Ogni volta

di Sheraz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ogni volta che viene giorno ***
Capitolo 2: *** 2. ogni volta che ritorno ***



Capitolo 1
*** 1. ogni volta che viene giorno ***


1. ogni volta che viene giorno Wow! La mia prima long-fic.
Beh, più precisamente la mia prima song-fic a capitoli.
La canzone è “Ogni volta” di Vasco ed è solo un pretesto per giocare con i vari clichè su Draco che ho trovato nelle mie letture (raccolti in modo molto divertente in un forum). Così potrete trovare un mordicchiabile Draco bisex, con manie da primadonna, innamorato di sé, dei suoi capelli biondi, della sua mamma e dei suoi (ipotetici) migliori amici, che fuma e beve e corre dietro a gonnelle (e pantaloni) di qualsiasi casa finché non è fulminato da una visione... la cui identità cercherò di tenere nascosta fino alla fine.
Quindi vi tocca sorbirvi i vaneggiamenti dello  splendido e incasinato furetto bianco.
Buon divertimento!
P.S. Spero di non offendere nessuno con il linguaggio o con gli argomenti trattati. Il mio vuol solo essere un gioco e un esercizio di stile ironico.


Ogni volta che viene giorno

- Buongiorno Draco - Sento mormorare da dietro le tende. Blaise sa che la mattina non deve infastidirmi. Sono ultrasensibile alla luce e al rumore... altro che sangue di Veela, molto probabilmente io ho sangue di vampiro nelle vene.
Anche ieri sera ho cercato di ammazzarmi in fondo ad una bottiglia di Olden Stravecchio Whisky schianta budella. Ma visto che anche questa mattina la mia coscienza incarnata mi ha dato il buongiorno, credo di non esserci riuscito. Il motivo è sempre lo stesso, i capelli rossi dell’anima pura che Potter  venera come se fosse la Madonna apparsa in terra. Mi chiedo come faccia una famiglia di maghi purosangue come la mia ad essere anche una famiglia di bigotti cattolici ultraconservatori... beh, tutti tranne me... sì, ovviamente Lucius crede che io ogni domenica vada alla chiesa di Santa Maria dei miracoli, nostra Signora della Magia a confessarmi e a prendere i Sacramenti... non è colpa mia se il celebrante è goloso delle migliori bottiglie di vino elfico che gli faccio avere ogni sabato e in cambio mi copre con quell’immonda creatura (ma bellissima*) delle tenebre che è il mio padre putativo. Non ridete, lo so che sulla sua faccia (e soprattutto nei suoi capelli) c’è scritto il mio futuro genetico da qui a trent’anni e che porto addosso i colori del suo onore e del suo orgoglio, ma non credo proprio che quello che io realmente sono provenga da quell’insulso e senza amore di Lucius. Forse da Cissy (la mia amata madre Narcissa) ho preso qualcosa... se non altro il tocco carezzevole quando suono.

- Draco, quella è la mia cravatta –
Allungo la cravatta incriminata a Blaise che ha interrotto il corso dei miei pensieri passandomi davanti ancora mezzo svestito: i pantaloni neri della divisa ancora sbottonati da cui spuntano un paio di boxer buette ( ma perché adora la biancheria sgargiante?) i piedini a pugnetto nei calzini scuri che sbucano dai pantaloni, la camicia bianca ancora aperta che fa risaltare gli addominali (uno schifoso narcisista, ecco cos’è! E’ per questo che mi piace!) e la cravatta buttata su una spalla. Se non fosse come un fratello per me, ci avrei fatto un bel pensierino!
E se poi mi si avvicina con quella boccuccia per chiedermi di fargli il nodo alla cravatta...
- Cazzo, Blaise! Te l’avrò insegnato 100 volte! –
Tanto, come ogni volta, sbraito.
E poi gl’e l’annodo.
E poi rubo un bacio a fior di labbra.

Comunque io mi sveglio sempre più tardi ma ogni volta sono pronto e in ordine molto prima di lui. A me piace essere perfetto nella mia algida bellezza così posso sfoggiare una cerca inaccessibilità  e non  rischiare di rendermi ridicolo facendomi prendere dalle passioni.

Ecco perché sembro sempre uno che ha ingoiato un limone senza neanche toglierlo dalla retina!

Meglio rigido come il proverbiale palo nel... beh... che tutto melenso, a rischio di prendere fuoco per ogni possibile gesto imbarazzante o coinvolgente. Odio quei maledetti Griffindor sempre accesi per un qualche motivo, sempre in prima fila quando gli animi si scaldano e c’è da fare la cosa giusta (e non la più facile come piace a me).

Arg, mi si increspano i capelli serici se ci penso!

Cerco di darmi un contegno mentre mi sistemo i polsini della camicia, e poi dico
- cosa abbiamo adesso? –
- 2 ore di pozioni con i Griffindor – mi dice Blaise mentre scende le scale.

ARGG!! Dal nervoso ho la permanente!!



*Citazione dovuta al “Piccolo Diavolo” di Benigni

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Capitolo 2
*** 2. ogni volta che ritorno ***


2. ogni volta che ritorno Ogni volta che ritorno
Ogni volta che cammino e mi sembra di averti vicino

Scendo nella nostra sala comune cercando di non fulminare nessuno di mattina presto (tranne forse qualche primino, che se lo merita per il solo fatto di essere così... piccolo). Per fortuna Pansy mi si avvicina e mi prende per mano senza dire una parola.
Ci incamminiamo verso l’aula di pozioni e ogni volta mi sembra un ritorno. Un ritorno a casa, dove mi sento al sicuro, amato e protetto. Severus... il professor Snape, sa essere la peggior carogna insensibile sulla faccia della terra, ma ha il dono di dire la cosa giusta al momento giusto per farmi sentire meglio.
- Draco, hai delle occhiaie che potremmo usarle per farci la spesa... – beh, quasi sempre!
- 10 punti in meno a Griffindor  per essere così disgustosamente eroici nel procurare danni –
Aaahhh! Adesso sì che mi sento meglio!
Ogni volta che mi sento così sbattuto da chiedere se qualcuno ha visto il numero del Nottetempo che mi ha investito, vorrei tanto fuggire a nascondermi in una buca profonda. Non facciamo che litigare io e te, ma poi ci cerchiamo sempre. Non possiamo altro che tornare a rincorrerci dicendo le parole sbagliate.
- Blaise, ti ho detto di tenere giù le mani... – Uff, adesso si è offeso. Gli accarezzo piano un ginocchio e lievemente la coscia. Per fortuna adesso mi guarda con un sorriso e con un cenno della testa mi indica i tavoli Griffindor dove sembra ci sia in corso una furibonda lotta tra gli ingredienti della porzione e i 4 neuroni che riescono a mettere insieme se si impegnano. Mentre i miei compagni ridono io resto in silenzio a guardare. Sono incantato. Quella cosa che fa con i capelli per il nervoso mi manda in orbita... ritorno sulla terra solo quando la Brown raccoglie qualcosa da terra e dice: - La molletta... maledetta mandragola... Hermione!- e la mette sul loro tavolo e lei finisce di sistemarsi la treccia.
Uff! Adesso non si tocca più i capelli e si sporge a parlare verso il banco davanti. Non trattengo un fremito quando i pantaloni si tendono sul suo sedere.
- Benedetta la parità anche nel vestire... – e con questa affermazione Pansy richiama la mia attenzione sulle sue gambe che se non fossero state coperte dalla stoffa dei pantaloni sarebbero già ustionate dalla pozione bollente.
Dato che non credo sia più il caso di fissare quel punto ancora così insistentemente, mi diletto nel mio secondo sport preferito:
- Chi è il nuovo portiere dei Griffindor? – (il gossip, ovviamente!)
- Weasley – mi risponde Blaise mentre mordicchia una penna di gufo (respiro profondo... è mio fratello... respiro profondo!!).
E io, con un urletto scandalizzato (proprio non mi riesce di essere virile alle volte!).
- La piattola?!!? –
- No, vabeh che un W. vale l’altro, ma intendevo suo fratello... quello del nostro anno –
- Ah, l’amico di bel-culo-ma-faccia-da-schiaffi-Potter? –
Così faccio ridere Blaise mentre il mio pensiero-depressione si sofferma sul fatto che non è vero che un Weasley vale l’altro.  

La lezione sta finendo... e per fortuna, perché il mal di testa da day after sta cominciando a martellare e la voglia di mettermi a piagnucolare per la mia triste sorte sale prepotente.
Uff.  Perché certe disgrazie devono capitare a me?
Io cerco di cancellare “quel” pensiero con mezzi più o meno leciti (i più divertenti) ma quando meno me lo aspetto, una stretta al cuore mi toglie il respiro e i suoi capelli, come cammina, quel modo buffo di ridere e il mordersi le labbra quando un pensiero cupo attraversa quegli occhi chiari, mi perseguitano.
Nemmeno un bacio di quelli di Pansy o accoccolarmi tra le braccia di Blaise nell’intimità del nostro dormitorio, mi tolgono dalla testa il fatto che siamo così diversi, opposti eppure... così simili.

I miei amici hanno imparato ad evitarmi quando metto su il muso da povero-me-tapino-disperato e così mi ritrovo a camminare da solo verso le serre di Erbologia.
Succede in un attimo. Il pensiero si distrae e mi trovo ad annusare un delizioso profumo che sembra quello di mia madre nei saloni del Manor, del mio nuovissimo manico di scopa e ... fiori di campo?
Il suono di un passo e di una risata dietro a me mi spaventa e insieme mi fa sentire al sicuro... ma quando mi giro, non c’è nessuno.
La presenza mi sembrava famigliare... quasi amorevole. Ma delle persone che mi sono più care, due sono già alle serre, una al Manor  e l’altra... beh, a caccia di babbani con i suoi amichetti incappucciati.

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