Chat Line

di OneWhiteRogue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anonimo91 ***
Capitolo 2: *** Doncaster - Holmes Chapel ***
Capitolo 3: *** my star ***
Capitolo 4: *** the flood ***
Capitolo 5: *** sixteen years ***
Capitolo 6: *** read all about it ***
Capitolo 7: *** next train ***
Capitolo 8: *** I want to break free ***
Capitolo 9: *** how ya doin? ***
Capitolo 10: *** ice cream sex ***
Capitolo 11: *** big blue eyes ***
Capitolo 12: *** saying goodbye ***
Capitolo 13: *** don't u remember? ***
Capitolo 14: *** how to save a life ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Anonimo91 ***


Chapter one.
 

"Dai, Harry, devi provarlo, devi assolutamente farci un giro!" annuii dall'altra parte del telefono, cosciente del fatto che Zayn, il mio migliore amico, non mi avrebbe visto.
Afferrai una bibita dal frigo, non prestando alcuna attenzione al mio amico dall'altra parte della cornetta, che mi elencava tutti i pro del fantastico - a detta sua - sito che aveva scoperto poco prima.

"Sembra davvero fantastico, Zayn" Cominciai, prendendo un sorso della birra che avevo nella mano libera. "Ma non me ne fotte un cazzo."
"Dai cazzo, Harry, non fare così, non puoi giudicare un libro dalla copertina." Disse saggiamente, facendomi andare di traverso la birra.
"Hai mai letto un libro in vita tua, Zayn? Non credo queste 'citazioni' siano adatte a te." Risposi spazientito.

"Harry, fingerò di non averti sentito, devi entrare in questa cazzo di Chat, è fantastica!" Gridò dall'altra parte della città.
"Non sono il tipo da smanettarmi davanti ad un computer. Preferisco altro, ma se insisti, darò un'occhiata." Afferrai il laptop sul bancone, lasciato distrattamente acceso da mia sorella Gemma, probabilmente.
Inserii nella barra di ricerca il nome della Chat Line suggerita da Zayn e cliccai invio, borbottando.
"Ci sono. Ed ora?" Chiesi.
"Ora devi sceglierti un nome utente e aspetti che qualcuno entri nella Chat Line."
Feci come detto, e mi iscrissi. 'HarryStyles94' era l'unico nome utente disponibile-decente. Entrai.

'ZaynMalikBoy si è appena connesso.'

"ZaynMalikBoy? Che cazzo di nome è?" Scoppiai a ridere, aspettando che Zayn rispose. Chissà quanto gli stava costando la chiamata.
"Era l'unico disponibile!" Si giustificò. "Ora vado, ci sentiamo, divertiti."

Colsi un pizzicò di malizia nella sua innocente frase, scossi la testa e non ci feci caso, tornai a concentrarmi sullo schermo del laptop che avevo accanto.


'Anonimo91 si è appena connesso.'

"Sti cazzi!" Borbottai.

'Anonimo91 sta scrivendo...'

"Che palle, questo è Zayn di sicuro." Sbottai spazientito.

Anonimo91: Ciao xX
HarryStyles94: Ciao?
Anonimo91: Sei nuovo, eh?
HarryStyles94: già
Anonimo91: bhè, piacere, Harry Styles.
HarryStyles94: piacere...
Anonimo91: Louis
Anonimo91: e
Anonimo91: Louise
HarryStyles94: Hai finito? Louise?
Anonimo91: scusa. Quanti anni hai?
HarryStyles94: 17
Anonimo91: Io ne ho 19!
HarryStyles94: Mi piacciono le ragazze più grandi xX
Anonimo91: Dal modo in cui scrivi sembri essere gay xX

Mi stava sfottendo?

HarryStyles94: Sono più etero di te ;)
Anonimo91: Di questo ne sono sicura x
HarryStyles94: Sei troppo simpatica! ;)
Anonimo91: Dovresti scaricare l'app della chat. Così chattiamo anche dal cellulare, Harry Styles.
HarryStyles94: Rifiuto l'offerta.
Anonimo91: Non dirmi che hai un nokia scadente! Io ho un'iphone ;)
HarryStyles94: anch'io.
Anonimo91: dammi la prova, scarica l'app.
HarryStyles: fatto, ci sentiamo, stronza.

'Harry Styles si è appena disconnesso.'

Una nuova notifica da: 'ChatLine'
- Lo spero, ciao Harry Styles.

Scrivi: un nuovo sms
a: Zayn
'Ti odio.'




Angolo Scrittrice:
Heyy :) Non sono brava a presentarmi, quindi non lo farò. Questa è la mia prima Larry in assoluto, credo avrete capito questo è un po' un prologo, giusto per darvi un assaggio della storia.
Come avrete capito Harry è entrato a conoscienza di una Chat Online, anonima, nella quale ha conosciuto una ragazza. Non si capisce molto da qui, ma dal prossimo capitolo capirete molte cose, come ho detto questo è un prologo, spero vi piaccia l'idea.
Chi è la ragazza con cui Harry è entrato in contatto? Lo scoprirete :)
-
OneWhiteRogue.

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Capitolo 2
*** Doncaster - Holmes Chapel ***


Chapter two.
 


Louis' pov:

"Una nuova notifica da: Chatline."

Era tutta la notte che il cellulare, appoggiato sul cuscino, non smetteva di illuminarsi. Da una settimana a questa parte, chattare con Harry stava diventando un vero e proprio hobby.
E non che mi fosse simpatico, ma provavo un senso di soddisfazione quando le notifiche di Chatline si facevano spazio sullo schermo del mio vecchio Iphone.
La verità era che, oltre a portarmi insonnia e occhiaie, Harry si comportava come se ce l'avesse d'oro e tutto ciò non faceva altro che invogliarmi a scrivergli, a passare la notte sveglio per rispondergli, pur rischiando un paio di occhiaie oramai presenti sotto i miei occhi da qualche giorno.

Anonimo91: Ti disturbo? Dormi? :)
HarryStyles94: Per niente, tranquilla.
Anonimo91: Dimmi qualcosa, mi annoio.
HarryStyles94: Di dove sei?
Anonimo91: Doncaster, Inghilterra. Tu, Harry?
HarryStyles94: Holmes Chapel! Non ci credo, siamo ad una settantina di km distanti!
Anonimo91: E' tanto?
HarryStyles: Se consideriamo che qui potrei parlare con chiunque da qualunque parte, bè, non è tanto ;)
Anonimo91: Mi sei simpatico, Harry.
HarryStyles94: Di notte non riesco ad essere volgare ;) Adesso vado, ci sentiamo xX.

'HarryStyles94 si è appena disconnesso.'

La verità, più semplicemente, era che ero fottutamente attratto dal modo in cui quel ragazzo credeva alla mia recita.
E come ogni notte, finì per addormentarmi forse troppo tardi, ma ne era falsa anche quella volta la pena.
Non ricordo cosa sognai quella notte, non sono mai stato quel tipo di ragazzo che da molta importanza ai sogni.


Anonimo91: Ho quattro sorelle, due sono gemelle, si chiamano Phoebe e Daisy ed hanno entrambe sei anni. Lottie ne ha tredici, quest'anno è davvero insopportabile. Georgia è la nostra sorellastra, figlia del nuovo matrimonio tra mia madre e Lucas, un tipo apposto con cui ultimamente ho legato molto. Ha dodici anni, ma è molto più matura di Lottie. Ecco, ti ho parlato di tutti!
HarryStyles94: Eccetto di una persona...
Anonimo91: già, mia madre. Mia madre si chiama Jay, è una donna sulla quarantina, è davvero bella :)
HarryStyles94: No, parlavo di te!
Anonimo91: Mi chiamo Louis, ho 19 anni e frequento la scuola pubblica superiore di Doncaster. Sono al terzo anno, come avrai capito non ho passato il terzo da due anni. Non ho un lavoro, anche se odio dipendere da mia madre. E non ho un carattere ben definito, onestamente non saprei come descrivermi.
Anonimo91: Louise* odio questa tastiera.
HarryStyles94: Grazie per avermi raccontato della tua famiglia, questa sera non riesco a prendere sonno.
Anonimo91: Ricambia il favore, parlami di te, Harry.
HarryStyles94: Ho una vita complicata, come ho detto vivo ad Holmes Chapel ed è una grazia. Qui ho tutti i miei nonni, loro non hanno mai rifiutato di aiutare mia madre economicamente. Ho una sorella, si chiama Gemma ed è più grande di me. Vive in un appartamento al centro di Londra, ma viene spesso a trovarci. Mia madre non è più sposata, mio padre e lei hanno divorziato qualche anno fa, lasciando a mia madre parecchi debiti. Come avrai capito, avere un figlio di quasi diciotto anni e una figlia che deve pagarsi l'affitto di una casa al centro della capitale, porta via parecchi soldi.
Anonimo91: Harry?
HarryStyles94: si?
Anonimo91: Ho dimenticato di scriverti che racconto fin troppe bugie ;)

'Anonimo91 si è appena disconnesso.'





angolo autrice:
Rieccomi, dopo parecchi giorni. Mi dispiace di non aver continuato subito, non avevo pronto questo capitolo e con le feste ho dovuto lasciare il computer a casa. Inizialmente questo capitolo era narrato da Harry, ma ho pensato di cambiare, presentandovi un Louis timido e bugiardo. Come potete vedere il suo carattere e quello di Harry sono davvero diversi l'uno dall'altro. Ho scritto il primo capitolo mettendomi nei panni di un'Harry frustrato, volgare ma comunque disponibile nei confronti di Louis. Nel descrivere la storia nei panni di Louis, invece, ho dato sfogo alla mia parte femminile e romantica, ma non troppo. Dovevo solo dare a Louis quella sfumatura gay perennemente presente in lui.
Trovo la recita di Louis una stupida attesa piena di ansia. Io in primis sto soltanto aspettando la reazione di Harry nell'incontrare il nostro Lou. Secondo voi dovrei farli incontrare tra quanti capitoli? E' importante il vostro giudizio c:

twitter: @partywithperrie ;)

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Capitolo 3
*** my star ***


Chapter three.
 

Louis' pov:

HarryStyles94: Posso farti una domanda? Lo so che è tardi, sono le due di notte e starai dormendo, ma è importante.

Sbloccai l'iphone per leggere il messaggio di Harry. Il mio cuore perse un battito, e un mare di domande si fece strada nella mia testa. Deglutì, per poi rispondere con un semplice 'si'. Il massimo che avrei potuto scrivere, le mie dita erano ferme, faticavano a muoversi. Premetti invio e appoggiai la testa sul cuscino, prendendo qualche boccata d'aria dalla finestra aperta alla mia destra.

HarryStyles94: Ci tieni a me?

'Se ci tengo a te? Davvero, Harry? Se non tenessi a te, mi sarei finto una ragazza solo per attirare la tua attenzione? Solo per essere il centro del tuo mondo anche per un solo minuto? Magari quel minuto della notte in cui anziché dormire ti metti a fantasticare sui miei sentimenti verso di te. Davvero credi che io non soffra per te? Che io non passi la notte sveglio, tra una sigaretta ed un caffè, pensando a te? Davvero credi che non abbia mai pensato ad un film romantico inserendo noi due come protagonisti? Davvero non sai che passo la notte fuori dal balcone della mia camera, con il naso all'insù cercando la stella più luminosa e dandole il nome di 'Harry'?

Non ho mai passato più di un'ora al computer al giorno, prima di quel diciassette settembre dell'anno scorso. E tu lo ricordi? In quel periodo ero attaccante nella squadra di calcio di Doncaster, roba da niente in confronto al Manchester.
Ero convinto di essere un bravo giocatore, ma vabbè, ero anche convinto di essere etero.
Se devo essere onesto, Harry, sarei rimasto in quella squadra da due soldi solo per le partite fuori 'casa'. Furono due le volte in cui la mia squadra incrociò la tua.
Holmes Chapel - Doncaster del 17 settembre 2012 e Doncaster - Holmes Chapel del 23 Marzo 2013.
Sul serio, sarei rimasto in quella squadra se non avessi scoperto che tu l'avevi lasciata.
Quel diciassette settembre ero più pronto che mai, scarso ma pronto. Sarebbe stata l'occasione di farmi notare da Hannah, la mia prima cotta adolescenziale. Invece accadde l'imprevisto. Quando arrivai ad Holmes Chapel e la partità cominciò, fu allora che i tuoi occhi verdi incrociarono i miei.
Rimasi affascinato da te, come mai da nessuno. Neanche da Hannah. Ricordo che chiesi il tuo nome ad un tuo compagno di squadra, e lo salvai sul cellulare.
Ricordo che qualche mese dopo, durante la mia ultima partita, cercai i tuoi occhi verdi tra quelli banali e monotoni del resto della tua squadra.
Tu non c'eri.
Il tuo amico Zayn mi disse che avevi lasciato la squadra, e mi promise che mi avresti conosciuto.

Ora capisci? Non sei solo un qualcuno trovato in una chatline qualunque. Non sei un qualcuno qualunque.'

'Anonimo91 sta scrivendo.'

La scritta appariva stupida e scontata. Riguardai lo schermo. Tutto quel che avevo scritto appariva ai miei occhi inutile, mi sentivo un finocchio, una checca. Cancellai tutto velocemente, quasi pentendomene.

Anonimo91: Certo che ci tengo a te. Più di quanto credi.

Anonimo91 si è appena disconnesso.

E allora spensi il cellulare, rimanendo solo con il buio della mia stanza. Credo che quello che ho scritto rimarrà un segreto per sempre.
Erano le due e trentacinque quando ti sei fatto spazio nella mia mente. La verità? Ancora non ne sei uscito.



Harry's pov:

A distanza di qualche minuto durante il quale avevo ripensato a quello che avevo chiesto a Louise, la domanda mi era sembrata davvero scontata, ma non come la sua risposta.
Louise non mi avrebbe mai scritto di non tenere a me, semplicemente per educazione. Non l'avrei fatto neanche io, percui mi sentivo davvero stupido e non avevo idea di come cambiare argomento con lei.
La verità era che non me ne pentivo abbastanza da cambiare argomento, in qualche modo volevo sapere come potesse tenere a me nonostante avessimo parlato online senza mai approfondire la conoscienza.

In qualche modo, durante l'attesa di una sua risposta, avevo pregato tenesse a me. Qualcosa, durante la mia unica notte di sonno da qualche tempo, mi aveva svegliato, costretto ad aprire la finestra e prendere una boccata d'aria, per poi portarmi a chiedere a quella ragazza se tenesse a me. E ad essere onesti, mi sentivo la ragazzina della coppia.
Non risposi, chiusi la finestra e tornai a dormire.

La mattina dopo mi svegliai allegro, in qualche modo. Ero felice, il che non accadeva da parecchio tempo. L'allegria di Louise mi stava piano piano contagiando, ed io avevo il terrore che potesse privarmi della maschera cinica e asociale che avevo deciso di indossare. Quella ragazza aveva uno strano effetto su di me, il che quella mattina non mi preoccupò.
Mi affrettai ad afferrare l'iphone dal comodino, la chat era ancora lì.

HarryStyles91: Questo mi fa piacere, perché anche io tengo a te :)xX

Lasciai il cellulare sul letto, per poi dirigermi in bagno. Quella mattina qualcosa non andava, era raro che esprimessi affetto persino con i miei migliori amici, Sailor e Zayn, quindi perché l'avevo appena fatto con una sconosciuta?
Feci una doccia veloce, i miei pensieri scivolarono via come il sapone sulla mia pelle. Mi vestì in fretta, controllando ogni due minuti il cellulare.

Anonimo91: Ora devo andare, divertiti a scuola, Louis xX
Anonimo91: Louise xX

Scossi la testa sorridendo, per poi far inghiottire l'iphone alle tasche dei jeans stretti.

Anonimo91 si è appena disconnesso.





Angolo autrice:
Rieccomi c: ho scritto questo capitolo appena terminato il secondo, ho messo su qualche consiglio dato da qualcuna di voi. In questo capitolo capiamo l'ossessione di Louise per Harry, e vediamo che piano piano l'interesse sta venendo ricambiato. tutto ciò mi emoziona.
Volevo ringraziarvi perché la ff è seguita da 20 persone e preferita da 9, io vi adoro!
In più volevo ringraziare Giulia, senza di lei non avrei cominciato a scrivere questa.. cosa, Martina, che segue la mia ff e mi riempie sempre di complimenti asdijgkhj, e stylinsfeels, che mi ha dato dei consigli fantastici. In questo capitolo ho provato a metterli in atto, vorrei sapere se ci sono riuscita! E grazie a tutti voi che recensite o anche solo leggete.
Alla prossima!
twitter:
@partywithperrie


         

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Capitolo 4
*** the flood ***


Chapter four.

Louis' pov:


"Standing
On the edge of forever
At the start of whatever
Shouting love at the world
Back then
We were like cavemen
But we met the moon and the stars
Then we forgave them
We will meet you where the lights are
The defenders of the faith we are
When the thunder turns around
They'll run so hard we'll tear the ground away
You know no one dies In these love-drowned eyes
Through our love-drowned eyes
We'll watch you sleep tonight
Although no one understood, we were holding back the flood
Learning how to dance the rain
We were holding back the flood
They said we'd never dance again."


Erano passate da poco le undici ed avevo deciso di uscire prima da scuola, quella mattina. In quanto maggiorenne non avevo avuto problemi, ed avevo detto a mia madre di non sentirmi molto bene.
La verità era che non avevo affatto mentito. Da qualche tempo, sentivo una strana voragine sul petto, come se qualcuno mi avesse strappato via il cuore lasciando un'enorme buco dove un buco non doveva esserci.
E così, quando avevo proposto 'Holmes Chapel' come 'città' da visitare quell'anno in gita scolastica, mi ero accorto di quanto davvero era impossibile che un giorno Harry mi notasse come Louis, e non Louise. Di quanto era difficile essere innamorato di qualcuno che non puoi vedere ogni giorno, di quanto la distanza fosse difficile da superare. E io non ce l'avrei fatta a superarla da solo, avevo bisogno del suo aiuto.
Non avevo nessuna alternativa all'ozio più totale ascoltando 'the flood' dei take that. In quel momento giurai un giorno quella canzone sarebbe diventata la nostra. Non aveva particolare significato per me, ma 'tempesta' era la parola esatta per descrivere il mio stomaco, la mia testa e il mio cuore.

Afferrai l'iphone dal comodino, in quel momento non mi importava se Harry fosse a scuola: avevo capito che l'unica medicina che mi avrebbe guarito era lui. Non esitai a scrivergli non appena accesi il cellulare.

Anonimo91: Harry, ci sei?

Aspettai non so quanto, cinque minuti, o forse dieci. Il tempo sembrava non scorrere e me ne resi conto quando, forse per via delle luci spente, mi addormentai.
A svegliarmi fu una strana luce proiettata sul mio viso. Sbadigliai, per poi afferrare il cellulare che avevo lasciato accanto a me. Ero pronto a vendicarmi di chiunque avesse osato svegliarmi, ma il mio cuore smise di battere nell'attimo in cui lessi il suo nome sullo schermo.

HarryStyles94: Scusa, ero all'interrogazione, adesso abbiamo l'ora scoperta, il professore sta male :) xX

Un sorriso si fece involontariamente spazio sul mio viso.

Anonimo91: tranquillo, sono felice tu ora sia libero, volevo scriverti...
HarryStyles94: Hai fatto bene, oggi..
Anonimo91: oggi cosa? :)
HarryStyles94: mentre ascoltavo la musica ho scritto senza pensarci Louise sul quaderno..

Mi intenerì, appoggiandomi sul cuscino come fosse lui. Riuscì per un momento ad immaginare il suo profumo, che fino a quel momento per me rimaneva un mistero non svelato.

Anonimo91: Louise?
Anonimo91: sei davvero dolce :)
HarryStyles94: ..con un cuoricino accanto.
Anonimo91: non so che dire..
HarryStyles94: hey, non devi dire nulla, le parole non servono.
Anonimo91: tu dici?
HarryStyles94: Esatto :)
Anonimo91: Conosci 'The flood'? è dei take that :)
HarryStyles94: si, ce l'ho sul telefono!
Anonimo91: Allora ascoltala, è la mia canzone preferita.

HarryStyles94: grazie.
Anonimo91: di cosa?
HarryStyles94: Nulla, lascia stare.
Anonimo91: Dimmelo, daii
HarryStyles94: è una cosa inutile, non..
Anonimo91: Ti prego, dimmelo.

'HarryStyles94 si è appena disconnesso.'


Sorrisi e chiusi gli occhi, spegnendo il cellulare. Lasciai la mia fantasia vagare, e portarmi da Harry. Immaginai quello che volesse dirmi e sorridendo mi addormentai di nuovo.
Se sognare era l'unico modo per averlo, avrei sognato.



Angolo autrice:
Rieccomi di nuovo c: questo capitolo non mi convince, l'ho scritto due volte e mi sono decisa a pubblicarlo lo stesso. è molto corto, è solo un capitolo di passaggio quindi capitemi. Ho intenzione di far accadere qualcosa di interessante nei prossimi capitoli.
Come avrete capito preferisco scrivere i pov di Louis, mi trovo meglio nei suoi panni :) A livelli di dolcezza anche Harry non scherza! Ho amato pensare ad un Harry che piano piano si scioglie sotto il 'tocco' di Louis. E ho amato anche rendere Harry essenziale per il maggiore, come appunto una medicina.
Spero questo capitolo vi piaccia, vi ringrazio per le 27 seguite, i 12 preferiti e le vostre recensioni. Siete davvero fantastiche c: Spero di poter postare domani, ma non ci giurerei. Magari in cambio di qualche recensione..
Vabbè, io vado, fatemi sapere che ne pensate!
Twitter:
@partywithperrie c:

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Capitolo 5
*** sixteen years ***


Chapter five.
 

Harry's pov:

Louise scoppiò in una fragorosa risata. Era una ragazza bellissima, come l'avevo immaginata. Lunghi capelli biondi le incorniciavano il viso, gli occhi verdi mi fissavano curiosi, risaltando il chiarore della sua pelle.
Indossava un leggero vestito estivo, il che era strano poiché era gennaio inoltrato.
Mi strinsi nel cappotto nero, osservando il paesaggio intorno a noi. La poca neve rimasta da dicembre stava piano piano scomparendo, i bambini erano chiusi in casa per il troppo freddo, e un forte vento scompigliava i capelli di Louise, che lì sistemò velocemente con una mano, per poi avvicinarsi pericolosamente a me.
Il suo profumo di lavanda mi invadeva le narici, mentre eliminava la distanza tra i nostri visi con un veloce bacio a fior di pelle.
Si guardò intorno, quasi allarmata, per poi allontanarsi.
"
Ho dimenticato" cominciò, con il respiro affannato. "di dirti che racconto fin troppe bugie."
Non ebbi il tempo di rispondere o pensare qualcosa di senso compiuto, Louise se n'era già andata.

"Harry, Harry è tutto okay?" Alzai gli occhi di colpo, indietreggiando nel trovare mia madre seduta sul mio letto. Mi guardai intorno, per accertarmi che fosse tutto un sogno.

Mugugnai qualcosa, per poi mettermi a sedere sul letto.
"Sei sudato, stai bene?" Chiese di nuovo mia madre apprensiva.
"Solo un brutto sogno, non è nulla." La guardai qualche secondo, per poi sbadigliare.

"Non hai una bella cera, vuoi restare a casa?"
Annuì, mostrandole un debole sorriso. Disse di avere delle commissioni da sbrigare e chiuse la porta, lasciandomi solo. Afferrai velocemente l'iphone e controllai l'orario: le otto e cinque minuti.

HarryStyles94: Lou, mi fai un favore?

Anonimo91: Come mi hai chiamato?
HarryStyles94: Lou, ma se ti da fastidio io..
Anonimo91: Lou è davvero carino! Che ti serve?
HarryStyles94: Devi andare a scuola oggi? Io resto a casa..
Anonimo91: Se vuoi resto anch'io, così parliamo, eh, Haz?
HarryStyles94: Va bene Lou, vado a farmi una doccia e torno :)
Anonimo91: Divertiti, Haz ;)

Posai il cellulare sul letto e mi diressi nel bagno. Lasciai che l'acqua calda mi distrasse dai miei pensieri e dopo un quarto d'ora uscì, mi asciugai i capelli e infilai la maglia e i pantaloni del pigiama.

HarryStyles94: Eccomi :)
Anonimo91: L'altro giorno dovevi dirmi una cosa ma te ne sei andato.
HarryStyles94: Nulla di importante.
Anonimo91: Mi dispiace.
HarryStyles94: Di cosa?
Anonimo91: Di aver detto davanti ai miei amici che sei un rompicoglioni che mi scrive ad ogni ora.
HarryStyles94: Mi dispiace di aver detto al mio migliore amico che sei solo una delle tante puttane.
Anonimo91: Mi dispiace di aver detto ai miei amici di non volerti bene e di non tenere a te.

Sentì una fitta al cuore, mi misi a sedere e presi un respiro prima di rispondere.


HarryStyles94: Perché l'hai fatto?
Anonimo91: Te l'ho detto, dico molte bugie ;)

Scossi la testa, sorridendo.

HarryStyles94: Quindi tu..tieni a me?
Anonimo91: E ti voglio davvero bene.

HarryStyles94: Non mi basta.
Anonimo91: Cosa intendi dire?
HarryStyles94: Mi vuoi solo bene? Nient'altro? Mi vuoi.. bene? sono un tuo..amico e basta? Lou..
Anonimo91: No, non ne sono sicuro, io non..
HarryStyles94: Dimmi solo se in questo mese mi hai pensato almeno una volta come più di un'amico, perché io l'ho fatto.
Anonimo91: Anche io l'ho fatto Haz.
HarryStyles94: Allora sono felice.
Anonimo91: Allora lo sono anche io.

Mi voltai verso l'enorme specchio sul muro, guardando l'immagine riflessa. Il mio viso era meno pallido di prima, e un rossore si era fatto spazio sulle mie goti. Sorrisi, mostrando due fossette che mi davano l'aria di un bambino. L'espressione era quella, un ampio sorriso si fece spazio sul mio volto, mi passai una mano fra i ricci umidi e afferrai l'iphone.

HarryStyles94: Il primo febbraio è il mio compleanno..
Anonimo91: Diventi diciottenne!
HarryStyles94: Veramente ne faccio diciassette.
Anonimo91: Avevi detto di averne diciassette!
HarryStyles94: Si, ne ho diciassette, da compiere!
Anonimo91: Ma me l'hai detto a dicembre!
HarryStyles94: Dicevo, il primo febbraio è il mio compleanno, il regalo più bello di tutti sarebbe che tu venissi qui.
Anonimo91: E' impossibile..
HarryStyles94: Andiamo, mancano dieci giorni, sei maggiorenne.. sarebbe l'unica cosa che vorrei.
Anonimo91: Allora ci proverò.
HarryStyles94: Ci proverò non è una conferma.
Anonimo91: Harry, non è facile come credi, ma farò di tutto. Te lo prometto.
HarryStyles94: Questo mi piace di più! Sarà il compleanno più bello della mia vita!

Non sapevo come mi fosse venuta quell'idea, ma avevo bisogno di vederla. Mi ero preparato a tutto, volevo conoscerla, non ero interessato al suo aspetto fisico, con lei stavo davvero bene. E se non avevo problemi a parlarle in rete, non avrei avuto problemi ad incontrarla e parlarle normalmente.
Ero felicissimo, quello sarebbe stato il compleanno migliore della mia vita. Non ci sono parole per descrivere quanto fossi eccitato per quel giorno, quanto il mio comportamento con il passare dei giorni somigliava a quello di una dodicenne in pieno sviluppo dei suoi ormoni.

Anonimo91: Che regalo vorresti?
HarryStyles94: Mi basta che tu venga!




Angolo Autrice:

Rieccomi, oramai pubblico tutti i giorni lol. Questo capitolo non mi piace moltissimo, lo posto solo perché trovo dolcissimo Harry a sedici anni felice per il suo imminente compleanno. aw la dolcezza dei larry asdghlkiug.
Ho provato a farlo più lungo, spero di esserci riuscita! Grazie per tutte le recensioni e le seguite/preferite/ricordate, vi voglio un mare di bene.
Twitter:
@partywithperrie

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Capitolo 6
*** read all about it ***


Chapter six.
 

Harry's pov:

I preparativi per la grande festa che Sailor e Zayn stavano organizzando mi riempivano di ansia. Avevo scelto un pub molto quotato a Londra, il Tune.
La verità era che non mi interessava degli invitati, di Sailor che voleva riempire ogni angolo di fiori rosa o di Zayn che esagerava con gli alcolici, non mi interessava di come vestirmi, di essere perfetto, mi interessava conoscere Louise.
Il pensiero che quella mattina ero finalmente un diciassettenne mi costrinse ad alzarmi dal letto, a vestirmi velocemente e raggiungere i miei amici al Tune.
"Auguri Harry" gridò una voce squillante raggiungendomi. Sailor mi strinse forte, per poi staccarsi e trascinarmi da Zayn, intento a sistemare il tavolo degli alcolici.
"Volevamo scrivere un cartellone enorme ma non ricordavamo se si scrivesse 'buon compleanno' staccato o tutto attaccato!" Zayn sorrise quasi orgoglioso.
"Avete fatto bene così, grazie." Sfoderai un enorme sorriso, per poi osservare ogni angolo della stanza soddisfatto.
"Qui abbiamo finito, il dj verrà alle sette, l'orario in cui comincia la festa." mi informò Sailor, sistemandosi con una mano i lunghi capelli rossi.
"Prima che lo dimentico, di là c'è un magazzino dove io e Zayn abbiamo messo tutti i vestiti, vuoi dare un'occhiata?" Annuì seguendoli.
Zayn accese la luce, rivelando una stanza enorme, piena di stampelle e abiti di ogni genere. Ne rimasi stupito.
"Gentile concessione di mia madre, come saprai è una stilista." spiegò Sailor, quasi leggendomi il pensiero.
"Non so che dire.." Confessai sorridendo.
"Non dire nulla, domani mattina devo riportare tutto a mia madre. Allora, mi sta meglio questo o quest'altro?" Chiese afferrando due abiti simili.
Il primo era rosa, abbastanza corto con una fascia nera sulla vita, ricoperto di brillantini. Il secondo era azzurro, corto come il primo, con un fiocco bianco confetto sulla vita, senza spalline.
"Il secondo!" Esclamai facendole l'occhiolino.
Zayn afferrò una camicia nera e un paio di jeans blu.
"Sailor..?"
"Tieni, ecco.." la rossa porse a Zayn una cravatta bianca e un paio di scarpe dello stesso colore. "Dimmi cosa ne pensi" si rivolse a me, indicando dei panni su un tavolo.
Una camicia bianca, un paio di jeans attillati, un paio di nike color grigio e un cardigan dello stesso colore.
"Perfetto." La ringraziai, infilando il tutto in una busta, che portai a casa.
Il resto della giornata passò velocemente e dormì qualche ora in meno del solito. Decisi di prepararmi alle cinque e mezza.
Feci una doccia veloce, indossai quel che Sailor mi aveva proposto e raggiunsi il Tune.
Era ancora molto presto ed ero solo, quindi chiamai Sailor e Zayn per passare il tempo.  La mia migliore amica era bellissima. Indossava il vestito da me suggerito, un paio di scarpe con il tacco bianche e i lunghi capelli rossi sciolti.
"Ho portato altri alcolici!" Gridò Zayn svuotando la borsa sul tavolo.
Scossi la testa sorridendo, lasciando che il moro mi riempisse il bicchiere di tequila.
"Secondo te Louise verrà?" Sussurrai a Zayn, bevendo tutto d'un fiato.
"Certo, stai tranquillo!" mostrò uno dei suoi enormi sorrisi, per poi allontanarsi.
Una domanda si fece spazio nella mia testa: 'e se Louise non dovesse venire?'
Così, mentre ero assorto nei miei pensieri, il locale cominciava a riempirsi, i ragazzi ad ubriacarsi e le ragazze correre da me a farmi gli auguri. Non riuscivo più a pensare, il volume della musica era troppo alto e tra spinte, insulti e saluti riuscì ad uscire dal locale. Cercai una panchina che trovai subito. Mi sedetti sbuffando.
I miei pensieri furono interrotti da qualcosa, o meglio qualcuno, in piedi dinanzi a me.
Era un ragazzo, aveva due occhi blu e dei capelli che oscuravano la sua fronte, castani. Indossava un maglione grigio e un paio di pantaloni attillati blu, delle scarpe dello stesso colore e teneva un pacco regalo in mano.
"E tu chi sei?" Chiesi guardandolo negli occhi.
Prese un respiro profondo, per poi guardarsi intorno.
"L-Louis Tomlinson." Balbettava. Mostrai un enorme sorriso sghembo.
"Chi ti ha invitato?" Chiesi distogliendo lo sguardo da lui. Era davvero un bel ragazzo.
"T-tu." Disse abbassando lo sguardo sulle sue vans nuove di zecca.
Scossi la testa, non avevo mai visto quel ragazzo prima di allora.
"S-sono Louise." Mi guardò, visibilmente a disagio.
"Veramente, io sto aspettando una ragazza di nome Louise." Ammisi incrociando le braccia sul petto. Quel ragazzo mi stava facendo perdere la pazienza.
"Veramente, non arriverà nessuna ragazza di nome Louise, dato che Louise sono io." Disse imitandomi.
"Non è vero."
Louis afferrò dalla tasca destra un Iphone pieno di graffi, e scrisse quel che sembrava essere un sms.
Il mio cellulare squillò, lo afferrai velocemente e lessi la notifica, da Chatline.

Anonimo91: Sono io Louise!

Alzai lo sguardo disperato. Incontrai i suoi occhi, nei quali mi persi per qualche istante. I miei si bagnarono e cercai di restare lucido.

"M-mi hai mentito." Constatai, guardandolo.
"Sono sempre io." Si giustificò, fissandomi.
"N-no, tu sei un.. un pedofilo.." Non riuscivo a pensare, mi ero promesso di restare lucido, ma non ci ero riuscito. Ero crollato, rompendomi in mille pezzi.
Non riuscì a trattenere le lacrime, scoppiai in un pianto raggomitolandomi su me stesso, fingendo che lui non era lì. Ma quando alzai lo sguardo, Louis c'era, mi guardava, con gli occhi lucidi, sconvolto.
Quasi quanto me.
Quasi.
"Lasciami spiegare, ti prego." Mi supplicò.
Alzai lo sguardo abbastanza per guardarlo.
"Mi piaci." Cominciò, prendendo fiato.
Quelle parole furono il peggio per me. Sentì le budella attorcigliarsi e la testa esplodermi. Lo guardai, supplicandolo mentalmente di smetterla di distruggermi, di smetterla di farmi soffrire ancora. Come se quello che mi aveva fatto non fosse stato abbastanza, come se la sua presenza non fosse stata abbastanza.
"Mi piaci davvero. L'ho capito quando il diciassette settembre dell'anno scorso la mia squadra di calcio e la tua hanno giocato l'una contro l'altra. L'ho capito quando, andandomene, mi sono reso conto di volerti rivedere. Era la prima volta che provavo qualcosa del genere, tu mi capisci, Harry. Tu provi lo stesso per me, vero? Un tuo amico ha trovato il modo di mettermi in contatto con te. Sapevo tu fossi etero, e io ero confuso riguardo al mio orientamento sessuale. Ho finto di essere una ragazza, dicendo ai miei amici di farlo per sfotterti. Loro non sanno nulla di noi. All'inizio non mi aspettavo tu continuassi a parlarmi, a scrivermi. Ma l'hai fatto. Ed è stato il periodo più bello della mia vita. Quando mi sono reso conto di essere un bugiardo, era troppo tardi per confessarti tutto. Temevo tu non volessi più rivolgermi la parola."
"Mi stai facendo male, Louis." Ammisi asciugandomi le lacrime.
"Non era mia intenzione. Non ho mai voluto farti del male." Ammise, abbassando di nuovo lo sguardo.
"Non so che dire." Lo guardai.
"Non c'è bisogno di dire nulla, ricordi?" Mi guardò, forzando un sorriso.
Afferrò un pacchetto di sigarette dalla tasca, ne accese una e mi guardò.
"Fumi?" Chiesi, prendendone una dalle sue. Cercai di mostrarmi forte, nonostante non avessi mai fumato. Lo guardai infilarla in bocca, per poi guardarmi.
"No, tu?" Feci lo stesso, posizionandola tra le dita.
"No." Scossi la testa per confermare le mie parole.
"E' tutto okay.. tra di noi?" Chiese spaventato.
"Io.. Mi hai rovinato il compleanno, sarebbe dovuto essere il giorno più bello della mia vita." Dissi alzandomi.
Non rispose, mi porse il pacco regalo che teneva tra le mani. Lo afferrai, quasi controvoglia.
"M-mi dispiace." Disse sincero.
Gli rivolsi un ultimo sguardo, prima di tornare nel pub. Quando un uomo due volte più grosso di me mi guardò, gli indicai Louis.
"Lui non deve assolutamente entrare."



Angolo autrice:
Allora, prima di tutto vorrei ringraziarvi per le recensioni, manca solo una persona per i quaranta 'seguiti' asdfjkhj seconda cosa, ieri non ci sono stata quindi non ho potuto aggiornare. Non sono soddisfatta di questo capitolo, non me ne vanto per niente. E' molto corto, ma l'ho scritto di fretta e mi piaceva terminare il capitolo con quella frase, quindi non ho aggiunto altro. Non potete capire quanto io adori Louis. E' la dolcezza, mentre Harry mi ha fatto troppa tenerezza mentre piangeva. Comunque, spero vi piaccia, da ora in poi Chatline prenderà una piega diversa. Posso dire, finalmente, che la fanfiction sia iniziata. fatemi sapere se vi piace :)
twitter:
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Capitolo 7
*** next train ***


Chapter seven.

Louis' pov:

Erano le sette e mezza e finalmente ero in treno.
Avevo dormito tutta la notte in stazione, ed ero stato fortunato a trovare il biglietto per l'ultimo treno Holmes Chapel - Doncaster della mattinata.
Il modo in cui Harry mi aveva trattato non mi aveva sorpreso, in qualche modo non mi sarei mai aspettato mi accettasse. Infondo lui era etero, e andare da lui era stata solo una pessima idea.
Non mi ero reso conto di quanto tenessi a lui prima di allora. E mentre ero lì, seduto da solo su quel treno, cercando di non piangere aspettando un suo messaggio, me n'ero reso conto.
Non ero attratto da Harry. Ero totalmente, fottutamente perso ed innamorato di lui. Perso nel vero senso della parola. Non ero perso come un bambino che si allontana dalla mamma al centro commerciale, ero vuoto dentro.
E mentre
le lacrime mi bagnavano gli occhi, il posto accanto a me si occupò. Quando mi voltai, riuscì a vedere solamente un Harry sfocato che mi parlava.

"E' occupato?" Chiese una donna anziana, sedendosi. Scossi la testa.

Afferrai l'iphone, cercando uno svago qualunque. Un qualcosa che mi permettesse di abbassare la testa e sfuggire allo sguardo della vecchia, che insisteva a scrutarmi con i suoi occhiali enormi.
"Stai piangendo?" Chiese dopo qualche minuto.
"E' solo un moscerino." Mi giustificai, guardandola.
La donna scosse la testa, con l'aria di qualcuno fin troppo esperto in amore o cose del genere.
"Chi è il moscerino per il quale stai piangendo? la tua ex-ragazza?" Chiese sorridendo. Sorrisi anch'io, scuotendo la testa.
"La ragazza che ami?"Alzai lo sguardo, aprendo leggermente la bocca.
"Più o meno." sussurrai senza guardarla. La vecchia donna si accigliò, guardando il soffitto.
"Alla tua età, avevo un corteggiatore. Non ero per nulla attratta da lui se non esteticamente, ma ai miei tempi era tutto diverso. L'amore era un sentimento vero, si prendeva la briga di stare accanto solo alla persona per cui batteva il cuore. Per questo motivo lo rifiutai molte volte. Ricordo bene che una sera lo pregai di andarsene e non tornare mai più. Chiesi di sparire per sempre. In questo momento capisco quanto fui stupida. Se lui non fosse stato così testardo da tornare, lo avrei perso. Ci si innamora delle persone con il tempo e con il cuore, non con gli occhi. Un giorno la bellezza sarà sparita, e non sarà rimasto nulla da amare."
"E poi?" Chiesi interessato.
"E poi ci siamo sposati. I cinquant'anni più belli della mia vita. Vivere senza di lui è diventato inutile, potessi tornare indietro mi getterei tra le sue braccia senza allontanarlo."
La guardai, senza parole. Fortunatamente mi anticipò e continuò il suo discorso.
"Tu sei giovane, ma non si è mai troppo giovani per amare. Ne troppo vecchi."
"E' troppo tardi, sto tornando a cas.." Mi zittì.
"Hai perso questo treno, ma ce ne saranno altri. Ce ne saranno se continui a crederci." Sorrise, per poi alzarsi e afferrare la sua borsa. "Questa è la mia fermata, buona fortuna."
Salutai la donna con una mano, torturando il bracciale bianco che tenevo sul polso. Aveva un piccolo cuore su di esso, l'avevo fatto incidere a Doncaster qualche giorno prima.
Non so quanti minuti ci volettero prima di raggiungere la fermata di Doncaster, ma ebbi parecchio tempo per pensare a Harry e alle parole della vecchia signora.
Appena scesi dal treno osservai il mio riflesso su una colonna d'acciaio. Avevo i capelli sulla fronte disordinati, gli occhi rossi per il pianto e i miei vestiti erano disordinati e stropicciati.
Non mi sarei mai aspettato di tornare in quello stato, specialmente perché sin da piccolo ero molto positivo e speravo Harry poteva capirmi. Ma non l'aveva fatto, e io non mi ero arreso.
Ci sarebbero stati altri treni da prendere, e io li avrei presi.

Harry's pov:


La testa mi girava ed ero confuso, aprii gli occhi lentamente, sbadigliando.
"Finalmente!" Trillò Sailor, abbracciandomi.
"Cos'è successo?" Chiesi. Era raro che mi venissero a trovare in casa mia. Eravamo soliti uscire, e loro sapevano quali erano i miei limiti. La mia camera era personale e nessuno di loro l'aveva mai vista più di una volta. Per essere lì, seduti sul mio letto a fissarmi, doveva essere successo qualcosa di grave.
"Ieri sera eri sconvolto, non so per quale motivo." Disse Sailor guardando Zayn, che sorrise. "Zayn aveva esagerato con gli alcolici e tu l'hai seguito a ruota."
"Ti sei fatto la prima canna della tua vita, amico!" Esclamò Zayn, più diretto e meno sensibile di Sailor.
"Cosa?" Sputai tra i denti, sbadigliando.
"Dai, sono esperienze che vanno fatte almeno una volta nella vita!" Sorrise orgoglioso.
Zayn era solito parlare di esperienze. Per lui la vita era un gioco, e il fatto che fosse stato bocciato per lui era un'esperienza. Aveva cominciato a fumare definendo 'esperienza' quello che invece diventò un vizio. Sapevo avesse provato qualche tipo di droga, me l'aveva svelato lui stesse. 'Sono esperienze', si era giustificato.
Non l'avevo mai seguito a ruota in questo genere di esperienze, ma l'avevo assecondato. A fare la parte della mammina iper-protettiva c'era Sailor, che oramai con la sua visibilissima cotta per Zayn non faceva altro che cercare inutilmente di tenerlo a bada. Ma Zayn era uno spirito libero, Sailor avrebbe dovuto capirlo dall'inizio.
"Quello cos'è?" Chiesi indicando un pacco regalo blu appoggiato sulla scrivania. In tutta risposta Zayn fece spallucce e lo prese, ci giocherellò per poi passarmelo.
Feci lo stesso, lasciando che le dita passassero sul fiocco rosso e strappassero con debolezza la carta.

"Caro Harry,
Hai detto di non volere nulla per il tuo compleanno, hai detto che ti bastava la mia presenza. Eppure ti ho fatto un regalo, sperando questo ti faccia pensare sempre a me. Tuo, Louis."


Un brivido mi corse lungo la schiena quando lessi il suo nome affiancato da quell'aggettivo possessivo. Era il mio Louis, eppure l'avevo mandato via. Lui si concedeva a me, diventava il mio e io lo rifiutavo. I ricordi di quella sera apparivano sfocati e nitidi. Cercai di ricordare di più, inutilmente. Con il tempo avrei ricordato, o almeno lo speravo.
Scossi la testa, evitando di scoppiare in lacrime nel momento meno opportuno.
Appoggiai il biglietto sul comodino, aprendo la piccola scatolina ancora presente nella carta. Sfilai il fiocco bianco e afferrai il bracciale.
Era semplice, e questo lo rendeva bellissimo. Era bianco, con un piccolo cuore d'acciaio. Giurai fosse graffiato, ma avvicinandolo notai fosse una scritta incisa. 'L+H'.
In quel momento non resistetti, lasciai che le lacrime bagnassero i miei occhi. Abbassai la testa, legando il bracciale sul polso destro. Profumava.
"Chi te l'ha regalato?" Trillò Sailor, l'espressione di una bambina che scarta i regali di Natale.
"Louis." Dissi scioccamente.
Zayn si voltò appena nominai quel nome, per poi fissarmi.
"Un amico." Spiegai a Sailor, che mi guardava confusa.
"Sicuro?" Chiese Zayn guardandomi.
Alzai lo sguardo verso di lui, mostrando i miei occhi lucidi ai due.
"No."



 

Spazio autrice:
Rieccomi, dopo due giorni di assenza cc Ho finalmente postato questo capitolo, volevo postarlo ieri sera, ma lo avevo salvato in una chat su fb e come avrete visto ieri non funzionava.
Che dire di questo capitolo, è corto, lo so, mi dispiace. Non ha molto senso, ma è okay, spero vi piaccia. Amo sempre di più la figura di Louis. Spero tutte abbiate notato che anche Louis ha il bracciale inciso asdjgkjl. c: fatemi sapere se vi piace!
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Facebook: Serena Cecchetti

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Capitolo 8
*** I want to break free ***


Chapter eight.
 

Harry's pov:

"Siamo arrivati?" Chiesi affacciandomi dal finestrino.
"Per la centesima volta, Harry, no." Zayn scosse la testa, senza voltarsi.
"E adesso? Adesso siamo arrivati?" Chiesi di nuovo, guardando il panorama di fuori.
"Harry sembri un bambino." Sailor si voltò verso di me, per poi tornare a canticchiare. 
"Lo è, ha appena diciassette anni!" Zayn scoppiò a ridere.
"Non sono io quello che mi ha fatto conoscere con un ragazzo gay innamorato di me convinto che sarei diventato gay! Che ti è saltato in mente?" Sbraitai guardandolo. Alzò gli occhi dal volante e si voltò a guardarmi con un enorme sorriso.
"Convinto che saresti diventato gay? Ti ricordo che stai indossando un bracciale con le vostre iniziali e mi stai costringendo a portarti a Doncaster." 
"Tu..Non avevi nessun diritto di farlo." 
"Era così preso da te, poi se tu fossi diventato gay non avrei avuto più concorrenza a scuola." Fece spallucce voltandosi.
Non sapevo perché quella mattina avevo chiamato Zayn chiedendogli di accompagnarmi a Doncaster, di certo non l'avevo fatto per il bel panorama o i bei negozi. 
Avevo un obbiettivo, ma non sapevo quale. Un piano, ma ancora non l'avevo escogitato. E sebbene non fossi mai stato bravo ad improvvisare, l'avrei fatto.
"Torniamo a casa, mi viene da vomitare." Annunciai quando la volvo di Zayn superò il cartello 'Doncaster'.
Non ricevetti risposta, così tornai ad osservare le numerose scritte di benvenuto su un cartellone lì appeso.
"auf wiedersehen" Sussurrai tra me e me, controllando nervosamente l'orario.
"Haz, sembri una bambina arrapata." Zayn non era di certo il tipo di persona che si faceva complessi prima di dire qualcosa. Semplicemente lo diceva, senza neanche pensarci due volte. Era troppo schietto, ma era una cosa di lui che mi piaceva, il fatto che fosse sincero con me - e non solo.

"Siamo a Doncaster. Ora dove devo girare?" Chiese Zayn risvegliandomi dal mio stato di trance.
"Ti pare che io sappia dove vive?" Chiesi facendo spallucce.
"Tu mi hai fatto venire fino a qui per non sapere poi ne dove andare ne cosa fare?" Chiese stringendo le mani in due pugni.
"Volevo improvvisare." Dissi come fosse la cosa più normale del mondo.
Zayn non rispose, afferrò il cellulare e compose un numero, per poi mandare un sms.
"28 waterdale, secondo piano, primo portone. Ogni martedì Louis va dalle dieci alle undici e mezza al Drum, Trafford Way. Quasi dieci minuti a piedi da dove siamo ora." Disse Zayn serio, fermando l'auto.
"Come lo sai?" Chiesi sbalordito.
"Fatti bastare l'indirizzo." Disse aprendomi la portiera.
"Poi i tredici centesimi del messaggio devi ridarmeli." Disse mostrando un sorriso bastardo che conoscevo - e odiavo - fin troppo.
"Se vuoi ti pago anche la benzina." Chiusi la portiera, correndo verso il locale più quotato in quel piccolo e inquietante paesino.
Doncaster era fin troppo piccolo per essere chiamato paese, era ricoperto da montagne e alberi altissimi, notai quanto quel posto somigliasse a Forks, poi scossi la testa cercando di disintossicarmi da Twilight e dai stupidi film che Sailor mi costringeva a vedere.
Raggiunsi il Drum e mi chiesi subito come poteva essere un posto del genere pieno di ragazzi. 
"Permesso, cazzo permesso, levati dal cazzo!" Spinsi qualche persona intorno a me e riuscì ad entrare, per poi dirigermi verso l'unico barista libero.
"E' qui Louis Tomlinson?" Chiesi appoggiando una mano sul cuore, quasi spaventato potesse saltare via dal petto da un momento all'altro.
"Perché stai cercando quel frocio? E' uscito da qui adesso." Rispose un ragazzo evidentemente ubriaco. Mi avvicinai a lui minacciosamente, per poi voltarmi: dovevo cercare Louis.
Uscì dal locale, per poi correre verso casa di Louis. Fortunatamente non dovetti correre molto: come aveva detto il ragazzo ubriaco di poco prima, era uscito da poco. Camminava lento, con le mani nelle tasche e le cuffie nelle orecchie. Cantava.
Cantava una canzone che riconobbi subito, 'I want to break free', dei Queen.
Scoppiai a ridere, era troppo gay quel ragazzo.
"Louis!" Gridai agitando una mano. Era voltato, non riusciva a sentirmi. Ripetei il suo nome qualche volta, senza risultato. Lo vidi afferrare il cellulare.
"it is strange, but it is true. i can't get over the way you love me like you do" cominciai a cantare, quasi sussurrando. 
Louis si voltò, spalancando gli occhi. Temetti di averlo spaventato.
"Che ci fai qui?" Chiese sfilando le cuffie dalle orecchie.
Non risposi, mi limitai ad osservarlo.
"Pensavo non volessi più parlarmi." Disse serio, abbassando lo sguardo. Quella frase non sembrava una minaccia o una provocazione. Mi fece tenerezza il modo in cui la disse. Era serio e continuava a guardarsi le scarpe.
"L-lo pensavo anche io." Ammisi grattandomi la nuca. Louis manteneva comunque le distanze da me, esattamente come stavo facendo io con lui. Nessuno dei due osava avvicinarsi, ne guardarsi. O perlomeno ammettere di farlo. I suoi occhi cercavano segretamente i miei, per poi trovarli e abbassare lo sguardo, quasi avesse fatto qualcosa di illegale.
"Che succede?" Mi accigliai, guardandolo. Continuava a guardarmi, mordendo il labbro inferiore. I suoi occhi insicuri cercavano i miei e cercavano di mantenere lo sguardo.
"Nulla, è che.." Si bloccò, alzando le spalle.
"Cosa?" Chiesi mostrando un lieve sorriso.
"Sei così bello." Sussurrò timidamente.
Soffocai una risata, pensando a quando Zayn mi aveva dato della bambina arrapata. Louis mi batteva.
Posai lo sguardo sul suo braccio, sul quale era legato un bracciale identico al mio. Un sorriso involontario apparve sul mio volto.
Mi avvicinai a lui, sfiorando con la mano il suo polso.
"C-che stai facendo?" Borbottò, spalancando di nuovo gli occhi.
I suoi pezzi di cielo mi incatenarono. Sentì il battito cardiaco accelerare e la testa scoppiare. Così feci qualcosa che non avrei mai pensato di fare.
Lo baciai. Fu un bacio diverso, maledettamente perfetto. E lo era, era maledetto. Nonostante le mie labbra erano appiccicate sulle sue continuavo a ripetere nella mia mente di essere etero.
Continuavo ad auto-convincermi, mentre mi staccavo e lo guardavo sorridere. 
Fu un bacio semplice, un bacio a stampo. Eppure sorrideva. Eppure sorridevo anch'io. Lo avevo fatto sorridere.
"E adesso?" Chiese agitato, giocherellando con il bracciale. Afferrai il suo polso, portandolo alle labbra. Appoggiai queste ultime sul bracciale, per poi staccarmi.
"Non lo so, non sono bravo ad improvvisare." Ammisi imbarazzato.
"Io si, ho studiato teatro per due anni." Sorrise, alzandosi in punta di piedi. Notai di nuovo la devastante differenza d'altezza, e lo lasciai giocare con i miei capelli.
Lo lasciai baciarmi.
Stavolta per davvero.
Fu un semplice bacio a fior di labbra, un bacio dolce, senza malizia. Di nuovo, cercai di convincermi della mia eterosessualità. 
"Eri qui per.. insomma, bhè... per me?" Chiese dolcemente, abbassando lo sguardo. 
Louis sembrava timido ed imbarazzato, e come se non bastava già il suo carattere a farmi intenerire, la sua frase era così dolce.
Probabilmente anche una bestemmia sarebbe risultata tenera detta da lui.
"Certo!" Annuì guardandolo.
"Ma..perché? Voglio dire.. tu sei così..tu. Potresti avere tantissime ragazze e sei qui... per me." Sorrise debolmente.
"Hey, se vuoi me ne vado." Dissi voltandomi.
"No, non farlo.." La sua mano mi sfiorò il braccio, costringendomi a voltarmi.
"Perché?"
"Ti ho già perso una volta, non voglio perderti di nuovo." Disse guardandomi. E inaspettatamente si fiondò tra le mie braccia, stringendomi.





Angolo Autrice:
Finalmente (non per voi lol) sono tornata. Non ho pubblicato per qualche giorno, dato che ne la scuola ne la febbre erano dalla mia parte. Sono stata male e ho avuto modo di pubblicare solo adesso questo strano capitolo. Non lo trovo particolarmente bello, solo che volevo che finalmente ci fosse un po' di larry. sorry. Ma quanto tenero è Louis? aw. Harry si sta sciogliendo, in his arms, he gets weak. no okay. spero vi piaccia, vi ho fatto aspettare quindi spero ne valga la pena :) Volevo ringraziare voi per gli 8o seguiti e @raawrnicki per tutte le idee e per avermi letteralmente costretto a scrivere questo capitolo. lo so che sotto sotto sei la mia più grande fanZ, Cciulia 
twitter: @partywithperrie



 

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Capitolo 9
*** how ya doin? ***


Chapter nine.
 
Louis' pov:
 
"Non mangi niente?" Chiesi guardando Harry. Scosse la testa, borbottando qualcosa di incomprensibile. Mia madre gli aveva permesso di passare un po' di tempo a casa nostra, ed ero felicissimo.
"Ho sonno, Lou andiamo a dormire?" Chiese alzando la testa dal tavolo, per guardarmi con un enorme sorriso malizioso.
"Sei matto? Io devo andare a scuola!" Lo guardai, scuotendo la testa. Harry alzò la testa, guardandomi deluso.
"Ma Lou, che farò io? Domenica devo andare via, non puoi restare con me? Abbiamo così poco tempo.." Disse disegnando dei cerchi sul tavolo con un dito.
"Haz, è solo mercoledì! Abbiamo tutta la settimana per stare insieme, ma non posso saltare la scuola. L'ha detto la dittatrice." Sorrisi.
"Mia madre." Spiegai afferrando lo zaino.
Harry si alzò, raggiungendomi. 
"Ti accompagnerei alla fermata, ma sono in pigiama!" Disse dispiaciuto.
"Non importa, ci vediamo dopo!" Lo tranquillizzai, aprendo la porta.
Mi costrinse a voltarmi, sorridendo. Le sue labbra sfiorarono le mie e tentai di approfondire il bacio. Ma Harry si staccò, spingendomi fuori con un enorme sorriso.
 
La mattinata a scuola passò veloce. Di solito era merito dei miei amici, ma il pensiero di Harry che mi aspettava a casa mi fece impegnare. Mia madre mi aveva vietato di saltare la scuola per evitare di collezionare un'altra bocciatura. Per lei era una delusione il fatto che avevo due anni in più di Harry ed entrambi frequentavamo la stessa classe. Per lei ero io una delusione, ma non lo sarei più stato.
Il pomeriggio io ed Harry eravamo stati invitati ad andare a fare un giro in centro con Stan e altri ragazzi, e nonostante entrambi avremmo preferito passare un pomeriggio insieme, accettammo, ma devo ammettere che se avessi saputo quanto ci metteva Harry a cambiarsi, avrei rifiutato l'invito.
"Devo farmi la barba!" Si lamentò quando lo chiusi fuori dal bagno.
"Sulla faccia?" Chiesi controllando ogni centimetro del suo viso. "niente da fare, sei più liscio di mia sorella."
La risposta lo turbò, così evitai un'imminente discussione lasciandolo entrare e guardandolo mentre si faceva la barba.
"Adesso sono più liscio di tua sorella!" Disse voltandosi.
Scossi la testa, seguendolo in camera. Afferrai un paio di boxer senza staccargli gli occhi di dosso. Era intento a scegliere cosa indossare, e non avevo neanche notato indossasse solo un paio di boxer. 
Tornò accanto a me, mostrandomi quello che aveva preso.
"Questa o questa?" Chiese appoggiando due felpe sul letto.
Una era blu, dei Ramones. L'altra era bianca, dei Beatles. Mi chiesi se davvero ascoltasse quelle band o avesse quelle felpe per moda.
"Sono di mio padre, le acquistò ai due concerti. Lui ha sempre amato la musica, è una passione che mi ha trasmesso. I Ramones sono la mia band preferita in assoluto, ma ascolto volentieri i Beatles e i Queen. Per questo quando ti ho sentito cantare 'I want to break free' sono rimasto sorpreso." Disse quasi leggendomi nella mente.
"Deve mancarti.. tuo padre. Hai detto che lui e tua madre sono separati." Dissi senza togliere gli occhi dalle due felpe.
Annuì.
"Questa si abbina con le scarpe." Dissi indicando la felpa bianca.
Mi sedetti sul letto, senza smettere di osservare Harry, intento a scegliere dei pantaloni. Spostai le felpe sulla poltrona, e approfittai del tempo rimasto per riposarmi. 
"Lou-Lou, dormi?" Chiese Harry. Scossi la testa, aprendo gli occhi per poi richiuderli subito.
Harry era seduto su di me, le mani sull'asciugamano che avevo in vita.
"Abbiamo poco tempo." Sussurrò tracciando sentieri inesistenti sul mio petto, con il dito.
"Dobbiamo sbrigarci. Apri gli occhi." Continuò.
Una scia di baci umidi sul mio petto mi costrinse ad aprire gli occhi. La sua bocca raggiunse il mio collo e la mia mascella, posandosi finalmente sulla mia.
Si spostò subito, appoggiando le mani sull'asciugamano.
"Lou-Lou, cos'abbiamo qui?" Chiese sorridendo.
"N-no. Dobbiamo vestirci, abbiamo poco tempo." Dissi imitandolo. Mi alzai, afferrando i boxer e raggiungendo il bagno. Quando tornai Harry era pronto, bello come sempre. Mi propose di indossare la sua felpa dei Ramones e accettai, nonostante fosse grande per me. Indossai un paio di jeans e le vans, per poi sistemarmi i capelli.
"Abbiamo esattamente cinque minuti." Disse Harry controllando l'orologio.
"Il tempo necessario per raggiungere il centro." Gli feci notare.
Harry sbuffò seguendomi. Raggiungemmo il punto d'incontro a piedi, Harry non parlò per tutto il tragitto, si limitò a guardare il cielo sospirando.
Sperai vivamente fosse lui a rivolgermi la parola per primo. Non sopportavo che mi ignorasse, specialmente senza motivo. Il resto del pomeriggio mi ignorò, si limitò a provocarmi, sapeva quanto ero debole sotto il suo controllo.
Il suo comportamento mi infastidiva, ma cercai di godermi il pomeriggio. Cercai di godermi il mio gelato, nonostante Harry mi aveva offerto il suo.
"Vuoi un po'? Tiramisù e banana" Aveva detto, senza smettere di guardarmi. Un sorriso sghembo e malizioso si era fatto spazio sul suo viso, innervosendomi.
Avevo anche cercato di godermi lo studio in biblioteca, ma Harry me l'aveva impedito. 
"Guarda Lou-Lou, c'è 'cinquantadue sfumature di grigio', mi piacerebbe essere il protagonista maschile! E tu Lou? Tu faresti la protagonista per me?" Mi aveva sussurrato all'orecchio, mostrandomi il libro.
Ma evidentemente il rossore sulle mie guancie non gli era bastato. Si era seduto accanto a me, leggendomi ad alta voce le scene porno del libro cambiando i nomi dei protagonisti in 'Harry' e 'Louis'.
Avevo approfittato dei cinque minuti in cui Harry era andato in bagno per rilassarmi, cercando di nascondere l'erezione sotto la stoffa dei jeans.
Oh, avevo anche cercato di godermi la cena, quella sera. Io ed Harry eravamo soli, e lui non ci aveva pensato due volte a riempirmi la testa di domande piene di doppi-sensi.
"Boo, lo sai che il gelato può essere usato come lubrificante?" Mi aveva chiesto, infilando il dito nel mio barattolo di gelato, per poi infilarselo tutto in bocca. 
Non potei non voltarmi a guardarlo. Nonostante in quel momento lo odiassi più di ogni altra cosa, era davvero meraviglioso.
"Che vuoi?" Chiesi serio.
"Cosa intendi dire?"
"E' tutto il pomeriggio che mi ignori e mi provochi così. Non ce la faccio più." Ammisi abbassando lo sguardo.
"Capito, rifammi la domanda." Disse annuendo.
"Che vuoi?" Chiesi sbuffando.
"Te. E subito." Disse appoggiandosi sulla mia spalla. Mi abbracciò e restò stretto a me, fissandomi mentre cercavo di guardare il film.
"Lou, io vado a dormire. Porto su del gelato, se ti va.." Disse alzandosi. Prima di andarsene mi schioccò un bacio sulla punta del naso e mi fece l'occhiolino.
 
 
Angolo autrice:
rieccomi, dopo tanto tempo. Prima di tutto voglio avvertirvi di due cose. Mio padre mi ha tolto la connessione, quindi sto pubblicando questo capitolo di nascosto (grazie mamy lol) e non so quando aggiornerò. Seconda cosa, sabato parto per la gita. Tornerò lunedì tardi, quindi probabilmente aggiornerò martedì. Spero vi piaccia questo capitolo, grazie a tutti c:
 

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Capitolo 10
*** ice cream sex ***


Chapter ten.
 
Louis' pov:
 
Dicono che il cervello funziona ventiquattro ore al giorno, trecentosessantacinque volte all'anno, ma puntualmente smette di funzionare quando ci si innamora. Quando succede, smettiamo di pensare in modo razionale e cambiamo.
Non mi sono mai piaciuti i cambiamenti, se non l'arrivo di Harry nella mia vita. Quello era stato il miglior cambiamento di sempre, era entrato senza chiedere il permesso e senza rendersene conto. Ma l'aveva fatto, e ogni momento ringraziavo Dio per questo.
E forse per questo, forse per amore quella sera avevo deciso di non arrabbiarmi con Harry. 
Capivo lo stato confusionale in cui si trovava: lo avevo passato anche io.
La storia si ripeteva.
"Haz, non hai sonno?" Chiesi aprendo la porta della camera da letto. 
Harry era seduto sul mio letto, con la testa fuori dalla finestra e un barattolo di gelato tra le mani. 
Scosse la testa, senza degnarmi di uno sguardo.
"Haz, è tardi. Fa freddo." Mi lamentai sfilandomi la t-shirt che avevo addosso. 
Chiuse la finestra, voltandosi verso di me. 
Restai ad osservarlo mentre mi sfilavo i jeans, i suoi occhi da cerbiatto continuavano a fissarmi innocenti.
Afferrai un paio di pantaloni della tuta e uscì dalla stanza, sotto lo sguardo interrogativo del mio ospite.
"Lou dove vai?" Chiese seguendomi.
"A dormire sul divano." Risposi ovvio, guardandolo.
"P-perché? ce l'hai con me?"
"Ho solo voglia di dormire sul divano, qui ho freddo." Feci spallucce.
"Posso venire?" Sorrisi annuendo. Harry afferrò il gelato e il pigiama, per poi seguirmi in salotto.
Visto il poco spazio rimasi seduto, e Harry fece lo stesso. Passammo due ore guardando un film d'amore che lui amava, sperando di riuscire a dormire. 
"Lou sei sveglio?" Chiese tossendo.
Annuì, guardandolo.
"Posso baciarti?" Chiese appoggiando la testa sulla mia spalla. Sorrisi guardandolo.
Harry aveva un atteggiamento stranissimo, cambiava umore all'improvviso, e non sapevo mai come prenderlo.
Non risposi, lasciai che si sedesse su di me e sfiorasse le mie labbra con le sue. Lasciai che la sua lingua esplorasse le mie labbra, che socchiusi. Lasciai che le sue mani raggiungessero il mio collo.
"Non ti ho dato il permesso!" Esclamai mostrando uno sghembo e malizioso sorriso.
"Allora dammelo." Disse facendo spallucce. "Posso?"
Sorrisi, riprendendo a baciarlo dolcemente. 
"Era un si?" Chiese staccandosi. Annuì giocando con i suoi ricci.
Mi alzai, afferrando una coperta dal mobile del salotto. La sistemai sul divano, per poi tornare ad abbracciare Harry.
"Tremavi." Mi giustificai, guardandolo negli occhi. Mimò un grazie e sorrise.
"Perché oggi mi hai ignorato?" Chiesi quasi senza voce.
"Non ti ho ignorato. Ti ho parlato. Non ricordi? in gelateria, in biblioteca.." Disse sorridendo.
"No, mi hai provocato. Non mi hai detto nulla di carino. Neanche un 'che bel tempo eh?' mi hai ignorato."
"Ma Lou, pioveva!"
"Era un esempio, intendevo dire che mi hai solo dato fastidio." 
"Non mi è sembrato che ascoltare cinquanta sfumature ti abbia infastidito." mi stuzzicò, guardandomi.
"Harry!" Gridai imbronciato.
"Comunque ho quel libro, l'ho comprato la settimana scorsa." Mi informò, afferrando un libro dalla sua borsa.
"Bravo." Annuì.
"LouLou, vuoi che te lo legga?" Mi sussurrò all'orecchio. Rabbrividì, impassibile.
"N-no." Dissi scuotendo la testa per affermare ciò che avevo detto.
"Pagina 75." Sussurrò sfogliando il libro.
Lo sfilai dalle sue mani, gettandolo a terra. Prima che potesse lamentarsi, le sue labbra erano già bloccate dalle mie.
La sua bocca scese lungo il mio collo lasciando umidi baci sulla clavicola. Le sue mani attraversarono il mio corpo, arrivando all'elastico dei boxer. 
"C'era davvero bisogno di aspettare stasera?" Chiese, mentre la sua mano mi procurava piacere. 
Non risposi, cercai di godermi al massimo gli occhi di Harry puntati sui miei e la sua mano che mi masturbava.
Soffocò i miei gemiti con dei baci pieni di passione, poi si staccò dalla mia bocca sorridendo.
"Haz, sto.." sussurrai stringendo i suoi capelli fra le mani. Mi zittì con un bacio e venni sulla sua t-shirt.
Appoggiò la sua fronte sulla mia, fissandomi. Un sorriso si fece spazio sul suo volto, illuminandolo. 
Si alzò, sfilandosi la t-shirt per poi gettarla a terra. Restai seduto di fronte a lui, immobile, fin quando le mie mani cominciarono a sbottonargli i jeans. Lo feci quasi senza rendermene conto, catturato da quegli smeraldi intenti a fissarmi curiosi.
Gli sfilai i boxer, prendendo la sua lunghezza in bocca. Harry teneva le mani sui miei capelli, dettandomi il ritmo. Quando venne chiamando il mio nome, ingoiai tutto.
Fu un attimo, le sue mani mi spinsero lungo il divano, costringendomi a sdraiarmi. 
Quando capì le sue intenzioni, era già intento a sfilarmi i boxer, gettandoli sul pavimento insieme alla sua t-shirt.
"Lou-Lou, mi è avanzato del gelato." Mi sussurrò all'orecchio, così basso che feci fatica a capirlo. 
Lo vidi alzarsi e raggiungere il tavolo del salotto, afferrando un barattolo bianco di plastica.
Ci infilò un dito, infilandomelo in bocca. Lo succhiai e lui sorrise, infilandolo di nuovo nel gelato.
Quando ebbe finito, mi afferrò i fianchi, alternando varie spinte. 
"Haz.." Mi lamentai, affondando il viso nel cuscino.
"T-ti faccio male?" Chiese con il fiatone, mordendomi la scapola.
"U-un po'." Ammisi imbarazzato. "Non fermarti."
Dopo qualche minuto mi abituai alle spinte di Harry, mi abituai alla sua mano tremante che riprendeva a masturbarmi e ai miei gemiti strozzati.
"LouLou.." Sussurrò tranquillizzandomi. "T-ti amo."
Non ebbi tempo per concentrarmi su quella frase, al momento senza significato. Venimmo contemporaneamente, lui dentro di me, io sul divano.
Harry non uscì subito da me, restò qualche minuto appoggiato alla mia schiena, cercando di regolare il suo respiro.
Successe tutto velocemente, la porta che si apriva e Harry che si staccava da me allarmato. Spalancai gli occhi quando tre figure fecero capolino dalla porta principale.
Mia madre, il suo compagno Phil e una ragazza mai vista prima. Aveva più o meno l'età di Harry, lunghi capelli rossi e un paio di grandi occhi verdi. 
Era senza dubbio una bella ragazza, minuta e dall'espressione seria. Doveva essere la figlia di Phil, della quale non ricordavo il nome.
Sperai vivamente che mia madre non entrasse nel salotto, d'altronde le luci erano spente e non c'era nulla di interessante oltre a suo figlio che scopava con il suo ragazzo segreto.
Harry approfittò del buio per coprirci con la coperta, chiuse gli occhi e mi intimò a fingere il sonno.
Feci come detto, e nessuno entrò in salotto.Nessuno eccetto la ragazza dai capelli rossi.
Non disse nulla, ne accese la luce. Uscì subito, probabilmente non ci aveva visto, o se lo aveva fatto, aveva pensato stessimo dormendo.
Le labbra di Harry sul mio collo mi distrassero dai miei pensieri, lasciai che i suoi baci mi calmassero e respirai a pieni polmoni, felice di non essere stato scoperto.
"LouLou, chi è quella?" chiese prendendomi per mano.
"N-non la conosco. Forse è la figlia di Phil.." Ipotizzai, sicuro di aver ragione.
Mi addormentai tra le sue braccia, per poi svegliarmi la mattina seguente in ritardo. Entrai a scuola un'ora dopo, feci una doccia, mi vestì e feci colazione velocemente. 
Mia madre mi propose un passaggio, ma presi il motorino e mi beccai il terzo grado del preside stanco dei miei ritardi.
Le cinque ore di scuola passarono più lente del previsto. Odiavo le materie chimice e scientifiche, e quella giornata ne era piena.
Quando tornai a casa notai la presenza dell'ipotetica figlia di Phil. Era seduta sul divano, intenta a canticchiare una delle nuove canzoni di Justin Bieber. Harry era seduto dall'altro lato del divano, intento a guardare un programma in tv.
Non conobbi il suo nome fin quando mia madre non comparì in salotto presentandomela. Si chiamava Anabella, era la figlia di Phil.
"Louis. Tomlinson." Borbottai guardando con la coda dell'occhio Harry, che fingeva disinteresse.
"Il famoso Louis di cui tutti parlano." la ragazza sorrise, attraversando la stanza alla ricerca di suo padre.
Giurai nella sua voce ci fosse un pizzico di cattiveria e malizia, ma non ci feci caso: aveva l'aspetto di una bambola di porcellana, e sembrava piuttosto tranquilla. 
Sembrava.
 
 
 
Angolo autrice:

Mi dispiace davvero tanto per il ritardo e per il fatto che questo capitolo è bruttissimo. Mio padre mi ha staccato la connessione e posso solo avvantaggiarmi i capitoli. Mia madre ogni tanto mi lascia cinque minuti per pubblicarli, ma è il massimo che posso fare. Vado molto di fretta, volevo ringraziarvi per le recensioni!!
Che ne pensate di
Anabella? Diventerà un personaggio principale della storia, spero di avervi incuriosito. Volevo anche dirvi che non posso aggiornare fino al 10 maggio.
Ps: sto pensando di scrivere una ff oppure un os larry? chi la leggerebbe?
-
OneWhiteRogue.

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Capitolo 11
*** big blue eyes ***


Chapter eleven.
 
Harry's pov:
 
Quella mattina, quando mi svegliai, trovai due grandi occhi azzurri intenti a fissarmi. Aprii gli occhi lentamente, sbadigliando. 
Mi ci persi, tanto erano profondi e indescrivibili.
Indescrivibili.
Era forse la parola adatta per descriverli. Non riuscivo a cogliere le sue emozioni, non capivo cosa potesse pensare. Mi era impossibile leggerlo.
Lo fissai per qualche secondo, per poi distogliere lo sguardo, imbarazzato.
"Che stavi facendo?" Chiesi curioso.
"Ti guardavo dormire." Sorrise.
"C'è un motivo?" Continuai.
"E' che sei così bello mentre dormi." Fece spallucce, avvicinando il suo viso al mio.
"No." Gli appoggiai una mano sul viso, spingendolo via.
"Perché?" Sporse il labbro inferiore, sbattendo le ciglia.
"Devo lavarmi i denti." Borbottai chiudendomi in bagno.
Mi guardai allo specchio, la figura appariva stanca. Indossavo solo un paio di pantaloni della tuta. 
Sfiorai le due borse sotto gli occhi, borbottando qualcosa di incomprensibile.
Mi lavai i denti, mi sciaquaii la faccia velocemente e tornai da Louis, che mi aspettava seduto sul letto.
"Ieri è stata una notte impegnativa." Dissi sedendomi a cavalcioni su di lui.
Mi baciò, esplorando la mia bocca, centimetro per centimetro.
"Hai usato il mio dentifricio." Constatò staccandosi dalle mie labbra.
"E il tuo spazzolino." Ammisi mordendomi il labbro inferiore.
Tornò a baciarmi, divorandomi le labbra. Fu passionale e violento, come non lo avevo mai visto.
Lo spinsi sul letto, lasciandolo cadere sui cuscini. Mi piombai su di lui, baciando ogni centimetro del suo viso.
"Sai di menta." Disse sorridendo.
Tornai sulle sue labbra, mentre le mie mani esploravano il suo corpo.
"Lou-Lou, lo vuoi il bis?" Chiesi tornando a cavalcioni su di lui.
"A-abbiamo poco tempo.." 
"Ce lo faremo bastare." Dissi piegandomi verso il suo viso. I miei ricci gli solleticarono il collo e la faccia, mi baciò, appoggiando le mani sulle mie natiche.
Un colpo sulla porta e Louis si irrigidì, spalancando gli occhi.
Qualcuno cercò di aprire la porta, invano.
"H-haz..." Louis era impaurito, sembrava un cerbiatto. Si strinse a me, appoggiando il viso sull'incavo del mio collo.
"Tranquillo.." Lo calmai, mostrandogli una chiave che avevo appoggiato sul comodino.
Gli lasciai una scia di baci lungo il petto, arrivando all'ombelico e salendo fino alla scapola.
"Lou, sei così rigido...Stai tranquillo." Dissi lasciandogli un succhiotto violaceo sulla scapola.
"M-ma se..." 
"Lou, sta zitto. Ti accompagno io a scuola." Dissi scendendo fino all'ombelico, di nuovo.
Ci infilai la lingua, per poi arrivare all'elastico dei boxer. 
"Di questi possiamo farne a meno." Dissi sfilandoli.
"Haz.. ma.."
"Lou, puoi stare zitto? Devo concentrarmi."
Liberai la sua evidente erezione, guardandolo negli occhi. Appoggiò le mani sulla mia testa, stringendomi i capelli.
Afferrai la sua lunghezza con la bocca, muovendomi come mi dettò. 
Lui dettava il ritmo, io lo seguivo. Ed eravamo la canzone più bella di tutte. I suoi gemiti riempivano la stanza, mentre invocava il mio nome a bassa voce.
"A-more..." Disse a bassa voce, quasi in un sussurro.
"A-amore sto per venire." Borbottò ansimando.
Louis venne nella mia bocca, ingoiai tutto, per poi tornare all'altezza del suo viso per baciarlo.
"No, mi fa schifo." Disse schifato.
"Lou, quanto sei checca!" Mi lamentai, guardandolo.
"E' solo che mi fa un po'..." Lo zittì, appoggiando le mie labbra alle sue. Lo costrinsi a schiuderle, infilandoci la lingua.
Dopo qualche secondo ricambiò il bacio.
"Mi accompagni a scuola?" Chiese fissandomi.

"Lou, sai che giorno è domani? Domani sera è domenica." Cambiai discorso.
"Harry, non puoi andare via." 
"Come no? Ho la scuola." 
"Oramai sei parte del mio mondo, per me è normale vederti sul letto accanto al mio la mattina, davanti alla scuola all'ora di pranzo, anche i miei amici sanno chi sei. Se te ne andrai mi sentirò perso." ammise.
"Ma tu non sei perso, Lou."
"Perché tu mi hai appena trovato." Concluse toccandomi gli addominali accentuati.
"Lou-Lou, non ti abbandonerò mai. Il prima possibile verrai ad Holmes Chapel. Sei contento?" Chiesi.
"Certo che lo sono, se sto con te. Solo che non riesco ad immaginare di starti di nuovo lontano." 
"Ce la farai, sei così forte." Afferrai le sue mani, baciandole.
"Sono così forte quando mi sei accanto."
"Scommetto che lo sei sempre."
"Ho perso la verginità, ieri. Con te." Cominciò.
Non parlai, aspettai che continuò.
"E ne sono così felice. Non c'è nessun altro con cui vorrei fare l'amore in tutto il mondo." Concluse, baciandomi.
"Se potessi tornare indietro aspetterei di incontrarti." Ammisi.
"Questo vuol dire che tu non.."
"No Lou."
"ah.."
"Però sei il primo ragazzo." Sorrise. "e probabilmente anche l'ultimo."
Mi baciò attirandomi a se. 
Il suo odore mi invase le narici, si sdraiò accanto a me, che chiusi gli occhi.
"Ora però, devi portarmi a scuola." Trillò sorridendo.
Scossi la testa.
"Te n'eri dimenticato?" Chiese. La sua voce squillante mi costrinse ad alzarmi.
"Ti amo." Disse sorridendo.


Angolo autrice:
Okay, scusate il ritardo :o non ho avuto tempo e modo di aggiornare, quindi ecco questo breve capitolo di passaggio. Spero vi piaccia :)
ps: ora su twitter sono @bellaislegal :)

 

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Capitolo 12
*** saying goodbye ***


Chapter twelve.
 
Louis' pov:
 
"Caro Louis,
quando leggerai questa lettera io sarò già in treno, diretto ad Holmes Chapel. So che avresti preferito che fossi rimasto fino a stasera, o perlomeno che ti avessi salutato, senza partire approfittando della tua assenza.
Lou, devi sapere che non sono esattamente il ragazzo che conosci. Devi sapere che mi piacciono le ragazze, che quando esco guardo loro, e non i loro ragazzi. Devi anche sapere che ho passato dei momenti bellissimi con te, ma che fatico a pensare di camminare mano nella mano con un ragazzo.
Devi anche sapere che non sono esattamente così dolce come credi, che sono acido, solitario e che solo con te riesco a non essere così. Credo tu meriti un ragazzo in grado di amarti, un ragazzo che non abbia la testa piena di dubbi e il cuore pieno di tagli. Credo tu meriti qualcuno di speciale, almeno quanto te.
Qualcuno che abbia il coraggio di urlare al mondo quanto ti ama, qualcuno che non sia spaventato dal giudizio degli altri, perché sai, io lo sono.
Lo sono troppo. 
Viviamo in una società in cui loro preferiscono vedere due uomini tenere una pistola, piuttosto che baciarsi, Lou.
Non sono quel tipo di persona in grado di amarti come meriti, non sarei in grado di farti vivere più della metà della nostra relazione. Le parole fanno male, Louis, e tu sei più forte di me.
Ho cercato di essere il più grande, l'avrai notato, ma non ci sono riuscito. O meglio, ci sarei riuscito, eppure sto rovinando tutto.
Come faccio sempre.
Me ne rendo conto da solo, allora perché continuo a farlo, Lou? Perché scappo appena la situazione diventa difficile?
Vorrei trovare una risposta a queste domande, ma non ce l'ho. 
Forse sono solo debole. Indovina chi è la mia debolezza? 
Non mi va di giocare, però lascio che ad indovinarlo sia tu. Credo di amarti Louis, e in questo non c'è nulla di buono. 
Il tempo che ho avuto a disposizione non mi è bastato per riflettere, ci vediamo presto, Lou-Lou.
Sempre tuo, Harry."

Se n'era andato, era partito, non riuscivo a darmi pace. 
E non riuscivo a non odiarmi, mi ero illuso sarebbe potuto restare per sempre. Ma aveva la sua vita, doveva viverla.
Sapevo che quel momento sarebbe arrivato.
Mi guardai intorno, sperando di trovarlo ancora lì. L'enorme cartello di fronte a me annunciava la partenza del treno Doncaster - Holmes Chapel alle 14:30. 

Afferrai l'iphone, controllando l'orario. Era partito da cinque minuti.
Cinque minuti prima in quella stazione c'era lui, e se fossi arrivato prima l'avrei potuto fermare.
Ma cosa gli avrei detto? 
Mi guardai intorno, appoggiando lo sguardo sui binari.
Visitavo spesso la stazione.
Mi piaceva osservare le persone partire, immaginare le loro storie, immaginare cosa c'era dietro quei saluti o quegli abbandoni. 
Non era bello essere una di quelle persone, invece. 
Fino ad allora non ero mai partito, o meglio, nessuna persona importante per me mi aveva abbandonato. 
Ma quello di Harry non era un abbandono, sapevo che sarebbe arrivato quel giorno, ma tentavo di non pensarci.
Tentavo di non pensare di svegliarmi la mattina senza trovare quegli smeraldi osservarmi. Tentavo di non immaginare di uscire da scuola e trovare Harry ad aspettarmi. 
Semplicemente fingevo che quel giorno non sarebbe arrivato, ma sbagliavo.
Afferrai il cellulare, lanciando l'applicazione di Chat Line.
Ci pensai qualche secondo, prima di digitare qualcosa. 
Cancellai subito. 
Misi in tasca il telefono e mi alzai, sbuffando. Cercai di cacciare indietro le lacrime, inutilmente. E le mie gambe cominciarono a correre.
A scappare, a scappare dalla realtà, A fuggire, senza il mio controllo.
Accompagnate dal fiatone costante, e dalle mie lacrime. Era tutto sfocato,eppure continuavo a correre. Continuavo a correre come un leone a caccia. Come una gazzella spaventata.
O come un amante ferito.
Arrivai a casa senza fiato. Appoggiai una mano sul cuore e suonai il campanello. 
"Bentornato, Lou-Lou." una voce fastidiosa mi diede il benvenuto, aprendo la porta.
Anabella sorrise, stringendo un foglio in mano. Entrai senza farci caso, cercando di riprendere il controllo del mio corpo.
"E così Harry se n'è andato.." Borbottò seguendomi in salotto.
La guardai, un'espressione indecifrabile.
"Non hai ancora capito che il tuo amico è etero?" Sorrise. "Lascialo."
"N-no, Harry è mio." Sussurrai.
"Io e lui potremmo avere una storia bellissima, senza nasconderci. Pensa a come sarebbe felice, se non dovesse vivere una storia d'amore tra quattro mura." Trillò.
"Io e lui ci amiamo, siamo felici." Stavo convincendo lei o me stesso?
"Lascialo."
"Dammi una ragione valida."
"Una ragione? Ne ho un'infinità. Tu pensi di poter giocare con Harry come se fosse una bambola. Pensi di poter deviare il suo orientamnto, non è così? Pensi di poterlo sgretolare, ridurre in frantumi, manipolare. Pensi di poter decidere per lui. Di poter essere il suo custode. E in un millesimo di secondo ti ritrovi a decidere per lui, a organizzare la sua vita." Disse seria.
Le sue parole mi fecero riflettere, mi accigliai.
"Non voglio privarmi di lui." Scossi la testa.
"Stai privando lui della sua felicità. Harry è molto spaventato dall'idea che qualcuno possa etichettarlo frocio, da quanto ho potuto leggere. Quindi, vedi di lasciarlo in fretta." Disse sventolandomi la sua lettera davanti al viso.
Si allontanò, diretta verso un'altra stanza.
"Oh, Lou-Lou? Ovviamente devi metterci una buona parola per me." Disse sfottendomi.
Quel soprannome aveva lo stesso rumore delle unghie su una lavagna, se non era lui a pronunciarlo.

Spazio autrice:
heylà, mi dispiace tanto tanto tanto tanto per la mia luunga assenza :) spero di farmi perdonare con questo corto capitolo :) fatemi sapere che ne pensate.
twitter:
@bellaislegal










 

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Capitolo 13
*** don't u remember? ***


Chapter thirteen.

 

 
Harry's pov:
 
Odiavo i treni, e odiavo prenderli.
Significava andarsene, e andarmene non mi era mai piaciuto.
E non mi sentivo per niente bene, stavo male. Avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, ma non avevo nessuno.
Avevo passato la mia vita convinto di avere amici, di essere circondato da ragazze e di essere quel tipo di ragazzo considerato 'figo'. 
Invece no, era bastato Louis, era bastato che entrasse nella mia vita per farmi rendere conto di essere solo. 
Di non avere nessuno accanto, di essere solo contro il mondo.
Eppure non ero un guerriero, non avevo mai lottato per qualcosa, o per qualcuno. Non ci avevo neanche mai pensato. 
Tutto quello che avevo desiderato lo avevo ottenuto senza sforzi, senza neanche provarci.
Ma con Louis non era così, avevo guadagnato la sua fiducia e gli avevo fatto rendere conto di essersi sbagliato a fidarsi.
Mi sentivo terribilmente in colpa, tanto che presi il cellulare e aprii Chat Line.

HarryStyles94: Scusa

Anonimo91 sta scrivendo...

Feci un respiro profondo.

Anonimo91: Non devi scusarti
HarryStyles94: Invece devo, sono incoerente e stupido. Non mi sorprenderei se tu non volessi più parlarmi.
Anonimo91: Come potrei? Sei una droga.
HarryStyles94: La droga ha brutti effetti, Lou.
Anonimo91: Sto bene, solo che...
HarryStyles94: Solo che?
Anonimo91: Solo che ti ho perso. Volevo che tu lottassi per me, volevo che tu scegliessi me, invece te ne sei andato. Ma non temere, sopravviverò, lo faccio sempre.


I miei occhi si inumidirono.

Anonimo91: Oh, e.. Harry? Ti ho già perdonato.

Infilai il cellulare in tasca, con un vuoto terribile nel petto. Mi mancava Louis, mi mancavano i suoi sorrisi e le sue canzoni preferite. Mi mancava il modo in cui indossava le mie felpe e le stringeva forte. Mi mancavano i suoi baci, la sua pelle sulla mia, il suo viso nell'incavo del mio collo, i suoi abbracci spontanei, la sua dolcezza e i suoi occhi blu.
Quando arrivai ad Holmes Chapel erano le quattro del pomeriggio. Ad aspettarmi alla stazione c'erano Sailor e Zayn. Non li vedevo da qualche giorno, e mi erano mancati da morire.
Specialmente Zayn, l'ultima volta che lo avevo visto avevamo litigato, ma era il mio migliore amico e il bene che provavo per lui era immenso.
"Ehi, Styles!" Gridò Sailor appena scesi dal treno. Mi corse contro, abbracciandomi forte. Ricambiai l'abbraccio e cercai Zayn. 
Era seduto su una panchina, lo sguardo pensieroso, la solita sigaretta fra le labbra e la solita aria da cattivo ragazzo. 
Indossava una camicia rossa a quadri e un paio di jeans scuri, i capelli spettinati e lo sguardo spento.
Quando mi vide, sorrise. Gettò la sigaretta a terra e la spense passandoci sopra. 
Mi avvicinai a lui, insicuro. 
Mi sentivo un bambino, e forse lo ero. Probabilmente ero conciato male, i capelli disordinati e il viso rosso, gli occhi rossi e gonfi, e i vestiti stropicciati. 
"Harry." Disse a mo' di saluto, mostrandomi un lieve sorriso sghembo.
"Mi sei mancato." Ammisi sorridendo.
"Anche tu, sei mio fratello.." Disse serio.
Sapevo cosa voleva dire, io e Zayn usavamo chiamarci fratelli sin da piccoli, ed era vero: lui era come un fratello per me. 
Era forse la parte irrazionale e selvaggia di me, il migliore amico strano che tutti vorrebbero, eppure era solo mio.
"e' tutto okay?" Chiese abbracciandomi debolmente. 
Era già un inizio, Zayn era timido e insicuro, era difficile vederlo mostrare segni d'affetto, specialmente in pubblico.
"Mi dispiace di essermene andato, voglio dire, sicuramente non sono il migliore amico del mondo ma.." Mi zittì.
"Essere amici non vuol dire essere inseparabili, vuol dire potersi separare senza che qualcosa cambi." Disse appoggiandomi una mano sulla spalla.
"E non è cambiato nulla, vero?" Chiesi serio.
Zayn sorrise, afferrando il pacchetto di sigarette dalla tasca. Ne estrasse una e l'accese, portandosela alla bocca.
"vuoi?" Chiese passandomela.
Annuì, confuso. 
"Non dovresti rovinarti la vita per un ragazzo, dovresti rovinartela per la droga." disse ridendo.

Zayn's pov:

"Ciao Zayn, sono Louis, ti ricordi di me? Ti ho chiesto tempo fa di aiutarmi a mettermi in contatto con Harry, e tu mi hai aiutato. Per questo volevo ringraziarti, però Harry ha capito che tra di noi è impossibile. E per quanto io non sia d'accordo, so che lui è triste e vorrei aiutarlo. Vorrei che tu gli facessi conoscere una ragazza, una mia conoscente. Non posso dirti altro se non lasciarti il suo numero, mi fa malissimo scrivere questo messaggio, però voglio che Harry mi dimentichi e sia felice. Fallo per lui." 

Rilessi il messaggio due o più volte, ancora non ero al corrente di quello che era successo tra Harry e quel ragazzo, Louis. E in più, il mio migliore amico era appena tornato, era rimasto in casa tutto il pomeriggio e si era addormentato sul mio divano.
Era stanco, ed era a pezzi. Lo si vedeva, per questo avevo evitato di chiedergli come era andato il viaggio e come stava. Ero sicuro che ne avremmo parlato in un altro momento.
Forse era per questo che io ed Harry eravamo legati. Non ero di certo un impiccione, me ne stavo sulle mie, e se aveva dei problemi era lui a parlarmene. Sapevo rispettarlo, ed era okay che ci fossero dei segreti tra di noi, anche se io non ne avevo nessuno.
Prendevo la vita così come veniva, Harry era più piccolo di me, e distruggevo chiunque distruggesse lui.
Ma sapevo che Louis non era così, sapevo che aveva delle ragioni valide e nascoste per implorarmi di farlo uscire con una ragazza. E non avevo interesse a scoprire quali, dato che non voleva che aiutarlo.
Per cui, il mio scopo era far uscire Harry con quella ragazza. E purtroppo, ci riuscì.

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Capitolo 14
*** how to save a life ***


Chapter thirteen.

 

 
Harry's pov:
 
Anabella era la figlia di Phil, nonchè la sorellastra di Louis. L'avevo incontrata durante il mio periodo di permanenza a casa Tomlinson, nel momento sbagliato.
Louis era diventato una parte di me, quella migliore. Eppure il mio lato razionale continuava a ripetermi quanto fosse sbagliato pensare a lui, e quanto mio padre mi avrebbe odiato sapendo di avere un figlio 'frocio'.
Ma non lo ero, non lo ero mai stato. Le ragazze erano la mia passione, come lo sono tutt'ora. Louis era la mia eccezione, il mio segreto più oscuro. 
Il mio sogno proibito, il miracolo arrivato nel momento giusto a portare luce nella mia vita.
Non so a cosa pensai quando accettai di uscire con Anabella, la proposta di Zayn non sembrava entusiasmante, ma accettai.
Dovevo dimenticare Louis, anche se questo comportava uscire con la sua sorella acquisita.
Anabella era una ragazza particolare, ma non era Louis.
Nessuno era lui.
E nessuno poteva rimpiazzarlo.
Quel giorno mi trovavo a Doncaster, avevo preso il treno delle sette e alle nove ero lì, alla stazione che aspettavo Anabella.
Cosa provavo per lei? Niente.
Continuavo ad uscirci sperando di dimenticare Louis, continuavo ad illuderla perché sapevo che anche lei provava ad illudermi.
Afferrai una sigaretta dal pacchetto che mi aveva prestato Zayn, l'ansia mi stava uccidendo.
Prima di conoscere Louis non avevo mai fumato.
L'accesi portandomela alla bocca, guardandomi intorno.
"Harry!" Gridò una voce femminile e squillante.
Gettai a terra la sigaretta, spegnendola con la scarpa.
Mi costrinsi a sorridere, lasciando che la ragazza mi cingesse il collo con le braccia e mi baciasse. Ricambiai il bacio e mi staccai annoiato.
"Hai fumato?" Chiese seria.
"Forse." Dissi sorpassandola. 
Volevo uscire da quella stazione il più presto possibile, per evitare di ricordare la mia partenza. Ma lì, ogni cosa mi ricordava lui. Mi voltai verso Anabella, infilando le mani in tasca.
"E Louis? Come sta?" Chiesi.
Era la prima volta che io e lei parlavamo di Louis, ma non potevo farne a meno. Mi finsi disinteressato, guardando altrove.
"Credo che abbia smesso di mangiare, non lo so, passa le giornate in camera sua. Quando ha saputo che saresti venuto qui, credo abbia sperato fosse per lui." Disse facendo spallucce.
Annuì distratto, mentre i pensieri mi offuscavano la mente.
"Non pensiamo a lui, starà meglio, che ne dici di andare a prendere un gelato?" Chiese Anabella afferrandomi la mano. 
Annuii, seguendola annoiato.
Per quanto avrei dovuto mentire a quella ragazza? Non era il mio tipo, non mi era simpatica, eppure nessuna ragazza meritava di soffrire. Nessuno lo meritava.
Neppure il mio Louis. O meglio, Neppure Louis.

Un rumore mi distrasse dai miei pensieri. Avrei riconosciuto quel rumore ovunque.
Afferrai l'iphone, una notifica si fece spazio sullo schermo. 

Anonimo91: Addio.

Rilessi quella parola un paio di volte, confuso. Addio. Perché mai Louis mi aveva scritto addio?
Approfittai dell'assenza di Anabella, che era andata a prendere due gelati. Mi alzai dalla sedia, infilando l'iphone in tasca. 
E corsi. Cominciai a correre, come le mie gambe non avevano mai fatto. Avevo il fiatone, sentivo le gambe cedermi. Riconobbi il pub in cui ero capitato la prima volta che arrivai a Doncaster e seguii la strada che avevo percorso quel giorno.
L'appartamento dei Tomlinson era all'ultimo piano ed era collegato al tetto da una scala che si trovava in camera di Louis. Mi aveva raccontato che era il suo posto preferito, quello in cui si rifugiava quando era solo. Ed io sapevo come raggiungerlo.
Percorsi tutte le scale fino a trovarmi di fronte alla porta di casa sua. Feci un respiro profondo, per poi bussare.
"Harry!" Disse Phoebe abbracciandomi.
"Hey piccola, dov'è Louis?" Chiesi.
"In camera sua." La piccola fece spallucce, e mi lasciò entrare.
La porta era socchiusa, entrai silenzioso e mi guardai intorno. Raggiunsi la finestra aperta e salii la scala che mi portò sul tetto.
"Louis?" Gridai più forte possibile. Il vento mi spostava i ricci, portandomeli sul viso. 
Un singhiozzo, un altro. Qualcuno piangeva. Mi voltai, Louis era in piedi di fronte a me, distante di qualche metro.


On top of the roof 
The air is so cold and so calm 


"Louis." Sussurrai.
Tremava, si voltò, affacciandosi di sotto. Tornò a guardarmi, con i suoi occhi da cerbiatto spaventato.


I say your name in silence,
You don't want to hear it right now.


"Non aver paura di me." Sussurrai di nuovo, stavolta più piano.

The eyes of the city
Are counting the tears falling down


"Sono qui per te." Dissi porgendogli una mano. 

Each one a promise of everything
You never found


"Mi ami ancora?" Chiesi. Cercai di cacciare le lacrime, senza successo.

I scream into the night for you
Don't make it true


"Non ho mai smesso." Disse balbettando.

Don't jump 

Si voltò, dandomi le spalle. Allungai una mano, spaventato.
"Non saltare." Dissi lasciando le lacrime percorrere il mio viso.

"I'll jump for you."

"LOUIS!" Un grido strozzato e caddi sulle ginocchia...



Spazio autrice: 

okay, non odiatemi per questo capitolo. All'inizio della storia non credevo che prendesse una piega del genere, ma da qualche capitolo a questo ci ho pensato, ci ho messo qualcosa come tre ore per scrivere questo, e non sono nemmeno soddisfatta. Questo è il penultimo capitolo di Chat Line, spero davvero che vi piaccia.
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unionthorne


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Capitolo 15
*** Epilogo ***


Epilogo.
 

"Ciao Louis,
è passato esattamente un mese da quando te ne sei andato. In realtà, non l'hai mai fatto. Sei sempre nella mia testa, mentre invece dovresti essere qui con me. Ma non è possibile, lo so.
Ultimamente sono accadute molte cose nella mia vita, ma la tua perdita è stata la cosa più influente. Ma non devi preoccuparti per me, io sto bene. E tu, Lou-Lou? Tu come stai?
Ieri ho parlato con Jay. Sentono tutti la tua mancanza qui. Perché non torni, Lou-Lou? Lottie non è più la stessa, ha cominciato a frequentare un ragazzo più grande, un certo Liam Payne.
Ma stai tranquillo, mi prenderò io cura della tua famiglia. Le gemelline ancora non sanno della tua morte. Jay ha preferito dire loro che sei partito per un qualche viaggio. Ho l'impressione che sarà per loro difficile accettare la realtà, ma sono troppo piccole per saperla adesso.
Jay e Phil si sono lasciati, lui e Anabella sono tornati a vivere nella loro vecchia casa, e ho l'impressione che alle tue sorelle questo faccia piacere.
Sailor e Zayn - i miei migliori amici - mi sono stati davvero accanto ultimamente, quest'ultimo mi ha anche detto che sei stato tu a convincermi ad uscire con Anabella.
Perché mai l'avresti fatto, Lou-Lou? 
Per quanto riguarda me, vado avanti convincendomi di star meglio. Sappiamo entrambi che non è così.
Mi manchi, mi manchi tanto. Mi mancano i tuoi baci, i tuoi occhi enormi dentro ai quali potevo perdermi, mi manca la tua voce, i tuoi abbracci, il modo in cui sembravi piccolo e indifeso nelle mie felpe, mi manca il tuo profumo e mi manca proteggerti.
Ieri io e un tuo amico, Niall, abbiamo sistemato le tue cose. 
E' un bravo ragazzo, credo che potremmo andare d'accordo. Ho sistemato tutte le tue cose in alcuni scatoloni, ho tenuto alcune tue felpe e alcune tue foto, sai, per ricordarmi di te.
Niall mi ha raccontato tante cose di te che non sapevo, come per esempio che ti piace il tennis. 
Se tu fossi qui, un giorno ti avrei portato a vedere una partita di tennis.
Anche lui è distrutto, mi ha raccontato di essere orfano di padre e che sua madre ha dei problemi con l'alcool. Quel ragazzo mi fa tenerezza. Ha detto che tu eri il suo unico amico, e gli ho consigliato di venire ad Holmes Chapel qualche volta.
Era felice, Louis, ed è da tanto che non rendo qualcuno felice. 
Gli ho proposto di venire a vivere da me, ho una stanza per gli ospiti puntualmente vuota, e credo che aiutare qualcuno non possa che farmi bene. 
Abbiamo parlato molto, mi ha raccontato di essere pansessuale, il che mi ha aiutato a chiarire le idee. 
A te Lou-Lou? Come va? Stai bene lassù? Non desideri tornare anche tu ai vecchi giorni in cui tutto era più semplice? In cui mi svegliavo la mattina accanto a te?
Quei giorni in cui aspettavo che tornavi da scuola, e fantasticavo sulla nostra vita insieme.
Sono stato un bastardo, devo ammetterlo.
Sono stato un bastardo da quando ti ho cacciato via dalla mia festa di compleanno. Lo sono stato anche quando ti ho provocato tutto il pomeriggio, te lo ricordi? Avevo comprato cinquanta sfumature di grigio e volevo leggertelo cambiando i nomi dei protagonisti in 'harry' e 'louis'.
Lo sono stato quando me ne sono andato, e lo sono stato anche mentre illudevo Anabella.
Credo sia arrivato il momento delle scuse.
Vedi Lou-Lou, sono una persona orgogliosa. Non chiedo mai scusa, lo trovo imbarazzante. Non l'ho mai fatto. Ho perso molte amicizie solo per non aver chiesto scusa quando invece dovevo farlo.
Sono un bastardo, orgoglioso, presuntuoso e menefreghista, e di questo mi dispiace.
Sono la persona peggiore del mondo, puoi dirmi tutti gli insulti che vuoi e li accetto, ma non puoi dire che non ti ho amato. Non puoi dire che quello che provo per te sia vero. 
Non sai quanto sia difficile forzare il mio cervello a non pensarti, a volte. 
Sai Lou-Lou, mi sveglio ogni mattina con il pensiero che tu sei ancora qui, per poi rendermi conto della realtà.
Ecco, quindi, insomma scusa. 
Ti ricordi come ti avevo detto 'per sempre'? 
Sono stato un bastardo di nuovo, te l'avevo promesso e non ho saputo mantenerlo. Ma vedi Lou, tengo a te più di ogni altra cosa al mondo, anche se non sono capace di dimostrarlo.

Oh, e Lou? 
Prima di posare la penna, volevo dirti che mentre sistemavo i tuoi scatoloni ho trovato la tua lettera d'addio. 
Era per me, ho pianto mentre la leggevo.
Mi manchi tantissimo amore, spero di poterti abbracciare presto. 
Tuo, Haz."



Anonimo91: Ti amo Haz, mi prenderò sempre cura di te, sarò il tuo angelo custode.

 

(Louis Tomlinson, 21 marzo 2013, 09:34 am)



Spazio Autrice:
ehi, che dire? Chat Line è finita. Non so nemmeno io che dire, mi dispiace un casino, non pensavo di finirla così presto. In tante mi avete detto di essere tristi per la morte di Louis. Lo sono anche io, credetemi.
Ho dall'inizio della storia cercato di far capire che, dal punto di vista di Harry, la larry è una storia impossibile. Ho preferito farla terminare così, con Harry che si fa mille complessi sui suoi gusti sessuali, con Niall che fa la sua entrata nella storia come migliore amico di Louis e nuovo 'amico' di Harry.
Non ho mai shippato Narry, anzi, ma più avanti farò un pensierino su una ff che preveda il continuo di questa, magari chissà, Harry e Niall non sarebbero poi male insieme ;)
Bene, ehm, è triste sapere che questo è l'ultimo spazio autrice di questa storia. Innanzitutto vi consiglio di leggere questo epilogo ascoltando Lullaby dei Nickelback, è la canzone che ho ascoltato mentre lo scrivevo .
Ringrazio soprattutto voi che recensite sempre, le 130 persone che seguono la storie, le 59 che la preferiscono e le 15 che la ricordano. Tanti cuori a tutte

Ci vediamo presto con una nuova ff, vi ricordo che potete cercarmi su:

twitter: @unionthorne
facebook: Serena Cecchetti

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