Asari cercavano di riportarli alla calma.

Garrus li guardò asettico, in apparenza, ma i suoi pensieri corsero a quando lui era partito verso il campo d'addestramento obbligatorio.

Quel giorno si era svegliato presto, prima della madre, aveva ultimato i preparativi, desideroso di partire, sperando che suo padre Tadius fosse presente alla sua partenza. Era il suo eroe, uno dei migliori Detective dell'SSC, poliziotto fino al midollo, ogni volta che lo vedeva in televisione si sentiva scoppiare il petto d'orgoglio, ogni volta che i suoi compagni di scuola parlavano di Tadius Vakarian, lui non poteva fare a meno di dire che era suo padre.

Era il miglior padre che si potesse desiderare, anche se non era molto presente, ogni minuto che passava insieme a lui era prezioso, quando era bambino gli aveva insegnato a sparare, con un fucile di precisione. Una cosa che ogni padre Turian faceva, per insegnare ai propri figli l'importanza della difesa della causa e della Patria. Amor patrio e senso del sacrificio, fine a sé stesso, non al suicidio, che nella società Turian veniva considerato un disonore.

Ricordava benissimo la volta in cui aveva detto al padre che da grande avrebbe voluto fare il pittore, e Tadius il giorno dopo era tornato a casa con un fucile di precisione adatto alla sua età, non era ciò che intendeva Garrus come arte, ma si scoprì attratto da quel tipo particolare d'arte, al punto che dopo un primo momento in cui trovava noioso dover star fermo per ore con l'occhio destro fisso sul mirino, senza fare niente, iniziò a divertirsi. E dimenticò tavolozza e pennello.

Sua madre, quando si era svegliata, aveva ripulito silenziosamente la cucina e il soggiorno dopo che i suoi figli avevano fatto colazione: Cleia era preoccupata per la partenza del figlio per il campo d'addestramento, come lo era ogni madre della Gerarchia, ma sapeva che era necessario, e che Garrus si sarebbe fatto valere. Era un sacrificio che, comunque, avrebbe fatto volentieri, e sapeva che fra qualche anno sarebbe toccato a Solana.

Delusione a parte, per l'assenza del padre,che si era fatto perdonare regalandogli il visore che indossava dappertutto e in qualsiasi occasione, era stata una giornata memorabile.

Quella che si stava preparando non lo sarebbe stata: un'altra giornata passata nel Presidium, a svolgere i soliti noiosi compiti, comprendeva che andavano fatti anche quelli, compiti superficialmente insignificanti, ma che erano funzionali al mantenimento dell'ordine pubblico nella Cittadella.

Mentre prendeva servizio, vide passargli accanto uno dei più famosi Spettri del Consiglio, l'Agente Nihlus Kryik, lo salutò rispettosamente e l'altro Turian fece altrettanto. Nihlus gli chiese come stava , Garrus rispose con frasi spezzate dall'emozione di parlare con uno Spettro. Se c'era qualcuno che forse ammirava più di suo padre erano proprio gli Spettri. E questo causava non pochi attriti con Tadius.

L'origine di quegli attriti era dovuto al fatto che gli Spettri agivano al di sopra di ogni regola e legge, e suo padre non sopportava che qualcuno potesse utilizzare un potere così vasto come quello che era stato concesso al Reparto Specialisti Tattiche e Ricognizioni, senza alcun freno.

E quando Garrus era stato invitato a entrarne a far parte, pur considerando l'offerta un onore, aveva consigliato al figlio di rifiutare, portando ad esempio il più leggendario degli Spettri, come simbolo di come il potere assoluto e incontrollato potesse corrompere e rendere pericolosi, e questo Spettro si chiamava Saren Arterius. Tadius Vakarian non poteva tollerare che qualcuno come Saren fosse praticamente intoccabile, in quanto il Consiglio lo difendeva, come dicevano gli Umani, a spada tratta.

Garrus si guardò attorno, c'era folla all'Accademia, e trattenne a stento una risata quando capì che era giornata di reclutamento, la folla nei corridoi dell'Accademia premeva per entrare, anche se erano gli Umani, principalmente, a spingere. Gli altri, Salarian, Asari e Turian erano in fila, pazientemente in attesa. Scorse rapidamente lo sguardo sugli Umani alla ricerca di quella ragazza con cui aveva parlato il giorno in cui lui aveva passato tutto l'iter di reclutamento, mentre lei era stata respinta a causa di un piccolo precedente. Non vedendola, smise di cercarla, non aveva riprovato a presentarsi, e scosse la testa, dal suo punto di vista sarebbe stata un buon acquisto per l'SSC, ma non era stato lui a dover decidere.

Non ricordava nemmeno più il nome, e da quel poco che poteva ricordare, aveva preso il giudizio di non idoneità abbastanza bene, per questo si era aspettato che tornasse durante quel blocco.

Garrus si presentò a rapporto dall'Esecutore Pallin per ricevere gli ordini per il giorno, aspettandosi le solite ronde nella zona delle ambasciate e nel quartiere finanziario del Presidium, e presi gli ordini iniziò la sua giornata.

 

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http://www.youtube.com/watch?v=r3ubLOKbx-Y

 

Cinque anni dopo, Garrus si trovava nella sezione investigativa dell'SSC. Vakarian stava sbrigando alcune pratiche in ufficio, portando il datapad con il rapporto appena compilato direttamente a Pallin, quando notò una certa agitazione tra i suoi colleghi umani, che guardavano l'edizione straordinaria di Citadel News. Incuriosito, si fermò a dare un'occhiata.

.....ancora l'Alleanza dei Sistemi non ha fornito l'identità dei Marines rimasti uccisi durante la missione, ma è stata confermata la voce secondo la quale ci sarebbe un Marine sopravvissuto al brutale massacro.

L'Ammiraglio Steven Hackett, a capo dell'Operazione, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione al riguardo, mentre un portavoce della Quinta Flotta ha affermato che nel momento in cui le famiglie dei caduti avranno ricevuto la comunicazione, verranno resi pubblici i loro nomi.”

- Che cosa è successo?- chiese Garrus, squadrando un agente umana che si teneva il volto tra le mani e singhiozzava, il cui collega le teneva la mano appoggiata sulla spalla. Fu l'agente Lee a rispondere a Vakarian, l'uomo che teneva la mano sulla spalla dell'agente Salazar.

- Su una nostra colonia c'è stata una strage. Un'intera unità di Marines dell'Alleanza della 103esima Divisione è stata attaccata da un nemico non ancora identificato. Il fratello di Anita è tra di essi, ha appena ricevuto la notizia dai suoi genitori.- Garrus si avvicinò a Salazar, porgendo sottovoce le sue condoglianze. La donna lo ringraziò. Poi Vakarian si avviò, verso l'ufficio di Pallin: l'Esecutore era sicuramente seduto alla sua scrivania, come sempre. Garrus iniziava a chiedersi se a quella scrivania c'era stato incollato. Prima di entrare, bussò.

- Avanti!- la voce ferma e autoritaria dell'Esecutore autorizzò Garrus ad entrare. Vakarian sospirò, ansioso, quella storia del Dottor Saleon lo aveva messo di cattivo umore. Era deciso a far sapere a Pallin che cosa ne pensava della sua decisione di dare un contrordine alle sue direttive.

- ….stava scappando! Utilizzava cavie per duplicare al loro interno organi per venderli al mercato nero! Sfruttava la loro miseria! Doveva essere fermato!- Garrus si era messo a urlare inavvertitamente, molti dei diplomatici nella sala d'aspetto o che passavano dalle parti dell'ufficio di Pallin si voltavano verso la porta da cui proveniva tutto quel vociare. L'Esecutore restava immpassibile.

- Vakarian, ci sono delle regole da rispettare. Regole che servono a evitare che accadano spiacevoli inconvenienti come la morte di quei civili presenti sulla nave del Dottor Saleon. E per far sì che possiamo mantenere il rispetto della gente.- Garrus mosse le mandibole, visibilmente irritato.

- E mantenere il rispetto significa mantenere in servizio gente come Harkin, signore? Lasciare che un sospettato sfugga all'arresto?! Dov'è che inizia e finisce la linea tra politica e Giustizia, signore?! Quelle cavie hanno aiutato Saleon a fuggire, per me questo significa diventare complici del proprio aguzzino, signore!-

Pallin mantenne la calma. Era nell'SSC da quasi trent'anni, non aveva mai avuto bisogno di agire al di là delle regole per far bene il suo lavoro, senza rischiare la vita di alcun civile. - Se a te queste regole non stanno bene, Vakarian, puoi rassegnare le dimissioni, diventare un vigilante privato e ammazzare quanti criminali vorrai. Ma finchè resterai nell'SSC, sei caldamente consigliato di uniformarti al Regolamento e seguire alla lettera le procedure.- Pallin si prese una pausa per lasciar sedimentare l'effetto delle sue parole. Poi riprese.- Se pensi di diventare un bravo poliziotto come tuo padre, devi imparare a fare le cose per bene, Vakarian, non in fretta. E accettare qualche volta anche il grigio, oltre al bianco e al nero.- L'Esecutore tornò a leggere i suoi datapad, considerando quel discorso chiuso.- Per questa volta ci passo sopra, Agente Vakarian, ma è da qualche tempo che stai viaggiando su una linea sottile. Questo caso ti ha sconvolto, dovresti prenderti un fine settimana libero per riflettere se vuoi continuare ad essere un Agente SSC o saltare la barricata.-

Nuovamente le mandibole di Garrus si mossero nervosamente.- No, non mi prenderò quel fine settimana. Non sono pazzo, e nemmeno sconvolto. Posso fare il mio lavoro come sempre.- Pallin sollevò la testa dai datapad.

- Non era un consiglio, Vakarian. Non so cosa farmene di teste calde che credono di essere i salvatori della Galassia. Voglio poliziotti in grado di fare il loro lavoro, di servire e proteggere. Non di sparare all'impazzata. Sono stato chiaro, Vakarian?- gli occhi azzurri di Garrus fissarono Pallin in segno di sfida, l'Esecutore, ancora una volta, rimase impassibile. Garrus fu costretto ad abbassare la cresta.

- Signorsì, signore!- Pallin piegò le mandibole in segno di soddisfazione.

- Ottimo. Puoi andare, Vakarian. E tornare a casa. Per oggi può bastare così.-

Non finisce qui, Pallin. Troverò un modo per fermare Saleon. Mi rivolgerò ai militari, inviando loro le coordinate. Quel bastardo non mi sfuggirà.

 

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http://www.youtube.com/watch?v=fBOvOatPqnY

 

Quella sera, Garrus, non riuscì a mangiare quasi niente a causa della rabbia e del disgusto che provava, quando si era arruolato nell'SSC ne aveva un'idea completamente diversa.

Quand'era cucciolo, aveva sempre pensato agli agenti della forza di polizia della Cittadella come a dei superuomini pronti a tutto pur di servire la causa della Giustizia. Integerrimi come suo padre, che non scendevano mai a compromessi con i criminali.

Dopo due ore passate a camminare avanti e indietro per il soggiorno del suo appartamento, come un animale in gabbia, decise di aprire il suo account extranet. Immediatamente, la sorella, infermiera militare, lo contattò. Garrus sbuffò, non era in vena di parlare con nessuno quella sera, tantomeno con qualcuno della sua famiglia. E così si limitò a scambiare un paio di battute con Solana, prima di chiudere la chat. Aveva una montagna di messaggi non letti, nel suo account di posta elettronica, perlopiù pubblicità, tra cui una imbarazzante di Morlan, il Salarian dei Mercati inferiori. Di cui era cliente fisso, data la qualità degli oggetti che aveva in vendita.

Lui non era una testa calda, voleva solo fare il suo lavoro senza dover consultare il Regolamento e il manuale delle procedure ogni volta che doveva compiere un'indagine.

Stufo di divagare troppo su Saleon e su quell'infuriante colloquio con Pallin, Garrus accese la televisione, imbattendosi nell'edizione serale di Citadel News, ancora incentrata sul suo spettacolo con Saleon, e sulla tragedia in quella colonia umana.

Vaghe notizie sul Marine che era sopravvissuto, vaghe notizie sulla causa della tragedia....vaghe notizie sul numero di Marine morti. L'Alleanza aveva una vaga idea su come tenere sulle spine i giornalisti. Almeno i giornalisti della Cittadella. Sapeva che se avesse cambiato canale e fosse andato su Westerland News o addirittura sul canale della Rete Informativa dell'Alleanza, hackando il segnale ovviamente, avrebbe potuto saperne di più. Non era dell'umore adatto per farlo, così continuò a fare zapping finchè non trovò una partita di biotic ball di una categoria dilettantistica.

Quando si alzò il giorno dopo, Garrus contattò un suo vecchio amico nell'Esercito Turian, fornendogli le coordinate della nave di Saleon: sarebbe rimasto nell'SSC, ma non avrebbe lasciato che quel pazzo criminale la passasse liscia.

Gli avrebbe dato la caccia finché non l'avrebbe trovato, e corretto il contrordine di Pallin. Nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea sul suo modo di pensare, come aveva detto all'Esecutore la Galassia era divisa in due parti, il nero e il bianco. Scendere a patti con i criminali, non era il suo modo di agire, se qualcuno infrangeva la legge, doveva essere punito. Punto. Non esistevano attenuanti che potessero aiutarlo a cambiare idea o ad essere accondiscendente. L'accondiscendenza verso qualcuno finiva sempre per sfociare nella corruzione, e dalla corruzione poi si arrivava anche a reati verso cose e a persone, come l'omicidio e il tradimento.

Era un poliziotto, combatteva contro le ingiustizie, combatteva per migliorare le cose, e i poliziotti facevano una e una cosa soltanto: assicurare i criminali alla Giustizia. Non erano dame di carità o psicologi, e il crimine di Saleon era particolarmente odioso: si approfittava della povertà e della disperazione della gente per arricchirsi. Per quanto potesse essere messa, la posizione di quelle cavie che erano su quella nave, da vittime erano diventati complici, criminali loro stessi. E andavano puniti come tali.

E per quanto riguarda eventuali danni alla Cittadella, quelli avrebbero potuto essere riparati dai Custodi. In tempi rapidi.

Garrus diede un pugno sulla sua scrivania, facendo sobbalzare la lampada che aveva accanto al terminale, doveva fare qualcosa, poche cose riuscivano a fargli perdere il controllo, e vedere un criminale che riusciva a farla franca sotto i suoi occhi era una di queste. Si ripromise che non sarebbe più accaduto. Non avrebbe più lasciato che qualcuno sfuggisse alla Giustizia.

La Cittadella, con la sua pulizia di facciata nascondeva un sotterraneo sordido e putrido, mascherato con le linde pareti del Presidium, e i discorsi affettati e di circostanza di politici e Ambasciatori.

Garrus decise di uscire a sfogare lo stress in qualche modo quella sera, doveva calmarsi, o avrebbe finito col fare qualcosa di cui si sarebbe pentito amaramente.

Mentre era al Flux, sulla pista da ballo, una Turian si avvicinò a lui, e Garrus accettò di ballare insieme a lei, la musica trascinante del locale alternato con il corpo perfetto della Turian davanti a lui lo aiutò a dimenticarsi di Saleon per qualche ora, la vita di quella femmina sembrava molto solida, la placca facciale adornata con marchi colonici bianchi che gli erano famigliari, ma sul momento non li riconobbe, o finse di non riconoscerli. Non gli importava granché a quale clan appartenesse, era solo chiaro che la femmina ricambiava ciò che i suoi feromoni gridavano e, dopo un paio di drink e scambiate le presentazioni di rito, Garrus la portò con sé nel suo appartamento.

Chiarì che non aveva intenzioni serie, dopo aver sfogato lo stress, e la Turian comprese, e prima di uscire ringraziò Garrus per la bella serata. Vakarian disse che si sarebbero tenuti in contatto, era stato bene anche lui con quella femmina. Ma di certo, non l'avrebbe scelta come compagna di vita. E comunque doveva ancora nascere chi avrebbe messo il cappio al collo a Garrus Vakarian, ci voleva ben altro che una vita solida e una buona frangia per impressionarlo a tal punto da considerarla un'ottima compagna di vita per lui, e legarla a sé con il proprio marchio coloniale. Non doveva essere soltanto una buona madre per i suoi figli, doveva anche essere in grado di comprenderlo e supportarlo, e, perché no, riuscire a tenere a freno i suoi istinti da giustiziere a ogni costo. Quella femmina che ora stava uscendo dal suo appartamento, era troppo seria per capire lui e freddare la sua testa bollente.

Forse avrebbe dovuto trovarsi una compagna che condividesse il suo stesso mestiere, ma era un sogno quello che non si sarebbe mai avverato: le Turian femmine nell'Esercito erano poche e le poche che sceglievano di servire finivano nelle retrovie nella Sanità Militare, come aveva fatto sua sorella. Se avesse trovato qualcuno che oltre di cucina, famiglia e doveri, avesse parlato con lui anche di armi, di calibrature e di tattiche militari, sarebbe stato il Turian più felice del mondo.

Avrebbe potuto cercare al di fuori della propria specie, ma forse le uniche con cui poteva discuterne erano le Asari e le Umane, ma entrambe erano troppo soffici per resistere anche solo mezzo secondo all'irruenza di un maschio Turian, e condivideva in pieno il detto umano “Moglie e buoi dei paesi tuoi”, sentito durante una conversazione nella sala relax dell'Accademia SSC. Aveva chiesto all'agente che aveva tirato fuori quel detto spiegazioni sul significato di quella frase ed era un modo gentile di trovarsi una donna all'interno della propria specie.

Garrus sospirò, mentre si avviava alla doccia, non era ancora il momento di pensare a mettere su famiglia: finchè non avesse acquisito la piena cittadinanza all'interno della Gerarchia, e conquistato un posto di pieno rispetto tra il suo stesso popolo, non avrebbe nemmeno potuto sposarsi.

 

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http://www.youtube.com/watch?v=DAQ4sJZ5IsU

 

 

Per qualche giorno, dopo l'incidente con Saleon, Pallin mise Garrus a pattugliare il Presidium insieme all'Agente Salazar.

Mentre stavano aggirandosi nei dintorni della zona delle Ambasciate, Garrus si ricordò della perdita sofferta dalla collega, e le chiese come mai fosse di nuovo in servizio così presto.

- Ho già seppellito mio fratello. Era inutile che rimanessi sulla Terra a piangerlo. Spero che la sua Comandante soffra almeno la metà del dolore che stiamo soffrendo tutti noi.- Vakarian scosse la testa. Per quanto potesse aver sbagliato, e lui non conosceva l'intera storia, augurarle del male non serviva a niente. Inoltre, Salazar tendeva sempre ad essere troppo emotiva. Era per quel motivo che difficilmente veniva messa su veri casi.

- Mi dispiace, Salazar. Se vuoi parlarne, io sono disponibile.- disse Garrus, sinceramente dispiaciuto. Anche se ai Turian veniva insegnato che il sacrificio per la causa era una cosa da onorare e rispettare, dubitava di poter sopportare la perdita di sua sorella Solana.

Sin da bambini erano stati molto legati, dove andava l'uno seguiva l'altra, avevano avuto i loro litigi, ma quando era partito per l'addestramento obbligatorio, mentre sua madre e suo nonno erano rimasti stoici a guardarlo, Sol, più piccola di lui di un paio d'anni, non aveva voluto lasciarlo andare. Tra tutti, lei e sua madre erano i membri della famiglia Vakarian che gli mancavano di più.

L'Umana lo guardò di traverso, incredula nel sentire il collega Turian rivolgersi a lei con gentilezza, e lo ringraziò.- G...Grazie, Vakarian. Giornata noiosa, oggi, eh?- Garrus sghignazzò.

- Puoi scommetterci, Salazar. Il Presidium è il posto più tranquillo di questa stazione, a meno che non troviamo qualcuno che cerca di violare le preziose regole di Pallin.- Anita scosse la testa e indicò la parte alta del Presidium.

- Come vorrei andare lassù ad ammirare il panorama. Deve essere una vista fantastica.- Garrus annuì. Avrebbe voluto andarci lui stesso, ma non si poteva.

- Già, ma come la mettiamo con le centotrentasette regole secondo cui è vietato salirvi? Non mi va di litigare di nuovo con Pallin. Altrimenti è la volta buona che mi caccia dall'SSC, e sarebbe un disonore per la mia famiglia.-

- Dimenticavo che voi Turian dovete ubbidire e rispettare i superiori....secondo me puoi stare tranquillo. Non cacciano via Harkin che è corrotto fino al midollo, vuoi che caccino te e quel palo che ti ritrovi su per il culo, Vakarian? Inoltre conosco una certa Asari che resterebbe con il cuore spezzato se tu te ne andassi.- Garrus sollevò gli occhi al cielo, quando Salazar gli ricordò quella loro collega Asari che non aveva occhi che per lui. La buttò sullo scherzo, nel tentativo di sollevare il morale dell'Umana.

- Beh, sono affascinante, alto, e inoltre sono il miglior tiratore del Corpo. Nessuna può resistermi.- Salazar rise. Tra tutte le Umane, era l'unica che gli andava a genio. Emotività a parte, era una dei pochi amici che aveva sulla Cittadella.- Ma prima che l'Asari di nostra conoscenza possa mettere i suoi tentacoli su di me, dovrò essere completamente ubriaco per accettare i suoi tentativi di corteggiamento.- Anita sorrise in modo beffardo.

- E io che pensavo che tutti andassero pazzi per le Asari. Buono a sapersi. E delle Umane che svengono ogni volta che parli con loro? Girano voci negli spogliatoi su di te Vakarian, più di quanto immagini.- Garrus sollevò una delle placche sopra gli occhi.

- Che genere di voci, Salazar?- Anita si spostò un ciuffo di capelli dalla fronte, sistemandoli dietro l'orecchio destro, il resto dei capelli raccolti in uno chignon come da regolamento, prima di rispondere a Garrus.

- Oh, Vakarian...se vuoi che te le riferisca dovrai offrirmi da bere stasera, dopo la fine del turno. Al Flux. E toglierti quel visore, per qualche ora.- Garrus scosse la testa. Togliere il visore? Nemmeno se glielo avesse ordinato il Primarca di Palaven in persona lo avrebbe fatto.

- Allora mi terrò la mia curiosità.- Salazar sbuffò, poi sospirò a lungo.

- Prima o poi quel visore, riuscirò a fartelo togliere, Vakarian. È un peccato che nessuno possa vedere entrambi quei tuoi due meravigliosi occhi azzurri.- Garrus flesse le mandibole in una sorta di sorriso.

- Sfida accettata, Salazar. Il giorno che toglierò il mio visore per qualcuno, e non solo per fare la doccia, te lo farò sapere.- Anita sollevò gli occhi al cielo e poi scosse la testa.

- Spavaldo di un Turian....-
Salazar sorrise a sua volta, scuotendo la testa. Garrus si sentì soddisfatto, vedendo che il suo tentativo di rasserenare un po' la collega, era riuscito.

Il turno continuò tranquillamente, a parte un Hanar che rifiutava di andare fuori dal Presidium a predicare, non accadde nulla di rilevante.

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Capitolo 5
*** Destiny Ascension ***


Premessa: So che molti di voi si aspetteranno un episodio sulla nave Ammiraglia della flotta della Cittadella, ma il titolo non è decisamente riferito ad essa. Dico solo una parola, o due su questo capitolo che mi ha fatto penare molto, e non ne sono completamente soddisfatta. Il finale soprattutto, di nuovo. Il tempo della Normandy è quasi arrivato. E, dimenticavo, l'ingresso in scena di una nostra conoscenza. Che ha spezzato molti cuori.
Come sempre, se volete lasciare una recensione, sono sempre gradite. Così come suggerimenti, correzioni, segnalazione di errori. Non abbiate paura. Soprattutto se notate che sono andata ooc o ci sono errori grammaticali.

Buona lettura.
 

Capitolo 3: Destiny Ascension

 

 

Esistono momenti di cui non ci accorgiamo. Momenti che ci passano accanto, ci sfiorano e noi restiamo lì, indifferenti ad essi. Momenti in cui il tempo sembra avere una pausa per farci rendere conto che ciò che vogliamo, ciò che ci serve è lì, ma noi rifiutiamo la realtà. Una scrollata di spalle, un rifiuto, disattenzione o semplice indifferenza. E passiamo avanti, piegando il tempo e quei momenti alla nostra volontà. Per poi rimpiangerli tutta la vita.

Puoi essere ricco o povero, istruito o analfabeta, un'occasione persa è persa per sempre. Non c'è quasi mai la possibilità di tornare indietro, ricaricare le lancette dell'orologio e recuperare quel momento.

Garrus pensava a quello, mentre, seduto sul trasporto pubblico che lo stava riaccompagnando a casa , fissava il vuoto davanti a sé: quell'esercitazione a cui aveva partecipato era stata semplicemente una di quelle occasioni mancate.

L'Alleanza era stata invitata a partecipare a un'esercitazione che riguardava uno scenario di attacco alla Cittadella, gli Umani avevano svolto il ruolo degli attaccanti, con conseguente evacuazione del Consiglio sulla Destiny Ascension. E lui era stato messo a capo del sistema difensivo a terra, scontrandosi con un'unità d'Elite dell''Alleanza dei Sistemi.

Li aveva sottovalutati, all'inizio, i suoi piani difensivi erano impeccabili dal punto di vista tattico-strategico, preparati con perizia, a seguito di diversi sopralluoghi nelle zone sensibili del Presidium e degli agglomerati, ma gli Umani si erano adatti e avevano tagliato l'SSC fuori dalle comunicazioni e dalle linee di rifornimento, con sabotaggi, imboscate, una vera e propria guerriglia urbana.

La cosa che più lo aveva ferito nell'orgoglio, era stato il tiratore scelto che aveva ingaggiato una vera e propria sfida con lui, e che lo aveva costretto a estrarre il suo fucile di precisione, a doverlo stanare, cambiando posizione rapidamente ad ogni colpo, senza nemmeno dare il tempo a Garrus di inquadrarlo e colpirlo. Isolandolo dal resto dei suoi sottoposti. Un errore che non avrebbe mai commesso se avesse lasciato da parte l'orgoglio: se fosse stato in una situazione reale, avrebbe perso la sua intera squadra. E lui avrebbe mostrato la sua schiena al nemico.

Quel tiratore scelto umano era formidabile, rapido, preciso, determinato. Era riuscito a riorganizzarsi durante una pausa troppo lunga di quel tiratore scelto dell'Alleanza, aveva scansionato l'area riprendendo possesso di sé e delle nozioni che gli erano state inculcate dal padre prima e dall'esercito Turian poi.

Lo aveva individuato, puntato e aveva fatto fuoco, colpendolo a destra, proprio dove aveva lasciato uno spazio millimetrico, tra il fucile e la corazza. Sulla targhetta N7 presente sulla corazza, abbattendogli gli scudi, come era stato concordato come regola dell'esercitazione, riguardo alle uccisioni.

Poi Garrus, soddisfatto, lo vide alzarsi, con calma, senza bestemmiare o agitarsi, attraverso il mirino, sedersi sul bordo del piano rialzato su cui aveva preso posizione per colpire il Turian, e appoggiarsi il fucile in grembo. E subito dopo incontrò i suoi occhi, concentrandosi sul casco, grigio, attraversato da una linea rossa bordata di bianco.

Una ciocca di capelli, ribelli, era appiccicata alla visiera del casco, mentre gli occhi erano di un verde particolare, scuro: Vakarian, per un attimo, notò una piccola ombra di tristezza dietro ad essi, trasferirsi sul volto del soldato. Subito dopo Garrus confermò l'uccisione, avendo visto il segnale concordato. L'arma, o le braccia, sopra la testa.

Il Turian era ritornato alla sua unità, lasciando quel soldato dell'Alleanza immerso nei suoi pensieri, ad attendere la fine dell'esercitazione, al punto di estrazione.

Non era stato nemmeno quello a lasciarlo dubbioso. No, ora che ci pensava, mentre depositava il pass d'ingresso al suo appartamento al solito posto, e iniziava a prepararsi per una doccia che avrebbe ripulito il suo corpo dalla fatica e la tensione della giornata, era stato il senso di inadeguatezza che lo aveva colto dopo la vittoria su quell'Umano. Non aveva fatto nessun commento ironico, o lasciato la sua posizione con un sorriso trionfante, era stata una lotta difficile, ma la vittoria che aveva ottenuto era stata amara. Pallin lo aveva rimproverato, giustamente questa volta, per aver lasciato la sua squadra alla mercè del “nemico”, mentre si lasciava trasportare dal suo istinto.

Vestitosi in abiti civili, dopo aver cenato rapidamente con del cibo precotto adatto alla sua specie, accettò l'invito di Chellick e si incontrarono entrambi al Flux a bere qualcosa tra amici, trovando anche i suoi colleghi Turian dell'SSC che lo festeggiarono a dovere sollevandogli l'umore finchè Garrus non tornò a viaggiare sui suoi ritmi di sempre, facendo commenti e scherzando con tutti.

Chellick, in un momento in cui Garrus era da solo, gli si avvicinò con sguardo tra il serio e il canzonatorio, come qualcuno che stava per fare una grande rivelazione.

- Ehi, Chell...stai perdendo colpi. Non ho ancora visto nessuna femmina avvicinarti.- Chellick mosse le mandibole e sghignazzò, divertito.

- Senti chi parla, stasera il tuo fascino e quello squittìo che chiami voce non funzionano, eh Vakarian?- Garrus fece scattare le sue mandibole, fingendosi offeso.

- Beh, se dovessi usare sempre entrambi, voi non avreste chance. Voglio evitare per una volta che raccogliate le briciole dopo il mio passaggio.- Chellick scosse la testa, senza lasciare lo sguardo che aveva quando si era avvicinato all'amico.

- Gira voce che hai ingaggiato una sfida con un tiratore scelto dell'Alleanza attorno al quartiere finanziario del Presidium, Garrus, e che hai vinto.- Garrus annuì, gonfiando il petto e piegando le mandibole in una specie di sorriso.

- Avevi dubbi, Chell? Nessuno di quegli Umani può tenere testa a Garrus Vakarian. Nemmeno se installano loro delle IV ottiche direttamente negli occhi.- Chellick sghignazzò, di nuovo. Poi diede uno sguardo sornione, come quello di qualcuno che la sapeva lunga.

- Già, già....Hai idea di chi fosse quel tiratore scelto? Voglio dire, avrà dovuto fornirti il numero di matricola, il nome e il grado per dare conferma che era stato colpito.- Garrus serrò le mandibole e la bocca. No, non lo aveva fatto. Oppure lo aveva fornito lui stesso al comando dell'Alleanza. Era l'unica soluzione logica.- Mi stupisco del fatto che non ti abbia abbattuto, lasciandosi colpire. È, attualmente, l'unico tiratore scelto che possa competere e battere un Turian in possesso delle tue capacità e del tuo talento, Garrus. Non per niente è un graduato del loro programma N7. O meglio...potrei dire graduata.- Vakarian sbarrò gli occhi e sollevò la placca sopra l'occhio destro, quello libero dal visore.

Di chi stava parlando, Chellick? Un'Umana? Era stato quasi battuto da una donna? Chellick sghignazzò, vedendo l'espressione stupita di Garrus.- Che cosa sai, Chell? Sai per caso di chi si trattava?- Garrus vide il collega guardarsi attorno, e poi avvicinarsi a lui.

Fu un sussurro, ma Vakarian non poté fare a meno di sobbalzare sulla sedia, quando Chellick gli rivelò il nome, avvertendo poi l'urgenza di ingoiare un lungo sorso del brandy Turian che aveva davanti a sé e che fino ad allora era rimasto immobile nel bicchierino.

- Oh, e per tua informazione, Chellick...non si è lasciata colpire. L'ho colpita io.- esclamò Garrus, ribellandosi all'idea che la sua opponente avesse potuto fare una cosa del genere. Il suo amico ridacchiò.

- Certo, Vakarian, certo.- Continua pure a ripetertelo, Garrus. - Non volevo certo ferire il tuo immenso orgoglio, amico mio.- Entrambi si misero a ridere, liberandosi finalmente della tensione accumulata durante quella lunga giornata lavorativa. E con quello, la serata prese una piega diversa.

 

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Garrus si alzò dal letto di buon umore quel mattino. Doveva presentarsi da Pallin per il debriefing post-esercitazione, ma quell'appuntamento era fissato per il pomeriggio, e avrebbe avuto tutta la mattinata per ispezionare il Presidium, fare il giro dei suoi contatti e informatori, e anche prendersi qualche minuto di relax, prima di finire davanti alla sua scrivania a compilare rapporti.

Si era portato a casa la corazza di servizio, dopo la doccia la indossò e si preparò per quella giornata, con uno spirito diverso dal solito.

 

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I pezzi della corazza erano sparsi dappertutto. Attorno al suo letto, sopra il suo letto, si era gettata sopra la branda che le avevano riservato nella sala macchine della “Tokyo”, con ancora addosso buona parte degli abiti indossati il giorno prima. Tre anni senza mettere piede fuori dalla Terra, su una nave della Marina dell'Alleanza, c'era voluta tutta la pazienza di Anderson e un ordine diretto per farla staccare da Rio e dalle sue reclute.

Non c'era voluto molto prima che si addormentasse, e mentre il resto dell'equipaggio era sceso sulla Cittadella dopo l'esercitazione per una licenza, lei era rimasta a bordo, a dormire. Il fucile di precisione ancora aperto, ma scarico e con la sicura attivata, abbandonato con noncuranza sopra il borsone, insieme al resto delle sue armi. Quel Tenente della Divisione Biotica aveva cercato di convincerla a scendere con loro,insistendo ad un suo primo, educato rifiuto, finché aveva deciso semplicemente di ignorarlo.

Non le importava di essere targata come “asociale”. Aveva portato a termine la missione assegnatole, aveva fatto rapporto, ed ora aveva voluto essere soltanto lasciata in pace.

Pregustava già il momento in cui avrebbe rimesso piede sulla Terra, tornando alle sue normali occupazioni quotidiane, fino al prossimo incarico operativo.

Stava ancora dormendo, quando il suo Factotum segnalò una chiamata in arrivo, provò ad ignorarlo un paio di volte, ma poi vista l'insistenza, grugnì, infossando il volto nel cuscino e respirando profondamente, per non rispondere male a chi osava interrompere una notte di sonno in cui non aveva avuto i soliti incubi.

Si sollevò, sedendosi poi sul bordo della branda, stiracchiandosi, e digitando poi pigramente i tasti del suo Factotum finché non riuscì a individuare quello che serviva per accettare le chiamate in arrivo.

- ...Shepard.- Nadira si sfregò gli occhi, dopo aver coperto uno sbadiglio, che l'aveva colta alla sprovvista. Sbuffò quando sentì che dall'altra parte c'era Anderson.

- Comandante, appena sei pronta, raggiungimi all'Ambasciata Umana del Presidium. Faremo colazione insieme. Ho prenotato un tavolo, quindi non arrivare in ritardo come al solito.- Shepard si grattò la nuca, per cercare di svegliarsi, e di comprendere il significato di quelle parole.- Uniforme, niente corazza, mi raccomando. Offro io. Anderson, chiudo.-

Non ebbe nemmeno il tempo di replicare a David, che la chiamata si interruppe. Offre lui....sai che novità...Aaaagh, quanto meno si dovrà fare perdonare per avermi tirata giù dal letto così presto. Vorrà dire che gli ripulirò per bene il creditometro. Gli farò pentire amaramente di avermi svegliata.

Si stiracchiò, poi si diresse alle docce comuni dopo aver sistemato il caos attorno al letto e aver preso il cambio, l'uniforme da fatica, gli anfibi, il basco e il portafoglio con documenti e creditometro.

Una ventina di minuti dopo, era appoggiata al corrimano dell'ascensore, vestita e ancora mezza addormentata, dietro a due agenti umani dell' SSC, un Salarian e una Asari vestita elegantemente che chiacchieravano di cose che lei ignorò, decidendo di concentrare la sua attenzione a dormicchiare ancora qualche minuto, durante la discesa dell'ascensore.

Quando l'ascensore si aprì, e Nadira venne investita dal rumore interno all'Accademia, scosse la testa, cercando di svegliarsi finalmente, stampandosi nella mente la parola “caffè” per restare sveglia quel tanto che bastava per arrivare al posto dell'appuntamento con Anderson: al fianco sinistro aveva la pistola di servizio, come sempre, ma sentiva che quella mattina i suoi riflessi si erano presi una vacanza senza il suo permesso, e la doccia non aveva fatto altro che aggravare la situazione.

Inconsciamente proseguì verso un altro ascensore, e finita l'ennesima corsa, si ritrovò sul Presidium, si riparò gli occhi dalla luce artificiale della Stazione portando la mano destra alla fronte, fece qualche passo e si ritrovò davanti lo spettacolo della zona ricca della Cittadella, il centro del potere dell'intera Galassia.

Durante l'esercitazione non ci aveva fatto caso, prima era rimasta sulla nave, dove avevano avuto il briefing pre missione prima di venir infiltrati, e dopo era letteralmente corsa di nuovo a bordo della “Tokyo”, una volta espletate le formalità al termine dell'esercitazione.

Mai risveglio fu più piacevole. Un tram in faccia le avrebbe fatto meno male, ma quel posto era stupendo: il bianco era il colore dominante, le aiuole erano perfette, tenute in ordine e senza nessun pezzo di carta in mezzo ad esse o in giro per le varie zone.

Varie specie della Galassia si aggiravano in quel luogo, Asari, Salarian, Turian, Umani, delle grosse Meduse e dei grossi, bizzarri elefanti senza proboscide: ad una più attenta osservazione, riconobbe in quei grossi elefanti, gli Elcor, di cui aveva sentito parlare durante l'addestramento nel programma N superficialmente, gli istruttori avevano voluto soltanto informarli che esistevano anche loro nella Galassia, oltre alle tre Specie che presiedevano il Consiglio.

I suoi occhi non sapevano più su che punto posarsi, proseguiva guardandosi attorno a bocca aperta, completamente dimentica dell'appuntamento con Anderson alle Ambasciate per la colazione.

 

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Garrus si mise a trattare con Delan sul prezzo di alcune mod che aveva visto nel negozio dell'Hanar. Non aveva voglia di andare fino ai mercati inferiori da Morlan, e anche se costose era stato amore a prima vista, sarebbe uscito da quel negozio con quelle mod. Anche a costo di svuotare il suo conto corrente.

Dopo mezz'ora di trattative con il mollusco, uscì dal negozio, le scatole con le mod in mano, un ghigno soddisfatto sulla faccia, non pensava ad altro che alle sue mod, quando un soldato dell'Alleanza, che si guardava attorno, camminando all'indietro, lo urtò facendogli cadere il prezioso trofeo delle sue abilità mercantili dalle mani. Mentre l'Umano cadeva a terra, lui ringhiò buttandosi sulle sue mod appena comprate.

- Per gli Spiriti, faccia attenzione! È mai possibile che voi Umani ovunque passiate, creiate disastri? - disse Garrus mentre metteva al sicuro i suoi acquisti, voltando di scatto la testa verso il soldato dell'Alleanza che si era rimesso in piedi da solo e si stava sistemando il basco, ripulendosi le mani sopra ai pantaloni dell'uniforme, con un gesto istintivo.

- Chiedo scusa per l'inconveniente, Agente.- Garrus, stupito, di sentire una voce femminile mosse le mandibole, nervoso. Davanti a lui stava una donna. Dai gradi apposti sul fregio dell'Alleanza, era un Ufficiale, oltretutto. Capelli corti, in disordine, castani, alta rispetto agli standard umani, occhi verde scuro. Fisico atletico, il petto di chi si allenava quotidianamente, senza strafare. Il resto ben proporzionato. I lineamenti erano forse un po' troppo rigidi e levigati per una donna, per un'Umana, ma quello su cui Garrus si soffermò fu la cicatrice sul volto, che quasi la sfigurava.

Spiriti....dove ho già visto quegli occhi?! La sentì schiarirsi la voce, e sgranchirsi il collo, dopo aver ricacciato la breve frangia, in qualche modo, sotto il basco.- Spero non si sia rotto niente. Mi spiace davvero, ero sovrappensiero, e...- si schiarì una seconda volta la voce. Garrus rimase in silenzio, continuando ad osservarla. Le mandibole che erano totalmente prive di controllo.- e credo anche di essermi persa. Potrebbe indicarmi, per cortesia, la via più rapida per raggiungere la zona delle Ambasciate? Il mio Capitano mi sta aspettando laggiù.- Garrus si ricompose, respirando a fondo riprese padronanza di sé e delle sue reazioni.

- No, non si è rotto niente. Apprezzo molto il suo interessamento, ma la prossima volta...faccia più attenzione....- Shepard si sentiva in imbarazzo, mentre quel Turian la osservava centimetro per centimetro.- Ah, giusto...le Ambasciate.-

Nadira, mentre l'Agente Turian le spiegava la strada, non poté fare a meno di osservarlo a sua volta: era di un grigio scuro, le parti morbide della bocca erano bianche, sopra il volto aveva marchi colonici di un blu scuro che riflettevano il colore del visore che l'Agente indossava e che copriva l'occhio sinistro. Anche la corazza tecnologica era blu, più rinforzata e che forniva più protezione rispetto a quelle normali in dotazione al Servizio di sicurezza della Cittadella.

Ma fu il colore degli occhi del Turian che attirarono la sua attenzione: di un azzurro talmente chiaro che non aveva mai visto in nessun altro rappresentante della specie di quell'Agente. .

-.....poi basta che chieda alla receptionist che c'è di fronte ad Avina, e lei le dirà dove trovare l'Ambasciatore Umano, signora.- Nadira si riscosse, sorpresa dal tono gentile del Turian.

Garrus era sicuro che l'Umana non avesse capito una sola parola di quello che aveva detto, ma poi ebbe un'idea e la portò a una postazione del Trasporto Pubblico.

Shepard lo guardò di traverso. E il Turian, di rimando le chiese cosa ci fosse che non andava.

- So guidare, ma non sono mai riuscita a prendere la patente di guida. Finirei col distruggere quell'auto e dovrei rifondere i danni al Consiglio. Grazie, ma preferisco andare a piedi.-

Garrus sgranò gli occhi, per quanto fosse possibile per un Turian farlo. Un'Umana che non sapeva guidare?! Ora le aveva viste proprio tutte. Guidare era la cosa più elementare della Galassia. - Ora devo andare. Mi scusi ancora per prima. Se saranno rotte, inoltri una richiesta di risarcimento al Comando dell'Alleanza. Grazie per l'aiuto, Agente. È stato un piacere. Buona giornata.-

Garrus fece per dire qualcos'altro, ma l'Umana era già troppo lontana per offrirsi di accompagnarla a destinazione onde evitare che si perdesse di nuovo.

- ...il piacere è stato tutto mio, signora.- Vakarian sospirò, maledicendo la sua goffaggine. Non era mai successo prima d'ora, con le Umane di solito era un pezzo di ghiaccio, con quella era riuscito a a malapena a trattenere le sue mandibole, facendole schioccare continuamente a causa del nervosismo.

Camminò verso le Ambasciate inconsciamente, prima di riprendere la strada per l'Accademia SSC, e la vide venire ripresa da quello che probabilmente era il suo diretto superiore, anche se non poteva dire per certo se era davvero una lavata di capo quella, dopo aver visto il volto rilassato di quell'Umano. Prese l'occasione di riprendere un Salarian che si stava avvicinando troppo ad un Custode per ascoltare cosa si stavano dicendo i due.

-....non puoi biasimarmi, ero preoccupato che ti fossi andata a cacciare in qualche guaio. Vieni, la colazione ci aspetta, e tu hai tutto l'aspetto di non aver mangiato niente da ieri sera.-

Garrus, non sentendo la risposta della donna, ma solo uno sbuffo e un “Sissignore” detto con decisione, tornò sui suoi passi e si diresse verso l'Accademia avvisando il Salarian che la prossima volta che lo avesse trovato di nuovo vicino al Custode, lo avrebbe arrestato, contento che la giornata fosse cominciata al meglio.

 

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http://www.youtube.com/watch?v=6TOqpXxQRH8

 

Shepard si sedette al tavolo dopo aver messo il basco ben ripiegato in una delle tasche laterali dei pantaloni dell'uniforme, poi Anderson le sistemò la sedia, prima di sedersi a sua volta, davanti a lei.

L'unica parola che il suo cervello registrò fu “caffè” e l'unica cosa che vide sul tavolo furono le fette biscottate, il burro e il cioccolato da spalmare ammucchiati in un cestino davanti a lei. Il profumo del caffè le entrò nelle narici, e non fu in grado di pensare ad altro, dimenticandosi persino del Turian dagli occhi azzurri e la voce sensuale che l'aveva aiutata a raggiungere quel posto.

Una cameriera Asari si avvicinò al loro tavolo per prendere l'ordinazione, e in quel momento, Nadira comprese quanto era stata stupida ad aver rifiutato l'offerta di Anderson, l'anno prima.

Se voleva davvero superare Akuze, doveva lasciare la Terra e affrontare di nuovo lo Spazio, oltre il portale di Arcturus Prime, col tempo ci sarebbe riuscita.

Aveva perso quell'occasione, ma ora era pronta. Un nuovo inizio, era tutto quello di cui aveva bisogno.

La Galassia andava avanti anche senza di lei, ma lei voleva essere di nuovo parte di essa, tutto quel movimento attorno a lei, tutte quelle specie che si muovevano in quegli spazi sconfinati di quella Stazione, avevano avuto su di lei l'effetto di una forte scossa dal torpore in cui si era isolata, la rabbia che provava da un anno che sembrava svanire lentamente nei meandri della Cittadella. Poteva toccare con mano la palpitante forza di tutte quelle vite lì riunite che la invitavano a unirsi a loro, un invito a cui non poteva sottrarsi.

Anderson stava blaterando qualcosa a proposito dei portali, sui Prothean o chissà su cos'altro, ma lei pensava ad altro: voleva davvero passare il resto della sua carriera ad addestrare reclute come aveva fatto suo padre? La risposta le sorse spontanea. No. Nel suo Destino c'era lo Spazio, c'erano vite da salvare e lei sapeva come farlo. Senza dimenticare coloro che aveva perso lungo il breve tratto di strada che aveva appena iniziato a percorrere. Avrebbe combattuto anche per loro. E il suo tempo riprese a scorrere.

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Capitolo 6
*** Per Aspera ad Astra ***


Premessa: E....ci siamo finalmente. La Normandy fa il suo ingresso in scena, insieme a Joker che finalmente torna, pronto per mettersi alla cloche della nostra nave preferita.

Buona lettura. Come sempre se avete suggerimenti, correzioni, opinioni, non esitate a farvi avanti. Lo stesso vale per le critiche, purchè siano educate e costruttive.

Ringrazio tutti coloro che recensiscono,seguono e ricordano questa storia, in particolare kikkisan, shadow_sea, e titty1194.

Per un paio di settimane e forse più sarò ferma con la storia in quanto la mia attenzione si sposterà su un altro progetto che ho dovuto trascurare a causa di problemi con il computer. Spero di cavarmela alla svelta e di poter tornare a pubblicare su efp con continuità. Mi devo solo organizzare.

A presto e un grosso abbraccio a tutti/e. 
 

Capitolo 6: Per Aspera ad Astra

 

http://www.youtube.com/watch?v=yVm_ljDSdwA

(Mass Effect Main Theme)

 

Nadira chiuse il borsone, sedendosi sulla branda, nella stanza ormai svuotata da ogni suo effetto personale, incredula, con un datapad in mano. Gli ordini erano arrivati da pochi giorni, tutto si aspettava meno che quello.

E, sotto la naturale eccitazione di un sogno che si realizza, provava una certa paura, consapevole che la sua vita stava tornando sui binari giusti, quelli per cui aveva lottato ogni singolo giorno, in mezzo ad incubi, al disprezzo e dalla sfiducia di superiori e sottoposti, dopo Akuze.

Ordini che provenivano dal Comando della Quinta Flotta, ma non fece fatica a immaginarsi Anderson, ritto davanti agli Ammiragli a perorare la sua causa, come aveva fatto durante il suo processo davanti alla Corte Marziale, a fare ciò che suo padre non avrebbe mai fatto.

Lo merito davvero, tutto questo? Si chiese facendo scorrere gli occhi su quelle parole fredde, formali, marziali, scritte sul datapad.

Sei ancora qui, Cougar? Alza le chiappe e va a prenderti quel posto, e smettila di piagnucolare come un Salarian a cui è stata tolta la sua confezione del “Piccolo chimico”!

Toombs ha ragione, pastor. Non è da te. Lasciaci riposare in pace, jefe.

Le voci di Salazar e Toombs, nella sua testa la fecero alzare di colpo dalla branda, ormai priva del materasso, arrotolato contro la testiera del letto, le coperte formate a cubo pronte per essere riconsegnate.

Shepard si guardò attorno, cercando la fonte di quelle voci, ma si risedette di colpo, quando capì che erano solo voci, e lei in un secondo pensò anche di essere impazzita. Le scacciò e comprese che era ora di smetterla di rimuginare su un qualcosa che si era guadagnata.

To: Lt. Commander Nadira J. Shepard, IN.C.A. Vila Militar,

Rio de Janeiro.

From: Alliance Systems Fifth Fleet HQ.

 

La S.V. È comandata di presentarsi a rapporto entro le 00:00 di sabato 2 giugno 2183 presso l'hangar A-297 della Stazione Arcturus.

Data la segretezza, e l'importanza di questo incarico, riceverà tutti i dettagli concernenti la sua missione e i suoi compiti, una volta arrivata a destinazione, direttamente dal suo nuovo Ufficiale Comandante. Si raccomanda l'utilizzo di appropriato e formale abbigliamento militare.

 

Contrammiraglio Steven Hackett, Quinta Flotta SSV Kilimangiaro.”

 

Strano, che non abbia scritto “Hackett, chiudo.”... Nadira si decise ad alzarsi, mettersi il borsone in spalla, coperte e lenzuola nelle mani e dirigersi al magazzino per restituirle, appoggiando sopra le coperte il datapad con i suoi ordini. Prima di andarsene, forse definitivamente da lì, doveva passare dal Generale Sheridan per le ultime formalità e per il debriefing di routine.

Quando fu nel trasporto che l'avrebbe portata ad Arcturus, fissò da un oblò la Terra allontanarsi, chiedendosi cosa avrebbe trovato sulla Stazione ad attenderla. Sospirò, ogni volta che vi aveva messo piede, la sua vita era cambiata radicalmente, sin da Mindoir, passando per Akuze.

Pensò a Jeff, ai messaggi a cui non aveva quasi mai risposto tra una missione, il breve riposo concessole dall'addestramento delle reclute, e la missione successiva, messaggi in cui l'amico la informava della sua vita, del sarcasmo con cui descriveva la presenza/assenza dell'amica, e delle volte che si erano mancati per poco, come durante quell'esercitazione sulla Cittadella.

Conoscendolo, se era a casa in licenza, era fermo ad osservare le navi in partenza e in arrivo, con quelle sue stampelle o i supporti per le gambe. E il suo immancabile berretto da baseball. Sperò di incontrarlo. Erano passati sei anni dall'ultima volta in cui si erano visti e lei era in un letto d'ospedale.

Si distese sulla branda che fungeva da suo letto, in quell'angusta cabina che le aveva riservato la Flotta per quel viaggio di sola andata per il centro nevralgico della potenza navale e militare dell'Umanità, aveva avuto troppo tempo per pensare a tutto, durante gli ultimi sei anni, le missioni e l'addestramento erano state solo un breve riempitivo, anche se negli ultimi tre anni aveva accettato incarichi con più frequenza, ma non erano bastati.

Ad Arcturus avrebbe avuto più possibilità di carriera, e soprattutto avrebbe potuto fare ciò per cui si era addestrata per anni. Dieci anni al servizio dell'Alleanza dei Sistemi. Non pensava fossero passati così in fretta. Aveva completato il liceo sotto le armi, firmando prima della chiusura dell'anno scolastico, dopo aver provato nell'SSC e con l'Accademia Navale poi, mentre ancora studiava.

Shepard chiuse gli occhi, voleva dormire un po' prima dell'arrivo, ma era così entusiasta e agitata che non riuscì a farlo per non più di mezz'ora. Il passaggio nel portale di Charon e poi in quello di Arcturus Prime la colsero mentre leggeva il Manuale del suo nuovo fucile di precisione, nuova dotazione standard per gli Incursori dell'Alleanza, ma sperò di poterlo cambiare la prima volta che si sarebbero fermati sulla Cittadella, o in qualsiasi colonia avesse avuto un mercante d'armi e di mod.

Era un'offesa alla dicitura “fucile di precisione”, fortuna che agli N7 veniva fornito il miglior equipaggiamento, le migliori missioni e il migliore addestramento. Che cosa le avevano detto in Armeria, per giustificare l'acquisizione dell' Equalizer VII? Ah, sì: “ Carenza di fondi”. Doveva accontentarsi, e migliorarlo alla prima occasione possibile.

Prima di Akuze utilizzava il fucile di suo padre nove volte su dieci, ma era andato perso chissà dove, non lo aveva più ritrovato, nonostante non avesse mai smesso di cercarlo in tutti quegli anni, e aveva sperato che fosse finito in mani affidabili e capaci.

Shepard appoggiò il datapad d'istruzioni nel borsone aperto per prendere l'uniforme di rappresentanza, quella blu e oro dell'Alleanza: sulle mostrine le due sbarre verticali nere da Tenente Comandante.

Dopo essersi fatta una rapida doccia, in quella cabina, si diede una sistemata, voleva essere impeccabile, e aveva scelto quel momento perché mancava mezz'ora all'attracco: finì di sistemarsi proprio mentre la nave trasporto iniziava le operazioni d'attracco, e raccolti i suoi effetti personali e tirato fuori dal borsone il datapad con gli ordini, sbarcò. Pensò di dover fare tutta la strada da sola e a piedi, ma c'era qualcuno ad attenderla.

Il Tenente Kaidan Alenko la riconobbe immediatamente, e le segnalò con il braccio la sua presenza.

Lei senza esitazione si avvicinò a lui, che le prese anche i bagagli, mettendoli sui sedili posteriori dal momento in cui Nadira si rifiutò di andare a sedersi dietro.

- Tenente Kaidan Alenko, Corpo dei Marines dell'Alleanza, Divisione Biotica. Benvenuta ad Arcturus, signora.- Alenko la salutò militarmente, prima di aprirle la portiera.

- Riposo, Tenente.- Nadira entrò nell'astro auto, sorpresa di quell'accoglienza. E anche un po' dispiaciuta, avrebbe voluto fare due passi, per vedere di riuscire a incrociare Jeff, ma non obiettò, era sempre meglio che tirarsi dietro tutto, la sua cassetta militare sarebbe arrivata via cargo, come al solito.

Kaidan la osservò per tutto il viaggio, rispondendo alle sue domande, con cortesia, ma alle sue, Shepard glissò per la maggior parte delle volte: quando si fermarono al parcheggio, Nadira rimase sorpresa.

- Non procediamo all'hangar direttamente, Tenente?- Alenko appoggiò per terra il borsone in cui c'era la custodia del fucile di precisione, poi rispose a Shepard.

- Chiedo scusa, signora. Mi sono dimenticato di dirle che verrà una navetta a portarci a destinazione. Signora.- Nadira sollevò un sopracciglio, pensando al motivo per cui c'era bisogno di tutti quegli scali, ma ancora una volta lasciò perdere. Almeno non sarebbe arrivata in disordine davanti al suo nuovo Ufficiale Comandante. Si sistemò l'uniforme, si accorse che lei ed Alenko erano gli unici militari presenti in quel punto di Arcturus. Quando la navetta toccò terra, delicatamente e il portellone si aprì, Shepard fece per prendere la sua roba, ma ancora una volta Alenko la precedette.

- Alenko, non sono infortunata o reduce da una licenza medica. Posso occuparmi dei miei bagagli da sola.- trovava irritante quella cosa, e quel servilismo del giovane Tenente. Militare di carriera, probabilmente.

- Mi scusi, signora. Ho ricevuto ordine dal Capitano di far sì che arrivasse sulla nave presentabile e di provvedere ad ogni sua esigenza. Non era mia intenzione offenderla, signora.- Nadira sbuffò, quando iniziò a capire di quale tipo di incarico si sarebbe trattato e chi fosse il suo Ufficiale Comandante. Arrendendosi, lasciò che Kaidan eseguisse i suoi ordini.

- D'accordo, Alenko. Non voglio certo contraddire il mio nuovo Comandante e i suoi ordini. - Alenko arrossì, imbarazzato, non sapeva cosa rispondere.- Le chiedo scusa.- Nadira salì a bordo della navetta, e venne accolta da una voce famigliare.

- No, ma dico io...per chi mi ha preso il Capitano, per un agente penitenziario? Devo proprio trasportare certa gentaglia a bordo della mia nave?- Shepard guardò in direzione della cabina di pilotaggio, notando un berretto da baseball e la sagoma inconfondibile di Jeff Moreau.- Spero che tu non abbia pestato nessun altro ultimamente, Shepard.-

- Potrei iniziare con te, Jeff.- rispose Nadira, cercando di non esplodere a ridere.- Sai, per testare se le tue ossa possono resistere all'impatto con il pugno di un Marine.- Alenko nel frattempo depositò sul pavimento della navetta i bagagli di Nadira, senza perderla di vista un solo secondo.

- Ehi, lascia stare le mie ossa! A meno che tu non voglia raggiungere la nostra destinazione volando attraverso il molo d'attracco. In quel caso fa pure.- Shepard scosse la testa dando una lieve pacca sulla spalla Jeff.- Sì,sì. Ho capito, ti sono mancato, ora prima che ti metti a cantare dalla gioia e uccidere tutti gli Ammiragli dell'Alleanza nel giro di cinque chilometri, dovremmo andare. Il Capitano ti sta aspettando.- Jeff controllò di avere l'ok da Shepard prima di decollare.- Il migliore pilota dell'Alleanza e mi ritrovo a dover fare da taxista, bah...-

Nadira rimase a controllare che le manovre d'attracco della navetta fossero eseguite al meglio, mentre Kaidan rimase seduto oltre il divisorio della cabina di pilotaggio, Shepard sussurò a Jeff di chiamarla Comandante davanti agli altri, se avrebbero dovuto lavorare insieme.- In particolare davanti al Tenente. Non voglio che si faccia strane idee....- segnalò Kaidan con un leggero cenno

- Agli ordini, Comandante.- rispose il pilota, mentre addomesticava a suo piacimento la navetta, e atterrando dolcemente sul molo di fianco alla nave.- Eccoci arrivati. Il Capitano ti aspetta a bordo, Comandante. Ci vediamo in mensa?- Nadira annuì, tornando seria, e salutando Jeff con un cenno di mano.

 

http://www.youtube.com/watch?v=aXCM0lZxh4U
(Mass Effect 2: The Normandy Reborn)

 

Shepard prese la sua roba, prima che Alenko se ne impossessasse, dopodichè vide finalmente la nave: aveva un design diverso dalle altre navi della Marina dell'Alleanza, sembrava un grosso uccello, più piccola e compatta delle normali navi militari che aveva visto fino a quel momento. Lasciò andare i due borsoni che teneva in mano, quello delle armi e quello degli effetti personali, dove aveva stipato anche i vestiti, uniformi comprese. Alenko le fu di fianco immediatamente.

- Bella vero, signora? La Normandy è una fregata di ultima generazione, un progetto congiunto Alleanza, Consiglio della Cittadella e Gerarchia Turian. SR significa....- Shepard lo aveva guardato male, sapeva che cosa voleva dire S.R., iniziava ad essere stanca per il viaggio dalla Terra fino a lì e anche affamata.- ….ma sicuramente sarà affamata e vorrà riposare qualche ora prima di prendere servizio. La accompagno subito dal Capitano, signora.- Kaidan, tagliò corto per paura di essere appeso al molo a testa in giù. Shepard lo intimidiva. Intrigandolo allo stesso tempo.

- Grazie, Tenente. Vedo che stanno ancora dando le ultime rifiniture allo scafo.- chiese Nadira mentre i marinai presenti nella sala tattica si mettevano sull'attenti mentre lei passava insieme ad Alenko.

- Signorsì, signora. La cerimonia di varo sarà dopodomani, nel frattempo alloggeremo in un paio di Caserme che ci sono state concesse dal Comando. Il Capitano comunque potrà spiegarle le cose meglio di me, signora.- attesero che la porta si aprisse e scesero le scale, con calma continuando a chiacchierare riguardo la nave e l'equipaggio. Kaidan accompagnò Nadira negli alloggi dell'equipaggio, segnalandole anche la capsula in cui avrebbe dormito nel caso avesse dovuto fare due turni ravvicinati per riposare un paio d'ore. Dalla mensa, le entrò odore di cibo appena preparato, ma dovette reprimere la fame e proseguire per l'alloggio del Capitano, mentre Kaidan andò alla sua postazione mettendosi a sistemare non so cosa.

- Avanti!- nel sentire la voce che le rispose dopo che ebbe suonato per entrare, Nadira diede un rapido sorrisetto ironico. Perchè non sono sorpresa?

-Tenente Comandante Nadira J.Shepard, Corpo dei Marines dell'Alleanza, 103esima Divisione Marines Terrestri, Primo Battaglione Incursori, numero di matricola 5923-AC-2826. A rapporto come da ordini per nuova destinazione. Ai suoi ordini, signore- con la destra salutò militarmente Anderson e con la sinistra gli consegnò il datapad. Datapad a cui Anderson non diede neanche uno sguardo.

- Riposo, Comandante.- Due occhi verdi e una corazza tecnologica rossa e nera apparvero al fianco di Anderson togliendosi dall'oscurità, rivelando la figura di un Turian. Pelle di marrone scuro e marchi colonici bianchi, sguardo impenetrabile, comportamento e postura marziale, che scrutarono rapidamente la nuova arrivata, prima che la sua voce, inframmezzata dalle solite doppie note, si rivolse ad Anderson per congedarsi.

- Capitano, parleremo più tardi. Ora....- il Turian scambiò un'ultima occhiata con David e si fermò un'ultima volta ad esaminare Shepard.- La lascio ai suoi doveri. Credo vorrà discutere di alcune faccende con il suo Primo Ufficiale, ora che è arrivata. Parleremo più tardi.- mentre passava accanto a Nadira la scrutò negli occhi con fare intimidatorio, ma lei non arretrò di un passo, voltandosi poi a guardare il Turian mentre usciva. Quando la porta si chiuse, Shepard si voltò verso Anderson.

- Primo Ufficiale? Scherzava, vero?- Da quando i Turian hanno imparato a fare battute?

- Ti sembra il tipo che scherza facilmente, Shepard?- chiese Anderson, serio a Nadira.

- No, ma....- Shepard si rimise sul riposo.- Non la deluderò, signore. Grazie per avermi concesso quest'opportunità, Capitano.- Anderson annuì.

- Vedi di non sprecarla, Shepard. Ora, basta con le formalità. Hai già tutte le autorizzazioni che ti servono per svolgere i tuoi compiti, e queste- Anderson si frugò nella tasca dei pantaloni della sua uniforme, tirando fuori una catenella argentata.- sono le tue nuove dogtags di riconoscimento. Controllale, e dimmi se le informazioni sono corrette. Poi mi potrai fare tutte le domande che vuoi. Puoi sederti, Comandante.-

Parlarono di tutto, cose importanti, cose futili, Anderson le chiese com'era andato il viaggio, che cosa pensava della nave. Quando seppe che aveva visto solo l'esterno, la sala tattica e sul ponte equipaggio solo la mensa, gli alloggi dell'equipaggio e le capsule per dormire, David si offrì di farle fare un giro completo della nave, prima di passare ai doveri della giornata e a spiegarle i suoi compiti.

- Un'ultima cosa, quando avremo finito con le bolle di carico e tutto il resto, dovrai passare in infermeria. L'ufficiale medico di bordo ha bisogno di conoscere la tua storia medica. E di stendere una prima valutazione psicologica.- Nadira scosse la testa.

- Non finirà mai questa storia, eh? Vengo sottoposta a questi test ovunque vada....nessun problema, Capitano, mi sottoporrò a questa tortura senza opporre resistenza.- Anderson si alzò dalla sua sedia e si sedette su quella accanto a lei per parlarle senza che nessun altro sentisse involontariamente.

- Lo so che può essere noiosa e frustrante questa cosa, Shepard. Ma il Comando ha posto soltanto questa come condizione per non opporre alcun veto alla tua promozione a Primo Ufficiale e al trasferimento sulla SSV Normandy. Se col tempo vedranno, e non ho alcun dubbio in proposito, che hai superato quella tragedia, potrebbero anche non essere più necessari. Fallo come

favore personale nei miei confronti, ok?-

Riluttante, Nadira accettò di sottoporsi a quei test.- Non sarò mai “abbastanza” per loro, signore. A parte questo, dov'eravamo rimasti?- Anderson concordò, nel cambiare argomento, e continuarono ad occuparsi delle faccende amministrative.

 

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http://www.youtube.com/watch?v=ZgSNgDlvfqM
(Boulevard of Broken dreams, Green Day)

 

Era quasi mezzanotte quando, dopo aver finito i test con l'ufficiale medico di bordo, un'altra sua vecchia conoscenza, Nadira entrò nelle Caserme assegnate all'equipaggio della Normandy SR-1.

Aveva preso con sé lo zaino da montagna e aveva messo il cambio insieme al necessario per farsi la doccia, sperando di essere da sola nella cameretta.

Quando entrò e vide che Jeff era stato assegnato a lei, sbuffò, ma fortunatamente il pilota dormiva, e lei entrò nel piccolo bagno a farsi una breve doccia, cercando di fare meno rumore possibile. Di solito donne e uomini dormivano separati, probabilmente Anderson li aveva messi insieme per far sì che Moreau arrivasse puntuale alla nave e che Shepard lo aiutasse.

Nadira indossò il pigiama poi, in punta di piedi per non disturbare l'amico, si infilò nel letto, incrociando le braccia dietro la testa, e fissando il soffitto cercando di addormentarsi: non era più abituata a dormire insieme a qualcuno nella stessa stanza, a Rio aveva avuto il suo alloggio personale, ma si sarebbe riabituata a farlo nel più breve tempo possibile.

Primo Ufficiale della nave più avanzata di tutta la Marina dell'Alleanza....chissà che cosa avrebbe detto suo padre, se avesse appreso la notizia. Niente probabilmente. Mentre sua madre si sarebbe messa a piangere dall'orgoglio, facendolo sapere a tutta la colonia: le sembrava di sentirla, nella sala insegnanti del liceo di Mindoir, a dirlo con orgoglio ai suoi colleghi.

Con il tempo era arrivata a sentire più la mancanza di sua madre che di suo padre. E ormai dei suoi genitori ricordava più le loro voci che i loro volti, il tempo passava troppo in fretta, e lei si era buttata a capofitto nel suo lavoro per dimenticare la colonia su cui era nata. E aveva finito per dimenticare, non solo il volto dei suoi genitori, ma anche quello dei suoi amici, di Robert, di Lay.

Combatteva per loro, ma non ne era più sicura.

Lay l'aveva trascinata sempre e solo nei guai, Robert le avrebbe sicuramente voltato le spalle una volta che avesse saputo che si era arruolata nell'Alleanza, e gli altri suoi amici, beh per la maggior parte ora li poteva tranquillamente considerare solo come conoscenti e compagni di scuola.

L'unico vero amico, era accanto a lei, che dormiva dalla grossa, sognando probabilmente Asari nude che gli ballavano davanti agli occhi come ricompensa di averle portate in giro con quella meraviglia di tecnica e ingegneria aerospaziale che era la Normandy. Jeff e i suoi commenti sarcastici e caustici, sempre un passo al di là della linea tra Ufficiale e subalterno, ma perlomeno diceva quello che pensava e, da alcuni video riservati della Marina che Anderson gli aveva mostrato, era un pilota dannatamente in gamba.

Come aveva previsto, non riuscì ad addormentarsi. Jeff si alzò per andare in bagno, si voltò verso il muro per non fargli vedere che era ancora sveglia, ma quando tornò a letto, il pilota scosse la testa e fece finta di niente, tornando a dormire.

Shepard attese che Moreau si fosse addormentato, per ritornare nella posizione di prima. Sulla Terra quella notte in molti erano col naso all'insù per cercare di cogliere con lo sguardo una stella cadere, nel tentativo di veder realizzato un sogno. Lei doveva solo uscire da quella stanza per vedere le stelle, ferme, inamovibili.

Durante la sua veglia, si voltò a guardare Jeff, sollevata che il suo amico non fosse cambiato, aveva temuto che potesse farle qualche battuta sul suo non essersi più fatta sentire dall'ultima volta che si erano visti, ma erano stati timori infondati.

Shepard prese la cornice olografica che teneva sotto il cuscino, e passata la mano sopra di essa, l'immagine della Terra presa dallo Spazio, scattata durante una missione di addestramento, anni prima, sulla Luna, scomparve lasciando il posto a quella del suo plotone.

Semper fidelis, Marines. 

Con un “click” cancellò il suo passato, per far posto al suo futuro. E quel futuro, si chiamava Normandy.

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Capitolo 7
*** Duty ***


Premessa: Ok, so di averlo già pubblicato questo capitolo, poi ho capito quanto veramente faceva schifo la precedente versione( e che già non mi soddisfaceva...) e l'ho riscritta. Spero stavolta di essere riuscita a scrivere qualcosa all'altezza dei capitoli precedenti.
Le opinioni sui personaggi le aggiornerò man mano che proseguirò con la storia, quindi se non sono troppo approfondite, è perchè voglio far sviluppare il rapporto tra Shep e l'equipaggio gradualmente.

Concludo ringraziando shadow_sea, kikkisan, titty1194, andromedahawke , Johnee e Nico Blair per il loro costante supporto morale e le loro recensioni. Come sempre, in caso di errori grammaticali, o riguardanti eventuali passi OOC, non esitate a segnalarmeli. Anche eventuali suggerimenti saranno bene accetti. Un grosso abbraccio a tutti/e. E anche se in ritardo, Buon ferragosto.
 

Capitolo 7: Duty

 

http://www.youtube.com/watch?v=xhJTMeytTWw
(From past to present- Skyrim OST Soundtrack)

 

Nadira finì di asciugarsi rapidamente i capelli, si era fatta una doccia veloce non appena era ritornata sulla Normandy, e aver fatto il suo discorso d'insediamento, ancora incredula che tutto quello, l'essere stata investita del rango di Spettro, essere messa al comando della nave più avanzata di tutta la Galassia e dell'Alleanza dei Sistemi, fosse realmente accaduto.

Di contro, c'era l'amarezza per il modo in cui Anderson era stato trattato, e come aveva detto a Jeff, si sentiva come se stesse rubando la nave e aver messo da parte lei stessa il Capitano. David, ancora una volta, aveva messo lei prima di tutto, persino prima della sua carriera: Nadira sapeva che Anderson non era un uomo da mettere dietro una scrivania a compilare rapporti o scartoffie, avrebbe potuto servire come Spettro lo stesso con Anderson al comando della Normandy, senza che lui dovesse farsi da parte.

Shepard gettò l'asciugamano umido sul letto e prese un uniforme pulita dal borsone: avrebbe avuto tempo di sistemare la sua roba nei cassetti lasciati liberi da David a tempo di record. Probabilmente il Capitano meditava su questo passo da tempo, ma ciò non le importava. Nadira guardò sulla scrivania, notando che Anderson le aveva lasciato un messaggio, che avrebbe letto con calma, sopra un datapad, continuò a vestirsi, e quando fu pronta, andò a fare rifornimento in mensa, riempiendo un vassoio con tutto quello che era rimasto dal pranzo e con un paio di bottigliette d'acqua, prima di rientrare in cabina, ma non le sfuggì lo sguardo che le rivolse Alenko. Nadira non ci badò, da quando l'equipaggio aveva saputo della nomina a Spettro, quello sguardo non le era più nuovo.

Aveva del lavoro da svolgere, nonostante le visioni che le erano state trasmesse dalla sonda Prothean continuassero ad assalirla, così aveva deciso di mangiare nella sua cabina, sentiva il bisogno di rimanere da sola, e concentrata su ciò che doveva fare.

Nadira depositò il vassoio sul tavolo rotondo della cabina, in modo da avere spazio a sufficienza per appoggiarvi anche datapad e Factotum, mangiò il necessario per andare avanti almeno fino al secondo turno notturno senza crollare sul tavolo addormentata, poi si mise al lavoro.

Per prima cosa controllò le comunicazioni di servizio da parte dell'Alleanza, nonostante fosse uno Spettro, a cui soltanto il Consiglio poteva dare ordini, il giuramento prestato dieci anni prima, le imponeva di espletare comunque i doveri verso l'Umanità e l'uniforme che indossava.

Controllò l'orario, era ora di cena, e dalla mensa arrivava il vociare del personale fuori servizio, era bello, essere soli, ma poter aver comunque compagnia. Nadira sentì la voce di Williams che raccontava del loro “incontro” con Harkin all'Antro di Chora.

-....a quel punto, il Comandante l'ha preso per un braccio e l'ha scaraventato contro il tavolino dove c'era una ballerina Asari che stava eseguendo la sua prestazione davanti a un paio di uccellacci arrapati. Dannazione, ho pensato, devo ricordarmi di non farla mai incazzare.- le risate si spensero all'improvviso, evidentemente era arrivato in mensa il Detective Vakarian, e la voce calma e pacata del Turian sdrammatizzò il commento poco carino che Williams fece subito dopo.

- Le Asari sono troppi soffici, più o meno come voi Umane. Un Turian vi aprirebbe per metà solo con lo sguardo.- Garrus prese il vassoio e ciò che per quella sera sarebbe stata la sua cena -Chiedo scusa se ho inavvertitamente interrotto la vostra conversazione.- Nadira stava per lasciare perdere ciò che doveva fare e apparire in mensa per placare gli animi e rimettere in riga Williams. Vakarian aveva solo risposto alla provocazione, con inaspettata calma.

Ashley riprese a raccontare fino alla clinica, poi punzecchiò di nuovo il Turian.- ….da lì in poi ve lo dovrete far raccontare dal Turian- Shepard sentì dire da Williams, una nota velenosa nella voce dell'Artigliere Capo.- visto che il Comandante mi ha rimandata sulla Normandy e si è tenuta lui al suo fianco.- Shepard sentì Garrus tossire, quasi come se fosse stato sul punto di soffocarsi, lasciando andare inavvertitamente un ringhio di avvertimento. Poi, come poco prima il Turian rispose con calma.

- Gelosa, Artigliere Capo Williams? Sapevo che anche voi Umani non avevate preferenze, ma da lei non me lo sarei mai aspettato.- Nadira quasi scoppiò a ridere, mentre nella mensa era calato il silenzio più assoluto. Shepard poteva benissimo vedere nella sua testa Ashley impallidire di colpo.

Il Comandante, sapendo che Jeff in cabina di pilotaggio aveva anche il compito di occuparsi della videosorveglianza della nave, lo contattò chiedendogli se avesse registrato il tutto e gli ordinò di inviarle il video al suo Factotum.

 

http://www.youtube.com/watch?v=KOZMxMYK2s0

 

Nadira scosse la testa, poi tornò ai suoi doveri. Williams era un ottimo soldato, lo aveva provato su Eden Prime, dove era rimasta concentrata sulla missione, sotto il fuoco nemico, nonostante gli orrori che avevano dovuto sopportare. Un Marine tutto d'un pezzo, aveva imbracciato l'Avenger e cercato vendetta per i suoi commilitoni morti durante le prime ore dell'attacco di Saren alla colonia. Con freddezza le aveva fatto rapporto sulla situazione e aveva guidato lei ed Alenko allo Spazioporto, militarmente parlando era stato un ottimo acquisto, manteneva la professionalità richiesta senza varcare i limiti imposti dal Regolamento.

L'unico motivo per cui Shepard non si fidava completamente dell'Artigliere Capo, era dovuto principalmente alle sue opinioni xenofobe verso le altre Specie del Consiglio della Cittadella e della Galassia in generale. Verso i Turian in particolare.

Nadira non conosceva la storia personale di Williams, nel suo fascicolo erano riportati soltanto i suoi punteggi, le considerazioni dei suoi superiori, e dove era stata assegnata. Ma era altrettanto sicura che la ragione di quel razzismo, o diffidenza verso i loro “vicini di casa”, era lì da qualche parte. Avrebbe dovuto chiederglielo prima che la missione finisse, nel frattempo l'avrebbe osservata, ascoltata, magari anche indirettamente. A volte bastava soltanto mettersi nei panni degli altri, per capire le loro motivazioni, i loro risentimenti, e un buon comandante doveva saper trasformare tutto questo a suo vantaggio, eliminando e smussando gli spigoli che erano d'intralcio alla buona riuscita della missione. Non tutti sapevano perdonare come lei. Anche se perdonare era una parola grossa.

Il suo atteggiamento verso i Batarian era di totale indifferenza, non li odiava e nemmeno li amava, e avrebbe avuto tutti i diritti di prendere una testata nucleare e lanciarla su Khar'shan, ma a quel punto non sarebbe stata migliore di loro. E lei non era una terrorista. E se un Batarian si fosse offerto di aiutarla in quella missione, lo avrebbe accettato senza troppi problemi.

Nadira doveva ringraziare Anderson per non essersi lasciata trascinare da eventi che aveva subito sulla propria pelle. Evidentemente Williams non aveva avuto la fortuna di trovare qualcuno che le facesse cambiare idea sugli alieni. Shepard sapeva che non erano poi tanto diversi dagli Umani, col tempo anche l'Artigliere Capo lo avrebbe capito, lavorando fianco a fianco con loro: Ashley le era sembrata abbastanza intelligente da comprendere la necessità di mettere da parte la diffidenza e collaborare insieme al resto della squadra.

Nadira si stiracchiò, dopo che la mensa si era svuotata, era dovuta andare in infermeria per quei test che l'avevano obbligata a compilare ogni singolo giorno, era stata tentata di utilizzare lo status di Spettro per revocarli, ma aveva desistito quando una vocina interna le aveva detto che se avesse usato la sua autorità per quello scopo, sarebbe stato il primo passo per diventare come Saren.

Aveva accettato l'incarico per fare la differenza, per fermare un pazzo che andava in giro per la Galassia con il preciso intento di sterminarli tutti, con l'aiuto di questi famosi Razziatori che le galleggiavano nella testa insieme alle visioni che le erano state trasmesse dalla sonda Prothean.
Non per sistemare i suoi problemi personali.

Poi era tornata in cabina, guardando sconsolata la pila di datapad che si era formata nel frattempo, durante la sua assenza.

Dopo essersi stiracchiata, prese il vassoio ormai vuoto e colse l'occasione per prendere un'altra boccata d'aria, e per prepararsi un caffé, sorprendendosi nel trovare Tali, la Quarian, mangiare da sola a un tavolo, e Wrex, che la osservava masticando meccanicamente il suo pasto.

Tanto, dovrò lavorare fino a tardi in ogni caso. Le terrò compagnia, magari imparerò qualcosa di nuovo. So che i Quarian sono bravi tecnici e meccanici. Mi aiuterà a distrarmi un po' dalla stanchezza e dai pensieri.

Sorrise lievemente quando la Quarian si alzò di colpo non appena lei appoggiò la tazza di caffè sul tavolo davanti al vassoio di Tali, scusandosi nervosamente di non averla sentita o vista arrivare, aggiungendo che stava meditando su alcuni upgrade da fare alla Normandy, ma Shepard la rassicurò dicendole che non aveva fatto niente di male, e parlarono per mezz'ora. Tali raccontò a Nadira della storia del suo popolo, raccontandole della creazione e della ribellione dei Geth, intavolando una breve discussione con il Comandante sull'eticità morale del tentativo attuato dai Quarian per distruggere i sintetici quando avevano iniziato a mostrare segni di piena coscienza. Per tutto il tempo, Wrex aveva continuato ad osservarle fingendo di osservare l'ambiente attorno a sé.

- Ora scusami, Tali. È stata una bella chiacchierata, ma devo tornare ai miei doveri. Se dovessi aver bisogno di qualcosa, o qualcuno ti trattasse male, non esitare a fare rapporto. Buonanotte, Tali.- La Quarian si alzò contemporaneamente a Shepard, prendendo il suo vassoio e mettendolo sopra gli altri dopo averlo svuotato. Nadira risciacquò la sua tazza e, mentre stava andando nella sua cabina, Tali la chiamò, esitante, e Shepard rivolse immediatamente la sua attenzione alla Quarian.

- Shepard, se hai bisogno di una mano...io non ho molto da fare in sala macchine e vorrei rendermi utile in qualunque modo possibile.- Nadira sospirò, un aiuto le avrebbe fatto comodo per smaltire alla svelta quello che l'aspettava sulla sua scrivania, ma erano cose che doveva fare lei. E Tali aveva dei compiti ben precisi da svolgere in sala macchine.

- Ti ringrazio dell'aiuto, Tali, ma sei più utile in sala macchine. Sono sicura che l'ingegnere Adams ti troverà qualcosa da fare. Inoltre,- Shepard controllò il suo orologio, e notò scoraggiata che era quasi mezzanotte a Vancouver. Lei avrebbe visto il primo turno mattutino ancora sveglia, ma la sua squadra doveva riposare. Shepard avrebbe sopperito alla stanchezza con gli stimolanti e ulteriori dosi di caffeina.- è tardi, ed è stata una lunga giornata per tutti voi. Va' a riposarti, Tali. Continuerai ad occuparti dei tuoi compiti in sala macchine quando riprenderai il turno in mattinata. Buonanotte.- Tali la guardò per un paio di secondi e scosse la testa, Nadira le fece un'ultima domanda prima di lasciare scendere la giovane meccanica nella stiva.- Che tu sappia, c'è ancora qualcun altro sveglio, giù nell'hangar?- Tali annuì.

- Garrus Vakarian. Sta lavorando da ore sul MAKO, è salito per la cena, e ora credo sia ancora occupato con il veicolo. Il Capo Williams ha staccato da poco, lo stesso l'ufficiale dei rifornimenti.. - Nadira attivò il comunicatore interno della nave, collegandosi all'hangar.

- Qui è il Comandante Shepard. Detective Vakarian, le ordino immediatamente di interrompere qualsiasi attività che sta svolgendo e di ritirarsi nei suoi alloggi a riposare.- Shepard non sentì nessuna risposta, solo il rumore di un carrellino e di alcuni strumenti metallici. Garrus rispose poco dopo.

- Può aspettare? Sono nel bel mezzo di alcune riparazioni al MAKO....-Shepard respirò profondamente per non rispondere male al Turian.

- Vakarian, le ho dato un'ordine e quando un superiore dà un ordine, lo si esegue e basta. Le riparazioni al mezzo può continuarle domani mattina, ora vada a riposarsi. Sono stata chiara?- Silenzio. Nadira stava per rincarare la dose, quando la voce del Detective rispose.

- Signorsì, signora.- Shepard sorrise soddisfatta, ma mantenne il necessario distacco, e rimproverò Garrus.

- Che sia la prima e ultima volta che discute un mio ordine, signor Vakarian. Ci siamo intesi, Marine?- Shepard fece per correggersi, ma quando era in modalità sergente istruttore, era difficile che si rimangiasse ciò che aveva appena detto. Tali la osservava stupita e un po' impaurita, e si decise a muoversi, seguendo Wrex che con calma si stava avviando verso l'ascensore, così non sentì la risposta del Turian.

- Affermativo!- Nadira annuì.

- Ottimo, ora devo andare. Buonanotte, signor Vakarian.- respirò a fondo il Comandante, per recuperare il controllo di sé.

- Buonanotte anche a lei, signora.- Nadira, sospirò profondamente, di nuovo. Se c'era una cosa che non poteva recriminare su Garrus era la scarsa educazione.

- Shepard, chiudo.-

Il Comandante tornò finalmente in cabina, appoggiando il thermos colmo di caffè sul tavolo, accanto alla sua tazza. Lavorò per tutta la notte, incessantemente, scambiando qualche parola con Jeff ogni tanto, attraverso il comunicatore interno, entrambi tenendosi compagnia per evitare di cadere addormentati, il pilota sui comandi della nave e lei sui numerosi datapad di cui non riusciva a vedere la fine.

Durante una pausa, mentre sbadigliava di continuo e il caffè iniziava a non farle più effetto, prese in mano il messaggio di Anderson e lo lesse: quando vide di che cosa si trattava, serrò le mascelle così forte che i denti le fecero male per mezz'ora. Si ripromise di passare dall'Ambasciata Umana la prima volta che sarebbero arrivati alla Cittadella per rifornimenti o per altro, visto che aveva una lunga serie di piccoli favori da completare. Una visita ad Anderson era d'obbligo dopo quel messaggio. Soprattutto se il motivo di quella richiesta era davvero così importante.

Prese in mano il fascicolo di Garrus, depositato con cura in mezzo agli altri che aveva a disposizione, quelli di Alenko e Williams, che aveva già visionato, doveva inoltre finire di compilare quelli di Tali e Wrex.

 

http://www.youtube.com/watch?v=YyAIrRjkcc4

 

Del Turian non sapeva cosa pensare, quelle note di demerito e richiami formali ricevuti durante la sua carriera nell'SSC non parlavano molto a suo favore, d'altronde lei non poteva giudicarlo solo da quell'aspetto, lei stessa prima di diventare Ufficiale aveva collezionato una bella serie di richiami formali.

Nadira si alzò dalla sedia, non riusciva a stare ferma per più di un mezzo secondo, forse a causa della quantità abnorme di caffeina ingurgitata per restare sveglia e portare a termine i suoi doveri, controllò le cicatrici sul suo corpo dopo essersi tolta la maglietta, e storse il naso esalando un sospiro di esasperazione. Maledetti Divoratori.... buttando la maglia dell'uniforme e la maglietta sul letto, prese dal borsone la lozione che doveva utilizzare in quei momenti, indecisa se andare in infermeria o farsi aiutare da qualcuno, poi optò per applicarsela da sola, come aveva sempre fatto quando era a Rio.

Mentre si passava quella lozione sul suo corpo martoriato, Vakarian fece di nuovo capolino nella sua testa.

Sicuramente Garrus seguiva molto il suo istinto, e aveva tutte le migliori intenzioni della Galassia, ma a volte si doveva ragionare su quello che si faceva in battaglia, o durante una sparatoria. Nella clinica aveva avuto dalla sua una mira fuori dal comune, e molta fortuna. Un centimetro più in là, e invece del mercenario avrebbe ucciso la Dottoressa Michel. Loro avevano il preciso compito e dovere di non mettere a rischio la vita dei civili disarmati, altrimenti non sarebbero stati diversi dai criminali e dai terroristi.

Vakarian, a suo avviso, era un immenso potenziale sprecato, prima o poi avrebbe ucciso qualche civile, un errore che avrebbe pagato caro, se non avesse imparato a utilizzare anche la testa insieme al cuore. E in questo era diverso dagli altri Turian. Non che ne conoscesse molti, ma quei pochi con cui si era trovata ad avere a che fare, erano esemplari perfetti della stessa razza di Garrus. Ligi al dovere e alle regole, disciplinati e precisi.

Il Detective invece, patriottismo a parte, era tutto l'esatto contrario, e Shepard si chiese per quale motivo si fosse arruolato nell'SSC, ed aveva intrapreso la carriera di Agente di Polizia. Da una sua prima impressione, Garrus era più adatto ad una carriera militare, che a quella in Polizia. Certo, l'SSC come le forze di sicurezza di Palaven, aveva una doppia connotazione come polizia sia civile che militare, ma sempre di Polizia si trattava. E sulla Cittadella di guerre al momento non se ne stavano combattendo.

Contro il crimine ci voleva sì determinazione, ma procedure e regole servivano a far sì che la gente, quelle stesse persone che erano vittime di crimini di ogni tipo, dal furto a reati ben più gravi, si fidasse delle Forze dell'Ordine e ricorresse a loro invece di farsi Giustizia da sola. E se gli Agenti stessi non le rispettavano, come potevano aspettarsi che i civili facessero altrettanto? Non tutte le Specie della Galassia, avevano l'elevato senso civico dei Turian, o la tolleranza delle Asari soprattutto gli Umani.

L'atteggiamento di Vakarian era inaccettabile, secondo il punto di vista del Comandante, perchè anche lei nei primi anni della sua carriera aveva infranto quelle regole che ora seguiva, non ciecamente, più di una volta, ritenendo che le impedivano di fare il proprio dovere di Marine. Poi, aveva capito, il motivo di tutte quelle restrizioni, quando si era ritrovata la prima sbarra sulle mostrine dopo la Scuola Allievi Ufficiali.

Quando aveva iniziato ad avere responsabilità maggiori verso gli uomini e le donne sotto al suo comando. E verso i cittadini dell'Alleanza dei Sistemi.

Solo i terroristi e i dittatori non si curavano delle vittime civili, i cosiddetti “danni collaterali”. E né lei né Vakarian erano dittatori o terroristi. Nemmeno ora, pur avendo il rango di Spettro, e potendo svolgere i suoi compiti senza doversi preoccupare delle regole e delle Leggi, avrebbe piegato quelle leggi ,che aveva giurato di rispettare, alla sua volontà.

Non era Saren.

Nadira, nel frattempo aveva ripreso il proprio lavoro, finendo di controllare gli ultimi datapad che le erano rimasti. Prima di addormentarsi sopra il fascicolo di Garrus, ancora aperto sulla sua carriera nell'SSC, cedendo finalmente il passo alla stanchezza, si ripromise di fare una lunga chiacchierata con il membro Turian del suo equipaggio.

La lunga giornata, costellata da così tanti eventi importanti, che avevano dato una svolta alla sua vita, era finalmente finita, e non si accorse nemmeno della porta della cabina che, un paio d'ore dopo, si aprì, lasciando entrare i rumori e i profumi della mensa che si apprestava ad accogliere l'equipaggio per la prima colazione.

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Capitolo 8
*** Wind of change ***


Premessa: Innanzitutto, scusate il ritardo con cui inserisco i vari capitoli, più vado avanti e più diventa difficile trovare le idee giuste per proseguire. E ho alcuni impegni famigliari e non, che non mi consentono di concentrarmi, come vorrei, su questa storia.
Riguardo al capitolo ho voluto che un personaggio si presentasse da solo, e mi servirà come “testa di ponte”, per il capitolo successivo. Inoltre chiedo scusa per la lunghezza del capitolo. Ho dovuto chiudere in qualche modo. Spero vi piaccia e non vi annoi. Lo avevo già oubblicato, ma mi sono accorta che c'erano alcune incoerenze. Così, ho cancellato e riipubblicato(Gli inconvenienti di pubblicare a quasi le quattro di notte...)

Ringrazio tutte voi, che mi supportate con i vostri consigli, recensioni, commenti e correzioni(in fatto di grammatica sono molto pigra....quindi, come sempre, non esitate a segnalarmi eventuali errori grammaticali e di forma, nonché errori di battitura). Un ringraziamento speciale(spero le altre non me ne vogliano male..) a shadow_sea, Johnee,Nico Blair, andromedahawke, RedDeer, kikkisan, Nidham e titty1194.
Ne approfitto per ringraziare anche tutti coloro che leggono la storia, ma non recensiscono. Buona lettura a tutti.

Capitolo 8: Wind of change

 

http://www.youtube.com/watch?v=_FydwthgLeM
 

Quando il portellone si aprì, e il vento di Edolus sparse un po' della sabbia all'interno dell'hangar, Wrex e Williams si prepararono ad accogliere il ritorno del MAKO sulla Normandy insieme alla squadra da sbarco, composta da Garrus, Tali e il Comandante.

Inaspettatamente, Nadira abbandonò il mezzo non appena esso risalì la rampa, lasciando a Vakarian il compito di rimetterlo in assetto: Shepard si infilò rapidamente nell'ascensore, tenendo indossato il casco e senza guardare nessun altro in faccia. Soltanto Wrex, che si era voltato per un attimo verso Shepard, incuriosito da quel comportamento insolito, notò il pugno rabbioso che il Comandante diede contro il pulsante di attivazione dell'ascensore.

Come il MAKO fu riposizionato, e bloccato, grazie al lavoro combinato di Williams, del Turian e di Wrex, Vakarian e Tali scesero dal mezzo, lentamente si diressero agli armadietti, la giovane Quarian sembrava scossa, mentre Garrus, che di solito era abbastanza ciarliero mentre si toglieva la corazza e cercava di coinvolgere Tali e gli altri nella conversazione, rimase in silenzio finchè Williams non gli chiese, coi suoi soliti modi “aggraziati” che cos'era accaduto su quel pianeta.

- Giuro che se hai fatto o detto qualcosa di sbagliato al Comandante, Turian, ti ritroverai quel palo che hai tra le chiappe appeso per le ali della Normandy! Che cosa è successo, laggiù?- Garrus non aveva la forza di controbattere e dato un sospiro profondo, se ne tornò al MAKO senza rispondere, lasciando l'incombenza a Tali.

-Se vuoi sapere com'è andata la missione, chiedilo direttamente al Comandante, Williams. Non siamo autorizzati a parlarne.- Ashley osservò diffidente la Quarian mentre Tali se ne ritornava in sala macchine, dopo aver messo l'equipaggiamento nel suo armadietto e aver passato a Williams, chiedendole gentilmente se poteva pulirle l'arma, il suo fucile a pompa.

- E poi dicono che la testa rasata svitata sono io, o si meravigliano che diffida degli alieni. Tsk, non capisco proprio perchè Shepard li abbia voluti a bordo con tanta insistenza. Sono circondata da animali! Non solo alieni...- esclamò l'Artigliere Capo, nel vedere le condizioni del fucile di precisione di Shepard, che non aveva ancora avuto modo di acquistarne un altro. - Giuro che se la prossima volta me lo riporta ancora a bordo in queste condizioni, Comandante o no, la butto fuori dal portellone!- Wrex, appoggiatosi alle sue solite casse, gorgogliò una risata, prima di rispondere a Williams che aveva creduto di aver espresso quelle sue considerazioni a bassa voce.

- Mi piacerebbe proprio vedere come farai, Umana. Corri il rischio di essere tu a venire scaraventata fuori dal portellone. Ahahah. Mi piaci.- Ashley girò di scatto il volto verso il Krogan.

- Bah, sta zitto, grossa lucertola parlante. Torna a pensare ai fatti tuoi. Ehi, Turian!- Ashley si voltò in direzione di Garrus, attirando la sua attenzione lanciandogli una mod esaurita, che mancò Vakarian di poco, finendo contro il MAKO.- Avrei bisogno di una mano con i fucili, se non ti dispiace. Visto che sembra tu te ne intenda parecchio.- Garrus uscì da sotto il mezzo, sporco di olio e grasso in faccia. Raccolse la mod e la buttò nel secchio che utilizzavano come contenitore di quel genere di rifiuti. Prese uno straccio, la pasta lavamani, e con tutta calma si ripulì, facendo innervosire Ashley.

Poi le rispose. - Innanzitutto, ho un nome e gradirei che iniziassi ad usarlo, secondo, per quanto tu possa essermi superiore di grado su questa nave, se vuoi il mio aiuto, Williams, me lo devi chiedere gentilmente, invece di utilizzare modi da Sergente Istruttore con l'esaurimento nervoso. Puoi chiamarmi Garrus o Vakarian, ma non “Turian”. Terzo, se proprio vogliamo far valere i gradi, ero un tuo parigrado nell'Esercito Turian prima di entrare nell' SSC. Ragion per cui, portami rispetto.- Ashley si piantò davanti a Vakarian, provocando un ringhio annoiato da parte di Wrex, quei due erano peggio di due Varren che si disputavano l'unico pezzo di carne rimasto o parafrasando un modo di dire umano che aveva sentito durante uno dei suoi tanti incarichi da mercenario, in una schifosa bettola su Omega da un “collega” umano, facevano entrambi a gara tra chi ce l'aveva più lungo. E quelle scene si ripetevano più volte durante i turni su quella nave. E non solo.

Wrex si chiese quando Shepard sarebbe intervenuta a prendere per le creste quei due e rimetterli al proprio posto. Sia l'Umana che il Turian stavano mettendo a rischio la missione, insieme a quell'Umano biotico che continuava a svenire durante le sessioni d'addestramento quando il Comandante lo spingeva oltre il limite per spronarlo a fare al meglio il suo dovere.

Bah, pyjacks!, sbuffò Wrex, tra sé e sé, iniziando a rimpiangere di essersi unito a quella strampalata squadra. Lui lavorava meglio per conto suo o in piccoli gruppi, e iniziava a diventare insofferente, nel restare a bordo senza poter menare le mani.

- Il rispetto è un qualcosa che ci si deve guadagnare, Turian! Ci avete quasi...- Ashley stava per ripetere la solita manfrina del Portale 314, quando la voce di Shepard esplose nell'hangar, facendo sobbalzare sia Williams che Vakarian e sorprendo persino Wrex , che voltò di scatto la testa in direzione del Comandante. Nessuno si era accorto dell'apertura dell'ascensore.

- Ora basta!- Williams e Garrus scattarono sull'attenti, rigidi e terrorizzati dallo sguardo sfigurato dall'esasperazione di Shepard, che avanzava a grandi passi verso i due contendenti. Quando fu abbastanza vicina riprese a parlare.- Vi ho lasciato stare, facendo affidamento sulla vostra capacità di giudizio e intelligenza, sperando che foste abbastanza maturi da risolvere da soli le vostre diatribe interspecie!- Williams deglutì, non aveva mai visto il Comandante così arrabbiata, da quando prestava servizio sulla Normandy.- Se non ve ne siete accorti, là fuori c'è gente che sta morendo, mentre voi due vi accapigliate per delle stronzate vecchie di trent'anni, questa è una nave da guerra, non un asilo infantile! La MIA nave da guerra! Oppure ordinerò al Krogan di prendervi entrambi a testate! Anzi lo farò io personalmente, dopo avervi fatto il giro della nave a calci!- Nadira si posizionò davanti a Williams.- Sono stata chiara, “Gunny”?-

- Signorsì, signora!- rispose Ashley, deglutendo e trattenendo a stento una risposta piccata nei confronti di Shepard che si posizionò davanti a Garrus, senza dare il tempo a Williams di replicare.

- Sono stata chiara, Vakarian?- Garrus guardò Nadira, confuso. Era stata Williams a iniziare la litigata, come sempre, non aveva fatto niente di male. Perchè ora riprendeva anche lui?

- Signorsì, signora!- Shepard arretrò di un passo.

- Ottimo! Entrambi siete puniti. Presentatevi a rapporto nella mia cabina fra quindici minuti esatti, in uniforme da fatica, vi farò passare la voglia di litigare tutto il giorno! Potete andare!-

Nadira marciò decisa verso l'ascensore, Tali apparve dalla Sala Macchine, entusiasta per aver scoperto qualcosa dai file che avevano recuperato su Edolus.

- Shepard, cercavo proprio te. Ho trovato...- il Comandante le lanciò un'occhiataccia, ancora furiosa per quello che aveva detto a Garrus e a Williams.

- Non ora, Tali! Torna alla tua postazione, o giuro che faccio una strage!- urlò Shepard prima di entrare nell'ascensore e tornare al Ponte Equipaggio. La Quarian smarrita, si guardò attorno chiedendo spiegazioni.

-....ho forse detto qualcosa di male?- a Tali rispose Wrex.

- Tu? Niente. Sono stati questi due idioti che non sono capaci di stare zitti e continuano ad accapigliarsi come varren davanti a un pezzo di carne.- Tali guardò sia Williams che Vakarian, seria e notò che entrambi si stavano preparando in silenzio per qualcosa.

La Quarian poi, non avendo necessità di una spiegazione, e comprendendo il motivo per cui Shepard era esplosa a quel modo, se ne tornò in Sala Macchine, mentre vide Garrus e Williams raggiungere in silenzio l'ascensore e salire sul Ponte Equipaggio, lasciando Wrex da solo nell'hangar ad osservare il vuoto.

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http://www.youtube.com/watch?v=YFh2vpGeoIk
 

 

Il Krogan si trovò a ripensare alla rabbia concentrata nel corpo del Comandante, che era esplosa contro Williams e Vakarian in modo così veemente. La Quarian in Pellegrinaggio non aveva detto niente, ma Wrex aveva intuito qualcosa: aveva sentito parlare spesso di Shepard durante i suoi viaggi e lavori come mercenario, e soltanto due cose potevano rovinarle la giornata. Schiavisti Batarian e Divoratori.

Gli ricordava da vicino la sua stessa rabbia, e la sua impotenza nel vedere il suo popolo distruggersi e uccidersi a vicenda, diventando peggio degli animali, a causa della Genofagia.

Anche lui aveva cercato di cambiare le cose. Era giovane, il più giovane Signore della Guerra del suo Clan e Jarrod insisteva nel voler muovere guerra a qualsiasi cosa respirasse nella Galassia, quando, con il loro numero, non erano in grado neanche di starnutire su un pezzo di roccia.

Wrex era sicuro che la Genofagia non fosse l'unica sorpresa che Turian e Salarian avessero lasciato su Tuchanka, e che se solo avessero provato a mettere fuori il naso dal loro pianeta natale, avrebbero completato ciò che avevano lasciato in sospeso con la loro dannata malattia genetica.

Aveva letto negli sguardi delle loro femmine la disperazione, la mancanza di una speranza, della speranza spezzata di una madre che non avrebbe più potuto essere tale: pur essendo donne forti, che avrebbero potuto combattere al fianco dei maschi Krogan, aveva visto molte giovani madri uccidersi od osservare catatoniche il corpo senza vita del loro cucciolo nato morto oppure girovagare senza meta per le lande della sua terra alla ricerca di un Divoratore, implorando una fine rapida, che le privasse di quel dolore senza fine.

I maschi avevano iniziato a lasciare quel posto diventato inospitale, i pochi cuccioli che sopravvivevano, una volta superato il Rito di Passaggio, difficilmente restavano su Tuchanka, arruolandosi sempre più numerosi tra i ranghi dei diversi gruppi mercenari per poter sopravvivere.

Lentamente la loro civiltà, che prima dell'intervento Salarian era florida e ricca di arte e di cultura, si stava avvicinando sempre di più al declino, come poteva Jarrod, anche solo pensare di scendere in guerra? Per far sì che i Krogan si estinguessero definitivamente? Il loro numero calava sempre di più e, a causa della Genofagia, non avrebbero potuto rimpolpare le loro fila rapidamente, nemmeno se avessero, per un'intera generazione, pensato solo alla riproduzione.

Un giorno si era ritrovato a parlare con una femmina, quelle non facevano altro che parlare, riflettere e poi parlare di nuovo, era uno Sciamano che aveva appena superato la sua iniziazione, discutendo delle sue preoccupazioni per i Krogan, e questa lo aveva spronato a farsi avanti, sicura che avrebbe avuto l'appoggio di tutti coloro che avevano un minimo di cervello e non pensavano a combattere e basta.

Così Wrex aveva iniziato a far sentire la sua voce, raccogliendo ogni giorno che passava sempre più seguaci, facendo infuriare Jarrod e suo fratello Wreav, insieme ai loro seguaci che volevano la guerra a tutti i costi, contro chiunque.

Jarrod, aveva iniziato a preparare la sua trappola, Wreav era passato temporaneamente dalla parte del fratello, e il grande Signore della Guerra Jarrod, convocò un Incontro in campo neutro, ad Hollows, in uno dei luoghi sacri per i Krogan, dove una volta raggiunto il Vuoto, i più grandi guerrieri dell'Orda venivano onorati e sepolti, raggiungendo gli Spiriti e le ossa dei loro Antenati.

http://www.youtube.com/watch?v=7Z2wTU8PONg
 

 

Un pugnale che veniva estratto e che sprofondava nel petto di Jarrod. Le grida belluine dello scontro dietro di sé. Sangue arancione che colava sulle sue mani mentre gli occhi di suo padre che si aprivano stupefatti che qualcosa non fosse andato come lui aveva previsto. Wrex aveva spinto sempre più a fondo, incredulo ma determinato a porre fine a tutto.

Quando aveva accompagnato il corpo quasi privo di vita di suo padre, Wrex si era inginocchiato a terra, sostenendolo, e il vecchio Guerriero e Signore della Guerra, aveva preso il suo primogenito per l'interno della gobba, e gli aveva lasciato la sua eredità. Parole di odio, odio verso chi aveva gettato i Krogan nel caos, nell'inevitabile estinzione.

Lì, ad Hollows, la violenza un tempo era vietata, ora sulle tombe dei loro antenati stava scorrendo del sangue, sangue Krogan, fratelli che uccidevano fratelli e figli che uccidevano i loro padri. Wrex si era guardato attorno, mentre in mano ancora teneva il coltello con cui aveva privato della vita suo padre dopo uno scontro accanito. Ed era stata allora che la verità sulla Genofagia, sui suoi effetti diretti e indiretti, era balzata ai suoi occhi rossi. Non solo non c'era speranza, per il suo popolo, o futuro, ma non c'era neanche possibilità di redenzione per loro, Salarian e Turian avevano agito con astuzia, sapendo che non sarebbe stata soltanto la Genofagia a distruggerli, ma i Krogan si sarebbero distrutti da soli, uccidendosi l'un l'altro.

Mentre i loro nemici, nella Galassia avrebbero prosperato. Avevano rivoltato la violenza brutale innata della sua specie contro di essa, per garantirsi un avvenire di pace e prosperità.

Consapevole di ciò, Wrex aveva buttato il coltello e, facendosi strada uccidendo chiunque si frapponesse tra lui e l'uscita, si era allontanato da quel luogo maledetto.

Da allora, vagava come mercenario per la Galassia, combattendo per crediti, e gli piaceva, si viaggiava a spese di qualcun altro e qualche volta si combatteva. L'unica nota negativa era il continuare ad incontrare mercenari Krogan, in numero sempre più crescente.

Wrex sapeva che cosa voleva fare Shepard, imprimere un cambiamento che non poteva essere raggiunto, far andare d'accordo razze e specie così diverse tra di loro era una cosa impossibile, forse tra Umani e Turian i rapporti non erano poi così rovinati al punto da essere irreparabili, ma il Krogan era molto scettico che il Comandante potesse riuscirci. 

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La mensa era vuota, Kaidan stava ultimando alcune riparazioni alla sua postazione di lavoro, quando Shepard le era passata accanto rispondendo al saluto dell'equipaggio, con un “Comodi” stirato, prima di andare a rinchiudersi nella sua cabina, dopo aver fatto un rapido giro di controllo per verificare che nell'equipaggio non ci fossero altri motivi di attriti interspecie.

Alenko aveva cercato di parlarle, al ritorno dalla missione, prendendo la scusa di aiutarla a togliere la corazza, ma lei lo aveva scacciato, ordinandogli di tornare ai suoi compiti. Era preoccupato per il Comandante....per Shepard.

Kaidan la sentiva muoversi per la sua cabina quando invece avrebbe dovuto riposare, una volta era entrato nella sua cabina per fare rapporto su alcuni ordinativi da approvare riguardo alle scorte di medicinali per Dextro aminoacidi, principalmente richiesti per la Quarian, e l'aveva trovata addormentata sul terminale. In pieno turno.

Alenko aveva cercato di sgattaiolare via, dopo averle appoggiato la giacca dell'uniforme di rappresentanza sulle spalle, ma era inciampato negli anfibi del Comandante, e il leggero rumore provocato dalla caduta del Tenente, aveva svegliato Shepard che lo aveva aiutato a rialzarsi. Come se la stanchezza fosse passata di colpo.

E ora, poteva ancora benissimo sentirla camminare avanti e indietro nella cabina alle sue spalle. Il turno del Comandante era finito da un paio d'ore, aveva cenato in mensa insieme a loro, ma in un tavolo solitario, dopo la punizione che aveva inflitto a Williams e a Vakarian, nessuno se l'era sentita di tenerle compagnia, anche se lui era stato tentato di auto invitarsi al tavolo di Shepard.

Solo l'intervento di Ashley lo aveva convinto a desistere dal suo tentativo, ma aveva comunque continuato ad osservarla per tutto il tempo che era rimasta in mensa.

Alenko rimise a posto i suoi attrezzi, e fece partire una diagnostica per verificare che le riparazioni fossero andate a buon fine, si sorprese quando vide arrivare sul Ponte Equipaggio Garrus e Tali, seguiti a poca distanza da Williams. Il Turian e la Quarian parlavano tra di loro come se fossero amici da anni, Ashley era scura in volto e aveva in mano il fucile di precisione di Nadira.

L'Artigliere Capo bussò alla porta della cabina del Comandante, Shepard uscì per il tempo necessario a riprendere la sua arma e ringraziare con freddezza Williams. Kaidan controllò il prospetto dei turni appeso sul muro dove il Comandante e Pressly avevano il loro armadietto: Garrus, Tali e Williams avrebbero fatto doppi turni quella notte, mentre il suo era quasi alla fine. Evidentemente erano saliti a fare una pausa e a mangiare qualcosa. Vakarian aveva con sé una delle bevande più in voga tra la sua gente, e si sedette dopo aver preso uno snack adatto alla sua specie, una barretta energica al cioccolato specifica per chi avesse Destro DNA. Naturalmente indossava il suo solito visore, e la sua corazza tecnologica azzurra e nera, che indossava solo a bordo. Tali invece prese un vassoio e qualcosa che era simile al caffé umano. Ashley riempì il vassoio con tutto quello che era riuscita a trovare di commestibile, prese la sua tazza, una tazza bianca con un teschio in rilievo e lo stemma dell'Alleanza accanto al suo nome e grado, e la riempì fino all'orlo di latte misto a cioccolato solubile. Kaidan si chiese dove l'Artigliere Capo era riuscita a trovare del cioccolato in polvere, nello spazio, e soprattutto come faceva a tenere conservato del latte che non fosse condensato o liofilizzato. Non aveva letto niente del genere nelle bolle d'accompagnamento delle derrate alimentari

Il biotico scosse le spalle, non era certo sua intenzione fare rapporto a Williams perchè aveva portato a bordo alimenti non autorizzati dal Comando. Se Shepard non diceva niente, perchè avrebbe dovuto dire qualcosa lui? Dopotutto, tutti avevano diritto alle proprie piccole manie.

La curiosità fece capolino un'altra volta, in Kaidan, curiosità mista a preoccupazione per Shepard. Si sentiva in parte colpevole, per lo stato fisico e mentale del Comandante, pensando che tutto quello fosse una conseguenza dell'incidente con la sonda di Eden Prime, quelle visioni dovevano tormentarla giorno e notte. Alenko aveva notato che spesso usciva dall'infermeria con le stesse pillole che la Chakwas dava a lui per i suoi mal di testa da impianto, quindi doveva soffrire anche di emicranie molto forti.

Più di tutti gli altri, la capiva: ci si sentiva facilmente irritabili in quei momenti, niente andava bene e soprattutto, ogni singolo rumore, come una moneta che cadeva sul pavimento, poteva dare fastidio. E lui poteva ritenersi fortunato che soffriva solo di emicranie, il malfunzionamento degli impianti L2 poteva anche avere ripercussioni ben peggiori.

Garrus e le altre due sembravano non fare troppo caso a lui, così, come ebbe finito di sistemare gli attrezzi che aveva utilizzato e sentendosi soddisfatto dei risultati ottenuti, nonostante la curiosità lo stesse mangiando vivo, decise che era arrivato il momento di andare a riposare.

-....e così, ora sapete il perchè non mi fido di voi due...- Garrus sollevò una placca sopraccigliare, e Ashley si corresse.

- ...d'accordo, di voi tre! Vi giuro che quel Krogan mi mette paura ogni volta che mi guarda, anche solo per puro caso. Ma questo non vuol dire che ci terremo per mano mentre faremo la doccia, Vakarian.- Kaidan vide Garrus muovere le mandibole, come se si fosse messo a ridere. Poi, ascoltò la risposta del Turian che si era guardato attorno, come se si aspettasse che qualcun altro sbucasse all'improvviso alle loro spalle.

- Tranquilla, Williams. Abbiamo combinato un bel casino, eh, oggi? Ho il vago sospetto che questo doppio turno non sia un caso.- Tali si accorse di Kaidan e tossicchiò attraverso il filtro della maschera per avvisare gli altri due, che si voltarono immediatamente in direzione della giovane Quarian.

- Stai bene?- chiese Ashley, allarmata, Tali aveva appena spiegato a Garrus e a Williams la faccenda della Flottiglia e il motivo per cui indossava la tuta ambientale.

- Tali, dovresti farti vedere dall'ufficiale medico di bordo.- disse Vakarian facendo eco all'Umana, altrettanto preoccupato.

Poi, quando Tali indicò qualcosa alle loro spalle, Garrus capì e indicò con un cenno del capo Kaidan che stava rallentando appositamente le operazioni di timbratura della fine del turno, per ascoltare la loro conversazione. Ashley arricciò il naso, non era per niente carino da parte del Tenente origliare a quel modo, e non era la prima volta che lo faceva. Così, dopo aver bevuto un altro sorso del suo latte, Williams lo invitò a sedersi con loro, nonostante il chiaro disappunto di Garrus e Tali. Dopo aver guardato Garrus che aveva emesso un cupo ringhio, e sbuffato, con lo sguardo “che-cosa-ci-posso-fare”, Ashley salutò cordialmente Kaidan, che si mise a sedere alla destra dell'Artigliere Capo, proprio davanti a Vakarian.

- Finito il turno, signor Tenente?- chiese senza troppa convinzione e felicità Ashley all'altro Umano della squadra, indecisa se svuotare rapidamente la tazza nel lavandino e andare a farsi una doccia prima di tornare ai suoi doveri nell'hangar.

- Sì, finalmente. Oggi è stata una giornata abbastanza lunga e sfiancante. Le ultime due ore le ho dovute fare con un'emicrania tremenda. Mi chiedo come abbia fatto a non svenire.- Vakarian scosse la testa. Fragile, inutile e borioso Umano. Lui e Williams avevano pulito la Normandy da cima a fondo, ed erano sopravvissuti. E l'Artigliere Capo si era sciroppata un turno dietro l'altro, mentre lui e Tali erano andati in missione con il Comandante, otto ore su un pianeta scosso da vento e sabbia, e con alcuni “ospiti indesiderati” ad attenderli.- Piuttosto come è andata su Edolus? Il Comandante non sembrava molto contenta quando siete tornati.- Tali e Garrus si guardarono, anche Ash era tornata alla carica per sapere cos'era successo per far innervosire così tanto Shepard, ma Williams non era riuscita a scucirgli niente. Avevano le bocche più sigillate di una cassa chiusa con silicone e fermagli in ghisa.

- Gliel'ho chiesto anch'io, Alenko, ma questi due alieni sanno tenere i segreti meglio di due Agenti del Mossad Israeliano.- Garrus e Tali controllarono immediatamente i loro traduttori, e cercarono il significato di quella parola che Williams aveva appena detto.- E' una famosa Agenzia d'Intelligence terrestre, se proprio vi interessa saperlo. Vi risparmio la fatica di andarvelo a cercare su extranet.- chiosò Ashley.

- Se qualcuno mi confida qualcosa che non vuole che si sappia in giro, e do la mia parola, non sia mai che infranga la parola data, Artigliere Capo. Nemmeno se queste informazioni potessero essere di vitale importanza per la missione.- disse con sicurezza e calma Garrus, dopo aver bevuto tutto d'un fiato ciò che restava della sua Tupari. - Piuttosto, signor Tenente, è sicuro di non aver fatto qualcosa che possa aver offeso il Comandante? Quando è risalita dopo la missione, era nervosa, ma non arrabbiata.- Ashley guardò il Turian, sospettosa, e si concentrò sulle ultime briciole del suo pasto abbondante. E lo stesso fece Tali per un breve periodo, prima di decidere di dare manforte a Garrus.

- E' vero, Shepard era infuriata dopo essersi cambiata e indossata l'uniforme.- Alenko iniziò ad arrossire, a deglutire.- Keelah, nel poco tempo in cui la conosco, non l'avevo mai vista così arrabbiata, nemmeno quando le ho parlato della Guerra degli Albori tra il mio popolo e i Geth.- Ashley stava per intervenire a difesa di Kaidan, ma poi intuì a che cosa miravano i due, e decise, in via del tutto eccezionale, di reggere il gioco ai due alieni.

- Tenente? Perchè non risponde a tono a questi due alieni? Non avrò pulito ogni singolo bullone della Normandy per colpa sua vero?- Alenko fece per rispondere, ma Joker si unì alla conversazione, dopo essere sceso, aiutato prima da Pressly e poi dalla Chakwas, a bersi un caffè e a mangiare un boccone.

- Hey, gente, che cosa dice da queste parti?- il pilota si sedette mentre Garrus si era alzato a prendere qualcosa a Joker.- Wow, chi l'avrebbe mai detto che sarei stato servito da un Turian. Dato che ci sei, Garrus, vorresti anche portarmi quella copia di Fornax che Alenko non mi ha ancora restituito e che gli avevo prestato poco prima che Shepard diventasse il capo?- Kaidan iniziò a sudare freddo, non si ricordava di dover restituire ancora quella rivista.- Di che cosa stavate parlando, a quest'ora della notte? Pensavo che tu e Williams stavate già iniziando la litigata notturna, Garrus. Sai, la Normandy non è mai stata così pulita come da quando vi ci siete messi voi due a lustrarla.- Ashley colpì la becca del cappello di Moreau.

- Chiudi il becco, Joker...se non vuoi che il tuo berretto finisca nella gobba del Krogan. Stavamo cercando di capire il motivo dell'incazzatura di Shepard, che mi ha riportata ai tempi del mio addestramento a Parris Island. E Alenko stava per dire qualcosa prima del tuo arrivo.- Kaidan annuì, sentendo un gran caldo addosso. Jeff sollevò un sopracciglio. E guardò Alenko, dopo aver ingurgitato un pezzo di bistecca duro come una suola di scarpa, ma non si poteva pretendere molto dalle cucine delle navi militari, sulla Tokyo era stato anche peggio, là aveva mangiato solo ed esclusivamente razioni. Ma non si lamentava, rispetto a ciò che mangiava a casa sua in licenza, quel posto era un Hotel a cinque stelle.

- Non ci avrai provato di nuovo, vero, col Comandante, Alenko, dopo una missione? Ti ho detto che detesta approcci simili, devi aspettare un paio d'ore, prima di poterla avvicinare.- Kaidan colto in flagrante, serrò le mascelle e deglutì, lo sguardo, fintamente sfigurato dall'ira di Williams, che lo squadrava.

- Io...io le ho soltanto chiesto se potevo aiutarla a togliere...a togliere la corazza, mi era sembrata più stanca del solito e...non ho fatto niente di male, non pensavo che...- Ashley sbottò cercando di restare seria mentre guardava il Tenente agitarsi sulla sedia accanto a lei, pallido e terrorizzato anche dall'espressione furibonda di Garrus, che aveva iniziato a ringhiare e aveva schiuso la bocca, mostrando i suoi denti aguzzi, appiattirsi contro il carapace e stendere le creste.

Era tutta una messinscena, ma Kaidan si sentì come un cervo che stava per essere sbranato.

- Che cosa?! E io ho dovuto pulire tutta la fottuta nave, perchè tu non sai tenere i pantaloni raffreddati, Tenente?!- per dare maggiore enfasi alla sua finta arrabbiatura, Ashley diede un pugno sul tavolo e si alzò in piedi, mulinando un dito sotto il naso di Kaidan. Tali si teneva le mani davanti al casco per non farsi scappare una risata.

- Mi- mi dispiace...non intendevo...io...Scusatemi, ora devo andare, ho il primo turno mattutino domani e non voglio arrivare in ritardo. Si è fatto tardi.- Jeff diede il colpo di grazia a Kaidan, Garrus non sapeva più come fare per trattenersi dal ridere in faccia ad Alenko, anche a causa dello sguardo confuso della Chakwas che aveva assistito alla scena insieme a un Sottufficiale Specialista Medico, che gli faceva da assistente.

- Kaidan, ricordati di restituirmi il Fornax che ti ho prestato. Possibilmente prima che il Comandante faccia diventare Saren un ibrido Batarian. Buonanotte.- Alenko si affrettò a entrare nei bagni maschili e ad aprire la doccia, mentre in mensa il gruppetto esplose a ridere, l'ultima a riuscire a fermarsi fu Tali, che iniziò ad avere il singhiozzo, subito dopo. Ash si asciugò gli occhi, le lacrime causate dal troppo ridere, le scendevano copiose e non riusciva a fermarle. Jeff peggiorava il tutto continuando a mangiare come se niente fosse accaduto e accennando un lieve sorriso beffardo in mezzo alla folta barba, soddisfatto.

- Spiriti! Ero sicuro che gli sarebbe venuto un infarto, se avessimo continuato!- l'affermazione di Garrus provocò un'altra piccola ondata di risate, al pensiero di come avrebbero potuto infierire ulteriormente sul povero Alenko.

Karin, incuriositasi, andò a chiedere al gruppo composto da Garrus, Tali, Williams e Jeff, il motivo di quell'improvvisa riunione e soprattutto il perchè stessero ridendo così fragorosamente, sapendo che il Comandante era lì a pochi passi, e stava sicuramente cercando di dormire un paio di ore.

Quando seppe cos'era accaduto, anche la Dottoressa si unì a loro, alzandosi dopo essere riuscita a fermarsi a malapena, e infilarsi nell'infermeria, riemergendone poco dopo con una bottiglia di brandy e un paio di bicchierini da liquore per sé e per Williams.

- E per me niente, Doc?- protestò Joker, dopo essersi asciugato la fronte, una volta toltosi il berretto e averlo appoggiato sul tavolo, rivelando un taglio di capelli ancora più corto di quello di Shepard e una frangetta che arrivava poco oltre la fronte.

- Non dopo aver preso le tue medicine, Joker.- Karin passò il secondo bicchierino ad Ashley che ringraziò la Dottoressa, ma rifiutò educatamente, visto l'approssimarsi del suo secondo turno, vuotandosi invece dell'acqua minerale, e lo stesso fece Jeff. Garrus e Tali presero una Tupari ciascuno.

Chiacchierarono un po', di varie cose, poi la Chakwas si servì di un secondo bicchierino di brandy Serrice Ice, e attese che tutti riempissero i loro bicchieri, con le rispettive bevande.

- Facciamo un brindisi?- tutti si ritrovarono d'accordo. Iniziò Jeff, e nessuno si stupì più di tanto, quando propose il suo brindisi.

- Alla Normandy, e al migliore pilota di tutta la dannata Alleanza e Galassia.- i bicchieri si alzarono verso di lui, all'unisono, poi toccò a Williams, che il suo brindisi lo pronunciò, con grande sorpresa di tutti, con un sussurro colmo di un affetto che nessuno aveva mai sentito nell'Artigliere Capo.

- Alla 212 a Nirali Bathia, e al caporale Richard Jenkins, senza il quale non avrei mai avuto la fortuna di essere qui..- poi toccò a Tali. Sospirò profondamente, gli occhi lucidi sotto la maschera.

- A Keenah'Breizh Vas Honorata...- la giovane Quarian si offuscò per un secondo, poi tornò ad essere la solita Tali. Entusiasta, gioviale e apparentemente insicura. Tutti gli sguardi si concentrarono su Garrus. Il Turian non sapeva a chi brindare. Essendo l'unico rappresentante del popolo della Cresta di Apien, sarebbe stato logico chiamare un brindisi in onore di Nihlus Kryik.

Ma a Nihlus avrebbe brindato nel momento in cui avrebbe trapassato il cranio di Saren con il suo Mantis. Si trovò spiazzato, non sapeva a chi o a che cosa brindare.

- All'SSC...- soltanto Tali colse l'ironia nel brindisi proposto da Garrus. L'unica altra persona che avrebbe potuto cogliere il vero significato di quello strano brindisi da parte di Vakarian, era nella sua cabina, probabilmente già addormentata.

La Dottoressa, prima di proporre il suo, miscelò lentamente il brandy nel suo bicchiere, aspettando che tutti avessero vuotato nei loro bicchieri la loro bevanda, voltata leggermente verso la cabina del Comandante, sperando che all'ultimo si potesse unire a loro anche lei. Karin sapeva che era ancora sveglia. E che, con molta probabilità li stava ascoltando. Scambiò uno sguardo d'intesa con Jeff e, rilassatasi, si alzò in piedi, seguita dagli altri, che avevano compreso il motivo per cui la Chakwas si era alzata.

- Al Comandante Nadira Shepard, Primo Spettro Umano e Capitano della SSV Normandy!- i bicchieri tintinnarono l'uno contro l'altro, poi ognuno tornò alle proprie occupazioni, dopo aver vuotato i bicchieri e sistemato la mensa.

Nadira, aveva sentito il brindisi, ed era stata tentata di unirsi alla Dottoressa e agli altri, ma si era trattenuta perchè non voleva dare soddisfazione a Vakarian e a Williams. Così rimase nella sua cabina, seduta sul bordo del letto, con la luce del terminale del computer che le illuminava metà volto, mentre il resto rimaneva coperto dalle tenebre della stanza.

E, finalmente, dopo quella lunga nervosa giornata, un breve sorriso le incorniciò il volto.

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Not a man for compromise ***


Premessa: Torniamo temporaneamente sulla Cittadella. Mi sono sempre chiesta cosa accadeva mentre Shepard girovagava per la Galassia alla ricerca di Saren, e ho provato ad immaginare quel sant'uomo di Anderson alle prese con il ratto(N.d.A., il ratto è come definisco Udina. Spero che nessun ratto si offenda nell'averlo paragonato all'Ambasciatore....). Due capitoli in due giorni...beh volevo farmi perdonare per l'attesa a cui vi ho sottoposto in attesa dell'ottavo.

Doveva essere nel capitolo precedente, ma ho preferito spostarlo qui. Spero vi piaccia.

Come sempre ringrazio le mie affezionate lettrici, quelle che recensiscono sempre i miei capitoli, per il loro supporto, per i loro consigli e per la costanza con cui sopportano i miei vaneggiamenti(di cui l'ultimo capitolo è stato un valido esempio.).
Buona lettura.

Capitolo 9: Not a man for compromise
 

http://www.youtube.com/watch?v=1pm4fQRl72k

Udina storse il naso e puntò il dito contro gli ologrammi rappresentanti il Consiglio della Cittadella.

- Questo è un oltraggio! Shepard fa parte dell'Alleanza e inoltre questa faccenda riguarda anche lo Spazio del Consiglio! Richiamatela immediatamente, la questione è della massima importanza!-

Anderson costrinse le sue mani a restare dietro la schiena. Chi si credeva di essere, Udina, per pretendere di disporre del Comandante a suo piacimento? Cercò con gli occhi Sparatus, il Turian aveva le mandibole serrate alla placca facciale, immobile come sempre, gli occhi verdi che emettevano disprezzo e disgusto verso l'Ambasciatore umano. David sperò che per una volta mettesse da parte i suoi risentimenti e i suoi pregiudizi verso gli Umani, rimettendo al suo posto Udina.

- Ambasciatore, le ricordo che il Comandante Shepard fa parte del Reparto Specialisti Tattiche e Ricognizioni. Ed è in una missione di vitale importanza per conto del Consiglio della Cittadella per fermare uno Spettro ribelle.- la voce calma e pacata, ma ferma di Tevos, il consigliere Asari, risuonò nell'ufficio.- Ciononostante, siamo a conoscenza del fatto che il Comandante stia svolgendo anche altri compiti assegnatole dalla Quinta Flotta.- l'ultima frase venne permeata da un velo di risentimento che soltanto Anderson, probabilmente, riuscì a cogliere.

- Uno Spettro ribelle, di cui lei, Ambasciatore, ha chiesto la rimozione dal Reparto. Ma questo non le da il diritto di dettare la nostra agenda. Il ritorno di Shepard è fuori discussione. Se ne sta già occupando l'SSC della faccenda. Verrete informati del risultato a indagini concluse.- disse, seccato, il Consigliere Turian. Il Capitano, alle spalle di Udina, abbozzò un breve cenno del capo in segno di ringraziamento verso Sparatus. Purtroppo l'Ambasciatore non desistette.

- Si tratta di un mercante di schiavi, che probabilmente detengono anche Umani! È inconcepibile che il Consiglio, ogni volta che noi abbiamo bisogno di una mano, si tiri indietro e faccia spallucce! Alcuni schiavi, da ciò che sappiamo, provengono dalla colonia di Mindoir! E...- Anderson fremette, aveva capito a che cosa mirava Udina, e non avrebbe permesso che ciò accadesse. Si intromise nella conversazione. Doveva fermare Udina, prima che facesse abbattere su Nadira una tempesta politica di enormi dimensioni.

- Con tutto rispetto, signor Ambasciatore, mi trovo mio malgrado d'accordo con i Consiglieri. La priorità di Shepard è fermare Saren, non aggiustare tutto quello che viene rotto nella Galassia. Le missioni per conto della Flotta sono giustificabili in quanto sono correlate alla missione principale.- la testa di Udina si voltò verso il Capitano, di scatto. Mentre un sorriso compiaciuto apparve sui volti olografici dei Consiglieri. - Non possiamo permetterci che il Comandante perda tempo prezioso e concentrazione in una materia di cui può occuparsi benissimo il Servizio di Sicurezza della Cittadella. Sono personale altamente qualificato e che ha l'esperienza necessaria per gestire la situazione. Dobbiamo aver fiducia negli uomini e nelle donne dell'Esecutore Pallin.- Anderson fece una pausa, Udina lo stava fissando stupito e arrabbiato, sentendosi spinto con le spalle al muro proprio dal suo addetto militare.

L'Ambasciatore non volle ammettere che il Capitano Anderson aveva ragione. Iniziava a pentirsi dell'averlo costretto a fare un passo indietro e lasciare la Normandy al suo Primo Ufficiale, se Anderson non fosse stato lì, ora, avrebbe potuto convincere il Consiglio a inviare Shepard ad occuparsi della vicenda.

Nella sua testa si era già visto rispondere trionfante alle domande dei giornalisti sulla brillante Operazione condotta dal Primo Spettro Umano per liberare quella povera gente, che per lui erano soltanto uno strumento per far carriera. Sentiva già il rumore dei calici colmi di champagne durante i festeggiamenti, si era già visto salutare stringendo le mani di quei poveracci davanti alle telecamere.

E ora Anderson stava mandando tutto all'aria.

- Shepard....- Udina cercò di controbattere, ma Sparatus intervenne.

- Basta così, Ambasciatore. Per quanto mi dolga ammetterlo- Certo, come no..., pensò David ritornando silenzioso, e ad osservare le immagini azzurre dei Consiglieri.- il Capitano Anderson ha ragione. Saren va fermato ad ogni costo. È stato proprio lei a dirlo, mi corregga se sbaglio.-

L'Ambasciatore serrò le mascelle, emettendo rabbia e bile dai piccoli occhi da ratto, definitivamente sconfitto. Trattenne la rabbia dentro di sé a stento, quei tre idioti erano un ostacolo troppo grande da superare da solo. Non con Anderson che si era messo contro di lui, inaspettatamente. Doveva stare molto attento a dove camminava e a chi si appoggiava. Maledì per l'ennesima volta il momento in cui aveva ceduto, aveva concesso a Shepard quella possibilità. Era una disgrazia per il genere Umano, il Comandante, un altro dei motivi per cui aveva costretto Anderson a restare sulla Cittadella era per separare i due, per poter manipolarla, ma anche a distanza di anni luce, il legame tra il Capitano e il suo Primo Ufficiale era troppo solido per essere spezzato. Non sarebbe mai riuscito ad ottenere ciò che voleva, con Anderson di mezzo.

- La sua richiesta di far rientrare Shepard alla Cittadella è respinta, Ambasciatore. Delle indagini e dell'Operazione se ne occuperà l'SSC. L'udienza è conclusa.- Tevos, perentoriamente, mise fine a quel gioco bizantino, e le sagome dei Consiglieri scomparvero all'unisono.

Anderson rimase dov'era, in attesa di ciò che Udina stava per dirgli. Non rimpiangeva ciò che aveva appena fatto, aveva dovuto farlo per spegnere un incendio ancora prima che si sviluppasse. E non aveva assolutamente paura dell'Ambasciatore: aveva avuto a che fare con i politici per tutta la vita, soprattutto con quelli come Udina, che in Parlamento rappresentavano la maggioranza.

I politici erano il cancro della vita militare, sapeva che Udina pensava di poter manipolare la sua protetta come voleva, ma si sbagliava. Finchè lui avrebbe avuto un singolo rantolo di fiato in corpo, non glielo avrebbe permesso. Sapeva che la ragazza avrebbe potuto mostrargli il dito medio della mano anche da sola, e che non si sarebbe lasciata manipolare facilmente, era la degna figlia di suo padre. James ne sarebbe stato orgoglioso. Lui, David Anderson, era troppo onesto e fiero per farlo, ma in quel preciso istante, mentre Udina gli vomitava addosso tutto il suo risentimento, provò la voglia di prenderlo per il bavero della giacca e farlo sporgere dal davanzale del suo ufficio, ripetendo il gesto che aveva fatto Nadira, pochi giorni prima, dopo che l'Ambasciatore aveva fatto una battuta non molto carina nei confronti della Quarian che aveva permesso loro di aprire gli occhi del Consiglio su Saren.

David si astenne dal farlo, e rimase llì dritto e tranquillo a subire gli insulti dell'Ambasciatore.

-....e adesso mi scusi, Anderson. Ho un appuntamento con l'Ambasciatore Korlac. Devo trattare un accordo commerciale con i Volus, per conto dell'Alleanza. Se qualcuno mi cerca, al momento non sono a disposizione.- Anderson sospirò profondamente, dieci volte, prima di rispondere.

- Agli ordini, Ambasciatore.-

Come Udina uscì dall'ufficio, David si sedette alla sua scrivania, pesantemente. Ecco a che cosa si era ridotto, dietro ad una scrivania, a fare da segretario a quel piccolo Varren odioso di Udina, negli ultimi anni che gli restavano prima della, meritata, pensione. Rimpianse la Normandy, il suo equipaggio, i giorni in cui aveva combattuto fianco a fianco con James Shepard e il suo plotone su Shanxi. Rimpianse persino Camala e Saren.

Anderson tirò fuori dal suo Factotum una foto di lui con Nadira, scattata il giorno della sua graduazione a Ufficiale, a Quantico, e sorrise. Come un padre orgoglioso di ciò che la figlia aveva conquistato.
Sorrideva, Shepard, in quella foto. Una delle rare volte in cui glielo aveva visto fare. Ad Anderson mancava quel sorriso, che si era definitivamente spento dopo Akuze. Nemmeno la nomina a Spettro lo aveva riportato indietro. Nemmeno affidandogli la Normandy, aveva provocato una reazione simile a quella presente nella foto che lui stava osservando.

Per un attimo ebbe il dubbio di averle chiesto troppo, per averle affidato un peso troppo gravoso da sopportare, ma quel dubbio svanì rapidamente quanto si era formato. Sapeva che Nadira ce l'avrebbe fatta a prendere a calci Saren, a comandare una fregata e a riportarne a casa l'equipaggio.

Indugiò nei ricordi, senza l'Ambasciatore tra i piedi, non aveva granchè da fare quel pomeriggio. 

 

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http://www.youtube.com/watch?v=24UBwv0_MX4

Le foglie e i fusti del grano scricchiolavano sotto i loro piedi, mentre avanzavano in silenzio per non farsi scoprire dai Batarian. Potevano vedere chiaramente i segni dell'incendio che avvolgeva il fienile della fattoria, e sentire il rumore di un conflitto a fuoco.

Solo ventiquattro ore prima, Anderson era in quella fattoria, a guardare la notte che scendeva sotto il portico della casa, prima di rientrare sulla Einstein. Erano lontani da Mindoir quando la segnalazione dell'attacco era arrivata, e O'Shee aveva dato ordine di tornare indietro, senza esitazioni.

Gli spari cessarono di colpo, mentre loro erano vicini abbastanza da vedere delle ombre, avvolte dalle fiamme, allontanarsi in fretta e furia, come se avessero avvistato dei Demoni e volessero scappare dall'Inferno.

L'insediamento principale era offlimits, i Batarian avevano costruito delle difese impenetrabili e gli altri due plotoni inviati per dare supporto alla guarnigione locale, mantenevano la loro posizione, costretti ad osservare quell'orribile spettacolo e ad ascoltare le grida dei coloni, impotenti.

David aveva deciso di pensare agli insediamenti esterni, dove il nemico, probabilmente, ancora non era arrivato, e non si era ancora trincerato. E ora diramò ordini per spegnere quell'incendio che ancora non si era sviluppato abbastanza in fretta per poter creare danni intensivi alla struttura.

Buttò giù la porta secondaria del fienile a calci, e si gettò all'interno, falciando gli ultimi due Batarian rimasti in vista che stavano frugando un corpo immobile, gettato in mezzo al fango e al proprio sangue. David corse subito a controllare, per vedere di chi si trattava. Inginocchiatosi, scostò i capelli castani della donna e provò disgusto nel constatare che si trattava di Anna Shepard. Posò due dita sulla carotide per controllare se c'era polso e se ci fosse qualche possibilità che fosse ancora viva, scuotendo la testa verso lo specialista medico del plotone, che si era avvicinato per prestare soccorso.

Anderson chiuse gli occhi alla donna, che presentava un foro di proiettile in testa, oltre a evidenti segni di violenza fisica, e... e anche altro.

- Controllate che ci siano superstiti. O altri corpi. Se trovate la figlia, avvisatemi. Johnson...- un giovane Caporale dei Marines dell'Alleanza si fece avanti, mentre si puliva la bocca.

- Comandi...- Anderson gli allungò uno straccio pulito, ordinandogli in silenzio di ripulirsi senza utilizzare la corazza d'ordinanza.

- Aiutami a spostare questo cadavere in un posto pulito. Quelle bestie lasciale dove sono caduti.- il Marine si guardò attorno, poi senza parlare aiutò il Comandante a spostare Anna Shepard accanto al banco da lavoro del marito. Anderson staccò la catenina con la croce d'argento dal collo della donna, e gliela avvolse attorno alle mani, come un rosario, mormorando un “Riposa in pace”, carico di rabbia, per ciò che le avevano fatto. Stava ancora osservando la donna, quando Zabaleta lo contattò per dargli, finalmente, una buona notizia.

- Comandante, abbiamo trovato la ragazzina. È qui nell'aia, respira ancora, ma è ferita.- David si alzò, precipitandosi nell'aia insieme al medico. Zabaleta e un paio di Marines erano accanto alla ragazza, che da lontano sembrava morta. Anderson si inginocchiò, la figlia di Shepard aveva in mano il fucile di precisione del padre, il Comandante lo avrebbe riconosciuto in mezzo ad altri cento, glielo tolse strappandoglielo delicatamente, e passandolo al Tenente Zabaleta.

Il volto della ragazza era pallido, sporco di sangue e di polvere, Anderson spostò i capelli dal sangue che le colava dalla fronte, il Comandante aveva visto gli occhi di... Nadira, così si chiamava, giusto?, muoversi sotto le palpebre e speranzoso l'aveva rassicurata, quando questi si erano aperti. Il respiro si era fermato a metà quando la mano destra della ragazzina, inaspettatamente, lo prese per la gola, ma era talmente debole che David si liberò facilmente da quella presa, afferrando poi la mano della figlia di James e stringendogliela forte.

- Comandante...ha bisogno di cure mediche immediate.- il medico attirò la sua attenzione e David vide la ferita alla spalla sinistra. Senza esitare contattò la Einstein, e insieme allo Specialista Matthews e alla ragazzina, ormai incosciente e stesa sulla barella di fortuna su cui era stata posata, rientrò sulla nave, cedendo temporaneamente il comando del plotone a Zabaleta.

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http://www.youtube.com/watch?v=6abb33Jiq1A
 

 

Anderson sospirò, mentre osservava il movimento sotto di lui, concentrandosi su un Elcor che, con calma, si muoveva verso il quartiere finanziario.

Erano passati tredici anni da allora, aveva faticato ad aiutare Shepard a superare quel trauma, e non era del tutto sicuro che fosse superato del tutto, sicuro che Akuze avesse solo peggiorato le cose.

Comunque fosse, si era rialzata entrambe le volte e aveva trovato la forza di andare avanti, ed era questo l'importante.

Udina neanche lontanamente immaginava, cosa avrebbe potuto provocare nel Comandante, con quella missione: Anderson la conosceva troppo bene per sperare che quell'Operazione non avesse un riflesso sulla caccia a Saren.

Al di là delle implicazioni personali, se tra quella gente di Mindoir, ci fosse stato anche un solo amico di Nadira, un amico della sua adolescenza, il vecchio senso di colpa sarebbe riemerso. Inoltre i media ci sarebbero andati a nozze: il Primo Spettro Umano che molla tutto per salvare i suoi concittadini schiavizzati dai Batarian, fregandosene di un Turian pazzo e sociopatico che imperversava impunito nella Galassia. Una storia che li avrebbe attirati come mosche sul miele.

Perchè lei vi ci si sarebbe buttata a capofitto, insieme all'unità più strampalata che lui avesse mai visto assemblare da quando era nell'Alleanza. Se il Turian e la Quarian, probabilmente si sarebbero fermati se glielo avesse ordinato, Anderson non era sicuro che il Guerriero Krogan che si era portata dietro, avrebbe fatto lo stesso.

David rise lievemente, nel rivedere la faccia di Udina mentre Urdnot Wrex avanzava verso di loro e poi si infilava ,scostando l'Ambasciatore a malo modo, sulla rampa d'accesso della Normandy mentre Udina gracchiava “Questa è una fregata dell'Alleanza, lei non è stato autorizzato a salire a bordo!”. Il Krogan l'aveva guardato indifferente e poi con una manata, spostò l'Ambasciatore, e lui non era riuscito a trattenere un sorrisetto, divertito da quella scena e dalle parole di Wrex. “Taci, pyjack. Prendo ordini soltanto da Shepard.”, il guerriero Krogan poi aveva guardato Anderson. “Nessun altro che vuole impedirmi di salire a bordo?” David aveva alzato le mani in segno di resa.

“Cedo alla violenza. Benvenuto a bordo, signor Wrex.”. Il Krogan aveva annuito col testone e aveva proseguito, salendo a bordo della Normandy, e Anderson sorrise un' altra volta nel ricordare l'urlo che Joker aveva cacciato nel trovarsi faccia a faccia, con il carro armato vivente in corazza rossa e il fucile a pompa dalle dimensioni di un'arma giocattolo, ma, sospettò Anderson, estremamente potente.

Anderson si mise al terminale, voleva provare a contattarla, per sapere come andavano le cose a bordo, e per sentire come stava: la Chakwas, come gesto di cortesia nei confronti del Capitano, gli inviava rapporti giornalieri sul Comandante, soprattutto a causa dell'incidente su Eden Prime. E gli ultimi che Karin gli aveva inviato, a volte, lo tenevano sveglio di notte.

David rimase connesso finchè Udina non rientrò dall'incontro con l'Ambasciatore Volus, parlando con astio misto a disgusto dell'Ambasciatore Elcor che aveva richiesto “con estremo piacere e gentilezza” di partecipare alle trattative commerciali, affermando “con entusiasmo” che sarebbe stato onorato di collaborare commercialmente con gli Umani a nome della sua gente.

- Non mi abituerò mai, alla vista di questi “cosi”. Questo è uno di quei giorni in cui vorrei essere di nuovo ad Arcturus, al Parlamento. Dove eravamo rimasti?-

Anderson scosse la testa, dopo aver sollevato gli occhi al cielo, esasperato. Come si poteva odiare gli Elcor? Aveva il vago sospetto che quella giornata non sarebbe finita tanto presto. Inviò un messaggio a Kahlee Sanders, annullando il loro appuntamento e scusandosi con lei.

- Ah, sì.. la faccenda di Harkin...-

Anderson si sedette dalla parte opposta della scrivania, preparandosi psicologicamente alla lunga, sfibrante discussione che stava per provocargli un enorme mal di testa.

 

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Capitolo 10
*** Bridges ***


Premessa: Inizio col chiedere scusa con il ritardo con cui aggiorno. Secondo, spero di non aver deluso le aspettative. Ho cercato di far vedere la reazione di Shepard e Garrus ad Edolus, anche se non credo di esserci riuscita. Sono dubbiosa su questo capitolo, molto dubbiosa, per cui non esitate anche a distruggermelo. Ci avviciniamo ad una delle missioni principali, la prima, a dir la verità.
Avviso: il Leng citato nel capitolo, non è Kai Leng. È un altro Leng, di cui parlerò altrove.
Concludo, ringraziando shadow_sea, andromedahawke, kikkisan, Johnee, titty1194, Nico Blair, Nidham, RedDeer per il loro supporto, le loro recensioni.
Mi auguro che si faccia avanti qualche altro recensore, tra coloro che leggono la mia storia e stanno in silenzio. Ogni idea, critica, consiglio è preziosa( ovviamente se portata educatamente), per cui non esitate a farmi avere la vostra opinione.
A presto, e buona lettura.

Capitolo 10: Bridges
 

http://www.youtube.com/watch?v=rj4jUbWJWDA
 

 

Shepard si svegliò di soprassalto, era crollata non appena aveva finito di parlare con Tali a proposito della sonda che avevano scoperto su Edolus.

Doveva succedere che prima o poi capitasse. Solo che anche quella volta, gli incubi non le avevano dato tregua finché non si era svegliata, madida di sudore a tal punto dal doversi trascinare di nuovo sotto la doccia: di solito erano le visioni della sonda Prothean di Eden Prime, a costringerla ad abbandonare il letto prima del previsto.

Controllò l'orario sul Factotum, una volta conclusa la doccia e rimessasi a letto per dormire almeno ancora un paio di ore, prima di rilevare Pressly sul Ponte 2, nella Sala tattica. Il suo Primo Ufficiale, per quanto avesse le sue riserve sull'equipaggio non Umano della Normandy, era un buon Primo Ufficiale, riusciva a farsi rispettare dall'equipaggio, mantenendo le dovute distanze.

Shepard sospirò. Aveva assegnato a lui il compito di occuparsi della parte amministrativa per quella giornata, prima che Tali bussasse alla porta della sua cabina, e mentre dormiva, glieli aveva riportati , al risveglio avrebbe dovuto controllarli prima di inoltrarli al Comando dell'Alleanza. E c'era ancora il Diario di bordo da compilare. Quello spettava a lei. Insieme al controllo dei rapporti di missione, che aveva richiesto a Vakarian e a Tali, da confrontare con il suo, per vedere se combaciavano, prima di inviarli ad Arcturus.

Per il resto della giornata, avrebbero scansionati i pianeti per localizzare il sito archeologico in cui questa Dottoressa T'Soni, erano già nell'Ammasso Artemis Tau, ma fino a quel momento i tentativi di rintracciarla, erano finiti male. Sigh, sono solo le tre di notte...e il turno inizia fra tre ore.

Poteva comunque considerare un record essere riuscita a dormire quasi quattro ore di fila senza dover ricorrere all'aiuto della Chakwas, anche se un paio di ore in più di sonno le avrebbero fatto davvero comodo.

Nadira sospirò, mentre osservava il soffitto della sua cabina, le braccia incrociate sotto la testa, tra la nuca e il cuscino.

Edolus era stata una vera e propria debacle, per lei. Era consapevole che per gli uomini di Kahoku non c'era più stato niente da fare, ma perdere il controllo a quel modo, mettendo a rischio la vita di Vakarian e Tali, era stata una mancanza da parte sua, ingiustificabile. Aveva permesso alla paura...al terrore di prendere il sopravvento quando quel Divoratore era spuntato fuori dal terreno.

Shepard sbatté le palpebre, per combattere il sonno che voleva tornare a ghermirla, tornò a pensare a come si era comportata poi con Kaidan, che aveva voluto essere solo gentile con lei, e invece lo aveva scacciato come un appestato. Doveva a lui il fatto di essere sopravvissuta all'esplosione della sonda, anche se di riflesso, era stato proprio lui ad averla attivata, su Eden Prime. Non meritava di essere trattato a quel modo, non le era simpatico, ma era un buon Ufficiale, aveva uno stato di servizio impeccabile, e sicuramente aveva il suo carico di brutte esperienze personali anche lui.

Se solo sul pianeta , dov'erano sbarcati per indagare sulla scomparsa degli uomini del Contrammiraglio, non fosse spuntato quel maledetto Divoratore...

I ricordi di Akuze e dei suoi uomini che le morivano attorno, l'avevano colpita in piena faccia con la forza di un treno ad alta velocità, il ricordo della sua colpa più grande, le aveva congelato il sangue e il corpo, rendendole impossibile ogni movimento.
C'era voluta molta pazienza da parte di Vakarian per far sì che si sbloccasse, le permettesse di concludere la missione e di riportarli a casa, sulla Normandy.

La consapevolezza che cancellare una foto non serviva a cancellare il passato e il crimine di cui si era macchiata, l'aveva colpita insieme al resto mentre, dopo aver sconfitto il Divoratore, erano scesi dal MAKO per ispezionare la zona, e aveva controllato i corpi uno per uno, recuperando le dogtags dei Marines che non erano stati trascinati sotto terra insieme agli altri.

Garrus e Tali non avevano detto niente, era stata lei, che mentre si recavano al punto di estrazione concordato con Jeff, per essere recuperati, aveva voluto spiegare loro il motivo del suo panico improvviso, facendo promettere loro che non avrebbero riferito niente al Primo Ufficiale e al resto dell'equipaggio.

Altri Marine che non era riuscita a salvare. Anche se non erano sotto il suo comando, avevano indossato la sua stessa uniforme. Aveva un obbligo morale verso ogni uomo e donna che la indossava, di riportarli a casa sani e salvi. Per quanto la Chakwas avrebbe cercato di rassicurarla, nel momento in cui le avrebbe confidato la cosa, non sarebbe riuscita a farle cambiare idea.

Nadira si girò su un fianco, per evitare la luce del terminale, e poter addormentarsi di nuovo, il suo corpo anelava a quel paio di ore in più di sonno che lo avrebbero temporaneamente rigenerato, facendole affrontare la giornata in modo diverso, rispetto ai giorni precedenti.

Mise la mano destra sotto il cuscino e con l'altra tirò le coperte sopra le spalle, coperte solo da una maglietta nera, con su il simbolo degli Incursori dei Marines dell'Alleanza all'altezza del cuore, mentre le dogtags e la catenina d'argento che portava al collo insieme ad esse, tintinnarono quando, nel movimento fatto dal Comandante, cozzarono l'una contro le altre.

Non dovette aspettare molto prima che gli occhi le si chiudessero, regalandole un'altra, splendida, ora di sonno.

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http://www.youtube.com/watch?v=m3xqA6aM4tI
 

 

 

Tali osservò sconsolata il suo fucile a pompa e poi Wrex.- Non riuscirò mai a imparare a fare una ricarica così rapida. Dov'è che sbaglio?- il Krogan prese il fucile a pompa della Quarian e le mostrò ancora una volta il trucchetto che aveva imparato a sua volta da un altro mercenario Krogan durante la sua permanenza su Omega.

- Dove sbagli? Sei troppo nervosa, Tali. Devi essere più tranquilla, Quarian. Fai un bel respiro e poi conta mentalmente fino a sei.. Dopodiché riproveremo. Stavolta ti offrirò un bersaglio mobile.- Garrus e Ashley si voltarono di scatto, guardandosi preoccupati, e interrompendo automaticamente ciò che stavano facendo.

- Wrex, sei matto?!- disse Ashley sgranando gli occhi.- Shepard ti farà a fettine, se solo farai un graffio a Tali! Inoltre, non mi vorrei ritrovare coinvolta in una carica Krogan anche solo per sbaglio, grazie...- Garrus sghignazzò, mentre Tali, da sotto il casco, sgranò gli occhi a sua volta.- Aspettate, fermate tutto, vado a chiamare Alenko, almeno le erigerà una barriera attorno, in modo da non ritrovarci spezzatino di Quarian per cena.- Wrex fece un gesto dismissivo con la mano, seccato.- Che c'è ora? Il Tenente è un biotico, è ciò di cui abbiamo bisogno, ora, per evitare di creare problemi.- Garrus si pulì le mani e si sedette sopra una cassa lontano dalla zona pericolosa.- Vakarian, dammi una mano a convincere questo bestione a desistere, invece che sei lì a non fare altro che a goderti lo spettacolo...- Garrus scosse la testa.

- E farmi prendere a testate? Sono sicuro che non farà del male a Tali, Williams. Nel caso, interverrò.- Ashley sollevò un sopracciglio, quando Joker, attraverso il comunicatore, si intromise nella conversazione.

- Vi consiglio di fare tutto entro le 18:00, il Comandante è appena andata in infermeria a scambiare due chiacchiere con la Chakwas. Alenko è a vostra disposizione ora. L'ho già avvisato che avete bisogno di lui, e sta scendendo. E soprattutto ricordatevi di pulire dal sangue l'hangar quando sarà finita.- Ashley si fregò gli occhi, prima di sentire la risposta del Krogan, che ignorò il commento del pilota.

- Non mi piace lo spezzatino di Quarian, preferisco fegato di Salarian servito crudo, su Tuchanka va per la maggiore come pasto di lusso.- guardò serio il Turian, stava per dire qualcosa,quando l'ascensore si aprì: tutti si bloccarono pensando che fosse il Comandante, e invece si trattava di Alenko.- Comunque lo spiedino con il visore aveva ragione. Sarai tu, Umana a fare da bersaglio a Tali. Insieme al Turian.- Garrus mosse le mandibole, preoccupato. Ashley lo guardò un sorriso malvagio dipinto sul volto.

- Oh, questa sarà divertente! MOLTO divertente. Il tempo di indossare la corazza e....- Wrex guardò Williams di traverso.

- Niente corazza, abbiamo il nostro biotico, giusto? Tali non vi colpirà e voi non colpirete lei. Almeno finché questo pyjack riuscirà a non svenire. - Kaidan non obiettò, ma aveva una domanda da fare.

- Il Comandante è a conoscenza di questa vostra esercitazione?- nel silenzio generale, Kaidan si concentrò su Williams.- Capo Williams?- Alenko comprese che Shepard non sapeva niente. E si chiamò fuori. - Mi dispiace, non avrete il mio appoggio. Prima dovete avvisare il Comandante, oppure Pressly. Io non infrangerei il Regolamento se fossi in voi. Cena alle sei. Buona continuazione di giornata.-

Kaidan si infilò nell'ascensore, mentre Tali inconsciamente, tirò un sospiro di sollievo, nel vedere che aveva scampato il pericolo di venir caricata da un Krogan, o di ricevere ferite indesiderate.

- ….e io che volevo divertirmi un po'...- esalò Ashley rimettendo il fucile a pompa nel suo armadietto insieme a Garrus.

- Io invece non avrei mai voluto divertirmi a ripulire la nave di nuovo. Una volta mi è bastata.- Garrus chiuse il suo armadietto, prendendo con sé il cambio per fare la doccia, prima di recarsi in mensa, lasciando Wrex alle sue lezioni su come utilizzare al meglio un fucile a pompa che stava impartendo a Tali.

Quando tornò nell'hangar, a parte Tali, il resto dell'equipaggio era tutto in mensa. Vide la Quarian ancora impegnata a provare il trucchetto che Wrex le aveva mostrato, decisa a impararlo, e a migliorare le sue possibilità di sopravvivere in un combattimento, per poter essere utile a Shepard non solo come tecnico informatico, in missione.

E Garrus non poté fare a meno di tornare indietro nel tempo, e ricordare i momenti in cui suo padre gli aveva insegnato a sparare, le ore passate con quel fucile di precisione in mano che diventava sempre più pesante, e i suoi lamenti di cucciolo che si arrendeva facilmente, davanti a bottiglie che non riusciva a colpire e a distruggere. Tali invece continuava cocciutamente a provare e a riprovare, un trucco insegnato da un Krogan stanco e che non si rassegnava a tornare a vivere gli ultimi secoli della sua vita su Tuchanka a fare qualcosa per il suo popolo.

Vakarian la osservò, passandole accanto senza disturbarla, per depositare i suoi effetti personali nell'armadietto che gli era stato assegnato, dopodiché le batté una mano sulla spalla.

Tali si spaventò, girandosi di colpo e puntando il fucile a pompa contro Garrus, il quale dopo un primo momento di spavento, prese il fucile a pompa della Quarian e glielo sfilò tranquillamente.

- Le mie scuse, Tali, non intendevo spaventarti.- Anche se è stato divertente.

-Non farlo mai più, Garrus... È successo qualcosa?- chiese la Quarian puntando il dito minacciosamente contro il Turian.

- Non è successo niente. Sono solo venuto ad avvisarti che è ora di cena in mensa. A meno che tu non voglia restare qui tutta sola ad esercitarti.- Tali guardò Vakarian, perplessa.

- Vorrei restare qui nell'hangar ad esercitarmi...Shepard ha bisogno di tutto l'aiuto possibile sul campo di battaglia. E se questo trucco che mi ha insegnato Wrex, funziona, potrò essere più efficace. Non combatteremo sempre nel MAKO, e attualmente le mie abilità...- Garrus strinse le mandibole alle placche facciali, con forza.

Lesse nel linguaggio del corpo della Quarian una determinazione che lo lasciò di sasso, l'episodio su Edolus lo aveva lasciato perplesso sulle capacità di Shepard di guidare una squadra, sul campo.

Garrus scosse la testa, convincendo Tali ad unirsi agli altri in mensa.- Beh, con lo stomaco pieno si riesce ad esercitarsi meglio, non trovi? Inoltre, il Capo Williams mi ha chiesto di prenderti e trascinarti per la maschera se necessario. Per qualcuno che dice di odiare i non Umani dell'equipaggio, è molto protettiva nei tuoi confronti, Tali.-

La Quarian annuì, mentre riponeva il fucile a pompa nel suo armadietto, con cura: Shepard aveva provveduto a comprare a tutti equipaggiamento nuovo di zecca, mentre lei girava ancora con l'equipaggiamento standard dell'Alleanza. Dopodichè raggiunse Garrus nell'ascensore.

- Certo che voi Quarian, costruendo i Geth, avete messo in serio pericolo l'intera Comunità Galattica.- quando Garrus tirò fuori la questione Geth, nel silenzio dell'ascensore, che li stava portando sul Ponte equipaggio, Tali si voltò di scatto.

- Non è così semplice Garrus. I Geth erano necessari per fare alcuni lavori che noi Quarian non riuscivamo a fare e avevamo la tecnologia necessaria. Quando si sono ribellati, non abbiamo avuto altra scelta che disattivarli. L'ho spiegato anche a Shepard, ma anche lei, ha dato la colpa a noi Quarian di tutto. Come può dire una cosa simile quando i Geth hanno attaccato e stanno attaccando la sua stessa gente?!- Garrus sospirò.

Il Comandante era un mistero anche per lui. Di solito ci metteva poco a leggere una persona, ora era in difficoltà, con lei. Era una brava persona, senza ombra di dubbio, ma non poteva entrare nella sua testa per comprenderla meglio.

Non conosceva molto di lei, del suo passato, delle sue vittorie e delle sue sconfitte, tutto ciò che l'aveva modellata nell'Umana che lui aveva deciso di seguire senza tentennamenti per poter proseguire le sue indagini su Saren e fermare il compatriota Turian che si era macchiato di atroci delitti.

Da quando era nella sua squadra e su quella nave, molti dei pregiudizi che aveva nei suoi confronti, si stavano sbriciolando. Su di lei, non sugli altri Umani dell'equipaggio, fatta eccezione forse per Williams e Joker, il loro pilota. Williams aveva una giusta diffidenza nei loro confronti, nella sua posizione ne avrebbe avuti anche lui, se degli Umani fossero stati portati a bordo di una nave della Gerarchia. Sempre che vi fossero stati ammessi.

- Perchè è colpa vostra se i Geth vi hanno attaccato e cacciato da Rannoch, Tali! Non puoi negare l'evidenza! Per quanto siano delle macchine, per loro ,la disattivazione, è la cosa più paragonabile a un genocidio e...- Garrus si bloccò. Lui era un Turian e sarebbe stata l'ultima persona che avrebbe dovuto parlare di Genocidio.

- E' come dire che è stata autodifesa, da parte dei Turian, utilizzare la Genofagia contro i Krogan.- l'ultima sentenza di Tali lo ferì profondamente. Era stato come se qualcuno gli avesse sparato addosso con delle munizioni incendiarie.

- Passi troppo tempo insieme a Wrex, Tali...- borbottò Garrus, mentre l'ascensore si apriva, rivelando la figura di Shepard che li superava guardandoli rapidamente, senza fare troppo caso a loro due, immersa nella lettura di un datapad, mentre sorseggiava un liquido nero dalla sua tazza, probabilmente caffè.

- Sai, rispetto a un certo Turian di mia conoscenza che non fa altro che raccontare casi colmi di dettagli raccapriccianti, da Wrex c'è sempre qualcosa di nuovo da imparare.- disse Tali con tono di scherno rivolto a Garrus.

- Beh, avvisami quando imparerai a prendere a testate la gente, così nel caso, mi tengo lontano dalla Sala Macchine.- disse, sghignazzando, il Turian, mentre si dirigevano verso la mensa da cui provenivano le solite grida, battibecchi e risate.

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http://www.youtube.com/watch?v=O-BrIRzNBwQ
 

 

Garrus raccolse un datapad che era caduto dalle mani del Comandante, dopo che si erano scontrati, a causa del Turian che era sovrappensiero. Osservandola bene, in quel breve scambio, gli sembrò che fosse più riposata, rispetto ai giorni precedenti, in cui era stata quasi irrintracciabile, pur essendo sulla stessa nave. Non che avesse problemi da riferirle o richieste di autorizzazioni da farle, ma non era più scesa nell'hangar dall'ultimo litigio che aveva avuto con Williams, da Edolus.

- Grazie, Vakarian...- ringraziò Nadira con noncuranza, come se avesse fretta di togliersi da lì.

- A disposizione, Comandante.- disse il Turian, mettendosi sull'attenti. Quasi lasciò che mandibole e mascella toccassero terra quando lei gli disse di seguirla nella sua cabina.

Shepard depositò i datapad sulla scrivania del terminale, mentre Garrus si guardava attorno. Tali non aveva tutti i torti, nel dire che quello stanzino era modesto, nessuna nota personale da parte di Shepard, se non la sua tazza, verde con il simbolo dei Marines dell'Alleanza decorato in nero sul verde oliva della tazza, un triangolo con una bandiera dell'Alleanza all'interno, e un quadretto con alcune decorazioni militari. Ce ne era una fatta a forma di cuore, e un cameo color avorio al centro,che aveva il nastrino viola, un'altra probabilmente commemorativa, e una con nastrino blu e tondo d'oro. Vi si avvicinò con curiosità, a quest'ultima: non riconobbe il simbolo inciso sopra una delle facce.

- Ahem...- Shepard lo richiamò all'ordine, guardando il Turian con espressione dura, irritata dal fatto che il Detective si fosse messo a ficcanasare tra le sue cose. Garrus, imbarazzato, si precipitò a chiederle scusa, scattando di nuovo sull'attenti.

- Chiedo scusa, signora. Deformazione professionale. Come posso aiutarla, Comandante?- chiese muovendo le mandibole nervosamente, senza riuscire a trattenerle.

- Si segga, Detective.- ordinò Shepard a Vakarian. Il Turian prese una sedia, sedendosi e restando ben dritto contro lo schienale.- Dunque, come si trova sulla Normandy, Vakarian?.- la vide prendere in mano un datapad, scorrerlo, connetterlo al suo Factotum, e mettersi comoda sulla sedia.

- E' un'ottima nave, signora. E ha un ottimo equipaggio. Non ho assolutamente avuto alcuna difficoltà ad ambientarmi nonostante molti abbiano dei pregiudizi nei confronti dei miei fratelli e sorelle Turian, signora.- vide Shepard sollevare un sopracciglio. Era sicuro di essere riuscito a mascherare alcuni commenti poco carini che era riuscito a sentire in mensa da parte di alcuni marinai dell'equipaggio, riguardo a Wrex e a Tali, e anche qualcuno su di lui. Non voleva fare la spia.

- Vakarian, sono a conoscenza della xenofobia di alcuni membri dell'equipaggio. Williams non è l'unica a nutrire risentimenti verso la Gerarchia Turian. Anche se non sembra, sento i commenti e le voci di sentina che circolano. Se non so cosa va male nella mia conduzione di questa nave, non posso aggiustarlo.- Nadira bevve un sorso d'acqua da una bottiglietta.- So quanto sia difficile fidarsi di qualcuno, indipendentemente che sia Turian o Umano o Quarian. Quindi non si faccia problemi a segnalarmi eventuali conflitti con il resto dell'equipaggio.- Shepard si schiarì la voce.

- Detto questo....un altro motivo per cui l'ho fatta entrare nella mia cabina, Vakarian, è per chiederle scusa del mio comportamento che è quasi costato la sua vita e quella di Tali.- Garrus fece per parlare, ma lei lo bloccò prima che potesse dire qualcosa. Si alzò, chiudendo le mani dietro la schiena, e, dando le spalle al Turian che si era voltato verso di lei, seguendola con lo sguardo, riprese a parlare mentre fissava la bandiera dell'Alleanza ripiegata a triangolo e racchiusa in quelle stecche di faggio e vetro.- Mi ero ripromessa che ciò che è accaduto su Akuze non si sarebbe ripetuto, e l'altro giorno invece...mi sono lasciata condizionare ancora una volta da quella storia. Ho perso il controllo della situazione nel momento meno opportuno.- si voltò verso Garrus. Il Turian la stava ancora fissando in silenzio, ma non riuscì a capire cosa Vakarian stesse pensando in quel momento.

La risposta del Turian la sorprese.- Comandante, non era necessario che lei si scusasse con me. Sia io che Tali abbiamo compreso la situazione e nessuno si sarebbe fatto del male. Abbiamo sì, messo la nostra vita nelle sue mani, ma anche lei ha messo la sua nelle nostre, signora.- Nadira si voltò completamente verso il Turian che tacque subito. Non era da lui, dire questo genere di cose. Tra Turian era un qualcosa che insegnavano fin da bambini, la coesione tra equipaggio e Comandante. Tra gli stessi Turian. Era uno dei capisaldi della loro cultura. Tra gli Umani era diverso? Garrus si chiese se non si fosse spinto troppo in là. Affascinato anche dal fatto che Shepard avesse ammesso il suo errore. Difficilmente gli Umani ammettevano i loro sbagli.

Vakarian credette, per un secondo, che il Comandante volesse dirgli dell'altro, ma si sbagliò.

- Può andare ora, Vakarian. Torni pure ai suoi doveri.- Shepard non disse altro e si sedette davanti al terminale. Garrus si alzò e dopo le parole di rito, uscì dalla cabina del Comandante.

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http://www.youtube.com/watch?v=ABavfazPTjo
 

 

Nadira, finito di compilare il diario di bordo, e controllati i rapporti su Edolus, uscì dalla cabina per salire in Sala Tattica, e trovò Alenko in mensa, seduto davanti a una tazza fumante di caffè, perso in alcuni pensieri.

Shepard decise di fargli compagnia, prese la sua tazza, si versò un po' di caffè e raggiunse Kaidan al tavolo.

- Posso sedermi, Tenente?- Alenko, evidentemente sovrappensiero, scattò sull'attenti come se avesse avuto una molla ai piedi, provocando uno sguardo divertito da parte di Nadira.- Comodo, Tenente. Non serve che mi saluti ogni volta che ci vediamo. Lo so che il Regolamento lo prevede, ma basta che ci salutiamo una volta al giorno. Posso sedermi con lei oppure sta aspettando qualcun altro?.-

Kaidan attese che Shepard si fosse seduta prima di fare altrettanto.- Nessuno, signora. Anzi stavo per riprendere servizio.- Alenko voleva tornare ai suoi doveri, ma l'apparizione inaspettata del Comandante, una sorpresa piacevole, non accadeva spesso che Shepard si mostrasse desiderosa di avere compagnia da qualcuno diverso da Joker o dalla Chakwas. Si sentì in dovere di prolungare la sua pausa per qualche altro minuto.

- I suoi doveri possono aspettare, Alenko. Allora, come vanno le cose?- Kaidan rimase sbalordito da quella domanda così poco formale.

- Mi trovo bene a bordo della Normandy, signora. Comandante.- Era abitudine di Shepard fare domande a tutto l'equipaggio o soltanto ai propri Ufficiali?

- Come trova il cibo nella mensa, Alenko?- Nadira sbuffò. Non voleva risposte diplomatiche, voleva sentire la verità. Aveva sentito come lo avevano bersagliato gli altri membri della squadra, e anche se aveva trovato carino che iniziassero ad andare d'accordo, ci erano andati troppo pesanti con Kaidan. Pur essendo l'ultima che avrebbe dovuto parlare in proposito. Durante l'addestramento ne aveva fate di peggio, insieme al suo gruppetto composto da lei, Toombs, Salazar, Leng e Clark.

- Ottimo e abbondante, signora.- Nadira appoggiò la tazza con il caffè sul tavolo. Incrociò le braccia e accavallò le gambe appoggiandosi allo schienale della sedia e il sopracciglio destro sollevato.

- Alenko, non mi offendo se mi dice chiaramente che fa schifo. Io personalmente preferisco le razioni a ciò che i nostri illustri addetti alla mensa preparano per supportare lo sforzo bellico dell'Alleanza.- alzò la voce appositamente per farsi sentire dal Sergente messo a capo della gestione della cambusa, il quale le lanciò un'occhiataccia di rimando.- Il bello è che nella mia carriera ho mangiato di peggio. Quindi ormai mi ci sono abituata. E il nostro "Gualtiero Marchesi" mi fa ricordare i "bei tempi" di Parris Island.- Kaidan sollevò un sopracciglio, mentre Shepard mimava con le dita le virgolette.

- Perdoni la domanda, signora. Chi è questo Gualtiero Marchesi?- Nadira guardò Kaidan stupita.

- Oh, uno dei migliori cuochi italiani del ventesimo secolo. Ogni tanto le mie origini italiane prendono il sopravvento. Da parte di madre, per rispondere alla sua prossima domanda, Tenente.-

Lei e Kaidan andarono avanti a parlare per un quarto d'ora, una volta che il biotico si era sentito più a suo agio, le aveva parlato della sua infanzia a Jump Zero.

- Bene, direi che è ora di tornare ai nostri doveri, Tenente.- Kaidan annuì, raccogliendo la sua tazza, una normale tazza blu con lo stemma dell'Alleanza dei Sistemi.- Parleremo più tardi...Kaidan.- Alenko si bloccò con la tazza a mezz'aria quando Shepard pronunciò il suo nome di battesimo. Fece per rispondere, ma Nadira si infilò rapidamente su per le scale che conducevano alla Sala Tattica, e poi da lì, fino alla cabina di pilotaggio.

- Non vedo l'ora...- sussurrò il biotico, con un sorrisetto soddisfatto.

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http://www.youtube.com/watch?v=hMAVLXk9QWA
 

 

- Sai vero che gli hai appena dato una speranza Nad?- Shepard colpì la becca del pilota con uno schiaffo, osservando attentamente la proiezione del bunker che Jeff aveva individuato scansionando Sharjila.

- Pensa a fare il tuo lavoro, Jeff. Quante unità ostili? Riesci a....- chiese Nadira osservando seria la proiezione davanti a sè.

- Ehi, vuoi far fare tutto il lavoro a me?- rispose Jeff togliendosi il berretto e risistemandoselo. - Non sono io quello che ha disposizione una macchina da guerra parlante e pensante nella squadra. Il mio compito è quello di occuparmi della bambina e scarrozzarvi in giro per la Galassia. ETA: 15 minuti, Comandante.- Nadira borbottò qualcosa, premette il comunicatore interno, collegandosi all'hangar.

- Vakarian, Williams. Mollate tutto quello che state facendo, preparatevi e salite sul MAKO. Abbiamo trovato qualcosa. ASAP, signorine!- sentì un brontolio cupo, probabilmente proveniente da Wrex, il Krogan avrebbe sicuramente voluto menare un po' le mani.

La voce di Ashley, rispose dopo pochi minuti.- Agli ordini, signora.-

- Prenditi cura della Normandy, Joker.- Jeff sollevò gli occhi al cielo. Odiava quando lo chiamava così, si voltò per osservarla, mentre a passo rapido Shepard sorpassò Pressly, avvisandolo che gli cedeva il comando della nave, e scese altrettanto velocemente le scale.

- Buona fortuna, laggiù, Comandante...- sussurrò Jeff, concentrandosi sulle manovre di avvicinamento all'atmosfera di Sharjila, e successivamente, a quelle d'infiltarazione del MAKO.- Sistemi di occultamento attivati,- annunciò mentre si avvicinavano alla zona decisa per l'infiltrazione sul territorio del pianeta, mentre dietro di lui, Pressly osservava che le manovre venissero eseguite correttamente.- inizio avvicinamento alla zona di lancio. Mantenere la propria posizione. Apertura del portellone in 3...2...1- il portellone si spalancò e il MAKO iniziò la discesa, mentre Joker si allontanava e si riportava nell'orbita del pianeta in attesa di ordini da parte di Shepard.

- Buona caccia, Comandante.- disse Jeff, nella radio.

- Tornerò prima che tu possa accorgertene, Joker, quindi non metterti troppo comodo. Vado in silenzio radio. Comunicazione solo via radiotuta. Mantenetevi pronti a manovre evasive e di evacuazione d'emergenza, Normandy. Shepard, chiudo.-

-Agli ordini, signora. Joker, mantieni una rotta costante attorno al pianeta.- ordinò Pressly, tornando sul Ponte, sopra la Mappa Galattica.- D'accordo, signori, tenetevi pronti. Ognuno ai propri posti, pronti d intervenire nel caso l'atmosfera inizi a surriscaldarsi e il Comandante necessiti della cavalleria.- ordinò deciso il Primo Ufficiale della Normandy.- Che Dio la protegga, signora.- sussurrò Pressly, mentre osservava la Mappa Galattica e stabiliva una rotta d'emergenza nel caso le cose fossero andate male e mettendo in allerta l'infermeria come precauzione.

Pregando mentalmente affinchè quelle precauzioni si rivelassero inutili.

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Byzantine game ***


Premessa: Descrivo finalmente una missione. Premetto che non sono molto pratica con la descrizione di battaglie e simili, quindi abbiate pietà.
Chiedo scusa per il ritardo e per la lunghezza del capitolo. Ho avuto diversi impegni e si è pure messa di mezzo anche l'influenza. Inoltre l'ho riscritto diverse volte, non mi piaceva come avevo impostato la battaglia, e tuttora non ne sono soddisfatta.
Vi auguro buona lettura e spero di leggere qualche altro parere nelle recensioni, insieme alle solite.
Colgo l'occasione per ringraziare, in particolar modo, shadow_sea, Johnee e andormedahawke per il loro continuo supporto e per gli spunti che mi offrono. Spero che le altre non se ne abbiano al male se non le ho citate.
A presto.

Capitolo 11: Byzantine Game
 

http://www.youtube.com/watch?v=84Ls4Pbox8U
 

 

Le proiezioni olografiche illuminavano l'interno del mezzo, mentre i tre occupanti restavano in silenzio, ognuno preso dalle proprie occupazioni personali.

Shepard era concentrata sulla guida, essendo capo carro, accanto a lei, Garrus monitorava la zona e il radar, Ashley dal canto suo teneva le mani ben ancorate alla mitragliatrice, buttando un occhio ogni tanto ai due commilitoni.

- Qui Normandy. Squadra da sbarco, mi ricevete?- la voce di Joker riempì il vuoto formato dal silenzio dei tre, Shepard si affrettò a rispondere, attivando la comunicazione interplanetaria.

- Qui Cougar-01. Ti riceviamo forte e chiaro, Normandy. Passo.- Sia Garrus che Williams si voltarono e si misero ad ascoltare l'improvvisa comunicazione da parte del Tenente Moreau.

- Abbiamo fatto una scansione dell'area, attraverso le boe di comunicazione abbiamo registrato un'inusuale traffico attorno al pianeta. Stiamo esaminando le tracce delle comunicazioni, per sapere a che classe di navi appartengono.- la voce di Tali sostituì quella di Jeff, la Quarian fece una pausa e si sentì il rumore di dita che si muovevano sopra una tastiera olografica.- Non siamo riusciti a trovare traccia di queste navi nei database della flotta commerciale di nessuna Specie appartenente allo Spazio del Consiglio. E nemmeno dell'Alleanza. Non corrispondono a nessuna nave.- Shepard sbuffò mentre Williams fece un commento sarcastico.

- E' per questo che adoro l'Intelligence. Sempre buone notizie.- Ashley deglutì, sentendosi addosso glii sguardi di Shepard e Garrus, rilassandosi quando vide il sorrisetto sarcastico del Comandante, attraverso il vetro del casco di Nadira.

-Ricevuto. Grazie, Tali. Ottimo lavoro. Normandy, continuate a scansionare l'area, qualsiasi cosa scopriate inviatemi i dati che ricevete. Cougar-01, chiudo.- Shepard chiuse la comunicazione senza aspettare la risposta da parte della Fregata, in orbita attorno al pianeta.

- Comandante, ho sullo schermo una specie di accampamento, sembra un sito archeologico.- disse Garrus, mentre Shepard riprendeva in mano il volante.

- Andiamo a dare un'occhiata. Mi ci gioco il prossimo stipendio che non troveremo un accidenti di niente.- Nadira sterzò in direzione delle coordinate segnalate da Garrus, mentre Ashley sghignazzò, e scosse la testa.

- Attenta a ciò che desideri, signora. Potresti trovarlo.- Nadira sospirò esasperata. Ora che il muro di silenzio era stato spezzato, nessuno dei due l'avrebbe lasciata stare. Williams in particolar modo.

- Già...l'unica cosa che troveremo, nel migliore dei casi sarà un mucchio di polvere, antichi manoscritti o ciarpame vario. Spero di trovare un qualcosa di degno per sostituire quel bastone che mi hanno consegnato prima di venire assegnata alla Normandy, invece delle solite mod, dannazione.- disse Shepard toccando con un dito l'Equalizer VII che era legato sulla sua schiena, pieno di ammaccature, a causa dei colpi a cui lo aveva esposto nella speranza di poterlo rompere in qualche modo. Garrus scosse la testa. Non aveva mai trattato a quel modo un fucile di precisione o di assalto, neanche se c'erano modelli che gli erano stati affidati che avrebbe buttato volentieri nell'immondizia senza pensarci due volte.

Il segreto di ogni buon tiratore stava nel riuscire ad utilizzare a proprio vantaggio i difetti dell'arma che gli veniva affidata, un buon tiratore scelto, inoltre, non aveva bisogno di continuità di tiro come in un fucile d'assalto, un tiratore scelto doveva sparare pochi colpi e poi cambiare posizione.

- Con una buona moddatura potrebbe diventare un fucile di precisione migliore, Comandante.- esclamò Garrus, di getto. Si zittì di colpo, mentre Shepard aveva frenato di colpo, e si era voltata verso di lui, fissandolo con quegli occhi verdi duri e glaciali, sempre venati da una tristezza profonda.

- Potrebbe, appunto. Vakarian, non puoi far diventare un asino un cavallo da corsa, nemmeno se gli tagli le orecchie.- Nadira riaccese il MAKO, che ripiombò nel silenzio più totale, mentre Garrus si chiedeva che cosa fossero asini e cavalli. Dopo un breve tratto di strada, mentre in lontananza l'accampamento si avvicinava, Garrus, incuriositosi, e dopo essersi continuamente chiesto il significato di quella frase detta dal Comandante, si rivolse a Williams. Parlando sottovoce per non farsi sentire da Shepard.

- Ehi, Williams. Che cos'è un asino?- Ashley sollevò un sopracciglio e togliendo le mani dalla mitragliatrice per un paio di secondi, incrociò le braccia, con un sorriso maligno stampato in faccia.

- TU sei un asino, Vakarian. Continua ad occuparti del cannone, prima che ci scuoi vivi, entrambi.- rispose Ash, indicando Shepard concentrata sulla sua spericolata guida.

- E' un tipo di insulto verso i Turian nella vostra specie, Capo, che non mi hai ancora rivolto?- Ashley scosse la testa e fece per rispondere, ma il MAKO finì la sua corsa.

- Smontare.- ordinò Shepard con durezza. Non era quello il momento di mettersi a pensare di imparare a conoscere la fauna terrestre. Avrebbe spiegato a Vakarian il significato di quel detto più tardi, una volta a bordo della Normandy. Sia Williams che Garrus obbedirono senza protestare, indossando i caschi con respiratore, data l'atmosfera rarefatta di quel pianeta. I tre Factotum lampeggiarono, indicando che avrebbero dovuto sbrigarsi a controllare il campo.

Si occuparono di una cassa che avevano individuato sotto ad una tenda, schiaffeggiati dalle forti raffiche di vento, Shepard si concentrò per decrittare la cassa: quando l'aprirono, trovarono dei manoscritti scritti in una lingua a lei sconosciuta, e lanciò una rapida diagnostica per capirci qualcosa.

Sorrise quando ebbe il risultato. Il Consiglio avrebbe ricompensato bene, il ritrovamento di quei manoscritti: erano in lingua Asari, e ad essere precisi, facevano parte di una serie di manoscritti appartenenti alla Matriarca Dilinaga, di cui aveva sentito parlare una volta da sua madre. Mindoir era stata sempre un crocevia di transito per molte specie che frequentavano la Fascia di Attica e, sua madre, essendo insegnante di storia, una volta aveva trascinato una studiosa Asari nel liceo dell'insediamento principale, bombardandola poi di domande, mentre la riaccompagnavano allo Spazioporto.

Anna Shepard sarebbe impazzita per quei manoscritti, se ne fosse venuta in possesso. Nadira ripose con cautela i manoscritti nella loro capsula e richiuse la cassa, ordinando a Garrus e ad Ashley di portare il tutto a bordo del MAKO. Dopo un altrettanto rapida ricerca in un'altra cassa in cui trovò nuove mod e una pistola, che era dello stesso livello della sua, risalì a sua volta sul MAKO, quasi al limite del tempo concessole al di fuori del mezzo, portato lì da Williams, in modo che non avesse molta strada da fare.

- Il Consiglio apprezzerà quei manoscritti, Comandante.- osservò Garrus, una volta che Shepard spiegò loro di che cosa si trattava.

- Anche il mio conto corrente....- bofonchiò Shepard cercando di non farsi sentire da Vakarian e da Williams, che erano tornati ad occuparsi della torretta e della mitragliatrice.

Dopo aver perlustrato il pianeta, in seguito ad alcuni depositi di minerali trovati scansionando l'area con i sensori del MAKO, Joker si rifece vivo. Insieme a Tali. Giravano a vuoto da un paio di ore ormai, su quel pianeta, alla ricerca del bunker.

-Cougar-01, qui Normandy. Mi ricevete?- Nadira accettò la comunicazione in arrivo dalla Nromandy

- Qui Cougar- 01. Forte e chiaro, Normandy. Dammi una buona notizia, Joker. I bambini qui dietro iniziano ad essere impazienti.- Moreau fece una breve pausa prima di realizzare che il Comandante stava parlando in codice.

- Posso sempre paracadutarti del gelato se ti può servire a tenerli calmi, ma dal punto dove sei, alle tue ore tre, puoi trovare una gelateria, che sarà sicuramente di loro gusto. Viene rifornita settimanalmente, direi che non fanno altro. Dicono però che i proprietari abbiano un caratteraccio. Quasi quanto il tuo. Comandante.- alle sue spalle, sentì il tipico rumore delle armi che venivano preparate, controllate, caricate e messe in sicurezza di nuovo sulla schiena. Shepard, dal canto suo sentì l'adrenalina sbloccarsi e iniziare a scorrerle nelle vene.

- Ricevuto, Joker. Silenzio radio fino al termine della missione. Cougar- 01, passo e chiudo.- Nadira si voltò, sicura che sia Garrus che Williams fossero già in ascolto.- Avete sentito, ci aspetta una forte resistenza laggiù. Ci avvicineremo quel tanto che basta ai sensori del nostro bestione a rilevare la quantità della minaccia ostile e poi attaccheremo. Non voglio atti di eroismo, per cui,- Nadira finì di caricare il suo fucile di precisione, rimettendolo poi al suo posto, pronto per essere estratto ed utilizzato.- mantenete freddezza e autocontrollo. Sono stata chiara?- Le bastò guardare Williams e Garrus negli occhi per capire che avrebbe potuto contare su di loro.

Riaccese il MAKO e iniziò a dirigersi verso il bunker.

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http://www.youtube.com/watch?v=R-WcNNGJ9cA
 

 

- Dannazione!- esclamò Shepard, quando dovette sterzare di colpo per evitare un missile anti carro proveniente da una delle torrette. La proiezione olografica diceva che c'erano quattro torrette, occupate da altrettanti tiratori scelti.- Tenetevi forte, adesso si va sulle Montagne Russe.- Ashley recuperò la presa sulla mitragliatrice, mentre Garrus puntò gli stivali, aggrappandosi con tutta la forza che possedeva al cannone del MAKO.

- Signora, nel caso non se ne fosse accorta, sulle Montagne Russe c'eravamo fino a poco fa. Con tutto il rispetto, signora!- Nadira lanciò un'occhiataccia a Williams, che si era ovviamente riferita allo stile di guida non troppo ortodosso del Comandante.

- Vakarian, fa piazza pulita su quelle torri con il cannone, Williams, da una spazzata con la mitragliatrice davanti all'ingresso di quel bunker!-

- Signorsì, subito, signora!- Garrus cannoneggiò la prima torretta alle loro ore nove, facendo cadere sul terreno il tiratore scelto che vi si era appostato. Vakarian, senza scomporsi, caricò di nuovo il cannone, mentre Ash, con la mitragliatrice, cercando di mantenere la mira sui pirati che occupavano il terreno circostante, durante le manovre evasive di Shepard, al limite del naturale, e del concepibile, costringeva i pirati che difendevano l'ingresso del bunker/fortezza a restare dietro ai ripari.

Quando anche le altre tre torrette difensive erano state ripulite, Shepard ordinò a Garrus di colpire i pirati che si erano rifugiati dietro ai ripari e su cui Ashley manteneva una certa pressione per evitare che contrattaccassero: un Krogan spuntò fuori da un riparo dal retro della fortezza, Williams attese che Vakarian sparasse la salva di cannone e falciò il Krogan senza troppe remore.

Restavano ancora due pirati che non accennavano ad uscire dal loro riparo, e nemmeno con il bombardamento e le raffiche della mitragliatrice, riuscirono a liberarsene, si spostavano di riparo in riparo, così Nadira ordinò a Williams di tenerli inchiodati dietro a quelle barricate, e non dargli alcuna possibilità di entrare nel bunker.

Quando fu sicura che i pirati non furono scappati all'interno, caricò il riparo con il MAKO, travolgendo la barricata, imprigionando i due malcapitati e schiacciandoli sotto le ruote del mezzo, sotto gli sguardi stupiti di Williams e Vakarian.

- Non mi andava di scendere e sprecare proiettili.- spiegò Nadira guardandoli entrambi direttamente negli occhi.- Rapporto sui danni.- ordinò Shepard con decisione.

- Scudi all'ottanta per cento, nessun danno strutturale. Munizionamento al settanta per cento.- snocciolò Garrus, leggendo senza troppe difficoltà la proiezione del MAKO, dopo aver inizializzato la diagnostica.- Nessuna presenza ostile all'esterno della struttura. Rilevo ulteriore presenza di ostili all'interno.- concluse il Turian.

http://www.youtube.com/watch?v=VF9qsNe4E-I
 

 

- Smontare. Vale la stessa cosa che ho detto prima. Niente atti eroici. Procurati una mappa dell'edificio, Vakarian, quando saremo all'interno pianificheremo l'assalto. Fate silenzio.-

Williams scosse la testa.- Probabilmente ci staranno già aspettando, soprattutto se qualcuno è riuscito a comunicare con l'interno. Manderanno qualcuno ad accoglierci per darci il benvenuto non appena varcheremo quella porta.- Nadira agganciò il casco con respiratore alla corazza, lasciando sul mezzo l'altro casco, quello regolamentare.

- Cosa suggerisci, Williams?- chiese il Comandante cercando la concentrazione respirando lentamente e controllare a quel modo l'adrenalina.

- Un'irruzione, signora.- Garrus portò alla loro attenzione la mappa dell'edificio che aveva preparato a tempo di record, via Factotum, e Shepard ebbe una situazione più chiara, quando il Detective riuscì a porre anche la posizione dei nemici e il loro numero.

- Dieci contro tre. Da quello che vedo, hanno due tiratori scelti, e non dimentichiamoci che il loro capo è un'Asari.- Garrus sotto invito di Shepard, accucciati nel corridoio d'ingresso della fortezza, iniziò a fare un rapido briefing alle due commilitoni.- Quindi avremo contro una biotica naturale.-

- Il Krogan o Alenko ci sarebbero stati utili, signora.- fece notare Ashley storcendo il naso e rassegnandosi all'idea di uno scontro duro.

- Siete entrambi ottimi soldati, dovremo sopperire alla mancanza di biotici dalla nostra parte, in altro modo. Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo, Williams. Vakarian, passa al fucile d'assalto e- Shepard segnalò il buco tra alcune casse e il muro della parte principale dell'edificio- posizionati in questo punto per evitare che ci prendano alle spalle. Artigliere Capo, fucile d'assalto inizialmente e poi passa al fucile a pompa in caso di corpo a corpo. Io penserò ai tiratori scelti e all'Asari.- sia Garrus che Ashley annuirono, e si alzarono, mentre la mappa olografica spariva, inghiottita nel factotum nuovo di zecca di Vakarian.- Possiamo farcela. Siamo operatori addestrati ad ogni tipo di situazione, e siamo meglio armati di loro. Facciamo questo lavoro e torniamo a casa. -

Nadira si rialzò a sua volta, storcendo la bocca a causa di una fitta di dolore improvvisa alla gamba destra, rassicurò a gesti i due compagni che non era niente di grave, mentre estraeva la pistola, e attese con pazienza che Williams desse il via libera, mentre Ash iniziava il countdown silenziosamente, appoggiata alla parete destra della porta, mentre Garrus era dalla parte opposta.

3...2...1..., Shepard segnalò a gesti di entrare, rapidamente i tre si posizionarono come concordato, Nadira si posizionò dietro un muretto, per ripararsi dal fuoco nemico che iniziò a grandinare attorno a loro tre. Il Comandante estrasse con un movimento rapido il fucile di precisione dopo aver rinfoderato la pistola e tolto il casco, altrettanto rapidamente puntò il mirino contro un pirata Turian mirando alla testa, uccidendolo all'istante. Meno uno.

 

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http://www.youtube.com/watch?v=KFa7qVIjf88

 

 

- Merda!- esclamò Shepard gettando il fucile di precisione a terra con rabbia, dopo che questo si era surriscaldato al secondo colpo consecutivo che era riuscita a mandare a segno. Qualcuno aveva avuto davvero un certo senso dell'umorismo a voler mettere sul mercato e nell'equipaggiamento standard un fucile simile. Estrasse la pistola e si sporse leggermente dal riparo per continuare la sparatoria contro uno dei pirati.

Notò un contenitore di carburante, poco lontano dal punto in cui il suo avversario si era messo in copertura, Ashley si affiancò a lei e senza bisogno che lei lo ordinasse, il Capo Williams attese il momento propizio per fuoco e per far esplodere quel bidone di carburante in faccia ai due pirati, uccidendone uno sul colpo e ferendo gravemente l'altro.

Shepard sentì i suoi scudi tremare, guardò in alto e vide il secondo tiratore scelto,e si mise di nuovo in copertura, seguita da Ash,che andò poi a dare una mano a Vakarian valutando attentamente la posizione e la distanza. Sganciò il casco con il respiratore, doveva sapere anche tipologia di mod utilizzava per poter contrattaccare, così lo sporse quel tanto che bastava per verificare anche quell'ultimo dettaglio.

Il tiratore scelto non si fece attendere e colpì il casco del Comandante, Nadira lo lasciò cadere a terra, poi si sporse dalla copertura facendo fuoco contro il tiratore scelto nemico con la sua pistola. Quando lo vide cadere a terra, morto, sorrise soddisfatta: stava per raccogliere il casco, quando un lampo violetto partì dall'alto, colpendola e buttandola contro il muro opposto come se fosse una bambola di pezza. L'Asari scendeva in campo, finalmente.

- Comandante!- Ashley si accorse di Shepard nel momento in cui si era voltata, avvertendo un cambiamento nella stanza e vedendosi volare davanti il casco di Nadira.- Maledetta, ti sviterò quel cranio blu e lo userò come tassa personalizzata nei prossimi mesi!- Ash inveì contro l'Asari dopo aver portato il Comandante fuori dalla portata della biotica, ancora stordita a causa del Lancio biotico, dopodichè scaricò il suo fucile d'assalto contro la schiavista. Quando si voltò, Shepard era di nuovo in piedi. Ed era furibonda.- Tutto ok, signora? Mi hai spaventata a morte.-

- Non sarà Mago Merlino a fermarmi, Williams. Il tuo fucile di precisione, Marine.- Ashley la guardò, stupita della richiesta, visto che le aveva visto in mano una granata.

- Signora?- Nadira staccò il fucile di precisione dalla schiena e mise in mano la granata in mano al Sergente Artigliere Capo. Ashley sorrise compiaciuta, intuendo il piano di Shepard, appoggiò la granata in terra, ancora con la spoletta inserita, e puntò il fucile d'assalto.

- Vakarian! Dacci copertura!- Garrus annuì e si sporse per tenere impegnati gli ultimi pirati presenti che si erano messi a protezione della loro padrona.- Williams, quando te lo dico io, lancia quella granata in modo che colpisca solo i suoi scudi e distragga quella stronza dalla pelle blu. Io mi posiziono. Urrah.-

- Urrah, Comandante.- Williams si posizionò sul limitare delle casse una volta che Nadira saltò il muretto, si accucciò a terra e si nascose dietro ad una cassa poco distante, schivando altri tentativi della schiavista Asari di mandarla al tappeto con una Deformazione o un Lancio biotico. Gli addestramenti con Alenko erano serviti a qualcosa. Garrus provvide a lanciare una granata a sua volta, per sfoltire il numero delle guardie del corpo della schiavista.

- Qualsiasi cosa abbiate in mente di fare, fatelo alla svelta, un Krogan sta per caricarmi.- gracchiò Garrus nelle radiotute di Shepard e di Williams.

http://www.youtube.com/watch?v=FBILQM2cWa4
 

 

- Usa una delle casse come scudo, Vakarian. Attutirà il colpo. Anche se potreste provare a prendervi a testate l'un l'altro.- rispose, in modo sarcastico, Shepard – Pronta, Capo?-

- Oh, sì, signora! Abile e arruolata, Comandante.- rispose Williams guardando soddisfatta davanti a sé e pronta a godersi lo spettacolo che stava per andare in scena. L'Asari era nella posizione perfetta per mettere in atto quel loro piano improvvisato. Abbattere gli scudi, ricevuto, Shepard, pensò Williams concentrandosi sul suo compito.

- Ora!- Ashley tolse la spoletta e la lanciò a poca distanza dall'Asari che, a causa dello spostamento d'aria provocato dall'esplosione, finì a terra. Williams la vide cercare di rimettersi in piedi e raggiungere la sua pistola, ma come l'aliena sollevò la testa, Shepard la colpì al di sotto delle creste e il proiettile trapassò la schiavista da parte a parte: prima che potesse accorgersi di essere stata colpita, cadde a terra. Morta.

-Porta i miei saluti a Thessia, stronza!- esclamò in giubilo Shepard nella radiotuta, mentre Ashley si occupò degli ultimi due galoppini rimasti.

Garrus stava ingaggiando un corpo a corpo con un Krogan, il bestione lo aveva bloccato al muro, e Vakarian stava cercando di liberarsi dal corpo ingombrante del compatriota di Wrex: trovò spunto per una ginocchiata, prese il Krogan per le spalle saldamente, e poi lo colpì in un punto debole della corazzatura naturale dell'alieno.

Il suo avversario si allontanò quel tanto che bastava per colpirlo con il calcio del suo fucile d'assalto sulla cresta, Garrus quando vide che il Krogan si era allontanato per cercare di rigenerarsi puntò il fucile d'assalto, ma Shepard lo precedette. Togliendogli il piacere di annotare quell'uccisione nel suo “libretto personale”. Il Comandante lanciò il fucile di precisione alla sua legittima proprietaria, che Ashley afferrò al volo, e mentre il Turian e Williams rimanevano a guardarla Shepard passò tra di loro come se nulla fosse successo.

- Grazie, Williams. A buon rendere.-

- Spiriti....- Garrus si chinò ad osservare il foro del proiettile sulla fronte dell'Asari, voltandola per vedere il foro d'entrata. Deformazione professionale maturata in tanti anni passati nell'SSC. Poi si rivolse a Williams che lo guardava sarcastica.- Che c'è? Con quello avrei vinto io.- disse indicando il Krogan, a cui Nadira sparò un paio di volte per assicurarsi che fosse morto.

- Sì, Vakarian, ma valeva comunque un punto.- Ashley si risistemò il fucile di precisione sulla schiena, ridacchiando.- Direi che ho vinto io, Turian.- asserì sarcastica, Ashley.

- Piantatela, voi due. Nessuno ha vinto e nessuno ha perso. Ma visto che volete fare i pignoli, direi che ho vinto io. Argomento chiuso. Raggiungetemi di sopra, appena vi ricorderete che non siamo qui per una gara di tiro.- disse Shepard, imboccando le scale davanti a lei, dopo essersi assicurata che non ci fossero altri nemici di cui occuparsi.

Entrambi avevano notato che il Comandante aveva recuperato il suo fucile di precisione, ormai inservibile, e lo aveva assicurato alla schiena. Si avviarono entrambi, i fucili d'assalto in mano, coprendo le spalle a Shepard.

Garrus la osservò, l'aveva osservata durante tutto il combattimento, era diversa da Edolus, forse perché non avevano incontrato Divoratori, ma averla vista in azione a quel modo, lo aveva affascinato. Prima di entrare in quello che probabilmente era l'ufficio della ormai defunta proprietaria di quel posto, con la scusa di controllare che nessuno dei pirati si rialzasse, Garrus osservò dall'alto il campo di battaglia, che si erano lasciati da poco alle spalle, rapidamente.

Il sistema antincendio stava spegnendo alcuni piccoli focolai scatenati dalle esplosioni, finendo sui cadaveri straziati dalle esplosioni che loro tre avevano provocato: erano nel giusto? Chi avrebbe osservato quel macello, probabilmente li avrebbe stigmatizzati, tenendo simposi e discorsi che avrebbero potuto evitare un simile massacro.

Era stata la scelta tra la loro vita e quella dei mercenari, se la schiavista non avesse attaccato e messo a rischio la propria vita, Garrus era sicuro che Shepard l'avrebbe risparmiata per interrogarla e condurla alla Cittadella in manette. Da parte sua, però, quella situazione gli andava benissimo.

Era stata quell'Asari a scegliere da sola il proprio Destino, nel momento in cui era diventata una schiavista, pur sapendo che un giorno qualcuno avrebbe messo fine ai suoi traffici: se non ci avesse pensato il Comandante, avrebbe premuto lui stesso il grilletto. Senza rimorso.

Nadira dal canto suo, stava camminando con la pistola nella mano destra, il dito sul ponte sopra il grilletto e la sicura inserita, come se non pesasse nulla. Credeva di provare soddisfazione per aver ucciso degli schiavisti, dei pirati, ma non provava niente, si era pentita di aver esultato a quel modo per aver ucciso quella Asari subito dopo aver imboccato quella rampa di scale.

La porta dell'ufficio della schiavista si aprì senza doverla decrittare, evidentemente nella fretta l'Asari si era dimenticata di chiuderla. Buon per loro.

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http://www.youtube.com/watch?v=Pp44oI2FyWU
 

 

Le dita scorrevano sulla console rapidamente, mentre Garrus e Williams giravano annoiati per la stanza. Aveva trovato un fucile di precisione nuovo in un armadietto accanto alla scrivania che prima era occupata da una schiavista. Vakarian le aveva fatto notare che nei mondi Asari la schiavitù non era un tabù, evidenziando le contraddizioni di quel popolo che faceva della diplomazia e della saggezza un loro punto di forza e di orgoglio. Non era forse così nell'Antica Grecia? I filosofi, i grandi Generali dell'Antichità si servivano tutti della manodopera degli schiavi, lo stesso accadeva nell'Impero Romano, poco prima che il Cristianesimo cambiasse tutto.

Gli alieni guardavano con sospetto all'Umanità, ma loro almeno non utilizzavano più quell'odiosa tratta da secoli ormai, mentre le civilizzatissime Asari, ne facevano una delle basi della propria economia, in totale scherno alle leggi che avevano emanato dall'alto del loro seggio nel Consiglio della Cittadella. Nadira deglutì. Come riuscivano a guardarsi allo specchio alla mattina?

Forse la Dottoressa T'Soni, quando e se fossero riusciti a recuperarla prima di Saren, che sicuramente era sulle sue tracce, avrebbe avuto la decenza di spiegarglielo.

Un nome risaltava in tutta quella montagna di dati, di spedizioni, di navi non registrate che erano partite e arrivate in tutti quegli anni e settimane precedenti all'arrivo della Normandy in quel sistema, un nome che le sembrava di aver già sentito. Sollevò la testa dal terminale, guardando Garrus che stava controllando una specie di cassetta per gli attrezzi, era un Detective dell'SSC, probabilmente avrebbe avuto le informazioni che le servivano.

- Vakarian, può venire qua un secondo?- chiese, dopo essersi morsa la lingua per sbaglio.

- Signorsì.- il Turian si affiancò al Comandante, mentre Ashley rivolse la sua attenzione a Shepard e a Garrus.

- Conosci una certa Nassana Dantius?- Shepard vide Vakarian stringere le mandibole alle placche facciali, Garrus fece scorrere gli occhi su quei dati rapidamente come se fosse alla ricerca di acqua fresca per rinfrescarsi dopo settimane passate a camminare nel deserto, senza trovare una sola goccia d'acqua.

- Se intendi arrestarla, Shepard...Comandante, scatenerai un bel polverone. Nassana Dantius è una diplomatica dell'Ambasciata Asari, molto potente. Se si scoprisse che aveva dei collegamenti con degli schiavisti, operanti nello Spazio del Consiglio, perderebbe l'immunità diplomatica. Il mio consiglio, è di tornare alla Cittadella e confrontarla.- Shepard copiò i dati nel suo Factotum, mentre Garrus sospirò, temendo che non lo avesse ascoltato.

- Grazie, Vakarian. Se riesco a sopravvivere senza strozzare Udina tutte le volte che lo vedo, potrò sopravvivere anche alla signora Dantius. Adesso ho altri problemi da risolvere, ben più grossi di una Asari che ama i giochi di potere bizantini. Muoviamoci, torniamo sulla Normandy. Qui, abbiamo finito.- ordinò Shepard sorridendo beffarda e dando una pacca sulla spalla a Garrus per ringraziarlo.

- A disposizione, signora.- esclamò il Turian, confuso da quel gesto inaspettato. La vide poi fermarsi e voltarsi verso lui e Williams.

- Ottimo lavoro. Complimenti ad entrambi. Mi auguro che d'ora in avanti inizierete a comportarvi e a collaborare anche al di fuori delle missioni.- disse Nadira.

- Dimmi di saltare e io ti chiederò quanto in alto, ordinami di baciare un Turian e io ti chiederò su quale guancia, signora.- Garrus sollevò una placca sopraccigliare, a quell'affermazione di Williams.

- Con tutto il rispetto, Capo, non sei proprio la persona che fa per me.- Nadira sospirò a fondo portandosi la mano al volto.

- E' un modo di dire, Vakarian...Comunque, Williams, non ce ne sarà bisogno. Mi basta che non cerchiate di ammazzarvi l'uno con l'altro nel sonno. E lo stesso- Shepard puntò lo sguardo su Vakarian.- vale tra lei e Wrex, Detective. E ora, muovete le vostre regali chiappe, posandole sul MAKO, signorine. Ne ho piene le tasche di questo posto.-

Mentre Shepard voltava loro le spalle e saliva sul MAKO, Ashley si fece rapidamente il segno della croce, Garrus la guardò confuso, chiedendole il significato di quel gesto e prendendola poi in giro.

- Perchè, non apprezzi lo stile di guida del nostro eroico Comandante, Williams? Non ti facevo così pessimista, Capo.- disse Garrus sghignazzando.

- Pessimista io? Nah, è solo che un po' di aiuto in più non fa mai male. Soprattutto se alla guida c'è il Comandante. Faremmo meglio a salire, prima che ci costringa a fare il nave-stop accanto al portale di questo sistema.-

- Sono d'accordo. Prima le signore.- Ashley incrociò le braccia, e spinse Vakarian a salire prima di lei.- Ehi!- il Turian

si rivolse immediatamente contro Williams sbuffando dalle narici e muovendo minacciosamente le mandibole.

- Non hai forse detto prima le signore, Vakarian?- disse sghignazzando Williams.

- Non sono io quello che indossa un'armatura rosa....- rispose Garrus sollevando Williams e buttandola nel veicolo, incurante della salva di improperi che gli rivolse l'Artigliere Capo, salendo dopo di lei e aiutandola a sistemarsi le imbragature di sicurezza.

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Nadira giocherellava con la catenina d'argento che portava al collo che racchiudeva un ciondolo raffigurante S. Michele Arcangelo, rovinata dall'acido, ma era una delle poche cose, oltre a lei, che era sopravvissuta a quegli anni, a partire da Mindoir.

Non aveva mai creduto nei miracoli, la sua fede in Dio era stata messa costantemente alla prova, e ormai teneva quella medaglietta solo per un valore strettamente affettivo, essendo l'unico ricordo di suo padre che le restava.
Forse era davvero iniziato il momento di ricominciare ad avere fiducia in qualcosa di diverso dalle sue armi. Uscì dalla cabina e si fermò un secondo a guardare il gruppetto formato da Williams, Vakarian, Tali e Jeff seduti in mensa a chiacchierare e a scambiarsi battute, prima di decidersi a prendere un vassoio e unirsi a loro. Ash le fece spazio senza esitare e Joker, sorpreso, la guardò sorridendo, da sotto il berretto.

Lei annuì in direzione del pilota, il quale si pulì la bocca e la barba con un tovagliolo di carta.

Nadira seppe, da quel momento che non era più da sola a combattere le sue battaglie.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Embrace Eternity – part 1 ***


Premessa: Ultimo capitolo prima di una lunga pausa dovuta a impegni personali. L'equipaggio si completa, credo che il titolo sia abbastanza chiaro su chi salirà sulla Normandy.
Augurandomi che vi piaccia, vi lascio al capitolo.
Come sempre, ringrazio tutti coloro che seguono la storia e recensiscono, oppure lasciano un proprio parere via messaggio privato. Spero di leggere presto qualche altro parere. Anche una critica può servire.
Alla prossima.

Capitolo 12: Embrace Eternity – part 1
 

http://www.youtube.com/watch?v=p9AQAGiiWJA
 

 

Il silenzio dell'Hangar era innaturale, fatta eccezione per il rumore delle sue dogtags che si muovevano in contemporanea con il suo corpo, mentre si alzava e abbassava sulle braccia. Gli occupanti soliti dell'hangar, ufficiale addetto ai rifornimenti compreso, erano altrove, fuori turno oppure impegnati in altre mansioni.

La sua canottiera verde era già intrisa di sudore, era la terza serie di piegamenti che faceva, ignorando le proteste della sua muscolatura tesa dallo sforzo di imbracciare un'arma, non si sentiva abbastanza stanca per smettere.

Era un graduato N7, ora anche uno Spettro: come le aveva detto Nihlus gli Spettri erano l'elite della Galassia, e come tali dovevano mantenere elevati standard di efficienza. Non sarebbero stati un po' di dolori ed acido lattico a fermarla. L'adrenalina per la battaglia nel bunker stava scemando, più lentamente di quanto aveva previsto, ma a lei non importava, stavano scandagliando i pianeti del sistema Knossos alla ricerca di questa archeologa Asari che a detta di Udina era indispensabile per la missione che doveva affrontare.

Nel perimetro della sua visuale periferica entrò una grossa macchia di rosso, che si era probabilmente fermato ad osservarla, visto che il suo solito posto rimaneva vuoto, voltò per un secondo lo sguardo, incrociandolo con quello del Krogan, incuriosito da quella sua strana attività.

- Wrex.- lo salutò a metà di un piegamento, prendendo fiato e poi continuando nei suoi esercizi senza aspettare una risposta dal Guerriero Krogan. Lo sentì muoversi, con quella sua andatura ballonzolante a causa della sua mole, sopra le paratie del pavimento dell'Hangar, finchè il silenzio tornò a regnare incontrastato.

Quando finalmente smise, si mise a sedere appoggiata a una ruota del MAKO, asciugandosi la faccia dal sudore e riprendendo fiato: Vakarian per una volta non stava sistemando l'altro bestione della Normandy, la sua nave...

Il tavolo da lavoro era libero, Ashley era in pausa, e il Capo ne aveva approfittato per dormire un paio d'ore in attesa delle prossime missioni o altri incarichi, e Shepard decise di approfittarne per sistemare il suo nuovo fucile di precisione. Lo avrebbe tenuto finchè il suo creditometro non avrebbe potuto permettersi di fare acquisti più quotati. L'equipaggiamento da Spettro non era gratuito, un aspetto che non aveva granché gradito, ma viste le caratteristiche delle armi, tutti quei crediti valevano la pena di essere spesi.

Le sembrò stupido, mentre controllava il fucile pezzo per pezzo, pensare a quei piccoli dettagli mentre la Galassia doveva fronteggiare uno Spettro ribelle che voleva sterminare ogni singolo organico della Galassia, stupido ed egoistico, ma se non pensava ad altro, era sicura che sarebbe impazzita.

Se il mondo finisse domani, Shepard, che cosa rimpiangeresti?” Nadira sospirò, ricordando una sua compagna di corso a Parris Island, durante una libera uscita. Le aveva dato una gomitata, e l'aveva spinta ad accettare la proposta di un ballo con uno dei ragazzi. I suoi commilitoni si erano fatti delle grasse risate alle sue spalle quella sera, ma lei si era ritrovata a dover ringraziare quella sua commilitone.

Erano i piccoli dettagli che facevano la differenza.

Quando l'ascensore si aprì, si volse, sorpresa di vedere Vakarian in piedi dopo la battaglia sostenuta su Sharjila, lasciò che il Turian si mettesse a smanettare sul MAKO, continuando a sistemare il suo fucile di precisione, in vista di un combattimento contro i Geth, inserendo al suo interno mod perforanti, denominati colpi W.

Sentì il Detective canticchiare qualcosa mentre era impegnato a sistemare il mezzo, Nadira scarrellò il fucile di precisione puntandolo contro un ipotetico nemico per vedere se lo aveva assemblato di nuovo in modo corretto, finendo col rimanere soddisfatta del suo lavoro. Ora era tempo di risalire in cabina e occuparsi di riposarsi a dovere. Con l'intento di farsi anche una doccia.

Prima aveva un Turian da istruire sulla fauna terrestre e sui modi di dire degli Umani.

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http://www.youtube.com/watch?v=eiL3YSlX4zs
 

 

La concezione del tempo per le Asari era diverso da quello delle altre Specie del Consiglio. I Turian vivevano al massimo per un secolo e mezzo, i Salarian ancora meno.

Nell'arco della loro vita le Asari, vedevano almeno una grossa guerra distruggere intere civiltà, vedevano la loro ascesa, il loro prosperare, la loro decadenza e infine la loro caduta, come un ciclo continuo, lentamente e inesorabilmente ingurgitati dallo Spazio profondo, dall'edera e dalla terra dei pianeti che avevano eventualmente colonizzato.

Scoprire i motivi della loro scomparsa, era il suo scopo, in particolar modo scoprire il motivo della scomparsa dei Prothean, era ciò che l'aveva spinta in quella remota colonia Umana. Era una razza giovane la loro, come i Turian e i Quarian erano destinati a non sopravvivere oltre i centocinquant'anni. Giovane e strana. A lei facevano un po' paura, con quel loro volersi accaparrare di tutto ciò su cui posavano lo sguardo, come bambini capricciosi che piangevano e si disperavano finché il genitore non dava loro il giocattolo per cui avevano strepitato tanto.

I contatti con la colonia li manteneva lo stretto necessario per ricevere i viveri di cui necessitava per sopravvivere, essere un'archeologa voleva dire passare la maggior parte dei propri giorni in solitudine, a scavare e a riportare alla luce reperti appartenuti a civiltà di cui si conosceva poco o niente, per scoprire come vivevano, come agivano.

Il lavoro dell'archeologa non era poi tanto diverso da quello di un poliziotto: indaghi, cerchi le prove del reato, trovi i reperti sulla scena del crimine e poi rimetti insieme i pezzi per giungere a una soluzione scientificamente credibile e inoppugnabile del caso.

Liara accarezzò il libro, che pur essendo vecchio quasi di un secolo, era ben conservato, il ricordo di tempi in cui lei e sua madre vivevano su Thessia e Benezia indossava quel vestito giallo che lei adorava. Il suo primo libro di Storia.

Quella giornata non era stata molto proficua, e stava finendo di radunare i suoi attrezzi prima di andare a riposare e a mangiare qualcosa, quando era in zona di scavo, difficilmente si accorgeva del tempo che passava, ritrovandosi molte volte a dover saltare i pasti.

Liara si volse verso ciò che aveva scoperto, quelle strane cavità ricoperte da piastrelle azzurre, incastonate nella roccia, il giorno dopo avrebbe avuto di che divertirsi nell'esplorarle e scoprire a che cosa servivano quei terminali che erano presenti in quelle nicchie, e sembravano ad un primo esame ancora perfettamente funzionanti.

Quando ebbe finito, si avviò all'ascensore che i minatori avevano installato per muoversi all'interno della miniera prima che le rovine venissero scoperte e il Consiglio contattasse l'Università di Serrice per occuparsi degli scavi archeologici, ricevendo collaborazione da parte dell'Alleanza, scontentando però la compagnia petrolifera proprietaria di quelle miniere, che aveva cercato, inutilmente, di nascondere l'esistenza di quella scoperta.

Arrivata al campo, situato non molto lontano dalla miniera, Liara si accorse che qualcosa non andava, alcuni dei prefabbricati erano danneggiati, e le casse dei reparti erano rovesciate, poteva essere dovuta a incuria, ma prima di ritornare al sito di scavo, aveva controllato che tutto fosse in ordine, e opportunamente sigillato.

Si fermò in mezzo al campo, quando sentì uno sparo provenire da uno dei prefabbricati non danneggiati, guardò alla sua destra e notò una specie di palo, dentato alla sua base. Il passo successivo fu quello di vedere entrare nel suo campo visivo dei Geth: non riuscì a trattenere un'esclamazione di sorpresa, visto che i Geth non lasciavano il Velo da ben 200 anni, da prima che lei nascesse. Che cosa ci facevano lì, su quella colonia umana?

I sintetici puntarono immediatamente le loro armi contro di lei, Liara schivò gli impulsi dei loro fucili d'assalto, attivando una Singolarità proprio dietro di loro, facendoli sollevare da terra, per il tempo necessario a cercare una via di fuga, sentì il rumore del motore di una nave e sollevò lo sguardo: una specie di insetto metallico volò sulla sua testa, scaricando al suolo altri Geth, e la Dottoressa T'Soni comprese che era venuto il momento di scappare, per sua fortuna la strada verso la miniera era ancora libera, arretrò mantenendo la visuale sui suoi aggressori, e intravide da lontano una figura che tutto era meno che un sintetico.

Il Krogan si voltò, il fucile a pompa bene in vista, sugli spallacci della corazza un teschio stilizzato in campo rosso. E si mosse verso di lei, berciando contro i Geth di catturarla.

Liara iniziò a correre, voltandosi ogni tanto per lanciare qualche abilità biotica per mettere distanza tra lei e i suoi inseguitori, infilandosi all'interno della miniera: rapidamente entrò nell'ascensore minerario, mentre i Geth stavano quasi per raggiungerla, arrivata alla piattaforma successiva, continuò a correre sperando di aver distanziato i sintetici e il Krogan, ma questi saltarono sulla piattaforma, T'Soni perse l'equilibrio, quando il Krogan fece lo stesso, rendendo la piattaforma in metallo instabile.

 

http://www.youtube.com/watch?v=XJDyv-YVPgw

 

L'Asari si rimise in piedi, leggermente stordita, il Krogan si stava avvicinando a lei, vittorioso e tranquillo allo stesso tempo, richiamò a sé l'elemento zero e lanciò una Deformazione in direzione del bersaglio, ovvero il Krogan.

Il Guerriero finì a terra, ringhiando di rabbia, ma bastò a Liara per prendere ulteriore vantaggio, mentre i Geth le sparavano contro e il Krogan si rimetteva in piedi, e iniziava di nuovo a puntare la sua preda.

Raggiunse un'altra piattaforma, ma un Geth, armato di lanciarazzi, la colpì, distruggendola e facendo roteare Liara all'interno di una delle cavità decorate con quelle mattonelle azzurre, che sembravano mattonelle di un bagno. Ancora una volta, vide i suoi inseguitori raggiungerla, presa dal panico si rialzò immediatamente, occupandosi della console, le dita che battevano sopra i tasti freneticamente, senza sapere che cosa sarebbe successo, per trovare un modo per bloccare i Geth ed evitare che venisse catturata.

Improvvisamente la console si attivò, un campo di forza sollevò Liara da terra, mentre dietro e davanti a lei sorgeva una barriera azzurrina, e lei rimase sospesa in aria, impossibilitata a muoversi.

Per la Dea...in che guaio sono andata ad infilarmi?, pensò Liara, vedendo il Krogan che comandava i Geth, al di là della barriera azzurrina che si era formata nel momento in cui lei era stata sollevata in aria, fermarsi e imprecare.

- Muovetevi, stupide macchine! Cercate un'entrata e sparpagliatevi in questo posto! Manderanno sicuramente qualcuno a cercare la donna, troveranno una gran brutta sorpresa ad attenderli.- il bestione si fermò a fissare l'Asari piegando il muso in un ghigno soddisfatto.- Sarà una gran bella battaglia.- Dopodichè si allontanò, con quella camminata ciondolante tipica della sua specie, lasciando Liara da sola, nel silenzio più totale della miniera.

E adesso? Cosa faccio?, si chiese l'Asari, interrompendo i tentativi di liberarsi dal campo di forza in cui era rimasta intrappolata.

Sperò che qualcuno arrivasse a salvarla e a portarla via di lì prima che quel Krogan trovasse il modo di raggiungerla.

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http://www.youtube.com/watch?v=ZzQ3eBerHfM
 

 

- Comandante?-la voce di Joker la fece svegliare di soprassalto,brandendo la Kessler in direzione della porta della sua cabina, guardando in terra notò che indossava ancora gli anfibi e i pantaloni utilizzati durante l'allenamento, e sparsi per terra l'uniforme e la biancheria pulita che aveva preparato per la doccia.

Accorgendosi di essersi addormentata senza volerlo prima di poter raggiungere la doccia: dal bagno le giunse il rumore dell'acqua che scorreva, e Shepard si affrettò a spogliarsi e a buttarvisi sotto, lavandosi alla velocità della luce, prima di rispondere a Jeff.- Spero di non aver disturbato niente, ma appena sei di comodo, raggiungimi sul ponte. Joker, chiudo.-

Sigh...quanto ho dormito?! Ma soprattutto, quando mi sono addormentata? L'ultima cosa che ricordava era Pressly che usciva dal suo alloggio dopo aver portato i rapporti giornalieri sulle scansioni dei pianeti e del rapporto su quanto accaduto mentre lei, Williams e Vakarian erano su Sharjila. Non aveva importanza, la voce di Joker era permeata di una certa urgenza.

Percorse rapidamente le scale e la Sala Tattica, ritrovandosi sul Ponte insieme a Pressly e a Moreau, altri due piloti erano nelle postazioni alla destra e alla sinistra di Jeff, concentrati sulle manovre di avvicinamento.

- Rapporto.- ordinò con decisione Nadira, ignorando il saluto del suo Primo Ufficiale, e concentrandosi su ciò che vedeva fuori attorno al pianeta che avevano scansionato per ultimo, circondato da strane navi a forma di vespa.

- Forze ostili circondano il pianeta, Comandante. Non possiamo avvicinarci per la scansione, nemmeno in occultamento tattico, e tanto meno far atterrare il MAKO per un'esplorazione.- snocciolò Pressley, con freddezza e controllando ogni singola parola.

- Joker, attiva l'occultamento tattico.- disse Nadira, cercando con lo sguardo, automaticamente e inconsciamente, la nave che aveva visto su Eden Prime, poco prima di scoprire il corpo senza vita di Nihlus. Dopodichè, senza staccare gli occhi dallo schieramento avversario, premette il comunicatore interno, attivandolo sulla frequenza della Sala Macchine, con il preciso intento di saperne di più su quelle navi. Aveva il sospetto che si trattasse di Geth.- Tali, molla qualsiasi cosa tu stia facendo e raggiungimi sul ponte. ASAP.- Nadira attivò il comunicatore interno, stavolta la comunicazione era rivolta a tutto l'equipaggio, attivando poi l'allarme rosso.- A tutto l'equipaggio, qui è il Comandante che parla. Interrompere tutte le attività, sigillare i boccaporti e le stive di carico, ognuno raggiunga i propri posti di combattimento e si prepari alle manovre evasive. Shepard, chiudo.- La nave si riempì improvvisamente di movimento, nessuno entrò in panico, era quello il senso delle esercitazioni giornaliere a cui li preparava, pretendo efficienza da ciascuno dei suoi sottoposti, anche dagli alieni. Un minuto in meno, una manovra sbagliata, e il disastro era dietro l'angolo, anche se le disgrazie sarebbero potute comunque accadere.

Ognuno, su quella Fregata si mosse come se ci fosse nato sopra, anche Anderson aveva preteso lo stesso da loro durante quel maledetto viaggio inaugurale, conclusosi su Eden Prime e con quella sonda Prothean, che le aveva caricato le spalle di un peso difficilmente condivisibile con gli altri membri della sua squadra. Molti ventilavano a bassa voce che Eden Prime aveva dato una svolta decisiva alla sua carriera, ma avrebbe barattato volentieri il suo grado e la sua attuale posizione, visioni comprese, con un posto caldo e tropicale, lontana dal vuoto spaziale e dal pericolo che, lei lo sapeva molto bene, esso celava.

Era come una sirena che irretiva i marinai con il suo canto, il vuoto spaziale, nessun suono, il buio più assoluto... interrotto ogni tanto da pianeti e pericolosi campi di asteroidi, con pirati e mercenari in agguato dietro ogni angolo. L'ultima frontiera, lo spazio profondo e infinito, favoleggiato da scrittori di ogni tempo, a partire da Victor Hugo, era più pericoloso di quanto loro, l'Umanità, si fossero mai immaginati.

- Sistema di occultamento: attivato. Sistemi di armamento pronti. Scudi e barriere cinetiche pronti e attivati.- snocciolò Joker, il quale faticava a tenere a freno l'adrenalina. Nadira lo aveva intuito, così si avvicinò al pilota, appoggiando una mano nell'incavo della spalla.

- Mantieni la calma e fa ciò per cui sei stato addestrato, Moreau.- una voce metallica, filtrata attraverso una maschera, attirò l'attenzione di Shepard, la quale fece un passo indietro e si affiancò alla giovane Quarian che osservava inorridita e preoccupata davanti a sé, riconoscendo perfettamente le navi davanti a sé. Nadira lo aveva intuito, ma preferì sentire la conferma del meccanico Quarian.- Sono Geth?- Talì annuì, ma Nadira si indurì, pur mantenendo un tono cordiale.- Sto aspettando una risposta, Tali.- la Quarian respirò profondamente, e poi rispose.

- Sì, sono Geth. Non dovremmo avere grossi problemi a passare, con il sistema di occultamento attivato.- Pressly obiettò.

- Anche con il sistema di occultamento attivato, se gli passiamo in mezzo, ci noteranno. Gli basterà guardare fuori dalla finestra. È un grosso rischio, Comandante, da correre. Ci ritroveremmo i loro caccia e il loro fuoco di sbarramento addosso prima ancora di poter rispondere efficacemente.- Nadira serrò le mani dietro la schiena, se i Geth erano lì e circondavano Therum, avevano trovato anche la Dottoressa T'Soni. Saren aveva il suo stesso interesse nel riuscire a catturarla prima che lei potesse soccorrerla per due motivi: il primo per un fattore psicologico, se fosse riuscito a catturare la figlia del suo braccio destro, avrebbe dimostrato l'incompetenza di Shepard come Spettro, e inferto un grave colpo all'Alleanza dei Sistemi, in secondo luogo c'era un motivo che entrambi avevano in comune. Serviva ad entrambi un esperto di cultura Prothean, per comprendere il messaggio della sonda e per trovare il Condotto. Non poteva ritirarsi e darla vinta allo Spettro ribelle. La competizione in sé, servì a farla decidere, i Geth avrebbero potuto ingaggiare il combattimento anche soltanto per trattenerla il tempo necessario che serviva ad una eventuale squadra di sbarco di Saren per prelevare la Dottoressa T'Soni e portarla a bordo di una qualsiasi di quelle navi. Non avrebbe corso quel rischio.

- I Geth, da quanto ne so, non utilizzano finestre nelle strutture delle loro navi. Non ci vedrebbero passare tra di loro.- Nadira sospirò. Messa così, aumentò ancora di più i suoi dubbi. Ma li scacciò, sentendosi addosso gli occhi di Pressly, dei due co-piloti di Jeff e di Moreau stesso. Era il suo battesimo del fuoco come Comandante della Fregata “Normandy”.

- Joker, trova un varco nelle linee nemiche, per stavolta evitiamo il contatto diretto.- sentì Pressley tirare un sospiro di sollievo.

- Agli ordini, signora.- rispose il pilota, virando e attivando i sensori orbitali per scovare un punto privo dalla presenza nemica, mentre Shepard si rivolgeva a Pressly e a tali.

- Pressly, ti cedo il comando della nave. Io scenderò su Therum con una squadra da sbarco per recuperare la Dottoressa T'Soni. Eviti il contatto diretto col nemico, a meno che non risulti strettamente necessario.- il Primo Ufficiale annuì e annunciò nel comunicatore che assumeva il comando della nave. Nadira fece cenno a Tali di seguirla.- Tali, raggiungimi con il Tenente Alenko nell'Hangar, scenderete voi due con me su Therum. Avrò bisogno di qualcuno famigliare con i Geth e i loro sistemi, che mi dia una mano a eliminarli. E tu sei l'unica, oltre a me che possiede le abilità per farlo.- la Quarian annuì e scese le scale di corsa, seguita poco dopo dal Comandante.

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http://www.youtube.com/watch?v=QVfwR1wwBKE
 

 

Garrus, una volta sentita la sirena dell'allarme rosso, si era staccato subito dal MAKO, e aiutato da Williams e Wrex, lo aveva imbragato in modo da evitare che, nel caso ci fosse stato uno scontro, non finisse a gironzolare attorno alla stanza, danneggiando cose e persone.

I tre poi, si erano precipitati ai loro armadietti indossando le corazze a tempo di record e armandosi altrettanto velocemente, imbragandosi anche loro in attesa di uno scontro che avevano dato per socntato. Qualcuno aveva lasciato attivato il comunicatore interno e si sentirono delusi dal sapere che non ci sarebbe stato nessuno scontro. Il più deluso tra tutti, fu Wrex.

- Bah, stiamo solo perdendo tempo, avrebbe dovuto infilarsi in mezzo a loro e tentare la fortuna. Le armi sulle navi servono appunto per questo. Sparare e distruggere il nemico, non sono decorazioni o soprammobili..- Ashley si ritrovò suo malgrado d'accordo con il Krogan, l'Umana si trovava in mezzo a Vakarian e al Krogan.

- Un approccio diretto alla situazione è sempre meglio, che senso ha avere un sistema di occultamento se non lo utilizziamo per far breccia nelle difese nemiche per paura di graffiare la carrozzeria? Giuro che non la capisco a volte, il Comandante. Inoltre abbiamo a disposizione il miglior pilota timoniere di tutta la Marina dell'Alleanza. Joker ci avrebbe portato a destinazione senza farci ballare più di tanto..- Williams si voltò verso il Turian cercando di inserirlo nella conversazione, con il non velato scopo di lanciargli una delle sue solite frecciatine.- Tu che cosa ne pensi, Vakarian? Che cosa avrebbe fatto un Comandante Turian?- Garrus si mise a pensare.

Che cosa avrebbe fatto un Comandante Turian? Probabilmente, data l'inferiorità numerica, avrebbe preso la stessa decisione di Shepard, Senza occultamento tattico. Con l'occultamento tattico attivato avrebbe preso la decisione di un attacco diretto e preciso, pur sapendo di uscirne con le ossa rotte.

Poi pensò al fatto che con i Geth presenti attorno all'orbita di quel pianeta, su Therum, potesse esserci qualcosa che Saren volesse con tutte le sue forze, e che oltre ai Geth potessero esserci anche altre navi che avrebbero potuto ingaggiare un combattimento con loro, allo scopo di tenerli soltanto impegnati o per costringerli a battere in ritirata. E una volta che queste navi gli avessero individuati e diramato l'allarme all'intera flotta, beh, si sarebbero ritrovati a volteggiare nel vacuo del vuoto spaziale, abilità di Joker o meno. Un tentativo di quel tipo, era sicuramente una mossa che Saren si era aspettato da Nadira, e il Comandante probabilmente aveva pensato la sua stessa identica cosa. Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo. E una certa abilità diplomatica.

Il Consiglio non sarebbe stato sicuramente contento, che Shepard rovinasse il loro gioiellino così presto e a quel modo e il Comandante lo sapeva.

- Base Terra chiama Vakarian, Base Terra chiama Vakarian. Rispondi, Vakarian.- disse Ashley scimmiottando i controllori di Cape Canaveral, per riuscire ad ottenere una risposta da Garrus.

- Cosa?!- Garrus si volse di scatto verso Williams, confuso.

- Alleluja! Avevi l'espressione di un Velociraptor con le coliche, Vakarian...I tuoi neuroni si sono sbloccati, finalmente?- lo canzonò Williams, dandogli poi una gomitata.

- Allora, non so che cosa sia un Velociraptor, ma stavo riflettendo. Affascinante come al solito, Williams, eh?- Wrex sospirò impaziente, sperando che quell'emergenza finisse alla svelta, per potersi isolare nuovamente.- Comunque, sono d'accordo con il Comandante. Per quanto un Ufficiale della Marina della Gerarchia avrebbe tentato la sorte, Shepard ha scelto per il meglio. Oltre ai Geth potrebbero esserci anche altre navi che potrebbero individuarci, anche ad occultamento attivato. Inoltre, la “Normandy” è una risorsa troppo importante per essere buttata alla leggera in uno scontro di queste proporzioni. Secondo me ha fatto la scelta corretta. A volte è meglio una ritirata strategica a un'offensiva disastrosa.- non gli piaceva la risposta che aveva dato, lui avrebbe fatto un approccio diretto, pur aspettandosi sempre il peggio. Ma due cose mancavano a loro, la fortuna e il tempo. Sapeva che Shepard non avrebbe sprecato né l'uno né l'altro, e che stava già cercando un varco nelle difese nemiche per penetrare alle loro spalle, sfruttando appunto l'occultamento tattico a disposizione della “Normandy”. Era un Incursore e il suo credo era quello di scivolare alle spalle del nemico senza farsi notare, approfittando dell'ingresso posteriore della fortezza nemica, facendo più danni possibili.

Quando l'ascensore si fermò e si aprì, vedendo uscire Aenko e Tali, visibilmente di fretta, Garrus e Ashley si tolsero temporaneamente le imbragature e iniziarono a togliere i blocchi e l'imbragatura al MAKO, delusi che il Comandante non li portasse con loro. Williams aveva una voglia matta di vendicare la sua unità, facendo strage di quei sintetici, e Garrus semplicemente voleva fare un po' di pratica sul campo.

Vakarian però comprese il motivo di quella scelta e non fece domande quando il Comandante scese nell'hangar a sua volta, ordinando loro di tenersi pronti ad ogni evenienza, nel caso la missione fosse andata a rotoli: Kaidan era un biotico, e pur sicuramente odiando i Geth, riusciva a tenere maggiormente a bada le sue emozioni,inoltre se avessero trovato la Dottoressa T'Soni, un'Asari e di sicuro anche una biotica, in condizioni critiche, il Tenente avrebbe potuto fornirle un primo soccorso. Tali invece era un tecnico fenomenale e una Quarian, conosceva bene i Geth, e aveva dato prova della sua abilità recuperando quel file audio che era servito a Shepard per inchiodare Saren alle sue responsabilità, prima che quella prova schiacciante svanisse, cancellata dal Geth stesso che la custodiva.

- Buona caccia, Comandante.- augurò Williams, prima che Nadira venisse inghiottita dall'interno del mezzo APC dell'Alleanza.

Che gli Spiriti veglino su di voi, e torniate vittoriosi. Pensò Garrus, mentre il portellone si apriva e il MAKO discendeva verso il terreno, facendo scattare i magneti sotto gli stivali della sua corazza tecnologica, mentre Wrex borbottava arrabbiato per essere stato lasciato a bordo anche quella volta, desideroso di menare un po' le mani.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Embrace Eternity – part 2 ***


Premessa: Ed eccoci alla seconda parte del capitolo precedente. L'asterisco serve ad indicare che il dialogo viene dal game.
Avevo detto che ci sarebbe voluto un bel po' di tempo prima di pubblicare questa parte, ma come ben sapete, l'ispirazione è canaglia, ti coglie quando meno te l'aspetti e quando arriva, bisogna cogliere l'attimo e scrivere.
Spero di essere riuscita nell'intento che mi ero prefissata, sto pubblicando e scrivendo a ritmo quasi industriale negli ultimi tempi, quindi spero non ve la prenderete se starò ferma per un po'. Ho necessità di prendermi una pausa.
Concludo, ringraziando come sempre quanti mi seguono e mi recensiscono, in particolare shadow_sea, Johnee e andromedahawke., oppure mi fanno sapere il parere in privato.
Un grosso abbraccio e ci risentiamo fra una ventina di giorni.

Capitolo 13: Embrace Eternity-part 2
 

http://www.youtube.com/watch?v=EETxxdlddBA
 

 

 

Il MAKO sterzò bruscamente all'interno di una fenditura della roccia lavica per evitare il razzo di una torretta. Kaidan e Tali si aggrapparono d'istinto alle paratie del mezzo, per restare in equilibrio, erano isolati dalle comunicazioni e Shepard stava guidando peggio di un ubriaco per evitare che gli scudi dell'APC finissero a terra.

Avevano già avuto diversi scontri, non facevano un passo senza incontrare truppe Geth sul loro cammino, la mira di Alenko lasciava a desiderare abituato com'era ad utilizzare i suoi poteri biotici e non ad utilizzare il cannone di un mezzo blindato.

Quando il mezzo si fermò, Nadira ordinò a tutti di smontare, l'ingresso principale della raffineria era troppo ben sorvegliata per un attacco frontale, c'erano due torrette a difesa dell'ingresso: nessun problema, sarebbero ricorsi a un'infiltrazione dalla porta sul retro, che sarebbe stata sicuramente ben sorvegliata. Se da una parte il sistema anti-jamming messo in campo dai sintetici bloccava i loro sistemi di comunicazione e di individuazione del nemico, poteva facilmente prevedere la presenza di un comitato di accoglienza.

Estrasse il fucile di precisione, il caldo soffocante la costrinse a togliere il casco, e vide Alenko fare lo stesso: il biotico le passò un pezzo di stoffa per asciugarsi il volto dal sudore, lei lo prese volentieri e, dopo esserselo passato sul collo e sul volto, lo riconsegnò al Tenente.

- Speriamo che la Dottoressa T'Soni non sia già nelle mani di Saren...- esalò Kaidan a bassa voce, ventilando un pensiero che aveva anche Shepard.- E che soprattutto sia su questo pianeta.-

- Dubito che i Geth siano qui per una scampagnata....avanzeremo separati io a sinistra e tu e Tali a destra, Alenko. Ora, silenzio. Avanzate cercando di fare meno rumore possibile, evitiamo i detriti sul terreno, e restate in copertura, fino a nuovo ordine.- i due annuirono e si portarono alla destra del Comandante.

Avanzarono di copertura in copertura finché non incontrarono i primi Geth: Nadira ordinò loro, a gesti, di mantenere la posizione, mentre lei avanzava e si metteva in posizione per eliminare da lontano i sintetici, prima di riprendere l'infiltrazione. Contò i Geth, vide che un paio di loro avevano lanciamissili come armi, e sicuramente, nascosti tra le casse, c'erano anche tiratori scelti, puntò il fucile di precisione, regolò il mirino, recuperò il controllo sul fiato, iniziando a recitare una poesia che a lei piaceva e che aveva sempre utilizzato in quegli anni, anche se non era esattamente una poesia.

- Per me si va nella città eterna, per me si va nell'eterno dolore...- sussurrò mentre posizionava meglio il calcio del fucile sull'incavo tra spalla e petto.- per me si va tra la perduta gente.- Shepard allineò l'occhio destro al mirino, chiudendo leggermente il sinistro, portando il respiro a interfacciarsi con i suoi movimenti, battito e respiro diventarono una sola cosa, si portò a concentrarsi sui rumori e sull'obiettivo.- Giustizia mosse il mio alto fattore; fecemi la divina potestate,- tirò leggermente indietro il grilletto, rilasciandolo una prima volta per inquadrare il bersaglio e stabilizzare l'arma. Ormai era tutt'uno con il suo fucile, mantenendo i sensi all'erta per evitare eventuali pericoli attorno a lei.- la somma sapienza e'l primo amore.- un altro respiro profondo, l'occhio destro immobile nel mirino. Il bersaglio inquadrato e ignaro della sua presenza, un lieve sorriso stampato in faccia.- Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro.- Era pronta a far fuoco. Diede una leggera pressione sul grilletto e mentre il Geth cadeva a terra, concluse l'incipit, spostandosi rapidamente sull'altro bersaglio.- Lasciate ogne speranza voi ch'intrate.- Nadira rotolò a destra prima che il missile la colpisse, costringendola a cambiare copertura, Kaidan la vide e uscito dal riparo si mise a sparare, senza che lei gli ordinasse di fornirgli fuoco di copertura.

- Credo non abbiano apprezzato, Comandante!- gridò il biotico dalla roccia che stava usando come copertura, mentre Tali era riuscita ad hackerare un paio di Geth per farli combattere tra di loro e Shepard veniva travolta dall'esplosione di un missile a poca distanza dalla sua esplosione.

- Mai letto Asimov, Tenente! Altrimenti avrei recitato loro pezzi di Io, Robot. Tali, riesci a farlo su un altro paio, quel trucchetto? Eviterei di prendermi un altro missile in faccia!- la Quarian diede il segnale convenzionale di “Ricevuto” e puntò un'altra coppia di Geth, con il suo Factotum, mentre Nadira passava alla pistola e si iniettava del medigel passatole da Alenko. Il suo erogatore via Factotum era offline al momento. - Ricordatemi di comprare un Factotum nuovo dall'Ufficiale addetto ai rifornimenti. Il mio è andato. Per fortuna avevo fatto un backup su OSD, dopo la missione su Sharjila.- Kaidan fece per dire qualcosa, ma Tali lo prevenne. Avevano fatto piazza pulita dei Geth, ma nessuno se la sentì di abbassare la guardia.

- Se vuoi, posso darci un'occhiata io, prima di spendere crediti per un Factotum nuovo.- Nadira guardò Tali, mentre piazzava una carica alla base di una delle torrette all'ingresso della raffineria, riconoscente.

- Hai appena detto la parola magica, Tali. Sai, vero, che sei la mia Quarian preferita?- disse il Comandante segnalando ai suoi due compagni di mettersi al riparo, mentre Alenko si spostava per far spazio a Shepard, che aveva piazzato cariche su entrambe le torrette, mentre un paio di mutanti saltarono fuori dal nulla. - Arrivederci e mari tranquilli, mostri!- disse sogghignando Nadira, facendo esplodere il tutto proprio nel momento in cui i Mutanti passavano tra le due torrette, completamente appoggiata al prefabbricato con la schiena e le mani a coprire le orecchie.

Quando la testa di uno dei mostri rotolò poco lontano dalla loro posizione Nadira la prese in mano, incuriosita, e le venne una piccola idea su come utilizzarla. Si sentì in colpa per averlo anche solo pensato, in fin dei conti quei Mutanti una volta erano esseri umani, e le sembrava di fare un vilipendio al cadavere. Purtroppo quella era una guerra e in quel fabbricato sicuramente c'erano Geth, avevano granate a disposizione, ma quella era perfetta per nasconderle.

- Comandante, non credo sia una buona idea. La compagnia mineraria ci farà causa se...- balbettò Kaidan, intuendo ciò che voleva fare Nadira.

- Tenente, avremmo causato comunque danni con delle granate normali, preferisce entrare e avere una sparatoria con un Geth, oppure mettere al sicuro il perimetro velocemente e proseguire per trovare e soccorrere la Dottoressa T'Soni?- Alenko non rispose e Nadira attuò il suo piano. - Lo considero come un sì.-

Quando fecero irruzione, il Geth giaceva disattivato a terra.

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http://www.youtube.com/watch?v=Z3CVZQBi_HA
 

 

Liara si riscosse: aveva perso la nozione del tempo, non sapeva da quanto tempo era lì, ma gli spari, in lontananza, le fecero sperare che qualcuno stesse arrivando per portarla via da quel posto, così quando si acquietarono e nella miniera, sito dello scavo delle rovine Prothean, calò il silenzio, interrotto solo dal rumore dell'ascensore che stava scendendo, e dai passi di qualcuno che camminava velocemente sulle passerelle.

La Dottoressa T'Soni sentì altri spari, poi un Geth cadde proprio davanti alla sua “gabbia”, inerte e decise di gridare per far sì che chi stesse salvandola, anche se in cuor suo fossero Commando Asari mandate dal Governo di Thessia, o da sua madre, la individuasse e la facesse uscire da quella situazione.

- C'è nessuno là fuori?! Sono in trappola, mi serve aiuto!- * gridò Liara con tutta la voce che poteva utilizzare per farsi sentire. Passò ancora qualche minuto prima di vedere atterrare davanti a sé la figura di un soldato in corazza grigia, percorsa sulle braccia da bande rosse e bianche, coperta da graffi, bruciature, anche recenti, e ammaccature. La poca luce dello scavo, non l'aiutava a distinguere le forme dei suoi soccorritori.

Quando il soldato si avvicinò alla sua “prigione”, e vide che era un'Umana, si mise subito sulla difensiva, pensando che fosse qualche mercenario assoldato dai coloni o dalla Compagnia mineraria per indagare sugli scavi o per mettervi fine in qualche modo. Tirò un sospiro di sollievo, quando la donna si qualificò come Ufficiale della Marina dell'Alleanza dei Sistemi, restando sorpresa nel vedere affiancarsi alla donna, oltre a un altro soldato umano, una Quarian. Mentre quel piccolo gruppo si allontanava per cercare un modo per superare la barriera, Liara ripensò a ciò che quella donna le aveva detto a proposito di sua madre. Non riusciva a credere che Benezia si fosse unita a Saren, quel militare dell'Alleanza le aveva anche chiesto da che parte stava.
L'aveva osservata, quello sguardo l'aveva intimorita al punto da costringerla un paio di volte ad abbassare il suo o a guardare altrove, mentre le spiegava cos'era successo e cosa doveva fare, quel volto deturpato da quell'orribile cicatrice che le attraversava il setto nasale diagonalmente, e quella nota di tristezza in fondo a quegli occhi verdi come le foreste di Thessia. Come l'Asari, anche l'Umana aveva immediatamente eretto le sue difese attorno a sé, quando lei le aveva chiesto di sua madre. Quando sarebbero usciti da lì, le avrebbe chiesto spiegazioni.

Sperò che quell'Umana avesse le risposte che cercava.

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http://www.youtube.com/watch?v=Bj8Kf5aq3TI
 

 

- Pensi che possiamo fidarci di lei, signora?- chiese Kaidan, mentre quell'ascensore li portava a destinazione, e mentre Nadira cercava di studiare il posto: quel laser minerario era stato una vera manna dal cielo, aveva permesso loro di risolvere il problema di come raggiungere la Dottoressa T'Soni al di là della barriera del campo di forza.

Esaminò centimetro per centimetro quelle pareti, sembravano molto instabili, per composizione del terreno, per le rovine e per il fatto che avevano appena usato una notevole potenza di fuoco senza prendere particolari precauzioni.

Non vedeva l'ora di allontanarsi da quel posto e togliersi tutto lo sporco accumulato in quelle ore, ma sapeva che era stato tutto facile fino a quel momento, la studiosa Asari aveva parlato di un Krogan presente insieme ai Geth, e iniziò davvero a pensare di aver fatto male a lasciare Wrex a bordo della Normandy.

Si volse verso la console che si era attivata con l'ascensore, una console luminescente di colore verde, preoccupata, non aveva dovuto faticare molto per trovare il pulsante per attivarlo, per essere tecnologia Prothean era facile da utilizzare. E non aveva potuto far altro che registrare le espressioni altrettanto stupite di Kaidan e di Tali, che aveva spalancato tanto d'occhi, l'unico modo che aveva per decifrare gli stati d'animo della giovane Quarian.

Scosse la testa, scacciando il pensiero che poteva trattarsi di un effetto collaterale dell'essere entrata in contatto con una sonda Prothean, dopotutto che cosa sapevano loro della sonda? Nulla, soprattutto ora che era andata distrutta. Restavano le visione e la certezza che anche Saren passava notti insonni come lei, a bordo della nave madre che lei, Kaidan e Williams avevano visto librarsi nei cieli di Eden Prime, con quel suono odioso e lancinante, che il solo ricordo le faceva portare le mani alle orecchie, per ripararsi da esso.

- Quanto tempo abbiamo ancora prima che tu schiatti al suolo a causa delle tue emicranie, Alenko?- chiese Nadira a bruciapelo, voltandosi verso il Tenente, che non seppe cosa rispondere.- Non importa, evita di usare i tuoi poteri biotici, se dovessimo scontrarci con quel Krogan che la Dottoressa ha menzionato prima. Se abbiamo fortuna questa Liara T'Soni ci darà una mano.- esalò Shepard, nel silenzio più totale. Incrociò le braccia e si appoggiò alla console, in attesa che quell'ascensore concludesse la sua corsa. Assomigliava molto agli ascensori presenti sulla Cittadella, con la sola differenza che non c'era quella musichetta odiosa, i notiziari flash e le domande inopportune di Vakarian agli altri membri della squadra.

Forse perchè entrambi sono tecnologia Prothean?, pensò Nadira sollevando il sopracciglio sinistro: era tutto il giorno che si sentiva di buonumore, complice probabilmente la dormita che si era fatta mentre Jeff e Pressley provvedevano a scansionare i pianeti del sistema, prima di trovare una traccia valida su Therum.

Si domandò se Benezia sapeva che un Krogan e dei Geth davano la caccia a sua figlia, la sua di madre non lo avrebbe mai permesso: da quel poco che sapeva della Matriarca, col passare dei giorni i dubbi su una sua partecipazione volontaria ai piani di Saren, da parte sua, aumentavano.

C'era qualcosa che non andava, tutta quella faccenda era iniziata a sembrarle sbagliata nel momento in cui aveva avuto quel faccia a faccia con Arterius nella Torre della Cittadella, all'epoca si era lasciata trascinare dalla rabbia a causa di quello che era successo su Eden Prime e non aveva soppesato bene le parole che gli aveva rivolto.

Cosa poteva spingere uno Spettro della caratura di Saren, per quanto spietato potesse essere era pur sempre una leggenda del Reparto Specialisti Tattiche e Ricognizioni, a uccidere un collega e un amico, tramare contro il Consiglio e voler uccidere tutti nella Galassia?

Potere? Vendetta contro gli Umani? Contro la Gerarchia? Si morse un labbro, Nihlus probabilmente avrebbe saputo dirle qualcosa di più su Saren Arterius, ma Nihlus era morto. E ora spettava a lei mettere insieme tutti i pezzi. Con ciò che aveva a disposizione.

L'ascensore si fermò finalmente, e seguita da Alenko e Tali raggiunse la console indicatele dalla Dottoressa T'Soni, mentre gli altri due chiedevano alcune cose a Liara, lei si occupò di liberare l'Asari dalla sua temporanea “prigione”, restando perplessa su come aveva fatto a trovare ancora una volta i tasti giusti per liberarla, al primo colpo, senza dover bypassare alcun protocollo di sicurezza.

Rimandò i dubbi a un altro momento, quando avrebbe potuto riflettere con calma nella sua cabina, e si concentrò sull'Asari che era caduta a terra, trattenendo a stento una risata, che era l'ultima cosa che doveva fare in quel momento, porse la mano alla scienziata e l'aiutò a rialzarsi.

Tali chiese a Liara se avesse avuto qualche idea su come uscire da quel posto, e l'Asari segnalò l'ascensore con cui erano saliti fino a lì, fecero dietrofront e si ritrovarono nel bel mezzo di un crollo all'interno di una miniera, con un Krogan a capo di un esercito di Geth che sarebbero spuntati da un momento all'altro.

Brava, ottima idea utilizzare un laser minerario, pur sapendo che sarebbe potuto crollare tutto, pensò Nadira mantenendo l'autocontrollo, mentre Liara ripeteva ad alta voce quello che lei stava pensando.

-Joker, aggancia il mio segnale e vienici a prendere! Subito, signorina!- gridò nell'auricolare, cercando di mantenersi calma. Non avrebbe retto un'eventuale battuta del suo pilota e amico in quel frangente, per cui impresse in ogni singola parola un tono di comando irritato.

Fortunatamente, Jeff comprese e rispose che sarebbero arrivati in otto minuti.

Se il fatto che la miniera stesse crollando era già abbastanza per farle venire i cinque minuti, lanciando un'occhiataccia nei confronti di Alenko che aveva rivelato a T'Soni alcuni particolari sulla loro missione, senza pensare fino a dieci prima di farlo, il Krogan fece la sua comparsa insieme ai Geth. Non era niente di speciale, nulla paragonabile a Wrex, ma sapeva che era meglio non sottovalutare la specie a cui apparteneva.

- Dottoressa T'Soni?- sussurrò Nadira, in direzione dell'Asari portandola alle sue spalle, in modo da frapporsi tra Liara e il Krogan.

- Sì, Comandante?- chiese Liara, altrettanto piano. Era impaurita, ma si sforzò di mantenere un certo controllo, dopotutto i suoi poteri biotici erano stati condizionati e ben potenziati. Alle loro spalle Alenko e la Quarian, Tali l'aveva chiamata Shepard, si erano armati. E anche il Comandante aveva fatto scattare una delle due armi che aveva sulla schiena.

- Possiamo contare su di lei, nello scontro?- Liara spalancò gli occhi, incredula. Le stavano accordando fiducia, pur non conoscendola che da pochi minuti. Probabilmente avrebbero voluto il suo aiuto in cambio, oppure avevano ricevuto ordine di riportarla a Thessia. Non le restava altro che combattere al fianco del Comandante.

- Ce...certo, Comandante. Che cosa devo fare?- chiese Liara, sempre a bassa voce, posando lo sguardo sul Krogan e sulla sua corazza e sui suoi spallacci.

- Il mio Tenente è un biotico, ma è esausto. Spero lei abbia sviluppati i suoi poteri biotici, Dottoressa. Scaraventi il bestione dove può causargli un bel po' di danni in modo che lei e d Alenko possiate finirlo prima che si rigeneri. Io e Tali ci occuperemo dei Geth. Niente eroismi, se il Krogan è troppo forte per voi due, date una voce e verrò ad aiutarvi.- Nadira scambiò uno sguardo d'intesa con la Quarian e poi si concentrò sul Krogan, che era stato circondato dai Geth: uno dei sintetici era un tiratore scelto, se lo segnò mentalmente, visto che sarebbe stato il primo bersaglio da abbattere.

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http://www.youtube.com/watch?v=RsmgJulbRXI
 

 

Garrus e Williams erano ai lati del portellone, l'allarme era stato lanciato quando Pressly aveva annunciato che la nave stava salpando per recuperare la squadra da sbarco. Anche Wrex era già in assetto da battaglia, armato e in corazza tecnologica, che pregustava già un eventuale conflitto a fuoco.

- Avranno trovato la Dottoressa T'Soni? Non vorrei aver fatto un viaggio a vuoto anche stavolta....- disse Ashley, nervosa, come lo era sempre prima di una battaglia, aveva poca voglia di scherzare a quel modo. Lei e Garrus erano rimasti per tutto il tempo sul ponte insieme a Joker ad aspettare notizie dalla squadra da sbarco, e il pensiero di non essere su Therum insieme a Shepard( viaggio sul MAKO escluso, quello era un qualcosa di cui non sentiva la mancanza), a uccidere un bel po' di sintetici, sempre se uccidere era il termine adatto, in quel caso.

- Sembrerebbe di sì, Joker ha detto che c'era un quarto segnale oltre a quelli del Comandante, di Alenko e di Tali. Prima di perderlo. Shepard aveva una certa fretta, da quanto abbiamo sentito. Avranno avuto sicuramente problemi.- rispose Garrus mantenendo l'autocontrollo, anche se dentro la sua testa viaggiavano mille scenari diversi. Potevano essere guai, che qualcuno fosse rimasto ferito.

- Sempre ottimista, eh, Vakarian?- lo canzonò nervosamente l'Artigliere Capo, mentre la Normandy vibrava sotto i loro piedi, diretta verso il suo obiettivo, come il falco che puntava la sua preda per ghermirla e portarla via.

- Mi aspetto sempre il peggio, Williams, per cui quando accade non ne resto sorpreso.- Ashley piegò lievemente le labbra in un sorriso nervoso, che sparì quasi subito, quando Joker annunciò che la miniera in cui aveva agganciato il segnale del Comandante stava crollando.

- Beh, io dico sempre che un'ottimista è come i pessimisti chiamano i realisti.- Joker abbassò il portellone, Garrus ed Ashley si portarono all'apertura, mentre Moreau iniziava la discesa.

- Laggiù!- Williams urlò e diede una gomitata al Turian, indicandogli alcune figure che uscivano correndo dalla miniera. Vakarian strizzò gli occhi e riuscì a riconoscere Tali e Kaidan che si dirigevano verso la fine della rampa, come formiche impazzite. Dietro di loro, un'altra figura vestita con una tunica da scienziata, uscì subito dopo, Garrus aiutò Kaidan a salire sulla nave, ma ancora non vedeva Shepard, Ashley era scesa a terra, spingendo Tali sulla Normandy, e subito dopo anche l'Asari.

- Shepard?! Dov'è il Comandante, Alenko?!- gridò Garrus, per sovrastare il rumore dei motori della nave, del vento e della struttura mineraria che crollava piano piano.

Il Biotico si guardò attorno, terrorizzato quando non vide Nadira sulla nave nella stiva, il Turian ringhiò inconsapevolmente e dopo essersi scambiato un'occhiata d'intesa con Williams, saltò giù dalla rampa e corse a recuperare Shepard, insieme all'Artigliere Capo.

- Se il Comandante non esce da quella miniera entro dieci secondi, giuro che ce la tiro fuori io, a calci!- esclamò Williams, correndo come un'ossessa, inseguita a poca distanza da Vakarian.

- Chi è che....pant.....vuoi prendere a calci...Artigliere Capo?- esclamò una voce a poca distanza da loro, nascosta dalla polvere provocata dal crollo, facendoli fermare di colpo. Quando la nebbia si diradò trovarono Shepard con le mani sulle ginocchia che ansimava pesantemente e tossiva. Ashley roteò gli occhi, mentre Garrus si rilassò al punto da riuscire a fare una battuta.

- Spiriti, Comandante! Sei troppo vecchia per correre ancora i cento metri in nove secondi.- Nadira diede un breve sorriso, e a gesti chiese dell'acqua, mentre l'accompagnavano sulla Normandy.

- Cough....cough....cough...Sei fortunato che sono troppo stanca per farti fare un giro di chiglia, Vakarian...c'è da recuperare il MAKO, venite con me?- il Turian e Williams si guardarono preoccupati, Garrus si propose di evitare tuffi non voluti nella lava incandescente.

- Solo se lasci guidare me, Comandante.- Ashley tirò un sospiro di sollievo, quando il Turian propose quella cosa. Inaspettatamente Shepard accettò.- Sai non so se hai mai visto i Turian nuotare, ma è tutto un smanacciare e un gran muovere dell'acqua e basta. Soprattutto se si tratta di lava, non credo sia il caso che ti dia una dimostrazione delle abilità natatorie della mia specie.-

- D'accordo...solo per questa volta, però. Non farci l'abitudine, Vakarian.- attivò la comunicazione con Jeff e gli inviò le coordinate, ordinando alla sua squadra di ritrovarsi in sala briefing nel giro di due ore. - Missione compiuta. Complimenti a tutti. Shepard, chiudo.-

Ashley diede una pacca sulla spalla al suo Comandante, mentre le passava accanto e riprendeva la borraccia che Nadira le porgeva. Garrus porse al Comandante uno straccio, che Shepard utilizzò per pulirsi sommariamente la faccia scoprendo un taglio sulla tempia destra. Vakarian lo vide e si mise ad osservarlo, poco prima di salire sul MAKO.

- Comandante...dovresti andare in infermeria a fartelo vedere, quel taglio. Perché non hai utilizzato il medigel?!- chiese Williams accorgendosi a sua volta della ferita, dopo che Garrus si era messo alla guida, brontolando nella lingua della sua gente.

- Factotum rotto. E non me ne ero neanche accorta. Sai, Krogan e Geth, e una miniera con rovine Prothean al suo interno che stava letteralmente crollandoci sulla testa, “Gunny”. È un graffietto, comunque, non morirò dissanguata, non preoccupatevi.- Ash scosse la testa, cercando nel mezzo uno straccio o qualsiasi cosa sembrasse un pezzo di stoffa pulito, e quando lo ebbe trovato, tirò fuori di nuovo la borraccia, in aggiunta ad ago e filo.- Ehi, Capo, che vorresti fare? Rubare il lavoro alla Dottoressa Chakwas? Sto bene, davvero, non c'è bisogno che tu ti improvvisi crocerossina, Williams. Non ti si addice. Vedi? Non sanguina più.- Shepard indicò il taglio, mentre sentiva che il MAKO saliva sicuro la rampa della Normandy e si fermava nella stiva di carico.

Shepard scese atleticamente, reggendo lo straccio, nascondendo la vista del sangue agli altri membri dell'equipaggio, e infilandosi nell'ascensore dopo aver ribadito l'ordine alla squadra di ritrovarsi nella sala comunicazioni per il debriefing della missione. Liara le si avvicinò per chiederle se anche lei doveva presentarsi al debriefing. Nadira si voltò e diede un ordine muto a Williams e Garrus di metterla sotto scorta armata senza farlo capire all'Asari, e nel contempo rispose alla Dottoressa T'Soni.

- Vakarian e Williams ti aiuteranno a trovare la strada, T'Soni. Nel frattempo,- il Comandante si infilò nell'ascensore, sapendo che cosa si aspettava dalla Dottoressa Chakwas.- goditi la loro compagnia. Sono brutti, ma non mordono.- Garrus fece per ribattere, pronto a fare del sarcasmo sulla cicatrice che attraversava il volto di Shepard.

L'ascensore, però si chiuse e iniziò la sua corsa, privandolo del piacere di mettere in mostra il suo ego ancora una volta, costringendolo a portare a Tali il Factotum rotto del Comandante, per vedere se si poteva riparare.

Il Factotum, non arrivò mai in Sala Macchine, ma il mattino dopo, Shepard se lo ritrovò sulla scrivania rimesso a posto e in efficienza, oltre che con qualche nuovo upgrade. Calibrato a dovere.

 Non seppe mai chi era stato a ripararlo, e Tali fu estremamente felice di prendersene i meriti.

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Rendez-vous with the past ***


Premessa: Ed eccomi finalmente con il nuovo aggiornamento, dopo aver sospeso per una quindicina di giorni con la scrittura, causa Festa del Torrone e un paio di impegni personali.

Chiedo scusa per la lunghezza del capitolo, ma stavolta mi era impossibile spezzare, visto che nel prossimo tratterò argomenti diversi da questo.
Ho ripreso in mano le interazioni con un paio di personaggi che avevo trascurato, lasciandoli sullo sfondo, sperando di non aver sbagliato o averli mandati OOC. Nel caso non fatevi scrupoli a segnalarmelo. Ah, dimenticavo, alcuni dialoghi sono presi dal gioco, ma non me li ricordavo molto bene.
Colgo l'occasione per ringraziare quanti mi seguono e mi supportano/sopportano, con recensioni e messaggi privati, in particolar modo Johnee( che mi ha fatto notare una svista in un capitolo precedente, grazie di cuore), andromedashepard, shadow_sea e kikkisan. Non me ne vogliano le altre che non ho menzionato, a cui mando un grosso abbraccio, nella speranza di risentirle al più presto.
Vi lascio al capitolo. Buona lettura.

Capitolo 14: Rendezvous with the past
 

http://www.youtube.com/watch?v=DAQ4sJZ5IsU
 

 

Joker interruppe il collegamento con il Consiglio, non appena Shepard concluse il suo rapporto. Scosse la testa, quei tre pensavano di più a salvaguardare un mucchio di mura decadenti che una vita umana, si era preparato a dover chiudere la comunicazione, nel bel mezzo del rapporto, quando i Consiglieri avevano abbaiato contro Nadira per la distruzione delle loro preziose rovine Prothean.

Restando sorpreso che lei aveva ingoiato il rospo e avesse risposto educatamente, ma forse non la conosceva più così bene, dopotutto si erano ritrovati dopo quella che era stata un'eternità, il ricordo del periodo dopo Akuze non contava, si era trattato di pochi giorni.

Mentre si trovava alla sua postazione, quando la nave era in occultamento e ormeggiata nell'orbita di Therum, era rimasto in tensione tutto il tempo, rilassandosi visibilmente quando aveva ricevuto la richiesta di esfiltrazione, direttamente da Shepard. Per carità, sapeva che si sapeva difendere e anche bene, ma si era comunque preoccupato, soprattutto quando le comunicazioni si erano interrotte, probabilmente a causa di contromisure nemiche attuate per isolare la squadra da sbarco.

Quasi saltava sulla sedia, quando le navi dei Geth avevano abbandonato l'orbita, e Shepard era salita a bordo della Normandy con la Dottoressa T'Soni, strappandola dalle mani di Saren e dei suoi galoppini. Era stato bella vederla contenta per una volta in sala comunicazioni mentre il resto della squadra si disperdeva e tornava ognuno alle proprie occupazioni, non l'aveva vista saltellare, ma era sicuro che in cuor suo stava esultando peggio di un ultras delle Maestros.

- Vedo che stai lavorando con molta solerzia, Jeff.- la voce della sua amica lo fece trasalire. Non era abituato a quel tono allegro e spensierato nelle sue parole. Ne aveva tutto il diritto, ma poteva evitare di apparire alle sue spalle a quel modo all'improvviso. Era a dir poco inquietante.

- Preferisco all'argento l'oro.- Nadira guardò Joker confusa, non sapendo di che cosa parlasse. Era andata dall'amico per ordinargli di impostare la rotta verso la Cittadella, e ora, dopo la battuta in sala comunicazioni sull'incompatibilità tra la Normandy e il magma lavico, non si era aspettata di trovarsi oggetto di un'altra battuta.

- ...scusa? Sarò pure lenta a causa della stanchezza, ma di che cosa stai parlando?- Nadira si massaggiò la tempia destra, dove c'era in bella vista, un cerotto e una nuova, futura cicatrice.

- Per la mia medaglia. Visto che ti ho salvato il culo laggiù, mi proporrai sicuramente per una medaglia.- Shepard sospirò, avendo capito dove Joker voleva andare a parare.

- ...Certo, come ho fatto a non pensarci...vuoi una medaglia...- scosse la testa, a metà tra il divertito e lo scocciato.- Jeff se ti dovessi proporre per una medaglia, dovrai salire su un palco, fare un discorso, e ascoltare per almeno due ore lunghi e noiosi discorsi da parte delle autorità. Ti addormenteresti dopo mezz'ora.- Moreau la guardò terrorizzato, da quella spiegazione che gli aveva dato l'amica. Toccò immediatamente la barba.

- Già, e probabilmente mi chiederanno anche di radermi. Passo. Hai bisogno di qualcosa?- Jeff si volse verso Shepard.

- Non ti farebbe male una bella rasatura, quella barba è troppo lunga.- Nadira si sedette sulla poltrona a fianco del pilota. Joker non ne fu affatto sorpreso, anche se era qualche giorno che non lo faceva.

- Siamo 1 a 0?- chiese Jeff quando Nadira si era messa comoda.

- Sì, 1 a 0, ma la partita è ancora lunga. E ho la sensazione che siamo ancora in svantaggio. Una vittoria di Pirro, finchè Saren sarà in giro per la Galassia, non potremo dire di essere al sicuro, o di poterci preparare adeguatamente. Ho un brutto presentimento a tal proposito, vorrei tanto sbagliarmi.- il Comandante si sistemò sulla poltrona, che era stata occupata da Alenko durante il viaggio inaugurale della Normandy.- Sei sicuro di star bene, Jeff? Abbiamo un'Asari a bordo e non mi hai ancora chiesto niente.- Shepard afferrò il berretto del pilota, togliendoglielo e appoggiandoglielo sopra la poltrona. Moreau protestò immediatamente.

- Ehi, lascia stare il mio berretto.- Nadira sollevò un sopracciglio.- Comandante.-

- Così va bene.- Shepard si alzò dalla poltrona, la Dottoressa Chakwas l'aveva avvisata che T'Soni era in grado di parlare, ed era il momento adatto per farle alcune domande. Anche se avrebbe preferito continuare a tenere compagnia al pilota.- Ora devo andare, al contrario di te ho del lavoro importante da fare. Fai rotta sulla Cittadella, dobbiamo fare rifornimento, e ho un appuntamento alle Ambasciate.- il Comandante si alzò in piedi, malvolentieri, la Dottoressa T'Soni le avrebbe fatto venire il mal di testa nel giro di cinque secondi, pur con la curiosità che se la stava mangiando viva, non era elettrizzata dall'incontrare l'ennesima Asari. L'esperienza con la Consorte era stata abbastanza traumatica, e anche se aveva ricevuto come ricompensa un ciondolo di fattura Prothean, dal valore sicuramente inestimabile, aveva trovato il comportamento di Sha'ira abbastanza sgradevole e sperò che questa Liara non si comportasse allo stesso modo della Consorte.

Ogni volta che qualcuno la sfiorava, anche solo con una mano sulla spalla, o una pacca sulla schiena, i ricordi di qualcuno che non era più accanto a lei a sostenerla, non le davano scampo.

- Non mi fai nemmeno un complimento sulle mie grandi abilità di pilota?- chiese Jeff osservandola andarsene verso la sala tattica a testa alta.

- Farti i complimenti per aver fatto il tuo dovere? Sì, sei stato bravo, ma dovrai fare di meglio per convincermi a proporti per una medaglia, Tenente Moreau. Al lavoro, ora, se non vuoi che invece di una menzione ti arrivi un richiamo, scansafatiche.- Joker sbuffò, ma si rimise alla cloche soddisfatto e contento di averla vista allegra, un privilegio che era riservato a pochi intimi.

- ...e io che pensavo di avere qualche sconto, avendo un'amica come Comandante.- borbottò con lo scopo preciso di farsi sentire da Shepard. A lui non importava chi ci fosse al comando, non voleva favoritismi, ma era fatto così.

- Ti ho sentito, Joker! Non costringermi a venir lì e iniziare a spezzarti le costole una per una.- disse Shepard ad alta voce voltandosi di nuovo verso la poltrona del pilota.

- Ehi, ma perché devi sempre mettere di mezzo le mie ossa?! Non ti hanno fatto niente di male!- sentì Nadira sghignazzare, si voltò e la vide scuotere la testa con un piccolo sorriso disegnato sulle labbra, prima che lei riprendesse la via delle scale, scendendo sul Ponte Equipaggio.

Jeff tornò ai suoi doveri, contento di essere riuscito a strapparle quel breve sorriso.

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http://www.youtube.com/watch?v=9s-c7ex-G0A
 

 

Lo scienziato cadde a terra senza quasi nemmeno riuscire a scappare dal suo inseguitore. In una pozza del suo stesso sangue.

L'uomo davanti a lui diede un sorriso soddisfatto, il volto coperto dal casco e dalla visiera argentata che gli copriva interamente gli occhi, puntò la pistola e sparò di nuovo, uno, due, tre colpi di fila, con rabbia, la mano stretta attorno al calcio della Kessler. Lasciò che si raffreddasse e andò avanti per altre quarantasette volte.

Lasciò andare un grido misto a rabbia e soddisfazione, premendosi le tempie e lasciando andare la pistola, che cadde a terra mischiando al sangue dell'uomo che aveva appena ucciso: un suo commilitone, fasciato come lui in una corazza Assassin IX, raccattata da uno dei Marines che proteggevano la struttura, legati e nascosti in uno dei magazzini della struttura scientifica dell'Alleanza dei Sistemi in cui si erano introdotti.

- Dobbiamo andare. La crackatura delle telecamere di sorveglianza è tarata sui quindici minuti, e l'effetto del gas soporifero finirà anch'esso a minuti. Se non ci sbrighiamo, avremo addosso tutta la guarnigione in meno di dieci minuti.- porse un OSD al collega, che lo prese e lo inserì nel Factotum. Per quanto potessero essere protetto da firewall vari, aveva avuto un'ottima insegnante.

Lasciò che il programma per hackerare i dati riservati per i quali era venuto fin lì facesse tutto il lavoro, raccolse la pistola, la pulì, e la mise alla vita, mentre i ricordi di lei, stretta a lui sotto a un telo mimetico, e con la schiena appoggiata al freddo metallo della paratia di una nave, lo fecero sospirare a lungo, e gemere, per il rimorso, per la nostalgia e per la solitudine che lo attanagliava da allora.

Salito a bordo della nave trasporto di cui si servivano, diede un pugno contro la paratia della stiva, osservando poi indifferente il nome della prossima località su cui si sarebbero dovuti dirigere per completare quella follia, prima di sparire per sempre nei Sistemi Terminus, dove le mani dell'Alleanza dei Sistemi non potevano arrivare.

Attivò la comunicazione con la sala tattica e il ponte, per trasmettere le coordinate al pilota.

- Fai rotta su Ontarom, “Stitch”. Fino ad allora, non voglio essere disturbato.-

Chiusa la comunicazione, si rintanò nella cabina spartana che si era riservato, infilandosi sotto la doccia, e quando l'acqua iniziò a scivolare sopra i suoi muscoli dilaniati dalle cicatrici e dalle bruciature, chiuse gli occhi e cacciò con decisione quei ricordi e il suo volto.

Erano echi di una vita che non gli apparteneva più, sarebbe rimasto nell'ombra e finita quell'opera di giusta vendetta nei confronti di coloro che avevano distrutto tutto ciò che aveva in quel maledetto giorno, si sarebbe riunito agli altri.

Non aveva più nulla per cui combattere e vivere.

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http://www.youtube.com/watch?v=nQ7GP0QgIow
 

 

Il profilo della Cittadella apparve davanti a loro, la chiacchierata con la Dottoressa T'Soni era stata interessante, ma non le aveva detto niente che non sapesse già. Joker si collegò con il controllo traffico della Stazione, era lo spettacolo più bello a cui potesse assistere: le braccia aperte contornate dall'aura violetta della Nebulosa del Serpente, che diventavano poi un insieme di grattacieli e luci artificiali, man mano che la Normandy si avvicinava al molo d'attracco designato.

Sopra quel molo, Turian e altre specie si aggiravano come formiche impazzite, in prevalenze erano agenti dell'SSC che stavano sovraintendendo alle operazioni di attracco della Fregata battente bandiera dell'Alleanza dei Sistemi.

La Normandy si infilò placidamente nel molo lasciandosi bloccare dagli ormeggi pneumatici, grazie alla guida esperta e sicura di Jeff, mentre Nadira aveva adocchiato un Ufficiale dell'Alleanza fermo accanto all'ascensore che portava direttamente all'Accademia SSC, grattandosi la nuca, dopo aver roteato gli occhi. Anche da lontano, lo aveva riconosciuto.

La giornata iniziava proprio bene.

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Nadira batteva i piedi ritmicamente sul pavimento in metallo, alle sue spalle Garrus e Liara chiacchieravano mentre l'ascensore li portava con lentezza all'Accademia SSC.

Come inizio di giornata non c'era male: un'ispezione dell'Alleanza da parte del Contrammiraglio Michailovic che non aveva fatto altro che trovare ogni mancanza o difetto nella sua gestione della Normandy, pur di affossarla, erano sei anni che cercava di farlo, se non fosse stato per le sue abilità diplomatiche, probabilmente a quest'ora alla Giunta Militare Riunita sarebbe arrivato un rapporto che probabilmente avrebbe scatenato un temporale di dimensioni catastrofiche sulla sua carriera.

L'aveva innervosita, aveva sentito i ringhi di Garrus quando il Contrammiraglio aveva offeso la Gerarchia e i suoi compatrioti, quando poi aveva definito la Normandy una “scatola di latta”, l'istinto le aveva detto di reagire come ai vecchi tempi, quando non si faceva problemi a rispondere a tono ad un suo superiore.

Non era più quella che era allora. Aveva una nuova squadra a cui pensare, proteggere e riportare a casa come allora, solo era diversa, combatteva senza un'apparente ragione, quella missione era per lei come ogni altra missione che aveva svolto, attori diversi, ma la scena e la sceneggiatura erano le stesse.

Sparare un po', fare saltare in aria qualcosa e tornare a casa. Faticava a mostrarsi motivata e determinata a uccidere Saren, anche se il solo fatto delle minacce alle colonie umane e all'Umanità in generale sarebbe potuto bastare a darle un motivo in più per combattere.

L'ascensore interruppe la sua corsa e Garrus e Liara smisero di chiacchierare seguendo Shepard, il Turian si guardava attorno, rispondendo ai cenni di saluto dei suoi colleghi, poi si dovette bloccare all'improvviso, rischiando di travolgere il Comandante. Perchè doveva essere sempre così tra di loro? O forse era lui che era imbranato e non guardava dove metteva le zampe?

Stava per scusarsi con Shepard quando vide il dito del Comandante premuto contro l'orecchio, segnale che stava comunicando con qualcuno e Nadira si allontanò quel tanto per parlare privatamente con il suo interlocutore.

Anche a una certa distanza, vide le mani del Comandante tremare e una si chiuse a pugno, Liara camminava nervosamente davanti a lui, mentre Garrus restava imperturbabile appoggiato alla colonna dell'ascensore, tenendolo occupato, nel caso avessero dovuto tornare al molo d'attracco della Normandy, in fretta.

Liara chiese a Garrus che cosa stava succedendo, probabilmente anche l'Asari aveva notato il comportamento strano di Shepard, ma Vakarian sollevò le spalle, nemmeno lui sapeva che cosa stesse accadendo: avrebbero dovuto essere già all'Ambasciata Umana, visto e considerato che Udina aveva chiesto un colloquio con Shepard per via della Dottoressa T'Soni, e Garrus si meravigliò che l'Umano non avesse ancora contattato il Comandante berciandole dietro a causa del ritardo.

Nadira dal canto suo, stava parlando appunto con Anderson, avvertendolo che sarebbero arrivati in ritardo e di temporeggiare con l'Ambasciatore: aveva cose ben più importanti da fare, che ascoltare i vaneggiamenti di quel viscido serpente di Udina.

-....lo so, ma hanno richiesto la mia assistenza per una situazione alquanto delicata e avendo con me un Detective dell'SSC, credo che...- Shepard roteò gli occhi, evidentemente seccata.- NO, Anderson è fuori discussione! Non rilascerò nessuna intervista a quell'arpia! Udina prima di intraprendere tali azioni dovrebbe avvertirmi, prima di accettare interviste riguardanti me o il mio equipaggio. Ho una missione, e...- Garrus sghignazzò davanti a quella scena, mentre Liara lo guardava di traverso, Shepard non poteva farlo perchè era in comunicazione diretta con il Capitano Anderson, scura in volto, e i pugni stretti fino al punto da far scricchiolare i guanti della sua corazza.- e in più ho già promesso un'esclusiva ad Emily Wong...Cosa?! Agli ordini, Capitano...farò quella dannata intervista, ma se finisce con la signorina Al Jilani k.o., non dite che non vi avevo avvertito. Shepard, chiudo.- Nadira tirò un sospiro di sollievo, guardando in cagnesco e con la coda dell'occhio la giornalista che stava cercando di attirare la sua attenzione, segnalò a Garrus e a Liara di riprendere l'ascensore: il Turian e l'Asari la seguirono senza fiatare, nessuno dei due se la sentì di farle domande.

- Diamine, ma questi ascensori non possono andare più veloci?! Quello della Normandy al confronto, è più veloce di un Elcor con i jetpack con trazione posteriore!- Nadira sbottò, rivelando tutto il suo nervosismo.

- Credo che un Elcor andrebbe più veloce di questi ascensori, Comandante.- cercò di sdrammatizzare Garrus. Lui comprendeva Shepard benissimo, ma cercò comunque di far rilassare il Comandante.

Il silenzio calò nell'ascensore, per qualche secondo mentre l'ascensore procedeva verso il molo d'attracco della Normandy, poi Nadira lo ruppe quando erano ancora a destinazione, rivolgendosi a Garrus.

- Detective ha mai risolto un tentativo di suicidio?- chiese Shepard, era una gran brutta gatta da pelare e aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile. Non erano lì anche per quello?

- Solo una volta, ma non è finita bene...mi scivolò il dito sul grilletto, mentre Chellick cercava di calmare il potenziale suicida. Fu uno dei miei primi incarichi come Sergente dell'SSC, da allora non mi misero più a seguire questo genere di casi.- disse Garrus, imbarazzato per quel suo fallimento.

- Chissa perchè...onde evitare che le scivoli il dito sul grilletto, tenga l'arma rivolta a terra e mi stia alle spalle.- Garrus annuì, mentre Nadira trasse un lungo sospiro di sollievo, meno male che aveva lasciato Alenko altrove, altrimenti le avrebbe fatto mille domande a cui lei non voleva rispondere.- Il Tenente Girard ci aspetta davanti alla Normandy per aggiornarci sulla situazione. In qualsiasi caso, lasciate parlare me. E, per favore...- Shepard si volse verso i due compagni con uno sguardo preoccupato.- non chiedetemi niente. Pregate solo i vostri dei che tutto vada bene, la giornata non è iniziata sotto i migliori auspici..-

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http://www.youtube.com/watch?v=Xgrl9S6HtK8
 

 

-....ho perso i miei genitori, i miei amici, Talitha. Per un po' sono stata spezzata anch'io, è stata dura ma devi trovare la forza di andare comunque avanti.- Garrus strinse le mandibole alla placca facciale, la pistola abbassata ma pronta ad essere utilizzata nel caso la ragazza davanti a loro non avesse ascoltato il Comandante.

Sapeva di Akuze, ma che Shepard fosse anche una sopravvissuta del raid Batarian su Mindoir, gli giungeva nuova come notizia, e iniziò ad osservarla con più attenzione, ad ascoltarla cercando di percepire ogni dettaglio che potesse mandare all'aria tutto, scambiando un rapido sguardo con Liara, che voleva intervenire.

La ragazza si agitò, quando vide Shepard avanzare e Garrus avvisò il Comandante, anche se sembrava che Nadira avesse in mano la situazione.

- Comandante, faccia attenzione...- Vakarian era sulle spine, non sentì il resto della conversazione, ma quando vide Shepard togliere la pistola a Talitha e passargliela rapidamente, lui la prese al volo, rimettendo la sicura velocemente. Il Comandante porse il sedativo alla ragazza, abbracciandola e mormorandole qualcosa nell'orecchio, che né Garrus né Liara riuscirono a capire: un minuto dopo, la ragazza era nelle braccia di Nadira. Garrus si avvicinò, mentre Liara corse dal Tenente Girard ad avvisarlo che era tutto finito: Vakarian attese che Shepard appoggiasse la ragazza a terra, poi aiutò il Comandante a rialzarsi, incredulo che fosse riuscita dove un Ufficiale dell'SSC aveva fallito.

Nadira osservò a lungo la ragazza, assorta: tredici anni di schiavitù. Tredici anni in cui aveva subito sevizie di ogni tipo, e si sfiorò la cicatrice che le percorreva la fronte, cercando di dissimulare il tremito alla mano fingendo di massaggiarsi le tempie e la fronte appunto. Si sentiva come se l'avessero messa di fronte a un cadavere in un Reparto di Anatomia Patologica, aveva salvato quella vita, ma quanti suoi concittadini erano ancora schiavi dei Batarian? Quanti ancora erano vivi? Garrus parve leggerle nel pensiero.

- Non puoi salvarli tutti, Comandante. Prendi consolazione dal fatto che questa ragazza potrà ricominciare da capo. E lo dovrà a te.- alcuni agenti dell'SSC, insieme al Tenente Girard, raggiunsero Shepard e Garrus che si erano appoggiati ad alcune casse.

- Comandante, non la ringrazierò mai abbastanza. Quella ragazza...la porteremo in un centro di recupero, e forse con le cure giuste...- il Tenente sembrò adombrarsi, cambiando immediatamente tono di voce e argomento.- Che cosa ci stiamo a fare, signora, se questi animali possono agire impunemente per lo Spazio del Consiglio a fare ...- Girard indicò Talitha che veniva portata via sopra una barella, mentre dormiva profondamente.-...a fare questo?- Nadira si riscosse e si ricompose.

- Per aiutare gente come quella ragazza, Tenente. Non trattenerti, aiutala, ha bisogno di qualcuno accanto che l'aiuti a superare tutto. Possiamo fare la differenza, anche se soltanto con un passo alla volta.- non credeva nemmeno lei a quelle parole, ma non poteva lasciare emergere ciò che provava veramente in quel momento. Girard la salutò militarmente, saluto a cui lei rispose malvolentieri, non era proprio nello spirito più adatto per essere ligia alla forma, poi segnalò a Garrus e a Liara di seguirla. Aveva ancora un appuntamento alle Ambasciate da rispettare, sentendosi male quando vide le otto chiamate perse, arrivate dall'Ambasciata Umana.

Il tragitto dal molo all'Accademia SSC venne fatto nel silenzio più totale. Shepard per evitare la giornalista, si recò al trasporto pubblico, ma come si mise davanti alla colonnetta, un drone telecamera le si posizionò davanti alla faccia accecandola, e prima che Garrus e un'agente dell'SSC donna potessero intervenire, Khalisah Bint Sinan Al Jilani, iniziò ad intervistare il Comandante.

Vakarian trascinò via Liara dalla linea di fuoco, prima che questa si incendiasse.

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http://www.youtube.com/watch?v=uzWO7O-qHWI
 

 

Quanto ancora deve durare quest'intervista?, pensò Nadira, mentre tratteneva a stento la rabbia contro quella vipera che l'aveva infangata per quasi due anni, sicura che prima o poi le sarebbe venuta un'ulcera, a furia di evitare di far esplodere quella rabbia. A tempo debito, Nadira, a tempo debito. Questa stronza non aspetta altro per crocifiggerti definitivamente. Non darle questa soddisfazione.

- Comandante, da fonti vicine all'Alleanza dei Sistemi e al Consiglio sappiamo che sta dando la caccia a un certo Saren Arterius. Cosa può dirci in proposito? L'Alleanza dei Sistemi è in pericolo?-

Ti piacerebbe saperlo, eh? Dovrai tenerti la tua curiosità, miss Al Jilani. Oh, quanto era più divertente farla passare per una perfetta idiota!

- Mi spiace, ma non posso fornire dettagli su ciò che riguarda i miei compiti e assegnamenti. Ora, mi scusi, ma devo andare.- Shepard sorrise trionfante quando vide la stizza e la rabbia impadronirsi della giornalista. Era la più bella vittoria ottenuta giorno, dopo la sua concittadina salvata dal suicidio e dai Batarian. C'era la dolcezza della vendetta servita fredda, razionalmente, senza passare alle maniere forti.

Le aveva raccontato ciò che aveva voluto raccontarle lei, senza dare troppi dettagli e senza darle la soddisfazione di vederla perdere le staffe davanti a miliardi di esseri Umani, in tutta la zona delle colonie.

- Lo scopriremo, Comandante, non si preoccupi. Grazie del suo tempo.- Parole velenose tipiche di chi era stato sconfitto, e non aveva ricevuto il colpo di grazia. Nadira attese che la giornalista si allontanasse, con drone al seguito, prima di richiamare i suoi compagni di squadra e proseguire.

Shepard incrociò lo sguardo con l'agente donna con cui stava parlando Garrus, la riconobbe, e abbassò gli occhi, richiamando all'ordine Vakarian.

- E' stato un vero piacere rivederti, Salazar. Mi raccomando, non farti irretire dalla nostra comune conoscenza. Altrimenti non potrai mai vedere quanto sono affascinante anche senza il mio visore.- l'agente umana prese il braccio a Garrus e glielo strinse con foga e affetto.

- E tu non farti uccidere da “quella”. Ho già perso il mio fratello gemello per colpa sua. Non voglio perdere anche il mio migliore amico.- Garrus si irrigidì, staccandosi da Anita. - Dio, non dirmi che ha già iniziato a fare gli stessi giochetti che faceva con Xavier e gli altri anche con te.- Nadira, che sentì quelle parole velenose, strinse i pugni e fece per caricare a testa bassa, ma Liara intervenne in tempo per evitare una rissa in piena Accademia SSC, mettendosi davanti al Comandante e chiedendole alcune cose sulla Cittadella, e distraendola con la scusa di avvicinarsi a un Custode, per osservarli meglio.

- E perdere l'occasione di raccontarti le mie epiche imprese quando tutto questo sarà finito? Sono un osso duro, Salazar, tornerò tutto intero. Salutami quel pazzo di Chellick.- Anita diede un pugno sulla spalla a Garrus, ridendo.

- Madre de Dios, una settimana a sentirti parlare di quanto sei bravo con il fucile di precisione e di quanto sei affascinante? Non posso farcela, eheheheh! Questo posto è diventato un vero mortorio da quando hai deciso di andare a spasso per la Galassia, a spese dell'Alleanza. Chellick non è al tuo livello, troppo serioso. Cerca di tornare quanto prima, pendejo!- Garrus sbuffò una breve risata, contento di aver rivisto Salazar. Lei e Williams avrebbero fatto sicuramente fronte comune se solo si fossero conosciute.

- Ovvio che Chellick non è al mio livello. Sono il Turian più affascinante di tutta la Cresta di Apien. A presto, Salazar.- Garrus si accodò a Shepard e a Liara, che stavano facendo qualcosa davanti a un Custode e lui si era sentito in dovere di avvisarle che era proibito molestare i Custodi.

Arrivati finalmente alle Ambasciate, quando la porta si aprì, invece dell'Ambasciatore, trovarono, oltre al Capitano Anderson in piedi e in posa marziale accanto alla scrivania di Udina, un altro Ufficiale dell'Alleanza, che Shepard riconobbe senza troppi problemi.

Hackett si alzò dalla scrivania, rispose al saluto rivoltogli dal Comandante, stupita dal trovarlo lì, poi allungò la sua mano, in un saluto meno formale, che Nadira ricambiò con una vigorosa stretta di mano.
- E' un piacere rivederla, Comandante. Anche se avrei voluto avvenisse in circostanze migliori.- Hackett notò il taglio sulla tempia destra, e scosse la testa, mentre Anderson aggrottò le ciglia. Shepard sollevò le spalle, presentando poi Garrus e Liara al Contrammiraglio.

- Il piacere è mio, signore. Chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto alcuni intoppi lungo la strada.- Nadira si rimise sull'attenti, mentre Hackett si sedette: l'aria che girava in quella stanza era pesante, e Garrus comprese che lui e Liara erano di troppo.
- Con il suo permesso, Comandante, noi l'aspetteremmo fuori.- Shepard guardò Vakarian interrogativamente, poi concesse loro di uscire dall'ufficio dell'Ambasciata Umana.

- Permesso accordato. Aspettatemi vicino alla reception. E, Vakarian- Garrus si voltò verso il suo Comandante, in attesa di ordini.- evitate di cacciarvi nei guai.- il Turian annuì e si fece seguire da Liara, che aveva protestato. Aveva intuito l'ordine sottinteso da Shepard senza che lei lo desse apertamente. T'Soni non avrebbe nemmeno respirato senza il suo permesso.

Come gli alieni furono usciti, Hackett diventò serio di colpo, e le sue parole divennero taglienti come rasoi.

- Si segga, Comandante.- Nadira non poté fare altro che sedersi ed ascoltare ciò che Hackett doveva dirle. 

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http://www.youtube.com/watch?v=Y0z7z6xnfws
 

 

Garrus aveva avuto il sentore di qualcosa che non andava, già dal momento in cui aveva messo piede all'interno dell'Ambasciata Umana. Mentre Liara chiacchierava con la receptionist delle Ambasciate, lui non schiodava gli occhi dalle scale che conducevano alle Ambasciate Umane, Volus ed Elcor, in un'attesa spasmodica che Shepard apparisse da un momento all'altro per riportarli alla Normandy.

Non si accorse nemmeno dell'occhiataccia lanciatagli da Pallin quando l'Esecutore lo scorse e si era avvicinato per dare conferma ai suoi dubbi, talmente era concentrato sulle scale e per evitare che Liara giocasse brutti tiri. Per quanto avesse detto e ripetuto che era dalla loro parte, che cosa sarebbe accaduto se Benezia l'avesse contattata chiedendole di unirsi a lei? Non potevano correre rischi, così Garrus richiamò l'attenzione di Liara con la scusa di farle ammirare l'architettura Prothean della Cittadella.

Mentre le spiegava come funzionava l'illuminazione artificiale, il suo Factotum suonò, con il tipico rumore di un messaggio ricevuto: Garrus guardò immediatamente e rimase di sasso quando vide di chi si trattava.

“From: Cmdr. Shepard

To: Garrus Vakarian

 

Vakarian, lei e T'Soni tornate alla Normandy. Ho un paio di cose da fare, ma dovrò fare a meno di voi. Riferisca a Pressly che è in comando finché non ritorno. Imprevisti.

Shepard.”

Garrus sollevò la testa dal Factotum, preoccupato, le mandibole flesse e strette contro il volto, una delle cose che il Comandante aveva in programma era un breve incontro con il Contrammiraglio Kahoku, il Comandante dei Marines che avevano trovato morti su Edolus, uccisi da un Divoratore, e non avrebbe voluto lasciarla da sola. Gli ordini erano ordini, e quella volta non se la sentì di disobbedire.

- Che cosa succede?- chiese Liara, nel vedere l'espressione del Turian.

- Dobbiamo rientrare. Ordine del Comandante.- scandì serio Garrus, per nulla d'accordo con il lasciare Shepard in giro da sola per la Cittadella, anche se era armata fino ai denti: sull'ascensore Liara riprese a lamentarsi.

- Non dovevamo lasciarla da sola, avremmo dovuto opporci.-

- T'Soni...- disse Garrus in tono d' ammonimento. L'Asari continuò imperterrita.

- E' pericoloso lasciarla da sola, potrebbe esserci qualche sicario di Saren appostato ovunque, di sicuro ha ancora molti contatti sulla Cittadella.- Garrus fece schioccare le mandibole. Lui non poteva farci niente. Shepard era un militare, faceva parte delle Forze Speciali dell'Alleanza dei Sistemi, e inoltre era uno Spettro del Consiglio, se la sarebbe cavata al meglio. L'Asari lo guardò in silenzio, interrompendo il suo monologo.

- Il Comandante si sa difendere. Ci ha ordinato di tornare alla Normandy e noi torneremo alla Normandy. Punto e basta. Ora fa silenzio, T'Soni.- Liara si bloccò, stupita che Garrus non volesse parlare sopra un ascensore, vista la lunga chiacchierata che avevano fatto al loro arrivo sulla Cittadella.

Saliti sulla nave, Garrus si mise a lavorare sul MAKO, ignorando tutti gli altri, e le frecciatine che Williams gli lanciava come al solito. Non era il momento di scherzare.

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- ...forse dovremmo andare a cercarla, non credi?- disse Ashley, rivolgendosi a Garrus, dopo essersi appoggiata al MAKO. Solo allora, il Turian si accorse che erano passate più di due ore, dal messaggio di Shepard. Garrus buttò in terra gli attrezzi e si rialzò, pulendosi sommariamente il volto e dopo aver concordato con Williams, aprì l'armadietto, iniziando a prepararsi, seguito da Ashley.

- Collegato: Comandante a bordo. XO Pressly cede il ponte.- l'IV della nave li batté sul tempo, ed entrambi tirarono un sospiro di sollievo, nel sapere che Shepard era rientrata. Wrex invece sollevò le spalle, con uno sguardo divertito nel vedere le espressioni sollevate dei suoi compagni d'arme.

- Tempismo perfetto...- mormorò Williams, tornando al suo banco di lavoro. Mentre Garrus rimesso a posto il suo equipaggiamento, richiuse l'armadietto, e prese l'ascensore, per salire sul Ponte Equipaggio con la scusa di mettere qualcosa sotto ai denti.

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http://www.youtube.com/watch?v=VXgiwnYxleQ

 

Nadira buttò la scatola per fucili di precisione che aveva in mano sul letto, insieme alla corazza e alle armi che aveva con sé, entrando in bagno di corsa, e inginocchiandosi davanti alla tazza del wc, evitando per un soffio di innaffiare la paratia della nave e la doccia di fianco a lei.

Stava ancora vomitando, quando la Dottoressa Chakwas entrò nella cabina, con in mano la borsa medica, Joker l'aveva avvisata del rientro di Shepard sulla nave: quanto Hackett gli aveva detto, era stato troppo.

Prima Talitha e i fantasmi di Mindoir, fantasmi che erano tornati a perseguitarla, dopo dieci anni di apparente calma, e ora questo: il suo stomaco si era rifiutato di contenere tutto il disgusto che aveva provato mentre Hackett gli spiegava il motivo di quell'incontro, e Anderson taceva, costringendola poi a muoversi con i trasporti pubblici della Cittadella per sbrigare i suoi ultimi impegni sulla Stazione.

Lo stomaco si contrasse un'altra volta, dopo che si era rialzata per riprendere fiato, sempre ignorando la presenza dell'Ufficiale Medico di bordo, che la stava pregando di respirare a fondo e di smettere di vomitare, blaterando di alcuni punti che si erano staccati e di una ferita che si era riaperta.

Quando finalmente lo stomaco le diede tregua, si rialzò, barcollando come se avesse svuotato la riserva di alcoolici di tre pub, uno dietro l'altro, indietreggiò fino a sentire il freddo metallo della paratia,scivolando a terra e cercando con la mano destra, che tremava come una foglia, lo sciacquone del WC, ma se ne occupò qualcun altro.

Il cuore batteva a mille, in bocca aveva il sapore amaro della bile, la gola le bruciava e il respiro era incontrollato, prese senza esitare il bicchiere d'acqua che le venne porto, trangugiandolo tutto d'un fiato, insieme alla sua salvietta, che utilizzò per asciugarsi e ripulirsi sommariamente.

- Shepard, calmati, alzati in piedi e datti una ripulita. Devo rimetterti i punti, il taglio alla tempia si è riaperto.- la voce calma e decisa della Chakwas la costrinse a tornare alla realtà, fece per rimettersi in piedi, ma ricadde in terra, poi prese la mano a tre dita che le veniva porta. Nadira impallidì, nel vedere davanti a sé Vakarian, aveva di nuovo perso il controllo davanti a un membro dell'equipaggio.

Quando fu in piedi, e fu abbastanza stabile per potersi lavare la faccia, ringraziò il Turian. Garrus rispose con un “Di nulla”, tranquillo, come se non si fosse neanche accorto di ciò che era accaduto, e andò a sedersi al tavolo rotondo che c'era nella cabina del Comandante.

Come lei e la Chakwas furono da sole nel piccolo bagno della sua stanza, e la Dottoressa ebbe finito, faticando, di ricucirla per la seconda volta, Shepard parlò.

- Hai mai pensato di lasciare l'Alleanza, Doc?- chiese Nadira, restando sul casuale, non aveva nessuna intenzione di dire alla Chakwas, ciò che aveva saputo da Hackett, degli scienziati che venivano uccisi perché partecipanti ad una ricerca segreta sui Divoratori su Akuze, che il suo plotone era stato annientato a fini di ricerca e non per pura casualità, per un evento naturale. Toombs, Salazar, Leng, Hawthorne, O'Neil, e tutti gli altri morti come cavie da laboratorio.

Ora doveva trovare l'assassino e fermarlo, anche se avrebbe voluto semplicemente voltare le spalle e lasciarlo farlo. Oppure premere lei stessa il grilletto.

Poi pensò a ciò che aveva detto lei stessa a Garrus, che se non gli importava nulla delle conseguenze delle sue azioni, non sarebbe stato altro che un terrorista con il distintivo, alle volte in cui lo aveva ripreso per aver messo a rischio le vite di civili innocenti. No, non poteva permettere che qualcuno si ponesse a giudice, a giurato e a boia, solo così i suoi uomini avrebbero potuto riposare in pace. C'erano delle responsabilità da accertare, e lei sarebbe andata fino in fondo, consegnando i veri responsabili di quella strage alla Giustizia Militare, e forse avrebbe potuto dare, finalmente, delle risposte ai parenti dei suoi commilitoni massacrati.

http://www.youtube.com/watch?v=sY48BqCiyzo
 

 

- Qualche volta. Quando mi sono arruolata, dopo la Laurea in Medicina, volevo viaggiare nello Spazio e curare giovani soldati dallo sguardo tormentato e avventuroso, ma poi mi sono accorta che la vita a bordo di una nave da guerra, non era così avventurosa e romantica come sognavo da ragazza.- Karin si tolse gli occhiali e li rimise nella loro custodia, con calma, mettendo poi la custodia all'interno della borse medica.- Ho prestato servizio anche in Centri medici a terra, ma dopo un po' ho capito che la mia vita era a bordo di una nave, il romanticismo era sparito, ma c'erano sempre giovani soldati da rattoppare. È dura, a volte, ma è la vita che abbiamo scelto. E non cambierei un singolo attimo tra quelli che ho vissuto da quando indosso questa uniforme.- il Maggiore richiuse anche la borsa medica, non distogliendo lo sguardo dal Comandante. Si vedeva che era turbata, ma la Chakwas lasciò correre. Se avrebbe voluto parlarne, sapeva dove trovarla.- Io ho finito, Comandante. Se non c'è altro, torno in infermeria.- Nadira annuì, lasciando tornare l'ufficiale medico di bordo ai propri doveri, ma prima che uscisse dal bagno, Karin disse altro.- Ah, dimenticavo, Vakarian ha bisogno di parlarti, Comandante. Ti aspetto domani mattina per il cambio della medicazione, non dimenticartelo come al solito.-

Shepard sentì la Chakwas salutare cordialmente Garrus, e poi uscire, dopodiché uscì a sua volta dal bagno, sedendosi allo stesso tavolo davanti a Vakarian, il Turian sembrava a disagio, e dovette utilizzare un atteggiamento meno formale per farlo calmare e aprire.

- Chakwas mi ha riferito che volevi parlarmi, Vakarian. Di che cosa si tratta?- Garrus deglutì, tamburellando gli artigli sopra il tavolo, indeciso se parlargliene o meno, dopotutto avevano una missione ben più importante da affrontare.- Di qualsiasi cosa si tratti, non preoccuparti, ho bisogno di qualcosa a cui sparare in questo momento. Qualsiasi.- Garrus sospirò a lungo, vedendo il Comandante che cercava di nascondere le sue mani che tremavano ancora a causa del voltastomaco.

- Comandante, ti ricordi di quel trafficante d'organi di cui ti parlai tempo fa?- Vakarian attivò il Factotum e digitò qualcosa.- Avevo chiesto ad un amico nell'Esercito Turian di controllarlo, si fa chiamare Dottor Heart, ma la Marina non ha trovato corrispondenze, quando l'ha fermato per accertamenti. Mi ha inviato le coordinate.- attese che Nadira rispondesse. Gli bastò guardarla negli occhi, per capire che era altrove con la testa.- Comandante, va tutto bene?- Shepard si riscosse, si era dimenticata di passare da una certa Asari, ma avrebbe fatto tutto il giorno dopo.

- Scusami, Vakarian. È stata una lunga giornata, non riposo da quando abbiamo lasciato Therum e oggi, è successo tutto e di più. Sì, mi ricordo di quel Salarian. Il Dottor Saleon, giusto?- Garrus annuì speranzoso. Se Shepard lo avesse aiutato si sarebbe ritrovato una cosa in meno a cui pensare, affrontando la missione contro Saren con un peso tolto dalle sue spalle.- Non ti prometto che lo farò subito, ma ci daremo un'occhiata. Carica le coordinate sulla mappa galattica. Vedrò che cosa posso fare. Prima ho altre priorità da svolgere.-

Il Turian non se lo fece dire due volte, caricò le coordinate della nave del Dottor Saleon, grato a Shepard per la sua promessa.- Una sola cosa: quando abborderemo la nave, voglio essere presente. Posso identificarlo e voglio esserci quando si accorgerà di non poter più scappare.- Nadira scosse la testa, Garrus voleva ucciderlo, non arrestarlo, ma si ritrovò nella spiacevole posizione di non riuscire a ribattere.

- D'accordo, Vakarian, ti porterò con me, ma niente colpi di testa. Ora, se non ti dispiace, vorrei coricarmi. Ho un gran mal di testa e lo stomaco sottosopra, prima di tornare sulla Cittadella spero di riuscire a riposarmi un paio d'ore. Puoi andare.- Garrus si alzò immediatamente, Shepard non aveva una gran bella cera, e non forzò la mano nel volerla tenere in piedi per farsi raccontare quello che era successo alle Ambasciate e sul molo.

- Signorsì, signora.- disse Garrus sull'attenti, facendo poi dietrofront e uscendo dalla cabina del Comandante quasi marciando.

Come la porta della cabina si chiuse, Shepard si preparò per quella che sarebbe stata una notte insonne.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Primitive Life ***


Premessa: Una delle missioni secondarie che più mi ha affascinato, e deluso al tempo stesso. Alzi la mano chi non avrebbe voluto, in ME1, vedere la visione ambientata nella Preistoria e magari controllare anche lo/la Shepard in versione uomo/donna delle caverne. Da questo mio desiderio nasce questo capitolo che altrimenti non ci sarebbe stato.
Siccome non l'ho fatto nel precedente capitolo, volevo ringraziare tutti coloro che seguono/leggono la fanfiction, per le oltre 400 visite sul primo capitolo di questa mia storia strampalata.

E dopo questo, chiedo scusa a tutti/e voi per gli ultimi capitoli, so che non sono all'altezza degli altri, sento una certa stanchezza fisica e mentale, che riesco difficilmente a scrollarmi di dosso, e si riflette anche su ciò che scrivo. Se da una parte vorrei fermarmi per qualche tempo, dall'altra voglio spingere sull'acceleratore e concludere questa prima parte della mia fanfiction. Vi lascio al capitolo, sperando di ricevere qualche feedback in più rispetto ai capitoli precedenti, su cui sono tutt'ora ancora molto dubbiosa. Buona lettura.

Capitolo 15: Primitive Life
 

L'ultimo Geth cadde ai loro piedi, Wrex osservò la carcassa metallica del suo ultimo bersaglio, gioendo internamente per la battaglia appena conclusasi, il suo fucile a pompa ancora caldo a causa di essa.

Era la prima volta che combatteva a fianco di due donne, ma si sorprese nel sentire una piacevole sensazione di appagamento: combattere insieme, fianco a fianco con delle femmine, dava tutt'altro sapore al combattimento. Williams osservava compiaciuta quegli ammassi di ferraglia riversi sul terreno, inattivi, mentre il volto del Comandante era imperscrutabile, aveva fatto fuori i Geth che le erano entrati nel mirino uno dopo l'altro, facendoli cadere come birilli, lasciando ad Ashley e a Wrex il compito di ingaggiare il corpo a corpo con il nemico.

Avevano cercato di attirarli in un'imboscata, dopo che avevano recuperato un data disk di vitale importanza per l'Alleanza, che i pyjacks, piccoli animaletti simili a delle scimmie meccaniche incrociate con i topi, avevano trafugato da una sonda caduta su Eletania, un pianeta giardino.

Hackett l'aveva contattata mentre era in viaggio verso Feros, una colonia umana che non rispondeva da giorni, ai tentativi di contatto da parte dell'Alleanza, quando erano entrati nell'ammasso Attican Beta. Così aveva ordinato a Jeff di entrare nel Sistema Hercules, invece del Sistema Theseus.

- Perimetro messo in sicurezza, Comandante. Tutti gli ostili a terra.- snocciolò Ashley nel comunicatore radio delle corazze, desiderosa di uscire da quel posto, mentre Wrex si divertiva a far fuori un pyjack dietro l'altro.

- Controllo quelle casse e poi torniamo a bordo della Normandy. Feros ha bisogno di aiuto, e abbiamo un pericolo di livello 3 su questo dannato pianeta.- lanciò un'occhiata malevole al Krogan, il quale si fermò solo quando non ci furono più pyjacks in quella specie di miniera accanto alla loro colonia.

- Muoviamoci.- disse laconicamente il Guerriero Krogan, dopo che Nadira ebbe finito di raccogliere alcune cose utili dalle casse su cui aveva svolto indagini, dovendo ricorrere un paio di volte a decrittazione per riuscire ad esaminarne il contenuto.

- Spero di poter proseguire per Feros, ora...- esalò Nadira, mentre si infilava il casco prima di uscire da quella miniera, seguita da Williams e da Wrex.

- Sei proprio così ansiosa di farti sparare addosso dai Geth, signora?- chiese ironicamente Williams, prima di sentire sghignazzare Shepard nel comunicatore da casco.

- Fa parte della mia missione come Spettro, indagare su Feros, prima lo facciamo...- un ringhio di Wrex fece voltare Shepard verso il Krogan che aveva difficoltà a inserire il casco nell'enorme testone. Il Comandante si mise ad aiutare Wrex, nonostante le sue proteste.- Stai fermo, Wrex, non ho cattive intenzioni...fa un po' vedere...- di solito il mercenario non aveva grossi problemi con l'equipaggiamento, ma stavolta era impacciato e impaziente, segno che c'era qualcosa che non andava.

- Ce la faccio anche da solo, Shepard.- grugnì il Krogan, strappando il casco dalle mani del Comandante non proprio delicatamente, e Nadira lo riprese in mano subito dopo.

- Chiariamo una cosa, Wrex. Tu non ami combattere in gruppo, e mi potrebbe anche stare bene, visto e considerato che anche in questo modo i risultati si portano a casa. Non mi importa un accidente se sei un Krogan o se hai vissuto gli ultimi secoli di vita lavorando da solo. Qui si è in una squadra, e in una squadra ci si aiuta. Hai scelto di viaggiare sotto il mio comando, e finché ci resterai farai a modo mio, non a modo tuo. Sono stata chiara?- Ashley aveva prontamente ripreso in mano il fucile d'assalto, pronta a far fuoco per difendere il Comandante nel caso il Krogan avesse mostrato segnali di pericolo o di una carica. Wrex ringhiò fissando i suoi occhi rossi in quelli di Shepard, in segno di sfida, Nadira non si mosse di un millimetro, guardando il Guerriero Krogan, gelida, attraverso il visore del casco con respiratore.

- Chiarissima.- esclamò il Krogan, al termine di quei lunghi secondi in cui aveva portato una sfida al Comandante, per saggiarne i nervi.

- Allora voltati e stai fermo mentre ti aggancio il casco. Su questo pianeta rischiamo tutti e tre uno shock anafilattico, se solo ne respiriamo la sua atmosfera.- Ashley trasse un lungo sospiro di sollievo e rimise via temporaneamente il fucile d'assalto.

- Con te non ci si annoia mai, Shepard. Aggiungerebbe più divertimento combattere in queste condizioni. Ahahah.- Williams deglutì, al solo pensiero di un combattimento simile, per quanto fosse condizionata a combattere in qualsiasi situazione e ambiente, quella era davvero estrema come ipotesi.

- Certo che voi Krogan avete una strana definizione di divertimento, eh?- provò a sdrammatizzare Ashley, seguita dalla risata gorgogliante di Wrex e da uno sguardo con cui Shepard implorò di non incoraggiarlo.

- Oh, ma amiamo anche le ballerine Asari, un bel barile di Ryncol e carne di Varren e Divoratori in abbondanza. Oltre che a una femmina tutta nostra per la notte. Mai provato a combattere ubriaca, Umana?- Ashley scosse la testa, ma non rispose.

- Non te lo consiglio, Williams. Non è piacevole da fare e da provare.- disse Shepard senza nemmeno accorgersi di averlo detto, mentre finiva di serrare l'ultima canula del casco di Wrex.

- Capo, hai combattuto ubriaca?! Questa la voglio sapere. Il grande Comandante Shepard che ha combattuto contro i cattivi ubriaca. E ora mi verrai dire che è anche vera la leggenda che circola nel Corpo, secondo cui a Parris Island avete issato a rovescio la bandiera dell'Alleanza e quella storica del Corpo dei Marines.- Nadira sbuffò. Wrex intervenne, distogliendo l'attenzione di Ashley dal passato burrascoso del Comandante.

- Si combatte meglio da ubriachi. Le esplosioni, con il mal di testa, ti fanno raddoppiare la rabbia. È un gran bel modo per mettere fine ad un combattimento.- spiegò il Krogan.

- ….dopo aver vomitato addosso al commilitone di fianco a te. Williams, lascia perdere. Non siamo Krogan noi due.- Finito di fissare il casco di Wrex, Nadira ordinò al gruppo di proseguire verso il MAKO, uscendo finalmente da quella miniera.

- Beh, potremmo sempre chiedere a Liara della sua vita sessuale, capo.- disse Ashley, mentre montava sul mezzo. Mentre Wrex si era messo a ridere di nuovo, al pensiero di vedere Liara andare nel pallone e arrossire, Shepard richiamò all'ordine l'Artigliere Capo, trattenendosi a stento dal ridere a sua volta, visto che T'Soni le aveva parlato del sistema di riproduzione Asari, senza nemmeno che lei glielo avesse chiesto. Erano argomenti quelli che non desiderava conoscere al momento, soprattutto se riguardavano le Asari.

- Williams, non credo sia l'argomento più adatto con cui instaurare un colloquio con la Dottoressa T'Soni.- Ashley si posizionò alla mitragliatrice del MAKO, e Wrex prese in consegna il cannone.- Fidati di me. Chiedile di archeologia, di cultura, di sua madre, ma lascia perdere quell'argomento...- Aveva escluso temporaneamente il collegamento con la Normandy per evitare che la diretta interessata ascoltasse.

- Eh, ma così non ci si diverte, capo...- esclamò, irriverente, Williams.

- Ne riparliamo a bordo, d'accordo?- chiese Shepard, sperando in un po' di tregua per le sue orecchie. Stava per segnalare a Jeff che erano pronti per il recupero, quando una comunicazione arrivò dalla Normandy.

Era T'Soni. Parli del diavolo...pensò sbuffando Shepard, mentre attivava la comunicazione.

- Normandy a squadra da sbarco, Normandy a squadra da sbarco. Mi ricevete?- Liara sembrava eccitata, il tono della sua voce era come quella di un bambino che ha appena ricevuto un giocattolo nuovo o ti vuole mostrare qualcosa che a suo avviso è eccezionale.

- Ricordati che ha “solo” centosei anni, capo...- disse sottovoce Williams, ironicamente, intuendo i pensieri del suo Comandante, bloccandosi poi davanti allo sguardo gelido di Shepard, zittendosi.

- Qui Cougar-01. Ti riceviamo forte e chiaro, Normandy. Passo.- Nadira tornò ad essere il Comandante e Williams si mise in ascolto. Entrambe pensarono subito che era successo qualcosa sulla Normandy, durante l'assenza di Shepard, e pur essendo preoccupate, mantennero il sangue freddo.

- Cougar- 01?- Liara sembrò disorientata, ma poi qualcuno le spiegò un minimo di rudimenti di comunicazione militare e Williams scommise con Wrex che si trattava di Vakarian.- Cougar-01, dal punto dove siete, c'è una rovina Prothean, l'abbiamo trovata scansionando il pianeta, vi invio le coordinate, potreste darci un'occhiata?- Nadira si prese il volto tra le mani, mentre Ashley sollevò gli occhi al cielo, per non bestemmiare in faccia all'Asari. Wrex, dal canto suo, scrollò le spalle, cercando di mettersi comodo in quella scatola di sardine ed evitare di restare incastrato con la gobba, rimpiangendo l'interno “spazioso” di un Tomkah Krogan.

- T'Soni, ti sembra questo il modo di utilizzare le risorse dell'Alleanza? Le tue ricerche sui Prothean dovranno aspettare tempi migliori. Quando vorrò propormi come Indiana Jones particolare per l'Alleanza dei Sistemi, te lo farò sapere, ok?- Williams mandò al diavolo quel poco di serietà che aveva mantenuto fino a quel momento e, abbandonata la mitragliatrice, andò al lato opposto del MAKO e sbottò a ridere. Incontrollatamente. Sulla Normandy, Joker e Pressly fecero lo stesso, presero la scusa di dover andare in bagno un attimo, e lasciarono l'Asari in compagnia di Garrus e Tali che si guardarono stupiti del comportamento dei loro commilitoni umani, mentre Liara restava a bocca aperta e con il comunicatore in mano. Incapace di rispondere. Si riprese, quando la sua parte di scienziata prese il sopravvento sul suo trovarsi, unica civile, su una nave militare e conoscendo poco l'ambiente.

- Comandante, con tutto il rispetto. Ogni rovina Prothean che viene ritrovata diventa Patrimonio dello Spazio del Consiglio e come tale deve essere tutelato. Lei è uno Spettro, e quelle rovine potrebbero contenere anche informazioni importanti per la missione che sta svolgendo. Non gliela avrei segnalata se non fosse stato importante.- “Si dice passo, al termine della comunicazione.”, spiegò la voce che si sovrappose all'Asari. Nadira stava per rispondere a tono alla Dottoressa, ma si trattenne, concedendole di avere ragione. Si morse la lingua, e fece un passo indietro. Avrebbe risolto la questione una volta a bordo della nave, dopo aver esplorato quelle rovine.

- Ricevuto, procediamo con l'esplorazione, Normandy. Qui Cougar – 01. Passo e chiudo.- Shepard era irritata per quel comportamento da parte della Dottoressa T'Soni ma, messa da parte l'ovvia insubordinazione, l'Asari aveva perfettamente ragione. Se avessero trovato un qualsiasi cosa che le avrebbe permesso di fare chiarezza sulle sue visioni, ricevute dalla sonda su Eden Prime, valeva la pena di darci un'occhiata.

Shepard interruppe la comunicazione accendendo di nuovo il MAKO, che aveva parcheggiato a ridosso della miniera, prese in mano la cloche che serviva come manovratore d'emergenza, e lo tirò verso di sé, facendo retrocedere il mezzo.

Nel silenzio generale, si udì uno “Squeek” prolungato e lei si fermò di colpo. Wrex si batteva i pugni contro il petto e rideva di gusto, mentre Ashley tratteneva a stento un'ennesima risata.
- Con tutto il rispetto, signora? Sono seriamente preoccupata per la fauna della Galassia.- esclamò Williams pulendosi con il dorso della mano le lacrime causate dalle troppe risate fatte durante la missione.
- Le paratie della nave e la chiglia della Normandy hanno bisogno di una ripulita. Ti stai offrendo volontaria, Artigliere Capo?- chiese Shepard mantenendosi seria a stento. Williams aveva qualche problema a tenere a freno la lingua, e in alcune occasioni era anche peggio di Jeff, ma le piaceva: schietta, realista, pratica e leale, qualcuno che avrebbe voluto avere con sé durante uno sbarco sotto il fuoco nemico. Iniziava a comprendere il significato delle note di “Gunny” Ellison su Williams, e fu contenta di averla con sé, a guardarle le spalle. Mentre si dirigevano verso il manufatto Prothean, le balenò un'idea, e quell'idea l'avrebbe messa in pratica una volta ritornata a bordo della Normandy. Era una delle sue prerogative come Comandante e diretto superiore di Ashley, e si sarebbe spesa fino all'ultimo affinché quella sua richiesta venisse accettata.
- Signornò, signora.- Ashley rientrò nei ranghi, all'implicito ordine dato da Shepard di stare zitta.

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http://www.youtube.com/watch?v=aQv_Z-KUC7w
 

 

 

Williams fu la prima ad accorgersi che da quel manufatto Prothean non sarebbe uscito nulla di buono: osservò Shepard frugare in una tasca della corazza, estrarre un ciondolo, con una strana simbologia, guardarlo e poi guardare la fessura in quello strano globo che si era formato quando lo avevano attivato.

- Comandante, non credo sia il caso...- esalò Ashley, con un brivido che le corse subito lungo la schiena, come era accaduto su Eden Prime, davanti alla sonda, con i risultati che erano poi stati sotto gli occhi di tutti.

Ma Shepard la ignorò, e inserì il ciondolo nella fessura, provocando un'esplosione che travolse il terzetto, lasciandola a terra priva di sensi: Wrex fu il primo a riprendersi, si sollevò rotolandosi su un fianco, e poi utilizzando il MAKO per rimettersi in piedi, barcollando leggermente, scosse Williams che si girava in terra cercando di riaprire gli occhi, rimasta accecata a causa di quella dannata luce bianca.

Come si fu ripresa, Ashley si fece aiutare da Wrex a rialzarsi, scosse la testa per scacciare la sensazione di spossatezza che l'aveva tenuta temporaneamente fuori combattimento, mentre il Krogan era già in piedi e non sembrava essere nemmeno stato travolto dall'esplosione.

- Tutto bene?- chiese Wrex a Williams che cercò di riprendere fiato e controllare i suoi parametri vitali, assicurandosi nel frattempo anche delle condizioni dell'ossigeno a loro disposizione.

- Sì, sono tutta intera...almeno credo.- ripreso il controllo Ashley cercò con lo sguardo Shepard, e vide con orrore che il manufatto Prothean pulsava come un cuore in piena attività, sotto sforzo fisico, e il Comandante era a terra immobile. - Dannazione! Wrex, contatta la Normandy e dì a Joker di far venire la Chakwas sul ponte, ASAP. Abbiamo bisogno di assistenza medica.- l'Artigliere Capo si chinò su Nadira, i cui occhi erano chiusi, ma sotto le palpebre scattavano come se stesse avendo un incubo. Se da una parte tirò un sospiro di sollievo nel constatare che Shepard era ancora viva, dall'altra le immagini di Eden Prime, di Shepard che prendeva Alenko prima che la sonda potesse fare a lui ciò che aveva fatto dopo al Comandante, la sonda che esplodeva scaraventando Nadira a terra quasi uccidendola, le scorrevano nitide davanti agli occhi. La Chakwas interruppe quel flusso di immagini, insinuandosi nel canale di comunicazione.

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http://www.youtube.com/watch?v=7FXYd79xvwo
 

 

- Hmpf- grugnì, risvegliandosi da quello che era stato una specie di sonno ipnotico, sbatté le palpebre un paio di volte, per riabituarsi alla luce del giorno: cercò immediatamente la sua lancia, a tastoni, quando la trovò, la raccolse e si rialzò utilizzandola come appoggio.

Percepì qualcosa alla base del collo, e si portò una mano alla nuca, scovando una specie di che sporgeva da sotto la pelle: fu a quel punto che sollevò lo sguardo e vide quella specie di uccello,senza ali e senza testa, fissarlo, e iniziò la sua ascesa.

Era di un colore argentato molto luccicante, pur non avendo ali volava.

Stregoneria, pensò immediatamente a qualche sortilegio che i dei dei boschi gli avevano fatto per chissà quale suo atto irrispettoso verso di loro, ma quella cosa lo osservava come se lo stesse studiando, e si arrabbiò, agitandogli un pugno contro e correndogli con la lancia agitandola minacciosa, provocando la fuga dell'essere che risalì rapidamente scomparendo definitivamente dalla sua vista.

Grugnì soddisfatto e se ne tornò alle caverne dove stava la sua gente, dopo una giornata passata a cacciare per procacciare il cibo per la sua tribù.

I giorni passarono, tornando lentamente alla normalità, dopo quanto era accaduto nella foresta di conifere, e si presentò l'occasione per trovare finalmente una compagna, poi una delle tribù nemiche attaccò e lui dovette lasciare le caverne e la sua compagna, per farsi onore insieme agli altri e proteggere il loro territorio.

Tornarono vittoriosi, ma l'inverno si stava avvicinando e dovettero uscire di nuovo per cacciare e racimolare provviste per l'imminente arrivo dell'inverno: ogni volta che si svegliava, però, con la mano correva alla strana sensazione dietro al collo, e quella dentro alla testa, come se qualcun altro attraverso di lui, stesse osservando gli avvenimenti che si svolgevano ogni giorno.

L'immagine di quello strano uccello d'argento perennemente presente nei suoi pensieri.

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- Shepard, Comandante, svegliati dannazione! Non è questo il momento di dormire.!- Ashley scosse di nuovo il Comandante, il battito cardiaco di Nadira era accelerato, e Wrex aveva suggerito di trascinarla nel MAKO e tornare alla Normandy. Williams si era rifiutata di farlo, ma ora la proposta le sembrava allettante.- Dottoressa Chakwas, ci autorizzi a spostarla. Nel MAKO non avremo problemi con l'atmosfera di Eletania...- Ashley scosse la testa, iniziava a sentire i primi sintomi di malessere ed era ancora leggermente intontita dall'esplosione.

- Non posso autorizzarvi, la Normandy sarà lì a minuti, tenete duro. Le condizioni del Comandante? Sempre incosciente? Passo.- Wrex ringhiò, era da incoscienti restare fermi lì ad aspettare la Normandy, con quell'atmosfera rarefatta e velenosa.

- Battito cardiaco accelerato, ed è ancora priva di sensi. Merda, dica a Joker di muovere il culo, Doc! Ha presente Eden Prime?! Siamo messi peggio temo...- l'Artigliere Capo tossì, brevemente, iniziando a trascinare Shepard verso il MAKO, l'avrebbe portata lì dentro con o senza il permesso della Dottoressa e avrebbe affrontato le conseguenze delle sue azioni.

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Finalmente l'inverno arrivò, dovette spingersi sempre più lontano per trovare cibo, così, mentre scalava quella montagna seguendo una preda, si serrò le pelli che cingevano il suo corpo, per proteggersi dal freddo.

Un rumore assordante lo costrinse a fermarsi, coprendosi le orecchie e ululando di dolore: dopo pochi secondi, lo strano uccello argentato apparve e lo vide che torreggiava sopra di lui, fermandosi sulla terra e aprire un buco rivelando un grosso occhio rosso.

Si sentì pervadere dalla paura e invece di affrontarlo, gettò la lancia e iniziò a correre, finchè il grosso occhio rosso fece fuoco, e la luce lo avvolse: si sentì bruciare, ridurre in cenere, finché il buio e il freddo abbraccio della morte, non lo accolse tra le sue braccia.

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Fu Wrex ad accorgersi che Shepard si stava risvegliando, e bloccò Williams per un braccio, costringendola a rimettere Nadira distesa sul terreno.

- Grazie al cielo...Normandy, qui Cougar-03, il Comandante si sta riprendendo. Non sembra abbia subito gravi danni. Preparatevi per l'esfiltrazione.- fu Joker a rispondere stavolta evidentemente molto sollevato.

- Cougar-03, recatevi a queste coordinate, vi recupereremo lontani da questo posto, ma il Primo Ufficiale ha dato ordini affinchè Cougar-01 non si metta alla guida, date le sue condizioni. Artigliere Capo, sei in carica per il resto della missione. Normandy, chiudo.-

Nadira socchiuse gli occhi, richiudendoli quasi subito e riaprendoli per aggiustare la vista, era tutto mosso, e confuso, ma riconobbe il contorno di un Krogan e trasse un sospiro di sollievo, sollevò la testa e si mise seduta, disorientata. Guardò il globo argentato davanti a lei, che continuava ad emettere bagliori sinistri. Poi voltò la faccia dall'altra parte, incontrando la figura non proprio ben definita di Williams, ci vedeva ancora doppio, e questo non era un bel segno. Era ancora viva, quindi non doveva essere passato molto tempo da...da qualsiasi cosa fosse accaduta, faticava a ricordarsi.

Wrex ed Ashley aiutarono il Comandante a rialzarsi, dopo un primo tentativo fallito, in cui Nadira era finita con la faccia a terra, a causa dell'instabilità delle sue gambe. Guardò Wrex in cerca di risposte, e il Krogan le diede una risposta sommaria, entrambi lasciandola andare quando furono sicuri che potesse reggersi in piedi da sola.

- C'è stato un fascio di luce e subito dopo eri a terra.- Nadira scosse la testa per riprendere la lucidità necessaria a parlare, schiarendosi poi la voce e facendo correre, istintivamente la mano alla base della nuca. Ashley notò tutte quelle manovre e la guardò preoccupata.

- Ti senti bene, Shepard?- chiese l'Artigliere Capo, mentre il Comandante parve riprendere un po' di controllo, ma stava soltanto ripensando a quella nuova visione che le era stata trasmessa.

I Prothean stavano studiando i loro Antenati, da quello che aveva visto si trattava di uomini di Cro-Magnon, risalenti a cinquantamila anni fa, l'ultimo pezzo della sua esperienza come uomo delle caverne aveva mostrato una nave come quella vista su Eden Prime.

Chissà per quale motivo i Prothean li avevano studiati e impiantato un registratore di dati in uno di quei primitivi, trasmettendo poi i risultati sicuramente alla base su Marte, da dove Grissom aveva dato inizio al progresso fulmineo della civiltà terrestre e ai contatti con le altre Specie della Galassia. Chiedendosi subito dopo i motivi per cui avevano interrotto i loro studi.

Si accorse che sia Williams che Wrex la guardavano, ognuno dei due preoccupati a modo loro, e del fatto che la loro copertura al pericolo ambientale stava finendo. Così rispose, schiarendosi di nuovo la voce, alla domanda che Ashley le aveva rivolto poco prima. T'Soni aveva ragione, quella rovina Prothean aveva detto loro qualcosa di importante, ma che non era fondamentale per la loro missione.

- Sto bene...- Williams sollevò un sopracciglio, incrociando le braccia, e attraverso il visore, Shepard notò la curiosità negli occhi del Sergente Artigliere Capo. Probabilmente non avrebbero mai scoperto i motivi che avevano spinto i Prothean a studiarli, così lasciò perdere.- Ah, dimenticate questa storia. La missione è conclusa, torniamocene sulla Normandy.-

Nadira fece per mettersi alla guida, ma Ashley la scostò bruscamente.- Ah.ah. Niente da fare, signora. Il Primo Ufficiale Pressly mi ha posto a capo della missione fino al rientro sulla nave, il MAKO lo guido io. Dopodiché, la Dottoressa Chakwas ha ordinato ad entrambi di trascinarti in infermeria con la forza se necessario.- Shepard accennò a ribellarsi, ma Wrex la prese da dietro e la costrinse a forza a sedersi sopra uno dei sedili rimasti vacanti, lontana dalla zona di guida del mezzo.

Rassegnatasi, si tolse il casco, buttandolo malamente sulle ginocchia, e appoggiò la testa alla paratia in metallo del MAKO, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dal rollare del mezzo sul terreno, finchè non sentì che Williams aveva iniziato le manovre per riportarli sulla Normandy: si alzò, togliendosi le imbragature e sentendosi molto meglio, supervisionò le manovre di rientro a bordo, scendendo non appena il mezzo fu fermo e riposizionato.

Quando fu scesa, Nadira si ritrovò davanti Vakarian, imbarazzato e in posizione di riposo, con le braccia incrociate dietro la schiena. Shepard sorrise amaramente, dopo aver intuito il motivo per cui Garrus era lì.

- E' venuto ad accompagnarmi dalla Dottoressa Chakwas, Detective?- dietro di lei apparvero Williams e Wrex, che scostò il Turian malamente prima di togliersi la sua corazza e appoggiare il fucile a pompa sopra il tavolo di Williams che fu sorpresa dal gesto del Krogan che di solito non faceva toccare a nessuno le sue armi, pulendosele da solo.

- Sì, cioè...signorsì, signora.- Nadira scosse la testa, divertita nel vedere un Turian in difficoltà.- L'ufficiale medico mi ha anche chiesto di dire a Wrex e a Williams di passare da lei, dopo che ti avrà visitato.- lo disse in modo da farsi sentire anche dagli altri due, e mentre il Krogan agitò una mano con fare dismissivo, Ashley si affrettò a togliersi la corazza e tutto il resto, prendendo un cambio pulito dal suo armadietto insieme al necessario per farsi una rapida doccia.- A dir la verità, le parole esatte erano: “Assicurati che il Comandante si presenti qui in infermeria, al suo ritorno.”

- Artigliere Capo Williams.- Ashley si mise sull'attenti, facendo cadere in terra ciò che aveva in mano.

- Agli ordini, signora.- disse Williams, seria.

- Esigo un rapporto dettagliato della missione appena conclusa, da parte di entrambi, e la voglio sulla scrivania della mia cabina entro quattro ore a partire da adesso.- si avvicinò al comunicatore, attivando la comunicazione radio con il ponte e la Sala Tattica.

- Moreau, fai rotta verso Feros, e non fare pi alcuno stop.- il “Agli ordini, signora” di Jeff fu rapido e Shepard passò a parlare con Pressly, mentre Williams raccolse il suo cambio da terra.

- Navigatore, l'aspetto a rapporto nella mia cabina fra un'ora. Ci sono alcune questioni di cui vorrei discutere con lei. ASAP.- Finito il giro della burocrazia, Nadira si rivolse a Garrus: non ce l'aveva con nessuno, ma riteneva quella visita di controllo superflua. Si trattava di visioni, come ne aveva avute centinaia di altre volte nell'arco di quei primi mesi dopo Eden Prime, nulla di cui preoccuparsi. Se serviva, però, a tranquillizzare il suo equipaggio, era giusto farsi fare questa benedetta visita medica.- Vakarian, ora possiamo andare. Faccia strada.-

Era ancora nella sua cabina, a discutere con Pressly, quando Joker annunciò che mancava poco all'arrivo su Feros.

- Continueremo questa discussione al mio ritorno. Torna al lavoro,Pressly.- il Primo Ufficiale si mise sull'attenti e la salutò militarmente, prima di tornare alla sua postazione, in Sala Tattica.

 

 

 

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Capitolo 16
*** The Cypher - part 1 ***


Premessa: E' destino che i capitoli sulle missioni principali debba sempre dividerli in due parti. Ed ecco la seconda missione che per me è sempre Feros. Una missione che mi fa accapponare la pelle ogni volta che l'affronto, in gioco, a causa dell'ambientazione un po' da horror di serie B. E io detesto gli horror.
E ora, grosso mea culpa per i capitoli precedenti...gli ultimi due. Sono disastrosi, lo so, e forse anche questo non sarà da meno. Anche se spero che questo sia ritornato ad essere un buon capitolo, me lo auguro di tutto cuore. Vi sarei grata se mi faceste conoscere la vostra opinione in proposito.
Riguardo ai dialoghi, anche qui non sono esattamente quelli del gioco, soprattutto perchè non me li ricordo tutti, e non riesco a trovare un minuto per riguardare i video che ho fatto durante le conversazioni.Concludo, ringraziando andromedashepard, Johnee, shadow_sea e kikkisan per il supporto e per tutto il tempo che dedicano a leggersi e recensire questa mia storia che diventa, ad ogni capitolo, sempre più difficile da portare avanti. Buona lettura, e a presto.

Capitolo 16: The Cypher- part 1
 

http://www.youtube.com/watch?v=N6u-7J0iP0s
 

 

Feros era una città Prothean ancora del tutto integra. Non più abitata dall'Impero, ma da altri ospiti più “primitivi” rispetto a quella grande civiltà che si era estinta a causa dei Razziatori. Liara osservava dall'osservatorio di babordo quello spettacolo di grattacieli che svettavano in mezzo alle nubi, affascinata dalla grandezza di quegli edifici, simboli di una civiltà ormai scomparsa nell'oblio del tempo.

Lei si trovava a disagio in quel ciclo, come se davvero appartenesse ad un'altra epoca, ad un'altra civiltà, le Asari stesse le erano estranee, pur restando il suo popolo, Liara si sentiva da sola anche su quella nave che l'aveva tratta in salvo e portata via dalla sua vita: gli scavi archeologici iniziavano già a mancarle, l'unica volta che era uscita dal suo bugicattolo dentro l'infermeria, ed era andata in mensa gli Umani dell'Alleanza le avevano lanciato occhiate avide e lussuriose, e aveva anche sentito qualcuno emettere uno strano verso in sua direzione, e lei era rientrata alla svelta con il suo vassoio, riempito senza troppa cura dall'Artigliere Capo Williams.

Liara sospirò, chiedendosi cosa avrebbe potuto vedere se solo il Comandante l'avesse portata con sé, certo era in missione per indagare sulla presenza di Geth nella colonia, ma lei, nel frattempo, si sarebbe trovata immersa in un qualcosa che non era da dissotterrare con scalpello e pennello, dopo la Cittadella.

Architettura Prothean a cielo aperto. E lei era confinata su quella nave, a dover tenere per sé anni di studi, scavi e ricerche, se non per utilizzarle ai fini della missione, nemmeno parlare un po' con il medico di bordo, donna di grande cultura e di grandi conoscenze mediche, la faceva sentire a suo agio.

C'era però qualcosa che l'affascinava, e che al tempo stesso la intimoriva, ed era Shepard. Aveva portato sulla sua nave, una Fregata dell'Alleanza dei Sistemi, alieni di diverse razze della Galassia e gli aveva concesso di girarvi liberamente, eccezion fatta per lei. Dopotutto era la figlia di Benezia e se davvero aveva tradito le Asari, il Consiglio e tutti coloro che guardavano a lei con rispetto e ammirazione, non solo per la sua bellezza, era anche giusto che lei, Liara T'Soni venisse controllata a vista.

Nessuno prima d'ora, men che meno un'Umana, aveva impresso un simile cambiamento. Temeva gli Umani, alcuni rappresentanti della razza del Comandante erano disgustosi, prepotenti, dei veri e propri bulli dell'Universo, arraffavano tutto quello che c'era da prendere e non si fermavano davanti a niente.

Shepard, seppur fosse ostinata al pari dei suoi compatrioti, era diversa. Il fatto stesso che era sopravvissuta alla trasmissione di un messaggio nel suo cervello da parte di una sonda Prothean, senza impazzire o diventare un vegetale, denotava una forte volontà di andare avanti. Sapeva pochissimo di lei, quei brevi scambi di parole con quella ragazza liberata dagli schiavisti Batarian, le avevano messo voglia di scoprire qualcosa di più sul suo conto, nemmeno gli altri membri della squadra si erano sbottonati sul loro Comandante come se ne sapessero ancora meno di lei.

Il Krogan dalla corazza rossa che le avevano messo come scorta e che per tutto il tempo non aveva fatto altro che controllare, smontare e rimontare il fucile a pompa, grugnì, come se cercasse di attirare la sua attenzione, e Liara si trovò costretta a tornare indietro, nell'infermeria, lanciando un ultimo sguardo ai grattacieli Prothean che sembravano ombre stagliate contro il cielo, create dal centro del pianeta come monito perenne a coloro che cercavano di arrivare troppo in alto verso il cielo e verso la Dea.

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http://www.youtube.com/watch?v=Gkhneh9JNnE
 

 

- Shepard, rallenta! O finiremo fuori strada!- gridò Kaidan, terrorizzato, mentre il Comandante superava una barricata, travolgendo i Geth e i Colossi che vi erano dietro, e atterrando a malo modo nella striscia di autostrada Prothean davanti a loro: mezzo sbandò furiosamente, Alenko e Tali sentirono il guardrail strusciare contro il fondo del mezzo, e il contatto provocò scintille, prima che Nadira riaggiustasse il veicolo sulla strada e proseguisse verso il loro obiettivo, la sede della Exogeni.

- Keelah....Antenati, se avete pietà di noi, fateci arrivare al più presto!- disse Tali aggrappandosi con forza alla cannoniera prima, e alle imbragature di sicurezza per evitare di essere sballottata a destra e a sinistra poi, gli occhi che quasi toccavano la maschera a causa del terrore.

- Gesù, Comandante, c'è un M38 Grizzly davanti a noi, attenta!- Nadira dal canto suo si stava divertendo un mondo, un sorriso sadico e soddisfatto allo stesso tempo stampato in faccia.- Geth a ore sei! Ha un lanciaraz....- Kaidan non riuscì a finire la frase che il Geth finì sotto le ruote del MAKO.

- L'ho visto.- disse Shepard con noncuranza, quasi fosse irritata da quel continuo urlare del suo Tenente. Continuando poi la sua corsa forsennata.- Questa sì che è vita! Ooorraaah! Ah, non sentite l'adrenalina che scorre nelle vene? È magnifico!- Kaidan e Tali si guardarono terrorizzati, certi che il Comandante fosse impazzita a causa della sonda Prothean o di una dose eccessiva di stimolanti, e Kaidan iniziò a pensare di rimuoverla dal comando, tramortirla, legarla, imbavagliarla per arrivare tutti interi alla loro destinazione.

Quando meno entrambi se l'aspettarono, sentirono il MAKO frenare e venire parcheggiato come meglio si poteva fare: Kaidan cadde in terra, sul pianale del mezzo, visto che si era tolto l'imbragatura per utilizzare al meglio la mitragliatrice, mentre Tali, imbragata, tirò un sospiro di sollievo, contenta che fosse finita quella follia. Shepard era stranamente su di giri, non l'avevano mai vista così euforica durante una missione, come se non bastasse tutta l'inquietudine che quella colonia metteva addosso a tutti.

Scesero, dopo l'ordine impartito da Nadira, che sembrava aver ripreso un minimo di contegno e dignità, Kaidan la osservò mentre scendevano una rampa che conduceva a un largo spiazzo, guardinga e con il dito sul ponte del grilletto della pistola che si abbassava sul grilletto ad intervalli regolari: iniziò a farsi spazio un'ipotesi nella mente di Alenko, che il suo Comandante stesse nascondendo un elevato tasso di nervosismo con quella strana ondata di euforia che l'aveva accompagnata fino a quel momento. Era l'unica soluzione logica possibile.

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http://www.youtube.com/watch?v=Fc9nTcROQtw
 

 

Nadira strinse i pugni,con forza, mentre quel Jeong parlava, i coloni di Zhu's Hope erano stati lasciati al loro destino, mentre i dirigenti della Exogeni stavano già progettando la fuga e di lasciare Fai Dan e gli altri al loro destino. Sentiva che stava per far eruttare quel fiume di lava che stava borbottando nella sua testa, contro quel mezzo uomo arrogante e supponente che continuava a ripeterle quanto fosse importante non fare nessun danno all'interno della loro sede.

Lo prese per il bavero.

- Ascoltami bene, sono un Ufficiale dell'Alleanza, e là dentro c'è pieno di Geth e Dio sa cos'altro. Non sono uno dei tuoi agenti di sicurezza che puoi comandare a bacchetta, mi hai capito, checca?- non gli diede tempo di rispondere, lo scaraventò a terra come se avesse buttato a terra un Volus di peluche.

- Sporgerò reclamo all'Alleanza dei Sistemi per i suoi metodi e per gli eventuali danni alla struttura, Comandante.- Nadira gli piantò i suoi occhi gelidi contro, mentre questo le agitava un dito sotto il naso.

- Jeong, non mi piace ripetermi. Stai lontano da me, e dalla mia squadra. I danni strutturali saranno il minimo che potrà capitarti, se continui a sciorinarmi quel dito davanti al naso.- la Dottoressa Baynham si frappose fra Jeong e Shepard, mentre Kaidan e Tali cercavano invano di separare Nadira dall'uomo di affari.

- Basta, smettetela entrambi! Jeong, il Comandante sta facendo solo il suo lavoro, e se ci sarà qualche danno, lo ripareremo.- esclamò la Baynham con tono severo.- Comandante, si calmi, Jeong...- Shepard rilassò la muscolatura tutta di un colpo, facendo finire gambe all'aria sia Tali che Alenko, incrociando poi le braccia al petto e concentrandosi sulla Dottoressa della Exogeni, mentre Jeong si allontanava borbottando qualcosa che non riuscì, per fortuna del dirigente, a comprendere.

-...un completo idiota? Grazie, ci arrivavo anche da sola. Ora, mi dica, dove posso trovare sua figlia? Delle vostre politiche aziendali non me ne frega niente, sono qui per salvare vite umane, indagare sulla presenza dei Geth e nel contempo, uccidere più sintetici possibili.- rispose seccata Shepard, sbuffando e ricomponendosi nel vedere lo sguardo contrariato e al tempo stesso confuso della donna.- Le chiedo scusa per il mio comportamento, ma certe persone faccio fatica a digerirle. Potrebbe far conoscere il signor Jeong all'Ambasciatore Udina, sa? Di sicuro andrebbero molto d'accordo...- la scienziata sorvolò sull'ultimo commento riguardante l'Ambasciatore Umano sulla Cittadella, che conosceva solo di nome.

- Mia figlia dovrebbe essere nell'edificio principale. Quando è iniziato l'attacco era ancora lì. Da allora non l'ho più vista. Ho chiesto a Jeong di mandare una squadra a cercarla, ma si è rifiutato, con la scusa che eravamo troppo pochi e che la compagnia avrebbe inviato al più presto rinforzi. E che probabilmente Lizbeth era morta insieme agli altri.- Nadira si grattò la nuca, pensierosa.

- Ha una foto di sua figlia da darmi? Vado in quella direzione, se trovo qualcosa, qualsiasi cosa...le farò sapere.- la donna digitò febbrilmente sui comandi del Factotum e mandò una foto della figlia a Shepard, che la diramò poi anche ad Alenko e a Tali. Vide la madre della ragazza massaggiarsi gli occhi, e provò simpatia nei confronti della scienziata. Il Comandante addolcì il tono della voce, era una madre preoccupata per la sorte della figlia a parlare, non qualcuno che conduceva esperimenti pressoché legali. - Vedrà che la troveremo, sana e salva. Glielo prometto.- con un breve cenno della testa, ordinò a Kaidan e Tali di seguirla, mentre faceva il giro dei sopravvissuti per chiedere maggiori informazioni sull'attacco. Uno degli scienziati, un certo Gavin Hossle, chiese loro di recuperare alcuni dati che aveva dimenticato di scaricare dal suo terminale a causa di un black out nel momento precedente l'attacco, offrendo una ricompensa se l'avessero fatto, e Shepard accettò, mentre rientravano al MAKO, Tali chiese come mai tutti pensavano che loro potevano essere invincibili e immuni ai proiettili nemici, per affidare loro così tanti incarichi.

- Beh, ma nemmeno noi siamo disarmati, Tali. Wrex ti riprenderebbe se ti sentisse parlare così, lo sai?- disse Nadira, voltandosi e aprendo le braccia verso i suoi due compagni.- Coraggio, abbiamo il MAKO ed enorme potenza di fuoco anche individualmente, possiamo farcela, uomini e Quarian di poca fede!- Tali e Kaidan si guardarono stralunati e ancora più confusi di prima. Fu il Tenente a ventilare una domanda e mettere in voce i loro timori.

-Comandante, sicura di sentirti bene? Potremmo chiedere alla Chakwas di darti una controllata...- L'ufficiale medico di bordo aveva chiesto loro di darle un'occhiata, la disavventura con il manufatto Prothean su Eletania aveva lasciato qualche dubbio sulla salute del Comandante a tutta la squadra.

- Benissimo, Alenko. Grazie per essertene preoccupato...ora possiamo tornare alla missione, o avete intenzione di rimuovermi dal comando, prima di farlo?- chiosò Nadira, con una lieve nota di disappunto e di irritazione nella voce, ma gli sguardi preoccupati di Kaidan e la Quarian, che chiaramente non credevano al fatto che stesse bene, la costrinse a rispondere di nuovo.- Guardate, dopo la missione mi farò visitare dalla Dottoressa Chakwas, di nuovo, e mi sottoporrò a tutti gli accertamenti necessari che vorrà. Ora, davvero, mettete le vostre regali chiappe sopra il MAKO, prima che decida di rimandarvi alla Normandy e continuare la missione da sola.- nessuno dei due si mosse, facendo innervosire ancora di più Shepard.- Tenente, non è il momento di un'insubordinazione. Abbiamo una colonia da salvare e un'indagine da portare per conto del Consiglio. La mia salute è secondaria, rispetto a tutto il resto. Mi farete da mamma chioccia in un altro momento, non fatemi ripetere l'ordine. Sul MAKO. Ora.- il tono perentorio e lo sguardo del Comandante convinse entrambi a salire, ma prima bloccò Alenko per il braccio e, una volta sicura che Tali non potesse ascoltare, parlò.- NON ti azzardare più a discutere i miei ordini davanti agli altri, Kaidan. Scavalcami ancora una volta nella catena di comando, e ti ritroverai su un trasporto diretto nel Confine di Skyllian entro due giorni. Nessuno si è mai permesso una volta di discutere i miei ordini,nessuno. Che non si ripeta più, soldato. Sono stata chiara?- Kaidan fece per controbattere, iniziò ad avere intorno al suo corpo una vistosa aura biotica, che si rifletteva di rimando anche sul volto di Nadira, risaltando lo sguardo battagliero del Comandante: i suoi occhi verdi avevano tanta di quella determinazione mista a delusione, che Alenko non osò più replicare.

- Signorsì, signora.- rispose Kaidan mettendosi sull'attenti e lasciando tornare sotto il controllo degli impianti, i suoi poteri biotici.

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http://www.youtube.com/watch?v=QIJMLQjVMeM
 

 

C'era del movimento sospetto sul molo: il Guardiamarina Tatum era sceso per fumare una sigaretta in tutta tranquillità, intanto che i Geth ancora non passavano alla controffensiva.

Il ragazzo, poco più che ventenne, si sporse al di là delle casse e notò una strana processione: i coloni di Feros si stavano dirigendo verso la Normandy, e poco lontano...buon Dio...

La sigaretta gli cadde dalla bocca, ancora spenta, uno di quei mostri si lanciò contro di lui, e l'Ufficiale si lanciò all'interno della nave, bloccando l'ingresso alla Fregata: finito il processo di decontaminazione e pressurizzazione, si lanciò dentro, correndo a perdifiato verso il Navigatore Pressly, che stava discutendo qualcosa con la Dottoressa Chakwas.

- Primo Ufficiale, Primo Ufficiale! Signore!- Charles si volse verso il ragazzo, in disappunto per la sua mancanza verso l'etichetta militare, ma sembrava sconvolto.

-Fermati, riprendi fiato e spiegami tutto dall'inizio.- ordinò Pressly, mantenendo l'autocontrollo, mentre Karin, aprì il Factotum per eseguire una scansione sull'Ufficiale, ma a parte stress elevato e battito cardiaco accelerato, non c'era niente di cui preoccuparsi.

- I coloni...i coloni stanno venendo qui, e non hanno buone intenzioni. Inoltre ci sono...quei cosi...- mentre il Guardiamarina cercava di organizzare un discorso sensato, Joker fece rapporto sulla situazione.

- Primo Ufficiale Pressly, i coloni ci stanno attaccando, e hanno portato degli amici con sé. Faresti meglio a venire qui. Prima che ci ritroviamo morti viventi in giro per la Normandy. Signore.-

Pressly lasciò perdere il Guardiamarina, lasciandolo in custodia alla Dottoressa Chakwas, la quale lo portò in infermeria con sé, per farsi aiutare a preparare l'infermeria di bordo, vista la piega che stava prendendo la situazione.

Come Pressly arrivò in cabina di pilotaggio, Joker stava già bloccando tutti gli accessi alla Normandy, cercando freneticamente di lasciare il molo e mollare gli ormeggi pneumatici per poter andare in un posto più sicuro.

- Joker, rapporto.- ordinò il Primo Ufficiale, facendo abbassare al pilota le coperture della nave, come quando erano in occultamento.

- Sto cercando di mollare gli ormeggi e andarmene, ma sembra che non rispondano ai comandi. Nemmeno a quelli manuali. Motori e armi, ok. Occultamento, ok. Tutto l'equipaggio presente tranne la squadra da sbarco. Nessuna notizia dal Comandante da almeno un'ora, sto provando a contattarla, ma deve trovarsi in zona ostile, le comunicazioni sono bloccate. Anche il MAKO non risponde. I sensori delle tute sono oscurati, non posso dirle per certo se sono ancora vivi.- Pressly attivò immediatamente il comunicatore interno estendendolo a tutta la nave, e subito dopo attivò l'allarme.

- A tutto l'equipaggio, qui è il Primo Ufficiale che parla: siamo sotto attacco. Non è un'esercitazione, ripeto: non è un'esercitazione. Ai posti di combattimento, evacuare la sala macchine, tutti coloro che sono in grado di portare un'arma, la imbraccino. Mantenete la calma, e aspettate un mio ordine prima di far fuoco .- Joker sentì rumori in sottofondo, rumori di armadietti che venivano aperti, di corazze che venivano indossate, di anfibi che marciavano sulla pavimentazione e un grido belluino seguito dal rumore dell'otturatore di un fucile a pompa.- Ufficiali e Sottufficiali sul ponte di comando, in assetto da combattimento, infermeria di bordo pronta a ricevere feriti. Signori, il Comandante è assente da un'ora, stiamo cercando di contattare lei e la squadra da sbarco per aggiornarli sulla situazione. So che vi comporterete con onore, ma cercate di evitare vittime tra i civili.- Pressly fece una pausa, le porte del Ponte Equipaggio si aprirono, Williams, Adams e il Sergente Maggiore Tanaka, vice comandante dei Marines assegnati alla Normandy, apparirono dietro di lui: Ash indossava la sua Guardian, equipaggiata di tutto punto, mentre Tanaka quella d'ordinanza dell'Alleanza, e Adams una corazza tecnologica da Ingegnere qual'era.

I tre scattarono sull'attenti e salutarono militarmente Pressly, il quale ricambiò il saluto, tornando al comunicatore.- Attenetevi alle regole d'ingaggio, e tutto filerà liscio. Buona fortuna, signori. E che Dio protegga tutti noi e il nostro Comandante. Pressly, chiudo.- fu Ashley a parlare per tutti, una volta che il Primo Ufficiale si rivolse a loro, dopo aver insistito affinchè Joker cercasse di contattare

Shepard.

-Sergente Artigliere Capo Ashley Williams, Sergente Maggiore Raymond Tanaka e Ingegnere Capo Gregor Adams, a rapporto e in attesa di ordini, signore.- Pressly ordinò il riposo.

- Williams, occupati della squadra Cougar. Mettili ai lati del portellone, voglio te e il Turian - Pressly ricavò una pianta olografica del ponte della Normandy e segnò i due lati del portellone, vicino alla zona di decontaminazione e di depressurizzazione.- qui e qui.- Ash, annuì.

- Il Krogan e l'Asari dove li vuole disposti, signore?- chiese Williams.

- Quella decisione la lasciò a te, Artigliere Capo. Sergente Maggiore Tanaka.- il Marine nippo-americano rispose subito.- prendi i tuoi Marines e crea una postazione difensiva al di fuori della Normandy, Williams e la squadra Cougar vi copriranno le spalle mentre vi disponete, ricordatevi, niente vittime tra i civili, feriteli, rendeteli inoffensivi, ma NON UCCIDETELI.-

- Signore, sissignore!- il Comandante della forza dei Marines salutò rapidamente e scese di nuovo sul Ponte Equipaggio, proprio mentre Wrex, Garrus e Liara salivano sul ponte già armati e pronti alla battaglia.

- Williams...- Pressly chiamò a sé l'Artigliere Capo dopo aver ordinato ad Adams di aiutare Joker con lo sblocco dagli ormeggi pneumatici del molo.

- Signore?- chiese Ashley dopo essersi aggiustata il casco.

- Prendi i tuoi “uomini” e tenete lontano quei civili dalla Normandy intanto che Tanaka e i suoi arrivano. Gli stessi ordini che ho dato a lui, sono anche i vostri.- indicò con lo sguardo Wrex, che già assaporava il gusto della battaglia, mentre Garrus controllava per l'ennesima volta il suo equipaggiamento, passando una pistola a Liara.

- Agli ordini, signore.- Williams salutò Pressly prima di ricongiungersi con la sua squadra.

Garrus, Liara e Wrex la guardarono, in attesa di ordini, e Ashley non si fece attendere, estraendo il fucile d'assalto, attivando l'otturatore, e appoggiandoselo in spalla.

- Beh, signorine? Che cosa aspettiamo? Mostriamo a questi zotici di che pasta è fatto il Cougar Team. Andiamo a prendere il nemico a calci nel sedere!- Garrus piegò le mandibole in una specie di sorriso, sollevando lo sguardo orgoglioso e pronto alla battaglia, il suo fucile di precisione in mano.

- Sono proprio dietro di te, Williams.- esclamò deciso il Turian, già concentrato e pronto allo scontro a fuoco.
- E' proprio questo che mi preoccupa. Stammi distante, ho una reputazione da far rispettare, grossa gallina col visore.- disse Williams, colpendo il Turian alla spalla con un pugno amichevole, mentre Garrus si chiedeva che cosa fosse una gallina.

Wrex si limitò ad annuire con la testa, Liara, non sapendo bene cosa fare, rimase in silenzio.

Poi tutti e quattro uscirono dalla Normandy, accolti da una specie di mostri verdi che non avevano mai visto prima d'ora: i primi due finirono vittima del fucile a pompa di Wrex, in successione, esplodendo in una specie di poltiglia verde. -Lo zio Urdnot è tornato!- esclamò truce il Krogan, prima di saltare sul molo, caricare un paio di quei mostri e scaraventandoli giù dal molo, prima ancora che potessero fare qualcosa. 

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http://www.youtube.com/watch?v=geLKMm9FRWw
 

 

Shepard scese in quella fossa, saltando il muretto che la circondava, rivelando un passaggio che a prima vista, scendendo dal MAKO non aveva notato, visti i pressanti impegni che avevano avuto.

Kaidan e Tali le furono subito dietro, e finirono in una specie di conca, in un lago artificiale. Corpi di Varren erano stesi dappertutto e altri di quegli animali iniziò ad attaccare la squadra da sbarco, ma tra le raffiche di Kaidan e Shepard, e i colpi di fucile a pompa di Tali, ne ebbero ragione alla svelta. Mentre svoltarono però un paio di colpi vennero sparati contro di loro, i loro scudi vibrarono e Shepard puntò la pistola, istintivamente estratta, contro il loro aggressore, rispondendo al fuoco. Kaidan si appiattì contro il muro e Tali si abbassò per evitare i proiettili, che andarono ad infrangersi contro gli scudi della Quarian e del Comandante.

- Butta a terra quell'arma immediatamente! Marina dell'Alleanza, si identifichi!- gridò Nadira cessando il fuoco, notando che la forma dell'ombra era umana.

- Fermi, non volevo farvi del male! Pensavo che i Geth e quei Varren fossero tornati. Potete aiutarmi ad uscire da qui?- Shepard segnalò ai suoi due compagni di abbassare le armi, ma non di rinfoderarle. Solo lei si permise il lusso di rimettere l'arma a suo posto, prendendo la pistola alla donna e consegnandola ad Alenko, il quale, nel prenderla, inserì immediatamente la sicura.

Shepard procedette all'identificazione della donna davanti a lei, e tirò un sospiro di sollievo.

Era Lizbeth Baynham, la ricercatrice dispersa.- Potreste aiutarmi a raggiungere mia madre, se è sopravvissuta all'attacco?- Nadira si rilassò e rispose alla ragazza.

- Se tu sei Elizabeth Baynham, la risposta è sì. Tua madre è viva, e insieme ad altri sopravvissuti. Sta bene.- la ragazza si rilassò a sua volta, ma si vedeva che era terrorizzata.

- Davvero?! Portatemi da lei, devo...- Nadira la bloccò, prima che potesse mettersi nei guai un'altra volta. Voleva avere delle risposte prima di permettere alla Dottoressa Baynham junior di rivedere sua madre.

- Non così in fretta. Sto indagando sulla presenza dei Geth su Feros. Che cosa avete scoperto di così importante, per farli sciamare qui come mosche attirate dal miele?- Il Comandante aveva indurito il suo sguardo e scrutava il volto della ricercatrice, alla ricerca di un qualsiasi segno che tradisse qualsiasi cosa l'Exogeni stava cercando di tenere disperatamente nascosto.

- Credo di sapere perchè sono qui.- Shepard rimase sorpresa nel sentire finalmente qualcuno che non tergiversava.- Credo che i Geth siano interessati alla specie 37.- Kaidan e Tali si guardarono, mentre Shepard divenne sempre più curiosa di sapere di che cosa si trattasse.

- Specie 37?- chiese, sollevando un sopracciglio e incalzando la Dottoressa.

- E' la sigla con cui identifichiamo la nostra scoperta più recente.- Lizbeth deglutì, ormai non poteva più tornare indietro.- E cioè il Thorian.- Nadira guardò torva la scienzata, prima di riprendere un minimo di controllo. Spalancò gli occhi pensando di aver capito male la parola.

-Il...cosa?!-

 

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** The Cypher - part 2 ***


Premessa: E con questo capitolo, concludo la “faccenda” Feros. Con tristezza, perché so che a grandi passi mi sto avvicinando alla fine di questa prima parte. Alcuni dialoghi come al solito li ho cambiati, e mi assumo ogni responsabilità, perché pur avendo guardato i video relativi diverse volte, in questo periodo la mia testa avrebbe bisogno di una trasfusione di lecitina di soia....in dosi massicce.
Vi lascio al capitolo. Una piccola nota: ho tralasciato tutto il dialogo con Shiala, perché lo si conosce ed é abbastanza lunghetto, quindi l'ho tagliato. Purtroppo avrei allungato di molto il capitolo, e non mi andava di annoiarvi più di quanto già non sia abbastanza noioso. Non l'ho spezzato per il semplice fatto che il prossimo sarà dedicato a tutt'altro e inizio ad andare nel panico per....diversi motivi che non svelo. Questa mia storia sta diventando difficile da scrivere, ragion per cui non posso fare a meno di ringraziare Johnee, andromedashepard e kikkisan per il loro continuo supporto e le loro recensioni, così come shadow_sea e Queen95, e quanti seguono questa storia in silenzio.
Vi lascio al capitolo. A presto!

Capitolo 17: The Cypher- part 2
 

http://www.youtube.com/watch?v=hMqenL2A9co
 

 

 

Adams si arrese. Per quanto potesse provare, non c'era alcun modo per prendere il controllo degli ormeggi pneumatici del molo. Aveva provato in tutti i modi a lui conosciuti per hackerare i controlli, liberare la Normandy da quella stretta ferrea e per poter andare in un luogo sicuro per contattare Arcturus e richiedere rinforzi.

Pressly, dietro di lui restava stoico, ma il capo Ingegnere della nave poteva percepire benissimo il nervosismo del Primo Ufficiale, mentre i Marines si infilavano nella passerella e Tanaka gli segnalava che loro erano pronti a uscire, e a rilevare il Team Cougar, per l'apertura rapida del portellone.

Jeff nel frattempo continuava a cercare di creare un collegamento con Shepard per avvisarla della situazione.

- Oh, andiamo, Shep....Comandante, rispondi! Non lasciarmi in balia di coloni zombie e del Pr...ehm, del Capo Williams e di quel Turian svitato. Merda, di nuovo comunicazioni bloccate!- Pressly si schiarì la voce per far capire al pilota che si trovava ancora in cabina di pilotaggio.

- Tenente Timoniere, moderi il suo linguaggio. Adams, rapporto.- Greg sospirò profondamente prima di dire a Pressly che non riusciva a sovrascrivere i protocolli di manutenzione degli ormeggi pneumatici per prenderne il controllo.

- Nessuna novità, signore. Non riesco a entrare nel sistema, probabilmente hanno cambiato i protocolli e hanno inserito una specie di protocollo di sicurezza che cambia ogni venti- trenta secondi. Avrei bisogno di qualcuno di più qualificato di me. Tali riuscirebbe a farcela sicuramente.- Pressly aggrottò le sopracciglia.

- La Quarian è sbarcata insieme al Comandante, Adams. Dovrai cavartela da solo e so che riuscirai a farcela anche senza di lei. Altrimenti non saresti mai stato messo al comando della Sala Macchine.- Adams scosse la testa. Quel sistema era troppo avanzato per le sue capacità, avrebbe comunque avuto bisogno di aiuto.

- Ho provato e riprovato diversi codici e combinazioni, é come cercare di hackerare un Geth prima che deleti tutta la sua memoria prima della sua disattivazione. Non mi stupirei se avessero predisposto anche un programma di contromisure per queste situazioni. È ben oltre le mie capacità, signore.- chiosò il Tenente sistemandosi sulla sedia.

- Lo faccia e basta, Tenente Adams.- ordinò Pressly, con un tono che non ammetteva repliche.

- Agli ordini, signore.- Adams rispose dopo un breve momento di pausa e silenzio che era calato nella cabina di pilotaggio.

Pressly si allontanò per recarsi in sala comunicazioni e tentare lui stesso di mettersi in contatto con il Comandante.

- Spero che Shepard torni alla svelta...Odio quell'uomo.- disse Jeff, continuando a svolgere il suo compito. Finché non sentì le comunicazioni sfrigolare e regalargli la voce di Nadira visibilmente alterata. Che novità...

- ….non così in fretta, Dottoressa. Ora lei mi...- Joker si intromise nella conversazione, interrompendo volutamente Shepard.

- Qui Normnady. Mi ricevi, Cougar-01?- chiese il pilota bypassando la comunicazione a Pressly, che era ormai nella sala dove settimane prima era iniziato tutto.

- Qui Cougar-01. Forte e chiaro, Normandy. Rapporto.- la voce del Comandante era irritata, ma Moreau ci sorvolò sopra.

- La Normandy è sotto attacco da parte dei coloni, Comandante. Sembrano posseduti. Li stiamo tenendo a distanza, cercando di non fare loro del male, ma un aiuto da parte vostra sarebbe gradito.- sentì Shepard allontanarsi di qualche passo, prima di avere una risposta.

- Restate sulla Normandy e resistete. Io non posso tornare al momento, ho scoperto più di quanto volessi sapere e devo mettere fine a questa storia. Non uccideteli, e...Pressly. Mettimi in comunicazione con lui, Joker, ora.-

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http://www.youtube.com/watch?v=1DPicguLMI4
 

 

Sul molo, Ashley, Garrus, Wrex e Liara erano stati raggiunti dai Marines di Tanaka, i quali avevano preso in mano la situazione, lasciando quasi disoccupati i quattro, ad eccezione di Wrex e Garrus che continuavano a svolgere il loro dovere con molta diligenza.

- Tanaka, dobbiamo respingerli fino a Zhu's Hope, e dopo andare in cerca del Comandante!- gridò Ashley al superiore. Il quale disapprovò completamente l'iniziativa della sottoposta.

- Negativo, Williams. Senza ordine diretto da parte del Primo Ufficiale io non mi muovo! Abbiamo l'ordine di proteggere la Normandy da questi invasati, ed é quello che faremo! Mi sono spiegato, Marine?- Ash arricciò il naso, sparò una raffica ai piedi di un paio di coloni che si stavano avvicinando troppo, e rispose al Sergente Maggiore a tono.

- Ma taci, se Pressly dovesse ordinarti di andare a ballare la danza del ventre davanti al Parlamento di Arcturus, con addosso un completo interamente rosa, lo faresti in modo pulito, ordinato ed efficiente senza problemi!- l'affermazione provocò risatine soffocate da parte di tutti i Marine lì presenti e una scrollata di spalle da parte del nippo-americano.- Non sono soldati addestrati, Sergente, possiamo anche solo respingerli, senza faticare più del dovuto. Basta tenerli sotto pressione come stiamo già facendo.- disse l'Artigliere Capo, lasciando che il fucile d'assalto si raffreddasse.

- Perché sono l'unico in grado di farlo e di farlo con classe.- Tanaka sparò in aria un paio di colpi di avvertimento, i coloni si stavano avvicinando troppo pericolosamente.- Williams, fa come ti ho detto, e richiama quel grosso tank pensante e parlante prima che ci scappi il morto!- Ashley guardò di traverso Tanaka, non richiamando Wrex che stava utilizzando la cresta prendendo a testate i coloni, tramortendoli.

Williams appoggiò il fucile d'assalto contro una delle casse e incrociò le braccia.

- Fermare un Krogan, Ocelot, durante una battaglia? Perché non ci provi tu, Sergente Maggiore?-

Tanaka osservò prima Williams e poi Wrex, decidendo di lasciar perdere. - Non sono così stupido.-

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http://www.youtube.com/watch?v=CJlLVYWT-Hc
 

 

Nadira dovette frenare all'improvviso, incalzata da Lizbeth Baynham, quando la ragazza sentì via radio la voce della madre, e tornarono al posto di guardia dove la Dottoressa Baynham era rimasta in attesa di notizie insieme agli altri sopravvissuti dell'attacco alla sede Exogeni.

Il suo cervello faticava ancora ad assimilare le informazioni ricevute prima dall'IV e poi da Lizbeth Baynham stessa, un grosso vegetale, tramite terminazioni nervose e spore controllava mentalmente i coloni e chiunque entrasse in contatto con lui, principalmente una reazione difensiva, ma ora le era chiaro il motivo dell'attacco dei Geth di Saren alla colonia. Se quel pazzo entrava in possesso di un'arma simile, era la fine per tutti loro, e aveva messo da parte temporaneamente la rabbia per l'utilizzo dei coloni come cavie da laboratorio.

Come il MAKO fu fermo, Lizbeth uscì dal mezzo senza aspettare che i suoi compagni di viaggio facessero altrettanto, e Shepard si catapultò dietro la ragazza abbandonando il casco sull'APC, stramaledicendo quella giornata.

- Merda! Alenko, muovi quelle tue chiappe biotiche e seguimi! Giuro che quando la prendo quella...- esclamò Nadira, estraendo la pistola alla velocità della luce e iniziando a scendere la rampa, correndo e rischiando di finire per rotolare ingloriosamente fin sotto le canne dei fucili d'assalto della sorveglianza dell'Exogeni.

Tali ed Alenko riuscirono a raggiungere Shepard soltanto quando il Comandante si accucciò dietro ad una cassa, segnalando a Kaidan e alla Quarian di fare altrettanto, vedendo Jeong discutere animatamente con le due Baynham. Nel sistemarsi meglio, Nadira urtò il gomito contro la cassa, mettendo in allarme Jeong, il quale non esitò a prendere in ostaggio Lizbeth Baynham.

Pessima mossa, amico...il Comandante ringhiò di frustrazione, mentre i suoi due compagni estraevano le armi, puntandole contro il manager della Exogeni, che teneva la pistola puntata contro la testa della ragazza. Shepard comprese, in quel momento, l'azione compiuta da Vakarian un mese prima nella clinica della Dottoressa Michel, sentiva lo stesso impulso di sparare a quel bastardo di Jeong, ma non poteva rischiare di colpire anche la signorina Baynham. Non aveva la stessa mira di Garrus, quando si trattava di colpire qualcuno che teneva un ostaggio come scudo. Non poteva commettere di nuovo lo stesso errore: le gambe del rappresentante locale della Exogeni non erano nella sua linea di tiro, occultate da quelle della Baynham e quindi dovette anche scartare l'ipotesi di immobilizzarlo a quel modo. Era in guai seri.

- Comandante, so che è lì dietro! Esca fuori con le mani bene in vista e disarmata, così nessuno si farà male.- Shepard strinse i pugni e ne diede uno contro la cassa, non poté far altro che accogliere la richiesta di Jeong e uscire con le mani alzate, sperando che il mezzo uomo si fosse dimenticato di Tali e Alenko. La Quarian scivolò dietro di lei non appena si mosse posizionandosi dietro la cassa dove Nadira era fino a pochi secondi prima, il fucile a pompa saldo nelle mani.

- Vediamo di calmarci, Jeong. Eccomi, lascia andare la ragazza e forse, potremo risolvere la cosa senza che io ti risolva eventuali problemi di cervicale senza ricorrere all'agopuntura.- Jeong sorrise beffardo, premendo la canna della pistola più a fondo contro la tempia della Dottoressa Baynham, mentre Louise Baynham, terrorizzata cercava con lo sguardo qualsiasi oggetto contundente che avrebbe potuto esserle utile per tramortire il dirigente.

- Non è così che funziona, Comandante. Dica ai suoi uomini di uscire allo scoperto,- Cristo, niente che vada per il verso giusto oggi!, esclamò Nadira esasperata dalla piega che stava prendendo quella situazione.- con le mani bene in vista e disarmati.- Andiamo bene, Primo Spettro Umano, graduata N7, Incursore della Marina dell'Alleanza e non riesco nemmeno a tenere testa a questa serpe...Abbassa quell'arma e vediamo se fai ancora il furbo.

- Jeong, ora lasciala andare. So tutto, dal Thorian agli esperimenti che fate sui coloni, quindi non aggravare la tua posizione. Butta a terra l'arma e lascia andare la ragazza. Oppure dovrò dire al mio tiratore scelto di far fuoco, e lui non sbaglia mai.- Tali e Kaidan si guardarono confusi, non avevano tiratori scelti con loro, Vakarian era rimasto sulla Normandy e Williams lo stesso. Il Comandante stava giocando su un terreno ripido e pericoloso, con un ostaggio di mezzo. Il Tenente Alenko stava per dire ad alta voce quella cosa, quando vide lo sguardo di Jeong, e allora, solo allora assecondò Shepard.

- Sta bluffando! Non ha nessun tiratore scelto con sé. Vi conosco tutti e tre, non ho visto nessun altro salire sul vostro mezzo con voi, prima.- Nadira, sorrise e incrociò le braccia, dopo aver fatto un passo avanti, mentre Jeong iniziava ad andare nel panico più totale, guardandosi attorno.

- Andiamo, Jeong, secondo te sono proprio così stupida da presentarti TUTTI i membri della mia squadra? Lascia andare la ragazza e forse, il mio tiratore scelto potrebbe decidere di lasciarti in vita. - Shepard finse di guardarsi attorno e poi si batté un dito contro la tempia.- Sai, era su Elysium durante l'attacco dei pirati Batarian e non é più tanto sano di mente. Difficile da controllare e imprevedibile, la sensibilità del suo indice é stata compromessa da un'esplosione. Inoltre odia chi prende in ostaggio le persone, soprattutto se l'ostaggio in questione è una donna.- il dirigente

della Exogeni parve non abboccare, ma dopo un paio di secondi lanciò Lizbeth in terra davanti a sé e abbassò l'arma. Prima che Kaidan e Tali potessero intervenire per fermarla, Nadira mandò knock out Jeong con un gancio al mento, talmente forte che sentirono la mandibola dell'uomo scricchiolare. Louise Baynham, pur contenta che la figlia fosse salva, inveì contro il Comandante, mentre Shepard faceva scrocchiare le dita, soddisfatta.- Avrei dovuto farlo prima...Per qualche giorno starà zitto.-

 

http://www.youtube.com/watch?v=lWDYAJ2-Y1E

Purtroppo per lei, Jeong si riprese cinque minuti dopo, mentre il Comandante discuteva con le Baynham di un tipo di tossina da utilizzare contro i coloni per renderli inoffensivi senza dover ricorrere alle armi, e anche se a fatica, l'uomo parlò.

- No, assolutamente no! Dobbiamo ucciderli tutti, per evitare che scoprano che li stavamo utilizzando come cavie! La colonia è stato un fallimento sin dall'inizio e...- Shepard si voltò verso di lui, un temporale in testa che mise in allerta sia Kaidan che Tali, il Tenente Alenko bloccò un ennesimo cazzotto con un tempismo che stupì persino lui, mentre Louise Baynham portò avanti la sua causa. Shepard abbassò il braccio, seccata e lanciando un'occhiataccia a Kaidan, molto eloquente, ma stavolta Alenko mantenne la posizione e sostenne il suo sguardo. Tali, dal canto suo, si allontanò di qualche passo.- Non lascerò che voi cinque roviniate gli affari della Exogeni per giocare ai giustizieri spaziali.- Nadira estrasse rapidamente la pistola, puntandola contro il dirigente che lo aveva fatto a sua volta, per garantirsi una via di fuga.- Sa, Comandante ho fatto delle ricerche su di lei...Akuze è stata una tragedia, vero? Perdere tutti i suoi uomini, a quel modo, mentre lei stava a guardare....deve essere stato orribile, voltargli le spalle e scappare al più vicino punto di estrazione.- Ogni minimo barlume di remora nell'uccidere quell'uomo sparì in quei pochi istanti, mentre gli sputava addosso quelle menzogne nel vano tentativo di fermarla nel suo intento. - Che cosa sono questi coloni per lei, Comandante? Niente, mi lasci fare il mio lavoro.- Shepard strinse la presa sulla pistola, i muscoli della faccia tesi nel tentativo di scacciare le urla dei suoi compagni e dei Divoratori nella sua testa, le immagini incancellabili di quella missione che le scorrevano davanti agli occhi, e poi le parole di Hackett che le rivelavano ciò che era stata veramente Akuze. Non poteva permettere che i coloni di Zhu's Hope facessero la stessa fine dei suoi commilitoni del Cougar Platoon.

- Non posso permetterlo.- Kaidan intuì troppo tardi le intenzioni del Comandante: lo sparo echeggiò nel rifugio, Lizbeth Baynham urlò terrorizzata e si rifugiò tra le braccia della madre, mentre Jeong si accasciava a terra, e il silenzio calava nella stanza. La pistola tremava nelle mani di Nadira, e lei sentì che nella testa non aveva altro che il vuoto più assoluto, e nell'anima sentì riaprirsi una ferita che credeva rimarginata. Aveva appena ucciso un uomo a sangue freddo. Niente e nessuno l'avrebbe più salvata dal nemico peggiore che albergava nello Spazio: sé stessa.

Gli sguardi accusatori di Louise Baynham e dei dipendenti della Exogeni le stavano trapanando la testa, ma Shepard abbassò l'arma, lentamente, senza riuscire a staccare gli occhi dal corpo esanime davanti a lei, non era la prima volta che uccideva qualcuno, ma era la prima volta che lo faceva a sangue freddo.

- Ah, bene, ora iniziamo anche ad ammazzarci tra di noi! Comandante, non c'era un altro modo?- chiese Louise Baynham arrabbiata per quella soluzione adottata da Shepard.

- Non mi ha lasciato altra scelta.- fu la risposta piatta e incolore di Nadira, l'unica che riuscì a formulare. Sapeva che Louise Baynham aveva ragione. Né Kaidan né Tali se la sentirono di obiettare: Jeong l'aveva provocata, scherzando quel fuoco, e sperando di non scottarsi.

Nadira si fece consegnare le granate che contenevano in minima parte il principio attivo e la tossina con cui veniva creato il gas nervino, da utilizzare come antidoto alle spore del Thorian, restituì a Gavin Hossle i suoi dati e ordinò ad Alenko e a Tali di seguirla, senza indugiare ulteriormente.

Come furono sul MAKO, ribadì per l'ultima volta che i coloni non andavano toccati, o ne avrebbero risposto a lei direttamente: fu l'unica frase che disse per tutto il tragitto dalla sede Exogeni fino a Zhu's Hope. Sapevano entrambi che quella sera, nella mensa della Normandy, ci sarebbe stato un posto vuoto a tavola.

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http://www.youtube.com/watch?v=Zmfjx3b-wgM
 

 

-Comandante, abbiamo un problema!- gridò Kaidan, mentre Nadira finiva in copertura per evitare di venir crivellata di colpi dai coloni appostati all'ingresso della colonia, dietro le barricate che avevano utilizzato per respingere i Geth. Il Thorian era al centro della colonia, ma la strada era bloccata e lei iniziava ad essere a corto di granate con la tossina anti-Thorian: la scorta si era ridotta a tre granate, doveva trovare il modo di passare la mod in altre bombe a mano per poter continuare la strada, ed evitare di entrare in corpo a corpo per tramortire i coloni. Ed ora Alenko le metteva i bastoni tra le ruote, pensò subito che fosse vittima di uno dei suoi soliti mal di testa a causa di utilizzo prolungato dei suoi poteri biotici, Shepard attese una pausa nella sparatoria prima di muoversi. Arcelia, la responsabile della sicurezza della colonia di Zhu's Hope, aveva un'ottima mira, non sarebbe stata male come Ufficiale dell'Alleanza, se solo avesse presentato domanda di arruolamento, ma non lo avrebbe mai fatto. Come aveva detto la prima volta che ci aveva parlato, quella colonia era la sua casa.

Non appena Nadira uscì dalla copertura, ripresero a spararle contro, e lei si ritrovò a dover correre sotto il tiro incrociato dei coloni e di Alenko che le dava fuoco di copertura da dietro a una colonna, e il Comandante intuì che era successo qualcosa a Tali. Se esco viva da qui, Wrex mi ucciderà. Garantito, pensò Shepard mentre si infilava dietro la colonna da dove Alenko le aveva permesso di fuggire dall'imbottigliamento in cui si era andata a cacciare.

- Che succede?- chiese, preoccupata per la Quarian che, seduta a terra e appoggiata alla colonna stava facendo andare un programma di diagnostica per controllare la tuta.

- Ho un punto di rottura nella tuta. La devo richiudere al più presto ed eseguire un programma specifico per evitare un'infezione, Shepard. Posso isolarla temporaneamente, ma se gli scudi si abbassano ancora completamente e mi sparano contro...- Nadira sbuffò. Quella missione era un piaga, continui ritardi, imprevisti, e poco tempo a disposizione. Prese una decisione, anche se i suoi stessi scudi erano quasi a terra, e il medigel iniziava a scarseggiare.

- Datemi tutte le vostre granate e, Alenko, tutto il tuo medigel. Non abbiamo tempo per una discussione, quindi eseguite e basta. - Tali e il Tenente la guardarono male, decisamente contrariati dal doverla lasciare andare da sola contro un'intera colonia, ma non avevano altra scelta, se non eseguire quell'ordine.- Tali, ripara la tua tuta, Alenko alzerà una Barriera biotica attorno a te. Dopodiché tornate alla Normandy, ASAP. Non preoccupatevi per me. Ordinaria amministrazione.- Shepard forzò un sorriso per cercare di rassicurare i suoi due compagni, ma aveva una paura tremenda di non farcela. Era un azzardo muoversi da sola senza rinforzi, il fatto che fosse anche uno Spettro del Consiglio non l'aiutava a restare tranquilla.

http://www.youtube.com/watch?v=SIIiU2Z_-wk
 

 

Titubante, Alenko le passò tutto il medigel che gli era rimasto, insieme alle granate che il Comandante provvide a calibrare con la tossina anti-Thorian, e così anche Tali. Kaidan la osservava prepararsi, mentre l'aiutava passandole le granate, preoccupato per ciò che stava per fare: infiltrarsi in una colonia di gente che era stata posseduta, e leggeva chiaramente la paura sul volto del Comandante, oltre il finto sorriso e la sicurezza che ostentava senza troppa convinzione.

Prima che lei riprendesse la strada verso Zhu's Hope, Alenko la bloccò, prendendola per un braccio.

- Comandante...fa' attenzione.- Nadira annuì, liberandosi facilmente dalla presa non troppo salda del biotico.

- Ora devo andare. Proteggi Tali, ad ogni costo.- ordinò Shepard, controllando la situazione, sporgendosi di poco per vedere se avevano ancora voglia di spararle contro, e rimettendosi alla svelta in copertura quando una raffica proveniente dai coloni si infranse contro il muro di cemento e pezzi di intonaco le volarono addosso. Come la raffica si spense, uscì dal suo nascondiglio e corse incontro ai coloni, avendo ancora la protezione dei suoi scudi.

Tali guardò Kaidan, mentre il biotico ergeva la barriera biotica attorno a lei, con sguardo accusatorio dietro la sua maschera.- Avresti dovuto convincerla a desistere, è pura follia, Kaidan. La Chakwas non sarà contenta quando le diremo di questa cosa.- Alenko scosse la testa.

- E' un mio superiore, Tali. Non posso fare altro che eseguire i suoi ordini, hai visto anche tu come l'ha presa, quando abbiamo chiesto come stava.- Tali non staccava gli occhi di dosso ad Alenko.

- Abbiamo?! Hai chiesto! - la Quarian diede un'occhiata al programma che stava facendo andare via Factotum.- Keelah, devo ricordarmi di fare un upgrade a questo software. Non era così lento, l'ultima volta che l'ho utilizzato... -

Kaidan incuriosito, mentre teneva la barriera, sollevò la testa in direzione del Factotum di Tali. Era preoccupato per Shepard e cercò di sviare la sua attenzione su qualcos'altro.- Di che marca è? Io utilizzo il Logic Arrest, a mio avviso uno dei migliori modelli sul mercato. Il Blue Wire in uso all'Alleanza è un po' inadatto alle esigenze di servizio.- Tali sollevò per un attimo lo sguardo dal suo Factotum, sorpresa che il Tenente parlasse di qualcosa di diverso dell'Alleanza e del suo addestramento a Jump Zero.
- Il Logic Arrest è inadeguato in situazioni di combattimento. Devi aver bisogno di un equipaggiamento che ti consenta di utilizzarlo al massimo della sua capacità di calcolo e non dover utilizzare l'overclock per aumentare la potenza della scheda madre, evitando di dover poi raffreddare la componentistica.- Kaidan fece per controbattere, ma Tali continuò senza dargli modo di parlare.- Inoltre, qualcosa con cui colpire bersagli multipli fa sempre comodo. Il mio è un Nexus, la scelta giusta per combattere contro i Geth, soprattutto quando devi recuperare i dati al loro interno.- Tali si fermò, mentre Kaidan si massaggiò le tempie. Interrompendo poi Tali, mentre la Quarian, eccitata, continuava a parlare di informatica, Geth e facendo paragoni tra i vari tipi di Factotum.

- Ahhh, Tali...parleremo di Factotum e componentistica elettronica alla fine della missione. Manca ancora molto?- chiese Alenko, cercando di combattere i primi sintomi di una forte emicrania.

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http://www.youtube.com/watch?v=fS0k1LbIvDU
 

 

Nadira si riparò contro il prefabbricato, dopo essersi ripulita sommariamente con le mani da quella sostanza verdognola che i mutanti creati dal Thorian le avevano buttato addosso, aveva ancora quattro coloni da narcotizzare, e solo due granate, un pacco e mezzo di medigel e un gran mal di testa, dopo aver dovuto prendere a testate un colono che non era caduto a terra dopo l'esplosione della granata. Il Salarian era stato abbastanza ricettivo alla tossina, ma quell'Umano proprio no, e lei aveva dovuto entrare in corpo a corpo, imitando Wrex. Diamine e che aveva le ossa frontali fatte di metallo?!, si chiese Shepard prima di mettere fuori il naso e lanciare la granata tra le due barricate rimanenti, una raffica la raggiunse abbattendo i suoi scudi e colpendola. Fece esplodere la granata, tramortendo con essa l'ultimo gruppo di coloni, e contemporaneamente utilizzando tutto il medigel che restava per curare l'ultima ferita ricevuta.

Estrasse la pistola, si sporse e quando non sentì più nessuno sparo, uscì dal suo riparo e avanzò verso la console che controllava il molo e tutte le sue funzioni, iniziò a cercare di trovare il modo per spostare la Borealis dal punto in cui l'avevano posizionata, per bloccare l'accesso al Thorian, quando sentì dei passi dietro di lei. Non è possibile...chi ho dimenticato?, pensò voltandosi verso la fonte del rumore: vide Fai Dan, il responsabile della colonia, muoversi verso lei, che cercava disperatamente di combattere contro il controllo del Thorian. Fece per puntarle contro la pistola, ma improvvisamente la sua testa esplose e il responsabile della colonia di Zhu's Hope cadde a terra. Morto.

- Serve aiuto, capo?- Nadira sollevò un sopracciglio quando Williams apparve da dietro il prefabbricato, seguita da Vakarian che stava rimettendosi il fucile di precisione sulla schiena.

- Voi due che ci fate qui? Dovreste essere sulla Normandy, non a rischiare la vita per nulla. Me la so cavare anche da sola.- Garrus scosse la testa, mentre Shepard smanettò di nuovo sulla console, riuscendo poi a sbloccare il mercantile e a liberare l'accesso alla zona inferiore di Zhu's Hope.

Contemporaneamente, alle loro spalle udirono dei passi, Shepard e gli altri due si nascosero dietro alle barricate, scostando i corpi dei coloni in modo che non li intralciassero, Nadira segnalò di uscire dai ripari e fare fuoco al suo tre. Ashley e Garrus annuirono preparando le armi.
3...2...1! Nadira uscì dal riparo, sparando un paio di colpi di pistola in direzione di chi stava cercando di prenderli di sorpresa venendo poi travolta da un lancio biotico prima, e un campo di Stasi poi, che la costrinse a restare a terra, impossibilitata a muoversi e a dare ordini. Dannazione...
- Ma cosa diavolo....?- Ashley presa in contropiede da quella azione, e dal fatto che Shepard non rispondeva e non si muoveva, ordinò a Garrus di darle copertura, uscì dalla barricata e si trovò faccia a maschera con Tali, il fucile a pompa della Quarian puntato contro di lei.- Cristo Santo! Vakarian! Cessare il fuoco, cessare il fuoco! Tenente Alenko! Disattiva gli impianti, hai colpito il Comandante! Lasciala andare, altrimenti vengo lì e ti spiano il sedere a calci anche se sei un mio superiore!- Kaidan lasciò cadere la barriera e riprese il controllo dei suoi poteri biotici, uscendo poi dal riparo, mentre
- Williams?!- Kaidan fu sorpreso di trovare Ashley lì, e fu più sorpreso quando il volto di Garrus fece capolino dalla barricata.- Vakarian?! Ma che...- Shepard nel frattempo si era ripresa e si stava aiutando a rialzarsi appoggiandosi alla barricata dietro alla quale era rimasta in Stasi fino a quel momento. Appena vide Alenko e Tali, faticò a reprimere la rabbia.
- La prossima volta, avvisate che siete voi, Cristo Santo! Per poco non vi uccidevamo!- Shepard gettò in terra la pistola, mentre Tali a occhi spalancati, iniziò a rigirarsi le mani l'una nell'altra, rassicurata da Ash con lo sguardo che il Comandante non ce l'aveva con lei.- Errori idioti da recluta, da lei non me li sarei mai aspettati, Tenente! Ora, continueremo questa discussione sulla Normandy. Tali e Alenko, riportate le vostre chiappe sulla nave, datevi una ripulita e mangiate qualcosa. Williams, Vakarian, con me.- Quando Ashley chiese un rapporto dettagliato di quanto era avvenuto fino a quel momento, Shepard scosse la testa.- Vi aggiornerò strada facendo. Non abbiamo tempo da perdere in chiacchiere.- Ashley e Garrus sollevarono le spalle e seguirono il loro Comandante.

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http://www.youtube.com/watch?v=HmFJ_SjOQrE
 

 

Stava ancora spiegando a Garrus e a Williams cos'era il Thorian, che se lo ritrovarono davanti. Vakarian sollevò lo sguardo, e le sue mandibole scattarono nervosamente, fremendo e Vakarian si lasciò sfuggire uno sbuffo di paura.

Il Thorian era davanti a loro, ed era proprio come lo aveva descritto la Dottoressa Baynham: terminazioni nervose si dipanavano dal “corpo centrale” del vegetale, mentre il centro era una specie di ape con più “ligule”, un po' diverso da quel tipo di insetti terrestri, certo,ma la somiglianza era inquietante. Altro che pianta. O meglio, per essere una pianta lo era, ma se quello era un vegetale, lei era il Capo di Stato Maggiore della Marina dell'Alleanza.

-.... Spiriti,questo sui miei manuali d'addestramento dell'SSC non c'era...- esalò Garrus, che guardava terrorizzato il mostro. Ashley si era zittita di colpo e non riusciva ad articolare parola. Shepard, istintivamente, iniziò ad arretrare. Il silenzio di Williams durò per poco tempo.

- ...hai un piano, vero, Capo?- chiese Ash, che stringeva il suo fucile a pompa, con forza.

-....napalm?- rispose Nadira, che era impallidita alla vista del vegetale, dopo aver deglutito.

- ….aiuterebbe di sicuro...ehm, vogliamo fare qualcos'altro, oltre a restare a guardare questa..”cosa”, prima che allunghi uno di quegli affari verso di noi, insozzandoci tutti?- chiese Williams, riprendendo la sua parlantina.

In risposta alle domande dell'Artigliere Capo, il Thorian sputò fuori qualcosa e Shepard fece un balzo all'indietro degno dei migliori stuntman per evitare di venire colpita di nuovo da quella sostanza verdognola che già occupava la sua corazza, sostanza che però finì sul volto di Williams e in parte sulla corazza di Vakarian.

- Ugh, che schifo....Capo, ma qualcosa di normale contro cui combattere mai, eh?- si lamentò Williams mentre si puliva la faccia con il dorso del guanto della sua corazza Guardian.

Davanti a loro era apparsa un'Asari, o meglio, il clone di un'Asari, dal volto verde, che iniziò a minacciarli, Shepard cercò una via diplomatica, ma quando l'Asari li attaccò, Garrus non ne rimase affatto sorpreso. Ecco, ci siamo... 

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Ondata dopo andata, Shepard, Garrus e Ashley si liberarono dei mostri che il Thorian mandava loro contro, seguiti dal solito clone Asari che finiva col mandare gambe all'aria il Comandante a causa della scarsità di coperture, attaccando in spazi aperti o colpendo la squadra da sbarco mentre saliva le scale della struttura.

Se Williams e Garrus erano in qualche modo freschi, Nadira iniziava ad accusare i primi sintomi di stanchezza e di fatica a causa delle ferite che difficilmente riusciva a medicare completamente, il suo medigel scarseggiava e gli scudi della sua corazza, erano pericolosamente vicini a crollare del tutto, lasciandola scoperta agli attacchi.

In un momento di pausa, si appoggiò ad una colonna, per riprendere fiato: Ashley poteva avere ragione, nel dirle che stava invecchiando, oppure era tutto dovuto al fatto che non si fermava da ore ormai, avendo anche perso la concezione del tempo durante l'intera giornata, troppo assorbita dai suoi doveri e dall'adrenalina che la faceva ancora reggere in piedi.

Non le importava se ci fosse voluta anche tutta la sera e la notte, per finire quel mostro, pensò, lei avrebbe portato a termine il suo compito. Shepard si asciugò la fronte dal sudore, che le scendeva copioso, in quel posto il caldo era insopportabile, e si ricongiunse ai suoi due compagni, che fecero finta di niente, ignorarono persino il fiatone del loro Comandante. Ashley le fece il segnale convenzionale che c'era tutto a posto, e Garrus annuì quando ricevette una pacca sulla corazza all'altezza delle spalle, seguirono a ruota Shepard. Quando finalmente Nadira eliminò l'ultimo ganglio nervoso del Thorian e lo videro cadere nel vuoto, con somma soddisfazione, tutti e tre tirarono un sospiro di sollievo.

- Cristo, iniziavo a pensare che avremmo dovuto combattere fino all'arrivo dell'Apocalisse.- esclamò Shepard, appoggiando il fucile di precisione sul parapetto, dopo averlo utilizzato per colpire da lontano ganglio e mutanti del Thorian. Mosse la spalla avanti e indietro per fare un po' di stretching. Si volse verso Garrus e Ashley che si stavano rilassando a loro volta. - Voi due? Tutto bene?- quando entrambi i soldati annuirono, sporchi e già col pensiero al lauto pasto che li aspettava sulla Normandy. - Perfetto, possiamo and....- un rumore alle loro spalle li fece trasalire e immediatamente puntarono le armi in quella direzione: una specie di uovo si ruppe, e ne uscì una Asari,indossava una corazza da Commando, ma stavolta non li attaccò.

- Per la Dea! Fermi! Non voglio farvi male in nessun modo.- Col cavolo che abbasso le armi, sorella...pensò Nadira, mantenendo l'arma puntata contro l'Asari.

- Nome e stato. Subito.- ordinò Shepard.

- Mi chiamo Shiala, e sono un'allieva della Matriarca Benezia.- nel sentire il nome della madre di Liara, Nadira strinse la mano sul calcio della pistola, e posizionò il dito sul grilletto, pronta a far fuoco.- Ho delle informazioni che potrebbero interessarvi, dopo siete liberi di uccidermi o meno, ma prima dovete sapere alcune cose. So chi siete e che state cercando il Condotto. E che tu,- lo sguardo dell'Asari si posò sul Comandante, scrutandola a fondo.- hai le stesse visioni che ha Saren. Ti offro la chiave per decodificarle, in cambio della promessa che lo fermerete.-

Nel sentire quelle parole, Nadira abbassò la pistola. Con molta fortuna, poteva trasformare quell'inutile avanti e indietro in una giornata proficua.- Parla. Che cosa sai di Saren? E del Condotto?- Perché ho la netta sensazione che finirò col pentirmene?

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http://www.youtube.com/watch?v=dqwjST3UYcc
 

 

- ….Abbraccia l'eternità!- esclamò Shiala, spalancando gli occhi diventati di colpo neri.

- Comandante!- Ashley si gettò in avanti, vedendo Shepard irrigidirsi di colpo, Vakarian la bloccò, prima che potesse interferire in qualche modo. Osservando poi il Comandante rilassarsi e venire sorretta dall'Asari per evitare che cadesse in terra.

Sembrò ad entrambi davvero un'eternità, finché l'Asari non si ritrasse, e Garrus scrutò attentamente Shepard, la quale si guardava attorno come se stesse vedendo quel posto per la prima volta: Vakarian non fu l'unico ad averlo notato e Ashley si avventò su Shiala, furiosa, puntandole poi contro la pistola.

Garrus non fece nulla per impedirlo, la sua attenzione era rivolta tutta al Comandante, soprattutto dopo averla vista sfregarsi la fronte con il dorso della mano.

- Comandante, va tutto bene?- Vakarian lasciò trasparire una nota di preoccupazione dalle sue corde vocali, scuotendo Nadira dalla sua trance.

- Io...sì, sto bene.- Ashley si voltò verso Shepard, lasciando perdere l'Asari. E guardando a sua volta , molto attentamente, il Comandante.

- Sembra che tu abbia subito un trauma. Dobbiamo riportarti sulla Normandy il prima possibile, signora.- chiosò l'Artigliere Capo.

- Williams ha ragione, Comandante. Non hai un bell'aspetto.- disse Garrus, ma Nadira obiettò.

- Per un piccolo mal di testa non è mai morto nessuno...prendete Alenko per esempio. È stato...fantastico.- Williams si portò una mano al volto, sospirando pesantemente, mentre Garrus scosse la testa.

- Fantastico quanto ricevere una martellata sul ginocchio, Capo...- sibilò Williams. -Sei davvero sicura di stare bene?- Ashley lanciò un'occhiataccia a Shiala, quando l'Asari si intromise nel discorso.

- Quanto ti ho appena dato, Comandante, è ciò di quanto più antico possa esistere. Millenni di conoscenza, nemmeno io sono riuscita a comprendere appieno ciò che componeva il Thorian. E ora, non potrò più...- Nadira si massaggiò una tempia, prima di rispondere a Shiala.

- Ti dispiace per il Thorian?! Hai visto anche tu che cosa era capace di fare quel mostro....voi scienziati e la vostra fissazione per qualsiasi cosa si metta a gridare “Prothean”...- Garrus e Ashley si misero a sghignazzare, intuendo a chi si riferisse il Comandante con quell'affermazione. Decisamente Shepard non stava bene. Sia Williams che Vakarian concordavano che una volta usciti da quel posto, che metteva ad entrambi i brividi anche senza il Thorian, l'avrebbero trascinata dalla Dottoressa Chakwas anche a costo di dover pulire di nuovo la Normandy da cima a fondo. Anche Shiala intuì che qualcosa non andava nell'Umana davanti a lei.

- Ti servirà qualche giorno prima di comprendere anche solo in parte il Cifratore Prothean e decifrare le tue visioni, Comandante.- Nadira incrociò le braccia, non voleva che Shiala se ne andasse così facilmente, tornando seria e riprendendo in mano le redini della missione.

- Riserverò i ringraziamenti per quando avrò fermato Saren. Nel frattempo, non ti dispiacerà rispondere a qualche domanda, vero?- Ashley e Garrus fecero risuonare l'otturatore delle loro armi, occludendo eventuali via di fuga all'Asari e circondandola, sollevati. Ora le cose si facevano interessanti.

Mezz'ora più tardi, Shepard poté ritenersi soddisfatta delle risposte ottenute.- Qui abbiamo finito, torniamo alla Normandy. Continueremo altrove la nostra chiacchierata, Shiala.- disse duramente Shepard, segnalando ai suoi due compagni di seguirla, e facendo strada, ironicamente, all'Asari.- Prego, dopo di lei, “signora”.-

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http://www.youtube.com/watch?v=c48F6wrmrm4
 

 

Dopo aver supervisionato i Marines, inviati da Pressly per fornire assistenza ai coloni, insieme alla Dottoressa Chakwas e a scorte di medicinali e cibo, Nadira si concesse un po' di riposo, sedendosi sopra i gradini del prefabbricato che conteneva l'infermeria della colonia. Il Cifratore stava iniziando a richiedere il suo prezzo, così come la stanchezza e la tensione accumulata quel giorno, e si abbandonò contro quelle pareti di metallo e plastica, che le erano così tanto famigliari.

Si sentiva soddisfatta, era valsa la pena fare la spola tra Zhu's Hope tutto il giorno per salvare una colonia, che ora avrebbe potuto ricominciare da zero, a vivere e a prosperare, anche se il loro tempo sarebbe finito come per tutta la Galassia, se non avesse fermato Saren. La prospettiva che avesse a disposizione una nave tanto potente non era delle migliori, ma per il momento, avevano una remota speranza di vittoria.

Arterius non era più così lontano. Prima di partire con lo sprint finale, però, aveva delle questioni personali da risolvere e da chiudere una volta per tutte, e mentre il sole tramontava su Feros, penetrando attraverso i finestroni danneggiati dalla furiosa battaglia che si era svolta lì, e che aveva visto uscire lei e la sua squadra vincitrice, si sentì pronta a prendere a calci chiunque si fosse frapposto tra lei e Saren.

Qualcuno si frappose fra lei e il tramonto, sollevò lo sguardo e vi trovò Williams che le stava allungando una barretta energica, che Shepard prese volentieri. L'Artigliere Capo si sedette al suo fianco, mettendosi ad ammirare anche lei quel tramonto alieno, unite nella consapevolezza di aver fatto un qualcosa di incredibile, per loro due impensabile fino a qualche mese prima.

- Ammiri il panorama, Capo?- chiese Williams, stanca a sua volta.

- Stavo riflettendo su quanto siate un equipaggio di disgraziati.- rispose Shepard senza riuscire a nascondere un breve sorriso orgoglioso.

- Anche tu, Capo, non sei da meno.- Ashley serrò subito la bocca, aspettandosi una reprimenda da parte di Shepard.- Con tutto il dovuto rispetto, signora.- il silenzio cadde tra di loro, finché non fu Shepard a romperlo.

- Grazie.- disse Nadira, utilizzando la spalla di Ashley come appoggio per rimettersi in piedi, entrando poi nel prefabbricato per farsi dare una controllata dalla Dottoressa Chakwas, lasciando Williams a chiedersi per quale reale motivo l'avesse ringraziata. Ashley fece per alzarsi, ma scivolò sul terreno in cemento di Zhu's Hope, ancora viscido a causa della battaglia che vi si era svolta.

- Dannazione...- esclamò frustrata, prima che una mano a tre dita si allungasse per aiutarla a rialzarsi. Tre mesi prima l'avrebbe rifiutata, ma ora l'afferrò saldamente, facendo comunque la sostenuta. - Non farti illusioni, Vakarian, continuo a pensare che voi Turian siate soltanto delle grosse galline a cui hanno dato in mano un fucile per errore.-

Garrus scosse la testa, emettendo un lieve sbuffo di respiro, divertito dalla reazione di Williams.- Ti voglio bene anch'io, Williams- Uno di questi giorni devo chiedere al Comandante che cos'è una gallina...e se tutti questi soprannomi che mi rifila Williams, fanno parte di qualche protocollo Umano sul cameratismo tra commilitoni. Alcuni sono...strani, pensò Vakarian osservava Ashley che si ripuliva sommariamente dalla polvere e da chissà cos'altro aveva sulla corazza, passandovi le mani,, con movimenti bruschi.

E con un pugno, dato da Ashley a Garrus sulla spalla destra del Turian, la lunga, faticosa giornata di guerriglia urbana, si concluse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Back in time ***


Premessa: Da questo capitolo in poi, le cose inizieranno a complicarsi un po'. Ho avuto difficoltà a scrivere questo capitolo, molto lungo rispetto ai miei soliti standard, ma come lunghezza era necessaria. Scoprirete il perchè soltanto leggendo il capitolo. Se lo trovate confusionario, è perché così doveva essere. Alcune cose verranno spiegate più avanti.
Per questo gradirei avere diversi feedback sui prossimi capitoli, a partire da questo. Saranno difficili da scrivere, difficili da portare avanti, visto e considerato la mole di argomenti che verranno trattati. Va bene anche un messaggio privato, non è obbligatoria la recensione.
Colgo l'occasione per ringraziare i cinquecento e passa lettori del primo capitolo.
Dedicato ai miei compagni di squadra e in particolare al mio Maestro.

Capitolo 18: Back in time.

[@]

 

"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario."

Primo Levi (Se questo è un uomo)
 

 

Era l'ultima base Geth da eliminare. Quei sintetici stavano facendo un'accanita resistenza, e il medigel era in caduta libera. Quei maledetti spuntavano come funghi ad ogni passo, e se non fosse stato per Tali, forse non avrebbero mosso mezzo passo.

Nadira aveva anche estratto il suo fucile di precisione, ma sbagliava un colpo su due, e Garrus non poteva coprire tutta la base da solo. Se solo avessero potuto fare irruzione col MAKO e spianare tutto a quel modo, come avevano fatto con gli avamposti...

Tali sovraccaricò l'ennesimo soldato Geth, mentre Shepard sparava a vuoto contro la corazza di un Geth Juggernaut, fu allora che Garrus vide il Geth con il lanciagranate: Shepard evidentemente era troppo concentrata sul suo bersaglio per vederlo, il Turian prese una granata, sull'onda della frenesia, anche Tali se ne accorse, cercando da dietro la copertura di sovraccaricare il sintetico, che si mosse velocemente, mandando a vuoto il tentativo della Quarian, mentre il Comandante cercava disperatamente di cambiare mod, dopo essersi accorta di non aver cambiato le mod anti organici con quelle perforanti. Invece di rimanere dietro la cassa, dove si stava proteggendo, Nadira si espose proprio mentre il Geth con il lanciagranate fece fuoco proprio contro la cassa, e Garrus, con orrore osservò Shepard venire sbalzata via dall'onda d'urto dell'esplosione. Entrambi gridarono con quanto fiato avessero in gola per avvisare il Comandante, ma il loro grido si perse nella struttura.

Nadira cercò di opporsi all'idea di venire messa fuori combattimento a quel modo. La vista si offuscò e prima che potesse rialzarsi e attivare il rilascio del medigel, mentre le orecchie rimbombavano ancora, a causa dell'eco dell'esplosione, ricadde al suolo priva di sensi.

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Normandy SR-1, Quattro giorni prima.
 

Joker era sul ponte, come sempre e come sempre Shepard era passata a trovarlo, fregandosene degli avvertimenti della Chakwas di andarsi a riposare qualche ora. Non era un mistero per nessuno che su Feros era rimasta ferita, e che sempre su Zhu's Hope era stata costretta dall'Ufficiale medico ad aspettare a muoversi dalla colonia.

- La prossima volta, avvertimi prima di farmi atterrare in una colonia di zombie. Così mi posso far prestare un fucile a pompa e iniziare a far saltare teste.- Lei aveva scosso la testa, a metà tra l'esasperato e il divertito.

- Oh, tranquillo. Non hai niente di cui temere. Sicuramente non avrebbero mirato al tuo cervello, Jeff.- si era seduta nella sedia del co-pilota appoggiandovi la testa e allungando le gambe sulla console spenta, tra le proteste di Jeff.

- Ehi, non è un appoggia piedi, quello, Comandante. E soprattutto potresti avere ancora di quello schifo sotto le suole degli anfibi. Non voglio dover far pulire di nuovo il ponte e quella console dal mio navigatore!- Shepard, invece di ascoltare il pilota, lo ignorò accavallando di tutta risposta le gambe una sopra l'altra, stringendo i denti, quando aveva sentito tirare il bendaggio.

- I miei anfibi sono puliti e ben ingrassati. Usali pure come specchio se vuoi. Ma dammi un po' di tregua, Joker. Almeno tu.- il pilota sollevò entrambi i sopraccigli, guardando schifato gli stivali. Darle tregua? Non ci aveva nemmeno pensato.

- Con tutto il rispetto, il Ponte è il mio regno, Comandante. Mio regno, mie regole. Ora, metti giù quei piedi da lì.- Era stato allora che lei lo aveva stupito dicendo qualcosa che non le aveva mai sentito dire prima d'ora.

- Gli Spettri sono al di là delle regole, Tenente Timoniere. E, se il Consiglio non ha già deciso di togliermi lo status per aver distrutto quel baobab troppo cresciuto su Feros, invece di farglielo utilizzare come gioco educativo da tavolo, io sono uno Spettro. I piedi rimangono dove sono.- aveva concluso arrabbiata.

Quei Consiglieri erano delle grandissime teste di c... Lui la conosceva da una decina d'anni, sapeva che quando si comportava così, era sul punto di esplodere, si era zittito, per non peggiorare la situazione, intervenendo solo quando aveva notato che si era quasi addormentata su quella poltrona e il co-pilota era arrivato a reclamare il suo posto. E aveva sentito l'intera conversazione. Per poco non si metteva a ridere amareggiato, quando il Consigliere Turian ( o il Salarian, non ricordava bene chi dei due fosse...), avevano detto che uno Spettro doveva saper far anche dei sacrifici.

- Ah, Comandante...non credo che quella poltrona sia il luogo più adatto per addormentarsi e, oltretutto, il mio co-pilota dovrebbe mettersi lì per svolgere il suo compito. Sai, manovrare la nave e altre cose simili.- Nadira si era rialzata subito, ricomponendosi.

- Ora devo andare. Buon lavoro.-

Ora anche il co-pilota se ne era andato, lasciandolo da solo sul Ponte di manovra. Inserì il pilota automatico, e si rilassò contro la poltrona. Se l'appoggiarsi contro un simil pezzo di marmo poteva essere incluso nel termine relax. Venne allertato da una comunicazione criptata, di cui non riuscì a trovare il codice origine nel prontuario del suo Factotum e nei registri della nave. Decise di passare la comunicazione al Comandante. Per allietarle la giornata.

- Comandante? Comunicazione in arrivo da fonte sconosciuta. Te la passo?- chiese via comunicatore, collegandolo all'interno di quello privato di Shepard. Sentì un sospiro prolungato, quasi simile a un rantolo.

- Probabilmente è il Consiglio. Di nuovo. Passamela in Sala Comunicazioni. Shepard, chiudo.-

Ricordatemi che, se un giorno dovessero chiedermi di entrare a far parte degli Spettri, cosa che accadrà soltanto se sono VERAMENTE, disperati e non sanno chi andare a prendere, di rifiutare. Ti lascio volentieri tutto l'onore,Shep. A meno che non vogliano battere il nemico facendogli sentire il rumore di ossa che si rompono.

La vide, tramite la videosorveglianza della nave, sedersi pesantemente su una delle sedie della Sala Comunicazioni, dove tenevano i debriefing, portarsi entrambe le mani al volto, sfregandoselo, come a togliersi la stanchezza e l'amarezza da esso. Jeff contò i minuti che passarono, prima che Shepard si rialzasse per uscire dalla Sala Cmunicazioni e zoomò sul suo volto quando fu visibile.

- Merda...- si limitò a dire il pilota, quando notò che il Comandante non aveva ricevuto buone notizie. Avrebbe dovuto vegliarla anche quella notte, mentre lei avrebbe fatto avanti e indietro per la sua cabina.- Spero di non dover far rotta verso Arcturus per dover far rifare il pavimento di quella cabina......-

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Dopo essere passata dalla Dottoressa Chakwas per un controllo rapido delle fasciature, Shepard andò nella sua cabina: Karin le aveva fatto un'iniezione di antidolorifici e sicuramente un po' sarebbe riuscita a dormire. Non aveva grosse speranze nel riuscire a farlo, ma provò a sperarci.

Quel dannato Cifratore non le dava tregua. Sperò di non svegliarsi un giorno e di mettersi a parlare in Prothean, perché sarebbe stata la classica goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.

Perchè proprio io...? Si chiese mentre si asciugava la faccia, dopo essere uscita dalla doccia. Controllò che le fasciature fossero al loro posto, benedicendo l'invenzione di bendaggi resistenti all'acqua, e mentre si vestiva dopo essersi asciugata, cercò di essere il più possibile attenta ad esse.

Evitò di indossare di nuovo gli anfibi, optando per le ciabatte, prima di mettersi alla scrivania, completare i rapporti, e poi iniziare il suo giro: dopo mezz'ora passata a controllare il rapporto di Pressly, più per puntiglio che per altro, lo rimise sulla scrivania, decidendo che forse era meglio, per una volta, seguire i consigli della Chakwas. Lasciò il terminale acceso, insieme al suo Factotum e ai datapad che stava riguardando appoggiati sopra la scrivania, togliendosi a malo modo le ciabatte, e coricandosi sul letto, senza nemmeno curarsi di indossare il pigiama. Sopra il comodino c'erano flaconi di pillole che l'Ufficiale medico di bordo le aveva prescritto per i suoi disturbi di insonnia, che non toccava più da settimane ormai.

Nadira li guardò, tentata di prenderli, ma con gli antidolorifici che gli erano stati iniettati, era rischioso ingurgitare anche solo una di quelle pillole. A meno che non fosse intenzionata a suicidarsi, e lei non lo era, sarebbero rimasti lì a prendere la polvere.

Voleva, con tutte le sue forze, uccidere Saren. Certo, il dubbio che lo Spettro ribelle non fosse del tutto immune agli effetti collaterali di cui Shiala le aveva parlato, le stava venendo. C'era qualcosa dentro la sua testa che glielo gridava, ma lei non riusciva ancora a comprendere in pieno quel qualcosa.

Pensarci non fece altro che aggravare il suo problema di insonnia e incubi dietro l'angolo non appena avrebbe chiuso gli occhi. Il Comandante si voltò sul fianco, alla ricerca del buio necessario per far sì che il sonno la cogliesse e la cullasse per farle riprendere un minimo di forze.

Regolarizzò il respiro, cercando di calmarsi davanti alla nuova missione che il Consiglio le aveva appena assegnato, e alla consapevolezza che le cose stavano degenerando, giorno dopo giorno, spazzando via quasi del tutto la sua sicurezza nel riuscire a fermare Arterius. Ancora non sapeva di preciso che cosa stava accadendo laggiù, ma era sicuramente qualcosa di tremendo, lo sentiva a pelle. L'immaginaria clessidra che si teneva davanti mentalmente iniziò ad accelerare il rilascio di sabbia nel cilindro sottostante. Il tempo si era messo a correre inaspettatamente, e non poteva più ignorarlo.

Aveva rassicurato Garrus che avrebbero fermato lo Spettro ribelle, e se poi non sarebbe stata in grado di farlo? Se non fossero arrivati in tempo? Nadira sbuffò, agitandosi nel letto senza trovare una posizione per addormentarsi. Avrebbe dovuto sentirsi soddisfatta di aver salvato una colonia dall'annientamento, ma ora la riteneva solo una perdita di tempo.

Dopo un'ora passata a quel modo, gli occhi finalmente iniziarono a cedere, totalmente ignari del fatto che mancava meno mezz'ora all'inizio del suo turno in Sala Tattica, il Comandante scivolò nel sonno senza ascoltare il suono insistente della sveglia che l'avvisava che il suo tempo per riposare era concluso. Aggrappata al cuscino come se cercasse disperatamente un appiglio a cui tenersi per evitare una caduta nel burrone. 

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Pressly dette le ultime direttive in Sala Tattica, poi scese al Ponte Equipaggio. Di solito il Comandante saliva con mezz'ora di anticipo per ascoltare il suo rapporto sui turni precedenti.

Il Primo Ufficiale non si preoccupò più di tanto, nemmeno quando non la incrociò in mensa a prepararsi l'ennesima tazza di caffè. Buon Dio, beveva caffè come se fosse acqua zuccherata, e negli ultimi giorni la tazza del Comandante quasi debordava da quanto ce ne era dentro, l'equipaggio parlava di una specie di lavaggio mentale da parte di un'Asari su Feros e che provocava forti mal di testa a Shepard, con conseguente carenza di sonno. La squadra del Comandante manteneva la riservatezza più assoluta sulla cosa, scherzandoci sopra oppure evitando abilmente ogni domanda. Persino Williams aveva la bocca cucita. Nemmeno per sbaglio le usciva anche una sola frase, e lui non aveva insistito.

In una missione del genere, la segretezza era d'obbligo, e gli ordini per coprire le reali intenzioni del Comandante venivano dati come missioni di routine, come per Feros. “La colonia ha richiesto assistenza e l'Alleanza è intervenuta. È nostro dovere farlo, eccetera eccetera.”. Per quanto al resto dell'equipaggio fosse bastato quell'ordine, quella giustificazione, il discorso di Shepard quando aveva assunto il comando della nave era stato più che chiaro sulle sue vere intenzioni e tutti concordavano con lei. Eden Prime aveva scosso tutti molto profondamente, e la perdita di Jenkins era stata un brutto colpo, e ricordava anche la rabbia dell'equipaggio quando Anderson, in poche parole aveva comunicato loro dell'avvicendamento al comando della Normandy. Il Capitano era rimasto in silenzio, forse commosso dell'affetto di quell'equipaggio che aveva comandato per poco tempo, ma poi aveva ripreso immediatamente in mano le redini della situazione. Riferendo loro che sarebbe stata il suo Primo Ufficiale a prenderne il posto, completando il tutto con la notizia che Shepard era stata insignita dello Status di Spettro.

Pressly mentre si versava nella sua tazza, un po' di caffè, ricordò l'orgoglio negli occhi di Anderson mentre pronunciava quelle parole, lo stesso orgoglio che aveva provato anche lui e il resto dell'equipaggio, che il primo Spettro della storia dell'Umanità, fosse un membro dell'equipaggio della Normandy.

Non amava che qualcuno potesse essere al di sopra di leggi, regolamenti e catene di comando. Ma mai scelta era stata più azzeccata, Shepard non avrebbe mai usato quel potere pressoché illimitato per scopi non leciti o abusandone.

Il Primo Ufficiale, lavò e ripose la sua tazza al proprio posto nella rastrelliera, ed entrò nella cabina del Comandante, dopo aver bussato un paio di volte e non aver ricevuto risposta: trovò Shepard che si agitava nel letto, come se si trovasse sotto il fuoco nemico, la sveglia del Factotum che continuava a suonare impazzita. Pressly attraversò lo spazio che separava la porta della cabina dal letto in un millesimo di secondo, dopodiché iniziò a scuotere il Comandante per farla svegliare.

Senza sapere come si ritrovò contro il pavimento della cabina, una Striker puntata contro il volto.

Si sentì il fiato spezzarsi, quando incontrò lo sguardo del Comandante: evidentemente credeva di essere ancora addormentata.

- Comandante Shepard....sono Pressly. Non...non mi riconosce? Metta giù quell'arma, signora.- ordinò il Primo Ufficiale, sperando che una parvenza di disciplina militare potesse riportarla alla realtà. Strinse i denti, Pressly, mentre notava l'indice appoggiato sulla canna della pistola e non sul grilletto. Non aveva intenzione di ucciderlo. Charles la guardò di nuovo, vedendola strizzare gli occhi un paio di volte e scuotere la testa come se stesse cercando di schiarirsi le idee.

I secondi passavano inesorabili, finché con suo estremo sollievo, il Comandante parlò.

- Pressly?!- chiese incredula Shepard, tirando via subito la Striker dalla fronte del suo Primo Ufficiale, una volta che ebbe realizzato che quella era realmente la sua cabina e che quello a terra non era....il nemico, ma il suo Ufficiale Esecutivo. Allentò anche la presa sul colletto della sua divisa, aiutandolo a rimettersi in piedi.- Mi dispiace, Pressly....non l'avevo riconosciuta.- il Primo Ufficiale si sistemò l'uniforme, mentre Nadira si grattava la nuca e si accorgeva della sveglia sul Factotum, andandola a disabilitare immediatamente.- Chiedo scusa, devo essermi addormentata pochi minuti prima di iniziare il turno...- la vide raccogliere la maglia dell'uniforme da fatica, e indossarla in fretta e furia, passando poi agli anfibi, facendo sparire chissà dove la Striker.

- Va tutto bene, signora?- chiese, ansioso il Primo Ufficiale, passandole un datapad, con i risultati delle scansioni di quel sistema, Nadira li fece scorrere, ignorando la domanda di Pressly, ancora confusa e imbarazzata per quello che era successo poco prima. Si fermò a un ritrovamento che la mise sul chi vive. Era il terzo che trovavano nel giro di qualche scansione.

- Avete trovato un altro di quei Medaglioni?- chiese preoccupata, tornando lucida quasi istantaneamente. Pressly lasciò cadere il discorso riguardo alla scena di cui si era trovato protagonista prima.

- Signorsì, signora. L'Asari dice che questa Lega degli Eletti sia stata una specie di antenata della STG Salarian. A parte questo non siamo riusciti a sapere altro. Tutti i dossier al riguardo, sono coperti da segreto militare e ci vuole un'autorizzazione diretta dell'Unione Salarian per accedervi.- Shepard si appoggiò alla paratia che conduceva, tramite le scale, alla Sala Tattica, pensierosa.

- Ho altro a cui pensare al momento....man mano che li troveremo li terremo da parte. Ho l'impressione che presto avremo tutte le risposte necessarie.- disse Nadira, passandogli il datapad senza far trasparire nulla di quello che era accaduto. Pressly fece per avviarsi alle capsule- letto per riposarsi qualche ora prima del prossimo turno, ma Shepard lo fermò.- Pressly.-

- Signora.- disse il Primo Ufficiale, aspettandosi ciò che stava per dirle.

- Resta inteso che quanto accaduto prima, rimarrà tra di noi, sono stata chiara?- Charles non sapeva che cosa risponderle. Era combattuto tra il riferire quell'episodio alla Dottoressa Chakwas e al Comando dell'Alleanza, e il mettere a tacere la cosa. La sua fedeltà e lealtà andavano prima all'Uniforme che indossava che al proprio Comandante. Ma in questo caso, non se la sentì di colpire Shepard alla schiena, anche se una situazione simile avrebbe potuto mettere a rischio la missione. C'era in gioco una posta troppo alta, per far perdere il supporto al Comandante proprio in quel momento.

- Cristallina, signora.- rispose il Primo Ufficiale, guardandola diritta negli occhi. Nadira annuì, compiaciuta. Se una cosa simile fosse arrivata alle orecchie di Udina o a qualcuno dei Consiglieri, la sua avventura come Spettro sarebbe finita, e la missione affidata a qualcun altro.

Il Primo Ufficiale attese che Shepard sparisse dietro alla porta della Sala Tattica, prima di infilarsi in una delle capsule, e avere il suo meritato riposo.

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A cena in mensa c'era tutta la squadra. Persino Wrex era salito, pur non avendo bisogno di nutrirsi. Il fatto di essere quasi perennemente confinato sulla nave lo lasciava privo di occasione per fare un po' di movimento e quindi ricorreva alla riserva di nutrienti che aveva nella gobba, per la maggior parte del tempo.

- Il Comandante verrà?- chiese Alenko, spiando di continuo la porta della cabina, in attesa che si aprisse.

- Shepard è in Sala Tattica. Credo stia facendo delle scansioni o controllando qualcosa.- rispose Tali, mantenendosi sul vago. Era salita per chiederle un favore e il Comandante le aveva risposto che sarebbe passata da lei in Sala Macchine a fine turno. Kaidan riprese a mangiare, lanciando un'occhiata non proprio amichevole alla Dottoressa T'Soni. L'Asari non capì il motivo di quello sguardo, Williams intuì qualcosa e fece un sorriso sarcastico, sollevando il sopracciglio destro.

Oh, oh, qualcuno si sente minacciato...pensò Ashley, guardando di sottecchi sia l'Asari che il Tenente. Pressly era incaricato per quella sera di sorvegliare la mensa.

Williams coprì il suo sorrisetto sarcastico bevendo. Sarebbe rimasta in attesa degli sviluppi, come tutti gli altri. Credeva che tutti ormai fossero sul chi vive per quando il Comandante avesse fatto la sua comparsa in mensa, dopo quello sguardo di Alenko. Il guaio di vivere in una nave per sei mesi di fila è che alla fine, si aveva ben poco da fare, se non i normali compiti di routine, le missioni, i debriefing e qualche ispezione.

Shepard li teneva abbastanza occupati, ma questo non impediva alle voci di sentina di correre e rendere la navigazione più interessante. Il Capo, con una scusa si alzò dal tavolo, prendendo con sé il suo vassoio, ormai vuoto. Gli altri non erano nemmeno a metà con ciò che avevano nei loro piatti.

Ashley decise di avventurarsi in Sala Tattica, dove trovò Shepard parlottare con uno degli Ufficiali addetti alla navigazione, sventolandogli un datapad in faccia, nervosa. Si stava trattenendo, ma Williams vedeva che era tesa. Attese che tornasse alla mappa galattica, mentre quell'Ufficiale di cui l'Artigliere Capo non ricordava il nome, andava dal loro Timoniere, che era evidentemente impegnato a svolgere il suo compito. Williams si mise sull'attenti, quando Shepard le passò accanto, ignorandola, e salendo sulla pedana della Mappa Galattica: il Comandante attivò il monitor che serviva per impostare coordinate e rotte manualmente. Di solito avveniva in automatico, ma Nadira trovava, farlo da sola, un modo per ritrovare concentrazione e calma. Un modo per mantenere allenato il metodo di orientarsi in assenza di apparecchiature elettroniche in caso di bisogno, anche se nel loro caso avrebbe dovuto procurarsi un compasso, delle carte nautiche stellari e un sestante. Vere carte nautiche, le mancava il contatto con della vera carta, durante l'addestramento aveva utilizzato anche quel metodo antico, ma ancora valido.

Ashley la osservò, mentre il Comandante sbagliava di nuovo il tracciamento di una rotta. E il suo ennesimo scatto di nervosismo.

L'Artigliere Capo si avvicinò allora a Shepard, provocandola forse sarebbe riuscita ad ottenere la sua attenzione .

- Comandante, ha un minuto?- Nadira sollevò la testa per rispondere all'Artigliere Capo.

- Niente fucili da pulire, Capo? Sono impegnata, ora. Devo aggiornare il rooster delle missioni. Se ha qualcosa da dirmi, passerò nella stiva a fine turno.- Questa era una risposta abbastanza inusuale da parte del Comandante, Ashley non demordette.

- Mi chiedevo se è vero quello che si dice in giro. Che il Comandante Shepard non sappia danzare a dovere. Da quanto vedo non è nemmeno in grado di tracciare la rotta della nave.- Williams sapeva di essersi spinta un po' troppo oltre, e dovette battere in ritirata, quando incontrò lo sguardo gelido di Shepard.

- Può andare, Capo. E ringrazi il Cielo che ci sono troppe apparecchiature costose in questa zona della nave. È tutto.- Ashley, per niente intenzionata nell'essere messa agli arresti, salutò militarmente e se ne ritornò in stiva.

Passarono un paio d'ore, in totale silenzio, Williams si ritrovò a chiacchiere via terminale con sua sorella Sarah, per ingannare il tempo, mentre puliva le armi dei compagni e il suo equipaggiamento.

-....Ehi, Ash, abbiamo visto un servizio sulla Normandy...e c'era Kaidan...esattamente carino come ci hai detto...- Ashley fece per risponderle, ma si trovò Shepard alle spalle.

- Interessata al Tenente, Artigliere Capo?- la domanda fece sobbalzare Williams, la quale si affrettò a chiudere la comunicazione con una delle sue sorelle.

Shepard era in tenuta d'allenamento e aveva con sé una retina al cui interno c'era tutto l'occorrente per uno scontro corpo a corpo: caschetto, paradenti, guantoni da otto once, guanti da passata, protezioni per i piedi e bendaggi per le mani. Indossava una canottiera verde oliva, pantaloni mimetici con camouflage desertico, e ai piedi gli anfibi.

- No , signora... e anche se fosse lui è già interessato a qualcun altro.- vide Nadira scrutarla in cerca di prove contrarie a ciò che aveva appena intuito.

- Sono sicura che la Dottoressa T'Soni lo troverà di suo gradimento.- asserì il Comandante tranquillamente. Come se non avesse già avuto abbastanza problemi con le Asari. Ci mancava pure che anche Alenko le facesse la corte.

- Chiedo scusa, signora, io credevo che...- Ashley sgranò gli occhi. Diamine, era la prima volta che sbagliava quel tipo di pronostico. Aveva scommesso sul Tenente Alenko. A discapito della Dottoressa T'Soni.

- Beh, se davvero pensate di poter scommettere alle mie spalle, senza coprire bene le vostre tracce, temo che dovrete smettere di farne.- Shepard appoggiò la retina di fianco al tavolo di lavoro di Williams.- Il mio unico interesse ora è Saren Arterius, Williams. È abbastanza chiaro che se non lo fermiamo, non ci potrà essere nessun motivo per fare progetti a lungo termine. Non trovi?- l'Artigliere Capo annuì, trovandosi perfettamente d'accordo con il Comandante. Poteva suonare cinico, ma aveva perfettamente ragione. E soprattutto loro non erano più adolescenti alla loro prima cotta. Agire razionalmente, non sul vento di emozioni di quel genere.

- Non pensavo che i Turian ti interessassero al punto da inseguirli per tutta la Galassia, capo.- scherzò Ashley. Sapeva che l'interesse di Shepard per Arterius riguardava soltanto la parte di piantargli un proiettile in mezzo alle creste. Nulla di più, nulla di meno.

- Soltanto quelli psicopatici che vanno in giro insieme a dei Geth per distruggere tutte le razze senzienti della Galassia.- rispose Nadira, Williams inorridì.

- Sai, dovresti smetterla di frequentare Joker, capo. Ad ogni modo. In che cosa posso esserti utile, signora?- Shepard incrociò le braccia.

- Purtroppo ho una brutta notizia per te Williams. Sono rimasta esposta troppo a lungo alla “Jokerite”, ormai è diventata una forma cronica.- il Comandante sollevò lo sguardo, aspettandosi una frase qualsiasi dal pilota, e quando non arrivò, tornò a portare l'attenzione su Ashley.- Beh, qualcuno mi ha detto che vuole vedere se so danzare a dovere, sfidandomi. Non sia mai che rifiuti una sfida. O preferisci tirarti indietro, prima di venire umiliata, “principessa”?- chiese Nadira, in modo sarcastico. Lo aveva detto ad alta voce per ottenere l'attenzione di tutti quelli presenti nella stiva. A Wrex si illuminarono gli occhi quando sentì aria di scontro, Garrus iniziò a spostare la sua attrezzatura e l'Ufficiale addetto ai rifornimenti, fece lo stesso, liberando il suo tavolo, molto rapidamente.

- Arrendersi? Mai. Preparati a mangiare la polvere, Shepard.- Ashley buttò sul tavolo il pezzo di fucile che stava ripulendo, aprendo poi il suo armadietto e iniziando a prepararsi, lo stesso fece Nadira. Il Comandante dovette rifare il bendaggio alle mani un paio di volte. Bendaggi di colore blu, diversi dal solito bendaggio bianco che Williams era abituata a vedere,all'altezza del polso c'era una scritta giallo scuro, probabilmente era il marchio della ditta che le aveva fabbricate. Garrus si offrì di aiutare entrambe con i bendaggi, ma Shepard rifiutò, completando l'operazione e infilarsi paradenti, guantoni, stringendoseli da sola, e infine il caschetto, nero come la notte e come lo Spazio attorno a loro.

Ashley dovette fare un po' di riscaldamento prima di iniziare a combattere. Mentre Shepard si mise al centro dell'hangar/stiva, rilassata, piegata sulla ginocchia e lo sguardo puntato a terra.

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Tali passò a Garrus la Tupari e offrendogli una ciotola con dextro- noccioline reperite chissà dove, la Quarian dopo un primo momento di smarrimento davanti alla vista del Comandante e di Williams che si prendevano a pugni aveva pensato a una lite, solo dopo varie rassicurazioni da parte di Vakarian e di Wrex che era solo uno scontro amichevole, ora si stava godendo lo scambio. Si vedeva che Shepard era nettamente superiore come tecnica all'Artigliere Capo, ma Ash ci metteva cattiveria e impegno, ed entrambe non lesinavano sulla forza dei colpi.

Una combinazione diretto- jab spiazzò Williams, l'Artigliere Capo aprì la guardia e Nadira punì questa sua disattenzione con un gancio al mento, mandando quasi a terra Ashley, la quale riuscì a mantenersi in piedi a fatica.

Tali portò una mano sulla maschera, istintivamente. - Keelah...finiranno col farsi del male entrambe...- esalò la giovane Quarian una volta visto che Shepard, invece di infierire si era leggermente allontanata, per permettere ad Ashley di rimettersi in guardia.

- Bah, stanno soltanto giocando, non lo vedi, Tali?- sbuffò Wrex, ovviamente deluso dalla mancanza di sangue. Garrus distolse lo sguardo dal combattimento, intromettendosi nella conversazione.

- Anche sulle navi Turian sfoghiamo la tensione tra una missione e l'altra, combattendo fra di noi. Ovviamente ci sono delle regole ben precise e gli incontri sono supervisionati.- spiegò Vakarian a Tali per rassicurarla.

- Quindi...Shepard e Williams stanno solo scaricando la tensione? A me, a dir la verità, sembra che se la stiano dando di santa ragione....- constatò la Quarian dopo uno scambio reciproco di ganci e montanti tra le due donne Umane. Wrex non tifava per nessuna delle due, ma quando Williams finì a terra, gorgogliò una risata, entusiasta di quell'ultima combinazione messa a segno da Nadira.

Il Comandante aiutò l'Artigliere Capo a rimettersi in piedi, togliendosi poi per un breve istante il paradenti.

- Se sei stanca possiamo anche finirla qui, Williams. Non voglio che mi crolli con la prossima tecnica che metterò a segno.- Ashley scosse la testa, e Shepard, soddisfatta, rimise il paradenti. Si voltò per un attimo verso il loro pubblico, schiacciando l'occhio a una terrorizzata Tali, per rassicurarla, prima di riprendere la “danza”.

Williams la colse di sorpresa durante uno scambio, colpendola al mento, ma Nadira nemmeno si scompose, pur avendo accusato il colpo, compensò ricambiando la gentilezza di Ashley con una combinazione di montante- gancio che mandò al tappeto Williams, piegata in due dall'improvvisa mancanza di fiato: segno che il Comandante l'aveva colpita alla bocca dello stomaco.

Shepard si inginocchiò, prendendo Williams per le braccia e rimettendola diritta.

- Ash, solleva le braccia oltre la testa....- Williams continuò a tossire, sputando fuori il paradenti, ma seguì le istruzioni di Nadira.- Incrociale e fai dei respiri profondi. Espira, inspira....- Garrus, confuso da quella scena, osservò con maggiore attenzione, arrivando ad ammirare il modo con cui Shepard stava aiutando l'Artigliere Capo a recuperare dal colpo.- Sai perché sono riuscita a colpirti, Williams? Agisci d'impulso quando ti ritrovi alle corde, ti lasci prendere dalla foga di liberarti, e inizi a smanacciare, lasciando libere le zone vitali. Come lo stomaco. E la tua guardia è troppo scoperta. - Ashley la guardò, stralunata, Wrex protestò quando vide Shepard togliersi i guantoni e indossare quelli da passata.

- …..capo? È già finito il match?- chiese Ashley, altrettanto stupita di quel gesto, dopo aver recuperato fiato a sufficienza per parlare di nuovo.

- Sì, non posso combattere contro qualcuno di così scarso. La tua tecnica pugilistica fa schifo, Williams. Non puoi limitarti all'utilizzo delle tecniche corpo a corpo che insegnano al campo d'addestramento. Va bene quando fai parte delle forze di terra, e il massimo che affronti sono mercenari Krogan o Batarian.- Wrex ringhiò, offeso dal discorso del Comandante. Nadira si scusò immediatamente con lui.- Senza offesa per te, Wrex. Mercenari Krogan che non siano Wrex, ovviamente.- Ashley sghignazzò.

- E nel caso si tratti di Wrex, capo?- chiese divertita la Marine.

- Beh, in quel caso, e solo in quel caso, ti consiglio di iniziare a correre il più velocemente possibile, Williams. O addirittura arrenderti direttamente. Offrirgli del buon Ryncol sarebbe un ottimo deterrente per non farti attaccare.- il Krogan gorgogliò una risata.

- Umana, ascolta Shepard. Ti sta dando un consiglio molto saggio. Ahah.- sottolineò il Guerriero Krogan.- Non rifiuto mai una bottiglia di Ryncol gratis.-

- Penso che passerò direttamente a sparargli, prima che mi possa caricare, signora.- esternò Williams, ansimando e passandosi il guantone sopra la fronte per detergerla dal sudore.

E su quella frase, calò il silenzio. Wrex non parve disturbato più di tanto da quell'intenzione dell'Artigliere Capo, probabilmente la cosa più saggia che Ashley potesse fare, e chi più chi meno, concordava assolutamente con lei, Shepard compresa. Il Comandante sperò che un'ipotesi del genere non si verificasse mai, ma avvertiva che qualcosa di terribile stava per abbattersi su di loro. Qualcosa di oscuro.

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Normandy SR-1, tre giorni prima. Ultimo ciclo notturno.
 

Tali attese pazientemente che Shepard finisse di allenarsi insieme a Williams, prima di avvicinarla e chiederle aiuto per il suo Pellegrinaggio. Fino ad ora aveva esitato a parlargliene vista l'importanza della missione per fermare Saren, ma non avendo ancora trovato niente per conto suo, aveva sentito il bisogno di chiedere una mano.

Fece per chiedere a Shepard, che stava bevendo da una bottiglia d'acqua per reintegrare i sali minerali persi durante il combattimento e l'allenamento con Ashley, ma Wrex la anticipò. La Quarian si ritrasse, nervosa si prese le mani rigirandole tra di loro, notò il tono concitato della conversazione tra il Krogan e il Comandante.

Passò qualche minuto prima che Shepard si liberasse, raccolse la sua retina, con tutto il suo equipaggiamento sportivo ben riposto al suo interno, bottiglia mezza vuota compresa, mettendosela poi a tracolla, e Tali colse al volo l'occasione di parlarle, prima che l'ascensore si riaprisse. Nadira, rassegnatasi, fece cenno alla Quarian di seguirla sull'ascensore, avrebbero parlato mentre Shepard ritornava al Ponte Equipaggio, destinazione infermeria. Non aveva pressato troppo Ashley, e aveva cercato di fare attenzione, ma alcuni bendaggi erano da rifare.

- Va tutto bene, Tali?- chiese alla Quarian, appoggiata al metallo dell'ascensore. Sentiva la cicatrice sulla schiena pulsare, farle male come non accadeva da quattro anni. Serrò le labbra e i pugni delle mani, dietro di sé, per vincere il dolore.

- Sì...cioè, no...Shepard, so che la missione per trovare Saren ha la priorità, ma ho una richiesta da farti.- Nadira se l'aspettava, ma aiutarli a mettere in ordine le loro faccende personali era il minimo che potesse fare per contraccambiare ciò che stavano facendo per lei. Per la Galassia.

- Qualcuno ti sta trattando male, Tali? Perchè se dovesse essere così...- non concluse la minaccia, perchè la giovane Quarian capì benissimo la minaccia che il Comandante stava per ventilare.

- No, sono tutti gentili con me. La mia richiesta riguarda il mio Pellegrinaggio, Shepard.- Ci siamo...- Ti ho spiegato come funziona e che per venire accolti in un equipaggio, sulla Flottiglia, bisogna portare un dono al Capitano della nave su cui si vuole servire.- Nadira annuì. Ricordava benissimo quel loro discorso: una delle prime volte con cui aveva tastato con mano la sua nuova squadra.- Ecco, volevo chiederti se potevi darmi una mano a cercare qualcosa di degno da riportare al mio popolo.- Shepard incrociò le braccia, una volta che fu sicura che il dolore alla schiena fosse sparito. Niente di più semplice. Quantomeno non avrebbe richiesto fare irruzione nella casa di un Turian per recuperare il cimelio di famiglia di Wrex.

- Ma certo, Tali. Non preoccuparti, qualcosa troveremo. E potrai tornare dalla tua gente.- Stava per uscire, e congedarsi dalla giovane, quando la Quarian parlò di nuovo.

- Sì, ma non può essere il relitto di una nave da cannibalizzare. Il mio Popolo si aspetta molto da me. Dal mio Pellegrinaggio.- Shepard si fermò, tenendo aperto e occupato l'ascensore, lanciando un'occhiataccia ad Alenko che stava per salirvi sopra. Il Tenente cambiò idea, lasciando le due donne da sole.

- Perché? Che cosa c'è di così speciale in te?- chiese Nadira facendo spallucce. Pentendosi subito dopo, vedendo che Tali era disagio.- Scusa...non volevo offenderti...- Tali scosse la testa.

- Vedi, mio padre è il membro anziano del Consiglio dell'Ammiragliato. Ha sulle sue spalle le vite della nostra intera Flotta. Di tutto il nostro Popolo. Di diciassette milioni di Quarian.- il Comandante sgranò gli occhi. Ora sì che la faccenda si faceva complicata. Non sapeva davvero come avrebbe reagito il padre di Tali se a sua figlia fosse accaduto qualcosa.

- Quindi...fammi capire. Saresti una specie di erede al trono Quarian o una cosa simile?- chiese con curiosità, mascherando a quel modo lo stupore per ciò che Tali le aveva appena confidato.

- No, non funziona così, la carica di Ammiraglio è elettiva, ma la mia gente si aspetta che anch'io un giorno segua l'esempio di mio padre.- Shepard sospirò profondamente. Non era una situazione molto confortante.

Parlarono per una buona mezz'ora di come era strutturato il sistema di governo Quarian, del padre di Tali, scoprendo che cinque anni prima la giovane Quarian aveva perso la madre a causa di un'infezione aerea propagatasi nella Flottiglia.

Dalle parole di Tali, Shepard comprese che le mancava casa, le mancava suo padre, anche se tra i due non correva buon sangue, evidentemente. Non si sentiva realmente la mancanza di qualcuno o qualcosa, finché non la si perdeva.

Per la prima volta, in tredici anni, e per un breve istante, sentì la mancanza di Mindoir. Forse, una volta portata a termine quella missione, avrebbe potuto visitare la colonia, e quel piccolo cimitero dietro la chiesa parrocchiale cattolica, che Anderson le aveva indicato, nella loro chiacchierata dopo Akuze, quasi implorandola di andarci. Per vedere che cosa ne era rimasto. Se fosse riuscita a metterci piede di nuovo.

Aveva continuato a rimandare con varie scuse, quell'appuntamento, grazie al fatto che era riuscita a dimenticarne anche l'esistenza, di quel pianeta e di quella colonia.

- Quindi, in conclusione...che cosa potrebbe venir considerato degno come dono di fine Pellegrinaggio?- Nadira si sentiva esausta, il suo corpo reclamava una doccia con tutte le sue forze, insieme a un cambio d'abiti e ad un materasso, anche se lei non era poi così frettolosa di chiudere gli occhi. Si sfregò gli occhi, reprimendo a stento uno sbadiglio. Tali si accorse della stanchezza del Comandante e si scusò per averla trattenuta più del dovuto. - Nessun problema, Tali. Tanto ho dell'altro da fare prima di mettermi a dormire. Una nave potrebbe venire considerato un ottimo dono, giusto?- Tali scosse la testa.

- Forse trovare dei Geth isolati e recuperarne i dati...magari Geth che agiscono non sotto l'influenza di Saren, Geth indipendenti. Non escono dal Velo da quasi trecento anni, da quando hanno cacciato la mia gente da Rannoch. Poter studiare dei dati su come si sono evoluti, in tutto questo tempo...sarebbe un dono di estremo valore, per la mia gente.- La Quarian vide il Comandante attivare l'auricolare del suo comunicatore, e mettersi in ascolto, dopo aver ordinato a Joker di passargli la comunicazione in ingresso da qualcuno che Shepard non nominò. Nadira si allontanò di qualche passo da Tali, ordinandole di aspettare cinque minuti a tornare in Sala Macchine.

Quando tornò, il Comandante era tornata seria, tesa. Come se lo scambio con Williams non fosse mai avvenuto.- Tali, credo che presto potrai portare a compimento il tuo Pellegrinaggio.- il tono di Shepard era triste, compassato, come se perdere la Quarian le dispiacesse. E, in effetti, le dispiaceva sul serio, sapere che un giorno, Tali, o comunque anche tutto il resto della squadra, si sarebbero dispersi di nuovo per la Galassia. Doveva ancora conoscere meglio l'archeologa Asari, Liara, ma iniziava ad essere meno ostile nei suoi confronti.- Ricordi quei dati che abbiamo trovato su Feros, in quella specie di “santuario”?- la Quarian annuì.- L'Alleanza ha fatto delle indagini e ha scoperto che i Geth si stanno preparando ad un'invasione utilizzando come basi degli avamposti nella Nebulosa Armstrong. Joker vi si sta già dirigendo. Scendi e avvisa gli altri che li voglio in Sala Comunicazioni fra mezz'ora. Per aggiornarvi sulla situazione.- Shepard si allontanò, ma Tali riuscì a sentire il Comandante chiedere ad Alenko dove poter trovare Williams. Dopodiché, la Quarian, sparì nell'ascensore.

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Ashley si era da poco coricata nella capsula, quando Shepard bussò sul vetro, svegliandola.

- Mmmmph, che c'è, capo? Stanno cercando di abbordare la Normandy?- chiese l'Artigliere Capo, con la voce impastata dal sonno. Nadira non diede spiegazioni.

- Hai mezz'ora di tempo per alzare quel tuo culo texano da lì, scendere in stiva, darti una sistemata e presentarti in Sala Comunicazioni. Riposerai da morta.- Williams avvertì l'urgenza nelle parole di Shepard e non protestò, né lanciò una delle sue solite frecciatine.

- Signorsì, signora!- dichiarò Ashley, saltando fuori dalla capsula letto il più velocemente che le era consentito dall'acido lattico nelle sue gambe, dirigendosi immediatamente nell'hangar.

Mezz'ora dopo erano tutti radunati nella Sala Comunicazioni della Normandy, chiedendosi a vicenda il motivo di quella convocazione, facendo congetture, Tali se ne guardò bene dal parlarne, e solo quando Shepard comparve in equipaggiamento completo, pronta al combattimento, capirono che c'era qualcosa di grosso in ballo.

Si alzarono tutti in piedi fatta eccezione per Wrex, che rimase seduto, atteggiamento che venne ignorato da Shepard, per vari motivi, tra cui il fatto che avesse altro in mente. E nemmeno gli altri ci fecero caso, non quella volta.

Una mappa stellare della Nebulosa Armstrong apparve sul monitor alle spalle di Shepard, che iniziò a spiegare tutto, a partire dai dati che avevano trovato su Feros, nella “base” principale che i Geth avevano allestito nel QG Exogeni, e concludendo con la richiesta di Hackett di sopprimere uno per uno quegli avamposti e stroncare l'invasione sul nascere. L'Alleanza avrebbe pensato alla pulizia dei restanti Geth una volta che la forza principale sarebbe stata annientata.

- Non ci sarà riposo, tra una missione e l'altra. Chi verrà con me, dovrà portarsi le proprie razioni con sé e scordarsi la doccia e il letto per qualche giorno. Il massimo che potrò concedervi di pausa saranno soltanto quelli necessari a Joker per spostarsi tra un sistema e l'altro. Non un minuto di più. So che siete militari addestrati, e che sapete cosa vuol dire, partecipare a missioni simili.- Nadira fece una pausa, quando un brivido improvviso le corse lungo la schiena. Non se ne preoccupò più di tanto, e lasciò correre.- So anche che alcuni di voi vorrebbero scendere e affiancarmi in questa missione più di chiunque altro.- mentre diceva queste parole, si volse verso Williams, la quale mantenne la testa alta, nonostante l'asserzione del Comandante.- E io sarei ben contenta di accontentarlo, ma ho bisogno di qualcuno che si sappia muovere tra i Geth, che li conosca a fondo, e qualcuno che sappia colpire dalla distanza. Incontreremo Camminatori e Colossi sicuramente laggiù.- Un'altra pausa. Si sentiva gli occhi di tutti puntati addosso.- Questa è una mia decisione, non ho tempo per intavolare delle discussioni. Vakarian, Tali.- Garrus e la Quarian guardarono all'unisono Shepard.- Verrete voi con me. Non ci sarà cambio di team, per cui fate scorta di medigel dalla Dottoressa Chakwas, una volta pronti raggiungetemi sul MAKO. Vakarian, fatti dare dall'Ufficiale medico delle scorte extra di materiale medico. Ne avremo bisogno. Riguardo agli altri...- Shepard guardò Alenko.- Alenko, tu, T'Soni e Wrex formerete la squadra da sbarco di riserva, nel caso ci sia bisogno di un vostro intervento d'emergenza. Williams, tu rimarrai a bordo, ad aiutare Pressly a gestire la situazione dalla nave.- Ashley fece per protestare, Kaidan era un Ufficiale, ma lei aveva sicuramente più esperienza di lui sul campo, soprattutto nel gestire Wrex. Shepard le lanciò un'occhiataccia, spiegando poi il motivo della sua decisione.- Ho bisogno che a turno facciate esperienza di comando sulla Normandy. Nel caso che accada qualcosa a me o al Primo Ufficiale. E tu, Artigliere Capo, sei quella che ha l'anzianità più elevata per occupare temporaneamente il ruolo di Secondo Ufficiale. E l'esperienza di comando necessaria ad espletare al meglio il compito. Non voglio sentire discussioni.- Williams si rassegnò a restare a bordo. Shepard non poté fare a meno di notare la rabbia di Alenko, dipinta sul volto del Tenente, per non essere stato nemmeno preso in considerazione per quel ruolo. A Nadira non gliene importava un bel niente. Ashley aveva l'attitudine e la professionalità necessaria per mantenersi professionale in un caso del genere. Stava facendo favoritismi verso l'Artigliere Capo? I suoi punteggi parlavano per tutto. Il fascicolo di Williams era una chiara prova della validità dell'Artigliere Capo. Pressly le avrebbe insegnato bene, tutto ciò che c'era da imparare.- Potete andare.-

E quella frase, decretò, l'inizio della missione e la fine di ogni possibile e non voluta discussione.

 

 

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Capitolo 19
*** I'll return where all began ***


Premessa: E con questo capitolo concludo la prima parte della prima parte della fan fiction( No, non è una ripetizione.). Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita fin qui, e hanno pazientemente analizzato e recensito la mia storia. In particolar modo andromedashepard e Johnee.
Chiedo scusa per il ritardo e la lunghezza del capitolo. Non potevo tagliare tutto, e ho già effettuato un taglio di circa dieci pagine dalla versione originale di questo capitolo. I prossimi arriveranno con altrettanto ritardo, non do una data specifica perché appunto, non so quanto ci metterò a stenderli e a revisionarli.
Non è il massimo ne convengo. Ho revisionato a lungo anche questo capitolo, e può darsi che qualche errore/ripetizione/ passo non chiarissimo mi sia sfuggito. Per cui, nel caso, fatemelo notare. Buona lettura.


N.d.A.: Mi rendo conto di averlo inserito e cancellato più volte. L'ultima volta che l'ho fatto è dovuto principalmente a qualche dubbio che mi è venuto rileggendolo dopo la pubblicazione qua sul sito. Spero non vi sentiate offesi da questo comportamento. Nel caso, vi porgo le mie scuse, non era mia intenzione offendervi.

Capitolo 19: I'll return where all began
 

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- ...fortuna che il MAKO non può parlare...- Garrus esalò, quando il Comandante si fermò davanti alla struttura di ricerca. Shepard ignorò la battutina del Turian e strinse il volante tra le mani.

- Mio, Dio...non può essere. Non di nuovo.- Vakarian e Tali pensarono a un Divoratore, ma le proiezioni olografiche davano le immagini di grossi spuntoni su treppiedi metallici.

Tali, incuriositasi, si tolse dalla sua postazione e diede uno sguardo più approfondito a quelle strutture, e le confrontò rapidamente con le schematiche prese da uno dei rapporti sulla missione su Eden Prime. Prima che potesse parlare o esprimere la propria opinione, Shepard ordinò ad entrambi di smontare dal mezzo.- Aspettatevi Mutanti. Equipaggiate le armi con mod perforanti per i proiettili e, cosa più importante non fateli avvicinare. Nel caso, indietreggiate e non lasciate che vi inquadrino, se non volete dire addio alle vostre armi.- Sia Garrus che il Comandante estrassero fucili di precisione..- Non aspettatevi superstiti.- concluse gelidamente Shepard.

- Agli ordini, Comandante.- mormorò Garrus, attivando il sistema di puntamento del visore.

Lasciarono il MAKO a pochi passi dall'ingresso, dopo aver abbattuto un paio di quegli spuntoni metallici per fare strada all'APC e di poterlo posizionare il più vicino possibile, nel caso di una ritirata strategica, o per utilizzarlo come copertura nel caso di una sparatoria.

Rayingri era sede di una struttura scientifica, non era ben specificato che cosa vi era ricercato, né la consistenza del personale addetto alle ricerche in quella struttura, e del resto, distribuito tra logistica e sicurezza, l'unica cosa certa era che gli scienziati al suo interno non rispondevano da giorni.

La risposta a quell'interrogativo, Shepard se l'era data vedendo i denti di drago sparsi attorno all'edificio. I Geth erano arrivati prima di loro, e non avevano perso tempo: il ricordo del primo incontro con quegli esseri umani mutati su Eden Prime era ancora vivido, e soprattutto la scossa che aveva preso quando uno di quegli esseri le si era avvicinato troppo, surriscaldandole pistola e scudi.

Il Comandante lo aveva ucciso infliggendogli un numero di danni che nemmeno lei si ricordava, colpendolo con il calcio del fucile d'assalto, estratto rapidamente e diretto subito al volto di quell'abominio, finché non era finito a terra e Williams, da poco soccorsa, non gli aveva dato il colpo di grazia.

Ora che si aspettava cosa avrebbero trovato all'interno, non si sarebbe lasciata cogliere impreparata. Quando furono nell'edificio, non si scontrarono subito con i Mutanti, ma tutti visualizzarono un numero indefinito di pallini rossi sulle loro interfacce radar, che si muovevano impazzite per la stanza successiva. Nadira rimise per un momento il fucile di precisione sulla schiena, e iniziò a far passare palmo a palmo il muro davanti a lei per avere una possibilità di avere una visuale sulla consistenza effettiva del nemico. Avrebbero potuto inserire una microtelecamera e....no, niente da fare: le pareti a tenuta stagna dell'edificio, isolato a quel modo per evitare incidenti di laboratorio ed esplosioni che avrebbero potuto minare la stabilità strutturale dell'edificio, non permettevano loro di attuare loro quella misura preventiva.

Sarebbero dovuti entrare alla cieca, armi spianate e facendo affidamento, di nuovo, solo sulle loro armi. Ciechi. Nadira si morse un labbro, nervosa, odiava fare un'irruzione senza avere a disposizione dati al completo.

Shepard estrasse di nuovo l'arma, mentre Tali preparava il fucile a pompa e Garrus seguiva ogni mossa del Comandante: Pressly, insolitamente, lo aveva avvicinato una volta che il Turian era uscito dalla Sala Comunicazioni, chiedendogli di tenerla d'occhio .
Tali, mentre si preparavano, aveva accennato al fatto su quanto Shepard sembrasse esausta, e Garrus aveva iniziato a comprendere il motivo per cui il Primo Ufficiale gli aveva fatto quella raccomandazione.

Così, quando erano dovuti scendere un paio di volte per recuperare dei manufatti o per segnalare delle zone minerarie, Vakarian, riesumando il suo recente passato da poliziotto, aveva messo in azione tutti i suoi sensi, aguzzando anche la vista, cercando di cogliere anche la benché minima di un qualsiasi segnale anomalo nel comportamento del Comandante.

Preoccupandosi quando, Nadira, dovette ripetere un paio di volte la procedura di decrittazione per segnalare un giacimento minerario, ben sapendo che come tecnico informatico era terza soltanto all'Ingegnere Adams e a Tali. Era sembrato a Garrus che anche Tali avesse afferrato quella piccola discrepanza nelle abilità di Shepard, dal modo in cui la Quarian si era prodigata nel far scorrere rapidamente le dita sul suo Factotum senza farsi vedere dallo Spettro.

Garrus si riscosse, obbedendo all'ordine di Shepard, di mettersi al lato destro della porta, mentre Tali si mise a sinistra, preoccupandosi di tenere sotto controllo il fianco sinistro del Comandante, mentre lo Spettro, si muoveva rapidamente per aprire la porta della zona principale dell'edificio: Nadira entrò per prima, appoggiandosi alle casse che coprirono il loro ingresso, seguita subito dopo dai suoi due compagni, evitando così di venire individuati subito dai Mutanti. Quando entrarono nel campo visivo del Turian, Garrus non poté fare a meno che restarne inorridito.

- Ho letto i rapporti su Eden Prime, ma non immaginavo che fossero così...- esalò a bassa voce Vakarian abbassandosi al livello di Nadira, la quale fece un sorrisetto amaro. - Spiriti,come hanno fatto i Geth a trasformarli a quel modo?- chiese a bassa voce, mentre Tali tornava in copertura, stringendo le mani forti sulla canna del fucile a pompa.

- Vuoi davvero che te lo spieghi, Vakarian?- rispose Nadira, dopo aver rassicurato Tali.

- No, grazie. Lascio quel tipo di spiegazioni al tuo pilota o al Krogan, Comandante. Questo mi basta.- Shepard sospirò, evidentemente contenta di non dover dare quel tipo di spiegazioni. Rivivere quell'orrore sarebbe stato soltanto controproducente per la missione. Garrus cambiò argomento, sollevato.- Dunque, qual'è il piano, Comandante?- chiese il Turian mantenendo lo sguardo su quegli abomini.

- Caricare, mirare e fare fuoco.- disse concisa Shepard.- E aggiungere all'impasto un po' di sane granate.-

Garrus approvò.- Mi piace, semplice e conciso. Wrex ne sarebbe orgoglioso.- Nadira annuì, in silenzio, perfettamente d'accordo con il Turian.- Sono l'unico a pensare che dovremo cominciare a....- la testa di un Mutante esplose.

Quel colpo scatenò l'inferno, i Mutanti si mossero all'unisono, per non rischiare di venire circondati, Shepard ordinò loro di disperdersi per la stanza, e Garrus trovò una specie di postazione da cecchino, posizionata perpendicolarmente a quella di Shepard, mentre Tali si era acquattata dietro ad alcune casse, uscendone solo per eliminare quei mutanti che si avvicinavano troppo a lei o per lanciare qualche granata.

In quel trambusto, la giovane Quarian, rischiando di venire travolta e circondata e dai Mutanti, riuscì a mettere in atto il trucco che Wrex aveva cercato pazientemente di insegnarle, nei momenti di pausa tra una missione e l'altra.

Nadira se ne accorse, correndo ad aiutare Tali, facendosi strada tra l'orda di Mutanti a suon di colpi di pistola ben piazzati, mentre Vakarian passò temporaneamente al fucile d'assalto per fornire copertura al Comandante.

Quando l'ultimo Mutante cadde, colpito contemporaneamente da Garrus e dal Comandante, e Tali li raggiunse al centro della stanza. Shepard si inginocchiò mormorando qualche parola sommessa che i due alieni non riuscirono a comprendere, e di cui lei stessa si meravigliò per averle pronunciate.

Erano anni che non metteva piede in una chiesa, e il sentirsi pregare per qualcuno, le mise una certa inquietudine addosso: quelle cose non erano più Umane, perché avrebbe dovuto pregare che riposassero in pace? Forse morire era un atto pietoso per loro. Forse per quello si era inginocchiata e si era messa a fare quella cosa.

Nadira si rialzò, vedendo alcune casse si mise ad esaminarle. Quando si rimise in piedi per dire ai suoi compagni, che le coprivano le spalle, di rimettersi in marcia ed esaminare le altre due stanze che venivano segnalate dalla mappa dell'edificio, i bendaggi e i punti tirarono. Si lasciò scappare un grugnito di dolore, Garrus si voltò verso di lei.

- Comandante, va tutto bene?- Per quanto il Turian cercasse di dissimulare la preoccupazione, un piccolo indizio di essa raggiunse Nadira, la quale sdrammatizzò.

- Sì, la corazza sta diventando un po' troppo stretta, tutto qui. Devo decidermi a comprarne una nuova, magari media..- chiosò Shepard avvicinandosi alla porta, armata, senza dare più attenzione agli sguardi preoccupati di Tali e di Vakarian che la seguirono, uno sollevando le spalle, sbuffando e arricciando le mandibole, e l'altra scuotendo la testa.

Come aprirono la porta che conduceva alle altre due stanze, altri Mutanti spuntarono, venendo attaccati a vista. Li eliminarono rapidamente, a volte anche utilizzando tecniche di corpo a corpo, come quando Nadira fu costretta a utilizzarle a causa di un Mutante che l'aveva presa per la gola e rischiava di soffocarla: lo prese, lo schiantò a terra e con il tacco del gambale della corazza gli fracassò la testa.

- E resta giù!- ringhiò Shepard, esaltata dal combattimento.

All'insaputa degli altri, il Comandante attivò l'erogazione di medigel, controllò che anche Garrus e Tali non fossero feriti, prima di procedere ad esaminare le altre due stanze della struttura, tirando un sospiro di sollievo quando vide che nessuno, a parte lei, era ferito.

Nelle due stanze non trovarono granché, un paio di corazze, qualche mod per le munizioni e la corazza, e del medigel extra che tutti e tre accolsero ben volentieri, data la situazione e il poco tempo a loro disposizione.

- I Geth sono ancora più pericolosi di quanto credevo.- esalò Tali. Lo spettacolo dei Mutanti e degli spuntoni metallici al di fuori della struttura di ricerca, l'aveva sconvolta più di quanto volesse ammettere, ma al tempo stesso era curiosa di scoprire qualcosa di più su quegli oggetti.

- Hai trovato qualcosa di utile per il tuo Pellegrinaggio, Tali?- chiese Shepard, ignorando i buchi nella corazza, che si erano aperti durante lo scontro a fuoco, da cui si intravedevano appena i bendaggi.

- No, nulla di adatto. È strano, avremmo dovuto incontrare Geth a questo pun....- la Quarian non finì nemmeno la frase che, non appena misero il naso e la maschera fuori dall'edificio, vennero attaccati dai sintetici

Dopo un paio di scambi di cortesie tra le due parti in causa, e la squadra da sbarco si ritrovò bloccata dietro al MAKO, Garrus ebbe modo di fare del sarcasmo.

- Stavi dicendo, Tali?- chiese, sarcastico, il Turian dopo aver abbattuto l'ennesimo Cecchino Geth.

- Divertente, Garrus, molto divertente....Keelah, non parlo più...- rispose la giovane Quarian prima di violare un paio di Geth e mettendoli l'uno contro l'altro.

- Molto apprezzato, grazie.- concluse Vakarian, divertito, approfittando della pausa per scambiarsi il posto con Shepard, dopo aver sparato ed eliminato un paio di Geth.

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Joker stava facendo manovre evasive per evitare la collisione con una nave Geth, tutti erano imbragati oppure si muovevano come tante formiche impazzite per i corridoi della nave, e per togliersi di dosso alcuni caccia Geth che aveva in coda.

Williams, che era dietro alla sua poltrona, per evitare di cadere ingloriosamente, durante una virata all'ultimo minuto, si sorresse alla poltrona stessa, prima di rialzarsi ed esultare quando vide i caccia andarono a scontrarsi con la nave Geth.

- Prendete questo, bastardi sintetici!- urlò Ashley, quasi distruggendo un timpano al pilota.

- Ouch, Capo! Abbassa il volume, se dovessi finire con un timpano fuori uso, chi la sente la tigre laggiù? Sono l'unico pilota in tutta la dannata Marina in grado di pilotare questa bellezza.- Joker si sistemò il berretto, prima di far riprendere il suo assetto alla Normandy e allontanandosi dalla traiettoria dei sistemi d'arma delle navi Geth.

- Zitto, Joker....notizie dalla squadra da sbarco?- chiese Ashley, mentre cercava di restare in equilibrio sul Ponte.

- Non ancora Capo e......- Joker vide sullo schermo davanti a lui che un trasporto Geth si staccò da una delle navi.- Oh,merda....- il pilota attivò subito la comunicazione con Shepard e il resto della squadra da sbarco.- Cougar 01, qui Nido del Drago mi ricevete?- Wiliams si portò una mano al volto, scuotendo, nel contempo la testa.

- ...siamo un po' occupati, Joker! La Normandy sta andando a fuoco?- in sottofondo si sentivano spari e i contraccolpi al MAKO. La voce di Shepard era incrinata dal nervosismo e dalla rabbia.

- Tanto per fartelo sapere, stanno mandando dei rinforzi alle vostre coordinate.- rispose Jeff con il suo solito sarcasmo.

-....sempre buone notizie tu, eh? D'accordo, agiremo di conseguenza.- sbuffò Nadira. Poi sulla Normandy sentirono che il Comandante aveva ordinato a Garrus e a Tali di salire sul MAKO e, subito dopo, sentirono il rumore della torretta del mezzo che si girava.

- Per te, Comandante? Quello sempre.- chiosò Joker.

- ….Tenente Timoniere? Ti posso dire una cosa?- chiese Nadira, dopo aver isolato la comunicazione dai comunicatori dei suoi compagni di squadra e dal Ponte della nave, evitando di farsi sentire dall'intero equipaggio.

- Comandante, ricordati che sei un Ufficiale e gli Ufficiali sono ben educati.- Joker attese la risposta, ma il collegamento si chiuse istantaneamente, subito dopo che Shepard aveva ordinato a Garrus di abbattere il trasporto Geth, seguito poi dal rumore tipico di una bordata contro le paratie del MAKO.

- Cougar 01, rapporto!- berciò Ashley, nel comunicatore. Passarono un paio di minuti e non ebbero nessuna risposta.- Dannazione...Cougar 01, qui è la SSV Normandy, mi ricevi? Passo.- la tensione sul Ponte crebbe ad ogni minuto che passava senza ricevere notizie.

Ashley non aspettò di ricevere il segnale che il MAKO era esploso in mille pezzi con tutti i suoi occupanti al suo interno, e ordinò a Joker di entrare nell'atmosfera del pianeta, dirigendosi alle ultime coordinate conosciute della squadra da sbarco. Poi si collegò con Alenko, mettendo la squadra del Tenente in preallarme, insieme all'infermeria.

Mio Dio...fa che si sia rotto soltanto il comunicatore del MAKO, pensò Ashley mentre divorava le scale che collegavano la Sala Tattica al Ponte Equipaggio. Pressly avrebbe avuto un brusco risveglio.

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Nadira si rialzò a fatica, dal pianale del MAKO, dopo aver scostato con delicatezza Tali, svenuta a sua volta dopo il colpo ricevuto dal mezzo a seguito dell'onda d'urto causata dall'abbattimento del trasporto Geth, mentre Garrus era abbracciato con forza al meccanismo della torretta del MAKO, che continuava a scuotere la testa per tornare lucido.

Era stata una gran bella botta, sia lei che Tali non si erano agganciate le imbragature perchè ne era mancato il tempo materiale per farlo, ed erano finite entrambe sul pianale.

Una volta che fu abbastanza lucida per pensare e per parlare, chiese a Vakarian come si sentiva.

- Vakarian, tutto bene?- il Turian annuì, segnalandole di pensare a Tali.

Dannazione, esclamò nella sua testa il Comandante quando sentì di nuovo i bendaggi protestare a causa di quei continui sforzi e contraccolpi, la Chakwas l'avrebbe scuoiata viva alla fine di quella missione, su questo non aveva dubbi. Per fortuna, per Tali non servì molto tempo a farle riprendere conoscenza.

Quando la Quarian riaprì gli occhi, e Shepard le somministrò del medigel, direttamente dal Factotum di Tali per evitare ulteriori problemi, Garrus comunicò loro che non c'era più presenza di Geth attorno a loro, solo della ferraglia fumante e accartocciata.

- Ottimo. Rapporto danni.- chiese Nadira, sedendosi alla guida del MAKO, per dare un po' di tregua al suo corpo. Vi ci si sprofondò come se vi volesse sparire dentro. Garrus si accorse che il Comandante non stava bene, ma lasciò correre per quella volta, probabilmente si sarebbe ripresa a breve e snocciolò i dati.

- Scudi al dieci per cento, comunicatore orbitale fuori uso, dovremo aspettare un po' prima della prossima missione, in attesa che venga riparato. Munizionamento al cinquanta per cento, nessun danno strutturale rilevante. Boa ricetrasmittente in condizione di trasmettere le coordinate alla Normandy per il recupero.- Nadira trasse un sospiro di sollievo. Il comunicatore orbitale sarebbe stato riparato in tempo, se Adams e Tali ci si mettevano d'impegno. Poi chiese il rapporto sui danni alla squadra da sbarco.

- State tutti bene?- domandò, preoccupata soprattutto per la giovane Quarian.

Tali fu la prima a rispondere. Vakarian era impegnato a controllare i parametri vitali del Comandante, preoccupato dal pallore sul volto di Shepard.- Un po' ammaccata, ma nessuna rottura della tuta. Sto facendo partire un nuovo programma di diagnostica per controllare eventuali danni, ma al momento l'esito è negativo.- il tono tranquillo della giovane fece iniziare a calmare Nadira, che si rivolse verso Garrus.

- Tutto a posto, Comandante. Mi sono ricordato di allacciare le imbragature, io.- Il Turian sminuì il forte dolore alle placche facciali, causato dal suo aver sbattuto il volto contro l'affusto della torretta.

- E quel naso che sanguina, Vakarian, come lo spieghi?- disse Shepard, stancamente, allungando al Turian uno straccio pulito. Garrus lo prese e se lo passò sul naso, tamponandoselo poi. - Con la mano libera, segnala alla Normandy di venirci a prendere, di sicuro stanno già lanciando la squadra da sbarco di riserva, dandoci per dispersi. Una volta a bordo, Chakwas. Nessuno escluso.- ordinò Shepard rimettendosi a posto e sedendosi composta al posto del capocarro.

La radio della corazza del Comandante sfrigolò, e la voce di Pressly la fece sentire meglio.- Team Cougar, è l'Ufficiale Esecutivo Pressly che parla. Rapporto.- seguì un breve silenzio da parte di Nadira che strinse la spalla di Tali che si era già messa all'opera per riparare il comunicatore orbitale. - Coraggio, Comandante, non mi faccia venire un infarto, risponda.-

- Normandy, qui Cougar 01. E' un piacere risentirla Pressly. Stiamo bene, un po' ammaccati, ma il comunicatore orbitale è andata a farsi benedire. Agganciate il segnale e venite a prenderci. Il primo avamposto è stato ripulito. Passo.- Nadira sentì il Primo Ufficiale rilassarsi e qualcuno che parlava in sottofondo, prima che Pressly richiamasse all'ordine Williams (perchè di Williams si trattava) e rispose a Shepard.

- Vale lo stesso per me, Comandante. Siamo già in viaggio, signora. ETA stimata: otto minuti. Il Capo Williams ha già provveduto ad avvisare l'Ufficiale medico di bordo. Pressly, chiudo.-

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Normandy SR-1, due giorni prima.
 

Spiriti, se ci stanno dando dentro...., pensò Garrus, terrorizzato, uscendo rapidamente dall'infermeria, portando con sé anche Tali e Liara, con una scusa. Wrex, Williams e Kaidan erano seduti in mensa in attesa di notizie sul Comandante, non osando avvicinarsi alla Chakwas o a Shepard.

Persino Jeff aveva spento il collegamento con l'infermeria di bordo, una volta che le due donne avevano iniziato il contest a chi urlava di più: Pressly intervenne per far riprendere all'equipaggio le sue normali attività, nonostante quanto stava accadendo tra l'Ufficiale medico e il Comandante della nave.

- Anche voi avete da fare, se non sbaglio. C'è un comunicatore orbitale da riparare e dell'equipaggiamento individuale da rimettere in efficienza. Muoversi!- ordinò deciso il Primo Ufficiale, con un tono che non ammetteva discussioni o contestazioni.

Per Garrus, l'ordine del Primo Ufficiale fu come una manna dal cielo, costrinse Tali ad alzarsi e prendendola per un braccio la trascinò nell'ascensore seguito anche da Williams e Wrex. I quattro tirarono un sospiro di sollievo quando le porte si chiusero, e l'eco della lite tra la Chakwas e Shepard venne coperto dal rumore dell'ascensore che scendeva nella stiva.

- Avete nascosto tutti gli oggetti appuntiti e contundenti che ci sono in infermeria, prima di uscire?- chiese Ashley, preoccupata della piega che stava prendendo quella situazione.

- Ero troppo preoccupato a togliermi da lì il prima possibile, Williams, prima di subire il fuoco amico. Spiriti, non credevo che le femmine della vostra specie potessero arrivare ad urlare a quei livelli...-

Williams sbuffò, nervosa.- Non lo so cosa diavolo stia succedendo su questa nave, ma temo che se non prendiamo quel Turian psicopatico al più presto, prima o poi troveremo il Comandante che fluttua nello Spazio, con la Chakwas che la osserva compiaciuta dal Ponte seduta accanto a Joker.-

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Antibaar, Sistema Thereskova, Il giorno prima.
 

Certe giornate iniziano nel modo sbagliato. Svegliandoti con il presentimento che qualcosa andrà storto e non riesci a scacciare quella brutta sensazione che, prima o poi, ti rendi conto che avevi perfettamente ragione sull'essere pessimista per l'esito di una missione.

Soprattutto quando, mentre stai discutendo di qualcosa con il tuo Ufficiale addetto alle armi, un Divoratore compare dal nulla, dicendoti ciao, con quella sua vocina dolce e raffinata.

Quando il Divoratore apparve, Garrus temette che Shepard si bloccasse di nuovo, com'era accaduto su Edolus, ma forse il fatto di essere ancora incavolata dopo la discussione con la Chakwas, avuta dopo la missione su Rayingri oppure il fatto che fosse esausta quanto loro da un tour de force come quello, Nadira caricò a testa bassa il mostro, senza esitazione.

Lo sterzo e le sospensioni del MAKO vennero messi a dura prova, e anche i loro nervi, a causa delle manovre scavezzacollo del Comandante: l'intento era di schivare l'acido e trovare un punto per colpire il bestione in tutta sicurezza, ma era dura come il ferro.

- Ma porc...!- esclamò Shepard davanti all'ennesimo sputo di acido da parte del Divoratore che colpì il MAKO, prima di inabissarsi nel terreno ghiacciato del pianeta.- Porca miseria!- Garrus poteva sentire chiaramente che il grosso verme seguiva ogni mossa del loro mezzo, e sapeva che anche Shepard lo percepiva. Quel turpiloquio ne era la conferma.- Giuro su Dio, che la prossima volta che qualcuno mi si avvicina chiedendo firme per la salvaguardia dei Divoratori dall'estinzione, lo lego al MAKO e lo uso come scudo umano!-

Vakarian trattenne a stento una risata – Comandante, chi mai vorrebbe salvaguardare i Divoratori dall'estinzione? Non può essere logica una cosa del genere...- l'occhiata di Shepard lo convinse a credere a quell'affermazione.- Solo per curiosità che fine ha fatto, quello che ha cercato di propinarti quella raccolta firme, Comandante?- chiese Vakarian mentre sparava un pezzo di artiglieria contro il Divoratore, seguito poi da Tali con raffiche di mitragliatrice.

- E' tornato a casa con le proprie gambe. Intero.- Shepard tornò a focalizzarsi sul Divoratore, sterzando all'improvviso e facendo finire fuori traiettoria un ennesimo schizzo di acido, portando il MAKO alle spalle del verme.- Colpitelo con tutto quello che avete! Ora!-

Quando il Verme Gigante finalmente crollò a terra, immobile, Shepard trasse un grande e rumoroso sospiro di sollievo.- Ogni volta che ne incontro uno, perdo dieci anni di vita, Cristo...- esalò il Comandante, infilandosi il casco con respiratore alla svelta, per mascherare alcune ciocche di capelli bianchi, che cercava il più possibile di tenere nascosti, che erano venute in superficie in mezzo ai suoi capelli.

Scesi dal mezzo, dopo essersi assicurati che il Divoratore fosse morto, scaricandogli addosso un'altra raffica dalla mitragliatrice del MAKO, si avvicinarono a un mucchio di rottami sparsi per quell'altipiano ghiacciato, Garrus sperò che risalissero alla svelta sul mezzo. Nonostante la corazza, nonostante il sistema termico che lo teneva al caldo, sentiva e provava freddo.

Un mezzo devastato da proiettili e squarciato da esplosioni era abbandonato in mezzo a quella desolazione, Shepard scansionò l'interno alla ricerca di superstiti, inutilmente: non ce ne erano.

Attorno, alcuni Geth erano riversi a terra, non funzionanti e con segni che non davano adito ai dubbi su chi li avesse disattivi. Il Divoratore non aveva risparmiato nemmeno loro, ma stavolta, invece di provare pietà, Shepard non sentì niente. Soddisfazione? Forse. Compiacimento? Anche.

La natura non faceva distinzioni tra organici e sintetici, quando scatenava la sua rabbia, la sua furia, e questo ne era la prova, la classica legge del contrappasso: quei Geth avevano ucciso gli organici che avevano occupato il veicolo, e il Divoratore aveva pensato a loro. Ben gli stava.

Nel silenzio, percepivano solo i loro respiri, Nadira ordinò a gesti di risalire sul MAKO, desiderosa di allontanarsi da lì, odiando il freddo che percepiva attraverso la corazza, ma che al tempo stesso la punzecchiava, facendola restare sveglia, quasi impaurita che rompendo quel silenzio, potesse in qualche modo compiere un atto sacrilego.

Mancavano ancora due avamposti Geth da individuare e distruggere. Prima lo facevano, prima avrebbero potuto mettersi in viaggio verso il Confine di Keplero.

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Orbita attorno a Majii, venti ore prima.
 

Tali scartò l'ultima barretta energetica, prima di infilarla in una dei cassetti appositi della sua tuta e procedere alla sua sterilizzazione, prima di mangiarla. Essere un Quarian non era facile: al di là dell'essere additato come uno zingaro o un ladro, o venire classificato come un cittadino di serie B, c'era il costante pericolo di morire per un semplice errore di sterilizzazione del cibo che si andava ad assumere, oppure di fame se il programma di diagnostica o di sterilizzazione degli alimenti andava troppo per le lunghe.

Fortunatamente, lei aveva aggiornato i suoi programmi, almeno ogni due giorni, da quando era salita a bordo della Normandy: Shepard non si risparmiava nel fornire a tutta la squadra equipaggiamento di prim'ordine, Factotum compresi,, Adams la aiutava a scrivere nuovi programmi che l'aiutavano a velocizzare anche le più semplici procedure.

La Quarian vide Nadira scartare la sua razione K, senza troppo entusiasmo, sedendosi poi sul pianale del MAKO, scaldando poi sommariamente la gavetta con un accendino, prima di iniziare a mangiarne il contenuto, mentre Garrus schiacciava un pisolino coricato su alcuni seggiolini posteriori del mezzo: erano ormai rinchiusi nel MAKO, salvo nel caso che qualcuno dovesse andare in infermeria, come il Turian riuscisse a dormire sopra quei seggiolini disegnati per degli Umani, era ancora un mistero. Mangiavano, dormivano e si rilassavano all'interno del MAKO, Shepard forse nemmeno dormiva, dato che a volte, durante le pause, caracollava la testa per pochi secondi, sollevandola di scatto subito dopo e facendo fare un po' di stretching al collo.

E ora si sarebbero dovuti dirigere verso Solcrum, dopo la distruzione dell'ultimo avamposto Geth su Majii, Garrus aveva intercettato un segnale lanciato dai Geth a quella che doveva essere la loro F.O.B. nella Nebulosa. O almeno, così l'aveva chiamata Shepard mentre parlava via radio con Joker.

Se la Grande Keelah voleva, presto avrebbe trovato qualcosa di utile per il suo Pellegrinaggio, laggiù.

Qualcuno diede un paio di pugni alle paratie del MAKO e, senza che i tre “campeggiatori” rispondessero, Williams si issò nel mezzo, facendo passare prima quattro vassoi carichi di cibo: uno per lei, uno per Tali, uno per Vakarian e uno per Shepard.

- Vi ho portato un po' di cibo vero, quelle razioni finiranno per rovinarvi lo stomaco.- disse l'Artigliere Capo, distribuendo i vari vassoi e controllando i vari pezzi di carta che aveva messo per ricordarsi a chi darli per evitare un'intossicazione alimentare di massa, confondendo i cibi dextro con quelli levo e viceversa.

Garrus si svegliò malvolentieri, mettendosi seduto e pasteggiando in silenzio, mentre Williams e il Comandante parlavano della famiglia dell'Artigliere Capo, delle sue sorelle e dei loro, per così dire, hobby preferiti: una faceva Aikido, un'arte marziale, l'altra sapeva sparare e Sarah, la più piccola, aveva steso un compagno di classe che non aveva saputo aspettare il momento giusto. Decisamente, le sorelle Williams, era meglio non farle arrabbiare.

- Comandante, manca ancora un po' di tempo prima che raggiungiate Solcrum.- disse Ashley,con prudenza, era un argomento spinoso quello che stava per andare a trattare.

- Se stai per dirmi di riposare un po', Capo....negativo. Stiamo facendo a turni per dormire, e il mio è già passato da un pezzo.- Seguì qualche minuto di silenzio rassegnato da parte di Williams, Tali e Garrus, mentre Shepard raccoglieva i vari vassoi e scarti delle razioni, prima di riconsegnarli ad Ashley.- Come va con Pressly?- Williams diede una scrollata di spalle, segno che le cose procedevano come al solito. - Tieni duro, Capo, ancora qualche ora e tornerai ai tuoi fucili e ad un po' d'azione. Ti porteremo un fanale dei Geth come souvenir da Solcrum.- Nadira diede una pacca sulla spalla all'Artigliere Capo.- Grazie per i rifornimenti e la compagnia Williams. Torna ai tuoi doveri, prima che il Primo Ufficiale ti dia per dispersa.-

Ashley inarcò un sopracciglio, in faccia portava ancora i segni dell'allenamento di qualche giorno prima.- Con tutto il rispetto, signora, non ci tengo a vedere ancora uno di quei cosi. Preferisco passarci sopra con un MAKO finché non sono un tutt'uno con il terreno.-

Quell'affermazione strappò una risata a quasi tutto il gruppetto, mentre Shepard tossicchiò per far sì che Williams eseguisse gli ordini.- Agli ordini, signora. Buona caccia.- augurò l'Artigliere Capo, salutando Nadira militarmente, mentre Shepard richiudeva lo sportellone laterale del MAKO.

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Solcrum, 02:05 ZULU, Ora di Vancouver.
 

- Tali, coprimi!- gridò Garrus alla Quarian, che stava bestemmiando contro il suo Factotum per riuscire a inquadrare uno dei due Geth, con il chiaro intento di violarli e farli combattere uno contro l'altro.

Shepard non si muoveva, mentre il Juggernauth avanzava verso di lei, e l'altro sintetico rimasto manteneva pressione sui suoi due avversari: Vakarian estrasse il fucile d'assalto, moddandolo velocemente con Colpi W, stabilizzatore e sistema di raffreddamento, mentre Tali riuscì ad aprirsi una via nei sistemi del Juggernaut, hackandolo.

Mentre i due sintetici combattevano l'uno contro l'altro, Garrus sollevò di peso Shepard, portandole il braccio sinistro attorno al suo carapace, e con l'altra mano tenendola saldamente per il fianco, mentre la gamba destra aveva i gambali della corazza squarciati, e diversi frammenti della cassa avevano infilzato la carne all'altezza della rottura e nella spalla destra . In quell'edificio non c'erano molti nascondigli dietro i quali restare al sicuro, così Vakarian portò il Comandante dietro una colonna, appoggiandovela con inusuale cautela.

Tali li raggiunse subito dopo, inseguita dal Juggernaut, si nascose dietro l'ultima cassa rimasta.

- Garrus! Ho bisogno di aiuto con quel Geth!- la Quarian lo richiamò all'ordine, mentre finiva di medicare approssimativamente le ferite di Shepard e cercava di farle riprendere conoscenza.

- Un secondo, Tali, se non fermo l'emorragia alla spalla, mor....- Nadira riaprì gli occhi in quel momento, e cercò di rimettersi in piedi, utilizzando Vakarian come appoggio. Garrus le impedì di farlo rimettendola seduta.- Shepard non sei in condizione di combattere, stai giù.-

- La missione, Garrus....prima la missione. Va' ad aiutare, Tali....io..io ce la faccio. Ho sempre l'altro braccio...datemi una pistola...- Senza aspettare che uno dei suoi due compagni gliela passasse, Nadira prese quella di Garrus.

Il Turian non ebbe il tempo materiale di protestare o di contraddirla. Sbuffò un “Testarda di un'Umana”, con stizza, dopodiché unì il suo fuoco a quello di Tali, e subito dopo a loro due si unì anche Shepard, ma solo per pochi secondi, perché fu costretta, a causa delle ferite, a lasciarsi scivolare a terra. Ansimando vistosamente a causa dello sforzo.

- Garrus!- Tali incrociò lo sguardo del Comandante che aveva staccato una granata ad elevato contenuto di esplosivo, ma prima che Vakarian potesse fermarla, Nadira l'aveva già lanciata, esaurendo le ultime forze che le erano rimaste.

Quel gesto però, permise a Vakarian e alla Quarian di aver ragione dell'ultimo Geth e di far sì che l'invasione della Nebulosa Armstrong venisse scongiurata.

Tali riuscì ad intercettare un messaggio diretto al di là del Velo di Perseo, mascherato con l'ologramma di una Quarian che cantava, lamentandosi.

- Probabilmente ci saranno dei terminali da analizzare. Non possiamo lasciarci sfuggire questa possibilità, Garrus. Potremmo ottenere informazioni vitali per la missione.- esordì la Quarian porgendo al Turian l'ultimo pacco di Medigel che era rimasto loro.

- Shepard ha bisogno di immediate cure mediche Tali. Da quel che vedo non sembra grave, ma ha voluto fare di testa sua e credo che...- un gemito fuoriuscì dalla bocca del Comandante quando Garrus strinse un bendaggio attorno alla gamba destra e appoggiatone un altro alla spalla, dopo aver estratto una delle schegge.- Rilassati, Comandante, non riesco a medicarti, se continui a muoverti a quel modo.- disse Vakarian, serio, rimettendo Shepard seduta, per l'ennesima volta.

- Tali....va. Non...non ascoltarlo. Io...io sto bene. Ho soltanto...ho soltanto qualche graffio.- Nadira era ancora a capo della missione, Garrus non aveva chiamato la Normandy per l'evacuazione, e quindi non poteva ordinare alla Quarian un bel niente.

- Comandante, con tutto il rispetto...- Vakarian iniziò a protestare. Perchè quell'Umana continuava a farsi del male da sola? Perché continuava a voler cocciutamente portare a termine la missione, che era già conclusa, invece di contattare i soccorsi e farsi prestare le dovute cure dalla Dottoressa Chakwas?

- Non sei l'unico, in tutta la dannata Galassia, ad aver bisogno d'aiuto, Detective...ora chiudi quella boccaccia e aiutami ad alzarmi....la missione non è finita.-

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Jeff intuì che c'era qualcosa che non andava fin da subito: la richiesta di evacuazione da parte di Garrus significava soltanto una cosa, e cioè che Shepard non era in grado né di muoversi né di comunicare con la Normandy. Il pilota aveva avuto un brutto presentimento durante l'ultima parte della missione.

E il fatto che Pressly fosse dietro di lui, in silenzio, concentrato sulle manovre di allunaggio della Normandy, poco distante dal Quartier Generale dei Geth, non faceva altro che aumentare quel senso di inadeguatezza e di inquietudine che Joker non riusciva a togliersi di dosso.

Adams, che stava trovando una soluzione per atterrare senza danneggiare i sensori della Normandy a causa del livello del calore del suolo di quella Luna, notò il silenzio del Timoniere, trovandolo alquanto strano, in relazione ai suoi soliti comportamenti e commenti.

- Tenente Moreau, va tutto bene?- chiese l'Ingegnere Capo della Sala Macchine, passando al pilota i dati che aveva rilevato rilevati dalla superficie lunare, e tornando poi a ripartirli su un altro datapad per procedere ad ulteriori calcoli. Calcoli che trasmise direttamente nel server principale della Normandy, attivando le autorizzazioni a visionarle al personale della Sala Tattica e della Sala Macchine in modo da tenere sotto controllo motore e nucleo principale della nave.

- Sì, Adams. Sono solo concentrato su ciò che devo fare. Avevo detto al Comandante che non ero disposto a fare un altro incontro ravvicinati del terzo tipo con un mare di lava, ma a quanto pare è troppo cocciuta per capire che i sensori della Normandy sono sensibili alle elevate fonti di calore.- Adams si lasciò andare a una breve risata, mentre Jeff si sistemava il berretto.

Appena furono vicini alle coordinate inviate da Vakarian, il silenzio calò di nuovo sul Ponte, mentre Joker virava, abbassando lentamente il portellone per permettere al MAKO di risalire, Williams avrebbe dovuto rilevare il Primo Ufficiale, ma l'Artigliere Capo indossava la sua corazza ed era seguita dalla Dottoressa Chakwas che, dopo aver parlottato con Pressly e Ashley, seguì Williams, una certa fretta nei movimenti e nei passi di entrambe le donne.

There's a bad moon on the rise, canticchiò mentalmente Joker, restando in attesa di aggiornamenti e notizie.

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Mentre Tali finiva di scaricare i dati, Garrus raccolse da terra il Comandante, gli stimolanti la tenevano ancora in vita e se avesse voluto avrebbe anche potuto salire sulla Normandy da sola: da una parte il Turian, ammirava sempre di più quell'Umana, aveva una tenacia e un senso del dovere che equivaleva un Ufficiale della Gerarchia, ma dall'altra detestava quando metteva la sua salute all'ultimo posto delle sue priorità.

Combattere in quelle condizioni era deleterio, se la missione fosse proseguita in qualche modo avrebbe rischiato di far uccidere sia lui che Tali, e senza di lei, avrebbero fatto prima ad arrendersi e consegnare le chiavi della Galassia direttamente a Saren .

Certo, i Turian non si sarebbero arresi tanto facilmente, la sua gente avrebbe combattuto fino all'ultimo soldato, finché anche un solo lembo di terra sarebbe appartenuto alla Gerarchia, nessuno avrebbe alzato bandiera bianca.

Avrebbero mostrato la schiena al nemico, piuttosto che sottomettersi.

- Ho finito!- esclamò entusiasta Tali, facendo partire un programma per analizzare i dati e controllare che non ci fossero programmi di malware nascosti in modo da mettere a rischio la Normandy o anche l'Alleanza stessa.

Eccitata era riduttivo, nel definire la valanga di sentimenti contrastanti che stavano invadendo la giovane. Tali non vedeva l'ora di salire a bordo della nave per esaminare a fondo quei dati in tutta tranquillità, aiutata magari da Adams prima di metterli al sicuro e inviarli alla Flottiglia.

- Ottimo....- disse Shepard cercando di mantenere una certa lucidità, ed evitare di svenire in quella base, la bocca impastata dalla stanchezza e dal sangue che iniziava a salirle per la gola.- Vakarian...-

Garrus si inginocchiò accanto a lei, la voce di Shepard era sempre più debole, e la Quarian si bloccò di colpo nella spiegazione che stava fornendo sui primi dati che stava analizzando, sentendosi in colpa.

- Comandante. Risparmia le forze. La Normandy è qui fuori, sta per sbarcare la squadra Bravo insieme alla Chakwas- raccomandò il Turian tenendo premuto il bendaggio sulla spalla destra, a causa dei movimenti bruschi di Nadira si stava staccando. Tali si guardò attorno e si mise a guardare all'interno di una cassetta degli attrezzi abbandonata, chiedendosi nel frattempo che cosa se ne erano fatti i Geth di una cassetta degli attrezzi, emergendovene poco dopo con del nastro isolante che porse a Vakarian.

Garrus non rimase con le mani in mano, e provvide ad utilizzarlo con lo scopo di tenere ferme sia il bendaggio, sia la scheggia che non si era azzardato a togliere.

- Negativo, Vakarian...Aiutami ad alzarmi, tornerò sulla mia nave con le mie gambe. Se vuoi sorreggermi fa' pure, ma non aspetterò...- Shepard strizzò gli occhi cercando di mantenere lo sguardo focalizzato sui marchi colonici del Turian davanti a lei, che si stava lentamente offuscando e diventando quasi irriconoscibile. Le voci dei suoi due compagni iniziarono a sembrare sempre più lontane e ovattate.- ...non aspetterò che giochino ai salvatori della giornata....finché respiro...sono ancora il Comandante...quindi devono vedermi come tale. In piedi. Anche se sono ferita...-

Garrus e Tali restarono senza parole. Per quanto il Turian avesse voluto ribattere, che non c'era nulla di indegno nel farsi trasportare a bordo, risparmiando così energie preziose, Garrus si portò alla sinistra di Shepard, le fece scorrere il braccio attorno al carapace, sostenendole il fianco destro, mentre Tali copriva loro le spalle.

Karin e la squadra da sbarco di riserva erano arrivati accanto al Mako, parcheggiato a malo modo accanto alla struttura e con i chiari segni della battaglia ormai conclusa sulla carrozzeria, camminando velocemente, e Wrex quasi caricando, quando Garrus, Shepard e Tali emersero dall'edificio.

- Garrus! Da questa parte!- gridò la Chakwas nel comunicatore radio, iniziando a preparare la barella a cucchiaio per accogliervi sopra il Comandante, ma il Turian, dopo aver scosso la testa, proseguì verso la Normandy, afferrando saldamente Nadira che stava scivolando a terra.

- Coraggio, Comandante, ancora pochi passi. Puoi farcela.- disse Vakarian a denti stretti, incoraggiandola. Vide che il Comandante stava lottando per non perdere i sensi ma che a quell'ordine raddrizzò la testa. Una volta nella stiva, inseguiti e raggiunti dalla Chakwas e dalla squadra da sbarco di riserva, Garrus la depositò con cautela sulla barella predisposta da Karin, e Shepard lo ringraziò con una breve e debole stretta di mano, seguito da un altrettanto debole e breve sorriso di sfida, permettendo al suo corpo, finalmente di arrendersi.

L'ultima cosa che Nadira sentì, prima che l'anestesia iniziasse a fare effetto, fu la voce calma e decisa della Chakwas che diramava ordini ad una sua assistente.

Edit: L'attesa è dovuta a una mia mancanza di voglia, causata da tutta una seria di impegni e da un momento di crisi personale, di continuare a scrivere. Mi prenderò una lunga pausa, dalla scrittura, e non so quando riprenderò. Chiedo umilmente scusa per la dilazione, ma voglio prima ritrovare le motivazioni necessarie a continuare "A life in Pain", di cui è in stesura il capitolo 20. Grazie per chi mi ha seguito fino ad ora e ha recensito pazientemente tutti i capitoli, dandomi anche reziosi consigli. Per il momento, la pubblicazione della mia versione delle avventure di Shepard è sospesa. Buone vacanze a tutti. NadShepCr85.

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Something to fight for ***


Premessa: Inizio col chiedervi scusa per il tempo che è passato dalla pubblicazione dell'ultimo capitolo. Sono stati mesi piuttosto turbolenti, sia sul piano personale che sul piano famigliare. Avevo anche deciso di interrompere la pubblicazione della FF viste le mie difficoltà a proseguire, ma poi, dopo un periodo di pausa e di riposo, ho finalmente ritrovato la motivazione necessaria per proseguire.
Devo fare un doveroso ringraziamento a Johnee. Mi ha aiutata moltissimo a stendere una parte di questo capitolo, e sì, suppongo di doverlo dedicare a lei .

E ci stiamo avvicinando alla fine di questa prima parte. Questo è un capitolo di transizione, dai prossimi capitoli si inizia a fare sul serio.
Approfitto per ringraziare anche i 100 che hanno visualizzato e letto “Love for Science”. Quando l'ho pubblicata non pensavo di arrivare nemmeno a cinquanta visualizzazioni. Sono commossa. Mi scuso in anticipo per la lunghezza del capitolo, ma non ho potuto tagliarlo o spezzarlo in due parti, stavolta. Vi lascio al capitolo. Buona lettura a tutti!

Capitolo 20: Something to fight for

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"Reach deep down into your heart and you will find many reasons to fight.
Survival. Honor. Glory. But what about those who feel
nstead duty to protect the innocent?
There you will find a warrior savage enough to match any dragon.
And in the end they will retain what the others won't... their humanity."

Varric Thetras- Dragon Age 2
 

Come si reagisce ad una perdita? A volte la si accetta rassegnati, a volte si fatica ad accettarla. Altre volte si passa attraverso a quegli stadi che vengono sempre menzionati dagli psicologi.

Forse, quando si arriva allo stadio dell'accettazione è troppo tardi: si è già valicata da tempo la sottile linea tra ciò che è moralmente giusto e ciò che è moralmente sbagliato, secondo la propria moralità o quello che è indicato dalla massa come giusto o sbagliato.

Lei non aveva quasi avuto il tempo di accettare la perdita dei suoi uomini su Akuze, aveva dovuto convivere con quel peso e con quella colpa per anni, senza poter puntare il dito contro qualcuno per darsi pace.

Lei non aveva avuto il beneficio di poter gettarsi su qualcuno o qualcosa da utilizzare come un capro espiatorio per liberarsi dalla sua rabbia: fino al momento in cui Hackett non l'aveva convocata nell'ufficio dell'Ambasciatore, dandole qualcosa a cui rivolgere la sua rabbia repressa.

Non sapendo come gestirla. Poteva dare la colpa alle visioni del Cifratore o della sonda Prothean, ma sapeva benissimo, pur non volendolo ammettere, che erano quelli gli incubi che la tormentavano più di tutti.

Shepard aveva passato la maggior parte di quelle notti insonni a far passare i fascicoli dei suoi sottoposti, uno per uno, incrociando i dati dei famigliari delle vittime, cercando di capire chi potesse spingersi ben oltre la linea della semplice vendetta, chi avesse avuto accesso a file riservati di quel livello, senza concludere nulla.

Il risultato di questa sua incapacità di gestire quella rabbia, permettendole di tracimare anche nelle sue azioni di Comandante e soldato, lo poteva vedere benissimo non solo nelle sue attuali condizioni, ma anche negli sguardi dei suoi sottoposti. Nelle parole che le rivolgeva la Chakwas, ogni qualvolta la visitava.

Aveva permesso a Saren di guadagnare altra strada, altro tempo, aveva messo a rischio l'intera missione, quando avrebbe potuto anche solo parlare con qualcuno di quello che Hackett gli aveva richiesto. Avrebbero capito? Finché non parlava, non raccontava loro l'intera storia di Akuze e del dopo, non lo avrebbe mai potuto sapere.

Era anacronistico che doveva sempre arrivare quasi al limite, o guardare in faccia la morte per capire alcune cose fondamentali della vita che per altri erano scontate, e ora avrebbe avuto molto tempo per riflettere e pensare: era quasi sicura che la Dottoressa Chakwas avrebbe fatto rapporto all'Alleanza e al Consiglio, e anche se lei non era disposta a cedere la missione a nessun altro che non fosse lei, sarebbe subentrato un altro Spettro.

Udina si aspettava un suo fallimento. D'altronde, davanti alla facciata disgustosa dell'Ambasciatore, si celava un sottobosco altrettanto disgustoso e infimo, quell'omuncolo l'avrebbe messa da parte e disconosciuta, senza neanche troppo pudore.

Di contro, Anderson, ne avrebbe sofferto per il resto della sua vita. Lo aveva deluso già troppe volte, sin dai tempi di Arcturus non aveva fatto altro che procurargli grattacapi. Eppure il Capitano era sempre stato dalla sua parte, punendola quando era giusto farlo, e aiutarla quando era il tempo di farlo, sempre con la speranza che riuscisse a rialzarsi da sola. Aveva dato a lei quella nave che era la sua vita, aveva dato uno stop alla sua carriera per permetterle di continuare la sua. Non poteva deluderlo di nuovo.

Forse era anche quello che suo padre aveva fatto, prima che i Batarian attaccassero. No, non forse...era così. Per tutti quegli anni aveva provato rabbia e risentimenti nei confronti del vecchio, ed ora avrebbe voluto che fosse lì a rimettergli in mano il fucile di precisione e ordinargli aspramente di andare al poligono del presidio della milizia a fare pratica di tiro.

Non voleva che Saren venisse ucciso da qualcun altro o uccidesse qualcun altro, ma quale altra alternativa aveva? Non poteva ordinare alla Chakwas di non fare il proprio dovere di medico e di Ufficiale, e anche se teoricamente il suo status di Spettro poteva fornirle immunità, non si sarebbe tirata indietro dalle proprie responsabilità.

Ho combinato un gran bel casino, stavolta, pensò Nadira chiudendo gli occhi per sopprimere il dolore che proveniva dalla spalla destra.

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Hackett osservava lo spettacolo delle navi della Quinta Flotta che spazzavano via uno dopo l'altra le ultime sacche di resistenza Geth nella Nebulosa Armstrong. Dopo che aveva avuto il breve messaggio di Shepard, aveva rilevato il compito della Normandy e lasciato che la Fregata si allontanasse da lì, per continuare la propria missione. L'Ammiraglio non nutriva grandi speranze che il Comandante riuscisse a fermare Saren, da sola, e con una squadra assemblata a quel modo, ma Anderson gli aveva assicurato, seppur con un piano secondario nel caso Shepard fallisse, che il loro miglior Incursore avrebbe portato a casa il risultato che si erano prefissati.

Saren, però, era un ostacolo enorme da superare, il miglior Spettro di tutto il Reparto Specialisti Tattiche e Ricognizioni della Cittadella, con anni e anni di esperienza sul campo di battaglia, con un esercito di Geth e carisma a sufficienza per tenere a bada qualsiasi politico e oratore della Galassia.

Gli sarebbe bastato fare un discorso come si deve per sollevare contro il Consiglio e tutta la loro organizzazione politica l'intera Galassia, e far rivoltare la maggior parte degli Spettri contro i Consiglieri stessi.

Shepard aveva solo una nave, una squadra di sette elementi, e tanta determinazione. Era Spettro solo da qualche mese, una carriera militare quasi stroncata sul nascere e tutto il resto le remava contro, persino all'interno dell'Alleanza stessa c'era gente che aspettava soltanto che facesse un passo falso per distruggerla definitivamente.

Hackett si sistemò i bottoni dell'uniforme e spazzolò via con un breve e impercettibile gesto della mano della polvere invisibile, uno degli Ufficiali del suo staff, il Maggiore comandante della forza dei Marines presenti sulla Kilimangiaro, si fece largo tra il personale, avvicinandosi al Contrammiraglio.

- Signore, abbiamo un problema.- disse il Maggiore Stephanie McKenzie, porgendo il datapad all'Ammiraglio, il quale si era voltato verso la donna, non appena questa aveva parlato.

Hackett prese ciò che gli veniva porto e lo lesse attentamente. Problemi nel Sistema Sol e nessuno poteva tornarvi al momento a causa di quell'inizio di invasione. Stava per restituire il datapad al Maggore e ordinare di contattare il Comando di Arcturus, per mobilitare la Prima Flotta, quando si ricordò che effettivamente, qualcuno che poteva staccarsi dallo scontro e assistere il Quartier Generale dell'Alleanza nella risoluzione di quel problema, c'era.

- Apritemi un canale di Comunicazione con la Normandy. Ora.- ordinò Hackett, senza esitazioni.

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Garrus era concentrato su una sospensione del MAKO. Le evoluzioni del Comandante su Casbin, seppur i danni fossero stati riparati sul posto, le avevano danneggiate seriamente, e lui non aveva potuto controllarle in maniera approfondita fino a quando non si era conclusa la missione su Solcrum.

Già, Solcrum. Il ferimento del Comandante era stato un brutto colpo per l'equipaggio, per il morale della squadra in generale, anche se la missione era stata portata a compimento, e lui e Tali erano anche stati ripresi da Pressly per non aver chiamato rinforzi quando Shepard era stata ferita.

Era stato inutile spiegare al Primo Ufficiale che era stata il Comandante in persona a rimandare la richiesta di soccorso medico e rinforzi, ma l'Ufficiale Esecutivo non aveva voluto sentire ragioni. Dopo una mezz'ora di sermone, sui doveri di ciascun membro della squadra da sbarco e sul Regolamento dell'Alleanza riguardo a questi casi, aveva rimandato sia lui che Tali in stiva imponendo ad entrambi di scrivere il rapporto e di non menzionarvi quell'ordine dato da Shepard.

Il Primo Ufficiale non aveva dato un termine preciso in cui consegnare il rapporto, per cui lui lo aveva lasciato da parte per il momento in attesa di momenti in cui sarebbe stato più calmo.

Non si accorgeva, Pressly, che facendo così danneggiava Shepard, invece di proteggerla e aiutarla? Quella “politica”, se così si poteva definire, aveva permesso ad Harkin di bivaccare e impestare l'SSC per vent'anni, prima che si svegliassero all'Ambasciata Umana e smettessero di proteggerlo.

Aveva tenuto un comportamento professionale, non c'era alcun dubbio su quello, ma l'assoluto spregio alla sua salute, fisica e mentale, quello Vakarian non lo poteva tollerare: aveva riposto in lei una buona componente di fiducia, aveva lasciato l'SSC, un posto sicuro, per seguirla. Aveva litigato furiosamente per giorni con suo padre e il suo intero clan per quella decisione di seguire un'Umana nella caccia a un suo compatriota. E lei lo aveva ripagato con quella moneta.

Era davvero tentato di impacchettare le sue cose e lasciare la Normandy: per Edolus aveva lasciato correre, Shepard si era pure scusata , sembrandogli sincera, con lui per aver messo a rischio le loro vite, per colpa di quel Divoratore, ma adesso non potevano più permettersi errori.

Stava ancora martellando sulle sospensioni, energicamente, sempre più preso dai suoi pensieri, quando Ashley lo chiamò, distraendolo e facendo sì che oltre ad una martellata, Garrus prendesse anche una testata contro il pianale del MAKO.

- Williams! Dovevi proprio chiamarmi proprio in questo momento?!- protestò il Turian, correndo a cercare del ghiaccio nel suo armadietto e massaggiandosi le creste doloranti.

- Cos'è, i nostri mezzi sono troppo duri per te, Vakarian?- chiese, ironica Ashley, prima di proseguire con il motivo per cui l'aveva distolto dai suoi doveri.

Garrus lasciò correre, limitandosi a fare del sarcasmo.- Oppure sono i vostri mezzi che sono troppo poco resistenti alle testate di un Turian. Chissà, magari anche le macchine non resistono al mio fascino innato e non vogliono lasciarmi andare. Su Palaven, andavo per la maggiore durante il servizio militare.- disse Garrus, compiacendosi poi dello sguardo terrificato di Williams, che con la coda dell'occhio si era messa ad osservare il MAKO, sospettosa.- Che c'è, Capo Williams, temi che il nostro unico mezzo di esplorazione dei pianeti si trasformi in un gigantesco Mech da combattimento? Credo che Shepard apprezzerebbe il cambiamento.-

- Non solo lei. Vi immaginate la faccia di Saren qualora ci presentassimo davanti alla porta di casa sua su Palaven, o davanti alla sua nave con il MAKO trasformato in robot?- suggerì Ashley, compiaciuta e già eccitata all'idea che l'APC potesse fare una cosa simile.

- Abbiamo una possibilità....ma non ci deve essere Shepard ai comandi.- esclamò, con orrore, Garrus, soltanto ad immaginare la scena dentro la sua testa.

- Già, e tu credi davvero che in un eventualità simile, il Comandante ti ceda il posto di pilota, vero Vakarian?- chiese Williams, il sopracciglio inarcato e divertita.

- Se glielo chiedessi gentilmente, probabilmente sì.- rispose il Turian, sicuro di sé.

In quel momento, Tali passò in stiva, di ritorno dal Ponte Equipaggio e, avendo sentito il discorso, era intervenuta.- Posso chiedervi una cortesia?- chiese imbarazzata la giovane Quarian, ai due commilitoni che si erano aspettati quantomeno una risposta sarcastica da parte di Joker.

- Ma certo, Tali. Di che cosa si tratta?- chiese Williams.

- Quest'idea del MAKO trasformato in Mech o robot, potreste evitare di dirla a Shepard? Sono sicura che, se dovesse arrivare a dover utilizzare qualcosa per disperazione, cercherebbe di metterla in atto. Oltrettutto, sarei io a doverla metterla in pratica. E si ripercuoterebbe sulla salute di tutti. In modo disastroso.- implorò la Quarian. Avevano già avuto abbastanza esperienze traumatiche col MAKO normale, figuriamoci con un MAKO in configurazione da Mech, cosa sarebbe potuto accadere.

- Ahhhh, Williams, abbiamo un problema.- si intromise Joker, attirato come unna mosca sul miele da quella conversazione. Il bello di dover vigilare anche su ciò che l'equipaggio diceva, era anche quello di avere sempre una scusa pronta in caso di pericolo per le sue ossa.- Penso di aver appena visto il MAKO muoversi ed attivare i thrusters da solo. Non voglio autobot sulla mia bambina.-

Pur sapendo che Joker probabilmente li stava prendendo in giro, Ashley si voltò immediatamente seguita da Garrus che si mise tra Tali e il MAKO, entrambi preoccupati che la cosa potesse essere vera alla fine. Wrex rimase appoggiato alle sue casse, sbeffeggiando i tre. Il Krogan aveva capito il gioco del pilota, e non era caduto nella trappola.

Dopo un minuto di tensione, Ashley si portò una mano al volto, tirando un sospiro di sollievo misto ad esasperazione.- ...io non capisco il motivo perché ci casco ancora, dopo tutti questi mesi...- esalò la Marine, scuotendo la testa e rivolgendosi poi a Jeff. - E se anche la Normandy si trasformasse, Joker, come la prenderesti?-

- Vuoi scherzare, Capo?! Sarebbe il sogno di una vita che si realizza. Ho letteralmente divorato quei vecchi olofilm e quegli antichissimi anime e manga sui robot spaziali che combattevano le ingiustizie nella Galassia. Magari possiamo chiederlo al Consiglio un upgrade simile. Sacrificherei persino tutta la mia collezione di action figure e di modellini di navi spaziali per una cosa simile!- esclamò, eccitato, il pilota.

- Uh, il Turian qui è confuso, potreste spiegarmi qualcosa?- chiese Garrus, gli occhi che gli brillavano alla prospettiva di vedersi coinvolto in un combattimento simile, magari alla guida di uno di quei Mech.

Ashley fece per rispondere, ma Jeff l'anticipò.- Vieni stanotte mentre Pressly non è di guardia sul Ponte. Provvederò io ad istruirti personalmente sull'argomento, Vakarian. Tali, vuoi unirti a noi?- Joker ritirò l'invito quando la Quarian lo minacciò di dargli una dimostrazione pratica di quanto aveva imparato da Wrex. Così Moreau, tentò la sorte con il Krogan. Sperando poco nella possibilità che lui accettasse.- Wrex, che ne dici di unirti a me e a Garrus? Mostri enormi, grandi esplosioni, grandi pistole. Divertimento a palate.-

- Bah, niente che non abbia già visto...ma se ci sono davvero queste grandi esplosioni...potrei pensarci.- rispose il Krogan, sospettando che il pilota lo stesse prendendo in giro.- Non ti starai prendendo gioco di me, vero, Umano?- chiese Wrex, minaccioso a Joker.

- Vedrai, sarà divertente. Ma dovremmo aspettare che Pressly ceda il ponte a qualcuno, prima di iniziare. Williams?-

- Ah,ah. Non contate su di me. Sono di turno stanotte. Farò finta di non aver visto nessuno, ma per favore, non rompete niente voi due, ok? O il Comandante mi scorticherà viva con le sue mani, se solo accade qualche altro contrattempo o dilazione alla missione. -rispose Williams, dispiaciuta di non potersi unire alla combriccola in quell'occasione, ma il dovere veniva prima di ogni altra cosa.- Per correttezza, dovreste chiederlo anche al Tenente e alla Dottoressa T'Soni. Almeno fareste un'opera caritatevole nei confronti di un ammalato....- disse, sogghignando, Williams, lasciando cadere il discorso.

- Eeee, Radio Joker vi comunica che la serata è appena saltata, signori. Stiamo facendo rotta verso il Sistema Sol. Ordini appena ricevuti. Non dimenticate che i ringraziamenti e le richieste dei rimborsi vanno inoltrati al Comando della Quinta Flotta, nella persona dell'Ammiraglio Steven Hackett. Joker, chiudo.-

- Come non detto. Torniamo a ciò che stavamo facendo prima. La ricreazione è finita. - ordinò Ashley, seguita da Wrex, ma non da Garrus che, invece, decise di chiedere alcune cose a Tali riguardanti il Comandante, infilandosi in Sala Macchine.

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Si sentiva meglio, tanto da poter restare seduta sul bordo del lettino nell'infermeria di bordo. Aveva discusso con Tali del suo Pellegrinaggio, aveva notato l'esitazione della Quarian a parlarle di Solcrum, e quando le aveva chiesto dei dati, di poterne avere una copia, per un momento aveva temuto che la giovane amica potesse anche chiederle di lasciarla tornare alla Flottiglia.

Nadira si sistemò meglio nel letto: aveva accolto sollevata, il fatto che Tali sarebbe rimasta. Nonostante tutto.

- Come ti senti, Comandante?- la voce della Chakwas riscosse Shepard dai suoi pensieri, e il Comandante dovette socchiudere gli occhi di nuovo, e riaprirli lentamente, per focalizzare meglio la figura della Dottoressa.

- Meglio di tre ore fa, Doc. Non potrei dire lo stesso della spalla.- si lamentò Nadira, quando un'ennesima fitta di dolore, proveniente dalla spalla immobilizzata, la fece gemere debolmente. Odiava essere in quelle condizioni, odiava ancora di più sapere che era stata lei stessa a causare quella situazione di stallo nella missione.- Dunque...quanto tempo perderò qui dentro?- chiese, rassegnata, Shepard, guardando la Chakwas dritta negli occhi.

- Una settimana, e non sperare di potermi corrompere per uscire prima, Comandante.- rispose, severa, Karin, aprendo il Factotum e iniziando a svolgere alcune analisi ed esami su Shepard.- Comandante, stai ferma, o non riuscirò a fare gli esami di cui necessito per pianificare la tua terapia.- ordinò il Maggiore, con fermezza.

- Altri esami? Doc, ho una spalla immobilizzata, la coscia destra ridotta a un colabrodo, per tua stessa ammissione, e tu continui a farmi esami su esami. Ti sei per caso messa d'accordo con la Dottoressa T'Soni per sezionarmi?- chiese Shepard, inarcando un sopracciglio, e sospirando.- L'importante che non passi all'esplorazione rettale e, appunto, all'autopsia da viva, quello gradirei che ti astenessi dal farlo....non con Joker che osserva. Per favore.- disse, deglutendo, terrorizzata anche solo all'idea di quella pratica fastidiosa e alla possibilità che Jeff avrebbe potuto osservare il tutto, con una generosa porzione di pop corn di fianco, insieme magari a Williams e a qualche altro membro dell'equipaggio.

- Se non stai ferma, potrei anche farci un pensierino, Comandante.- affermò, truce, l'Ufficiale medico di bordo della Normandy, mentre continuava a impostare i parametri d'analisi sul suo Factotum.

- A cosa? All'autopsia o...all'altra cosa?- chiese, preoccupata, Nadira.

- A entrambe.- rispose con nonchalance, la Chakwas.

Dopo una breve pausa, durante la quale Shepard pensò rapidamente in quanti modi avrebbe potuto tramortire il Maggiore Chakwas, legarla e scappare immediatamente dall'infermeria, prima che Karin potesse mettere in atto la sua minaccia, e realizzare poi alla fine che non sarebbe riuscita a farlo nelle sue attuali condizioni, decise di arrendersi e restare immobile per tutta la durata delle analisi e degli esami a cui la Dottoressa.

I medici avevano metodi davvero persuasivi, forse al limite della tortura, per convincerti a collaborare con loro. Anche senza sventolarti un bisturi sotto al naso.

Mentre restava ferma, guardando annoiata il soffitto dell'infermeria,ripensando alla prima volta che aveva visto il soffitto di un locale come quello all'interno di una nave, sembrava quasi ironico che a distanza di tredici anni, doveva rivederlo di nuovo. Non aveva visto quello dell'infermeria della Kilimangiaro, e da allora aveva visto solo il soffitto dei vari centri medici navali.

- Stanno costruendo un Centro Medico su Marte, lo sapevi?- chiese, senza nessuna particolare intenzione o obiettivo, alla Chakwas.

- Lo so, Comandante. Mi avevano proposto di prestare servizio laggiù. Ho rifiutato, quando il Capitano Anderson richiese la mia presenza sulla Normandy.- rispose secca Karin, impegnata a controllare che le analisi e gli esami andassero a buon fine.

- Se ne parlava da un bel po', di quel Centro Medico vicino alla Terra e alla base sulla Luna. Sono stata sul pianeta rosso, una volta. In una struttura scientifica dell'Alleanza.- raccontò Shepard, cercando di evitare di addormentarsi in quel momento. Diamine, si era risvegliata da poco, non le sembrava logico, addormentarsi di nuovo.

- Suppongo che tu sia stata in diversi posti, Comandante.- affermò il Maggiore, indifferente a ciò che Shepard le stava raccontando.- Non violeresti diversi capoversi e norme del Regolamento Militare e di disciplina della Marina dell'Alleanza nel parlarmene?- osservò, poco interessata al discorso, Karin.

- Non sto menzionando nessuna missione in particolare, Doc. E, inoltre, sono uno Spettro. Non potrebbero farmi niente, nel caso.- La Chakwas si allontanò, una volta finite le sue analisi, per poi ritornare con tutto il necessario per cambiare i bendaggi a Shepard, che si stava allargando nervosamente il colletto della camicia usa e getta che indossava.

- Comandante, ti ho detto di non grattarti.- ammonì la Dottoressa, depositando la sua attrezzatura sul carrello, disponendola ordinatamente, Nadira sbuffò, ma lasciò perdere il colletto.

- Non mi stavo grattando. Questo camice mi dà fastidio. Quand'è che potrò indossare una maglietta e il mio intimo, Doc? Non credo che possa essere così pericoloso per la mia salute.- esclamò Shepard trattenendo a stento un moto di stizza.

Dannazione, la Chakwas stava cercando la guerra o un'occasione per farle la lavata di capo che aveva sulla punta della lingua sin dal momento in cui Shepard si era risvegliata dopo l'intervento, trattenendosi in modo ammirevole fino a quel momento. Guerra psicologica. Un qualcosa che aveva sempre odiato fare, ma che era più efficace di qualsiasi arma se utilizzata con sapienza.

Ed ora il suo Ufficiale medico di bordo stava rivoltando contro di lei, quella tattica. Sarebbe stata un temibile nemico, se solo avesse deciso di abbandonare i bisturi e sfruttare il suo grado sul campo di battaglia, la Chakwas avrebbe fatto arrendere persino i Krogan, se si fosse applicata nell'Arte della Guerra.

Un pensiero che fece rabbrividire Shepard. No, meglio che il Maggiore continuasse a servire come Ufficiale medico: era più utile lì che sul campo di battaglia con un Avenger in mano. Ad ognuno il suo compito, anche se una parte di lei avrebbe davvero voluto vedere Karin in un contesto diverso dell'infermeria o di un'Ospedale. Magari un giorno quella proposta l'avrebbe avanzata.

Anche se era un medico, era pur sempre un militare e come tale, doveva anche sapersi muovere sul campo di battaglia e, all'occorrenza, difendersi: di certo, non poteva uccidere il nemico a suon di lanci di bisturi.

- Dovrai aspettare. Prendilo come se ti stessi appostando in attesa di uccidere il tuo bersaglio. Sei un tiratore scelto, giusto? Agisci come tale e abbi un minimo di paz....-

In quel momento, Joker comunicò la missione appena conferita da Hackett all'equipaggio della Normandy, e Shepard si sollevò di colpo, ignorando il capogiro che la colse subito dopo quel gesto.

Era bastata la parola missione per cancellare di colpo la noia e il nervosismo che la stava attanagliando, e cercò di togliersi la flebo dal braccio, scordandosi del drenaggio alla spalla destra e del fatto che non poteva nemmeno muovere la gamba destra. Sentendo strappare dovette desistere, provocando l'ira trattenuta a stento dalla Chakwas per così tanto tempo.

- Dove.credi.di.andare.- scandì, arrabbiata, il Maggiore, bloccandola al lettino e sistemandole di nuovo tutto come era prima.

- Hai sentito. Hackett ci ha assegnato una missione, devo andare da Pressly a farmi dire di che cosa si tratta e organizzare la squadra da sbarco. Potrebbe trattarsi di Saren e non posso lasciare che qualcun altro guidi la squadra al mio posto. Ho riposato a sufficienza. Toglimi le mani di dosso, Doc.- sibilò, alla fine, Shepard, cercando di liberarsi dalla presa ferma e forte della Dottoressa, abituata a dover trattenere pazienti recalcitranti, come il Comandante.

- Tu non vai da nessuna parte, Comandante.- esordì, decisa, Karin.- Non costringermi a darti una dose di sedativi tale da farti dormire una settimana filata, per farti stare tranquilla finché non ti rimetterai a dovere. Hai subito ferite gravi, Comandante, e hai rischiato di morire a causa di un'infezione in quella spalla.- scandì, mantenendo a stento l'autocontrollo la Chakwas.- Non contenta, hai voluto tornare da sola sulla nave pur con in atto un'emorragia, senza contare l'affaticamento causato dalla totale mancanza di sonno da un paio di settimane a questa parte.- continuò, zittendo Shepard, alzando una mano.- Non affronterai nessuna missione, prima di avere la mia autorizzazione a riprendere l'attività operativa. Spettro del Consiglio o no, finché non deciderò che tu sia di nuovo in condizioni perfette di salute, non potrai mettere piede fuori da questa infermeria.- concluse, altrettanto decisa, l'Ufficiale medico.

- Questo è ancora tutto da vedere, Maggiore.- sibilò, determinata a non farsi mettere da parte per così poco, Shepard. Anche soltanto a dirigere la squadra da sbarco dal MAKO, ma lei avrebbe partecipato a quella missione. Qualsiasi essa fosse.

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Tali era intenta a estrapolare dei dati da un DMO, e nel contempo, li stava analizzando, discutendone entusiasta con Adams, il quale però le fece notare che erano incompleti.

- Cosa? No,no....impossibile, li ho controllati prima di iniziarne l'upload, non sono incompleti.- protestò la Quarian, mentre l'Ingegnere si avvicinò alla console, mostrandole il motivo della sua asserzione.

- Vedi? Queste stringhe di comando devono essere completate da una serie di codici binari che non sono presenti sul DMO che ti ha dato il Comandante. Probabilmente si trovano altrove, oppure si è dimenticata di darti il pezzo mancante. Oppure non disponeva delle autorizzazioni necessarie per scaricare tutto il contenuto dei dati che avete trovato in quella base dei Geth.- chiarì Adams.

- Keelah, hai ragione....Non penso che ci sia un livello di autorizzazione che uno Spettro non possa ottenere, qualora faccia richiesta di un particolare fascicolo o dossier. Non sono Agenti SSC come...- stava per dire “come Garrus”, quando il Turian completò la frase.

- ...come me?- disse, sarcastico Vakarian, facendo sobbalzare la Quarian.

Tali si voltò e, maldestramente, cercò di scusarsi con Garrus, non intendeva offenderlo. Il Turian la rassicurò, dicendo che non si era offeso, e che era lì per un altro motivo.

- Sei stata in infermeria dal Comandante, Tali?- chiese, senza troppe cerimonie, Garrus, mentre Adams si allontanava con una scusa.

- Sì, dovevo chiederle una cosa, un favore personale. A dir la verità, ero andata anche per vedere come stava. Sarei voluta rimanere di più, per tenerle compagnia, ma la Dottoressa Chakwas è stata inflessibile. Mi ha concesso solo pochi minuti. E dopo di me è entrato Alenko.- si premurò di sottolineare la Quarian, in un tono che Garrus non riuscì a comprendere. Vedendo il compagno Turian confuso, Tali aggiunse dell'altro.- Chiedi a Williams. Lei ne sa più di me.- mentendo spudoratamente. Non era la sua espressione, era difficile per lui intuire che cosa davvero volesse dire la giovane Quarian con quella frase, era stato il linguaggio del suo corpo a tradirla. Vakarian tenne le sue considerazioni per sé.

- Come sta il Comandante?- chiese Garrus rivolgendole una domanda diretta. Ancora una volta, Tali dribblò la domanda, non rispondendo alla domanda, prendendo il dover aiutare Adams con la pulizia del motore della Normandy come scusa per non rispondere.

- Perché non vai a trovarla? Credo che le farebbe piacere...vedere tutti, ecco...scusa, ma devo assolutamente aiutare Adams con la pulizia dei motori della nave. Ci vediamo più tardi.- disse la Quarian, salutando Garrus con un cenno di mano e allontanandosi in direzione del Tenente Adams.

Vakarian, sconfitto, si decise a salire al Ponte Equipaggio, passando nella stiva per chiedere a Williams di seguirlo, ma l'Artigliere Capo era intenta a contrattare qualcosa con l'Ufficiale Addetto ai Rifornimenti, il quale stava andando avanti e indietro a controllare diverse casse, togliendole e rimettendole nella zona dell'Armeria riservata alle corazze.

Wrex dal canto suo era impegnato a sistemare il suo equipaggiamento, occupando il tavolo da lavoro, che di solito era zona di competenza di Ashley: il Krogna sembrava concentrato sulla pulizia del suo fucile a pompa e Garrus non provò nemmeno a disturbarlo, lanciando uno sguardo rassegnato alla sua attrezzatura e al MAKO, che erano in attesa di essere, l'una utilizzata, e il mezzo corazzato riparato, prima di salire sull'ascensore e salire al Ponte tre.

Spero che non ci sia qualche motivo grave per cui Tali non abbia voluto dirmi niente sul Comandante, pensò, preoccupato, Vakarian. La Quarian di solito era ben lieta di parlare con chiunque, eppure stavolta aveva glissato su tutto quello che lui le aveva chiesto, essendo anche molto restia sullo stato di salute di Shepard.

Non che non ne fosse al corrente anche lui, su Solcrum era stato ben chiaro a tutti che il Comandante era arrivata al limite delle sue capacità fisiche e mentali, forse spingendosi anche troppo oltre al normale affaticamento fisico e mentale.

Comunque, non c'era molto tempo a disposizione per mettersi a recriminare. Erano stati fortunati che il Comandante era rimasta soltanto ferita. E probabilmente Tali era rimasta scossa da quel faccia a faccia con la morte. Poteva essere una motivazione valida per il comportamento della Quarian, che negli ultimi due giorni aveva quasi evitato il contatto con il resto dell'equipaggio, e lui la comprendeva benissimo: salvo quella piccola parentesi mezz'ora prima in stiva, a proposito del MAKO, non aveva parlato granché con gli altri, e aveva ignorato la maggior parte delle frecciatine di Williams, finché il Capo non l'aveva lasciato stare vedendo che non reagiva alle sue punzecchiature.

Era stato difficile, terribile, dover ubbidire a quell'ultimo ordine di Shepard, doverla sostenere affinché non cadesse, vanificando i suoi sforzi, era stato tremendo vederla trascinarsi alla console nello stanzino dov'era posizionata su Solcrum per permettere a Tali di scaricare dei dati. Per entrambi: la giovane Quarian aveva quasi implorato il Comandante di lasciar perdere, e lui aveva dovuto prenderla per evitare che sbattesse la testa, mentre cadeva all'indietro.

Garrus scosse la testa, mentre usciva dall'ascensore, una volta che questo si era fermato al Ponte tre, incrociando prima Kaidan, il quale lo salutò con un espressione strana sul volto e subito dopo fu la volta di Liara, che sembrava aver mal digerito il pranzo.

Davanti alla porta dell'infermeria, Vakarian si fermò, per sistemare alcune cose sul Factotum, di cui si era ricordato all'improvviso, trovando un paio di messaggi da parte di suo padre e di sua sorella Solana che avrebbe letto, e a cui avrebbe risposto più tardi, poco prima di smontare dal turno. Chiuso il Factotum, si accorse della discussione tra Shepard e la Chakwas: sembrava stessero usando toni civili, visto che non aveva sentito nulla appena sceso dall'ascensore, come invece era accaduto dopo la missione su Rayingri.

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Nadira stava discutendo “civilmente” con la Chakwas. Dopo essersi liberata con una scusa di Alenko e della Dottoressa T'Soni, e consegnato a Tali ciò che le spettava, la copia dei dati che la Quarian stessa aveva scaricato su Solcrum, era tornata a focalizzare i suoi sforzi per convincere l'Ufficiale medico di bordo a consentirle almeno di svolgere compiti amministrativi.

Rinnovando ,con il vigore consentitole dalle ferite ancora fresche, i suoi sforzi quando Joker aveva annunciato il cambio di rotta in direzione del Sistema Sol, per una nuova missione per conto dell'Alleanza.

Da semplice discussione, si stava trasformando in un continuo distruttivo di dignità per Shepard, ma la Chakwas continuava a mantenere le sue posizioni, senza possibilità di una via d'uscita. Il Comandante non era arrivata ad inginocchiarsi, per ovvie ragioni, ma se avesse potuto, avrebbe fatto anche quello: pur di riprendere a fare qualcosa, avrebbe anche fatto l'inventario dei bulloni di cui era composta la sua nave.

Stavano ancora discutendo, quando la porta dell'infermeria si aprì ed entrambe le donne si voltarono a guardare chi fosse il membro dell'equipaggio venuto a interrompere la loro discussione.

Quando videro che si trattava di Garrus, sia Shepard che Karin troncarono la loro discussione, non senza una punta d'irritazione da parte del Comandante, che avrebbe voluto continuare a cercare di convincere la Dottoressa a lasciarla almeno libera di riprendere l'attività non operativa.

- Oh, bene, Vakarian...Mancavi soltanto tu oggi!- esclamò, Shepard, irritata a causa del continuo andirivieni nell'infermeria e di visite indesiderate, a cui non aveva la forza per opporsi. Senza nemmeno dare al Turian il tempo per spiegare la sua presenza lì.- Va' a vedere che cosa vuole, poi riprenderemo.- disse, sprezzante, alla Dottoressa Chakwas, abbassando poi il tono della voce per evitare di farsi sentire da Garrus.- Qui dentro dovrei anche riuscire a riposare, secondo lei...ma tu guarda, per due graffietti che in tre giorni guariranno, sembra sia arrivata la fine del Mondo...tsk!-

Sfortunatamente per lei, la Chakwas aveva un ottimo udito,e rispose piccata alle asserzioni del Comandante.

- Complimenti, Comandante. Non sapevo che fosse laureata anche in Medicina e Chirurgia, oltre che in Scienze Politiche Intergalattiche.- rispose la Chakwas.- Lei non esce da qui senza la mia autorizzazione. Punto e basta. Ha già fatto anche troppo per minare la sua salute in questi ultimi giorni.- concluse, decisa, il Maggiore, sedendosi alla sua scrivania.

Garrus si stava chiedendo, nel frattempo, se era proprio necessario farsi dare del ghiaccio e un cerotto dall'Ufficiale medico di bordo, in quel momento, ma quando la Dottoressa Chakwas gli fece cenno di sedersi davanti a lei, Vakarian ne approfittò immediatamente.

-Lasciala perdere. Smetterà di comportarsi a quel modo quando capirà che cosa ha rischiato.- disse Karin, distogliendo l'attenzione di Garrus dal Comandante, per il suo bene.- Dunque, in che cosa posso esserti utile, Garrus? Ennesimo incidente col MAKO, oppure sei passato a trovarla?- chiese a Vakarian, ignorando il borbottio alle sue spalle, con l'eleganza tipica di chi era abituato a trattare con quel tipo di pazienti.

Garrus si sedette, lanciando un ultimo sguardo a Shepard, che sembrava essersi calmata. Era ansiosa di tornare a combattere, quell'Umana non riusciva proprio a comprenderla. Molti membri dell'equipaggio non vedevano l'ora di rientrare alla Cittadella per un breve permesso o la franchigia, mentre lei non sapeva apprezzare quei pochi giorni, per quanto fossero forzati, di riposo. Non sarebbe mai riuscito a comprendere gli Umani del tutto, nemmeno se vi ci si fosse applicato giorno e notte con il massimo impegno di cui era capace.

- Devo proprio avere una scusa per scroccarle un cerotto e del ghiaccio, Doc?- chiese, scherzando il Turian, stanco, non voleva ammetterlo, ma aveva dormito pochissimo negli ultimi due giorni. Si protese verso la Dottoressa umana, abbassando il tono della voce: poteva benissimo sentire su di sé lo sguardo di Shepard, che osservava attentamente ogni loro mossa e ascoltava, sicuramente, ogni loro parola. - Come sta? Tali non si è scucita più di tanto.-A essere sinceri, la giovane Quarian aveva evitato la domanda. Come poteva biasimarla? La performance di Shepard su Solcrum aveva lasciato entrambi molto perplessi, e anche se non lo dicevano apertamente, temevano che la prossima missione si sarebbe trasformata in qualcosa di orrendo ancora prima di sbarcare a terra. Beh, il fatto solo della presenza del MAKO poteva già essere orribile. Un brivido corse lungo il carapace del Turian, al solo pensiero di mettere anche solo mezzo piede in quel mezzo corazzato.

Garrus si schiarì la voce, dopo che la Chakwas aveva guardato il Comandante, che stava girandosi i pollici, fingendo di ignorare entrambi, voltandosi poi dall'altra parte quando Liara entrò nell'infermeria per un breve momento, per rispondere a malo modo all'Asari.

- Un altro cerotto, Garrus? Dovresti fare attenzione con quel MAKO, o finirai col farmi esaurire le scorte ancora prima di arrivare alla nostra destinazione.- rispose, corrucciata, la Dottoressa.

- Non è colpa mia, se Williams mi ha fatto prendere una testata contro quella specie di “coso” fatto in cemento armato.- protestò Vakarian, grattandosi le creste ancora doloranti, chiaramente per coprire il vero motivo per cui era venuto lì.

- Siete peggio dei bambini voi due, lo sapete, vero?- esalò Shepard, rassegnata, venendo ignorata sia da Garrus che dalla Chakwas, dopo che i due si erano voltati in contemporanea verso di lei.- D'accordo, ho capito, me ne starò zitta, mentre voi due complottate un ammutinamento alle mie spalle...- disse il Comandante, appoggiandosi di nuovo ai cuscini e borbottando qualcosa che né Karin né Vakarian compresero.

Togliendo l'attenzione dal Comandante, Garrus si mise in ascolto di ciò che la Chakwas voleva dirgli, mentre cercavano i cerotti per dextro-aminoacidi, tenendo un tono di voce molto basso entrambi affinché Shepard non ascoltasse.

- Ha bisogno di assoluto riposo per una settimana, o forse più. Ferite a parte, mi preoccupa di più l'elevata concentrazione di stimolanti che ha in circolo nel sangue, e le poche ore di sonno che ha racimolato nelle ultime settimane, da Eletania in poi. Inoltre, sta risentendo degli effetti del Cifratore e delle Sonde Prothean con cui è entrata in contatto.- spiegò il Maggiore a Garrus, mostrandogli alcuni tracciati cerebrali riferiti al dopo Eden Prime, al momento dell'arruolamento del Comandante, e quelli successivi alle missioni su Feros ed Eletania, con una discrezione maturata con l'esperienza nei tanti anni della sua carriera di medico.- Non è ancora pronta a riprendere l'attività operativa sul campo. Almeno finché non troverò il metodo per contrastare l'effetto di quelle diavolerie sulla sua mente. Sto cercando di trattenerla qui il più a lungo possibile, soprattutto per quel motivo.- concluse la Chakwas, voltandosi verso il Comandante, che sembrava sovrappensiero, ma che forse in realtà, stava seguendo ogni loro mossa e ascoltando ogni loro parola.

Garrus annuì, d'accordo con la Dottoressa, quei tracciati, anche se non era un neurologo, lo preoccupavano, come soldato e come subordinato. Non era al top, Shepard, ed era giusto che l'ufficiale medico di bordo spingesse affinché si prendesse una pausa dai combattimenti. Magari se avesse sentito l'opinione e le preoccupazioni di coloro che guidava giornalmente sul campo di battaglia, forse sarebbe venuta a patti col fatto che non era attualmente nelle condizioni di portare avanti la missione.

- Posso parlarle, Doc?- chiese il Turian, risoluto. Chakwas si voltò verso Shepard ancora una volta, prima di frugare di nuovo nell'armadietto dove teneva i cerotti e il ghiaccio, prima di andare alla sua scrivania, pensando alla richiesta di Vakarian.

Dopo qualche secondo, mentre cercava qualcosa alla sua scrivania, la Dottoressa autorizzò Garrus a parlare con il Comandante.

- D'accordo, parlale pure.- sussurrò il Maggiore, sollevando alcuni datapad e segnalando a Vakarian un bottone rosso al centro di una console nascosta da scartoffie varie.- Se però non dovesse sentirsi bene....- Garrus annuì, confermandole che aveva compreso le preoccupazioni dell'Ufficiale medico di bordo.

Karin si staccò dalla scrivania, tornando all'armadietto e trovando un'ultima scatola di cerotti per Turian, insieme a un pack di ghiaccio sintetico, di quelli che si dovevano rompere per far attivare la reazione del gelo, molto utilizzati dagli sportivi.

- Non sei un buon cercatore, Detective. Te lo avevo detto che erano in questo armadietto.- lo riprese, bonariamente, la Chakwas, prendendo ghiaccio e scatola di cerotti, e consegnandoli a Garrus.- Ecco, cerca di usarli soltanto se strettamente necessari, Garrus. Non so quando potremo tornare alla Cittadella, per rifornirci.- spiegò Karin porgendo il tutto a Vakarian.

- Grazie, Doc. cercherò di fare questa....come l'ha chiamata?....parsimonia.- disse Garrus evidentemente confuso dal termine utilizzata dalla Chakwas. Non era una cosa voluta come Williams per farlo impazzire, nel cercare sul traduttore il significato di ogni parola o detto esternato dall'Artigliere Capo, molte volte come ripicca nei suoi confronti. Shepard sembrò cogliere questa sua difficoltà e gli spiegò che cosa significava il termine parsimonia, e la Chakwas la lasciò fare.

Poi la Dottoressa, mise i datapad in un cassetto della scrivania, sistemò alcune cose e lasciò i due da soli.- Dieci minuti, non di più. Se doveste aver bisogno di qualcosa, mi trovate in mensa.- disse il Maggiore, rivolgendosi solo a Garrus.

Lo spettacolo comincia, chi più ne ha, più ne metta....pensò Nadira, mentre osservava l'Ufficiale medico di bordo uscire dall'infermeria.

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Entrambi seguirono Karin con lo sguardo mentre usciva. Garrus rigirandosi la scatola di cerotti tra le mani e Shepard si sistemava in modo da evitare di restare bloccata anche col collo, oltre al resto. Accidenti, se era alto Vakarian....lei raggiungeva quasi il metro e ottanta, ma Garrus? Si sentì improvvisamente una nana. Avrebbe potuto giocare a basket, se solo lei fosse stata capace di giocarci, quel tanto che bastava per insegnargli almeno le basi.

Shepard scacciò l'immagine mentale di Vakarian e Wrex che giocavano a basket insieme a qualcuno della Normandy, anche se il Krogan sarebbe stato più da football americano, con la stazza che si ritrovava....ok, concentrati e calmati, Shep....doccia fredda in arrivo. E te la meriti tutta.

Garrus dal canto suo, trasse un lungo sospiro, più per darsi coraggio che per altro, prima di voltarsi verso Shepard, girando i tacchi per fronteggiarla, in parte lusingato per la fiducia che il medico di bordo gli aveva accordato. Senza nemmeno sapere che cosa avesse fatto per meritarsela.

Forse anche lei pensava che qualcuno della squadra da sbarco di Solcrum, avrebbe potuto inculcare un po' di sensatezza nella testa del Comandante, ma aveva scelto la persona meno adatta di tutte.

Comunque, chi era lui per obiettare le decisioni dell'Ufficiale medico di bordo? Con lo sguardo controllò possibili vie di fuga, e si tenne preparato ad un eventuale tentativo di fuga da parte di Shepard.

- Salve, Comandante.- esordì Vakarian, restando in piedi nonostante l'invito di Nadira a sedersi. Non ci penso nemmeno, Shepard.

- Vakarian. A che cosa devo questa visita?- chiese Shepard, con una punta di astio, osservando il Turian e analizzando rapidamente la zona, in cerca di un'eventuale via di fuga. Arrendendosi poi rassegnata, constatando che nelle sue attuali condizioni, quel tentativo sarebbe fallito, anche se avesse utilizzato Garrus come scudo umano e appoggio. Persino Fredericks, la nuova recluta, sarebbe riuscito a mandarla a monte.

- Volevo farti rapporto.- rispose il Turian, schiarendosi la voce, e voltando il volto verso la porta dell'infermeria quando Alenko entrò, fermandosi e uscendo subito, quando Shepard lo guardò male. Prima di proseguire, Garrus inspirò profondamente, esalando un respiro pesante. Nadira lo anticipò.

- Ti ci sono voluti due giorni per venire a fare rapporto....dovrei prendere un provvedimento disciplinare nei tuoi confronti, Vakarian.- disse, seria, mascherando un senso dell'umorismo arrugginito. Molto arrugginito. Quando il Turian cercò di giustificarsi dicendole che la Chakwas non aveva permesso a quasi nessuno di entrare ed avvicinarla, Shepard lo rassicurò.- Quella era una battuta, Vakarian.

Il Detective parve rilassarsi, e procedette.- Come dite voi Umani, un uccellino mi ha appena detto che dovrai restare a letto fino a nuovo ordine.- scherzò Garrus, più per stemperare la tensione che per altro.

Nadira sbuffò annoiata, mettendosi poi a borbottare.- Quell'uccellino ti ha detto bene. Anche se più che un uccellino indifeso mi sembra un rapace. Ma questi sono dettagli.- disse, rassegnata, sistemandosi un'altra volta, stavolta allargò il colletto del camice che indossava, quegli odiosi, scomodi, irritanti, camici monouso così tanto in voga negli ospedali di tutta la Galassia. Forse soltanto i Krogan non li utilizzavano. Beati loro... E a tutto ciò si aggiungeva il sapore dei medicinali in bocca. Disgustoso. Per quanto provasse a non pensare quanto desiderasse avere a portata di mano uno spazzolino da denti, o delle cartine alla menta, quello era un pensiero ricorrente, e aumentava la sua insofferenza nel dover restare confinata lì dentro, sommata al resto. Shepard guardò il lenzuolo ancora una volta, lisciandolo, prima di spostare lo sguardo su Vakarian.- Tali mi ha detto che cosa hai fatto su Solcrum.- Le sembrava strano dover ringraziare qualcuno per averle salvato la pelle, non dopo così tanto tempo passato dall'ultima volta.- Grazie.-

Garrus rimase dov'era, in silenzio indeciso se parlare o meno. Calò un silenzio imbarazzato, di nuovo.

Il Turian guardò verso il vetro la porta dell'infermeria, prima di tirare un lungo sospiro per farsi coraggio, aspettandosi di venire poi cacciato a calci dalla Normandy, ma non poteva tacere stavolta. Ne andava di tutto ciò per cui stavano combattendo, della salute del Comandante e del resto della squadra, prima che della salvezza della Galassia. Era ammirevole che Shepard fosse così devota alla causa e alla missione, ma non se ciò avrebbe minato la sua salute fisica e la missione stessa.

- Ho il permesso di parlare liberamente, Comandante?- si stupì lui stesso di quanto era sembrato professionale e marziale, vide il Comandante inarcare un sopracciglio, mordersi le labbra e poi sfregare gli occhi, scuotendo lentamente la testa. Stava già preparandosi ad una sfuriata e a un rifiuto, del tutto legittimo, quando Nadira diede il suo assenso.

- Premesso accordato. Credo che tu ti sia guadagnato anche il diritto ad insultarmi, se lo ritieni necessario. E- vide che era ancora sull'attenti, così lo invitò a mettersi seduto o perlomeno a mettersi nella posizione del riposo, scuotendo la testa.- comodo. Qui non è necessario, riserva le cerimonie per Pressly.-

Vakarian rilassò la postura, restando però in piedi, con sommo disappunto di Shepard. Garrus era troppo nervoso per sedersi, non voleva né deconcentrarsi né mostrare il suo stato d'animo. Quell'Umana lo rendeva sempre troppo nervoso, come non gli capitava mai in presenza di Williams o degli altri Umani dell'equipaggio. Alenko era un caso a parte, per quanto fosse arrivato a stimarlo per la potenza dei suoi poteri biotici, molto utili in battaglia, come persona lo trovava molto irritante. Troppo forzato nella sua accondiscendenza verso l'Alleanza dei Sistemi, voleva sempre fare mostra del suo curriculum militare impeccabile e elencare tutte le sue onorificenze, ogni qualvolta ne avesse l'occasione. Se soltanto lui, Garrus Vakarian avesse tirato fuori il suo medagliere, la sua uniforme di gala da Sottufficiale della Marina della Gerarchia, di certo lo avrebbe zittito.

Per quanto avesse un ego smisurato, non lo avrebbe umiliato davanti a tutto l'equipaggio della Nomrandy, Garrus era ospite su quella nave, ospite dell'Alleanza dei Sistemi e gli sembrava indelicato fare una cosa simile. Sì, decisamente era un cattivo Turian, qualche altro suo compatriota lo avrebbe fatto sicuramente, ma lui no. Non era la persona che si metteva in mostra così tanto, a meno che non venisse stuzzicato, e in questo Ashley Williams era una sua personale spina nel fianco. Quell'umana era insopportabile quando ci si metteva, ma se la fine della Galassia stava arrivando, non avrebbe voluto nessun altro accanto a lui sotto il fuoco nemico.

- Non preoccuparti, Comandante. Nessun insulto, non è necessario..- scherzò Garrus, tornando poi serio. - Sono sicuro che avrai avuto le tue buone ragioni per fare quello che hai fatto. Sei il Comandante dopotutto. Sai che però io, non sono un amante delle Gerarchie e della burocrazia.- esordì Garrus, sbuffando una risata nervosa, piegando le mandibole verso l'esterno. Tornando di nuovo serio.- Ho visto diverse volte la morte in faccia, sia durante il servizio militare che durante il mio periodo nell'SSC, so riconoscerla quando me la trovo davanti, e su Solcrum....beh, ci siamo andati molto vicini. Tutti noi. E tutto per...- si bloccò, vedendo apparire un'ombra sul volto del Comandante, temendo di essersi spinto troppo oltre, ma si rilassò quando Shepard lo lasciò continuare. Accidenti agli Umani e alle loro espressioni che cambiavano da un minuto all'altro. Fece schioccare la lingua sul palato, poi riprese a parlare, deciso ad andare fino a fondo.- Perché insistere a quel modo? Perché accanirsi? Come hai detto, penso di essermi guadagnato anche una spiegazione, oltre al diritto di insultarti.-

Nadira rimase indecisa su cosa rispondere per un buon secondo, ma alla fine decise di rispondere chiaramente e in modo schietto a Vakarian.

- Vuoi una spiegazione e l'avrai, poi se vorrai, la prossima volta che attraccheremo alla Cittadella, te ne potrai andare e tornare all'SSC, ma ti dovrai accontentare della versione breve.- Shepard controllò l'orologio a led del suo factotum, notando che erano già passati cinque minuti, prima che la Chakwas rientrasse in infermeria, cacciando Garrus.- Riguardo ai dati, l'Alleanza ne aveva bisogno per adottare delle contromisure efficaci ed efficienti nei confronti dei Geth ed ottenere un vantaggio nevralgico, e a Tali per concludere degnamente il suo Pellegrinaggio. Secondo te, se ce ne fossimo andati, qualcun altro avrebbe dato la stessa importanza a quei dati, oppure sarebbero finiti nelle mani sbagliate?- chiese il Comandante a Vakarian, pur sapendo che stava rivoltando la frittata.- Non potevo lasciarli lì. Non potevo mancare alla parola data a Tali, come non mancherò alla parola che ho dato a te e a quel grosso tank che abbiamo in stiva.- Shepard prese un bicchiere di carta che teneva a poca distanza dal lettino, bevendo qualche sorso d'acqua depositandolo di nuovo al suo posto una volta che ebbe finito.- Non il MAKO, quello grosso e rosso che gira con un fucile.-

Garrus, rimase stupito dal modo schietto con cui gli aveva risposto, nessuno dei suoi Ufficiali sotto cui aveva servito in Marina lo era stato, non fino a quel punto, e di questo gliene doveva dare atto. Di certo, era diversa anche dagli altri Ufficiali dell'Alleanza che aveva conosciuto sulla Cittadella.

Non era arrogante, non si sentiva superiore a loro, si sporcava le mani quando era necessario e comandava rispetto senza alzare troppo la voce. Beh, almeno finché qualcuno non tirava troppo la corda, e lui e Williams lo avevano imparato sulla loro pelle. Era davvero questa l'Ufficiale che chiamavano incapace? La persona che Anita Salazar odiava con ogni fibra del suo corpo? O forse la sua ex collega dell'SSC era soltanto sviata dal dolore, tuttora esistente, per la perdita del fratello?
Se davvero era questa persona che l'Alleanza definiva incapace, gli Umani dovevano rivedere i loro standard di valutazione del merito di coloro che mettevano al comando di navi o unità terrestri.

- Avresti potuto mentirmi e rimettermi al mio posto, ma non l'hai fatto....- esclamò, debolmente, sempre più perplesso. Focalizzandosi poi sulla domanda e su quello che voleva dire.- Non ne ho idea...nessuno potrebbe utilizzare quei dati nel modo giusto, non degli isolazionisti rinchiusi in navi catorcio e vecchie di oltre duecento anni. Spero solo che i Quarian non usino quei dati per motivi di tornaconto personali. O per inasprire vecchie faide...se capisci quello che intendo dire.- Tossì, per coprire una risata a quella che gli era sembrata una battuta divertente. Tornando subito serio e incrociando le braccia.- Mi dispiace, ma non me la sento di approvare i tuoi metodi, Comandante, non stavolta. È stato avventato anche per i miei standard.-Nadira osservò il Turian, avrebbe dovuto sentirsi offesa da quelle parole, avrebbe dovuto metterlo davvero al suo posto, ma non se la sentì. Non se la sentì, perché Garrus aveva ragione e lei era nel torto. La Chakwas aveva giocato le sue carte molto bene, non aveva mai perso una partita a Skillian Five da quando suo padre gliel'aveva insegnato, ma stavolta, aveva perso. Con una scala reale su un misero poker di Re. - Non voleva essere un rimprovero, ovviamente. Solo una constatazione.- si affrettò a ribadire Vakarian.

- Non ho mai mentito ai miei commilitoni, e non inizierò a farlo ora. Mi ricordi il mio secondo in comando, nel plotone che comandavo prima di Akuze. Non faceva altro che rimproverarmi, disapprovando i miei metodi. Ero troppo sopra le righe, a suo avviso.- spiegò il Comandante, facendo un sorriso che non arrivò nemmeno alle labbra.- Molti Ufficiali credono che la loro parola sia oro colato, e se qualcuno mette in dubbio il loro operato, lo ritengono un atto di insubordinazione. Personalmente, lo ritengo un ottimo metodo per migliorarmi. Il punto è, non farti scrupoli, rimproverami quando lo ritieni necessario. Garrus.- Si fermò, temendo di essersi spinta troppo in là con un comportamento troppo informale nei confronti di un sottoposto. Alla fine però, lasciò perdere, in quel preciso istante, non gliene importava niente. - Tornando a Solcrum, credo che non sia cosa sconosciuta che quel Cifratore, mi abbia scombussolata più del dovuto, dormire è quasi impossibile. Ho provato a sopperire alla mancanza di sonno con caffeina, stimolanti, sperando che la cosa si risolvesse, ma non ha funzionato. E, ammetto, anche quello è stato avventato. Non abbiamo il lusso di poterci permettere una pausa nella missione che ci è stata assegnata, non volevo sprecare un solo secondo.- Shepard sospirò, guardando la spalla immobilizzata.- E invece l'unica cosa che ho ottenuto, è quella di restare ferma per una settimana.- disse, rassegnata, Nadira.

Garrus ridacchiò.- Me lo ricorderò la prossima volta che metterai me e Williams a pulire a fondo la stiva della nave.-

- Ehi, quella volta ve lo siete meritati. E dovevate anche vedere come era felice Je....Joker nel guardare quella che lui chiama “la sua bambina”, splendere come non mai. Si è quasi messo a piangere dalla contentezza.- rispose Shepard, una punta di umorismo nelle sue parole.- Per caso, insegnano anche economia domestica nei campi d'addestramento della Gerarchia Turian? Perché una volta che ti congederai, potresti mettere su una ditta di pulizia , Vakarian.- cercò di scherzare il Comandante, punzecchiando Garrus, o quantomeno cercando di farlo.

- Economia domestica? Penso che dovrò aggiornare il mio status su extranet. E riguardo alla ditta di pulizie, solo se posso utilizzare un buon fucile di precisione. Scopa e secchio li lascio ai Custodi.- ridacchiò Garrus, rilassando le spalle, che erano ormai un tutt'uno con il carapace da quanto era teso. E avvicinandosi al Comandante.- Non è che voi Umani utilizzate delle tecniche di rilassamento? Oppure potresti affidare a Pressly, gran parte dei tuoi compiti, tra una missione e l'altra. Prenditi del tempo per te, rilassati in qualche modo. Qualsiasi cosa facciate voi Umani per ridurre lo stress in missioni ad alto rischio come questa.- affermò, scettico, Vakarian, guardando di nuovo verso la scrivania della Chakwas, vuota. Sempre più nervoso.- Spiriti, ora devo proprio sembrare uno strizza cervelli. Quello che intendevo dire è ...è che dovresti prenderti del tempo per te stessa, Comandante.- concluse Garrus, sentendosi un completo idiota per essersi permesso di darle quei consigli. Non aveva titolo per farlo, e sicuramente era l'ultima persona nella Galassia che avrebbe potuto dargliene, visto che lui tendeva a risolvere i suoi problemi con una bottiglia di vino di Castellus quando disponibile oppure di brandy di scarsa qualità, qualsiasi cosa il suo misero stipendio da Detective poteva permettergli di acquistare. La sua ultima sbornia risaliva proprio a poco prima dei fatti di Eden Prime, ma ne era valsa la pena, soprattutto per il risultato: vedere Chellick svenuto sul pavimento del Flux, accudito da sua sorella Solana come un cucciolo, mentre il suo collega ed amico farfugliava frasi insensate, era stato un qualcosa di estremamente glorioso. Vederlo poi ballare insieme a Doran, il Volus proprietario del locale, con tanto di parole dolci sussurrate al Volus, era valsa l'opportunità di filmarlo e avere un metodo di ricatto molto valido nelle sue mani. Mai mal di testa del giorno dopo era stato così ben accettato.

- Grazie Garrus. Riguardo alle tecniche di rilassamento, ne ho provate a decine. Nessuna ha funzionato, e credo che l'unica cosa che mi rilassi veramente, sia quella di non avere Alenko in mezzo ai piedi.- cercò di scherzare Shepard, fallendo miseramente. Si sfregò gli occhi, al solo pensiero di averlo lì, le fece salire il mal di testa in automatico. - Riguardo al resto, Pressly è un ottimo Primo Ufficiale, ma ci sono cose che devo fare io personalmente e che non posso delegare, come fare rapporto al Consiglio, che glielo delegherei volentieri, acquisire l'equipaggiamento per la squadra, parlare con voi, e via discorrendo. Inoltre ci sono dettagli di cui non posso metterlo a conoscenza riguardo alla missione.- spiegò Nadira, mentre si sistemava ancora una volta, arrendendosi e appoggiandosi al cuscino, quasi sprofondandovi. La spalla destra iniziava a protestare, e iniziava a sentire un prurito fastidioso al di sotto dei bendaggi. Un buon segno, a detto dei medici, ma era comunque fastidioso, visto che non poteva nemmeno grattarsi per placare quella sensazione in qualche modo.

- Va tutto bene, Comandante?- chiese Garrus, vedendola muoversi di continuo nel letto, e dopo averla vista portarsi la mano alla spalla destra.

- Tranquillo, solo un po' di prurito, niente di che.- si affrettò a rispondere Shepard, indecisa sul come sentirsi, se irritata oppure lusingata dal fatto che Vakarian si preoccupasse per lei, a quel modo. Non era l'ossessività di Alenko o di T'Soni, ma sincera preoccupazione.

- Se lo dici tu.... Scherzi a parte, se mai vorrai staccare la spina, ogni tanto, possiamo andare a bere qualcosa all'Antro di Cora, non appena attraccheremo alla Cittadella. Sai, l'ultima volta, non è andata molto bene, l'accoglienza non è stata delle migliori.- propose Garrus, ridacchiando e avvicinandosi di più al lettino, pur mantenendo sempre una distanza rispettosa.- Conosco un paio di persone che ci lavorano, anche se di sicuro quella gentaglia cercherà di tenerci fuori. Vorrei rimediare in qualche modo, se possibile.-

Nadira colse la palla al balzo, molto più rilassata e tranquilla di quando Vakarian era entrato in infermeria.- Un invito, eh? D'accordo, come Wrex, non rifiuto mai una bevuta gratis. Spero solo che tu riesca a tenere il mio ritmo, Garrus. Ma solo se vengono anche il Krogan, Williams e Tali. Se poi offri tu, ci vengo ancora più volentieri.- affermò Shepard annuendo.

Stavano ancora parlando del più e del meno, continuando la loro conversazione e dirigendola su altri argomenti, tra cui Saren e la missione, quando la Chakwas irruppe nella sua infermeria. Nessuno dei due si era accorto che i dieci minuti erano passati e il tono della Dottoressa era piuttosto alterato.

- Mi dispiace interrompervi,- proruppe Karin, confusa dal non trovarli intenti a scannarsi l'un l'altro. E dispiaciuta dal doverli interrompere.- ma i dieci minuti che ti avevo concesso sono passati già da un po' Vakarian. Ora il Comandante deve riposare.- esternò la Chakwas, decisa e guardando storto Nadira che aveva sbuffato.- Volente o nolente.-

I due si guardarono. Shepard stava per controbattere alle accuse della Dottoressa, ma Garrus la anticipò.- Scusa, Doc. Colpa mia.- disse Vakarian, sollevando entrambe le mani in segno di resa, strappando un breve sorriso al Comandante. E alla Dottoressa Chakwas. Il Turian si rivolse a Shepard, divertito.- Parlavamo di tank in armatura rossa, Comandante? Wrex, al confronto della Chakwas, è un dolce e innocuo ghiopodo domestico.-

Sia Shepard che il Maggiore guardarono Garrus confuse, non sapendo che cosa fosse un ghiopodo, il Comandante la buttò in scherzo.- Pur non sapendo che cosa sia un ghiopodo, credo tu abbia ragione Vakarian. Ora torna ai tuoi doveri, prima che il Maggiore decida di farti un paio di esami non proprio piacevoli.- ordinò Shepard, divertita. Il Detective le aveva risollevato la giornata, e il fantasma di un sorriso, uno di quelli che di solito riservava a Jeff o ad Anderson, era apparso sulle sue labbra, facendo esultare internamente l'Ufficiale medico di bordo.

- Signorsì, signora.- rispose Garrus, salutandola militarmente, ma in modo scherzoso, prima di uscire e ricevere il ringraziamento muto della Dottoressa, mentre le passava accanto con in mano la scatola di cerotti dextro e il ghiaccio.

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Ci vollero altri due giorni, prima che la Normandy attraversasse il Portale di Caronte, entrando così nel Sistema Solare, dopo aver fatto una rapida sosta ad Arcturus per rifornimenti e una breve franchigia, riservata solo al personale dell'Alleanza non direttamente coinvolto nella missione per fermare Saren. A Shepard era stato concesso dalla Chakwas di raggiungere Jeff sul Ponte, venendo salutata dal pilota con i suoi soliti commenti caustici e cinici, e Nadira gli chiese di avvisarla quando avrebbero attraversato il portale del Sistema Sol, prima di tornare in infermeria.

Era quasi guarita del tutto, al posto del tutore, ora aveva soltanto una fasciatura leggera e aveva finalmente tolto quel dannato camice, potendosi finalmente permettere di mangiare qualcosa di solido in mensa, pur sotto controllo medico e con il divieto assoluto di bere qualsiasi cosa contenesse caffeina o teina.

Divieto che lei rispettava in modo quasi integerrimo. Quando cercava di sgarrare, c'era sempre qualcuno che le ricordava il divieto della Chakwas di avvicinarsi alla macchina del caffè dopo pranzo o dopo cena, e qualcuno ebbe la presenza di spirito di buttare tutta la sua scorta di stimolanti, mentre l'addetto ai rifornimenti aveva ricevuto l'ordine di non vendergliene, nemmeno sotto minaccia di sanzioni disciplinari.

Una volta che Urano fu in vista, Jeff l'avvisò e lei andò sul Ponte, seguita da Williams, Kaidan e da Tali, per ammirare lo spettacolo della Terra che si avvicinava. Persino la Chakwas lasciò l'infermeria, per vederla.

La più entusiasta di tutti fu sicuramente la Quarian, abituata com'era a vedere solo l'interno dello scafo delle navi della Flotta Migrante, di Stazioni Spaziali o di qualche pianeta inesplorato e inospitale.

- Non è meravigliosa, signora?- chiese Ashley, estasiata da quella vista.

- Sì...lo è.- rispose Nadira, persa in chissà quali ricordi.

- Se volete mettervi a piangere, fatelo altrove, non dove si trova il timone, grazie.- gracchiò, Joker, non molto interessato alla vista del pianeta natale dell'Umanità.

-....tu continua a fare il tuo dovere Joker.- intimò Shepard – O ti farò piangere io . Anche con un braccio solo.- minacciò Nadira, lanciando un'occhiataccia a Jeff, il quale borbottò qualcosa che nessuna delle tre comprese, mentre Garrus entrava, obbligato a venire lì da Tali, dopo aver finito di sistemare il MAKO, insieme a Liara.

Vakarian osservò il pianeta mettendosi accanto a Jeff, nel posto in cui di solito si metteva Shepard, e giunse alla conclusione che le immagini su extranet non le rendevano giustizia. Forse rivaleggiava persino con Palaven, in bellezza, il Comandante iniziò a spiegare alcune cose dopo che Tali aveva iniziato a bombardarla di domande, catturando l'attenzione degli alieni lì presenti.

- Ora che gli hai fatto la lezione di Geografia interplanetaria, gradirei avere più tranquillità, grazie.- protestò Joker, non molto abituato ad avere quell'affollamento sul Ponte.

- In effetti....tornate ai vostri compiti e la squadra da sbarco si prepari per il briefing.- ordinò Shepard, seria.- Williams, la missione è tua. Vakarian, Tali, scenderete sulla Luna insieme a lei. Il resto, tornate ai propri doveri. Potete andare.- concluse il Comandante, rammaricata di non poter toccare il suolo lunare, e rendere omaggio a Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins, gli astronauti che per primi allunarono con l'Apollo 11, due secoli prima.

- Ne sono onorata, Comandante, ma credo che dovresti scendere tu con loro.- propose Ashley, osservando la Chakwas che aveva incrociato le braccia, seduta nel sedile del copilota. Un sorriso sornione sulle labbra.

- Quello era un ordine, Capo. Non sono autorizzata a svolgere servizio attivo, e sono ancora in convalescenza.- chiarì il Comandante, decisa a non cedere alla tentazione di mandare al diavolo la Dottoressa.

Karin però, la sorprese.- Presumo che tenerti lontana da questa missione, sia quasi del tutto impossibile.- esordì l'Ufficiale medico di bordo.- D'altronde, sei quasi guarita, e non è più necessario tenerti rinchiusa tra queste quattro paratie di metallo, è ora che prendi un po' d'aria, e …-

La Dottoressa Chakwas non aveva ancora finito di parlare, che i bendaggi ancora presenti sul corpo di Shepard erano già sul pavimento del Ponte, suscitando l'ilarità generale.

- Doc, avresti dovuto almeno aspettare che foste in infermeria a dirglielo.- fece notare divertita, Williams.

- In un modo o nell'altro avrebbe trovato il modo di scendere con voi. Ditele che quando torna a bordo, la voglio visitare. E voi due,- disse, Karin, puntando il dito contro Garrus e Tali, minacciosa.- Fate in modo che non riceva neanche un graffio.-

- Signorsì, signora.- rispose Garrus, mettendosi sull'attenti. Serio. Non c'era niente da scherzare, su quell'argomento.

Sia Tali che Garrus scesero in stiva a prepararsi, trovandovi Shepard intenta a mercanteggiare con l'Ufficiale addetto ai rifornimenti sul prezzo di una corazza, finché l'uomo non si ricordò che aveva già pronta una scatola con una corazza nuova per il Comandante: Nadira quasi svenne, quando aperta la scatola, vi trovò dentro una Colossus, di classe IX, la migliore sul mercato. Prese il creditometro e fece per pagare, restando doppiamente stupita quando l'ufficiale le rispose che era già stata pagata, consegnandole anche delle nuove mod per le sue armi e per la corazza.

Vakarian e la Quarian, insieme a Wrex, fecero finta di niente, quando Shepard si voltò verso di loro, per chiedere spiegazioni, procedendo poi a prepararsi, nascondendosi dietro al MAKO.

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- Buca!- strepitò Tali, dopo l'ennesimo scossone preso dal mezzo.

Come erano riusciti a farsi convincere nel lasciare guidare il Comandante?! In un ambiente a zero gravità poi, come quello lunare, e pieno di quei maledetti crateri che Shepard non perdeva occasione di utilizzare per utilizzarli come copertura.

- Missile in arrivo a ore diec...- gridò Garrus, abbracciando la torretta della mitragliatrice, quando Nadira sterzò bruscamente per evitarlo. - Ti stai divertendo, Comandante?!- chiese il Turian, terrorizzato da quelle manovre al limite della Legge di Newton sulla gravità. Chiedendosi fra sé e sé , come mai non erano ancora stati sparati fuori dall'orbita lunare, visto che Shepard ogni tanto azionava i thrusters del MAKO per togliersi dagli impicci.

- Oh, sì!!!! Tantissimo, Vakarian! Prova a essere confinato in una dannata infermeria per quasi una settimana e poi ne riparliamo.- constatò Shepard, annuendo. Cercando di coprire il male alla spalla più che poteva, ma fu costretta a fermarsi dopo aver messo fuori uso entrambe le torrette sulla struttura della base. D'altronde erano arrivati sul secondo obiettivo.

Nella prima avevano incontrato resistenza da parte dei droni da combattimento, erano riusciti a uscirne senza un graffio grazie alla loro cooperazione, ma non sapevano cosa avrebbero trovato ora, nella seconda struttura. Dopo aver ripreso fiato, scesero sulla superficie lunare di nuovo, attivando gli stivali magnetici per non ritrovarsi a fluttuare nello spazio, cosa che a Shepard non stava proprio simpatica. Preferiva sempre tenere i piedi ben ancorati a terra, per questo aveva scelto i Marines, ma alla fine nello Spazio c'era finita comunque. Tutti i Marines erano a zero G. Giusto?

E quando entrarono, la situazione era ancora peggiore di quella che avevano trovato nella prima base, droni, e barriere cinetiche, quella dannata IA, perché di IA vera e propria si trattava, stava resistendo accanitamente, era in gioco la sua “sopravvivenza” dopotutto. Loro avrebbero fatto lo stesso a parti invertite.

Un senso di ammirazione pervase Shepard, davanti a quella tenacia, persino un sintetico aveva più motivazioni di lei per continuare a combattere, si abbassò per ricaricare l'arma, controllare gli scudi e dare un po' di tregua al braccio destro, dolorante, che iniziava a farle notare che non era il caso di spingere troppo. Si sporse dalla copertura quel tanto che bastava ad avere un' ottima visuale sul campo di battaglia, e segnalò a Garrus di raggiungerla: il Turian, coperto da Tali, ci mise poco ad esserle accanto.

- Tutto bene, Comandante? Sembra che qualcuno sia fuori allenamento.- scherzò Vakarian, per minimizzare i colpi mancati da Shepard con la pistola, visto che il fucile di precisione era off limits per lei, al momento. Garrus utilizzava il fucile d'assalto, tutti avevano mod per contrastare i sintetici, e aveva sperato che Shepard avesse fatto lo stesso.

- Ridi pure, Garrus.- rispose, stizzita, il Comandante. - Dammi la tua pistola, la mia è surriscaldata accidenti. Vedi quelle casse di plasma? Fateci avvicinare i Droni e poi fatele saltare in aria. Tali,- ordinò Shepard via radio- voglio che ne prendi un paio e li metta contro i loro “fratelli”. Come solo sai fare tu. Muoversi.-

- Subito, Shepard. Prendi questo, Bosh'Tet!- gracchiò la Quarian, prima di tornare ad occuparsi dei sintetici con molto piacere, coperta di nuovo da Garrus.

Hackett si era raccomandato di limitare i danni all'interno delle strutture d'addestramento, ma entrare ed operare chirurgicamente in quel momento era impossibile, e Nadira era stufa di doversi attenere alle regole d'ingaggio, non contro esseri fatti di metallo e circuiti.

O si accontentava, oppure la prossima volta avrebbe fatto meglio a rivolgersi ai Delta. Gli Operativi N5 e N6, costituenti la forza effettiva principali delle Forze Operative Speciali dell'Alleanza, sabotatori, commando, Incursori non ancora graduati N7, Ingegneri e Biotici, principalmente Sentinelle e Ricognitori.

Ma perché inviare loro quando ci si poteva rivolgere al Primo Spettro Umano? L'Ammiraglio avrebbe avuto diversi debiti nei suoi confronti, quando tutto quello sarebbe finito. I suoi, di debiti, li stava ampiamente ripagando, con sangue e sudore, quand'è che Hackett e Anderson avrebbero ripagato i loro? Mai, probabilmente, così si dovette rassegnare a continuare a fare ad entrambi “favori personali”. Per il resto della sua carriera.

- Prendete questo, ammasso di ferraglia che non siete altro!- esclamò Nadira, scaricando addosso alle casse che aveva indicato a Vakarian un intero caricatore, finendo col surriscaldare anche la pistola del Turian, ma il fine giustificò i mezzi e gli ultimi Droni finirono in mille pezzi, e prima che qualcuno di quei pezzi raggiungesse uno di loro tre, la squadra si acquattò dietro ai rispettivi ripari, coprendosi come gli era stato insegnato fare durante il loro addestramento.

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Quando anche l'ultima base era stata ripulita, e l'ultimo nodo dell'IV ribelle abbattuto, il server impazzì all'improvviso e Tali corse a cercare di stabilizzare il tutto, restando turbata dalla serie di codici binari che apparvero sullo schermo, prima che tutto si spegnesse, con il rumore tipico di un terminale che si spegneva da solo per non più riaccendersi.

Nadira, si avvicinò alla Quarian, vedendola ferma a guardare immobile lo schermo davanti a lei, avendo anche sentito quel rumore.

- Rapporto.- richiese Shepard, per scuotere la giovane meccanico Quarian, ed avere un rapporto sulla situazione. Di fronte al silenzio della giovane, il Comandante insistette.- Tali, per l'amor del cielo, mi vuoi dire che cosa è appena successo?!- esclamò, preoccupata.

Dopo qualche secondo, Tali finalmente rispose.- Shepard, l'IV....- esordì, esitando la Quarian.- l'IV ha appena inviato un messaggio.- spiegò Tali indicando lo schermo, con le dita tremanti.

- Un messaggio?- chiese stupita e, al tempo stesso, sentendosi un lungo brivido correrle lungo la schiena, impaurita il Comandante. - Che genere di messaggio, Tali?-

- Un messaggio, anzi no....una richiesta d'aiuto, Shepard.- rispose, secca, la Quarian.- Una richiesta d'aiuto in codice binario. Shepard, una IV non farebbe mai una cosa del genere. L'Alleanza ha sottostimato il pericolo. Questa era un IA vera e propria.-

Garrus e Shepard si guardarono.- Pensi quello che sto pensando anch'io, Garrus?- il Turian annuì, muovendo le mandibole in un modo che Nadira aveva visto fare a Nihlus, la prima volta che avevano osservato sullo schermo la nave di Saren. Anche Vakarian era preoccupato, e aveva capto di che livello era la minaccia che avevano appena debellato.- Riesci a rintracciare, a chi è stato inviato quel messaggio, Tali?-

- No, Shepard, potrebbe essere arrivato a chiunque e avrei bisogno di tecnologia apposita per farlo. E adesso non l'abbiamo a portata di mano.- constatò, sconsolata, la giovane meccanico Quarian, scuotendo la testa.

- D'accordo, lasciamo che se ne occupi l'Alleanza. Qui abbiamo finito. Ottimo lavoro.- esclamò Shepard battendo le mani sulle spalle di entrambi i suoi compagni d'arme, invitandoli ad uscire dall'edificio, lasciandosi alle spalle piccoli incendi, che stavano venendo domati dal sistema antincendio della base, e pezzi di Drone da combattimento sparsi dappertutto, insieme ai nodi distrutti.

Mentre risalivano sul MAKO, Shepard indugiò ad osservare la Terra: nell'Emisfero australe era notte, si vedeva chiaramente l'Europa, la Penisola Italiana e Balcanica e uno scampolo di Nord America.

Comprese di avere sbagliato il suo giudizio. Aveva qualcosa per cui combattere, dopotutto. E quel qualcosa era davanti ai suoi occhi. E nel suo cuore.

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Lo scienziato spalancò gli occhi quando vide quell'”HELP”, scritto in codice binario, apparirgli davanti agli occhi, spuntato da chissà dove sul suo terminale, mentre stava ricercando un modo per far funzionare la sua ricerca, ricerca che aveva assorbito tutto il suo tempo negli ultimi anni.

Si mise immediatamente a a rintracciare la provenienza di quel segnale e di quella richiesta d'aiuto, dopotutto aveva a disposizione i migliori strumenti informatici, l'attrezzatura era più tecnologicamente avanzata di qualsiasi altro laboratorio sulla Terra o nelle colonie. E aveva tutti i fondi che desiderava per farlo.

Era ancora preso dall'eccitazione di aver ricevuto quella richiesta d'aiuto che non si accorse della donna alle sue spalle.

- Che cosa sta succedendo qui?- trasalì, nell'udire quell'accento australiano marcato, freddo, glaciale come i ghiacci dell'Antartide. Si voltò, incontrando uno sguardo altrettanto glaciale. E perfetto.

- Qualcuno ha inviato una richiesta d'aiuto, in codice binario. Sto cercando di rintracciare l'origine della richiesta, dovrei avere l'esito della ricerca fra qualche secondo, signora.- spiegò lo scienziato, mentre i numeri scorrevano e i vari satelliti, portali, si collegavano tra di loro nella proiezione olografica a fianco. Al completamento della ricerca, la donna prese, senza nemmeno chiederli, i dati che lo scienziato aveva trovato, portandoli immediatamente a chi di dovere.

Il soggetto in questione era seduto su una sedia, fumava, e dietro di lui un sole si stagliava al di là vetro. Si girò quando udì i tacchi della donna risuonare sul pavimento, passi eleganti e decisi.

- Ci sono novità.- Non era una domanda, ma un affermazione. La donna caricò i dati sul terminale dell'uomo, il quale li analizzò rapidamente, accendendosi poi un'altra sigaretta e piegando le labbra in un sorriso compiaciuto. - Recuperate il nostro amico sulla Luna, e portatelo qui. Credo che stia per iniziare una proficua collaborazione.- espose l'uomo tirando una nuova boccata di fumo.

- E riguardo al Comandante Shepard? Che cosa dobbiamo fare?- chiese la donna, dopo aver digitato alcune cose sul suo Factotum.

- Lasciatela fare. In questo momento abbiamo faccende più urgenti di cui occuparci. Pensate a Kahoku, piuttosto. Trovatelo e fategli capire che non deve ficcare il naso in cose che non lo riguardano..- rispose l'uomo.- Tenetemi informato sui suoi progressi.-

E con quello, rimettendosi a fumare e ad osservare la donna mentre usciva, lascivo, concluse la conversazione.

 

 

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Capitolo 21
*** Keplero's Law ***


Premessa: Pubblico due capitoli a distanza di qualche giorno l'uno dall'altro, perché mi sentivo particolarmente ispirata per questo. E volevo rimediare per la lunga attesa dell'altro.

Come sempre ringrazio chi si prende la briga di leggere questa mia storia sconclusionata, e anche di recensirla. Le recensioni positive fanno piacere, ma sarei contenta di trovare qualcuno che me ne fa una critica, qualche volta, so di non essere perfetta, per cui non fatevi problemi a esternare la vostra opinione. Ogni singolo appunto è bene accetto per far sì che mi migliori, sia a livello di stile che a livello orto-grammaticale. Per quanto si possa revisionare, qualcosa può sempre sfuggire. 
Vi lascio al capitolo. Buona lettura!!!

Capitolo 21: Keplero's Law

@

La persona che non è in pace con sé stessa,
sarà in guerra con il mondo intero.”
Mahatma Gandhi.

 

Stazione Arcturus, Naval Medical Center, 2177.
Trentasei ore dopo Akuze.
 

Jeff si svegliò, avvisato da una delle infermiere. O almeno, pensava fosse stata una delle infermerie, si sfregò gli occhi e si preparò a fare un commento sarcastico. Dopo essersi guardato intorno, notò che al posto delle infermiere erano state le macchine a svegliarlo, sbuffando raccolse il berretto che era rotolato sul letto dove giaceva Nadira e se lo sistemò.

- Nemmeno un Fornax con cui passare il tempo...le infermiere militari non hanno nemmeno un po' di senso dell'umorismo. Da quando sono diventate tutte più simili alla signorina Rottermeier di Heidi che alle care vecchie infermiere dei film italiani di serie B degli anni '70 e '80 del ventesimo secolo?- esclamò Jeff ad alta voce, sicuro che nessuno lo avesse sentito.

-....tu invece rimani sempre il solito pervertito...- Moreau quasi si ruppe le ossa del bacino, nel sobbalzare sulla sedia.

- Merda, dovresti smetterla di strisciare alle spalle della gente, sai? Le mie ossa non reggono tanta pressione, dovresti saperlo.- esternò Jeff, caustico.- Non si era detto che saresti stata tu la guardia del corpo e io il cliente? Va' sempre a finire che debba essere io a farti da babysitter.- commentò, ironicamente, Moreau.

- …..è un incubo? Qualcosa del tipo....ora mi sveglio e...- cercò di formulare Shepard, tentando di alzarsi e finendo di nuovo ingloriosamente contro il cuscino, quando si accorse del collare ortopedico. Passarono alcuni minuti prima che il Tenente potesse dire ancora qualcosa.- Dove mi trovo?-

Jeff si sentì la gola diventare improvvisamente arida. Si passò una mano sopra la fronte, sistemandosi di nuovo il berretto.- “Grazie di essere qui, Jeff. Non ci vediamo da circa quattro anni ed è bello sapere che sei ancora vivo.”.- cercò di sviare la domanda, Moreau, buttandolo sul piano sarcastico e personale, sfottendo l'amica.

- Jeff....non sono in forma a sufficienza per questo....puoi dirmi, se non ti è di troppo disturbo, dove mi trovo?- tagliò corto Nadira, non proprio dell'umore adatto per sostenere il sarcasmo, fuori luogo, dell'amico.

- Giusto, perché è buona educazione, non salutare, non dire niente di carino al tuo amico pilota che ti ha fatto da balia nelle ultime ore.- commentò in mezzo ai denti Jeff, timoroso che, se lo avesse detto ad alta voce, Shepard avrebbe potuto mandarlo a quel paese, agitarsi e farlo bandire dalla stanza. Anche se non era così che avrebbe voluto passare la breve licenza concessagli da Anderson, dove altro poteva andare, diversamente da casa sua?- Se il collare ortopedico non ti è sufficiente come indizio, insieme alle macchine, sei in un ospedale. Soddisfatta?-

- ….fin qui c'ero arrivata anch'io. I troppi G ti hanno dato al cervello, Moreau.....- esalò Nadira, esasperata dal comportamento di Jeff.- Sono stanca, Jeff...se te lo chiedo gentilmente, puoi rispondere con più dettagli?- chiese Shepard, combattendo la stanchezza, e sentendosi presa in giro più del dovuto.

Moreau decise che era venuto il momento di tagliare corto, e di risponderle.- Sei al Centro Medico Navale di Arcturus, Shepard. Quando ti hanno trovata non eri messa bene. La “Kilimangiaro” ha quasi fuso i motori per portarti indietro in tempo. Non sta a me a dirti certe cose, sai sono un Timoniere, non un medico. Vado a chiamarli, tornerò il prima possibile.- rispose Jeff, voltando la sua sedia a rotelle e uscendo dalla stanza. Era quasi fuori dalla porta, quando Shepard fece quella domanda.

-....Il mio plotone? Si è salvato qualcun altro....oltre a me?- chiese il Tenente con voce flebile, che Moreau quasi non riuscì a percepire.

Il Timoniere si voltò verso la sua amica, senza sapere esattamente cosa rispondere.- Ah...Shepard, come ti ho detto, chiedilo ai medici. Loro sanno tutto, so solo che ti hanno portata qui in gravi condizioni. Non so altro. Lo giuro sul mio berretto.-

Nadira si accontentò della risposta di Jeff. Non credendogli, ma non poteva fare altro che aspettare ulteriori risposte. Lasciò che Moreau uscisse, prima di scivolare di nuovo nel sonno.

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SSV Normandy, tempo presente.
Infermeria di bordo.
 

 

- ….consiglio di prenderle prima di addormentarti, Shepard. Per qualche giorno soffrirai ancora dei postumi del tuo ferimento su Solcrum.- Karin si bloccò, notando che il Comandante era altrove con la testa.

Si stavano avvicinando al Confine di Keplero, Shepard aveva riposato come aveva promesso di fare dopo la missione sulla Luna, ma anche quando si trovava in mezzo agli altri, era come distante, non aveva esitato un solo istante a dirigere la Normandy verso il Confine e aveva detto a chiare lettere all'Ammiraglio Hackett che non avrebbe tollerato ulteriori intromissioni finché non avrebbe portato a termine le missioni che aveva già in scaletta. Tenendogli testa quando il Contrammiraglio l'aveva minacciata di provvedimenti disciplinari, sbandierandogli poi davanti lo Status di Spettro del Consiglio, nonché sbattendogli in faccia quanto aveva già fatto per l'Alleanza.

I biotici fanatici avrebbero aspettato, per il momento non avrebbero fatto del male a nessuno, e lei al momento aveva altre priorità.

- Se ha davvero così fretta, di mettere questo Maggiore Kyle dietro le sbarre, invii qualcun altro. Ho la distruzione di qualsiasi essere senziente nella Galassia da fermare, si metta in fila e prenda il numeretto come tutti gli altri. E, per la cronaca, so di che colore è il mio sangue. Shepard, chiudo.-

Quando le era stata riferita la conversazione, che il Comandante aveva tenuto davanti a tutto l'equipaggio, tenendo, per una volta, i canali di comunicazione in modalità pubblica, la Dottoressa Chakwas non voleva quasi crederci. Ovviamente, era stata Williams a riferirle il tutto, tagliando il discorso quando Shepard era entrata in infermeria, per la visita medica di controllo.

- Comandante?- chiese Karin, cogliendo Shepard di sorpresa. Nadira sobbalzò, reagendo con un gancio diretto alla Dottoressa che la Chakwas schivò appena in tempo.

- Eh?- chiese Shepard, guardandosi attorno e poi guardando il pugno ancora chiuso. Si riscosse, scusandosi immediatamente con Karin.- Chiedo scusa, Dottoressa. Ero sovrappensiero. Dicevate?- il tono formale non scappò al Maggiore.

- Dicevo che per qualche giorno risentirai ancora dei postumi della missione su Solcrum e che dovrai prendere una di queste compresse prima di andare a dormire, per attenuare il dolore. La spalla destra è a posto, ma non sarà più molto efficiente come prima. Ciononostante, potrai continuare ad essere un Incursore. Soddisfatta?- spiegò la Dottoressa Chakwas, porgendo il barattolo delle compresse al Comandante, che le prese rassegnata, appoggiandole poi sulla superficie del lettino, annuendo.- Che cosa ti turba, Comandante? Sembri essere sulle spine. E stavi sognando ad occhi aperti. Di nuovo. Ti va' di parlarne?- chiese Karin controllando che Liara non fosse nei paraggi ad ascoltare di nascosto o che Alenko non arrivasse all'improvviso come faceva di solito, rovinando i suoi tentativi di farsi raccontare qualcosa da Shepard, in modo da poterla aiutare. - Ho controllato, puoi parlare liberamente. Nel caso, ripasserò più tardi nella tua cabina.- la rassicurò Karin, prendendo la sedia e accomodandosi accanto a Shepard, che era indecisa se dirle o meno ciò che la turbava.

- Pensavo ad Akuze, Doc.- esordì il Comandante, nervosa.- A quando mi sono svegliata al Centro Medico Navale. Niente di particolare.- dissimulò Shepard, muovendo la mano come se stesse scacciando una mosca.

- Lo immaginavo. Ha a che fare con la missione che ti aspetta nel Confine di Keplero, Comandante?- chiese la Chakwas, andando a colpo sicuro. O almeno credendo che fosse a causa di quel favore personale per Garrus. Nadira sghignazzò brevemente.

- Ricordarmi di non giocare mai a Battaglia Navale con te, Doc.- scherzò il Comandante, tornando poi seria.- Mi chiedo se qualcuno dei miei è sopravvissuto, e per tutto questo tempo....- Shepard sospirò lievemente.- Forse laggiù troverò risposte, forse troverò ulteriori problemi senza arrivare alla fine di questa storia. Quello che spero è di poter finalmente togliermi questo peso dalle spalle.- il Comandante vide la Chakwas inarcare un sopracciglio, confusa, e si bloccò.- Un momento, quale missione intendevi, Doc?- chiese Nadira preoccupata di essersi lasciata scappare qualcosa che non voleva dire.

- Io pensavo ti riferissi a quella missione per cui Garrus ti aveva chiesto aiuto.... che storia è questa, Comandante?- chiese, a sua volta Karin, più confusa che mai.

Oh, porca miseria....pensò Nadira, mordendosi un labbro, deglutendo e grattandosi la nuca. - No,no, non è riguardo a quel Salarian pazzoide. Riguarda altro. Niente d'importante, Doc. davvero.- si affrettò a spiegare il Comandante, agitando le mani come a rassicurare il Maggiore che non era niente di così preoccupante. Ormai, però, aveva catturato l'attenzione della Chakwas.

- Comandante, rimarrà all'interno di queste paratie...- la incoraggiò Karin, lasciando perdere le stanghette dei suoi occhiali, che aveva mordicchiato fino a quel momento. - Prova a fidarti di nuovo di qualcuno, per una volta. Non è poi così brutto come sembra, sai?- le disse il Maggiore, calma e un sorriso incoraggiante sul volto.

Shepard ci pensò sopra per qualche minuto, prima di decidere di fare quel brevissimo passo in avanti. Non era più abituata a dare fiducia a qualcuno che indossasse un camice da medico, ma la Chakwas era stata pazientemente ad aspettare che lei si aprisse per confidarsi con qualcuno, che non poteva negarle una spiegazione. Prese quella mano tesa e la strinse. Inspirando profondamente.

- D'accordo. Akuze...non è stato un'incidente.- Karin rimase in silenzio, lasciando che fosse il Comandante a parlare.- Un team di scienziati dell'Alleanza stava svolgendo degli esperimenti su quel pianeta. Esperimenti di cui il mio plotone non era stato messo a conoscenza. Qualcuno deve essere venuto a saperlo, e gli scienziati di quel team, stanno venendo uccisi uno dopo l'altro.-

Il Maggiore staccò la schiena dalla sedia, stupita.- Sei sicura che dietro a tutto questo ci sia l'Alleanza, Comandante? Non...non è possibile, tutti gli scienziati dell'Alleanza svolgono esperimenti legali in strutture strettamente controllate e supervisionate dal Comando. Devono seguire determinate regole e procedure, ed un codice etico ben preciso! Chi ti ha fornito questa informazione?!- chiese Karin incredula.

- Hackett.- rispose ,secca, Shepard, sfregandosi i palmi delle mani l'uno contro l'altro, lentamente, guardando la Chakwas, che sorpresa, rimase a bocca aperta, incapace di controbattere.- Ricordi quando rientrai dall'appuntamento all'Ambasciata Umana sulla Cittadella? È da allora che lo so.-

il Comandante scese dal lettino, con un balzo atletico, recuperando poi, la boccetta delle pillole. - Gli incubi sono ripresi allora. Il Cifratore non c'entra un granché, anche se ha inciso sulla mia insonnia. Doc, dimmi che non ho sbagliato ad arruolarmi. Questo...questo non era ciò che pensavo fosse l'Alleanza quando ho firmato per il reclutamento. Dimmi che non sto combattendo per la causa sbagliata. -

C'era disperazione nella voce del Comandante. Una cosa che la Chakwas non aveva mai avuto modo di sentire o percepire quando parlava con lei. Nemmeno quando le aveva detto che non era sopravvissuto nessun altro a parte lei, aveva sentito quell'incrinatura nella voce di Shepard. Nemmeno dopo Mindoir. E non poteva biasimarla. Persino lei si sentiva disgustata da quanto aveva appena appreso, pur sapendo, data la sua lunga esperienza, che quelle cose accadevano.

Forse proprio per quello era disgustata. Arrabbiata, magari no, ma delusa e amareggiata, quello sì. Era stata lei a dire a Shepard che doveva andare avanti, che doveva credere in ciò che faceva, perché in qualche modo stava facendo la differenza. Con parole diverse, certo, ma era stato quello il suo scopo.

- Stai combattendo per la causa giusta, Comandante. Non serve che te lo dica io. Sai che è così. Sei ancora giovane, non devi farti disilludere da quanto vedi intorno, la Galassia è un gran brutto posto, ma non possiamo certo tirarci indietro. E questo lo sai benissimo, altrimenti non faresti tutte queste storie tutte le volte che finisci qua dentro.- disse Karin, non credendo lei stessa a ciò che diceva.- Tu sei il meglio che l'Umanità ha da offrire, e questo equipaggio lo sa benissimo quanto vali. Alieni compresi. Hai la stoffa del leader, Comandante, Anderson non ti ha scelta perché gli facevi pietà. Ti ha scelta perché sapeva che ce l'avresti fatta, perché sapeva che avresti portato a termine la missione con successo.- Shepard si volse a guardare la Dottoressa.- So che sei divisa tra il dare Giustizia ai tuoi uomini, e trattenerti dall'eseguire tu stessa quell'omicidio che vuoi fermare. Ricordati solo che qualsiasi azione che compi ha delle conseguenze non solo su te stessa, ma anche sugli altri. Giustizia e vendetta non sono la stessa cosa, non è questo che continui a dire a Vakarian?- Nadira strinse le dita attorno alla boccetta delle pillole datole dalla Chakwas.- Non sempre le cose sono come pensiamo che siano. Lo so che non ti piace che te lo ricordino, ma hai prestato un Giuramento, così come l'abbiamo prestato tutti. Dobbiamo accettare che l'Alleanza non sia perfetta come ce la propongono i manifesti d'arruolamento o ANN. La Marina non è soltanto Hackett, o Mihailovic. O quegli scienziati che vanno fuori controllo.- continuò il Maggiore.- Quindi, scendi su quel pianeta serena, e porta a termine la missione. Come hai sempre fatto. -

Seguì un lungo minuto di silenzio, durante il quale Shepard metabolizzò tutto quello che la Chakwas aveva detto, la rabbia che lentamente svaniva, riuscendo a controllarla, finalmente e a soggiogarla. Avrebbe trovato una soluzione che sarebbe andata bene sia all'Alleanza che ai famigliari dei suoi commilitoni, e anche se questo non sarebbe stata la parola fine sull'intera vicenda, per gli altri, lo sarebbe stata per lei. Poi, sarebbe stato il turno di Saren.

- Ora devo andare.- disse semplicemente Shepard, con l'intento di chiudersi nella sua cabina e riposare un paio d'ore.

Poi una volta uscita, decise invece di scendere in stiva, per controllare che Garrus e Wrex non si stessero uccidendo a vicenda. Conscia che fosse soltanto una scusa per distrarsi un po' da ciò che avrebbe dovuto affrontare su Ontarom.

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La mucca Spaziale cadde a terra, senza un lamento. Senza che Tali o Garrus potessero fare qualcosa per evitare che il Comandante utilizzasse le povere bestie come bersaglio per fare pratica con il cannone del MAKO e la mitragliatrice.

Quella missione era una noia mortale. Erano scesi aspettandosi resistenza fin da subito, invece non avevano avuto alcun contatto con il nemico, costringendoli a ricercare tutti i rottami che avevano trovato sulla strada solo per distrazione. Ciò, però, non giustificava Shepard a sparare su delle povere mucche indifese.

Quando Tali glielo fece notare, Nadira rispose prontamente, difendendo con veemenza la sua decisione.- Indifese un corno! Quelle dannate sono delle ladre, vi derubano non appena voltate loro le spalle del vostro creditometro! Vi ho solo risparmiato delle imbarazzanti spiegazioni a Pressly e alle vostre banche. Quindi non vi lamentate. Sono malvagie e come tali vanno punite!-

- Sono mucche, Comandante....che stavano pascolando tranquillamente senza dare segno di pericolosità alcuna.- fece notare Garrus.- Inoltre, dovrai segnalarlo nel rapporto. E voglio proprio vedere sotto quale voce segnalerai questo atto disumano.- chiese Vakarian, tra il serio e il faceto.

- Tentata appropriazione indebita di proprietà dell'Alleanza dei Sistemi.- disse Shepard, annuendo, convinta.

- Per fortuna ne è sopravvissuta una e...- disse Tali, rimpiangendolo poi quando Shepard mirò sul vitellino e fece fuoco.- NO! Era ancora un vitellino, Shepard!-

- Era rimasto senza mamma. Un po' di umanità, eh, ragazzi.- disse Nadira, soddisfatta e sollevata, ignorando completamente gli sguardi impietriti e inorriditi dei suoi compagni.

- Sai, non so davvero se tu sia semplicemente pazza, Comandante, oppure certe cose le fai con il preciso scopo di farti odiare.- borbottò Garrus, inorridito.- Inizio già a sentire le orde di animalisti galattici imbestialiti che chiedono la tua testa per aver fatto estinguere le mucche spaziali su questo pianeta.- scherzò Vakarian.

- Con la prospettiva dell'estinzione di ogni singolo organico, non me ne può importare di meno dell'estinzione di quelle dannate mucche. Che vadano al diavolo. Sono più animalista io che tutti gli pseudo animalisti che girano sulla Cittadella e su tutti i pianeti dello Spazio del Consiglio messi insieme. Ipocriti.- protestò Shepard, prima di scendere per raggiungere l'artefatto su cui dovevano indagare.

- Forse dovresti revisionare la tua idea di come un animalista dovrebbe essere, Comandante.- si lamentò Vakarian.- O hai avuto qualche problema con queste mucche in precedenza, e quella era solo vendetta?- chiese il Turian, lasciando spazio per un solo momento al suo istinto da Ufficiale di polizia.

Shepard fece per dire qualcosa, ma si limitò a borbottare un “Uno di questi giorni ve lo farò sapere”, prima di tornare a concentrarsi su ciò che doveva fare.

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Pressly aprì un canale radio con la nave davanti a loro, l'ID era sconosciuto, ma aveva intuito subito che era stata in qualche modo rubata e che gli occupanti non si sarebbero arresi facilmente.

Joker era in attesa di ordini, ma si tenne pronto ad agire nel caso il Primo Ufficiale avesse ordinato l'abbordaggio della nave.

- MSV Daisy Bell. Qui è l'SSV Normandy della Marina dell'Alleanza dei Sistemi. Allontanatevi dall'orbita del pianeta, dopodiché spegnete i motori e consegnatevi spontaneamente. Altrimenti saremo costretti ad utilizzare la forza.- intimò il Navigatore, attendendo una risposta da parte del timoniere della nave davanti a loro. Dopo cinque minuti di silenzio radio, Pressly riprovò.- MSV Daisy Bell, vi do due minuti a partire da adesso per consegnarvi alle autorità dell'Alleanza dei Sistemi, prima di far aprire il fuoco contro di voi. Non avete scampo. Qualsiasi vostra attività sia in atto, vi intimiamo di interromperla immediatamente.- Vedendo che non arrivava nessuna risposta dalla nave, il Primo Ufficiale ordinò a Joker di iniziare le manovre per l'abbordaggio e Charles si mise in contatto con la stiva e il Capo Williams.- Williams, organizza una squadra e preparatevi ad un abbordaggio in un minuto a partire da adesso. Penserò io ad avvisare il Comandante. Limitate le perdite, voglio catturarli, non organizzare loro un funerale. Rispettate le regole d'ingaggio, e rispondete al fuoco solo in caso resistano all'arresto. È tutto chiaro?-

La voce di Williams risuonò sicura, nel comunicatore interno della nave, mentre armadietti si aprivano e si chiudevano.- Cristallino, signore. T'Soni, Wrex, muovetevi, non abbiamo tutta la giornata, signorine! Muoversi!-
 

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SSV Kilimangiaro, 2177
La notte prima della missione.

Il Tenente Shepard camminava in mezzo ai suoi uomini, addormentati sopra il proprio equipaggiamento, già pronti a scendere sul pianeta. Qualsiasi cosa sarebbe avvenuta, in quella missione, dopo le cose sarebbero cambiate. In meglio o in peggio, spettava solamente a lei dirlo.

Di sicuro, qualcosa all'orizzonte per lei, di buono c'era. Solo, non riusciva a scacciare quella sensazione di nervosismo che la stava tenendo sveglia, quando invece avrebbe dovuto dormire insieme a loro, o quantomeno negli alloggi riservatole da Hackett.

L'Ammiraglio era stato fin troppo gentile con lei, lontano dagli sguardi del resto dell'equipaggio, dopo il briefing per la missione che avrebbero dovuto affrontare fra meno di cinque ore, a concederle di avere un alloggio tutto suo.

Ma per quanto avesse cercato di dormire, non c'era riuscita: intuiva che c'era molto di più sotto quella semplice missione di ricognizione e di ricerca, forse il suo stesso avvenire era in gioco, e anche una certa designazione. Era anche quello che la turbava, la paura di mandare a monte il duro lavoro di tutti quegli anni, per eccellere, per avere a disposizione più strumenti possibili per fare la differenza, in futuro. Sapeva che sarebbe bastato poco per rovinare tutto, e si sentiva anche sotto osservazione da parte dei vertici dell'Alleanza.

Stava per coricarsi sul suo equipaggiamento, quando sentì una mano afferrarle le gambe e trascinarla a terra. Ridacchiò quando sentì un paio di braccia forti stringerla al suo corpo corazzato e massiccio.

- Fermo, potrebbero vederci.- ammonì, divertita, Nadira.

- Andiamo, Shep, stanno dormendo tutti come dei sassi.- la rassicurò Toombs, scompigliandole i capelli, mettendogli ancora più in disordine.

- Non tutti a quanto vedo....- protestò il Tenente, cercando di liberarsi dalla presa del Caporale.- Se Hackett dovesse entrare da un momento all'altro....- esordì il Nadira, preoccupata.

Toombs le posò un dito sulla bocca, per zittirla, delicatamente.- Shh, di che cosa ti preoccupi? Presto non potranno più dire niente. Nel frattempo, ho il preciso dovere di far sì che il nostro adorato Ufficiale Comandante, si prenda il suo meritato riposo prima della missione.-

Shepard lo respinse, non quella notte. Era troppo importante quella missione per mettersi all'opera in quel momento. Sapeva che una volta iniziato, sarebbe stato difficile smettere. Quel volto e quel corpo, per lei, era un qualcosa di intossicante, sebbene lo avesse voluto con tutta se stessa.

Toombs protestò, riprendendosela.- Ma come?! Nemmeno un bacio, prima di morire?- scherzò il Caporale, fingendo di sentirsi offeso da quel comportamento.

Il sorriso morì sulle labbra del Tenente Shepard. Per quanto John avesse voluto essere ironico, su queste cose non c'era da scherzare, non prima di una missione. Lei era sempre stata superstiziosa, quando c'era all'orizzonte un evento importante. Si alzò di colpo, davanti allo sguardo interrogativo di John.

- Torni a riposare, Caporale. Mancano quattro ore, cinquanta minuti e trenta secondi all'inizio della missione. Vi voglio al massimo della forma.- sibilò, per coprire la paura di perderlo, Shepard, mentre si allontanava da John.

- Signorsì, signora.- mormorò, deluso, Toombs, scuotendo la testa. Chiedendosi che cosa avesse detto di male, per avere ricevuto un trattamento simile, guardandola allontanarsi in direzione dell'ascensore, rinchiusa nel formalismo militare. Donne, non le capirò mai...

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Ontarom, tempo presente
Struttura scientifica dell'Alleanza 402567.
Esterno.

Garrus notò che c'era qualcosa di strano nel Comandante. Non che non fosse una novità, ma stavolta non era mancanza di riposo o problemi di visioni, era un'aura di nervosismo che si percepiva lontana un miglio. Avevano eliminato rapidamente i mercenari che se ne stavano di guardia all'esterno, dietro alle barricate, ai cavalli di Frigia e sulle torrette attorno alla base, mentre i Marines di guardia erano incolumi, ma legati tra di loro, incapaci di reagire.

Shepard si era premurata di lasciare un paio di quei mercenari in vita, e aveva fatto loro diverse domande, prima di procedere, mentre Vakarian si era divertito a giocare la parte del poliziotto cattivo come lei gli aveva chiesto di fare. Un qualcosa che al Turian mancava della sua vita da Detective dell'SSC.

Il Detective aveva notato lo sguardo del Comandante indurirsi, dopo essere rimasta sorpresa, quando uno dei due aveva parlato, dicendo loro che li guidava un ex militare dell'Alleanza, che al momento era all'interno della struttura con gli scienzati. Alla domanda sul fatto che i Marines fossero nudi e legati, ma illesi, il mercenario aveva risposto che il loro capo aveva voluto così, motivandolo con il fatto che “loro non c'entravano nulla”.

Zittendosi subito dopo che Nadira si era qualificata come Ufficiale dell'Alleanza dei Sistemi.

Garrus scambiò un'occhiata rapida con Tali, la Quarian era stranamente silenziosa, dopo il fatto delle mucche spaziali si era limitata ad eseguire gli ordini che le venivano impartiti. Il Turian colse la sua stessa preoccupazione al di là della maschera dell'amica Quarian, e comprese che la giovane stava osservando a sua volta Shepard.

Vakarian decise di chiedere, non voleva un'altra Solcrum, benchè sapesse che Shepard avesse dormito profondamente quella notte, e si era presentata in mensa per la colazione più rilassata del solito. Nonché aveva avuto uno scambio di frecciatine e soprannomi con Williams, finché Shepard non era tornata ad essere il Comandante, ristabilendo la linea tra amicizia e dovere, quando Ashley si era forse spinta troppo oltre, in quel loro amichevole scambio.

- Comandante, va tutto bene?- chiese il Turian, isolando il suo canale radio, escludendo momentaneamente Tali dalla conversazione.- C'è qualcosa di sbagliato. Perché dovrebbero tenere in vita i Marines, invece di ucciderli in quanto testimoni oculari? I mercenari di solito non agiscono così.-

Shepard sbatté le palpebre un paio di volte, respirando profondamente. Come faceva quando qualche visione la colpiva durante una missione.- Sì, Garrus, tutto bene. Ero....sovrappensiero. Ricordi. Non decisamente piacevoli.- confessò Nadira, dopo essersi accorta che Tali non era in ascolto.- Non sono mercenari come quelli che incontriamo di solito. Questi hanno uno scopo ben preciso, e chi li guida ha tutto l'interesse possibile affinché i Marines rimangano in vita. Non sono un suo obiettivo, non c'è alcun motivo nel fargli del male. Io avrei agito nello stesso identico modo.- “No, io agivo nello stesso modo. E così anche i miei commilitoni. Perché io gli ho insegnato così. “Dritti alla meta, e conquista la preda.””, pensò Shepard, uno strano senso di fastidio, nel dover ammettere quelle cose a sé stessa.- Sono stati presi di sorpresa, non c'è altra spiegazione. Non li invidio per niente, quando si ritroveranno davanti ad Hackett.- affermò, Shepard, scuotendo la testa.

Garrus si ritrovò d'accordo con lei. Un'analisi perfetta e senza sbavature. Era concentrata sulla missione, e focalizzata sul loro obiettivo, i ragionamenti erano coerenti con le sue azioni, e c'era sicurezza nelle sue parole. Era prudente, e al tempo stesso prendeva rischi calcolati, come su Sharjila. O sulla Luna. Niente atti eroici, stavolta. Era quasi tornata la Shepard di sempre. C'era solo quel nervosismo a mettere un grosso punto interrogativo sul comportamento del Comandante.

- Da qualche parte devono avere una nave d'appoggio. E devono aver trovato la località in qualche altro centro di ricerca. Sembra un qualcosa di pianificato da lungo tempo. Non hanno calcolato però la nostra presenza nell'area.- gracchiò, nella radio, Garrus.

- O forse sì. La resistenza di questi mercenari è stata blanda. Sono sicura che in qualche modo ci hanno localizzato. Non vorrei che fosse una trappola.- ci fu una pausa, durante la quale Tali riuscì a reinserirsi di nuovo nella comunicazione.

- Non credo. Se fossero stati i Geth, non li avremmo trovati ancora vivi. Né senza corazze.- affermò la Quarian. Contrariata per essersi dovuta mettere a crackare il blocco imposto da Garrus.

- Non combattiamo soltanto i Geth, Tali.- rispose ,caustica, Shepard.- Come ci ha detto Barla Von, le informazioni si possono reperire ovunque, basta soltanto pagare il prezzo giusto per ottenerle. La Galassia è vasta, e chiunque avrebbe potuto ottenere certe informazioni sul mio conto. Saren sarà il mio nemico principale, attualmente, ma non c'è solo lui a cui ho pestato i piedi in passato.- spiegò il Comandante, sorprendendo entrambi i suoi commilitoni.- Muoversi, ora, l'unico modo per scoprire di chi si tratta, è procedere con la missione.- ordinò Shepard, aprendo la porta dell'edificio e lasciando che i suoi due compagni entrassero per primi.

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Arcturus Naval Medical Center, 2177
ICU, settantadue ore dopo Akuze.
 

Era da sola nella stanza. Jeff se ne era da poco ritornato a casa sua per la notte, e nessun altro era venuto a farle visita, ad eccezione dei medici e delle infermiere, e nessuno ancora le aveva detto niente della sorte dei suoi commilitoni. Sperare che qualcun altro fosse sopravvissuto oltre a lei, le dava la forza per non staccare i macchinari a cui era attaccata.

Con il passare delle ore, i ricordi della missione erano riemersi, sempre più chiari, tra una dormita e l'altra, e doveva aver gridato od essersi agitata nel sonno, perché più di una volta, al suo risveglio, aveva trovato un paio di infermiere accanto a lei che cercavano di contenerla e il suo respiro era frammentato.

Il Tenente sospirò, sentendosi gli occhi pesanti, decise di lasciarsi andare e dormire di nuovo, purtroppo i suoi propositi vennero interrotti e resi vani dalla porta che si apriva e dall'eco di passi sul pavimento, passi marziali.

Nadira si sforzò allora di tenere aperti gli occhi e, in mezzo alla nebbia che ancora le appannava la vista, intravvide la silhouette del Comandante Anderson e di un medico donna che ancora non si era vista nella sua stanza. Ma che le sembrava famigliare.

I due si erano messi a parlottare tra di loro, pensando che forse lei stava dormendo, così Shepard dovette fare un piccolo sforzo e attirare l'attenzione su di sé. Qualcuno che avrebbe finalmente potuto darle delle risposte era davanti a lei, e non si sarebbe lasciata scappare quell'occasione.

- ….Anderson?- chiese Shepard, con la voce più alta che poteva produrre, senza spezzare il fiato.

Il Comandante e il medico donna si voltarono nella sua direzione, all'unisono, colti di sorpresa, e David si scusò con la Dottoressa Karin Chakwas, andando al capezzale del Tenente.

- Shepard, sei sveglia, allora. Chiedo scusa, se in qualche modo ti abbiamo disturbato.- si scusò il Comandante, visibilmente sollevato dal trovarla sveglia. Senza troppi convenevoli, gli indicò la Dottoressa Chakwas.- Ti ricordi, vero della Dottoressa Chakwas, l'ufficiale medico di bordo della SSV Einstein?- dopo che Nadira ebbe annuito, per quanto il collare ortopedico potesse permetterglielo, Anderson si sentì ancora più sollevato.- Come ti senti, Tenente?- chiese David, prendendo una sedia e mettendosi a sedere, obbligandosi a tenere lo sguardo fermo su di lei, sulla sua protetta.

- ….Meravigliosamente, signore. Sono pronta per ballare un Tango in questo esatto momento, Comandante.- scherzò Nadira, con amarezza, dopo aver tossito e aver bevuto da un bicchiere di carta portole dalla Dottoressa Chakwas, che si era avvicinata anche lei al letto della sua paziente.

Anderson ridacchiò, a quell'affermazione.- Scusami se non sono venuto subito a trovarti, ma avevo degli impegni sulla Cittadella. Spero che Joker non ti abbia importunato più di tanto.-

-....Joker? Chi è Joker?- chiese, confusa, Shepard.

-Oh, penso che non ti abbia detto del suo soprannome. Parlo del Tenente Timoniere Jeff Moreau.- specificò Anderson.

- Ah, lui...- il Tenente fece un grosso sforzo per non ridere in faccia ad Anderson. Jeff era tutt'altro che un pagliaccio, ma era risaputo che gli istruttori militari erano creativi quando si trattava di affidare un soprannome alle reclute.- ….Penso di poterlo sopportare per quelle poche ore che è qui a lamentarsi di quanto siano poco collaborative le infermiere nei suoi confronti...- scherzò nuovamente, più che altro per tenersi sveglia che per altro. Lasciò cadere la conversazione, quando Anderson fece per dirle qualcosa, indecisa se fare quella domanda che le stava a cuore. Più di tutto il resto.

David la intuì dallo sguardo del Tenente e la incoraggiò. Hackett sarebbe venuto la mattina successiva, aveva dovuto fare rapporto sia alla Marina che al Parlamento dell'Alleanza, e si era premurato di inviare Anderson al suo posto, per preparare il Tenente Shepard a ciò che l'aspettava.

- Chiedi pure.- invitò il Comandante Anderson, con gentilezza, dopo aver ottenuto l'assenso della Dottoressa Chakwas, che si era premunita di Factotum, e si teneva pronta ad intervenire.

Nadira, dal canto suo, esitò a farla. Un po' perché le si chiudevano gli occhi, un po' per il timore della risposta che Anderson le avrebbe dato. Poi si decise.- Il mio plotone?- deglutì, per poter continuare la frase.- C'è...c'è qualche altro sopravvissuto oltre a me?-

Non fu Anderson a rispondere, anche se il Comandante fece per parlare, venne anticipato dalla Dottoressa Chakwas.

- Mi dispiace, Tenente. Lei è l'unica sopravvissuta del suo plotone.- esordì l'Ufficiale Medico, iniziando poi ad elencare le ferite che Shepard aveva subito su Akuze, mentre Nadira non l'ascoltava, non sentiva le macchine protestare. Non volendo credere che ciò fosse veramente accaduto.

Scivolò nella pace del sonno senza nemmeno accorgersene.

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Ontarom, tempo presente
Struttura scientifica dell'Alleanza 402567.
Interno.
 

La resistenza fu più accanita di quella ricevuta all'esterno della struttura. Di nuovo, i mercenari indossavano le corazze standard dell'Alleanza, rubate dai cadaveri dei Marines che avevano incontrato all'ingresso della stanza principale dell'edificio. Questi li avevano uccisi, contro gli ordini. Uno dei mercenari giaceva morto, con un colpo alla tempia ben visibile, che aveva squarciato il casco dell'ASSASSIN VI che indossava per metà. Il chiaro segno che chi era al comando dell'Operazione non aveva gradito l'uccisione di quei militari dell'Alleanza.

“ Per insubordinazione in tempo di guerra, è prevista l'esecuzione sul posto del militare che contravviene, o si rifiuta di eseguire, l'ordine di un suo diretto superiore.”. Recitò mentalmente, Shepard, mentre strappava le medagliette identificative ai due Marines uccisi e gli chiudeva gli occhi, pregando nel contempo per loro. Fece la stessa cosa per il mercenario, pur pensando che in qualche modo se l'era meritata.

Dopo aver ripulito la stanza principale della struttura di ricerca, Garrus aiutò il Comandante a cercare nei vari contenitori oggetti e medigel di scorta, che sarebbero potuto tornare utili alla missione, sempre tenendo Shepard monitorata. Aveva notato che aveva usato pochissimo il fucile di precisione, esponendosi raramente al fuoco nemico, pur facendo la sua parte, limitandosi a dare ordini.

- Libero, Comandante.- dichiarò il Turian dopo aver controllato che nel corridoio successivo non ci fossero ulteriori sorprese, e Nadira fu la prima ad immettersi nel corridoio, aspettando Garrus e Tali prima di proseguire. La sua attenzione venne attirata da alcune voci concitate provenienti dalla stanza alla sua destra, e a gesti ordinò ai suoi due commilitoni di dirigersi verso quella posizione.

Contò silenziosamente fino a tre, prima di ordinare l'irruzione nella stanza.

- Marina dell'Alleanza! Abbassate immediatamente quelle armi oppure....- le parole le morirono in gola quando l'uomo che puntava la sua pistola contro lo scienziato, si voltò verso di lei.- ….non può essere...- esalò a bassa voce, prima di riprendere saldamente l'impugnatura della pistola.

Garrus si allarmò, vedendo il Comandante impallidire. Come se avesse appena visto un fantasma.

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Shades of the past ***


Premessa: Ed ecco, dopo un lungo periodo di assenza (non me ne vogliate, la real si è fatta veramente dura, ultimamente, e ho degli altri progetti nel mio carnet che hanno bisogno di essere seguiti con estrema attenzione.), il nuovo capitolo. Ci avviciniamo sempre di più alla fine della prima parte, e temo sempre di più l'avvicinarsi di Virmire. Gli ultimi capitoli che ho pubblicato, non sono all'altezza degli altri, lo so e mi dispiace, probabilmente, aver deluso le aspettative. Forse nemmeno questo sarà uno di quei capitoli da ricordare tra i migliori, ma è il massimo che sono riuscita a produrre. Non me ne vogliate.
Grazie a tutti coloro che seguono la fanfiction, ma gradirei un feedback, positivo o negativo che sia, altrimenti non so dove sbaglio e che cosa modificare/migliorare.

Vi lascio al capitolo, buona lettura. 

Capitolo 22: Shades of the past

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Da qualche parte nella Traversa, 2177
 

- Si sta svegliando.- gracchiò, compiaciuta, una voce a lui sconosciuta. Toombs pensava di essere già morto a dir la verità, e trovarsi ad aprire gli occhi era per lui un sollievo. Quando riuscì a mettere a fuoco meglio l'ambiente circostante, scoprì di non essere in nessuna struttura medica dell'Alleanza. Un simbolo che non conosceva, sormontava le pareti. Un esagono nero in campo bianco e circondato, sui lati da linee gialle doppie. Quello stesso logo era sulle uniformi dei medici o scienziati attorno a lui.

Qualcuno gli porse un bicchiere d'acqua, che lui bevve al volo, ancora disorientato, insieme a delle strane compresse: solo allora si accorse delle flebo in entrambe le braccia e della stanza completamente dipinta di bianco, fatta eccezione per il logo, e della strumentazione, separata dal resto della struttura da un vetro. Probabilmente un vetro di quelli che utilizzavano nelle sale interrogatori delle stazioni di polizia, da dove lui non poteva vedere chi ci fosse ad osservarlo, ma da cui gli altri potevano vederlo benissimo.

Una brutta sensazione colse John, quando una degli scienziati gli cambiò una delle sacche, con un sorriso falso e incoraggiante, invitandolo a restare coricato e immobile.

Per qualche giorno le cose andarono come dovevano andare, lo curarono, gli diedero da mangiare, lo ripulirono, dandogli anche dei vestiti puliti, finché un giorno lo prelevarono dalla stanza in cui era ricoverato e lo portarono in una specie di laboratorio, legandolo a un lettino, di quelli che venivano utilizzati per i condannati a morte.

John lottò, ma era troppo debilitato per resistere o fuggire, una volta che comprese la vera natura di coloro che l'avevano salvato, e non poté fare altro che aspettare pazientemente l'occasione giusta per scappare da quel posto.

L'occasione arrivò dopo aver subito esperimenti ed analisi cliniche di ogni genere, quando anche i suoi guardiani abbassarono la guardia, credendo di averlo domato.

Si era finto addormentato, sapeva che sarebbero venuti a prenderlo durante la notte, narcotizzato come al solito, e poi lo avrebbero trasportato in qualche loro struttura di ricerca. Quello che aveva fatto per l'Alleanza, lo aveva criticato più di una volta, ma ora....ora lo giustificava. Ora, avrebbe voluto che il Cougar Platoon facesse irruzione e ripulisse quel posto, senza remora alcuna.

Soprattutto quegli scienziati.

Ma il Cougar Platoon, non esisteva più, fatta eccezione per lui, e un uomo, da solo e disarmato poteva fare ben poco. Durante le ore di sonno che gli venivano concesse, tra un esperimento e un altro, li rivedeva cadere uno dopo l'altro, uccisi da quei dannati grossi vermi che erano spuntati fuori dal terreno come una maledizione,come in un film horror di serie B. Ogni singolo momento, ogni volta che chiudeva gli occhi, la rivedeva morire.

Quella era la tortura peggiore a cui veniva sottoposto.

Entrarono i soliti due soldati con il solito scienziato, quando uno dei due soldati appoggiò la sua mano sopra il suo braccio, John si mosse in fretta, colpendo la donna sulla punta del naso, con violenza, le prese la pistola, utilizzandola poi come scudo umano e uccidendo lo scienziato e l'altro soldato. Non c'era spazio per la pietà, né per essere clinico e furtivo. Indossò la corazza del soldato , gli prese il fucile d'assalto e le granate dal corpo della soldatessa che aveva usato come scudo umano. Nel processo, rubò anche ad entrambi i loro creditometri, e prese la chiave elettronica di quel settore della struttura dallo scienziato.

Si fece strada attraverso la struttura, uccidendo chiunque gli sbarrasse la strada, hackerando qualsiasi terminale trovasse, per racimolare più informazioni possibili su quel gruppo di scienziati ribelli. Poi, una volta libero, avrebbe potuto conoscere la ragione di tutto quello. Di Akuze, delle morti che quella missione aveva procurato. Delle torture che aveva subito in quei mesi.

E, se nella remota ipotesi, qualcun altro fosse sopravvissuto, lo avrebbe convinto ad unirsi a lui, l'Alleanza non avrebbe mosso un dito per porre fine a quella situazione. Era meglio prendere l'iniziativa.

Toombs si fermò un attimo a riprendere fiato, quando ebbe raggiunto l'ultimo dei laboratori che si frapponevano tra lui e la libertà, trovandolo occupato da una sola ricercatrice. I corpi che si era lasciato alle spalle, non li aveva più contati. Scienziati, soldati, semplici addetti alla manutenzione.

Strisciò alle spalle della donna che stava freneticamente salvando i dati e una specie di file audio che sarebbe servito a chi di dovere per comprendere quello che era successo.

John le puntò la pistola alla nuca.- Fermati immediatamente, se vuoi che ti lasci in vita.- Gli serviva qualcuno che lo conducesse dove tenevano le navette o qualsiasi altra cosa utilizzavano, per andarsene via da lì.

La donna interruppe subito ciò che stava facendo.- Per favore...non mi uccida....Non ho fatto niente di male...- lo supplicò, la scienziata. John non si lasciò intenerire. Voleva andarsene da lì, ma lo avrebbe fatto da solo.

- Troppo tardi.-

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Ontarom, tempo presente

Struttura scientifica dell'Alleanza 402567.
 

- Marina dell'Alleanza! Abbassate immediatamente quelle armi oppure....-

Tre persone, armate fecero irruzione nella stanza, un' Umana e due alieni. Toombs pensò immediatamente a una barzelletta, ma sapeva che c'era ben poco da ridere. Ignorò i tre e tornò a concentrarsi sullo scienziato. Quel codardo stava supplicando da quando lo aveva trovato lì, lo stava per uccidere come aveva fatto con gli altri, quando quella piccola unità aveva fatto irruzione, dichiarando di appartenere alla Marina dell'Alleanza.

La donna che li comandava parve esitare, quando lui si volse verso di loro. Anche lui esitò, credendo di stare avendo una delle numerose allucinazioni che lo tormentavano nei momenti meno indicati, allucinazioni provocate dal veleno di Divoratore che gli scorreva nelle vene insieme al sangue.

- Non lo ripeterò una seconda volta. Abbassate immediatamente le armi o faremo fuoco!- ordinò la donna. Quella voce...l'avrebbe riconosciuta tra mille.

- Sta indietro! Voglio soltanto questo bastardo!- ringhiò il Caporale, puntando la pistola contro l'uomo, ignorando il trio. Dubbioso che l'Alleanza permettesse a degli alieni di partecipare ad una loro missione. E sembravano anche bene equipaggiati.

Lo scienziato era nel panico più totale, approfittando di quella temporanea distrazione, cercò di volgere la situazione a proprio favore.- Aiuto! È un pazzo!- implorò, vilmente lo scienziato, non ricevendo alcuna attenzione da quelli che reputava i suoi soccorritori.

Garrus faceva andare lo sguardo tra il Comandante e il mercenario, l'arma sempre pronta a fare fuoco, mentre Tali restava in silenzio. Era una situazione particolare, Vakarian credette che Shepard stesse per fare fuoco, ma anche lei, stava solo aspettando l'evolversi della situazione.

Il mercenario colpì lo scienziato con il calcio della pistola. Quello gridò di dolore, ma il Comandante non si era ancora mossa per fermare l'uomo. Lo Spettro tolse per un attimo il dito dal grilletto e si portò la mano alla spalla destra, non riuscendo a trattenere una smorfia di dolore. Soltanto Garrus la vide, soltanto Vakarian le chiese silenziosamente se si sentisse bene.

Nadira, dopo un primo attimo di smarrimento, annuì, tornando in posizione di tiro.

- Sei impazzito, Toombs! Ti devi far curare!- gracchiò, disperato, lo scienziato, quando il Caporale premette lentamente il grilletto.

Shepard allargò gli occhi. Era come se lo scienziato in pericolo avesse parlato al rallentatore e come se avesse appena ricevuto un tram in piena faccia. Temendo di stare vivendo un'ennesima visione, sbatté un paio di volte le palpebre e scosse la testa, ma l'uomo era ancora lì, davanti a lei, che puntava la sua pistola contro lo scienziato inerme.

- ….conterò fino a tre, poi inizieremo a fare fuoco.- minacciò il Comandante, mantenendo a stento la voce sotto controllo. Il mercenario non la sentì probabilmente, perché si rivolse di nuovo allo scienziato.

- Taci, non mentire! Non....- di colpo, Toombs, si fermò. Pur mantenendo la pistola sul suo obiettivo, si rivolse al Comandante, finalmente concentrandosi su di lei.

Nadira non era l'unica che pensava di avere allucinazioni. John l'aveva ignorata proprio per quel motivo, perché pensava che quella voce fosse solo nella sua testa, e la donna davanti a lei era soltanto qualcuno che le somigliasse. Pose l'indice sul ponte del grilletto e, ritrovate le parole, parlò.

- ...Shepard?!- chiese, incredulo, il Caporale.- Santo cielo, Shepard...Sei tu?-

Mio Dio, non è un'allucinazione....da quando i morti risorgono dalle tombe?! Non è che fra un po' appaiono i Quattro Cavalieri dell'Apocalisse e le trombe nella Valle di Josafat iniziano a suonare?!, pensò il Comandante, dandosi subito dopo dell'idiota. Sapeva che l'Apocalisse stava arrivando. Quanto aveva senso ancora credere in qualsiasi religione gli organici avessero riposto fiducia? E lei, non era una fervente credente, da quel punto di vista. Faceva affidamento sul suo fucile di precisione e sui suoi compagni d'armi, su quanto le avevano insegnato durante l'addestramento.

La religione nella quale era stata battezzata appena nata, non le aveva fornito le risposte che cercava, per quanto sporadicamente ne discutesse con il Cappellano Cattolico della Villa.

E allora, perché in quel preciso momento la sua mente gridava al miracolo? Come poteva essere possibile una cosa del genere?

Garrus le diede una gomitata, e lei si riscosse.- T- Toombs...?! Eri su Akuze, e quel Divoratore ti aveva ucciso!- esclamò, incredula, Shepard.

Ed eccolo lì, il passato che tornava per far sì che finalmente lo affrontasse di petto. Stava ancora chiedendosi se quella era solo un'allucinazione o meno, non del tutto convinta che lui fosse realmente lì, dandosi dell'imbecille per non aver ascoltato la Dottoressa Chakwas per l'ennesima volta. Non poteva credere che qualcuno del suo plotone, fosse sopravvissuto, oltre a lei. E riapparisse dopo tutti quegli anni.

- Mi hanno catturato loro, Shepard. Gli scienziati!- ringhiò il Caporale, ormai certo che si trattasse proprio di lei. Nessuna allucinazione, Nadira era lì, accompagnata da un Turian, che lo squadrava come se fosse pronto a sparargli da un momento all'altro, e da una Quarian che se ne stava in silenzio, senza riuscire a intuirne i movimenti, né le intenzioni. E Toombs, non la percepiva come una minaccia, pur sapendo che i Quarian erano ottimi combattenti..

- Non puoi dimostrarlo! Quest'uomo è un maniaco!- implorò lo scienziato.

Venne ignorato sia da Toombs che da Shepard.- Che cosa è successo, Toombs?- chiese Shepard, ricomponendosi e rivolgendosi direttamente al Caporale. Ancora non del tutto sicura che quella fosse la realtà.

- Stavano conducendo dei test sui Divoratori.- esordì John, ma quella era una parte che il Comandante conosceva. - Avevano lasciato che quei mostri ci attaccassero, per studiarne gli effetti.- continuò il Caporale, rabbiosamente.

Garrus sentì un nodo allo stomaco tremendo. Chi era così stupido da utilizzare i Divoratori contro la sua stessa gente per motivi “scientifici”? Beh, di certo gli studi militari avevano sempre bisogno di innovazione per fronteggiare al meglio qualsiasi evenienza, ma questo...- Mi risvegliai in una cella di detenzione. Erano contenti che fossi sopravvissuto. Almeno avevano una cavia per i loro esperimenti.- continuò a raccontare il Caporale, mentre il cervello di Shepard continuava a macchinare, ad unire i vari pezzi. Stava arrivando troppo velocemente ad una conclusione avventata, avventata perché stava dirigendosi sul colpevole sbagliato. E il senso di colpa, per non aver controllato meglio, sette anni prima, prima di dirigersi al punto di estrazione, crebbe.

- Toombs, io...io non avevo visto nulla. Se ti avessi visto....se avessi saputo....sarei venuta a salvarti. Te lo giuro.- disse Nadira, spostandosi da un piede all'altro, abbassando finalmente la pistola.

Vakarian percepì la rabbia che si stava impossessando del Comandante, il Detective strinse ulteriormente la presa sul fucile d'assalto, puntandola non sul mercenario, ma sullo scienziato. Bastò solo che Shepard appoggiasse la mano sul fucile d'assalto del Turian, affinché Vakarian lo abbassasse, senza che lo rimettesse a posto, sulla schiena.

Solo allora, Garrus notò che nemmeno Shepard aveva riposto la pistola al fianco, ma che la teneva rivolta verso terra. La guardò negli occhi, sembravano braci ardenti, da tanta era la rabbia che la stava lentamente consumando.

Lo scienziato si intromise, protestando, senza evidentemente comprendere che si trovava davanti agli unici due sopravvissuti della sua brama di scoperta.

- Non credergli, non ha lo straccio di una prova! Esigo un processo equo!- supplicò lo scienziato. Garrus scosse la testa, sperando che almeno, quella volta, Shepard abbandonasse il suo contegno e lo zittisse, ma il Comandante non fece niente, non disse niente. Gli occhi erano ridotti a fessura, stava incenerendo quell'uomo con il suo solo sguardo. Così il Turian, infuriato quanto lei, intervenne, per vanificare le speranze di quell'Umano. Lui e Saleon avrebbero potuto fare una coppia straordinaria.

- Il Comandante Shepard era su Akuze.- disse Vakarian. Sentì lo sguardo del Comandante penetrargli il cranio, ma non gli importava. Voleva che quello scienziato la smettesse di....come l'aveva chiamato Williams? Startazzare, starvazzare...ah, sì, giusto, starnazzare.- Lei conosce la verità.- concluse il Detective, riuscendo a zittire l'uomo.

John, stupito dell'improvviso supporto del Turian, si rivolse ancora a Nadira, la quale, sembrava aspettare l'evolversi degli eventi.- Quest'uomo merita di morire, Shepard. Per te, per me. Per tutti quelli morti su Akuze. Sei con me?-

Era così semplice la vendetta. A Toombs sarebbe bastato premere quel grilletto e tutto quanto sarebbe finito lì, anche per lei. Solo, a che cosa sarebbe servito, uccidere quello scienziato, se non ad allungare una lista di morti che era già abbastanza fornita? I loro compagni non sarebbero tornati indietro, il dolore delle famiglie dei loro commilitoni, quella di John compresa, non sarebbe stato consolato con qualche colpo di pistola o un proiettile conficcato nel cranio di qualcuno..Nessuno poteva tornare dalla morte, e di sangue ne era stato già sparso abbastanza.

Lei cercava Giustizia, non vendetta. Preferiva che quello scienziato pagasse per ciò che aveva fatto, vivendo di sensi di colpa e di rimorsi per il resto dei suoi giorni, anche se Shepard dubitava che si sarebbe mai pentito di quello che aveva fatto in nome della scienza.

Era tutto sbagliato. Tutto. Jeong lo aveva ucciso, per impedirgli di far del male ai coloni di Zhu's Hope, senza nemmeno pensarci sopra, ma ora, su una cosa che la riguardava direttamente, esitava.

Esitava perché Vakarian era lì che la osservava, dopo tutti i bei discorsi sul non essere un terrorista con il distintivo, doveva agire a quel modo. Non era per quello che se lo era portato dietro? Per fargli vedere come si gestivano quelle situazioni? Per dimostrargli che lei, nonostante avesse tutte le ragioni per puntare la sua arma contro lo scienziato e ucciderlo, era in grado di controllarsi e agire secondo le regole? Pur sapendo che avrebbe perso Toombs, definitivamente.

Il solo pensiero di ciò che il Caporale, aveva dovuto sopportare in quegli anni, la faceva rabbrividire, al suo posto avrebbe fatto, forse, lo stesso, ma c'era un altro motivo per cui doveva lasciare in vita quello scienziato: Edolus. Quell'uomo poteva essere a conoscenza di molte cose, di molti progetti andati fuorilegge e che avevano oltrepassato il confine tra scienza e semplice smania di maggiore potere di vita e di morte su loro, povera carne da cannone.

Tutto l'Universo, dipendeva dalla ricerca in campo militare, per migliorare il proprio status di esseri viventi, e lei, da militare avrebbe dovuto comprenderlo, capirlo e accettarlo come un dato di fatto, ma non ci riusciva. Non ci sarebbe mai riuscita.

Se però, poteva contribuire a dare delle risposte a quarantanove famiglie, e a darsi delle risposte, mettendosi un po' il cuore in pace, dopo anni, allora quell'uomo doveva sopravvivere insieme a Toombs. Era la loro unica fonte di informazione, non poteva lasciare che John la mettesse a tacere, nascondendola sotto un mucchio di cadaveri troppo grande per essere contenuto in una stanza sola.

Inoltre, sparare a quell'omuncolo, avrebbe significato abbassarsi al suo infimo livello. Così prese la sua decisione.

- Tu sei meglio di così, Toombs- disse Shepard, con decisione.- Tu non sei come loro.- O, quantomeno, non lo era mai stato.

Quello che non si aspettava era la reazione del Caporale a quelle sue parole che non volevano essere un modo per giudicarlo. Solo per togliergli un modo per farsi ulteriormente del male, visto che dello scienziato a lei non gliene importava più di tanto.

- Ma che cosa ne sai, tu?! Te l' eri cavata con qualche graffio e una pessima reputazione!- Garrus, in quel preciso istante, avrebbe voluto saltare al collo dell'Umano e ridurlo in poltiglia, ma il Comandante, ancora una volta, lo tenne a bada. Vakarian lesse negli occhi di Shepard, quanto male le avevano fatto quelle parole. Chi era, per lei, quel Toombs?- Tutto il plotone era stato annientato, e io sono stato torturato per anni, Shepard!- Un altro affondo, un altro montante alla bocca dello stomaco per Nadira. Lei rimase lì, immobile, a subire quell'ennesimo attacco, senza mostrare alcun danno, esternamente. Dentro si sentiva morire ad ogni parola pronunciata dal Caporale. Ingoia il rospo e vai avanti, ci sei abituata, no?- Non puoi giudicarmi, non ne hai il diritto.- Stavolta il gancio arrivò al mento, e lei aveva la guardia abbassata. Solo che non finì k.o., per quanto potesse fare male rimase in piedi, la rabbia che prendeva il sopravvento su tutto il resto, dandole l'energia necessaria a continuare a combattere sul quadrato. Era il suo turno di contrattaccare, e se fino ad ora aveva soltanto subito, incassando colpi che avrebbero buttato a terra un Krogan, era arrivato il momento di uscire dall'angolo e portare a casa il risultato.

- Toombs, se su Akuze avessi potuto aiutarti lo avrei fatto.- esordì il Comandante, mordendosi il labbro e ricacciando in gola la voglia di insultarlo e dirgli cose che avrebbe preferito rivolgere a qualcun altro, più alto in grado di entrambi.- Ma posso aiutarti ora.- Shepard avanzò verso il Caporale, guardandolo negli occhi.- Lasciamelo fare.- supplicò Nadira. La mano salda sulla pistola di Toombs, mentre lui la guardava intensamente. Con rabbia, probabilmente. Al Comandante non importava, quel contatto rese reale tutto quanto. Lui era lì, e non se ne sarebbe andata finché non lo avrebbe persuaso a a lasciar perdere.

Garrus si mosse senza che Shepard glielo ordinasse, prendendo in consegna lo scienziato, chiedendogli le generalità e leggendogli poi i suoi diritti in nome della Marina dell'Alleanza, spostandolo dalla linea di fuoco, senza perdere di vista il Comandante e Toombs, Tali faceva lo stesso e soltanto lei si era accorta di quanto fosse importante quell'Umano per Shepard. O quanto lo fosse stato. Istinto femminile, chiamatelo come volete, ma la Quarian era fiduciosa che il Comandante sarebbe riuscita a dissuaderlo.

Sia il Turian che Tali trassero un sospiro di sollievo, quando Toombs abbassò l'arma e Shepard la prese in consegna immediatamente, mettendovi la sicura.- Ok, non sono un assassino.- esalò il Caporale, voltandosi verso il Comandante.- E se sarà processato...non lo diventerò mai..- John si portò le mani al volto, e Nadira per un solo istante, provò compassione per lui. Si ritrovava in quei gesti, lei ci era passata tempo fa.- Forse le urla ora cesseranno. Non lo so.- sussurrò Toombs, Shepard voleva abbracciarlo e consolarlo in qualche modo, ma quelle frasi che le aveva rivolto, ora che si stavano sedimentando nella sua anima, facevano un male atroce. E lei non sapeva se quei lividi sarebbero mai passati. Per il momento, scacciò quella sensazione, sostituendola con il sollievo di averne riportato a casa almeno uno, anche se con sei anni di ritardo.

- Ora quei bastardi non ti faranno più del male, Toombs.- lo rassicurò Shepard, togliendo lo sguardo sul Caporale, sorvegliato da Tali, e raggiungendo l'auricolare per mettersi in comunicazione con la Normandy.- Joker, contatta la Quinta Flotta e comunicagli che ci serve una nave di recupero. Shepard, chiudo.-

- Agli ordini, Comandante.- gracchiò il pilota, consapevole che una battuta, in quel momento, sarebbe stata fuori luogo e rischiosa per la sua vita.

Garrus spinse lo scienziato, tale Dottor Wayne, verso la porta con disprezzo, mentre Shepard osservava Toombs guardare nel vuoto, perso in chissà quali ricordi, e intanto che i suoi due compagni d'arme la lasciavano da sola, con lui.

Il Comandante non sapeva che cosa dire, il silenzio che era calato in quella stanza era imbarazzante e pesante, mille pensieri passarono per la testa di Nadira, tra cui anche quello di dirgli quanto gli fosse mancato, ma non glielo disse.

Non era rimasto nulla, di ciò che erano prima di Akuze. Dell'uomo che aveva deciso di seguire anche all'Inferno, del Marine che le aveva coperto le spalle durante i primi anni della sua carriera militare, restava solo un pugno di cenere e rabbia.

Da entrambe le parti.

Ed ora il dubbio che Hackett le avesse dato quella missione, per far sì che potesse concentrarsi su Saren, le venne. Il fatto che Anderson non avesse proferito parola, anche. Che sapessero chi ci fosse dietro a quegli omicidi, o quantomeno lo sospettassero, Shepard poteva giocarci sopra lo stipendio di due mesi. Diversamente, non si sarebbero nemmeno preoccupati del dirglielo e assegnarle la missione.

Scosse la testa, sentendosi un'idiota per aver frainteso il motivo dell'assegnazione di quella missione proprio a lei: ci aveva perso il sonno e quasi il senno, nel cercare di capire di chi si trattava, arrivando quasi a farsi ammazzare, e a far uccidere due dei suoi compagni, in cui riponeva la massima fiducia.

Jeff interruppe quel flusso di pensieri, facendo sobbalzare Shepard, che si era avvicinata a Toombs con l'intento di portarlo fuori da quel posto, e consegnarlo alle autorità della Marina dell'Alleanza.

- Comandante...abbiamo un problema.- esordì il pilota, timoroso. Nadira, sorrise beffarda. Ovvio che le cose non potevano mai andare lisce come l'olio. Nessuno strano accordo attaccato. Che cosa era successo, ora?

- Qui Shepard. Rapporto.- si limitò a dire, mentre Toombs si era riscosso e aveva aperto la bocca per dirle qualcosa. Il tempismo di Jeff era odioso, sembrava avere un radar per farlo intervenire nei momenti meno opportuni. Come quello.

- Ho appena ricevuto una comunicazione dalla Kilimangiaro. La Tokyo può trasferire a bordo solo il Dottor Wayne, sembra che siano impegnati in una missione particolarmente rischiosa e abbiano soltanto una cella a disposizione. E a meno che tu non voglia lasciare il Caporale in cella con lo scienziato pazzoide, temo dovremmo portarci a bordo Toombs.- spiegò Jeff, restando serio.

Quello era proprio un bel problema. Era mai possibile che quando c'era una parvenza di calma, qualcuno congiurava per metterle i classici bastoni tra le ruote?!- Cosa?! Ma lo sanno che la Normandy non è una nave carceraria? E che siamo impegnati in una missione per conto del Consiglio della Cittadella? Non posso privarmi di alcun membro dell'equipaggio per sorvegliare il Caporale!- protestò Nadira, cancellando dal viso di Toombs un sorriso sarcastico, incenerendolo con il solo sguardo.

- Pressly glielo ha spiegato, Comandante. Non hanno voluto sentire ragioni. L'Ammiraglio Hackett ci ha promesso assistenza da parte della Kilimangiaro, ma sono ancora impegnati con la pulizia dell'Ammasso Armstrong. Trasmetterà le coordinate del rendez-vouz entro le prossime ventiquattrore.- riferì Joker.- Oh, e il Capitano Gabrielle O'Shee, le manda i suoi saluti, Comandante.- aggiunse Moreau, con quel suo fare sarcastico e da presa in giro. Per risollevare il morale all'amica, nascondendolo egregiamente tra i meandri del formalismo militare.

- Riferiscile che lei sa benissimo dove rigirarseli, i suoi saluti....- ringhiò Nadira, cambiando poi idea.- Non importa, lascia perdere, ci penserò io quando tornerò a bordo.- esalò, Shepard, fregandosi gli occhi, pensando rapidamente ad una soluzione per quel casino. - Allerta la Chakwas, dille di preparare l'infermeria. E, soprattutto, specifica che non si tratta di me o degli altri due che mi sono portata dietro. Ah, e dì a Pressly di presentarsi a rapporto nella mia cabina a fine turno. Shepard, chiudo.- ordinò il Comandante, senza dare l'opportunità a Joker di fare battute idiote e inopportune.

Nadira chiuse la comunicazione prima che Jeff potesse dirle altre brutte notizie o problemi, rivolgendosi a Toombs.- Sembra che ti debba portare a bordo della mia nave.- esordì, Shepard, mentre John se ne stava fermo sul “riposo”.- Non farti illusioni. Non sarà un viaggio di piacere. Ora, usciamo da questo posto, prima che decida di fare qualcosa di cui, poi, mi pentirei. Prima tu, e non ti azzardare a cercare di scappare. Ti tengo sotto tiro.- minacciò Nadira.

- Non desidero altro.- esternò il Caporale, cinico, riservando un'occhiataccia al Comandante, mentre le passava davanti, evitando di fare una certa battuta. Non era il momento. Sapeva benissimo che parlarle a quel modo sarebbe stato controproducente.- Signorsì, signora.- rispose, correggendosi, John, dopo che lei lo spinse avanti, trattenendosi a stento dal prenderlo a calci. Sul posto.

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Garrus, vedendo che il Comandante non usciva dalla struttura scientifica, stava per rientrare, dopo aver lasciato Wayne in consegna alla squadra da sbarco della SSV Tokyo, su insistenza del Capitano O'Shee, che aveva voluto guidarla di persona. Dopo anni che non scendeva sul campo.

Non fece che pochi passi, quando il Comandante uscì dalla struttura scientifica, e che teneva sotto stretto controllo il Caporale, spingendolo malamente tra le braccia di Vakarian.

- Il signore viene con noi. Trovagli una sistemazione adeguata sul MAKO, Garrus.- ordinò il Comandante, mentre Toombs si irrigidì di colpo, nel sentire la parola “MAKO”.

- Aspetta....non guiderai tu, vero?- chiese, terrorizzato il Caporale.- Shepard, non ho bisogno di altri incubi, qualcuno le tolga le chiavi di quel coso..!- supplicò l'Umano, iniziando a dimenarsi per cercare una via fi fuga, strappando una breve risata dal Turian.

- Bah, non fare il bambino, Toombs! Sali su quel dannato MAKO, senza fare storie. Ora.- ordinò Shepard, incrociando le braccia, offesa, con un sorriso diabolico sul volto.

- Comandante, vedo che le tue, ehm, capacità di guida sono famose nella vostra Marina.- disse Garrus, divertito. Rimangiandosi subito dopo quanto detto, sotto gli sguardi severi incrociati di O'Shee e di Nadira.- Muoviti, Umano!- ordinò il Turian, cambiando rapidamente argomento, severo.

Come Garrus si fu allontanato insieme al Caporale, Shepard si qualificò al Capitano O'Shee, salutandola militarmente.- Tenente Comandante Nadira J. Shepard. Marina dell'Alleanza, SSV Normandy SR-1.- O'Shee salutò a sua volta, in risposta, rapidamente. Intimandole di mettersi a riposo.

- Riposo, Comandante. Volevo scusarmi personalmente con lei per i problemi che le sto causando, ma eravamo l'unica nave disponibile nei paraggi e purtroppo non posso ospitare entrambi. Il Contrammiraglio Hackett mi ha informato dell'importanza della sua missione, confido che troverà la soluzione migliore per questo increscioso incidente.- disse il Capitano. Nadira si mantenne calma, ma la verità era che voleva dirgliene quattro al Capitano O'Shee. Non si aspettava di trovarla lì, la Dottoressa Chakwas le aveva detto che era in pensione da qualche anno ormai. L'Alleanza non doveva passarsela molto bene, se aveva richiamato i riservisti e chi era in quiescenza. Poi si ritrovò ad ammettere, che non era colpa di O'Shee, se si erano ritrovate entrambe in quella spiacevole situazione. Lasciò perdere ogni tentativo di risponderle per le rime. Appena i due Marines, che avevano storto il naso, per la presenza di un Turian ed una Quarian al seguito di un Ufficiale della Marina, si ritirarono quel tanto dal lasciare un po' di privacy al loro Capitano, O'Shee si sbilanciò sulla presenza dei due alieni.- Mi può spiegare che cosa diamine ci fanno una Quarian e un Turian a bordo di una nave della Marina dell'Alleanza, Comandante? So che lei è passata agli ordini del Consiglio della Cittadella, ma non le sembra eccessivo? Spero abbia preso tutte le precauzioni necessarie per la sicurezza dei nostri dati sensibili, Shepard.-

Il Comandante si sentì offesa da quelle, seppur legittime, domande sulla presenza di personale della Gerarchia e della Flottiglia Quarian, tra il suo equipaggio.- Vuole sapere la verità, signora? Mi fido più di loro che di tutto il resto della Marina dell'Alleanza. Hanno provato la loro competenza e fedeltà in più di una missione e al Detective Garrus Vakarian devo la mia stessa vita. Ho anche un Krogan a bordo, signora. E un' Asari. Fanno parte del mio equipaggio come chiunque indossi l'uniforme della Marina. E ,come tale, esigo rispetto anche per loro.- Nadira era stufa di sentir continuamente dire quelle cose, da chiunque facesse parte dell'Alleanza dei Sistemi. Di sentir continuamente critiche alla sua decisione di portare degli alieni a bordo della Normandy, quando questa era stata costruita insieme ai Turian.

O'Shee rimase al proprio posto, incrociando le braccia dietro la schiena.- Ho combattuto nella Guerra del Primo Contatto, Comandante. Per cui mi scuserà se non mi metterò ad abbracciare ogni Turian che passa. E, soprattutto, abbiamo un Regolamento da rispettare. Anche lei.-

- Le assicuro che i dati sensibili riguardanti l'Alleanza dei Sistemi sono al sicuro, secondo le procedure standard. E attuerò le dovute azioni nel caso si rendessero necessarie nei confronti di coloro che infrangeranno il protocollo diplomatico.- rassicurò Nadira.- Detto questo, considero la questione chiusa. Può giudicare il mio operato come Comandante, ma non le permetto di giudicare il mio equipaggio solo per l'appartenenza a una determinata specie, signora. Per quello è già a sufficienza Terra Firma, signora.- disse, Shepard.

O'Shee ridacchiò, orgogliosa di quell'affermazione del Comandante. Era passato molto tempo dall'ultima volta che l'aveva vista, e a dir la verità, era stato quando l'avevano fatta sbarcare ad Arcturus, insieme al Comandante, ora Capitano, Anderson. Non aveva detto niente a nessuno, ma anche lei si era preoccupata di quella colona adolescente che aveva perso tutto nel giro di un giorno, e non era passato giorno che non pensasse a lei. Ora poteva tranquillizzarsi. Nonostante tutto quello che le era piovuto addosso, era riuscita a sopravvivere e ad andare avanti, e davanti a lei stava un Ufficiale della Marina, consapevole delle sue capacità e delle proprie responsabilità.

- Credo che lei abbia esposto il suo caso molto bene, Comandante. Dovrebbe pensare a chiedere il trasferimento alla Procura Militare, lo sa? Diventerebbe un ottimo avvocato.- scherzò O'Shee.- Porti i miei saluti al Maggiore Chakwas. E le dica che rimpiango il non avere un medico qualificato come lei a bordo del mio Incrociatore. È stato un piacere rivederla, Shepard. Ci renda orgogliosi di lei, là fuori. Buona caccia.- augurò la donna, salendo sulla Kodiak insieme alla sua squadra da sbarco, accennando un breve saluto al Comandante.

- Lo farò senz'altro. Vale lo stesso per me, signora.- sussurrò Nadira, mentre osservava la navetta sollevarsi da terra e scomparire nell'atmosfera, dopodiché salì sul MAKO, dove regnava il silenzio più assoluto.

Silenzio misto a rabbia e ad imbarazzo. Quella giornata, volgeva al termine e, prima di avviare il mezzo corazzato, il suo sguardo incrociò quello di Toombs, che si era attaccato disperatamente alle cinghie del suo sedile, con Tali davanti a lui, che divertita, lo rassicurava, mentre Garrus inizializzava la torretta dell'artigliere.

- Scudi.....ok. Motori pronti al cinquanta per cento. Munizionamento al settanta per cento della sua capienza. Coordinate punto di estrazione....nord nord est. ETA: venti minuti al punto di atterraggio della Normandy.- snocciolò Vakarian, più serio del solito. - Nessuna segnalazione di presenza ostile nel raggio di un chilometro dal punto di esfiltrazione. Popolazione indigena assente.- ci tenne a precisare il Turian, chiaramente riferendosi alla strage di mucche spaziali.

- Quindi, nessuna mucca spaziale a cui sparare?- chiese, delusa, Shepard, che voleva sfogarsi su qualcosa, visto che non lo poteva fare sul MAKO.

- No, mi dispiace, Comandante. Le hai uccise tutte.- dichiarò il Detective. Ritrovando un po' di buon umore.

- ….peccato. Vorrà dire che Williams avrà qualche livido in più nei prossimi giorni.- esalò Nadira.

- Tali, prepara i pop corn , le noccioline e le Tupari!- gridò Garrus, in direzione dell'amica Quarian, entusiasta. Cosa che strappò una breve risata a Shepard. Risata che si spense quando Toombs le sorrise, sollevando il pollice per dirle a quel modo che era tutto a posto, e che era pronto a subire quel martirio.

- Muoviamoci, ne ho già abbastanza di questo pianeta.- ordinò il Comandante, quando il mezzo le segnalò che il MAKO era pronto a partire.

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Shepard decise di alzarsi dal letto, dopo aver cercato inutilmente di dormire.

L'insonnia non era dovuta ai Prothean, o a Saren sul quale ora poteva concentrarsi senza avere grosse distrazioni, era dovuta alla lite con Toombs.

Lo aveva fatto scortare nella sua cabina per interrogarlo, ed era finita con loro due attaccati alla gola dell'altro, metaforicamente parlando, mentre fuori, Williams aveva fermato Garrus dall'intervenire per evitare che questo provocasse una rovinosa perdita di rispetto da parte dell'equipaggio nei confronti del Comandante.

Ed ora, nemmeno gli antidolorifici passatole dalla Dottoressa Chakwas, erano riusciti a farla dormire. Diversamente dagli altri giorni, il dolore fisico era insopportabile, e non era solo la spalla o la gamba destra a farle male. C'era un muscolo involontario che le faceva male più del resto della muscolatura, e non era l'acido lattico a provocarle quei dolori lancinanti.

Si sedette sul bordo del letto, vestita solo con l'intimo e una maglietta, era talmente esausta che non si era nemmeno preoccupata di indossare un abbigliamento notturno più consono al Regolamento, e di bloccare l'ingresso alla cabina, prima di coricarsi, e dopo aver fatto uscire Williams e Vakarian. E John.

Prese un paio di pantaloni dell'uniforme, visto che di dormire non se ne parlava, indossando anche gli anfibi già da che c'era, e si mise alla sua scrivania, le gambe accavallate sopra il tavolo; aveva cose molto importanti da fare, perché allora si perdeva dietro a Toombs? Nemmeno i servizi giornalistici su di lei, seguito della sua nuova notorietà come Spettro, le davano più problemi.

Al Jilani era una grossa piaga per la Galassia, eppure anche lei passò in secondo piano, lei e le sue continue richieste di interviste che Shepard seguitava ad ignorare, che puntualmente Udina le passava tramite l'Ambasciata Umana sulla Cittadella, con toni che passavano dal cordiale politichese alle minacce più o meno velate di fare rapporto del suo comportamento menefreghista verso i media al Consiglio e allo Stato Maggiore della Marina.

L'unico scopo che ottenevano quelle mail, era di farla ridere per qualche secondo, prima di buttarle nella cartella della posta eliminata. Una volta aveva contrassegnato la mail da parte di Udina come spam, ma dopo che Anderson l'aveva supplicata di non fare più una cosa del genere, per rispetto alla sua salute mentale, a malincuore le aveva solo eliminate. Dopo averle lette. Sommariamente.

Sigh...., sospirò Shepard, prendendo in mano una piccola cornice risalente al periodo precedente alla scoperta delle rovine Prothean su Marte, da un cassetto della sua scrivania, nel quale c'era una foto scattata con una macchina fotografica digitale, del ventunesimo secolo che lei, Toombs e i gemelli Salazar avevano scovato in un rigattiere vicino alla base di Parris Island, durante una libera uscita.

Non ricordava chi l'avesse scattata, ma si ricordava della serata in cui quell'immagine era stata impressa sui pixel, se la ricordava molto bene. Era un qualcosa che non avrebbe mai dimenticato facilmente. La sera in cui gli avevano comunicato che avevano superato il Crucibolo e consegnato l'agognato titolo di Marines dell'Alleanza. La sera che in barba alle sentinelle, avevano ammainato le bandiere dell'Alleanza e del Corpo dei Marines e rialzate al contrario. Cosa che aveva quasi rischiato di farli cacciare dal Corpo tutti e tre. Solo l'intervento del Comandante del Corpo dei Marines dell'Alleanza, un Marine vecchio stampo, che aveva plaudito alla loro impresa, prendendosela invece con le sentinelle, che erano state legate e imbavagliate, cani da guardia compresi, e disarmate. L'ultima cazzata che avevano fatto durante l'addestramento.

Stava ancora osservando quella foto, quando nella cabina entrò il Tenente Alenko, carico di datapad passatogli dal Primo Ufficiale e che avrebbe dovuto archiviare, senza disturbare il riposo del Comandante.

Kaidan credette di aver disturbato Shepard. E si scusò immediatamente con lei.

- Chiedo scusa, Comandante. Pensavo stessi riposando, ho cercato di far meno rumore possibile...scusa se ti ho svegliata.- concluse il Tenente, fermandosi quando sentì il Comandante sfiorarlo, nel prendere alcuni dei datapad dalle mani di Alenko.

- Ero già sveglia, Kaidan. Vieni, ti do una mano a sistemare questi datapad.- ordinò Shepard, decisa a dire qualcosa al Tenente. A chiarire la sua posizione nei suoi confronti.

In un altro momento, in un'altra vita, probabilmente avrebbe ceduto alle avanches del biotico, ma non in questa. Era un suo sottoposto, erano a bordo della stessa nave, e soprattutto, non era il suo tipo d'uomo. Troppo gentile, troppo educato, troppo prevedibile. E non da meno, sentiva che alla prima difficoltà sarebbe scappato, con qualche scusa. Qualsiasi.

Per lei ci voleva qualcuno che sapeva starle al fianco, che le guardasse le spalle, che sapeva sopportare il suo carattere non molto socievole, ridere al suo poco senso dell'umorismo, che la supportasse nelle sue decisioni, non incondizionatamente.

Di qualcuno che l'ascoltasse, che le risollevasse la giornata, magari strappandole anche una breve risata. Ma soprattutto di qualcuno che la rispettasse anche come persona, non solo come Ufficiale Comandante. E qualcuno da trovare al molo D-24 ogni volta che la Normandy rientrava da qualche missione.

Kaidan, la vedeva prima come un Ufficiale della Marina dell'Alleanza e poi come persona, anche nella sfera privata, l'ascoltava perché doveva farlo in quanto suo superiore, nonostante il suo preferire “donne più avventurose”.

No, lui non era la persona giusta. Toombs sì. Lo era stato, forse era meglio dire così, parlare al passato, come se vi appartenesse. Eppure...eppure lei lo amava ancora. Non aveva mai smesso d'amarlo, per quanti altri uomini ci fossero stati dopo di lui. Nessuno era riuscito ad eguagliare il Caporale. E anche adesso, dopo tutte le cattiverie che le aveva detto, lei non riusciva a pensare ad altri, se non a lui. Complice forse il fatto di averlo a pochissimi metri. Dio, com'era bello con addosso la nuova uniforme della Marina...

Nadira osservò Kaidan per un solo momento, indecisa se iniziare o meno quel discorso, consapevole che lo avrebbe ferito, ma sapeva che si sarebbe ripreso presto, non era certo brutto il Tenente e aveva sicuramente molte qualità che molte donne avrebbero trovato irresistibili. Non lei.

Alenko, dal canto suo, si stava facendo mille castelli in aria, pensando che finalmente Shepard stesse per cedere, che l'avesse finalmente conquistata. Che finalmente Rahna diventasse soltanto un brutto ricordo del passato. Anche se Shepard valeva cento volte di più di Rahna, che era bella solo fisicamente.

Il Comandante aveva quell'aura di solitudine attorno a sé, che la rendeva speciale. Il fatto che poi non si lasciasse avvicinare da nessun altro uomo sulla nave se non per ragioni di servizio, la rendeva ancora più affascinante; era forte, sul campo di battaglia era una furia che travolgeva qualsiasi cosa, tutti si ammutolivano quando entrava in mensa, o in qualsiasi luogo della nave. Persino durante la cerimonia in cui era stata insignita dello status di Spettro, l'unico punto fermo d'interesse era lei.

Joker lo aveva messo in guardia, per una volta era serio quando gli aveva detto di lasciarla perdere, avvisandolo che si sarebbe soltanto fatto del male con Shepard. Lui non lo aveva ascoltato, come faceva un pilota a sapere quelle cose sul Comandante? Da quello che sapeva, Joker e il Comandante erano solo grandi amici, e nulla di più.

Kaidan sospirò, ora lo stava osservando, credendosi non vista, e il Tenente si sentì mozzare il fiato, da quanto in quel momento era bella. Aveva appena visto il Comandante Shepard sorridere, un'occasione più unica che rara, e quel sorriso era rivolto a lui. O almeno credette che fosse rivolto a lui.

Avrebbe pagato non so quanti crediti per sapere a cosa pensava Shepard. Era irrimediabilmente innamorato di lei.

Purtroppo, Shepard non era interessata a lui. La verità gli cadde addosso peggio di un pentolone colmo di olio bollente. Doccia fredda, due di picche, i termini da utilizzare erano molteplici. Rimasero solo cocci di vetro e di cuore sparsi per la cabina che Nadira spazzò via con una scopa, con indifferenza. E camminandoci sopra con crudeltà.

Dopo che ebbero finito di sistemare i datapad, negli appositi contenitori, e nella cassaforte di bordo, Nadira si rialzò, mettendo via rapidamente la cornice che aveva contemplato prima che entrasse Kaidan.

Alenko fece lo stesso, sistemandosi poi la maglia e i pantaloni dell'uniforme, mentre l'abbigliamento del Comandante rimase in disordine, cosa di cui il Tenente rise. Sempre così, disordinata nell'abbigliamento e nei capelli, quanto precisa e ordinata sul campo di battaglia e nel comandare una Fregata.

Shepard si schiarì la voce e invitò Alenko a sedersi, mentre lei rimase in piedi. Kaidan non vide il resto arrivare, altrimenti si sarebbe preparato adeguatamente ad incassare l'uno-due del Comandante.

- Dunque, Kaidan...credo che noi due dobbiamo parlare. Di un qualcosa che non riguarda la missione.- esordì, Shepard. Cercando di andarci il più piano possibile, per non ferirlo più di quello che stava per fare. Non aveva mai dato tanto peso al Regolamento dell'Alleanza, ma adesso era più che mai necessario che venisse rispettato. Non voleva che la carriera di Kaidan venisse rovinata da una sciocchezza simile. Sospirò, Joker le aveva riferito che nel delirio, dopo Solcrum, aveva baciato Alenko, prima di svenire. Forse era per quello che il Tenente si era fatto strane idee su di lei. Lei non se lo ricordava, ma se Jeff diceva così, e glielo aveva detto seriamente, quasi riprendendola, un fondo di verità doveva esserci.

- Ti ascolto, Shepard.- Alenko si mise comodo, intuendo che sarebbe stato un lungo monologo.

- Dunque, c'è una linea tra Comandante e subordinati che non si dovrebbe mai oltrepassare e noi, in qualche modo, l'abbiamo oltrepassata. Per quanto mi senta lusingata, dalle attenzioni che mi dai, non credo che questo sia il momento più adatto per portare avanti una relazione, come la vorresti tu, Kaidan.- esordì Nadira. Una calma glaciale, quasi stesse parlando di fucili di precisione o missioni da portare a termine con successo.- Credo anche, che tu abbia frainteso alcuni miei atteggiamenti nei tuoi confronti. La mia disponibilità a parlare con te, anche ad ascoltarti, non era altro che un modo per costruire un buon rapporto tra tutti i componenti della squadra, nessuno escluso.- il Comandante riprese fiato, appoggiandosi al tavolo.- Mi dispiace che tu ci abbia visto più di quello che era realmente, ma non è certo colpa mia se ti sei fatto idee sbagliate su noi due. Il massimo che ti posso concedere è la mia amicizia.- Nadira sentiva le sue mani sudare, lo sguardo deluso di Alenko la faceva sentire sempre più in colpa. Anche il suo non reagire, la faceva sentire in imbarazzo, ma proseguì sulla sua strada. Quella faccenda andava chiarita. Continuò, ignorando lo sguardo accusatorio del Tenente.- Inoltre, c'è un Regolamento da rispettare. E per quanto io sia uno Spettro e né l'Alleanza né il Consiglio potrebbero intervenire nei miei confronti, tu verresti punito severamente. Lo Stato Maggiore ha metodi molto creativi per punire il personale che infrange anche soltanto una delle migliaia di regole che abbiamo accettato con l'arruolarci, e prestare poi Giuramento.- Lei ne sapeva qualcosa. Solo si sentiva sempre più a disagio, nell'affrontare quell'argomento. Sapeva di essere un'ipocrita, visto che anche lei in passato non si era tirata indietro, ma vista come si era appena chiusa quella giornata, un cambio di rotta era necessario e dovuto. Le brutte esperienze, erano quelle che ti cambiavano. Non le belle esperienza. Le porte in faccia, i colpi a tradimento, le chiacchiere maligne alle spalle, queste cose contribuivano a cambiarti. La morte dei tuoi quarantanove, anzi quarantotto subordinati, commilitoni e amici. Il risvegliarsi in un letto d'ospedale e scoprirsi di nuovo da sola, o nel lettino dell'infermeria di bordo di una nave da guerra, ferita, quando ti credevi ormai spacciata. Sapere che la Galassia così come l'avevi conosciuta, stava per finire a causa di sintetici che credevano in una Razza che tutti ritenevano una figura mitologica. Nessuno a parte lei, aveva un peso simile sulle spalle.- E prima che tu pensa che lo stia facendo perché sei un biotico, sappi che non è per quel motivo. Ti ammiro come soldato, e come persona hai il mio massimo rispetto. Inoltre non sei l'ideale di uomo con cui vorrei passare il resto della mia vita. Solo questo, purtroppo.- Nadira bevve un sorso d'acqua, in quella cabina faceva un caldo micidiale, una lieve aura azzurrina circondava Alenko, ma durò qualche secondo, poi il Tenente ritornò calmo.- Ora...mi dispiace davvero, se in qualche modo ti ho ferito. Non era mia intenzione farlo.- concluse Shepard, mettendosi a sedere, fingendosi indifferente a quanto aveva appena detto.- Spero che ciò che ti ho appena detto, non influisca sulle tue prestazioni in combattimento e nello svolgimento dei tuoi doveri.-

- Non accadrà, Shepard....Comandante.- rispose, deluso, Kaidan.

- Per l'amore del cielo, Alenko! Sembra che tu ti stia per mettere a piangere da un momento all'altro.- esclamò Nadira.

- Poi dopo asciugherò per terra.- rispose il biotico, chiaramente ferito nell'orgoglio e nell'animo.

Non c'era andata piano, dire che lo aveva ferito era un eufemismo, era più realistico dire che era passata sopra il Tenente con il MAKO, per poi completare il tutto passandoci sopra di nuovo in retromarcia. Nadira giocherellò con il tappo della bottiglietta, finché Kaidan non si alzò, iniziando ad uscire.- Ti ringrazio per essere stata chiara con me...e grazie per avermi aiutato con i datapad, Comandante. Ti ho già fatto perdere troppo tempo.- disse il biotico, l'aria di qualcuno che era stato appena travolto da una carica Krogan.

Shepard attese che Alenko uscisse, prima di tirare un lungo sospiro di sollievo. Era stata crudele con lui, come mai lo era stata con qualcuno, ma era stato necessario. Non c'era tempo di perdersi in inutili chiacchiere sull'amore o anche solo pensare ad una relazione. Sapeva che dopo una buona dormita, Kaidan avrebbe capito e si sarebbe comportato di conseguenza, da adulto qual'era.

Nadira si adagiò contro il cuscino, dopo essersi coricata, e calmò il respiro, come faceva prima di fare fuoco dal suo fucile di precisione, sentendo finalmente i muscoli allentarsi e arrendersi alla stanchezza, e agli antidolorifici, riuscendo a contare solo fino a cinque prima di addormentarsi. E per quella notte, i vecchi fantasmi di Akuze, la lasciarono in pace. 

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Garrus prese il suo fucile di precisione e approfittò della stazione di lavoro libera, e del silenzio della stiva per pulirlo per bene, nonché raccogliere i pensieri. Le ventiquattr'ore di stop della nave stavano per finire, e presto, si sarebbero recati nel Sistema Herschel per mettere fine agli esperimenti illeciti di Saleon.

Prima Feros, e poi Ontarom, sentire cosa avevano fatto al plotone del Comandante, lo avevano portato a pensare a quel Salarian, che ormai era in trappola, o almeno così lui sperava, dopo tutto il tempo passato a dargli la caccia.

Mentre passava lo straccio per pulire il fucile dalla morchia e dai residui di polvere da sparo, gli passavano davanti le immagini di quando lui e i suoi colleghi avevano scoperto quel traffico d'organi e il laboratorio del Salarian, inorridendo davanti a quello spettacolo orrendo. E si chiese come Shepard aveva potuto mantenere la calma davanti alla verità riguardante Akuze, all'essere stata usata come cavia da laboratorio. Al suo posto avrebbe lasciato che quel Caporale, a cui loro dovevano fare da sorveglianti, a causa della disorganizzazione della Marina dell'Alleanza, sparasse all'altro Umano, dopo essersi fatto dire tutto, magari provvedendo a registrare nomi, luoghi e procedure operative su Factotum. La resistenza all'arresto era plausibile, ma lui non era Shepard.

Lei era il Comandante, lei dirigeva la missione e decideva i metodi da usare. Garrus smontò le lenti del mirino, per pulirle accuratamente: aveva sparato a quel Jeong, ma il Dottor Wayne lo aveva lasciato in vita. Per quale motivo? Non era un comportamento coerente, quello.

Non avrebbe mai capito la logica degli Umani. Non avrebbe mai compreso la logica che seguiva Shepard. E questo lo rendeva nervoso tutte le volte che le rivolgeva la parola. Aveva letto il suo fascicolo, aveva osservato il modo con cui operava sul campo, ma quell'Umana restava un completo mistero per lui, e Garrus, da buon poliziotto, era bravo a decifrare i comportamenti altrui.

E più pensava di conoscerla, più lei sfuggiva ad ogni sua previsione. E più lo affascinava.

Prese il calcio del fucile e iniziò ad assemblarlo pezzo per pezzo, con calma, come se fosse il suo rompicapo preferito, mentre pensava al momento in cui avrebbe finalmente messo fine alla carriera criminale di Saleon.

Come aveva fatto il Comandante a non indignarsi davanti a quell'orrore che le era quasi costato la carriera e la vita insieme, a causa del quale Anita Salazar aveva perso il fratello? Era già arrivata al punto in cui era già abituata a tutto quello che vedevano ogni giorno sul campo di battaglia?

Vakarian non voleva credere che quel momento fosse già arrivato per il Comandante.

O, molto probabilmente, avevano una visione differente sul significato di Giustizia. Lei credeva ancora nel sistema dopotutto, e in questo, sarebbe andata d'accordo con suo padre, se solo avessero avuto l'occasione di incontrarsi in un bar e mettersi a discutere di quell'argomento.

Già se li vedeva, mettersi entrambi a rimproverarlo per ogni sua opinione non in linea con la definizione di Giustizia descritta nei manuali d'addestramento e nei vari codici civili e penali di tutta la Galassia.

Per lui la Giustizia, era tutto l'esatto contrario di quello che suo padre e Shepard pensavano che fosse. Per lui, fare Giustizia, era fare in modo che un crimine non venisse mai più ripetuto, e che venisse fermato ad ogni costo, con qualsiasi mezzo a disposizione, non lasciare che un criminale come Saleon lasciasse impunito la Cittadella, solo perché c'era stato il rischio che dei civili ci andassero di mezzo.

Finì di montare il mirino al suo posto, dopo si assicurò che l'arma non si fosse inceppata, sparando un colpo a vuoto per assicurarsi che non ci fossero colpi rimasti in canna. Era pronto.

La corazza dell'SSC era lucidata e riparata a dovere, il Factotum era stato ripulito da cookie, cache, file temporanei e altre porcherie varie che avrebbero potuto interferire con l'utilizzo del suo nuovo Factotum, che era anche stato aggiornato grazie al prezioso aiuto di Tali, poco prima che la Quarian prendesse servizio in infermeria, al fianco del Tenente Alenko, e le sue armi erano in ordine. Restava da decidere quali portare con sé durante le fasi dell'eventuale abbordaggio. Per quello, comunque, c'era tempo.

Con precisione quasi maniacale ripose tutto il suo equipaggiamento nell'armadietto che gli era stato riservato, tenendo per ultimi gli strumenti di pulizia delle armi, e prendendo l'attrezzatura che gli serviva per ricalibrare il suo visore e anche pulirlo.

Stava per mettere la parola fine alla fuga di Saleon. E lo avrebbe fatto, Shepard non gli avrebbe impedito di agire a modo suo stavolta.

 

 

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Capitolo 23
*** Bloody Hearts ***


Premessa: Questo capitolo chiude tutta la serie iniziata col capitolo 20. Con il prossimo, potrete iniziare a fare il countdown per la fine di questa prima parte, mentre Virmire, si avvicina a grandi passi, e poi, ci inoltreremo in quello che sarà Mass Effect 2.

Premetto che non sono granché a descrivere le scene romantiche, ho cercato di rendere il tutto meno zuccheroso possibile, ma una certa canzone ha scombussolato i miei piani. Fatemi sapere un vostro parere, è fondamentale, visto che i capitoli li sto rileggendo in questi giorni, e prevedo in futuro un pesante lavoro di revisione, tempo permettendo. Come sempre, chiedo scusa per il ritardo, e ne approfitto per ringraziare il povero Cristo che si è dovuto sorbire la lettura di un passo particolare di questo capitolo.

Detto questo, vi lascio al capitolo. Buona lettura. 

Capitolo 23: Bloody Hearts

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Joker roteò gli occhi, quando vide Garrus entrare di nuovo sul Ponte. Mentre lui discuteva con il Comandante di alcune cose personali.

Nadira guardò Vakarian interrogativamente, ma il Turian la ignorò

- Joker, siamo arrivati?- chiese il Detective, ansioso. Shepard si sfregò gli occhi, contando fino a dieci per non rispondergli a malo modo.

- No.- rispose il pilota, esasperato. Era la decima volta nel giro di un'ora che Vakarian glielo chiedeva, e si stava per stancare di quella domanda.- Garrus, amico mio, stai diventando inquietante. Non so, non hai il MAKO da calibrare o magari, non potresti trovarti qualsiasi altra cosa da fare? Potrebbe aiutarti a pensare ad altro, intanto che troviamo quella nave mercantile.- suggerì Jeff, prima che il Comandante potesse intervenire. - Se vuoi potrei anche prestarti qualcuno dei miei film preferiti, per ingannare il tempo.-

- No, grazie. Apprezzo il pensiero, ma preferisco restare concentrato sulla missione.- rispose Garrus, serio, mandando all'aria i piani di Moreau per levarselo dai piedi.- Il MAKO è a posto, e ho già svolto i compiti che mi sono stati assegnati, compreso il turno di guardia in infermeria. Voglio esserci quando troverete la MSV Fedele.- disse il Turian.

- Vakarian, esiste una cosa, chiamata intercom, da cui posso informarti che l'abbiamo trovata. Il Tenente Moreau ha bisogno di tranquillità per pilotare la nave, e concentrazione soprattutto. Non di qualcuno che gli tenga il fiato sul collo, come stai facendo tu.- lo rimproverò Shepard, difendendo il diritto di Joker di poter svolgere al meglio i suoi compiti.

- Non è mia intenzione disturbare Joker, è solo che...ecco io...- tentò di dire Vakarian, colto sul fatto.

- La Dottoressa Chakwas ha bisogno di una mano per fare l'inventario delle scorte di medicinali, perché non vai ad aiutarla? Sono sicura che lo apprezzerebbe molto.- disse Shepard.- Appena la troveremo, ti mando a chiamare.- promise Nadira, sperando che accettasse, senza doverglielo ordinare.

Garrus ci pensò su un paio di secondi, non voleva che il Comandante, invece di prenderlo con sé, lo lasciasse a bordo, a catalogare medicine o attrezzature da laboratorio, per quanto la Dottoressa Chakwas gli piacesse e fosse un'ottima conversatrice, quella era la sua occasione di mettere a posto le cose con Saleon una volta per tutte. - Mi dai la tua parola, Comandante?- chiese il Turian, nervoso.

- Parola di boy scout e di Marine.- affermò Shepard, serafica.

- Va bene. Allora, io vado a dare una mano all'Ufficiale medico di bordo....- concluse Garrus, arretrando lentamente, scandagliando l'espressione del Comandante, in cerca di prove che stesse mentendo in qualche modo. Senza riuscire a trovarne.

Rassicurato, si voltò, e non appena sparì dalla vista sia di Nadira che di Jeff, il pilota trasse un sospiro di sollievo.

- Grazie, di cuore. Che cos'è che ha di sbagliato quel Turian? Se viene ancora una volta, giuro che faccio partire la guerra del Secondo Contatto.- minacciò Jeff, rivolto all'amica.

- Sì, certo come no. E dopo ti dovremo raccogliere con scopa e paletta.- scherzò Shepard.

Cadde il silenzio dopo quell'affermazione del Comandante, finché Jeff non portò all'attenzione di Nadira, un piccolo dettaglio. Mascherato da richiesta di favore personale.

- Avrei bisogno che qualcuno mi vada a prendere le mie medicine, il pilota automatico dà qualche problema ultimamente, probabilmente a causa del pulviscolo stellare, e non posso allontanarmi dalla mia postazione, Comandante.- supplicò Jeff.

- Dico alla Dottoressa T'Soni di portartele su, quando ritorna dalla stiva. Sempre che si stacchi da quei manoscritti della Matriarca Dilinaga che le ho permesso di esaminare. Non avevi un sacco di domande da farle?- propose Nadira, che non aveva assolutamente voglia di alzarsi.

- Sì, ma è urgente, sai, le ho finite e non vorrai certo che il tuo Timoniere venga messo a riposo nel bel mezzo di una missione che ha l'obiettivo di salvare ogni singolo essere organico della Galassia da un Turian pazzo furioso e....-

- Oh, e va bene! Mi devi non uno, ma ben due favori, Jeff, e sappi che li riscuoterò un giorno. E quel giorno, ti pentirai di essere in debito con me. È una promessa.- minacciò Nadira, alzandosi dalla poltrona del co- pilota, seccata.

- Ci vediamo, Comandante.- si limitò a rispondere Moreau, sorridendo beffardo, nascosto alla vista di Shepard, che si stava allontanando, riprendendo poi a guardare il film di cui avevano interrotto la visione, quando Garrus era salito per l'ennesima volta sul Ponte.- Ah, Shepard, non sapevo che avessi fatto anche la boy scout. Non me ne hai mai parlato.- disse Moreau.

- Infatti non lo sono mai stata. Detestavo il campeggio, da bambina, e da adolescente ne ho fatto abbastanza anche senza diventare una di loro.- rispose il Comandante, incamminandosi in direzione dell'infermeria. 

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Toombs era alla scrivania della Dottoressa Chakwas, che stava compilando un test psico-attitudinale, molto diligentemente.

Quando la porta si aprì, il Krogan e la Quarian si scostarono, lasciando entrare il Comandante. Fu la voce gutturale del Krogan a metterlo in allerta, anche se continuò a compilare quel modulo.

- Shepard.-

- Wrex.-

John la guardò di sottecchi, mentre lei si costrinse ad ignorarlo, concentrandosi sulla ricerca della Dottoressa, che era in magazzino insieme a Vakarian, a sistemarlo e a fare l'inventario: vedendo Shepard, il Turian lasciò cadere uno scatolone colmo di vetrini e beute, pensando che il momento da lui tanto atteso fosse arrivato, finendo col rompere una decina di beute. Scatenando l'ira di Karin.

- Le avevo detto di fare attenzione, Detective! Lo sa quanto costa una sola beuta?! Centinaia di crediti!- proruppe la Chakwas, mentre Toombs sghignazzò sommessamente, scambiando un'occhiata complice con Wrex. Il Krogan era compiaciuto del fatto che il Turian venisse ripreso.

Nadira si avvicinò al magazzino, intervenendo, per calmare gli animi. C'era una tensione palpabile nell'aria, e forse era meglio, dopo quella missione, fare rientro alla Cittadella, o fare rotta verso Feros, intanto da poter dare qualche ora di franchigia all'equipaggio.

Shepard non biasimava nessuno, erano stati sballottati da una parte all'altra della Galassia, mentre era stato previsto un rientro alla Cittadella subito dopo aver sistemato la faccenda della colonia umana. Per quanto fossero in guerra, chiunque aveva bisogno di rilassarsi e staccarsi dagli ambienti della Normandy per qualche ora.

Arcturus era sconsigliato, anche perché c'era sempre il rischio che qualche idiota nazionalista, attaccasse briga con il suo equipaggio a causa dei Non Umani a bordo della Normandy, la Cittadella dava più garanzie di tranquillità e sicurezza, da quel punto di vista.

Perlomeno, si sarebbe innervosita soltanto lei, e non tutto l'equipaggio: la tratteneva il dover, poi, presentarsi a rapporto da Udina e dover dare risposte scomode ad Anderson, ma non poteva più rimandare, se anche la Chakwas perdeva le staffe davanti a qualche beuta rotta.

Decise di chiamare a raccolta la squadra da sbarco e i responsabili dei vari settori della Normandy per trovare una soluzione temporanea a quella situazione di stallo.

- Che cosa sta succedendo qui? C'è qualche problema, Doc?- chiese Shepard, guardando immediatamente il cartone rovesciato e da cui spuntavano pezzi di vetro rotto.

- Vakarian ha deciso che avevo troppo materiale da laboratorio, e ha pensato di rompere la parte in eccesso.- sdrammatizzò, pur essendo irritata, il Maggiore.

- Chiedo scusa, non era mia intenzione creare problemi. Mi è scivolato.- si giustificò Garrus.

Nadira lo guardò, attentamente, anche il Turian era nervoso, ma lei sapeva che era dovuto a Saleon.

- Colpa mia, Doc. Il Detective non aveva nulla da fare e ho pensato di far sì, che si rendesse utile in qualche modo. Quantifichi il danno e Garrus glielo risarcirà. Fino all'ultimo credito. Giusto, Detective?- disse il Comandante, prendendosi la responsabilità del casino che aveva combinato Garrus.- Dove sono scopa e paletta?- chiese poi, una volta che il Turian ebbe assicurato di pagare i danni per il materiale che aveva rotto, sorprendendo tutti nell'infermeria.

Toombs tornò a prestare attenzione al suo test mentre Shepard provvedeva a pulire nel magazzino, sotto lo sguardo colpevole di Garrus, che si era subito offerto di fare lui stesso quell'operazione di pulizia dai pezzi vetro, offerta che il Comandante aveva rigettato, continuando a scopare per terra.

Quando ebbe finito, Karin finalmente le chiese il motivo per cui si trovava in infermeria, un evento insolito, che avveniva soltanto quando il Comandante era ferita o doveva fare i suoi di test.

- Joker mi ha chiesto di venire a prendere le sue medicine. Dice che le ha finite.- rispose Nadira, non credendo a una sola parola detta dal suo pilota.

-....stai scherzando, vero, Comandante? Gliele ho portate io mentre tu eri nella tua cabina a stabilire i turni di guardia odierni.- rispose l'Ufficiale medico di bordo, guardando, torva, Shepard.

-....si da il caso che non ho creduto a una sola parola di quello che ha detto. Sono scesa perché ha insistito e allora...- spiegò il Comandante, grattandosi la nuca, e guardandosi la punta degli anfibi.

- Ho capito...non è da Joker essere così ligio alle prescrizioni mediche. Sicuri di non essere in qualche modo parenti, voi due?- chiese, rilassandosi un po', la Dottoressa.

- Nemmeno lontanamente. Per mia fortuna.- chiosò Nadira, affrettandosi a chiarire la situazione.- Ora devo andare, ho alcune cose da fare in Sala Tattica e....-

- Non vai a parlargli, Comandante?- le disse, a bruciapelo Karin, riferendosi a Toombs, il quale era rimasto bloccato su una risposta del test.

Shepard sospettò che quello fosse il motivo per cui Jeff l'aveva spedita in infermeria con la scusa delle medicine, lei stessa aveva provato a entrarvi più volte, per scambiare qualche parola con il Caporale, trovando sempre scuse per non farlo.

Presa tra due fuochi, decise che fosse arrivato il momento di parlare a Toombs, cercando di mantenere la conversazione il più civile possibile.

Nadira si avvicinò alla scrivania della Dottoressa Chakwas, quasi come se temesse il momento in cui lui le avrebbe rivolto la parola, oppure era forse attenta a non disturbarlo, o a non deconcentrarlo. Shepard si fermò a pochi passi dalla scrivania, respirando profondamente, prima di parlare.

- Da quando hai imparato a leggere e a scrivere, Toombs?- chiese, ironicamente, Nadira, al Caporale, il quale mise la matita sul tavolo e fece per alzarsi, ma il Comandante non lo ritenne necessario.- Comodo.-

John si sedette di nuovo, e rispose a Shepard.- Sono sempre stato un uomo pieno di risorse, dovresti saperlo. Non hai idea di che cosa si può imparare da extranet oggi giorno.- scherzò il Caporale.

Shepard prese il foglio del test e lo osservò, incuriosita da quello che John aveva risposto, restituendoglielo alla fine e rivolgendosi al Maggiore Chakwas. - Doc, credo che sia il giorno del mio test di valutazione psicologica. I moduli sono sempre al solito posto?- chiese Nadira, ad alta voce, ricevendo una risposta positiva da Karin e prendendo uno dei Datapad e una penna touchscreen dall'armadietto dove l'ufficiale medico di bordo teneva il materiale di cancelleria.

Toombs la guardò stranito. Non si aspettava che anche lei doveva sottoporsi a quelle buffonate periodiche, ma non obiettò al fatto che lei si fosse messa a fare quei dannati test insieme a lui. Solo si chiese il motivo del perché li dovesse fare proprio in quel momento.

John la osservò, mentre completamente concentrata sui test che il database centrale dell'Alleanza le proponeva, in base ai suoi dati di identificazione, si era isolata dal resto dell'equipaggio, o così almeno sembrava. Se la conosceva bene, quella era solo una finzione: il poverino che le si fosse avvicinato con cattive intenzioni, si sarebbe ritrovato in terra, morto possibilmente, con un anfibio premuto sulla faccia.

- Non sono poi così difficili come sembrano, Caporale.- disse il Comandante, riprendendo Toombs, senza sollevare lo sguardo. John si riscosse.

- Ammiravo il panorama, signora...- rispose senza pensare John, accorgendosi troppo tardi di quello che aveva appena detto.

Nadira alzò lo sguardo, come se le avessero appena sparato contro. Risolvendo la cosa con ironia.- Non credevo che ti saresti invaghito dei Krogan.- disse Shepard, mentre Wrex lanciava un ringhio d'avvertimento in direzione del Comandante.- Purtroppo per te, Wrex non è interessato.-

- Ah, no? Peccato, quei suoi due occhi rosso fuoco sono così sensuali...- scherzò John, sbattendo le palpebre in direzione del Krogan e fingendo di mandargli un bacio.

- Ahh, Umani...- si limitò a dire, il Krogan, scuotendo il testone e tornando ad occuparsi dei suoi doveri di guardia.

- Sai ,vero, che hai appena rischiato di venire ridotto in poltiglia?- gli fece notare Nadira, divertita da quella scena.

- Sapevo che poi tu saresti arrivata per farmi la respirazione bocca a bocca.- si lasciò sfuggire Toombs, sghignazzando.

- Non saprei, sai....probabilmente Garrus sarebbe arrivato prima di me.- controbatté Shepard, alzando la voce di proposito e tenendo il gioco al Caporale.

- Tenetemi fuori dai vostri discorsi, lo apprezzerei molto, grazie!- gridò il Turian, dal magazzino, disgustato davanti alla probabilità di dover rianimare un Umano. In quel modo.

Karin scosse la testa e sollevò gli occhi al cielo, intuendo che il Caporale e il Comandante stavano flirtando vergognosamente davanti a tutti, anche se loro due probabilmente neanche se ne stavano accorgendo.

Toombs e Shepard scoppiarono a ridere, dopo quella frase di Vakarian, spontaneamente, e alla Dottoressa non poté fare altro che piacere. Una sana risata risolveva la maggior parte dei problemi, soprattutto nel caso del Comandante. Toombs nemmeno immaginava, quanto la stesse aiutando, lasciando da parte i suoi rancori personali, maturati in tutti quegli anni.

Dopo una breve pausa, durante la quale entrambi tornarono ad occuparsi dei propri test, Toombs ruppe il silenzio.

- Shep?- la chiamò così per la prima volta dopo sei anni e il suono di quelle quattro parole, gli sembrò quasi una melodia.

Nadira, sollevò leggermente la testa, disabituata a sentirsi chiamata così, ci mise un po' a capire che John aveva richiamato la sua attenzione.- Sì, che c'è?- chiese il Comandante, innaturalmente calma.

- Scusa.- rispose John, a testa bassa. Sinceramente pentito di quanto le aveva detto su Ontarom e nella sua cabina.

Shepard rimase senza parole. Non sapeva come reagire, cosa rispondere. Si guardò attorno in cerca di aiuto, non ne trovò. Appoggiò il Datapad sul tavolo, seguito dalla penna touchscreen, dopodiché, raggiunse la mano di Toombs con la sua mano destra, stringendogliela. E ritraendola quasi subito, quando la Chakwas, con una scusa, lasciò temporaneamente il magazzino e si mise davanti al suo terminale accanto al dispensatore del medigel.

Lo aveva perdonato ben prima che lui le chiedesse scusa. Stava per dirgli qualcosa, quando Pressly entrò nell'infermeria di bordo, a passo svelto, ma mantenendo una parvenza di calma.

- Pressly, che succede?- chiese Shepard preoccupata, mentre Toombs si alzò in piedi per rispetto all'Ufficiale Esecutivo, così come Tali e Wrex presentarono le armi.

- Abbiamo una traccia, Comandante. E l'Ammiraglio Hackett desidera conferire con lei riguardo al prigioniero, signora.- spiegò il Primo Ufficiale, dopo aver parlato in privato con Shepard fuori dall'infermeria, mantenendo un tono di voce bassa.

- Si tratta dell'MSV Fedele?- chiese il Comandante, ignorando la parte relativa all'Ammiraglio Hackett.

- Signorsì, signora, non ne abbiamo la certezza matematica, ma il Tenente Adams sta analizzando i registri della nave e li sta comparando con i dati forniti dal Turian.- aggiunse Pressly, con una punta di disprezzo.

- Il Turian ha un nome, Primo Ufficiale. Gradirei che lei lo utilizzasse, quando si rivolge a me o a lui. O con il suo nome, o con il suo grado e cognome. In ogni caso, non voglio più sentirla parlare a quel modo di nessun membro non facente parte dell'Alleanza dei Sistemi. Sono stata chiara?- sibilò Nadira.

- Cristallina, signora.- il Navigatore accusò il colpo, e riprese a parlare della MSV Fedele.- Suggerisco di preparare la squadra da sbarco, signora, e anche di parlare all'Ammiraglio Hackett. - suggerì Pressly.

- L'Ammiraglio mi ha messo nei guai per ben due giorni, facendomi stravolgere i turni e facendovi fare glii straordinari. Persino lei, si vede che è stanco e nervoso, Primo Ufficiale. Ci sta sballottando da una parte all'altra della Galassia, mentre dovrei essere nella Fascia a mettere il sale sulla coda a Saren Arterius.- esordì Shepard elencando alcuni validi motivi per cui non avrebbe parlato all'Ammiraglio prima dell'abbordaggio.- L'Ammiraglio può aspettare il suo turno. Il Caporale Toombs si sta comportando in modo impeccabile, e ha collaborato. Parlerò ad Hackett quando tornerò dalla MSV Fedele. Affiancherò la signorina Zorah Nar Rayya ad Adams, mi aspetti sul Ponte, Pressly.- ordinò il Comandante irritata dal comportamento dell'Ammiraglio.

- Che cosa devo riferire all'Ammiraglio, signora?- chiese, rispettosamente, Pressly.

- Mi fido delle sue capacità oratorie, Pressly. Veda di essere molto creativo.-

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Garrus schizzò a prepararsi, in stiva, mentre Ashley andava verso l'ascensore, e la nave sembrava un alveare impazzito, con marinai e Marines che manovrano in ogni singolo buco della Normandy.

Williams sbuffò, nel sapere che sarebbe rimasta a bordo anche quella volta, dopo l'abbordaggio della MSV Daisy Bell, dove aveva condotto la sua prima operazione di quel genere in qualità di Comandante dell'unità, composta da lei, Wrex e la Dottoressa T'Soni, che si era rivelata una risorsa utile da utilizzare in combattimento. Lei non aveva fatto altro che impartire gli ordini, e fornito loro copertura, mentre il Krogan e l'Asari si erano occupati della presenza ostile sulla nave.

Le stava stretto restare a bordo, ma quella, era una faccenda privata tra Garrus e il proprietario di quel mercantile, e il Comandante aveva insistito per andarci di persona. Su quello non aveva obiettato, ma non le andava che il prigioniero, avesse preso il posto che spettava di diritto a un membro dell'equipaggio.

A conti fatti però, non poteva biasimarla. Tali doveva restare a bordo per dare una mano al Tenente Adams, che guidava tutto dalla Sala Macchine, mentre la Quarian aveva preso posto accanto a Joker, sul Ponte; T'Soni era in infermeria, pronta ad assistere la Dottoressa Chakwas in caso di necessità, lei, Wrex ed Alenko erano la squadra di riserva e avrebbero funto come prima linea di difesa nel caso le cose non fossero andate secondo i piani. Quindi, non potendo abbordare la nave soltanto in due, pur stimando le capacità di Vakarian, il prigioniero era stata l'unica alternativa.

Anche se, a volte, Shepard riponeva troppa fiducia nelle persone sbagliate. O forse era lei a non fidarsi di quel Toombs? Chi l'assicurava, che una volta a bordo di quel mercantile, non avrebbe cercato di scappare? Ashley sperò di sbagliarsi.

- Andiamo di fretta, Garrus?- chiese ironicamente Williams, non ottenendo risposta, mentre il Turian indossava freneticamente la Corazza Agent I e raccoglieva le armi che avrebbe portato con sé. - D'accordo, ci vediamo sul Ponte.- esclamò, rassegnata, Ashley, chiudendo l'ascensore alle sue spalle, prima che Vakarian potesse salire.

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Tali, Pressly, Shepard e Toombs, nel frattempo si erano spostati in Sala Comunicazioni, sullo schermo la Quarian aveva caricato una mappa del mercantile di classe Kowloon, evidenziando possibili via di fuga, zone di carico e il Ponte di Comando.

- Entreremo da questo lato della nave. Proseguiremo per questo corridoio, fino ad arrivare alla stiva di carico. Tali, evidenzia eventuale presenza di ostili armati. Voglio uno scenario. Ora.- ordinò Shepard alla giovane Meccanico Quarian, la quale, pur facendo un mezzo miracolo, caricò uno dei tanti scenari possibili.- Bene. Niente fucili di precisione, lo spazio è troppo ristretto, quindi dovremo usare o pistole, o fucili a pompa. Caporale, a lei il fucile a pompa, io e Vakarian ci accontenteremo delle nostre armi individuali. Armi a corte raggio e nessuna granata. Rischieremmo di far saltare lo scafo e causarne una decompressione. Non mi va di fluttuare nello Spazio.-

In quel momento entrarono anche Garrus e Williams, e Nadira li riprese.- Siete in ritardo.- Ashley optò per una soluzione amichevole e non rispose, Garrus seguì l'esempio della Marine e incassò la strigliata.- Riepilogando, Vakarian, noi tre non useremo né fucili di precisione né granate. Solo armi a corto raggio come pistole e fucili a pompa. Lo spazio è troppo ristretto e saremo nella stiva di carico delle merci. Williams, con la tua squadra, ti posizionerai qui, vicino al portellone, come avete fatto su Feros. Voglio che posizioni almeno un biotico, davanti all'ingresso della nave, in modo da avere maggiore forza d'urto, in caso di una nostra ritirata, con eventuali ospiti alle nostre spalle.- Williams annuì e uscì dalla Sala per chiamare a raccolta Wrex e Liara, quasi travolgendo Alenko che stava entrando nella Sala Comunicazioni, convocato lì da Shepard.- Ah, bene. Tenente, voglio che disponga i suoi uomini in modo che coprano le aree sensibili della nave, infermeria compresa, in modo da avere una Forza di Reazione Rapida, per permettere anche un'eventuale riorganizzazione del personale in caso di attacco. Durante l'abbordaggio, lei si coordinerà con il Primo Ufficiale e la Sala Macchine.- affermò il Comandante.

-Agli ordini, Comandante.- rispose Kaidan salutando e sbattendo i tacchi, iniziando ad andarsene.

- Ognuno ai propri posti di combattimento, Vakarian, Toombs, con me.-

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Appena furono a bordo, fiancheggiati dalla squadra comandata da Williams, sia Garrus che Shepard ebbero la netta sensazione che ci fosse qualcosa che non andava.

Sul Ponte, Shepard aveva contattato la nave, come era da procedura, per invitarli alla resa, e non avevano ottenuto nessuna risposta, come se la nave stessa fosse stata abbandonata, ma Adams e Tali avevano confermato che nessuna capsula di salvataggio era stata eiettata, e Joker aveva confermato, dopo aver compiuto un volo di ricognizione attorno al mercantile di classe Kowloon, tramite esame visivo.

Era la stessa sensazione che il Comandante aveva avuto su Feros, mentre parlava con i coloni, prima che scoprissero il Thorian, e ordinò a entrambi di passare al munizionamento con colpi a martello. Nadira sperò di sbagliarsi, ma difficilmente quelle sensazioni si scoprivano errate.

Toombs controllò che in una delle casse presenti in quel lungo corridoio, che era praticamente il collegamento tra la Normandy e la MSV Fedele, non ci fossero sorprese inattese, quali ordigni artigianali o ad alto potenziale. Lui, sulla MSV Daisy Bell ne aveva piazzati diversi, solo che quell'Artigliere Capo li aveva resi inoffensivi ancora prima che potessero esplodere, lungo il percorso che avevano fatto per arrivare alla cabina di pilotaggio della nave, dove Stitch si era arreso senza nemmeno provare a difendersi, trovandosi davanti un Krogan, e Stitch, era un dannato codardo. Sicuramente aveva detto che era del Capricorno ed era un segno zodiacale pacifico, con tutte le relative stronzate su “facciamo l'amore, non facciamo la guerra”.

Il Caporale gettò a terra le cianfrusaglie che vi trovò dentro, non restando per niente sorpreso quando Shepard le cannibalizzò, portandole con sé, lo aveva sempre fatto, e nemmeno in questo non era cambiata, pur di risparmiare sarebbe stata disposta anche a vendere il MAKO, se solo gliene si fosse presentata l'occasione.

Garrus, sembrava avere spilli dappertutto, da quanto era nervoso, e quando vide che il Comandante si attardava a fare la cernita dell'equipaggiamento che avevano trovato, sbuffò e iniziò a camminare in circolo mentre Toombs controllava che non li prendessero di sorpresa.

- Calmati, uccellaccio. Più le metti fretta, e più rallenta.- gli fece notare John, conoscendo bene Shepard.

- Mi chiamo Garrus. Non uccellaccio, Umano.- rispose Vakarian, irritato.

- E' la stessa cosa.- ribatté, flemmatico Toombs.- Tranquillo, non scappa nessuno, la nave viene tenuta monitorata, Shepard ha pensato ad ogni dettaglio. Chiunque ci sia qui sopra, farà la fine del topo.- lo rassicurò il Caporale.

- “Fine del topo”?- chiese, confuso, Garrus.- Puoi spiegarmi ,per cortesia, che cosa significa? Non sono molto familiare con i vostri detti Umani.- spiegò il Turian a John.

Fu Shepard a rispondere.- Significa che non lascerà vivo questo posto. Procediamo.- ordinò il Comandante, rialzandosi, soddisfatta per aver trovato qualcosa che avrebbe potuto esserle utile in futuro, estraendo la pistola, e proseguendo verso l'altro settore della nave.

Fino a quando non giunsero alla stiva di carico, non incontrarono resistenza e, la sensazione che qualcosa non andava, aumentò, almeno per quanto riguardava il Comandante, Garrus temeva che fossero arrivati troppo tardi, e che Saleon, o Dottor Heart, come si faceva chiamare, gliela avesse fatta sotto al naso, riuscendo in qualche modo ad eludere la Normandy.

Entrati nella stiva di carico, le paure del Comandante presero corpo, i tre si trovarono davanti coloro che un tempo erano i soggetti che Saleon utilizzava per i suoi test, trasformati in mostri simili a quelli che avevano incontrato su Feros.

Per Toombs, fu l'ennesimo trauma, ciononostante, combattè, fianco a fianco con Shepard come ai vecchi tempi, coordinandosi quasi alla perfezione anche con Garrus, il quale non stava sprecando un solo colpo, John dovette entrare in corpo a corpo un paio di volte, ma si batté come un leone, trasformando lo shock nella rabbia necessaria a vincere lo scontro.

Shepard notò alcune casse di contenimento del plasma, e si mise in contatto con la Normandy.

- Normandy, qui Cougar 01. Mi ricevete?! Passo.- il Comandante dovette urlare e arretrare contemporaneamente mentre scaricava la sua arma su uno di quegli inquietanti mostri del Thorian.

- Qui Normandy, vieni avanti Cougar 01.- rispose Pressly.

- Ho bisogno di una valutazione di rischio di decompressione scafo della MSV Fedele in tempi rapidi.- altri colpi di pistola e urla disumane che si sentirono anche attraverso il comunicatore.- Molto rapidi.- specificò Shepard, sommersa di quella robaccia verde che le era appena stata vomitata addosso dall'ultimo mostro che l'aveva attaccata, e che lei aveva respinto letteralmente a calci, schiacciandogli poi la testa con il tacco dell'anfibio, dopo essersi riuscita a liberarsi dalla presa di quell'essere immondo.

- Parametri?- stavolta fu la voce di Tali a risponderle. La Quarian stava già facendo scorrere veloci le mani velocemente sulla console del co-pilota, istruita da Jeff su come impostare un'analisi simili dal Timone.

- Casse di contenimento del plasma sparse casualmente per la stiva di carico. Ti basta?!- spiegò Shepard inviando rapidamente la mappa dell'area di carico, con segnalati quanti più casse di contenimento del plasma, era riuscita a individuare.

- Cinque secondi e ti saprò dare una valutazione dettagliata.- garantì Tali.

- Tali, mi serve ora, non fra cinque secondi! Siamo un po' circondati, se non l'hai ancora capito!- gridò il Comandante nella radio.

- Prendi questo, mostro!- berciò Toombs, a pochi metri da Shepard, mentre con il fucile a pompa spappolava la testa a uno dei mostri.

- Ci sono quasi...Ecco. Le casse lì accatastate dovrebbero attutire spostamento d'aria e danni collaterali...Shepard, sono quei cosi che c'erano su Feros?!- esclamò la Quarian, ricordando con orrore quanto avevano visto sulla colonia umana.

- Sì...Un momento, come fai a...- chiese Nadira, stupita.

-Mi sono infiltrata nel sistema di sorveglianza della nave, per quello mi servivano quei cinque secondi, Shepard.- ammise, candidamente, la Quarian. Lasciando basita sia il Comandante che Toombs.

- Ehi, sorridete, siete su Candid Camera! Miss tuta, se non avessi altri gusti, ti sposerei!- esclamò John, salutando ironicamente verso una delle telecamere poste sopra di lui, dopo essersi liberato di uno degli assalitori e ricevendo uno scapaccione sulla testa da parte del Comandante.

- Non farci caso, Tali, è fatto così.....Riesci a trovare altro? Se ci sono superstiti o organici non trasformati in questi abomini?- chiese il Comandante, chiaramente riferendosi al proprietario della nave, o a qualsiasi membro dell'equipaggio.

- C'è del movimento in una specie di infermeria, alle vostre ore nove, ma non riesco a dirvi di chi si tratta. È rintanato sotto un tavolo operatorio o qualcosa del genere. Vedo se riesco a isolare l'immagine e a ottenerne maggiori dettagli.- un'esplosione interruppe il discorso della Quarian.

A dir la verità, ci furono tutta una serie di piccole esplosioni, finché non ci fu silenzio.

Sul Ponte della Normandy restarono tutti col fiato sospeso, finché il Comandante non si fece sentire di nuovo.- Minaccia ostile, eliminata. Scordatevi l'acqua calda nelle docce comuni, stasera. Cougar 01, passo e chiudo.- gracchiò Nadira nella radio, facendo tirare un grosso sospiro di sollievo a tutti, mentre Tali e Jeff si complimentarono l'uno con l'altra.

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Dopo aver lasciato la stiva di carico, Shepard e la squadra da sbarco, controllò per prima cosa il ponte, Garrus si sedette al posto del pilota in cerca di prove, prove che il Dottor Heart e Saleon fossero veramente la stessa persona, ma i Registri erano completamente vuoti. Non c'era nessuna informazione immessa, niente di niente. Nemmeno Tali riuscì a scovare qualcosa.

Rabbioso, Vakarian quasi ruppe la console, a causa della frustrazione.

Procedettero a controllare qualsiasi stanza incontrassero, quasi perdendo la speranza di trovare qualcuno. Poi il Comandante si fece inviare dalla Quarian la posizione dell'infermeria di cui le aveva parlato, e quando trovarono il numero corrispondente della paratia, trovandola sbarrata, Toombs diede prova delle sue abilità elettroniche e riuscirono a entrare, con cautela.

- Marina dell'Alleanza! Uscite fuori con le mani bene in vista!- gridò Shepard, con un tono intimidatorio che Toombs conosceva bene, e che tutte le volte gli faceva gelare il sangue.

Garrus, dal canto suo, faceva scorrere i suoi occhi da Predatore sull'equipaggiamento medico, pronto a cogliere ogni singola traccia della sua preda, il Dottor Saleon, e pronto a reagire in caso di conflitto a fuoco.

Passarono alcuni secondi, prima che un Salarian, impaurito e sollevato, uscisse dal suo nascondiglio, e Vakarian esultò, nel vedere di chi si trattasse, ancora prima che quella lucertola si mettesse a parlare.

- Grazie, grazie! Quelle cose erano uscite fuori controllo e non pensavo di uscire vivo da qui.- ringraziò il Salarian, mentre Shepard continuava a tenergli la pistola puntata contro.- Mio nome è Dottor Heart e....-

Garrus intervenne, smascherando Saleon. Aveva aspettato quel momento per anni, lo aveva sognato ogni notte, si era preparato scrupolosamente, in previsione di quegli istanti.- Comandante, non si faccia ingannare. È lui, è il Dottor Saleon.- esclamò Vakarian, pronto a far fuoco.

Naturalmente, Saleon negò- Non gli creda è un pazzo furioso. Io non sono questo Dottor Saleon.-

Il Comandante, non avendo mai visto in faccia questo Saleon, chiese conferma a Garrus.- Sei sicuro che sia lui?-

- Lo riconoscerei anche se si travestisse da Vorcha.- sibilò il Turian, sicuro di sé e Nadira si ritrovò per un solo istante, indecisa tra il lasciare che Garrus compiesse ciò per cui erano venuti senza mettere di mezzo le regole, oppure mostrargli come si agiva secondo le regole per ottenere lo stesso identico obiettivo.

- Lo tenga lontano da me! É un maniaco paranoico!- esclamò Saleon, vedendosi scoperto e non avendo nessuna via di scampo.

- Comandante, lascia che me ne occupi io.- implorò Garrus. E il Comandante, decise di proseguire sulla via delle regole. Lo spettacolo iniziava.

- Ne ho abbastanza, Vakarian, del tuo comportamento sopra le regole. Lo arresteremo, poi lo consegneremo ai militari della Flotta della Cittadella, dove verrà preso in custodia dagli agenti dell'SSC che procederanno ad interrogarlo. È così che agisce chi fa parte della mia squadra. Se non ti sta bene, te ne puoi anche andare.- affermò, Shepard, con decisione.

- L'SSC lo ha già fatto scappare una volta, perché dovrei consegnarlo a loro?- protestò Garrus, puntando la pistola contro il Salarian.

Toombs, per un momento, rimase esterrefatto da ciò che Shepard aveva appena detto, sei anni prima non avrebbe esitato a sparare a quel Salarian arrogante, che era evidentemente fuori controllo e lo avevano anche colto sul fatto, poi la guardò negli occhi, ed intuì a che cosa mirava il Comandante. La lasciò fare, anche Vakarian aveva bisogno di imparare una lezione su come si conduceva un arresto di quel genere.

- Usa quella materia grigia che si chiama cervello e che è contenuta in quella tua dura scatola cranica, Garrus! Pensa, se lo uccidiamo ora, non otterremo mai risposte, e lo stesso i parenti delle vittime dei suoi esperimenti. Vuoi questo, Vakarian? Ti posso garantire che non è piacevole, guardare negli occhi qualcuno e non sapergli dire come e perché è morto il proprio caro.- esclamò Nadira, guardando, nel contempo anche Toombs. Il Caporale abbassò gli occhi, comprese a che cosa si riferiva Shepard, e si sentì in colpa.

Vakarian rimase in silenzio per qualche secondo. Il ragionamento del Comandante filava, e lei più di ogni altro sapeva cosa voler dire non poter dare delle risposte ai parenti dei suoi sottoposti, nemmeno ora lo poteva fare, a causa dell'inchiesta che era tuttora in corso. Shepard aveva ragione. Per quanto imperfetta, l'SSC avrebbe potuto dare risposte alle famiglie delle vittime di Saleon, c'erano anche bravi agenti nelle loro fila, e avrebbero sicuramente trovato il modo di far sì che quel Salarian pagasse per i suoi crimini.

Garrus abbassò la pistola, e si rivolse a Saleon.- Sei un Salarian fortunato. Ringrazia che il Comandante era presente, altrimenti...-

Poi accadde l'imprevisto. Saleon prese una pistola, da sotto il Tavolo operatorio, pensando che né Shepard né Toombs avessero visto il suo movimento.- Oh, grazie. Grazie davvero.- disse, sarcasticamente il Salarian, il quale poi puntò l'arma contro il Comandante, ma non fece in tempo a fare fuoco, perché Garrus, Toombs e Nadira furono più rapidi di lui, sparandogli contro all'unisono, uccidendolo sul colpo.

Shepard rimise la pistola al fianco, con compostezza e un aplomb britannico, mentre John si sedette pesantemente su una cassa, mentre Garrus corse a controllare che il Dottor Saleon fosse morto. Quando il Turian si rimise in piedi, inveì contro il Comandante.

- E adesso?! È morto comunque!- esclamò Vakarian, scagliandosi contro Nadira, la quale mantenne la calma, mentre il Caporale scattò in piedi, puntando il fucile a pompa contro il Turian. Shepard gli ordinò di abbassarlo.

- Puoi controllare le reazioni delle persone, non come la pensano realmente.- si limitò a rispondere il Comandante, ieratica, e per nulla impressionata dallo scatto d'ira di Garrus, il quale rimase spiazzato dalla risposta di Shepard, che ritenendo conclusa la conversazione, iniziò a girare per la stanza, in cerca di medigel.- Cougar 01 a Normandy. Operazione conclusa. Prepararsi per l'esfiltrazione. Cougar 01, passo e chiudo.-

Vakarian, di nuovo, rimase spiazzato. Avevano ucciso Saleon, che era stato il suo obiettivo fin dall'inizio, doveva sentirsi soddisfatto di aver messo la parola fine a quella storia. Invece era soltanto confuso, per come si era comportata il Comandante, non comprendendo il motivo per cui l'aveva fatto.

Dopo che Shepard aveva raccattato anche l'inimmaginabile e osservato interdetta, tracce di sangue appartenente ad ogni specie organica della Galassia e dello Spazio della Cittadella, Umani compresi, rientrarono sulla Normandy, in silenzio.

L'orrore perpetrato dal Dottor Saleon, era stato fermato, dando a tutti e tre qualcosa su cui riflettere.

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Garrus non riuscì a dormire quella notte. Aveva analizzato più e più volte quanto accaduto sulla MSV Fedele alla ricerca di indizi che gli spiegassero il comportamento tenuto dal Comandante nel gestire la vicenda. “Puoi controllare le reazioni delle persone, non come la pensano realmente.” Quella frase gli girava nella testa, come se la soluzione fosse lì da qualche parte, contenuta in quelle parole. Poi mentre rileggeva il rapporto che aveva steso, sulla missione, comprese.

Comprese che Shepard aveva voluto uccidere quel bastardo fin dall'inizio, sin dal primo momento che avevano messo piede sulla MSV Fedele e si erano poi scontrati con quelli che una volta erano persone, ma aveva fatto in modo che fosse lui a scavarsi la fossa da solo, agendo senza violare le regole. Tali aveva osservato tutto dalla Normandy, e Garrus poteva metterci la mano sul fuoco che la Quarian aveva registrato tutto.

Uno Spettro che aveva seguito le procedure, portando a compimento la missione senza doverle infrangere. Se Garrus avesse sparato a Saleon, prima che il Salarian estraesse la pistola, la Commissione Affari interni dell'SSC avrebbe avuto in mano una valida ragione per buttarlo fuori con disonore dall'organizzazione.

Il Comandante aveva evitato che tutto questo avvenisse. Avevano agito per legittima difesa, dopo essersi assicurati che Heart e Saleon fossero la stessa persona, ed ora,lui, avrebbe potuto dimostrare a Pallin che sapeva anche agire con professionalità e comprese anche ciò che suo padre gli aveva detto per anni. Fai le cose per bene o non farle affatto. Era questo che significavano quelle parole, quei gesti.

Shepard gli aveva dimostrato, con un atto pratico, quello che Pallin e suo padre gli avevano ripetuto per anni, senza dimostrarglielo mai. E, contemporaneamente, gli aveva evitato di disonorare la sua famiglia e il suo clan. Promise a sé stesso che non avrebbe mai dimenticato quanto il Comandante aveva appena fatto per lui. Aveva fatto di più di quanto lei avesse pensato di fare. Dimostrandogli anche che i nazionalisti Turian, e Saren, si sbagliavano sugli Umani. Quel giorno, imparò una lezione che nessun manuale d'addestramento dell'SSC gli aveva mai impartito.

Non aveva mai conosciuto nessuno come lei.

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Shepard stava avendo una sfibrante conversazione con Hackett. Conversazione che aveva come argomento principale, il Caporale Toombs.

Nadira si stava mantenendo il più diplomatica possibile, si trattava pur sempre di un suo diretto superiore, e doveva molti favori al Contrammiraglio, inoltre era troppo stanca per imbastire una, seppur giusta, polemica.

- Signore, con tutto il dovuto rispetto, Toombs è la vittima, in tutto questo. Ha agito in modo impulsivo e immaturo ne convengo, ma vorrei sfidare chiunque nello Stato Maggiore a passare ciò che ha passato lui. Non lo sto giustificando, concedetegli almeno le attenuanti del caso.- affermò il Comandante, esausta.

- Comandante, anche lei era su Akuze, ma non si è messa a sparare a tutti quelli che le capitavano sotto tiro.- le fece notare Hackett.- Il Caporale, una volta evaso dalla struttura in cui era stato detenuto illegalmente e contro la sua volontà, avrebbe dovuto mettersi in contatto con le autorità della Marina dell'Alleanza, consegnare qualsiasi prova in suo possesso e mettersi a completa disposizione del personale medico e specialistico.- spiegò per l'ennesima volta, con la pazienza di un Santo, Steven, comprendendo molto bene ciò che il Comandante voleva dire. - Qualcosa avremmo potuto fare, se fossimo stati avvisati in tempo di ciò che stava accadendo in quei laboratori, e che cosa era accaduto su quella colonia, a lei e al suo plotone. Ci saremmo risparmiati di processare la persona sbagliata.-

L'Alleanza le stava chiedendo scusa? Shepard ascoltò incredula ciò che l'Ammiraglio stava ammettendo, ma proseguì.- Voi sapevate già allora che cosa era successo veramente. Come Toombs avrebbe dovuto presentarsi e consegnarsi spontaneamente alle autorità, anche voi potevate fare un atto di coraggio e rivelare ciò che stavate coprendo. Siete colpevoli quanto lui.- il Comandante accusò Hackett, ma l'Ammiraglio se ne tirò fuori subito con una giustificazione che mise a tacere Shepard.

- Portare alla luce la verità, in quel momento, avrebbe significato dover anche dire per quale motivo il Cougar Platoon era stato costituito, Comandante. Con i Batarian che premevano sulla Fascia, non potevamo permetterci di mettere in cattiva luce l'Alleanza dei Sistemi agli occhi del Consiglio. Mandando all'aria la possibilità di farci accettare appieno nella Comunità Galattica.- esordì l'Ammiraglio.- La sua testa sarebbe caduta, Shepard. Senza possibilità alcuna, per far sì che si riscattasse. Il Dottor Wayne ha accettato di collaborare, e ci ha confermato che si trattava di Cerberus. Sospettavamo già all'epoca che erano in qualche modo coinvolti, ma non avevamo prove sufficienti per fermarli. Se il Caporale accetterà di aiutarci, potremmo anche chiudere un occhio su quanto ha fatto.- offrì l'Ammiraglio, da fine diplomatico qual'era.

Shepard si ritrovò, ancora una volta, ad ammettere che Hackett la stava aiutando più di quanto dovesse. Sapeva anche lei che l'Ammiraglio aveva ragione, che era sempre la solita storia. La politica. La dannata politica che dettava l'agenda ai vertici militari e i vertici militari dovevano sottostare a quel gioco. - Toombs ha bisogno di aiuto, signore. Sa bene quanto me che un teste, per essere credibile, non deve essere mandato alla sbarra in condizioni psicologiche tali da poterne inficiare la testimonianza. Potete ancora aiutarlo. Dopo quanto ha passato, si merita di avere qualcuno che lo aiuti a superare il trauma che ha subito.- disse il Comandante quasi supplicando l'Ammiraglio.

- Vedrò di fare il possibile, affinché venga assegnato al Programma di Protezione Testimoni e ad un Centro per Veterani, Comandante. Non le prometto che riuscirò ad ottenere un accordo con il Pubblico Ministero di questa portata, ma ci proverò. Glielo prometto.- affermò, con sicurezza, Hackett.- Le sto inviando le coordinate per il rendez-vouz. Poi potrete continuare la vostra missione. Senza ulteriori interferenze da parte della Quinta Flotta.-

- Grazie, signore. Saremo puntuali all'appuntamento, signore.- assicurò Shepard, dando la sua parola d'onore che non avrebbe rinviato ulteriormente la consegna del prigioniero.

- Non ho bisogno della sua parola, per sapere che farà la cosa giusta, Comandante. Hackett, chiudo.-

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Toombs aspettava , nella cabina del Comandante, notizie sul suo Destino. Avrebbe voluto restare, ma sapeva che era quasi impossibile che Shepard riuscisse ad ottenere di tenerlo a bordo della Normandy per aiutarla con la sua missione. E una parte di lui, preferiva il carcere, a ciò che aveva visto su quel mercantile di classe Kowloon.

Ne aveva abbastanza di vedere abomini spuntare da tutte le parti, tutte le notti rivedeva Akuze, i volti dei suoi commilitoni e amici, contorcersi dall'orrore e dal terrore, i loro corpi lanciati in aria come bambole di pezza...non poteva sopportare di vederne altri.

Era anche consapevole che Nadira aveva bisogno di personale che poteva garantirle il cento per cento dell'operatività, senza che questi rimanessero bloccati a causa di vecchi fantasmi che li tormentavano giorno e notte.

Non rimase stupito, quando lei tornò e gli diede la notizia che avrebbe dovuto affrontare le Forche Caudine della Giustizia Militare, dopo aver congedato i due Marines che avevano avuto il compito di sorvegliarlo durante l'assenza del Comandante. Rimase stupito quando Shepard gli disse che Hackett aveva accettato di fargli ottenere, quantomeno le circostanze attenuanti. Anche se il prezzo per tutto quello, sarebbe stato troppo alto da pagare.

- Mi dispiace, non sono riuscita ad ottenere di più, John.- esalò, dispiaciuta, il Comandante, sbottonandosi la giacca dell'uniforme di rappresentanza dell'Alleanza. Si era cambiata rapidamente al ritorno dalla missione sulla MSV Fedele, dopo un altrettanto rapida doccia.

Aveva sparsi per la cabina ancora i pezzi della corazza, e le armi erano appoggiate alla rinfusa sul letto, ancora sporche di quella porcheria di cui erano fatti quegli abomini che un tempo erano stati esseri umani.

- Non preoccuparti, so che hai fatto il possibile.- rispose il Caporale, si era già preparato a ricevere quella notizia, e quindi non se la prese più di tanto.- Hai fatto anche troppo, nonostante non faccia parte del tuo equipaggio. Non dovevi esporti così tanto per me, Shep.- la rimproverò bonariamente Toombs.

- Se vuoi, contatto Hackett e gli dico che hai rifiutato l'accordo che ti ha proposto.- lo stuzzicò Shepard, esausta. Nadira si alzò dalla sedia e iniziò a spostare le armi, cambiando anche le lenzuola del letto.

John protestò.- Ehi, non prendermi sempre in parola!- esclamò il Caporale.- Anche se vorrei che mi prendessi in parola per qualcos'altro.- sussurrò Toombs.- Vuoi una mano?- chiese il Caporale, vedendo che il Comandante stava rifacendo il letto.

- A farlo o a disfarlo?- chiese Nadira, voltandosi verso di lui e sollevando un sopracciglio, divertita, conoscendo bene John.

- Che ne dici se facciamo entrambe le cose?- rispose Toombs, prendendola da dietro e abbracciandola, togliendole poi di mano la giacca dell'uniforme, che finì a cavallo del terminale, su cui era in arrivo una chiamata da parte di Anderson.- Avevo dimenticato, quanto ti donasse l'uniforme.- le sussurrò, con dolcezza, nell'orecchio Toombs, tirandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, che inevitabilmente tornò al posto di prima. Il Caporale ridacchiò.- Vedo che certe cose non sono cambiate, Shep. Sempre questi dannati capelli che non stanno mai al loro posto.-

- Perchè c'è sempre qualcuno che me li mette in disordine. Rasati completamente non mi piacciono, per cui, restano così come sono. E non è che abbia molto tempo di pettinarli....Sai, non presto servizio in un comodo ufficio sulla Terra, dove la loro unica preoccupazione è sparlare l'uno dell'altro per fare carriera, ma su una nave da guerra.- disse il Comandante, cercando di non cedere alla tentazione di non lasciarlo uscire da lì.

John si staccò da lei, lentamente.- Penso che me ne tornerò in infermeria, ora...- Toombs indietreggiò, aveva sperato in un qualcosa che non aveva ottenuto, forse aveva spinto troppo l'acceleratore sui tempi, forse non era ancora pronta. Aveva un nodo alla gola tremendo, era proprio quello che aveva temuto quando era entrato nella cabina del Comandante. - Mi sei mancata, “Cougar”. Pensare a te, in questi anni, è stata l'unica cosa che mi ha mantenuto in parte sano di mente, e vorrei che mi perdonassi per quanto ti ho detto su Ontarom.- Shepard si girò, lasciando perdere per un momento il letto, ascoltando, con molta attenzione, ciò che il Caporale le stava dicendo, insolitamente nervoso. - So che è difficile e può anche essere presto per riprendere da dove ci eravamo lasciati, ma aspetterò che tu ti senta pronta, hai una missione importante da portare a termine, non voglio essere l'ennesimo peso che ti impedisca di fare ciò che devi fare e.....e.......- John non riuscì a terminare la frase, bloccato dal trovarsela vicina, troppo vicina. Troppo vicina per dirle di no, temendo di aver scavato un ennesimo solco tra loro due, definitivo.

Nadira, nonostante continuasse a ripetersi che si stava comportando da ipocrita, dopo quello che aveva detto al Tenente Alenko un paio di giorni prima, non riuscì proprio a resistere, bloccò il Caporale, prendendolo per un braccio, sbatté Toombs contro la paratia e lo baciò con foga. John non si oppose, né si lamentò.

Quella notte, dopo sei lunghi anni, si ritrovarono.

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L'incontro con Hackett, avvenne nell'Ammasso Argos Rho. Shepard si era recata su Tuntau per recuperare la corazza di famiglia di Wrex, che era custodita nella fortezza di un Ricettatore Turian, prendendo con sé, oltre al Krogan, anche Garrus, lasciando a bordo Toombs, sotto stretta sorveglianza.

La corazza si era rivelata ciarpame, ma dallo sguardo del Guerriero Krogan, il Comandante aveva intuito che la sua era tutta una recita per nascondere quanto in realtà fosse contento di riaverla: nonostante il suo essere non molto socievole, pur avendo una particolare predilezione verso Tali, il mercenario, secondo Shepard, non era poi così rude come voleva far sembrare.

Ora, il Comandante, si stava godendo gli ultimi secondi con l'uomo che amava, che aveva ritrovato dopo averlo creduto morto per sei lunghi anni e da cui si sarebbe dovuta separare.

Per un attimo, sembrava giusto essere egoisti, dopo tutto quello che avevano passato entrambi, e quello che ancora stavano passando, perché anche il Primo Spettro Umano aveva diritto ad avere una sua vita privata. Con la persona che in quel momento aveva reputato idoneo a starle accanto. Non con Alenko, non con altri.

- Comandante, ci siamo.- le disse Ashley, entrando nella cabina, dove Toombs e Shepard erano seduti sul bordo del letto.

- Arriviamo subito.- la rassicurò Nadira, alzandosi e sistemandosi l'uniforme di rappresentanza.- Pronto?-

-Prontissimo.- rispose, sicuro, John.- E adesso?-

- Adesso, ti dò in consegna all'Ammiraglio, faccio fare rotta alla Normandy verso la Cittadella, dopodiché prenderò a calci nel culo Saren Arterius. Non scapperà ancora per molto, te lo prometto.- affermò Shepard, mentre sistemava l'uniforme di Toombs, spolverandola e sistemando i nastrini delle decorazioni del Caporale, con i suoi relativi distintivi di specialità. Poi, il Comandante, si staccò una catena dal collo, da cui pendeva un anello, e fece per consegnarlo a John. Il quale la respinse.

- Tienilo tu, quella promessa è ancora valida.- rispose il Caporale, chiudendo la collana con l'anello all'interno del palmo della mano di Shepard.- Quando sarà il momento, la manterrò. Tu cerca solo di tornare e di farlo con le creste di quell'uccellaccio.- disse Toombs, accarezzandole la guancia sinistra sfiorandola con un dito.

- Andiamo, non facciamo aspettare l'Ammiraglio.- si limitò a dire Nadira, abbozzando un breve sorriso.

I due camminarono lungo il corridoio che dalla cabina del Capitano della nave, portava in Sala Tattica, scortati da Williams e dal Tenente Alenko, visto che gli altri erano impegnati con altri compiti e doveri, mentre la Dottoressa Chakwas spiegava al Maggiore McKenzie, Comandante dei Marines assegnati alla Kilimangiaro, le condizioni cliniche e psicologiche in cui versava il Caporale John Toombs.

- Tenente Comandante Nadira J.Shepard, Spettro del Consiglio della Cittadella. Ufficiale Comandante della SSV Normandy.- scandì Shepard, presentandosi all'Ufficiale incaricato dall'Ammiraglio Hackett a presiedere la presa in consegna del Caporale Toombs. Alle sue spalle c'erano quattro Marines pesantemente armati, sul cui braccio spiccava l'omerale olografico indicante che appartenevano alla Polizia Militare.

- Maggiore Stephanie McKenzie, Ufficiale Comandante in seconda della SSV Kilimangiaro, Marina dell'Alleanza. È un onore, incontrare il Primo Spettro Umano. Anche se avrei voluto che fosse stato in circostante più piacevoli.- ammiccò la donna, in direzione di Alenko. - Il Contrammiraglio Hackett si scusa, ma ha avuto impegni improvvisi che non ha potuto rimandare. Vogliamo procedere, Comandante?-

Il Maggiore McKenzie, ordinò a due dei suoi Marines di ammanettare Toombs, mentre gli leggeva i suoi diritti, Shepard strinse i pugni, serrando poi le mani dietro la schiena nascondendo la sua rabbia e frustrazione in una postura esageratamente marziale, Pressly si affiancò al Comandante, e lo stesso fecero Williams e Alenko, pronti a bloccarla nel caso decidesse di commettere qualche sciocchezza, ma non accadde.

Jeff d'altro canto, non aspettava altro che ricevere l'ordine di scaraventare il Secondo in comando dell'Ammiraglio Hackett nello Spazio, bastava solo che Shepard lo ordinasse, ma quell'ordine non arrivò.

Quando Mckenzie ebbe finito con la procedura, fece controfirmare i moduli inerenti alla presa in consegna di Toombs e dopo aver offerto parole di stima per il Comandante e la Normandy, scusandosi per il comportamento rozzo dei suoi Marines, che a Shepard non aveva dato per nulla fastidio, provenendo dal Corpo lei stessa, il Maggiore si congedò e tornò sulla Kilimangiaro.

Come ebbe conferma che il drappello era salito sulla nave Ammiraglia della Quinta Flotta, il Comandante decise che era venuto il momento di concedersi una piccola pausa, prima di fare rotta verso Noveria.

- Joker, fai rotta verso la Cittadella.- ordinò Shepard, sentendo un grosso peso togliersi dallo stomaco.

- Agli ordini, Comandante.-

 

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Capitolo 24
*** Cold as Ice ***



Premessa: Credo che alcuni chiarimenti siano d'obbligo.
Quando ho iniziato a pubblicare, l'ho fatto con l'intenzione di sviluppare una base per i successivi racconti che ho in mente, e che ho deciso di pubblicare altrove, per motivi che non starò ad elencare, considerando che sono molteplici, e non vi voglio annoiare.
Non voleva essere un riepilogo di eventi già visti, scritti e riscritti un'infinità di volte, ma come un qualcosa che avrebbe dato il via a un qualcosa di diverso, più avanti. Comprendo il disappunto di alcuni di voi su alcuni passaggi e/o avvenimenti, ma non sarà ora che avverranno.
Ho i miei tempi e la mia scaletta da rispettare, che ho modificato già troppe volte, e che ho deciso di non modificare ulteriormente, essendo “A life in Pain” collegato ai seguiti che ci saranno. Per cui vi chiedo maggiore pazienza rispetto ai contenuti della mia visione delle avventure del mio Comandante. Non invocherò comunque l'integrità artistica, tranquilli.
Riguardo alle recensioni a cui non ho risposto, e di cui mi dispiaccio di non averlo fatto, è accaduto perché per farlo avrei dovuto dare spoiler, e anche per mancanza di tempo a disposizione per farlo. Non per altre motivazioni.

Detto questo, vi lascio al capitolo, ringraziando chi continua a seguire e a recensire questa storia strampalata. Grazie a voi, il primo capitolo ha superato le millecento visualizzazioni e si avvicina alle settanta recensioni. Due traguardi che non mi sarei aspettata di raggiungere, quando sono stata convinta a pubblicare. Grazie, di cuore, per tutto: per le recensioni, per le visualizzazioni e per i suggerimenti.
Un'ultima cosa.....prima di metterla sullo scherzo o di fare facile ironie su un passaggio di questo capitolo, leggete qui: http://archiviostorico.corriere.it/1993/giugno/20/esercito_USA_colore_del_sesso_co_0_93062015746.shtml
Credo che un piccolo ringraziamento sia d'obbligo al mio amico Davide Avallone che mi ha permesso di pubblicare questo capitolo, che temevo di aver perso completamente a causa di un inaspettato problema con il mio programma di videoscrittura. Lo dedico a lui.
Buona lettura.

Capitolo 24: Cold as ice

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Cittadella, 2183

Molo d'attracco D-24, SSV Normandy

Ponte Equipaggio

Turno di guardia notturno.
 

La sala mensa era vuota, fatta eccezione per il Comandante. Il resto dell'equipaggio era sbarcato a terra per godersi qualche ora di permesso, mentre lei era rientrata subito a bordo, dopo il debriefing riguardante Feros e Ontarom avuto con Udina e Anderson.

La loro prossima tappa era Noveria, dove era stata segnalata la presenza di Geth e della Matriarca Benezia, la madre di Liara, e Nadira era indecisa se dare la notizia all'Asari o meno: sul tavolo c'erano i rapporti di Ashley su Feros e sul suo comportamento tenuto all'interno della nave da quando l'avevano recuperata da quel sito archeologico. Un rapporto, se così si poteva chiamare, glielo aveva anche fornito la Dottoressa Chakwas, la persona con cui Liara era più a contatto rispetto al resto della squadra.

Per maggiore sicurezza, aveva chiesto a Vakarian e Tali di portarla con loro sulla Cittadella, e anche Wrex, stranamente si era aggregato al Turian e alla Quarian, con la scusa di sgranchirsi le gambe, e respirare aria diversa.

Garrus aveva protestato leggermente, con quel suo modo di fare tra il serio e il faceto, per il fatto che lei sarebbe rimasta a bordo, ma Shepard aveva declinato l'invito con la scusa di quei rapporti da controllare, e il Turian si era calmato, ricordandole che prima o poi sarebbe riuscito a trascinarla all'Antro fuori servizio.

Nadira appoggiò il datapad, aveva rifiutato a malincuore la proposta di una serata tranquilla, insieme agli altri, ma come si soleva dire, il dovere prima di tutto, e quella era la classica serata in cui non aveva voglia di fare nulla, una sensazione che non provava da tempo immemore.

Shepard sbuffò, stiracchiandosi e guardandosi attorno sperando in un'apparizione improvvisa di Pressly, per cedergli ciò che restava delle faccende burocratiche, ma il suo Primo Ufficiale si era defilato, unendosi al resto dell'equipaggio per un po' di meritato riposo.

Williams aveva borbottato qualcosa riguardo a un impegno presso il Quartiere Generale dell'Alleanza e Alenko se ne era andato alla clinica della Dottoressa Michel negli agglomerati insieme alla Chakwas, probabilmente a bordo restava soltanto Jeff, ma il pilota era impegnato a guardarsi uno dei suoi soliti film, incurante della sua presenza. Il Comandante si rassegnò a finire di compilare quei rapporti e di leggere quelli relativi a Liara.

Era immersa nei suoi infiniti ragionamenti, quando la voce di Jeff la fece sobbalzare dalla sedia, e lei colse al volo l'occasione per liberarsi della burocrazia e dei piani, non ce la faceva proprio quella sera a concentrarsi sulla parte manageriale del comandare una nave militare.

- Che cosa vuoi, Jeff?- chiese, spazientita, Shepard.

- Di solito c'è Alenko che mi accompagna alla branda, e girano brutte voci su di me. Stanotte temevo di dover fare tutto da solo.- disse il pilota, alludendo al fatto di doversi recare fino alla capsula per dormire senza l'aiuto di nessuno, ma il Comandante comprese tutt'altro. Con Joker, ci si poteva aspettare di tutto.

- Semaforo rosso, Tenente.- affermò Nadira, credendo che l'amico intendesse altro.

- Quindi dovrò farmela da qui alla capsula tutta da solo?- chiese, confuso e divertito il pilota.

- Esatto...ehi, un momento, intendevi quello?- chiese, imbarazzata, e sentendosi allo stesso tempo un'idiota, Nadira.

- Certo, perché per cosa pensavi che avessi bisogno di aiuto?- infierì il pilota, trattenendosi a stento dal riderle in faccia. Quello era stato inaspettato.- Naturalmente, se vuoi fare, io non mi lamenterò....-

- Sigh, ho davvero bisogno di una vacanza....- sospirò Shepard, prendendo sotto braccio il timoniere della Normandy. Mentre erano quasi arrivati, però, lei lo minacciò.- Una sola parola e finisci di nuovo a pilotare navette, sono stata chiara?-

- Terrò la bocca cucita, tranquilla.- la rassicurò Jeff, con tono di scherno.

- ….era meglio se andavo all'Antro con gli altri, stasera.- borbottò Nadira, guardando torva il pilota.

- Sei ancora in tempo. Anzi adesso che ricordo, Garrus mi ha detto di raggiungerli, sembra che ci sia stato qualche problema con Wrex.- disse Moreau, sornione.

- E quando aspettavi a dirmelo?!- esclamò il Comandante, arrabbiandosi, depositando ilTimoniere vicino all'unica capsula libera, senza aiutarlo a entrare, indossando in fretta e furia la corazza.

Joker attese cinque minuti, prima di contattare Garrus e avvisarlo che Nadira stava arrivando.

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Lei e Garrus rimasero indietro, mentre il resto della squadra si affrettava a rientrare a bordo. Shepard non si era aspettata una cosa simile da parte loro, non dopo Solcrum.

Era arrivata all'Antro di Chora il prima possibile, temendo una ripetizione dell'episodio che le aveva fatto incontrare per la prima volta Wrex, e il locale disastrato, invece aveva trovato Garrus e Williams ad aspettarla all'ingresso del locale: aveva chiesto spiegazioni, confusa su quanto stesse accadendo, e il Capo l'aveva trascinata dentro prima che potesse cambiare idea e tornare alla Normandy.

Nadira era rimasta sorpresa di trovare lì anche Pressly, pensando che il Primo Ufficiale frequentasse tutt'altro tipo di locali, meno malfamati dell'Antro, ma nel corso delle ore precedenti aveva cambiato idea anche su di lui.

Nessuno aveva idea di quanto le avesse fatto piacere ricevere quella sorpresa, anche se avevano avuto poche ore per godersi appieno quel momento di tranquillità, e spensieratezza, indipendentemente dalla minaccia che incombeva sulle loro teste.

Anche se non lo ammise, ne aveva avuto bisogno. La sua riconciliazione con Toombs e il suo ritorno, l'avevano lasciata un po' spaesata, nonostante avesse dato a vedere il contrario, e con più domande di prima.

C'era ancora molto da sapere su Akuze, e per quanto lei poteva considerare chiusa la faccenda, il dubbio che qualcun altro del suo plotone avesse potuto farcela, la tormentava, soprattutto dopo quanto Cerberus aveva fatto a John. O forse era soltanto una speranza vana, che non valeva la pena inseguire.

Ad ogni modo, quella sorpresa era stata più che gradita.

- Va tutto bene, Comandante?- le chiese Garrus, vedendola silenziosa e pensierosa. Temeva di aver sbagliato ad organizzare quella cosa, e si stava aspettando una sonora lavata di capo per averlo fatto all'Antro.

Il Comandante si riscosse, guardando finalmente il Turian, e rispondendo alla sua domanda.- Sì, va tutto bene, Garrus. Nulla di importante.- rispose Nadira, nascondendo il vero motivo per cui era rimasta in silenzio a guardare il resto dell'equipaggio allontanarsi e loro due prendere una strada diversa.- Non è dove abbiamo salvato Tali dagli assassini di Fist?- chiese coprendosi il volto con le mani. Quelle luci le davano fastidio, con i postumi della bevuta all'Antro, che iniziavano già a farsi strada, nonostante non si fosse concessa più di un paio di bicchierini del brandy più disgustoso che si trovava nella Galassia. Brandy Batarian annacquato. O forse era soltanto stanchezza e tensione che si stava sciogliendo.

- Oh? Sì, è proprio questo.- rispose Vakarian, con aria serafica- Ma tu guarda....temo che abbiamo perso gli altri.- brontolò Garrus, ben sapendo di averlo fatto apposta. Il Comandante aveva bisogno di stare staccata dalla Normandy per più di un paio ore, prolungare il percorso di ritorno non poteva farle altro che bene.

- Un agente dell'SSC che si perde sulla Cittadella? Ora le ho viste proprie tutte.- lo schernì Nadira, dandogli una gomitata amichevole.

- Noi Turian abbiamo un pessimo senso dell'orientamento.- ammise Garrus, massaggiandosi il punto in cui il Comandante gli aveva dato la gomitata.- E' per caso uno strano protocollo umano quello di dare gomitate alle persone, Shepard?- chiese il Turian, serio.

- Più o meno sì. Di solito lo si fa tra amici, non è nulla di offensivo, è un modo per....- stava per concludere la frase, quando notò un Custode, intento a svolgere il suo lavoro di manutenzione, e ne approfittò per portare a termine la loro scansione per Chorban.- Scusa un momento.-

- Molestare i Custodi è reato, Comandante. Dovrei arrestarti, e consegnarti al programma di rieducazione.- le fece notare Garrus, seppur con tono scherzoso.- Controllo che non arrivi nessuno, potrebbero tentare l'arresto di uno Spettro.- continuò, complice, Vakarian.

- Sono proprio curiosa di sapere come faranno...- aggiunse Shepard, beffarda.

- Anch'io. Mi stavo giusto annoiando.- concluse Vakarian, gli occhi che gli brillavano.

- Solo nei tuoi sogni, Garrus. Dovresti stare lontano da Wrex, non vorrei che un “bravo” Turian come te prendesse una cattiva strada.- lo gelò Nadira, completando la scansione.- Possiamo tornare alla Normandy, sperando che tu non ti perda di nuovo....- affermò il Comandante, ironica. Credeva forse che non si sarebbe accorta, del suo stratagemma? Quel trucco era vecchio, e di sicuro si era messo d'accordo con gli altri. Anche quella volta, lasciò correre. 

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Noveria, 2168.

Ufficio dell'Amministratore Bel Anoleis.
 

James Shepard rassicurò la figlia, mentre il Salarian parlava al comunicatore con il Consiglio di Amministrazione.

Erano arrivati su Noveria con un trasporto preso alla Stazione Arcturus, e James aveva accettato malvolentieri di portare Nadira con sé, pur sapendo che Anna aveva ragione nell'insistere a dire a suo marito a portare la loro unica figlia su quel pianeta ghiacciato: era grande abbastanza per iniziare ad occuparsi della gestione della fattoria, e per iniziare a vedere che cosa c'era al di fuori la colonia.

Magari un giorno l'avrebbe portata sulla Terra, per far sì che vedesse da dove provenivano, le radici erano importanti, e forse sarebbe anche riuscito a toglierla da quella compagnia di disadattati in cui si era infilata, provocando ogni genere di problemi che le veniva in mente di provocare.

Adolescenza, bah. Alla sua età ne aveva causati di ben peggiori, ma non era assolutamente necessario che lei seguisse le sue orme, soprattutto se voleva ottenere una borsa di studio per andare via da Mindoir. Non era quello che James aveva voluto, trasferendosi in quella colonia insieme alla moglie, quindici anni prima, non era quello il futuro che voleva dare alla figlia.

Nadira, dal canto suo si stava annoiando. Il padre della sua migliore amica si era offerto di ospitarla mentre i suoi genitori si occupavano di quella faccenda, invece si era ritrovata su un trasporto diretto in quel postaccio, insieme a suo padre. Un gran bel viaggio, davvero. Con lei che si era dovuta sorbire un noioso diplomatico discutere di cose che a lei nemmeno interessavano e suo padre che aveva dormito per tutta la durata del tragitto.

L'unica distrazione era stata Galaxy of Fantasy, anche se lo aveva giocato migliaia di volte e ne conosceva ogni singolo anfratto, consumando il suo Factotum, quella prima edizione non contemplava nessuna classe Umana, ma era stato comunque divertente. Come no.

Una volta atterrati, aveva avuto il suo primo incontro con un Turian, che stava caricando delle merci su una loro nave mercantile, insieme ad un altro suo compatriota che le fece gelare il sangue nelle vene, quando incrociò il suo sguardo freddo e carico di odio, e il suo braccio meccanico.

Nadira continuò a chiacchierare con Robert via Factotum, ignorando completamente quello che suo padre le diceva, oppure fingendo di essere interessata a ciò che le spiegava riguardo agli armamenti delle guardie, lei era solo lì per supporto morale, dopotutto. Aveva tutt'altri interessi, si chiese che cosa ci facesse lì. Odiava il freddo di quel posto, odiava i Turian che la squadravano con disprezzo, odiava le Asari che la osservavano con insistenza, detestava i Salarian che le ricordavano da vicino gli alieni dei vecchi olofilm. Non aiutava molto il fatto di averne guardato uno poco prima di entrare nella Nebulosa Testa di Cavallo, dove si trovava Noveria.

Si sentiva un soggetto di studio, a causa di quei continui sguardi che indugiavano su di lei, facendola sentire a disagio.

Il Salarian finì la sua telefonata e si rivolse a suo padre, accampando mille scuse che il debito andava pagato per intero, anche se la causa era da addebitare a speculazioni di borsa, su un investimento sbagliato da parte della Bynary Helix, la società che aveva convinto suo padre ad accollarsi l'investimento per una ricerca biogenetica in campo agricolo che si era rivelata una grossa truffa.

Erano rovinati. Completamente.

Non avevano mai navigato nell'oro, ma negli ultimi anni avevano iniziato ad avere un minimo di benessere, e quando quella proposta era arrivata, suo padre aveva deciso di investire quanto avevano, attratto dal miraggio di un ulteriore benessere. Quello che i rappresentanti della Binary avevano dimenticato di menzionare, era che quel tipo di semente, non era adatta al clima e al terreno di Mindoir, e quando non era cresciuto un bel nulla, lasciando il terreno incolto e arido, come le loro finanze.

- Che cosa?! È colpa della Binary Helix! Mi avevano assicurato che se non fosse riuscito quel dannato esperimento, mi avrebbero ridato i crediti che avevo investito!- esclamò James Shepard, inviperito, mentre il Salarian restava impassibile.

- Sul contratto che ha firmato c'è tutt'altro, e a meno che lei non sia analfabeta, cosa di cui non mi stupirei in un sempliciotto coloniale, c'è scritto che non ha diritto ad alcun risarcimento.- disse Anoleis, mostrando i termini del contratto, con la firma di James Shepard in calce al documento.

- Questo non è il documento che ho firmato....- esalò, stupito, James.- Giuro che c'erano altri termini, ho anche fatto una copia di quel contratto, prima di firmarlo l'ho letto decine di volte, lucertola!- esclamò Shepard, alzandosi dalla sedia di colpo, furibondo.

Anoleis non fu per nulla impressionato da quella scena.- La Binary Helix è una delle migliori compagnie di ricerca scientifica presente su Noveria, signor Shepard. Non c'è alcun modo di pensare che l'abbiano truffata. Magari è stato lei che ha prodotto un documento falso, nella speranza di ottenere un risarcimento. Voi Umani credete sempre di essere i più furbi della Galassia.- insinuò il Salarian, da poco arrivato in quel ruolo.- Quindi, si dia una calmata, oppure la farò scortare fuori da Port Anshan.- si limitò a concludere Anoleis, considerando la conversazione conclusa e la questione chiusa.- Ha sessanta giorni di tempo per restituire la somma di cui al paragrafo 2 del contratto, a titolo di risarcimento per il danno subito, alla Binary Helix. Ora, se non le dispiace, avrei appuntamento con un altro investitore.- affermò, calmo, il Salarian.

Nadira, che aveva ascoltato tutta la conversazione, abbandonando per un attimo il suo Factotum, aspettò che suo padre ribattesse qualcosa, ma James non fece nulla, non disse nulla. Salutò l'Amministratore Anoleis, e costrinse la figlia a seguirlo.

Per tutto il viaggio di ritorno, non si guardarono neppure in faccia, e quando Anna li vide varcare la porta di casa, con la figlia che scappò nella sua stanza, rinchiudendovisi dentro, intuì che era andata male. Chiese lo stesso al marito, il quale si sedette esausto sul divano, di fianco a lei.- Come è andata?-

- Siamo rovinati.-

La donna, guardò James e gli strinse la mano.- No, James. Ce la faremo vedrai. Ne abbiamo passato di peggio, e sono sicura che si risolverà anche questa. Non è finita, non ancora.- disse risoluta Anna Shepard, appoggiandosi al petto del marito, il quale l'abbracciò forte a sé, schioccandole poi un bacio sulla fronte.

- Sono un uomo fortunato.- sussurrò James alla moglie, prima di lasciarle finire di preparare la cena.

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Cittadella, Molo d'attracco D-24

SSV Normandy

Turno di guardia mattutino, 08.30 ZULU

Fuso orario di Vancouver
 

Nadira si alzò con un gran mal di testa, dopo neanche due ore di sonno. Non era più abituata a quel genere di rimpatriate. Sbadigliò, coprendosi appena in tempo la bocca, quando vide Pressly entrare a farle rapporto, per il cambio di consegne.

Charles era già reattivo e pronto a sostenere la lunga giornata che avevano davanti, lei aveva bisogno di una doccia e di un caffè per iniziare a carburare, ma si sentiva abbastanza rilassata da sopportare anche le storie di Alenko sulla sua adolescenza tormentata a Jump Zero, o sentire parlare T'Soni di Prothean e dei suoi ritrovamenti archeologici.

Fortunatamente non dovette uscire a prendersi il caffè in mensa, perché Pressly le depositò la sua tazza davanti al naso, insieme a una pillola contro il mal di testa, oltre ai datapad che aveva lasciato indietro la sera prima.

Il carico di lavoro, alleggerito dal delegare parte dei suoi doveri, con il suo Ufficiale Esecutivo, venne smaltito in un paio d'ore, in modo che alla partenza per Noveria, fosse tutto pronto e operativo.

Pressly si sorprese, quando il Comandante mise sul piatto una raccomandazione per il Programma N7 sia per il Capo Williams che per il Tenente Alenko, non che non fossero qualificati per la designazione, ma il Primo Ufficiale si era aspettato quella raccomandazione soltanto per Williams.

L'Ufficiale Esecutivo non poteva che essere d'accordo su quella raccomandazione, entrambi erano ottimi soldati, fedeli e leali alla Marina dell'Alleanza, preparati e con innate doti di leadership, più marcate in Williams che in Alenko, ma alcune cose le si acquisiva con l'esperienza dove si peccava con il talento, e il Tenente della Divisione Biotica, si impegnava a fondo per svolgere il suo dovere con la professionalità richiesta dal grado che ricopriva.

Così, diede parere positivo per entrambi, stendendo una lettera di referenze, come richiesto dal Comandante, che si preservò di indicare anche un candidato a ricoprire il ruolo di Spettro: intuì che entrambi erano sotto osservazione anche per accedere allo Status, ma quello, Pressly, sapeva che era prerogativa di Shepard.

Doveva essere molto cauta nel fare la propria scelta, se essere un N7 era il massimo onore per chi serviva sotto la bandiera dell'Alleanza dei Sistemi, e necessitava anni e anni di preparazione, fisica e mentale, acquisire lo status di Spettro era ancora più difficile. Si avevano in mano le sorti della Galassia, e non tutti erano preparati per sopportare il peso che sarebbe gravato sulle loro spalle.

Per quanto potesse dissimulare, nasconderlo, come era richiesto al Comandante di un'unità, Charles poteva benissimo vedere quanto quel ruolo consumasse Shepard, con il peso addizionale del segreto che portava nella sua testa.

- Grazie, Pressly. Partenza fissata per le 12.30 dal molo d'attracco, ho già provveduto a comunicare la partenza alle autorità del servizio di controllo del traffico della Stazione, assumo il comando della nave.- snocciolò Shepard.- Vada a riposarsi, Pressly. Il suo turno inizia alle 01.00, e dovrà sostituirmi quando sbarcheremo.-

- Signorsì, Comandante. Provvedo immediatamente a diramare l'ordine di rientro a bordo all'equipaggio sbarcato a terra in permesso. Il Capo Williams e il Tenente Alenko sono già presenti, impegnati nei rispettivi compiti, se vuole conferire con loro.- segnalò il Primo Ufficiale, raccogliendo i datapad dei rapporti, prima di metterli nella cassaforte della nave.

- A tal proposito.....Se dovessi essere incapacitata a svolgere le mie funzioni di Comandante, e nemmeno lei sarebbe in grado di sostituirmi, chi nominerebbe, come Ufficiale Comandante della Normandy?- chiese Nadira, cogliendo di sorpresa Pressly.

Charles ci pensò su per un paio di minuti, vagliando i pro e contro necessari a una decisione simile. Ricordava che Shepard gli aveva assegnato il compito di istruire Williams su come gestire un'intera nave al posto suo e del Comandante, e che il Capo aveva maggiore attitudine al comando rispetto ad Alenko, ma bisognava anche considerare che l'Artigliere Capo non aveva il brevetto di Ufficiale. E a meno di un cambiamento di mentalità nei piani alti dell'Alleanza, sarebbe rimasta bloccata in quel grado fino alla pensione. A causa di un cognome. Alenko era la scelta più logica, Williams la migliore da fare.

- Williams non è un Ufficiale, non ancora almeno. Ha un'ottima attitudine al lavoro di gruppo e di leadership, che col tempo e l'esperienza, potrebbero anche perfezionarsi. Un punto a suo favore è anche il suo mantenere i nervi saldi in situazioni di elevato stress e ha tempi di reazione e soluzione ai problemi rapidi. Di contro, a volte è un po' troppo aggressiva, anche nei confronti dei subordinati. Se davvero vuole ambire a un ruolo di comando, a mio avviso, prima di accedervi dovrebbe levigare questo suo aspetto.- spiegò Charles, mentre il Comandante ascoltava attentamente ciò che il suo Primo Ufficiale le stava dicendo. Tutte cose che lei si era annotata, e che trovava conferma in ciò che sciorinava Pressly.- Un comportamento simile può andare bene per un Artigliere Capo, ma non per un Ufficiale. Concorderà con me su questo.- concluse Pressly, aspettando una risposta da Shepard che gli fece cenno di proseguire.- Il Tenente Alenko ha dalla sua il grado, il suo autocontrollo e la sua calma, ma a livello di esperienza di comando, non ho notato una grande differenza tra lui e il Capo Williams. Su come si comporta sul campo non posso dare pareri, ma credo che come l'Artigliere, abbia bisogno di fare esperienza, prima di assumere il comando di una nave, o di un'unità da sbarco.- rispose il Primo Ufficiale, incrociando le braccia dietro la schiena, in una posa molto marziale.

- Penso la stessa cosa anch'io, Pressly. È nostro compito formarli, affinché possano esprimere tutto il loro potenziale. Non mi interessa di chi è nipote Williams, o se Alenko si sente speciale, sono entrambi soldati eccezionali, ora è arrivato il momento di far fare loro il salto di qualità. Per quanto mi riguarda sono pronti per questo passo importante.- dichiarò senza mezzi termini Shepard.- Grazie per l'opinione, la terrò nella dovuta considerazione. Può andare, Primo Ufficiale.- esclamò Nadira, congedando di fatto Pressly e lasciandolo andare a riposarsi.

La giornata era iniziata e, indossata l'uniforme di rappresentanza dopo aver tirato a lucido le scarpe, si portò accanto alla passerella del molo, affiancata da Alenko, in attesa del resto dell'equipaggio.

 

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Liara, dopo aver riposto con cura i suoi effetti personali nel suo armadietto in stiva, aiutata malvolentieri da Wrex, tornò alla sua postazione, scortata da Williams, come da consuetudine ormai.

Sapeva che era dovuto al fatto della sua parentela con Benezia, ormai etichettata come traditrice dal Consiglio, alla stregua di Saren, ed erano precauzioni che venivano giustamente prese, ma la cosa iniziava ad infastidirla sempre di più.

L'Asari voleva provare che si potevano fidare di lei, ma persino il Comandante non gliene dava l'occasione: da quando era salita a bordo, l'avevano trattata come un ospite, più che un'aggiunta alla squadra, e Shepard la consultava esclusivamente quando ritrovavano artefatti relativi alla Matriarca Dilinaga oppure qualche disco Prothean.

Nonostante tutto, era sempre più affascinata e incuriosita dal Comandante. Avrebbe voluto farle molte domande, conoscere il suo passato, capire in che modo l'aveva modellata nella donna che era diventata, perché Liara voleva vedere che cosa celava quell'uniforme. Cosa la spingeva a combattere e a muoversi fino all'esaurimento delle proprie facoltà fisiche e mentali, voleva comprendere il motivo per cui era sopravvissuta all'incontro con tecnologia Prothean avanzata, che avrebbe potuto sicuramente uccidere qualcuno che non apparteneva alla Repubblica Asari.

In un certo qual modo, Liara aveva sempre pensato che il suo popolo, la sua gente, fosse l'unica in grado di apprendere i segreti che l'Universo celava, dietro il velo delle costellazioni, dei pianeti, delle popolazioni che l'abitavano, che fosse in grado di comprendere appieno l'essere un tutt'uno con l'ambiente che li circondava.

Lo aveva pensato fino a imbattersi nella Storia Umana, nelle popolazioni che avevano calcato il Pianeta Terra lungo tutto l'arco della sua evoluzione, finendo col restare affascinata da quel periodo che gli storici terrestri chiamavano Antica Grecia. Vi trovava molte similitudini con il suo popolo, con le varie città Stato, i loro usi e costumi, soprattutto quelli Ateniesi, che ricercavano l'armonia e la perfezione, mettendo le arti sopra la cultura della guerra Spartana, ammirandone il grande patrimonio culturale che i filosofi come Platone, Socrate e i loro allievi avevano lasciato ad un'Umanità che neanche si rendeva conto quanto in realtà fossero vicini alle altre Specie presenti nella Galassia in cui abitavano.

Sembravano quasi imbarazzati nel mostrarsi a leggere un libro, o a discutere di argomenti diversi dalla politica e dall'economia, persino Shepard si premurava di nascondere la sua preparazione culturale davanti agli altri. Per questo Liara voleva scavare più a fondo nella sua vita privata e professionale, sperando di non venire scoperta: si vergognava a chiederglielo direttamente, temeva di ricevere un rifiuto o una risposta affrettata e costruita sul momento da parte del Comandante.

Così, quando Williams la lasciò da sola nel magazzino, controllò che nessuno la disturbasse, il viaggio verso Noveria sarebbe stato lungo, e lei avrebbe avuto molto tempo per fare le ricerche che le interessavano. Aveva alcuni favori da chiedere indietro, e quello era il momento giusto per richiederne il pagamento.

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Garrus ed Ashley osservarono il Comandante a lungo, prima di decidersi ad entrare nella sua cabina, con la complicità. Non l'avevano mai vista così rilassata e amichevole, non c'erano abituati a dir la verità.

Durante la permanenza sulla Cittadella avevano cercato informazioni tramite canali non ufficiali su Noveria, Williams si era anche costretta ad uscire con un Agente dell'SSC Umano, pur di avere informazioni vitali per la missione, imponendosi di ascoltare anche i patetici tentativi di flirt da parte dell'Uomo, il quale le aveva anche chiesto i suoi contatti, contatti che lei si era rifiutata di dare, troppo ansiosa di tornare a bordo e cambiarsi d'abito.

Vakarian gliel'aveva indicato con l'aiuto di Salazar che, seppur malvolentieri, aveva accettato di trascinare l'Agente Blackwater al Flux, per quel preciso motivo, e mentre lui era andato nei bassifondi degli agglomerati con Wrex, Ashley si era dovuta fingere interessata all'Agente.

Williams storse il naso al ricordo: non era fatta per quel tipo di missioni, e seppur non disdegnasse di trovarsi in un bar di lusso come il Flux, lei si sentiva più a suo agio all'Antro di Chora, in compagnia di soldati come lei, piuttosto che con semplici Agenti di Polizia. Blackwater in particolare era stato un incontro che non avrebbe mai voluto fare nella sua vita. Lui non era di certo il tipo di persona con cui voleva passare il resto della sua vita.

E Garrus avrebbe pagato per quella Via Crucis che si era ritrovata a dover sopportare la sera precedente.

Sia lei che il Turian, mentre osservavano il Comandante cambiarsi, avevano notato un orribile cicatrice sulla schiena di Shepard, persino Joker era rimasto sorpreso nel vederla. Probabilmente una delle tante ferite di Akuze, pensò Ashley, ma il pilota gli aveva detto che non l'aveva mai vista prima. Glielo aveva persino giurato e dato la sua parola d'onore, restando serio tra l'altro.

Ora che erano davanti alla porta della cabina di Shepard, nessuno dei due aveva il coraggio di suonare per entrarvi, avrebbero dovuto spiegare molte cose imbarazzanti al Comandante avvenute durante la loro permanenza sulla Cittadella, tra cui quel Conrad Verner che li aveva molestati chiedendo di Nadira, che il giorno prima aveva convinto a lasciar perdere il Reparto Specialisti Tattiche e Ricognizione, e di tornare sulla Terra, dove sarebbe stato sicuramente più utile che sulla Stazione.

Fu Ashley a prendere l'iniziativa e dopo qualche secondo, Shepard li invitò ad entrare, mentre con in bocca una barretta energetica e una generosa fornitura di datapad nuovi in mano, stava facendo ordine nella cabina.

C'era una scatola per fucili di precisione sul letto spartano, in linea con le regolamentazioni dell'Alleanza, Garrus credette che fosse un nuovo acquisto, ma osservando più da vicino la scatola vide che era usurata e piena di ammaccature. E aveva un blocco di sicurezza sull'apertura, per impedire che le persone sbagliate potessero metterci le mani sopra o semplicemente guardarvi dentro.

Il Turian era uno di quelle persone curiose. Dal modo curato in cui la teneva, nonostante l'usura e le ammaccature, doveva essere importante per lei, e sperò che inavvertitamente si lasciasse scappare qualcosa, anche se con Shepard quello era una vana speranza.

- Artigliere Capo Ashley Williams e Detective Garrus Vakarian a rapporto, Comandante.- esordì Williams, scandendo quelle parole nel modo più marziale possibile che Garrus avesse mai visto fare da un Umano. Non gli scappò lo sguardo compiaciuto di Shepard davanti a quell'atto considerato normale dalla maggior parte di coloro che avevano prestato servizio o che ancora lo prestavano, nelle Forze Armate. Da qualsiasi pianeta essi provenissero.

Sulle navi Turian era la norma, che un Ufficiale Superiore ammirasse la marzialità in un subordinato, dava un perfetto esempio di disciplina e ordine che in molte occasioni sulle navi militari Umane tendeva a mancare o ad essere deficitario in qualcosa. Non sulla Normandy.

Persino gli alti vertici dell'Esercito della Gerarchia avrebbero ammirato l'ordine e la disciplina che regnava sulla Fregata, c'era rispetto e cameratismo, ma non si sorpassavano mai i limiti imposti dal Regolamento. E lui non era un fanatico delle regole,

L'esempio perfetto di come Shepard conduceva la nave, lo aveva visto accadere il giorno in cui avevano attraccato alla Cittadella, dopo quel lungo peregrinare attorno alla Fascia di Attica e a Feros, quando l'equipaggio era stato raccolto per l'ispezione che precedeva la franchigia: un membro dell'equipaggio donna si era presentata vestita in modo non consono, troppo casual, e il Comandante le aveva revocato il permesso, mettendola poi di corveè fino alla ripartenza per la missione. Quel marinaio donna era salita a bordo prima di Feros, ma quella non era stata una scusante sufficiente per far sì che il Comandante ci passasse sopra.

Garrus non poteva che essere più d'accordo con quella decisione: quegli uomini e quelle femmine rappresentavano la Marina dell'Alleanza anche in permesso e in franchigia, come vestivano e si comportavano fuori servizio era parte anch'esso del modus operandi.

- Riposo, Capo.- disse semplicemente il Comandante, una volta depositati i datapad e quello che probabilmente sarebbe stato il suo pranzo. Vakarian scosse la testa, quasi impercettibilmente, mantenendo un'apparenza di marzialità che per un Turian era naturale quanto bere della semplice acqua. Fece loro cenno di sedersi, stupita di trovarli lì in veste ufficiale, con un rapporto per giunta.- Non ho molto tempo a disposizione, sono di turno, per ciò sbrigatevi. A meno che non si tratti di qualcosa relativo alla missione, non è il momento adatto per fare conversazione.- affermò, in modo sbrigativo, Nadira, guardandoli diritti negli occhi. Fu Garrus, seppur nervoso nel fare quel rapporto, a parlare per entrambi.

- Io e il Capo Williams, durante la franchigia, ci siamo permessi di fare qualche indagine privata riguardante Noveria, Comandante.- esordì Vakarian, aspettando un segnale da parte di Shepard, improvvisamente sentendosi inadeguato. Dovette continuare senza quel cenno, visto che aveva catturato la sua attenzione.- Abbiamo fatto una scoperta interessante, mentre eravamo negli Agglomerati, nella zona dei Mercati. Un Volus, in via del tutto amichevole, ci ha confidato che sembra che a Port Anshan sia arrivato un'ospite di tutto riguardo, e che Saren abbia un nuovo associato alla Binary Helix.- continuò Garrus. Fermandosi nella speranza che Williams intervenisse. Il Capo rimase in silenzio, neutrale, ma sembrò che Shepard, invece, nel sentir parlare della Binary Helix, avesse aumentato la soglia di interesse.

- Che collegamento c'è tra Saren e la Binary Helix, Garrus? Ne sai qualcosa?- chiese inaspettatamente il Comandante, in una foga che non le conosceva, e si era rabbuiata di colpo.

- Stai scherzando, Comandante? Saren Arterius è uno dei maggiori azionisti della Binary Helix, è una cosa risaputa. Posso passarti ogni documento risalente all'epoca in cui ha iniziato ad investire nella società, li avevo raccolti da allegare al faldone delle mie indagini iniziali su di lui, all'indomani dei fatti di Eden Prime.- spiegò Vakarian con entusiasmo.

- Con molto piacere, Detective.- rispose lei, ansiosa di metterci sopra le mani.- Per curiosità, questo- chiese simulando un paio di virgolette nell'aria.- “ospite illustre” è il nostro caro vecchio amico Arterius? Perché diversamente non sareste venuti a farmi rapporto.- concluse Nadira, iniziando a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle. Fu allora che Ash intervenne.

- Non proprio, signora. Il nostro contatto ha riferito di una Matriarca Asari, seguita da alcune Commando. Io e Vakarian siamo giunti alla conclusione che possa trattarsi del suo braccio destro, la Matriarca Benezia.- affermò l'Artigliere Capo, con sicurezza, e Shepard ammise a sé stessa che si trovava perfettamente d'accordo con lei.

- Siete riusciti a sapere il motivo della presenza di quella Matriarca Asari su Noveria?- chiese il Comandante, incrociando le gambe e mettendosi comoda, togliendo uno stuzzicadenti dalla sua custodia di carta e mettendoselo in bocca. Un tic che Garrus aveva visto venirle quando cercava di mettere insieme gli indizi che aveva a disposizione. Cioè, abbastanza spesso, negli ultimi mesi, da poter dire che si trattava proprio di un tic nervoso. Il Turian non sapeva se prima di iniziare quella missione lo avesse mai fatto, ma era abbastanza fastidioso, almeno per quanto riguardava lui. Non disse nulla comunque.

- No, purtroppo. Il Volus ha tagliato corto, quando abbiamo chiesto più dettagli, e da che eravamo lì abbiamo comprato qualche mod, per coprire il motivo per cui eravamo al suo chiosco.- esclamò Vakarian, porgendo il datapad con il conto e la richiesta di rimborso. Il Comandante gli diede una rapida occhiata, mettendo da parte entrambi i datapad.

- Chiedo il permesso di parlare liberamente, Comandante.- chiese Ashley, ottenendo l'attenzione di Shepard.

- Permesso accordato, Capo.- rispose Shepard, sempre mantenendo in bocca lo stecchino. Sì,stava decisamente ponderando le loro opzioni, concluse Garrus, guardandola negli occhi.

- Signora, forse dovremmo permettere a T'Soni di sbarcare e partecipare alla missione in modo più incisivo. È una Asari, e conosce molto bene il modus operandi delle loro Commando, avendo prestato servizio con loro per qualche tempo, prima di continuare gli studi all'Università di Armali.- propose Williams, cogliendo di sorpresa Garrus. Ashley che proponeva la collaborazione di un alieno alla missione. La Galassia stava davvero per finire.- Inoltre è una biotica molto potente, e ha dimostrato di saperci fare in una situazione di combattimento. Non di meno, Noveria è sede delle principali corporazioni e dei migliori laboratori scientifici della Galassia, nel caso dobbiate infiltrarvi in uno dei laboratori, e fronteggiare le Commando, lei rimane la nostra opzione migliore, signora.- concluse Ashley.

Per qualche minuto il Comandante non rispose, vagliando ogni possibile ipotesi e, infine capitolando davanti al ragionamento impeccabile dell'Artigliere Capo Williams.- Sono sorpresa di sentirtelo dire, Williams. Hai ragione, dopotutto Benezia è sua madre, è l'unica che potrebbe riconoscerla nel caso la dovessimo incontrare. Dovrò fidarmi per forza, e sperare di non sbagliarmi sul suo conto.- ribattè Shepard, finalmente buttando via lo stuzzicadenti per il sollievo del Detective.- Garrus, ricordati di inviarmi quei documenti, per ora potete tornare ai vostri doveri. Grazie per le informazioni. Potete andare.- ordinò Shepard, rinunciando al suo pranzo e ritornando in plancia, portandosi dietro alcuni datapad e spegnendo il terminale.

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Port Hanshan,Noveria.

Nebula Testa di Cavallo.

Ufficio dell'Amministratore Ben Anoleis, 2183
 

E così, a distanza di anni, aveva rimesso piede su Noveria. Port Hanshan non era cambiata per niente, il solito ricettacolo di criminali in giacca e cravatta, che invece di usare armi da fuoco, utilizzavano i crediti per uccidere la gente.

Erano passati esattamente quindici anni, dall'ultima volta che era stata in quell'ufficio eppure quel Salarian, nonostante fosse più vecchio, ma sempre arrogante, era ancora lì, al suo posto. Arrogante e incredibilmente sicuro di sé. Solo che ora le cose erano cambiate. Non era più un adolescente annoiata, che preferiva spendere il suo tempo in videogiochi e altre cose frivole.

Rimase in piedi quando Anoleis la invitò a sedersi e rifiutò l'offerta dell'alieno di farle portare qualcosa dalla sua segretaria, quella Gianna Parasini che le aveva evitato di contraccambiare l'ospitalità delle forze di sicurezza del pianeta, sotto contratto della Controllo Rischi Elanus, e che le aveva gentilmente fatto sapere che la Matriarca atterrata su Noveria era proprio Benezia.

Liara aveva quasi perso il controllo, e lei aveva dovuto rassicurarla che si fidava di lei, ma uno scambio di sguardi con Garrus, fece comprendere al Turian che l'Asari era sotto stretta osservazione e che al primo segnale di un eventuale tradimento, non sarebbe stata più così comprensiva, come lo era stata in quel momento.

I manager presenti a Port Hanshan erano stati obbligati a firmare un obbligo di non divulgazione riguardo ad un incidente avvenuto alla Vetta 15, mascherato con evidenti problemi meteorologici. Come no, e lei ci credeva anche, come Vakarian tra l'altro. Liara era su un pianeta tutto suo al momento, non che i due ci facessero molto caso, pur vigilando sull'Asari molto attentamente, e questo la escludeva dall'equazione.

Dovevano ottenere un pass e Anoleis, sfortunatamente, era l'unico che li poteva emettere, così Shepard cercò di sfruttare al massimo le sue doti diplomatiche con lui, non riuscendo purtroppo a fare centro.

Prima di andarsene, il Salarian disse qualcosa che la fece arrabbiare molto, fu costretta a mascherare quella rabbia con un sorriso tirato di circostanza, ma dentro ribolliva più di un vulcano in eruzione. -Mi sono informato su di lei, Comandante. So chi è e da dove proviene, per cui faccia attenzione a quello che fa sul mio pianeta. Voi sempliciotti coloniali non imparate mai, non è vero?- minacciò il Salarian, nella speranza di vederla tornare indietro e implorarlo di aiutarla. Fallendo nel suo obiettivo.

Lei non era suo padre. Aveva ancora un minimo di dignità , rabbia e munizioni a sufficienza da rivoltare Port Hanshan come un calzino da cima a fondo, pur di ottenere quel pass, senza l'aiuto di quel colletto bianco corrotto. Quella lucertola non aveva minimamente idea di chi si era messo contro.

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- E adesso?- chiese Liara, preoccupata per come si erano messe le cose.- Che cosa facciamo?- insistette l'Asari, ansiosa di poter andare alla Vetta 15 e vedere con i propri occhi cos'era diventata sua madre.

La risposta di Shepard non tardò ad arrivare, mentre Garrus fissava terrorizzato i fiocchi di neve che scendevano al di là del finestrone che divideva Port Hanshan dal resto del pianeta. La Gerarchia aveva una prigione di massima sicurezza da quelle parti, una delle più temute dai criminali di tutta la Galassia, visto che era stata messa a disposizione dello Spazio del Consiglio.

- Non ho mai visto così tanta neve in vita mia....- mormorò il Turian, prima di mettersi ad ascoltare il Comandante.

- Conosco qualcuno qua su Noveria, qualcuno che potrebbe aiutarci.- esordì Nadira, decisa ad andarsene da lì e a iniziare a dare la caccia a Benezia. Se fosse riuscita a catturare il braccio destro di Saren, avrebbe inferto un grave colpo allo Spettro ribelle. Avrebbe conquistato un grosso vantaggio su di lui, e sarebbe stata più vicina alla fine di quella sua prima missione da Spettro del Consiglio.- Chiederà sicuramente qualcosa in cambio, ma a questo punto non possiamo fare gli schizzinosi.- concluse Shepard, avviandosi verso il Garage.

- Speriamo che il prezzo non sia troppo alto, Comandante. O avremo una cella confortevole su Gellix da cui goderci l'arrivo di questi famigerati Razziatori.- osservò, sarcastico, Garrus, alzando la temperatura all'interno della sua corazza.

I Turian odiavano il freddo, lui in particolar modo era insofferente verso le basse temperature, e quel posto era troppo freddo per i suoi gusti. E non si riferiva soltanto alla temperatura, ma anche all'ambiente attorno a loro tre, era gelido, gelido come il ghiaccio che ricopriva la superficie dell'intero pianeta, inoltre Noveria era l'apice della corruzione planetaria, seconda forse soltanto alla Cittadella. Le ingiustizie, lì, non venivano compiute fisicamente, ma moralmente; lì i manager speculavano in crediti, in azioni della Borsa e lo spionaggio industriale andava per la maggiore. L'arricchirsi sulle spalle e a discapito degli altri, senza alcuno scrupolo etico, compravano e rivendevano provocando crisi in aziende rivali, sviluppavano ricerche all'interno dei loro laboratori che di etico avevano ben poco.

L'ultima notizia, che aveva fatto scalpore e che veniva trasmessa dai notiziari di mezza Galassia, era che la Binary Helix stava sviluppando una cura contro la Genofagia: non sarebbe stato un problema, tranne che per Salarian e Turian, se nel consiglio di amministrazione non sedesse un certo Saren Arterius, e Vakarian si era più volte chiesto, prima che il suo tradimento venisse scoperto e sventolato davanti agli occhi del Consiglio, che cosa ci avrebbe guadagnato Saren ad avere i Krogan dalla sua parte.

Dopo averne incontrati sul campo di battaglia, durante quella missione sulla Normandy, si era dato una risposta: con Geth e Krogan al suo fianco, Saren sarebbe stato pressochè inarrestabile, avrebbe messo in ginocchio la Galassia e il sangue sarebbe scorso a fiumi, inasprendo ancora di più l'odio verso i Krogan.

Wrex, probabilmente, avrebbe voltato loro le spalle e avrebbe scelto la sua gente, alla fine. Era quello che temeva, più di ogni altra cosa, anche perché Shepard gli aveva concesso la piena autorizzazione ad accedere ai sistemi di raccolta dati della Normandy, come aveva fatto con lui, per quanto ne sapeva.

Una mossa alquanto azzardata, ma Garrus sperò che avesse preso comunque le sue precauzioni, non era un'idiota, e tanto meno qualcuno che agiva per istinto, quindi doveva aver predisposto un piano d'emergenza, nel caso una simile cosa accadesse. Gli Spiriti, se davvero esistevano, soltanto sapevano che cosa li aspettava se avessero fallito nel fermare Saren. 

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Uffici della Synthetics Insights

Noveria.
 

Di tutti i tipi di reati di cui suoi colleghi potevano macchiarsi, la corruzione era quella che Garrus mal tollerava, più di tutto il resto.

Così, quando l'ultimo degli agenti comandati dal Sergente Stirling, cadde a terra colpito dalla precisione del Comandante Shepard, non provò nessuna pietà né ebbe comprensione per loro, soprattutto per l'Umana che li aveva minacciati.

Shepard era furiosa, Anoleis e lei dovevano avere qualche conto in sospeso oppure erano state le parole della lucertola a farla arrabbiare così tanto, ma quell'attacco la stava facendo diventare idrofoba. Non schiumava dalla bocca, ma se ce l'avesse avuto davanti lo avrebbe polverizzato sul posto.

Liara, d'altro canto era stata molto utile, se erano sopravvissuti era merito anche suo, ma lui non se la sentì di abbassare la guardia, il vero test sarebbe arrivato quando si sarebbero ritrovati faccia a faccia con la Matriarca.

Il Comandante raccolse quello che c'era da raccogliere, poi ordinò ad entrambi di lasciare l'edificio: una volta usciti dall'ascensore, però, si trovarono davanti Gianna Parasini, la segretaria di Anoleis, e istintivamente tutti e tre estrassero le armi.

- Mi è sembrato di sentire degli spari e sono venuta a controllare. C'entra qualcosa lei, Spettro?- chiese la donna, più sarcastica che accusatoria, e Vakarian si convinse che l'Umana era più di una semplice segretaria. Negare, per loro sarebbe stato inutile, visto che le loro corazze erano sporche di sangue e di polvere da sparo.

- Io? Il presidente della Synthetic Insights aveva dimenticato la foto di famiglia e gliela stavo riportando.- rispose, candidamente Nadira. Garrus trattenne a stento una risata, mentre Parasini sollevava un sopracciglio, divertita.

- Sì, e io dovrei anche crederci....Posso sapere che fine ha fatto il Sergente Stirling?- chiese Gianna, incrociando le braccia.- Non che verserò qualche lacrima per lei, ma voglio conoscerne il motivo.- insistette Parasini.

- I dettagli della mia missione non possono essere divulgati, soprattutto per chi lavora per Anoleis, signora Parasini.- rispose, piccata, Shepard.

- Molto astuto, Comandante.- disse la femmina Umana, tirando fuori un distintivo e mostrandolo al Comandante, la quale si rilassò.- Gianna Parasini, Reparto Delitti Finanziari. Le corporazioni di Noveria mi hanno inviata sotto copertura per indagare sull'Amministratore Anoleis. Ora mi vuol dire perché il Sergente Stirling non sta uscendo dagli uffici della Synthetics Insights? Non mi servono i dettagli.-

- Il Sergente Stirling voleva che le consegnassi il motivo per il quale Anoleis ha ordinato di porre i sigilli alla Synthetics Insights, lei e i suoi agenti erano pagati direttamente da lui per evitare che certi dati non finissero nelle mani sbagliate.- rispose Nadira, dopo essersi assicurata che nessuno fosse in ascolto.- Le basta, Agente Parasini?-

-Presumo che il motivo per cui Stirling era lì, deriva dal fatto che Lorik Qui'in le abbia chiesto prove della corruzione e dell'avidità di Anoleis, Spettro.- proseguì Gianna, dimostrando di essere un passo avanti rispetto a loro. Era molto intelligente quell'Umana, e anche determinata. Shepard aveva trovato pane per i suoi denti.- Le faccio una proposta, che ci metterà entrambe in una posizione di vantaggio. Il Manager della Synthetic Insights le avrà sicuramente offerto una ricompensa, e con quella ricompensa, avrà messo sul piatto anche il pass che le serve per raggiungere l'Aletusk Valley.- iniziò Parasini, invogliando tutti e tre ad ascoltare ciò che l'Agente sotto copertura aveva da dire.- Ebbene, io le offro la stessa cosa, senza ulteriori benefici, se mi aiuterà a convincere Lorik Qui'in a testimoniare contro l'Amministratore.- propose Parasini.

Il Comandante parve esitare: aveva ucciso delle persone per quei dati e aveva un debito di riconoscenza da ripagare a Lorik, vecchio di quindici anni, ma nel contempo voleva mettere Anoleis dietro le sbarre, lontano da quel posto che occupava. La priorità restava la missione, ma quella era un'opportunità da non sottovalutare e da non perdere.

Garrus intervenne.- Comandante, Anoleis è veramente corrotto. Abbiamo la possibilità di farlo finire dietro le sbarre, e chi ha subito le sue angherie, te ne sarà grato. Dobbiamo convincere Lorik Qui'in a collaborare, è la cosa più giusta da fare.-

Nadira sospirò a lungo, sapendo che Garrus aveva ragione e che lei stava esitando su una cosa su cui non ci si doveva nemmeno pensare. Suo padre era morto con quel marchio addosso, senza riuscire a vederli risollevati dalla bancarotta, causata da un documento contraffatto proprio con la complicità dell'Amministratore. Aveva l'occasione di rimettere le cose a posto, anche se non avrebbe mai cancellato l'umiliazione che avevano subito quel giorno a causa di Bel Anoleis.

Così accettò.- D'accordo, Parasini. L'aiuterò. Dove ci vediamo?- chiese il Comandante alla “segretaria”.

- Al bar dell'albergo. L'aspetterò appena fuori del bar, se mi faccio vedere Lorik Qui'in mangerà la foglia e probabilmente salterà anche la mia copertura prima che possa arrestare quel Salarian. Anni di indagini sono nelle sue mani, Spettro. Non li mandi in fumo.-

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Lorik li aspettava, e quando vide il trio arrivare si rilassò. Significava che avevano portato a termine l'incarico, dalla scarsa pulizia delle loro corazze.

Li accolse molto cordialmente, e rimandò la lettura delle oscillazioni della Borsa di Illium ad altri momenti, nella calma del suo Ufficio, e Lilihierax avrebbe potuto riprendere a lavorare al garage. Le cose sarebbero tornate alla normalità.

Il Turian allungò la mano verso il DMO, ma l'Umana non glielo consegnò.- Che scherzi sono questi, Spettro? Mi sembra che avessimo un accordo.- sbuffò il Turian, infastidito da quel cambio improvviso di intenzioni da parte del Comandante.

- I parametri della missione sono cambiati, signor Qui'in.- esordì Shepard.- Io le consegnerò i dati, ma lei deve testimoniare contro l'Amministratore Anoleis. Queste prove potrebbero mandarlo in prigione a pagare per i suoi crimini. Lei ha già fatto la cosa giusta una volta, lo faccia di nuovo e salverà la vita a migliaia di persone.- continuò Nadira, guardando il manager negli occhi.- Mi rendo conto che Noveria è corrotta e lo sarà sempre, ma lei può fare la differenza togliendo quel Salarian definitivamente dai giochi in modo assolutamente legale e nel contempo riprendere i suoi affari dai suoi uffici, facendo sì che i sui dipendenti riprendano anche il proprio lavoro.- proseguì il Comandante Shepard, vedendo che Qui'in non era del tutto convinto.

- Se testimonierò, metterò in pericolo la mia di vita, Spettro. Voglio garanzie, per poter testimoniare.- esclamò il Turian, preoccupato.

- Capisco le sue preoccupazione, signore, ma so che i Turian mettono il bene comune prima del proprio interesse personale.- affermò Shepard, insistendo e utilizzando ogni cartuccia a sua disposizione, compresi i suoi assi nella manica.- Lei non è un bastardo senza cuore come la maggior parte degli uomini d'affari presenti su questo pianeta. Quindici anni fa aiutò un Umano ad evitare la bancarotta fraudolenta, pur non conoscendolo. Non offenda la memoria di quell'uomo agendo da codardo oggi che ha la possibilità di fare una reale differenza. Se le corporazioni non la proteggeranno, mi impegno a farlo io stessa, mister Qui'in. Ha la mia parola, e ho già dimostrato di saperla mantenere.- concluse il Comandante, appoggiandosi al tavolino e guardando il Turian davanti a lei negli occhi.

Vide Lorik guardarla attentamente per qualche secondo, finché non notò che l'aveva riconosciuta, mentre Garrus alle sue spalle era più confuso che mai, non aveva mai letto di quella storia da nessuna parte, eppure vedeva benissimo che il Manager della Synthetic Insights se ne ricordava.

Probabilmente Shepard aveva accesso a documentazione di cui a lui era stato negato l'accesso, e per un momento invidiò lo Spettro per quello: le sue indagini avevano una corsia preferenziale, anche se erano più difficili da risolvere dei casi che passavano dalla sua scrivania all'SSC.

Con quelle ultime parole, Lorik Qui'in capitolò.- D'accordo, testimonierò contro Anoleis. L'importante è che possa tornare nei miei uffici e riprendere i miei contratti in mano.- disse il Turian, lasciando da parte l'argomento.- C'è altro che posso fare per lei, Spettro? Posso offrirle qualcosa da bere?- offrì il Manager della Synthetic Insights, cordialmente.

- C'è un'altra cosa che potrebbe fare per me, signore.- esordì il Comandante.- E' atterrata su Noveria una Matriarca Asari, insieme a un plotone di sue Commando. Sa per caso dov'era diretta, se l'ha vista?- chiese Shepard, riportando il discorso sulla missione.

Qui'in si rilassò e flesse le mandibole, in uno sguardo divertito.- Ah, sì, quella Matriarca. Era impossibile non notarla, indossava un abito scuro che poco lasciava all'immaginazione, roba da far fremere come uno sciame di vostre api impazzite i dipendenti maschi più giovani, se comprende cosa voglio dire, Comandante.- alluse il Turian, mantenendo una compostezza invidiabile, ma il commento suscitò irritazione in Liara. Dopotutto era di sua madre che si stava parlando.

- La mia gente ha sempre quell'effetto, sulle altre specie. Quasi non pensassero ad altro.- sbottò la giovane Asari, sentendosi offesa.

- Chiedo scusa, non era mia intenzione recare offesa a nessuno.- si scusò Lorik, da vero gentiluomo. - Comunque, tornando alla domanda che mi ha fatto, Comandante, ho sentito per puro caso che si stava dirigendo alla Vetta 15 per mettere a posto i laboratori della Binary Helix, su ordine di Saren Arterius, il suo collega, dopo che un certo esperimento non era andato bene. Poco dopo, è partito l'allarme di quarantena.- spiegò Qui'in, sorseggiando del brandy Turian di ottima annata.- Non le posso offrire proprio nulla, Spettro? Tutto quel correre avanti e indietro deve essere faticoso.- insistette il Manager, gentilmente.

- La ringrazio, ma sono in servizio. Come se avessi accettato.- rispose Nadira, rigettando l'offerta, e congedandosi.- Ora la devo lasciare, ho una missione da portare a termine. Chiedo scusa per il disturbo. Buona continuazione di giornata, mister Qui'in.-

- Ma quale disturbo? Voi Umani trovate così odioso conversare con altre persone?- esclamò il Turian, dispiaciuto di dover troncare lì una conversazione che stava diventando piacevole, mentre Shepard si allontanava insieme alla sua squadra, per avvisare Gianna Parasini che il Turian aveva accettato di collaborare.

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La vendetta era un piatto che andava servito freddo. Quello continuava a ripetersi Shepard mentre avanzava verso l'ufficio dell'Amministratore Bel Anoleis, e avrebbe voluto effettuare l'arresto lei stessa, ma si limitò a passare l'OSD a Parasini e a dirle che Qui'in avrebbe collaborato e testimoniato contro il Salarian, passandole la registrazione della conversazione con il Turian.

- Finalmente potrò togliermi questo vestito e questi tacchi scomodi. Andiamo, presumo voglia assistere all'arresto.- esclamò l'Agente sotto copertura Parasini, sollevata.

- Può scommetterci, Parasini. Dopo di lei.- disse il Comandante, lasciando andare avanti la donna, una volta che Agenti della Controlli Rischi Elanus fecero la loro comparsa all'interno dell'edificio insieme al Capitano Matsuo, che scoccò un'occhiataccia a Nadira.

Quando Gianna entrò nell'ufficio scortata dallo Spettro del Consiglio e dal Capitano Matsuo, Anoleis iniziò ad entrare nel panico, stava già preparando i bagagli per lasciare al più presto Port Hanshan, avendo intuito che le cose stavano per prendere una brutta piega.

Poi iniziò a minacciare ritorsioni contro Gianna e il Capitano che continuarono a svolgere il proprio dovere leggendogli i suoi diritti, mentre Shepard se ne restava da parte, in attesa del momento opportuna per prendersi la sua piccola rivincita.

Momento che arrivò, quando Anoleis passò davanti a lei, implorandola di aiutarlo. E lei glielo rifiutò.- E' stato un piacere collaborare con lei, Agente Parasini.- disse il Comandante staccandosi dal tavolino, godendosi l'espressione stupita e terrorizzata del Salarian, prima di avvicinarsi a lui.- Niente male per una sempliciotta coloniale, non trova? Buona permanenza in prigione, Anoleis. James Shepard le manda i suoi saluti.- sussurrò Nadira all'alieno, mentre questi si dibatteva ancora per liberarsi dalla morsa delle manette sui polsi.

Dopo aver consegnato Anoleis ai sottoposti del Capitano Matsuo, Gianna prestò di nuovo attenzione a Shepard, per ringraziarla dell'aiuto.- Grazie per la collaborazione, Shepard. Ora tocca a me onorare la mia parte del nostro accordo. Ho già provveduto a far rimuovere i sigilli della Synthetic Insights, e Lorik Qui'in sta venendo interrogato in questo momento dai colleghi del Reparto di cui faccio parte.- spiegò Parasini digitando alcune cose sul suo Factotum, autorizzando di fatto, il Comandante, ad accedere al garage. - La prossima volta che passa da Noveria, me lo faccia sapere che le offrirò da bere. Questo pianeta non sarà il massimo, ma non tolleriamo che si tocchino i nostri soldi, ed Anoleis si è spinto troppo in là. Buona caccia, Shepard, cerchi di non provocare altri danni, ok? È stato un piacere collaborare con il Primo Spettro Umano.- concluse Parasini allontanandosi con un cenno di saluto per Nadira.

- Il piacere è stato tutto mio, Agente Parasini.- mormorò il Comandante, apprezzando molto ciò che quell'agente aveva fatto. Stava per allontanarsi, quando si ritrovò una mano appoggiata pesantemente sulla spalla.

- Non così in fretta, Comandante.- sibilò il Capitano Matsuo, mentre Garrus e Liara estraevano le loro armi, imitati subito da alcuni Agenti agli ordini del Capitano.

- Vakarian, T'Soni. Abbassate le armi. Non siamo qui per uccidere il Capitano. Sta solo facendo il proprio dovere.- ordinò il Comandante. Rispettava Matsuo, ma doveva sapere la verità su quanto avvenuto alla Synthetic Insights. Pur esitando, Garrus e Liara obbedirono, e lo stesso fecero gli Agenti della Controllo Rischi Elanus.- Il Sergente Stirling era sul libro paga dell'Amministratore Anoleis. Non volevano che portassi delle prove che il manager di quell'azienda mi aveva chiesto di recuperare a Parasini, hanno iniziato loro la sparatoria. Dovrebbe controllare meglio i suoi uomini, Capitano.- spiegò Nadira, sempre tenendo le mani bene in vista.

- Il Sergente Stirling poteva anche avere un pessimo carattere, ma non era una corrotta. Se ha delle prove, me le mostri, altrimenti dovrà seguirmi in Caserma, Comandante Shepard.- minacciò l'Ufficiale.

-Posso abbassare le mani?- chiese, rispettosamente, il Comandante, prima di aprire il Factotum.

- Permesso accordato, ma non faccia scherzi.- affermò, severa, Matsuo.

Garrus avrebbe voluto agire, non lasciare condurre il gioco all'Umana e ai suoi, ma quando Shepard aprì il Factotum e i loro sguardi si incrociarono, comprese che quella era tutta apparenza, che Matsuo era solo virtualmente in carica della situazione. Il Turian si rilassò, ammirando sempre di più il Comandante, per come sapeva sempre gestire quelle situazioni con il minimo spargimento di sangue. Lei si elevava sopra al resto dell'Umanità, qualcun altro al suo posto avrebbe spiattellato in faccia lo status di Spettro al Capitano e avrebbe continuato la sua missione, cosa che avrebbe fatto anche lui, ma lei si era messa a disposizione delle autorità, ben sapendo che Matsuo, in futuro se ne sarebbe ricordata e avrebbe chiuso un occhio.

Come la registrazione dell'incontro con la Stirling venne visionata dal Capitano, questa, imbarazzata per non essersi nemmeno accorta di avere un caso di corruzione proprio sotto il suo naso, porse immediatamente le sue scuse, lasciando l'edificio insieme ai suoi sottoposti.

Potevano finalmente proseguire con la missione, ma la giornata non era ancora finita. Nel garage trovarono ad accoglierli un nutrito comitato di benvenuto, composto da Geth.

- Sigh, per una volta non potrebbe filare tutto liscio?- si lamentò Nadira, tra uno sparo e l'altro.

- E dopo, come ci divertiremmo, Shepard?- ironizzò Garrus, dopo aver abbattuto un soldato Geth, che si era scoperto troppo presto.

- Già.....mi sto divertendo proprio tanto, Vakarian...- rispose lei, ricaricando, prima di notare la presenza di un M-29 Grizzly, e le venne una delle sue strampalate idee.- Garrus, alle tue ore tre!- gridò il Comandante, segnalando il mezzo corazzato al Turian il quale comprese subito il piano di Shepard.

- Uh, ti ho mai detto quanto mi piacciono le tue idee, Comandante?- esclamò il Detective, estatico.

- Wrex adorerà questo parte della missione, quando gliela racconteremo, e nel contempo, morirà d'invidia per non averci giocato lui con quell'affare.- affermò, divertita ed eccitata, Nadira.- Al mio tre, Garrus. Poi mettetevi entrambi in copertura. Presto qui dentro farà molto caldo.- disse Shepard, preparandosi a scattare verso il Grizzly.

- Meno male, non sento più le punte dei piedi. Te l'ho mai detto che i Turian odiano il freddo?- si lamentò Vakarian.

- Almeno una decina di volte, Vakarian.- fece notare, stizzita, Liara, colpendo un Geth, con un Lancio biotico, che mandò in mille pezzi la macchina.- Non hai detto altro da quando siamo sbarcati.- si lamentò l'Asari, prima che un'esplosione risuonasse nell'hangar, uccidendo i Geth superstiti.

Sia Garrus che T'Soni si ritrovarono a terra a causa dello spostamento d'aria causato dall'esplosione provocata dal cannone del Grizzly. Il Turian si rialzò quasi subito, aiutando l'archeologa a rialzarsi, mentre Shepard, sentendosi realizzata, li raggiunse con gli occhi che le luccicavano.

- Ahhh, adoro il profumo di metallo bruciacchiato di primo mattino.- esclamò il Comandante ripulendosi le mani, soddisfatta.

-.....soprattutto se si è di primo pomeriggio.- aggiunse Garrus, sarcastico.

- Taci e sali sul MAKO, Vakarian.- ordinò Shepard, dando una pacca amichevole sulla schiena del Turian.

-.....è proprio necessario, Comandante?- chiese il Detective, non molto entusiasta di testare nuovamente le abilità di guida dello Spettro, mentre Liara non vedeva l'ora di viaggiare su quel mezzo, che aveva sempre ammirato ogni volta che scendeva nella stiva.

- Scegli: o il MAKO, oppure ce la facciamo a piedi da qui alla Vetta 15, con una bufera di neve in atto.- lo minacciò il Comandante, seria, a braccia conserte.

-......almeno sul MAKO saremo al caldo. Hai vinto, Shepard.- brontolò Garrus, salendo sul mezzo con l'aria di chi stava per venire portato al macello.

Non era ancora all'interno del mezzo, che una voce riecheggiò nell'hangar, con un tono esasperato.

- Ancora lei?!-

-Posso spiegare tutto, Capitano.- farfugliò Nadira, come se fosse stata appena colta con le mani nel sacco.

Riconoscendo la voce del Capitano Matsuo, Vakarian scese immediatamente. Non voleva perdersi la scena per nulla al mondo.

 

 

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Capitolo 25
*** Little Wings's Song ***


Premessa: Per questo capitolo, niente soundtrack. Non ho trovato niente che si sposava bene con le varie scene che incrocerete in questo capitolo, e quindi, dopo diversi tentativi, ho deciso di lasciar perdere. Quindi, vi lascio ampia libertà di scegliere le canzoni che più vi aggradano da utilizzare come sottofondo per la lettura.

Detto questo, premetto che Liara non è tra i miei personaggi preferiti, motivo per cui se trovate qualche inesattezza, non esitate a farmela notare, in privato.
Spero di tornare al più presto ad alti livelli, chiedo scusa per la qualità degli ultimi capitoli e per la loro lunghezza, ma non potevano essere spezzati in più parti. Avevo molto da dire, e anche in questo non ho potuto fare altro che superare, di poco, le quindici pagine.

Concludo ringraziando come sempre, chi continua a seguirmi, a recensire, e a farmi sapere il proprio parere via Skype o tramite messaggio. E chi si presta a leggere i capitoli prima della loro pubblicazione, per far sì che siano quantomeno leggibili.
Vi lascio al capitolo. Buona Lettura!

Capitolo 25: Little Wings's Song
 

Death closes all, but something ere in the end,

some work of noble note may yet be done.

Not unbecoming men that strove with Gods.

Sir Alfred Tennyson- Ulysses

Rachni. Quella missione non finiva di stupirla.

I Krogan, evidentemente, non avevano fatto un gran bel lavoro, mentre l'Umanità viveva l'esperienza dell'Impero Romano, e quei grossi ragni avevano potuto in qualche modo riprodursi, a dispetto dei loro Conquistatori, che erano stati condannati ad una pericolosa sterilità.

Se ricordava bene le lezioni di biologia al liceo, da qualche parte doveva esserci una Regina a controllarli, sempre che Saren non avesse trovato un modo per assoggettarli al proprio volere, contro ogni natura.

Oppure, ancora peggio, l'esperimento era andato male, e ora i Rachni stavano prendendo possesso della struttura, come in un perverso film di fantascienza o dell'orrore. Ragni giganti che uccidevano Umani senza alcun controllo. Normale amministrazione.

Qualsiasi cosa volesse ottenere Saren, tutto quello dimostrava la scarsa sanità mentale del Turian, e il suo desiderio di distruzione dell'Universo e di ogni essere senziente all'interno di esso, senza alcuna discriminazione razziale. Un perverso piano di far diventare alleati i nemici di un tempo, per i suoi scopi personali di conquista.

Shepard sorrise, amaramente, dentro al casco, non era forse quello che stava facendo anche lei? Aveva messo insieme Turian, Umani e Krogan nella stessa missione, obbligandoli a collaborare insieme a dispetto del passato, per il bene comune. A dispetto di Saren, però, lei li aveva messi insieme per salvare la Galassia, non distruggerla, come voleva fare il Turian.

In un Universo alternativo, avrebbe anche voluto lavorare al fianco di Arterius, a dispetto del suo odio per gli Umani, in un angolo remoto del suo cervello, lo rispettava abbastanza da non sottovalutarlo e da ammirarlo allo stesso tempo, non era annebbiata dall'odio nei suoi confronti come Anderson.

Camala era stata una disgrazia che aveva segnato anche troppo il Capitano, personalmente non provava molto simpatia nei confronti dei Batarian lei stessa, per quanto si potesse sempre trattare vite spezzate in modo impietoso, c'era sempre un punto in cui la simpatia per il popolo dell'Egemonia era soltanto di facciata. Per quanto ci fossero anche brave persone in mezzo a loro, e questo lo aveva capito grazie a David, trovava difficile non trovare parole di circostanza per un Batarian. Avevano troppo sangue sulle loro mani, sangue più o meno innocente, per far si che venissero comprese le loro intenzioni.

Nadira sospirò, a volte era così difficile distinguere i nemici dagli amici, sul campo di battaglia, le posizioni e le intenzioni cambiavano rapidamente, e la disturbava non poco dover dare la caccia al miglior Spettro dello Spazio del Consiglio, certe cose non sarebbero mai dovute accadere. Avrebbe fatto il suo dovere e messo fine alle ambizioni di Saren, anche uccidendolo se necessario, ma prima avrebbe cercato di farlo ragionare e farlo arrendere senza ulteriori spargimenti di sangue.

Uno sparo la riscosse dai suoi pensieri, e rimise il fucile di precisione in posizione di sparo, pronta a fare fuoco di nuovo, vedendo l'ultimo Rachni cadere a terra, morto. Dannazione..., pensò Shepard, scuotendo la testa mentre Garrus la guardava severamente, e Liara riprendeva fiato, più concentrata sulla missione di lei.

Se solo Garrus avesse potuto leggerle nella testa come l'Asari, avrebbe di sicuro disapprovato quello che aveva pensato su Saren, pensieri pericolosi e meritevoli di un plotone di fucilazione, qualora Tevos le avesse imposto di sottoporsi a una lettura mentale.

Il Comandante sbuffò, mentre si avvicinava alla console che avrebbe permesso loro di accedere alla sezione dei laboratori, sovrascrivendo l'ordine di quarantena diramato probabilmente per evitare che quelle creature si dirigessero verso Port Hanshan, verso i colletti bianchi che abitavano quel posto.

Lei non l'avrebbe permesso, non dopo aver faticato così tanto per mettere in carcere Anoleis. Il Salarian non se la sarebbe cavata così facilmente. Non prima di fermare Benezia, qualsiasi intenzione avesse, e di strapparle qualsiasi informazione avesse su Saren e sul Condotto.

Mentre Liara pattugliava il perimetro, il fucile a pompa troppo pesante per lei, i poteri biotici attivati, ma latenti, che le davano un'aura sinistra, rendendola ancora di più una figura eterea e lontana dall'Umanità, Garrus le si affiancò, tenendo contemporaneamente d'occhio anche l'Asari.

- Va tutto bene?- chiese il Turian a bruciapelo, mantenendo il tono il più amichevole possibile, mascherando l'inquietudine che provava nel vedere Shepard poco concentrata sulla missione. Sperava che l'aver ritrovato un membro della sua vecchia unità l'avrebbe resa più attenta su quanto dovevano fare, ma evidentemente si era sbagliato.- Sembri distratta.- concluse Vakarian, a bassa voce.

- Solo stanchezza, Garrus.- rispose lei, staccando lo sguardo per un breve secondo dal monitor davanti a lei, osservando il Turian attraverso il vetro del casco integrale della sua corazza, in un sussurro. Non si era fidata ad assumere stimolanti, per non incorrere nelle ire della Dottoressa Chakwas, ma in quel momento erano più che mai necessari, almeno per mantenere la concentrazione. Stava diventando difficile farlo.Da quanto fossero sul campo, non lo sapeva. Aveva perso anche la concezione del tempo all'interno di quella struttura, ma andavano avanti perché dovevano portare a termine la missione: lei e Garrus avevano maggiore resistenza rispetto a Liara, ma poteva leggere la stessa stanchezza negli occhi del Detective, amplificata anche dal freddo che in teoria avrebbe dovuto tenerli svegli.

Il Turian la osservò a lungo, prima di rimettersi il casco e riprendere a guardarle le spalle, non molto convinto della risposta che gli aveva dato il Comandante, ma decise di soprassedere, almeno per quella volta.

Vakarian sperò soltanto che quella missione non si trasformasse in un'altra Solcrum.

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Ashley batté il palmo della mano a terra tre volte, in segno di sottomissione, le ossa che le facevano male dappertutto, dopo aver accettato di lottare contro Wrex. Era stata una pessima idea.

Che cosa le era saltato in mente di sfidare il Krogan, mentre il Comandante era a terra, con la squadra da sbarco? Con Shepard perdeva comunque, ma una possibilità di uscirne senza le ossa devastate l'aveva sempre avuta.

Wrex gorgogliò una risata, mentre allentava la presa sul Capo, sollevando il ginocchio dalla sua schiena, schernendola.- Che cosa succede, Umana? Troppo debole per battere un vecchio Guerriero Krogan?- esclamò, beffardo, Wrex.

- Sei fortunato che sono appena smontata dal doppio turno, grossa lucertola rossa.- sputò, ferita nell'orgoglio, Williams.

- Forse mi stai confondendo con i Salarian, Williams. Non sono una lucertola, più una tartaruga secondo alcuni tuoi compatrioti, ma non una lucertola.- sibilò Wrex, lasciando che il Capo si rialzasse.- Se vorrai una rivincita sai dove trovarmi, Umana.- concluse il Guerriero Krogan, tornando al suo solito posto, con quella sua andatura ballonzolante, mentre Kaidan scendeva dall'ascensore, con l'intenzione di recuperare alcune cose dal suo armadietto, prima di tornare in Sala Tattica.

Il biotico si avvicinò al Capo, aiutandola a rialzarsi, chiedendole poi come stava.- Grazie per il pensiero, ma non sono fatta di carta velina.- rispose stizzita Ashley, nervosa e ferita nel proprio orgoglio, lasciando Kaidan di stucco.

Il Tenente sospirò, mortificato, l'umiliazione ricevuta dal Comandante gli bruciava ancora, e questo gli aveva fatto comprendere che le donne avventurose non facevano per lui: troppo forti di carattere, troppo suscettibili, e dannatamente sensuali.

Con Ashley c'era un rapporto diverso, la riteneva più una sorella e un'amica, per quel motivo ci rimase male nel venir trattato a quel modo da lei, con Shepard era ormai normale amministrazione, così depositò quello che doveva depositare nell'armadietto e cercò di riappacificarsi.

Si appoggiò al tavolo da lavoro, quello che Ash utilizzava per la pulizia delle armi della squadra da sbarco, e chiese al Capo di seguirlo in Sala Macchine per qualche minuto, ottenendo il suo scopo.

Quando furono sicuri che nessuno gli ascoltava, Kaidan iniziò a parlare, con quel suo solito tono calmo e paziente, che non tutti sopportavano, e che bollavano come tono più adatto da balia che da Ufficiale della Marina. Dov'era scritto che i Marines dovevano sempre e solo bestemmiare? Per come la vedeva lui, le cose si potevano ottenere anche senza urlare e parlare peggio dei scaricatori di astroporti o, ancora, mostrarsi a quel modo davanti agli altri.

Shepard aveva questa filosofia simile alla sua e, a parte una volta, non l'aveva mai vista o sentita parlare in modo scurrile o volgare, pur provenendo dalla truppa, probabilmente le pensava ma non si permetteva di utilizzare un linguaggio inappropriato davanti agli altri.

- Innanzitutto, volevo scusarmi per averti trascinata lontana dai tuoi doveri, Capo, so che hai da fare e mi dispiace aver interrotto il tuo lavoro.- esordì il Tenente, incrociando le braccia.- Secondariamente, volevo dirti, che il mio non voleva essere un modo per offenderti o farti sembrare debole davanti agli altri. La mia intenzione era solo quella di aiutarti a rialzarti. Soprattutto dopo aver combattuto contro un Krogan, durante una missione della massima importanza, e aver rischiato di farti male seriamente.- disse Alenko, facendo notare ad Ashley l'idiozia che aveva appena commesso.- Sono convinto che Wrex non ha calcato la mano più di tanto, ma è pur sempre un Krogan, Capo. È il triplo di un Umano, più forte di un plotone di Marines messo insieme. Nemmeno il Comandante si arrischia a fronteggiarlo in corpo a corpo, che cosa ti è passato per la testa?- la riprese Kaidan, mantenendo la calma.- Se c'è qualcosa che non va, o che ti turba, l'Alleanza ha del personale specializzato con cui parlare senza il dover farsi uccidere da un Guerriero Krogan.- le consigliò il Tenente, sempre con pacatezza.- Oppure ne puoi parlare al Comandante, è sempre molto disponibile con tutti.- concluse Alenko, stavolta con una nota di amarezza nella voce.

- Lo so, è solo che ha già tanti di quei problemi per la testa, e una missione prioritaria da portare a termine. Non voglio farla preoccupare delle mie piccole beghe. E l'unica cosa che può farmi sentire bene è imbracciare un fucile ed uccidere ogni singolo Geth che osi mostrare il suo faro al di là del Velo di Perseo.- ribattè il Capo, con molta naturalezza, dopo aver ascoltato il consiglio del suo diretto superiore.- Non ho bisogno di una madre, ne ho già una, e non ho bisogno di uno psicologo. Ho fatto le mie ore obbligatorie con una di quegli strizzacervelli e mi basta. L'unica cosa che esploderà sarà una bomba sotto il deretano di quello Spettro Turian psicotico, alla fine di tutto questo.- concluse Ash, buttando via il bicchierino del caffè, ormai vuoto.

- Cerca di tenerti un po' di tempo per te, Williams, di non...di non pensarci troppo. Shepard c'è già passata, potrebbe darti qualche consiglio su come gestire il tutto. Non scartare nessuna ipotesi.- insistette Kaidan, trattenendola ancora qualche minuto.- Ho visto molti commilitoni tenersi tutto dentro e poi finire male, per non sapere come andrà a finire se continui su questa strada.- aggiunse Alenko, prima di lasciarla andare.

- Già, è proprio la cosa di cui ha più bisogno. Riportare a galla Akuze per l'ennesima volta.- rispose, sarcastica la Marine, scuotendo la testa davanti all'indelicatezza del Tenente.- Grazie per la chiacchierata e il caffè, Tenente, ora devo tornare ai miei fucili, prima che l'Ufficiale Esecutivo mi richiami all'ordine.- ringraziò Ashley, frettolosamente, inanellando una scusa per non parlare un secondo di più con il suo commilitone.

Kaidan scosse la testa, mentre osservava Williams uscire dalla Sala Macchine quasi correndo. Lui le aveva dato soltanto buoni consigli, o così credeva. Scrollò le spalle e tornò ai suoi doveri: la nave era in pre allerta da quando erano attraccati, e fuori si stava scatenando una tremenda bufera di neve, avevano perso ogni contatto con Shepard e il resto della squadra da sbarco dopo pochi minuti che il MAKO aveva lasciato Port Hanshan. Con una bufera simile, c'era da aspettarselo che interferisse anche con le più moderne tecnologie di comunicazione militari e, anche se lui era preoccupato per lei, sapeva che se la sarebbe cavata.

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- Avete mai fronteggiato un'unità di Commando Asari?- chiese, piatta, Benezia, dopo che il Comandante, Garrus e Liara fecero il loro ingresso nella stanza dove si era rifugiata in attesa del loro arrivo.- Pochi sono sopravvissuti per raccontarlo.-

Un'aura biotica avvolse la Matriarca, proteggendola dai loro proiettili, mentre i famigerati Commando di Thessia facevano il loro ingresso, attaccandoli sul fronte e sul fianco, costringendoli sulla difensiva. Shepard scivolò rapidamente per confrontarsi direttamente con Benezia, evitando a Liara lo strazio di dover combattere contro la propria madre, lasciando a loro due il compito di occuparsi delle Asari.

La barriera della Matriarca era solida, i colpi della sua pistola facente parte dell'equipaggiamento standard da Spettro, e pesantemente moddata, con proiettili Colpo W perforanti, non riuscivano nemmeno a scalfirla , così dovette decidere di passare alle maniere forti, passando alle granate.

Garrus richiese il suo intervento mentre si accingeva a mettere in atto il suo piano, e scelse di aiutare i suoi sottoposti, fornendo loro supporto al meglio delle sue capacità, prima di concentrare di nuovo la sua attenzione su Benezia e la sua barriera biotica. Vakarian e T'Soni continuarono a coprirle le spalle, occupandosi delle commando ancora in piedi, abbassando le creste quando entrambi vennero avvisati dal Comandante prima del lancio delle granate.

Il trucco funzionò, e quando la breccia le permise di far fuoco contro l'Asari, lei non perse l'occasione per farlo, finché Benezia non ritrasse la barriera e sembrò arrendersi.

Nadira si tolse dal suo nascondiglio, quando le Commando non erano più un problema, con il fucile d'assalto spianato si avvicinò alla Matriarca, seguita subito dopo da Liara e Garrus, armati anche loro, chi di poteri biotici chi di un fucile di precisione: il Turian non aveva sbagliato ancora un colpo da quando erano arrivati ai Laboratori della Vetta 15, con sollievo da parte delle sue compagne di squadra che avevano ripiegato sulle loro pistole.

Shepard non era ancora guarita del tutto dall'ordalia di Solcrum, e cercava di utilizzare il meno possibile il suo fucile di precisione, perché il calcio, durante il rinculo, le provocava fastidio nella spalla destra, e le mod di stabilizzazione che aveva messo, non risolvevano granché quel problema, così ricorreva sempre di più o alla pistola, o al fucile d'assalto.

- Matriarca, si arrenda, e potremmo anche decidere di risparmiarle la vita.- affermò il Comandante, con decisione, avvicinandosi il più possibile a quell'Asari, universalmente conosciuta come una delle più potenti e rispettate Matriarche della Repubblica Asari.

Liara stentava a riconoscere nella donna che aveva davanti la propria madre. Per quanto fosse qualche anno che non si parlassero, Benezia era sempre stata gentile, una donna intelligente e premurosa che si era sempre presa cura di lei. Che l'amava.

Sua madre l'aveva praticamente cresciuta da sola, quando suo padre le aveva abbandonate poco prima che lei nascesse, e sebbene lei non avesse trovato conforme alle sue aspettative la scelta di Liara di occuparsi dei Prothean, questo cambiamento radicale nel suo atteggiamento la destabilizzava un po', e se Shepard l'avesse conosciuta prima che la Matriarca diventasse una seguace di Saren, anche lei avrebbe notato la differenza.

Benezia ignorò il Comandante, rivolgendosi proprio alla figlia, con tono distaccato.- Liara, avrei dovuto aspettarmelo che avresti seguito questa Umana fin qui. E mi chiedo per quale motivo l'hai fatto.- azzardò la Matriarca, provocando una reazione in Shepard.

- Liara è venuta qui di sua spontanea volontà. Può dire lo stesso di lei, Matriarca?- rimarcò Nadira, rispedendo al mittente la provocazione.- Mi fido di lei. E sta facendo la cosa giusta. E lei la sta ripagando cercando di ucciderla. Bell'esempio di madre che è.- Stavolta Shepard non misurò le parole, e Benezia per un momento vacillò. Per poi riprendersi subito dopo.

- Umana, tu non conosci il privilegio di essere madre. C'è potere nella creazione, nel modellare una vita, far sì che conosca la felicità o la disperazione. Non parlare di cose che non conosci, Umana. Se tu avessi figli, lo capiresti.- affermò l'Asari, trovando una breccia nel muro d'acciaio e piombo eretto dal Comandante nei confronti della Galassia intera, restituendo immediatamente la cortesia. Soltanto Garrus notò la mano sinistra di Shepard stringersi con prepotenza attorno alla canna del fucile d'assalto. Quale altro segreto celava, che Benezia aveva trovato senza nemmeno volerlo fare?- E temo non lo conoscerai mai.- concluse la donna, lanciando i tre contro il muro opposto, sorprendendoli.

L'ultima cosa che Garrus vide, prima di perdere momentaneamente conoscenza, fu la barriera evocata in meno di pochi secondi da Liara a protezione della squadra, contrastando il tentativo della madre di dare il colpo di grazia ai suoi avversari.

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Ashley rilesse la mail da parte di Samesh un'altra volta: l'uomo non aveva più saputo a chi rivolgersi per riavere il corpo della moglie, e aveva cercato lei. Lei, tra tutti.

Aveva brindato a Nirali poco dopo aver iniziato la missione, era stata una delle prime vittime della 212 su Eden Prime, visto che il suo Ufficiale Comandante aveva ritenuto opportuno portarla in pattuglia con loro, nonostante la donna non fosse abituata a quel genere di attività.

Allora, non sapevano che c'erano dei Geth pronti a porre fine alle loro vite, Eden Prime era un pianeta tranquillo, quasi noioso, un pianeta agricolo, non era mai successo nulla di importante fino al ritrovamento di quella sonda.

Che aveva portato guai a non finire per tutti. Maledì sottovoce la Dottoressa Warren e il suo team di archeologi, compreso quell'inquietante Manuel, mentre riviveva, in un momento di pausa, le immagini dell'attacco, momento dopo momento, pallottola dopo pallottola, fino a ciò che era accaduto al Comandante Shepard quando era entrata in contatto con quella cosa.

L'Alleanza stava trattenendo i corpi dei suoi commilitoni per studiare delle contromisure efficaci contro questi nuovi nemici dell'Umanità e della Galassia, ma avevano davvero bisogno di tutti i corpi?Quali risposte poteva dare il Soldato Scelto Nirali Bhatia, che gli altri caduti non potevano dare?

Williams sbuffò, seccata, era una di quelle volte che si chiedeva se la Marina dell'Alleanza meritava davvero la fedeltà che chiedeva ad ognuno di loro che combatteva sotto la bandiera dell'Umanità ormai unificata, come nel sogno di generazioni prima della loro che aveva cercato, inutilmente, di portarlo a realtà.

Si ripromise che avrebbe fatto tutto il possibile per dare al marito di Nirali la possibilità di seppellirla, finalmente, secondo i dettami della propria religione, una volta tornati sulla Cittadella. Sapeva di poter fare poco, in fondo era un semplice Artigliere Capo, ma perlomeno ci avrebbe provato. Lo doveva ai suoi commilitoni e, forse, avrebbe potuto guardare avanti.

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Liara trascinò prima Shepard e poi Garrus al riparo dai proiettili dei Geth e dai poteri biotici della madre, che continuavano a grandinare da ogni parte. La giovane Asari appoggiò il Factotum sul Comandante, pompandole Medigel finché questa non si riprese dall'impatto, pensando poi a Vakarian, mentre Shepard le dava copertura, imbracciando finalmente il fucile di precisione.

Quella distrazione costò cara alla Dottoressa T'Soni, che si ritrovò in un campo di Stasi biotica e non riuscì a portare a termine la rianimazione del compagno Turian, lasciando Nadira a fronteggiare i Geth e la Matriarca da sola.

Che situazione di m...., si ritrovò a pensare il Comandante, ancora intontita a causa del Lancio biotico subito sulla propria pelle, senza la sicurezza di una barriera biotica tra lei e la Matriarca più potente di tutto lo Spazio Asari. Scosse la testa, non aveva il tempo di pensare al suo orgoglio ferito, trasferì tutto il medigel che aveva a disposizione al Factotum di Garrus, cambiò munizionamento, con proiettili ad impatto combinati con un sistema di raffreddamento e passò al contrattacco.

Sovraccaricò un paio di unità soldato Geth, colpendole poi con tutto quello che aveva, stando attenta a non sovraccaricare il fucile di precisione, e a far ricaricare gli scudi, dopodiché passò alle sue mine di prossimità, che non usava da prima della destinazione alla Normandy come Primo Ufficiale.

L'abitudine di lavorare in squadra, l'aveva fatta arrugginire un po' sul lavoro in solitaria, che aveva caratterizzato gli anni successivi ad Akuze, ma era un N7 ed era arrivato il momento di dimostrare il perché si era anche guadagnata lo status di Spettro.

Non aveva bisogno di atti di eroismo per dimostrarlo, né di fare cose al di fuori dell'ordinario. Solo mettere in pratica ciò per cui era stata addestrata, i gesti eclatanti andavano bene soltanto nei film d'azione e nei videogiochi.

- Vuoi giocare col fuoco, eh, Matriarca?- sussurrò Shepard, incattivita.- Eccoti accontentata.- esclamò il Comandante, uscendo dal suo riparo.

Colpì con il calcio del fucile di precisione un Geth che si era avvicinato troppo, piazzò la mina di prossimità, e si spostò verso un punto elevato, arretrando e attirando nella trappola i robot, mantenendoli sotto pressione e costringendoli a restare in copertura, confidando nei suoi nuovi scudi per assorbire i colpi sparati da Benezia e dai Geth restanti.

- Pensi di potermi sconfiggere?!- le gridò l'Asari, sarcastica.- Senza i tuoi compagni non sei nulla, Spettro! Arrenditi, e Saren potrebbe anche decidere di risparmiarti la vita.- incalzò Benezia, cercando di lanciare di nuovo Nadira contro le casse sparse per l'area in cui si era barricata, fallendo stavolta, con suo sommo disappunto.

Il Comandante schivò il Lancio biotico, rotolando all'ultimo momento verso destra e attivando contemporaneamente le mine di prossimità una volta che fu in copertura, travolgendo i Geth che l'avevano inseguita fino a lì, cadendo nella sua trappola. Ora rimanevano soltanto Benezia e un paio di Juggernauth, ma sovraccaricò un paio di barili al plasma che erano nelle loro vicinanze e se ne liberò a quel modo.

Non trovando un punto elevato da cui poter sparare alla Matriarca, Nadira si accucciò sul pavimento , regolò l'alzo e la distanza del mirino ottico del suo fucile di precisione HMSVG XI, attivò le munizioni ad impatto e fece fuoco mirando alla barriera che circondava Benezia, concentrata su quello che stava facendo.

Il primo colpo servì a sbilanciare la Matriarca, facendole perdere la concentrazione necessaria a mantenere la barriera attiva, quando vide che la barriera stessa si era indebolita, Shepard sparò di nuovo, penetrando la barriera stessa come un cucchiaio penetrava con facilità un budino, l'impatto fece perdere all'Asari l'equilibrio, facendola finire a terra.

Di colpo, la barriera biotica si infranse, e il Comandante colse l'occasione per cambiare munizionamento e passare alle munizioni perforanti anti organici, mirando alla spalla sinistra della Asari, non volendo ucciderla, aveva delle informazioni da dare, e voleva avere almeno il tempo di estrargliele dalla bocca, prima di darle il colpo di grazia. Non meritava alcuna pietà.

Fino a quel momento aveva voluto soltanto ferire Benezia e metterla in stato d'arresto, ma vedendo la cattiveria con cui si era rivoltata contro la sua stessa figlia, aveva capito che viva non gli serviva a niente. Era una minaccia sia per la Galassia che per Liara, e le minacce andavano eliminate.

Quando il proiettile raggiunse Benezia, l'Asari crollò a terra gridando di dolore, e Nadira si rialzò in piedi, avvicinandosi a lei.

- Hai mai affrontato un graduato N7 dell'Alleanza?- la scimmiottò, con cattiveria, Shepard.- Nessuno è mai sopravvissuto per raccontarlo.-aggiunse, minacciosa e infuriata, il Comandante, appoggiando l'anfibio sulla spalla ferita della donna, la quale gridò di nuovo.- Ora, inizia a parlare, prima che ti pianti un proiettile in testa e ponga fine alle tue sofferenze. Voglio sapere tutto di Saren. I suoi piani, quante volte al giorno va in bagno, dove si trova. E forse, per il bene di Liara, potrei anche decidere di risparmiarti la vita e farti avere un giusto processo.-

Garrus, che si era da poco ripreso, e stava aiutando T'Soni a rimettersi in piedi, rimase a bocca aperta, nel sentir parlare Shepard a quel modo, era un lato di lei che non aveva mai pensato esistesse e decise che non avrebbe mai voluto farla arrabbiare fino a quel punto. Il Turian si avvicinò a lei, scrollando la testa per riprendersi, in tempo per sentire Benezia vuotare il sacco e diventare un'altra persona, completamente.

Liara, al contrario, finalmente riconobbe sua madre.

- Saren è troppo potente, non riuscirete a sconfiggerlo. Ha una nave, la Sovereign, che è capace di trasformare in servi chiunque vi salga a bordo.- esordì Benenzia.- Quando... quando ho deciso di unirmi a lui, sono stata in grado di preservare una parte della mia mente dall'indottrinamento, credevo di essere abbastanza forte da resistervi, ma mi sbagliavo. E' come battere sopra un vetro infrangibile, mentre le tue mani torturano e uccidono.- continuò la Matriarca, appoggiandosi al tavolo davanti a lei e prendendo un DMO, che consegnò a Shepard, che il Comandante osservò, prima di scoccare un'occhiata interrogativa all'Asari.- Qui dentro ci sono le coordinate del Portale MU, Saren ritiene che sia la chiave per trovare il Condotto. - spiegò la Matriarca, combattendo per mantenere la sua mente libera

- Madre, resisti! So che ce la puoi fare, per favore.- esclamò Liara, terrorizzata dall'idea di dover combattere di nuovo contro di lei, sapendo che era indebolita a causa della ferita alla spalla, e contro loro tre, non avrebbe avuto alcuno scampo.

Benezia si voltò verso la figlia, e la guardò un'ultima volta.- Sono sempre stata fiera di te, Liara.- affermò, con dolcezza, la donna, prima di perdere definitivamente il controllo di sé.- Ora, muori.-

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- Addio, Piccole Ali.-mormorò la Matriarca prima di spirare, alla figlia, finalmente libera dal giogo che si era messa al collo, contro la sua volontà.

Shepard concesse a Liara qualche minuto prima di continuare con la missione, ne avevano bisogno un po' tutti e tre.

In quel preciso istante, invidiava la scienziata, lei aveva avuto modo di dire addio alla propria madre, vedere che della donna che era stata qualcosa era rimasto, e che alla fine aveva fatto la cosa giusta, aiutandoli, anche era stata sé stessa per pochi minuti.

Non sapeva cosa pensare di Benezia, se trovarla coraggiosa o infinitamente stupida per essersi spinta fino a quel punto per fermare o cercare di dissuadere Saren dai suoi intenti, ma su una cosa la poteva ammirare. Aveva fatto ciò che molti non si erano sentiti di fare, e in questo era stata coraggiosa.

Liara le assomigliava molto. Le diffidenze che aveva nei confronti della giovane archeologa non erano sparite del tutto, sarebbe stata stupida ad abbassare la guardia completamente, ma per come si era comportata durante la missione, decise che la sua reclusione a bordo era conclusa.

Le avrebbe fornito maggiori autorizzazioni e avrebbe ordinato ad Ashley di non accompagnare più T'Soni ogni volta che l'Asari usciva dall'infermeria per ragioni diverse dal mangiare e dal dormire, ma di essere più discreta nel suo compito di sorvegliante.

Si avvicinò alla teca dove era detenuta la Regina Rachni, curiosa di vederne una, e anche in quel momento le venne in mente sua madre: Anna avrebbe pagato tutti i suoi crediti per essere lì con lei, ad assistere a quell'incontro, trascinando anche suo padre, il quale si sarebbe lamentato per tutto il tempo.

Ricordandoli, sorrise brevemente, e si accorse di quanto le mancavano.

All'improvviso i Rachni non le sembravano poi così minacciosi, anche loro in cattività erano uguali a tutti gli altri, e alla luce di ciò che Benezia aveva confessato prima di morire tra le braccia, si erano opposti a loro per autodifesa.

Nadira si appoggiò alla teca in cui era contenuta la Regina, che si mosse, facendo sobbalzare il Comandante, quando le zampe cercarono di togliere l'unico ostacolo che si frapponeva tra l'Umana e la loro libertà.

Istintivamente, Shepard estrasse il suo fucile d'assalto, puntandolo contro l'insetto, mentre una delle Commando si rialzò, prendendo il Comandante alle spalle, Garrus se ne accorse e avvisò Shepard, puntando la sua arma nel contempo.

- Comandante, dietro di te!- gridò il Turian, attirando l'attenzione di Nadira sulla Commando Asari che l'aveva colta di sorpresa, agendo d'istinto, il Comandante lasciò partire una raffica, mancando l'aliena di proposito, intendendo il tutto come un colpo di avvertimento.

Non c'era limite all'assurdo in quella missione.

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Quando pensavi di aver visto tutto, arrivava il momento che qualcosa ti sorprendeva, in positivo o in negativo. Shepard non seppe dove classificare l'incontro con la Regina Rachni, ma era sicuramente stato un qualcosa di straordinario, seppur inquietante. Quando la vide allontanarsi dalla teca, che aveva aperto invece di irrorarla di acido, lasciando in vita quell'essere, sapeva che il Consiglio non sarebbe stato incline a perdonarle quella decisione senza prima consultarli.

Si voltò, e dopo le parole astiose del Turian, sul volto di Garrus poté vedere tutta la sua disapprovazione, secoli di cultura e di terrore seminato da quei ragni giganti non potevano essere scordati tanto facilmente, lei lo capiva. Wrex, una volta che lo avrebbe saputo, si sarebbe unito al coro di chi disapprovava quella scelta.

Non che potesse biasimarli o non comprendere le loro ragioni, ma se ciò che Benezia le aveva detto molto brevemente sui Rachni era vero anche solo in parte, la Regina avrebbe mantenuto la sua promessa. E avrebbe anche potuto rivelarsi un ottimo alleato in caso di necessità, in futuro. Proprio come aveva detto Wrex, quando si erano conosciuti, il nemico del mio amico è anche il mio nemico.

Odiava la politica, ma alla fine la politica a volte era necessaria per raggiungere determinati obiettivi, se utilizzata ad arte e in modo etico, e per quanto li detestasse, i giochi di potere erano le colonne portanti della Galassia e dell'Alleanza. Anche un bambino lo avrebbe capito, che in determinate situazioni, non bisognava essere troppo schizzinosi. Soprattutto se si trattava di ragni grossi più di un cavallo.

Garrus, dal canto suo, non avrebbe mai permesso alla Regina Rachni di andarsene. Molta gente era morta, in quei laboratori, a causa sua e dei suoi “figli”, ed era risaputa la pericolosità di quella Specie, che aveva quasi annientato l'intera Galassia secoli prima che loro due nascessero, fermati solo dal sacrificio dei Krogan, prima che si rivoltassero essi stessi al Consiglio che li aveva acclamati come i propri salvatori.

Essere idealisti aveva i suoi pro e i suoi contro, e a volte si finiva per prendere delle grosse cantonate, soprattutto quando c'era in gioco più della sopravvivenza di una singola Specie: in quel momento, non se lo potevano permettere, dovevano pensare al quadro d'insieme delle cose, non ai dettagli.

Purtroppo non era lui a comandare. Shepard sicuramente avrebbe spiegato le sue motivazioni nel rapporto che avrebbe inviato al Consiglio, e anche a loro, se ci fosse stato il tempo, avrebbe anche contattato la Cittadella per passare la patata bollente ai vertici, ma non c'era stato. Aveva dovuto decidere, e aveva deciso di lasciar andare la Regina. Soltanto il tempo avrebbe potuto dire se era stata una decisione affrettata e sbagliata, oppure sarebbe stata la mossa giusta da fare.

Su quello, potevano solo aspettare e sperare che la clemenza che aveva usato il Comandante verso i Rachni non si ritorcesse loro contro.

Altrimenti, il Consiglio si sarebbe premurato di farle pagare le conseguenze derivate da quel gesto, aspettavano, come predatori in attesa della preda, di poter banchettare sul suo cadavere, e di poter utilizzare ogni suo errore di valutazione come una scusa per buttarla fuori dall'elite della Galassia.

Tutto sommato il suo lavoro all'SSC, era molto più semplice di quello di uno Spettro, ma lì si aveva una determinata linea di condotta e paletti entro i quali agire, se fosse capitato a lui, durante gli anni trascorsi in servizio come semplice Agente, avrebbe dovuto prima contattare l'Esecutore, richiedere rinforzi per mettere in sicurezza l'area e poi la questione veniva passata al Consiglio.

No, in quelle situazioni, non invidiava per niente il Comandante, e comprendeva il perché soffriva di insonnia, probabilmente di notte il peso delle sue decisioni, quando era da sola con i propri pensieri, popolavano i suoi sogni, trasformandoli in incubi veri e propri che il Cifratore amplificava rendendoli ancora più orribili.

Eppure....eppure andava avanti. I motivi che la spingevano a continuare, a lui erano completamente ignoti, in quei mesi a bordo della Normandy aveva cercato di individuarli, facendo affidamento al suo addestramento militare e da poliziotto, ma non c'era riuscito.

Forse era venuto il momento di accantonare l'orgoglio e di chiederglielo, ma temeva di sembrare indiscreto a compiere un gesto del genere, data la riservatezza del Comandante su aspetti della sua vita privata che, ormai, era di dominio pubblico. Senza che l'Alleanza facesse molto per mettere a freno una libertà di stampa un po' troppo eccessiva e invadente.

Si era stupito che Shepard non avesse preso a pugni la Al Jilani quando si era dovuta sottomettere agli ordini degli alti vertici e dell'Ambasciata e rilasciarle l'intervista, gestendola anche fin troppo bene.

Per il momento, decise di rimandare quelle domande. Quando avrebbero fermato Saren, ci sarebbe stato il tempo per farlo, e non voleva assolutamente fare o dire qualcosa che avrebbe potuto anche ferirla indirettamente.

Lui era un maestro in questo.

- Va tutto bene, Garrus?- gli chiese Shepard, all'improvviso, a bassa voce, dopo che erano al sicuro nel MAKO fermo nel garage di Port Hanshan, ed essersi tolta l'elmo. Avevano dovuto azionare il comando per ripulire in modo definitivo i laboratori dai Rachni, e per fortuna i civili se ne erano andati in tempo. Non si era nemmeno accorto che le si era messa seduta accanto, da quanto era distratto dai suoi ragionamenti e pensieri. Liara, dal canto suo, non aveva più proferito parola da quando avevano lasciato la vetta, e poteva comprenderla benissimo.

- Soltanto qualche graffio, niente che un po' di medigel non possa curare o mettere a posto. Non siamo fragili quanto voi Umani, noi Turian. Siamo fatti d'acciaio.- rispose lui, mascherando la stanchezza che iniziava a sentire, un sentimento comune a molti nell'equipaggio. Più Saren era un passo avanti a loro, e più il pessimismo e la frustrazione circolavano sulla nave. Una frustrazione che coinvolgeva tutti, Comandante compresa, solo che lei era soltanto più brava a nasconderla e a tenerla sotto controllo. La squadra da sbarco ancora reggeva e Garrus si chiese chi di loro sarebbe stato il primo a crollare.

Alenko era la maschera dell'impassibilità, il fatto di essere un biotico molto potente e di perdere facilmente il controllo di sé sotto pressione elevata, lo aiutavano a non perdere la calma, lui probabilmente avrebbe retto ancora per qualche mese.

Williams, di contro, era tutto il contrario del Tenente, e come Shepard si teneva tutto dentro, seppur lanciasse quelle cose che gli Umani definivano frecciatine ad ogni occasione valida e non si tirava indietro dallo stare in compagnia. Forse quello era il suo modo per scaricare la tensione.

Wrex, neanche a parlarne, a lui bastava un fucile a pompa e ondate di nemici infinite per rilassarsi. Peccato che Shepard lo lasciasse spesso in panchina, per fare affidamento su di lui e Tali, perché nonostante i suoi pregiudizi sui Krogan, dettati da secoli di odio instillato in ogni grado della società Turian, rispettava il Guerriero e la persona che c'era dietro quell'ammasso di placche e corazza naturale. Non parlava molto, ma Garrus sospettava che ci fosse di più dietro a quel suo volersi aggregare alla missione e alla squadra del Comandante Shepard.

Non era voglia e curiosità di conoscere il lavoro di qualcun altro, oppure contribuire al successo della missione, Vakarian aveva la vaga impressione che il mercenario Krogan cercasse altro in quel viaggio. Il fatto che avesse chiesto a Shepard di recuperare la sua corazza di famiglia, aveva di fatto messo in allarme il suo lato investigativo.

Tali era sempre nervosa, per cui non poteva dire con certezza come stesse vivendo quel sempre ritrovarsi a rincorrere Saren ovunque nella Galassia. Inoltre, avendo sempre il casco e la maschera a protezione del volto, doveva sempre ricorrere alla gestualità e al linguaggio del corpo della Quarian per capire cosa stesse veramente dicendo.

Liara si poneva come una saccente professoressa di Università, a volte risultando antipatica, per mascherare la sua inesperienza ed essere all'altezza della situazione. Temeva come avrebbe potuto reagire agli eventi a cui avevano appena assistito, e temeva che poteva essere lei la prima a crollare.

Shepard stava osservando l'Asari sfilarsi il casco, e sollevare finalmente lo sguardo da terra. Il Turian si era aspettato che le dicesse qualche parola di conforto, erano un qualcosa di cui T'Soni aveva bisogno al momento, ma capiva anche che non c'era molto da dirle per confortarla.

Era uno di quei momenti in cui le parole erano troppe e non restava altro che il silenzio: la pietà avrebbe fatto più danni di una pacca sulla spalla e di qualcosa in cui buttarsi per gettarsi il tutto alle spalle.

Aveva visto un Capo istruttore Pilota rimettere su un caccia un pilota che aveva perso il proprio navigatore a causa di uno stallo, a cui aveva fatto seguito un avvitamento infernale, durante il servizio militare, nonostante gli psicologi ne avessero sconsigliato il reintegro immediato in servizio. E aveva funzionato.

- Appena rientreremo a bordo, vi voglio entrambi in infermeria, nessuna scusa.- ordinò Shepard, seria.- Ho affrontato diverse Asari mercenarie, ma nessuna aveva la capacità biotica della Matriarca Benezia. È stato uno degli scontri più difficili che ho dovuto affrontare in dieci anni di servizio, la prossima volta saremo preparati anche a questo.- affermò il Comandante.- E la prossima volta porterò con me una decina di Krogan. Almeno loro non consumano tutto il medigel.- concluse Shepard, avendo l'accortezza di farsi sentire solo da Garrus e non da Liara.

Decisamente non era la persona adatta a dare brutte notizie con tatto.

Camminarono in silenzio quasi fino alla Normandy, e dopo che Liara aveva chiesto il permesso per salire a bordo senza di loro, Garrus rivoltò contro il Comandante la domanda che gli aveva posto sul MAKO.

- Stai bene, Shepard? Non usi più molto spesso il fucile di precisione da quando l'Ufficiale Medico ti ha autorizzata a riprendere il servizio attivo dopo la missione su Solcrum.- le fece notare Vakarian, incrociando le braccia dopo averla costretta a fermarsi.- Non voglio accusarti di nulla, Shepard, è solo che se avessi utilizzato il fucile di precisione anche tu, ci saremmo risparmiati un sacco di grattacapi, con i Rachni.- contestò il Turian, dopo essersi assicurato che non ci fossero orecchie indiscrete attorno.

Nadira si sedette sulle casse davanti alla nave, appoggiando il casco della Colossus IX accanto a sé. Non aveva senso mentire ai compagni, alle persone che affidavano anche a lei il compito di tornare a casa.

- Il braccio destro non funziona molto bene. Credo sia dovuto al fatto che la ferita sia recente, ma mi sta dando più problemi di quanto non si aspettasse la Dottoressa Chakwas. Il Maggiore mi ha già consigliato di vedere uno specialista, a fine missione, e di usare il meno possibile il fucile di precisione.- spiegò il Comandante, grattando leggermente la superficie della cassa su cui si era seduta.- La cartilagine della spalla destra si sta riformando lentamente, l'Ufficiale Medico teme che un rinculo gestito male, possa provocare una dislocazione della clavicola, e sai, da tiratore scelto, cosa vorrebbe dire.- concluse Shepard, riprendendo in mano il casco e appoggiandoselo in grembo.

Garrus annuì, e rimase pensieroso un paio di minuti prima di fornirle una soluzione temporanea.

- Comandante, io non posso esserci sempre sul campo di battaglia a ricoprire il ruolo per cui sei stata addestrata. Perché non metti uno stabilizzatore, per diminuire il rinculo del fucile di precisione?- le propose il Detective, pensando che non avesse già installato uno sul suo HMSVG IX, proveniente dall'Ufficio Requisizioni dell'SSC..

- Già messo ed è l'ultimo upgrade immesso sul mercato.- rispose Nadira, prevenendo l'ulteriore suggerimento che Garrus aveva già pronto. Purtroppo dovette rimandare la discussione ad un altro momento, quando videro avvicinarsi il Capitano Matsuo. Vakarian si congedò dal Comandante, fiducioso che nessuna delle due avesse sparato all'altra, salendo sulla Normandy SR-1, con l'andatura marziale tipica della sua specie.

Shepard, invece scese dalla cassa, tenendo le armi al proprio posto, e mettendo il casco sotto braccio.- Capitano Matsuo, è venuta a controllare se sto finalmente per lasciare Noveria?- chiese, sarcastica, Nadira. Rispettava la responsabile della sicurezza di Port Hanshan, ma il loro scambio di cortesie, non era stato uno dei più piacevoli.

- Sì, e anche no.- esordì il Marine in congedo.- Sono anche venuta a porgerle le mie scuse, Comandante. Ho ordinato a un paio di miei sottoposti di setacciare i conti di Stirling e di altri Agenti della Controllo Rischi Elanus, e ho scoperto che prendevano un po' tutti mazzette da Anoleis, e se dovessi ascoltare il mio istinto, li licenzierei dal primo all'ultimo. Purtroppo non posso farlo.- continuò mortificata, il Capitano.- Cerco di essere a conoscenza di tutto quello che succede attorno a me e ai miei sottoposti, come mi è stato insegnato nei Marines, ma a quanto pare non lo faccio a sufficienza.-

Shepard attese un po' prima di rispondere. Era il primo dovere di un Ufficiale Comandante se c'era qualcosa che non andava nei propri sottoposti, indipendentemente dal ruolo che si ricopriva. Su Noveria la faccenda della corruzione nel servizio di sicurezza sarebbe stata insabbiata alla svelta, una volta che Anoleis fosse stato portato a processo e condannato, Stirling e chi aveva assalito lei e la sua squadra sarebbero stati gli unici a venire stigmatizzati, ma sicuramente qualcun altro avrebbe preso il posto del Salarian.

Il Capitano Matsuo avrebbe dovuto vigilare più attentamente sui suoi uomini, lontana dalle corporazioni, se davvero voleva fare la differenza. Per quanto riguardava i Geth, lì non la biasimava, probabilmente Benezia aveva fatto sorvegliare le casse dalle sue commando e un Geth inattivo era difficile da individuare con gli scanner in un container piombato, che fungeva da jammer naturale per qualsiasi strumentazione elettronica il servizio di sicurezza di Noveria avesse in dotazione.

- Scuse accettate.- si limitò a rispondere il Comandante, iniziando poi ad avviarsi verso il portellone della Normandy, considerando la conversazione ormai conclusa.

- Ora, rimane soltanto la questione dei danni causati al Garage e alle strutture dei laboratori sulla Vetta 15. A chi mi devo rivolgere per richiederne il risarcimento?- chiese, all'improvviso, il Capitano, seria.

- All'Ambasciatore dell'Alleanza dei Sistemi Donnel Udina, Ambasciata Umana della Cittadella, Presidium, Nebulosa del Serpente.- rispose Shepard, che non vedeva l'ora di "ravvivare" la giornata all'Ambasciatore.- Questa è la sua email, lo contatti direttamente. Sarà felice di rispondere a tutte le sue richieste e quesiti. Ora devo andare. Mi stia bene, Capitano.- concluse Nadira, un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, salendo finalmente a bordo della sua nave, pronta a proseguire verso la Stazione Spaziale, a rendere conto della decisione che aveva preso riguardo ai Rachni al Consiglio.

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Saren era vicino, dannatamente vicino. Nadira fece girare tra le mani il DMO datole da Benezia, prima che l'Asari morisse tra le braccia di Liara, mentre aspettava che tutti si riunissero in Sala Comunicazioni.

Sapeva che ci sarebbe voluto del tempo, prima di riuscire ad analizzare quelle informazioni, avrebbe messo Tali al lavoro non appena il debriefing fosse terminato, sicura che Adams le avrebbe dato una mano senza nemmeno aspettare un suo ordine, ma ora Arterius non era più un passo avanti rispetto a loro.

La fine della missione si avvicinava, finalmente, e stavolta avrebbe riportato a casa tutti, nessuno escluso, nessuno lasciato indietro. Se qualcuno le avesse detto mesi prima, che avrebbe dovuto salvare la Galassia e che intere Specie contavano su di lei per evitarne la propria estinzione, gli avrebbe riso in faccia.

Quella storia non si sarebbe sicuramente conclusa bene, per Saren soprattutto, ma quantomeno sarebbe stato sufficiente per redimerla agli occhi dell'Umanità dopo il disastro di Akuze. O almeno, così sperava. Per il momento doveva accontentarsi della fiducia che il suo equipaggio e la sua squadra aveva nei suoi confronti.

E quella sensazione che provava ogni volta che li vedeva scherzare tra di loro, coprirsi le spalle sul campo, che notava il legame che si stava formando tra persone e personalità diverse unite da un unico obiettivo, la faceva sentire di nuovo a casa. Le dava sicurezza e forza, per affrontare anche i suoi demoni interiori e i fantasmi del suo passato che continuavano comunque a tormentarla. E sconfiggerli.

Come avrebbe sconfitto Saren. Le restava soltanto un grosso punto interrogativo: Virmire. Il Consiglio l'aveva indirizzata verso quella che loro ritenevano fosse la base logistica e scientifica principale del Turian, e il fatto che avessero inviato un'unità speciale dell' STG Salarian dimostrava che quelle supposizioni fossero corrette.

L'STG era una delle migliori unità speciali dell'intera Galassia, la punta di diamante dell'Esercito Salariano, che faceva della guerriglia e del controspionaggio il suo punto di forza, al punto che non si sapeva quasi nulla di loro, a meno di essere nell'ambiente o averci già avuto a che fare. Gli Agenti STG erano in ogni angolo della Galassia mescolati alla gente comune, pronti ad agire in caso di problemi o minacce alla stabilità di Sur'Kesh, e questo li rendeva molto pericolosi.

Agivano così, nel silenzio e nelle ombre, come la maggior parte delle tattiche utilizzate dal loro Esercito. Ed erano dannatamente bravi nel farlo.

Per cui, se il Consiglio aveva inviato quest'unità su Virmire, doveva bollire qualcosa in pentola, di molto, molto grosso. Il fatto che le avevano fornito di loro spontanea volontà quella traccia, rendeva il tutto se possibile ancora più sospetto, ma se c'era anche soltanto una minima probabilità per preparare un agguato in grande stile ad Arterius, e catturarlo, lei non se la sarebbe lasciata sfuggire.

Era troppo ghiotta come occasione per lasciarsela fuggire.

Decise che avrebbe guardato nella faccenda una volta ripulite le mille missioni datale giornalmente dall'Alleanza in sfregio all'importanza della missione principale affidatale dal Consiglio, quando avevano le capacità militari e umane per sbrigarsela da soli.

Prima di dirigere la Normandy verso Virmire, comunque, doveva preparare per bene la sua squadra e quelle missioni erano il modo perfetto per farlo, perché temeva che su quel pianeta, si sarebbe scatenato l'Inferno, nel caso di uno scontro diretto con Saren e i suoi schiavi.

Schiavi. Solo pronunciare quella parola, le faceva venire i brividi, e riportava a galla il ricordo di Talitha, la ragazza di Mindoir salvata dagli schiavisti e dal suicidio molto tempo prima.

Benezia non aveva avuto collari al collo o strumenti di tortura nella testa, eppure anche lei era stata schiava di qualcuno, o di qualcosa, e Shepard non voleva che accadesse la stessa cosa a nessun altro, su quella nave e nella Galassia. Se solo il Consiglio fosse stato lì a vedere che cosa ne era stato di una delle più potenti Matriarche della Repubblica Asari, una persona stimata ed ammirata da molti, non avrebbe fatto tante storie per la sua decisione di lasciare in vita la Regina Rachni.

Di fronte ad una minaccia simile, tutto il resto, vecchie diatribe e quant'altro, doveva essere messo da parte, e partire con un genocidio, con una Specie che avrebbe potuto essere un ulteriore alleato nel caso fermare Saren non sarebbe stato sufficiente. E lei sapeva che non lo sarebbe stato.

Dannazione, avrebbe persino trovato una via per curare la Genofagia se si sarebbe reso necessario, per strappare ad Arterius un terreno fertile nel quale trovare alleati per la sua causa, oppure pacificato Geth e Quarian per la stessa ragione, se i sintetici non le fossero stati così ostili.

Quando la squadra fu riunita, Shepard poté sentire tutta l'ostilità di Wrex nei suoi confronti, soprattutto dopo aver rivelato che aveva lasciato libera la Regina Rachni, scatenando una ridda di commenti di disapprovazione da parte di Williams e Alenko, che seppur in modo educato, espressero la propria opinione in merito. Garrus, Tali, e Wrex al contrario, rimasero in silenzio. E quello le fece più male del disappunto dei due Umani.

Ormai non poteva tornare indietro, e anche se lo avesse potuto fare, avrebbe ripetuto la sua scelta. La missione era sua, la gestiva come meglio credeva, qualora ci fossero state delle ripercussioni, non si sarebbe tirata indietro dalle sue responsabilità.

C'era qualcos'altro di più importante da vagliare.- Sappiamo dov'è diretto Saren.- esordì, mostrando il DMO, dopo averlo tirato fuori dalla tasca dei pantaloni dell'uniforme da fatica.- La Matriarca Benezia, prima di morire, ci ha consegnato di sua spontanea volontà le coordinate di una zona della Galassia rimasta inesplorate, occupata principalmente dai Rachni. Da quanto ci ha spiegato, le Regine sono animali territoriali, girovagavano oltre il Velo cercando portali e chiudendoli in modo da non avere interferenze esterne e riprodursi pacificamente.- Non la notizia più rassicurante, ma come poteva avere colpa anche di quello che le aveva riferito Benezia?- Durante questi loro “viaggi” si sono imbattuti in questo Portale Mu, che sembra, sempre da quanto riferito dalla Matriarca, l'unico accesso per il Condotto che Saren sta cercando per far tornare i Razziatori.- concluse Nadira, lasciando che i presenti giungessero alle proprie conclusioni.

- Dobbiamo recarci lì immediatamente. Abbiamo un vantaggio su Saren dobbiamo sfruttarlo.- esclamò Liara, rompendo finalmente il silenzio in cui si era isolata dopo aver assistito alla morte della madre.

Sfortunatamente per lei, Ashley non era d'accordo. O almeno, prese nel modo sbagliato quel suo entusiasmo.- Ehi, a meno che le cose non siano cambiate in mia assenza, il Comandante di questa nave è Shepard, “Esperta Prothean” dei miei stivali!-inveii il Capo, irritata dal tono utilizzato dall'Asari. La sua Laurea e la sua specializzazione, nonché il fatto di voler sempre mettere becco nelle decisioni sulla missione, non le davano diritto a dettare la loro agenda.

- Io volevo soltanto....- esordì l'Asari, ma il litigio venne bloccato sul nascere proprio da Shepard che aggiornò il debriefing, di fatto concludendolo.

- Siamo stanchi e nervosi a causa della missione. Credo che un po' di riposo e relax faccia bene a tutti. Potete andare.- ordinò Shepard. Quelle parole servirono a calmare un po' gli animi, ma non aveva finito con Williams. A Liara avrebbe pensato dopo. Ashley fece per uscire dalla Sala Comunicazioni, seguendo Alenko, ma venne fermata dal Comandante.- Capo Williams, lei rimanga. - Alenko si voltò, per ribattere qualcosa, ma lo sguardo che gli lanciò Shepard lo convinse ad andarsene e a non intromettersi. Dopotutto Williams se l'era cercata. Quando furono sole, e Joker aveva staccato la videosorveglianza, mantenendo le registrazioni accese, Nadira si sentì libera di parlare, mentre Ashley si irrigidì sull'attenti, cosciente che stava per ricevere una solenne lavata di capo. Lo sguardo del Comandante non prometteva nulla di buono, non poteva essere altro che quello.

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Liara si rifugiò nel suo piccolo ufficio. Finalmente, dopo tutte quelle ore, quegli sguardi che l'equipaggio le aveva lanciato, non sapeva se era pietà compassione o sospetto, poteva avere un po' di pace e restare sola con i propri pensieri. E il suo dolore.

Accese il terminale, doveva distrarsi con l'unica cosa che sapeva e voleva fare in quel momento, analizzare, catalogare e ricercare: quelle erano cose a lei famigliari, cose che non la tradivano mai, e su cui poteva fare sempre affidamento.

Su quella nave c'era molto da fare in proposito, Shepard le aveva fatto portare i contenitori piombati con gli scritti della Matriarca Dilinaga, per trovare qualsiasi cosa potesse servire loro in quello scontro che si stava profilando all'orizzonte, insieme ai dischi dati Prothean che trovavano man mano che esploravano e scansionavano i vari pianeti che incrociavano.

Buttarsi nel lavoro, le dava la possibilità di evitare di crollare, come si sarebbero aspettati tutti, a partire dal Comandante. Sarebbe stato un suo sacrosanto diritto, ma la minaccia incombente era più importante del suo lutto.

Avrebbe ricordato sua madre aiutando Shepard nel riuscire dove Benezia aveva fallito, fermare Saren: anche quello era un modo per onorare la sua memoria. La memoria della madre che era sempre stata coraggiosa, che l'aveva cresciuta da sola dopo che la sua compagna l'aveva abbandonata poco prima che partorisse.

La memoria della donna determinata e forte che aveva infranto l'isolazionismo della sua Specie cercando di fare la cosa giusta, prima di tutti, prima che il Comandante apparisse sulla scena galattica e facesse finalmente qualcosa di concreto.

Le altre Matriarche l'avrebbero accusata, stigmatizzata, cancellato quanto di buono Benezia aveva fatto in quegli anni, per essersi unita ad un traditore del Consiglio, e lei ci sarebbe andata di mezzo, quanto il suo popolo si sarebbe fidato di lei, ora?

Non le sarebbero bastati mille anni per rimediare a quello.

Liara sospirò, aprendo la sua casella di posta elettronica, aveva preso ogni precauzione possibile prima di inviare quella richiesta alla sua collega, e vide che le aveva inviato quello che le aveva chiesto, anche qualcosa di più, considerando il peso del file in allegato.

L'Asari esitò, sapeva che avrebbe potuto chiedere direttamente a Shepard, ma aveva temuto un rifiuto, come accadeva sempre quando qualcuno si azzardava a fare domande sulla vita privata del Comandante, o sul suo passato.

Poi, decise che non era arrivata fino a quel punto per tirarsi indietro. Cliccò sull'allegato dopo aver controllato che non ci fossero programmi dannosi o programmi spia al suo interno, e quando ebbe finito di scaricarlo, si aprirono migliaia di finestre, preannunciandole una lunga notte di studio e di ricerca.

La distrazione che aveva così disperatamente cercato, per allontanare gli ultimi istanti di sua madre, impressi nella sua mente, era davanti ai suoi occhi. Invece di buttarsi a capofitto nella lettura di quei documenti, chiuse gli occhi e si permise di rivedere e risentire Benezia un'ultima volta, prima di confinare il suo lutto e il suo dolore in un angolo della sua mente, dove non avrebbe interferito con la missione. Avrebbe avuto tutto il tempo per piangerla dopo, quando Saren non sarebbe più stato un pericolo per nessuno.

Addio, Piccole Ali.

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Quando la Cittadella apparve davanti a loro, Joker non sapeva se sentirsi sollevato o meno. Noveria era un postaccio, dove prima ti tagliavano le palle, le congelavano e poi te le rivendevano spacciandotele per nuove.

La Stazione, al contrario, era una specie di oasi, per chi non ficcava il naso in profondità. Un posto dove rilassarsi qualche ora, prima di riprendere la rotta per lo Spazio.

Dopo aver svolto le pratiche per l'attracco, Jeff avvisò Shepard, che si era appisolata sulla scrivania, davanti al terminale nella sua cabina, con accanto la solita vagonata di datapad, che erano arrivati a destinazione: detestava farlo, svegliarla quando sapeva quanto avesse bisogno di dormire, soprattutto dopo aver passato la notte ad evitare che T'Soni restasse da sola, aiutandola con le sue ricerche anche se non ci capiva granché, insieme a Tali.

Che strano equipaggio, che si era tirata dietro Nadira, a cominciare da lui, chi avrebbe immaginato su Arcturus che sarebbero arrivati a quel punto, insieme? Una profuga coloniale orfana e un ragazzino storpio con la passione per navi che poteva manovrare soltanto nei suoi sogni?

Non avrebbe mai dimenticato il giorno in cui si era frapposta tra lui e quei bulli che lo avevano malmenato di continuo per mesi, prima che lei sbarcasse sulla Stazione fiore all'occhiello dell'Alleanza dei Sistemi, rischiando il carcere, e mesi dopo si era anche fatta qualche giorno in custodia, mandando a monte l'impegno che aveva profuso per prepararsi adeguatamente per entrare all'Accademia Navale.

Ora la situazione era cambiata, altri cattivi, altri tempi, altri luoghi, ma lei continuava a ficcare il naso dove non doveva e ad uscirne ammaccata, e vincitrice.

Jeff sospirò, in un altro tempo, non avrebbe soppresso l'infatuazione giovanile per Shepard, ma sapeva che non avrebbe mai funzionato, erano nati per essere amici e nulla di più, e al pilota questo bastava, seppur Nad fosse una donna straordinaria per cui molti avrebbero messo la firma per dire “questa è la mia donna”. Lui compreso.

La osservò indossare la corazza e armarsi, prima di scendere nella stiva, stupendosi nel trovare Williams al posto di Vakarian, oltre alla Dottoressa T'Soni, il Turian non si era nemmeno mosso dal MAKO per aggregarsi alla squadra da sbarco, Joker si chiese cosa ci fosse sotto, mentre faceva attraccare con facilità e grazia la Normandy al molo D-24.

Un cambiamento inaspettato, dovuto sicuramente a motivi di servizio, non ce la vedeva Shepard ricorrere a quei mezzi per far mettere d'accordo due membri dell'equipaggio che a momenti si erano sbranati in Sala Comunicazioni.

Solo quando osservò la banchina del molo, notò l'Umano in giacca di pelle e occhiali da sole, che osservava attentamente la Fregata, raddrizzandosi quando la vide finalmente ferma, subito richiamato all'ordine da un altro paio di uomini, anch'essi in borghese, che lo costrinsero ad andarsene da lì, prima che chiunque stesse aspettando, sbarcasse.

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Samesh Bhatia non sapeva cosa aspettarsi. Il Capo Williams gli aveva detto di aspettarla fuori dalle Ambasciate, per discutere del problema che lo affliggeva ormai da mesi. La sua religione gli imponeva di seppellire la moglie al più presto, secondo le proprie usanze, ma l'Alleanza si era opposta.

Per loro, ricercare nuovi strumenti con cui difendersi era più importante del dolore dei famigliari dei caduti su Eden Prime, ma non avrebbe lasciato Nirali nelle loro mani, a subire insulti a causa dei loro strumenti medici. In un ultimo, disperato tentativo e, venendo a sapere della sopravvivenza del Capo Williams, per la quale sua moglie provava profondo rispetto e riconoscenza, l'aveva contattata, grazie anche alla gentilezza dell'Ambasciatore Udina che gli aveva fornito un indirizzo a cui scriverle.

E Williams gli aveva risposto non appena aveva potuto, chiedendogli appunto di trovarsi lì.

Non si aspettava però, che il Primo Spettro Umano avesse preso a cuore quel suo appello, e quando Shepard gli assicurò che avrebbe parlato con questo signor Bosker, Samesh tirò un sospiro di sollievo, riaccendendo la speranza che le cose, finalmente, potessero sistemarsi. C'era ancora gente disposta a combattere per la gente comune in quella Galassia troppo grande per chi era abituato soltanto al suo piccolo mondo, fatto di giorni passati a pensare come portare avanti una famiglia, piuttosto che ad odiare qualcuno diverso da lui.

La sua casa era sulla Terra, come lo era stato per Nirali. Ed ora sperava solo di poterla riportare sulla a casa, e darle il riposo dei Giusti in terra consacrata.

Shepard dal canto suo, aveva accettato di buon grado di aiutare quell'uomo e togliere quel peso dalle spalle di Williams, la quale le aveva detto, facendo un grande sforzo per chiederle aiuto per quella vicenda, della situazione dopo essere stata ripresa dal Comandante, per come aveva aggredito Liara in Sala Comunicazioni durante il debriefing.

Era davvero necessario trattenere tutti i corpi, per una ricerca di quel tipo? Martoriare ulteriormente quegli uomini e quelle donne che erano caduti per difendere quella colonia? Non gli erano bastate le autopsie già effettuate, per sviluppare ulteriori tecnologie in campo militare, per difendere le truppe da altri attacchi dei Geth?

Bosker era un uomo fortunato, tutta l'adrenalina dello scontro con la Matriarca era scemata ancora prima che mettessero piede sulla Stazione, ed ora, mentre ascoltava i suoi vaneggiamenti sull'utilità delle ferite riportate da Bhatia e dagli altri, riusciva a restare calma e razionale.

- Vi serve davvero anche il corpo del Tecnico della Manutenzione di Prima Classe Bhatia, Bosker?- chiese, dopo che il rappresentante del Dipartimento scientifico dell'Alleanza aveva concluso il suo discorso sulla necessità di sviluppare ulteriori capacità difensive che avrebbero potuto, in futuro, salvare altre vite.- Comprendo la necessità di dotarsi di strumenti sempre più avanzati per ridurre le perdite sul campo, ma avete dati a sufficienza anche senza trattenere ulteriormente quei corpi. Le famiglie stanno aspettando il ritorno dei loro cari, per poterli seppellire, o avere anche semplicemente una chiusura.- Lei sapeva bene che il dolore per la loro perdita non sarebbe mai scomparso, ma perlomeno, avrebbero potuto piangerli e avere un posto dove saperli in pace.- Non possiamo pensare di avanzare tecnologicamente, sacrificando la nostra umanità. È anche per questo che combattiamo, Bosker, queste persone hanno già sofferto a sufficienza la perdita dei propri cari, non prolunghiamola oltre il necessario.- proseguì Nadira, incalzando l'uomo e, vedendolo cedere, insistette.- Mi dica una cosa: se tra i morti di Eden Prime ci fosse un suo congiunto, non vorrebbe riportarlo a casa? Non vorrebbe dargli una degna sepoltura secondo le tradizioni della sua religione, se è credente, o poterlo sapere in pace? Il ricordo di chi abbiamo perso resterà per sempre nei nostri cuori, ma abbiamo bisogno anche di certezze materiali, di una chiusura per poter accettare finalmente che chi abbiamo amato, chi ci è stato accanto nei peggiori momenti della nostra vita, non sarà più fisicamente con noi. Non abbandoni il signor Bhatia, è nella posizione per fare la differenza, non si lasci intrappolare nelle sue responsabilità e nei suoi doveri. Il motto “Nessuno resta indietro” vale soprattutto per chi perdiamo e significa che tutti devono tornare a casa, in un modo o nell'altro. Nessuno escluso.- concluse il Comandante, sollevata nel vedere di essere riuscita a toccare i tasti giusti.

- Ha ragione.- affermò Bosker, con fermezza.- Dica al signor Bhatia che sua moglie sta tornando a casa, vado a dare ordini affinché si inizino i preparativi necessari. Arrivederci, Comandante e.....grazie. È stato un onore, poterla conoscere di persona.- concluse l'uomo allontanandosi, e uscendo dal bar del Presidium.

Ashley si sentì, in quel momento, orgogliosa di far parte dell'equipaggio della Normandy. Lo era già, ma era più per dovere che per altro: ciò che aveva appena fatto Shepard per Nirali Bhatia, valeva più di tutti i discorsi su onore e lealtà fatti dagli alti Ufficiali dell'Alleanza.

C'erano due categorie di Comandanti: quelli che si limitavano ad impartire ordine ai subalterni, esigendo una lealtà data per scontata, e quelli che combattevano per loro e con loro, mantenendo le dovute distanze, ma che la lealtà dai propri uomini la acquisivano attraverso l'esempio e i piccoli gesti come quello che aveva appena compiuto Shepard.

Ufficiali che erano in netta minoranza nell'Alleanza, che negli ultimi tempi erano sempre più rari, e lei nella sfortuna di perdere la sua Unità su Eden Prime aveva avuto la fortuna di aver incontrato Shepard e l'equipaggio della Normandy. Se suo padre fosse stato ancora vivo, si sarebbe messo sull'attenti e avrebbe salutato il Comandante, ne sarebbe andato orgoglioso.

Lei, in quel preciso istante lo era, anche se più che orgoglio era fierezza. Si era aspettata un rifiuto da parte di Shepard, per aiutarla in quella situazione, aiuto a cui era ricorsa suo malgrado, ben sapendo che cosa c'era a rischio, ed era rimasta sorpresa quando invece si era presa la briga di occuparsi di quella faccenda.

Mentre camminavano, ritornando da Samesh, il quale si era seduto su una panchina e osservava quieto il continuo flusso di diplomatici, agenti di polizia, residenti del Presidium, in attesa di una soluzione al suo problema che accontentasse tutti, Alleanza e lui. Ritrovandosi a pensare a che cosa avrebbe fatto dopo che Nirali avesse fatto finalmente ritorno a casa.

Sua moglie aveva un sogno da realizzare, una volta terminata la ferma, che non avrebbe prolungato, e iniziò ad accarezzare l'idea di farlo al suo posto, un modo come un altro per ricordarla e continuare ad averla accanto.

Si alzò in piedi, quando vide il Capo Williams ritornare insieme al Comandante Shepard e all'Asari che le accompagnava, sperando che gli portassero la notizia che attendeva da mesi ormai.

Shepard ritenne che dovesse essere Ashley a darla all'uomo, dopotutto lei aveva fatto soltanto da tramite, ma era l'Artigliere Capo l'interessata, e quindi la spronò a farsi avanti e a prendersi i meriti che le spettavano di diritto. Certo, era stata lei a convincere Bosker a mollare l'osso, ma senza l'interessamento da parte di Williams, quell'uomo starebbe ancora cercando di ottenere il corpo della moglie, scontrandosi contro il muro di gommapiuma della burocrazia militare, ed era sicura che l'Artigliere Capo sarebbe stata in grado di risolvere la cosa anche da sola.

- Comandante, spero che lei abbia avuto molta più fortuna di me.- affermò, sempre calmo, l'uomo.

- Sta tornando a casa, signor Bhatia. Non so se questo può esserle di consolazione, ma Nirali la ricordava sempre con molto affetto, mentre non eravamo di pattuglia, e spesso di notte, ascoltava registrazioni della sua voce.- ricordò Ashley, riferendo del successo del Comandante.

- La ringrazio, Capo Williams. Anche di lei Nirali mi parlava molto bene, la rispettava molto, come suo superiore e persona. Sono lieto di vedere che in questa Galassia c'è ancora spazio per la compassione.- rispose Samesh, l'animo risollevato.- Questo non mi ridarà Nirali, ma almeno mi porterà la pace. Sarò eternamente grato ad entrambe. Ora scusate, devo tornare sulla Terra ed iniziare i....preparativi necessari per le sue esequie. Vi auguro una buona giornata.- concluse, chinando leggermente il capo in segno di ringraziamento.

- Voglia accettare le mie condoglianze per la sua perdita, signor Bhatia. Il Capo Williams ha soltanto ricordato al signor Bosker per cosa combattiamo. Nulla di più.- aggiunse Nadira, prima di lasciare che Samesh se ne andasse, prendendo il primo trasporto disponibile per la Terra.

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Rientrarono a bordo della Normandy che era ormai sera sulla Stazione. Le strade del Presidium si fecero pian piano deserte, fatta eccezione per le occasionali pattuglie dell'SSC e qualche avventore ritardatario dei negozi e della banca di Barla Von, la statua dedicata ai Krogan troneggiava sul lago che attraversava la zona economica e politica della Cittadella, come un promemoria ingombrante su ciò che aveva fatto su Noveria.

Shepard scosse la testa, mentre finiva di leggere gli ultimi rapporti della giornata, facendosi mentalmente il punto della situazione, tirando fuori dalla cassaforte di bordo i datapd con ciò che sapevano dei Razziatori, di Saren, del Cifratore e dei Prothean, insieme ad un'interfaccia olografica, che le permise di proiettare il tutto davanti a lei senza dover ricorrere al Factotum.

Quel riepilogo, ebbe vita breve, però: per tutto il tempo che erano rimaste sulla Cittadella, Liara non aveva parlato molto, e all'invito di Garrus di restare con loro in mensa per qualche ora, l'Asari era tornata con una scusa nel suo bugigattolo in infermeria, ed era inutile dire che era preoccupata per lei, come lo era il resto della squadra da sbarco.

Rimise a posto i datapad e l'interfaccia, quello non era il momento per pensare alla missione, persino lei sentiva il bisogno di staccare, nonostante avesse degli impegni a cui attendere il giorno dopo, Hackett era riuscito a incastrarla e ad obbligarla ad assistere ad una cerimonia di commemorazione a cui non aveva mai osato partecipare, ma l'Ammiraglio aveva insistito finché non aveva accettato. Due ore non erano nulla, e per quel tempo, non avrebbe portato nessuno della squadra da sbarco con sé, e per quel motivo, aveva dovuto far fermare in porto la Normandy per un altro giorno.

Era una cosa che doveva assolutamente affrontare da sola. Per il momento, accantonò il nervosismo che iniziava ad appropriarsi di lei, per occuparsi del suo equipaggio e della sua nave.

Per quanto la Dottoressa Chakwas le dicesse di continuo, di pensare un po' anche a lei, non riusciva a farlo, a lei bastava essere efficiente sul piano operativo, avere la responsabilità delle vite di altre persone non contemplava l'essere egoisti, e il suo lavoro, in un certo senso, non finiva mai, nemmeno quando si coricava per dormire quelle poche ore che il Cifratore, con magnanimità, le concedeva.

Shepard attraversò la mensa ormai vuota, fatta eccezione per Alenko che stava prendendo servizio e che le rivolse un rapido e rispettoso saluto, infilandosi nell'infermeria, trovandola per la prima volta da mesi, priva della presenza severa,ma rassicurante, della Dottoressa Chakwas, chiamata a terra per un consulto urgente dalla Dottoressa Michel, scortata da Garrus, che si era offerto volontario per quell'incarico.

Vakarian le aveva richiesto un permesso fino alle prime ore del pomeriggio, per controllare che il suo appartamento fosse in ordine e per sbrigare alcune commissioni personali collegato al suo essere residente sulla Stazione, e lei glielo aveva concesso, trovava solo inusuale che con le tecnologie e le possibilità offerte da esse, il Detective se ne occupasse personalmente.

Garrus era allergico ad ogni forma di burocrazia, o almeno lo era quando lo aveva conosciuto, non potè fare a meno di sospettare che ci fosse dietro qualcos'altro.

Williams aveva seguito Wrex e Tali all'Antro di Chora, Joker era in una della capsule che si stava godendo qualche ora di tranquillità, dormendo dalla grossa, mentre Adams e gli altri Ingegneri e il secondo Timoniere si stavano occupando della manutenzione ordinaria. Pressly si stava godendo qualche ora di relax al Circolo Ufficiali del Quartier Generale della Quinta Flotta, e Anderson probabilmente lo aveva raggiunto.

A parte il personale essenziale, a bordo della nave erano rimaste soltanto lei e Liara, ad essere ancora al lavoro su cose correlate direttamente alla missione.

Fece scorrere la porta del magazzino, sospirò lievemente vedendo T'Soni incollata al computer, le creste che spuntavano dalla mole di datapad e reliquie che erano accumulate sulla scrivania, e l'Asari era completamente immersa nelle sue ricerche.

Nadira si schiarì la voce, facendo sobbalzare la giovane archeologa, la quale, quando vide che si trattava del Comandante si alzò immediatamente in piedi.

- Comoda.- le ordinò Nadira, prendendo una cassa dove sapeva che non conteneva nulla, e sedendosi accanto all'Asari.

- Sei venuta a vedere come sto, Comandante?- le chiese Liara, aspettandosi quella visita molto prima. Evidentemente, aveva avuto altri impegni, a giudicare dallo sguardo teso di Shepard.

- Sì. Ho.....pensato che ti avrebbe fatto comodo qualcuno con cui parlarne.- offrì il Comandante, anche se era poco convinta sul fatto che l'Asari volesse realmente qualcuno attorno in quel momento.

- Ti ringrazio, Comandante, ma sto bene. Noi Asari viviamo diversamente il lutto rispetto a voi Specie dalla vita breve. Inoltre, preferisco ricordare mia madre com'era, non come è diventata.- rispose T'Soni, trovandosi spiazzata da quella situazione.

- Capisco......- si limitò a dire Shepard, non intromettendosi.- Se non altro, ha avuto il coraggio di provare a fare qualcosa.- aggiunse, spostando alcuni datapad ed appoggiandosi alla scrivania.- Da quanto tempo non vi parlavate?-

- Quasi due anni, non aveva mai accettato del tutto la mia scelta di intraprendere gli studi in archeologia, ma aveva trovato quasi divertente il fatto che avessi deciso di specializzarmi sulla civiltà Prothean. Ancora non posso credere che abbia cercato di uccidermi, influenza di Saren o meno.- rispose Liara, sfregandosi gli occhi. L'incontro su Noveria l'aveva scossa più di quanto non desse a vedere.- Ora le Matriarche vorranno un capro espiatorio, e quel capro espiatorio sarò io.- esalò T'Soni, appoggiando la mano destra sulla scrivania.

Nadira le prese entrambe le mani, facendola voltare verso di sé,inginocchiandosi, l'Asari sorpresa da quel gesto, che voleva essere soltanto un gesto di conforto da parte del Comandante, sollevò di colpo la testa.- Liara, tu hai ereditato le qualità migliori di tua madre: la sua intelligenza, il suo coraggio, la sua forza d'animo..... lei può anche essere morta, ma vive dentro di te, in ogni tuo gesto. E sono sicura, che è sempre stata orgogliosa di te, è un qualcosa che Saren non ha potuto toglierle.- affermò Shepard.- Non permettere a nessun altro di dirti il contrario. Purtroppo, le persone raramente comprendono i veri motivi per cui compiamo determinate azioni, e tendono a dimenticare il bene che hanno fatto. Sta a noi, a te soprattutto, fare in modo che ciò che Benezia ha fatto di buono non venga sepolto dalle sue ultime azioni. Consolati sapendo che all'ultimo ha fatto la cosa giusta.- proseguì il Comandante.- Ci ha dato delle coordinate, e ci ha messo direttamente alle costole di Saren, e ti prometto che pianterò un proiettile in testa a quel bastardo il prima possibile. Pagherà per il Male che ha fatto, e non avrò riposo finché questa storia non sarà conclusa.- continuò, decisa, Nadira.- Ora, spegni quel terminale e prenditi qualche ora di riposo, ne hai bisogno. La Matriarca Dilinaga e i Prothean hanno atteso migliaia di anni per farci giungere la loro conoscenza, possono aspettare qualche altra ora in più.- le ordinò il Comandante, interrompendo il contatto con l'Asari e alzandosi. Liara esitò per qualche secondo, poi decise di eseguire l'ordine impartitole da Shepard, prima che lei potesse vedere su cosa stesse realmente lavorando, ben sapendo che quello non era il momento adatto per tirare fuori l'argomento.- Visto? Non è poi così difficile, vedrai che dopo una buona dormita, tutto sarà meglio. Buonanotte, Liara.-

Detto quello, seguito da una pacca amichevole sulla spalla dell'Asari, Shepard uscì dall'infermeria.

Ma quella notte, per lei il sonno non arrivò, soverchiato dal nervosismo per la prova che avrebbe dovuto superare il giorno successivo. Le sue paure più profonde, quelle che continuava a non voler affrontare, l'aspettavano al varco, e stavolta, non avrebbe più potuto fuggire.

 

 

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Capitolo 26
*** Fighting for the lost: The Hades's Mastiffs-part 1 ***


   

Premessa: Vi chiedo scusa. Il Capitolo doveva essere già stato pubblicato da un po', ma mentre lo riscrivevo mi sono imbattuta in alcuni punti difficili, dovuti principalmente alla mia poca concentrazione sulla fanfiction, concentrazione che ho dovuto dirottare altrove, per problemi personali ben più gravi, e mi ci è voluto un po', prima di rimettermi a scrivere.
Ringrazio skadex, Johnee, il mio amico e beta a tempo perso Davide, Nimhlot(spero di averlo scritto giusto, nel caso ti chiedo scusa), per le loro recensioni, suggerimenti e correzioni in corso d'opera.

Non vi trattengo oltre, augurandovi una buona lettura, e come sempre, vi invito a lasciare due righe per farmi sapere la vostra opinione sul capitolo. Sono ancora molto indecisa su alcuni punti, ma al momento non ho altre idee in proposito.

Capitolo 26: Fighting for the lost- The Hades's mastiffs part 1

@

 

 

"Grandine grossa, acqua tinta e neve
per l'aere tenebroso si riversa;
pute la terra che questo riceve.
Cerbero, fiera crudele e diversa,
con tre gole caninamente latra
sovra la gente che quivi è sommersa.
Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
e'l ventre largo, e unghiate le mani;
graffia li spirti ed iscoia ed isquarta."

Divina Commedia, Inferno, Canto VI.
 

Agglomerato Zakera, 2183
Ore 02.00, Ora di Vancouver

Stazione Spaziale Cittadella
 

.

Kahoku sapeva che qualcuno lo stava seguendo. Da settimane, da mesi probabilmente.

Aveva iniziato a sentirsi sotto osservazione sin dal momento in cui aveva iniziato a fare domande in giro al riguardo dei suoi uomini, ma la situazione era peggiorata da quando il Comandante Shepard, visibilmente provata da quel favore personale che gli aveva fatto, gli aveva portato la notizia di quanto era accaduto su Edolus.

L'Ammiraglio aveva iniziato a portare con sé più di un'arma individuale, ma sapeva che se lo avessero preso di sorpresa, o attirato con successo in una trappola, non avrebbe avuto molte chance, sperò solo che ci mettessero abbastanza tempo da permettergli di lanciare l'allarme, e la prima persona a cui pensò fu quella che si era fatta in quattro per aiutarlo, nonostante avesse poi dovuto rivivere orrori che stava cercando di dimenticare.

Come Contrammiraglio dell'Alleanza, aveva canali privilegiati, e le sue peculiarità di Ufficiale delle Forze Speciali, gli permettevano di raggiungere anche chi era in tutto e per tutto un fantasma, o meglio, uno Spettro.

E la sua ultima ancora di salvezza.

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Nadira si asciugò i capelli, non aveva dormito una sola ora, durante il turno notturno. Era stata in silenzio, per non destare sospetti, ed ora osservava la sua uniforme di rappresentanza stirata, con i bottoni ben lucidati e allineati, a sinistra le sue decorazioni, compresa quel Cuore Viola di cui era stato insignito suo padre, la Medaglia d'Oro al Valore Militare alla Memoria appartenente alla sua antenata, il nastrino azzurro e la stella dorata al centro di esso, anch'esse ben composte come le avevano insegnato al campo d'addestramento. Sopra di esse l'Aquila con l'ancora affiancata dai distintivi di specialità e la spilla che la identificava come N7, appoggiata sul letto insieme ai pantaloni.

Le scarpe le aveva tirate a lucido a tal punto che persino Wrex avrebbe potuto vedere la sua intera figura, se solo vi si fosse specchiato, e per quella occasione, Hackett le aveva richiesto

Shepard guardò tutto quello spettacolo rassegnata, fosse dipeso da lei, avrebbe indossato solo l'uniforme di rappresentanza, ma l'Ammiraglio aveva insistito che si presentasse nella sua forma migliore, e questo comprendeva anche l'abbigliamento.

Dopo essersi asciugata e pettinata, procedette alla vestizione, lasciando berretto e sciabola per ultimi, continuando a guardare l'ingresso della sua cabina nella speranza che ci fosse un'emergenza, qualsiasi cosa che le potesse permettere di schivare quella cerimonia a cui, volente o nolente, avrebbe dovuto partecipare.

Si stava abbottonando la giacca dell'uniforme, quando Garrus entrò, senza bussare, visto che la porta della cabina era rimasta aperta, aperta volutamente dal Comandante, con in mano la sua corazza Colossus.

- Comandante, chiedo scusa del disturbo, ma.....-esordì Vakarian bloccandosi e mettendosi istintivamente sull'attenti, più per abitudine che per iniziativa vera e propria, quando vide le onorificenze che pendevano dal petto di Shepard.- Come non detto, torno più tardi.- affermò il Turian, iniziando ad uscire, subito fermato da Nadira.

- Rimani, altrimenti potrei anche cambiare idea, e ordinare a Joker di andarsene.- ribatté Shepard, sospirando pesantemente, che stava pensando sempre ad una scusa per disubbidire ad un ordine di Hackett. Oh, se avesse potuto farlo.....in teoria sì, visto che era uno Spettro impegnato in una missione prioritaria per la salvaguardia della Galassia, ma era stanca di scappare.- ….dimmi che una IA impazzita ha deciso di svuotare i conti correnti dei tre Consiglieri.- implorò Nadira.

- Penso che in quel caso, saprebbero già di chi sospettare,Comandante.- si intromise Joker, cogliendo al volo l'occasione per cercare di ravvivare la giornata a Shepard.- E non sarebbe una IA impazzita.- Aggiunse, alludendo

- Soprattutto perché vedrebbero un'impennata nell'acquisto di film pornografici, o di copie della Deluxe Edition di “Vaenia”.- lo gelò il Comandante, e Garrus comprese che quella non era giornata.

-.....disconnessione in corso.- si affrettò a dire Jeff, comprendendo che non era aria.

Dopo qualche minuto di silenzio, durante i quali Nadira, sospirò profondamente e scosse la testa, Garrus trovò il coraggio per chiederle il perché fosse così tirata a lucido, e con l'uniforme di rappresentanza.- Non tutti i giorni ti si vede così, Comandante. Qualche cerimonia a cui non puoi fare a meno di partecipare?- chiese Vakarian. Anche lui detestava quel genere di ostentamento di potere, ne aveva avuta la sua razione di parate e cerimonie militari di commemorazioni, in cui doveva tirare a lucido il fucile, indossare l'alta uniforme, e restare impettito sull'attenti per almeno due ore.

Con l'SSC la maggior parte di quelle cerimonie se le sorbivano i Capi, gli Agenti vi partecipavano soltanto nel caso gli fosse stata assegnata qualche onorificenza, e lui vi aveva partecipato di rado.

- Qualcuno è riuscito a convincermi a partecipare alla commemorazione della strage di Akuze.- spiegò Shepard.- Sai, c'è uno Spettro impazzito che sta cercando di far tornare una razza tecnologicamente più avanzata di noi, e l'Alleanza non ha niente di meglio da fare che invitarmi a queste cavolate.- si sfogò il Comandante, mentre cercava di sistemarsi un paio di bottoni che aveva abbottonato male.- E, stavolta, non posso dire di no.- confessò Nadira, sedendosi sul letto e mettendosi a giocare con il berretto, dopo aver spostato la sciabola.

- L'anniversario è oggi?- chiese Garrus, sorpreso di apprendere quella notizia.- Strano, di solito lo organizzano sul pianeta, ma è normale che, con quanto sta accadendo, vogliano organizzarlo in un posto sicuro.- fece notare Vakarian, restando in piedi.- Un momento....è la prima volta in sei anni che ti presenti?!- chiese, stupito, il Turian. Il Comandante non rispose, le bastò guardare in malo modo il Detective, per fargli capire che aveva centrato il punto.- Ho capito....penso che me ne scenderò in stiva a sistemare il MAKO.- iniziò a dire Garrus, frettolosamente, comprendendo che aveva toccato un nervo scoperto.- Ho notato qualche piccolo problema alle sospensioni.-

- Rilassati, Garrus. Non voglio ucciderti, è solo che mi sento a disagio a presentarmi in questo modo. Avrei preferito un po' più di discrezione, da parte di Hackett, ma l'Ammiraglio mi vuole splendente da capo a piedi, come se dovessi sfilare in parata.- spiegò Shepard.- Perché mi ricordo di essere uno Spettro solo quando c'è da far saltare in aria qualcosa in modo spettacolare?- chiese, rassegnata, raccogliendo i guanti bianchi da terra insieme al berretto, il Comandante.

-Perché sono le cose più divertenti da fare.- rispose Garrus, con sicurezza.- Guarda il lato positivo, Shepard, ci saranno bicchieri di cristallo, caviale, vino d'annata e avrai l'occasione di fargli vedere che ti importa di loro al punto da abbandonare una missione importante come quella che dobbiamo portare a termine.- le fece notare Vakarian.

-.....forse dovrei chiedere ad Alenko di andare al mio posto.- propose Shepard, iniziando ad andare in panico.- Lui adora questo genere di cose.- insistette Nadira.

- Alenko non era su Akuze, Comandante.- le disse Garrus.- Ascolta, Shepard, io e Williams, oppure io e Tali, possiamo venire con te, se ti può far sentire più sicura.- offrì Vakarian.

-....Wrex sarebbe meglio.- ribatté il Comandante, controllando l'orario, sperando di arrivare a cerimonia già iniziata e assistervi da lontano.

- Temo che dopo dieci minuti senza nemmeno una piccolissima goccia di sangue versato, si annoierebbe a morte.- affermò, ridacchiando, Vakarian.- Esci viva da uno scontro con una delle più potenti Matriarche Asari, e hai paura di una commemorazione? Non sarà poi così terribile, andrà tutto bene, ne sono sicuro.- la rassicurò il Turian, uscendo un attimo e allungandole poi una tazza di caffè.- Con questo credo che affronterai meglio la cosa.- esclamò, sicuro il Turian.

- No, lascia perdere.- disse Shepard, alzandosi e iniziando ad avviarsi fuori dalla cabina, lasciando Vakarian immobile con la tazza di caffè in mano, non sapendo bene che cosa farsene.- Hai ragione, sto facendo tanto rumore per nulla. Meglio andare, prima che ordini davvero al mio Timoniere di fare rotta verso i Sistemi Terminus con una scusa qualsiasi.- esclamò Nadira, voltatasi verso il Turian, un'ultima volta.- Se vuoi venire, mi farebbe piacere avere qualcuno della squadra da sbarco. Nel caso le cose prendessero una brutta piega.- aggiunse, sperando che Garrus accettasse e portasse con sé anche gli altri. Non era vigliaccheria quella, ma si sarebbe sentita più tranquilla ad averli là con lei, a coprirle le spalle come al solito. Sapeva , però, che non poteva lasciare la Fregata sguarnita, e che era un qualcosa quello che doveva affrontare da sola.

- Ti ringrazio per il pensiero, Shepard, ma non voglio creare scompiglio. Le femmine guarderebbero e ascolterebbero soltanto me, se dovessi venire. Non voglio togliere attenzione agli interessantissimi discorsi delle autorità presenti.- Sarà per un'altra volta.- affermò spavaldo Garrus.

- Oppure scapperebbero dal terrore.- gorgogliò, ridacchiando, Wrex, che era salito dalla stiva per chiedere qualche ora di permesso a Shepard, per incontrarsi con alcuni Krogan presenti sulla Cittadella. - Non ho mai visto un Turian più brutto di te, in settecento anni di vita. I tuoi genitori hanno anche figli normali?- chiese il Krogan, per provocare Vakarian, il quale non si scompose di un millimetro.

-....ha parlato l'Adone.- mormorò, divertita, Shepard.- Cercate di non far saltare in aria la Normandy, mentre sono via, d'accordo? Ci sono altri modi più costruttivi, per risolvere le questioni in sospeso.- raccomandò, sollevata, la tensione per quella commemorazione scioltasi grazie al battibecco tra Garrus e Wrex.

- Non preoccuparti, Shepard. Non ho ancora fame, ma finirei col soffocarmi a causa di tutte queste ossa, quindi credo che ripiegherò sui Salarian.- scherzò Wrex, dopo aver dato una sonora pacca sul carapace di Garrus, il quale lo guardò di traverso.

- Ti amo, Wrex.- affermò, sarcastica, Nadira, mentre sghignazzava.

- Sei la benvenuta, Shepard.- ribatté il Guerriero Krogan, lasciando libera di andarsene il Comandante.- Visto, Turian? Persino gli Umani preferiscono noi Krogan.

- Alla prossima, Wrex.- rispose il Comandante, salutando con un cenno della testa anche Garrus, il quale contraccambiò allo stesso modo.

- Shepard.- si limitò a ribattere Wrex, voltandosi.

Quando Shepard, dopo aver risposto al saluto militare di Pressly ed un paio di membri dell'equipaggio, fu abbastanza lontana da non poterli più sentire, Wrex diventò serio tutto ad un tratto, rivolgendosi al Turian.- Hai fatto la cosa giusta, Garrus. È qualcosa che deve affrontare da sola. Saremmo stati di troppo.- disse il Krogan, consapevole che certe faccende, e le loro relative conseguenze, andavano affrontate da soli.- Fossi in te, non mi preoccuperei più di tanto, se la caverà.- lo rassicurò il vecchio mercenario.

- Spero solo che abbia capito. Un supporto morale più consistente le avrebbe fatto molto piacere, suppongo.- ammise Vakarian, appoggiando la Colossus modificata sul letto del Comandante, lasciandovi accanto le nuove specifiche che aveva studiato e portato all'attenzione della ditta produttrice personalmente, che aveva provveduto a dargli delle linee guide per apportarle lui direttamente e risparmiare tempo, con la clausola che Vakarian, in ritorno, avrebbe spedito loro gli schemi di tali modifiche.

- Shepard non è una stupida, un po' pazza forse, ma non è una stupida. E le hai fatto un favore a non andare.- ribadì Wrex spulciando quel datapad con le specifiche della Colossus IX modificata, rimettendolo poi al suo posto, una volta finito di leggere.- Ora, se mi scusi, ho delle cose da fare sulla Cittadella. Tornerò in tempo per la partenza.- assicurò il Krogan, uscendo dalla cabina, seguito poi da Garrus.

Vakarian sospirò rassegnato, sapendo che il Guerriero Krogan aveva ragione, nonostante avesse voluto essere al fianco del suo Comandante: il MAKO lo aspettava.

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Cittadella, Presidium.

Monumento ai Portali.

Ore 10.15 a.m, Ora di Vancouver
 

Khalisa Bin Sinan Al-Jilani, era in attesa, come un lupo che aspettava la sua preda, acquattato in mezzo ai cespugli, pronto a saltargli addosso, pronto a procacciarsi il cibo per l'inverno imminente.

Si avvicinò all'Ambasciatore Udina, chiedendogli un'intervista, permettendo ad Hackett di sgusciare via e toglierle la preda che tanto aveva atteso da sotto le fauci, portandola lontana dagli sguardi contrariati dei famigliari del Cougar Platoon e dalla giornalista, che voleva la rivalsa dopo la figura da idiota che le aveva fatto fare davanti alle televisioni di tutta la Galassia.

Nadira non smise, nemmeno per un attimo, nel sentirsi a disagio in quella situazione: sapeva di non essere gradita, sapeva che prima o poi qualcuno avrebbe detto ad alta voce ciò che pensava veramente sulla sua presenza a quella commemorazione, sapeva che quella giornalista, fastidiosa come una zanzara che continuava a pungerti, l'avrebbe in qualche modo irritata e provocata, e non era dell'umore adatto per non cadere in una provocazione. Ora era troppo tardi per tirarsi indietro.

- Pensavo che avesse trovato una scusa per non venire neanche quest'anno, Comandante.- disse Hackett, distogliendola a quel modo dalle sue paure.- Anche se, a dir la verità, non è stata una mia idea, quella di trascinarla fin qui.- continuò l'Ammiraglio.

- Anderson.- si limitò a dire lei, scocciata di quell'intrusione a gamba tesa del Capitano, se davvero si era trattato di lui. La presenza di Udina, che di solito delegava ad altri quelle incombenze, era alquanto sospetta. Probabilmente quell'approfittatore non voleva perdere l'occasione di fare campagna elettorale, o di accumulare altra influenza all'interno dell'Alleanza dei Sistemi. Patetico. Era un altro dei tanti motivi per cui avrebbe voluto ritrovarsi a migliaia di anni luce di distanza, a combattere Geth e Krogan mercenari, piuttosto che a discutere da quale vigneto provenisse e di quale annata fosse lo champagne che sarebbe stato servito al rinfresco. E, contemporaneamente, si mise a ridacchiare, pensando a come Wrex avrebbe monopolizzato la scena o a come Tali avrebbe fatto venire il mal di testa a tutti i presenti mettendosi a parlare delle ultime tecnologie presenti sul mercato.

Sospirò, entrambi sarebbero stati degli ottimi diversivi per permetterle di darsela a gambe, e tornare sulla Normandy, avrebbe persino ascoltato i mille problemi di Alenko pur di non essere lì, ma purtroppo non erano di grado abbastanza elevato per venire invitati a quella cerimonia, dove l'èlite dell'Umanità si preparava ad esaltare i suoi “eroi”. Una Quarian? Un Krogan mercenario che aveva più cervello di tutte le alte cariche messe insieme? Blasfemia! Chi mai avrebbe voluto un selvaggio e una zingara a un banchetto così tanto chic? Non andava ancora di moda farlo.

- Non lo biasimo. Se non avesse preso l'iniziativa lui, l'avrei presa io, Comandante.- ribatté Hackett.- Sapendo che cosa c'è a rischio, lo prenda come un modo per voltare pagina definitivamente.- proseguì l'Ammiraglio, incrociando le mani dietro la schiena ed ergendosi in tutta la sua statura.- Sono contento che lei sia riuscita a catturare vivo il Dottor Wayne. Ora potremo processarlo, e anche avere maggiori informazioni su Cerberus.- le disse Steven, per cercare di calmarla, vedeva benissimo che era nervosa, ma non glielo fece notare. Era l'unica cosa di cui aveva bisogno.

- Il Caporale Toombs?- chiese Nadira, cogliendo di sorpresa l'Ammiraglio, che si aspettava tutt'altra domanda.

- Dopo, non ne possiamo parlare ora, Comandante.- la interruppe l'Ammiraglio, conscio che c'erano troppe persone lì attorno a cui era meglio tenere nascoste alcune informazioni.-Vogliamo accomodarci? Le ho riservato un posto in prima fila, accanto all'Ambasciatore Udina.- Davanti allo sguardo contrariato del Comandante, Hackett mantenne un atteggiamento professionale.- Mi auguro che manterrà un atteggiamento professionale, nei confronti del rappresentante politico dell'Alleanza dei Sistemi sulla Cittadella, Comandante.-

Shepard rispose che si sarebbe comportata a modo, nei confronti di Udina, delusa dal fatto che Anderson non fosse lì, ma comprese il motivo per cui il Capitano lo aveva fatto, lo stesso motivo per cui nessuno della sua squadra se l'era sentita di accompagnarla, accampando le più colorite e fantasiose scuse. E gliene fu grata.

Quella era la sua battaglia da combattere, da sola, era il suo peso e la sua dannazione, ma sapeva di non essere comunque sola del tutto: ora più che mai, mentre si sedeva accanto ad Udina, dopo avergli stretto malvolentieri la mano, sentiva che erano lì, con lei.

Negli ultimi mesi passati a bordo della Normandy, prima come Primo Ufficiale, e poi come Ufficiale Comandante della nave, aveva ritrovato motivi a sufficienza per andare avanti, per tornare a respirare.

Dopo Akuze si era come ritrovata in apnea, in un mondo sospeso tra la vita e la voglia di farla finita una volta per tutte, aveva toccato il fondo in così tante occasioni che nemmeno lei sapeva come era riuscita a superarlo e a rialzarsi ogni volta. Si era chiesta a più riprese come facesse ad avere ancora le energie necessarie a combattere.

Più e più volte, si era lanciata nella mischia sperando che quel proiettile arrivasse anche per lei e mettesse la parola fine alla sua esistenza, come era stato per i suoi sottoposti, lasciati indietro su quel pianeta dimenticato da Dio e dagli uomini.

Ora, non voleva più che quel proiettile la raggiungesse, e nei momenti peggiori, quelli che nascondeva dietro l'imperturbabilità delle sue mille maschere, che indossava davanti all'equipaggio per mantenere il morale alto, le bastava ricordarsi di Solcrum e di Edolus per ritrovare immediatamente lucidità e combattività. La forza la traeva da quell'equipaggio di disgraziati che si tirava dietro per la Galassia, alla ricerca di Saren Arterius. Un altro merito che doveva riconoscere al Turian.

Aveva trovato una nuova famiglia, una famiglia che non voleva perdere a nessun costo. Strana, certo, ma senza di loro, si sarebbe ritrovata di nuovo in un vicolo sudicio e maleodorante, con una Glock accanto e a pensare a quali sarebbero state le sue ultime parole per spiegare ad Anderson il motivo per il quale si era tolta la vita.

Era pronta a lasciare andare il Cougar Platoon, sollevata di essere riuscita a riportarne a casa almeno uno di loro, mentre Udina si era avvicendato all'ultimo dei famigliari dei suoi uomini, dopo che questi avevano letto uno per uno i nomi dei quarantotto caduti sul suolo arido e inospitale di Akuze.

Si era accorta del mormorio di disapprovazione, al non sentire pronunciare il nome del Caporale Toombs, insieme agli altri, ma probabilmente l'Alleanza aveva nella manica un asso da giocare, lo poteva leggere negli occhi avidi di notorietà di Udina, e nei gesti di Hackett, che si stava rileggendo, non visto, il datapad con su gli appunti per il suo discorso.

Tutto ad un tratto, Shepard si ricordò di non averne preparato uno, e sperò che non la costringessero a farlo, non sapeva da dove iniziare, nel caso quella possibilità si fosse rivelata una necessità.

Non che odiasse i discorsi, ma che cosa avrebbe potuto dire? Mi dispiace? Le mie più sentite condoglianze? Scusate se ho disertato tutte le altre commemorazioni, ma ero impegnata ad autocommiserarmi e a maltrattare il mio fegato perché sono una codarda? No, non sapeva che cosa avrebbe potuto dire, senza far incavolare di più ancora i famigliari dei suoi commilitoni. Di quelli che non erano tornati.

Il discorso di Udina fu come al solito, sapientemente costruito dietro la visione che aveva la politica del mondo militare, per una volta limato in modo da non creare ulteriore malcontento e accontentare entrambe le parti. Shepard riconobbe la mano di Anderson in quel discorso, che Udina non avrebbe mai saputo costruire da solo.

Applausi annoiati e di circostanza, accolsero il termine del discorso dell'Ambasciatore, che lasciò il podio all'Ammiraglio Hackett, il quale si attardò qualche minuto ad osservarla, prima di iniziare la propria elegia.

Il pubblico tornò a ricomporsi, segno che la presenza dell'Ammiraglio Hackett era stata una costante in quegli anni, presenza che era stata più gradita di quella di Udina, Steven appoggiò il datapad davanti a lui, mentre un giovane militare della Marina dell'Alleanza gli sistemava il microfono.

L'Ammiraglio si schiarì la voce, dopo aver bevuto un sorso d'acqua, ordinando ai militari del picchetto d'onore di mettersi sul riposo.

Ci siamo...., pensò Nadira, incrociando lo sguardo dell'Agente Scelto di Polizia Anita Salazar, la sorella di Xavier, che era stata anche collega di Garrus. Al contrario dell'ultima volta che si erano incrociate, stavolta non abbassò lei, lo sguardo.

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Agglomerato Zakera, 2183
Ore 10.20, Ora di Vancouver

Stazione Spaziale Cittadella.
 

 

Kahoku sapeva di non avere più molto tempo a disposizione.

Era riuscito a seminare i suoi inseguitori, ma non avrebbe avuto molto vantaggio, questo era un dato di fatto: ne poteva sentire il fetore a un chilometro di distanza, il loro respiro era pesante sul suo collo, come quello di un mastino in una giornata estiva, ansimante a causa della calura, che non poteva fare a meno se non quello di respirare affannosamente accanto al proprio padrone, in cerca di un po' di refrigerio.

Solo che questi mastini, non cercavano refrigerio, né se ne sarebbero rimasti in panciolle ad aspettare la ciotola di acqua fresca, loro volevano la sua testa e non voleva perlomeno lasciare nulla d'intentato. Come la porta della clinica della Dottoressa Chloe Michel si chiuse dietro di lui, si avvicinò alla donna, sorpresa di trovarlo lì, dopo la faccenda di Armistan Banes, non si erano più rivisti.

- Contrammiraglio Kahoku?!- esclamò, stupita, Chloe, che aveva sperato di non venire più coinvolta in faccende troppo complesse e grosse per lei. Lo aveva promesso sia a Garrus che al Comandante Shepard.

L'Ammiraglio le fece segno di stare zitta e la portò dentro il piccolo magazzino della Clinica, chiudendo la porta dietro di sé. - Ho bisogno di utilizzare il suo comunicatore personale, Dottoressa Michel. È un'emergenza.- si limitò a dire Kahoku, fermando le domande che sorsero spontanee a Chloe, preoccupata per l'uomo. - Non c'è tempo, e non voglio coinvolgerla più di quanto non abbia già fatto. Mi serve il comunicatore.- insistette l'uomo.

Chloe sbiancò. Il suo comunicatore era fuori uso, da un paio di giorni, a causa di un paziente molto irruente che aveva provocato altri danni, minori, alla clinica, così si ritrovò nella spiacevole soluzione di dover negare all'Ammiraglio quella via di fuga.- Mi dispiace, Ammiraglio. Il mio comunicatore è fuori uso. Un paziente è andato fuori di testa, e ha distrutto il mio comunicatore, insieme ad altre attrezzature della clinica. Non lo riavrò prima dei prossimi tre giorni.- esclamò la donna, seriamente dispiaciuta per non poter aiutare l'Ammiraglio dell'Alleanza.

Dopo un primo momento di sconforto, Kahoku cercò immediatamente un'altra soluzione.- Non fa niente, Dottoressa. Troverò un altro modo di contattare il Com.....- l'Ammiraglio si bloccò appena in tempo, non voleva davvero che i suoi inseguitori se la prendessero anche con lei, la questione riguardava lui e Cerberus. Ora era da solo: aveva giocato il suo ultimo asso nella manica, non poteva certo correre alle Ambasciate e chiedere aiuto da Anderson, anche se lui non glielo avrebbe certo negato. Chiederglielo avrebbe attirato attenzione non volute dall'Ambasciatore Udina.

Kahoku non si fidava di quell'uomo, sapeva d'istinto che pur di far carriera in qualche modo non avrebbe esitato a consegnarlo a chi lo voleva morto.- Dimentichi quello che le ho appena detto, Dottoressa. E, si ricordi, io qui non ci sono mai stato.- si affrettò ad ordinare a Chloe l'Ammiraglio.- Sono stato chiaro?-

Michel annuì, in silenzio, sapeva bene che non doveva dire altro. Lasciò che l'Ammiraglio uscisse dalla clinica, prima di sedersi pesantemente su uno dei lettini vuoti, sollevata dal non essersi immischiata in un altro affare losco, pur essendo dispiaciuta per non aver potuto essere d'aiuto a Kahoku.

Andò al terminale della videosorveglianza, e cancellò i filmati degli ultimi dieci minuti, quello era il massimo che poteva fare per lui in quel momento. Sperò che non gli accadesse nulla di male, ma il suo istinto le diceva tutto il contrario. In cuor suo, sapeva che non l'avrebbe più rivisto.

Kahoku decise di fare una mossa azzardata, ma non aveva altra scelta, se non utilizzare il suo Factotum, criptandolo e sperando che fosse a sufficienza per far giungere il suo S.O.S. a destinazione. Shepard avrebbe trovato il modo di aiutarlo. Ne era sicuro.

Quello di cui non era sicuro, se sarebbe riuscita anche a salvarlo, ma confidava in lei. Confidava che se lui non ce l'avesse fatta, lo avrebbe vendicato mettendo fine a quella pazzia che stava percorrendo la Galassia, pazzia sparsa dagli Umani.

Non era della minaccia su cui era posta l'attenzione generale, di cui ci si doveva preoccupare. Ce ne era un'altra, più nascosta, più strisciante e malvagia in agguato, una minaccia che non proveniva dall'esterno, ma dall'interno dell'Umanità stessa, e soltanto in pochi ne erano a conoscenza. Troppo pochi.

Quella minaccia era un cane a tre teste, e proveniva dall'Inferno stesso. 

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Agglomerato Zachera

Clinica della Dottoressa Chloe Michel

Ore 12.15 p.m, Ora di Vancouver.
 

Garrus squadrò attentamente Chloe. La Dottoressa era nervosa, e stava esitando nel dirgli il motivo per cui lo aveva fatto venire fin lì, quando avrebbe potuto avvisare benissimo i suoi colleghi dell'SSC.

Williams, alle sue spalle, stava ispezionando l'area in cerca di eventuali postazioni difensive, da utilizzare nel caso di un attacco improvviso: sia lei che Vakarian avevano la sensazione che le cose stavano andando a scatafascio, da un minuto all'altro, e quel medico era una continua fonte di guai per loro, sin dal primo momento in cui avevano messo piede per la prima volta sulla Cittadella.

Ed ora, chissà in quale altro guaio si era cacciata.

Garrus fece sedere Chloe, facendo altrettanto e rispolverando il suo addestramento da poliziotto, cercando di farla calmare e farsi dire tutto quello che aveva da dirgli.

- Ora calmati, e dimmi che cosa è successo. No aver paura, Shepard ti ha promesso che ti darà protezione, e lo farò. Non le ho ancora visto non mantenere una promessa.- disse Garrus, passandole il bicchiere portogli da Ashley, con malagrazia.- Hai menzionato, nel messaggio che mi hai inviato, che ci sono guai in vista. Quel Krogan ha ripreso a tormentarti?- chiese il Detective, andando subito al sodo, mentre Chloe beveva l'acqua, le mani che le tremavano.

Il Turian la lasciò finire di bere, prendendole il bicchierino di carta, appallotolandolo e buttandolo in un cestino accanto all'angolo da cui aveva sparato ai mercenari ingaggiati da Fist all'inizio di tutta quella storia.

- No,no. Non mi ha dato più noia. È.....successo dell'altro.- iniziò la Dottoressa Michel.- L'Ammiraglio Kahoku è venuto qui, era piuttosto agitato, mi ha chiesto di poter utilizzare il mio comunicatore personale, ma essendo in riparazione ho dovuto dirgli di no. Poco dopo di lui, sono entrati altri Umani, e hanno cominciato a rovistare dappertutto, minacciandomi di uccidermi se non gli dicevo dove Kahoku era andato.- raccontò, sempre più agitata il medico.

Ashleyy si intromise, stupita che un Ammiraglio dell'Alleanza fosse andato da un medico civile a chiedere aiuto, invece che all'SSC oppure in Ambasciata.- L'Ammiraglio Kahoku? Lo stesso Ammiraglio che ha chiesto aiuto al Comandante, alla Torre della Cittadella, tempo fa?- esclamò Williams, sospettando che Chloe non stesse dicendo tutta la verità. Solo che Garrus la ignorò, continuando a concentrarsi sulle parole della Dottoressa Michel.

- Continua, Doc.- la invitò Garrus, incoraggiandola a proseguire.- Poi che cosa è successo?-

La Dottoressa Michel sospirò profondamente, riuscendo a stento a calmarsi.- Prima di andarsene, parlavano tra di loro di qualcosa, sono solo riuscita a sentire di un certo uomo misterioso di cui non hanno fatto il nome, dopodiché mi hanno minacciata di nuovo, dicendo che se avessi contattato l'SSC o l'Ambasciata Umana, oppure la Marina dell'Alleanza.....- Chloe non continuò, ma Garrus e Ashley intuirono il motivo per cui la donna non si era rivolta alle autorità, e nemmeno Kahoku.

- Ha notato qualche dettaglio che potrebbe esserci utile a identificare questi uomini, Dottoressa Michel?- chiese Williams, controllando il fucile d'assalto, pronta già a pregustarsi il piacere di mettere fine all'insulsa vita di quei terroristi.- Non lo so, le corazze che indossavano, un identikit sommario di come erano fisicamente.....- chiese Ashley, estrapolando una serie di simboli di noti gruppi terroristici e non, da mostrare alla Dottoressa, dal suo Factotum. Garrus la lasciò fare, anche lui avrebbe fatto la stessa cosa, al posto dell'Artigliere Capo.

La Dottoressa Michel osservò quei simboli uno per uno, ma non trovò nessuna corrispondenza, né riuscì a fornire un identikit sommario. Le venne soltanto in mente il tipo di corazza che indossavano.- Indossavano delle Explorer, quello me lo ricordo bene. Non avevano nessun simbolo addosso e nessun dettaglio che vi possa essere utile, mi dispiace. In quanto ai volti, li avevano coperti dai caschi delle corazze.- concluse Chloe.

Garrus mosse le mandibole nervosamente: se c'era qualcosa che aveva sempre odiato del mestiere di poliziotto, era quello, il fatto che i testimoni, quando c'erano, erano nella maggior parte dei casi scarsamente collaborativi, o sotto shock per dare veramente aiuto a chi dovevano proteggerli. Burocrazia soffocante a parte.

Comunque, dovevano indagare su questa cosa, e poi riferirla a Shepard, che sarebbe stata contenta di poter abbandonare quella cerimonia a cui l'avevano costretta a partecipare contro la propria volontà, per gettarsi all'inseguimento di chiunque stesse minacciando un Contrammiraglio della Marina dell'Alleanza, sicuramente qualcosa di più interessante di discorsi di circostanza, tartine e champagne gratis.

Vakarian iniziò a mettere insieme ciò che avevano a disposizione, salutando la Dottoressa Michel e rassicurandola che avrebbero fatto il possibile per trovare chi l'avesse aggredita, lui ed Ashley uscirono dalla clinica, imbattendosi in Wrex. Il Krogan era di cattivo umore, ma non era una novità, lui sorrideva soltanto quando uccideva qualcuno o rompeva qualcosa, o assisteva a delle esplosioni.

Probabilmente, ciò che il Krogan aveva programmato di fare durante le sue ore di permesso, era andato male, oppure aveva preso una piega sbagliata, facendo sì che la gente si scansasse velocemente al suo passaggio.

All'invito di Garrus di unirsi a loro due, Wrex accettò senza pensarci due volte, aggiungendo che aveva voglia di spaccare qualche cranio, restando deluso quando Vakarian gli disse che stavano soltanto indagando per il momento e che, nel caso, i crani li avrebbero spaccati insieme al Comandante.

Fecero alcune domande in giro, ma non ottennero un granchè, nemmeno l'informatrice di Chellick, tornata a lavorare al Flux, insieme a sua sorella Rita, seppe dirgli qualcosa di concreto, così girarono i tacchi e tornarono alla Normandy passando per il vicolo dove avevano salvato Tali.

La scena che si presentò davanti a loro, fece comprendere a Garrus che erano arrivati troppo tardi, e che avrebbero dovuto cercare lì fin da subito: c'erano segni di collutazione, e del sangue ancora fresco, lui e Wrex dovetero storcere il naso e trattenersi dal cominciare a distruggere la scena del crimine. Garrus si inginocchiò e fece una scansione immediata alla ricerca del DNA del proprietario di quel sangue, voltandosi verso Williams quando ebbe il risultato del test.

- Williams, contatta l'SSC e il Comando della Quinta Flotta dell'Alleanza. Nel frattempo, tu e Wrex isolate la zona, mentre io seguo fin dove porta questa traccia.- ordinò Vakarian, stando attento a non inquinare la scena del crimine, camminando a filo del muro, come gli avevano insegnato a fare durante l'addestramento prima di diventare a tutti gli effetti un Agente dell'SSC.

Non che sperasse di trovare i responsabili, ormai avevano già un enorme vantaggio su di loro, voleva solo mettere insieme abbastanza pezzi per capire chi e cosa fosse riuscito a superare i controlli della Stazione così facilmente, e probabilmente uccidere un alto Ufficiale dell'Alleanza.

La cosa migliore da fare, era quella di non farsi prendere dall'isteria, e mettere in mano al Comandante più prove possibili e utilizzarle per trovare Kahoku, possibilmente vivo. E soltanto lui poteva farlo. Con l'aiuto di Williams e Wrex.

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Cittadella, Presidium.

Monumento ai Portali.

Ore 11.20 a.m, Ora di Vancouver
 

Il Contrammiraglio Steven Hackett, era nato a Buenos Aires, nel 2134.

Un uomo dell'Alleanza, alcuni direbbero, in tutto e per tutto, visto che, morta la madre, venne inserito nel programma di Addestramento avanzato per giovani, dove si fece notare per l'affinità con la scienza e ottime qualità di leadership, continuando a servire nell'Esercito prima come soldato semplice, offrendosi volontario per qualsiasi missione comprendesse la colonizzazioni di nuovi pianeti, possibilmente ad alto rischio, e poi combattendo nella Guerra del Primo Contatto, arrivando a ricoprire il grado di Contrammiraglio scalando i ranghi molto velocemente, rendendolo una vera e propria leggenda tra i ranghi dell'Esercito e della Marina.

Steven non aveva ancora cinquant'anni compiuti, eppure era uno degli uomini più importanti all'interno dell'Alleanza, un esempio per chiunque si avvicinasse alla carriera militare: diversamente da Anderson, era avvezzo ai giochi di palazzo, e sapeva come difendersi dai colpi bassi inferti dai politici di professione con cui avevano a che fare tutti i giorni.

Se Anderson era un soldato, poco disponibile ai compromessi, Hackett era l'esatto contrario. Sapeva quando doveva essere un soldato e quando invece doveva trasformarsi in politico, per il bene della Marina dell'Alleanza, ottenendone in cambio i relativi benefici.

Sapeva benissimo, a che cosa avrebbe portato la presenza del Comandante a quella cerimonia, soprattutto dopo quanto scoperto su Ontarom, era vitale che la frattura che si era andata a creare tra lei e i famigliari dei suoi commilitoni persi su Akuze, si ricomponesse, in qualche modo.

Non potevano avere qualcuno con una missione della portata di quella affidata a Shepard, distratto da vecchie ferite non ancora rimarginate del tutto, ferite che le impedivano di mostrare tutto il suo vero potenziale.

All'interno dello Stato Maggiore, c'erano malumori più o meni fatti sapere ad alta voce, riguardo alla scelta della Sopravvissuta di Akuze, alcuni non le concedevano nemmeno l'onore di chiamarla per nome, come candidata umana per lo status di Spettro. Ed oltre ad Akuze, c'era anche quel rapporto della sua squadra di un'Operazione in Colombia, che pendeva a suo sfavore.

Steven non si sbilanciava così apertamente come il Capitano Anderson a favore del Comandante, ma da quando aveva assunto il comando della Normandy, non c'era stato nessun rapporto in cui i membri non alieni della sua squadra avessero lamentato carenze o comportamenti, e questo Hackett lo aveva contato come una vittoria. Seppur la guerra contro i suoi detrattori in seno all'Alleanza dei Sistemi, non fosse stata ancora vinta, e la presenza a quell'evento avrebbe forse scatenato un dibattito alquanto rumoroso, l'Ammiraglio si vedeva già gli articoli di giornale scorrergli davanti, ma ribadì a sé stesso che aveva fatto la mossa giusta.

Con la morte del braccio destro di Saren, la Matriarca Benezia, il Turian ribelle si trovava per la prima volta in una condizione di svantaggio, anche se disponeva di una nave, a detta dei rapporti filtrati dalla Normandy, alquanto potente e dell'alleanza con i Geth, i quali, però avevano subito una sonora sconfitta nell'Ammasso Armstrong da parte dell'Alleanza dei Sistemi. Ne aveva molti al suo servizio, ma di certo aveva accusato il colpo. E potevano fermarsi un attimo a lecarsi le ferite, e a fare il punto della situazione.

L'Ammasso era un nodo strategico molto importante, la sua conquista avrebbe significato, con molta probabilità, l'apertura della strada a Saren e ai suoi Geth al Sistema Sol, con tutte le conseguenze del caso.

Non sapeva che cosa avesse in mente il Comandante per porre fine alla minaccia rappresentata dallo Spettro Turian, ma sia lui che Anderson sapevano che non avrebbe potuto farcela con la mente occupata da rimorsi e rimpianti.

- Oggi, siamo qui per onorare la memoria di questi uomini e di queste donne, che hanno sacrificato la loro vita per l'Alleanza dei Sistemi.- esordì l'Ammiraglio, rivolgendosi ai famigliari e alle autorità intervenute.- Come l'Ambasciatore Udina ha ricordato su Akuze abbiamo perso quarantanove vite, giovani provenienti da ogni angolo dello Spazio dell'Alleanza, dalle sue colonie e dal nostro pianeta madre, la Terra. Ma quel giorno, erano tutti soldati dell'Alleanza, inviati per investigare sulla sorte di una nostra colonia, dove l'Umanità avrebbe dato ancora una volta il suo contributo al progresso della Comunità Galattica.- proseguì Hackett, facendo una pausa, guardando prima i volti davanti a lui, e poi Shepard, la quale scosse la testa quasi ad implorare che quel discorso non finisse con l'attirare l'attenzione su di lei.- Abbiamo cercato per anni, risposte che non sono mai arrivate, ma ora, grazie all'impegno e alla dedizione di chi comandava quell'unità, sappiamo che cosa è accaduto quel giorno.- Il suo attendente controllò il discorso che aveva preparato per lui, nei giorni precedenti alla commemorazione, restando esterrefatto e deluso nel notare che quel passaggio non era stato contemplato. Difficilmente l'Ammiraglio andava a braccio in quelle occasioni, ma con molta probabilità, la situazione richiedeva un cambiamento di rotta immediato.- Queste vite, che sono andate perdute e che non potranno mai essere riportate indietro, possiamo solo ricordarle e farle nostre per andare avanti, cercando di onorarle con le vostre azioni, facendo sì che questi uomini e queste donne non siano morti invano.-

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Presidium, Cittadella.

Bar delle Ambasciate

01.00 p.m., Ora di Vancouver.
 

Nadira si era aspettata che le due ore paventate da Hackett, sarebbero diventate tre, dato che l'Ammiraglio era riuscito ad incastrarla anche per partecipare al piccolo rinfresco organizzato per i parenti delle vittime e per le autorità intervenute alla commemorazione.

Si maledì, per non riuscire mai a rifiutare qualsiasi cosa che le veniva offerto gratis, con tutti i problemi che doveva ritrovarsi ad affrontare, compreso quello di uno Spettro ribelle che voleva annientare l'intera civiltà galattica, un ricevimento era l'ultimo posto in cui si sarebbe dovuta trovare.

Shepard sospirò, se la compagnia fosse stata migliore, non le sarebbe pesato così tanto restare, aveva bisogno di staccare la spina ogni tanto, ma non era esattamente in compagnia di persone con cui amava stare. L'Ambasciatore Udina in testa. Anderson si era fatto vedere per una decina di minuti, per un saluto rapido e uno scambio di convenevoli con Hackett e con lei, prima di dover tornare nell'ufficio dell'Ambasciata Umana.

Dalla balconata, il Comandante aveva visto un paio di volanti dell'SSC partire a sirene spiegate, e Pallin sembrava preoccupato, nonostante rimanesse lì in mezzo agli altri burocrati, a rimpinzarsi di tartine, preparate appositamente per lui e un altro paio di dignitari della Gerarchia, designati a sostituire il Consigliere Sparatus. Si chiese per un breve istante che cosa preoccupasse così tanto l'Esecutore, prima di tornare a recriminare sull'utilità della sua presenza a quella commemorazione.

Nadira si arrese, e dopo varie insistenze da parte di un diplomatico terrestre ancora più viscido di Udina, afferrò di mala voglia un bicchiere di champagne, scusandosi con il diplomatico e tornandosene per i fatti suoi, ma era Destino che non venisse lasciata in pace, nemmeno per qualche minuto.

Era stata una pessima idea, e lei lo sapeva benissimo, le occhiate che le venivano lanciate dai famigliari dei suoi commilitoni, erano abbastanza eloquenti, David l'aveva incoraggiata a parlare con loro, ma c'era un limite che non poteva essere superato. E poi, che cosa gli avrebbe detto? “Mi dispiace per la vostra perdita.” “Il vostro congiunto è morto da eroe.” “Non li dimenticherò mai.”? Al momento si ritrovava un po' a corto di argomenti, a meno di un intervento divino o di un suggeritore.

Depositò il bicchiere sulla balconata, mai come allora quello champagne sentiva di tappo, anche se proveniva da una delle migliori aziende vinicole della Terra, mai come in quel momento in mezzo a persone che conosceva a malapena, si sentiva sola, con le vecchie ferite su cui era stato sfregato sopra il sale, e faceva male.

Il pensiero che qualcun altro dei suoi, oltre a John ce l'avesse fatta e fosse finito in mano a Cerberus, che riaffiorò mentre osservava il Presidium, non l'aiutò a godersi quelle ore lontane dalla Normandy, dalla missione e dalla minaccia incombente che gravava sulle loro teste. Come poteva, Hackett, considerarlo un modo per voltare pagina, come poteva essere un po' più serena, se Cerberus era là fuori, a continuare imperturbato i suoi esperimenti orribili e non etici? A colpire indisturbato altre unità della Marina, come quella del Contrammiraglio Kahoku, senza che nessuno alzasse un dito per fermarli? Avrebbe voluto dire questo, ad Hackett e agli altri che erano lì presenti. Cerberus era una grave minaccia quanto lo era Saren, giocavano con cose di cui non conoscevano nulla, finendo con lo scatenare forze che non potevano essere fermate con armi convenzionali, o chiacchiere.

Nadira restituì il bicchiere vuoto al cameriere, era l'unica bevanda che aveva toccato fino a quel momento, poi tornò per i fatti suoi, rimase da sola finché qualcuno decise di avvicinarsi a lei: pensava si trattasse di un altro diplomatico o Ufficiale di Marina, e stava per dire, per l'ennesima volta, che voleva essere lasciata da sola, quando invece si ritrovò davanti Anita Salazar, la gemella del suo secondo in comando del Cougar Platoon.

Non le chiese il motivo per cui l'aveva cercata, lo sapeva. Quel momento che più temeva, e che aveva sperato arrivasse per chiudere quella faccenda una volta per tutte, era arrivato, e si sentì, contrariamente a quello che aveva previsto, sollevata.

- Dunque, il famigerato Comandante Shepard, Primo Spettro Umano e Ufficiale Comandante dell'SSV Normandy, si è finalmente degnata di scendere tra noi, poveri comuni mortali, e onorare la memoria dei commilitoni che ha lasciato morire su Akuze.- esordì, cinica, l'Agente, avoce alta, per farsi sentire da tutti i presenti, ottenendo l'effetto voluto, perché chiunque fosse lì nel bar si voltò nella loro direzione.- Mi chiedo perché tu sia venuta, visto che ti hanno incaricata di una missione importante, non è così? Oppure era troppo ghiotta l'occasione di mostrarsi contrita per quanto successo sei anni anni fa?- rincarò Salazar, mentre Nadira, calma, provava a controllarsi.

- Dubito che ogni risposta che ti possa dare, sia quella giusta, Anita, quindi credo che le terrò per me, queste risposte. E non posso parlare di quella che non è o potrebbe essere la mia missione attuale.- ribattè, in modo molto diplomatico, Shepard, tenendo testa alla donna davanti a lei. Per quanto tempo ancora avrebbe dovuto sopportare quella situazione?

- Esatto. Avresti fatto una cosa giusta a non presentarti, la tua sola presenza offende la loro memoria.- sputò Salazar, chiudendo ulteriormente la distanza tra lei e il Comandante, con lo scopo di impaurirla. Quel gesto, al contrario, fece soltanto fare un mezzo sorriso di disprezzo a Nadira, che si era ritrovata a dover combattere con nemici ben più terrificanti. Ora lo vedeva chiaramente, mentre l'Agente Scelto Salazar la minacciava più o meno velatamente, che il suo passato non doveva più temerlo.

- Curioso, fino a qualche mese fa, vi lamentavate che non ero mai venuta una sola volta, e ora non mi volete.- fece notare Shepard, incrociando le braccia. Poi, sospirò a fondo, per cercare una soluzione che stava bene ad entrambe, e affinché quella situazione, logorante, venisse risolta al più presto.- Ascoltami bene, perché lo ripeterò una sola volta. Tu pensi che io me ne sia fregata di loro per tutto questo, che ho mancato loro di rispetto. Credo di avergli mancato di rispetto soltanto trincerandomi dietro a quel massacro per tutto questo tempo, dandomi la colpa di quanto successo ogni volta che riprendevo in mano le carte del processo, o i rapporti delle squadre che sono sbarcate per investigare sull'accaduto e recuperarne i corpi.- continuò Nadira, soppesando bene le parole e bloccando una risposta piccata da parte di Salazar.- Riguardo a questo, avrei preferito farlo in un modo più discreto, ma non mi è stato concesso. Per quanto possa essere ancora in servizio, non sono mai stata il tipo da parate, e tu lo sai bene. Dubito che la morte di tuo fratello abbia cancellato anche la nostra amicizia, Anita. Se così è stato, so che chiederti scusa per non averlo riportato a casa, non rimetterà le cose a posto.- concluse Shepard, non abbassando la testa nemmeno in quel frangente, seria.

- Vedo che hai afferrato il concetto.- si limitò a dire, fredda, la poliziotta.

- E, dimmi, la famiglia del tuo collega, ti ha mai perdonato per non essere arrivata in tempo per coprirgli le spalle, evitando che quel trafficante di Sabbia Rossa lo uccidesse, a Little Italy?- chiese a bruciapelo, il Comandante, scatenando la reazione incontrollata di Salazar.

- Non azzardarti ad usare il mio passato contro di me, Shepard, per giustificare i tuoi errori!- gridò la ragazza, spintonando Nadira, con l'intento di buttarla a terra.- Non è la stessa situazione, brutta manipolatrice che non sei altro!- inveii la sorella di Xavier, aggiungendo poi qualche insulto in spagnolo che nessuno dei presenti comprese.

- Oh, eccome se mi azzardo, perché è la stessa situazione, e lo sai benissimo Anita.- sibilò Shepard, dopo aver schivato un diretto lanciatole contro da Salazar e averle bloccato la mano ed il polso.- Sai che cosa vuol dire guardarsi nello specchio e provare vergogna per un qualcosa che non siamo stati in grado di controllare, sappiamo bene entrambe che loro ti hanno perdonato, ma tu....tu non lo sai fare, non è così?- proseguì il Comandante, bloccandole entrambe le braccia, in una morsa d'acciaio, e poi obbligandola a terra, lontana dallo sguardo avido di scoop di Khalisa Bint Sinan Al-Jilani e della sua camera bot.- I Batarian hanno ucciso i miei genitori, i miei amici, gente che conoscevo, quando ero soltanto un adolescente, solo perché ai loro occhi eravamo inferiori. E anche se una parte di me ancora vorrebbe vendicarsi di loro, sono passata avanti. Li ho perdonati.- continuò Nadira, togliendo la presa e lasciando che Anita si rialzasse.- Tu hai perso un fratello, e se posso comprendere il tuo dolore, non posso giustificare l'odio che hai nei miei confronti. Avevo ordinato a tuo fratello di andarsene, di mettersi in salvo, di lasciarmi lì, insieme agli altri,perchè quello era il mio dovere. Ma lui era testardo come un mulo, e ha salvato me, invece.- spiegò il Comandante, tenendo a freno la lingua a stento.- Sarei morta per loro, come morirei ora per ogni singolo membro del mio equipaggio. Per la mia squadra. E se avessi potuto salvarlo, lo avrei fatto, ma non potevo. L'ho visto morire, tra le mie braccia, e ricordo ancora oggi le sue ultime parole.-Nadira scosse la testa, come se stesse cacciando quei ricordi, troppo dolorosi per essere scacciati con quei pochi gesti.

- Non sei venuta al suo funerale, non ti ho mai vista venire ad El Paso, sulla sua tomba, o passare da casa nostra a dirci come erano andate le cose. Io e i miei genitori, gli altri nostri fratelli, avevamo diritto a conoscere in che modo era morto Xavier. Ci hanno persino negato la possibilità di vederlo un'ultima volta, prima di seppellirlo.- ribattè Anita, le lacrime agli occhi, lacrime di rabbia per un qualcosa che si era tenuta dentro per troppo tempo.- Non sai nemmeno dov'è sepolto.-

- Fort Bliss National Cemetery, El Paso. Comparto 201/b, lato ovest.- recitò Nadira, conoscendo il posto a memoria, e sorprendendo l'Agente Scelto Anita Salazar.- Non sono venuta alle esequie perché ero in ospedale, in coma, al Centro Medico Navale di Arcturus, ci ho messo tre anni prima di trovare il coraggio di recarmi sulla sua tomba e su quelle degli altri che hanno riportato sulla Terra. Fino all'anno scorso, mi ci sono recata ad ogni anniversario, mentre voi eravate laggiù.- confessò Shepard, porgendo un paio di fazzoletti di carta ad Anita.- Non posso riportarlo in vita, e non posso riportare indietro il tempo e cambiare le cose, perché nemmeno Dio può cambiarle. Quando sarà il momento opportuno, avrete le risposte che cercate, ma per il momento, ti posso solo promettere che non accadrà di nuovo. Nessuno resterà indietro, stavolta. Anche a costo di essere io, l'unica a non farlo. Non perderò la mia famiglia per la terza volta.- promise il Comandante, guardando Salazar negli occhi, determinata.- Faresti meglio a trovare un bagno e rifarti il trucco, prima che dicano che ti ho fatto entrambi gli occhi neri. C'è una certa giornalista che non vede l'ora di vendicarsi per averla fatta sembrare un'idiota davanti alla Galassia intera.- concluse Shepard, passando direttamente l'intero pacchetto di fazzoletti di carta all'Agente, la quale li prese senza esitazione.

- E tu faresti meglio a mantenerla questa promessa.- ringhiò Salazar, non ancora del tutto convinta di quanto le aveva appena detto e promesso il Comandante, asciugandosi le linee nere che solcavano il suo viso, per evitare che finissero per sporcare l'uniforme di rappresentanza dell'SSC.- Garrus non merita di morire su un pianeta deserto, lontano da casa. Non voglio perdere uno dei pochi amici che ho avuto su questa Stazione, dopo mio fratello.- proseguì Anita, mentre si rimetteva a posto i capelli.- Riportalo a casa, Shepard, e probabilmente.....probabilmente riuscirò anche ad accettare il fatto che Xavi non è tornato a casa non a causa tua.- sibilò la poliziotta, allontanandosi in direzione del bagno.

Mentre l'Agente Salazar si allontanava, Shepard sospirò, dicendo sottovoce, ciò che non aveva avuto il coraggio di dire direttamente alla collega di Vakarian.- Lo farò.- sussurrò Nadira, tornando alla sua solitudine e ad ignorare quanto accadeva attorno a lei.

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El Paso, TX

25 agosto 2180

Fort Bliss National Cemetery

Tomba del Sottotenente Xavier Salazar.

Ore 10.00 a.m., ora di Vancouver.
 

Erano le dieci del mattino, e già faceva un caldo soffocante.

Nadira camminò lentamente, attenta a non disturbare il silenzio che sembrava caratterizzare ogni singolo cimitero, il riposo di quei soldati che avevano dato la vita per chissà quale motivo.

La propaganda parlava di Patria, ma chiunque serviva il proprio Paese sapeva che, per quanto la Patria, ormai rappresentata da un'unica “Alleanza”, era soltanto uno dei tanti motivi per cui combattevano e morivano. Non c'era gloria nella morte di un soldato, c'era solo il sollievo di aver salvato la vita del proprio fratello che gli combatteva al fianco, oppure di non averlo lasciato morire da solo.

 

To the beloved memory of

2nd Lt. Eng. Xavier Victor Salazar
SA Marines Corps

Brother and beloved son, loyal friend.

El Paso, 2152- Akuze, 2177
Dulce et Decorum pro Patria mori”

 

In lontananza, il deserto veniva deformato dalla calura che iniziava ad opprimere quel posto, quasi a voler avvertire l'uomo di non passare oltre: il contrasto tra il verde artificiale posto in mezzo a quelle lapidi, davanti alle quali sventolavano bandierine degli Stati Uniti d'America e, quelle più recenti, dell'Alleanza dei Sistemi, e il piatto, mortale, grigio della sabbia del deserto che minacciava di reclamare anche quelle tombe, era lampante, quasi a significare che per quanto la vita potesse essere rassicurante quanto quel verde deposto lì attorno, la desolazione della Morte era lì, pronta a ghermirla e risvegliare l'Uomo dalla sua illusione.

Shepard distolse lo sguardo dal paesaggio davanti a lei, e lo depose sulla foto di Xavi, il volto gioviale come sempre, fasciato nella sua uniforme e orgoglioso di far parte dell'Alleanza, nonostante tutto. Era quella l'immagine che avrebbe voluto ricordare, ma purtroppo, l'immagine che ricordava era quella dei suoi ultimi momenti, il volto deformato dal dolore e dalla paura di morire.

E' stato un'onore, Shepard....”, le aveva detto Xavier, prima che lei perdesse i sensi, le grida dei suoi sottoposti nelle orecchie, e Nadira non aveva nemmeno potuto rispondergli che l'onore invece era stato tutto suo. Non aveva potuto raccogliere le sue ultime parole, non era nemmeno riuscita a dargli un minimo di conforto. O rassicurarlo che ce l'avrebbe potuta anche fare, se lei non si fosse lasciata intrappolare sotto quel MAKO.

Anderson l'aveva convinta a partecipare ad un'esercitazione sulla Cittadella, e prima di partire, aveva richiesto qualche giorno di permesso, per recarsi lì, da Xavier. Aveva trovato il coraggio di andare a trovarlo, finalmente.

Altre persone erano presenti, famigliari degli altri caduti lì sepolti, alcuni militari in servizio, riconoscendo i gradi cuciti sulle mostrine, la salutarono militarmente, con rispetto, e a bassa voce, saluti che lei ricambiò, aspettando di essere finalmente sola per parlare.

- Scusa se vengo a salutarti solo ora. Non sono mai stata una persona puntuale, mi dispiace.- esordì, parlando a bassa voce, in segno di rispetto per quel luogo.- Lascerò la Terra per qualche tempo, hanno deciso che forse sono tagliata per essere un graduato N7, e mi hanno pure promossa a Comandante. Offrirei un giro di birra a tutti, del Mojito per Sharon, ovviamente, ma....sono un po' impossibilitata a farlo.- proseguì, Shepard, indecisa su che cosa dire ad una lapide.- Spero che tutti voi siate in un posto migliore, e spero che Hoffmann non sia con voi. Herr “Strunztruppen” renderebbe persino il Paradiso un Inferno, e voi....voi non ve lo meritate.- Nadira si tolse un omerale in stoffa dalla tasca, guardandolo.- Ti ho portato un regalo, Vic, qualcosa che vi avrei consegnato una volta graduata al Programma. So che magari avresti apprezzato di più un mazzo di fiori, ma costavano troppo, e sai quanto sono tirchia.- concluse, inginocchiandosi e posando l'omerale sulla lapide. Dopodiché fece qualche passo indietro, si mise sull'attenti e lo salutò militarmente.- L'onore è stato tutto mio, Tenente.- mormorò trattenendo a stento le lacrime. Avrebbe voluto lasciarle scorrere, lasciarle sfogare, ma non lo fece, le ricacciò in gola con prepotenza. Uno Shepard non piangeva mai.

Era il mantra che suo padre le aveva ripetuto per anni, e per anni aveva cercato di sfuggire a quella logica, alla fine vi si era piegata, e nemmeno dopo Mindoir aveva ceduto, nemmeno davanti alla devastazione che aveva lasciato Akuze, si era lasciata andare a piagnistei, e non avrebbe iniziato a farlo ora.

Dopo aver sistemato meglio l'omerale di stoffa, caduto ingloriosamente sulla lapide, la parte decorata appoggiata sul freddo marmo, in mezzo a un misero vaso di fiori ormai secchi, a causa del caldo del deserto attorno a quel cimitero, Nadira decise che era meglio andarsene, perché sapeva che se si fosse trattenuta più del dovuto, avrebbe sicuramente incontrato i famigliari di Xavier, e non aveva spiegazioni valide da dargli.

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Presidium, Cittadella.

Bar delle Ambasciate

01.20 p.m., Ora di Vancouver.
 

Dopo quello scontro con la sorella di Xavier, Nadira aveva sperato di essere lasciata finalmente in pace, ma evidentemente, della sua pace interiore non interessava a nessuno, in quel rinfresco dove si stavano sprecando i soldi dei contribuenti con caviale e champagne.

Il suo bicchiere era vuoto, ed era in bilico sulla balaustra del bar, dopo che aveva messo da parte i suoi buoni propositi di continuare a restare astemia dalle bevande alcooliche, per sopperire alla voglia di andarsene con una scusa, una qualsiasi.

- Comandante Shepard?- fece una voce alle sue spalle, e lei si voltò di scatto, pronta a reagire, trattenendosi quando vide davanti a sé una donna dai tratti orientali, vestita alla moda, ma con in testa il classico Hijiab delle donne musulmane.

- No, non concedo interviste, e nemmeno firmo autografi.- rispose, seccata, Nadira, sperando che la donna la lasciasse da parte. Fu Udina ad intervenire, svelto ad apparire al fianco della donna davanti a lei.

- Le consiglio di mantenere un tono adeguato alla situazione, Comandante.- sibilò l'Ambasciatore, indispettito da quell'atteggiamento che il suo trofeo da esibire in quelle occasioni, aveva tenuto sin dall'inizio del rinfresco. Shepard respirò a lungo e contò fino a dieci, ma rientrò nei ranghi. Quando fu sicuro che la Dottoressa Ylmaz non correva più alcun pericolo, la presentò al Primo Spettro Umano.- Dottoressa Ylmaz, le presento il Comandante Shepard, Primo Spettro, e fiore all'occhiello della Marina dell'Alleanza.- disse Udina, ostentando un finto orgoglio che fece quasi star male Nadira. Fiore all'occhiello? Tsk, non sono ancora ubriaca a sufficienza per questo, pensò Shepard con ribrezzo. Parole dette dalla stessa persona che giorni prima l'aveva accusata di continuare a creargli problemi a non finire, sciorinandole in faccia la fattura dei danni inviata dalle Corporazioni di Noveria all'Ambasciatore.- Comandante, la Dottoressa Rahna Ylmaz, diplomatica inviata dal Consolato Turco, in veste di negoziatrice per l'Alleanza dei Sistemi.-

E, ancora una volta, Shepard dovette ingoiare il rospo e stringere la mano dell'ennesimo politico che smaniava per conoscerla, gli stessi politici che sei anni prima avevano smaniato per vederla impiccata al pennone più alto o ridotta sul lastrico per via della strage che veniva commemorata quel giorno. Le stesse persone che l'avevano paragonata al Generale Williams che aveva preferito arrendersi ai Turian su Shanxi, piuttosto che continuare a sacrificare i suoi uomini in una lotta, allora, impari, definendola senza troppi giri di parole una vergogna per l'Umanità. Ed ora era il loro “fiore all'occhiello”?

Quella stretta di mano, però, ottenne il gradito risultato di far togliere dai piedi Udina, il quale lasciò le due donne da sole a parlare: Rahna notò, divertita, il lungo sospiro di sollievo che trasse l'Ufficiale davanti a lei quando l'Ambasciatore tornò a far annoiare Hackett e gli altri alti graduati della Marina lì presenti, soddisfatta anche lei di non avere più quello sciacallo tra i piedi.

- Le chiedo scusa per prima, Dottoressa Ylmaz. Non è uno dei miei giorni migliori.- si giustificò Nadira, stanca di quella mascherata. - Credevo fosse qualcun altro.- specificò, acida, voltandosi verso Al Jilani, la quale stava intervistando un altro diplomatico, uno dei tanti intervenuti, invitato lì chissà per quale motivo.

- Scuse accettate, Comandante Shepard. Tutti noi possiamo perdere il controllo, ogni tanto.- rispose la Dottoressa Ylmaz, sorridendo incoraggiante. Aveva compreso il motivo dello scatto d'ira dell'Ufficiale. Un cameriere passò, offrendole un vassoio pieno di bicchieri riempiti fino all'orlo di costosissimo Spumante italiano, e mentre Nadira lo prese, lei rifiutò educatamente. Quando notò che Shepard era riluttante a bere in sua presenza, la rassicurò.- La prego, Comandante, non si trattenga, non reca nessuna offesa né a me né alla mia religione. L'esagerazione, quella sì che mi offende.- affermò la donna, tornando seria.- Stanno arrivando le bevande analcoliche.- fece notare Rahna, indicando il suo portaborse che stava arrivando con un paio di bicchieri d'acqua.- Grazie, Rashid.- sussurrò all'uomo, il quale si allontanò di qualche passo, giusto il necessario per permettere alla Dottoressa privacy, ma al tempo stesso era nella distanza giusta per intervenire in caso di pericolo. Rahna bevve qualche sorso d'acqua, poi lo appoggiò accanto al flute vuoto di Shepard.

Nadira, dal canto suo, si era messa ad osservarla, con attenzione, come a capire dove l'avesse vista. Dopo che la diplomatica turca ebbe finito di bere, il Comandante si sentì in dovere di continuare la conversazione, seppur malvolentieri.- Come voi diplomatici e politici riuscite a sopportare giornalisti di quel tipo, non riesco proprio a capirlo. E voi lo dovete fare tutti i giorni.- affermò, riferendosi ovviamente ad una giornalista in particolare.

- Perchè come noi abbiamo bisogno di loro, anche loro hanno bisogno di noi per lavorare e fare carriera, Comandante. È un rapporto di scambio reciproco alla pari. Presumo che lei non senta la necessità di farla carriera, per questo sente avversione per gente come Khalisa.- ribatté Rahna, con tranquillità.- A volte bisogna anche saper sopportare e sorridere anche davanti ai nostri peggiori nemici, per sopravvivere. Giornalisti inclusi. Soprattutto nel mio ambiente di lavoro.- concluse la donna, prendendo di nuovo in mano il bicchiere e sorseggiando elegantemente alcuni brevi sorsi d'acqua.

- Non mi fraintenda, sono ben lieta di rilasciare interviste a giornalisti che mostrano un minimo di etica professionale. Sono avversa agli sciacalli, alla gente che fa del dolore altrui il motivo del successo nella sua vita. Così come discutere con politici o diplomatici che non abusano delle posizioni in cui si trovano. E sono molto rari.- spiegò Nadira, riuscendo a mantenersi calma per un periodo più lungo di cinque minuti e ad intavolare un discorso più articolato delle risposte da manuale che aveva dato agli altri diplomatici che l'avevano avvicinata per tutto quel rinfresco che sembrava non finire mai.

- Mi duole smontare le sue illusioni, Comandante. Purtroppo, di politici che non abusano del proprio potere per interessi personali, probabilmente non ne incontrerà mai. A meno che non si trasferisca su Palaven, lì si troverebbe a proprio agio. Tra di loro sono rari i politici corrotti, e non il contrario.- ammise, una nota di amarezza nelle sue parole, Ma forse è dovuto ad un fatto culturale, vengono educati a mettere davanti agli interessi personali, gli interessi della comunità, e detto tra noi, di Turian divertenti non ne ho conosciuto neanche uno.- disse Rahna, provocando un piccolo sorriso in Shepard.- Forse lei ne ha conosciuto uno, Comandante? Se sì, allora vorrei conoscerlo.- chiese la diplomatica, incuriosita.

- Dubito che passerebbe una serata piacevole con lui. Finirebbe per auto celebrarsi, a parlare di fucili di precisione e a commettere gaffes su gaffes per tutto il tempo. Inoltre, non ama particolarmente gli Umani.- Se Garrus l'avesse sentita, probabilmente avrebbe protestato e detto tutto il contrario, ma alcune cose che aveva detto su di lui erano vere. O, meglio, era tutto vero quello che aveva esposto alla Dottoressa Ylmaz. Vide la delusione dipingersi sul volto della donna, che magari era stata anche desiderosa di sfatare qualche stereotipo sugli abitanti della Cresta di Apien, ma Shepard non voleva condividere i membri del suo equipaggio per il divertimento di una politicante. Soprattutto gli alieni.- Mi spiace averla delusa, Dottoressa. Posso sempre presentarle Urdnot Wrex, è un Guerriero Krogan che sarebbe sicuramente molto contento di scambiare qualche parola con lei e....- stava per dirle farle conoscere l'innato senso dell'umorismo del popolo di Tuchanka, quando Rahna la fermò.

- No, la ringrazio. Preferirei partecipare ad una conferenza di Matriarche Asari, piuttosto che discutere con quei selvaggi.- si affrettò a dire la donna, storcendo il naso, al solo pensiero di incontrare un Krogan.

La cosa però offese Nadira. Aveva conosciuto più selvaggi tra gli esseri Umani che tra i Krogan. Wrex non era il primo Krogan ragionevole con cui aveva avuto a che fare in quegli anni, e di mercenari ne aveva incontrati diversi sulla sua strada, ed era per quello che rispettava il vecchio Guerriero. Non erano selvaggi senza cervello, non tutti almeno, e presto avrebbero dimostrato che sapevano comportarsi civilmente. Lo sperava, e quel giorno avrebbe cacciato in gola quelle parole astiose in gola a chiunque gli avesse apostrofati a quel modo. Invece di intavolare una discussione lunga e infruttuosa sull'argomento, decise di cambiare discorso.

Discussero di alcuni temi d'attualità, come ad esempio il rapimento del Presidente Burns da parte di biotici che Shepard aveva sventato senza spargimenti di sangue, ricevendo il plauso della diplomatica turca, che sembrava avere molto a cuore la causa del risarcimento danni a chi utilizzava ancora impianti L2, e la cosa incuriosì il Comandante a tal punto dal farle azzardare una domanda.

- Perdoni la mia curiosità, signora, ma sembra avere molto a cuore questa causa. Quasi fosse una questione personale.- azzardò Nadira, notando una certa ritrosia in Ylmaz a rispondere.

- Ha ragione. Ho a cuore la loro causa per motivi di natura personale, di cui preferirei non discutere in questa sede, se a lei non dispiace, Comandante.- rispose, restando sulla difensiva, Rahna, allungando la mano verso il proprio bicchiere. In quel preciso istante, però, passò Pallin, che salutò anche troppo cordialmente Shepard, chiedendole notizie di uno dei suoi migliori Detective. Istintivamente, la Dottoressa Ylmaz ritrasse la mano, bruscamente, e attivò inconsciamente i suoi impianti, rivelandosi una biotica, cosa che non destò alcun particolare timore in Nadira, ma che le fece mettere insieme i pezzi e intuire con chi stava parlando. Quella reazione istintiva della diplomatica turca, così apparentemente senza senso agli occhi dei più, fu per Shepard una rivelazione importante. I poteri biotici della donna, subito controllati e disattivati, destarono preoccupazione nel suo portaborse, che si avvicinò e le chiese come si sentisse, mentre Pallin si congedava, dopo aver chiesto di riferire a Garrus un paio di cose da parte sua e del Detective Capo Chellick.

- Va tutto bene, Dottoressa?- le chiese il Comandante, una volta che Rashid si fu allontanato alla ricerca di altra acqua e di un qualcosa per far sedere Rahna.- Se vuole la posso far visitare dal mio Ufficiale medico di bordo. Ha molta esperienza nel trattare con i biotici, umani e non. Ed è molto discreta.- offrì Shepard abbassando la voce in modo da non farsi sentire dagli altri presenti.

- La ringrazio dell'offerta, Comandante, ma....no, non ce ne sarà bisogno. Soltanto brutti ricordi, nient'altro.- si affrettò a dire la Dottoressa Ylmaz.- Inoltre, non voglio creare scompiglio a bordo della sua nave. Mi basta bere un po' di acqua zuccherata o un succo di frutta, e sono a posto.- la rassicurò Rahna, ricomponendosi in fretta.

- Una barretta proteica o del miele, le farebbero meglio di un po' di acqua zuccherata, Dottoressa.- propose Nadira, ben sapendo quanto fabbisogno di energia necessitava al giorno un biotico non combattente, sorprendendo la diplomatica.

- Non sapevo fosse al corrente di queste cose, ma presumo che abbia sotto il suo comando dei biotici, per sapere queste cose.- replicò la donna, una volta che era tornata padrona di sé stessa.

- Sì, un Umano ed un'Asari. Non sono i primi biotici che ho avuto come commilitoni e sottoposti comunque. Questi trucchi me li ha insegnati una dei miei sottoposti di prima che venissi destinata alla Normandy. Era una persona davvero in gamba.- affermò il Comandante, ricordando Shannon e le loro chiacchierate alla Base, nelle due ore che precedevano il contrappello a Parris Island, una volta che le loro divergenze erano state messe da parte, dando il la ad un'amicizia che era durata fino ad Akuze.

Dopo quello scambio, tra le due donne calò il silenzio. I fantasmi del loro passato si erano frapposti tra il loro tentativo di avere una conversazione tranquilla e il desiderio di dimenticare errori, paure e parlare di qualcosa che non coinvolgesse il motivo per cui entrambe si trovavano lì, diversamente dagli altri pezzi grossi che sembravano trovarsi su un altro pianeta.

Ripresero a conversare, ma rimase sempre quella patina di dolore che rischiava di soffocarle. Inesorabilmente.

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Presidium, Cittadella.

Bar delle Ambasciate

01.40 p.m., Ora di Vancouver.
 

Ashley si guardò attorno, nel mucchio di divise di rappresentanza e costosissimi abiti civili, venendo quasi travolta da Udina che per poco non la faceva cadere per terra, mentre cercava il Comandante. Wrex borbottò qualcosa che il Capo non riuscì a capire, fendendo poi la marea umana che gli si parava davanti.

Williams non poté fare altro che seguirlo, ma entrambi vennero fermati da Hackett, che chiese loro il motivo della loro presenza sulla Cittadella: dopo un primo rifiuto da parte di Wrex di riferire all'Ammiraglio le loro intenzioni, Ashley spiegò il motivo per il quale avevano deciso di passare da lì, e Steven, compreso che si trattava di un motivo grave, permise loro di restare, dopo aver rassicurato gli Agenti preposti al servizio di sicurezza.

Nemmeno Hackett sapeva dove fosse sparita il Comandante, dopo essersi scusato con i diplomatici con cui stava discorrendo, l'Ammiraglio fece scorrere lo sguardo sulla folla, e trovò Nadira impegnata in una conversazione con la Dottoressa Ylmaz, Diplomatica arrivata sulla Cittadella per le contrattazioni commerciali con i Volus, e indicò all'Artigliere Capo Williams dove si trovava Shepard, evidentemente annoiata, mentre più ritirata rispetto agli altri una soddisfatta Khalisa Al Jilani, stava trasmettendo in diretta per i suoi spettatori le battute finali del ricevimento seguito alla commemorazione di Akuze.

Wrex non si fermò a salutare e ringraziare l'Ammiraglio come fece Williams, scaraventò un cameriere per terra e si fece largo tra la folla fino al Comandante, che stava ascoltando malvolentieri l'Umana di fronte a lei.

Quando si avvide del Krogan, Shepard non disse nulla e lasciò che il vecchio Guerriero facesse sentire ulteriormente la sua presenza di fronte ai commenti scandalizzati di alcuni famigliari delle vittime, liberandola anche di questa Rahna Ylmaz, che non sopportava già più, mentre la obbligava a discutere di geopolitica, quando avrebbe voluto darsela a gambe, dopo aver fatto la sua parte e aver detto ad Anita che cosa pensava di lei.

Quando il Krogan si intromise nella conversazione, gliene fu grata.- Wrex, che cosa ci fai qui?- disse, entusiasta (e sollevata), Nadira, ignorando completamente la Dottoressa Ylmaz, e concentrandosi sull'enorme Guerriero davanti a lei.- Qualche problema?- continuò poi, abbassando la voce, intuendo che qualcosa non andava.

- Sì, Shepard, e anche grossi. Williams sta aggiornando il tuo Ammiraglio, mentre Stuzzicadenti ci sta aspettando sulla scena del crimine.- spiegò, conciso, il Krogan.

- Datemi il tempo di salutare la Dottoressa Ylmaz e l'Ammiraglio, e arrivo. Troviamoci all'Accademia SSC, e dite a Garrus di raggiungerci subito.- affermò Shepard, sospettosa. Qualcosa di veramente grosso doveva essere capitato, se Wrex e Wlliams erano venuti fino a lì, per riferirglielo.

- Dici che se ne avranno al male se prenderò un paio di bottiglie, Shepard?- chiese il krogan, divertito, vedendo le bottiglie di champagne ben riposte su un tavolo coperto da una tovaglia bianca, con accanto flute ben allineati e puliti.

- Ne dubito. Io non ho visto niente, fa in fretta. Cerca di essere un po' discreto almeno.- rispose Nadira, rivolgendosi poi a Rahna.- Dottoressa Ylmaz, voglia scusarmi, ma è sorto un problema e devo tornare alla mia nave. È stato un piacere conoscerla, spero di incontrarla di nuovo, la prossima volta che passerò dalla Cittadella.- affermò, porgendo la mano alla diplomatica turca, il Comandante, sforzandosi di sorridere.

- Il piacere è stato tutto mio, non capita tutti i giorni di incontrare un Eroe della sua caratura, Comandante.- aggiunse Rahna, stringendo la mano che le venne porta, non una stretta completa, la diplomatica si limitò ad afferrare parte della mano di Shepard, non approfondendola.

Cosa che fece sorridere Nadira, forse la donna si illudeva che lei non avesse compreso il gesto che aveva appena fatto, il gesto di una donna abituata a fare il doppio gioco, tutto denotava uno studio delle azioni altrui, che soltanto diplomatici, militari, dirigenti d'industria, poliziotti con anni di servizio alle spalle, potevano avere. Forse aveva sperato che tutte quelle moine avessero distratto il Comandante da quanto aveva visto poco prima che Wrex facesse la sua apparizione nel bar, ma Shepard aveva capito anche fin troppo bene, di chi si trattava.

Aveva lasciato correre perché quello non era il luogo più adatto per rinvangare il passato altrui, quell'accozzaglia di vipere, non i famigliari delle vittime di Akuze, ma bensì le autorità, avevano già avuto il loro divertimento quotidiano, e non ritenne necessario aggiungerne dell'altro.

Nadira salutò brevemente Hackett, il quale la ringraziò per essere intervenuta alla cerimonia, e seguì Williams e Wrex fino al loro trasporto, sedendosi al lato del guidatore, dopo aver buttato con noncuranza berretto e guanti sul sedile posteriore, mancando di poco il Krogan, impegnato a tenere in equilibrio la bottiglia che aveva preso e che nessuno si era preso la briga di togliergli di mano.

Durante il tragitto nessuno parlò, Ashley aveva rapidamente aggiornato il Comandante su quanto stava accadendo, e lei si era limitata a scuotere la testa: la Dottoressa Michel non sapeva come restare lontana dai guai, a quanto pare.

Al loro arrivo, vennero accolti da Garrus, che aveva appena fatto rapporto ad un suo collega riguardo a ciò che avevano appena scoperto, e gli aveva dato alcune dritte su dove continuare le ricerche: il Turian attese che l'astroauto atterrasse, prima di avvicinarsi e salutare Shepard, la quale prese il berretto, indossandolo, calcandoselo per bene in fronte, per evitare attenzioni non gradite.Ogni volta che andava negli agglomerati aveva il terrore di incontrare quel Conrad Verner, un'ulteriore motivo per cui cercava di evitare di andare da quelle parti.

- Rapporto.- ordinò a Garrus, mentre Ashley e Wrex seguivano i due a ruota.

- La Dottoressa Michel mi ha contattato, poco prima di pranzo chiedendomi aiuto. Pensavo che quel Krogan fosse tornato, invece quando io e Williams siamo arrivati ci ha raccontato tutt'altro.- iniziò a spiegare Vakarian, mentre passavano attraverso il cordone elettronico che delimitava la scena del crimine. Shepard si qualificò come Spettro del Consiglio, mostrando il suo tesserino e le sue credenziali, quando un Agente Asari le fece notare che il personale non autorizzato doveva restare oltre il perimetro segnalato dal cordone elettronico.

- Ha detto che l'Ammiraglio Kahoku era stato qui, alla clinica e le era sembrato piuttosto agitato. Io e Vakarian abbiamo cercato di ottenere dettagli in più, ma la Dottoressa non è stata molto collaborativa.- proseguì Ashley, seria, dopo aver garantito per Wrex ad un Agente dell'SSC Salarian.- Secondo la Dottoressa, l'Ammiraglio aveva bisogno di un comunicatore per parlare con qualcuno.- continuò il Capo.- Kahoku non ha completato la frase, io e Vakarian abbiamo visionato alcuni filmati, e siamo arrivati alla conclusione che voleva contattare lei, Comandante.- concluse Ash, mantenendo le distanze, visto il luogo in cui si trovavano e il fatto che Shepard fosse in uniforme di rappresentanza, dandole il rispetto che quella forma richiedeva.

Chloe era circondata da un paio di agenti, che stavano prendendo la sua deposizione e i suoi dati, mentre beveva da un bicchiere di carta, portole da una Detective Asari. Shepard si avvicinò all'Asari e le ordinò di lasciare il posto: quello, era una questione del Reparto Specialisti Tattiche e Ricognizione, ora. E una personale per lei.

Come gli Agenti SSC lasciarono la zona, Nadira si tolse il berretto, consegnandolo in custodia ad Ashley, la quale lo appoggiò sul lettino di fianco alla Dottoressa Michel, dopodiché lei, Wrex e Garrus si misero a pattugliare il perimetro, pronti ad intervenire nel caso le cose fossero andate in malora.

Non riuscì a farsi dire altro, così non insistette ulteriormente, le chiese di contattarla se Kahoku si fosse fatto di nuovo vivo, dopodiché decise di far mettere un paio di agenti fuori dalla porta della clinica, a protezione della Dottoressa, e diede ascolto a Garrus.

- Shepard, temo che l'Ammiraglio non si trovi più sulla Stazione e.....- Vakarian fece per concludere la sua spiegazione, quando Joker contattò il Comandante, con urgenza.

- Comandante, c'è un piccolo cambio di programma. Uno dei nostri avamposti è sotto attacco nell'Ammasso Styx Theta. Hanno diramato una segnalazione di soccorso a tutta la Flotta, Normandy compresa.- spiegò il pilota, mentre in sottofondo si sentiva Pressly diramare ordini a destra e a sinistra per preparare la nave al decollo.- Spero tu ti sia divertita al rinfresco, Comandante. Joker, chiudo.-

Nadira sbuffò, e si rivolse agli altri tre che la seguivano.- Dobbiamo tornare alla Normandy. Sembra che non possano mai fare a meno di me e del mio valoroso equipaggio.- esclamò, sarcastica, Shepard, scusandosi poi con Garrus.- Scusa, mi dirai tutto una volta a bordo. Ora abbiamo altro da fare. Kahoku dovrà aspettare, qualcuno ha deciso che attaccare avamposti dell'Alleanza sia la moda del momento.- concluse il Comandante, mentre saliva a bordo dell'astroauto.

- Pensi che potrebbe esserci dietro Saren, a tutto questo?- chiese Garrus, sedendosi davanti, nel lato passeggero, costringendo Williams nel sedile posteriore con Wrex, ignorando le proteste del Capo.

-......dietro a cosa?- chiese il Comandante, sovrappensiero, mentre faceva le manovre necessarie per il decollo dell'astroauto.- Scusa, ma quella cerimonia è andata peggio di quanto avevo preventivato. Non sono dell'umore adatto per parlare. Magari più tardi, d'accordo?- lo bloccò Nadira, e il Turian cercò di adattarsi, mentre si infilavano nel traffico della Stazione, scorrevole nonostante fosse l'ora di punta.

Mentre le astroauto sfrecciavano di fianco alla sua, presa a noleggio per quell'occasione, ripensò a quello che aveva detto a Salazar, eco di una persona che aveva creduto di aver seppellito in quegli ultimi anni, ma probabilmente, non si cambiava mai davvero.

Dietro di lei, Williams e Wrex discutevano su quale fucile a pompa fosse il migliore, poi il Krogan zittì il Capo dopo una sua opinione non gradita sulla Genofagia e i Krogan, Garrus invece ascoltava e basta. O, almeno, così sperava lei.

Vakarian, dal canto suo, stava cercando di capire che cosa fosse accaduto alla cerimonia per far rinchiudere così in se stessa Shepard, per cercare di aiutarla in qualche modo a condividere il peso che portava con loro.
Sapevano entrambi fin dall'inizio che non era stata un'ottima idea partecipare a quella cerimonia, per quello che aveva implicato, lui l'aveva spronata ad andarci per dare un taglio netto e definitivo ad ogni legame con Akuze e la zavorra che la costringeva a non esprimere tutto il suo potenziale, ma vedendola a quel modo si convinse di aver sbagliato a farlo.

- Shepard.....- esordì, deciso quantomeno ad evitare che guidasse in quello stato, memore delle sue evoluzioni col MAKO, e quel suo guidare senza aver commesso neanche un'infrazione, lo innervosiva. Avrebbe preferito che si mettesse a fare le stesse evoluzioni a cui li sottoponeva durante le missioni, a quella calma e competenza di guida apparente che stava dimostrando.- Shepard, accosta.- le ordinò, perentorio, il Turian.

- ….perchè dovrei farlo? Non ho ancora distrutto nessuna macchina o pezzo di segnaletica.- protestò Nadira, riscuotendosi, offesa da quell'ordine.

- Chiamala prudenza. Voglio arrivare alla Normandy sano e salvo, grazie.- la rimbeccò Garrus, provocandola, più che implorandola.

- Per una volta che sta guidando decentemente, vuoi sostituirla, Vakarian?!- si lamentò Williams, correndo in difesa del proprio Comandante.

- Della calma non ci si deve mai fidare. Per una volta, sono d'accordo con il Turian.- sbuffò Wrex, annoiato, intuendo il motivo per cui il Detective aveva ordinato a Shepard di accostare.

- Sentito, Comandante? Mi stanno dando tutti ragione. Inoltre,- proseguì Garrus, ben conoscendo il traffico presente sulla Stazione, e sapendo che presto si sarebbero trovati nei guai.- se rimaniamo ancora incolonnati raggiungeremo la Normandy stanotte. E non voglio restare bloccato in auto con Williams per tutto questo tempo.- si lamentò Vakarian, lanciando una frecciatina al Capo, la quale ribattè immediatamente.

- Lo stesso vale per me, gallina.- affermò, sottolineando il tutto con una manata al di sotto del collo di Garrus, il quale le lanciò una delle sue temibili occhiate da predatore, infastidito da quel gesto.

Shepard si voltò verso i suoi sottoposti, seccata che non la si lasciasse libera di fare quello che voleva, e si impose.

- Garrus, apprezzo l'interessamento, ma vi assicuro che arriveremo alla Normandy sani e salvi.- rispose il Comandante, guardando poi il Turian.- Sto bene, davvero.- affermò, Nadira, distogliendo lo sguardo da quello di Vakarian.- Garrus, se ti può far stare tranquillo, posso sempre guidare come sul MAKO.- minacciò Shepard, vedendo che il Detective non mollava la presa.

- Comandante, io.....- esordì Garrus, cercando di giustificarsi in qualche modo.

- Non c'è bisogno che tu chieda scusa, Garrus. Al tuo posto, avrei fatto lo stesso. Ora rilassati, ok?- lo rassicurò Shepard, tornando a concentrarsi sulla guida.

Garrus non insistette, decise di fidarsi di lei, come aveva fatto altre volte.

Quando l'astroauto atterrò, vicino agli uffici delle Ambasciate, Hackett era ancora lì, sulla Cittadella, e avvicinò il Comandante, chiedendola di seguirlo in un punto più appartato.

Garrus li vide parlottare riguardo a qualcosa, e l'unica cosa che riuscì a captare fu un “Spero che lei sia un po' più serena” che lasciò il Turian sconcertato: per quanto sapesse leggere gli altri, una dote che aveva affinato nel suo periodo all'SSC, necessaria nel suo mestiere, Shepard era riuscito a ingannarlo. Dopo Solcrum l'aveva tenuta d'occhio e sembrava aver superato tutto, ma doveva essere successo qualcosa durante la cerimonia per farle fare passi indietro.

Garrus, dentro di sé, si infuriò per non aver colto quei piccoli segnali, e si stupì di prendersela tanto per un' Umana. Per il suo Comandante.

Mentre Williams e Wrex iniziarono ad avviarsi alla Normandy, lui rimase ad aspettare Shepard, che gli parve più sollevata, dopo il breve colloquio con l'Ammiraglio, ma non le chiese di che cosa avessero parlato. Non erano cose che lo riguardavano, anche se lo preoccupava, lo stato d'animo che aveva Nadira in quel momento. Non l'avrebbe forzata a parlarne, e dubitava che l'avrebbe mai fatto di sua spontanea volontà.

Saliti ai moli, c'era qualcuno accanto alla passerella della Normandy, e Vakarian vide il Comandante bloccarsi, e ne potè percepire la paura, e decise che quella volta non l'avrebbe lasciata da sola.

I due Umani, avanti con l'età, si avvicinarono a Shepard, dopo aver interrotto la conversazione che stavano avendo con il Capitano Anderson ed essersi voltati, lui si allontanò di qualche passo, ma quel tanto che bastava per farle sapere che era lì, pronto ad intervenire, pur rispettando la sua privacy.

- Tenente Shepard, quanto tempo.- esordì Jethro Toombs, il padre del Caporale, l'uomo che sarebbe dovuto diventare suo suocero.- La trovo bene, stanca, ma la trovo meglio dell'ultima volta che ci siamo incontrati.- continuò l'uomo, guardando torvo Garrus evidentemente era un altro “amante dei Turian”, concluse Vakarian, sulla difensiva.

- E'...è Comandante, signor Toombs, ora.- lo rettificò, sentendosi a disagio e in colpa, Nadira. Preparandosi nel contempo a ricevere un'altra ondata di insulti, anche se il padre di John non era l'uomo, se ricordava bene, nell'abbassarsi ad atteggiamenti simili.

- Chiedo scusa, il Capitano Anderson non mi ha ricordato l'etichetta per bene. Sono soltanto un povero agente di commercio.- si schernì Jethro, spostandosi quel tanto per dare spazio anche alla moglie.

- Lieta di rivederti, Nadira.- disse, meno formale, la madre del Caporale. Quindi, questi erano i genitori di quel Caporale che avevano soccorso su Ontarom? Shepard stava per avere un gran brutto momento, e il Turian si convinse sempre di più della validità della sua decisione.

- Vale lo stesso per me Helen.- rispose Shepard, insicura sul vero significato di quelle parole. Odio, dolore? Non riusciva a decifrarle al meglio, e cercò la risposta, prima in Anderson e poi, quando quest'ultimo si mantenne impassibile, in Garrus, il quale sollevò leggermente le spalle. In segno di resa.- A che cosa devo questo colloquio? La mia nave deve mollare gli ormeggi entro un'ora, non ho tempo da dedicarvi quanto vorrei.- si affrettò a dire, non sapendo cosa dire. Con Anita era stato facile ribattere, Xavier riposava in una tomba ad El Paso, mentre John era sotto la tutela del Programma Testimoni. Anche se avesse voluto, non avrebbe potuto dargli quel sollievo.

- Abbiamo pensato che questo fosse il momento migliore per parlare, Comandante.- proseguì Jethro, diventando tutto ad un tratto serio.- All'inizio, eravamo arrabbiati con lei, per via di John e per il fatto che non si era nemmeno degnata di raccontarci in faccia com'era morto. Era nostro figlio, era nostro diritto sapere com'era andata, ma poi.....- raccontò il signor Toombs.- Un anno dopo, uno dei miei nipoti ha perso il suo compagno di pattuglia, nonostante lui avesse fatto il possibile per salvarlo. Ci ha messo due mesi e mezzo prima di suonare alla porta della famiglia del suo compagno di pattuglia, per raccontare cos'era successo. Ho visto, nel frattempo, a cosa possono portare i sensi di colpa. E abbiamo compreso il perché lei esitava a fronteggiarci.- continuò, Jethro, stringendo la mano della moglie.- Non eravamo stati gli unici a perdere qualcuno che amavamo, e lei ha perso più di tutti noi messi insieme. Vogliamo chiederle scusa per ciò che abbiamo detto a quella giornalista. Perdere John è stata una prova durissima per noi due, per tutta la nostra famiglia, e se mai le capiterà di tornare sulla Terra, la porta di casa nostra sarà aperta per lei.- concluse, prendendole la mano, il padre del suo fidanzato.

- Avrei voluto riportarvelo indietro, vivo. Non c'è nulla in questa Galassia che mi avrebbe fermato se solo.....se solo ne avessi avuto la possibilità. Siamo stati separati, quei dannati Divoratori erano ovunque. Non ci hanno dato tregua, non ci hanno concesso alcuna pietà, e se c'era un posto che avrei potuto identificare con l'Inferno, Akuze era la personificazione di esso.- affermò Nadira, sorprendendo sia Garrus che Anderson. Era come se un argine era stato rotto, sotto la pressione degli eventi di quella giornata.- Vorrei proprio potervi dire come John è morto, ma non gli ero accanto quando è successo. La cosa che più ho rimpianto, in questi anni, è stata quella di non essere stata lì con lui, nei suoi ultimi momenti.- ammise, guardando entrambi i genitori del Caporale negli occhi. Non stava mentendo, stava dicendo la verità, e si sentì come se un altro grosso peso le si fosse tolto dallo stomaco, lasciandola libera da uno dei numerosi lacci che ancora la legavano al suo passato e le impedivano di esprimere tutto il suo potenziale. Saren era una minaccia troppo grande per lasciare che i suoi rimpianti, i suoi fallimenti, continuassero a condizionarla, e si ritrovò a dare ragione alla Dottoressa Chakwas. Parlare, era la cura migliore per il male che l'affliggeva da sei anni e mezzo a quella parte. Il suo passato era un qualcosa di cui non si sarebbe mai liberata, lo sapeva benissimo, ma combatterlo e chiudere conti in sospeso con esso, quello lo poteva fare.- C'è una cosa che posso fare, però. Ed è quella di combattere anche per lui e per gli altri che sono rimasti laggiù e farò in modo che non siano morti inutilmente. Non importa quanto ci vorrà, ma avranno giustizia.- promise Nadira, con una determinazione che soltanto il Capitano le aveva visto prima d'ora, e della quale Garrus rimase sorpreso, e ammirato. Il Turian sapeva che genere di Giustizia Shepard avesse in serbo per coloro che erano stati responsabili di quella strage. E, qualcuno stava per soffrire terribilmente.

Il padre di Toombs, annuì serio. Aveva compreso.- Allora non ci resta che augurarle buona caccia- iniziò Jethro, mentre si allontanava con la moglie, soddisfatto di quelle parole rivoltogli dall'Ufficiale Comandante di suo figlio. Si voltò un'ultima volta verso Nadira, la quale, dopo aver salutato rapidamente Anderson si stava apprestando a salire a bordo della sua nave.-.....Comandante.-

Shepard si fermò e rimase ad osservare i signori Toombs allontanarsi, non sapendo bene come reagire a quel “Comandante”, e soprattutto, al modo rispettoso con cui era stato detto, da qualcuno che fino a quel momento l'aveva sempre chiamata “Tenente”, quasi a voler sottolineare che quel grado che occupava non se lo meritava.

Non era una questione di cercare conferme negli altri, dei suoi meriti, era la questione di ricevere un riconoscimento da persone che fino a quel momento l'avevano disprezzata e avevano poi capito di aver sbagliato e di aver compreso il motivo per cui non si era fatta viva con loro per tutto quel tempo.

E valeva più di qualsiasi parola di perdono le avessero potuto rivolgerle.

 

 

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Capitolo 27
*** Some time ago... ***


Premessa: Sono tornata. Non del tutto, ma ho voluto lasciarvi questo pezzo per riempire un po’ il vuoto che ho lasciato non aggiornando da un bel po’ di tempo, in attesa di avere pronti i prossimi capitoli che molto probabilmente pubblicherò in blocco.

È stato scritto a settembre, l’ho pubblicato solo ora perché ho avuto un lutto in famiglia e non ho avuto molta voglia di revisionarlo o di pubblicarlo. In teoria l’avevo scritto per tenerlo per me e basta, ma ho comunque pensato di condividerlo con voi, soprattutto per il fatto che contiene alcune cose importanti per questo mio racconto. Avviso: per questo non ho una playlist, non c’è stato tempo materiale per mettermi a cercare canzoni adatte da unire alla lettura.

Vi auguro una buona lettura.

Nad.

 

 

 

A life in pain-Interlude

 

Capitolo 26/bis: Some time ago….

 

Mindoir, 2170

Ventiquattrore prima l’attacco Batarian

Poligono di tiro ,Caserma della milizia.

 

Va’ a fare un po’ di pratica di tiro, almeno non ciondolerai in giro tutto il giorno.” Stronzo. Nadira mancò il bersaglio per l’ennesima volta. Non era giornata, l’ennesimo litigio con suo padre, l’ennesima uscita rifiutata con Robert e Lay perché era in punizione. Per l’ennesima volta, e dopo sarebbe dovuta andare allo spazioporto per il turno.

Era incavolata, l’aveva messa in punizione perché aveva camminato in casa con gli anfibi sporchi di letame dalla stalla, ed era senza il becco di un quattrino perché quelle stupide vacche spaziali gliel’avevano fregato mentre caricava il carro unifeed con il fieno. c’erano tutti i suoi risparmi e suo padre aveva aggiunto anche quello alla punizione per aver sporcato in casa dopo che sua madre aveva appena finito di pulire.

Ti ho detto non so quante volte di non portare il creditometro in stalla con te. Che ti serva di lezione, non te ne farò avere un altro, arrangiati.”, le aveva detto davanti alle sue proteste, davanti alle sue lamentele che le vacche non le avevano mai dato problemi. Stupide vacche.

James Shepard emerse dal gabbiotto che utilizzava come centro di comando, scuro in volto perché la figlia non aveva fatto neanche un centro, dandole uno scappellotto per far sì che tornasse concentrata. Nadira lo guardò, truce, ma lui rimase imperturbabile.

- Non andrai a lavorare finché non mi centrerai almeno cinque volte il bersaglio.- sibilò, ordinando agli addetti del poligono di cambiare le sagome e di metterle ad una distanza superiore di quelle a cui le aveva messe originariamente.- Ti scriverò pure due righe per il tuo datore di lavoro, ma voglio quei cinque centri. Non uno di meno, non uno di più. Sono stato chiaro?!- le gridò nelle orecchie, come faceva con le altre reclute. Per quanto lei potesse essere sua figlia, faceva parte della milizia e lui non faceva favoritismi. Con nessuno.

- Sì, papà.- Altro scappellotto. Nadira strinse gli occhi e si sforzò di contare fino a dieci prima di peggiorare la situazione. Si chiese che cosa avrebbe detto sua madre se avesse visto il marito prenderla a schiaffi.- Cristallino, signore.- sibilò, sentendosi addosso una voglia matta di mollargli lì quel dannato fucile, mandarlo al diavolo e rischiare un’altra settimana di punizione, ed andarsene per i fatti propri.

- Ottimo. Ora, smettila di pensare a quel perdigiorno del tuo fidanzato e vedi di centrarmi quei bersagli.- rimarcò, gelido, James Shepard, ignorando l’occhiataccia lanciatagli da sua figlia.- Quell’imbecille….- mormorò l’uomo, mentre si allontanava. Con tutti i ragazzi che c’erano sulla colonia, sua figlia doveva proprio innamorarsi del figlio del suo vicino di campi, e doveva pure fare amicizia con la figlia del supervisore della colonia.

Che la trascinava in guai che spesso finivano per ricadere come colpa di Nadira perché la cocca di papà non doveva avere la fedina penale sporca, per poter essere ammessa all’Università di Arcturus.

Sua figlia era doppiamente cretina che si lasciava coinvolgere, la sua speranza era che David Anderson ci mettesse davvero una buona parola per farla ammettere all’Accademia Navale Militare, era la cosa migliore che potesse capitare, avrebbe anche accettato che sua figlia si fidanzasse con un Turian pur di vederla lontana da quei due.

D’accordo, forse quello era troppo, anche se Nadira pur di fargli un dispetto lo avrebbe fatto sul serio di avere un fidanzato Turian, la conosceva fin troppo bene per essere tranquillo, da quel punto di vista. Anche solo per ripicca.

Anna non l’aveva presa bene, la proposta di Anderson. Avevano avuto una discussione la sera prima e sua moglie non era stata d’accordo sull’imporre a Nadira quel genere di scelta, una scelta che avrebbe cambiato per sempre il suo futuro, se fosse riuscita a entrarci.

Non era un mistero che Anna avrebbe voluto che fosse sua figlia a scegliere cosa fare nella vita, e non sicuramente il lavoro che aveva fatto suo padre fino alla fine della Guerra del Primo Contatto, anche se sarebbe stato per breve tempo, per soli dieci anni.

James osservò la figlia sparare attraverso i monitor, notando che ne aveva centrati due su cinque e lei, frustrata, aveva rotto il treppiede del fucile. Il suo preziosissimo treppiede nuovo di zecca che aveva pagato un sacco di crediti….si costrinse a trangugiare il caffè schifoso che aveva nell’ufficio e a scrivere una mail ad Anderson in cui accettava l’offerta di aiutare Nadira ad entrare all’Accademia Navale, iscrivendola ad una delle scuole superiori presenti su Arcturus.

Anna alla fine, seppur a malincuore aveva accettato, una volta compreso che quello sarebbe stato il meglio per la loro unica figlia di avere una chance di sopravvivere ed andare via da lì, da Mindoir, dalla Fascia di Attica. Nadira gli avrebbe odiati, Anderson avrebbe passato un inferno a doversi occupare di lei, mentre studiava laggiù, ma era la cosa migliore da fare.

Era il compito dei genitori decidere cosa fosse meglio per i propri figli, e quello, era il meglio. Arcturus era più sicura di una colonia della Fascia di Attica ed il suo vecchio Tenente aveva le credenziali giuste per instillare disciplina in Nadira, quella disciplina di cui lei difettava e che lui non era riuscito ad inculcarle, complice anche la compagnia che frequentava.

James scosse la testa. Ricordava quando era ancora una bambina, quella ghirlanda di pasta di sale che Nadira gli aveva portato a casa da scuola, o quando lo aveva esibito con un trofeo alla giornata dei genitori, dove per ovvie ragioni non aveva potuto portare sua madre; ridacchiò nel ricordare il primissimo giorno di scuola di Nadira, dove lui aveva dovuto prometterle di farle indossare il casco della sua corazza da Marine, per convincerla ad entrare all’asilo, mentre lei si nascondeva dietro di lui attaccata alla sua gamba.

Con l’arrivo della pubertà, era anche arrivata l’idiozia dell’adolescenza, e sua figlia aveva seguito la tendenza giovanile di diventare tutt’altre persone da come si era da bambini, nel modo peggiore però. E tuttora non erano cambiate le cose, di un millimetro. E lui era preoccupato che sua figlia finisse male, se fosse rimasta su Mindoir. Robert era un dannato neonazista, e la figlia del Supervisore della colonia, pensava che tutto le fosse dovuto, mettendo in testa idee a sua figlia che andavano bene per qualcuno che non doveva spaccarsi la schiena tutto il giorno per mandare avanti la propria famiglia, non per loro.

James depositò la sua caraffa preferita al suo posto d’onore, vicino a quella di Nadira, un’anonima tazza bianca, che toccava sempre pulire a lui o a sua madre, anche se sospettava che la peste se la lavasse da sola quando loro non guardavano. Qualche volta li faceva uscire di senno, in quei casi ricorreva al suo addestramento da tiratore scelto ed una parte di lui desiderava che si sposasse ed avesse figli come lei per farle capire che molte volte, quegli scapaccioni se li meritava.

Il Marine in congedo si sedette di nuovo, trovando Nadira ancora intenta a cercare di centrare i bersagli come lui le aveva detto di fare: dopo l’ennesimo fallimento, un bersaglio su cinque centrato, vide la figlia concentrarsi finalmente.

Sorrise orgoglioso quando li centrò tutti e cinque al centro. Ed in quel momento entrò sua moglie, inseguita dal piantone di quel giorno, un suo allievo, che Anna ricattò mostrandogli il compito in classe che doveva ancora correggere per farlo desistere dal continuare a inseguirla.

- Torna al tuo posto, della signora me ne occupo io.- gli ordinò, malizioso, James, tirando sua moglie a sé non appena il ragazzino fu scomparso.- Finirai per terrorizzarmi tutti i miei sottoposti.- le disse con tono bonario, dopo averla baciata a lungo e con passione. Non passava giorno che non ringraziasse Dio per avergliela fatta conoscere.

- Ci sei già tu che lo fai, signor Shepard.- rispose Anna, appoggiando la mano sull’uniforme improvvisata del marito, la sua vecchia uniforme da fatica.

- Qualcuno li deve pur tenere in riga, giusto? È meglio che sia io a farlo.- rispose, spavaldo, James Shepard, portando via i fogli dei compiti in classe alla moglie. Aveva avuto la fissazione di far scrivere ai suoi allievi su fogli di carta invece che sui datapad, per i suoi compiti in classe, sin da quando aveva iniziato a lavorare nella scuola della colonia.

La sua giustificazione? Un giorno i datapad si sarebbero potuti rompere, e loro avrebbero potuto ritrovarsi a dover riparare su quel genere di sistema antidiluviano, così almeno sarebbero stati pronti , in quel caso. Non che avesse tutti i torti, quella non era una cattiva idea, ma la carta era rara, sulle colonie, e farla arrivare dalla Terra costava parecchio.

- Papà ho fatto come hai detto, ora posso….- disse Nadira, interrompendo quel momento di intimità tra i genitori, e cercando di defilarsi prima che sua madre le dicesse qualcosa per la scuola. Fallendo miseramente.

- Nadira Jane Shepard.- esordì, severa, sua madre.- Che.cosa.è.questo?- le chiese, sventolando quello che doveva essere il suo tema sull’animale domestico che possedeva.

Merda….

James guardò storto la figlia, la quale sentiva che stava per passare altre ore al poligono di tiro o a correre attorno all’insediamento principale, poi prese in mano il tema di Nadira, leggendolo ad alta voce.

- “Tema: Il mio cane. Svolgimento: “Non posso fare il tema perché non ho un cane.”- lesse, trattenendosi a stento dal ridere, James Shepard, inarcando un sopracciglio e guardando la moglie.- Beh, non puoi certo dire che non sia stata sincera. Le vacche spaziali non contano come animale domestico.- disse, supportando per una volta la figlia.- E dubito che le prenderemo mai un pony.- aggiunse, sarcastico.

- Non incoraggiarla.- gli disse, Anna, guardando in tralice sia padre che figlia.- Dopo il lavoro allo spazioporto, rifarai il tema, e parlerai del mio Pastore Tedesco Ducky.- la minacciò, il dito puntato, la signora Shepard.- Stasera niente cinema.- concluse, perentoria, Anna.

- Ma….- iniziò a protestare Nadira, guardando suo padre in cerca di appoggio, ma non lo trovò.- Lo sai che a scuola mi prendono tutti in giro, sin dalle elementari, a causa del tuo Pastore Tedesco, mamma?- brontolò, offesa, la giovane, preferendo mille volte il poligono di tiro, alla serata che le si prospettava.

- Considero questa conversazione chiusa, Nadira. Va’ allo spazioporto, prima che ti licenzino.- affermò, seria, sua madre, che non appena la figlia uscì, mise una D- sul tema della ragazza, confondendo suo padre.- Deve imparare che deve sudarsi i bei voti, e che deve essere creativa in certe situazioni. Il problema di questi ragazzi è che lo Spazio non se lo sognano più, come facevamo noi da giovani. E non sognando più, è come se morissero giorno dopo giorno.- spiegò Anna.

- Noi non sapevamo che cosa aspettarci dalla frontiera dello Spazio, e trovammo i Turian, le Rovine su Marte….per noi il futuro che avevamo sempre visto negli olofilm, era appunto futuro, per loro è il presente, ed ho questa sensazione che noi apparteniamo a tutt’altra epoca.- ammise James, malinconico.

- Lo so….mi mancherà quando andrà ad Arcturus.- rispose, triste, Anna.-Stiamo facendo la cosa giusta, James?- chiese la donna, al marito, guardandolo negli occhi.

- Prima o poi avrebbe lasciato Mindoir comunque, Anna. Questo posto non è la frontiera che sognavamo noi. I Batarian ieri hanno attaccato un’altra colonia, se rimane, o finisce a lavorare a vita nello spazioporto, ed io non….- James non finì la frase, perché Anna lo abbracciò.

Quella fu l’ultima volta che si abbracciarono.

 

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SSV Einstein

Infermiera di bordo.

 

Karin Chakwas giurò che si era assentata solo per pochi secondi, ed ora guardava il lettino della loro ospite, vuoto.

Si mise a cercare sotto la scrivania, nel magazzino, in sala mensa, negli alloggi dell’equipaggio, prima di arrendersi e chiedere aiuto ad Anderson, spiegandogli che aveva cercato ovunque, ed il Comandante diede ordine di cercare la figlia di James Shepard su tutta la nave.

Dopo due ore di accurate ricerche, trovarono la ragazza infilata dietro alcune casse nella stiva, le ginocchia al petto, che cercava di infilarsi più in profondità per essere lasciata in pace: David non insistette sul volerla fare uscire da lì, ordinò ai Marines della sicurezza di tornare ai propri posti, lasciando la Chakwas nei paraggi in caso servisse un suo intervento.

Anderson si sedette accanto a lei, la guardò negli occhi, pronto a farle una bella ramanzina, ma non ci riuscì, limitandosi solo a passarle il braccio attorno alle spalle.

- La Dottoressa Chakwas era preoccupata, non dovresti sparire così.- le disse il Comandante, con delicatezza, una volta ottenuta l’attenzione della giovane.

Nadira scrollò le spalle, anche se la sinistra le faceva un male cane non voleva tornare in infermeria, dalla quale era scappata per avere un po’ di tranquillità, lontana dalle incessanti domande del medico di bordo.

Flash di quello che era accaduto arrivavano di tanto in tanto, ma erano troppo pochi frammenti per dargli un senso, e Nadira era disorientata, confusa, e la spalla ferita che le trapanava il cervello ogni volta che cercava di muoverla. Cos’erano passati? Due, tre giorni, da quando si era risvegliata a bordo di quella nave della Marina? Perché non erano ancora arrivati ad Arcturus? Avrebbe cercato i suoi zii sulla Terra, cercato di dire loro quanto accaduto….doveva farlo, doveva farlo….

- Fa male.- si limitò a dire, nonostante si fosse preparata tutto un discorso di senso compiuto. Si meravigliò lei stessa di quanto fosse roca la sua voce e di quanto avesse, ancora, sete.

Anderson la guardò, stupito che avesse parlato. Contento che lo avesse fatto.

- Vieni, ti riporto in infermeria, hai bisogno di riposare.- disse il Comandante alzandosi in piedi, e porgendole la mano, ma la figlia di James non si mosse di un millimetro e continuava a guardarlo, in shock.- Shepard….- esordì, venendo interrotto da Nadira.

- Fa male….- ripetè la ragazza, sul punto di piangere, e stavolta David comprese che non stava parlando della spalla.

Si inginocchiò, guardandola negli occhi, e le appoggiò entrambe le mani sulle spalle.

- Farà sempre male, Shepard. Col tempo si attenuerà, ma i tuoi genitori saranno sempre qui- disse Anderson, segnandole prima la testa e poi appoggiandole una mano sul cuore.- e soprattutto qui. Tuo padre è morto, sì, ma finché ti ricorderai di lui, ed anche di tua madre, sarà come se non fossero mai morti.- aggiunse il Comandante, vide la ragazza corrugare le sopracciglia, come se stesse per dire qualcosa, ma si trattenne, dicendo tutt’altro, e riprendendo un minimo di controllo sulle sue emozioni.

-….di certo mi ha lasciato qualcosa che non dimenticherò mai.- borbottò, amara. Non era ciò che voleva sentirsi dire, ma se lo fece bastare. Si abbandonò contro la cassa che stava dietro di lei, socchiudendo gli occhi un paio di volte. Sussurrò qualcosa che Anderson non riuscì a cogliere, commossa, ma non pianse. Non aveva quasi mai pianto in vita sua, non si ricordava di averlo mai fatto, forse lo aveva fatto quand’era nata, non avrebbe iniziato ora.

Il suo modo di reagire a un lutto, ad una sconfitta, era la rabbia, e sentiva che quella rabbia solita, iniziava a montare ora, strinse per quello che poteva la mano sinistra a pugno, voleva strapparsi quella benda, prendere a pugni qualsiasi cosa le capitasse a tiro, ma si trattenne, e la rabbia scemò lentamente, così come era arrivata, in sordina.

Anderson, sollevato e già pronto a fermarla dal farsi ulteriormente male, si lasciò ad andare a un breve sorriso,sorpreso dal controllo che James aveva instillato in sua figlia su sé stessa, sulle sue emozioni. Sì, l’avrebbe raccomandata per l’Accademia Navale, oltre a prendersi cura di lei, d’ora in avanti, come aveva promesso a James ed alla moglie.

Quanto a Nadira, la ragazza decise che forse era meglio ritornare in infermeria, guardò il Comandante negli occhi, e gli chiese di riaccompagnarcela. Quando Anderson ce la riportò, la Dottoressa Chakwas era lì ad aspettarla ed aveva lo sguardo di sua madre quando le stava per fare una delle sue ramanzine.

 

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Arcturus, sei mesi dopo.

Astroporto.

 

Nadira stava passeggiando tranquillamente, Anderson l’aspettava per cena al suo appartamento sulla Stazione ed era riuscita a liberarsi dal responsabile del centro per rifugiati con la scusa di uscire a prendere qualcosa per la scuola.

Odiava quel posto, odiava la gente che lo frequentava, odiava il responsabile del centro.

I suoi parenti sulla Terra non l’avevano voluta tra i piedi, così Anderson l’aveva presa sotto la sua ala protettrice, iscrivendola ad un liceo frequentato da figli di militari assegnati lì o nella Flotta, e lei si era trovata un piccolo lavoro lì allo spazioporto senza dire nulla al Comandante, per non dipendere da lui per le piccole spese. Non voleva assolutamente entrare all’Accademia Navale, ma Anderson insisteva che quello era la cosa giusta da fare, così si era messa d’impegno a studiare.

Era l’unica cosa che poteva fare laggiù, i locali erano frequentati da soldati e politici, di tutte le razze, e lei non aveva neanche uno straccio di amici con cui andarci: con gli altri rifugiati era impossibile legare, o erano troppo traumatizzati, oppure le famiglie la tenevano a distanza, come un’appestata. Qualcuno da Mindoir si era salvato, ma dopo aver provato a stare con loro, aveva lasciato perdere, perché a parte la tragedia che avevano vissuto non trovarono nessun punto in comune. E, sinceramente, lei non si sentiva a proprio agio, in mezzo alle famiglie.

Non più. Le ricordavano troppo quello che aveva perso, e provava disagio nel vedere che in molti avevano ripreso a vivere quasi normalmente.

Era stato tramite l’elenco delle vittime di Mindoir che avevano esposto al Centro, che aveva saputo della morte di Robert e della sua migliore amica, la figlia del Supervisore della colonia: a quanto pare i Batarian, non avevano fatto alcuna distinzione, nel colpire l’insediamento, ma per lei era stato tremendo saperlo a quel modo. Due nomi in più da aggiungere alle lapidi scolpite nel suo cuore, oltre a quelle dei suoi genitori.

Aveva sentito Robert chiamarla, implorarla di aiutarli, solo che lei aveva deciso di correre alla fattoria, per proteggere sua madre, arrivando in tempo per….Nadira scosse la testa, per scacciare quei ricordi. Con i mesi buona parte dei ricordi dell’attacco dei Batarian erano tornati a galla, i peggiori, quelli più traumatici, a dispetto di quello che le avevano detto i medici.

Aveva dovuto fare una scelta terribile, tra salvare i propri amici e salvare la propria madre, finendo con il perdere entrambi e non essere in grado di difendere nessuno, nemmeno lei stessa, da quei maledetti. Alla fine, non era più importato che lei sapesse sparare, o picchiare a sangue qualcuno, o che non seguisse le leggi alla lettera, perché non era riuscita a mantenere la promessa di salvare sua madre.

La milizia si era rivelata inutile, lei si era rivelata inutile, e lei non voleva più essere inutile. Non voleva più arrivare tardi per salvare qualcuno che le stava a cuore, anche a costo di sacrificare la sua di vita, considerazioni che era abbastanza intelligente da tenere per sé, altrimenti sia il responsabile del centro che il Comandante Anderson avrebbero iniziato i loro lunghi sermoni su quanto la vita andava avanti e valeva la pena di essere vissuta.

Senza accorgersene era arrivata allo Spazioporto, e si sporse per osservare le navi della Flotta, per vedere se riusciva a intravvedere Anderson, che iniziava a diventare un punto di riferimento per lei, una specie di surrogato della famiglia che aveva perso, anche se non era molto presente a causa del suo mestiere.

- Quello è il mio posto.- disse, una voce offesa alle sue spalle.

Nadira si voltò pronta a scusarsi con chi aveva detto quella frase, trovandosi faccia a faccia con quel Jeff , il ragazzino con le stampelle che aveva “salvato” da quei bulli, fermo, che la guardava male.

- Scusa, non sapevo che avessero scritto il tuo nome su questa ringhiera.- replicò, sarcastica, Nadira, non spostandosi di un millimetro.

- Possiamo sempre rimediare.- propose il ragazzo, caustico, avanzando a fatica verso la ragazza che gli aveva evitato ulteriori percosse da Tizikis e compagni mesi prima.

- Bisogno di aiuto?- gli chiese Shepard, seria, ma Jeff rifiutò e raggiunse finalmente la ringhiera.

- Quello è il mio posto preferito di tutta la Stazione. Per questa volta ci passo sopra, ma domani….-aggiunse Moreau, lasciando cadere la conversazione, mettendosi a guardare le navi a sua volta.- ….non sono magnifiche? Darei un mio braccio per poterne pilotarne una!- esclamò il ragazzo, guardando le navi passare davanti ai suoi occhi.

- Senza un braccio, come farai a pilotare una nave?- chiese, confusa, Nadira, rapita anche lei dallo spettacolo degli incrociatori e delle altre navi della Marina.

- Giusto. Era una metafora, non so se hai colto la cosa.- ribadì, sempre caustico, Jeff, guardandola stranito. Una nave Asari attraccò, e da essa scese una Matriarca seguita dalla sua scorta di Commando Asari. Quello fece eccitare ancora di più Moreau, il quale costrinse Nadira ad osservare il gruppo.- Guarda, un gruppo di Asari!- esclamò il giovane, eccitato.

- A me non piacciono le Asari.- si limitò a dire Shepard, tornando a guardare le navi.

- Oh andiamo, a chi non piacciono le Asari? Sono delle specie di Twi’lek. - esclamò Jeff, praticamente sbavando per quelle odiose aliene.

-….cosa?- chiese sempre più confusa, Shepard, distogliendo lo sguardo dalle navi della Flotta.

Jeff la guardò come se stesse parlando con un Turian o con un Salarian. Magari il Salarian avrebbe capito di che cosa stava parlando.

- Ok, stai scherzando, vero? Avrai sicuramente guardato quei film almeno una volta, al cinema di quella tua colonia.- disse, perplesso, Moreau, prima di rendersi conto che quella strana ragazza davvero non aveva ai visto quella famosa vecchia esalogia. E quella diventò la sua missione. Si staccò dalla ringhiera, facendo segno a Nadira di seguirlo.- Vieni, tu devi essere iniziata alle vie della Forza.- disse, determinato, il ragazzo.

- Veramente sto aspettando il Comandante Anderson per….- cercò di protestare Shepard, per paura che quel ragazzo avesse tutt’altre intenzioni.

- Non ti preoccupare, non voglio violentarti, ma soltanto farti capire che cosa ti sei persa fino ad ora.- la rassicurò Jeff, serio e compito, nella sua missione di far conoscere

-Ehi, non sono scema, sai quanti hanno già cercato di abbordarmi con la scusa degli olofilm?- protestò Nadira, ben conoscendo i metodi maschili per abbordare. Dopotutto aveva già avuto un fidanzato, e Robert l’aveva baciata per la prima volta proprio nell’unico cinema della colonia mentre trasmettevano un vecchio olofilm, un documentario, se non ricordava male.

- Se ti farà sentire più tranquilla, lo giurerò sulla Bibbia, che ti lascerò stare.- insistette Jeff.- Mia madre non è a casa e tu te ne potrai andare in tempo per andare a cena con il Comandante Anderson. - promise Moreau, aspettando che la seguisse.

Nadira fu combattuta, quel ragazzo le stava simpatico, ma aveva paura che la cosa finisse male per entrambi, soprattutto se la madre fosse arrivata mentre loro…..Al diavolo, nel caso gli spacco le sue stampelle sulla schiena. Lo seguì, adeguandosi al suo ritmo, ed arrivarono a casa di Jeff, contemporaneamente alla madre del ragazzo, la quale la accolse in modo anche fin troppo entusiastico, pensando che finalmente il suo Jeffie, come era abituata a soprannominarlo, avesse trovato una fidanzata.

Shepard e Jeff si guardarono, sconvolti dalla madre di Moreau che aiutò il figlio a mettersi sul divano e gli preparò il televisore quando lui gli disse perché erano andati lì, dopodichè tornò con una ciotola di pop corn ciascuno.

Finito il primo film, a tarda sera, Shepard salutò Jeff con la promessa che la sera successiva si sarebbero rivisti per guardare un altro film di quella vecchia saga fantascientifica che l’aveva entusiasmata molto.

Prima che potesse rientrare, però la madre di Jeff la fermò.

- Scusi per la visita imprevista, signora.- si scusò Nadira, sulla difensiva.

- Non preoccuparti, anzi volevo ringraziarti.- esordì la donna, lasciando confusa Nadira.

- Per….cosa?- chiese, confusa.

- Quei film di solito Jeff li guarda con me, non viene mai nessuno a trovarlo a causa della sua malattia.- spiegò la signora Moreau.- Grazie per avergli fatto compagnia….?-

- Nadira, signora Moreau.- si presentò la ragazza, un nodo alla gola pazzesco.

La madre del suo nuovo amico le mise una mano sulla spalla.- Grazie, Nadira.-

 

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SSV Normandy SR-1

Ponte.

Presente.

 

Joker finì di compilare i rapporti relativi alla manutenzione e li inviò ad Adams, a Pressly ed al Comandante, che probabilmente era ancora sveglia, insieme a Tali, Garrus, Liara e Williams. Wrex ed Alenko dormivano da un bel po’, il Krogan abbracciato ad una bottiglia di champagne, il biotico in uno di quei letti che servivano a salvare spazio all’interno della Fregata.

Per quanto lo riguardava, fra un po’ il suo turno sarebbe finito e sarebbe potuto andare a dormire, anche se avrebbe voluto parlare con Shepard, in modo informale, era tornata da quella cerimonia scossa e voleva tirarla su di morale a sufficienza dal non dover sentire la Dottoressa Chakwas lamentarsi con lei di alcune cose. Oltre a parlare di quello che era successo su Solcrum.

Maledizione ad Akuze che l’aveva lasciata a pezzi ed a quel Toombs che l’aveva lasciata sola per tutto quel tempo solo per tornare a quel modo nella sua vita come se Nad fosse di sua esclusiva proprietà. Shepard stava puntando sul cavallo sbagliato, di nuovo.

Jeff temeva che Toombs la stesse usando per i suoi sordidi scopi personali, per poi abbandonarla di nuovo quando gli avrebbe fatto comodo farlo, quando non gli sarebbe più stata utile, come avevano fatto altri. Se ciò fosse accaduto, avrebbe tirato fuori la scopa che Garrus aveva su per il suo culo e avrebbe pestato a sangue il Caporale con quella, lui stesso, ossa fragili o meno.

Nadira non era una donna da portare a letto e basta. Era una donna da amare, da rispettare, come persona, soprattutto come persona, e come Ufficiale della Marina, non la personale bambola gonfiabile di un Marine arrapato che non vedeva una donna con la D maiuscola da sei anni. Se voleva la bambola gonfiabile, la Consorte o qualsiasi sexy shop, reale od online, offriva quel genere di servizi, non Shepard.

Sospirò, lui era confortevole nella sua posizione di amico, soprattutto ora che era il suo Comandante: non era Kaidan che le faceva la radiografia tutte le volte che gli passava di fianco, nonostante i suoi modi, lui era rispettoso delle gerarchie, anche se non sembrava. Avrebbe voluto che si fosse andati oltre l’amicizia, ma non sempre le cose andavano come si voleva che andassero.

Ed era contento anche solo di stare così, era il suo pilota, avrebbe fatto del suo meglio per riportarla a casa sana e salva, ma lei avrebbe comunque dovuto fare la sua parte, non poteva continuare a buttarsi a capofitto in situazioni che la vedevano sempre arrivare nell’infermeria di bordo ferita più o meno grave.

Oh, quanto avrebbe voluto farle sapere che cosa aveva pensato del suo colpo di testa su Solcrum e durante la pulizia dell’Ammasso Armstrong, ma ci avevano pensato Garrus e la Dottoressa Chakwas a quello. Dannata testona.

Controllò che il pannello da dove pilotava la Normandy fosse a posto, fece per alzarsi e si trovò davanti una zuppiera colma di pop corn, e sollevando lo sguardo trovò Shepard con un’altra zuppiera.

- Ho pensato che è un po’ che non vediamo un olofilm assieme.- disse il Comandante, sedendosi al posto del co-pilota.

- NON mangeremo pop corn dove piloto la TUA nave, Comandante.- protestò Jeff, guardandola in tralice.

- Nella mia cabina c’è Pressly che sta facendo una lavata di capo a Tanaka e ad un altro membro dell’equipaggio di cui non mi ricordo il nome, al momento.- ammise Nadira, dopo aver mangiato un paio di pop corn.- E si è appropriato del computer per motivi suoi personali.- aggiunse, rivelando anche un giornaletto che porse a Joker.- Trovato sulla Cittadella l’ultima volta che abbiamo attraccato. Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere averlo.-

Moreau prese il giornale e sorrise.- E’ l’ultimo numero di Fornax!- esclamò, contento.- L’ho cercato via extranet, ma era esaurito, come hai …..?- chiese Joker, rimangiandosi subito la domanda.- Non voglio saperlo.- asserì il pilota, infilandoselo nei pantaloni, dietro alla schiena, per non farselo portare via, sistemandosi poi il berretto.- Che film vuoi guardare?- chiese Jeff, aprendo la sua playlist di olofilm, quella che non condivideva con quasi nessuno. Shepard era “affascinata” dalla playlist del suo pilota e lo guardò in tralice.

- Joker, la metà di questi film sono proibiti dalla Flotta. Lo sai che se ti becca Pressly ti farà ripulire il tuo Factotum da tutta questa robaccia?- lo rimproverò Nadira, continuando a scorrere la lista dei film.

- ….hanno proibito qualsiasi cosa..- protestò Moreau, corrugando le sopracciglia.

- I film che guardi tu, non sono certo lungometraggi animati.- insistette Shepard, inarcando, severa, un sopracciglio.- Ci sono le corna, ma di un altro genere.- bofonchiò, scuotendo la testa.

- Certo, perché tu non li guardi.- insinuò il pilota, acido.

- Non sulla Normandy, e non in servizio.- lo zittì, borbottando, il Comandante, trovando finalmente quello che cercava.- Ecco qua, trovato quello che mi interessa,Joker.- esclamò segnando i film che voleva guardare insieme a Jeff.

- ….davvero? Shepard, siamo nello Spazio e tu vuoi guardare questo?- chiese, inarcando perplesso un sopracciglio, Moreau.

- Beh, se vuoi guardiamo una soap opera, visto che a te piacciono tanto.- affermò Nadira, mangiando altri pop corn.- Se non li mangi tu, faccio volentieri un bis.- disse, segnando i popcorn di Moreau, ancora intatti.

- Scordatelo.- rispose, semplicemente Jeff, avviando il primo olofilm di quelli che il Comandante gli aveva segnato. Mentre i titoli iniziali scorrevano, Joker osservò Nadira, che sembrava non fare molto caso al film in sé e sembrava pensierosa. Preoccupata, persino. Non era una novità, ma il pilota trovava inusuale che avesse deciso di vedere proprio quei film e non altro.

Shepard, dal canto suo, mangiava i popcorn meccanicamente, senza molta voglia: era andata sul Ponte da Jeff per non stare da sola quella notte, aveva paura di rivivere Akuze, dopo la cerimonia ed il confronto avuto sia con Anita che con i genitori di John. Il peso opprimente che sentiva da dopo il massacro si era alleggerito, ma sentiva che aver partecipato a quella cerimonia non era a sufficienza.

Non aveva saputo da chi altri andare, se non Jeff: Garrus era impegnato a sistemare il MAKO, Tali e Williams stavano setacciando la Galassia alla ricerca di tracce lasciate dall’Ammiraglio Kahoku, Wrex stava preparando il suo fucile a pompa e lei non voleva sentire per l’ennesima volta parlare della Genofagia, e delle conseguenze sui Krogan. Liara, invece stava parlando di poteri biotici e di Commando Asari con Kaidan e lei non era ferrata sull’argomento al punto da poter intavolare un discorso sensato con loro. Anche perché sarebbe finita con l’annoiarsi. La Dottoressa Chakwas era andata a coricarsi approfittando della calma piatta sulla nave.

Così era ricorsa all’unica persona libera in quel momento, qualcuno che conosceva da talmente tanto tempo che sapeva che poteva contare sul suo silenzio senza ordinarglielo o implorarlo.

Non si era resa conto di quanto fosse stata fortunata a conoscere Jeff su Arcturus finché non aveva messo piede sulla Normandy, un altro motivo per cui iniziava ad essere contenta di essere sopravvissuta a quel massacro, uno dei pochi. L’altro, era il suo nuovo equipaggio.

Il migliore che si potesse avere. 

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