In my heart,forever

di devil girl dark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2 ***
Capitolo 3: *** Cap 3 ***



Capitolo 1
*** Cap 1 ***


''Dio...guarda quella...'' pensò Shilla guardando la cugina più piccola dalla finestra. ''Perchè lei ha tutto questo? Perchè lei ha lui? Perchè lei è più bella di me? Perchè risulta più simpatica di...me? Perchè?...Perchè??''.
Shilla Carlton era una ragazza di appena 20 anni, molto introversa, insicura di sè, giudicata male dagli altri perchè sta sempre sola, malvagia, addirittuta la chiamavano, perchè lei bramava il male degli altri che avevano qualcosa in più di lei.

Eppure lei non era così...e Costanza, la sua unica amica, lo sapeva.

Lei era diversa:era solare, amichevole, simpatica, sensibile, altruista, romantica.
Ma i suoi occhi castani erano sempre oscurati dalla tristezza, anche se brillava un piccolo raggio di speranza in essi. Non curava mai il suo corpo: i suoi capelli lunghi ,fin sopra il sedere, ricci e castani, erano sempre in disordine eppure se sistemati avrebbero fatto invidia a tutte le ragazze con i capelli simili ai suoi; non si truccava mai, non esaltava la bellezza del suo viso e il suo fisico...o era troppo magra....o era troppo grossa. In questo momento era troppo magra. Insomma, non aveva nessuna cura per se stessa. Si considerava negativa...

Colpa dei suoi genitori:Sempre a criticarla, sempre a far valorizzare i pregi degli eltri e i suoi difetti, sempre ad umiliarla davanti a tutti, permettendo anche ad altri di farlo.
Odia i suoi genitori, ed è per questo che appena maggiorenne si trasferì, lontano da loro, e non aveva notizie da 2 anni.

Si sentiva bene da sola:poteva piangere quando voleva, senza dar spiegazioni a nessuno; poteva pensare da sola; poteva ascoltare il tipo di musica che amava (quella pesante) per quanto voleva; poteva fare quello che voleva senza che nessuno la disturbasse; ma sopratutto poteva sognare indisturbata.

Sognava di essere considerata dal mondo, di darle un po' di affetto, un po' di calore umano che nessuno le aveva mai dato, desiderava amicizia. Ma soprattutto lei voleva l'amore. Il sentimento più importante per lei: Amore, in tutti i sensi con i quali questa parola possa essere valutata.

Quella sera era tranquilla, fino a quando la sua cugina più piccola non venne a trovarla con il suo ragazzo.
Ecco...le era tornata la malinconia.

Li osservava dalla finestra, i due fidanzati che si sbaciucchiavano sotto il portone di casa sua. Si chiedeva quali sensazione si potessero sentire, cosa si potesse provare.
Poi andarono via con la moto di lui che, con il suo motore ruggente, disturbava il silenzio di quella sera.

Si tolse dalla finestra e si distese sul suo letto, accedendo la musica alla ricerca di una canzone che potesse distrarla dai tristi pensieri.
Dannazione! Non ci riusciva...una volta che quel senso di solitudine e di angoscia venivano non se ne andavano più.

Andò in cucina per prepararsi la cena e notò dei pasticcini...
''No! No Shilla....non cedere alle tentazioni...'' ma fu piùforte di lei...ne mangiò uno.

Dopo aver apparecchiato la tavola, e sistemato un piatto di legumi con una fetta di pane e un po' di formaggio, comiciò a mangiare. Guardava la televisione: un uomo e una donna che facevano del sesso. Shilla, indegnata, girò canale: altri due che si baciavano avidamente. Provò a cambiare ancora, ma sembrava che in tv ci fosse solo ''quello''.

-E che cazzo!- urlò spegnendo la televisione.

Riprese a mangiare, con un gran silenzio che infestava la sua casa monopiano e un dolore nel cuore che la tormentava.

Poi i suoi occhi caddero sul calendario: l'indomani, lunedì 15 settembre, era cerchiato col rosso.

''Domani c'è il primo giorno di università...'' ricordò.

Finì di mangiare, sparecchiò e lavò i piatti. Un'occhiata all'orologio: le 21:30. Una ragazza della sua età a quest'ora era fuori a divertirsi, a ballare, ridere, bere...e poi avrebbe avuto qualche nottata ''hot''.

Ma a lei non andava di uscire, senza contare il fatto che nella strada in cui stava lei, c'erano criminali.
Che fare?

Decise di andarsene a coricare. Si mise sotto le coperte. Gli occhi, che in quel momento vedevano il buio, cominciarono a farsi pesanti, la mente stava allontanando i tristi pensieri e dopo una mezz'oretta si addormentò.


L'indomani mattina, la sveglia suonò alle sei. Shilla, si svegliò disturbata dal suono e spense la sveglia. Si alzò dal letto e lo sistemò, dopodichè ando in bagno a farsi una bella doccia calda.
Si asciugò i capelli ricci, che, come al solito, erano ribelli, e poi si vestì, indossando una maglia a maniche lunghe grigia, piuttosto vecchiotta, e un paio di pantaloni neri.

Messasi le scarpe, uscì di casa e aspettò l'autobus. Nel frattempo il sole si era fatto più alto e lei fu meravigliata di quel colore chiaro:le dava sempre speranze ed energia.
Arrivò a scuola alle 7:50

L'università di psicologia era già invasa da parecchi ragazzi e ragazze. Tutti erano fuori ad attendere il suono della campana. Shilla guardò l'edificio:era a due piani con un grande orologio al centro, le mura esterne giallastre, erano piuttosto malandate con qualche accenno di edera attorno, e il giardino attorno era privo di vegetazione.

Non osò immaginare come sarebbe stato l'allestimento interno... Alle 8:00 spaccate, il campanello suonò e la gran massa di ragazzi entrava piano piano nell'istituto.

-Coraggio...sotto col primo giorno di facoltà...- disse fra sè e sè sistemandosi la maglia.
Anche lei, si unì al gruppo, con l'ansia e l'agitazione di una ragazzina.

Per favore, ditemi cosa pensate e la mia prima fic, vi prego!!! :)

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Capitolo 2
*** Cap 2 ***


Eccola lì, seduta fra i banchi di una classe che ospitava più o meno 30 ragazzi. Li guardava tutti, passando il suo sguardo nocciolato da ragazzo a ragazzo. Vedeva i suoi coetanei parlarsi fra di loro, mentre lei stava sempre lì, ferma, in disparte. Molti le lanciavano occhiate curiose, altri mostravano un certo disgusto, ma Shilla era abituata e tutte quelle attenzioni che la gente le offrivano e non ci fece molto caso.

Pochi minuti dopo, entrò un uomo un po' basso e grosso, i capelli corti leggermente brizzolati, e occhi verdi, che esprimevano serietà e una leggero furbizia secondo la ragazza, guardò tutto il perimetro dell'aula. Gli studenti fecero silenzio e si misero ai loro posti.

L'uomo si sedette con fare stanco, dopodichè posò la sua borsa dal tavolo e unì le mani sotto il mento.

-Buon giorno ragazzi.- disse socievole -Io sono il professore Micheal Williams, sono il vostro professore di psicologia e scienze sociali. Prego, sedetevi.-

Si sentì il classico rumore delle sedie strisciate. Il professor Williams riprese stavolta con tono professionale:

-Inanzitutto, volevo darvi il benvenuto in questo istituto. Qui la vostra laurea vi servirò per diventare psicologi, psichiatri e tutte quelle cose che riguardano l'uomo e la sua mente. Saranno 5 anni di duro lavoro qui, serio e soprattutto pieno di esami pratici. Nel corso del tempo vi spiegherò il programma della scuola di quest'anno. Adesso presentatevi un po' voi.-

Prese il registro e man mano che leggeva il nome di qualcuno esso si presentava alla classe.
Poco dopo...

-Priscilla Carlton.- fece la voce del professore.

Shilla sentì il cuore andare a mille, non le piaceva parlare di sé, sopratutto davanti alla gente. A suo malgrado, si alzò dalla sedia e si avvicinò alla cattedra e guardò l'intera classe. Aveva tutti gli occhi puntati addosso, ma un paio di occhi azzurri attirarono la sua attenzione. Non riuscì a vedere a quale persona potessero appartenere, ma quegli occhi l'avevano colpita.

-Signorina Carlton?- la incitò l'uomo.

Shilla arrossì -Oh...ehm... Salve, mio chiamo Priscilla Carlton, ma tutti mi chiamano Shilla. Ho 20 anni e mi sono trasferita in questa città da poco... Vivo da sola e lavoro part-time in un ristorante. Il mio sogno è quello di diventare una psicologa per aiutare la gente...-

-Phm...servirebbe a lei l'aiuto...- si sentì dire sottovoce da uno dei banchi e tutti ghignarono.

L'insegnante battè più volte la mano sulla tavola per ripristinare il silenzio.

-Beh...non ho nient'altro da dire...- fece lei.

Il prof. Williams la mandò al posto e continuò il processo.

Passarono 4 ore con lo stesso insegnante a parlare di varie cose.
Il prof. Williams informò che ci sarebbe stato una festa natalizia e un ballo di fine anno e varie altre cose del genere.

A fine lezione l'uomo parlò agli alunni:

-Per una questione di comodità, vi informo che i libri di testo, quaderni eccetera, saranno tenuti dentro i vostri armadietti personali vicino alla vostra aula. Domani tutti in aula magna per la presentazione con la preside. Buongiorno a tutti.-

L'intera classe uscì dalla stanza come una gran massa inferocita.

Shilla, prima di andare a casa, fece un salto al suo armadietto personale, inserì la password che le era stata assegnata, ma essa non si apriva. Ritentò ma con esito negativo.

La ragazza sbuffò arrabbiata e faceva forza per aprire lo sportello. Poi una mano, chiusa a pugno,colpì più volte l'armadio ed esso si aprì.

Shilla si voltò verso colui o colei che l'aveva aiutato e con gran stupore, scoprì che era un ragazzo.

-Bisogna fare forza con alcuni.- disse lo sconosciuto.

Shilla guardava quel ragazzo e con grande sorpresa notò che aveva gli stessi occhi di quella persona che aveva visto in classe, durante la sua presentazione.
E stavolta riuscì a vederlo tutto: bellissimi occhi azzurri, brillanti e gioviali, capelli a caschetto neri come la pece, mascella squadrata, naso dritto e perfetto, e labbra un po'carnose e pelle leggermente abbronzata.

-Piacere, mi chiamo Daniel Louise, un tuo compagno di classe.- fece lui porgendo la mano alla ragazza sorridendo.

-Io sono Priscilla...- rispose lei tremante stringendo la mano di Daniel.

-Detta Shilla!- continuò lui.

-Oh...si.-

-Senti, mi dispiace per quell'insulto che ti hanno fatto durante la presentazione, sono stupide e infantili.- commentò Daniel.

-Oh, non importa...-

-Invece deve importare! Non è giusto! Dovevi difenderti!-

-Non sono il tipo che si mette a tu per tu con le persone...-

-E allora ti fai mettere i piedi in Faccia? No, no..non è giusto. Stamattina ti ho fissata tutta la giornata. Perchè stai sempre sola? Interagisci con il gruppo.- disse Daniel.

''Ma perchè gli importa così tanto?'' pensò. Poi:

-All'inizio sono sempre molto timida, ma vedrai che piano piano mi inserirò...- rispose.

-Ci conto eh? Ok adesso vado se no faccio tardi. E' stato un piacere conoscerti. Ci vediamo domani in aula magna. Ciao Shilla.- la salutò con la mano, facendo un sorriso mostrando due fila di denti bianchi e perfetti.

La ragazza ricambiò il gesto, mentre la sua testa e il suo cuore erano scossi da quel meraviglioso ragazzo.

Tornò a casa per il pranzo e nel pomeriggio andò al ristorante a lavorare: quel giorno le toccava fare le pulizie. Finì verso la sera tardi e non appena tornò a casa chiamò subito Costanza, la sua migliore amica.
Il telefono squillò um paio di volte.

-Pronto..?-

-Costanza, sono io Shilla.-

-Shilla?!Ma sei pazza a chiamarmi a quest'ora?! E' mezzanotte!-

-Scusami...non riuscivo a dormire...- fece lei.

-Hmm. Va beh, ti ascolto. Ma solo perchè ti voglio bene!-

Shilla sorrise.

Le due amiche parlarono un po' su come fosse andata il primo giorno di università, poi Shilla le parlò di Daniel.

-Hmm. Dalle descrizioni mi sembra un bel ragazzo e dalla preoccupazione che ha avuto, mi sembra che sia anche un simpaticone!- constatò Costanza.

-Già può darsi...- commentò l'altra.

Costanza sbadigliò: -Senti, vado a dormire ho sonno! Notte batonfola e a domani.-

-Buona notte anche a te brazil!- e chiusero la chiamata.

Batonfola era un nomignolo affettuoso che Costanza aveva dato a Shilla, e lo stesso vale per brazil, nomignolo dato da Shilla a Costanza.

La mente di Shilla vagava su molte cose prima di dare cenni di decadenza. Il suo ultimo pensiero prima di spegnere le luci fu il suo nuovo compagno di scuola.

Shilla si addormentò, con la gioia di aver ricevuto un sorriso da qualcuno. Quel sorriso per lei significava molto, perchè le dava la spinta per fare una nuova vita.

CONTINUA.

Bacio a tutti coloro che leggono, siate comprensivi, è la mia prima fic su questa categoria. Ditemi cosa ne pensate. Kiss

Devil Girl Dark.

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Capitolo 3
*** Cap 3 ***


Si svegliò al solito orario e subito andò in bagno; si levò dei suoi bisogni e pilì il viso con dell'acqua fredda. Tamponò a lungo la faccia per togliere le gocce d'acqua e poi si guardò allo specchio: quelle occhiaglie le scavavano il viso.

Ma non le importava nulla...le interessava soltanto che quella giornata finisse presto, così poteva nuovamente stare sola a casa.

Eppure Shilla, sentiva che da quel giorno la vita le sarebbe cambiata, ma non capiva il perchè. Dopo il ricordo si fece nitido nella sua mente e allora capì il perchè della sua leggera felicità: Daniel.

Quel ragazzo che incontrò all'uscita accanto agli armadietti, che l'aiutò con l'armadio cordialmente, che le sorrise... Un sorriso sincero...occhi chiari come il cielo. Che le stava succedendo?

Si vestì con una camicia celeste u una gonna di jeans e una collanina d'oro bianco e andò fuori ad aspettare l'autobus. Poco dopo arrivò all'istituto in perfetto orario e vi entrò.

Accidenti, il chiasso che c'era nell'istituto era a dir poco infantile. In fondo al corridoio c'era tanta confusione: quella sala doveva essere l'aula magna; le porte si aprirono e la massa sparì al suo interno.

Shilla si affrettò ad entrare. La stanza era davvero molto ampia, con tante file di sedie divise ordinatamente in due schiere. Comminò in mezzo ad esse cercando uno sguardo amico e poco dopo lo trovò, ma ebbe un colpo al cuore.

Daniel era impegnato a parlare con una ragazza bionda che gli sedeva accanto e ridevano allegramente, e fra loro sembrava esserci grandissima intesa, quasi intima.
Ennesima delusione...stupida ed incosviente illusione...

Cercò un posto dove sedersi: si sedette in fondo, agli ultimi posti, da sola, lontono da tutti. C'era confusine pazzesca in quella sala, le duoleva la testa, si sentiva a disagio in mezzo a tutta quella gente.

Quando improvvisamente, l'ordine e il silenzio assoluto e nessuno dei ragazzi faceva una mossa. La ragazza alzò la testa leggermente per vedere cosa stesse succedendo.

Molte file davanti a lei, più precisamente all'inizo della pile di sedie, stava un lungo tavolo dove c'erano una marea di insegnanti. Al centro, stava una donna all' in piedi che guardava tutti con distacco, come se fosse disgustata, come se volesse far capire che lei era superiore di tutti.

Era più o meno sulla sessantina e passa, con i capelli corti castani e occhi piccoli neri, bassina. La donna prese fra le mani un microfono che si trovava lì sopra e dopo un po' di esitazione cominciò a parlare.

-Salve a tutti.....sono Samanta Lizzio, la preside di codesto istituto. Volevo darvi il benvenuto, a voi, che per la prima volta solcate le soglie di quella porta per offrontare 4 anni di studi e uno di Specializzazione. Inoltre vi informo subito che....-

Ma Shilla aveva già sconnesso il cervello; si mise a guardare fuori, accavallando una gamba, poggiando il gomito sulla coscia e il mento sulla mano: davanti ai suoi occhi si ergeva un palazzo, metà illuminato dal sole e metà oscurato dall'ombra.

L'ombra...il suo animo era all'ombra...oscurato dalla tristezza, dalla scontentezza di sè, dalla solitudine.

La solitudine era la sua grande amica, le dava pace. Ma in cambio le stava togliendo la vita, gli anni migliori della sua vita. Già a 20 anni con questi pensieri...

Ma a Shilla stava bene così. Nemmeno i suoi genitori si interessavano a lei, non si sentivano da due anni, e nessuno lo avrebbe fatto, e allora perchè avrebbe dovuto importare a lei?

In fondo sola stava bene: nessuno che potesse giudicarla, nessuno che l'avrebbe vista strana, o sparlata. E poi Shilla insieme agli altri si sentiva a disagio, in pericolo; perchè temava che qualcuno potesse rompere il suo muro che si era costruita per poi pugnalarla alle spalle quanto meno se lo aspetta.

Le era capitato troppe volte in passato e le era sempre venuto difficile ricominciare da capo. Il colmo di tutto lo ebbe a 11 anni, quando era alle medie: aveva trovato un ''amica''; insieme uscivano, si divertivano, andavano nella stessa scuola condividendo lo stesso banco. Credeva di aver trovato finalmente qualcuno di cui potesse fidarsi..

Quando poi un giorno, qeulla ragazzina, insieme ad altre, l'aveva portata nel retro della scuola cambiò tutto: le altre ragazze le bloccavano braccia e piedi e l'ingannatrice la pestava di botte senza nessuna pietà.

Finì soltanto quando la vide a terra, piùmorta che viva, e quando Shilla le chiese piangendo il perchè, quella rispose che la odiava.
Da allora, Shilla chiuse i ponti con il mondo esterno e promise a se stessa che non si sarebbe fidata più di nessuno.

Girò un attimo il viso ed ebbe come un vuoto allo stomaco: incrociò gli occhi azzurri di Daniel; la guardava come se fosse deluso. Ma deluso...di cosa?

Il ragazzo tornò a voltarsi, dove ancora la preside era intenta a parlare. Shilla sospirò: quel ragazzo le dava una sensaziome strana, una sorte di calore, di protezione, di disponibilat, ma anche se le trasmetteva ciò, lei non riusciva a fidarsi, nonostante quegli occhi azzurri la facessero impazzire.

Dio..nemmeno con i ragazzi aveva fortina. I ragazzi? Figuriamoci! Non aveva fortuna a trovare le amicizie e dovrebbe averla con i ragazzi?
Andrea, il ragazzo di sua cugina, aveva folgorato il cuore di Shilla e lui sembrava starci anche se non l'aveva mai sfiorata o baciata. La ragazza credeva che aveva trovato l'amore della sua vita...e invece...

Un giorno vide Andrea con sua cugina, a scambiarsi un bacio così appassionante che sembravano stare assieme da una vita. Quante volte il cuore di Shilla si era rotto e quante volte aveva cercato di curarlo facendo qualcosa che potesse distrarla.

Ormai era diventata paranioca: quando camminava per strada teneva sempre la testa bassa, sguardo malinconico, anche se le musiche del suo mp3 fossero molto pesanti e tutt'altro che tristi; Quando era con un gruppo si metteva sempre in disparte, per timore di infastidire gli altri con la sua presenza.

''Tutti pregiudizi...'' pensò Shilla.

Metaforicamente si paragonava a un riccio, che in presenza del pericoloo si raggomitolava su se stesso e guai a chi si avvicinava...potava farsi male. Sorrise: aveva fatto una simpatica metafora.

Il rumore di applausi la fece sussultare tornando alla realtà. Si era persa tutto il discorso della preside. Guardò l'orologio:cavolo...era là dentro da circa due ore!
Mano a mano, i ragazzi uscurono dall'aula andando nelle loro classi.

Shilla era in classe, seduta con i libri sul banco sola e si sentiva molto meglio rispetto a quando era in aula magna. Alzò la testa e guardò a destra: quattro filr più avanti bide Daniel parlare con un ragazzo biondo, come due grandi vecchi amici. Quanto avrebbe voluto essere al posto sel biondino.

-Scusami...- disse una voce.

Shilla si voltò verso colei che aveva parlato. Era una ragazza bionda: la stessa con cui Daniel rideva in sala. Era vestita con una maglia bianca e i jeans a pinocchietto; aveva dei libri in mano.

-Si?- fece Shilla.

-Posso sedermi accanto a te?-

La giovane si innervosì. Guardò tutto il permetro della stanza. I posti c'erano. Tornò alla ragazza davanti a sé.

-Sai? Non voglio stare da sola...- rispose l'altra.

Shilla non voleva sembrare scortese, così a malavoglia accettò. La collega le si sedette accanto.

-Non mi sono presentata, mi chiamo Ester.- fece la ragazza porgendo la mano.

-Shilla...- rispose stringendo la mano forzata.

-Piacere!- esclamò Ester allegra -Spero che non disturbo!-

-Ma no, figurati...-


E così, Shilla si ritrovò a malincuore una compagna di banco che aveva il carattere opposto a quello suo. Le ore passarono in fretta, dopo aver seguito la lezione di psicologia e di lingue straniere, con una donna di madrelingua. Ci fu l'intervallo, ed Ester si voltò verso Shilla.

-Andiamo a fare un giro?- propose.

Shilla diventò di ghiaccio....quella frase l'aveva già sentita alle medie, da una persona che voleva volentieri dimenticare. Le lanciò un'occhiata storta, poi le diede un secco ''No!'' all'oferta.

-Perchè no? Non stare sempre da sola. Non hai detto una sillaba da quando sono iniziate le lezioni.-

-Non sono un tipo molto eloquente...- commentò la giovane.

-Sei sicura di non voler venire?- continuò Ester.

-Si...- concluse Shilla.

Daniel scese le scale, e si mise davanti a loro.

-Ciao bimbe! Che fate?-

-Stavo cercando di farla uscire dalla classe.- spiegò Ester.

-Bene! Allora ti dò una mano!-

Daniel prese Shilla per il braccio e la trascinò fuori, seguito da Ester. Il giovane si mise in mezzo ai due, tenendole per il braccio, anche se parlava con la bionda.

Shilla camminava a pari passo con loro, ma guardava altrove. Il ragazzo offrì loro qualcosa da mangiare e da bere, continuando la passeggiata. Poco dopo Daniel si rivolse a lei.

-Allora, Shilla, hai trovato compagnia?-

-Così sembra...- rispose fredda.

-E non sei felice?- incalzò il moro.

Shilla non rispose; Daniel le mise un braccio intorno alle spalle avvicinandola a sé e con l'altra mano le carezzava la guancia. A Shilla le si bloccò la circolazione sanguigna, il cuore in gola e il viso stava reagendo a quel contatto.

Si irrigidì: le piaceva, ma le dava anche fastidio...però avrebbe voluto che sarebbe durato per sempre.

-Sai che non mi va' di vederti così...- le sussurrò all'orecchio.

Intensi brividi percorso il corpo della giovane, a partire dal collo e scendere fino ada arrivare alla gamba. Non riusciva a parlare, si era bloccata.

-Che stai facendo...?- domandò tutto d'un fiato con il corpo duro.

Lui continuò a sfiorarla con le dita: -Voglio esserti amico.- rispose -Voglio che stai in compagnia.-

Di colpo. Shilla si tolse: -Grazie, ma non c'è bisogno che mi aiuti. Mi scelgo da sola i miei amici.- esordì seria.

E adesso? Perchè quella rezione? Ah, si... la paura del crollo del muro....la gelosia per Ester... la presenza di Ester.

La bionda prese Daiel per la mano e lo portò via con aria allegra. Quando furono distanti Shilla vide Daniel prendersela in braccio e abbracciarla. Sentì la rabbia e la frustazione bollirle dentro.

''A che gioco stai giocando?'' si domandò stringendo i pugni.


Finalmente arrivò a casa nel tardo pomeriggio: l'Università fini alle 4:30 e quando uscì, Shilla dovette andare al ristirante. Adesso era a casa, tranquilla. Andò a gettarsi pesantemente sul letto, senza spogliarsi e si appisolò.

Più tardi suonò il campanello: erano le 21:00. Si svegliò a causa del suono e , intontita, andò ad aprire.

-Ciaoooo!!- fecero due voci.

-Costanza...Marco...che ci fate qui?-


Costaza e Marco: una ragazza carina dai capelli scuri lisci e occhi verdi e Marco, un ragazzo con i caoelli rossi alto e ben impostato. Due innamorati, ma Shilla non provava nessuna repulsione per loro, anzi, trovava gradevole la loro compagnia.

Ogni volta che vedeva una coppia di innamorati scambiarsi effusioni ne soffriva tantissimo, ma con loro due era diverso: sembravano due estranei quando stavano con lei e questo Shilla lo apprezzava.

-Siamo venuti a farti un po' di compagnia!.- disse Marco uscendo da dietro la schiena una bella scatola di pizza.

Shilla li fece accomodare nel salone, e di colplo la malinconia la abbandonò, facendo entrare in scena la vera Shilla: i suoi occhi spenti, adesso brillavano di felicità; le sue labbra strette in una smorfia triste, adesso sorridevano, mostrando un sorriso bianco e delle belle guanciotte le formavano il viso.

Prese la scatola di pizza e ne afferrò una fetta, mangiandola; Costanza e Marco le si sedettero accanto e seguirono il suo esempio.

Poco dopo la ragazza attaccò una musica forte, metallica, molto gradita da loro. Poi Shilla prese l'iniziativa di scherzare, ridere, prendere l'amica e ballare, di riempire una bottigli d'acqua ghiacciata e versarla sulla testa di Marco.

Per punizione, il ragazzo la costrinse ad asciuguarlo e Shilla aveva già in mente un altro scherzetto: dopo aver preso dal bagno asciugamano e asciugacapelli andò dall'amico; prima gli frizionò i capelli con la tovaglia, non facendogli male, ma con modo deciso e quando Marco si lamentava lei lo prendeva in giro.

Poi toccò al phone: mentre gli asciugava i capelli glieli scompigliava per dispetto. Fu buffo veder alla fine la chioma rossa del giovane tutta gonfia e le ragazze risero di cuore. Shilla lo beffeggiava, lo canzonava.

Marco le si buttò addosso e le fece il solito; a lui si unì la fidanzata e Shilla rideva...rideva...

Nessuno dei suoi compagni l'avrebbe vista in quella maniera: la Shilla che ride, che gioca, che scherza, che si diverte... la Shilla che vive.

Lei era così solo con loro due, perchè si sentiva a suo agio: purtroppo il suo vero animo era costretto ad uscire poche volte.
Con gli altri non si mostrava così perchè aveva paura: paura che gli altri la prendessero in giro, che si approfittassero di lei, che la credessero strana.

Allora preferiva mettere un muro subito, che nessuno poteva superare, solo loro due...e porse qualcun'altro...


Si erano fatte l'1:00 del mattino e loro erano ancora lì che scherzavano. La sala u po' disordinata, ma almeno si erano divertiti.

-Amore andiamo via?- Chiese Marco.

-Eh si... e un po' tarduccio...- rispose lei

-Oooh...dovete proprio andare?- fece Shilla con una smorfia dispiaciuta.

-Eh si...- rispose Marco mettendosi il giubbotto ed estraendo le chiavi, poi abbracciò Shilla e le diede un bacio sulla guancia. -Mi sono proprio divertito! Ci vediamo.- le disse mentre usciva.

Costanza la strinse forte a sé, carezzando gentilmente la schiena.

-Ti voglio vedere sempre così.- le sussurrò all'orecchio.

-Magari...- mormorò Shilla, sentendo che la solitudine stava rincasando nel suo animo.

-Ti voglio bene!- fece Costanza da fuori.

-Anche io!- ribatté Shilla guardandola.

Li vide salire in macchina, ingranare la marcia e partire, sparendo lungo la via. Rientrò nella diora dove poco prima c'era allegria adesso c'era silenzio. Che tristezza...

Rimise ordine nel salone, tolse lo scatolo di pizza le lattine di Coca e spazzò a terra. Andò poi in bagno e si fece una doccia veloce, indossando il pigiama.

Si indirizzò verso la camera da letto e si infilò sotto le coperte. Prima di dormire, prese il cellulare per puntare una sveglia: bide sul display una bustina lampeggiare; le era arrivato un messaggio di testo.

Andò a controllare: il messaggio arrivò alle ore 23:35 e la cosa che la sorprese di puù è che era un numero che non conosceva.

''Ciao piccola, domani staremo assieme, ok? Ci sono molte cose di cui dobbiamo parlare, ci tengo eh? Un bacio. Notte piccola.''

Ma chi era? Forse aveva sbagliato numero. Si può darsi...poco dopo ne arrivò un altro e lo guardò. Stavolta Shilla si terrorizzò, era lo stessso numero di prima e diceva:

''Approsito Shilla, scusa se oggi ti sei seccata...Notte ancora, spero di non averti svegliata.''

Ma chi era? Spense il telefono...non voleva avere altre sorprese.


Amici!Ciao! Vi piace spero di si!! ^^ Grazie a:

Vitina: Grazie per seguirla e per averla messa fra i preferiti.

Arumi_Chan:Ciao! Grazie per seguirla! Un bacio!!

Alla prossimaaa!! ^^

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