Ogni volta di Sheraz (/viewuser.php?uid=33506)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ogni volta che viene giorno ***
Capitolo 2: *** 2. ogni volta che ritorno ***
Capitolo 1 *** 1. ogni volta che viene giorno ***
1. ogni volta che viene giorno
Wow! La mia prima long-fic.
Beh, più precisamente la mia prima song-fic a capitoli.
La canzone è “Ogni
volta” di Vasco ed è solo un pretesto per giocare con i
vari clichè su Draco che ho trovato nelle mie letture (raccolti
in modo molto divertente in un forum). Così potrete trovare un
mordicchiabile Draco bisex, con manie da primadonna, innamorato di
sé, dei suoi capelli biondi, della sua mamma e dei suoi
(ipotetici) migliori amici, che fuma e beve e corre dietro a gonnelle
(e pantaloni) di qualsiasi casa finché non è fulminato da
una visione... la cui identità cercherò di tenere
nascosta fino alla fine.
Quindi vi tocca sorbirvi i vaneggiamenti dello splendido e incasinato furetto bianco.
Buon divertimento!
P.S. Spero di non offendere nessuno
con il linguaggio o con gli argomenti trattati. Il mio vuol solo essere
un gioco e un esercizio di stile ironico.
Ogni volta che viene giorno
-
Buongiorno Draco - Sento mormorare da dietro le tende. Blaise sa che la
mattina non deve infastidirmi. Sono ultrasensibile alla luce e al
rumore... altro che sangue di Veela, molto probabilmente io ho sangue
di vampiro nelle vene.
Anche
ieri sera ho cercato di ammazzarmi in fondo ad una bottiglia di Olden
Stravecchio Whisky schianta budella. Ma visto che anche questa mattina
la mia coscienza incarnata mi ha dato il buongiorno, credo di non
esserci riuscito. Il motivo è sempre lo stesso, i capelli rossi
dell’anima pura che Potter venera come se fosse la Madonna
apparsa in terra. Mi chiedo come faccia una famiglia di maghi
purosangue come la mia ad essere anche una famiglia di bigotti
cattolici ultraconservatori... beh, tutti tranne me... sì,
ovviamente Lucius crede che io ogni domenica vada alla chiesa di Santa
Maria dei miracoli, nostra Signora della Magia a confessarmi e a
prendere i Sacramenti... non è colpa mia se il celebrante
è goloso delle migliori bottiglie di vino elfico che gli faccio
avere ogni sabato e in cambio mi copre con quell’immonda creatura
(ma bellissima*) delle tenebre che è il mio padre putativo. Non
ridete, lo so che sulla sua faccia (e soprattutto nei suoi capelli)
c’è scritto il mio futuro genetico da qui a
trent’anni e che porto addosso i colori del suo onore e del suo
orgoglio, ma non credo proprio che quello che io realmente sono
provenga da quell’insulso e senza amore di Lucius. Forse da Cissy
(la mia amata madre Narcissa) ho preso qualcosa... se non altro il
tocco carezzevole quando suono.
- Draco, quella è la mia cravatta –
Allungo
la cravatta incriminata a Blaise che ha interrotto il corso dei miei
pensieri passandomi davanti ancora mezzo svestito: i pantaloni neri
della divisa ancora sbottonati da cui spuntano un paio di boxer buette
( ma perché adora la biancheria sgargiante?) i piedini a
pugnetto nei calzini scuri che sbucano dai pantaloni, la camicia bianca
ancora aperta che fa risaltare gli addominali (uno schifoso narcisista,
ecco cos’è! E’ per questo che mi piace!) e la
cravatta buttata su una spalla. Se non fosse come un fratello per me,
ci avrei fatto un bel pensierino!
E se poi mi si avvicina con quella boccuccia per chiedermi di fargli il nodo alla cravatta...
- Cazzo, Blaise! Te l’avrò insegnato 100 volte! –
Tanto, come ogni volta, sbraito.
E poi gl’e l’annodo.
E poi rubo un bacio a fior di labbra.
Comunque
io mi sveglio sempre più tardi ma ogni volta sono pronto e in
ordine molto prima di lui. A me piace essere perfetto nella mia algida
bellezza così posso sfoggiare una cerca
inaccessibilità e non rischiare di rendermi ridicolo
facendomi prendere dalle passioni.
Ecco perché sembro sempre uno che ha ingoiato un limone senza neanche toglierlo dalla retina!
Meglio
rigido come il proverbiale palo nel... beh... che tutto melenso, a
rischio di prendere fuoco per ogni possibile gesto imbarazzante o
coinvolgente. Odio quei maledetti Griffindor sempre accesi per un
qualche motivo, sempre in prima fila quando gli animi si scaldano e
c’è da fare la cosa giusta (e non la più facile
come piace a me).
Arg, mi si increspano i capelli serici se ci penso!
Cerco di darmi un contegno mentre mi sistemo i polsini della camicia, e poi dico
- cosa abbiamo adesso? –
- 2 ore di pozioni con i Griffindor – mi dice Blaise mentre scende le scale.
ARGG!! Dal nervoso ho la permanente!!
*Citazione dovuta al “Piccolo Diavolo” di Benigni
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Capitolo 2 *** 2. ogni volta che ritorno ***
2. ogni volta che ritorno
Ogni volta che ritorno
Ogni volta che cammino e mi sembra di averti vicino
Scendo
nella nostra sala comune cercando di non fulminare nessuno di mattina
presto (tranne forse qualche primino, che se lo merita per il solo
fatto di essere così... piccolo). Per fortuna Pansy mi si
avvicina e mi prende per mano senza dire una parola.
Ci
incamminiamo verso l’aula di pozioni e ogni volta mi sembra un
ritorno. Un ritorno a casa, dove mi sento al sicuro, amato e protetto.
Severus... il professor Snape, sa essere la peggior carogna insensibile
sulla faccia della terra, ma ha il dono di dire la cosa giusta al
momento giusto per farmi sentire meglio.
- Draco, hai delle occhiaie che potremmo usarle per farci la spesa... – beh, quasi sempre!
- 10 punti in meno a Griffindor per essere così disgustosamente eroici nel procurare danni –
Aaahhh! Adesso sì che mi sento meglio!
Ogni volta
che mi sento così sbattuto da chiedere se qualcuno ha visto il
numero del Nottetempo che mi ha investito, vorrei tanto fuggire a
nascondermi in una buca profonda. Non facciamo che litigare io e te, ma
poi ci cerchiamo sempre. Non possiamo altro che tornare a rincorrerci
dicendo le parole sbagliate.
- Blaise,
ti ho detto di tenere giù le mani... – Uff, adesso si
è offeso. Gli accarezzo piano un ginocchio e lievemente la
coscia. Per fortuna adesso mi guarda con un sorriso e con un cenno
della testa mi indica i tavoli Griffindor dove sembra ci sia in corso
una furibonda lotta tra gli ingredienti della porzione e i 4 neuroni
che riescono a mettere insieme se si impegnano. Mentre i miei compagni
ridono io resto in silenzio a guardare. Sono incantato. Quella cosa che
fa con i capelli per il nervoso mi manda in orbita... ritorno sulla
terra solo quando la Brown raccoglie qualcosa da terra e dice: - La
molletta... maledetta mandragola... Hermione!- e la mette sul loro
tavolo e lei finisce di sistemarsi la treccia.
Uff!
Adesso non si tocca più i capelli e si sporge a parlare verso il
banco davanti. Non trattengo un fremito quando i pantaloni si tendono
sul suo sedere.
-
Benedetta la parità anche nel vestire... – e con questa
affermazione Pansy richiama la mia attenzione sulle sue gambe che se
non fossero state coperte dalla stoffa dei pantaloni sarebbero
già ustionate dalla pozione bollente.
Dato che
non credo sia più il caso di fissare quel punto ancora
così insistentemente, mi diletto nel mio secondo sport preferito:
- Chi è il nuovo portiere dei Griffindor? – (il gossip, ovviamente!)
- Weasley
– mi risponde Blaise mentre mordicchia una penna di gufo (respiro
profondo... è mio fratello... respiro profondo!!).
E io, con un urletto scandalizzato (proprio non mi riesce di essere virile alle volte!).
- La piattola?!!? –
- No, vabeh che un W. vale l’altro, ma intendevo suo fratello... quello del nostro anno –
- Ah, l’amico di bel-culo-ma-faccia-da-schiaffi-Potter? –
Così
faccio ridere Blaise mentre il mio pensiero-depressione si sofferma sul
fatto che non è vero che un Weasley vale l’altro.
La lezione
sta finendo... e per fortuna, perché il mal di testa da day
after sta cominciando a martellare e la voglia di mettermi a
piagnucolare per la mia triste sorte sale prepotente.
Uff. Perché certe disgrazie devono capitare a me?
Io cerco
di cancellare “quel” pensiero con mezzi più o meno
leciti (i più divertenti) ma quando meno me lo aspetto, una
stretta al cuore mi toglie il respiro e i suoi capelli, come cammina,
quel modo buffo di ridere e il mordersi le labbra quando un pensiero
cupo attraversa quegli occhi chiari, mi perseguitano.
Nemmeno un
bacio di quelli di Pansy o accoccolarmi tra le braccia di Blaise
nell’intimità del nostro dormitorio, mi tolgono dalla
testa il fatto che siamo così diversi, opposti eppure...
così simili.
I miei
amici hanno imparato ad evitarmi quando metto su il muso da
povero-me-tapino-disperato e così mi ritrovo a camminare da solo
verso le serre di Erbologia.
Succede in
un attimo. Il pensiero si distrae e mi trovo ad annusare un delizioso
profumo che sembra quello di mia madre nei saloni del Manor, del mio
nuovissimo manico di scopa e ... fiori di campo?
Il suono
di un passo e di una risata dietro a me mi spaventa e insieme mi fa
sentire al sicuro... ma quando mi giro, non c’è nessuno.
La
presenza mi sembrava famigliare... quasi amorevole. Ma delle persone
che mi sono più care, due sono già alle serre, una al
Manor e l’altra... beh, a caccia di babbani con i suoi
amichetti incappucciati.
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