Intrigue, Love and Treasons

di LaNana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Loneliness and Guilt ***
Capitolo 3: *** Cold Shower ***
Capitolo 4: *** There's No Getting Over ***
Capitolo 5: *** Fed Up ***
Capitolo 6: *** Work In Progress ***
Capitolo 7: *** Endless ***
Capitolo 8: *** Broken Hearts ***
Capitolo 9: *** Unexpectedly ***
Capitolo 10: *** Nirvana Dreaming ***
Capitolo 11: *** Disclosure ***
Capitolo 12: *** You Cannot Imagine ***
Capitolo 13: *** I Kissed My Boss And I Liked It ***
Capitolo 14: *** Rain's Coming ***
Capitolo 15: *** Blackout ***
Capitolo 16: *** Satisfy My Own Woman ***
Capitolo 17: *** Calm After The Storm ***
Capitolo 18: *** Waiting Is Always Useful ***
Capitolo 19: *** Time Is Running Out ***
Capitolo 20: *** Changes ***
Capitolo 21: *** Time After Time ***
Capitolo 22: *** Summer's At The Door ***
Capitolo 23: *** Find A Way ***
Capitolo 24: *** Body Language ***
Capitolo 25: *** Again And Again ***
Capitolo 26: *** Time To Fight ***
Capitolo 27: *** Who's Next ***
Capitolo 28: *** All By My Self ***
Capitolo 29: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO


Tokio, primavera.

Kagome Higurashi sedeva sulla panchina del parco osservando le persone attorno a lei. Bambini con le madri, ragazzini in bicicletta, primi amori tenersi per mano.
Click.
Allontanò la Canon Eos 600D dall’occhio destro per vedere com’era venuto lo scatto. Un’impertinente bambina con bionde trecce schizzava l’acqua per aria con uno sguardo felice. Sorrise tra sé, ricordando quando anche lei a cinque anni fosse sempre attiva.
“Anche oggi ho finito la pausa-foto.” pensò guardando l’orologio al polso. Mise la macchina fotografica nella custodia e, accendendosi una sigaretta, s’incamminò ancheggiando per tornare sul posto di lavoro.

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Miroku Raketashi, ventiseienne donnaiolo, si asciugava il corpo con un accappatoio dopo una doccia per riprendere le forze esaurite con l’ultima conquista. Keu….Koi…Kao…Ah, sì ora ricordava. Kikyo. Bella ragazza niente da dire: occhi neri e profondi, capelli di un nero liquido, pelle chiarissima. Forse un po’ fredda, forse troppo fredda. Il nome della ragazza gli dava una sensazione strana, di già sentito.
Si legò la cintura di sugna in vita e tornò in camera da letto osservando la ragazza dormire.
Sentendo il cellulare squillare, corse a leggere il mittente. In quel momento ricordò perfettamente chi fosse Kikyo e si sentì come un bambino che aveva rubato la caramella preferita della mamma. Premette il tasto rosso e sprofondò nel letto, invocando i Kami.

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“Risponde la segreteria telefonica di Miroku. Sapete già cosa fare.”
Il segnale acustico lo fece sospirare.
- Dannato rispondi! Non farti desiderare ogni santa volta! Che gusto ci troverai nel cambiare donna ogni giorno? Bah. Ad ogni modo anche l’ultima consulente che mi hai mandato ha fatto solo perdere tempo e soldi all’azienda, al solito! Chissà perché ancora mi fido di te, maledetto! Richiamami sul cellulare appena senti il messaggio.
Inuyasha Ragahisho aspirò una lunga boccata dalla Lucky Strike grattandosi le orecchie canine, mandando giù un altro boccone amaro. Si fidava sempre di quel dannato Miroku, compagno di vita dai tempi dell’università. Ora però aveva una vitale necessità di trovare una consulente d’arte per la sua compagnia.
Vendeva e intermediava negli acquisti di ogni opera che potesse essere chiamata “arte”, dai quadri, alle etichette musicali, dalle statue, ai diritti dei libri. Era un nome importante a livello mondiale, ma se non trovava immediatamente qualcuno di competente avrebbe dovuto triplicare le ore di lavoro e di lavorare 36 ore su 24 era impensabile, oltre che impossibile.

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Sango Hirai vide Kagome rientrare nel suo ufficio dall’“ora di pausa foto” quotidiana, con tailleur classico e la borsa della fotocamera sottobraccio. Le sorrise.
- Kagome non hai mai pensato di fare una mostra? Di farle vedere a qualcuno?- Kagome alzò lo sguardo verso l’amica. Lavorava nel suo studio legale come segretaria personale, così da unire l’utile al dilettevole: avere i soldi di cui aveva bisogno e averla vicino.
- Ne ho già fatte quattro.- era di un malcelato malumore da quando aveva beccato Hojo a letto con un’altra ragazza e aveva “spontaneamente” deciso di troncare la relazione che aveva con lui. Una relazione di sei anni.
- Ops.- Sango la guardò sedersi e cominciare a riordinare le pratiche firmate del giorno – Kagome devi reagire, per tutti i Kami. Hai ventiquattro anni sei alta, bella, solare, non puoi abbatterti così, non per Hojo!
- Stavamo insieme dal liceo.
- Appunto. Hojo è stato la tua storia del liceo ora basta però! Sono mesi che ti torturi, non hai niente che non va!
Kagome la fissò negli occhi. Annuì senza sapere cosa rispondere, perché un “hai ragione” le avrebbe distrutto quel poco di amor proprio rimastole.



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E’ la mia prima FF in ASSOLUTO, siate clementi please >.
Baci grandi e coccolosi.
LaNana

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Capitolo 2
*** Loneliness and Guilt ***


Capitolo 1 – Loneliness and Guilt


- Cosa ti turba?
Miroku si alzò di scatto dal letto. Si sentiva sporco, una vera merda.
Si vestì immediatamente, non badando ai vestiti messi alla rovescia, alle etichette all’esterno. Voleva, doveva uscire da quell’appartamento claustrofobico.
Stava andando in iperventilazione, la stanza girava su se stessa e i piedi non volevano entrare nelle scarpe.
- Miroku, che ti succede sei strano…- fece lei languidamente.
La guardò sdraiata sul letto. Era una gatta sinuosa e tentatrice e si maledì di non averla mai voluta e potuta conoscere quando avrebbe potuto.
- Devo andare.- biascicò trascinandosi per la casa, che non era la sua.
- Torna qui.- Kikyo si alzò con uno sguardo torvo e in poche falcate lo raggiunse, neanche in grado di reggersi in piedi.
- Cosa…v-vuoi…- respirava pesantemente, i polmoni non incameravano aria a sufficienza.
- Mi servi…- scosse la testa e si portò una mano alla bocca, quasi a rendersi conto di star svelando troppo - …mi servi perché il piacere che mi dai tu, non me l’ha dato mai nessuno.- così dicendo si avvicinò alla bocca di Miroku sfiorandola con la sua. Il ragazzo roteò gli occhi all’indietro, incapace di fare qualsiasi cosa, si fece forza e la fissò nuovamente.
- Ki…Ki…kyo…no…- e poi fu il buio.

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Stava svaccata sulla poltrona e faceva dondolare le gambe oltre il bracciolo, riordinando le foto della giornata sul portatile, quando sentì uno strano rumore provenire dallo stomaco. Sbattendo gli occhi per il fragore e il dolore per la fame, guardò l’ora.
- Le nove, fantastico.- posò il pc e attraversò la stanza arrivando alla cucina. Kagome viveva in un piccolo bilocale totalmente ristrutturato qualche anno prima secondo il suo esatto volere. Regalo dei suoi genitori per il successo delle mostre fotografiche. Due ampie camere, due bagni, uno sgabuzzino, un piccolo corridoio e un grande open space ad accogliere le persone. Le piacciono gli spazi grandi e luminosi, le case arredate con stile minimal ma con dettagli che fanno la differenza. Lei amava le fotografie, aveva disseminato casa con migliaia di cornici a creare giochi di forme e colori.
Il frigorifero non le diede le risposte che lei cercava e si aspettava.
- Vuoto!- rimase a bocca aperta a fissare il nulla nell’elettrodomestico. Suonarono alla porta.
- Apri disgraziata, sono io, lo so che non hai niente da mangiare.- Kagome aprendo la porta fece accomodare Sango.
- Come sai che non ho ancora mangiato?- chiese con una voce atona.
- Tu non hai mai da mangiare, se potessi vivresti d’aria.- risero entrambe e si sedettero sul divano a mangiare pizza e guardare la tv.
- Kouga non dice niente che sei spesso e volentieri a casa mia?
- Che cosa deve dirmi?
- “Hai un’amica dall’infanzia che sta di merda, stai a casa e pensa a me tuo marito e lasciala nella sua disperazione” potrebbe essere una frase…perfetta.- addentò la punta di una fetta dalla quale stava colando il formaggio.
- Kouga deve solo stare zitto. Eravamo in luna di miele quando Hojo ti ha lasciato qualche anno fa per poi riprenderti, ed eravamo in vacanza l’estate scorsa quando sempre Hojo ha fatto…quel che ha fatto. Io non gli impedisco di vedere i suoi amici single che lo portano a giocare a biliardo.- fissò Kagome leccandosi la punta delle dita sporche di pomodoro – Anche se parlasse non starei a sentirlo.- l’amica rise del suo sfogo – Sì, Kachan, proprio così si fa.
- Già. Devi darmi ripetizioni di risate Sachan forse mi sono dimenticata come si fa.

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Aprì gli occhi trovandosi in un letto caldo con lenzuola leggere di lino color vermiglio. Era ancora quel letto.
- KIKYO!- tuonò Miroku per attirare l’attenzione della ragazza che seduta davanti alla pesante specchiera in legno massiccio, si spazzolava i lunghi capelli.
- Ti sei svegliato, piccolo caro!- si avvicinò a lui e chinatasi al suo fianco prese ad accarezzargli la testa con fare premuroso.
- Slegami immediatamente. Lasciami andare via.- la ragazza fece un’espressione fintamente stupita.
- Ma come? Mi sembrava ti piacesse la mia compagnia.- Miroku era convinto che lei sapesse chi fosse, o meglio, chi fosse lui per Inuyasha. Ma non doveva capire che lui sapeva chi era lei.
- Kikyo, ho una fidanzata incinta. Per quello ho avuto una reazione simile. Mi stava chiamando, devo andare, ORA!- mentire per trovare salvezza.
Kikyo sollevando un sopracciglio iniziò a sciogliere i nodi della corda che aveva usato per legargli i polsi alla testiera del letto.
- Se avessi saputo che eri fidanzato e per di più quasi padre, non avrei fatto tutto ciò. Sei stato scorretto. Pensavo fossi importante.
- Addio.- Miroku se ne andò in fretta e furia, lasciando la ragazza seduta sul letto con le corde in mano ed uno strano sorriso in faccia.
“Lei sa. Tutto.” Aveva la testa che gli scoppiava, tanti troppi pensieri che gli affollavano la testa e non gli davano tregua nemmeno per un secondo. Dirlo ad Inuyasha? Non dirglielo e celare la cosa? Dirgli una mezza verità?
Senza che neppure se ne accorgesse, le gambe gli fecero attraversare quasi mezza città, conducendolo sotto casa dell’amico. Sospirò. Prese il coraggio non a due, non a quattro, ma a cento mani e suonò il bottone del citofono che portava scritto “Ragahisho”.

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Eccomi di nuovo…ci sto prendendo gusto xD
Spero vi intrighi la storia e che continuerete a seguirmi, io mi prendo l’impegno di aggiornare immediatamente ogni volta che il capitolo risulta pronto…

E ora è tempo dei primi ringraziamenti.

A fmi89: grazie per i complimenti, crepi il lupo e spero che questo capitolo regga la suspance del prologo! Grazie mille fammi sapere come proseguo!


Baci coccolosi a tutti!
LaNana

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Capitolo 3
*** Cold Shower ***


Capitolo 2 – COLD SHOWER

Miroku aspettava di fronte al citofono a quanto pare invano. Silenzio più assoluto.
- Ottimo, non è neanche a casa.- prese il cellulare e compose il suo numero. Rispose al terzo squillo.
- Ciao dannato Miroku, ce l’hai fatta eh?! Sono le…nove e mezza, il messaggio te l’ho lasciato alle quattro e venti, fatti un paio di conti…
- Ciao Inuyasha. Devo parlarti urgentemente, sei in ufficio?
- Sì, ne avrò ancora per molto.- sentì l’amico cercare un foglio tra miliardi di fogli, imprecando.
- Arrivo.- premette il tasto rosso e si incamminò verso la metropolitana.

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Doveva darsi una mossa, i clienti non aspettano quando ci sono tanti soldi di mezzo. La segretaria era andata a casa da ore ormai e lui era rimasto solo insieme alla sicurezza. Solo, a firmare le pratiche per il perfezionamento del contratto tra un’importante casa editrice ed il nuovo libro di un autore molto in voga nel periodo, che l’avrebbe fatto stampare all’editore che gli avrebbe offerto più denaro.
- Venale. Pensa che un bel po’ dei soldi che l’editore ti promette finiscono a me. Ma io non sono attaccato ai soldi e alla gloria, mi rallegro del solo togliere il pane dai denti di un fornaio.- concluse quella pratica con una firma veloce e scomposta, per passare impazientemente alla firma per depositare in ogni azienda di lavoro a somministrazione, ogni quotidiano, ogni bacheca reale o online l’offerta di lavoro per un o una competente consulente d’arte. Chiunque sia in grado e abbia fiuto andava bene. Inviò tutte le mail necessarie e si rilassò sullo schienale della poltrona con un sospiro e stese le gambe sulla scrivania. In quel momento vide un ragazzo alto con capelli mori raccolti in un codino e due profondi occhi solitamente blu velati di ansia che li rendeva plumbei.
- Inuyasha, – esordì Miroku sprofondando su una delle sedie dalla parte opposta all’amico – devo dirti una cosa importante, quindi gradirei se non mi interrompessi mentre parlo.- Inuyasha levò le gambe dal tavolo e si appoggiò ai gomiti, spostando il peso del corpo in avanti, rapito dalle parole di Miroku.

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La serata stava trascorrendo in grasse risate. Avevano rispolverato le foto delle elementari, delle medie e del liceo. Avevano due anni di differenza, ma erano vicine di casa da bambine e lo sono state finché Sango non si è trasferita dopo il matrimonio con Kouga.
Kagome si rabbuiò all’improvviso. Le era capitata tra le mani una foto di lei e Hojo quando erano ancora felici e innamorati.
Sango si fermò a guardarla, non sapendo che reazione aspettarsi. Rimase sorpresa quando l’amica sorrise rassegnata e fece scorrere le foto seguenti rapidamente per chiudere poi l’album con uno schiocco sonoro, quasi a voler schiacciare dentro i ricordi che affioravano.
- Kachan…
- No, Sango non dire niente.- inspirò profondamente molta, molta aria e combatté contro l’istinto di correre in camera, abbracciare il cuscino e piangere per tutta la notte. – Va bene così.
- Non va bene se non impari a reagire.
- Lo so ma cosa dovrei fare? Io…non ho la benché minima idea del punto in cui devo prendere in mano le redini della mia vita.- il computer emise un trillo di richiamo ed entrambe si girarono – Lascia stare è una mail in arrivo. Ora è meglio che ci salutiamo Sachan altrimenti domani col cavolo che alle nove mi trovi in studio.
Le ragazze si salutarono con un abbraccio e la raccomandazione di stare su.
Chiusa la porta Kagome aprì il nuovo messaggio. La solita newsletter di lavoro. Lesse veloce. “Alt, alt. Non è la solita newsletter. Questa è la newsletter!” corse al balcone giusto in tempo per vedere Sango salire in macchina.
- Sangooooooo!- gridò a pieni polmoni e la ragazza scese dalla macchina guardandola – E’ arrivata!
- Cosa?- le urlò di rimando.
- La svolta!!!! Domani mattina non vengo, fammi il permesso al volo e lasciamelo in casella!
- Ma perché?- si sgolava cercando di capire qualcosa.
- Domani ti spiegoooo!!- Kagome saltava per il balcone gridando e ballando al ritmo di una musica psichedelica immaginaria – LA SVOLTAAAAAAAA!!! – chiuse la portafinestra, tirò giù la tapparella e si infilò in doccia. Rideva e sorrideva, cantava, ballava, gioiva come non faceva da mesi. Si guardò allo specchio appannato dal vapore – E ora Kagome Higurashi riprendi in mano la tua cazzo di vita. Fanculo a Hojo.- e si mise a cantare usando il phon come microfono.

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Una doccia fredda. Ma che dico fredda? Gelata.
Kikyo era tornata, cosa che già di per sé lo turbava, ma per di più aveva sedotto, circuito, tentato e portato a letto il suo migliore amico.
Strizzò gli occhi cercando di rinvenire. Incontrò lo sguardo di Miroku.
- Ora è meglio che vada a casa Miroku, sono stanco.
- Inuyasha io non…
- Non aggiungere altro, per cortesia. Credo tu abbia fatto abbastanza per oggi.- sentiva la rabbia montargli in testa, gli occhi iniziare a bruciare e il sangue ribollire.
- Non…
- Zitto Miroku! BASTA!
- Inuyasha io non sape…- le parole furono spezzate da un cazzotto in pieno volto. Il ragazzo si piegò a metà cercando il respiro che nuovamente gli mancava. Che brutta giornata, Kami. Lo zigomo arrossato iniziò subito a gonfiarsi e l’interno della guancia ferito lo fece sputare del sangue. Inuyasha vedeva quel sangue colare sulla moquette chiara del suo ufficio. Miroku lasciò immediatamente la stanza e lui rimase in contemplazione di quella chiazza rossa che gli macchiava di ira, di ego ferito, di gelosia e rammarico il pavimento. Non ce l’avrebbe avuta con Miroku per molto, ma doveva sapere perché lei era tornata, cosa l’aveva spinta da Londra a Tokio. O chi l’aveva spinta a tornare.


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Oddio tre capitoli IN UN SOLO GIORNO! Mi stupisco di me cavolo xD
Dai fatemi sapere un po’ come trovate la storia…vi preannuncio tra qualche capitolo che uno sarà una song-fiction!

Dai dai!!!!!!!!

Baci tenerosi!
LaNana

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Capitolo 4
*** There's No Getting Over ***


Capitolo 3 – THERE’S NO GETTING OVER


Tokio, le sei e trenta di mattina, l’alba era passata da poche decine di minuti.
Era una vita che non si alzava a quest’ora, ma l’occasione lo richiedeva e, siccome l’occasione fa l’uomo ladro, era seduta al tavolo della cucina gustandosi una colazione lenta e gustosa, cosa che non faceva mai. Di solito aveva un minuto scarso per trangugiare il caffè, quando non era in ritardo.
Era uscita in pigiama e giubbotto per andare al bar e portarsi via un cornetto alla crema e un cappuccino cremoso. Una colazione take away. Ancora leccandosi dalle labbra la schiuma del cappuccino si avviò sotto la doccia, un’altra volta, per svegliarsi. Si asciugò il corpo e i capelli lunghi, scuri di un nero intenso. In camera indossò un neutro tailleur a pantalone color panna, camicia nera con colletto alla coreana e fiocco da annodare sotto il collo e semplici decolleté nere. Un leggero velo d’ombretto, un tratto di kajal, lucidalabbra color melone e alle sette fu pronta. Prese la borsa al volo ed uscì. Ritirò il foglio di permesso di Sango dalla posta e salendo in macchina programmò il navigatore. Quando questo ebbe calcolato il percorso, accese la macchina.
- Direzione, vita nuova!

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Corti capelli argentei riflettevano i primi raggi di sole che illuminavano il grande salone. La mano corse alle orecchie canine che gli pizzicavano, sbuffò una nube di fumo. Si sentiva male, davvero male, non aveva nemmeno chiuso occhio quella notte e le occhiaie scure sotto gli occhi dorati erano la prova inconfutabile.
Inuyasha si alzò fiaccamente dal divano e, riempitosi il bicchiere, ingoiò d’un solo sorso l’acqua. Ultimo tiro di sigaretta e si diresse in bagno. Riempì la vasca e si concedette un po’ di relax. Non poteva ancora credere che Kikyo avesse rimesso piede a Tokio, nonostante lui, nonostante la polizia, nonostante tutto.
Si asciugò e vestì distrattamente e uscì diretto al posto di lavoro. Non era lucido, era soprappensiero, la macchina guidava da sola, le mani giravano il volante in automatico, la mente affollata da pensieri vecchi, nuovi e riflessioni senza una forma netta e precisa.
Accese la radio per distrarsi e tirando un lungo e profondo sospiro chiuse gli occhi per uno, un solo istante.

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- Proseguire dritto per cento metri, poi girare a destr…- la frase del navigatore fu interrotta dal boato di uno schianto. Kagome sbatté la fronte sul volante.
Qualche minuto dopo, frastornata tirò su il capo e guardò nello specchietto cosa fosse successo: una macchina le era venuta addosso piuttosto violentemente. Aprì a stento la portiera e scese, vedendo che tutto sommato la macchina era a posto, la sua per lo meno.
- Povera Swift che ti han fatto?- sussurrò Kagome avvicinandosi e accarezzando il posteriormente accartocciato della sua Suzuki. Si voltò verso la macchina venutale addosso. Era un’Audi A8 nera. ERA. Il muso praticamente non esisteva più, gli interni erano formati dagli airbag sgonfi mollemente ricaduti sul cruscotto e sui sedili in camoscio cioccolato e una testa un po’ intontita giaceva sulle braccia appoggiate al volante rivestito del materiale sintetico del salvavita. Si avvicinò al conducente traballando leggermente sulle gambe. Lo vide alzare piano lo sguardo – Sta bene?
- Suppongo di sì.- scese lentamente dalla macchina appoggiandosi alla portiera, si sfregò una mano sul viso e si grattò le piccole orecchie che gli spuntavano tra i capelli.
- Credo che la macchina sia andata…
- Lo credo anche io.- le rispose lui – La sua funziona?- Kagome tornò piano alla Swift e la mise in moto. Con un rombo poco convinto la macchina si accese e la spostò avanti per staccarla dall’Audi.
- Funziona.
- Signorina, le ripagherò interamente i danni, i soldi non sono un problema, ma ora è importante che lei mi dia un passaggio.
- Ma…ma io non posso guidare ho sbattuto la testa!- lui sospirò mentre componeva il numero dei vigili e del pronto soccorso. Arrivarono in breve tempo, stesero i loro verbali e se ne andarono, abilitando la ragazza alla guida, ma non l’uomo.
- Merda sono già le otto.- chiamò qualcuno al telefono e dieci minuti dopo una macchina giunse sul luogo – Signorina, le chiedo scusa per tutto ciò che è successo, questo è il mio bigliettino da visita.- le porse un cartoncino bianco con rifiniture dorate - Mi chiami per qualsiasi cosa, chiarimenti, problemi, lamentele. Ora devo veramente scappare.- Kagome annuì, guardando quella massa di capelli argentei in giacca e cravatta salire sulla macchina e partire velocemente. Si sedette sul sedile della Swift. Alla fine non aveva subito gravi danni, solo il baule accartocciato, ma niente di esagerato, andava ancora. Mise in moto e si diresse verso la East Brokerage Company.
Erano le undici e mezza e tutte le persone presentatesi per il suo stesso posto di lavoro, uscivano dall’ufficio con una faccia mesta. Non era affatto un bel segno.
Kagome iniziava a sentirsi agitata, quel lavoro rappresentava tutto per lei in quel momento, non avrebbe permesso a nulla di farle perdere l’occasione. Lei era l’ultima a dover entrare ed in quel momento era dentro la penultima persona, un uomo di bassa statura, tozzo con due occhialetti poggiati sul naso dall’aria viscida. Passarono circa venti minuti di pura tortura.
- Bene Mukotsu-sama, la ringrazio.- il basso ometto viscido si allontanò rapidamente dalla porta socchiusa – E anche l’ultimo è andato.- a Kagome venne quasi un colpo. L’ULTIMO? E lei?
- M-mi scusi signor Ragahisho, ci sarei anche io…- disse con un colpo di tosse alzandosi dalla sedia. L’uomo fece capolino dalla porta di legno scuro. Rimasero entrambi a bocca aperta.
- Oh signorina, come mai è qui? Non le ho fornito sufficienti dati? Per caso c’è qualche problema?- l’uomo le si avvicinò fissandola con i suoi occhi aurei, profondi.
- Assolutamente, Ragahisho-sama, sono qui per il colloquio come consulente d’arte.- Inuyasha corrucciò lo sguardo.
- Può gentilmente dirmi il suo nome?
- Kagome, Kagome Higurashi.- scusandosi Inuyasha sparì nuovamente oltre la porta. Lo sentì scorrere qualche foglio, poi tornò di fronte a lei.
- Mi spiace signorina Higurashi, non ho il suo nominativo in elenco.- Kagome spalancò gli occhi.
- Mi scusi?
- Il suo cognome, non compare tra i candidati. Nessuno ha contattato me o la mia segretaria dando tale nome, credo che lei si sia scordata di prendere appuntamento o di rispondere correttamente all’annuncio.- sentì le forze mancare. Cadde sulle ginocchia implorando i Kami di farla sprofondare nel pavimento.
- Nell’impeto della gioia non…non ho…risposto alla newsletter…- l’uomo non sapeva come comportarsi.
- Signorina Higurashi…mi spiace. Può provare ad aspettare, cercare qualche altra offerta…- la ragazza si mise a ridere, una risata nervosa. Si rialzò da terra e con un inchino si congedò.
Inuyasha rimase dinnanzi l’imposta di acciaio e Dalbergia melanoxylon, un legno nero africano. Chiuse la porta alle sue spalle e si sedette alla sua scrivania visionando ogni singolo Curriculum Vitae arrivatogli durante la mattinata dai sedici, ah no, diciassette candidati.

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Schiacciò il mozzicone finito di sigaretta sotto il tacco ed espirando entrò nella grande hall del palazzo che ospitava lo studio legale Hirai & Raketashi.
Salì al terzo piano e si diresse alla sua scrivania, di fronte a quella di Sango, che stava svogliatamente piluccando un piatto di pasta fredda. I loro sguardi si incontrarono. Fiasco e amarezza.
- Ho dimenticato di rispondere all’annuncio di lavoro alla newsletter, quindi non ho potuto sostenere il colloquio.
- Kouga questa notte non è tornato a casa a dormire.
- Il capo della East Brokerage Company mi ha distrutto la macchina.
- Dopo quattro anni di matrimonio e zero bambini credo chiederò la separazione.
- La East Brokerage Company è dove avrei dovuto sostenere il colloquio.
- Stamattina ho perso la causa, quella del maltrattamento del padre ai danni della moglie e del figlio più piccolo.
- Nonostante mi ha distrutto la macchina e gli sono quasi svenuta davanti non mi ha fatto nemmeno entrare in ufficio.
- La mia vita oggi fa schifo.
- Benvenuta nel club avvocato.
Sango chiuse il contenitore della pasta semi intatta e prese a leggere il programma di separazione fornitole dall’avvocato Raketashi.

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Ed ecco anche il terzo capitolo…vado ad un ritmo serrato ormai! Spero di non cadere nel banale!!!!!

E i ringraziamenti.

Per Mery_chan97: non hai sbagliato persona acchiappabiscotti!!Son contenta che ti piaccia! Continuo così allora ;)? Bacione tesoro.

Baci dolciosi!!
LaNana

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Capitolo 5
*** Fed Up ***


Capitolo 4 – FED UP


Seduto sulla sedia imbottita, guardava Tokio dalla finestra del suo ufficio. Era successo un bel casino, ora doveva trovare il modo di risolverlo, o almeno venirne fuori quanto più pulito possibile. Quella ragazza poteva significare un bel po’ di soldi da cacciare di tasca sua, cosa che per quanto non gli avrebbe intaccato esageratamente il conto in banca, non gli faceva comunque piacere. Non voleva scomodare nuovamente le sue conoscenze per sotterrare un caso.
Miroku stava scervellandosi alla ricerca di una soluzione. Era una settimana e mezza che non sentiva Inuyasha nemmeno via e-mail e che Kikyo lo tempestava di telefonate alle quali non rispondeva mai: chiamava al cellulare, al lavoro, a casa, al suo numero di telefono diretto in ufficio, dovunque. Gli aveva lasciato una quantità inimmaginabile di messaggi sulla posta elettronica. “Amore dove sei sparito?” “Perché non mi richiami?” “Ci vediamo stasera? Ho voglia di sentire il tuo corpo caldo sul mio.”. Aveva la posta letteralmente intasata, gli erano arrivati già tre avvertimenti che se non avesse provveduto ad eliminare lo spammer gli avrebbero chiuso l’account. Sbuffò irritato, non poteva mica chiudere l’account di lavoro per colpa di una donna.
- Porca puttana che palle.- bussarono alla porta. Fece girare la sedia verso la porta – Avanti.
- Miroku, scusa, ma nella pratica mi hai scritto che la casa coniugale va in comproprietà.- lui prese i fogli che la donna gli stava porgendo.
- Sì Sango, non era questo che mi avevi detto…?- oramai aveva il cervello totalmente brasato, non ricordava quasi più nulla.
- Miroku io la casa la voglio per me e basta, niente comproprietà. È un architetto importante ha i soldi per progettarsi, costruirsi o solo comprarsi una casa nuova. Anzi un palazzo intero.
- Ho capito, beh questa è solo la stesura di prova, una brutta diciamo. La funzione è che tu e Kouga la leggiate e se va bene ad entrambi diventi l’atto giudiziario definitivo.- si sedette sulla scrivania mentre Sango le stava di fianco in piedi.
- Ok.- fece un passo verso la porta con lo sguardo perso tra quelle parole importanti – E se in caso qualcosa non dovesse andare bene?
- In quel caso o si cerca di comune accordo una modifica o sarà il giudice a decidere su tutto.- la donna uscì dal suo ufficio, portando via con sé quel profumo di vaniglia che la contraddistingueva e la sua lunga coda bruna. Miroku rimase fermo a guardare la porta che si richiudeva davanti a lui. Squillò il telefono diretto e rispose senza nemmeno pensare a chi potesse essere il mittente maledicendosi di già. Strizzò gli occhi speranzoso quando rispose.
- Miroku!- non fece nemmeno in tempo a rispondere.
- Inuyasha, Kami che piacere. Scusa, io ho così tante cose da dirti da spiegarti…
- Non importa dannato, dobbiamo scoprire cosa cazzo è tornata a fare. Non è facile evadere da un manicomio come quello.
- Sì.- Miroku annuì sapendo che per manicomio, Inuyasha intendeva testualmente un istituto penitenziario d’igiene mentale.

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Sango tornò in ufficio, sperando che Kouga le avrebbe lasciato la casa senza batter ciglio.
- Sachan ha appena chiamato la signora Kaori Yamamoto, dice di aver bisogno urgente di parlarti perché ha esposto nuovamente denuncia nei confronti del marito.- l’amica annuì, felice che il fallimento della mattina avrebbe in ogni caso avuto un seguito.
- Le molestie domestiche sono dure a morire se sono radicate in un uomo collerico come il signor Yamamoto.- respirò profondamente, ormai aveva deciso – Kagome ora vado a fare una breve telefonata, dopodiché prendo le mie cose e vado in studio da Kouga, ci vediamo domani noi due.- la ragazza si limitò ad annuire.
Sango uscì dall’ufficio e si avvicinò alla segretaria di Miroku, che stava all’esterno dell’ufficio dell’avvocato divorzista che gradiva una certa privacy.
- E’ dentro l’avvocato Raketashi?- la ragazza rispose affermativamente e lei entrò – Miroku, puoi stendermi velocemente due di queste con la modifica che ti ho chiesto prima?- lui annuì fissandola negli occhi. A lei erano sempre piaciuti gli occhi di Miroku, blu come il mare, fin dai tempi dell’università. Erano stati compagni di corso e una volta laureati avevano unito le forze e tirato su una società. Erano amici da anni. Ringraziandolo uscì e chiamò il marito al telefono – Dobbiamo parlare.- e quando una donna dice questa frase, state sicuri non si preannuncia niente di buono.

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Kikyo, Kikyo, Kikyo. Non pensava ad altro da giorni. Con le domande ovviamente annesse: quando?, come?, dove? e, soprattutto, perché?
- Signor Ragahisho, secondo me l’offerta che fa questo acquirente è troppo bassa per “I girasoli” di Van Gogh. Parliamo di un pittore molto importante, uno dei postimpressionisti di maggior rilevanza.- Inuyasha guardava il signor Mukotsu con uno sguardo assente.
- Sì.- annuì spostando lo sguardo sulla pratica – Sì, Van Gogh fu molto importante.- Mukotsu sorrise fiero di sé nonostante il tono canzonatorio del superiore – Ma io non ho bisogno di un consulente finanziario, scusi la franchezza. Durante tutta questa settimana non ha fatto altro che descrivere le opere sottoposteci e grugnire per quanto il denaro offerto per queste fosse troppo basso o troppo alto. Mi perdoni ma lei pensa seriamente che la National Gallery di Londra venderebbe ad un privato, un quadro il cui usufrutto è pubblico, per l’interesse culturale ed artistico che esso produce?- inspirò – Credo che lei non sia la persona di cui avevo bisogno. Chieda pure ad Eiko, la mia segretaria, i documenti per la scissione del contratto. Lasci le coordinate bancarie che le invieremo una cospicua liquidazione.
- Ma…
- Arrivederci Mukotsu-sama è stato un piacere lavorare con lei.- Inuyasha si alzò, strinse la mano all’uomo e lo guidò alla porta. “Londra…sempre gli stessi pensieri, sempre gli stessi problemi.”. Alzò il telefono. Rispose al primo squillo.
- Miroku dannato, hai risposto al volo anche ora!
- Sì Inuyasha, sì. Ho poco da fare ma molte speranze.
- Aaaah, non mi levo dalla testa Kikyo.- si diede un pugno sulla testa – Oggi non ho combinato niente, ho pure licenziato anche quest’ultimo consulente. La gente non capisce che se ho bisogno di un consiglio nell’arte non deve parlarmi di finanza, che capisco bene da solo.
- E Kikyo cosa centra?
- Centra, centra.- parlarono per qualche minuto poi si salutarono nuovamente, con l’accordo di vedersi a cena.
Era senza consulente, ora la ricerca ripartiva da zero. Sentì le orecchie canine pizzicare, le grattò per mettere a tacere quella sensazione: gli pizzicavano solo quando era nervoso o quando sentiva che gli sfuggiva qualcosa. In quel caso erano entrambe le situazioni a stuzzicargli il prurito. Schiacciò il tasto del vivavoce comunicante con la segretaria immediatamente fuori della sua stanza – Eiko, se n’è andato il ciccione?- gli rispose una risata soffocata.
- Sì signor Ragahisho, ha lasciato l’ufficio mezzora fa.
- Bene, cara, ho bisogno di un favore.
- Dica, capo.- come se abbia scelta, era assunta per fargli favori. In anni di collaborazione gliene aveva fatti di ogni sorta, perfino andarlo a prendere a casa talmente ubriaco da non reggersi in piedi quando aveva riunioni importanti. Quante volte l’aveva fatto, quante volte nemmeno un grazie, quante volte nemmeno un bacio. Sospirò.
- Devi trovarmi un numero di telefono in fretta, è una questione che mi sta arrovellando il cervello.- disse schiarendosi la voce.

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Suonò il telefono, il numero era un interno.
- Sì.
- Kagome c’è una telefonata in entrata per te.- le comunicò la ragazza della reception attraverso l’apparecchio.
- Ok, passa.- sentì il cambio di linea e dei rumori in sottofondo - Studio di Sango Hirai, sono Kagome Higurashi come posso aiutarla?- il silenzio – Pronto?
- Ciao Kagome, sono Hojo.- rimase a bocca aperta. Hojo?
- Ciao Hojo.- il cuore prese a scalpitarle incontrollatamente.
- Come stai?
- Bene. Tu?
- Bene.- un altro attimo di silenzio – E’ una vita che non ci sentiamo, eh?!- sbatté le ciglia guardando il telefono che segnalava una seconda chiamata in entrata.
- Sì. Hojo devo lasciarti, sto lavorando.
- Capisco, beh ci risentiamo, se vuoi…o magari ci vediamo.- lo liquidò in fretta e prese l’altra chiamata.

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Eccomi di ritorno, di nuovo, con un altro capitolo! Mi fa piacere che la mia FF abbia così seguito, magari non tanti commenti e recensioni, ma molte visite!! Evviva =D

Ringrazio tutti quanti e vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, ne vale della buona riuscita della storia!

Bacini affettuosi.
LaNana

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Capitolo 6
*** Work In Progress ***


Capitolo 5 – WORK IN PROGRESS


Stava seduta e fissava il vuoto di fronte a lei. Stringeva forte la borsa dove teneva la digitale, come fosse un’ancora alla quale tenersi per non andare alla deriva. La verità era che tratteneva il fiato dall’ansia, non sapeva se avere paura o essere felice. Estrasse una Camel e se la portò alle labbra e uscita sul terrazzino la accese, aspirando una lunga boccata di fumo. Tirò fuori la reflex e iniziò a scattare qualche foto a casaccio della vista di Tokio che poteva godere da lì.
- Mozzafiato eh?!- Kagome si voltò, levando la sigaretta dalla bocca.
- Eh? Sì, fantastico. Dal mio ufficio al massimo vedo il parchetto vicino, lavoro solo al terzo piano di uno studio legale.
- E’ una fotografa?- guardò la donna. Aveva dei fantastici occhi color cielo – Mi perdoni, che maleducata non mi sono presentata, sono Eiko Kuroda, segretaria di Ragahisho-sama.
- Molto piacere, - concordò stringendole vigorosamente la mano – Kagome Higurashi.
- Il signor Ragahisho la sta aspettando nel suo ufficio.- Kagome buttò un occhio alla sigaretta. Era solo all’inizio diamine. Fece un tiro lunghissimo e poi lasciò cadere la sigaretta giù dal balcone al penultimo piano di un grattacielo.
- Grazie, vado subito.- e rientrò mettendo via la digitale. La porta di acciaio e legno nero era già semiaperta e lei entrò chiudendola alle sue spalle.
Inuyasha era seduto alla sua poltrona e stava scrivendo freneticamente sulla tastiera del computer. Alzò velocemente lo sguardo nella sua direzione e lei incontrò le iridi dell’uomo, che non erano belle dorate e lucide come la settimana prima, ma più simili all’ocra scuro.
- Si sieda signorina Higurashi.- la esortò in tono secco. Kagome ubbidì senza proferire parola e gli porse il suo Curriculum Vitae. Inuyasha lo scorse velocemente senza badare molto alle cose scritte - Signorina Higurashi, posso darle del tu?
- Sicuro Ragahisho-sama.
- Bene Kagome.- fece una pausa ad effetto - Come ben sai, ho bisogno di una consulente d’arte che sia piuttosto capace nel suo lavoro, che si intenda e mi parli d’arte, non di finanza. Io sono competente nel mio lavoro, ma ammetto di capirci poco di quadri, statue, fotografie e roba simile.- posò lo sguardo sulla valigetta della Canon per poi tornare al viso di lei - Al posto dei soliti colloqui, le proporrò tre di versi casi capitatimi nell’arco della mia carriera. Voglio vedere se lei è in grado di darmi le soluzioni migliori alle tre diverse questioni.- Kagome annuì – Bene. C’è un acquirente newyorkese che desidera acquistare “I girasoli” di Van Gogh dalla National Gallery di Londra e mi offrono 4,5 milioni di dollari. Cosa pensa dovrei fare?- Kagome sentì le pupille dilatarsi per il battito del cuore accelerato. La stava mettendo alla prova, e che prova!
- Mi scusi, ma credo che il suo cliente rimarrà a bocca asciutta, la National Gallery non vende nessuno dei suoi dipinti ad un privato, soprattutto perché questi poi potrebbe non permettere il godimento pubblico del quadro…- rispose di getto. Vide Inuyasha inespressivo appuntare qualcosa sul blocnotes.
- Secondo caso.- le porse una fotografia – C’è il direttore di una galleria che mi chiede un fotografo, famoso o non, per una mostra sull’evoluzione dell’eros. Cosa ne pensa di questa foto?- Kagome guardò la foto che rappresentava una donna nuda legata da una corda. Sorrise.
- E’ una foto di Araki Nobuyoshi. L’ho vista anche io quella mostra. Beh le risponderei che meglio di lui, per rappresentare l’evolversi della sessualità e dell’erotismo in Giappone, non ce n’è.- gli rispose osservando la foto poco pudica. Gliela tese. Inuyasha la trattenne un secondo per osservarla, poi la ripose in un faldone annotando altre parole, in fretta.
- Ultimo caso…vediamo.- rimase zitto per un sacco di interminabili minuti e Kagome iniziava a spazientirsi. Si mise ad osservare l’ufficio elegantemente arredato in stile moderno, poi passò all’uomo che le stava di fronte. Inuyasha avrà avuto sì e no trentadue, trentatré anni al massimo, ma l’aria stanca gliene conferiva di più. Le orecchiette da cucciolo che aveva sulla testa, però rendevano più sopportabile tutta la serietà che lo circondava, gli davano quasi un’aria buffa ed amichevole. Lui alzò lo sguardo e i loro occhi si incontrarono. A Kagome suscitò molta pena quello sguardo stanco – Ho un fotografo molto promettente, ma non ancora famoso. È solito fotografare i lati oscuri dei vari paesi, un po’ come fece Araki Nobuyoshi con le foto di Kabukicho qui a Tokio, ma lui non accusa la società per il sesso considerato tabù in una città con una zona a luci rosse, lui denuncia il finto impegno per i problemi che gravano in Africa: la fame, la malaria, la scarsa educazione e la corsa all’acqua. In vent’anni ha collezionato sufficienti foto per allestire una grande mostra.- fissò la ragazza con aria di sfida – Dove. Dove la allestiamo, chi contattiamo?- Kagome rimase zitta, senza saper cosa rispondere.
- E’ un argomento fin troppo trattato, ma sempre malgestito. È un tema delicato e va affrontato nel modo più adeguato, promuovere una mostra sui problemi dell’Africa attirerebbe solo scolaresche e gruppi elitari, che conoscono già il problema e che ne sono affezionati.- ci pensò su qualche secondo - Io farei una mostra pluritematica, creando un itinerario nella galleria che combina le foto in questione, ma anche l’attività manifatturiera etnica, statuette, attrezzi, ciotole, ma anche oggetti di uso comune per loro, come ricreare un’abitazione tipo. Insomma farei capire al visitatore cosa sia realmente vivere in quel posto, ma dare la possibilità ad ognuno di andare incontro a queste culture lontane e non comuni, dando alla mostra un titolo neutro. Il dove passa in secondo luogo se ben collegato, ovviamente le grandi città si prestano meglio.- riprese fiato dopo quell’interminabile monologo, mentre Inuyasha prendeva appunti.
- Bene Kagome, ora per prima cosa ti do le soluzioni. Primo caso, quello di Van Gogh: la National Gallery non vende niente, men che meno a privati, molto bene. – la guardò accennando ad un sorriso – Il secondo caso sai bene che l’hai centrato in pieno essendoci andata alla mostra. Molto bene. Infine l’Africa. Ecco, diciamo che in quel caso noi abbiamo deciso di tenere il progetto elitario per non sminuire la drammaticità delle foto e la profondità dell’argomento, avevamo allestito anche una raccolta fondi per il fotografo stesso che ha una O.N.L.U.S., ma ad ogni modo la tua idea è…valutabile, diciamo.- annuì osservandola negli occhi. Com’era giovane quella ragazza dai capelli neri e dagli occhi di un cacao intenso. Stette in silenzio per qualche secondo – Sei una fotografa?- le chiese a bruciapelo.
- Sì, ho anche realizzato quattro mostre alla Saito No Shashin, la galleria contemporanea a Shinagawa.
- I tuoi soggetti preferiti?- disse scrivendo altri veloci appunti.
- I bambini e le donne incinte.- lei tirò un lungo respiro.
- Ho capito. Kagome ti farò richiamare da Eiko, ho bisogno di un po’ di tempo per pensarci, spero non ti offenda.
- Assolutamente signor Ragahisho, avete tutti i miei contatti ora, sono scritti sul Curriculum.- si alzarono e con un sorriso tirato Inuyasha congedò Kagome, che salutò la segretaria e scese per tutti i ventinove piani del grattacielo per poi uscire dalla hall – Una sigaretta, ci vuole una sigaretta!- la estrasse e un braccio le allungò un accendino con una fiammella traballante. Si voltò.
- Buonasera signorina Higurashi, come mai qui?- Kagome sentì le gambe molli, tremolanti.
- Avvocato Raketashi, buonasera!- quanto era bello quell’uomo? Non sapeva darsi una risposta nemmeno lei – Ho appena sostenuto un colloquio, Miroku-sama, infatti, sono scappata via dallo studio…- realizzò che probabilmente lui era lì per quello. Lo guardò aspirare lentamente la Marlboro – Oddio, mi perdoni, lo so che non potrei lasciare l’ufficio di punto in bianco soprattutto se la signora Hirai non è presente però…
- Tranquilla Higurashi, in anni di rapporto non ha mai dato nessun tipo di problemi, un pomeriggio di permesso non è un problema.- stava per ricordargli della mattinata libera la settimana precedente, sempre per quel dannatissimo colloquio, ma stette zitta. Espirò invece una piccola nuvoletta di fumo nell’aria calda.
- Comincia a far caldo, siamo in primavera inoltrata oramai.- disse slacciandosi il giubottino di pelle nero.
- Higurashi, il colloquio l’ha fatto per la East Brokerage Company?- rimase interdetta.
- Sì avvocato come…
- Inuyasha è un mio caro amico, gli metterò una buona parola, anche se questo significa perdere un buon componente del team.- non le diede tempo di rispondergli – A domani signorina Higurashi, passi una bella serata!- e si allontanò buttando la sigaretta in terra.
- Anche lei avvocato…- mormorò guardando entrare nel palazzo quell’uomo alto e prestante dagli occhi blu.

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Ciaoooooooo!!!!!! Ebbene…un capitolo un po’ particolare, non ho scritto nel solito modo a “zigzag”, ho dato un po’ di luce al colloquio (sarà perché anche io non vedo l’ora di sostenerne uno che vada bene?? Nota utopico-autobiografica, descriviamo così il capitolo dai), speriamo piaccia!

Thank's to...

kaggy95: grazie veramente per i complimenti! Questo capitolo ho tolto il "zigzag" ma non temere tornerà, ho voluto dare un po' di attenzioni a Kagome visto che nei prossimi capitoli mi sa proprio che avrà un ruolo meno principale, ma ora basta NIENTE SPOILER!!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia...Fammi sapere!Bacissimi ♥

Baci orsacchiottosi a tutti!!
LaNana

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Capitolo 7
*** Endless ***


Capitolo 6 – ENDLESS


Uno…Due…Tre…Quattro…Otto…Sedici…Venti…Ventiquattro…VentottoVentinove
Din!
“Che ascensore snervante. È lentissimo…”
Miroku stava attraversando il lungo corridoio della East Brokerage Company sapendo di aver tutti gli occhi delle segretarie puntati addosso. Le segretarie però non sapevano che lui aveva saggiato ogni centimetro dei loro corpi all’oscuro delle colleghe. Gli sfuggì una risatina al sentire i sospiri adulatori delle ragazze.
- Eiko, tesoro buon pomeriggio.- mancava solo Eiko, lei non cedeva, lei era innamorata, gli diceva. Bla, bla, bla. Sferrò un sorriso – Tesoro mio, è in ufficio il botolo rognoso?- sorrise divertita.
- Si Miroku, ha appena resistito al colloquio di lavoro di una stronzetta, tale Kagome Higurashi. Dimmi tu se non è il nome di una che la da a tutti.- il ragazzo le scoppiò a ridere in faccia, e la segretaria rimase sconcertata, senza riuscire a capire.
- La signorina Higurashi in questione, lavora nel mio ufficio e, a quanto mi risulta, non ha mai avuto nessun uomo all’infuori del suo ex ragazzo che l’ha scaricata mesi fa.- andò avanti a ridere sguaiatamente e rise più forte ancora quando vide la povera Eiko arrossire di vergogna. Tramite il vivavoce annunciò frettolosamente l’entrata di Miroku e si mise a sfogliare delle pratiche che non richiedevano nessuna revisione.
L’avvocato entrò nell’ufficio di Inuyasha che stava ascoltando della musica mentre mangiava un sandwich al pollo. Quando lo vide entrare si alzò dalla sedia e lo raggiunse per un veloce abbraccio.
- Dobbiamo fare il punto della situazione Miro-kun.- disse sedendosi sulla sua sedia – Allora. Questa puttanella, Kikyo, è tornata da Londra dove era rinchiusa in un ospedale psichiatrico penitenziario. Ma come cavolo ha fatto ad uscirne?
- Piano con le domande, analizziamo i fatti veri e propri. È evasa, per quanto ne sappiamo noi, è tornata a Tokio e agganciandomi al bar vicino al mio studio mi ha…- si guardarono in faccia.
- Puoi dirlo, non scappo davanti alla realtà.- asserì Inuyasha dando un morso al panino.
- Mi ha scopato!- scoppiarono a ridere. L’atmosfera tornò immediatamente densa – Mi spiace.
- Sì lo spero per te, stupido avvocato. Quella donna mi ha rovinato la vita, ha ucciso mio padre, mi ha scaricato, mi ha obbligato a cambiare ragione sociale all’azienda, mi ha derubato di un sacco di soldi e ho sudato mille camicie per farla rintanare in quel buco.
- Ora cosa vuole da te?- Inuyasha fissò l’amico.
- Vendicarsi. Uccidendomi probabilmente.

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Sorseggiava un caffè più amaro del normale. Fissandolo negli occhi leggeva solo inquietudine e rabbia.
- Perché non sei tornato a casa stanotte?- Kouga finse di non averla sentita e continuò a tracciare righe sul suo progetto. Lei vi si avvicinò e gli sfiorò delicatamente il braccio – Si può sapere il perché?- le rispose solo il silenzio. Sbuffò e gli spinse il braccio la cui mano disegnò una riga storta.
- Sango cazzo lasciami lavorare, non ho tempo di ascoltare le tue cazzate da sindrome premestruale!- la donna rimase a bocca aperta.
- E allora firma questo stupido zotico lupo rognoso.- gli sbatté sul tavolo la pratica per la separazione e gli lanciò una penna.
- Ma…cos…- la guardò sconcertato – Sango cosa…cosa significa?
- Che mi sono rotta le palle di te, dei tuoi modi di fare e dei modi in cui mi tratti. Per non parlare del sesso. Santo cielo è una noia mortale, il più delle volte sai cosa faccio? Mi ripasso mentalmente le arringhe migliori che ho studiato all’università. E a dirtela tutta tutta ultimamente ho dovuto ricominciare l’elenco, e fidati che è lungo, molto. E le tue scenate di gelosia. Ah, Kami aiutatemi. Sei rozzo, incivile, stronzo, un nauseabondo lupo che crede di stare con una mamma chioccia, nata solo per riverirlo. Puh. Architetto di sti cazzi, ti informo che sono un’avvocatessa in carriera. Hai firmato?- gli chiese quando si rese conto che era rimasto immobile a fissare il suo sfogo – Allora?- Kouga si guardò la mano che reggeva ancora la matita da lavoro – La penna è lì.- disse Sango indicandogliela. Lui la prese e firmò senza neanche leggere. Lei prese tutti i fogli e li mise tutti nella cartelletta azzurra di carta che teneva in borsa. Lo guardò soddisfatta – La casa coniugale rimane a me. Deficiente!- e detto questo lanciò il resto del caffè rimasto sul suo progetto.
- Stronza puttana!- La donna sorrise e girandosi se ne andò sbattendo la porta sulle sua urla e sui suoi “immotivati” insulti.
Scese in strada e, sentendosi come una persona che ha finalmente digerito il pranzo di ferragosto, fece partire con un rombo la sua piccola Smart e partì con una rapida sgommata. Si imbottigliò nell’ovvio traffico e guardò l’orologio, facendo partire una chiamata in ufficio. Le quattro e un quarto.
- Hirai & Raketashi Lawyers Group, buonasera.
- Ciao sono Sango, puoi passarmi Miroku?
- Mi spiace avvocato Hirai, Raketashi-sama non è in ufficio.
- Oh.- “Pensa, pensa, pensa Sango.” – Ehmmm…passami Kagome allora.
- Non c’è nemmeno lei avvocato…
- Cosa?!- le uscì un tono più alterato del necessario e chiuse la chiamata in faccia alla povera receptionist. Chiamò la sua amica al volo. Due squilli.
- Sachan!
- Kagome mi dici per quale cazzo di motivo non sei in ufficio?- la ragazza le raccontò il pomeriggio – Ah. Quindi stai per licenziarti?
- Non esagerare Sango, prima spetto di essere richiamata.
- Va bene, darò una promozione a Rin, la segretaria del reparto civile, mi pare brava.
- Lo è.- la sentì aspirare una lunga boccata di fumo – Dove sei?
- Bloccata nel traffico, ho appena fatto firmare a Kouga le pratiche per la separazione.
- Mi spiace. Io…
- Smettila lo sai bene quanto sono felice ora che…sì insomma, ora che è finita. Ho anche il dubbio mi tradisse, ma ormai è andata, ha firmato senza neanche leggere.
- Seishin Nihon* stasera?
- Sì, mi ci vuole una mangiata fuori. Adesso dammi il tempo di arrivare a casa, impacchettargli un po’ di roba mentre chiamo il fabbro che mi cambia la serratura di casa, mi faccio una doccia, gli lascio gli scatoloni fuori casa…va bene per le otto direttamente là?
- Sì. Sango sei malefica.
- No sono una donna stanca, mi voglio liberare di lui al più presto.
- A stasera strega.
- A stasera fannullona!- si salutarono e Sango proseguì la strada fino a parcheggiare al posto auto riservato.
Salì all’attico e aprì la porta dell’enorme appartamento che divideva col suo ormai ex marito. Si raccolse i capelli in una coda alta e, tolsi i tacchi, preparò gli scatoloni e ficcò dentro tutte le cose di prima necessità che potevano servire a Kouga: boxer, calzini, completi giacca e pantaloni, camicie, lamette, una saponetta, spazzolino da denti, magliette intime, pigiami, schiuma da barba, una copia del documento di separazione e una scatola intatta di biscottini al burro in caso gli venisse fame e una bottiglietta di tè in caso di sete. O che si ingozzasse coi biscottini.
Suonarono alla porta e la donna accolse il fabbro che in meno di un’ora le cambiò la serratura della porta. Si guardò intorno, era finalmente sola.
Si accasciò sul divano bianco e si portò il pollice alle labbra. Non fumava, non beveva, ma si rosicchiava l’unghia del pollice destro quando era nervosa. Inspirò a fondo e lasciò che un singhiozzo sordo echeggiasse per la casa. Si asciugò quella lacrima nomade dallo zigomo e si sdraiò abbracciando un cuscino, irrompendo in un pianto senza fine.


*Seishin Nihon = Spirito del Giappone
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A che capitolo siamo? Ho perso il conto, cavolo. Sei, più il prologo sette. SETTE in…tre giorni? CHE SCHIFO xD
Beh vi anticipo che in realtà mi sto facendo già perdonare perché nel weekend vi lascerò a SECCO! Scusatemi umilmente, ma ho un ragazzo che mi reclama xD

Ringraziamenti rapidi, rapidi, rapidissssimi!

fmi89: Innanzitutto grazie per i complimenti, mi fa piacere che il mio modo di scrivere piaccia, dato che a me viene naturale! E poi...non pensarci nemmeno a scusarti del fatto che non commenti PERCHE' STUDI ç_ç NON ESISTE! I miei capitoli rimangono qui! Fai con calma e leggi quando puoi e vuoi davvero! Grazie comunque della fiducia!

kaggy95: grazie di nuovo per i complimenti...ti dirò che in realtà sono una mezza zoticona nella materia...mi intendo bene di quadri, statue, architetture, ma con la fotografia non c'accozzo. In famiglia io sono il genio del pc, mia sorella la fotografa. Diciamo che ringrazio molto Google e la rapidità enlla lettura e nell'acquisizione di dati xD Spero che la lente dell'obiettivo (rimanendo in tema foto) si sposta da Kagome ad...altro...non ri sconvolga ma ti incuriosisca!!! Grazie dei commenti ♥♥

Baci morbidosiii!!!
LaNana

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Capitolo 8
*** Broken Hearts ***


Capitolo 7 – BROKEN HEARTS

Inuyasha aveva passato tutto il pomeriggio con Miroku, parlando di Kikyo e lavorando contemporaneamente. Il sole nelle ultime ore era tramontato velocemente, lasciando il posto ad un cielo di un blu scuro intenso con piccole stelle luccicanti.
- Inuchan sono le 8 oramai, che ne dici se andiamo a mangiare? Tu hai fatto merenda, io sono digiuno da oggi a pranzo. Se un panino lo definisci pranzo.- Inuyasha guardò il ragazzo sbuffando.
- Io avrei ancora un sacco di lavoro, soprattutto perché sono ancora senza consulente. Non riesci a resistere…un altro po’?- gli chiese con tono quasi implorante.
- No.- secco - Ma a proposito di consulente…ho saputo che hai sostenuto un colloquio con Kagome Higurashi oggi.
- Come lo sai dannato bonzo?- l’amico gli fece un sorriso gigantesco – Non mi dire che ti sei portato a letto anche lei, perché se è così non la assumo! Tutte quelle che mi hai mandato erano mezze zoccole, interessate più a slacciare i miei pantaloni che al lavoro.
- No affatto. Certo ammetto che Kagome è molto bella, ma è troppo intelligente per andare a letto col suo capo.- Inuyasha lo fissò senza capire.
- Come il suo capo?
- E’ la segretaria personale della mia socia Hirai. È una gran brava ragazza ed è seria nel suo lavoro. Non me la lascerei scappare fossi in te, sai? Soprattutto perché a te di portarti a letto una donna, ora come ora, interessa poco.
- Vuoi dire che sto diventando gay?- gli fece uno sguardo minaccioso e alzò la mano sfoderando i lunghi artigli.
- N-no, stupido cane. Sto dicendo che non sei interessato ad una storia, tutto qui. Quindi la vicinanza con una…
- Sì, basta ho capito. E poi a dirla tutta non l’ho trovata così attraente come dici.
- Perché tu sei pazzo Inuchan.
- Smettila con quel soprannome, non sono più un cucciolo. Oramai di anni ne ho trenta bonzo, abbi rispetto.
- Sì, Inuchan, hai ragione.- e azzuffandosi e ridendo e ritrovandosi più amici di prima, uscirono dall’ufficio.

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Eiko vide i due ragazzi uscire dalla porta abbracciati, con le cravatte in mano e le camice slacciate al colletto.
Si intravedeva perfettamente il petto scolpito del mezzodemone, la leggera abbronzatura rendeva la pelle più sana ed attraente e la ragazza fu investita da una voglia impellente di correre da lui, strappargli la camicia chiara e baciarlo dappertutto, urlandogli quanto lo amava e da quanto lo amava. Da sempre in pratica. Si alzò e bloccò la strada al suo capo, che le rivolse lo sguardo, fissandole quegli occhi azzurri che tanto piacciono agli uomini. Arrossì violentemente e tutti i suoi piani crollarono.
- Buona serata Ragahisho-sama. Arrivederci avvocato Raketashi.- entrambi le sorrisero.
- Ciao dolcezza.- la salutò Miroku con una soffice carezza, prima che sparissero dietro le porte dell’ascensore.
Sorrise amara, non avrebbe mai trovato il coraggio. Raggruppò tutti i fogli sparsi sulla scrivania in un unico mazzo e riordinò le cose sparse in mucchietti ordinati, mettendo matite e penne nei contenitori. Prese tutte le sue cose e si accese noncurante del divieto di fumare, una Vogue Superslim alla menta. Un vizio, sì, ma un vizio di classe, si ripeteva sempre quando vedeva il costo di ogni pacchetto lievitare sempre di più, era arrivata a quasi mille e cento yen. Premette il tasto di chiamata dell’ascensore e lasciò che l’odore di menta aleggiasse per l’ufficio, così all’indomani mattina Inuyasha le avrebbe pensato immediatamente.

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Non aveva mai pianto così tanto in tutta la sua vita, anche perché non aveva mai vissuto un episodio che concernesse un fallimento totale sotto ogni aspetto. Kouga rappresentava l’eccezione che conferma la regola, però. Dopo dodici anni, e ripeto dodici anni, di relazione poteva dire di aver fallito tremendamente in qualcosa: il suo matrimonio. Non poteva crederci per davvero, non riusciva a credere che si fosse innamorata di quello stupido demone lupo, con gli occhi azzurri è vero, ma restava pur sempre una persona insopportabile, con un ego incommensurabile, con un caratteraccio. Se solo lui sapesse quante volte l’ha tradito negli ultimi anni…ma ora voleva concentrarsi su se stessa, sul lavoro e sui rapporti che non poteva perdere per niente al mondo.
Dopo una doccia che la rimise al mondo, si vestì con calma, jeans aderenti, maglioncino con maniche a farfalla fucsia, cintura, tronchetti e borsa di camoscio neri, un velo di eyeliner e mascara e uscì di casa, chiudendo attentamente la nuova serratura. Sulla sinistra c’erano gli scatoloni, rise leggendo cos’aveva scritto col pennarello sul primo in alto “Qui dentro c’è un po’ della tua roba, piano, piano te la porterò in ufficio. Non scassinare la porta ho cambiato la serratura. ARRANGIATI e buona serata.”. Le trillò il cellulare, un nuovo sms.

Arrivata, aspetto te per entrare.
Jinenji ha tenuto il nostro solito tavolo.
Avvisato anche le altre, ok vero?!
baci baci -K-


Rispose con un semplice e veloce “OK” e si dette una mossa per coprire in meno tempo quel chilometro che la separava dal Seishin Nihon.

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- Inuyasha, ma la tua Audi nuova?- gli chiese una volta che furono in strada e vide l’amico avviarsi a piedi verso il ristorante.
- Kaputt. L’ho distrutta insieme a Kagome Higurashi.- Miroku si piantò dov’era.
- Come con Kagome Higurashi?
- Sì, settimana scorsa ho fatto un incidente, le sono andato addosso ed è distrutta. Sto aspettando mi arrivi la nuova macchina, mi sono contenuto questa volta.- il legale lo guardava scettico – E’ una Mercedes Classe A.
- Contenuto eh?!- disse beffardo e lo superò tenendo la giacca sulla spalla.
- Tzk.- si incamminarono vicini in silenzio. Inuyasha si faceva compagnia con l’inseparabile Lucky Strike, l’altro cercava di resistere, ma sentì l’incontrollabile richiamo del tabacco e sfilò una sigaretta dal pacchetto.
- Chiamerai ancora tuo fratello Sesshomaru all’ambasciata?- gli chiese accendendola.
- Per forza, devo sapere cos’è successo, se non altro per sapere come comportarmi.
- Io aspetterò ancora del tempo, poi se la situazione lo richiede contatterò il mio amico magistrato e farò in modo che non trapeli nulla.
- Fai sotterrare tutto, almeno legalmente.- il mezzodemone espirò una lunga boccata di fumo.
- Sono obbligato, non esiste un avvocato che si porta a letto un’evasa, pazza per di più.
- Certo, mi pare logico, soprattutto se vuoi continuare a lavorare.- aspirò profondamente e lanciò lontano il mozzicone – Oggi il Seishin è pieno.- constatò fermandosi davanti alla vetrata del locale.
- E’ venerdì Inuchan, inizia il weekend.
Miroku finì la sigaretta poi entrarono salutando Jinenji, il proprietario, che accolse e accompagnò i suoi clienti migliori al tavolo migliore.
Una volta seduti Inuyasha prese a sgranocchiare qualche grissino, stranamente taciturno, cosa che Miroku gli fece prontamente notare.
- Miro-kun perché dici che non sono interessato ad una relazione?
- Credo che la reazione che hai avuto alla scoperta di…Kikyo sia più che eloquente.- l’amico annuì - Per non parlare poi di questi ultimi cinque anni che lei era là. Non hai avuto uno straccio di donna, nemmeno per sbaglio, nemmeno un bacio. Non so tu come abbia fatto.
- Non ce n’è stata nessuna che mi abbia dato quelle sensazioni, è semplice.- si guardò attorno, il locale era pieno, ma pieno zeppo, non c’era nemmeno una sedia libera, solo un tavolo da quattro che era però riservato. Lo vedeva chiaramente nonostante fosse dall’altra parte della stanza, tutto merito della sua mezza natura di demone cane. Addentò rabbiosamente un grissino al sesamo. Sempre mezzo. Mezzo demone, mezzo umano.
- Non è così facile, ci sono anche delle esigenze corporee.- Inuyasha sperò di non aver capito bene.
- Sei un depravato.- disse scuotendo la testa e sentendo nell’aria il profumo di tempura, chawan mushi, gomoku, ramen, sashimi e tutti gli altri piatti. Annusò di nuovo l’aria per risentire quei deliziosi odori, ma lo raggiunse uno diverso, un’essenza di donna, un profumo squisito e voluttuoso allo stesso tempo. Euphoria di Calvin Klein. E lui lo conosceva bene, benissimo.

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Ed eccoci nuovamente per quest’altro capitolo…spero di non tradire le vostre attese con un capitolo mediocre, anche se non lo trovo estremamente brillante!
Procedo col prossimo e non mi perdo in chiacchiere!

Thank's to...

Kagome96: acchiappabiscotti, ti spiego appena ti becco online! E poi....niente spoiler, ma non è tutto oro quel che luccica!!!! Però è una bella Stron...sìsì!! Bacini tesoro ♥♥

Crisan: si vi abbandono *ahimè* però lunedì vi posto tra capo e collo circa due capitoli, non temete!

fmi89: bene, spero ti piaccia anche questo!!! Tienimi aggiornata!

Baci baciosi!
LaNana

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Capitolo 9
*** Unexpectedly ***


Capitolo 8 – UNEXPECTEDLY

Tre ragazze si sedettero al tavolo vuoto in fondo al locale, nel mezzo della grande vetrata che dava sulla strada, sembravano delle modelle in vetrina a pubblicizzare quanto il posto fosse invitante. Quanto l’aperitivo arrivò, Sango addentò un kamaboko e alzò il bicchiere con il vino bianco.
- Alla mia ritrovata libertà!
- Kanpai!- gridarono tutte e tre insieme, buttando giù una lunga sorsata di vino e attirando le attenzioni di tutti i presenti. Risero divertite di essere il diversivo della serata.
- Kagura, come mai Ayame non è venuta?- chiese Sango.
- Già, avevo mandato anche a lei un messaggio sul cellulare…- commentò distrattamente Kagome, stringendosi la coda alta in cui aveva legato i capelli neri quella sera.
- Sapete com’è…”gli esamistudiare…”- rispose Kagura imitando la voce dell’amica assente. Annuirono tutte ridendo.
Erano quattro ragazze diversissime tra loro, ma si completavano in un certo senso. Kagome era quella sfacciata, bella, venerata da tutti, con la scorza dura ma dolce come poche una volta conquistata. Sango era l’idealista, quella che combatte per il giusto e quella più realista. Kagura era una donna demone in grado di controllare i venti, alta con due occhi rossi perforanti e dei lunghi capelli castani, era la romantica, l’avvocatessa del diavolo, la più dolce, aveva trentadue anni ed era sposata con Naraku, con cui aveva avuto una bambina piccola di nome Kanna. Infine c’era Ayame, lo spirito libero. Lei, giovane demone lupo, aveva dei capelli naturalmente rossi, che teneva spesso legato in una o due code alte a contornarle il viso, due grandi occhi verdi espressivi, aveva “solo” ventidue anni e questo faceva di lei la più giovane delle quattro, ma anche la più irrequieta, non era strano vederla ogni settimana accompagnata da un ragazzo diverso. Per questo al non vederla le amiche risero, dubitando che lo studio fosse il vero motivo della sua assenza.
- Quest’anno si farà bocciare di sicuro all’università, ci metto le mani sul fuoco. Ma oramai è grande deve imparare a controllarsi, ho una famiglia non riesco più a correrle appresso.
- Kagura, nessuno ti ha mai obbligato a farlo, alla fine Ayame sa il fatto suo.- le rispose Sango svuotando il bicchiere. Kagome tirò fuori dalla borsa la digitale e scattò un paio di foto alle amiche e poi fece vedere loro le migliori della settimana: una bambina abbracciare la madre incinta, un neonato farsi la poppata del pomeriggio e una bambina ridere del fratello maggiore a cui aveva spiccicato il gelato in faccia. Risero tutte e tre nel notare le dolci code da gatto degli ultimi due bambini. Squillò un cellulare e tutte e tre si guardarono in faccia.
- Oh, è il mio.- Sango lo prese dalla borsa, chiudendo gli occhi e inspirando profondamente dopo aver letto il mittente – E’ Kouga, penso sia arrivato a casa e abbia trovato la sorpresa. Pronto.- disse alzandosi dal tavolino. Kagura guardò l’altra ragazza rimasta con lei al tavolino con la faccia di una che si è persa lo scoop del secolo e lo vuole sapere a tutti i costi.
- Ha fatto qualche scatolone con le cose di prima necessità per Kouga e l’ha sbattuto fuori casa. Ha pure cambiato la serratura.- e ridacchiando sorseggiò del vino. Si sentiva strana, come osservata. Stettero in silenzio senza saper cosa dire – Kanna come sta?
- Bene, lei sta sempre bene, poi quando sta a casa da sola con suo padre raggiunge il Nirvana. Oggi a scuola ha imparato a scrivere il suo nome.- le raccontò di come la sua bimba di sei anni fosse bella e brava e come Naraku fosse innamorato perso di quella bambina. Ma Kagome già lo sapeva e evitò di dirle quanto la invidiasse, quanto volesse anche lei una bambina come la piccola Kanna e un marito affettuoso come il suo. Ok non ancora un marito, ma un fidanzato sì.
Rimase sola al tavolo quando Kagura si alzò per telefonare a casa. Si mangiò un intero kamaboko e si guardò attorno. Si sentiva dannatamente sotto osservazione e la cosa la metteva a disagio.

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Poteva chiaramente distinguere le tre ragazze, ma non riusciva a sentire cosa dicessero, le fissava imbambolato, ossessionato da quel profumo. La sua mente già correva a come poteva avvicinarsi a loro, a che scusa poteva trovare.
- Mi stai ascoltando? Inuchan?- zero, nessuna risposta – Botolo rognoso!- il mezzodemone rimaneva trasognato a masticare lo stesso pezzo di gomoku. Miroku gli battè le mani davanti alla faccia, non ottenendo nessun risultato. Sospirando gli strattonò con forza un orecchio.
- AHIOOOO! DANNATO!- si massaggiò l’orecchio dolorante – Lo sai che le mie orecchie sono molto delicate, le devi maneggiare con cura!- pulì dove aveva sputato pezzi di cibo urlando.
- Non mi ascoltavi, è quasi un quarto d’ora che sei imbambolato a guardare quelle ragazze.
- Una di loro ha lo stesso profumo di…- ed in quel momento vide che anche l’ultima ragazza seduta al tavolino, quella che indossava Euphoria, si era alzata per uscire a fumare una sigaretta. L’odore del tabacco misto all’essenza lo sconvolse.
Si alzò di scatto pulendosi la bocca col tovagliolo, che gettò in braccio a Miroku che lo guardava senza capire cosa stesse succedendo. Si fece largo tra i tavolini e attraversò il separé in bambù, avvicinandosi sempre di più alla ragazza. Si fermò in mezzo alla sala, attorniato da una nube di profumo, attonito e smarrito chiuse gli occhi e inspirò a pieni polmoni. Quando li riaprì vide la ragazza stringere il laccio che le legava i capelli, lasciando libero il collo, il cui incavo, così femminile, accentuato dalla mossa e profumato di quella fragranza che Inuyasha adorava, gli fece venire un formicolio sparso in tutto il corpo, come se una scarica elettrica l’avesse attraversato dalla testa ai piedi.
Si voltò a guardare Miroku.
- Tzk.- nemmeno minimamente preoccupato il ragazzo stava mangiandosi i ramen con molto gusto. Inuyasha prese coraggio ed uscì dalla porta accendendo una delle sue inseparabili Lucky e, dopo la prima boccata, si avvicinò lentamente alla ragazza che gli dava le spalle.
Quando le fu a pochi centimetri respirò a fondo il profumo, proveniva dal suo collo e dai capelli. L’istinto gli diceva di voltare la ragazza, prenderla in braccio, portarla in qualche luogo buio e farla sua, ma certo non poteva farlo. Socchiuse gli occhi e diede un tiro alla sigaretta.
La ragazza si girò e lo fissò negli occhi. E lui la vide, bella, sicura, con la reflex nella mano destra e tra l’indice ed il medio una Camel.

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Si stupì. E non poco. Lui la stava guardando con uno sguardo profondo, perso, la fissava dritto negli occhi e le parole, quel semplice saluto che voleva rivolgergli, le si bloccarono in gola, lasciando uscire solo il fumo della sigaretta.
Diede un tiro profondo alla Camel e la lanciò nel tombino, distogliendo lo sguardo da quegli occhi aurei, cercando di riprendere il controllo della situazione.
- Buonasera Ragahisho-sama. Qual buon vento?- il tono della voce era calmo e fermo, quasi suadente.
- Molto bene Higurashi-san, grazie. Lei?- si era venuto a creare un gioco di sguardi ai quali nessuno dei due riusciva a resistere.
- Bene, grazie. Mi dia del tu, per cortesia, ho ventiquattro anni, ne passerà di tempo prima che mi faccia dare del Lei.
- E’ cortesia Kagome, ma se preferisci farò come vuoi tu.- era una sfida, non un gioco. Ma lui era un maschio, mezzodemone per di più, non avrebbe resistito molto agli impulsi. Tacquero fissandosi e Inuyasha aspirò una breve boccata di fumo prima di lanciare il mozzicone lontano, alla cieca – Come mai qui?
- Mangio, Ragahisho-sama, è uno dei ristoranti migliori di Shibuya!- sorrise.
- Già…beh…io rientro, c’è Miroku che mi aspetta.- la guardava quasi stuzzicandola con lo sguardo.
- Me lo saluti tanto, gli dica che ci vediamo domani mattina, puntuale alle 9 allo studio legale.- inclinò la testa di lato con un sorriso ingenuo.
- No Kagome. Domani mattina dormi e poi manda una lettera di dimissioni, inizi lunedì.- lei sorpresa lo abbracciò di getto.
- Grazie! Grazie, grazie, grazie!- gli disse stringendolo forte. Lui avvicinò il naso all’incavo del collo, annusandola e la strinse a sé. Lei si rese conto del gesto decisamente fuori luogo e sciolse l’abbraccio – Kami…mi spiace Ragahisho-sama, ma sono felice.- confessò scoppiando in una risata malamente trattenuta.
- Non ti preoccupare Kagome. Smettila di darmi del lei e goditi il resto della serata, noi ci vediamo lunedì alle otto e trenta nel mio ufficio, puntuale mi raccomando.- fece qualche passo all’indietro.
- Sicuro Ragahisho-….san.- gli sorrise compiaciuta.
- Puoi far di meglio.- rientrò nel locale, ma non persero il contatto visivo finché non oltrepassò il separé e raggiunse Miroku.

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Buonasera!! Ho sfornato un altro capitolo, questo è andato più liscio però…più facile! Spero vi piaccia, perché è l’ULTIMO della settimana! Nel weekend mi armerò di carta e penna e mi appunterò tutte le idee che verranno alla mia povera mente malata!!!!
Grazie a tutti i visitatori che commentano e anche solo a quelli che leggono, non immaginavo di ricevere così tante visite!

Grazie grazie a...

Kagome96: niente spoiler, è che la curiosità è femmina e già io stessa facci ofatica a trattenermi xD

kaggy95: si beh, mi ucciderete quando leggerete la fine xD nessuno spoiler ok ma come sarà potuto succedere che Kikyo è un'assassina...boh!!

fmi89: NON si deve capire cos'ha combinato Kikyo, se no che gusto c'è? come vi tengo incollate al pc? xD

Baci affettuosi!
LaNana

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Capitolo 10
*** Nirvana Dreaming ***


Capitolo 9 – NIRVANA DREAMING


*Kagome entrò in ufficio, la gonna troppo corta, alta in vita ed aderente le fasciava i fianchi mentre la camicetta bianca, lasciava intravedere in trasparenza il reggiseno di pizzo nero.
Salutando si avvicinò ad Inuyasha che poté constatare, con sua somma felicità, che Euphoria era il profumo che la ragazza maggiormente usava.
- Buongiorno Ragahisho-san.- lo salutò sedendosi di fronte a lui. Dalla sua sedia godeva di una panoramica perfetta del suo seno tondo e sodo.
- Buongiorno Kagome. Puntuale…vedo.- le disse ammiccando.
- Certo capo.- gli dedicò un sorriso smagliante e provocante.
Discussero tutta la mattina di mostre, di quadri e di casi passati andati male, sempre sbirciando nella scollatura della ragazza.
Alle undici si concedettero una pausa e Kagome, uscita dalla porta, tornò una manciata di minuti dopo con due caffè e una sigaretta tra le labbra. Sorseggiarono dai bicchieri e la ragazza, con fare provocante, si sedette sulla scrivania accavallando le gambe, a pochi centimetri dal mezzodemone. “Oh Kami, aiutate il mio debole corpo tentato.”
- Sei fidanzata Kagome?- le chiese ad un certo punto, posando il bicchiere di carta della Starbucks.
- No Ragahisho-san, il mio ragazzo mi ha lasciato la scorsa estate. O meglio, l’ho beccato a letto con un’altra e quindi…- l’altro annuì.
- Capisco bene. Chiamami Inuyasha comunque. Mi fai sentire vecchio.
- E tu Inuyasha? Sei fidanzato?- che tono lascivo. La guardò e vide negli occhi di lei la voglia di lasciarsi andare. E meno male che era troppo intelligente per andare a letto col suo capo.
- No, da anni ormai.- bisbigliò, alzandosi in piedi e avvicinando il suo viso a quello della ragazza. Le labbra erano separate da pochi centimetri d’aria.
- Peccato.- mormorò lei, aprendo le gambe per consentirgli di venirle più vicino.
Lo spazio che c’era tra loro venne meno e le labbra si unirono. Un bacio audace e passionale, uno scontro di lingue alla ricerca del Nirvana. Inuyasha le strappò la camicetta, aprendola, e si buttò sul suo collo respirando il suo profumo, come non potesse vivere d’altro. Sentì le gambe della ragazza cingergli la vita e premere il suo corpo contro il suo, aumentando l’eccitazione che in entrambi era già alle stelle. Si tolse velocemente la camicia lasciando che Kagome vedesse quel corpo perfettamente definito stendersi su di lei, quelle braccia possenti e quelle mani vigorose sollevarle la gonna, slacciarle il reggiseno in pizzo e torturarla. Poi la prese e la fece sua, gemendo e cercandola, la strinse a sé, abbracciandola più forte quando lei raggiunse l’orgasmo graffiandogli le spalle e quando lui venne in lei, assaporando il suo profumo sentendosi finalmente vivo, di nuovo.*
Inuyasha si svegliò di botto, sudato ed eccitato. Si sedette scostando malamente le lenzuola del letto e andò in cucina. Bevve un bicchiere d’acqua e si accese una Lucky Strike, ancora incredulo del sogno che aveva fatto e della reale eccitazione che gli aveva causato. Si diresse in bagno e sciacquatosi la faccia si guardò allo specchio. No, non andava per niente bene. Di quel passo non avrebbe resistito molto…doveva trovare un modo di resistere a quel profumo. O di resistere a Kagome?

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Vi ho voluto fare un piccolo regalo! Un minicapitolo veloce e rapido per saziare la vostra sete nel weekend!

Veloci grazie.

Kagome96:O.O mi spaventi PER DAVVERO! Prvvederò a cercare di soddisfare IN MINIMA parte levostre esigenze di lettori...buon weekend anche a te acchiappabiscotti!

fmi89: spero ti piaccia questo pensierino che vi ho lasciato....:P a lunedì!

Vi bacio tutti!!!!
LaNana


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Capitolo 11
*** Disclosure ***


Capitolo 10 – DISCLOSURE

Ai piedi un paio di ciabattine leggere di spugna, addosso una vestaglia e un asciugamano a contenere i capelli bagnati. Nient’altro. Era davanti all’armadio aperto e svuotato, alla ricerca del completo migliore da mettere. Gonna nera alta in vita e bella aderente. Oh sì! Camicetta bianca. No troppo sexy, è leggermente trasparente. Camicetta rosa a mezze maniche a sbuffo. Bingo.
Coulotte e reggiseno chiari, collant, camicetta, gonna, decolleté tacco 10. Si truccò velocemente e uscì di casa con una brioche in mano, ringraziando dell’esistenza di Starbucks.
In meno di un quarto d’ora parcheggiò vicino agli uffici e pagò per un cappuccino con molta schiuma.
Prese l’ascensore sbirciando l’ora. Otto e venticinque, buono. Piano numero ventinove.
Din!
Giacca appoggiata al braccio, borsa in ecopelle nera al gomito e cappuccino in mano.
- Buongiorno signorina, lei è la nuova consulente?- un omone alto e massiccio che le fissava i fianchi le sbarrò la strada.
- Sì, molto piacere, sono Kagome Higurashi.- prese con la mano sinistra il bicchiere, il cui braccio era invaso dagli effetti personali, e tese la destra presentandosi.
- Totosai Naimiro. Sono della sicurezza, piacere mio.- le strinse vigorosamente la mano – Benvenuta a bordo.
- Grazie.- gli rivolse un sorriso impacciato.
- Kagome, ben arrivata.- si voltò e incontrò una testa argentina e due occhi dorati.
- Ragahisho-san, buongiorno.- fece un piccolo inchino di riverenza.
- Dammi del tu diamine. Totosai, buongiorno.- disse dando all’omone una pacca sulla spalla – Ora andiamo Kagome, abbiamo molto da fare.- la ragazza salutò l’uomo della security e seguì il suo superiore nell’ufficio, non mancando di salutare una Eiko inviperita, ma con un sorriso smagliante.
Poggiò borsa e giacca, finendo il cappuccino e buttando il bicchiere vuoto. Sulla scrivania di bicchieri vuoti ce n’erano già tre.
- Non dovrebbe bere così tanto caffè, troppa caffeina rende ipertesi.- Inuyasha alzò lo sguardo dagli incartamenti che stava separando.
- E’ un periodo duro, riposo male.- disse dopo un minuto di silenzio - E dammi del tu, non voglio ripetertelo altre centinaia di volte.- fece scorrere lo sguardo dal viso all’abbigliamento. Quella gonna, dannazione. La camicia però non era trasparente, mano male. E aveva la giacca - Bel completo.- e riportò lo sguardo sulle cartellette colorate.
- Grazie.- si sedette di fronte a lui martoriandosi le mani. L’atmosfera diventò pesante e silenziosa, solo il rumore della carta che veniva separata.
- Bene, Kagome. Prendi la sedia e mettiti accanto a me, dobbiamo visionare delle richieste, inizia il vero lavoro.- le annunciò sorridendole e muovendo le orecchiette a destra e a sinistra, elettrizzato.
Kagome si avvicinò e si sedette vicina a lui, mantenendo una certa distanza di sicurezza. Distanza già violata il venerdì precedente al ristorante giapponese. Inuyasha annusò l’aria attorno a lei, quando si sedette. Non indossava Euphoria, meglio così.
Le espose i casi della mattinata: due mostre fotografiche, un pittore che cercava una galleria da affittare per un’esposizione, un museo che cercava il proprietario di un quadro di Cezanne. Dibatterono molto, soprattutto cercando i luoghi adatti alle esposizioni, in relazione all’eco che necessitavano che esse avessero.
Inuyasha ricadde sullo schienale della poltroncina sbuffando stanco.
- Finalmente un lavoro come si deve, maledizione. Complimenti Kagome, sei più brava di quanto pensassi. E poi non vuoi infilarti nei miei boxer come tutte le altre.- si rese immediatamente conto della boiata detta. La ragazza arrossì violentemente.
- Ehm…Ragahisho-san io non vorrei averle dato quell’impressione venerdì…
- No, no, no Kagome, non era riferito a te…sei una gran bella ragazza non fraintendere…- erano imbarazzati e rossi in volto entrambi.
- Anche lei, Ragahisho-san, però…
- Grazie, anche tu però…- si zittirono, più tesi di due corde di violino. Distolsero lo sguardo e Kagome andò a cercare una cosa immaginaria nella borsa – Mi…mi spiace. Scusa Kagome.- il grande Inuyasha che chiede scusa. Mai successo.
- Non importa.- si fissarono in silenzio. Passarono lunghi minuti e continuavano a guardarsi dritto negli occhi.
- Come mai non hai messo Euphoria oggi?- lei sembrò sorpresa dalla domanda.
- Conosci quel profumo?- le sorrise.
- Sì. E’ il profumo che usava sempre l’amante di mio padre, una gran bella donna con un profumo molto sensuale.
- Come mai usi il passato…?- domanda esitante . La guardò. Era molto bella, anche senza quel profumo Inuyasha si sentiva attratto da lei.
- Lui è morto a causa di un collasso causato da un’overdose di farmaci per…permettergli di amarla fisicamente. Sì ecco, lui…aveva questo grande desiderio e pare ne abbia accidentalmente assunto una quantità eccessiva, gli è calata la pressione sanguigna e ha avuto una sincope.- si alzò in piedi e le diede le spalle guardando fuori dalla finestra – Dal funerale…non l’ho più vista.
- Scusi Ragahisho-san ma come può un uomo esagerare con questo medicinale? Se non erro è da decidere col medico il dosaggio.- la guardò.
- Non è stato accidentale infatti.

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Si appoggiò allo stipite della porta, guardandola scartabellare tra le pratiche alla ricerca di quella giusta. Da quando si era separata era molto più bella, più ordinata e più curata: aveva spuntato i capelli che ora le ricadevano lisci sul tailleur, si truccava con più cura e il vestito era nuovo e costoso, si era concessa un regalo.
- Ti trovo bene Sango,
- Miroku, ciao.- gli sorrise rilassata – Sì, sto nettamente meglio. Kouga ha anche smesso di chiamarmi, si è rassegnato finalmente. E allora io mi sono fatta un regalino.- disse alzandosi dalla sedia e facendo una mini sfilata sul tappeto dell’ufficio.
- Vedo, vedo.- le rispose con una risatina – Stai molto bene.- le guardò l’etichetta della giacca che gli stava mostrando – Gucci, wow.- la donna tornò a sedersi e a cercare il suo introvabile foglio. Si sedette sulla sedia di fronte alla sua – Cosa cerchi?
- La documentazione del caso Yamamoto di settimana scorsa. Da quando se n’è andata Kagome non trovo più nulla.
- Forse perché vuoi gestire tu cose il cui compito non è tuo.
- Già.- sbuffò – Ho una fame incredibile. Mi fai compagnia?
- Andiamo, stavo aspettando te.- non aspettava altro che un’occasione in realtà.

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Era orario di pranzo e nessuno avrebbe guardato attraverso la finestra. Tirò su la tapparella e la luce illuminò la stanza e la grande specchiera in legno massiccio.
La ragazza si avvicinò e prese fondotinta e applicatore, iniziando a tamponare la cicatrice che aveva sul volto. Quando fu ben nascosta prese a spazzolarsi i lunghi capelli.
- Kikyo, io esco, torno al lavoro. Tu rimani qui a casa mi raccomando, che se chiamano da Londra devi essere rintracciabile.
- Sì Kikyo non preoccuparti, sarò qui se telefoneranno.- e la porta si chiuse a chiave con due mandate.

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E passato il weekend eccomi di ritorno!!!!! Nuovo capitolo!
Ho notato con sommo piacere che la mia storia…piace, e piace anche molto! 4 recensioni nell’ultimo capitolo, troppo buoni!

Grazie a...

fmi89: ahahah eh sì, da del depravato a Miroku invece po sotto sotto...eheheheh, eccoti il nuovo capitolo!!

mery_chan97: si piccina, scenette piccanti (tappati gli occhi e non leggere tra un dito e l'altro)!! Magna nella dispensa va, io proseguo...leggi e recensici!! VAIII

Kagome96: mi fai paura, ok lo ammetto. Questo Inuchan, che dobbiamo farci se è per metà uomo e deboluccio? xD

Dolce Kagghy: Cherie, benvenuta! Grazie dei complimenti, mi fai arrossire! Spero che ti piaccia il seguito...e alla fine ne manca ne manca....vi prenderò per sfinimento!

Baci cucciolosi!!!
LaNana

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Capitolo 12
*** You Cannot Imagine ***


Capitolo 11 – YOU CANNOT IMAGINE

Mangiava voracemente un piatto di ramen. Era una goduria vedere una donna mangiare, niente false diete, niente rancori, niente dispiaceri. Solo tante risate e buon gusto. Sango però…li divorava.
Miroku la guardava allibito, mentre spiluccava un po’ di sushi e del tempura.
- Hai molta fame eh Sango?
- Oh sì, Miroku, non puoi immaginare quanto. Con Kouga tra capo e collo non ho nemmeno mangiato sto weekend. Sto morendo di fame.- e alzò una mano per richiamare l’attenzione della cameriera. Questa si avvicinò e posò lo sguardo sull’avvocato, indugiando forse un po’ troppo in quei suoi occhi blu. Sango richiamò la sa attenzione – Scusi? Mi scusi? Signorina, mi porterebbe una porzione di gomoku?- quella annuì scocciata e se ne andò. Vide lo sguardo divertito del socio – Che c’è?
- Niente.
- Cosa?
- Ma niente, Sango, niente.
- Forza, dimmi!
- Mi fa ridere la tua…gelosia ecco.- e rise meno nascostamente. Lo fissò inebetita. Gelosa di lui?
- Ma io non sono gelosa di te, Miroku.- lui diventò serio. Morse un gamberetto impastellato e lo deglutì sempre fissandola.
- Non ancora vorrai dire.- non sapeva che rispondergli, lo fissava e basta. Non era gelosa di lui, ma non riusciva a dargli torto.
La cameriera tornò con il piatto di Sango e glielo mise davanti, per poi tornare a guardare Miroku, che le concesse un sorriso smagliante. L’avvocatessa sentì attorcigliarsi lo stomaco quando la ragazza allungò all’uomo un bigliettino col suo numero di telefono e prese un pezzetto di pollo con le bacchette, masticandolo per non mordersi la lingua dalla gelosia cocente.

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Seduta al tavolino della caffetteria dell’ultimo piano stava masticando un panino ripensando alle confidenze del suo capo. Vide arrivare la segretaria.
- Eiko!- la chiamò sventolando la mano e questa le sorrise poggiando il bento sul tavolino.
- Ciao Kagome.- il suo nome suonava strano pronunciato da lei, come un difetto – Come sta andando il tuo primo giorno?- Kagome pensò alla conversazione con Inuyasha e all’imbarazzo e al rossore e ai suoi occhi. Oh Kami.
- Bene, tutto sommato bene. È più difficile di quel che pensassi, ma Inuyasha è un buon capo.
- Già, Inuyasha.- ingoiò un grosso pezzo di riso con lo sguardo assente. Rimasero in silenzio e Kagome si sentì veramente fuori luogo.
- Mi fa sentire a mio agio con un lavoro più duro di come lo immaginavo…
- Higurashi, non prendiamoci per il culo.- Kagome guardò quegli occhi color cielo avere un’espressione innaturale e minacciosa – E’ da anni che sono innamorata di Inuyasha, l’ho visto nella merda, l’ho aiutato a rialzarsi, l’ho supportato nelle difficoltà. Non metterti in mezzo, lui è territorio mio, attieniti al tuo lavoro.- e detto questo si alzò chiudendo il bento e lasciandola sola al tavolino. Rimase a bocca aperta, ma l’aveva già capito.
- Kagome è libero il posto?- Totosai.
- Sicuro, prego.- e bevve sorso dalla bottiglietta di tè verde piena solo a metà.
- Cosa ti ha detto Eiko? È stata arcigna come con tutte?- la ragazza alzò un sopracciglio.
- Come, con tutte?
- E’ innamorata di Inuyasha da sempre. E lui è un bel ragazzo. Le consulenti erano sempre molto…spudorate e lei le torturava in ogni modo.- lei rimase in silenzio e ponderò la risposta.
- Sì è stata dura. Ma con me…ha motivo di preoccuparsi.- Totosai la guardò negli occhi.
- L’ho capito appena ti ho vista. Le musiche cambieranno da oggi.
- Oh sì, e non puoi immaginare quanto.

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Miroku alzò la cornetta e compose il numero.
- Ciao dannato!
- Inuyasha, ho novità.- gli raccontò di Sango e della sua tangibile gelosia.
- Miroku…si è appena separata, dalle tempo.
- Ogni donna appena separata è passata da me per prima cosa, non so se intendi.
- Sì lo so che te le fai tutte senza distinzioni, basta respirino e siano sole.- risero insieme.
- Oggi ho raccontato alcune cose di Kikyo a Kagome.- lo disse tutto d’un fiato.
- COSA?
- Sì, ma non tutto, solo un accenno, cioè…- girò un onigiri giocandoci.
- Inuyasha, capisco che Kagome è una bella ragazza però devi stare attento. E non parlo di preservativi, ma del tuo lavoro e del tuo essere sano come un pesce.
- Miroku, non ci riesco. Mi sento come una calamita con il ferro, non riesco, non reggo.
- Cosa te lo dico a fare, poi io. Bah.- stettero in silenzio e Inuyasha mangiò l’onigiri – Hai sentito Sesshomaru?- chiese cambiando discorso.
- Mi ha detto che appena saprà qualcosa mi richiama.- ingoiò il boccone - E si è trovato una fidanzata che forse lo regge.- sorso d’acqua.
- Senti, senti…come si chiama? Chi è?
- Si chiama Kaori, dice che assomiglia molto a mamma. Alla sua per lo meno.- risero – Se assomigliasse alla mia…
- Nessuna assomiglia a tua madre, Inuchan. Tua madre è favolosa.- Inuyasha sorrise.
- Devo chiamarla uno di questi giorni, è tanto che non la sento.
- Le dirai di Kikyo?
- No, assolutamente. È colpa sua se i miei si sono separati, evitiamo per favore.
- Le hai mai detto che Kikyo era la tua donna?
- Scaglierebbe una maledizione contro la mia metà umana e mio padre si rivolterebbe nella tomba per l’eternità.- sospirò e vide la maniglia abbassarsi – Miroku, devo lasciarti, pausa pranzo finita.- chiuse la chiamata ed entrò Kagome.
- Inuyasha, ti ho disturbato?- le rivolse un ampio sorriso.
- Kagome. No, vieni pure.- si alzò dalla sedia e si stiracchiò. Chiuse il bento e buttò il polistirolo nel cestino.
- Inuyasha, posso chiederti una cosa?- disse avvicinandosi.
- Certo.- appoggiò il sedere al bordo della scrivania osservandola mentre cercava le parole.
- Pomeriggio…dopo…potrei avere un’oretta libera?- lui fece uno sguardo stupito.
- Un’ora libera?- si stropicciava le mani, come aveva fatto appena entrata. Le faceva molta tenerezza. Poi lo sguardo cadde sulla gonna che di tenero aveva ben poco. Scacciò i pensieri peccaminosi che gli stavano ribollendo nella testa.
- Vorrei portarti in un posto…- la guardò sereno. Quando pensava a lei riusciva a dimenticare Kikyo. Anzi, quando pensava a lei, quando era con lei, Kikyo non esisteva proprio. Aspettava trepidante una risposta.
- Andiamo dove vuoi Kagome.- e le labbra di entrambi si aprirono in sorrisi complici.

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“Le quattro, che palle di giornata.” Eiko stava catalogando i documenti nell’archivio. Squillò il telefono. Ascoltando il suo interlocutore aprì l’agenda e fissò l’appuntamento. Inuyasha aveva l’agenda sempre piena, spesso si faceva stabilire incontri di lavoro anche ben oltre l’orario d’ufficio, mandandola a casa. Poggiò la cornetta e tornò in archivio.
La stanza era attigua all’ufficio del capo e Eiko poteva sentire il brusio dei due al lavoro all’interno. Poi sentì delle risate. Risate? La voce profonda di Inuyasha, si schiariva in delle risate contagiose, alternate da una voce cristallina che gli procurava quell’ilarità, a lei sempre negata. Chiuse violentemente il cassetto in cui stava ordinando alfabeticamente i documenti e si accasciò a terra. Teneva la testa tra le ginocchia ascoltando i due nella stanza accanto. Quando il telefono riprese a suonare si destò e tornando alla scrivania rispose, accasciandosi sulla sedia. Aprì l’agenda, scrisse, la richiuse, la mise nel cassetto.
- Eiko.- oddio quegli occhi. Si sforzò di sorridere.
- Sì Ragahisho-san.- aveva la giacca e gli mancava la cravatta – Esci?
- Sì, Eiko, fai slittare gli appuntamenti della prossima ora, ora e mezza.- dietro di lui apparve Kagome – Noi usciamo, ci vediamo dopo.- “Usciamo. Plurale. Loro due. Soli. Perfetto.” frignò tra sé e sé.
- Eiko…- salutò la mora che le passò davanti noncurante dello sguardo infuocato di occhi-color-del-cielo.
- A dopo. Divertitevi.- Inuyasha non si fece scappare il giochino di sguardi e di parole delle due e sorrise tra sè, lo sapeva benissimo quello che provava Eiko. Ma lei non lo sconvolgeva. Lei non era Kagome.
- Eiko, lavoriamo. Su, fai la brava, comportati come si deve.- ci mancavano i rimproveri. Li vide in silenzio prendere l’ascensore. Non appena si chiusero le porte si accese una Vogue alla rosa, aveva cambiato l’aroma, ma pensava seriamente di cambiare proprio sigaretta se fosse servito a farsi notare dal capo.

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Nuovo capitolooooooo!!Accorrete gente, accorreteeeeeee, capitoli freschi freschiiii!!!! Una pescivendola…una CAPITOLIVENDOLAA xD

Thank's a lot to...

Kagome96: drogatella xD grazie della fiducia, mi fa piacere sapere di starti creando dipendenza dalle mie parole =D si anche a me piace molto il mio Inuchan, lo sto costruendo ad immagine del mio ragazzo in carne e ossa xP

mery_chan97: postato in meno di VENTIQUATTRO ORE xD Comunque a casa mia trovi biscotti privi di latte ma ricchi di fibre e miele e mela GNAM, accomodati!

candy sweet: eheheh si me lo dicono tanti che i passaggi su Kikyo sono "strani" che non si capiscono, ma è fatto intenzionalmente, se no SMETTETE DI LEGGERE perchè CAPITE SUBITO x3

fmi89: il nostro adorabile Inuchan!!!!! E sì!! ♥ spero ti sia andato bene l'esame! Baci!

KagomeChan_: grazie per la recensione....si si tratta proprio di una schizzata xP

Dolce Kagghy: Cherie eccoti un nuovo capitolo! Mi piacciono le tue recensioni, mi fanno sorridere! Grazie della fiducia ♥ bisou


Bacissssssssimissssimi!!
LaNana

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Capitolo 13
*** I Kissed My Boss And I Liked It ***


Capitolo 12 – I KISSED MY BOSS AND I LIKED IT

Stava sorridendo. Sembrava una persona totalmente diversa, era sereno, tranquillo. Aveva il volto disteso ed era tremendamente fotogenico.
Se n’erano andati in giro per la zona a far foto. O meglio, Kagome faceva foto in giro e ad Inuyasha e lui stava al gioco, finalmente spensierato. Per non parlare delle foto sdraiato sull’erba, con la sigarette in bocca, la camicia slacciata e sguardo da duro, finalmente libero dal peso della giacca.
- E’ strano non avere restrizioni, canoni di vestiario da seguire. È tutto diverso.
- Il mondo che vorrei è così, più libero.- Kagome gli si sedeva accanto senza scarpe, fumando e scattando foto.
- Il tuo mondo mi piace.- si fissarono intensamente.
- E’ solo un’ora che ci sei dentro, è presto per dirlo.- sorrise e guardò l’ultima foto sulla reflex digitale.
- E’ solo un’ora, ma mi sento più a mio agio che in ufficio a dare ordini.- si sdraiò sull’erba a braccia aperte e petto all’aria. Kagome sorrise, meno a disagio della confidenza che Inuyasha si prendeva con lei.
- Ti sporcherai la camicia. L’erba è una macchia che fatica a venire via.
- La porterò in tintoria. O la terrò per ricordo. - e strusciò la schiena per terra, come un bambino dispettoso. Nel suo caso, un cucciolo dispettoso. Rise di lui, con lui.
- Basterà un po’ di olio di gomito e sapone di marsiglia.- la guardò intensamente inspirando dalla sigaretta.
- Me la laverai tu allora.- Kagome scoppiò a ridere – Che ho detto?- si sedette.
- Non è previsto dal contratto questo! Ahahahahahahahahah!- rimase imbambolato a guardarla ridere. Kami no, cosa gli stava succedendo? Quando era con lei…era felice. La ragazza fece l’ultimo tiro di sigaretta e la spense nel terreno, poi si voltò a guardargli la schiena – Vedi? Ti sei macchiato tutto.- Inuyasha di risposta si tolse la camicia e restò a petto nudo. Lei arrossì leggermente – Kami, aiutatemi.- lui la guardò divertito – Kami, l’ho detto ad alta voce vero?- Inuyasha annuì.
- Già.- lei si morse il labbro inferiore – Smettila di morderti il labbro, smettila di straziarti le mani e smettila di farmi i sorrisini ammiccanti. Mi piaci non c’è bisogno che mi provochi.- lei schiuse la bocca, incredula. Arrossì – Ti direi di smettere di arrossire, ma non dipende da te quello. E poi mi piaci di più quando arrossisci.- lo guardò con la coda dell’occhio. La fissava vicino, molto vicino, troppo vicino al suo viso. Si voltò verso di lui.
- Lavoriamo insieme da meno di un giorno.- lui sorrise.
- Infatti andremo per gradi.- si avvicinò lentamente alle sue labbra e le sfiorò piano con le sue. Lei rispose al suo tocco con un bacio leggero, che poi lui rese vero, passionale. La volle assaggiare, le labbra non gli bastavano, voleva assaporare il piacere che il contatto delle loro lingue gli avrebbe dato e lei glielo permise, ma fu tutto molto dolce, per niente irruente. Poi si scostarono di pochi millimetri e si fissarono negli occhi. Inuyasha prese le mani di Kagome e se le mise sul viso, facendosi accarezzare, poi le portò sulla testa, sulle orecchie.
- Ti ho visto che le guardavi curiosa.- lei ridacchiò e sfiorò piano quelle orecchie da cucciolo, le accarezzò con delicatezza e lui si appoggiò sul suo grembo – Continua per favore. – per poi addormentarsi come un cucciolo.

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- Kikyo sei a casa?- in camera la ragazza si stava spazzolando i lunghi capelli neri.
- Sì Kikyo, sono arrivata.
- Oggi com’è andata?
- E’ andata bene, ma Miroku non ci risponde né alle mail, né alle telefonate, anzi mi torna indietro tutto, credo abbia cambiato contatti.
- Troveremo quelli nuovi.
- Sì.- e proseguì a spazzolarsi i capelli.

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C’era un cellulare che squillava. Oramai erano le sei e mezza, il sole stava avviandosi al tramonto. Era di Inuyasha. Impertinente, Kagome lesse il mittente: l’avvocato Raketashi. Rispose al volo.
- Raketashi-san, buonasera!- trillò allegra.
- Ka…Kagome! Ciao, come mai rispondi tu?- la ragazza rise.
- Inuyasha sta dormendo sulle mie gambe, gli stavo massaggiando le orecchie ed è crollato come un cucciolotto.
- Oh. Capisco, ehm…digli che ho chiamato, che devo dirgli delle cose.
- Sarà fatto, arrivederci Raketashi-san.
- Ciao Kagome.- chiuse la comunicazione. Kagome guardò Inuyasha ancora a petto nudo. Lo scosse dolcemente.
- Inuyasha…ehi, Inuyasha…- questo aprì gli occhi – E’ tardi.
- Che…che…- farfugliava.
- Le sei e mezza.
- Perfetto.- si sedette e si stiracchiò – Pomeriggio perso.
- Eri veramente stanco.- lui annuì.
- Sì, non è colpa tua.- si abbottonò la camicia e rimise la giacca – Ora è meglio tornare.- le sorrise e l’aiutò ad alzarsi, poi si incamminarono verso gli uffici tenendosi per mano.

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Davanti alla tv con una pizza. Tipico, certo, ma confortante, soprattutto se con lei c’era Kagome. L’attico era grande e condividerlo la faceva stare meglio.
- Ti giuro, non so perché ma mi sento gelosa!- continuò Sango, dopo averle raccontato l’episodio del pranzo.
- Non sei abituata a stare sola, è normale, però stacci attenta è un dongiovanni Miroku. Un bourreau de coeurs*.
- Lo so, lo so. Ma ha degli occhi fantastici.- l’amica ingollò il tranciò di pizza.
- Oh, quello sì, ha due occhi blu da urlo. Ma niente in confronto all’oro, casa Sachan!
- Oro? Che cacchio stai dicendo?- la incalzò mentre masticava.
- Sto dicendo che ho baciato Inuyasha, il mio capo, e mi è piaciuto da morire. Poi ha due occhi color oro che…
- Kagome torna in te.- si guardarono serie – E’ il tuo capo.
- Miroku è il tuo socio.
- Touchè.- rimasero in silenzio a guardare la tv.
- Kami…
- Si Kachan…Kami…- scoppiarono a ridere.
Risero tutta la sera, poi si addormentarono abbracciate sul divano, vestite con due tutone sformate, allegre e felici, che meglio di così si muore.

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Scosse la testa.
- Sei un testone.
- E’ una ragazza splendida, in tutto quello che fa.
- Ti stai innamorando Inuchan.- addentò una tortilla del take away.
- Ci sono dentro fino al collo, Miro-kun.- masticarono per un po’.
- Capisco.
- Non credo.
- Oh, sì. Capisco invece.- insistette l’avvocato.
- Ti dico di no!
- E invece !
- Tu non capisci niente, dannato arrampicatore di specchi!- accusò il mezzodemone.
- Sei tu che non capisci niente botolo rognoso!- e si azzuffarono ridendo.
La serata finì così, tra liti e risate, ma sempre tra amici.

*bourreau de coeurs = rubacuori
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Oggi c’ho dato dentro ragazzi xD
Spero vi piacciano tutti i capitoli!!

Ringrazio energicamente..

Kagome96: se la tua cottarella assomiglia anche fisicamente a Inuyasha...ahahahahahahahah buono direi xD

fmi89: si una fiction piena di pazzoidi, ero in giornata xD

mery_chan97: ladra di biscotti, stamattina non ho potuto fare colazione PER COLPA TUA x3 evviva la Kagome un seccccssssi xD

Dolce Kagghy: Ho preso spunto dalle tue recensioni, noti vero? xD Anche perchè io il francese...non lo reggo, ma ci stava! Sì, sto pensando seriamente a Kikyo SPOSATA con un masso di qualche tonnellata, il matrimonio IN FONDO AL MAAAR IN FONDO AL MAAAAR con la sirenetta non sarebbe NIENTE MALE xD

Baci stancherrimi!
LaNana

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Capitolo 14
*** Rain's Coming ***


Capitolo 13 - RAIN'S COMING

Non riusciva a lavorare sapendolo lì vicino, non poteva stare tranquilla con la consapevolezza che lui, un uomo, le scombussolava la vita. Si era appena separata e qualcuno già la mandava in tilt.
- Rin, puoi venire un secondo?- chiamò la sua nuova segretaria che però stava aldilà della porta, dopo Kagome non voleva dividere lo spazio con nessun altro, allora si era dotata anche lei di quei congegni.
- Dimmi Sango.- disse Rin entrando nell’ufficio. Lei al contrario di Miroku non incuteva alcun timore e ne era felice, non aveva difficoltà a farsi dare del tu.
- Non riesco a lavorare.- Rin si sedette. Era una compagna di corso di Kagome, avevano fatto la stessa università, ma condividevano solo il corso di letteratura, Rin ha seguito una laurea triennale in scienze sociali. Le due ragazze si assomigliavano anche, ma Rin sembrava una donna nel corpo di una ragazzina.
- Che ti prende Sango?- l’avvocatessa rimase muta per qualche minuto.
- Niente, vai pure. È il caso Yamamoto che mi sta assorbendo ogni forza.- la ragazza rimase indecisa per qualche secondo poi si alzò ed uscì.
- Sono qui fuori se vuoi.- Sango annuì e decise di provare a parlare con qualcuno che le avrebbe dato il consiglio sbagliato, ma magari la forza di reagire.
- Pronto, Sango!! Ciao!
- Ciao Ayame, come stai?- la sentì bisbigliare qualcosa e aprire dei libri, a caso.
- Sto studiando come vuoi che stia? Sono le dieci e mezza…
- Dovresti essere ai corsi, lo sai. Però fa niente ho bisogno di parlarti.- la sentì chiudere pesantemente un libro e cacciare dalla sua camera un certo Toshio.
- Dimmi tutto. Sono seduta sul letto e sono tutt’orecchi, ora. Nessuna distrazione.- difficilmente chiamava lei per prima per sfogarsi, lo faceva quando era in difficoltà seria.
- Mi piace il mio socio di lavoro.
- Beh Sango, a chi non piace Miroku?- la ragazza rise finché sentì il ringhio basso dell’amica - Sì, scusa. Prosegui.
- Sono gelosa marcia, ma non posso dichiararmi così appena separata, voglio dire ci conosciamo fin dall’università, lavoriamo insieme…
- Tutte cazzate è che sei una testona. Ti sei appena mollata con Kouga e pensi che ti ci vorranno anni prima di fidarti di qualcuno, la verità è che tu e Kouga vi siete lasciati da anni. Quand’è stata l’ultima volta che siete andati a letto insieme?- Sango arrossì.
- Io e Miroku?
- Perché siete mai andati a letto?- silenzio – Sango?
- Ayame devo lasciarti, scusa ma il lavoro chiama.
- Sango!!! Brutta idiota non ci hai detto niente!! Sango! Rispondi!
- Ciao Ayame, ciao!- chiuse la chiamata. Rimase a fissare il vuoto per qualche secondo – Kami, mi ci vuole una pausa.

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Era seduta al suo fianco ed entrambi fingevano di interessarsi alle parole scritte nella richiesta di un fotografo di trovare una galleria disposta ad ospitare una mostra delle sue foto.
- Bisognerebbe vederle le foto, Ragahisho-san, così a vuoto non so dove collocarlo, non credo che delle gallerie accetterebbero il pacco al buio.- Inuyasha la guardò.
- Ancora così mi stai chiamando?- Kagome prese a stropicciarsi le mani, ma Inuyasha ne strinse una tra le sue, riprendendo a leggere il foglio.
- Siamo sul posto di lavoro, non in giro.- si giustificò lei.
- Ma puoi chiamarmi tranquillamente col mio nome, non succede nulla. Allora ci faremo mandare delle foto.- Kagome annuì accarezzando la mano del mezzodemone col pollice, mentre lui si girò a guardarla. Le squillò il cellulare – Vai rispondi, non preoccuparti.- si alzò con un lieve sorriso.
- Pronto. Ayame, ciao ma che succede, perché mi chiami a quest’ora?- Inuyasha la squadrò: indossava una gonna grigio scuro e una camicetta bianca. Niente giacca oggi, ma un giubbino di cotone nero. Gli piaceva così tanto…la sua risata lo fece riprendere. Parlava con un’amica, forse c’era anche lei venerdì sera, Ayame…forse era quella sposata con la bambina…o forse era quella coi capelli rossi…sicuramente non era la sua migliore amica perché lei era Sango e la conosceva, studiava con Miroku all’università e l’aveva vista spesso. Chiuse la conversazione e si risedette affianco a lui, ancora ridendo – Sango ha chiamato Ayame per farsi dare un consiglio con Miroku.- e riprese a ridere.
- Con Miroku? Mi stai dicendo che potrebbe avere una qualche possibilità?
- A quanto pare già l’hanno avuta, Ayame mi ha detto che Sango ha evitato di risponderle se era già stata a letto con lui.- rise – E se Sango non risponde è una piena ammissione di colpa.- Inuyasha rise e le strinse una mano.
- Ora andiamo avanti, su, altrimenti pomeriggio non posso darti l’ora di pausa.
- Verrai con me?
- No Kagome, ho molto da fare.- lei si incupì - Anzi devo cercare di farmi dare un altro ufficio per te, questa settimana recupereremo il tempo perso, ma dopo dovremo dividerci, non tutto il lavoro gravita attorno a cose di cui posso occuparmi con te, e poi ho anche molti incontri, appuntamenti di lavoro…
- Certo capisco. Bene, andiamo avanti.- Inuyasha rimase di stucco, non se l’era presa minimamente.
- Non…non ti sei offesa?
- No Inuyasha, non sei il mio fidanzato, non posso mica pretendere qualcosa. Andiamo per gradi no?
- Meno male, sì, proseguiamo.- le lasciò la mano e le illustrò il caso seguente.

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Toc, toc.
- Avanti.- non distolse lo sguardo dai suoi fogli, se non quando riconobbe la sua voce.
- Miroku, vieni a pranzo?- centro, Miroku, hai fatto centro.
- No, Sango non…non posso, mi spiace.- lei si rabbuiò con troppi pensieri che già stavano creandole disastrosi filmati nella testa.
- Capisco. Buon lavoro allora.- chiuse la porta in fretta – Che palle, sei uno scemo.- e si incamminò al bar lì vicino.
Rise scuotendo la testa, impressionato da quanto fosse stato facile iniziare il giochetto del “ci sto ma non ci sto” con Sango.
- Avvocato Raketashi c’è una telefonata per lei da parte della signorina Tomoe.
- Tomoe hai detto?
- Sì avvocato.- ci riflettè un secondo.
- Boh, passa.- la ragazza gli passò la telefonata – Avvocato Raketashi…
- Ciao Miroku.- voce gelida.
- Kikyo…
- Perché non rispondi alle mie chiamate e ai miei messaggi? Sei cattivo! La tua ragazza ha partorito poi?
- Kikyo smettila di chiamare, non sono fidanzato, è che…non provo quello che provi tu.
- Oh, lo so, ma non mi importa. Mi basta averti.- riagganciò la cornetta al telefono. Diamine. Anzi cazzo. La mente che prima volava con Sango, ora piombava sempre più sottoterra con Kikyo.

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- Ragahisho-san c’è suo fratello sulla linea uno.- Inuyasha guardò l’apparecchio vivavoce, poi il telefono, poi Kagome.
- Vado a mangiare, così ti lascio la tua privacy.- si sorrisero.
- Grazie.- la ragazza uscì dall’ufficio – Grazie Eiko.- sollevò il dito dal tasto del vivavoce e prese la cornetta, rispondendo – Pronto Sesshomaru.
- Ciao. Ho quelle informazioni che mi avevi chiesto. Vuoi saperle?
- Certo, dannato, cosa me lo chiedi a fare? Perché ti avrei chiamato altrimenti?- si accese una sigaretta e aspirò.
- Non è evasa, l’hanno rilasciata, una sorta di buona condotta. È a Tokio con l’obbligo della reperibilità, non può nemmeno uscire di casa, nel frattempo che le cercano una struttura in Giappone.
- Ma è impossibile, ha incontrato Miroku in un bar…
- Impossibile Inuchan.- allora spiegò al fratello le vicissitudini. Lo sentì respirare nervosamente, era la prima volta che sentiva tutta la verità – Che schifo Inuyasha, che schifo voi umani, non sapete contenervi, non ragionate nemmeno un po’, non usate il cervello ma…
- Ho capito, ma ormai la frittata è fatta. Devo vedere di capire cosa diavolo sta succedendo qui a Tokio, tu sei a Londra e sei di poco aiuto.- spense la sigaretta ormai arrivata al filtro, e appoggiò sconsolato la testa alle mani conserte sul bordo della scrivania.
- Ti farò contattare sul cellulare da Kohaku Kirara, il mio amico poliziotto. Mi raccomando poche cazzate nel frattempo.- e gli chiuse la conversazione di botto. Ma Sesshomaru era fatto così, era un demone completo lui.
- Eiko sono in pausa pranzo, non voglio essere disturbato da nessuno per nessuna ragione al mondo.- lasciò il tasto del vivavoce.
- D’accordo Inuyasha.- guardò la piccola cassa dell’apparecchio e fu più forte di lui.
- Ragahisho-san.- la corresse e aspirò una lunga boccata di fumo. In quel momento voleva solo tornare cucciolo e farsi coccolare da sua madre mentre era nel pieno di un pianto sfrenato. Senza rendersene conto la sua mente volò a Kagome. Kagome fidanzata. Kagome felice e sorridente. Kagome nuda in un letto sfatto. Kagome moglie. Kagome incinta. Kagome madre. Kagome madre dei suoi figli.
Si grattò le orecchie canine, come gi prudevano. Aprì la finestra e si lasciò investire dall’aria, mentre il cielo veniva oscurato da pesanti nubi scure. Si annunciava pioggia.

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Kami che faticata! Ero presa da un blocco, c’è voluto un temporale assurdo a farmi rintanare in cameretta davanti al pc, con la gatta in braccio che tremava di paura e farmi scrivere!

Thank's thank's thank's to...

mery_chan97: ahahahah siiiii via con le parti ROSSE della storia!! No non è vero, dovete aspettare xD LADRAAAAA!!!

Dolce Kagghy: Cherie ho ceduto ai tuoi occhioni tenerosi...sto attrezzandomi per quel sassolino da tremila tonnellate........U.U

Crisan: grazie mille per i complimenti...si aggiorno in fretta per motivi di forze maggiori (cerco lavoro ma sono disoccupata...) buon per voi xD

Kagome96: MUAHAHAHAHAAHAH (risata diabolica) la mia missione è TERRORIZZARVI @.@ preparati al peggio, te la sognerai pure di notte Kikyo, che ti chiama, ti telefona e ti spazzola i capelli (mo mi dici che sei calva -.-)...consolati con Inuyasha mezzo nudo xD


Baci miciosi!
LaNana

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Capitolo 15
*** Blackout ***


Capitolo 14 – BLACKOUT

“Che giornataccia. Pensare che era partita così bene. Ora mi viene a dire pure che vuole trovarmi un ufficio, che deve anche lavorare per i fatti suoi.” Kagome prese una piccola porzione di kayu e del tsukemono. Vide un tavolino libero in fondo alla sala e si sedette da sola, libera di pensare. L’aveva anche implicitamente invitata a lasciarlo solo, però quella era una cosa da fare era al telefono col fratello, alla fine cosa poteva pretendere? Lo conosceva da pochi giorni, nemmeno una settimana, ma già l’aveva baciato. Andare per gradi. Nel loro caso i gradi erano già ad ebollizione.
Si mise a leggere le prima pagine del Japan Times, sfogliava le pagine con noncuranza e prendeva dei piccoli bocconi di riso o di verdure con le bacchette. Arrivata al termine del giornale c’erano sempre le inserzioni di mostre, pinacoteche, case di belle arti. Niente. Era una giornata pessima. Voltò le pagine, speranzosa di trovare qualcosa nel settore teatro. Alt, alt, alt. Una compagnia molto conosciuta era rimasta senza manager, nessuno che li supportasse. La Takarazuka Revue chiedeva aiuto. Si guardò intorno, nessuno cercava il giornale a disposizione di tutti. Strappò l’articolo e l’oroscopo del segno della Tigre, il suo. Si ingozzò col riso e con il tsukemono e attraversò la sala quasi di corsa.
- Ciao Kagome!- si fermò e salutò Totosai con la mano. Non poteva trattenersi, poteva essere una grande occasione per Inuyasha: intermediare con loro sarebbe stato il massimo. Si precipitò per le scale, quasi cadendo e arrivò davanti alla porta, ma proprio mentre stava per aprire fu fermata.
- Non entrare Higurashi, Inuyasha non vuole vedere nessuno.
- Ma…
- Ma un cazzo, non vuole vedere nessuno, per nessuna ragione al mondo. Testuali parole.- Kagome guardò l’articolo di giornale. Si avvicinò alla scrivania di Eiko e schiacciò il tastino del vivavoce.
- Inuyasha ho un articolo da sottoporti, so che vuoi stare solo, ma mi basta lasciartelo.- lasciò andare il tasto e aspettò. Non arrivava nessuna risposta. Eiko le sorrise soddisfatta e aspra, lei fece spallucce – Glielo darò dopo.- aprì la borsetta per mettere via il pezzetto di carta. Vide l’oroscopo: “Giornata fiacca, attenzione alla pioggia che oggi porterà buone novelle.”. Chiuse la borsa e fece per andare.
- Entra Kagome.- il vivavoce aveva parlato. Sorrise e volse uno sguardo trionfante alla segretaria che tornò fintamente indifferente in archivio. Kagome entrò e i suoi occhi ci misero un po’ ad abituarsi al buio, Inuyasha aveva abbassato le cortine, non si vedeva quasi nulla. Non che ci fosse qualcosa da vedere con tutta quella pioggia!
- Inuyasha, tutto bene?- era seduto alla scrivania, i piedi sopra il piano e fumava una sigaretta, senza giacca né cravatta.
- Ho visto giorni migliori. Dammi l’articolo và. Distraimi dai miei problemi Kachan.- era così bello sentire il suo nomignolo in bocca a lui. Era così…rassicurante. Si avvicinò e glielo pose. Lo lesse velocemente strabuzzando gli occhi – La Takarazuka Revue? Di quand’è il giornale?
- Di oggi.
- Devo darmi una mossa! Eiko!- si alzò di scatto dalla sedia con ancora la Lucky tra le labbra e aprì la pesante porta scura. Si guardò attorno alla ricerca della segretaria – Eiko! EIKOO!
- Cosa capo?- sbucò dall’archivio con un faldone stretto al petto, impaurita dalle grida dell’hanyou.
- Trovami il numero di uno qualsiasi della Takarazuka Revue, chiunque, uno a caso, il primo che trovi. Ma trovalo im-me-dia-ta-men-te!- scandì la parola per darle enfasi. Kagome ridacchiava alle spalle del mezzodemone. Lui i voltò verso di lei - Higurashi pausa pranzo finita, dobbiamo studiare cosa fare.
- Ma io non so molto di teatro.
- Nemmeno io, uniamo le forze.- chiuse la porta dietro di sé e si avventò sulla ragazza, prendendola in braccio e posandola sulla scrivania, baciandola con foga. La ragazza rispose al bacio, fermandolo nel momento in cui lui insinuò le mani sotto la gonna.
- Inuyasha, Inuyasha.- non la stava a sentire, cercava le sue labbra, il suo collo, il suo seno nella scollatura – Inuyasha!- gli tirò su la testa e si placò. Rimase a bocca aperta – Che ti è preso?- ansimava, e Kagome poteva vedere benissimo l’eccitazione nei pantaloni del mezzodemone, del capo, dell’uomo, del…dell’amante? Del compagno?
- Io…non lo so, so solo che…scusa Kagome.- appoggiò le mani sulla scrivania e si resse sulle braccia, appoggiando la testa sulla spalla della ragazza, che ridacchiò. Era già la seconda volta che le chiedeva scusa. Incredibile.
- Stai tranquillo. Non eri tu quello che voleva andare per gradi?- si sollevò e la guardò sorridendo, malizioso.
- Per gradi non significa con calma, un passo alla volta, ma potrebbe essere anche una corsa.- lei rise.
- Dobbiamo studiare.- disse scimmiottandolo – Forza!- e fece per scendere dal tavolo.
- In realtà so benissimo cosa fare e chi chiamare, era una scusa per stare un po’ con te.- “Oh, Kami, forse tanto brutta non è questa giornata!” gli sorrise e lo abbracciò. Le carezzava la testa, facendo scorrere le dita tra i fili d’ebano di lei – Quando sono con te sto bene, Kagome.- Inuyasha la sentì sorridere contro il suo petto. Nessuno poteva capire com’era stato sincero, come la sola presenza di quella ragazza lo facesse sentire in pace col mondo.

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- Pronto.
- Buon pomeriggio, sono Eiko Kuroda della East Brokerage Company. Mi spiace disturbarla all’ora di pranzo, ma abbiamo letto sul Japan Times che la sua compagnia è rimasta senza manager e senza supporter.
- Sì, infatti. Potete aiutarci in qualche modo?- aprì l’agendina.
- Posso fissarle un appuntamento con il mio principale, Inuyasha Ragahisho, che provvederà a stipularle un contratto con i migliori del campo. Siamo una società molto quotata e famosa.
- Oh sì, lo so, vi conosco. Certamente.- fissarono l’appuntamento per il giorno dopo – Nel pomeriggio è previsto un temporale eccezionale, alla tv consigliano di tornare a casa quanto prima possibile.- avrebbe preso il consiglio al volo. Bussò alla porta di Inuyasha con un pesante sospiro. Entrò dopo che le fu concesso e anche lei fece fatica a muoversi con quel buio quasi totale.
- Ragahisho-san, ho chiamato Osamu Genichi della Takarazuka Revue. Vi ho fissato un incontro per domani mattina.- erano abbracciati? Stava vedendo bene? Il braccio di Inuyasha stava realmente cingendo le spalle della ragazza?
- Grazie.- fece per uscire – Ah, Eiko. Vai a casa quando vuoi, il tempo si prepara a fare casino e abiti lontano.- rimase a bocca aperta.
- E Higurashi?- replicò.
- Io…- Inuyasha la fermò.
- Eiko, basta con queste scenette, pensa agli affari tuoi. A Kagome ho detto la stessa cosa, ma la cosa non ti riguarda. Ora se vuoi lasciarci lavorare…- non resisteva oltre, se ne andò sbattendo la porta. Raccolse tutte le sue cose e accendendosi una Vogue Superslims alla Menta lasciò sulla sua scrivania il pacchetto di Marlboro rosse comprato quella mattina. Al diavolo.

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Sentì un rumore strano. Lo squillo del telefono. Si avvicinò e portò la cornetta all’orecchio.
- Pronto?- rispose con voce flebile.
- Kikyo Nakanuma*?
- Sì?
- Sono Richard Chazeson, dell’ospedale psichiatrico penitenziario di Londra. Devo attestare la sua effettiva presenza e il fatto che non sta lasciando l’abitazione che le abbiamo fornito. Il fattorino del supermercato le porta quotidianamente il suo fabbisogno?- aveva una voce melliflua e un delizioso accento inglese.
- Sì, è molto gentile.- non poteva dirgli che gli aveva insegnato un paio di trucchetti sotto le lenzuola, come non aveva potuto dire al ragazzo di essere una maniaca compulsava stupratrice.
- Bene, stiamo valutando un paio di strutture, ma tra un mese massimo la trasferiremo di sicuro signorina Nakanuma.
- Grazie signor Chazeson.- chiusero la chiamata e suonarono al campanello. Aprì la porta. Era il ragazzo delle consegne, e sembrava voler imparare altri segreti. Lasciò cadere ai suoi piedi l’haori e si avventò sulle labbra giovani e turgide del fattorino.

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Erano da poco passate le cinque e un tuono la scosse improvvisamente dai documenti che stava leggendo. Guardò l’ora e aprì la porta del suo ufficio, constatando che tutti erano andati a casa. C’era ancora un ufficio illuminato, era quello di Miroku. Si avvicinò e si fermò a fissarlo scrivere al pc.
- Sei ancora qui?- lui la guardò.
- Sì, volevo vedere a che ora decidevi di andare a casa, così ti davo un passaggio.- lei sorrise.
- Ho la macchina.- lui strinse le labbra.
- Non più, hai parcheggiato in divieto di sosta.- era stupita, o per meglio dire, si credeva totalmente rincoglionita.
- No, non è vero io non…
- Oh, invece sì.- Miroku le mostrò le chiavi della Smart, che dondolavano nella sua mano.
- L’hai…fatto apposta.- e in quel momento un fulmine fece calare l’edificio nel buio più pesto. Sango sentì due mani stringerle le braccia.
- Colpevole, avvocato. Mi punisca.- gli gettò le braccia dietro al collo.
- Forse più tardi.- e saltandogli in braccio lo baciò impetuosamente.

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- Siamo al buio!- esclamò Kagome.
- Vedrai che tornerà tra poco la luce.- Inuyasha si appoggiò allo schienale.
- Sei sicuro?- passarono diversi minuti.
- Sicuro, vedrai.- i minuti diventarono un quarto d’ora – Ok, è un blackout.- aprì un cassetto e tirò fuori una candela, la accese con l’accendino.
I due, per mano, uscirono in corridoio e presero atto che erano rimasti gli unici nel palazzo insieme a Totosai, obbligato alla guardiola. Un lampo li accecò e furono storditi poi da un tuono fortissimo che fece sobbalzare Kagome, che si strinse al mezzodemone.
- Tranquilla Kagome. Vieni torniamo in ufficio, là staremo più al caldo e tranquilli, con Totosai useremo i walkie tolkie.- tornarono nell’ufficio illuminato solo dalla candela.
- Non riusciremo a lavorare con la candela.- la fissarono.
- No, decisamente. Beh ci siamo guadagnati una pausa. Vieni.- la prese per mano e si sedettero sul divanetto di pelle nero che Inuyasha aveva fatto mettere in ufficio. La abbracciò e si coccolarono, aspettando che la luce tornasse. Stando solo con Kagome già era difficile resistere, al buio sarebbe stato insopportabile.

* Nakanuma = nella palude
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Eccomi con un altro capitolo, ragazzi!! Spero vi piacciano le pieghe che stanno prendendo le storie… xP Fatemi sapere!!! Il cognome di Kikyo è stata una mia cattiveria xD

Thank you to...

Crisan: sono pienamente d'accordo con te, leggelndo (nel mio caso anche scrivendo) il tmpo passa più in fretta! Spero rialzerai presto il sederino dal letto, cosa più importante del lavoro che mi snobba :)

Angorian: eh ho la sensazione che il titolo non sia d'effetto =.= credo cercherò di apportare modifiche! Grazie per i complimenti, felice di averti nella mia cerchia ♥

Dolce Kagghy: Cherie spero ti aggrada anche questo capitolo, sai non vorrei vedermi i tuoi occhioni venirmi incontro chiedendomi modifiche alle quali non riuscirei a dir di no... xD

Marie16: benvenuta! Beh il coraggio l'hai trovato...tranquilla non sei come Kikyo, ma sappi che lei mi sta facendo esplicita richiesta di averti come compagna di stanza xD eccoti il nuovo aggiornamento!

mery_chan97: acchiappabiscotti cricetosa gocciolosa...i biscotti te li sei già scofanati tutti stamattina, se vieni domani ti toccano le brioches senza latte. Se assalti il frigo, avvisa che mangio fuori xD Fammi sapere come trovi il capitolo!


Baciottoloni!
LaNana

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Capitolo 16
*** Satisfy My Own Woman ***


Capitolo 15 – SATISFY MY OWN WOMAN

Sospiri e gemiti soffocati venivano dall’ufficio di Miroku. Il palazzo era interamente al buio, i telefoni staccati, i cellulari senza campo, i computer senza elettricità. Le comunicazioni stavano a zero, mentre il temporale continuava ad imperversare.
Sango strinse le spalle di Miroku e si lasciò andare al piacere che la travolse, così come fece il ragazzo. Rimasero uniti ed abbracciati per qualche minuto, ancora appoggiati alla scrivania. Miroku la strinse a sé e lei l’abbracciò. Dopo infiniti minuti il ragazzo sciolse l’abbraccio e si sfilò la loro protezione, buttandola nel cestino.
- Sango, ti spiace se mi accendo una sigaretta?- lei fece di no con la testa, mentre raccoglieva la sua biancheria da terra. Miroku la guardava con attenzione, nonostante il buio poteva notare benissimo le curve della ragazza, ancora toniche, come quando andavano all’università. Si ricordava benissimo una giovane Sango studentessa di giurisprudenza arrabbiata col fidanzato Kouga, correre tra le sue braccia e farsi possedere negli spogliatoi della palestra. Era passato qualche anno, sì.
Anche lui si rivestì, lentamente, aspirando di tanto in tanto il fumo dalla sigaretta. Quando furono vestiti si guardarono negli occhi, era arrivato il momento di parlare.
- Miroku è…- se l’era sentito dire migliaia di volte…”Non so come sia successo!”, “E’ stato un errore”, “Mi spiace…”.
- Non ti preoccupare Sango, farò finta di niente se è questo che vuoi.- lei rimase a bocca aperta.
- No scemo! Stavo dicendo che è stato veramente bello stare con te. Ma a quanto pare non te ne frega più di tanto.- si girò e uscì dall’ufficio con le scarpe in mano e sbatté la porta del suo ufficio, una volta entrata.
- Bello?- varcò la soglia e bussò alla porta dell’avvocatessa – Sango? Apri.
- No.
- Dai, apri, su…- la porta si aprì all’improvviso e Sango gli saltò in braccio.
- Mi avevi già convinto al Sango…- lo baciò e una volta rimesso i piedi a terra, lo tirò sorridente dentro la stanza, chiudendo la porta.

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- Inuyasha, ma non possiamo uscire e andare a casa?- erano accoccolati sul divanetto da un paio di ore ormai.
- La porta d’ingresso è elettrica, quindi non funziona ora. Ma appena spiove un pochino cerchiamo di forzarla e vediamo di uscire. Perché ti sei già stancata di me?- rise.
- No, ma mi pare più comodo il divano di casa mia, almeno potremmo dormire in tranquillità e all’asciutto.- la strinse un po’ più forte. L’idea di andare a casa sua lo agitava.
- Inuyasha? Capo?
- Totosai, nel mio ufficio.- il responsabile della sicurezza entrò, togliendosi il cappello e Kagome si sedette composta – Buonasera ad entrambi. Sono le sette e cinque minuti, io direi di forzare la porta e andare a casa, non so come, ma è arrivato il guardiano notturno.
- Grazie ai Kami!- Kagome saltò in piedi – Posso ospitarvi entrambi, se gradite.
- Oh grazie Signorina Kagome, io abito a pochi passi da qui.- declinò Totosai. Si girarono verso Inuyasha.
- Ah….ehm…io…
- Perfetto, andiamo.- lo prese per mano e raccolse le loro giacche, trascinandolo fuori dall’ufficio.
Scesero tutti e ventinove i piani per le scale e, giunti all’ingresso, vide un omone gigantesco, di colore, quello che doveva essere il guardiano notturno. Inuyasha e Totosai spinsero lentamente la porta girevole, salutando il vigilante che era entrato mentre loro uscivano. Il capo della sicurezza si affrettò ad attraversare la strada ed entrò nel portone del palazzo immediatamente di fronte.
- Ma allora abita proprio vicino. Ma vicino, vicino!- disse ironica Kagome, voltandosi verso Inuyasha che le offriva la schiena.
- Forza andiamo, sali.- titubante lo guardava.
- Cosa…cosa dovrei fare?- si girò verso di lei.
- Salirmi sulla schiena, alla mia velocità ci metteremo molto meno.- così Kagome si aggrappò alle sue spalle e gli cinse la vita con le gambe. Gli era in groppa! Sussultò quando lui saltò giù dalla gradinata – Tieniti forte!
- Ma non sai dove abito!
- Seguirò il tuo odore, Kagome. Dimentichi che sono uno hanyou della stirpe dei cani, il mio olfatto è molto sviluppato! Reggiti!- lo strinse e lui iniziò a correre più veloce dell’immaginabile. Nascose il viso tra le scapole del mezzodemone per ripararsi il viso dal vento e dalla pioggia che le arrivavano in faccia, facendole male. In meno di cinque minuti furono sotto al portone di casa di Kagome. Balzò giù e iniziò a frugare in borsa alla ricerca delle chiavi – Sbrigati, Kagome, fa freddo!- trovò le chiavi e le tirò fuori. Si impicciò con le mani, non trovava la chiave del portone – Sbrigati dannata! Inizio a puzzare di cane bagnato!
- Mi sbrigo, mi sbrigo!- inserì la chiave e aprì il portone con una spinta ed entrarono ansanti e bagnati fradici. Risero per le loro condizioni. Salirono per i due piani che li separavano dall’appartamento della ragazza ed entrati si levarono le scarpe, lasciandole all’ingresso – Fai come fossi a casa tua.- gli prese la giacca bagnata ed iniziò a spogliarsi di fronte a lui. Inuyasha rimase di stucco guardando il corpo perfetto di Kagome, la pelle chiarissima, e curve tonde e sode.
- Ehm…
- Dammi i tuoi vestiti bagnati, così li metto in lavatrice e domani mattina sono pronti per essere stirati ed usati.- la fissò impalato, aveva addosso solo la biancheria intima – Forza Inuyasha, fa freddo!- si tolse la camicia e i pantaloni – Anche le calze, dai.- lo incalzò prendendo i vestiti e ammirando il corpo dell’hanyou, perfettamente scolpito. Indugiò molto sul petto e sugli addominali – Kami…Kami, Kami, Kami. Il bagno è la porta a destra. Fatti una doccia.- ridendo lui andò e si lanciò sotto l’acqua calda. Oh, sì
Kagome, invece andò in camera sua a cercare dei vestiti per il mezzodemone. In un cassetto remoto e oscuro alla vista, trovò dei vecchi vestiti di Hojo che gli sarebbero stati a pennello, forse leggermentissimamente stretti. Boxer, calzette, maglia e pantaloni. Gli lasciò tutto davanti alla porta del bagno e lo sentì ringraziare quando aprì la porta. Dopo pochi minuti la raggiunse. I vestiti gli stavano perfetti, valorizzavano i muscoli scattanti del ragazzo.
- Oh, Kami.- Inuyasha sorrise dell’imbarazzo della ragazza.
- Vai tu sotto la doccia.- lei annuì. Lui le fisso il sedere stretto in un paio di mutandine rosa.
- Il frigorifero è pieno, spero.- e sparì dietro la porta del bagno, aprendo l’acqua calda e facendosela scivolare addosso. Le stavano sparendo i brividi di freddo, ma rimanevano quelli di eccitazione, al pensiero che pochi istanti prima c’era stato Inuyasha sotto quella stessa doccia. Venne fuori della doccia in fretta, si frizionò i capelli e uscì dal bagno, per andare in camera a vestirsi, ma vide il suo capo seduto sul divano a guardare la tv, sorseggiando una birra. Che visione celestiale, Kami. Corse in camera e si mise le prime cose che trovò. Felpa e fuseaux aderenti. In bagno si asciugò veloce i capelli col phon e si diede due spruzzate di Euphoria, così, tanto per.
Si andò a sedere di fianco a lui e si guardarono negli occhi. Fu un attimo. Inuyasha le fu sopra con il naso nella felpa, sul collo, sul viso. Le aprì le felpa e rimase indeciso per un attimo sul cosa fare. Lei era senza niente sotto e gli si erano parati di fronte i seni sodi di Kagome, che era arrossita. Forse era tutto troppo veloce. Le appoggiò un orecchio sul cuore e si mise ad ascoltare la leggera tachicardia della ragazza. Lei lo abbracciò e gli sfiorò le orecchie.
Rabbrividì quando sentì le labbra di Inuyasha sfiorarle il collo, per risalire alla bocca, dove lei lo accolse delicata e gentile, seppur passionale. Le saggiò le labbra, il collo inspirando forte il suo profumo e scese ai seni tondi.
Inuyasha le vide le guance imporporarsi e si stupì, si aspettava della schiettezza e della sfacciataggine anche nel sesso, non solo nei rapporti interpersonali puramente verbali. La spogliò del tutto, accarezzandola e baciandola, sorridendo quando nascose il viso nell’incavo del suo collo nel momento in cui lui la sfiorò dove alle donne piace. Adorava la sensazione che gli dava appagare la propria donna, perché ormai Kagome era la sua donna, aveva deciso. Si sentì compiaciuto quando lei gemette di piacere. Ego maschile. Le sorrise maliziosamente quando sentì le mani fredde di lei insinuarsi sotto la maglietta, per poi sfilarla, ed accarezzargli il fondoschiena prima di liberarlo dai pantaloni. La sollevò e la strinse a sé baciandola con passione, sentendo tale sentimento ampiamente ricambiato. La voleva, e pure tanto. La prese in braccio.
- Dov’è la camera da letto?- mormorò con le labbra ancora attaccate. Lei indicò una porta chiusa, lui si alzò e la aprì, lasciandosi andare con lei sul grande letto. Avvertì le mani della ragazza cingere l’elastico dei boxer e tirarli verso il basso, baciando ogni centimetro di pelle che scopriva. Rimase senza parole, poi, quando scoprì la sua bravura nel farlo godere, forse aiutata dalla lunga astinenza, sfrontata. Le sollevò il viso e glielo portò all’altezza del suo, baciandola. Sapeva di lui e questo lo eccitò ancora di più del profumo che portava. Si insinuò fra le sue cosce e la fece sua, abbracciandola e tenendola stretta a sé, come il più prezioso dei tesori.
La giornata era nettamente migliorata signorina Higurashi.

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Si alzò dal letto vermiglio. Non voleva finisse così, ma lui stava diventando bravo, voleva condurre i giochi. Non si fa così mi spiace.
Andò in bagno e prese spugnetta e candeggina, tornando in camera e mettendosi a pulire la grande macchia di sangue sul pavimento, lasciata dal fattorino che ora si trovava spezzettato in miliardi di pezzi nella spazzatura organica.
Quando fu tutto pulito sospirò e si sedette alla specchiera di legno e iniziò a spazzolarsi i capelli.
- Era veramente un ragazzo gentile. Peccato Kikyo.
- Sta zitta, puttana, se lo meritava. Nessuno potrà più sottomettere la grande Kikyo Nakanuma.
- Non avresti dovuto comunque.- sferrò con rabbia un pugno allo specchio che andò in mille pezzi.
- Neanche tu.- e la voce finalmente tacque – Pace.

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Scusate il ritardo, generalmente posto la mattina, ma ho avuto un problema col pc, mi ha cancellato il capitolo e l’ho dovuto riscrivere daccapo!
Spero sia di vostro gradimento!!

Danke schon (non ho l'umlaut U.U)...

Marie16: Kikyo ti saluta calrosamente, dice che troverà il modo di fare la tua conoscenza in carne e ossa...spero sia i tuo gradimento anche questo capitolo!!

Angorian: si è molto intraprendente..ehehehe, comunque nell'ultimo episodio della serie s'è un po' dato da fare...SPOILER! Accidenti x3

Kagome96: ha già in mano la spazzola...pronta? Comunque no non è nè bisex nè trans come puoi vedere xD

mery_chan97: il gioco di Miroku è prima farle la corte, poi fare l'indifferente, poi rifarle la corte, poi far el'indifferente.....e tirati su *le da un paio di calcetti col piede* lo vedo che sei sveglia, ci sono i piatti da lavare, AL LAVORO!

Dolce Kagghy: Cherie, il masso mi comunicano che quelli della DHL lo stanno recuperando dalle viscere dell'oceano atlantico, perchè il peso ha fatto schiantar uno dei loro aerei...spero ti piaccia anche questo capitolo...e se facessi fumare una cifra di sigarette ad Eiko farebbe lei da sola un buco nell'ozono tanto da farci fuori tutti xD

fmi89: non avevo letto il tu ocommento, perchè devi averlo pubblicato mentre io postavo!! SORRY!! Comunque mi hai recensito il PROLOGO, non l'ultimo capitolo ahahahahaahah xD


Baci biscottasi!
LaNana

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Capitolo 17
*** Calm After The Storm ***


Capitolo 16 – CALM AFTER THE STORM

Aprì la finestra. Aveva smesso di piovere, ma il balcone era ancora bagnato e i suoi piedi nudi si stavano raffreddando a contatto con l’acqua. Si arrampicò sulla ringhiera e poi alla grondaia, scalando piano il palazzo. Arrivò giù e si guardò attorno, Tokio era quasi totalmente buia. Sospirò e si incamminò alla cieca per le vie, sperando di imboccare quella giusta.
In lontananza sentiva perfettamente le sirene di auto scassinate, e di allarmi che scattavano.
Di botto la luce tornò ad illuminare le strade e si spaventò moltissimo, poco abituata a tutta quella intensità, di solito a casa teneva le tapparelle abbassate e la luce fioca, non voleva vedere gli specchi, se non per pettinarsi. Ma ora anche quello era andato. Dannazione a quelle voci. Si appoggiò frastornata ad un palo. Si vide riflessa nella vetrina, la grande cicatrice che le sfigurava la guancia e lo zigomo destro era lì, alla mercé del mondo intero. Si avvicinò al suo riflesso e si toccò il viso. Arrivarono delle volanti della polizia a sirene spiegate.
- Corri Kikyo, non farti prendere.- fissò il riflesso parlarle. L’ultima parte buona di sé le parlava attraverso le sue immagini riflesse. Si girò e si mise a correre, dovunque era meglio di casa sua. Aveva una missione da compiere e l’avrebbe fatto, nessuno l’avrebbe presa.

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Dormivano placidamente abbracciati. O meglio, Kagome dormiva, Inuyasha la osservava, carezzandole i capelli corvini e annusandole il collo di quando in quando. Ripensò a Kikyo, come col senno di poi, quel profumo in realtà lo portasse male. Euphoria è adatto alle ragazze vivaci, attive e, per ultimo, sensuali. Kikyo invece voleva sempre e solo apparire provocante agli occhi degli uomini, per questo non si sentiva mai a suo agio con lei, per questo spesso finiva a fare risse per lei.
Kagome si mosse e anelò piano il suo nome nel sonno. Questo gli bastò a smettere di pensare. Non riusciva a pensare ad altro che a lei, a quelle sue labbra rosse, ai suoi occhi nocciola, a quei fianchi sinuosi. Poi un lampo. Scattò seduto e scostò il lenzuolo, a cercare la prova che confermava il suo pensiero sbagliato. Niente. Si alzò dal letto e andò in bagno, frugò negli armadietti, nei cassetti, sugli scaffali. Niente. In cucina stessa operazione, non trovò nulla. Lentamente aprì tutti i cassetti della camera, aiutandosi con una torcia. Macché. Zero.
Si appoggiò sconsolato al davanzale della finestra chiusa. Le era venuto dentro. E lei non prendeva la pillola. Si sedette al di sotto della finestra, fissandola dormire. La ripensò incinta e poi madre. Dopo un po’ si sdraiò affianco a lei, sorridendo. Forse tanto male non era, l’idea di Kagome col pancione gli piaceva molto.

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- Miroku, è tornata la luce, sveglia.- il ragazzo si destò. Erano sdraiati per terra, sul pesante tappeto indiano dell’ufficio di Sango. Tutte le luci erano accese e non era una cosa gradevole, appena svegli.
- Lo vedo.- la ragazza si stava già rivestendo, molto in fretta. Si alzò e l’abbracciò, impedendole ogni movimento – Dove vai?
- A casa zuccone.
- Stiamo qui, ormai è notte inoltrata.- Sango sospirò, erano le tre in effetti.
- Va bene, ma andiamo nell’area relax, là ci sono due divanetti, almeno dormiremo più comodi.- l’altro annuì, baciandola sulle labbra. E proseguirono fino ai divanetti baciandosi ed incespicando, lei vestita per metà, lui in boxer.

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La luce del mattino le stava supplicando di aprire le palpebre. Si alzò di scatto, la sveglia non era suonata ed erano le nove. Sentì un profumo di caffè raggiungerle le narici e aperta la porta, fece capolino in cucina, dove la aspettava un Inuyasha in pantaloni che mangiava un cornetto.
- Buongiorno Cherie!
- Buongiorno.- rimase timidamente attaccata al mobile della dispensa.
- Vuoi del caffè?- annuì.
- Sì, grazie.- glielo versò nella tazza che lui aveva di fronte. La fissò.
- Puoi sederti, non ti mangio. E Tessaiga ce l’ho a casa, quindi neanche posso ammazzarti. Certo potrei farti del male, ma non voglio, stai tranquilla, tendo a non ferire la donna con cui sto.- la donna con cui sto?
- Tessaiga?- Inuyasha scoppiò a ridere.
- Io ti ho appena detto che ti considero la mia fidanzata e tu mi chiedi di Tessaiga?- lei si sedette di fronte a lui, bevendo silenziosamente il caffè – E’ la mia spada, ebbe origine circa cinquecento anni fa da una zanna di mio padre, uno youkai completo.- si sporse e le sfiorò il braccio, facendole venire la pelle d’oca – Ti sei rivestita, vedo.- lei annuì, poggiando la tazza. Inuyasha le accarezzò il viso – Sei bellissima Kagome.- arrossì e il mezzodemone fece una risatina.
- Sono le nove passate, lo sai vero?
- Sì, ho provveduto a chiamare tutti.- tutti significava anche Eiko - Apriremo appena dopo pranzo, giusto per l’incontro con il tizio della compagnia teatrale. Tu rimani pure a casa. Oppure vai a farti qualche giro, come preferisci. Ora vieni qui.- spinse indietro la sedia e la fece accomodare sulle sue gambe, baciandola dolcemente sulle labbra – Mi hai fatto diventare un sentimentale.- e si deliziò della sua risata cristallina.
- Inuyasha ma quanti anni hai?- rise apertamente.
- Fisicamente dimostro trent’anni. In realtà ne ho cinquecentoventi circa.- la vide spalancare la bocca – Chiudi la bocca che ti entrano gli saimyosho.
- Saiche?
- Saimyosho, erano delle api infernali dell’epoca in cui sono nato.
- Io ho ventiquattro anni, ma dubito vivrò nei secoli come te.- gli sorrise. L’idea di separasi da lui già le faceva così male? Già pensava al futuro.
- Non crucciarti Kagome.- le diede un bacio sulle labbra – Andiamo a guardarci un po’ di tv, dai.- si accoccolarono sull’immenso divano bianco e Kagome si assopì, di nuovo.

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Dove si trovava? In che quartiere era? Non si ricordava più la strada fatta. Ormai era mattina e le persone brulicavano per le strade, pestandole i piedi e spintonandola.
- Signorina, posso aiutarla?- un uomo, giovane per di più.
- Oh, sì, mi sono persa.
- Dove deve andare?- ci pensò su.
- Alla Keiyu*.
- Signorina, la Keiyu non esiste più. È stata assorbita dalla Shell dopo che il proprietario Inuyaisho Ragahisho è morto. Ora l’edificio è di proprietà del figlio, Inuyasha.- ma da quando i passanti rivelano informazioni private a chiunque??
- Lo conosco Inuyasha. Mi può accompagnare là?- gli fece uno sguardo implorante, gettandosi ai suoi piedi.
- Certo signorina, andiamo.- nessuno notava i suoi piedi scalzi o la sua cicatrice.
- E’ normale Kikyo, te l’avevo detto nessuno ci avrebbe fatto caso.- le disse il suo riflesso nella pozzanghera.
- Taci.- e ci fece sprofondare dentro il piede con grande disappunto dell’immagine dentro essa.

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- Avvocato Hirai e avvocato Raketashi, potete spiegarmi cosa succede qui?- si svegliarono improvvisamente ed imbarazzati. Erano ancora mezzi nudi.
- Rin, posso spiegarti…- Sango cercava le parole, ma la ragazza le scoppiò a ridere in faccia e porse ai due i loro vestiti perfettamente piegati.
- Vi ho portato i vestiti, preparatevi che stanno per arrivare anche gli altri.- entrambi le sorrisero grati, poi si scambiarono un’occhiata fugace. La sera prima non era da dimenticare, da ripetere, casomai.

*Keiyu = gasolio, nome inventato per indicare un’azienda di distributori di benzina e gasolio.

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Buonasera lettrici e lettori! Vi posto il nuovo capitolo, meno piccante, ma più divertente (mio modesto parere, si sa ogni scarafone è bello a mamma sua)! Ora vi lascio, vado a vedermi la fine della partita dell’Inter!! No, non è vero è appena finita. Ok cazzeggierò su internet.

Thank's to...

Marie16: grazie mille, come sempre!!! Kikyo ce l'ho alle spalle, la terrò a bada per un po'!

mery_chan97: mi hai fatto finire, GRAZIE xD

Angorian: D'accordo!! Buon viaggetto a Venezia!!

fmi89: eh si xD il prologo, ma non importa!!, l'importante è che ti piaccia la storia!


Baci paciugosi!!
LaNana

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Capitolo 18
*** Waiting Is Always Useful ***


Capitolo 17 – WAITING IS ALWAYS USEFUL

Eccolo lì il gigantesco palazzo di vetri scuri, lo riconosceva benissimo, si ricordava tutte le incursioni amorose col padre di Inuyasha. Eh già, la fidanzata del figlio era anche l’amante del padre, ma questo loro non lo sapevano, lo scoprirono molto dopo. Ringraziò con un piccolo inchino il ragazzo che l’aveva scortata che le diede un leggero bacio a fior di labbra. I tempi erano davvero cambiati in soli cinque anni.
- Signorina, ma lei è scalza.- Kikyo si guardò i piedi e poi posò lo sguardo al giovane.
- Sì, ha ragione.- si zittì per qualche secondo – E’ il mio credo religioso.- quello le sorrise.
- Capisco. Arrivederci signorina Kikyo.- “Sì arrivederci. La prossima volta che ci vedremo mi dirai addio, fottuto giovinotto.” Fece un sorriso appena accennato e si incamminò verso la…come si chiamava? Non riusciva a leggere. Ah ecco, sì. la East Brokerage Company. Era tutto spento, ma le porte giravano. Entrò. Vide un vigilante all’ingresso.
- Mi scusi, cerco il signor Ragahisho…Inuyasha.
- Certo signorina, anche perché se cercasse Inuyaisho sarebbe nel posto sbagliato.- rise con la sua voce roca - Gli uffici sono chiusi fino a mezzogiorno e mezza, mi spiace, deve tornare più tardi. Vuole che gli lasci un suo messaggio?- si portò una mano alla bocca, inorridita dalla maleducazione dell’uomo e pensosa sul messaggio.
- No grazie.- uscì e si guardò in giro, avrebbe aspettato e si sa, le attese non sono mai vane.

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Aveva di fronte una coppia che più male assortita non poteva essere: lui alto e smilzo, forse sessanta chili scarsi, lei bassa e grossa, ottanta chili ben piazzati, lui occhi vispi e grandi, lei occhi piccoli e forniti di lenti spesse come fondi di bottiglia, lui biondo occhi azzurri, lei capelli tendenti al grigio e occhi…no il colore non lo poteva capire. Come si potessero essere sposati, o solo innamorati, restava un mistero. Gli veniva da ridere, una di quelle risate fragorose, che inizi e non sai quando smetti, cercava di trattenersi, ma loro litigavano e la voce della donna, sulla cinquantina, era acuta e gli ricordava i gatti quando si contendono il territorio.
Non resse, scoppiò. I due rimasero basiti a guardarlo.
- Scusate, ma no resistevo più.- non riusciva a smettere – Scusate, ma non ce la faccio.- aveva le lacrime agli occhi.
- Avvocato scusi, ma lei da che parte sta?
- No, signora non mi parli con quel tono o non smetterò mai.- si calmò un pochino.
- Quindi, come la mettiamo? Riesco a dare tutta la colpa a lui e farmi passare gli alimenti?
- Devo analizzare il caso, vi manderò a casa due copie degli incartamenti e telefonicamente ci accorderemo per fare l’atto definitivo, se vi dovesse andare bene ciò che vi mando, in caso apporteremo delle modifiche. Arrivederci.- questi si alzarono un po’ titubanti, per poi sbrigarsi quando Miroku iniziò di nuovo a ridere a crepapelle. E continuò a ridere anche quando Sango entrò nel suo ufficio.
- Sta ricominciando a piovere Miroku.- il ragazzo si voltò.
- Già speriamo non venga giù una tempesta tipo ieri.
- Facciamo una pausa?- le sorrise.
- Perché no.- il cielo tuonò improvvisamente – E se andassimo a casa mia?- Sango alzò maliziosa un sopracciglio alla proposta di Miroku.
- Perché no.

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Stava uscendo di casa. Ci mancava il temporale, di nuovo, come la sera prima. Arrossì al pensiero di cosa fosse successo la sera prima.
Si incamminò lentamente, scattando foto al cielo e ai palazzi in quella giornata grigia.
Click.
Che spettacolo la pioggia. Mise via la Canon, prima che prendesse qualche goccia d’acqua e si rovinasse. Sia mai!
Passeggiava lentamente con l’ombrello aperto, guardava le vetrine, scattava qualche rara foto, ma già sapeva dove stava andando: al lavoro. Non per lavorare, ma per amare, per rivedere quel trentenne secolare con i suoi grandi occhi dorati, con quel suo sorriso dolce ma tanto buffo, e quelle orecchiette scattanti. Arrivò sotto al grattacielo e sentì suonare il cellulare. Era lui.
- Oh Kami, Kami, Kami, Kami, Kami, Kami! Niente panico Kagome! Pronto?- voce fintamente assonnata.
- Buongiorno.- malizioso.
- Buongiorno.- le uscì spontaneo un sorriso.
- Dormito bene?
- Veramente, capo, non ho dormito molto…
- Ah, no? Come mai Higurashi?- lei guardò su.
- Vede, un bell’uomo mi ha tenuta sveglia tutta la notte. Non può capire che faticaccia.
- Spero almeno sia stato piacevole.- ridacchiò divertita.
- Oserei dire divino.
- Lei mi sta elogiando esageratamente Higurashi, guardi che così rischia un aumento di stipendio!
- Sto venendo su Inuyasha, ti ho portato il pranzo.- disse stringendo il bento, fatto con le sue mani. Gli chiuse il telefono in faccia e corse dall’altra parte della strada entrando dalla porta girevole, poi si fermò appena dentro e guardò fuori. Si sentiva come osservata, tenuta d’occhio, non avrebbe saputo spiegare quella strana sensazione. Scrollò la testa e salutato Totosai prese l’ascensore, diretta al ventinovesimo piano.

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Possibile che abbia detto veramente “Inuyasha ti ho portato il pranzo.”? Possibile che quella ragazzina, quella sciacquetta sia un’amica di Inuyasha? O peggio, la sua fidanzata? O peggio ancora, sua moglie? Kami che mal di testa.
La pioggia le aveva bagnato i capelli, che le ricadevano appiccicati al viso e ai vestiti lordi, aveva inzuppato l’erba dell’aiuola su cui si era nascosta e ora la terra era diventata fango. Era sporca dalla testa ai piedi. Barcollò fino al palazzo e guardò l’ora sul grande orologio dell’ingresso. Una meno dieci. Sarebbe entrata e li avrebbe uccisi tutti, non poteva permettere a nessuno di scatenare una gelosia tanto cocente in Kikyo Nakanuma. Nemmeno Inuyasha. E meno ancora una sciacquetta.
Entrò nel palazzo e fu subito fermata dal vigilante, ancora lui.
- Oh signorina, ancora lei. Ma è bagnata fradicia!- fissò l’uomo negli occhi.
- E’ arrivato Inuyasha?- chiese gelida ed arrabbiata.
- Certamente.- non lo aveva visto passare, incredibile – Se mi da un secondo la annuncio al capo.
- No, non è necessario, sapeva sarei passata a…trovarlo.
- Signorina è la prassi.- con un sorriso bonario l’uomo alzò la cornetta, ma prima che potesse parlare, Kikyo lo afferrò per la gola e gli tenne premute due dita sulla giugulare, facendolo accasciare inerme sulla sedia.
- Prassi un cazzo.- si voltò verso l’ascensore. Ai tempi della Keiyu l’ufficio del capo stava all’ultimo piano, ma la piantina accanto le diceva che all’ultimo piano c’era una specie di ristorante. A rigor di logica, quindi, doveva andare al piano ventinove. La bocca le si tramutò in un ghigno inquietante. Schiacciò il tasto di chiamata dell’ascensore e ruppe il vetro che proteggeva la piantina del palazzo, prendendo un grande ed affilato frammento. La porta si aprì e lei entrò – Piano ventinove, arrivo. Din!- annunciò a bassa voce, imitando il suono dell’ascensore.
Aspettare era stato dannatamente utile.

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Ragazzi!!! Ecco il nuovo capitolo, un po’ più corto ma centrato su Kikyo e su cosa c’ha nella zucca!

Grazie a...

Marie16: spero di non tradire le tue aspettative, tra questo ed il prossimo capitolo! Si, devo dire che Kikyo fa PAURA ANCHE A ME xD

Kagome96: FACCIO MORIRE I PROTAGONISTI???? MA ANCHE TE!!! xD Beh, forse Inu.......

Dolce Kagghy: Cherie, spero di non tradirti neanche oggi!!!!! Chiedo scusa per la lentezza, ma ho trovato un lavoretto xD fammi sapre come lo trovi!!! bisou

marrion: grazie mille dei complimenti, leggerò le tue molto volentieri e ti darò dei pareri ONESTI, promesso!

elenasama: grazie mille!!!!

Crisan: sì assassina pulita xD i vestiti? Non ci ho pensato, te lo farò sapere nei prossimi capitoli xD


Baci golosi!
LaNana

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Capitolo 19
*** Time Is Running Out ***


Capitolo 18 – TIME IS RUNNING OUT


Inuyasha aveva fatto mettere le telecamere negli ascensori. Te guarda come cambiano le cose in poco tempo, vero Kikyo?
Tre piani.
Din!
Entrò una ragazza. Due occhi color cielo, una cartelletta in mano recante la scritta “Inuyasha – Conferenza Stampa” e lunghi e fluenti capelli color cioccolato intenso. Il badge riportava il nome “Eiko Kuroda, Executive assistant”. Assistente esecutivo, quindi in rapporto diretto con Inuyasha, perfetto. La ragazza le sorrise e la squadrò da capo a piedi, inorridendo per le sue condizioni pessime, per poi mettersi a canticchiare, dandole le spalle.


*Our time is running out
and our time is running out
you can't push it underground
we can't stop it screaming out*



Era quasi spaventoso lo sguardo che le puntava la donna nell’ascensore insieme a lei, la fissava con gli occhi spalancati, come incantata da un qualcosa che Eiko emanava.
La guardò con la coda dell’occhio e sentì un brivido su per la schiena, era vestita come le sacerdotesse ma lei era sudicia e nauseabonda, sembrava essersi rotolata in un porcile. E la fissava.
Diede un’occhiata veloce alla pulsantiera, erano ancora al nono piano, e doveva arrivare in cima. Non c’era nessun altro tasto illuminato, quindi anche quella donna doveva andare all’ultimo piano, da Inuyasha. Sentì un fruscio e si trovarono faccia a faccia. Ritrattò il pensiero precedente, quella donna era inquietante. Tredicesimo piano. Eiko sperò con tutta sé stessa che quella donna volesse parlare con Kagome.
- Lavori per Inuyasha, Eiko Kuroda?- sobbalzò all’udire la voce atona della donna e portò istintivamente la mano al badge che riportava il suo nome.
- Sì, signora, sono la sua segretaria personale.- si pentì immediatamente di aver detto “personale” perché la donna ringhiò sommessamente.
- Capisco, Eiko Kuroda.- Kikyo schiacciò il tasto che bloccava l’ascensore.
- Cosa fa? Ma è pazza?- le parole le si spezzarono in gola, così come le urla, perché la tizia le aveva portato una mano alla gola e l’aveva sollevata di circa venti centimetri da terra, premendo le sue vie respiratorie ed impedendole ogni cosa.


*I think I'm drowning
asphyxiating
I wanna break the spell
that you've created*




Kikyo rise amara nel sentire i rantoli lievi della ragazza, la vita la stava abbandonando lentamente e lei stava realizzando chiaramente che sarebbero stati gli ultimi attimi che avrebbe ricordato.
Vide i capillari degli occhi rompersi, inondando la cornea di sangue. L’emorragia petecchiale era chiaro segno che a breve avrebbe potuto lasciare la presa.
Eiko spalancò le palpebre, cercando di recuperare la vista ormai annebbiata. I polmoni bruciavano, erano ormai al collasso. Vide gli occhi neri della donna vicini ai suoi, le sue palpebre erano talmente dilatate da sovrastare l’iride. Sembrava una di quelle persone che nei film vengono possedute.


*You're something beautiful
a contradiction
I wanna play the game
I want the friction*




Kikyo le canticchiò la strofa seguente della canzone.
- La conosco anche io, ma la canto meglio.- la ragazza cercò di divincolarsi, di cercare un piccolo respiro per attenuare il dolore che attanagliava il petto, la gole e la testa. Sentì qualcosa colarle dal naso – Stai iniziando a perdere sangue, vedrai finirà tutto molto presto.- le sussurrò la donna. Eiko andò nel panico. Non poteva star succedendo per davvero.
La sua mente corse ai suoi genitori, all’infanzia in campagna, alle scuole a Tokio, all’università interrotta, ad Inuyasha.


*You will be
the death of me
yeah, you will be
the death of me*




Cercò di alzare braccio e mano cercando di reagire, ma questo le ricadde esanime al fianco. Kikyo la guardò riversa a terra, viola in viso, gli occhi spalancati e il corpo in una posa contorta. Premette il tasto 19, il più vicino da raggiungere in salita e quando le porte si aprirono lanciò fuori il corpo privo di vita della ragazza, richiudendo immediatamente le porte.
Raggiunse il ventinovesimo piano ed uscì, stringendo tra le mani la cartelletta della ragazza che aveva appena ucciso.
Si incamminò per il lungo corridoio, incontrando diverse persone che al sol vederla si scansavano. Meglio così, ci avrebbe pensato più tardi a loro.
Un grido corse su per le scale, tutti col telefono in mano a parlare attraverso le linee interne, si chiedevano come potesse essere morta Eiko, chi potesse aver fatto questo, quale mostro.
Sentì, dietro la grande porta che aveva davanti, Inuyasha alzare la cornetta del telefono e fare domande a raffica, terrorizzato. Sospirò, arrendevole e compiaciuta, in fondo probabilmente lavoravano insieme da anni, doveva essere affezionato a quella Eiko, in qualche modo. Aprì la porta e vide Inuyasha, il suo Inuyasha, in piedi con la cravatta allentata e i primi bottoni della camicia aperti, la bocca arrossata dai baci ed il telefono ancora in mano. E poi quella ragazza. Ancora quella sciacquetta. Il rossetto sbavato, i jeans sbottonati, la maglietta stropicciata, i capelli scompigliati.


*Bury it
I won't let you bury it
I won't let you smother it
I won't let you murder it*



Kikyo. Ora gli era tutto chiaro, era lei che aveva fatto quelle cose ad Eiko, era lei che l’aveva uccisa, ponendo fine alla sua breve vita. Si voltò istintivamente verso Kagome. Spaventata alla vista della donna conciata così, si era alzata e nascosta dietro la scrivania. Il divanetto era ancora caldo di loro, ma non ebbe tempo di pensarci.
- Inuyasha!- Kikyo gli stava gridando contro ed aveva in mano la cartelletta di Eiko.
- Kikyo. Cosa stai facendo qui?- lei scoppiò in una risata.
- Mi pare chiaro, dannato bastardo, ti privo di tutto ciò che ti rende felice, faccio in modo che non ti rimanga nulla, come tu hai fatto con me cinque anni fa.


*Our time is running out
and our time is running out
you can't push it underground
we can't stop it screaming out*



Kagome urlò quando vide la donna fiondarsi su di lei. Si sentì strattonare e si trovò dietro Inuyasha, che stava ringhiando contro quella donna. Ebbe paura, ebbe molta paura, ma non capiva di cosa, indecisa se temeva la furia di quella donna sconosciuta, o se aveva paura di Inuyasha. Non l’aveva mai visto così. Gli occhi erano rossi, furiosi, la pupilla aveva eliminato l’iride, gli erano comparse delle macchie violacee sugli zigomi, gli artigli ed i capelli erano molto più lunghi del solito. Arretrò senza nemmeno rendersene conto, sbattendo con la schiena contro il muro.


*I wanted freedom
but I'm restricted
I tried to give you up
but I'm addicted*




- Ero innamorata di te, Inuyasha, avrei dato la vita per te. E cos’hai fatto? Mi hai fatto rinchiudere! E io? Io ora ti amo ancora, ma più grane ancora è la sete di vendetta. Ucciderò tutti i tuoi cari, demolirò ogni tua sicurezza e poi ucciderò anche te, sempre che tu ora di allora non l’abbia già fatto.- si avventò su di lui e iniziarono una lotta corpo a corpo, fatta di pugni, graffi, morsi.
Kagome assisteva terrorizzata alla scena, incapace di patteggiare per qualcuno, scappare o avere una reazione diversa dall’immobilità.
Dopo apparenti lunghi minuti, Inuyasha fu su Kikyo, la teneva bloccata sotto di sé e le portò gli artigli alla gola.


*Now that you know I'm trapped
sense of elation
you'll never dream of breaking this fixation
you will squeeze the life out of me*




Lei si mise a ridere, superba.
- Non mi ucciderai Inuyasha, ho significato troppo per te. Non ne sei capace.- con un ringhio basso il mezzodemone le spinse un artiglio nella gola, facendo uscire un rivolo di sangue, che andò a riversarsi sulla macchia lasciata in precedenza dal sangue di Miroku. Lei tossì sangue un paio di volte, inspirando a fatica.


*Bury it
I won't let you bury it
I won't let you smother it
I won't let you murder it*




- No!- Kagome al realizzare che quel demone stava uccidendo quella donna si riebbe. Si precipitò su Inuyasha, scansandolo con non poche difficoltà.
- Kagome! Che fai, stupida? È lei che ha ucciso Eiko.- Kagome sentì delle lacrime iniziare a solcarle il viso e una mano tirarla indietro per i capelli.
- Sì Kagome. Ho ucciso Eiko, ma anche altra gente. Per primo suo padre, brav’uomo, grande imprenditore, solo molto ingenuo. Poi una sentinella nel carcere di Tokio, dove mi avevano rinchiuso. Poi la mia compagna di cella nel carcere di Londra. Poi qualche ragazzo scelto qua e là in queste due settimane qui, di nuovo a casa. Non dimentichiamo il ragazzo delle consegne mandato dall’ambasciata. Poi è il turno di quella sgualdrina che lavorava con il tuo Inuyasha.- le spostò i capelli dal viso con la mano libera. La vide sorridere con la coda dell’occhio – Che bel viso che hai, Kagome.
- Lasciala Kikyo!- gli occhi di Inuyasha. Erano tornati dorati e piangevano. A Kagome si schiusero le labbra e venne da piangere anche a lei.
- Che scena commovente. Digli addio, puttanella.- le prese il viso tra le mani, intenzionata a romperle il collo, ma fu interrotta dalla polizia che irruppe nella stanza.


*Our time is running out
and our time is running out
you can't push it underground
we can't stop it screaming out
how did it come to this*




Kikyo lasciò la presa e Kagome scappò tra le braccia di Inuyasha. La donna rimase impalata a guardare la polizia avvicinarsi lentamente, pistole sguainate e manette pronte all’uso.
- Col cazzo che mi faccio prendere di nuovo. Ci rivedremo Inuyasha, non temere.- si girò e corse contro la finestra, frantumandola.
- Si ammazzerà non appena toccherà terra. È finita.- disse un poliziotto, mettendo nel fodero la pistola – Andiamo giù ragazzi, avremo altre rilevazioni da fare oggi.- Inuyasha si affacciò alla finestra e non vide niente, ma erano troppo in alto per vedere qualsiasi cosa. Sentì delle braccia avvolgerlo da dietro.
- Kagome devo spiegarti molte cose.- si voltò abbracciandola forte.
- Più tardi, Inuyasha, più tardi.- gli accarezzò il viso tumefatto ed insanguinato.
- Credo che non lavorerò nemmeno oggi.- vide dei poliziotti fermarsi sulla soglia – Vai con loro Kagome, ci vedremo stasera.- le diede un bacio sulla fronte e si lasciò andare sul divanetto, portando le mani al volto. Il ritratto della disperazione.

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Eccoci col nuovo capitolo, bello denso!!! Un song-chapter tutto per voi! Fatemi sapere se è stato di vostro gusto!!
Buona pasqua in ritardo!

Thank's to...

Kagome96: ahahaha, macchè!!! Al contrario sono io che sembro maestrina, ma il fatto è che poi visivamente rende bene!!!Fammi sapere se t'è piaciuto il capitolo!! (ke te lo chiederò a fare poi...?)

Marie16: grazie mille come sempre! Beh purtroppo come vedi le idee omicide ci sono e non solo quelle xD

mery_chan97: acchiappabiscotti, spero ti piaccia e ti sollevi l'umore dai compiti!!

elenasama: ahahahaha PREGO!

fmi89: sìììì sul più bello MUAHAHAHAUAUHAUAH (risata diabolica) fammi sapere come trovi gli sviluppi!

Dolce Kagghy: Cherie, ecco gli sviluppi! Poi per quanto riguarda la famiglia Ragahisho dovrai aspettare qualche capitolo, ma le sorprese ci saranno, eccome se ci saranno!!


Baci festosi!!
LaNana

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Capitolo 20
*** Changes ***


Capitolo 19 – CHANGES

Il cellulare squillava ininterrottamente, ma Miroku le tappava le orecchie, baciandola voracemente sulla bocca.
- Mh, Miroku…mh…il cellulare…- il ragazzo scostò il lenzuolo che copriva i loro corpi nudi.
- Fai finta di niente. Non è importante, tanto fuori piove a dirotto chi vuoi che sia.- Sango si defilò dal letto, da Miroku, dal loro calore e attraversò la stanza raggiungendo i pantaloni del tailleur abbandonati per terra. Lesse il mittente – E’ Kagome. Pronto!- sbiancò di botto – Chi? Cosa? Quando?- attese risposta, poi – Ti raggiungo subito, Kachan, arrivo tra pochissimo.- si gira verso il ragazzo – Kagome ed Inuyasha sono stati aggrediti da una donna impazzita in ufficio, questa ha anche ammazzato la segretaria di Inuyasha. Devo andare da lei.- Miroku balzò in piedi, rivestendosi più veloce della luce.
- Ti ha detto il nome della donna?- chiese mentre si riallacciava i pantaloni.
- Kikyo mi pare.- la guardò negli occhi.
- In macchina ti racconto una storia, ma ti prego di non farne parola con nessuno. E soprattutto di non giudicarmi male.
- Come potrei?- la guardò serio.
- So che lo farai, ma ti chiedo di non farlo lo stesso. Ora andiamo.- uscirono dall’appartamento e salirono sulla Smart di Sango, diretti alla East Brokerage Company.

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Era seduta sulle sedie nella hall del palazzo, sorseggiando un tè caldo. Vedeva dall’altra parte dell’ingresso Inuyasha parlare con la polizia, lontano da lei per non influenzare le sue deposizioni.
Non avevano trovato niente sull’asfalto o sul marciapiede bagnato, niente corpo, niente sangue, niente. Solo qualche frammento di vetri rotti. Quindi il caso era da ritenersi aperto, apertissimo. Si avvicinò un uomo alto, sulla trentina.
- Signorina Higurashi, tra poco arriveremo da lei, ha chiamato la sua legale?
- Sì, tenente Miyoga. Arriverà tra poco.- l’uomo annuì. Lei si girò verso la porta girevole portando la tazza alla bocca e vedendo Sango entrare trafelata e bagnata.
- Kagome!- le strinse la testa al petto, come una mamma amorevole.
- E’ tutto ok Sachan.- Miroku si diresse da Inuyasha che aveva rilasciato le sue dichiarazioni senza alcun problema, non nascondendo nulla, nemmeno dell’accaduto di cinque anni prima.
- Cos’è successo?- si fissarono. Con un sospiro le raccontò l’accaduto e l’amica annuiva ad ogni frase a cui lei metteva un punto – Capisco. Ma chi è questa Kikyo?- Kagome sorrise ed una piccola lacrima le rigò lo zigomo.
- La ex di Inuyasha. Che si ripresenta alla porta bussando e scalpitando, pretendendolo indietro anche se con la forza.- vide Inuyasha incrociare il suo sguardo, mentre Miroku gli dava una pacca sulla spalla e faceva cenno a Sango. La ragazza gli fece cenno di no con la testa. I poliziotti si avvicinarono.
- Signorina Higurashi, ora passeremo a lei.- vide un ragazzo pronto con un registratore vocale e altri due che prendevano appunti.
- Certo tenente Miyoga. Non le dispiacerà se mi faccio assistere dal mio legale vero?
- Assolutamente. Cominciamo. Può raccontarmi la sua versione dei fatti?- Kagome iniziò il suo racconto, senza nascondere alcunché, rispondendo a tutte le domande e sorseggiando di quando in quando un po’ di tè caldo dalla tazza – Grazie mille signorina Higurashi. Ora può andare tranquillamente, se avremo qualcosa da comunicarle la contatteremo.- i poliziotti si allontanarono e raggiunsero Totosai, il povero capo della sicurezza, permettendo ad Inuyasha di correre da Kagome e stringerla a sé.
- Mi spiace, mi spiace di tutto, mi spiace di averti messo in pericolo Kagome, mi spiace…- lei si alzò in piedi guardando l’ora.
- Ora scusatemi, credo andrò a casa è tardi ormai.- l’orologio segnava le sei e mezza.
- Ti accompagno. Non hanno trovato il corpo non si può sapere dove sia finita.-
- Sì Inuyasha, conviene.- si intromise Miroku – Voi dovete sicuramente parlare e chiarire alcune cose, ma Kagome non puoi rimanere sola, se quella pazza ti trova non si sa cosa potrebbe accadere.
- Ma veramente io…
- Kagome non obiettare.- la ragazza fissò Sango negli occhi – Se ti succedesse qualcosa…io…- e scoppiò a piangere appoggiandosi alla spalla dell’amica.
- Sango su non piangere.- guardò supplichevole Miroku – Passerò con Inuyasha anche questa notte, non preoccuparti, non mi succederà nulla.- Sango si sollevò dalla sua spalla, con gli occhi spalancati.
- Anche questa notte?- Kagome arrossì violentemente ed Inuyasha diede loro le spalle, allontanandosi a passo svelto.
- Ora vado.- la liquidò velocemente e corse al fianco del mezzodemone – Andiamo.
- Mi spiace Kagome.
- Lo so. Te lo auguro.

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Era entrata in un palazzo a caso, aveva sfondato una porta ed era entrata nell’appartamento, uccidendo la vecchia che ci abitava, ora se non altro aveva un posto in cui stare.
Si fece una doccia, lavandosi bene via la schifezza pastosa che aveva addosso, eliminando ogni traccia di vetro e di sangue rappreso.
Si specchiò. Era veramente tragica la situazione. Lei voleva solo scappare con Inuyasha in un luogo dove potessero vivere sereni e soli il loro amore, invece ora si ritrovava ad ammazzare gente a sangue freddo, ad avventarsi su gente che non centra nulla e a cercare di uccidere tutte le ragazze che circondano il suo dolce Inuchan. Piccole lacrime solitarie le offuscarono la vista per poi abbandonarsi in una lunga caduta che andava a finire sul pavimento. Si sentiva battuta, affranta. Come poteva tutto quell’amore intrinseco in loro sparire così, venir meno? Beh certo aveva ucciso suo padre, dettaglio non poco rilevante. E gli stava rendendo la vita impossibile, vero anche questo. Ma loro erano fatti l’uno per l’altra, come poteva non capirlo?
Le lacrime prima timide ed ardue a sfociare, ora si riversavano copiose sul suo viso, sul corpo, a terra. Se non fosse che gocciolava bagnata, avrebbe detto che la pozza d’acqua era tutta opera della sua sofferenza. Si pettinò i lunghi capelli bagnati, districandoli dolorosamente. Aprì violentemente l’antina del mobiletto a specchio sovrastante il lavandino, intenta a cercare una spazzola, ma trovò un rasoio. Attenta ed incantata tirò fuori l’oggetto, togliendo la lama dall’impugnatura e provandola su un ciuffo di capelli. Era dannatamente affilata.
Iniziò piano piano, tagliando i capelli nel modo migliore che riusciva, accorciandoli parecchio. Da che le raggiungevano quasi le ginocchia, ora li aveva a poco più di metà schiena, sembrava una persona diversa. Fissò il suo riflesso.
- Non ti abbattere Kikyo, non è ancora finita, Inuyasha ti ama ancora, riuscirai a riaverlo, riusciremo a farlo nostro.- abbassò lo sguardo guardando prima la lama e poi i polsi. Forse era tempo. Riempì la vasca da bagno con dell’acqua calda poi ci si sdraiò. Smise di piangere, trovando il coraggio e affondando la lama nella pelle.

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Si fissavano negli occhi. Le aveva raccontato tutto, senza tralasciare nemmeno una virgola, ora aspettava una sua reazione.
- Avresti dovuto parlarmene prima, Inuyasha.
- Lo so. Mi spiace Kagome.- lei annuì bevendo un sorso di Baileys.
- Ci devo pensare su, mi sono successe più cose da quando ti conosco che in tutta la mia vita.- l’uomo abbassò il capo colpevole.
- Capisco. Fai…ogni tua decisione l’accetterò.- lo fissò. Quei suoi grandi occhi dorati.
- Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima.- la guardò. Si sentiva in colpa di averla messa in pericolo, si rendeva conto di tenerci più di come avrebbe mai immaginato, si rese conto che perderla avrebbe significato tornare nell’oblio, ma più profondo di prima.
- E tu cosa ci vedi riflesso?
- Che sei un povero baka. Un idiota. Un imbranato. Ma il tuo passato per quanto mi possa far ingelosire non mi riguarda, non sarebbe passato altrimenti. Mi riguarda solo quello che fai ora che sei con me, e questo tuo comportamento non va affatto bene. Non mi devi nascondere nulla.
- No amore mai più.
- Niente! Devi cambiare questo tuo modo di fare.- Inuyasha si avvicinò a lei, seduta sul divano, si inginocchiò per terra appoggiandosi alle sue gambe e cercando di baciarla.
- Mai più amore, te lo giuro. Mai più, amore mio, mai più.- le strappò un piccolo bacio.
- Come mi hai chiamato?- gli chiese sorridendo, appoggiando il bicchierino al tavolino adiacente al divano.
- Amore.- sbatté le palpebre fissandola sorridere – Perché non va bene?
- No è che i tuoi modi dolci cozzano terribilmente col tuo aspetto duro.
- Non ti nasconderò più nulla, prometto Kagome.
- Bene.
- Ti sono venuto dentro stanotte.- la ragazza rimase a bocca aperta. Era stato veramente sincero e diretto. Accidenti a lui!

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Sera a tutti!!!!! Altro capitolo, di transizione però, perché devo collegare un po’ le idee!

Grazie a...

mery_chan97: acchiappabiscottina eccoti un altri capitolo, IN FRETTISSIMA per fartelo leggere. Sopravvivi, dai!

Kagome96: non è morta come vedi...ti porge una coperta per i brividi, dice che te ne causerà molti altri. Mi spiace xD

Marie16: ti convienecondivider ela copertina con Kagome96 qui è lunga ancora xD grazie per i complimenti!!

Angorian: già che hai riconosciuto al volo la canzone TI STIMO (molto bamboccio ma vero!) e per i complimenti...ARROSSISCO! Grazie per la fedeltà U.U

Dolce Kagghy: Cherie non essere triste! Le cose brutte succedono sempre ma servono a temperare il nostro carattere, renderlo più forte come direbbe Inu! Povera Eiko già! Però era parecchio scomoda, dovevo trovare un modo per farle smettere di rompere le balle xD

fmi89: spero di non averti deluso, ma ho già specificato che è un capitolo "transitorio", sperando che comunque ti piaccia!

Un bacio e a presto!
LaNana

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Capitolo 21
*** Time After Time ***


Capitolo 20 – TIME AFTER TIME

Tokio, primi di giugno.
Era passato poco più di un mese dai difficili avvenimenti, un mese di indagini, un mese nel quale Kikyo non si era più rifatta viva.

Stava seduta in mezzo alla folla, rosicchiandosi l’unghia del pollice destro per il nervosismo. Non poteva partecipare a quella causa perché era stata insinuato un conflitto d’interessi, ed in effetti l’imputato era il suo uomo. Per quanto non lo fosse ufficialmente, c’era una sorta di patto reciproco nel quale si erano ripromessi di tenersi l’esclusiva, di non andare con altri e, a quanto pare, stava funzionando.
Miroku stava seduto affianco al legale che lo seguiva. In seguito all’apertura del caso di Kikyo, la polizia aveva scavato nel passato di più o meno tutti ed ora era imputato non tanto per la vicenda stessa, quanto per i casi che aveva fatto sommergere. Roba di poco conto, multe, conflitto d’interessi in casi trattati e una sorta di favoreggiamento nei confronti di Inuyasha del suo operato per rinchiudere Kikyo, non proprio legale. Niente di grave insomma.
Sango sbuffava, non era abituata ad assistere, lei era nata per dirigere, per partecipare attivamente. Si perse nei suoi pensieri, nei ricordi delle loro notti di fuoco, delle sue mani possenti sfiorarla, della passione che non credeva di possedere più, nella dolcezza che riusciva a tiragli fuori. Le amiche che non stava più vedendo la nostalgia delle scuole. Il giudice batté il martelletto, aveva deliberato. Si destò e chiese al vicino l’esito.
- Sei mesi di sospensione dall’ordine.- lo ringraziò pensando che gli era andata bene, in fondo. Miroku si girò incrociando il suo sguardo, sorridendole. Si avvicinò a lui.
- Ti è andata bene, lo sai?- aveva accettato i suoi casini, il modo in cui si era comportato, le stupidaggini fatte, i casi sotterrati. Le aveva raccontato tutto nei minimi particolari e l’aveva cullato una notte intera, in cui aveva pianto come non aveva mai fatto, redimendosi dalle colpe, chiedendo scusa a lei che non necessitava giustificazioni.
- Lo so Sango. Vedila così, avremo più tempo per stare insieme ora.- ridacchiarono.
- Ora vado ho degli incontri dopo pranzo e devo prepararmi.- gli diede un bacio a fior di labbra e fece per voltarsi, lui la fermò per un polso.
- Si è fatto risentire Kouga?- già, Kouga il suo ex marito. L’aveva cercata più di una volta pentito e lei era stata quasi sul punto di cedere, finché Ayame non le aveva aperto di nuovo gli occhi l’ultima volta che l’aveva sentita.
- No, da quando gli ho detto che non lo amavo più e che avevo un’altra relazione non l’ho più sentito, ma te lo dirò in caso.- lui assentì.
- A stasera.- la ragazza si incamminò a passo svelto uscendo dall’aula portando via il suo profumo alla vaniglia. Miroku si riavviò i capelli – Grazie Shinichi hai fatto un ottimo lavoro.- disse dando una pacca sulla spalla all’avvocato che l’aveva seguito – Ti faccio un assegno domani, passo nel tuo ufficio in mattinata.
- Certo, Miroku fai con comodo.- oltrepassò il cancelletto di legno che separava i banchetti degli avvocati da quelli per il pubblico ed uscì. Col patteggiamento aveva avuto una gran bella riduzione della pena, rischiava anni di sospensione. Si accese una Marlboro ed aspirò a pieni polmoni. Una mezza vittoria era già meglio di una piena sconfitta.

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Il telefono squillava incessantemente, le aveva fatto venire il mal di testa. Non avrebbe mai creduto che quel lavoro sarebbe stato così pesante. Prese carta e penna e rispose al telefono.
- Buongiorno, Kagome Higurashi, dipartimento di arti visive della East Brokerage Company, come posso aiutarla?- era diventata dipendente fissa, con un suo ufficio e una piccola stregua di collaboratori. Il suo compito era scremare le richieste che sarebbero giunte ad Inuyasha in seguito, si occupava solo di quelle forme artistiche che avevano come frutto un oggetto tangibile, come pittura, fotografia, cinema, arti tessili.
- Buongiorno, chiamo a nome di Araki Nobuyoshi. Vorremmo invitarla alla sua prossima mostra a New York il sette di luglio, mi ha detto di riferirle che ha alcuni artisti da raccomandarle.- rimase in silenzio.
- Posso chiederle il suo nome, per cortesia?
- Kathleen Jordan, chiamo dall’ufficio di New York del signor Nobuyoshi.- appuntò sul blocnotes nome, cognome e luogo dell’ufficio.
- L’invito a chi è rivolto?
- A Lei e al signor Ragahisho.
- Aspetti un secondo in linea per cortesia.- chiamò con l’apparecchio il telefono del capo.
- Dimmi Kagome.- gli spiegò la situazione – Va bene dai, ne approfitteremo per una breve vacanzina. Sei mai stata in America?
- Mai.- si mise a fare ghirigori sul foglio.
- Ottimo. Continuo và. A dopo Kagome.- riprese la linea con la ragazza.
- Accettiamo signorina Jordan.- dopo i convenevoli di rito si congedarono.
Addentò un angolo del tramezzino al pollo, pensosa. Nel mese passato non si era più fatta sfiorare da Inuyasha, non per mancanza di voglia ma per paura. Paura che potesse davvero essere incinta. Lui pensava fosse solo una tortura da subire per il “caso Kikyo”, in realtà lei era terrorizzata da una parte e desiderosa dall’altra: un figlio era sì un dono dei Kami, ma era troppo presto, stavano insieme da un mese e mezzo quasi. Decisamente troppo presto.
In quei giorni si stava letteralmente ingozzando di sandwich al pollo e maionese, pasta alla carbonara della quale si era scaricata la ricetta da internet e di meringhe. Era consapevole che erano voglie non normali dato che lei le meringhe le aveva sempre detestate, ma cercò di non badarci, di lì a pochi giorni avrebbe fatto il test, avendo anche un piccolo ritardo del ciclo. Diciamo più che altro che aveva deciso di rassegnarsi, si sarebbe fatta le vacanze estive col bikini e col pancione.

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Aveva conosciuto un uomo, un criminale, un truffatore. L’aveva sedotto, molte volte pure, aveva cercato di ingannarlo, ma poi le era tornato utile. Della vecchia Kikyo Nakamuna non rimaneva niente di ufficiale, ora sui suoi nuovi documenti si chiamava Rika Tsubaki, ma poi allo stato dei fatti era sempre la solita Kikyo, che seduceva gli uomini per divertimento, alcuni li uccideva, si spazzolava i capelli e parlava col suo riflesso.
Sempre quell’uomo le aveva trovato un appartamento in periferia, nella zona navale, ma ben collegato con la metropolitana. L’aveva pregato, scongiurato, gli aveva fatto dei servizietti, ma poi aveva ottenuto quella grande, grandissima, gigantesca specchiera in avorio ed ora, seduta sullo sgabello, si spazzolava la chioma.
- Kikyo, perché in questo mese non hai fatto nulla? È necessario muoversi, attivarsi, fare per ottenere.
- Taci.
- Finiremo per essere trovate.- in quel mese la voce dello specchio si era adirata notevolmente, l’attesa la innervosiva tanto da cambiare completamente comportamento: da voce guida calma e placata ad istigatrice alla violenza, la Kikyo in carne ed ossa era un angioletto a confronto.
- Se non stai ferma non finirò mai di togliermi i nodi.- il riflesso le rispose con un ghigno profondo, pieno di cattiveria.
- E’ ora di farmi uscire di qui, stupida umana.- il vetro cominciò a vibrare velocemente, il riflesso si muoveva, dotato di vita propria. Una mano uscì dallo specchio, aggrappandosi al bordo in avorio facendo leva e con uno sforzo si tirò fuori. Kikyo terrorizzata si allontanò dalla specchiera, mentre quella figura si liberava dalla sua prigione – E’ ora di fare cambio Kikyo.- la creatura si mise in piedi. Era la personificazione di tutto ciò che può essere classificato come orrendo, pauroso, terrificante. Era l’incarnazione delle paure di ogni uomo – Vieni qui Kikyo. Non farmi esagerare.- si avvicinò alla ragazza e le appoggiò le mani sul viso avvicinando il suo. Era di un bianco cadaverico, gli occhi circondati da un alone violaceo, le labbra scure come fossero congelate, la pelle fredda, mani forti ma gracili, le ossa che scricchiolavano ad ogni movimento, un fetore di morte che emanava da ogni poro, totalmente differente dal riflesso proiettato fino a poco prima. Aprì la bocca in modo disumano, spalancandola con un diametro di circa quaranta, cinquanta centimetri, dissolvendo tutto il suo corpo in una nube nera, densa, pesante, che si insinuò nel naso, nella bocca, negli occhi di Kikyo, prendendo possesso del suo corpo. La tortura durò qualche minuto – Benvenuta nuova Kikyo. Addio Kikyo debole ed incapace, ora è una nuova era. Inuyasha morirà.- guardò lo specchio. Il riflesso ora era immobile, lo spirito che perseguitava la ragazza era riuscito ad impossessarsi di lei, aggiungendo benzina sul fuoco, fuoco già ampiamente divampato.

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Ciaooooo!!! Nuovo capitolo, un pochino più denso! C’è una trasposizione temporale, è infatti passato un mese più o meno….vedremo cosa succederà!!!

Grazie mille a...

Marie16: questo capitolo è un mio personale regalo di compleanno, buoni 19! Stringi la copertina i brivdi qui sono assicurati!

fmi89: Kikyo sporavvive a tutto! xD Si sono DIABOLICISSIMA!

Angorian: rileggendolo mi sono stupita. Passo da un momento tranquillo ad uno angoscioso come niente, mi sa che la vera pazza sono io! ♥MUSE♥

sandy23: BEEENVEEEGNIUTAAA!! Grazie per il tuo commento e per la fedeltà e per l'avidità con cui ti bevi le mie parole! Grazie per i complimenti, spero di non deluderti!

Dolce Kagghy: Cherie molto bene :) reagisci SEMPRE! Beh le rivelazioni ci sono, nei prossimi capitoli vedremo come si evolverà la situazione...Kikyo......Kikyo è totalmente PAZZA ora anche POSSEDUTA. La mia mente la distruggerà U.U ABBASSO EIKO. Rompipalle di una segretaria U.U

marie_chan97: postato così potrai leggere qualcosa prima di partire! Goditi la tua gita, al tuo ritorno troverai tanti capitoli ad attenderti!! Buon viaggio biscotta!

Kagome96: la copertina la condividi con Marie16...come dici? Lo scoprirai presto, aspetta un po' e lo scoprirai! Comunque si, sto tramutandola in tutto ciò che esiste di minaccioso, orrido e squallido (con tutto il rispetto per i malati, per gli emo e per chi li cura)


Baci cucciolosi!!
LaNana

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Capitolo 22
*** Summer's At The Door ***


Capitolo 21 – SUMMER’S AT THE DOOR

Domenica. L’estate stava arrivando e a Tokio quando raggiungi i venticinque gradi già ti sembra di vivere in un forno, tanta è l’umidità che ti opprime.
Finestre chiuse, sbarrate, condizionatore al massimo. Lei, seduta sul tavolo della cucina faceva dondolare le gambe per aria. Lui, seduto sulla sedia guardava quell’affare bianco. Aspettava che venissero fuori le due lineette rosa. Ne spuntò una.
- Kagome! E’ positivo?- lei sussultò, non stava nemmeno guardando.
- No, questa indica solo che il test funziona, che fa reazione con…l’urina ecco.
- Capito.- si risedette, appoggiando il mento sulle braccia conserte sul tavolo. Passarono due, cinque, dieci minuti, un quarto d’ora.
- E’ negativo Inuyasha.- scese dal tavolo e buttò il test di gravidanza nel cestino.
- Ma è impossibile! Hai preso un paio di chili questo mese e ti abbuffi di meringhe, tu che odi quasi tutti i dolci!
- Faccio anche l’altro?- lui annuì e lei tornò in bagno. Si tirò giù pantaloncini e slip e fece dell’altra pipì nel bicchierino, immergendoci il nuovo test per una decina di secondi, poi tornò di là – Tanto è negativo.- disse aprendo il frigorifero e mangiando in un sol boccone un piccolo bacio di dama.
- Sarà ma mangi come un maiale.- gli diede le spalle sbuffando e mettendo in bocca un altro pasticcino. Prese il laptop e lo appoggiò al tavolo, vicino al test, accendendolo e caricando le ultime fotografie dalla memoria estraibile della Canon.
- Dobbiamo uscire con Sango e Miroku uno di questi giorni. E un sabato sera mi devi lasciar vedere le mie amiche che non è mai capitato che non le vedessi per un mese filato.- alzò lo sguardo.
- Tu da sola con le tue amiche non esci, poi va a finire che ti abbordano e tu vuoi fare la dura, e gli dai corda. Quindi è un no categorico.- lo guardò stupita.
- Cosa?- non poteva crederci, era geloso.
- Quale parte di NO non hai capito?- ed era pure un geloso serio. Kami che strazio.
- Inuyasha io non mi faccio abbordare da tutti ficcatelo in testa. Quindi con le mie amiche ci esco quando mi pare, anzi le chiamo dopo per un’adunata straordinaria.- il mezzodemone abbassò lo sguardo con un sopracciglio alzato.
- Kagome è positivo.- ecco un ottimo motivo per chiamarle per un’adunata collettiva straordinaria. Dannazione.

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Era una bella domenica di sole, ne avevano approfittato per un tranquillo picnic al parco vicino lo studio legale. Tutto preparato ad hoc: cestino in paglia, torta di mele, sandwich, coca cola, bicchieri di plastica, forchettone, tortina salata, coltellini, tovagliolini, grande tovaglia a scacchi rossi e bianchi, vestito anni sessanta vaporoso di un celeste chiaro, cerchietto intonato e scarpette con tacco basso bianche di vernice.
- Non posso credere tu l’abbia fatto veramente.- disse Miroku a pancia all’aria, aprendo la bocca e mangiando un acino scuro. Dimenticavo l’uva!
- Invece sì. Dopo un mese passato chiusi in casa o al lavoro, un po’ di aria aperta ci fa bene, poi tu ora hai molto tempo libero.- le squillò il cellulare – Ma non si può mai stare in pace. Kagome che c’è? Sei incinta, perfetto. Ci sentiamo stasera, ciao! Baci baci.- chiuse la telefonata – Kagome è incinta.
- Kagome è incinta?
- KAGOME E’ INCINTA?- ributtò tutto alla svelta nel cestino – Non si può mai stare tranquilla con quella donna per i Kami!- tirò fuori il cellulare – Ka…Ka…Ka…Kagura, eccola. Kagura ciao! Ci vediamo tra mezzora a casa di Kagome, è incinta! Non so niente, no! A dopo, chiamo io Ayame.- mise giù – A…Ayame eccola. Ayame tra mezzora da Kagome è incinta e non so nulla, non chiedermi niente. No. Non lo so! Ho detto che non lo so non fare domande!- sbatté la chiamata in faccia alla ragazza – Andiamo!- ordinò al socio-ragazzo-uomo-amante che si incamminò dietro di lei, sconsolato ma sorridente.

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Suonarono alla porta e Kagome aprì, conscia di chi aveva davanti.
- Entrate. Lui è Inuyasha il mio ragazzo. Inuyasha queste sono Kagura e Ayame. Penso che Sango e Miroku già li conosci.- lui annuì.
- Com’è potuto succedere?- chiese Kagura senza preamboli.
- Lei era nuda, io pure, le ho mess…- Kagome piantò una mano sulla bocca del mezzodemone, zittendolo, quasi soffocandolo.
- Quello credo già sappia come si fa.
- Ma ha chiesto com…- strinse la presa con la mano.
- Non abbiamo usato il preservativo, io non c’ero molto con la testa e quello è il risultato. Il punto è che un test precedente aveva dato esito negativo.
- Devi fare una visita Kachan.- Ayame. Da buona frequentatrice di vari uomini diversi sapeva bene che due test discordanti devono considerarsi entrambi sbagliati.
- Sì…andrò in settimana.- si guardarono tutti in faccia.
- A me piace il nome Ai. Oppure Nami.- Kagura spezzò il silenzio creatosi.
- A me Nanami.- Kagome guardò Sango.
- Sango almeno tu dovresti stare dalla mia parte. È presto per un bambino ora.
- E poi date per scontato sia femmina. Se fosse maschio?
- Miroku!- lo rimproverò Kagome.
- A me piace Kei.- la ragazza si voltò supplichevole verso Inuyasha – Non riesco ad essere triste al pensiero che tu sia incinta. Non ci riesco, mi sento…- la guardò – ...felice per la prima volta.
- Forse è meglio che noi andiamo.- Ayame spinse tutti fuori dalla porta di casa – Ci vediamo sabato al Seishin Nihon…- Kagome sospirò sedendosi sul divano ed analizzandosi l’addome.
- Kagome io…mi spiace non essermi controllato.- lo guardò. Aveva i lineamenti tranquilli, leggermente abbronzati dal primo sole. Era bello, dannatamente bello. Poi era vivace, allegro, gentile.
- Eichi se è maschio e Toshie se è femmina.- la guardò. Kami com’era bella. Si inginocchiò davanti a lei, poggiandosi alle sue ginocchia.
- Keichi se è maschio. Kei più Eichi.
- Va bene.- sbuffò la ragazza.
- Ti amo Kagome Higurashi. Ti amerò se sei incinta e ti amerò se non lo sei. Anche perché prima o poi lo sarai, rassegnati.- risero e lei gli tirò una cuscinata.
- Sei un baka Inuyasha Ragahisho, ma il mio unico baka.- squillò un cellulare – Non li sopporto più i telefoni. È il mio.- rispose – Hojo.- si zittì, Inuyasha aveva la faccia livida, arrabbiata – Sto bene, grazie. Tu? Capisco. No non mi manchi nemmeno un po’, anzi, - guardò Inuyasha sorridendogli teneramente – aspetto un bambino dal mio fidanzato.- chiuse la chiamata al volo, saltando in braccio ad un Inuyasha geloso, baciandolo ed amandolo con ogni fibra del suo corpo.

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Si erano incontrati per caso al cantiere navale, suo padre era proprietario di una ditta di trasporto merci via mare e l’aveva visto lì. Aveva circuito il suo animo corrotto, come faceva con tutti gli uomini, nessun uomo era veramente puro.
- Avevi ragione Kikyo. Stanno insieme. E stanno anche per avere un bambino.- Kikyo guardò Hojo, sospirando. Lui mise via il cellulare, guardandola. Aveva smesso di sentirsi in colpa per aver tradito Kagome ora che aveva incontrato lei, così bella, così donna.
- Quella troietta non solo è la sua ragazza, ma è anche incinta. Che schifo.
- Vacci piano stai parlando della mia ex.- lo guardò, inutile ragazzetto, gallo di città. Lui sorrideva, era un tono fintamente recriminante, non gli importava più niente della sua ex-ragazza, ma a lei dava ai nervi.
- Sta’ zitto.- si voltò di scatto, improvvisamente, alzandosi dalla panchina, e gli ficcò due dita negli occhi, spingendo con tutta la sua forza, perforandoli e togliendogli probabilmente per sempre, la possibilità di vedere una qualsiasi cosa. Urlò dal dolore – Che schifo, quanto sangue perdi.- Kikyo si pulì le mani nella felpa del malcapitato e lo lasciò da solo, alla fermata dell’autobus. Nessuno nei paraggi aveva visto niente, quindi nessun testimone. Sorridendo della sua stessa cattiveria corse via.
Hojo chiamò i soccorsi, ferito, cieco e l’ambulanza arrivò dopo poco. L’esito era terribile, purtroppo: non avrebbe più visto nulla, nemmeno l’estate che calda e frizzante era alle porte.

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Scusate la pochezza di questi ultimi capitoli ma sto cercando di velocizzare un po’ i tempi, altrimenti di capitoli me ne verranno cinquemilacinquecento xD Spero vi piaccia comunque!!

Grazie a...

sandy23: grazie mille, come sempre, dei complimenti, troppo buona!!!! Spero ti piaccia anche questo!! Bacios!

Marie16: stringi, stringi, mo è diventata tremenda.... xD

mery_chan97: Mery-ann devi stare su!!! Come hai visto i problemini che avevi li abbiamo disintegrati in fretta, niente è impossibile se tu credi in te stessa! Non farti mai abbattere dal corso degli eventi perchè c'è SEMPRE un modo per invertire l'ordine delle cose, il mondo può girare al contrario se tu lo vuoi. Goditi questo capitolo frivolo mi raccomando e recensisci, anche se sono critiche spietate!! Love Bisquit ♥

fmi89: grazie mille!!!!! Inutile chiederti di farmi sapere come trovi questo...me lo dirai da sola xD

Angorian: iniziano le voglie sì xD io non li seguo così tanto da andare ad un loro concerto, ma ogni canzone è sempre perfetta!!!

elenasama: si ho trovato una soluzione un po' THE RING per ampliare la sua cattiveri. Ora è pazza, maniaca sessuale, omicida e posseduta. Yeah!

Dolce Kagghy: vedremo se la uccido, ci penserò su. Qui iniziano le cose esilaranti e terribili, tieniti forte!

fra007: grazie per i complimenti e BENVENUTA! Son contenta! Un bacio!


Baci Baci!
LaNana

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Capitolo 23
*** Find A Way ***


Capitolo 22 – FIND A WAY

Era piccolo. Infinitamente piccolo, ma visibilissimo all’ecografia. Ebbene, Kagome era incinta, Inuyasha sarebbe diventato papà. Una gravidanza inaspettata, che però rendeva felici i futuri genitori. A dir la verità il papà era più felice della mamma, ma sono dettagli irrilevanti. Stava aspettando che rispondesse al telefono.
- Pronto!- gli veniva da piangere.
- Mamma, sono Inuchan.- eccola, una piccola lacrima gli rigava il viso.
- Inuchan tesoro, non dovresti essere al lavoro? Cos’è successo? Perché piangi?- rise.
- Mamma Kagome è incinta. Diventerai nonna.- pensò a quando le aveva fatte incontrare un paio di settimane prima e come sua madre avesse conquistato Kagome e viceversa.
- Come incinta Inuyasha? Non è un po’ presto?- sospirò, se l’aspettava alla fine.
- Sì ma è successo, capita mamma. Va bene così, non puoi capire come sono felice!
- Kagome lo sa che la gravidanza sarà un po’ più…intensa, vero?
- Sì la ginecologa l’ha già avvisata.- vide la ragazza uscire dalla sala visite, sorridente – Veniamo appena possibile, buona giornata mamma.- chiuse la chiamata e accolse tra le braccia la sua ragazza. Avrebbe voluto gridare al mondo intero la sua gioia, il suo amore per lei, per loro.
- Inuyasha.- si fece seria.
- Dimmi Kachan.
- Devo dirti una cosa, che non ti renderà molto felice.- sciolse l’abbraccio, ma non del tutto. La fissò intensamente – Ho voglia di un frappè al melone e limone. Ho una voglia incredibile che non riesco a sopportare. Devo averne uno.- lui rise di gusto. Iniziava con le voglie più ardue e a lui il compito di esaudirle, covare un cucciolo è più impegnativo di un bambino umano, quindi anche le voglie sono più lancinanti e insopportabili.
- Allora muoviamoci ad uscire.
- Sì ma voglio che sia gelato artigianale e latte vaccino fresco.- ecco ora sì che diventava ancora più difficile la storia.
- Lo troveremo, basta uscire dalla clinica.
- E non voglio camminare troppo.- sbuffò Kagome.
- Ti porto in braccio.
- Fa caldo.
- Ti mollo qui da sola se non la finisci.
- Andiamo.- e chi lo dice che con le buone maniere si risolve tutto?

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Quanto sono utili gli elenchi telefonici! Insieme al nome e al numero di telefono trovi l’indirizzo e per pochi yen compri una mappa della città. Il gioco è fatto.
Aveva attraversato la città ed era quasi giunta alla villetta da sempre appartenuta ai Ragahisho. Niente di troppo estroso o appariscente, ma rimaneva una grande villa con molte vetrate nascosta da un rigoglioso giardino, estremamente curato.
Si avvicinò attaccandosi con le mani al cancello di ferro che separava la strada dalla proprietà privata.
Si ricordava bene quando con Inuyasha correva in quel giardino, quando lui la raggiungeva e ridendo la baciava, per poi insinuare le sue mani forti sotto le sue vesti di sacerdotessa, quando poi gliele sfilava e la possedeva su quel prato, sotto quella betulla, sotto alla grande quercia secolare o tra i rami del Goshinboku. Lo stomaco le si strinse. Ricordava bene quando poi lui scoprì che aveva ucciso suo padre per una dose eccessiva di Viagra. Ricordò la rabbia del ragazzo, ferito, umiliato, schifato, ricordò il suo aspetto diventare quello di un demone deprecabile, inarrestabile, maestoso, ma dannatamente collerico. Collera che lui riversò tutta addosso a lei, martoriando ogni piccolo frammento della sua anima. La verità è che lei amava entrambi gli uomini: Inuyaisho, serio, affidabile, confortante, mite, e Inuyasha, testardo, dolce, gioviale, spensierato. Non aveva mai pensato al fatto che i due amori potessero non convivere, era giovane all’epoca, ventidue anni non ti conferiscono saggezza anche se parliamo di una sacerdotessa.
Poi lo shock. Inuyasha che le si avventa contro e, dopo averla umiliata e mortificata in ogni modo, la annichilisce anche fisicamente con un colpo netto e secco in volto. Ecco spiegata anche quella grande cicatrice e il perché lei sfoga tutto il suo passato sugli uomini seducendoli ed uccidendoli.
Il suo modus operandi consisteva nel ridurli a piccolissimi brandelli che poi metteva nel tritacarne per ottimi hamburger oppure bruciava, dipendeva da cosa l’occasione necessitasse.
Si arrampicò e oltrepassò l’inferriata, attraversò il giardino e rompendo il vetro di una finestra s’introdusse in casa. Inspirò a fondo l’odore della casa. Era sempre lo stesso. Sentì una strana sensazione attanagliarle le viscere, come un’incontenibile necessità di piangere. Girò per tutta la villa lasciando che i ricordi rifluissero ogni qual volta che qualcosa li evocava. Entrò nella camera da letto del ragazzo, con la grande parete affrescata e l’armadio a specchio. Si guardò. Il riflesso aveva smesso di muoversi dopo che quell’entità era entrata in lei, controllandola. La Kikyo cattiva e viziosa di allora era nulla confronto a quella che era ora, sanguinaria, crudele, incontrastabile.

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Si erano dati appuntamento con Sango e Miroku a casa di Inuyasha per una serata tra amici.
La Mercedes Classe A si fermò lentamente al centro del vialetto in sottile ghiaia bianca, per poi entrare nel garage attiguo alla villa.
Inuyasha fece scendere Kagome dalla macchina, riservandole delle attenzioni in più, che la mandavano su tutte le furie, essendo ancora autosufficiente.
- Era buono il frappè?- avevano chiamato quasi tutta Tokio per trovare una gelateria artigianale che usasse latte vaccino fresco, che avesse i gusti melone e limone e che facesse le consegne a domicilio. Per un frappè. .
- Era fantastico! Però c’era il limone che era troppo aspro.
- Allora non era così fantastico.- lei si mise un dito sul mento, pensosa.
- E il melone era troppo intenso.- lui si fermo sulla porta che dal garage dava alla cantina e alla scala per salire in casa, guardando la ragazza – E c’era troppo poco latte. Quel frappè era un disastro.- incredibilmente aveva cambiato idea in meno di cinque minuti.
Salirono per le scale e arrivarono in cucina, dove Inuyasha trovò la finestra rotta ed aperta, ma la casa totalmente in ordine.
- Kagome sta’ qui.- salì al piano superiore, trovando le stanze esattamente come le aveva lasciate, tranne per un particolare. Sentì Kagome sussultare quando anche lei entrò nella sua camera da letto. Sul grande armadio c’era scritto “RICORDATI CHE DEVI MORIRE.” In quello che all’apparenza poteva sembrare sangue.
- Ma quello è…
- E’ vernice sta’ tranquilla.
- E’ stata…
- Sì, Kikyo. Mi ha trovato.- guardò Kagome – Ormai non so più dove siamo al sicuro e dove no.- prese il cellulare e compose quel numero – Tenente colonnello Kohaku Kirara? Ho bisogno di un grande aiuto.

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Al loro arrivo la casa era circondata da quattro gazzelle con lampeggiante in funzione e due camionette. Sparsi per il giardino c’erano molti poliziotti in divisa e due pastori tedeschi della sezione cinofila. Una Kagome livida in volto stava sulla porta ad osservare impotente.
- Kagome!- guardò Sango avvicinarsi.
- Kikyo è entrata in casa, Inuyasha sta facendo in modo di farci avere una scorta ventiquattro ore su ventiquattro.
Miroku superò le ragazze, andando a parlare con l’amico e col poliziotto.
Verso le nove e ventitré di sera, quindi dopo quasi tre ore e mezza, i poliziotti si ritirarono, lasciando le unità cinofile, una gazzella e la camionetta a sorvegliare.
- Come ha fatto a salvarsi?- Miroku era incredulo.
- Hanno trovato una sorta di paracadute con delle tracce che coincidono a quelle raccolte dove viveva, probabilmente lo nascondeva sotto l’haori.- guardò Kagome spiluccare del tempura e Sango inappetente fissarli preoccupata. Anche lui condivideva la stessa angoscia, soprattutto con il piccolo in arrivo – Kagome devi trasferirti qui, renderemo più facile la vita anche agli agenti.- lei annuì in silenzio, senza nemmeno sollevare lo sguardo.
- Sì. Ci avevo già pensato. E poi l’avremmo fatto lo stesso, non ti pare?- gli rivolse un sorriso dolce, ma velato di tristezza. Inuyasha si alzò e girando intorno al tavolo la raggiunse, abbracciandola e tenendola stretta, stringendola ancora di più quando si singhiozzi del suo pianto si facevano meno sommessi, baciandole la testa ogni qualvolta lei implorasse il suo nome.
Aveva appena accennato un gesto di saluto ai due amici che li avevano lasciati soli, nel loro nido sicuro e finalmente inviolabile.
La prese in braccio e la portò nell’ampia camera per gli ospiti, dove avrebbe fatto trasferire ogni cosa dalla sua, invertendo tale ordine. Come nella camera di Inuyasha c’era un grande letto matrimoniale, un armadio in legno scuro, moquette e pareti affrescate. L’armadio però era in legno e vetro satinato, mentre gli affreschi erano sui toni del glicine, piuttosto che sul rosso, colore predominante nell’altra camera.
Adagiò Kagome sul materasso, facendola sdraiare sui cuscini, abbandonandosi delicatamente su di lei, baciandola e rapendole le labbra tra le sue. La disperazione che provavano stava trovando sfogo in una voglia che non concedeva attese. La spogliò di quel poco che le rimaneva addosso e lasciò che lei quasi gli strappasse gli indumenti di dosso. Non l’aveva mai vista così impetuosa, quasi prepotente. Senza molti preamboli entrò in lei, trovandola comunque pronta ad accoglierlo, forse aiutata dal suo stato di gestante. La prese e iniziò lentamente ad entrare ed uscire dal suo sesso, aumentando senza fretta l’intensità. Lei si lasciò andare sul materasso, tirandolo verso di sé e rilassando i muscoli del collo facendo dondolare la testa giù dal materasso. Inuyasha iniziò a spingere sempre più forte, sempre più violento quando lei esplose urlando di piacere, calmandosi immediatamente dopo e riprendendo con molta più foga, finché anche lui non raggiunse l’orgasmo, riversandosi nuovamente in lei, ma stavolta conscio e tranquillo.
Sentirono dei leggeri colpi alla porta mentre affaticati si trascinavano sotto le coperte.
- Signor Ragahisho, signorina Higurashi, è tutto a posto? Abbiamo sentito delle urla...- scoppiarono in una risata che smorzò ulteriormente la tensione.
- E’ tutto ok agente, erano grida…motivate dall’amore.- sentirono il poliziotto schiarirsi la gola imbarazzato e il cane guaire.
- Bene, buonanotte allora.
- Buonanotte agente.- risposero in coro. Kagome si appoggiò al petto di Inuyasha, che dolcemente ma possessivo le cingeva la schiena, carezzandola con la punta degli artigli.
- Ti amo Inuyasha. E ti avrei amato lo stesso.- sospirò rilassato.
- Anche io Kachan, ed è bello vedere che non sei scappata nonostante Kikyo. Nessuno sarebbe rimasto.- lei si alzò fissandolo.
- Ricordati che…- Kikyo gli ricordò che doveva morire iniziando la frase esattamente così, quindi la leggera modifica di quella frase gli sembrò una bella idea, nonostante l’espressione inquieta del ragazzo -…che l’amore è la forza più grande che esista. E io rimarrò fino a che avrò vita.- si portò una mano al ventre nudo – Fino a che entrambi avremo vita.- lo baciò leggera. Inuyasha si asciugò una lacrima maleducata che si gettò fuori dalle sue iridi dorate.
- Ce la faremo Kagome, andremo avanti e vivremo per sempre, vedrai ce la faremo, troveremo un modo. Non ci dividerà mai più niente e nessuno.- le mise le mani attorno al viso e la attirò a sé baciandola, lasciandosi andare tra le lenzuola, abbandonandosi alle braccia di Morfeo.

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Lo so, ci ho impiegato una vita! Però che capitolo signori!! Ho riempito qualche lacuna lasciata capitolo dopo capitolo? Spero vi piaccia!!

Grazie millerrime a...

mery_chan97: cosa dirti di più? Grzie per tutto il sostentamento e l'incoraggiamento Bisquit!! ♥

Kagome96: vai tranquilla, di capitoli ce ne sono TANTI! Ahahah si si scappate che è meglio xD

sandy23: grazie mille, come sempre del resto, per i complimenti! Niente retorica, solo parere tuo!! Grazie ancora, spero ti piaccia anche questo capitolo!

Marie16: sì in effetti non so perchè ho tirato in ballo proprio Hojo, ma dovevo far sapere a Kikyo della gravidanza...quindi...è capitato a lui xD

fmi89: questa Kikyo è veramente mostruosa O.O lo so, ma non posso farne a meno xD Belli Inu e Kachan, già!! ♥

Dolce Kagghy: siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!Un cucciolotto in arrivo *.* Cherieeee!! ♥

Angorian: sì è quasi mieloso *.* però cerco di non farlo sprofondar enella pateticità. Sango e Miroku...beh sono Sango e Miroku cosa dire di più?? xD

sesshy_91: grazie mille, spero ti aggrada anche questo!

fra007: si mentre scrivevo in effetti me lo immaginavo dimenare la coda senza mai fermarsi xD noto che il povero Hojo ha segnato tutte. Ahahahah poraccio xD

marrion: non ti preoccupare!! Grazie mille, mi fa piacere ti piaccia!!


Baci caramellosi!!
LaNana

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Capitolo 24
*** Body Language ***


Capitolo 23 – BODY LANGUAGE

La sveglia di Inuyasha la destò. Erano soltanto le sei, che bisogno c’era di svegliarsi così presto? Ah già, lui era il capo, doveva far presto. Si rigirò sotto le lenzuola. Oddio. Scattò in piedi e corse verso il bagno.
- Kagome!- Inuyasha si bloccò vedendosela schizzare davanti. Aprì piano la porta che si era chiusa alle spalle. Stava vomitando.
- E’ tutto ok.- fu sopraffatta da un altro conato – Davvero. Vai pure.- rimase sull’uscio annuendo, poi si scosse la testa e scese per la colazione. Kagome si sedette per terra, stravolta. E ora? Cos’era questo strano prurito in testa? Sembrava di avere una colonia di pidocchi inferociti tra i capelli. Kagome iniziò a grattarsi freneticamente, finché sentì un rumore secco, come di una bottiglia stappata. Il prurito smise, ma i rumori che sentiva le apparivano diversi, più nitidi. Riusciva a sentire il ragazzo trafficare con la macchinetta del caffè. E anche la vista…i colori erano più brillanti e definiti. Si alzò e si guardò allo specchio, lanciando un urlo.
- Kagome cosa…- le parole di Inuyasha furono spezzate dallo stupore. Kagome, accasciata contro il muro, aveva due tenerissime orecchiette scure che le spuntavano dai capelli e gli occhi cremisi, spaventati.
- Inuyasha cosa mi è successo?- lui era fermo sbalordito. Trovava la ragazza già molto, ma molto bella, ma così era davvero irresistibile. Scosse la testa.
- Credo sia…la gravidanza.- disse indicando il ventre della ragazza, accucciandosi affianco a lei. Le passò una mano tra i capelli corvini, scoprendo bene il viso.
- Vedo, sento…percepisco tutto in modo diverso.
- E’ il cucciolo che sta instaurando con te un legame più profondo, vuole farti capire.- le passò il pollice sullo zigomo alto, poi sulle labbra tumide – Kagome…- non fece in tempo a finire di parlare che lei si gettò sulle sue labbra, desiderosa, affamata. Si trascinarono strisciando fino alla camera, dove si fermarono appena a contatto con la moquette. Inuyasha strinse tra i pugni i capelli di Kagome, ora più neri che mai e le sfiorò delicatamente le orecchie, mandandola in estasi. Si sollevò dal busto del ragazzo, reggendosi sulle mani e godendo del tocco del mezzodemone.
- E’ così che ti senti quando ti accarezzo le orecchie?- lui sorrise.
- Sempre.- con un gemito soffocato la ragazza tornò alle labbra di lui, imprigionandole in un altro bacio, poi in un altro ancora ed in un altro ancora fino a quando si amarono un’altra volta, ma in una maniera diversa, più completa, più naturale ora che Kagome comprendeva.

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Camminava avanti e indietro nella hall del palazzo di giustizia in attesa di essere convocata con la signora Yamamoto per l’udienza. Stavolta avrebbe vinto, ne era certa. Miroku sedeva sonnecchiando sulla sedia di seta blu scuro, mentre madre e figlio stavano in un angolo silenziosi ad osservare l’avvocatessa ripassare l’arringa. L’orologio segnava le otto, tra mezzora li avrebbero fatti entrare.
Prese a rosicchiarsi l’unghia del pollice. Dalla porta d’entrata vide entrare il signor Yamamoto scortato dai suoi due legali.
- Signora Hirai, buongiorno.- la salutò l’avvocato dell’uomo.
- Buongiorno avvocato Setsue. Avvocato Uyamichi.- salutò entrambi – Ci rivedremo in aula.
- Questa volta spero sia più preparata avvocato.- Sango alzò un sopracciglio.
- Spero che voi siate pronti, e sperate che il giudice sia clemente o questa volta farò in modo che venga data la massima pena.- sibilò nauseata. Non solo quell’uomo era in pieno torto, ma loro lo difendevano come fosse un santone. Che schifo.
Furono chiamati in aula e gli avvocati difensori cercarono di smontare in ogni modo le accuse sferrate. L’avvocato guardava implorante i due uomini, quasi sperando si rendessero conto da soli quanto fossero ridicoli e quanto la loro credibilità veniva meno dopo ogni parola di difesa che veniva pronunciata.
Il giudice chiamò Sango ad alzarsi per pronunciare la sua arringa. Unì tutti i fogli e si alzò tenendo in mano la penna, si portò al centro dello spazio a suo uso e guardò in faccia la donna e il figlio, il signor Yamamoto e poi la giuria popolare.
- Sono settimane che scrivevo questa arringa e ho deciso in questo istante di farne a meno. Vi parlo come donna, come moglie, come ex moglie. Non ho la fortuna di avere un figlio, ma io stessa ho da poco divorziato da un uomo…difficile. Discendente della grande stirpe dei lupi, uomo fiero di sé, ma incapace di dare amore a chi ne dava a lui. Quest’uomo che oggi vediamo seduto su quel banchetto…- indicò l’imputato -…non solo è talmente egoista che non sa dimostrare amore e affetto alcuno, ma crede persino di avere il diritto di picchiare ed abusare della moglie quando e quanto gli aggrada. E si crede in giusto quando percuote e sevizia il figlio di nove, e ripeto nove, anni. Ora guardatemi negli occhi e decidete cosa pensate di questo caso, di quest’uomo.- prese delle foto che ritraevano il povero bambino pieno di lividi e ferite aperte e sanguinanti, e la moglie con un occhio bendato, le stampelle ed ematomi al collo – Ci sono inoltre molti referti medici di entrambi, dove viene espressamente dichiarato l’uso di violenza sulla donna, lo stato di shock e le possibili ripercussioni psicologiche ai danni del bambino. Ora a voi la decisione, ma spero che abbiate abbastanza sale in zucca da fare la cosa giusta e da non guardarmi nemmeno in faccia se considererete questo uomo innocente di nuovo.
- Giudice trovo che l’avvocato Hirai sia stata irriguardo…
- Mi ritiro per deliberare.
- Avvocato Setsue risparmi le parole.- Sango mise i fogli nella ventiquattro ore e uscì seguita dai suoi assistiti e da Miroku, che era rimasto tutto il tempo seduto in fondo alla sala. Richiusero la pesante porta dietro di loro – Devo bere qualcosa.
- Si pure io. Ti accompagno.- Miroku fece un cenno ad un poliziotto lì vicino che si avvicinò – Tenga d’occhio la donna e il bambino mentre noi siamo via.- questo alzò un sopracciglio ma non replicò.
Arrivati al bar il cameriere chiese loro le ordinazioni.
- Per me un caffè. Tu cosa prendi?- Sango sospirò lentamente.
- Un Jack Daniel’s liscio senza ghiaccio per cortesia. Mi ci vuole qualcosa di forte se voglio rimanere in piedi.

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Era seduto alla sua scrivania sfogliando miliardi di fogli senza saper decidere dal quale iniziare, non riusciva a concentrarsi, i pensieri volavano sempre altrove da Kagome incinta, a Kikyo, a Kagome mezzodemone. Kami quant’era bella con quegli occhi rossi intensi e quelle orecchie…sentì pulsare in mezzo alle gambe.
- Mi sembro quel pervertito di Miroku. Inuyasha datti una calmata.- si appoggiò al tavolo sopirando. Sentì bussare alla porta – Avanti.
- Inuyasha mi sono arrivati i documenti in originale della pratica con la Takarazuka Revue dove te li posso lasciare?- indossava una gonna bianca attillatissima e una camicetta nera a mezza manica.
- Dammeli.- si stese verso di lei per prenderli. Ci diede uno sguardo veloce annuendo – E’ tutto a posto sì.
- Sì ma li avevo già controllati io.- spostò lo sguardo dagli incartamenti alla scollatura.
- Kagome dai un giro di chiave alla porta per favore.
- Perché?- chiese mentre girava la chiave. Si stava abituando alla diversa percezione del mondo che la circondava e non ebbe difficoltà a vedere Inuyasha avvicinarsi prepotentemente a lei, ad una velocità che prima le sarebbe stato impossibile scorgerlo. La intrappolò tra le sue braccia.
- Perché non riesco a resisterti in alcun modo.- la baciò profondamente, sbottonando la camicetta.
- Ancora?- lui annuì, baciandole il collo, scendendo al seno. La sollevò di peso e la appoggiò alla scrivania, facendo volare fogli dappertutto – Ma che ti prende?
- Stai zitta Kagome.- le mise una mano dietro alla nuca, baciandola più intensamente – Amami e basta.

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Erano tutti seduti in aula e a Sango girava la testa. Aveva fatto quattro giri di whisky e ora non era molto lucida.
- La giuria popolare ha deciso?- il portavoce confermò – A me il verdetto.- il giudice prese il foglietto e lo lesse – La giuria reputa l’imputato colpevole all’unanimità e coi poteri conferitomi dallo stato del Giappone, delibero una pena quale numero otto di anni di carcere. - batté il martelletto – Dichiaro chiusa la causa.
- Ho vinto…- Sango si alzò cercando lo sguardo di Miroku che le sorrideva coi pollici verso l’alto. Aprì il cancelletto e corse verso di lui saltandogli in braccio – HO VINTO!!- ogni traccia di sbornia era passata in un attimo.
- Sì Sango, hai vinto.- la fece tornare coi piedi sul pavimento. Lei gli accarezzò una guancia.
- Ti amo Miroku. Credo di avere sposato Kouga nella speranza che diventasse un uomo come te.- lo baciò delicata, lasciandolo totalmente spiazzato. Gli sorrise.
- Grazie Sango…è…è una bella cosa, ma non sono uno stinco di santo.- lei rise.
- Lo so, ma fa parte di te.- lui sorrise teneramente, portando una mano sul sedere della donna che rispose al suo tocco gentile con uno schiaffo non proprio leggero.

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Che faticacciaaaaaaaaaaa. Far passare il tempo nelle FF è la cosa più difficile in assoluto, ti svuota di tutte le idee, è assurdo!
Spero sia di vostro gradimento anche questo capitolo!

Thank's tooo...

Marie16: sì beh...SCAPPATE FINCHE' SIETE IN TEMPO!!! xD

elenasama: graziemille!!! xD

marrion: grazie mille, come sempre! Sì ho buttato uno sguardo oggi...presto recensirò! Promesso!

fmi89: già vipera pazza..mi mancava xD provvederò anche alla lingua biforcuta xD

Crisan: sì ho letto che sei in dolce attesa nelle recensioni qua e là...congratulazioni...spero a te non spuntino le orecchie xD

sesshy_91: meno male :D si si GIUSTISSIMO!!

mery_chan97: la fermeremo presto, promesso U.U

Kagome96: Giubbini e poltroncine dici...? mmmm.....si è consapevole perchè comunque il corpo e le memorie rimangono quelle di Kikyo donna che comunque rimane viva seppur sotto il controllo dell'entità schifida :)

Dolce Kagghy: si credo di aver superato me stessa in quella frase xD grazie come sempre Cherie ♥


Bacini!!
LaNana

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Capitolo 25
*** Again And Again ***


Capitolo 24 – AGAIN AND AGAIN

Lo Seishin Nihon quella sera era tranquillo contrariamente al solito, che brulicava di giovani e coppie.
Loro al solito tavolo in vetrina, pubblicità migliore non esisteva.
- Kagome ti trovo molto bene, ti donano quelle orecchiette!
- Grazie Jinenji.
- Come mai questo cambiamento, se posso chiedere?- l’omone le rivolse uno sguardo curioso.
- Sono incinta di un mezzodemone e…ecco qui che il cucciolo vuole farmi capire.- rispose scimmiottando le parole di Inuyasha. Le quattro ragazze risero.
- Kagome, Kagome, Kagome. Devi raccontarci un po’ quello che sta succedendo, sai Sango non è che sia molto loquace sull’argomento.- la mora guardò l’amica avvocato poi la rossa.
- Sì beh…è successo che l’ex ragazza di Inuyasha, che ha ucciso suo padre, è stata scarcerata nonostante abbia dei problemi psichici e…beh, è solita sedurre gli uomini, cosa che ha fatto con Miroku e con altri prima di ucciderli, poi è venuta in ufficio e ha cercato di uccidermi, e l’altro giorno è entrata in casa di Inuyasha minacciandolo, ma quando siamo arrivati noi non c’era già più. Da quella sera abbiamo la scorta ogni volta che ci muoviamo.- e fece cenno ai poliziotti seduti in macchina a mangiare un hamburger.
- E Inuyasha?- Kagura diede una gomitata ad Ayame – Ahio! Non posso farci niente se lo trovo un bell’uomo.- Kagome rise.
- Beh sì, lo è. Diciamo che è un po’ scosso da tutto il trambusto ma sai è uno tosto, non si fa scalfire.
- Neanche tu vedo.
- Da quando sono incinta mi sento più forte Kagura, non so spiegarti il perché, forse perché devo sopravvivere per due
- Sono ufficialmente la donna di Miroku.- le altre tre si zittirono, fissando una Sango rossa in volto. Ayame addentò un grissino sbattendo il pugno sul tavolo.
- Lo sapevo, lo sapevo! Ecco, che i migliori scapoli su piazza adesso sono occupati, dannazione. Devo darmi una mossa oppure mi troverò zitella per tutta la vita.- Kagome iniziò a ridere, seguita a ruota da tutte le altre.
- Sapete,- iniziò la mora – non si può mai capire quanto delle persone ti manchino finché non le rivedi dopo tanto tempo.- e alzò il calice di coca cola.
- Già.- asserì Sango – Anche a me siete mancate un sacco.
- Assolutamente d’accordo.- Kagura unì anche il suo bicchiere. Guardarono Ayame, mancava solo lei.
- Sììììììììììììììììììììì! A noi quattro!- e schiantò il suo bicchiere con forza contro gli altri tre, rovesciando tutto fuori.
- Ayame!- la rimproverarono all’unisono tutte e tre le amiche mentre lei rideva. Kagura dopo qualche secondo di silenzio iniziò a ridacchiare, poi anche Sango fu contagiata e a Kagome non restò altro che ridere. Ah le amiche!

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Stava mangiandosi una pizza davanti alla tv, mollemente sdraiato sul divano. Nonostante le apparenze era nervoso ed attento ad ogni minimo rumore, movimento, cambiamento nella casa. Non si sentiva sicuro con Kagome fuori da sola. Certo c’erano le sue amiche e due di loro erano demoni, certo c’era una volante di polizia, ma non c’era lui.
- Ahhhh, maledizione!- sì alzò dal sofà imprecando verso tutti i Kami. Prese un bicchiere d’acqua dal rubinetto e lo bevve alla goccia. Fece per tornare alla sua postazione quando sentì una strana sensazione, un movimento nell’aria. Si guardò intorno. Niente. Aprì la finestra e guardò fuori, nel buio, ma anche lì tutto taceva placido. Alzò il citofono – Agenti, tutto bene?
- Sì signor Ragahisho, tutto sotto controllo.- appoggiò la cornetta, pensando di starsi facendo tanti complessi solo perché Kagome era fuori.

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Il tenente colonnello Kohaku Kirara era un ragazzo abbastanza alto, con capelli ed occhi castani e un fisico muscoloso sebbene non fosse estremamente massiccio.
Al distretto e in tutta Tokio era famoso per essere l’unico agente sprovvisto di pistola d’ordinanza, girava infatti con una falcetta attaccata ad una catena, arma tramandata di generazione in generazione nella sua famiglia, arma che sapeva usare benissimo e che ogni volta che si era visto costretto ad impugnarla, l’obiettivo verso la quale la scagliava non era sopravvissuto per raccontarlo.
Sedeva tra i rami del Goshinboku nel giardino di Inuyasha, taciturno, osservando tutto l’isolato. Era una persona abbastanza solitaria che aveva trovato la sua unica amicizia in Sesshomaru, freddo, asociale, riservato e mite esattamente come lui. Vide il fratello del suo grande amico, Inuyasha, muoversi vicino alla finestra, guardando fuori.
- Deve aver percepito qualcosa.- mormorò tra sé. Strinse le palpebre cercando di fendere quel buio pesto, ricercando il motivo di tale allarme ed inquietudine. Non c’era nulla nel raggio di molte centinaia di metri, eppure anche lui sentiva una strana sensazione, come del sudore freddo. Si sfregò le braccia, aveva la pelle d’oca.
In lontananza scorse qualcosa tra i cespugli, un movimento appena avvertibile, prese la ricetrasmittente.
- Ragazzi.
- Sì tenente colonnello.
- Ho visto dei movimenti sospetti a ore due da voi, prestate attenzione.- rilasciò il bottone attendendo la risposta. Risposta che però non arrivò mai.

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Riprese rapidamente le sembianze umane, voltandosi a guardare le ossa sotto le divise degli agenti. Quella volta si era superata, il potere dello spirito che la possedeva le permetteva grandi cose. Trasformatasi aveva infatti assunto un aspetto terribile, rivoltante, sembrava morta annegata e resuscitata con brandelli di pelle pronti a precipitare al suolo. Per non parlare della tecnica usata per uccidere quei poliziotti, qualcosa si nettamente superiore. Aveva aperto la bocca e la testa si era rivoltata su sé stessa, mostrando il cervello e le carni vive al suo interno, aveva generato una specie di turbine e aveva assorbito ogni molecola vivente del loro corpo, lasciando indietro soltanto lo scheletro. Li aveva letteralmente spolpati vivi, e tutto in meno di tre secondi netti, giusto il tempo di farli tremare di terrore. Oh sì, la nuova Kikyo cominciava a mietere vittime e si stava divertendo molto.
Voltò lo sguardo verso il giardino, scavalcando il cancello, diretta all’interno della casa dove la aspettava Inuyasha.

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Si sedette meglio sul divano, sempre attanagliato da quello strano senso di oppressione. Sentì dei passi nel giardino. Allora qualcosa stava succedendo. Si avvicinò alla finestra e guardò fuori.
- Dannazione!- lasciò la finestra e corse su per le scale, entrando nella camera da letto dove ancora si stagliava la minaccia scritta di Kikyo – Dove sei Tessaiga? Dannazione!- sentì la porta aprirsi sbattendo.
- Inuyasha.- lo stava chiamando. Vide il fodero in un angolo e corse a sguainare la spada.
- Eccoti Tessaiga, vecchia mia.- la spada riflettè una luce nera profonda – Black Tessaiga, sembrano secoli che non ti impugno.
- Inuyasha!- Kikyo sembrava spazientita.
- Andiamo.- scese velocemente le scale, trovandola davanti alla porta, arco e frecce alla mano.

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Dieci e mezza. Si guardò in giro come spaesata. Improvvisamente le mancava l’aria e il locale era sovraffollato, si era riempito da matti. Iniziò ad annaspare.
- Kagome, che ti prende?- si alzò ed uscì dalla porta, intontita. Vide i poliziotti scendere dalla macchina.
- Signorina Higurashi, che succede?
- Mi…mi…manca l’aria…non…respiro…- ansimava pesantemente, come in preda ad un attacco d’asma.
- Kagome coraggio. Vieni.- Sango la fece sedere sulla Smart – Respira, calma. Il Seishin stasera era strapieno, rilassati, sei sempre stata un po’ claustrofobica, poi adesso sei incinta quindi è più forte.- le annuì poco convinta, mentre la ragazza le accarezzava la testa, prestando attenzione a non toccarle le orecchie canine. Iniziò ad ansimare più forte ed agitata, e Sango le strinse la mano – Rilassati Kagome o non riprenderai fiato.- arrivarono anche Ayame e Kagura, chiedendo alla ragazza come stesse. Le guardò stremata ed implorante quando una fitta all’addome la oppresse, lasciandola urlante e quasi senza sensi.
- Kagome!- aprì leggermente gli occhi incontrando lo sguardo preoccupato di Sango, portando il pensiero altrove per non sentire il dolore al ventre. Pensò al suo bambino, sperando che stesse bene, alle sue amiche, ad Inuyasha.
- Inuyasha!- saltò seduta sul sedile, improvvisamente lucida.
- Kagome cosa…
- Sango devi portarmi a casa, subito, è successo qualcosa lo sento.
- Kagome sei stata poco bene, non…- si alzò dal sedile, spingendo via la ragazza e mettendosi a correre ad una velocità prima impossibile, lasciando di stucco le amiche e i poliziotti.
Continuò a correre disperatamente per le strade, saltando macchine, persone, palazzi. Arrivò alla villa dopo una manciata di minuti, quando in macchina ci aveva messo quasi mezzora.
- Inuyasha!- gridò oltrepassando il cancello ed entrando dalla porta d’ingresso spalancata. La sala era devastata, mobili rotti, divano sventrato, muri segnati e forati, frecce conficcate nelle pareti. Si guardò attorno cercando il ragazzo – Inuyasha!- percepì delle presenze ed un rumore provenire dal piano di sopra e corse su per le scale col cuore in gola. Spalancò la porta della vecchia camera di Inuyasha trovandolo mezzo nudo, ferito al busto e svenuto per di più. Nessun altro in camera. Corse a chiudere la finestra e si gettò sul ragazzo – Inuyasha, svegliati.- gli diede qualche schiaffetto ed il ragazzo aprì gli occhi. La vide e ne fu contrariato.
- Vattene, non devi stare qui è pericoloso.- gli accarezzò una guancia.
- Non dire stupidaggini, ora ti slego.- si spostò alle caviglie, quando lo vide spalancare gli occhi, allarmato.
- KAGOME!

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Muahauhauhauhauhauahauhauha! Sì interrompo sul più bello! Sììì!! MUAHUHAUHAUHAUAH. A presto! (o forse no…. :P)

Grazie a...

fmi89: ahahaha provvederò, provvederò nel prossimo capitolo xD si erano un po' troppo calmi, ma dovevo far sì che determinate cose si spiegassero! Quello che accadrà nel prossimo capitolo doveva avere una spiegazione...infatti lo capisci quando i capitoli sono scritti per collegare degli eventi perchè sono un po' scarni e molto placidi...spero di aver recuperato un minimo!!

Marie16: ghghghgh si è molto carina =D mi piaceva più con gli occhi rossi che con gli occhi dorati, un po' di fantasia dai xD

eliim: grazie mille! Ti dirò che nemmeno io ero convinta di me stessa ma dopo il quarto capitolo andavo come un fulmine, i capitoli si scrivevano da soli praticamente!! Un bacione e benvenuta!


Bacini malefici!!
LaNana

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Capitolo 26
*** Time To Fight ***


Capitolo 25 – TIME TO FIGHT

- KAGOME!- lasciò le corde e si voltò lentamente, richiamata da un rumore simile ai denti che digrignano. Quando vide Kikyo rettificò il pensiero. Erano denti che digrignavano. Kikyo avanzò verso di lei sfoggiando soddisfatta il suo aspetto demoniaco e le ferite riportate dopo lo scontro con Inuyasha.
- E’…è la mandibola per davvero quella che rimane scoperta dalla pelle?- Kagome indietreggiò automaticamente, finendo seduta accanto al mezzodemone.
- Interessante, sei diventata una mezzodemone anche tu…- la donna preparò l’arco e tese con la freccia – Peccato eliminarti così in fretta, mi sarebbe piaciuto vedere quanto sei forte.- sollevò la punta e prese la mira – Ma non lo sapremo mai.- lasciò scoccare la freccia.
- Kagome scappa!- Inuyasha le diede un colpo con l’anca e la fece scivolare giù dal letto, impedendo alla freccia di centrarla in piena testa, limitandola a lacerarle la guancia. Piombò col sedere a terra, impressionata da tutto quello che stava succedendo. Lentamente e leggermente claudicante Kikyo si avvicinò a lei e con una sola mano la prese per il collo e la sollevò, inerme ed impaurita.
- Mi sa proprio che come mezzodemone non vali niente.- Inuyasha cercò di divincolarsi ma le corde erano troppo strette, si voltò e vide Kagome con gli occhi vitrei fissare il nulle, rigida ed immobile.
- Non può essere morta.
- No Inuyasha, sento il cuore battere.- si voltò verso Kikyo che aveva un’espressione dubbiosa ed incuriosita – E la cosa strana è che non riesco a soffocarla, è come se avesse un collare a proteggere la gola. Dannata!- scaraventò il corpo contro la parete opposta. Kagome colpì il muro e cadde a terra con un colpo sordo.
- Kagome…- il ragazzo bisbigliò appena il suo nome e vide che la ragazza mosse le orecchie, alzandosi lentamente.
- Forse sei tu che come demone non vali molto. Come minimo mi avresti dovuto uccidere in un colpo solo.- Kagome fu in piedi e si pulì i jeans impolverati dalla caduta. Kikyo si voltò con un sibilo.
- Puttana.- le fu immediatamente davanti e le tirò un pugno in pieno viso, facendole soltanto voltare la faccia di lato. Si portò la mano alla guancia colpita.
- Però, non scherzi mica.- guardò Inuyasha scioccato fissarla con gli occhi sgranati – Ora se mi permetti lo slego.- disse indicandolo.
- Dove vai tu?- Kikyo urlò con una voce stridula, prendendola per i capelli non appena la superò di un paio di passi – Cosa credi di fare? Prendermi per il culo?- la gettò contro la finestra chiusa e la mezzodemone ricadde sul terrazzino.
- Ma è una mania la tua quella di lanciare a destra e a manca la gente?- si alzo scrollandosi i vetri di dosso come un cane bagnato suscitando le risate di Inuyasha, comodamente sdraiato a guardarsi lo scontro.
- Zitto tu!- ruggirono le due donne all’unisono. E lui sgranò gli occhi sinceramente intimorito dall’idea di averle entrambe contro contemporaneamente.
- Eh eh eh sì, scusate, fate pure.- Kikyo si avvicinò a Kagome ferma sull’uscio della finestra.
- Ne hai di fegato da vendere.- le concesse quando trovarono faccia a faccia.
- Già.- la donna la prese per la maglietta e sollevò la ragazza lanciandola giù – Che palle sempre a lanciarmi! Vieni giù vigliacca di una mostra!- arretrò correndo di qualche metro fino al punto in cui riusciva a vedere dentro la camera – Coraggio.
- Taci cagna. Prima finisco con lui poi passerò a te.- sbuffando Kagome prese la rincorsa e saltò sul cornicione, tornando nella camera giusto in tempo per prendere la donna per quelli che dovevano essere i capelli, o comunque ciò che ne rimaneva, e tirare. Con un urlo della demone Kagome si ritrovò con una ciocca nera in mano.
- Che schifo.- e lanciò lontano i capelli starnazzando. Poi si voltò verso di lei che aveva già riguadagnato la posizione eretta – Facciamoci una lotta decente.
- Senza esclusione di colpi.- aggiunse la donna.
- No Kagome!- Inuyasha. Gli sorrise.
- Senza esclusione di colpi, ci sto.
Slegò Inuyasha e scesero nel cortile, più ampio ed adatto ad uno scontro.
- Kagome non lo fare, è una stronzata gigantesca, è pericoloso. Sei incinta.
- Lasciami fare, siamo in due a combattere infatti. Ah.- si tolse la freccia che l’aveva centrata sulla spalla sinistra – Non si colpisce un avversario alle spalle!- Kikyo si asciugò la saliva che le colava dalla ferita alla bocca, che le squarciava il viso.
- Senza esclusione di colpi, dimentichi mezzaumana?
- Non hai un’arma.- guardò Inuyasha.
- Ora devi spostarti.- e balzò veloce verso Kikyo, ferendola con gli artigli al petto, inscenando una lotta corpo a corpo, cosicché l’altra non potesse usare le frecce. Cazzotto dopo pugno, schiaffo dopo calcio.
Si colpivano senza distinzione di modo e punto, bastava raggiungere lo scopo, ovvero far male, possibilmente in modo serio.
Dopo un tempo che parve lunghissimo arretrarono. Erano stremate ed ansanti. Kikyo abbastanza lontana armò l’arco.
- Muori.- E scoccò, colpendo una Kagome già provata, al fianco.
- Kagome!- Inuyasha accorse dalla ragazza.
- Va via.- lo scansò e si incamminò verso l’avversaria che iniziò a scagliare frecce, colpendola alle braccia e alle gambe, rallentando sensibilmente la camminata della ragazza – Puttana decrepita, ora vedrai cosa succede a far incazzare una donna incinta.- accelerò il passo e cozzò violentemente contro il busto della donna, iniziando a prenderla a pugni e graffiarla, calci, ginocchiate, non si riservava nulla. Kikyo però sembrava non sortire effetto alcuno e, con qualche capriola, riguadagnò la distanza. Armò l’arco con quattro frecce contemporaneamente.
- Vediamo se ora riesci ad evitarle tutte. Sempre ammesso che riuscirai a muoverti, dopo che ti avranno aperto in due!- e lasciò andare. Kagome rimase ferma ad osservare le frecce venirle addosso con un ghigno stampato in faccia. Sentì una vibrazione nella mano destra e si limitò ad aprirla, tutto il resto lo fece Tessaiga che si sguainò da sola dal fodero per arrivare nella mano della ragazza che lanciò una cicatrice del vento, colpendo la Kikyo demoniaca in pieno, come fosse una cosa fatta da sempre.
- Ma cosa…? Tessaiga! Dannata spada, mi tradisci ora?- Inuyasha gridava stupito. Kagome guardò la spada, di un nero intenso vibrare tra le sue mani, come ansiosa di sferrare un altro attacco. Distratta dalla spada non vide Kikyo avventarsi contro di lei e all’ultimo momento cercò di difendersi dietro Tessaiga, ma qualcuno arrivò in suo aiuto. La donna si fermò colpita nel costato da una falcetta.
- Kohaku!
- Ciao Inuyasha. È questa la donna?- lui annuì e l’ufficiale iniziò a tirare la catena, trascinando la falcetta incastrata tra le costole di Kikyo e, di conseguenza, anche lei.
- Maledizione!
- E’ inutile che urli donna, ormai sei in arresto.- disse atono il poliziotto tirando lentamente la catena per non farla spezzare. Kikyo si voltò a guardarlo, furiosa.
- Non…mi…farò…prendere di…nuovo!- e strappò la falce dal costato, scappando poi sanguinante senza lasciare tracce dietro di sé. Kohaku aveva gli occhi sgranati, increduli.
- E’ scappata…e si è strappata la falce…è sopravvissuta.
- Sì...- Inuyasha si avvicinò a Kagome mettendole una mano sulle spalle – Dammi Tessaiga.- lei come un automa gliela passò e lui la rinfoderò – Sei la prima persona oltre a me che riesce ad impugnare Tessaiga.
- Porto in grembo tuo figlio.- la attirò a sé improvvisamente, scosso da leggeri singhiozzi.
- Non fare mai più una cosa del genere, ho avuto paura.- rimase basita, ma lo strinse a sé.
- Non la lascerò fuggire la prossima volta.- si girarono verso il poliziotto – Nessuno sopravvive alla mia falce.- e detto questo si voltò ed uscì dal cortile chiamando a rapporto tutti gli agenti.
- Kagome!- più voce la reclamavano.
- E voi ora arrivate?- si girò indispettita con le mani sui fianchi, ancora ferita e sanguinante.
- Sei ferita Kachan!
- Sì c’era Kikyo e c’ho lottato contro ero disarmata pure, ma è scappata!- fece un sorriso soddisfatto e le amiche esultarono con lei, tra il preoccupato e il sollevato. Si girò verso Inuyasha – Ora potete scusarmi…voglio darmi una lavata e andare a riposare, da quando sono incinta le giornate sono tremendamente faticose da sopportare.- dopo averle salutate si affiancò al ragazzo che dava loro le spalle per nascondere quelle lacrime – Andiamo.- gli prese entrambe le mani e sorridendogli lo riportò in casa – Domani però andiamo da me, casa tua è un disastro.- lui annuì silenzioso e lei lo attirò a sé, aderendo al suo corpo – Ti va un bagno insieme? Ci rilassiamo e mi lavi la schiena.
- Vai a cambiarti, ti aspetto in vasca.- rispose scontroso e la lasciò alla base delle scale salendo solo e zitto, togliendosi la maglietta.
Lo raggiunse dopo poco e si adagiò tra le sue gambe, facendosi abbracciare.
- Perché ti sei chiuso così?
- Non ho mai avuto paura di perdere qualcuno prima d’ora.- la strinse più forte.
- Forse perché ti stai finalmente creando una famiglia.- rispose aderendo al suo corpo, ricambiando l’abbraccio.
- O perché vista la tua trasformazione posso permettermi di amare qualcuno senza la paura che possa perderla con la sua vecchiaia.
- Quindi vivrò per sempre? Con te?- le sfuggì un sorriso languido.
- Fino a che vorrai io sarò con te.
- Voglio stare con te per sempre Inuyasha Ragahisho.- la strinse forte.
- Sarai accontentata Kagome Higurashi, madre dei miei cuccioli.

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Ahahahaahahahaha attesa finita, eccovi accontentati col nuovo capitolo!! Ahahahahahah che risate mi son fatta coi vostri commenti trepidanti xD

Grazissime a..

Marie16: eh si ci vuole un po' di movimento s eno sembra non succeda mai niente!! Grazie come sempre! Bisoux

fmi89: no mai, se vi lascio anche solo intuire cosa possa succedere non sono contenta devo tenervi sempre col fiato sospeso!! xD Eccoti il nuovo capitolo!

sandy23: eh...come dire?...per me i cattivi devono essere CATTIVI sul serio xD

Dolce Kagghy: in pericolo? Ha rischiato proprio la vita xD Per quanto riguarda la durata della trasformazione mi tengo un diritto di riserva, vi farò sapere xD

Crisan: ahahaahah sì, ammetto di averci goduto un bel po' ahahahah beh l'olfatto più sviluppato è meglio di niente dai! Pensa a quelle (tipo mia madre) ghiotte di ragù obbligate a smettere di mangiarlo perchè le disgusta e ricorda loro la carne di cane (che cosa inspiegabile la gravidanza U.U)!!

eliim: eccoti già accontentata!!!!!!!! Un bacio grande!

mery_chan97: visto che ti ascolto ogni tanto? xD anche se era già scritto, diciamo che abbiamo avuto l'idea insieme! Tò leggi ora e RECENSISCI (cacca) U.U


Baci infidi e paciugosi!!
LaNana

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Capitolo 27
*** Who's Next ***


Capitolo 26 – WHO’S NEXT


Settembre inoltrato, autunno iniziato tristemente, dopo un’estate calda, afosa. Gli alberi ingiallivano, le foglie cadevano tappezzando Tokio di rosso, marrone e arancio. Una sera, un sabato sera un po’ fresco, un bar in centro poco frequentato.
- Purtroppo le cose non vanno mai come credi o come speri. Il mondo che ti circonda non gira intorno al suo asse per il tuo semplice volere, per farsi solo studiare, o per permetterti il cambio di stagioni ed avere così vestiti diversi. I soldi. Ah i soldi. Dannato e disgraziato motore di questa società così frivola, unico senso di vita della gran parte di questa incomprensibile gente, unico mezzo per sopravvivere, buco nero di sentimenti e semplicità. Non ci sto, io vorrei che le cose migliorassero, vorrei che qualcosa cambiasse ma non posso mica fare tutto da sola, non riesco io sola a trascinare sufficienti persone, e soprattutto non posso trascinare io le persone, io malata di shopping, io che lavoro dieci ore al giorno per permettermi i miei vizi. Ma cosa vuoi che ti dica le cose sono così. Sono una persona troppo vuota dentro, tutta la superficialità di questo mondo non può compensare il grande piacere e il grande senso di completezza che mi infondono i miei effimeri vizi. Niente è come una cintura di Louis Vuitton, come una camicia di Armani o come una giacca di Burberry.- bevve un altro sorso di rhum.
- A cazzate da ubriachi nessuno è come te Sango.
- Non sono cazzate e non è ubriachezza, la questione è che la verità sta scomoda, quindi è meglio additare la gente come pazza o ubriaca. O drogata.- si alzò in piedi con il bicchiere in mano, ondeggiando e piombando seduta di nuovo, mal reggendosi sulle gambe.
- Sei ubriaca.
- Come puoi dirlo dopo le parole sagge che ho detto?- Miroku le si avvicinò col viso.
- Perché puzzi di alcool in una maniera allucinante.- la mora di fronte a loro alzò il braccio richiamando l’attenzione del cameriere del locale.
- Mi porta un bicchiere di succo alla pesca, per cortesia?- il ragazzo si allontanò con la sua ordinazione.
- Da astemia sei insopportabile, Kagome.- lo sguardo della mezzodemone si incrociò con quello di Ayame.
- Sono incinta, idiota.- sbuffò acida.
- Lo sappiamo, sei al quarto mese ormai, si vede. E pure tanto se vuoi saperlo.- scolò tutto il resto del cocktail che le era rimasto nel bicchiere.
- Lo so, ho preso già un sacco di chili.- confessò Kagome stringendo tra le mani il bicchiere vuoto di succo.
- Non ti lamentare è normale, Kagura con Kanna ne ha presi quindici in tutto.
- Naraku non ricordarglielo che poi a casa sono io che la sopporto.- Inuyasha. Kagome gli fece una linguaccia per poi sorseggiare il succo di frutta appena arrivato, fresco e dissetante.
- Mamma, posso avere anche io un succo come la zia Ka?- tutti si voltarono verso la piccola Kanna, con la sua vocina infantile e gli occhioni grandi, rossi come i suoi genitori e i capelli color glicine.
- Certo amore.- Kagura le accarezzò la testa e Kagome portò istintivamente la mano alla pancia gonfia. Inuyasha si avvicinò e le diede un bacio sulla testa, stringendola tra le braccia.
- Non ci avete raccontato di New York! Com’è andata?- Ayame e quel suo vizio di farsi sempre gli affari degli altri.
- Ehm…- Kagome abbassò lo sguardo imbarazzata, come spiegare che non avevano messo piede fuori dalla camera d’albergo se non per andare a vedere la mostra di Nobuyoshi?
- Ehm…dunque…- il mezzodemone portò una mano alla nuca, visibilmente a disagio.
- Ho capito,- intervenne Miroku, sorseggiando ad occhi chiusi del sakè – non siete usciti nemmeno una volta dalla vostra camera.
- No!- urlarono all’unisono Inuyasha e Kagome.
- Siamo usciti…- aggiunse la ragazza.
- Giusto per lavoro, immagino.- aggiunse la rossa, aumentando l’imbarazzo dei due che si diedero le spalle, procurando ilarità in tutto il gruppo, più rilassato data l’assenza di attacchi di Kikyo.
Kikyo era sparita da diversi mesi e i due ragazzi avevano scelto di fare a meno della scorta, se non quella del Tenente colonnello Kohaku Kirara, entrato ormai nel loro giro di amicizie. Era seduto al loro tavolo infatti, taciturno ed introverso come sempre, ma sembrava non disdegnare la compagnia, sorridendo ogni tanto alle battute.
- Non mi sento molto bene.- disse Sango alzandosi improvvisamente in piedi, seguita a ruota dalle tre amiche.
- Ci credo hai bevuto come una spugna.- le rispose Kagura.
- E’ che non sei più abituata. Non sei più una ragazzina come una volta.- la stuzzicò Ayame.
- Brutta…- non riuscì a terminare la frase, restituì al mittente tutto ciò che bevve e mangiò quella sera. Kagome si allontanò dall’amica tenendo una mano sulla bocca, aiutata da Inuyasha.
- Kagome forse è meglio andare, domani ti riposi e lunedì la visita.- lei annuì.
- Lunedì ti dicono il sesso eh Kachan?- la mora annuì a Kagura tenendo una mano al viso abbronzato dalle vacanze al mare appena terminate. Lei, Inuyasha, Sango e Miroku s’erano concessi una vacanza iper-lussuosa nell’oceano indiano ad agosto, roba elitaria insomma. Sole, mare, sabbia finissima bianca, costumi colorati, ombrelloni di paglia e cocktail alla frutta.
Salutarono tutti e si incamminarono verso la metropolitana, le strade troppo trafficate per prendere la macchina. Inuyasha le teneva la mano, le dita incrociate e passeggiava lento, godendosi la leggera arietta che rinfrescava la sera. Kagome camminava affianco a lui, reggendosi il ventre che le dava già fastidio, troppo ingombrante per soli quattro mesi, ma i cuccioli sono impegnativi, si sa.

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Erano impantanati nel traffico, tutto perché lei aveva bevuto più di quanto riuscisse a reggere. Che palle. Abbassò il finestrino della Smart a metà, mentre Sango dormiva sul sedile passeggero. Beata lei cazzo, che se la dormiva di sasso fregandosene di tutto. Lui invece doveva sorbirsi la coda di macchine chilometrica, la radio che prendeva a gracchiare e i semafori sempre rossi. Schiacciò il pulsante e tirò giù tutto il finestrino accendendosi una Marlboro, assaporando il gusto dolce e amaro del tabacco.
- Ma perché avere una relazione non può essere semplice?- si chiese a voce bassa, chiudendo gli occhi e aspirando a fondo dalla sigaretta. Li riaprì e il semaforo verde fece defluire la fila di macchine. Voltò a destra e percorse il lungo rettilineo che li portava poi all’attico di Sango.
Guidava tranquillo, nessuno davanti o dietro, la ragazza che dormiva. Anche la radio si riprese. Radiohead “Creep”. Questo sì che è rock signori. Alzò il volume sorridendo a se stesso, compiaciuto di ritrovarsi in quelle parole.

When you were here before
Couldn't look you in the eye
You're just like an angel
Your skin makes me cry…



Accelerò, il cuore insieme ai bassi, alla chitarra, ai giri del motore, coprire le insicurezze col rumore, far così tanto casino da schiacciare anche i pensieri.

You float like a feather
In a beautiful world
And I wish I was special
You're so fuckin' special…

But I’m a creep, I’m a weirdo,
What the hell i’m doing here?
I don’t belong here...



- BUT AIM A CRIIIPPP AIM A UEIRDOOOO, UATTE ELL AIM DUING IIIIR? AI DONT BILONG IIIIIIIR...- Miroku si sgolava, cantava insieme a Thom Yorke, storpiandogli la canzone, orgoglioso di farlo.
Arrivarono sotto casa e Sango non accennava a muovere una palpebra. Il ragazzo abbassò il volume della radio e spense la macchina, pronto a prenderla in braccio e portarla su fino in casa. No in realtà in braccio fino all’ascensore, poi l’avrebbe mollata giù, undici piani a tenersela in braccio non ce l’avrebbe mai fatta. Scese dall’auto e fece per girarci intorno, per prendere la ragazza, ma una mano e un fazzoletto intriso di cloroformio lo fermarono, impedendogli ogni movimento e facendolo addormentare in fretta e furia come un bambino che ha giocato troppo.

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Era rimasta da sola fuori dal bar. Che strazio di estate, inchiodata a Tokio a recuperare per gli esami saltati, ma ce l’aveva fatta, lei ce la faceva sempre.
Ayame si strinse il giubbino di pelle color cammello, rabbrividendo un po’. Mise una mano in tasca e tirò fuori un pacchetto di cicche, stava cercando di smettere di fumare ma era veramente difficile. Rimase indecisa per un po’, poi fece spallucce e si avvicinò ad una ragazza.
- Scusa hai una sigaretta?- quella si voltò e la puntò con gli occhi di un bruno intenso.
- Sì.- algida da morire. Le sfilò una Camel Essential dal pacchetto e la accese. Gli stessi gusti di merda di Kagome, cosa serve fumare le Camel che anche se Essential, sono comunque aria? Lei ha sempre fumato Lucky Strike, Marlboro Compact, MS. Le Camel, puah.
- Grazie.- le rese l’accendino e fece un tiro profondo sedendosi ai tavolini fuori del bar. Si avvicinò il cameriere e si fece portare una Tennent’s Super che dopo pochi secondi stava già sorseggiando – Sì…bella fresca, ci voleva.- era arrivata a metà sigaretta ormai – Però mi sa che tanto leggera non è sta cosa, mi gira la testa.- buttò un occhio all’orologio da polso, le quattro. Il cameriere di prima le passò dietro e abbassò la serranda, Ayame si alzò controvoglia avviandosi alla macchina – Dove cazzo l’ho parcheggiata?- schiacciò il telecomando sperando di vedere le lucine. Macché niente. Schiacciò il mozzicone sotto lo stivale basso in pelle marrone e riprese a camminare alla ricerca della sua povera Aygo, possibile che si fosse dimenticata dove l’aveva parcheggiata? A quanto pare sì.
Si accasciò contro un furgoncino, scivolando giù contro la portiera, finendo seduta. Si stropicciò gli occhi, la vista annebbiata.
- Qualcosa che non va? Non ti senti bene?- si voltò verso quella voce. Occhi bruni, capelli neri liquidi.
- Ma che cazzo…mi hai seguito?- autocontrollo a puttane. Anzi, quando mai l’ha avuto lei dell’autocontrollo? – Che cosa vuoi? Chi sei?
- La domanda più che altro dovrebbe essere perché. Perché tu. Perché non ci vedi bene. Perché non ti reggi in piedi. Perché io sono qui ora.- si avvicinò ad Ayame di qualche passo – Perché ti sta succedendo tutto questo. Perché non hai resistito alle sigarette.
- Chi…chi…chi…- le fissò il viso a pochi centimetri dal suo. La ragazza le riavviò i capelli rossi dietro le orecchie, scoprendole gli occhi verdi e la pelle sudata ed arrossata sulle gote.
- Kikyo, piacere mio. Ora se ti decidi a svenire e la finiamo con tutte queste domande…
- Per…chè…
- Oh, credo che Kagome ti saprà spiegare perfettamente.

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Aprì gli occhi. Sole? Cruscotto? Sedile? La portiera della Smart? Ma che cazzo ci faceva ancora in macchina? Scese in fretta e furia e andò dall’altro lato, le chiavi inserite nella toppa della portiera dal lato guida e una Marlboro fumata a metà per terra. Corse a frugare nella borsetta. Cellulare. M…Miroku, vai. Ora l'avrebbe sentita quel bastardo. Uno squillo, libero perfetto. Mollarla lì così, vedi te che idiota. Due squilli. Tre squilli. Segreteria telefonica. Riproviamo. Uno squillo, due squilli, tre squilli, segreteria telefonica. Che fosse successo qualcosa?
- Rispondi, rispondi.- altra chiamata. Uno squillo. Silenzio. Che avesse risposto? – Mi…Miroku dove sei?
- Il cliente da lei richiesto non è al momento raggiungibile, la invitiamo a riprovare più tardi.- suonò al citofono di casa sua, magari era su. Improbabile, ma ci si può tentare. Come previsto nessuna risposta. Si guardò intorno portando le mani tra i capelli già sufficientemente scompigliati.
- Cazzo…- delle lacrime cominciarono ad offuscarle la vista, interrotte dalla vibrazione del cellulare. Lo guardò rapidamente, sperando nell’identità del mittente, sperando fosse Miroku. No, non era lui – Kagome!- pronunciò implorante il suo nome.
- E’ scomparsa Ayame.- le rispose l’amica tra i singhiozzi – Non è più tornata a casa da ieri sera, nessuno l’ha più né vista né sentita, il suo cellulare è staccato. Io…non so più cosa fare.- sentì Inuyasha bisbigliarle qualcosa, cercare di confortarla probabilmente – Lasciami stare Inuyasha, per favore.- la sentì tirare su col naso.
- E’ sparito anche Miroku, mi sono svegliata in macchina le chiavi nella serratura e…lui non c’è…- sentì le lacrime scendere copiose.
- Oh Kami, Miroku…
- Credi che sia…
- Sicuramente.- rispose Kagome risoluta – E’ Kikyo senza ombra di dubbio.- Inuyasha le mormorava altre parole, ma Sango non le riusciva a capire, la sua mente presa dallo sconforto per la sparizione dell’amato. E dell’amica, nuova scoperta.
- Kagome, cosa…
- Inuyasha lasciami stare, lasciami da sola ti ho detto.- lui che ribatteva – No, basta, ti ho detto di andare di là, lasciami da sola.
- Kagome. Kagome cosa…?- non riuciva a capire la diatriba tra i due.
- LASCIAMI STARE! VATTENE VIA! E’ TUTTA COLPA TUA SE STA SUCCEDENDO QUESTO!- sentiva l’amica urlare al compagno dall’altra parte del telefono, rimase incredula alle sue parole. Colpa di Inuyasha?
- Kagome non è colpa sua…
- Oh sì che è colpa sua. Prima di conoscere lui la mia vita era tranquilla, pacata, anche noiosa. Ora in sei mesi mi ritrovo incinta, mezzodemone e perseguitata da una pazza. Ed è tutta colpa tua Inuyasha!- l’amica scoppiò a piangere a dirotto, mentre le lacrime di Sango si erano fermate impietosite ed allibite dalla scena appena udita.
- Miroku e Ayame sono spariti. Cosa facciamo?- Kagome tirò su col naso, prestandole finalmente attenzione.
- Li troviamo Sango, presto o tardi finirà questa storia, te lo prometto.

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Cosa? Cosa sono quelle pietre che stringete tra le mani? Cosa…cosa volete da me? Non è colpa mia! È il pesce rosso che è affogato nella pancia del gatto che stava nello stomaco della balena con pinocchio…Non avevo la minima ispirazione, lo ammetto U.U Questo capitolo mi fa veramente PENA ma devo andare avanti concentrandomi sul nuovo capitolo che mi pare già meglio di questo, sta infatti prendendo forma già il n°27. non odiatemi, vi prego. Ma inizierò a postare molto di rado, tra lavoro ed impegni vari…il mio amore però rimane!!!
Vi chiedo un favore....ho intenzione di cambiar eil titolo perchè non accozza per niente con la storia...quindi....potreste consigliarmi qualche titolo più azzeccato, o dirmi il filo conduttore più importante di tutti, secondo voi? Poi il prossimo capitolo farò un sondaggino e il titolo con maggior numero di voti, sarà quello predestinato...! Grazie mille!

In più dei grazie potentissimi a.....

mery_chan97: Cacca, sì vedi che continua?  A parte che sto capitolo l'hai letto tipo 20 volte per aiutarmi....che dici? Venuto bene?

Crisan: ahahahahaahah non avevo fatto caso alla gaffe di Inuyasha-ragù di cane ahahahahah chiedo Venia...Sì, ti concedo i diritti per l'insulto a patto di un aiutino...sai il tuo stato di mamma mi è tremendamente utile in questa FF...*fa gli occhi dolci, TI PREEEEEGOOOO...*

Marie16: eccoci qui di nuovo :D Non sono particolarmente soddisfatta del capitolo, ma lo ripeto sempre far passar eil tempo è dura e mette a dura prova la mia ispirazione, spero comunque ti piaccia!!

fmi89: probabilmente mi insulterai, ma nemmeno io so cosa scriverò prssimamente, sono i capitoli ad avere la meglio su di me, la storia a dirmi cosa scrivere...la mia mente è solo un giocattolino...puah, no non è vero xD La realtà è che decido volta per volta, ma vi stupirò :) PROMESSO

Kagome96: fiufiufiufifu *fischietta* vedremo la fine di Kagghy............va bene va bene stai calma U.U troverò una soluzione alternativa, promesso. *meno male che non vede le dita incrociate MUAHAUHAUHAUHAAUH* Com'è andata la semifinale di inglese?

Dolce Kagghy: Cherie quanto tempo *.* Kagome è molto combattiva nella mia sotria sì...non ce la vedo come mammina premurosa e vittimina U.U spero ti piaccia anche questo capitolo....bisous

sesshy_91: eccoci sesshy :) ho postato anche io con ABNORME ritardo.... visto? xD Sì sta Kikyo è un'infame immortale, devo trovare una soluzione.....

eliim: Kagome con Tessaiga è piaciuta a tutti, stracaspita! E' strano da immaginare ma era fantastica e nuova l'idea!! Che bello!!!!! Sì, farò fuori Kikyo, ho capito U.U

Angorian: riesci a delineare la pazzia nella mia mente? Approvi anche questa canzone vero *.* ? Fammi sapere TUTTE le tue impressioni, coraggio ti prego!!!


Bacioni!
LaNana

 

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Capitolo 28
*** All By My Self ***


Capitolo 27 – ALL BY MY SELF

Buttò la cornetta del telefono sullo stesso, il filo aggrovigliato. Dannazione. Erano passate due lunghe settimane dal giorno in cui Ayame e Miroku erano spariti senza lasciar tracce dietro di sé. Erano due settimane che Kohaku indagava. Erano due settimane che Kagome lo ignorava deliberatamente: andava al lavoro da sola, pranzava da sola, tornava da sola, cenava da sola. E ci dormiva pure da sola, si era relegata in sala, sul suo grande divano.
Sentì bussare alla porta.
- Signor Ragahisho posso?- la segretaria si affacciò piano dalla porta del suo ufficio. Non si ricordava ancora il suo nome, e sì che lavorava per lui da mesi da quando Eiko…
- Entra…entra.- le fece cenno anche con la mano. Gli porse dei fogli.
- La signorina Higurashi mi ha mandato a portarle questi documenti, ha detto che lei sa di cosa si tratta.- prese con rabbia i documenti, li sfogliò veloce, mostre, mostre, mostre, rappresentazioni cinematografiche, un libro. Ora non gli portava nemmeno più il lavoro, faceva fare la postina a…alla segretaria. Meraviglioso.
- Grazie vai pure…- la guardò in faccia. No, non se lo ricordava il suo nome, niente da fare.
- Yumi.- gli sorrise. Inuyasha abbassò lo sguardo sulle pratiche.
- Vai pure Yumi, grazie.- aspettò che la porta si chiudesse e con un balzo si fiondò sulla porta che collegava il suo ufficio a quello di Kagome. Urlando e strepitando cercò di aprire la porta, forzandola, quasi scardinandola – Apri dannata! Kagome, apri! Ora! Subito!- nessuna risposta.
- Signor Ragahisho, mi scusi se mi permetto ma la signorina Higurashi è uscita da un bel pezzo. Aveva la visita dalla ginecologa.- diamine vero. Avevano annullato l’altra volta per Ayame e Miroku, ma lei comunque doveva farsi visitare.
- Ah già.- rispose recuperando l’autocontrollo voltandosi verso la ragazza che faceva capolino dalla porta – Che ore sono?
- Le cinque e venti.- Inuyasha raccattò la sua roba.
- Per oggi basta Yumi, me ne vado e pure tu se vuoi.- la superò diretto a casa Ragahisho, era stufo. Se lo voleva sentire l’avrebbe cercato lei.

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Si era accomodata sul divano a guardarsi le ecografie. Era tutto a posto, meno male. Sorseggiava di tanto in tanto un po’ di the freddo al limone, ascoltava la tv, guardava quell’esserino nella sua pancia. Era prossima ai cinque mesi e aveva già preso quasi otto chili, stava diventando una portaerei insomma.
- Che palle. Certo che ne hai bisogno tu di cibo eh birbante?- e, parli del diavolo e ti spuntano le corna, le brontolò lo stomaco – Orca! Ma che ore sono? Le otto e mezza, accidenti. Brutta Birba ma dov’è papino?- prese il cellulare, nessun sms o chiamata. Molto strano – Mi sa che lo chiamiamo noi eh?- tempo tre squilli.
- Pronto.
- Papi dove sei? Qui noi abbiamo fame e senza di te non mangiamo.- disse carezzandosi la pancia. Inuyasha dall’altra parte non sapeva cosa rispondere.
- Ehm…io sono a casa. Mia però.- Kagome sentì improvvisamente il fumo andarle tutto nella testa, uscirle dalle orecchie rientrarle dalla bocca per iniziare di nuovo il circolo vizioso.
- Cosa scusa?- cercò di mantenere un tono più possibile calmo.
- Sono venuto a prendermi un paio di cose, arrivo tra poco Kagome.- le rispose tutto d’un fiato e lei parve rilassarsi.
- A tra poco.- lanciò il telefono sul divano – Papino è proprio un baka forte.- si sedette alla tavola già apparecchiata, cominciando a mettere le pietanze nei piatti. Niente di ricercato, del ramen e del tempura.
Era a casa sua, dopo così tanto tempo che si erano stabilizzati nell’appartamento di Kagome, lui va a casa sua. Prese un pezzo di cavoletto impastellato e lo masticò rabbiosamente, per poi iniziare a mangiare, che diamine lei aveva fame.
Prese una porzione di ramen e di tempura, spazzolando tutto in poco tempo, aprendo il frigorifero per ingozzarsi di insalata, arrivando poi ad un chilo di gelato seduta sul divano. E di Inuyasha nemmeno l’ombra. Perfetto.
Passò poco meno di mezzora ed il ragazzo entrò dalla porta, tolse le scarpe e appese due completi per il lavoro, Kagome seduta a guardare la tv.
- Ciao amore.- si avvicinò a lei dandole un bacio sulla testa. Non rispose. Si avvicinò al tavolo e si sedette a mangiare, ormai era abituato a star solo. La guardò: aveva l’aria stanca ed indifferente – Com’è andata oggi l’ecografia? Mi son dimenticato altrimenti sarei venuto come al solito, ma con tutto sto trambusto e Miroku e Ayame…
- Bene.- lo interruppe atona.
- E’ tutto a posto?
- Sì.
- Sai il sesso?- lei si girò a guardarlo negli occhi. Cercava di leggere la sua espressione, ma il libro non era aperto, oppure lui stava diventando cieco.
- No. Ora se hai finito con le domande vorrei dormire.- disse spegnendo la tv accomodandosi distesa. No ma prima lei l’aveva chiamato, lo aspettavano, era ansiosa…e ora…
- Kagome ma che succede? Sono due settimane che sei distante, mi ignori.- si alzò sedendosi sul divano nell’incavo delle ginocchia della ragazza.
- Ti sbagli.
- Assolutamente no, mangio, dormo, lavoro, pranzo, mi sveglio faccio tutto da solo. Tu sei come sparita. Invisibile.
- E’ una tua impressione.
- Girati Kagome, guardami negli occhi quando ti parlo.- le strattonò la spalla obbligandola a girarsi. Le fece scorrere una mano sul viso livido di rabbia e fastidio, scendendo poi sul collo, sul seno, soffermandosi più del necessario e arrivando alla pancia. Si abbassò appoggiandoci l’orecchio. Rimase così – Che succede Kagome?
- Niente Inuyasha, sei tu che ti fai castelli mentali.
- E allora perché non sei di là nel letto con me? Perché non ci sei quando mi sveglio e abbraccio il tuo cuscino? Perché non sei tu ingombrante ed affaticata dalla gravidanza a portarmi le pratiche al lavoro? Perché non mi passi il pane a tavola?
- Sono stanca Inuyasha, sono tremendamente stanca non riesco a fare nulla e a dormire con te non ci riesco, dormo male.- tamburellò con le dita sull’addome gonfio.
- A me non sembra quello il problema.- si guardò i piedi, vide gli artigli accorciarsi lentamente. Era la notte di plenilunio, l’aveva scordato.
- Hai ragione.- Kagome si sedette fissandolo negli occhi che diventavano neri, abbandonando quell’ipnotico oro – Il problema è che nonostante sia incinta di te non riesco più a starti vicino a livello sentimentale, non sono sicura di volere una vita con te, non così.- ecco, ora lui era umano e il cuore rallentò i suoi battiti, dolorosamente. Dannati sentimenti. Rimase in silenzio, cercando di dare un senso alla frase che gli aveva appena detto.
- Vuoi dire che…- lasciò la frase a metà, sicuro che lei avrebbe capito.
- Sì Inuyasha. Dormi pure qui stanotte ma da domani ognuno per la sua strada, dovrai vedermi come la responsabile di reparto e basta. Ora devo riposare per favore.- certo, la madre di suo figlio solo una dipendente. Certo. Si alzò dal divano, prese le chiavi di casa e della macchina, qualche vestito dalla camera e mise le scarpe.
- Questa è tua. Ci accordiamo in questi giorni che vengo a prendere il resto.- appoggiò sul tavolo la chiave di casa Higurashi.
- Rimani Inuyasha, non è necessario far così.- la guardò con uno sguardo misto tra dolore e smarrimento.
- Non ha senso Kagome, non ha senso rimanere.- chiuse la porta alle sue spalle e corse giù per le scale. Aprì la Mercedes e buttò dentro i vestiti in malo modo, voltandosi poi verso le finestre dell’open space di Kagome. Luci spente. Rassegnato salì in macchina e mise in moto, schizzando verso casa, ora sì che era veramente solo.
Al buio. Sentì le ruote stridere al momento che Inuyasha accelerò prepotente. Sì asciugò altre lacrime che sgorgavano copiose con l’angolo del lenzuolo, ma fu inutile, altre le bagnarono nuovamente le guance.
Come poteva spiegare ad Inuyasha quello che pensava? Come poteva mettere in pericolo anche lui? Miroku e Ayame erano spariti a causa sua e del loro legame, c’erano troppe vite in gioco, la situazione insostenibile, non poteva permettere che succedesse qualcosa a Sango o Kagura. O a Kanna. Non poteva. L’unica soluzione era lasciarsi, permettere a Kikyo di riaverlo per sé senza interferire. Certo sarebbe stato doloroso ora, ma in futuro suo figlio sarebbe stato al sicuro. Perché era un maschio, ma se l’avesse detto ad Inuyasha lui sicuramente non se ne sarebbe andato, sarebbe rimasto per lei e per Keichi.
Prese il telefono e chiamò Sango, distrutta ed apatica.
- Sei sicura?- la sua era una domanda retorica, non mangiava quasi mai, andava al lavoro per piangere sulla spalla di Rin e la sua vita si era ridotta al solo vegetare.
- E’ l’unica cosa da fare se non voglio che ci vadano di mezzo altre persone, abbiamo già due persone sparite nel nulla, bastano ed avanzano.- l’amica al telefono iniziò a piangere sommessamente.
- Mi manca.- sussurrò Sango tra un singhiozzo e l’altro.
- Ci sono io.
- Idem.
- Siamo solo noi due Sango.
- Non ti abbandono io Kagome, mai, lo prometto.
- Vieni qui? Mi sento sola.- la telefonata si interruppe di botto. Kagome si sdraiò seguendo a piangere ininterrottamente, sperando che il dolore che le attanagliava il petto e le viscere si sarebbe alleviato, lasciandola dormire.

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Fermo al semaforo rosso. Non sapeva decidere, si era posto un bivio. Piangere, disperarsi, rialzarsi la prima strada. Uccidersi la seconda. Perché senza di lei non poteva essere uguale, senza di lei non era la stessa cosa. Arrivare a casa trovarla vuota, invece che lei col pancione a sbuffare per ogni cosa. Il silenzio al posto dei lamenti. Un futuro solo al posto di molti, irrequieti e chiassosi bambini. No, non poteva accettarlo.
Inserì la prima, il semaforo sarebbe diventato verde in una manciata di secondi. Gli sfrecciò davanti una Smart a tutta velocità, guidata da una Sango in lacrime. Le abbagliò e lei rallentò, salutandolo mesta con un gesto della mano ed un sorriso benevolo. Stava sicuramente andando da lei.
Verde.
Lentamente fece scorrere la macchina, i capelli corti ora neri ed umani venivano scompigliati dal vento che passava dalla fessura del finestrino. Sospirò, almeno non sarebbe rimasta sola, lei. Lei. Lei aveva Sango. E lui? Lui aveva solo sé stesso.
Entrò nel vialetto di ghiaia e lasciò la macchina davanti alla porta d’ingresso, la voglia di metterla nel garage pari a zero. Entrò sbattendo la porta e si diresse verso il mobiletto dei liquori. Si accucciò spostando varie bottiglie, varie marche, vari alcolici e superalcolici.
- Dove cazzo sei finita bottiglia di merda?- l’etichetta quasi brillò – Eccoti, Jack. Jack Daniel’s riserva del 1965 mi sei costato una cazzo di fortuna.- tenuto in fondo al mobile per occasioni speciali. O per devasti improponibili – Direi più la seconda.- svitò il tappo velocemente rompendo il sigillo di garanzia e fece un lungo sorso. Si lasciò cadere debolmente sul divano – Millecinquecento yen che mi fanno ’Ciao, ciao’ per una donna…- altro lungo sorso. Si sentiva già stordito, l’aspetto umano stava solo dando una mano, niente resistenze demoniache, solo dolore puro, affogato nell’alcool.
La bottiglia era ben oltre la metà. Fradicio di sudore e lacrime, stordito dall’alcool e totalmente ubriaco, Inuyasha stava gemendo di fronte alle poche foto che aveva ancora intatte di loro due. Le stava cancellando dal computer una ad una. Aveva rotto i portafoto, momentaneamente incapace di aprirli, e aveva strappato le immagini custodite all’interno. Quei sorrisi sereni al parco, al mare. Si ricordò improvvisamente della prima volta che la vide. Le aveva sfondato la macchina, poveretta. Povera Swift.
Si girò in posizione fetale guardando la poca luce che passava dalla finestra. Niente luna, qualche rara stella. Il cielo nero e pesante. Lo aspettavano lunghe giornate e lunghe notti.
- Saluta Inuyasha non fare il cafone, saluta questa nuova schifosa vita. Da solo come un cane, quello stupido e ributtante mezzo cane che non sei altr…- un conato di vomito lo interruppe, lasciandolo ansante e sfinito, senza le forze sufficienti anche solo per dormire e respirare.

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A mia giustificazione dico che lavoro tanto e praticamente SEMPRE, quindi io ho ragione e voi torto. Punto. Rassegnatevi. Un capitolo al mese più o meno è quanto di meglio riesco a concedere… SCUSATEEEEEEEEEEEEE. (piange)
Spero vi piaccia il capitolo! Rinnovo però la richiesta di aiuto passata inosservata, la FF necessita un titolo adeguato!! Forza spremente le meningi!!!

Merçi au...:

elenasama: Chiedo scusa Ele, ma il lavoro mi sta praticamente rapendo, chiamate CHI L'HA VISTO!! Eccolo qui, l'ho dovuto graffiare un po' era troppo raffinato e pulito.....spero ti piaccia!!!! Love love!

Kagome96: NOOOOOO le dita NOOOOOO mi servono per lavorare xD non le incrocio promesso!! Dai mo sei in vacanza pensaci a sto titoloooo Ti pregooooooo *occhioni dolci... Baciooo ♥

fmi89: L'ispirazione più o meno c'era era il TEMPO cavolicchio! Come vedete note e ringraziamenti STRINGATISSIMI ma ci tengo!!!! Fammi sapere ora che ne pensi :)

Marie16: Uuuuh mon tresor, son qui sono tornata si :) A miroku e Ayame ci devo pensare, vedremo un po' :) bacio gigante!

sesshy_91: Eccomi ;) prego di niente, anzi è un piacere! Fammi sapere come trovi il capitolo, scusa la ristrettezza ma poca autonomia fisica xD

mery_chan97: Stavolta niente anteprima...com'è biss??? Fammi sapere presto ♥ Ti voglio bene stupida biscottosa al cocco e cioccolato!

sandy23: Eh si :) le cose o si fanno bene o non si fannooo!!! Cattiverrima!!! Bacio!

Dolce Kagghy: Cherieeee :) spero ti sia chiaro che non era uno sfogo ma...una fine! Grazie per i mille ocmpliemnti, dolce come al solito!! Bacio grande ♥

eliim: ehehehe Sempre!!! E questa Kikyo è una vera S*****A!!!! Dici che ha ragione?? Fammi sapere come trovi il capitolo! Bacio

icetta_tigrotta8: Herzlich wilkommen! Benvenuta! Ci siamo quasi alla battaglia finale, l'avrete capito ormai...grazie per i complimenti sono spronanti per davvero! Vediamo cosa ne pensi stavolta! Bisous


Un bacio frettoloso
LaNana

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Capitolo 29
*** AVVISO ***


Ciao a tutti/e!

Sono perfettamente conscia di essere ferma con questa storia dalla notte dei tempi, ma non è finita nel dimenticatoio, ho avuto qualche problema socio-affettivo-lavorativo quindi...beh insomma dai capita.

Ma giuro che tornerò, non so se a breve o meno, ma il nostro Inu avrà la fine che si merita, lo prometto :)


STAY TUNED


LaNana

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