Patto col Diavolo

di Aster_Nepthys
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scelta ***
Capitolo 2: *** Il sogno distrutto ***
Capitolo 3: *** Ciò che è, ciò che sembra ***



Capitolo 1
*** La scelta ***


Capitolo Uno – La Scelta

< Darei la mia anima al diavolo per riuscire ad avere un paio di ali... >

Quelle parole erano uscite dalla sua gola come un sospiro, materializzazione del semplice desiderio di vedere la persona a cui teneva più al mondo e che ora era ancora più lontana...

< Accetto volentieri la tua proposta mia cara > dichiarò sogghignando una voce alle sue spalle.

La ragazza si voltò di scatto, lasciando cadere il bocciolo di rosa che aveva stretto in mano.

Davanti a lei era comparso un giovane uomo dai lunghi capelli neri e gli occhi di un incredibile rosso sangue. Era affascinante... incredibilmente attraente... in quei suoi occhi magnetici sembrava di potersi perdere... mille pensieri le si affollarono nella mente per poi sparire, rimanevano solo i suoi occhi... il tempo sembrò fermarsi, intorno a loro c’era un silenzio irreale e presto scomparve qualunque cosa che non fosse quel bellissimo sconosciuto...

“Chissà come sarebbe poterlo baciare...” Pensò, avvicinandosi lentamente... alzò la mano, voleva toccarlo, voleva sentire le sue labbra, la sua pelle...

Improvvisamente qualcosa nel petto della giovane si divincolò, il pensiero di quel ragazzo che tanto amava le attraversò la mente come una scarica elettrica, svegliandola. Il suo cuore riprese a battere mentre con un gesto confuso si massaggiava le tempie...

< Cosa mi hai fatto? > chiese sussurrando la giovane.

L’uomo sorrise < Assolutamente niente > mentì candidamente, lo sguardo ancora puntato su di lei, con quel suo ghigno cordiale e quegli strani occhi gentili... eppure così freddi... qualcosa non andava...

< Bugiardo > ribatté semplicemente lei. < Chi diavolo sei? E cosa vuoi da me? >

< Mia cara, tu mi hai chiamato! Sono qui per accettare il tuo scambio: la tua anima per un paio di ali > rispose semplicemente lui, sorridendo, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

La ragazza rimase a guardarlo stupita... < Cos... ma no, non può essere vero... >

< Piccola, ti sembra che io sia un’illusione? > disse avvicinandosi e toccandola sul collo. Un brivido l’attraversò e di nuovo le tornò quella strana sensazione... di nuovo esistevano solo i suoi occhi...< sono reale quanto te >

Scrollò la testa... girava tutto... < Smettila di farmi questo... >

Il suo sorriso si allargò, enigmatico, pericoloso... < Allora il mio tocco ti sembra davvero quello di un sogno? oppure Vogliamo concludere questo affare? >

< La mia anima appartiene già ad una persona, non ho intenzione di darla a nessun altro >

< Ma è l’unico modo perché tu possa raggiungere il tuo amore... non credi che sarebbe molto più felice di vederti, di sfiorare la tua pelle e assaggiare quelle labbra piuttosto chre avere la tua anima invisibile? Pensa come sarebbe bello per voi poter sentire finalmente il suo calore... ricevere i suo baci e le sue carezze... pensa a quanto tempo potreste recuperare stando insieme, finalmente... >

Calde lacrime cominciarono a colarle lungo le guance, il cuore le faceva male... le gambe cedettero e lei si ritrovò ad essere appoggiata delicatamente a terra dalle braccia forti dell’uomo... una voce dentro di lei continuava a ricordarle che la sua anima era l’unica cosa che nessuno poteva strapparle... il dono più prezioso che potesse offrire alla persona che per lei era come la sua stessa vita...

< Vorrei poter correre da lui... abbracciarlo forte... e baciarlo fino a non avere più fiato... lo desidero tanto... > mormorò

< Allora prendi la mia mano e accetta il dono che ti offro >

< ...No... se perdessi la mia anima non sarei più in grado di amare... perderei me stessa e perderei lui... non è questo che desidero... se poterlo vedere significa non potergli più donare nulla di me non ne vale la pena... > continuò la ragazza, alzando il volto rigato di lacrime e guardando gli occhi dello sconosciuto.

< Sei speciale piccola, mi piaci... per questo voglio farti un’altra proposta: mi basta metà della tua anima, così tu potrai continuare ad amare questo ragazzo per cui sei disposta a dare così tanto e io avrò un pretesto per averti nella mia schiera di dannati alla tua morte, ma... > si interruppe un attimo vedendo lo sguardo della giovane farsi più attento < ...il giorno del tuo diciottesimo compleanno dovrai darmi il tuo corpo. Fino ad allora potrai fare quello che desideri e avrai le tue ali per poter raggiungere il tuo dolce compagno ogni volta che vuoi, naturalmente in pochissimo tempo. Allora cosa ne pensi mia cara? >

< Cosa intendi per “dovrai darmi il tuo corpo”? Cosa vuoi farmi? >

Il giovane uomo rise di gusto, una bella risata ma gelata come un iceberg nei mari polari. < Non ti sfugge niente, vero? Per ventiquattro ore controllerò il tuo corpo, come se fosse il mio. Quando la mezzanotte scoccherà io entrerò in te e tu in me fino alla mezzanotte del giorno successivo. >

< Cosa può spingere il signore dell’inferno a scambiare il suo corpo con quello di una comune mortale? Qual è il tuo vantaggio? Non ha senso... >

Lucifer si avvicinò alla ragazza e le mise un dito sulle labbra < Fai troppe domande mia cara. È tempo di prendere una decisione... sei disposta a fare questo sacrificio per il tuo ragazzo? Lo ami davvero così tanto o la tua è solo una cotta passeggera? >

La giovane abbassò il viso, riflettendo... c’era qualcosa sotto... lo sapeva, doveva per forza essere così... ma lei avrebbe dato qualunque cosa per Aaron, e il suo desiderio di lui continuava a crescere, forte, inesorabile, come se qualcuno stesse mettendo al massimo il getto di un lanciafiamme... non era una cotta passeggera quella, lo sapeva, il suo cuore e la sua mente erano completamente invasi dal pensiero di quel ragazzo... del suo angelo...

< Hai poco tempo per decidere fiorellino, ho importanti affari da sbrigare nella mia piccola casa... allora cosa scegli? Vuoi finalmente dimostrargli quanto sei disposta a fare per lui? Così non dovrà più aver paura, non dovrà più dubitare... non credi che lo faresti felice? >

Quelle parole le risuonarono nella mente... era vero, sarebbe stato più felice se avessero avuto l'occasione di stare finalmente insieme... meno litigi inutili, meno problemi, meno incomprensioni...

< Potresti aiutarlo ogni volta che ne ha bisogno... non è forse la cosa che desideri di più? > continuò a tentarla Lucifer, spostandosi dietro di lei e appoggiandole le mani sulle spalle.

< Accetto... a patto che tu mi prometta che qualunque cosa succeda quando avrai messo in atto il tuo sporco piano, il mio ragazzo sarà salvo... > disse voltandosi lentamente ma con sicurezza e porgendogli la mano aperta.

Sul viso del giovane uomo si aprì un sorriso luminoso < e sia, mia incontentabile mortale! > esclamò stringendo la mano della ragazza nella propria.

Quasi all'istante, un’accecante luce rossa li avvolse, impedendo alla giovane di vedere altro se non quegli occhi da cui ora sembravano fuoriuscire rivoli d’ombra.

< Mia cara sei pronta? > chiese mentre tutto intorno a loro svaniva, inghiottito da un’ombra infinita che dissolveva ogni cosa.

Le si avvicinò, abbandonando progressivamente la forma mortale per tornare al suo aspetto: era simile a un umano ma con tre paia di grandi ali di pelle nera, piene di cicatrici e tagli.

Lunghe corna seghettate gli spuntarono sulla testa, anch’esse dello stesso colore della notte, e gli occhi diventarono completamente rossi, senza pupille, simili ad all' interminabile mare di fiamme che stava cominciando ad avvolgerlo, bruciando i vestiti umani che aveva indosso e rendendoli di cenere.

All’improvviso alzò la mano artigliata, trapassando il petto della giovane, ancora sconvolta dalla trasformazione a cui aveva appena assistito. Un dolore terribile percorse ogni singola fibra del suo essere mentre lucifer le strappava dal cuore l’anima stringendola nel pugno.

Cadde in ginocchio, nel terreno si aprivano crepe dalle quali fuoriusciva fumo rossastro, tenendosi il petto e alzando appena gli occhi verso il signore dell’inferno, con enorme sforzo.

In una mano stringeva una sfera di luce abbagliante, che contemplava con profondo interesse, divertito.

< Un patto è un patto, mia cara, e per quanto la tua anima mi tenti esso va rispettato > disse sogghignando e spezzando a metà il piccolo globo, che sembrò urlare sotto quella tortura.

Lasciò cadere le gocce dorate che sanguinavano dall’anima sulle labbra della piccola umana per poi lasciare andare una metà della sfera, che scese dolcemente tra le mani della proprietà.

< Sei pronta a ricevere le tue ali, Evee? Riprendi la tua anima > le ordinò, continuando a guardarla con gli occhi che brillavano di un oscuro divertimento.

La ragazza obbedì avvicinando le mani al petto mentre la metà del globo assorbiva le fiamme dell’inferno, tornando alla sua forma originale.

per un attimo ebbe paura. mille dubbi si affollarano nella sua mente guardando quella parte di sè così preziosa e ora deturpata, ma non poteva più tornare indietro.

Lo sapeva e gli occhi del demonio davanti a lei lo confermavano.

Appena riebbe la sua anima un dolore soffocante e immenso la prese, costringendola ad urlare... il petto le bruciava, spezzato a metà, e ora anche il suo corpo sembrava che stesse per rompersi completamente. Si accovacciò, cercando inutilmente di attenuare quelle allucinanti fitte che si susseguivano sempre più velocemente... improvvisamente dalla schiena le uscirono con forza grandi ossa cave e leggere come quelle degli uccelli che le bucarono la pelle, riempiendosi di sangue. Subito furono ricoperte da piume nere, che nascevano spontaneamente dall'ombra e dal sangue e crescevano. Rivoli di liquido scarlatto scorrevano sulla superficie irregolare, tingendo di rosso le penne e scivolando fino alla candida carne della schiena.

A poco a poco il dolore cominciò ad attenuarsi, fino a sparire. Ora l’unico rumore che si udiva era i debole ansimare della giovane, il corpo ancora sconvolto dal dolore e quegli improvvisi cambiamenti.

< Mia cara sei stupenda... > dichiarò lucifer, sempre con quel suo strano sorriso aperto sul volto < ...un perfetto angelo nero > concluse prima di sparire con una perfida risata in una nube di fiamme scure.

Evee si alzò, il corpo coperto dal sangue che gocciolava dalle grandi ali, i vestiti a brandelli che a malapena la coprivano. Si guardò intorno spaesata e quando si accorse di essere di nuovo nella sua camera, approfittò della quiete per osservare i mutamenti avvenuti in lei, così evidenti che a malapena riusciva a riconoscersi.

Accarezzò le piume lisce, ipnotizzata dalla loro tenebrosa bellezza, mentre mille pensieri diversi le dicevano che ora era tutto passato, che finalmente poteva realizzare il suo sogno e che quel dolore era stato necessario, buono... eppure una parte di lei ora aveva paura di quello che era diventata...

Immagini sfuggevoli le balenarono davanti agli occhi, qualcosa che non riusciva a comprendere le risuonava nelle orecchie, ma niente aveva più importanza se non andare finalmente da lui...

Si tolse di dosso i vestiti inutilizzabili, e si lavò accuratamente dal sangue, per niente sconvolta o spaventata da quanto ne aveva perso poi si preparò mettendosi un paio di jeans scuri, ma per la maglietta dovette cercare un top che lasciasse completamente nuda la schiena in modo da non impedire il movimento delle ali.

Ormai in testa non aveva altro pensiero che vederlo, che guardare finalmente il viso che ormai riempiva costante mente i suoi sogni e stringere quel ragazzo che così follemente amava... Corse in balcone, senza paura, senza esitazione e si lanciò nel vuoto spiegando le ali, guidata solo da un istinto che non sapeva neanche di avere e dal bisogno dell'unico vero angelo che conosceva..

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Capitolo 2
*** Il sogno distrutto ***



Capitolo Due – Il Sogno Distrutto

Sembrava che lei fosse nata per quello, per poter volare, libera e spensierata, al di sopra di ogni cosa, perdendosi nell’infinità del cielo, confondendosi con l’oscurità della notte stellata.

In poco tempo le sue potenti ali la portarono lontano dalla sua casa, verso Lisbona e aaron: non aveva bisogno di sapere la strada, la guidava il suo cuore e ora la sua unica speranza era quella di poter essere a destinazione prima dell’alba. Il suo sogno si sarebbe avverato. Finalmente.

Come aveva previsto ci volle meno di un ora per arrivare e quasi altrettanto per trovare l’hotel dove il ragazzo alloggiava poi, quando finalmente lo trovò, si bloccò davanti alla finestra. Il cuore le batteva all’impazzata e non per lo sforzo che aveva fatto... il suo primo impulso fu quello di lanciasi contro la grande portafinestra ed entrare nella camera ma poi si rese conto del guaio che avrebbe combinato: come avrebbero potuto reagire i suoi amici se un angelo dalle ali d’ombra, con le sembianze della ragazza che abitava a chilometri di distanza, fosse piombato su di loro? E soprattutto come avrebbe reagito lui?

Mille dubbi le caddero addosso come pesanti gocce d’acqua. Che cosa era diventata? Aveva venduto la sua umanità... e se ora non l’avesse più amata per quello che era diventata? Era pur sempre un messaggero del demonio, una creatura infernale, mutilata nello spirito per soddisfare un capriccio... ma lo era davvero? No... era un bisogno urgente... diventato con il tempo indispensabile.. e se quel suo cambiamento si era rivelato necessario per riuscire a passare almeno un po’ di tempo insieme a quel ragazzo allora era contenta di aver dato tutto quello che aveva.

Si avvicinò con cautela, senza riuscire a calmare i battiti forsennati del suo cuore e osservò la camera. Era grande e spaziosa con un letto a castello e uno matrimoniale, tutto arredato sulle tonalità del blu. vicino alla porta d'entrata si vedeva l'entrata per il bagno e ai piedi del letto un comò di legno scuro.

Ovunque erano disseminate bottiglie di vodka e liquori vari mentre cinque o sei ragazzi erano ammassati sul pavimento ubriachi fradici. Si avvicinò maggiormente, con le ali che quasi sfregavano contro il vetro, e alla fine riuscì a vedere il letto matrimoniale dove riposavano altri tre adolescenti.

Il cuore le balzò nel petto quando finalmente i suoi occhi si posarono su Aaron. Era addormentato scompostamente sulla parte sinistra del letto con la testa rivolta verso l’interno della stanza e un braccio a penzoloni dal bordo, immobile. La maglietta bianca lasciava scoperta la parte inferiore del busto e i jeans coprivano le gambe leggermente aperte.

Con un lungo sospiro Evee appoggiò una mano sul vetro della finestra e rimase a guardarlo, felice di poterlo finalmente vedere e allo stesso tempo triste di non poterlo neanche sfiorare.

All'improvviso dal nulla comparve una nebbia sottile e fluorescente che cominciò a vorticare alle spalle della giovane, condensandosi fino a formare una figura quasi umana, incredibilmente simile ad uno spettro.

< Vorresti essere accanto a lui, vero? > apostrofò la creatura con una voce leggera e lievemente acuta.

La ragazza si allontanò dal vetro, voltandosi velocemente. Non era spaventata da quella apparizione, sapeva chi l’aveva mandata.

< Cosa vuole ancora Satana? > chiese soltanto.

< Avvisarti che è meglio se non ti fai vedere da nessuno con questo aspetto, potresti scatenare il panico. >

< E da quando il signore dell’inferno si preoccupa di non procurare caos nel mondo? >

< Da quando questo potrebbe procurare danni al tuo corpo. È pur sempre una parte del vostro scambio: se tu verrai vista sotto queste spoglie perderai le ali per sempre così come hai perso metà della tua anima e in questo caso il tuo corpo apparterrà per sempre al mio signore > la avvisò prima d scomparire nuovamente come nebbia al sole.

< Bastardo... > inveì contro di lui la ragazza, immaginandolo che rideva tra fiamme degli inferi e continuando a rivolgergli contro una serie di imprecazioni che sarebbero potue durare tutta la notte.

< Mi vuoi così male ragazza? > le sussurrò all’orecchio la voce suadente dell’angelo caduto.

< No ti voglio molto peggio > rispose lei tranquillamente, anche se infastidita dal tono divertito dell’altro, che era comparso nella sua forma umana, seduto sul davanzale della finestra accanto al piccolo balconcino.

< Io lo faccio solamente per il tuo bene mia cara... >

< Risparmiati l’ipocrisia... sapevi perché io desideravo così ardentemente questo paio di ali, mi hai ingannato! >

< Non è vero, mia cara, tu puoi comunque vedere quel ragazzo, puoi stargli vicino, toccarlo... come angelo custode! > disse ridendo. Una risata malvagia e fredda che la fece divampare di rabbia. < se vuoi continuare a stare vicino a lui e a proteggerlo, sotto questa forma ne hai tutto il potere... io ti ho dato quello che volevi, piccola incontentabile demonietta! Ma visto che mi piaci così tanto arrabbiata, voglio concederti un altro aiuto, non posso fare altro mia cara > continuò, schioccando le dita e facendo girare la maniglia della portafinestra, che si aprì senza il minimo rumore.

< Ora potrai stargli veramente vicino. Contenta? > la schernì mentre spariva inghiottito nuovamente dalla nube di fiamme.

Evee lo ignorò, tornando a guardare la stanza. Si avvicinò lentamente al letto a due piazze, chinandosi verso il viso del giovane dai capelli castani. Sorrise tristemente osservando quel volto così sereno e dolce, il volto che non avrebbe mai potuto baciare... senza rendersene conto portò una mano fino a sfiorargli la guancia, per poi accarezzargli piano i capelli... se si fosse svegliato sarebbe stata la fine ma non voleva smettere... era troppo tempo che desiderava toccarlo... Gli occhi le diventarono lucidi mentre si faceva forza per cercare di allontanarsi: ormai era vicina l’alba non poteva rischiare di non vederlo più per l’eternità...

Improvvisamente il giovane si mosse, stringendo le braccia intorno alla vita della fanciulla che aveva aperto le ali per la sorpresa e avvicinandola a sé. Evee trattenne il respiro pensando che si fosse svegliato, ma presto si accorse che si era solo mosso nel sonno anche se questo non rendeva meno forte la sua presa.

Con il cuore che batteva all’impazzata la ragazza cercò delicatamente di staccarsi dalla sua stretta, senza riuscirci, finché dopo poco non si arrese a quel caldo abbraccio che aveva sempre desiderato. Appoggiò con delicatezza la testa al petto del suo amore, ascoltando il battito ritmato del suo cuore e il suo respiro calmo, sentendo il profumo della sua pelle così vicino a lei.

Dolcemente, cominciò ad accarezzargli il collo, finché lui, all’improvviso, non sospirò.

< Evee... > il suo mormorio sembrava quasi un gemito, che le aprì il cuore, rompendo le sue ultime difese. Calde lacrime cominciarono a scivolare sulle sue guance bagnando la maglietta di lui, lacrime che sapevano del suo bisogno, del suo amore.

Si alzò lievemente per riuscire ad arrivare alle sue labbra e lo baciò, un bacio casto ma che le infiammò l’anima come le fiamme dell’inferno non avrebbero mai potuto fare, un bacio che si impresse a fuoco in ogni suo pensiero e in ogni scintilla del suo essere... rimase pochi secondi a gustare quella splendida sensazione che forse non avrebbe mai più risentito, un tempo splendido che le sembrò durare un’eternità ma mai veramente abbastanza, poi si staccò con forza da lui, mentre le lacrime continuavano a cadere.

Il ragazzo balzò a sedere, svegliato da quel brusco movimento e, inaspettatamente la vide. Non era stata abbastanza veloce ad allontanarsi, non ne aveva trovato la forza anche se cercava in ogni piccolo riflesso di se...

Era la fine... rimase a guardare il giovane negli occhi per alcuni istanti, il cuore che prima batteva dall’emozione ora paralizzato nel petto da una disperazione che andava crescendo.

Aaron si portò le mani agli occhi, sfregandoli leggermente e senza pensare, lei colse l’attimo per buttarsi giù dal balcone pregando che quella non fosse l’ultima volta che poteva vederlo.

Si nascose, continuando ad allontanarsi velocemente, senza perdere di vista quello che succedeva nella camera, pregando che si fosse sbagliata e non avesse davvero incontrato i suoi dolci e bellissimi occhi, scongiurando che stesse ancora dormendo in quel momento.

Il ragazzo smise di strofinarsi il viso e alzò lo sguardo verso il muro che aveva di fronte, dove pochi secondi prima era sicuro di aver visto la figura della ragazza che amava anche se provvista di un paio di grandi ali nere, tuttavia la stanza era vuota. Sentiva sulle labbra un sapore dolce e piacevole, qualcosa di nuovo e di desiderato, ma non sapeva cosa era, da dove veniva, tutto gli sembrava uno splendido sogno, come la sensazione di quel calore sulla pelle, il tepore che lui aveva tanto immaginato...

Si guardò più volte intorno, soffermandosi sulla finestra aperta, sempre più confuso.

< Devo aver bevuto un po’ troppo ieri sera... Guarda che razza di scherzi mi fa la vista... > sbuffò massaggiandosi leggermente la testa, poi si alzò per osservare l’alba che ormai sopraggiungeva ad est. < Chissà come sta la mia piccola tigra? >

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Capitolo 3
*** Ciò che è, ciò che sembra ***


Capitolo Tre – Ciò che è, ciò che sembra

Evee non si fermò finché il rumore della città non scomparve alle sue spalle. Il paesaggio cambiò velocemente dal grigio dei palazzi a un color giallo-oro, spruzzato qua e là dal verde di qualche chioma, che risaltava contro il cielo terso e immacolato in un quadro di singolare bellezza. Planando dolcemente tra campi di grano e alberi di sughero, però, non fece attenzione a tutto questo ma solo a grande ulivo, isolato dal resto delle coltivazioni, dove corse appena ebbe toccato terra.

La giovane si appoggio al tronco nodoso, singhiozzando, con le lacrime che continuavano a cadere copiose e la rabbia che continuava a crescere, forte, inesorabile, come alimentata da quelle gocce salate. Rabbia contro Lucifer che l’aveva ingannata e contro se stessa perché aveva ceduto… Ora non aveva più nulla. Aveva perso la sua umanità, aveva perso la sua anima. Niente sarebbe mai più stato come prima.

< Hai conquistato la libertà in compenso, mia cara >

Al suono di quella voce l’angelo nero si rivoltò come un animale ferito, aggredendolo con una furia che non avrebbe mai immaginato di possedere.

< TU! Maledetto! Come puoi presentarti ancora davanti a me dopo quello che mi hai fatto! > urlò, cercando di colpirlo con tutta la forza che possedeva. Sapeva che avrebbe schivato facilmente in suo piccolo pungo, sapeva che quello che faceva era inutile, ma non le importava. Cos’altro poteva perdere tanto?

La sua rabbia crebbe ancora quando un sorriso di scherno si allargò sulle labbra dell’altro, prevedibile, freddo…Odioso. Quello che non aveva previsto era, invece, che lui le bloccasse il polso e la costringesse a guardarlo in quegli occhi di sangue, ad ascoltare la sua voce di miele.

< Il tuo disprezzo mi lusinga, Evee, la tua rabbia mi attrae. Non sono sentimenti provenienti dall’Inferno che è entrato nella tua anima ma dalla tua parte umana! Sono così intensi! > le disse come gustando un vino dal sapore unico e inimitabile < Io ti ho dato la libertà ragazza, ho esaudito il vero desiderio che tenevi segregato nel tuo cuore! Rifletti su questo, sui sentimenti che provi. Sei davvero convinta che tutto questo sia successo perché ami davvero quel ragazzo? Sei sicura che non sia stata la tua parte… come dire… selvaggia ad avere il sopravvento? >

Evee non riuscì a capire se fu la sua espressione a intimorirla o il discorso che aveva pronunciato. Lo sguardo del demone, contrariamente al solito, era serio: nessun sorriso malizioso increspava le sue labbra, nessuna frecciatina era uscita dalla sua bocca, anzi c’era nei suoi occhi qualcosa di completamente diverso, indefinito.

Si liberò indietreggiando di qualche passo, incerta, confusa. Non sapeva cosa rispondere… Aveva mentito a se stessa? Quello che provava per il suo ragazzo era solo una bugia? Aveva perso tutto per un capriccio?

< Menti! > urlò, dopo essersi riscossa, puntandogli contro un dito < Sei solo un dannato bugiardo! So cosa provo per lui, so che quello che ho fatto è stato unicamente per vederlo e per poter passare con lui il mio tempo! E tu mi hai tolto quest’unica possibilità che avevo! > continuò, stringendo i pugni. La rabbia montava nuovamente, il suo odio cresceva. Voleva ucciderlo, voleva con tutte le sue forze che quell’essere malefico sparisse dalla sua vita. Lei amava Aaron e non avrebbe permesso a nessuno di mettere in dubbio che tutto quello che aveva fatto, anche se era stato inutile, era per lui, solo per lui.

< Vuoi davvero uccidermi mia cara? > le sussurrò all’orecchio con voce suadente Lucifer, sfiorandole il collo.

La giovane si irrigidì a quel tocco, spaventata e incredula per la velocità dei suoi movimenti che non era minimamente riuscita a vedere e allo stesso tempo ipnotizzata da quel tocco caldo. Di nuovo mille domande tornarono ad assalirla, interrogativi inspiegabili che ancora, tuttavia, non si era posta talmente presa dai suoi desideri… Perché la trattava in quel modo? Perché le faceva questo?

< Non risponderò alle tue domande ragazza, lo sai. Come sai che posso leggere nel tuo cuore, oltre che nella tua mente. Tu brami la libertà più di ogni altra cosa, brami il cielo > continuò. Il suo respiro le carezzava il collo, la sua voce la ammaliava, impedendole di pensare. Riusciva solamente ad ascoltare quel suono talmente dolce che cancellava il resto della realtà.

< Ricorda cosa hai provato mentre volavi verso Lisbona, ripensa alle sensazioni, ai pensieri. Non erano incentrati tutti su quel ragazzo. Tu sapevi di essere nata per quello. Sapevi che era il tuo destino! >

Più l’angelo caduto proseguiva, più le sicurezze che la giovane aveva avuto fino a quel momento sembravano vacillare e incrinarsi, come fragili castelli di carte. Non voleva credere a quelle parole, non voleva dargli vinta una battaglia così importante, ma qualcosa metteva dentro di lei cominciava a mettere in dubbio le sue stesse emozioni, i suoi stessi sentimenti, insinuandosi nel suo cuore triste come la lama appuntita di un coltello, guidata da quelle carezze apparentemente tenere che lui le faceva nell’incavo della spalla.

Con calcolata lentezza Lucifer si staccò da lei e la fece girare, ammirando la sua opera in quegli occhi smarriti color del fumo, non senza che uno strano brivido l’attraversasse. Si chinò per lasciarle un premuroso bacio sulla fronte poi si voltò incamminandosi verso i campi di grano e sparì seguito solo da una parola appena sussurrata che gli fece nascere un leggero sorriso sulle labbra: < Ipocrita… >

Evee rimase sola in quella distesa di terra, facendosi forza per riordinare i suoi pensieri. Continuava a ripetersi che quello che aveva detto il diavolo era una menzogna, solo una menzogna, detta unicamente per farla star male e divertirsi ancora con il suo dolore. Ma allora perché questi dubbi? Cosa si muoveva nel suo cuore facendola stare così in pena?

Troppe domande le riempivano la testa senza trovare risposta e troppi pensieri si accavallavano uno sull’altro rischiando di farla ammattire. Voleva che quel flusso sconclusionato di idee si fermasse, almeno per un secondo così da poter avere il tempo di risolvere un problema per volta. Chiuse gli occhi sdraiandosi sulla terra secca, le grandi ali aperte sotto di lei. Un venticello fresco e leggero si alzò accarezzandole la pelle e donandole un po’ di calma. Rimase a godersi quella piacevole sensazione finché, piano piano, non cominciò a decidere il da farsi.

Lucifer le aveva detto che se l’avessero vista gli umani il loro patto sarebbe saltato. Eppure lui aveva bisogno del suo corpo, altrimenti non avrebbero stipulato quel patto. Tuttavia non sapeva a cosa servisse un semplice corpo umano al Signore degli inferi… e probabilmente non l’avrebbe mai saputo…

In quel momento, però, riteneva più urgente riuscire a capire cosa lei volesse veramente: se quello che aveva provato per Aaron fosse una semplice cotta passeggera o l’amore che aveva creduto fino a quel momento. I dubbi che le parole del Diavolo le avevano insinuato nel cuore la rendevano inquieta… Non sarebbe dovuto accadere nulla di simile se il suo sentimento era davvero così forte come pensava no? Eppure tutti possono avere un momento di debolezza… E questa incertezza era sicuramente acuita dalla distanza e da quell’assurda situazione…

A poco a poco, i pensieri divennero una nebbia leggera e confusa e lei cadde in un sonno ristoratore, dovuto più al bisogno di staccare la spina che all’effettivo bisogno di dormire… E cullata dal tepore di quel sole pomeridiano si addormentò sotto l’ombra dell’ulivo.

“Aaron!”

Correva, veloce, silenziosa, in un bosco di pini. La temperatura era molto diversa da come la ricordava, l’aria era pungente la pioggia batteva sulla sua pelle, ma non sentiva freddo. I suoi piedi nudi toccavano appena il terreno coperto da aghi di pino, passi così silenziosi che sembrava non toccasse neanche il suolo, solo il suo respiro che copriva i piccoli rumori della foresta.

Si sentiva euforica, in quella corsa sfrenata a contatto con la natura. La luna era quasi del tutto velata dalle grandi chiome, ma la cosa non la disturbava, aumentando anzi la sua eccitazione. Sapeva cosa cercava, sapeva come raggiungerlo e ora voleva solo divertirsi.

Finalmente sbucò in un minuscolo spiazzo, dove la aspettava un giovane uomo con una maglietta candida e un paio di jeans strappati. Aveva i capelli mossi, di un castano tanto scuro da sembrare quello dei tronchi degli alberi e gli occhi color nocciola. Anche a quella distanza riusciva a distinguere il suo sorriso dolce, il movimento dei sui ricci scomposti dal vento.

Avvicinandosi, gli sorrise a sua volta, e gli tese le mani, chiamandolo “Aaron!”

Il ragazzo indietreggiò di un passo, lo sguardo improvvisamente sconvolto dal dispiacere, il sorriso sparito dal suo viso. Si voltò, evitando di guardarla, come se avesse paura… O meglio come se si fosse reso conto che non c’era più speranza.

Evee si fermò in mezzo a quel prato illuminato dalla luna ma continuò a chiamarlo mentre, ancora una volta, le sue guance si rigavano di lacrime. Abbassando la testa sulle sue mani e le vide macchiarsi delle piccole gocce di sangue, sangue che ora le rigava le guance.




ECCOMI TORNATA! SCUSATE L'IMMENSO RITARDO E IL CASINO CHE STO COMBINANDO PER RISISTEMARE I CAPITOLI PRECEDENTI MA IL VIAGGIO DI STUDIO IN FINLANDIA MI HA FATTO CAMBIARE IDEA SU PARECCHIE COSE, OLTRE A FARMI NOTARE CHE IL CARATTERE CHE AVEVO SCELTO LO VEDONO SOLAMENTE 2 O 3 PERSONE xDxD
RINGRAZIO Hachico91, Pluma, Lady Alexandra e Niis PER I COMMENTI, CON LA SPERANZA CHE QUESTO TANTO ASPETTATO CAPITOLO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO!!!

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